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Un hospice per alleviare le sofferenze A Molfetta si discute di sanità. E del futuro dellʼospedale ma, anche interessan- dosi di altri servizi considerati di primaria importanza per i cittadini. È il caso del progetto di realizzazione di un “Hospice”, proposto dallʼOpera Pia Monte di Pietà e Confidenze e favorevolmente accolto dallʼamministrazione comunale. Ne ha parlato con noi Luigi Roselli, medico e consigliere comunale. Molfetta mercoledì 23 gennaio 2008 Quindicinale gratuito di informazione, Tiratura copie 20.000. n° 3 Processi eccellenti con volti noti La cronaca giudiziaria in primo piano a Molfetta nelle ultime settimane. Nume- rosi i volti eccellenti finiti nelle maglie della giustizia. Tra le persone chiamate a comparire dinanzi ai giudici ci sono il consigliere comunale Pino Amato e lʼassessore Enzo Spadavecchia. Fa scalpore la notizia dellʼarresto di Pasquale Salvemini, coordinatore regionale del WWF. Politica Cronaca Cultura Sport Inchiesta pagina 3 pagina 9 pagina 15 pagina 19 pagina 4 pagina 7 Un desiderio chiamato “pass”

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Un hospice per alleviare le sofferenzeA Molfetta si discute di sanità. E del futuro dellʼospedale ma, anche interessan-dosi di altri servizi considerati di primaria importanza per i cittadini. È il caso del progetto di realizzazione di un “Hospice”, proposto dallʼOpera Pia Monte di Pietà e Confidenze e favorevolmente accolto dallʼamministrazione comunale. Ne ha parlato con noi Luigi Roselli, medico e consigliere comunale.

Molfetta mercoledì 23 gennaio 2008Quindicinale gratuito di informazione, Tiratura copie 20.000. n° 3

Processi eccellenti con volti notiLa cronaca giudiziaria in primo piano a Molfetta nelle ultime settimane. Nume-rosi i volti eccellenti finiti nelle maglie della giustizia. Tra le persone chiamate a comparire dinanzi ai giudici ci sono il consigliere comunale Pino Amato e lʼassessore Enzo Spadavecchia. Fa scalpore la notizia dellʼarresto di Pasquale Salvemini, coordinatore regionale del WWF.

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Un desideriochiamato

“pass”

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Il consigliere Gadaleta rimane indipendente

“E qui comando io….”Il 7 gennaio è passato e quanto da noi annunciato non si è avverato: lʼassessore ai Servizi Sociali Annamaria Brattoli è ancora saldamente sul ponte di comando del settore affidatole dal sindaco Antonio Azzollini. E non che noi ci fossimo inven-tati la notizia di sana pianta, anzi. Le parole dette sottovoce, gli indizi e quanto trapelato dalle riunioni politiche, lascia-vano chiaramente intendere che lʼex di AN fosse in procinto di fare le valige per lasciare via Cifariello. Ed invece, non è andata così. Il sindaco Azzollini alla fine ha detto no! La Brattoli è rimasta al suo posto ed Alleanza Nazionale ha continua-to a battere i piedi. Francesco Armenio, presidente del circolo locale di AN, segui-to dai consiglieri Lele Sgherza, Pino Amato e Rino Lanza, non è stato “accon-tentato”. Niente assessorato, almeno per ora. Anche perché oltre alla Brattoli, anche Mauro Magarelli appare intoccabi-le: il sindaco si fida di lui e non ha intenzione di dimissionarlo. A maggior ragione che lo stesso Magarelli ha dichia-rato ultimamente la sua appartenenza ad AN, salvo non riconoscersi negli attuali vertici locali del partito. E così il gruppo consiliare di AN continua a non essere direttamente rappresentato in giunta.Ma le “consultazioni” continuano e non sono esclusi colpi di scena. Per ora Arme-nio ha dichiarato a “Il Fatto” che, “pur avendo ricevuto dal sindaco la proposta di occupare un posto nel consiglio di ammi-nistrazione della nascente società Molfet-

ta Porto, non ho accettato” perché lʼattuale presidente di circolo, dice di non essere interessato alle cariche ma solo al rispetto dei ruoli politici.Poi cʼè la vicenda Carmela Minuto. Una storia in bilico tra gossip e politica. La parte di gossip è legata alla “scenata” consumatasi tra la vice-sindaco ed il

Gadaleta rimane indipendente. A confermarlo è stato lui stesso anche se non ha escluso di guardare con attenzio-ne al “Popolo della Libertà”.Impossibile anche il ritorno nelle fila di AN, “non ci sono le condizioni per tornare a far parte di quel partito”.Sulle questioni di giunta dichiara di non voler intervenire: “le nomine assessorili sono di spettano al sindaco. Le poltrone non mi interessano”. Un interesse che non potrebbe essere risvegliato nemme-no se una poltrona assessorile fosse

offerta proprio a lui: “non potrei garanti-re lʼimpegno richiesto dal ruolo”. Infine una frecciata ad AN: “Hanno chiesto la mia decadenza: un atto non fondato e scorretto umanamente e politicamente”.

primo cittadino nel bel mezzo di una riunione convocata a Palazzo di Città. La parte politica è legata a ciò che successi-vamente è accaduto.Sta di fatto che pochi giorni prima della fine dellʼanno, come hanno raccontato alcuni testimoni della vicenda, tra i due sia scoppiata la bufera: il sindaco a lamentarsi

di alcune questioni di bilancio non proprio gestite nel migliore dei modi, la vicesinda-co a difendere non tanto le sue posizioni quanto quelle dello stretto congiunto titolare del settore ragioneria del comune: alla fine improperi, parole grosse, accuse non tanto velate e, raccontano le cronache, qualche vaso andato in frantumi. Risultato tutti ad attendere la “cacciata” della Minuto da parte del sindaco o viceversa le dimissioni dellʼassessore. Anche perché lʼamore tra i due ha già vissuto altri momenti di “crisi coniugale”: la vicenda “Cinestar” e la “sospensione” del vicesin-daco non sono state dimenticate.Invece nulla di quanto preventivato: Carmela Minuto è ancora al posto suo. E sembrerebbe che il sindaco non abbia intenzione di sostituirla. La squadra resta quella. Anche se qualche dichiarazione ufficiale di chiarimento da una parte o dallʼaltra era lecito attendersi. Per il momento “lei” ha partecipato al consiglio comunale di lunedì 7 gennaio passando quasi tutto il tempo su banchi destinati ai consiglieri anziché al tavolo dellʼamministrazione; salvo poi riprender-si la posizione di competenza al momento della visita ufficiale del Vescovo. Quasi un atto formale e comunque dando segni di un “gelido” rapporto con il “capo”.In conclusione comunque niente “scos-soni politici” preventivati: Azzollini tira dritto. E nel frattempo aumenta il numero dei suoi adepti, palesi o nasco-sti, a palazzo Giovene.

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Forse a febbraio le Primarie del PD

Primarie desiderate, primarie attese. Per eleggere i vertici locali del Partito Demo-cratico sarà necessario attendere ancora del tempo. Ce lo ha confermato Mino Salvemi-ni, portavoce in consiglio comunale della formazione politica di centrosinistra.Inizialmente previste entro la fine del 2007, le consultazioni popolari sono state rinviate a data da destinarsi.“Probabilmente si svolgeranno in una domenica di febbraio” ci ha detto Salvemi-ni. “La data è ancora da decidersi perché la consultazione si svolgerà in una tornata

unica per tutta la provincia di Bari”, insom-ma un “election day” vero e proprio che coinvolgerà gli elettori con modalità che saranno rese note nei prossimi giorni.Di certo si sa che gli elettori non eleggeranno direttamente il segretario, o coordinatore, di circolo. L̓ elezione riguarderà infatti un direttivo di coordi-namento allʼinterno del quale sarà poi designato il segretario. Prima della tornata elettorale è stata inaugurata la nuova sede del partito in via Margheri-ta di Savoia.

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Nessuno tocchi lʼospedale di Molfetta!

Declassamento o non declassamento: questo è il problema. Non è un quesito amletico, ma il dubbio legato al destino dellʼOspedale di Molfetta. Una presunta dichiarazione del commissario straordi-nario dellʼAsl Ba, Lea Cosentino, in merito al ridimensionamento del locale ospedale, da struttura sanitaria interme-dia a presidio di base, è bastata per mettere in allarme lʼUdeur, che ha chiesto la convocazione urgente di un consiglio comunale monotematico. Ed infatti lunedì 14 gennaio il presidente del consiglio, Camporeale, ha riunito la massima assise per discutere proprio del piano regionale di riordino degli ospedali e della classificazione del nosocomio di Molfetta. Un consiglio comunale tenutosi nonostante la smenti-ta da parte dellʼavvocato Cosentino, che aveva provveduto a precisare che lʼospedale di Molfetta rimarrà una struttura intermedia. “Non riusciamo a comprendere la richiesta urgente di un

consiglio comunale, che ci sembra solo strumentalizzazione politica”, avevano detto in coro in una conferenza stampa i gruppi consiliari socialisti e del Pd, oramai in rotta di collisione con lʼUdeur. Ed effettivamente dopo i numerosi passi avanti compiuti dal nosocomio molfet-tese nellʼadeguamento tecnico-logistico e nel potenziamento di alcuni reparti, il declassamento sarebbe illogico, consi-derando anche il cospicuo bacino di utenza da coprire tra gli abitanti di Molfetta e Giovinazzo. Dopo una lunga discussione in Consiglio Comunale, che il centrodestra ha indirizzato soprattutto verso una critica della gestione sanitaria del Governo Vendola, si è giunti alla decisione unanime di istituire una commissione paritaria presieduta dal sindaco per monitorare la situazione relativa all'ospedale di Molfetta, avanzare eventuali suggerimenti e chiedere la convocazione dei responsa-bili sanitari regionali.

Guarire una persona non significa sempre curare una malattiaIl tema salute è sempre al centro delle attenzioni dei cittadini e del mondo della politica. Anche a Molfetta, non solo riguardo le vicende che interessano il locale presidio ospedaliero ma per tutto quanto ruota attorno a servizi considerati dai cittadini di primaria importan-za. E così è sempre interessante discutere di vicende come quelle legate al futuro uso dellʼex Preventorio, affidato alla Lega del Filo dʼOro, oppure al progetto di realizzare in città un “hospice”.“Una delle emergenze del nostro tempo –ci ha detto Luigi Roselli, medico e consigliere comunale- è garan-tire anche e soprattutto a pazienti affetti da malattie inguaribili una qualità nelle cure che vada ben al di là del semplice pur indispensabile atto terapeutico”.“Guarire una persona non significa sempre curare una malattia". Partendo da questa convinzione del dottor Dame Cicely Saunders, un medico inglese che credeva fermamente nella necessità di un elevato contenuto umano nelle cure e nella consapevolezza di un impegno volto eminentemente alle corde più intime dellʼuomo, lʼente Opera Pia Monte di Pietà e Confidenze di Molfetta ha proposto allʼAmministrazione Comunale di dar vita

ad un “Hospice” nella nostra città.“L̓ Hospice –ha spiegato Roselli- è una struttura residenziale che svolge un'attività di cure palliative, accogliendo pazienti inguaribili, in fase avanzata di malattia, che non possono più temporaneamente o stabilmente essere curati a casa. Si tratta di un vero e proprio stile di cura teso alla qualità di vita residua del paziente in fase terminale, dimensionando, di certo, le cure palliative rispetto a quelle curative, la qualità della vita residua rispetto alla sua quantità”. Gli "Hospice" o "Unità di Cure Palliative" (UCP) sono strutture nate in Inghilterra verso la fine degli anni ʻ60, quando il dott. Saunders nel 1967 fondò a Londra il St.Christopher's Hospice.“Si tratta –ha continuato Roselli che si sta occupando della vicenda anche nelle vesti di politico- di una idea

velocemente fatta propria dai medici americani dal 1974. Questo tipo di assistenza è diventato sempre più parte integrante del sistema sanitario di quella nazione e, successivamente di tutti i Paesi avanzati”. Negli anni ʼ90 vi è stato un particolare impulso alla diffusione di questa nuova struttura socio–sanitaria, dovuto, indubbiamente, ai risultati di alcuni studi che hanno evidenziato come, anche dal punto di vista econo-mico, la gestione di questi pazienti risulti vantaggiosa rispetto al ricovero in una comune corsia dʼospedale. “L̓ Hospice è un reparto di terapia intensiva a basso contenuto tecnologico e alto contenuto umano, high touch anziché high tech, in cui il malato porta con sé la sua vita, i suoi oggetti, le sue abitudini”.Un progetto importante, quindi, quello dellʼHospice nella nostra città, proposto dallʼOpera Pia Monte di Pietà e Confidenze nel solco della propria tradizione culturale e di solidarietà.“Un progetto –ha concluso Roselli- in cui lʼAmministrazione Comunale crede, come forma di quel rispetto dellʼessere umano che ha sin dal primo giorno contraddistinto ogni atto della giunta Azzollini”.

