Il Fatto n. 023

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pagina 4 Politica Foresteria: nuovo stop ai lavori di costruzione. pagina 17 Attualità Cento anni e non dimostrarli: festa al Seminario Regionale. pagina 19 In Città Scout del mondo unitevi… via Internet! pagina 21 Sport Arbitri nella storia: in due, insieme, in Champions League. In città la protesta degli studenti. Tutti contro la riforma del sistema del- l’istruzione pubblica. Cortei, manifestazioni e dibattiti per interrogarsi sul futuro di tanti giovani studenti e di tanti insegnanti. E tra le tante iniziative ecco una nuova associazione libera da politica e partiti. pag. 6 In questi giorni in distribuzione i moduli per la raccolta delle firme. Obiettivo: far riaprire l’inchiesta sul tragico e misterioso affondamento del motopesca molfettese. Tornano a parlarne anche quotidiani e televi- sioni nazionali. pag. 11 Ma che scuola è questa? Francesco Padre: parte la petizione Inchiesta n° 23 giovedì 13 novembre 2008 www.ilfatto.net Molfetta Quindicinale gratuito di informazione, Tiratura copie 20.000. Un mare di schifezze?

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pagina 4

PoliticaForesteria: nuovo stop ai lavori di costruzione.

pagina 17

AttualitàCento anni e non dimostrarli: festa al Seminario Regionale.

pagina 19

In CittàScout del mondo unitevi… via internet!

pagina 21

SportArbitri nella storia: in due, insieme, in Champions League.

In città la protesta degli studenti. Tutti contro la riforma del sistema del-l’istruzione pubblica. Cortei, manifestazioni e dibattiti per interrogarsi sul futuro di tanti giovani studenti e di tanti insegnanti. E tra le tante iniziative ecco una nuova associazione libera da politica e partiti.

pag. 6

In questi giorni in distribuzione i moduli per la raccolta delle firme. Obiettivo: far riaprire l’inchiesta sul tragico e misterioso affondamento del motopesca molfettese. Tornano a parlarne anche quotidiani e televi-sioni nazionali.

pag. 11

Ma che scuola è questa? Francesco Padre: parte la petizione

Inchiesta

n° 23giovedì 13 novembre 2008

w w w . i l f a t t o . n e t

Molfetta Quindicinale gratuito di informazione, Tiratura copie 20.000.

Un mare di schifezze?

Il primo round va al Comune di Mol-fetta. Nell’udienza che si è tenuta il 6 novembre a Bari, la Terza Sezione del TAR di Puglia non ha dato seguito al ricorso del Ministero delle Infrastrut-ture contro le ordinanze comunali di sospensione dei lavori per la realiz-zazione della palazzina alloggi della Capitaneria di Porto lungo la banchina San Domenico. I giudici amministra-tivi, infatti, hanno accolto le ragioni del Comune di Molfetta, rappresentato dall’avvocato Carlo Tangari e hanno dichiarato improcedibile il ricorso in questione per essere intervenuto un nuovo provvedimento con il quale il sindaco Antonio Azzollini ha ordina-to la sospensione dei lavori, fissando il termine del 31 gennaio 2009. Per questo motivo, quindi, almeno fino alla fine del prossimo gennaio, non po-tranno riprendere i lavori già partiti a luglio di quest’anno.“Abbiamo evitato che si realizzasse un vero e proprio ecomostro” ha commen-tato il sindaco Antonio Azzollini. “Le ragioni della nostra battaglia per supe-rare questo grave rischio ambientale e urbanistico sono assolutamente fonda-te, sono gli stessi molfettesi che negli

ultimi giorni ce lo hanno attestato con la loro solidarietà. Ora confido che, nel solco del principio di leale coopera-zione tra diverse amministrazioni pub-bliche, si possa arrivare nel più breve tempo possibile ad una soluzione che soddisfi i diversi interessi coinvolti”. In poche parole Azzollini si augura di riuscire nei prossimi mesi a raggiun-gere un accordo con il Provveditorato Regionale alle Opere Pubbliche affin-ché si possa spostare la realizzazione dell’edificio di alcuni metri verso via san Carlo evitando così l’ostruzio-ne della banchina e di conseguenza rendendo possibile la costruzione del

tanto sospirato lungomare di Ponente.Nel corso delle ultime due settimane la vicenda della realizzazione della nuova caserma aveva attirato l’atten-zione di numerose sigle associative. Con preciso ritmo di due o tre al gior-no, tante associazioni ambientaliste, culturali, sportive, si erano affrettate a diffondere comunicati stampa con cui si dicevano contrarie alla realizzazione della nuova caserma sposando le tesi dell’amministrazione comunale. In al-cuni casi a scrivere erano sodalizi ben noti e conosciuti in città, in molti altri casi a prendere posizione erano asso-ciazioni sinora mai sentite. Ed a più

di uno è saltato in mente che più che ad una “sollevazione popolare” contro la caserma, ci si trovasse di fronte ad una messa in scena mediatica studia-ta per rendere popolari le scelte del sindaco. Fatto sta che, almeno sino al momento in cui scriviamo, nessuna nota sulla vicenda è giunta da partiti di centrosinistra e associazioni ad essi storicamente legate. Forse che la tutela del paesaggio e del futuro economico di quella zona di Molfetta è ad esclu-sivo uso e consumo di una sola parte politica? Certamente la questione si sta riducendo ad una lotta tra partiti. An-che i partiti di centrosinistra, che siamo certi essere contro la realizzazione di quell’edificio nell’attuale posizione, si stanno guardando bene dal prendere una posizione. Giustamente criticano le scelte temporali del sindaco Azzol-lini e della sua maggioranza ma nes-suna proposta è giunta sinora. E così come in un braccio di ferro le forze che si contrappongono sono due, spesso uguali e contrarie. Con il rischio che la città sia costretta, anche in questo caso, ad assistere ad un pericoloso quanto inutile stallo nelle scelte sul futuro di quell’area della zona portuale.

I giudici del Tribunale Amministrativo Regionale hanno dichiarato improcedibile il ricorso del Ministero delle

Infrastrutture.

Foresteria: se ne riparla il 31 gennaio 2009

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Politica� giovedì 13 novembre 2008

Non c’è pace per la massima assise cittadina. Potrebbe infatti nuovamente cambiare l’organico del Consiglio Co-munale di Molfetta. La decisione sarà tra pochi giorni nelle mani del Consiglio di Stato che sarà chiamato ad esamina-re il ricorso contro la sentenza del TAR Puglia che l’ex consigliere del Partito Democratico, Michele di Molfetta, è pronto a presentare. “La decisione è stata presa non senza prima procedere ad una profonda analisi della vicenda – ha dichiarato di Molfetta – dopo che assieme ai legali abbiamo avuto modo di leggere ed analizzare le motivazio-ni con cui il Tribunale Amministrativo Regionale della Puglia ha accolto le richieste di Francesco Mangiarano am-mettendolo in Consiglio Comunale al mio posto”. Secondo quanto dichiara-to da Michele di Molfetta “il TAR non ha condiviso in toto le motivazioni di Mangiarano ma ha comunque deciso che dovesse subentrare al sottoscritto. Siamo convinti, per rispetto nei con-fronti degli elettori e dell’istituzione, che sia giusto proporre ricorso al Con-siglio di Stato e siamo fiduciosi sull’esi-

to”. E qualcuno già pensa che Mangiarano, in quota Unione di Centro, diffi-cilmente potrà riuscire a “man-giare il panetto-ne”. Certamente la lotta, sempre che di lotta si possa parlare, non è tra le persone: “France-sco è un amico e per lui nutro massimo rispetto ma, mi sia consentito di agire per tutelare la volontà espressa dai miei elettori cui un giudice ha per il momen-to sottratto il diritto di rappresentanza in Consiglio Comunale”. Un ritorno di Michele di Molfetta a palazzo Giovene riporterebbe alla situazione originaria i livelli di equilibrio all’interno dell’op-posizione con il Partito Democratico che tornerebbe ad avere cinque rap-presentanti e l’UdC nuovamente due. “Di certo – ha concluso di Molfetta – il nostro impegno non si è interrotto dopo l’uscita dal Consiglio: abbiamo continuato a lavorare e ad interessarci ai problemi della città”.

L’esponente del PD non concorde con le decisioni del TAR Puglia.

Di Molfetta va al Consiglio di Stato

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L’opinionegiovedì 13 novembre 2008 �

Vendesi MolfettaFine di un mito: case in abbondanza e prezzi in calo.

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Ai molfettesi stanno venendo meno le certezze, persino il mattone li tra-disce. Possiamo aver smesso di cre-dere all’esistenza di San Nicola, ma che il mercato della casa rimanesse immutato, quello era sicuro, anzi, si-curissimo. Sia pure con opposte scuo-le di pensiero – meglio un pianoterra in centro oppure tre stanze e cucina, da affittare in attesa di sistemarci il figlio che si sposa? – si trattava di investimento certo. Ci sarebbe stato bisogno di case e sarebbero costate sempre di più.Si fa fatica a ricordarlo, ma solo pochi anni fa per trovarne una in fitto c’era quasi bisogno della raccomandazione, accettando qualunque prezzo, versan-do caparre a fondo perduto o cifre più alte di quelle dichiarate, assumendosi l’onere della ristrutturazione. Gli spo-si, pur di non perdere l’occasione di un appartamento, in attesa delle noz-ze lo tenevano vuoto per mesi, tutti

puntualmente pagati. Ai molfettesi è toccato anche emigrare, prima andan-do a comprar casa a Giovinazzo, con una sparuta minoranza a puntare pure su Terlizzi, poi a Bisceglie e, saturata anche questa piazza, è toccato a Tra-ni; chissà fin dove si sarebbero spinti a far lievitare il mercato immobiliare, se nel frattempo non si fosse verifica-to l’imprevedibile.È cominciata in sordina, un paio di anni fa. Il primo cartello appiccicato su di un portone, poi su un altro, infi-ne l’esplosione. Ora spuntano da tutte le parti, dalla bacheca del supermer-cato, dalla parete del panificio o del bar: vendesi e fittasi, a decine, a centi-naia, ormai. Prima nei quartieri meno chic, infine dappertutto. Molfetta è in vendita. Case di cinque stanze per cui si chiedono cifre da vista sul Cen-tral Park a New York, stanze due ter-moautonomo più soppalco nella zona centrale, case vecchie e case di nuova

costruzione. Crisi depressive fra i co-struttori, abituati a vender sulla carta, e che ora si trovano, inaudito, con ap-partamenti già pronti che nessuno più vuole, incapaci di abbassare i costi.All’inizio non ci ha creduto nessuno e i prezzi sono rimasti quelli. Chi ave-va comprato a un tot, alto, non poteva rassegnarsi a perderci, chi aveva con-tato su una certa cifra per acquistare nelle zone di espansione, ha dovuto rifare i suoi conti. Ma gli annunci si sono moltiplicati e le richieste hanno iniziato a scendere. Chi solo un anno fa aveva rifiutato un’offerta, conside-randola inadeguata, oggi ne accetta una inferiore. Chi contava sull’affitto dell’appartamento ereditato o compra-to dopo una vita di lavoro come fonte di reddito, è costretto a rivedere i suoi piani. I pianoterra si svuotano, mano a mano che ci lasciano gli anziani che lì hanno vissuto, senza che nessuno più ci abiti o ci avvii un’attività. Mentre

si continua a costruire nuovi quartieri, non si capisce destinati a chi, visto che la popolazione non cresce e i giovani vanno via alla ricerca del lavoro.Non è semplicemente questione di case che non si vendono o si sven-dono, Molfetta cambia volto e se il cambiamento è connaturato alla vita, questo apparentemente non ha padri e non ha governo. Nel dibattito cittadi-no, quello da bar così come quello del Consiglio Comunale o degli altri luo-ghi della politica, questa vicenda non occupa spazio. Eppure un peso sulle nostre vite ce l’ha, vuol dire un centro cittadino svuotato, territorio distrutto, un’economia da ripensare. Vuol dire fermarsi e guardarla la città che cam-bia, provare a capirla, perché nulla è sicuro, nemmeno il mattone, che a Molfetta si sta trasformando in una tegola, pronta a caderci sulla testa.

Lella Salvemini

Mentre a Roma la protesta studentesca si è tinta degli oscuri toni della lotta tra studenti di destra e di sinistra con violen-ti scontri consumatisi in piazza Navona a poche centinaia di metri da Palazzo Madama, a Molfetta sono gli stessi stu-denti che sottolineano la loro libertà da qualsiasi tipo di dipendenza partitica. E molti di loro per rimarcare questa scelta si sono uniti in associazione. “Difesa dei propri diritti, senza nessun padrino par-titico, indipendentemente da qualsiasi associazione studentesca già esistente e costituzione di un punto di riferimento

per tutti gli studenti della provincia bare-se. Con questi principi – si legge in una nota diffusa alla stampa – noi studenti, abbiamo deciso di fondare a Molfetta, l’Onda Anomala Studentesca, l’O.A.S., associazione di liberi studenti senza nes-sun colore politico. L’emergenza in cui il mondo studentesco si sta trovando in questo periodo ci ha spinti ad unire le nostre forze, aprendo le porte della no-stra neonata associazione a tutti quegli studenti delle scuole medie superiori e universitari, che come noi hanno l’unico obiettivo di far rispettare i nostri diritti e

tutelare il nostro futuro”. La dichiarazio-ne è chiara: “Non siamo figli di nessun partito e non vogliamo esserlo, così come non siamo figli di nessuna associazione studentesca già esistente o politicamente schierata. Se i nostri obiettivi saranno gli stessi di altre associazioni presenti da pri-ma di noi, saremo felici di poter lottare assieme a loro, senza rinunciare alla no-stra autonomia, alla base della fondazio-ne dell’associazione. Autonomia di cui siamo orgogliosi perché, soltanto noi stu-denti, viviamo quotidianamente la (pessi-ma) situazione scolastica in cui il nostro

Stato verte. Nessun paladino del mondo studentesco o nessun “capo” ci sarà nel nostro sodalizio, ma solo l’assemblea di tutti gli aderenti che di giorno in giorno deciderà il da farsi, come nelle vere de-mocrazie con libere votazioni e liberi di-battiti”. La neonata associazione ha sede a Molfetta in via Madonna degli Angeli numero 74 ed è aperta a qualsiasi studen-te che voglia impegnarsi per la difesa del proprio futuro e contro chi vuole affos-sare la già precaria situazione esistente. L’assemblea dell’associazione si ritrova ogni mercoledì alle ore 20 in sede.

