12Mesi - Febbraio 2010

download 12Mesi - Febbraio 2010

of 100

Transcript of 12Mesi - Febbraio 2010

1,00

3 DODICI MESI // FEBBRAIO 2010

IN QUESTO NUMEROEditoriale Burocrazia: no grazie, tagliare la spesa! Prodotto & mercato Stefano Saglia: La Leonessa stanca, manonsc onfitta Alberto Cavalli: Superare i localismi per favorire economia e ripresa Pietro Odolini: quando lunione fa la forza Strategia dimpresa Mercato immobiliare Quale Brescia per quale rete? Strade e quartieri: Brescia 2 Viaggio in Provincia: la Bassa bresciana Tu e il fisco Inchiesta sul divorzio: lufficio dellultimo miglio Il lento sbocciare dei fiori darancio 5 63 Storie investigative 7 64 Desenzano: laccoglienza salvata 9 dalle escort immigrate 10 67 L emancipazione sessuale a 70 anni 69 Dallo Stato etico al mercato etico 14 73 Pelo e contropelo 75 L Italia che produce metta insieme le sue forze 17 77 Le nuove rock star 21 80 San Valentino: una festa ancora attuale? 23 81 San Faustino: una giornata da single 25 83 Gentile Farmacista 33 85 Sotto i Trenta 38 90 Qui e l 49 93 Videoteca 53 95 Specchio delle mie brame 60 96 successo

Mensile di attualit, economia, inchieste, opinioni e cultura da Brescia e dal Mondo Febbraio 2010 Anno II - Numero 2 Rivista mensile - 1,00 Viale Duca degli Abruzzi, 163 - 25124 Brescia tel 030.3758435 - fax 030.3758444 e-mail: [email protected] Direttore Responsabile Roberto Barucco e-mail: [email protected] Editore Sales Solutions srl Viale Duca degli Abruzzi, 163 - 25124 Brescia Registrazione Tribunale di Brescia n. 52 del 24/11/2008 Poste Italiane SpA Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB Brescia Hanno collaborato Eva Alessandri, Pietro Balbo, Roberto Barucco, Luce Bellori , Nicola Bendinelli, Livio Benassi, Esterino Benatti, Elizabeth Bertoli, Silvio Bettini, Paoloemilio Bonzio, Donatella Car, Alessandra Cascio, Lodovico Cherubini, Alessandro Cheula, Alessandro Chizzoni, Mario Conserva, Enrico Filippini, Rolando Giambelli, Viola Ladi, Lucrezia Lombardi, Riccardo Maffei, Ferdinando Magnino, Sergio Masini, Enrico Mattinzoli, Cristina Minini, Giorgio Olla, Antonio Panigalli, Francesco Rastrelli, Guido Sacchetto, Emanuele Salvi, Salvatore Scandurra, Alessandra Tonizzo, Silvia Valentini, Lella Vanetti.

DODICI MESI

MESI

Impaginazione Wave Communication Srl Cover Stefano Vigan Fotografie Archivio Sales Solutions, Rolando Giambelli Il Fotogramma, Agenzia Reporter, Patrick Merighi Brescia in Vetrina, Cristina Minini Stampa Mediagraf Spa - Padova Pubblicit

Sales Solutions Srl Viale Duca degli Abruzzi, 163 25124 - Brescia tel 030.3758435 - fax 030.3758444 [email protected]

MESI 12FEBBRAIO 2010

Edi ROBERTO BARUCCO

DITORIALE

5

I DOMICILIARI DEL LAVOROFINISCONO A GIUGNO

In occasione delle prossime elezioni amministrative regionali, il mensile 12 Mesi offre uno spazio a titolo del tutto gratuito ai candidati delle varie formazioni politiche. I candidati che vorranno aderire dovranno rispondere tutti alle stesse quattro domande stilate dalla nostra redazione. I candidati potranno contattare la nostra redazione entro e non oltre venerd 5 febbraio p.v. mediante raccomandata (far fede la data del timbro postale) o tramite e-mail inviata a: [email protected]. Le richieste pervenute successivamente alla data del 5 febbraio saranno scartate per questioni di programmazione degli spazi.

ai domiciliari del lavoro potremo evadere solo il 23 giugno. Giusto dopo il solstizio destate. Libert tributaria come libert vigilata. 173 giornate di produzione, per partite Iva, dipendenti, professionisti, precari, gi ipotecate sul nascere di questo nuovo anno, prima di aver saldato il proprio debito con lerario. S, perch la pressione fiscale ora salita al 47%. Tradotta in soldoni la recente, impietosa analisi del Corriere si traduce in quattro ore al giorno del proprio lavoro dedicate allo Stato. Almeno per il 2010. E cos limpresa e i lavoratori della pi bella penisola dEurasia incassano il nuovo uno-due, proprio mentre la ripresa scaldava i muscoli ai blocchi di partenza. La progressivit del sistema non perdona e lindebitamento della cosa pubblica non da meno. Se aumenta il reddito disponibile, ovvero lo stipendio sale in media del 3 %, altrettanto avviene con il fabbisogno pubblico. Anzi, di pi. Da un lato fisco, pubblica amministrazione, scuola. Dallaltro gente che lavora, popolo delle partite iva, dipendenti. Denari, sempre meno. Da pi parti lesortazione a superare la crisi a colpi di ottimismo, aggredire i nuovi mercati, ricorrere al fare sistema, alle reti, anche senza materassi pubblici ad addolcirne il cigolare precario. Superare i

D

peccati di campanile, allargare la visione al concetto pi ampio di regione, macroregione, anzi no, meglio leducazione allimprenditorialit internazionale. Allora, imprenditori senza frontiere, come i giochi? S, ma salvando i localismi. No, meglio un modello nuovo, anzi super Europa, strapaese, stracitt. Confronto e teorie a pioggia, da ripararsi romanticamente in due, impresa e lavoro, sotto lombrello stretto della speranza. Anticipo appena spolverato datmosfere parigine alla Peynet, visto che San Valentino gi incombe con i suoi riti. Dalla civilt alla civilizzazione, ricordando Spengler e Il tramonto delloccidente. Dallo slancio creatore allorganizzazione materiale in cui si declina ogni ideale eroico e ogni profonda spiritualit. Resistiamo, anche il trattore ha il suo carattere dicevano nella vecchia Urss, pensando alla nostra economia produttiva annaspante e al trascolorare del nostro stellone, reso ancor pi evidente dal risorgere dellOriente, della Cina e dellIndia, mentre cala il prestigio del dollaro statunitense. Allorizzonte intanto ammicca il traguardo pluridecennale delle riforme. Torniamo alle tasse: In fondo basterebbe tornare alla curva Irpef del periodo 2001-2006, ribattono alcuni specialisti deconomia, per sentirsi pi liberi. Nellattesa della verifica elettorale di primavera, mai curva apparsa pi seducente.MESI 12FEBBRAIO 2010

Odi ANTONIO PANIGALLI

PINIONI

7

BUROCRAZIA: NO GRAZIE, TAGLIARE LA SPESA!

NON SOLO UNA NECESSIT, MA UN VALORE CIVICO

nche la Commissione Europea ha previsto di dare vita a un piano dazione che, snodato in diversi interventi e iniziative potr ridurre costi, inefficienze e sprechi derivanti dalla pervasivit della burocrazia. Linsieme di queste ipotizzate misure, solo una minima parte di quelle che ci si augura vengano in effetti adottate in tutti i paesi Europei e soprattutto in Italia, si stima potrebbe far risparmiare annualmente circa 200 miliardi di euro (allcirca l1,8% dellintero Pil del Vecchio Continente). La burocrazia in generale, e quella Italiana in particolare, si sono formate e radicate con lassoluta assenza di meritocrazia, lincertezza del diritto, il clientelismo diffuso e linettitudine di una buona parte dei singoli che nel tempo hanno smarrito uno dei valori fondanti del vivere in una societ, il senso di responsabilit civica. In Europa le diseconomie e il disagio legati alla produzione di norme, spesso astruse e complicate, e alla moltiplicazione dei costi connessi dilagante, ma, non per questo gli italiani si possono consolare. Il peso della burocrazia, anche se non un male concentrato nella sola Penisola, nel Belpaese si manifesta con particolare e unica virulenza. In un paese come la Germania, che in confronto allItalia poco burocraticizzata, uno studioso e statistico tedesco, Andreas Herberger, si preso la briga di confezionare e di spedire in internet la massa di leggi federali e regionali una volta approvate; il risultato, a distanza

A

di pochi anni dallavvio delliniziativa, che il sito www.rechtfuerdeutschland. de presenta oltre 700mila pagine di documenti pubblicati. Sono dati che dovrebbero far impallidire qualsiasi governante/burocrate e far riflettere ogni cittadino. Da quando esiste, la burocrazia genera problemi in ogni fase della sua applicazione: quando vengono istituite nuove leggi e quando poi si devono applicare in diversi contesti in cui vigono criteri e interpretazioni quasi sempre disomogenei. Cos ad esempio, una legge dello stato consente di aprire una nuova attivit a determinate condizioni ma a livello regionale, provinciale, comunale (senza contare gli enti, anchessi normanti, come le comunit montane) ogni realt adotta misure che tengono conto delle peculiarit urbanistiche, ambientali, lavorative e sociali. la correlazione tra le burocrazie amministrative che determina incroci e sovrapposizioni dispersive, richieste aggiuntive, blocchi normativi che vanno a pesare, in definitiva, sui cittadini e sulleconomia. Ed quindi indispensabile intervenire sia verso lo snellimento burocratico inteso come riduzione del corpo legislativo, sia verso il taglio delle interazioni tra diverse amministrazioni: sono due aspetti dello stesso problema che meritano per di essere studiati e indagati separatamente e possibilmente parallelamente. Questa impostazione stata, ad esempio, adottata nei Paesi scandinavi, dove sono stati fissati criteri di semplicit e di trasparenza nei rapporti tra i vari livelli

delle amministrazioni, per evitare accavallamenti di competenze e distorsioni di responsabilit. In Finlandia e in Norvegia, i rispettivi governi hanno stabilito leggi quadro che fissano ruoli e competenze precise tra i vari livelli dellapparato pubblico. AllUniversit di Rotterdam invece una squadra di ricercatori economici riesce a calcolare, prima che una legge venga promulgata, quanto questa pesi sul sistema sociale in termini di costi economici reali e di effetti burocratici, sia sul breve che sul lungo periodo. Un livello di valutazione cos alto e raffinato da noi inimmaginabile ma indubbio che questa la strada che si dovr prendere sia a livello comunitario che a livello locale: calcolare i costi economici di ogni iniziativa regolamentare. Le ottimizzazioni economiche non riguardano solo gli aspetti tecnici e normativi perch il risparmio potrebbe anche essere maggiore se si dovesse avviare un piano di snellimento del personale burocratico, che in Italia pesa pi che in ogni altro stato. Infatti, non pensabile che, mentre il mondo avanza verso livelli di maggiore efficienza informatica, di progressiva smaterializzazione dei documenti e di velocizzazione nello scambio dei pagamenti, il mondo della burocrazia cresca su se stesso con pesanti ricadute di costi per la socialit. Di questi argomenti, in tempi di recessione e di difficolt economica, la Commissione Europea non parla ma non c dubbio prima o poi sar necessario procedere con ragionamenti civici pi arguti.MESI 12FEBBRAIO 2010

