12Mesi - BRESCIA - Settembre 2011

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Alessio Merigo Franco Piavoli Valerio Prignachi Silvia RazziStRaDE E quaRtIERI

PENSIERI DI

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iNsieme soNo pi BellesaNta giulia patrimoNio dellumaNit le BaNche del tempoBsNews.it pelo e coNtropelo matti da slegare qui e l cricket Bacheca videoteca

le reti dimpresa

3 DODICI MESI // settembre 2011

IN QUESTO NUmerO

Editoriale I costi della politica Prodotto & mercato Valerio Prignachi: Programmare la mobilit guardando al futuro Silvia Razzi: Eliminare gli sprechi e valorizzare lesistente Alessio Merigo: Un manager con la passione per la scrittura Franco Piavoli: Un artigiano del cinema dei sensi Santa Giulia: Unesco, una vittoria che viene da lontano Strategia dimpresa Lavoro Bacheca Le reti dimpresa: Incontrarsi e non dirsi addio Le banche del tempo

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55 Strade e quartieri: Villaggio Violino e Villaggio Badia 59 Hinterland: Flero e San Zeno Naviglio 68 Viaggio in Provincia. Bassa bresciana/Ovest: Palazzolo S/O, Chiari, Castelcovati, Orzinuovi 91 Tu e il fisco 93 Politica e societ 94 Pelo e contropelo 96 Brainstorm 99 Matti da slegare 107 BSNews.it/Il sondaggio: Escort, trappola per inesperti? 111 Brescia capitale del cricket 116 Il viaggio slow nella bassa Valle Sabbia 119 Qui & l 122 Gentile Farmacista 124 Specchio delle mie brame 127 Videoteca 128 successo

Mensile di attualit, economia, inchieste, opinioni e cultura da Brescia e dal mondo. Settembre 2011 Anno III - Numero 8 Rivista mensile - 1,20 Viale Duca degli Abruzzi, 163 - 25124 Brescia tel 030.3758435 - fax 030.3758444 www.dodicimesi.com [email protected] Direttore Responsabile Giorgio Costa [email protected] Coordinamento Donatella Car [email protected] Hanno collaborato Alice Aimo, Eva Alessandri, Giovanni Altuni, Stefano Anzuinelli, Davide Bacca, Fiorenzo Bandirali, Luce Bellori, Livio Benassi, Esterino Benatti, Elizabeth Bertoli, Silvio Bettini, Paoloemilio Bonzio, Donatella Car, Alessandra Cascio, Lodovico Cherubini, Alessandro Cheula, Mario Conserva, Enrico Filippini, Bruno Forza, Emanuela Gastaldi, Rolando Giambelli, Roberto Giulietti, Immanuel, Viola Ladi, Lucrezia Lombardi, Ferdinando Magnino, Sergio Masini, Enrico Mattinzoli, Cristina Minini, Fedele Morosi, Giorgio Olla, Antonio Panigalli, Irene Panighetti, Francesco Rastrelli, Libero Rosellini, Federico Rossi, Massimo Rossi, Emanuele Salvi, Salvatore Scandurra, Alessandra Tonizzo, Andrea Tortelli, Silvia Valentini.Questo periodico associato allUnione Stampa Periodica Italiana

DODICI MESI

MESI

Editore Edizioni 12 Srl Viale Duca degli Abruzzi, 163 - 25124 Brescia Registrazione Tribunale di Brescia n. 52 del 24/11/2008 Impaginazione Sales Solutions Srl Fotografie Archivio Sales Solutions, Umberto Favretto Agenzia Reporter, Rolando Giambelli Il Fotogramma, Patrick Merighi Brescia in Vetrina, Cristina Minini Stampa Tiber Spa - Brescia Pubblicit Sales Solutions Srl Viale Duca degli Abruzzi, 163 - 25124 Brescia tel 030.3758435 - fax 030.3758444 [email protected]

MESI 12settembre 2011

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Domenica 11 Settembre 2011 dalle ore 20.00

ELestatesta finendo

DITORIALE

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estate sta finendo e un anno se ne va. Era l85 quando il tormentone dei Righeira trapassava le nostre orecchie; quattro anni dopo, nel novembre dell89, la caduta del muro di Berlino ci stup come avrebbe potuto fare solo lannuncio di uno sbarco di alieni. Passarono altri due anni e, nellagosto del 91, emozionati ed entusiasti, plaudemmo al rubicondo Boris Eltsin che, dalla torretta di un carro armato sulla piazza rossa di Mosca, annunciava la riuscita del rapido e incruento colpo di stato che pose fine alla guerra fredda e riport (in buona parte) la libert a quasi 300 milioni di persone. Qualche anno dopo, a luglio del 97, con molto meno rumore (ma non per questo meno epocale) Hong Kong torn alla Cina dopo un secolo di controllo inglese. Ancora qualche anno e, sempre destate, l11 settembre 2001 vedemmo in diretta tv le immagini del crollo delle Torri gemelle di New York. Pi di recente, il 13 settembre 2008, la banca americana Lehman Brothers ha annunciato il fallimento per oltre 600 miliardi di dollari, con le conseguenze che ben conosciamo. Anche questanno, sul finire dellestate, si stanno profilando eventi che purtroppo non possiamo e non dobbiamo considerare meno epocali e traumatici di quelli ricordati. Anzi. Nell89, un miliardo di persone, il cosiddetto mondo occidentale (Europa e America del nord), era ricco o benestante; i restanti cinque miliardi di abitanti del pianeta erano poveri, poverissimi, se non addi-

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rittura sotto la soglia di sopravvivenza, e alla fame. Oggi i ricchi, i benestanti, e comunque chi non soffre di fame, sono quasi un miliardo in pi, e quindi la ricchezza viene divisa fra due miliardi di persone, anzich uno. Ma siamo ancora a due miliardi di abitanti da una parte (quelli ricchi) e quattro dallaltra (quelli poveri), mentre probabilmente nei prossimi ventanni la ricchezza totale del mondo sar divisa fra tre miliardi di abitanti e non pi fra due. Il che significa per il mondo occidentale unulteriore riduzione della ricchezza media. La vera differenza rispetto a ventanni fa che allora erano i muri fisici a dividere i ricchi dai poveri, mentre oggi i muri sono virtuali, digitali, impalpabili, anonimi. In Cina sono trecento milioni i molto ricchi sui quasi due miliardi di abitanti di quel paese; cento milioni i ricchi in India, a cui vanno aggiunti i tanti tycoon russi e arabi e degli altri paesi emergenti. Ma la giustizia sociale e la pace civile sono rese sempre pi difficili dalle oligarchie, le caste, le multinazionali e gli speculatori. Le ricette per non cadere nel baratro dellingiustizia sociale, sul cui ciglio stiamo camminando, non sono poi molte e ne parleremo nei prossimi numeri. Ma, al di l delle ricette, dobbiamo convincerci che dovremo comunque cambiare lo stile di vita a cui siamo abituati per adottarne uno pi sobrio. Forse non sar necessariamente un sacrificio, ma potr essere appagante e, perch no, fonte di serenit. Giorgio CostaMESI 12settembre 2011

MIA MAMMA FA LA SPESA PER LA CASA E IO PER LA SCUOLA.

Odi ANtONIO PANIGALLI

PINIONI

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deLLa poLitica

i costi

i

n Italia il tema dei costi della politica viene sepolto e resuscitato a seconda dellaria che tira. I cittadini, per, si aspettano che chi solleva il problema si sforzi anche di trovare una soluzione. Il che non un dettaglio di poco conto, dato che a dover risolvere il problema sono proprio quelli che lhanno creato. Praticamente irrisolvibile, dunque. Eppure, che si tratti di province, di doppi incarichi, di nomine nelle partecipate, non c che da iniziare a fare pulizia: semplicemente con un po di buon senso si potrebbero gi fare miracoli, se solo si volesse. Il punto proprio qui: quelli che possono non vogliono. E allora va da s che anche il ritornello dellestate 2011 finir dimenticato come quello di ogni anno. Si sente dire che il vento cambiato: qui non importa se cambiato davvero, ma se i cittadini possono approfittarne per fare davvero qualcosa. Secondo Paola Caporossi, giovane e nota ricercatrice e analista di temi politici e sociali, non si tratta di scendere ancora in piazza con slogan antisistema, n di costringere i media ad occuparsene per qualche giorno. Quale sarebbe il risultato? Che i politici si esibirebbero per un po in dichiarazioni tuonanti, si affretterebbero a confezionare proposte di legge bellissime, ma poi tutto riprenderebbe come prima. Il popolo viola, il movimento delle donne, e tutti gli altri, sono espressioni genuine di partecipazione, della volont di non rassegnarsi, e senza di loro la situazione politica e culturale, in Italia, sarebbe sicuramente meno articolata. Ma bisogna essere realisti: i movimenti non bastano, perch le riforme si decidono altrove, ed l che bisogna intervenire.

E se i cittadini non possono fare le leggi, possono cambiare le persone chiamate a farle: i rappresentanti in parlamento, in comune, in regione. Questo non passa dal disertare le urne, come talora si invita a fare, perch qualcuno voterebbe comunque e basterebbe per lasciare intatta la casta. N servirebbe raccogliere le firme per una proposta di legge popolare, che tanto finirebbe in un cassetto. E allora, cosa rimane? Una soluzione semplicissima a portata di mano ed praticamente a costo zero (che di questi tempi non poca cosa): lanagrafe pubblica degli eletti. I radicali la propongono da anni, ma nessun partito delluno come dellaltro polo lha mai degnata di attenzione. Come del resto i media. Si tratta di questo: per ogni eletto deve essere pubblicato su web il curriculum, il patrimonio immo-

biliare e non, le eventuali partecipazioni societarie e gli incarichi amministrativi. Accanto a queste informazioni che fotografano lidentikit delleletto, vanno rese note anche quelle relative al suo mandato elettorale: quali proposte ha presentato e su cosa, come ha votato sui vari provvedimenti (ha difeso la scuola pubblica o votato agevolazioni per quella privata?). Il punto non secondario: se questi dati fossero pubblici, i cittadini saprebbero farne buon uso al momento del voto, generando, nel tempo, una nuova classe dirigente. Si tratta di un processo lento, che va ad incidere su una cultura politica e civica deformata da decenni di opacit, ma consentirebbe ai cittadini di agire, senza pi ridursi alla mera protesta. Non lunico passo da fare, ma sicuramente uno dei primi possibili.

