Il Fatto n. 004

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La vera storia di un locale conteso Carte bollate e sedute consiliari. Polemiche politiche e mezze verità. Il comune di Molfetta decide di cedere al Fashion District uno spazio di sua proprietà situato nel Molfetta Outlet e qualcuno avanza dubbi e perplessità. Anche tirando in ballo l’ex sindaco Tommaso Minervini che oggi chiarisce la vicenda, spiegandola con carte e documenti alla mano. Molfetta mercoledì 6 febbraio 2008 Quindicinale gratuito di informazione, Tiratura copie 20.000. n° 4 Nuovo gestore e piovono i licenziamenti Rimanere senza lavoro e con una famiglia da mantenere. Il dramma del licenziamento sulle teste degli ex dipendenti di una stazione di servizio. La richiesta di aiuto da parte di uno di loro e l’appello al nuovo gestore affinchè dia continuità alla attività del suo predecessore. “Abbiamo bisogno di questa occupazione, senza la quale la nostra vita è appesa davvero ad un filo”. Caduto il Governo Prodi in città si è aperto il totosindaco. Politica Condannato dal Tribunale il ladro “dʼidentità” che si fingeva magi- strato. Cronaca La realtà e la fantasia racconta- te dalla giovane artista Antonia Bufi. Cultura Una nuova società e tante ambizio- ni: rinasce lʼhockey a Molfetta. Sport Inchiesta pagina 3 pagina 8 pagina 16 pagina 19 pagina 4 pagina 9 E se la coppiascoppia?

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La vera storia di un locale contesoCarte bollate e sedute consiliari. Polemiche politiche e mezze verità. Il comune di Molfetta decide di cedere al Fashion District uno spazio di sua proprietà situato nel Molfetta Outlet e qualcuno avanza dubbi e perplessità. Anche tirando in ballo l’ex sindaco Tommaso Minervini che oggi chiarisce la vicenda, spiegandola con carte e documenti alla mano.

Molfetta mercoledì 6 febbraio 2008 Quindicinale gratuito di informazione, Tiratura copie 20.000. n° 4

Nuovo gestore e piovono i licenziamentiRimanere senza lavoro e con una famiglia da mantenere. Il dramma del licenziamento sulle teste degli ex dipendenti di una stazione di servizio. La richiesta di aiuto da parte di uno di loro e l’appello al nuovo gestore affinchè dia continuità alla attività del suo predecessore.“Abbiamo bisogno di questa occupazione, senza la quale la nostra vita è appesa davvero ad un filo”.

Caduto il Governo Prodi in città si è aperto il totosindaco.

PoliticaCondannato dal Tribunale il ladro “d̓ identità” che si fingeva magi-strato.

CronacaLa realtà e la fantasia racconta-te dalla giovane artista Antonia Bufi.

CulturaUna nuova società e tante ambizio-ni: rinasce lʼhockey a Molfetta.

Sport

Inchiestapagina 3 pagina 8 pagina 16 pagina 19

pagina 4 pagina 9

E se la coppia… scoppia?

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I nomi della Sinistra

“Che sarà, che sarà…”

La caduta del Governo Prodi ha aperto la discussione politica per progettare il futuro non solo nei palazzi romani ma anche in Regione ed in Provincia. A Molfetta

poi è già scattato il “toto-sindaco”.

Tanti volti noti ma, non è esclusa qualche sorpresa

dellʼultima ora.

Lo scorso 24 gennaio c’era già chi pronosticava terribili terremoti, catastrofi politiche e ribaltoni degni dei migliori equilibristi da circo. Contem-poraneamente qualcun altro manteneva la calma in attesa che gli eventi facesse-ro il loro giusto corso. La caduta a Roma del Governo guidato da Romano Prodi, infatti, oltre che aprire nuovi scenari per la politica nazionale, ha avviato la macchina organizzativa e della pianifi-cazione in tutti gli altri enti di governo. Dalle regioni alle province, sino ad arrivare ai comuni. Le elezioni politiche anticipate che comunque ci saranno data la inevitabile fine del governo di centrosinistra e nonostante l’incarico provvisorio affidato a Franco Marini, infatti, potreb-bero essere causa di sconvolgimenti nelle composizioni di tutte le ammini-strazioni e non solo nei palazzi romani.La possibilità di poter fare una “scalata al potere” fa gola a molti che sinora le stanze romane non le ha mai viste oppure hanno dovuto abbandonarle.Alla Regione Puglia pare che le riunioni dei gruppi politici siano già cominciate e qualche indiscrezione già trapela: il primo volto illustre che potrebbe saluta-re e fare le valige sarebbe proprio il governatore Nichi Vendola, cui potreb-be spettare un’importante designazione da parte dei partiti della sinistra estrema. Il suo abbandono, naturalmente, creerebbe un effetto bomba, con lo

scioglimento del consiglio regionale e le necessarie elezioni. Ma gli uffici di via Capruzzi vorrebbero lasciarli anche altri volti illustri: dall’assessore alla sanità Alberto Tedesco, al consigliere di Forza Italia Rocco Palese, dal presidente del consiglio Pierino Pepe sino a qualche giovane “galletto” di Alleanza Naziona-le. Tutti pronti a fregiarsi del titolo di

Potrebbe essere Giovanni Abbattista (nella foto) il futuro candidato sindaco di una parte del centrosinistra molfette-se? Oppure l’uomo da spingere sarà qualcuno che l’esperienza della candi-datura alla massima carica cittadina l’ha già fatta? I nomi in queste ore si rincorrono. Tra i socialisti i maggiori indiziati sarebbero l’ex sindaco Tommaso Minervini ed il consigliere Nicola Piergiovanni. Il PD potrebbe scegliere invece tra Abbattista, Mino Salvemini e Nino Sallustio.

Insistente si fa anche l’ipotesi della candidatura di Antonello Zaza, asses-sore provinciale e già consigliere comunale, che verrebbe sostenuto dai partiti della sinistra estrema.

senatore o onorevole.Anche alla Provincia di Bari le cose non stanno meglio: addirittura qui il nodo principale è legato alle sorti del presidente Divella, rappresentante di quell’Udeur che a livello nazionale è stato uno dei protagonisti della caduta del governo Prodi.A Molfetta poi gli scenari si fanno ancor

più ingarbugliati, data la posizione del nostro sindaco-senatore Antonio Azzol-lini. Certamente lui la vita politica romana non vorrà affatto abbandonarla e tantomeno pare così felice di dover rinunciare, eventualmente, alla carica di sindaco. Fatto sta che la legge elettorale, che a molti pare semplice e priva di interpretazioni discordanti, alla fine così non è. Con soluzioni differenti tra cui Azzollini avrebbe la possibilità di optare: dalle dimissioni immediate appena indette le elezioni per potersi candidare al Senato (con conseguente lungo commissariamento della città), alla improbabile scelta di dire addio a Roma, proseguendo con la possibilità di mantenere la carica e di candidarsi comunque salvo poi rimettere le decisioni, in caso di rielezione al Senato, nelle mani della Giunta per le Elezioni. In tutto questo turbinio di possibilità è quindi cominciato il toto-sindaco: i fedelissimi del senatore giurano che mai e poi mai Azzollini rinuncerà alla carica di primo cittadino. “E’ troppo innamorato della sua città e vuole portare a termine i progetti inizia-ti” hanno confidato. Evidentemente però c’è qualcuno che, prendendo al balzo l’occasione, è pronto al cambio della guardia e nel centrodestra già cominciano a circolare diversi nomi. Inutile dire che anche a sinistra la corsa alle probabili e possibili candidature è già cominciata.

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…e quelli del centrodestra

Nel caso in cui Antonio Azzollini dovesse decidere di non ricandidarsi alla carica di primo cittadino, il centrodestra molfettese potrebbe trovarsi in un periodo di confu-sione data l’assenza di qualcuno capace di accontentare tutti. I nomi dei possibili candidati si susseguono di ora in ora.Il maggiore indiziato sarebbe l’attuale assessore al bilancio Mimmo Corrieri. Si fa sempre più improbabile invece l’ipotesi di una candidatura di Nicola Camporeale così come quella del vicese-gretario di Forza Italia, Pasquale Mancini.

Non va scartata a priori una investitura per Carmela Minuto, cui pare la candi-datura fosse già stata promessa nel 2006 e che, in caso di rifiuto del centrodestra potrebbe provarci aggregandosi al grande centro che Lillino Di Gioia è intenzionato a ricreare.Per concludere in molti danno per candidato certo, e vincente, Pietro Centrone. Persona ben nota e stimata negli ambienti politici ed amministrati-vi oltre che legata ad Antonio Azzollini da vincolo di parentela.

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In tanti aspirano alla carica di primo cittadino ma sinora nessuno ha la capacità di aggregare tutte le forze politiche. E Lillino Di Gioia potrebbe essere

lʼago della bilancia.

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E adesso dopo tanto bla bla la parola ai fatti.Anzi no, agli atti

Eʼ polemica sulla legittimità delle azioni che hanno portato alla “vendita”, per un milione e trecencinquantamila euro dello spazio comunale allʼinterno di Molfetta Outlet alla società Fashion District

Tutta la questione è stata addirittura sottoposta all’attenzione della Corte dei Conti. Ad ottobre del 2007 il Comune di Molfetta e Fashion District hanno raggiunto un accordo: la società bresciana si impegna a versare nelle casse comunali 1.350.000 euro. In seguito al versamento di questa somma di denaro il Comune rinuncia allo spazio di 400 metri quadri che si trova all’interno dell’outlet e che, sulla base di una precedente convenzione, era stato ceduto al Comune, a titolo gratui-

to, perché fosse utilizzato per la promo-zione del territorio e delle attività cultu-rali, turistiche ed economiche della città. L’operazione non convince C’è chi individua come uno tra i principali responsabili di questo “scempio” l’ex sindaco Tommaso Minervini, reo di aver attivato, nel 2005, integrazioni alle convenzioni esistenti e di aver concesso “in comodato d’uso” al Fashion cento dei quattrocento metri a disposizione del Comune, determinando addirittura un deprezzamento dei locali svenduti allo stesso Fashion per meno di un milione e mezzo di euro.Ma le cose stanno davvero così? Può l’operato del sindaco Tommaso Minervini essere valutato alla stregua delle successive determinazioni politico-amministrative? E’ indubbio che quei 400 metri quadrati, proprio in seguito alle scelte operate nel 2005, sono stati fortemente valorizzati. E l’attivazione di una convenzione integrativa ha prodotto solo benefici per Molfetta evitando che quei locali restas-sero chiusi. Come si può affermare

tutto ciò? E’ sufficiente leggere gli atti (disponibili in copia anche sul sito www.ilfatto.net).Con delibera del Consiglio Comunale n. 11 del febbraio 2000 venivano delibera-ti gli indirizzi a cui gli organi esecutivi del Comune di Molfetta dovevano attenersi nella definizione dei rapporti col cosiddetto “Parco tematico Terzia-rio”, comunemente noto come Outlet.L’obiettivo primario che il Consiglio Comunale, all’unanimità, intendeva raggiungere era: la costituzione di un “centro polifunzionale di promozione turistico - culturale” del Comune di Molfetta. Di qui la sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra le parti che riportava a specifiche convenzioni.Il 6 aprile del 2004 veniva sottoscritta la prima convenzione che all’art. 1) disponeva: “…la società ….s’impegna a trasmettere in proprietà al Comune di Molfetta un locale di mq 400 localiz-zato all’interno del Centro…la struttu-ra sarà utilizzata dal Comune per fini istituzionali e per la promozione del territorio e delle attività culturali, turistiche ed economiche della Città.”.Nel mese di luglio 2005, nel corso dei lavori di ultimazione dell’Outlet ed in vista dell’inaugurazione prevista per il mese di settembre, il Comune, sia in considerazione delle non certo floride casse comunali che per l’ormai immi-nente apertura del Centro Commerciale, volle dare, comunque, piena esecuzione alla delibera del Consiglio Comunale n. 11 del febbraio 2000 ed al successivo protocollo d’intesa, senza alcun onere economico a carico del Comune, in termini di personale, spese di funziona-mento del locali.Sicché il Comune al fine di economizza-re le spese di gestione relative alla custo-dia, pulizia e mantenimento dell’apertura della sede, e i costi di allestimento del locale, propose alla Fashion…di realiz-zare e gestire il front office e svolgere l’attività di promozione ed informazione per il Comune di Molfetta In data 22.9. 2005 il Sindaco sottoscri-veva l’integrazione alla convenzione in forza sia del punto 4 del dispositivo della delibera di C.C. n. 11/00 “…auto-rizzare il sindaco a sottoscrivere i protocolli d’intesa di cui sopra nonché a sottoscrivere accordi per il consegui-mento degli obiettivi in precedenza esposti”; sia della parte dispositiva della delibera di Giunta Comunale n. 166 del 28/7/2005 “...Integrare la Convenzione sottoscritta in data 6 aprile 2004 tra il Comune di Molfetta, Alfa 1 srl e Gamma 1 srl nel testo allegato al presente atto”.

