Forlì IN Magazine - 2/2009

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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 23/11/1998 n. 27 - E 3,00 ® Forlì Anno XII - N. 2 - MAGGIO 2009 Una coppia da Giro Arnaldo Pambianco Ercole Baldini Imprenditori stranieri Dal mondo a Forlì Caterina Sforza Sulle tracce della Signora Progetti e premi Menabó dà "Lezioni d'Europa"

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Maggio in rosa, per il nuovo numero di “Forlì IN Magazine”. Rosa come il colore simbolo della vittoria al Giro d’Italia, che torna in Romagna ancora una volta, nell’anno del Centenario. Per salutare questo nuovo passaggio, due campioni di questo sport, Ercole Baldini e Arnaldo Pambianco, salutano i lettori dalla copertina del nuovo numero. Un numero che continua con l’approfondimento d’economia dedicato all’imprenditoria straniera a Forlì e provincia, realtà in costante crescita; quindi con l’itinerario alla scoperta del territorio, questa volta dedicato al Sentiero del Santo, che da Castrocaro Terme sale a Monte Paolo e ai luoghi che videro pregare Sant’Antonio. La storia di Caterina Sforza c’illumina sulle vicende della “Signora di Forlì”, a 500 anni dalla sua morte. E se con la gastronomia scendiamo nel riminese, alla scoperta di Vite, il ristorante di San Patrignano, nuova imperdibile metà del gusto, da non perdere la nuova rubrica dedicata all’arredamento e all’interior d

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Anno XII - N. 2 - MAGGIO 2009

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Non il fiore, ma il colore della maglia più agognata dai ciclisti d’Italia, è la dominante in questo scorcio di primavera. Mentre il confronto elettorale per le ammi-nistrative d’inizio giugno entra nel vivo, con i candidati impegnati in numerosi incontri pubblici, acco-gliamo partecipi il passaggio del Giro in città e quindi sulle strade dei colli forlivesi e faentini. Non è un’edizione qualunque, lo sanno tutti. È quella del centenario, per-ché nel 1909 si svolse per la prima volta. E Forlì, anche nella storia di questa manifestazione, può vanta-re meriti importanti. Protagonisti sulle strade e addirittura un concit-tadino tra i suoi “padri fondatori”: ma iniziamo con ordine, dalla co-pertina che accoglie due campioni

“nostrani” che hanno fatto onore al pedale. Posano insieme Ercole Baldini e Arnaldo Pambianco, e ci raccontano i “loro” giri, spiegan-doci da esperti anche questo, che annovera tantissimi prim’attori ai nastri di partenza.Due protagonisti di una storia spor-tiva che, appunto, iniziò anche per merito del forlivese Tullo Mor-gagni, giornalista della “Gazzetta dello Sport” e tra gli ideatori della manifestazione. Ma il ciclismo in Romagna è passione autentica, tan-to seguita quanto praticata: non po-tevamo non dedicare spazio, all’in-terno dell’articolo di copertina, al movimento cicloturistico locale, fatto di tante squadre e competizio-ni, “Nove Colli” in primis, quest’an-no curiosamente in programma lo

stesso giorno del passaggio del Giro in città.Dopo lo sport, parliamo d’econo-mia, analizzando un fenomeno in costante crescita, anche nella no-stra Provincia: l’imprenditoria stra-niera. Sono sempre di più, infatti, gli ex dipendenti non italiani che aprono un’azienda in proprio. Re-altà in gran parte di piccole dimen-sioni, spesso artigianali, che devo-no affrontare difficoltà superiori rispetto alle italiane, specialmente in una congiuntura negativa come quella che attraversiamo. Sono tu-tavia realtà già importanti, tanto che esiste un’associazione di rap-presentanza, guidata da Abel Kone Pegaboh, imprenditore di origini africane che abbiamo ritratto all’in-terno della sua azienda.Il Sentiero del Santo, che da Ca-strocaro arriva a Monte Paolo, la storia di Caterina Sforza, di cui ricorrono i 500 anni dalla morte, l’interessante segnalazione gastro-nomica nel riminese e tanto altro ancora, completano un numero come sempre ricco, in cui voglia-mo segnalare l’inizio di una nuova e interessante rubrica dedicata ad arredamento e interior design, in cui andremo a visitare alcune delle case più belle a Forlì e dintorni. Un tema che piace e che i nostri lettori, a iniziare da quelli di PREMIUM (a proposito, non perdete il nuovo numero di primavera, in distribu-zione già da qualche settimana), hanno dimostrato di apprezzare. Buona lettura!

Rosa di Maggio

di Andrea Masotti

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Soroptimist 40 anni al femminile

Hugo Aisemberg Ambasciatore del tango

Giovani motociclisti Talenti su due ruote

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Come mi manca la contea Baggins

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Anno IX - N. 1 - MARZO 2009

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Paolo

MaggioliUna moderna tradizione di famiglia

Paolo Mularoni Salto nel mondo

Cesare Franchini Tassini Ispirato da Euterpe

Luca Scaini Da Riccione all’Unesco

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Anno XII - N. 2 - MAGGIO 2009

Una coppiada GiroArnaldo PambiancoErcole Baldini

Imprenditori stranieri Dal mondo a Forlì

Caterina Sforza Sulle tracce della Signora

Progetti e premi Menabó dà "Lezioni d'Europa"

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Sommario

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Edizioni IN MAGAZINE S.R.L.Redazione e amministrazione:Via Napoleone Bonaparte, 5047100 Forlìtel. 0543.798463fax 0543.774044

www.inmagazine.it

[email protected]

Stampa: Graph S.N.C. - San Leo (PU)

Direttore Responsabile:Andrea Masotti.

Redazione centrale: Andrea Biondi, Francesca Renzi.

Progetto grafico: Lisa Tagliaferri

Impaginazione: Emanuele Dall’Acqua

Controllo produzione e qualità: Isabella Fazioli, Alberto Mantellini, Sara Ravaioli.

Ufficio commerciale: Gianluca Braga.

Collaboratori:Barbara Baronio, Pier Antonio Bonvicini, Caterina Boschetti, Flavio Dell'Amore, Elide Giordani, Francesca Miccoli, Matteo Ranucci, Giorgio Sabatini, Leda Santoro, Gianmaria Zanotti, Gabriele Zelli, Roberto Zoli.

Chiuso per la stampa il 5/5/2009

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

3 Editoriale|

6 Annotare| Brevi IN

16 Essere| Ercole Baldini e Arnaldo Pambianco

24 Approfondire| Imprenditori stranieri

30 Camminare| Il sentiero del Santo

37 Ricordare| Caterina Sforza

40 Celebrare| Progetti e premi

44 Gustare| Ristorante Vite

50 Abitare| La palazzina anni ’50

54 Scoprire| Acquari che passione

62 Leggere| Novità in libreria

64 Applaudire| Mamma mia!

66 Scegliere| Shopping

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MGM ospite di Decanter

Verona - I vertici di MGM Mondo del vino sono stati ospiti, al recente

Vinitaly, di Decanter, la trasmissione di Radio 2 dedicata all’enogastronomia.

L’AD Marco Martini ha raccontato ai conduttori, Federico Quaranta e Tinto,

il percorso di crescita della cantina forlivese e della partecipata Barone Montalto, che produce vini in Sicilia.

Logo e iniziative di rilancio per Castrocaro

Castrocaro Terme - Un parco acqua-tico in stile Aquafan e una spa extra-lusso. Sono solo due degli ambiziosi progetti allo studio per rilanciare il turismo a Castrocaro Terme e Terra del Sole. Il piano strategico per ripor-tare la città ai fasti di un tempo è stato elaborato da Econstat e finanziato da Amministrazione locale, Fondazione Carisp e Terme. Per riposizionare il prodotto turistico sul mercato sarà necessario proporre un'offerta diver-sificata e di qualità, rivolta a un pub-blico più giovane, attivo ed esigente. Gli sforzi dovranno perciò essere con-centrati su poli attrattivi quali salute e wellness ma anche sull'organizzazione di eventi di richiamo in ambito spor-tivo e musicale, e sulla pianificazio-

ne di itinerari storico-artistici legati al patrimonio del comprensorio. Il primo passo, per regalare al Comune termale un futuro all'altezza del suo luminoso passato. (F.M.)

Accettata la ristrutturazione del Debito Ferretti

Forlì - L’azienda nautica ha annun-ciato di avere ottenuto l’accettazione della proposta di ristrutturazione del debito da parte di The Royal Bank of Scotland. L’accordo rappresenta il primo passo nell’implementazione del Piano di rafforzamento patrimo-niale del Gruppo, che prevede, tra l’altro: la riduzione dell’indebita-mento a lungo termine, da circa 1,1 miliardi a circa 550 milioni di euro, a fronte della conversione dei crediti in strumenti partecipativi; l’immissione di nuove risorse finanziarie con un aumento di capitale da 85 milioni di euro, di cui 70 sottoscritti dal presi-dente Norberto Ferretti e dal manage-ment del Gruppo e i rimanenti 15 da Mediobanca, sulla base di un accordo, in fase di negoziato, di cui sono stati definiti i termini principali; ulteriori linee di credito a medio termine, a copertura delle esigenze di capitale

circolante, per complessivi 65 milioni, da parte di The Royal Bank of Scot-land; il consolidamento a medio ter-mine di linee a revoca per ulteriori 24 miloni di euro, da parte di tre istituti

finanziari già partner dell’azienda. Non facendo più parte della struttura azionaria i fondi Candover e Permi-ra, l’equity del Gruppo è ripartito tra Norberto Ferretti e il management (al 38,5%), Mediobanca (8,5%), senior e mezzanine lender (complessivamente al 53%, in strumenti partecipativi). A se-guito dell’accordo, Norberto Ferretti, management e Mediobanca hanno il 100% dei diritti di voto. Il Gruppo è stato assistito nell’operazione da Rothschild come advisor finanziario, Chiomenti Studio Legale e Linklaters, in qualità di advisor legali, e da CBA Studio Legale e Tributario. Una volta implementato l’accordo, il Gruppo avrà gli strumenti di flessibilità finan-ziaria e stabilità patrimoniale per af-frontare le sfide del mercato nauti-co per i prossimi anni, puntando a continuare ad affermare la propria leadership nel settore.

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Bertinoro al Vinitaly

Verona - Per la prima volta l’Associa-zione Vitivinicoltori di Bertinoro ha promosso insieme la propria produ-zione al Vinitaly 2009. Al termine del-la manifestazione è stata confermata la volontà di proseguire nella collabo-razione facendo emergere il legame tra vino e territorio. La degustazione

in anteprima del Sangiovese riserva 2006 proposto dalle sette cantine pre-senti (Campodelsole, Celli, Fattoria Paradiso, Giovanna Madonia, Tenuta Villa Trentola, Tenuta La Viola, Uve delle Mura) ha confermato che la strada intrapresa è giusta. “Bertino-ro ha molte eccellenze, fra queste il vino - ha affermato Mirko Capuano, Assessore alla Cultura e al Turismo di Bertinoro. La lunga tradizione del nostro territorio ci spinge ad eviden-ziare le particolarità di questi prodotti che hanno una qualità elevata, segno di una continua crescita delle nostre aziende.”

Rapporto sull' Economia 2008

Forlì - “L’analisi dei dati mette in ri-salto un 2008 con un forte rallenta-mento della crescita e diffusi segnali di difficoltà che coinvolgono, con gradi diversi, tutti i settori.” Queste le valutazioni iniziali di Tiziano Ales-sandrini, presidente della Camera di Commercio di Forlì-Cesena, alla presentazione del Rapporto sull’Eco-nomia della provincia, che delineano per il 2008 segnali diffusi di difficoltà in un panorama generale complesso. La crisi del sistema finanziario si è in-nestata sul rallentamento dell’econo-

mia e ha aperto scenari inediti e di difficile interpretazione. I problemi del sistema paese e le carenze struttu-rali irrisolte sono evidenti. “Il nostro tessuto imprenditoriale - ha prosegui-to Alessandrini - è però inserito in un contesto caratterizzato da tratti distin-tivi sui quali si può puntare. Aspetti in grado di influire sui tempi e l’intensi-tà della ripresa, che non potrà essere attesa passivamente ma costruita con azioni efficaci. La crisi internazionale sembra delineare un profilo dell’eco-nomia prossima e futura ancora più

globale e selettivo: è quindi impor-tante che le componenti del sistema locale operino insieme per creare le condizioni affinché le nostre imprese possano competere nel modo miglio-re. La chiusura dell’anno ci pone di fronte a una situazione difficile che si sta evidenziando già nei primi mesi del 2009, soprattutto nel manifatturie-ro, a partire dai livelli occupazionali. Occorre mettere in campo una serie d’azioni per contrastare il pericolo della disoccupazione e sostenere cre-dito e finanza d’impresa.”

Novità da Top Gym

Bertinoro - La palestra Top Gym di Panighina allarga l’offerta wellness col nuovo centro estetico e la zona

relax, interessata dal restyling di ambienti e dall’introduzione della

cromoterapia. Novità anche per gli amanti dell'abbronzatura, con due

nuove lampade d’ultima generazione. La realtà Top Gym comprende anche, a Forlimpopoli, la palestra in via della Repubblica e il negozio di integratori

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Page 9: Forlì IN Magazine - 2/2009

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Page 10: Forlì IN Magazine - 2/2009

La Frasca aperta anche a pranzo

Milano Marittima - Il locale guidato da Gianfranco Bolognesi festeggia il

primo anno d’attività nella nuova sede di Milano Marittima e, a seguito delle

numerose richieste, apre anche a pranzo. La proposta da gourmet, oltre

ai piatti storici di mare e di terra che hanno reso celebre il locale, si amplia

così col “business&family lunch” e con “atto unico”, interessante proposta di piatto unico, per chi vuole concedersi

una sosta pur veloce ma “stellata”. La Frasca è aperta da giugno a fine

agosto, lunedì escluso. www.lafrasca.it

Emilia Romagna Festival vola in Europa

Praga - Cosa hanno in comune Emilia Romagna Festival, Festival d’Avignone

e Festival Mitte Europa? Il Festlab Pass, che dà mandato di agire come

laboratori per la creatività e promotori di innovazione. Questo riconoscimento

è stato consegnato al direttore artistico dell’ERF, Massimo Mercelli, lo scorso

27 marzo a Praga da Ján Figel, commissario europeo a Istruzione, Formazione, Cultura e Gioventù, su

commissione dell’EFA, Associazione dei Festival Europei. “Per la nostra

manifestazione - ha dichiarato il Maestro Mercelli - questo ulteriore riconoscimento sottolinea il nostro

rapporto privilegiato con l’Unione Europea e con i maggiori festival del

continente, coi quali condividiamo percorsi ed esperienze.”

