12Mesi - Novembre 2010

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Stefano Cassetti Ezio Gamba Mariano Mussio Massimo Tacconi Mario ValducciStRaDE E quaRtIERI

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3 DODICI MESI // NOVEMBRE 2010

IN QUESTO NUMERO

Editoriale Modificare i paradigmi della crescita Prodotto & mercato Mario valducci: Federalismo nel sistema dei trasporti? No grazie Massimo Tacconi: Ortomercato, investire sul futuro Mariano Mussio: Artigianato bresciano: non si vede luscita dal tunnel Ezio Gamba: Dalla Russia con furore Stefano Cassetti: Il succo del successo Afis: Tre generazioni di successi Combattere il dolore con lozono Matisse a Brescia Strategia dimpresa Slovacchia, la Svizzera bresciana dellEst Bacheca

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Brescia, citt dai mille volti Inchiesta: Super mamme per super impegni Inchiesta: Brescia, S.O.S ambiente Strade e quartieri: Villaggio Prealpino Hinterland: Torbole Casaglia viaggio in Provincia: Speciale Palazzolo sullOglio Tu e il fisco Pelo e contropelo Doping: un nemico da combattere Qui e l Quello che le donne vogliono Gentile Farmacista Specchio delle mie brame videoteca successo

Mensile di attualit, economia, inchieste, opinioni e cultura da Brescia e dal mondo. Novembre 2010 anno II - Numero 10 Rivista mensile - 1,00 VialeDucadegliAbruzzi,163-25124Brescia tel030.3758435-fax030.3758444 [email protected] Direttore Responsabile RobertoBarucco [email protected] coordinamento DonatellaCar [email protected] hanno collaborato AliceAimo,EvaAlessandri,GiovanniAltuni,LucaAnni, FiorenzoBandirali,RobertoBarucco,LuceBellori, NicolaBendinelli,LivioBenassi,EsterinoBenatti, ElizabethBertoli,SilvioBettini,PaoloemilioBonzio, DonatellaCar,AlessandraCascio,LodovicoCherubini, AlessandroCheula,PaoloCittadini,MarioConserva, EnricoFilippini,BrunoForza,RolandoGiambelli, RobertoGiulietti,ViolaLadi,LucreziaLombardi, RiccardoMaffei,FerdinandoMagnino,SergioMasini, EnricoMattinzoli,CristinaMinini,GiorgioOlla,Antonio Panigalli,LucianoPonzi,MassimoPortolani,Francesco Rastrelli,FedericoRossi,EmanueleSalvi,Salvatore Scandurra,AlessandraTonizzo.Questo periodico associato allUnione Stampa Periodica Italiana

DODICI MESI

MESI

Editore SalesSolutionssrl VialeDucadegliAbruzzi,163-25124Brescia RegistrazioneTribunalediBrescian.52del24/11/2008 Impaginazione WaveCommunicationSrl Fotografie ArchivioSalesSolutions,UmbertoFavrettoAgenzia Reporter,RolandoGiambelliIlFotogramma,Patrick MerighiBresciainVetrina,CristinaMinini Stampa MediagrafSpa-Padova Pubblicit SalesSolutionsSrl VialeDucadegliAbruzzi,163-25124Brescia tel030.3758435-fax030.3758444 [email protected]

MESI 12NOVEMBRE 2010

Edi ROBERTO BARUCCO

DItoRIalE

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LA CITT

VISTA DAGLI ALBERI

sistono ancora, le citt invisibili tanto care a Italo Calvino. Vivono seminascoste nellombra delle nostre buone intenzioni. Sono reali. Ci guardano dallangolo privilegiato di quel mondo piccolo chiuso nel cuore di Giovannino Guareschi. Hanno il sapore del verde di una volta, della nebbia che non c pi, del ritmo lento delle stagioni, delle pannocchie accatastate nellaia, il profumo dello spiedo. quel mondo parallelo che Marcovaldo intuiva prima ancora di vederlo, nel romanzo che lo eleva a simbolo di tutti i vinti dalla vita, ai margini delle strade. Lerba che si faceva largo tra una fessura e laltra dei marciapiedi. I funghi in citt, ricordate? La megaditta Sbav che spariva coperta dalla neve, gli angoli pi acuti smussati dal bianco, le caldarroste. Dalle citt invisibili al manovale Marcovaldo, per approdare a Guareschi e al romanzo della Bassa che vive ancora. Il confronto era sempre quello, gi allora, modernit e tradizioni, campagna e citt. La citt vista con gli occhi della natura. La citt vista con gli occhi delle piante, sorpresa dalla natura che cerca di rimediare alluomo. Non il rievocare i bei tempi andati o lelogio della vita rurale. una constatazione, che ancora una

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volta sorprende quando le zucche, vuote, di Halloween sono ormai a dormire nellombra dellarmadio e i nostri morti tornano a riposare tranquilli. uno sguardo sulla citt, su questo baraccone umano nel quale ci esibiamo tutti, per sentirci meno soli, guardata dalla parte delle piante. Dallalto di rami quasi spogli, dai nidi degli uccelli, dalle crepe di un ramo. Chiss che dicono di noi, questi ospiti silenti del progresso, destinati forse a campare pi a lungo delluomo, ma a vivere peggio. un mondo locale, quello che vogliamo raccontare. Piccolo, come direbbe Guareschi, che abbiamo scomodato a lungo in questa chiacchierata, dove don Camillo nonostante tutto cammina ancora, avvolto nel suo mantello, solo come un prete nelle brume. Un mondo chiuso in una sorta di ampolla posata ai margini del bosco, ribadirebbe Calvino. Entriamo insieme in questo paesaggio urbano fatto di contraddizioni stridenti, di morali sopite, etiche sventolate, inquinamento e smog e traffico e fili derba esili, ancora capace di sorprenderci, farci riflettere, indignare, sperare, rallentare. Ambiente e verde come luogo dellanima, da tutelare, da proteggere, riamare, ripensare. Da un lato baroni rampanti che decidono di vivere sugli alberi, dallaltro uomini capaci di scelte coraggiose. La trovi da qualche parte, questa Brescia, piccola, personale, intima citt invisibile. Pronta a farsi sorprendere da un nuovo inverno, da una neve che se ne frega, e copre tutto.MESI 12NOVEMBRE 2010

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MODIFICARE

I PARADIGMI DELLA CRESCITAnche lunione Europea se ne finalmente accorta ed allora perch anche in Italia non si affronta, in politica e in societ, un vero problema per trasformarlo in vera opportunit? di poche settimane orsono liniziativa della Commissione Europea, che prevede un indirizzo normativo orientato ad intervenire in favore del gender gap (divario di genere) per un migliore posizionamento del mega potenziale femminile. Non si tratta solo di intervenire sul terreno comunemente definito delle pari opportunit, che fino ad oggi sono state intese, pi nel privato (famiglia, educazione, ecc.) che nel pubblico (cariche pubbliche, rappresentanza politica, presenza decisionale nel mondo economico, ecc.), come lallineamento tra uomo e donna della pari dignit, ma di favorire nel concreto laffermarsi della opportunit femminile a tutti i livelli della societ civile e in particolare del mondo economico. La distanza tra lItalia e gli altri paesi occidentali (considerati evoluti) emerge chiaramente da vari studi (es. The Global Gender Gap Report 2009) e dalle recenti indagini dellEuroBarometro. Nel rank dei paesi considerati ricchi in termini di Pil (vedi tabella) purtroppo lItalia nella mediocrit non si smentisce, siamo al 72 posto nel 2009). Ma torniamo al documento della UE, che prevede la valorizzazione del potenziale delle donne, per contribuire alla realizzazione di migliori obiettivi socioeconomici e traduca in concretezza i principi definiti nella Carta delle Donne, attraverso lintroduzione di misure specifiche, che puntino tanto ad aumentare la presenza femminile nei consigli di amministrazione delle societ, quanto a combattere la violenza di genere.

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Cinque le priorit previste dal documento programmatico: leconomia e il mercato del lavoro, la parit salariale, la parit nei posti di responsabilit, la lotta contro la violenza di genere e la promozione della parit allesterno dellUe. Misure che, tradotte in fatti concreti, attirerebbero pi donne nel mercato del lavoro, e contribuirebbero alla realizzazione dellobiettivo di un tasso di occupazione complessivo del 75% per uomini e donne, gi fissato nella Strategia Europa 2020. Non solo, siccome la materia grigia almeno equamente distribuita nei generi, iniziative mirate porterebbero pi donne a occupare posti di responsabilit nel settore economico, si potrebbe promuovere meglio limprenditorialit femminile e il lavoro autonomo, con un occhio particolare alla crescita della famiglia. Presto sar introdotta anche una Giornata europea per la parit salariale, in modo da sensibilizzare lopinione pubblica sul fatto che in Europa le donne continuano a guadagnare in media circa il 18% in meno degli uomini. Nel mercato del lavoro le donne sono ancora presenti nei settori meno remunerati, mentre sono sottorappresentate nei posti di responsabilit (in Italia, nel 2008, le donne lavoratrici erano al 30%, un dato incoraggiante, ma che rimane comunque al di sotto dei livelli di Spagna (38%), Francia (42%) e Belgio (45%)). La maternit, poi, fa abbassare i tassi di occupazione femminile, e le donne imprenditrici europee rappresentano soltanto il 32,2% dei lavoratori autonomi. (LItalia ovviamente ben al di sotto della media UE ed il divario aumenta in modo macroscopico se si parametrizzano e confrontano i dati Italiani Nord/ Sud).

