Il Fatto n. 011

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Meglio la morte che il tormento Una strana e triste storia quella di Francesco Porcelli, settantasettenne molfettese morto suicida in una triste mattinata di febbraio. Un suicidio “pensato e ragionato”, tragica fine di anni tormentati da vicende giudiziarie che avevano reso impossibile la vita dellʼanziano pensionato. Molfetta mercoledì 14 maggio 2008 Quindicinale gratuito di informazione, Tiratura copie 20.000. n° 11 Insieme per regalare un sorriso Un orfanotrofio in Polonia. Un gruppo di volontari del servizio civile internazionale. E poi la Croce Rossa Italiana di Molfetta, lʼARCI, la Casa dei Popoli ed “Il Fatto”, insieme per raccogliere fondi e materiale da destinare a bambini soli e sfortunati. Il 18 maggio una manifestazione. Politica Attualità Cultura Sport Inchiesta pagina 3 pagina 9 pagina 15 pagina 19 pagina 8 pagina 17 Il futuro che avanza?

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Meglio la morte che il tormentoUna strana e triste storia quella di Francesco Porcelli, settantasettenne molfettese morto suicida in una triste mattinata di febbraio. Un suicidio “pensato e ragionato”, tragica fine di anni tormentati da vicende giudiziarie che avevano reso impossibile la vita dellʼanziano pensionato.

Molfetta mercoledì 14 maggio 2008Quindicinale gratuito di informazione, Tiratura copie 20.000. n° 11

Insieme per regalare un sorrisoUn orfanotrofio in Polonia. Un gruppo di volontari del servizio civile internazionale. E poi la Croce Rossa Italiana di Molfetta, lʼARCI, la Casa dei Popoli ed “Il Fatto”, insieme per raccogliere fondi e materiale da destinare a bambini soli e sfortunati. Il 18 maggio una manifestazione.

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Inchiestapagina 3 pagina 9 pagina 15 pagina 19

pagina 8 pagina 17

Il futuro che avanza?

Concluso il compito del Commissario

Sedie vuote?

Nel momento in cui andiamo in stampa, non si conosco-no ancora i nomi degli uomini che formeranno la squa-

dra di governo del senatore Azzollini.

La dottoressa Antonella Bellomo ha consegnato la

città nelle mani del sindaco.

È difficile fare il mestiere del giornalista quando si è costretti a correre dietro alle “tartarughe” della politica. Coloro che con calma ed anche con un po’ di ironia sono pronti a dirti “tutto va bene, tutto prosegue”. E così a poco più di un mese dalla tornata elettorale di aprile che aveva mandato al ballottaggio Antonio Azzollini e Mino Salvemini ed a metà del tempo dal ballottaggio che ha incoro-nato “re” Tonino, non siamo ancora in grado di dirvi, con certezza ed ufficialità chi saranno gli uomini che comporranno la squadra di governo del neo sindaco. Né possiamo ancora dirvi ufficialmente chi siederà in consiglio comunale. Né tantomeno possiamo raccontarvi cosa è stato fatto “amministrativamente” parlando in questi dieci giorni o poco più trascorsi dall’insediamento ufficiale di Azzollini a Palazzo di Città. Tutto tace. Almeno per noi comuni mortali, ché a dir la verità, evidentemente, di parole se ne stanno dicendo sin troppe. Così tante che tra nomi, richieste, legittime aspira-zioni politiche e personali, ancora le carte non si scoprono. Il primo dei nodi venuti al pettine sareb-be stato quello legato alle “pretese” dei partiti alleati del PdL: Molfetta in Azione e Movimento per l’Autonomia. Il primo avrebbe messo da parte la tregua tra le varie correnti che lo compongono e dato il via ad una discus-sione interna per l’assegnazione degli incarichi; il secondo, più semplicemente,

avrebbe chiesto due comode sedie in sala giunta. E facendosi qualche conto a rimetterci, se le cose dovessero andare come sembra (scriviamo lunedì 12 maggio), sarebbe proprio il PdL che, pur avendo eletto ben 12 consiglieri comu-nali, dovrebbe subire un ridimensiona-mento in giunta.

Con la cerimonia del passaggio delle consegne, ha terminato il suo lavoro a Molfetta la dottoressa Antonella Bello-mo, commissario prefettizio che assieme al suo staff ha guidato la città dal giorno delle dimissioni di Antonio Azzollini a quello della sua rielezione. La dottoressa Bellomo, che a Molfetta aveva già ricoperto la carica di commis-sario dopo la caduta della seconda sindacatura di Guglielmo Minervini, ha gestito non solo l’ordinaria amministra-zione ma, ha anche dovuto fare i conti

con la grande tragedia della Truck Center. Il suo lavoro, improntato alla massima discrezione e professionalità, ha ricevuto il plauso di forze politiche e comuni cittadini.

Le ultime voci dicono, infatti, che al partito nato dalla fusione di Forza Italia ed Alleanza Nazionale, dovrebbero andare cinque assessorati, tre quelli per Molfetta in Azione e due al Movimento per l’Autonomia. E se le logiche di assegnazione dovessero rimanere quelle dei numeri elettorali, allora di scontenti

nella lista del PdL se ne potrebbe registrare più di qualcuno. Altamente probabile è poi che tra i dieci assessori della futura giunta ve ne sia qualcuno che la campagna elettorale l’ha fatta non per sé ma per qualcun altro. Il nome più che certo è quello dell’avvocato Pietro Uva, già assessore comunale all’urbanistica uscente e pronto a ritornare negli uffici di via Carnicella questa volta ricevendo in dote anche la carica di vice sindaco. Una carica che secondo quanto trapelato da fonti molto vicine alla coalizione vincen-te, sarà ancora una volta quasi “onora-ria”: cioè appare sempre più improbabile che Antonio Azzollini possa concedere al suo vice carta bianca o quasi. Ma non sono solo le nomine in giunta a creare difficoltà: nessuno dimentica i numerosi posti di sottogoverno. Munici-palizzate, consigli di amministrazione e qualche altra poltrona e poltroncina sono pur sempre appetibili. E, senza infingi-menti di sorta o inutili ipocrisie, all’indomani del voto i candidati vincen-ti si aspettano visibilità e riconoscenza per quanto fatto. E così in attesa della annunciata, e sinora non ancora fissata, conferenza di presentazione, i molfettesi possono solo sfogliarsi l’elenco dei ministri (varato in pochissimi giorni) del neonato governo Berlusconi. Per la giunta (augurandoci per una volta di essere in errore) dovranno ancora attendere. Non si sa quanto.

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La promessa del primo provvedimento

"La prima delibera della mia Ammini-strazione sarà per le famiglie dei cinque operai della Truck Center morti sul lavoro qualche mese fa. A loro dedico questo momento". È stata questa la prima promessa pubblica del neo sinda-co di Molfetta, Antonio Azzollini, al termine della cerimonia di insediamen-to. Il sindaco-senatore, lo scorso 3 marzo, fu uno dei primi uomini politici ad accorrere sul luogo dove trovarono la morte Vincenzo Altomare, Luigi Farinola, Guglielmo Mangano, Michele

Tasca e Biagio Sciancalepore. Una promessa che l’intera città si augura possa essere mantenuta anche alla luce delle dichiarazioni rese qualche giorno fa, nel corso della trasmissione televisi-va di Canale 5, “Buona Domenica”, da uno dei familiari delle vittime. “Ci avevano promesso vicinanza ed anche un posto di lavoro” ha detto, “ma sino ad oggi nessuno ha mantenuto quanto detto”. Promesse di posti di lavoro erano state fatte dall’allora premier Romano Prodi in vista a Molfetta.

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Il sindaco, nella cerimonia di insediamento ha dichiarato che comincerà il suo lavoro pensando ai

familiari delle vittime della Truck Center.

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Dai sogni alla realtà.È quello che si augurano i cittadini

Sono tante le promesse e le sfide che Antonio Azzollini ha annunciato nel corso della campagna elettorale. Una serie di provvedimenti, progetti ed attività amministrative da concludere,

avviare o riprogrammare.Il programma della coalizione guidata dal sindaco-senatore è in tal senso ricco e dettagliato. Guardiamo quindi con ordine quali saranno i settori interessati

dallʼintervento della nuova amministra-zione.Si comincia dalla “sicurezza sociale” per rendere più sicura la città attraverso una costante attività di monitoraggio e prevenzione. Dovrà quindi essere attivato il sistema di videosorveglianza per parchi e monumenti, riorganizzato il Corpo di Polizia Municipale, completa-to il nuovo Piano di Protezione Civile. Attenzione anche alla presenza di gruppi di nomadi sul nostro territorio.Per quanto riguarda il commercio è necessaria la razionalizzazione del mercato settimanale e degli ambulanti, dare il via alle opere per lʼipermercato all'aperto dopo averlo progettato sinora solo sulla carta, intervenire in maniera evidente e coordinata sullʼarredo urbano, realizzare i parcheggi e i nuovi percorsi commerciali. Secondo quanto dichiarato, obiettivo dellʼAmministrazione sarà anche quello di incrementare la presenza di esercizi commerciali nel Centro Antico con particolare attenzione alle categorie merceologiche alimentari.Uno dei temi caldi della campagna elettorale è poi stato quello della pulizia della città. Innegabile che negli ultimi mesi il livello di sporcizia è aumentato in maniera proporzionale allʼaumento dei veicoli (non necessari ai servizi di pulizia) di proprietà dellʼente. È anche vero che lo sviluppo della città ha proposto nuove difficoltà nelle quoti-diane operazioni di igiene urbana, è quindi importante, secondo quanto annunciato da Azzollini, intervenire per riorganizzare il servizio di spazzamento stradale e raccolta rifiuti, razionalizzan-do i servizi nelle aree di espansione urbana e produttiva e ottimizzando

lʼoperatività del centro di selezione e stoccaggio. Per quanto riguarda il risanamento del bilancio “cccorre mantenere il ciclo virtuoso avviato in questi mesi di ammi-nistrazione” ha detto Azzollini. “È quindi necessario continuare a finanzia-re il parco progetti, garantire un conti-nuo monitoraggio dei centri di spesa e migliorare lʼefficienza della macchina amministrativa comunale”. Nel campo dellʼarte e della cultura si affiancano nuove promesse a quelle già fatte e non ancora concretizzate come la ristrutturazione dellʼantica muraglia che doveva essere una dei primi provvedi-menti della passata amministrazione ma che invece non ha mai avuto avvio. Tra i nuovi progetti lʼattivazione del percor-so museale e archeologico Casina Capelluti e Fondo Azzollini e gli spazi museali previsti presso la ex Cemente-ria de Gennaro. E poi la riapertura dellʼantico Palazzo Dogana e la realiz-zazione del Museo Civico.Secondo il programma del senatore aprirà i battenti uno “sportello energia” per privati e imprese, prevedere incenti-vi per insediamenti di impianti fotovol-taici nella Zona PIP, e attivare il Centro Educazione Ambientale.Anche i bisogni delle famiglie, dei disagiati e della terza età avranno spazio nella futura azione di governo con progetti rivolti alle fasce di popolazione individuate dagli uffici comunali.Non mancheranno poi interventi di riqualificazione urbanistica, nel campo dello sport locale ed attività di ausilio e supporto al mondo giovanile. Insomma, il libro dei sogni è stato scritto. Ora bisognerà lavorare per far si che quegli sessi sogni divengano realtà.

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Politica 5mercoledì 14 maggio 2008

Mentre Azzollini è chiamato a ripartire con nuovo entusiasmo e nuovi obietti-vi, i suoi avversari dovranno studiare strategie giuste per non essere relegati al semplice ruolo di comparse a Palaz-zo di Città.Certamente sia Mino Salvemini che Antonello Zaza con i rispettivi gruppi non sono partiti con il piede giusto. Dopo le comparsate televisive, i poster elettora-li, i comizi e le conferenze stampa organizzate in ogni luogo ed in ogni momento, è calato il silenzio sugli altri due candidati sindaco. E se un momento di riflessione, anche interna alle coalizio-ni e non solo personale, appariva comprensibile nei giorni immediatamen-te successivi la tornata elettorale, la perdurante eclissi che interessa i due è oggi preoccupante. I cittadini, i loro elettori soprattutto, hanno diritto a conoscere strategie e programmi per il futuro oltre che ad analizzare lʼesito del voto. Certo, la Sinistra lʼArcobaleno ha tenuto due assemblee pubbliche proprio

su questi argomenti ma, almeno per il risalto mediatico ottenuto o meglio, per la voglia che esse fossero effettivamente per tutti ed aperte a tutti, non ci sembra che si siano raggiunte larghe fasce dellʼelettorato.

La situazione che più lascia perplessi è invece quella che si vive nello schiera-mento che aveva sostenuto Mino Salve-mini: chiusi i comitati elettorali e celebrati solo i successi personali di qualche candidato al consiglio comunale,

della coalizione di “emergenza democra-tica” sembra essere rimasto ben poco. E, specie allʼinterno del Partito Democrati-co, sembrerebbe si stiano aprendo nuovi fronti di discussione tra le varie anime del partito. Non sono quindi esclusi clamorosi colpi di scena capaci di rende-re frizzante lʼaria allʼinterno della sede di corso Margherita di Savoia. Sarà a questo punto importante, per analizzare lo stato di salute della opposizione molfettese, vedere chi verrà indicato come capo morale, e non solo, degli anti Azzollini. Nellʼultima legislatura il ruolo che sulla carta spettava al candidato sindaco, nei fatti non fu mai di Lillino di Gioia. Mino Salvemini riuscirà nellʼimpresa di tenere compatti i suoi alleati magari con la speranza di rinnovare, questa volta veramente, il centrosinistra molfettese? Per prepararsi a nuove sfide sarà indub-biamente necessario ricominciare da zero. Magari contando di più sulle proprie forze e sulla forza delle idee. E non su quella precaria dei numeri.

Il silenzio degli innocenti372

Tutti a scuola in riva al mare per imparare la natura

In mille tutti con il naso allʼinsù prima per seguire gli aquiloni in volo. Poi per seguire il volo del falco e degli altri uccelli selvatici liberati dagli specialisti dellʼOsservatorio faunisti-co regionale di Bitetto. Sabato 10 maggio scorso la prima cala è tornata ad animarsi con le voci e lʼentusiasmo dei bambini delle scuole Piccinni di Bari, Petrone di Cassano, Cozzoli, Manzoni, Cesare Battisti e Rosaria Scardigno di Molfetta, tutti in prima fila per assistere alla liberazione dei rapaci e delle tartarughe marine, tre splendidi esemplari della specie Caretta Caretta che, dopo le cure dei medici della Facoltà di Veterinaria

Edilizia scolastica e finanziamenti pubblici

Il primo degli interventi riguarderà, con ogni probabilità, lʼistituto tecnico commerciale. Poi, a seguire, si passerà ai lavori ampliamento dellʼistituto professionale per il commercio. Il ritardo, se così si può definire, è dovuto al fatto che, prima della esecuzione dei lavori, bisognerà individuare progetti-sti, effettuare rilievi geologici, poi aprire i cantieri. La Provincia di Bari ha previsto per Molfetta interventi per oltre un milione e mezzo di euro. Lo ha ufficializzato lʼassessore provinciale alla solidarietà sociale, Antonello Zaza.Cinquecentomila euro sono stati stanziati per lʼistituto tecnico commer-ciale e per geometri, duecentoquaranta-mila per mettere a norma la succursale di Via Giovinazzo dellʼistituto alber-ghiero, settecentomila euro per lʼistituto professionale per il commer-cio.Gli interventi previsti per il tecnico commerciale e per il professionale per il commercio andranno a risolvere

lʼemergenza aule che da qualche anno sta interessando i due istituti.Il finanziamento di cinquecentomila euro per lʼistituto tecnico commerciale e per geometri sarà impiegato per la realizzazione di cinque laboratori e consentirà di recuperare cinque aule. I settecentomila euro per il professio-nale serviranno per costruire una nuova ala in grado di ospitare nove aule. Da anni alcune classi del professionale per il commercio sono ospitate nei locali dellʼex scuola media “Kolbe”, cinque classi “del tecnico commerciale sono ospitate allʼinterno della scuola elementare di via Berlinguer.La Provincia ha anche previsto una spesa di circa duecentomila euro per ristrutturare lʼauditorium dellʼistituto professionale che, essendo dotato di ingresso indipendente dalla scuola e sala di proiezione, potrebbe, a lavori ultimati e previo protocollo dʻintesa, anche essere impiegato per ospitare eventi e manifestazioni patrocinati dallʼente.

dellʼuniversità di Bari e dei volontari del Cras Wwf di Molfetta, erano ormai pronte per tornare in mare. Ed è stata una grande festa.La manifestazione, ormai un appunta-mento annuale a Molfetta, è stata organizzata dal Wwf con la collabora-zione dellʼOsservatorio Faunistico regionale di Bitetto, della Guardia costiera di Molfetta, dellʼAeroclub di Bari e la partecipazione del Kitelive e dei loro coloratissimi aquiloni. Alla manifestazione hanno preso parte lʼassessore regionale al demanio, Guglielmo Minervini, il sindaco di Molfetta, Antonio Azzollini, il comandante del compartimento marit-

timo di Molfetta, capitano di fregata Antonio Cuocci, il coordinatore regio-nale Wwf Pasquale Salvemini. “La presenza dei bambini a questo tipo di iniziative è molto importante – ha detto Salvemini – perché senza ricor-rere alla retorica e a giri di parole gli adulti riescono ad insegnare loro il rispetto della natura e degli animali in genere”.Lʼintera area interessata dalla manife-stazione, che ha tenuto banco per lʼintero arco della mattinata, è stata presidiata dai volontari del Sermolfet-ta il cui contributo si è rivelato prezio-sissimo anche per contenere lʼentusiasmo dei bambini.

