Forlì IN Magazine - 5/2009

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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 23/11/1998 n. 27 - E 3,00 Forlì 1999 - 2009 Forlì... IN dieci anni La città raccontata attraverso le pagine della rivista IN Magazine ripercorre cambiamenti e traguardi che, tra economia e politica, cultura e turismo, gastronomia e sport, hanno trasformato il volto della città e del territorio. Un decennio sotto gli occhi di Aurelio Saffi, l'illustre concittadino che osserva, in silenzio, dall'alto della piazza, la vita che scorre.

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Forlì… IN dieci anni – La città raccontata attraverso le pagine della rivista Innanzi tutto, grazie a tutti. Come il programma appena terminato su Rai Uno di Gianni Morandi, iniziamo questo numero davvero speciale: nel formato, nella scelta di copertina, nel modo in cui l’abbiamo affrontato. Chiariamo subito che, dal punto di vista amministrativo, non è il nostro decimo compleanno. “Forlì IN” nasceva nel novembre 1998. Ma era un’altra cosa. I free press in generale erano un’altra cosa rispetto a oggi. Sono però 10 anni (dicembre 1999 – dicembre 2009) che la rivista ha questo formato e questa linea editoriale. L’anima è rimasta la stessa, tutto il resto si è profondamente modificato.

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Anno XII - N. 5 - DICEMBRE 2009

1999 - 2009Forlì... IN dieci anniLa città raccontata attraverso le pagine della rivista

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IN Magazine ripercorre cambiamenti e traguardi che, tra economia e politica, cultura e turismo, gastronomia e sport, hanno trasformato il volto della città e del territorio. Un decennio sotto gli occhi di Aurelio Saffi, l'illustre concittadino che osserva, in silenzio, dall'alto della piazza, la vita che scorre.

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Innanzi tutto, grazie a tutti. Come il pro-gramma appena terminato su Rai Uno di Gianni Morandi, iniziamo questo numero davvero speciale: nel formato, nella scelta di copertina, nel modo in cui l’abbiamo affrontato. Chiariamo subito che, dal pun-to di vista amministrativo, non è il nostro decimo compleanno. “Forlì IN” nasceva nel novembre 1998. Ma era un’altra cosa. I free press in generale erano un’altra cosa rispetto a oggi. Sono però 10 anni (dicem-bre 1999 - dicembre 2009) che la rivista ha questo formato e questa linea editoriale. L’anima è rimasta la stessa, tutto il resto si è profondamente modificato. Come la rivista, anche Forlì. Un percorso parallelo fa da spunto a queste 100 pagine.10 anni sono un periodo breve o eterno, dipende dai punti di vista. Ma come il mondo intero è (davvero) cambiato, an-che Forlì, immobile solo all’apparenza, è

stata protagonista di cambiamenti. Politici, economici, urbanistici, culturali, turistici, sportivi. Sfidiamo chiunque a dire il con-trario. Ricostruire questa storia sfogliando i vecchi numeri, valutando coi collabora-tori come impostare gli argomenti, è stato un affascinante tuffo nel passato recente. Volti, storie e luoghi si sono mischiati ai ricordi personali.Perché 10 anni di rivista rappresentano anche 10 anni di un gruppo di lavoro, nell’ambito di una città che ha il suo “trat-to di storia” da raccontare: una storia che non ha nulla da invidiare alle metropoli o alle “vicine” romagnole. Forlì e i forlivesi sono stati protagonisti di uno sviluppo, an-che nei momenti di difficoltà più o meno lunghi. E nel dna del nostro periodico c’è da sempre la volontà di raccontare il buono, il positivo che una comunità sa creare.

Il nostro grazie va a chi ha contribuito a costruire questo numero: giornalisti, re-dazione, partner commerciali. Allo stesso modo ringraziamo chi, negli anni, ha fatto parte della nostra squadra. Un grazie in particolare va agli sponsor: sfidiamo altre testate ad averne di così fedeli (per capirci, la quarta di copertina è la stessa da sem-pre).Ringraziando chi ha lavorato con noi, un applauso va alla città, vera protagonista. Sono stati anni intensi, complicati, ma affrontati con una forza di volontà co-stante. E il recente successo nell’originale classifica del “bil” giunge, quasi inatteso, come premio a uno stile di vita che, evi-dentemente, è figlio di un corretto modo d’essere e lavorare. Ma al contempo deve spronarci. Ogni compleanno è un nuovo inizio. Città e territorio devono affronta-re, come l’intero paese, questioni urgenti. Allo stesso modo anche il nostro gruppo editoriale vive un momento intenso. In questi 10 anni i nostri free press sono sorti in tutta la Romagna, a Pesaro e, attraver-so PREMIUM, siamo presenti da tre anni nel centro-nord Italia. Il gruppo Menabò, di cui Edizioni IN Magazine fa parte, si è sviluppato. Mentre da qualche tempo ab-biamo debuttato, con successo, in libreria e stiamo investendo molto sul web (da un anno esiste anche la versione digitale delle riviste), questo fine 2009 vede definirsi la partnership con un grande gruppo inter-nazionale, Leo Burnett.La comunicazione e l’informazione si evolvono ogni giorno. Con la volontà di crescere, mantenendo salda la rotta, non possiamo non guardare con lo stesso pi-glio fiero e meditativo di Aurelio Saffi, copertina che più forlivese non si può, al nostro futuro. Auguri per le feste di fine anno e appuntamento al 2010.

Un bilancio, un nuovo Inizio

di Andrea Masotti

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Anno VIII - N. 4 - OTTOBRE 2009

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Anno XII - N. 5 - DICEMBRE 2009

1999 - 2009Forlì... IN dieci anni

La città raccontata attraverso le pagine della rivista

N U M E R O S P E C I A L E

IN Magazine ripercorre cambiamenti e traguardi che, tra

economia e politica, cultura e turismo, gastronomia e sport,

hanno trasformato il volto della città e del territorio.

Un decennio sotto gli occhi di Aurelio Saffi, l'illustre concittadino

che osserva, in silenzio, dall'alto della piazza, la vita che scorre.

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Sommario3 Editoriale|

6 Annotare| Brevi IN

16 Celebrare| Tutte le copertine

18 Vivere| Dieci anni dopo

20 Essere| Aurelio Saffi

26 Governare| Politica e cosa pubblica

32 Approfondire| Economia e commercio

40 Costruire| Infrastrutture e urbanistica

48 Applaudire| Arte e spettacolo

58 Scrivere| Informazione e giornalismo

60 Riscoprire| Turismo e territorio

68 Gustare| Gastronomia e tendenze

76 Vincere| I campioni dello sport

90 Crescere| Strada facendo

92 Innovare| Ritorno alla semplicità

94 Esplorare| 52 luoghi spirituali in Romagna

96 Aiutare| Ior e Dottor Jumba

98 Recitare| Spettacoli in cartellone

100 Scegliere| Shopping

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Edizioni IN MAGAZINE S.R.L.Redazione e amministrazione:Via Napoleone Bonaparte, 5047100 Forlìtel. 0543.798463fax 0543.774044

[email protected]

Stampa: Graph S.N.C. - San Leo (PU)

Direttore Responsabile:Andrea Masotti.

Redazione centrale: Giulia Bazzocchi,Andrea Biondi, Francesca Renzi, Leda Santoro.

Progetto grafico: Lisa Tagliaferri

Impaginazione: Emanuele Dall’Acqua

Controllo produzione e qualità: Isabella Fazioli.

Ufficio commerciale: Gianluca Braga.

Collaboratori: Mariavittoria Andrini, Barbara Baronio, Pier Antonio Bonvicini, Roberta Brunazzi, Pietro Caruso, Flavio Dell’Amore, Fabio Gavelli, Elide Giordani, Francesca Leoni, Francesca Miccoli, Matteo Ranucci, Giorgio Sabatini, Gabriele Zelli, Roberto Zoli.

Chiuso per la stampa il 30/11/2009

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

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Agenda Romagnola 2010

Forlì - È in vendita in libreria l’Agenda Romagnola 2010 a cura di Pierluigi Moressa

ed edita da Foschi Editore per la collana Tratti Locali. La sua principale caratteristica

è il taglio “locale” dei contenuti; infatti, ogni settimana è scandita da un delinearsi dei

momenti più significativi della storia della Romagna, sia quella più recente, sia quella

remota. Un viaggio in una terra che il curatore definisce “fatta di borghi e città, di vicende

storiche e di cronaca, riti e tradizioni”. (G.B.)

Una 500 per Viaggi Fortuna

Bologna - Lo scorso 10 novembre l’agen-zia forlivese Viaggi Fortuna è entrata uffi-cialmente a fare parte del “Club 500 Costa Crociere”, che include le migliori 500 agen-zie di viaggio del territorio italiano, come volumi di crescita e vendita del prodotto Costa. La cerimonia di premiazione è av-venuta con la consegna ad Alberto Rossi, titolare dell’agenzia, di una fiammante Fiat 500 Costa Limited Edition. La celebrazione si è svolta durante CostaPRO, serata evento organizzata da Costa Crociere, leader del settore in Italia ed Europa, al Museo Duca-ti di Borgo Panigale, dove, in una cornice di sport e italianità, è stato presentato alle maggiori agenzie di viaggio della Regione, il nuovo assetto commerciale per la stagione 2010. (G.B.)

Se guidi non Bevi

Cesena - I primi di novembre è stata ufficial-mente presentata al cinema Eliseo la nuova campagna di prevenzione e comunicazione sociale “Se guidi non bevi”. Il progetto pro-mosso dal Coordinamento dei Programmi Dipendenze Patologiche delle quattro Azien-de USL di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini e patrocinata dalla Regione, dalla Banca di Cesena, dall’Avis e dall’Istituto Oncologico Romagnolo, nasce nell’ambito del progetto “Notti Sicure 2009” e invita i giovani a un divertimento consapevole e responsabile. Testimonial d’eccezione Claudia Penoni, at-trice e comica di Zelig, madrina ufficiale di “Se Guidi non Bevi”. Obiettivo principale è

promuovere la salute e la consapevolezza nei contesti del divertimento notturno sui rischi associati alla guida in stato di ebbrezza alco-lica per incentivare comportamenti respon-sabili di guida. L’Organizzazione Mondiale della Sanità riporta infatti che i traumi della strada sono la prima causa di morte sotto i 40 anni nei paesi industrializzati. In que-sto ambito si inserisce la nuova campagna di comunicazione regionale e articolata in diverse fasi: la prima, promossa dal Sert di Cesena, in collaborazione con i Sert e gli Uf-fici Comunicazione delle aziende sanitarie di Area Vasta, riguarderà la diffusione del video-spot “Se Guidi non Bevi”(realizzato

dallo studio Perky Pat di Luca Stringara e in-terpretato dall’attore Enrico Montevecchi) in ambito mediatico (Tv, cinema, multisala) e nei luoghi pubblici (aeroporti, stazioni au-tobus, scuole guida). La campagna prose-guirà con gli spettacoli di beneficenza che vedranno l’attrice Claudia Penoni in qualità di testimonial affiancata dal noto comico Pa-olo Cevoli in programma il 18 febbraio 2010 al Teatro Garibaldi di San Piero in Bagno e il 18 marzo 2010 al Teatro Verdi di Cesena: il ricavato delle serate sarà devoluto per l’ac-quisto di un’apparecchiatura biomedicale portatile per attività di monitoraggi e pre-venzione, a cura del Ser.T di Cesena. (B.B.)

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Forlì - Nella nuova edizione di Osterie d’Italia. Sussidiario del mangiarbere all’italiana entra a fare parte del regno Slow food il ristorante “La Campanara” di Galeata che conquista “la chiocciola”, il riconoscimento più importante per ambiente, cucina e accoglienza. Gradita riconferma: il locale “Al Gam-bero Rosso” di Bagno di Romagna (nella foto lo staff). Segna-lato anche il ristorante “Aldiqua” di Forlimpopoli. La guida più venduta in Italia nel settore enogastronomico, nonchè, l’unica, dedicata ai locali dove si pratica la migliore cucina regionale, festeggia vent’anni dalla sua nascita, nel 1990 e la curatrice, Paola Gho ripercorre la serie di locali storici, di visite dirette e di nuove imprese. In occasione dell’anniversario, a testimoniare l’importanza e il piacere di una convivialità che dura nel tempo, i lettori troveranno nella guida 2010, le prefazioni regionali firmate da nomi prestigiosi del mondo della cultura, del giornalismo e dello sport: personalità accomunate dall’attenzione per la cucina di territorio e la qualità. (G.B.)

Ingressi e conferme tra le “Osterie Slow”

Margò: spazio alle Band emergenti

Faenza - Sono una delle band emergenti da tene-re sott’occhio. I Margò, giovanissimi ma da anni impegnati nella musica rock-folk stanno riscuo-tendo notevoli succes-si. Ultimo in ordine di tempo il secondo posto agguantato al concorso Laratro Folk Contest organizzato nell’ambito del Meeting delle Etichette indipendenti di Faenza il 27 novembre scorso. Matteo Dina al basso, Alberto Rubini alle chitarre, Daniele Boattini alle tastiere e al clarinetto, Emanuele Tumidei alla batteria, Lo-renzo Bulgarelli alle percussioni e Matteo Celli alla voce, ovvero i Margò, hanno partecipato lo scorso anno in rap-presentanza della città di Forlì nell’ambito di Forlì4Peace al grande concerto organizzato a Plock in Polonia in occasione della manifestazione Pic nic europeo. Nel 2007 con il brano “Lupita” hanno vinto il concorso Avis. (L.S.)

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Il Sangiovese di Nicolucci tra i cento migliori vini

Predappio - L’associazione culturale di enogastronomia “Golosaria” di Milano,

presieduta da una commissione qualificata diretta da Marco Gatti e Paolo Massobrio, numi dell’enogastronomia, che ogni anno

seleziona “I cento miglior vini d’Italia - Top hundred” quest’anno ha premiato il

sangiovese “Predappio di Predappio” Vigna del generale 2006 di Nicolucci - Casetto

dei Mandorli di Predappio Alta, lo scorso 8 novembre. Il Sangiovese in purezza vinificato in botti di rovere, con affinamento successivo per due anni in tonneaux da trenta ettolitri, e

prodotto in circa diecimila bottiglie, dal suo patron Alessandro Nicolucci è stato quindi

riconosciuto uno dei cento vini migliori di tutta Italia. (G.B.)

Il Plautus Festival diventa un francobollo

Sarsina - Il Plautus Festival celebra in grande stile la sua cinquantesima edizione.

All’interno delle emissioni delle carte valori postali - i mai dimenticati francobolli

- per l’anno 2010 sarà presente anche il Plautus festival. Il francobollo è incluso

nell’elenco dei francobolli celebrativi. Un traguardo che onora la città plautina ed il

suo più illustre figlio: Tito Maccio Plauto. Il giusto riconoscimento ad un Festival che

è riuscito ad accrescere di anno in anno credibilità e prestigio, fino a divenire uno

degli appuntamenti culturali estivi più importanti d’Italia. Ora il compito che attende

il Comune di Sarsina e la Direzione Artistica sarà più “gravoso”: sono infatti già iniziati i “lavori” per l’allestimento di un cartellone

che sarà sicuramente all’altezza dell’evento celebrativo della 50°Edizione del Plautus

Festival.

In memoria di Benedetta Bianchi Porro

Dovadola - È stato ufficialmente intitolato alla Venerabile Benedetta Bianchi Porro l’Hospice di Dovadola situato all’interno dello Spedale “G.Zauli” con una cerimonia inaugurale che si è svolta il 24 ottobre. Un simbolo della lotta alla sofferenza e alla ma-lattia per dare speranza a chi ogni giorno prova cosa significhi il dolore. Quel giorno erano presenti il sindaco di Dovadola Carlo Adamczyk, il Presidente dell’Opera Pia “Spe-dale G.Zauli” Paolo Lorenzetti e il vescovo di Forlì-Bertinoro Monsignor Lino Pizzi, che ha benedetto l’immagine donata dalla fa-miglia Bianchi Porro e collocata all’ingres-so della struttura. Quindi sono intervenuti Emanuela Bianchi Porro, per tracciare un profilo della sorella Benedetta e il dottor Marco Maltoni, direttore del reparto Cure

Palliative-Hospice dell’Ausl forlivese che ha spiegato come all’interno della struttura, pazienti e famiglie possono affrontare la ma-lattia terminale con disperazione, ma anche come possibilità di crescita. (G.B.)

I venerdì della Locanda

Predappio - Continuano i venerdì della Lo-canda Appennino (via Strada Nuova, 48, San Cassiano di Predappio) con una serie di appuntamenti dedicati alle degustazioni di prodotti tipici locali e serate di musica dal vivo. Il gruppo musicale Brillanti Sparsi sarà presente il 18 dicembre e il 29 genna-io. Grande festa prevista per il 31, con il

Veglione di Capodanno “Gangster of New York” animato dal dj set con Lorenzo Ferri-ni (dal Neroopaco di Formentera) mentre a gennaio, torneranno le esibizioni dal vivo del genere jazz dei Blue Gardenia, l’8, dei Round 3 il 22. Per il 15 gennaio è in pro-gramma una degustazione con il relatore Stefano Berti. (G.B.)

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Page 9: Forlì IN Magazine - 5/2009

Lo sguardo dell’ Arte

Santa Sofia - Il 21 novembre è stata inaugurata la mostra “Guardare con lo sguardo della Mente”, secondo appuntamento della cinquantunesima edizione del “Premio Campigna”, presso la Galleria d’Arte contemporanea “Vero Stoppioni” di Santa Sofia (FC). La prima fase della manifestazione si è aperta con un grande evento dedicato a Mattia Moreni, protagonista indiscusso di varie edizioni del “Campigna”, in occasione del 10° anniversario della sua scomparsa. Sull’onda del successo di pubblico e di critica che ha riscosso l’evento appena concluso, ora si è voluto dare spazio ai giovani e ai nuovi linguaggi dell’arte. È da qui, che parte la sfida di cin-que artisti locali, selezionati dalla curatrice Claudia Casali che espongono un lavoro inedito a tema accanto alle loro opere, documentazione di un consolidato percorso artistico di cui sono testimoni. La mostra, organizzata grazie al con-tributo della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, rimarrà aperta fino al 14 febbraio 2010 con possibilità di laboratori e visite guidate. (G.B.)

Predappio - Il “rosso” è sempre più rosa. Il Master del San-giovese per il secondo anno consecutivo è donna. È stata infatti la toscana Valentina Merolli, sommelier di Firenze ad aggiudicarsi l’ambito riconoscimento nazionale, lasciandosi alle spalle Davide Staffa di Cotignola, Rudy Travagli di Cervia e l’altro toscano Daniele Arcangeli. La sommelier è salita sul gradino più alto del podio conquistando il Trofeo Consorzio Vini di Romagna - 9° Master del Sangiovese, uno dei concorsi enologici più importanti a livello nazionale. Protagonista assoluto è stato sempre e comunque il Sangiovese. Organiz-zato dal Consorzio Vini di Romagna e l’Associazione Italiana Sommelier, in collaborazione con l’Enoteca Regionale e il Comune di Predappio, il prestigioso titolo di vincitore è stato ottenuto dopo una serie di impegnative prove, tra le quali, ovviamente, la degustazione. Valentina Merolli, recentemen-te è tornata a lavorare nella sua città dopo un’esperienza al Ristorante due stelle Michelin “Caino” di Montemerano.

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Page 10: Forlì IN Magazine - 5/2009

Cambio al vertice per le terme dell’Emilia Romagna

Forlì - L’avvocato Iglis Bellavista, assessore al Turismo Cultura e Sport

dell’amministrazione provinciale di Forlì e Cesena, è stato eletto all’unanimità

presidente dell’Unione di Prodotto Terme Salute e Benessere dell’Emilia Romagna,

organismo che riunisce una cinquantina di soci fra pubblici (Comuni, Province e Camere di Commercio) e privati (Centri Termali, Club

Alberghieri). Con la sua elezione, succede a Maurizio Fussi, ex sindaco di Castrocaro.

Per il ruolo di coordinatore regionale è stato confermato Tiziano Tanzi segretario di Confesercenti di Salsomaggiore e Fidenza,

che è al suo secondo mandato esecutivo. Presidente e coordinatore hanno espresso un

ringraziamento a Fussi per il lavoro svolto in questi anni e hanno dichiarato la loro volontà

di puntare sul lavoro di squadra e spirito di gruppo. Fra le novità del piano promozionale 2010 troviamo le offerte di vacanze traversali

cioè il benessere e l’abbinamento tra terme ed enogastronomia, sport, golf e bike,

bambini e famiglie. (G.B.)

Il Palafiera diventa PalaCredito di Romagna

Forlì - Il Palazzetto dello Sport di Forlì, che richiama pubblico da tutta la Romagna

per eventi sportivi, concerti, spettacoli e convention aziendali è diventato PalaCredito di Romagna. L’istituto bancario forlivese, fondato

dall’Amministratore Delegato Giovanni Mercadini, diventa sponsor dell’ex Palafiera per i prossimi tre anni. Obiettivo: contribuire

al rilancio dello storico PalaGalassi. La struttura, ubicata nei pressi del quartiere

fieristico forlivese, negli anni si è confermato un punto di riferimento per concerti,

performance teatrali e musicali (i musical “Cats” e “Mamma mia”, solo per citarne

alcuni che hanno registrato ripetute serate da tutto esaurito nel 2008 e nel 2009), oltre ad essere stato il palcoscenico per eventi sportivi nazionali, come le Final Four di pallacanestro

e le finali della Tim Cup di Volley e campo da gioco dello Yoga Volley (squadra cittadina di

Serie A1 maschile). (G.B.)

The best new motor yacht by Ferretti

Un imprenditore al Ministero

Fort Lauderdale - Lo scorso novembre in Florida, durante il salone nautico, si è svolta la 19° edizione del premio Showboats In-ternational Awards, serata organizzata da Showboats International, uno dei magazine americani di riferimento per la nautica mon-diale e maxi yacht. Nel corso dell’evento, Navetta 33, ammiraglia della linea semi-dislocante di Ferretti Custom Line, è stata insignita di questo importante riconoscimento, per la categoria “Best New Motor Yacht Series Under 40 Meters”. L’imbarcazione è stata selezionata dalla rivi-

sta per l’eccellenza nel connubio design ed esecuzione in perfetto equilibrio tra archi-tettura e cantiere. La serie di barche, desti-nata una navigazione più lenta e silenziosa, è stata ideata per offrire un’esperienza di cro-ciera, a bordo di una “villa” esclusiva, grazie all’unione di qualità e tecnologia. Il premio ha visto raddoppiare il suo presti-gio poiché è stato consegnato direttamente nelle mani di Norberto Ferretti, non solo Presidente e fondatore del Gruppo, ma an-che Armatore di “Ziacanaia”, primo scafo di Navetta 33. (G.B.)

