Forlì IN Magazine – 01/2011

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® Forlì Anno XIV - N. 1 - FEBBRAIO 2011 Maurizio Viroli La scuola della vita Êria ‘d Rumâgna Romagna a tutto folk San Benedetto in Alpe L'anima cheta del paese Ex circoli di partito La politica... in tavola www.inmagazine.it Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 23/11/1998 n. 27 - E 3,00

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Anno XIV - N. 1 - FebbrAIo 2011

MaurizioViroli

La scuola della vita

Êria ‘d Rumâgna Romagna a tutto folk

San Benedetto in Alpe L'anima cheta del paese

Ex circoli di partito La politica... in tavola

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La politica apre il nuovo anno di “Forlì IN Magazine”. La politica nel senso più nobile, quella che da passione civile diventa materia di studio e vita. Come per Maurizio Viroli. Il professore di Princeton ci ha regalato il suo amarcord, quando in lui, studente brillante (e ribelle), cresceva la passione per il suo fu-turo. Dopo di lui, parliamo ancora d’università, con l’architetto Rober-to Pasini, impegnato negli atenei ci-nesi, e raccontando 20 anni di corsi e master a Forlì e Cesena. Il nuovo anno porta qualche rinnovamento grafico e nei contenuti. Se il som-mario è solo un dettaglio, nuovo è il taglio all’articolo del territorio,

raccontando storie di vita nei pae-si del comprensorio. Siamo partiti da San Benedetto in Alpe. Subito dopo, un viaggio tra gli ex circoli di partito, “tempio” di una Romagna in tavola che piace sempre di più. E a proposito di Romagna, ecco Teddi e Vlad Iftode, musicisti romeni che interpretano con maestria le nostre melodie. Quindi l’arte, con Meloz-zo, la cultura, con la nuova collana Foschi curata da Eraldo Baldini, lo sport con l’Edera Rugby. E tanto altro… da sfogliare sulla carta o al computer (andate su www.inmaga-zine.it e iscrivetevi alla newsletter) o sui social network, visitando la pagina Facebook di Edizioni IN Magazine.

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Stampa: Graph S.N.C. - San Leo (PU)

Direttore Responsabile:

Andrea Masotti

Redazione centrale:

Andrea Biondi, Roberta Brunazzi, Francesca Renzi

Progetto grafico: Lisa Tagliaferri

Impaginazione: Sabrina Montefiori

Controllo produzione e qualità: Isabella Fazioli

Ufficio commerciale: Gianluca Braga

Collaboratori: Lidia Bagnara, Annalisa Balzoni, Francesca Leoni, Sabrina Marin, Francesca Miccoli, Matteo Ranucci, Giorgio Sabatini, Gabriele Zelli, Roberto Zoli

Chiuso per la stampa il 10/02/2011

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Edizioni IN MAGAZINE S.R.L.

Redazione e amministrazione: Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47100 Forlì tel. 0543.798463 - fax 0543.774044

[email protected]

4 Annotare Brevi IN12 Essere Maurizio Viroli20 Costruire Roberto Pasini22 Studiare Università in Romagna26 Raccontare Êria ‘d Rumâgna30 Camminare San Benedetto in Alpe36 Riscoprire Ex circoli di partito

42 Abitare Il casale recuperato46 Scrivere Eraldo Baldini49 Visitare Musei San Domenico52 Applaudire Teatro Diego Fabbri54 Vincere Edera Rugby56 Progettare Forum Internazionalizzazione58 Scegliere Shopping

|EDITORIALEdi Andrea Masotti |

Sommario

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Dieci anni di Almanacco

Forlì - Decima edizione per L’Almanacco di Forlì e dintorni, edito dalla cooperativa “L’Almanacco” con fotografie scattate da Fabio Blaco. Il

volume raccoglie un anno di cronaca cittadina, e dal 2001 costituisce un

appuntamento fisso per chi vuole conservare la memoria storica della

città. Anche quest’anno parte del ricavato dalla vendita sarà devoluto

alla Casa della Carità di Bertinoro gestita da don Luigi Pazzi, che accoglie

disabili fisici e psichici gravi e alla quale “L’Almanacco” ha voluto legarsi

fin dalla sua prima edizione. (R.B.)

Energia e territorio, il piano di Rinnova e Sis.Ter

Forlì - Il futuro delle città richiede un’attenta riorganizzazione sul fronte dell’energia e del suo reperimento da

fonti rinnovabili. Il piano energetico territoriale è una priorità: per la sua stesura serve un modello standard

capace di aprirsi, con flessibilità, alle variabili di ogni territorio. A questo

modello stanno lavorando le società Sis.Ter di Imola e RInnova Romagna

Innovazione di Forlì, insieme per sviluppare un servizio di supporto

che integra un sistema informativo ad hoc con un innovativo metodo per la

pianificazione energetica. (R.B.)

Mondiali in Nuova Zelanda

Forlì - Sarà il direttore del Circolo Tennis Villa Carpena a difendere i colori dell’Italia ai Mondiali indi-viduali Over 55 di tennis che dal 26 febbraio al 6 marzo si disputano a Christchurch, Nuova Zelanda. Al tor-neo partecipano giocatori da tutto il mondo, raggruppati in un tabellone da 128 in cui Ferranti Rocchi (nella foto terzo da sx con John Mc Enroe, Pierre Gallivanoni e Mansour Bahra-mi) rappresenterà l’Italia. Il tenni-sta di origine marchigiana vanta un palmares di altissimo livello: dal 1979 all’86 è stato nei primi dieci giocatori della classifica italiana, raggiungen-do nel 1983 il miglior piazzamento (7) e la 150a posizione nella classifi-

ca mondiale. Ha vinto cinque tornei internazionali, battuto tennisti del calibro di Corrado Barazzuti, Paolo Bertolucci, Tonino Zugarelli e gioca-to nell’Olimpo del tennis mondiale, Wimbledon, Roland Garros, Flashing Meadow. Nel ’92 ha vinto i campio-nati mondiali Over 35 individuali e a squadre; nel 2002 è stato campione europeo Over 45 e campione mondia-le di doppio, battendosi con McEnroe e Yannick Noah. La trasferta neoze-landese è sostenuta, oltreché dal tifo dei forlivesi e dagli amici del Tennis Villa Carpena, da un pool di aziende cittadine tra cui l’Agenzia Viaggi la Trottola, Trevi Sport e Medoc Medi-cina del Lavoro. (R.B.)

Pagine Futuriste alla Biblioteca Comunale

Forlì - A cento anni dalle date che segnarono l’affermazione del Futu-rismo sulla scena culturale e artisti-ca del primo ’900, la Biblioteca Co-munale “Aurelio Saffi” celebra fino al 30 aprile uno dei più importanti movimenti di avanguardia italiani, attraverso una mostra di libri con-servati all’interno delle celeberrime Raccolte Piancastelli, Fondo Beltra-melli e Fondo Mambelli. L’esposi-zione, curata da Antonella Imolesi Pozzi (responsabile Fondi Antichi,

Manoscritti e Raccolte Piancastelli), è realizzata con alcune delle più si-gnificative opere letterarie futuriste presenti in Biblioteca. L’esposizione ben documenta come il libro nei primi anni del XX secolo sia divenuto un organico progetto arti-stico e abbia assunto una dimensione visuale, oggettuale e complessa, at-traverso una rivoluzione della tecnica tipografica applicata massicciamente alla comunicazione. www.cultura.comune.forli.fc.it(S.M.)

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Gioca Wellness, salute e divertimento

Gambettola - Migliorare la salute dei bambini delle scuole dell’infanzia e primarie di Cesena attraverso l’educazione al wellness, al movimento e ai corretti stili di vita. È il progetto “Gioca Wellness”, promosso dalla Wellness Foundation e da Technogym, con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Territoriale e con la partecipazione del CONI di Forlì-Cesena. A presentarlo il 14 febbraio nell’Istituto Comprensivo di Gambettola sono stati Nerio Alessandri (presidente Wellness Foundation e Technogym), Raffaella Alessandrini (direttore coordinatore dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Forlì-Cesena) e Luciano Rossi (presidente CONI Forlì-Cesena). (F.R.)

Forlì vista da Martino Cichocki

Forlì - Corre sul filo del ricordo “La mia Forlì”, raccolta di fatti, personaggi ed eventi raccontati da una figura di spicco della cultura politica italiana e della sua città. L’autore è Martino Cichocki: il volume è stato presentato l’8 febbraio nel Palazzo del Monte di Pietà, dall’autore affiancato dal giornalista Andrea Degidi. Intervenuti all’incontro il sindaco Roberto Balzani, il presidente della Fondazione Carisp Forlì Piergiuseppe Dolcini (che ha anche firmato la prefazione al volume), Dino Zattini, Roberto Pinza, Sauro Sedioli e Romano Baccarini. (F.R.)

Segavecchia, premi ai gruppi Mascherati

Forlimpopoli - La primavera forlim-popolese si apre con la Segavecchia, tradizionale festa popolare con carri allegorici, mercati, animazioni. Il tut-to al seguito del grande fantoccio del-la “vecchia”, segato da simbolici boia con una finta sega da taglialegna per liberare dal suo interno una cascata di regali e dolciumi. Un rito apparen-temente truce ma goliardico, legato ad antiche leggende medievali che s’intrecciano con il mito della Terra Madre e delle forze purificatrici pro-prie della nuova stagione. Un festoso

ritorno alle origini che ogni anno ri-chiama migliaia di visitatori nel cen-tro storico della cittadina artusiana. L’edizione 2011 si tiene nelle dome-niche del 27 marzo e 3 aprile: per i gruppi mascherati a piedi, composti da non meno di dieci partecipanti, sono previsti premi in denaro istituiti dall’organizzazione, a cura dell’Ente Folkloristico e Culturale Forlimpo-polese. A designare i cinque gruppi vincitori sarà una giuria composta da cinque persone, scelte tra i presenti alla manifestazione. (F.R.)

Civitella 50 volte Carnevale

Civitella di Romagna - Maschere pronte a scendere in strada nel capo-luogo e nei dintorni per festeggiare il carnevale. Il Martedì Grasso cade l’8 marzo, ma feste e cortei sono pronti a partire già da metà febbraio. Una sto-rica edizione, la numero 50, si prean-nuncia per il “Carnevale Civitellese”, che dal 27 febbraio al 6 marzo torna come momento da non perdere per

tutti gli amanti di originali sfilate a ritmo di musica. A lanciare l’evento organizzato per il mezzo secolo del-la kermesse è il LipDub pubblicato su YouTube, con ragazzi in maschera che sulle note di Let me entertein you e Lady Marmalade presentano la mani-festazione e il loro paese, suggestivo sfondo alla scatenata performance musicale. (R.B.)

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Massimo Mercelli per Yuri Bashmet

Mosca - In occasione del gran galà per il 58° compleanno di Yuri

Bashmet, genio indiscusso della viola e direttore dei Solisti di Mosca,

Massimo Mercelli ha omaggiato il maestro con il Concerto per flauto e archi di Michael Nyman. L’evento al

quale hanno partecipato musicisti di fama internazionale, si è svolto a

Mosca lo scorso 24 gennaio, presso la Sala da Concerto Tchaikovsky, sede

dell’Orchestra Sinfonica di Stato. È una prima esecuzione per il pubblico

di Mosca il Concerto per flauto e archi, opera che Michael Nyman ha

dedicato al collega e amico Mercelli. Il brano era stato presentato in prima

assoluta la scorsa estate all’Arena Plautina di Sarsina. (A.B.)

Caino… in libreria

Cesena - Dal palcoscenico alla carta. È in libreria, nella Collezione di teatro

Einaudi il nuovo libro di Mariangela Gualtieri, che raccoglie il testo del

nuovo spettacolo del Teatro Valdoca, per la regia di Cesare Ronconi. Nel

frattempo, Caino continua la sua tournée: dal 10 al 13 febbraio al

Palladium di Roma, poi al Rossini di Pesaro (5 marzo), al Bonci, cioè “in

casa”, il 19 e 20 marzo, poi il 13 e 14 aprile all’Ariosto, di Reggio Emilia

e ancora, dal 18 al 22 maggio, al Palazzo del Ghiaccio di Milano. www.teatrovaldoca.org (A.B.)