Da dicembre scorso, grazie ad un progetto di Italia Lavoro, per quattro mesi, hanno lavorato allʼAsm. Cesare, Domenico, Michele e Ignazio, quattro dei nove ex detenuti, tornati in libertà con i benefici dellʼindulto, lunedì 5 maggio scorso, alle 10.30, hanno incontrato il sindaco Antonio Azzolli-ni per capire cosa ne sarà di loro. Tra una settimana, giorno più giorno meno, torneranno ad incontrarlo nella

speranza di ottenere da lui risposte rassicuranti. Azzollini, per il momen-to, ha assicurato il suo interessamento. E ̓alla ricerca di fondi.Il venerdì precedente proprio Cesare, Domenico, Michele e Ignazio avevano inscenato una protesta davanti al Comune, chiedendo che fossero mantenuti gli impegni che lʼazienda nei mesi precedenti aveva assunto con loro. Il consiglio di amministrazione dellʼAsm, a febbraio scorso, allʼunanimità, aveva assegnato a sette indultati il servizio di pulizia delle spiagge. In pratica per tre mesi conse-cutivi avrebbero potuto lavorare matu-rando una continuità lavorativa al termine della quale avrebbero potuto beneficiare dei benefici della “disoc-cupazione”. Quel provvedimento è stato congelato, ma solo per cinque dei sette destinatari. Non ci sarebbe la copertura finanziaria. La burocrazia sta giocando sulla pelle di un gruppet-to di uomini

In sette assunti, sulla carta,per la pulizia spiagge

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Un pestaggio in piena regola per saldare la fattura 376

A gennaio di questʼanno il pestaggio. Tra qualche giorno il primo “appuntamento” in Tribunale. L̓ accusa: estorsione aggra-vata e lesioni. L̓ udienza in Camera di Consiglio a carico di Donato Piazzolla, il quarantatreenne di Canosa, direttore di banca che a gennaio scorso, fu arrestato dai carabinieri di Molfetta perché accusa-to, a vario titolo, di estorsione aggravata e lesioni ai danni di un giovane imprendito-re edile di Molfetta, si terrà, in tribunale a Trani, lunedì 19 maggio prossimo. La fissazione dellʼudienza è stata disposta dal giudice per le indagini preliminari, Grazia Miccoli, che ha accolto lʼistanza presentata dal sostituto procuratore della repubblica, Ettore Cardinali sulla base della richiesta di patteggiamento avanzata dallo stesso Piazzolla per tramite del suo collegio difensivo.Se il patteggiamento dovesse essere accordato Piazzolla verrebbe condannato a due anni e sei mesi e al pagamento delle spese processuali. In caso contrario, se cioè per motivi al momento ignoti, il patteggiamento non dovesse essere accor-dato, si passerebbe al giudizio ordinario. In pratica si ricomincerebbe da zero. A conti fatti tra qualche mese il giovane imprenditore edile di Molfetta, (pestato e accoltellato perché colpevole di aver preteso il pagamento di lavori di ristruttu-razione da lui portati a termine), si ritrove-rà faccia a faccia con i suoi “aguzzini”. Nellʼaula del tribunale da una parte lui dallʼaltra, il direttore di banca che lo ha trascinato in questo incubo.In Camera di Consiglio, il 19 maggio prossimo, Piazzolla sarà rappresentato dagli avvocati Leonardo De Cesare e Sabino di Sibio. L̓ imprenditore, vittima del pestaggio e dellʼestorsione, sarà rappresentato dallʼavvocato Andrea Calò. Come preannunciato nelle ore immediatamente successivo allʼarresto di Piazzolla e delle altre quattro persone protagoniste della vicenda, lʼassociazione provinciale antiracket e

la federazione italiana antiracket si costituiranno parte civile con lʼavvocato Maurizio Altomare.Donato Piazzolla e altre quattro persone (Giuseppe Caputo, cinquantacinque anni, di Cerignola, Sabino Sangermano, trentacinque anni, anche lui di Canosa, cognato del direttore, Michele Migliac-cio, trentuno anni, e Giuseppe Balducci, cinquantasette, di Corato), erano stati arrestati tra il 7 e il 12 gennaio scorso dai carabinieri della compagnia di Molfetta. Tutti erano accusati, a vario titolo, di estorsione aggravata in concorso e lesioni.I fatti accertati dai carabinieri. Donato Piazzolla, direttore dello sportello della banca popolare di Bari a Molfetta, per tramite di suo cognato, Sabino Sanger-mano, commerciante di auto, assolda un capo clan, Giuseppe Caputo per convin-cere lʼimprenditore edile ventisettenne di Molfetta, che, da ottobre del 2006 a maggio del 2007, gli aveva ristrutturato la villa di campagna ad accettare quindi-cimila euro a fronte di lavori per ottantot-tomila euro. Giuseppe Caputo si rivolge a due sgherri di Corato, Michele Migliac-cio e Giuseppe Balducci, rispettivamente di 31 e 57 anni, per indurre il ventisetten-ne a firmare un atto transattivo con il quale dichiarava, senza che questo fosse mai avvenuto, di aver ricevuto da Piazzolla 25mila euro come pagamento per i lavori effettuati. Il primo contatto tra gli sgherri e lʼimprenditore avviene in una stazione di servizio. In quella circostanza lʼimprenditore viene accol-tellato. I Carabinieri avviano le indagini parten-do proprio dal referto dellʼospedale dove lʼimprenditore viene accompagnato per farsi curare le ferite subite. Una volta vinta la ritrosia della vittima, riconosciuta nel filmato del pestaggio, recuperato dal circuito di video sorveglianza istallato presso il distributore di carburanti, gli investigatori espletano una serie di

attività tecniche che dopo aver chiarito i rapporti tra tutti i personaggi della vicen-da, consentono di dare esecuzione alle ordinanze di custodia cautelare emesse, sulla scorta delle prove raccolte, dal Gip presso il Tribunale di Trani, dottor Rober-to Oliveri del Castillo, su richiesta del pubblico ministero, Ettore Cardinali.Gli arresti. I primi a finire in manette sono Michele Migliaccio e Giuseppe Balducci. L̓ arresto avviene per strada, su via Dante, poco prima delle 16.30, a pochi metri di distanza dalla Cattedrale. I carabinieri, a bordo di unʼauto civetta e in abiti civili, arrivano vicino al bar, che si trova quasi di fronte alla Cattedrale. Si fermano accanto ad una delle auto in sosta allʼinterno della quale si trova un uomo. Un altro uomo è

allʼesterno dellʼauto, a qualche metro di distanza. I militari escono dallʼauto, estraggono le pistole, bloccano i due uomini, li spingono a terra, li ammanetta-no e li portano via mentre i passanti, gli automobilisti, tutti i presenti si interroga-no increduli. Poi tocca agli altri. Solo qualche giorno dopo i contorni della vicenda saranno più chiari. Tutti finisco-no in manette. Per lʼimprenditore rimasto vittima di una storia che è davvero più grande di lui comincia la discesa verso gli inferi. Nessuno vuole più avere rapporti di lavoro di lavoro con lui. Temono eventuali ritorsioni. La risalita per lui, che nel frattempo si è indebitato facendo affidamento su un compenso che non è mai arrivato, sarà difficile.

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Ha urlato la sua innocenza in punto di morteIl signor Francesco, 77 anni, il 13 febbraio scorso è uscito di casa. ha camminato per quasi dieci chilometri. Si è fermato in un campo in Contrada Monte del Votano. Si è ucciso. Ha scelto lʼalbero più robusto. Si è sistemato una corda introno al collo. Si è tolto la vita. In tasca aveva una lettera. Quattro pagine scritte a penna da lui e indirizzate ai suoi cari. Quattro pagine per spiegare le ragioni del suo gesto. Il signor Francesco che, lo dice lui stesso nella lettera, nel corso della sua vita non aveva mai avuto neppure una multa, riteneva di essere stato condannato ingiustamente, in primo e secondo grado di giustizia, per fatti che non aveva mai commesso legati a questioni condominiali. Il signor Francesco Porcelli, questo il nome dellʼuomo, secondo quanto scrive nel suo racconto, aveva avuto screzi con alcuni vicini di casa, ma non li aveva scatenati lui, non li aveva cercati lui, non li aveva esasperati lui. Eppure la giustizia ordinaria lo aveva condanna-to. Una infamia troppo grande. Una vergogna tale, per un uomo dʼaltri tempi, a cui si poteva porre rimedio solo con la morte.

Francesco era stato condannato in primo grado nel 2005, in secondo grado a gennaio di questʼanno. A modo suo, anche di questo tentativo cʼè traccia scritta in unʼaltra lettera di cui si fa riferimento nelle sue ultime volontà e trovata in un cassetto di casa, aveva anche cercato una conciliazione con i vicini perché tutto si appianasse senza avvocati, senza ulteriore danno anche economico. La sua richiesta non aveva avuto alcun esito. Forse nessuno aveva compreso fino in fondo quanto fosse difficile sopportare una simile onta per un uomo vicino agli ottantʼanni, un uomo fragile proprio per lʼetà avanza-ta, a dispetto delle apparenze. Ora Francesco non cʼè più. Ma i suoi familiari vogliono giustizia. Vogliono comprendere se questa tragedia si sarebbe potuta evitare. Vogliono soprattutto riabilitare la memoria di un uomo che, pur di dimostrare la sua innocenza, è arrivato fino alle estreme conseguenze. Si è tolto la vita ed ha lasciato una lettera confessione. Se non si vuole credere ad un vivo, avrà pensa-to, non si potrà non credere ad un uomo che scrive in punto di morte la sua verità.

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Bere con consapevolezza: ci si diverte e non fa male

“Noi non siamo venditori di morte” a parlare è Pino Lasorsa, proprietario dello Swing Pub, uno degli storici ritrovi della povera movida molfettese e presidente dell̓ associazione “Night & Day” che riunisce circa cinquanta pubblici esercizi (bar, caffetterie e pub per intenderci) della nostra città.Lasorsa parla con il cronista stringendo tra le mani una copia de “Il Fatto” dello scorso 2 aprile, quella in cui l̓ inchiesta del nostro free press si occupava di alcolismo e tossicodipen-denze: dati alla mano e parola di esperto, l̓ alcool fa male. Esattamente come una droga. Certo è che un consumo moderato e controllato problemi di solito non ne provoca affatto.“È indiscutibile che fare di tutta unʼerba un fascio può risultare pericoloso e creare allarmi-smo –ci ha detto Lasorsa- e vi posso assicurare che in oltre venti anni di attività nel settore di persone che sono diventate dipendenti da alcool non ne ho proprio viste. Certamente il consumo non consapevole e non controllato di bevande alcooliche fa male: ma anche i dolci consumati in quantità eccessiva fanno male”.Il problema secondo Lasorsa, che parla a nome dei numerosi associati della “Night & Day” sta essenzialmente nella educazione dei consumatori e nella professionalità ed attenzione di chi venda.“Da parte nostra –ha proseguito il titolare dello Swing Pub- cʼè particolare attenzione verso il nostro pubblico: i minori non ricevono bevande alcooliche e in più di una occasione mi è capitato di chiedere i documenti al ragazzo che avevo di fronte per accertarmi della sua età e poi noi per primi controlliamo a vista coloro che vorrebbero alzare il gomito. Lo facciamo per il loro bene ma anche per la nostra sicurezza: una persona alticcia può creare disagio e qualche problema e noi vogliamo lavorare con tranquillità ed offrire ai nostri clienti un momento di relax in un posto accogliente”.Certo è che, anche in alcuni locali della città le premure evidenziate e messe in atto da Lasor-sa non vengono osservate: “Se questo capita –ha ribadito il nostro interlocutore- è certamente in locali che non fanno parte della nostra associazione: noi riuniamo professionisti del settore che conoscono bene le leggi, fanno corsi e puntano sulla qualità prima che sulla quantità. Ed un locale di qualità si riconosce dalle frequentazioni e dai comportamenti di gestori, persona-le e clienti”.Questo significa che può capitare di dover dire “basta” ad un cliente? “Certamente si. Può

capitare di trovarsi davanti qualcuno che vorrebbe esagerare: siamo i primi a dire no. A spiegare che cʼè un limite nel bere. Come in tutte le altre cose del resto”.Lasorsa gestisce l̓ attività assieme a sua moglie ed è un padre di famiglia: “So che significa stare in pensiero per i propri figli e quando nel mio locale ci sono dei ragazzi li tratto come persone di famiglia, preoccupandomi per loro e tenendoli sotto controllo. Oltretutto da genitore preferirei sapere che i miei figli quando escono la sera con gli amici si riuniscono in un locale della città, evitando di viaggiare con tutti i rischi connessi. Una birra in compagnia è un modo per vivere la comunità, per socializzare, per divertirsi. Non bisogna certamente pensare che chiunque frequenti i nostri locali, prima o poi diventi un alcolizzato. Noi abbiamo sempre massima attenzione: la salute dei nostri clienti ci sta a cuore ma non ci sembra corretto lanciare allarmismi diffusi. Certo, sparando nel mucchio si può colpire il bersaglio giusto ma, più di frequente si commette un errore”.Morale della favola: bevete ma fatelo con moderazione. Del resto è quello che si legge tra le righe si ascoltando le parole di chi come il dottor Taranto ha parlato dal punto di vista medico sia di chi, come Pino Lasorsa, con l̓ aclool “ci campa”!

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Ecco cosa “racconta” lʼISTATSecondo indagini dell'ISTAT, nel 2007, in Italia il 68,2% delle persone di 11 anni e più, quasi 36 milioni, ha dichiarato di aver consumato almeno una volta negli ultimi 12 mesi una o più bevande alcoliche. Molto elevate sono le differenze di genere considerando che consuma alcool lʼ81% degli uomini di 11 anni e più, contro il 56,3% delle donne.Il consumo di alcol riguarda soprattutto gli adulti: in particolare nella popolazione tra i 25 e 64 anni circa 3 persone su 4 dichiarano di aver consumato alcol. Tra i maschi delle stesse fasce di età, le quote sono tutte oltre lʼ85%, mentre per le donne i livelli sono molto inferiori (al massimo del 64,7%). Quasi un quinto (19,9%) dei ragazzi di 11-15 anni ha assunto alcolici negli ultimi 12 mesi.Già a partire dai 18-19 anni (69,6%) i valori di consumo sono, anche se di poco, superiori alla mediae solo a partire dai 65 anni (67%) si colloca-no su valori inferiori.