Il corteo funebre per celebrare la mor-te della scuola si è snodato per le vie della città nella serata del 29 ottobre scorso. Alla luce delle fiaccole gli stu-denti di Molfetta, e non solo loro, han-no manifestato tutto il proprio dissenso nei confronti di una riforma che mor-tifica l’istruzione. Quello è stato l’atto culminante di una protesta che andava avanti da giorni e che, in modo chias-soso e colorato, era cominciata la mat-tina del 27 ottobre. Armati di tamburi, striscioni colorati e accompagnati da una bara in cartone, gli studenti di tut-ti gli istituti superiori della città sono scesi in piazza per manifestare contro la riforma Gelmini. In migliaia hanno sfilato lungo le principali vie cittadine. Agli studenti di Molfetta si sono ag-giunti anche quelli di Giovinazzo, tutti insieme per un no corale. Quel corteo ha tagliato la città partendo da via To-gliatti, proseguendo per via Achille Salvucci, via Terlizzi, fino a raggiun-gere il centro cittadino, la villa comu-nale, il lungomare, la piscina comunale lungo via Giovinazzo.Gli stessi studenti, il giorno dopo, (il momento della partenza è stato ripreso anche dalle telecamere di www.ilfatto.net) hanno raggiunto con il treno Bari

e preso parte alla manifestazione orga-nizzata dagli studenti universitari.Ma cosa volevano e cosa chiedono an-cora gli studenti? Le loro ragioni sono state affidate ad una serie di comuni-cati. “Anche noi studenti molfettesi

– precisarono gli organizzatori della protesta – abbiamo deciso di unirci al coro di proteste, per la salvaguardia del nostro futuro. La nostra è una pro-testa organizzata, fatta non per saltare giorni di scuola, ma per garantirci la

possibilità di frequentare un’università sostenibile nei costi e ricca di spunti e contenuti, volti alla crescita cultura-le e morale del discente. Tutto questo oggi non è possibile, stando al decreto Gelmini-Tremonti, un emendamento che non è una riforma scolastica, ma una finanziaria ai danni della scuola. Tagli su spese, sul numero dei docenti, su quello degli istituti, non gioveran-no mai alla salute futura dello Stato. Noi non ci identifichiamo con alcun colore politico. Il nostro futuro non è né di destra, né di sinistra. È nostro e basta”. Poi quella riforma è passata. La protesta è andata avanti. E così via alle assemblee negli istituti e ai dibattiti nei luoghi di ritrovo. Ma anche al volanti-naggio e alle attività di informazione: “Vogliamo che anche coloro che si sentono lontani dal mondo della scuola e dell’istruzione in generale capiscano perché siamo contrari a questa riforma. È importante informare la gente, for-mare la loro coscienza critica”. E per fare tutto ciò incontri in orario pomeri-diano e serale, lezioni al mattino. Per-ché non si dica che c’è solo voglia di far festa. Nonostante qualche “pecora nera” che, come sempre, diventa diffi-cile controllare.

Primo Piano giovedì 13 novembre 2008�

Studenti in strada per protestare contro la riforma della scuola

Liberi dai partiti: è nata l’OASL’associazione è aperta a tutti gli studenti che abbiano voglia di impegnarsi a

tutela del proprio futuro.

“La nostra è una protesta organizzata, fatta non per saltare giorni di scuola, ma per garantirci la possibilità di frequentare un’università sostenibile

nei costi e ricca di spunti e contenuti”.

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Cronaca giovedì 13 novembre 2008�

A Molfetta lo “scontificio” delle multePrime sconcertanti rivelazioni nell’ambito del processo, in corso a Trani, che ha coinvolto la polizia

municipale, esponenti politici, funzionari comunali.

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È appena cominciato e già fa scintille il processo in corso in Corte d’Assise a Trani per voto di scambio e per pre-sunti favori concessi agli amici per la riduzione delle multe. Su tutte è emersa la notizia che a Molfetta, già prima del 2005, la gestione disinvolta delle multe era consuetudine. Lo ha dichiarato ai giudici del Tribunale di Trani l’ex co-

mandante della polizia municipale Vin-cenzo Zaza. Proprio lui che, nell’ambi-to dello stesso procedimento penale, ha patteggiato la pena, adesso, diventato teste dell’accusa, spara a zero e non fa sconti. Questo significa che è probabile che l’inchiesta presto possa coinvolge-re anche altre persone. Secondo quanto Zaza ha dichiarato nel corso della sua

deposizione le richieste di riduzione degli importi delle multe arrivavano anche da persone che rivestivano ruoli istituzionali. I verbali venivano quindi prima alterati rispetto alla prima conte-stazione, poi venivano ridotte le sanzio-ni. Questi favori, secondo il pubblico ministero Giuseppe Maralfa, potevano servire anche per ottenere consensi alle elezioni amministrative. Il processo è stato aggiornato al prossimo 13 gen-naio. Ma sono già fulmini e saette.Zaza nel corso della deposizione ha ammesso anche di avere lui stesso ri-dimensionato le contestazioni meno gravi. Le multe sistemate avevano a margine del verbale una sigla. E poi a sorpresa è stata citata l’esistenza del bollettario 39bis che serviva per aiutare alcune persone. E per finire, si fa per dire, c’erano alcune contestazioni che, sempre secondo quanto ha dichiarato Zaza, arrivano, per tramite di una di-pendente da “da parte dell’assessore”. Zaza, però, ha anche affermato di non aver mai avuto richieste esplicite dal-

l’assessore ma non era difficile intuire il motivo per cui gli fossero recapitate le contestazioni. Nell’inchiesta che ha portato al proces-so in corso, rimasero coinvolti, a vario titolo, oltre a Pino Amato, all’epoca dei fatti assessore comunale alla polizia municipale, anche Girolamo Antonio Scardigno, Pasquale Mezzina, sottuf-ficiale della polizia municipale, Vin-cenzo De Michele, ex dirigente Settore attività Produttive del Comune di Mol-fetta, Gaetano Brattoli, broker assicu-rativo, Vito Pazienza, lo stesso Vincen-zo Zaza, ex comandante della polizia municipale, Gianfranco Piccolantonio, sottufficiale della polizia municipale, e Giovanna Anna Guido, rappresentante legale di un istituto di vigilanza. Vin-cenzo Zaza e Gianfranco Piccolanto-nio, chiesero ed ottennero il patteggia-mento. La posizione di Giovanna Anna Guido fu stralciata. Nel procedimento il Comune di Molfetta si è costituito parte civile ed è rappresentato dall’avvocato Maurizio Masellis.

La seconda sezione del Tribunale Am-ministrativo Regionale per la Puglia (Pietro Morea, Presidente, Antonio Pasca, Consigliere, Gianluca Rovelli, Referendario, Estensore) ha accolto il ricorso presentato da Coop Estense contro il sindaco di Molfetta che ave-va imposto la chiusura domenicale a Ipercoop e per l’effetto annulla le ordi-nanze sindacali. Ha condannato l’am-ministrazione alle spese del giudizio in favore della ricorrente per un totale di 3.000 euro. Con riferimento ai verbali di accertamento di illecito amministra-tivo il collegio ha rilevato che restano allo stato privi di effetti. Fatto salvo il fatto che i verbali di infrazione fanno parte di un sistema di procedure parte-cipative e contenziose, dove è esclusa la giurisdizione in materia del giudice amministrativo.Come si ricorderà il Comune di Mol-fetta ha più volte sanzionato Ipercoop per aver violato le ordinanze del sin-daco che autorizzavano l’apertura do-menicale solo alle attività commerciali no food. Coop Estense si è opposta ai verbali elevati dal sindaco e a tutte le contestazioni mosse dal primo cittadi-no perché ha sempre fatto riferimento alla legge regionale sul commercio che, per le città d’arte e per quelle turisti-che, autorizza le aperture domenicali per tutta l’estate.Di seguito riportiamo una sintesi del-l’ordinanza del TAR Puglia.

Il Sindaco del Comune di Molfetta, con l’adozione delle ordinanze impugnate, ha ritenuto di esercitare la discreziona-lità che la legge gli conferisce all’art. 50 comma 7 del d.lgs. n. 267 del 2000, disponendo che “gli esercizi per la ven-dita al minuto del settore non alimentare hanno la facoltà di deroga alla chiusura domenicale nel rispetto della normativa di comparto come segue: giorni 3 – 10 – 17 – 24 e 31 agosto 2008” (ordinanza

prot. 43561 del 1 agosto 2008) e, con l’ordinanza prot. 47782 del 4.09.2008 che “gli esercizi per la vendita al mi-nuto del settore non alimentare hanno la facoltà di deroga alla chiusura do-menicale nel rispetto della normativa di comparto come segue: giorni 7 – 14 – 21 e 28 settembre 2008”.Con le citate ordinanze dunque, si di-spone solo per due mesi e solo per il settore non alimentare tacendo per la restante parte dell’anno e nulla dispo-nendo per il settore alimentare. Tali ordinanze sono illegittime e devono es-sere annullate.Il Comune di Molfetta è iscritto nel-l’elenco delle Città d’arte. Pertanto, la regolamentazione dell’apertura festiva e domenicale degli esercizi commercia-li si riviene nell’art. 18 comma 6 della L.R. n. 11 del 2003 come da ultimo mo-dificato dalla L.R. n. 5 del 2008.

Il Consiglio di Stato ha affermato che “finché permanga l’iscrizione (dell’in-tero territorio) del Comune nell’elenco regionale delle località turistiche o cit-tà d’arte, vale la deroga all’obbligo di chiusura settimanale sancita dall’arti-colo 12, comma 1, del decreto legislati-vo n. 114 del 1998” (Cons. Stato sezio-ne V n. 850 del 28 febbraio 2006)”. In un ulteriore e condivisibile precedente, sempre il supremo consesso giurisdi-zionale amministrativo ha statuito che “ancorché non possa disconoscersi la natura ricognitiva degli elenchi, il pe-netrante potere conferito in proposito alla Regione e gli effetti che ne deri-vano per il libero esercizio delle facol-tà contemplate dal 1° comma dell’art. 12 in capo agli esercenti operanti nel territorio, devono far ritenere che, fin-tanto che persista l’inserimento negli elenchi, la facoltà anzidetta non possa

essere contratta, dall’Autorità comuna-le, se non nei modi ed alle condizioni previste dalla legge (nazionale o regio-nale) che disciplina la materia”. Le ordinanze impugnate non si muovo-no affatto nell’ottica di quanto stabilito nell’art. 12, comma 2, del decreto legi-slativo n. 114 del 1998, né tantomeno di quanto stabilito dall’art. 18 comma 6 della L.R. n. 11 del 2003. Esse sono state adottate non soltanto in assenza di indi-rizzi consiliari, ma anche senza tenere effettivamente conto dell’inserimento del Comune di Molfetta nell’apposito elenco regionale delle Città d’arte.Le ordinanze impugnate devono rite-nersi quindi illegittime anche per la violazione dell’art. 50 comma 7 del d.lgs. 267 del 2000.

A tal proposito è bene precisare che il potere conferito al Sindaco ex art. 50 comma 7 del d.lgs. 267 del 2000 non è affatto quello di determinare unilateral-mente gli orari degli esercizi commer-ciali e, per quanto qui interessa, le de-roghe alle chiusure domenicali. L’art. 50 comma 7 del Testo unico enti locali costituisce sostanziale riproduzione dell’art. 36 comma 3 della L. 142 del 1990 e il potere ivi conferito al Sinda-co è per l’appunto di coordinamento e riorganizzazione sulla base di indiriz-zi regionali e di indirizzi espressi dal Consiglio Comunale al fine di armo-nizzare le politiche temporali utili al miglioramento della qualità dei tempi di vita dei cittadini ed altresì di armo-nizzare l’espletamento dei servizi con le esigenze complessive degli utenti. Non si tratta dunque di una semplice determinazione unilaterale di orari sul-la quale il Sindaco non ha affatto com-petenza se non quella differente deri-vata dall’art. 54 d.lgs. 267 del 2000 per le particolari ipotesi ivi disciplinate, bensì di una potestà di coordinamento e organizzazione.

Cronacagiovedì 13 novembre 2008 9

Il TAR Puglia accoglie le istanze di Coop Estense e condanna il Comune al pagamento delle spese

Ipercoop non aveva alcun obbligo di chiusura domenicale così come prevede la normativa regionale per le città d’arte.