Il luogo della mente di Mattia Moreni

Medaglia d'oro al Gonfalone della provincia

Santa Sofia - Inaugura il 24 maggio “Il luogo della mente”, mostra dedicata a uno degli artisti più significativi del ’900, che partecipò a varie edizioni

del Premio Campigna e istituì un rap-porto privilegiato con Santa Sofia e il suo territorio. Un importante nucleo delle opere di Mattia Moreni è, infatti, conservato nella locale Galleria d’arte contemporanea “Vero Stoppioni”. La mostra, aperta fino al 30 agosto, è un tributo al maestro nel decennale della scomparsa, attraverso i capolavori del-la Galleria ma soprattutto con opere di collezionisti, documenti inediti, video con testimonianze e fotografie storiche. Collabora all’esposizione e alla realizzazione del catalogo il pro-fessor Renato Barilli, critico storico del “Campigna” che più volte si è oc-cupato di Mattia Moreni.www.premiocampigna.it

Roma - Lo scorso 24 aprile il Pre-sidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha consegnato ai rap-presentanti della Provincia di Forlì-Cesena la Medaglia d’Oro al Merito Civile al Gonfalone della Provincia,

in occasione dell’incontro con gli esponenti delle associazioni Com-battentistiche. La concessione del ri-conoscimento è dovuta al contributo dato dalla popolazione durante la guerra di Liberazione.

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Osvaldo Piraccini, Tempo Presente

Cesena - Questo il titolo del-la mostra che fino al 5 luglio 2009, presso la galleria ex Pe-scheria, presenta una selezio-ne di opere dal 2000 al 2009 del maestro cesenate. Corre-data da un volume antologico dedicato alla oltre quaranten-nale attività di Piraccini, ne ripercorre le tappe più impor-tanti, dal periodo romano alla stagione dei Premi (dal “Cam-pigna” al “Marche”), alla sfera poetica degli ultimi naturalisti

di Francesco Arcangeli. Promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune e curata da Silvia Arfelli con la presentazione critica di Marilena Pasquali, è suddivisa in due parti: il tempo presente, sezione dedicata alle ope-re dell’ultimo decennio, e l’antologica che seleziona i dipinti “storici” di Piraccini, appartenenti a numerose collezioni pubbliche, musei e fondazioni bancarie.

Dai Lions arte e solidarietà per L'Abruzzo

Forlì - Teatro e solidarietà si sono uniti lo scorso 29 aprile per dare vita a una serata di raccolta fondi per le popolazioni colpite dal terremoto. Oltre 700 spetta-tori hanno assistito allo spettacolo musicale portato in scena dalla compagnia Qaos, Le cirque dans le Moulin Rouge presentato al Diego Fabbri. L’iniziativa è stata organizzata dai tre Lions Club di Forlì: ad inizio serata Antonio Suzzi, vice-governatore del Distretto lionistico 108 A (che comprende Romagna, Marche, Abruzzo e Molise), ha ringraziato gli intervenuti e la compagnia per la testimonianza di solidarietà offerta.

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Lo spettacolo dell’arte,la tradizione del gusto.

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Primo volo Wind Jet dal “Ridolfi” a Berlino

Forlì - Lo scorso 29 marzo col decollo del primo airbus Wind Jet

con destinazione Berlino, si è aperta una nuova, fitta rete di voli nazionali e internazionali programmati dalla

compagnia low cost che ha come base il “Ridolfi”. Il sindaco Nadia

Masini ha ufficializzato l'evento col taglio del nastro sulla pista. Accanto

a lei, il Prefetto di Forlì-Cesena, Angelo Trovato, il Presidente della

Seaf, Franco Rusticali, oltre a tutte le autorità civili e militari della Provincia,

che hanno siglato con un applauso questo nuovo momento storico per

l'aeroporto.

Indiana Park: l'avventura vola alta nel Parco di Fratta

Fratta Terme - Si chiama Indiana Park ed è il nuovo parco avventura a Fratta Terme. Si trova nell’area ver-de che circonda il Grand Hotel ed è il più grande d’Europa: info point, punti di ristoro e, da maggio, l’espe-rienza di volo dalla “Tower Fan”, una torre alta 13 metri da cui lanciarsi, in grande sicurezza, legati ad una fune. Un invito a nozze per coloro che vo-gliono provare emozioni da brivido, muovendosi con agilità e sangue

freddo ad oltre venti metri di altezza, passando da una piattaforma fissata su un albero a un’altra che dista pa-recchi metri sfruttando doti di equili-brio, forza e armonia nei movimenti. La struttura è un altro tassello che rende Fratta Terme e il Grand Hotel riferimento per chi intende avvici-narsi a una vacanza fatta tra relax, benessere psicofisico e trattamenti termali. www.termedellafratta.it.

CNA e le Neoimprese

Castrocaro Terme - Nel corso dell’as-semblea annuale CNA Impresa Don-na e CNA Giovani Imprenditori, a cui ha preso parte la campionessa olim-pionica Josefa Idem e il presidente della Commissione Attività produttive della Regione, Damiano Zoffoli, sono stati consegnati i riconoscimenti alle neoimprese di imprenditori under 40 che, per le loro caratteristiche, costi-tuiscono un esempio per chi intende avviare nuove attività. Due i ricono-

scimenti consegnati: ad ALMAspace SRL di Forlì, dinamica realtà nata nel 2006 e dedicata a progettazione, sviluppo, produzione e gestione di sistemi spaziali di elevata qualità e basso costo, e Le Arti di Bonaventura Giulia di Bagno di Romagna, la cui titolare è un’artista del restauro di opere in pietra, i cui interventi sono effettuati, quasi sempre, nel luogo di collocazione delle opere, in varie lo-calità d’Italia.

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Il Convegno Fisc e i 90 anni del Momento

Bertinoro - Per tre giorni a marzo Forlì e il territorio hanno ospitato

il Convegno Nazionale della Federazione italiana settimanali

cattolici, in occasione dei novant’anni del settimanale “il Momento”. 150

giornalisti da tutta Italia si sono confrontati sul tema “Alla ricerca

della verità perduta. Informazione: tra mistificazione e interpretazione”.

Nell’ultima giornata di lavori i convegnisti, dopo la messa in Duomo

a Forlì, hanno visitato la Casa della Carità di Bertinoro, il Museo

Interreligioso e la Rocca Vescovile. Durante i tre giorni sono intervenuti, fra gli altri, il sen. Carlo Giovanardi, sottosegretario alla Presidenza del

Consiglio, don Domenico Pompili, direttore Ufficio Comunicazioni

Sociali della Cei, mons. Ernesto Vecchi, delegato per le Comunicazioni

Sociali della Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Lorenzo

Del Boca, mons. Claudio Giuliodori, vescovo di Macerata, presidente Commissione episcopale per la

Cultura e le Comunicazioni Sociali della Cei, i giornalisti Rai Lorena

Bianchetti, conduttrice di “Domenica in”, e Marino Bartoletti, Paolo Bustaffa,

direttore Sir, e Ivo Colozzi, docente di Sociologia all’Università di Bologna.

Casadodici un nuovo modo di Ospitare

Poggio alla Lastra: restaurato L'affresco

Cesenatico - Ha inaugurato lo scorso 21 marzo, a fianco del Museo della Marineria, nel cuore antico della cit-tà, questa piccola e deliziosa struttu-ra d’accoglienza all’insegna del con-temporary design: Casadodici si trova all’interno di un edificio dei primi del ’900, restaurato e impreziosito dall’intervento di Andrea Novelli del-lo Studio Giorgina-Novelli Architetti. Gli ospiti sono accolti dai proprietari Maurizio e Rossella con un flute di champagne, quindi accompagnati in camere non solo calde, eleganti

e accoglienti, ma pensate ognuna con uno stile unico e inconfondibile. Motivi decorativi, elementi d’arredo, opere d’artisti contemporanei e altro ancora rendono più preziose le stan-ze, tutte intitolate a celebri donne del-lo spettacolo. I clienti di Casadodici si sentono così ospiti di riguardo in casa d’amici, in una struttura dotata di tutti i confort delle più moderne strutture ricettive: dalla tv lcd al wi-fi, ai massaggi fino ad una piccola rac-colta di libri d’arte. www.casadodici.com

Bagno di Romagna - Nella chiesa di San Pietro in Poggio alla Lastra è tornato a mostrarsi in tutta la sua rinascimentale bellezza, lo scorso 25 aprile, nell’ambito della iniziative per la Settimana della Cultura, l’affresco raffigurante la Madonna della Rosa con bambino e i Santi Pietro e Paolo. Di scuola toscana della seconda metà del secolo XV, l’affresco è stato restaura-to nel 2008 col contributo della Fon-

dazione Cassa Dei Risparmi di Forlì, a cura del professor Franco Faranda, in collaborazione con la restauratrice Isabella Cervetti della Soprintenden-za per i Beni Artistici ed Etnoantro-pologici di Bologna.

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Parlare di ciclismo con chi ha vinto il Giro d'Italia e collezionato medaglie e trofei, come Ercole Baldini e Arnaldo Pambianco, offre un punto di vista privilegiato da cui osservare il ciclismo dei nostri giorni.

testo Roberto Zolifoto Giorgio Sabatini

Coppia da Giro

Credetemi, è imbarazzante trovarsi se-duto di fronte a due glorie del ciclismo, per chi, della bicicletta, ne fa un uso che definire marginale è ottimistico. E ancor più si va in confusione se i due hanno collezionato qualcosa come un campionato del mondo su strada, una medaglia d’oro alle Olimpiadi, due campionati italiani, due giri d’Italia. Ercole Baldini e Arnaldo Pambianco sono due giovanotti di metà degli anni ’30 (non aggiungo del secolo scorso perché potrebbe far apparire vecchio chi, al contrario, è ancora in buona forma). Li incontro al Circolo della Stampa per parlare del Giro d’Italia che quest’anno, sottolineo, si chiama del Centenario, a ribadire la storia che è alle spalle della kermesse naziona-le. Tuttavia la sicurezza con cui pon-go la domanda è, immediatamente, tranciata dalla risposta di Pambianco. “Quest’anno si corre la seconda edi-zione del Giro del Centenario - chiari-sce con orgoglio - laprimafuquelladel’61chericordavailcentenariodell’Unitàd’ItaliaequelGirolovinsiio. Tanto che la maglia rosa portava sulle maniche un bordino tricolore; pur non essendo stata disegnata da uno stilista, era più bella delle attuali.”

Essere | Ercole Baldini e Arnaldo Pambianco

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Assodata la figuraccia, il buon cro-nista, di regola, si butta a capofitto in una domanda generica e bana-le con la quale spera di risollevare le sorti. E così ho fatto, chiedendo quali differenze notino tra il cicli-smo di oggi e quello che li ha visti protagonisti. “Enorme - esordisce Baldini - in questi ultimi anni c’è sta-ta un’accelerazione, in positivo, di tecnologia e materiali, oltre a nuove tecniche negli allenamenti, per cui ildivariotrailnostrociclismoel’at-tualeèquantomaimarcato. Cosa che non si era verificata fra coloro che hanno corso negli anni eroici del ciclismo e il nostro periodo.”“Va poi spiegato - interviene Pam-bianco - che i metodi di allenamen-to erano diversi. Noi correvamo da gennaio a ottobre e, in ogni gara, ci si impegnava per arrivare primi. Ora chi si prepara per la Sanremo poi non si vede più per tre mesi, c’è chi va forte alla Liegi-Bastogne-Lie-gi, chi punta alla Freccia-Vallone, chi vuole solo il Giro d’Italia. Que-sta è una grande differenza. Poi noi

correvamo con biciclette che pesa-vano qualche chilo in più, le strade erano diverse e l’alimentazione non certo studiata come oggi. Lo stesso abbigliamento era approssimativo. Iosostengo,adesempio,cheseEr-coleavesseavutolapossibilitàdidi-sporredell’abbigliamentofascianteedellebiciattualiavrebbecorsoilre-corddell’oraadoltre60km,vistocheeraun‘siluro’giàneglianni’50.”Il discorso scivola, poi, sul Giro del

Centenario e sulla partenza da Ve-nezia con arrivo a Roma, mettendo leggermente in ombra Milano, tra-dizionalmente città d’arrivo della grande gara.“Una novità di cui non si accorgerà nessuno - sottolinea Baldini - anche perché non è la prima volta che Mi-lano abdica al suo tradizionale ruo-lo. Poi l’arrivo a Roma, la capitale, è certamente un evento piacevole.”“Il mondo corre e gli eventi cambia-no - interviene Pambianco - il giro da me vinto, ad esempio, era partito

da Torino perché cadeva in corri-spondenza del centenario dell’Uni-tà d’Italia. Debbo dire che, all’atto della presentazione, questo Giro non mi aveva convinto. Studiando bene la planimetria e lo svolgimen-to delle tappe credo, invece, che sarà molto interessante. I corridori, infatti, sono costretti a fare sul serio fin dalla prima settimana e potrem-mo avere delle sorprese”. Il Giro che partirà il 9 maggio e si concluderà il

I due campioni fotografati all'interno del museo che raccoglie i trofei di Ercole Baldini.

