b2eyes magazine 2_2012

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la bellezza e’ un potere, gli specchi sono le sue armi. Cleopatra, Regina d’Egitto I-MIRROR BE INDEPENDENT. EVERYWHERE. WWW.B2EYES.COM N2 2012

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B2eyes magazine è il periodico indirizzato a tutti gli ottici-optometristi italiani e alle maggiori aziende produttrici e distributrici di articoli di ottica (montature, lenti oftalmiche, filtri solari, lenti a contatto, liquidi, accessori, macchinari e strumenti) presenti sul territorio nazionale. In ogni numero il magazine propone e approfondisce contenuti che vanno dall'attualità alla moda, dall'aggiornamento professionale alla consulenza legale. Inoltre sono presenti le ormai consolidate rubriche cerco & offro, corsi e le informazioni dalle aziende. Particolare attenzione è riservata allo sviluppo del mercato, quindi alle nuove opportunità di business, ma anche alle innovazioni in campo medicale e tecnologico, argomenti anch'essi importanti per la crescita professionale del punto vendita spcializzato.

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la bellezza e’ un potere,gli specchi sono le sue armi.

Cleopatra, Regina d’Egitto

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N22012 sommario

Mensilededicato al mondo degli occhiali,

della vista, della visionee della percezione visiva

Febbraio 2012 numero 2www.b2eyes.com

In copertina Italia Independent

Direttore ResponsabileAngelo Magri

RedazioneB2Vision

Via Ripamonti 44 - 20141 MilanoTel. 02 36638601 - Fax 02 36638600

Francesca [email protected]

Direzione generaleLuciano Cristiano

cel. 334 [email protected]

Pubblicità[email protected]

EditoreB2Vision

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Art DirectionMeloriaStampa

Mediagraf S.p.a.Viale della Navigazione Interna, 89

35027 Noventa Padovana (PD)

Registrazione presso il Tribunale di MilanoN. 293/2009 in data 17 giugno 2009

Registrazione R. O. C.: 18653€ 1,80 - Copia omaggio

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b2tradeEditoriale Il valore (legale e non) della laurea 3Il punto Dilatare orari e aperture serve a difendere consumie occupazione? 5Futuro in vista Professionisti, cittadini, stato: la collaborazionetra ottico optometrista e oculista giova a tutti 7Strategie e mercato Colpo d’occhio sull’ottica 8Marketing e gestione Dimmi dove sta il tuo negozio e ti dirò come va: la location 12Attualità Quest’anno sarà un Mido più… easy 16Vision Group e Optical Master Club: l’alleanza per il futuro 18Fios, fidelizzare il cliente dall’interno 20Standard It: un pool di aziende europee per gli ottici 24Amarcord Charmant Europe: 25 anni, un’epoca 27

b2styleModa Trends in shapes 32

b2expert Consulente Negozi aperti 24 ore su 24: saranno penalizzati i piccoli? 38Meditazioni Il profumo della vita 42Lab Tribrid, l’alternativa alle resine a indice 1,60 46Formazione Valore della laurea e rivoluzione delle professioni: verso un passo decisivo 48

b2tech Lenti a contatto Lac (R)GP, le differenze tra reale e virtuale 51Lenti oftalmiche Zeiss a forza 4 58Lenti oftalmiche Essilor presidia il territorio 60

b2jobVetrina offro/cerco 62

ItalIa INdepeNdeNt: a bergamo, NoN a brescIaNel numero 1 di b2eyes magazine, all’interno del servizio dedicato a Italia Independent, abbiamo erroneamente indicato Brescia come quarta apertura del monomarca di I-I. È invece Bergamo a ospitare la boutique del brand. Ce ne scusiamo con i lettori e con l’azienda.

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Sono un ottico. Porto avanti il mio centro da anni, ma penso al futuro, a come nella mia professione

stiano diventando sempre più importanti gli aspetti imprenditoriali: marketing, comunicazione, acquisti e offerte commerciali.Per questo sono entrato in un grande gruppo, dove poter accedere a servizi di alto livellosenza fare il passo più lungo e senza correre il rischio di essere assorbito da una catena, sapendo di restare fedele a me stesso e nello stesso tempodiventare più

GRANDE.Numero Verde 800 53 63 03 • www.visionottica.it • [email protected]

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EDITORIALE

IL vALORE (LEgALE E nOn)DELLA LAuREA

el 1610 Galileo, mentre insegnava all’Università di Padova, ricevette dal Granduca di Toscana la

proposta di trasferirsi a Firenze. Il Granduca offrì al padre della scienza moderna uno stipendio più alto, minore carico di insegnamento e risorse per costruire un nuovo cannocchiale. Esattamente le tre dimen-sioni (salario, insegnamento, fondi di ricerca) su cui le università di mezzo mondo competono per attirare docenti e ricercatori. Nel 2012, il rettore dell’Universi-tà di Firenze non può fare ciò che il suo equivalente poteva fare 400 anni prima. Su questo occorrerebbe riflettere». L’analisi è di Andrea Moro, docente presso la Vanderbilt University, nel Tennessee, ed è stata pubblicata sul Fatto Quotidiano ai primi di febbraio. È una delle numerose considerazioni di alto livello che hanno accompagnato la proposta del governo Monti di abolire il valore legale della laurea. Proposta poi rientrata, anzi differita con l’idea di una consultazione popolare che ha lasciato molti perplessi. Inevitabil-mente docenti ed esperti si sono divisi sull’iniziativa. Secondo i favorevoli l’abolizione limiterebbe l’atti-vità delle università telematiche, migliorerebbe il sistema dei concorsi pubblici e, come ha ricordato Francesco Giavazzi, professore di Politica economica alla Bocconi, sul Corriere della Sera, ci saranno così «università molto buone, buone, meno buone. Ogni

università sarà incentivata a migliorare. Negli Usa quello che subito ti viene chiesto è: dove ti sei laurea-to?». I contrari, invece, sottolineano soprattutto i rischi che può avere un provvedimento del genere. «Il conseguimento delle lauree ha costituito una leva di sviluppo per il paese, ha permesso l’ascesa sociale di chi era stato tenuto fuori – ha detto, sempre al Corrie-re, Guido Fabiani, docente di Politica economica e rettore di Roma Tre – Prima di dire improvvisamente a chi ha speso anni a studiare che vale come chi non ha studiato, occorre mettere a posto tutti i tasselli del puzzle».Il dibattito è, dunque, aperto e riguarda anche il setto-re dell’ottica, almeno in una prospettiva futura. In questo numero di b2eyes magazine Giorgio Righetti, direttore dell’Istituto Zaccagnini, parte proprio dalla proposta dell’attuale esecutivo per delineare un nuo-vo, possibile quadro della formazione, professionale e non solo, in Italia. Auspichia-mo, quindi, che tutti gli attori coinvolti prendano parte alla discussione. Compresi coloro che poco meno di un anno fa hanno suggerito un nuovo percorso formativo, di matrice accademica, per disegnare la figura dell’ottico optometrista del terzo millennio.

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Angelo Magri

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BE INDEPENDENT. EVERYWHERE.

“non si e’ mai vista bella donnache non facesse smorfie davanti

ad uno specchio.”William Shakespeare

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il punto

DilAtARE oRARi E ApERtuRESERVE A DiFEnDERE ConSuMi E oCCupAZionE?

ompletata la prima fase della manovra di aggiustamento dei conti pubblici, con una serie di provvedimenti che hanno stretto un nodo scorsoio intorno alla gola dei cittadini, nel momento in cui scriviamo il governo si appresta a varare la fase due, quella dello sviluppo.Se la prima fase è stata caratterizzata dall’aumento delle imposizio-ne fiscali, ma non dal contenimento della spesa pubblica e dei costi

della politica, la seconda fase è imperniata sulle liberalizzazioni, partendo ovviamente da quelle che toccano le categorie più deboli politicamente, a cominciare dai commercianti. È stata annunciata, infatti, la liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi invece di aggredire i monopoli del gas, della luce, dei trasporti, ecc. Su questo tema il confronto fra politica, poteri locali e commercianti è stato per cinquant’anni molto intenso e si credeva che la legge Bersani, prima, e la svolta federalista della disciplina del commercio, poi, avessero sopito le polemiche fra chi vorrebbe aprire 365 giorni l’anno e chi, soprattutto le aziende a carattere familiare, vorrebbe che la materia fosse regolamentata e gli orari e le aperture festive contenute entro i limiti, peraltro variabili, attuali. Dal 2008 la contrazione dei consumi reali ha toccato, in modo diverso, tutti i settori, con effetti limitati nell’alimentare, fino a settori, come l’auto o la cura della persona, che hanno segnato flessioni a due cifre. Se nel contempo i salari crescono meno dell’inflazio-ne e l’occupazione è in calo nessuno può illudersi che dilatando le aperture degli orari dei negozi i consumi riprendano, mentre è certo che saranno i costi del personale ad aumentare e, soprattutto, molti negozi non riusciranno a tenere il passo con i concorrenti maggiori. Nei paesi in cui la distribuzione è più evoluta orari prolungati sono adottati da catene specializzate - dalla americana Star supermarket, alla francese Huit à Huit o all’inglese Eight Till Late - che, in condizioni particolari (località non coperte dalla distribuzione, negozi all’interno di stazioni di servizio o in zone turistiche) fanno orari lunghi, mentre tutto il resto della distribuzione segue turni programmati e contenuti.La liberalizzazione delle farmacie renderà ancora più aggressiva la concorrenza delle farmacie, soprattutto per le lenti a contatto; e in un negozio di ottica, la cui dimensione media è di 65 mq e vi lavora-no due persone e mezzo, come è possibile pensare che superino la soglia delle 70 ore settimanali e non chiudano mai? Per un cittadino di quale utilità è un servizio permanente in cui acquista un paio di occhiali ogni tre anni o delle lenti a contatto ogni quindici giorni?

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Danilo Fatelli

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Nau! S.r.l. - Via S. e P. Mazzucchelli, 7 - 21043 Castiglione Olona (VA) - Tel. +39 0331 861233 - [email protected]

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rovarsi è un inizio, restare insieme è un progresso, lavorare insieme è un successo. La frase, di Henry Ford, riassume molto efficacemente lo stato delle cose fra la nostra profes-sione e quella dell’oftalmologo. Negli ultimi tempi, nono-

stante anacronistiche, demagogiche e non veritiere affermazioni, certe barriere ideologiche hanno cominciato ad abbassarsi, per lasciare spazio al dialogo e alle iniziative comuni. In alcune realtà del nostro territorio, questa sinergia esiste già, dimostrando che complementarità e collaborazioni non solo sono possibili, ma contribuiscono al miglioramento del servizio reso alla comunità. L’ottico optome-trista e l’oftalmologo hanno in comune la tutela di un bene a noi tutti prezioso: la vista. È anche per questo motivo che la nostra professione può e deve svolgere un ruolo fondamentale anche in termini di prevenzione, naturalmente regolamentata da normative chiare e moderne. Molte volte è l’ottico optometrista il primo interlo-cutore cui si rivolge l’utente per il controllo della vista. Spesso quest’ultimo viene indirizzato dall’oftalmologo per un’ulteriore visita di approfondimento. Nel quoti-diano però l’operazione inversa è molto rara. Ritengo importante che su una base di rapporto paritetico anche l’oculista abbia il dovere di inviare l’utente dall’ottico optometrista. Questa visione più moderna di collabo-razione porterebbe sicuri vantaggi all’utente finale, in quanto vedrebbe ridursi di molto le attese per un control-lo visivo, le strutture sanitarie sarebbero meno ingolfate e, non meno importante, l’impatto socio economico per il Servizio Sanitario Nazionale si ridurrebbe drasticamente.Un’occasione di dibattito su queste tematiche sarà il pros-simo Congresso dell’Albo degli Ottici Optometristi, dal 12 al 14 maggio a Stresa, incentrato appunto sul confronto fra le due realtà professionali e le possibili sinergie per il potenziamento del benessere visivo. Sarà un momento libero e sganciato da ideologie preconcette: tutti noi dob-biamo essere artefici del nostro futuro professionale.

futuro in vista

Professionisti, cittadini, stato: la collaborazione tra ottico oPtometrista e oculista giova a tutti

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Andrea Rattaro,coordinamento Albo

degli Ottici Optometristi

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ffermare che il 2012 si è presen-tato nel peggiore dei modi è una banalità che, però, non ci si può esimere dall’enunciare visto il proseguirsi di eventi e notizie negative. Problemi di natura finanziaria, redditi in flessione e

consumi in calo: a fronte di tutto ciò, come si preparano le real-tà economiche e aggregative della filiera ottica ad affrontare questo scenario preoccupante? Come evolveranno i compor-tamenti e le strategie: in senso innovativo e verranno tentati cambi di rotta per esorcizzare il futuro o in senso conservativo e tutto rimarrà come prima, finché gli eventi non forzeranno il cambiamento?

L’industriaLa prima ventina di fornitori della distribuzione ottica sono in maggioranza multinazionali con posizioni di leadership in quasi tutti i paesi in cui operano, ma di questi i primi dieci forniscono il 90% del giro d’affari. L’industria dell’occhialeria italiana ha il monopolio mondia-le dei prodotti di fascia alta, ma se le cinque grandi hanno difeso con successo la propria leadership, il settore e il distretto del bellunese in particolare hanno lasciato sul terreno, sotto l’attacco delle produzioni dell’estremo Oriente e la delocaliz-zazione di parte della produzione dei grandi italiani, una fetta

importante delle aziende e degli occupati; inoltre una delle aziende storiche, Safilo, è passata di mano finendo in quelle del gruppo Hal Investments, presente in Italia con l’insegna Avanzi.Le vendite in valore di occhiali da sole e montature non sono mai tornate sopra i livelli del 2008 che, peraltro, è stato l’anno in cui le difficoltà si sono manifestate. Il calo si è concentrato tutto sui prodotti italiani, mentre i prodotti d'importazione hanno registrato incrementi importanti. Il dato più vistoso di questo andamento è la flessione del valore medio degli occhiali venduti.Le cinque multinazionali dell’occhialeria, come fanno tutte le aziende globalizzate, hanno recuperato con lo sviluppo nei paesi emergenti quello che hanno perso in Europa, negli Stati

Strategie e mercato

coLPo D’occHio SULL’otticaCome si presentano oggi l’assetto strutturale e i principali problemi degli attori

che operano lungo la filiera

Adi Danilo Fatelli

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Uniti e in Italia. I loro risultati di vendita e di bilancio, anche se con qualche scricchiolio, sono tutti di segno positivo, quindi le loro strategie sono più rivolte alla competizione mondiale che non a investire per sostenere le vendite in Italia e nel vecchio continente.Le industrie dei prodotti di contattologia hanno in comune con quelle dell’occhiale-ria il livello di concentrazione e l’interna-zionalità, mentre l’andamento del mercato registra ormai da anni il segno positivo. Come è stato più volte sottolineato innova-zione (lenti giornaliere e materiali) e strate-gia di marketing hanno incrociato un nuovo modo di correggere la vista, che consiste in più promiscuità tra lenti a contatto e occhia-li. I brand delle tre industrie leader vivono di domanda spontanea da parte dei consuma-tori e questo rende rigidi i loro rapporti con la distribuzione, che recupera parzialmente autonomia con il buon successo dei prodotti a marchio.Il mercato delle lenti oftalmiche, nonostante la presenza di quattro multinazionali e delle loro derivazioni, è molto più fra-zionato e non dispone degli atout delle lenti a contatto. Le lenti oftalmiche nella percezione del consumatore sono prodotti di servizio sulla cui scelta è determinante l’intervento dell’otti-co. I miglioramenti tecnologici delle lenti in generale e delle progressive in particolare non sono vissuti dal consumatore come componenti decisive della correzione della visione. Nella commercializzazione delle lenti oftalmiche svolge un ruolo importante il servizio di montaggio che viene esplicato da specialisti-grossisti che operano sia per conto della produzione sia proprio, sostituendosi al rapporto diretto tra produttore-brand e distribuzione. La tecnologia gioca un ruolo importante

nell’utilizzo nelle lenti da parte della distribuzione ottica, che ha tratto molti vantaggi dai sistemi di tele bisellatura.