Inizio d’anno col Presidente

Forlì - Il 2011 si è aperto con la vi-sita del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che il 7 e 8 gen-naio ha incontrato la città e celebra-to assieme a istituzioni e cittadini il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia. Ad attenderlo i tricolori in piazza Saffi, gli incontri con le istitu-zioni, le strette di mano della gente e un momento ufficiale al teatro Die-go Fabbri, dove il sindaco Roberto Balzani ha presentato un’orazione civile dedicata ai romagnoli che fe-cero l’Italia, alla storia di quando la Romagna divenne italiana. “Forlì - ha commentato il Presidente al termine della visita - mostra di avere coscien-za delle proprie radici, del proprio contributo al voto unitario, e sa far rivivere questa sua storia nel modo più efficace, un esempio che mi augu-ro venga seguito altrove. Deve essere seguito in tutte le parti del Paese, da Milano a Venezia, da Roma a Verona, affinché sappiano come divennero italiane”. (R.B.) Ph. Giorgio Sabatini

Long Range 23 di Mochi Craft premio all’Innovazione

Forlì - Un concentrato di innova-zione e tecnologia in 75 piedi di lunghezza. È il Long Range 23 di Mochi Craft, imbarcazione di gran-di dimensioni a propulsione ibrida

vincitrice assoluta della seconda edizione dell’International Envi-ronmental Award 2011, premio as-segnato dall’Union Internationale Motonautique, organo di governo internazionale della Motonautica. Il prestigioso riconoscimento sarà consegnato il 26 febbraio, nel corso di una serata di Gala nel Principato di Monaco. Esempio della capacità innovativa del Gruppo Ferretti, tito-lare del brand Mochi Craft, il Long Range 23 è stato reso possibile gra-zie alla pluriennale ricerca condotta dal Gruppo insieme allo Studio Zuc-con International Project. (F.R.)

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Nuovi laboratori al liceo Masini

Forlì - Musicoterapia e musica contemporanea tra le nuove proposte del liceo musicale “Angelo Masini” di Forlì. I due laboratori prendono il via tra febbraio e marzo: il primo, indirizzato a bambini, ragazzi e adulti portatori di handicap psico-fisico, è tenuto da Lucia Toni. Ad insegnare musica contemporanea è invece Fabrizio Ottaviucci, in un percor-so creativo e di improvvisazione messo a punto assieme ad “Area Sismica”. Per iscrizioni tel. 0543 33598; per informa-zioni sul corso di musicoterapia [email protected]; sul corso di musica contemporanea [email protected] (R.B.)

Gamma Amadori per Celiaci

Cesena - Da gennaio la gamma Amadori senza glutine si amplia fino a comprendere rollate, hamburger, salsicce di pollo, tacchino, suino, che si aggiungono a wurstel e arro-sti affettati, già disponibili. L’elenco dei prodotti, segnala-ti nel Prontuario degli Alimenti 2011 a cura dell’Associa-zione Italiana Celiachia, comprende ora cinque tipologie, per un totale di 25 referenze diverse. Dalle rollate “Buona Domenica” fino ai “Granburger” di tacchino e suino; dal-le “Salsicce” a “Le Buone Forchette”, affettati per antipasti e secondi leggeri. Senza dimenticare i “Wurstel”, già dal 2008 certificati Spiga Barrata dall’Associazione. www.amadori.it (A.B.)

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Uno spot per chi russa con Giletti

Bertinoro - Russare non è solo un difetto fastidioso ma un campanello

d’allarme di una malattia, la roncopatia cronica, che può evolvere

a sua volta verso la sindrome da apnea ostruttiva del sonno (Osas).

Una patologia potenzialmente pericolosa, spesso sottovalutata. Per

sensibilizzare la popolazione è nato uno spot pubblicitario con Massimo

Giletti messo in onda da reti locali e nazionali. “Se russi, non dormirci

sopra!” è il messaggio, nato come project work di una corsista del Corso

di Alta formazione in Comunicazione dei Servizi Pubblici dell’Università di Bologna, girato dalla bolognese

“Limina” e diretto dal regista Matteo Medri. Promotori dell’iniziativa, il professor Claudio Vicini, direttore

dell’U.O. di Otorinolaringoiatria dell’Ausl di Forlì e la Società Italiana

di Otorinolaringoiatria (Sio), col contributo della Fondazione Cassa

dei Risparmi di Forlì. Lo spot è stato presentato ufficialmente il 21 gennaio

al CeUB, nell’ambito del convegno per medici incentrato sulla sindrome

Osas. (R.B.)

Incarico europeo per Venerino Poletti

Forlì - Il professor, direttore della Pneumologia di Forlì, è stato eletto

nuovo presidente del Gruppo di studio sulle “Malattie polmonari diffuse”

della European Respiratory Society. Venerino Poletti ricoprirà l’incarico per tre anni a partire da settembre

2011, succedendo al prof. Carlos Robalo Cordeiro. (R.B.)

Arte in luce da Venerom

Forlì - Secondo appuntamento per “Arte in Luce”, rassegna promossa dall’azienda Venerom specializzata nella produzione di pavimenti arti-stici, rivestimenti e accessori d’ar-redo. Lo showroom forlivese di via Costanzo II, al civico 1, ospita dall’11 febbraio una mostra dedicata alle creazioni dell’artista ferrarese Ales-sandro Grassi, caratterizzate da una vena giocosa e infantile, con luce e colori intensi che ben si adattano al progetto artistico di Venerom. “Arte in Luce”, infatti, intende son-dare le qualità estetiche della resina applicata all’arte figurativa e astrat-ta, per dar vita ad una collezione di opere d’arte e d’arredo firmate da

vari artisti italiani.I quadri realizzati in resina da Alessandro Grassi sono applicati a pannelli luminosi che proiettano nei vari ambienti una luce filmica, ecologica e sensoriale, che letteralmente “da vita” all’immagine fissata dall’artista su di un film tra-sparente retroilluminato. www.venerom.it

Il matrimonio a Palazzo Manzoni

San Zaccaria - “C’era una volta… un matrimonio”. Cosi si chiama la mo-stra fotografica di Tania Melniko-va che il quattrocentesco Palazzo Manzoni ospita nei suoi romantici ambienti. Il matrimonio è uno dei giorni più significativi della vita. Ma cosa resta dopo la torta tagliata e a candele spente? Solo l’amore… e le foto: semplicemente, una collezione di emozioni. Durante la mostra, aperta a fine gennaio fino all’8 marzo, ogni giovedì è in programma un aperitivo e l’incontro con amici e colleghi di Tania - professionisti del matrimonio. Sfilate di abiti da sposa Tirapani e Sir Anthony, scenari floreali di “In Fio-re” e Garden Battistini, hair design e make-up di Sestosenso Parrucchieri e di Centro Estetico Escandar, viaggio nel “Giardino delle fate” (bombonie-re, confetti, abiti da cerimonia uomo e bimbi). Per il programma degli eventi: www.taniushkafotografia.com. (A.B.)

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Macfrut 2011, a ottobre

Cesena - La rassegna internazionale della filiera ortofrutticola è attesa dal

5 al 7 ottobre prossimi. Una ribalta internazionale, quella di Macfrut, che nell’edizione 2010 ha fatto registrare

un +5% di espositori, specialmente esteri, e +1% di visitatori qualificati.

Le “parole d’ordine” per il 2011 sono innovazione, internazionalizzazione

e nuovi modi di consumare frutta e verdura, attraverso prodotti di

IV gamma (ortaggi e frutta pronti, tagliati e lavati) e V gamma (zuppe e precotti). Tra gli oltre 700 espositori

attesi, i leader mondiali dell’intera filiera e la grande distribuzione

moderna italiana ed internazionale, le imprese della IV e V gamma, le

aziende cementiere, i trasformatori e le aziende della “catena del freddo”,

senza trascurare il Biologico e le proposte di educazione alimentare

per le scuole, con la seconda edizione dell’“Oscar Macfrut”. (R.B.)

La Rai “visita” la città

Forlì - Venerdì 28 gennaio una troupe televisiva della Rai ha filmato le

bellezze artistiche della città. San Mercuriale, accompagnati dal dott. Vittorio Mezzomonaco, i Musei San

Domenico e la mostra su Melozzo col prof. Antonio Paolucci. Poi,

accompagnati dalla vice presidente della Federazione Guide Turistiche

di Forlì, Elisa Garavini, piazza Saffi, Palazzo Comunale e Torre Civica, il

Palazzo del Monte di Pietà, il Duomo e la cappella della Madonna del

Fuoco, Palazzo della Prefettura, Palazzo Albertini, Palazzo e via Gaddi,

Casa del Palmezzano. Per terminare le riprese con piazzale della Vittoria e

la Rocca di Caterina Sforza. (A.B.)

Cariromagna per Melozzo

Forlì - Scrivania in legno massiccio, cassaforte, bilanci e bilancini. Ai mu-sei San Domenico la Cassa dei Rispar-mi di Forlì e della Romagna mette in mostra un antico ufficio bancario, con documenti, oggetti e curiosi-tà provenienti dall’archivio storico dell’istituto. Main sponsor della mo-stra su Melozzo da Forlì, Cariroma-gna e Intesa Sanpaolo intendono così

sottolineare il forte legame col terri-torio, avviato nel lontano 1839, anno di fondazione della Cassa. Risale ad allora il primo “conto reso” presen-tato nella ricostruzione dell’antico ufficio, così come il primo registro di protocollo della corrispondenza. Verbali di assemblee e documenti te-stimoniano poi il rapporto della ban-ca con Aurelio Saffi e raccontano fasi storiche importanti come l’Unità d’I-talia. Il legame con Melozzo da Forlì è invece documentato dall’opera di Antonio Giosa, realizzata nel 1989 in occasione del 150° anniversario dell’istituto, dove campeggiano le api, simbolo della Cassa, con il cam-panile di San Mercuriale e un angelo musicante del celebre pittore rinasci-mentale sullo sfondo. (A.B.)

Centro Tim da Effedue Focacci

Forlì - Telefonia mobile, fissa, internet. Tutto quel che serve per comunicare sotto l’egida di Tim. Il centro Effedue di Gabriele Focacci ha inaugurato il 29 gennaio scorso la sua nuova veste, con cambio di gestore da Wind a Tim, storica azienda di telecomunicazioni. Nel negozio di corso Garibaldi 64 ven-

gono offerti tutti i servizi Tim a 360 gradi. Ad esso sono collegati anche il centro forlivese Effeci Telecomu-nicazioni di viale II Giugno 2 (nella foto) e i due centri Effeci ravennati di via Newton e via IV Novembre, dei quali Focacci è amministratore. www.effeduefocacci.com

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Cantine Spalletti e Rotary

Savignano sul Rubicone - Dalla maturazione dell’uva alla vendemmia, dall’invecchiamento all’imbottigliamento. Sono le tappe del progetto “Crea il tuo vino”, promos-so da Cantine Spalletti e sostenuto dal Rotary Club del Rubicone. Tutto è cominciato a settembre 2009, con un gruppo di amici appassionati del buon bere che ha voluto cimentarsi nell’arte del wine maker. L’assaggio ufficiale si è tenuto il 27 gennaio all’Agriturismo Antiche Macine di Savignano, alla presenza di Giuseppe Lorenzi, direttore delle Cantine Spalletti e dell’enologo Leonardo Conti, che ha seguito passo dopo passo l’iniziativa. (R.B.)