Fratta Terme - L’imprenditore termale ro-magnolo Gian Marco Rossi è stato designato dal Ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla a far parte di una Commissione Ministeriale per la promozione e il sostegno del turismo termale e del benessere. Titolare del Grand Hotel Terme della Fratta di Ber-tinoro e del Grand Hotel Roseo di Bagno di Romagna, Rossi è stato richiesto insieme ad altri nove esperti che dovranno monitorare il comparto e proporre soluzioni, con incontri a cadenza di venti giorni. A nome dell’asso-ciazione Aiceb (Associazione Italiana Centri Benessere) di cui è presidente, ha presentato una proposta di legge per tutelare e garan-tire la professionalità nei centri benessere. Inoltre, come membro della Femtec (Federa-

zione Mondiale Termalismo e Climatologia) è stato invitato in Giappone dove, di fronte ai rappresentanti di oltre 180 paesi di tutto il mondo, illustrerà il progetto sinergico fra pubblico e privato che ha consentito la ria-pertura delle Terme di Fratta. (G.B.)

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Giulietta Capocasa nuovo direttore amministrativo

dell’Ausl di Forlì

Forlì - Giulietta Capocasa completa la triade tutta rosa alla guida dell’Ausl di Forlì.

È lei, infatti, avvocato, il nuovo direttore amministrativo dell’Azienda. La dott.ssa

Capocasa è reduce dall’esperienza all’Ausl di Chieti, dove ha ricoperto per quattro anni lo stesso incarico, dimezzando il disavanzo

economico e centrando gli obiettivi di budget e risanamento assegnati dalle istituzioni

sanitarie abruzzesi e dal Ministero. In precedenza, aveva diretto il Servizio

Provveditorato Economato dell’Asur zona territoriale 12 di San Benedetto del Tronto e

zona territoriale 13 di Ascoli Piceno. Laureata in Giurisprudenza all’Università

di Macerata, la dott.ssa Capocasa si è specializzata in Previdenza, Assistenza e Sicurezza Sociali presso la Scuola di

specializzazione della medesima Università, e ha poi conseguito diversi master, fra cui

un corso di perfezionamento universitario in Programmazione, Organizzazione e Gestione

delle Aziende Sanitarie, all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, e un Corso

di formazione manageriale per le Aziende Sanitarie, promosso dalla regione Abruzzo.

Attualmente, svolge anche attività di docenza in materie giuridiche ed economiche, e vanta

partecipazioni a svariati congressi nazionali e internazionali.

Un caffé con l’ Artista

Premiato il progetto RAEE in carcere

Forlì - Sono le varie forme del linguaggio ad animare gli appuntamenti all’Artista Caffè presso il foyer del teatro Diego Fabbri. Poesia e fotografia, arte e costume, radio e teatro:

il linguaggio si declina in aspetti multifor-mi per animare la rassegna curata da Sil-via Brecciaroli e Paola Cimatti, presidente e vice presidente della società cooperativa Tre Civette di Forlì. Il programma compren-de date e nomi di spicco anche grazie agli sponsor quali CNA, Banca Romagna Coo-perativa, Assicurazioni Generali e Confco-operative Forlì-Cesena che hanno creduto in questo progetto culturale. Gli appunta-menti sono da mercoledì a sabato, ogni po-meriggio diversi, e dureranno fino ad aprile 2010. A gennaio prenderà il via anche un ciclo d’incontri ospitato a Cesena, che avrà come filo conduttore l’arte contemporanea. Protagonisti delle conversazioni del sabato pomeriggio sono personaggi del calibro di Alessandro Baricco e Gabriele Vacis, Marino Sinibaldi e Steve Della Casa, Marco Antonio Bazzocchi e Roberto Cresti, Luca Scarlini e Vittorio Marchis. Tutte le date in cartellone, ben 36, sono ad ingresso gratuito. (L.S.)www.cooptrecivette.com.

Forlì - Il progetto “Raee in carcere” è stato premiato alla fiera Ecomondo. La coope-rativa Gulliver infatti, ha vinto il premio nazionale Cooperambiente nella sezione “cooperare” con il prospetto realizzato gra-zie alla collaborazione del Provveditorato regionale dell’amministrazione peniten-ziaria e direzione della Casa Circondariale di Forlì, con il consorzio Ecolight, Gruppo Hera, Centro Servizi Raee e l’agenzia di formazione Techne. Il progetto mira al reinserimento sociale della persona reclusa attraverso il recupe-ro dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Al momento sono già tre i detenuti impegnati 25 ore la settimana nel progetto. Il loro compito? Smontare le apparecchiature che arrivano dai cen-tri raccolta e separare i materiali in base alla loro qualità. Questa iniziativa è stata ritenuta la migliore pratica ambientale ca-pace di introdurre innovazione di mercato e nuove forme di collaborazione finalizzate alla riduzione dei consumi e all’uso di fonti rinnovabili. (G.B.)

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Il Natale a Cesenatico

Cesenatico - È unico al mondo il presepe di Cesenatico, dove a fare da sfondo alla Natività ci sono le antiche e coloratissime imbarcazioni dell’alto e medio Adriatico. Nella romantica cornice del porto canale leonardesco le barche del Museo della Marineria ospitano la Sacra Famiglia, i Re Magi e tutti gli altri personaggi del presepe, in cui, la notte di Natale, accolto da tre delfini scolpiti, nascerà il Bambino. L’intera cornice è molto suggestiva grazie alla presenza delle Antiche Conserve e delle case colorate che si specchiano nell’acqua del porto canale. Il Presepe iniziato nel 1986 è opera degli artisti Maurizio Bertoni e Mino Savadori, è stato inaugurato lo scorso 6 dicembre con l’accensione delle luminarie. Inol-tre, quest’anno, anche il Museo della Marineria di Cesenatico propone per le prossime festività natalizie una mostra in cui le antiche carte nautiche del mare Adriatico sono protagoni-ste. Circa cinquanta carte tutte provenienti dalla collezione Marco Asta, dai primi esemplari del XVI secolo sino a rag-giungere metà Ottocento, quando la cartografia vede mutare tecniche e i procedimenti. (G.B.)

Forlì - Lo scorso 3 dicembre, nel centro storico di Forlì, di fronte ai musei San Domenico, è stato inaugurato Canto27, un ristorante in cui cucina e tradizione, design e accoglienza si fondono in una gustosa alchimia. La cucina propone i clas-sici della tradizione con le “proposte di giornata” rivisitate e accompagnate da un’ampia scelta di vini dall’etichetta italia-na, prevalentemente della nostra regione. All’interno di un palazzo del ‘700 sapientemente ristrutturato, in una cornice elegante e raffinata che comprende anche un giardino privato e un piccolo terrazzo tra i tetti della città, Canto 27 è costituito da tre sale intime e raccolte, caratterizzate da un arredamento ricercato, giochi di luce dal taglio netto e dedicate a tre grandi temi della cultura: l’Uomo, la Vita e l’Arte. (G.B.)

Canto 27 una gustosa Alchimia

FORLÌ via Copernico, 4/A - tel. 0543.751714 - [email protected]: da lunedì a sabato: 9,30 - 12,30 / 15,30 - 19,30

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testo Andrea Masotti

La nostra Storia

“Anche le città credono d’essere opera della mente o del caso, ma né l’una né l’altro bastano a tener su le loro mura. D’una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda.” (Italo Calvino, Le città invisibili)

“Forlì IN” è nato così. Ponendo domande alla città, alla ricerca di risposte che sa-pessero raccontare il lato migliore della vita di questo territorio, che combatte per diventare grande e difende il suo es-sere “paese”. E in dieci anni, di doman-de, ne abbiamo poste tante. Soprattutto, e non potrebbe essere altrimenti, sono stati i personaggi a risponderci, descri-vendo passo dopo passo i loro percorsi, cresciuti parallelamente a quello di Forlì, a volte accelerando e lasciando indietro la città, a volte rallentando e facendosi sorpassare dagli eventi. Così è cambiata anche la nostra veste grafica, si è rinno-vata per descrivere in maniera anche più accattivante la realtà che scorreva sotto i nostri occhi. Sfogliando la storia delle co-ver (le potete vedere tutte nelle prossime due pagine) passano un decennio di volti e di vite che hanno reso grande Forlì. In tutti i campi: giornalismo, sport, cultu-

ra, arte, medicina, gastronomia, politica, imprenditoria, economia. Abbiamo aper-to il 2000 con Marino Bartoletti, tutt’ora “baffo” inconfondibile nei programmi Rai, poi Norberto Ferretti, “re” della nautica. Abbiamo proseguito Gianfran-co Bolognesi e la sua “Frasca” stellata, allora a Castrocaro, oggi a Milano Marit-tima, con Giancarlo Mazzuca, allora di-rettore del “Carlino”, oggi parlamentare. Quindi Nadia Masini, incontrata subito dopo la sua elezione, o Loris Reggiani, chissà ancora per quanto tempo “voce” del Motomondiale, o ancora Piergiusep-pe Dolcini, copertina di “IN Magazine” negli stessi giorni in cui la Fondazione inaugurava la sua attuale sede. Spesso abbiamo incontrato concittadini che vi-vono e lavorano fuori Forlì, pur restan-done profondamente legati: il poeta Da-vide Rondoni ne è un esempio. Alcune scommesse le abbiamo vinte con largo

anticipo: Simona Galassi “conquistò” la copertina nel 2003, ora è campionessa mondiale, Andrea Dovizioso sorrideva dalla cover già nel 2004, prima di balzare tra i protagonisti della MotoGP, Grazia-no Rinaldini si raccontava nel 2005 e ora presiede il Consorzio Nazionale Servizi. Poi le giovani speranze: Simona Bran-chetti, ad esempio, cover nel 2005 e ora volto del Tg5, o Beatrice Buffadini da qualche mese cast della “Bella e la Bestia” al teatro Nazionale di Milano.Abbiamo voluto dedicare, tuttavia, una pagina speciale alla prima copertina, che cominciava un viaggio arrivato fino ad oggi. Così Riccardo Pinza e Giorgio Ru-sticali, nel 1999 giovani di belle speran-ze che guardavano con fiducia a futuro prodigo di attese, portando sulle spalle un cognome “pesante”, raccontano oggi a cuore aperto la loro crescita di questi anni. Il nuovo “Forlì IN” parte da qui.

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Tutti i volti di Forlì IN

Creare Silvano D’Ambrosio Brindare Frutto Proibito

Forlì

Camminare La Strada dei vini e dei sapori

Anno VII - N. 4 - SETTEMBRE / OTTOBRE 2004 3,00

Concretezza e passione

NADIAMASINI

Dicembre 1999

Celebrare | Tutte le copertine

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Amica per la pelle

MARIA GIOVANNARIGHINI

Amica per la pelle

MARIA GIOVANNARIGHINI

Creare David Sabiu Vincere Forlì Roller

Forlì

Camminare Il borgo di Pianetto

Anno VIII - N. 1 - GENNAIO / FEBBRAIO 2005 3,00

Applaudire Diego Fabbri Volare I fratelli Bezziccheri

Forlì

Approfondire Polo scientifico-didattico

Anno IX - N. 5 - SETTEMBRE / OTTOBRE 2006 3,00

Una vita da protagonistaROBERTO PINZA

PIERGIUSEPPE DOLCINILa Fondazione: un impegno e una passione

CLAUDIO CHIEFFOEra mio padre

MATTEO LUCCAAnatomia dei metalli

LE COSTE DELLA VAL MONTONETesori nel verde

Forlì Anno X - N. 5 - SETTEMBRE / OTTOBRE 2007

®F o r l ì

Anno XI - N. 5 - OTTOBRE 2008

Camminare Pian del Grado Celebrare Contemporanea

Forlì

Approfondire Il terzo settore

Anno IX - N. 6 - NOVEMBRE / DICEMBRE 2006 3,00

Buon lavoro monsignoreQUINTO FABBRI

MASSIMO FOSCHIUna vita in mezzo ai libri

TRA ZTL E PARCHEGGIIl Piano instabile

GIULIA PIOLANTITalento da Circo

VALLE DEL VOLTRETerra di mezzo

Forlì Anno X - N. 6 - NOVEMBRE / DICEMBRE 2007

®F o r l ì

Anno XI - N. 6 - DICEMBRE 2008

DavideRondoniIl poeta che dà voce alla vita

Giuliana Saragoni Maestra in cucina

La crisi in Provincia Tempesta sull’economia

Federico Bellini Il timoniere di Melville

Dirigere è la sua “impresa”Dirigere è la sua “impresa”

ALBERTOZAMBIANCHI

ALBERTOZAMBIANCHI

Crescere Forlimpopoli Applaudire Naima Club

Forlì

Camminare “Ciaspolata” in Campigna

Anno IX - N. 1 - GENNAIO / FEBBRAIO 2006 3,00

Una preside sulle orme di Artusi MARIA BENEDETTA BORINI

Creare Francesco Giuliari Suonare Khorakhanè

Forlì

Camminare Da Tredozio a Gamogna

Anno X - N. 1 - GENNAIO / FEBBRAIO 2007 3,00

Una preside sulle orme di Artusi MARIA BENEDETTA BORINI

®F o r l ì

Anno XII - N. 1 - FEBBRAIO 2009

ImprenditoriaVincenteRoberto GoriniSilvia SpronelliMassimiliano Bonoli

Catia Guerrini Pioniera di dolci tradizioni

Rocche della Val Bidente Tra le pietre della memoria

Locanda Poggianina Effetto francese

®F o r l ì

Anno XII - N. 2 - MAGGIO 2009

Una coppiada Giro

Arnaldo PambiancoErcole Baldini

Imprenditori stranieri Dal mondo a Forlì

Caterina Sforza Sulle tracce della Signora

Progetti e premi Menabó dà "Lezioni d'Europa"

®F o r l ì

Anno XII - N. 5 - DICEMBRE 2009

1999 - 2009Forlì... IN dieci anniLa città raccontata attraverso le pagine della rivista

N U M E R O S P E C I A L E

IN Magazine ripercorre cambiamenti e traguardi che, tra economia e politica, cultura e turismo, gastronomia e sport, hanno trasformato il volto della città e del territorio. Un decennio sotto gli occhi di Aurelio Saffi, l'illustre concittadino che osserva, in silenzio, dall'alto della piazza, la vita che scorre.

ADRIANO MAESTRIAlla guida della “nuova” Cassa

INCHIESTA SUL CENTROLa piazza dei dibattiti

CESARE SIBONITra luce e tenebre

DALLA CITTÀ AL MAREPasseggiando in bicicletta

Forlì Anno X - N. 3 - MAGGIO / GIUGNO 2007 3,00

®F o r l ì

Anno XII - N. 3 - LUGLIO 2009

Due ragazzi"Modello"Benedetta Zoli e Andrea Ghirelli

Ciclabile del Bidente Pedalando nella natura

Ristorante Luciano Carta canta

Forlivesi e... i giardini Siamo al verde

Sempre la più bellaMIRKA VIOLASempre la più bellaMIRKA VIOLA

Creare Tende al Mare 2005 Brindare Pagadebit e Albana

Forlì

Camminare Alle fonti del Tevere

Anno VIII - N. 4 - LUGLIO / AGOSTO 2005 3,00

Ideare Evento ISKO Visitare Passioni in mostra

Forlì

Camminare Tra le “spiagge” d’Appennino

Anno IX - N. 4 - LUGLIO / AGOSTO 2006 3,00

Ritratto di giovane attriceMAZZONI

ELEONORA

VALENTINA MASSIIl segreto della bellezza

PIAZZA DELLE ERBELa notte ti fa bella

MARCO VERSARILa mia base musicale

SENTIERO DELLA MEMORIALa via dei partigiani

VALENTINA MASSIIl segreto della bellezza

PIAZZA DELLE ERBELa notte ti fa bella

MARCO VERSARILa mia base musicale

SENTIERO DELLA MEMORIALa via dei partigiani

Forlì Anno X - N. 4 - LUGLIO / AGOSTO 2007 3,00

®F o r l ì

Anno XI - N. 4 - AGOSTO 2008

Giovanni TorriMonte TiraventoLa Frasca

AlessandraNeri

Bellezza... in pole position

Alessandra Neri Bellezza... in pole position

Giovanni TorriGiovanni TorriGiovanni TorriGiovanni TorriMonte TiraventoMonte TiraventoMonte TiraventoMonte TiraventoLa FrascaLa FrascaLa FrascaLa Frasca

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Anno XII - N. 4 - OTTOBRE 2009

Sindaci aConfronto

Paolo Lucchi e Roberto Balzani

Polo Scientifico-Didattico Università, tra presente e futuro

Rocca San Casciano Chiese e prodigi

Sante Solieri Il medico che ci diede una mano Dicembre 2009

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testo Francesca Miccoli

I “Figli di papà” sono Cresciuti

Riccardo Pinza e Giorgio Rusticali si raccontano al nuovo Forlì IN dieci anni dopo la “loro” copertina. Nel 1999 erano giovani di belle speranze, alle spalle un brillante percorso accademico, all’orizzonte un futuro prodigo di attese.

Dieci anni nella vita di una persona rap-presentano un periodo considerevole, soprattutto se consumati “nel mezzo del cammin” di dantesca memoria. Tanto è passato da quando RiccardoPinza e Gior-gioRusticalisi prestarono all’obiettivo del nostro fotografo. Iduecelebri“figlidi”furonoinfattiivolticopertinadelpri-monumerodiForlìInMagazine. All’epo-ca erano giovani di belle speranze, alle spalle un brillante percorso accademico, all’orizzonte un futuro prodigo di atte-se. In comune il pesante fardello di un cognome importante: Riccardounicoge-nitodiRoberto,Viceministroeprincipedelforo;GiorgioeredediFranco,sindacoall’ombradiSaffiestimatoprimariodicardiologia. Ma come è cambiata la loro vita in questi due lustri? Lo chiediamo ai diretti interessati, oggi uomini che hanno circumnavigato la boa dei fatidici “anta”. “Nel1999eroquasisingle-affermaGior-giosenzatradirealcunrimpianto-.Pochimesipiùtardi,precisamentenell’agosto2000,lamiaesistenzaèstatagioiosamen-tesconvoltadallanascitadiAmelia. La paternità vissuta in età matura rappre-senta un’emozione fortissima. A 35 anni si crede di aver già provato tutto nella vita. Nelsettembredel2001asublimarelagioiaèarrivatoAlberto. “Meraviglio-samente simile il vortice emotivo che ha

travolto il destino di Riccardo,papàditresplendidicuccioli:Alessandro,natopro-prionel1999,Caterinadi7annieilpicco-loTommasodi3. “La vita avrebbe meno senso se non fosse riflessa nei loro occhi”, dichiara Pinza con orgoglio. Passando dal versante umano a quello professio-nale, il percorso di crescita è stato inar-restabile e costante per entrambe gli ex rampolli. “Dieci anni fa ero già commer-cialista e revisore contabile nonché do-cente universitario in revisione aziendale alla facoltà di Economia e Commercio - afferma Giorgio -. Ma da allora credo di essere maturato moltissimo.” “Confesso di aver raggiunto traguardi professionali superiori a quelle che erano le mie aspet-tative di ragazzo”, gli fa eco Riccardo. Il quesito sorge allora spontaneo: è ancora opportuno chiamarli “figli di”? “Pensodiaverdimostratodinonviveredi luceriflessa-chiosaPinza.Tuttavialasciogiu-dicareaglialtri”.“Oranonsonopiùfigliodimamaritodicon-cludescherzandoRusticali. La moglie, Pa-ola Casara, è infatti consigliere comuna-le nelle file del Carroccio. Ma il militare nello schieramento opposto a quello del celebre suocero non è mai stato fonte di “comprensibili incomprensioni”. “Sono orgoglioso di lei, crede molto in quello che fa e gode appieno del mio sostegno. E anche di quello di mio padre”. IN

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Vivere | Dieci anni dopo

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Una “conversazione” con il nostro concittadino più illustre: Aurelio Saffi. Nasce così il racconto di un decennio tutto forlivese. Un’intervista impossibile per mettere a fuoco luci e ombre di un “pezzo” di storia recente denso di significati.

testo Roberto Zoli - foto Giorgio Sabatini

Sguardo sulla Città

La vicenda è surreale, se collocata in una realtà spazio temporale dai contorni defi-niti, ma è suggestiva se la si prende come un gioco della serie “leintervisteimpos-sibili”. A volte certe situazioni nascono a “pelle”, inattese e inspiegabili, parimenti al modo col quale si è stabilita un’impro-babilecomunionediideenientemenocheconAurelioSaffi, la cui statua, perfetta-mente ripulita e protetta dalle esuberanti attenzioni dei piccioni, inesauribili semi-natori di “scorie”, svetta bianca e rilucente al centro dell’omonima piazza. Ed è stato per cercare di individuare i cosiddetti “dissuasori”, abilmente mimetizzati attor-no alla figura del patriota e politico forli-vese che ho notato, stampato sul suo volto, un sorriso tra l’ironico e l’infastidito.

“Nonèchelabassissimatensionechemiavvolge,aprotezionedeivolatili,midi-sturbipiùditanto - ha esordito Saffi, con voce appena percettibile, quasi non voles-se rendere pubblico questo suo sfogo - ma questa aura magnetica entro cui sono col-locato qualche pizzicorino lo procura”. Sono certo che ci sarà qualcuno, scettico e convinto razionalista, che non crederà a questo approccio con il quale l’illustre personaggio ha voluto favorire solo il sot-toscritto. Ma la vita, fortunatamente, non è solo ragione. È anche fantasia e immagi-nazione per cui, chi crede all’impossibile può continuare a seguirmi, per tutti gli altri possiamo attenerci alla regola teoriz-zata dal verso dantesco “non ti curar di lor, ma guarda e passa”.