Rdi SILVIO BETTINI

UBRICA

9

PRODOTTO & MERCATO BANCHE, PARAMETRIE PARADOSSI (ITALIANI)controllo interni, eventi eccezionali ecc.. Massiah dice, quindi, che qualora un istituto di credito non si dedichi ad attivit speculative, intrinsecamente limita o esclude una delle componenti di rischio riducendo in questo modo il parametro di patrimonializzazione necessario a garantire la propria stabilit. Non una considerazione da poco perch: tanto maggiore il Core Tier 1 richiesto ad un istituto (patrimonio infruttifero), tanto maggiore dovr essere il rendimento realizzato sulle attivit fruttifere per compensare il mancato reddito sul patrimonio a reddito zero. Ma le attivit fruttifere sono vasi comunicanti: perdo su attivit speculative? Bene mi rifaccio su commissioni e tassi di interesse applicati a famiglie e imprese, quindi se rischio meno probabilmente offro un miglior servizio alla collettivit. Ma se elargisco prestiti a qualcuno che non li restituisce? Probabilmente applico lo stesso principio compensativo. C forse qualche attinenza con la relazione del commissario Ue ai consumatori Meglena Kuneva (22 settembre 09), secondo il quale le banche italiane sono le pi care dEuropa? Laccordo di Basilea 2, raggiunto con la finalit di dare stabilit al sistema mondiale del credito, si fonda su tre pilastri principali: a) requisiti patrimoniali; b) processi di vigilanza; c) disciplina del mercato. I primi due sono fondamentali; il primo recita: la corretta definizione dei requisiti patrimoniali non pu prescindere dalla corretta valutazione dei rischi operativi; per effettuare la valutazione sono ammessi due metodi: un metodo standardizzato, un secondo metodo basato su rating interni. A me sembra paradossale, gli istituti di credito sono chiamati a patrimonializzarsi con analoga ponderazione dei rischi, ma qualcuno i rischi li pesa in mele, qualcun altro in banane, come si fa? Non si sa, tanto vero che Lehman Brothers, appena prima di fallire aveva un Tier 1 prossimo al 16%, doppio rispetto a quello minimo che le autorit di vigilanza vorrebbero imporre oggi! Ci pu aiutare in questo senso il secondo pilastro dellaccordo ovvero la rivisitazione dei poteri di vigilanza delle Banche Centrali oggi fondati su quattro principi. Almeno uno di essi, a questo proposito, appare fondamentale: La Banca Centrale deve certificare il modello interno utilizzato dalla banca nella ponderazione dei rischi e conseguentemente certificare la congruit del rischio determinata tramite il modello certificato. Qui da noi il compito demandato a Banca dItalia, recita il primo articolo dello statuto: La Banca dItalia istituto di diritto pubblico. Nellesercizio delle proprie funzioni, la Banca dItalia [] opera con autonomia ed indipendenza nel rispetto del principio della trasparenza, e non pu sollecitare o accettare istruzioni da altri soggetti pubblici e privati []. Splendido non vero? S, ma solo se si evita di approfondire compagine societaria e composizione del diritIntesa 28,4% to di voto in assemblea dellente (che dovrebbe essere) pubblico. A me pare che possa sussistere un vero conflitto dinteresse, voi che ne pensate? Unicredit16,0%

I

n questo numero di 12 Mesi torno nuovamente sullintervista a Victor Massiah (a.d. Ubi Banca), pubblicata sul Sole 24 Ore del 1 dicembre scorso che mi ha permesso di sviluppare alcuni approfondimenti, ritengo, interessanti. In particolare Massiah affronta il tema dei coefficienti di patrimonializzazione della banche che le autorit di vigilanza vorrebbero innalzare dal minimo attuale del 6% all8% (per il Core Tier 1), affermando che a suo parere dovrebbe essere effettuata una netta distinzione tra banche retail e istituti maggiormante vocati ad operazioni speculative. Nulla da eccepire, ma cosa significa nella realt? I coefficienti di patrimonializzazione, rivisti dallaccordo definito Basilea 2, in estrema sintesi sono rappresentati dalla quota di patrimonio disponibile accantonato dagli istituti di credito a fronte di rischi connessi (eventuali perdite) allattivit caratteristica dimpresa, secondo la condizione: Quindi, sempre sintetizzando, la quota di patrimonio disponibile accantonato deve coprire i rischi derivanti da: a) attivit di credito, quali prestiti a privati, imprese ed enti pubblici; b) attivit di mercato, quali investimenti speculativi effettuati dalla banca, volatilit dei tassi dinteresse e di cambio; c) attivit operativa, come errori del personale, inadeguatezza dei sistemi di Patrimonio > Rc + Rm + Ro

Altre 39 Banche 15,3% MPS 4,6% Compagnie di Assicurazione 9,7%

Altre 33 Banche 29,7%

Intesa 42,7%

MPS 6,0%

INPS e INAIL 5,7%

Unicredit 22,1%

Compagnie di Assicurazione 12,7%

INPS e INAIL 7,2%

MESI 12FEBBRAIO 2010

10

P

ERSONAGGI

LA LEONESSA STANCA MA

NON SCONFITTAMESI 12FEBBRAIO 2010

Il punto di vista del Sottosegretario allo Sviluppo Economico, Stefano Saglia.

11Un primo piano di Stefano Saglia.

Serve che la politica accompagni la trattativa tra sindacati e imprese, facendosi garante con la parte pi debole, rappresentata dai lavoratori.

rasformazione, evoluzione della cultura industriale locale, energie rinnovabili e sostenibilit come punti focali di una ripresa che appare lenta, sofferta, ma concreta. Per lonorevole Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo Economico, dalla dura lezione che arriva dalla crisi possibile trovare le ragioni per una nuova cultura dellimpresa e per la tutela dei lavoratori, passando per una visione del distretto produttivo che non pu essere slegata dalla dignit della persona. Vediamo come. Onorevole Saglia, Brescia esce dal 2009 con addosso i segni pesanti della crisi internazionale. E il mese di gennaio appena concluso non stato certo entusiasmante. Che accadr, domani? Brescia ancora vissuta a livello nazionale come potenza industriale, ma vista come una Leonessa stanca, dove la crisi ha accentuato i processi di trasformazione di aziende mature e creato difficolt ulteriori ad aziende con diversi problemi gi preesistenti. Inoltre paghiamo la realt delle multinazionali, che non vedono in Italia possibilit di investimento, ma cercano di trasferire altrove la loro produzione, in maniera massiccia rispetto al passato. Non esistono tuttavia solo aspetti negativi: noi possiamo contare su diverse eccellenze e gli imprenditori hanno mostrato in molte occasioni di potersi mettere o rimettere in discussione e costruire nuove opportunit. Penso a settori come quelli legati allo sviluppo sostenibile, alle energie compatibili, allinnovazione connessa alla produzione delle macchine utensili o allautomotive. Quindi si intravede una luce, in fondo al tunnel? S, ma dobbiamo sviluppare una cultura che non sia affine ai poteri forti. Il sostegno alla rottamazione delle auto ha portato un effetto benefico su chi lavora in quel settore e a chi lavora nellindotto. In questo caso le misure sono state efficaci, ma non si deve drogare il mercato, piuttosto ridurre gradualmente lincidenza degli incentivi, spostandoli

T

di ROBERTO BARUCCO

in parte in altri distretti, estendendoli a settori, ad esempio, come gli elettrodomestici. E i lavoratori inseriti in contesti produttivi non toccati dagli incentivi e in aziende in crisi? Lo sforzo del Governo volto anche a garantire la massima estensione degli ammortizzatori sociali, in particolare per le piccole e medie imprese. Il Governo sta avviando una riforma pi ampia, in questo senso e che la sinistra non ha

Se riusciamo a far dialogare lEuropa con i Paesi del Mediterraneo e con i Balcani, lItalia pu diventare un grande hub energetico.fatto, e riguarda lavoratori privilegiati e dipendenti. Inoltre non va trascurato il settore dellenergia. Sappiamo di una sua proposta di legge, in merito. S, in discussione una mia proposta di legge per incentivare la presenza di punti di distribuzione di metano sul territorio, legata allincremento di incentivi per chi acquista automobili a doppia alimentazione. Dalle bombole del gas in auto alle centrali atomiche, non un passaggio azzardato? No, le fonti rinnovabili e lutilizzo dellenergia atomica sono elementi da sviluppare di pari passo. Le centrali della terza generazione possono aiutarci a superare il gap energetico che abbiamo nei confronti di altri Paesi dellUnione. Inoltre necessario creare le condizioni burocratico amministrative per procedere con celerit allimpiego delle energie rinnovabili. Dopo tanti anni di confronto e dibattito sembra piuttosto difficile invece un passaggio importante,MESI 12FEBBRAIO 2010

12

P

ERSONAGGI

Un centro per la formazione di ingegneri e tecnici altamente specializzati pu trasformarsi per la nostra realt in una grande prospettiva.che non pu prescindere dalla ricerca della riduzione dei consumi domestici e dalla riconversione industriale, attuando processi produttivi meno energivori. Il futuro deve essere sempre pi sinergico con la sostenibilit e deve essere sempre pi sicuro, in questo senso. E se riusciamo a far dialogare lEuropa con i Paesi del Mediterraneo e con i Balcani, lItalia pu diventare davvero un grande hub energetico e giocare un ruolo importante nello scenario globale. Torniamo a Brescia e al suo futuro, ora che il 2010 avviato. Brescia ha beneficiato in maniera significativa della riforma degli ammortizzatori sociali, per le ben note vicende aziendali. Ora serve sempre pi, a mio avviso, che la politica accompagni la trattativa tra sindacati e imprese, facendosi garante con la parte pi debole, quella rappresentata dai lavoratori. Lanno inizia con una ripresa lenta, ma che prevediamo duratura. La crisi che ha colpito il nostro territorio stata pesante. Adesso si tratta di rifocalizzare nuove azioni. Penso a strutture come il Csmt, una realt che seguo con molta attenzione, che devono crescere: in questi contesti che imprese e istituzioni possono studiare percorsi per far approdare le aziende a settori innovativi come, appunto, le energie rinnovabili, le nanotecnologie, la mobilit. Ed esistono bandi e risorse per poter finanziare progetti innovativi e seri. La multiutility bresciana come si colloca in questo contesto? A2A sta dimostrando di aver iniziato a pensare come azienda unica ed camMESI 12FEBBRAIO 2010

biato il ruolo del Comune-azionista, il che significa anche liberare risorse per gli investimenti dellazienda. Il consiglio di sorveglianza va bene. Sostiene lidea di Brescia come futuro grande polo dellindustria e della formazione: e in questo contesto il pro-

Una centrale elettrica.

getto, affascinante, di creare un centro per la formazione di ingegneri e tecnici altamente specializzati pu trasformarsi per la nostra realt in una grande prospettiva.

.LE INTERCONNESSIONI, PRINCIPALE PROBLEMA DEL MERCATO INTERNOStefano Saglia, sottosegretario con delega allenergia, ha preso parte, insieme ai paesi dellUnione europea, al Consiglio informale per lenergia di Siviglia dove si discusso del piano quadriennale per lenergia (che dovr essere approvato dal Consiglio europeo il prossimo 25 marzo) e del piano strategico per le tecnologie energetiche. I gestori delle reti energetiche devono realizzare quelle capacit di interconnessione necessarie a elevare il livello di sicurezza. In tal senso sar utile il lavoro della neonata Acer (Agenzia dei regolatori europei dellenergia) che secondo il sottosegretario dovrebbe essere dotata di ulteriori poteri, non solo consultivi. Saglia ha sottolineato limportanza di un miglioramento della governance del Piano strategico per le tecnologie energetiche e la necessit di un finanziamento della comunit europea per quelle iniziative prioritarie, in particolare quei progetti che riguardano la cattura e lo stoccaggio della CO2 che richiedono grossi investimenti.