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Mancini: “Per FI periodo di serenità”

“Forza Italia a Molfetta non ha mai vissuto un momento di estrema serenità come in questo periodo” a dirlo è il vice segretario cittadino del partito azzurro, Pasquale Mancini. Con lui abbiamo parlato di presen-te e futuro della politica molfettese, dando uno sguardo a ciò che avviene all̓ interno della maggioranza cittadina ed anche tra le fila dell̓ opposizione.E proprio sulla situazione del centrosini-stra molfettese Mancini è lapidario: “La sinistra appare spaccata ogni giorno di più”. Insomma idee chiare per quanto riguarda ciò che avviene al di là della barricata. Anche quando si fa cenno a possibili avvicinamenti allʼUdeur: “Non nascondiamo che guardiamo con attenzione al ruolo dei due consiglieri comunali di quel partito. Del resto sembra che su molti aspetti della vita politica cittadina convergano con noi”.L̓ analisi si sposta poi sulla questione AN: “Un alleato cui prestiamo attenzione, per il suo ruolo politico. Certo sta attraversan-do un periodo di transizione ma, noi

guardiamo con interesse a quanto avvie-ne, tenendo in considerazione non solo la realtà locale”. Forse sarebbe stata dovero-sa una maggiore presenza dellʼonorevole Amoruso: “Non nascondo che, personal-mente, avrei gradito una maggiore vicinanza di Amoruso nei giorni in cui AN affrontava un processo di trasforma-zione”. E di “assenza” Mancini ha parlato riferen-dosi ai rappresentanti molfettesi alla Provincia: “Hanno brillato per la loro assenza ma, non preoccupatevi, è iniziata la precampagna elettorale e tra un po ̓torneranno a erogare sorrisi radiosi”. Nota di demerito anche per gli uomini della Regione: “Contesto la colpevole assenza non solo di Guglielmo Minervini ma di tutto il governo regionale. È un effettivo sostegno alla città. Molfetta merita maggiore attenzione”.Chiusura dedicata al Partito della Libertà: “Lavoriamo a pieno ritmo. E sono molti coloro che si stanno avvicinando al nostro progetto”.

“Ci sono diversi leaders nel centrosinistra molfettese” a dirlo in consiglio comunale è stato il consigliere socialista Nicola Piergiovanni (nella foto). Lui lʼha detto ma, a pensarlo sono oramai in molti. E, come è facile intuire, troppi leaders significano anche troppa confusione e frammentazione.Può così capitare di assistere a scenette degne della migliore commedia napoleta-

na quando si scatena la bagarre, nel bel mezzo di una riunione della massima assise cittadina, tra rappresentanti dei partiti di centrosinistra. Spettatori silenziosi, e compiaciuti, i colleghi di maggioranza abituati a schermaglie ideologiche e verbali con gli avversari ma raramente spettatori di lotte intestine oramai di pubblico dominio.Tutto ruota sull̓ asse PD-Udeur, con la partecipazione nel ruolo di co-protagonisti dei socialisti.Ormai i due consiglieri dell̓ Udeur fanno minoranza a sé. Unʼopposizione nell̓ opposizione. Insomma, divisi in casa con gli altri partiti del centrosinistra ma nemmeno “fidanzati ufficialmente” con il centrodestra. E del resto nel Partito Democratico, che a questo punto chiede una verifica degli assetti della coalizione, non sono in pochi ad augurarsi sottovoce di “scaricare al più presto i due scomodi compagni di viaggio”.Insomma situazione incandescente e centrosinistra sempre più diviso e dalle idee confuse.

Centrosinistra sempre più diviso

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Una mano tesa per salvare una vita

La storia potrebbe essere degna di un libro di favole. Se non fosse reale.Protagonisti della vicenda il consiglie-re di AN, Rino Lanza ed una giovane zingarella. Insomma, come dire lʼacqua con il fuoco. Da una parte il politico che più volte aveva chiesto lo sgombero del campo rom, dallʼaltra una delle tante donne che, giorno dopo giorno sono ferme ai semafori in cerca di elemosine.Sta di fatto che la giovane, in preda ad un momento di disperazione, fosse sul punto di suicidarsi facendosi travolgere da un treno a pochi passi dalla stazione di Molfetta. Provvidenziale

Cittadella: necessaria trasparenza

Passano le settimane e si torna a parlare di “Cittadella degli Artisti”.Tante cose sembrano non quadrare a cominicare dal fatto che il progetto prevede lʼutilizzo del solo secondo piano di dellʼex capannone ASM, dato che la restante parte della strut-tura è previsto venga data in gestione ad altro soggetto.Inoltre il “teatro” inserito nel proget-to conta solo 200 posti che sicura-mente non sono in grado di soddisfa-re la esigenze di una città affamata di eventi di alto livello. Per questo, il coordinamento “Are-nativi”, sorto da qualche mese per iniziativa di alcune associazioni presenti sul territorio, ha proposto ai responsabili che hanno redatto il progetto strutturale di apporre una serie di modifiche volte a migliorare la fruibilità della struttura.Ma nonostante siano state rilevate delle carenze in un incontro recente con il comune è stato chiarito che solo il vincitore del bando potrà eseguire qualsiasi modifica della

struttura. Così anche queste realtà cittadine che da anni sono impegnate nella promozione artistica locale hanno deciso di concorrere al bando di gestione richiedendo che questo fosse pubblicato contemporanea-mente al bando con il quale verranno affidati i lavori di ristrutturazione. E su questʼultimo punto tornano a non essere ben chiari alcuni passaggi.Qualcuno, ad esempio, sa spiegare perché il comune stimò nel 2005 per la realizzazione dei lavori in questio-ne un investimento pari a 950.000 euro, mentre ora ne sono stati richie-sti solo 700.000 di cui solo 560.000 saranno forniti dalla Regione e 140.000 dal Comune? In base a quali dati economici i costi dellʼedilizia si sono ridotti negli ultimi due anni di 250.000 Euro? A questo punto lʼunico modo per vedere realizzata la struttura e per garantirle vita duratu-ra e non un certo fallimento econo-mico non si può che confidare nelle grandi disponibilità economiche di chi vincerà il bando.

Dal 6 febbraio tornano le “quarantane”

Le bambole di pezza faranno la loro comparsa nel centro storico il 6 febbraio prossimo. Saranno date alle fiamme il giorno di Pasqua. A Molfetta tornano la “quarantane” bambole di stracci (di solito confe-zionate il mercoledì delle ceneri) munite di sette frecce, una bianca e le altre nere, che rappresentano le vedove del carnevale. Alle “quaran-tane”, appese tra i balconi della città vecchia, ogni sabato sarà staccata una freccia nera, fino ad arrivare al Sabato Santo quando sarà staccata lʼultima freccia bianca. Lʼidea di riproporre le “quarantane” (rito popolare, secondo alcuni, osser-vato a Molfetta fino allʼinizio del

secolo scorso) è venuta ad alcuni rappresentanti del comitato di quar-tiere. I dettagli delle manifestazioni che caratterizzano la presenze delle quarantane nel centro storico saran-no resi noti tra qualche giorno. In ogni caso lʼiniziativa è stata sottopo-sta allʼassessore comunale con delega al centro storico, Pierangelo Iurilli. Proprio lui, in questi giorni, è impegnato in una serie di incontri, con associazioni, residenti e commercianti, finalizzati a trasfor-mare lʼiniziativa in un evento che vada ad intersecarsi con le altre iniziative che nel periodo che prece-de la Pasqua vengono proposte nella città vecchia.

Città sporca. E forse non è una novità. Servizi di pulizia “zoppicanti”. E la colpa è spesso da addebitare ad un organico insufficiente per soddisfare i bisogni di un territorio che si sta urbanizzando con una velocità impres-sionante senza che i servizi essenziali crescano in maniera direttamente proporzionale.Le difficoltà economiche della pubbli-ca amministrazione del resto non

consentono sforzi ed impegni tali da assumere nuovo personale. Ed i dirigenti delle aziende municipali sono costretti a veri e propri salti mortali per garantire i servizi minimi.Dallʼinizio del mese di gennaio, poi, la situazione appare aggravata. Cassonet-ti spesso stracolmi anche sino a tarda mattinata con cumuli di rifiuti deposi-tati attorno ad essi. Ed il problema è presto spiegato. Scaduta lʼautorizzazione per lʼesercizio dellʼattività della discarica di Andria e colpevolmente non ancora rinnovata dagli uffici provinciali, tutti i nove comuni del “bacino Bari 1”, tra cui Molfetta, stanno scaricando i loro rifiuti presso la discarica di Trani. Il tutto, ogni giorno, entro le ore 12. Risultato: lunghissime file di auto compattatori in attesa ed ore di ritardo sulle attività di scarico e conseguente-mente di raccolta nei centri urbani. E la cosa più grave è che la soluzione al problema appare ancora lontana.

lʼintervento del consigliere comunale: la conosceva. Le ha parlato e poi le ha teso la mano strappandola via ad un destino orrendo. Per lui le parole di encomio dellʼintero consiglio comuna-le. E lʼammirazione della città.

Niente discarica: nuovo allarme pulizia

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Tre procedimenti penali. Decine di vite sospese a mezzʼaria

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Per conoscere le sorti di Pino Amato, al momento consigliere comunale di An, bisognerà aspettare il 21 febbraio prossimo data in cui riprenderà lʼudienza preliminare sospesa il 10 gennaio scorso. Pino Amato, Girolamo Antonio Scardigno, consigliere comunale di Forza Italia, Pasquale Mezzina, sottuffi-ciale della polizia municipale, Vincenzo De Michele, ex dirigente Settore attività Produttive del Comune di Molfetta, Gaetano Brattoli, broker assicurativo, Vito Pazienza, appartenente al movimento politico “Popo-lari per Molfetta”, Vincenzo Zaza, ex comandante della polizia municipale, Gianfranco Piccolantonio, sottufficiale della polizia municipale, e Giovanna Anna Guido, rappresentante legale di un istituto di vigilanza rispondono, a vario titolo di corruzione, concussione, voto di scambio, abuso dʼufficio e falso ideologico. Nel coro dellʼudienza preliminare, che si è celebrata, il 10 gennaio scorso, davanti al Gup di Trani, Maria Teresa Giancaspro, Vincenzo Zaza e Gianfranco Piccolantonio, hanno chiesto il patteggia-mento della pena. La richiesta è stata accolta dal pubblico ministero.

