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Giornalini della Parrocchia: 1981-1991 Don Antonio Fraquelli

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Passatele vacanze e le ferie, abbiamo ripreso il lavoro e la scuola: setti-mana dopo settimana il tempo corre veloce.Anche per me è iniziato il quinto anno dal mio arrivo a Ronago: non misembra vero, ma il calendario parla chiaro.Gli avvenimenti si sono susseguiti e si susseguono con il loro carico disoddisfazioni, di attese, ma anche di difficoltà e di sofferenza. Per tutti cisono sempre programmi, belle intenzioni, ma a volte la realtà è diversada quella che avevamo pensato.Per questo facciamo e rifacciano propositi, affrontiamo i problemi, cre-dendo di poter o di dovere fare tutto noi.Capita però, di incontrare persone che si lasciano prendere dalla indiffe-renza, perché sono convinte che è impossibile risolvere determinate si-tuazioni, che non vale la pena fare il bene, che non serve poi a molto im-pegnarsi. Le prove di questa indifferenza le abbiamo tutti sott'occhio:malumori, insincerità, invidie, suscettibilità, incapacità di reazione.A questo punto mi vengono in mente le parole del Vangelo che abbiamoletto in queste settimane, durante le messe domenicali.Sono parole che parlano di coraggio, di fiducia, di impegno: sono un invi-to a non valutare le situazioni “secondo gli uomini, ma a pensare secon-do Dio”.Il "pensare secondo Dio" ci porta a riscoprire la vita in termini di amore,di servizio, di dono, di semplicità, di attenzione al bene che c'è in noi enegli altri, di fedeltà, di distacco, di croce e di sacrificio.La vita, fatta di queste "cose", è la vita del cristiano, perché così l'ha vo-luta e così l'ha vissuta Gesù, perché così l'hanno vissuta i Santi, perchécosì l'hanno vissuta tante persone prima di noi, persone che in questigiorni ricordiamo con affetto, mentre andiamo al cimitero.È la vita della Chiesa: da sempre è la storia e la missione della Chiesanel mondo.È una storia che nella nostra diocesi di Como continua da 1600 anni, eche oggi vede noi protagonisti, con le nostre scelte, con i nostri problemi,con le nostre paure, con le nostre incertezze.È una missione che continua oggi, con la quale la Chiesa, noi cristiani,testimoniamo dei valori che non possono essere dimenticati, proponia-mo delle immagini a cui ispirare la propria vita.È una vita, una storia, una missione, che la comunità di Ronago vuoleancora una volta fare sua.

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la parola del Vescovo

a 1600 anni dalla fondazionedella chiesa di Como

è l'anno felicianoRiconoscente a Dio, con viva gioia e contrepidazione, iniziano la celebrazione dellamemoria e la fondazione della Chiesa Co-mense, avvenuta sedici secoli or sono peropera di San Felice, primo Vescovo diComo.A tutti un invito a riflettere su questo avveni-mento, per coglierne la profonda significa-zione: per le nostre comunità ripercorrerequesti secoli di storia, significa tornare alleradici della loro esistenza, ripensare l'eroicafreschezza delle origini, confrontarsi conl'avvenimento di allora, avvertire l'esigenzadi ritrovare una coerente continuità di testi-monianze e di missione.

la storiaNel 386 S. Ambrogio consacra Vescovo Fe-lice e lo manda in questa nostra città con ilcompito di evangelizzarla. Prima del suo ar-rivo, alcuni soldati cristiani, fuggiti da Milanodurante la persecuzione di Diocleziano sor-presi nei boschi che circondavano Como,avevano subito il martirio e il loro sangueera seme fecondo di futuri sviluppi: eranoCarpoforo, Esanzio, Cassio, Severino, Se-

condo e Licinio; Fedele, sfuggito a quellaimboscata, sorpreso all'inizio della Val Chia-venna, subiva il martirio: essi sono stati pro-tomartiri in questa chiesa.L'attività di Felice fu feconda e solo un annodopo la sua venuta, molti cittadini di Comosi erano fatti cristiani, e Ambrogio si congra-tulava con lui:"Grande è il campo di Cristo e gli operaisono pochi, e difficilmente si trova chi pos-sa aiutare. Ma già molti cittadini di Comohanno iniziato a credere al la tua predica-zione e attraverso il tuo insegnamento, han-no accolto la parola di Dio".Queste notizie storiche risultano da una let-tera di S. Ambrogio a S. Felice.Aveva così inizio la nostra chiesa fondatastilla evangelizzazione e sulla testimonian-za sino al sangue.

la nostra rispostaII primo sentimento è un inno di ringrazia-mento corale al Signore che deve portare incielo la riconoscenza di una chiesa cheoggi vive. Da ogni cuore sensibile alle me-raviglie di Dio, non può non esplodere laParola del Salmo "Loderò il nome di Diocon il canto, lo esalterò con azioni di

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grazie”.Ma in questo anno centenario, vorrei chie-dere al Signore per me un supplemento disperanza, da offrire a tutta la chiesa che èin Como.Questa speranza la fondiamo sulla fedeltàdi Dio nella storia della nostra Chiesa.Lui non ci abbandona mai: l'ha detto e noiabbiamo le prove evidenti che la promessaè stata mantenuta: l'immutabilità dei disegnidi Dio, il suo amore misericordioso, ci con-vincono che così sarà ancora nei tempi cheverranno , in questo tempo nel quale vivia-mo.Potremmo semplicemente dire che la no-stra generazione di cristiani, raccolto il testi-mone, farà la sua frazione di corsa per con-segnare a chi verrà una torcia accesa e cal-da. Per questo, al di là di azioni program-matiche di sviluppo e di testimonianza, vor-rei fissare due proposte di collaborazione

alla grazia del Signore che sembrano piùurgenti: la prima rivolta all'interno della co-munità cristiana per la sua crescita, la se-conda orientata ad una vigorosa e coerentetestimonianza al mondo di oggi.Sappiamo che questi impegni significanoun lungo cammino, che vogliamo percorre-re con tenacia e con coraggio. Non solo ladiocesi nel suo complesso, ma ogni parroc-chia, anche la più piccola, ogni comunità,ogni gruppo, ogni famiglia, ogni singolo in-dividuo, dal sacerdote, al religioso, al laico,devono essere disponibili a vivere insiemequest'anno Feliciano, perché il dono di Dionon sia sciupato.Senza tregua, con la generosità e il corag-gio di San Felice, dei nostri martiri e dei no-stri santi.Vi benedico tutti.

