B2eyes magazine 04-2013

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WWW.B2EYES.COM N4 2013

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B2eyes magazine è il periodico indirizzato a tutti gli ottici-optometristi italiani e alle maggiori aziende produttrici e distributrici di articoli di ottica (montature, lenti oftalmiche, filtri solari, lenti a contatto, liquidi, accessori, macchinari e strumenti) presenti sul territorio nazionale. In ogni numero il magazine propone e approfondisce contenuti che vanno dall'attualità alla moda, dall'aggiornamento professionale alla consulenza legale. Inoltre sono presenti le ormai consolidate rubriche cerco & offro, corsi e le informazioni dalle aziende. Particolare attenzione è riservata allo sviluppo del mercato, quindi alle nuove opportunità di business, ma anche alle innovazioni in campo medicale e tecnologico, argomenti anch'essi importanti per la crescita professionale del punto vendita specializzato.

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N42013 SOMMARIO

Mensilededicato al mondo degli occhiali,

della vista, della visionee della percezione visiva

Aprile 2013 numero 4www.b2eyes.com

In copertina Essilor

EditoreB2VISION SRL UNIPERSONALE

Via Ripamonti, 44 - 20141 MilanoTel. 02 3668601 - Fax 02 3668600

[email protected] Delegato

Luciano [email protected]

Cell. 334 6970786Direttore Responsabile

Angelo [email protected]

RedazioneFrancesca Tirozzi

[email protected] Tobia

[email protected]à e Media Planning

Raffaele De [email protected]

Art DirectionMeloriaStampa

Mediagraf S.p.a.Viale della Navigazione Interna, 89

35027 Noventa Padovana (PD)

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WWW.B2EYES.COM

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B2TRADEEditoriale Il presidente di tutti 3Il punto Informazione e linguaggi 5Strategie e mercato Design, Milano, Salone del Mobile e occhiali 6Mercato del lusso, crisi e occhiali 9Attualità VisionOttica degli Archi: l’opportunità d’essere al passo con il settore 13Romano: così Allison cambierà il modo di fare business 16Out of Mido: l’eyewear esce dalla fiera per entrare in città 19Altamura, uno spartiacque tra vecchio e nuovo? 25 Silmo: vogliamo riportare i grandi gruppi in fiera 28Amarcord Così il gruppo dei 10 contribuì ad "aprire gli occhi" su quel bambino 30

B2EXPERT Consulente Congedi parentali: le nuove agevolazioni per i papà 34Meditazioni Il cigno e i gabbiani 36Formazione L’ottica ha bisogno di un rinnovo culturale costante 40Lab Visione binoculare: cosa offre il metodo Mkh 42

B2TECH Lenti oftalmiche Essilor: un impegno per risolvere i problemi socioeconomici legati ai disturbi visivi 48Hoya: una “squadra” per contrastare la luce blu 52Galileo: funzionali e non opzionali le… opzioni per gli ottici 56Rodenstock: apre in Sardegna il primo See Better Center 59Zeiss: l’ottico si trasforma in consulente 60

B2JOB Vetrina Offro/cerco 62

Registrazione presso il Tribunale di Milano

N. 293/2009 in data 17 giugno 2009

Registrazione R. O. C.: 18653€ 1,80 - Copia omaggio

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Sono un ottico. Porto avanti il mio centro da anni, ma penso al futuro, a come nella mia professione

stiano diventando sempre più importanti gli aspetti imprenditoriali: marketing, comunicazione, acquisti e offerte commerciali.Per questo ho scelto di fare parte di una grande insegna glocal , per poter accedere a servizi di alto livellosenza fare il passo più lungo e senza correre il rischio di essere assorbito da una catena, sapendo di restare fedele a me stesso e nello stesso tempodiventare più GRANDE.

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EDITORIALE

IL PRESIDENTE DI TUTTI

ncora una volta l’attualità ci viene in soccorso per parlare del nostro settore. La rielezio-ne di Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica,

al di là delle drammatiche circostanze in cui è avve-nuta e delle perplessità che sia una vera risposta alla sete di cambiamento presente nel paese, porta con sé almeno una certezza: l’anziano politico ha rappresen-tato nel settennato precedente un punto di riferimento per tutti gli italiani o, almeno, per una grande mag-gioranza. E oggi viene addirittura considerato l’unica àncora cui appigliarsi.Alla fine di giugno è in agenda l’elezione del nuovo presidente di Federottica per il prossimo quinquen-nio. Fatte, ovviamente, le debite differenze, anche in questo caso c’è bisogno di una guida capace di unire i professionisti italiani, mai come oggi divisi da ipotesi e prospettive diverse sul futuro della loro professione. Divisioni alle quali ha contribuito la stessa Federottica.Nel decennio di presidenza di Giulio Velati sono stati ottenuti risultati importanti e combattute battaglie significative: con uno sforzo di sintesi citiamo lo svi-luppo e il consolidamento del corso di laurea in Ottica e Optometria in diversi atenei nazionali, la difesa del canale di vendita, il confronto-scontro con la classe medica. Non si è arrivati, tuttavia, alla riforma e al riconoscimento del profilo professionale dell’ottico optometrista laureato, nonostante diverse azioni di lobby, l'ultima delle quali due anni fa, all’interno del cosiddetto Decreto Milleproroghe. Nel frattempo è stata approvata una legge, la 4/2013, che rischia di

cambiare radicalmente l’orizzonte delle professioni non regolamentate, tra cui quella dell’optometrista. Federottica rimane la principale associazione profes-sionale e sindacale del settore in Italia, vanta un’or-ganizzazione di livello e un radicamento territoriale invidiabile. Dispone, inoltre, di un mensile che, unico in Italia insieme a b2eyes magazine, si appoggia a una redazione strutturata e competente e viene realmente consegnato nella maggior parte dei centri ottici italiani. Federottica, poi, vive ancora dell’entu-siasmo trasmesso dalla generazione che ha fatto la storia non solo dell’ottica, ma soprattutto dell’optome-tria nel nostro paese. Federottica, tuttavia, non può trincerarsi dietro tutto questo per negare una realtà sotto gli occhi di tutti i professionisti, iscritti o meno: cioè che oggi in Italia la distribuzione di prodotti ottici non è cristallizzata, che la formazione non è univoca, che persino il rapporto con i fornitori sta cambiando. In altre parole, non può evitare un dialogo o almeno un confronto con i soggetti che sugli stessi argomenti la pensano in maniera diversa, quasi si sentisse il nume tutelare della professione ottica e optometrica in Italia.Questa è la sfida che avrà da-vanti il successore, chiunque egli sia, di Velati. Al quale va riconosciuto il merito di non aver sfruttato l’opportunità, suggeritagli da più persone, di modificare lo Statuto per prorogare il proprio mandato. A differenza di Napolitano…

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Angelo Magri

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IL PUNTO

INFORMAZIONE E LINGUAGGI

’adozione del linguaggio binario e il computer rivoluziona-rono il mondo dell’informazione e i loro derivati sono entrati in tutti gli aspetti della nostra vita, ma la diffusione planeta-ria iniziò con la semplificazione introdotta da Microsoft con Windows, che rese accessibile il suo utilizzo a tutti e in tutti i campi. Di fronte alle difficoltà che l’ottica ha di far accettare a tanta

parte della popolazione gli strumenti di correzione della visione, che renderebbero migliore la vita, e al compiacimento che si rileva nella comunicazione, anche quella di natura commerciale, ma soprattutto quella che proviene dal mondo dell’oftalmolo-gia, viene il dubbio che proprio il linguaggio usato nelle relazioni con il consumatore sia una delle cause di queste difficoltà. Tutto comincia, probabilmente, con l’impiego del vocabolo “visione” - che ha più significati, anche figurativi – al posto di quello “vista”, uno dei cinque sensi, che nel linguaggio corrente ha un’accezione del tutto diversa. Naturalmente, il linguaggio è lo strumento di comunicazione di contenuti che, quanto più sono complessi e specialistici, tanto più rendono difficile fare arri-vare messaggi di carattere universale, quali quelli che dovrebbero coinvolgere il mondo della salute e del benessere. Nella comunicazione esiste, quindi, un problema di primo livello, che è quello di far comprendere ciò che si vuole che gli interlocutori comprendano, e uno di secondo livello, che è quello di colpirne l’interesse. Proprio rivolgendosi a chi non è tecnico, ma semplicemente potenziale utilizzatore, il mondo della produzione e, in parte, anche quello della distribuzione mi pare fac-ciano troppo spesso ricorso a linguaggi tecnici che rappresentano una barriera fra prodotto e consumo. I tecnicismi sono a volte necessari, ma arrivano a destinazione quando l’interlocutore è “tecnico” o quando è spinto da un forte interesse a capire; in tutti gli altri casi, come detto, sono un ostacolo. La diffusione di occhiali e lenti a contatto (ho evitato di cadere nella trappola di citare “strumenti di correzione della visione”) inizia a trovare difficoltà di comprensione da par-te del consumatore già quando si parla separatamente di montature e di lenti. Figuriamoci quando si presentano in termini medico/scientifici/tecnici, come accade ogni volta che medici, industria ottico/oftalmica, ottici e optometristi si mettono insieme, prodotti i cui benefici per il consumato-re sono difficili da decifrare e, quindi, non li compra. La grande popolarità del professor Zichichi non deriva solo dai suoi meriti scientifici, ma anche dalla sua capacità di semplificare concetti e informazioni complesse. Perché non proviamo a imitarlo?

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Danilo Fatelli

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ella secon-da settima-na di aprile, come accade dal

1965, anno del suo debutto, si è tenuta a Milano la 52° edizione del Salone del Mobile. Nato per promuovere la pro-duzione locale di mobili (quelli della Brianza), si è trasformato nel salone mondiale del design, dell’arredo e di tutti i prodotti che vi ruotano intorno. Questa edizione, soprattutto nella ver-sione “Fuori Salone”, che ha coinvolto

tutta la città e abbattuto la rigidità degli schemi di settore per trasformarsi in un festival del design tout court, ha avuto un travolgente successo. Oltre 320.000 visitatori sono transitati nel polo fieristi-co di Rho, di cui il 68% proveniente da tutto il mondo, e una massa incontrol-labile di presenze si sono riversate nei punti caldi del Fuori Salone – via Tortona e via Savona – e nelle tante iniziative pubbliche e private, impossi-bili da citare tutte. Ciò ha determinato una grande ricaduta economica per la città: conteggiato e preso atto dell’im-

porto del giro d’affari indotto dal Salo-ne, vale la pena di ricordare le 35.000 presenze, record di visite, all’amato Museo del 900.Tutto questo non poteva che accadere a Milano, riconosciuta come una delle capitali mondiali del design, radicato nella sua cultura industriale e diventato icona della città in cui è nato il primo premio di design, il Compasso d’oro.La città è stata la culla della Domus di Giò Ponti e di gran parte dei grandi designer italiani, è sede della scuola di design del Politecnico e vede la presen-

STRATEGIE E MERCATO

DESIGN, MILANO, SALONE DEL MOBILE E OCCHIALI

La recente fiera milanese dell’arredamento è stata l’occasione, con l’Out of Mido, per la prima presenza in un fuori salone dell’occhialeria

Ndi Danilo Fatelli

La cosiddetta fontana di De Chirico, all’interno dello splendido giardino botanico della Triennale di Milano, uno dei luoghi simbolo del design meneghino

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Due momenti dell’Out of Mido, svoltosi dall’11 al 14 aprile all’Hotel Nhow di via Tortona, a Milano: sono state sedici le aziende di eyewear, italiane ed estere, che lo hanno animato

za permanente di iniziative nel Museo della Triennale. Milano, dunque, è sede internazionale di creazione, proget-tazione di idee per la realizzazione di oggetti in serie industriale con qualità estetico funzionali differenziali.

L’Out of MidoTutto ciò premesso e celebrato, debbo dire di aver affrontato la giungla umana del fuori salone per visitare l’Out of Mido e verificare un paio di cose che mi erano venute in mente, visitando il Mido, a proposito di nuovi stimoli e nuove formule organizzative necessarie per contrastare l’invec-chiamento della formula fieristica e le tendenze a utilizzarla come semplice momento di aggregazione per dar vita a iniziative private.Ero attratto anche dall’opportunità di verificare se gli occhiali, per i quali si parla sovente a sproposito di design, erano come qualità creative e industriali in grado di reggere il confronto con i grandi produttori di design dell’arredo casa e di affrontare alla pari, con gli altri settori e prodotti, il contatto con un pubblico così numeroso ed eterogeneo, composto da operatori economici e semplici visitatori potenzialmente atti-rati al Fuori Salone dall’avere fra i loro

interessi professionali, o le loro curiosità culturali, il design. Sono stati sedici i marchi che hanno accettato questa sfida che si è giocata nell'ingresso di un hotel di design come il Nhow, ma credo che siano stati ripagati dalla grande chance offerta dal contatto con un pubblico così numeroso e internazionale e anche, per chi si era attrezzato correttamente, dalle vendite fatte. L’altra verifica che mi ero proposto di compiere visitando gli stand nello spa-zio allestito da Mido era se l’occhialeria inserita nella formula del fuori salone, che ha bisogno di un forte richiamo per essere efficace e non ridursi a un meeting di tipo privato o a una

convention aziendale, fosse in grado di affrontare occasioni di confronto con il grande pubblico e non solo con gli addetti all’ottica, di cui non è protagoni-sta, riuscendo comunque a farsi notare e apprezzare proprio per i requisiti che un buon prodotto di design dovrebbe avere in termini di creatività, qualità estetiche e funzionali (non secondarie per un prodotto che supporta il più delicato dei nostri sensi) e per la qualità industriale, resistenza e affidabilità.Mi pare che l’Out of Mido, grazie alla qualità della location, dell’allestimento e dei prodotti di molti degli espositori presenti, abbia superato a pieni voti l’esame.