L̓ udienza del procedimento penale che vede imputa-to Vincenzo Spadavecchia è stata rinviata al 22 aprile per un impedimento del giudice unico della sezione distaccata del Tribunale di Trani a Molfetta. Secondo lʼaccusa Spadavecchia, nel corso della campagna elettorale per le amministrative del .2006, avrebbe offerto a persone, a tuttʼoggi rimaste ignote, buoni benzina in cambio di consensi elettorali. Nello stesso procedimento è imputato Cristofaro Brattoli, lʼassassino del sindaco Gianni Carnicella che, sempre durante la campagna elettorale del 2006 aggredì, con parole grosse, lʼallora candidato sindaco del centro sinistra Lillino Di Gioia.In entrambi i processi Matteo DʼIngeo, anche lui candidato sindaco alle comunali del 2006, si è costituito parte civile. In nessuno dei due procedi-menti, almeno per il momento, il Comune si è costituito come parte lesa.

Per saperne di più sulla vicenda che ha portato allʼarresto di Pasquale Salvemini, coordinatore regio-nale del WWF, bisognerà attendere gli sviluppi. Il quadro accusatorio a suo carico non è chiaro. Salve-mini, con altre due persone pure arrestate, è accusato di violenza privata continuata aggravata, omicidio colposo con morte come conseguenza di altro delitto, falsità ideologica e materiale, abuso d'ufficio, calun-nia continuata aggravata, lesioni aggravate per fatti commessi tra il 2005 e il 2007. Ora bisognerà aspetta-re le mosse della difesa. Nel frattempo lʼavvocato Leonardo Iannone, il legale di Salvemini che nellʼinterrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere, ha già presentato ricorso al Tribunale del Riesame per chiedere lʼannullamento dela misura restrittiva. Secondo lʼaccusa “gli arrestati - lo precisa una nota dellʼufficio stampa del comando provinciale dei carabinieri - nell'ambito dei controlli effettuati nell'area del nord barese, abusando delle qualifiche loro attribuite, agendo talvolta travisati, avevano costretto i cacciatori a tollerare atti di perquisizione con metodi poco ortodossi. Un controllo particolar-mente aggressivo operato in Spinazzola, in data 6 novembre 2005, avrebbe provocato la morte di un cacciatore 82enne, originario di Riccione che, vistosi accerchiato, veniva colto da arresto cardiocircolatorio accasciandosi al suolo. Nel corso di un altro controllo avvenuto a Barletta il 14.01.2007, il forestale avrebbe addirittura provocato, con una testata, la rottura del setto nasale di un cacciatore”. Sulla vicenda, da subito, cʼè stata una levata di scudi da parte del WWF nazionale “Le due guardie venato-rie del WWF Puglia contro le quali sono stati decisi gli arresti domiciliari in seguito alla loro attività di

vigilanza sul bracconaggio – precisa una nota - hanno svolto da oltre 10 anni attività a titolo volontario e gratuito distinguendosi per la competenza e per la puntale attività di vigilanza ambientale nella lotta allʼillegalità. Il WWF è dunque stupito per la decisio-ne assunta oggi dal Gip di Trani ed è convinto che si debba aspettare lʼesito delle indagini perché si arrivi a svelare lʼimpalcatura dellʼintero castello accusatorio. Si tratta di accuse ancora non provate rivolte a cittadi-ni su cui il WWF ripone la massima fiducia e che hanno per anni collaborato con ogni corpo di polizia. Le Guardie volontarie venatorie, infatti, come previ-sto dalla legge sulla caccia e dalla legge sulla Pubbli-ca Sicurezza, coadiuvano lʼattività delle forze dellʼordine in tutta la regione Puglia ed in particolare con la Guardia di Finanza, il Reparto del ROAN, con il Corpo Forestale dello Stato, con le Capitanerie di Porto e con gli stessi Carabinieri”. Ma la nota non si ferma qui. “Si tratta di vere e proprie sentinelle contro ogni crimine ambientale: abusi edilizi, discariche abusive, trasporti illeciti di rifiuti, violazioni delle leggi sulle coste, inquinamento delle acque, pesca di frodo, bracconaggio. La stessa Regione Puglia ha collaborato con le stesse guardie permettendo al WWF di aprire il primo numero verde per le segnala-zioni di violazioni ambientali in Italia. Questa attivi-tà, svolta dai nostri sempre gratuitamente, ha permes-so la verifica di oltre 400 segnalazioni che hanno portato al sequestro da parte delle forze dellʼordine di immobili abusivi sulla spiaggia, di discariche illegali, alla scoperta di casi gravi di inquinamento delle acque e scarichi illegali a mare. Tanto impegno ha anche provocato, in questi anni, casi di ritorsione contro le guardie WWF. Alla luce di questa breve cronaca, che mal si concilia con il grave provvedi-mento assunto, il WWF conclude la nota - si aspetta che la magistratura faccia giustizia soprattutto perse-guendo i responsabili dei numerosi crimini ambienta-li perpetrati ai danni del territorio pugliese piuttosto che onesti cittadini che si impegnano tutti i giorni contro la criminalità”.

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Estorsione aggravata e lesioni: direttore di banca assolda boss per pagare un debito. Presto il processo

Sono in molti a credere che, almeno questa volta, al processo si arriverà subito. E forse il giovane imprenditore edile di Molfetta, (pestato e accoltel-lato perché colpevole di aver preteso il pagamento di lavori di ristrutturazione da lui portati a termine), si ritroverà, prima di quanto avesse previsto, faccia a faccia con i suoi carnefici. Nellʼaula del tribunale, ci sarà lui da una parte, e cinque persone dallʼaltra, tutti quelli che i carabinieri della compagnia di Molfetta hanno arrestato. Ci sarà lui ad accusare, a puntare lʼindice. E di fronte a lui ci saranno Giusep-pe Caputo, cinquantacinque anni, di Cerignola, Donato Piazzolla, quarantatre anni, di Canosa, Sabino Sangermano, trentacinque anni, anche lui di Canosa, Michele Migliaccio, trentuno anni, e Giuseppe Balducci, cinquantasette, di Corato. Tutti accusati, a vario titolo, di estorsione aggravata in concorso e lesioni. Nel processo la federazione italiana antiracket e lʼassociazione provinciale antiracket si costituiranno parte civile.Secondo la ricostruzione dei carabinieri, Donato Piazzolla, direttore dello sportello della banca popolare di Bari a Molfetta, fino a qualche mese fa direttore del Monte dei Paschi di Siena, per tramite di suo cognato, Sabino Sangermano, commerciante di auto, aveva assoldato il capo clan, Giuseppe Caputo per convincere lʼimprenditore edile di Molfetta, che, da ottobre del 2006 a maggio del

2007, aveva ristrutturato la sua villa di campagna ad accettare quindicimila euro a fronte di lavori per ottantottomila euro. A sua volta Giuseppe Caputo si era rivolto a due sgherri di Corato, Michele Migliaccio e Giuseppe Balducci, rispettivamente di 31 e 57 anni che avrebbero dovuto indurre il ventisettenne a firmare un atto transattivo con il quale dichiarava, senza che questo fosse mai avvenuto, di aver ricevuto da Piazzolla 25mila euro come pagamento per i lavori effettuati. Il primo contatto tra gli sgherri e gli imprenditori era avvenuto in una stazione di servizio. In quella circostanza lʼimprenditore fu accoltellato. I Carabinieri avevano iniziato le indagini partendo dal referto dellʼospedale ove lʼimprenditore era stato accompagnato per farsi curare le lesioni subite. Una volta vinta la ritrosia della vittima, riconosciutasi nel filmato del pestaggio, recupera-to dal circuito di video sorveglianza installato presso il distributore di carburanti, gli investigato-ri hanno espletato una serie di attività tecniche che dopo aver chiarito i rapporti tra tutti i personaggi della vicenda, hanno consentito di dare esecuzio-ne alle ordinanze di custodia cautelare emesse, sulla scorta delle prove raccolte, dal Gip presso il Tribunale di Trani, dottor Roberto Oliveri del Castillo, su richiesta del pubblico ministero, Ettore Cardinali.

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Cronaca 9

Proseguono i lavori per la realizzazione della centrale della Powerflor

Le due turbine sono ancora lì. Lungo una delle banchine del porto mercantile di Molfetta. Pronte per essere trasportate a destinazione. Per il momento cʼè calma. La battaglia aperta contro la realizzazione della centra-le termoelettrica della Powerflor, si limita ad una incessante campagna mediatica condita da conferenze, dibattiti e documenti di protesta. Ma dove nasce il problema Powerflor? Sempre che di problema si possa e si debba parlare. Nasce dalla volontà della Ciccolella spa di Molfetta, multinaziona-le operante nel settore floristico, di realizzare una nuova centrale termoelettrica a servizio dellʼattività floristica. Insomma, in parole povere, bisognava mandare in pensione il vecchio generatore a gas metano attualmente utilizzato per produrre il calore necessario alla coltivazione e sostituirlo con un impianto di ultima genera-zione, utilizzando come combustibile oli vegetali. Insomma, un impianto di produzione “pulito” dal punto di vista ambientale. Impianto regolarmente autorizzato dalla Regione Puglia e messo in cantiere dallʼazienda.

Succede poi che tempo dopo lʼavvio delle opere, la Powerflor avanzi richiesta per aumentare notevolmente la capacità produttiva: risultato, secondo gli ambientalisti, da impianto di produzione di calore, la centrale diviene una vera e propria “fabbrica” di energia elettrica. E qui scatta lʼallarme e la richiesta di sospendere i lavori. Secondo coloro che oggi protestano la centrale avrà un impatto di natura ambientale deleterio, oltretutto in una zona votata allʼattività agricola. A rischio i terreni agricoli circostanti e la sottostante falda acquifera: insomma, una vera e propria calamità pronta ad abbattersi su Molfetta. In tutto ciò lʼamministrazione comunale non ha potuto fare altro che promettere controlli di natura sanitaria. “Le autorizzazioni le ha rilasciate la Regione. Da parte nostra alcuna competenza in materia” ha detto lʼassessore allʼambiente Magarelli. Mentre lʼazienda, per bocca dellʼingegner Amato, ha assicurato che la centrale non produrrà alcun effetto nocivo. Intanto i lavori proseguono. Sotto lo sguardo vigile di chi è contrario allʼopera.

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La Polizia Municipale traccia il bilancio dellʼattività del 2007

È stata festeggiata sabato 19 gennaio la ricorrenza di San Sebastiano, santo protettore dei vigili urbani di tutta Italia.A Molfetta il locale comando di Polizia Municipale ha organizzato un corteo per le vie cittadine ed una santa messa in cattedrale con la partecipazione delle autorità civili e militari e degli apparte-nenti ai corpi di polizia di Giovinazzo, Ruvo, Terlizzi e Modugno.La ricorrenza è stata anche lʼoccasione per divulgare i dati dellʼattività operativa svolta nellʼanno 2007. A renderli noti il comandante dei “ghisa” molfettesi, il capitano Giuseppe Gadaleta che ha anche approfittato per tracciare le linee guida che

dettano lʼimpegno quotidiano del corpo, “lʼimpegno di pochi a servizio di molti”, come affermato nella relazione ufficiale.Oltretutto, sempre riportando le parole del comandante, “la polizia municipale è il principale regolatore della vita di tutti i giorni nello spazio pubblico delle nostre città e del nostro territorio”, motivo per cui analizzando i dati dellʼattività operati-va è possibile tracciare un quadro preciso dello stato di salute della nostra Molfetta.Nel corso dellʼanno appena trascorso ben 2230 sono stati i controlli di natura urbanistica svolti dal Corpo, con 137 sequestri disposti dallʼAutorità Giudizia-ria e circa 80 relazioni per illeciti.