CountryIceland Finland Norway Sweden New Zealand Denmark Ireland Netherlands Germany Switzerland United Kingdom Spain France Trinidad and Tobago Australia Barbados Canada Bahamas United States Belgium Estonia Austria Israel Portugal Slovenia Croatia Luxembourg Hungary Slovakia Italy Czech Republic Cyprus Singapore Greece Malta Brunei Darussalam Japan Kuwait United Arab Emirates Korea, Rep. Bahrain Oman Qatar Saudi Arabia

Overall score0,8276 0,8252 0,8227 0,8139 0,7880 0,7628 0,7597 0,7490 0,7449 0,7426 0,7402 0,7345 0,7331 0,7298 0,7282 0,7236 0,7196 0,7179 0,7179 0,7165 0,7094 0,7031 0,7019 0,7013 0,6982 0,6944 0,6889 0,6879 0,6845 0,6798 0,6789 0,6706 0,6664 0,6662 0,6635 0,6524 0,6445 0,6356 0,6198 0,6146 0,6136 0,5938 0,5907 0,5651

Overall rank1 2 3 4 5 7 8 11 12 13 15 17 18 19 20 21 25 28 31 33 37 42 45 46 52 54 63 65 68 72 74 79 84 85 88 94 101 105 112 115 116 123 125 130

MESI 12NOVEMBRE 2010

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PRODOTTO & MERCATODALLA VALLECAMONICAA SHANGHAI, VIA CALIFORNIAn questo, e nel prossimo numero di Dodici Mesi, ho inteso lasciare spazio ad un giovane laureando della Bocconi, Andrea Francesco Domeneghini, al quale ho chiesto di raccontare le esperienze vissute, grazie ai propri talenti e, perch no, anche al proprio coraggio, durante un semestre di studi in California e un intero anno a Shangai. Ecco il suo racconto. La mia avventura di giovane camuno alla scoperta del mondo inizia, come spesso accade a chi non ne pu avere diretta esperienza, dalle pagine di internet e da quelle dei libri di scuola: avendo frequentato lormai defunto programma Clemit (Corso di Laurea triennale in Economia dei Mercati Internazionali e delle Nuove Tecnologie) in Bocconi, infarcito di studi su distretti innovativi e tecnologici (come appunto la Silicon Valley), su processi di innovazione e internazionalizzazione e su nuove tecnologie, e avendo una forte passione per computer e altri gingilli tecnologici, lattrazione che la California ha sempre esercitato su di me era ed smisurata. Nel mio immaginario la California era lultima frontiera, la patria del surf e del sole, di Hollywood, della musica dei Doors, degli hippies, probabilmente la cosa pi diversa dallamata Valle che si possa immaginare. Perci, colsi al volo loccasione di candidarmi per il programma di scambio internazionale delluniversit in Italia, anche perch, per quanto mi sia sforzato, Milano con il suo grigiore, io, che vengo dai prati, dal lago e dalle montagne, non sono mai riuscito a sentirla mia. La destinazione agognata era Berkeley, California, uno dei migliori atenei del mondo, con diversi premi nobel nel corpo docente e uno dei migliori programmi di Economia Politica degli Stati Uniti. Non solo: luniversit era stata anche il luogo di nascita e affermazione del movimento hippie, il quale, piaccia o no, stato sicuramente uno dei momenti pi importanti per i diritti civili e per il pacifismo che la storia abbia mai vissuto, e Berkeley ancora oggi intriso di quello spirito. Incredibile ma vero, grazie a dei buoni voti e ad una lettera di motivazione strappalacrime, passai le selezioni e, nel giro di qualche mese, mi ritrovai nella cittadina universitaria. A scuola frequentavo Politica economica, Economia del lavoro, Storia economica americana ed Economia ambientale, materia questultima per cui luniversit un faro a livello mondiale. La vita nel campus scorreva tranquilla, con momenti di studio intensi ma anche bei momenti di convivialit e divertimento fra compagni e amici. Ma forse si trattava di una bolla che pu isolare dalla vera realt quotidiana degli Stati Uniti: basta uscire da Berkeley e dirigersi a San Francisco o anche nella pi vicina Oakland per accorgersi che c qualcosa che non va. La sola California, con circa quaranta milioni di abitanti e lottavo Pil del mondo, uno dei posti migliori per vivere negli Stati Uniti, un posto in cui la societ civile funziona ancora abbastanza bene, comunque anni luce avanti alle realt degli Stati appena pi a Est, come Utah, Nevada e Arizona dove, economie depresse, fondamentalismo cristiano e obesit dilagante, sono solo alcuni dei temi sociali di maggior interesse. Tuttavia per le strade della bella, ricca e liberal San Fran ci si rende subito conto che lintegrazione fra neri, bianchi e ispanici non proprio cos riuscita come spesso ci danno a credere i film, i notiziari o il sentimento comune di unAmerica bella, prospera e progressista e anzi proprio le cosiddette minoranze sono spesso nelle condizioni peggiori, fanno i lavori pi umili e malpagati, sono membri di gang o senzatetto disperati, magari alcolizzati o tossici, oppure in carcere. Non tutti riescono, partendo dal proprio garage, a creare un impero con qualche fusibile, nastro isolante e tonnellate di genio puro: ci sono anche gli Americani medi. Questi Americani sono quelli che non hanno una laurea, che lavorano in posti normali allinterno di fabbriche americane piccole o medie (s, in America non ci sono solo le mega-multinazionali e no, non tutti gli americani sono ricchi con villetta a Suburbia e spider in garage) e che sono colpiti dalla delocalizzazione oltreoceano delle produzioni, oramai quasi totale, tanto che in pi di unoccasione sono andate perdute competenze fondamentali di ingegnerizzazione dei processi produttivi da cui poi scaturiscono le innovazioni di processo, merce sempre pi rara negli USA. Non dimentichiamo per che da tali innovazioni dipese la grande rivoluzione economica americana nel XIX secolo, costruita su livelli di produttivit maggiori rispetto al resto del mondo sia del capitale che del lavoro statunitensi, proprio grazie alle innovazioni tecniche (lutilizzo delle macchine utensili per replicare i componenti fedelmente e con meno scarti) gi gi fino a quelle organizzative (il Taylorismo): prendete il vostro iPhone o iPod Apple, giratelo e leggerete Designed in California, assembled in China. Dai porti californiani non partono pi navi cariche di container con prodotti orgogliosamente Made in USA, vecchio sinonimo di grande qualit, ma solo carichi di legname, derrate alimentari, vino o altre materie prime. In America, ed in particolare in California, si fa innovazione spinta, si inventano prodotti rivoluzionari, ma la produzione dei milioni di pezzi finali che arrivano nelle nostre mani e sulle nostre scrivanie affidata ai Cinesi e ai Taiwanesi, e anche riuscire in questa impresa non uno scherzo. continuaMESI 12NOVEMBRE 2010

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ENSIERI DI

FEDERALISMO NEL SISTEMA DEI TRASPORTI?Intervista allon. Mario Valducci, presidente IX Commissione Trasporti PosteTelecomunicazioni della Camera dei Deputati.

NO GRAZIE D

di GIORGIO OLLA

i professione dottore commercialista, Mario Valducci stato protagonista, insieme a Silvio Berlusconi, Antonio Martino, Antonio Tajani e Luigi Caligaris, della nascita di Forza Italia il 18 gennaio 1994, otto giorni prima dellannuncio di Silvio Berlusconi della propria discesa in campo come leader del movimento appena fondato. Nello stesso anno, Valducci, nelle liste di Forza Italia, entrato in Parlamento, alla Camera dei Deputati, dove

ha ricoperto vari incarichi fino a quello attuale di presidente della IX Commissione Trasporti Poste Telecomunicazioni, che ricopre dal 2008. Onorevole Valducci, il sistema dei

Dobbiamo lottare con linefficienza della maggioranza delle amministrazioni regionali.

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LOn. Mario Valducci.

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trasporti in Italia arretrato, sia su ferro, su gomma e via aerea e stiamo perdendo competitivit anche via mare. Perch non si riesce a fare sistema, adeguandolo alla realt europea e mondiale? LItalia rientrer nel corridoio 5 Lione Kiev, non perderemo questo treno; certo che la volont del governo si scontra con le amministrazioni locali, la burocrazia e, purtroppo, anche con interventi della magistratura non sempre necessari. Per le grandi opere non c mai un problema di soldi, il vero problema sono i tempi che devono essere rapidi e dobbiamo invece lottare con linefficienza della maggioranza delle amministrazioni regionali; io ho proposto un mega commissario per le 20 grandi opere necessarie allItalia, ma c stata una ribellione delle regioni compresa la Lombardia che, peraltro, ritengo che lavori bene. Quindi le amministrazioni locali sono un freno allo sviluppo? Con la Legge Obiettivo abbiamo tolto lItalia dal blocco totale in cui era caduta

da 25 anni, prima qualsiasi opera doveva essere approvata dalla totalit degli enti e amministrazioni locali coinvolti, oggi sufficiente la maggioranza e i risultati si vedono anche a Brescia, per esempio con la Brebemi. E per laeroporto di Montichiari? Credo che il governo debba occuparsi dello sviluppo dei soli grandi sistemi aeroportuali, come ad esempio Roma, Milano, Venezia e il sistema siciliano Palermo-Trapani-Catania, per gli altri aereoporti se ne devono occupare le amministrazioni locali regionali e provinciali. Ma laeroporto di Montichiari Lombardia, eppure dipende da una realt veneta; il federalismo in questo caso un ostacolo? Dal 2001 nei trasporti il federalismo gi pienamente attivo e il governo non pu entrare in questa programmazione, per esempio in Calabria, in un sistema gi non funzionante, la regione ha stanziato 5 milioni per un nuovo aeroporto a Sibari; certo se fosse per me, straccerei quel contratto. Laeroporto, la strada, lospedale o la scuola, realizzati dove sono pressoch inutili ed ipercostose, sono scelte che vengono fatte per ricambiare i grandi elettori? Spesso chi va al potere realizza delle opere non tanto in funzione di una utilit delle stesse, ma come dimostrazione di forza. un malcostume che nella Prima Repubblica era particolarmente diffuso, oggi con le competenze delegate in molta parte agli Enti locali, questa dimostrazione di muscoli sembra essere diminuita, seppure non completamente eliminata: laeroporto di Sibari di cui ho parlato prima lo testimonia. A proposito dei mega commissari per le grandi opere, la burocrazia non dovrebbe garantire la regolarit degli interventi? Io non concordo assolutamente con chi ritiene che le numerose norme di controllo servano per limitare la corruzione, anzi, come si visto nello scorso periodo, la corruzione del terzo millennio prevalentemente allinterno della burocrazia ed l che si svolgono i pi gravi episodi di malaffare. Pi sono le