Noi correvamo 10 mesi all'anno

Numeri del cicloturismo

Grandi numeri per gli “amatori” dei pedali. Questi i principali, dalla Lega Provinciale Ciclismo.ForlìSocietà: 40;Tesserati: 1360 (980 tra amatori e ciclouristi e 380 mountain bikers)Team “storici”: U.S. Forti e Liberi (fondata negli anni ’20); Scat (madrina nel 1950 di un giovanissimo Ercole Baldini).CesenaSocietà: 36Tesserati: 1276 (943 tra amatori e cicloturisti con una percentuale di quote rosa che sfiora il 10%, 322 escursionisti e un duatleta)Team “storici”: Cesenate Cicli Neri (138 iscritti) e Polisportiva 5 cerchi Macerone.Raduni e prossime competizioni sul territorio25 medio fondo, 14 gare su strada, 8 cicloraduni e un campionato provinciale, per un totale di 15.000 presenze;XXXIX Nove Colli (24 maggio, Cesenatico); Gran Fondo Maurizio Fondriest (14 giugno, Castrocaro Terme). (F.M.)

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31, dopo aver fatto percorrere alla carovana ben 3.394 chi-lometri, quali sorprese potrà riservare? “I Giri d’Italia son tutti duri e tutti facili - spiega Baldini. Quando si guarda la planimetria ci si accorge, infatti, che le salite sono sempre quelle e i corridori già le conoscono. Se qualche strada non fosse conosciuta gli atleti provvedono a fare un sopralluo-go prima dell’inizio della manifestazione. A mio parere la durezza di un giro è espressa dagli atleti stessi. Dipende da come impostano le varie tappe. Se le andature sono blande si arriva alle montagne con buone energie, se al contrario c’è bagarre tutti i giorni qualcuno, purtroppo, sarà co-stretto a pagare pegno.” “Mi pare che dopo le primissime tappe ci siano già belle montagne - sorride Pambianco - e sarà opportuno che i corridori partano preparati. Non mi stupirei che qualcuno, già al top della forma, lanci attacchi tali da mettere in crisi nomi importanti che puntano alla vittoria finale”. A proposito di campioni l’argomento della conversazione non può che scivolare sull’americano Lance Armstrong, vincitore di sette Tour consecutivi, poi ritiratosi, ma ora desideroso di gareggiare ancora, anche se una re-cente operazione, per una frattura alla clavicola, potrebbe

Tullo Morgagni, tra i padri del Giro

Esiste una ragione profonda perché ancora una volta la competizione sportiva più affascinante d’Italia tocchi la città di Forlì. Cento anni fa, il 13 maggio 1909, all’antelucana ora delle 2,53 partiva da Milano la prima edizione del Giro d’Italia, che si sviluppò lungo 2.408 chilometri in otto tappe. Tra i padri organizzatori di questa gara, che ha avuto valori importanti nella storia nazionale, c’era un forlivese: Tullo Morgagni.

Giovanissimo lasciò la sua città natale con i due fratelli Manlio ed Irma per seguire il padre assicuratore in Milano. Durante gli studi per conseguire la laurea in Lettere, Tullo, scoprì la sua vena giornalistica e attraverso la sua fervida penna dal “Giornale del Popolo” in breve tempo arrivò alla “Gazzetta dello Sport”. Nel 1909 da Caporedattore della “rosa”, che in quegli anni usciva tre volte alla settimana, unitamente al fondatore Costamagna e ad Armando Cougnet diede vita al primo Giro d’Italia. Scrittore superbo, tra i più ammirati, Morgagni, fondò e diresse lo “Sport Illustrato” e “Il Cielo”, la più importante rivista d’aviazione dell’epoca. Morgani morì il 2 agosto del 1919 a soli 38 anni, in un disastro aereo dove perì anche il concittadino Luigi Ridolfi. (F.D.A.)

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metterne in discussione la presenza al Giro. “È difficile ipotizzare una sua partecipazione - sottolinea Bal-dini - ma sappiamo anche che Lan-ce, dopo tre giorni dalla dimissione dall’ospedale, dove era stato opera-to, ha pedalato per circa 30 minuti sui rulli e ha tutta l’intenzione di non mollare. Conoscendone la pro-fessionalità è fuor di dubbio che, se deciderà di essere della partita, è perché non dubita di avere ancora qualche cosa da mostrare.”“Lance è un campionissimo come pochi. Sette giri di Francia vinti sono un record difficilmente bat-tibile. È un uomo dal carattere di ferro - sottolinea Pambianco - e se verrà al Giro susciterà l’interesse di tutti i tifosi.” La partecipazione di Armstrong resta, al momento nel limbo, ma quali e quanti italia-ni potranno sperare di indossare la maglia rosa a Roma? “La nostra compagine è certamente di ottima qualità e possono esserci quattro o cinque corridori in grado di vince-re, anche perché non è che le altre nazioni schierino dei fuoriclasse.” Si

sbilancia in un pronostico Pambian-co: “Metterei in prima fila Cunego, Basso, Simoni poi speriamo che venga alla ribalta qualche giovane.” Al Giro sono in calendario tre prove a cronometro, ma gli italiani non brillano in una specialità che, inve-ce, ha visto grandi campioni, come appunto Baldini. “È una domanda che ci siamo posti in molti - sottoli-nea il campione del mondo del ’58 - e nessuno sa perché sia successo. Certo è che la Federazione vuole incrementare questa specialità, tra-dizionale nelle discipline ciclistiche nazionali”.“Andare forte a cronometro è dif-ficile - spiega Pambianco - occorre, infatti, una preparazione specifica. Lo ha dimostrato l’anno scorso Cunego che si è preparato per gua-dagnare 30/40 secondi nelle gare contro il tempo e ha perso qualche minuto in salita. La preparazione, infatti, irrobustisce e rende potenti, ma meno agili in salita.”Quando si parla di forza e potenza viene inevitabile pensare anche a metodi illeciti per acquisire queste

Alcune immagini risalenti al 1958: in alto Pambianco professionista nella "Legnano"; sotto, l'arrivo "mondiale" di Baldini a Reims.

Forlivesi e cesenati… a braccia alzate

La partecipazione al Giro d’Italia dei ciclisti della nostra Provincia risulta nobile e di gran pregio. Nel comprensorio Forlì-Cesena ben tre campioni di spessore hanno conquistato il podio più alto: oltre a Baldini nel ’58, a “Gabanì” Pambianco nel ’61 (Giro del Centenario dell’Unità d’Italia) e, nel ’98, l’indimenticabile cesenaticense Marco Pantani, nato a Cesena nel 1970. I vincitori di tappe sono numerosi come importanti e di prestigio le posizioni raggiunte nella classifica finale della corsa “rosa”. Nel 1939 il cesenate Mario Vicini detto “Gaibera” giunse terzo assoluto. Nel ’54 il forlivese Nino Assirelli arrivò terzo, risultato che conseguì anche Ercole Baldini nel ’57. Il “Pirata” giunse secondo nel 1994. Diverse le tappe vinte al Giro dai “nostri” corridori. Il forlivese Glauco Servadei vinse ben sei tappe, Ercole Baldini cinque, Nino Assirelli una, come suo fratello Alberto, Arnaldo Pambianco vinse una gara, Marco Pantani otto, Mario Vicini tre e Franco Magnani una. Da non dimenticare che Vicini, nel 1938, indossò per un giorno la maglia rosa. (F.D.A.)

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doti: il doping. “Non c’è alcun dub-bio sul fatto che preferisca aver fatto il corridore negli anni ’50, piuttosto che nel 2000 - insiste Pambianco. Quandovedocorridori, finoapocoprimaosannati,poicoinvoltiinfattididoping,misentotradito,comelamaggiorpartedeitifosi.”“Preferirei non parlarne proprio - fa eco Baldini - visto che abbia-mo avuto la fortuna di correre in un’epoca in cui il problema non si poneva. Debbo, però, dire che ildoping, che va sconfitto, nonèstatoaffrontatoconimetodigiusti. Occor-

re avere un minimo di capacità di giudizio. Non si può condannare a due anni di squalifica un corrido-re che, magari senza saperlo, per curare una malattia, ha assunto sostanze considerate dopanti. Due anni d’inattività possono voler dire la fine della carriera. Combattere il doping è più che doveroso, ma la giustizia sportiva dovrebbe essere più attenta alle cause che hanno portato all’assunzione di certi pro-dotti, magari somministrati con tan-to di certificato medico che attesta la patologia.”

L’incontro volge al termine e viene spontanea una domanda: “Se Pam-bianco e Baldini oggi avessero l’età per correre come si piazzerebbero?” Non ha dubbi Baldini. “Siamocor-ridorichehannovintoilGirod’Italia,oggifaremmoaltrettanto. E sarei in grado di rivestire come è accaduto a Reims nel 1958 la maglia iridata.”“Questisonomoltopiùscarsi - sorri-de Pambianco - quindivinceremmonoi. Il Giro è più corto, le strade più belle, le attrezzature ultramoderne e l’alimentazione specifica. Quan-do vedo i corridori che non hanno nulla in tasca se non una barretta ipercalorica e ingerendo quella fanno 200 chilometri, penso ai tre panini che dovevo ingoiare io per fare altrettanta strada. Noiavevamoun‘fisicaccio’.” Conferma Baldini: “Correvamo per dieci mesi l’anno, mantenendo la forma per tutto il periodo. Oggi il vincitore del Giro d’Italia dopo essere sceso dal palco con la maglia rosa, scompare per qualche mese.” È proprio vero, altri tempi ed altre tempre. IN

Baldini e Pambianco al manubrio di una Legnano degli anni '50.

Monica Bandini: la regina del granfondo

Decoubertin, chi era costui? Un interrogativo che ben riassume la filosofia agonistica della 44enne forlivese. A lungo protagonista nelle competizioni “pro” su strada e pista, nel palmares anche un titolo iridato nell’inseguimento a squadre, oggi Monica è la regina incontrastata delle granfondo. “Quando alla partenza c’è lei, si corre per la piazza d’onore”, bofonchiano le avversarie. E sono tanti anche i maschi costretti a inseguire la biondina volante. A Monica abbiamo chiesto un giudizio sulla corsa in rosa, di nuovo in terra di Romagna. “Finalmente il giro torna a Forlì, città che ha dato i natali a grandi campioni e conta una folta schiera d’appassionati.” La tappa del 24 maggio sarebbe pane per i suoi denti. “Mi piacerebbe tanto essere al via sulle strade di casa, lungo l’itinerario teatro dei miei allenamenti. Un percorso non lungo ma impegnativo con molte salite in rapida successione. Potrebbero esserci interessanti sorprese.” Brillano gli occhi della campionessa, che dimostra tutto il suo talento nel campionato di fondo: “Mi limito a fare quello che l’età consente - si schernisce. Oggi il ciclismo è solo una passione anche se assorbe gran parte del tempo libero.” Ovvero quattro ore di allenamento il mercoledì e centoventi minuti gli altri giorni della settimana. Davvero niente male. (F.M.)

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Nella nostra provincia sono in costante crescita le piccole imprese, principalmente a livello artigianale, guidate da imprenditori non italiani. Ne abbiamo parlato con i responsabili nelle associazioni di categoria, e abbiamo raccolto la testimonianza di Abel Kone Pegaboh, da poco riconfermato presidente di Cna imprenditori stranieri.

testo Elide Giordani - foto Giorgio Sabatini

Dal mondo a Forlì

La crisi sta producendo qualche vuoto anche nelle loro fila, ma nella nostra provincia restano un feno-meno consistente, con caratteristi-che tutte da studiare, se non altro per l’aumento esponenziale che la loro presenza ha registrato tra 2000 e 2008. Secondo i dati elaborati da Infocamere leimpreseconacapounimprenditorestraniero,allafinedel2008,erano2.429,ossiail5,9% delle 40.947 attive nella provincia di Forlì-Cesena. Ma se si conside-rano quelle con almeno un socio straniero, la percentuale rispetto al totale sale fino a superare il 9%. Si tratta di realtà imprenditoriali che, anche per natura e dimensioni, aderiscono alle associazioni dell’ar-tigianato.

Il settore economico che assorbe il numero più rilevante d’impren-ditori immigrati è quello delle co-struzioni dove sono presenti 1.424 persone, fra titolari e soci. Ma è un dato che merita un approfon-dimento. “Per una certa parte - spiega, infatti, StefanoBernacci, direttore di Confartigianato Forlì-Cesena - si tratta d’imprese nate da una precedente esperienza dei loro titolari che, da dipendenti, per ragioni di convenienza reciproca, sonodiventatiterzistidelleaziendedelsettoreedile presso cui hanno lavorato. Tanto più che, in alcu-ne occasioni, per molti stranieri attivare un’impresa artigiana si è tradotto anche nella possibilità di accedere a qualche finanziamento

per le attrezzature e magari anche a qualche linea di credito. Sitrattaspessodimicroimprese, di mura-tori o imbianchini, con un unico titolare. Ma il fenomeno - aggiunge Bernacci - è legato anche al ricon-giungimento familiare. In quanto imprenditori, infatti, gli stranieri hanno la possibilità di far arrivare regolarmente in Italia i propri con-giunti.” Più un escamotage, dunque, per risolvere i propri problemi che non imprese reali che agiscono con la necessaria autonomia. Non mancano, tuttavia, esperienze di successo che, in quanto condot-te da immigrati extracomunitari, hanno dovuto affrontare i soliti problemi d’attivazione di un’im-presa moltiplicati per le difficoltà

Approfondire | Imprenditori stranieri

IN Magazine | 25

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della lingua, la mancanza di cono-scenza della burocrazia italiana, le lungaggini dovute ai percorsi che la documentazione necessaria deve percorrere tra il loro paese e il no-stro. Insomma, se ce l’hanno fatta, non è stato per caso. “Impiantare un’azienda è difficile per un italia-no - commenta RobertoSanulli, se-gretario Cna - figuriamoci per uno straniero. Loscogliopiùdifficiledasuperare,comunque,èl’accessoalcredito. Nessuno di loro, in gene-re, può fornire le garanzie richieste dalle banche. L’unico mezzo che hanno sono i nostri confidi.”Oltre alle costruzioni, il settore in provincia dove è più consistente la presenza di imprenditori stranieri è il commercio (813 tra titolari e soci), seguito dalle attività manifatturie-re (579), dalle attività immobilia-ri, noleggio, informatica e ricerca (231); quindi alberghi e ristoranti (230), trasporti, magazzinaggio e

comunicazioni (175). Ancheleetniesicaratterizzanoperlapresenzapiùconsistenteinunoenell’altrosetto-re: rumeni e albanesi nell’edilizia, senegalesi nella metalmeccanica, serbi e montenegrini nel trasporto. “La propensione al lavoro autono-mo - spiega ancora Sanulli - è condi-zionata anche dalle difficoltà della lingua. Gli africani, ad esempio, a parte il raro esempio dell’impren-ditore senegalese che ha fondato l’azienda metalmeccanica Konekon ed è presidente di ‘Cna Imprendito-ri Stranieri’, sono frenati anche da questo elemento.”In molti casi si tratta, tuttavia, di attività marginali e precarie che hanno vita breve anche per caratte-ristiche di discontinuità della pre-senza dei rispettivi titolari in Italia che, spesso, tornano al loro Paese anche per mesi. All’interno delle associazioni dell’artigianato a cui aderiscono, ossia Cna e Confarti-

A fianco e in apertura, Abel Kone Pegaboh all'interno della sua azienda, la Konekon.