STRATEGIE E MERCATO

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no dei set-tor i in cui gl i espert i f inanziari consi-

gl iano di invest ire è quello del cosiddetto mercato del lusso che spesso viene, ma non sempre, a sovrapporsi a quello della moda. In realtà definire e circoscrivere i l mercato del lusso è dif f ici le, sia perché non è una catego-r ia economico-merceologica ben definita, anche se esisto-no organizzazioni nazionali e internazionali - Altagamma ed ECCIA (European Cultural and Creative Industr ies All iance) - che ne rappresentano le aziende più importanti, sia perché gli stessi protagonist i del segmen-to spesso vendono prodott i che appartengono a questo mercato insieme ad altr i che di lusso non sono. La Mercedes classe A o le profumerie Sephora appartengo-

no ad aziende leader del mercato del lusso (Mercedes appunto o LVHM), ma l'auto o l ’ insegna citata non appartengono al mondo dei consumi di lusso. L’andamento di questo mercato, in for te e continua crescita a due ci fre, sembrerebbe contraddit-tor io r ispetto a quello di quasi tut t i gl i altr i in sof ferenza da anni, perché, nonostante l ’ap-porto decisivo dei mercati in via

di svi luppo, è sempre i l mondo occidentale, Europa e Stat i Unit i, a rappresentare lo zoccolo duro dei consumi ( 65%), nonostante le loro economie crescano a tassi infer ior i a quello del resto del mondo o non crescano del tut to come nel caso del nostro paese. La contraddizione si spiega in due modi: con i l diverso l ivel lo di reddito individuale che ancora esiste fra occidente e altre lat itu-

STRATEGIE E MERCATO

MERCATO DEL LUSSO, CRISI E OCCHIALI

Mentre le difficoltà per la distribuzione dei beni di largo consumo e per l’ottica proseguono, le vendite di molti prodotti posizionati

nell’alto di gamma crescono a due cifre

Udi Ario Terzi

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STRATEGIE E MERCATO

dini e con i l peso relat ivamente modesto (t ipico dei prodott i di nicchia) che quest i beni hanno sui consumi total i e la numerosità dei set tor i e delle merceologie cui quest i beni appartengono. Si trat-ta, quindi, di un mercato dai con-torni non perfet tamente definit i, al quale si ascrivono le vendite di prodott i non solo per la loro natura, ma anche per i l fat to di provenire da gruppi che appar-tengono al mondo del lusso come i francesi LVHM (quello di marchi eterogenei ma prest igiosi come Louis Vuit ton o Hennessy e Moet & Chandon) e Kering, la nuova holding del lusso del gruppo PPR di Bernald Arnault, che ha ra-strel lato molt i marchi ital iani da Gucci a Bottega Veneta f ino al la recente acquisizione di Bulgari.

Lusso e occhialiFra le aziende protagoniste del mercato del lusso è inserita di diritto anche Luxottica per la sua posizione dominante nell ’oc-chialeria, anche se il peso degli occhiali nel paniere del lusso è molto modesto. Gli occhiali, però, insieme ad altri “complementi

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moda”, rappresentano l ’entry level del mercato del lusso, quei prodot-ti cioè che soddisfano il piacere di possedere (soprattutto per chi non può permettersi il lusso vero) ed esibire prodotti di marche alto di gamma. Nei paesi occidentali sot-to la pressione della crisi che sta inducendo i consumatori a com-portamenti di acquisto più attenti al rapporto prezzo-qualità, questa funzione, con le dovute eccezioni, è andata perdendo d’importanza, pur conservando nelle marche più prestigiose, ma anche con i mate-riali più pregiati, una quota delle vendite di montature (modesta) e di occhiali da sole significativa.Gli occhiali da sole confermano la tendenza che contrappone alle difficoltà delle vendite dei beni di largo consumo l ’andamento posi-tivo di quello dei prodotti di lusso. In un clima di generale f lessione, occhiali con prezzi dai 200 euro e più hanno mantenuto un ritmo di crescita interessante e una quota di vendite in valore che può esse-re anche superiore al 10% . Questo è un dato da tenere presente nella ristrutturazione dell ’offerta che i diversi profili del mercato richie-

dono, tenendo però conto che il segmento del lusso ha andamenti positivi laddove esistono i pre-supposti di posizionamento della location e della sua collocazione nel bacino d’utenza. Si registrano quindi andamenti di vendita sod-disfacenti per i punti di vendita di livello situati nelle vie dello shop-ping elegante, nei mall dei centri commerciali con merchandising che comprende anche negozi

posizionati nell ’alto di gamma e in quelli presenti nelle grandi località turistiche. Per tutti gli altri questo segmento è ad alto rischio di invenduto, perché se è vero che acquirenti in numero significativo di occhiali di alta gamma posso-no annidarsi fra i clienti di tutti i centri ottici, è anche vero che non è ragionevole puntare su pochi clienti della categoria “vorrei ma non posso”.

STRATEGIE E MERCATO

«Gli occhiali con prezzi dai 200 euroin su hanno mantenuto un ritmo

di crescita interessante, se confrontato con l’andamento generale,

e una quota in valore che può essere anche superiore al 10%»

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ATTUALITÀ

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naugurata nel 2011 a Trapani, Ottica degli Archi è un centro dota-to di strumenti alta-mente innovativi e pro-dotti di ottima qualità.

Posizionato nel cuore di Trapani e disposto su una superficie di 120 metri quadrati con tre vetrine che affacciano sulla via, il punto ven-dita propone alla propria cliente-la un’ampia offerta di montature da sole, sportive e fashion, e di lenti a contatto disposable.

Da pochi mesi il centro è diven-tato VisionOttica degli Archi, avendo adottato a gennaio di quest’anno l’insegna VisionOtti-ca, nata dall’esperienza di Vision Group, gruppo leader nella distri-buzione ottica in Italia con oltre 1500 centri ottici affiliati. «Abbia-mo maturato questa decisione a fine novembre del 2012, spinti dalla considerazione che essere appoggiati da un grande gruppo a livello nazionale rappresenti un’occasione preziosa per non

rischiare di rimanere fuori dal mercato e per essere sempre al passo con gli sviluppi del setto-re – spiegano Tommaso Caito e Adriana Fazio, titolari del centro ottico – Abbiamo visto, nell’affi-liazione a VisionOttica, l’oppor-tunità di usufruire di un servizio marketing davvero importante e gestito in maniera professionale, che ci dà la possibilità di parte-cipare a iniziative di comunica-zione e promozioni studiate in modo efficace, con tutto il corredo

VISIONOTTICA DEGLI ARCHI: L’OPPORTUNITÀ D’ESSERE AL PASSO CON IL SETTORE

Da gennaio 2013 il centro ottico trapanese è diventato VisionOttica degli Archi. I titolari Tommaso Caito e Adriana Fazio spiegano le motivazioni

che hanno determinato il cambio d’insegna e l’adesione al nuovo format

Idi Nicoletta Tobia

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ATTUALITÀ

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Nelle foto in queste pagine, le vetrine e l’interno di VisionOttica degli Archi a Trapani

Uno dei post della pagina Facebook ufficiale di VisionOttica, dedicato a VisionOttica degli Archi

di materiali e di strumenti atti a renderle assolutamente incisive». VisionOttica infatti, attraverso un’assistenza di key account de-dicati che forniscono una consu-lenza approfondita, supporta gli affiliati con una comunicazione a 360° declinata in maniera coeren-te su una vasta gamma di canali: dal digital (Facebook, website lo-cali e sito ufficiale, video vetrine) al materiale per il punto vendita, passando per attività di direct marketing con sms e mailing e campagne locali. Ma non è questo l’unico beneficio preso in considerazione dai tito-lari del centro ottico trapanese. «Uno degli aspetti che abbiamo valutato più positivamente, in

questo cambiamento – proseguo-no Caito e Fazio - è stata anche la possibilità di effettuare una accu-rata pianificazione degli assorti-menti. Un aspetto fondamentale per chi gestisce un punto vendita, perché è importante contare su un magazzino “razionale”, che corrisponda alle reali necessità di un centro».Nel passaggio alla nuova insegna il centro ottico è stato trasformato anche al suo interno, caratte-rizzato dai classici elementi di colore bordeaux che contraddi-stinguono VisionOttica, acquisen-do un’immagine distintiva che ne sottolinea i valori professionali. Il materiale coordinato infatti, studiato per comunicare diretta-

mente al consumatore i servizi esclusivi dell’insegna, determina un ambiente moderno ed ele-gante, scandendo spazi definiti a seconda di aree specifiche. Con i suoi 220 centri ottici in tutta Italia, VisionOttica è l’insegna nazionale in cui l’elevata profes-sionalità dell’ottico è rafforzata dalla tripla certificazione UNI ENI ISO 9001, ISO 13485 specifica sui dispositivi medici e sulla qua-lità del servizio. Grazie al SOS (Servizio Occhiali Sicuri), offre anche un esclusivo programma di servizi e assistenza su occhiali vista, sole e lenti a contatto che permette di seguire il cliente dopo la vendita.

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ATTUALITÀ

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febbraio, in occasione dell’appro-vazione del bilancio 2012, il Cda di Al-

lison ha insediato Jacopo Romano come nuovo amministratore delegato. Suben-tra a Giorgio Antichi, alla guida dell’a-zienda padovana dall’estate 2011. La nomina di Romano, peraltro, s’inserisce all’interno di una più ampia strategia che prevede, tra l’altro, anche l’amplia-mento della struttura commerciale, il raf-forzamento delle partnership distributive e l’arricchimento del portfolio marchi. Oltre alla già annunciata nuova licenza con Replay, infatti, il gruppo padovano ha presentato all’ultimo Mido anche i brand Hally & Son e Opposit, intera-mente concepiti da un nuovo team di professionisti dell’eyewear: in quest'ot-tica si è inserita la collaborazione con Massimiliano Zegna Baruffa, avviata già a inizio 2012, che ha coordinato il team di prodotto dal concepimento alla realizzazione di questi nuovi progetti. Senza dimenticare che l'azienda ha individuato in Roberto Bazzara la figura che, in qualità di international sales executive, darà la spinta necessaria alla finalizzazione del processo in atto.Jacopo Romano è in Allison dal 2009: già presente nel Cda dell'azienda, vanta una precedente esperienza in Paladin Capital Partners, il fondo che controlla il gruppo padovano. «Ora per Allison cambierà completamente il modo di fare business – spiega Romano – Dopo

aver azzerato il debito, ci ritroviamo con l’impossibilità di accedere al credito, per cui dobbiamo impegnarci a fare un business molto più “sano”, che passerà dal vendere gli occhiali soltanto a chi li paga nel modo e nei tempi corretti, a chi li mette in vetrina nella maniera più adatta e così via». Quale sarà il futuro del mercato interno, che oggi per

Allison vale il 20% del proprio fatturato? «Si tratta di un mercato per noi strate-gico – afferma l’ad del gruppo padova-no – Abbiamo, infatti, un dna italiano, crediamo nella partnership con gli ottici del nostro paese e vogliamo metterci a loro disposizione, personalizzando il più possibile l’offerta in termini di modelli o di calibri. E anche per quanto riguarda

ROMANO: COSÌ ALLISON CAMBIERÀ IL MODODI FARE BUSINESS

Il nuovo amministratore delegato, che da febbraio guida l’azienda padovana insieme a un rinnovato team di collaboratori, punta con decisione sul mercato italiano

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Jacopo Romano, il nuovo amministratore delegato di Allison

di Angelo Magri

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il rafforzamento della nostra rete vendita sul mercato interno, stiamo avviando un recruiting di figure commerciali di primissimo livello». Secondo Romano i primi riscontri sono già positivi: l’ulti-mo scorcio del 2012 e il primo del 2013 hanno fatto registrare un andamento in crescita sull’Italia, che al 31 dicembre dell’anno in corso è previsto a doppia cifra. «I centri ottici indipendenti e i migliori gruppi rappresentano oggi il nostro target di riferimento – sottolinea il manager – Allison è stata colpevol-mente assente dalle tre principali catene nazionali, ma dalla fine dello scorso

anno siamo entrati in Salmoiraghi & Viganò con il progetto Benetton Junior, oltre ad aver stretto una partnership con il gruppo Randazzo per le new entry Iceberg e Hally & Son e per un’attività di private label».L’Italia, comunque, non è l’unica area su cui Allison intende svilupparsi. «Finora non eravamo presenti nel nord America, dove oggi abbiamo messo in piedi una rete di agenti per il mercato canadese – spiega ancora Romano – Negli Stati Uniti, invece, entro giugno realizzeremo una joint venture con un’azienda locale leader, per avviare la distribuzione su ottici indipendenti, key account e department store, sulla scia di quella in via di finalizzazione in Brasile, in termini di produzione e distribuzione, che fungerà da piattaforma logistica per l’intera area del Sud America. In Euro-pa, invece, mercato che oggi rappre-

senta il 30% del nostro volume d’affari, continueremo a lavorare con le filiali, mentre in Far East, pari al 25% delle vendite totali, con distributori: anche in queste due aree contiamo di crescere nel 2013, seppur a singola cifra».Guardando un po’ più in là, il nuovo numero uno di Allison anticipa un’im-portante novità. «Dal 2014 potrebbero entrare nel portafoglio marchi di Al-lison altri due brand in licenza», dice Romano.

Alcuni modelli di Hally & Son e Opposit, i due brand lanciati da Allison all’ultimo Mido

L’esterno della sede dell’azienda, nella zona industriale di Padova

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ATTUALITÀ

Positivo il bilancio delle 16 aziende che si sono immerse nell’atmosfera dinamica, eclettica e cosmopolita della Settimana del mobile milanese, ritagliandosi uno spazio tutto proprio nell’ambito del Fuori Salone. Ecco alcuni dei modelli di punta che hanno presentato

di Nicoletta Tobia

OUT OF MIDO: L’EYEWEAR ESCEDALLA FIERA PER ENTRARE IN CITTÀ

mmergersi nel dinamismo degli eventi collaterali al Salone del mobile milanese, per dare prova al grande pubblico della propria capacità di innovare e creare, e ricevere input e ispirazione da uno degli eventi a più alto tasso di creatività che il panorama italiano offra. È stato questo lo

spirito con cui sedici aziende dell’occhialeria italiana hanno aderito al primo Out of Mido, manifestazione pensata dagli organizzatori proprio per "traghettare" la fiera dal b2b al b2c. Allettati dalla possibilità di intercettare un pubblico dissimile da quello delle tradizionali fiere del comparto, hanno avuto così modo di entrare in contatto con un target “delicato” e importante di consumatori maturi, curiosi e molto esigenti, attenti all’innovazione e alla creatività. L’afflusso di pubblico, numerosissimo proprio grazie alla folla multicolore e cosmo-polita che si è riversata nelle strade del Fuori Salone e in via Tortona in particolare, ha lasciato soddisfatti i partecipanti, che finalmente hanno potuto far toccare con mano, conoscere e valutare i propri prodotti all’uomo “della strada”, cioè a colui che si recherà dall’ottico cercando uno specifico occhiale che forse non avrebbe altrimenti conosciuto. Certo, qualche modifica i partecipanti la apporterebbero, soprattutto per quel che riguarda l’allestimento, ritenuto quasi unanimemente ancora “troppo fieristico”, suddiviso com’era in

stand “chiusi” dove le persone erano poco invogliate a entrare. Dalla possibilità di sperimentare una formula espositiva più innovativa all’idea di creare eventi che richiamino l’attenzio-ne, per arrivare a uno spostamento della location in un punto più centrale della via Tortona, dove il movimento è ancora maggiore: i suggerimenti sono stati tanti e sicuramente verran-no tenuti in considerazione. «L'obiettivo fondamentale dell'ini-ziativa era proprio quello di ottenere visibilità presso il grande pubblico – ha sottolineato Cirillo Marcolin, presidente di Mido e Anfao, a conclusione della manifestazione - In tal senso la prima edizione di Out of Mido è solo un primo passo ed è importante che sia stato fatto. Come tutti gli inizi è sicuramente migliorabile, ma l'entusiasmo con cui siamo stati accolti e la positiva redemption da parte delle aziende è uno stimolo per continuare in questa direzione e migliorare questo strumento di promozione».Le sedici aziende, italiane ed estere, che hanno esposto le loro creazioni nella galleria dell’Hotel Nhow di via Tortona sono state Alain Mikli, Oliver Peoples, Mazzucchelli 1849, Charmant, Deseye, Epos, Giorgio Fedon 1919, Jplus, Lara D’, Look The Con-cept Factory, Nicodesign, ArtFrameTotalArt, Silhouette, Simon Says, The Quiet Before e Traction–Productions. In queste pagine, una carrellata delle creazioni che hanno presentato a Out of Mido.