MESI 12settembre 2011

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Rdi sILVIO bettINI

UBRICA

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PRODOTTO & MERCATOiMpeRatiVo ResisteRe

s, Ma coMe?uandanche non ci bastassero i nostri problemi: un governo che non governa, il Pil che non cresce, le banche che non finanziano, il debito pubblico che galoppa e via di questo passo, veniamo presi di mira dalla speculazione internazionale ispirata, come ormai noto a tutti, dai volponi degli istituti di rating. Certo, noi non siamo stati declassati come Grecia e Portogallo, ma lepidemia sulla scarsa appetibilit dei bond (titoli di stato) emessi dai paesi in difficolt ha contagiato anche il prodotto del nostro Tesoro facendo schizzare il differenziale sul bund tedesco, esempio virtuoso di attivit finanziaria priva di rischio, a circa 300 punti base, ovvero il 3%. Evidentemente gli investitori istituzionali hanno preso in scarsa considerazione le parole del nostro Tremonti secondo il quale sarebbe di gran lunga preferibile gestire un elevato debito pubblico accompagnato da un bassissimo debito privato, che sarebbe il nostro caso, rispetto al caso contrario (esister davvero?). Il contagio potrebbe portare non solo alla difficolt di rifinanziare il 26% del nostro debito pubblico in scadenza entro fine anno, ma anche ad un incremento esponenziale nel servizio al debito stesso, ovvero alla spesa per interessi da sostenere. Il conto semplice: abbiamo un debito pubblico pari a 2.119 miliardi di euro di cui 570 scadranno entro la fine dellanno e dovranno esse rifinanziati, ogni punto percentuale di aumento dei tassi costa a tutti noi oltre 21 miliardi lanno, noccioline? Ma, numeri a parte, il problema vero consiste nellauto avverarsi delle profezie; prendiamo ad esempio la Grecia: lanno scorso stata salvata da Fmi e Ue a con-

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dizione che varasse severe politiche di austerity e tornasse a rifinanziarsi da sola nel 2012. Il governo ha dunque varato un piano di privatizzazioni da 50 miliardi di euro, ma si stima che per rispettare gli impegni presi dovrebbe riuscire a realizzare una privatizzazione ogni settimana, impossibile secondo gli investitori istituzionali che quindi continuano a vendere i bond greci facendo schizzare alle stelle il famoso differenziale, oggi al 20%, va da s che nel 2012 la Grecia sar costretta a chiedere un altro pacchetto di aiuti, saranno concessi o sar default? Nella tabella di fianco mettiamo a confronto rating e spread sui bond decennali. Se per la Grecia sar default, quali altri paesi ne saranno coinvolti? Quanto netta la spaccatura tra paesi forti e paesi deboli e debolissimi nellarea delleuro? Chi si trova a met del guado come noi e gli spagnoli che fine far? Verr risucchiata verso il basso o riuscir ad innalzarsi con i virtuosi? Che sar delleuro? La partita la gioca chi governa, ma tanto per tornare in casa nostra: il nostro ministro Tremonti, nonostante i dissidi con il Premier, riuscito in una notte a far approvare da un parlamento che si autodefinisce eroico la manovra finanziaria. Che fantastica impresa! A parte la patetica scenetta sulla tanto decantata stretta sui Suv, ridicolizzata dopo laffermazione di La Russa, secondo il quale non avrebbe avuto senso per il governo tassare i suoi stessi elettori, ci si chiede, ma sembra che tutta Italia tramite la rete se lo stia chiedendo, dove abbiamo intenzione di andare se il nostro parlamento altro non riesce a deliberare se non raschiare a fondo un barile gi raschiato a dismisura. Va bene che il 30% dei mezzi della polizia rimane fermo in attesa di riparazioni che

rating e spread sui bond decennali s&P moodys spread Austria belgio Francia Germania Grecia Irlanda Italia Olanda spagna AAA AA+ AAA AAA CCC BBB+ A+ AAA AA Aaa Aa1 Aaa Aaa Caa1 Baa3 Aa2 Aaa Ba2 Aa2 62 119 56 1354 938 218 36 1.056 266

Portogallo BBB-

non si fanno perch non ci sono i soldi, va bene che delle restanti la met rimane in garage perch manca la benzina, va bene che a scuola non si fanno le fotocopie per motivi analoghi; ora si provveduto, tanto per fare un esempio, a tagliare il contributo per i figli a carico. Per, tanto per fare un esempio di politica oculata, abbiamo ben 110 provincie, ma potrebbero diventare presto addirittura 136, che costano 14 miliardi di euro lanno, garantendo s un posto di lavoro a 61.000 concittadini (al costo di 2 miliardi e mezzo), ma anche la poltrona a 110 presidenti, 110 vice presidenti, 863 assessori, 3.023 consiglieri ecc. ecc. ecc.. Dal 1970, anno di nascita delle regioni, si dice che le provincie vanno abolite, ma certo non si pu fare in una notte; in una notte eroica si pu solo trovare il modo di ridurre la spesa per gli asili, non certo spazzare in un sol colpo 4.207 poltroncine. Limperativo rimane quello: resistere, s ma fino a quando?MESI 12settembre 2011

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ENSIERI DI

Intervista a tutto campo con Valerio Prignachi, presidente di brescia mobilit.

pRoGRaMMaRe La MoBiLit

GUaRdando aL fUtURo

M

di rObertO GIULIettI

etro e suo prolungamento, parcheggio sotto il Castello e parcometri, autobus, biciclette, ma anche strade, treni, aeroporto, tutto questo deve essere inserito in una logica integrata in cui il sistema delle infrastrutture, della viabilit e dei trasporti, devono esse pensati come una cosa unica e soprattutto devono poter dialogare tra di loro. Quella di Valerio Prignachi, presidente di Brescia Mobilit, una visione da Google earth, quella, per capirci, che dal molto grande arriva per zoomate successive, al molto piccolo, al particolare. la visione generale, e non sempre e non solo quella particolare, che serve per programmare la mobilit di una citt capace di guardare al futuro. Ecco allora che la pregressa esperienza come assessore provinciale ai trasporti pubblici pu diventare un valore aggiunto importante che si integra con lattuale

ruolo di manager di una societ pubblica controllata del Comune. Ecco allora che lagire per la collettivit nella logica di una particolare attenzione anche ai costi di una infrastruttura diventa un elemento fondamentale per valutare un progetto. E tanti ne ha sul tavolo Mister Mobilit. Ma prima di arrivare al particolare, partiamo dal generale. Attualmente ha incarichi politici? No anche se alle spalle ho 25 anni di attivit amministrativa. Sempre eletto, non nominato. Lei ha un passato di socialista, cosa rimasto di quelle idee nel Popolo della Libert? La radice culturale socialista e riformista, soprattutto in Lombardia, ha dato un contributo non banale alla vita politica di Forza Italia prima e del PdL poi. Oggi meno, ma quella politica che non esiste pi, come non c pi la stessa societ. Il rapporto fra societ e politica mutato, ma sta sempre alla politica interpretare i bisogni della gente e tradurli

in azione. Questo almeno il principio a cui mi sono sempre ispirato. In un momento di crisi profonda come quella attuale, lo Stato dovrebbe alleggerirsi, magari vendendo anche i tesori di famiglia? Se utile ovviamente s, prima passando per attraverso una gestione molto pi attenta che eviti i tanti sprechi e poi facendo cassa, vendendo quello che pu essere meno strategico. Attenzione per, senza svendere niente perch una volta che si venduto non si pu tornare indietro. Penso allex ASM quando, al tempo dellaccordo con la municipalizzata milanese, Brescia non riuscita ad avere una contropartita adeguata. Laeroporto? Un contributo importante per la metropolitana?. Cosa pensa delle decine di quadri negli scantinati della Pinacoteca Tosio Martinengo che dovrebbero essere ristrutturati prima di essere esposti, non si potrebbero vendere per pagare alcune opere necessarie alla citt?

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Credo che dovremmo chiederci che interessi ha la collettivit? Che peso diamo allarte, alla cultura? Siamo noi i proprietari di un bene comune per poterne disporre in qualche modo? Solo un esempio: oggi a Vienna, la prima industria quella dei musei. Lo stesso percorso che stato fatto con Omb e per la quale stata ventilata la possibilit di venderla per pagare la metropolitana? Omb stata unoperazione formidabile con pi di 90 dipendenti eccezionali che hanno contribuito alla riuscita di un progetto straordinario. Un intervento che ha evitato crisi e licenziamenti, che si gi ripagata con la sola rivalutazione dellimmobile e che oggi ci consente di progettare un distretto per la mobilit sostenibile nella nostra citt. Pensiamoci prima di fare scelte irreversibili. Il Comune dispone di un patrimonio immobiliare consistente, si potrebbe pensare di vendere qualcosa? Certo che s, ma il mio ruolo quello di presiedere la societ e il gruppo che a Brescia deve garantire il completamento della metropolitana e sviluppare un adeguato sistema di mobilit. Tali decisioni spettano ad altri. Credo comunque che limportante sia il metodo con il quale si arriva a certe decisioni e, ribadisco, il primo passo definire quale citt del futuro si vuole secondo criteri utili alla collettivit poi, se serve, si possono fare altre scelte. E Lei che citt del futuro immagina per quanto riguarda la mobilit? Vedo una citt che ha gi una struttura da area metropolitana e che con Brescia Trasporti riunisce 14 comuni e 300mila abitanti circa. Una citt che si organizza attraverso le infrastrutture, anche quelle in centro citt come il parcheggio sotto il Castello. Penso al potenziamento di unesperienza positiva come quella di BiciMia, ma anche allintroduzione di scooter elettrici in tutte le fermate del metr, ad una rete urbana della mobilit che dialoga con quella extraurbana, nellinteresse dei cittadini e della qualit del servizio erogato. A proposito del parcheggio sotto al Castello, le critiche al progetto dicono di costi eccessivi per unopera che andr a penalizzare luso della metropolitana.