La distribuzione La rete dei punti di vendita ottici specializzati ha seguito un percorso verso la modernizzazione del tutto originale. Infatti, nel tempo, i suoi caratteri strutturali sono rimasti fondamen-talmente invariati, caratterizzati da una modesta presenza di catene succursaliste, una ridotta presenza di insegne del commercio integrato e una vasta adesione dei commercian-ti indipendenti a strutture di commercio all’ingrosso e di intermediazione commerciale. Il deficit strutturalmente più importante del sistema è la mancata copertura della logistica la cui funzione è ancora oggi sostanzialmente svolta da e per conto dell’industria.La massa di punti di vendita che fa parte di queste organiz-zazioni è solo parzialmente legata da rapporti di franchising o contrattuali vincolanti e, di conseguenza, non esprime una presenza organica né in termini di insegne né di politi-che commerciali. Oggetto principale dei rapporti sono le condizioni di acquisto e un pacchetto generico di servizi, tra cui il più significativo è quello dei prodotti a marchio nella contattologia.La componente che in tutti i settori ha conteso alle insegne suc-cursaliste il controllo del mercato, cioè l’associazionismo nelle sue diverse forme e integrazioni, è presente solo con il caso Optocoop Italia-Oxo. Conseguenza di questa particolare configurazione della distribuzione ottica è la normalizzazione dei punti di vendita e la conseguente assenza di formule distributive innovative e di una vera competizione orizzontale, che ha prodotto una sostanziale conservazione del parco dei punti di vendita negli ultimi vent’anni.L’innovazione distributiva è stata rappresentata dalle grandi

Strategie e mercato

In queste pagine, scatti da Mido 2011. La fiera di Milano, in programma quest’anno dall’11 al 13 marzo, è il più significativo esempio di incontro tra industria e distribuzione ottica, su scala mondiale. La prima ventina di fornitori, infatti, sono in maggioranza multinazionali con posizioni di leadership in quasi tutti i paesi in cui operano, ma di questi i primi dieci forniscono il 90% del giro d’affari

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superfici ottiche, presenti soprattutto nei centri commerciali e dalla catena di discount Nau!, che ha dato un’interpretazione particolare al concept.

Le relazioni industria-distribuzioneCaratteristica propria della filiera ottica è il forte contrasto fra la struttura delle industrie fornitrici, fortemente concentrata su poche imprese multinazionali la cui concentrazione è andata aumentando negli ultimi 20 anni, e un sistema distribu-tivo frazionato e mercantilistico rivolto più al dialogo con l’industria, da cui deriva il grosso dei profitti (sconti di fine anno, rifat-turazione, ecc), che con il consumatore.In sostanza l’approccio dell’industria nei confronti della distribuzione è quello tipico fornitore-cliente dei mercati premoderniz-zati, anziché quello dei mercati evoluti ba-sato sulla partnership nelle infrastrutture e sulla competizione verso il consumatore.

Gli organismi di rappresentanzaLa rappresentanza delle industrie del setto-re è affidata all’Anfao (occhiali e lenti oftal-miche) e all’Assottica (lenti a contatto), che coprono tutto l’arco delle merceologie del settore e gran parte delle imprese, mentre le altre categorie (laboratori di montaggio, importatori, operatori della logistica, ecc) che intervengono lungo la filiera non hanno una loro rappresentanza di tipo associati-vo sindacale. Viceversa nell’ambito della distribuzione gli organismi di rappresen-tanza associativo-sindacali sono numerosi,

ancorché scarsamente incisivi e privi sostanzialmente di deleghe dal mondo dell’imprenditoria del settore. Altro elemento carat-teristico dell’ottica è la commistione fra la professione e il ruolo imprenditoriale o di collaboratore della distribuzione: questo ambito è coperto in modo importante da Federottica, che si batte da anni per l’aggiornamento verso una diversa figura del profilo professionale, quella dell’ottico-optometrista.L’insieme delle realtà che abbiamo descritto sinteticamente detie-ne da anni il grosso della commercializzazione dei prodotti ottici con risultati economicamente soddisfacenti sia per i distributori sia per l’industria. Tutto questo è stato vero fino alla metà dello scorso decennio, quando alcune certezze sono venute meno, quali il costante successo delle griffe e l’assenza di competizione fra distributori. Da allora i risultati sono stati sempre più deludenti e incerti.Considerando quanto ci aspetta nel prossimo futuro la domanda che poniamo è se questo mondo è in grado di farvi fronte.

I dati riportati nel servizio e nelle relative tabelle sono stati raccolti da fonti diverse non allineate e si fermano alla metà

del 2011. Invitiamo, dunque, gli enti citati, le imprese e le associazioni di segnalarci i dati ed eventuali novità di ragioni

sociali o altro aggiornati al 31 dicembre 2011, così da pubbli-carli in uno dei prossimi numeri della rivista, n.d.a.

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MARKETING E GESTIONE

alla letteratura di marketing sono derivati, nel tempo, una serie di concetti le cui definizio-ni sono entrate nel linguaggio corrente. Uno dei più diffusi è il

“marketing mix“, che individua l’insieme delle compo-nenti o leve di marketing che compongono una deter-minata attività di business. Quando si tratta di analisi che riguardano il marketing retail e quindi i punti di vendita, nelle elencazioni di queste componenti figura sempre al primo posto, insieme al price positioning, gli assortimenti, la promotion, ecc, la location, termine con il quale si definisce l’ubicazione di un punto di vendita.Chi ha esperienza diretta dei problemi connessi all’apertura e alla gestione dei punti di vendita sa che è più probabile che vada bene un negozio gestito così così, in una location di pregio, piuttosto che un negozio ben gestito, collocato nella location sbagliata. Da ciò deriva la necessità di stimare il potenziale del bacino di utenza di un nuovo punto di vendita o di ve-rificare l’efficacia della location di un punto di vendita

già aperto, ma che non riesce a sviluppare il proprio giro di affari.

La scelta della locationI punti di vendita possono essere ubicati in qualunque strada, piazza, galleria o ambiente aperto al pubblico in cui la legge lo consenta, ma la tipologia delle ubi-cazioni è molto articolata e dalle loro caratteristiche, in ordine al traffico di persone che vi transitano, deriva la loro efficacia e il loro valore locativo, cioè il costo degli affitti. Gli elementi che definiscono la qualità commerciale delle ubicazioni sono numerosi, ma principalmente derivano, facendo riferimento a un negozio specializ-zato come quello di ottica di piccole o medie dimensio-ni (60-120 mq), da:•ubicazione in strade di centro città, semiperiferia,

periferia, residenziali, ecc.•ubicazioni in strutture commerciali dedicate, quali

mercati coperti, centri commerciali, ecc.•ubicazioni all’interno o in prossimità dei grandi

Ddi Ario Terzi

Attraverso il suo bacino di utenza naturale la location deve attrarre una quantità di clienti tale da generare un volume di giro d ’affari sufficiente a rendere positivo il saldo costi-ricavi della gestione : è il criterio fondamentale per la scelta

DIMMI DOVE STA IL TUO NEGOZIO E TI DIRò COME VA: LA LOCATION

Sui risultati dei punti di vendita l’ubicazione gioca un ruolo fondamentale che viene spesso sottovalutato e che può rendere vani gli sforzi dell’imprenditore

nel tentativo di valorizzarlo

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MARKETING E GESTIONE

generatori di traffico, come sono le grandi stazioni, gli aeroporti internazionali, gli ospedali, le scuole, le fermate di tram, bus e metrò, ecc.

Il valore delle diverse tipologie di ubicazione trova dei correttori nella presenza nella location di:•barriere di traffico automobilistico o pedonali, quali

grandi strade di traffico automobilistico a più corsie, linee ferroviarie o tramviarie che impediscano o ren-dano difficile il trasferimento da uno all’altro dei due lati di una strada, zone pedonalizzate, ecc.

• limiti o autorizzazioni alla effettuazione di orari e aperture prolungate

•disponibilità di parcheggi •collegamenti dei servizi pubblici, bus, tram, metrò,

ecc.In definitiva ciò che conta è che la location attrag-ga “naturalmente” (bacino di utenza naturale) una quantità di clienti tale da generare un volume di giro d’affari sufficiente a rendere positivo il saldo costi-ricavi della gestione. Gli investimenti in promozione o pubblicità debbono servire a sviluppare il bacino di utenza (bacino di utenza captivo) e conseguentemente il giro d’affari e a proteggerlo dalla concorrenza, non a promuovere la location.

Il valore della locationQuando si apre un nuovo negozio, per poter compiere la valutazione preventiva della sua rimuneratività si dovrebbe sempre fare un’analisi del potenziale del suo bacino di utenza, cosa che accade di rado nel com-mercio tradizionale in cui ci si affida al fiuto dell’im-prenditore nella scelta dell’ubicazione. Per i grandi distributori la ricerca del potenziale è una procedura abituale che prevede poche eccezioni, per ragioni di

immagine, che riguardano esclusivamente i flagship store. Prima di investire risorse economiche nel rifa-cimento o in progetti di comunicazione di un punto di vendita attivo da qualche anno, sarebbe opportuno verificare se il bacino di utenza in cui opera ha esau-rito il suo potenziale di crescita. In questo caso non conviene investire risorse, a meno che non esistano possibilità di sviluppo da valutare in funzione delle risorse economiche disponibili e dei risultati attesi. Nel calcolo del potenziale, si somma il numero di per-sone che transitano o sono presenti nella via scelta per collocare un punto di vendita alle persone residenti entro un raggio di percorrenza, a piedi, dal punto di vendita di massimo 5-10 minuti, a seconda della densi-tà commerciale e abitativa.Una volta definito il numero di persone presenti a vario titolo nella location è possibile definire il valore complessivo dei consumi dei prodotti core business del punto di vendita e valutare la penetrazione che questo pensa di potervi ottenere.La stima così ottenuta va poi corretta in base ad alcuni elementi quali:• la quota del giro d’affari acquisita dalla concorrenza

diretta nel bacino• la quota del giro d’affari che si trasferisce in realtà

concorrenziali fuori dal bacino, come ad esempio centri commerciali presenti lungo lo stesso asse via-rio sul quale insiste il punto di vendita in esame

• la quota del giro d’affari acquisita da concorrenti non diretti (ingrosso, grandi magazzini, ecc.) o da ca-nali alternativi quali l’e-commerce, nonché natural-mente dal dato macro dell’andamento dei consumi in generale e quelli dell’ottica in particolare.corretta della location, quando si decide di avviare un

nuovo punto vendita

INDIVIDUAZIONE GENERICA DI UN BACINO DI UTENZA COMMERCIALE DEFINITO DA ISOCRONE DI PERCORRENZA DI 12/13 MINUTI

A PIEDI (900/1000 METRI) I punti rossi sono i centri ottici

QUADRANTE 1 ALTà COMMERCIALEQUADRANTE 2 MEDIA DENSITà COMMERCIALE

QUADRANTE 3-4 ZONE RESIDENZIALI

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MARKETING E GESTIONE

Il calcolo del potenziale Tutte le ricerche di marketing partono dalla raccolta del-le informazioni quantitative sui fenomeni oggetto della ricerca. Per fornire dati sui singoli settori che compongo-no la commercializzazione dei beni di largo consumo, sono attivi Istituti di ricerca internazionali e centinaia di studi e società di ricerca; nel mercato dei prodotti ottici questa funzione è svolta da GfK.Le ricerche fatte per conto dei grandi insediamenti com-merciali comportano l’acquisizione di dati non sempre facili da reperire ed elaborazioni complesse e costose giustificate dal fatto che, se si investono 70-80 milioni di euro per realizzare un piccolo centro commerciale di GLA (superficie lorda affittabile) di 50.000 mq, gli errori di valutazione si pagano cari, ma in scala ridotta la stes-sa cosa si può dire per un centro ottico.In concreto come si può fare per verificare il potenziale di un nuovo punto di vendita o quello residuale di un bacino di utenza in cui si opera da tempo?Il singolo ottico, se ha attivato uno dei programmi di gestione che usa il settore, ha una fonte di informazioni formidabile, l’anagrafica dei clienti che gli memorizza i loro difetti visivi ma anche la frequenza e il valore degli acquisti, l’età e l’indirizzo da dove provengono. Racco-gliendo questi dati si può definire il perimetro del bacino di utenza del negozio, le caratteristiche socio econo-miche principali della sua clientela, quante persone o ametropi ci risiedono e qual è il loro potenziale di spesa in prodotti e servizi ottici.

Come detto, dal valore complessivo dei consumi del bacino va detratto il valore di quelli di competenza della concorrenza diretta o delle altre forme di concorrenza che abbiamo descritto.Per farlo occorre effettuare un panorama della concor-renza presente nell’ambito del bacino e tenere presenti alcuni dati, quali il numero di persone che compongono l’organico del punto vendita, la superficie stimata (che in genere si deriva dal numero di vetrine e di porte di cui dispone) e, infine, dal tipo di politica commerciale che esercita, rilevabile dalle attività visibili in vetrina e dalle informazioni che volentieri la forza vendita dell’in-dustria, che ha in mano il polso della sua clientela, è disponibile a fornire.Questi calcoli sono facilitati dalla conoscenza (acquisi-bile) dei parametri delle principali voci di costo e ricavo. Compattando queste informazioni è possibile stabilire un quadro abbastanza preciso di quelle che sono le op-portunità di ulteriore sviluppo del punto di vendita o se questo ha esaurito il suo ciclo vitale ed è bene pensare a un suo trasferimento o magari chiusura; tenendo pre-sente che nulla è eterno e che l’ottica, per sua fortuna, è una delle attività commerciali al più basso tasso di rotazione, ma che comunque anche nell’ottica esiste un ciclo vitale dei negozi.

CLASSIFICA DELLE LOCATION VALORE LOCATIVO

Vie dello shopping di Centro Città 100

Vie pedonali dello shopping 90

Vie commerciali del semicentro 60

Vie commerciali della periferia 30

Vie di aree urbane residenziali 20

Zone commerciali organizzate (mercati coperti ecc) 60

Centro commerciale urbano 120

Centro commerciale extra urbano 80

Parco commerciale 70

Aree commerciali dei grandi attrattori (stazioni, aeroporti ecc.) 120

È il titolo del corso presente sul portale di questa testata, in cui sono presentati due dei sette capitoli di cui è composto, fruibile da tutti gli utenti registrati a b2eyes.com. Spiega le modalità per analizzare, valutare e, quindi, scegliere la location più adatta per avviare un centro ottico o per valorizzarlo al meglio. Se il servizio di queste pagine è il primo del nuovo percorso di marketing e gestione del punto vendita che accompagnerà i lettori di b2eyes magazine lungo il 2012, su b2eyes.com, nella sezione B2Learn, l’utente registrato può fruire gratuitamente di un trailer dei percorsi di formazione collegati. Su B2Learn saranno quindi presenti pillole dei corsi, realizzati in collaborazione con la Zaccagnini Business School, sulle singole tematiche, all’interno del percorso di Marketing e Gestione d’impresa, ed eventualmente acquistabili i pacchetti completi di formazione a distanza.