Allʼaumentare del titolo di studio aumenta la tendenza a consumare alcol. Ciò avviene soprattutto per le donne: tra le meno istruite (con al massimo la licenza elementare) il 43% consuma alcol, mentre per le laureate la quota raggiunge il 73,7%. Tali differenze emergono anche a parità di età, ma sono più evidenti tra le donne di 25-44 anni (dal 47,1% al 72,7%). Inoltre, le distanze nel consumo di alcol tra uomini e donne diminuiscono allʼaumentare del titolo di studio.Il consumo di alcol è più diffuso nelle regioni del Nord-est (73%) e in particolare in Veneto (74,9%) e Trentino-Alto Adige (72,2%).Per gli uomini, oltre al Veneto (84,8%), ai primi posti troviamo le regioni del Nord-ovest (82,4%), mentre per le donne ai primi posti troviamo tutte regioni del Nord-est

(63,7%).Va comunque segnalato che questo indica-tore rispetto al 2006 sta mostrando un decremento significativo proprio nel Nord-est (dal 75% al 73%), ed in particola-re in Trentino Alto Adige (era il 75,1% nel 2006) ed Emilia Romagna (dal 76,1% al 71,5%).Passando ad analizzare i diversi tipi di bevande alcoliche consumate, emerge come nel 2007 oltre lametà delle persone di 11 anni e più consu-mano vino (54,4%), il 44,9% consuma birra. Più contenuta la quota di coloro che consumano altri tipi di alcolici (39,3%). Tra i ragazzi di 11-17 anni la bevanda più diffusa è la birra (18,6%), seguita dagli aperitivi alcolici (15,2%) e dal vino (11,7%), mentre il consumo di amari e superalcolici riguarda quote minori

(rispettivamente 6,2% e 7,7%). Tra i giova-ni di 18-24 anni il consumo di altri tipi di alcolici, considerati complessivamente, diventa prevalente (54,6%) e supera quello di birra (53,4%). In particolare, il 48,4% dei giovani di 18-24 anni consuma aperitivi alcolici, il 34,4% superalcolici e il30,5% amari, mentre il consumo di vino riguarda il 40,1%. Nel periodo 1998-2007, il trend temporale del consumo dei diversi tipi di bevande alcoliche mostracome la percentuale di persone di 14 anni e più che bevono vino, dopo alcune oscilla-zioni, si sia stabilizzata intorno al 56%. I bevitori di birra sono stabili (circa il 46%) in tutto il periodo considerato.Un segnale positivo si ha per il consumo di altri tipi di alcolici: rispetto al 2006 si registra un calo dei consumatori dal 42,5% al 40,5%, soprattutto uomini.In particolare, a livello territoriale, la riduzione si verifica su tutto il territorio nazionale, ed è statisticamente significativa nel Nord-Ovest e in Trentino Alto Adige.

mercoledì 14 maggio 2008

Inchiesta 11mercoledì 14 maggio 2008

Si riaccende il confronto sulla centrale elettrica

Sarà il nuovo che avanza, sarà il futuro che incombe o sarà solo un danno per lʼintera comunità? Rispon-dere con certezza alla domanda appare difficile: si corre il rischio di sbagliare o, nel migliore dei casi, di apparire banali. Per capire cosa sarà la Powerflor, la grande centrale termoelettrica che sta sorgendo sulla via di Bitonto alle porte di Molfetta forse lʼunico modo è quello di informarsi, cercare notizie, ascoltare i protagonisti della vicenda e non lasciarsi sfuggire nemmeno uno dei tanti incontri che da mesi si susseguono in città per aggiungere particolari ad una storia che, almeno per il momento, sembra destinata ad essere infinita.Chi, tra coloro che si oppongono al funzionamento della centrale e lʼazienda che lʼha realizzata avrà ragione è ben presto per dirlo. Certo è che se da una parte i quesiti e le

proteste sollevate dal Comitato No Centrale qualche dubbio lo fanno anche sorgere, dallʼaltra lʼazienda è pronta a rispondere, ribattendo colpo su colpo e carte alla mano alle perplessità dei suoi detrattori.Anche nel corso della campagna elettorale appena trascorsa dal palco del candidato sindaco della Sinistra lʼArcobaleno, Antonello Zaza, è stato sollevato qualche dubbio sulla nuova attività industriale che si sta insediando nel territorio. Da parte delle altre forze politiche, invece come è sempre stato sinora, nessun riferimento alla vicenda e tantomeno ad eventuali colpe o ragioni dei suoi protagonisti. Del resto anche la richiesta sollevata da più voci di convocare un consiglio comunale straordinario sullʼargomento non ha mai trovato realizzazione e la sensa-zione è quella che la politica cittadi-na voglia evitare di sollevare quelli che potrebbero essere inutili polve-roni.Del resto seppur nel rispetto dellʼambiente e del territorio, non si può certo evitare che le nuove tecno-

logie facciano il loro ingresso sulla scena locale. E la centrale della Powerflor fa parte a buon diritto della categoria delle “nuove tecnolo-gie”. È però necessario che la comu-nità, anche e soprattutto coloro che della vicenda ben poco sanno, venga compiutamente informata sugli effet-ti che lo “scatolone” realizzato nel territorio agricolo molfettese potrà avere sulla comunità.I tecnici, schieratisi sui due fronti, sono pronti a giurare tutto ed il contrario di tutto ed il confronto di dati, progetti ed argomentazioni è sempre aperto, diventando ogni giorno più ricco.Da parte nostra, che della Powerflor ci siamo già interessati, vi proponia-mo ciò che lʼazienda, attraverso il suo ufficio stampa, ed il movimento Liberatorio Politico, hanno dichiara-to negli ultimi giorni sulla vicenda. Siamo convinti così di fornirvi alcuni tasselli di un mosaico che si avvia ad essere sempre più complica-to. Insomma due “documenti” che tra qualche tempo potrebbero tornarvi utili. Buona lettura.

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La Powerflor raccontata dallaPowerflor

Ambiente e salute:le immaginisu ilfatto.net

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mercoledì 14 maggio 2008

Grazie alla collaborazione dellʼUfficio Stampa della Powerflor possiamo pubblicare una interessante intervista allʼingegner Michele Amato, responsabile della centrale in costruzione a Molfetta.

Qual ̓ è la situazione attuale della Power-flor Srl dal punto di vista societario?La Powerflor Srl è una società creata per operare in diversi ambiti non esclusivamente agricoli, dalla produzione di energia alla realizzazione di complementi della produzio-ne floricola. Sorta allʼinterno del Gruppo Ciccolella per diversificare le proprie attività oltre la produzione floricola, da pochi mesi è entrata nellʼorbita del Gruppo Marseglia di Monopoli, primario operatore europeo nella produzione di energia da fonti rinnovabili che ne ha acquisito la quota di maggioranza. Per questo motivo si è dovuto provvedere priorita-riamente alla redistribuzione di autonome e separate funzioni aziendali, dalla progettazio-ne dei siti alla selezione del personale, giungendo solo pochi giorni fa alla creazione dellʼufficio stampa e relazioni esterne. Impor-tante sottolineare, come il trasferimento delle quote di maggioranza a un nuovo soggetto comporti diverse modifiche sia di carattere societario che operativo con tempi di esecu-zione diversi e non sempre immediati.

Vogliamo chiarire meglio questo aspetto?Oggi a seguito di questo riassetto esistono due società che a dispetto del nome e dellʼoggetto sociale simile, “Powerflor Srl” e “Powerflor Distribuzione Energia Srl” hanno ruoli, assetti societari e competenze autonome e differenti.La “Powerflor Srl” opera nella produzione di energia da fonti rinnovabili e fa capo come detto al Gruppo Marseglia. La “Powerflor D.E. Srl” invece opera nel settore dei servizi complementari al settore floricolo e fa capo alla famiglia Ciccolella ma non rientra nella “holding” Ciccolella Spa, società quotata in borsa, attiva nel settore della produzione di fiori in serra e nella commercializzazione di piante, e dalla stampa locale e non solo associata erroneamente alla centrale.Powerflor Srl e Ciccolella Spa sono dunque due realtà nettamente distinte. Presentare i fatti in termini diversi da questi non è dunque corretto e oltre a rappresentare un atto di disinformazione, potrebbe avere negative conseguenze su una società internazionale quotata in borsa del tutto estranea alla questio-ne della centrale a biomasse.In ogni caso come dicevamo, in questi ultimi mesi, i due gruppi, Ciccolella e Marseglia, hanno dovuto riorganizzare parte delle proprie aziende, come naturale evoluzione della nuova situazione, con qualche difficoltà organizzativa sul territorio legata anche alla circolazione di informazioni e ipotesi quasi mai aderenti alla realtà dei fatti rispetto alle prospettive legate alla costruzione della centrale a biomasse della Powerflor Srl e appuntoal suo assetto societario.

Sul sito della Confindustria barese cʼè scritto testualmente che la Powerflor srl si occupa di “produzione, trasferimento, distribuzione di energia elettrica, di vapore mediante impianti alimentati anche da fonti rinnovabili (biomasse). Fabbricazione di articoli vari quali fiori, foglie e frutti artificiali”. Come mai non sono neanche citate le serre il cui riscaldamento, invece, è considerato lʼobiettivo sia del primo che del secondo progetto?Bisogna chiarire che le definizioni di Confin-dustria fanno riferimento alle classificazioni produttive ATECO che ora sono anche utilizzate come standard internazionali. In altri termini vengono “ridotte” in categorie unitarie le più differenti attività produttive. E questo al puro fine statistico, senza alcuna validità legale. L̓ accostamento della produ-zione di energia elettrica a quella floricola richiama inequivocabilmente la cogenerazio-

ne, che è nostro obiettivo. Le serre sono solamente il luogo fisico in cui avviene la coltivazione di cui ci occupiamo. Inoltre, lʼoggetto sociale di una società è una mera descrizione di quello di cui unʼazienda potreb-be occuparsi, ma non indica necessariamente quello di cui si occuperà o ciò che realizzerà, dati i notevoli fattori di esperienza, organizza-zione e specializzazione che richiedono le attività. Per questo posso dire che la società Powerflor e il suo impianto rientra nella categoria generica di produzione, trasforma-zione, gestione e vendita di energia elettrica, vapore, acqua calda e acqua potabile, conse-guite mediante impianti alimentati da fonti rinnovabili.E in questo settore il Gruppo di riferimento è specializzato. Infatti, lʼinvestimento Power-flor per la costruzione di un impianto per la produzione di energia elettrica alimentato a fonti rinnovabili, oli vegetali, si inserisce perfettamente nel quadro energetico normati-vo nazionale per il rispetto degli accordi di Kyoto. Il Protocollo di Kyoto, ricordiamo, è un accordo internazionale che stabilisce precisi obiettivi per la riduzione delle emissio-ni di gas responsabili dell'effetto serra e del riscaldamento del pianeta, da parte dei Paesi industrializzati, tra i quali rientra a pieno titolo lʼItalia.Per i Paesi più industrializzati l'obbligo è ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 5% rispetto ai livelli del 1990, anno di riferimento. Nello stesso protocollo, inoltre, sono individuati obiettivi, tempi e procedure per il raggiungimento degli stessi. La Comu-nità Europea recentemente si è data degli obiettivi più ambiziosi, infatti ha fissato una riduzione del 20% delle emissioni di CO2 entro il 2020 e la produzione di energia da fonti rinnovabili nel 20% della produzione totale. L̓ Italia è in grave ritardo nel rispetto di questo accordo. Il mancato raggiungimento degli obiettivi nel triennio 2005-2008 sarà sanzionato con una multa che per lʼItalia ammonta a circa 3 miliardi di euro, che ovvia-mente graveranno sui cittadini, con le conse-guenze che tutti possono immaginare, soprat-tutto se riferite alla situazione socio-economica nazionale.Per il raggiungimento degli obiettivi imposti dal protocollo bisogna mobilitare tutte le risorse e le fonti che la normativa annovera come rinnovabili, e quindi idroelettrico, solare, eolico, geotermico e biomasse. Tutte queste fonti, solo se utilizzate insieme posso-no permettere la parziale emancipazione dalle fonti energetiche tradizionali fossili quali carbone, petrolio e gas naturale.Su queste basi si può e si deve aprire un confronto con il territorio per capire quale contributo ogni Stato, Regione, Comune e cittadino intende dare al raggiungimento di questi obiettivi, che essendo di carattere ambientale devono essere di tutela per il territorio e per la salute.

Qual è il rapporto con i comitati che si oppongono alla centrale?Il dottor Renna e io abbiamo assistito allʼultimo incontro organizzato da Agenda 21 ma siamo rimasti sinceramente sorpresi dal livore nutrito nei confronti dellʼazienda. Soprattuttoperchè la Powerflor è assolutamente in linea con i più alti standard ambientali, oltre a portare ricchezza e lavoro al territorio molfet-tese. Ci sembra giusto fugare le paure dei cittadini, ma riteniamo che ciò debba avvenire nellʼambito di un confronto civile.Non abbiamo nulla da nascondere, ma siamo diventati il simbolo di qualcosa di diametral-mente opposto al nostro modo di essere e di agire. Infatti, dallo stesso incontro è emerso anche che la Powerflor è in perfetta regola con tutte le autorizzazioni necessarie alla costru-zione e successivo funzionamento dello stesso impianto, come è stato sottolineato dal dirigente del Settore Territorio del Comune di Molfetta, Ing. Rocco Altomare, e

dallʼassessore allʼAmbiente, Mauro Magarel-li. Anche la localizzazione dellʼimpianto è in linea con la normativa vigente.Come capita spesso con i comitati che si oppongono ad investimenti simili, siamo costretti a ricordare che il rispetto del protocollo di Kyoto non può avvenire a parole o con proposte non supportate da investimen-ti.Quando i comitati menzionano il P.E.A.R., Piano Energetico Ambientale Regionale, oltre che pensare alla filiera corta delle biomasse che deve essere attuata dagli stessi produttori agricoli, devono suggerire fattivamente come intendono rispettare il limite del 18% di produzione da fonti rinnovabili richiamato nello stesso Piano esclusivamente con quelle che definiscono le “vere fonti rinnovabili”, eolico, fotovoltaico e biomasse su piccola scala o microcogenerazione, che insieme in Italia sono meno del 5 % della produzione da fonti rinnovabili. Bene, in Puglia siamo appena al 3 %, lontanissimi dal raggiungi-mento degli obiettivi nonostante le biomasse, e qualcuno pensa di poter limitare il ventaglio delle fonti rinnovabili, parlando di profitti e logiche di mercato e disinformando su ambiente e salute, solo per creare ansie e preoccupazioni nella cittadinanza.Quando si parla di numeri poi, bisogna sempre evidenziarli tutti senza tralasciare alcun dato importante per far capire la situazione energetica in cui si trova lʼItalia, ovvero una grande dipendenza da gas e petrolio, questo secondo oramai ai massimi storici come costi e che inciderà notevolmente sulla vita degli italiani.In Italia erano stati preventivati circa 3.000 MWelettrici di produzione di energia da fotovoltaico in conto energia, ad oggi risulta-no essere stati realizzati soltanto impianti per complessivi 20 MWelettrici. Una cifra irrisoria. Precisiamo che Powerflor non è contraria alla produzione di energia da fotovoltaico, che rappresenta una delle attività del Gruppo controllante, infatti da oltre 1 anno è in funzione un impianto fotovoltaico da 1 MWe posizionato sul tetto di un capanno-ne industriale a Monopoli, e ben vengano investimenti in tal senso, ma non possiamo prescindere da produzione di energia come le biomasse, anche se di importazione.L̓ olio di palma che verrà utilizzato nellʼimpianto Powerflor, tra le altre cose, è certificato secondo le prescrizioni della Comunità Europea, ovvero sono oli che provengono da piantagioni che non hanno sostituito le foreste amazzoniche. Questa caratteristica fondamentale nel rapporto di trasparenza con chi ci guarda è un plus che il Gruppo Marseglia può vantare perchè è importatore di oli vegetali da diversi anni e pertanto ha fornitori storici presenti nel settore da parecchio tempo. Inoltre è bene ricordare che ogni nave di oli vegetali utilizzati per la produzione di energia elettrica sostituisce una nave di carbone o di petrolio.