Notevole l̓ impegno anche sotto il profilo della tutela ambientale con circa 800 controlli per quanto riguarda l̓ inquinamento atmosferico e 300 legati alla gestione e smaltimento di rifiuti urbani e speciali.Circa 200 sono state le autorizzazioni rilasciate per strutture ricettive e pubblici esercizi e oltre 300 quelle per attività commerciali ed artigianali.Quotidiano il lavoro anche della squadra annonaria che ha elevato 256 sanzioni amministrative, mentre la squadra di polizia giudiziaria ha effettuato 418 indagini di rilevanza penale; 87 sono stati gli interventi di Protezione Civile.L̓ ambito di maggiore intervento rimane

comunque quello legato alla viabilità urbana ed al controllo del traffico, con lʼemissione di circa 300 ordinanze. Inoltre, 75 sono stati i posti di controllo eseguiti, 122 i veicoli per i quali è stata disposta la rimozione forzata, 67 i ciclomotori sottoposti a sequestro ammi-nistrativo, 214 gli incidenti stradali rileva-ti. Oltre a circa 700 interventi di ordine pubblico in genere.Nota dolente per gli automobilisti: oltre 15mila le contravvenzioni al Codice della Strada elevate pari a circa 800.000 euro di sanzioni comminate agli automobilisti, parte dei quali già incassati dallʼamministrazione.

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Un “rettangolino magico” al servizio degli imbroglioni

Oramai sembra sia diventato un vero e proprio “oggetto del desiderio”. E non sono pochi coloro capaci di mettere da parte la sbandierata onestà morale per accaparrarsi quel pezzetto di carta da esporre, anche con un po ̓di vezzo, sul cruscotto dellʼautovettura.Parliamo del cosiddetto “pass disabi-li”, meglio, del “contrassegno”.Nelle città se ne contano una infinità. Tutti lo vogliono, tutti lo cercano. Ma non tutti possono averlo. O potrebbero.Di tutto ciò ci siamo occupati in questo numero de “Il Fatto”: di una agevolazione che sempre più spesso diventa problema. O, come qualcuno lʼha definita e come potrete leggere in uno degli articoli che seguono, uno status symbol.E si, perché quel rettangolino arancio-ne è troppo spesso la chiave di accesso a concessioni pensate per agevolare la vita quotidiana di chi ne ha realmente bisogno ed invece diventato lo

strumento per rendere felici troppi “imbroglioni privilegiati”.Il problema è oramai diffuso in tutta Italia, da nord a sud. E Molfetta non ne è esclusa. Arginare lʼuso illegittimo e sconside-rato dei pass diviene ogni giorno più difficile perché anche la legge non aiuta. Ed ancor di più scovare e becca-re coloro che giungono addirittura a falsificare il documento. Del resto con le moderne tecnologie basta internet, una stampante a colori ed un po ̓ di italica faccia tosta ed il gioco è fatto: parcheggi gratis, circolazione nelle zone a traffico limitato e tanto altro ancora.I danneggiati? Coloro che effettiva-mente hanno diritto di usufruire del pass e tutti i cittadini onesti che subiscono il raggiro giornaliero del bellʼimbusto di turno, tutto muscoli e palestra, dotato di macchinone con relativo contrassegno. Quasi fosse un optional acquistato in concessionaria.Abbiamo cercato di affrontare la questione dando unʼocchiata a leggi e regolamenti, ascoltando chi per ragio-ni di servizio è chiamato a contrastare

anche questo fenomeno di illegalità, il mondo politico e quello dellʼassociazionismo. Il tutto condito e completato da qualche dato numeri-co. Tanto per renderci conto di quanto avviene oggi a Molfetta.Una cosa è certa però: se il problema cʼè le colpe ed i colpevoli sono molte-plici. Soprattutto però ci siamo imbattuti nella maleducazione, nella mancanza di senso civico e di rispetto nei confronti di categorie di cittadini più deboli.Insomma, ancora un danno verso chi quotidianamente deve convivere con problemi di natura fisica. E non solo. Già, perché oggi parliamo di pass, ma non è escluso che in futuro si possa tornare sullʼargomento, magari analiz-zando altre questioni: dallʼaccessibilità ai disabili degli uffici pubblici, alle rampe sui marcia-piede. Dai veicoli ad uso speciale alla mancanza di assistenza specialistica. Oggi inauguriamo quindi il primo capitolo di un libro ancora tutto da scrivere. Con la speranza di potervi offrire anche qualche bella pagina di rispetto. Ed educazione.

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Dal comunenon solo parcheggi

A Molfetta lʼattenzione verso i diversamen-te abili è piuttosto alta. “Uno dei principali obiettivi di questa amministrazione – ha detto lʼassessore ai Servizi Sociali Anna Maria Brattoli - è quello di cercare di rende-re più agevole la vita a coloro che hanno la sfortuna di vivere in queste gravi condizio-ni”. In questo senso Molfetta non è sicura-mente da meno ad altre città, attraverso lʼassistenza scolastica e il suo centro di rieducazione per disabili. Ma il vero fiore allʼocchiello è il servizio di assistenza domiciliare per disabili ultra diciottenni. “Tale servizio inaugurato lo scorso anno in via sperimentale – ha commentato lʼassessore – proseguirà anche nel 2008 grazie a dei fondi del Piano di Zona e mira soprattutto a favorire le condizioni di vita dei diversamente abili affetti da gravi patologie degenerative e deambulanti”. Al momento le persone assistite sono soltanto 7 grazie al lavoro continuo di 3 operatori. “La prospettiva futura è quella di aumentare il numero degli assistiti e allargare la fascia di utenti – ha concluso la Brattoli – in modo da fornire aiuto anche alle famiglie in condi-zioni precarie costrette ad assistere i propri congiunti con patologie molto gravi”.

Chi meglio del “controllore” può conoscere vizi e virtù del “control-lato”? Ed è per questo che abbiamo incontrato il dottor Giuseppe Gadaleta, comandante della Polizia Municipale di Molfetta, per capire se il “problema pass” esiste ed in quali termini anche nella nostra città.“Io non parlerei tanto di problema pass”, ha esordito Gadaleta, “piut-tosto qui cʼè un serio problema di mancanza di educazione e sensibi-lità”. Unʼaffermazione che trova facile conferma nellʼanalisi del comandante. “In giro ci sono numerosi contrassegni di parcheggio per disabili e nella maggior parte dei casi, quasi nella totalità, si tratta di regolari documenti. Quindi nulla di strano, tutto nella norma. Il problema serio sta invece nel loro utilizzo improprio”.In poche parole quando un pass regolarmente rilasciato ad una perso-na avente diritto, viene invece utilizzato da familiari, amici e cono-scenti, per fruire di agevolazioni altrimenti non spettanti. Infatti, il codice della strada dice che il pass non è legato ad una autovettura ma, è un documento personale del soggetto cui è stato assegnato: “Basta che il nipote esponga sul cruscotto il pass rilasciato al nonno ed il gioco è fatto” ha continuato Gadaleta che non ha avuto problemi nellʼammettere la difficoltà di scovare e sanzionare i truffatori: “Per poter intervenire è necessario svolgere una lunga attività di verifica dato che il pass può essere utilizzato nellʼauto a servizio del disabile. Mi spiego meglio: se unʼautomobilista lo espone sul cruscotto pur non avendone egli personalmente diritto è assai difficile smentirlo se poi afferma di aver accompagnato un disabile o di attenderlo per poterlo trasportare da qualche altra parte. Avremmo bisogno di numerosi vigili assegnati solo a tali controlli che, nel migliore dei casi, potrebbero durare ore. Capita comunque di cogliere in flagranza qualcuno che utilizza improprio il documento, ed allora parte la sanzione amministrativa ed il ritiro del pass”. Alla fine però, ammette Gadaleta, “se manca lʼeducazione è difficile risolvere il problema”.

Vivere il presente per un disabile è difficile. E il futuro?In linea con il resto della Regione. I problemi delle persone affette da disabilità e dei loro diretti congiunti sono gli stessi, un po ̓ovunque. “Un disabile, che sia psichico, intellettivo, relazione o sensoriale, a Molfetta condivide le stesse difficoltà di un disabile in un altro comune della regione, forse anche oltre regione. Il problema più grande è legato allʼaccesso negato al mondo del lavoro”. A parlare è Michele Lasor-sa, presidente regionale dellʼAnffas, associazio-ne nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva o relazionale. “Le leggi ci sono ma le aziende preferiscono pagare le sanzioni piuttosto che assumere un disabile. E ̓triste ma è così e ci sono casi di questo genere ovunque”. Anche a Molfetta? “Anche a Molfetta, ovunque. Per non parlare poi delle mille difficoltà quotidiane, a cominciare da quelli di ordine legale (perché spesso bisogna attivare gli uffici legali per vedere ricociuto un diritto) e dei timori che accompagnano i genitori dei disabili in relazione al futuro dei loro figli, a quando loro non ci saranno più. Quello che manca davvero – continua Lasorsa che è ai vertici regionali dellʼAnffas da anni - è il censimento dei disabili che consentirebbe di attivare i servizi giusti. Adesso esiste il piano di zona ma un coordina-mento che metta insieme Asl, comuni, scuola, associazioni non cʼè se non nelle intenzioni. Ci sono una serie di impegni e di normative, ma spesso tutto resto sulla carta. Le associazioni, nei diversi comuni, questo accade anche a Molfetta, spesso fanno monitoraggi, gli stessi comuni sono

in possesso di dati che forniscono percentuali ma è tutto molto approssimativo perché gli elenchi non sono aggiornati con la giusta frequenza, perché spesso ci si limita a prestare assistenza senza pensare ad attivare sinergie che portino alla soluzione del problema”.E le parole di Michele Lasorsa, in relazione alla difficoltà per i disabili di trovare uno spazio nel mondo del lavoro, trovano conferma anche in una delle storie più tristi degli ultimi mesi. La storia di G. trentadue anni, alto, robusto e forte, che non sente ma è in grado di parlare. Per qual-che anno ha lavorato in unʼazienda che però poi ha chiuso e ha dovuto licenziarlo. Per lui è cominciata la discesa verso gli inferi e sono cominciati i problemi con la giustizia perché lui spesso va in escandescenza. G. non ha nessuno. Può fare affidamento solo su sua madre, una donna molto anziana, quasi ottantenne. La donna più volte ha lanciato appelli perché qualcuno le offrisse aiuto sollecitando anche lʼintervento delle Istituzioni che però possono fare davvero poco e non sono in gradi di assicurare un posto di lavoro. Sorde sono rimaste anche le aziende del territorio.