Kay Rush al Mega

Forlì - Come ormai da tradizione, a fine gennaio, arriva il compleanno del Megaforlì. Lo scorso 22 gennaio, a tagliare la torta e a brindare ai primi 5 anni del centro in corso della Repubblica, Kay Rush, giornalista, scrittrice, dj. Alle 17.30 si è svolta, a Megaterra, la presentazione del suo libro Winter Love (Sonzogno), moderata dal giorna-lista Alberto Sabatini; quindi, per la bellissima “voce” di Radio Montecarlo, il taglio della torta insieme allo staff del Mega. www.megaforli.com

Ph. Giorgio Sabatini

FORLì, via Monteverdi, 4 tel. 0543.473177 - fax 0543.781626 www.delorenziceramiche.it - [email protected]

Alla ricerca dell’eccellenza

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Essere | Maurizio Viroli

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Dalla casa di via Mellini al Campus di Princeton. Maurizio Viroli racconta gli anni della formazione nella sua Forlì. La scuola di vita tra bar e campo di calcio, le passioni politiche, il lavoro. Fino al suo approdo all’Università statunitense come docente di Teoria Politica, e al successo di oggi.

testo Roberto Zoli - foto Giorgio Sabatini

Affascinato dagli studi speculati-vi, trascorre gran parte del tempo libero in biblioteca dove si sente come a casa, ma non disdegna di dare un calcio a un pallone, giovanile hobby mai sopito. Ama silenzio e solitudine che accom-pagnano il lavoro del ricercatore, ma si cala con passione nel tifo che accompagna il suo Cesena e lo si trova sugli spalti a tifare per i bianconeri romagnoli. Parliamo di MaurizioViroli, 58enne forlivese, laurea con lode in Filosofia all’U-niversità degli Studi di Bologna e dottorato in Scienze Politiche e Sociali all’Istituto Universitario Europeo di Firenze, con una tesi sul pensiero politico di Rousseau. Oggi è professorediTeoriaPoliti-caall’UniversitàdiPrinceton, dopo aver insegnato e trascorso periodi di ricerca nelle Università di Cam-bridge, Georgetown (Washington D.C.) e alla Scuola Normale Supe-riore di Pisa. Una brillante carriera di studioso vissuta in massima par-te all’estero, a conferma di come le menti pensanti, i cosiddetti “cervel-li”, se vogliono operare nel campo

della ricerca debbano allontanarsi dell’Italia. Una perniciosa consue-tudine, frutto di retaggi baronali che fino ad oggi hanno assegna-to posti non per merito, ma per “censo” o “contiguità familiare”. L’appuntamento col professore è a Forlimpopoli nella bella villetta bifamiliare dove abita, ed è un in-contro estremamente cordiale che si sviluppa in un dialogo a ruota libera.“Sononatonel1952inviaMelliniaForlìe hanno deciso di chiamar-mi Maurizio - esordisce il filosofo. Credo anche di sapere il perché di questo nome. All’epoca era abitu-dine storpiare i nomi di battesimo con soprannomi, diminutivi o voci consimili e una mia cugina decise per Maurizio che, a suo modo di intendere, era immune dal perico-lo. E debbo dire che così fu”.Viroli a questo punto tace, quasi a voler ripescare nel calendario del-la memoria immagini e voci del secolo scorso, forse anche incerto se rendere pubblica quella parte della sua vita che nessuno, fino ad oggi, ha mai “violato”. (Dirà la mo-

La scuola della Vita

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glie, a fine intervista, che mai ad alcuno Viroli aveva raccontato par-ticolari delicati e dettagliati della sua fanciullezza e gioventù. Di que-sto gli siamo particolarmente grati, sperando, nel riferirne, di essere all’altezza del compito).Il filosofo, in un gesto che gli è abituale, pone la mano sulla fron-te, quasi a raccogliere meglio i pensieri, quindi prosegue: “Ho frequentato le scuoleelementariall’Istituto‘Spazzoli’, dove mi sono distinto per la pessima condotta e per gli ottimi voti di profitto. Delle elementari ricordo la durezza, an-che perché la Forlì di fine anni ’50 non era facile per chi, come me, ve-niva da una famiglia poverissima. Mi distinguevo anche nel calcio. Dal doposcuola fui espulso due o tre volte. Non ricordo il motivo, ma... ‘tormentavo’, ero irrequieto. Ho però un carissimo ricordo del maestro Baldassarri, uno dei pochi che mi capiva e col quale, in segui-to, siamo diventati amici”.Segue un’ulteriore pausa. Sta cer-cando di distillare dalla montagna dei ricordi elementi che possano tornare utili per tratteggiare se stesso. Non intervengo e taccio. Sembra quasi di vedere la mente

del politologo impegnata nella scansione delle immagini più effi-caci. Eccole arrivare.“Ho frequentato le medie all’I-stituto Pascoli, in piazzale della Vittoria. Una scuola giudicata im-portante, con insegnanti di gran-dissimo spessore e figure quasi leggendarie. Dalla preside Augu-sta Minghetti, donna magrissima, di grande carattere, che incuteva terrore, ad alcune insegnanti i cui nomi facevano venire i brividi. Ri-cordo la professoressa Fuzzi, che si presentava con una bicicletta im-ponente, d’inverno con una pellic-cia di leopardo molto scalcinata. Al suo passaggio tutti dovevamo met-terci sull’attenti, anche fuori dalla scuola, sulla scalinata, e solo dopo il suo ingresso potevano andare ciascuno nelle classi. Ricordo an-che Giorgina Montanari, la mia in-segnante, signora di grande perso-nalità. Anche nel corso degli studi medi il mio curriculum ha seguito lo stesso modello delle elementari, ottimi voti di profitto, pessimi in condotta. Fino alla conclusione, di-rei trionfale, licenziandomi con un voto di profitto altissimo ma con un sei in condotta, perché ero stato sospeso più volte”. La mano corre

alla fronte corrugata, lo sguardo è fisso verso un punto immaginario. Viroli riprende fiato e con esso il fluire della memoria.“Ora, nell’età matura, rifletto su quei momenti. Forse portavo nella scuola un profondo senso di disa-gio e d’insoddisfazione, soprattut-to per la condizione di solitudine in cui vivevo. I miei genitori erano sempre fuori e quando li vedevo leggevo la preoccupazione nei loro occhi. Mio padre era disoccupa-to. Per un breve periodo andò a lavorare alla Yoga di Massalom-barda, poi la fabbrica chiuse e io lo ricordo sempre alla ricerca di un’attività. Mia madre faceva lavo-ri molto umili, andava nelle case a prendere i panni da lavare, ma lavare significava andare al Ronco, al fiume; oppure faceva iniezioni, pulizie, ciò che capitava. Ricordo il gran freddo, patito in quella casa di via Mellini, una palazzina di due piani”. Un ricordo che il politologo vuole abbandonare rapidamente. Lo fa riprendendo il filo della nar-razione legato alla scuola.“Fu uno zio geometra a decidere quale avventura scolastica dovessi intraprendere. ‘Con questi voti, disse, vista la brillante intelligen-

Maurizio Viroli atto primo: da sinistra sui banchi delle elementari “Spazzoli”, assieme ad un gruppo di liceali nel ‘68 e giovane universitario.

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za deve continuare a studiare’, e m’iscrisse allo ScientificoFulceriPaoluccideCalboli. Gli anni del li-ceo sono gli unici ricordi belli che ho di Forlì. Fino al terzo anno vissi poco la vita da studente e molto di più quella del bar. Frequenta-vo un locale di periferia, giocavo a calcio nelle giovanili del Forlì e studiavo, pur non sentendomi par-te della vita scolastica. La grande svolta avvenne in terza liceo. Erail1968. Da lì cambiò la mia vita. Per la mia irrequietezza fui tra i primi iniziatori del Movimento Studentesco, cominciammo i pri-mi scioperi per ottenere l’assem-blea. Presi a frequentare il Circolo di Cultura che si trovava in piazza del Duomo, sentivo i compagni più esperti citare Marx, Che Guevara, Engels, Lenin, Marcuse. Il nome di Marcuse mi evocava un mago, una figura misteriosa. Mi dicevo ‘chi sarà mai questo Marcuse?’, che io confondevo con il dottor Mabu-se, lo psichiatra protagonista di un film del 1922 diretto da Fritz Lang. Mi dissi: ‘Allora! Bisognerà pure che legga anch’io!’, e comin-ciai con decisione, mentre di pari passo cresceva il mio impegno in politica. Partii dai giornali, terre-

no per me sconosciuto, poiché in casa mia quotidiani non se ne era-no mai visti e al bar l’unico che si poteva trovare era il giornale spor-tivo del giorno prima. Anzi a que-sto proposito ricordo come una delle maggiori umiliazioni della mia vita scolastica della media in-feriore, l’assegnazione del compito scritto ‘Leggere i giornali e riferi-re’. In base alle considerazioni di poco sopra, l’unica mia possibile competenza restava il calcio, per cui la mia relazione fu sulla vitto-ria in Coppa della grande Inter di cui spiegai l’intera formazione, citai le tecniche di gioco e come si muoveva la squadra in campo. La professoressa tirò una riga blu sul foglio e credo mi diede un due, inorridita da quanto scritto. Ma io che ne sapevo dei giornali!”.Viroli scopre così la passione per la politica, per lo studio e per le vicende sociali. Da ragazzo tutto bar e campo sportivo si trasforma in giovane impegnato. Comincia-no per lui i viaggi a convegni e manifestazioni, maturano incon-tri con tanti nuovi amici. “Il ’68 fu veramente per me l’anno della svolta. Senza volerlo, e per puro caso, divenni una specie di eroe

Le tante passioni del professore.A fianco dall’alto suona la chitarra in un gruppo giovanile; sotto, gioca a calcio. A seguire, una foto scattata all’Università di Princeton. In basso Viroli (primo a destra, in seconda fila) immortalato durante un’assemblea universitaria. Assieme a lui, primo da sinistra girato di profilo, è Pier Paolo D’Attorre, futuro sindaco di Ravenna.

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politico. Durante l’intervallo, nei corridoi del liceo, stavo ragionando con un simpatizzante quando arrivò la figlia del preside che, rivolgendosi al mio interlocutore, suo compagno di classe, disse con tono sprezzante, ‘Cosa parli con quegli schifosi del movimento?’. Stavo iniziando un nuovo percorso culturale ma alle spalle c’era la rude scuola del bar, che prese il sopravvento e mi fece rispon-dere in una maniera veramente oscena, con una volgarità inaccettabile. Chiuso il diverbio rientrai in classe e, dopo dieci minuti, arrivò il bidello, terreo in volto: ‘Viroli in presidenza’. Non mi stupìì più di tanto, ero convocato dal capo d’Istituto abbastanza spesso. Ma questa volta l’avevo fatta veramente grossa. Il preside mi ricevette in piedi e con gli occhi infuocati mi disse parole che non dimenticherò mai. ‘Tu hai offeso mia figlia nell’onore, te la farò pagare come padre e come preside’. E di lì a poco

arrivò la sanzione: sospensione a tempo indeterminato, in attesa che il collegio dei docenti deliberasse definitiva-mente il mio futuro, vale a dire se espellermi da tutte le scuole ‘del regno’, visto che tale era la sanzione prevista, in base al codice scolastico, per ‘l’offesa alla morale’ di cui ero accusato. Fuisalvatodaunoscioperogenerale.Ilprimounitario,conlapartecipazionedituttiglistudenti. Da trionfatore rientrai al liceo, ma dovetti impegnarmi molto di più negli studi. Ricordo la frase di un docente dall’inflessione meridionale: ‘Lei Viroli è rientrato, ma presto se ne pentirà’. Previsione del tutto sbagliata: avevo intensificato l’impegno nello studio e avevo dalla mia la solidarietà incondizionata dei compagni di classe. Basti pensare che durante i 15 giorni di sospensione commi-natami mi portavano i compiti da fare e mi spiegavano le lezioni. Èstataunaclassemeravigliosa”.Gli anni passano e si avvicina il momento di decidere che “cosa fare da grande”, vale a dire quale facoltà universita-ria scegliere. Viroli opta per Filosofia. Il motivo? “Perché, al liceo, mi ero innamorato della professoressa di filosofia - confessa sorridendo il politologo. Aveva i capelli lunghi, gli occhi grandi e luminosi, era alta e magra, fumava Gauloises. Entrò in classe e le sue prime parole furono: ‘Il

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programma di quest’anno prevede la rivoluzione e l’Italia, purtroppo, non ha mai avuto una rivoluzione’. Dissi fra me e me, ‘questa è la mia strada’”. A Bologna Viroli condivi-deva l’appartamento con altri tre studenti, ma non partecipò mai alla vita politica universitaria. Per una ragione molto semplice. “Era terreno di gestione assoluta dei bo-lognesi, che verso di noi pendolari e provinciali avevano un atteggia-mento di chiusura. Un forlivese era un parvenu. Nel frattempo avevo lasciato Lotta Continua e mi ero iscritto al PCI. Va anche detto che per tutta la mia carriera scolastica ho sempre lavorato. Ho cominciato a 16 anni in una segheria, poi per tre anni come cameriere al mare, e facevo anche la campagna delle barbabietole all’Eridania. Il dena-ro guadagnato, assieme alla borsa di studio che ho sempre avuto per merito all’Università, mi ha per-messo di terminare gli studi”.Conseguita la laurea, segue il ser-viziomilitareinFriuliall’epocadelterremoto, poi il ritorno a casa e la ricerca di un’occupazione. Vi-

roli riceve un piccolo stipendio da precario all’Istituto Gramsci di Bo-logna, dove svolge la funzione di organizzazione convegni. La spe-ranza era di entrare in Università: tutti i concorsi sostenuti lo vede-vano primeggiare ma mai vincerli (chissà perché!).Questi anni sono però importanti per le conoscenze e i rapporti che Viroli allaccia con il mondo della cultura e della ricerca nazionale. Scrive articoli, pubblica libri ap-prezzati e tradotti in altre lingue. Poi arriva la decisione di parteci-pare a un concorso all’Università di Princeton. E negli Stati Uniti, dove il merito vince su tutto, Viroli ottiene il risultato sperato. Sei anni di studi e ricerche lo proietteranno in quel mondo che è sempre stato suo, con unanimi apprezzamenti e richiesta di partecipazione a sim-posi e dibattiti. Tanto ci sarebbe ancora da scrivere sull’attività professionale di Viroli, ma abbiamo preferito privilegiare il lato umano, fino ad ora scono-sciuto. Una scelta, se errata ce ne scusiamo. IN

A fianco Maurizio Viroli assieme alla moglie Gabriella. In basso è invece

con Walter Neri, presidente del Lions Club Forlì Host, durante la serata del

13 gennaio scorso. Viroli mostra la sua pagella di seconda media, con ottimi

voti di profitto e un 6 in codotta.