Può assicurare che le colture site nelle vicinan-ze della centrale non avranno danni? Se la sente di affermare che non ci saranno residui chimici emessi con i fumi di scarico?Non posso fare altro che ribadire quanto ho già affermato in precedenza. L̓ insediamento produttivo non crea inquinamento per le coltivazioni agricole, anzi lʼimpianto produrrà acqua calda che, utilizzata dalle vicine serre al posto dei combustibili tradizionali, determi-nerà un risparmio di energia fossile e una mancata emissione di CO2. Inoltre, le tecnologie attuali permetterebbero persino di recuperare parte della CO2 prodotta e una delle possibilità a disposizione dellʼimpianto produttivo, qualora venisse richiesto, è quella di convogliare parte di queste emissioni allʼinterno delle serre limitrofe per effettuare la cosiddetta “concimazione carbonica”, ovvero l'arricchimento artificiale dell'atmo-sfera delle serre con l'anidride carbonica, che come tutti sanno è un fattore primario nel

processo di fotosintesi clorofilliana per piante e vegetali. In particolare questa concimazione è impiegata per migliorare lʼefficienza del processo fotosintetico, ed ottimizzare i livelli produttivi, sia sotto l'aspetto qualitativo che quantitativo. Ripeto è una possibilità a disposizione dellʼazienda per migliorare le proprie prestazioni ambientali sul territorio.Per gli effetti sulla salute pubblica posso affermare che la tipologia di combustibile, oli vegetali, non produce emissioni nocive per la mancanza degli inquinanti zolfo e cloro, inoltre i particolati sono ben sotto i limiti di legge, come sono praticamente nulli i metalli. A sostegno di queste affermazioni non abbiamo solo simulazioni effettuate al computer, ma veri e propri studi fatti con sperimentazioni sul campo valutando le reali emissioni rilasciate dai motori.Rimanendo sempre in tema di emissioni e bilancio possiamo fermamente affermare che 5 autobotti di olio giornaliere non avranno alcuna incidenza sul nostro territorio, sia perchè non passeranno dal centro cittadino, sia perchè si inseriscono in un contesto in cui i trasporti su gomma sono molto presenti, vedasi la presenza della SS 16 bis, dellʼautostrada A14 e dellʼazienda Prysmian (già Pirelli cavi) a pochi chilometri in territo-rio di Giovinazzo, sempre sulla SP 55 Molfetta-Bitonto. E data la vocazione del territorio pugliese a generare energia da fonti fossili, le stesse navi che trasportano olio possiamo considerarle un fattore positivo perchè sicuramente prima o poi sostituiranno quelle di petrolio o carbone. Alla fine Power-flor sta cercando di sviluppare un intervento quanto più possibile pulito, in regola con lʼambiente, cercando di evidenziare la massi-ma trasparenza ottenendo anche certificazioni ambientali come la ISO 14000 e soprattutto la EMAS.

Nella relazione tecnica della Ital Green Engineering si dichiara che obiettivi della centrale sono la “produzione di energia elettrica a ciclo combinato che utilizzerà come combustibile gli oli vegetali, mentre i cascami di calore saranno utilizzati per il riscaldamen-to delle serre”. Da ciò si evince che il riscalda-mento delle serre sarà un ̓attività secondaria delle serre, perchè lei invece sostiene che sia lʼobiettivo prioritario?Per capire quello che affermo bisogna guarda-re alla storia che ci ha condotto fin qui. Le nostre priorità sono tutte legate al rispetto dellʼambiente e sono tutte sullo stesso piano per la nostra filosofia aziendale. Le serre vengono riscaldate dallo stabilimento che produce e trasforma energia. In altri termini, si produce energia pulita e viene ridotto lʼinquinamento che sarebbe prodotto dalle

serre, nel pieno rispetto di quanto previsto dalle normative ed in linea con i dettami del protocollo di Kyoto sulla riduzione delle emissioni. Per fugare eventuali dubbi o perplessità possiamo provare a dare una definizione univoca della centrale Powerflor, ovvero un impianto di produzione di energia elettrica alimentato da fonti rinnovabili, in questo caso olio vegetale, a ciclo combinato realizzato con due motogeneratori della potenza complessiva di quasi 39 MWe (77 MWt), che svilupperà un sistema di cogenera-zione con le serre presenti nellʼarea dellʼinsediamento. Pertanto, stiamo parlando di un sistema integrato di produzione combi-nata di energia elettrica e termica (calore), entrambe considerate energie utili e che hanno come principali vantaggi un sostanziale risparmio economico conseguente al minor consumo di combustibile, una riduzione dellʼimpatto ambientale, conseguente sia alla riduzione delle emissioni in atmosfera che al minor rilascio di calore residuo nellʼambiente (minore inquinamento atmosferico e minor inquinamento termico), nonchè la sostituzio-ne di modalità più inquinanti di fornitura del calore, in questo caso alle serre. Tutti questi vantaggi della cogenerazione non sono mie considerazioni personali per celebrare un intervento sul territorio ma sono fattori indica-tivi esplicitamente dal le normative del settore energetico.

Lei afferma che sul cantiere fossero presenti i cartelli dei lavori relativi ai progetti da 39 e 116 megawatt. Perchè inoltre sul sito internet accanto alla descrizione dellʼimpianto da 39 appare il progetto da 116?

Come già più volte affermato, la presenza in cantiere di diversi cartelli non ha alcuna valenza tecnica, piuttosto direi comunicativa. Possiamo qui riaffermare che entrambi i progetti erano presenti, uno allʼesterno del cantiere e uno allʼinterno. Il progetto approva-to era naturalmente allʼinterno del cantiere, dove poteva essere effettivamente utilizzato.Per una società è importante lʼaspetto comuni-cativo come dimostra un vecchio cartello in cui erano presenti anche le serre, per meglio chiarire lʼaspetto cogenerativo dellʼimpianto. Naturalmente per esclusive esigenze grafiche le serre non erano disegnate nella loro reale localizzazione, ovvero ad est e sud-est dellʼimpianto stesso. Inoltre, è bene chiarire che lʼintervento che si sta realizzando è esclusivamente quello di 39 megawatt elettri-ci autorizzato dalla Regione Puglia, e non poteva essere diversamente, come riportato dal nuovo cartello, e come verificato diretta-mente con un sopraluogo ad hoc dal dirigente del Settore Territorio del Comune di Molfetta, lʼingegner Rocco Altomare, nel mese di gennaio, così come il responsabile dei lavori risulta il sottoscritto dal novembre 2006, data di inizio lavori. E ̓bene precisare che i punti di emissione, ovvero i camini, previsti ed in corso di realizzazione sono sempre due come il numero dei motogeneratori. Quello che si vede dagli elaborati grafici è la tamponatura metallica colorata che si utilizzerà per ridurne lʼimpatto visivo, come si può notare già dallʼintelaiatura metallica realizzata e oggetto di interessanti foto pubblicate online. Il nuovo cartello cerca di eliminare tutti gli elementi di confusione emersi in questi mesi ed eviden-ziati dalla stampa locale e che comprendiamo abbiamo creato infondati sospetti sul territo-rio. Le immagini presenti sui siti internet sono a titolo meramente esemplificativo, senza alcun valore vincolante. Avremmo potuto anche pubblicare un semplice disegno. Il nuovo cartellone, inoltre, riporta il progetto di 39 MWe come da proposta di variante autoriz-zata con una determina del Dirigente del Settore Industria nel mese di febbraio, e che riguarda esclusivamente una ridistribuzione degli spazi esterni dellʼimpianto e piccole modifiche non sostanziali, senza interessare minimamente la parte impiantistica della centrale e la sua produzione elettrica e termica, e soprattutto senza alterare le emissioni in atmosfera.

Qual è il reale scopo del repowering? Chiede-re il ripotenziamento di un progetto giàapprovato dicendo che è insufficiente per realizzare gli obiettivi prefissati non significa che il progetto stesso nasce imperfetto?Questo non è del tutto esatto. Nel senso che il progetto a 39 megawatt elettrici, quello che

effettivamente è in corso dʼopera, è sicura-mente completo e funzionale. Probabilmente insufficiente per le esigenze termiche delle serre circostanti, ma questo non è un errore o una imperfezione progettuale, perchè lʼintervento autorizzato e in corso di realizza-zione rappresentava un primo step in attesa di maggiori garanzie provenienti dallʼimpianto gemello realizzato a Monopoli e oggi finalmente funzionante. Per meglio chiarire questo aspetto spieghiamo sinteticamente e con terminologia semplice che per produrre 39 megawatt elettrici bisogna bruciare olio per 77 megawatt termici, alla fine del ciclo produttivo, il calore che avanza, pochi megawatt termici vengono convogliati con un sistema di teleriscaldamento alle serre presen-ti in zona, realizzando così il sistema di cogenerazione con i suoi positivi effetti. Se non ci fosse questo sistema il calore residuo sarebbe raffreddato dalle ventole come avver-rà comunque nei periodi estivi. Inoltre, Powerflor ha richiesto lʼampliamento per le logiche economiche interne allʼazienda dettate dal rapporto con i fornitori. Il mercato degli oli vegetali, come quello di molte materie prime, è particolarmente mutevole. Per cui ci è stata offerta la possibilità di ottenere maggiori quantità degli stessi oli a prezzi molto più convenienti. Questo ci permetterebbe di realizzare notevoli econo-mie di scala produttive, a fronte di una maggiorazione minima dei costi organizzativi interni. Noi riteniamo che una produzione maggiore non provochi alcun detrimento alle colture circostanti in termini di emissione: pertanto crediamo di non far torto a nessuno, ottenendo un maggiore margine di profitto. Aggiungiamo anche che uno degli obiettivi dellʼimpianto è realizzare la cogenerazione e conseguentemente il ripotenziamento si inquadra anche in una possibilità di sviluppo delle aziende floricole circostanti. Infatti, i terreni siti proprio di fronte allʼattuale accesso al cantiere dellʼimpianto e quindi divisi esclusivamente da una strada, sono di proprie-tà del gruppo Ciccolella, e sono idonei alla realizzazione di nuovi corpi serra. Ovviamen-te, un intervento coordinato in tal senso non apporta esclusivamente profitti aziendali, come molti sarebbero facilmente portati a ipotizzare, ma rappresenta unʼopportunità per la comunità locale per i posti di lavoro che si andrebbero a creare. Coloro che vogliono bloccare iniziative imprenditoriali orientate allo sviluppo occupazionale del territorio se ne assumono poi le responsabilità nei confronti della comunità. Pur sembrando ripetitivo, ma è sempre opportuno ribadire i concetti, così sono ben chiari a chi ci legge, il mancato rispetto degli obiettivi fissati da Kyoto costeranno allʼItalia 3 miliardi euro di sanzione. Una cifra enorme e che qualcuno dovrà pagare. Va bene che il riponteziamento servirà anche alle serre, va bene che ogni azienda cerca il proprio business, ma è anche vero che la Powerflor sta cercando di svilup-pare energia da fonti alternative non fossili con lʼintento di ridurre quel gap imposto dal trattato. Passare dal 3 al 18%, in Puglia, di produzione di energia rinnovabile non è semplice. Powerflor sta contribuendo e lo sta facendo nel rispetto delle normative vigenti.

La Regione Puglia con una determina dirigenziale ha ritenuto il progetto relativo alla variante a sei motori assoggettato a Valutazione di impatto ambientale. Cosa intende fare la Powerflor?La società ha preso atto della determina del dirigente dellʼAssessorato allʼEcologia della Regione Puglia con la quale assoggetta il progetto di variante allʼapplicazione delle procedure di Via e attende una risposta dello stesso ente in merito ad una interrogazione posta dal dirigente del Settore Territorio del Comune di Molfetta. Su come procederemo in seguito, ad oggi la società non ha ancora preso alcuna decisione in merito, molto probabil-mente predisporremo un nuovo Studio di

Impatto Ambientale che deve tenere conto anche di alcune modifiche progettuali nel rispetto della norma di riferimento e delle relative procedure. Per maggiore chiarezza è importante sottolineare come questo atto dellʼAssessorato allʼEcologia della Regione Puglia non era obbligatorio e anzi è anche poco motivato, in quanto lʼincremento di potenza da solo non giustifica la non validità della relazione ambientale già presentata e quindi la richiesta di un nuovo studio di impatto ambientale. Probabilmente, sotto la pressione di alcuni esponenti politici locali in concomitanza della campagna elettorale, il dirigente del Settore Ecologia della Regione ha valutato lʼopportunità di assoggettare lʼimpianto alle procedure di Via. Ma questo non era assolutamente un atto obbligatorio come qualcuno ha voluto propagandistica-mente sfruttare.

Nel sito di Monopoli la produzione di energia elettrica si affianca a quella di biodiesel, è prevista unʼespansione analoga per Molfetta?Il sito di Monopoli è molto più grande di quello di Molfetta. Se è per questo producia-mo energia elettrica anche con pannelli fotovoltaici. Siamo attivi in tutta la produzio-ne di energia alternativa a trecentosessanta gradi. Comunque, non sono previsti altri tipi di produzione a Molfetta.

Certamente non si è trattato della solita conferenza fatta di fiumi di parole e di pochi fatti. Quella organizzata lunedì 12 maggio dal comitato "No Centrali" e dal Consorzio Guardie Campestri di Molfetta dal titolo "Centrali a Biomasse a Molfetta ed in Puglia: rischi su ambiente e salute" ha avuto risvolti assolutamente interessanti dal punto di vista scientifico e socia-le. E non sono mancati momenti di tensione che hanno coinvolto anche i rappresentanti della Powerflor, numerosi sostenitori del fronte del "no" ed anche il sindaco di Molfetta, Antonio Azzollini che ha avuto uno scontro verbale con alcuni “grillini” dei Meetup di Bari e Foggia presenti alla serata.Nel corso della serata, moderata dal professor Domenico Picca dellʼUniversità di Bari, sono intervenuti il professor Gianni Tamino, biologo dell'Università di Padova e membro del Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie; il dottor Giuseppe Serravezza, presidente della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori di Lecce e Parolo Ermani, presiden-te dell'Associazione PAEA, Progetti Alternativi per l'Energia e l'Ambien-te. Presente anche il sindaco di Giovinazzo, Antonello Natalicchio. L'intera manifestazione è stata registrata dalle telecamere de "Il Fatto": visitando il sito internet WWW.ILFATTO.NET potrà essere visionata integralmente, senza tagli o censure. Un altro pezzo di un mosaico che appare oramai difficile da completare.

La Powerflor raccontata dallaPowerflor

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Grazie alla collaborazione dellʼUfficio Stampa della Powerflor possiamo pubblicare una interessante intervista allʼingegner Michele Amato, responsabile della centrale in costruzione a Molfetta.

Qual ̓ è la situazione attuale della Power-flor Srl dal punto di vista societario?La Powerflor Srl è una società creata per operare in diversi ambiti non esclusivamente agricoli, dalla produzione di energia alla realizzazione di complementi della produzio-ne floricola. Sorta allʼinterno del Gruppo Ciccolella per diversificare le proprie attività oltre la produzione floricola, da pochi mesi è entrata nellʼorbita del Gruppo Marseglia di Monopoli, primario operatore europeo nella produzione di energia da fonti rinnovabili che ne ha acquisito la quota di maggioranza. Per questo motivo si è dovuto provvedere priorita-riamente alla redistribuzione di autonome e separate funzioni aziendali, dalla progettazio-ne dei siti alla selezione del personale, giungendo solo pochi giorni fa alla creazione dellʼufficio stampa e relazioni esterne. Impor-tante sottolineare, come il trasferimento delle quote di maggioranza a un nuovo soggetto comporti diverse modifiche sia di carattere societario che operativo con tempi di esecu-zione diversi e non sempre immediati.

Vogliamo chiarire meglio questo aspetto?Oggi a seguito di questo riassetto esistono due società che a dispetto del nome e dellʼoggetto sociale simile, “Powerflor Srl” e “Powerflor Distribuzione Energia Srl” hanno ruoli, assetti societari e competenze autonome e differenti.La “Powerflor Srl” opera nella produzione di energia da fonti rinnovabili e fa capo come detto al Gruppo Marseglia. La “Powerflor D.E. Srl” invece opera nel settore dei servizi complementari al settore floricolo e fa capo alla famiglia Ciccolella ma non rientra nella “holding” Ciccolella Spa, società quotata in borsa, attiva nel settore della produzione di fiori in serra e nella commercializzazione di piante, e dalla stampa locale e non solo associata erroneamente alla centrale.Powerflor Srl e Ciccolella Spa sono dunque due realtà nettamente distinte. Presentare i fatti in termini diversi da questi non è dunque corretto e oltre a rappresentare un atto di disinformazione, potrebbe avere negative conseguenze su una società internazionale quotata in borsa del tutto estranea alla questio-ne della centrale a biomasse.In ogni caso come dicevamo, in questi ultimi mesi, i due gruppi, Ciccolella e Marseglia, hanno dovuto riorganizzare parte delle proprie aziende, come naturale evoluzione della nuova situazione, con qualche difficoltà organizzativa sul territorio legata anche alla circolazione di informazioni e ipotesi quasi mai aderenti alla realtà dei fatti rispetto alle prospettive legate alla costruzione della centrale a biomasse della Powerflor Srl e appuntoal suo assetto societario.