Una premessa: credo fermamente nellimportanza di avere trasporti pubblici di alta qualit, ma con altrettanta energia credo che gli utenti debbano poter avere la possibilit di scegliere. Il parcheggio sotto il Castello unopera che alla collettivit non coster nulla perch, ci tengo a sottolinearlo, sostenuto da un piano finanziario che ne garantir la copertura di spesa con la gestione ed destinato ad un target di utenti completamente diverso da quello della metropolitana. Abbiamo messo a confronto il progetto con alcune esperienze europee di successo e si dimostrato che, al contrario di quanto qualcuno sostiene, lintegrazione fra infrastrutture come quella che verr realizzata alla galleria Tito Speri e le reti di trasporto contribuisce in modo significativo al miglioramento della qualit della vita delle citt, garantendo peraltro anche nuovi parcheggi ai residenti e nello specifico caso bresciano garantir una migliore fruibilit del centro storico e di quello straordinario patrimonio che il Colle Cidneo. Arriviamo alla metro e allidea del suo prolungamento rispetto al tracciato attuale. Per essere funzionale e redditizia la metropolitana dovrebbe essere estesa nellhinterland perch in questo modo si potrebbero garantire un +8% di passeggeri rispetto ai 50 milioni lanno del piano originario oltre a far diventare linfrastruttura cittadina davvero baricentrica rispetto al sistema trasportistico della Lombardia orientale. Nel dettaglio? Per il quadrante est lipotesi migliore sarebbe quella di prolungare lattuale linea a raso, la tipologia che costa meno, fino allintersezione delle tangenziali che portano a Sal, Desenzano e Mantova. L si potrebbe realizzare il nuovo capolinea del metr, con un adeguato parcheggio scambiatore, da far dialogare e integrare con la stazione ferroviaria di Rezzato. A Ovest manca lintegrazione con la Brescia-Iseo-Edolo, sulla quale si possono attivare corse cadenzate e frequenti ogni 5-10 minuti dalla Mandolossa alla stazione ferroviaria. Ricordiamo che alla Mandolossa si trover linnesto con Brebemi. Per il resto del territorio mi preme rammentare, anche per rispon-

dere a qualche sterile polemica estiva, che esiste un Piano provinciale trasporti, approvato allunanimit nella primavera del 2009 da tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione presenti in Consiglio provinciale. In quel piano sono contenute linee guida dedicate anche alla metropolitana provinciale, condivise attraverso decine di incontri tenutisi su scala provinciale. Non mi pare che a oggi quel piano sia stato modificato. Altri costi per? Lopera in fase di realizzazione ha un costo di circa 900 milioni di euro. Se con questa spesa enorme non si raggiunge il risultato atteso credo valga la pena aggiungere ancora qualcosa per rendere lopera funzionale e con altri 50 milioni circa si potrebbe gi prevedere lampliamento a Est e a Ovest. Se si vogliono dare priorit si pensi alladeguamento della Brescia-Iseo-Edolo, che si pu fare con 25 milioni, compreso il parcheggio scambiatore, mettendo cos davvero il metrobus al centro del sistema di viabilit e trasporti, almeno per larea urbana. Saranno sufficienti questi interventi per rendere economicamente sostenibile il metrobus? Di certo serviranno molte altre cose: accordi con gli enti regolatori, sinergie tra le societ, ununica societ di gestione della bigliettazione e quindi un biglietto integrato, cio un unico biglietto per tutto il sistema dei trasporti. Senza contare il coordinamento con le altre ferrovie regionali (Brescia-Parma, Brescia-Cremona, Brescia-Bergamo). Ma la strada comunque tracciata. Per avere uno scenario di sostenibilit bisogner, da un lato operare, come detto, creando sinergie e integrazioni, dallaltro dando a Brescia Mobilit autonomia patrimoniale e finanziaria. La creazione di due societ quindi funzionale? Lo scorporo di Brescia Mobilit in due societ, una patrimoniale e una gestionale, credo possa essere una buona soluzione, funzionale anche a risolvere il problema del finanziamento a breve per sostenere i costi della metropolitana. Commenta questo articolo su

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ENSIERI DI

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eLiMinaRe GLi spRecHie VaLoRiZZaRe LesistenteGli obiettivi prioritari di silvia razzi da poco pi di sei mesi alla guida dellassessorato al turismo della Provincia.

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di rObertO GIULIettI

iovane (39 anni), pi incline alla concretezza del fare che alle facili enunciazioni, (mi considero un assessore anomalo), con una eredit non facile da gestire, con un budget di spesa risicato allosso (75mila euro disponibili) dai tagli imposti dalle esigenze di bilancio, ma soprattutto con le idee chiare sul lavoro che la attende: Riorganizzare, eliminare gli sprechi, valorizzare lesistente. Cos si presenta Silvia Razzi che da poco pi di sei mesi guida lassessorato al Turismo della Provincia di Brescia dopo linterim del presidente Daniele Molgora.

Come sono stati i primi mesi del suo incarico alla guida di un assessorato cos importante per la Provincia di Brescia? Impegnativi. Ho trascorso la prima parte del mio mandato nellanalisi e nella conoscenza degli interlocutori e mi sono resa conto di quanto poco i bresciani conoscano il proprio territorio. Un territorio che tra valli e laghi, dal patrimonio artistico a quello naturale, dalle proposte enogastronomiche al turismo sportivo, ha delle enormi potenzialit. Dobbiamo soprattutto farlo conoscere meglio puntando non solo su un turismo straniero ma anche italiano.

In questo scenario che ruolo hanno e avranno gli Iat (Informazione e accoglienza turistica)? Gli Iat sono il nostro front office sul territorio ma mi sono accorta che non sono identificabili come luoghi gestiti dalla Provincia. Occorre rilanciarli come brand dellAmministrazione provinciale rendendoli identificabili, rivalorizzandone il ruolo e lidentit. Lobiettivo, infatti, quello di garantire location e servizi allaltezza dellimportante compito che si trovano a dover svolgere queste strutture che sono il biglietto da visita del territorio e rappresentano uno snodo di fondamentale importanza per il nostro potenziale turistico.

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Ritiene quindi gli Iat ancora utili? Ne sono convinta anche se oggi gli utenti sono pi esigenti e devono essere accontentati in modo diverso. Penso soprattutto ad un maggior coordinamento, che di fatto non c mai stato, con altre realt esistenti come le agenzie per il territorio o le strutture gestite dai Comuni. Ma il vero punto di forza di questa strategia la scelta di aprire al privato. Mi spiego meglio con un esempio: ad Iseo abbiamo da poco realizzato una convenzione tra lo Iat, il comune, lagenzia del territorio e una cooperativa che da oltre 40 anni presente sul territorio svolgendo attivit di promozione turistica. Nessun taglio quindi? Sar necessaria una riorganizzazione e qualcosa andr sacrificato ma con lobiettivo di ottimizzare le strutture e il personale. Penso ad esempio al Garda, dove in pochi chilometri sono presenti tre sedi di Iat e dove, per il tipo di turismo presente in quella zona, non credo sia necessario restare aperti dodici mesi lanno. Necessaria anche una ristrutturazione degli uffici perch dovranno essere accessibili soprattutto ai disabili. Si predica tanto ma poi si fa poco ed io voglio invertire questa impostazione ed per questo che sta partendo, proprio dal Garda, un progetto pilota in questo senso. Avete intenzione di ridurre il vostro coinvolgimento in Bresciaturism? Non assolutamente vero che vogliamo uscire da Bresciaturism che continuer ad essere anche per il futuro il nostro braccio operativo soprattutto per lestero. Credo per che le realt, anche private, esistenti sul territorio vadano maggiormente coinvolte, e se questo pu accadere cedendo delle quote della nostra partecipazione nella societ, perch non parlarne, perch non prevedere questa possibilit?. Come intende muoversi per il futuro? Credo sia necessaria una profonda riflessione su tutta la nostra strategia diMESI 12settembre 2011

Per realizzare i progetti andremo a prendere i soldi dove ci sono, attraverso i bandi ministeriali ed europei.

interventi individuando degli asset strategici sui quali puntare. Penso alla partecipazione alle fiere di settore che cos come sono strutturate hanno perso gran parte del loro significato. Ritengo sia pi funzionale ai nostri obiettivi focalizzare il territorio per brand e dividerli per settori: laghi, terme, golf, enogastronomia. E la via per arrivarci? Attraverso il dialogo con tutti. Un esempio concreto il comitato interprovinciale del Garda tra le province di Verona, Mantova e Trento che ha gi dato i primi risultati con uno studio molto utile sulle piste ciclabili. Ma penso anche alle potenzialit dellAccademia Arti e Mestieri della Buona Tavola, lassociazione, nata dalla volont della Provincia e delle principali associazioni che rappresentano le attivit agroalimentari e le produzioni del territorio, che pu trasformare le eccellenze enogastronomiche in un formidabile richiamo turistico. Anche per questo abbiamo creato Made in provincia di Brescia, un marchio che vuole essere insieme garanzia di qualit e di territorialit. Ma dove andrete a prendere i soldi per realizzare i progetti? Dove ci sono, attraverso i bandi ministeriali ed europei. Come giudica la tassa di soggiorno e casa avete in progetto di fare per dare ossigeno agli operatori turistici? Credo che sia importante capire che cosa ne pensa il territorio e per questo ho iniziato una serie di consultazioni con le amministrazioni comunali. Si deve capire bene il metodo per applicarla ricordando che la percentuale che verr richiesta a discrezione dei Comuni che a loro volta devono pensare di far ricadere qualcosa sul territorio. Stiamo inoltre preparando un bando con lassessorato alle attivit produttive per formalizzare un accordo con una banca che metter a disposizione degli importi consistenti a tassi interessanti e finalizzati a favorire la ristrutturazione, lammodernamento delle strutture ricettive.

Occorre rilanciare gli Iat come brand dellAmministrazione provinciale rendendoli identificabili, rivalorizzandone il ruolo e lidentit.Come ha valutato laccordo sullAeroporto di Montichiari? Sono convinta si sia ottenuto un ottimo risultato anche se gli sviluppi dellaccordo si vedranno solo tra un paio di anni. Di certo si perso il treno dei voli low cost e ora recuperare quel mercato sar pi difficile anche se non impossibile. E nel frattempo? Abbiamo gi avuto i primi contatti con laeroporto di Verona per riuscire a portare sul territorio bresciano un maggior numero di turisti facilitandone il trasferimento dallaeroporto con bus navetta. Recentemente stata costituita la Fondazione Provincia di Brescia Eventi. Che ruolo giocher nello sviluppo turistico-culturale della provincia? Sar il nostro braccio operativo per investire sulle realt gi esistenti e creare nuovi eventi puntando sulla valorizzazione delle eccellenze. Avr la funzione di snellire la parte burocratica e di reperire fondi partecipando a bandi mirati oltre a coinvolgere sponsor privati che di volta in volta decideranno di sostenere le nostre iniziative. Chieder al presidente Molgora di avere pi soldi? No di certo. Nellanno e mezzo nel quale stato anche assessore al turismo, il presidente ha gi fatto un ottimo lavoro di scrematura eliminando molti sprechi e credo sia utile proseguire su questa strada. Oggi, pi che mai, visto il difficile momento economico generale, si deve lavorare con quello che disponibile, che non molto, ma la sfida, proprio per questo, ancora pi stimolante e poi si cercher la collaborazione di tutti e si vedr chi davvero interessato, oltre ogni interesse personale, allo sviluppo turistico della nostra bellissima provincia. Commenta questo articolo su

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peR La scRittURasulle tracce di everet ruess lultimo impegno letterario di Alessio merigo dirigente della Confesercenti e scrittore per passione della storia e della cultura dei nativi dAmerica.di LIberO rOseLLINI

Un ManaGeR con La passione

n viaggio Sulle tracce di Everet Ruess per continuare la conoscenza dellOvest americano e di quei popoli che da sempre lo vivono, della loro storia e della loro cultura. Un viaggio alla ricerca delle tracce di un ragazzo che a ventanni si butta nellOvest e scompare, dallanimo inquieto, felice solamente a contatto con la natura ma consapevole che ogni giorno speso nella solitudine, guadagnato nelle profondit dellanimo. Questo e tanto altro ancora, si

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legge nel secondo romanzo di Alessio Merigo, dirigente della Confesercenti e scrittore per passione. Con Capelli neri, pubblicato tre anni fa, iniziata la sua attivit letteraria frutto di una passione per lovest dAmerica e per i nativi americani. Oggi con Sulle tracce di Everet Ruess prosegue su questo filone raccontandoci ancora una certa America vissuta in prima persona. Rispetto a qualche anno fa ha notato delle differenze? LOvest americano che conosco e che voglio raccontare quello lontano dalla

civilt come siamo abituati a conoscerla, dove a farla da padrone sono sempre la polvere e la sabbia, dove il tempo si fermato, dove gli stili di vita possono essere paragonati al pre boom economico che abbiamo vissuto in Italia. In questi posti non si percepita la crisi se non attraverso il rialzo del prezzo della benzina. Nelle grandi citt, invece, la depressione economica si sente, e alcuni amici mi hanno raccontato di cali dei valori delle case anche del 30% in pochi mesi. Quello del protagonista del libro, Harvey Duke, lultimo viaggio?