“Se manca lʼeducazione non si risolve il problema”Pass disabili: cosa

dice la legge

Per lʼutilizzo dei pass per i disabili, esiste un dettagliato sistema di leggi e regola-menti che ne disciplina lʼutilizzo e che individua con precisione gli aventi diritto a beneficiare di talune agevolazioni. Infatti, secondo lʼart. 381 e lʼart. 188 del Codice della Strada coloro che possono usufruire di contrassegni per la sosta e la circolazione in zone particolari di una città sono i cittadini con difficoltà di deambulazione, con capacità di deambu-lazione sensibilmente ridotta e i non vedenti. Il contrassegno ha un formato di cm 10 X 12, con scritte nere su fondo arancione, con il simbolo dellʼaccessibilità, sul quale devono essere riportati: il numero della concessione (attribuito dal Comune), il nome, lʼindirizzo ed il Comune di residenza della persona disabile. Spesso questi ultimi dati, come avviene a Molfet-ta, vengono riportati sul retro del contras-segno per ragioni di privacy. Per ottenere il rilascio del pass è necessa-rio fare richiesta allʼufficio competente del comune di residenza, attraverso la presentazione di una domanda correlata di certificato medico-legale dellʼAsl. È bene sapere che la validità del contrasse-gno non è determinata a priori, ma dipen-de dalle condizioni della persona richie-dente accertate dalla commissione medica. Pertanto, se la persona interessata risulta affetta da una patologia stabilizza-ta o che non comporta possibilità di miglioramento, il pass ha validità di 5 anni. In questo caso il rinnovo avviene mediante presentazione di un certificato del medico curante, che attesti unʼinvalidità persistente. Diversa è invece la questione qualora la persona interessata sia affetta da una temporanea grave difficoltà di deambulazione: in questo caso la validità del contrassegno è tempo-ranea e lʼeventuale rinnovo è concesso a seguito di una visita medico-legale. Il contrassegno è strettamente personale e non è vincolato ad uno specifico veicolo; viene rilasciato indipendentemente dal possesso della patente di guida ed ha valore su tutto il territorio nazionale. Ai beneficiari del contrassegno è consentito il transito nelle zone a traffico limitato, nelle aree pedonali, nelle aree verdi e nelle corsie e vie preferenziali. Inoltre la sosta è gratuita negli spazi riservati ai disabili, delimitati con le strisce gialle ed il simbolo dellʼaccessibilità. Il pass non può essere utilizzato qualora lʼauto non è al servizio della persona disabile intesta-taria del contrassegno, pena la sanzione per la contravvenzione effettuata e il ritiro del pass.

A Molfetta emessi oltre 1000 pass

In città circolano oltre ventimila autovet-ture: un parco macchine imponente cui vanno ad aggiungersi i veicoli dei nume-rosi pendolari che per varie ragioni raggiungono Molfetta quotidianamente.E con tanti veicoli in circolazione diventa sempre più difficile, specie nelle zone centrali, trovare parcheggi liberi. Uno dei motivi che spesso spinge allʼutilizzo non proprio corretto dei pass disabili e dei posti riservati.Sullʼintero territorio urbano esistono attualmente circa 150 posti auto “liberi” per disabili cui se ne aggiungono altrettan-ti “personalizzati”, cioè riservati a coloro che ne abbiano fatto specifica richiesta e sui quali è indicato chiaramente il numero di autorizzazione rilasciata dal comune.Dal 1983 ad oggi gli uffici comunali hanno emesso 1147 contrassegni per disabili, con un incremento medio tra il 2000 ed il 2007, dei quali circa 200 sono stati ritirati o per decesso del titolare o per suo trasferimento in altra città.

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Chi meglio del “controllore” può conoscere vizi e virtù del “control-lato”? Ed è per questo che abbiamo incontrato il dottor Giuseppe Gadaleta, comandante della Polizia Municipale di Molfetta, per capire se il “problema pass” esiste ed in quali termini anche nella nostra città.“Io non parlerei tanto di problema pass”, ha esordito Gadaleta, “piut-tosto qui cʼè un serio problema di mancanza di educazione e sensibi-lità”. Unʼaffermazione che trova facile conferma nellʼanalisi del comandante. “In giro ci sono numerosi contrassegni di parcheggio per disabili e nella maggior parte dei casi, quasi nella totalità, si tratta di regolari documenti. Quindi nulla di strano, tutto nella norma. Il problema serio sta invece nel loro utilizzo improprio”.In poche parole quando un pass regolarmente rilasciato ad una perso-na avente diritto, viene invece utilizzato da familiari, amici e cono-scenti, per fruire di agevolazioni altrimenti non spettanti. Infatti, il codice della strada dice che il pass non è legato ad una autovettura ma, è un documento personale del soggetto cui è stato assegnato: “Basta che il nipote esponga sul cruscotto il pass rilasciato al nonno ed il gioco è fatto” ha continuato Gadaleta che non ha avuto problemi nellʼammettere la difficoltà di scovare e sanzionare i truffatori: “Per poter intervenire è necessario svolgere una lunga attività di verifica dato che il pass può essere utilizzato nellʼauto a servizio del disabile. Mi spiego meglio: se unʼautomobilista lo espone sul cruscotto pur non avendone egli personalmente diritto è assai difficile smentirlo se poi afferma di aver accompagnato un disabile o di attenderlo per poterlo trasportare da qualche altra parte. Avremmo bisogno di numerosi vigili assegnati solo a tali controlli che, nel migliore dei casi, potrebbero durare ore. Capita comunque di cogliere in flagranza qualcuno che utilizza improprio il documento, ed allora parte la sanzione amministrativa ed il ritiro del pass”. Alla fine però, ammette Gadaleta, “se manca lʼeducazione è difficile risolvere il problema”.

Vivere il presente per un disabile è difficile. E il futuro?In linea con il resto della Regione. I problemi delle persone affette da disabilità e dei loro diretti congiunti sono gli stessi, un po ̓ovunque. “Un disabile, che sia psichico, intellettivo, relazione o sensoriale, a Molfetta condivide le stesse difficoltà di un disabile in un altro comune della regione, forse anche oltre regione. Il problema più grande è legato allʼaccesso negato al mondo del lavoro”. A parlare è Michele Lasor-sa, presidente regionale dellʼAnffas, associazio-ne nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva o relazionale. “Le leggi ci sono ma le aziende preferiscono pagare le sanzioni piuttosto che assumere un disabile. E ̓triste ma è così e ci sono casi di questo genere ovunque”. Anche a Molfetta? “Anche a Molfetta, ovunque. Per non parlare poi delle mille difficoltà quotidiane, a cominciare da quelli di ordine legale (perché spesso bisogna attivare gli uffici legali per vedere ricociuto un diritto) e dei timori che accompagnano i genitori dei disabili in relazione al futuro dei loro figli, a quando loro non ci saranno più. Quello che manca davvero – continua Lasorsa che è ai vertici regionali dellʼAnffas da anni - è il censimento dei disabili che consentirebbe di attivare i servizi giusti. Adesso esiste il piano di zona ma un coordina-mento che metta insieme Asl, comuni, scuola, associazioni non cʼè se non nelle intenzioni. Ci sono una serie di impegni e di normative, ma spesso tutto resto sulla carta. Le associazioni, nei diversi comuni, questo accade anche a Molfetta, spesso fanno monitoraggi, gli stessi comuni sono

in possesso di dati che forniscono percentuali ma è tutto molto approssimativo perché gli elenchi non sono aggiornati con la giusta frequenza, perché spesso ci si limita a prestare assistenza senza pensare ad attivare sinergie che portino alla soluzione del problema”.E le parole di Michele Lasorsa, in relazione alla difficoltà per i disabili di trovare uno spazio nel mondo del lavoro, trovano conferma anche in una delle storie più tristi degli ultimi mesi. La storia di G. trentadue anni, alto, robusto e forte, che non sente ma è in grado di parlare. Per qual-che anno ha lavorato in unʼazienda che però poi ha chiuso e ha dovuto licenziarlo. Per lui è cominciata la discesa verso gli inferi e sono cominciati i problemi con la giustizia perché lui spesso va in escandescenza. G. non ha nessuno. Può fare affidamento solo su sua madre, una donna molto anziana, quasi ottantenne. La donna più volte ha lanciato appelli perché qualcuno le offrisse aiuto sollecitando anche lʼintervento delle Istituzioni che però possono fare davvero poco e non sono in gradi di assicurare un posto di lavoro. Sorde sono rimaste anche le aziende del territorio.

“Se manca lʼeducazione non si risolve il problema”Pass disabili: cosa

dice la legge

Per lʼutilizzo dei pass per i disabili, esiste un dettagliato sistema di leggi e regola-menti che ne disciplina lʼutilizzo e che individua con precisione gli aventi diritto a beneficiare di talune agevolazioni. Infatti, secondo lʼart. 381 e lʼart. 188 del Codice della Strada coloro che possono usufruire di contrassegni per la sosta e la circolazione in zone particolari di una città sono i cittadini con difficoltà di deambulazione, con capacità di deambu-lazione sensibilmente ridotta e i non vedenti. Il contrassegno ha un formato di cm 10 X 12, con scritte nere su fondo arancione, con il simbolo dellʼaccessibilità, sul quale devono essere riportati: il numero della concessione (attribuito dal Comune), il nome, lʼindirizzo ed il Comune di residenza della persona disabile. Spesso questi ultimi dati, come avviene a Molfet-ta, vengono riportati sul retro del contras-segno per ragioni di privacy. Per ottenere il rilascio del pass è necessa-rio fare richiesta allʼufficio competente del comune di residenza, attraverso la presentazione di una domanda correlata di certificato medico-legale dellʼAsl. È bene sapere che la validità del contrasse-gno non è determinata a priori, ma dipen-de dalle condizioni della persona richie-dente accertate dalla commissione medica. Pertanto, se la persona interessata risulta affetta da una patologia stabilizza-ta o che non comporta possibilità di miglioramento, il pass ha validità di 5 anni. In questo caso il rinnovo avviene mediante presentazione di un certificato del medico curante, che attesti unʼinvalidità persistente. Diversa è invece la questione qualora la persona interessata sia affetta da una temporanea grave difficoltà di deambulazione: in questo caso la validità del contrassegno è tempo-ranea e lʼeventuale rinnovo è concesso a seguito di una visita medico-legale. Il contrassegno è strettamente personale e non è vincolato ad uno specifico veicolo; viene rilasciato indipendentemente dal possesso della patente di guida ed ha valore su tutto il territorio nazionale. Ai beneficiari del contrassegno è consentito il transito nelle zone a traffico limitato, nelle aree pedonali, nelle aree verdi e nelle corsie e vie preferenziali. Inoltre la sosta è gratuita negli spazi riservati ai disabili, delimitati con le strisce gialle ed il simbolo dellʼaccessibilità. Il pass non può essere utilizzato qualora lʼauto non è al servizio della persona disabile intesta-taria del contrassegno, pena la sanzione per la contravvenzione effettuata e il ritiro del pass.

A Molfetta emessi oltre 1000 pass

In città circolano oltre ventimila autovet-ture: un parco macchine imponente cui vanno ad aggiungersi i veicoli dei nume-rosi pendolari che per varie ragioni raggiungono Molfetta quotidianamente.E con tanti veicoli in circolazione diventa sempre più difficile, specie nelle zone centrali, trovare parcheggi liberi. Uno dei motivi che spesso spinge allʼutilizzo non proprio corretto dei pass disabili e dei posti riservati.Sullʼintero territorio urbano esistono attualmente circa 150 posti auto “liberi” per disabili cui se ne aggiungono altrettan-ti “personalizzati”, cioè riservati a coloro che ne abbiano fatto specifica richiesta e sui quali è indicato chiaramente il numero di autorizzazione rilasciata dal comune.Dal 1983 ad oggi gli uffici comunali hanno emesso 1147 contrassegni per disabili, con un incremento medio tra il 2000 ed il 2007, dei quali circa 200 sono stati ritirati o per decesso del titolare o per suo trasferimento in altra città.