Sul sito della Confindustria barese cʼè scritto testualmente che la Powerflor srl si occupa di “produzione, trasferimento, distribuzione di energia elettrica, di vapore mediante impianti alimentati anche da fonti rinnovabili (biomasse). Fabbricazione di articoli vari quali fiori, foglie e frutti artificiali”. Come mai non sono neanche citate le serre il cui riscaldamento, invece, è considerato lʼobiettivo sia del primo che del secondo progetto?Bisogna chiarire che le definizioni di Confin-dustria fanno riferimento alle classificazioni produttive ATECO che ora sono anche utilizzate come standard internazionali. In altri termini vengono “ridotte” in categorie unitarie le più differenti attività produttive. E questo al puro fine statistico, senza alcuna validità legale. L̓ accostamento della produ-zione di energia elettrica a quella floricola richiama inequivocabilmente la cogenerazio-

ne, che è nostro obiettivo. Le serre sono solamente il luogo fisico in cui avviene la coltivazione di cui ci occupiamo. Inoltre, lʼoggetto sociale di una società è una mera descrizione di quello di cui unʼazienda potreb-be occuparsi, ma non indica necessariamente quello di cui si occuperà o ciò che realizzerà, dati i notevoli fattori di esperienza, organizza-zione e specializzazione che richiedono le attività. Per questo posso dire che la società Powerflor e il suo impianto rientra nella categoria generica di produzione, trasforma-zione, gestione e vendita di energia elettrica, vapore, acqua calda e acqua potabile, conse-guite mediante impianti alimentati da fonti rinnovabili.E in questo settore il Gruppo di riferimento è specializzato. Infatti, lʼinvestimento Power-flor per la costruzione di un impianto per la produzione di energia elettrica alimentato a fonti rinnovabili, oli vegetali, si inserisce perfettamente nel quadro energetico normati-vo nazionale per il rispetto degli accordi di Kyoto. Il Protocollo di Kyoto, ricordiamo, è un accordo internazionale che stabilisce precisi obiettivi per la riduzione delle emissio-ni di gas responsabili dell'effetto serra e del riscaldamento del pianeta, da parte dei Paesi industrializzati, tra i quali rientra a pieno titolo lʼItalia.Per i Paesi più industrializzati l'obbligo è ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 5% rispetto ai livelli del 1990, anno di riferimento. Nello stesso protocollo, inoltre, sono individuati obiettivi, tempi e procedure per il raggiungimento degli stessi. La Comu-nità Europea recentemente si è data degli obiettivi più ambiziosi, infatti ha fissato una riduzione del 20% delle emissioni di CO2 entro il 2020 e la produzione di energia da fonti rinnovabili nel 20% della produzione totale. L̓ Italia è in grave ritardo nel rispetto di questo accordo. Il mancato raggiungimento degli obiettivi nel triennio 2005-2008 sarà sanzionato con una multa che per lʼItalia ammonta a circa 3 miliardi di euro, che ovvia-mente graveranno sui cittadini, con le conse-guenze che tutti possono immaginare, soprat-tutto se riferite alla situazione socio-economica nazionale.Per il raggiungimento degli obiettivi imposti dal protocollo bisogna mobilitare tutte le risorse e le fonti che la normativa annovera come rinnovabili, e quindi idroelettrico, solare, eolico, geotermico e biomasse. Tutte queste fonti, solo se utilizzate insieme posso-no permettere la parziale emancipazione dalle fonti energetiche tradizionali fossili quali carbone, petrolio e gas naturale.Su queste basi si può e si deve aprire un confronto con il territorio per capire quale contributo ogni Stato, Regione, Comune e cittadino intende dare al raggiungimento di questi obiettivi, che essendo di carattere ambientale devono essere di tutela per il territorio e per la salute.

Qual è il rapporto con i comitati che si oppongono alla centrale?Il dottor Renna e io abbiamo assistito allʼultimo incontro organizzato da Agenda 21 ma siamo rimasti sinceramente sorpresi dal livore nutrito nei confronti dellʼazienda. Soprattuttoperchè la Powerflor è assolutamente in linea con i più alti standard ambientali, oltre a portare ricchezza e lavoro al territorio molfet-tese. Ci sembra giusto fugare le paure dei cittadini, ma riteniamo che ciò debba avvenire nellʼambito di un confronto civile.Non abbiamo nulla da nascondere, ma siamo diventati il simbolo di qualcosa di diametral-mente opposto al nostro modo di essere e di agire. Infatti, dallo stesso incontro è emerso anche che la Powerflor è in perfetta regola con tutte le autorizzazioni necessarie alla costru-zione e successivo funzionamento dello stesso impianto, come è stato sottolineato dal dirigente del Settore Territorio del Comune di Molfetta, Ing. Rocco Altomare, e

dallʼassessore allʼAmbiente, Mauro Magarel-li. Anche la localizzazione dellʼimpianto è in linea con la normativa vigente.Come capita spesso con i comitati che si oppongono ad investimenti simili, siamo costretti a ricordare che il rispetto del protocollo di Kyoto non può avvenire a parole o con proposte non supportate da investimen-ti.Quando i comitati menzionano il P.E.A.R., Piano Energetico Ambientale Regionale, oltre che pensare alla filiera corta delle biomasse che deve essere attuata dagli stessi produttori agricoli, devono suggerire fattivamente come intendono rispettare il limite del 18% di produzione da fonti rinnovabili richiamato nello stesso Piano esclusivamente con quelle che definiscono le “vere fonti rinnovabili”, eolico, fotovoltaico e biomasse su piccola scala o microcogenerazione, che insieme in Italia sono meno del 5 % della produzione da fonti rinnovabili. Bene, in Puglia siamo appena al 3 %, lontanissimi dal raggiungi-mento degli obiettivi nonostante le biomasse, e qualcuno pensa di poter limitare il ventaglio delle fonti rinnovabili, parlando di profitti e logiche di mercato e disinformando su ambiente e salute, solo per creare ansie e preoccupazioni nella cittadinanza.Quando si parla di numeri poi, bisogna sempre evidenziarli tutti senza tralasciare alcun dato importante per far capire la situazione energetica in cui si trova lʼItalia, ovvero una grande dipendenza da gas e petrolio, questo secondo oramai ai massimi storici come costi e che inciderà notevolmente sulla vita degli italiani.In Italia erano stati preventivati circa 3.000 MWelettrici di produzione di energia da fotovoltaico in conto energia, ad oggi risulta-no essere stati realizzati soltanto impianti per complessivi 20 MWelettrici. Una cifra irrisoria. Precisiamo che Powerflor non è contraria alla produzione di energia da fotovoltaico, che rappresenta una delle attività del Gruppo controllante, infatti da oltre 1 anno è in funzione un impianto fotovoltaico da 1 MWe posizionato sul tetto di un capanno-ne industriale a Monopoli, e ben vengano investimenti in tal senso, ma non possiamo prescindere da produzione di energia come le biomasse, anche se di importazione.L̓ olio di palma che verrà utilizzato nellʼimpianto Powerflor, tra le altre cose, è certificato secondo le prescrizioni della Comunità Europea, ovvero sono oli che provengono da piantagioni che non hanno sostituito le foreste amazzoniche. Questa caratteristica fondamentale nel rapporto di trasparenza con chi ci guarda è un plus che il Gruppo Marseglia può vantare perchè è importatore di oli vegetali da diversi anni e pertanto ha fornitori storici presenti nel settore da parecchio tempo. Inoltre è bene ricordare che ogni nave di oli vegetali utilizzati per la produzione di energia elettrica sostituisce una nave di carbone o di petrolio.

Può assicurare che le colture site nelle vicinan-ze della centrale non avranno danni? Se la sente di affermare che non ci saranno residui chimici emessi con i fumi di scarico?Non posso fare altro che ribadire quanto ho già affermato in precedenza. L̓ insediamento produttivo non crea inquinamento per le coltivazioni agricole, anzi lʼimpianto produrrà acqua calda che, utilizzata dalle vicine serre al posto dei combustibili tradizionali, determi-nerà un risparmio di energia fossile e una mancata emissione di CO2. Inoltre, le tecnologie attuali permetterebbero persino di recuperare parte della CO2 prodotta e una delle possibilità a disposizione dellʼimpianto produttivo, qualora venisse richiesto, è quella di convogliare parte di queste emissioni allʼinterno delle serre limitrofe per effettuare la cosiddetta “concimazione carbonica”, ovvero l'arricchimento artificiale dell'atmo-sfera delle serre con l'anidride carbonica, che come tutti sanno è un fattore primario nel

processo di fotosintesi clorofilliana per piante e vegetali. In particolare questa concimazione è impiegata per migliorare lʼefficienza del processo fotosintetico, ed ottimizzare i livelli produttivi, sia sotto l'aspetto qualitativo che quantitativo. Ripeto è una possibilità a disposizione dellʼazienda per migliorare le proprie prestazioni ambientali sul territorio.Per gli effetti sulla salute pubblica posso affermare che la tipologia di combustibile, oli vegetali, non produce emissioni nocive per la mancanza degli inquinanti zolfo e cloro, inoltre i particolati sono ben sotto i limiti di legge, come sono praticamente nulli i metalli. A sostegno di queste affermazioni non abbiamo solo simulazioni effettuate al computer, ma veri e propri studi fatti con sperimentazioni sul campo valutando le reali emissioni rilasciate dai motori.Rimanendo sempre in tema di emissioni e bilancio possiamo fermamente affermare che 5 autobotti di olio giornaliere non avranno alcuna incidenza sul nostro territorio, sia perchè non passeranno dal centro cittadino, sia perchè si inseriscono in un contesto in cui i trasporti su gomma sono molto presenti, vedasi la presenza della SS 16 bis, dellʼautostrada A14 e dellʼazienda Prysmian (già Pirelli cavi) a pochi chilometri in territo-rio di Giovinazzo, sempre sulla SP 55 Molfetta-Bitonto. E data la vocazione del territorio pugliese a generare energia da fonti fossili, le stesse navi che trasportano olio possiamo considerarle un fattore positivo perchè sicuramente prima o poi sostituiranno quelle di petrolio o carbone. Alla fine Power-flor sta cercando di sviluppare un intervento quanto più possibile pulito, in regola con lʼambiente, cercando di evidenziare la massi-ma trasparenza ottenendo anche certificazioni ambientali come la ISO 14000 e soprattutto la EMAS.

Nella relazione tecnica della Ital Green Engineering si dichiara che obiettivi della centrale sono la “produzione di energia elettrica a ciclo combinato che utilizzerà come combustibile gli oli vegetali, mentre i cascami di calore saranno utilizzati per il riscaldamen-to delle serre”. Da ciò si evince che il riscalda-mento delle serre sarà un ̓attività secondaria delle serre, perchè lei invece sostiene che sia lʼobiettivo prioritario?Per capire quello che affermo bisogna guarda-re alla storia che ci ha condotto fin qui. Le nostre priorità sono tutte legate al rispetto dellʼambiente e sono tutte sullo stesso piano per la nostra filosofia aziendale. Le serre vengono riscaldate dallo stabilimento che produce e trasforma energia. In altri termini, si produce energia pulita e viene ridotto lʼinquinamento che sarebbe prodotto dalle

serre, nel pieno rispetto di quanto previsto dalle normative ed in linea con i dettami del protocollo di Kyoto sulla riduzione delle emissioni. Per fugare eventuali dubbi o perplessità possiamo provare a dare una definizione univoca della centrale Powerflor, ovvero un impianto di produzione di energia elettrica alimentato da fonti rinnovabili, in questo caso olio vegetale, a ciclo combinato realizzato con due motogeneratori della potenza complessiva di quasi 39 MWe (77 MWt), che svilupperà un sistema di cogenera-zione con le serre presenti nellʼarea dellʼinsediamento. Pertanto, stiamo parlando di un sistema integrato di produzione combi-nata di energia elettrica e termica (calore), entrambe considerate energie utili e che hanno come principali vantaggi un sostanziale risparmio economico conseguente al minor consumo di combustibile, una riduzione dellʼimpatto ambientale, conseguente sia alla riduzione delle emissioni in atmosfera che al minor rilascio di calore residuo nellʼambiente (minore inquinamento atmosferico e minor inquinamento termico), nonchè la sostituzio-ne di modalità più inquinanti di fornitura del calore, in questo caso alle serre. Tutti questi vantaggi della cogenerazione non sono mie considerazioni personali per celebrare un intervento sul territorio ma sono fattori indica-tivi esplicitamente dal le normative del settore energetico.

Lei afferma che sul cantiere fossero presenti i cartelli dei lavori relativi ai progetti da 39 e 116 megawatt. Perchè inoltre sul sito internet accanto alla descrizione dellʼimpianto da 39 appare il progetto da 116?

Come già più volte affermato, la presenza in cantiere di diversi cartelli non ha alcuna valenza tecnica, piuttosto direi comunicativa. Possiamo qui riaffermare che entrambi i progetti erano presenti, uno allʼesterno del cantiere e uno allʼinterno. Il progetto approva-to era naturalmente allʼinterno del cantiere, dove poteva essere effettivamente utilizzato.Per una società è importante lʼaspetto comuni-cativo come dimostra un vecchio cartello in cui erano presenti anche le serre, per meglio chiarire lʼaspetto cogenerativo dellʼimpianto. Naturalmente per esclusive esigenze grafiche le serre non erano disegnate nella loro reale localizzazione, ovvero ad est e sud-est dellʼimpianto stesso. Inoltre, è bene chiarire che lʼintervento che si sta realizzando è esclusivamente quello di 39 megawatt elettri-ci autorizzato dalla Regione Puglia, e non poteva essere diversamente, come riportato dal nuovo cartello, e come verificato diretta-mente con un sopraluogo ad hoc dal dirigente del Settore Territorio del Comune di Molfetta, lʼingegner Rocco Altomare, nel mese di gennaio, così come il responsabile dei lavori risulta il sottoscritto dal novembre 2006, data di inizio lavori. E ̓bene precisare che i punti di emissione, ovvero i camini, previsti ed in corso di realizzazione sono sempre due come il numero dei motogeneratori. Quello che si vede dagli elaborati grafici è la tamponatura metallica colorata che si utilizzerà per ridurne lʼimpatto visivo, come si può notare già dallʼintelaiatura metallica realizzata e oggetto di interessanti foto pubblicate online. Il nuovo cartello cerca di eliminare tutti gli elementi di confusione emersi in questi mesi ed eviden-ziati dalla stampa locale e che comprendiamo abbiamo creato infondati sospetti sul territo-rio. Le immagini presenti sui siti internet sono a titolo meramente esemplificativo, senza alcun valore vincolante. Avremmo potuto anche pubblicare un semplice disegno. Il nuovo cartellone, inoltre, riporta il progetto di 39 MWe come da proposta di variante autoriz-zata con una determina del Dirigente del Settore Industria nel mese di febbraio, e che riguarda esclusivamente una ridistribuzione degli spazi esterni dellʼimpianto e piccole modifiche non sostanziali, senza interessare minimamente la parte impiantistica della centrale e la sua produzione elettrica e termica, e soprattutto senza alterare le emissioni in atmosfera.