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mercoledì 6 febbraio 2008

L’Outlet avrebbe trasferito la proprietà dell’immobile al Comune in ossequio alle intese raggiunte in sede di prima convenzione. Il Comune si impegnava a concedere in comodato gratuito per un periodo di 8 anni una parte dei locali. Fashion si impegnava a realizzare, gestire il front office del centro…e svolgere attività di promozione ed informazione per il Comune di Molfet-ta con il proprio personale che integre-rà quello assegnato dal Comune. Il centro commerciale è stato aperto al pubblico ed attivato il 29 settembre 2005, giorno dell’inaugurazione unita-mente al “centro polifunzionale di promozione turistico – culturale”, l’Outlet ha sostenuto in proprio tutti i costi compresi quelli del progetto, dell’acquisto e sistemazione degli arredi, poltrone, vetrinette per l’esposizione dei prodotti locali, pittura-zione, impianti elettrici, illuminazione e climatizzazione, murature in cartonges-so ecc..,. L’Outlet ha curato la pubblica-zione di vario materiale divulgativo ed attività promozionali per la Città; ha istituito, su richiesta del Sindaco Miner-vini, una navetta Centro Commerciale/Centro Città per intensi-ficare il collegamento con la Città. Restava da sottoscrivere l’atto di compravendita dell’immobile (entro 6 mesi dal 22 settembre 2005) e da perfe-zionare quello che le parti avevano impropriamente definito nell’integrazione alla convenzione quale “contratto di comodato” ma che in realtà sarebbe stato un obbligo per l’Outlet di effettuare attività di promo-zione ed informazione per il Comune di Molfetta con il proprio personale.In sostanza il Comune si sarebbe garantito la proprietà dell’immobile, avrebbe attuato il centro polifunzionale di promozione turistica e lo avrebbe tenuto attivo per ben otto anni senza alcun esborso di denaro pubblico. Il 31 marzo 2006 il Sindaco Minervini si dimette. Cosa è accaduto dopo quella data è noto.

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Partiti i lavori per il nuovo porto

Dal 31 gennaio cantierizzata lʼarea retrostante la Basilica della Madonna dei Martiri. Conclusione dei

lavori tra 4 anni.

“È un sogno che si realizza”. Con queste parole lo scorso 31 gennaio il sindaco Antonio Azzollini ha annunciato l’avvio delle opere di realizzazione del nuovo porto commerciale di Molfetta. Dopo anni di studio, progettazione, discussio-ne politica ed adempimenti burocratici, finalmente i camion e le ruspe hanno “invaso” l’area retrostante la Basilica della Madonna dei Martiri per inaugura-re il cantiere affidato alla Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna (vincitrice dell’appalto da 55 milioni di euro) e che, secondo le previsioni, entro quattro anni consegnerà alla città di Molfetta ed all’intero meridione d’Italia una nuova e moderna struttura capace di diventare in breve snodo fondamentale per i traffici del Mediterraneo e punto di collegamento tra l’economia dei paesi dell’Est e l’Europa.L’avvio dei lavori è stato benedetto da monsignor Luigi Martella, Vescovo della Diocesi, che ha sottolineato l’importanza della nuova opera anche e

soprattutto per la ricaduta in termini lavorativi che avrà sull’intero territorio.Alla cerimonia, che non è quella ufficia-le di inizio lavori, hanno preso parte numerosi consiglieri comunali, la giunta al completo, i comandanti delle forze di polizia presenti sul territorio e numerosi rappresentanti del mondo imprendito-riale locale.“Si tratta –ha detto Azzollini- della opera marittima più importante d’Italia dopo il MOSE di Venezia e mi auguro che tra quattro anni tutti coloro che sinora hanno contribuito alla nascita di questo sogno possano essere qui per festeggiare l’apertura di un capitolo importantissimo della storia di questa città”. Secondo indiscrezioni, presto potrebbe essere fissata la data della cerimonia ufficiale della posa della prima pietra: il desiderio del sindaco Antonio Azzollini sarebbe quella di far partecipare Silvio Berlusconi. Magari nelle vesti di Presi-dente del Consiglio dei Ministri.

Si svolgeranno domenica 10 febbraio le operazioni attraverso le quali il Partito Democratico di Molfetta sceglierà il proprio coordinamento di circolo. Verrà eletto un direttivo di 40 componenti all’interno del quale sarà individuato successivamente il coordinatore cittadino.Solo chi ha preso parte alle primarie del 14 ottobre potrà scegliere i dirigenti locali con il voto del 10 febbraio, mentre lo stesso vincolo non vale per chi eventualmente volesse candidarsi a far parte del coordinamento, potrà farlo libera-

mente, ma non votare, né per sé né per altri.Il voto vero e proprio sarà preceduto, come da regolamento, da un’assemblea di circolo, in apertura della quale un Garante, designato dal Coordinatore provinciale, dichiarerà ufficialmente costituito il circolo della città, distribuirà i certificati e nominerà i componenti dei seggi elettorali; fino ad un’ora dall’inizio delle operazioni di voto, potrà anche accogliere ulteriori candidature.Dopo di che i cittadini potranno votare, con l’obbligo di esprimere una preferenza maschile ed una femminile, pena la nullità del voto stesso.Le operazioni di voto si svolgeranno nella sede del Pd recentemente inaugurata, in Corso Margherita, n 72. L’assemblea avrà inizio alle ore 9.00, si potrà esprimere il proprio voto dalle ore 10,30 alle ore 20,30.

Il 10 febbraio le Primarie del PD

La tornata elettorale si svolgerà nella sede di via Margherita di Savoia.

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Ordine degli Avvocati: tre i molfettesi

Lʼavvocato Francesco Logrie-co, con 795 preferenze, il più suffragato in assoluto.

Si sono svolte nei giorni scorsi le votazioni che hanno portato al rinnovo del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Trani per il biennio 2008-2009.Tra i quindici consiglieri eletti figurano ben tre molfettesi, l'avv. Francesco Logrieco (risultato il più suffragato in assoluto con 795 preferenze), l'avv.Anna Giulia Murolo e l'avv. Damiano de Ceglia.Tra i quindici sarà eletto il nuovo Presi-dente del Consiglio che succederà all'avv. Bruno Logoluso."L'elezione di questi tre nostri colleghi –ha detto l'Avv. Guarino, presidente della Associazione Avvocati di Molfet-

Vivere in Puglia la Settimana Santa

E̓ partito da Molfetta il progetto che ha messo in rete numerosi comuni pugliesi per valorizzare il loro patrimonio.

Riti, tradizioni e cultura. Tutto questo, ed anche di più, si può trovare nei riti della Quaresima che portano sino alla Settimana Santa. Momenti di estremo misticismo si fondono, quasi a creare una vera e propria mappa capace di raccordare tanti luoghi diversi della regione. Un vero e proprio patrimonio su cui investire e da cui trarre momen-ti di crescita per tutto il territorio pugliese. Su queste basi è nato il progetto "Setti-mana Santa in Puglia", ideato dall'as-sociazione culturale "Opera" di Molfetta e, partito lo scorso anno dalla nostra città, oggi capace di coinvolgere numerosi comuni di tutta la regione anche grazie al patrocinio della Regio-ne Puglia ed all'adesione della Pro Loco Regionale. Il progetto vede partecipi i Comuni di Bitonto, Molfetta, Noicattaro, Ruvo,Taranto, Trani, Canosa, Bisce-glie, Andria, Pulsano e la Grecìa Salentina, e prevede tour per i turisti che sceglieranno la Puglia per le vacanze di Pasqua.

Il progetto “Settimana Santa in Puglia” si avvale dei contributi della Provincia di Bari, della Provincia di Lecce e dell’Associazione Cuochi baresi. Preziosa la collaborazione offerta dal Touring Club, corpo consolare della Puglia. L'iniziativa, che sarà presentata anche alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano, prevede l'allestimento di un info point con materiale informativo nell'aeroporto di Bari ed in tutti i comuni che hanno aderito al progetto. Saranno inoltre coinvolte le Pro Loco dei comuni aderenti, le confraternite, i rappresentanti del mondo dell’associazionismo. I tour, riservati ai turisti, con pacchetti all inclusive partiranno il 19 marzo e si chiuderanno il 23 marzo 2008. Con questo progetto si punta ad una ricaduta culturale con il coinvolgimen-to delle comunità che hanno la possibi-lità di interagire oltre che, naturalmen-te, a ricadute di tipo economico. Maggiori informazioni sul sito www.settimanasantainpuglia.it

I cittadini riconquistano due piazze

Dopo mesi di lavori sono state riaperte piazza Effrem e piazza Giovene. Ad entrambe eliminata la recinzione.

Le riqualificazioni di Corso Umber-to e via Giovene partono dalle due piazze. Dopo mesi di restauri, il sindaco Azzollini ha inaugurato nei giorni scorsi piazza Effrem e piazza Giovene restituendo bellezza alla prima e dignità alla seconda. Nono-stante la scarsa illuminazione, gli interventi attuati in piazza Effrem appaiono senz’altro soddisfacenti, grazie a nuove panchine, nuova pavimentazione, prato inglese e soprattutto grazie al restauro del monumento a Giuseppe Garibaldi. Stesso discorso per piazza Giovene cui è stata restituita la sua funzione originaria: un centro di aggregazio-ne all’aperto per grandi e piccoli.

Anche in questo caso panchine di nuova fattura, prato inglese e giochi per bambini. Il vero elemento che accomuna questi due luoghi così distanti fra loro è l’assenza di recin-zioni. “Si tratta di un esperimento atto a tastare la civicità dei molfette-si –ha detto il sindaco– consapevoli del fatto che recintare questi ambienti ci vuole poco, come poco ci vuole per distruggerli; al contrario per ripristinarli occorre tempo e denaro”. Un appello ai cittadini che ci auguriamo possa servire a salva-guardare dei beni comuni che, seppure faticosamente, Molfetta cerca di ricomporre al pari di un mosaico.

La nostra inchiesta sui “pass disabili” ha spinto una abitante del Rione Catecombe a raccontarci la serie di soprusi ed atti intimidatori regolar-mente denunciati a Carabinieri e Polizia Municipale. Tutto nasce dalla concessione di uno spazio riservato ai disabili per il parcheggio della vettura della donna. Un parcheggio situato in uno dei tanti vicoletti del quartiere. Una di quelle strade che, evidentemente, non gode della presenza costante delle forze

dell’ordine e che per questo sembrano essere diventate terra di nessuno. Il parcheggio avrebbe infastidito qualcuno che, pur di far desistere la signora da un suo diritto, ha messo in atto atti delinquenziali sempre più frequenti. “Hanno iniziato bloccando le serrature dell’auto con del mastice –ci ha raccontato la donna- poi ho subito l’occlusione del tubo di scappamento ed il danneggiamento dell’impianto frenante”. Nella notte di capodanno, una mano ignota ha provveduto ad infrangere i finestrini della vettura. Infine, nella notte tra l’11 ed il 12 gennaio un grosso vaso è stato fatto cadere sul tetto dell’auto. Ma la donna non si arrende: “Non rinuncio ad un mio diritto né ho voglia di cedere il passo a dei delinquenti. Mi aspetto però che chi di competenza intervenga e lo faccia al più presto. Prima che si verifichino atti ben più gravi con conseguenze ben più serie”.

ta- rappresenta il giusto e meritato riconoscimento per l'attività svolta in questi anni dalla nostra Associazione e testimonia il prestigio e la rilevanza che la classe forense di Molfetta riveste nel circondario del Tribunale di Trani”.

Un parcheggio diventato “scomodo”

Qualcuno non vuole il posto per il disabile. La sua auto più voltedanneggiata.