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Parcheggi gratis e risparmi tanti soldi: succede a Bari

“Uno ne scopriamo e 100 rimangono impuniti”. E ̓ lapidario e sin troppo realista Gioacchino Visaggi, presi-dente dellʼassociazione paraplegici di Bari e da anni impegnato nella battaglia per il rispetto dei diritti dei cittadini diversamente abili, quando gli chiediamo come è a Bari la situa-zione legata ai pass per disabili.“Si tratta di un problema di portata nazionale, almeno su questo il sud non sta tanto peggio del nord. Basi pensare a quanto accaduto a Roma solo qualche settimana fa, quando addirittura il comandante della locale polizia municipale è stato beccato mentre faceva utilizzo improprio del tagliando”. A Bari ci sono oltre 8000 contrasse-gni ufficiali cui se ne aggiunge un numero non precisato e difficilmente quantificabile di documenti contraf-fatti: “In città sembra sia diventato un vero e proprio status symbol: se lo hai puoi parcheggiare gratis, usare i posti riservati, accedere in aree di solito vietate al traffico. Immagini che abbiamo scoperto un primario

ospedaliero che entrava regolarmen-te nellʼarea interna del Policlinico (vietata alle auto n.d.r) utilizzando un contrassegno che non avrebbe dovuto avere”.Insomma anche a Bari il problema sta nellʼeducazione, “e nellʼassoluta mancanza di parcheggi” a precisato Visaggi, “in città circolano migliaia di auto e lʼassalto alle aree di sosta è continuo, se poi aggiungiamo che in centro i posti sono quasi tutti a paga-mento, con un bel pass sul cruscotto si risparmiano diverse centinaia di euro lʼanno, e la possibilità di essere scoperti è davvero remota”.“Molta colpa è anche dei veri disabili che diventano complici prestando i loro pass a chi non ne ha diritto”. Nel capoluogo regionale, sotto i cartelli che indicano i posti riservati, sono apparse le scritte “Se vuoi il mio posto, prenditi anche il mio handicap”, risultato? “Inutili” ha risposto Giocchino Visaggi, “stiamo combattendo una guerra contro i mulini a vento e le possibilità di vincerla sono davvero poche”.

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A Firenze lʼarte “dʼacciaio” di Michelangelo de Virgilio

Problema rifiuti in primo piano nelle cronache dei principali organi di informazione nazionale. Gli occhi di tutta Italia puntati sulla situazione di emergenza della Campania ed anche nel mondo dellʼarte si possono trovare interessanti spunti di riflessione sulla vicenda. Naturalmente con sfuma-ture particolari e con gli “strumenti” propri del settore.In questi giorni a Firenze si svolge il “Gran Prix Giorgio Vasari”, concorso internazionale che coinvolge numerosi artisti.Tra i partecipanti il molfettese Michelangelo de Virgi-lio, artista autodidatta famoso per le opere realizzate interamente in acciaio inox, un materiale difficile da modellare oltre che inusuale tra quelli abitualmente utilizzati dagli scultori.L̓ opera, intitolata “Senza titolo”, rappresenta un contenitore dei rifiuti da cui fuoriescono le gambe di un uomo e di una donna. Allegoria dello stato di degrado morale in cui versa la società moderna e, a volte, della nullità e della fragilità dei rapporti umani.L̓ opera, che sta riscuotendo notevoli successi di critica dal pubblico fiorentino, ha già ricevuto numerosi riconosci-menti. Dal premio della critica al concorso “De Nittis” di Barletta al “Calice dʼOro 2005” di Firenze, sino al premio nel “Concorso Internazionale” di Pomigliano dʼArco.

Molfetta ha ritrovatola “scandalosa” Maddalena

di Giulio Cozzoli

Fino al 4 febbraio prossimo si potrà ammirare nella chiesa del Purgatorio. Poi sarà trasferita, in via defini-tiva, nella Fabbrica di san Domenico. Molfetta ha ritrovato la Maddalena scandalosa, la statua, opera del maestro Giulio Cozzoli, che, nel 1954, fu censura-ta dallʼallora vescovo della Diocesi, monsignor Achille Salvucci.Le labbra rosse, i capelli lunghi attorno al volto, la schiena e le spalle scoperte, turbarono a tal punto lʼalto prelato che non permise che quella statua fosse portata in processione il Sabato Santo. Ma, a guardar bene, quella Maddalena di scandaloso non ha proprio nulla. E ̓donna. E ̓peccatrice. E ̓vera. Forse è lontana, almeno nelle forme, dallʼideale di santità, da unʼimmagine verginale e pudica. Ma è

altrettanto vero che la Maddalena, fu donna innanzitut-to e poi santa. Ora “il rischio che si corre in questa meravigliosa ma dimezzante città – il commento del professor Gaetano Mongelli, profondo conoscitore dellʼopera di Cozzo-li, docente di Storia dellʼArte - è di ridurre tutto al campanile, questa Maddalena è degna della storia dellʼarte italiana”. La scopertura della statua è avvenuta nel corso di una cerimonia, patrocinata dal Comune di Molfetta, allʼinterno della chiesa del Purgatorio. Presenti, il

professor Gaetano Mongelli direttore scientifico della Gipsoteca Cozzoli, inaugurata a Molfetta nelle scorse settimane, il sindaco, Antonio Azzollini, e il dottor Francesco Stanzione, priore dellʼArciconfraternita della Morte, commosso oltre ogni immaginazione. “Mi ero preparato tante cose da dire – ha commentato qualche minuto prima di far cadere il lenzuolo che copriva la statua - ma in questa atmosfera è tutto più difficile”. Allʼorganizzazione dellʼiniziativa, che ha ottenuto anche il patrocinio della Regione Puglia e della Provin-cia di Bari, hanno collaborato lʼArciconfraternita della Morte, lʼArcheoclub dʼItalia, la Società di cultura europea “Caracciolo”, la Fidapa, lʼAssociazione cultu-rale “Leonardo da Vinci”.

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Offro Lavoro16 mercoledì 23 gennaio 2008

ANNUNCI DIRETTI

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Urban hot spot. E ̓ cominciato il conto alla rovescia. Adesso il progetto comincia davvero a prendere corpo. L̓ attivazione di una rete hot spot alternativa a quella comunale denominata “marinai del web”, è davvero vicina. Sono già cinque gli esercizi pubblici che hanno deciso di aderire al progetto. L̓ elenco dei punti hot spot, come abbiamo detto sul numero scorso, sarà disponibile sul sito www.ilfatto.net.Allʼinterno dei cinque punti già indivi-

duati, appena saranno disponibili le linee, ci si potrà iscrivere gratuitamente per navigare a costo zero.Come abbiamo già avuto modo di sottolineare la rete libera Hot Spot si differenzierà da quella comunale nella

velocità che sarà più performante, perchè

utilizzerà linee più attuali, e per la possibilità di fare le iscrizioni in normali orari della giornata

ricevendo le password per

lʼautenticazione in tempo reale.

La navigazione avverrà nella massima sicurezza garantita dalla protezione WPA e perfettamente a norma grazie alla licenza WISP, di cui dispone Activa srl, che segue alla perfezione le indicazioni date dal Decreto Pisanu che regolamenta questo tipo di attività.La rete libera Hot Spot darà anche la possibi-lità agli utenti di telefonare gratis con tutti gli operatori voip, e permetterà la totale compa-tibilità con i terminali mobili, palmari, cellulari con funzionalità wireless.

Al centro del dibattito uno dei temi più scottanti degli ultimi giorni: la centrale elettrica della Powerflor in costruzione a Molfetta. E ancora. In campo per la solidarietà: obiettivo raccogliere fondi in favore di Telethon. Sul rettangolo di gioco del " Petrone" di Molfet-ta hanno incrociato le scarpette i magistrati Trani, e gli avvoca-ti di Molfetta. La gara è stata diretta da una terna arbitrale d'eccezione: l'arbitro e gli assistenti di Serie A, Gianni Ayroldi, Francesco Altomare ed Onofrio Fiore.

L'ospedale di Molfetta non sarà ridimensionato. A dichiararlo ai microfoni de "Il Fatto" anche i vertici sanitari della struttura di Molfetta che hanno annunciato l'avvenuta riapertura delle sale operato-rie del nosocomio dopo alcuni lavori di adeguamento strutturale. In video anche le immagine della conferenza stampa indetta sul tema da PD e gruppo consiliare Socialista.

Lo sport molfettese sempre più sotto i riflettori delle ribalte regionali e nazionali.Le società impegnate nelle varie disicipline e nei vari campionati esaltano il pubblico e danno lustro alla città. Nello Speciale Coppe la parola ai campioni del Real Molfetta e dellʼAzzurra Volley Molfetta

Una stagione teatrale ad altissimo livello. Nove spettacoli con presenze nazionali ed internazionali. Attori di primʼordine. Registi e autori affermati. Molfetta torna ad aderire al Consorzio teatro Pubblico Pugliese ed è un successo annunciato. Ai microfoni de “Il Fatto” i protagonisti di una scelta importante per la città.

Curiositaʼ 17

Attualità Cronaca Sport Politica Cultura

La programmazione di

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Cinque pionieri sono pronti a dare vita allʼUrban Hot Spot

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In continuo movimento la politica molfettese. Da non perdere le interviste rilasciate al direttore de “Il Fatto”, Corrado Germina-rio, dai consiglieri comuna-li Sebastiano Gadaleta, Mino Salvemini, Nino Sallustio, Annalisa Altomare, Angelo Marza-no.

Page 18: Il Fatto n. 003

Arturo Gambardella: un molfettese in tv

Volti noti e meno noti della Tv. Potrebbe essere questo il filo conduttore di questo nostro salto nel mondo della fiction. Del resto gli italiani, partendo dalle vecchie serie di “Dallas” o “Beautiful” sino alle tricolori “Distretto di Polizia” o “Un posto al sole”, si sono da sempre dichiarati innamorati del cinema del

piccolo schermo. Le fiction appunto o comunque le produzioni pensate e realizzate apposta per la televi-sione.Un tipo di prodotto che con forza ha conquistato un posto di primo piano nel variegato mondo dello spetta-colo. E così non sono stati e non sono pochi i grandi

nomi del cinema nazionale ed internazionale protago-nisti di mini-serie o maxi-tormentoni televisivi.Ma accanto ai volti noti della cinepresa, sono tantissi-mi gli attori emergenti che facendo la cosiddetta “gavetta” sperano un giorno di conquistare la parte del protagonista. Spesso si tratta di giovani brillanti e dalle innate capacità, bravi a farsi apprezzare da registi e produttori e soprattutto dagli spettatori.Certamente un posto di primo piano in questa partico-lare categoria di personaggi tv, se lo è ritagliato il molfettese Arturo Gambardella, oramai non nuovo ad apparizioni in numerose pellicole destinate al piccolo schermo.La sua carriera è iniziata a Milano nel 2004 e da allora non ha conosciuto momenti di sosta. Numerose le sue apparizioni televisive con parti sempre più impegna-tive e che ne hanno messo in mostra le doti recitative.A giugno del 2007 Arturo è stato impegnato, nel ruolo del finanziere, nella fiction “L̓ amore spezza-to”, andata in onda su Canale 5. Tra breve lo vedremo nuovamente sul piccolo scher-mo. Vestirà i panni del poliziotto nella fiction “Hospi-tal Center” che andrà in onda su Rai 2 tra poche settimane.A febbraio poi, questa volta su Rai 1, Arturo vestirà i panni del maggiordomo nella produzione “Rebecca: la prima moglie”, recitando accanto ai noti Alessio Boni, Cristiana Capotondi e Mariangela Melato.Insomma una serie di impegni che pur tenendo Arturo lontano da Molfetta non lo fanno certo disaffe-zionare della sua città dove torna sempre con piacere.Terminati gli ultimi lavori sul set, intanto, nuovi progetti si affacciano nella carriera artistica dellʼattore molfettese pronto tra non molto a mettersi alla prova in ruoli ancor più impegnativi.