Lo statuto del PdL arcaico e novecentesco.norme, pi ingarbugliato il sistema normativo, pi facile per la corruzione annidarsi. Abbiamo visto come potenti personaggi della burocrazia avessero in busta paga politici, parlamentari e addirittura ministri. I politici e i manager pubblici si possono sostituire. Perch Berlusconi non fa piazza pulita e li cambia tutti? Se il Presidente del Consiglio emarginasse i colonnelli, in questo momento ci sarebbero 80 forse 100 deputati che, votando contro, farebbero cadere il governo. Ritiene che ci sia la necessit di un nuovo partito? Lo statuto del PdL arcaico e novecentesco. Ritengo che sia necessario che il PdL, per riformare lazione di Berlusconi, superi questo modello contro il quale avevo gi lottato allatto della costituzione; la doppia figura di aderenti deve essere divisa in pochi, anzi pochissimi professionisti della politica, che crescano con la militanza e la gavetta nelle amministrazioni locali e gli elettori che possano incidere nei momenti topici come le elezioni a sindaco per le quali vedo necessarie le primarie. Le riforme, tra queste la pi contestata quella della giustizia, su cui si continua a polemizzare, anzi a litigare, continuano ad essere unaraba fenice. Berlusconi dovrebbe portare in aula una vera proposta di riforma per la separazione delle carriere e la riforma costituzionale e metterla al voto. Allora vedremmo davvero chi sostiene il governo e vuole unItalia moderna. La legislatura durer, non durer forse a marzo si vota. Berlusconi uscir ancora vincitore? Berlusconi per poter vincere dovrebbe attorniarsi sin dora da giovani ministri come Alfano, Gelmini e Carfagna non perch siano necessariamente i pi bravi, ma per far percepire una reale volont di cambiamento.MESI 12NOVEMBRE 2010

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INVESTIRE SUL FUTUROMassimo Tacconi, presidente di Brescia Mercati, parla dellandamento del mercato ortofrutticolo e dei progetti di ampliamento in vista dellExpo 2015.di PAOLOEMILIO BONzIO

ORTOMERCATO

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assimo Tacconi si da poco insediato alla presidenza di Brescia Mercati S.p.A. dove ricopre anche la carica di amministratore delegato. La societ consortile lente gestore del mercato ortofrutticolo di via Orzinuovi, il secondo della Lombardia per la movimentazione delle merci, ed controllata dal comune al 41,9%, seguita da Camera di commercio con il 21% e altri enti pubblici per il 14,1%, mentre il 22% della composizione societaria di soggetti privati, primo dei quali lassociazione grossisti mercato ortofrutticolo (16%). Una partecipazione minoritaria ma alla quale il presidente di Brescia Mercati apre la porta, dicendosi favorevole ad un ulteriore ampliamento della quota azionaria dei privati. Ex consigliere comunale della Lega Nord, Tacconi stato presidente della Commissione consiliare commercio economia, lavoro e turismo e membro della Commissione politiche della sicurezza, vigilanza, decentramento e partecipazione. Come procede oggi lattivit dellortomercato? La movimentazione delle merci soddisfacente? I consumi sono calati e secondo gli ultimi dati si verificato anche un calo della movimentazione. La calmierazione dei prezzi ha fatto s che i quantitativi di merce in uscita restino comunque considerevoli. Da voi si rifornisce anche la grande distribuzione? S, perch nelle loro piattaforme possono stoccare la merce ma non hanno il servizio di controllo specializzato che possiamo offrire noi. Il grosso del lavoro per con

i dettaglianti che sono la maggioranza dei clienti. E la clientela da dove proviene? Noi agiamo a livello regionale perch Mantova e Cremona non hanno il mercato, ma anche Piacenza e una parte di Bergamo si rivolgono a Brescia. Non a caso siamo il secondo centro ortofrutticolo allingrosso della Lombardia. C molta merce oggi che viene dallestero? Stanno crescendo nella stagionalit le importazioni di prodotti esteri per via delle peculiarit climatiche di alcuni paesi, basti pensare alle arance spagnole. Ci sono merci importanti che arrivano anche dal Sudamerica, nel mercato dellaglio ad esempio

il Cile la fa da padrone. Inoltre, presso la nostra struttura abbiamo produttori non italiani per i quali sarebbe necessario catalogare le merci che portano al mercato perch in alcuni casi sono a noi sconosciute, si tratta per lo pi di ortaggi coltivati su suolo italiano e venduti da grossisti asiatici. Ma un problema nazionale che riguarda tutti i mercati ortofrutticoli. Ha successo la vendita al privato? Ai privati siamo aperti tutti i giorni dalle 9,30 alle 10,30 ma ha un grosso successo specialmente la vendita diretta del sabato mattina dove arrivano dalle 5 alle 8 mila persone, un 40% di italiani e un 60% stranieri, che cercano soprattutto prodotti a basso prezzo. Gli extracomunitariMESI 12NOVEMBRE 2010

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Tacconi con i suoi collaboratori. Sotto, uno scorcio dellOrtomercato.

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in particolare praticano acquisti familiari o tra pi famiglie, cosa che da noi si faceva negli anni 50. un grosso risparmio sullacquisto perch essendo numerosi possono consumare intere cassette di frutta a fine maturazione che arrivano a costare anche solo un euro ciascuna. Il mercato c e funziona ma a Brescia la produzione ortofrutticola di secondo piano. Ci sono mercati di produzione (Verona, Roma, Bologna, ecc.) e mercati finali, come il nostro. In provincia abbiamo un grosso potenziale produttivo ma le politiche agricole hanno sempre privilegiato lo sviluppo lattiero-caseario. Il caso di Verona ci insegna che avere lortofrutta che spinge pu essere molto importante in un momento di crisi come questo. Oggi, per esempio, potremmo realizzare delle colture in serra in grado si soddisfare la richiesta nazionale di determinate variet ortofrutticole. Cogenerazione e produzione in serra sono le linee programmatiche da seguire. Basta avere la volont di investire. Il sindaco Paroli ha chiesto le dimissioni del precedente consiglio di amministrazione nominato da Corsini. Ci avvenuto solo per una logica di ricambio politico o cerano problemi di gestione? La scelta stata dettata dallidea di un giusto ricambio ai vertici del consorzio e la mia nomina in particolare legata alla volont di accelerare un processo di modernizzazione del mercato. Sono lusingato di questo incarico (anche se la politica attiva mi manca moltissimo) e per la prima volta ritengo che sia stata fatta una sorta di programmazione della societ. Brescia Mercati aveva bisogno di un riordino del lavoro dufficio ma soprattutto di un ampliamento del mercato stesso, che il grosso progetto per il quale sono stato chiamato. I grossisti tendono a raggrupparsi per fare sistema e serve una struttura adeguata. Come sar il nuovo mercato ortofrutticolo? Vorrei riuscire ad inaugurare un mercato avveniristico che sia avanti sui tempi di 50 anni. Un mercato di terza generazione che non si basa pi solo sullortofrutta ma in grado di offrire unampia gamma di prodotti e servizi. Sullesempio di Parigi o Barcellona il mercato deve ospitare ancheMESI 12NOVEMBRE 2010

la produzione di latte caseario, macelli e servizi per il mercato ittico. Ma c anche la volont di dare soddisfazione al sociale e alle richieste pervenute da Banco alimentare, Caritas, e Ottavo Giorno. solo questione di giorni e avremo qui tutto il deposito logistico della Caritas. Il progetto del nuovo mercato si basa inoltre su tre pilastri: eco sostenibilit, distribuzione e formazione. Una struttura autosufficiente dal punto di vista energetico (fotovoltaico, cogenerazione, ecc.) e innovativa nella distribuzione, avvalendosi di mezzi a motore ibrido dellente gestore in grado di servire la clientela dellarea provinciale. Dovrebbe trovare spazio anche un centro di formazione in loco per fruttivendoli e macellai perch bisogna conoscere i prodotti che si vendono e i processi di produzione. Aggiungo che non dovr essere solo unarea mercatale, possiamo ospitare eventi importanti come degustazioni, sfilate di moda, concerti. Lintenzione quella di essere pronti entro Expo 2015, ma il tempo a disposizione non molto vero ma bisogna procedere per gradi. Non si fa tutto in una volta. Un primo passo, sarebbe quello di far rientrare nel progetto la Centrale del latte che compressa come produttivit e ha bisogno di un allargamento. Auspico che possa rientrare presto nel nuovo polo agroalimentare assieme ai macelli, sperando che le catene dei vari supermercati facciano le piattaforme logistiche allinterno del nuovo mercato. Ci crediamo fortemente perch avrebbero in loco tutti i servizi di cui necessitano con ottimizzazione di costi e tempi. La prima parte dellopera, entro il 2014, include anche la scuola professionale e laudito-

rium. Il resto verr dopo. Questa, insomma, lintenzione del CdA di Brescia Mercati, non solo di Massimo Tacconi. Dove potrebbe sorgere un nuovo mercato? Si era parlato della Fascia dOro come di una localit idonea Non sta al presidente di Brescia Mercati decidere ma ai soci del consorzio. Il mio compito portare avanti i due studi di fattibilit: allargamento in loco o spostarsi altrove. E come vi state muovendo rispetto agli altri mercati vicini? Logistica e infrastrutture sono larma vincente dei mercati perch sono fattori determinanti sui prezzi della merce. In virt di questo le regioni si sono adoperate per fare sistema ed allo studio una collaborazione diretta con i tre mercati pi importanti della Lombardia (Milano, Brescia, Bergamo). Ci avviene gi in Veneto. Verona, Padova e Treviso si sono unite andando a proporsi allestero. Il futuro del mercato di Brescia essere parte di unasse commerciale importante per potersi proporre ai mercati del Nord Europa. Ne abbiamo le potenzialit se faremo quel grande ampliamento che ora al vaglio. Cosa ne pensa del chilometro zero? Di per s una bufala. I vantaggi del chilometro zero si concretizzano solo quando si riesce ad ottimizzare dalla produzione alla vendita la migliore logistica possibile. Il chilometro zero lo si fa con una logistica intelligente, non c alternativa. pi famiglie, cosa che da noi si faceva negli anni 50. un grosso risparmio sullacquisto perch essendo numerosi possono consumare intere cassette di frutta a fine maturazione che arrivano a costare anche solo un euro ciascuna.