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mercoledì 6 febbraio 2008

di Matteo Diamante 145

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Giustizia di casa nostra.Comincia la resa dei conti per due vicende che hanno scosso la città

Cronaca 7

Due anni e sei mesi per il direttore di banca “responsabile” del pestaggio di un giovane imprenditore di Molfetta. Restano dentro (il Riesame ha rigettato le istanze di scarcerazione) tutti gli altri soggetti

coinvolti nella vicenda.E intanto il Tribunale del Riesame revoca i domiciliari a Pasquale Salvemini, coordinatore regionale del

WWF: non ci sono esigenze cautelari

Estorsione aggravata e lesioni. Donato Piazzolla, quarantatre anni, di Canosa, il direttore di banca, che aveva assoldato un boss per “sistemare” un debito ed era stato arrestato dai carabinieri al termine di una operazione, ha patteggiato la pena ed è stato condannato a due anni e sei mesi e al pagamento di una serie di spese. Le altre quattro persone arrestate nel corso della stessa operazione, Giuseppe Caputo, cinquantacinque anni, di Cerignola, Sabino Sangermano, trentacinque anni, anche lui di Canosa, cognato del direttore, Michele Migliaccio, trentuno anni, e Giuseppe Balducci, cinquantasette, di Corat,o avevano presentato ricorso al Tribunale del Riesame che ha rigettato. Risultato: restano tutti dentro. Rispondo-no, a vario titolo, di estorsione aggravata in concorso e lesioni.Secondo la ricostruzione dei carabinieri, Donato Piazzolla, direttore dello sportello della banca popolare di Bari a Molfetta, per tramite di suo cognato, Sabino Sangermano, commerciante di auto, aveva assoldato il capo clan, Giuseppe Caputo per convincere l’imprenditore edile di Molfetta, che, da ottobre del 2006 a maggio del 2007, aveva ristrutturato la sua villa di campagna ad accettare quindi-cimila euro a fronte di lavori per ottantot-tomila euro. A sua volta Giuseppe Caputo si era rivolto a due sgherri di Corato, Michele Migliaccio e Giuseppe Balducci, rispettivamente di 31 e 57 anni che avreb-bero dovuto indurre il ventisettenne a firmare un atto transattivo con il quale dichiarava, senza che questo fosse mai avvenuto, di aver ricevuto da Piazzolla 25mila euro come pagamento per i lavori effettuati. Il primo contatto tra gli sgherri e gli imprenditori era avvenuto in una stazione di servizio. In quella circostanza l’imprenditore era stato accoltellato. I Carabinieri avevano iniziato le indagini partendo dal referto dell’ospedale dove

l’imprenditore era stato accompagnato per farsi curare le lesioni subite. Una volta vinta la ritrosia della vittima, riconosciuta nel filmato del pestaggio, recuperato dal circuito di video sorve-glianza istallato presso il distributore di carburanti, gli investigatori avevano espletato una serie di attività tecniche che dopo aver chiarito i rapporti tra tutti i personaggi della vicenda, avevano consentito di dare esecuzione alle ordinanze di custodia cautelare emesse, sulla scorta delle prove raccolte, dal Gip presso il Tribunale di Trani, dottor Rober-to Oliveri del Castello, su richiesta del pubblico ministero, Ettore Cardinali.Sulla vicenda, nei giorni scorsi, era intervenuto, con una nota, anche il vice presidente nazionale della federazione antiracket, Renato De Scisciolo. “La Federazione che rappresento – aveva detto - si prepara a costituirsi parte civile nel processo a carico del direttore di banca ed è pronta a sostenere, in ogni modo, la vittima. Colgo l’occasione anche per rappresentare, a nome dell’onorevole Tano Grasso, fondatore della Fai (federazione delle associazioni antiracket) e mio personale, le più vive congratulazioni per l’operazione, condot-ta dai carabinieri di Molfetta, che ha consentito l’individuazione e l’arresto di Donato Piazzolla, direttore di banca che, secondo quanto hanno accertato i carabi-nieri, ha commissionato il pestaggio dl giovane imprenditore edile di Molfetta, e dei suoi complici, suo cognato, Sabino Sangermano, un boss di Cerignola, Giuseppe Caputo, e due coratini, Michele Migliaccio e Giuseppe Balducci. Azione come questa rafforzano la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni. Il lavoro che i carabinieri della Compagnia di Molfetta hanno svolto in così breve tempo e con grandissima professionalità è motivo di orgoglio per tutti”.

Revocati i domiciliari per Pasqua-le Salvemini, coordinatore regionale del WWF. Il Tribunale del Riesame, accogliendo l’istanza presentata dall’avvocato Leonardo Iannone, ha revocato il provvedimento restrittivo a carico di Pasquale Salvemini, coor-dinatore regionale del WWF, dispo-sto dalla Procura di Trani, e ha sosti-tuito la misura con l’obbligo di dimora. Il provvedimento è stato notificato a Salvemini nel tardo pomeriggio di giovedì 31 gennaio scorso.“Confido ancora nella giustizia, quella seria e sana – ha detto Salve-

mini – e spero che in breve tempo le accuse che mi sono state mosse possano diventare solo il ricordo di un brutto sogno”. Salvemini, come è noto, era ai domiciliari dal 15 genna-io scorso, accusato di violenza privata continuata aggravata, omici-dio colposo con morte come conse-guenza di altro delitto, falsità ideologica e materiale, abuso d'uffi-cio, calunnia continuata aggravata, lesioni aggravate per fatti commessi tra il 2005 e il 2007. Il Tribunale del Riesame ha anche derubricato il reato di calunnia. Le motivazioni del provvedimento emesso saranno depositate nei prossimi giorni. Ma, in qualche modo, la revoca dei domiciliari rappresenta un primo successo per la difesa. Ora bisognerà capire quali strategie intenderà adottare l’avvocato Iannone. Nel frattempo Salvemini, che da subito è stato destinatario di messaggi di solidarietà e attestazioni di affetto ad ogni livello, è tornato al lavoro. Già nei prossimi giorni sarà depositato un esposto in Procura per denunciare alcuni abusi ambientali in territorio di Barletta.

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Due anni di reclusione e 600 euro di multa per il ladro di identità Le motivazioni saranno depositate tra trenta giorni. Ma ormai la sentenza è stata emessa. Giacomo Squeo, lʼuomo che si era inventato la vita di un altro, è colpevole. Il giudice unico del Tribuna-le a Molfetta, Lorenzo Gadaleta, lo ha condannato a due anni di reclusione (la pena è stata condonata per conseguen-za dellʼindulto) per sostituzione di persona, appropriazione indebita, tentata truffa e furto aggravato. Squeo dovrà anche pagare una ammenda di seicento euro; dovrà sostenere le spese processuali; dovrà risarcire, per i danni subiti, lʼassociazione provinciale Antiracket, vittima dei suoi raggiri e suo passe-partout, che nel processo si è costituita parte civile.Il processo, a carico del trentaquattren-ne molfettese, è cominciato il 19 giugno del 2007. Si è concluso il 22 gennaio scorso. Sei mesi. Tanto è bastato per ricostruire gli ultimi anni della sua vita, almeno di quella che si era inventato. Giacomo, senza lavoro da tempo, diceva a tutti di essere magi-strato. Facendosi passare per quello che non era (a tutti diceva di essere giudice per le indagini preliminari in servizio presso il tribunale di Beneven-

to), e offrendo il suo tempo libero era riuscito a sottrarre dalle casse di unʼassociazione di volontariato quasi ottomila euro, presentandosi come Gip e come docente dellʼuniversità La Sapienza di Roma, dopo aver indotto in errore i vertici dellʼassociazione provinciale Antiracket, aveva preso parte ad incontri istituzionali, anche a porte chiuse, sottraendo, non se ne è mai compreso il motivo, documenta-zione dallʼinterno di uno studio legale.Il trentaquattrenne, conquistando la fiducia del presidente dellʼassociazione Antiracket, aveva compiuto una vera e propria scalata allʼinterno dellʼorganismo e questo gli aveva consentito di accedere ad uffici e a frequentazioni eccellenti. Con i “colle-ghi” magistrati discuteva di sentenze e di procedimenti; con gli ufficiali commentava provvedimenti, partecipa-va ad incontri e cene importanti; con lʼassociazione dava ascolto alle vittime del racket e dellʼusura, partecipava ad incontri pubblici, a riunioni a porte chiuse, ad incontri segretissimi. E adesso che bluff è stato scoperto resta da chiedersi quale altra vita si sia inventato.

Cronaca8

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Cronaca 9

L̓ intera città ha pianto per la morte di Luigi Squeo

Sono passati poco più di quindici giorni da quel tragico 21 gennaio che ha spezza-to le giovani vite di tre ragazzi pugliesi. Ma il dolore per quelle morti, il ricordo di momenti strazianti e la rabbia per non aver potuto far nulla per evitare l'orrendo destino, sono ancora vivi.Un tremendo incidente automobilistico ha stroncato le esistenze del tenente Stefano Brocolini di Trani, del sergente Carmine Genovese di Valenzano e del caporal maggiore Luigi Squeo, ventiseienne molfettese. Erano di ritorno a casa, provenienti dal Libano, per un breve periodo di licenza. Poi il tremendo impatto sull'autostrada A14 nei pressi di Poggio Imperiale, a pochi chilometri da casa dopo il lungo viaggio in macchina cominciato a Trieste. Le loro famiglie, i loro amici erano ad attenderli. Ed invece il buio.Luigi Squeo, "Gigino" come lo chiamavano gli amici, non è più tornato nella sua casa di piazza Garibaldi dove ad attenderlo c'erano papà, mamma, il fratello e la cognata. Gigino è volato via, verso il cielo azzurro, lo stesso colore del basco con

le insegne dell'ONU che con orgoglio indossava sulla sua divisa da artigliere.L'intera città, i cittadini e le istituzioni, hanno partecipato al dolore dell'intera famiglia e degli amici. Molfetta si è fermata nel freddo pomeriggio del 23 gennaio per tributare l'ultimo saluto a Luigi, figlio di una terra che non aveva potuto o saputo offrire un futuro vicino alle sue radici e che lo aveva costretto a fare una scelta difficile ma di cui andava orgoglioso: indossare la divisa e partire.Con quella stessa divisa Luigi stava tornando a casa. Quella stessa divisa Luigi ha indossato nell'ultimo viaggio. Per lui il "tricolore" sulla bara, gli onori militari e le struggenti note del "silenzio", mentre le lacrime di tanti giovani, di coloro che gli hanno voluto bene, di una famiglia inconsolabile, bagnavano il freddo legno dell'oblio.Il suo ricordo, indelebile, continuerà a vivere e la sua voce a riecheggiare nelle menti di chi gli ha voluto bene, con la stessa forza con cui i tifosi molfettesi delle squadre di calcio e di basket ne hanno onorato la memoria: “Uno di noi, Gigino uno di noi”.

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Cambia il gestore e piovono i licenziamenti. Il dramma dei lavoratori

Era il 10 gennaio scorso quando Michele Salvemini, eccellente uomo di sport, dopo un lungo periodo di malattia, si spegneva tra il dolore di familiari e conoscenti. Molti in città erano sempre stati abituati a legare il suo nome esclusi-vamente allo sport ed alla Molfetta Volley, della quale è stato anche presiden-te. Salvemini però aveva messo su anche unʼimportante attività imprenditoriale attraverso la gestione della stazione Agip di via Giovinazzo, che era diventata un punto di riferimento per molti automobi-listi. Sono settimane ormai che il distributore di carburante è chiuso e un manifesto

affisso allʼingresso ricorda ancora la morte di Salvemini. Nessuno della sua famiglia ha voluto proseguire quanto da lui iniziato ed è per questo che il distribu-tore di carburante presto riaprirà, ma sotto una nuova gestione. Un normale passag-gio di consegne, penserete, se non fosse per il fatto che la politica del nuovo gesto-re è quella di rinnovare il personale. Ai dipendenti della stazione di servizio di via Giovinazzo è già stata fatta pervenire una lettera di licenziamento, negando così a molti di loro (alcuni padri di famiglia) un posto di lavoro. “Il licenziamento è stato come una doccia fredda per tutti noi –ha commentato uno

degli ex dipendenti della stazione di carburante, sposato, con due figli– perché non pensavamo si potesse arrivare a tanto. La morte di Salvemini, grande esempio di vita, ci ha scosso tantissimo; sapevamo che la sua salute peggiorava di giorno in giorno, ma lui stesso ci aveva assicurato che qualora fosse venuta meno la sua presenza, per noi nulla sarebbe cambiato”. In questo Michele Salvemini si sbagliava in quanto non aveva previsto una nuova gestione e soprattutto che questa potesse sostituire ex novo i suoi dipendenti. “Molti di noi hanno famiglie da mantene-re –ha continuato uno degli ex dipenden-

ti– e la situazione si fa drammatica giorno dopo giorno, considerando il fatto che trovare un impiego oggi è molto compli-cato, specialmente per noi che non siamo più giovanissimi”. Parole toccanti e situazioni complesse, che non hanno trovato finora la compren-sione della nuova gestione, sempre più decisa e consapevole di essere legalmente nel giusto. “Facciamo appello ai nuovi datori di lavoro –ha concluso lʼuomo- affinché con coscienza si affidino a noi che conosciamo questo lavoro e la clientela abituale. Abbiamo bisogno di questa occupazione, senza la quale la nostra vita è appesa davvero ad un filo”.