Attualitaʼ18

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Azzurra in vetta alla CL̓ obiettivo dichiarato è quello di riportare la pallavolo molfettese su palcoscenici degni della sua fama e della sua tradizione. E per farlo si è scelto di investire con professionalità e senza lasciare nulla al caso.È cominciata così tre anni fa lʼavventura della Azzurra Volley Molfetta, società presieduta da Vincenzo Giancaspro oramai protagonista indiscussa della pallavolo femminile regionale.Accanto al patron (per lui un passato da giocatore ed anche da dirigente nella squadra di pallavolo maschile) spicca-no le figure del vice presidente Sergio Sasso, dellʼallenatrice della prima squadra Annagrazia Matera, del dirigente tecnico Michele Drago, del direttore sportivo Umile Millarino e del dirigente tutto fare Danilo Lazzizzera. Accanto a loro tanti altri appassionati pronti a dare una mano e delle atlete che hanno scelto di fare dellʼimpegno e del lavoro serio e professionale il loro impegno quotidiano. Dalla prima squadra sino alle formazioni dei campionati giovanili.Naturalmente la compagine impegnata nel torneo regionale di Serie C è il fiore allʼocchiello della società. Una squadra costruita con calma ed attenzione, unendo in un giusto mix giocatrici esperte e giovani di belle speranze con lʼobiettivo di ben figurare in campiona-to ma anche di costruire un futuro duraturo.

Sinora i risultati parlano chiaro: lʼanno scorso salvezza centrata al primo anno di serie C, questʼanno, come abbiamo raccontato nel numero precedente de “Il Fatto”, è già stata messa in cassaforte la Coppa Puglia battendo in finale il temibile Turi. Per quanto riguarda il campionato, al termine del girone dʼandata, lʼAzzurra volley si è laureata “campione dʼinverno”: guida la classi-fica a pari punti con il Turi ma il quoziente set la premia.

E proprio con le rivali del Turi, dopo lo scontro nella finale di Coppa Puglia, si è consumato lʼultimo turno di campio-nato: sul parquet amico del “Pala Poli” le azzurre di Annnagrazia Matera hanno “schiantato” le rivali imponen-dosi con il risultato finale di 3 a 1, dopo aver disputato una gara avvincente e notevolmente tecnica in cui a spuntarla è stata la compagine più determinata. “Due grandi squadre che hanno dato spettacolo ed onorato la pallavolo” ha

commentato a fine gara Vincenzo Giancaspro, raggiante per aver agguan-tato il primo posto.In precedenza, il 12 gennaio, lʼAzzurra Molfetta aveva centrato, sempre con il risultato di 3 a 1, una vittoria esterna sul difficile campo di Santeramo.Adesso non resta che rituffarsi in un girone di ritorno che si preannuncia altrettanto duro e difficile come è già stato quello di andata.Il 26 gennaio si torna a giocare in trasferta sul campo dellʼAcquaviva mentre il 2 febbraio Adriana Carbonara e compagne ospiteranno il Noicattaro. Due gare dallʼelevato grado di difficol-tà che, inutile sottolinearlo, sarà assolu-tamente necessario vincere.Anche perché certamente il Turi non tirerà i remi in barca facilmente. Conti-nuando così le cose, con molfettesi e sud baresi capaci di vincere gara dopo gara, si corre il rischio di un finale certamente non adatto ai deboli di cuore: lʼultima gara della stagione, infatti, potrebbe essere quella decisiva. L̓ Azzurra Molfetta si recherà in trasfer-ta in quel di Turi: speriamo che le avversarie perdano qualche punto nelle prossime settimane. Sarebbe bello festeggiare una storica promozione sul campo delle rivali. Ma, come ripete di continuo il presidente… per il momento si pensa a giocare. Solo vincendo si potrà pensare ad un futuro ancora più felice.

L̓ Hockey Club non sa più vincere

Sembra che lʼHockey Club Molfetta abbia dimenticato la formula magica per la vittoria. Dopo lo stop interno imposto dal non trascendentale Monte-bello, la squadra guidata da mister Vianna non ha raccolto alcun punto nelle due gare successive allontanan-dosi dalla testa della classifica.Nella gara disputata a Sarzana il 12 gennaio, a nulla sono valse le due segnature di Sinisi ed il gol di Boccas-sini: i locali si sono infatti imposti con il punteggio di 6 a 3.Rifarsi dalla sconfitta nella gara

successiva sarebbe stata la migliore medicina per guarire il gruppo apparso negli ultimi tempi sotto tono. Purtrop-po, con avversari come il Novara non è facile fare i conti. E così nel big match del 19 gennaio e difronte al pubblico amico, i biancorossi hanno dovuto alzare bandiera bianca e piegarsi ai piemontesi con il risultato di 3 a 6. Reti per i locali di De Robertisi e doppietta di Cirilli.Prossimi incontri il 26 gennaio a Seregno ed il 2 febbraio in casa contro il Thiene.

Real Molfetta a 3 punti dalla vetta

Sono solo 3 i punti che separano il Real Molfetta dalla testa della classi-fica. Così la compagine di Mele e Metta, dopo aver portato meritatamente a casa la Coppa Italia torna a concentrarsi sul campionato. Il 12 gennaio a Molfetta è di scena il Sava: il Real, ancora in clima festa, fa valere la maggiore caratura tecnica: 10 a 7 il finale.Il 15 gennaio, giornata di recupero del campionato, nuovo match interno per il Real: 3 a 3 il risultato contro la Virtus Mola. Poi il 19 gennaio, nuova

vittoria per 3 a 5 a Cassano. Il Mono-poli capolista è così nel mirino.Prossime gare il 26 gennaio contro il Ruvo ed il 2 febbraio a Bari contro i Metropolitani.

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La Virtus torna finalmente a correre

Torna a giocare da capolista la Virtus Basket Molfetta. Lo fa con rabbia ed autorità degne di chi ha il dovere di dimostrare di poter recitare il ruolo da protagonista sino allʼultimo secondo del campionato di basket di serie B2.La sconfitta, amara e senza scuse, subita a Catanzaro è stata archiviata nel giro di pochissimi giorni ed i biancoazzurri, che finalmente hanno pienamente recuperato capitan Francesco Teofilo, hanno ricomincia-to a fare la voce grossa in un torneo che continua ad essere avvincente ed assai combattuto.La Virtus, come abbiamo detto, ha ritrovato la strada della vittoria. Cominciando dallo straordinario derby contro i cugini ruvesi disputato il 13 gennaio in un “Pala Poli” gremito in ogni ordine di posto e festante per tutta la durata dellʼincontro terminato con il risultato di 76 a 64 per i molfet-tesi.Una gara disputata in modo autoritario e vinta grazie al carattere dei ragazzi guidati da coach Sergio Carolillo.

Certamente una vittoria cercata e trovata volutamente e non agguantata sfruttando le “sfortune” altrui come qualcuno ha ventilato anche dalle pagine di qualche giornale. I virtussini hanno dato filo da torcere agli avver-sari portando a casa due punti che, ne siamo convinti, saranno importantissi-mi nel prosieguo della stagione.Come saranno importanti anche i punti conquistati il 20 gennaio a Pozzuoli grazie al risultato finale di 67 a 79 a favore dei molfettesi, seguiti anche in terra campana da numerosis-simi supporter oramai completamente innamorati della palla a spicchi.Adesso la Virtus Molfetta è attesa da un doppio appuntamento casalingo tutto da sfruttare.Il 27 gennaio ospiti del “Pala Poli” saranno i “rosa” del Palermo mentre il 3 febbraio si consumerà il derby contro il Bisceglie guidato in panca dal neo allenatore Piero Labate, tecni-co certamente esperto nonché papà del “principe” Antonio, da questʼanno in forza al Molfetta.

Due gare difficili attendevano la Molfet-ta Calcio negli ultimi quindici giorni e, tutto sommato, il bicchiere può essere considerato mezzo pieno. Nonostante la situazione di classifica non sia migliora-ta notevolmente.Il 13 gennaio gli uomini di mister Riccardo di Giovanni (nella foto) hanno ospitato la “corazzata” Noci, guidata dal molfettese Nicola Ragno. I biancorossi

locali hanno saputo tenere testa al quotato avversario, chiudendo gli spazi e non dando la possibilità agli ospiti di condurre il gioco. Il colpo finale è poi giunto grazie alla rete del giovanissimo Lacavalla, servito ottimamente da Fanfulla.Domenica 20, invece, è andato di scena il derby contro i rivali del Bisceglie.Una partita sentita dalle tifoserie e tenuta sotto controllo a causa dei prece-denti atti di violenza consumatisi nelle sfide disputate negli ultimi anni. A parte il risultato finale di 1 a 0 per il Bisceglie, da segnalare lʼottima prova dellʼundici biancorosso, condannato solo da un calcio di rigore ai più sembrato assai dubbio. Mentre sul fronte tifo da rimar-care lʼassurdo comportamento di una ristretta frangia di tifosi biscegliesi, autori di una sassaiola nei confronti degli oltre 200 supporter biancorossi al seguito della squadra. Prossime gare il 27 gennaio al “Poli” contro il Francavil-la ed il 3 febbraio a domicilio della Leonessa.

Per il Molfetta timidi segnali di ripresa

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Pallavolo più povera senza Salvemini Dalla Regione 100mila euro per lo sport

Le ultime settimane sono certamente state tra le più tristi e buie della storia della pallavolo a Molfetta. Le partite, i punti, le classifiche, sono finite in secondo piano alla notizia della scom-parsa di Michele Salvemini, grande appassionato di questa disciplina e per anni presidente della Molfetta Volley, società che era riuscito anche a portare sul palcoscenico delle serie B.Nella suo ricordo quindi si sono disputate le gare degli ultimi giorni e, proprio dalla “sua” Molfetta Volley vogliamo cominciare il nostro consue-to resoconto bisettimanale.Le ragazze allenate da Corrado Miner-vini chiudono il girone dʼandata del campionato regionale di Serie C con 12 punti allʼattivo ed in una situazione di classifica non propriamente tranquilla.Nelle ultime due gare disputate hanno raccolto tre punti, frutto di una sconfitta e di una vittoria. La sconfitta è giunta ad opera dellʼAltamura che si è imposta al “Pala Poli” con il risulta-to di 3 a 2 riuscendo nellʼimpresa di ribaltare il 2 a 0 iniziale. La vittoria invece è stata centrata a Triggiano con le molfettesi prima sotto di 2 set e poi rabbiosamente capaci di fare propria la partita. Prossime gare il 26 gennaio in casa contro lʼAsem Bari ed il 2 febbraio a Bari contro il fanalino di coda Lynx.Per quanto riguarda la pallavolo maschile buone notizie giungono da entrambi i tornei in cui sono impegna-te le squadre di casa nostra.In serie B1 lʼASD Pallavolo Molfetta sembra aver ritrovato la giusta strada: il13 gennaio vittoria esterna sul campo della neopromossa Fasano. Risultato finale inchiodato sul 3 a 0 con parziali fissati a 23-25, 18-25 e 23-25.Domenica 20 nuova vittoria, questa volta tra le mura amiche. A cedere con il risultato di 3 a 0 è il Foggia, giunto a Molfetta con la formazione priva di alcuni giocatori titolari e costretto a subire il gioco dei molfettesi. Prossimi appuntamenti il 26 gennaio per il derby interno contro il Bari edi il 3 febbraio con la trasferta a Lamezia.In Serie B2, non è una novità, non sembra conoscere ostacoli la Ragno Volley che ha collezionato 13 vittorie nelle altrettante gare del girone dʼandata. Adesso, a quota 39 punti, la più immediata inseguitrice rimane il Manfredonia con 9 punti in meno. Per la cronaca il 13 gennaio inflitto un 3 a 1 al Catania ed il 19 gennaio un altro 3 a 1 al Putignano.Prossime gare il 26 gennaio a Martina Franca ed il 2 febbraio in casa con il Palermo.