Teresio FerraroniVescovo

Padre Giuseppe da 30 anni missionario

Abbiamo fatto appena appena in tempoa sapere che quest'anno Padre Giusep-pe ricorda i 30 anni della Sua consacra-zione sacerdotale, avvenuta a Milano il17 dicembre 1955, nel duomo di Milanodalle mani dell'allora Cardinale Montiniche sarebbe poi diventato Papa PaoloVI.

Sappiamo che P. Giuseppe, com'è nelsuo stile, non avrebbe voluto nessun ac-cenno per questa data, però la nostracomunità, mentre lo saluta al suo rientroa Kalongo, si unisce alla sua preghiera,al suo grazie a Dio, e invoca con lui daDio una benedizione sul suo lavoro mis-sionario e su tutte le nostre famiglie.

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ricordiamo i nostri morti

la preghiera del credenteL'uomo di fede, come il vecchio Simeone,ormai prossimo a morire ma certo di essersiincontrato con il Signore, prega:"Ora lascia, Signore, che il tuo servo se nevada in pace, secondo la tua parola. Per-ché i miei occhi hanno visto la salvezza chehai preparato davanti a tutti i popoli, luce.che illumina le genti e gloria del tuo po-polo, Israele".L'uomo che crede nel perdono dei peccati,come il re Davide, supplica:"Crea in me un cuore puro e rinnova in meuno spirito saldo. Non respingermi dalla tuapresenza e non privarmi del tuo santo spiri-to. Rendimi la gioia di essere salvato, so-stieni in me un animo generoso”.L'uomo che non ha perso la speranza comeGiobbe nonostante le sue sofferenze,esclama:"Io so che il mio Redentore vive, e che, ulti-mo, si leverà sulla terra, e se mi strappa lapelle dalla carne, ugualmente vedrò Dio. Iolo vedrò, io stesso, e i miei occhi lo contem-pleranno non come un avversario".L'uomo che crede nella bontà di Dio, comeil profeta Isaia, canta sia pure nella tristezzadell'abbandono:"Signore, tu sei nostro Padre; noi siamo ar-gilla e tu colui che ci ha plasmato; noi tuttisiamo opera delle tue mani. Signore, nonadirarti più a lungo. Non ricordare per sem-pre l'iniquità".

Anche Cristo, di fronte alla morte, ha avutopaura. Ha pregato il Padre, così:"Padre mio, se è possibile, passi da mequesto calice; tuttavia non ciò che voglio io,ma ciò che vuoi tu. Padre mio; se questo ca-lice non può passare da me senza che io lobeva, sia fatta la tua volontà".

riflessioni"Dinanzi alla morte, al totale e definitivo di-stacco dalla vita presente, sento il dovere dicelebrare il dono, la fortuna, il destino diquesta fugace esistenza: Signore ti ringra-zio che mi hai chiamato alla vita, ed ancorpiù che, facendomi cristiano, mi hai rigene-rato e destinato alla pienezza della vita".

Papa Paolo VI

L'uomo che secondo le leggi della natura è"condannato a morte", l'uomo che vive nellaprospettiva dell'annientamento del suo cor-po, quest'uomo esiste, in pari tempo, nellaprospettiva della vita futura ed è chiamatoalla gloria.La solennità di tutti i santi mette dinanzi agliocchi della nostra fede tutti coloro che han-no già raggiunto la pienezza della loro chia-mata, all'unione con Dio.Il giorno che commemora i defunti fa conver-gere i nostri pensieri verso coloro che, la-sciato questo mondo, attendono nell'espia-zione di raggiungere quella pienezzad'amore che l'unione con Dio richiede.

Papa Giovanni Paolo II

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1965 – 1985 a vent'anni dal concilio vaticano II°di Maurizio R.

L'8 dicembre 1965 si chiudeva la 4° ed ultimasessione del Concilio Vaticano II, un evento distraordinaria rilevanza storica che vide la parteci-pazione di ben 2500 Padri e che segnò un profon-do rinnovamento pastorale della Chiesa.Il Concilio, che si era aperto l'11 ottobre 1962 sot-to la guida di Papa Giovanni, si concludeva conun discorso di Papa Paolo VI e la lettura di 7 Mes-saggi dei Padri conciliari al mondo.Ma qual'è l'eredità che questo avvenimento cosìgrandioso ci trasmette, attraverso quali fasi e qua-li segni si fa presente, al mondo contemporaneo?L'eredità del ConcilioÈ difficile analizzarlo perché tali e tanti sono stati imutamenti sociali, politici, economici in campomondiale che hanno interessato gli anni postcon-ciliari.Eppure mi sembra di poter serenamente afferma-re che le riflessioni operate dal Concilio e i suoi in-segnamenti travalichino il contingente e l'imme-diato, per proiettarsi in una sfera atemporale e pro-porsi all'uomo di oggi (ma anche all'uomo di do-mani) come risposta ai suoi bisogni più riposti eforse anche più inespressi: l'esigenza di crederein qualcosa di autentico, la riscoperta della fede,un modo diverso di vivere il rapporto con gli altri.Gli insegnamenti del Concilionel patrimonio dottrinale della ChiesaQuando il Papa indisse il Concilio, qualcuno siprecipitò a dire che c'era il pericolo che questo po-tesse rappresentare un distacco dall'insegnamen-to tradizionale della Chiesa, addirittura vi fu chipaventò il rischio di un "adattamento" alla mentali-tà conformista del tempo.Giovanni XXIII prima e Paolo VI poi testimoniaro-no che gli insegnamenti del Concilio si inserivanonel patrimonio Dottrinale della Chiesa ed avevanouna qualificazione teologica:

il Concilio dunque come evento di grazia per laChiesa e servizio al mondo intero.Quelli che Giovanni XXIII aveva chiamati "profetidi sventura'* non avrebbero potuto ostacolarne ilcammino luminoso.La Chiesa riflettesul suo ruolo nel mondocontemporaneoLo sforzo prioritario del Concilio fu quello di inter-rogarsi in modo profondo sul ruolo della Chiesanel mondo contemporaneo, un mondo lacerato dacontrasti e divisioni, certamente attraversato daangosce, che rischiava (e rischia) di decomporsiin mille piccoli egoismi, che tendeva (e tende) aperpetuare rapporti di dipendenza tra nazioni ric-che e povere, che corre con sempre maggiore ir-razionalità verso la corsa agli armamenti: un qua-dro a fosche tinte dove le parole comprensione esolidarietà trovano raramente spazio.II Concilio voleva analizzare i semi di speranza, ibarlumi di verità che pure erano (e sono) presentinell'umanità, ergerli a protagonisti di un mondoche andava rapidamente trasformandosi.Qui si inseriscono i discorsi forse più profonda-mente innovativi del Concilio: l'affermazione chela Chiesa non si chiude a quanti, credenti o no, of-frono la loro disponibilità ed il loro impegna per ri-durre gli squilibri economico-sociali e favorire mi-gliori condizioni di vita per l'umanità; la compren-sione verso le Chiese separate (protestanti, orto-dossi, ecc.) e la speranza di un cammino di fedeche, pur tenendo conto delle diversità, si possacompiere insieme; il riconoscimento per ogni po-polo di poter esprimere, secondo le proprie pecu-liarità, il messaggio di Cristo, come fattore di vitali-tà e di arricchimento spirituale e culturale dellaChiesa; l'impegno costante della Comunità Eccle-siale per eliminare ingiustizie e far trionfare lapace e la comprensione tra i popoli.Guardare indietro percostruire il futuroII Papa ha convocato per metà novembre un sino-do dei Vescovi straordinario per valutare in chemodo lo spirito conciliare informi la Chiesa d'oggi,per riflettere sull'eredità che il Concilio ci ha la-sciato e ricercare il modo per vivificarne costante-mente gli insegnamenti.Così afferma Mons. Marty, già Arcivescovo di Pa-rigi; "I testi del Concilio non sono documenti da to-gliere da un refrigerante, ma testimonianze dellaviva tradizione da attualizzare in funzione dellenuove esigenze”.

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un nuovo anno catechistico

a servizio della parolaSabato 21 settembre 1985, presso il Semi-nario di Como, si è tenuto l'ormai consuetoincontro diocesano dei catechisti, durante ilquale il Ve-scovo conferisce il suo mandato.Anche quest'anno ha partecipato un gruppodi catechiste della nostra parrocchia.Il tema dell'incontro era: "Catechisti che siriconciliano”.Don Gatti ci ha spiegato che riconciliarsiall'inizio di un nuovo anno catechistico signi-fica “guardarsi allo specchio" per ritrovare lavera immagine di se stessi, del proprio an-nuncio e del proprio servizio e divenire così“vera speranza della comunità ecclesiale"locale.Il catechista deve innanzitutto riconciliarsicon il Maestro che chiama, cioè sentirsicontinuamente chiamato da Lui, stabilirecon Lui, nella preghiera e in un'intensa vitasacramentale, una profonda comunione;deve poi riconciliarsi con la Chiesa chemanda, cioè partecipare attivamente allavita della Chiesa locale, la diocesi, la zonapastorale, la parrocchia, in un comune ca-mino di crescita nella fede; infine. riconci-liarsi con lo Spirito, cioè riconoscere la prio-rità dell'azione dello Spirito e lasciarsi pos-sedere da Lui come uno “strumento viventee docile". È molto importante anche che ilcatechista si riconcili nella verità con la pa-rola di Dio: offra una "chiara proposta dellafede cristiana" nella sua verità.Deve quindi annunciare la verità della Paro-la in "tutto il suo rigore e in tutto il suo vigo-

re"; deve annunciare la totalità della Parolae il valore morale della Parola. Non una ve-rità parziale, accomodante, non le paroledel catechista, ma quelle di Dio.Non le sue interpretazioni, ma studio atten-to della Bibbia per collegarla alla Liturgia -vita della Chiesa.Infine il catechista deve riconciliarsi nella ca-rità con il proprio gruppo di catechismo, ri-volgendosi ad ogni persona con amore eannunciando il messaggio cristiano tenendoconto della personalità di ognuno, con-frontandosi con i problemi dell'ambiente incui vivono le persone, aiutandoli a crescerecome persone inconfondibili e uniche.Tutto questo ci ha fatto capire quanto siadifficile essere bravi catechisti.Il Vescovo ha poi preso la parola per rincuo-rarci e incoraggiarci poiché ci ha fatto ca-pire che anche per lui non è facile fare lasua parte; ha espresso la sua soddisfazio-ne nel sentirsi circondato da persone sensi-bili e generose, pronte a condividere con luiil servizio della Parola, espressione di unaChiesa viva, pronta a costruire con la cate-chesi la venuta del Regno.Ha poi concluso parlandoci del momentostorico che stiamo vivendo come Chiesa lo-cale: l'apertura dall'Anno Feliciano dellaDiocesi che si prepara a celebrare il XVIcentenario della sua fondazione.Tocca anche a noi catechisti, con l'aiuto diDio, tramandare valori e gesti di fede allenuove generazioni.

Le mamme catechiste.

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abbiamo celebrato la festadella nostra Madonna

II tempo sembrava non favorire la nostrafesta della Madonna: erano previstipiogge e temporali dopo un agosto cal-do e afoso.Nonostante tutto è stata una bella festache ci ha aiutati a sentirci più vicini a Dioe alla Sua Parola, a rinsaldare la nostrafede e il nostro impegno di cristiani nelsegno della devozione alla Madonna.La presenza di Don Costantino, che ri-cordava la sua nomina a Monsignore, èservita a capire che la nostra comunitàcristiana deve essere sempre per unafamiglia di persone che pur diverse l'unadall'altra, hanno tanti motivi ed occasioni

per sentirsi unite e ingegnate giornodopo giorno a vivere la propria fede inogni situazione.La Processione, che solo all'ultimo mo-mento siamo riusciti a fare, ci ha fatto ri-pensare alla vita di ogni giorno, alle no-stre famiglie, ai nostri problemi. Ci haassicurati che non siamo soli.Anche l'incanto dei canestri, avventuro-so a causa di un forte nubifragio, la pe-sca, riuscitissima, hanno dimostrato an-cora una volta la generosità di tanti epermette di guardare con fiducia ai lavo-ri che sono in cantiere.

elezioni scolastiche nelle elementariRisultati delle elezioni del rappresentante d'interclasse relativi al plesso di RONAGO, perl'anno scolastico 1985-1986Classe 1-A Lambrughi Daniela voti 17 su 17 votanti " 1-B lania Giuseppina " 18 su 19 “ " 2 Balatti Wanda " 21 su 21 " " 3 Martinotta Marisa " 11 su 15 “ " 4 Sovran Tullia "' 19 su 19 “ " 5 Marchetti Agnese " 24 su 25 "Aventi diritto al voto 186Votanti 116 pari al 62%

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la vita

del G.A.M.