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Attualità giovedì 13 novembre 200810

Da Molfetta parte la petizione popolare per chiedere la riapertura dell’inchiesta per determinare le cause dell’affonda-mento del motopeschereccio Francesco Padre. Intanto la carta stampata nazio-nale e regionale (ne hanno parlato il quotidiano torinese “La Stampa” e “La Gazzetta del Mezzogiorno”) rilancia la notizia sul mistero legato a quella tragedia, avvenuta quattordici anni fa, la tv nazionale fa lo stesso. Nel giro di pochi giorni sono arrivate a Molfetta le telecamere del Tg5 con la rubrica “Indignato speciale” e quelle della tra-smissione di Rai Uno “Sabato e Dome-nica” che già si era occupata della vi-cenda nel febbraio di quest’anno, e che è tornata a Molfetta dopo le notizie che riferiscono della volontà di presentare una istanza per chiedere la riapertura dell’inchiesta.

L’Indignato Speciale, con Maria Luisa Sgobba, ha evidenziato gli aspetti più tristemente umani della vicenda. Le telecamere del Tg5 hanno incontrato i familiari delle vittime all’uscita del-la funzione religiosa che, ogni anno, da quattordici anni, si tiene, in forma congiunta, nella parrocchia Madonna della Rosa. Ha incontrato i componen-ti di intere famiglie, a cui per tutti que-sti anni, al di là degli aspetti legati alle responsabilità dell’esplosione (che pe-raltro non sono mai state accertate fino in fondo) è stata negata perfino una tomba su cui piangere i loro cari. Il programma di Rai Uno, che ha ospi-tato in studio la corrispondente da Molfetta de “La Gazzetta del Mezzo-giorno”, Lucrezia d’Ambrosio, è tor-nato invece ad intervistare i pescato-ri di Molfetta. Ha incontrato uno dei fratelli dell’armatore del Francesco Padre, il direttore de “il Fatto” Corra-do Germinario e gli amici, i colleghi, degli uomini dell’equipaggio per rico-struire una delle pagine più buie della storia della marineria locale che, asso-lutamente certa dell’innocenza di Gio-vanni Pansini, Saverio Gadaleta, Luigi De Giglio, Francesco Zaza e Mario De Nicolo, si ritiene macchiata da una

accusa infamante. Secondo loro, ed il concetto è stato ribadito, quegli uomi-ni non trasportavano esplosivo, quin-

di, l’esplosione del peschereccio è sta-ta determinata da un ordigno rimasto impigliato nelle reti.

Con i familiari delle vittime del Francesco Padre nel giorno del 1�esimo anniversario della tragedia

Ancora lacrime e il dolore non si placa, amplificato da una serie di perché che non hanno ancora trovato risposta.

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Quello che colpisce, dopo quattordici anni, è vedere gli occhi gonfi di lacrime per la perdita dei propri congiunti. È ov-vio il dolore è ancora forte. È così per tutte le perdite. Ma le lacrime che solca-no il viso quasi che la perdita sia vicina nel tempo colpisce davvero. Per poco più di venti minuti, tanto è durata la funzione religiosa, i parenti di Giovanni Pansini, Saverio Gadaleta, Luigi De Giglio, Francesco Zaza e Ma-rio De Nicolo, armatore ed equipaggio

del Francesco Padre, motopeschereccio molfettese esploso, al largo del Monte-negro, nel 1994, si sono riuniti attorno ad un altare per pregare e ricordare i loro cari. Con loro, il 4 novembre scorso, nel quattordicesimo anniversario della tra-gedia, c’era solo il dolore amplificato dai perché che, ad oggi, non hanno tro-vato risposta. Fuori dalla chiesa, la Madonna della Rosa, dopo la funzione religiosa, in-sieme si fermano per qualche minuto.

Scambiano qualche battuta, ma c’è poca voglia di parlare. “È inutile che raccontano storie. Mio marito – dice carica di rancore la moglie di Giovanni Pansini, l’armatore – quella sera stava pescando. Stava lavorando. Lo so perché io ho parlato con lui. Erano le dieci e un quarto. Ci siamo sentiti per telefono e lui mi ha detto che stavano pe-scando”. C’è chi sottolinea il fatto che la maggior parte di loro (è diverso solo per i familiari di Mario De Nicolo l’unico corpo venuto a galla dopo l’esplosione) non abbia una tomba su cui poter pian-gere. Chi ricorda con rabbia le accuse mosse ai componenti dell’equipaggio sospettati di trasportare esplosivo a bor-do del peschereccio. “La loro tomba è diventata il mare. I pescherecci – dicono – evitano di pas-sare sopra il Francesco Padre proprio per rispetto agli uomini dell’equipag-gio. Qualche mese fa un peschereccio di Manfredonia si è accorto di averlo ag-

ganciato con le reti e le ha tagliate. Se in quel peschereccio ci fosse stato esplosi-vo non sarebbe intatto. Ci hanno negato la verità”.Il relitto del Francesco Padre si trova a circa venti miglia dalla costa del Mon-tenegro a duecentoquaranta metri di profondità. Lo scafo è integro salvo che per la parte interessata dall’esplosione. “Ormai sono trascorsi quattordici anni – dice Antonio Pansini, uno dei fratel-li dell’armatore – e non è più così im-portante individuare i colpevoli. Noi vogliamo che si riesca a dimostrare che questi uomini non sono mai stati colpe-voli, sono vittime”. Anche per questo diventa importante sottoscrivere la petizione avviata da “il Fatto”, i cui modelli sono scaricabili anche dal sito www.ilfatto.net. Una peti-zione che ha subito attirato l’attenzione di decine e decine di molfettesi che han-no cominciato ad interessarsi alla moda-lità per poter aderire.

La stampa nazionale e quella regionale rilanciano il caso del Francesco Padre L’interesse è stato suscitato dall’avvio della petizione popolare, lanciata da “il Fatto”, e dalla volontà

di chiedere la riapertura dell’inchiesta.

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Attualitàgiovedì 13 novembre 2008 11

Miragica apre in primavera, anzi forse no792Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

La notizia è di quelle che fanno dav-vero rabbia. L’apertura di Miragica, il parco tematico all’interno del Fashion District, rischia di slittare. Non per col-pa delle maestranze, che stanno facen-do i salti mortali per rispettare gli im-pegni assunti e consegnare tutto entro i tempi previsti. Non per volontà della proprietà, che sta già esaminando alcu-ne miglia di curricula di persone che si sono candidate per lavorare nella strut-tura. Nulla di tutto questo. Miragica, forse, non aprirà in primavera perché non è stato ancora realizzato il rondò che consentirà alle autovetture di rag-giungere “La Terra dei Giganti” senza intasare la via di accesso all’area indu-striale, già al collasso proprio a causa di un sistema viario assolutamente ina-deguato allo sviluppo che la zona ha fatto registrare negli ultimi tre anni, da quando, cioè, prima il Fashion District, poi tutte le altre realtà commerciali si sono insediate in zona Asi.Lo slittamento dell’apertura di Miragi-ca è stato preannunciato dall’ammini-stratore delegato di Alfaparck, la socie-tà che sta costruendo il parco, Giuseppe

Taini. “Dal 2004 – ha dichiarato – at-tendiamo la realizzazione, così come previsto dai contratti in essere e come reiteratamente garantito dagli enti inte-ressati, di una seconda rotatoria in gra-do di alleggerire e convogliare il traffico

verso il polo che sta sorgendo intorno all’outlet di Molfetta. Un’attesa intol-lerabile. Si tratta già oggi di un’opera di vitale importanza per garantire flussi in una zona di cospicui insediamenti commerciali che garantiscono occupa-

zione e attività economica. Ciò che più sorprende è che a parole è tutto pronto ed in procinto di partire: tuttavia non si muove nulla. In questi giorni i dirigen-ti di Alfapark stanno valutando oltre duemila curricula di pugliesi che per le più svariate attività si sono candidati a lavorare nel nostro parco a tema. Inol-tre intorno a Miragica si svilupperà un indotto con ricadute significative sulle aziende locali. Un recente spettacolare evento nell’outlet di Molfetta ha richia-mato migliaia di persone mettendo a nudo, ancora una volta, l’insufficienza dell’infrastruttura stradale. Speriamo – ha concluso – in un soprassalto di ef-ficienza che consenta di non disperdere risorse e potenzialità in un territorio na-turalmente orientato allo sviluppo, ma frenato dai ritardi di una burocrazia che non ha giustificazioni”. Resta da capi-re, in tutto questo, quale parte stiano giocando gli amministratori comunali che, se è vero, non hanno competenza in area Asi, non possono permettere che una struttura in grado di assicurare trecento nuovi posti di lavoro rischi di non aprire.

Lo denuncia l’amministratore delegato di Alfapark, Giuseppe Taini. Tutta colpa della burocrazia e di una

rotonda che non arriva.

Informazione pubblicitaria giovedì 13 novembre 200812

Chilometri su chilometri. Spesso la maggior parte del tempo di una giornata. E poi il lavoro, le vacan-ze, il tempo libero. E i bambini da accompagnare a scuola, la nonna da portare a passeggio e decine di sac-chetti della spesa da trasportare da una parte all’altra della città. Tutto questo in macchina. Quattro ruote, uno sterzo ed un motore, potrebbe pensare qualcuno. Molto di più di-ciamo noi! Perché dietro e dentro una carrozzeria c’è tanto altro: si-curezza, praticità, comfort e e an-che la voglia di mostrare la propria personalità.

Tanti ingredienti che chi da oltre venti anni è nel settore commercio auto conosce bene. É per questo che a Molfetta, in via Molfettesi d’Ame-rica ai numeri 30 e 34 è arrivata una nuova concessionaria auto, capace di offrire ai suoi clienti i prodotti migliori con il miglior rapporto qua-lità-prezzo. La AutoMotori Srl sa essere vicina alle esigenze dei suoi clienti e sa offrire loro il meglio che il mercato italiano ed internazionale propone. Anche in un momento di “crisi” come quello che il mondo in-tero sta attraversando.Da Auto Motori Srl è possibile tro-

vare l’auto giusta per tutti: dall’uti-litaria alla city car, dalla berlina all’auto di lusso. C’è di tutto: auto nuove e usate, aziendali e chilome-tro zero. Tutte garantite e tutte con un servizio di assistenza post vendi-ta qualificato e professionale.La AutoMotori Srl è concessionaria dei marchi Smart, Honda e Chevro-let e guida i suoi clienti anche nella scelta del finanziamento migliore per i propri acquisti.“Cerchiamo costantemente la massi-ma soddisfazione del nostro cliente – ci hanno detto i responsabili della concessionaria – perché siamo con-

vinti che solo instaurando un rap-porto di fiducia con chi si rivolge a noi è possibile offrire un servizio di qualità al giusto prezzo. Non faccia-mo promesse assurde: garantiamo però il rispetto del portafoglio degli automobilisti e per questo i nostri veicoli, sottoposti a scrupolose ve-rifiche in fase di selezione e di ven-dita, sono i migliori prodotti che il mercato possa offrire”.Fra pochissimi giorni: in via Mol-fettesi d’America 30 e 34, zona 167, c’è un mondo tutto nuovo da scopri-re: il mondo dell’automobile giusta per ogni automobilista.

Ecco i professionisti dell’auto

Prima i malori estivi. Poi dai malori si è passati alle irritazioni cutanee e agli occhi arrossati. E poi ancora la febbre alta e la nausea. Tutta colpa dell’alga tossica. Una minuscola, insignificante alga capace di mandare in tilt il sistema sanitario e di assestare un colpo mici-diale all’economia turistica dell’intera provincia di Bari. Dopo un periodo in cui le attenzioni erano tutte rivolte alle nostre spiagge ecco calare il silenzio sul problema fino a quando ad un gio-vane pescatore molfettese non viene in mente di tornare a lanciare l’allarme. Ogni volta che va a pesca la situazione peggiora e lui sta male. È costretto a ri-correre alle cure dei medici. Non ci sta e si rivolge alla Capitaneria di Porto e alla stampa. Scatta l’allarme, partono le analisi (quelle ufficiali svolte dall’Arpa e quelle ufficiose svolte da altri organi-smi e poi smentite) e si solleva l’allar-

me e anche la polemica. Al di là dei dati scientifici (che pur riferendo solo della presenza dell’alga tossica, anche se in molti sostengono che nel nostro mare ci sia ben altro) resta il fatto che qualcosa di serio al nostro mare sta accadendo. La principale risorsa della nostra terra sta morendo ma, paradossalmente, sem-bra importare davvero a pochi. E così, a parte gli articoli di stampa e le con-seguenti polemiche, sino al momento in cui scriviamo possiamo e dobbiamo annotare l’inquietante silenzio del mon-do della politica, degli enti locali e re-gionali. Non una presa di posizione del-l’amministrazione comunale e dei parti-ti di opposizione, non una dichiarazione ufficiale degli assessori regionali e pro-vinciali. Tutti in silenzio. Tutti in atte-sa. Non certo tutti disinteressati. Forse si ha paura di innescare una pericolosa spirale: dall’allarme acque inquinate al divieto di pesca e balneazione il passo è breve. E tirarsi addosso le critiche, le accuse e le proteste di decine, centinaia di lavoratori del mare può essere “poli-ticamente” svantaggioso. Il problema è che dai tanti che avrebbero potuto farlo

non è giunta nemmeno una dichiarazio-ne per infondere tranquillità a lavoratori e consumatori. Tutto come se nulla fos-se. Tutto come se fosse normale che le acque prelevate dal nostro mare siano nere e oleose. Come se sia di routine che i controlli, seppur richiesti anche in piena estate, siano stati effettuati solo ad ottobre inoltrato e solo perché un pove-ro pescatore e parte della stampa hanno nuovamente lanciato l’allarme.La situazione è delicata e necessità di chiarezza: ecco un buon argomento su cui discutere, confrontarsi, anche scon-trarsi se necessario. E invece in questa città si continua a discutere di aria fritta. Mentre una parte della nostra storia, il forziere della nostra città, la vita quo-tidiana di migliaia di molfettesi è con-dannato ad una lenta agonia. Nessuno che abbia chiesto una convocazione del Consiglio Comunale, nessuno che ab-bia commentato gli articoli di stampa. Nessuno che abbia ritenuto opportuno sedersi attorno ad un tavolo per discu-tere. Nessuno, forse, che abbia voglia di capire realmente quale rischio corre il futuro di questa terra. E di questo mare.