Egregio Triunviro ora è rilucente ed ele-gante come il ruolo e la sua fama sempi-terna meritano!“Ma va là! Credi forse che la presenza di qualche volatile sulla mia testa o sulla spalla fosse insopportabile? Come pensi sia sempre stato informato delle vicende della città, se non dalla voce gutturale e monocorde dei piccioni?”A proposito di informazioni sulla città, la sua immagine, con alterne vicende, (si pensi allo scoppio ritardato di una bomba nell’agosto del ‘44, durante la Seconda guerra mondiale, che causò gravissimi danni al monumento) campeggia dal 1921 nella principale piazza cittadina che, tra l’altro porta il suo nome. Mi pare, quindi, di poter dire che i forlivesi abbiano un

Essere | Aurelio Saffi

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In apertura la statua di Aurelio Saffi. In questa pagina una poetica piazza Saffi

coperta da una soffice coltre di neve.

occhio di riguardo per chi ha lasciato un segno nella vita politica italiana.“Questo lo sostieni tu, perchè hai la me-moria corta. Io non ne sarei così certo, amico mio. Secondo te è corretto che ad uno statista del valore di Giovanni Spado-lini sia stato dedicato, anni fa, un banalis-simo parcheggio? Certamente si tratta di uno spazio ben rifinito, utile ai pendolari che si servono del treno, a due passi dalla stazione ferroviaria e degli autobus, ma sempre parcheggio è. Mi è stato riferito di una giusta polemica sostenuta, all’epoca, dal Pri locale, ma nulla è cambiato”.Mipiacenotarechenonsisottraealledo-mandedicaratterepoliticopercui...“Ti interrompo subito. Quella fu una po-lemica di qualche anno fa, per cui oggi non suscita emozioni, diverso è parlare di vicende attuali. La mia è una posizio-ne di “marmoreo” statista “super partes” ed è per questo che non voglio che mi si attribuiscano preferenze o simpatie per la politica del terzo millennio che, questo posso dirlo, poco o nulla ha a che vedere con le forti idealità che caratterizzarono il mio periodo, quello risorgimentale”.Un’eccezione alla regola, però, la deve consentire. Nel PD forlivese c’è stato un piccolo terremoto con le primarie dell’an-no scorso, vinte dall’attuale sindaco Ro-berto Balzani che, per 44 voti ha battuto il primo cittadino uscente Nadia Masini. Ma non basta. Nellaprimaverascorsa,perlaprimavoltanellastorialocaledelleelezio-niamministrative,sièarrivatialballottag-gio, fra lo stesso Balzani e il rappresentan-te del centrodestra Alessandro Rondoni. Che cosa significa politicamente?“Significa che non sai leggere le vicende politiche! La risposta è implicita nella do-manda. Se c’è stato un piccolo terremoto nel PD, con la presenza di un nuovo nome

come candidato, è evidente che qualche cosa non ha funzionato o non è piaciuto agli elettori, una parte dei quali, al primo turno, hanno voluto dimostrare il proprio disappunto, poi rientrato al momento de-cisivo del ballottaggio. Tutto qui”. Mi scusi se resto in argomento, ma ho una curiosità. Che cosa resta nel PRI attuale delle idealità che hanno animato la sua storia personale e quella di Mazzini?“Allora, amico mio, sei di coccio. Questi sono argomenti che non voglio affronta-re. Secondo te perchè dovrei, con le mie considerazioni, far arrossire di vergogna molti di coloro che, ancora oggi, si di-chiarano repubblicani? Hai inteso bene? E chiudo l’argomento”.Hocapito,bastapoliticaeparliamod’altro.Sedovessetratteggiareilprofilodelforli-vesetipocomelodescriverebbe?“Impegnato, a volte troppo campanili-sta, coscienzioso, ma un po’ guascone in certi atteggiamenti e non sempre deciso. Disponibile, fondamentalmente buono, anche se facile a volare sopra le righe, generoso quando è convinto della bontà dell’iniziativa, addirittura “pataccone” se opportunamente coinvolto. Attenzione, però, a non essere troppo ingenui. Deb-bo dire, comunque, che, in linea gene-

rale, sono fiero dei miei concittadini!”A proposito di ingenuità mi torna in mente la tragicomica vicenda del “nonno haker” un 70 enne catanese che, tramite internet, aveva truffato, per cifre cospi-cue, ignari cittadini forlivesi o la vicenda dell’aeroporto “Ridolfi”, messo alla ber-lina, nel 2001, da Striscia la Notizia, che aveva evidenziato le carenze nella sicu-rezza dello scalo. Servizio che comportò il trasferimento del prefetto Cesare Ferri e del questore Sergio Travaini, due brave persone, colpevoli solo di ricoprire quegli incarichi. “La storia del nonno haker fu brillante-mente risolta dalla Polizia Postale della Questura di Forlì che trasse in arresto l’anziano. Per il Ridolfi, invece, fu una vicenda dolorosa, nata sull’onda della tragedia delle Torri Gemelle. In effetti la sicurezza all’interno dello scalo era caren-te, nonostante, chi di dovere, avesse già segnalato la necessità di interventi inelu-dibili, pagando, però, non so quanto giu-stamente, il prezzo del ritardo, imputabile ad una sorda burocrazia”.Fino a qualche decennio fa, la piaz-za cheporta il suonomeera, per i for-livesi, luogo di incontro e punto di riferimento dei giovani, che trova-

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vano opportunità per socializzare. Oggi, all’imbrunire, è quasi deserta e “abitata” solo da cittadini extracomunitari.“Non mi dirai che anche tu sei tra coloro che vedono con animo malevolo, quasi razzista, la presenza di giovani e donne di altre etnie. Personalmente non ho dubbi. Lapresenzadialtrecultu-re,seopportunamenteintegrate,costituisceunpatrimoniodacoltivare. E quando vicino al mio piedistallo corrono bambini con la pelle di colore diversa dalla mia, provo l’analogo affetto e simpatia che riservo ai bimbi italiani. E credo non sia necessario aggiungere altro”. Signor Triunviro forse sono di coccio, ma non razzista, e visto che non azzecco una domanda decente, mi dica Lei, allora, quali argomenti intende trattare in questa conversazione.“Buona idea e finalmente, da parte tua, un’intuizione intelligen-te che mi permette di affrontare argomenti “leggeri”. Mipiace,tantoperrestareintema,ricordarel’inventivadeiromagnoli.Penso al prototipo d’automobile che, anziché bruciare i classici carburanti, viaggia ad olio esausto, utilizzando una piccolissima quantità di gasolio solo per la messa in moto. Un progetto stu-diato da un elettrauto forlivese con la collaborazione di un ex camionista inglese, naturalizzato italiano, che hanno scorazzato per le vie del centro su una vettura ad emissione zero. Oppure alla geniale trovata di un’azienda forlivese che è riuscita a solle-vare un intero edificio per consentire il completo rifacimento

delle strutture di base. Cosa che ha dell’incredibile. Ancora più interessante umanamente e socialmente utile, è lo “Scrambler therapy” adottato dall’IRST di Meldola. Uno strumento che riesce ad ingannare il cervello e spegnere il dolore nei pazienti che non trovano giovamento neppure nella morfina. Questa è la Forlì che mi piace, questi i forlivesi che ammiro”. Neanche a farlo apposta, bizzarra coincidenza, proprio mentre pronuncia la parola “ammirazione”, passano al mio fianco due ragazze poco più che ventenni, con jeans a vita ultrabassa, e panorama anatomico lato B in libera vista. Troppo invitante la

Il forlivese? Impegnato, a volte campanilista, coscienzioso ma

un po’ guascone.

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scena per non chiedere all’illustre Triun-viro un giudizio sulla moda del nostro tempo!“Che vuoi che ti dica, figlio mio, “omnia munda mundis”, vale a dire “tutto è puro per i puri”. È il nostro occhio che deve es-sere schietto e adamantino. Solo così tutto ciò che è bello, come lo è la gioventù, non crea scandalo e non induce a considera-zioni molte volte unilaterali e sbagliate. Se però, la tua domanda sottende una rispo-sta personale posso dirti, con orgoglio, che sono stato sposo onesto. E non venire a dirmi che questa rettitudine matrimo-niale mi è stata, in parte, imposta dal fatto che la mia consorte, Giorgina Craufurd Saffi, era ardente mazziniana e, soprat-tutto, esponente del femminismo risor-gimentale italiano. Che cos’è - soggiunge ammiccando - una piccola rivincita perso-nale per i “complimenti” che ti ho elargito durante la nostra chiacchierata?”Sorrido perchè ha colpito nel segno. Vor-reiproporglialtriargomenti,mamiaccor-

gochestannoscendendoleprimeombredellasera. Attorno alla statua di Saffi e nelle panchine adiacenti aumenta la pre-senza umana, con persone che comincia-no a guardare con curiosità e a chiedersi, con sguardi interrogativi, che cosa faccia un attempato signore a naso in su, a po-chi centimetri dalla statua del Triunviro. Difficile, se non impossibile, spiegare loro che c’è in atto una interessante confronto di idee. Meglio, allora, chiudere l’incontro e mi viene spontaneo un caloroso “Ciao e tante grazie per il tempo che hai voluto dedicarmi”. Solo dopo aver pronunciato queste poche parole, mi rendo conto che ho usato il confidenziale “tu”. Rimango interdetto e mi chiedo se ho forse manca-to di rispetto all’illustre Triunviro. Poi mi tranquillizzo. Nel mondo dell’inventiva e dell’immaginazione non ci sono, infatti, categorie sociali, ma solo ampi spazi, dove la fantasia può muoversi autonomamente e costruire immagini libere da ogni co-strizione in orizzonti senza confini. IN

Qui sotto, l’inaugurazione della statua dopo il restauro.

Biografia di un patriota

Nacque a Forlì il 13 ottobre 1819. Si laureò in Giurisprudenza all’università di Ferrara nel 1841 a soli 22 anni. In seguito si trasferì a Roma per compiervi la pratica forense; tornato a Forlì fu eletto consigliere comunale e segretario provinciale. Verso la metà degli anni ‘40 del XIX secolo, Saffi era forte dei sui studi storici che lo avevano emancipato dall’ambiente religioso e politico nel quale era cresciuto, in grado, quindi, di prendere posizione contro il malgoverno della Romagna. Anche gli entusiasmi che aveva manifestato dopo le concessioni costituzionali ad opera di Pio IX, vennero in lui diminuendo, e Saffi si accostò alla fede mazziniana, alla quale rimase fedele fino alla morte. Nel 1848 invocò le necessità di un’assemblea costituente italiana, necessità già proclamata da Mazzini. Fu eletto deputato alla Costituente per Forlì e andò a Roma dove contribuì alla nascita della Repubblica Romana. In sostanza una rivolta liberale che, nei territori dello Stato Pontificio, estromise Papa Pio IX dai suoi poteri temporali. La nuova ed entusiasmante esperienza, che lo vide alla guida della Repubblica come Triunviro, assieme ad Armellini e Mazzini, ebbe però vita breve. Fu, infatti, l’esercito francese di Napoleone III che ristabilì l’ordine pontificio. La Repubblica Romana era vissuta 5 mesi, dal 9 febbraio al 4 luglio del 1848. Di fronte al fallimento di un grande sogno Saffi prese la via dell’esilio che lo vide a Ginevra e a Losanna, dove visse col Mazzini.Partecipò ai preparativi del moto milanese del 6 febbraio 1853, che comprendeva insurrezioni in altre zone della penisola. Fallito il moto, e condannato in contumacia a venti anni di carcere, riparò in Inghilterra, dove nel 1857 sposò Giorgina Janet Craufurd, da allora nota come Giorgina Saffi. Tornerà in Italia nel 1860, raggiungendo Mazzini a Napoli. L’anno dopo fu eletto deputato per il collegio di Acerenza, ma dopo i fatti di Aspromonte decise di dimettersi. Nel suo continuo vagare per l’Europa, tornò a Londra, ma nel 1867 fu di nuovo in Italia. Dal 1872, morto Mazzini, attese alla continuazione della pubblicazione degli scritti dello scomparso (fermi all’ottavo volume), giungendo al volume quattordicesimo. Dal 1877 aveva tenuto lezioni all’Università di Bologna. Morì a San Varano, frazione di Forlì il 10 aprile 1890.

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Governare | Politica e cosa pubblica

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Forlìviveilcontrastoframodernizzazioneeconservazione. Nella sua natura profon-da i forlivesi sono conservatori. Lo erano anche quando hanno scelto, dal 1970 in avanti, giunte di sinistra e di centro-sini-stra a guidare la città. Gli strappi a questa consuetudine sono avvenuti soltanto in conseguenza delle scelte dei singoli sinda-ci. Ognuno con un proprio stile. AngeloSatanassi, un “migliorista” comunista mol-to vicino a Giorgio Napolitano e Giorgio Amendola ha sempre puntato ad un’inno-vazione capace di fare dialogare Forlì con le forze produttive. Proprio nel corso del governo di Satanassi si verificarono gravi crisi industriali, a partire da alcune delle storiche aziende forlivesi. IldecenniodiGiorgioZanniboni, sempre sindaco del Pci, fu contraddistinto da un notevole dinami-smo interno e dalla scelta, rivelatasi felice, della costruzione dell’invaso di Ridracoli. Le crisi di approvvigionamento idrico che sarebbero avvenute senza questa grande opera pubblica avrebbero messo forte-mente in difficoltà il sistema turistico ro-magnolo negli anni Settanta ed Ottanta. La forza di iniziativa di Zanniboni è finita per scontrarsi con una resistenza del siste-ma politico. Il decisionismo di Zanniboni è diventato un elemento di discussione

all’interno del Pci e quando il partito co-munista è diventato prima Pds e poi Ds questo confronto è diventato critico, fino al punto quasi della linea di rottura di relazioni. La nascita del Pd è stata una quadratura nella quale Zanniboni non ha perso l’occasione per ritagliarsi uno spazio che ne conferma la vitalità ideale e politica, sia pure, a volte, giudicata ingom-brante. La gestione come primo cittadino di SauroSedioli, poi diventato parlamen-tare del Pds-Ds, ha fatto i conti all’inizio degli anni novanta con la più grave crisi di legittimazione della giunta Pci-Psi-Pri. In quel periodo Sedioli dovette naviga-re in acque molto procellose. Fu l’epoca in cui fu addirittura arrestato l’assessore all’urbanistica Lauro Biondi, anche se il tempo ha poi quasi del tutto ridimensio-nato le accuse che gli erano state rivolte. Fu il tempo in cui anche altri esponenti socialisti e repubblicani furono lambiti, in città, dal vento di Tangentopoli che nelle grandi città mise in ginocchio un’intera classe dirigente. Le giunte guidate dal medicocardiologoFrancoRusticali sono state contraddistin-te, soprattutto la prima (1995-1999) da una forte iniziativa progettuale. Una buo-na parte delle infrastrutture e dell’attuale

testo Pietro Caruso - foto Giorgio Sabatini

Una città alla ricerca della sua Identità

Un decennio di politica all’insegna del contrasto fra modernizzazione e conservazione. Non sono mancati i colpi di scena, specialmente negli ultimi due appuntamenti amministrativi: dalla discesa in campo di Marino Bartoletti alla nascita del PD e alle primarie, fino allo “storico” ballottaggio tra il candidato sindaco di Centro-sinistra Roberto Balzani e quello di Centro-destra Alessandro Rondoni.

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assetto della viabilità furono impostate allora. Fra l’altro la prima giunta Rusti-cali, perdendo i caratteri dell’alleanza-accordo tutta impostata sulle intese fra le segreterie dei partiti di centro-sinistra, consentì al neo sindaco di scegliere una squadra di assessori di “area” non diretta-mente legati ai partiti e alle loro logiche. Questo schema nel secondo mandato, fra il 1999 e il 2004 subì un logoramento che esplose nell’ultimo biennio in incidenti di percorso il più grave dei quali fu l’abbatti-mento di un manufatto industriale “pro-tetto” nell’area ex-Eridania ristrutturata. Proprio la vicenda delle aree dismesse è stata da un lato una grande novità in ma-teria urbanistica ed edilizia, dall’altro una operazione molto ambiziosa, non priva di contraddizioni e di una notevole comples-sità, nella quale l’equilibrio fra interessi pubblici e privati è stato difficile da con-tenere nell’ambito dei cosiddetti “Accordi di Programma”. Chi osserva quello che,

in questa direzione, è successo negli anni scorsi in città come Genova e Milano se ne rende subito conto. Sul piano della “per-formance” organizzativa e amministrati-va non si può non riconoscere a Franco Rusticali una grande capacità di lavoro. Tra l’altro retta con uno stile di vita molto pesante: mantenere un ruolo come pri-

mario ospedaliero e come sindaco ha vo-luto dire impegnarsi non meno di 12 ore di lavoro al giorno. Certo dal coro delle opposizioni è sempre venuto il monito al sindaco di scegliere in modo assolutamen-te preferenziale gli oneri di sindaco, ma questa scelta è sempre nella coscienza e nelle convinzioni del singolo. Delresto,propriodallaprimagiuntaRusti-cali,lacittàhavissutolanovitàdivedereilprimocittadinoelettodirettamentedaicittadinienonsemplicementeindicatodaquestooquelpartito. Un metodo che ha prodotto dei cambiamenti sicuramente positivi nel rapporto fra politica e ammi-nistrazione. Quando nel 2004 si è arrivati alla scelta di un nuovo candidato sindaco nel Centro-Sinistra ci si è trovati quasi smarriti. Scartate alcune grandi possibilità di can-didati che erano impegnati come parla-mentari, se non uomini di governo (come sottosegretario al tesoro Roberto Pinza) il più forte partito del Centro-Sinistra ha finito per scegliere NadiaMasini. Nadia Masini, dal punto di vista del curriculum politico, non aveva molti rivali. Era stata assessore, giovanissima, durante una giun-ta Zanniboni; era diventata parlamentare e nei governi ulivisti e poi nel primo go-

In apertura il neo-sindaco Roberto Balzani. Qui a fianco, Nadia Masini, primo cittadino di Forlì dal 2004 al

2009, ha raccolto il testimone da Franco Rusticali.

Alla guida della Provincia

L’ultimo decennio in Provincia può essere descritto, in larga parte, con un solo nome: Massimo Bulbi. Nato a Roncofreddo, in provincia di Forlì-Cesena nel 1962, ha ricoperto numerosi incarichi

nell’ambito della cultura, del mondo aziendale e del pianeta della finanza prima di sedere in piazza Morgagni. Nel 1996 il primo ruolo politico di rilievo: Bulbi è assessore alla Cultura, Formazione e Protezione Civile della Comunità Montana dell’Appennino Cesenate. È stato poi collaboratore della Segreteria tecnica di Enrico Letta, ministro alle Attività Produttive, Consigliere Provinciale

nel periodo 1999/2004 e Presidente della II Commissione Attività Produttive a cavallo del

nuovo secolo. Prima di approdare al Pd ha militato nella Dc, nel Partito Popolare e nella Margherita. Bulbi viene eletto per il primo mandato nel 2004

raccogliendo il 64 % dei voti in rappresentanza della coalizione di Centro-sinistra. Alle ultime

amministrative a giugno è arrivata la riconferma alla presidenza di Forlì-Cesena. Vittoria (al primo

turno con il 50, 46 % dei voti). Ecco la nuova giunta, tra conferme e novità. Guglielmo Russo è vicepresidente, gli assessori sono (in rigoroso

ordine alfabetico): Gianluca Bagnara, Bruna Baravelli, Iglis Bellavista, Maurizio Brunelli,

Maurizio Castagnoli, Gianfranco Francia, Luciana Garbuglia, Denis Merloni e Marino Montesi.

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verno D’Alema addirittura sottosegretaria all’istruzione. A 55 anni aveva già trenta anni di esperienza alle sue spalle. La vit-toria nel 2004 di Nadia Masini fu ancora più netta con il 58,7 per cento di quella del 1999 ottenuta da Franco Rusticali, che prese il 56,6 per cento. Solo che la vittoria di Nadia Masini ha pagato un prezzo alto. Infatti furono otto le forze politiche che affiancarono Nadia Masini nello sforzo della vittoria. L’opposizione di Centro-Destra, se pure tutta unita dietro il can-didato MarinoBartoletti, giornalista spor-tivo di fama nazionale, non superò il 35,9 per cento. Sul mandato di Nadia Masini si sono riversate critiche che appartengono, per una buona parte, ad un logoramento del rapporto fra governanti e governati. In certa misura anche da un grado di in-soddisfazione nei confronti dei governi

centrali che si è scaricata sul buongoverno locale. Alcuni scandali, ben montati dal ruolo delle opposizioni, hanno posto alle forze politiche il dilemma se continuare o meno l’esperienza del mandato 2009-2014 sempre sulle spalle di Nadia Masini. Nel frattempo, proprio nel 2007, dal livel-lo nazionale a quello locale si è assistito ad una novità di rilievo: la nascita del Pd. Questo ha portato all’introduzione di un metodo più partecipato nella scelta delle candidature. In questo senso si è infatti in-trodotto il sistemadelleprimarie per sce-gliere il candidato sindaco. Questa regola, auspicata ma non obbligatoria specie se il sindaco ha alle spalle uno solo man-dato, è stata un’occasioneperincanalareunapartedeldesideriodirinnovamentodiunapartedell’elettoratoprogressista. La candidatura di un intellettuale presta- to alla politica come ilprofessorRoberto

Balzani, di tradizioni politico-culturali mazziniane, ma senza tessere di partito dal 1994 alla nascita del Pd e che alla fine del 2008 ha vinto le primarie di uno soffio (44 voti) contro il sindaco uscente Nadia Masini è diventata sinonimo di innova-zione. È vero però che labattagliaperottenerelavittorianelgiugnodel2009èstatalapiùdifficileedemozionantedaalmenoqua-rantaanniaquestaparte. Infatti contro Balzani il Centro-Destra è riuscito, dopo una lunga querelle interna durata alcuni mesi, a scegliere il giornalista Alessan-droRondoni, direttore del settimanale cattolico “il Momento”. Rondoni è l’uni-cocandidatochesiariuscitoamandarealballottaggiounsindacodiCentro-Sinistra. Poi nello scontro finale ha dovuto cedere 55 per cento contro 45 per cento, ma la sua è stata la “migliore” sconfitta che un esponente di Centro-Destra abbia subito dall’introduzione del sistema elettorale di voto diretto del sindaco dal 1995 ad oggi. Ora alla prova, in periodi difficili, c’è la giunta Balzani. IN

A destra, Marino Bartoletti, candidato di Centro-destra che

sfidò Nadia Masini. Sotto, l’ultimo duello per il Municipio tra Roberto

Balzani e Alessandro Rondoni.