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attualità

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iamo fiduciosi che sia gli otti-ci italiani sia quelli stranieri apprezzino il cambiamento». Date, giorni, espositori, iniziative:

abbiamo chiesto a Cirillo Marcolin, presidente di Mido e Anfao, di analizzare le numerose novità della prossi-ma edizione del salone milanese.

Alcune aziende di lenti oftalmiche hanno deciso quest’anno di non esporre a Mido: quanto inciderà questa defezione sulle visite degli ottici italiani, che avevano in questo padiglione un punto di riferimento? Il periodo economico che stiamo vivendo sembra ave-re un'unica parola chiave: sacrifici. Quelli che l’Euro-pa chiede all’Italia e il governo italiano ai suoi cittadi-ni. È una premessa necessaria per capire il contesto in cui ci stiamo muovendo. La scelta di rinunciare a Mido ritengo che sia indipendente dal valore intrinseco della fiera. L’attuale situazione impone delle scelte di strategia e spinge, dunque, le aziende a razionalizza-re le spese di promozione del proprio business. Sono però dell’idea che tali defezioni non incideranno sulle visite degli ottici italiani.

Mido ha in programma iniziative collaterali per ovviare a queste assenze e per venire incontro alla domanda di formazione degli ottici?La fiera non si studia per “ovviare” alle assenze. È come organizzare una cena pensando a chi non viene. Il nostro salone, al contrario, è plasmato sulle esigenze di chi espone e di chi viene a trovarci, è pensata per “rispondere“ a delle esigenze, è attenta ai suoi interlocutori di riferimento e si interfaccia costan-temente con il mondo degli ottici e degli oculisti. E questo mondo chiede respiro internazionale, fruibilità immediata, attenzione alle novità e ai mercati di nic-

chia, momenti di approfondimento e servizi dedicati. Ed è per assecondare queste richieste che quest’an-no è stato creato, all’interno del padiglione 22, uno spazio congressuale per incontri su tematiche legate all’ottica italiana e un’area d’accoglienza (OttiClub) loro riservata. Sempre quest’anno è nato anche “Easy Mido”: in collaborazione con le più importanti associa-zioni di categoria, Mido sta organizzando trasferimenti gratuiti per tutti gli operatori italiani e gli studenti di ottica e optometria che vogliono visitare il salone. Un’iniziativa appena promossa e che sta già racco-gliendo molte adesioni da diverse regioni in Italia.

Molte fiere o congressi oggi, alla luce della congiuntura negativa, hanno deciso per la cadenza biennale: si tratta di un’ipo-tesi presa in considerazione anche da Mido per il futuro?Alla sua provocazione rispondo con un’altra: perché non farla in-vece due volte l’anno? Perché non presentare gli occhiali da vista in un’edizione e il sole in un’al-tra o a maggio? Tutto è possibile. In fondo la moda si “spezzetta” in più appuntamenti l’anno per presen-tare le collezioni primavera-estate e autunno-inverno. Perché non anche l’occhiale? Al di là della mera provoca-zione, penso davvero

Quest’anno sarà un Mido più… easy

di Angelo Magri

SInsieme allo spazio congressuale OttiClub, l’iniziativa di organizzare trasferimenti

gratuiti per gli operatori italiani e gli studenti di ottica e optometria è una delle novità offerte dal salone, in programma dall’11 al 13 marzo a Milano

Cirillo Marcolin, presidente di Mido e Anfao

gliendo molte adesioni da diverse regioni in Italia.

Molte fiere o congressi oggi, alla luce della congiuntura negativa, hanno deciso per la cadenza biennale: si tratta di un’ipo-tesi presa in considerazione anche da Mido per il futuro?Alla sua provocazione rispondo con un’altra: perché non farla in-vece due volte l’anno? Perché non presentare gli occhiali da vista in un’edizione e il sole in un’al-tra o a maggio? Tutto è possibile. In fondo la moda si “spezzetta” in più appuntamenti l’anno per presen-tare le collezioni primavera-estate e autunno-inverno. Perché non anche l’occhiale? Al di là della mera provoca-

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attualità

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che non si possa escludere nulla. Mido è una fiera di-namica, che non ha paura dei cambiamenti. Una fiera che si confronta con i suoi interlocutori, fa domande e soprattutto ascolta le risposte e cerca di soddisfare le richieste: negli ultimi 5 anni ci siamo spostati da Fieramilanocity a Rho-Pero, da maggio a marzo, da 4 a 3 giorni e quest’anno dal weekend ai giorni feriali. Questo non perché non si trovi la formula esatta, ma perché cerchiamo di interpretare le mutate esigen-ze. Ritengo che il nostro settore e il mercato a esso connesso abbiano caratteristiche tali e un’evoluzione così rapida in termini di sviluppo tecnologico oltre che di moda, da rendere pressoché necessario un aggior-namento annuale. Non sottovalutiamo la componente fashion dell’accessorio. È pur vero che l’occhiale non ha stagioni, ma “accompagna” la moda nel corso dell’anno solare, ne segue i mood e le tendenze più forti. Presentare le collezioni eyewear ogni due anni vorrebbe dire essere costantemente in ritardo sulla tabella di marcia, non solo strettamente in termini di moda, ma anche di business.

Quest’anno Mido non sarà in concomitan-za con le altre fiere dell’accessorio moda: questo potrebbe essere uno stimolo in meno per spingere gli ottici, soprattutto esteri, a visitare la fiera? Quale altre attrattive pro-pone Mido “extra fiera”, che coinvolgano ad esempio la città di Milano?Tre anni fa, nel 2009, abbiamo deciso di “fare siste-ma” con le altre fiere milanesi per offrire un punto di riferimento strategico per i buyer del settore moda e ci siamo posizionati a marzo creando un treno di appun-tamenti con le altre fiere dell’accessorio (Micam, Mipel e Mifur) con l’obiettivo di offrire anche un’agenda più compatta legata al fashion system. Quest’anno, per esigenze logistiche e strategiche, queste fiere ci precedono di qualche giorno, viene così meno la concentrazione temporale. Penso che questo non inciderà sulla partecipazione degli ottici: si tratta di una categoria ben specifica, strettamente interessata al settore e legata a doppio filo al mondo dell’occhiale nella sua interezza (dalla componente moda a quella salute, passando per macchinari e aggiornamento professionale). La contemporaneità con le altre fiere rappresentava certamente un plus, ma non la condi-zione “sine qua non” per la partecipazione alla fiera.

Per rendere il salone ancora più appetibile stiamo organizzando importanti iniziative “extra fiera”. L’occhiale non è solo moda, l’occhiale è anche salute e protezione. Facendo leva su questo binomio nella conferenza stampa d'inaugurazione della fiera, l’8 marzo, presenteremo alcune iniziative di prevenzione per sensibilizzare l’opinione pubblica, sul bene vista e sull’importanza di controlli mirati, che coinvolgeranno la città di Milano.

Cresce l’interesse delle aziende per Mido Design Lab: perché un ottico dovrebbe veni-re a visitare questo padiglione, che rimane una nicchia nel business del centro ottico?Attenzione alle novità e ai mercati di nicchia è, infatti, una delle esigenze espresse dagli ottici con cui ci sia-mo confrontati. Oggi il consumatore cerca sia l’occhia-le griffato sia quello di design. Oggi piacciono anche i prodotti “speciali” e le limited edition. E Mido Design Lab, senza ombra di dubbio, offre una panoramica completa su tutto ciò che c’è di nuovo, sperimentale, speciale, unico e all’avanguardia in termine di forme, materiali, colori. Solo in fiera si possono toccare con mano i prodotti e confrontarsi con chi questi accessori li crea, solo tra gli stand di Mido Design Lab si pos-sono conoscere le novità, libere dai condizionamenti dei grandi numeri e quindi che possono osare e sono espressione di una creatività “poliglotta”. Un ottico che non visita questo padiglione avrà una visione “ridotta” del mondo dell’occhiale.

Quali sono i primi riscontri in vostro posses-so sull’interesse degli ottici a visitare Mido domenica 11 e lunedì 12 marzo, giorni tradi-zionalmente di chiusura dei negozi?Mi auguro che siano positivi. D’altronde la scelta di cambiare date è maturata, oltre che per la sovrappo-sizione con un’altra fiera quadriennale, proprio per rispondere alle richieste, da una parte, di molti buyer stranieri di concentrare le visite in fiera durante la settimana lavorativa, pur conservando la possibilità di potervisi recare anche in parte del weekend; dall’altra per favorire le visite degli ottici italiani e di quelli dei paesi limitrofi durante le giornate che normalmente non dedicano alle loro attività di vendita, in partico-lare, in questo caso, la domenica e il lunedì consueti giorni di chiusura dei negozi in molte città.

Cirillo Marcolin, presidente di Mido e Anfao

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attualità

Il titolo della quinta convention di OMC, che alla fine di gennaio ha celebrato

a Roma la collaborazione tra i due gruppi, riassume gli obiettivi dell’operazione

stata la convention della svolta. Così l’ha definita il presidente

di Optical Master Club, Vito Domenico De Martino, parlando al centinaio tra ottici iscritti al club e colla-boratori delle due strutture, presenti il 29 e 30 gennaio all’Hotel Aldrovandi Palace di Roma. «In questi anni il nostro Club è andato sempre a progredire e crescere, così che ora è giunto il momento dell'alleanza con la

più grande centrale italiana e una delle più grandi d'Europa», ha detto De Martino. Gli ha fatto eco Sergio Colesanti, che ha ribadito la portata strategica della partnership. «Alleanza signi-fica che nulla può cambiare nel sistema distributivo se non mettiamo in atto un rafforzamento della rete vendita, della redditività, degli strumenti di marketing e di comunicazione», ha sottolineato il responsabile

è

di Angelo Magri

Vision Group e optical Master club:l’alleanza per il futuro

Da sinistra: Marco Procacciante, Vito Domenico De Martino e Sergio Colesanti; nel riquadro: De Martino con Gianni Cesana,

presidente di Vision Group

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commerciale di OMC. A sua volta Marco Procaccian-te, amministratore delegato di Vision Group, che con questa operazione passa da una penetrazione media sul territorio italiano di poco più del 14% al 16%, ha ricordato che «Vision Group vuole creare un sistema ottico-gruppo per ridurre il peso dei concorrenti, avvi-cinare i fornitori e soddisfare i clienti».A legittimare la strategia che ha portato a questa part-nership e gli obiettivi che essa persegue ci ha pensato Sandro Castaldo, responsabile dell’area marketing di Sda Bocconi. «Oggi bisogna fare rete tra reti di ottici – ha detto Castaldo, nel suo intervento alla convention romana - Sviluppare una massa critica risulta fonda-mentale per essere competitivi sul mercato: o lo si fa aprendo nuovi punti vendita o creando un network tra centri ottici. Per raggiungere questo obiettivo bisogna tenere conto di alcuni fattori. Innanzitutto il contesto ambientale che sta cambiando: la liberalizzazione dei canali di vendita, la competizione globale e trasver-sale, un cliente poliedrico ed esigente che insieme ai prodotti cerca anche i servizi commerciali, sui quali,

in particolare, verte oggi la competizione. Poi si sta intensificando la pressione sul valore: l’età dell’oro dei margini è certamente terminata, ma il valore rimane soprattutto al livello della distribuzione nella filiera dell’ottica. Quindi vanno studiate nuove strategie per innovare, con pari orientamento all'efficienza e al valore aggiunto: il cliente, infatti, valuta il fornitore sul valore da lui percepito, che è il risultato tra il valore d’uso e i costi d’acquisizione».Il docente milanese ha ricordato, inoltre, come le alle-anze nel retailing siano strategiche anche nel settore dell'ottica. «Un esempio di successo è Conad - ha detto Castaldo - Inoltre, quanto più si crea valore sul cliente, investendo nella gestione del punto vendita o valoriz-zando le private label, tanto più si può negoziare con l'industria a condizioni migliori». Alla convention di Roma è intervenuto anche il management di Vision Group, che ha illustrato agli ottici presenti le strategie e le principali novità in fatto di servizi commerciali, marketing, qualità, formazione e collaborazione con l’area medica.

attualità

Sandro Castaldo, responsabile area marketing di Sda Bocconi

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ATTUALITà

Il centro ottico di Roma, che l’anno scorso ha celebrato i 60 anni di attività, sopperisce all’assenza di vetrine con una risorsa dedicata alla cura

e allo sviluppo della clientela

ia del Viminale, cuore di Roma: non ci sono vetrine con l’in-segna, ad ec-

cezione di un piccolo punto luce dedicato esclusivamente agli oc-chiali da sole. Ma la forza dell’Isti-tuto Ottico Fios, tre generazioni di professionisti della visione e 60 anni di presenza nella capitale,

sta un piano più su, negli eleganti e funzionali spazi, ambulatori e sale riservate ai clienti. «Abbiamo deciso di ottemperare all’assenza di vetrine su strada investendo in una figura interna specializzata nel marketing e nella comuni-cazione – spiega Alessandro Roncaccia, che ha ereditato la guida del centro ottico dal padre Giorgio, dopo che questi, a sua

volta, aveva raccolto il testimone da Mario Roncaccia, che lo avviò nel dopoguerra – Il primo obietti-vo di questa figura professionale è la fidelizzazione della clientela: lavoriamo con un ampio pacchet-to di utenti, l’80% già fidelizzato, attraverso telefonate, eventi come quello del maggio scorso per i 60 anni di attività, incontri presso la vicina ambasciata francese,

Vdi Angelo Magri

FIos, FIdeLIzzAre IL cLIenTe dALL’InTerno

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Il titolare, Alessandro Roncaccia, terza generazione di una famiglia romana di ottici

ATTUALITà

persino iniziative in locali come il Bagaglino. Per fare tutto ciò era necessaria una risorsa interna, che ci desse la possibilità di tra-sformare un limite, cioè la man-canza di mostrarci al pubblico con delle vetrine, in un’opportuni-tà per sentirci più vicini ai nostri clienti».Perché Fios ha deciso di puntare su una risorsa interna anziché su una società esterna o a tempo? «Un call center esterno non sareb-be stato in grado di rispondere alle nostre esigenze – sottolinea ancora Roncaccia – Già chi rico-pre questo incarico ha incontrato una serie di inevitabili difficoltà per entrare e capire il mondo dell’ottica e, in particolare, quello di Fios, figuriamoci cosa avrem-

mo fatto se avessimo dato un’at-tività del genere in outsourcing. La nostra responsabile marketing e comunicazione lavora a stretto contatto con me, quotidianamente mi sottopone idee e spunti per mi-gliorare il rapporto con la nostra clientela, che insieme valutiamo uno per uno. In questo modo riesco ad avere feed back diretti, nonché immediati, sulle iniziative in corso».La risorsa in questione è Ales-sandra Tucci, laureata in giuri-sprudenza, poi specializzatasi in marketing e comunicazione attraverso una serie di corsi. «Le mie esperienze professionali precedenti si sono svolte in ambiti molto diversi non solo dall’ottica, ma soprattutto da quello specifico

rappresentato da Fios, che non è un negozio nel senso tradizionale del termine, bensì un centro dove si coccola il cliente da quando entra a quando esce – spiega la giovane manager romana – L’obiettivo è la soddisfazione totale del cliente, per cui il mio primo compito è studiare formule sempre nuove per migliorarne il benessere visivo con i nostri strumenti, i nostri prodotti e la professionalità dei nostri collabo-ratori». Su quali aree si è mossa a partire dall’inizio dell’incarico e quali sono, invece, i prossimi obiettivi? «Ho lavorato molto sulle convenzioni, per far conoscere sempre di più, in tutta Roma, l’Istituto Ottico Fios – ricorda Ales-

Alessandra Tucci è la responsabile marketing e comunicazione di Fios

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ATTUALITà

sandra Tucci – Uno dei prossimi impegni, invece, è far diventare l’evento, uno strumento finora utilizzato una tantum, una sorta di appuntamento periodico con la nostra clientela, per valorizzare sempre di più l’identificazione tra l’utente e il centro. Voglio, inoltre, studiare nuove tecniche per offrire i servizi che oggi chiede il consu-matore finale: un campo d’azione sarà, soprattutto, quello dei social media, così da raggiungere più in profondità l’ampio bacino di provenienza dei nostri clienti, che

arrivano non soltanto dalla capi-tale, ma un po’ da tutta Italia».Nella sua attività quotidiana presso Fios, in questi due anni di collaborazione la responsabile marketing e comunicazione ha in-contrato centinaia di persone. Con molte di loro ha stretto importanti rapporti di natura professionale e umana («A Luisa Redaelli di Vega, azienda che è stata partner dell’evento dei 60 anni, mi lega, ad esempio, una stima profonda») e sono scaturiti episodi anche curiosi. «Tempo fa contattai una

piattaforma web per promuovere il nostro istituto: il responsabile, mentre gli parlavo di Fios, si ricor-dò che era il centro ottico in cui, quando aveva appena quattro anni, i genitori lo avevano portato per risolvere un importante deficit visivo – racconta Alessandra – Qui gli venne applicato un paio di lenti a contatto che gli permise di trascorrere un’infanzia e poi un’adolescenza molto più sere-na e la sua gratitudine è emersa anche a distanza di tanti anni da quella sua prima visita».