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Forse dovrebbe andare in pensione perch stanco. Ha visto tanto, ha raccontato molto ma potrebbe anche far continuare il suo viaggio ai figli. Ha pensato a una versione on-line del libro? Non prevista ma stiamo invece pensando a una versione in inglese. Grazie al contributo di Achille Fornasini, con il quale condivido la grande passione per quella parte di America e grazie alla sua profonda conoscenza di quelle terre e di quelle genti, nel libro abbiamo dipinto un Ovest cos ricco di dettagli che anche un americano potrebbe ritrovarci qualcosa che non conosce o non sa. Di che cosa parla questo libro? Lo spunto arrivato da una vicenda reale, quella della scomparsa, nei primi del 900, di Everet Ruess un giovane esploratore del quale si sono perse le tracce dopo che si era inoltrato nei canyon dello Utah. Con il mio protagonista, Harvey Duke, vado alla ricerca del suo corpo, ma anche di un leggendario tesoro e racconto del popolo degli Hopi, delle loro profezie e della loro concezione della vita e della morte, dellindiscriminata rapina del territorio e dellemarginazione dei nativi americani. Quanto cambiato Alessio Merigo durante questo lungo viaggio? Tantissimo. Soprattutto nella percezione delle cose, delle persone, dei luoghi cos diversi dai nostri e che quasi ti costringono a vivere esperienze e situazioni estreme, che ti fanno scoprire emozioni, sensazioni ma anche risor-

Nel libro abbiamo dipinto un Ovest cos ricco di dettagli che anche un americano potrebbe ritrovarci qualcosa che non conosce o non sa.MESI 12settembre 2011

se che non pensavi di avere. Oggi ho maggiore consapevolezza dei danni che la nostra cosiddetta civilt ha fatto sulla storia e la cultura dei popoli nativi dellAmerica impedendo, di fatto, che vivessero secondo le loro tradizioni, tagliando le loro radici. Cosa si portato dietro e dentro dopo queste esperienze? Si sente cambiato oltre che come uomo anche come manager? Non mi sono mai posto il problema ma forse s. Accettare le sfide, aver scoperto risorse che possono essere utilizzate, sapere cosa mettere in gioco nel momento dellimprevisto, andare oltre, non accettare di avere davanti agli occhi muri di alcun tipo, guardare verso lunghi orizzonti aver scoperto il valore di cose essenziali come lacqua sono stati passaggi fondamentali nella mia vita. Tanti cambiamenti che hanno riguardato anche la nostra citt. Come si trasformata Brescia in questi anni? Ho visto un cambiamento strisciante nei tempi ma impetuoso negli effetti. Brescia ha perso pezzi importanti della sua storia, non ha pi una banca, una sua municipalizzata, non ha un sistema di infrastrutture adeguato, non ha ancora un sistema fieristico unificato e competitivo ma, al contrario, in continuo divenire. I recenti sviluppi sullaeroporto di Montichiari daranno frutti tra alcuni anni, mi spaventa la pochezza della ricerca, di sperimentazione, di innovazione. Brescia sempre stata una locomotiva trainante in molti settori, oggi vedo che arranca, che fa fatica per le tante chiacchiere che hanno preso il posto della capacita di fare scelte strategiche. Le colpe per questa situazione? La responsabilit principale credo sia della classe politica e non solo di quella attuale, anche se sarebbe necessario fare alcune doverose distinzioni, opposizioni comprese, che non stata in grado di disegnare per la nostra citt, una strategia economica ma anche sociale. Anche il sistema associativo ha le sue belle responsabilit perch non stato in grado di capire che non basta fare dichiarazioni sui giornali, oggi serve mettere al centro delle nostre battaglie, gli imprenditori che rappresentiamo. Non

serve essere politically correct, il dato di fatto che il mondo imprenditoriale attraverso le sue rappresentanze fatica ad essere di stimolo, poco propositivo. Ha parlato di battaglie, ne pu indicare alcune? Mi riferisco allimportanza di dare ossigeno alle imprese attraverso un pi facile accesso al credito. Oggi il problema la liquidit delle aziende e se anche qualcosa stato fatto, come ad esempio dalla Camera di Commercio, segnali pi positivi devono arrivare dal sistema bancario, dalla Provincia. Un altro punto importante il superamento delle frammentazioni che nascono dai Pgt (Piani di Governo del territorio, gli ex Prg) dove ogni Comune ha il suo senza una visione dinsieme che sarebbe invece necessaria, infine permane il nodo delle infrastrutture che, fatta eccezione per la Brebemi, sono nettamente inadeguate. Brescia ha perso A2A? Non ho elementi sufficienti per dare una risposta. Quello che vedo che certamente la sua brescianit si andata perdendo. Chiudiamo con il libro, alluscita del suo primo romanzo Lei aveva dichiarato di averlo scritto soprattutto per se stesso. stato cos anche per Sulle tracce di Everet Ruess? Non credo si possa scrive solo per il mercato, come non si dipinge per chi comprer il quadro e non si compone musica per chi dovr ascoltarla. Quanto tempo ha impiegato per scriverlo? A scriverlo circa sei mesi ma non compreso tutto il tempo dedicato alla ricerca, ai viaggi, alla conoscenza diretta dei posti e dei personaggi molti dei quali sono reali. previsto un nuovo romanzo tra i suoi impegni letterari? S, in cantiere un nuovo libro il cui titolo dovrebbe essere Sangue di toro, una storia ambientata in Spagna, una metafora della nostra vita cos simile a quella di un toro che quando entra nellarena sa che, pur combattendo con tutte le sue forze, non avr alternative al suo destino. Ma, nonostante questa realt immutabile, pu un incontro cambiare definitivamente la tua vita?.

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deL cineMa dei sensiIntervista a Franco Piavoli, il regista di Pozzolengo cantore della natura, del tempo e dellamore.era una volta un avvocato. Si era gettato a capofitto tra libri prima e aule di tribunale poi. Laurea, praticantato, studio legale. Conquist le tre tappe fondamentali della professione forense, pur sapendo di non esserne portato. Il suo destino era altrove, oltre tappeti, arredi legnosi e sedie in pelle. Oltre tutte quelle date che ricordava a malapena. Nel suo dna cera altro: una concezione diversa della vita e dello scorrere del tempo, ma anche uninestinguibile sete di esperienze. Dopo labbandono della toga racconta Franco Piavoli ho insegnato per 20 anni e stando coi ragazzi ho imparato molto. Poi sono andato in pensione e mi sono potuto dedicare a pieno regime a ci che amavo fin da ragazzo: pittura, fotografia e cinema.

Un aRtiGianoCosa deve avere un regista nel dna? Lattenzione dei sensi. Non da tutti portarla a galla, ma innata in ognuno di noi. Il compito guardare la realt e restituirla agli altri attraverso la propria interpretazione. lattenzione ai sensi ad averla guidata? I miei film pi che da una sceneggiatura nascevano proprio da unattenzione ai sensi. Uscivo di casa con la cinepresa e mi facevo guidare da occhi, naso e orecchie catturando tutto ci che mi attirava. Il sonoro irruppe nella sua filmografia nel cortometraggio Le stagioni, frutto di una ricerca importante. S, vi ho inserito soltanto suoni naturali rinunciando al valore denotativo della parola. Sono tornato allessenza della comunicazione. Pensiamo al neonato che parla attraverso gemiti apparentemente incomprensibili, oppure agli adulti che piangono, ridono, o fanno lamore. Espressioni primitive, ma che sono ancora chiamate ad esprimere i significati pi profondi. Chi sono stati i suoi maestri? Ejzenstejn e Dovzenko, poi devo citare Bresson. In Italia ammiro Olmi. Abbiamo avuto e abbiamo grandi registi. Dai giovani c sempre da imparare. Una volta ha dichiarato: Solo se si ama si difende la vita. Lamore un valore fondamentale. listinto di base dellesistenza e fa scavalcare i momenti pi tragici. A proposito di tragedie come ripresero la guerra i suoi occhi da bambino? Furono colpiti dalla vicenda di un ufficiale tedesco che doveva impedire le cure ai partigiani. Qualcuno mor per la mancanza di soccorsi. Poi un giorno ricevette la notizia della distruzione di casa sua a Solingen e della morte dei suoi familiari. Cambi radicalmente.