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Approfondire | Economia e commercio

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Una città immobile, adagiata su se stessa. O no? Solo a prima vista il quadro economico e sociale è rimasto immutato nell’ultimo decennio. Rilancio del centro storico, sviluppo internazionale delle imprese e necessità di investire in formazione e ricerca. Queste le sfide del prossimo futuro, dopo un decennio interlocutorio, che tuttavia, proprio qualche mese fa, ha visto primeggiare la Provincia nella innovativa classifica del “benessere”.

testo Fabio Gavelli - foto Giorgio Sabatinitesto Fabio Gavelli - foto Giorgio Sabatini

Tra crisi e Sviluppo

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Dieciannifasidiscutevadelrilanciodelcentrostorico,dellanecessitàperleim-presediaccrescereilloropesointerna-zionale,delbisognodiricavarelinfadallefacoltàuniversitarie. Proprio come oggi. Nel tessuto produttivo continua a domi-nare la piccola impresa, non si è assistito a new entry fra le aziende leader, nessuna società con sede legale a Forlì è attual-mente quotata in Borsa. Una città immobile, adagiata su se stessa, come pretende qualcuno? No, se si ap-profondisce il quadro. Solo a prima vista l’identikit economico-sociale è rimasto immutato nell’ultimo decennio. Innanzituttoècambiatalacomposizionedemografica, con i cittadini stranieri re-sidenti passati dall’1,6 al 9,5%. Altri dati significativi: all’aeroporto si è balzati da 22 mila passeggeri all’anno a 770 mila, si è consolidata la presenza universitaria, le aperture dei musei del San Domenico e di attività commerciali come il MegaForlì hanno ridisegnato pezzi di mappa cittadi-na, con riflessi anche sul versante econo-mico. Si può partire da qui, dal cuore del-la città, dai locali (ristoranti, pub, pizzerie e birrerie) che sono stati aperti o rimo-dernati anche sulla spinta di una popo-

lazione universitaria forte di 6 mila e 200 studenti (un terzo provengono da altre regioni) e di 500 fra docenti e ricercatori. Allo stesso tempo ilcentrosièsvuotatodinegozitradizionali,stradecomecorsoDiazeviaGiorgioRegnolisoffronodiunavistosaritiratadeglioperatori, messi in ginocchio soprattutto dalla recessione e dai cambiamenti nei modelli di consumo. Un centro dinamico per alcuni versi e di-sagiato per altri, che resta il nodo decisivo per la riqualificazione urbana.Se ascoltare per le vie studenti conversare in inglese, spagnolo o russo e incontra-re comitive di turisti veneti e lombardi la domenica mattina era un fatto del tutto insolito fino a poco tempo fa, è innegabile che Forlì non sia più assente dalle rotte culturali. E la cultura produce non solo socialità, ma anche reddito. Purtroppo il notevole successo delle mostre d’arte al San Domenico non è ancora stato accom-pagnato dalla crescita di servizi adeguati per i visitatori.Non poteva essere una sorpresa la flessio-ne, in termini di fatturati, unità produtti-ve e occupati, delle imprese che ruotano attorno ai settori industriali tradizionali - agroalimentare, legno e mobile imbottito,

Via Giorgio Regnoli, recentemente al centro di nuovi lavori, soffre di un abbandono da parte delle attività commerciali. In apertura gli operai di un formificio.

Agricoltura: la forza del cambiamento

Il sistema agroalimentare nella nostra provincia ha visto nel decennio appena trascorso un notevole balzo in avanti. “Negli ultimi 6 anni la nostra produzione agricola è aumentata fortemente portando la Provincia di Forlì-Cesena dal penultimo al primo posto in Emilia-Romagna con una produzione lorda vendibile di quasi 700 milioni di euro ai quali si aggiunge un fatturato del prodotto lavorato di quasi un miliardo di euro” spiega l’assessore provinciale all’agricoltura Gian Luca Bagnara (nella foto). “La filiera di circa 1,6 miliardi di euro crea un indotto altrettanto grande, ad esempio per logistica, macchine lavorazione prodotti, packaging, servizi - continua - Tale crescita però nasconde forti sofferenze nella perdita di redditività della parte agricola mentre cresce la fase di lavorazione e commercializzazione”. C’è anche qualche ombra: “Il settore agricolo rappresentato da oltre 8 mila aziende è segnato da una perdita costante di circa il 6 percento di imprese all’anno: poiché non vi sono alti e bassi in questa uscita significa che non sono le crisi di mercato a determinare questo trend quanto l’anagrafe degli imprenditori. Appena un 30% si può considerare economicamente vitale e con la presenza di giovani sotto il 40 anni”. E la crisi è arrivata anche da noi? “Rispetto agli altri settori, il 2008 è traghettato bene mentre la crisi si è fatta sentire nel 2009. Questo sta determinando una riduzione delle colture che richiedono un forte impegno di manodopera (ortofrutta, ndr) ed un orientamento ad una gestione minima che preserva il vero bene economico che è il terreno - prosegue Bagnara -. Tuttavia, rispetto, ad altre regioni italiane ed europee il nostro sistema agroalimentare sta mostrando segni di reazione e volontà a cambiare. È forte la spinta a riorganizzare le filiere, brevi o di nicchia per rapportarsi con i mercati locali, o lunghe per andare sui mercati internazionali. Questo fa sperare che la grande capacità organizzativa che ha sempre caratterizzato la Romagna permetterà di traghettare il sistema anche attraverso questa crisi”. (L.S.)

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metalmeccanica di subfornitura - perché i settori definiti “maturi” sono sempre più esposti alla concorrenza dei Paesi con un costo del lavoro molto basso. Generaliz-zare sarebbe tuttavia sbagliato, perché accanto ad aziende decotte o in grave dif-ficoltà, altre prosperano floride. Gli studi mettono in luce che la risposta migliore è giunta da chi è stato in grado di fornire un prodotto con maggior contenuto tec-nologico e riesce a esportare, soprattutto nei mercati emergenti. Occhipuntatialloraall’Università. La ri-chiesta di laureati da parte delle imprese locali che era appena dell’1,6% nel 1999,

si è alzata di recente al 6,2%: percentuali tuttavia ancora esigue. Da poco sono stati lanciati progetti che hanno l’obiettivo di facilitare l’inserimento dei neo-laureati nelle aziende del territorio. DallefacoltàdiIngegneriaedEconomia,peresempio,sonouscitigiovanichehannotrovatopostoinindustriedilivellointernazionale e cen-tri di ricerca: una soddisfazione per gli studenti, meno per il contesto sociale.Con la nascita nel 2005 della scuola Enav per i controllori di volo, Forlì conta su un polo tecnologico-aeronautico unico in Italia. Il recente boom di passeggeri al Ridolfi si deve tuttavia alla scelta di aver

Qui a fianco studenti del Polo universitario forlivese.

Centro storico, croce e delizia

Il centro storico, croce e delizia di ogni amministrazione comunale, come è cambiato in questi due lustri? A rispondere è Gabriele Focacci (nella foto), titolare di Effedue proprio in pieno centro cittadino e presidente del Consorzio (Co.Di.Ce) che si occupa di promuovere il cuore di Forlì. “Le attività commerciali sono diminuite negli ultimi anni, questo è innegabile - esordisce Focacci -. La recente crisi ha influito, ma non solo. Parecchie attività non hanno trovato il necessario ricambio generazionale e negozi spesso vetusti e non rinnovati sono rimasti sfitti”. Gli esempi sono lampanti: “Parlo di via Regnoli, che dopo l’insediamento di comunità straniere si è svuotata, di porzioni di corso Diaz e corso Garibaldi che non si sono rigenerate” continua. Anche se toccata marginalmente dall’Iper “infinito” che ancora è congelato alle porte dell’abitato, “come tutte le altre città della Regione anche noi abbiamo risentito dell’insediamento di questi centri commerciali nati se non proprio a Forlì, a corona - continua il presidente di Co.Di.Ce -. Ma non drammatizzerei. I flussi e riflussi delle attività sono parte integrante della nuova realtà. C’è ancora una buona imprenditoria nel cuore cittadino che crede nel futuro e io penso, come tanti miei colleghi, che il vero centro commerciale sia il centro della città dal quale si vede, alzando gli occhi, uno spiraglio di sole”. (L.S.)

Norberto Ferretti, la sfida della nautica

Fin dal 1968, anno in cui ha fondato la Ferretti Nautica a Bologna, Norberto Ferretti è attivo nel settore della nautica da diporto. La storia del brand parte con i primi cantieri inaugurati dai fratelli Norberto e Alessandro Ferretti a San Giovanni Marignano e, nel 1987, con i nuovi Cantieri Ferretti Craft a Forlì, tuttora sede principale del Gruppo. Oggi Norberto Ferretti, insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro nel 2000 e di una Laurea “Honoris Causa” in Ingegneria Navale dalla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Genova nel 2004, è Presidente del Gruppo Ferretti. Il Gruppo è tra i leader al mondo nella progettazione, costruzione e commercializzazione di motor yacht di lusso, con un portafoglio unico di nove tra i più esclusivi brand della nautica mondiale: Ferretti Yachts, Pershing, Itama, Bertram, Riva, Apreamare, Mochi Craft, Custom Line e CRN. (F.R.)

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puntato sul turismo low cost (Ryanair fino al 2008, poi soprattutto Wind Jet), che ha scavato voragini nei conti della Seaf e in particolare del suo azionista di riferi-mento, il Comune di Forlì. Le compagnie chiedono, infatti, garanzie in termini di biglietti “prepagati” e le amministrazioni si sono indebitate, confidando su un ritor-no economico per il territorio il cui calco-lo lascia comunque parecchi dubbi. Per il futuro si conta sull’avvento dei privati, operazione complessa e dagli esiti incerti

se sivalutachenel2009Seafchiuderàconunpassivodioltre6milioni.Sono stati dieci anni importanti anche per l’altro pilastro del tessuto produttivo forlivese, lanautica. AttornoaungruppoleadercomeFerrettihaspiegatoleveleunacostellazionediimprese, alcune delle quali attive già trent’anni fa. È un merca-to che risente dei cicli economici: la barca è un prodotto di nicchia, che si estende in periodi di crescita economica, a meno che non si venda in tutto il mondo; ma

solo le maggiori “firme” riescono a farlo. Questo spiega la contrazione degli ultimi due-tre anni, che ha coinvolto in varia misura quasi tutte le aziende locali.Apertura e incertezza possono dunque essere le parole chiave per interpretare un periodo tutt’altro che avaro di tra-sformazioni. Incertezze anche sul fronte lavoro, visto che a fine millennio il con-tratto a tempo indeterminato era propo-sto a quasi il 60% degli assunti e di recen-te il “posto fisso” è riservato ad appena un quarto dei nuovi ingressi nel mondo produttivo.Si sono inoltre gettate le basi per una serie di strutture che modificheranno la geogra-fia forlivese. Il campus universitario, che potrebbe davvero dare un volto europeo al centro storico; l’ipermercato di Pieve-acquedotto, sul quale si fanno previsioni contrastanti; il completamento del sistema tangenziale, che dovrebbe alleggerire il centro città dal traffico. Ma in un territorio caratterizzato da settori industriali maturi, la vera sfida per le imprese si giocherà sul terreno della conoscenza e delle tecnologie eco-compatibili; mentre i progetti di filiera “corta” (mercati contadini, vendita diretta, gruppi d’acquisto solidale e ristoranti a km zero) sono la prospettiva più fondata per un agroalimentare di qualità. IN

Lo scalo forlivese ha investito tutto sul turisto low cost. L’aeroporto Ridolfi è al centro di numerose polemiche.

La “questione” aeroporto

L’Aeroporto di Forlì, anche se al centro di diverse polemiche, rappresenta un punto importante nello sviluppo della città. Negli ultimi 10 anni, ha visto non solo un incremento del traffico aereo

e come conseguenza nel numero di passeggeri, ma anche un allargamento strutturale mirato ad offrire un sempre migliore servizio. Nel 1999 infatti, il movimento degli aeromobili era di 2373,

con un traffico di passeggeri di circa 24mila unità. Dieci anni dopo, questi numeri sono aumentati in maniera esponenziale: 8256 i movimenti aeromobili per circa 700 mila passeggeri.

Nel 2006 la Seaf (Società Esercizio Aeroporti Forlì) ha conseguito il “certificato Aeroporto” da parte di ENAC (Ente nazionale Aviazione Civile), certificazione che sta ad indicare che la società

ha superato tutte le verifiche riguardo la sicurezza delle infrastrutture, degli impianti e delle operazioni aeroportuali.

Dal 2004, invece, sono state potenziate alcune strutture per migliorare i sevizi erogati: aumento banchi check-in da 7 a 11, due postazioni di controllo sicurezza passeggeri, ampliamento sala

partenza con 10 gate d’imbarco, nuova biglietteria, ampliamento parcheggi da 145 a mille posti per un totale di 19mila metri quadri e il rifacimento del manto della pista di volo.

Un cambiamento importante nelle tratte del Ridolfi è avvenuto lo scorso anno con l’uscita della compagnia Irlandese Ryanair sostituita dall’arrivo di Wind Jet che attualmente offre 15 tratte da e verso Forlì dalle principali capitali europee ed alcune località italiane quali Catania, Palermo,Cagliari, Olbia e

Lampedusa. L’ultimissima novità del Ridolfi, dal 25 ottobre scorso, una tratta Forlì-Roma. (F.L.)

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testo Gabriele Zelli - foto Giorgio Sabatini

Lavori in CorsoUn’anatomia in continua evoluzione. Si può definire così il cambiamento infrastrutturale di Forlì. Un resoconto di come sono mutati i luoghi e i flussi cittadini, che passa dalle rotonde alla nuova tangenziale e arriva fino alla questione aeroporto.

Costruire | Infrastrutture e urbanistica

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LaViaEmilianonèunasemplicestrada,maèl’assegeneratoreecaratterizzantediunaregione, è l’identità stessa dell’Emilia - Romagna e questo non da oggi ma dall’età romana, da quando è nata. Una via che ha esercitato un fascino davvero speciale nei confronti di tanti scrittori e fotografi.Un paesaggio e una realtà economica rimasti pressoché immuta-ti per secoli. Poi dalla metà dell’800, quasi in concomitanza con i moti risorgimentali, cominciò ad imporsi l’idea della ferrovia come strumento per conquistare il territorio. In quel periodo, come documentato dallo storico Mario Proli, diversi “furono i progetti elaborati: dall’importante linea di attraversamento dell’Appennino alle ferrovie minori e alle tramvie extraurbane. Una consistente quantità di materiale tecnico e di proposte politiche destinate a non tramutarsi in concrete realizzazioni, con la sola eccezione della tramvia Meldola-Forlì-Ravenna”.LaferroviaBologna-Forli’Nello stesso periodo si realizzò la tratta Bologna-Rimini inizial-

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mente su un unico binario. Risale al 1861 l’arrivo di questa ferrovia a Forlì e la co-struzione della prima stazione ferroviaria che rimase attiva fino al 1927, anno in cui fu inaugurato il nuovo fabbricato in fondo all’attuale Viale della Libertà.Lanuovaferroviadeterminòuncambia-mentoeconomicodinotevoleportataein-cisefortementeanchesullamentalitàdeiforlivesi che si fece più aperta, più disposta ai commerci a lunga distanza. Le istituzio-ni cittadine, guidate dal Prefetto, chiesero ed ottennero la costruzione di una “nuova grande e bella stazione” che fu inaugurata nel 1927 dopo essere stata realizzata come da progetto dell’ingegner Ezio Bianchi sul modello dei nuovi edifici ferroviari a più piani di Verona e Milano.L’imponenza della stazione e il nuovo viale d’accesso al centro aveva alle spalle disegni di politica ferroviaria e urbanistica impor-tanti ed ipotesi di grandiose prospettive. Lo scalo di Forlì non divenne però quel nodo di traffico merci e viaggiatori che era stato prefigurato. Anzi, proprio alla fine dell’anno 1929, veniva chiusa la tramvia Meldola-Forlì-Ravenna, perché considera-ta vecchia ed inefficiente. IlnuovoscalomerciNel corso dell’ultimo decennio le Ferrovie dello Stato hanno realizzato un nuovo ed importante scalo merci fra Forlì e Forlim-popoli. L’obiettivo è quello di favorire il trasporto delle merci su ferrovia ed è per questo che è stata costruita una moderna e funzionale struttura che alla sua entrata in funzione, fra pochi mesi, decreterà la chiusura di quelli di Cesena, Santarcange-lo e quello cittadino.LetangenzialiMentre per tutto il periodo del fascismo la città fu sede di continui e importanti cantieri che in molti punti ne cambiaro-no la fisionomia e ne determinarono le vocazioni economiche occorre aspettare gli anni ’60 del ‘900 per annoverare una

In apertura, operai al lavoro per la costruzione della nuova tangenziale.

In questa pagina il cantiere del campus universitario. Nella pagina a

fianco, lo scalo merci situato tra Forlì e Forlimpopoli.

Campus, la storia “infinita”

Dal 2000, quando è stata posata la prima pietra, il Campus universitario di Forlì ha iniziato a delineare la sua presenza in città. La prima fase è stata completata nel 2005 con la consegna del padiglione Giulietta Morgagni e il padiglione Gaddi, oggi sede di Scienze politiche. In via di completamento il padiglione Celtico che verso febbraio del 2010, diventerà sede dell’alta Formazione e Master. In corso d’opera anche l’ex lavanderia e l’ex farmacia che a metà del prossimo anno diventeranno l’area mensa e caffetteria, mentre ad ottobre verrà completato il padiglione d’ingresso. Ancora da iniziare i lavori relativi al Trefolo, una struttura composta da tre blocchi e delle relative aule didattiche, una struttura da 9600 metri quadri. Lo scorso 5 novembre è stato infatti annunciato che il gruppo capeggiato da Conscoop Forlì ha vinto la gara di appalto, battendo gli altri 58 concorrenti, per la costruzione di questa importante struttura. I lavori inizieranno all’inizio della prossima primavera e termineranno all’incirca verso il 2013. (F.L.)

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vera grande rivoluzione viabilistica e cioè la costruzione dell’au-tostrada A14. Lo sviluppo dei mezzi su gomma, straordinario come dimensioni, caotico nella sostanza e purtroppo nocivo per la salute, impone dopo pochi decenni l’ampliamento della sede autostradale e l’adeguamento della viabilità ordinaria. A Forlì risale al 1990 l’apertura del primo tratto dell’Asse di Arrocca-mento a due corsie, mentre il progetto ne prevedeva quattro, da Villanova al Cimitero Monumentale. Poi bisognaaspettarecirca15annipervedereavviatiiprimilavoriperduetrattidiTangenzialeEST, ora già funzionanti, e qualche anno in più per mettere mano al raddoppio e al completamento dell’Asse di Arroccamento che, una volta completato, collegherà rapidamente Villanova con le zone industriali-artigianali di Coriano e Villa Selva e vicever-sa. Contestualmente la Provincia di Forlì-Cesena ha approvato e finanziato i progetti per proseguire la Tangenziale est verso Predappio, fin oltre il centro abitato dei quartieri di Grisignano e Collina (sono già avviati i lavori per il tratto che congiungerà l’attuale tangenziale con la via Monda) e l’ANAS ha in corso di svolgimento la gara d’appalto per l’aggiudicazione dell’intervento che congiungerà la Tangenziale, dalla rotonda di via Mattei, con il casello autostradale. NelgirodipochianniForlìrecupereràunritardochesembravaincolmabileconunaviabilitàdicirconvallazionemodernaefun-zionale, come lo è il nuovo tratto di Tangenziale est attualmente percorribile, capace anche di decongestionare le strade storiche. Per completare il quadro mancano il progetto e i fondi per la tangenziale ovest con il collegamento San Martino in Strada - ospedale - Villanova. Questo è il vero obiettivo sul quale le Ammi-nistrazioni pubbliche dovrebbero far convergere la loro attività politica e amministrativa per dare risposte definitive a importanti quartieri e alla necessità di raggiungere più velocemente alcuni

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Alla ricerca dell’eccellenza

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servizi essenziali come l’Ospedale, o dare una viabilità adeguata a nuove strutture come il carcere.LerotondeLa viabilità cittadina è stata notevolmente modificata e in molti casi resa più veloce per merito delle numerose rotonde rea-lizzate in sostituzione degli impianti se-maforici o per mettere in sicurezza diversi incroci particolarmente pericolosi. Fino ad una decina di anni fa la sola grande rotonda che quotidianamente consenti-va la distribuzione dell’intenso traffico

proveniente da ben sei strade era l’ellisse di piazzale della Vittoria. Il luogo fu siste-mato in questo modo perchè si ragionava di realizzare sul sedime del vecchio Giar-dino Pubblico un nuovo “Foro urbano” del quale il Monumento ai Caduti avrebbe fatto da meta. L’aereoportofrapassatoepresenteNel 1936, al momento della sua inaugu-razione, l’aeroporto militare di Forlì era ritenuto, per i suoi impianti, il maggiore d’Italia.

Poi, come gran parte della città, lo scalo fu travolto dal passaggio del fronte. Ri-partì negli anni ‘70 un significativo inte-resse per le sue sorti e in particolare per farlo diventare un centro vitale dell’eco-nomia romagnola. Sta di fatto che fra innumerevoli difficoltà la struttura ini-ziò pian piano a diventare un punto di riferimento per diverse compagnie aree che iniziavano la loro attività nel campo dei voli a basso prezzo. Allostatoattualelasituazioneèestremamentecriticaper-chèilbilanciodellasocietàdigestione,la

SEAF,faregistrarepesantipassivi. Ciò è determinato da cause locali e nazionali, come: la mancanza di regole, se non quel-le imprevedibili del mercato, la mancanza di una programmazione dell’attività degli aeroporti a livello regionale e nazionale, oltre alla totale assenza, a questo punto diventata vera e propria latitanza, di co-muni come Ravenna, Cesena e di quelli della costa come Cervia e Cesenatico che ne potrebbero trarre un grande vantaggio convogliando sul Ridolfi i voli turistici.

In alto, il complesso dell’ospedale Morgagni-Pierantoni.