L'Istituto Ottico Fios è attivo da oltre 60 anni nel cuore di Roma, in via del Viminale.

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attualità

L’italiana Bludata, insieme a Cristallin, IPRO, Ocuco, Retail Planit e Temática, che forniscono programmi e applicazioni a più di 22 mila centri ottici,

ha fondato l’Optical Software Vendors Association

se i maggior i produt tor i euro-pei d i so luz ioni in format iche per o t t ic i op tometr i -

s t i hanno fondato l 'Opt ica l So f tware Vendors Assoc ia-t ion (OSVA) : l 'ob ie t t ivo è creare , promuovere e s tabi -

l i re s tandard IT comuni tar i per i l se t tore o t t ico s tabi l i e cos tantemente aggiornat i . «Abbiamo fondato l 'OSVA per creare s tandard comuni , che r ich iederebbero tem-pi mol to p iù lunghi se ogni membro del l 'assoc iaz ione lavorasse da so lo - ha com-

mentato Leo Mac Canna, amminis t ra tore delegato d i Ocuco - Per raggiungere ques to scopo, le esper ien-ze d i Regno Uni to , Francia , Spagna, I ta l ia , Danimarca, Norvegia , Svez ia , I s landa e Germania vengono r iepi -logate e condiv ise per dare

I

di Mario De Paola

Standard it: un pool di aziende europee per gli ottici

I promotori di OSVA: il terzo da sinistra è l’amministratore delegato di Bludata Informatica, Pierantonio Bovo; alla sua destra, Chiara Visentin, direttore marketing e vendite dell’azienda trevigiana

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or ig ine a sv i luppi comuni» . P ierantonio Bovo , ammini -s t ra tore delegato d i B ludata , e S téphane Hi l la i re t , nume-ro uno d i Cr is ta l l in , hanno r icordato che «poss iamo fare mol to , ma abbiamo biso-gno del suppor to degl i a l t r i a t tor i de l mercato» . Secondo

Rafael Ros (Temat ica) « le so luz ioni che i produt tor i d i so f tware forn iscono sono s t ra tegiche per l ' in tero mer-cato del l 'o t t i ca» .I l nuovo gruppo in t rapren-derà anche proget t i comu-ni d i r icerca e sv i luppo d i respi ro europeo e d is t r ibui -

rà prodot t i in format ic i . «La nos t ra in iz ia t iva è un 'o f fer ta agl i a l t r i operator i de l se t to -re : uni tev i a no i per cos t ru-i re in Europa un ' in f ras t ru t -tura del se t tore o t t ico p iù so l ida» , ha a f fermato Mar t in Himmelsbach, amminis t ra to-re de legato d i IPRO.

attualità

FOCuS… Su MIdO«Vogl iamo che gl i ot t ic i guardino Focus da un nuovo punto di v ista : i l programma non può più essere un archiv io passivo in cui s i custodiscono i dat i, ma deve diventare uno strumento che suppor ta quot idianamente l'organizzazione aziendale». Così Chiara Visent in, d iret tore market ing e vendite di Bludata In fomat ica, introduce i nuovi corsi in programma al Mido di marzo, nel lo stand del l ’ ’az ienda trevigiana. Viene così r ipetuta l ’esper ienza del l ’ediz ione 2011, che ha v isto un elevato numero di professionist i par tecipare al la sessione format iva appositamente studiata da Bludata. Quest ’anno i brevi corsi presso lo stand del la società d ’ in format ica saranno tenut i da Andrea Smaniot to. L’obiet t ivo è presentare e approfondire le nuove funzional ità del programma Focus 10, met tendo in evidenza le r i levant i innovazioni r ispet to al la versione precedente. «Lo scorso anno i cl ient i hanno premiato la nostra volontà di arr icchire di nuovi contenut i la presenza a Mido, par tecipando numerosi al le sessioni di formazione – sot tol inea Chiara Visent in - Sul la scor ta dei r isultat i ot tenut i in f iera e dei

feedback raccolt i t ramite quest ionar i, abbiamo organizzato, nel 2011, degl i incontr i d i formazione in cui Nadia Zuppardo ha presentato i l suo model lo organizzat ivo suppor tato da Focus. Così, anche per Mido 2012 , avant i tut ta con la formazione e lo scambio di esper ienze e idee per i l futuro». I l programma di formazione di Bludata non si l imiterà, comunque, al la f iera milanese. Una ser ie di corsi it inerant i sul la versione 10 di Focus è già prevista per i prossimi mesi, con diversi incontr i r iser vat i agl i ot t ic i che l ’az ienda veneta organizzerà in var ie zone d ’ Ital ia.

uno dei corsi per gli ottici tenuti presso lo stand di Bludata a Mido 2011

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Dall’ingresso nel mondo delle licenze, per stare al passo dei competitor italiani, fino all’accordo con Trussardi, primo brand made in Italy a scegliere un partner estero: in

mezzo quattro decenni che hanno rivoluzionato il mondo degli occhiali

enticinque anni non sono un lasso di tempo così lungo.

Ma venticinque anni della storia recente dell’ottica assomigliano,

in realtà, a un passaggio epocale. «Quello che ha contraddistinto anche la vita di Charmant, che avviò la propria filiale europea nel 1987 a Monaco di Baviera e che quest’anno festeggia, appun-to, i cinque lustri di attività - dice

Taketoshi Mizukami, presidente di Charmant Europe, nonché delle licenze su scala globale per il gruppo giapponese – Allora la filiera dell’ottica, dall’indu-stria fino al consumatore finale, passando attraverso la distribu-

V di Angelo Magri

Charmant europe: 25 anni, un’epoCa

1988 1988

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1988 1990

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zione, appariva molto più attenta alla qualità dei prodotti. Oggi, purtroppo, certi mercati, in parti-colare Germania, Francia, Regno Unito e Benelux, risultano invece più sensibili al prezzo». Inoltre, proprio sul finire degli anni ’80, è accaduto un fatto rivoluzionario per il settore. «Quando Charmant Europe iniziò la propria attività

i fashion brand non erano così importanti sul mercato – ricorda Mizukami – Poi Giorgio Armani firmò il primo accordo di licenza e il mondo dell’ottica non fu più lo stesso… I marchi italiani della moda incontrarono le aziende ita-liane produttrici di occhiali e tutti gli altri attori presenti sullo scena-rio dell’eyewear dovettero ade-

guarsi a questa nuova situazione. Compresa Charmant». Così, nel 1994, nasce la prima licenza per il gruppo giapponese, con Esprit. Da lì in poi arrivarono altre griffe di primaria importanza, alcune delle quali ancora nel portafoglio licen-ze del gruppo, da Puma a Lacoste, da Elle a Trussardi. «Ricordo che quando firmammo l’accordo con

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Esprit il nostro stato d’animo era diviso a metà: contenti di partire con una nuova avventura, ma al tempo stesso un po’ dispiaciuti di non poter continuare sulla vec-chia strada, quella del consolida-mento esclusivo delle linee con il marchio di proprietà - rivela il manager, giapponese di nascita ma europeo di adozione: arrivò,

infatti, in Germania nel 1990, dopo già un’esperienza di tre anni nella casa madre – La vecchia strada, tuttavia, rimane il riferimento cui ci ispiriamo per le nostre collezio-ni: un elevato livello di qualità nel prodotto e nel servizio, sia che si tratti di un occhiale firmato Char-mant sia riguardo ai modelli di tutti i brand in licenza». E nel 2010

l’azienda nipponica si è tolta una bella soddisfazione, chiudendo in qualche modo il cerchio aperto un paio di decenni prima. «Con la licenza Trussardi abbiamo inserito il primo brand italiano nel nostro portafoglio e, per la prima volta, un brand italiano ha scelto un gruppo estero come licenziatario negli occhiali», afferma Mizukami.

2002 2012

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1987È l’anno della costituzione di Charmant GmbH Europe e del lancio sul mercato europeo della prima collezione Charmant Titanium Perfection. Grazie all’alta tecnologia e a tecniche produttive avanzate, Charmant diventa sinonimo delle montature in titanio. La specializzazione nell’impiego del titanio le permette di collocarsi nel segmento di qualità superiore del mercato.

1990Segna il passaggio evolutivo dal Titanio Puro al Beta Titanio. Lo sviluppo di quest’ultimo materiale estremamente flessibile amplia il portafoglio clienti di Charmant. Le peculiarità del Beta Titanio si adattano alle lavorazioni più delicate permettendo più libertà creativa nel design.

1992Il grande successo e la crescente domanda del mercato richiedono la costruzione di un nuovo stabilimento e Charmant lo realizza in Cina. È l’anno dell’affermazione del brand e gli occhiali Charmant spopolano tra la clientela europea.

1995Il Gruppo lancia Esprit ed Elle, i primi marchi su licenza, e l’universo Charmant diventa protagonista nell’area lifestyle e fashion. 1997È l’anno della creazione del team europeo dedicato al “Design e Sviluppo” e responsabile anche dei marchi su licenza.

2004Lo stabilimento produttivo di Horikawa perfeziona una nuova tecnica di lavorazione. Con l’ausilio di artigiani specializzati nelle varie lavorazioni manuali della produzione, si raggiunge una qualità d’eccellenza.

Nello stesso anno Charmant sviluppa e costruisce un proprio stabilimento di produzione tecnologicamente all’avanguardia.

2007È l’anno dello sviluppo di un nuovo tipo di titanio, lo Z-Titanium, e del lancio della collezione Charmant Z. L’estrema plasmabilità del nuovo titanio permette di modellare nuove forme sofisticate dando nuovo impulso creativo al design delle montature. Charmant Z è l’ultima collezione di fascia alta del Gruppo e si distingue per la raffinatezza dei dettagli, la straordinaria perfezione del design, l’esclusivo livello innovativo, la tecnologia di prim’ordine e il comfort di una vestibilità eccellente. Puma Eyewear, un altro marchio su licenza, è introdotto sul mercato nello stesso anno. È un brand all’insegna di uno stile di vita sportivo e della massima allegria.

2009Il materiale tecnologicamente più avanzato proposto da Charmant è l’Excellence Titan. Una lega di titanio leggerissima con memoria di forma, estremamente flessibile e dalla calzata confortevole e funzionale. Excellence Titan fa il suo debutto nella collezione premium Line Art Charmant, una linea dall’elevato comfort che si distingue per il design e la creatività artigianale che si coniuga alla tecnologia funzionale più innovativa. La ricerca costante degli ingegneri di Charmant ha permesso di creare la prima lega in titanio che meglio si adatta alla produzione di montature d’occhiali e il Gruppo ne detiene l’esclusività.

2010Trussardi, la griffe Italiana del lusso, è l’ultimissimo marchio su licenza del Gruppo Charmant. La Maison Trussardi, espressione di ricercata raffinatezza e di stile cosmopolita e metropolitano, si contraddistingue per l’amore per i dettagli, l’eleganza discreta e i materiali pregiati.

2012Oggi Charmant Europe conta circa 200 addetti tra personale interno ed esterno e vende annualmente 1,5 milioni di montature.

«ogNi sguardo al passato è uN passo verso il futuro...»

amarCorD

la sede di Charmant europe nel 1987, anno della fondazione, a Monaco di Baviera

la sede attuale di Charmant europe

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N2 201238

Dal 2 gennaio, per effetto della manovra Monti, anche gli ottici non avranno più vincoli sulle aperture dei propri esercizi commerciali

a manovra finanziaria della scorsa estate – Dl 98 del 2011 – ha introdotto la liberalizzazione degli orari degli eser-cizi commerciali con entrata in vigore dal 2 gennaio 2012, prevedendo che i commercianti di tutta Italia possano

decidere autonomamente i propri giorni e orari di apertura e chiusura. Si tratta di una vera e propria rivoluzione, che deve però vedersela con i rallentamenti che potrebbero derivare dai tempi di adeguamento degli enti locali, fissati in 90 giorni dalla legge approvata dal governo di Monti.

Le novità introdotte dal Decreto MontiL’art. 35, comma 6 del D.L. 6 luglio 2011 n. 98 stabiliva che le attività commerciali e di somministrazione di alimenti e

bevande, localizzate nei comuni inclusi negli Elenchi regionali delle

località turistiche o città d’arte, erano in via speri-

mentale, esonerate dal rispetto degli orari

di apertura e di chiusura, dall'ob-

bligo della chiusura domenicale e festiva,

nonché dall’obbligo della mezza giornata di chiusura infra-settimanale dell'esercizio. Inoltre l’art. 35, comma 7 dello stes-so decreto legge prevedeva che “le Regioni e gli Enti Locali adeguano le proprie disposizioni legislative e regolamentari alla disposizione introdotta dal comma 6 entro la data del 1° gennaio 2012”. Il comma 4, dell'art. 6 del D.L. 13 agosto 2011, n. 138, ha in seguito modificato la disposizione sopra menzionata soppri-mendo le seguenti parole: "ubicato nei comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o città d'arte". Con questa modifica veniva estesa a tutti gli esercizi commerciali la liberalizzazione in ambito di orari e giorni di apertura degli esercizi commerciali, inizialmente prevista esclusivamente per le città d'arte e località turistiche. Tale variazione era però stata successivamente stralciata in sede di conversione in legge; l’iter del Decreto Monti l’ha in seguito recepita nuovamente, ripristinando il rispetto della concorrenza tra tutti gli esercizi commerciali, che si trovino sia in zone turistiche sia altrove.A oggi, quindi, le attività degli esercizi commerciali e della somministrazione di bevande e alimenti potranno essere svolte anche senza il rispetto: - degli orari di apertura e di chiusura; - dell'obbligo di chiusura domenicale e festiva; - dell'obbligo di chiusura della mezza giornata infrasettimanale.Ciò significa che ogni ottico può decidere autonomamente e liberamente quando e se abbassare la propria saracinesca e quali orari rispettare.