Il cittadino guidato dalla Costituzione

“Essere cittadini? Significa avere dei doveri. Molto più e molto

prima dei diritti ci sono gli obblighi che prendiamo con noi stessi. E

obbedire a noi stessi ci permette di essere liberi”. Così Maurizio Viroli

traccia identikit e precetti per il cittadino, presenza rara e preziosa

in un’Italia giunta al 150esimo anniversario della sua unificazione

tra cadute e rinascite. Ne ha parlato al Meeting del Lions Club Forlì

Host del 13 gennaio scorso, in una lezione civica tradotta in lezione di

vita. “Le linee di comportamento sono fissate dalla Costituzione, vera

e propria Bibbia laica, con doveri che reggono diritti ma soprattutto

responsabilità, senza le quali non possiamo aspirare ad essere

davvero liberi”. Un lavoro duro, quello del cittadino: “Possiamo

anche scegliere di non essere liberi, trovarci un buon padrone e declinare ad altri l’assunzione di responsabilità, abituandoci alla

condizione di servi, schiavi o gente banale. Il cittadino è un’altra cosa. E a lui, come dice Cicerone, vanno

resi gli onori dovuti agli onesti”.

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Riconsegnare dignità urbana a periferie segnate da rapide trasformazioni: da Harvard a Pechino

l’architetto forlivese Roberto Pasini insegna

a recuperare il middle landscape, per ritrovare

un ambiente con una giusta qualità di vita.

testo Roberta Brunazzi - foto Roberto Pasini

Terre di mezzo nella Cina futura

Ricostruire un territorio trasfor-mato dai tempi, riconsegnandogli dignità urbana. Una sfida archi-tettonica importante legata ad un pensiero forte di qualificazione ambientale, per recuperarespa-ziintermeditracittàecampagna, metropoli e natura, megalopoli e giungla. È la strada imboccata da RobertoPasini, giovane architetto forlivese riuscito a sviluppare lapropriaesperienzauniversitariaincampointernazionale focalizzando un tema di grande interesse, so-prattutto per le megalopoli ameri-cane o asiatiche, cresciute a dismi-sura lasciando il deserto intorno. Non è un caso, quindi, che sia sta-to chiamato a tenere una seriediconferenzeinCina: su invito della Chinese University di Hong Kong, Huazhong University di Wuhan, Tsinghua University di Pechino e Tongji University di Shanghai, nel

settembre scorso Pasini ha parlato a colleghi e studenti di Architecture in the Middle Landscape, indicazioni pratiche su comefarearchitetturanelpaesaggiodimezzo, in periferie segnate da una rapida e fagocitan-te trasformazione. “Villaggi e cittadine di medie di-mensioni oggi in Cina sono privi di servizi qualificanti. Ventidue mi-lioni di abitanti si affollano a Pe-chino, diciannove a Shanghai (al centro di un’area metropolitana al-largata di 168, ndr), dieci a Wuhan. Attualmente - spiega Pasini - il 49% della popolazione vive nelle città, il 51% ancora nelle campagne. Il go-verno punta ad arrivare alla quota del 60% di popolazione urbanizza-ta entro i prossimi 10 anni. A quel punto sarà fondamentale per loro qualificare un territorio rurale strutturato, e non semplicemente drenarlo”.

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Costruire | Roberto Pasini

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Pasini ha studiato architettura a Firenze e a Vienna, alla Technische Universität e alla Akademie der Bildenden Künste, e si è laureato con lode nel 1997 con Vittorio De Feo. Nel 2001 ha conseguito ad Harvard il Master in Architecture, e sempre ad Harvard ha poi tenuto corsi di progettazione architettonica, analisi territoriale e progettazione del pa-esaggio, insegnando anche in altre istituzioni accademi-che in Europa e negli StatiUniti. Nel 2001 ha costituito a Forlì AUS - architettura/urbanistica servizi, che ora conduce con Andrea Ranieri. La società lavora sul valore urbano e sulla sostenibilità ecologica delle componenti architet-toniche, in un paesaggio sospeso tra città e campagna in rapida trasformazione. Nel ricco curriculum di Pasini non manca poi l’impegno civico, esplicato come Assesso-

re all’urbanistica e alle politiche ambientali del Comune di Bertinoro, dal 2006 ad oggi.“Per i cinesi è sorprendente - prosegue l’architetto - sapere che in Italia la qualità della vita è alta anche in un’area urbana di centomila abitanti, come può essere quella di Forlì. Per questo studiano con interesse la nostra realtà, cercando in essa utili indicazioni per dare vita al terri-torio che sta dietro le megalopoli”. Il concetto di middlelandscape come luogo di qualità diventa così un modello da esportare. IN

Al di là delle megalopoli

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Nella pagina a fianco Roberto Pasini e i grattacieli della wasteland di Shangai. Sotto, una lezione tenuta alla Tsinghua University di Pechino.

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Vent’anni di Università tra Forlì e Cesena hanno visto crescere corsi e Master. Con un’offerta formativa d’eccellenza e, in vari casi unica, capace di richiamare molti studenti da fuori regione.

testo Francesca Leoni – foto Giorgio Sabatini

Sono passati vent’anni dal primo insediamento universitario in Romagna, e da allora molte cose son cambiate. Il numero di corsi di laurea è aumentato e sono stati aggiunti vari Master. Aldilà dei nu-meri l’università in Romagna è cre-sciuta anche in qualità, garantendo un’offerta formativa di alto livello e sfiorando, in alcuni casi, l’unicità e l’eccellenza. Secondo il Censis di Repubblica del 2010 le Facoltà di Psicologiaa Cesena e ScienzePoli-tiche a Forlì risultano tra le prime in Italia. Il corso di laurea in Psicologia è una punta d’eccellenza, riconosciu-ta come prima in Italia. “Il risultato - afferma Fiorella Giusberti, preside della Facoltà - è dovuto al perfetto coordinamento tra l’ottimo livello della didattica e del personale non docente che gestisce il corso. Poi c’è la sperimentazione, che permet-te di provare sul campo il mestiere dello psicologo”. La facoltà è a nu-mero chiuso, con un massimo di 300 iscritti all’anno per la laurea triennale. Cinque i corsi magistra-

li: Neuroscienze e riabilitazione neuropsicologica, Psicologia clini-ca, Psicologia applicata (con sede didattica a Bologna), Psicologia delle organizzazioni e dei servizi e Psicologia scolastica e di comunità. Anche la FacoltàdiScienzePoliti-che“RobertoRuffilli”,con sede a Forlì, si contraddistingue per un’of-ferta didattica di altissimo livello e richiama molti studenti fuori sede. Si articola in due corsi di Laurea: Scienze Internazionali e Diploma-tiche e Sociologia e Scienze Crimo-nologiche per la Sicurezza, con cin-que indirizzi magistrali tra i quali Scienze Internazionali e Diploma-tiche e Criminologia Applicata per l’Investigazione e la Sicurezza. La Facoltà offre insegnamenti polito-logici, storici e didattici articolati. Il corso di Laurea in International Relations, ad esempio, possiede tutti gli studi d’area che vanno dall’A-merica Latina, agli Stati Uniti, all’Asia e questo richiama un’alta percentuale di studenti fuori regio-ne. Gli sbocchi professionali sono vari: carriere diplomatiche, orga-

nizzazioni internazionali, ONG, aziende private.La FacoltàdiEconomiaè stata una delle prime ad insediarsi a Forlì e attualmente è articolata su un corso di laurea triennale in Econo-mia e Commercio e cinque corsi di laurea magistrali: Economia e commercio, Economia e gestione aziendale, Economia e manage-ment delle imprese cooperative e delle organizzazioni non-profit, Economics e quantitative finance.Sempre a Forlì c’è Interpretietra-duttori(SSLIMT), facoltà a nume-ro chiuso molto ambita da chi in-tende intraprendere una carriera nell’ambito dell’interpretariato. Qui gli studenti hanno la possibili-tà di sperimentare nella pratica, at-traverso laboratori mirati, le condi-zioni reali del lavoro d’interprete. Ingegneriaè articolata, invece, sulle sedi di Forlì e Cesena, con vari cor-si di laurea tra i quali Ingegneria Aerospaziale. “In Italia - afferma EnricoSangiorgi, preside della Fa-coltà - esistono solo quattro o cin-que realtà simili alla nostra. Qui

Provinciali... con Lode

IN Magazine | 23

Studiare | Università in Romagna

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gli allievi conseguono una specia-lizzazione tecnica che li porterà a lavorare nella progettazione e nei servizi, come il controllo dei voli e degli aerei”. A Cesena si sono sviluppate anche due realtà come la facoltàdiAr-chitettura e quella di Scienzede-gliAlimenti. La prima presenta un corso di laurea triennale a numero chiuso in Attuazione e Gestione del Processo Edilizio. “Il corso - spiega il presidente, LucioNobili- ha per-messo ai nostri allievi un buon inse-rimento lavorativo, almeno finché non è arrivata la crisi”. La Facoltà di Scienze degli Alimen-ti ha un suo Campus e fa parte della Facoltà di Agraria dell’Uni-versità di Bologna. Sono tre i cor-si di laurea: Scienze e Tecnologie alimentari, Enologia e Viticoltura, Scienze dei consumi alimentari. “I corsi hanno un grande appeal - garantisce il professor MarcoDellaRosa- perché offrono buone pro-spettive occupazionali. Quasi tutti trovano lavoro nell’arco di circa diciotto mesi”. Unico in Italia è invece il corsodilaureainAcquaculturaeIgienedelleproduzioniittiche, con sede a Cesenatico. “È triennale - spie-

ga Massimo Trentini, presidente del corso - e sviluppa competenze tecniche legate all’allevamento di pesci d’acqua dolce e marini, cro-stacei e molluschi. Nato nel 2001, il corso richiama più della metà dei suoi studenti da fuori regione”. Varie anche le proposte post-uni-versitarie dell’ateneo. Oltre al Ma-sterinFundRaising, la facoltà di Interpreti e Traduttori propone il MasterinScreenTransalation, un corso veramente unico volto a for-mare traduttori per cinema, televi-sione, video giochi, fumetti (soprat-tutto manga giapponesi), telefonia, teatro e opera. Gli sbocchi occupa-zionali sono i circuiti dei festival di cinema, televisioni e grosse aziende di video giochi. Il Master offre agli studenti anche un periodo di prati-ca con stage all’interno di aziende o TV, tra cui anche la Rai, con la quale l’università collabora. E infine il MasterinCityManage-ment, realtà anch’essa unica che attira studenti da tutto il territorio nazionale. È rivolto a laureati già inseriti nell’ambito della pubblica amministrazione, che aspirano a sviluppare competenze manage-riali innovative, per impiegarle nell’ambito della “res-pubblica”. IN

A fianco due studenti assieme ad Enrico Sangiorgi, preside della II Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna. Sotto Valerio Melandri, nel corso di una conferenza del Master sul Fund Raising.

Fund Raising made in Forlì

Realtà più unica che rara è il Master Universitario I° livello in Fund Raising per il non profit ed enti pubblici, gestito e ideato da

Valerio Melandri. Obiettivo? Formare fundraiser professionisti, capaci di trovare potenziali donazioni per un

ente o causa. Non un puro lavoro commerciale: il fundraiser deve

sentirsi parte del progetto per consigliare, indirizzare, proporre

idee, contribuendo al successo dello stesso. “Siamo stati i primi - spiega

Melandri - a portare il fundraising all’interno dell’Università. Atenei

canadesi e americani stanno studiando il nostro modello per poterlo riproporre”. Il Master è a numero chiuso (25 allievi), e

permette di frequentarlo anche a chi lavora. “Non abbiamo creato solo un Master, ma anche un sistema

che include l’executive Fund Raising e il Festival del Fund Raising. La

prossima edizione, la nona, si terrà a Castrocaro Terme l’11, 12 e 13

maggio 2011”.