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Maledetto me che ti ho sposato!In Italia cresce il numero di divorzi e separazioni. Molfetta non è immune da quello che sembra essere

diventato un “costume” nazionale.

Un “si” è per sempre. O almeno dovrebbe esserlo. Stando a vedere i dati relativi a divorzi e separazioni in Italia, sembra proprio che non sia così. Sempre più spesso infatti il “giorno più bello della vita” può trasformarsi in un incubo dal quale non si vede l’ora di uscire.Secondo l’Istat, i cui ultimi dati completi si riferiscono al 2005, in Italia vi è stato un impressionante incremento di divorzi e separazioni negli ultimi anni.In particolare dal 1995 al 2005 i divorzi sono aumentati del 74% mentre le separazioni del 57,3%. Nel 2005 i divorzi in Italia sono stati 47.036 mentre le separazioni quasi il doppio: 82.291.Numeri impressionanti che non sono che il dato iniziale da cui partono storie spesso ingarbugliate e di difficile soluzione e nelle quali solo nel migliore dei casi sono coinvolti esclusivamente i due coniugi.

Spesso, infatti, oltre a marito e moglie che si lasciano, attori delle vicende sono anche figli, parenti, amici e chiunque abbia condiviso con la coppia momenti di intima vicinanza.I dati raccolti dall’Istat raccontano anche che il maggior tasso di separa-zione e divorzio si registra tra coppie sposate da un periodo compreso tra 5 e 9 anni con rilevanti picchi anche tra coniugi che vivono insieme tra i 10 e 14 anni. L’età media di chi sceglie di dire basta alla vita di coppia è di 43 anni per i mariti e 40 per le mogli.Il divorzio è, secondo la legge, lo scioglimento o cessazione degli effet-ti civili del matrimonio in caso, rispettivamente, di matrimonio celebrato con rito civile o di matrimo-nio celebrato con rito religioso. Il divorzio è stato introdotto in Italia dalla Legge n. 898 del 1 dicembre 1970; la Legge n. 74 del 6 marzo 1987 ha ridotto da cinque a tre gli anni di separazione necessari per la pronun-cia della sentenza di divorzio.Si parla invece di separazione distin-guendola in due casi diversi: quella “consensuale” e quella “giudiziale”.

È consensuale quando si basa su di un accordo fra i coniugi con il quale vengono stabilite le modalità di affidamento dei figli, gli eventuali assegni familiari, la divisione dei beni. Per avere validità giuridica deve essere ratificata dal giudice. Quella giudiziale, invece, è un vero e proprio procedimento contenzioso su istanza di uno dei due coniugi, successiva istruttoria e pronuncia-mento di una sentenza di separazione.Quando la coppia ha concepito figli si apre poi il doloroso capitolo dell’affidamento. Nelle cause di separazione e divorzio, infatti, il giudice deve valutare la possibilità che i figli minori restino affidati a entrambi i genitori oppure stabilire a quale di essi affidarli, determinando i tempi e le modalità della loro presen-za presso ciascun genitore, fissando inoltre la misura e il modo con cui ciascuno di essi deve contribuire al mantenimento, alla cura, all'istruzio-ne e all'educazione dei figli. Una serie di vicende dalle quali Molfetta non sembra affatto essere immune.

Inchiesta 11

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… la fine “cara”di un amore

La notizia non è confortante. Quando una coppia scoppia e decide di avviare le pratiche per la separazione e poi per il divorzio non è dato sapere quanto potrà costare l’intera operazione. Dopo il Decreto Bersani non esiste più un tariffario. In linea di massima, ma solo per l’avvio del procedimento, si fa riferimento a quelle che erano le tariffe minime del prima Bersani (circa 700 euro pro-capite per la separazione consensuale; 800 circa per quella giudi-ziale, gli importi sono al netto di IVA e oneri vari). Per il resto le tariffe cambia-no e salgono a seconda della complessi-tà della “pratica”; della invadenza del cliente (che spesso pensa di essere stato adottato e sta lì a chiamare continua-mente e a presentarsi in studio in ogni momento); della fama del legale scelto. In ogni caso la separazione consensuale (quella che prevede il raggiungimento dell’accordo tra le parti prima della udienza davanti al Presidente del Tribu-nale) è molto più economica e rapida di una separazione giudiziale che ha i tempi e i costi di un normale procedi-mento. Stessa cosa per il divorzio.

In tutta la questione c’è un dato di fatto: in molti “si avvicinano al matri-monio senza le idee chiare, senza la volontà di impegnarsi in una comu-nione di amore per tutta la vita, senza una progettualità precisa e la finali-tà di costituire una famiglia”. Per farla breve, in molti si avvicinano al matrimonio “con tanta immaturità e superficialità”. L’analisi è di don Luca Murolo da dieci anni presidente del Tribunale Ecclesiastico Regio-nale. Il tribunale a cui si fa ricorso per chiedere l’annullamento del matri-monio. “Intanto – puntualizza don Luca – non si annulla proprio niente. Il matrimonio è un sacramento. E’ sbagliato l’approccio. Rivolgendosi al Tribunale Ecclesiastico si può ottenere, laddove ci siano le condizioni, la dichiarazione di nullità del matrimonio, che è un’altra cosa”. I procedimenti in media durano due anni, nel corso dei quali dopo aver ascoltato le parti, il collegio giudicante sente anche i testimoni, nomina, eventualmente, i periti e alla fine decide. La persona che, all’interno della coppia, è causa della nullità del matrimonio non può più sposarsi in Chiesa. Per essere precisi, può farlo solo se il Vescovo della Diocesi di appartenenza constata che la persona è maturata, ha superato alcune fasi, comunque è cambiata rispetto al passato ed è quindi pronta alla vita coniugale.Tra i motivi più frequenti che portano alla nullità del matrimonio c’è l’esclusione della indissolubilità, seguito dalla esclusione della prole, della esclusione della fedeltà, dalla simulazione totale; dalla incapacità per cause di natura psichica e per grave difetto di discrezione di giudizio.Nel corso del 2006, i dati del 2007 saranno resi noti solo tra qualche giorno, “c’è stato un aumento di libelli introduttivi di cause per la dichiarazione delle nullità matrimoniali. Il fenomeno – secondo don Luca - è da considerare come un segno di fiducia nella Chiesa da parte dei tanti fedeli i quali, dopo l’esperienza di un matrimonio fallito, desiderano verificare la eventuale inesistenza del matrimonio stesso e quindi tranquillizzare la coscienza ed eventualmente passare a nuove nozze, (si spera) con maggior consapevolezza”.

Don Luca Murolo, presidente del Tribunale Ecclesiastico Regionale: “molti si avvi-cinano al matrimonio con tanta immaturità e superficialità”. Ma a fronte di un ma-trimonio fallito cʼè la voglia di rico-

minciare con maggiore consapevolezza

“Non la pensi come me e io ti lascio perché non ti sopporto più”

La separazione dal coniuge spesso viene considerata, forse a torto,

lʼunica via percorribile per ritrovare la serenità

I numeri impongono una riflessione. Nel corso dell’ultimo anno a Molfetta, cosa che accade anche negli altri comuni della provincia di Bari, le istanze di separazione hanno fatto registrare un aumento del 25 per cento. Si ricorre alla separa-zione con molta più facilità rispetto al passato. La coppia si lascia condizionare meno nelle scelte, non si preoccupa del parere degli altri, del chiac-chiericcio di paese. E se ci sono figli le cose non cambiano. La separazione è più difficile ma spesso viene considerata, forse a torto, l’unica via percorribile per ritrovare la serenità. Negli ultimi anni sono cambiate però le ragioni che portano alla separazione. “Fino a qualche tempo fa – spiega l’avvocato barese Agata Giancaspro, esperta in diritto di famiglia – soprattutto nelle nostre città la separazione era spesso la conseguenza di un tradimento da parte di uno dei coniugi. In alcuni casi, ma era molto meno diffusa come causa, alla base di una separazione c’era la differenza culturale che emergeva all’interno della coppia con il passare degli anni e che poteva anche influire sulle scelte da operare nella educazio-ne dei figli, nella gestione della casa. Spesso l’uomo non tollerava l’emancipazione della propria moglie e la capacità di costruirsi una esistenza anche al di fuori della mura domestiche. Ora – continua l’avvocato – il tradimento in senso stretto è molto più tollerato, spesso è una delle cause che, insieme ad altri motivi, portano alla separazione. Non è mai l’unico motivo. Alcune volte il tradimento, la cosid-detta scappatella diventa anche la scusa per liberarsi di un coniuge che, con il passare del tempo, è diven-

tato un estraneo. A causare le separazioni più spesso interviene l’incompatibilità caratteriale”.Le separazioni non sono appannaggio di una fascia di persone ben definita per estrazione sociale ed età. Tutti sono soggetti potenzialmente a rischio. Ma c’è anche di più. “Non è detto che ad un livello culturale elevato – continua l’avvocato - corrisponda una maggiore maturità nell’affrontare la separazione dal coniuge. Al contrario, spesso, le maggiori scorret-tezze vengono messe in atto da persone che occupa-no ruoli di responsabilità, che hanno una cultura medio-alta. C’è un approccio arrogante nei confron-ti del coniuge che, a prescindere dalle ragioni che ha, viene considerato un nemico da distruggere. In linea generale quelli con meno fair play sono i militari e comunque quelli che indossano una divisa”. Ma quanto possono durare le procedure che portano alla separazione? “Sempre troppo se si considera il punto di vista di chi vuole liberarsi del coniuge. In ogni caso non esistono, anche nelle separazioni consensuali, trattative serene. Spesso chi ricorre all’avvocato e poi al tribunale dichiara di volere giustizia in realtà cerca vendetta e, cosa assai più triste, usa i figli, specie se minori, come strumenti per ricattare l’altro o l’altra”.

Amore mio, quanto mi costa dirti addioCosa dice il Diritto

Canonico

L’ annullamento del matrimonio è una pratica molto discussa ultimamente e si differenzia dal divorzio in quanto cancel-la il vincolo coniugale come se non fosse mai esistito. Tale procedimento può riguardare sia i matrimoni celebrati con riti civili, che quelli cattolici. Nel primo caso la competenza è dei Tribunali Civili, mentre nel secondo vengono interpellati esclusivamente Tribunali Ecclesiastici e la sentenza ha anche validità civile. I motivi che determinano l’annullamento del matrimonio civile sono diversi da quello concordatario. In Italia natural-mente gli annullamenti di matrimoni canonici sono più frequenti rispetto a quelli civili. Un matrimonio canonico può essere ritenuto nullo quando: vi è mancanza di consenso da parte di uno dei due coniugi o di entrambi al matrimonio, compresa la riserva mentale e la simula-zione; quando esiste un rapporto di paren-tela, adozione o affinità tra i due sposi; il fatto che uno dei due sposi escluda una delle finalità del matrimonio religioso come la procreazione, la fedeltà e l’indissolubilità del rapporto; l’errore sulla persona del coniuge; la violenza fisica o il timore; l’impotenza al rapporto sessuale dell’uomo o della donna; il fatto che un rapporto non sia stato consumato in maniera completa. Chi ritiene che il suo matrimonio sia nullo, deve rivolgersi al proprio parroco o alla curia diocesana; successivamente ci si rivolge ad un avvocato (patrono) abilitato ad esercitare presso un Tribunale Ecclesiastico. Il patrono presenterà una domanda (libello) al Tribunale Ecclesia-stico Regionale di appartenenza, che avvierà il processo. Qualora si decida che il matrimonio è nullo, perché la causa si possa considerare conclusa, è necessario che essa riceva la conferma in appello da un altro collegio di tre giudici. Se essi o almeno due su tre si pronunziano in favore della nullità, il matrimonio viene dichiarato nullo. Una sentenza positiva di nullità del matrimonio non permette subito alla procedura di esaurirsi. Infatti una sola sentenza affermativa di nullità non è sufficiente: la Chiesa esige una seconda istanza obbligatoria, una sorta di controllo necessario presso un altro Tribunale di seconda istanza. In caso di sentenze differenti o discordanti, sarà chiamato ad esprimersi il terzo e ultimo grado di giudizio, quello del Tribunale della Rota Romana. E’ utile sapere che a queste prassi burocratiche si aggiunge il costo alquanto oneroso della pratica, stimabile tra i 1800 e i 2800 euro, più IVA s’intende!