L’esperienza di Abel Kone Pegaboh

“Sono 577 le aziende iscritte a Cna imprenditori stranieri di

Forlì-Cesena. La maggior parte è impegnata nel settore edile e metalmeccanico, anche se non

mancano quelle legate ai servizi e al manifatturiero.” A dichiararlo

è Abel Kone Pegaboh, originario della Costa D’Avorio e proprietario

della Konekon, azienda forlivese con sede in via Copernico e da due anni presidente dell’associazione.

“La maggior parte degli iscritti proviene da Albania e Romania, gli

imprenditori africani sono pochi. Sono in Italia da 11 anni e dal 2003

ho deciso di investire aprendo quest’azienda (che si occupa della

lavorazione artigianale del ferro, ndr) e non ho mai avuto grosse

difficoltà. Ci può essere diffidenza all’inizio, ma mai chiusura. I

rapporti con le istituzioni sono buoni e favoriscono l’integrazione

e negli ultimi tempi, grazie anche a CNA world, siamo riusciti a snellire le pratiche burocratiche, spesso fra

gli ostacoli più grandi soprattutto per uno straniero.” (B.B.)

26 | IN Magazine

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gianato, costituiscono un fenome-no significativo. Sono poco meno dell’8% dei 7.900 soci Cna (oltre 600), rappresentano il 10% delle 6.000 imprese associate alla Cgia a livello provinciale. Ovviamente le cifre diventano più rilevanti se si evidenziano i dipendenti stra-nieri delle aziende artigiane della provincia. Ma cosa chiedono alle associazioni a cui aderiscono? “In-nanzitutto sostegnonellacreazio-nedell’impresa - insiste Sanulli - e poi un aiuto all’accessoalcredito.”“Ci chiedono anche servizidipa-

tronato in relazione alle pratiche per i permessi di soggiorno - ag-giunge Stefano Bernacci -, abbiamo attivato infatti uno sportello ‘Immi-grazione On-Line’. Avevamo anche tentato un servizio d’orientamento ma la grande eterogeneità delle etnie ci ha scoraggiato. Abbiamo anche constatato che, a parte i ci-nesi, in genere gli stranieri tendo-no a fare rete tra loro, soprattutto per l’alloggio e la ricerca di lavoro.”Inpienamaturazionepositiva,appa-re, secondo la valutazione delle as-sociazioni, ilprocessodiintegrazio-

netragliimprenditoristranierieilterritorio. “Si colgono solo rare con-flittualità all’interno delle loro atti-vità - evidenzia Sanulli - così come comprende affermazioni di stima e valutazioni positive il giudizio degli imprenditori cesenati e forlivesi ver-so i dipendenti stranieri.”“Attualmente - aggiunge Bernacci - stiamo ragionando su politiche d’indirizzo verso l’imprenditoria-lità degli immigrati di seconda e terza generazione, in un’ottica di-versa da quella che si è affrontata 10/15 anni fa in concomitanza con la prima ondata di immigrazione nel nostro paese.”Un elemento di non poco conto, infine: non appare a maggiore ri-schio il finanziamento concesso agli stranieri e sono assai rari i fenome-ni (che il luogo comune attribuisce soprattutto ai cinesi) di concorren-za sleale che fanno stare all’erta gli imprenditori italiani. IN

Sopra, da sinistra, Stefano Bernacci, direttore di Confartigianato Forlì-Cesena e Roberto Sanulli, segretario della Cna provinciale.

Imprenditori stranieri in numeri

Dati Infocamere (Rapporto sull’economia della Provincia di Forlì-Cesena 2008):Soci o titolari d’impresa nati in un paese straniero:2000: 1374; 2008: 3.719Da paesi extra U.E.2000: 960; 2008: 2.741 (+185,5%)Da paesi U.E.2000: 414; 2008: 978 (+136,2%)Persone con cariche, confronto 2007/2008:Nate all’estero: + 7,5%(extra UE +7,7%, da UE +7,1%); italiani - 0,9%.Rispetto al numero totale degli stranieri con cariche, 2.429 sono da riferirsi ad imprese individuali, gestite da imprenditori stranieri, 802 operano in società di persone, 408 in società di capitale. I paesi di nascita più ricorrenti sono Albania con 540, Svizzera con 407 persone, Marocco con 294, Romania con 290, Cina con 288 e Tunisia con 222

ph. Luca Ravaglia

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Per raggiungere il Santuario di Monte Paolo, da Castrocaro Terme si percorre un sentiero, detto "del Santo" che sale tra i primi colli della valle del Montone, dai quali ammirare i calanchi, i campi coltivati e formazioni di argille azzurre.

testo Matteo Ranucci - foto Giorgio Sabatini

Sulle orme di Sant’Antonio

Camminare | Il sentiero del Santo

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Girone, Rocca e Arsenali medicei formano la grande fortezza medio-evale nella parte alta di Castrocaro Terme, punto di partenza dell’itine-rario. Il SantuariodiSanAntoniodaPadova, la grotta dove il Santo usava ritirarsi in preghiera, il suo bosco silenzioso e isolato il punto d’arrivo. Nel mezzo uncamminodisettechi-lometri, sospeso, dominante, pano-ramico su un paesaggio suggestivo e aspro, caratterizzato da formazioni geologiche bizzarre, da un terreno grigiastro e arido, popolato da erbe e arbusti. Sul lato ovest della Roc-ca, alla fine di via Porta dell’Olmo, inizia un sentiero che costeggia per qualche decina di metri le possenti mura e sbuca su via Bagnolo. Eral’anticamulattierachepartivadalfortilizioelocollegavacolcrinaleecolSantuariodiMontepaolo. La strada asfaltata risale dal centro di Castrocaro Terme. Comincia la sali-ta. Ripida nel primo tratto, regolare poi. Un cartello segnaletico indica la “Croce Gloriosa”. Il curioso sito religioso, con una grande struttura luminosa e una Via Crucis di sta-tue dai lineamenti stilizzati, è stato creato sul proprio terreno da una

famiglia residente a Bagnolo. Nelle vicinanze, secondo tradizione, so-stò spesso Sant’Antonio.Si segue la via principale. Superata l’erta iniziale, il percorso spiana e scivola rettilineo, parallelo al corso del Montone, in un tratto panora-mico di grande interesse sulla valle che risale, ampia, in direzione Fi-renze. Tra le colline a sinistra sono riconoscibili il colle di Sadurano e la ripida serpentina delle “Voltu-re” che segna una costa coltivata a cereali. A destra riempiono il pae-saggio alcune robuste formazioni rocciose calcaree. Le pareti ripide e a strapiombo, caratterizzate dalla presenza di numerosi fossili marini, sono un affioramento del cosiddet-to Spungone, una sorta di piccola catena rocciosa che si estende fra il torrente Marzeno nei pressi di Brisighella e Capocolle, alle porte di Cesena. Qui si trovano piante tipiche mediterranee: piantagioni d’ulivi, ginestre, pianta dei capperi, prugnolo selvatico e una macchia fitta d’arbusti. Peschi, mandorli, ciliegi e biancospini hanno messo la fioritura primaverile e sono tinti di bianco e rosa. Si cammina su un

versante esposto a sud, particolar-mente caldo nei mesi estivi. Giunti al bivio con via Zanatta, si tiene la destra seguendo le indicazioni de “Il Sentiero del Santo” e si continua a salire sul promontorio. La località prende il nome di Monte Valbelle, a circa 300 metri d’altitudine. Qui sorge un agriturismo, ultimo punto in cui approvvigionarsi d’acqua pri-ma di arrivare a Monte Paolo. Dopo poche centinaia di metri termina

A fianco, la Rocca di Castrocaro Terme. Sotto, il rudere del casale Spiandarolo, da cui ammirare i calanchi, come quelli della pagina a fianco.

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Argille azzurre

Formazione tipica del basso Appennino romagnolo, sono costituite da un insieme di depositi sedimentari formatisi su un antico fondale marino. L’era d’origine è compresa tra Pliocene e Pleistocene, tra 5,3 e 1 milione di anni fa. Sono terreni ricchi di microfossili e presentano a volte laminazioni di sabbie grigie fini, ciottoli calcarei o silicei e lignite. Dal punto di vista morfologico, presentano forme collinari poco elevate con mancanza quasi assoluta di vegetazione arborea. Il dilavamento degli strati superficiali crea piccole valli irregolari alternate a creste sottili, con aree completamente brulle. Questi depositi di carattere argilloso sono, infatti, particolarmente vulnerabili agli agenti atmosferici, soprattutto alla pioggia. Le argille, rocce impermeabili, non si lasciano attraversare dall’acqua. Gli strati superficiali scivolano su quelli sottostanti e generano frequenti fenomeni franosi. Questa formazione prende il nome di calanco.

Tinto café:da colazione f ino a sera,

il tempio della sosta.

È finita l’era del pranzo con l’occhio punta-

to sull’orologio per la scadenza del parcheg-

gio. Tinto café, locale storico e di classe nel

cuore del centro storico di Forlì, ha deciso

di risolvere una volta per tutte il problema

della sosta a pagamento: tutti i clienti che si

fermeranno a pranzo o per gustare un aperiti-

vo avranno il rimborso completo della tariffa

del parcheggio. Così si potrà godere della ri-

storazione dello chef senza fretta e senza pre-

occupazioni. Risotti in tantissime varianti prepa-

rati con maestria, zuppe di legumi e di verdure,

paste gratinate e poi carne e pesce con originali

proposte diverse ogni giorno, la panificazione

sempre fragrante, la vasta pasticceria. Inutile

parlare degli aperitivi: gli affezionati clienti di

Tinto conoscono bene la selezione accurata dei

vini e la competenza del gestore nel consigliare

il bicchiere adatto a ogni occasione. Tinto café

offre anche coffee break, cene aziendali, ed

è disponibile per organizzare eventi. Il lo-

cale di piazza del Carmine è aperto tutti

i giorni, compresa la domenica: dalla

ricca colazione, al pranzo, fino all’ap-

puntamento serale con l’aperitivo.

E per riscaldare l’inverno sono

in programma serate con

musica dal vivo.In

form

azio

ne p

ubbl

icita

ria

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l’asfaltata e lasottilelineachiaraditerrascivolasulcrinalechedividelavalMontonedallavalleaspraedisabitatascavatadaltorrenteSa-moggia. Si entra in un paesaggio brullo, arido. La terra ha tinte

grigio-azzurre, sabbiosa e friabile precipita in frane e calanchi che ca-ratterizzano il paesaggio a perdita d’occhio. Si cammina sulle “Argille azzurre”, formazione rocciosa tipi-ca delle prime colline romagnole nata su un antico fondale marino tra 5 e 1 milione d’anni fa. Pochi campi coltivati, a cereali e a vigneto, si alternano a praterie aride e trat-ti obliqui dove crescono solo erba, piccoli arbusti e ginestre. Non ci sono alberi o boscaglia, nemmeno sulla costa che risale fino alla vetta del Monte Castelloccio, in località Pietramora, riconoscibile per le grandi antenne che ne sovrastano la vetta. In aprile l’aria è tiepida, secca, mossa da una brezza che ri-sale le tante piccole valli e rende il cammino piacevole. Di fronte, in lontananza, in parte nascosto da un bosco scuro, s’intuisce il campanile del Santuario dedicato a Sant’An-tonio da Padova e oltre, sul crinale, il Monte Trebbio. Si prosegue cam-minando su una carraia sconnessa,

secca, crepata, polverosa che divie-ne fangosa e pesante nelle giornate di pioggia. Dopo aver incrociato lo stradello che risale dalla statale 67 del fondovalle in prossimità di Pieve Salutare, si sfiora il vecchio casalediSpiandarolo. Il rudere completa-mente in rovina, a 307 metri sul li-vello del mare, rappresenta un altro interessante punto panoramico. Un facile tratto di saliscendi precede la salita finale, prima non impegnati-va e poi ripida nell’ultimo tratto su carraia stretta e sabbiosa. Si cammi-na ora in un bosco: roverelle, aceri, ciliegi selvatici e più a monte pini. Si giunge alle spalle del complesso religioso, dove sorgono la foreste-ria, la mensa e gli alloggi dei frati. Qui ebbe la sua prima residenza italiana San Antonio tra 1221 e ’22. Lachiesaricostruitaneiprimidel’900instileneogoticomostraunafacciatadisassiirregolariconmo-tiviornamentalibianchieunampiorosonecircolare. Gli interni sono completamente affrescati di tinte

Sopra, la facciata della chiesa di Monte Paolo; in basso, l'interno.