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Con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate è stato prorogato al 31 gennaio 2012 il termine per l’invio telematico della comunicazione delle operazioni relative all’esercizio d’imposta 2010, superiori a 25 mila euro al netto di Iva, per le quali è obbligatoria l’emissione di fattura. Resta

confermata, per ora, la data del 30 aprile 2012 per le operazioni relative all’anno 2011. L’obiettivo è dare più tempo per gli adeguamenti tecnologici e superare le difficoltà operative incontrate dai titolari di partita Iva. Fino al prossimo 1° marzo sarà, invece, possibile inviare, senza applicazione di sanzioni,

una comunicazione sostitutiva, previo annullamento della precedente.

NEWS DAL MERCATO

Vantaggi e svantaggi per i punti venditaSul fronte dei sì alla nuova norma, il governo evidenzia come la liberalizzazione degli orari rappresenti un fattore di stimolo alla concorrenza tra gli esercizi commerciali, che punterebbero in questo modo a fornire un servizio prolunga-to, adeguandosi alla realtà di numerose città italiane, le quali si riempiono tutto l’anno di turisti. Non è un caso che Roma l’abbia adottata subito.Un altro elemento da considerare è il fatto che il decreto non costringe ad aprire per più ore, ma semplicemente lo con-sente. Per cui, se il singolo dettagliante trovasse conveniente prolungare l’orario di apertura o modificarlo, potrebbe farlo; altrimenti l’orario rimarrebbe inalterato senza alcuna modi-fica rispetto al passato. D’altra parte, però, si può contestare il fatto che, per far fronte alla concorrenza, sarà automatico il prolungamento generalizzato dell’orario di apertura di tutte le attività commerciali.Tale allungamento delle ore lavorate permetterebbe inoltre di aumentare il fatturato, nonché di aumentare il numero di occupati. Ma è vero che aumentare l'orario di apertura degli esercizi commerciali ne fa incrementare anche gli utili? Si-curamente l'aumento dell'orario di apertura comporterà una crescita dei costi di gestione degli esercizi commerciali, quali il consumo di corrente elettrica e il riscaldamento.Gli orari liberalizzati sarebbero, inoltre, molto più convenienti per la grande distribuzione, che può permettersi di tenere sempre aperto grazie all’elevato numero di personale; risul-terebbero, invece, molto più difficili da applicare per i singoli esercenti. È anche vero che i centri commerciali già oggi

offrono la possibilità di comprare in qualsiasi giorno, rappre-sentando un elemento di svago, ad esempio, per i clienti della domenica: quindi, è già presente una forte concorrenza dei grossi punti vendita e, semmai, proprio la mancanza di liber-tà per i più piccoli rappresenta una restrizione ai loro danni.Dal punto di vista dei commercianti, però, si contesta come la nuova norma porti vantaggi soprattutto al consumatore, ma rischi di mettere in ginocchio i piccoli commercianti e gli esercizi a gestione familiare, che per reggere la concorrenza dei grandi centri commerciali sarebbero costretti a sostene-re maggiori spese per il personale o ad affrontare ritmi di lavoro insostenibili.

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È in corso un profondo cambiamento del modo di vivere e di pensare degli ultimi trent'anni, quando abbiamo sperimentato un’incosciente prosperità, un incontrollato sviluppo

del terziario, un continuo aumento di un tempo libero spesso banalizzato, disimpegnato e l’impoverimento della scolarizzazione

n casuale sincronica coincidenza con i cambiamenti in atto sul piano sociale ed economi-co sono mutate molte cose

anche sul piano della mia vita perso-nale. La mia casa ha cominciato a profumare di fiori, di caffè, di pane, di cucina fatta con amore: ha cominciato a profumare di vita, d’intimità, di calore. Sono tornata a vivere il valore delle cose autentiche e semplici, nel rapporto con le persone che amo e in aperta accoglienza dei miei amici. La situazione attuale della nostra società occidentale, evoluta e consumata, porterà inevitabili cambiamenti anche a livello privato per ciascuno di noi. Si attuerà in modo veloce un profondo cambiamento del modo di vivere e di pensare degli ultimi trent'anni, quando abbiamo sperimentato un’incosciente prosperità, un incontrollato sviluppo del terziario, un continuo aumento di

un tempo libero spesso banalizzato, disimpegnato e l’impoverimento della scolarizzazione. La nostra società si trova oggi a essere fragile, disunita, al punto che il sociologo Bauman la chiama “società liquida”. "Vita liquida", "Società liquida", “Moderni-tà liquida” sono espressioni create da Zygmunt Bauman1, per descrivere le caratteristiche del mondo in cui viviamo. La "vita liquida" è una vita nella quale sembra non ci siano punti fermi, tutto cambia molto velocemente, troppo velocemente: mentre stiamo imparando come affrontare una situazione, la realtà è già cambiata, la situazione è diversa e i nostri strumenti sono subito inade-

guati. Tutto si mescola, che noi vogliamo o no, e si presenta diverso da com’era l’attimo prima. Bauman sottolinea che non ci sono più riferi-

menti forti, capaci di rendere coeso il tessuto sociale. Si sono indebolite le Chiese, i partiti politici hanno perduto il rapporto con la gente, sono sparite le piazze dove le persone si fermavano a parlare, sostituite dagli

spettrali centri commerciali, dove le persone, come automi, si abbuffano di acquisti. Tutti i rapporti sono annebbia-ti da un’insidiosa sensazione di precarietà. Nella famiglia, dove troneggia il mezzo tecnologico, la televisione con tutti i suoi annessi e connessi; nella coppia, dove la

IL PROFUMO DELLA VITA

i

MEDITAzIOnI

di Luisa RedaelliCommunication consultant

Tutto cambia molto velocemente, troppo velocemente: mentre

stiamo imparando come affrontare una situazione, la realtà è già cambiata, la

situazione è diversa e i nostri strumenti sono

subito inadeguati

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MEDITAzIOnI

disponibilità alla comprensione, la stima della differenza, il piacere di crescere insieme sono stati sostituiti dal disimpegno, dalla noia, dalla superfi-cialità. L'educazione alla resistenza, la capacità di concentrazione, la dedizio-ne all’impegno svaniscono, per lasciar prevalere l'impulso immediato, non istintivo ma solo “facile”. Se tutto è incerto e provvisorio, gestire un legame affettivo di lunga durata diventa un’impresa. Questa società non insegna la pazienza, il sacrificio, la mediazione, lo sforzo costruttivo. Anche le amicizie richiedono costanza e impegno; in un momento come questo, avere degli amici diventa sempre più prezioso. Per quanto riguarda i prodotti, molte, tra le aziende più note, non si occupano più di produrre le merci, ma piuttosto le acquistano (spesso a prezzi più bassi possibile), e vi appongono il proprio marchio. Per Bauman: «È il sacchetto, col marchio bene in vista, a dare significato al prodotto acquistato. Il marchio di un prodotto non aggiunge valore a quel prodotto, ma è il valore del prodotto». Come diceva Hannah Arendt2: «L’oggetto culturale resiste al tempo»; e ancora: «Un oggetto è culturale, in quanto sopravvive a qualsiasi utilizzo abbia potuto presiede-re alla sua creazione». Ribadisco convinta che questo prossimo periodo, dal quale non c’è scampo per nessuno, potrebbe costringerci (finalmente) a cambiare attitudine. Parafrasando una frase di Pierre Bourdieu3, vorrei sottolineare che «colui che non com-prende il presente, non può pensare di

controllare il futuro». La nuova realtà che si configura esercita una spinta importantissima sulle nostre vite, sul nostro lavoro, sulla nostra creatività, sulla nostra esperienza quotidiana; e non potremo più reggere a questa pressione conservando le nostre abitudini “liquide”. Dovremo seriamen-te impegnarci a debellare la nostra assuefazione al pressappoco, “tanto è lo stesso”, l’abitudine a rinviare “tanto prima o poi è uguale”, la tendenza a complicare per confondere “tanto è sempre colpa di qualcun altro”. Riflettiamo sui nostri ritmi di lavoro e cerchiamo una frequenza consona, adeguata, armonica e attiva. Sarebbe indispensabile rinunciare alle burocra-zie pachidermiche (anche mentali di certe istituzioni ormai desuete), che paralizzano inutilmente molte professionalità. Determiniamoci a finirla con la scuola bonacciona e i docenti non appagati, ritornia-mo a riconoscere il valore dell’insegna-mento, della trasmissione del sapere, della cultura come fondamento della società civile. Le società forti, capaci di gettare il cuore oltre e superare le difficoltà, non sono liquide, sono solide, solidissi-me hanno idee chiare, determinazione, strategie, disciplina. Così come nei

rapporti umani, sentimentali o di lavoro che siano, si può pensare di costruire qualcosa di importante se si è chiari, se ci si impegna ad amare e rispettare, a conoscere e ad apprezzare. Guardarsi negli occhi per comprendersi. Essere veri per esistere. Le persone e le società liquide si lasciano trasportare dalle cor-renti e quando il fiume giunge al mare e il mare è tempestoso, ecco che il rischio d’annegare si fa reale. Resiste-remo, andremo oltre e conserveremo la nostra serenità, con la nostra prosperi-tà, solo se sapremo diventare anche noi solidi. E come? Non certo rinunciando alla nostra libertà, ma con una diversa sensibilità applicata, sulla quale tutti - a parole - siamo d'accordo, che consideriamo ovvia ma di cui abbiamo

sempre rimandato la concreta messa in pratica. Bene, ora è tempo! Dal punto di vista pratico e sociale, ci servono amministrazioni pubbliche snelle, un sistema giudiziario efficiente e rapido, un sistema fiscale realmente equo, un’informazione seria e coerente, una capacità d’educazio-

ne rigorosa, una scuola e un’università che producano altissime competenze. Occorre dare opportunità ai capaci, ai talentuosi, vogliamo riconoscere la qualità delle persone e delle professio-ni, sviluppare le competenze. Dobbiamo

Tutti continueremo ad acquistare, a cambiare

l’occhiale, a fare la spesa, a viaggiare, ma

lo faremo volentieri dove sentiremo

la condivisione di certi valori. Non ci

andremo più, invece, dove sentiremo puzza

di speculazione, di effimero, di banalità

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N2 201244

MEDITAzIOnI

Febbraio

Se ridi, o Febbraio piccino,col sole sia pure di un dì,é un riso che dura pochino,pochino, pochino così.Appena quel tanto che bastaa fare cantare le grondedell'acqua mutevole e castache lascia la neve che fonde.Ma basta quel primo turchino,quel po’ d' intravista speranzaa dare una nuova fragranzaal cuore e al destino.di R. Pezzani

Renzo Pezzani nato a Parma il 4 giugno 1898, aveva conseguito il diploma di maestro elementare e aveva vinto il concorso per l'insegnamento nelle scuole cittadine. Il suo primo libro di poesie in lingua, dal titolo "Artigli", suscitò subito viva attenzione per la freschezza delle pagine e l'intensa emotività che vi si sprigionava. Pezzani fondò quindi la rivista "Difesa artistica" e pochi anni dopo una crisi religiosa lo riportò verso il cristianesimo meditante.La nota più alta della sua vita spirituale e del suo amore per Parma resta comunque racchiusa in 3 volumi di poesia dialettale. Renzo Pezzani si è spento nel 1951. L'ultimo pensiero dedicato ai parmigiani l'aveva espresso nella collana di versetti offerti ai coristi della "Verdi", in occasione della prima esecuzione di "Inno a Parma", delle cui parole era autore, per la musica di Ildebrando Pizzetti.

Renzo Pezzani

creare una mobilitazione di coscienze, le quali possano attivarsi e lavorino insieme, senza nepotismi, senza giochi di potere. Tutti cerchiamo di fare meglio, di essere più generosi, di studiare di più, di creare di più. Di avere relazioni sane, affettuose, lineari. Lasciamo spazio alla serietà dei rapporti, nel pubblico, alla bellezza di amare e lasciarci amare nel privato. Non c’è più spazio per i chiacchieroni, i fannulloni, i ritardatari, i cinici, i furbetti e gli egoisti. Avere relazioni sane e solide ci sostiene nell’essere benevoli verso chi collabora con noi, per riconoscere i talenti e i contributi altrui, che ci arrivano, come doni preziosi. È bello darci il tempo di fare il pane con le mani, di mettere la torta nel forno, di sentire i profumi, di leggere e rileggere i versi di una poesia, lascian-doci permeare dalle sensazioni. Queste sono le atmosfere che definiscono e contengono le nostre vite. Non i consumi, non la materia, non i denari. La vita è fatta di cose semplici, impal-pabili, a volte persino indefinibili, ma non per questo meno reali. Abbiamo e avremo molti meno bisogni di quanto possiamo immaginare e ce ne accorge-remo strada facendo se manterremo vivo il senso della gioia, della speran-za, della curiosità, dell’affetto. Tutti continueremo ad acquistare, a cambia-re l’occhiale, a fare la spesa, a viaggia-re, ma lo faremo volentieri dove

sentiremo la condivisione dei valori che ho espresso sopra. Non ci andremo più laddove sentiremo puzza di speculazio-ne, di effimero, di banalità. Vorremo dare più spessore alle nostre scelte, più importanza alle nostre necessità. Cercheremo interlocutori che sentano come noi la determinazione di certe responsabilità e la coesione dell’impe-gno quotidiano. Con sentimento, con sensibilità, con passione, tanta passio-ne, rinnovata e sincera. Lo stato liquido di cui parla Bauman lascia nell’indeter-minatezza e non è uno stato costruttivo. Tutti noi, che viviamo su questo pianeta, dipendiamo gli uni dagli altri, per il nostro presente e il nostro futuro, nulla di ciò che facciamo, oppure omettiamo di fare, è indifferente per il destino di chiunque altro, nessuno di noi può più cercare e trovare un riparo privato dalle tempeste che possono nascere in qualsiasi parte del globo. L’acqua è bella quando è fresca e scorre limpida: fondiamo il partito della freschezza per proseguire con interesse e piacere un nuovo cammino, verso prospettive più semplici e definite.