I

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ATTUALITÀ

Alain Mikli

ArtFrameTotalArt

Okki Factory

Charmant

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ATTUALITÀ

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Chimmm... by Simon Chim

Jplus

Epos

Lara D'

Vanni by Nicodesign

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NEO DANDY

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Look Occhiali

Oliver Peoples

Silhouette

Traction–Productions

The Quiet Before

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ATTUALITÀ

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n workshop sulla capa-cità di com-prendere, scegliere e proporre

al consumatore finale una nuova categoria di occhiali; una tavola rotonda aperta a produttori, di-stributori e ottici sui temi portanti dell’evento, idee etica e cuore, nel mondo dell’eyewear; la presenta-zione del primo libro che studia le montature come oggetti di design, attraverso l’esperienza di chi in

questi anni li ha pensati, costruiti e poi realizzati. Di questo e altro ancorasi compone il programma di Design Your, l’iniziativa che si ter-rà all’Anteprima Concept Store di Altamura il 12 e 13 maggio, secon-da edizione di un progetto lanciato nel settembre scorso e proseguito da tre professionisti locali, Sabi-no Bux, Costantino Gesualdo e Michele Cassano: saranno almeno una sessantina i marchi di occhia-li, italiani ed esteri, in mostra nelle due giornate, che si rivolgono a

ALTAMURA, UNO SPARTIACQUE TRA VECCHIO E NUOVO?

Non solo i valori di riferimento e le modalità operative, ma anche il programma di relazioni e incontri di Design Your, il 12 e 13 maggio nella località pugliese,

sottolineano la necessità di una svolta anche per la filiera dell’ottica

Udi Angelo Magri

Due scorci di Anteprima Concept Store, l’elegante palazzo dei primi del ‘900, oggi adibito a boutique e show room di alto livello, che ospita la seconda edizione di Design Your

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ATTUALITÀ

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ottici previsti in arrivo da tutte le regioni del nostro paese. Per-ché un evento simile proprio in questa fase economica, ma anche politica, tanto delicata quanto foriera di cambiamenti? «Perché oggi siamo di fronte a un bivio tra ciò che è vecchio e ciò che invece si presenta come nuovo – spiega Luisa Redaelli, che fin dal debut-to segue il progetto Design Your per quanto riguarda la comu-nicazione a ottici e imprese del settore - La crisi è passata: siamo a un cambiamento epocale di usi e consumi, consuetudini, attitu-dini. La crisi era il legame con il vecchio modo di pensare, oggi è necessario accettare che le cose

sono cambiate. Inesorabilmente, il quadro di lavoro, società, gusti e desideri è diverso. Bisogna muoversi da "un passato che non passa mai" e tende a riportare indietro, per aprirsi alla compren-sione delle dinamiche attuali, ela-borando nuove iniziative, nuove forme di comunicazione, nuove attuazioni progettuali, nuovi sce-nari, nuove relazioni collaborati-ve, nuovi soggetti protagonisti». Secondo Redaelli, quindi, vanno seguiti e premiati tutti gli sfor-zi in tal senso, sia che vengano da associazioni o fiere sia che nascano da idee di singoli profes-sionisti. «Onore al merito di chi "butta il cuore oltre" e impegna le

energie per cercare di far qual-cosa di utile – dice l’esperta di comunicazione, che ad Altamura terrà il workshop in programma il primo giorno dell’evento – È importante e significativa l'inizia-tiva di coloro che creano eventi dinamici, per aprire al mondo le proprie attività: chi realizza momenti di festa, d'incontro e relazione in negozio, proponendo vari temi coinvolgenti, chi genera importanti appuntamenti d'incon-tro e scambio culturale su temi di fondamentale attualità, come, appunto, Design Your». Redaelli definisce l’appuntamento puglie-se l'intelligente invenzione di tre colleghi, ottici professionali, che per la passione e la voglia di of-frire un contributo al settore, per evolvere, stanno dando grande impegno e realizzando qualcosa di veramente importante. «Sono iniziative che nascono dal cuo-re, senza tornaconto alcuno di natura egoistica o politica, solo con l'intento salubre di dare un impulso pro-attivo alla profes-sione, dove tutte le componenti sono chiamate a unire le forze, a collaborare in modo sinergi-co e positivo – afferma - Questo è il nuovo e non possiamo, non vogliamo ignorarlo: chi decide di unirsi a questi progetti operativi e ci crede avrà l'opportunità di as-saporare la brezza pulita dei cieli sereni e tersi; chi resta fuori, resta nel vecchio stagnante».

Da sinistra: Michele Cassano, Costantino Gesualdo e Sabino Bux, i tre ottici pugliesi che hanno ideato e promosso l’evento del 12 e 13 maggio

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ATTUALITÀ

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e c o n d o E r i c L e n o i r, s e g r e t a r i o g e n e r a l e d i

S i l m o , l a c u i p r o s s i m a e d i z i o -n e è i n p r o g r a m m a d a l 2 6 a l 2 9 s e t t e m b r e , p e r r i c o n q u i -s t a r e i b i g p l a y e r d e l l ’ o c c h i a -l e r i a i l s a l o n e p a r i g i n o p r o -p o r r à « s o l u z i o n i n u o v e , n o n g l i s t a n d t r a d i z i o n a l i , b e n s ì f o r m u l e o r i g i n a l i c h e o f f r a n o l o r o l ’ o p p o r t u n i t à d i p u n t a r e s u i m m a g i n e e c o m u n i c a -z i o n e a f r o n t e d i u n i n v e s t i -m e n t o r i d o t t o » . L e n o i r t i e n e a p r e c i s a r e c h e a n c h e i b i g p l a y e r d e l l e m o n t a t u r e , a s -s e n t i d a l l a f i e r a o r m a i d a u n q u i n q u e n n i o , h a n n o c o m u n -q u e b i s o g n o d i f a r s i v e d e r e . « L o d i m o s t r a n o g l i e v e n t i

c h e o g n i a n n o o r g a n i z z a n o f u o r i s a l o n e i n c o n c o m i -t a n z a c o n i l S i l m o - s o t t o -l i n e a - I l n o s t r o o b i e t t i v o , q u i n d i , è r i c o n q u i s t a r l i ,

a f f i n c h é s t i a n o d e n t r o l a f i e r a e n o n p i ù a l d i f u o r i . P e r a l t r o , d o p o i l c a l o d e l 2 0 0 8 - 2 0 0 9 a b -b i a m o s t a b i l i z z a t o l a s i t u a z i o -n e i n t e r m i n i d i e s p o s i t o r i e n o n a b b i a m o p e r s o v i s i t a t o r i . S i a m o , p e r c i ò , c o n v i n t i c h e i l r i t o r n o d e i g r a n d i g r u p p i d e l l ' e y e w e a r c o n t r i b u i r e b b e a i n c r e m e n t a r e l a s i g n i f i c a -t i v a q u o t a d e l 3 5 % d i p u n t i v e n d i t a f r a n c e s i c h e o g g i g i à v e n g o n o a l S i l m o » .E p e r g l i o t t i c i i t a l i a n i , c i s o n o i n i z i a t i v e i n c a n t i e r e ? « S i l m o è u n l u o g o d i l a v o r o , u n m o m e n t o p e r v e d e r e n u o v i p r o d o t t i : s i a m o s e m p r e s t a t i c o n t r a r i , q u i n d i , a i n v i t a r e i b u y e r, r i s c h i a n d o c o s ì d i c o n f o n d e r e i l b u s i n e s s c o n i l t u r i s m o - a f f e r m a L e n o i r - L a f i e r a p u ò , t u t t a v i a , s t u d i a r e u n a s e r i e d i s e r v i z i p e r s o -n a l i z z a t i p e r g l i o t t i c i d e i s i n g o l i p a e s i , i n b a s e a l l e l o r o s p e c i f i c h e e s i g e n z e : c o n l ' a s s o c i a z i o n e p r o f e s s i o n a l e d e l B e l g i o , d o v e u n a m a n i f e -

SILMO: VOGLIAMO RIPORTARE I GRANDI GRUPPI IN FIERA

È il principale obiettivo del salone parigino: il suo general manager, Eric Lenoir, spiega quali sono i progetti in cantiere, anche per attirare più ottici dall’Italia

Sdi Angelo Magri

Eric Lenoir, segretario generale di Silmo

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Due saloni storici da una parte, uno più giovane e molto “aggressivo” dall’altra. Si presentano così oggi Silmo, Mido e Opti, le tre manifestazioni fieristiche in Europa di riferimento per la filiera ottica internazionale. Al momento i rapporti fra le tre strutture sono poco più che istituzionali: si può fare qualcosa per renderli più concreti? «Con le segreterie organizzative delle fiere di Milano e di Monaco di Baviera possiamo lavorare sulle date e agevolare, quindi, il lavoro delle aziende espositrici e, di conseguenza, dei visitatori – dice Lenoir – L’obiettivo, comunque, è mantenere tre grandi poli fieristici in Europa».Fuori dai confini comunitari, invece, Silmo ha tentato, nel febbraio scorso, l’esperimento di un’iniziativa in India con alcuni espositori del Village, tra cui anche aziende italiane. «Silmo è un brand che va sviluppato con nuovi progetti: l’evento all’interno della fiera In-Optics di Nuova Delhi è stato soltanto un primo approccio a un mercato dalle interessanti potenzialità come quello indiano, per cui abbiamo intenzione di proseguire la partnership con la rassegna fieristica locale – afferma Lenoir – Di certo al Silmo di settembre a Parigi verranno visitatori indiani che hanno contattato le aziende per la prima volta a Nuova Delhi». Nel complesso gli organizzatori parigini valutano positiva la prima esperienza di Silmo Village in India, alla quale hanno partecipato una ventina di imprese di eyewear di design europee. «Tutte hanno registrato molti contatti e tutte vogliono tornarci – spiega il manager – Nel 2014 potremmo bissare l’iniziativa in un altro paese, sicuramente non in Europa però: potrebbe essere il Brasile».

DOPO L’INDIA, IL BRASILE?

L’ingresso di Paris Nord Villepinte, il quartiere fieristico dove la rassegna parigina si è trasferita nel 2010

s t a z i o n e f i e r i s t i c a s e t t o r i a l e n o n e s i s t e , a b b i a m o u n c o n -s o l i d a t o r a p p o r t o d i p a r t -n e r s h i p , a d e s e m p i o . I n o l t r e f a c c i a m o l e v a s u i 5 0 u f f i c i d i r a p p r e s e n t a n z a s p a r s i i n t u t t o i l m o n d o . P e r q u a n t o r i g u a r d a l ' I t a l i a , i l n o s t r o t a r g e t r i m a n g o n o g l i o t t i c i i n -d i p e n d e n t i : v o g l i a m o a t t i r a r l i f a c e n d o u n l a v o r o d i p r o m o -z i o n e c h e p o s s a u t i l i z z a r e t u t t i i c a n a l i a t t i v i » .G l i o r g a n i z z a t o r i d e l l a m o s t r a p a r i g i n a c o n t a n o , i n o l t r e , d i c o n s o l i d a r e S i l m o A c a -d e m y, l a n c i a t a t r e e d i z i o n i f a , a p p u n t a m e n t o r i c c o d i c o n t e n u t i , m a n o n a n c o r a r e a l m e n t e d e c o l l a t o . « È v e r o , s i n o r a a b b i a m o l a v o r a t o m o l -t o s o p r a t t u t t o s u i c o n t e n u t i d i S i l m o A c a d e m y, o r a d o b -b i a m o c o m u n i c a r l i m e g l i o e d e l e v a r e i l l i v e l l o p r o f e s s i o n a -l e d e l l ’ o f f e r t a f o r m a t i v a a g l i s t a n d a r d e u r o p e i , c h e s o n o s i c u r a m e n t e p i ù a l t i d i q u e l l i f r a n c e s i » , p r e c i s a L e n o i r.

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on è poi molto cambiato il locale da allo-ra. La classica trattoria di

provincia, semplice ma curata negli arredi, cibo sano e genuino, come il clima che si respira quando entri. Da

allora, da quegli incontri quasi carbo-nari di più di 40 anni fa, insomma, poco è cambiato. Solo il nome del locale, ora Del Ciccio, prima Il Cavallino, e, inevitabilmente l’età dei protagonisti. Ma non il loro spirito, combattivo, en-tusiasta e polemico come allora. «Era questo il luogo, per certi versi sacro,

delle nostre prime riunioni: Tortona rappresentava il centro ideale del triangolo formato da Milano, Torino e Genova, le città da cui venivamo mossi dalla passione verso l’optometria e dal desiderio di costruire qualcosa d’inno-vativo per la nostra professione. Con qualche eccezione geografica, come

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Istituto psicopedagogico di Caldirola, pochi chilometri da Tortona, cuore della pianura padana: nessuno se n’era mai accorto, per loro quei piccoli e sfortunati ospiti avevano soltanto un quoziente intellettivo troppo basso. Ma per quegli optometristi non era proprio così...