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di brUNO FOrZA

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Ricordo quando disse a mio padre, medico condotto: mi avverta quando intende visitare certi pazienti. So quando viene il tenente e posso darle il via libera. Torniamo allamore. Nei suoi film quanto ne ha messo? Il pi possibile, anche se a volte leccesso di passione va a scapito dei tempi cinematografici. Oggi il pubblico educato a grandi accelerazioni, funzionali ad alcuni film, trailer o pubblicit, ma che trasferite in altri contesti sono sinonimo di superficialit. Con Il pianeta azzurro ha raggiunto il suo apice. Quanto deve a Silvano Agosti per il successo di questo film? Moltissimo. stato lui a mettermi a disposizione lattrezzatura e a promuovere e distribuire il film in Italia e allestero. Mi ha dato totale fiducia e libert. Cosa pensa dellAgosti uomo, regista e scrittore? eccezionale. Un uomo di sensibilit e libert di pensiero profonde che emergono nei suoi film e libri, alcuni dei quali sono di importanza universale. La sua passione, per, a volte lo conduce a superare certi limiti che, in un mondo conformista come il nostro, fanno scattare una reazione contraria che rischia di trasformare i suoi messaggi in provocazioni. Cosa si prova ad arrivare in concorso al festival di Venezia? Grande soddisfazione. Olmi volle conoscermi e complimentarsi con me. Ero felice perch Il pianeta azzurro era

Uscivo di casa con la cinepresa e mi facevo guidare da occhi, naso e orecchie catturando tutto ci che mi attirava.stato un lavoro artigianale. Abbiamo girato tutto io e mia moglie. Lo definisco un film coniugale, ma se Agosti mi sente si arrabbia. Perch? Perch dice che il matrimonio un giogo. Invece nella vita ognuno libero di scegliere. Io ho avuto la fortuna di incontrare una donna fantastica e ho sempre pensato che non ce ne fosse unaltra al mondo per me. La amavo moltissimo e la amo moltissimo anche adesso che non c pi. Cosa ricorda con pi affetto di questo film coniugale? Quando mi chiam dallaltra parte dello stagno. Franco, corri qui!. Aveva notato delle bolle che sembrava si baciassero. Ne scatur uno dei fotogrammi pi belli. Invece unaltra volta ero tanto concentrato su un ruscello da non schiodarmi pi, per ore. Lei, stufa, mi disse: adesso basta, io vado a casa a far da mangiare. Dietro al film cera la nostra vita quotidiana unita allamore per cinema e natura. La sua filmografia ha affrontato anche il tema dellimmigrazione. Qual il suo punto di vista a riguardo? Cercare una vita migliore naturale, e lo altrettanto aprire le porte. Un tempo tocc a noi, oggi tocca ad altri. Limportante trattare questo tema con equilibrio, senza estremismi come certi partiti politici che fanno la voce grossa e poi, nellombra, sfruttano questi flussi per interesse. Il suo cinema anche un manifesto damore per lambiente. Tutti amiamo la natura, ma chi infatuato del denaro ha una scala di priorit distorta. Cos ci rimettono lambiente, larte e il turismo. Per fortuna vivo nella zona delle colline moreniche, un luogo unico ancora indenne rispetto a tanti scenari gardesani maltrattati.

LA SCHEDAFranco Piavoli nato a Pozzolengo il 21 giugno 1933. Lungometraggi: Il pianeta azzurro (1982); Nostos - Il ritorno (1989); Voci nel tempo (1996); Al primo soffio di vento (2002). Principali riconoscimenti: Premio Agis e Premio Bcv al Festival di Venezia (1982); Nastro dargento (1982); Premio Vittorio De Sica (2004). Zefirofilm: societ di produzione fondata nei primi anni 80. Dal 1999 opera nel settore della produzione video ed oggi anche unassociazione culturale. gestita dal figlio Mario.MESI 12settembre 2011

DAnnunzio aveva dipinto Ulisse come un superuomo, lei gli ha conferito umanit e nostalgia. Perch? Le sue avventure lo hanno segnato, prova rimorso per il dolore che ha seminato e sente il bisogno di tornare alla sua terra, alla sua donna e alle sue origini. Credo che nella vita sia cos un po per tutti. Lei invece non ha mai lasciato la sua Itaca. Per fortuna no. Sono legato da sempre a queste terre, che conosco sasso per sasso. Oggi provo gioia e consolazione nel percorrere i sentieri dove passeggiavo con Neria. Mi fanno sentire, nella sua assenza, la sua presenza. Questa terra nostra madre e figlia. Perch il genere documentaristico non arriva al grande pubblico? Si vuole dare spazio ai film che trasmettono in modo diretto un contenuto politico o commerciale. Non una scelta degli spettatori. Per fortuna esistono circuiti di nicchia davvero interessanti. Qual lultimo bel film che ha visto? Le quattro volte di Frammartino. Levoluzione tecnologica del cinema la spaventa? Il sogno di Zavattini si realizzato perch la cinepresa diventata come la penna dello scrittore. Anche nel montaggio sono stati fatti grandi passi avanti. Il rischio, tuttavia, cadere vittime dellabuso di effetti speciali. Quanto le ha dato il cinema a livello economico? Investivo i fondi statali nei miei lunghi tempi di produzione e nei costi elevati delle pellicole. Volevo girare senza limiti di tempo e di ciak. Sono riuscito a farlo grazie ad Agosti e dopo aver fondato la Zefiro (casa di produzione, ndr.). Il mio metodo di lavoro non era compatibile con le esigenze dei produttori. Non ci ho perso niente, ma non sono nemmeno diventato ricco. Esistono film immortali? Non vedo n un principio n una fine nel tempo. Quello che lascer passer ad altri e li arricchir, come ogni evento della vita e come questa conversazione, che mi ha arricchito e che metter nelle scatole dei ricordi e dei progetti futuri.

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Unesco

Una VittoRia cHe Viene da Lontanosanta Giulia patrimonio dellumanit. ecco le tappe che hanno portato al riconoscimento.Camonica, primo sito italiano ad essere dichiarato patrimonio dellumanit, nel 1979. Per la rete dei siti longobardi il cammino verso il timbro Unesco iniziato nel 2006. Studi, scavi, ricerche per sostenere il buon esito della candidatura. Brescia, in realt, lavora da molto pi tempo attorno al suo gioiello longobardo, al cui recupero dalla met degli anni Novanta ha dato un contributo fondamentale la Fondazione Cab. Basti pensare ai

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o scorso 25 giugno il board dellUnesco ha inserito la via Langobardorum tra i beni mondiali, accogliendo per la prima volta una candidatura seriale. I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.) questo il nome ufficiale comprende infatti le pi importanti testimonianze monumentali sparpagliate sul territorio nazionale, da Cividale del Friuli a Monte SantAngelo, in Puglia. Un percorso da nord a sud che traccia una sorta di prima nazione italiana, proprio nellanno del 150 dellunificazione nazionale. Per il nostro Paese si tratta del 46 sito iscritto nella celebre lista. Per Brescia il secondo, dopo le incisioni rupestri della Valle

ItALIA LAngobArDorumLAssociazione riunisce in una rete di reti i sette Comuni che hanno presentato la candidatura seriale I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C). Le aree inserite nel sito Unesco sono: il Tempietto longobardo a Cividale del Friuli (Ud), il complesso monastico S. SalvatoreSanta Giulia a Brescia, il castrum con la chiesa di S. Maria foris portas a Castelseprio (Va), il Tempietto del Clitunno a Campello sul Clitunno (Pg), la Basilica di S. Salvatore a Spoleto (Pg), la Chiesa di S. Sofia a Benevento con lannesso chiostro, il Santuario di S. Michele a Monte SantAngelo (Fg).

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LongobArDI: CHI ErAno CoStoro?I Longobardi erano una popolazione germanica che, abbandonate le terre scandinave, risal nellarco di secoli il corso del fiume Elba, fino ad attestarsi sul medio Danubio. Da qui, nel 568, mossero verso lItalia, oltrepassarono le Alpi, dilagarono nel Veneto, e, grazie alla scarsa resistenza incontrata (i Bizantini avevano ormai ritirato dalla penisola le loro truppe migliori), ebbero in breve ragione perfino delle citt fortificate meglio difese. Nel 572, vinta dopo lungo assedio Pavia, il re longobardo Alboino la elesse capitale del suo regno. Negli anni successivi i Longobardi sottomisero al loro controllo anche larga parte dellItalia centro-meridionale. Tra il VII e linizio dellVIII secolo giunsero a rappresentare una potenza di rilievo europeo, per poi disgregarsi, nel 774, di fronte alla dura sconfitta subta ad opera dei Franchi di Carlo Magno. Ma, in tutto questo, Brescia che ruolo ebbe? Lallora Brixia fu uno dei pi insigni ducati longobardi sin dal tempo della prima invasione, quando, da subito, il suo Duca Alachis ne fece ricostruire le imponenti mura romane. Ben due furono i re che Brescia offr al regno: il celebre Rotari e, ultimo a fregiarsi della corona, il famoso Desiderio. Questultimo era padre di quellAdelchi cantato dal Manzoni, della bella Desiderata (meglio nota come Ermengarda), che il poeta descrisse morente nel convento della sorella Anselperga, badessa di San Salvatore. Desiderio, sposatosi con una nobile bresciana di antico lignaggio, fond molti importanti monasteri in zona: la Badia Leonense a Leno, quello di Sirmione e, naturalmente, lallora complesso monastico femminile di San Salvatore, oggi Santa Giulia. Sergio Masini

che le valso il primo riconoscimento internazionale per un lavoro ancora in itinere. In pratica, lavallo non giunto come al solito a coronamento di lavori eseguiti e conclusi, ma sulla fiducia di una proposta seriale di valorizzazione programmatica ben ancora l dal potersi considerare chiusa: un segno di rispetto che comporter ora vivo impegno per potersene dire degni. Gran parte del successo (oltre che ai molti ambasciatori, consoli e politici che hanno operato al fine di garantirci credito sulla scena europea) dovuto allassociazione Italia Langobardorum, che unisce in s i sette comuni della candidatura longobarda. Brescia ne capofila e dallo scorso 1 luglio lassessore alla Cultura della Loggia Andrea Arcai ne diventato presidente. Si conclude una grande avventura, dunque, ma si apre una stagione ricca di possibilit e che deve dare prova una volta ancora del carattere imprenditoriale bresciano: dobbiamo dimostrarci meritevoli della fiducia accordataci e mettere a frutto questimportante vetrina internazionale.

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lavori sulla Domus dellOrtaglia, che si sono protratti dal 1980 al 2002. Ancor pi lunga la storia di scavo nellarea del foro romano, riscoperta dopo secoli di oblio (era stata sepolta da una frana del Cidneo) solo allinizio dell800. Nella primavera del 2009, per, arriv una doccia fredda: la candidatura non pass il vaglio della commissione e venne rimandata. Su suggerimento della stessa Unesco si decise allora di tentare un ancor pi coraggioso traguardo, allargando la richiesta alle vicine vestigia roma-

ne, integrandola con nuove indagini e ipotizzando un lavoro ad ampio raggio. A fine giugno, come detto, laccoppiata Santa Giulia-Capitolium ha finalmente ottenuto il via libera. Dei luoghi della rete Italia Langobardorum la citt di Brescia pu cos vantare la maggior estensione, dapprima limitata al monastero, ora estesa anche larea archeologica della Brixia romana. Oggi festeggiamo un lavoro di sinergia che ha portato nuovo lustro alla nostra provincia, particolarmente se si pensa

AnCHE LE pALAfIttE DEL gArDA trA I SItI unESCoDue giorni dopo il riconoscimento a Santa Giulia, anche le palafitte del Garda sono entrate a far parte del patrimonio dellumanit. Le testimonianze preistoriche bresciane fanno parte del vasto progetto Siti palafitticoli preistorici dellarco alpino che si estende sui territori di ben sei Paesi: Svizzera (il Paese capofila), Austria, Francia, Germania, Italia e Slovenia. Dei circa 1.000 abitati dellepoca delle palafitte rinvenuti nellarco alpino ne sono stati selezionati 152 (quelli pi interessanti). Di questi 25 si trovano nel Nord Italia e tra questi quattro sono sul Garda bresciano: si tratta dei villaggi di Lavagnone di Desenzano, di Lucone di Polpenazze, di Sirmione e de Il Gabbiano di Manerba. Nella pagina a fianco, veduta del chiostro meridionale di Santa Giulia; qui a sinistra, larea archeologica delle domus dellOrtaglia. Per concessione dei Civici Musei dArte e Storia di Brescia.MESI 12settembre 2011