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La grotta in cui Sant'Antonio si ritirava in preghiera, piena di lettere e fotografie lasciate dai fedeli in segno di devozione.

intense, il rosso su tutte, e conser-vano la reliquia del Santo patrono degli affamati e dei poveri: decinedifotografieeletteresonostateap-poggiatesulpiccoloaltareinsegnodidevozione e per chiedere il mira-colo di una guarigione. La strada asfaltata termina proprio di fronte al sagrato della chiesa circondata da grandi cipressi. Scende rapida e in sette chilometri raggiunge la valle alle porte dell’abitato di Dova-dola. Il complesso è gestito oggi da una comunità di Frati Francescani. Adiacente all’entrata del Santuario, il“SentierodellaSperanza”condu-ceallagrotta, sulla costa del monte, dove il Santo, immerso nella foresta, si ritirava in preghiera solitaria. IN

Informazioni sul percorso

Partenza: via Porta dell’Olmo, Castrocaro. Attualmente il sentiero adiacente alla Rocca non è fruibile per restauri alle mura. Il percorso può iniziare da via Fratta e poi via Bagnolo.Arrivo: Monte Paolo.Lunghezza: 7 km circa.Dislivello in salita: circa 420mt; in discesa: circa 60mt.Difficoltà: media.Periodo consigliato: primavera e autunno.Punti acqua: Castrocaro Terme, Agriturismo Monte Valbelle, Monte Paolo.Cosa vedere: Fortezza Medioevale di Castrocaro, Rupi di Bagnolo, Argille azzurre nei pressi di Monte Valbelle, Santuario di Montepaolo, Grotta del Santo, Sentiero dei Mosaici.Eventi: 19 aprile, Festa della Madonna dei Fiori (Castrocaro Terme);13 giugno Festa di Sant’Antonio da Padova (Monte Paolo);primi 15 giorni di giugno, Feste e Rievocazioni Medioevali (Castrocaro Terme).Cammino di Assisi: da Dovadola, con passaggio a Montepaolo, parte la prima tappa di questo percorso religioso che unisce, in 12 tappe e 261 km, la Val Montone con la cittadina di San Francesco. Il Santuario di Montepaolo rappresenta uno dei siti più importanti del pellegrinaggio, che tocca anche gli Eremi di La Verna e Camaldoli prima di giungere ad Assisi.www.camminodiassisi.it.

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Pubblicità e Promotion - Web & Multimedia - Editoria - Media Relations & Ufficio Stampa - PR ed Eventi

Forlì Milanowww.menabo.com

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CaterinaSforza (1463-1509) diven-ne “Signora di Forlì” nel 1477 in se-guito al matrimonio, voluto dal pa-dre Galeazzo Maria Sforza duca di Milano, con Girolamo Riario. Alla morte del marito dopo la congiu-ra della famiglia Orsi, il30aprile1488assunseilgovernodellacittà nel nome del figlio Ottaviano e, ab-bandonato il palazzo della signoria sulla piazza grande, s’insediò sta-bilmente nella cittadella di Raval-dino dove fece costruire il proprio palazzo detto “Il Paradiso”. Nel 1489 sposò segretamente Jacopo Feo, già scudiero di Girolamo, per non perdere il diritto alla tutela di Ottaviano e la signoria. Ucciso an-che Jacopo in un agguato a ridos-so del ponte dei Morattini, sposò Giovanni De’ Medici da cui ebbe Ludovico, nome che verrà cambia-to alla morte del padre nel 1498 in Giovanni dalle Bande Nere. Cate-rina divenne celebre soprattutto per l’assedio sostenuto nella Rocca di Ravaldino contro Cesare Bor-gia nel 1499-1500, dal quale fu poi portata a Roma e rinchiusa in una cella di Castel Sant’Angelo. Morirà il 28 maggio 1509.Pur essendo una donna guerriera,

amante più delle armi che delle lettere e delle arti, tenne alla sua corte il poeta greco Marullo Tarca-niota, fece venire a Forlì il letterato Nicolò Ferretti per l’insegnamen-to nella scuola pubblica, si avvalse del genio architettonico di Maso del Bombase e dell’arte pittorica di Marco Palmezzano, richiamò in patria Melozzo nel 1493 (morirà l’anno dopo) perché affrescasse la cappella Feo nella chiesa di S. Girolamo; inoltre coinvolse la città

nel suo interesse per l’agricoltura, la zootecnia e l’uso di piante me-dicinali. Quello che proponiamo è un breve itinerario nei luoghi che richiamano alla memoria la storia di Forlì all’epoca di Caterina.RoccadiRavaldinoSi deve al Cardinale Albornoz la costruzione fra 1360 e ’71 dell’ori-ginario edificio difensivo. Pino III Ordelaffi la fece riedificare, su progetto di Mastro Giorgio Fiorentino, assumendo l’attuale

A cinquecento anni dalla morte ripercorriamo la vita di Caterina Sforza e i luoghi della Forlì che la videro protagonista a cavallo tra '400 e '500.

testo Gabriele Zelli - foto Giorgio Sabatini

Sulle tracce della Signora

Ricordare | Caterina Sforza

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forma quadrangolare, affiancata dalla grande Cittadella, completa-ta dieci anni più tardi da Girolamo Riario, dotata di fossato e rivellini. Nel lato sud della rocca è ancora vi-sibile lo stemma di Cesare Borgia, che il 12 gennaio 1500 espugnò la Rocca difesa da Caterina.PalazzoComunaleNel medioevo sede delle sale desti-nate agli organi di governo della città, nel 1360 Albornoz ne modi-ficò gli ambienti interni. Sotto la Signoria di Cecco III e Pino III Or-delaffi (1459) fu ampliato il corpo meridionale e avanzata la facciata oltre l’antistante canale di Raval-dino. Nel 1540 il piano terreno divenne sede della Magistratura dei XC Pacifici. Nel 1654 palazzo e portico furono ampliati verso nord. Lo scalone principale e la Sala del Consiglio sono stati realizzati fra il 1757 e ’65 su progetto di A. Galli Bibiena. Girolamo Riario, primo marito di Caterina, fu aggredito e

ucciso nella stanza oggi chiamata “Sala delle Ninfe” e da una finestra gettato in piazza.ChiesadiS.FilippoNeriCostruita sull’area del distrutto palazzo della famiglia Orsi a par-tire dal 1642 per volontà di padre Fabrizio Dall’Aste, fondatore della Congregazione dell’Oratorio di S. Filippo Neri. Consacrata nel 1672, fu completata nel sec. XVIII. PalazzoMonteDiPietàIniziato nel 1534, sempre sull’area dove sorgeva palazzo Orsi, fu sede per tre secoli del Monte di Pietà; nel 1839 ospitò la prima sede della Cassa dei Risparmi. Oggi è palazzo di residenza della Fondazione, che ne ha curato il restauro.PalazzoNumaiOrselliFoschiL’edificio denota una prima fase costruttiva, tra fine ’300 e prima metà del ’400, una seconda agli inizi del ’500. Passato di proprietà alla famiglia Orselli, subì ulteriori trasformazioni in epoca barocca e

a inizio ’900. Cesare Borgia vi tro-vò accoglienza quando a capo di un esercito di 14.000 uomini iniziò l’assedio alla Rocca.ChiesadiSanBiagioinSanGirolamoL’attuale chiesa, ricostruita e con-sacrata nel 1953, prende il luogo di quella rinascimentale, che, inti-tolata a San Girolamo nel 1433, fu distrutta da un bombardamento il 10 dicembre 1944. Andò così per-duta la splendida Cappella Feo, af-frescata da Melozzo degli Ambrogi e Marco Palmezzano per volere di Caterina.MonasteroDellaRipaEdificato fra 1479 e ’97 per muni-ficenza degli Ordelaffi prima, di Girolamo Riario e Caterina Sfor-za poi, ospitava le Clarisse poste sotto la giurisdizione dei Minori Osservanti. Fu oggetto di lavori d’ampliamento nel ’500 e nel ’700. Soppresso nel 1797 e trasformato in caserma, restano intatti il chio-stro e gran parte della Chiesa.IN

In apertura, Caterina Sforza Medici, affresco di Giorgio Vasari conservato a Firenze, in Palazzo della Signoria, sala Giovanni de' Medici. A fianco, la Rocca di Ravaldino.

Un sito per i 500 anni

L’Associazione Culturale “Compagnia del Leone”, ha lanciato il sito www.caterinasforza.it, “contenitore ideale” di tutte le iniziative che avranno luogo per celebrare questa carismatica figura femminile.

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Castrocaro Terme, v.le Marconi, 9 - tel. 0543.769685 - www.grancaffe900.it

aperto tutti i giorni dalle 5,30 alle 20, Venerdì e Sabato fino alle 24, chiuso Lunedì

da Giugno a Settembre, aperto tutte le sere fino alle 24

Pasticceria Caffetteria Gelateria

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Stagione di successi e riconoscimenti per l’agenzia forlivese, grazie a progetti di levatura nazionale ed europea: dai premi Mediastars in varie categorie, per clienti quali Lavazza, Olidata e la onlus CIPSI, fino alla campagna di comunicazione per “Lezioni d’Europa” ciclo d’incontri, in programma tra maggio e giugno, promossi e sostenuti dalle istituzioni continentali e dal governo italiano.

testo Caterina Boschetti

Menabó dà "Lezioni d'Europa"

Dalle stelle all’Europa: Menabó - Lorenzo Marini Group di Forlì accoglie nuovi importanti ricono-scimenti ed è pronta a lanciarsi in un grande progetto promosso dalla Commissione Europea. Ne-gli ultimi mesi, infatti, l’agenzia ha raggiunto ulteriori traguardi, classificandosi al primo posto in più categorie alla XIIedizionediMediastars, Premio Tecnico per la Pubblicità, che punta a valorizzare la professionalità di chi opera, su scala nazionale, nel campo della comunicazione. Dai viral video di OlidataJumPC alla linea di abbi-gliamento LavazzaProFASHIONal, fino alla campagna sociale per la onlus CIPSI, Menabó si è vista ri-conoscere “dall’alto” una profes-sionalità ormai consolidata, che continua a crescere e a guardare avanti.

Il tentativo di sperimentare nuove frontiere ha condotto l’agenzia a raggiungere perfino la Commis-sione e il Parlamento europei, vin-cendo una gara d’appalto per un progettodicomunicazionepromos-soesostenutopropriodalleistitu-zionidell’UE, nonché dal Governo italiano, Dipartimento delle Poli-tiche Comunitarie, in collabora-zione con il Ministero degli Affari Esteri. Si tratta di “Lezionid’Euro-pa”, ciclo di tre incontri che si ter-ranno dal25maggioal22giugnoaRoma,MilanoeCatania, nell’ambi-to del Mese dell’Europa. Per tale iniziativa, Menabó ha ide-ato la corporate identity (logo e de-clinazioni visive), tutti i materiali promozionali (inviti, locandine, ecc.) nonché il sito ad hoc www.lezionideuropa.eu. Ha inoltre ge-stito il rapporto coi media locali

Celebrare | Progetti e premi

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L’agenzia Menabó raddoppia e si aggiudica due primi posti nel prestigioso premio Mediastars con una campagna sul microcredito alle donne e per la linea di abbigliamento professionale Lavazza. Due le categorie in cui l’agenzia ha ricevuto i massimi riconoscimenti. In primis, Menabó ha

vinto nella Sezione Tecnica Audiovisiva per la campagna sociale “Per le donne il microcredito può contare tanto”. Si tratta di uno spot video da 30 secondi realizzato per la ong CIPSI (www.cipsi.it), per far conoscere il microcredito, che garantisce a chi non possiede nulla un piccolo prestito d’onore per avviare un’attività autonoma e produrre un sostentamento per sé e la propria famiglia. In seconda battuta, per Lavazza Trade Marketing Menabó ha realizzato Lavazza ProFASHIONal,

una nuova linea di abbigliamento professionale di alta qualità. Essa si distingue per l’icona delle tre tazzine Lavazza, bianca, rossa e verde: un messaggio di italianità, per un marchio che da sempre esprime eccellenza e che è ormai entrato nella tradizione, nella storia e nel costume degli italiani. Per tale progetto l’agenzia Menabó si è classificata al primo posto

nella sezione Corporate Identity – categoria Product. Ecco quindi

che l’agenzia forlivese continua a raccogliere premi, sulla

scia della nomination in short list ottenuta lo scorso anno, sempre nel Mediastars, per la campagna di viral video di Olidata JumPC.

e nazionali per garantire la massi-ma visibilità agli eventi. “Lezioni d’Europa” è stato possibile grazie al supporto tecnico dell’ente Stu-diare Sviluppo, mentre gli altri partner sono stati MGM - Digital Communication e Luca Sossella Editore.Il progetto è indirizzato a tutta la cittadinanza e vedrà trerelatorid’eccezione, che parleranno di UE in modo semplice ed efficace. L’economista MarioMonti, il noto nutrizionista Giorgio Calabrese e la vice presidente del Senato

della Repubblica EmmaBonino sono i tre ospiti che tratteranno, rispettivamente, di mercato uni-co, sicurezza alimentare e identità europea. La prima tappa di que-sto viaggio itinerante e virtuale nell’UE è prevista per il lunedì 25 maggio a Roma (ore 16): nella pre-stigiosa cornice della sala congres-si del CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche (via Aldo Moro, 7), Mario Monti parlerà di L’Europa, il capitalismo di mercato e la crisi eco-nomica. Conduttore dell’incontro sarà Carlo Bastasin, giornalista de

In queste pagine, materiali promozionali di "Lezioni d'Europa" ideati dall'agenzia Menabó.