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Brani, poesie, aneddoti della tradizione romagnola portati nei quartieri dai musicisti romeni Teddi e Vlad Iftode assieme ad attori e poeti dialettali. Come recuperare l’identità del territorio, divertendosi, attraverso lo spettacolo “Êria ‘d Rumâgna”.

testo Gabriele Zelli – foto Giorgio Sabatini

Romagna a Tutto folk

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Raccontare | Êria ‘d Rumâgna

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Viviamo in un mondo capace di fagocitare ogni aspetto delle antiche tradizioni, da quelle culinarie alle folclo-ristiche, compresi i dialetti. È forse questo il motivo per cui da più parti si manifesta la necessità di riscoprire e riconquistare l’identità del proprio territorio. È però sconsolante constatare, di fronte a tanto parlare, l’assenza totale di azioni concrete. Circa due anni fa ebbi occasione di sentire per la prima volta TeddieVladIftodei quali, accompagnati anche da Radu, interpretavano magistral-mente brani musicali della miglior tradizione romagnola. Mi chiesi: perché non coniugare musica a poesie dialettali di AldoSpallicci,OlindoGuerrini(LorenzoStecchetti)odipoetiviventi,aneddoti e storie romagnole, in modo da proporre qualcosa in grado di risvegliare lo spirito avito? È nato così lo spettacolo “Êria‘dRumâgna”, con valenti musicisti come Teddi e Vlad affiancati di volta in volta dagli attoriAurelioAngeluccidel“CinecircolodelGallo”eGiuseppeBrunellidella“CumpagnìdlaZercia”,daipo-etiMarinoMonti,RosaldaNaldieMauraMalaguti. È stato subito un successo portato nei quartieri, nelle sedi delle associazioni, nelle parrocchie, come testimonia il lungo articolo-intervista a Teddi Iftode, “il violinista rumeno che ama il nostro walzer”, dedicatogli dal giornalista Fa-bio Gavelli: “Da Galati a Galeata il passo è breve solo dal

punto di vista linguistico. Fra la città rumena di 300 mila abitanti, sulla sponda del Danubio, non lontano dalla foce sul Mar Nero, e il paese delle colline bidentine, non sembra esserci parentela alcuna. Invece Tudorel Iftode, detto Teddi ha stretto il divario fra la città natale e quella dove vive, basandosi sul linguaggio più universale che ci sia: la musica. Cresciuto pizzicando le corde di violino, ha scoperto che i valzer e le polke dei classici che aveva studiato all’Accademia rumena erano stati reimpastati in salsa romagnola da grandi violinisti come Carlo Brighi, il popolare “Zaclèn”, Secondo Casadei e Ferrer Rossi. A questo punto appare meno un caso la scelta di questo cinquantenne signore distinto, musicista per formazione e passione, operaio per necessità quotidiana, di stabilirsi nella patria del liscio. Non solo: Iftode studia le opere

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dei romagnoli virtuosi dell’archet-to, scopre vecchi spartiti, li riela-bora, incide dischi, fa concerti e serate. Si appassiona alla musica folcloristica romagnola dopo aver collaborato con artisti come Lucio Dalla, Katia Ricciarelli, Antonella Ruggiero, gruppi tipo l’Orchestra da Camera di Roma”.Sono tante le poesie e le storie proposte durante le due ore che in genere dura lo spettacolo. Vale però la pena ricordare il ruolo svol-to da CarloBrighi,inarte“Zaclèn”, (1853-1915), eccellente violinista e compositore di musica popola-re, artista in grado di trasmettere un’esplosiva vitalità. Era talmente entusiasta della propria musica da rendersi disponibile tanto a parte-cipare a grandi concerti, con or-chestre composite, quanto a girare per le piccole feste di campagna con un suo padiglione smontabi-le. Un personaggio emblematico

e rappresentativo dei grandi cam-biamenti epocali della cultura e del costume del nostro territorio fra ’800 e ’900, cambiamenti che contribuì a produrre con le sue innovative composizioni e la sua opera di grande divulgatore. Ogni concerto era diverso dall’altro, per-ché Brighi poteva contare su un repertorio di oltre mille brani di sua invenzione. Le raccolte Pian-castelli di Forlì conservano 831 ma-noscritti musicali, datati tra 1870 e 1915, che costituiscono una prima elaborazione della musica popo-lare romagnola. SecondoCasadei(1906-1971) è stato l’altro artefi-ce, protagonista e interprete della musica romagnola. Fin da piccolo mostrò una spiccata passione per questa: a sedici anni debuttò come violinista in un complessino, a di-ciotto creò la sua prima compo-sizione alla quale, nel corso della lunga carriera, fanno seguito oltre

mille polche, mazurche e valzer fra cui nel 1954 la celebre Romagna mia. Nel 1928 fondò ufficialmente l’orchestra Casadei e imperterri-to continuò, unico in Romagna, a eseguire musica tradizionale nei momenti duri del dopoguerra, quando imperversavano i ritmi americani. Le sue musiche con-servano intatte quella freschezza, vivacità ed originalità che rendono assolutamente unica la produzione di questo artista, che lo scrittore e regista Leandro Castellani ha defi-nito “Lo Strauss della Romagna”. Altro protagonista indiscusso della musica di Romagna è stato France-scoRossidettoFerrer(1910-1986). Violinista, e compositore, era figlio d’arte: suo padre Guido fu un ap-prezzato clarinettista in do, e mem-bro dell’orchestra Casadei dal 1930 fino ai primi anni ’50. Ferrer Rossi è considerato ancora oggi uno dei massimi violinisti romagnoli del secolo scorso. Suonava anche il sax contralto, ed è stato un composito-re prolifico di ballabili romagnoli di successo, tra cui il “Valzer dell’u-signolo”, assolo di grande virtuosi-smo. Sulle note di questi artisti con “Êria ‘d Rumâgna” si passano due ore di vera allegria.Gli appuntamenti programmati a Forlì e dintorni sono già diversi: provare per credere IN

A fianco i musicisti romeni Teddi, Vlad e Radu Iftode, valenti interpreti dei valzer e delle polke della tradizione romagnola.

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Volti e storie diverse s’incrociano a San Benedetto in Alpe. Nelle stradine di un paese aspro e affascinante, dove il tempo scorre con ritmi suoi. Inizia un nuovo viaggio, “personale”, “sentimentale”, nei piccoli-grandi centri del nostro entroterra.

testo Matteo Ranucci - foto Giorgio Sabatini

Lina, Antonio, Riccardo, France-sco, Simone hanno dai ventotto ai settant’anni e storie differenti. Abi-tano a SanBenedettoinAlpe. Un paese di cugini, zii, nipoti, amici, vicini e conoscenti. Stretti, serra-ti, obbligati sono i rapporti tra le persone, alla stregua di quelle case appoggiate le une alle altre, come a cercare sostegno e protezione reciproca in un trattodiAppenni-noaltempostessoasproeaffasci-nante,quietoefaticosodaabitare. Racconti e volti delle persone as-sumono un ruolo da protagonisti, su uno sfondo impreziosito da una natura prominente e da una storia antica. San Benedetto in Alpe è formato da una manciata di abita-zioni raccolte a 600 metri sul livel-lo del mare, nel punto in cui il tor-rentedell’AcquachetasigettanelleacqueancoravelocidelMontone. Le case seguono in modo fedele il bordo della provinciale come piante di un viale alberato. Poche decine di metri, poi la strada con-tinua a sinistra, fino a contorcer-si verso il Muraglione. Il confine

con la Toscana dista meno di 10 chilometri. La piazza è dedicata al XXV Aprile, su di essa si affaccia la Chiesa di Molino. Da qui parte via Dante Alighieri e raggiunge l’Ab-bazia di San Benedetto, che poggia le sue origini su un Eremo, quello di Biforco, fondato, pare, da San Romualdo, intorno al X secolo. È preziosa, costruita in pietra, ar-roccata come un forte, misteriosa nella sua parte più intima, quella sotterranea della cripta, romantica nel suo cortile interno affacciato come una terrazza sulla vallata. La parte alta del paese si chiama “Poggio”. Un’unica strada di pietra su cui case in sasso si mescolano a palazzi intonacati, rappresenta-zione fedele dello stile toscano. MenodiduecentoanimeabitanoaSanBenedetto. Molti sono anzia-ni. Gente di montagna, temprata, forte, paziente. In un martedì di gennaio sembra, a chi lo osserva in fretta, un luogo abbandonato. L’isolamentoèlacroceeladelizia. Il motivo per cui molti se ne sono andati, lo stesso per cui il paese

L’anima cheta del Paese

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Camminare | San Benedetto in Alpe

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rappresenta un luogo speciale. Ci sono pochi rumori, l’acqua del fiume, le campane, un’automobile che risale la conca, un televisore acceso. Voci arrivano dalla sededellaComunitàMontana, dove al-cuni anziani giocano a carte. Le parlate hanno accenti forti, con in-clinazioni fiorentine. Tutti i suoni sono amplificati dal silenzio della macchia, delle coste, dei monti Pe-schiera, Londa e Prato Andreaccio che circondano l’abitato. Il Parco Nazionale delle Foreste Casentine-si ostenta uno dei suoi scorci più suggestivi. L’inverno è freddo, un paio di mesi più lungo che in città. L’estate, assicurano, è tutta un’al-tra cosa. Le famiglie che risiedono

altrove ritornano per i giorni di fe-sta e si mescolano ai turisti.Le persone, le loro storie, il loro modo di vivere sono l’altro patri-monio di questo paese. LasignoraLinavive accanto all’Abbazia col marito e i suoi gatti. La sua vita è semplice. È felice, l’aria è buona, c’è silenzio. Ha settant’anni, di giorno compera o raccoglie i fiori per la chiesa. Il suo giardino è un patio dell’anno mille a sbalzo sul-la valle. Parla della parte bassa del suo piccolo paese come di un luo-go lontano, in cui si reca di rado. Non si vede molta gente per strada quando l’aria è pungente. Un an-ziano cammina lento appoggiato a un bastone, chiama la moglie poco

più avanti. Abitano sopra l’unicoalimentaridelpaese, quello della famiglia Guidi, sono parenti fra loro, come molte delle persone che abitano qui. FrancescoelamoglieElsahanno gestito “la bottega” per anni. IlfiglioRiccardovuole con-tinuare il lavoro. Ha capelli lun-ghi e barba nera, folta. Vive bene a San Benedetto ed è a suo agio nell’unica stanza, illuminata da un neon, piena di cassette in le-gno, sacchetti, barattoli, scatole di cartone. Ci si trova tutto quel che serve: dai salumi ai detersivi, dalla verdura ai quotidiani, dai biscotti ai quaderni per la scuola. Non ha orari esposti, alle cinque del po-meriggio la serranda è abbassata,

Da sinistra: in alto la ripida strada del paese tra case e negozi, sotto un anziano attraversa la provinciale. A destra, la fontana con citazione dantesca.

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ci sono altre faccende da sbrigare prima, si va nel bosco a funghi o a tartufo, si sistema la legna. Iltem-po,apochedecinedichilometridaForlì,haunvaloredifferente. Lo si trascorre all’albergo Acquacheta, gestito dalla signoraMaria, beven-do un bicchiere di Chianti o San-giovese. Fu la prima locanda del paese, aperta nel 1850. Poi c’è il forno, una farmaciaaperta per po-che ore martedì, giovedì e vener-dì, uno sportellopostalee uno di banca, aperti anch’essi a giorni al-

terni. C’è un ristorante, il Laghetto gestito da SimonePasquini, classe 1982. Anche lui ama il suo lavoro e il paese, non vuole andarsene. Un altro albergo è quello dell’Alpe, aperto nei mesi estivi, e c’è il ma-neggioRio Destro appena fuori dal borgo, l’Ostello del Vignale e un piccolo campeggio.Antonio Pianivive a Forlì ma ha casa, zii, cugini a San Benedetto, dove è nato. Ha scritto due libri dedicati all’alta Val Montone. Ri-corda quando c’erano i Carabi-

In alto la singora Lina, che abita nella casa accanto all’Abbazia. Sotto, uno dei suoi gatti.