Quanto costa la “nullità” di un

matrimonio Sul sito del Tribunale Ecclesiatico Regionale

(www.terpuglia.it) tutte le informazioni e a metà mese

i dati del 2007

I costi per sostenere un giudizio dinanzi al Tribunale Ecclesiastico Regionale sono uguali per tutti. E’ previsto il versamento di 500,00 euro, come contributo per le spese processuali. A questa somma va aggiunto l’onorario del difensore, il patrono, che viene stabilito dal Preside del Collegio giudicante di primo grado tra un minimo di Euro 1.500,00 e un massimo di Euro 2.850,00. Per gli indigenti è previsto il gratuito patrocinio. I dati relativi al numero delle istanze avanzate nel 2007 saranno resi noti dopo la metà di febbraio quando sarà inaugurato il nuovo anno giudiziario. Al momento sono disponibili quelli relativi al 2006, anno nel corso del quale sono state avanzate, su scala regionale, 264 istanze per richiedere la dichiarazione di nullità del matrimonio. Dieci istanze sono state avanzate da perso-ne che risiedono nella Diocesi di Molfetta. In alcuni casi i matrimoni sono durati sette giorni; in altri la richiesta è stata avanzata dopo trent’anni di unione.

Inchiesta12 13

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… la fine “cara”di un amore

La notizia non è confortante. Quando una coppia scoppia e decide di avviare le pratiche per la separazione e poi per il divorzio non è dato sapere quanto potrà costare l’intera operazione. Dopo il Decreto Bersani non esiste più un tariffario. In linea di massima, ma solo per l’avvio del procedimento, si fa riferimento a quelle che erano le tariffe minime del prima Bersani (circa 700 euro pro-capite per la separazione consensuale; 800 circa per quella giudi-ziale, gli importi sono al netto di IVA e oneri vari). Per il resto le tariffe cambia-no e salgono a seconda della complessi-tà della “pratica”; della invadenza del cliente (che spesso pensa di essere stato adottato e sta lì a chiamare continua-mente e a presentarsi in studio in ogni momento); della fama del legale scelto. In ogni caso la separazione consensuale (quella che prevede il raggiungimento dell’accordo tra le parti prima della udienza davanti al Presidente del Tribu-nale) è molto più economica e rapida di una separazione giudiziale che ha i tempi e i costi di un normale procedi-mento. Stessa cosa per il divorzio.

In tutta la questione c’è un dato di fatto: in molti “si avvicinano al matri-monio senza le idee chiare, senza la volontà di impegnarsi in una comu-nione di amore per tutta la vita, senza una progettualità precisa e la finali-tà di costituire una famiglia”. Per farla breve, in molti si avvicinano al matrimonio “con tanta immaturità e superficialità”. L’analisi è di don Luca Murolo da dieci anni presidente del Tribunale Ecclesiastico Regio-nale. Il tribunale a cui si fa ricorso per chiedere l’annullamento del matri-monio. “Intanto – puntualizza don Luca – non si annulla proprio niente. Il matrimonio è un sacramento. E’ sbagliato l’approccio. Rivolgendosi al Tribunale Ecclesiastico si può ottenere, laddove ci siano le condizioni, la dichiarazione di nullità del matrimonio, che è un’altra cosa”. I procedimenti in media durano due anni, nel corso dei quali dopo aver ascoltato le parti, il collegio giudicante sente anche i testimoni, nomina, eventualmente, i periti e alla fine decide. La persona che, all’interno della coppia, è causa della nullità del matrimonio non può più sposarsi in Chiesa. Per essere precisi, può farlo solo se il Vescovo della Diocesi di appartenenza constata che la persona è maturata, ha superato alcune fasi, comunque è cambiata rispetto al passato ed è quindi pronta alla vita coniugale.Tra i motivi più frequenti che portano alla nullità del matrimonio c’è l’esclusione della indissolubilità, seguito dalla esclusione della prole, della esclusione della fedeltà, dalla simulazione totale; dalla incapacità per cause di natura psichica e per grave difetto di discrezione di giudizio.Nel corso del 2006, i dati del 2007 saranno resi noti solo tra qualche giorno, “c’è stato un aumento di libelli introduttivi di cause per la dichiarazione delle nullità matrimoniali. Il fenomeno – secondo don Luca - è da considerare come un segno di fiducia nella Chiesa da parte dei tanti fedeli i quali, dopo l’esperienza di un matrimonio fallito, desiderano verificare la eventuale inesistenza del matrimonio stesso e quindi tranquillizzare la coscienza ed eventualmente passare a nuove nozze, (si spera) con maggior consapevolezza”.

Don Luca Murolo, presidente del Tribunale Ecclesiastico Regionale: “molti si avvi-cinano al matrimonio con tanta immaturità e superficialità”. Ma a fronte di un ma-trimonio fallito cʼè la voglia di rico-

minciare con maggiore consapevolezza

“Non la pensi come me e io ti lascio perché non ti sopporto più”

La separazione dal coniuge spesso viene considerata, forse a torto,

lʼunica via percorribile per ritrovare la serenità

I numeri impongono una riflessione. Nel corso dell’ultimo anno a Molfetta, cosa che accade anche negli altri comuni della provincia di Bari, le istanze di separazione hanno fatto registrare un aumento del 25 per cento. Si ricorre alla separa-zione con molta più facilità rispetto al passato. La coppia si lascia condizionare meno nelle scelte, non si preoccupa del parere degli altri, del chiac-chiericcio di paese. E se ci sono figli le cose non cambiano. La separazione è più difficile ma spesso viene considerata, forse a torto, l’unica via percorribile per ritrovare la serenità. Negli ultimi anni sono cambiate però le ragioni che portano alla separazione. “Fino a qualche tempo fa – spiega l’avvocato barese Agata Giancaspro, esperta in diritto di famiglia – soprattutto nelle nostre città la separazione era spesso la conseguenza di un tradimento da parte di uno dei coniugi. In alcuni casi, ma era molto meno diffusa come causa, alla base di una separazione c’era la differenza culturale che emergeva all’interno della coppia con il passare degli anni e che poteva anche influire sulle scelte da operare nella educazio-ne dei figli, nella gestione della casa. Spesso l’uomo non tollerava l’emancipazione della propria moglie e la capacità di costruirsi una esistenza anche al di fuori della mura domestiche. Ora – continua l’avvocato – il tradimento in senso stretto è molto più tollerato, spesso è una delle cause che, insieme ad altri motivi, portano alla separazione. Non è mai l’unico motivo. Alcune volte il tradimento, la cosid-detta scappatella diventa anche la scusa per liberarsi di un coniuge che, con il passare del tempo, è diven-

tato un estraneo. A causare le separazioni più spesso interviene l’incompatibilità caratteriale”.Le separazioni non sono appannaggio di una fascia di persone ben definita per estrazione sociale ed età. Tutti sono soggetti potenzialmente a rischio. Ma c’è anche di più. “Non è detto che ad un livello culturale elevato – continua l’avvocato - corrisponda una maggiore maturità nell’affrontare la separazione dal coniuge. Al contrario, spesso, le maggiori scorret-tezze vengono messe in atto da persone che occupa-no ruoli di responsabilità, che hanno una cultura medio-alta. C’è un approccio arrogante nei confron-ti del coniuge che, a prescindere dalle ragioni che ha, viene considerato un nemico da distruggere. In linea generale quelli con meno fair play sono i militari e comunque quelli che indossano una divisa”. Ma quanto possono durare le procedure che portano alla separazione? “Sempre troppo se si considera il punto di vista di chi vuole liberarsi del coniuge. In ogni caso non esistono, anche nelle separazioni consensuali, trattative serene. Spesso chi ricorre all’avvocato e poi al tribunale dichiara di volere giustizia in realtà cerca vendetta e, cosa assai più triste, usa i figli, specie se minori, come strumenti per ricattare l’altro o l’altra”.

Amore mio, quanto mi costa dirti addioCosa dice il Diritto

Canonico

L’ annullamento del matrimonio è una pratica molto discussa ultimamente e si differenzia dal divorzio in quanto cancel-la il vincolo coniugale come se non fosse mai esistito. Tale procedimento può riguardare sia i matrimoni celebrati con riti civili, che quelli cattolici. Nel primo caso la competenza è dei Tribunali Civili, mentre nel secondo vengono interpellati esclusivamente Tribunali Ecclesiastici e la sentenza ha anche validità civile. I motivi che determinano l’annullamento del matrimonio civile sono diversi da quello concordatario. In Italia natural-mente gli annullamenti di matrimoni canonici sono più frequenti rispetto a quelli civili. Un matrimonio canonico può essere ritenuto nullo quando: vi è mancanza di consenso da parte di uno dei due coniugi o di entrambi al matrimonio, compresa la riserva mentale e la simula-zione; quando esiste un rapporto di paren-tela, adozione o affinità tra i due sposi; il fatto che uno dei due sposi escluda una delle finalità del matrimonio religioso come la procreazione, la fedeltà e l’indissolubilità del rapporto; l’errore sulla persona del coniuge; la violenza fisica o il timore; l’impotenza al rapporto sessuale dell’uomo o della donna; il fatto che un rapporto non sia stato consumato in maniera completa. Chi ritiene che il suo matrimonio sia nullo, deve rivolgersi al proprio parroco o alla curia diocesana; successivamente ci si rivolge ad un avvocato (patrono) abilitato ad esercitare presso un Tribunale Ecclesiastico. Il patrono presenterà una domanda (libello) al Tribunale Ecclesia-stico Regionale di appartenenza, che avvierà il processo. Qualora si decida che il matrimonio è nullo, perché la causa si possa considerare conclusa, è necessario che essa riceva la conferma in appello da un altro collegio di tre giudici. Se essi o almeno due su tre si pronunziano in favore della nullità, il matrimonio viene dichiarato nullo. Una sentenza positiva di nullità del matrimonio non permette subito alla procedura di esaurirsi. Infatti una sola sentenza affermativa di nullità non è sufficiente: la Chiesa esige una seconda istanza obbligatoria, una sorta di controllo necessario presso un altro Tribunale di seconda istanza. In caso di sentenze differenti o discordanti, sarà chiamato ad esprimersi il terzo e ultimo grado di giudizio, quello del Tribunale della Rota Romana. E’ utile sapere che a queste prassi burocratiche si aggiunge il costo alquanto oneroso della pratica, stimabile tra i 1800 e i 2800 euro, più IVA s’intende!

Quanto costa la “nullità” di un

matrimonio Sul sito del Tribunale Ecclesiatico Regionale

(www.terpuglia.it) tutte le informazioni e a metà mese

i dati del 2007

I costi per sostenere un giudizio dinanzi al Tribunale Ecclesiastico Regionale sono uguali per tutti. E’ previsto il versamento di 500,00 euro, come contributo per le spese processuali. A questa somma va aggiunto l’onorario del difensore, il patrono, che viene stabilito dal Preside del Collegio giudicante di primo grado tra un minimo di Euro 1.500,00 e un massimo di Euro 2.850,00. Per gli indigenti è previsto il gratuito patrocinio. I dati relativi al numero delle istanze avanzate nel 2007 saranno resi noti dopo la metà di febbraio quando sarà inaugurato il nuovo anno giudiziario. Al momento sono disponibili quelli relativi al 2006, anno nel corso del quale sono state avanzate, su scala regionale, 264 istanze per richiedere la dichiarazione di nullità del matrimonio. Dieci istanze sono state avanzate da perso-ne che risiedono nella Diocesi di Molfetta. In alcuni casi i matrimoni sono durati sette giorni; in altri la richiesta è stata avanzata dopo trent’anni di unione.