WEEKEND - 4 GIORNI / 3 NOTTI(da gioved a domenica)

da da da

MIDWEEK - 5 GIORNI / 4 NOTTI SETTIMANE - 8 GIORNI / 7 NOTTI(da domenica a gioved)

(da domenica a domenica o da gioved a gioved)

295,00 325,00 425,00

www.amerigoviaggi.it

BRESCIA SEDE: Piazza Cesare Battisti, 2 - Tel. 030.396161 BRESCIA - BORGO WHRER: Viale Bornata, 45 - Tel. 030.360580 BRESCIA: Via Pusterla, 6/c - Tel. 030.3753765 CONCESIO c/o EMMEBIESSE TRAVEL: Viale Europa, 337 - Tel. 030.2186083 GARDONE V.T. c/o EMMEBIESSE TRAVEL: Via G. Matteotti, 288 - Tel. 030.8913845 REZZATO c/o VOYAGER 125: Via G. Matteotti, 125 - Tel. 030.2596141 TRAVAGLIATO c/o VOYAGER 125: Via G. Marconi, 37 - Tel. 030.6864641 PONTEVICO: Via XX Settembre, 15 - Tel. 030.9306135

14

P

ERSONAGGI

ECONOMIA E RIPRESAAlberto Cavalli analizza il passato recente e il futuro prossimo del Sistema Brescia.di ROBERTO BARUCCO

SUPERARE I LOCALISMI PER FAVORIREBrescia sente la crisi. E sono aumentate le difficolt nella vita sociale. Anzi, una valutazione oggettiva ci dice che la crisi morde maggiormente Brescia rispetto ad altre realt, proprio per la particolare conformazione della nostra struttura produttiva, caratterizzata dalla forte presenza del settore manifatturiero e dellindustria meccanica. Il quaranta, cinquanta per cento del fatturato stato perduto e la disoccupazione una realt con la quale ci si deve confrontare seriamente. Le nostre industrie reggono perch esiste una forte capacit di reazione, di risposta da parte dellimprenditoria. E, daltro canto, luso massiccio degli ammortizzatori sociali stata una scelta opportuna del governo. In questo senso tuttavia bisogna intervenire ancora, consentendo da un lato il sostegno costante ai lavoratori e dallaltro

L

economia italiana che segna il passo, il potere dacquisto delle famiglie che scende, aziende che chiudono quasi quotidianamente, il disagio sociale in costante aumento. Clima pesante dinizio danno, che si riflette tanto sul livello nazionale quanto sui grandi distretti produttivi locali, come quello Bresciano. sul passato recente e sul futuro prossimo, sulle possibili evoluzioni e sui correttivi che la politica pu applicare che abbiamo discusso con Alberto Cavalli, gi presidente della Provincia di Brescia per due mandati consecutivi e membro del consiglio di sorveglianza della multiutility A2A.

lattivazione di strumenti che permettano di rispondere alla mutate esigenze del mercato. Come rispondere, nellimmediato? Serve da parte delle realt impegnate nel confronto sociale e politico un atteggiamento non barricadero, non vincolato da pregiudiziali ideologiche. Il sostegno alle imprese, ribadisco, luso massiccio degli ammortizzatori sociali consentono al sistema di procedere fino al momento della ripresa del lavoro e dellincremento dei fatturati. Resta tuttavia la necessit della riduzione del carico fiscale sulle aziende. E occorre, a mio avviso, un ulteriore ricorso alla realizzazione di opere pubbliche. La contrazione del sistema produttivo porter nellimmediato anche ad altri problemi

MESI 12FEBBRAIO 2010

15

S, Brescia soffre delle sue contraddizioni sociali. Il fenomeno migratorio non porta solo benefici al sistema. Infatti i grandi numeri si scontrano gi oggi con la riduzione del livello economico: Brescia soffrir una significativa disoccupazione giovanile con quel che ne consegue e limmigrazione attuale non copre solo gli spazi liberi. Questa una visione miope, di comodo e velata di ipocrisia. Quando leconomia cresce, va tutto bene, ma quando ci sono flessioni significative i nodi vengono al pettine e i lavori, anche quelli umili, divengono appetibili. Ed ora quegli spazi sono occupati. Questo potrebbe divenire un problema sociale, anche se sono ottimista per natura e convinto della forza della brescianit: grazie alle nostre radici, al dna della nostra gente, ad uno spirito di solidariet concreta. E non dimentico il ruolo della nostra realt come terra del mondo cooperativo. necessario che il sistema economico si orienti verso le eccellenze, la creazione di maggiori competenze, una migliore qualit. Le criticit si ridurranno, ma non saranno cancellate. Mentre, daltro canto, la ripresa sar rapida nei Paesi emergenti. Presto il sistema globale crescer. un treno, quello della ripresa, che esiste gi, ma questa volta la locomotiva sta altrove, le realt mature si troveranno con meno ossigeno. Questa situazione la prima a memoria duomo in cui non abbiamo la convinzione di poter passare ai nostri figli una qualit migliore della vita. Passeremo invece il testimone a una nuova generazione che conoscer una fase discendente, con una crescita limitata. Il futuro possibile passa anche per il superamento del campanilismo? necessaria una notevole evoluzione del nostro sistema economico. Una diversa visione dei problemi. Luniversit deve essere uno strumento efficace, inserita in una rete di rapporti a livello globale. Internazionalizzata. I giovani vanno nelle universit straniere e questo scambio va incrementato. A Brescia serve un sempre maggiore confronto tra pubblica amministrazione e categorie. Eventi particolari, nuovi stati generali, in questo contesto sono inutili, per delineare linee future. Il mondo dellimpresa volto, oggi, a problemi contingenti. E la comunit cerca,

chiede azioni concrete, immediate. Del resto ritengo che gli interventi di sviluppo non possano pi essere visti nellottica provinciale. La stagione delle competizioni tra sistemi locali stata vissuta per intero. Ora servono interventi con una valenza pi ampia. Pensa allaeroporto di Montichiari? Anche. La miopia di Verona, maturata in quella logica, un errore evidente. E tempo di superare i localismi, ragionare per progetti che siano autentica linfa per crescere. E non c dubbio che una delle sfide sia lintermodalit. E una carta che pu essere giocata sullaeroporto di Montichiari, potenziale risorsa per lItalia, con lausilio di una logistica completa. Purtroppo il tempo passato invano e abbiamo perduto una grande occasione. Basta dunque con i confini invalicabili tra provincia e provincia? necessario capire che i territori non hanno obiettivi in contrasto, ma comuni, che i progetti vanno condivisi e non limitati al proprio confine. E non solo: Milano non pu competere con New York o con le grandi capitali del mondo. Rispetto a Tokyo o Shangai, il nostro capoluogo di regione solo un quartiere. Non pu esistere una visione milanocentrica e la capitale del Nord non pu pensare solo a se stessa, ma a tutta la Lombardia. Deve essere competitivo un intero sistema che faccia capo al territorio, con al suo interno Bergamo, Brescia, Montichiari, molteplici realt, strutturate, collegate. Parliamo delle elezioni imminenti? Viviamo una stagione in cui al Paese servirebbe una maggiore competizione politica. Fa bene al sistema. E servirebbe anche una maggiore concorrenza allinterno del PdL, per superare steccati che gli elettori non conoscono. E non farebbe male anche una maggiore concorrenza politica tra PdL e Lega. Mi spiego: la competizione con la Lega ha una forza positiva, ci sollecita a nostra volta a met-

necessario capire che i territori non hanno obiettivi in contrasto, ma comuni.tere in campo gli strumenti che loro utilizzano e meglio. Ci spinge a muoverci di pi sul territorio, ad ascoltare la gente, a costruire un rapporto stretto, quotidiano. La Lega valorizza molto gli amministratori locali e considera i sindaci dei punti di forza, mentre, a volte, il PdL sembra considerare quasi un peso gli amministratori locali. E poi non serve una separazione virtuale interna tra Pdl ed ex An. Si consenta invece di misurare il peso delle varie componenti allinterno del partito. Si scelgano le persone destinate a costruire i rapporti con gli elettori sganciandosi da scelte verticistiche. Lattribuzione della preferenza (un primo esempio di modello elettorale di lista che nasce proprio in Toscana, dalla sinistra), importante. Oggi il rapporto tra politica e comunit fondamentale, non pi attuale praticare abitudini da prima Repubblica: consenso significa leadership. Gli elettori vogliono conoscere e vedere in faccia chi votano e poter attribuire le responsabilit. Invece riscontro ancora che tutti i governi regionali mantengono un difetto di tradizione, una tendenza centralista. La Regione Lombardia a Brescia ha realizzato interventi significativi, questo vero, ma ritengo che dalla campagna elettorale imminente debba emergere una forte rivendicazione del ruolo di Brescia in Lombardia. Solo confronto interno al Pdl e competizione positiva con lalleato leghista? Sar quasi un eretico: in questo clima sociale, che ha visto il culmine nellaggressione a Silvio Berlusconi, serve maggior competizione tra centrodestra e Pd e serve un Pd forte, non debole, capace di rappresentare degli orientamenti che non divengano oggetti contundenti. La competizione vera, costruita nel rispetto delle diversit e delle diverse proposte, un beneficio per tutti. Porta al confronto tra programmi credibili e alla scelta di candidati considerati credibili e votabili. Il Pd in crisi evidente sotto questo profilo e questo un danno per il Paese. Del resto, se la libera concorrenza fa bene alleconomia, perch non deve accadere lo stesso per la politica?MESI 12FEBBRAIO 2010

Rispetto a Tokyo o Shangai, il nostro capoluogo di regione solo un quartiere.

underwear

hosiery socks

nightwear

beachwear

Scopri tutte le novit della Nuova Collezione

Primavera/Estate 2010!

MESI 12FEBBRAIO 2010

P

ERSONAGGI

17

QUANDO LUNIONEDa un carretto carico di legna e pesche a 370 milioni di fatturato nel segno della famiglia. Quella degli Odolini.di PIETRO BALBO

FA LA FORZAa Rino Odolini (allanagrafe Pietro, come il padre) di raccontarci la nascita del gruppo. Tutto inizi con quel carrettino. Quale fu il primo cambio di marcia verso linnovazione? Verso la fine degli anni 40 gli americani misero allasta parecchi Dodge e i gipponi. Mio pap prese la patente ne compr uno. Ricordo che lasta fu alla caserma Papa. Si trattava di un balzo in avanti enorme, perch quel mezzo ci permetteva di portare le pesche al mercato di Milano. Erano tempi duri, si lavorava anche 15-16 ore al giorno. Comera la vostra giornata tipo? Bisognava partire alle 2 di mattina e si arrivava a Milano alle 4 perch viaggiavamo a 50 allora. Si scaricava la merce e alle 6 si cominciava a vendere. A mezzogiorno facevamo il ricavo, poi mio pap telefonava da Collebeato per sapere come erano andate le cose e in base al bilancio giornaliero andava di corsa a comprare altre pesche. Poi arrivato il primo negozio di frutta S, lo comprammo nel 53. Vendevamo frutta e verdura in via Patrioti. Nel giro di qualche anno avevamo tre negozi, di cui uno in Corso Magenta, ma il nostro percorso era in continua evoluzione. In che direzione? Ragionando sulla storia e sul percorso del prodotto ci siamo chiesti: perch far raccogliere le materie prime, portarle allingrosso, scaricare, pagare la provvigione, caricare e infine portare il tutto in negozio? Il prodotto faceva un giro troppo lungo che aumentava notevolmente i costi. A questo si aggiungeva lincognita del rischio del mercato allingrosso. Volevamo iniziare a sviluppare il minuto, ma per fare questa operazione servivano almeno cinque o sei negozi di una certa potenzialit che ci avrebbero permesso di ridurre le spese tramite accordi con i fornitori. Come avete superato questo ostacolo? Grazie al detto lunione fa la forza. Abbiamo deciso di fare una societ unica tra fratelli, ci siamo trasferiti da Collebeato alla Stocchetta e abbiamo preso unarea di 7.000 metri dove costruire case e magazzino. Vivevamo tutti l secondo i valori di una volta, quelli dello stare insieme. In quel momento, per, qualcuno di importante si fece da parte. Mio pap disse: Vi ho fatti diventare grandi, avete tutti la vostra casa e non voglio pi fare debiti. giunto il momento che camminiate con le vostre gambe. Noi eravamo conosciuti, ma avevamo bisogno di qualcuno di importante che finanziasse il nostro progetto. Anselmi accett e nel 1965 nacque unaMESI 12FEBBRAIO 2010