Gianna, l’Ostetrica di San Benedetto

Testo di Antonio Piani

Era il 1930 quando Giovanna Locatelli, poco più che ventenne,

dopo gli studi all’Università di Firenze vinceva il concorso

per Ostetrica Condotta. Scelse San Benedetto in Alpe e nel

gennaio 1931 prese servizio. “I sanbenedettini - raccontava - erano

perplessi ad affidare partorienti e nascituri ad una ragazza giovane e

minuta”. Col passare del tempo i suoi modi affabili e la professionalità accattivarono fiducia e simpatia. Nel 1935 si sposò con Antonio Gamberi,

morto solo sei mesi dopo in un incidente. Giovanna reagì a quella disgrazia aggrappandosi alla fede,

che testimonierà per tutta la vita. Da una sorella, Assunta, nacqui io. Fra

noi maturò un legame indissolubile. La “Signora Gianna” era un

riferimento per la parrocchia, le missioni, le famiglie. Anche dopo la

pensione molte donne con la pancia bussarono alla sua porta. Tra ’46 e

’47 assistette a circa trecento parti: partiva a dorso di asini anche con la neve per raggiungere i poderi alti. Si fermava dalle partorienti anche due o tre giorni, dormendo su pagliericci

di foglie di granturco. Ermelinda, la vicina, con una bottiglia d’acqua

calda correva a scaldarle i piedi congelati: “La mi pora sgnora ad fata vida”. Mia zia le rispondeva:

“Stasi bona cl’è ndè tot bèn neca stavolta ringraziend e Signor”. È stata una grande donna. Ricordo

l’inclemenza del tempo il giorno del suo funerale. Era il 20 febbraio 1996. Il carro funebre era pronto ma quegli

uomini che aveva aiutato a nascere preferirono portarla a spalla. Nel biglietto che l’accompagnò c’era scritto: “Vogliamo ricordarti così:

serena e partecipe della vita e della gioia degli altri”.

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nieri, un medico a tempo pieno, le scuole elementari, un parroco e un’ostetrica, sua zia. S’incontrano persone alle poste. Hanno ritirato la pensione, lo fanno a mano, non si fidano delle banche. Si incrocia-no cacciatori e tartufai, viaggiatori che vanno o vengono dalla vicina Toscana.Della comunità fanno parte fale-gnami, come la famiglia Benacci, lavoratori di pietra serena come i Biserni, i Fortunati, i Nannetti,proprietari delle cave. Di tanto in tanto scendono individui bizzarri, come Antonio. Magro, barba e ca-pelli lunghi raccolti sotto una ber-retta di lana, un naso importante.

È sceso da Trafossi, le case in alto, verso Marradi, a un’ora di cam-mino. Non ama farsi fotografare. Ha cinquant’anni, parla delle sue origini ferraresi e di quanto è bel-lo il bosco. Saluta i Guidi, paga e carica un fiaschetto di vino in uno zaino militare. Prende il sentiero che costeggia il torrente, quello che sale verso la caduta dell’Ac-quacheta, raccontata da Dante. Le gambe leggermente divaricate, fa un cenno con la mano, fruga nella tasca per cercare una torcia men-tre nella valle scende la sera. L’aria diventa fredda, qualche finestra s’illumina e San Benedetto in Alpe sembra ancora più quieto. IN

In alto a sinistra, il negozio di alimentari della famiglia Guidi. Sopra, un gruppo di anziani gioca a carte nella sede della Comunità Montana.

Notizie e info utili

Dormire e mangiareAlbergo Ristorante Acquacheta, via Molino 46, tel. 0543 965314 www.acquacheta.it; Ristorante Pizzeria Il Laghetto, via Molino 11, tel. 0543 965241; Maneggio Rio Destro, via Monte Gemelli, tel. 0543 965291; Albergo dell’Alpe, via Molino 18, tel. 0543 965316; Camping Acquacheta e Ostello Vignale, via Acquacheta 7, tel. 0543 965279 www.campingsanbenedetto.it.Cosa vedereCascata dell’Acquacheta; Abbazia di San Benedetto in Alpe; Borgo di Poggio.BibliografiaIl Ritorno, a cura di Antonio Piani. Pro loco di San Benedetto in Alpe, 2008; Perché non hai?, a cura di Antonio Piani, 2010; L’ Alpe di San Benedetto e la sua Abbazia: un viaggio tra storia e natura nelle valli dell’Acquacheta e dintorni, a cura di Giuseppe Rainetti, Firenze, Aska, 2010; San Benedetto in Alpe e la sua secolare abbazia, a cura di Don Paolo Bandini, Forlì, Raffaelli, 1934.Internetwww.comune.portico-e-san-benedetto.fc.it; www.parcoforestecasentinesi.it

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Sospesi tra memoria e fantasia, diversi per storia, nati da ideologie contrastanti. Uniti da un’identica “cultura” gastronomica. Sono gli ex circoli di partito. Di alcuni rimangono gli ambienti rustici, anche se sono ormai locali privati; altri, invece, conservano la funzione ludico-ricreativa e di promozione sociale delle associazioni cui sono legati. Tutti sempre più apprezzati per la loro proposta a tavola: un inno alla Romagna più autentica.

testo Francesca Miccoli - foto Giorgio Sabatini

La politica… in Tavola

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Riscoprire | Ex circoli di partito

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Testo IN

Frase spot da definire

Ambienti dall’atmosfera vissuta, pa-reti che trasudano storia e ideali. Templi d’epiche battaglie verbali, discussioni interminabili scandite da un fervore perdifiato, e ancora infinite partite a carte e tornei di bi-liardino. Sonoivecchicircolidipar-tito,lecasedelpopolo,gliexcentridimutuosoccorso. Acli, Arci, Endas, nati per scopi ludico-ricreativi e di promozione sociale, oggi riconver-titi in locali enogastronomici. Spar-tani negli arredi ma prodighi di dettagli capaci di accendere occhi e immaginazione del cliente, sospeso tra memoria e fantasia. Tavoli rusti-ci, per tovaglie fogli di carta, gli ex circoli puntano soprattutto su cor-dialità e qualità della proposta culi-naria, censurando fronzoli e super-flue leziosità. Il viaggio tra i teatri della politica prende il via da Bari-sano. Prima tappa l’Endas“A.Casa-

dei”. Sorto nel 1952 e aperto solo ai soci, è gestito da LucianoPoggiali, custode di mezzo secolo di storia. “In passato il nostro campo di bocce ospitava addirittura i tornei trico-lori”, ricorda. Competizioni in cui eccelleva ArmandoComandini, gran-de campione e mitico responsabile dell’area di gara. “Un’altra attrattiva di assoluto richiamo era la pista del-le macchinine. Piccoli automobili fatte sfrecciare su un tracciato a 8 corsie sviluppato su una superficie di ben 46 metri”. Tra un racconto e l’altro c’è il tempo per appagare il palato, piattifortilacarneallabra-cenelgrandecaminoeilbaccalà. A pochi metri, nella prima campagna forlivese che volge a Ravenna, s’in-contra la sede di una delle tanti As-sociazioniRicreativeeCulturaliIta-liane, accessibile in via esclusiva agli iscritti. Si prosegue con una doppia

tappa in via Cervese. Al 301 c’è la trattoria “La via del Mare”, nata set-te anni fa sulle ceneri di un circolo Arci mentre procedendo verso For-lì, a Pievequinta, d’obbligo una sosta “DaBacco”. Sorta mezzo secolo fa come Casa del Popolo, è apprezzata per il filetto insaporito da verdure in salsa piccante, e per i cappelletti all’arlecchina. Il tutto innaffiato da una bottiglia di vino “buono”. Pa-rola di patron Giulio Cavadori. Du-plice puntata anche in viaRavegna-na. Proveniendo dall’autostrada la prima sosta è al cafèPaila, insegna dal sapore esotico che nasce dall’a-cronimo dei nomi dei due titolari Patrick e Ilaria. Oggi bar pasticce-ria e ristorante votato al catering, quasi nulla resta del vecchio circolo di partito, consegnato alla memo-ria nel 1988. A poche centinaia di metri c’è l’osteria L’Amorosa. Covo

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repubblicano fino a metà anni ’90, oggi è gestito da Daniele Tartagni, campione di tiro a volo e alfiere del team RC Romagna. Una passione vincente, com’è testimoniato dai numerosi trofei di varia dimensione e fattura, e dalle medaglie in quan-tità, quasi tutte del metallo più pre-giato. Qui il legame con il “solatio e dolce paese” emerge dai cesti in vimini ai salumi appesi al soffitto, al menù esclusivamente di tradizione locale. Propostedipuntalaruvidapastafattaincasa, che prende for-ma tra le mani di un’abile sfoglina “a vista”, e il coniglioche, al pari del celebre tonno, si taglia con un

grissino. Tripudio di pasta anche al CircoloEndas“AurelioSaffi”diSanMartinoinstrada. Accessibile solo ai tesserati, si trova a fianco dell’omo-nima sala di proiezione. E proprio le foto di giovanissimi attori poi af-fermatisi nel firmamento cinema-tografico campeggiano alle pareti di un locale arredato in maniera minimale ma ugualmente caldo e accogliente. Gestito da Federica e Francesca, è noto per i gustosi con-dimenti che impreziosiscono la sfo-glia tirata al matterello. Il venerdì sera la sala giochi si anima grazie ai soci più anziani impegnati nelle partite di marafone mentre l’area lettura pullula di volumi d’ogni ge-nere. Al piano superiore la sede del partito dell’Edera. EchirepubblicaniancheallaCantinadiviaFirenze, a San Varano, sulla strada statale che conduce a Castrocaro. Già Casa del Fascio l’osteria, a pochi metri da Villa Saffi, è ricavata da un vec-chio casolare di campagna che con-serva nei pavimenti e negli arredi i materiali e i colori di un tempo. All’ingresso una rustica lavagna invita la clientela ad assaggiare i ca-

ratteristici taglieri, ricchi di affettati e formaggi spesso declinati in ma-niera originale e aromatizzata. Al timone FrancescoDispoto, siciliano trapiantato in terra di Romagna, abilissimo a proporre un originale e apprezzato crocevia gastronomi-co. Un trinomio in cui le influenze tosco-romagnole s’intrecciano ar-moniosamente con i sapori della Trinacria. Più tradizionale la pro-posta della trattoria “DaPasquina”, sorta in seno al circolo “Capacci” a BraccianodiBertinoro. Consigliati i primi e la carne alla brace da gusta-re all’aperto, carezzati dalla brezza di collina. Analoghi menù, partite a carte e tornei di biliardo decretano il successo del circoloEndas“Bovio”diVillagrappa, nato in maniera ab-bastanza sorprendente dal circolo “rosso” della Pescaccia. Bianca in-vece la matrice del centro AclidiMagliano, dove la domenica sera i soci si sbizzarriscono con variopin-te pizze farcite. Locali dalla diversa storia, nati da ideologie spesso con-trastanti ma avvicinati dall’identica passione per la buona tavola e le sane tradizioni di una volta. IN

Sopra, a sinistra, Francesco Dispoto della Cantina di via Firenze. A destra, Daniele Tartagni della “L’Amorosa”. In basso il circolo Acli di Magliano.In apertura, a sinistra, Luciano Poggiali e gli avventori del circolo Endas di Barisano tra cui il campione di bocce Armando Comandini, a destra.

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IN Magazine | Special ADV

La recente struttura alberghiera, posta alle porte della città, a 400 metri dall’uscita Torre del Moro della E45 e a pochi minuti dal centro di Cesena, è l’unica residenza turistica in città costituita da suite a quattro stelle dotate di tutti i confort per chi desidera la priva-cy e la comodità che respira nella propria abita-zione unite ai servizi e all’eleganza del Mosaico Suite, del gruppo alberghiero presente già a Ravenna e in Romagna, nella fascia costiera.Il Mosaico Suite Cesena, diretto da Roberto Albano alla guida di un team giovane e dinamico tra cui spic-cano i collaboratori Valentina Toni e Savio Capriuo-lo, offre 32 ampie e confortevoli suite, 16 per ogni piano. Appartamenti dagli spazi generosi caratterizzati da accoglienti camere da letto e luminose zone giorno dove è possibile ricreare il calore di casa servendosi anche delle pratiche e innovative cucine che corredano le suite. “Una soluzione ideale - spiega il direttore - per quelle persone che si trovano a passare per Cesena per lavoro e che vi risiedono per periodi media e lun-ga durata. Il Mosaico Suite, infatti, è un residence che

Il calore dI casa In una suIte a 4 stelle

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Abitare | Il casale recuperato

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Un casale ottocentesco delle campagne forlivesi riconsegnato a nuova vita grazie a un attento restauro. Con arredi essenziali e raffinati, che definiscono un luogo pieno di semplicità ed eleganza.