Inchiestagiovedì 13 novembre 2008 13

Un grido d’allarme non raccoltoAl di là di ciò che continuano a dire i dati ufficiali, fa male l’assordante silenzio delle istituzioni.

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Inchiesta1�

Arsenico nel mare di Molfetta: il mistero della relazione che c’è ma non esisteEcco i dati dell’Arpa

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Arpa: la carta d’identità

Ancora una volta in ospedale dopo una battuta di pesca. Al lavoro intanto si va vestiti come gli operai di una fabbrica, guanti in gomma, mascherina, tuta e

occhiali protettivi.

Negli esami attribuiti ai ricercatori del-l’Università di Napoli, poi smentiti dalla stessa Università e da Arpa Bari, era stata evidenziata anche la presenza di coliformi

fecali, di lewisite e di alga tossica.

Lo scorso 6 novembre, nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Bari, l’Arpa Puglia ha diffuso il seguente co-municato.

I risultati ufficiali delle analisi di ARPA Puglia su aliquote di acqua di mare ed acqua di colatura delle reti da pesca campionate in località “Prima Cala” a Molfetta hanno evidenziato una concen-trazione per i metalli indagati (tra cui l’arsenico) inferiore ai limiti previsti dalla normativa vigente. I valori misurati risul-tano anche inferiori a quanto considerato come concentrazione massima ammis-sibile nei pesci ed in genere nei prodotti ittici secondo le indicazioni della F.A.O. In particolare la concentrazione rilevata per l’arsenico nei campioni di acqua di mare è risultata compresa tra 1,03 e 1,12 microgrammi/litro, mentre la concentra-zione nelle acque di colatura delle reti è risultata pari a 123 microgrammi/litro (0,12 mg/l). Sempre in merito ai risultati ufficiali di ARPA Puglia, la contaminazio-ne microbiologica rilevata è risultata as-solutamente trascurabile ed in linea con la costante idoneità dello specchio ac-queo di riferimento rispetto alla balnea-bilità. Ricordiamo a tale proposito che le acque vengono considerate “non idonee alla balneazione” quando la concentra-zione dei batteri coliformi fecali supera le 2000 ufc/100 ml, e quella dei colifor-mi fecali e degli streptococchi supera le 100 ufc/100 ml. Viene inoltre ribadito che l’unica effettiva anomalia riscontra-ta nei campioni è proprio quella relativa all’abbondante presenza della microalga Ostreopsis ovata, come già comunica-to in precedenza dall’ARPA Puglia agli Enti e/o Istituzioni competenti; le stesse informazioni sono state pubblicate an-che sul sito ufficiale dell’Agenzia (www.arpa.puglia.it), dove si riporta il rapporto di prova che evidenzia una concentra-zione stimata di Ostreopsis ovata pari a 3840 cellule/litro nella colonna d’acqua e 112.000.000 cellule/litro nell’acqua di colatura delle reti, una concentrazione che, a causa della tossina prodotta dalla specie (palitossina-ovatossina) potrebbe giustificare gli eventuali effetti sulla sa-lute dei pescatori. Comunque, insieme ad Ostreopsis ovata è stata riscontrata nel campione esaminato la presenza di altre specie microalgali dei generi Coscinodi-scus e Navicula (non tossiche), che di per sé esclude la possibilità di contaminanti di origine antropica in concentrazioni tali da provocare danni alla vita marina (in caso contrario l’eventuale inquinante avrebbe indotto una mortalità della com-ponente biologica).

I risultati ufficiali resi noti nel corso di una

conferenza stampa.

Il mare a Molfetta è blu. È pulito. Non presenta alcun tipo di problema. Soprattutto non è inquinato. Perché l’arsenico c’è ma è in percentuale irrilevante. L’alga tossica è presente in quantità industriali ma il freddo risolve tutto e il problema legato alla sua tossicità viene rinviato alla pros-sima estate. Nessun problema quindi grazie all’inverno ormai alle porte. Tra qualche mese se ne parlerà. Poi in estate torneranno i problemi e tutti quanti incroceranno le dita nella speranza che torni presto il freddo e ci metta, ancora una volta, una pietra sopra. Ma torniamo alle analisi dell’Università di Napoli e alla relazione che esiste ma non c’è. Per comprendere fino in fondo il significato di questa frase bisogna innanzitutto spiegare la differenza tra ciò che è ufficiale, cioè ciò che in qualche modo ha superato l’ok delle autorità per la divul-gazione, e ciò che pur esistendo non può essere divulgato perché non ha superato il nulla osta delle autorità. Il caso delle analisi dell’Università di Napoli rientra in questa seconda categoria. Di conseguenza non essendo ufficiale (nel senso che non può finire nelle mani di un giornalista) deve essere smentita. Tutto chiaro, anzi fin troppo chiaro. Sta di fatto che a Molfetta, il 22 di ottobre scorso, è stato fatto un pre-lievo di acque marine da una persona fatta di ossa, carne e cartilagini. Il prelievo di acque è stato sottoposto ad esame e, ma per gioco, è emer-so che “un’analisi superficiale e macroscopica, effettuata in laboratorio 48 ore dopo il prelievo ha immediatamente rilevato la notevole tossi-cità del campione per la presenza elevata di Ostreopsis ovata e di altre microalghe bentoniche responsabili del tipico colore marrone scuro del prelevato. I successivi esami spettrofotometrici – si legge nella relazione fantasma – hanno confermato la presenza di Ostreopsis ovata in quantità pari all’82,3%, ulteriormente quantificati attraverso colture cellulari in 3.145 cellule litro in acqua colonna. Dalle stesse colture cellulari eseguite con diluizioni differenti è evidente la regressione dell’Ostreopsis ovata in acqua colonna anche se in parziale stato di fioritura, che potrebbe essere ulteriormente favorita da una temperatura marina mite. La sua tossicità è maggiormente collegabile alla specie ittica in generale, la cui fisiolo-gia può subire importanti variazioni in relazione all’assunzione totale o parziale dell’alga. Per la quantità di Ostreopsis ovata rilevata nei cam-pionamenti eseguiti al largo di Molfetta si evince una tossicità marginale per la specie umana. Maggiori preoccupazioni desta invece la presenza di arsenico pentavalente”. Ma non c’è da temere. Questi sono dati non ufficiali. Per quelli bisogna rivolgersi all’Arpa.

Tutti parlano dell’Arpa e citano i suoi dati. Ma cos’è l’Arpa? Si tratta del-l’Agenzia Regionale per la Protezione ambientale della Puglia, un organo tec-nico della Regione, istituito nel 1999. L’Arpa è preposta all’esercizio di atti-vità e compiti in materia di prevenzio-ne e tutela ambientale ai fini della sal-vaguardia delle condizioni ambientali soprattutto in relazione alla tutela della salute dei cittadini e della collettività, nel rispetto dei principi di complemen-tarietà e integrazione del proprio con-corso tecnico ai compiti istituzionali di direzione politica, di amministrazione e di gestione di competenza della Re-gione Puglia, nonché degli obiettivi an-nuali e triennali della programmazione regionale. Il direttore generale dell’Ar-pa è il professor Giorgio Assennato mentre il direttore scientifico è il dottor Massimo Blonda.

“Il 31 ottobre scorso sono dovuto an-dare di nuovo al pronto soccorso. I medici mi hanno refertato e mi hanno invitato ad andare a Bari, al pronto soccorso specialistico. Avevo proble-mi agli occhi. Allora il sabato succes-sivo ci sono andato. Mi sono stati dati sette giorni di prognosi. Ma il proble-ma non è questo. I medici mi hanno detto di rivolgermi ad uno specialista. I miei occhi non stanno bene. Adesso non mi fermo più. Voglio capire cosa sta succedendo”. Antonio Tedesco, il pescatore che, qualche settimana fa, lanciò l’allarme per la presenza di mare di una sostanza scura che pro-vocava malore diffuso, vesciche alle mani e forte lacrimazione, vuole an-dare fino in fondo alla questione. Se in mare c’è solo alga tossica comun-que bisognerà trovare una soluzione.

I pescatori non possono rischiare di compromettere la salute per colpa di un fenomeno naturale stagionale. Qualcuno dovrà risarcirli in qualche modo o dovrà aiutarli a convertire il loro lavoro in qualcosa di diverso, meno nocivo. Perché sembra impos-sibile ma, a Molfetta, quello del pe-scatore è un mestiere nocivo per la salute, neanche si lavorasse in fabbri-ca. Sempre che si tratti solo di alga tossica, di Ostreopsis ovata.“Noi – ha confermato il legale di An-tonio Tedesco, l’avvocato Francesco Armenio – vista la confusione che si è venuta a creare, vogliamo che sia la Procura a fare chiarezza su questa vicenda. Ci stiamo preparando a de-positare due diverse denunce contro ignoti, una alla Procura della Repub-blica di Trani, l’altra alla Procura del-

la Repubblica di Bari. Per il momento stiamo raccogliendo le testimonianze di pescatori di Molfetta, di Giovinaz-zo e di Bisceglie. Subito dopo chiede-remo che si faccia chiarezza”.Intanto i pescatori vanno al lavoro conciati come i tornitori. Occhia-li protettivi sul viso, tuta da lavoro, stivaloni, guanti in gomma. “Noi ci copriamo tutto il corpo ma non basta perché – dice Antonio Tedesco – spes-so i guanti si aprono e ciò che rimane attaccato alle reti in qualche modo finisce sulla nostra pelle e sono dolo-ri. Per non parlare degli occhi e della sensazione di asfissia. Sono mesi che lavoriamo in queste condizioni. Sia-mo stufi. Di certo non abbiamo inten-zione di stare fermi. È in gioco il no-stro lavoro, la nostra salute, la nostra sopravvivenza”.

giovedì 13 novembre 2008 1�

Arsenico nel mare di Molfetta: il mistero della relazione che c’è ma non esiste

Arpa: la carta d’identità

I pescatori continuano ad avere problemiAncora una volta in ospedale dopo una battuta di pesca. Al lavoro intanto si va vestiti come gli operai di una fabbrica, guanti in gomma, mascherina, tuta e

occhiali protettivi.

Per la ASL il pesce è ok

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Tutti parlano dell’Arpa e citano i suoi dati. Ma cos’è l’Arpa? Si tratta del-l’Agenzia Regionale per la Protezione ambientale della Puglia, un organo tec-nico della Regione, istituito nel 1999. L’Arpa è preposta all’esercizio di atti-vità e compiti in materia di prevenzio-ne e tutela ambientale ai fini della sal-vaguardia delle condizioni ambientali soprattutto in relazione alla tutela della salute dei cittadini e della collettività, nel rispetto dei principi di complemen-tarietà e integrazione del proprio con-corso tecnico ai compiti istituzionali di direzione politica, di amministrazione e di gestione di competenza della Re-gione Puglia, nonché degli obiettivi an-nuali e triennali della programmazione regionale. Il direttore generale dell’Ar-pa è il professor Giorgio Assennato mentre il direttore scientifico è il dottor Massimo Blonda.

Anche la ASL Bari è stata coinvolta nelle indagini per chiarire lo stato di sa-lute del nostro mare. Il 16 ottobre scor-so il dottor Livio Germinario, medico veterinario del Siav B del Dipartimen-to Prevenzione insieme all’assistente tecnico Edoardo Aruanno, ha proce-duto all’ispezione di alcuni esemplari di mormora, salpa e cefalo pescati in occasione dell’ispezione e del prelievo di campioni da parte dell’Arpa Puglia. Nel corso dell’ispezione, avvenuta alla presenza di personale della Guardia Co-stiera di Molfetta, il medico veterinario ha accertato che il pesce si presentava in ottime condizioni di freschezza e senza lesioni rilevabili ad una normale valutazione. Insomma, nessun proble-ma, almeno ad occhio, per quel pesce.

Alcuni esemplari sono sta-ti analizzati visivamente dal personale del Diparti-mento Prevenzione.

“Il 31 ottobre scorso sono dovuto an-dare di nuovo al pronto soccorso. I medici mi hanno refertato e mi hanno invitato ad andare a Bari, al pronto soccorso specialistico. Avevo proble-mi agli occhi. Allora il sabato succes-sivo ci sono andato. Mi sono stati dati sette giorni di prognosi. Ma il proble-ma non è questo. I medici mi hanno detto di rivolgermi ad uno specialista. I miei occhi non stanno bene. Adesso non mi fermo più. Voglio capire cosa sta succedendo”. Antonio Tedesco, il pescatore che, qualche settimana fa, lanciò l’allarme per la presenza di mare di una sostanza scura che pro-vocava malore diffuso, vesciche alle mani e forte lacrimazione, vuole an-dare fino in fondo alla questione. Se in mare c’è solo alga tossica comun-que bisognerà trovare una soluzione.