A

nni 40. Pietro Odolini raccoglie e commercia legna e pesche. Nella sua attivit giornaliera fiancheggiato e sostenuto dalla collaborazione dei suoi figli. Sono tempi duri in cui bisogna rimboccarsi le maniche e aguzzare lingegno. In inverno quel carrettino che viaggia grazie a due ruote di bicicletta trasporta mezzo quintale di legna da vendere nelle case di Collebeato; in estate si riempie di pesche succose e profumate. linizio di unavventura che condurr la famiglia Odolini a costruire, passo dopo passo, un impero che ha nei suoi pilastri principali Italfrutta e Italgros (appartenenti al Gruppo Italmark) e che nel corso degli anni si estender ad altri settori commerciali di successo fino a produrre un fatturato complessivo di 370 milioni di euro annui. Abbiamo chiesto

La famiglia Odolini. Da sinistra a destra: Luigi, Giuseppe, pap Pietro, Rino, mamma Lucia Castrezzati, Natale, Italo e Renato

Per vincere non bastano gli artigli. Ci vuole la testa.

Be a fox not a tiger.

Credete che per vincere sul mercato sia necessario essere forti come tigri? Noi pensiamo che conti pi lintelligenza. Wave Consulting: risposte chiare e semplici a problematiche complesse, grazie alla conoscenza e allo sviluppo di sistemi informatici evoluti, innovative modalit di lavoro e specializzati professionisti al servizio del vostro business. Fatevi furbi: usate anche la nostra testa.

una divisione di

www.wavegroup.it

Rino Odolini.

societ con 900mila lire di capitale sociale. Avevamo il 65%. E poi? Nacque il concetto di Italfrutta. Nel giro di un anno e mezzo gestivamo sei negozi, ma unaltra svolta era vicina. Arriv il 1967 e Facchetti, che era nostro cliente, ci propose la gestione di un supermercato allinterno del complesso che stava costruendo a Desenzano. Non ci volle molto per accettare la proposta. Cosa vi spinse ad intraprendere questa via? Ci siamo chiesti: cosa acquista tutti i giorni il consumatore? La risposta era ed : il fresco. Qual il consumo di frutta e verdura su 100 lire di spesa? Era di 10-12 lire. Quindi la strada del supermercato era quella giusta. Non avevamo esperienza al di fuori di frutta e verdura, ma lentusiasmo e la voglia di fare non ci mancava di certo. Negli anni Settanta, poi, la concorrenza si fatta serrata. Di fronte a colossi come la Sma, lunica alternativa era creare gruppi, cos nel 74 abbiamo fatto leva su tutte le nostre conoscenze nel Nord Italia per fare sinergia. Avevamo 100-110 dipendenti, ma cera un problema: dovevamo costruire una nuova sede. Era un passo importante per il futuro. Progettammo il quartiere generale attuale sul modello tedesco. Qual era la vostra filosofia? Tenere ben presente che gli sviluppi delleconomia sono gestiti dagli uomini. Se il progresso mi porta ad avere i trattori non posso continuare con i cavalli, ma devo unirmi agli altri contadini per comprare un trattore. Per noi era lo stesso, il problema era che qui a Brescia si voleva andare avanti con i cavalli Lo sviluppo significava offrire servizi a misura duomo: una bella struttura con parcheggio e grande assortimento. Bisognava stare vicini al consumatore, bastava un centro di 5.000 metri che servisse la popolazione nel raggio di 60 km. In questo modo

i clienti non avrebbero consumato tempo e benzina. Bisognava unire una ventina di commercianti e inseguire il successo facendo squadra, ma lidea non fu recepita. Quindi? Ci abbiamo pensato noi. Sei fratelli maschi pi tutti i figli formano una bella squadra, che ci ha consentito di estenderci anche ad altri settori, come gli articoli sportivi, lelettronica, larredamento e limmobiliare. E com stato nel corso degli anni il clima allinterno della squadra? Si discuteva sempre ad alta voce, ma non si litigava mai. E nei Consigli dAmministrazione? Se una minoranza non era daccordo si adeguava. Il coraggio e le capacit sono sempre state le doti dei pi vecchi, poi gli altri hanno sempre lavorato duramente facendo il loro dovere. In ogni caso si cercava di remare tutti dalla stessa parte. Lazienda viene sempre al primo posto. E le mogli? Non le abbiamo mai coinvolte. Tra fratelli ci si sopporta, ma sopportare anche le mogli sul lavoro difficile. Quali principi avete trasmesso ai vostri figli riguardo alla sfera lavorativa? Innanzitutto che lazienda regge se spende 100 e guadagna 101, che i dipendenti a fine mese vogliono lo stipendio e che per gestire unimpresa bisogna dimostrare di essere allaltezza, altrimenti si cambia mestiere. I loro stipendi? Vanno in base ai meriti. Quando avete iniziato a pensare alla successione? Nel 98. Il percorso di maturazione si concluso nel 2008 ed oggi tutte le societ commerciali sono gestite dai figli. Lunica che gestiamo noi vecchi la Ponte Immobiliare. Chi sar il futuro numero uno? Una squadra di calcio formata da 11 giocatori, ma c sempre qualcuno che fa pi

P

ERSONAGGI

19

gol per grinta, qualit o doti innate. Per la squadra che vince. Bisogna sempre tenerla unita. Cosa ne pensa del fatto che Brescia aveva fino a qualche anno fa aziende riconoscibili come Asm ed oggi non pi? Oggi per diventare forti bisogna fare economia insieme. Noi vendevamo e compravamo in gruppo, ma ognuno gestiva il suo territorio. Bisogna stare attenti a non perdere presenza ed efficienza sul territorio. Certo necessario fare sinergie con altri gruppi per comprare meglio, ma le fusioni possono essere molto negative se ti allontanano dal cliente. Ci sono possibilit che rinasca una banca bresciana? La fusione con Bergamo stata unoperazione giusta. Che sballa leconomia, piuttosto, il decentramento delle sedi. I bresciani devono avere un referente qui; ha ragione lamministrazione Paroli: ci vogliono risposte veloci per essere efficienti, lo stesso vale per A2A. Perch vanno forte le Bcc? Semplice: sono vicine al cliente e conquistano la sua fiducia. Oltre alla vicinanza al cliente voi avete sempre fatto leva sulla brescianit dei prodotti Per noi un marchio di fabbrica. Lultima esperienza in ordine di tempo riguarda laccordo con un caseificio di Calvisano. Grazie alla collaborazione con noi sta facendo fortuna. Fa le mozzarelle, ce le porta e noi le vendiamo in negozio ancora fresche. Queste cose fanno la differenza. Cosa c nel vostro futuro? Un nuovo polo logistico. Avevamo trovato unottima area alluscita di Brescia centro, vicino allAlfa Acciai, ma dopo la polemica con i verdi di San Polo il Comune ci ha indicato la zona di via Serenissima di recupero della cava. Andremo l. E la storia continua.

.IL GRUPPO ITALMARKItalmark nasce a Brescia nel 1965. Negli anni cresce e si sviluppa con continuit nel settore della grande distribuzione nelle province di Brescia, Bergamo, Cremona, Mantova e Verona. Ad oggi, sono allattivo 42 punti vendita tra supermercati e superstore con il supporto di una squadra di oltre 950 persone. Insieme al gruppo dacquisto Sun per la marca commerciale, Italmark firma oltre 1.400 prodotti a marchio Consilia in tutti i reparti. Il Gruppo Italmark dagli anni 90 in poi si sviluppa con centri commerciali di propriet inserendo nella propria proposta tradizionale alimentare realt specializzate al dettaglio quali: Supermedia per il settore dellelettronica di consumo, Sportland per gli articoli e abbigliamento sportivo, Goccia di Rugiada per la profumeria e la cosmesi, Stilnovo per gli articoli regalo e liste nozze, EcoBrico per il settore bricolage. Nel suo complesso, il Gruppo Italmark raggiunge oggi oltre 130 punti vendita allattivo nel nord Italia, con un totale di oltre 1.500 collaboratori.MESI 12FEBBRAIO 2010

Non pi viaggi all'estero per una soluzione economica, ma: Dentalcoop La Fenice s.C., con la qualit italiana.

Centro di odontoiatriae implantologia dentaleConservativa - Chirurgia orale - Implantologia Protesi fissa e mobile - Endodonzia - Ortodonzia Disturbi cranio-mandibolari Odontoiatria estetica: ceramica integrale; zirconio, inlay-onlay, sbiancamentoCONVENZIONATO CON:Brescia Cremona Mantova

Via Rieti, 4 25122 Brescia - Tel. 030 3545278/ 030 3469941 www.dentalcoop.it Direttore sanitario Dr. Fabrizio Rigamonti

DENTALCOOP

Rdi MARIO CONSERVA

UBRICA

21

STRATEGIA DI IMPRESAMA LEUROPA LA VUOLE ANCORA

LINDUSTRIA DI BASE?come produzione e utilizzo, la produzione domestica di metallo primario e secondario alimenta a valle una solida industria trasformatrice e manifatturiera per i trasporti, le costruzioni, limballaggio, larredamento e la meccanica, con migliaia di aziende produttive e centinaia di migliaia di addetti. Il caso Alcoa si innesca a dicembre, quando da Bruxelles la Direzione Generale alla Concorrenza dellUnione Europea fa sapere che il prolungamento oltre il 2005 della tariffa elettrica per gli impianti di alluminio italiani deve essere considerato fuori della normativa vigente, che le tariffe concesse non erano giustificate da specifiche esigenze ambientali o di altro tipo, ma erano unicamente motivate dallesigenza di ridurre i costi operativi dellazienda che, con le agevolazioni concesse, aveva cos la possibilit di fare della concorrenza sleale ai competitori; in sostanza si tratterebbe di un caso di sussidio indebito, per cui lUnione Europea chiede per queste agevolazioni non concedibili un rimborso intorno a 300 milioni di euro. A quanto risulta, lazienda ha contestato la decisione precisando in primo luogo che non esistono in realt lamentele da parte di concorrenti o terze parti; nel merito poi delle tariffe messe in discussione, lazienda ha fatto presente che ai costi attuali dellenergia elettrica (senza agevolazioni) i due impianti italiani maturerebbero una perdita compresa tra 5 ed 8 milioni di euro al mese (a seconda delle probabili quotazioni internazionali del metallo), e questo unicamente per i superiori costi dellenergia rispetto alla concorrenza internazionale, essendo le fabbriche italiane, e Portovesme in particolare, tra le pi apprezzate in Europa per livello di efficienza. La questione vera che i costi dellenergia nel nostro vecchio continente sono enormemente elevati, grosso modo il doppio della media mondiale; da noi i