Appena fuori Forlì, a pochi chi-lometri dal centro, ci imbattiamo in unacasapadronaledel‘800 im-mersa nelle campagne, circonda-ta dalle colline. Siamo ospiti grati perché ci troviamo di fronte a un attento e rigoroso restauro che ha donato splendore a un rudere ab-bandonato. Il progetto, realizzato dall’architetto forlivese RenatoCasadei, ha saputo “costruire” eriproporre in chiave moderna ilvecchiocasale.Il recupero ha solo mantenuto le murature portanti e lo stile ester-no; i solai sono stati costruiti ex novo nel rispetto della tradizione, usando travi lignee decappate.La riorganizzazione degli inter-ni ha previsto che la salapranzo trovasse spazio nell’ampio ingres-so al piano terra, a cui si accede attraverso un grande portone in parte vetrato che permette alla luce naturale di entrare, offrendo una visuale sul grande giardino e sulle colline in lontananza.L’arredo è essenziale e di gran

gusto, studiato e curato nei parti-colari dall’interiordesigner NadiaBombardi insieme a RossiArreda-menti di Forlì.Il suggestivo tavolo della zona pranzo è un Martini in stile pro-venzale arricchito, laccato bian-co e circondato da sedie di Sedit Living Italian Design, rivestite in tessuto color viola del Designer Guild. La zona pranzo funge an-che da separatore: alla destra tro-viamo il soggiorno, mentre alla sinistra entriamo, attraverso un corridoio, nel reparto notte.Anche il soggiorno è stato curato con un arredamento essenziale e lineare. Bello il divano in pelle di CR e il mobile giorno della Lago, laccato lucido, che avvolge il gran-de schermo tv. Ma l’elemento di spicco in questa parte della casa è il camino, incorniciato da un gran-de pezzo di pietra grigia di forma quadrata, checiregalalasensa-zioneditrovarcidifrontequasiaduna“quadrovivente”.I punti luce sia nella zona pranzo

sia nel soggiorno sono stati sapien-temente studiati ad incasso, forni-ti da Elfi; fa eccezione la deliziosa lampada da terra Tolomeo.Passando sotto un arco in mat-toni originale dell’800, aprendo un’incantevole porta a vetri scor-revole esterna di Res, scendendo due gradini entriamo nella cuci-na, ove si nota l’isola centrale con i fuochi. È una cucina di Elmar in laccato color corda e nero. La pavimentazione in tutta la casa è in listoni di rovere forniti da Arte Legno di Castrocaro, che si inter-rompono nella cucina ove è stato studiato un intreccio tra il legno e un bellissimo gres di grandi di-mensioni (cm 120x60), fornito da De Lorenzi di Forlì. La zona relax per la parte giorno vede l’utilizzo di sanitari Pillow da Nic Design, con rubinetteria Mamoli serie Fuente e rivestimen-ti e mosaici forniti, questi ultimi, sempre da De Lorenzi.Entriamo ora nella zonanotteat-traverso un disimpegno elegan-

testo Annalisa Balzoni - foto Giorgio Sabatini

Il passato in chiave Moderna

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te, dove l’illuminazione è stata studiata a incasso. Lacamerapa-dronaleemergepersemplicitàedeleganza, evidenziata dal rivesti-mento della parete dietro la testa-ta del letto in listelli di pietra color pastello, che ben si sposa al color verde del giardino, riverberato at-traverso le vetrate.Dalla camera padronale accedia-mo alla zona relax privata, ove il comfort unito alla bellezza dei materiali da rivestimento la fan-no da padrone. Spiccano sanitari modello Flaminia e la rubinet-teria Ritmonio; colori tenui che

vanno dal grigio chiaro al bianco caratterizzano i rivestimenti di De Lorenzi. Belle le porte inter-ne laccate bianco, fornite dalla falegnameria Sbaragli di Forlì con utilizzo di maniglie in allu-minio satinato Olivari; le stesse che troviamo anche negli infissi esterni della Panto, che bene s’in-tonano con l’utilizzo delle placche dell’impianto elettrico, segno in-discusso di finezza.Latintausataintuttigliambientiprincipaliè ilpanna, luminoso e capace di regalare un’atmosfera di serenità e candore. Elemento che

non passa inosservato nel disim-pegno verso il reparto notte è la porta scorrevole esterna con spec-chio incorporato e avvolta da una grossa cornice dorata. Permette di accedere al piano superiore, ove troviamo la mansarda, zona per gli hobbies ma principalmente destinata alle “mangiate con gli amici”, così come simpaticamente ci confessano i proprietari.Finisce qui un’altra tappa del no-stro viaggio, con questa suggesti-va dimora in cui il connubio tra presente e passato si fonde in un risultato sorprendente. IN

A fianco, il soggiorno “dominato” dal camino. Sotto, a sinistra, la camera padronale e a destra la cucina. In apertura, scorcio della sala da pranzo, dall’arredo elegante quanto essenziale.

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NousAutori, raccontarsi scrivendoScrivere per raccontare agli altri

qualcosa, con una forma narrativa capace di catturare il lettore. E, se

si è bravi e fortunati, magari anche un editore. Riparte il laboratorio di scrittura creativa condotto da

Eraldo Baldini e Mauro Ferri, pronti a fare emergere talenti nascosti.

Le 11 lezioni di 2 ore ciascuna prendono il via il 15 febbraio, ogni lunedì fino a maggio, dalle 18 alle

20. La presentazione al MEGAforlì è stata con Baldini, Ferri e gli autori

dell’Annuario 2010. Nel costo di partecipazione (330 euro iva inclusa)

è compresa la pubblicazione di un proprio racconto nell’Annuario 2011.

www.nousautori.it

Eraldo Baldini dirige una nuova collana di narrativa della casa editrice Foschi. I primi titoli in uscita sono firmati da due giovani scrittori romagnoli.

Talento e buona volontà, tanto ba-sta a uno scrittore. Facile a dirsi: “Il primo non si insegna e non si impara ma la buona volontà può fare miracoli, attraverso la lettura e la sperimentazione. Il mestiere di scrivere è fatto anche di fati-ca…”. EraldoBaldini, nato a Russi di Ravenna 58 anni fa, è oggi un punto di riferimento per la lette-ratura nazionale e non solo. An-tropologo culturale ed etnogra-fico, dagli anni ’90 scrive saggi, romanzi, sceneggiature, testi tea-trali. E ora dirige anche una nuo-va collana di narrativa per la casa

editrice Foschi di Forlì, “I Nar-ratori”. “Vogliamo dar spazio aigiovaniautori,senzaindicareunaprecisaconnotazionedigeneremaconunobiettivopreciso,quellodifaremergeretestidiqualità”.In un panorama contemporaneo in cui la pubblicazione di libri a pagamento dilaga il progetto Fo-schi-Baldini si vuole presentare diverso, come il volto serio dell’e-ditoria. “È una sfida che parte ora con la pubblicazione di due ro-manzi, per arrivare a una media di cinque uscite all’anno”.Le prime due nuove voci scelte

testo Roberta Brunazzi - foto Lidia Bagnara

Talento in Punta di Penna

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Scrivere | Eraldo Baldini

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dallo scrittore romagnolo, che predilige il noir ma non disdegna altri generi, sono quelle dell’esor-diente CarmeloDominie di GianniLiverani. Anche loro romagnoli, di Ravenna e Bagnacavallo, auto-ri rispettivamente di MadridEx-presseHotelInfernocamerevistamare, primi titoli in uscita per la nuova collana, dedicata ai narra-tori contemporanei.Romanzi pescati in mezzo al mare di proposte che arrivano sulle scrivanie della casa editrice for-livese, una cinquantina al mese, a cui si aggiungono i manoscritti recapitati direttamente a Baldini, nella sua casa di Porto Fuori.“Quello di Domini, Madrid Ex-press, è un romanzo di formazione pieno di colpi di scena e di iro-nia, con protagonisti un gruppo di ragazzi in vacanza in Spagna nella mitica estate del 1982. Hotel Inferno camere vista mare di Livera-ni racconta invece personaggi bor-der-line della riviera romagnola, un libro amaro e divertente, che non ha niente da invidiare a Char-les Bukowski. Ad accomunarli è il ritmo avvincente dell’azione,

la buona scrittura e una buona dose d’ironia. Ingredienti che li connotano come ottimi romanzi, romagnoli e di livello internazio-nale”.D’altronde, come diceva Tolstoj, “se vuoi raccontare il mondo, racconta il tuo villaggio”. Ed è così che si muove anche Baldini, nella sua prolifica produzione di romanzi e storie brevi. “In aprile uscirà per Einaudi L’uomoneroelabiciclettablu, romanzo di for-mazione ambientato nella cam-pagna romagnola degli anni ’60 con protagonista un bimbo che si troverà a confrontarsi con il male e la precarietà della vita. Ho appena finito di scrivere an-che un romanzo breve per la col-lana ‘I Corti’ del Corriere della Sera. S’intitola Nostra signoradellepatate, ed è ambientato in un paesino della Romagna atea e socialista d’inizio ’900 dove, un bel giorno, a una bambina, appa-re la Madonna…”.Storie di ordinaria romagnolità, distillate dalla penna affilata di Eraldo Baldini e trasformate in universali. IN

I primi due titoli della collana: in alto “Madrid Express” di Carmelo Domini; sotto “Hotel Inferno camere vista mare” di Gianni Liverani.

Talento in Punta di Penna

E Flavio Dell’Amore racconta la “nobile arte”

Un piccolo volume, dedicato a una delle discipline sportive più affascinanti. Quattro storie ambientate nel mondo del pugilato, racchiuse tra fine anni ’30 e dopoguerra. Episodi veri, raccolti personalmente da Flavio Dell’Amore, giornalista sportivo forlivese autore di vari libri sull’argomento ed editore del sito di boxe più “cliccato” d’Europa (http://news.boxeringweb.net). Era la Boxe non contiene riferimenti a imprese e gesti di grandi campioni del passato ma storie nelle quali, anche coloro che non sanno nulla di boxe, possono immergersi e lasciarsi trasportare dal ricordo e dalla malinconia. Quattro storie che galleggiano tra le corde del ring, il ritmo incalzante di un combattimento e un mondo ben più spietato di quello dei guantoni. Tutte lasciano nel lettore il sapore di un’epoca lontana, quando il pugilato aiutava l’anima a superare il malessere e l’inquietudine di vivere tempi (da) duri. (A.B.)

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Senza Melozzo, il Cinquecento di Raf-faello e Michelangelo non sarebbe mai esistito. L’opinione di Antonio Pa-olucci, direttore dei Musei Vatica-ni, rende perfettamente l’idea di quanto il maestro forlivese abbia contribuito all’intero scenario del Rinascimento italiano. Finoal12giugnoaiMuseidiSanDomenicoè visitabile la più completa esposi-zione che mai sia stata dedicata a MelozzodaForlì. Perché visitare la nuova mostra che la sua città nata-le gli dedica, dopo quelle del 1938 e del 1994? Ai Musei di San Dome-nico saranno esposte praticamente

tutteleopere“mobili”dell’artista, riunendo anche gli affreschi stac-cati del colossale ciclo da lui creato per l’abside della Chiesa dei Santi Apostoli a Roma, ciclo diviso tra Musei Vaticani e Quirinale. Tutta-via fino ad oggi non si è mai potuto presentare un numero considere-vole di opere superstiti, né si è con-dotta mai una riflessione appro-fondita sul ruolo centrale svolto dall’artista nella vicenda del Rina-scimento, preferendo studiarne la personalità nel contesto romagno-lo, dando una visione assolutamen-te riduttiva della figura poliedrica

Tutte le opere “mobili” del pittore forlivese in

mostra al San Domenico fino al 12 giugno,

assieme a capolavori di Mantegna, Piero della Francesca, Bramante, Raffaello. E c’è anche

la cupola di Loreto, ricostruita in 3D.

testo Sabrina Marin - foto Giorgio Sabatini

Melozzo, l’ Umana bellezza

Visitare | Musei San Domenico

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e profonda quale è stata Melozzo da Forlì. La mostra del 2011 pro-pone il grande maestro forlivese a stretto dialogo con i capolavori dei grandi maestri della pittura italia-na, da AndreaMantegna, a PierodellaFrancesca(in mostra, per la prima volta, anche la sua Madonna di Senigallia), da Bramantea PietroBerruguete, da cui Melozzo trasse insegnamenti e suggestioni. Infi-ne in mostra è proposta un’ampia sequenza di opere, selezionate per precise affinità, di artisti che a lui s’ispirarono, in particolare Raf-faello, presente al San Domenico con un corposo numero di capola-vori, e che di lui furono allievi, pri-mo tra tutti MarcoPalmezzano. La mostra restituisce al visitatore una perfetta ed emozionante sinergia fra le opere dei grandi interpreti di uno dei momenti più felici della storia dell’arte. La già corposa esposizione forli-vese si arricchisce virtualmente

anche dell’unico complesso archi-tettonico-decorativo di Melozzo conservatosi intatto fino ad oggi: la cupolaaffrescatadellaSacrestiadi San Marco nella Basilica dellaSantaCasadiLoreto, che per ovvie ragioni non è possibile spostare. Grazie al supporto tecnologico stereoscopico messo a punto dalla società RInnova di Forlì la si è ri-costruita virtualmente in mostra, grazie ad una suggestiva versione 3D. www.mostramelozzo.it IN

A fianco, uno dei celebri angeli musicanti di Melozzo (1480).