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Metrobus | OMB International | Sicurezza Trasporti | Innovation Technology- Due locomotori diesel, completi di gru di carico girevole dalla portata di 5 tonnellate, sono giunti nelle scorse settimane al Deposito della Metropolitana di Brescia a SantEufemia. - Avviata la campagna di carico sul viadotto in cemento armato tra San Polino e il Deposito per il rilascio del collaudo statico delle opere. Le prove hanno dimostrato un ottimo comportamento del manufatto. - Consegnato il quarto convoglio Metrobus che ha anticipato la consegna del terzo prevista per met novembre. Ogni mese fino a marzo 2011 si succederanno le consegne di altri 8 veicoli. La consegna dellultimo e 18mo veicolo prevista per novembre 2011.

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NOVITA DA OMB INTERNATIONALDal 1 ottobre attivo il nuovo servizio di assistenza ai cittadini promosso dal Comando di Polizia Locale in collaborazione con Brescia Trasporti e Brescia Mobilit. Il progetto nasce da una forte esigenza dei cittadini affinch sia possibile prevenire situazioni di disagio, quali bullismo e atteggiamenti maleducati, nei confronti del personale di servizio di Brescia Trasporti. Il progetto prevede la presenza di due agenti per servizio, un totale di 12 unit, che a turno terranno monitorate le seguenti linee di trasporto pubblico urbano. Linee interessate dal servizio: 1 (Mompiano, San Polo, Maggia), 3, 9, 11, 12, 13.

SICUREZZA TRASPORTI: AGENTI SUGLI AUTOBUSSi svolto nei giorni scorsi, a Brescia, il 75mo meeting della Commissione Innovation Technology dellassociazione UITP (International Association of Public Transport), che ha tra le sue finalit lo studio di soluzioni tecnologiche per il miglioramento dei servizi di trasporto. Il riscontro sulle attivit del Gruppo, risultato molto positivo, con un apprezzamento particolare per gli aspetti tecnologici presentati. La partecipazione del Comune ha permesso di divulgare la conoscenza sulle attivit condotte nellambito delliniziativa Civitas Modern che si occupa di organizzare le iniziative di mobilit sostenibile in varie citt europee.

IL GRUPPO BRESCIA MOBILITA MODELLO DI TECNOLOGIA A CONFRONTO CON IL MONDO

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NON SI VEDE LUSCITA DAL TUNNELMariano Mussio, presidente di Assopadana Claai, indica le priorit della sua organizzazione per superare la crisi: semplificazione burocratica, detassazione e innovazione.di ROBERTO GIULIETTIMariano Mussio, presidente di Assopadana Claai.

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a nostra esclusione dalla Federazione, che anche a livello provinciale ha raggruppato le organizzazioni di rappresentanza degli artigiani e dei commercianti, poco comprensibile. Credo che siano state scelte nazionali a determinare questa situazione perch noi continuiamo a considerarla unoperazione positiva. Se, infatti, dovessero esserci nuove aperture noi ci staremmo con convinzione. Cos Mariano Mussio, presidente di Assopadana Claai (Libera associazione interprovinciale dellartigianato e delle piccole imprese), si era espresso al convegno organizzato da 12 Mesi lo scorso 27 febbraio su Presente e futuro delle Pmi, dal quale era emerso con chiarezza che solo con una maggiore coesione tra le diverse sigle sindacali si sarebbero ottenuti risultati utili al superamento della difficile crisi economica che anche a livello locale sta attraversando il comparto artigiano e non solo. Come sta andando leconomia bresciana? Dal nostro punto di osservazione direi

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Stiamo perdendo potere di acquisto e gli artigiani stanno risparmiando su tutto.

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che la situazione molto difficile. E se per alcuni settori di nicchia come gli impiantisti per il fotovoltaico o chi lavora con lalta tecnologia si registrano piccoli segnali di ripresa. Per i comparti pi tradizionali come ledilizia e quindi idraulici, marmisti, piastrellisti, o per chi lavora il ferro, tutto fermo. Con le grandi aziende molto in difficolt e con una Cassa integrazione che rimane a livelli altissimi, non pu che risentirne anche chi a monte della filiera e cio la sub fornitura, artigiani compresi. Ci sono zone della nostra provincia che hanno andamenti economici diversi o tutte vivono questa crisi allo stesso modo? una situazione generale, con le aree montane che non vanno peggio della Bassa. Forse la zona del lago di Garda quella che sta iniziando a registrare i primi timidi segnali di ripresa. Chi sta reggendo meglio, sono quelle aziende che sono state in grado di specializzarsi e di conseguenza sono riuscite ad inserirsi in mercati di nicchia. Quali sono le conseguenze di questa situazione? Stiamo perdendo potere di acquisto e gli artigiani stanno risparmiando su tutto. Si fanno i conti con particolare attenzione e si cerca di individuare quelle aree dove si pu ancora tagliare qualcosa. Gli investimenti sono rimandati a tempi migliori. Non c pi marginalit, oggi lavorando si fanno solo girare i soldi. La Pubblica amministrazione oltre a non avere disponibilit, ha tempi di pagamento lunghissimi ma anche i privati non scherzano e le aziende sono a corto di liquidit. Quali le possibili soluzioni e le proposte della vostra Organizzazione? Prima di tutto la semplificazione reale, quella insomma di cui tutti parlano ma che nessuno mette in pratica, anzi tutti i giorni si aggiunge un tassello a quella burocrazia che, secondo recenti indagini, costa allartigiano 30 giorni del suo lavoro. Ci hanno spiegato che attraverso linformatizzazione avremmo risparmiato tempo e denaro ma come mai dopo aver inviato telematicamente molte comunicazioni ci viene richiesto ancora linvio dei documenti cartacei? Al secondo posto metterei la detassazione di alcune voci del bilancio delle grandi aziende. Vantaggi immediati e a cascata ricadrebbero anche sugli artiMESI 12NOVEMBRE 2010

giani e pi in generale sulle aziende sub fornitrici. Credo poi che si dovrebbe puntare su una reale innovazione anche delle e nelle piccole imprese artigiane. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo bisogno dellaiuto anche della politica ma ho la sensazione che, al contrario, il mancato rinnovamento delle e nelle imprese sia la scusa usata dai politici per scaricare sulle aziende le colpe della crisi. A proposito di politica, come sta andando su quel versante? Per quanto riguarda il livello nazionale ci piacerebbe che il Governo trovasse il coraggio per scelte e decisioni essenziali anche se impopolari e che la politica facesse un passo indietro nelloccupazione di quei ruoli per i quali servirebbero altre competenze rispetto allappartenenza o meno ad un qualsivoglia partito. Nella politica locale, la maggiore vicinanza al territorio e di conseguenza la migliore conoscenza delle situazioni reali, ha di certo favorito la disponibilit al dialogo e al confronto. Storicamente le organizzazioni degli artigiani bresciani hanno avuto legami con aree politiche di diverso colore e spesso si identificata la Lega Nord come vostro partito di riferimento, vero? LOrganizzazione non ha alcun riferimento politico, ma voglio precisare che gli interessi degli associati si ottengono dialogando con i Partiti di maggioranza, detentori del potere di legiferare in merito. Per tornare alle proposte, nulla da dire su quello che anche gli imprenditori

Gli artigiani dovrebbero avere imprese pi capitalizzate, ma difficile spiegarlo in momenti di crisi.

dovrebbero fare per migliorare la propria capacit competitiva? Certamente s, partendo, ad esempio, da un salto culturale che preveda un ritorno a quei valori dellimpegno e del lavoro che sono la nostra vera forza. Dovremmo insomma tornare a considerare in modo positivo il vecchio concetto dello stringere la cinghia, da l in molti sono partiti per arrivare a posizioni di rilievo ma sembra che i nostri giovani, oggi, abbiano paura dei sacrifici e di sporcarsi le mani. Ma non solo. Gli artigiani dovrebbero avere imprese pi capitalizzate, pi patrimonializzate ma difficile andarlo a spiegare in momenti cos di crisi. In molti continuano a pensare che i soldi sia meglio averli in tasca. Anche perch di soldi le banche non che ne stiano dando tanti Le banche stanno facendo un piccolo sforzo ma non ancora sufficiente. Abbiamo registrato che in questo periodo di crisi gli Istituti di credito che sono stati pi vicini agli imprenditori sono stati quelli pi radicati sul territorio come le Rurali. Le grandi o hai garanzie o difficilmente ti vengono incontro nonostante abbiano ricevuto tanto, oggi non stanno restituendo molto. Ed in questo scenario che negli ultimi anni i Confidi hanno giocato un ruolo fondamentale facendosi carico delle difficolt di molte imprese. Un dato esemplificativo della situazione: nel 2007 i finanziamenti da noi garantiti erano stati di 7 milioni, ad oggi (inizio ottobre 2010) abbiamo gi raggiunto quota 30 milioni di euro e in stragrande maggioranza sono riferibili a finanziamenti per liquidit. Solo una minima parte riguardano gli investimenti. In questa partita un ruolo importante stato giocato dalla Camera di Commercio e dalla Provincia ai quali va il nostro ringraziamento. Quali i tempi per uscire dalla crisi? Sarebbe pi facile indovinare un terno al lotto. Non sono ottimista se proprio devo sbilanciarmi, dico il 2015.

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DALLA RUSSIA CON FUROREIl judoka bresciano, oro olimpico a Mosca 1980, direttore tecnico della nazionale russa che vuole tornare carica di medaglie da Londra 2012.di BRUNO FORzA

EZIO GAMBALultimo fotogramma tricolore del migliore judoka bresciano di sempre risale al 2004, quando lavventura con la nazionale italiana sinterruppe. Non cerano i presupposti per fare un progetto di un certo tipo. Il 2004 coincise con la conclusione del percorso di Vittoriano Romanacci come direttore sportivo: un grande personaggio, capace di fare grandi cose. Il resto dei suoi collaboratori, per, non era allaltezza per cui chiesi di ricoprire il suo ruolo. Come organizzato il sistema sportivo in Italia? Per portare avanti il loro lavoro le federazioni si affidano ai gruppi militari: finanza, carabinieri e polizia di stato, polizia penitenziaria, esercito, quindi la struttura non si regge sulla propria capacit organizzativa, ma su quella dello Stato. Questo porta con s una scia di rigidit e negativit. Molte persone non hanno le credenziali per ricoprire determinati ruoli, ma hanno la seggiola riservata e sfruttano il posto. Nei centri sportivi circa 60 persone fannoQui sopra Ezio Gamba con Omar Beniklef, bronzo a Pechino 2008.

pesso nel nostro Paese si sente parlare di fuga dei cervelli, ovvero dellemigrazione di esponenti di spicco di qualsivoglia settore verso nuovi lidi, dove genialit e professionalit vengono ripagate lautamente sotto il profilo economico e professionale allinterno di sistemi in cui esiste il termine meritocrazia. Il mondo dello sport, fino ad ora, ha fatto pi o meno eccezione a questa tendenza, se si esclude il recente esodo di allenatori di spicco del calcio in Inghilterra e dei migliori cestisti di casa nostra, approdati sul luccicante palcoscenico statunitense targato Nba. C chi ha spiccato il volo verso nord, dunque, e chi si spinto oltreoceano. Le rotte seguite da Ezio Gamba sono state altre. Dopo i grandi successi ottenuti da atleta e da allenatore in Italia, al servizio della nazionale russa di judo che ha nel mirino le Olimpiadi di Londra del 2012.