Nel mese di giugno una capanna di foglie, dei significativi cartelloni, uno stri-scione, attiravano l'attenzione della gente sul piazzale della chiesa; era unmodo insolito per raccogliere le adesioni annuali al GAM...È stato bello vedere diversi giovani impegnarsi nel realizzare con generositàquesta iniziativa. Grazie di cuore a loro e a tutti quelli che hanno voluto farparte del GAM anche quest'anno. Noi siamo particolarmente contenti perchéal nostro gruppo si è iscritta la prima RAGAZZA. A lei diamo il nostro benve-nuto e speriamo che altri ragazzi e giovani seguano il suo esempio. L'annoscorso abbiamo pubblicato i nomi delle persone aderenti al GAM. Questoelenco ha fatto molto piacere a suor Amelia che ci ha scritto dicendo di esse-re stata molto contenta di conoscere il nome delle persone che l'appoggianonel suo apostolato, sia materialmente che spiritualmente: si sente più unita atutti noi, come in una grande famiglia.Ecco quindi gli iscritti per il 1985 - 86.Ci scusiamo fin d'ora se qualcuno non troverà il suo nome, perché è possibi-le che durante la raccolta delle adesioni in giugno ci sia sfuggito.

È venuto in Italia per un periodo di “riposo" P. Giuseppe Ambrosoli. Si fer-merà con noi fino al 20-21 ottobre.Come sempre è molto indaffarato per preparare ciò che serve alla sua genteche viene curata nell'ospedale di Kalongo; nello stesso tempo è disponibileverso tutti....

Siamo stati felici di aver conosciuto Padre Kurian, che è stato con noi l'8 set-tembre. Egli ha contribuito ad allargare i nostri orizzonti alla dimensione uni-versale della Chiesa.

Il mese prossimo è detto missionario. La chiesa ci invita a pregare e a riflet-tere per realizzare, ciascuno secondo le proprie capacità, l'aspetto missiona-rio della nostra fede.Nella pagina seguente è spiegato il programma, settimana per settimana. Èun cammino che ci impegnerà più del solito e che ci aiuterà ad approfondirela nostra fede per poter meglio lavorare per il regno di Dio.Dice il Papa nel suo messaggio: "Anche ai laici spetta l'arduo compito dievangelizzare con profondità il tessuto sociale e culturale in cui vivono."

N.B. IMPORTANTISSIMO e da ricordareIl Gruppo Missionario, su suggerimento di Don Antonio, ha fissato l'ora dipreghiera per le missioni alla TERZA DOMINICA di ogni mese.

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notizie

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Ed ora un avviso importante ai gamiti e a tutti coloro che hanno buona volontà.Visto il successo dei precedenti anni, anche per il 1985 a dicembre si proporrà il BANCOVENDITA a favore dei nostri missionari.Fin da ora diamoci da fare per arricchire il nostro Banco con lavori fatti dalle nostre mani;con idee nuove per presentare l'opera di P. Giuseppe, suor Amelia, Ambrogio; con suggeri-menti per ciò che vorreste trovare da comperare.Anticipiamo che, come l'anno scorso, ci sarà anche la vendita dei fiori.Per informazioni e suggerimenti rivolgersi ad Antonietta - Espedito - Rosanna.

bilancio annuale 1984-85ENTRATE USCITEIscrizioni al GAM L. 2.524.000 Padre Giuseppe L. 4.000.000Banco vendita L. 2.067.000 Suor Amelia L. 4.000.000

L. 4.591.000 Ambrogio L. 2.000.000Raccolta carta L. 7.143.000 Etiopia L. 1.143.000

Spediz. pacchi L. 150.000Totale generale L. 11.734.000 Totale L. 11.293.000Rimangono in cassa L. 441.000.

hanno aderitoSomaini AntoniettaCorti MariaRamuscello AlessandroGrisoni GiulianoRobbiani MariaTropeano AnnamariaBianchi GerardoFasola SabinaVedovatoOngaro AntonioGrignola ElisaAmbrosoli FrancescoDe-Bastiani AnnaLambrughiPozzi ChiaraPozzi ErnestoDonadini GiulianoBernasconi AnitaZariatti RitaLivio RosangelaRobbiani RomanoFraquelli Don AntonioGhielmetti Angelodinoleffa

Merlo SandroGondola RosaliaGavioli GiuseppeLucchina Paola (Va)Capiaghi GiancarloCapiaghi AlbinaCapiaghi ArturoPapis SandroCere IdaPozzi AlbaGhielmetti RinoMaestrelli PaoloDelogu AchillaMinotti LidiaBottinelli LinaCapiaghi GiulioMarchette AngeloGalli SantinoFasola RosannaCiceri LaurettaGandola SergioConconi ErmannoDella Valle GiuseppinaLando Giuseppe

Pettenghi InesMerlo MariaFasola RomeoSomaini VincenzinaSomaini NildeSomaini LuciaGrisoni ChiaraGrisoni SofìaGrisoni MariaGrisoni MicheleRezzonico MarioSomaini EspeditoAlberio ElidioIvagnes UmbertoGuarisco AngelaBianchi EgidioCiceri RinoBalatti GiuseppeMascetti FedericoPastori ElisabettaGorla MariaBianchi PierinaCorti GiuliaBottinelli Gianni

Merlo LuiginaAnseImi GiuliaGrisoni AmbroginaBianchi e AntonazGhielmetti MarioGhielmetti AndreaBianchi SilvaldoGasparini FrancescoRiggi RaimondoOngaro ElenaOngaro AngeloCapiaghi VeliaGorla MariaBenvenuti RosalbaSpreafico GenoveffaTurchetti BernasconiRosaArzuffi Antonio e PierinaRobbiani ErminioBernasconi GianfrancoMinotti Michelangelo