Inchiesta12 13

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di Matteo Diamante 151

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Un amore che finisce: come una fontana senza più acquaLa storia: così è andato via lʼuomo che Alessandra aveva amato e sposato. Lasciandola sola e con due figli.

“Quando un amore finisce è come se ci si trovi difronte ad una fontana da cui non sgorga più acqua”, sono queste le prime parole di Alessandra, la chiame-remo così, molfettese divorziata da alcuni anni e che ha deciso di raccon-tarci la sua storia.Di bella presenza, istruzione universi-taria, una professione che la soddisfa, due figli e… nessun marito. Eh si, perché lui se ne è andato già da qualche anno. Tecnicamente è lei che lo ha “invitato” ad abbandonare il tetto coniugale. Nei fatti è stato lui che ha preferito farsi una nuova vita. Con un’altra donna. “Io amavo mio marito. E lo amavo come lo avevo amato sin dal primo giorno. Forse l’ho amato ancora per qualche tempo dopo che era andato via. Un amore che però in breve, è stato soffocato e cancellato dall’odio verso un uomo capace di rovinare la mia vita e quella dei miei figli”.Alessandra ha gli occhi pieni di rabbia quando racconta la sua storia. “Ci siamo sposati dopo sei anni di fidanza-mento e la nostra vita matrimoniale è

stata sempre perfetta. Certo, abbiamo avuto dei piccoli momenti di crisi ma, penso che nessun matrimonio ne sia immune. Il lavoro di entrambi è sempre andato bene ed anche econo-micamente non ci è mai mancato nulla. Le vacanze d’estate, le uscite con gli amici, le feste di Natale in famiglia. E due meravigliosi figli che hanno riempito di gioia la nostra casa”.Poi il dramma di aver scoperto l’esistenza di un’altra donna: “Una sua collega di lavoro. Giovane e non sposata. Lui ha cominciato ad avere “impegni di lavoro” sempre più frequenti. Era strano, non aveva più voglia di stare con me e con i suoi figli. Poi me lo ha confessato. Non mi ha chiesto perdono. Mi ha detto semplicemente che amava un’altra. Ed io l’ho invitato ad andarsene per sempre”. Alessandra e suo marito oggi sono divorziati. Lei vive con i figli, adesso entrambi maggiorenni. E non ha trovato un altro uomo. Lui non vive più a Molfetta. E la giovane collega lo ha piantato in asso già da qualche tempo!

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Essere figli e genitori. Essere educatori oggiInteressante incontro promosso dal Liceo Sociopsicopedagogico “Vito Fornari” di Molfetta. Interverranno le

docenti universitarie Raffaella De Franco e Luisa De Natale.

I docenti del Liceo Sociopsicopedagogico "Vito Fornari" di Molfetta, istituto presieduto dal professor Rodolfo Azzollini, continuano a proporre ai loro alunni numerose occasioni di scambio interculturale e di crescita con progetti che vanno ben oltre i consueti metodi di insegnamento.Giovedì 14 febbraio, presso la sala conferenze "Beniamino Finocchiaro" della Fabbrica di San Domenico con inizio alle ore 18, sarà presentato il progetto "Genitorialità Responsabi-le", ovvero "Essere figlio, essere genitore, essere educatore oggi".L'incontro svilupperà un tema sempre attuale e molto sentito da genitori e figli: il divieto nella relazione ducativa, compor-tamento che può essere visto come espressione di autorità o provocazione alla responsabilità.Nel corso dell'incontro, organizzato in collaborazione con il Centro di Relazione Educativa Adulto-Adolescente e l'Uffi-cio Scolastico Regionale per la Puglia, relazioneranno per ciò che concerne la prospettiva "etica" la professoressa Raffaella De Franco, docente di bioetica presso l'Università di Bari e per la prospettiva pedagogica la professoressa Maria Luisa De Natale, docente di pedagogia presso l'Università Cattolica di Milano. Presenterà il progetto la professoressa Linda Panunzio, docente di filosofia e scienze dell'educazione presso il "Vito Fornari".

Da Molfetta agli USA: il viaggio di tre artiste

Addammiano, de Gennaro e Spagnoletta hanno esporto alla Koa Gallery in occasione della Giornata Mondiale del Disarmo.

Arte molfettese da esportazione. Potrebbe essere questo il titolo del nuovo capitolo della storia artistica cittadina che è stato scritto negli Stati Uniti d’America da Maria Addammiano, Maria de Gennaro ed Isabella Spagnolet-ta. Artiste molfettesi chiamate a confrontarsi con il pubblico attento, critico ed esperto della Koa Gallery, in occasione della Rassegna di Arti Visive per la Giornata Mondiale del Disarmo promossa dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, dopo lo straordinario successo di critica e di pubblico ottenuto durante la Rassegna organizzata da Artecultura a Milano. La Mostra di Artecultura, svoltasi nei mesi scorsi e nelle varie sedi espositive di Milano, è stata visitata da circa settemila ospiti provenienti da tutta Europa. La pittura, quindi, come strumento privilegiato per la diffusione del messaggio pacifista e del sentimento di

vicinanza nei confronti di quelle popolazioni sconvolte da guerre, il più spesso delle volte da violenze fratricide; la pittura simbolo di unione e comunione delle genti e dell’intera Umanità, l’Arte come tramite per la comprensione e la risoluzione dei drammi e delle contese. E’ questo il messaggio che parte da Molfetta, grazie alle opere pittoriche di Maria Addamiano, di Maria de Gennaro e di Isabella Spagnoletta, e che giunge in America, terra di eman-cipazione, ma anche Paese dalle tante contraddizioni. Ed allora, al di là di vibranti concrezioni materiche, di evocanti spazi metaforici o evocativi, anche negli Stati Uniti apparirà la realtà percettiva filtrata da una pittura a volte mediata, a volte immediata, che restituisce all’osservatore, l’immagine di un mondo che, sicuramente, potrebbe essere migliore.

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Page 16: Il Fatto n. 004

La realtà tra fantasia e creatività Antonia Bufi, ventiquattrenne molfettese, protagonista di unʼarte giovane e “pensata”. Da dicembre una esposizione permanente nel Centro Storico di

Molfetta.

Antonia Bufi ha ventiquattro anni e gli occhi sbaraz-zini di chi il mondo lo vede colorato e tutto da scopri-re. Certamente è una di quelle persone che con la fantasia è capace di fare tutto. Ed è per questo che il suo “essere” artista va ben al di là della burocrazia che la vuole studentessa dell’Accademia di Belle Arti

di Bari. Del resto lei l’arte ce l’ha nel sangue e lo studio è lo strumento per affinarla, perfezionarla, renderla se possibile ancor più speciale. La giovanissima artista molfettese nello scorso mese di dicembre ha inaugurato la sua prima esposizione permanente. Ha scelto un locale semplice e luminoso

nel centro storico di Molfetta, in via San Salvatore al numero 12. E’ lì che la si trova dal venerdì alla dome-nica, quando non frequenta i corsi a Bari, con le mani sporche di pittura ed avvolta nel suo camice, una volta bianco, a mettere su tela i suoi sogni. I colori dei suoi lavori “esplodono” nel bianco delle pareti. La tridimensionalità di alcune opere conquista lo spettatore, compiacendo anche chi di arte proprio non se ne intende. Perché i suoi lavori, seppur moder-ni, appaiono facilmente comprensibili. Sono umani. Veri. Quotidiani. Al centro di tutto la “cultura dell’immagine”, dove tutto viene tradotto in forma, luce, effetti visivi. “Per la maggior parte dei miei lavori –dice Antonia- parto dall’immagine fotografica legata alla realtà quotidiana oggettiva, per creare altri tipi di situazioni surreali, dando sfogo alla fantasia ed alla creatività”. Antonia Bufi è schiva protagonista di un’arte giovane che a Molfetta, fortunatamente, sta prendendo piede. “Il disegno, la pittura, sono il mio interesse principa-le. La pittura può essere manipolata, controllata, modificata in qualsiasi momento secondo l’interesse personale a differenza della fotografia dove l’immagine si blocca in uno scatto”. E dall’unione di pittura e fotografia nascono i lavori di Antonia, in una ricerca che la spinge ad andare oltre la semplice rappresentazione e raffigurazione della realtà. Prima di inaugurare il suo personale spazio espositi-vo, Antonia Bufi ha esposto nel 2005 a Conversano, poi nel 2006 a Ruvo e nello stesso anno a Molfetta con la personale “Contorni d’Autore” presentata dal critico d’arte Gaetano Centrone. Nel 2007 è presente con suoi lavori a Terlizzi, Bisceglie, ancora Molfetta, Trani, Mola di Bari.

Attualitaʼ16

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Page 17: Il Fatto n. 004

Al via il corso che consente di accedere al mondo Linux e all’open source. Sabato 19 gennaio scorso, nella cripta della parrocchia di San Gennaro, a Molfetta, è stato presentato il progetto che promuove l’utilizzo di software liberi, a sorgente aperta (che consentono ai programmatori di poter modificare il software stesso senza far ricorso ad aggiornamenti a pagamento). Alla conferenza erano presenti monsi-gnor Giuseppe de Candia, parroco della

chiesa che ospita l’iniziativa, e Lazzaro Nicolò Ciccolella, software e multime-dia developer. “Promuovere i software liberi e il mondo Linux significa promuovere la legalità informatica – ha detto monsignor de Candia – l’utilizzo di un software libero evita di fare ricorso a programmi craccati”. Il corso consentirà di entrare nel modo giusto in un mondo per i più assolutamen-te nuovo che ruota attorno a software che si basano su tecnologia "UBUNTU", un

sistema operativo Linux, libero e gratuito. Questi software, in tutto e per tutto uguali a quelli super pubblicizzati, possono “girare” anche su computer di vecchia generazione e con processori non velocissimi. In pratica grazie a questa tecnologia, per poter lavorare su computer, non è necessario investire capitali in piattaforme sempre più all’avanguardia. “Il mondo Linux – ha sottolineato Ciccolella – promuove un modello di business innovativo. L’asse

del reddito passa alla risorsa umana. Al centro del business non c’è la vendita del prodotto ma il servizio offerto”. Tutte le lezioni del corso saranno tenute da Lazzaro Nicolò Ciccolella, membro associato della free software fondeation e della free software fondation europe (FSFE), ardour financial supporter e saranno filmate e trasmesse in web su www.videomolfetta.tv. Il calendario degli incontri è disponibile sul sito:www.ilfatto.net.

A Molfetta non è carnevale senza il Veglioncino dei Bambini. Alla grande festa delle mascherine, che ha colorato per una sera il Palapoli,. Per questa edizio-ne hanno aderito la scuola elementare Zagami, le scuole medie “Poli” e “Savio”, l’associazione “Teatrarte” e le scuole di ballo “Gym & Art Dancing” e “Ritmo de Cuba”. Ospiti speciali della serata, presen-tata da Stefania Porcelli, volto noto di Telenorba, sono stati i cabarettisti Savino & Terrafino.

Un pieno di emozioni per tre eventi che hanno, in modo diverso, segnato le ultime due settimane: il funerale del caporal maggiore Luigi Squeo, deceduto mentre tornava per una breve licenza, dal Libano, le riaperture di due piazze cittadine e poi al via i lavori per la casa accoglienza per sordi.

Continua il momento magico delle società sporti-ve molfettesi. Abbiamo incontrato i dirigenti e le atlete della Don Tonino Bello, formazione femmi-nile di calcio a 5. Ai micro-foni de “ilfatto.net” i commenti delle protagoni-ste del momento.

Speciale la Maddalena Ritrovata di Giulio Cozzo-li. Molfetta ha ritrovato la statua che, nel 1954, fu censurata dall’allora vesco-vo della Diocesi, monsi-gnor Achille Salvucci. Un viaggio nella storia dell’arte con il professor Gaetano Mongelli, il proni-pote del maestro, Mauran-gelo Cozzoli, e il priore dell’arciconfraternita della Morte, Franco Stanzione.

Curiositaʼ 17

Attualità Cronaca Sport Politica Cultura

La programmazione di Gli avvenimenti della tua città raccontati dai protagonisti,

solo su www.videomolfetta.tv ogni giorno servizi video inediti su Molfetta.