Mediastars premia Menabó per Cipsi e Lavazza

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ADCI premia Menabó per Burger King

Importante riconoscimento a Menabó da ADCI, l’Art Director Club Italiano.

L’agenzia è arrivata in nomination – short list con un progetto realizzato per Burger King. Si è trattato di un’azione di RP finalizzata al direct marketing in occasione del cinquantesimo

compleanno di Whopper, il super panino dell’azienda, per

enfatizzarne la “grandezza” del gusto, delle dimensioni e della qualità. Gli obiettivi

di attention get e memorabilità nei confronti di opinion leader e giornalisti sono stati raggiunti attraverso la creazione del Think Whopper, un cuscino poggiatesta su cui riposare, rilassarsi e pensare in grande (da qui Think Whopper), che è la fedele riproduzione del panino simbolo dell’azienda. Think Whopper è stato realizzato in panno lenci imbottito e il packaging, in perfetta corporate identity, riproduce fedelmente l’incarto originale e integra la cartella stampa.

“il Sole 24 Ore”. La seconda lezione è in programma giovedì 18 giugno a Catania (ore 16), all’interno del Mo-nastero dei Benedettini (Aula Magna Santo Mazzarino, piazza Dante 32), storico luogo, oggi sede dell’Università di Lettere e Filosofia. Relatore sarà Giorgio Calabrese, che parlerà di Sicurezza alimentare. Conduttore dell’even-to, il famoso divulgatore e giornalista televisivo Alessan-dro Cecchi Paone. Il terzo e ultimo appuntamento con “Lezioni d’Europa” vedrà invece protagonista Emma Bonino, che chiuderà il ciclo di incontri lunedì 22 giugno a Milano (ore 18) alla Mediateca di Santa Teresa (via Moscova, 28). La Bonino tenterà di spiegare ai presenti il significato di Identità Europea. Conduttore dell’incontro sarà Giuseppe Sarcina, giornalista del “Corriere della Sera”. IN

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È il momento della ristorazione sulle colline riminesi. Cominciando da Vite. In tavola le eccellenze delle coltivazioni e degli allevamenti di San Patrignano. Che un sapiente chef e la sua brigata di cucina trasformano in ottime pietanze. Da gustare nella calma atmosfera del locale, in una potente combinazione d’arredi e colori. Disponendo anche di una eccezionale cantina.

testo Pier Antonio Bonvicini

Ragione e Sentimento

Gustare | Ristorante Vite

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Ha ragione Carlo Bozzo, capo uffi-cio stampa di San Patrignano, quan-do dice che a Vite si mangia bene. E le ragioni sono due: l’esperienza dello chef e le eccellenti materie prime. Abbiate allora l’entusiasmo di inoltrarvi nelle campagne del Ri-minese, così sarete ripagati da una cucina che vi sorprenderà. Nessun effetto speciale, per intenderci, ma tanta concretezza nel piatto corri-sposta da presentazioni di livello. Per raggiungere il ristorante, lasce-rete l’Adriatica all’altezza di Rimini e imboccherete la statale 72 per San Marino. Quindi l’abbandonerete nei pressi di Cerasolo per salire ra-pidamente sulle alture del Coria-nese. Raggiunta la sommità della collina Montepirolo, ecco la vostra meta, col suo comodo parcheggio. Ora varcherete l’ingresso di questa bella casa che al suo interno ricorda quelle dimore di campagna tocca-te dall’eleganza e dalla modernità. Con tanto di camino e salottini, e terrazza per l’estate.Così sarà il bordeaux a dominare nei colori, dalle originali carte da parati alle tovaglie, ma si farà ap-prezzare anche il caldo legno non soltanto al pavimento. E la foglia di Vite, riconoscibile pure al soffitto

nella sua imponenza, è lì a ricorda-re che questo angolo di Romagna è circondato da vigneti. Ma la sor-presa, appena entrati, l’avrete nel constatare che lacucinaèunopenspace,direttamenteincontattoconlasala. Allora vi terrà compagnia la vista della volenterosa e silenziosa

brigata che osserverete anche dalle ampie vetrate del piano superiore, se sarete su quest’ultimo per un aperitivo o per mangiare.Scendendo in cantina, disporrete invece di un privé con vista sulle 12.000 bottiglie conservate a 15 gra-di, ad una umidità del 70%. Viteèun

In apertura, una delle due ampie sale di Vite. A fianco, lo chef Fabio Rossi e alcuni suoi collaboratori.

La ricetta: Risotto Vite

Ingredienti per 4 persone: gr. 280 riso carnaroli Acquerello, gr. 40 pancetta croccante, gr. 20 scalogno, gr. 100 squacquerone affumicato, gr. 150 burro, gr. 50 parmigiano, gr. 450 vino rosso Aulente

Preparazione: appassire lo scalogno tritato coi 60 grammi di burro. Aggiungere il riso, tostare bene e bagnare con vino bianco: lasciare evaporare, continuando la cottura con brodo leggero di pollo. Mettere a ridurre il vino rosso fino a un terzo del suo peso, poi legare con un po’ d’amido di mais, correggere di sale, aggiungere un pizzico di zucchero e 20 grammi di burro. A circa tre quarti di cottura aggiungere la pancetta croccante e lo squacquerone affumicato. Aggiustare di sale e pepe, poi mantecare col burro e il parmigiano. Servire su piatto piano, appoggiare sopra una fetta di pancetta seccata in forno e insaporire col ristretto d’Aulente. Decorare con una foglia di germoglio di vite fritta.

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Tel. 0543.62027

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ristoranteluminosoepanoramico,unapotentecombinazionediarrediecolori,masoprattuttounanuovaportaapertasullaComunità.Chequiimpegna,daiprimidigiugno2008,sottolaguidadellochefFabioRossi,oltreunaventinadeisuoiragazzitrasalaecucina. A consigliare invece gli abbinamenti tra cibo e vino è arrivato da Bassano del Grappa il sommelier Gianfranco Marchesan, responsabile anche della cantina. In tavola le eccellenze delle colti-vazioni e degli allevamenti di San Patrignano, il pesce dei nostri mari e altro ancora, che chef e collabora-tori trasformano in ottime pietan-

ze, realizzate con stile ed efficacia creativa. Così non si può che essere d’accordo con l’arrivo ai fornelli del riminese Fabio Rossi, che dopo gli studi è al Caffè delle Rose di Rimi-ni con lo chef Silver Succi, poi alla Grotta di Brisighella, quindi al Bri-stot Claridge di Cesenatico. Infine all’Acero Rosso di Rimini dal ’96 al 2006, dove conquista una stella Mi-chelin. Ora uno sguardo al menù, che varia almeno 3 - 4 volte l’anno, affiancato da squisiti pani e grissini fatti in casa.Tra gli antipasti, calamaretti con canocchie e finferli, crema di pa-tate; polpette di fagiano, foie gras, tartufo nero, lamponi; lepriglio (un

incrocio fra lepre e coniglio selvati-co), peperoni, insalata di carciofi, olive e topinambur, carciofi fritti.Tra i primi, spaghetti con sgombro, ricotta infornata, broccoletti, bot-targa di tonno; strozzapreti, ragù di agnello, castagne, pecorino. Al secondo, cartoccio di pesci, erbe aromatiche, ortaggi; il girarrosto (agnello, faraona, maiale); quaglia con foie gras, profumo di lavanda, riso ai mirtilli, funghi porcini. Poi lo straordinario carrello dei formaggi e tra i dolci, ottobre rosso (con mir-tilli, melograno, mela fuji); banana apparente, plumcake al cioccolato.Inoltre ottime torte e non solo in

un altro carrello. Quanto ai vini, una carta con 1700 etichette, dal mondo e dall’Italia a prezzi ragio-nevoli. E quasi un centinaio fra di-stillati (la maggior parte), amari e vini da meditazione. Buona scelta di caffè, the e tisane. Concluderete con un calice di Wattwiller, acqua Alsaziese che per l’assenza di nitrati vi aiuterà a digerire. Quattro porta-te, bevande escluse, costano sui 50 euro. Altrimenti tre menù degusta-zione: “il bosco e l’aia” a 38 euro, “i poveri e i ricchi” a 48 e “oggi e/è ieri” a 60. Per me ogni cena è come uno spettacolo teatrale, dice Ferran Adrià Acosta. Anche a Vite la tavola ogni giorno è uno spettacolo. IN

Culinaria News:

Romagnoli fuori portaEnrico Croatti, dopo aver lavorato a Los Angeles col maestro Gino Angelini, è ora ai fornelli del quattro stelle “Boutique Hotel Chalet Dolce Vita” di Madonna di Campiglio. La sua cucina è un caldo abbraccio fra tradizione e innovazione, un tenero incontro fra presente e passato. In armonia con le stagioni e col territorio. Da provare, in via Castelletto Inferiore, 10. www.chaletdolcevita.it

Ristoranti di cittàAlla Mano, a Forlimpopoli, è la nuova destinazione della gola, dai primi di maggio del 2008. La cordiale accoglienza e il piacevole ambiente anticipano il menù. Dalla cucina, piatti che variano giornalmente, secondo il mercato. Vini del territorio, ma anche bollicine e distillati. Caffè con la moka e conto più che corretto. In via della Repubblica 16/B, mai di lunedì.

Andar per Enoteche Vini di qualità, a Calisese di Cesena, all’Enoteca La Bottega. Buona scelta d’etichette consigliate con competenza. Ma anche caffè e prodotti tipici. Chiusa domenica e lunedì mattina. In via Malanotte, 89.

Uno degli eleganti salottini del Ristorante.

È una porta aperta sulla Comunità

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Una nuova rubrica, dedicata ad arredamento e design, ci guida alla scoperta delle dimore più belle e affascinanti di Forlì e dintorni, originali e interessanti per interventi architettonici e scelte d’arredo. Iniziamo da un’elegante palazzina anni ’50, ristrutturata e ripensata senza tuttavia aver perso la sua essenza storica.

testo Leda Santoro - foto Giorgio Sabatini

Lineare Essenzialità

Abitare | La palazzina anni ’50

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Quando il sole tramonta il giardino comincia a vivere, animato da mutevoli luci. Ecco, a Forlì, un appartamen-to mirabilmente ristrutturato in cui sono mixatiadartearredimoderniepezzidalsaporeantico. È la casa della fa-miglia Sedioli: un’unità abitativa, resa contemporanea dai lavori curati dallo StudioLucchieBiserni, nella quale però non si è rinunciato alla sua essenza storica di palazzinacreataneglianniCinquanta. La leggerezza dell’insieme è ottenuta grazie alla sottrazione di peso e alla riduzione degli elementi architettonici alla loro lineare essenzialità, che fornisce però un carattere espressivo molto forte. La marcatura della facciata, le differenti tinte e la recinzione imponente che s’illumina quando scende la notte creano unelementoanimatoche,grazieaipuntiluceposizionatiinmanierastrategica,cambiailvoltodiquestaabitazione nei diversi momenti della giornata. Il dettaglio che salta subito agli occhi, rigoroso nella sua perfetta geometria proiettata verso il futuro è la pensilinadiplexiglaseal-luminio - quest’ultimo materiale utilizzato anche per il corrimano e il balcone - una novità sia come forma che come materiali. Il plexiglas utilizzato riesce ad essere fun-zionale ma anche lieve: ripara dalla pioggia ma, alzando lo sguardo, lascia intravedere il cielo.

A fianco l'esterno della palazzina all'imbrunire. Sotto, la scala in graniglia.

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A l l a r i c e r c a d e l l ’ e c c e l l e n z a

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Dall’esterno, estremamente puli-to ed elegante, si passa subito alla zona giorno: ingresso, cucina e sa-lotto trasmettono in un unico col-po d’occhio il connubio tra l’antico e il moderno. Al centro la rigoro-sascalaingraniglia che conduce alla zona notte divide gli ambienti. La luce e il verde degli alberi del giardino “invadono” il salotto en-trando in casa grazie alle finestrelunghe dal soffitto al pavimento che danno l’idea di vivere immersi nella vegetazione, pur essendo in città. E quando si ha voglia d’inti-mità basta tirare le grandi tende per lasciare fuori le foglie della lus-sureggiante betulla. I colori sono stati scelti nei tonineutri per creare un continuum armonico tra l’impianto classico dell’arredo e i tocchi di modernità. Sono i quadri che qua e là punteg-giano le pareti con le loro cornici dorate e i disegni più contempora-nei ad esaltare lo stile dell’abitazio-

ne e ravvivare gli angoli con colori più vivaci.La ristrutturazione ha voluto rendere omaggio alla tradizione romagnola sposandola perfetta-mente ai materiali utilizzati: la sottile trasformazione ha rispet-tato grazie a questi accorgimenti l’identità originaria della casa al-leggerendo l’eleganza, talvolta un po’ ingessata, delle dimore anni ’50. Il pavimento ad esempio: tuttoingraniglia, per creare quell’insie-me visivo e armonico delle stanze senza la soluzione di continuità

dovuta alle fughe delle piastrelle.Anche la cucina si esaltanell’al-ternanza dell’antico e moderno. La credenza, pesante, in legno, dall’inconfondibile profumo della tradizione passata, si affianca ad un tavolo contemporaneo in vetro che, al contrario, porta al massimo la leggerezza. Qui sono le sedie il dettaglio in più: ilcontrastotrase-dute di legno e le altre, specchio dei nostri tempi e posizionate attorno al un tavolo che riprende le grandi vetrate, è volutamente marcato per colpire subito l’attenzione. IN

A fianco, il salotto con le ampie finestre fino al pavimento affacciate sul verde. Sotto, contrapposizioni di

stili in sala da pranzo.

Scelte “moderne” anche sul tetto

La cura del dettaglio nell’esterno della casa non ha tralasciato niente.