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la stessa cosa per coordinare un drappello di massimo 80-90 atleti. Per di pi che imparzialit ci pu essere nelle scelte di un settore tecnico di questo tipo e quali opportunit possono avere gli atleti che decidono di scegliere altre strade, come quella di restare legati alle societ dorigine? Praticamente nessuna. Quali soluzioni proporrebbe? Io in Russia gestisco 50 atleti con 5 allenatori, ma la direzione unica. Sono libero da ogni pressione esterna o interesse personale che non sia quello di voler vincere. Darei pi poteri alla federazione, che disponendo di cervelli pi giovani forse riuscirebbe a evitare pressioni politiche o interessi personali. Poi bisognerebbe subordinare i settori tecnici militari a quello federale e fare leva sui campioni uscenti per costituire centri regionali. Non si deve mai dimenticare che senza le societ civili nulla sarebbeMESI 12NOVEMBRE 2010

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.EZIO GAMBADa atleta ha rappresentato la nazionale italiana di judo in quattro Olimpiadi: Montral 1976, Mosca 1980, Los Angeles 1984, Seoul 1988, collezionando un oro e un argento, ai quali vanno aggiunti tre argenti mondiali; un oro, quattro argenti e un bronzo europei. Ha interrotto lattivit agonistica possibile. Loro sono la fucina dei nostri risultati futuri. Se oggi siamo in crisi lo si deve alla gestione attuale, ma anche a ci che non stato fatto negli 8-10 anni passati. In questo mi sento un po responsabile, ma in quel momento il mio compito non mi dava abbastanza potere. Come gestito lo sport in Russia? Il Ministero dello Sport sovvenziona lattivit, coprendo ad esempio le spese per le trasferte della nazionale. Poi ci sono i club privati sovvenzionati dal governo cittadino e dalle aziende. Il judo visto con un occhio di riguardo Putin un judoka. Sport-scuola. Un binomio che funziona? Direi di s. Non c la frequenza obbligatoria e questo un vantaggio per gli atleti. Inoltre c unora giornaliera fissa di educazione fisica, oltre alla possibilit di essere selezionati dai club. In Giappone questo avviene gi alle elementari. Che differenze ci sono tra gli atleti italiani e quelli russi? Gli atleti di ogni nazione sono persone eccezionali perch hanno un sogno comune. La differenza la fanno strutture, organizzazione e dirigenti. Latleta di per s una macchina pronta a tutto, poi c quello che nasce 500 e quello che una Formula 1, ma dal punto di vista della disponibilit, della volont e dellentusiasmo sono tutti uguali. chiaro che in Russia le motivazioni sono diverse. La qualit della vita bassissima, quindi lottano per il pane, per dare un futuro alla famiglia e per riscattare una o pi generazioni. Se dovesse fare un ritratto della Russia di oggi, come la dipingerebbe? Il mondo imprenditoriale corre a una velocit pazzesca, mentre i giovani sono di una serenit sorprendente. Io ho ragazzi dai 20 ai 27 anni che nei momenti di pausa giocano a nascondino. Hanno un livello di socializzazione superiore al nostro. Economicamente c un piccolo numero che vive nel lusso, mentre la stragrande maggioranza della popolazione fa enormi sacrifici. Tuttavia si cominciano a nel 1988 ed stato allenatore della nazionale italiana fino al 2004 partecipando come tecnico ad Atlanta 1996, Sydney 2000 con 1 oro 3 bronzi e 3 quinti posti, poi un anno in Africa con partecipazione a Pechino e il trasferimento in Russia nel 2009. Questanno si aggiudicato il premio di migliore allenatore europeo dellanno. intravedere scenari di cambiamento quindi c frenesia e voglia di crescere. Il costo della vita basso. Con 500 euro al mese si vive bene e con 5-6 anni di atletica ad alti livelli i ragazzi si creano un buon futuro economico. I migliori vengono inseriti nella struttura dirigenziale e stipendiati da federazione o ministero. Le bandiere dello sport qui sono tenute in considerazione. Lei accetterebbe una poltrona di Assessore allo Sport in comune? Mi era piaciuta la versione di Onofri: una lista civica fuori da ogni interesse politico. Mi aveva chiesto la disponibilit. Che personaggio Putin? Lho incontrato due volte. La prima sei mesi dopo linsediamento. Una stretta di mano e nulla pi, poi alla fine del 2009 ha voluto incontrarci in seguito agli ottimi risultati ottenuti. Si vedeva che era orgoglioso di far parte di questo mondo. Ha indossato il judogi e abbiamo fatto allenamento insieme. Come visto dal popolo? Solleva pareri discordanti. Una parte dei russi crede nel rinnovamento e nella nuova versione di imprenditorialit e industrializzazione aperta, unaltra giudica tutto questo solamente fumo negli occhi, cio un perpetrarsi di ci che cera prima ma con sistemi diversi. Nel suo lavoro c libert? C disponibilit a 360 gradi e dal punto di vista tecnico nessuno mette becco. Per me il massimo perch propongo il piano in cui credo senza ostacoli. Se fallir andr a casa, ma finora andato tutto per il meglio. Come ha impostato il suo progetto?Ezio Gamba in allenamento con il premier russo Vladimir Putin.

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Quando sono arrivato ho proposto due alternative: prendere il gruppo preesistente di 15-20 atleti e vedere se erano in grado di proseguire, oppure puntare su un gruppo di 50 e formare i tecnici del dopo 2012. La federazione ha scelto lopzione pi onerosa programmando anche le Olimpiadi del 2016 e del 2020. Come riesce a conciliare questo incarico con la sua famiglia? impossibile. Io sono in Russia e loro sono qui a Brescia. Faccio 140 giorni in giro per il mondo e 160 in Russia. meglio che restino qui con amici e parenti, non avrebbe senso sradicarli dallItalia per vivere cos. Questo il vero sacrificio di questa sfida. In quale nazione vorrebbe vivere unaltra esperienza dopo Italia, Marocco e Russia? In questo momento non ho sogni lontani dalla Russia. Quando inizio un progetto non mollo fino alla fine, quindi fino al 2012 non se ne parla. Io penso che si possano ottenere grandi risultati a Londra. Fino al 2008 avevano 3-4 atleti al top, nessuno a medaglie, oggi ne abbiamo 3 in ogni categoria tra i primi 20 al mondo. I suoi ragazzi le chiedono mai della medaglia olimpica di Mosca del 1980? Spesso, ma dribblo la domanda e cerco di raccontare cosa pu servire a loro per trovare le motivazioni giuste. Non amo parlare del passato. Cosa ha significato per lei quella medaglia? Credibilit. Quando spieghi ad atleti di un certo livello come raggiungere grandi traguardi fondamentale. Vincere lOlimpiade stata una fortuna, mi ha aperto numerose porte. Cos per lei lessenza dello sport? Credo nella versione dello sport come idea educativa per il futuro. Vivendo da atleta ti rendi conto che costanza, puntualit e dedizione sono aspetti fondamentali e comprendi che tutti i traguardi arrivano passo dopo passo attraverso ci che hai fatto. Devi sottostare ad una sequenzialit obbligatoria cercando sempre di dare il massimo in allenamento. Ezio e i suoi ragazzi ce la stanno mettendo tutta. Mente e corpo vivono con ardore la quotidianit dellallenamento, ma il cuore gi l, allombra del Big Ben.MESI 12NOVEMBRE 2010

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DEL SUCCESSOStoria e pensieri di Stefano Cassetti, attore per caso.

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di SALVATORE SCANDURRA

n volto intenso, naturalmente predisposto a ruoli drammatici, una straordinaria capacit a mettersi in gioco e a imparare in fretta. La storia di Stefano Cassetti, attore bresciano, classe 1974, potrebbe di per s essere la sceneggiatura di un film, o quantomeno lesempio di come, grazie a uno strano scherzo del destino, la propria vita possa cambiare radicalmente grazie a un incon-

tro casuale. Che nessuno sia profeta in patria assodato, ma che da professore di educazione tecnica a Brescia, ci si ritrovi ad essere candidati ai Csar come miglior promessa maschile del cinema francese, beh, ce ne passa! il 1999 quando Stefano, laureato in disegno industriale, insegnate e assistente di un professore di architettura a Milano, diventa attore per caso. A Parigi, durante una vacanza di una settimana per ritrovare degli amici conosciuti in Erasmus, entra

in un bistrot di Belleville, dove il destino si manifesta sottoforma di Cdric KahnKahn, regista francese alla ricerca di un volto per il suo prossimo film. Allombra della torre Eiffel, Cassetti viene cos scelto come interprete della pellicola Roberto Succo (2001), nel ruolo di un ragazzo violento e tenebroso dietro il quale si nasconde un serial killer: una storia vera quella di Succo, un italiano che nel 1981, dopo aver trucidato i suoi genitori, viene rinchiuso in un manicomio criminale dal quale fuggir dopo cinque anni di de-

Un intenso primo piano di Stefano Cassetti.