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Alla conquista dellʼopen source Il mondo Linux a portata di mouse

mercoledì 6 febbraio 2008

Al via i lavori del nuovo porto commerciale. Venerdì, 31 gennaio scorso, alla presenza delle massime autorità civile, politiche, militari ed ecclesiastiche, sono stati aperti i cantieri. Tutto questo mentre il mondo politico è in fermento in vista di probabili elezioni antici-pate.

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Offro Lavoro

OFFRO LAVORO

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Il fatto.net ha selezionato per voi dai motori di ricreca alcuni annunci di lavoro. Alcuni annunci saranno ripetuti ma vale sempre la pena consultarli tutti. Negli annunci diretti troverete gli annunci fatti direttamente alla nostra redazio-ne. Il servizio di annunci è totalmente gratuito e la radazione non si assume alcuna responsabilità circa la bontà delle

inserzioni. Per maggiori informazioni e aggiornamenti consultate il sito www.ilfatto.net nellʼarea OFFRO LAVORO.

Per inserire un'offerta di lavoro basta inviare il testo con l'inserzione nella nostra email: [email protected]

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Page 19: Il Fatto n. 004

Hockey: torna la passione

La nuova dirigenza ha riacceso lʼentusiasmo. Un allenatore venuto dal Sud America ed il ritorno di volti illustri delle

“rotelle” molfettesi. Torna la passione per i pattini.

E’ un periodo decisamente negativo quello che sta vivendo il “nuovo” Hockey Club Molfetta guidato dal giovane presidente Massimo de Palma.Dopo avere anche occupato il primo posto della classifica del campionato nazionale di Serie A2, i biancorossi “targati” Promove hanno imboccato una strada non facile che li ha portati, dopo il pareggio interno contro il modesto Montebello, a collezionare ben quattro sconfitte consecutive, le ultime due in incontri disputati lontano dal campo amico e, come avviene da qualche settimana a questa parte, con una forma-zione largamente rimaneggiata a causa di infortuni e squalifiche cui non ha potuto trovare rimedio nemmeno un “mago” della panchina come Oscar Vianna.Nulla è però compromesso e la parteci-pazione ai play-off promozione è ancora ampiamente alla portata dei biancorossi che avranno da lavorare parecchio nelle quattro gare che mancano al termine della stagione regolare.La società molfettese ha comunque raggiunto già un importante ed ambizio-so obiettivo: riportare i tifosi sulle gradi-nate del “Pala don Sturzo” ed evitare che la storia nobile e decennale di questa disciplina sportiva a Molfetta potesse avere fine.Nell’estate 2007 il cambio della guardia tra l’ex presidente Nunzio Fiorentini ed il nuovo, Massimo De Palma, ha

rinvigorito l’ambiente e riacceso l’entusiasmo per lo sport sulle rotelle.La programmazione avviata dalla nuova dirigenza ha portato a costruire una squadra competitiva e che, al completo, può certamente concorrere con le storiche corazzate del campionato.In maglia biancorossa è tornato un bomber di lusso come Antonio Cirilli e lo storico capitano Corrado de Robertis, che aveva deciso di appendere i pattini al chiodo, non ha potuto dire di no

all’invito del presidente De Palma ed alla voglia di tornare a difendere in tutta Italia i colori della sua città.In campo anche “senatori” del calibro di De Pinto, Spadavecchia ed Agrimi, cui si sono aggiunti giocatori di indiscusso valore come Squeo, Sinisi, Farinola, Azzollini, Boccassini, Del Vescovo, Amendolagine oltre agli stranieri Aranda e David Vianna, quest’ultimo fratello dell’allenatore Josè Aranda, argentino chiamato a dare nuova luce

all’hockey molfettese.Sinora, a parte le ultime sconfitte, la stagione può certamente considerarsi positiva: l’ambiente è sereno e c’è la consapevolezza di lavorare per un progetto a largo raggio, basato su tanta gente che “sente” la maglia. E del resto non poteva che essere così data la grinta di un presidente come Massimo De Palma che, per amore della squadra, non ha esitato ad indossare nuovamente i pattini ed a scendere in campo nella trasferta di Thiene per dare il suo contri-buto anche con la stecca in mano.Nelle ultime due uscite, i molfettesi hanno dovuto cedere l’intera posta in palio prima il 26 gennaio a Seregno (4 a 2 con reti di Vianna ed Amedolagine) e poi il 2 febbraio a Thiene (6 a 4 a segno con due doppiette Cirilli e Vianna): in entrambe le circostanze biancorossi in campo con l’organico ridotto all’osso.Nelle prossime due settimane doppio incontro interno tutto da sfruttare per “rinfrescare” la classifica oramai ferma da troppo tempo.Sabato 9 febbraio a Molfetta arriverà il Correggio che attualmente staziona a centro classifica e che all’andata fu battuto a domicilio con il risultato di 3 a 2; poi il 16 febbraio “derby del sud” contro i lucani del Matera, penultimi in classifica e sconfitti all’andata per 5 a 3.Gli incontri casalinghi dell’Hockey Club si disputano, al “Pala Don Sturzo” il sabato alle ore 20,30.

Sabato il Real sfida la capolista

La squadra dei presidenti Mele e Metta non nasconde le ambizioni di primato e si prepara allo scontro al vertice

in programma sabato 9 febbraio.

È un Real Molfetta in ottima salute quello che nelle due ultime settimane ha fatto importanti passi in avanti verso la testa della classifica del campionato di Serie C1. La vetta della graduatoria è ora occupata dal Fasano che ha appro-fittato del rallentamento del Monopoli per effettuare il sorpasso. Al terzo posto arriva come un treno il Real che ha toccato quota 34 e che si prepara ad ospitare sabato 9 proprio il Fasano capolista per un incontro che si prean-nuncia ricco di spettacolo.Nelle ultime due gare disputate, la

squadra di Catino ha collezionato 4 punti, frutto di una vittoria ed un pareg-gio.La vittoria è giunta il 27 gennaio nel derby contro il Ruvo vinto per 4 a 1 grazie alla doppietta di Allegretta ed ai gol di Rutigliani e Colangelo. Il 2 febbraio invece pareggio per 3 a 3 contro i temibili Metropolitani Bari sul sintetico di Carbonara.Nelle prossime due settimane il Molfetta incontrerà come detto il Fasano e poi il 16 febbraio si recherà a Mola per far visita al Real.

A Molfetta tutti pazzi per il poker

“Un gioco per divertirsi”. Parola del presidente

dellʼassociazione Anastasia.

Grande successo domenica 3 febbraio per la quarta tappa del CITH, torneo regionale di Poker Texas Hold’em organizzato dall’associazione sportiva “Re raise Molfetta” presso il Magic Park. Oltre 150 partecipanti, prove-nienti da tutta la Puglia, si son sfidati a colpi di “raise” ed “All in” per guadagnare i punti che deter-mineranno la partecipazione al torneo più importante in Europa. Il primo classificato di ogni regione vincerà l’iscrizione al World Series of Poker l’evento più importante a

livello mondiale che vanta un mon-tepremi di oltre 10 milioni di dolla-ri. Attualmente il primo classifica-to in Puglia è il molfettese Lele Sgherza.

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mercoledì 6 febbraio 2008

Page 20: Il Fatto n. 004

Molfetta Calcio: tanta grinta per salvarsiContinuano le buone prove dei biancorossi: arriveranno anche i punti. Domenica prossima al “Poli” arriva il Casarano. Poi

tutti a Corato.

Che la stagione di quest’anno non sarebbe stata facile per la Molfetta Calcio si sapeva già dalla vigilia del campionato. Del resto, dopo le tribolate vicende estive che aveva-no quasi portato alla sparizione del sodali-zio, ripetere le straordinarie imprese dello scorso anno (raggiunta la semifinale play off poi persa con il Cerignola) era certamente utopistico. Ed infatti la squadra biancorossa naviga nei bassi fondi della classifica con la salvezza diretta in questo momento distante quattro punti.La squadra di mister di Giovanni però sa soffrire e, specie nelle ultime settimane ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per regalare agli affezionati tifosi una salvezza che varrebbe più della vittoria del torneo.Dopo lo sfortunato derby contro il Bisce-glie (perso per 1 a 0 con rete dei nerazzurri su calcio di rigore), il Molfetta era chiama-to ad una impegnativa sfida con la capoli-sta Francavilla. I brindisini giungevano il 27 gennaio a Molfetta seguiti da oltre 300 correttissimi e sportivissimi tifosi: spetta-colo sugli spalti con le due tifoserie ad applaudirsi e festeggiarsi a vicenda ed unite nel ricordo del giovane militare

Luigi Squeo e spettacolo in campo con un Molfetta padrone del rettangolo di gioco e che, se non fosse stato per il calcio di rigore assegnato al Francavilla e trasfor-mato da Galeandro e per le straordinarie parate del portiere ospite Di Puzio, avreb-be senza dubbio meritato la vittoria. Vittoria giunta sette giorni dopo sul campo di Altamura al cospetto degli “amatori” della Leonessa: risultato finale di 9 a 0 per i molfettesi con triplette di Fanfulla e Tesse, doppietta di Lacavalla e gol di Aloisio. Accorciato il distacco dal Real Altamura, che occupa l’ultimo posto utile per la salvezza diretta, i molfettesi sono chiamati nelle prossime due settimane a due ostiche sfide: il 10 febbraio arriva al “Poli” il Casarano guidato da Gioacchino Prisciandaro ed in crisi dopo i cinque pareggi consecutivi che lo hanno allonta-nato dalla vetta; poi si andrà a far visita al Corato, matricola del campionato di Eccellenza e sorprendentemente e merita-tamente capolista. All’andata finì 1 a 0 per il Molfetta e non è detto che Paparella e soci non possano ripetere l’impresa anche grazie al sostegno della tifoseria.

Sfruttare al massimo il doppio impe-gno casalingo del 27 gennaio e del 3 febbraio. Era questo l’obiettivo della Virtus Molfetta alla vigilia delle gare contro Palermo e Bisceglie. Obiettivo centrato con doppia vittoria dei bianco-azzurri e primato in classifica consoli-dato.Il rischio contro il Palermo era quello di farsi trovare troppo rilassati. Coach

Sergio Carolillo ne era consapevole e così sottoponeva i suoi uomini ad un costante e produttivo lavoro psicologi-co oltre che atletico. Con risultati oltremodo favorevoli. Andrea Maggi (nella foto) e soci si imponevano con il risultato di 93 a 61 al termine di una gara in cui i siciliani avevano recitato il ruolo delle comparse e che i tifosi ricorderanno per il tributo del “Pala Poli” a Luigi Squeo oltre che per il malore capitato ad uno dei due arbitri costretto a lasciare l’incontro alla fine del secondo quarto, con il resto della partita diretto in solitaria dall’altro direttore di gara.Sette giorni dopo nuova vittoria nel derby contro il Bisceglie. Finale di 78 a 71 con distacco risicato solo perché negli ultimi 5 minuti di gara coach Carolillo dava modo ai suoi di tirare un po’ il fiato. Da segnalare le presenze in campo nei due incontri dei giovani molfettesi Panunzio e Spadavecchia.Adesso doppia trasferta: il 10 si gioca a Canicattì mentre il 17 a Marigliano.

Doppia vittoria interna per la Virtus

xSfruttate le gare contro Palermo e Bisceglie. Ed ora doppia trasferta.x

Sport20

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mercoledì 6 febbraio 2008

Page 21: Il Fatto n. 004

ASD Pallavolo ancora tra alti e bassi Un gesto “semplicemente” speciale Solo il pronto intervento di un giovane arbitro ha evitato una possibile tragedia. Da Minervino la

storia semplicemente speciale.

Mentre Indeco Ragno ed Azzurra guidano le rispettive classifiche. Sembra risollevarsi la Molfetta Volley

allenata da Corrado Minervini.