Morgagni-Pierantoni Avanguardia forlivese

Il 17 gennaio 2004, è stato inaugurato il nuovo padiglione Morgagni, all’interno dell’ospedale Morgagni-Pierantoni di Vecchiazzano, al termine di un percorso condiviso per circa due anni da professionisti, Azienda Usl, cittadini ed enti locali. Si tratta di una struttura innovativa sia sotto il profilo architettonico e tecnologico, sia per la filosofia sottesa alla sua costruzione, tanto da costituire un punto di riferimento non solo per Forlì, ma a livello nazionale. L’apertura del nuovo Morgagni, che si estende per 62 mila metri quadrati, di cui 2.154 dedicati al Pronto Soccorso, grazie all’impegno del dottor Massimo Pieratelli e dei professionisti che l’hanno affiancato è stata un’opportunità per ripensare l’intera organizzazione, innovando i percorsi assistenziali e creando percorsi differenziati tra pazienti acuti e non acuti. Nel nuovo Morgagni le vecchie divisioni scompaiono: il posto letto non è più il parametro di riferimento, sostituito da processi di diagnosi e cura che seguono percorsi integrati, con le tipologie di degenza adattate all’intensità di cura e all’assistenza richiesta. Nel marzo 2006 è stata inaugurata l’U.O. di Senologia, che negli anni ha conosciuto un costante sviluppo. Nel 2008, per esempio, l’unità ha trattato 400 nuovi casi di tumori alla mammella, 100 in più rispetto al 2007. Sempre nello stesso anno sono stati aperti il reparto di Neonatologia di secondo livello, per assistere i neonati con patologia di gravità intermedia e l’U.O. di Endocrinologia e malattie Metaboliche, dotata di sei posti letto. Dal 2007, il fiore all’occhiello del Morgagni- Pierantoni è il parto senza dolore in epidurale, che ad oggi ha raggiunto un numero di 434 analgesie epidurali su 2727 parti. Notevole l’investimento tecnologico effettuato in questi ultimi anni. Le attrezzature più avveniristiche sono il robot chirurgico Leonardo Da Vinci, in funzione da Marzo 2007, che consente una maggiore precisione d’intervento, e la scatola nera per monitorare, registrare e visualizzare tutto ciò che accade durante un intervento chirurgico. Un percorso unico in Italia è poi il sistema informatizzato per la gestione del farmaco in monodose, attraverso l’utilizzo di codici a barre. L’Ospedale dispone anche di due risonanze magnetiche Pet-tc e di un analizzatore del campo visivo Matrix, che permette una diagnosi molto precoce del glaucoma. Insomma, un ospedale che ha saputo e sa costantemente mettersi al passo con i tempi. (F.L.)

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Nel frattempo nel corso di questi ultimi dieci anni la città ha saputo creare attorno all’aeroporto e in base alla sua presenza un vero e proprio Polo Tecnologico Aeronauti-co con ampie possibilità di sviluppo. Il Polo è caratterizzato dalla nuova sede dell’Istitu-to Tecnico Aeronautico “Francesco Barac-ca”, dalla sede nazionale per la formazione dei controllori di volo dell’ENAV e dalla seconda Facoltà di Ingegneria dell’Univer-sità di Bologna. Tutte queste realtà hanno possibilità di consolidarsi e addirittura di ampliarsi; è il caso dell’ENAV che ha già avviato i lavori per dotare la scuola di ulte-riori laboratori, oltre a spazi per lo studio

e la formazione. Così pure della Facoltà di Ingegneria per la quale il Comune di For-lì ha ormai completato le procedure per la costruzione di una moderna e grande struttura capace di ospitarne i laborato-ri. Nello stesso tempo SEAF ha approvato un nuovo piano industriale che prevede obiettivi ambiziosi come l’apertura ai pri-vati nella gestione; l’avvio di una scuola di formazione per i piloti su un terreno già acquistato dal Comune; la possibilità di re-alizzare strutture capaci di ospitare offici-ne dove poter sottoporre gli aerei, anche di compagnie che di solito non fanno scalo in città, alle manutenzioni programmate. IN

Qui a fianco, una delle rotonde che caratterizzano la nuova viabilità cittadina.

Irst: a Meldola ha sede l’eccellenza

Forlì ha una vera eccellenza, riconosciuta a livello internazionale. E’ l’IRST di Meldola, Istituto Scientifico Romagnolo per lo studio e la cura dei tumori. La nascita della struttura nel 2007 ha prodotto uno dei cambiamenti più importanti nell’ambito oncologico. Come ha ricordato durante il taglio del nastro il

professor Dino Amadori, direttore scientifico del polo, è il risultato di “un lungo e faticoso lavoro, reso possibile da una virtuosa sinergia fra settore pubblico e privato”. Il centro ha come punto di forza la

ricerca traslazionale, che consente la più rapida applicazione clinica delle ricerche scientifiche, ed è parte costitutiva di una rete integrata e collegata per via informatica. Il professor Amadori ha anche

ricordato i meriti dello Ior, Istituto oncologico Romagnolo, nella realizzazione dell’Irst: “In 30 anni ha profondamente inciso sul territorio, non solo mettendo a disposizione fondi per la ricerca e favorendo la collaborazione fra gli oncologici, ma anche diffondendo una cultura di solidarietà sociale. E l’Irst nasce

proprio dalla solidarietà di tutti”.

Aree che cambiano volto

Di lavoro per gli anni a venire ce n’è ancora tanto ma nell’ultimo decennio, a Forlì, diverse zone hanno cominciato a cambiare il proprio volto. Si tratta, in particolare, di spazi dalla forte valenza pubblica, ma dismessi in corso di recupero. L’attenzione cade inevitabilmente sull’ex Mangelli, l’ex Forlanini e l’ex Cantina sociale. Tre aree non completamente interne al centro storico, ma annesse in maniera molto sensibile. Aree che avrebbero potuto dare - e ora, quando saranno conclusi i lavori, daranno alla città -, un impatto molto diverso per il futuro. Lavori cominciati ma non ancora giunti a termine: si tratta di zone con problematiche di connessione col cuore pulsante cittadino, di appeal estetico e, non ultimo, di “composizione architettonica”. Per il vastissimo spazio dell’ex Mangelli ad esempio, che si estende su 131.632 metri quadrati, è stata sostanzialmente portata a termine la bonifica dall’amianto e in futuro oltre 30mila metri quadrati diventeranno un’area verde. L’altro spazio che ha completamente cambiato l’assetto urbanistico è inevitabilmente il San Domenico. La zona ha raggiunto un livello di accessibilità molto alto, ha creato nuovi percorsi, è tornata a nuova vita. Il nodo da risolvere perché questa fetta di Forlì raggiunga ancora quell’appeal che le manca rimane piazza Guido da Montefeltro. Interventi significativi già efficacemente portati a termine hanno interessato l’edificio del Monte di Pietà in corso Garibaldi, oggi sede della Fondazione Cassa dei Risparmi. Cominciati nel gennaio 2005 e conclusi due anni dopo i lavori hanno riguardato diversi ambiti progettuali, dal risanamento conservativo alla nuova dotazione di impianti tecnologici. L’intervento è stato affidato alle capacità dell’architetto forlivese Roberto Gherardi e di un composito team di professionisti. (L.S.)

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Applaudire | Arte e spettacolo

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Una nuova identità, legata all’arte e allo spettacolo, ha caratterizzato gli anni 2000. Mai come in questo periodo la città è rinata sotto l’aspetto culturale, grazie al teatro, alle ristrutturazioni di edifici storici e, anzitutto, all’apertura del San Domenico, che ha trasformato Forlì in una nuova meta del turismo internazionale.

testo Roberta Brunazzi - foto Giorgio Sabatini

Il decennio della Cultura

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Che Forlì non sia propriamente inserita tra le città d’arte codificate dalle guide tu-ristiche è un fatto. Niente stella nella guida del Touring Club per il “cittadone” roma-gnolo, descritto come “capoluogo di pro-vincia che sorge sulla via Emilia, in fertile plaga agricola, dove le valli appenniniche del Montone e del Rabbi sboccano nella piana”. Visto con gli occhi del Touring par-rebbe un paesone disseminato di malghe e campi coltivati, luogo perfetto per un pic-nic o un’abbuffata di prodotti tipici (sui cibi sì le guide si soffermano, inebriate dal profumo della piadina e del Sangiovese) ma poco di più. In questo “cono d’ombra” dal sapore provinciale, limitante e tran-quillizzante al tempo stesso, Forlì ha lun-gamente vivacchiato. E non poteva essere altrimenti: prepotentemente sotto i riflet-tori negli anni del Ventennio, quella che fu la Città del Duce si è poi trovata a gestire un’ingombrante memoria storica legata alla guerra e alla dittatura.Tentatividiaffrancarsidalpassatoediaf-fermareunanuovaidentitàsimettonoinevidenzaneglianniNovanta, affidati ad eventi di livello decisamente sovra-comu-nale (anche se molti forlivesi non se ne resero subito conto), come la celebrazio-ne del Quinto Centenario della morte di Melozzo (1994), il Congresso dell’Unione

Internazionale delle Scienze Preistoriche e Protostoriche (1996), il Convegno sul Ro-manzo, che portò in città i massimi esperti internazionali nel campo della narrativa. Era il 1999.E qui si apre il decennio che andiamo a prendere in esame. Diecianniimportan-tiperlosviluppoculturalecittadino,sulfrontedelleiniziativeedeinuovi“conteni-tori”messiadisposizione. Sono questi gli anni in cui la città fortifica il suo rapporto col Polo Universitario: crescono i corsi di laurea e aumentano gli studenti, si avvia il progetto del Campus, proprio nel cuore del centro storico.

In alto, Riccardo Muti e l’Orchestra della Scala al concerto di inaugurazione del Diego Fabbri, nel novembre 2000. In apertura, coda all’ingresso del San Domenico durante la mostra su Canova del 2009.

Franco Fabbri e Valeria Giunchi, deus ex machina del Diego Fabbri

Il teatro Diego Fabbri nel 2010 taglia il traguardo dei 10 anni: risale infatti al 2000 l’inaugurazione della sede nella struttura di corso Diaz. Un evento unico, Riccardo Muti e la Filarmonica della Scala a Forlì, che catalizzò tutta l’attenzione della città. Franco Fabbri, direttore del Teatro, è diventato ormai un’istituzione. “Il bilancio di questo decennale è più che positivo - racconta. L’emozione più grande riguarda il lavoro svolto con i ragazzi legato prima alle iniziative Club Giovani e oggi anche in Abbonamento studio. Oltre 500 giovani abbonati sono il punto d’arrivo di un percorso iniziato 10 anni fa, quando abbiamo riaperto il teatro”. L’amore per la cultura scoppiato in città dopo il percorso “educativo” svolto dal teatro, ora spazia dalla prosa, alla danza, all’Operetta. “Per la prosa siamo arrivati alla sesta replica degli spettacoli che mettiamo in cartellone e nelle ultime stagioni è esplosa la passione per la danza. Partecipano tutte le cinque scuole di danza cittadine e il teatro registra il tutto esaurito” continua il direttore. Il percorso pluriennale compiuto raccoglie frutti anche nelle graduatorie nazionali che, per quanto simboliche, racchiudono significati importanti. Conclude Fabbri: “Il nostro teatro si piazza al terzo posto in Regione e al 34° a livello nazionale tra le realtà più importanti, ossia quelle con oltre 500 posti”. Il Diego Fabbri è diventato grande. (L.S.)

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A fianco, una fase dei restauri dell’ex Monte di Pietà. In basso

Michele Minisci patron del Naima.

Sotto i portici della piazza comincia a gi-rare gente di tutti i colori: l’omino delle castagne e il venditore del Luneri di Smem-bar si trasformano in un ricordo e la città si prepara ad affrontare il nuovo millen-nio. Inaugurando opere nuove, non senza polemiche. Rovente fu quella scatenata, nell’estate 1999, dalla pensilina dei bus in piazza Saffi, di fronte al palazzo delle Po-ste, subito ribattezzata dai detrattori “pen-silona”. Uno sfregio alla cartolina di San Mercuriale - si disse - un pugno nell’occhio di chi, arrivando da via delle Torri, poteva un tempo abbracciare con lo sguardo la facciata dell’abbazia, il campanile e il chio-

stro. La polemica estetico-architettonica si riversò con enfasi sui giornali locali, finché qualcuno intervenì nel dibattito facendo notare che, se i problemi dei forlivesi era-no limitati alla pensilina, in città si poteva davvero stare tranquilli. Accolta dai favori di pubblico e critica fu invece la prima importante inaugurazio-ne del nuovo millennio, quella del nuovoteatroDiegoFabbri, riaperto ufficialmen-te al pubblico nel novembre2000 con un concerto dell’Orchestra Filarmonica della Scala, diretta da Riccardo Muti.Al fianco del comunale ci sono le sale priva-te cittadine, fondamentali per lo sviluppo

Naima: la casa del Jazz

Un punto di riferimento per gli amanti della musica che resiste al trascorrere del tempo e delle mode c’è. È il Naima club, storico locale di via Somalia, nato

nel 1983. Dopo un decennio di attività in diverse strutture sparse per la città, dal

Ciaika alla Vecchia Stazione, e una schiera di fans sempre più grossa, il grande salto di

qualità arriva nell’ottobre del 1995 quando venne inaugurato il nuovo Naima, presso la

sala polivalente della Coop Taverna Verde, già mitica sala cinematografica d’essai,

balera, sala da tombola. Vinicio Capossela finiva di fare il suo sound cheek e i fabbri e i falegnami terminavano le ultime rifiniture

prima dell’apertura.I numeri di uno dei più importanti club

musicali del panorama italiano parlano chiaro: più di 5.000 musicisti ospitati, circa

255.000 presenze, circa 8.000 soci, che rinnovano ogni anno la tessera.

In Italia ci sono solo altri due club che possono vantare questa longevità:

l’Alexander Platz di Roma e le Scimmie di Milano. Parliamo di musica dal vivo di

qualità, una miscela di jazz, blues e rock dai profumi e dai sapori che nessun racconto

può descrivere, bisogna averli vissuti. Chet Baker, Enrico Rava, Paolo Fresu, Nicola Arigliano, Antonello Salis, Lelio

Luttazzi, Miroslav Vitous, Vinicio Capossela, Sergio Caputo, Avion Travel, Paolo Belli, Max Gazzè, Mario Biondi, Mauro Pagani,

impossibile elencare tutti i grandi nomi che hanno illuminato le sere di Forlì. E il Naima

per festeggiare il suo quarto di secolo è diventato anche un libro. Così lo scrittore Carlo Lucarelli racconta il locale forlivese nella prefazione de La notte che bruciò il

jazz: “Il jazz non potrebbe esistere senza i suoi luoghi. Mi verrebbe quasi da dire che i posti in cui si fa, si condivide il jazz, sono

come dei templi.Bene, questa è la storia di uno di quei templi. Che si chiama, guarda un

po’, proprio Naima, e si trova a Forlì”. (L.S.)

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culturale di Forlì: Il Piccolo con le rassegne d’avanguardia e le produzioni di Accade-mia Perduta/Romagna Teatri; il Testoridel Teatro dell’Arca ed Elsinor; la sala mul-timediale SanLuigi, anch’essa inaugurata nel 2000. Si affacciano poi negli anni altri spazi - l’Ex Filanda, i Magazzini Interstock, la Fabbrica delle Candele - pronti a fare la propria parte. E in questo humus le compa-gnie teatrali prolificano, dal classico alla ricerca, dal dialettale al musical. Non di solo teatro, però, vive la città. Unpostodiprimissimopianonellaprogram-

mazioneculturaleforliveselooccupa,dacinqueanniaquestaparte,l’artefigurati-va. Il merito va al SanDomenico, strepitoso contenitore di mostre e della Pinacoteca Civica, restaurato dal Comune e inaugu-rato nel 2005 con un’esposizione dedicata al pittore forlivese del primo rinascimento Marco Palmezzano.Quando la FondazioneCassadeiRisparmidiForlì presentò l’idea non erano in molti a credere che l’investimento fatto, in ter-mini economici e organizzativi, avrebbe portato i risultati sperati. Invece il timido

La rinnovata sede della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, inaugurata a fine 2007. Sotto, Piergiuseppe Dolcini alla guida dell’Istituzione.

10 anni di attività, in sintesi, della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì

Negli ultimi dieci anni di attività, la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì ha investito nello sviluppo del territorio oltre 80 milioni di euro, contribuendo in maniera significativa a quella crescita - soprattutto sul piano della valorizzazione dei beni culturali, della formazione e dell’erogazione dei servizi alla persona, a partire da quelli socio-sanitari - che ha portato la città in testa alle classifiche italiane del BIL, ovvero del benessere medio. Da sempre Ente erogatore di risorse, la Fondazione è ora un soggetto progettuale attivo. Per questo, accanto al sostegno alle iniziative del territorio, ha sempre più rilievo lo sviluppo dei progetti “propri”. In ambito culturale la Fondazione ha, ad esempio, promosso, a partire dal 2006, 4 mostre di grande qualità presso i Musei San Domenico (su Palmezzano, Lega, Cagnacci e Canova) capaci di portare in città oltre 350.000 visitatori, mentre in quello della ricerca scientifica ha accompagnato la crescita del polo universitario forlivese fino a dare vita, lo scorso anno, alla società strumentale “Romagna Innovazione” volta a favorire il trasferimento tecnologico dal mondo accademico al sistema delle imprese.In campo sanitario si segnala - oltre al costante sostegno all’IRST di Meldola - la donazione all’ospedale Morgagni-Pierantoni di attrezzature all’avanguardia come la PET-CT a 16 strati, 2 risonanze magnetiche nucleari (una aperta ed una chiusa) ed il robot chirurgico Da Vinci, mentre in ambito socio-assistenziale va ricordato l’accordo quadriennale con l’amministrazione comunale per il potenziamento dei servizi di assistenza domiciliare agli anziani. Sul fronte dello sviluppo locale vanno infine ricordati almeno il progetto “Territori dell’accoglienza” (volto alla realizzazione di 89 alloggi a canone calmierato) ed il recupero del Palazzo del Monte di Pietà, acquistato proprio nel 1999 e restituito alla città quale luogo deputato al confronto sul suo futuro, alla fine del 2007.

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La qualità del made in Italy e la ricerca tec-

nologica a Forlì si sposano da Renova gra-

zie a linee di biciclette innovative e originali.

L’idea è nata da due ragazzi intraprendenti e com-

petenti, Gabriele Limarzi e Dennis Zavoli, che

hanno deciso prima di colmare un vuoto nel pia-

neta delle biciclette elettriche, poi di spaziare an-

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ultima generazione semplici da installare e ri-

muovere. Tra atmosfere retrò anni ‘50 e gusto

moderno, le biciclette Renova lasciano libero

sfogo alla fantasia: il cliente può personalizzare

a suo piacimento qualsiasi componente come

forma e colore, scegliendo tra una gamma infi-

nita. Non ci sono limiti alla scelta: manubri, sel-

le, pedali, ruote, mozzi, serie sterzo resistenti

e in materiali di pregio. Le bici così realizzate

risultano essere pezzi unici targati e numerati.

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Palmezzano, sconosciuto ai più, attirò al San Domenico 52mila persone. Un nume-ro iperbolico cresciuto con le esposizioni successive, Silvestro Lega, Guido Cagnacci fino ad Antonio Canova, riuscito a portare i visitatori ben oltre la soglia dei 100mila. Sono arrivati in pullman, sono scesi agli hotel del centro, hanno girato in gruppo

per piazza Saffi: losguardoammiratodeituristi,anchestranieri,hacambiatoilmododiguardareForlìdapartedeiforlivesistes-si. È stato questo, forse, il salto di qualità più significativo in campo culturale e so-ciale vissuto dalla città in questi anni. La Fondazione è stata motore di un risveglio in campo artistico, passato attraverso il San Domenico e non solo. Anche il pa-lazzodell’exMontediPietà, divenuto sede dell’ente, ospita oggi mostre aperte a tutta la città.Infine ci sono gli innumerevoli sodalizi che da anni organizzano rassegne, festival, ini-ziative di vario genere. Nel variegato mon-do d’associazioni e cooperative si svilup-pano fermenti che impegnano le risorse volontarie di molti, operatori nel concreto dello sviluppo culturale forlivese. Perché come diceva Mattia Moreni il vero lavora-tore è il dilettante, cioè colui che svolge un’attività “per suo diletto”. IN

In alto, la sala del San Domenico durante la rassegna del 2008 su Guido Cagnacci.

Massimo Foschi, ovvero dal vendere al “fare” i libri

A Forlì scrivi libro e leggi Foschi. Un nome che risveglia una mai appagata sete di sapere. E se la mente delle generazioni più attempate volge alla prima libreria di corso della Repubblica, il pensiero dei più giovani si proietta al Mega e al nuovissimo Ozio. Ma non solo. Dal 2001 Foschi

è anche casa editrice. Agli albori del terzo millennio nasce infatti Experta, società specializzata nell’editoria professionale e destinata a un luminoso avvenire. A far breccia sul mercato (Experta

vanta oggi un catalogo con ben 300 titoli) è la metodologia innovativa con cui viene affrontata la letteratura tecnica. “Ai classici ‘tomoni’ universitari -

dichiara il titolare Massimo Foschi -, abbiamo preferito volumi dal taglio assertivo, redatti da autori di assoluta eccellenza. Fior di magistrati, avvocati, commercialisti,

ufficiali di polizia, abituati a operare non in ambito accademico ma nella quotidianità professionale.” Sull’onda

del successo, nel 2004 si spalancano nuovi orizzonti. Da una costola di Experta nasce Foschi Editore, un marchio

che promuove e lancia verso il firmamento letterario scrittori esordienti, soprattutto locali. Ai testi di narrativa

tradizionale si affiancano volumi caratterizzati da originali commistioni di generi e linguaggi. E anche la saggistica è

improntata alla novità. “L’imperativo categorico - chiosa Foschi - è quello di dar vita a un “sistema culturale per tutti”, con testi a carattere prevalentemente divulgativo che uniscano la rigorosità dei contenuti a una scrittura

accessibile e accattivante.” (F.M.)

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Conquista la giuria del Gambero Rosso e ottiene il riconoscimento più prestigioso. Il Sangiovese di Romagna Superiore Riserva 2006 il Nespoli è entrato nel gotha dei rossi conquistando i ‘Tre bicchieri’. La giuria della “Bibbia dei vini” è stata rapita dal rosso intenso, brillante, dal profumo ampio e persistente e dal gusto morbido del fiore all’occhiello del “sangue di Giove”. Lo scorso ottobre a Roma la famiglia Ravaioli, proprietaria di Poderi dal Nespoli dal 1929, ha ricevuto il prestigioso riconoscimento che da sempre è volano per i migliori vini d’Italia. La storica azienda vitivinicola, ubicata tra le dolci colline di Civitella

di Romagna, ha da poco rafforzato la propria presenza nel mondo dell’eccellenza, stringendo alleanza con il gruppo MGM- Mondo del Vino nelle persone di Alfeo e Marco Martini. “Il premio non è un punto di arrivo, ma di partenza – spiega Fabio Ravaioli, responsabile commerciale della Poderi dal Nespoli – Il riconoscimento ci spinge a fare ancora meglio e a puntare, oltre che ai migliori ristoranti e alle migliori tavole, al mercato estero”. Rimane invariata la produzione: i poderi sono distribuiti su due vallate estremamente vocate, Nespoli e Predappio e l’esposizione ai raggi del sole della felice ubicazione garantisce la perfetta

maturazione delle uve. Il Sangiovese nasce sotto l’occhio esperto dell’enologo Giuseppe Caviola e di Celita Ravaioli responsabile di cantina. La famiglia Ravaioli, con Giovanni Romanini socio e amministratore e il nuovo connubio con MGM - Mondo del Vino vede nel premio del Gambero Rosso un riconoscimento per il rinnovamento sempre in atto della propria azienda vitivinicola, corroborato da un pluridecennale amore per il buon vino. Una storia di passione alle spalle e uno sguardo verso il futuro, sono questi i segreti dell’eccellenza del Sangiovese di Romagna superiore Riserva 2006.