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LECHI: ORA ABBIAMO BISOGNO DI UN GURU DELLA COMUNICAZIONEGiulia. Parlo di interventi di manutenzione straordinaria, la sistemazione dellilluminazione, alcuni lavori sulla sicurezza e la messa a nuovo della tensostruttura dingresso. Poi, a medio termine, abbiamo in mente un grande progetto sui Longobardi. Di che cosa si tratta? Per il 2013-2014 vogliamo attuare una rivisitazione del museo in ottica longobarda. Non una mostra. il tentativo di far rivivere con innovazioni narrative e ricostruzioni virtuali il mondo longobardo. Un po quello che ha fatto Piero Angela con le domus romane. Il progetto si svilupper in modo graduale e coinvolger anche quei comuni della provincia dove vi sono tracce longobarde. Lidea partire con lallestimento di una mostra propedeutica su Santa Giulia e il monastero di Leno (distrutto alla fine del 1.700, ndr), entrambi fondati da Desiderio. Nel frattempo continuerete con le grandi mostre S, anche se il programma ipotizzato inizialmente con Artematica sar modificato. I tagli alla cultura e le difficolt di bilancio ci hanno costretto ad alcune modifiche. La nostra intenzione comunque quella di proseguire con grandi eventi dedicati allarte. In parallelo allestiremo anche esposizioni fatte in casa da Brescia Musei. e poi, nel 2013, riaprir anche la Pinacoteca S, e quello sar davvero un grande evento. Un progetto che ha visto lievitare i costi e allungare i tempi di consegna, ma il risultato sar di alta qualit. Per questo lapertura dovr essere accompagnata con qualcosa di importante, in modo da valorizzare i tesori importanti che contiene. Insomma, in vista dellexpo brescia potr proporre un sito Unesco allargato? Il riconoscimento potr essere loccasione per rilanciare la citt, in modo nuovo. Penso per che sia necessario individuare una figura che sappia valorizzare e rinnovare limmagine di Brescia. Le iniziative singole possono essere importanti, ma servirebbe la regia di un guru della comunicazione. Per questo presenter al Comune una proposta. Abbiamo bisogno di farci conoscere meglio a livello nazionale e internazionale. E serve una comunicazione dimpatto. D.B.

Un grande progetto di rivisitazione di Santa Giulia, il coinvolgimento dei comuni bresciani che hanno tracce longobarde e la riapertura della pinacoteca. Ma soprattutto lindividuazione di un mago della comunicazione che sappia rilanciare limmagine di Brescia. fitta dimpegni lagenda di Fausto Lechi, presidente di Brescia Musei, la fondazione creata per gestire i musei cittadini e diventata fucina di progetti culturali. Il riconoscimento Unesco un grande risultato spiega Lechi ma ora dovremo raddoppiare i nostri sforzi. Presidente, da dove partirete? Per prima cosa dovremo lavorare per migliorare la fruibilit di Santa

ARCAI: LA NOStRA pROpOStA SERIALE, UNA SORtA DI vIAGGIO IN ItALIAUn successo del made in Italy, nellanno del 150 dellUnit dItalia. Cos lassessore alla Cultura del Comune di Brescia Andrea Arcai commenta linserimento di Santa Giulia tra i patrimoni dellumanit. Tra poche settimane si terranno i festeggiamenti con lapposizione delle targhe Unesco in ogni sito. Si partir da Cividale, poi Brescia e quindi gi gi fino a Monte SantAngelo, in Puglia. Sar una sorta di viaggio in Italia sorride Arcai che rievocher il progetto longobardo di Unit della Nazione. Quasi una prima Italia. Quello sar uno dei primi impegni che lassessore bresciano dal 1 luglio presidente dellassociazione Italia Langobardorum dovr affrontare. Ma i prossimi saranno mesi di gran lavoro. La prima cosa da fare spiega potenziare la struttura diMESI 12settembre 2011

gestione, sia a livello di rete che di singola citt. Poi cercheremo di coinvolgere altre realt del territorio, a partire dalle Regioni e dalle Province e passando poi ai privati. Oltre alla Fondazione Cab, presente fin dallinizio, si sono gi dette interessate la Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto e la Banca Popolare di Spoleto. Abbiamo anche fatto richiesta per un finanziamento di 270mila euro al Ministero prosegue Arcai. Nel frattempo partita la fase promozionale: cartellonistica, totem e manifesti che pubblicizzano il timbro Unesco. Anche in questo caso lidea fare rete, illustrando in ciascun sito i tesori presenti nelle altre sei citt. Ma questo, precisa Arcai, solo linizio. Dovremo lavorare molto. A Brescia, in particolare, vogliamo valorizzare la storia dei longobardi.

Erano ritenuti barbari incalliti, invece si sono rivelati un popolo di grande cultura. Senza contare aggiunge lassessore che dopo la sconfitta di Desiderio, Brescia divenne il centro, anche se per poco, del Sacro Romano Impero. Un fatto, anche questo, da valorizzare. D.B.

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LUnesco La tUa GRande occasioneIl sindaco Adriano Paroli spiega i progetti per promuovere il riconoscimento e valorizzazione il sito di santa Giulia: ricostruzioni virtuali delle domus e una rivisitazione della sezione longobarda. ma il sogno recuperare il teatro romano.

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di DAVIDe bACCA

enere insieme marketing e cultura, archeologia e business. Brescia dovr riuscire a coniugare questi binomi se vorr far fruttare a pieno il riconoscimento Unesco. la stessa agenzia dellOnu a pretendere il risultato economico: non basta avere delle straordinarie testimonianze del passato, bisogna saperle valorizzare in modo che producano sviluppo e benessere per la citt. Ecco perch il sindaco Adriano Paroli e tutti gli attori della partita non fanno che ripetere che il riconoscimento non che linizio e che ci sar ancora molto da lavorare. Un impegno che si dipaner almeno per i prossimi ventanni. La mossa che la Loggia vorrebbe tentare allora doppia: da un lato sfruttare il marchio patrimonio dellumanit per sdoganare una volta per tutte Brescia nellOlimpo delle capitali dellarte e della cultura, trasformando la citt in un polo turistico (culturale, ma non solo) di primordine; dallaltro rimettere mano al sito, riorganizzare la sezione longobarda di Santa Giulia, predisporre percorsi di visita virtuali per le domus, e riaccarezzare lidea ardita e affascinante della met degli anni Novanta: vale a dire completare rilievi e scavi dellarea del teatro romano, ricostruirlo almeno in parte e restituirlo alla sua funzione scenica. Ma andiamo con ordine. Sindaco Paroli, che valore ha per Brescia questo riconoscimento? un segnale straordinario che ci d la consapevolezza di essere una grande citt, una citt con un patrimonio culturale eccezio-

nale. La soddisfazione dunque enorme, ma ora ci attente una grande responsabilit: essere allaltezza del riconoscimento. In che modo? Dovremo fare in modo che questo patrimonio possa giovare a tutto il sistema Brescia. Sappiamo di dover fare molto, da subito, ad iniziare dalla prosecuzione delle grandi mostre e dalla valorizzazione del sito di Santa Giulia. Ma allo stesso tempo bisogner mettere in campo azioni di promozione per far sapere che Brescia patrimonio Unesco e sfruttare a pieno le potenzialit culturali, economiche e turistiche - del riconoscimento. unoccasione importantissima per la citt. Dovremo coinvolgere tutte le componenti, le associazioni di categoria, i cittadini. Per valorizzare larea archeologia che progetti avete in mente? Dovremo capire che risorse avremo a disposizione, tenendo conto che si tratta di un momento difficile per lintero Paese. Il nostro riferimento temporale lExp del 2015, quello sar il nostro vero banco di prova. Per lesposizione universale arriveranno milioni di visitatori, dovremo farci trovare pronti. Come? Sotto il profilo archeologico abbiamo in mente alcuni progetti per migliorare il sito: vogliamo valorizzare le domus romane con unaffascinante percorso virtuale, cos come stato fatto a Roma; si tratta di tecnologie che danno la possibilit di vedere un luogo nel suo splendore (anche se solo virtualmente), dando il modo di apprezzare quello che stato conservato. E a Santa Giulia le domus sono conservate molto bene. Anche le testimonianze longobarde saran-

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31Nella pagina a fianco, linterno di San Salvatore. Qui a sinistra, laula occidentale del Santuario tardorepubblicano.

no riorganizzate e riallestite. Punteremo poi a valorizzazione il foro romano e ci che lo circonda, costruendo un percorso unitario con Santa Giulia. Per il 2013 contiamo di riaprire al pubblico il Capitolium. Ma quello che mi piacerebbe davvero fare recuperare il teatro romano; recuperarlo nella sua funzione scenica, come sede di possibili rappresentazioni, non solo come testimonianza del passato. Crede che sia unoperazione fattibile, sia nei tempi che nei modi e nei costi? un sogno, ma ci proveremo. Sapendo che non possiamo fare recuperi superficiali e che quindi tutto andr valutato nel modo migliore. Di certo noi vorremmo rendere lintero sito - ma anche larea che gli sta attorno, dal castello alla pinacoteca - una zona viva e non un semplice luogo di visite. Qui si innesta laltra azione che dovrete mettere in campo: la promozione. la parte per certi versi pi urgente. Con Bresciatourism non abbiamo perso tempo e abbiamo chiuso un accordo in modo da vendere subito il sito Unesco ai turisti del Garda e dei laghi bresciani. Il timbro Patrimonio dellumanit qualcosa di incommensurabile per una citt come la nostra; ora per quanto banale possa sembrare - dobbiamo far sapere di aver ottenuto questo riconoscimento. Opuscoli informativi, materiale di promozione, roadshow nelle fiere internazionali dovranno avere al centro il riconoscimento Unesco. Poi dovremo studiare modalit nuove e pi accattivanti. Diciamo che partiamo in configurazione minima, ma bisogner valutare cosa fare in termini strategici. Santa Giulia patrimonio dellumanit potrebbe essere la leva per rilanciare il turismo daffari in citt? Certo, ma quello che chiedono i manager e le aziende unaccoglienza alberghiera di livello. A Brescia c una buona qualit, ma manca il livello deccellenza che quello che fa rappresentanza. Lhotel Vittoria sta facendo importanti passi avanti, ma credo che ci sia spazio anche per una nuova struttura. Parlo di un albergo che