A

bbiamo parlato poco tempo fa dei costi dellenergia per il futuro industriale dellEuropa e, puntuale, ci troviamo di fronte proprio in casa nostra un caso spinoso e drammatico, quello della produzione di alluminio primario nelle uniche due fabbriche italiane di questo tipo, in Sardegna a Portovesme ed in Veneto a Fusina. I due stabilimenti appartengono dal 1995 alla principale compagnia mondiale del settore, la Alcoa, Aluminum Company of America, e hanno una produzione complessiva media annua intorno a 200mila tonnellate di metallo; poca cosa rispetto al fabbisogno del nostro mercato, che di oltre 4 volte tanto, ma comunque significativa per rendere completa la catena di valore del sistema industriale italiano del metallo leggero. Il nocciolo della questione che per produrre alluminio, come altre materie prime, serve energia, lenergia in Europa costa molto cara, in Italia anche di pi, e per questo le produzioni di primario in Italia hanno goduto di agevolazioni tariffarie sino al 2005, successivamente prorogate sino allo scorso dicembre; va tenuto presente che i prezzi agevolati dellenergia, assicurati contrattualmente ad Alcoa nel 1995, costituiscono n pi n meno che lo strumento predisposto per mettere in pari condizioni di competitivit la produzione di alluminio primario in Italia. anche bene ricordare che nel comparto dellalluminio il nostro paese da sempre in posizione leader

nuovi contratti stipulati dallindustria oscillano tra 37 to 72 per MWh, mentre in importanti aree mondiali dal punto di vista industriale, come i paesi del Golfo, lUcraina e lIslanda, sono a 20/MWh o meno, e in America la media a 26 /MWh. Purtroppo occorre inoltre dire che il problema energetico non il risultato di una pura fatalit, ma la conseguenza di cose non fatte e di decisioni anche discutibili assunte a livello UE; ed a Bruxelles conoscono benissimo la situazione, sanno perfettamente che il mercato europeo dellenergia non funziona affatto, per cui, nonostante i diversi pacchetti di regolamentazione predisposti, siamo lontani dagli obiettivi di una vera liberalizzazione. Ci nonostante, per, non si esitato ad incorporare nei prezzi attuali dellenergia i costi delle emissioni future di CO2, per un extra importo sulla bolletta sino a 27 /MWH, quindi proponendo oggi alle nostre industrie i prezzi dellenergia pi alti del mondo. chiaro che quello delle fabbriche di alluminio per il momento solo la punta di un iceberg; in realt tutta lindustria di base europea a rischio per la mancanza di una prospettiva strategica condivisa, tutti conoscono la situazione, la perdita di competitivit, le fabbriche a rischio chiusura, la disoccupazione in crescita, ma la DG Concorrenza dellUE invece di curare linteresse dei consumatori per un costo dellenergia pi basso si muove per allineare tutti gli utenti sui prezzi pi elevati. Ritorna purtroppo alla ribalta la scarsa considerazione che nella vecchia Europa viene dedicata allindustria di base; e, badate bene, si sta parlando di un patrimonio unico al mondo, di impianti competitivi, di tecnologie consolidate, di produzioni essenziali per alimentare lindustria manifatturiera, di migliaia di posti di lavoro messi in discussione da un rigorismo burocratico che in momenti complicati come quelli che stiamo attraversando proprio difficile da capire.MESI 12FEBBRAIO 2010

Il pIacere scoprIre la cItt da un punto dI vIsta dIverso.Il piacere non fa calcoli, agisce dimpulso. Per questo ha trovato nella nuova BMW X1 il modo pi versatile e funzionale per assecondare i propri desideri. Al vertice per prestazioni ed efficienza, la nuova BMW X1 perfettamente disegnata per andare dove ancora non siete stati. Scopritela su www.bmwx1.it

venIte a provarla nella nostra concessIonarIa.

Il pIacere la nuova bmw x1.

BMW Financial Services: la pi avanzata realt nei servizi finanziari. BMW e . Incontro al vertice della tecnologia. Consumi ciclo urbano/extraurbano/misto (litri/100Km): da 6,4/4,7/5,3 (sDrive20d) a 13,0/7,3/9,4 (xDrive28i). Emissioni CO2 (g/Km): da 139 (sDrive20d) a 219 (xDrive28i).

nuova bmw x1 sdrive20d xdrive20d xdrive23d xdrive28i

www.bmw.it

piacere di guidare

concessionaria bmw dinamica - Via Breve, 4 - Tel. 030 3696011 - BRESCIA

Mri, laffievolirsi della memoria e del senso di appartenenza ai luoghi, alle case in cui molto spesso i residenti, le loro famiglie, hanno vissuto per una vita intera. Si avverte allora lesigenza di un orientamento politico e culturale che, oltre a riaffermare la citt come luogo centrale di servizi primari e qualificati per il cittadino, possa anche generare regolamenti e normative rigorose sullutilizzo e il decoro degli spazi, siano pubblici che privati, elevandoli tutti a beni collettivi; una sorta di regolamento condominiale cittadino che, nel rispetto della propriet privata, oltre a definire regole e organismi sovracondominiali per il controllo, possa anche prevedere, con incentivi e sgravi fiscali (penso, ad esempio, alla detassazione delle rendite immobiliari reinvestite o agli oneri da corrispondere al Comune in parte da destinare nel tempo a opere di manutenzione periodica e garantita alle infrastrutture del quartiere) lobbligo di ristrutturazione e di manutenzione programmata delle facciate e degli spazi esterni, nellambito di progetti integrati di iniziativa sia pubblica che privata per la riqualificazione di interi quartieri. La recente esperienza del progetto Carmine (con lauspicio che la stessa possa essere estesa allintero centro storico), cos come lattuale impegno per i progetti di riqualificazione del quartiere di via Milano, tracciano linizio di un percorso e di un impegno comune per tutti quegli operatori istituzionali e non che hanno compreso che oggi, come non mai, linteresse pubblico pu coincidere con quello privato, poich la riqualificazione estetica e funzionale dello scenario urbano condizione fondamentale per la salvaguardia e il mantenimento nel tempo del valore del patrimonio immobiliare privato. Come detto, certe dinamiche, accentuate ancor pi dalla crisi, hanno determinato negli ultimi anni la progressiva perdita

ERCATO IMMOBILIARE

23

DI VALUTAZIONE PI AMPI

VERSO CRITERIdi valore delledilizia datata e la conseguente diminuzione reale del potere dacquisto e del valore di scambio per lacquisto di edilizia nuova. Tale situazione, unitamente al tendenziale allineamento dei diversi valori di zona (rare le eccezioni, peraltro praticamente prive di iniziative immobiliari ) e al costante incremento dei costi di costruzione, impone agli operatori la necessit di riscrivere le proprie regole. Se in passato il valore fondiario stato il principale, se non lunico criterio di valutazione immobiliare, oggi, e ancor pi in futuro, il criterio valutativo del mercato si sposter direttamente sulla qualit del fabbricato, in senso totale, premiando lutilizzo di nuove tecnologie e materiali, il risparmio energetico, lecocompatibilit, ma anche, e soprattutto, la miglior architettura, dove estetica e funzionalit sappiano suscitare emozioni e rinnovare motivazioni, non con estemporanei effetti modernisti, ma interpretando il desiderio che gi si avverte di un nuovo senso dellabitare, pi in linea con i tempi e con una realt sociale fortemente modificata. Cos, se vero che la situazione economica generale e la restrizione del credito verso il settore immobiliare impone agli operatori una maggior capacit critica e analitica preliminare che probabilmente porter a costruire meno, altrettanto vero sar che, per avere successo, diverr indispensabile porsi sul mercato con la massima professionalit, costruendo meglio per vendere al giusto prezzo, con lapporto integrato delle esperienze e delle competenze di tutti quegli attori del settore che, accomunati dal saper e voler fare per professione, sapranno, leggendo gli errori del recente passato, realizzare un nuovo modello operativo per interpretare la realt del mercato in modo etico, giustamente proficuo e duraturo.MESI 12FEBBRAIO 2010

di MASSIMO PORTOLANI

inutile negarlo, ma a Brescia, negli ultimi anni, ancor prima della crisi, laumento del degrado urbano ha finito per condizionare negativamente lo sviluppo abitativo della citt. Lo scenario cittadino, tracciato prevalentemente dal boom edilizio degli anni 6070 ha visto progressivamente scadere il proprio livello qualitativo, fenomeno amplificato ancor pi dal costante incremento di nuovi residenti stranieri con basso potere dacquisto. Tale condizione, negli anni passati concentrata in zone come via Milano e nel quartiere del Carmine, si sta estendendo ormai ad altri quartieri, sino a ieri molto apprezzati dal mercato immobiliare, determinando, tra laltro, e a prescindere dalla crisi, una progressiva perdita di valore per il patrimonio edilizio datato, quello che molto spesso sorge nelle zone meglio servite e prossime al centro cittadino. Questo fattore, unitamente al pressoch nullo incremento demografico, rischia di determinare la progressiva perdita di attrattivit residenziale della citt con contraccolpi inevitabili per la ripresa del mercato immobiliare. Di fatto la citt sta diventando di giorno in giorno pi brutta; interi isolati degradati, muri ricoperti da graffiti, distese di parabole sui balconi; non solo degrado e mancanza di decoro ma soprattutto il rischio della perdita di identit dei quartie-

I

NFRASTRUTTURE

25

QUALE BRESCIAPER QUALE RETE?Una grande area metropolitana la cui nervatura geoeconomica data da un asse omogeneo e insieme articolato, gi collegato dalla geografia e cablato dalleconomia, che collega Milano-Bergamo-Brescia-Verona. Una provincia bifronte e bivalve, da sempre periferia del Nord Ovest e anticamera del Nord Est: cerniera bancaria e tecnologica con Bergamo (Ubi Banca e Csmt-Kilometro Rosso); filiera terziaria e di utilities con Milano (A2A); frontiera commerciale e aeroportuale con Verona (fiere e aeroporto di Montichiari). Il tutto collegato da Tav e Brebemi.

na delle tante cose che ci sta insegnando la globalizzazione parola inflazionata, meglio sarebbe dire dilatazione dello scambio o allargamento del mercato che ragionare in termini di reti territoriali o di aree metropolitane omogenee uno dei modi pi efficaci per competere a livello globale.di ALESSANDRO ChEULA

U

PADANIA VALLEY, UNA PADANIT SENZA PADANIE Facciamo un esempio. Se la valle del Po (alias la Padania Valley, detto senza alcuna implicazione o allusione politica separatista ma come mero connotato geoeconomico)

diventasse una rete governata di citt, sarebbe la seconda area urbana del mondo, dietro Boston-Filadelfia-New York-Washington e davanti a Inghilterra (larea urbana Londra-Southampton-Reading-Cambridge), Olanda (Amsterdam-Rotterdam-Utrecht), Francia (il progetto Parigi-Rouen-Le Havre) e persino Shanghai. Lo ha recentemente affermato uno studioso della materia, il docente statunitense Richard Peiser dellUniversit di Harvard, ospite a Brescia del convegno Reti di citt, per Expo 2015 organizzato nel novembre 2009 da Giacinto Musicco, amministratore delegato della Finsibi, la finanziaria immobiliare bresciana fondata e guidata da Dante Anselmi,MESI 12FEBBRAIO 2010