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Il Nespoli conquista i “Tre bicchieri”In

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aria

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testo Leda Santoro - foto Giorgio Sabatini

Da internet al “Circolo”

Nuove testate, ma soprattutto l’ingresso

di internet hanno caratterizzato gli ultimi anni dell’informazione

locale. Voci ulteriori per la stampa forlivese che ha

visto nascere anche una vera e propria “casa”, quel “Circolo” che dal dicembre 2006 vede arrivare in città

grandi voci del giornalismo.

La “casa” dei giornalisti forlivesi dal di-cembre 2006 è il CircolodellaStampa. Ha una sede, proprio nel cuore del centro sto-rico, in via Marcolini 4, un presidente: Ro-berto Zoli, e un Consiglio di professionisti affermati nel mondo dell’informazione e della comunicazione. “Un organismo aperto, una realtà operativa, una strut-tura in cui trovarsi e ritrovarsi in amici-zia, portando idee e proposte”, questa la mission. Il Circolo, senza scopo di lucro organizza iniziative volte a promuovere momenti di riflessione e crescita per gli operatori del settore e, in maniera più am-pia, per tutta la comunità. Tanti gli ospiti giunti a Forlì nel corso di questi anni: da Toni Capuozzo ad Antonio Caprarica, daMaurizioBelpietroaMarcoTravaglio, solo per citarne alcuni. Nel mondo del-la carta stampata anche a Forlì nell’arco di quest’ultimo decennio è arrivata “la Voce”, quotidiano ormai diffuso in tutta la Romagna. È nato il bimestrale ‘Mia’, dedicato in particolare alle lettrici; e il pianeta radiofonico ha consolidato la sua offerta. Radio Bruno, ad esempio, è gio-vane ma continua a raccogliere consensi,

grazie anche all’appuntamento, diventato centrale per il pubblico forlivese, del gran-de “concertone” estivo.Una realtà che nell’ultimo periodo ha ra-dicalmente cambiato il volto dell’informa-zione cittadina è quella dei siti web. “Roma-gnaOggi”, portale di news che attualmente conta tra i 12 e i 14mila utenti unici giorna-lieri, è nato nel 2004 su iniziativa del gio-vanissimo, direttore, Marco Di Maio. “È un mondo che si è estremamente sviluppato nel corso degli anni - racconta il giornalista -. La diffusione su Forlì è molto importan-te, ma siamo presenti anche nelle altre città romagnole. Un nostro obiettivo dichiarato è abbattere i ‘campanilismi’ che ancora dividono i nostri poli cittadini”. E da apri-le 2008 in 40 locali della Provincia basta alzare gli occhi per leggere nei monitor le notizie di “RomagnaOggi” aggiornate in tempo reale. Anche il quotidiano più letto e diffuso nella nostra Provincia, il “Resto del Carlino”, dall’estate del 2008 ha aperto un portale interamente dedicato alle in-formazioni di Forlì, aggiornato minuto per minuto che, fin dalla sua nascita, vede una costante crescita di utenti. IN

Tre momenti che hanno segnato l’”avventura” del Circolo della Stampa. A sinistra l’inaugurazione nel dicembre 2006, al centro e a destra il primo compleanno.

Scrivere | Informazione e giornalismo

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Riscoprire | Turismo e territorio

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Le eccellenze storiche, naturali, gastronomiche. E la riscoperta del “benessere” termale. Sono anni importanti per la crescita di Forlì e del suo comprensorio sotto l’aspetto turistico. Un percorso su cui investire, promuovendo l’offerta ricettiva e insistendo su nuovi “turismi” che hanno in questo territorio un “unicum”.

testo Mariavittoria Andrini - foto Giorgio Sabatinitesto Mariavittoria Andrini - foto Giorgio Sabatini

Un territorio da Sviluppare

IN Magazine | 61

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Pertantissimianni,verrebbedadirequasidasempre,ilturismoromagnoloèstatoidentificatonellasolarivieraadriatica. Dal 1992 però, anno di costituzione della provincia di Rimini e di contemporaneo cambio di denominazione della provin-cia di Forlì in Forlì-Cesena, il turismo di questa storica fetta di Romagna si è “de-litoralizzato”: la sua componente maritti-ma è rimasta, ma sullo sfondo (si pensi a Cesenatico), risultando necessariamente privilegiato l’entroterra forlivese e cese-nate, con tutte le ricchezze che è in grado di offrire.In modo estremamente efficace la provin-cia di Forlì-Cesena ha scelto come slogan del proprio portale dedicato al turismo “IlcuoreverdedellaRomagna”: efficace per-ché presenta il territorio e le sue molteplici attrattive integrandole, in un’operazione che ha una sua correttezza anche cultu-rale, ad una sorta di network dell’Italia centrale formato dalla Toscana, dall’Um-bria e dalle Marche. Una linea diretta di continuità con il bello (nella natura, nei monumenti, nel cibo), filo conduttore di una vacanza all’insegna del relax e della cultura. Il bacino dei potenziali visitatori si è progressivamente ampliato nel corso degli ultimi anni ed è destinato ad espan-

Palazzo Varano, sede del comune di Predappio, mirabile esempio di architettura razionale. In apertura, passeggiata nel borgo di Bertinoro, intramontabile meta del turismo romagnolo nell’entroterra.

I nuovi pellegrini tra fede e luoghi dello spirito

Le persone hanno ricominciato a camminare verso cattedrali, eremi, basiliche: potrebbero essere considerati pellegrini moderni, ma il motivo del loro viaggio non è solo la fede; la spinta principale

proviene dalla ricerca di un patrimonio culturale e di tradizioni popolari, oltre che dalla voglia di evadere dalle banali e affollate mete turistiche. Ne è un esempio mondiale il Cammino più famoso

che attraversa la Spagna per raggiungere Santiago de Compostela, ogni anno frequentato da migliaia di credenti, curiosi e viandanti. Ne sono esempi locali il Cammino di San Vicinio, nato nel

2008 in occasione del millenario della Cattedrale di Sarsina e il Cammino di Assisi che parte da Dovadola, dal Santuario di Monte Paolo e, attraverso le valli del Montone, del Rabbi e del Bidente, raggiunge la Toscana e poi le pendici del Monte Subasio dove si trova la città di San Francesco. Il

territorio forlivese vanta altre importanti mete, conosciute e apprezzate per il loro valore storico e religioso. Si possono citare il Duomo e San Mercuriale, emergenze del centro cittadino. Mentre nelle

vallate, per ricordare le più importanti, sono preziose testimonianze San Donnino in Soglio (nella foto), nel comune di Rocca San Casciano, l’abbazia di Sant’Ellero raggiungibile con una Via Crucis da

Galeata e l’abbazia di San Benedetto in Alpe, nell’alta val Montone al confine con la Toscana. (M.R.)

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dersi ulteriormente nell’immediato futu-ro, anche perché l’offerta e la sua qualità sono notevolmente cresciute.Le ragioni di questo sviluppo si possono identificare in numerose azioni promosse sia dal settore pubblico che dal privato e da una maggior presa di coscienza delle potenzialità del territorio che non erano mai state prese in considerazione.A cominciare dal sistema dei trasporti: è innegabile che oggi è più facile arrivare nel forlivese rispetto a solo dieci anni fa. Il decollo dell’aeroporto Ridolfi di Forlì favorisce l’incoming estero, ma non solo (si pensi alle rotte sul Sud dell’Italia), anche in ragione del proliferare del volo “low-cost”, che permette a molti di fruire di un break anche al di fuori del tradizionale periodo feriale, a costi particolarmente contenuti.Adattendere ivacanzieriun’offertachepuòcontaresu2883eserciziricettivi fra strutture alberghiere, case per ferie, B&B, agriturismi, campeggi, ostelli ed alloggi di privati in affitto, capaci di 78.384 posti letto: di questi il 25% o giù di lì - ed il dato, a ben vedere, non è da poco - si colloca in località non costiere (185 strutture nel solo forlivese). Forteattrattivaperilturi-stasonoancheiprezzi: nel 2008 il costo

medio di pernottamento in albergo, in camera doppia (la tipologia di sistema-zione più ricercata) è stato di poco più di 81 euro, un dato non solo assolutamente competitivo, ma anche sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente (Dati ufficiali relativi all’intera provincia Forlì-Cesena).Madovevailturistachesceglieilterritorioforlivese? Quali sono le sue destinazioni preferite? Senz’altro il punto forte dell’of-ferta turistica è la sua capillarità, la pre-senza diffusa nel territorio di molteplici e spesso diversi punti di interesse, ciascuno con una propria vocazione. In questi ulti-mi dieci anni è cambiata totalmente l’of-ferta turistica e, in molti casi, addirittura inventata di sana pianta. NessunoavrebbescommessounsoldosuunaprobabileForlì cittàd’arte. Invece, oggi, anche i palati più raffinati non pos-sono che confermare questa definizione. La città, infatti, si è ormai inserita, dopo tanti anni di oblio, nel circuito nazionale e internazionale. Due sono i motori prin-cipali di questa scoperta vocazione. In pri-mo luogo la costituzione e la crescita del polo museale di San Domenico a partire da fine 2005, propostosi con un crescendo di esposizioni, che hanno inserito a buon

I percorsi ciclistici, cittadini e nell’immediato entroterra forlivese, offrono un’interessante alternativa per una “scampagnata”. A fianco la basilica di San Vicinio a Sarsina, meta turistica religiosa di prim’ordine nel territorio.

In bici tra città e campagna

Forlì si attrezza. Le piste ciclabili stanno aumentando. Nel territorio comunale i chilometri di asfalto riservati alle due ruote sono 79,54: nel 2008 erano 72,64 e nel 2007 “solo” 50,41. Nella classifica di Legambiente sull’Ecosistema Urbano, stilata in base ai chilometri di piste per abitante, Forlì è al 9° posto, alle spalle della capolista Sondrio e di città come Ferrara e Modena ma davanti a Ravenna e Rimini. I tratti urbani più lunghi sono quelli di viale dell’Appennino che misura 4,2 km e quella che affianca viale Roma e prosegue sulla via Emilia nel quartiere Cava. La più interessante delle ciclabili resta però la linea mista di sterrato e asfalto lunga 12 chilometri che permette di raggiungere Castrocaro Terme e che a sud della via Emilia collegava San Martino in Villafranca. In questi mesi sono previsti nuovi lavori. Dall’estate prossima sarà possibile pedalare fino alla città termale eludendo il passaggio sulla trafficata via Firenze ed entro fine anno si potrà percorrere per intero l’argine del fiume. Al lato opposto della città, verso Cesena, la nascita prossima del Parco Fluviale dei Meandri del Fiume Ronco comporterà la creazione di un percorso che dal Ronco Lido, in una decina di chilometri, consentirà di raggiungere l’abitato di Meldola. Questo progetto al momento è ancora lontano dall’essere realizzato, in alternativa si può pedalare nella stessa direzione sulla nuova ciclabile che da Carpena corre parallela all’ex Strada Statale Bidentina. (M.R.)

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diritto il complesso nella mappa dei più importanti luoghi di fruizione culturale in Italia e all’estero. Inoltre, la finalmente realizzata proposizione, dopo anni di colpevole esitazione, degli esempi più alti, a livello artistico ed architettonico, del raziona-lismo: edifici pubblici e privati e impianti urbanistici concepiti durante il Ventennio di mussoliniana memoria, secondo uno stile connotato da caratteri di classicità e modernità, di cui ab-bondano ovviamente le tracce, anche artisticamente pregevoli, nella terra natale del Duce. Percorsi dedicati “snodati” fra Pre-

Sasso Fratino, 50 anni di tutela integrale

Era il 1959 quando un nucleo di 110 ettari di foresta tra la Toscana e l’Emilia Romagna venne precluso al libero accesso con un atto interno dell’Azienda di Stato per le Foreste Demaniali. Nel 1971 tale regime trovò riscontro in un decreto ministeriale, con cui si ampliò l’area agli attuali 764 ettari. Nacque così la Riserva Integrale di Sasso Fratino, zona a tutela speciale in cui è vietato l’accesso, salvo che per motivi scientifici, ed è precluso ogni tipo di intervento, di sfruttamento e mantenimento del territorio e del sottobosco da parte dell’uomo. La foresta cresce in una sorta di condizione primordiale, popolata da specie vegetali e animali rare che in questo angolo trovano riparo dall’eccessiva antropizzazione del territorio. Il terreno è impenetrabile, caratterizzato da un assetto morfologico segnato da fossi, torrenti, crinali e affioramenti di roccia. Dal 1993, anno di istituzione del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, la Riserva Integrale rappresenta il cuore incontaminato dell’area protetta che si distende su una superficie di 36843 ettari e si divide tra le province di Forlì, Arezzo e Firenze. Il bosco misto è l’ambiente dominante della Riserva, con abeti bianchi, faggi e specie quali il frassino maggiore, l’olmo montano, il ciliegio, il tasso, il tiglio e l’acero. La fauna selvatica è formata da cervi, caprioli e cinghiali, affiancati da carnivori quali il tasso, la donnola, la puzzola e

il lupo appenninico. Tra le presenze più singolari e rare, si annoverano un rapace, l’aquila reale, che nidifica in un’area poco distante dai confini di tutela, due anfibi, la salamandra e il geotritone, e un crostaceo, il gambero di fiume, prezioso indicatore dell’alta qualità dell’acqua in cui vive. (M.R.)

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dappio, Forlì e Castrocaro, manifestazio-ni promozionali e la realizzazione del li-bro sul razionalismo dell’architetto Ulisse Tramonti, hanno contribuito, negli ultimi anni, a far conoscere il patrimonio storico di questo territorio.Altro fiore all’occhiello è il turismoga-stronomico. La Romagna, da sempre con-siderata depositaria del “buon mangiare”, con la nascita di Casa Artusi a Forlimpo-poli nel 2007, ha avuto una vera e pro-pria consacrazione. Anche la Provincia si è data da fare creando l’associazione “Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Forlì-Cesena” composta da oltre un cen-tinaio di imprese private, associazioni ed enti pubblici nata per promuovere il pa-trimonio, dalle risorse naturali a quelle eno-gastronomiche, del territorio. Poi la modificata offertatermale che è passata da un termalismo classico a veri e propri percorsi di benessere adatti ad un pubbli-co più giovane e che vuole tenersi in forma in ogni momento dell’anno. Le storiche

TermediCastrocaro ne sono un esempio. Ma ancora più significativa è l’apertura delle TermediFratta, avvenuta due anni orsono, che si sono proposte come parte integrante del territorio: Bertinoro, di-venuto polo universitario e importante centro per convegni e soggiorni di ricer-ca e Forlimpopoli, patria indiscussa della gastronomia nazionale e sede dell’evento “Settimana Artusiana”, giunto alla sua tredicesima edizione, dedicato, appunto, a Pellegrino Artusi. In questa offerta inte-grata il pubblico interessato diventa più ampio garantendo una presenza spalmata in tutti i mesi dell’anno. Nelcorsodel2008gliarrivinellaPro-vinciadiForlì-Cesenahannosfiorato ilmilionediunità e su ogni cinque turisti arrivati uno era di nazionalità straniera: un dato in incremento rispetto all’anno precedente, malgrado il fenomeno reces-sivo in atto.Il futuro comunque fa ben sperare, so-prattutto se pubblico e privato, insieme,

continueranno ad operare, ciascuno per la propria parte, per proporsi in modo sempre più efficace ed integrato sui mer-cati di riferimento. Buona parte di merito per questi significativi risultati si deve alla nascita di numerosi Club di Prodotto e, in particolare, a Forlì&Co, fondato nel 2003, che promuove arte, turismo e congressi di tutto il comprensorio forlivese. Collabo-razione stretta con tutti i soggetti turistici pubblici e privati, strategie promozionali mirate, presenza alle più importanti fiere di settore italiane ed estere e offerta di pacchetti integrati con tutte le eccellenze presenti nel territorio (benessere, arte, natura, prodotti tipici del territorio), han-no permesso di incentivare l’intera offer-ta turistica. Molto quindi è stato fatto ma molto è ancora da fare per far diventare questa città con le sue vallate una vera e propria Destination Management Company in grado di generare flussi turistici di in-coming equilibrati. Insomma, sviluppo e non solo crescita. IN

Scorcio delle colline che sovrastano la località della Fratta, le cui terme hanno riaperto nel 2007. A fianco l’ingresso del Grand Hotel Terme di Castrocaro.

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La realtà gastronomica locale, tenendo ben salde le proprie radici nella tradizione, ha sposato il rinnovamento. È aumentato costantemente l’interesse e il consumo di cibi legati al territorio, mentre nuove mode e tendenze si sono intrecciate a un’offerta culinaria fatta di sobrietà e attenzione al prodotto.

testo Pier Antonio Bonvicini

Il passato Presente

Può bastare una tagliatella a risollevare un territorio. Lo sanno bene gli abitan-ti del forlivese, consapevoli da sempre della forza della tradizione. Tuttavia, ne-gli ultimi dieci anni, altre cucine hanno occupato la scena. Destando interesse e curiosità. Ma il sipario, dopo tutto, si apre ancora sui piatti romagnoli. E forse, anche per questo, è la provincia italiana dove si vive meglio.Se vi dicono che nel forlivese si mangia bene, credeteci. È la provincia del benes-sere. In altre parole, la migliore d’Italia. A sostenerlo, anche la recente classifica nazionale de “Il Sole-24 Ore”. Quanto al cibo, quest’area si caratterizza preva-

lentemente per ilconsumodiprodottile-gatialterritorio.Elaristorazione,negliultimidiecianni,haconfermatoquestotrend. L’offerta gastronomica non ignora le altre cucine, ma c’è un legame quasi proustiano coi piatti tramandati da ge-nerazioni. In ogni caso questo decennio ha portato molte novità. Entranoincucinaiprodot-tibiologici.Lacertificazionedellecarni compare nei menù, talvolta è esposta all’ingresso dell’esercizio, e più in gene-rale si tende a evidenziarelaprovenienzadellematerieprimeutilizzate. S’inten-sificano le cene a tema e l’interesse per la tavola richiama persino i più giovani.

Gustare | Gastronomia e tendenze

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Ma si mangia di meno, soprattutto per la spinta salutistica dei mass-media. Siritorna,insostanza,allasobrietà,anchenell’offertaenologica. Con carte dei vini più contenute. E pranzi, a prezzo fisso, piuttosto convenienti. Molti locali tra-sformano in ristorante-pizzeria (o in ristorante ed osteria) la propria realtà, forse temendo un calo di presenze. O per conquistare nuovi segmenti d’avventori. C’è pure una crescenteattenzioneversolaceliachia (l’intolleranza alimentare al glutine), così i pasti fuori casa non sono più un problema per chi ha questa pa-tologia. Nel contempo le cucineetniche(soprattutto cinese e giapponese) raf-forzano la loro presenza sul territorio. Anche se ignorate dalle guide. Si può quindi affermare che la provincia forlive-se ha una ristorazione di qualità, di vario genere e a prezzi incoraggianti.Cominciando da Forlimpopoli, con la recente apertura di CasaArtusie del suo omonimo ristorante, che quotidianamen-te rende omaggio al padre della gastro-nomia italiana. Ai fornelli Andrea Banfi, già al Belvedere di Bertinoro, assistito in sala dalla moglie. Un altro bell’esempio nella zona lo dà, dal 2008, il ristorante AllaMano, assecondando e sostenendo il

In apertura Casa Artusi a Forlimpopoli. A fianco, lo staff del ristorante

Rustichello di Meldola.

La città di notte? Assonnata

Di notte Forlì non balla più, dorme. Tante discoteche hanno aperto le porte nel corso degli anni, hanno cambiato pelle e, inesorabilmente, impietosamente, hanno chiuso i battenti. A seconda dell’età di chi lo frequenta ogni locale cambia il proprio nome. Il più classico degli esempi: Academia? Sei un over 30. Controsenso? Hai più o meno trent’anni. Jiudà? Su per giù venti. Click Rock al venerdì? Sei un teenager. La notte degli universitari nata alla Vecchia Stazione qualche anno fa si è trasferita nella mitica discoteca di via dei Filergiti. Oggi l’ex Tribeca si chiama Palace club e oltre alla veste di locale da ballo è stato anche ristorante e sala da gioco. Ora, con un ritorno alle origini, il locale è tornato discoteca indirizzata specialmente ai più giovani. L’altra grande metamorfosi cittadina riguarda l’Empyre. In origine era il Ciaika, poi la discoteca si è evoluta: pienone tutti i sabati e aperture la domenica pomeriggio per i ragazzi più giovani. A breve, però, sarà scritta la sua epigrafe. Nel frattempo il ritorno al passato va per la maggiore: gli aficionados rivivono le magiche notti forlivesi degli anni ‘90 con i Remember Empyre, prima che i locali di San Martino cambino definitivamente destinazione. I tentativi di novità, invece, non sono andati a buon fine: eloquente è il caso del grande locale di via Vittorio Veneto che dopo l’esplosione iniziale ha visto un calo costante di presenze. Qualche punto fermo musicale però c’è. Il Naima Club, la storica casa del blues vanta record di longevità: nata oltre 25 anni fa, non ha mai perso il suo fascino. (L.S.)

