L'Atestina Novembre 2010

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L'Atestina è il periodico semestrale informativo della Banca Atestina di Credito Cooperativo.

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Un nuovo modello solidaleCrisi, calamità, globalismi, tutto ci spinge verso una più forte

cooperazione al di là del puro aspetto utilitaristico.

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Cari amici soci,la storia c’insegna che ogni periodo è cicli-co, quello che non conosciamo è dove stia il limite di ogni ciclo. Se dovessimo stilare una classifica, credo che quanto abbiamo appena vissuto possa collocarsi tra i più difficili e faticosi di quest’ultimo secolo.Le nostre imprese e le nostre famiglie hanno sofferto molto, ed alcune di esse vivono ancora situazioni di disagio, anche a seguito delle calamità naturali che hanno coinvolto in questi giorni il nostro territorio. Il Credito Cooperativo agendo con respon-sabilità e consapevolezza del ruolo che ha sempre ricoperto, si è reso più disponibile rispetto ad altre realtà bancarie a sostenere le necessità presenti in questo particolare momento, prendendo a riferimento quan-to già detto da Papa Benedetto XVI nella recente enciclica “Caritas in Veritate”: “La cooperazione allo sviluppo non deve riguardare la sola dimensione economica”.È con questa nuova prospettiva che ci accingiamo ad affrontare il nuovo anno; una Cooperazione nuova e moderna, una Cooperazione che non si deve più misurare

su quanti impieghi o raccolta, sul numero dei conti correnti aperti o sull’utile netto d’esercizio. Oggi la nostra competizione, fatti salvi i margini di sicurezza e la sal-vaguardia della patrimonializzazione così come indicato da Basilea 3, si sposta in ricerca di azioni concrete a difesa e svi-luppo delle nostre piccole e piccolissime imprese locali, dei nostri giovani artigiani o agricoltori, di quei giovani che volessero sviluppare idee innovative senza esser co-stretti ad emigrare altrove.“Lo sviluppo della persona si degrada, se essa pretende di essere l’unica produttri-ce di se stessa” frase tratta dall’enciclica “Caritas in Veritate”. Credo che Papa Benedetto XVI abbia ben rappresentato la sintesi dei benefici che la cooperazione distribuisce tra i popoli dando loro una chiara indicazione sui com-portamenti conseguenti. Oggi più che mai lo sviluppo si può rivelare dannoso se lo si affida solo ai prodigi della finanza.La Banca Atestina vuole muoversi mante-nendo ben saldi questi valori. Una finanza al servizio di chi lavora, un attento sguardo

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Istituzionaleal risparmio, una governance sensibile alle situazioni più critiche ma non per questo meno virtuose e meritevoli di aiuto. Usere-mo più fantasia per dar vita ad altre nuove formule di finanziamento, private equity, operazioni un pool, venture capital. Già la Banca Atestina partecipa alla Treven-fin, società del gruppo cooperativo che ha per oggetto sociale quello di partecipare allo start-up di nuove società con parti-colare interesse strategico per il nostro territorio.Oggi il peggio sembra essere passato, il lungo tunnel buio ci sta regalando i primi raggi di luce e ci stiamo accorgendo che non siamo più quelli che eravamo prima di entrarci. Il mondo sembra essere cambiato, il mercato interbancario non esiste più, al-cuni paesi sono in default e qualche Banca è caduta nelle braccia di chi era più solido. Certamente ora siamo più attenti, questo periodo ha portato alla luce, se ce n’era bisogno, altre fonti di rischio che dovranno

essere monitorate. Molte sono le iniziative che il sistema cooperativo nazionale ha attuato a tutela del risparmio e altre sono allo studio. Una tra tutte è la costituzione del fondo delle garanzie istituzionali che metterà in totale sicurezza tutta la finanza delle banche del Credito Cooperativo. La crisi ha cambiato il nostro rapporto con il lavoro e con il sistema creditizio, oggi è più maturo e sarebbe un errore da parte nostra non cogliere l’occasione di matura-re con esso nella speranza che tutto torni come prima.Cari amici, nel congedarmi non posso fare a meno di rivolgervi un sincero ringraziamen-to per la vicinanza che avete sempre fatto sentire a questo Consiglio di Amministra-zione e al Collegio Sindacale. Con l’augurio di trascorrere un sereno Natale porgo a voi tutti un cordiale saluto.Con amicizia

Fabrizio Gastaldo

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Alta la guardiaDalla coda della crisi alle recenti innondazioni il match è duro ma la

Banca Atestina non si tira indietro e inizia un’altra ripresa.

Cari Soci,nel momento in cui mi sono apprestato a scrivere questa lettera, il nostro territorio è stato colpito dall’alluvione che ha provo-cato ingenti danni al sistema produttivo. Molte sono le imprese danneggiate che ne-cessiteranno di tempi lunghi per riavviare l’attività e numerose sono le famiglie che hanno subito danni alle proprie abitazioni. Il nostro istituto ha voluto dare un segno immediato a quanti sono stati interessati dall’evento aderendo al protocollo di im-pegno indetto dalla Provincia di Padova che prevede un plafond per finanziamenti alle famiglie ed imprese ma soprattutto analizzerà ogni situazione finanziaria per trovare le migliori soluzioni volte a supe-rare questo momento. Una situazione pesante se si pensa che tutto ciò accade nel momento peggiore di crisi dell’economia mondiale.