26

uno dei pi noti ed esperti immobiliaristi italiani. Convegno molto istruttivo poich al di l della reale motivazione degli sponsor la proposta, sapientemente legittimata e tecnicamente supportata, della riconversione terziaria della ex Pietra in sede bresciana del Wtc, World Trade Center, societ della stessa Finsibi si parlato per la prima volta, in termini esaustivi ed autorevoli, della citt costellazione. Si tratta di una realt diversa dalla megalopoli che, sviluppandosi in modo policentrico e non radiale, potrebbe essere paragonata al concetto nostrano di area metropolitana. RETI ORIZZONTALI, FILIERE VERTICALI Parliamo di reti in duplice senso: locale (di territorio) e aziendale (di filiera). Ma parlare di reti locali significa evocare, per analogia, una concomitante e speculare entit, per ora esistente solo sulla carta geografica e geoeconomica ma domani su quella geopolitica e forsanche istituzionale: le aree metropolitane. Con una avvertenza: le nuove aree metropolitane, per loro natura multipolari e policentriche, non vanno confuse n identificate con le province, di cui anzi prefigurano il superamento. Parliamo di aree metropolitane come entit multiprovinciali e transregionali, come le reti locali sono transterritoriali e le filiere aziendali sono transettoriali. in questa ottica comprensoriale, non utopistica n avveniristica, che occorre inserire Brescia e il suo futuro, individuandone fin dora percorsi e progetti condivisi (tra questi la Tav, la Brebemi, Expo 2015 ma anche, contestualmente, laeroporto di Montichiari, la stessa Ubi Banca, un Consorzio per linnovazione Csmt-Kilometro Rosso e infine A2A). Aree metropolitane, ovviamente, innervate dalla rete come strumento alternativo ai distretti e metadistretti, storicamente benemeriti ma superati, e integrativo delle filiere. Con una differenza: mentre la rete una realt orizzontale in quanto territoriale, la filiera un concetto verticale in quanto funzionale. Ecco il perch della rete: per la ragione che dobbiamo creare quello che la sociologia economica chiama il capitalismo reticolare, vale a dire forme e assetti coalizionali in grado di superare ci che fino a ieri, a proposito della Pmi dei distretti, veniva chiamato capitalismo molecolare ovvero corpuscolare. Ecco la prima e principale ragione della rete. Se la filiera verticale, o meglio le alleanze verticali di filiera, serMESI 12FEBBRAIO 2010

I

NFRASTRUTTURE

vono alle aziende per fare squadra, la rete orizzontale serve ai sistemi locali per fare sistema. LA PADANIA VALLEY COME AREA METROPOLITANA? realistico ipotizzare una grande area metropolitana comprendente lasse che va da Milano a Verona passando per Bergamo e Brescia? Unarea interregionale che vada oltre il perimetro della Lombardia Orientale dei tempi di Bruno Boni e che sia in grado di superarne i confini collegandosi a reti territoriali (infrastrutturali, sia autostradali che ferroviarie) e funzionali (finanziarie, terziarie, informatiche, tecnologiche, aeroportuali e di servizi) tali da farne una profilo geoeconomico omogeneo? altrettanto realistico e verosimile pensare a quale ruolo potrebbe svolgere Brescia in tale asse? Un ruolo ovviamente non egemone ma nemmeno subalterno, bens da comprimario? E su quali presupposti potrebbe fondarsi tale ruolo? Vediamo di rispondere a questi interrogativi, nella consapevolezza che, trattandosi di materia in fieri, tuttora in evolversi e divenire, tutto ci che viene proposto va preso come ipotesi da sottoporre al vaglio della realt socioeconomica. TRA NORD OVEST E NORD EST Perch si pu parlare di Padania Valley? Perch non altro che la declinazione attuale, questa volta realisticamente fattibile, di unaltra ipostasi in voga alcuni anni fa ma

opportunamente smentita dalla storia, oltre che dalla cronaca. Parliamo della Euroregione, nella fattispecie Europadania, ipotesi di cui nessuno pi parla poich non ha retto alla prova della realt. Brescia questo il punto che ci differenzia dallintuizione di Boni di mezzo secolo fa oggi non pi capitale della Lombardia orientale ma periferia del Nord-Ovest e insieme anticamera del Nord-Est. Grande industria fordista del modello Nord-Ovest e piccola impresa postfordista del modello Nord-Est. Quindi unarea che, in presenza di un progetto adeguato, potrebbe diventare possibile interfaccia tra i due Nord del Paese. Pi chiaramente: Brescia periferia del Nord Ovest per storia e struttura (maturit del modello industriale fordista mirato al magazzino) e anticamera del Nord Est per vocazione e cultura (modernit del suo modello mercatista orientato allexport e al mercato). Una dualit che affonda nella storia e una dicotomia confermata dal fatto di non essere mai stata signoria, bens terra di frontiera in perenne contesa tra il Granducato di Milano (il Nord Ovest) e la Serenissima (il Nord Est). A OVEST CERNIERA, AD EST FRONTIERA, AL CENTRO FILIERA Vista la vanit e attesa linutilit di inseguire impossibili leadership territoriali, come la vecchia e superata illusione di capitale della Lombardia orientale coltivata in passato (pur storicamente feconda avendo portato

.CONFINDUSTRIA PARTE DA BRESCIA PER PROMUOVERE LE RETI DIMPRESALAssociazione Industriale Bresciana stata la prima tra le territoriali di Confindustria ad ospitare il seminario Facciamo rete, programma di formazione che proseguir in tutta Italia proposto a dirigenti e funzionari per favorire la diffusione delle reti dimpresa. Nel corso del seminario i cui obiettivi sono stati introdotti dal direttore di Aib Piero Costa , Fulvio DAlvia, che in Confindustria collabora con il vice presidente Aldo Bonomi per la diffusione del progetto, ha fatto un intervento sugli orientamenti e i programmi di Confindustria in relazione alle reti dimpresa e sulle opportunit del nuovo inquadramento. Cosa sono le reti dimpresa e cosa il nascente contratto di rete, la definizione del contesto normativo, gli aspetti organizzativi della rete, il ruolo del facilitatore e il profilo giuridico sono stati invece i temi che hanno portato il management di Aib nel cuore di un progetto che va letto come una condizione indispensabile per il rafforzamento della piccola e media impresa.

27

Il progetto per la nuova autostrada Brebemi.

prima allEulo, Ente Universitario Lombardia Orientale, e poi allUniversit di Stato) occorre recuperare la funzione strategica di interfaccia tra i due Nord del Paese. A Ovest cerniera bancaria e tecnologica con Bergamo (Ubi Banca nonch sinergia Csmt-Kilometro Rosso, i due enti rispettivamente preposti alla ricerca e innovazione) e filiera terziaria con Milano (le utilities di A2A); a Est frontiera commerciale con Verona (Fiere e Aeroporto di Montichiari). Rilanciando e rivitalizzando le reti industriali non solo nella loro rinnovata versione economica di filiere produttive, ma pi ancora nellottica socio-economica, allargata e sistemica, delle aree metropolitane. Vale a dire i nuovi comprensori territoriali non solo strumentali o funzionali ma anche istituzionali che dovrebbero sostituire, in una credibile prospettiva di riforma costituzionale dello Stato in senso federale, le attuali istituzioni intermedie come le Province. AREE METROPOLITANE E FEDERALISMO Parlare di aree metropolitane significa infatti, nella attuale situazione politica, parlare anche di federalismo. I due momenti sono strettamente correlati, al punto che non si pu trattare del primo senza affrontare contestualmente anche il secondo. anche per tale ragione che il confronto politico sulle aree metropolitane caduto in desuetudine, assorbito e fagocitato da quello sul federalismo, in attesa che ne venga sciolto il nodo avviandone il processo concreto sul piano istituzionale. Federalismo, quello declinato nelle nuove aree metropolitane, di stampo ovviamente e marcatamente autonomista (funzionale) pi che autenticamente radicale (politico) che, senza intaccare lunit e sovranit nazionali, dovrebbe servire a dividere strumentalmente lo Stato per unire culturalmente la nazione (sia pure

in ritardo, in quanto la nazione oggi in via di superamento, assorbita nella pi ampia cornice europea e nel pi dilatato contesto europeista). Ci senza adombrare ipotesi fantapolitiche come le ricordate euroregioni, sincretismi di moda allepoca dei localismi etnici subalpini e pedemontani allo stato nascente. Recupero tardivo, la nazione, per due ragioni. Nel caso italiano il nostro Paese da sempre un popolo senza nazione e una nazione senza Stato. Nel contesto europeo e globale la nazione un monismo ideologico (etico-politico) in via di estinzione, stretto tra lincudine delle aggregazioni e integrazioni sovranazionali e il martello delle dis-aggregazioni e dis-integrazioni locali. Come dire costretto tra il rampante globalismo economico delle multinazionali e il ruspante localismo politico dei movimenti pre-nazionali e sub-nazionali. Anacronismi non tanto egoistici, giudizio moralistico da evitare, quanto arcaismi aggressivi e antistorici degni di chi non ha capito che letnia, in quanto infanzia della nazione, un ritorno al passato. E di chi non ha compreso che la nazione, in quanto federazione (unificazione) delle etnie e sublimazione (superamento) delle piccole patrie, nellet della globalizzazione dello scambio va certamente superata, ma non con il ritorno al passato pre-nazionale bens con lapprodo ad un futuro post-nazionale. Tutto ci detto senza nostalgie idealistiche crociane o gentiliane n rimpianti hegelomarxiani, ma semplicemente spinelliani (non Franco ma Altiero Spinelli, uno dei padri dellidea dEuropa) ed empiricamente monnetiani (non Monet pittore ma Jean Monnet, padre dellunit europea, figlia dellidea dEuropa e madre dellUnione). DAI DISTRETTI ALLE FILIERE DALLE SINERGIE AI SISTEMI I distretti, storicamente validi nella fase di

start up delle piccole imprese, rappresentano uno stadio illustre ma superato in quanto fondati sulle alleanze orizzontali di prodotto, mentre oggi occorre ragionare in termini di alleanze verticali di filiera (tra aziende della stessa sequenza o catena tecnologica). Il tutto, ripetiamo fino alla noia, nella prospettiva non immediata ma neppure remota di unarea metropolitana interprovinciale e infraregionale omogenea (Verona-BresciaBergamo-Milano, geograficamente e geoeconomicamente connesse anche dalla futura Bre-be-mi) che di fatto ha in A2A il proprio baricentro funzionale. Fusione che, per inciso, pu dirsi ormai compiuta e, dopo la recente rinegoziazione della governance tra Brescia e Milano, oggettivamente riuscita avendo mediato in un equilibrio bilanciato le tentazioni egemoniche della componente meneghina i cui ripensamenti e adeguamenti a posteriori sono stati dettati, per quanto riguarda Brescia, anche da opportunit politiche legate al passaggio da Corsini a Paroli (dalla maggioranza di centro sinistra a quella di centro-destra) oltre che da ragioni oggettive. ASSI PORTANTI: UBI BANCA, A2A, AEROPORTO, BREBEMI Sono le infrastrutture, sia territoriali che funzionali alcune gi esistenti, altre in corso di relizzazione a giustificare e rendere ormai matura nei fatti larea metropolitana Milano-Bergamo-Brescia-Verona. Come sono le stesse infrastrutture a costituirne la nervatura infrastrutturale. Intendiamo non solo le infrastrutture territoriali quali la prossima Tav (la cui fermata bresciana sul Corridoio 5 Lisbona-Kiev stata spostata da Montichiari a Desenzano). Non solo limportantissima infrastruttura funzionale dellaereporto di Montichiari la cui fattibilit oggi messa in crisi dalla secessione, si auspica provvisoria e reversibile,MESI 12FEBBRAIO 2010

ESTRUSIONE - PRESSOCOLATA - FONDERIA - LAMINAZIONE - FINITURE - LAVORAZIONI MECCANICHE - SALDATURA - RICICLO

metef-foundeq

14-17 Aprile 2010Centro Fiera del Garda Montichiari Brescia Italyadnord.it

lexpo nr 1 nel mondo dei metalli

INTERNATIONAL ALUMINIUM ExHIBITION 8th EDITION

INTERNATIONAL FOUNDRy EqUIPMENT ExHIBITION 5th EDITION

Due eventi un grande appuntamento internazionale in costante sviluppo: una occasione unica per incontrarsi e fare business.