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. FIlMOGrAFIA dI StEFAnO CASSEttIUn poison violent - K. Quillevere - France - Prix J. Vigo - Festival de Cannes 2010 Noi credevamo - M. Martone - Italia - Festival di Venezia 2010 Rien dans les poches - M. Vernoux - France tv 2009 Il resto della notte - F. Munzi - Italia - Festival de Cannes 2008 La Joconde a disparu - F. Lunel - France 2008 Par suite dun arret de travail du personnel - F. Andrei - France 2008 L Arche de Babel - P. Carrese - France tv 2008 La Commune - P. Triboit - France tv 2007 Cowboy Angels - K. Massee - France - New York ND/NF festival 2007 Alieno - M. Capece & P. Moio - Italia - Montreal World Film Festival 2007 Poltergay - E. Lavaine - France 2006 Beau Masque - P. Kassovitz - France tv 2006 Liberata - P. Carrese - France tv - prix Festival de St Tropez 2005 Nemmeno il destino - D. Gaglianone - Italia - IFF Rotterdam award 2004 Il giorno del falco - R. Bisatti - Italia - Festival di Venezia 2004 Sulla mia pelle - V. Jalongo - Italia - Torino Film Festival 2003 Michel Vaillant - L. P. Couvelaire - France 2003 Roberto Succo - C. Kahn - France - Festival de Cannes 2001

tenzione. Ci parli di come ha iniziato. Davvero tutto merito di un incontro casuale? Il responsabile del casting del film mi disse che avevo un volto perfetto per il ruolo di Succo, e anche il mio francese pi che stentato non era un problema, anzi, gli andava a genio. Mi diede un biglietto da visita, ma sul momento mi sembr quasi uno scherzo. Ritrovai il suo biglietto da visita lultimo giorno di vacanza, ero curioso di mio, e feci questa chiamata per il casting. A ripensarci adesso devo dire di esserci andato puramente per curiosit. Non sapevo n leggere in francese n tantomeno recitare. Ma continuavano a dirmi che avevo la faccia giusta, e a me bastava. Un mese dopo ci rivedemmo a Milano per un provino e, dopo 6-7 mesi di preparazione, iniziarono le riprese. Com cambiata la sua vita da quel giorno? Dove vive adesso? Vivo tra Roma, Parigi e Sal. Ho una figlia, per cui vengo spessissimo in Italia. Allinizio non ero preparato per questo mondo e ho vissuto il primo film come un piccolo trauma. Scoprivo ogni giorno responsabilit diverse e pensavo che il film fosse una parentesi. Cos dopo le riprese sono tornato al design e al mio vecchio lavoro, ma solo per un po: le nomination, i premi e Cannes mi hanno fatto pensare che la mia strada fosse quella, e ho continuato. Oggi mi sento una persona fortunata, da dieci anni a questa parte vivo di cinema. Ma si sente pi bresciano o pi parigino dadozione? Comunitariamente sono bresciano a tutti gli effetti, culturalmente sono diventato francese. Noi Credevamo era senza ombra di dubbio il titolo italiano pi atteso della 67 Mostra del Cinema di Venezia. Com stato lavorare con Mario Martone? Mario un grande intellettuale prima che un regista. Recitare nel suo film stato impegnativo, ma stata unesperienza davvero formativa. Mi piaciuto molto interpretare un film storico dove ben chiaro il rapporto con il nostro presente, anche perch i fatti accaduti tra il 1830 e il 1860 di fatto possono essere ritenuti attuali anche oggi: lattentato a NapoleMESI 12NOVEMBRE 2010

one III, le difficolt dei nuovi italiani a capirsi, le lotte tra borghesi e contadini, i nordisti e i sudisti. Tutte analogie che oggi rivivono su piani diversi, come nelle guerre tra Islam e Occidente. Secondo lei come si pu giudicare il cinema italiano ai giorni doggi? Il cinema italiano ha una tradizione di grandi registi e grandi idee, ma il pubblico di oggi non le segue. Parlo di un pubblico rimbecillito dalle tv berlusconiane, formatosi con i contenuti scandalosi delle tv commerciali degli anni 80. Il livello cultural cinematografico si abbassato tantissimo, e oggi non esiste un seguito per il cinema di qualit. Purtroppo sono rimasti in quattro gatti a fare cinema di qualit. Meglio il cinema francese quindi? Il cinema francese ha una marcia in pi, ed pi predisposto ad investire su produzioni originali e attori e registi emergenti. Produttori che finanziano in progetti creativi, al momento in Italia non ce ne sono, perch sono disillusi. Spiace dirlo, ma il cinema italiano verte in uno stato di noia totale. So di essere pi conosciuto in Francia che in Italia: credo sia un caso, di certo non mi lamento, anche se spero che in futuro le cose possano cambiare. Il personaggio che ha interpretato a cui pi affezionato? Lorenzo, nel film Nemmeno il destino, in cui ero un operatore in una comunit di recupero. Un ruolo davvero molto interessante. Roberto Succo stato importante per me, ma al contempo un personaggio ingombrante da portarsi dietro. In Italia mi associano esclusivamente a lui, ma oltralpe fortunatamente non cos, anche se i ruoli che interpreto sono sempre di personaggi problematici: killer, cocainomani, padri scapestrati fi-

nora sono stati il mio pane, tranne in un caso: un soldato italiano simpatico, anche comico. Leccezione che conferma la regola, direi. Che consigli ti sente di dare a un giovane che volesse iniziare la carriera dattore? un lavoro folle! Armarsi di pazienza ed essere duri come una roccia? Oppure, se si in Italia, andare subito altrove? Scherzo, non saprei, vale lo stesso un no comment?. Con chi le piacerebbe lavorare nel suo prossimo film? Le quattro volte, diretto da Michelangelo Frammartino, mi ha spaccato la testa in due. Il suo modo di fare film esula completamente dalluso di attori veri, ma lavorare con lui sarebbe il massimo per me. Poi mi piace Davide Manuli, anche lui un regista di nicchia, per nulla commerciale. Si ispira a qualche attore in particolare? Fin da piccolo ero stregato dal genere western, e in particolare dalle interpretazioni di Clint Eastwood, il mio vero mito, ma a dire la verit attori contemporanei di riferimento non ne ho. Gli spunti maggiori, quando un regista mi chiede di metterci del mio, li traggo dalle mie esperienze personali. Progetti futuri? Dovrei girare un film per i gemelli Massimiliano e Gianluca De Serio, due registi dallo stile particolarissimo, in cui cinema, video-arte e arte in genere si fondono. A dicembre lavorer in una serie televisiva francese, e per la primavera in programma un altro film, sempre francese, ma aspettiamo, preferisco non anticipare troppo. Un suo pregio e un suo difetto. Un mio pregio? Sono testardo. Un difetto? Sono testardo....

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TRE GENERAZIONIDI SUCCESSIdi ROBERTO GIULIETTI

LAfis, lazienda della famiglia Clerici oggi guidata da Paolo con le cugine Stefania ed Eleonora, in sessantanni di attivit diventata un gruppo con 28 punti vendita, un fatturato di 250 milioni di euro e 500 dipendenti.

nazienda familiare arrivata alla terza generazione non propriamente una consuetudine soprattutto in un mondo come quello moderno dove le rendite di posizione e la capacit di stare sul mercato non sono certo ereditabili. Ma la famiglia Clerici c riuscita. Oggi Paolo, 45 anni, guida con le cugine Stefania ed Eleonora e con il prezioso contributo di esperienza del pap Carlo e dello zio Roberto, lAfis lazienda bresciana che da oltre sessantanni commercializza prodotti idraulici. I passaggi generazionali non sono mai facili commenta Paolo Clerici, attuale amministratore delegato dellAfis , nel nostro caso tutto ha funzionato al meglio, ma allo stesso tempo mette le mani avanti e aggiunge: Di certo non voglio in qualunque modo imporre a mio figlio, se lui non vorr, di continuare la nostra attivit. La storia imprenditoriale della famiglia Clerici iniziata con il nonno Giovanni che sfollato da Milano durante la seconda guerra mondiale diede vita allattivit nel primo dopoguerra con la prima sede in via Aleardo Aleardi e con il socio Bizzarrini. Era il tempo della ricostruzione e le forniture idrauliche per ledilizia erano indispensabili. Passo dopo passo lazienda cresce e dopo aver concluso il sodalizio con Bizzarrini, Giovanni coinvolge nellazienda i figli Carlo ePaolo Clerici.MESI 12NOVEMBRE 2010

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Stefania, Paolo e Eleonora Clerici.

Roberto. di quegli anni anche il trasferimento nellattuale sede di via Industriale, dove prima si trovavano i capannoni dellEnel, e linizio dellapertura di nuovi punti di vendita. Oggi sono 28 i punti di vendita con nomi e ragioni sociali diverse ma che fanno capo al nostro Gruppo, in gran parte dislocati in tutta la Lombardia con le eccezioni di Modena e Piacenza specifica Paolo Clerici . Una crescita che, grazie anche al contributo di ottimi collaboratori, ci ha consentito di raggiungere, nel 2009, un fatturato di 250 milioni di euro, con circa 500 dipendenti. Uno sviluppo, quello dellAfis, che nel corso degli anni, grazie anche alla trasformazione in Societ per azioni avvenuta negli anni Settanta, stato capace di adattarsi ai cambiamenti del mercato. Con la crisi che ha da tempo colpito il settore edile, si sono ridotte anche le gradi forniture. Oggi oltre l80 per cento del nostro fatturato arriva dal mercato delle ristrutturazioni edilizie, dalle manutenzioni degli impianti esistenti, dallo sviluppo di nuovi settori come quello delle energie alternative e dal maggiore rispetto di alcune leggi, come la 626 sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, che hanno imposto adeguamenti normativi continua Paolo Clerici ; ed per questo che abbiamo puntato ad una capillare presenza sul territorio lombardo e ad ampliare la gamma dei prodotti offerti che oggi nel nostro catalogo sono arrivati a circa 150 mila. Nessun bisogno quindi di un ulteriore salto in avanti: Non cerchiamo un mercato pi grande aggiunge lamministratore delegato dellAfis , la nostra dimensione funziona e guadagna e la strategia di acquisizione che abbiamo portato avanti in questi anni stata finalizzata ad una crescita equilibrata, sostenibile e che fosse in grado di bilanciare i cambiamenti del mercato. Una scelta strategica che ha tanto il sapore delle decisioni del buon padre di famiglia che guarda pi alla solidit dei bilanci che alle chimere da numeri uno.MESI 12NOVEMBRE 2010