Sotto, l’affresco staccato proveninente dai Musei Vaticani, con Sisto IV nell’atto

della nomina di Bartolomeo Platina a prefetto della Biblioteca Vaticana

(1477). In apertura, il taglio del nastro della mostra, il 28 gennaio scorso.

E al Canto27, due menu dedicati alla mostra

Il ristorante forlivese proprio di fronte al Museo San Domenico, ha fatto della cultura e dell’arte il fil rouge della propria attività. In occasione della mostra su Melozzo, presenta due proposte su ricette dei più grandi cuochi del tempo: il menu Melozzo comprende uno sformato di fave, erbe aromatiche e mandorle con composta di mele (ispirata alla ricetta di Mastro Martino) e, come primo, i zanzarelli bianchi in sbocconcelli, una sorta di gnocchi alle mandorle (su ricetta del Platina).Il menu Rinascimento, oltre alle portate del menu Melozzo, è arricchito da quaglie in casseruola su cuscino di riso al vino rosso (su ricetta di Bartolomeo Scappi) e dalla torta di Riso (Cristoforo Messisbugo). (M.A.)

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La prosa del Novecento protagonista al Diego Fabbri nei prossimi spettacoli in cartellone. E dalla primavera anche danza e operetta.

I titoli che scandiscono la seconda parte della stagione di Prosa del Teatro Diego Fabbri di Forlì sono inseriti decisamente nel quadro del teatrodelNovecento, se si ec-cettua il NonsisacomediPiran-delloche, tuttavia, conosce una contestualizzazione innovativa rispetto all’originale. Ne emerge una vicinanza anche cronologica al pubblico dei nostri giorni, che crea un’immediata associazione tra palco e platea nel sentire e nel percepire. Per dirlo in modo più semplice, se IlcatalogodiCarrière(rappresentato a inizio febbraio) ha messo in luce la fragilità del sistema di convenzioni sociali del contemporaneo, Tuttosumiama-dredi Adamson ma da Almodovar, (16 - 20 febbraio) affronta in modo emozionante e poetico la tensione a rileggere il modificarsi dei ruo-li all’interno della famiglia, che è tema di oggi, presente e pressante. Dal canto suo Romaneilsuocuc-ciolo(9 - 13 marzo) allarga l’atten-zione dalla famiglia al sociale e mette in scena drammaticamente i meccanismi della convivenza tra individui provenienti da comuni-tà e da identità culturali diverse, affrontando con coraggio un ar-gomento oggi ormai ineludibile e fortemente coinvolgente. Nonsisacome(23 - 27 marzo), si diceva,

precede di parecchi decenni la contemporaneità, ma porta allo scoperto le radici non così lonta-ne di tante situazioni attuali attra-verso il gioco di relazioni interne ad un gruppo di guitti inseriti in un’atmosfera solo apparentemente disinvolta e leggera.ElisabettaPozzi,AlessandroGas-smaneSebastianoLoMonaconon hanno bisogno di presentazioni: hanno tutti esperienza, maestria e conoscenza del pubblico tali da trasformare anche il più delicato degli argomenti in racconto, in comunicazione pura tra attore e spettatore. E il pubblico del Teatro Diego Fabbri non è pubblico da negarsi a un rapporto di condivi-sione di questi elementi, che sono in fondo gli elementi portanti del teatro, soprattutto se sollecitati e costruiti con sapienza da chi si tro-va sul palco.Otello(24 febbraio) con il BallettodiRoma, SerataForsythe(15 mar-zo) con il BalletdeLorraine, Casa-nova (31 marzo) di Aterballettoe Paracasoscia (15 aprile) del BotegaDanceCompany, sono i prossimi ap-puntamenti con la Danza, affidati ad alcune tra le migliori compa-gnie attualmente sulla scena. Hel-loDollyil 20 marzo conclude una breve, ma seguitissima stagione di Operetta. IN

Di spettacolo in Spettacolo

In alto l’Otello presentato dal Balletto di Roma. Sotto, Sebastiano Lo Monaco e Rosaria Carli, protagonisti del testo pirandelliano Non si sa come.

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Applaudire | Teatro Diego Fabbri

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La passione, la fatica, il gioco di squadra. Uno

sport come scuola di vita, rinato col Rubgy Forlì

1979, grazie all’impegno di un affiatato team di ex

giocatori.

Nell’anno della resurrezione “a termine” degli sport di squadra forlivesi all’ombra di Saffi cresce in maniera costruttiva e costante una realtà che non vive tra verti-ginosi up e dolorosi down ma tra apprezzabili risultati e legittime aspirazioni. Il Rugby Forlì 1979, inserito nel campionatonazionalediserieCsotto l’egida della poli-sportivaEdera, onora uno sport che è prima di tutto scuola di vita, basato sul rispetto di regole scol-pite nell’etica individuale, prima ancora che codificate nei regola-menti. A conferma di quel celebre aforisma secondo cui il rugby è un “gioco bestiale praticato da gen-tiluomini”.Oggi l’Edera vive una

nuova stagione, probabilmente la più positiva in trent’anni di storia. Sei lustri in cui i biancorossi han-no conosciuto anche momenti non esaltanti. Sul finire degli anni ’90 gli ederini sembravano addirittu-ra destinati a una malinconica e prematura uscita di scena. “Nel-la stagione 2002/2003 abbiamo toccato il fondo - dichiara coach MarcoZuccherelli, anima della so-cietà sportiva. Avevamo pochissi-mi tesserati e per poter disputare un campionato ci siamo uniti alla compagine cesenate”.Il nuovo staff tecnico e dirigenzia-le, affiatato team di ex giocatori, è animato dalla passione per questo sport. “Oggisiamol’unicasocietà

testo Francesca Miccoli - foto Giorgio Sabatini

I ragazzi della Palla ovale

I pulcini del rugby forlivese

Un gioco dalla forte valenza educativa. Favorisce socializzazione

e rispetto delle regole, agevola confronto e disciplina. Per i giovani un’autentica scuola di vita. “Stiamo

investendo grandi risorse umane ed economiche nel vivaio - dichiara

il presidente di Rugby Forlì 1979, Gianluca Mordenti. Abbiamo portato

la palla ovale alle elementari, alle medie e in qualche classe delle

superiori. Invitiamo i ragazzi a provare sul campo e la scintilla

scocca immediatamente”. Il reclutamento capillare nelle vallate

- a Santa Sofia come a Portico e a Premilcuore - e la formazione di

squadre satellite con bambini tra i 5 ai 12 anni a Castrocaro e Predappio ha portato il movimento a un totale

di ben 240/250 tesserati.

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Vincere | Edera Rugby

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romagnolaamilitareintuttiicampionati, dalla formazione senior ai settori giovanili passando per il rugby in rosa”.La prima squadra insegue con buone credenziali un so-gno chiamato serie B. Dopo un avvio di stagione in chia-roscuro i biancorossi hanno nel mirino quel terzo posto che significherebbe play off. “Saranno gli scontri diretti - spiega Zuccherelli - con Noceto, Parma e Ferrara a de-cretare il nostro futuro. Potrebbe rivelarsi fondamentale l’innesto di qualche giovane proveniente dal vivaio. Ogni anno 10/15 ragazzi vanno a rinverdire la prima squadra”.

Un ricambio generazionale spesso decisivo, destinato a compensare qualche fisiologico forfait. “La nostra è una disciplina impegnativa, per partecipare in maniera com-petitiva a un campionato nazionale servono 5 o 6 allena-menti settimanali. Affrontare trasferte a Terni, Ascoli o Perugia diventa piuttosto impegnativo e talvolta, per mo-tivi di studio o lavoro, c’è chi sceglie di non proseguire”. Oppure di continuare a livelli meno probanti. È il caso della neonata formazione meldolese, guidata dall’inos-sidabile ex Matteo“Salsiccia”Miserocchi. Cimentarsi con la palla ovale crea dipendenza, perseverare è doveroso. IN

Bestiale e da gentiluomini

Acqua e fango, elementi naturali per una partita di rugby che si rispetti.

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Page 56: Forlì IN Magazine – 01/2011

Confindustria Forlì-Cesena organizza, per il secondo anno, il Forum d’Impresa per l’Internazionalizzazione. Il 24 febbraio all’ENAV, le imprese della provincia si riuniscono per confrontarsi sulle esperienze all’estero.

In un mondo sempre più globalizza-to, il commercio è una delle attività che può permettere di superare la crisi, aprendo strade che consento-no di dialogare con nuovi mercati, confrontarci con altre aziende, af-frontare nuove tipologie di lavoro. In questo scenario, un punto car-dine è l’attenzione verso l’interna-zionalizzazione e l’esperienzadichihagiàmossoiprimipassialdifuorideiconfiniitaliani:unapprezzabilemetrodiparagonepertuttelealtreaziendeforlivesiecesenati. ConfindustriaForlìCesena ne è ben consapevole e, per il secondo anno,

organizza il Forumd’Impresaperl’Internazionalizzazione, realizzato anche grazie al contributo finanzia-rio della Camera di Commercio di Forli-Cesena. Obiettivo del Forum è incrementarelaculturad’impresa, percorrendo la strada del confronto e del dibattito: il Forum del 24 feb-braio all’ENAV di Forlì è l’occasio-ne in cui le imprese di tutti i settori possono scambiarsi esperienze e testimonianze.Oltre a VincenzoColonna, vicepresi-dente per l’Internazionalizzazione di Confindustria Forlì-Cesena, Al-bertoZambianchi, presidente della

Camera di Commercio di Forlì-Ce-sena, e GiuseppeBadetti, direttore ENAV Academy, i protagonisti del Forum sono LucaPaolazzi, diretto-re del Centro Studi Confindustria, con l’intervento sul tema “Superare la crisi, le sfide dei nuovi mercati”, e alcune case history raccontate in prima persona dai protagonisti.La vera anima dell’incontro, quella che permette di “fare impresa insie-me”, prevede gli interventi di Cesa-reTrevisani, Ad del Gruppo Trevi, AlfredoAureli, Ad di SCM Group e AndreaSoriani, direttore marke-ting di Maserati North America, che racconteranno le proprie espe-rienze e faranno il punto tra crisi e crescita, prima del dibattito aperto a tutti i partecipanti. Lo scambio d’idee e conoscenze termina infine in un’atmosfera conviviale, con un aperitivomulticulturale a base di cibi e vini da tutto il mondo.La partecipazione al 2° Forum d’Impresa per l’Internazionalizza-zione è gratuita, previa adesione da comunicare alla Segreteria di Con-findustria (tel. 0543.35538, [email protected]) entro il 18 febbraio. IN

testo Francesca Renzi

Imprese oltre Confine

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Progettare | Forum Internazionalizzazione

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GUIDA AI RISTORANTI DELLA ROMAGNA E DI PESARO-URBINO

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3 | Moments. Elementi e bracciali di Pandora. GIOIELLERIACALONICI v.le Marconi, 7 - Tel. 0543.767305 - Castrocaro Terme

4 | Collezione Giorgio Armani, ispirata agli anni ‘80. OTTICAGHETTI - c.so della Repubblica, 124 - Tel. 0543.26008 - Forlì

5 | Cronografo Retrograph. DESTEFANISPA - v. Ravegnana, 407 - Tel. 0543.811011 - Forlì

6 | Collezione Via Veneto by Falper Design. SALAROLI - v. Balzella, 4/e - Tel. 0543.794511 - Forlì

7 | Confettata di nozze. SEMPLICEVENTO di Turroni Patrizia - corso Diaz,72 - Tel. 329.9025911 - Forlì

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