Patrocinatori: AIB - AIFM - AIM - AITAL - AMAFOND - ASSOFOND ASSOMET - CEMAFON - CIAL - EAA - ESTAL - FACE FEDERFINITURA - IIS - OEA - qUALITAL - UNCSAAL

CCIAA - Camera di Commercio di Brescia Provincia di Brescia - Assessorato alle Attivit Produttive - Lavoro - Economia e Formazione Professionale

www.metef.com

Segreteria Organizzativa: Edimet Spa, via Brescia, 117 - 25018 Montichiari (BS) Italy - Tel. +39 030 9981045 - Fax +39 030 9981055 - [email protected] MESI

12FEBBRAIO 2010

Idella componente bresciana dalla societ veronese che controlla il Catullo. Ma anche e sopratutto A2A. Una grande utility del Nord in grado di competere non tanto e non solo sul mercato dei servizi locali quanto su quello delle fonti di energia, che per loro natura richiedono dimensioni continentali e strategie internazionali adeguate alla nuova globalit. Come resta attuale, detto per inciso, laltra operazione di aggregazione interprovinciale, questa volta non nellindustria o nei servizi ma nella finanza: la fusione tra Banca Lombarda e Bpu (Banca Popolare di Bergamo) che ha dato vita a Ubi Banca, quarto polo bancario nazionale vocato (ma non sempre votato, nonostante le rassicurazioni dei suoi maggiorenti) al territorio come retroterra economicosociale e retrovia funzionale. Il problema, visto a posteriori con la comodit del senno di poi, riguarda semmai il modo, cio la troppa fretta, con cui si proceduto alle due operazioni. La prima, A2A, sollecitata dalla politica, la seconda, Ubi Banca, indotta dalle paventate scalate ostili alla preesistente Banca Lombarda da parte di istituti di credito esteri (spagnoli nella fattispecie). Si tratta della discrasia tra i tempi della politica in questo caso sorprendentemente e velleitariamente rapidi, a differenza della lentezza che solitamente li caratterizza e quelli delleconomia, che richiedono invece la maturazione di condizioni pi consone e la preparazione di contesti pi maturi. BRESCIA GIGANTE ECONOMICO, NANO POLITICO? Ma qual il ruolo che Brescia pu ritagliarsi nel contesto allargato dellarea metropolitana, nella fattispecie lasse Milano-BergamoBrescia-Verona? I lamenti del senno di poi su A2A e Ubi Banca, in particolare quelli manifestati in tempi recenti da personalit come Marco Vitale circa una pretesa perdita di brescianit e una presunta penalizzazione della componente bresciana, non convincono. Per due ragioni. La prima riguarda il paradosso che ha sempre distinto Brescia quale gigante economico e nano politico, cio il fatto che la terza provincia industriale dItalia non ha mai avuto, a livello nazionale, una valenza politica pari allimportanza del suo peso economico (di chi sia la responsabilit di tale situazione, se di una classe politica che non stata allaltezza di quelLingresso dellaeroporto Brescia Montichiari.

NFRASTRUTTURE

29

la economica, o di una classe economica che non si mai preoccupata di un altro discorso che non possiamo affrontare in questa sede). La seconda che i processi di aggregazione e concentrazione necessitati dalla inesorabile dilatazione dei mercati e imposti dalla progressiva globalizzazione dello scambio, non vanno elusi in nome di un presunto primato etnocentrico tanto miope quanto anacronistico, ma affrontati e pilotati negoziandone al meglio le condizioni e mediandone i diversi aspetti e differenti interessi. BRESCIA COMPRIMARIA, NON SUBALTERNA N PERIFERICA In entrambi i casi, le geremiadi sulla perdita di brescianit, secondo quanto lamentato a suo tempo da Vitale, studioso e osservatore (conservatore?) di cose bresciane, appaiono frutto di una desueta antropologia da piccole borghesie e di una obsoleta ideologia da piccole patrie, entrambe destituite dalla inesorabile progressiva dilatazione del mercato. Che significa infatti parlare di brescianit nelle attuali dimensioni dello scambio se non riproporre, sia pure in forme meno becere bens moderne e raffinate, lennesimo rimpianto per lautarchia del campanile o lennesima nostalgia per lautonomia della contrada nella fattispecie il perimetro delle mura venete care alla nostra infanzia politica e culturale? Quel municipalismo angu-

sto e chiuso dentro i profili pedemontani di cui si gi detto, quel particolarismo subalpino agorafobico smentito dalla storia, quel campanilismo subalterno e perdente poich stretto tra lincudine delle integrazioni sovranazionali e il martello delle disgregazioni sub-nazionali? Quel localismo miope che auspica lavvento del federalismo come processo inverso a quello storicamente percorso da tutti i federalismi, nati per unire le pluralit e coniugare le diversit (federare, appunto) invece che dividere le unit? Ben venga il federalismo, se serve a dividere tecnicamente lo Stato per unire idealmente la nazione, ma essendo lItalia un popolo senza nazione e una nazione senza Stato ossia un Paese la cui religione civile, intesa come etica sociale, non mai diventata un valore condiviso n un collettivo senso comune il federalismo malinteso pi che una opportunit potrebbe rivelarsi un rischio esiziale. Meglio allora un federalismo moderato, mediato dalle aree metropolitane e cablato dalle reti. Cominciando dallasse Nord Ovest-Nord Est, quello che collega Verona a Milano, di cui Brescia in quanto cerniera potrebbe ritagliarsi una funzione strategica e un riconoscimento allaltezza della sua oggettiva importanza economica. Una ruolo paritetico da comprimario. Non periferico rispetto a Milano, non secondario rispetto a Bergamo, non subalterno rispetto a Verona.MESI 12FEBBRAIO 2010

MESI 12FEBBRAIO 2010

IIl punto di vista dellAssessore ai Lavori Pubblici e al Centro Storico Mario Labolani.

NFRASTRUTTURE

31

LA BRESCIA CHE VERRSI STA COSTRUENDO OGGIdi SERGIO MASINI

P

arola alla politica: cosa si fatto e cosa pu ancora fare per leconomia bresciana? Innanzitutto valorizzarne le eccellenze, promuoverne e farne conoscere le potenzialit, fornire strumenti e mezzi funzionali a farla crescere, perch possa finalmente dimostrare la leadership e le possibilit di cui la sappiamo capace. Cominciamo col dire che la nostra Citt e Provincia hanno dimostrato, anche e soprattutto nella crisi, quello che gi da tempo gli era riconosciuto proprio: i bresciani sono grandi lavoratori, ottimi risparmiatori, ma, soprattutto, gente che non si arrende alle prime difficolt, un popolo abituato a rimboccarsi le maniche e ad affrontare i problemi con profonda determinazione. Consci e fieri di questo, senza dunque mai dimenticare il passato che ci ha resi tali, bene senzaltro non scordare che primeggiamo nellambito industriale, agroalimentare e turistico, vantiamo marchi conosciuti e invidiati nel mondo: dalla Mille Miglia a Beretta, dal Franciacorta a Flos, solo per citarne alcuni. Siamo, per variet e caratteristiche, una realt unica. Accanto a questo, Brebemi, A2A, la stessa metropolitana (che sar pronta nel 2013) sono strumenti che ci proiettano in unottica sovra-provinciale, importantissimi mezzi di valorizzazione e di crescita quali solo le infrastrutture possono essere per favorire leconomia. A questo si aggiungano tutti gli immobili sfitti, i palazzi giudiziari, sanitari, isti-

tuzionali, le cui ridestinazioni e riqualificazioni modificheranno radicalmente il volto di Brescia. Ci sono stati anni in cui la citt stata abbandonata in favore dellhinterland da chi cercava maggiori spazi verdi, parcheggi o servizi a misura duomo. Nostro obiettivo fare che tali vantaggi tornino ad offrirsi anche qui, riportando i residenti a superare la quota dei 200.000, fieri e felici di abitare una Brescia riveduta e migliorata per loro: un progetto che da tempo stiamo portando avanti e che prevediamo offra risultati definitivi in non oltre i due mandati. Dunque far crescere Brescia nellottica di un futuro da protagonista? Senzaltro! Se Verona lo specchio del ricco Nord-est e Milano lespressione del capoluogo istituzionale e di rappresentanza, Brescia ha tutti i numeri per fare la differenza sullasse lombardoveneto, assumendo un ruolo di sempre maggiore rilievo. Brescia sta cambiando. Non pi una realt provinciale ma sta muovendo i primi, giusti passi verso la maturit duna citt metropolitana. Pur con le proprie autonomie, auspico accordi di servizio tra il nostro e i Comuni limitrofi perch dispongano tutti di servizi comuni: significherebbe ridurre i costi, ottimizzare i tempi, creare coesione e, non meno importante, offrire una migliore qualit della vita. Cos facendo otterremmo di sfruttare al meglio quanto abbiamo e far valere le nostre scelte. Sarebbe pi fattibile il potenziamento di reti e filiere, avrebbe allora davvero senso parlare duna metropolitana che abbracci la Valtrompia, il Garda o laeroporto di Montichiari.

LAssessore Mario Labolani

Essere unarea metropolitana ci consentirebbe di non ragionare pi a compartimenti stagni, ma permetterci di prendere in esame progetti e prospettive pi ampie ed efficaci. Oggi possiamo vantare unimportante presenza politica bresciana a livello nazionale: dal ministro Gelmini ai sottogretari Molgora e Saglia, onorevoli come Paroli, Beccalossi, Conti, Moroni, Romele, Caparini e gli altrettanto capaci rappresentanti dellopposizione, nostri concittadini che concorrono a sdoganare Brescia e ne appoggiano la crescita verso un futuro da vera protagonista tanto in Lombardia quanto nel panorama nazionale, un obbiettivo, dunque, che ora come non mai alla nostra portata.MESI 12FEBBRAIO 2010

SLimponente struttura del Crystal Palace.