COSÌ IL GRUPPO DEI 10 CONTRIBUÌ AD "APRIRE GLI OCCHI" SU QUEL BAMBINO

di Angelo Magri

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Gianni Rehak nel suo studio di optometria a Tortona, presso Ottica Ginocchio, il punto vendita di famiglia, e, in mezzo, durante una riunione nella vecchia sede di Federottica, in viale Beatrice d’Este a Milano

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Sergio Berti che veniva da Roma». Così Gianni Rehak ricorda quelle sere, tra le nebbie piemontesi o l’afa della pianura padana, a cavallo fra gli anni ’60 e ’70, che hanno messo le basi per le prime scuole professionali di optometria: que-ste, di lì a poco, si sarebbero realizzate a livello regionale e, un paio di decenni più tardi, anche a livello nazionale, con i corsi di laurea universitari. Rehak è stato uno dei protagonisti di quell’e-poca, insieme a Ugo Frescura, Jeff Longoni e Marco Menegazzi. «Ma sono stati tanti altri i colleghi che hanno par-tecipato concretamente per dare vita all’optometria italiana, sulla spinta dei congressi, delle iniziative, delle tradu-zioni di testi importanti e, in generale, del lavoro della Società d'Optometria d'Europa», raccontano tutti e quattro, quasi in coro.I quattro, in realtà, diventarono dieci, anzi il Gruppo dei 10, quando decisero di dare vita a un’esperienza che al volontariato unì grandi motivazioni professionali. «Siamo alla fine degli anni ’70 e questo gruppo nasce per fare screening visivo ai bambini di un istituto psicopedagogico di Caldirola, località montana a una quarantina di chilometri proprio da Tortona», spiega

Menegazzi, che insieme a Renzo Gual-ducci si occupa della dominanza visiva di ogni piccolo ospite dell’Istituto e di come viene da lui vissuta, utilizzando una terminologia e una strumentazione adatte a questo tipo di test. Sergio Berti, Giuseppe Bigotti, Ugo Frescura, Umber-to Garra, Renzo Gualducci, Jeff Longo-ni, Marco Menegazzi, Riccardo Perris, Armando Rattaro e Gianni Rehak: sono loro i componenti dell’Equipe 10 o Team 10, la scritta che campeggia su un manifesto della SOE. «L’idea nasce al termine di una personale esperienza a Verona, presso un istituto di bambini cerebrolesi e down, vissuta a fianco di Danielski Vanderlei, psicologo brasi-liano, che cercava di capire le origini di alcuni comportamenti da parte di

questi ragazzi», spiega Rehak. I risultati del Gruppo dei 10 optometristi italiani sono sorprendenti: certe dinamiche, certi atteggiamenti dei bambini della struttura di Caldirola non dipendo-no assolutamente dal loro quoziente intellettivo, in maniera troppo spesso superficiale considerato al di sotto della media. In realtà – questa è la grande scoperta dei nostri professionisti – certi comportamenti o problematiche moto-rie, ad esempio, sono determinate da deficit visivi, più o meno acuti, ma fin

Alcuni momenti di Congressi SOE tra gli anni ’70 e gli anni ’80; in basso, al centro, Rehak è con Jeff Longoni al Congresso organizzato presso l’Hotel Metropole di Bruxelles

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lì assolutamente trascurati. Tanto che i risultati definitivi degli screening, che per quell’epoca sono rilevanti in termini quantitativi e qualitativi, vengono consegnati al responsabile del centro medico psicopedagogico di Caldirola, don Francesco Remotti, da lui avviato nel 1966, perché possano essere studiati e possano essere fornite ai bambini le soluzioni compensative più adatte, per migliorare la loro qualità della vita.«Durante uno di questi test ricordo che un collega, credo fosse Perris, mi avvici-na e mi dice: vieni da questo bambi-no, tu cosa riesci a vedere…? Prendo l'oftalmoscopio e guardo: cataratta a cavaliere, neonatale, in entrambi gli occhi. Chiamo tutti gli altri e insie-me, tra lo sgomento e l’incredulità, ci chiediamo se e quali visite mediche abbiano mai fatto a questi bambini, per non accorgersi di una patologia simile. Il bambino avrà all’incirca 7 anni e da tutti viene considerato ai limiti della capacità d’intendere e di volere, con un QI di 50: in realtà è solo semicieco. Intuendo che noi siamo gli unici a capi-re finalmente il suo problema, il piccolo non mi lascia mai la mano…», racconta

Longoni. Quel bambino verrà succes-sivamente operato e potrà finalmente vivere una vita diversa, sicuramente migliore. «Se l'Equipe 10 avesse fatto anche solo quello, contribuire a ridare la vista a quel bambino – dice Frescu-ra - basterebbe e avanzerebbe per

simboleggiare il successo di un’attività che pochi ricordano, nei libri di scuola o nelle interviste, ma che invece ha rappresentato una tappa fondamentale per il percorso di crescita, professionale e umana, di un’intera generazione di optometristi».

Alcuni divertenti ed educativi disegni di Mario Bortolato, tratti dalla pubblicazione “Opto per l’opto”, realizzata dalla Società Italiana Optometria nel 1979

Da sinistra, Gianni Rehak, Ugo Frescura, Marco Menegazzi e Jeff Longoni, oggi, al ristorante di Tortona che oltre 40 anni fa, sotto l’insegna Al Cavallino, ospitava i primi incontri tra optometristi italiani

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Un nuovo decreto introduce il congedo obbligatorio di un giorno e quello facoltativo, per un massimo di due giorni, del padre lavoratore dipendente, in occasione della nascita di un figlio.

E la possibilità di sostituirlo con un contributo economico per pagare la baby sitter o l'asilo

ella normativa dei congedi paren-tali si deve distinguere tra periodo pre parto e periodo post parto.Permessi pre partoNel periodo antecedente la nascita, i permessi spettano esclusivamente

alla madre, in quanto è la sola a necessitare di cure. Il datore di lavoro sarà obbligato a concedere permessi retribuiti e queste ore di assenza (“per esami prenatali, accertamenti clinici ovvero visite mediche speciali-stiche”) saranno aggiuntive alle ore per riduzione di orario di lavoro eventualmente previste dalla contrat-tazione collettiva di riferimento. La lavoratrice dovrà farne richiesta direttamente al proprio datore di lavoro e consegnare i certificati che giustifichino l’assenza: in questo caso le spetterà una retribuzione come se fosse stata presente sul posto di lavoro.Permessi post parto: riposi per allattamentoL’assenza post parto è riconosciuta a entrambi i geni-tori. In particolare, le lavoratrici madri hanno diritto, durante il primo anno di vita del bambino, a periodi di riposo giornalieri, anche cumulabili durante la gior-nata, di una o due ore a seconda dell’orario di lavoro svolto. Tali orari di permesso sono considerate ore lavo-rative e pertanto danno diritto al 100% della retribuzio-ne: nel caso in cui la madre non li utilizzi, invece, non

lew spetta alcun rimborso economico.La normativa prevede riposi differenti a seconda del numero di ore lavorate:•due riposi giornalieri per orario di lavoro pari o supe-

riore a sei ore al giorno;•un riposo giornaliero per orario inferiore alle sei ore

giornaliere; • in caso di part-time verticale (ovvero quando l'attività

lavorativa è svolta a tempo pieno, ma limitatamente a giorni predeterminati) le ore di riposo spettano in

CONGEDI PARENTALI: LE NUOVE AGEVOLAZIONI PER I PAPÀ

di Tobia ChiesurinConsulente aziendale

CONSULENTE

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relazione all’orario di lavoro svolto, solo nelle giorna-te lavorate;

• in caso di part-time misto (misto tra part time vertica-le e part time orizzontale, cioè limitazione dell’orario di lavoro rispetto al tempo pieno), invece, spettano due ore di riposo giornaliere nei giorni con orario pari o superiore alle sei ore, mentre spetta un solo riposo giornaliero nelle giornate con orario inferiore alle sei ore.

Come e quando utilizzare i permessi dovrà essere ac-cordato tra lavoratrice e datore di lavoro: se tale accor-do non viene trovato, sarà la Direzione Territoriale del Lavoro a stabilire le modalità di fruizione dei riposi. A quale tipologia di lavoratrice sono concessi i per-messi post parto? I permessi per allattamento spettano all’apprendista, operaia, impiegata, dirigente: in linea generale, quindi, alla lavoratrice dipendente. Non spettano invece alla lavoratrice autonoma, qual è la commerciante, la parasubordinata e la libera profes-sionista.I congedi per le malattie dei figliOltre ai congedi relativi al periodo immediatamente successivo alla nascita del bambino, la legge stabilisce che entrambi i genitori (alternativamente) hanno diritto di astenersi dal lavoro per periodi corrispondenti alle malattie di ciascun figlio di età non superiore a tre anni: non viene stabilito a questo riguardo un limite di tempo.Dai tre agli otto anni, invece, i genitori potranno aste-nersi dal lavoro nel limite di cinque giorni lavorativi all’anno.I permessi del padreAnche al padre spettano dei riposi giornalieri, ma solo in particolari e specifiche situazioni:•quando il figlio è affidato al solo padre;• in alternativa alla madre lavoratrice dipendente che

non se ne avvale, anche quando la stessa non si può avvalere dell'astensione facoltativa perché apparte-nente a categorie non aventi diritto;

•nel caso in cui la madre non è lavoratrice dipenden-te, ma autonoma avente diritto a un trattamento di maternità dall'Inps o da un altro Ente previdenziale;

• in caso di morte o di grave infermità della madre indipendentemente dalla sua condizione di lavoratri-ce o meno.

In relazione alla disciplina dei congedi del padre, la legge n.92 del 28 giugno 2012 è intervenuta apportando delle importanti novità.Antecedentemente all’introduzione della legge in esame, il padre che non ricadeva nelle situazioni pre-cedentemente previste, qualora fosse stato necessario

essere presente a eventuali appuntamenti legati al suo status di genitore, era costretto a utilizzare il proprio monte ore permessi. Dal primo gennaio 2013, invece, viene introdotto a suo favore il diritto a un giorno di congedo obbligatorio e due di congedo facoltativo, quest'ultimo alternativo al congedo di maternità della madre. Per queste giornate di assenza gli è comunque riconosciuta e garantita un’indennità pari al 100% della retribuzione. Tale indennità:• è anticipata dal datore di lavoro;• successivamente verrà conguagliata dall'Inps;• vengono fatti salvi i casi in cui è previsto il paga-

mento diretto da parte dell’Inps, come previsto per l’indennità di maternità in generale.

L’utilizzo da parte del padre lavoratore dipendente del congedo facoltativo è condizionato alla scelta della madre lavoratrice di non usufruire di altrettanti giorni del proprio congedo di maternità, con conseguente an-ticipazione del termine finale del congedo post partum della madre per un numero di giorni pari al numero di giorni fruiti dal padre. Come fare a richiedere il congedo? Il padre lavoratore, qualora voglia fruire del periodo di congedo obbliga-torio, deve comunicare con un preavviso di almeno quindici giorni e in forma scritta al datore di lavoro le date in cui intende disporre. Deve, inoltre, allegare alla richiesta una dichiarazione della madre di non utilizzo del congedo di maternità a lei spettante per un numero di giorni equivalente a quelli richiesti dal padre, con conseguente riduzione del congedo di maternità. La stessa dichiarazione di non godimento deve essere pre-sentata anche al datore di lavoro della madre a cura di uno dei due genitori. Sarà poi onere del datore di lavo-ro, comunicare all'Inps le giornate di congedo fruite.Ulteriore novità, compresa nella norma, è la possibi-lità per la madre lavoratrice, sperimentalmente per il periodo 2013 -2015, al termine del periodo di congedo di maternità, per gli undici mesi successivi e in alter-nativa al congedo parentale, di ottenere la correspon-sione di voucher (da richiedere al datore di lavoro) per l’acquisto di servizi di baby sitting o per fare fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati.

È slittato al prossimo 15 ottobre il termine per la comunicazione dei beni in godimento ai soci, precedentemente fissata al 31 marzo 2013: tale rinvio è stato attuato in un’ottica di semplificazione della norma.

BENI IN GODIMENTO AI SOCI

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Di fronte a una fase di “crisi” l’uno è vigile, attento, studia la situazione e agisce con misura, ponderatezza e intelligenza; gli altri invece si scompongono, vanno in panico, hanno una

reazione non efficace, non utile, anzi distruttiva e deleteria

avanti alla nostra casa, in mezzo al lago, ci

sono due isolotti rocciosi, con i ruderi fatiscenti e affascinanti di un castel-lo medievale e del suo torrione. Gli edifici sono stati costruiti da geniali architetti del XII secolo, che hanno avuto l’intuizione di proseguire linee e volumi delle rocce e, ancora oggi, manifestano un’armonia di natura e di costruito inattaccabile da intervento umano o evento naturale. Raggiun-gibili solo con la propria barca, sono in stato di abbandono e pertanto possono emanare il loro fascino in modo completo, avvolti dagli elemen-ti della natura: le acque del lago, il vento, il grande cielo. Alberi di fico e cespugli di more si contendono la poca terra fra le rocce e, a parte i fastidiosi motoscafi che per un paio di mesi l’anno li sfiorano, rarissime sono le persone che vi si avvicinano. Da sempre li considero il mio regno, ci

vado appena ho il tempo disponibile, me li vivo, sono il mio luogo elettivo: in questo spazio di acqua e cielo, ar-chitettura e roccia, ritrovo me stessa, mi rigenero pienamente. Soprattutto nei mesi invernali e primaverili siamo solo i cigni, i gabbiani, l’Homo Faber e io. Questo luogo è una riserva naturale di energie pulite, dove ogni essere vivente, noi compresi, si sente libero e rispettato. In primavera la natura si rigenera, nuova vita pulsa e si manifesta e già questo è bellissimo; il ciclo della natura compie puntuale il suo corso e accompagna il tempo delle nostre vite, delle nostre emozioni, dei nostri pensieri. Sui nostri isolotti, indisturbati e protetti dalla natura stessa, i gabbiani e i cigni fanno i loro nidi e portano a termine la cova delle loro uova. Quando ci avviciniamo, nel periodo della cova, appunto, accade un fatto che m’induce a riflettere. I gabbiani, nella percezione di una minaccia di pericolo, si alzano in volo e gridano, garriscono e stanno lontani,

sempre più in alto, sopra le nostre te-ste, girando. Lasciano i nidi e le uova alla nostra mercé, abbandonano ciò che hanno di più prezioso al pericolo. Il cigno non si allontana, rimane acco-vacciato nel suo nido, apre un occhio e ci osserva. Se ci avviciniamo, alza appena il capo, ci avviciniamo ancora di più e allunga il bellissimo lungo collo, ma non si muove dalle sue uova. È pronto a reagire al pericolo, però valuta bene, prima di muoversi. Prima di qualsiasi azione, studia bene la situazione. Conosce per natura la pri-orità, quella di difendere il suo nido, la sua cova, prima di tutto, ed è pronto a far fronte al pericolo nella misura in cui si fa minaccioso. Non reagisce a priori, non corre il rischio di creare situazioni ancor più perigliose, è atten-to e totalmente presente in quell’istan-te, in quella circostanza. Non si lascia prendere dal panico, resta in un ben calibrato “qui e ora”, che renderà efficace il suo intervento, ma solo se e quando sarà necessario. Il cigno e il