I pescatori non possono rischiare di compromettere la salute per colpa di un fenomeno naturale stagionale. Qualcuno dovrà risarcirli in qualche modo o dovrà aiutarli a convertire il loro lavoro in qualcosa di diverso, meno nocivo. Perché sembra impos-sibile ma, a Molfetta, quello del pe-scatore è un mestiere nocivo per la salute, neanche si lavorasse in fabbri-ca. Sempre che si tratti solo di alga tossica, di Ostreopsis ovata.“Noi – ha confermato il legale di An-tonio Tedesco, l’avvocato Francesco Armenio – vista la confusione che si è venuta a creare, vogliamo che sia la Procura a fare chiarezza su questa vicenda. Ci stiamo preparando a de-positare due diverse denunce contro ignoti, una alla Procura della Repub-blica di Trani, l’altra alla Procura del-

la Repubblica di Bari. Per il momento stiamo raccogliendo le testimonianze di pescatori di Molfetta, di Giovinaz-zo e di Bisceglie. Subito dopo chiede-remo che si faccia chiarezza”.Intanto i pescatori vanno al lavoro conciati come i tornitori. Occhia-li protettivi sul viso, tuta da lavoro, stivaloni, guanti in gomma. “Noi ci copriamo tutto il corpo ma non basta perché – dice Antonio Tedesco – spes-so i guanti si aprono e ciò che rimane attaccato alle reti in qualche modo finisce sulla nostra pelle e sono dolo-ri. Per non parlare degli occhi e della sensazione di asfissia. Sono mesi che lavoriamo in queste condizioni. Sia-mo stufi. Di certo non abbiamo inten-zione di stare fermi. È in gioco il no-stro lavoro, la nostra salute, la nostra sopravvivenza”.

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Inchiesta giovedì 13 novembre 20081�

“Ma quale inquinamento? Chi lo pensa è un pazzo!”Tra i pescatori si tende a minimizzare quanto sta accadendo, accusando chi ha lanciato l’allarme di mettere a

rischio la categoria.

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La paura ora non è tanto quella di andar per mare con il cattivo tempo. O di rientrare con poco pesce. La paura è che in mare non si possa più andare. E così, come avveniva nel Medioevo, ad essere messi “al rogo” sono quei pescatori che per primi hanno lanciato l’allarme. Strano ma vero. Vero ed inquietante. “Quelli che hanno parlato con i giornalisti sono dei pazzi” ci ha detto un an-ziano pescatore, “gettano fango sul nostro lavoro, su quello che abbiamo per portare a casa il necessario per le famiglie”. Ma le irritazioni, gli occhi gonfi, i bruciori… “mettano i guanti, si coprano, stiano attenti” rincara la dose un altro che a po-chi metri ascolta la conversazione e quando gli facciamo notare che non è normale che si vada per mare quasi come se si debba andare in fonderia se la ride e dà la colpa ai cefali. Sì, ai cefali! “I bruciori sulle mani sono la conseguenza del contatto con la

pelle dei cefali, è quella che provoca le irritazioni altro che l’acqua sporca e il mare inquinato”. Insomma alla

storia che davanti alle nostre coste ci sia una distesa d’acqua colma di sostanze “strane” non ci crede nes-

suno. O nessuno vuole crederci. Me-glio ancora nessuno vuole ammet-tere che sia così. “Se qui vien fuori che il mare non è buono – dice un pescivendolo – succede il finimon-do. Impediranno di andare a pesca-re e noi resteremo tutti senza lavoro oppure saremo costretti a mettere sui banconi solo pesce d’importazione”. Ma non avete paura che il pesce non sia buono, chiediamo? “Il pesce non è buono? Ma se è freschissimo, ha un profumo eccezionale e quando arriva sulle bancarelle è ancora vivo. Altro che le tante fesserie che qualcuno racconta in giro”. Sarà così. Forse. Ma i segni sulle mani di alcuni pe-scatori si vedono eccome. Le vedono tutti. Ma quasi tutti preferiscono far finta di niente. Il prezzo di uno stop della pesca sarebbe troppo alto da pagare e il settore è già in crisi. “Ci voleva solo pure l’arsenico…” mor-mora qualcuno stringendo la testa tra le spalle. Già, l’arsenico…

Il Seminario Regionale festeggia 100 anniGli eventi organizzati per la ricorrenza, iniziati l’11 novembre, si concluderanno nello stesso giorno del 2009.

800Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Martedì 11 novembre si è tenuta la cerimonia per la solenne apertura de-gli eventi organizzati in occasione del Centenario del Seminario Regionale Pugliese di Molfetta. Alla cerimonia hanno preso parte tutti i vescovi di Pu-glia e i vescovi pugliesi sparsi nelle al-tre regioni. La relazione introduttiva è stata pre-parata dal cardinale Zenon Grocho-lewski, Prefetto della Congregazione per l’Educazione cattolica dei Seminari e degli istituti di Studi. Il cardinale ha trattato il tema “Il Seminario Maggiore e la formazione dei futuri presbiteri tra certezze e sfide”. Il prezioso contributo offerto dal Semi-nario Regionale in questi cento anni di vita è sotto gli occhi di tutti. Dall’edi-ficio di Molfetta sono passati migliaia di giovani; sono stati formati 2.200 pre-sbiteri; tra le fila dei docenti e degli ex alunni del seminario, 60 sono stati con-sacrati vescovi e 4 elevati alla dignità cardinalizia. L’attività del Seminario Regionale Pu-gliese ebbe inizio a Lecce nel 1908 per poi trasferirsi a Molfetta nel novembre del 1915, prima nel palazzo del Semi-nario Vescovile, poi nell’attuale sede, per interessamento dell’allora rettore monsignor Delle Nocche. Il 4 novem-bre 1926 fu solennemente inaugurata dal Legato Pontificio, Cardinale Gaeta-no Bisleti, Prefetto della Congregazio-

ne dei Seminari, la nuova sede, dono di Papa Pio XI. Qui sono accolti anche i seminaristi della vicina regione Lucana e il seminario assume la denominazio-ne di “Pontificio Seminario Regionale Appulo-Lucano Pio XI”.L’ultimo trimestre del 1942 è destinato ad essere ricordato per sempre perché ha segnato in modo indelebile la vita spirituale del Seminario: la Direzione del Seminario, diretta dal Rettore mon-signor Pietro Ossola, con propria lette-ra del 28 ottobre certifica che è arrivato a destinazione, in perfetto stato, il qua-dro “Madonna con Bambino”, dono del Papa Pio XII al Regionale Pugliese. Il 7 dicembre, vigilia della solennità del-l’Immacolata Concezione di Maria, il dipinto viene benedetto ed intronizzato nella cappella maggiore; la processione e l’atto di consacrazione compiuto da tutti il giorno successivo, 8 dicembre, suggella un rapporto d’amore e di ve-nerazione che i giovani di Puglia che si preparano a servire come presbiteri la Chiesa e tutti i sacerdoti pugliesi avran-no con la Madonna, modello di ogni chiamato.Il 1 luglio 1968 il Seminario Regionale Pugliese, come gli altri regionali, viene trasferito alla giurisdizione della Con-ferenza episcopale pugliese. Tale pas-saggio, che peraltro accoglie le aspira-zioni dei vescovi, intende adeguare la realtà dei regionali italiani al dettato di

Optatam totius 7, in cui si stabilisce che i seminari regionali e nazionali siano retti “secondo le norme stabilite dai Ve-scovi interessati e approvate dalla Sede Apostolica”. La nota del 1968 ribadisce “l’impegno di ogni singola Conferenza episcopale di considerare il regiona-le come il proprio seminario maggio-re, con obbligo da parte dei Vescovi cointeressati di inviare i propri alunni e di provvedere il personale dirigente e insegnante”; precisa, inoltre, che la giurisdizione sui seminari dovesse es-sere esercitata “in solidum”, con ugua-glianza di diritti e di doveri, dai membri delle singole Conferenze. Dal 1 ottobre 1969, per decisione della Conferenza Episcopale Pugliese, il liceo è trasferi-to a Taranto presso il Seminario Arci-vescovile di Poggio Galeso, mentre la sede di Molfetta è riservata agli studi filosofici e teologici. A seguito del rior-dinamento della regione ecclesiastica,

decretato dalla Congregazione per i Vescovi il Seminario Regionale acco-glie anche i seminaristi delle diocesi della Capitanata e prende la definitiva denominazione di Pontificio Seminario Regionale Pugliese “Pio XI”. La formazione filosofica e teologica dei seminaristi negli anni seguenti è assi-curata nel corso di studi del seminario, diventato Istituto Teologico Pugliese, affiliato dapprima alla pontificia Facol-tà Teologica meridionale e, poi, ad essa aggregata nel 1992 con specializzazio-ne in antropologia teologica.Istituita la Facoltà Teologica Pugliese dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica, con decreto del 20 maggio 2005, essa opera nell’istituto Teologi-co Pugliese “Regina Apuliae” di Mol-fetta, e conferisce agli studenti che la frequentano i gradi accademici del bac-cellierato, della licenza e del dottorato in Sacra Teologia.

Attualitàgiovedì 13 novembre 2008 17

Pioggia di finanziamenti per gli istituti superioriLa Provincia di Bari ha avviato numerosi interventi negli edifici scolastici

della città.

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Sono iniziati la scorsa set-timana i lavori di messa a norma dello storico im-mobile che ospita il Liceo Classico “Leonardo Da Vinci”, che prevedono il rifacimento degli impian-ti elettrico e idrico, la so-stituzione dei pavimenti, salvo quelli artistici che

saranno recuperati, la pitturazione dell’edificio e la sistemazione della nuova pavimentazione sportiva nella palestra di via Cavallotti. L’importo complessivo del progetto è di 500.000 euro di cui 300.000 (comprensivo del ribasso d’asta) per i lavori che dureranno 240 giorni. Al fine di evi-tare doppi turni e disagi agli studenti, al personale docente, amministrativo e ATA, il dirigente scolasti-co Cannizzaro ha opportunamente trasferito le classi del Liceo Classico presso la sede dello Scientifico; ciò consentirà all’impresa di velocizzare i lavori nella speranza di concluderli prima del tempo previsto e garantire il rientro delle classi prima della fine del-l’anno scolastico. Resta il grande rammarico di non aver risolto l’an-nosa questione del rientro delle classi del Ginnasio, da anni stabilmente all’Apicella, nella sede del Li-

ceo: tale ipotesi, più volte auspicata dalla Provincia, avrebbe implicato l’utilizzo di alcuni spazi della ex biblioteca comunale, che invece, non più di un mese fa, l’amministrazione comunale ha destinato alla scuola media “Pascoli”.Nell’ultima riunione della Giunta provinciale del 4 novembre è stato approvato il progetto preliminare dell’ampliamento dell’ITIS “Galileo Ferraris”, per un importo totale di 3.583.000 euro che prevede la nuova costruzione di 15 aule, alcuni laboratori e la palestra; ciò consentirà il rientro nella sede centrale delle classi attualmente ospitate presso l’Apicella.Inoltre, tra due settimane circa, partiranno i lavori per il recupero dell’auditorium, incompiuto da sedici anni, dell’I.P.C.S.S. “don Tonino Bello”, per un importo di circa 170.000 euro. Il completamento della struttura consentirà non solo alla comunità scolastica ma anche alla città la fruizione di un ulteriore spazio pubblico per iniziative e manifestazioni di vario genere.Infine in questi giorni è partita la progettazione dei la-vori per la creazione di nuove aule nell’I.T.C.G. “G. Salvemini” e nell’I.P.C.S.S. “don Tonino Bello” al fine di garantire il rientro delle classi delle due scuole attual-mente ospitate rispettivamente nella scuola elementare “E. Berlinguer” e nei locali della “ex Kolbe”. Le risorse destinate a tali interventi sono di 500.000 euro per il “Salvemini” e 700.000 euro per il “don Bello”.

“Questi interventi – si legge in una nota diffusa dal-l’assessore provinciale Antonello Zaza – proprio nel momento in cui il Governo centrale taglia risorse eco-nomiche a scuole pubbliche e università, si pongono in continuità con quelli già realizzati in questi anni dalla Provincia di Bari che hanno consentito la messa a norma di oltre il 70% degli istituti del territorio, e la possibilità di superare gran parte delle sofferenze legate all’inadeguatezza delle strutture”.

Tarantella: non solo un ballo

Un incontro organizzato dall’Aneb per scoprirne i segreti.