Qual è il reale scopo del repowering? Chiede-re il ripotenziamento di un progetto giàapprovato dicendo che è insufficiente per realizzare gli obiettivi prefissati non significa che il progetto stesso nasce imperfetto?Questo non è del tutto esatto. Nel senso che il progetto a 39 megawatt elettrici, quello che

effettivamente è in corso dʼopera, è sicura-mente completo e funzionale. Probabilmente insufficiente per le esigenze termiche delle serre circostanti, ma questo non è un errore o una imperfezione progettuale, perchè lʼintervento autorizzato e in corso di realizza-zione rappresentava un primo step in attesa di maggiori garanzie provenienti dallʼimpianto gemello realizzato a Monopoli e oggi finalmente funzionante. Per meglio chiarire questo aspetto spieghiamo sinteticamente e con terminologia semplice che per produrre 39 megawatt elettrici bisogna bruciare olio per 77 megawatt termici, alla fine del ciclo produttivo, il calore che avanza, pochi megawatt termici vengono convogliati con un sistema di teleriscaldamento alle serre presen-ti in zona, realizzando così il sistema di cogenerazione con i suoi positivi effetti. Se non ci fosse questo sistema il calore residuo sarebbe raffreddato dalle ventole come avver-rà comunque nei periodi estivi. Inoltre, Powerflor ha richiesto lʼampliamento per le logiche economiche interne allʼazienda dettate dal rapporto con i fornitori. Il mercato degli oli vegetali, come quello di molte materie prime, è particolarmente mutevole. Per cui ci è stata offerta la possibilità di ottenere maggiori quantità degli stessi oli a prezzi molto più convenienti. Questo ci permetterebbe di realizzare notevoli econo-mie di scala produttive, a fronte di una maggiorazione minima dei costi organizzativi interni. Noi riteniamo che una produzione maggiore non provochi alcun detrimento alle colture circostanti in termini di emissione: pertanto crediamo di non far torto a nessuno, ottenendo un maggiore margine di profitto. Aggiungiamo anche che uno degli obiettivi dellʼimpianto è realizzare la cogenerazione e conseguentemente il ripotenziamento si inquadra anche in una possibilità di sviluppo delle aziende floricole circostanti. Infatti, i terreni siti proprio di fronte allʼattuale accesso al cantiere dellʼimpianto e quindi divisi esclusivamente da una strada, sono di proprie-tà del gruppo Ciccolella, e sono idonei alla realizzazione di nuovi corpi serra. Ovviamen-te, un intervento coordinato in tal senso non apporta esclusivamente profitti aziendali, come molti sarebbero facilmente portati a ipotizzare, ma rappresenta unʼopportunità per la comunità locale per i posti di lavoro che si andrebbero a creare. Coloro che vogliono bloccare iniziative imprenditoriali orientate allo sviluppo occupazionale del territorio se ne assumono poi le responsabilità nei confronti della comunità. Pur sembrando ripetitivo, ma è sempre opportuno ribadire i concetti, così sono ben chiari a chi ci legge, il mancato rispetto degli obiettivi fissati da Kyoto costeranno allʼItalia 3 miliardi euro di sanzione. Una cifra enorme e che qualcuno dovrà pagare. Va bene che il riponteziamento servirà anche alle serre, va bene che ogni azienda cerca il proprio business, ma è anche vero che la Powerflor sta cercando di svilup-pare energia da fonti alternative non fossili con lʼintento di ridurre quel gap imposto dal trattato. Passare dal 3 al 18%, in Puglia, di produzione di energia rinnovabile non è semplice. Powerflor sta contribuendo e lo sta facendo nel rispetto delle normative vigenti.

La Regione Puglia con una determina dirigenziale ha ritenuto il progetto relativo alla variante a sei motori assoggettato a Valutazione di impatto ambientale. Cosa intende fare la Powerflor?La società ha preso atto della determina del dirigente dellʼAssessorato allʼEcologia della Regione Puglia con la quale assoggetta il progetto di variante allʼapplicazione delle procedure di Via e attende una risposta dello stesso ente in merito ad una interrogazione posta dal dirigente del Settore Territorio del Comune di Molfetta. Su come procederemo in seguito, ad oggi la società non ha ancora preso alcuna decisione in merito, molto probabil-mente predisporremo un nuovo Studio di

Impatto Ambientale che deve tenere conto anche di alcune modifiche progettuali nel rispetto della norma di riferimento e delle relative procedure. Per maggiore chiarezza è importante sottolineare come questo atto dellʼAssessorato allʼEcologia della Regione Puglia non era obbligatorio e anzi è anche poco motivato, in quanto lʼincremento di potenza da solo non giustifica la non validità della relazione ambientale già presentata e quindi la richiesta di un nuovo studio di impatto ambientale. Probabilmente, sotto la pressione di alcuni esponenti politici locali in concomitanza della campagna elettorale, il dirigente del Settore Ecologia della Regione ha valutato lʼopportunità di assoggettare lʼimpianto alle procedure di Via. Ma questo non era assolutamente un atto obbligatorio come qualcuno ha voluto propagandistica-mente sfruttare.

Nel sito di Monopoli la produzione di energia elettrica si affianca a quella di biodiesel, è prevista unʼespansione analoga per Molfetta?Il sito di Monopoli è molto più grande di quello di Molfetta. Se è per questo producia-mo energia elettrica anche con pannelli fotovoltaici. Siamo attivi in tutta la produzio-ne di energia alternativa a trecentosessanta gradi. Comunque, non sono previsti altri tipi di produzione a Molfetta.

Certamente non si è trattato della solita conferenza fatta di fiumi di parole e di pochi fatti. Quella organizzata lunedì 12 maggio dal comitato "No Centrali" e dal Consorzio Guardie Campestri di Molfetta dal titolo "Centrali a Biomasse a Molfetta ed in Puglia: rischi su ambiente e salute" ha avuto risvolti assolutamente interessanti dal punto di vista scientifico e socia-le. E non sono mancati momenti di tensione che hanno coinvolto anche i rappresentanti della Powerflor, numerosi sostenitori del fronte del "no" ed anche il sindaco di Molfetta, Antonio Azzollini che ha avuto uno scontro verbale con alcuni “grillini” dei Meetup di Bari e Foggia presenti alla serata.Nel corso della serata, moderata dal professor Domenico Picca dellʼUniversità di Bari, sono intervenuti il professor Gianni Tamino, biologo dell'Università di Padova e membro del Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie; il dottor Giuseppe Serravezza, presidente della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori di Lecce e Parolo Ermani, presiden-te dell'Associazione PAEA, Progetti Alternativi per l'Energia e l'Ambien-te. Presente anche il sindaco di Giovinazzo, Antonello Natalicchio. L'intera manifestazione è stata registrata dalle telecamere de "Il Fatto": visitando il sito internet WWW.ILFATTO.NET potrà essere visionata integralmente, senza tagli o censure. Un altro pezzo di un mosaico che appare oramai difficile da completare.

Ecco perché il Liberatorio è contrarioalla centrale

Il Liberatorio Politico di Molfetta segue la vicenda Powerflor sin dal suo inizio. In più occasioni ha organizzato manifestazioni e conferenze per spiegare il suo "no" alla realizzazione della centrale. Un "no" ribadito anche con le ultime dichiarazioni rilasciate alla stampa.“Le feste elettorali sono finite ed ora si tratta di verificare le promesse che i vari protagonisti della campagna elettorale hanno fatto direttamente o indirettamente ai cittadini. Non sempre sono scesi in campo i candidati sindaci, spesso si sono esposti, in piena autono-mia, anche Dirigenti Comunali” hanno dichiarato gli aderenti del Liberatorio in una nota stampa.“Un esempio è stato quello dellʼing. Rocco Altomare che il 22 aprile, a pochi giorni dal ballottaggio ha convo-cato con urgenza una conferenza monotematica di Agenda XXI per far conoscere il suo pensiero circa la

Determina del Dirigente Regionale del Settore Ecologia (n. 142 del 3 marzo 2008) con cui si dichiara di assoggetta-re allʼapplicazione delle procedure di V.I.A. (Valutazione dʼImpatto Ambien-tale) la richiesta di variante a 6 motoge-neratori, pari ad una potenza di 116 MWe, della Powerflor srl di Molfetta. Lo stesso Altomare ha preannunciato una missiva alla Regione con cui chiedere la sospensione dellʼefficacia di quella Determinazione di V.I.A.; a suo dire la Regione avrebbe scavalcato il Comune di Molfetta che non ha espresso ancora il suo parere sulla richiesta di variante. Infatti, si sono svolte anche delle conferenze di servi-zio, riguardanti la variante al primo progetto di 39MWe, in cui il Comune di Molfetta non ha partecipato perché la convocazione sembra essere giunta dopo la data stessa della conferenza prevista per il 12 novembre 2007”.“A nostro parere –prosegue la nota del

Liberatorio- ci sono molti passaggi di questa vicenda che non ci hanno mai convinto, e ancor oggi non ci convin-cono. Pertanto è auspicabile che il dirigente Altomare faccia conoscere alla città il suo pensiero e quello della nuova amministrazione del Sindaco Azzollini sul futuro della Centrale Powerflor”. Il Liberatorio Politico torna a chiedere quindi al Comune di Molfetta di attuare tutte le possibili procedure per verifica-re, in autotutela, la legittimità degli atti amministrativi che hanno permesso lʼautorizzazione a costruire alla Power-flor srl; al futuro presidente del Consi-glio Comunale e al Sindaco di riconsi-derare la richiesta del Comitato No Centrali di discutere in Consiglio Comunale dellʼautorizzazione a costruire della Centrale Powerflor, nel rispetto delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore Gene-rale, in quanto la centrale nasce in Zona

Agricola e necessita di una specifica variante.“Siamo convinti –concludono quelli del Liberatorio- che il futuro delle biomasse è nei piccoli e piccolissimi impianti (da 0,5 a 1 MW), che utilizzi-no le reali biomasse derivanti da attivi-tà agricole locali. Siamo favorevoli allʼutilizzo di impianti a vere fonti rinnovabili, quali ad esempio impianti solari e fotovoltaici da installarsi su edifici pubblici e privati e auspichiamo una doverosa riconsiderazione delle scelte fatte da Regione e Comune, affinché vengano rese operative le dichiarate attenzioni verso una sosteni-bilità ambientale che un siffatto impianto, costruito per bruciare biomasse dal difficile reperimento, finirebbe col mettere a rischio”.

Inchiesta14

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mercoledì 14 maggio 2008

Con “Arte Donna 2008” lʼestro femminile torna alla ribalta

L̓ arte femminile molfettese torna a ricoprire un ruolo da protagonista in città grazie alla terza edizione di “Arte Donna”. Pittura, scultura, ceramica e fotografia: queste le alte espressioni artisti-che toccate dalle diciotto espositrici molfettesi nella mostra inaugurata lo scorso 3 maggio presso la Sala dei Templari e che rimarrà aperta fino al 18 maggio. Percorrendo la suggestiva Sala dei Templari è possibile ammirare vere e proprie opere dʼarte, diverse nelle forme, nei colori, nei soggetti e negli stili, ma tutte accomunate da quella grande capacità femminile di imporsi nella vita quotidiana. Si tratta di opere caratterizzate da un realismo unico e da un personalissimo mondo interiore, plasmate senza timore di rivelare personalità e caratteri; donne finalmente libere di esprimersi, capaci di ignorare, almeno per un attimo, quei condizionamenti sociali che troppo spesso nel corso della storia hanno tarpato le ali allʼestro femminile. L̓ organizzazione della mostra e di nove appuntamenti monotematici dedicati alle Arti, cominciati il 7 maggio sono state a cura dalla Società di Cultura Europea “A. Caracciolo”, presieduta da Domenico Facchini. “Arte Donna non è semplicemente una mostra –ha detto Facchini nel corso della cerimonia inaugurale– ma un omaggio al mondo creativo femminile, guardando nellʼarte e girandole intorno attraverso la musica, la poesia, il teatro, la letteratura e il canto”. Un appuntamento, quello di Arte Donna, giunto alla sua terza edizione, ma che si accinge a divenire un appuntamento fisso per Molfetta, almeno stando alle parole del sindaco Antonio Azzollini. “L̓ alta qualità di queste opere –ha commentato il primo cittadino durante lʼinaugurazione– deve spingere questa città ad attendere questo evento come se si fosse affamati di cultura”. Occhi che ti scrutano in dipinti mozzafiato, forme stilizzate e sculture più variegate sono solo alcuni esempi di unʼarte sopraffina messa a nudo da Maria Addamiano, Loredana Albanese, Carlaina Brown, Marisa Carabellese, Valeria Chiappa-rino, Maria Luisa Cialdella, Chiara Cioce, Nicoletta de Candia, Maria de Gennaro, Anna Maria Di Terlizzi, Simona Fortunato, Elisabetta Gadaleta, Francesca Memeo, Rosangela Polito, Patrizia Roselli, Isabella A. Spagnoletta, Katherine L. Wright, Gruppo Stile de Virgilio.

Il Pulo di Molfetta torna a vivere… almeno sui libri

Il Pulo di Molfetta, con la sua storia e il suo interesse archeologico, torna al centro del dibattito. Questa volta a prestare tutta la sua attenzione nei confronti della nostra dolina è stata Francesca Radina, archeologa responsabi-le del Centro Operativo per lʼArcheologia di Bari e autrice del libro “Natura, Archeologia e Storia del Pulo di Molfetta”, presentato lo scorso sabato 3 maggio presso la sala “Finocchiaro”. Allʼincontro, curato dalla Soprinten-denza dei Beni Archeologici per la Puglia e dallʼArcheoclub di Molfetta, hanno partecipato il Soprin-tendente Archeologo di Napoli e Pompei, dott. Pietro Giovanni Guzzo, e la direttrice del Museo Archeologico di Gioia del Colle e del Parco Archeologico di Monte

Sannace, dottoressa Angela Ciancio. Il volume redatto da Francesca Radina illustra in modo puntuale e dettagliato una serie di intereventi compiuti sul sito archeologico molfettese da parte di studiosi e operatori nel periodo immediatamente successivo al terremoto dellʼIrpinia, avvenuto nel 1980 e causa di innumerevoli danni anche nel nostro territorio. Allo stato di abbandono in cui riversa attualmente la dolina si tenterà di porre rimedio a giorni grazie a dei lavori finanziati dalla Provincia di Bari, per ripristinare lo stato dei luoghi. Successivamente la gestione del Pulo di Molfetta sarà affidata al Polje, un consorzio costituito da Archeoclub, Wwf, Legambiente, Pro Loco, Ictiùs e Terrae. “Il nostro è un impegno forte, deciso e produttivo – ha tenuto a sottolineare lʼautrice e archeologa Francesca Radina interpellata da “Il Fatto” – che non si esaurirà tanto facilmente nemmeno dinanzi allʼinoperosità dello stato dei luoghi. Il Pulo di Molfetta rappresenta un luogo suggestivo e di grande interesse

storico-naturalistico, dove ancora oggi sono ben evidenti i segni indelebili dellʼetà neolitica e dei primi terrazzamenti ad opera degli agricoltori di quel tempo. Abbiamo avuto il privilegio – ha continuato Francesca Radina – di vivere unʼesperienza unica, che insieme a tutti i miei collaboratori abbiamo voluto rendere pubblica in questo volume”. Cʼè da dire che il Pulo di Molfetta è stato anche “vittima” di un problema giurisdizionale dellʼarea, poiché di competenza provinciale; diverso è stato invece, come ha sottolineato la dott.ssa Ciancio, il destino di altri siti archeologici pugliesi, come quello di Egnazia e Monte Sannace, ripristinati grazie a fondi regionali e statali. Presto però anche il Pulo di Molfetta, capace di suscitare nel XVIII secolo lʼattenzione dei Borboni per la presenza di miniere di salnitro (utilizzato per la produzione di polvere da sparo), tornerà ad essere fruibile dal pubblico e verrà, questo è lʼauspicio di tutti, sottratto allʼabbandono e al vandalismo, unici due protago-nisti della sua storia in questi ultimi anni.