In serie B1 maschile di volley conti-nua a non svelare il suo vero volto l’ASD Molfetta allenata dal duo Palumbo-Bonati. Dopo le vittorie conquistate contro Fasano e Foggia, i molfettesi hanno nuovamente deluso i propri sostenitori. Il 26 gennaio i biancorossi hanno ceduto di schianto tra le mura amiche al Bari di Pino Lorizio. Risultato finale di 3 a 1 per la compagine del capoluogo che dopo aver vinto il primo set (18-25) si inchinava ai padroni di casa nel secondo (25-15) e poi metteva la freccia accelerando sulla corsia di sorpasso nelle ultime due frazioni di gioco (22-25 e 17-25). Lo scivolone interno contro il Bari non faceva altro che demoralizzare l’ambiente e tarpare nuovamente le ali alla compagine di casa. Da segna-lare nello scontro contro il Bari l’addio alla pallavolo molfettese per motivi di lavoro di Nicola Farinola.Anche la trasferta in terra calabra di sette giorni dopo si rivelava infruttuo-sa. I molfettesi perdevano a Lamezia con il risultato di 3 a 2 maturato dopo l’iniziale doppio vantaggio bianco-rosso (20-25, 22-25). I calabresi, dimostrandosi così più concentrati e cinici, prendevano in mano la gara centrando un tris di set vinti ed vincendo al tie-break. Il 10 febbraio arriverà a Molfetta lo Squinzano mentre il 17 febbraio spazio al derby contro il Terlizzi. Nella città dei fiori, così come in Salento, sarà indispensa-bile vincere.In serie B2, sempre maschile, non conosce invece sosta il campionato dell’Indeco Ragno Volley. La squadra di mister Vito Avellis continua a vincere (toccata quota 15 su 15) mettendo in difficoltà non solo le squadre avversarie ma, anche i croni-sti oramai a corto di commenti. Il 26 gennaio vittoria a Martina per 3 a 0 (24-26; 21-25; 19-25); stesso risultato il 2 febbraio in casa contro il Palermo (25-20; 25-18; 25-15). Nelle prossi-me due giornate si andrà prima a Pizzo Calabro poi si ospiterà il Lucera.Chiudiamo con il campionato femmi-nile di Serie C che ha finalmente una capolista con l’accento molfettese: l’Azzurra di Giancaspro il 26 gennaio batte l’Acquaviva ed approfittando di un passo falso del Turi balza al primo posto solitario. Il 3 febbraio poi nuova vittoria per 3 a 1 contro il Noicattaro. Tra sette giorni si andrà a San Severo poi si ospiterà il Terlizzi. In chiusura, per la Molfetta Volley periodo positivo con i due 3 a 0 inflit-ti ad Assibari e Lynx Bari. Prossime sfide contro Ruvo in casa e Turi fuori.

Lo sport vissuto e raccontato nei campi di provincia può emozionare. È per questo che oggi vi raccontiamo una pagina di sport pulito, sano, semplice. Quello sport che ci piace e che può rendere tifosi appassionati. La storia arriva dal rettangolo verde del campo comunale di Minervino Murge, comune del nord barese dove la domenica ci si trova tutti insieme sui gradoni impolverati di una vecchia gradinata per osservare i “blu” di casa impegnati nel campionato regionale di Promozione. Puro dilettantismo condito da calcio “maschio”, spesso per nulla tecnico ma fatto solo di muscoli e grinta. Ventidue uomini chiamati per un’ora e mezza a rincorrere un pallone prima di tornare all’ufficio, al campo da coltivare o ai banchi di scuola. Calcia-tori per passione. Certamente non per soldi. E con loro altri sportivi che il calcio lo vivono stando “nel mezzo”: sono arbitri, armati dei loro fischietti, delle loro bandierine e spesso della pazienza giusta per subire sfottò, offese e pure qualche minaccia. Non sempre solo verbale. Del resto, spesso se non sempre, sono loro “i nemici”. Finchè non capita che, era il 13 gennaio, uno di questi tre ragazzi si renda protagonista di un gesto impor-tante ma comunque archiviato tra la “normale amministrazione”. In campo ci sono il Minervino e l’Apricena. Gara di bassa classifica con i foggiani in vantaggio per una rete a zero. Mancano pochi minuti alla fine della contesaa quando, dopo uno scontro di gioco, il calciatore della squadra di casa Di Trizio rimane a terra, immobile. Nessuno ci fa caso. Anzi, qualcuno pensa che si tratti di una “simulazione” e sposta l’infortunato oltre le linee perimetrali del campo. Ma Di Trizio non sta affatto fingendo e rimane ancora lì, immobile. A pochi passi da lui il gioco è ripreso ma uno dei due assistenti dell’arbitro, Emanuele Prenna da Bisceglie appartenente alla Sezione di Molfetta, laureato in scienze motorie e sportivo praticante, si accorge che qualcosa di grave è avvenuto: il calciatore ha perso conoscenza. La bocca è serrata, il respiro quasi non c’è più. Non c’è tempo da perdere. Richiama l’attenzione delle altre persone ed interviene con prontezza. Riesce ad aprire la bocca del calciato-re, ad estrarre la lingua che gli impedi-va di respirare. Poi arriva l’ambulanza, Di Trizio viene portato via per gli accertamenti del caso. Ora sta bene. Ed Emanuele è tornato a fare il “guardalinee”. Semplicemente. Per passione.

Sport 21

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Serie B1

PALLAVOLO Serie B2 Serie C Femminile

TerlizziGioia del ColleLameziaSquinzanoBroloMolfettaBariFasanoGalatinaGelaFoggiaModicaUgentoNicosia

393732312626262422201411

43

Ragno MolfettaManfredoniaTuriLuceraGelaPutignanoMartina FrancaVibo V.CataniaPalermoMessinaCatanzaroAcicastelloPizzo

4536353029241918171413121211

Azzurra MolfettaRuvoTuriNoicattaroSan SeveroSanteramoAcquavivaTerlizziAltamuraMolfetta VolleyTriggianoAsem BariBarlettaLynx Bari

41373531292723201818131190

Serie A2 Serie B2 NovaraSeregnoSarzanaMolfettaMontebelloCorreggioThieneSandrigoMateraModena

333325222018141412

6

Molfetta Corato RuvoOstuniCatanzaroMariglianoPalermoBernaldaCanicattìMassafraPozzuoliMaddaloniSalernoBisceglie

2824222220181614141212

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HOCKEY BASKET

Eccellenza Serie C1 CoratoFrancavillaCopertinoBisceglieCasaranoLuceraLocorotondoMassafraNociNardòOstuniLiberty BariReal AltamuraMolfettaMaglieMesagneCerignolaLeonessa

4747444239393835353432302622202015

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FasanoMonopoliReal MolfettaMet. BariAltamuraRuvoVirtus MolaCastellanaCassanoBrindisiR. MolaNociSavaAdelfia

403634333229272220181815

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CALCIO

C L A S S I F I C H E C L A S S I F I C H E CALCIO A 5

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Page 22: Il Fatto n. 004

Rubriche22

DIFFICILE HARD

S U D O K U FACILE

SO

LUZIO

NI n

° 3

Sudoku (giapponese: su-doku, nome completo: Su-ji wa dokushin ni kagiru) è un gioco di logica nel quale al giocatore o solutore viene proposta una griglia di 9×9 celle, ciascuna delle quali può contenere un numero da 1 a 9, oppure essere vuota; la griglia è suddivisa in 9 righe orizzontali, nove colonne verticali e, da bordi in neretto, in 9 "sottogriglie", chiamate regioni, di 3×3 celle contigue. Le griglie proposte al giocatore hanno da 20 a 35 celle contenenti un numero. Scopo del gioco è quello di riempire le caselle bianche con numeri da 1 a 9, in modo tale che in ogni riga, colonna e regione siano presenti tutte le cifre da 1 a 9 e, pertanto, senza ripetizioni. Fonte: (it.wikipedia.org)

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La focaccia barese (focaccia impastata con le patate)

Ingredienti1 kg di farina200 gr. di patate bollite25 gr. di lievito di birra200 gr. di pomodori rossi e maturi (da non sostituire con pelati e pezzettoni)olio extravergine dʼoliva, sale, acqua, origano q.b.

Fate bollire le patate in abbondante acqua salata, quando sono ormai cotte, scolatele, fatele raffreddare, eliminate la buccia e schiacciatele con apposito attrezzo da cucina o con una forchetta.Su una superficie liscia ponete la farina a fontana. Disponete al centro le patate, il lievito di birra, un pizzico di sale fino e cominciate ad impastare. Aggiungete lentamente 300 ml. acqua tiepida (la quantità può anche aumentare, dipende dal tipo di patata utilizzata) e continuate ad impastare fino ad ottenere un impasto omogeneo, soffice ma compatto. A quel punto lavorate per qualche minuto. Poi, dopo aver coperto la massa con un canovaccio, lasciate riposare per circa novanta minuti. Disponete quindi la massa in una teglia, il cui fondo provvederete ad ungere generosamente con olio extravergine di oliva, schiacciatela fino a renderla uniforme e condite con i pomodori, spaccati a metà, origano, sale e un filo dʼolio extravergine dʼoliva. Quindi infornate a temperatura alta.

Adesso i pionieri sono diventati otto. Il progetto di realizzazione della rete hot spot libera alternativa a quella comunale denominata “marinai del web”, prende corpo. Nei prossimi giorni saranno attivati i primi punti test (pub, bar, ecc.), il cui elenco sarà disponibile sul sito www.ilfatto.net, e sul prossimo numero de “Il Fatto” saranno resi noti i nomi degli esercenti che hanno aderito allʼiniziativa. Allʼinterno degli esercizi pubblici di Urban Hot Spot ci si potrà iscrivere gratuitamente per navigare a costo zero.Il progetto è realizzato da Activa srl (società editrice de “Il Fatto”) e degli operatori del commercio di Molfetta.

Rubriche 23

Attenti a non infilarvi in una situazi-one pericolosamente complicata. Se è il caso rinunciate ad avventurarvi in una questione che non vi appartiene ma che rischia di compromettere la vostra posizione. Spesso vi lasciate coinvolgere senza riflettere.

Ancora qualche giorno. Poi finalmente riuscirete e raggiungere l’obiettivo che da tempo stavate perseguendo. Forse sarebbe il caso di affilare le unghie è probabile che a siate gli unici in lizza. In ogni caso evitate di perdere la calma e abbiate fiducia nelle vostre capacità.

Arginate le spese. Ormai è una vera e propria emorragia. Il vostro atteggia-mento disinvolto nei confronti del denaro può mettere in crisi i rapporti con le persone che amate e che vi sono da sempre vicine. Ascoltate i consigli di una persona particolarmente cara.

Selezionate gli impegni, gli amici, gli affetti. Non è una affermazione, è un consiglio. Gli astri sono dalla vostra parte ma attorno a voi ci sono figure negative che, senza che voi ve ne rendiate conto, stanno tramando alle vostre spalle per complicarvi l’esistenza.

I piccoli insuccessi collezionati negli ultimi giorni vi spingono a puntare su altri progetti. Bene, rimboccatevi le maniche e mettetevi al lavoro. La vostra tenacia e l’amore per il rischio questa volta produrranno effetti positivi. Bene gli affetti.

Per i single è arrivato il momento di vivere un grande amore. Lasciatevi andare e date retta al cuore. Lasciatevi alle spalle tutte le esperienze negative e guardate al futuro con più ottimismo. Per chi da tempo vive da tempo in coppia è il momento delle coccole.

Sapete essere diabolici quando volete. Maestri dell’intrigo a volte però esagerate con le strategie. Nelle prossime settimane sarete chiamati a dare fondo a tutta la vostra pazienza. Cercate di ritagliarvi qualche ora tutta per voi lontano da tutti e da tutto.

E’ arrivato il momento di pianificare il vostro futuro. Fermatevi un momento a pensare e stilate un elenco di priorità. Sorvolate su tutto quello che rappresenta un dispendio inutile di energie e che non vi porta nulla. Su è giù nei rapporti di coppia.

Cogliete al volo le opportunità che vi si faranno avanti. Anche solo un momento di esitazione potrebbe essere troppo. Buoni i rapporti con i colleghi di lavoro. In amore fugate da voi ogni dubbio. Piuttosto fate attenzione a chi ha insinu-ato a voi il germe del sospetto.

Finalmente siete riusciti a trovare il giusto equilibrio tra voi e il resto del mondo. Ora dovete impegnarvi per fare in modo che duri il più a lungo possibile. Ciò che ancora non vi riesce è volervi bene e apprezzarvi fino in fondo per quello che siete.

Smettetela di lamentarvi. Vi aspet-tano momenti di grande serenità e di successi improvvisi. Dovete solo pazientare. Non rilassatevi troppo però. Continuate ad impegnarvi giorno dopo giorno per migliorare la vostra condizione.

Inutile addossare agli altri le respon-sabilità di ciò che vi accade. E’ proba-bile che la causa dei vostri mali sia dentro di voi. Le medaglie hanno sempre due facce. Non dimenticatelo. Momento favorevole per le entrate ma non datevi a spese folli.

168HOT SPOT LIBERO

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