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scuola materna

una situazione difficileAnche quest'anno .possiamo leggere su questoGiornale i bilanci della Scuola Materna di Rona-go e al lettore attento non sfuggirà di certo lagrossa novità racchiusa tra le solite cifre.La perdita globale di gestione ha toccato, perl'anno scolastico 1984/85, I1importo record di L.3.804.000. Di fronte a questo fatto s'imponeun'analisi per far capire ai parrocchiani, soprat-tutto a coloro che nelle svariate occasioni han-no dato una mano alla scuola stessa, il perchédi risultati così negativi sotto l'aspetto economi-co.Innanzi tutto dobbiamo constatare una diminu-zione (circa 5 unità) nella frequenza e per que-sto verificheremo se ci sono veramente menobambini o se comincia a crearsi la consuetudi-ne di non mandare i figli alla scuola materna.L'insistenza delle malattie, infettive o no, ha poitenuto lontano per molti giorni i bambini fre-quentanti, per cui sono stati consumati circa1700 pasti in meno rispetto a quanto previsto.Infine l'aumento dei costi, soprattutto quelli delpersonale (per il rinnovo del contratto}, ha datol'ultimo colpo alla formazione del buco di3.804.000 lire.Come far fronte a questa nuova realtà?In primo luogo il consiglio di amministrazione haapportato dei sostanziali aumenti al costo dellaretta di frequenza (da L. 35.000 a L. 45.000) edel buono-pasto (da L. 1.400 a L. 2.000); poi siè stabilito il principio per cui, quando un bambi-no inizia a frequentare la scuola, la famigliapaga la retta piena per tutti i restanti mesidell'anno scolastico anche se il figlio non è pre-sente per qualche mese.Tutto questo per evitare che la "perdita" si ripe-

ta anche quest'anno.I genitori nella più parte, hanno capito e di con-seguenza hanno accettato questi provvedimen-ti. È doveroso comunque precisare che il disa-vanzo dell'anno scolastico 1984/85 non è statoper nulla caricato sui costi di gestione del1985/86.Per colmare questo disavanzo si è utilizzato ilfondo di riserva a disposizione dell'Ente per Lire1.200.000; per il restante importo ci si affida allacomunità ronaghese.La Scuola Materna si sente parte viva della Co-munità di Ronago, parrocchiale e no; ritengopertanto giusto che ci si possa aspettare daessa un aiuto concreto in questo momento didifficoltà.In che modo? Una risposta l'ha data Don Anto-nio, parlando ai genitori dei bambini riuniti in As-semblea all'inizio di questo mese; ed è il solitomodo, che si concretizza con il partecipare atti-vamente alle iniziative dei "Doni dell'Albero" edel "Banco del Dolce", con il ricordarsi dellaScuola Materna nelle varie tappe importanti del-la vita di ciascuno (battesimo, matrimonio, cre-sima, funerale, etc,). Un'altra risposta potrebbeessere una novità! È un'idea che da molto ho intesta, ma che non ho mai avuto l'occasione perbuttarla fuori. Ci dovrebbe essere all'interno delConsiglio Pastorale Parrocchiale una maggiorepreoccupazione verso la Scuola Materna di Ro-nago e conseguentemente una cura più assi-dua.I modi per realizzare questo possono essere di-versi e magari da inventare, ma è necessarioed urgente che se ne parli quando il ConsiglioPastorale si riunirà.

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4/85 COSTI RICAVI GESTIONE

GENERALERiscaldamento 6.083.041.= Rette famiglie (pres.media 36,5) 12.785.000.=Luce e telefono 1.028.800.= Contributo Min.PubbL.I. 1..296.000.=Stipendi 22.677.371.= Contributo Comune Ronago 15.500.000.=Contributi 11.442.072.= Contributi Aziende 5.500.000.=Convenzione suore 2.500.000.= Doni albero 2.305.000.=Didattici 434.330.= Banco dolce 1.780.000.=Spese varie 1.168.766.= Contributo Parrocchia, Foc&Fiam,

Alpini2.700.000.=

Offerte e varie 2.054.640.=TOTALE COSTI 45.334.380.= TOTALE RICAVI 43.920.640.=

PERDITA DI GESTIONE 1.413.740.=

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6 COSTI RICAVI GESTIONEREFEZIONE

Acquisto alimenti 7.440.752.=Buoni pasto (pres. media mensile27,2) 8.400.000.=

Personale 4.000.000.= Contributo Provincia 1.411.200.=Gas/ luce e varie 902.000.= Entrato varie 140.160.=TOTALE COSTI 12.342.752.= TOTALE RICAVI 9.951.360.=

PERDITA DI GESTIONE 2.391.392.=COSTI RICAVI GESTIONE

GENERALERiscaldamento 6.700.000.= Rette famiglie (43000x10x40) 18.000.000.=Telefono 550.000.= Contributo Min.Pubbl.I. 1.150.000.=Luce 700.000.= Contributo Comune Ronago 17.000.

000.=Stipendi 25.400.000.= Banco dolce, Doni albero 4.500.000.=Contributi 12.700.000.= Contributi Aziende 5.500.000.=

Convenzione suore 2.500.000.=Contributi Parrocchia Foc&Fiametc. 3.700.000.=

Didattici 500.000.= Offerte varie 2.000.000.=Ricostruzione F.I.R.R. 600.000.=Ammortamento 500.000.=Manutenzioni 0 varie 1.500.000.=TOTALE COSTI 51.850.000.= TOTALE RICAVI 51.850.000.=COSTI RICAVI GESTIONE

REFEZIONEAcquisto alimenti 6.100.000.= Buoni pasto (2000x22x9x31) 12.276.000.=Personale 4.400.000.= Contributo Provi noia e varie 1.500.000.=Varie, gas 776.000.=Manutenzione e ammortamento 500.000.=TOTALE COSTI 13.776.000.= TOTALE RICAVI 13.776.000.=

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grest '85: abbiamo riprovatoSì, .anche quest'anno abbiamo ritentato l'espe-rienza del Grest.Che cos'è il GREST, Credo proprio che ormaila notizia si sia diffusa in paese, visto il massic-cio afflusso da parte dei ragazzi che hanno con-diviso e reso possibile tale esperienza e quindinon occorrono ulteriori spiegazioni.Eravamo, infatti, in molti e per parecchi giorniabbiamo trascorso i nostri pomeriggi all'oratorioper stare insieme e rinsaldare sempre più l'ami-cizia fra noi e con Gesù. Così, ogni giorno, pun-tuali alle 14, circa 90 ragazzi si radunavano earticolavano le ore seguenti in alcuni momentifondamentali quali:- Il canto dell'inno che ci ha accompagnato pertutto il Grest e il racconto di una puntata della"telenovela" diocesana: ovvero sia la lettura e ilcommento di un episodio della storia della Dio-cesi di Como nel ricordo dei 1600 anni dellasua nascita.Infatti il tema conduttore del Grest era proprio lariscoperta della storia della Diocesi, attraverso10 episodi adattati ai ragazzi che ci hanno aiu-tato a capire chi ha seguito prima di noi la via diGesù e ci ha dato quindi la possibilità di esserecristiani.Nostro fedele inviato nel tempo era José, gior-nalista di chiara fama e intraprendenza, checon il suo "becco" ha intervistato per noi fiori,piante , montagne, laghi, rocce, insomma chiconosceva la storia svoltasi fra le nostre valli.Ovviamente ce l'ha poi trasmessa fedelmentecon il suo TAM TAM, che, come un eco, si èpropagato fino a noi.Tutto questo, però, non poteva non essere rie-laborato e così i ragazzi, divisi in 8 gruppi, peretà, hanno ripensato e commentato questi epi-sodi.Poi, dopo il lavoro di gruppo, ci radunavamo pergiocare e come conclusione ci ritrovavamo tuttiin chiesa per un momento di preghiera, in cuichiedevamo a Gesù di aiutarci ad essere sem-pre, un seme che cresce fino a diventare unagrande pianta, proprio come la Diocesi di Comoche, nata sul sangue di 7 martiri, sì è poiespansa fino ad oggi. Infine, domenica 15 set-tembre, abbiamo cercato di esprimere attraver-so uno spettacolo tutto quello che abbiamo sen-tito raccontare, manifestando anche la gioiaprovata e condivisa in questi giorni, mediante"scenette" comiche.