Cultura & Spettacoli 15

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mercoledì 14 maggio 2008

Nasce la nuova chiesadella “Madonna delle Rose”

Domenica 18 maggio sarà una giornata storica per tutta la comunità parrocchiale della “Madonna delle Rose”. Infatti alle ore 18 alla presenza del Vescovo e di tutte le autorità, avverrà la posa della prima pietra del nuovo complesso parrocchiale. Tutto è ormai pronto dunque per dare il via alla costruzione della

nuova chiesa, nel cuore dei quartieri di nuova espan-sione, alla periferia sud-est della città. Ed è anche per questo che la nuova Parrocchia si accinge a diventare il simbolo di questi nuovi quartieri, nati improvvisa-mente e probabilmente con un pizzico di freddezza. Non può che dirsi soddisfatto il parroco don Girolamo

Samarelli guida pastorale di una comunità che conta circa 3000 persone. “Oggi questa parrocchia è chiamata a riconoscersi e identificarsi sotto il segno di un Tempio – ha detto don Girolamo Samarelli - che deve costruire non solo come edificio ma anche come nuova comunità parrocchiale. Cosa ne sarà di quella esistente? È presto dirlo. Certamente essa avrà contri-buito con i suoi sacrifici sofferti e silenziosi entusia-smi a realizzare le fondamenta della nuova parrocchia che, purtroppo, non potrà ostentare, né con fierezza rivendicare”. Il progetto della nuova parrocchia, capace di conservare la genuina semplicità dellʼantica chiesa rupestre e al tempo stesso di ospitare assemblee di fedeli assai più numerose, è opera degli architetti Eliana de Nichilo e Isabella Candelmo. Tale progetto ha cercato di corrispondere alla comprensione che la chiesa ha di se stessa nel tempo, interpretando la grammatica di forme architettoniche, segni e simboli visivi del passato per progettare una architettura sensi-bile alle esigenze contemporanee dellʼassemblea che celebra. Grande importanza assumeranno nella nuova parrocchia lʼaula liturgica, fulcro architettonico e simbolico del complesso, e il campanile, momento culminante della progressione spaziale. Grande rispet-to è stato osservato nella scelta dei materiali, rispettan-do in questo modo la cultura locale; anche le propor-zioni della chiesa e delle cappelle annesse sono della massima semplicità. Il tutto è sormontato da unʼelegante cupola in legno, capace di interpretare la tradizionale “sfera celeste”. Per celebrare lʼevento della posa della prima pietra, domenica 18 maggio verrà collocata, allʼinterno di un artistico blocco di pietra, una pergamena che può essere firmata di chiunque volesse consegnare alla storia il proprio nome.

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mercoledì 14 maggio 2008

Curiositaʼ 17

Tutti uniti per donare ai più piccoli un futuro migliore

Domenica 18 maggio Arci, Croce Rossa, Casa dei Popoli con la collaborazione del media partner "Il Fatto", organizzeranno in piazza Municipio dalle 10.30 alle 21 una raccolta di materiale da inviare ad un orfanotrofio polacco.Si tratta di una sorta di "adozione a distanza" da parte dei giovani volontari molfettesi della struttura che accoglie decine di minori del predetto orfanotrofioLa struttura si chiama Otwarte Drzwi (che significa porta aperta). Si tratta di un centro dove i bambini dai 3 ai 10 anni che hanno seri problemi economici o problemi di in famiglia (alcolismo, violenza domestica etc.) o scolastici (o un misto di tutte queste cose) possono passare i pome-riggi a giocare e studiare serenamente in un ambiente sicuro insieme ai volontari. Alcuni operatori volontari italiani stanno lavorando in Polonia da un po' di tempo per riuscire a sostenere le esigenze del centro e dell'orfanotrofio. Nello specifico si sta cercando anche di organizzare tramite le associazioni di volontariato, le Organizzazioni Non Governative e le parrocchie una raccolta di materia-le didattico (libri da colorare, gessetti, pastelli), giocattoli anche usati, di vestitini per bambini da dare in donazione e materiale sanitario per la prima emergenza e il pronto

soccorso (bende,cerotti, siringhe ed aghi qualche medici-nale generico)."Teniate presente -fanno sapere i volontari italiani- che molti di questi centri rischiano di chiudere sopratutto per la scarsità di risorse finanziarie. Il personale specialistico (maestre, medici, psicologi e quant'altro) lavora pratica-mente gratuitamente perché non ci sono soldi neanche per comprare la carta dove far disegnare i bambini o per offrire loro qualcosa di caldo nel pomeriggio. A volte i centri riescono a fare anche un pò di distribuzione di cibo ai bamini ed alle loro famiglie (chi ce l'ha) ma non sempre". Le iniziative a sostegno del centro hanno sinora coinvol-to alcuni ragazzi di Napoli aderenti all'associazione universitaria "Pangea" e alcuni gruppiin Puglia. Per il momento in Polonia sono arrivati già i

primi due carichi di materiali, quaderni, libri da colorare e qualche giocattolo.Il centro multifunzione è gestito dalle suore di Służebniczek Najświętszej Marii Panny da mezzo secolo. Neonati (di pochi giorni di vita) e bambini (fino ai 10 anni) stanno aspettando per la loro "grande oppor-tunità", per lʼamore di nuovi genitori o per ritornare nelle proprie famiglie.Nel centro vivono bambini tra gli 0 ed 11 anni e attual-mente il centro si occupa di offrire un tetto e cure per 60 bambini. Per questi bambini sono necessarie risorse per pagare le cure mediche poiché soffrono di diverse malat-tie. Hanno bisogno di un ambiente sano per crescere. La struttura del centro è vecchia e ci sono molti lavori di manutenzione da fare. Ci sono problemi con il riscalda-mento e con le ristrutturazioni dei muri esterni perché la casa è molto fredda ed i muri non sono sicuri per i bambi-ni dal momento che il cartongesso si stacca. In questo momento c'è bisogno di risorse per i bagni e la sala per asciugare la biancheria e per la palestra. Questi lavori dovranno ultimarsi secondo i programmi entro il 30 giugno 2008.Chi voglia contribuire potrà quindi recarsi in Piazza Municipio domenica 18 maggio dalle 10,30 alle 21.

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mercoledì 14 maggio 2008

Il più anziano di loro ha 82 anni, la più giovane 17. Fanno parte di un gruppo di circa 40 pellegrini che, partiti da San Salvo in provincia di Chieti hanno raggiunto a piedi Bari per partecipare alle solenni celebrazioni per la festa di San Nicola. Nel pomeriggio del 5 maggio hanno fatto tappa a Molfetta dove per la notte hanno trovato riparo nella chiesa di San Gennaro."Siamo partiti dal nostro paese il primo maggio -ci ha detto il giovane seminarista Francesco Paolo Vennitti che viaggiava con i pellegrini- e dopo aver raggiunto San Severo a bordo di un pullman abbiamo iniziato il nostro cammino verso Bari".Prima di giungere a Molfetta il gruppo di pellegrini riconoscibile dai fazzoletti gialli con l'effige del Santo di Mira e da bastoni sormontati dalla croce, ha compiuto diverse tappe. Prima a San Marco in

Lamis, poi a San Giovanni Rotondo. Quindi tappa a Monte Sant'Angelo ed a Manfredonia. Ed ancora Barletta (evitando di transitare da Zapponeta come tradizione vuole) per poi giungere a Molfetta. Quindi Santo Spirito prima di arrivare a Bari."Il nostro è un cammino che unisce fede e tradizione -ci hanno detto i pellegrini- e che ripetiamo ogni anno in onore di San Nicola che ci protegge e dall'alto ci guarda".Sono numerosi i gruppi di pellegrini che raggiungono Bari a piedi in questi giorni e molti di loro sono riconoscibili da alcune

sciarpe in lana indossate a tracolla e decorate con l'immagine del Santo. "Si tratta dei tipici fazzolettoni -ha detto Francesco Paolo- e sono la versione moderna delle antiche coperte che i pellegrini portavano al seguito per ripararsi dal freddo nel corso della notte".Giunti a Bari i pellegrini hanno partecipato alla funzione religiosa loro dedicata ed assistito all'imbarco sui pescherecci della statua del Patrono quindi hanno fatto ritorno in pullman nei paesi d'origine dando appuntamento al prossimo pellegri-naggio (questa volta a bordo dei bus) in programma come ogni anno il 6 dicembre. Una storia che si ripete da decine di anni, sempre uguale, sempre affascinante. In nome di San Nicola, il santo dalla pelle scura che ancora oggi unisce i popoli in nome della fede.

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DallʼAbruzzo a Bari per San Nicola

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mercoledì 14 maggio 2008

Una salvezza che vale uno scudetto

Una stagione non adatta ai deboli di cuore. Come qualcuno ha detto, paradossalmente più avvincente della trionfale cavalcata dello scorso anno. E poi alla fine una salvezza meritata, cercata e costruita con tanto sacrificio, lottando contro tutto e tutti, voltando le spalle alla malasorte e sudando per la maglia. La Molfetta Calcio riesce a spuntarla nella doppia sfida play out contro il Cerignola ed acquisisce il diritto a disputare anche nella prossima stagione il torneo regionale di Eccellen-za. Un traguardo importante per una squadra costruita a pochi giorni dallʼinizio del torneo e che ha dovuto contare solo sulla grinta di un mister che meriterebbe ben altre categorie, Riccardo di Giovanni, e di uomini in campo che hanno trascinato lʼintera rosa, come capitan Giuseppe Paparella, il “mastino” Giuseppe Sigrisi ed il “portiere saracinesca” Francesco Musacco.La squadra di Riccardo di Giovanni ha dato prova di grande orgoglio e di professionalità, onorando il campionato fino allʼultima giornata e non arrenden-dosi mai di fronte a nessuna difficoltà. E così pur avendo accumulato un vantaggio di ben 14 punti sul Mesagne quartultimo e addirittura 16 sul Cerignola, sono stati necessari gli spareggi per confermare i meriti dei biancorossi.

Il primo tempo di questa assurda coda di campionato è andato in scena al “Monterisi” di Cerignola il 4 maggio. In uno stadio “militarizzato” per scongiurare qualsiasi problema per giocatori e tifosi biancorossi, gli uomini di Riccardo di Giovanni hanno mostra-to i denti ed i muscoli, disputando una gara perfetta, andando in vantaggio grazie a capitan Paparella e facendosi imporre il pareggio solo a causa dellʼennesimo rigore, anche questa

volta assai dubbio, subito. Nella gara di ritorno, sette giorni dopo, in uno stadio “Paolo Poli” gremito e caloroso come non si vedeva da tempo, ecco i bianco-rossi ribadire la propria supremazia e la voglia di non cedere il passo. Un primo tempo giocato a viso aperto e chiuso in vantaggio per 1 a 0 grazie ad un sempre più sorprendente Giuseppe Fanfulla ed una seconda frazione fatta di sacrificio, consegnavano vittoria e salvezza oltre che la speranza di vedere in un prossi-

mo futuro una squadra costruita con ambizioni di primato.“Abbiamo disputato una grande partita –ci ha detto a fine gara mister di Giovanni, lo stratega della panchina biancorossa- dopo il pareggio ottenuto a Cerignola sapevo che i miei ragazzi non ci avrebbero traditi. Sono stati fantastici, tutti, senza escludere nessu-no. Il regolamento ci ha costretto ai play out: una assurdità se si pensa allʼenorme vantaggio accumulato sulle inseguitrici ma, abbiamo dimostrato di essere superiori sino in fondo”.“La nostra è stata una stagione difficile –ha continuato il mister- ad un certo punto avrei anche potuto mollare: dopo sette sconfitte consecutive è stata dura continuare. Grazie ad un gruppo fanta-stico non ci siamo arresi ed oggi siamo qui a goderci questa meritata salvezza”.Quando gli chiediamo di indicare lʼuomo simbolo di questo gruppo, mister di Giovanni non esita a dire: “Tutti i miei giocatori sono stati grandi. Nessuno escluso. Vorrei fare i nomi di tutti ma penso di non offendere nessuno se simbolicamente indico il capitano: Giuseppe Paparella è stato un leader dentro e fuori dal campo”.Sul futuro della società e suo mister di Giovanni non si è sbilanciato anche se in città si fanno sempre più incalzanti le voci di un imminente cambio al vertice. Il calcio molfettese ha bisogno di rinascere. Staremo a guardare.

Gregorio e Caterina: sete di successi

Continuano a mietere successi in giro per la Puglia Gregorio e Caterina Minervini, da anni protagonisti dellʼequitazione reinig in Italia.Domenica 13 aprile a Mesagne si è tenuta la prima tappa regionale del campionato. La giovanissima Caterina ha gareggiato nella categoria "Intermediate Non Pro e Non Pro" classificandosi al secondo posto con il suo fedelissimo cavallo "Rs Pine N Nuts" e al quarto posto con lʼaltro cavallo "Ot Taris High" lasciandosi alle spalle ben 15 avversari. Gregorio, invece, si è piazzato al primo posto nella categoria "Intermediate Open e Open" con "Ot

Taris High".Nella seconda tappa regionale del 4 maggio sempre a Mesagne, Caterina ha centrato il primo posto sia nella categoria “Youth” che nella "Intermediate Non Pro e Non Pro" in sella a “Rs Pine N Nuts” ed un secondo posto con "Ot Taris High" nella categoria “Intermediate Non Pro e Non Pro”. L̓ esperto Gregorio si è, invece, piazzato al primo posto nella categoria "Intermediate Open e Open".La coppia di cavalieri molfettesi tornerà nuovamente in sella, sempre a Mesagne, il primo giugno per la terza tappa del campionato regionale.

Anche il karate porta successi in città

Lʼimpegno e la tenacia sono doti che un ottimo atleta deve possedere. La conferma arriva, ancora una volta, dalla katareka Giulia Talesco (cintura nera 1° dan) che, dopo il buon piazzamento ottenuto alle recenti finali nazionali di Andria nel mese di marzo nella categoria cadetti Kata di Karate, ha conquistato il secondo posto ai campionati regiona-li tenutisi a Lecce lo scorso 27 aprile. Buoni risultati anche per gli atleti Damiano Sgherza (1° dan) e Marino

Tattoli (cintura marrone/nera) che si sono classificati al 3° posto nelle rispettive categorie cadetti ed esordienti. I piazzamenti ottenuti dai giovani atleti molfettesi testimoniano lʼottimo lavoro svolto dal maestro Giovanni Mastropierro (5° dan) direttore tecnico dellʼASD Athlon Center Karate che con impegno e professionalità insegna loro la nobile arte del karate.

Sport 19

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mercoledì 14 maggio 2008

Virtus in semifinale: Catanzaro fa male

Continua lʼavventura play off per la Nuova Virtus Basket Molfetta. I cestisti biancoazzurri, dopo aver superato in “gara 1” dei quarti i rosane-ro del Palermo, si sono ripetuti in gara 2 imponendosi con il risultato di 78 a 61 ed archiviando, non senza qualche fatica di troppo, la pratica siciliana senza dover ricorrere alla “bella”. Stessa cosa non hanno fatto le altre squadre qualificatesi alle semifinali. Tre gare hanno infatti dovuto disputare Ostuni, Ruvo e Catanzaro per avere la meglio sulle rispettive avversarie. Al Molfetta è toccato il Catanzaro capace di eliminare dalla corsa promozione i neroverdi del Corato. Una avversaria che non andava certamente sottovalu-tata alla vigilia del debutto in semifina-le e che ha infatti dimostrato tutto il suo valore riuscendo a sfruttare a pieno un pericoloso calco fisico e mentale dei virtussini ed un arbitraggio al limite della mediocrità.Ma andiamo con ordine. Domenica 11

maggio, in un “Pala Poli” ancora una volta esaurito in ogni ordine di posti, ecco di scena la prima delle gare che daranno accesso alla finale. La Virtus scende in campo con lʼintera squadra a disposizione e con il vantaggio di dover disputare in casa le prime due gare. Ma che battere i calabresi non sarebbe stato affatto facile lo si vedeva sin dallʼinizio della partita. Minuto dopo minuto si giocava punto su punto con i molfettesi chiamati a difendere un vantaggio sempre troppo esiguo. Poi al rientro in campo dopo il “riposo lungo” ecco la Virtus che non ti aspetti: gambe molli, mani fredde e sguardi annebbiati oltre che troppo nervosismo mal gestito ed ecco pronta “la frittata”. In pochi minuti Catanzaro ribalta il risultato e sino al suono della sirena mantiene il vantaggio e conquista la vittoria per 73 a 68. La Virtus è ora chiamata ad un immediato riscatto già in gara 2 e poi nella prima lontana dalle mura amiche il 15 maggio.