IL CIGNO E I GABBIANI

D

MEDITAZIONI

di Luisa RedaelliCommunication consultant

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gabbiano gestiscono la fase di “crisi” con due modalità differenti. Il cigno è vigile, attento e studia la situazione e agisce con misura, con ponderatezza, con intelligenza. I gabbiani si scom-pongono, vanno in panico, hanno una reazione non efficace, non utile, anzi distruttiva, deleteria.La fase che stiamo vivendo tutti in-sieme non è una fase di “crisi”, è un cambiamento epocale, di economia, di pensiero, di socialità, di relazioni, di attitudini e atteggiamenti. Compreso e accettato ciò, capito che l’ambiente si è modificato e i tempi passati non torna-no più, impegniamoci a studiare bene cosa c’è in atto e cerchiamo soluzioni adeguate. Non possiamo più lavorare come qualche anno fa, dobbiamo fare scelte e prendere decisioni. Il professio-nista indipendente che desidera man-tenere la libertà d’azione e di pensiero può rimanere nelle posizioni scelte solo se saprà svincolarsi da situazioni pre-gnanti e rendersi autonomo, facendo gruppo con chi è simile a lui, con chi esprime esigenze analoghe. È chiaro che le “grandi aziende” ragionano per “grandi numeri”; la “grande distribu-zione” funziona con “grandi sistemi”. Se scegliamo di essere identità uniche e riconoscibili cercheremo di lavorare con chi ci riconosce queste qualità, andremo a creare collaborazioni con coloro che riscontrano in noi e per noi queste peculiarità identificative uniche e irripetibili. Dovremo pertanto am-pliare una cultura di sensibilità e buon gusto, che sia in grado di orientare i nostri “clienti” verso scelte di consa-pevolezza, di coscienza. Per l’ottico che vuole esprimere una personalità professionale evoluta e qualificata, con

onestà e serietà, la scelta non sarà per forza verso i non meglio identificati “prodotti di nicchia”, quanto piuttosto verso aziende e collaboratori, servizi e opportunità che definiscano campi operativi dove certi valori trovano modo d’esprimersi e confermarsi. La cosiddetta “nicchia” rappresenta un settore che resta chiuso, che continua a chiamarsi così perché si ritiene auto-riferita a pochi “intenditori”, che, in teoria, dovrebbero essere anche “ricercatori”, ma a volte sono piuttosto personaggi che si sono semplicemente

ritagliati un modo d‘esistere parallelo alle esigenze reali del mondo.Per l’ottico che vuole continuare a essere espressione di un valore profes-sionale riconosciuto, alla cui defini-zione ciascuno di noi darà il signifi-cato che meglio trova calzante, sorge impellente la necessità di approfondire la cultura non solo sulla scienza ottica, ma anche sul prodotto, sulla psicologia delle persone, su tutti quegli aspetti finora trascurati, che oggi fanno la vera differenza. Differenza da che? Differenza fra sopravvivere, continuare

MEDITAZIONI

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a vivere in un mondo di realizzazione e soddisfazione, oppure essere travolti da scontisti, catene commerciali, ottici da supermercato. Differenza fra uscire o rimanere schiacciati dal giogo dei grandi numeri, nelle macroeconomie, o invece rendere concreta un’economia alla propria scala, insieme con i propri simili. Nei miei lavori di consulenza, mi trovo spesso a dover “formare” su quegli aspetti che riguardano lo studio della psicologia delle persone, clienti o collaboratori, da gestire nel quo-tidiano, con motivazioni, argomenti, affinamento delle capacità di comu-nicazione e di comprensione. Mi trovo anche a intervenire sulla gestione del magazzino e delle scorte, sulla qualità e la “densità” dei famosi “cassetti”. Sulla formazione di conoscenza psico-logia, di profondità personale abbiamo ampliamente parlato, sappiamo quan-to sia utile e importante. Per quanto riguarda la conoscenza del prodotto, mentre c’è un sicuro approfondimento degli aspetti dell’oftalmica, si sono perse (quasi) totalmente la conoscen-za delle montature, la capacità di proporre la montatura giusta e adatta alla persona e la capacità di gestire con consapevolezza tutti gli aspetti del magazzino. La cultura da formare, oggi, non è la vendita dei “prodotti di nicchia” per essere slegati dalle logiche aberranti dei grandi sistemi. È importante che ci sia una formazione culturale, solidi parametri di riferimen-to per riconoscere la qualità, la padro-nanza delle necessità, delle caratteri-stiche dei prodotti, delle vere identità delle aziende, delle affidabilità delle

collaborazioni. La conoscenza rende liberi: è verità quanto mai adatta al nostro oggi, al nostro quotidiano.Per vivere in questo mondo nuovo, bisogna conoscere, ovvero traspor-re la stessa bellissima curiosità che fa studiare e approfondire tutto il vasto, interessante mondo scientifico dell’ottica anche al mondo del prodot-to montatura e delle persone con le quali siamo chiamati a interagire. Solo grazie a questa consapevole maturità l’ottico indipendente sarà in grado di essere anche libero, mentre grup-pi, consorzi, associazioni hanno un compito importante in questo percorso, perché possono davvero essere lo strumento che offre la formazione, che offre il prodotto, che offre gli strumenti per emanciparsi da una situazione impervia, verso nuove e assolate isole da colonizzare, da salvaguardare. La capacità di selezionare, prodotti, collaborazioni, situazioni lavorative, non si improvvisa, bisogna essere preparati, avere conoscenza, metodo e argomenti. La capacità di gestire gli strumenti professionali in modo ade-guato ai tempi deve essere appresa con nuova determinazione, che porti a una gestione attenta e consapevole di tutte le risorse. Non occorre volare via, di qua e di là, e gridare al cielo i nostri problemi. Meglio tenere la posizione, osservare con concentrazione e atten-dere il momento adeguato per agire, dopo aver ben conosciuto la realtà che ci avvolge. C’è anche quella bella favola che vede un brutto anatroccolo diventar un meraviglioso cigno, ci può suggerire qualcosa?

MEDITAZIONI

VOCAZIONE TERRENA

Non sono venuto a burlarmi di questo mondoma ad amare di cuore tutti gli esseri.Non sono venuto a ridere degli uominima a vivere con loro l'avventura terrena.Non sono venuto a parlare male degli insettia scoprire le ferite del tramontoa incarcerare la luce in una gabbia.Non sono venuto a seminare sale nei campi.Non sono venuto per dire che la giraffa vuole imitare il cigno, che i piniservono solo di ornamento alle rocce.Non sono venuto per deridere i nidi.Sono venuto a guardare il mondo da dentroe ad amare le cose sempliciil patrimonio unico degli uomini.Non sono venuto per deridere la morte.

JORGE CARRERA ANDRADE (1903-1978), uno dei massimi poeti dell’Ecuador, amava mescolare l’universale al locale: metteva in pratica, come si può apprezzare da questa lirica, il motto di Publio Terenzio Afro: “Homo sum, nihil humani mihi alienum puto” (“Sono un uomo, niente di umano considero a me estraneo"), la condivisione di una sorte con altri umani. Senza distinzioni di razza e religione, senza confini. Perché ognuno di noi è solo un componente di quell’umanità che ci accomuna alla natura e a tutti i suoi elementi, di cui siamo parte integrante

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ISPIRAZIONE

INNOVAZIONEDINAMISMO

P A R I G IMondia le de l l ’Ot t ica

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FORMAZIONE

N4 201340

gli studenti e alle loro famiglie, che a conclusione del ciclo di studi di scuola superiore affron-tano il loro futuro occupaziona-le, l’Istituto Zaccagnini propone il diploma di abilitazione della

professione di ottico e, a chi sta per abilitarsi ottico, i corsi di specializzazione in optometria.Il sistema della distribuzione specializzata di occhiali da vista, da sole e lenti a contatto è imperniato da sempre e per legge sulla figura dell’ottico abilitato che ha l’esclusi-va della vendita di strumenti di correzione della vista su misura (R.D. 27 luglio 1934 n. 1265, D.M. 23 luglio 1998 e D.M. 3 febbraio 2003). Il diploma di ottico, l’unico che abilita per legge alla professione e si consegue in due anni dopo aver acquisito il titolo di scuola media superiore, conferisce tutte le competenze e le conoscenze che vengono richieste per l’esercizio della professione e immette direttamente al lavoro.La distribuzione ottica propone alla popolazione che ha problemi di vista, cosiddetta ametrope, prodotti che rien-trano fra i consumi obbligati essendo la vista utilizzata in

molti ambiti, dal lavoro manuale e all’uso del computer, alla guida e così via, in cui ne viene richiesta un’efficienza minima e garantita. Per questi motivi la distribuzione ottica specializzata non ha subito una flessione dei consumi così importante come quella che ha toccato altri settori e, quindi, ha patito meno di altri il calo delle vendite e dei livelli oc-cupazionali che, viceversa, si sono mantenuti ai livelli degli anni precedenti e necessitano di rinnovo costante.La Direzione dell’Istituto Zaccagnini ha seguito negli ultimi anni con attenzione e interesse l’evoluzione del sistema di formazione delle professioni che è avvenuto in Europa ed è stato recepito nel nostro paese a cavallo tra il 2012 e il 2013, basato sul riconoscimento effettivo, oltre che delle conoscenze, anche delle competenze. Questa attenzione si è concretizzata in un percorso scolastico e di formazione in cui, grazie alla dotazione di ambulatori e laboratori dotati delle più recenti e aggiornate attrezzature, gli studenti possono dedicarsi a esercitazioni che li porteranno a essere in grado di affrontare positivamente l’ingresso nel mondo del lavoro. Carl Zeiss Vision, CSO, Espansione Marketing, Nikon e Optikon 2000; gli ambulatori e i laboratori sono at-trezzati e gestiti in collaborazione con l’industria del settore,

L’OTTICA HA BISOGNO DI UN RINNOVO CULTURALE COSTANTE

AA conclusione del ciclo di studi di scuola superiore, studenti e famiglie affrontano

la scelta dei percorsi che offrono le migliori opportunità occupazionali: ecco l’opzione proposta dall’Istituto B. Zaccagnini di Bologna

di Giorgio Righetti*

Qui sopra e nella pagina seguente, alcune delle attrezzature ottico-oftalmiche di cui sono dotati gli ambulatori e i laboratori della scuola bolognese

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FORMAZIONE

N4 201341

che ne garantisce l’aggiornamento e l’efficienza. L’Istituto, per poter prestare un servizio formativo in linea con l’evo-luzione delle professioni, è entrato a far parte del Consorzio del Registro dell’Optometrista Magistrale che, in simmetria con i principi della legge 4/2013 e del D.L. 13/2013, consente di ottenere una certificazione di parte terza delle compe-tenze ottico-optometriche degli ottici e degli optometristi, fornendo una qualificazione distintiva per lo sviluppo delle loro carriere.L’Istituto Zaccagnini opera nel campo della formazione professionale dal 1977 e ha sede a Bologna in un edificio a destinazione scolastica che accoglie le aule, i laboratori e gli ambulatori che costituiscono la dotazione di base e l’at-tività didattica, oltre a disporre di biblioteca, aula magna, ecc. Lo scorso anno scolastico presso l’Istituto, che è il più grande d’Italia per studenti iscritti e numero di diplomati, hanno conseguito l’abilitazione di ottico 74 studenti del cor-so biennale e 23 privatisti provenienti dai corsi quinquen-nali. Lo Zaccagnini svolge un’intensa attività di formazione post-scolastica, grazie al livello del suo corpo docente, e fa

Il direttore dello Zaccagnini, Giorgio Righetti al termine di un ciclo di studi per l’abilitazione alla professione di ottico

Il 27 e 28 aprile, il 25 e 26 maggio e il 7 e 8 settembre si sono tenuti e si terranno gli incontri di orientamento e di informazioni preliminari all’iscrizione al corso biennale di abilitazione alla professione di ottico e ai corsi di specializzazione post abilitazione in optometria. «L’Istituto apre per tre fine settimana le proprie porte agli studenti e alle loro famiglie che vogliono conoscere da vicino gli ambienti e l’organizzazione formativa da frequentare in vista del conseguimento del diploma di abilitazione all’esercizio della professione di ottico e agli ottici che desiderano migliorare le loro conoscenze optometriche – spiega Giorgio Righetti - I visitatori saranno accolti dalla Direzione e dai docenti che forniranno tutte le informazioni sui corsi scolastici e post scolastici e faranno visitare le aule, le attrezzature scolastiche e i laboratori. Durante la visita agli ambulatori si potranno ottenere informazioni sulle apparecchiature ottico-oftalmiche più recenti di cui sono dotati e sul loro impiego nella pratica della professione di ottico e in quella di optometrista. Nel corso delle giornate si svolgeranno presentazioni della scuola e dei programmi alle ore 11 e 16».

LE ATTIVITÀ DIDATTICHE DELLO ZACCAGNINI anno scolastico 2013/2014ATTIVITÀ CORSO SEDI

Scolastica

Corso biennale di Ottica Bologna

Corso annualedi Optometria Bologna

Corso biennaledi Optometria

Bologna, Ancona, Catania, Mantova, Torino, Venezia

Formazione specialistica Corsi di Contattologia Bologna

Corso di Terapia Visiva funzionale Bologna

Corsi di Visione e Postura Bologna

ricorso a docenti esterni in aree diverse dall’ottica: questo consente agli ottici un continuo aggiornamento della pro-pria qualità professionale e all’Istituto un raccordo continuo tra scuola, mondo del lavoro e della professione.