Se si alza lo sguardo, si nota sul tetto il comignolo: perfetto nella

sua linea semplice, creato ad hoc per rispettare la “grammatica”

pura ed estremamente moderna della facciata. Per descriverne

la struttura bastano due parole: un semplice parallelepipedo con

copertura in acciaio. Sempre in acciaio la presa d’aria: essenzialità

pura anche per un elemento abitativo spesso lasciato al caso.

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Sono tanti i forlivesi e i cesenati che coltivano

un amore colorato e silenzioso, tra le

mura domestiche o quelle dell’ufficio: gli

acquari. C’è chi ci si è appassionato per puro

gusto estetico, chi ha l’hobby della pesca ma

adora allevare pesci tropicali e chi ha scoperto

di amare i fondali grazie alle immersioni. Ecco un viaggio tra i coloratissimi

giardini tropicali degli “acquariofili” nostrani.

testo Leda Santoro e Barbara Baroniofoto Gianmaria Zanotti e Giorgio Sabatini

Mare Nostrum

Il suo acquario lo possono vedere tutti i clienti che passano dal suo ufficio presso il distributore Total nella zona Ospedaletto. AlessandroBondi è un appassionato di pesci: “Durante le vacanze faccio sempre snorkeling, ma amo anche andare a pesca e, ovviamente, curare i pesci del mio acquario.” Nei “suoi” 600 li-tri di acqua dolce, che i clienti non possono fare a meno di guardare “ipnotizzati” e attratti dalla curio-sità, guizzano circa un centinaio di pesci: “I miei animali vengono dai paesi caldi, sono africani, australia-ni, e tutti pesci di branco. Li amo tutti, anche se, inevitabilmente, ce n’è qualcuno che mi piace più degli altri.” È proprio per questa passione che ha deciso di ubicare l’acquario in ufficio e non in casa: la sua passione così è a disposizione di tutti gli amanti del mare.MarcoRagazzini la passione l’ha ereditata dal padre. Lo studente di-ciottenne si occupa personalmente dei suoi tre acquari: due d’acqua salata e uno dolce. “Fin da quan-do ero piccolo mio padre aveva in casa un acquario, così è nata la mia passione”, e coi soldi che riesce a mettere da parte, si regala spesso qualche nuovo pesce per i suoi giardini colorati. “Ho speci tropi-cali, tanti pesci pagliaccio ad esem-

pio. In particolare sono affezionato ad un discus dell’età di 3-4 anni. Mi piace pensare che mi ricono-scano, quando mi affaccio all’ac-quario loro si avvicinano, quando invece lo fa mia sorella non danno risposta. A dispetto di quel che tutti pensano i pesci sono animali molto intelligenti.”Anche gli acquari possono racchiu-dere storie: nella vasca dell’inge-gner LucianoSemproli ci sono tan-tissimi coralli colorati e solamente due pesci, ma entrambi hanno una delicata storia alle spalle. “Uno era stato aggredito da un suo simile, era un pesce ingestibile, sempre di-spettoso con gli altri animali. Ora si è addomesticato e va d’amore e d’accordo con l’altro, un pesce da coralli. Sono già ‘anziani’, han-no 8 e 10 anni.” Anche i pesci di Luciano lo riconoscono quando si avvicina: “Sono intelligenti e rico-noscono chi dà loro da mangiare. Per curare i pesci occorre molta sensibilità - continua. Sono comple-tamente alle tue dipendenze, non esprimono esigenze e dipendono in tutto e per tutto dall’amore del proprietario, bisogna osservare con attenzione il loro comportamento per capirli.”AdrianoFurgani, responsabile com-merciale di Rexel Italia, inseguen-

Dall'alto, Alessandro Bondi, Marco Ragazzini e Luciano Semproli.

Scoprire | Acquari che passione

IN Magazine | 57

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do il suo amore per i fondali marini è giunto ad avere uno degli acquari più difficili da curare e far vivere: un acquario di barriera corallina. “Ho cominciato ad appassionar-mi andando sott’acqua durante le immersioni. Da lì sono partito con un piccolo acquario d’acqua dolce per arrivare a quello odierno ricco di pesci tropicali e soprattutto di tante barriere coralline provenienti dai mari di tutto il mondo: Maldi-

ve, Fiji. L’acquario, col suo silenzio, riesce comunque a dare tante sod-disfazioni: “L’orgoglio più grande è aver visto crescere i miei piccoli coralli in un ecosistema perfetto, anche se domestico; ora sono gi-ganti e vivono nell’habitat che ho ricreato nel mio meraviglioso e co-loratissimo giardino tropicale.”La passione di Dario Cecchettisono i ciclidi africani, dei laghi del continente “nero” o provenienti dall’America del sud. Il giovane fi-sioterapista di Cesena possiede un acquario di soli pesci tropicali, ma nel nuovo appartamento ne sta re-alizzando un altro con una capacità di circa 220 litri dove troveranno posto anche alcuni fra i suoi pesci preferiti: i ciclidi nani, dal colore giallo con bande nere. Sin da bam-bino ha sviluppato questa passione: “Nel mio nuovo acquario creerò uno spazio apposito per i ciclidi. Grazie all’appoggio di un profes-sionista del settore ho realizzato un ambiente ideale con circa 30 piante ornamentali e deputate all’ossige-nazione dell’acqua.” Oltre a questi non mancheranno nell’acquario di Cecchetti il guppy, il pesce d’acqua-rio più noto per la sua prolificità, i corydoras detti anche pulitori, i cardinali, apprezzati per le livree coloratissime e gli scalari, noti per l’indole molto tranquilla. “Per chi volesse cimentarsi nell’allestimento di un acquario in casa è importante affidarsi a professionisti e informar-si bene su come compiere la ma-nutenzione. Tutto va attentamente monitorato.”

Dall'alto, Adriano Furgani e Dario Cecchetti. Nella pagina a fianco, Giovanni Casadei.

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Nella sua abitazione fino a qualche anno fa aveva un acqua-rio marino con coralli e pesci. Poi si è avvicinato alla cultu-ra giapponese, studiando la filosofia Zen, e ha realizzato nel giardino di casa un laghetto con carpe koi giapponesi, dai colori vivaci e affascinanti. È volato in Giappone dove ha approfondito questa passione investendo nell’acquisto di preziosi esemplari e oggi - oltre ad essere un grande esti-matore di questi pesci, sui quali sta realizzando anche un libro - ha deciso di allevarli. GiovanniCasadei, proprietario della catena Robinson Pet Center, possiede un laghetto a Forlì con più di una decina di esemplari ma sta costruen-do anche un allevamento a Borello. “Ci sono circa 140 varietà in tutto il mondo - spiega - dalle utsurimono, col colore nero alternato al bianco, al giallo o al rosso; kohaku bianche e rosse; sanke, rosse, bianche e con macchie nere. Si tratta di animali pregiati che richiedono attenzioni e un buon impianto di filtrazione e sterilizzazione a raggi UV. Sono esemplari estremamente robusti in grado di raggiungere il metro di lunghezza quando arrivano a 80/ 90 anni di vita.” IN

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sone affette da acciacchi figli dell’ordina-ria quotidianità. In altre parole, chiunque presenti sofferenze di natura articolare. A confermarlo è lo stesso Borra, deus ex machina di Fisiology, “Normalmente il terapeuta ha un differente approccio alla patologia in funzione degli obiettivi da perseguire. E nel caso dell’agonista non sono gli stessi dell’uomo comune. Quando ci si prende cura di un’atleta pro-fessionista, l’imperativo è portarlo nel più breve tempo possibile al recupero comple-to sia sotto l’aspetto patologico, che delle prestazioni atletico/funzionali. In primis viene quindi identificata e rimossa alla radice la causa che ha scatenato il proble-ma. Quindi, attraverso uno specifico mo-nitoraggio si ha la possibilità di capire il passaggio delle varie fasi rieducative, per arrivare alla certezza che al corpo sia re-stituito il giusto equilibrio funzionale. Un risultato che preservi dalle recidive o da nuovi, ulteriori, problemi.”Per semplificare il messaggio Fabrizio ri-corre a un’efficace similitudine. “Parago-niamo la patologia alla rottura della gom-ma di un’automobile. L’obiettivo non è solo quello di sostituire lo pneumatico, ma capire cosa abbia causato la rottura. Una volta cambiata la gomma sarà necessario riportare la macchina a un buon bilancia-mento per evitare che un’errata distribu-zione del carico provochi usure anomale, rilevabili solo nel tempo.”Sorge allora spontaneo un dubbio: in che modo il terapeuta riesce a inseguire il du-

plice scopo ovvero il recupero dall’infor-tunio e la prevenzione di nuovi incidenti? “È indispensabile un approccio multidi-sciplinare - afferma Borra. Al Fisiology diversi professionisti operano in manie-ra sinergica in funzione di un medesimo obiettivo. Alla diagnosi medica dell’orto-pedico o del fisiatra segue la fase riabilitati-

va durante la quale attraverso una diagnosi funzionale si fanno intervenire, a seconda dei casi, varie figure professionali: oltre al fisioterapista, il posturologo, l’osteopata, l’esperto in terapia manuale, il preparatore atletico, e così via. Il progetto di recupero è sempre personalizzato e ben definito.” Una pratica di routine nella riabilitazione di un agonista, una condotta del tutto in-solita nel recupero di chi non svolge sport a livello professionistico. Fabrizio non è d‘accordo. “Se questo approccio è da rite-nersi usuale nella gestione dell’atleta con

L’esperienza maturata nella cura degli atleti professionisti impiegata nei trat-tamenti terapeutici per la gente comune. Un’utopia? No, una semplice filosofia di vita, un modus operandi per l’intero staff di Fisiology Center, il nuovo laboratorio con sede a Forlì nato dalla mente di Fa-brizio Borra, terapista che da anni lavora nello sport d’alto livello al fianco di tanti

campioni. L’ultima sfida del trainer bre-sciano, affiancato in quest’avventura da Nicola Gramellini, sta proprio nella tra-sposizione in campo clinico del know how acquisito in ambito agonistico. Nel centro di via Grigioni è possibile incontrare ce-lebrati fuoriclasse ma anche atleti della domenica, appassionati di fitness giovani e meno giovani, casalinghe e ancora per-

FISIOLOGY CENTER

Vista esterna del Fisiology Center

Una delle zone dedicate alla

valutazione muscolo/

Funzionale con il sistema Tesys Globus

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sone affette da acciacchi figli dell’ordina-ria quotidianità. In altre parole, chiunque presenti sofferenze di natura articolare. A confermarlo è lo stesso Borra, deus ex machina di Fisiology, “Normalmente il terapeuta ha un differente approccio alla patologia in funzione degli obiettivi da perseguire. E nel caso dell’agonista non sono gli stessi dell’uomo comune. Quando ci si prende cura di un’atleta pro-fessionista, l’imperativo è portarlo nel più breve tempo possibile al recupero comple-to sia sotto l’aspetto patologico, che delle prestazioni atletico/funzionali. In primis viene quindi identificata e rimossa alla radice la causa che ha scatenato il proble-ma. Quindi, attraverso uno specifico mo-nitoraggio si ha la possibilità di capire il passaggio delle varie fasi rieducative, per arrivare alla certezza che al corpo sia re-stituito il giusto equilibrio funzionale. Un risultato che preservi dalle recidive o da nuovi, ulteriori, problemi.”Per semplificare il messaggio Fabrizio ri-corre a un’efficace similitudine. “Parago-niamo la patologia alla rottura della gom-ma di un’automobile. L’obiettivo non è solo quello di sostituire lo pneumatico, ma capire cosa abbia causato la rottura. Una volta cambiata la gomma sarà necessario riportare la macchina a un buon bilancia-mento per evitare che un’errata distribu-zione del carico provochi usure anomale, rilevabili solo nel tempo.”Sorge allora spontaneo un dubbio: in che modo il terapeuta riesce a inseguire il du-

plice scopo ovvero il recupero dall’infor-tunio e la prevenzione di nuovi incidenti? “È indispensabile un approccio multidi-sciplinare - afferma Borra. Al Fisiology diversi professionisti operano in manie-ra sinergica in funzione di un medesimo obiettivo. Alla diagnosi medica dell’orto-pedico o del fisiatra segue la fase riabilitati-

va durante la quale attraverso una diagnosi funzionale si fanno intervenire, a seconda dei casi, varie figure professionali: oltre al fisioterapista, il posturologo, l’osteopata, l’esperto in terapia manuale, il preparatore atletico, e così via. Il progetto di recupero è sempre personalizzato e ben definito.” Una pratica di routine nella riabilitazione di un agonista, una condotta del tutto in-solita nel recupero di chi non svolge sport a livello professionistico. Fabrizio non è d‘accordo. “Se questo approccio è da rite-nersi usuale nella gestione dell’atleta con

L’esperienza maturata nella cura degli atleti professionisti impiegata nei trat-tamenti terapeutici per la gente comune. Un’utopia? No, una semplice filosofia di vita, un modus operandi per l’intero staff di Fisiology Center, il nuovo laboratorio con sede a Forlì nato dalla mente di Fa-brizio Borra, terapista che da anni lavora nello sport d’alto livello al fianco di tanti

campioni. L’ultima sfida del trainer bre-sciano, affiancato in quest’avventura da Nicola Gramellini, sta proprio nella tra-sposizione in campo clinico del know how acquisito in ambito agonistico. Nel centro di via Grigioni è possibile incontrare ce-lebrati fuoriclasse ma anche atleti della domenica, appassionati di fitness giovani e meno giovani, casalinghe e ancora per-

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Vista esterna del Fisiology Center