Un doppio 4 a 1 ed i sogni promozione del Real Molfetta, impegnato nei play off del campionato regionale di Calcio a 5, si sono infranti sul muro “biancover-de” costruito dalla Virtus Monopoli.È finita con lʼamaro in bocca la stagione della compagine dei presidenti Mele e Metta e dellʼallenatore Catino. Una stagione che comunque va archiviata come positiva, con un campionato

giocato sempre a stretto contatto con la vincitrice Fasano e che ha portato in dote anche la storica Coppa Italia Regionale.Nel doppio confronto i soli Allegretta, allʼandata, e Minervini (nella foto) con un rigore nella gara di ritorno, sono riusciti a scrivere il loro nome nel tabelli-no delle gare.In terra sud barese i calcettisti molfette-si, probabilmente frenati anche dal campo in erba sintetica, non si sono espressi affatto bene e dopo lʼillusorio pareggio di capitan Allegretta, nulla hanno potuto contro i “gabbiani” monopolitani.Nella gara di ritorno, disputata in un “Pala Poli” esaurito in ogni ordine di posto e di fronte anche a numerosi tifosi ospiti lʼimpresa di ribaltare il risultato, complice anche un po ̓di sfortuna e la tensione nervosa dei locali che si poteva tagliare con un coltello, non è riuscita e gli ospiti hanno potuto festeggiare. Per il Real Molfetta e per i suoi tifosi appunta-mento, da protagonista, alla prossima stagione.

Il sogno del Real interrotto dai “gabbiani”

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mercoledì 14 maggio 2008

L̓Azzurra Volley chiude in bellezza Quattro ruote ed una passione

Don Stefano: tra vangelo e ping pong

Ancora la pallavolo femminile sugli scudi. Messi oramai in archivio i campionati, Azzurra Volley e Molfet-ta Volley continuano a far gioire i propri sostenitori. Ma prima di dare giusto spazio alle imprese “extra” delle due compagini in rosa, è giunto scrivere la parola “fine” ai campiona-ti che in questa stagione “Il Fatto” ha seguito più da vicino.In B1 maschile lʼASD Pallavolo Molfetta del duo Bonati-Palumbo ha salutato il proprio pubblico con una sonora vittoria esterna in quel di Foggia. I biancorossi si sono imposti per 3 a 0 (22-25, 22-25, 24-26) chiudendo al quarto posto la stagio-ne. I “ragni” dellʼIndeco hanno invece archiviato lʼesperienza in B2 vincen-do 3 a 0 a Putignano (21-25, 20-25, 25-27). Adesso è giunta lʼora della riflessione per il team del presidente Garofoli chiamato nella prossima stagione a fare il suo esordio assoluto in B1. Salvo eventuali sorprese che coinvolgano entrambe le compagini locali, nella prossima stagione assisteremo per la prima volta ad un derby tutto molfettese in B1.I campionati femminili si sono invece chiusi con una vittoria al tie break per lʼAzzurra a Turi e per la Molfetta Volley in casa contro il Triggiano.Archiviata la stagione regolare, le due compagini femminili sono state chiamate ad ulteriori sforzi. Le “azzurre” di patron Vincenzo Gianca-spro e di mister Anna Grazia Matera hanno saggiato ancora una volta le proprie potenzialità nel match vetrina di Gioia del Colle contro il Tuglie, formazione vincitrice del girone B del campionato di Serie C. Le due compagini si sono sfidate per aggiu-dicarsi la Coppa Oro, trofeo conteso tra le vincenti dei due gironi di serie C. LʼAzzurra non si è lasciata scappa-re lʼoccasione di mettere in bacheca sociale lʼultimo trofeo disponibile della stagione. Dopo la Coppa Puglia ed il campionato lʼAzzurra ha così portato a casa anche la Coppa Oro, aggiudicandosi la partita al tie break e regalando a società e tifosi lʼultima gioia della stagione. Tra qualche giorno, passata lʼeuforia per la straor-dinaria stagione sportiva, bisognerà nuovamente rimboccarsi le maniche per preparare la prossima stagione in B2.La Molfetta Volley è stata invece chiamata a guadagnarsi la salvezza attraverso i play out. Domenica 11 maggio primo appuntamento a Lecce contro lʼAzzura. In terra salentina vittoria per le molfettesi per 3 a 1 (25-21, 21-25, 17-25, 14-25) e salvezza ipotecata. Domenica 18 maggio al Pala Poli la gara di ritorno.

Motori rombanti e carrozzerie luccicanti sotto i raggi del sole. Centinaia di persone ad assistere e macchine per tutti i tipi e per tutti i gusti. Questo ed altro ancora è stato il “Motorsport Day” organizzato domeni-ca 4 maggio dallʼassociazione Team Frecce Tricolori di Molfetta con la collaborazione di Black Power e delle autofficine di Pietro Toma ed Ignazio dʼAgostino.Nellʼampia area di parcheggio di un grande supermercato lungo via Bisceglie, circa cinquanta autovetture di tutti i tipi e per tutti i gusti sono state impegnate in prove di regolarità, in esibizioni riservate ai prototipi, nella gara “tuning estetica e gara audio” ed in prove di abilità.Non sono mancati i momenti dedicati ai più piccoli, con la possibilità di salire a bordo di una vera Ferrari, ed alla sicurez-za stradale con un corso di guida sicura.Tra i numerosi visitatori degli stand allestiti per lʼoccasione anche il sindaco Antonio Azzollini che non ha resistito a sedersi al posto di guida di una vera autovettura da Formula 3000.“Lo scopo della giornata –ci ha detto Ignazio dʼAgostino, uno degli organizza-tori- è essenzialmente quello di stare insieme, divertendoci e calandoci nellʼaffascinante mondo delle quattro ruote sempre tenendo a mente lʼimportanza della sicurezza e della prudenza”.Per questo motivo è stato organizzato anche un corso di guida sicura: “Certa-mente si, quando si va in macchina bisogna conoscere il proprio mezzo, le proprie capacità di guida e come garantire la sicurezza propria e degli altri. La nostra associazione, il Team Frecce Tricolori, che oggi riunisce circa cinquanta soci, ha tra i suoi obiettivi quello di fare formazio-ne e prevenzione”.Numerosi i visitatori ed i partecipanti provenienti non solo da Molfetta ma anche dallʼintera provincia di Bari, a testimonianza che il “Motorsport Day” è oramai diventato appuntamento fisso e di prestigio per gli appassionati del settore.“Stiamo già pensando ad ulteriori manife-stazioni che possano continuare a coinvolgere appassionati e curiosi” ha continuato Ignazio dʼAgostino “e non è escluso che già nei prossimi messi possa essere presentata alla città unʼaltra impor-tante vetrina riservata alle quattro ruote”.

Una piacevole realtà quella dell̓ Associazione Sportiva Tennistavolo "L̓ Azzurro Molfetta" nata dalla passione del professor Roberto Minervini di voler trasmettere ad altri questa disciplina sportiva piena di tanti alti valori. Non solo tennistavo-lo, ma punto di aggregazione, d i̓ncontro, di condivisione per una scelta di vita sana e lontana dalle insidie della strada. Nella stagione in corso, L̓ Azzurro Molfetta completa il suo organico con il sacerdote-giocatore Don Stefano Altavilla (nella foto) che decide di sposare la causa di questa giovane e fresca associazione: sacerdote presso il Santuario SS. Medici e Cappellano della Fondazione Residenza Giovanni XXIII di Alberobello, classe 1964, Don Stefano ha preferito, come padre spirituale prima ed atleta poi, dedicare il suo tempo libero ai ragazzi dell̓ Azzurro Molfetta.Nello scorso mese di agosto, inizia la prepara-zione atletica precampionato a Molfetta integrandosi perfettamente coi giovani ragazzi dell̓ associazione testimoniando con dignità umana dedita al sacrificio ed alla cooperazione, contribuendo a creare un ambiente sereno e ricco di sani valori umani.Come riesce a conciliare la scelta sportiva con gli impegni di sacerdote?Questa è una bella domanda! Ho chiesto di poter disputare le gare casalinghe il sabato pomeriggio proprio perché la domenica, si sa, è sacra. Infatti, tutte le nostre partite sono anticipate al sabato pomeriggio alle ore 16 ed approfitto per invitare chi volesse assiste-re alle nostre gare di venirci a trovare presso

il palazzetto dello sport di Molfetta sito in via Giovinazzo. Le manifestazioni sono con ingresso gratuito. Per gli allenamenti il discorso si complica un po' perché devo viaggiare da Alberobello a Molfetta circa due volte a settimana, questo il minimo chiestomi dal prof. Roberto Minervini per essere adeguatamente preparato, ma lo faccio volentieri dopo aver assolto i miei impegni giornalieri in parroc-chia. Il borsone è sempre sistemato in macchina, pronto per “scappare” veloce-mente a Molfetta. In genere il mercoledì e venerdi alle 19 sono al palazzetto, salvo imprevisti.Quali sono i suoi prossimi traguardi?Pongisticamente parlando, insieme ai dirigenti ed allo staff tecnico dell̓ Azzurro, stiamo lavorando per essere competitivi ai campionati regionali 2008 in programma a fine maggio.Farò del mio meglio per cercare di conqui-stare una medaglia preziosa nella categoria alla quale parteciperò. Sotto l̓ aspetto umano ritengo di poter continuare ad aiutare L̓ Azzurro Molfetta nel far avvicinare un numero sempre maggiore di giovani al tennistavolo, il mio sport preferito, veicolo di formazione per molti ragazzi che necessita-no di vivere in associazioni come la nostra.

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Serie B1

PALLAVOLOSerie B2 Serie C Femminile

TerlizziGioia del ColleSquinzanoMolfettaLameziaBariFasanoBroloGalatinaGelaFoggiaModicaUgentoNicosia

63605551484847453933251712

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Ragno MolfettaManfredoniaTuriLuceraGelaMartinaPutignanoCatanzaroMessinaVibo V.CataniaAcicastelloPalermoPizzo

7063585653383534312826222012

Azzurra MolfettaNoicattaroTuriAcquavivaRuvoSan SeveroSanteramoAltamuraMolfetta VolleyTerlizzi BarlettaAssi BariTriggianoLynx Bari

726058545348473433312018172

C L A S S I F I C H EC L A S S I F I C H E

mercoledì 14 maggio 2008

Rubriche22

DIFFICILE

S U D O K UFACILE

SO

LUZIO

NI n

° 10

Sudoku (giapponese: su-doku, nome completo: Su-ji wa dokushin ni kagiru) è un gioco di logica nel quale al giocatore o solutore viene proposta una griglia di 9×9 celle, ciascuna delle quali può contenere un numero da 1 a 9, oppure essere vuota; la griglia è suddivisa in 9 righe orizzontali, nove colonne verticali e, da bordi in neretto, in 9 "sottogriglie", chiamate regioni, di 3×3 celle contigue. Le griglie proposte al giocatore hanno da 20 a 35 celle contenenti un numero.

Scopo del gioco è quello di riempire le caselle bianche con numeri da 1 a 9, in modo tale che in ogni riga, colonna e regione siano presenti tutte le cifre da 1 a 9 e, pertanto, senza ripetizioni.Fonte:(it.wikipedia.org)

Giulio Cosentino

[email protected]

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www.ilfatto.net

3496082752www.epassaparola.it

Vincenzo de Pinto (vinn)Vincenzo de Pinto (vinn)

Nicolo’ Lucivero

Corrado Germinario

mercoledì 14 maggio 2008

Laquadricromiaquadricromia

perfetta

per una stampastampa Libera

Taralli scaldati (taralli con il seme di finocchio)

Ingredienti900 gr. di farina½ bicchiere di olio extravergine dʼoliva½ bicchiere di vino bianco secco20 gr. di sale da cucina fino5 gr. di semi di finocchioacqua q.b.

Dopo averla versata a fontana, impastate la farina con lʼolio, il vino, il sale e i semi di finocchio. Aggiungete, un po ̓per volta, acqua sufficiente a rendere lʼimpasto morbido ed omogeneo. Lavorate per qualche minuto. Poi fate riposare lʼimpasto per circa mezzʼora. A questo punto, aiutandovi con le mani, realizza-te piccoli cilindri di pasta e dategli la forma che più vi piace avendo cura di chiudere i lembi del “tarallo”. Lasciateli su un canovaccio per qualche minuto. In una pentola, piuttosto ampia, portate ad ebollizione lʼacqua. Quindi versate i taralli e aspettate che vengano a galla. A quel punto, con una schiumarola, toglie-teli dallʼacqua, scolateli e disponeteli in una teglia precedentemente unta con olio extravergine di oliva. Cuocete in forno a media temperatura fino a quando i taralli non saranno dorati.

Il controllo del bilancio comunale su Il Fatto e www.ilfatto.net. A partire dal prossimo numero e in contemporanea sul nostro porta-le, tutti i cittadini avranno modo di visionare il bilancio della Città di Molfetta, attraverso delle tabelle che illustreranno in modo coinciso ed efficace le entrate e le uscite del Comune. Un espediente semplice per tenere sottʼocchio tutte le attività econo-miche municipali.

Rubriche 23

Amore e lavoro non si conciliano. Siete tra due fuochi. Da una parte il partner che diventa ogni giorno più esigente, dall’altro il lavoro che esige la vostra attenzione. Provate a chiarire ogni cosa con la persona che amate se non volete rischiare di restare un pugno di mosche.

Quando volete sapete essere davvero insopportabili. Avete qualcosa da farvi perdonare. Correte ai ripari prima che sia troppo tardi. Come sempre dagli errori commessi si può imparare qualcosa. E’ arrivato il momento di dare fondo a tutte le vostre conoscenze.

Provate a mettere da parte la vostra naturale impazienza. Procedete con calma valutando con attenzione tutto ciò che vi viene prospettato. Fate attenzione a non commettere l’errore di non prendere in esame anche le esigenze di chi vi sta accanto.

Per i single è arrivato il momento di mettersi a caccia, senza esagerare però per evitare indigestioni. Le stelle sono benevole con voi e vi conviene approfit-tare. Con un po’ di intraprendenza potrete osare anche in altri settori. Giocate d’astuzia però.

Premesso che la perfezione assoluta non esiste ed è lontana anche dal vostro modo di essere, provate a vivere la vita senza pretendere troppo. Rilassatevi e imparate a prendere le cose così come vengono. Qualcuno ha detto che non bisogna fasciarsi la testa prima di rompersela.

Un viaggio con la persona che amate vi aiuterà a superare il momento di stanchezza fisica e mentale che state attraversando. Forse è arrivato il momento di programmare una vacanza tutta per voi lontana dai soliti amici, dai soliti posti, da tutto ciò che è routine.

Il vostro fascino e la vostra intrapren-denza lasceranno tutti senza parole. Ma non esagerate. Fate attenzione alle spese. La gestione della cassa non è mai stato il vostro forte. Demandate quindi ad altri il compito almeno per le prossime due settimane.

L’ambizione rischia di accecarvi. Occorre fare un passo indietro e valutare bene ogni cosa. Evitate di assumere ulteriori impegni. State pretendendo troppo da voi stessi. Concedetevi un po’ di relax con gli amici e con la vostra famiglia.

State all’erta. C’è qualcuno che sta cercando di soffiarvi il posto. Evitate di raccontare i vostri progetti ai quattro venti. Le vostre idee e le vostre intuizioni potreb-bero far gola a molti. Una gelosia inutile quanto ingiustificata metterà sale nei rapporti a due.

Piccoli conflitti in famiglia, sul lavoro, a scuola, con gli amici. Insomma non è proprio un bel momento. Per fortuna durerà poco. Poi è in arrivo il sereno e la possibilità di mettere a punto quel progetto che state accarezzando da tempo. Siate pronti.

Provate ad essere meno suscettibili e abbandonatevi al periodo intenso che vi aspetta. Nuove amicizie, nuove prospet-tive e l’inizio di una collaborazione che potrebbe portarvi lontano. Evitate di abusare a tavola. E’ in arrivo l’estate non fatevi trovare impreparati e appesantiti.

Il vostro rapporto di coppia è un po’ appesan-tito. Affrontate la questione con il vostro partner. Solo individuando la ragione del disagio potrete superare il momento. All’inizio della terza decade del mese vi attende un incontro che vi sorprenderà. Sappiate dosare l’entusiasmo.

398IL CONTROLLO DEL BILANCIO COMUNALE

mercoledì 14 maggio 2008