*Direttore Istituto B. Zaccagnini

GLI OPEN DAY A BOLOGNA

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L’optometrista spesso si confronta con soggetti che con la correzione prescritta non raggiungono una visione confortevole o continuano ad avere sintomi astenopici:

questa situazione può essere ricondotta al funzionamento motorio-sensoriale del sistema visivo in condizione binoculare e alla disparità di fissazione

uante volte nella pratica clinica ci siamo trovati di fronte a sog-getti che, dopo aver rilevato un difetto di refrazione, non otten-gono una visione confortevole o

continuano ad avere sintomi astenopici? Tralasciando le considerazioni sulle capacità, le abilità, le compe-tenze optometriche e la preparazione tecnica di chi

esegue le misurazioni, questo fenomeno può essere, spesso, ricondotto al funzionamento motorio-sensoriale del sistema visivo in condizione binoculare e alla di-sparità di fissazione.La prescrizione di lenti a soggetti con vizi refrattivi o problematiche visive in visione binoculare richiede l ’esecuzione di una sequenza optometrica che prenda in considerazione il funzionamento motorio-percettivo-sensoriale del sistema visivo in condizioni binoculari. Per poter valutare anche questi aspetti della funzio-nalità visiva occorre ampliare le competenze profes-

VISIONE BINOCULARE:COSA OFFRE IL METODO MKH

di Salvatore Pintusdocente a contratto dell’Università di TorinoCoordinatore del corso di Optometria dell’Istituto Zaccagnini sede di TorinoIscritto al Registro dell’Optometrista Magistrale

LAB

Q

Il “corredo” optometrico-strumentale necessario per realizzare la sequenza di Haase

Il kit strumentale della Carl Zeiss Vision per applicare il metodo MCH (ex-MKH)

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N4 201343

sionali e la gamma degli strumenti che l ’optometrista deve utilizzare nell ’esame visivo. In pratica, oltre alla cassetta delle lenti di prova, a menisco e con il tratta-mento antiriflesso, sono indispensabili: la cassetta dei prismi di prova, l ’occhiale di prova predisposto con i filtri polarizzati, l ’ottotipo digitale con schermo pola-rizzato e il tablet per il controllo dei test e per l ’esame per vicino.Per poter verificare il comportamento del sistema in visione binoculare è necessario presentare al paziente delle sequenze di test, che permettano di controllare e valutare la visione binoculare attraverso stimoli fusionali centrali e paracentrali crescenti. Il pazien-te esaminato deve essere, quindi, in condizioni di visione binoculare (cioè con uno stimolo alla fusione); al tempo stesso, dobbiamo essere certi che la mira vista dall ’occhio destro non possa essere vista con il sinistro. Queste condizioni possono essere ottenute e valuta-te attraverso il metodo studiato e codificato da H. J. Haase (MKH, Mess Und Korrektionsmethodik secondo Haase; dal settembre 2012, in accordo con IVBS, la procedura viene denominata MCH Measuring and Correcting Methodology after H. J. Haase). Questa specifica metodica di "misura e correzione" si avvale, appunto, di test polarizzati, per individuare l'esatta posizione dell'immagine formatasi sulla retina in con-dizione di visione binoculare singola. L'applicazione di tale metodo e i fenomeni osservati durante l'esecuzio-ne portano l'optometrista a definire la correzione con prismi della foria associata, cioè il valore prismatico che annulla la disparità di fissazione. Problemi di tipo oculare (sensazione di contrattura collo-spalla, sensazione di deviazione di un occhio durante la lettura, sensibilità alla luce, ecc) e di tipo visivo (visione incostante o salto di righe durante la lettura, sdoppiamento delle immagini lontano-vicino, difficoltà a valutare le distanze alla guida, ecc) sono

sintomi che, raccolti in anamnesi, possono essere oggetto di valutazione attraverso il metodo MCH (ex-MKH).In passato risultati non soddisfacenti da parte di metodiche optometriche e sistemi di prescrizione di prismi (Sheard e Percival) hanno portato l'optometria internazionale, soprattutto di estrazione anglosassone, a ritenere i prismi, su pazienti con visione binocula-re, una pratica da utilizzare in casi rari e con molta cautela. Dal 1998 diverse ricerche hanno esaminato le teoria dell'MCH (ex-MKH) sulla disparità di fissazione validandone l ’efficacia, diminuendo così il divario tra oppositori e sostenitori di tale metodo nell'optometria tradizionale.

LAB

Hans-Joachim Haase (nella foto), nato il 3 luglio 1915 a Parchim e scomparso il 20 dicembre 2001 a Berlino, è stato un ottico e anche un orologiaio. Ha insegnato tecnologia ottica e refrazione, dal 1953 al 1981, presso il Collegio di Stato di Ottica e Fotografia a Berlino e contemporaneamente si è dedicato con grande passione allo studio della visione binoculare. Insieme al fisico Helmut Goersch ha sviluppato un modello teorico dettagliato per la comprensione dei processi coinvolti nei disturbi della visione binoculare

LO “INVENTÒ” HAASE

Serie di test polarizzati per l’esecuzione della procedura del MCH (ex-MKH)

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ADATTAMENTO DELLA LENTE A CONTATTO SAPHIR IN CORNEE IRREGOLARI

CORNEA IRREGOLARE E LENTE A CONTATTO

La cornea irregolare è quella che presenta differenze significative

dei propri parametri topografici, sia sulla superficie anteriore

sia su quella posteriore, in molti casi pregiudicando la propria

integrità e, in quelli più avanzati, con la comparsa di segni come

perdita di trasparenza, striature, depositi di ferro, ecc.

Diverse cause possono dar luogo a una cornea irregolare,

come traumatismi, interventi chirurgici o infezioni, essendo le

ectasie quelle più comunemente trattate dal contattologo.

Tra le ectasie, la più frequente è il cheratocono, senza dimen-

ticare la Degenerazione Marginale Pellucida e quella che in

alcuni casi si genera in seguito alla chirurgia refrattiva.

Con una maggiore irregolarità superficiale aumentano i valori

di aberrometria ottica sia di basso sia di alto ordine. Quelli di

basso ordine, come la sfocatura o l‘astigmatismo, si compen-

sano con occhiali graduati o lenti a contatto, mentre quelli

di alto ordine, come il coma ottico o l'aberrazione sferica,

richiedono l'adattamento delle lenti a contatto per ottenere la

migliore qualità ottica.

L’aberrometria di alto e basso ordine si quantifica di solito

con i cosiddetti coefficienti di aberrazione, come il RMS (Root

Mean Square), MTF (Modulation Transfer Function) o PSF

(Point Spread Function).

In generale si ritiene che a fronte di un maggior coefficiente

aumenti la necessità di adattare una lente a contatto per

compensare l’aberrometria di alto ordine; e che le lenti Rigide

Permeabili al Gas (RPG) siano l'opzione più comune per molti

contattologi.

Nonostante questo, diversi studi hanno dimostrato che in

alcuni casi l'acutezza visiva è maggiore di quanto previsto dal

coefficiente aberrometrico e che la compensazione parziale

dell’aberrometria può generare un grado di acutezza visiva

migliore della compensazione totale, come l'interazione tra

i diversi valori aberrometrici o l’interazione tra la superficie

anteriore e posteriore della cornea.

Per quanto riguarda l'interazione tra valori aberrometrici,

Gracia et al.1, 2 hanno mostrato che la qualità ottica in presenza

di astigmatismo può essere incrementata se esiste coma in un

determinato valore e angolo, specialmente con astigmatismo

non compensato abitualmente. Inoltre hanno sottolineato

l'importanza del neuroadattamento al sistema aberrometrico

abituale del paziente. Nello stesso senso Sabesan et al.3 hanno

evidenziato l'esistenza del neuroadattamento al modello aber-

rometrico irregolare degli occhi con cheratocono.

McLellan et al.4 hanno indicato, inoltre, che la presenza di

aberrazione monocromatica naturale minimizza l'effetto

negativo dell’aberrazione cromatica longitudinale. Applegate

et al.5, invece, studiando l'interazione tra diverse aberrazioni

in tre pazienti senza patologia oculare, hanno dimostrato che

l'aberrazione sferica e la sfocatura possono interagire positiva-

mente per ottenere la migliore immagine.

D'altra parte, alcuni studi hanno indicato che nella cornea

irregolare può essere significativa la compensazione tra l’aber-

rometria della superficie anteriore e quella posteriore, in modo

tale che, dopo la compensazione totale dell’aberrometria

nella cornea anteriore, può apparire un'aberrometria residua

importante.

Così Chen e Yoon6, su un campione di 82 occhi affetti da

cheratocono, hanno notato che il coma della superficie poste-

riore era orientato verso la posizione nasale superiore e che

compensava una media del 22%, 24% e 14% del coma della

superficie anteriore, rispettivamente nello stadio avanzato,

moderato e lieve. Effetto che non si verifica in cornee non

irregolari.

Figura 1: i coefficienti di aberrazione

di Jesús Carballo, O.C. 6367, contattologo esperto in cornea irregolare, professore presso la Clinica Universitaria di Optometria dell’Università Complutense di Madrid, e Beatriz Fernández Valencia, O.C 13638, responsabile servizi professionisti Mark’ennovy

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Sono notevoli anche i valori aberrometrici generati dal

decentramento delle lenti. Ad esempio, Guirao et al.7 hanno

dimostrato che, se si compensa pienamente l'aberrazione

sferica accompagnata da un decentramento significativo, si

genera un valore di coma residuale che riduce la qualità visi-

va, essendo migliore quella ottenuta per una compensazione

parziale.

Riguardo all’adattamento delle lenti idrofile, Jinabhai et al.8

hanno mostrato, all’interno di un gruppo di 22 pazienti con

cheratocono, che le lenti idrofile toriche riducono 7 su 8

termini aberrometrici di alto ordine; e che l'acutezza visiva

ad alto contrasto non è significativamente diversa rispetto

all’uso di lenti RPG, con un risultato migliore in stadi meno

avanzati della malattia.

La nostra esperienza clínica mostra risultati simili con pa-

zienti operati con anelli intrastromali, essendo l'adattamento

soddisfacente con maggior frequenza in pazienti con grado

non avanzato di cheratocono prima dell’impianto.

INDICAZIONI E VANTAGGI

L'uso di lenti idrofiliche tornite, con un'ampia gamma di

parametri, consente adattamenti con una buona centratura

della lente, senza significativa rotazione o traslazione, che

pregiudicherebbero la qualità ottica risultante9. L'uso di dia-

metri maggiori rispetto a quelli convenzionali è una strategia

utile che può contribuire a stabilizzare la lente. Nello stesso

modo l'ampia disponibilità di parametri permette di ottimiz-

zare l'adattamento sia riguardo al diametro sia riguardo al

raggio base e al potere.

Inoltre l'uso di materiali di ultima generazione, come silicone

hydrogel con alti livelli di DK e idratazione, insieme a un

basso modulo di elasticità e ai vantaggi della sostituzione fre-

quente, offre al contattologo un'alternativa valida e soddisfa-

cente nei casi di cornea irregolare specialmente in:

• casi leggeri e moderati di irregolarità;

• integrità superficiale compromessa;

• elevato modellamento della superficie corneale per l’uso di

lenti di contatto;

• intolleranza alle lenti RPG.

CARATTERISTICHE DI SAPHIR

Saphir è una lente silicone hydrogel disponibile in sostituzione

trimestrale o mensile.

Le sue caratteristiche di alta permeabilità all’ossigeno

(DK=60), basso modulo di elasticità (0.13mpa), alta idratazio-

ne (75%) e gli infiniti parametri disponibili ne fanno un'opzio-

ne fattibile per pazienti con cornea irregolare.

CASI CLINICI

A seguire si presentano diversi casi clinici di pazienti con cor-

nea irregolare adattati con lente a contatto in silicone hydrogel

Saphir.

• 1 Ectasia post-lasik

Paziente maschio di 35 anni, con ectasia post-lasik

Intollerante a lenti RGP.

Raggi cheratometrici calcolati:

7.84@175 // 8.54@85

Refrazione: +2.00esf -5.00cil a 75º. AV 0,6 decimale

Le grandi differenze tra i valori cheratometrici in ogni punto

non permettono una stima del raggio idoneo, calcolando il

raggio cheratometrico medio + 0.7mm, come si farebbe in

una cornea regolare. Si sono adattate due curve con raggi

8,60 e 8,30 mm ottenendo un comportamento stabile con Rb

8,30 mm, con rotazione antioraria di 5º che è stato compen-

sato posteriormente con rotazione dell’asse nella lente.

Figura 2: carta topografica

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LENTE A CONTATTO DEFINITIVA: SAPHIR RX 8.30 14.50 +3.00

SPH -4.50 CYL 70º AV=1.0

Il paziente ha riferito un uso soddisfacente di 12 ore giorna-

liere, con sostituzione mensile della lente.

• 2. Cheratocono

Donna di 33 anni con cheratocono grado I in OD

(Classifica di Amler-Krumeich).

Intollerante a lenti RPG.

Raggi cheratometrici calcolati: 6.89 @79 // 7.59 @ 169

Rifrazione: -2,50 sph -1,50 cyl a 95º. AV 0,74 decimale

LENTE A CONTATTO DEFINITIVA: SAPHIR RX 8.30 14.50 -2.50 SPF

-1.50 CYL 100º AV=1.0

L’adattamento è stato realizzato con modalità di sostituzione

mensile con un uso soddisfacente medio di 10 ore.

• 3. Anelli intrastromali

Donna di 39 anni con cheratocono grado II

(Amsler-Krumeich) e successivo impianto di un

segmento Intrastromale nell’OD.

Raggi cheratometrici calcolati: 7.14 @143 // 7.71 @ 53

Rx in occhiali: -4,00 Cyl a 55º AV: 0,64 decimale

LENTE DEFINITIVA: SAPHIR 3-MONTHLY 8.30 14.00 -0.50ESF

-3.75CIL 55º AV= 0.8

In questo caso si è optato per una lente Saphir a sostituzione

trimestrale, indossata in media 8 ore giornaliere con manuten-

zione dell’integrità superficiale, con risultato soddisfacente.

CONCLUSIONI

Per le sue caratteristiche la gamma di lenti Saphir in silicone

hydrogel di ultima generazione è una delle alternative che pos-

siede il contattologo per l’adattamento della cornea irregolare.

Con un maggior successo in gradi non avanzati e con un alto

rispetto per l’integrità della cornea, si è constatata un’accet-

tazione eccellente da parte del paziente per quanto riguarda

il suo comfort e l'acutezza visiva. In definitiva, migliorando la

sua qualità di vita.

RIFERIMENTI1. de Gracia P, Dorronsoro C, Gambra E, Marin G, Hernandez M, Marcos S. Combi-

ning coma with astigmatism can improve retinal image over astigmatism alone. Vision Res. Sep 15 2010;50(19):2008-2014.

2. de Gracia P, Dorronsoro C, Marin G, Hernandez M, Marcos S. Visual acuity under combined astigmatism and coma: optical and neural adaptation effects. J Vis. 2011;11(2).

3. Sabesan R, Yoon G. Neural compensation for long-term asymmetric optical blur to improve visual performance in keratoconic eyes. Invest Ophthalmol Vis Sci. Jul 2010;51(7):3835-3839.

4. McLellan JS, Marcos S, Prieto PM, Burns SA. Imperfect optics may be the eye's defence against chromatic blur. Nature. May 9 2002;417(6885):174-176.

5. Applegate RA, Marsack JD, Ramos R, Sarver EJ. Interaction between aberra-tions to improve or reduce visual performance. J Cataract Refract Surg. Aug 2003;29(8):1487-1495.

6. Chen M, Yoon G. Posterior corneal aberrations and their compensation effects on anterior corneal aberrations in keratoconic eyes. Invest Ophthalmol Vis Sci. Dec 2008;49(12):5645-5652.

7. Guirao A, Cox IG, Williams DR. Method for optimizing the correction of the eye's higher-order aberrations in the presence of decentrations. J Opt Soc Am A Opt Image Sci Vis. Jan 2002;19(1):126-128.

8. Jinabhai A, Radhakrishnan H, Tromans C, O’Donnel C. Visual performance and optical quality with soft lenses in keratoconus patients. Ophthalmic & Physiologi-cal Optics. 2012;32:100–116.

9. Guirao A, Williams DR, Cox IG. Effect of rotation and translation on the expected benefit of an ideal method to correct the eye's higher-order aberrations. J Opt Soc Am A Opt Image Sci Vis. May 2001;18(5):1003-1015.