TRADE E QUARTIERI

33

TO BRESCIA 2di ESTERINO BENATTI

WELCOMEfrenetico andirivieni giornaliero fatto di uomini in giacca e cravatta e donne dai tacchi tanto eleganti quanto rumorosi. Lorizzonte dacciaio e vetro addolcito dalla presenza del parco Tarello, un polmone verde di dieci ettari che d ossigeno ad una zona su cui si staglia minacciosa la sagoma del termovalorizzatore. Niente a che vedere con i 341 ettari di Central Park, ma ci si pu accontentare. Imboccando le vie dedicate alle isole greche, la zona si fa pi residenziale, con il parco Gallo e loratorio di San Giacinto che costituiscono i principali luoghi di ritrovo allaria aperta. Brescia 2, infatti, non solo grattacieli e uffici, c anche una popolazione che vive cercando, a fatica, quella tranquillit che, forse, pu trovare solamente nel proprio appartamento. Attraversando i portici tra via CiproMESI 12FEBBRAIO 2010

rovare un parallelismo tra Brescia e New York impresa ardua. Pi che una Grande Mela la nostra Leonessa una piccola ma gustosa castagna tipicamente italiana. Ma lasciandosi alle spalle il centro storico e dirigendosi verso sud possibile fare un tuffo nel futuro superando, guarda caso, il cavalcavia Kennedy La visuale si apre in men che non si dica sul nostro Financial District, o pi semplicemente Brescia 2. Sulla skyline di casa nostra si scorge il Crystal Palace, capitano di uno squadrone di edifici imponenti proiettati gi a partire dallinizio degli anni 90 in una dimensione futuristica. Al loro interno, come in un alveare luminoso, si snodano gli uffici di banche, assicurazioni, commercialisti e avvocati, che mettono in moto quel

T

34

S

TRADE E QUARTIERI

e via Rodi scattano nuovi flash di matrice newyorkese. Capitano incrociando un paio di ragazzi che sfidano scalini e corrimano a bordo dei loro skateboard, oppure focalizzando lo sguardo su quel mare di scritte che riempie muri e colonne raccontando le emozioni di amori adolescenziali o la totale assenza di senso di gesti gratuiti e insignificanti. Poi c via Rodi, con listituto professionale Camillo Golgi e la sua piramide di vetro stile Louvre, sotto la quale, di giorno, tanti under 20 vivono i migliori anni della loro vita. Qualche under 30, invece, ne ha fatto il punto di ritrovo per le uscite serali con i vecchi compagni di scuola, quelli che, anche quando il diploma gi appeso al muro, restano vicini di banco per la vita. Pi in l c il tempio della pallanuoto, il Palasystema, teatro di successi nazionali ed internazionali che avrebbero meritato maggior risalto. Il viaggio in questo angolo della Brescia dAmerica prosegue con un salto in via Corf, dove dopo il tramonto buio e degrado si fanno pi minacciosi, come

nel Bronx. Mi sposto in via Repubblica Argentina, dove ripenso ai volti che ho incontrato nel mio incedere a testa alta. E dopo due battute con la badante ucraina, lindicazione al fattorino ghanese e il caff dalla barista cinese fisso linsegna di quel ristorante sudamericano Il futuro di Brescia lAmerica, ma i palazzi centrano poco.

CI RACCONTANO BRESCIA 2 LORENZO PAGANI (GRAN CAF) Ci descriva Brescia 2. Questa una zona mista. Quando si pensa a Brescia 2 la si collega sempre agli uffici e alle banche, ma non bisogna dimenticare limportante bacino di residenti. Quali sono i ritmi del suo bar? Lavoro tutta settimana e la domenica mattina uno dei momenti pi intensi. La gente va a messa, a fare una passeggiata, a prendere il giornale e fa tappa qui al mio bar. In quei momenti vedo facce che solitamente non vedo mai. Durante la settimana, invece, che clientela c? Una clientela volatile. C la parte fissa, cio gli impiegati degli uffici, pi la parte variabile che deriva da tutti coloro che vengono in zona per usufruire di determinati servizi.

Aprire un bar in citt stata una scelta azzeccata? Ho avuto un bar a Ghedi per ventanni, lavoravamo dalla mattina alla notte seguendo i ritmi del paese finch abbiamo deciso di cambiare vita per i nostri figli. Qui a Brescia lavoro tanto, ma riesco anche ad avere una vita mia. Fate anche pause pranzo? S, ho attivato alcune convenzioni con gli uffici. Qui si mangiano panini, bruschette e i prodotti che la gastronomia mi fornisce due volte la settimana,

visto che non ho la licenza per cucinare. Il nostro fiore allocchiello? Sono le brioches, le fa il pasticcere che ha realizzato la torta per Benedetto XVI in occasione della sua visita a Brescia. Sono deliziose. SIMONA LANZA (MONDO TONDO, ABBIGLIAMENTO BAMBINI) Da quanto tempo ha lattivit qui? Da quasi quindici anni. Qui si vive e si lavora bene. La crisi nel 2009 si sentita ma stato il primo ed unico anno difficile. Chi abita qui? La zona pi vicina a Lamarmora composta maggiormente da anziani, mentre a Brescia 2 il target pi giovane. La sua clientela della zona o di passaggio? Inizialmente i miei clienti erano locali, ma col passare degli anni siamo riusciti ad attirare anche parecchie persone da fuori. Se tornasse indietro riuscirebbe a resistere al richiamo del centro com-

Lorenzo Pagani titolare del Gran Caf.

12

MESI FEBBRAIO 2010

35

A sinistra alcuni scorci del quartiere, in alto la chiesa e a destra il matitone.

merciale? Mi rendo conto che di questi tempi le alternative sono davvero poche, io mantengo questa linea, sarebbe un ripiego forzato perch odio i centri commerciali. E il tempo mi ha dato ragione. ROBERTO BONOMETTI (IL ROSTICCIERE) Che zona Brescia 2? una zona mista: ci sono anziani, famiglie nuove e giovani. C di tutto. A che punto sono immigrazione e integrazione?

La presenza di stranieri massiccia, ma non ci sono grossi problemi nel processo di integrazione. Alcuni di loro hanno anche attivit commerciali, qui accanto ci sono un sudamericano e un cinese, ma sono persone serie e lavoratrici. Niente da dire. Quali sono le vostre risposte alla crisi? La qualit ci tiene a galla: prosciutto crudo, formaggi e lasagne sono il nostro eccellente biglietto da visita, ma lanno appena trascorso stato duro e il boom dei centri commerciali non ci aiuta di certo. PAOLO TRAMONTI (EDICOLA) Dia un aggettivo a Brescia 2. Variegata. Qui in via Corf ci sono soprattutto uffici, mentre via Cefalonia zona economico-finanziaria. Brescia 2, per, anche zona residenziale. Cosa vede dalla sua edicola? Durante il giorno brulica da queste parti un sacco di gente che lavora in zona. Ci sono anche tanti stranieri di passaggio che gironzolano tra la stazione, i parchi pubblici e i parcheggi, dove possono racimolare qualche euro. Non hanno mai creato problemi. Scelta azzeccata quella di piazzare unedicola qui? Questa edicola di mia moglie da ventanni, ma anche prima del nostro arrivo si trovava qui. Gli affari? Ci sono parecchie edicole nel raggio di poche centinaia di metri e la licenza data ai supermercati di vendere i giornali ci ha tagliato le gambe, ma teniamo duro.

Quali sono i prodotti pi venduti? Al mattino vanno soprattutto i quotidiani, poi vendiamo riviste di settore, in primis Quattroruote. E le figurine dei calciatori non tramontano mai. ELISABETTA ZANELLI (LANGOLO DELLE OCCASIONI) Brescia 2 si rivolge spesso allAngolo della occasioni in tempo di crisi? Direi a giorni alterni. Chi frequenta il vostro negozio? La nostra clientela pi o meno della zona. Qui bazzicano per la maggior parte anziani e famiglie, soprattutto le donne di casa visto che i prodotti che vendiamo interessano soprattutto loro. Come definiresti Brescia 2? Una zona viva e dinamica. Scelta azzeccata aprire unattivit qui? Direi di s, perch il passaggio buono. Forse bisognerebbe inventarsi qualcosa di nuovo per attirare pi gente e rendere pi visibile il negozio.MESI 12FEBBRAIO 2010

Nella foto, Roberto Bonometti. In alto Simona Lanza e a destra ledicolante Paolo Tramonti.

36

IN EVIDENZA

Uno scorcio del centro di Verolanuova.

LACQUEDOTTO ChE UNISCE I COMUNIENTRO LANNO PREVISTO IL COMPLETAMENTO DELLACQUEDOTTO INTERCOMUNALE DELLA BASSA BRESCIANA.

ar il primo vero esempio di sistema intercomunale di distribuzione dellacqua potabile in provincia di Brescia, la prima rete in grado di gestire in modo unitario lapprovvigionamento idrico dei Comuni ottimizzando luso della risorsa e garantendo migliori condizioni dal punto di vista qualitativo. Stiamo parlando dellacquedotto consortile della Bassa Bresciana, unopera che legher ad un unico filo i Comuni di Manerbio, Bassano Bresciano, S. Gervasio, Verolanuova, Verolavecchia e Pontevico e che permetter ad oltre 42.000 abitanti di ricevere al loro rubinetto di casa la medesima acqua.MESI 12FEBBRAIO 2010

S

Dopo aver realizzato negli ultimi anni il primo lotto dei lavori con la posa di una condotta di adduzione dellacqua lunga 25 km e lescavazione dei pozzi a nord di Manerbio, sono pronti a partire i lavori del secondo lotto, per un importo di circa 6 milioni di euro, che completeranno il sistema con lesecuzione degli ultimi tratti di condotta e la messa in opera della centrale di potabilizzazione dellacqua. Tutto ci grazie al recente Accordo di Programma siglato con lAato (lAutorit dAmbito cui compete la pianificazione e la programmazione degli interventi nel settore idrico) da A2A, gestore del servizio idrico nellarea, unitamente al Consorzio Bassa Bresciana Centrale (Cbbc) e alla societ Coges che hanno seguito i lavori fino ad oggi realizzati. Si arrivati finalmente a creare le condizioni per portare a conclusione un progetto che permetter presto di risolvere le criticit degli acquedotti comunali di questa zona della provincia, assicurando lerogazione di acqua di migliore qualit e ottimizzando la gestione, commenta con soddisfazione il presidente del Consiglio di Amministrazione dellAato, Stefano Dotti, che peraltro proviene proprio dalla Bassa e che per anni ha ricoperto la carica di Sindaco di Verolanuova e di presidente del Consorzio Cbbc. La realizzazione di un sistema unico di distribuzione dellacqua, infatti,

37

Il Presidente dellAATO Stefano Dotti.

consentir il superamento definitivo delle problematiche qualitative riscontrate in corrispondenza dei pozzi comunali per la presenza di arsenico e ammoniaca di origine naturale nelle falde profonde captate, che richiedono oggi un trattamento spinto dellacqua con una forte incidenza anche sui costi di gestione. La centralizzazione della potabilizzazione e linterconnessione delle reti garantir, dunque, i Comuni sia in termini qualitativi che economici, ma dar anche maggiore sicurezza nella continuit della distribuzione potendo meglio compensare la variabilit della richiesta di acqua nei singoli Comuni. importante anche sottolineare continua il presidente Dotti che questi investimenti oggi sono possibili perch inquadrati in un sistema che va oltre i confini comunali permettendo di reperire con minori difficolt le risorse economiche necessarie. LAato, infatti, si fatto carico di completare la copertura finanziaria dellintervento mettendo a disposizione quasi 1,5 milioni di euro ed assumendo, a partire da questanno, gli obblighi di restituzione del prestito che la Provincia aveva accordato a Coges per un ammontare di circa 300.000 euro lanno. Questo accordo figlio della decisione dei Comuni della Bassa di prendere parte alla gestione del servizio idrico integrato dellAato e conseguentemente di entrare a pieno titolo nella programmazione annuale degli investimenti dellAutorit dAmbito. Con lentrata in funzione dellacquedotto consortile si realizza il primo vero esempio di infrastruttura a servizio di pi Comuni in campo acquedottistico. Fino ad oggi dichiara Dotti stata posta grande attenzione da parte dellAato al settore fognariodepurativo, che indubbiamente presenta a livello provinciale le

maggiori criticit, avviando i lavori necessari alla realizzazione o al completamento di sistemi di collettamento delle acque reflue ad impianti centralizzati di depurazione. Nei prossimi anni assisteremo alla progressiva eliminazione di piccoli impianti comunali obsoleti e inadeguati e allestensione della