Un'occasione, anche questa, per far partecipigli adulti della comunità di un'esperienza cosìbella.Fra tutto questo non potevano mancare le clas-siche gite, articolate in modo da scoprire i luo-ghi dove sono avvenuti gli episodi narratici.E così ci siamo ritrovati sull'Isola Comacina, nelricordo di Abbondio e di Fedele e sul Baradello,e nelle Chiese di Como, per ricordare i primimartiri della Diocesi.Al di là della cronaca mi sembra molto impor-tante riflettere su ciò che ha significato il Grestper chi vi ha partecipato.Secondo me è difficile esprimere le sensazioniche un'esperienza di questo genere può far pro-vare, come difficile è descrivere l'atmosfera chevi regnava colma di gioia, amicizia, voglia distare insieme per costruire qualcosa di bello.Inoltre, forti dell'esperienza dello scorso anno,ci siamo ritrovati ancor più uniti e pronti a supe-rare ogni ostacolo piccolo e grande.Il Grest è stato perciò costruito ogni giorno conla buona volontà e disponibilità di ognuno dinoi, impegnati a superare i propri limiti e a met-tere in comune le nostre idee con gli altri.Io credo che un'esperienza come il Grest nonpossa e non debba rimanere isolata, perchédopo aver constatato che stare insieme è bello,dobbiamo sentirci impegnati a continuare perandare avanti sulla strada intrapresa.Tutto questo per non fare del Grest un bel ricor-do e niente più.Quindi l'invito e l'appuntamento mi sembranoquasi doverosi.Arrivederci all'oratorio!!!

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la nostra “ultima” vacanza

Pellio '85

Durante le ultime due settimane di luglio, comeogni anno, 35 ragazzi e ragazze della nostraParrocchia hanno trascorso 15 giorni di vacan-za nella casa di Pellio.L'esperienza di quest'estate è stata un po' diffe-rente dalle precedenti; infatti queste due setti-mane dovevano servire, oltre che a stare insie-me e a divertirsi, anche ad imparare che nellavita ci si trova sempre davanti a molte strade esta a ciascuno di noi scegliere la migliore;l'importante è arrivare alla meta prefissata.Come guida ogni ragazzo aveva un libretto daltitolo "la strada", che doveva servire per pre-gare tutti insieme, per trascriverci le proprie ri-flessioni o come spunto per quelle di gruppo.Uno dei punti principali che sono emersi e che,a mio avviso, bisognerebbe sempre ricordare, èquesto: durante il nostro camino è facile andarefuori strada, ma non bisogna perdersi d'animo,anzi è importante guardarsi indietro, riprenderei nostri passi e, una volta ripresa la strada giu-sta, far tesoro degli errori commessi per cercaredi non ricaderci.Per quanto riguarda la vita pratica, le pas-seggiate e i giochi all'aria aperta erano all'ordi-ne del giorno.La giornata era organizzata più o meno così: almattino, dopo aver fatto colazione e aver prega-to assieme, ci si divideva in gruppi tre dei qualidovevano mettere in ordine cucina, refettorio esalette, e iI quarto doveva organizzare la se-rata. Il resto della mattinata (non che ce ne fos-

se molto) era occupato da un momento di riflessione individuale. Dopo pranzo si partivaverso le 14.30 per andare a fare unapasseggiata e si tornava per l'ora di cena.Dopo cena si animava la serata, poi c'era unmomento di preghiera e.... a letto!Sono stati anche organizzati tornei di calcetto,ping-pong e pallavolo. Una cosa non potevamancare: l'ormai tradizionale partita di calcio trai ragazzi di Pellio e i nostri, da sempre perdenti.Alla fine si notava un certo rincrescimento daparte di tutti sia perché era passata la vacanza,sia perché si sapeva che, scaduto il contratto,non sarebbe stato più possibile rinnovarlo per la"pazzesca" richiesta che era stata fatta a DonAntonio dal proprietario.Comunque speriamo che qualche "Santo" civenga in aiuto e possiamo recuperare così unposto dove ripetere questa esperienza di "va-canza insieme".Chi sabato 28 settembre ha visto il camion, sul-la prima avrà pensato ad un trasloco in grandestile o ad una nuova iniziativa parrocchiale odell'oratorio: purtroppo era solo la roba che por-tavamo a Ronago da Pellio e che abbiamo do-vuto ammucchiare in due saloni in attesa di unpossibile impiego o di una migliore sistemazio-ne.Era l'ultimo atto del capitolo della storia sullacasa di Pellio!