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Figura 3: adattamento LCH Figura 4: tintura con fluoresceina

Figura 6: immagine stabilizzazione Saphir Rx

Figura 8 e 9: adattamento LCH Saphir in paziente con impianto di segmento intrastromale

Figura 5: mappa topografica tangenziale

Figura 7: mappa topografica

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LENTI ofTaLmIchE

L’azienda ha lanciato il Vision Impact Institute, la prima organizzazione dedicata all’impatto sociale ed economico delle problematiche legate ai disturbi della vista,

per sensibilizzare l'opinione pubblica e incentivare la ricerca

a disabilità oggi più diffusa, i disturbi

visivi, riguarda ben 4,2 miliardi di persone nel mondo, 2,5 miliardi delle quali non hanno accesso a misure correttive. Il Vision Impact Institute raccoglierà, con tutto il supporto da parte di Essilor, conoscenze, dati e soluzioni a livello globale, in sintonia con la missione aziendale di offrire a un numero sempre crescente di persone una vita migliore attraverso una miglior vista. La finalità dell'istituto è quella di sensibilizzare l'opinione pubblica in merito all'impatto socio-economico dei problemi visivi e incentivare la ricerca, laddove necessario, sollecitando l'adozione di misure nel campo della correzione visiva. Questo problema di salute pubblica ha, infatti, conseguenze economiche a livello sia individuale sia collettivo: ogni anno si

La cura della redazione

EssILor: uN ImpEgNo pEr rIsoLvErE I probLEmI socIoEcoNomIcI LEgaTI

aI dIsTurbI vIsIvI

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verifica un’ingente perdita di produttività sebbene le soluzioni, quali esami e correzioni, siano disponibili (fonte: Organizzazione Mondiale della Sanità). «Si tratta di un processo in corso e l'istituto incoraggerà la ricerca per garantire una migliore valutazione dei costi correlati ai disturbi visivi in tutte le regioni e le popolazioni del mondo - afferma Jean-Félix Biosse Duplan, presidente del Vision Impact Institute - Oggi stiamo invitando gli scienziati e gli opinion leader di ogni paese a essere maggiormente coinvolti nella sfida globale della lotta ai disturbi visivi».

Un impatto economico sottovalutatoSebbene siano una delle disabilità più diffuse al mondo, i disturbi della vista e il loro costo sono ancora sottostimati nei paesi industrializzati ed emergenti: il 30% dei giovani in tutto il mondo di età inferiore ai 18 anni soffre di disturbi refrattivi non corretti e spesso non diagnosticati a causa di una mancata informazione o di uno scarso accesso alle cure. Questa proporzione sale al 33% nella forza lavoro, al 37% tra gli anziani e raggiunge il 23% tra gli automobilisti (Fonte: Banca Mondiale, Boston Consulting Group).

L'impatto economico è rilevante a livello globale. Ogni anno infatti si stima una perdita di produttività quantificabile in 269 miliardi di dollari, di cui 50 miliardi in Europa, 7 miliardi in Giappone e 22 miliardi negli Stati Uniti (vedi tabelle).Il costo globale annuale della perdita di produttività corrisponde al costo di una visita oculistica per metà della popolazione mondiale. Sebbene misure semplici possano ridurre drasticamente le conseguenze economiche dei disturbi alla vista e quelle sociali, il loro costo, il livello di accesso alle cure e la consapevolezza variano considerevolmente da paese a paese.

La mission del Vision Impact InstituteIl Vision Impact Institute raccoglie e condivide conoscenze, dati e

LENTI ofTaLmIchE

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soluzioni a livello globale per ridurre l'impatto dei disturbi visivi. L'idea dell'istituto nasce dalla consapevolezza che i dati disponibili su questi disturbi siano scarsi e non coordinati a livello più ampio, e che non si riesca a stimare correttamente la portata del problema.Gli studi condotti in tutto il mondo sono stati raccolti in collaborazione con il Boston Consulting Group per essere messi a disposizione della comunità scientifica e dei responsabili politici, creando un centro di accesso alle risorse online. Ideato come una piattaforma web interattiva, visionimpactinstitute.org ha l’obiettivo di unire una comunità di esperti e dare vita a un movimento mondiale per promuovere la ricerca di dati e la lotta ai disturbi alla vista in tutto il mondo.

Un Consiglio di sorveglianza indipendente ed espertoPer sostenere e guidare il lavoro dell'istituto, esperti

internazionali autorevoli e indipendenti hanno deciso di far parte del Consiglio di sorveglianza dell'istituto. Si tratta di Kevin Frick (Stati Uniti), Clare Gilbert (Regno Unito), Arun Bharat Ram, (India) e Wu Jianmin (Cina), personalità eminenti che divulgano i risultati raggiunti dai ricercatori e sono i protagonisti della campagna di sensibilizzazione nelle rispettive aree di influenza.«Siamo molto orgogliosi che

Essilor abbia creato un Istituto come il Vision Impact Institute in grado di analizzare in modo oggettivo e critico le problematiche socioeconomiche derivanti dai disturbi della vista per promuovere la prevenzione - afferma Marco Caccini, direttore generale di Essilor Italia - Inoltre, grazie agli studi desunti dall’istituto, Essilor potrà migliorare sempre più il proprio ruolo di educatore favorendo la crescita di mercato».

LENTI ofTaLmIchE

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LENTI OFTALMICHE

È quella che comprende oftalmologi e centri ottici, elementi fondamentali, secondo l’azienda, per veicolare al consumatore finale

il nuovo trattamento antiriflesso BlueControl

lasse medica e professionisti della

visione insieme contro la luce blu. È, in estrema sintesi, il messaggio lanciato a Milano da Maurizio Veroli, presidente e amministratore delegato di Hoya Lens Italia, in occasione

della presentazione alla stampa e agli addetti ai lavori di BlueControl di metà aprile, il nuovo trattamento antiriflesso del gruppo giapponese, dopo il debutto al FuoriSalone presso l’unità produttiva di Garbagnate Milanese, in concomitanza con l'ultimo Mido«Proprio in Giappone la casamadre ha lanciato BlueControl un anno fa e i risultati sono stati molto positivi, grazie anche al coinvolgimento

Cdi Angelo Magri

HOYA: UNA “SQUADRA” PER CONTRASTARE LA LUCE BLU

Il tavolo dei relatori all’incontro con la stampa organizzato da Hoya a Milano alla metà di aprile: da sinistra, Maurizio Veroli, Lucio Buratto e Rossella Fonte

Un altro momento del meeting milanese dedicato alla presentazione di BlueControl

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N4 201353

della classe medica e dei professionisti della visione: la stessa formula che intendiamo utilizzare sul mercatointerno», ha detto Veroli durante l'incontro non soltanto con i media professionali, ma anche con quelli di consumo. «Speriamo che su un argomento così importante per la salute oculare e il benessere visivo ci sia molto interesse a parlarne pure sui giornali - ha auspicato il numero uno della filiale nazionale di Hoya – Il nostrotrattamento antiriflesso, applicabile a qualsiasi tipologia e geometria di lente oftalmica di ricetta, avrà un costo aggiuntivo di appena 10 euro al pubblico. Siamo partiti solo un mese fa e i primi riscontri da parte dei nostri clienti sono molto buoni, abbiamo già avuto ordini eacquisti regolari per tutti coloro che utilizzano dispositivi digitali. A breve, inoltre, daremo il via a un piano di formazione e d’informazione non soltanto agli ottici italiani, ma anche alla classe medica».Dopo le app sulla realtà aumentata, che Hoya per prima ha lanciato poco più di un anno fa sul mercato domestico, seguita a ruota da tutti i maggiori fornitori oftalmici, ora anche nel trattamento per la protezione dalla luce blu l'azienda di matrice nipponica ha anticipato tutti i competitor. «Da quanto ne so, siamo i primi – ha ricordato Veroli – Ben venga, comunque, se su un argomento tanto delicato quanto la protezione dalla

luce blu molti altri produttori ci seguiranno, così da incrementare il livello di educazione del consumatore finale».L’oftalmologo Lucio Buratto ha spiegato alla platea dell'incontro organizzato a Milano da Hoya i rischi cui ci sottopone la luce emessa da tablet, smartphone, pc e televisori, ma soprattutto dalle fonti luminose a led bianchi. «In chirurgia utilizziamo già da tempo lenti intraoculari a protezione dalla luce blu e

proprio Hoya è stata la prima a produrle – ha ricordato Buratto - Ora tocca a un trattamento sulle lenti oftalmiche, che non possiamo che accogliere favorevolmente: riuscire a limitare l'arrivodella luce blu all'occhio è sempre un risultato molto positivo». Come ha spiegato l'oculista milanese, infatti, è stato recentemente dimostrato che la luce emessa dai nuovi dispositivi digitali possono

LENTI OFTALMICHE

I tentativi per contrastare l’energia prodotta dalla luce blu non nascono ora: anni fa, tuttavia, le soluzioni erano filtri solari non sempre efficaci e, spesso, con colorazioni poco gradevoli. «Protezione, comfort ed estetica sono, invece, i punti di forza del nuovo trattamento di Hoya: poterli racchiudere in un’unica lente trasparente è il principale vantaggio che offre BlueControl – ha spiegato Veroli – Secondo una ricerca commissionata da Hoya e condotta da Millward Brown nel novembre scorso, su 1.204 portatori di occhiali in 6 paesi europei, è emerso che in Italia il 91% lamenta fastidi durante l’utilizzo di dispositivi digitali: dopo la presentazione di BlueControl l’87% di questi è interessato a visitare un centro ottico per ulteriori informazioni e il 76% è addirittura disposto a pagare di più per un trattamento che protegge dalla luce blu». Secondo Gianmario Reverdy, presente all’incontro organizzato da Hoya a Milano, il futuro delle lenti oftalmiche si giocherà sempre più sul benessere visivo, «cioè su quella serie di caratteristiche che possono trasformare la nostra lente da elemento di correzione di un difetto visivo a strumento di comfort, protezione e, perché no, anche di piacevole estetica - commenta il docente milanese - La continua crescita dell'utilizzo di strumenti digitali, con illuminazione a led, normalmente bianchi, ha indotto l'azienda giapponese a studiare e a produrre un trattamento di superficie che, affiancato al trattamento antiriflesso, riduce gli effetti della radiazione del campo blu visibile. La gamma blu della radiazione è, infatti, quella con lunghezza d'onda fra 400 e 500 nm, ritenuta dagli esperti corresponsabile sia della regolarità del ciclo circadiano della nostra vita giornaliera sia dell'aumento delle degenerazioni maculari dovute all'età».

PROTEZIONE, COMFORT ED ESTETICA: TUTTO IN UNA LENTE

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incidere negativamente sul ciclo veglia-sonno. Rischi che si vanno ad aggiungere a quelli già noti e confermati della luce blu nella degenerazione maculare senile.Impiegati e professionisti, utilizzatori di console game, studenti, ma anche over 60: Rossella Fonte, docente all'Università Bicocca, ha ricordato, in occasione dello stesso meeting, quali sono le categorie più a rischio oggi nei confronti della luce blu. «Il 30% delle persone utilizza

smartphone, tablet o pc per almeno 6 ore al giorno, ma per il 14% questa quota sale fino a 12-14 ore, senza dimenticare che anche nel tempo libero è diventato sempre più frequente il loro uso – ha detto Fonte, citando dati di un survey sulla popolazione americana, effettuato da The Vision Council nel 2012 – Fermo restando che le fasce più a rischio della luce blu rimangono, comeper i raggi ultravioletti, i bambini fino a 12 anni e chi ha

superato i 45, a causa di una mancanza o di un abbassamento della protezione, è importante sottolineare che i dispositivi digitali in costante diffusione emettono fino al 40% di luce blu in più e sono utilizzati a una distanza più ravvicinata rispetto ad altri dispositivi». Ne deriva che «per noi ottici optometristi è importante proporre, dopo un'accurata analisi dello stile di vita dell'utente, soluzioni a lui mirate e personalizzate», ha affermato Fonte.

LENTI OFTALMICHE

Due immagini che illustrano

le attività quotidiane maggiormente

“a rischio” di irradiazione

della luce blu

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LENTI OFTALMICHE

L’azienda di Sesto San Giovanni, oltre che sulla sinergia con BBGR, il gruppo di cui fa parte, punta su un più elevato livello d’informazioni

per i propri partner, coinvolgendo pure la classe medica

aggiori informazioni e una più ampia gamma di opzioni per l’ottico: sono i punti di

forza su cui intende far leva Oftalmica Galileo Italia in questa difficile fase congiunturale. «Se proprio adesso, nell’innegabile recessione attuale, tagliassimo l’offerta di prodotti, peggioreremmo ulteriormente la situazione – afferma Paolo Fonelli, direttore generale dell’azienda con sede a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, che nel 2010 ha dato vita alla fusione con Atr-Mec Optical sotto l’egida della capofila francese BBGR – Puntiamo, quindi, sul valore aggiunto che deriva dall’integrazione in una realtà come BBGR, che a sua volta fa parte del più grande gruppo oftalmico mondiale». Questo significa, per Galileo, utilizzare sul mercato domestico sinergie in termini di ricerca e sviluppo, nuove tecnologie e lancio di prodotti innovativi: fattori che vanno a integrarsi con un elemento di distinzione tutto proprio. «Ancora oggi il nostro è uno dei pochissimi brand di lenti oftalmiche spendibile presso il consumatore finale in termini di notorietà – sottolinea Fonelli – il che ci consente di rivolgerci a un’ampia fascia di consumatori, posizionati tra il segmento medio e medio-alto del mercato, in pratica quelli che oggi più di altri necessitano di rassicurazioni al momento di acquistare». Da qui l’esigenza di proporre tipi di offerta capaci d'interpretare le aspettative dell’attuale momento storico. «Con il nuovo catalogo, oltre alla grafica

più avvincente e a un nuovo slogan "abbiamo i mezzi per prenderci cura di te", vogliamo lanciare questo messaggio: chi sceglie prodotti Galileo può farlo sia con l’ottimo rapporto prezzo-qualità dell’offerta base sia puntando sull’offerta premium».Accanto all’ampia gamma di prodotti e servizi, nel 2013 l’impresa lombarda ha deciso di investire con ancora maggiore determinazione sulla formazione e l’informazione degli ottici. «Dopo il tour che lo scorso anno ha toccato alcune città italiane, cui hanno partecipato molti nostri clienti, ora abbiamo deciso di coinvolgere pure la classe medica –

Mdi Angelo Magri

GALILEO: FUNZIONALI E NON OPZIONALI LE… OPZIONI PER GLI OTTICI

Paolo Fonelli, direttore generale di Oftalmica Galileo Italia, con il totem della lente progressiva Selective Lady