1 Zygmunt Bauman (1925), sociologo polacco2 Hannah Arendt (1906-1975), pensatrice e storica tedesca, naturalizzata statunitense3 Pierre Bourdieu (1930-2002), sociologo francese

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Il nuovo materiale, lanciato da Ppg, Thai Optical e Novacel, presenta un più basso peso specifico e una più elevata resistenza agli urti

n nuovo materiale per lenti oftalmiche può voler dire nuove opportunità di soluzione dei problemi ancora aperti o un

miglioramento a volte anche consistente delle tecnologie esistenti. Al Silmo 2011 alcuni colossi del campo dei materiali come Ppg, Thai Optical e Novacel, hanno annunciato la nascita di Tribrid, nuovo e più performante materiale per lenti oftalmiche.Per comprendere appieno la portata della novità occorre ripensare ai parametri fondamentali che definiscono una lente per confrontare le variazioni. Essi possono essere riassunti in due gruppi: quelli ottici e quelli di sicurezza. Come è noto, infatti, a fianco delle caratteristiche ottiche classiche, definite dall’indice di rifrazione e dal numero di Abbe o coefficiente di dispersione, in questi anni hanno assunto sempre più importanza le qualità di protezione e meccaniche, definite dall’assorbimento ai raggi Uv e dalla resistenza meccanica all’urto e alla trazione.Sempre più attenzione, infatti, dovrebbe essere posta oggi al problema della protezione ai raggi Uv, si parla in particolare di Uva, ritenuti ormai da tutti corresponsabili, per un effetto di accumulo nel cristallino, di una precoce formazione della cataratta. Parimenti anche le qualità legate alla sicurezza meccanica, in particolare alla resistenza all’impatto e alla trazione, hanno ottenuto nei nuovi materiali una buona attenzione sia per i prodotti riservati ai bambini o al pubblico più giovane sia per la sicurezza richiesta all’occhiale finito.I materiali per lenti oftalmiche esistenti sul mercato coprono oggi un’ampia gamma di opportunità e se

usati con competenza consentono di risolvere

molte richieste dell’utenza. Per una comprensione

completa della novità occorre brevemente ricordare il significato ottico dei vari parametri che formano il “capitolato” di un materiale per lenti oftalmiche.Indice di rifrazione: indica la capacità del materiale di rifrangere la luce, quanto più è elevato e tanto più piatte potranno essere le curvature della lente e quindi minore potrà essere lo spessore finale al centro o ai bordi.Numero di Abbe o costringenza: indica la capacità del materiale di disperdere la luce. Quanto più è basso il valore e tanta più dispersione introduce con un decadimento della qualità delle immagini fornite da una lente di questo materiale. Purtroppo attualmente a un aumento dell’indice di rifrazione corrisponde sempre una diminuzione del numero di Abbe.Peso specifico: definisce il peso del materiale per unità di volume, determinando quindi, insieme allo spessore, il peso finale della lente. È misurato in grammi per centimetro cubo.Protezione ai raggi UV: stabilito che tutti i materiali usati in campo oftalmico presentano protezione ai raggi Uvb (280 – 315 nm.), ci interessa la protezione nel range Uva (315 – 380 nm.) estesa anche fino a 400 nm. che rappresenta l’inizio dello spettro visibile.Resistenza alla trazione: indica la capacità del materiale di resistere a una forza di trazione. È importante soprattutto per definire la resistenza nei montaggi glasant, nylor e similari. Alcuni materiali, infatti, risultano inadatti a questi montaggi.

Tribrid, l’alTernaTiva alle resine a indice 1,60

lab

Udi Gianmario ReverdyEsperto in prodotti oftalmici

N2 201246

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N2 201247

lab

CR39 Indice di rifrazione 1,50, coefficiente di dispersione 58-60 (quindi basso valore di dispersione). Peso specifico 1,32 gr/cm3. Protezione ai raggi UV non oltre i 350 nm. Scarsa resistenza all’impatto. Aspetti negativi: il materiale standard presenta un basso indice di rifrazione, un peso specifico alto fra i materiali organici e, quindi, produrrà lenti di spessore elevato e di peso consistente (tenendo presente che nei materiali organici il peso specifico, pur variando, resta sempre di valore modesto). Non protegge dai raggi Uv e si presenta con una resistenza all’urto e alla trazione fra le più basse tra i materiali “infrangibili”. Assolutamente inadatto ai montaggi a giorno, se non si maggiorano notevolmente gli spessori.Policarbonato indice di rifrazione medio e basso peso specifico. Ottima protezione ai raggi Uv ed elevata resistenza alla trazione. Da sempre il policarbonato è ritenuto un materiale adatto ai montaggi a giorno, anche se possono poi nascere problemi con l’uso di solventi, soprattutto nelle zone dei fori o delle cave. Unico neo, non da poco, il valore di costringenza molto basso: già al di sopra di 2,5 diottrie la lente può presentare un’alterazione fuori tolleranza della qualità dell’immagine fornita a causa dell’aberrazione cromatica. NXT (o Trivex) Indice di rifrazione 1,53, coefficiente di dispersione 41-43. Peso specifico 1,11 gr/cm3. Protezione alle radiazioni Uv con filtro fino a circa 390 nm. Attualmente è il materiale con la più alta resistenza all’impatto e ottima resistenza alla trazione. Molto raccomandato per ogni tipo di montaggio a giorno. Aspetti negativi: il basso indice di rifrazione che non consente di costruire lenti sottili nei casi di prescrizioni elevate.Resina a medio indice 1,60 Indice di rifrazione 1,60, coefficiente di dispersione 41. Peso specifico 1,32 gr/cm3. Protezione alle radiazioni Uv con filtro fino a oltre

380 nm. Resistenza all’impatto buona anche se inferiore a quella dell’NXT. Ottima resistenza alla trazione che ne fa un materiale ideale per i montaggi a giorno, con cave, fori o canalini nylor. Aspetti negativi: il peso specifico abbastanza elevato.Resine ad alto indice 1,67 – 1,70 – 1,74 Con questi materiali si possono costruire lenti di spessore sottile e, pur avendo un peso specifico elevato, anche abbastanza leggere. Hanno tutti basso valore di costringenza, quindi la qualità dell’immagine tende a deteriorarsi: d’altra parte non ci sono scelte per le prescrizioni elevate.La protezione Uv copre sempre fino a 380 nm, mentre la resistenza alla trazione risulta ottima per l’1,67 e buona per gli indici più elevati. Tutti questi materiali sono adatti, quindi, per i montaggi a giorno.Tribrid Questo nuovo materiale organico nasce dall’unione di alcuni componenti chimici dell’NXT (resine poliuretaniche) con materiali ad alto indice. L’indice di rifrazione (1,60) è medio alto, a esso si associa, però, un basso peso specifico (1,23 gr/cm3), pertanto la riduzione di spessore realizzata con l’alto indice, unita al valore basso del peso specifico, produrrà lenti più sottili e più leggere. La dispersione è in linea con i materiali a medio indice (coefficiente di dispersione 41), confermando un’ottima qualità dell’immagine almeno fino a circa +/- 4 diottrie di potere. La protezione alle radiazioni Uv è completa fino a circa 390 nm. La resistenza agli urti è attualmente classificata molto elevata, oltre 160 volte il limite richiesto dal test “drop ball”, mentre non viene fornito il dato di resistenza alla trazione.Si può ben pensare, quindi, che Tribrid potrà in futuro essere un valido sostituto delle resine a indice 1,60, avendo un più basso peso specifico e una più elevata resistenza agli urti.

I dati della tabella, relativi alla resistenza alla trazione, sono forniti da Hoya Lens Italia, ottenuti con prove effettuate nei laboratori dell’azienda in Giappone, n.d.a.

Indice di rifrazione

Numero Abbe

Peso specifico

Protezione UV

Resistenza trazione

CR 39 1,50 58 - 60 1,32 < 350 15

Policarbonato 1,59 31 1,20 390 60

NXT 1,53 42 1,11 390 65

Resina 1,60 1,60 41 1,31 380 70

Resina 1.67 1,67 31 1,37 380 75

Resina 1,70 1,70 36 1,41 390 55

Resina 1,74 1,74 33 1,47 400 55

Tribrid 1,60 41 1,23 390 –

OfTALmICA, mATeRIALI A CONfRONTO

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formazione

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VaLore DeLLa LaUrea e riVoLUzione DeLLe ProfeSSioni: VerSo Un PaSSo DeCiSiVo

P

Il governo di Monti, procedendo deciso sulla via delle riforme che le forze politiche finora non erano riuscite ad attuare, ha varato un corposo decreto,

finalizzato a semplificare le molte materie che tocca

rima, però, di trarre considera-zioni definitive sui provvedimenti che il decreto contiene sarà necessario attendere i risultati che otterranno le proteste delle categorie coinvolte.

A noi, naturalmente, ciò che più interessa di questo decreto è la parte che riguarda l’istruzione e la forma-zione e in questo senso le novità (quasi tutte attese e previste) sono molte, ma la loro portata, per assumere tutto il peso che hanno, va inquadrata nel più ampio processo di adeguamento dell’organizzazione, in senso liberale, delle professioni che Unione Europea e Bce ci chiedono e per le quali è stata fissata una data limite: il 13 agosto 2012.I passaggi del provvedimento in questione, che riguar-dano da vicino l’istruzione, investono prima di tutto il valore legale del titolo di laurea e quello del suo voto: anche se non aboliti (peso ridotto nelle valutazioni dei concorsi pubblici), vengono a perdere gran parte della loro funzione di qualificazione delle persone. D’altra parte, già oggi la laurea (specialmente quella di I livello) non è più un passepartout per il mondo del lavoro, come sappiamo bene nell’ottica, e come accade a chi si laurea in certe facoltà e in certe università sul cui futuro si stava abbattendo la scure della riforma Gelmini. Per il futuro del paese la qualità del sistema scolastico è un passaggio cogente che, se non effettua-to, bloccherà per sempre la nostra capacità di crescita

e in questa direzione vanno anche i tagli dei fondi al sistema universitario basato sulla formazione a distan-za (università telematiche).Come abbiamo già avuto modo di ricordare, il tema della liberalizzazione delle professioni viene da lontano e precisamente dai principi fondanti (Trattato di Roma) dell’Unione, ex Comunità Europea, basati sulla libera circolazione delle persone, dei servizi, delle merci e dei capitali, ribaditi e normati nei trattati, a partire da quello di Maastricht, in cui l’Unione ha portato avanti l’integrazione fra gli stati membri. Istruzione, formazione, professioni e ordini professionali sono gli anelli di un’unica catena, i cui principi atten-dono da anni di essere riformati in base alle direttive dell’Unione. La direttiva che ha preso il nome del suo relatore alla Commissione del Parlamento Europeo, Frits Bolkestein – approvata nel 2005, recepita nel nostro ordinamento nel 2010 - stabiliva il principio che chi si trasferiva in un altro paese per esercitare una professio-ne doveva possedere i requisiti del “paese di origine”. Per uniformare le diversità delle prestazioni che l’appli-cazione del principio comportava fu introdotto il princi-pio del riconoscimento delle competenze in alternativa a quello dei titoli.Presupposto di tutto ciò, che rappresenta comunque un argomento di grande complessità che abbiamo sinte-tizzato e semplificato, è, per l’appunto, la sostituzione, come barriera di accesso alle professioni, del valore del titolo e dell’iscrizione agli ordini professionali (con

di Giorgio RighettiDirettore Istituto B. Zaccagnini

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formazione

N2 201249

tutte le eccezioni e le modifiche del caso che verranno apportate in seguito), con l’accertamento delle compe-tenze, delle abilità e delle pratiche che l’esercizio delle professioni richiede. Al momento è difficile stabilire cosa e quanto debba essere cambiato nei processi che porta-no alle professioni, ma certamente quello che si richiede è un cambiamento culturale che deve investire gli attori dell’istruzione, della formazione e delle professioni, ma anche i soggetti che aspirano a svolgere o svolgono una professione. Questi dovranno dimostrare di essere veramente in grado di svolgere un servizio qualificato ai cittadini che lo richiedono e mantenere aggiornate le loro competenze (ahimè l’Ecm…!) nel tempo; e per farlo dovranno addestrarsi nelle pratiche che comporta

l’esercizio della professione.Poiché, come operatori dell’istruzione e della formazio-ne ottica e optometrica, crediamo da tempo in questi principi, i piani di studio e di formazione dello Zacca-gnini si sono ampliati da quelli basici a tutte le temati-che più attuali, li abbiamo diffusi fuori dal limite fisico dell’istituto, anche in collaborazione con le altre realtà con cui il nostro settore interagisce. Abbiamo, inoltre, compiuto un grande sforzo economico per adeguare le attrezzature dei nostri laboratori sempre più attua-li, aumentandone la loro dotazione per consentire a chi sceglie di formarsi allo Zaccagnini di dedicare più tempo in esercitazioni e nella conoscenza di strumenti sempre più sofisticati.

Studenti in aula all’Istituto Zaccagnini di Bologna

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Tensione e posizione delle palpebre, volume del film lacrimale, completezza dell'ammiccamento, orientamento della cornea in termini di simmetria longitudinale: cosa rende

più variabile il comportamento rispetto alla lente statica simulata con i software topografici?

Lac (R)GP, Le diffeRenze tRa ReaLe e viRtuaLe

Lenti a cOntattO

a società odierna con i suoi ritmi frenetici ha influenzato sia le nostre abitudini sia le esigenze. Anche la contattologia non è rimasta indenne da questa trasformazione

epocale, asservendosi sempre più a semplice pratica di dispensa di un prodotto di facile fruibilità e minimo impegno sia per il contattologo sia per l’utilizzatore. L’analisi attenta di tutti gli aspetti che possono caratterizzare una buona applicazione, nonché la scelta mirata dei materiali e dei prodotti che la completano è fondamentale per poter garantire un impatto privo di rischi per la salute oculare. Risulta, quindi, necessario rivalutare il tipo di approccio alla contattologia: il professionista deve riprendere in pugno le proprie competenze, attraverso un percorso preciso, mirato e in totale sicurezza per il portatore. Applicare lenti a contatto (R)GP può, quindi, rappresentare un’esperienza in cui il contattologo e il potenziale portatore possono instaurare un rapporto finalizzato alla costruzione di un risultato che premi entrambi: il primo dal lato professionale, l’altro nell’ottenimento della miglior condizione per sé stesso. L’entusiasmo del portatore si manifesta nell’istante in cui indossa una lente a contatto e, soprattutto, potendone verificare immedia-tamente sia la buona resa funzionale sia il suo comfort. Il compito del professionista è quello di rendere positiva l’esperienza del potenziale utilizzatore. La possibilità di ricorrere a vari metodi compensativi dei vizi di refrazione pone, oggi, il contattologo in una condizione in cui poter proiettare l’ametrope verso la più rapida e soddisfacente risoluzione della propria condizione di handicap visivo. L’aspetto diagnostico è, quindi, di fondamentale importanza per poter concretizzare tutti gli elementi che

confezionano un buon risultato applicativo. Ogni modalità di approccio ha i suoi benefici e rischi. È necessario informare il portatore che non è importante cosa si applichi, ma che, soprattutto, ciò che s'intende promuovere debba essere conforte-vole, sicuro ed efficace. Con il progressivo aumento della dotazione strumentale topografica da parte dei professionisti in contattologia, la determinazione della forma lente più mirata per contesti applicativi anche complessi sta determinando un ruolo principe nel favorire un più rapido adattamento, nel rispetto della forma e fisiologia corneale. La possibilità di ricettare una lente di prova “personalizzata” costituisce un enorme vantaggio verso un risparmio di tempo nella valutazione della forma migliore ed evitando l'eccessivo numero di sedute applicative. Nonostante si possa, oggi, simulare un disegno virtuale sulla topografia del portatore, molti aspetti legati all'applicazione non sono determinabili a priori e divengono l'incognita del passaggio al vivo. Tra gli elementi più importanti che entrano in gioco per generare un comportamento della lente differente rispetto al “fitting” virtuale vi sono la tensione e la posizione delle palpebre,

Ldi Marco TovagliaContattologo

Numero di cambi BOZR (%) TD (%) Totale (%)

0 42,86 75 28,57

1 25 21,43 32,14

2 21,43 3,57 21,43

3 7,14 0 14,29

4 3,57 0 3,57

Per cambio si intende ogni variazione di BOZR in ragione di 0,05 mm e TD di 0,20 mm