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L’8 novembre nella sede dell’associazione ANEB, presso la parrocchia San Pio X, si è tenuto un incontro - dibattito dal titolo “Tarantelle moderne”. L’incontro è stato un esperimento di tavola rotonda nel quale si sono incontrati vari ambiti disciplinari e varie forme di comunicazione: il video, la fotografia, la danza, la musica e la poesia. Tema fondamentale la riflessione sulla rinascita e sul rinnovato interesse per le tradi-zioni popolari e soprattutto per le espressioni musicali e coreutiche come la pizzica. I relatori, provenienti da mondi professionali diversi, hanno portato la propria esperienza di appassionati e la propria esperienza di ricerca sul campo. Il professor Domenico Copertino ha affrontato il tema della modernità, la professores-

sa la Forgia ha discusso sull’attualità degli studi di Ernesto De Martino, l’art director Vincenzo de Pinto ha presentato i suoi lavori fotografici e video tratti dalla manifestazione dell’edizione 2008 della Notte della Taranta, la professoressa Anna Sasso, organiz-zatrice dell’evento, ha mostrato alcune coreografie della danza popolare. L’incontro si è concluso con la lettura delle poesie di Luigi Armentano, il cui mondo poetico abbraccia il tema della donna e della musi-calità della vita. Le poesie sono state presentate dal professor Gianni Palumbo e recitate da Antonio An-nese e dallo stesso Palumbo. L’iniziativa rappresenta un esperimento di incontro di discipline, di interessi e di linguaggi differenti. É stato l’esempio di come

le tematiche attuali possano essere affrontate dai vari ambiti disciplinari non in un’ottica oppositiva ma di arricchimento reciproco. Ricordiamo che dietro il fenomeno della riscoperta delle tradizioni popolari si cela una profonda riflessione sull’identità, sulle memorie e sulle narrazioni del Sud Italia; l’iniziativa costituisce un invito, sulla scia dell’insegnamento di Ernesto De Martino, a fare in modo che la gente del sud riprenda il proprio ruolo di soggetto storico.I relatori ringraziano la Preside Anna La Candia, pre-sidente dell’ANEB, per aver offerto loro questa pos-sibilità e per aver dimostrato profonda sensibilità alle tematiche trattate.

Katia la Forgia

photo: vincenzo.depinto

Attualità giovedì 13 novembre 20081�

In Cittàgiovedì 13 novembre 2008 19

JOTA-JOTI: il mondo scout per aria e su Internet Iniziativa resa possibile anche grazie alla rete Urban Hot Spot e alla caffetteria Grease.

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Dal 1920 ad oggi di Jamboree Mondia-li, momento di incontro per gli scout di tutto il Globo, ce ne sono stati ben ventuno: tutti diversi, ma uguali nella ricchezza delle diversità e nel senso di fratellanza che vi si poteva “respirare” tra i partecipanti.Il 1° Jamboree avvenne nel 1920, appe-na 13 anni dopo il primo esperimento di campo scout. Baden Powell, il fondatore dello Scoutismo, convocò a Londra il pri-mo Jamboree della storia del movimento scout: presso l’Olympia Palace, un enor-me padiglione per esposizioni dal tetto di vetro, si riunirono per otto giorni circa 8.000 scout provenienti da 21 Paesi di-versi e da 12 colonie inglesi. Gare, sfilate, giochi scout, rappresentazioni nazionali dimostrarono ogni giorno alle migliaia di visitatori le esperienze di scoperta, accoglienza e condivisione che caratte-rizzavano e continuano a caratterizzare lo scoutismo. Baden Powell sciolse il Jamboree con queste parole: “Continuia-mo concordi a sviluppare lo spirito scout della fratellanza, facendo regnare così tra

gli uomini la pace e la buona volontà che porta tutti al bene.” Da allora il Jamboree è un appuntamento partecipatissimo da tutte le associazioni scout WOSM tra cui il CNGEI, continuando ad essere uno dei più grandi raduni giovanili al mondo con cadenza ogni quattro anni: contingenti ufficiali di scout da ogni Paese del mon-do, rappresentanze clandestine di scout da paesi in cui lo scoutismo (e l’associa-zionismo in genere) è attualmente vieta-to si incontrano per stringersi la mano, conoscere le culture, mangiare assieme, cantare tutto il giorno in tutte le lingue e idiomi, portare appeso al collo un cartel-lo con la scritta “hug me” assicurandosi l’abbraccio di passanti scout sconosciuti, ma per sempre amici.L’ultimo Jam nel 2007, anno del cente-nario dal primo campo scout, ha accolto circa 40.000 tra ragazzi e ragazze scout da tutto il mondo. Eppure nel mondo gli scout sono molti ma molti di più dei 40 mila partecipanti al Jamboree 2007, così succede che non tutti possono par-teciparvi!

Circa 51 anni fa uno scout propose di usare la radio perché si potesse svolge-re un Jamboree ogni anno, sicuramente partecipato da molti più scout di quanti fisicamente si potrebbero di fatto radu-nare: un jamboree possibile per tutti in-contrandosi anche solo attraverso ponti radio. Nacque così lo JOTA, acronimo di “Jamboree On The Air”, che negli ul-timi 12 anni si è ulteriormente rinnovato con lo JOTI, acronimo di “Jamboree On The Internet”.Scout da tutto il mondo, in ogni na-zione, attivano postazioni radio o po-stazioni internet per il solo piacere di conoscersi e confrontarsi, o solo salu-tarsi, mostrarsi e contarsi nella grande famiglia degli scout.A Molfetta la sezione scout CNGEI ha festeggiato i suoi 10 anni mentre lo scou-tismo mondiale ha festeggiato i suoi 101. Per offrire ai nostri ragazzi una traccia concreta di internazionalità è stata allesti-ta una semplice postazione, con un pc un po’ vecchio ma sufficiente per farci gira-re il programma di una chat e consentire

di visualizzare nomi di altre postazioni, nomi di altri scout come noi, dall’altra parte della città, della provincia, della regione, del bel Paese, del continente. Un network di persone che per 2 giorni attivano postazioni dunque per incontrar-si, confrontarsi su qualsiasi interesse, o semplicemente per trascorrere un po’ del proprio tempo in amicizia con chi for-se non si vedrà mai, ma si ricorderà per sempre come qualcuno con cui si condi-vide qualcosa di veramente significativo: la promessa di essere buoni cittadini, nel mondo come a casa propria.“I dirigenti della Sezione scout CNGEI di Molfetta, ma soprattutto i ragazzi e ra-gazze che hanno vissuto il Jamboree su Internet 2008 ringraziano la Urban Hot Spot e soprattutto il Bar Grease, per aver-ci ospitato garantendoci un canale vivo di connessione con il mondo e per averci dimostrato che ciascuno nel suo picco-lo, facendo piccoli gesti di accoglienza e condivisione, scout e non che sia, può permettere grandi azioni di pace per le nuove generazioni”.

In Città giovedì 13 novembre 200820

L’arte di far viaggiare: un premio dalla CostaL’Agenzia Caputo Viaggi tra le migliori 250 di tutta Italia secondo una delle più importanti società

crocieristiche del mondo.

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Eccellenza molfettese in giro per il mondo. Anche senza spostarsi dalla propria città. Anzi, stando comodamente seduti in poltrona nel “salotto buono” di corso Umber-to. È in pieno centro cittadino che nasce una realtà im-prenditoriale con una storia di oltre sessant’anni. Una storia fatta di consigli, professionalità ed oggi ulterior-mente “certificata” da uno dei marchi più importanti del settore turistico: Costa Crociere. A ricevere l’ennesimo riconoscimento è l’agenzia “Caputo Viaggi”, una istitu-zione per l’intera città e per le migliaia di pugliesi che, anche grazie ai consigli e all’aiuto di quella agenzia hanno girato il mondo. Magari facendo fortuna.Nel corso del mese di ottobre la storica agenzia mol-fettese è stata premiata dalla Costa Crociere che l’ha designata tra le 250 migliori agenzie partner d’Italia.

Un risultato importante se si considera che in tutto il “bel paese” sono circa diecimila le agenzie che trattano prodotti Costa. “Siamo orgogliosi del premio ricevuto: significa che il nostro sforzo è stato riconosciuto dalla Costa ma soprattutto dai nostri clienti”. Il premio, riti-rato a Bari da Antonio e Sergio Caputo e da Marcello D’Aniello nel corso di una cerimonia organizzata dalla Costa, consiste in una Fiat 500 “marchiata” che già da qualche tempo è ben visibile in città.Ma chi sono i clienti che hanno “premiato” la professio-nalità della agenzia Caputo? “Può sembrare strano – ci ha detto Marcello – ma la gran parte di loro non sono molfettesi. Abbiamo numerosissimi clienti provenienti da tutta la provincia e in percentuale sono molti di più dei nostri concittadini”.Nella maggior parte dei casi sono i “viaggi di nozze” che attirano la clientela “anche se – ha ribadito Marcel-lo – nell’ultimo periodo non manca un incremento di richieste da parte delle famiglie. Diciamo che la crocie-ra è diventata per tutti e i novelli sposi sono sempre in cerca di viaggi particolari e fuori dal comune”.Ma dove vanno i molfettesi e i pugliesi che scelgono la crociera: “Le più gettonate, anche perché più economi-che, sono quelle nel Mediterraneo. Non mancano però le partenze verso il Nord Europa e i paesi tropicali”.

La spesa poi può variare da un minimo di 1.400 euro per due adulti e due bambini sino ad oltre 6.000 euro per i viaggi più lunghi. Insomma, anche in un periodo di crisi come questo gli italiani non rinunciano al relax delle vacanze: “Diciamo che anche noi stiamo avver-tendo un calo della richiesta ma penso che presto le cose cambieranno”.Nel frattempo in “casa Caputo” ci si prepara per un al-tro importante riconoscimento che sarà assegnato nel prossimo mese di dicembre. Si tratta del premio “Pro-tagonisti del Mare”, assegnato sempre dalla Costa e che oramai vede stabilmente tra i vincitori l’agenzia di corso Umberto. “Siamo felici dei riconoscimenti che ci vengono assegnati anche perché è sempre bello che in giro per l’Italia e per il mondo si associ il nome della nostra agenzia al nome di Molfetta: pensiamo che in fondo il successo di qualsiasi attività imprenditoriale debba molto al tessuto sociale in cui nasce e cresce e per quanto ci riguarda la nostra storia professionale è un tutt’uno con la storia recente della nostra città”. Una storia che continua e che ha fatto da scuola per tante altre attività operanti nel settore sorte sul territorio ad opera di tanti bravi e giovani professionisti: un aspetto interessante e sinora sottovalutato del tessuto produtti-vo locale.

La telefonata deve essere stata certamente emozionante. Noi possiamo solo immagi-narla perché la rigidità delle disposizioni dell’Associazione Italiana Arbitri non la-scia “spazio di manovra”: niente dichiara-zioni alla stampa per le “giacchette nere” e così il momento della “designazione europea” deve aver toccato le corde del cuore ad uno come Francesco Altomare. Un ragazzo serio, modesto, poco avvezzo ai riflettori. Un ragazzo che indossando la divisa degli arbitri di calcio ha scalato la montagna: dai campionati giovanili alla Serie A ed oggi anche l’Europa. France-sco Altomare è così entrato nella storia del mondo calcistico e arbitrale molfettese: una storia fatta di tanti successi, palco-scenici importanti e prestigiosi ricono-scimenti. Una storia che oggi ha anche la “ciliegina” della presenza in Champions League, il più importante torneo europeo per club. Ed una storia resa “preziosa” da una circostanza più unica che rara: nella stessa gara, nello stesso stadio, per novan-ta minuti, Francesco Altomare non è stato l’unico molfettese a respirare aria d’Euro-pa. Al suo fianco, anzi per essere precisi di fronte a lui, c’era un veterano delle com-petizioni internazionali: quello Stefano Ayroldi ormai candidato ad essere prota-gonista di competizioni intercontinentali. Insomma, per la prima volta nell’ultra

settantennale storia della sezione “Paolo Poli” di Molfetta due assistenti molfette-si hanno calcato insieme un campo tanto importante come quello dell’Emirates Stadium di Londra per dirigere, assieme al fischietto “mondiale” Roberto Rosetti, la gara tra gli inglesi dell’Arsenal e i turchi del Fenerbahce. Un incontro di prestigio in uno stadio stupendo e con una cornice di pubblico a dir poco meravigliosa. E non importa che alla fine il risultato sia rima-

sto bloccato sullo 0 a 0. Importa che i due molfettesi in divisa rossa (la divisa degli arbitri internazionali) abbiano coronato la loro giornata europea con una prestazione eccellente, in linea con l’impegno, il lavo-ro e l’applicazione che da sempre si inse-gnano e si imparano nella “Paolo Poli”.“Voi in campo, noi nella storia” c’era scritto nella targa ricordo che gli arbitri molfettesi hanno voluto donare ad Ayroldi e Altomare per celebrare l’evento. A con-

segnarla nel corso di un incontro un ospite d’eccezione: Domenico Celi, barese della sezione di Campobasso, arbitro emergente nel campionato di Serie A.Ayroldi e Altomare meritano certamente il riconoscimento della comunità sportiva cittadina: andare in giro per l’Italia, per l’Europa, per il mondo ostentando la pro-pria molfettesità è un atto di riconoscenza verso la propria comunità di appartenenza ma soprattutto motivo di orgoglio per l’in-tera città. Una città che le “giacchette nere” è oramai abituata a coltivarle, coccolarle, lanciarle verso importanti palcoscenici. E non è un caso se in Serie A diriga da dieci anni un certo Gianni Nicola Ayroldi (ora-mai prossimo alle 100 gare nella massima serie); se sempre tra A e B “sbandieri” an-che Onofrio Fiore. Se in Prima e Secon-da Divisione gli assistenti Grillo e Calò segnino presenze sempre positive. E poi dietro di loro l’enorme mondo del calcio dilettantistico e dei vari Abbattista, Illuzzi, Matera. Insomma un mondo sempre affa-scinante, che continua ad attrarre tanti gio-vani. Giovani che senza timore scelgono di fare sport. Di mettersi al servizio dello sport. Con serietà e sacrificio. Spesso ve-stendo i panni degli “educatori” anche di fronte a tanti adulti che l’educazione ama-no dimenticarla in fondo a qualche casset-to dell’anima.