abbia tutti i comfort e i servizi che oggi ci si attende da un gran hotel, qualcosa per cui valga la pena di starci, in quellalbergo, non solo per dormire. chiaro che il riconoscimento Unesco pu essere uno stimolo per andare in quella direzione. E lipotesi di un Centro congressi? Anche questa unopzione alla quale guardare. Con Bresciatourism c la possibilit di ragionarci. Anzi, in verit ci stiamo gi pensando. Passando invece al turismo del Garda e degli altri laghi bresciani, che sinergie si possono mettere in campo per portare queste persone a Brescia e a Santa Giulia? Per noi importante poter intercettare i turisti del lago, ma anche per il Garda importante avere unofferta culturale di primo piano come quella di Santa Giulia. Per questo abbiamo deciso di prolungare e spostare verso lestate il periodo delle grandi mostre. Prima finivano a marzo, questanno Matisse. La seduzione di Michelangelo si chiusa il 26 giugno. Brescia oggi ha le qualit per potersi promuovere con forza su tutto il bacino gardesano, al pari di Verona o Mantova. Si potrebbe pensare anche a bus navette magari gratuite - che dal lago portino i turisti in citt per una visita a Santa Giulia, ma non solo. Sono tutte opzioni da valutare e di certo qualche cosa andr fatto. Dopo di che ciascuno deve fare la sua parte. Noi possiamo dare risposte in termini di strutture e servizi, ma il turismo lo si porta da fuori, non lo si fabbrica in casa. Ecco perch io conto molto su Bresciatourism che potrebbe essere davvero lo strumento giusto per coordinare tutte le operazioni di promozione. Facciamo un salto indietro. Quando c stata lufficializzazione a Monte SantAngelo, in Puglia, i frati del santuario di San Michele hanno suonato le campane a festa. A Brescia, invece, c stata qualche polemica di troppo su chi dovesse prendersi i meriti del riconoscimento. Non trova?

S, e non a caso ho parlato di vittoria che viene da lontano, distribuendo i meriti a tutta la citt e ai sindaci che hanno contribuito a raggiungere questo risultato. indubbio che un ruolo fondamentale stato giocato dalla Fondazione Cab che ha creduto fortemente in questo progetto investendo risorse importanti per rendere Santa Giulia quello che oggi. Al presidente Folonari e al segretario Mantovani va il mio grazie e quello di tutta la citt. Ma poi ho citato anche Vasco Frati, assessore alla cultura negli anni Settanta che gi nel 1975 aveva proposto Santa Giulia come potenziale patrimonio del nostro Paese. Devo per ricordare che nel 2009 la candidatura non pass lesame. L ci fu la svolta. Avremmo potuto mollare. Invece ampliammo larea del sito includendo il Capitolium - e ripresentammo il progetto. La decisione finale stata presa a Parigi la tarda sera del 25 giugno scorso, un sabato, e lex sindaco Corsini ha subito chiamato i giornali. Noi sapevamo dal gioved che la cosa sarebbe andata in porto ma volevamo comunicare la notizia insieme alla Fondazione Cab, al Ministero e agli altri sei siti della candidatura. Ho definito quello dellex sindaco un gesto scaturito da un eccesso di entusiasmo. Mi fermo qui. Di certo lessere sempre in campagna elettorale non fa bene alla politica, alle persone che fanno politica in quel modo e non aiuta la citt e il Paese.

Adriano Paroli, sindaco di Brescia.MESI 12settembre 2011

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Un soGno ReaLiZZato

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ANTA gIULIA

oRa seRVe Una Gestione iMpRenditoRiaLeAlberto Folonari, presidente della Fondazione Cab, ripercorre le tappe del recupero di santa Giulia, della stagione delle Grandi mostre e della candidatura Unesco. e rilancia la sfida: turismo e cultura potranno essere il volano economico di brescia dei prossimi anni.

odici anni fa Santa Giulia era ancora un grande cantiere. Oggi insieme allarea del Foro romano, in fase di recupero il fiore allocchiello della citt, il simbolo della sua rinascita culturale, patrimonio dellumanit dallo scorso giugno. Una trasformazione che porta una firma ben precisa, quella della Fondazione Cab - Istituto di Cultura Giovanni Folonari. stata infatti la Fondazione attorno alla met degli anni Novanta, a dare limpulso finale per il recupero dellex monastero sottoscri-

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Alberto Folonari, presidente della Fondazione Cab.MESI 12settembre 2011

vendo un accordo di partnership con il Comune di Brescia (che aveva iniziato il restauro 30 anni prima). Da allora, sia per gli investimenti strutturali - dal recupero delle Domus dellOrtaglia al nuovo impianto di condizionamento che per le grandi mostre, la Fondazione ha investito circa 25 milioni di euro. Ecco perch il presidente Alberto Folonari pu parlare oggi, dopo lapprovazione Unesco, di sogno realizzato. Un sogno precisa - vissuto insieme con le diverse amministrazione comunali che si sono succedute, prima Martinazzoli e lassessore Comboni, poi Corsini e infine Paroli e lassessore Arcai. Presidente, quando avete deciso di investire su Santa Giulia lo avete fatto con una precisa convinzione, creare a Brescia un nuovo fatto economico. S, nel 1993, quando divenni presidente, ci fu un cambio di strategia per la Fondazione e, dagli interventi a pioggia, passammo a progetti mirati su cui concentrare le risorse. Commissionammo uno studio approfondito alla Wunderman Cato Johnson, multinazionale di marketing. Venne fuori che la stragrande maggioranza dei bresciani, ai quali erano state poste diverse opzioni su come rilanciare la citt, sposava lidea delle grandi mostre. Comune e Fondazione adottarono volentieri questa tesi non per realizzare semplici esposizioni darte, pur di grande pregio, ma come mezzo per dar vita a una nuova corrente turistica, quindi come fatto economico, fonte di ricchezza e sviluppo per la citt e il suo territorio. Serviva per un contenitore.... E cos avete pensato a Santa Giulia.

La proposta venne dal nostro consigliere Antonio Spada. La scelta cadde su Santa Giulia perch nel cuore della citt, oltre che per il suo valore straordinario. Lidea di realizzare un museo della citt fu una sfida che diede luogo allinnovativo rapporto pubblico-privato; per la Fondazione Cab non fu mecenatismo fine a se stesso, ma la partecipazione a un progetto che realizzasse gli interessi di Brescia. Ieri come oggi non vogliamo essere un semplice sponsor, ma un ente promotore. Il 16 luglio 1999 il Museo di Santa Giulia venne inaugurato e i risultati furono subito sotto gli occhi di tutti. Oggi il riconoscimento UNESCO lulteriore testimonianza. Ma sotto il profilo di driver economico che giudizio d dellesperienza? A mio avviso abbiamo ottenuto risultati importanti. Il nostro obiettivo, lo ripeto, era consegnare alla citt un bene che potesse far aumentare il turismo e con esso migliorare il flusso economico di molti settori. Cos, sempre dintesa con il Comune e con i civici musei portammo avanti un programma di Grandi Mostre. La prima, proposta dal nostro consigliere Angelo Rampinelli, fu Il futuro dei Longobardi, che ebbe grande successo. Seguirono per 4 anni altre esposizioni importanti, ma che non ci dettero sufficienti soddisfazioni sotto il profilo dei visitatori. Allora fu deciso di cambiare strada e realizzammo un accordo, sempre di partnership, tra Comune di Brescia, Fondazione Cab, Brescia Musei e la societ Linea dOmbra di Marco Goldin. Brescia Musei si era resa necessaria sia per interfacciarsi sul piano operativo con Linea dOmbra, sia per rea-

33A destra, larea archeologica delle domus dellOrtaglia; sotto, linterno di San Salvatore dalla base del campanile.

lizzare una gestione pi manageriale di tutti i musei cittadini (S. Giulia, la Pinacoteca, i Musei del Castello). Il rapporto con Linea dOmbra si dimostr subito allaltezza delle aspettative: per tre anni consecutivi Brescia fu la prima citt dItalia per numero di visitatori di mostre e, considerando anche gli anni successivi, per le mostre di Brescia si contarono quasi due milioni di visitatori. Il cambio di amministrazione non ha modificato sostanzialmente questo trend, tant che lultima mostra, chiusa da pochi mesi, si piazzata al secondo posto. Pieno successo dunque, oppure qualcosa da modificare o da migliorare? Da migliorare sicuramente. Soprattutto per superare la scelta del mordi e fuggi occorre pianificare la presenza turistica con una serie di iniziative sulle quali la citt deve impegnarsi meglio e di pi. Inoltre, per catturare, nel modo migliore, una corrente turistica bisogna lavorare sulla distanza; per dire che non

bastano certo cinque e nemmeno dieci anni di impegno e di investimenti promozionali. Resta il fatto che i numeri di presenze turistiche sono stati significativi. Una ricerca dellUniversit Bocconi pubblicata nel 2006 ha evidenziato che, a fronte di un investimento di sette/otto milioni, limpatto economico generato un giro di affari pari a oltre settantasei milioni. Quasi dieci volte!. Il riconoscimento Unesco forse arrivato al momento opportuno per rilanciare Santa Giulia e dare nuovo impulso a quel fattore economico da Lei citato. Certamente il riconoscimento pu essere una base straordinaria per insistere sul lancio economico, turistico, culturale di Brescia. Turismo e cultura potranno essere il volano economico dei prossimi anni. Purch siano realizzati con uno spirito imprenditoriale. Vale a dire? Abbiamo bisogno di unanalisi del prodotto turistico-culturale che vogliamo vendere, unindagine seria e approfondita per tracciare il profilo del turista che visita Santa Giulia: che cosa si aspetta di trovare, come potrebbero evolvere i suoi gusti nei prossimi anni. Quando avremo le risposte a questi quesiti sapremo investire bene in promozione e sapremo realizzare al meglio il piano di gestione previsto dallUnesco. Lesperienza passata ci dice che per le mostre almeno il 30% delle risorse va investito in comunicazione. A volte servono anche cose semplici, ma essenziali. Per questo la Fondazione Cab capofila per realizzare a Brescia una nuova guida turistica del Touring Club. Questa guida, oltre che in italiano e in inglese, sarebbe bene stamparla in altre lingue e magari anche in cinese. Forse per oggi c un po troppa frammentazione. Ciascuno fa la sua

proposta, ma chi dovrebbe occuparsi di coordinare tutte queste attivit? In particolare per la promozione occorrerebbe concentrare su un unico ente operativo le varie iniziative che nascono nella nostra citt e nel suo territorio. Oggi in effetti sono troppo frammentate. Su Santa Giulia e sullarea Romana che cosa si potrebbe o dovrebbe fare. La Fondazione aveva alcuni progetti: un ascensore che, partendo dal Foro Romano, arrivasse al castello e la sostituzione dellattuale tensostruttura di Santa Giulia. chiaro che ogni scelta compete allAmministrazione Comunale che, nella sua autonomia, ha optato per altre priorit. Attualmente la Fondazione Cab impegnata nel recupero della Chiesa di Santa Maria della Carit (detta anche del Buon Pastore) monumento di straordinario pregio e di grande storia. La Chiesa in via dei Musei a met strada tra Santa Giulia e le Piazze del Centro Storico e a restauro ultimato rappresenter un monumento artistico culturale, oltre che religioso, capace di incrementare lofferta turistica della citt. Ma insisto su un punto: se vogliamo far fruttare questi tesori serve una gestione dinamica e imprenditoriale della proposta complessiva. Credo infatti, solo per fare un esempio, che lattuale allestimento di Santa Giulia debba essere pi calibrato sulle moderne aspettative del turista. Servono soluzioni scenografiche pi accattivanti, magari studiate da qualche regista. Senza mortificare gli aspetti scientifici, che vanno preservati per gli addetti ai lavori, bisogna andare incontro alle aspettative dei visitatori e soddisfarli il pi possibile. Cosa ne pensi del tema trattato in questo servizio? Dai il tuo parere su