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il volume del film lacrimale, la completezza dell'ammiccamento e l'orientamento della cornea in termini di simmetria longitudinale. Uno studio recente, ancora non pubblicato, condotto dal gruppo di ricerche del centro universitario Gruppo de la Visiò (GRCUV) Optometry Department Techni-cal University of Catalonia (Spagna), è stato proprio teso a verificare quali dei particolari citati sia il maggior artefice nel generare una variabilità di comportamento rispetto alla lente virtuale statica simulata con i software topografici. La conclusione cui sono approdati i ricercatori è stata che la posizione palpebrale e l'altezza del volume lacrimale siano gli elementi principali del comportamento dinamico di una lente a contatto (R)GP. In particolare, se la posizione delle palpebre è sotto il limbus superiore, è preferibile prescrivere lenti di diametro totale piccolo e con un raggio di curvatura tendenzialmente più chiuso; in altra via, la ricerca di una relazione palpebrale può prevedere diametri totali più grandi per trarre maggior vantaggio nel centraggio e nel movimento, in relazione alla meccanica palpebrale. La validità dell'applicazione di un software per la progettazione di lenti (rigide) gas- permeabili su base topografica è ormai confermata soprattutto in casi di cheratocono, Lasik, cherato-plastica o su altre irregolarità della cornea. Tale tipo di procedura, nella valutazione applicativa preliminare, risulta di maggior successo rispetto ai tradizionali metodi di approccio applicativo con lenti di set di prova, riducendo i tempi di seduta, il numero delle lenti da valutare, incremen-tando il comfort nei portatori potenziali; lo studio di cui abbiamo fatto menzione riporta una percentuale di successo nell'utilizzo di un simulatore virtuale di applicazione in ragione di un 80%. Per poter approdare alle conclusioni che sono state citate poc'anzi, sono stati sottoposti a valutazione 28 pazienti ai quali sono state fatte indossare nuove lenti a contatto con la migliore compensazione binoculare per distanza, senza alcun problema di ambliopia o anomalie della visione binoculare e con un adeguato film lacrimale. L’aspetto di particolare indagine nello studio è stato quello di valutare il numero di variazioni a carico di BOZR (Back Optical Zone Radius) e TD (Total Diameter), necessari a poter ottenere una correlazione stretta tra SF (Software Fitting) e OF (Optimal Fitting); stabilito l’SF ottimale, è stata applicata una lente a contatto reale con le medesime caratteristiche di quella simulata e, conseguentemente, valutata in fluorescei-na dopo 20 minuti di adattamento. Tutti gli occhi sono stati caratterizzati da una compensazione sferica al vertice in un range compreso tra -2 e -6 D e un cilindro in ragione di un valore massimo di -0,75 D. I criteri di esclusione hanno previsto condizioni patologiche oculari, Corneal Staining o una storia di chirurgia refrattiva precedente. Lo strumento utilizzato per estrapolare le prime lenti di prova su base virtuale è stato un topografo con parabola di placido grande, che ha permesso la valutazione del raggio di curvatura su valori centrali cheratometrici su un’eccentricità media calcolata a 30°. Al fine di non porre in atto troppe variabili, la geometria delle lenti di prova è stata tricurva e il materiale Boston XO. La posizione delle palpebre in riferimento alla cornea è stata determinata sovrapponendo un’immagine

semitrasparente di un orologio alle foto della stessa e fornendo, conseguentemente, dal grado 1 in cui si descrive la posizione della palpebra superiore che attraversa l’iride visibile sulla fascia a ore 3 e 9 fino al grado 5, che corrispon-de a una posizione dalla palpebra superiore perfettamente tangente al limbus. La tonicità della palpebra superiore è stata stimata mediante eversione e classificandola come bassa, media o tenace partendo rispettivamente da grado 1 arrivando a 3. Per ciò che riguarda la frequenza dell'ammic-camento, una modesta percentuale di pazienti ha mostrato un’incompleta chiusura delle palpebre durante tale fase; per completezza di ammiccamento è stata prevista la copertura in termini percentuali in ragione di un 75% di cornea. Il film lacrimale si è notato possa esibire un'interessante influenza tra lente a contatto simulata virtualmente e quella provata fisicamente, nonostante non sia stata, invece, trovata una significativa associazione legata al break-up-time. La posizione delle palpebre e l'altezza del menisco lacrimale mostrano un'importante correlazione con il numero di cambi di parametro necessari a convalidare una lente nel rapporto tra la simulazione e l'appoggio ottimale reale; in aggiunta a questo, la posizione delle palpebre influenza sia la scelta del raggio di curvatura sia il diametro totale della lente, mentre l'altezza del menisco lacrimale influisce esclusivamente sulla dimensione totale della lente a contatto. In particolare, parlando di diametro totale della lente, potremmo dire che se la palpebra superiore è posizionata in prossimità del limbus, o al di sopra di esso (in un grado classificabile tra 4 e 5), può essere preferibile prescrivere lenti di diametro piccolo con un raggio di curvatura più chiuso, per poter ottenere conse-guentemente un buon centraggio. Invece in una relazione di appoggio intrapalpebrale si può beneficiare di un diametro totale più grande per prendere vantaggio dalla meccanica palpebrale nel centraggio della lente. Un aspetto molto interessante di questo studio è il fatto che si sono effettuate più variazioni, in termini di adattamento applicativo, riguardanti il diametro totale della lente anziché la curva base. L'influenza del volume lacrimale misurato in termini di altezza, in relazione al diametro totale della lente a contatto, può essere spiegato con l'assunzione di una maggior

Lenti a cOntattO

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attrazione capillare e, quindi, una richiesta di maggior volume di lacrima da parte di una superficie più ampia, creando conseguentemente una minor quantità di film lacrimale sul resto della superficie oculare. Si può, quindi, ipotizzare che l'impiego di diametri grandi e di conseguenti riduzioni di menisco lacrimale nell'area periferica della lente a contatto possa avere una responsabilità diretta sullo staining a ore 3-9. Sempre restando nell'ambito strumentale in relazione all'utilità del topografo, ci dobbiamo chiedere quanto questo strumento possa essere per noi importante, considerandolo accurato e preciso. La maggior parte dei topografi attualmente utilizzati nella pratica clinica si basa su informazioni catturate mediante una proiezione di un disco di placido sulla cornea e una successiva elaborazione algoritmica effettuata attraverso un software dedicato. I valori che si evincono da questa importante rilevazione sono inerenti la forma e l'elevazione di un profilo corneale e dipendono strettamente dalla riflessione effettuata dallo spec-chio lacrimale che umetta la cornea; se questo sottile strato viene interrotto, si presenta disomogeneo o in ogni caso mostra delle irregolarità, la rilevazione della forma corneale diviene critica e imprecisa. Oltre alla forma corneale espressa mediante coefficiente di eccentricità, ovvero la tendenza della cornea a procedere dal centro alla periferia con un determinato specifico andamento, in contattologia, è

fondamentale il valore di elevazione che può mettere in evidenza, e prevedere, i punti di potenziale contatto o di sollevamento di una lente corneale rispetto alla superficie interessata dall'appoggio. Se la topografia viene fatta con particolare cura e attenzione, e come tale intendiamo una ripetibilità tra più mappe ma, soprattutto, la completezza della proiezione degli anelli di placido, siamo in grado di poter definire, con una buona approssimazione, quale possa essere la curva base ideale di una lente a contatto, il suo diametro e la zona ottica da poter realizzare, quali saranno i sollevamenti in termini di clearance e se dovremo utilizzare un profilo a toro interno o magari asimmetrico. Tutto ciò potrà sembrare banale a chi utilizza nella pratica quotidiana già una strumentazione topografica, ma all'University of Iowa Institutional Review Board è stato condotto uno studio in cui

si è voluto stimare l'assoluta abilità dello strumento nella misurazione dell'elevazione corneale e la conseguente ricostruzione di un profilo virtuale di lenti a contatto da poter comparare all'aspetto fluoresceinico in vivo, specificatamente a casi di cheratocono. Per l'eleggibilità di questo progetto sono stati selezionati soggetti aventi cheratocono o degenera-zione marginale pellucida, di età superiore ai 18 anni e che non abbiano ancora subìto alcun tipo di intervento chirurgico oculare. Sono state installate nel software del topografo due tipologie di lente per cheratocono e, conseguentemente alla rilevazione topografica, sono state scelte le geometrie e le curvature virtuali più adeguate in relazione ai singoli casi. Nella valutazione dell'appoggio ideale la ricerca del contatto-logo ha gravitato su disegni che potessero permettere un minimo di clearance apicale di 20 microns, ovviamente dove possibile in relazione alla complessità del cheratocono. Nelle analisi successive in vivo si è tenuto conto di considerare la differenza di possibile aspetto fluoresceinico tra le lenti simulate virtualmente e quelle provate sugli occhi dei soggetti esaminati; l'interferenza delle palpebre sul tilting delle lenti è un aspetto che difficilmente può essere simulato con precisione. La conclusione cui sono arrivati coloro che hanno condotto lo studio è stata che se le rilevazioni topogra-

Lenti a cOntattO

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Lenti a cOntattO

Soggetto esaminato

Anelli Correlazione lenteCommento

Buoni Scarsi Buona Scarsa

1 x X Poca correlazione rispetto al previsto

2 x x Buona correlazione rispetto al previsto

3 x x Buona correlazione rispetto al previsto

4 x x Anelli imperfetti ma buona correlazione

5 x x Buona correlazione rispetto al previsto

6 x x Buona correlazione rispetto al previsto

7 x x Poca correlazione rispetto al previsto

8 x x Poca correlazione rispetto al previsto

9 x x Buona correlazione rispetto al previsto

10 x x Buona correlazione rispetto al previsto

11 x x Buona correlazione rispetto al previsto

12 x x Anelli imperfetti ma buona correlazione

13 x x Anelli imperfetti ma buona correlazione

14 x x Poca correlazione rispetto al previsto

15 x x Poca correlazione rispetto al previsto

16 x x Buona correlazione rispetto al previsto

17 x x Buona correlazione rispetto al previsto

18 x x Buona correlazione rispetto al previsto

19 x x Buona correlazione rispetto al previsto

20 x x Anelli imperfetti ma buona correlazione

21 x x Buona correlazione rispetto al previsto

22 x x Buona correlazione rispetto al previsto

23 x x Buona correlazione rispetto al previsto

24 x x Buona correlazione rispetto al previsto

25 x x Poca correlazione rispetto al previsto

26 x x Buona correlazione rispetto al previsto

27 x x Buona correlazione rispetto al previsto

28 x x Poca correlazione rispetto al previsto

29 x x Anelli imperfetti ma buona correlazione

30 x x Buona correlazione rispetto al previsto

31 x x Buona correlazione rispetto al previsto

21 10 23 8

20 di 21 occhi hanno mostrato una buona correlazione tra anelli ed immagine

1 di 21 occhi ha mostrato bontà di rilevazione anelli di Placido ma cattiva correlazione con l'immagine fluoroscopica reale

7 di 10 occhi ha mostrato scarsa bontà di anelli e conseguente non correlazione di immagine

3 di 10 occhi con scarsa qualità degli anelli ha mostrato bontà nell'immagine fluoroscopica reale

fiche sono per ogni occhio molteplici, precise e complete di informazioni (anelli ben circoscritti e omogenei) la simulazio-ne sarà in gran parte vicina all'aspetto reale della fluorescei-na. Quando, invece, ci si accorge in vivo di aver ottenuto un’insoddisfazione del portatore e un aspetto fluoresceinico particolarmente differente da quello simulato in virtuale, la causa è molto spesso legata a una non corretta determinazio-ne, in fase di acquisizione, della topografia corneale. In 8 casi

su 31, circa il 26%, vi è stata non correlazione o scarso riscontro nella comparazione tra il quadro fluoresceinico generato dal topografo e quello della lente diagnostica provata realmente; in particolare, di 7 su 8 occhi (88%) questa scarsa correlazione può essere attribuita a una ovvia distorsione della riflessione degli anelli di placido e ciò può essere dovuto, come abbiamo già accennato, alla rottura del film lacrimale e a disomogeneità dello stesso.. È stato, comunque, interessante

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notare, durante lo studio, come invece in 3 casi su 10, quando il fotocheratoscopico ha mostrato una distorsione degli anelli dovuti a un'abrasione corneale o severa secchezza lacrimale, il software topografico sia stato in grado di generare un attendibi-le quadro fluoresceinico.Potremmo, quindi, concludere che il topografo è uno strumento

indispensabile nella pratica contattologica odierna ma, come in molte circostanze, è sempre necessario sfrut-tarne le risorse con estrema attenzione e precisione comparando ciò che, stru-mentalmente, ci può venire consigliato con le nostre conoscenze e competenze professionali di cui l'espe-rienza ci ha nutrito.

Riferimenti:Una particolare menzione e un ringraziamento a Genis Cardo-na, Ph.D., e Roser Isern, M.Sc. “Topography-based Rigid Gas-Permeable lens fitting in normal corneas: the relevance of Eyelid and Tear Film Attributes”. Research Group of Centre Universitari de la Visiò (GRCUV), Optometry Department, Technical Universi-ty of Catalonia, Spagna.•Perason R. Contact lens fitting in the United Kingdom. Cont.

Lens Anterior Eye 1998; 21:147.•Gill FR, Murphy PJ, Purslow C. A survey of practitioner attitudes

to the fitting of rigid gas-permeable lenses. Ophtal Physiol Opt 2010; 30:731-739.

•Efron N, Morgan PB, Helland M, et al. International rigid contact lens prescribing. Cont Lens Anterior Eye 2010; 33:141-143.

•Morgan PB. Trends in contact lens prescribing 2010. Optician 2010; 239:34-35.

•Villa-Collar C, Gonzàlez-Méijome JM, Queiròs A, et al. Short-term corneal response to corneal refractive therapy for different refractive targets. Cornea 2009; 28:311-316.

•Phillips A. Rigid gas permeable contact lens fitting. In: Phillips A, Stone J, eds. Contact Lenses, 3rd ed. London, United King-dom, Butterworth, 1989, pp 333-381.

•Nosch DS, Ong GL, Mavrikakis I, et al. The application of a com-puterized videokeratography (CVK) based contact lens fitting software programme on irregularity shaped corneal surfaces. Cont Lens Anterior Eye 2007; 30; 239-248.

Lenti a cOntattO

n = 28 occhi

Età 39,9 ± 14,1 anni

Meridiano corneale piatto 7,85 ± 0,26 mm

Eccentricità Corneale 0,41 ± 0,17

HVID (Horizontal Visible Iris Diameter) 12,1 ± 0,3 mm

Diametro pupillare mesopico 5,43 ± 0,62 mm

Posizione della palpebra superiore

Grado 1 (posizione 3-9 orologio) 10,71%

Grado 2 (posizione 2-10 orologio) 39,29%

Grado 3 (posizione 1-11 orologio) 32,14%

Grado 4 (posizione tangente al limbus superiore) 14,29%

Grado 5 (posizione oltre il limbus supe-riore) 3,37%

Tonicità della palpebra superiore

Grado 1 (lassa) 25%

Grado 2 (media) 28,57%

Grado 3 (tonica) 46,43%

Completezza ammiccamento

Completo 64,3%

Incompleto 35,7%

Altezza del menisco lacrimale 0,4 ± 0,1 mm

Break-Up-Time 9,8 ± 1,7 s

•Donshik PC, Reisner DS, Luistro AE. The use of computerized videokeratography as an aid in fitting rigid gas-permeable contact lens. Tr Am Ophth Soc 1996; 94:135-145.

•Bhatoa NJ, Hau S, Ehrlich DP. A comparison of a topography-based rigid gas-permeable contact lens design with a con-ventionally fitted lens in patients with Keratoconus. Cont Lens Anterior Eye 2010; 33:128-135.