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Uno dei seminari, all'interno del programma “Galileo Incontra”, organizzati dall'azienda milanese all’Università di Padova

spiega il numero uno di Galileo – Così il 18 marzo scorso, presso l’aula Rostagni dell’Università di Padova, il nostro responsabile Operations Marco Tappainer e il nostro responsabile Prodotto, Andrea Ravizza, hanno tenuto un seminario tecnico, che ha visto inoltre un’approfondita relazione di Edoardo Midena, oculista e docente di Fisiopatologia Oculare presso la medesima Università, il quale ha trattato a fondo i rischi dei raggi ultravioletti a livello retinico e corneale e le patologie connesse.Ravizza ha affrontato l’importanza del fattore di protezione dai raggi UV come l’E-SPF, mentre Tappainer ha illustrato le normative internazionali che definiscono la protezione dai raggi ultravioletti: hanno partecipato a questo incontro molti studenti del corso di laurea in Ottica e Optometria di Padova, nonché numerosi ottici locali». Questo appuntamento rappresentava, di fatto, la tappa di partenza del ciclo 2013 di seminari denominati “Galileo Incontra”, che va ad aggiungersi all’attività del “Galileo Club”, lanciato un paio d’anni fa, per risultare sempre più vicini ai centri ottici partner. Già, ma quale tipologia di ottici? «Alcune realtà della distribuzione organizzata in questo momento supportano più di altre il lavoro dei propri affiliati, con l’obiettivo di una maggiore remuneratività: sono quelle con cui cerchiamo alleanze commerciali, di marketing e di sviluppo – spiega ancora Fonelli – E questo concetto intendiamo applicarlo anche ai centri

LENTI OFTALMICHE

Il nuovo trattamento antiriflesso NevaMax Uv, presentato da Galileo su tutta la gamma di lenti oftalmiche, la progressiva Selective Lady pensata per il pubblico femminile, le fotocromatiche Signature VII di nuova generazione in collaborazione con Transitions e ora le lenti della gamma Easy Work per l’ufficio e la linea Sport prodotta dalla consociata tedesca Rupp&Hubrach. È lunga la lista delle novità lanciate nel giro di pochi mesi da Oftalmica Galileo Italia, che tuttavia non si fermano qui. «Investiremo ulteriori risorse nei servizi di telesagomatura, un plus particolarmente apprezzato dalla nostra clientela, oltre ai supporti per il punto vendita, in particolare le app per tablet», ricorda Fonelli, che spiega anche la decisione di partecipare all’ultimo Mido, a differenza di molte altre realtà dell’industria oftalmica. «Non volevamo un vero e proprio stand, ma una sorta di salotto in cui incontrare gli ottici – dice il direttore generale della Galileo – Così è stato e i risultati si sono rivelati positivi. Tornarci anche nel 2014? Ora è presto per stabilirlo: gli organizzatori del salone devono riflettere su ciò che è meglio per gli espositori e insieme si valuterà come muoverci».

UN ORIZZONTE SUL SERVIZIO DI TELESAGOMATURA E APP

ottici indipendenti nostri clienti, poiché oggi è quanto mai necessario investire le proprie risorse intellettuali e finanziarie in modo efficace e supportate da concreti progetti condivisi».

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EAGLE: Un’inedita esperienza di formazione al servizio della salute degli occhi

Gregory W. DeNaeyer, OD, FAAO

Bausch + Lomb, azienda leader nella salute degli occhi, apre una nuova frontiera per la formazione degli ottici-optometristi assolutamente all’avanguardia. Si tratta di EAGLE, acronimo di Exploring hAbits and Goals: a New Learning Experience, un evento di formazione esperienziale, unico e interattivo, alla scoperta di abitudini in optometria. Un viaggio multisensoriale all’interno dell’occhio per esplorarlo in tutte le sue parti e toccare ‘con mano’ il concetto di qualità della visione.

Cell Explorer, questo è il nome della stazione tecnologica deposta ad ospitare EAGLE, attraverserà tutta la Penisola, da Nord a Sud, per formare attraverso tecnologie all’avanguardia gli ottici-optometristi in tema di lenti a contatto e salute oculare. Questo, affinché siano sempre di più un punto di riferimento nell’offrire le soluzioni tecnologicamente più avanzate per garantire la miglior qualità della visione. «Il progetto EAGLE è una novità

assoluta nel campo dell’aggiornamento professionale degli Eye Care Professionals. Non più solo teoriche o pratiche lezioni frontali, ma un nuovo concetto di formazione professionale basato su nuove tecnologie interattive con avvolgimento sensoriale a 360° del Professionista» – dichiara Guido De Martin, Ottico-Optometrista a Trento. «L’ottico viene catapultato direttamente in un mondo di realtà apparente, dove la conoscenza clinica si interseca

direttamente con la gestione emotiva e comunicativa del paziente, con l’obiettivo di una massima cura e salute visiva del paziente stesso».

«Bausch + Lomb, da sempre impegnata verso i professionisti nel settore della salute oculare - afferma il Dott. Riccardo Carbucicchio, Amministratore Delegato di Bausch + Lomb Italia - ha voluto seguire con questo programma un approccio assolutamente innovativo, all’avanguardia e, ci auguriamo, più formativo per l’ottico».

Cell Explorer si sviluppa su due piani ed è composto da tre sale. Una sala accoglienza, una sala corsi, chiamata Sala Elettra, che può ospitare fino a 30 persone, una sala chiamata Calypso dedicata alla formazione esperienziale. Nella Sala Elettra i professionisti possono imparare e aggiornarsi avendo a disposizione un iPad e la possibilità di interagire in tempo reale con i colleghi presenti al corso e un docente. Nella Sala Calypso, i partecipanti possono manipolare un occhio tridimensionale, esplorarlo e vedere come cambia la visione in base alla lente applicata.

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LENTI OFTALMICHE

È Ottica Perella di Sassari il primo punto vendita in Italia a ospitare tutti gli elementi del Sistema Better Vision dell’azienda tedesca

un’anteprima nazionale di eccellenza nel mondo dell’ottica oftalmica, che porta in Sardegna l’esperienza e la filosofia del mondo Rodenstock e del suo

percorso verso la creazione del cosiddetto Occhiale perfetto. «La nostra attività di famiglia nasce nel 1926, prima come negozio di fotografia per poi specializzarsi nel corso degli anni nelle lenti e conseguentemente nell’optometria qualificata - dichiara Carlo Perella, titolare del negozio, dove opera con uno staff di quindici professionisti – Avere Rodenstock come partner ci ha dato da sempre la possibilità di esprimere al meglio la nostra professionalità e la qualità del nostro servizio, per altro riconosciuto già come eccellenza nel nostro territorio».All’interno di questo esclusivo punto vendita, “pioniere” nella diffusione della cultura del Sistema Better Vision by Rodenstock, il consumatore avrà la possibilità di vivere un’esperienza di acquisto emozionale che

lo porterà alla consegna del nuovo occhiale. Un percorso professionale che, dall’esame oggettivo della refrazione, passa attraverso l’esame soggettivo, la scelta della montatura, la determinazione dei parametri di centratura e individuali, fino all’utilizzo dei sofisticati software di consultazione e consulenza per coinvolgere il cliente nella scelta della migliore soluzione oftalmica. «La riconoscibilità dei See Better Center da parte dei consumatori è un elemento molto importate del Sistema Better Vision, che mette al centro di tutto proprio il consumatore e la sua soddisfazione innescando il circolo virtuoso del passaparola, oggi più che mai lo strumento di marketing più efficace, che mettiamo a disposizione dei nostri partner - commenta Grazia Livia, responsabile dello sviluppo dei Concept Shop Rodenstock in Italia – Il concept shop di Ottica Carlo Perella è il perfetto coronamento di una partnership fortissima basata sulla fiducia e sulla professionalità, con l’obiettivo di offrire sempre il massimo in termini di qualità, tecnologia e servizio al consumatore».

È a cura della redazione

L’interno di Ottica Perella a Sassari

RODENSTOCK: APRE IN SARDEGNA IL PRIMO SEE BETTER CENTER

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LENTI OFTALMICHE

ZEISS: L’OTTICO SI TRASFORMA IN CONSULENTE

Al via la campagna lenti vista-sole del brand, per supportare i propri partner nell’attività sempre più importante di assistenza al consumatore finale: un compito che accresce

la loro professionalità e ne legittima ulteriormente la credibilità

'estate por-ta con sé la richiesta inevitabile di un occhiale

da sole che sia, al tempo stesso, protettivo e di tendenza. Ma spesso accade che il ruolo della lente ven-ga sottovalutato. Con questa cam-pagna, attiva per tutti i centri ottici partner da maggio a luglio, Zeiss vuole sottolineare proprio l’impor-tanza della scelta della giusta lente oftalmica, fornendo, inoltre, una

rinnovata gamma di colorazioni che possa soddisfare qualsiasi esigenza dell’utente finale. «Accompagnare il cliente nella scelta dell’occhiale è sempre molto importante, tanto più in questo mo-mento dell’anno in cui la protezione diventa un must per la salute degli occhi: con l’arrivo della primavera, infatti, il sole torna a splendere e a essere, al tempo stesso, anche un pericolo per gli occhi. Raggi UV e riverberi luminosi sottopongono gli occhi a stress e rischio visivo, che

possono danneggiarli - ricordano dall’azienda - I consumatori, però, non sembrano essere pienamente al corrente di questi pericoli, dal momento che solo il 57,4% della popolazione italiana, secondo una recente ricerca, si prende cura adeguatamente del proprio benes-sere visivo, proteggendolo con gli occhiali da sole. Inoltre soltanto il 7% di questa quota di popolazione utilizza occhiali da sole forniti di lenti graduate».Tali dati attestano quanto sia impor-

a cura della redazioneL

Il cartello vetrina per i centri ottici con la campagna lenti vista-sole 2013 Zeiss, nella pagina successivadeclinata in un’affissione esterna

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LENTI OFTALMICHE

tante il ruolo dell’ottico anche dal punto di vista informativo, di rela-zione e comunicazione con il cliente. L’obiettivo è quello di colmare una carenza informativa che rischia di portare i consumatori a una scelta non adeguata della lente, con con-seguenze che possono andare oltre l’aspetto estetico e implicare proble-mi visivi. In tale contesto la cam-pagna Zeiss vista-sole si inserisce come valido strumento per accresce-re l’attività di consulenza dei centri ottici partner.«La vetrina rappresenta spesso il primo contatto con il cliente po-tenziale, il biglietto da visita di un centro ottico, che trasferisce infor-mazioni e spesso emozioni: la cam-pagna Zeiss si pone a complemento dei tradizionali allestimenti previsti con l’obiettivo di riportare l’atten-zione sull’importanza della scelta di una lente di qualità - spiegano alla Zeiss - La campagna potrà essere sostenuta anche con l’iniziativa promozionale suggerita, grazie alla quale il centro ottico potrà incentiva-re l’acquisto di una seconda coppia di occhiali, omaggiando una lente del secondo paio». La comunicazio-ne non si ferma, però, al solo punto vendita, visto che i centri partner avranno la possibilità di affiancare un’attività di comunicazione sul territorio con operazioni dedicate, come campagne mailing, eventi, affissioni e comunicazioni su web, radio e carta stampata.«La campagna si inserisce nel piano di comunicazione previsto a suppor-to del lancio della nuova gamma co-lorazioni: Zeiss è da sempre attenta a fornire le soluzioni più performanti

per la migliore esperienza visiva e, per la nuova stagione estiva, propo-ne nuovi colori tinta unita e sfumati per venire incontro ai bisogni dei consumatori moderni, molto sensibili alla moda, ma non disposti a scen-dere a compromessi in fatto di quali-

tà - concludono dall’azienda di lenti oftalmiche - Completano la gamma le conosciute linee Skylet e SkyPol, colorazioni ad alte performance, esclusive Zeiss, per gli amanti dello sport e per chi dal proprio occhiale chiede sempre qualcosa in più».

«Secondo una ricerca, solo il 57,4% degli italiani si prende cura adeguatamente del proprio benessere visivo,

proteggendolo con gli occhiali da sole: di questi appena il 7% utilizza montature con filtri solari graduati»

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CERCOOFFRO

VETRINA

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OTTICO DIPLOMATOCon ottima esperienza nel settore valuta proposte lavorative per Torino e provincia (preferenze Torino Nord-Est). Esperienza di trent’anni di negozio da privato e 5 anni presso multinazionale.Per informazioni:[email protected]

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“Sono aperte le iscrizioni ai corsi per l’anno scolastico 2013 - 2014”

Per maggiori informazioni:Istituto Superiore di Ottica e Optometria Benigno Zaccagnini, Via Ghirardini 17, 40141 Bologna

Tel 051 480994 - Fax 051 481526 - [email protected] - www.istitutozaccagnini.it

CORSI DI PREPARAZIONE AGLI ESAMI DI QUALIFICA E DI ABILITAZIONE Nell’anno scolastico 2013/2014, per coloro che non posseggono un titolo di scuola media superiore e desiderano acquisire l’abilitazione all’esercizio dell’arte sanitaria ausiliaria di ottico, saranno attivati dei corsi intensivi per sostenere gli esami presso Istituti statali convenzionati.

CORSO DI CONTATTOLOGIA teorico-pratico

Il Corso di Contattologia, che si svolgerà dal 16 al 22 settembre 2013, affronta tutti i temi fondamentali della contattologia sia teoricamente sia praticamente e presenta le filosofie, le soluzioni applicative più attuali oltre alle evidenze della ricerca nell’ambito delle geometrie, dei materiali e delle tecnologie strumentali.

CORSO BIENNALE DI OPTOMETRIA dedicato a chi lavora

Il Corso biennale di Optometria, attivo dal 1992, consente a chi già opera nei centri ottico-optometrici di far evolvere le proprie competenze e conoscenze nelle discipline optometriche grazie a modalità di frequenza e metodologie didattiche specifiche.Il corso sarà attivato in autunno ad Ancona, Bologna, Catania, Torino e Venezia/Mestre.

CORSO ANNUALE DI OPTOMETRIAIl Corso di Optometria Annuale, cui si accede con l’abilitazione all’esercizio della professione di Ottico, costituisce il naturale e oramai necessario completamento della formazione ottica di base, consentendo di acquisire conoscenze e competenze professionali optometriche allineate al più alto standard europeo.

CORSO BIENNALE ABILITANTE DI OTTICA Il Corso, cui si accede con titolo di scuola media superiore, grazie a metodologie didattiche e programmi attuali, risponde alle reali richieste del mercato del lavoro dell’ottica. Il corpo docente interdisciplinare, i moderni ed attrezzati laboratori e ambulatori consentono di acquisire le conoscenze e le abilità professionali più aggiornate. Anche per il 2013/2014 verrà attivata una sezione riservata a studenti-lavoratori. Il corso inizierà lunedì 23 settembre 2013.

“Dal 1977 sapere, competenze e abilità nel loro significato originale”

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