Certo che continuare a crescere, non facile. Oltre alla crisi che sta attraversando leconomia in generale, infatti, si devono affrontare situazioni particolari e tutte tipiche ed esclusive del sistema italiano. Quando mi confronto con alcuni collegi stranieri, mi trovo a dover spiegare i motivi per cui solo in Italia siamo abituati a pagare in tempi cos lunghi. Solo da noi la Pubblica Amministrazione ha dilazioni sui pagamenti irragionevoli e i pignoramenti non riescono ad essere credibili e funzionali. Anche per queste particolari condizioni nelle quali ci troviamo ad operare non abbiamo, almeno nel nostro comparto, una grande concorrenza da parte di imprenditori ed aziende straniere. In Italia, infatti, le grandi multinazionali sono praticamente assenti dal settore delle forniture idrauliche, con un mercato che nel suo complesso ha un fatturato di 10 milioni di euro ma che si presenta molto frazionato e con realt come lAfis che nonostante sia tra le prime due nel nostro Paese, ha una quota di mercato di poco superiore al 2 per cento. Per quanto riguarda invece i pregi o i

difetti che dal suo punto di osservazione ha potuto verificare sul Sistema Brescia? Visto da imprenditore, se dovessi confrontare la nostra citt con le altre in cui mi trovo ad operare, non noto grandi differenze. Brescia con tutti i suoi pregi e i suoi difetti nella media di altre citt lombarde come Bergamo, Cremona, Lodi o Pavia. E come vede il futuro dellazienda di famiglia lamministratore delegato dellAfis? Il 2010 in linea con lanno precedente ma ci aspettano anni certamente non facili conclude Paolo Clerici . Per una ripresa decisa del nostro comparto dovrebbero ripartire gli investimenti nel settore delledilizia o si dovrebbe puntare in modo pi convincente sulla valorizzazione del turismo che come sappiamo in grado di trascinare altri settori e di diventare un volano economico importante per tutto il territorio. Purtroppo sono tutte cose che al momento non vedo. Altrettanto certo che la storia della nostra azienda mi ha insegnato come, con limpegno di tutti, si possa affrontare qualunque problema.

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COMBATTERE IL DOLORE

CON LOZONOnuova norma legislativa, il Pio Albergo Trivulzio ha utilizzato lozono-ossigeno terapia su 400 pazienti affetti da varie patologie dolorose: artrosici, in via di riabilitazione, affetti da dolori cronici incoercibili, che non rispondevano ai farmaci e costretti a rimanere degenti per lunghi periodi. Le infiltrazioni locali, della durata di circa cinque minuti luna, hanno confermato le propriet biochimiche dellozono, prospettando un nuovo campo di applicazione dellozono-ossigeno terapia, quello del dolore cronico. Liniziativa del Pio Albergo Trivulzio, prima struttura pubblica a dotarsi di unapparecchiatura per lossigeno-ozono terapia, ha aperto cos una nuova finestra sul mondo dellozono e della terapia del dolore, suscitando linteresse della comunit scientifica e politica, tanto da diventare oggetto di un convegno tenutosi lo scorso giugno alla Camera dei Deputati. Lossigeno, da cui si ricava lozono, estremamente economico e non ha controindicazioni (aspetto importante questultimo, dal momento che le patologie dolorose sono prevalentemente appannaggio di pazienti anziani, affetti di solito da gravi patologie concomitanti). una terapia valida, decisamente efficace sul dolore, e che permette una notevole riduzione dei costi, con vantaggi diretti non solo per i pazienti ma anche per le strutture ospitanti, in quanto si riducono sensibilmente i tempi di ricovero e riabilitazione. Unarma veramente efficace nella lotta agli sprechi in campo sanitario. Per poterne usufruire, non necessario il

Uno strumento efficace e a basso costo che potrebbe diventare una straordinaria terapia alternativa per il trattamento del dolore. Ad inaugurare questo nuovo orizzonte un medico bresciano. Lauspicio che presto tutti possano accedervi tramite le strutture pubbliche.Il dottor Antonio Carlo Galoforo.

di ALICE AIMO

a novembre 2009, lIstituto Pio Albergo Trivulzio di Milano, una delle strutture geriatrico-riabilitative pi importanti dItalia, con 1.200 pazienti, ha intrapreso un progetto unico nel panorama sanitario nazionale, sotto la direzione scientifica del dr. Antonio Carlo Galoforo. Medico urologo presso listituto ospedaliero della Citt di Brescia e docente di ossigeno-ozono terapia, il dr. Galoforo aveva per primo sperimentato gli effetti positivi dellozono-ossigeno terapia in Africa, per la cura dellulcera di Buruli, conosciuta anche come la lebbra dei bambini (si veda 12 Mesi, ottobre 2009). Limpiego di questo portentoso gas nel trattamento di varie patologie dolorose ha trovato poi applicazione presso il Pio Albergo Trivulzio, che contemporaneamente ha compiuto un primo passo nella direzione del cosiddetto ospedale senza dolore, in conformit con la legge 38 del 15 marzo 2010; tale legge ha stabilito lobbligo per il medico di valutare il parametro dolore come parametro vitale, attraverso unapposita scala Vas (scala analogica visiva) da inserire nella cartella clinica, sulla quale il paziente indica il grado di dolore, a seconda della sua capacit di percezione e di intendere e volere. Attualmente il dolore, un aspetto essenziale per la qualit della vita del paziente, non adeguatamente valutato e solitamente viene trattato con antidolorifici e antinfiammatori. In ottemperanza con la

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ricovero in un centro ospedaliero, qualsiasi struttura geriatrica, infatti, pu dotarsi di unapparecchiatura (dai costi estremamente ridotti) dalla quale ricavare lozono necessario ad effettuare le infiltrazioni. La Regione Lombardia per prima sta gi attivandosi per la rimborsabilit della terapia. A Brescia attualmente esistono numerosi centri privati qualificati per lossigenoozono terapia, tuttavia auspicabile che anche le strutture pubbliche possano dotarsi di idonee apparecchiature e protocolli, cos come elaborati dalla Societ Scientifica Italiana di Ossigeno-Ozono Terapia. Con un unico vero obiettivo: consentire a tutti laccesso a terapie utili a migliorare la qualit della vita.MESI 12NOVEMBRE 2010

Novello, torna in tavola il primo frutto della vendemmiaCon larrivo dellautunno sugli scaffali di negozi ed enoteche si ripresenta come ogni anno il primo vino della vendemmia da poco conclusa: il Novello dal 6 novembre pronto per le tavole dei consumatori con il suo carico di profumi e le sue inimitabili caratteristiche di freschezza. Da anni AVANZI propone un Novello preparato con il 100% di macerazione carbonica (contro il limite del 30% ssato dalla legge) che garantisce un prodotto di altissima qualit rispettoso delle caratteristiche di un vino da anteprima.

Anche questanno abbiamo voluto garantire al consumatore bresciano la certezza di un prolo qualitativo di alto livello spiega Giovanni Avanzi, responsabile commerciale dellazienda di famiglia. Come ogni anno per promuovere il Novello, AVANZI ha messo a punto un ampio calendario di manifestazioni promozionali che toccheranno tutta la provincia, proponendo il classico abbinamento di stagione con le castagne, senza tuttavia rinunciare a mettere in luce le caratteristiche di versatilit del Novello. Un vino conclude Giovanni Avanzi - capace di reggere egregiamente numerosi abbinamenti gastronomici e di proporsi ancora come ideale primizia di questa suggestiva stagione di passaggio.

Presentazione ufciale: Domenica 07 Novembre 2010 presso Villa Avanzi in Via Valle, 30 a Polpenazze del Garda. Per informazioni: Tel. 0365.551013 www.avanzi.net

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MATISSEA BRESCIAgliore per promuovere quello che senza dubbio un progetto di altissima qualit: Matisse, un grandissimo artista, si racconter nella completezza del suo fare arte, con ogni mezzo e grande versatilit, nellispirazione, tutta italiana, di Michelangelo. Giorno dopo giorno sto vedendo crescere la mostra, la guardo definirsi e perfezionarsi, e ne sono entusiasta. Non vedo davvero lora che il pubblico la viva Una mostra che conferma il sodalizio tra Brescia ed Artematica Certamente. Abbiamo imparato a fare squadra e ad integrarci perfettamente. Artematica mantiene contatti con BreMESI 12NOVEMBRE 2010

Nelle parole di Andrea Brunello, amministratore delegato di Artematica, e di Andrea Arcai, assessore alla Cultura, tutti i preparativi della nuova grande mostra che aprir in Santa Giulia il prossimo febbraio.di SERGIO MASINI

l prossimo 11 febbraio Santa Giulia e tutta Brescia apriranno le porte al celebre artista francese, esponente di maggiore spicco della corrente artistica dei Fauves (bestie selvagge) ed eclettico, visionario protagonista del colore, uno dei personaggi pi amati tra quanti resero il primo novecento la culla delle avanguardie. La mostra Matisse: la seduzione di Michelangelo sar un evento eccezionale per originalit e variet, e racconter per la prima volta il celebre artista a 360, attraverso pezzi unici ed opere inusuali.

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ANDREA BRUNELLO Come nasce lidea di questa mostra? Dopo leccezionale esperienza di Inca, io e lamministrazione abbiamo convenuto che Brescia fosse la piazza mi-

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A destra: Henri Matisse, Busto in gesso, bouquet di fiori, olio su tela. Qui sotto: Nudo disteso II, bronzo. Nella pagina precedente: Il lanciatore di coltelli, tavola a pochoir realizzata con gouache di Linel.

scia Musei su base quotidiana e con lAmministrazione cittadina il rapporto di stretta e dialogante collaborazione. un duetto, il nostro, che sta suonando molto bene e che, sono certo, non mancher di dare ottimi frutti anche in futuro. Come vi state preparando al calcio dinizio di questo grande appuntamento? Stiamo chiudendo le partecipazioni con i grandi musei internazionali, definendo la comunicazione e strutturando il coinvolgimento di partner importanti, dal ministero alle istituzioni tutte, in modo che, il giorno dellinaugurazione, sia pienamente percepita e vissuta la straordinaria unicit dellevento. Cosa risponde a quanti lamentano che, in un momento di crisi come questo, le grandi mostre rappresentino costi eccessivi? La considero unargomentazione di chi non a conoscenza dei fatti. Il visitatore prima di tutto un turista e il turismo genera ed alimenta un indotto fondamentale a moltissime attivit. Sarebbe un enorme errore pensare che questo aspetto possa essere accantonato in attesa di tempi migliori: Treviso lha fatto e paga ora il danno di una quasi totale perdita di quellaffluenza che le mostre le assicuravano. Dei 5 milioni che Matisse coster, il Comune non metter che una parte, poich ha trovato in Artematica un partner che crede nel progetto, che lo vede come saldo, sicuro investimento e che disposto ad investirvi. Questo si pu fare quando una mostra pensata e studiata per essere vincente e, daltronde, il successo di Inca insegna: in un momento di crisi stata la seconda mostra pi visiMESI 12NOVEMBRE 2010

tata dItalia con 280.000 visitatori, la prima italiana ad essere esportata e tuttora in corso a Parigi, la prova che la cultura pu fare ed aiutare leconomia.