• Jani BR, Szczotka LB. Efficiency and accuracy of two computeri-zed topography software systems for fitting rigid gas-permeable contact lenses. CLAO J 2000; 26:91-96.

•Szczotka LB, Capretta DM, Lass JH. Clinical evaluation of a computerized topography software method for fitting rigid gas-permeable contact lenses. CLAO J 1994; 20:231-236.

•Sindt Christine W., Grout Trudy K., Kojima Randy, Evaluation Virtual Fitting for Keratoconus. CL Spectrum 05/11

L’immagine fluoroscopica virtuale e reale della lente presente nell’articolo è stata gentilmente concessa alla pubblicazione da TS Lenti a Contatto Srl e si riferisce alla geometria TK4.Nessun riferimento a immagini o considerazioni riportate nel testo sono riferite a uno specifico strumento diagnostico. Le considerazioni sono di carattere generale.Boston XO (hexafocon B) è un marchio registrato di Bausch & Lomb Incorporated 1400 North Goodman Street Rochester, NY 14609.

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LENTI OFTALMICHE

ZEIss A FOrZA 4

Quattro nuove fasce di riferimento per tutte le merceologie, quattro nuove tipologie di prodotti: è partito alla grande il 2012 dell’azienda tedesca,

che festeggia quest’anno il centenario delle prime lenti di precisione

op Premium, Premium, Top Standard e

Standard: è la nuova segmentazione di tutte le famiglie di prodotti firma-ti Carl Zeiss Vision. E questa non è l’unica novità per i centri ottici, che da marzo potranno disporre di ulteriori strumenti per dare nuovo slancio al proprio business.«Zeiss ha voluto dare una risposta ai consumatori italiani, nei confronti dei quali la penetrazione dell’antiriflesso risulta ancora marginale, mentre chie-dono soprattutto trattamenti resistenti. Con DuraVision Platinum propone, infatti, un trattamento ultraresistente, grazie all’indurimento di ultima gene-razione: un nuovo sistema di compat-tamento degli strati di rivestimento con tecnologia a bombardamento ionico, infatti, si traduce in una superficie del-la lente che è tre volte più resistente ri-spetto alla precedente generazione di trattamenti antiriflesso applicati a lenti organiche Zeiss e il 35% più resistente rispetto all’antiriflesso utilizzato su lenti minerali Zeiss», afferma Giovanni Guiraud, product manager dell’azien-da di lenti oftalmiche.Un altro segmento con elevate poten-zialità di sviluppo è quello delle lenti per ufficio, che nell’ultimo anno sono

di Angelo Magri

T

La campagna del brand tedesco per il nuovo trattamento antiriflesso DuraVision Platinum

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LENTI OFTALMICHE

state, di fatto, le uniche in controten-denza rispetto al trend negativo o di stabilità delle altre tipologie di lenti oftalmiche. «Con le nostre nuove lenti a tecnologia MID siamo in grado di offrire un’opportunità unica per l’ottico: basta soltanto sapere il punto di par-tenza, cioè la distanza da vicino, che non viene assolutamente toccata, e poi stabilire la Maximum Intermediate Distance, quindi fino a che punto il suo cliente è interessato alla correzione visiva, in base alle sue abitudini. Ecco perché proponiamo 3 opzioni: “Vicino”, per una distanza di lettura a una MID di 200 cm; “Stanza” per una distanza di 400 cm e , infine, “Personale” per una distanza variabile tra 100 e 400 cm – spiega ancora Guiraud – Un occhiale con lenti office diventa, in questo modo, grazie anche al costo contenuto, un’opportunità di vendita per i primi presbiti che non sono mai stati ametropi, ma anche un occhiale aggiuntivo per chi ne ha già un paio con lenti progressive».Per la prima parte del 2012, Zeiss non ha trascurato neppure i due segmenti di mercato a più elevato movimento: monofocali e progressive. «Nelle lenti monofocali l’azienda presidiava bene il base e l’alto di gamma, quest’ultimo con le Individual – ricorda Guiraud – Mancava una monofocale di fascia media, introdotta ora con la nuova Superb, che riprende l’esperienza dell’Individual nell’ottimizzazione dei poteri in posizione d’uso, adottando però i parametri standard garantiti da Zeiss».Nella famiglia delle progressive, infine, sono al varo due nuovi prodotti che vanno a sostituire, migliorando-li, altrettanti cavalli di battaglia del brand tedesco. «Le multifocali sono state rinnovate innanzitutto nel nome, dando ancora più visibilità alla brand

identity, mettendo il brand Zeiss da-vanti a ogni prodotto – dice il product manager – In fatto di prodotti, invece, la Superb andrà a sostituire l’apprez-zatissima GT2 3D, che rappresenta il 50% circa del fatturato aziendale in questo segmento: Zeiss Progressiva Superb, oltre alle caratteristiche vin-centi della GT2 3D, potrà beneficiare del valore FrameFit, che consente di adattare alle specifiche esigenze po-sturali o di scelta della montatura, ad esempio, il canale di progressione, che consente di avere altezze di montaggio

da un minimo di 14 a un massimo di 20. È stato, inoltre, introdotto un nuovo algoritmo di calcolo per il prisma di alleggerimento, che la rende ancora più sottile». Carl Zeiss Vision, poi, è pronta a lanciare anche un’altra pro-gressiva al posto della Gradal Plus. «Si tratta della Plus 2, anch’essa dotata del medesimo algoritmo e ideale anche in presenza di differenze visive tra i due occhi, grazie a un ulteriore terzo ricalcolo per sincronizzare quanto più possibile le aree funzionali di entrambi gli occhi».

Le tre differenti posture con lenti da lettura, lenti progressive e le nuove lenti office di Zeiss per un utilizzo in interni

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LENTI OFTALMICHE

EssILOr prEsIdIA IL TErrITOrIO

Sulla scia degli importanti risultati legati alle campagne al consumatore finale, che proseguiranno anche nel 2012, l’azienda di lenti oftalmiche avvia una serie di iniziative per essere sempre più vicina agli ottici italiani

he collegamento c’è tra lo spot con Mario il Macellaio per la nuova lente antiappannamento Optifog e i nuovi pacchetti di comunicazione nel punto vendita? «La prima serve a conferma l’awareness sul brand,

che l’anno scorso è cresciuta grazie alla campagna Varilux sui canali di Sky, il secondo a creare traffico all’interno del centro ottico», spiega Massimo Barberis, direttore vendite e marketing di Essilor Italia. La filiale nazionale del numero uno al mondo di lenti oftalmiche e servizi per l’ottica ha fatto segnare nel 2011 un incremento sia in valore sia in volume rispetto all’eserci-zio precedente, soprattutto per quanto riguarda le progressive. «I risultati migliori li hanno ottenuti le progressive Varilux personaliz-zate, quelle più performanti, segno che la nostra strategia del valore è stata recepita e premiata dagli ottici italiani – afferma Barbe-ris – Risultati molto soddisfacenti che abbiamo registrato anche su Optifog: pur avendola lanciata un mese dopo le altre filiali europee e su una base ridotta di punti vendita, siamo il terzo paese, dopo quello della casa madre, cioè la Francia, e quello che oggi ha un’economia sicuramente migliore

della nostra, la Germania, ad aver ottenuto le performance di vendita migliori. Certamente ha contribuito il successo della campagna con Mario il Macellaio, sempre sui canali Sky, che parteciperà alla prossima edizione dell’Internatio-nal Advertising Award».Se la comunicazione al grande pubblico aiuta a incre-mentare la conoscenza del marchio presso il consumatore finale, Essilor Italia ha già avviato o tiene pronta in cantiere un’ampia gamma di strumenti per favorire il traffico nel

negozio dell’ottico e permettergli di sfruttare l’onda lunga della comuni-cazione televisiva con la sua clientela. «Solo nel 2011 abbiamo sviluppato circa 200 attività di marketing locale, attraverso mail, sms, recall telefonici, mentre nel 2012 torneranno gli Essilor Village – spiega ancora Barberis – A malincuore per quest’anno abbiamo deciso di non confermare la nostra presenza a Mido ma destineremo le nostre risorse verso nuove campa-gne consumer e saremo più vicini ai nostri clienti con diverse iniziative». Prima fra tutte la celebrazione dei 50 anni di Essilor Italia, per cui è previsto un evento, ancora tutto da scoprire. «Inoltre la piattaforma dei punti vendi-ta Centro Specialista Varilux è stata ulteriormente selezionata, per essere in grado di fornire un livello di servizio sempre più all’altezza – ricorda il ma-nager genovese – Grande attenzione

di Angelo Magri

CMassimo Barberis,direttore vendite e marketing di Essilor Italia

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LENTI OFTALMICHE

La formula dell’Essilor Village, avviata nel 2010, tornerà quest’anno secondo programma con cadenza biennale, per proporre ai clienti top le principali novità di prodotto, il pacchetto 2012 di Essilor Solutions, che sarà ancora più ricco, nonché ulteriori innovazioni negli strumenti, che andranno

a sommarsi a Mr. Orange. Essilor Village seguirà le linee guida di due anni fa, che hanno ricevuto il consenso della clientela: vicinanza al territorio grazie a un open meeting in location di prestigio, indirizzato a non più di 30 o 40 ottici della zona di riferimento.

NEl 2012 sI torNa al VIllagE

viene data anche alla formazione: a Parigi è stata inaugu-rata la Essilor Academy Europe, evoluzione della Varilux University. Questa nuova struttura formativa propone corsi che s’avvicinano molto di più all’Mba e ogni filiale comu-

nitaria disporrà di una serie di tool per erogare formazione stanziale nel territo-rio di competenza».C’è infine la parte tecnica che Essilor vuole ulteriormente sviluppare. «Pro-porremo un impor-tante programma di comunicazione in store, per dimo-strare la qualità dei nostri prodotti, con particolare evidenza

alle lenti progressive e a quelle colorate, così da fornire agli ottici le informazioni necessarie per spiegare, a loro volta, i prodotti in questione al cliente finale – sottolinea Barberis – Prosegue, infine, l’ottimizzazione dei processi, che negli ul-timi tre anni, grazie soprattutto al lavoro svolto dal direttore delle operations, Enzo Rivela, ha portato a un elevato livello di servizio, riscontrabile oggi anche nella sagomatura a distanza e negli ordini elettronici via web».

la campagna optifog e, sotto, Castello orsini,

una delle prestigiose location degli Essilor

Village 2010

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OTTICA VISTA CENTER ricerca ottici diplomati per le province di Asti e Savona. Per informazioni:[email protected]

INOTTICA SRLricerca per l’imminente lancio di nuove collezioni per adulto ricerca rappresentanti ono/plurimandatari per tutto il territorio nazionale.Per informazioni:[email protected]

SILHOUETTE ITALIA ricerca venditore/responsabile vendite di zona che si occuperà dei marchi Silhouette e Adidas eyewear , per le aree del Basso Piemonte (Asti, Alessandria, Cuneo), della Liguria, Piacenza e Pavia. L'attività lavorativa consiste nello sviluppare, in stretta collaborazione con la Direzione Silhouette Italia, la rete distributiva nella zona di competenza, promuovendo strategie aziendali, vendite e azioni di co-marketing su clienti in portafoglio e potenziali.Per informazioni:[email protected]

MODENA VISIONricerca, per apertura nuovi punti vendita, ottici, optometristi e addetti alle vendite.Per informazioni:[email protected]

NAU SRLricerca ottici per Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Marche e Abruzzi.Per informazioni:[email protected]

OPTISSIMO GRUPPO RANDAZZO ricerca un ottico diplomato e abilitato per il punto vendita Optissimo di Belpasso (CT).Per informazioni:[email protected]

OTTICO RAPPRESENTANTEcon esperienza nel settore, professionalità al banco vendita, conoscenza di tutti i listini oftalmici, applicazione lenti a contatto e riparazione occhiali, valuta proposte lavorative per l’Emilia Romagna, Puglia e Campania.Per informazioni:[email protected]

ORTOTTISTA studentessa universitaria ottica e optometria, con decennale esperienza, cerca impiego come assistente medico oculista.Per informazioni:[email protected].

OTTICO con esperienza pluriennale nella gestione del negozio, laboratorio montaggio occhiali, misurazione della vista e applicazione lenti a contatto, valuta proposte lavorative per Umbria e province limitrofe.Per informazioni:[email protected]

OTTICA E OPTOMETRISTA laureata, cerca azienda seria del settore per formazione di tipo marketing e lavoro. Interessata a un'attività di coordinamento e di sviluppo dell'offerta presso i punti vendita di ottica,o direttamente nelle sedi aziendali.Per informazioni:[email protected]

offro cerco

vetrina

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Per maggiori informazioni:Istituto Superiore di Ottica e Optometria Benigno Zaccagnini, Via Ghirardini 17, 40141 Bologna

Tel. 051 480994, Fax 051 481526, [email protected] - www.istitutozaccagnini.it

“Sono aperte le iscrizioni ai corsi di ottica, di optometria e di contattologia per l’anno formativo 2012 - 2013” Dal 1977 l’Istituto forma ed aggiorna ottici e optometristi realizzando a livello nazionale percorsi formativi in grado di coprire l’intero arco di competenze della professione

CORSI DI PREPARAZIONE AGLI ESAMI DI QUALIFICA E DI ABILITAZIONE Dall’anno formativo 2012/2013 per coloro che non posseggono un titolo di scuola media superiore e desiderano acquisire la qualifica di operatore meccanico del settore ottico o l’abilitazione all’esercizio dell’arte sanitaria ausiliaria di ottico saranno attivati dei corsi intensivi per sostenere gli esami presso Istituti statali convenzionati.

CORSO DI CONTATTOLOGIA teorico-praticoIl Corso di Contattologia, che si svolgerà dal 23 al 30 settembre 2012, affronta tutti i temi fondamentali della contattologia sia teoricamente sia praticamente e presenta le filosofie, le soluzioni applicative più attuali oltre alle evidenze della ricerca nell’ambito delle geometrie, dei materiali e delle tecnologie strumentali.

CORSO BIENNALE DI OPTOMETRIA dedicato a chi lavoraIl Corso biennale di Optometria, attivo dal 1992, consente a chi già opera nei centri ottico-optometrici di far evolvere le proprie competenze e conoscenze nelle discipline optometriche grazie a modalità di frequenza e metodologie didattiche specifiche. Il corso sarà attivato in novembre in più sedi del centro-nord Italia.

CORSO ANNUALE DI OPTOMETRIAIl Corso di Optometria Annuale, cui si accede con l’abilitazione all’ esercizio della professione di Ottico, costituisce il naturale e oramai necessario completamento della formazione ottica di base, consentendo di acquisire conoscenze e competenze professionali optometriche allineate al più alto standard europeo.

CORSO DI OTTICAIl Corso, cui si accede con titolo di scuola media superiore, grazie a metodologie didattiche e programmi attuali, risponde alle reali richieste del mercato del lavoro dell’ottica. Il corpo docente interdisciplinare, i moderni ed attrezzati laboratori e ambulatori consentono di acquisire le conoscenze e le abilità professionali più aggiornate. Anche per il 2012/2013 verrà attivata una sezione riservata a studenti-lavoratori.

“Sapere, competenze e abilità nel loro significato originale”

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I laboratori americani Colts hanno recentemente condotto una ricerca indipendente sulla qualità dei trattamenti antiriflesso. Siamo orgogliosi dei risultati: Hi-Vision LongLife è l’antiriflesso più resistente e affidabile al mondo*, un’autorevole e importante conferma della nostra leadership nei trattamenti. E inoltre, è garantito 3 anni!

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