Una delle zone dedicate alla

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strato scientificamente che il movimento è la base del percorso che porterà alla guari-gione, e il compito del terapeuta è quello di determinarne dosaggio e modalità. L’ambiente acqua con i suoi molteplici vantaggi, oltre quello di offrire la possi-bilità di dosare il peso gravitazionale, di-venta perciò un valido strumento non solo nell’ambito della rieducazione, ma anche nella fase immediatamente successiva al trauma come stimolo alla guarigione stes-sa, periodo in cui solitamente il paziente viene lasciato a riposo assoluto. La riabili-tazione in piscina, coordinata da medico e terapista in stretta sinergia, può portare a risultati significativi sia in termini di tem-po che di qualità del recupero. Una pratica utilizzabile per affrontare diverse patolo-gie, ad esempio distorsioni, lesioni musco-lari e addirittura certi tipi di fratture.”Spesso all’origine di una patologia non vi è un evento traumatico ma un atteg-giamento sbagliato a livello motorio. “Analizziamo una delle patologie più fre-quenti, il mal di schiena: una sofferenza che normalmente deriva da un’erronea im-postazione del movimento. Lavorare solo sul dolore con le varie tecniche mediche (antinfiammatori) e fisioterapiche (laser, tecar, ecc.), o intervenire sulle disfunzioni attraverso terapie manuali e osteopatiche, o con la cosiddetta ginnastica posturale, spesso non produce un risultato soddi-sfacente, soprattutto nel tempo. L’even-

tuale insuccesso non è legato a una scelta terapeutica sbagliata ma al fatto che, non avendo identificato la causa del problema, il trattamento eseguito si rivela insufficien-te. Il corpo ha suoi meccanismi di difesa automatici, per cui in molti casi si instaura un circolo vizioso: dolore-compensi-inibi-zioni-sovraccarico-dolore, con la necessità d’intervenire contemporaneamente su di-versi fronti. Ecco che allora l’applicazione di stru-menti di valutazione, utilizzati pre-valentemente in campo sportivo, può permettere di capire meglio l’origine del problema del mal di schiena e tutti i suoi adattamenti, con la possibilità di program-mare un lavoro di recupero più completo.” Una soluzione applicabile non solo al caso della lombalgia. “Sempre attraverso stu-di fatti sugli atleti si è visto come anche

diverse lesioni legamentose del ginocchio o della spalla, apparentemente generate da un trauma diretto, siano in realtà con-seguenza di un logoramento nel tempo, derivante da un continuo sovraccarico. Per questo è fondamentale non limitarsi alla chirurgia e alla successiva rieduca-zione, ma affidarsi a particolari sistemi di valutazione che permettano di risol-vere le anomalie posturo-funzionali. In caso contrario la struttura lesionata resta a rischio di nuove rotture. Per non par-lare delle lesioni meniscali, cartilaginee e artrosiche, patologie degenerative che sono il risultato diretto di un uso anoma-lo dell’articolazione, inserita in un corpo che lavora in modo globale.”

Da qui l’importanza di avere nella struttura sia professionisti qualificati con specifiche competenze, che operano in stretta colla-borazione, sia una strumentazione di alta tecnologia finalmente al servizio di tutti.

evidenti risultati positivi, per quale mo-tivo non dovrebbe essere applicato alla gente comune? Ovviamente con le do-vute accortezze e accorgimenti studiati ad personam. Possono cambiare punto di partenza e obiettivi finali, ma non l’ap-proccio e il metodo.”Prendiamo ad esempio l’utilizzo del lavoro in acqua che tutti ben conosciamo come supporto riabilitativo. Da sempre, e non

solo nell’immaginario collettivo, il ripo-so e l’inattività forzata rappresentano il punto di partenza di qualunque recupero. “Invece –prosegue Fabrizio - è stato dimo-

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Borra a Los Angeles con

l’amico giocatore dei Lakers Pau Gasol

Zona per la valutazione ed il recupero Neuromuscolare

Analisi cinematica del cammino e del movimento utile per comprendere l’origine di diverse patologie

La vasca dedicata

all’allenamento con un innovativo

sistema tecnologico inventato da

Borra con l’aiuto dell’ing,

Giovannoni

Borra effettua dei test ai

giocatori di basket della

squadra spagnola del

Malaga

Page 63: Forlì IN Magazine - 2/2009

strato scientificamente che il movimento è la base del percorso che porterà alla guari-gione, e il compito del terapeuta è quello di determinarne dosaggio e modalità. L’ambiente acqua con i suoi molteplici vantaggi, oltre quello di offrire la possi-bilità di dosare il peso gravitazionale, di-venta perciò un valido strumento non solo nell’ambito della rieducazione, ma anche nella fase immediatamente successiva al trauma come stimolo alla guarigione stes-sa, periodo in cui solitamente il paziente viene lasciato a riposo assoluto. La riabili-tazione in piscina, coordinata da medico e terapista in stretta sinergia, può portare a risultati significativi sia in termini di tem-po che di qualità del recupero. Una pratica utilizzabile per affrontare diverse patolo-gie, ad esempio distorsioni, lesioni musco-lari e addirittura certi tipi di fratture.”Spesso all’origine di una patologia non vi è un evento traumatico ma un atteg-giamento sbagliato a livello motorio. “Analizziamo una delle patologie più fre-quenti, il mal di schiena: una sofferenza che normalmente deriva da un’erronea im-postazione del movimento. Lavorare solo sul dolore con le varie tecniche mediche (antinfiammatori) e fisioterapiche (laser, tecar, ecc.), o intervenire sulle disfunzioni attraverso terapie manuali e osteopatiche, o con la cosiddetta ginnastica posturale, spesso non produce un risultato soddi-sfacente, soprattutto nel tempo. L’even-

tuale insuccesso non è legato a una scelta terapeutica sbagliata ma al fatto che, non avendo identificato la causa del problema, il trattamento eseguito si rivela insufficien-te. Il corpo ha suoi meccanismi di difesa automatici, per cui in molti casi si instaura un circolo vizioso: dolore-compensi-inibi-zioni-sovraccarico-dolore, con la necessità d’intervenire contemporaneamente su di-versi fronti. Ecco che allora l’applicazione di stru-menti di valutazione, utilizzati pre-valentemente in campo sportivo, può permettere di capire meglio l’origine del problema del mal di schiena e tutti i suoi adattamenti, con la possibilità di program-mare un lavoro di recupero più completo.” Una soluzione applicabile non solo al caso della lombalgia. “Sempre attraverso stu-di fatti sugli atleti si è visto come anche

diverse lesioni legamentose del ginocchio o della spalla, apparentemente generate da un trauma diretto, siano in realtà con-seguenza di un logoramento nel tempo, derivante da un continuo sovraccarico. Per questo è fondamentale non limitarsi alla chirurgia e alla successiva rieduca-zione, ma affidarsi a particolari sistemi di valutazione che permettano di risol-vere le anomalie posturo-funzionali. In caso contrario la struttura lesionata resta a rischio di nuove rotture. Per non par-lare delle lesioni meniscali, cartilaginee e artrosiche, patologie degenerative che sono il risultato diretto di un uso anoma-lo dell’articolazione, inserita in un corpo che lavora in modo globale.”

Da qui l’importanza di avere nella struttura sia professionisti qualificati con specifiche competenze, che operano in stretta colla-borazione, sia una strumentazione di alta tecnologia finalmente al servizio di tutti.

evidenti risultati positivi, per quale mo-tivo non dovrebbe essere applicato alla gente comune? Ovviamente con le do-vute accortezze e accorgimenti studiati ad personam. Possono cambiare punto di partenza e obiettivi finali, ma non l’ap-proccio e il metodo.”Prendiamo ad esempio l’utilizzo del lavoro in acqua che tutti ben conosciamo come supporto riabilitativo. Da sempre, e non

solo nell’immaginario collettivo, il ripo-so e l’inattività forzata rappresentano il punto di partenza di qualunque recupero. “Invece –prosegue Fabrizio - è stato dimo-

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La vasca dedicata

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sistema tecnologico inventato da

Borra con l’aiuto dell’ing,

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Borra effettua dei test ai

giocatori di basket della

squadra spagnola del

Malaga

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testo Barbara Baronio e Francesca Miccoli

Freschi di Stampa

“L’odore del jazz è fatica, muscoli, e poi il fumo denso di decine di sigarette che si raccoglie in una nuvola ferma proprio lì, al centro di una stanza dove un certo nu-mero di persone sta condividendo un’esperienza che è al tempo stes-so spirituale e carnale.” È questa l'atmosfera di ordinaria e straordi-naria quotidianità che si respira al Naima, tempio del jazz forlivese. A rivisitarla in maniera vivida e sug-gestiva è Carlo Lucarelli, l’autore del gustoso prologo de Lanottechebruciòiljazz (da ricordare anche la prefazione di Renzo Arbore), il vo-lume edito da Il Ponte Vecchio che celebra i magnifici 25 anni del club di MicheleMinisci, oggi tra i più im-portanti in Italia dedicato al jazz e al blues. Un storia lunga un sogno.Il forlimpopolese MassimoPandolfi torna in libreria con Lavitaingio-

co.Eluanaenoi (Ares Editore), uno straordinario inno alla vita, sempre e comunque degna di essere vissuta fino in fondo. Nei giorni in cui il Parlamento è chiamato a pronun-ciarsi in materia di testamento bio-logico, il caporedattore de “Il Resto del Carlino” vuole riaffermare con umano trasporto e forte intensità emotiva la sacralità del dono più grande. Un’opera impreziosita dal monologo teatrale di Davide Ron-doni e dai contributi di Alessan-dro Bergonzoni, Fulvio De Nigris, Luciano Eusebi, Giovanni Battista Guizzetti, Marco Maltoni, Mario Melazzini, Maurizio Sacconi, Aldo Maria Valli.Da febbraio è in libreria l’ultima fa-tica di PieroPieri, docente cesenate di Letteratura italiana contempora-nea al Dams di Bologna. Dopo gli studi su Palazzeschi, Michelstaedter,

Casanova, l’avanguardia futurista, Bassani e diverse opere teatrali e romanzi ha dato alle stampe Vapo-ridisincarcere, edito da Fernan-del. Lontano dall’essere un libro su delinquenza e disagio giovanile, è un romanzo di formazione in cui la sfida alla morte è una costante, sia in moto sia attraverso lo scarso rispetto della legge. Protagonista della vicenda, che ha il suo avvio in un quartiere di Cesena, è René, ragazzo di 18 anni che somiglia al celebre giovane attore. Tre indagini, tre racconti. Tre storie misteriose della Cesena del secolo XVIII sono ricostruite nel volume scritto da MaurizioBalestra, diret-tore della Biblioteca Ghirotti e Ma-rioMercuriali, ex preside del Liceo scientifico, ViandantiNotturni.TreluoghietremisteridiunaCesenaarcana. Dall’inquietante storia del “Palazzo del Diavolo”, che ancora oggi sorge tra le villette della Fio-rita, alla stupefacente morte per autocombustione spontanea della contessa Bandi, nonna di Pio VI, letteralmente esplosa nella notte del 14 marzo 1731, per chiudersi con una strana avventura capitata a Casanova nell’estate 1749 a Ce-sena, gli autori narrano tre acca-dimenti “veri” forse “non troppo conosciuti”, senza la pretesa di ri-solverli, ma solo di spiegarli, anche con un ricco apparato iconografi-co. Il volume è stampato da Brighi e Venturi. IN

Leggere | Novità in libreria

64 | IN Magazine

Page 65: Forlì IN Magazine - 2/2009

Con la bella stagione Parrucchiera Daura cambia look! Arredi dalle linee

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Dal 1999 (debutto a Londra, al te-atro Prince Edward) ad oggi è un successo che ha toccato ogni con-tinente e che, finalmente, arriva in Italia dove, dopo tre tappe, chiude la tournée alPalafieradiForlìdal15al20giugno nell'ambito di Ra-venna Festival 2009.È MammaMia!, il musical scandito dalle canzoni senza tempo degli ABBA (un fenomeno musicale ca-pace ancora, ad anni di distanza dal loro scioglimento, di vendere 3.500 dischi ogni giorno intorno al mondo). Nato dalle menti di tre donne, la produttrice Judy Cray-mer, la commediografa e scrittri-ce Catherine Johnson e la regista Phyllida Lloyd, lo spettacolo è una creazione narrativa del tutto origi-nale, ispirata tuttavia alla teatralità dei brani del gruppo svedese.Protagoniste sono due generazioni di donne, nello specifico madre e

figlia; il tema è l'amore e l'amicizia, analizzata nelle diverse età della vita. Ambientato su una paradisia-ca isola greca, racconta la volontà di una figlia, alla vigilia del suo ma-trimonio, di scoprire l'identità del proprio padre. Questo desiderio porterà tre uomini del passato del-la madre a tornare (a sua insaputa) sull'isola che avevano visitato, per l'ultima volta, 20 anni prima. Da questa situazione nascono sketch ed equivoci che rendono la vicen-da spassosa e divertente. Una storia passata dal palco al grande scher-mo, grazie alla recente produzione cinematografica, con protagonista Meryl Streep, firmata dalle stesse autrici del musical ed accolta con grande successo.Lo spettacolo, che prevede in sca-letta ben22celebrisuccessi degli ABBA, èstatosindaldebuttoca-pacedibatterediversirecordnel

suocampo: solo per dare qualche numero, attualmente Mamma Mia! conta un numero di produzioni che supera quelle di ogni altro musical, in tutto il mondo. Le at-tuali nove (sette locali e due tour internazionali) producono circa otto milioni di dollari a settimana in vendite di biglietti, per un in-casso globale di oltre due miliardi di dollari e un totale di oltre tren-tadue milioni di persone nel mon-do che hanno visto lo spettacolo. Mamma Mia!, inoltre, ha debuttato, in più città di tutto il mondo, più velocemente di qualsiasi altro mu-sical nella storia, arrivando in oltre 180 località dalla prima produzio-ne londinese. D’altra parte, come ricorda Joe Levy, storico giornali-sta di “Rolling Stone”, “gli ABBA hanno un dono per la melodia così prodigioso da non riuscire a fermarsi…”. E questo musical ne è un’indiscussa conferma.www.ravennafestival.org IN

testo Andrea Biondi

Un musical da Record

Applaudire | Mamma mia!

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