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territorio, seppur con novità e variazioni giornaliere. Sempre a Forlimpopoli è da segnalare l’apertura dell’osteria Aldiquà. Ma a ricordare l’inossidabile cucina romagnola è soprattutto il RistoranteAnna, ancora in piena attività dopo quarant’anni. E poi, il Rustichello di Meldola, in cui l’emozionante carta in-clude anche l’Emilia.LaFrasca (2 stelle Michelin), da Castrocaro Terme si è trasferita nel 2008 a Milano Marittima. E ora la storica sede è la TrattoriaBolognesiVecchiSapori, condotta dalla figlia del celebre patron. Ma non è l’unica novità nella termale cittadina. Lo chef Valerio De Luca e sua moglie Raffaella Ravaioli (già al San Domenico di Imola) hanno trasferito qui, dov’era l’Osteria degli Archi, la loro OsteriadeiConti. Quindi, modernità in cucina, anche con antiche ricette rivisitate.Altre novità sulla Cervese, come la trattoria LaViadelMare di Case Murate, dove da cinque anni trionfano le carni. Da degustare davanti al grande camino della casa. Nel “cittadone” invece, solo per citarne alcuni, il DonAbbondio (dal 2001), ac-canto ai Musei di San Domenico, dov’era l’Osteria della Trippa. Qui lo chef intrattiene la clientela con piatti d’impronta tradi-

Prima di cena, il rito dell’aperitivo

Mode che vanno e vengono. Da qualche anno quella dell’aperitivo è una moda che va. Un rito consolidato che specialmente nei fine settimana riempie i locali cittadini. Anche qui ci sono alti e bassi, la vita di molti bar ha un andamento altalenante ma chi punta sull’aperitivo a Forlì è sicuro di fare centro. Sopravvivono al passare del tempo i locali che mirano a coinvolgere un pubblico di giovani adulti, da Porta San Pietro, a Tinto, al Boulevard cafè. Le serate estive invece, anche quando Forlì si spopola, sono appannaggio dei Giardini Orselli (a fianco Luca Gaddoni, uno dei titolari). Ma c’è chi nel corso degli anni ha appeso i cocktail al chiodo: gli ampi locali in piazza Saffi, dopo aver ospitato il Camelopardo,

al momento sono vuoti. Specialmente negli ultimi anni, poi, sono stati gli studenti universitari a decretare il successo di locali già in calo di presenze, da quelli di corso Garibaldi a quelli disseminati nel centro storico: Oltremodo, Muffaffè, Abbey, Moquette. Inaugurato da poco e appena fuori dal centro, è il Big Bar in via Campo di Marte a fare sempre il pienone. E anche in città è arrivato un caffè letterario dal sapore nordeuropeo, l’Ozio in corso della Repubblica, che offre i piaceri di un bar e il gusto della lettura. (L.S.)

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zionale, secondo la sua interpretazione. Rimanendo in centro, Salumè, che nella sua rustica ambientazione è un inno alla Romagna dal 2003. Come non citare Pe-tito, dal 2004 un locale da non perdere in città: cucina creativa legata ai sapori del territorio, ambiente elegante e raffinato e una carta di vini di tutto rispetto. Ma a dominare la scena gastronomica della città è ancora La CasaRusticaledeiCavalieriTemplari, condotta esemplar-mente da tre donne, appassionate e ca-paci. Anche i dintorni puntano, perlopiù su piatti e sapori d’antan. Due esempi, fra tutti. La Campanara, di fresca data, a

Pianetto di Galeata, dove Roberto Casa-menti e sua moglie Alessandra Bazzocchi propongono in una ex canonica del Set-tecento golosi piatti di tradizione. Poi, restando nella valle del Bidente, l’Oste-riadelBorgodaFischio, inaugurata nel 2002 a Santa Sofia, e ora nella nuova sede poco distante dal suggestivo paese. In carta, classici piatti romagnoli e ambien-te di calda rusticità. Tra le 101 cose da fare in Romagna almeno 1 volta nella vita (Newton&Compton) c’è anche quella di conoscere Forlì. Così dice Elisa Genghi-ni nel suo ultimo libro. Noi speriamo in un’altra citazione per la tavola. IN

Gianfranco Bolognesi con gli chef Angelo Asirelli e Marco Cavallucci fotografati all’interno della “nuova” Frasca a Milano Marittima. In basso, uno scorcio dei locali affacciati su piazza Cavour, una delle zone più frequentate della città.

Sapori “esotici”

I kebab non mancano. Anche i ristoranti cinesi e giapponesi vanno forte. Hanno avuto poco successo in città invece gli altri punti di ristoro dal sapore internazionale: per trovare un locale tailandese, messicano, greco o di altra nazionalità bisogna prendere la macchina e spostarsi. I kebab, locali piccoli che puntano tutto sull’asporto, impazzano tra le vie del centro, nell’ultimo biennio sono esplosi da corso della Repubblica a corso Mazzini, a corso Garibaldi. Le realtà cinesi e giapponesi invece, spaziano da anni nel centro storico e in periferia. Ma per una città piccola come Forlì la presenza di oltre sei locali dal gusto orientale è un piccolo record, in particolare l’exploit di vendita di sushi e sashimi, più raffinati e costosi di involtini primavera e riso cantonese. È dura invece la vita dei ristoranti tematici e in franchising. Lo steakhouse nato in viale Vittorio Veneto non è mai decollato; stessa sorte anche per la pizzeria di stampo campano. Il Mc Donald’s di viale Bologna resiste e nonostante le diete imperanti richiama molti fan di hamburger e patatine. In origine le sedi prescelte erano due ma la seconda non ha avuto fortuna. Recente e per certi versi inaspettato, è l’enorme successo di un locale in stile americano che ripropone sì hamburger, patatine e milk shake ma in chiave tutta nostrana e rockabilly. È l’American graffiti, nato a inizio 2008: vive di un successo che spopola non solo tra i forlivesi.

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testo Flavio Dell’Amore - foto Giorgio Sabatini

La lunga Avventura

Discese ardite e risalite per lo sport forlivese. Tra gioie e delusioni, sono stati anni rocamboleschi per le squadre locali, che solo in alcuni casi hanno festeggiato brillanti vittorie. Mentre nuove generazioni di campioni stanno ottenendo importanti riconoscimenti a livello mondiale. Andrea Dovizioso e Simona Galassi ne sono i più illustri esempi.

Dieci anni di informazione possono raccontare molto del territorio in cui viviamo, soprattutto in ambito sportivo. Pos-sono essere il leit motiv, il metronomo della nostra passione. I dieci anni che percorreremo assieme sono adagiati addirit-tura tra due millenni e, come vuole la tradizione, gli ultimi anni dell’ultimo secolo sono sempre stati straordinariamente singolari.La nostra testata è partita per intraprendere la sua avventura editoriale proprio alla fine degli anni novanta. Il1999permoltiinRomagnaèl’annoincuilastelladiMarcoPantaniiniziaadeclissarsi. La mattina del 5 giugno un controllo, peraltro tardivo, dell’Uci, mette alla berlina Pantani per il suo ema-tocrito alto. Sarà l’inizio della fine della vita sportiva e, più tardi, terrena del campione. Una decina di giorni dopo, il rito della sconfitta si compie in città. LaDinamoSassaricompraidirittidellaLibertasForlìesiiscrive,insuavece,alCampionatoNazionalediPallacanestroA2. In poche ore si cancellarono 25 campionati ad alto livello nazionale, la partecipazione a un Coppa Korac, si scolpì una clamorosa beffa per una squadra che aveva da poco festeggiato i cinquanta anni di fondazione. Una ferita profonda che andò a sfregiare anni in cui lo sport forlivese era vivo e ambizioso. Se in fatto di calcio si pensava in termini di serie D, in serie A1 di pallavolo la Cosmogas di Daniele Ricci riusciva a mantenersi ai massimi livelli e nel

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Vincere | I campioni dello sport

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volley femminile la Icot diretta dal mitico Sergio Guerra non era certo da meno in fatto di grinta. Entrammocosìnelnuovomillennio,senzabasketdiserieAeconunagiàgrandenostalgia. Nel 2000 a guidare la Conad volley Forlì arriva Nino Beccari, mentre l’Icot Fem-minile sale nella massima serie guidata da Mario Sangiorgi. Il Forlì “naviga” nel-la serie D di calcio e nel basket dobbiamo tornare alle origini. La Fulgor raccoglie forzatamente una pesante eredità e vin-ce un bel campionato, conquistando la serie B d’eccellenza. Lo storico Presiden-te Erio Masoni ricorda quei momenti di gioia contenuta. Sentivamo il peso della responsabilità, la piazza era abituata al basket di prima classe e anche se filava-mo con il vento in poppa le nostre forze erano parametrate alla serie B. Nel 2001 due lampi illuminano gli sport individuali. Nel motociclismo un 16enne stupisce tutti andando a conqui-stare il titolo Europeo nella 125 in sella

ad un’Aprilia. È forlivese, si chiama An-dreaDovizioso e risulta talmente bravo che immediatamente gli proporranno un contratto per correre la stagione successiva il Motomondiale. Negli Stati

I giocatori della Fulgor Libertas guidati da coach Di Lorenzo. In apertura le

ragazze “d’oro” del softball.

Sempre a canestro

È il leader carismatico della FulgorLibertas, la prima società cestistica forlivese. Ma per una volta Erio Masoni ha scelto di smettere i panni di presidente per vestire quelli di dirigente della commissione provinciale della Federbasket. A lui è affidato il compito di rivisitare gli ultimi dieci anni di pallacanestro cittadina. “È inevitabile partire dal grande shock del 1999 - dichiara -. Nell’estate Forlì perse il grande palcoscenico della seria A ma sarebbe sbagliato pensare a una “deminutio”. Anche nel periodo meno luminoso della nostra storia sportiva abbiamo mantenuto alla base un movimento solido e vitale. Tutte le nostre squadre hanno sempre lottato ai vertici dei rispettivi campionati. La stessa Fulgor agguantando la B d’eccellenza prima e fondendosi con la Libertas poi, ha dato il via a un processo di crescita sfociato nella vittoria in Coppa Italia nel 2003.” L’aver solo sfiorato la massima serie non ha intaccato l’immagine del basket biancorosso. “Per due anni e mezzo sono stato nel consiglio direttivo della Lega e posso assicurare che in Federazione Forlì ha sempre goduto di grande considerazione.” Lo testimonia ad esempio l’organizzazione di varie final four di coppa Italia. “E che dire dei nostri nazionali Matteo Frassineti, bronzo agli europei, e Francesca Modica, oro ai recenti Giochi del Mediterraneo di Pescara? Molti altri ragazzi fanno parte delle rappresentative giovanili. E anche in campo femminile sono stati conseguiti risultati lusinghieri con la Libertas, che due anni fa ha sfiorato la serie A e lo scorso giugno ha portato la formazione under 15 alle finali nazionali di categoria.” Risultati che fanno scrutare l’orizzonte con ottimismo. “Lavorando con unità di intenti sui settori giovanili il futuro di Forlì potrà essere all’altezza del suo glorioso passato”. (F.M.)

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Uniti una ragazza nata a Forlì e abitante a Santa Maria Nuova conquista il titolo del mondo di pugilato. La disciplina è appena nata nello Stivale e tutti la guar-dano come se fosse una marziana. Invece SimonaGalassiè solo al primo gradino di una carriera entusiasmante che pro-muoverà il pugilato femminile in termini tangibili e che ancora ai nostri giorni è in piena evoluzione. La Icot del patron Giuseppe Camorani festeggia la promo-zione agognata nell’olimpo della pallavo-lo femminile. Nel 2002 una discreta rivoluzione si ac-cende in campo calcistico. Il presidente Ravaioli, dopo un solo campionato, ri-tiene di non avere i supporti finanziari per proseguire un altro Campionato di Interregionale e accetta l’offerta dei fra-telli Oliveti, imprenditori riminesi. La

richiesta d’iscrizione del Forlì Calcio non riguarda solo la serie D ma anche la C2 nel contesto di un eventuale ripescaggio. E infatti, grazie alle difficoltà di bilancio di alcune compagini nella categoria pro-fessionistica, il Forlì è in C2. Inizia una

In alto, Simona Galassi campionessa mondiale di pugilato.

Softball, ragazze d’oro

È con legittimo orgoglio che Giovanni Bombacci, presidente della plurititolata Fiorini Softball, rivisita due lustri della storia sportiva della sua società. Nelle ultime tredici stagioni il palmares del club si è impreziosito di ben tredici titoli tra cui tre scudetti e due Coppe dei Campioni. “De Coubertin, chi era costui? - allarga il sorriso Bombacci svelando un aneddoto -. Tutti ascrivono la celebre “l’importante è partecipare” al barone transalpino. In realtà non fu lui il primo a pronunciarla. Puntualizzazione a parte, ho sempre pensato che sia giusto svolgere al meglio l’attività che si intraprende, qualunque essa sia.” Ai trofei conquistati sul campo il presidente aggiunge un’altra significativa vittoria: “l’aver portato il nome di Forlì fuori dalle porte cittadine. Anzi nazionali, se è vero che alle Olimpiadi di Atene nel 2004 la rappresentativa italiana annoverava ben 9 delle nostre ragazze su un roster di 15 atlete. E tre fra queste nate e cresciute all’ombra di San Mercuriale.” Tra tanta gioia c’è spazio per un piccolo rammarico. “La risposta della città non è entusiasmante, ci vengono concessi al massimo 5 minuti di popolarità. Un atteggiamento che tuttavia non incide sulla nostra mentalità. Siamo pronti a scrivere altri dieci anni di storia”. (F.M.)

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lunga storia sotto la nuova presidenza. Nel karate la bravissima MichelaNanni, due volte campionessa d’Europa, risul-ta vicecampionessa-mondiale nei 50 kg. Nello stesso peso Simona Galassi conqui-sta in Russia il suo secondo scettro mon-diale di pugilato. Ne vincerà un altro nel 2005. C’è anche una prima volta per una squadra di Club che raggiunge un titolo italiano assoluto: laFioriniconquistailtitolonellaseriaAfemminilediSoftballe inizia un’incredibile serie di successi.

Il team pilotato dal Presidente Bombac-ci entra di diritto nella storia sportiva cittadina conquistando in soli otto anni tre scudetti, tre Coppe dei Campioni, tre coppe delle Coppe e quattro Coppe Italia. Nel 2004 un forlivese in sella ad una moto fa scrivere f iumi d’inchiosto. Andrea Dovizioso per i colori della Honda vince il Campionato del mon-do classe 125. Una stagione dominata dall’inizio alla fine del Motomondiale:

Dovizioso è in testa alla classifica sin dalla prima gara mettendo nel carnie-re iridato 5 vittorie e 5 secondi posti. Nel 2005 il Casale Monferrato Basket spe-gne al Villa Romiti i sogni della Vem Si-stemi che anelava alla promozione in A2. L’exploit è nella pallavolo, l’EcotechForlìvincelaSupercoppabattendoilVicenzapoi, superando ilModena, conquista loscudettodibeach-volley. La pallavolo ma-schile intanto è scesa in serie B ma il pre-sidente Gavelli non molla e riparte ferma-

Il nuotatore Fabio Scozzoli recordman nazionale assoluto nei cento rana e in

alto il Forlì Calcio.Inseguendo un pallone

È un’autentica via Crucis quella vissuta dal Forlì Calcio negli ultimi anni. Prima la dolorosa discesa agli inferi del dilettantismo poi la lenta risalita. Un calvario vissuto in prima persona dall’imprenditore

Germano Casadei, dirigente dal 1986 al 1991 e di nuovo dal 1995 al 2001. “A dire il vero la mia avventura ebbe inizio a metà del secolo scorso quando giovanissimo calcavo l’erba del Morgagni in

veste di raccattapalle prima e di modesto atleta poi” dichiara. A seguire 15 anni di militanza tra le giacchette nere, quindi il ritorno sugli spalti in veste di semplice, si fa per dire, tifoso. Un gentiluomo

dal cuore ultras. “Il Forlì sta tornando verso il suo palcoscenico naturale - afferma il titolare di Euronics -. Un rilancio che non cancella tuttavia gli anni travagliati della gestione Oliveti, presidente

colpevole di aver distrutto la società e affossato il calcio biancorosso. Dopo fallimento, radiazione e un anno di astinenza forzata, solo l’intervento di un gruppo di volenterosi, formato in primis dai soci dello storico Club Forza Forlì, ha riacceso la fiammella della speranza. È stato così possibile ripartire dalla promozione e quindi dall’eccellenza in attesa di un sospirato ritorno in C2. Oggi, la società vive grazie a una programmazione sana anche se non ambiziosissima. Comunque in linea con le aspettative dei

suoi caldi tifosi, non tanti ma sempre molto, molto appassionati.” (F.M.)

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mente deciso a risalire la china in fretta. Nel 2006 Forlì IN Magazine ha in co-pertina un forlivese speaker di pregio in campo motoristico che ha vinto otto Gran Premi, in una carriera conclusasi all’inizio degli anni 90:LorisReggiani. Il Forlì Calcio è escluso dalla serie D, il Comitato Interregionale verifica l’as-senza delle liberatorie finanziarie dei giocatori e lo spettro del Campionato d’Eccellenza diventa realtà. È una delle più brutte pagine che la storia calcistica cittadina ha modo di scrivere. Dopo29annitornaaForlìIlGirod’Italia. L’arrivo della Carovana Rosa alla sesta tappa scatena molti interessi. Al Teatro Fabbri si festeggiano, con l’organizzazio-ne del Panathlon, tutti i forlivesi che han-no partecipato al Giro, Baldini e Pam-bianco in testa. Nella pallavolo la Conad è ancora in B1 ma nel 2007 la pallavolo

maschile forlivese vince la finale play-off ed è promossa in A2 con la guida di Pie-ro Molducci. Nel 2008 le atlete di Forlì raccolgono grandi consensi. Se la Fio-rini Softball vince il suo terzo scudetto, Simona Galassi diventa Campionessa del mondo nella categoria professionisti di pugilato, divenendo la prima donna al mondo ad aver vinto tre titoli iridati da dilettante ed uno da professionista. Anche nel 2009 si raggiungono vertici mai toccati: nel nuoto un forlivese di pura razza come FabioScozzoli coglie un prestigioso, secondo posto alle Univer-siadi di Belgrado. Quello che stupisce tutti è il tempo che Fabio raggiunge nei 100rana:59,85”.Diventailrecordmanna-zionaleassoluto e primo italiano di tutti i tempi a scendere sotto il minuto; un risultato che proietta Scozzoli nell’albo d’oro della storia del nuoto italiano. IN

Andrea Dovizioso a soli 16 anni ha conquistato il titolo Europeo nella

125 in sella ad un’Aprilia.

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Li raccontiamo attraverso un’intervista a Pietro Ferrini,

titolare delle quattro boutique presenti in Romagna, dove

si vestono imprenditori e vip provenienti dall’Italia e dall’estero

alla ricerca dell’esclusiva eleganza di marchi come Brioni.

Savile Row,trenta annidi attività, fedeli alla

cultura dellaQualità

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Il 26 settembre 1979 fu inaugurato il primo dei negozi Savile Row a Forlì, in corso della Repubblica 172, a cui seguirono le aperture a Ravenna nel 1983 in via Cairoli 27, a Cesena nel 1990 in Corte Piero della Francesca 25 e a Milano Marittima in via Corsica 10 nel 2000.Da allora sono trascorsi trenta anni, ma la sobria eleganza delle ve-trine e l’atmosfera raffinata dei locali continuano ad attirare grande attenzione, grazie ad una filosofia di base incentrata sulla qualità e sul coraggio di andare controcorrente rispetto alle logiche imperanti del marketing più aggressivo.A questo punto, affrontiamo l’argomento con il titolare, il Sig. Pietro Ferrini.“Parliamo di abbigliamento, di sartoria, di alto artigianato, di identità e gusto personale, di vera professionalità… Sig. Ferrini, ci spiega perché, trenta anni fa, lei decise di proporre alla sua clientela esclusivamente i capi Brioni?”

“La sartoria Brioni, fondata nel 1946, con i suoi milleduecento dipendenti a Penne, in provincia di Pescara, mi dà la possibilità di esaudire le richieste del cliente più esigente nella costruzione di quello che sappiamo essere l’abito più importante al mondo. Le tante ore di lavoro artigianale, supportato da una manualità oramai scomparsa, la meticolosa scrupolosità nelle fasi di realizzazione e nella scelta dei tessuti più pregiati, ci permette di avere in mano un prodotto altamente qualificato e affidabile nel tempo; con queste premesse abbiamo allestito una sartoria interna che ci mette in con-dizione di garantire al nostro cliente un servizio di riparazioni a tutto campo, e rende molto più longevo qualunque capo di abbigliamento a prescindere dalle mode correnti; rimodellare una giacca o un pan-talone, sostituire una fodera, o il collo e i polsi di una camicia, rin-novare la suola ad un paio di belle scarpe, sono passaggi ineludibili per ciò che noi intendiamo con la parola professionalità”.

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“Devo quindi ritenere che segue gli stessi criteri anche nella scelta delle altre aziende che rappresenta?”Sig.Ferrini: “Senza dubbio e con il massimo della coerenza. Il no-stro fornitore ufficiale di camicie è Burini, che opera a Curno, in provincia di Bergamo con l’ausilio di novanta dipendenti, e ci offre la possibilità di costruire insieme ai clienti più raffinati una cami-cia su misura che noi consigliamo con collo e polsi di ricambio. Per le calzature ci affidiamo alla ditta Bonafè, eccellente artigiano che opera a Bologna con venti dipendenti e produce scarpe di altissima qualità; quelle appunto che vale la pena di risuolare, momento in cui ci si rende conto di avere fatto un buon acquisto. A questo punto, mi lasci esprimere un concetto che ritengo basilare nello sviluppo del nostro lavoro: l’obiettivo più importante per un’impresa commerciale è quello di formarsi una clientela fissa, per cui la scelta cade su quei fornitori che ci danno la possibilità di creare un valore aggiunto al

prodotto e di conseguenza, con impegno e serietà di fidelizzare il nostro cliente”.“Sig. Ferrini ci descrive il suo rapporto con le aziende produttrici?”“Noi scegliamo il meglio e mettiamo impegno e coerenza per farne apprezzare il valore. Il rapporto con le aziende è quindi improntato su una relazione virtuosa, fatta di un confronto costante che non si esaurisce in un semplice contratto di compravendita; personalmen-te, provo grande emozione quando visito i miei fornitori, e grande soddisfazione quando, aggirandomi in mezzo a tutta la filiera pro-duttiva, ho modo di ammirare le grandi capacità delle maestranze, il rigore che si evidenzia in ogni fase di lavorazione, la passione per un lavoro apparentemente umile, ma che richiede una preparazio-ne e una ricerca eccezionali. Nel nostro paese esistono magnifi-che professionalità che vanno tutelate e valorizzate ad ogni costo.“A che cosa si riferisce di preciso?”