ANDREA ARCAI Cosa pensa del tema di questa nuova grande mostra? Matisse uno dei grandi del novecento, un pittore che amo profondamente e che ritengo esprima, attraverso larte, il profondo senso di gioia che si accompagna alla vita. In un secolo segnato da drammatiche fratture, dallascesa di nazismo, fascismo e comunismo ad orrori inenarrabili come la Shoah, Matisse ha saputo, attraverso il colore e la forma, restituire la gaiezza e il brio dellarte. Dopo Van Gogh, pittore eccelso le cui opere si permeano tuttavia della melanconia della sua

storia personale, in questi tempi di diffuso pessimismo mi piaceva che si offrisse a Brescia loccasione di riscoprire larte che celebra la vita. Labbiamo fatto con Inca (un popolo che per vocazione difendeva, in tempo di guerra, gli artisti prima che i sovrani), e lo faremo ora con Matisse, condividendone la visione: sono sicuro che il visitatore ne sar conquistato! Cosa ha insegnato levento Inca che ora, riveduto e corretto, far di Matisse un appuntamento imperdibile? Inca e Non plus ultra hanno confermato Brescia patria di una cultura mai banale, una citt che sa offrirsi al visitatore conscia delle sue bellezze e fiera di una mostra applaudita nel mondo, che ha saputo guardare al di fuori dei confini europei senza rinunciare ad arricchirsi delle esperienze locali. Abbiamo fatto tesoro della partecipazione di realt come la Fondazione Civilt Bresciana o il preziosissimo apporto di capaci professionisti, dellesperienza di Brescia Musei, come di Artematica. Si sono andate arricchendo le professionalit del personale e dellapparato che alle mostre fa capo ma, soprattutto, abbiamo consolidato il dialogo con i cittadini. La scelta di Matisse, per esempio, stata condivisa dalle tantissime associazioni locali che ci aiutano a raccogliere sensazioni, desideri e gusti dei bresciani.

. MAtISSE A BrESCIATra le opere esposte: tele, statue, gouaches dcoupes, un arazzo dalle incredibili dimensioni di 2 metri x 3, una scultura piccolissima (circa 10 cm di altezza soltanto), il celebre Interno rosso, e persino un campione delle vetrate della Chapelle du Rosaire a Vence in Francia. Le opere provengono dai musei di tutto il mondo: oltre che dallEuropa (Francia, Danimarca, Belgio), giungeranno a Brescia pezzi unici anche da Stati Uniti, Australia e Brasile, per un totale di 9 paesi e 23 musei prestatori.

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I DAZI SULLE MATERIE PRIMEmetallurgia primaria a spostarsi in aree pi favorevoli. Infine, ultimo punto ma non meno importante, lEuropa scarsa di materie prime, costretta ad importarle, un paese trasformatore e quindi, in linea di principio, dovrebbe favorirne lafflusso e proteggere lindustria che le trasforma e le utilizza. Tutto ci di particolare rilievo per lalluminio perch il principale tra i non ferrosi; i quantitativi prodotti in EU non bastano neppure a coprire la met del fabbisogno, quindi le migliaia di piccole e medie aziende che lavorano il metallo, dai serramenti alle ruote fuse, hanno problemi di accesso al materiale. Eppure lalluminio ancora gravato di un dazio allimportazione, una misura anomala, fuori dal tempo e dalla realt, che rende tutto il metallo in Europa pi costoso rispetto alle altre parti del mondo; e infatti lo studio spiega che il dazio sullalluminio ha un costo globale annuo per il sistema a valle di oltre 700 milioni di euro, un aggravio enorme capace di minare la competitivit dellintera catena industriale. In sostanza possiamo concludere che c la conclamata evidenza di una severa penalizzazione per unindustria che deve andare avanti con il freno a mano tirato, delle gravi conseguenze al comparto metallurgico europeo e nazionale, e del rischio di ulteriori ricadute occupazio-

SOLO DISTORSIONI ANTICOMPETITIVEesi fa la Direzione Generale Industria della Commissione Europea ha incaricato una societ di analisi strategiche di realizzare uno studio sulla competitivit dellindustria europea dei metalli non ferrosi, in modo da valutare possibili interventi finalizzati a uno sviluppo sostenibile. La questione ha rilevanti implicazioni per un tessuto economico-produttivo come quello italiano, e bresciano in particolare: basta ricordare che la metallurgia non ferrosa riguarda (oltre ai metalli preziosi) lalluminio, il rame, il nichel, il piombo e lo zinco, che vengono lavorati per la produzione di semilavorati lamiere, profilati, barre, getti fusi a loro volta utilizzati nelle diverse attivit manifatturiere, come costruzioni, trasporti, imballaggio, macchinari. Lo studio della Commissione, in circolazione preliminare, ci offre il quadro a livello globale di un ramo di industria aperto e competitivo e di un sistema europeo con gloriose tradizioni, per con la minaccia continua di nuovi protagonisti che si affacciano sul mercato; le regole non sono omogenee ed i fattori di competitivit variano da unarea allaltra, basta pensare alle norme ambientali, ai costi dellenergia, agli accordi commerciali, alla ricerca e sviluppo. Intanto, le scelte di fondo dellEU guardano a unindustria virtuosa e sostenibile, attenta allambiente e alla responsabilit civile e sociale, diversamente ad esempio dalla Cina, dove la protezione dellambiente e altri temi sociali non sono ai primi punti dellagenda. Altro elemento che pesa la mancanza in Europa di energia a costi competitivi, e ci crea perdite di competitivit e molte tentazioni per le industrie multinazionali diMESI 12NOVEMBRE 2010

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nali. Lesistenza di un problema di pari accesso alle materie prime rispetto alla concorrenza internazionale palese, non dovrebbe essere quindi considerato materia di scontro politico o ideologico, anche se sarebbe da ingenui non mettere in conto le resistenze dei produttori europei di materia prima, per i quali leliminazione del dazio significherebbe fare a meno di una protezione, quindi di un vantaggio, modesto rispetto al danno prodotto al sistema, ma pur sempre positivo per arrotondare i bilanci di fine anno. E, infatti, il dazio sullalluminio ancora l, nonostante le evidenze critiche e le annose lamentele, perch la potenza delle grandi lobby a Bruxelles pi forte della voce di tante piccole e medie aziende poco organizzate. Oggi questa incongruenza di sistema si va, per, innestando in una fase delicata di rilancio e deve confrontarsi con le pressioni di unindustria trasformatrice e manifatturiera che da anni richiede il pari accesso alle materie prime, non per beneficiare di un vantaggio ma per liberarsi di un peso sopportato per troppo tempo e sempre pi intollerabile per la competitivit. Ci sono nello studio dati oggettivi e numeri per decidere, c poco da interpretare, se lEuropa vuole andare avanti con unindustria competitiva la scelta del pari accesso alle materie prime obbligata.

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LA SVIZZERA BRESCIANA DELLESTDue i manager bresciani che occupano posti di rilievo a Bratislava: Michele Bologna, responsabile relazioni esterne della Slovensk Elektrrne, la controllata slovacca dellEnel italiano, e Alessandro Villa, segretario della Camera di Commercio italo-slovacca. Un imprenditore bresciano, Giorgio Pizzamiglio, amministratore di tre societ slovacche, supporta e assiste da 16 anni, con la Progesa, le aziende bresciane che vogliono internazionalizzarsi in Slovacchia.leuropea inscritta nella linea gotica, quel cerchio ideale che, passando per Vienna, Londra, Colonia, Parigi, Barcellona, Milano, Bratislava, Budapest e Praga, collega in un unico percorso il cuore della civilt europea. BARICENTRO GEOECONOMICO EUROPEO Posizione strategica situata nel baricentro geopolitico dellEuropa, il piccolo Paese slavo (con influenze boeme) sta crescendo a ritmi pi che doppi rispetto a quelli occidentali. Ci grazie a una cultura autoctona e una civilt stratificata e consolidata, un trattamento fiscale morbido per le aziende estere che vi investono, ordine pi certezza coniugati con sicurezza, molta coesione e determinazione e voglia di lavorare. Uno sviluppo cui anche le aziende di casa nostra stanno dando il loro contributo grazie a una societ di consulenza mantovana, la Progesa & Partners, che ha una filiale slovacca amministrata da Giorgio Pizzamiglio, pioniere della internazionalizzazione italiana in Slovacchia e consigliere della Camera di Commercio italo-slovacca di Bratislava. Un manager che, fin dalla separazione della Slovacchia dalla Cekia avvenuta nel 1993, quattro anni dopo la caduta del Muro, ha fatto da navigatore alle imprese bresciane trapiantate in Slovacchia. Tanto che la

SLOVACCHIA

Progesa oggi uno dei principali punti di riferimento per gli italiani a Bratislava insieme alla Camera di Commercio italoslovacca, allIstituto italiano di cultura diretto da Teresa Triscari e allEnel slovacca, la Slovensk Elektrrne, controllata dal Gruppo elettrico italiano e oggi impegnata nella realizzazione delle due grandi centrali nucleari di Mochovce.

di ALESSANDRO CHEULA

Ovest c il mare, a Est c lEldorado. Sono 400 le aziende italiane in Slovacchia (di cui una dozzina bresciane con 2.000 addetti) che occupano oltre 40 mila persone, 6.000 dei quali dipendenti dalla controllata slovacca, Slovensk Elektrrne, dellEnel italiano. Una realt da 20 Terawatt, su 27 Terawatt prodotti dal Paese centroeuropeo, che sta per realizzare il raddoppio di due centrali nucleari per 3,2 miliardi di investimenti. C posto anche per le aziende bresciane. Ma necessaria una maggiore aggregazione tra imprese della stessa fil