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1985... e palio fu!1986... e Palio è!Gioiosi passionali, animosi, giovanili, baldanzosi, impegnati, fieri ed... incoscienti!Signori, non parliamo di marziani ma semplicemente di ronaghesi e di ronaghesi.. ultraquarantenni repentinamente trasformatisi in padri-bambinoni ed in madri-fanciulline...Nemmeno i più inossidabili ottimisti, (organizzatori del Palio) avrebbero saputo fantastica-re tanto; nemmeno i più incalliti disfattisti od i più sarcastici scettici potevano paventaretanto!Smuovere i ronaghesi?Assurdo!Istradarli, ogni sera, per una settimana intera, sulla piazza, al campo sportivo, o, giù giù,fino ai Mulini, tutt'insieme?Temerario il pensarlo!Allontanarli da TV e casa sette sere, per compiere o seguire una corsetta dentro sacchi diiuta, per portare una pallina su cucchiai di plastica, per lanciare palloncini pieni d'acqua oper altre simili facezie?Improponibile!Pretendere, in sostanza, una Ronago spensierata, giovanile, incosciente?Follia!Ronago è generosa, composta, quasi severa, forse indolente ma per tradizione giammaismodata!Vero?Vero si, però,,,, l'imprevisto è accaduto. Quasi trasportati da un irrefrenabile raptus collet-tivo, ecco Ronago scatenata, gettare all'aria quel suo vestito severo, già stretto e consun-to, capovolgere l'annosa opprimente tradizione, non riconoscersi più in essa, sconfessarela parte incolore e malinconica del passato... storico, sobbalzare decisamente da secolaresonno!...E gomito a gomito, eccoli irriconoscibili, liberi, appagati, ancora increduli e già ammirati, disé: ronaghesi "New Look"!Eccoli uniti e vocianti, guardarsi finalmente intorno e scoprire la sbalorditiva presenza dialtri ronaghesi addirittura sconosciuti fisicamente, visivamente, che fragorosamente mani-festano un'amicizia fresca ed immediata, una presenza senza remore....Eccoli partecipare soddisfatti e compiacersi di una simile realtà in grado di eliminare final-mente quel cruccio che tenevano "dentro" per assurdi timori o per reciproci pregiudizi....Eccoli concorrere insieme per configurare un imprevedibile nuovo volto scanzonato equasi irridente al vecchio passato, alla ex-Ronago ."bella addormentata"!....Tutto scintillio, dunque, tutta gaiezza, esultanza, felicità questo Palio? Certamente, anchese iniziali scoppiettanti incongruenze, dovute a "regole" un po' generiche, ad errori d'inter-pretazione, logomachie... irragionevoli, ad eccessiva passione, ad esasperato senso di at-taccamento al proprio Rione...hanno, appena.. appena frenato la partenza-razzo di questobellissimo Patio... sperimentale.La trionfale parata finale imperniata su di una strepitosa “caccia al tesoro" ha tuttavia tra-volto ogni residua... transenna.Il futuro?Il futuro è più che mai Palio! Già sono in elaborazione progetti, modifiche, novità e... in-comprensioni.Che si può dire ancora? Ronago è già New Look!Quindi: good luck, Palio! A thousand thanks, Palio!E per un palio ancor più O.K.: Hurrah, new Ronago, for ever!

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merlina's rangersNon è possibile tacere un'impresa eufemisticamente definibi-le avventurosa per non dirla "folle", pensata e machiavellica-mente realizzata dal Rione Merlina-Lampona.È una chicca da "Guiness", una trama per telefilm, un blitzda commandos!Eccola.Per non venir meno ad una precisa richiesta del gioco; pernon arrendersi alla suprema difficoltà di ricercare una donnacon le caratteristiche richieste dalla "caccia al tesoro", intro-vabile a Ronago, quel pomeriggio festivo; per non essereuna volta ancora secondi agli altri (pure se a risultato favore-vole nulla sarebbe cambiato nella loro già compromessaclassifica (ultimi) eccoli, quei magnifici, con l'ultima goccia dicarburante in corpo, già stremati, ma in sufficiente stato di

incoscienza, fulmineamente catapultarsi a sorpresa dentro un affollatissimo ristoran-te, in Bizzarone, tra gente che vociante ed allegra bivaccava ad un pranzo di nozze.A viso scoperto, quindi a facce di bronzo da far impallidire il più bronzeo del bronzi, inun baleno, col radar anagrafo-computerizzato, individuano l'ambita preda e conestrema dolce risolutezza ne bloccano ogni possibilità di reazione e di … scampo!Folla impietrita, boccone tra i denti! .... Svenimenti, crisi di nervi, grida di aiuto ...Disattivati i telefoni, eccoli quei "sovrumani” di Merlina sospingere con estrema deli-cata e cortese violenza, la preda dentro un'auto corazzata, già in attesa con motoreacceso, per ripartire in quarta alla volta di Ronago.La preda pur in preda a choc... giunta alla meta è ancora sottoposta ad ulteriori sup-plizi: è indispensabile infatti travestirsi da cavallerizza e poi assestarla a cavallo diuna... pecora (proditoriamente promossa al rango di nobile quadrupede equino!). Efinalmente, eccola, ergersi maestosa e regale, in pieno assetto di sfida!Eccola, fieramente fiera d'innanzi alla severa Giuria, al colto ed all'inclita.Un trionfo! …Poi, come si conviene ai "grandi”, a missione vittoriosamente ultimata, i “rangers” diMerlina-Lampona se ne tornano, appagati, nel loro quotidiano e benedetto anonima-toNessuna crisi di ... coscienza ha sfiorato quegl'invitti, incredibili temerari.Che tempi! Che Palio!Spirito di Ronago antica, non t'inquietare!Spirito del Palio, non ci abbandonare!

Giuseppe G.

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una storia vera di Maria C.

… ma un figlio è sempre un figlio"La mia non è una storia drammatica. E forseneppure un caso serio, È stata una decisionesofferta, questo sì. Mi dicono che dietro a tantiaborti c'è una scelta di; egoismo, di opportunità. Èvero, io la vedo così.Beh, le racconto tutto dall'inizio. Mi sono sposatacon un ragioniere nel 1980. Dopo due mesi, la dit-ta dove lavoravo come disegnatrice tessile ristrut-tura. E io sono rimasta a casa.Non le dico che cosa sono stati quei 16 mesi di di-soccupazione: amarezza, rabbia, frustrazione,tante porte chiuse, nessuno spiraglio.E io avevo fatto il Setificio, ero brava a disegnaree avevo voglia di lavorare. E poi e poi... lo stipen-dio di mio marito non bastava."Un giorno trovo per caso un mio ex compagno discuola. Mi dice che s'è messo in proprio, ha tre di-pendenti, gli servivo giusto io. Figuriamoci, misembrava di toccare il cielo con un dito. Era set-tembre, il settembre del 1982. Sa come sono lecose per noi donne... Quel mese mi accorsi di es-sere incinta.Le crollò tutto addosso...“Proprio così. Si può essere più sfortunati? Il mioamico mi fa un discorso chiaro. Senti, mi dice, iomi sono appena avviato. Non mi posso permet-tere: come faccio ad assumerti? Io gli avevo assi-curato che avrei lavorato durante la gravidanza,ma lui metteva già le mani avanti, pensava adopo, con un bambino, si sa.Il mio guaio era questo: mia madre non mi avreb-be potuto dare una mano, perché ha tre uomini incasa. Mia suocera abita lontano, l'asilo nido?Neanche a parlarne, il più vicino è troppo lontano.Lei ha fede?"Oddio, fede ... Sa com'è. Sono credente ma pocopraticante. Sa che cosa c'era in quel momento?Un senso disperato di solitudine. Mi ero confidatacon mia madre, ma, lei che è una donna religiosa,prima mi aveva detto che avrei potuto stare atten-ta. E secondo che, in fondo, il bambino in quelmomento, a sei settimane non era che un grumodi sangue. Insomma, l'avrà capito: volevo abortire.Io avevo votato si all'aborto, mi dicevo che forseio non l'avrei mai fatto, ma bisognava dare la li-bertà agli altri.”E allora che cosa ho fatto?"E allora mi sembrava una cosa grossa, troppogrossa. Mio marito mi diceva di decidere io, Luinon voleva assumersi responsabilità. A lui i bam-bini piacevano, ma mi vedeva troppo angosciata.