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Rdi mArIO CONserVA

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STRATEGIA DIMPRESAcooRdinaMento peR iL ManifattURieRopeR paRLaRe deLLindUstRia ReaLe

orniamo a parlare dellindustria manifatturiera perch un tema fondamentale per leconomia italiana ed europea, e questo lo dicono i numeri, lo dice il fatto che il 25% delloccupazione complessiva in UE concentrata in questo settore e lo afferma levidenza statistica che da qui si finanzia l80% di tutte le iniziative di ricerca e sviluppo condotte nel settore privato in Europa. La crisi economica dello scorso biennio ha lasciato segni indelebili sul panorama mondiale dellindustria manifatturiera; il mondo cambiato, di colpo il baricentro produttivo si spostato verso i paesi emergenti asiatici, che sono saliti al 29,7% sul valore della produzione industriale mondiale. LItalia indiscutibilmente un paese ad alta vocazione industriale e mantiene a livello europeo la sua seconda posizione rispetto alla Germania, ma la crisi dello scorso biennio ha gravemente colpito la nostra industria manifatturiera, facendola retrocedere dal quinto al settimo posto a livello globale, per una quota percentuale mondiale calata dal 2007 al 2010 dal 4,5% al 3,4%. Si tratta di una situazione preoccupante, perch non si vedono serie alternative a una industria manifatturiera solida, strutturata e competitiva per creare posti di lavoro e condizioni di benessere, in particolare tenendo conto del peso sostanziale delle piccole e medie aziende che sono il nerbo del manifatturiero in Italia e in Europa. In questo contesto si pone come elemento di forte positivit liniziativa tutta italiana del Coordinamento per il ma-

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nifatturiero, partita ad opera delle filiere della carta, della ceramica e laterizi e di quelle dei metalli e della meccanica, con lo scopo di mettere insieme le voci del sistema manifatturiero italiano e raccogliere suggerimenti e proposte per garantirne lo sviluppo. Quindi abbiamo un gruppo che crede nel fare sistema, si tratta degli otto presidenti delle Associazioni del Coordinamento (Amafond, Anima, Assocarta, Assofond, Assomet, Federacciai, Federazione Confindustria ceramica e laterizi, Unacoma), che insieme valgono 167 miliardi di euro di fatturato e oltre 615.000 addetti diretti, i quali si sono seduti intorno a un tavolo con unagenda unica e con lobiettivo di riportare leconomia reale al centro del dibattito. Il ventaglio delle proposte del gruppo a tutto campo, dalle liberalizzazioni allenergia meno cara e un fisco a livelli europei, dalla necessit di ripartire con le infrastrutture alla sostenibilit della normativa ambientale, ad una politica commerciale che assicuri di gareggiare con concorrenti stranieri sulla base di regole comuni e rispettate. Tra le proposte operative messe in pista dal Coordinamento sullenergia il gruppo richiede una politica efficace e coerente inserita in un disegno industriale di sostegno allindustria manifatturiera, che in molti casi caratterizzata da elevato consumo di energia. Per uscire dal generico, il gruppo indica come passo obbligatorio lo sviluppo delle infrastrutture necessarie a unindispensabile diversificazione delle fonti di approvvigionamento, per lampliamento dellofferta e una maggiore concorrenzialit del mercato. Riguardo alla normativa

ambientale e alla sostenibilit dei relativi impatti, il gruppo chiede attenzione alla reciprocit degli accordi presi a livello internazionale, ma mette in guardia contro lassunzione di nuovi impegni UE troppo gravosi, come ulteriori obiettivi di riduzione di emissioni e relative implementazioni del protocollo di Kyoto, che peraltro non stato firmato da molti paesi concorrenti. Sulle materie prime, i problemi di fondo sono il difficile accesso a condizioni competitive e la volatilit dei prezzi internazionali, e su questi temi si chiede una particolare sensibilit e attenzione, suggerendo la revisione dellelenco dei materiali strategici, con lopportuno inserimento anche di quelli fondamentali per il manifatturiero, la eliminazione dei dazi sullimport di materie prime strategiche per lindustria della trasformazione, in modo da scongiurare il rischio di trasferimento di importanti quote di produzione in paesi non sottoposti a questi oneri aggiuntivi, il sostegno alle attivit di riciclo per poter sfruttare le risorse presenti nei rifiuti in termini di possibile recupero di materie prime ed energia. Non facile mettere daccordo tante teste, ma al momento si pu dire che il Coordinamento del Manifatturiero nasce con idee chiare e precise, un tavolo ove diverse associazioni decidono di lavorare insieme su delle priorit comuni per la difesa di un comparto fondamentale nel sistema industriale del paese, che ha svolto una funzione essenziale in questi ultimi anni di profonda crisi e che pu e deve avere il suo spazio nel futuro del nostro paese.MESI 12settembre 2011

RLAVOROdi emANUeLA GAstALDI

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La capacit innoVatiVa

non QUestione di Genio, Ma di taLento. e Va coLtiVata.

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ella Dichiarazione Internazionale di Navarra sul Talento, scritta nel 2009, un gruppo di esperti riuniti nel I Forum Mondiale sul Talento nellera della conoscenza tenta un superamento della definizione di talento come semplice inclinazione naturale di una persona a far bene una certa attivit, per giungere alla definizione di innumerevoli talenti, ciascuno legato ad una specifica capacit. Ecco comparire, quindi, il talento tecnico (legato alla conoscenza di una materia), il talento imprenditoriale (legato alla propensione ad assumere il rischio), il talento civico ed etico (legato alla difesa dei valori, al rispetto della legge e alla tolleranza verso altre culture), il talento sociale (legato allabilit di integrarsi socialmente e interagire con altre persone), il talento emotivo (legato allabilit di gestire le proprie emozioni e rispettare quelle altrui) e il talento innovatore (legato alla capacit creativa). Difficile non scorgere nella declinazione e definizione di questi talenti la serie di competenze cognitive, gestionali e relazionali che un individuo chiamato oggi ad esercitare e a sviluppare nellarco della sua attivit professionale. Non a caso, la dichiarazione si conclude con laffermazione che in futuro avremo bisogno di tutti questi

e di nuovi talenti, individuando come veramente essenziale la necessit di imparare ad imparare lungo lintero arco di vita, personale e professionale. Il talento per eccellenza, dunque, la capacit di integrare i diversi saperi, le diverse abilit, le diverse competenze. Avere talento, essere un talento, significa avere la capacit di aprire indistintamente tutti i cassetti della mente, possedere un giusto mix di abilit creativa e abilit logica ed usarle entrambe. Perch fiorisca, per, il talento non pu essere abbandonato a se stesso: va continuamente coltivato, deve vivere e nutrirsi in un ambiente che gli garantisca la possibilit di crescere. La gestione del talento deve dunque entrare in un processo strutturato che ne consenta la formalizzazione, per il singolo e per lorganizzazione, in modo che la conoscenza acquisita dal singolo individuo venga anche diffusa in maniera sistematica allinterno dellorganizzazione per farla crescere tutta. Lattuale situazione di crisi ha modificato gli approcci e le politiche di gestione anche dei talenti, passando da obiettivi di retention a logiche di just in time, che funzionano solo a seconda dello scenario che circonda il singolo datore di lavoro. A fronte di aziende che non hanno (o hanno perso) la possibilit di fare piani di investimento per lo sviluppo dei talenti, qualcuno

dovrebbe invece preoccuparsi di far crescere le risorse, perch se tutto il sistema non si dedica a coltivare i talenti, e si limita invece a pescare nel bagaglio altrui se occorre, leffetto sar catastrofico, bloccando la spinta innovativa e pregiudicando la crescita futura del sistema tutto: quanto sta accadendo per esempio negli Stati Uniti, dove le logiche di just in time stanno prevalendo, come puntualmente osservato da Peter Capelli, studioso di capitale umano e consulente del governo americano, nel suo saggio Talent on Demand. Unorganizzazione che ambisca ad essere innovativa non pu prescindere dallinvestimento sul talento. Deve puntare a identificare e attrarre talenti, ad attivarli e a trattenerli. Deve puntare a individuare risorse umane con il giusto potenziale di abilit integrate, e strutturarsi per processi lungo i quali i talenti vengano garantiti, in modo che il talento dellorganizzazione sia qualcosa di pi che la somma algebrica delle sue componenti. Unorganizzazione di talento avr quindi la lungimiranza di dotarsi di capacit diverse, sapr farle coesistere, sapr integrare al proprio interno la creativit e loriginalit con il metodo e la struttura, divenendo abile a tradurre le idee geniali in prodotti reali, processi attuabili e servizi fruibili, innovativi e di successo.MESI 12settembre 2011

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ecceLLenZa BResciana peR La LoMBaRdia oRientaLeDal 1989 un valore permanente per le aziende delle province di brescia, bergamo, Cremona e mantova grazie allAib e ad Achille Fornasini, animatore e amministratore delegato dellistituto presieduto da saverio Gaboardi. e dal 1999 un crocevia del rapporto tra scuola e mondo del lavoro.di ALessANDrO CheULA

isfoR 2000

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ORMAzIONE

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n asset culturale e professionale bresciano. Meglio, un patrimonio formativo per le imprese dellintera Lombardia Orientale. Quella periferia del Nord Ovest e anticamere del Nord Est di cui Brescia, in quanto cerniera tra luna e laltra, idealmente o oggettivamente la capitale. Cos pu essere definito Isfor 2000, lIstituto Superiore di Formazione e Ricerca costituito nel 1989 dalla Associazione Industriale Bresciana insieme alla Camera di Commercio e quattro associazioni territoriali, con uno sforzo finanziario che allora poteva apparire azzardato o quantomeno temerario ma che poi si rivelato uno dei migliori investimenti nella storia industriale bresciana. Per il semplice fatto che qualunque investimento