Sportgiovedì 13 novembre 2008 21

Ayroldi – Altomare: coppia europea

I due assistenti arbitrali molfettesi nella storia: insieme in Champions League per la gara tra Arsenal e

Fenerbahce diretta dal torinese Rosetti.

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Bari Sport sola al comandoNel campionato di Seconda Categoria supremazia dei

molfettesi.

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Il Real delude ancoraNonostante il cambio di allenatore i “galacticos”

appaiono ancora sotto tono.

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Crisi sempre più profonda in casa Real Molfetta. Il cambio di allenatore con Pazienza al posto di Grassi non ha an-cora sortito gli effetti sperati. Una effi-

mera illusione si era avuta in occasione della gara del primo novembre contro il fanalino di coda Brindisi “asfaltato” con il risultato di 10 a 1. Sette giorni dopo, però, ritorno all’amara realtà con la sconfitta per 3-2 subita in quel di Noci. Il problema sembra essere ora-mai chiaro: qualcosa non funziona nello spogliatoio. E per una squadra costruita con ambizioni di successo si tratta di un gran problema. Necessario un pronto riscatto nelle gare del 15 in casa contro il Giovinazzo e del 22 a Fasano.

Continua l’entusiasmante cavalcata del Bari Sport Molfetta di mister Angelo Germinario nel campionato di Seconda Categoria. I biancorossi hanno oramai tolto definitivamente la maschera e sono candidati ad essere la “prima don-na” del torneo. Nelle ultime due appa-rizioni altrettante vittorie. Dal 5-1 del 2 novembre in casa contro il fanalino di coda Mola al prezioso 1-0 conquistato sul campo del Trinitapoli la domenica successiva. Vittorie che consolidano il primato in classifica e servono a man-

tenere a quattro punti di distanza l’inse-guitrice più prossima. Nelle stesse due settimane per il Milan Club, altra squa-dra molfettese impegnata in Seconda, si registrano il pareggio esterno per 1-1 sul campo del Cellamare e la sconfitta interna per 1-0 contro l’E. Triggiano. Nelle prossime due settimane il Bari Sport dovrà vedersela prima in casa contro l’A. Triggiano poi in trasferta contro l’Adelfia. Per il Milan Club tra-sferta a Trani e gara casalinga contro il Cerignola.

Sport giovedì 13 novembre 200822

Virtus “seppellita” dai punti avversari

Nelle due gare contro Ferentino e Osimo subiti ben 222 punti. Necessaria una inversione di rotta.

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Hockey Club lontano dalla vetta

I pattinatori molfettesi non danno continuità al loro campionato.

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Hockey Club: ci risiamo. I pattinatori molfettesi non riescono a dare conti-nuità al proprio campionato e così al-ternano settimane di buone prestazioni a periodi di buio da cui mister Vianna non riesce a tirar fuori i suoi uomini. Dopo le buone prestazioni contro Ma-tera e Follonica tutti si aspettavano il rilancio definitivo della squadra. E in-vece altre due battute d’arresto che fan-no scivolare gli uomini del presidente Massimo de Palma a centro classifica e a sei punti dalla capolista Sarzana. A far certamente più male e a far riflet-

tere maggiormente è stato il pareggio interno del primo novembre contro il Sandrigo. Sulle mattonelle del Pala Don Sturzo i biancorossi, in vantaggio per tre reti ad uno grazie alla doppia marcatura di Cirilli e al gol di Piscitel-li, si sono fatti raggiungere sul pari 3, all’ultimo secondo di gara e dopo aver sprecato l’occasione di allungare sul 4 a 1 a causa del rigore fallito da Cirilli. Sette giorni dopo “ossa rotte” in quel di Correggio. Sulla pista emiliana ca-pitan Agrimi e soci ne hanno incassati cinque riuscendo a segnarne solo due (doppietta di Vianna) quando oramai la gara era compromessa. In tutto que-sto da segnalare anche l’esclusione dai convocati di Daniele Persia: il matera-no tornato a Molfetta per fare la diffe-renza è oramai in rotta di collisione con l’allenatore argentino Vianna. Nelle prossime due settimane ostacoli impe-gnativi per i molfettesi: prima in casa contro il Montebello (15 novembre) poi di scena sulla pista del Sarzana (22 novembre).

Adesso si può parlare di crisi vera. Mettendo da parte prudenza ed eufe-mismi è sotto gli occhi di tutti che in casa Virtus Basket l’aria sia divenuta davvero pesante. Negli ultimi quindici giorni la compagine del presidente An-drea Bellifemine è stata seppellita sot-to una valanga di punti dagli avversari, subendo i peggiori parziali che la sto-ria decennale della società abbia mai raccontato. Due sconfitte, a Ferentino e in casa contro Osimo, che non lascia-no spazio a spiegazioni filosofiche: è chiaro che nella macchina costruita in estate c’è qualche ingranaggio che non funziona. E il rischio di una stagione amara si fa sempre più pressante. Cer-to, ci sono i tempi e i modi per raddriz-zare la nave e rimettersi in corsa ma bisogna agire con serenità e cercando di non farsi trascinare dall’onda del-l’emotività. A Ferentino i biancoazzur-ri hanno subito 112 punti mettendone a referto 90. In casa, contro Osimo il tabellone nel riquadro “ospiti” segnava 110 a fine gara contro i 102 dei “loca-

li”. Insomma, si è segnato tanto ma si è anche difeso poco e male. E a nulla sono valse le eccezionali prestazioni di un Patrick Nanut tornato ad essere il giocatore che tutti si aspettavano e ca-pace di metter nel ferro decine di punti. Attorno a lui, a parte un altrettanto epi-co Andrea Maggi, si è visto ben poco. Eppure in settimana si lavora sodo, con attenzione e soprattutto nel clima di assoluta serenità costruito dalla di-rigenza. La domenica in campo però la squadra sembra sfaldarsi ed ognuno gioca più per sé che per il gruppo. È necessaria quindi una immediata in-versione di tendenza. Certamente qual-cosa all’interno dello spogliatoio dovrà cambiare. Certo le prossime due gare non consentiranno di dormire sonni tranquilli: il 16 si andrà nel palazzetto di Ostuni, luogo di amari ricordi per i molfettesi, poi si ospiterà un Potenza in ripresa. Solo uno scatto di orgoglio dei molfettesi potrà servire a far punti. In caso contrario si preannunciano due settimane assai difficili.

Sportgiovedì 13 novembre 2008 23

HOCKEY BASKETSerie A2 Serie A dilettantiSarzanaMontebelloCorreggioThieneMOLFETTAModenaMateraLodiSandrigoFollonica

19171�1�13����0

LatinaFerentinoFossombroneTrapaniOstuniSienaOsimoPotenzaPalestrinaSant’AntimoBarcellonaMateraMOLFETTAFirenze

1210��������2222

PALLAVOLOSerie B1 Maschile Serie B2 Femminile

MateraSalernoTraniTuglieTarantoBeneventoScafatiSarnoSala ConsilinaPotenzaMOLFETTAAversaNojaturiMontescagliosoBattipagliaOstuni

2�21201�17171�1�1297���30

SoraGelaSpoletoMOLFETTABariTerlizziOstiaFasanoTerniBroloChietiMarcianiseGalatinaFoggiaSquinzanoAvellino

2019191�1�1�13111110������

CALCIO A5 CALCIOSerie C1 Seconda categoria

BARI SPORTCellamarePalo del ColleBisceglieConversanoBitettoAltamuraAdelfiaTrinitapoliMILAN CLUBE. TriggianoCapursoA. TriggianoTraniCerignolaMola

221�17171�1312101099���32

CastellanaSammicheleR. MolaGiovinazzoPellegrinoModugnoR. MOLFETTASpinazzolaV. MolaRuvoFasanoNociCerignolaSavaBrindisiAltamura

191�1�1�1�1�1�1�1�13131311�21

Avellis e Palumbo sono sulla strada giustaI tecnici della Pallavolo Molfetta artefici del rilancio

della pallavolo maschile molfettese.

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All’Azzurra manca il carattereLe ragazze di Anna Grazia Matera sembrano ancora

“estranee” alla categoria.

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Ad inizio campionato mister Vito Avellis lo aveva detto: “Se scendiamo in campo sereni e consapevoli delle nostre capacità possiamo fare bene”. Il tecnico molfettese aveva ragione da vendere e così la Palla-volo Molfetta dopo il passo falso interno contro Sora non ha più avuto battute d’ar-resto e punta senza mezzi termini a quel-la prima posizione occupata attualmente proprio da laziali. I biancorossi scendono in campo con mentalità vincente e pre-parati a gestire anche le “emergenze” legate ad infortuni e momenti di appan-namento di qualche atleta. Insomma il duo Avellis – Palumbo sta costruendo una squadra vera che si allena con con-tinuità, professionalità e soprattutto con il sorriso sulle labbra e la consapevolezza dei propri mezzi. Poi quando sotto rete ci sono uomini del calibro di De Mori, Kunda, Bonati, Costantini e di seguito tutti gli altri, beh l’importante è lavora-re sodo e crederci sino in fondo. Anche il pubblico se ne è accorto ed è tornato ad affollare le tribune del PalaPoli facen-

do rivivere le emozioni di alcuni anni fa. Negli ultimi quindici giorni i molfettesi hanno archiviato le pratiche Avellino e Brolo con serenità. In casa con i campani si sono importi per 3 a 1 (25-10, 20-25, 25-18, 25-19) cedendo un set più per pro-vare a rendere l’incontro più interessante che per altro motivo. Sette giorni dopo sul campo caldo di Brolo la vittoria è stata ancora più netta: 3 a 0 (13-25, 21-25, 19-25) ed altri tre punti conquistati. Insomma la Pallavolo Molfetta sta attra-versando un momento di grazia che, non è difficile prevedere, potrebbe proseguire sino al termine della stagione. Intanto già domenica 16 i biancorossi dovranno af-frontare una prova delicata: sul parquet del PalaPoli arriva la vice capolista Gela. Una vittoria potrebbe rappresentare mol-to in chiave campionato. Poi sette giorni dopo, il 23, si viaggia in Umbria per in-contrare lo Spoleto, altra formazione di qualità del torneo. Prove impegnative che la Pallavolo Molfetta ha tutta l’intenzione di superare a pieni voti.

Probabilmente, se non certamente, il presidente Vincenzo Giancaspro ha ini-ziato ad arrabbiarsi. Sul serio. L’Azzur-ra Volley Molfetta non riesce a togliersi di dosso i panni di giovane matricola e continua a collezionare prestazioni sco-raggianti che la relegano nei bassifondi della classifica del campionato nazio-nale di serie B2. Le ragazze allenate da Anna Grazia Matera sembrano non aver ancora trovato la loro giusta identità e continuano a soffrire le avversarie più sotto il profilo psicologico che delle doti tecniche. Insomma quello che manca, più dell’esperienza, è il carattere e la grinta necessarie a gestire i momenti dif-ficili degli incontri e a salire in cattedra quando necessario. Così se la sconfitta di Salerno per 3 a 0 (25-19, 25-18, 25-

15) ci poteva anche stare, aver permesso al Sala Consilina di venire a Molfetta a prendersi due dei tre punti disponibili è qualcosa di non tanto normale. Anche perché, parole del presidente, proprio con “Sala Consilina inizia il vero cam-pionato dell’Azzurra”. Ed invece le campane hanno strappato un 3 a 2 al tie break dopo (25-20, 19-25, 25-22, 23-25, 14-16) che le molfettesi avevano avuto l’agevole possibilità di chiudere il match a proprio favore nella quarta frazione di gara. In settimana si torna a lavoro: la società certamente farà sentire la propria voce. Nei prossimi quindici giorni l’Az-zurra è attesa dalla trasferta di Scafati (il 15) e dalla gara casalinga contro Potenza (il 22). Serve assolutamente raccogliere punti per la salvezza.