Ma il problema è che nessuno ti dà conforto, tidice che un figlio non è una disgrazia e che nellavita si rimedia a tutto.Mio marito comunque, una sera in cui piangevodisperata, mi dice di provare ad andare da un gi-necologo, e di farmi spiegare bene che cos'era eche cosa non era l'aborto. Almeno mi sarei con-vinta, in un senso o nell'altro.E lei ha seguito il consiglio?“Guardi, se quel giorno non fossi andata, adessoil mio Davide non sarebbe qui. Vado dal ginecolo-go.Nella sala d'attesa c'era una donna, incinta, otta-vo mese. Terzo figlio.Comincia a chiacchierare, una donna semplice.Cosa dovevo fare, mi dice, questo qua non lo vo-levo, ma un figlio non si può buttare via, no?E insisteva con questo concetto: che i figli sonopreoccupazioni ma anche soddisfazioni, che nondormono di notte, però almeno la casa è viva e lavita ha un senso, che lei è sempre contenta e chela Provvidenza, ha detto proprio così, a casa suanon è mai mancata.Sono andata in crisi, mi sentivo egoista, ma conun po' di speranza. Avevo meno paura. Me nesono andata.Sono tornata dal ginecologo, una settimana dopo.Per chiedergli di seguirmi in gravidanza. A giugnoè nato Davide. E io ero sempre a casa, ormai ras-segnata a far la casalinga. Con un po' di rimpiantoper quello che poteva essere e non è stato."Ma adesso si è sistemata?"Appunto: è qui che viene il bello. È qui che mivengono in mente le parole di quella: donna sullaProvvidenza. Quando Davide compì un anno,una sorella di mia madre rimase vedova. E sola.Le offrii di venire ad abitare con noi, per darmiuna mano. Ma due giorni dopo mi telefona, il mioex compagno di scuola. Dopo le ferie, mi chiede,saresti disposta a venire a lavorare con me? Sonorimasto senza quella che avevo preso al tuo po-sto, due anni fa. Insomma, ho cominciato a lavo-rare. Che devo dirle? Sono tanto felice. Ma sonocontenta soprattutto per Davide: se non ci fosselui... Ma sì, il lavoro è importante, come è impor-tante il marito o contano anche le vacanze, la sa-lute, la bellezza... Ma un figlio è un figlio e io, perlui, rinuncerei a tutto.Guardi, un figlio non si può barattare con niente,ecco".

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Ottobre 1985

Finite le ferie estive e agli sgoccioli la fase di preparazione. pre-campionato, è ormai tempodi calcio giocato anche per le squadre dell'U.S. Ronago: dal 6 ottobre infatti, inizieranno i rispettivicampionati la squadra di 3^ categoria, la squadra degli Allievi Fgci e quella dei Giovanissimi Fgci.

La squadra di 3ì categorìa, allenata da Bernasconi, si presenta al via con la speranza di mi-gliorare il brillante campionato dello scorso anno che l'aveva vista lottare, fino alle ultime partite,per una promozione mancata di un soffio.

Anche la squadra degli Allievi Fgci, allenata da Frigerio, punta a migliorare i risultati ottenutilo scorso anno in un campionato sempre tra i più combattuti.

Infine, la squadra dei Giovanissimi Fgci, allenata da Peron, ha già confermato il bel giocomesso in mostra nella passata stagione, vincendo, nel pre-campionato, il quadrangolare organiz-zato dall'U.S. Itala di Lurate Caccivio e candidandosi ad un ruolo di primo piano anche nel rispetti-vo campionato.

Accanto al calcio, prosegue nella sua attività anche la Sezione Tennis dell'U.S. Ronagoche, in agosto, ha organizzato l'ormai consueto Corso di Tennis per ragazzi, tenuto, quest'anno,dal tennista di Ronago Gavioli Stefano. Per favorire l'avvicinamento a questo sport, la SezioneTennis ha predisposto delle tariffe notevolmente ridotte per i ragazzi e gli studenti: i ragazzi fino ai15 anni pagheranno, infatti, solo 1000 lire, mentre gli studenti fino ai 18 armi pagheranno 2000 lireesibendo un tesserino di riconoscimento rilasciato, su richiesta, dall'U.S. Ronago.

Intanto, per far fronte, con il solito impegno, alle molteplici attività., l'U.S. Ronago ha prov-veduto, nei mesi estivi, al rinnovo delle cariche del Consiglio che risulta così composto:

PRESIDENTE: CONCONI ANGELOVICE PRESIDENTE: QUADRANTI TADDEOSEGRETARIO: GHIELMETTI MARIO

BIANCHI GERARDOCASSIERE EM&GAZZINIERE: ONGARO ANGELOMEMBRIDELLA GIUNTA: BERETTA GIUSEPPE

LURATI GIANNITREZZI PAOLO'

CONSIGLIERI: BIANCHI SILVALDOARZUFFI ANTONIOPERON GILBERTOGHIELMETTI PIEROCEREA PAOLOGRISONI AGOSTINOROBBIANI EMILIONASSI CARLOBALZARETTI FRANCOFASOLA ANTONIO

Con ottobre, prenderà poi il via la campagna per il tesseramento 85/86, con degli incaricatiche passeranno nelle varie case. L'intento è quello di attirare l'attenzione, di un numero sempremaggiore di persone, sulle attività dell'U.S. Ronago e nel contempo, di raccogliere fondi che pos-sano risollevare una cassa perennemente in “rosso ".

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