Sport dilettantistico locale: arrivano i parecchi soldini. A concederli la Regione Puglia che ha deciso di finan-ziare i cosiddetti “sport minori”.A Molfetta arriveranno circa centomila euro distribuiti tra sedici associazioni sportive della città da tempo impegnate nella promozione e nella diffusione sul territorio delle più disparate discipline (dal tennistavolo alla pallavolo, dallʼatletica leggera allʼhockey).Le risorse messe a disposizione dalla Regione Puglia serviranno al finanzia-mento delle attività realizzate dalle società destinatarie dei contributi, così come allʼacquisto di attrezzature ed allʼorganizzazione di manifestazioni ed eventi che si svolgeranno nei prossimi mesi in città.La Giunta regionale, nellʼultima riunione del 2007, ha anche approvato il piano di riparto per lʼanno scorso dei contributi in conto capitale previsti dalla legge regionale n. 33 del 2006 (“Norme per lo sviluppo dello sport per tutti”), destinati alla costruzione, al completamento ed allʼampliamento degli impianti sportivi.Nellʼambito di questo piano, a Molfet-ta, hanno ottenuto due cospicui finan-ziamenti la Basilica della Madonna dei Martiri (destinataria di 65.793 euro) e la Parrocchia S. Domenico (80.238 euro) per la realizzazione di importanti interventi di miglioramento dei loro oratori.Questi contributi si aggiungono a quelli già stanziati nel 2005 per altre quattro parrocchie (SantʼAchille, San Pio X, Madonna della Pace e Parroc-chia San Giuseppe) ed ai due del 2006 (Santa Teresa e Santa Famiglia), portando così a quasi 700.000 euro le risorse complessivamente messe a disposizione, in questi anni, dalla Regione per lʼimpiantistica sportiva a Molfetta.“Con questi provvedimenti –ha dichia-rato Guglielmo Minervini, assessore regionale allo sport– dimostriamo concretamente la nostra attenzione nei confronti dello sport che, nella legge regionale del 2006 vede riconosciuto in pieno il suo ruolo di straordinaria risorsa sociale, culturale e socio-economica. Proprio per questo lʼattuale amministrazione regionale sta destinando negli ultimi anni una mole di risorse enorme (assolutamente inimmaginabile qualche tempo fa) a questo settore, consapevole che gli investimenti che oggi si fanno nello sport, a tutti i livelli, domani avranno positive ricadute sul nostro tessuto sociale. In tal senso lo sport è una risorsa nevralgica per la ridefinizione di un moderno e adeguato sistema di welfare”.

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Serie B1

PALLAVOLOSerie B2 Serie C Femminile

TerlizziGioia del ColleSquinzanoLameziaMolfettaGalatinaFasanoBroloBariFoggiaGelaModicaUgentoNicosia

3331312725222120201414

942

Ragno MolfettaManfredoniaTuriGelaLuceraPutignanoMartina FrancaCataniaVibo V.MessinaAcicastelloCatanzaroPalermoPizzo

3930292424211915151312111110

Azzurra MolfettaTuriRuvoNoicattaroSanteramoSan SeveroAcquavivaTerlizziAltamuraTriggianoMolfetta VolleyAsem BariBarlettaLynx Bari

25353128242322171513121170

Serie A2 Serie B2NovaraSeregnoSarzanaMolfettaMontebelloCorreggioSandrigoMateraThieneModena

27242222161211

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Molfetta Corato OstuniCatanzaroRuvoMariglianoPalermoCanicattì BernaldaPozzuoliMassafraMaddaloniSalernoBisceglie

242220181816161210108886

HOCKEY BASKET

Eccellenza Serie C1CoratoFrancavillaCopertinoBisceglieLocorotondoCasaranoLuceraNardòOstuniMassafraNociLiberty BariReal AltamuraMaglieMolfettaCerignolaMesagneLeonessa

4141403937363631313128272529191515

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MonopoliFasanoReal MolfettaMet. BariVirtus MolaAltamuraRuvoCassanoCastellanaNociBrindisiR. MolaSavaAdelfia

33313029272623191614121271

CALCIO

C L A S S I F I C H EC L A S S I F I C H ECALCIO A 5

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Page 22: Il Fatto n. 003

Rubriche22

DIFFICILE HARD

S U D O K UFACILE

SO

LUZIO

NI n

° 2

Sudoku (giapponese: su-doku, nome completo: Su-ji wa dokushin ni kagiru) è un gioco di logica nel quale al giocatore o solutore viene proposta una griglia di 9×9 celle, ciascuna delle quali può contenere un numero da 1 a 9, oppure essere vuota; la griglia è suddivisa in 9 righe orizzontali, nove colonne verticali e, da bordi in neretto, in 9 "sottogriglie", chiamate regioni, di 3×3 celle contigue. Le griglie proposte al giocatore hanno da 20 a 35 celle contenenti un numero. Scopo del gioco è quello di riempire le caselle bianche con numeri da 1 a 9, in modo tale che in ogni riga, colonna e regione siano presenti tutte le cifre da 1 a 9 e, pertanto, senza ripetizioni. Fonte: (it.wikipedia.org)

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Filetti di sgombro gratinati Ingredienti per quattro persone4 sgombri di media grandezza (oppure otto filetti di sgombro surgelati)50 gr. di mollica di pane grattugiatadue spicchi dʼaglio tritatoolio extravergine dʼoliva, pepe, sale, acqua e prezzemolo q.b.

Lavate, sfilettate gli sgombri e lasciateli a scolare (è possibile utilizzare i filetti surgelati dopo averli fatti scongelare). In una teglia, ampia tanto da accogliere tutti i filetti, preparate un fondo con olio extravergine dʼoliva, uno spicchio dʼaglio tritato, un pizzico di sale, mezzo bicchiere dʼacqua. Disponete a questo punto nella teglia i filetti, uno accanto allʼaltro. In una ciotola di media grandezza preparate la “mollica di pane condita”. Al pane grattato aggiungete un trito di prezzemolo e uno spicchio dʼaglio tritato.Mescolate e spolverate i filetti, precedentemente adagiati in teglia, con la “mollica condita”.Innaffiate il tutto con abbondante olio extravergine di oliva. Salate a piacere e infornate a media temperatura. Quando la mollica si rapprenderà completamente assumendo una colorazione dorata, spegnete e servite. (E ̓possibile anche sostituire i filetti di sgombro con filetti di merluzzo o altro pesce a piacere).

Oroscopo per tutti e gratis. Una nuova iniziativa, assolutamente gratuita, per i lettori de “Il Fatto” e i navigatori de www.ilfatto.net a cui piace “leggere” i consigli dello zodiaco. Da subito per tutti cʼè la possibilità di richiedere, senza alcuna spesa, lʼoroscopo perso-nalizzato. E ̓sufficiente inviare una mail di richiesta allʼindirizzo [email protected]. Nel giro di qualche giorno, contiamo di riuscire ad evadere le richieste in quarantotto ore al massimo, vi sarà recapitato in posta elettronica (allʼindirizzo che voi stessi indicherete e che non potrà essere diverso da quello da cui inviate la richiesta) un file con i consigli dello zodiaco per il vostro segno. Nella mail di richiesta è indispensabile però indicare data di nascita e sesso. Nessuno dovrà inviare denaro. Anche questa iniziativa, come è nello stile de “Il Fatto” viene realizzata allʼinsegna della gratuita e della condivisione.

Rubriche 23

Lo stato di apatia in cui siete caduti non vi porterà alcun beneficio. Per questo occorre rimboccarsi le maniche. Affron-tate con la persona che amate quella questione che vi sta togliendo il sonno. Rinviare la discussione non serve, al contrario potrebbero nascere malintesi.

Vi aspettano due settimane decisa-mente positive. Approfittate del momento favorevole per mettere le basi per quel progetto che vi frulla in testa da qualche tempo. Guardatevi a vista da una persona che a tutti i costi vuole essere vostra amica.

Bene il lavoro. Alti e bassi nei rapporti di coppia. Ma la situazione è in netto miglioramento. Alla fine del mese vi attende una piacevole sorpresa. Dedicate qualche momento in più alla vostra famiglia e non sottovalutate i consigli di una persona anziana.

Qualche piccola discussione al lavoro. Niente di importante ma quanto accadrà servirà a chiarire alcuni aspetti soprat-tutto servirà a ristabilire i ruoli. Attenti al portafoglio. Nell’ultimo periodo vi siete lasciati andare a qualche spesa di troppo.

Continua il vostro periodo favorevole. Occorre però che anche voi guardiate alla vita con più entusiasmo. E’ del tutto inutile piangervi addosso. E’ arrivato il momento di rendere partecipi tutti di quelli che sono i vostri progetti per il prossimo futuro.

Vi aspettano prove difficili. Ma riuscirete a superarle. Sapete di poter contare sulla stima e sull’affetto di quanti vi sono attorno. Ponetevi un obiettivo e raggiungetelo. Anche se si tratta di un progetto a lunga scadenza cominciate a muovere i primi passi. Questo è il momento giusto.

L’audacia è uno dei vostri punti di forza. E proprio con il vostro naturale fasciano riuscirete a conquistare la simpatia di persone che avete appena conosciuto. Qualche tensione con il partner. Evitate di farlo ingelosire con il vostro atteggiamento.

Sta cominciando per voi un periodo veramente favorevole. Era ora dopo mesi di buio fitto. Risultati soddisfacenti sul lavoro. In ripresa la vita di coppia. Uno scossone al cuore di quanti sono alla ricerca di un nuovo amore. C’è una persona che sta cercando proprio voi.

Evitate colpi di testa. In questo periodo dovete essere quanto mai razionali. Vi attendono scelte impor-tanti e impegnative. In ogni caso non accettate incarichi che per motivi di tempo sapete di non poter assolvere con il giusto impegno.

Tutto quello che dovete è mettervi da parte e ascoltare. Non sempre quello che voi ritenete giusto corrisponde a quello che è giusto fare. Tenete a freno la vostra lingua. Il rischio di ferire le persone che vi sono accanto è altissimo. Controllatevi a tavola.

Controllate la vostra naturale esuber-anza. Fermatevi un attimo a riflettere prima di aprire bocca. Vi aspettano giorni molti intensi. Sul lavoro piacevoli novità. In famiglia torna il sereno dopo un periodo in ombra. Buona la vita di coppia e le amicizie.

Maggiore rigore nelle spese. Cercate di recuperare un rapporto che negli ultimi tempi avete trascu-rato. Qualche tensione con i colleghi di lavoro ma nulla di impor-tante. La riposta che aspettavate da tempo è in arrivo.

135Oroscopo per tutti e gratis

mercoledì 23 gennaio 2008

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