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Offro Lavoro giovedì 13 novembre 20082�

JOBCRAWLER

Le istituzioni creano “rete” con la Borsa Nazionale del Lavoro

Marco Spadavecchia

812Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Da sempre il lavoro costituisce un’emergenza per il Sud. Per le ammi-nistrazioni locali l’occupazione giova-nile rappresenta uno dei problemi più annosi, risultando quindi, tra gli ambiti strategicamente prioritari. Sicuramente le istituzioni della nostra Regione non brillano in termini di interazioni tra loro

sia in termini quantitativi che qualitati-vi ma, anche questa volta in aiuto delle istituzioni, al fine della costituzione di una “rete”, arriva Internet.Il tentativo, quindi, di creare una rete fra tutti quei protagonisti che da anni si occupano sul territorio delle tematiche legate al mondo dell’occupazione tro-va concretezza nella costituzione della Borsa Nazionale del Lavoro, attiva già da qualche anno e promossa dal Mini-stero del Lavoro. La Legge 30/2003, meglio conosciuta come “Legge Bia-gi”, infatti, ha reso obbligatorio l’avvio a livello nazionale e regionale di questo sistema informatizzato ( www.borsala-voro.it).Il network, è composto da una serie di soggetti pubblici e privati debitamente selezionati per l’erogazione di tutta una serie di servizi progettati per favorire l’incontro tra domanda e offerta di la-voro: sportelli Informagiovani, Centri per l’Impiego, le agenzie per il lavoro e le Università. A questi ultimi soggetti si vanno ad aggiungere anche le attività della Camera di Commercio e gli Istituti di scuola secondaria di secondo grado. Tutti questi soggetti, quindi, possono

interagire con la Borsa Lavoro anche attraverso i vari nodi regionali, che per la Puglia è www.puglia.borsalavoro.it. Su questo ultimo nodo però, ad oggi, non abbiamo riscontrato un gran nume-ro di offerte lavorative, vale comunque la pena “spulciare” le pagine del sito per acquisire, così, utili informazioni.Quali sono, quindi, nel dettaglio i ser-vizi offerti dal network Borsa Lavoro Nazionale? I cittadini possono: consul-tare liberamente le offerte di lavoro e le informazioni dedicate al mercato del lavoro; inserire direttamente e senza ne-cessità di intermediari la propria candi-datura nel portale; rispondere ad offerte di lavoro di proprio interesse; aggiun-gere e stampare il proprio curriculum in formato europeo o il libretto formati-vo; richiedere servizi agli intermediari. Le imprese e i datori di lavoro, invece, possono: consultare le candidature dei lavoratori; ricevere informazioni e con-sultare documentazione; pubblicare an-nunci di lavoro e ricevere le candidature dei lavoratori; ricercare e selezionare cittadini il cui profilo soddisfi il proprio fabbisogno professionale; richiedere at-traverso la compilazione di un apposito

modulo on line, i nuovi codici INAIL di accesso qualora ne siano sprovvisti o li abbiano persi. Mentre, gli intermediari pubblici e privati autorizzati e/o accre-ditati possono: visualizzare e pubblicare annunci relativi alle richieste di perso-nale da parte delle imprese; utilizzare le candidature dei lavoratori per ricercare personale e segnalare i profili alle im-prese; conferire i dati relativi alle candi-dature e alle offerte di lavoro raccolte; sviluppare i servizi in cooperazione con la rete pubblica e condividere informa-zioni; condividere risorse, notizie, do-cumentazione e soluzioni operative. In conclusione vi forniamo alcuni dati che indicano il trend di crescita ottenu-to dalla Borsa Nazionale del Lavoro. A fine marzo 2008, infatti, sono 337.571 i visitatori del portale, 36.329 le registra-zioni, 15.848 gli annunci di lavoro pub-blicati dalle aziende e 22.798 i profili inseriti dai cittadini.

“Solo l’esperienza può attribuire con-cretezza al proprio progetto. L’espe-rienza va considerata come la madre di ogni certezza”.

Leonardo Da Vinci

ELIANTO SRLricerca per il proprio call center in Molfetta, OPERA-TORI/TRICI TELEFONICHE, per la vendita dei propri prodotti.Si offre Contratto a Progetto, formazione professiona-le, ambiente giovane e dinamico e possibilità di assun-zione a tempo indeterminato.Inviare curriculum a: [email protected]: 0�0 - 33�3113 Telefono: 0�0 - 33�12�2Posta: Via Don Minzoni, 3/31 - Molfetta (BA)Web: www.olioelianto.it. Possibilità di part-time.

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Parcheggio selvaggio

Gentile Redazione,mi rivolgo a voi con questa mia nota per segnalare quanto segue, speran-do di vederla pubblicata sul quindi-cinale “il Fatto”, affinché il signor Comandante ed il signor Assessore alla Polizia Municipale prendano i provvedimenti del caso.Il sottoscritto ha inviato ben tre note al suddetto comando, che ignorando-ne del tutto il contenuto, a tutt’oggi non ha preso alcun provvedimento. Qual è il motivo di tale comporta-mento? Sarà negligenza? Sarà favo-ritismo? Di sicuro si tratta di un caso di disparità di trattamento.La segnalazione riguarda la stradi-na di Corte via Bari (una strada sen-za uscita): vi sono strisce blu per il parcheggio a pagamento delle auto che vi sostano e che espongono per questo il “pass” o i “grattini”. Ana-loga stradina (sempre senza uscita) è situata in piazza Garibaldi di fronte ai civici 46, 47, 48, nelle adiacenze del Calvario e quindi in piena zona di sosta a pagamento. Questa stra-dina però non è dotata di strisce blu e non vi è alcun cartello che indica la sosta a pagamento. Per questo è sempre intasata di auto che creano

caos e disagi ai residenti. Inoltre, all’imbocco di detta stradina è in-stallato un segnale di “divieto di fermata” (articolo 172 comma 6 del Codice della Strada) che nessuno rispetta e per il quale mai un vigile abbia elevato una contravvenzione.Migliore soluzione sarebbe l’instal-lazione del cartello di “divieto di circolazione”.Gentile Redazione, confido in voi e nella vostra correttezza e imparzia-lità nel pubblicare gli articoli, nel bene dei vostri lettori e della comu-nità. Grazie.

Michele de Palma

Pubblichiamo volentieri la lettera del nostro lettore (come di chiun-que altro voglia scriverci all’indi-rizzo “il Fatto – Activa Srl”, Via degli Artigiani A/8 – Molfetta, op-pure via mail all’indirizzo [email protected]) e confidiamo nella risposta puntuale ed in tempi brevi di chi di competenza, sperando di contribuire a risolvere il problema segnalato.

000. Niente Carnevale a Molfetta

* Anche quest’anno Molfetta non avrà il suo Carnevale. Vi chiedo se è normale che ogni anno devo lavorare nelle città limitrofe quando posso rea-lizzare un carro allegorico nella mia città! Non tutti sanno che già ora si lavora la cartapesta in previsione del Carnevale.

Gino “cartapestaio”.

000. Una buona idea per far soldi!

* Volete una buona idea imprendi-toriale e geniale: a Molfetta manca un’impresa che trasformi la plastica raccolta in scaglie da rivendere alle ditte trasformatrici...

767. No ai due nuovi distributori

* Occorre disincentivare quanto più possibile l’uso dell'automobile pri-vata potenziando ai massimi livelli il trasporto pubblico ecocompatibile e dotando l’intera città di piste cicla-bili con relativi parcheggi al fine di

ridurre traffico e smog con tutte le conseguenze del caso. Pertanto vada avanti Legambiente nella sua battaglia contro questi due nuovi distributori di carburante. Anzi, suggerisco la rac-colta firme per una petizione popolare coinvolgendo tutta la cittadinanza su una questione che ci tocca in prima persona.

Dario Farinola

751. Firme per il “Francesco Padre”

* Mi associo senza indugio alla rac-colta firme. Alle famiglie dei maritti-mi deceduti nel disastro va il mio più sentito cordoglio e che i loro cari pos-sano riposare in pace.

Luigi Armenio

762. Storie di fantasmi

* I fantasmi sono entità eteriche. Spesso sono i corpi eterici che vive-vano in un determinato luogo e che desideravano rimanere lì anche dopo il decesso. Ma devono assorbire ener-gia da qualche persona vivente. Non possono muovere alcun oggetto o fare rumori. Chi li vede o li sente significa che è impossessato da qualche entità eterica.

Max

Rubrichegiovedì 13 novembre 2008 2�

sms

w w w . i l f a t t o . n e t

IL FATTO è disponibile in questi esercizi ogni 15 giorni,puntuale come sempre il giovedì.

Sudoku (giapponese: su-doku, nome completo: Su-ji wa dokushin ni kagiru) è un gioco di logica nel quale al giocatore o solutore viene proposta una griglia di 9×9 celle, ciascuna delle quali può contenere un numero da 1 a 9, oppure essere vuota; la griglia è suddivisa in 9 righe orizzontali, nove colonne verticali e, da bordi in neretto, in 9 “sottogriglie”, chiamate regioni, di 3×3 celle contigue. Le griglie proposte al giocatore hanno da 20 a 35 celle contenenti un numero. Scopo

del gioco è quello di riempire le caselle bianche con numeri da 1 a 9, in modo tale che in ogni riga, co-lonna e regione siano presenti tutte le cifre da 1 a 9 e, pertanto, senza ripetizioni.Fonte:(it.wikipedia.org)

SOLUZIONI n° 22

Rubriche giovedì 13 novembre 20082�

FACILE DIFFICILE

Caffè Duomo Bar UniversoBar FeniceBar MixedBar StazionePasticceria MezzinaBar FantasyBar DavisSotto CopertaBar MiramareCoffee RoomCin Cin BarBettie Page

Off StreetBlanc la nuitBeatles PubSwing PubGreasePlace Blanc CafèAGiP via TerlizziESSO via TerlizziAPi zona industrialeQ8 zona industrialeESSO via BisceglieMetropolisSilver CaféMadogas via Terlizzi

w w w . i l f a t t o . n e t

Gnocchetti di ricotta con crema di asparagi e gamberi

Ingredienti per � persone

Procedimento

Categoria: primo piatto

In una padella far fondere il burro, unire il bacon, gli asparagi e lasciare stufare; unire la panna e far cuocere per 4-5 minuti, aggiungere il gorgonzola e mixare il tutto.Cuocere gli gnocchi in acqua e amalgamarli alla crema. Unire il parmigiano e regolare di sale e pepe.

Per la crema di gamberiVersare nella salsa di pomodoro bollente i gamberi e lasciar cuocere per qualche minuto; unire la panna, aggiungere sale e pepe.

Chef: Domenico Lampedecchia

�00 gr. di gnocchetti di ricotta300 gr. di asparagi cotti al vapore �00 gr. di panna�0 gr. di gorgonzola�0 gr. di burro�0 gr. di bacon�0 gr. di parmigianoSale, pepe, noce moscata q.b.

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ARIETE LEONE SAGITTARIO

Tirate le somme del lavoro svolto ne-gli ultimi mesi e quantificate quanto avete fatto per voi e quanto vi sie-te spesi per gli altri. Decisamente vi siete svuotati. È arrivato il momento di pensare al singolare. Imprevisti all’orizzonte.

Essere concilianti vi aiuterà a risolvere a vostro vantaggio una questione che altrimenti è compromessa. Nei rap-porti di coppia è arrivato il momento di fissare gli obiettivi insieme. È una specie di test che può rivelarsi deter-minante per continuare.

Invece di puntare i piedi e fare le biz-ze perché non provate ad essere più chiari. Avete bisogno di coccole, am-mettetelo senza pudore. Il periodo è favorevole per chi è alla ricerca di un nuovo amore o di una evasione mo-mentanea. Ma non rischiate troppo.

TORO VERGINE CAPRICORNO

Siete alla ricerca di un impiego più appa-gante, una occupazione che comunque vi stimoli e vi gratifichi anche finanziaria-mente. Nulla di negativo in tutto questo se non fosse che non fate nulla per realizza-re i vostri obiettivi. Chiedete, cercate, non aspettate che le cose vi piovano in testa.

La vostra gelosia è del tutto fuori luo-go. Nessuno ha deciso di farvela sotto il naso. Non avete pensato neppure per un momento che forse la persona che amate vuole farsi notare proprio da voi e sa su quali tasti spingere? Regalatele qualche attenzione in più.

Occorre essere sinceri fino in fondo e andare incontro alle conseguenze an-che a costo di rimetterci. Sulla menzo-gna non si costruisce nulla forse per questo il rapporto con il vostro partner vacilla. Provate ad interrogarvi sulla op-portunità di continuare la vostra storia.

GEMELLI BILANCIA ACQUARIO

Preparatevi a combattere. La soluzio-ne non è semplice ma neppure impos-sibile. Fate affidamento sulle persone care e sui familiari. La ciambella di salvataggio potrebbe arrivare da una persona amica che fino ad oggi avete sottovalutato.

È arrivato il momento di risolvere quella questione a cui tenete tanto. Allora forza, rimboccatevi le maniche. Lasciate che l’estro e l’incoscienza, ogni tanto, pren-dano il sopravvento. L’unico modo per combattere e sconfiggere la monotonia è fare ricorso all’originalità. Non siate pigri.

Non state attraversando il vostro pe-riodo migliore ma invece di piangervi addosso dovreste provare a cambiare le cose. Spesso chi solleva il proble-ma diventa il problema. La soluzione? Date fondo a tutta la vostra dolcezza, vi tornerà molto utile.

CANCRO SCORPIONE PESCI

Fate attenzione ai mali di stagione, vi aspetta un periodo particolarmente intenso ed è necessario che voi siate nel pieno della forma fisica e mentale. Non dimenticate una importante sca-denza perché la vostra superficialità potrebbe ferire qualcuno.

Pensate ad ogni vostra azione prima di lanciarvi in avventure tutte nuove. Usate sempre tatto per non urtare la sensibilità di chi vi è accanto. Dedicate un po’ più di tempo ai vostri affetti. Il lavoro e gli impegni esterni sono importanti ma non è il caso di trascurare tutto il resto.

Avete solo bisogno di concentrazione per superare gli ostacoli. Tenete duro e lanciatevi in pista. Per troppo tempo avete sottovalutato il vostro intuito. Ora è arrivato il momento di cambiare atteggiamento. Vi tornerà utile.

I CONSIGLI DELLO ZODIACO

Rubrichegiovedì 13 novembre 2008 27

IL FATTOQuindicinale gratuito di informazione

EDITOREActiva Srlcon unico socio

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Crema di gamberi

200 gr. di salsa di pomodoro200 gr. di gamberi tritati100 gr. di panna

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