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“Intendo dire che la nostra società è condizionata in modo nega-tivo da falsi valori imposti da modelli che scatenano la smania di apparire. L’inconsapevolezza, in un atto d’acquisto compulsivo, talvolta porta a trascurare l’origine e la qualità di ciò che si compra, e finisce per abbagliare il cliente con il miraggio di “marchi meteora” che nascono e muoiono in tempi brevissimi. Io vado contro tutto questo: mi piace sostenere l’acquisto consa-pevole che, ovunque venga fatto, non può e non deve prescindere dalla qualità e dalla concretezza.“Il concetto è chiarissimo: dalle sue parole si direbbe che Savile Row svolga un ruolo educativo…”“È quello che penso. La nostra attività è an-zitutto educativa, poi commerciale: noi non proponiamo formule promozionali di sconti o saldi, ma puntiamo a fare conoscere la validità effettiva di ciò che vendiamo, mettendo a disposizione del nostro cliente la competenza dei nostri collaboratori, la serietà e la coerenza di una gestione che in trenta anni di attività non ha mai tradito i suoi valori. I nostri prezzi sono chiari fin da subito, non

vengono sovraccaricati per potere poi effettuare ribassi tanto da perdere di vista quello che dovrebbe essere un acquisto ragionato e consapevole…“Posso chiederle se ha nuovi progetti in cantiere?”“Da due stagioni abbiamo deciso di accettare la collaborazione di Cruciani eccellente produttore di maglie uomo e donna in cashme-

re che ci garantisce ottima qualità nei filati e grande creatività nei modelli. Inoltre, nell’ultimo periodo ci stiamo impegnando per rafforzare il reparto donna, approfittando innanzitutto della nuova linea Brioni Fashion, che avvalendosi delle immense capacità tecniche, con l’ausilio di una linea stilistica attualizzata sempre attenta alla sobrietà di un capo classico e raffinato, ci sta

procurando molte soddisfazioni.Non a caso, nei nostri negozi, l’interesse da parte delle gentili signore, per questi capi di ottima fattura, sta determinando un significativo incremento di presenze femminili.Il tutto comunque nella coerenza e nella logica di quella che è, e deve rimanere, la filosofia di Savile Row.

in apertura interno del negozio di Forlì. Sopra, interni del negozio di Ravenna e Cesena. In basso, vetrine del negozio di Milano Marittima.

“Noi scegliamo il meglio e mettiamo impegno e coerenza per farne apprezzare il valore.”

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testo Elide Giordani - foto Giorgio Sabatini

Investire sui Giovani

Un progetto educativo nato dall’impegno di Alberto

Conficconi, vicepresidente di Confindustria, coinvolgerà

ottocento studenti tra i tredici e i diciassette anni.

L’obiettivo di “Strada facendo” è guidare i ragazzi

offrendo modelli di vita virtuosi.

Educare attraverso esempi virtuosi, offri-re ai giovani modelli di vita vissuta nella pienezza di sfide difficili ma appaganti, affascinare con storie singolari nelle quali i ragazzi riconoscano e facciano propri i valori che consentono di vivere compiuta-mente l’esistenza, superando il vuoto di certi modelli attuali collegati al successo e alla realizzazione personale. Ecco alcuni dei principi attorno a cui gira un singolare progetto educativo nato dall’impegno di Alberto Conficconi, vice presidente di Confindustria Forlì-Cesena

e responsabile del settore Education e Rapporti con l’Università, le scuole e il mondo dei giovani. ‘Stradafacendo’, que-sto il nome dell’iniziativa, coinvolge circa 800 studenti tra i 13 e i 17 anni, ha ottenu-to il sostegno finanziario della Camera di Commercio ed il patrocinio della Provin-cia e dei Comuni di Forlì e di Cesena. “Viviamo in una società che da troppo tempo trasmette messaggi e modelli non corretti - dice Conficconi spiegando le mo-tivazioni di ‘Strada facendo’ -. Con il no-stro progetto non vogliamo certo negare

il ruolo positivo svolto fino ad oggi dalla scuola, semplicemente abbiamo messo a punto un approccio diverso nell’obiettivo di affrontare il problema sociale legato alla frustrazione che vivono i ragazzi che non hanno la possibilità di fare i calcia-tori, le veline o i tronisti. Modelli che, soprattutto attraverso i mezzi televisivi, vengono propinati da tanto tempo senza che i giovani abbiano altrettante occasio-ni per confrontarsi con esempi o storie maggiormente educative. Il tipo di società che deriva da questi modelli comporta-

Crescere | Strada facendo

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mentali e dai relativi valori non ci piace e, per quanto attiene alle nostre possibilità, vorremmo contribuire a formare una società diversa, un diverso approccio dei giovani nei confronti della vita, delle sfide che li attendono, del passaggio dalla scuola al mondo del lavoro”. “Elaborato con la collaborazione di LucaPagliari, scrittore, gior-nalista ed esperto in comunicazione - spiega ancora Conficconi - il progetto si basa sul trasferimentodiesperienzee sul coinvol-gimentoemotivo. Tre le storie che verranno raccontate e le cui metafore saranno punto di partenza per una riflessione sulla realtà attuale. La chiave comunicativa adottata sarà quella di un progettoarticolatosuvariincontri e distribuito nell’arco di un anno scolastico”. Singolari, naturalmente, anche le storie che verranno raccontate attraverso testimonianze dirette o con la narrazione supportata da immagini e musica. Quella di AgneseSartori, antropologa che analizza la vita nel villaggio di Nahà, una delle ultime te-stimonianze di civiltà Maya, esempio perfetto di un equilibrio dominato dall’essenzialità delle cose. Quella di MagalìPrati, un’imprenditrice locale, che mostra come essereimprenditorivalorizzandoognisingoloindividuo. E, infine, la storia di RenatoCesarini e dei suoi successi nel mondo del calcio. “La disponibilità e l’entusiasmo con cui gli insegnanti hanno ac-colto il progetto - conclude Alberto Conficconi - ci fa pensare che abbiamo colto nel segno. È nostra intenzione creare un archivio con tutto ciò che, stimolati dalle storie, i ragazzi vorranno pro-durre. Se funziona, potremmo pensare a future edizioni”. IN

Nella pagina a fianco Alberto Conficconi, Vicepresidente di Confindustria. In basso l’imprenditrice Magalì Prati.

Cappelleria, accessori di pelletteria, ombrelli, sciarpe, guanti.

Page 92: Forlì IN Magazine - 5/2009

È nato MEGAterra

Il bar Allroundcafé diventa punto d’incontro tra uno spazio

e un’idea. Il locale accoglie Terra, espressione concreta

di una tendenza che punta a un ritorno alla semplicità e alla valorizzazione della produzione locale a tavola.

Allroundcafè (il bar all’interno di MEGA-forlì, C.so della Repubblica, 154) diventa MEGAterra, lo spazio che accoglie Terra, l’idea. Espressione concreta di una ten-denza che punta a un ritorno alla sempli-cità e alla valorizzazione della produzione locale a tavola, MEGAterra si fa lente d’in-grandimento sulla ricchezza enogastrono-mica della terra di Romagna. Ogni settimana MEGAterra mette in ta-vola un menù diverso, fatto di pietanze

fresche, preparate in giornata e nel pieno rispetto della stagionalità.MEGAterra si compone anche di un’area vendita dove è possibile acquistare un pa-niere di prodotti dal sapore genuino, tutti caratterizzati dalla qualità e dal costo soste-nibile. Se spesso biologico e naturale si asso-ciano nell’immaginario collettivo a costoso, la filosofia che anima il progetto Terra privi-legia la dimensione locale e la “filiera corta”, abbattendo così i costi di distribuzione, per far sì che il prezzo sia dato dal valore degli alimenti e non dai chilometri percorsi per arrivare sulle nostre tavole.Pane,dolci,pasta,cereali,salseeconfet-ture,olio,vino,salumieformaggi,questiiprodottidiMEGAterra,tuttiprovenientidaaziendechepraticanoun’agricolturaat-tentaallabiodiversità, perseguendo come obiettivo l’ottimizzazione delle risorse e favorendo la “qualità” rispetto alla “quan-tità”, tutti contraddistinti e venduti con il sigillo di qualità Terra.Semplicità e lavorazione artigianale sono le linee guida che hanno determinato an-

che la scelta degli interni e degli arreda-menti, progettati e realizzati da Angelo Grassi Design.Le sedie, i tavoli e le scaffalature dell’area vendita, infatti, sono stati creati con mate-riale di recupero, per assicurare non solo nei prodotti, ma anche nello spazio fisico che li ospita, il minor impatto ambientale possibile. Sempre nell’ottica di accorciare le distan-ze tra produttore e consumatore, nei mesi a venire, MEGAterra ospiterà incontri e conviviali in cui le aziende eno-gastrono-miche ed agricole locali potranno incon-trare direttamente i consumatori e pre-sentare, ma soprattutto far assaggiare, i propri prodotti.Terraèun’operazioneculturale che na-sce dall’idea e dalla volontà di valorizzare l’identità della Romagna dei soci fonda-tori, romagnoli, innamorati della propria terra e provenienti da esperienze tra loro diverse ma ugualmente contraddistinte da passione e capacità imprenditoriali: I Prati, La Siba, MEGAforlì, La Poderosa. IN

Da sapere

MEGAterra promuove i prodotti enogastronomici tipici, da gustare e

acquistare, all’interno di un luogo dedicato alle proposte stagionali della terra di

Romagna.MEGAterra apre al pubblico il punto vendita

tutti i giorni dalle 8 alle 20 e propone i menù settimanali dal lunedì al venerdì dalle 12 alle 15. Sono accettati i buoni

pasto. La cucina offre anche il servizio per pranzi aziendali, feste di laurea e cene

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Innovare | Ritorno alla semplicità

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Page 93: Forlì IN Magazine - 5/2009

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Page 94: Forlì IN Magazine - 5/2009

testo Francesca Renzi

I luoghi dello Spirito

Da Imola a Rimini, dagli Appennini alla costa, tutta la Romagna è punteggiata

da chiese, cattedrali, abbazie, eremi e pievi: luoghi affascinanti da raggiungere a piedi, dove la fede si intreccia

con le tradizioni popolari e invita a ritagliarsi momenti di

pausa e di riflessione.

Santiago de Compostela, Fatima, Lou-rdes: quando si parla di pellegrinaggi e di spiritualità, la mente corre inevitabil-mente a questi grandi luoghi di fede e di preghiera, intrisi dell’odore dell’incenso e della cera sciolta. Tuttavia, per ritem-prare lo spirito o, più semplicemente, per prendersi una pausa di riflessione, non è sempre necessario percorrere centinaia di chilometri: tuttalaRomagnaèpunteggiata

dapiccolepievi,oratori,cappelleeromito-ri,chesiaffiancanoallegrandibasilichedicittà. Alcuni di questi sono veri e propri luoghi di culto, dove vengono celebrate funzioni religiose, come il Duomo di Fa-enza, il riminese Tempio Malatestiano, le basiliche bizantine di Ravenna e le chiese parrocchiali di campagna; ci sono, però, anche piccole cappelle votive, maestà ai bordi della strada, vecchie chiese sconsa-crate che emanano un ineguagliabile fa-scino e invitano alla serenità. Questi sono i luoghi dello spirito, che invitano a riflet-tere e a rilassarsi, accoglienti tanto per chi crede quanto per chi non trova conforto nella fede: la bellezza di cattedrali e chie-sette, espressa dalle linee architettoniche, dai dipinti e dalle opere d’arte riempie gli occhi di ogni osservatore. Matteo Ranucci, giornalista forlivese, ha selezionato 52 di questi luoghi - uno per ogni settimana dell’anno - e li ha raccolti nel libro 52luoghidellospiritoinRomagna,il nuovo libro che arricchisce la collana “52” di Edizioni IN Magazine, affiancan-dosi a 52 domeniche in Romagna - dello stesso Ranucci - e a 52 storie e luoghi di Romagna, di Andrea Casadio. Accompa-gnando il lettore in una piacevole passeg-giata, in 52 luoghi dello spirito in Romagna l’autore suggerisce 52 piccolipellegrinag-gi,escursioni alla scoperta di un territo-rio dalla storia antica e dalle tradizioni profonde che si intrecciano con i simboli della fede. Una selezione dei luoghi più suggestivi ed emozionanti, dove la fede si intesse con la tradizione e le credenze popolari, dando vita a vecchie leggende tramandate di generazione in generazio-ne e ancor oggi affascinanti. In un luogo così, ci si ritrova immersi nel silenzio della riflessione, tanto tra i boschi di montagna quanto a pochi passi dal centro delle città romagnole. IN

Esplorare | 52 luoghi spirituali in Romagna

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Page 95: Forlì IN Magazine - 5/2009

IL TERRITORIO. LA STORIA.Due modi per conoscere la tua terra

52 domeniche in Romagna

La guida per scoprire un intero territo-rio attraverso itinerari unici. Un prati-co “taccuino” da cui trarre spunto per escursioni affascinanti in oltre 150 lo-calità della Romagna. Un grande suc-cesso editoriale, alla terza edizione.

52 storie e luoghi di Romagna

La guida che raccoglie, dall’antichità ad oggi, personaggi, luoghi ed eventi che hanno “fatto” la Romagna. Oltre 2000 anni di Storia di questa terra, raccontati in forma avvincente e au-torevole, come mai finora.

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Page 96: Forlì IN Magazine - 5/2009

testo Leda Santoro

Batte il cuore della Solidarietà

Forlì eccelle nel volontariato. Lo Ior, la

Cooperativa sociale onlus nata per affiancare le

strutture pubbliche nella lotta contro il cancro, ha

appena compiuto trent’anni. Al Morgagni-Pierantoni

anche quest’anno arrivano i “Nasi rossi del dottor Jumba”

a portare sollievo ai bambini ricoverati.

Un salto a ritroso di dieci anni è troppo breve per raccontare la vita dello Ior, Istitu-to Oncologico Romagnolo con sede a For-lì. L’organizzazione di volontariato nata per affiancare le strutture pubbliche nella lotta contro il cancro ha appena compiuto trent’anni. Dal 1999 Ior è una cooperativa sociale onlus presente nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini con sedi a Faenza, Lugo, Riccione e Meldola. Pro-prio a Meldola, dal 2000, l’organizzazione di solidarietà è socio fondatore e principa-le finanziatore dell’eccellenza romagnola nel mondo, l’Irst (Istituto Scientifico per lo Studio e la Cura dei Tumori). Un im-pegno, quello dello Ior, che si dispiega a 360°: dalla ricerca clinica ed ambientale all’epidemiologia, dall’informazione me-dica alla prevenzione e all’assistenza ai pazienti affetti da neoplasia.Va sottolineato come lo Ior sia una delle poche Organizzazioni di Volontariato ad avere il proprio bilanciocertificato e ren-

de pubblici i risultati delle proprie inizia-tive di maggiore impatto sulla collettività.Recentemente l’Istituto, in collaborazione con Menabò e la redazione “IN Magazi-ne”, ha realizzato alcuni filmati promo-zionali che hanno raccolto l’adesione di celebri romagnoli, portavoce d’eccezione di questo messaggio di solidarietà: pro-tagonisti dello sport come il velista CinoRicci, la pugile SimonaGalassi, gli allena-tori AlbertoZaccheroni e ArrigoSacchi, i “centauri” MarcoSimoncellie MarcoMe-landri, poi ToninoGuerra, il poeta Davi-deRondoni, GaetanoCurreri, leader degli Stadio, il ristoratore GianfrancoBolognesietantialtri. Da questi filmati sono stati realizzati quattrospot, con protagonisti Cevoli, Casadei, Marescotti e Giacobazzi, trasmessiinquestimesidalletvprivateeneicinemadellaRomagna. DinoAmado-ri, MaurizioMarangolo e AlbertoRavaioli, primari oncologi a Forlì, Ravenna e Rimi-ni, sono i volti-simbolo dello Ior, i volti che

Aiutare | Ior e Dottor Jumba

96 | IN Magazine

Page 97: Forlì IN Magazine - 5/2009

compaiono nella campagna pubblicitaria realizzata da Menabò. L’Istituto Oncologico Romagnolo finanzia numerosi progetti di Ricerca in ambito oncologico, sostiene la diffusione delle CurePalliative e della Psiconcologia e si impegna a diffondere un’effi-cace cultura della Prevenzione: moltissimi i premi ricevuti come riconoscimento dell’attività svolta. Tra i più prestigiosi va ricorda-to l’OscardelBilancioedellaComunicazionedelleOrganizzazioneNonProfit, sezione ricerca ricevuto nel 2001. In tutti questi anni lo IOR è diventato unpuntodiriferimento per le persone che affrontano la malattia, per i giovani ricercatori che si impegnano nella lotta contro il cancro e per i tanti volonta-ri che, anno dopo anno, danno la loro disponibilità per le attività di raccolta fondi svolte in occasione delle numerose manifesta-zioni organizzate, e per i lavori svolti nelle diverse sedi.Sorridereincorsia.INasiRossideldottorJumba, i Clown Dottori dell’associazio-ne “L’AquilonediIqbal”, anche quest’anno stanno portando un po’ di allegria ai bambini ricoverati nel reparto di Pediatria dell’ospedale “Morgagni-Pierantoni”. Lo scopo del progetto è aiutare i più piccoli a superare i momenti difficili e monito-rare così i benefici della clown terapia sugli stati d’ansia pre e post-operatori. L’iniziativa, portata avanti in collaborazione con l’Ausl di Forlì, ha durata annuale e vedrà al lavoro sei coppie di clown dottori impegnati a fronteggiare la malattia, l’impatto con il nuovo ambiente e promuovere il benessere anche in condizioni di degenza ospedaliera. Con la ricerca sarà possibile raccogliere dati oggettivi al fine di innovare e arricchire il lavoro di cura nel-le strutture ospedaliere. Ai genitori dei bambini e al personale infermieristico di riferimento verranno infatti consegnati testdivalutazione, col coinvolgimento degli psicologi dell’Aquilone di Iqbal e il supporto di alcuni docenti dell’università di Psicologia di Cesena. L’iniziativa è nata nel 1999 all’interno dell’Unità Operativa Pediatrica dell’ospedale Bufalini di Cesena. I clown dottori dell’associazione l’Aquilone di Iqbal portano risate e emozioni positive, miscelando le competenze professionali del clown con l’umorismo, la comicità, l’improvvisazione teatrale e la creatività. IN

Nella pagina a fianco Dino Amadori, Maurizio Marangolo e Alberto Ravaioli. In alto due volontarie del gruppo del dottor Jumba.

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Page 98: Forlì IN Magazine - 5/2009

testo Giulia Bazzocchi

Da non Perdere

In questo particolare periodo dell’anno, tra feste e celebrazioni natalizie, non mancano certo gli spettacoli, tanti e di-versissimi. Per la rassegna comica del teatro Il Pic-colo curata da Accademia Perduta, si potrà godere di una serata divertente, all’insegna dell’umorismo tipicamente romagnolo, di Giuseppe Giacobazzi (nel-la foto), che sarà presente il 22dicembre(sul palco però del teatro Diego Fabbri), con lo spettacolo Una vita da pavura di e con Andrea Sasdelli. Per la rassegna “A teatro con mamma e papà” dedicata ai bambini, in programma la domenica pomeriggio al Piccolo, una se-rie di produzioni tra cui, Chi la fa l’aspetti! il 13dicembre e Vita da gatto, il 20dicembre. Sarà poi la volta della compagnia Teatro del Buratto che presenterà Giocagiocattolo il 17gennaio.Al Teatro Diego Fabbri, invece, la stagione di prosa si apre con una delle opere lette-rarie più conosciute, tradotte e rappresen-tate di Shakespeare: Amleto.

Un riadattamento del regista Armando Pu-gliese, interpretato da Alessandro Preziosi (nella foto), con Carla Cassoli e Ugo Maria Moroni, a partire dal 20gennaio2010.Ad inaugurare il programma di danza del Diego Fabbri sarà il balletto in due atti Giselle del corpo di ballo del Maggio Fiorentino, diretto da Vladimir Derevian-ko, con le coreografie di Evgheni Polya-kov il 28gennaio2010, mentre l’operetta aprirà il sipario il 17gennaio2010 con La vedova allegra messa in scena dalla Compa-gnia Italiana di Operette, con il Maestro Orlando Pulin, direttore d’Orchestra e Serge Manguette, nella duplice veste di regista e coreografo.Gli appassionati di musica, in particola-re del genere nero-americano, possono trovare un’ampia varietà di scelta tra il concerto gospel Wanda Trent Phillips pre-visto per il 24dicembre al Teatro Errico Petrella di Longiano, Il grande Gospel di Natale di Danielle Wilson che si esibirà la sera del 25 al Naima Club, e lo spettacolo Under the light of the star col Maestro Nehe-

miah H.Brown and the Celebration Go-spel Choir, che si terrà al teatro Comunale di Cesenatico il 26dicembre. Sempre la sera di Santo Stefano, alla Vec-chia Stazione, un’altra esibizione sul gene-re americano A New York Christmas Carol, il gospel con Will Roberson.Durante le settimane prima di Natale, il venerdì sera, continuano al Naima Club i concerti dal vivo di jazz, blues e musica etnica, con le esibizioni di Mar-co Tamburini Quartet, band formata da pianoforte, contrabbasso e batteria, l’11dicembre, e quella di Snowy White Blues Band, chitarrista dei Pink Floyd dal 1976 al 1980, oggi in chiave blues, prevista per il 18dicembre.Ritorna anche quest’anno “Ice City” la pi-sta di pattinaggio su ghiaccio, allestita nel piazzale adiacente il centro commerciale “I Portici”, dove bambini e ragazzi possono dilettarsi in questo sport dal fascino parti-colare. La pista, che offre anche il servizio di noleggio dei pattini, resterà aperta per tutto l’inverno fino al 21 febbraio 2010. IN

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Recitare | Spettacoli in cartellone

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L’Istituto Oncologico Romagnolo da trent’anni è impegnato nella lotta contro il cancro, attraverso la Ricerca, la Prevenzione e l’Assistenza. I risultati raggiunti sono stati ottenuti grazie al contributo di libere donazioni e alla determinazione dei suoi Volontari, che hanno dedicato tempo ed energie per un obiettivo comune: la sconfitta definitiva della malattia oncologica. Oggi, un traguardo importante dell’attività dello IOR è rappresentato dall’IRST, l’Istituto Tumori della Romagna, realizzato a Meldola (FC), di cui lo IOR è socio fondatore, nonché unica organizzazione non lucrativa di riferimento per la raccolta delle donazioni destinate al suo sviluppo. Il miglioramento costante della qualità di vita dei malati, unitamente alla Ricerca più qualificata, continuano ad essere, dopo oramai tre decenni di attività, l’impegno che guiderà ogni scelta futura.Anche per merito dello IOR e, di conseguenza, dei suoi Sostenitori, la Romagna possiede una delle migliori reti oncologiche del Paese. Per scoprire nuove cure e nuovi metodi e per affrontare al meglio la malattia è necessario investire risorse ed energie per garantire una costante crescita del progresso scientifico anche nei prossimi anni.

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Page 100: Forlì IN Magazine - 5/2009

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Scegliere | Shopping

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emozionante per chi cammina per vocazione, per chi cammina per scoprire luoghi suggestivi o, semplicemente, per chi marcia per passione. Per non perdere la via, ecco una guida suddivisa in quattordici tappe e otto tra deviazioni e collegamenti alternati-vi e con tutte le indispensabili indicazioni per soste di ristoro.

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Page 102: Forlì IN Magazine - 5/2009

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