Antonio panigalli 12mesi-maggio_12
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12MESIMAGGIO 2012
9OPINIONI
di ANTONIO PANIGALLI LA SAGRA DEL NON SENSO
I l finanziamento pubblico ai partiti è stato introdotto nel maggio del 1974 (legge Piccoli) ed approva-to, miracolosamente a tempo di
record, in soli 16 giorni con il consenso di tutti i partiti, ad eccezione del partito Liberale. La nuova “fulminea” norma sarebbe servita per evitare collusione e corruzione e sarebbe stata giustificata dal reiterarsi di scandali di varia natura (Giuf-frè, Trabucchi, petroli, ecc.) susseguitisi dagli anni sessanta in avanti.La norma prevedeva il sostentamento dei partiti attraverso il contributo diretto da parte dello Stato e la controbilanciante previsione di divieto – per i partiti – di per-cepire altri finanziamenti pubblici nonché l’obbligo (penalmente sanzionato) di pub-blicità e di iscrizione a bilancio dei finanzia-menti provenienti da privati, se superiori ad un modico ammontare. Ciononostante, il malaffare si è sempre perpetrato anche negli anni a seguire (es: Lockheed, Sindo-na, ecc.) e nel settembre 1974 fu proposto (dall’allora Pli), ma senza raggiungimento delle firme necessarie, il primo referen-dum abrogativo della norma. Nel 1978, viene invece effettivamente indetto (su proposta del partito Radica-le) il referendum per l’abrogazione della
legge 195/1974 e nonostante l’invito di quasi tutti i partiti al boicottaggio, i “sì” raggiungono il 43,6 per cento – non sufficiente per l’abrogazione, ma significativo del sentiment degli italiani.Nel 1981, la legge n. 659 introduce le prime modifiche e il finanziamento pub-blico dei partiti viene di fatto raddoppiato (i partiti politici e i loro membri hanno co-munque e giustamente l’espresso divieto di ricevere finanziamenti pubblici e viene finalmente introdotta una norma – pe-rennemente disattesa – secondo la quale i partiti hanno obbligo di depositare un ren-diconto finanziario annuale su entrate ed uscite, per quanto non siano poi soggetti ad effettivi controlli o sanzioni).Nel 1993 il referendum abrogativo pro-posto da Radicali Italiani, vede l’esito favorevole con il 90,3 per cento dei voti (una maggioranza condizionata sicura-mente dal clima di sfiducia conseguente all’era di Mani Pulite). Subito dopo, nel dicembre 1993, il parlamento aggiorna la esistente legge sui rimborsi elettorali e di fatto trasforma in modo abnorme un contributo spese (che dovrebbero essere giustificate) in uno smisurato fi-nanziamento che già in occasione delle elezioni di marzo ‘94 vede erogati in
unica soluzione circa 47 milioni di euro.Si sono poi susseguite varie integrazioni e modifiche tra le quali:• il 4 x mille ai Partiti Politici (1997), con
un massimale che andava da 56,8 milioni a 82,6 milioni di euro per l’anno 1997;
• la legge n° 2 del 2/1/1997, che rein-troduce ufficialmente di fatto il finan-ziamento pubblico ai partiti (la stessa norma ribadisce l’obbligo per i partiti di redigere un bilancio per competen-za, comprendente stato patrimoniale e conto economico, il cui controllo è affidato alla Presidenza della Camera);
• la legge n° 157 del 3/6/1999, che reintroduce un finanziamento pub-blico completo per i partiti, pari ad oltre 190 milioni di euro l’anno. La normativa viene modificata dalla legge n. 156 del 26/7/2002, che trasfor-ma in annuale il fondo e abbassa dal 4 all’1 per cento il quorum per ottenere il rimborso elettorale. L’ammontare da erogare, per Camera e Senato, nel caso di legislatura completa passa da 193,7 milioni euro a 468,8 milioni di euro;
• infine, con la legge n. 51 del 23/2/2006, l’erogazione è dovuta per tutti e cinque gli anni di legislatura, indipendentemen-te dalla sua durata effettiva.
Fare politica, e forse anche quella che oggi viene chiamata antipo-litica, necessita sicuramente di risorse economiche, ma anche di coinvolgimento vero e demo-cratico della Polis dei cittadini, ai quali deve essere sempre ricono-sciuto il rispetto delle scelte (non come nel caso del referendum del 1993), altrimenti si scade nella più becera demagogia delle gran-di dichiarazioni di intenti desti-nate a restare tali. Ci auguriamo che i partiti politici ricomincino davvero a “fare politica”, quella vera, che nulla ha a che vedere con l’ascesa dei movimenti qua-lunquisti o con le indagini sui tesorieri dei partiti.
Fonte: dossier www.cortedeiconti.it
Rapporto tra spese riconosciute e contributi erogatinelle tornate elettorali dal 1994 al 2008 (valori in euro)
TORNATA ELETTORALE DIFFERENZAB-A
SPESE RICONOSCIUTE
CONTRIBUTISTATALI
PERCENTUALEB/A
A B C D
Politiche 27-28 marzo 1994
Europee 12 giugno 1994
Regionali 23 aprile 1995
Politiche 21 aprile 1996
Europee 13 giugno 1999
Regionali 16 aprile 2000
Politiche 13 maggio 2001
Europee 12-13 giugno 2004
Regionali 3-4 e 17-18aprile 2005
Politiche 9-10 aprile 2006
Politiche 13-14 aprile 2008
TOTALE CONTRIBUTI
36.264.124,34
15.595.788,66
7.073.555,52
19.812.285,84
39,745.844,39
28.673.945,87
49.659.354,92
87.243.219,52
61.933.854,85
122.874.652,73
110.127.757,19
579.004.383,83
46,917,449,32
23.458.724,66
29.722.776,08
46.917.449,32
86.520.102,57
85.884.344,63
476.445.235,88
246.625.244,75
208.380.680,00
499.645.745,68
503.094.380,90
2.253.612.233,79
10.653.324,98
7.862.936,00
22.649.220,56
27.105.162,48
46.774.258,18
57.210.398,76
426.785.880,96
159.382.125,23
146.446.825,15
376.771.092,95
392.966.623,71
1.674.607.849,96
129,38
150,42
420,20
236,81
217,68
299,52
959,43
282,69
336,46
406,63
456,83
389,22