Vari convegni si sono tenuti per valutar-ne la portata ma soprattutto ricercare le iniziative necessarie per superarla nel più breve tempo possibile. La recessione seguita alla crisi del 2007/2008 ha investito con forza l’econo-mia italiana, riportando il Pil nel 2009 ai livelli di nove anni fa. Le prospettive per la ricrescita sono deboli. Oggi i consumi ristagnano perché i redditi delle famiglie non progrediscono e soprattutto vi è una diffusa incertezza sul futuro. Preoccupante, infatti, è la condizione del mercato del lavoro, che dopo aver usufruito degli ammortizzatori sociali, ha raggiunto un tasso di disoccupazione dell’8,5 per cento.In questa fase particolarmente incerta per l’economia la nostra banca ha continuato ad appoggiare gli investimenti delle attività artigianali, delle piccole e medie imprese

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e dell’agricoltura ma in modo particolare l’aiuto alle nostre famiglie. A questo proposito la banca Atestina ha aderito all’iniziativa del Credito Coope-rativo Veneto a sostegno delle politiche per l’infanzia e per il lavoro che prevede l’intervento anche del nostro Istituto an-ticipando a costo zero alcune somme do-

vute dalla Regione del Veneto alle scuole d’infanzia.In questi giorni è stato siglato un ulteriore importante accordo tra il nostro Istituto e il comune di Este che prevede l’accesso al credito dei fornitori dell’Ente mediante anticipazioni a condizioni particolarmente agevolate.Nel 2010 uno sforzo è stato compiuto nei settori dell’eco-energia per il miglioramen-to dell’ambiente finanziando importanti impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica. Tali impianti, infatti, riducono la domanda di energia da altre fonti tradizionali contribuendo alla riduzio-ne dell’inquinamento atmosferico evitando l’emissione di anidride carbonica.Il conto economico 2010, in proiezione, si allinea al risultato ottenuto nel 2009 con un aumento del margine d’intermediazio-ne anche se di contro vi è un’incidenza maggiore dei crediti deteriorati dovuta al protrarsi della crisi economica. A tale proposito il nostro Istituto ha provveduto a rafforzare l’area controlli a maggior presidio dei rischi potenziali dell’azienda.Forte è stato l’impegno profuso nel conti-nuo recepimento della normativa emanata da Banca d’Italia ma soprattutto nel cer-care di far nostri in chiave prospettica dei cambiamenti previsti dall’accordo “Basilea tre”. Oggi vi è la necessità di avere una “gover-nance” sempre più preparata ma soprat-tutto una adeguata patrimonializzazione delle Banche. La nostra, sotto il profilo patrimoniale, ha una posizione solida grazie agli accanto-namenti degli utili effettuati negli ultimi anni.In questo contesto, facendo nostri i piccoli segnali positivi che vengono dal mondo industriale, credo che ognuno di noi deve continuare a fare la propria parte con l’en-tusiasmo e la determinazione di chi vuole superare questa crisi.

Riccardo Pasquali

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Lunedì 8 novembre 2010 presso il Parlamento Europeo si è te-nuto un incontro presieduto dal Deputato al Parlamento Euro-peo Antonio Cancian, membro della Commissione per i tra-sporti ed il turismo e membro sostituto della Commissione per l’industra, la ricerca e l’energia. Promotore della riunione è stata Banca Prealpi con il suo Presidente Carlo Antiga (non-chè presidente di Assicra), che ha invitato il Consiglio di Ammi-nistrazione della Federazione Veneta delle Banche di Credito Cooperativo composto dal Presidente Amedeo Piva e dai membri Alessandro Belluzzo, Antonio Masin, Nicola Di Santo.

Incontro con le istituzioni europee

Banca Prealpi e Federveneta a Bruxelles

Banca Atestina era rappresentata dal suo Presidente Fabrizio Gastaldo.Presente anche il direttore generale di Banca Prealpi Girolamo Da Dalto.

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Da sinistra: Piva Amedeo (Presidente della Federazione Veneta BCC), Carlo Antiga (Presidente BCC Prealpi), Cancian Antonio (Deputato al Parlamento Europeo), La Via Giovanni (Membro Commissione Bilanci)

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Sono intervenuti, tra gli altri, Paulina Dej-mek, membro del Gabinetto del Commis-sario Michel Barnier, Raffaele Baldassarre, Vicepresidente della Commissione Giuridica, Giovanni La Via, membro commissione per i bilanci e Mario Nava, capo Unità Conglome-rati bancari e finanziari.Tra gli addetti ai lavori il dott. Andrea Bolo-gna, direttore della Federazione delle Ban-che di Credito Cooperativo ed il dott. Sergio Gatti, direttore di Federcasse.L’incontro si è incentrato su- supervisione e vigilanza:istituzione delle autorità europee di vigilanza finanziaria che dovranno vigilare sull’operato delle corrispondenti autorità nazionali e sul corretto funzionamento dell’economia e delle istituzioni finanziarie che svolgono un ruolo chiave nel sistema;vigilanza UE sulle agenzie di rating del credito cooperativo, in particolare un rego-lamento che tenga conto dei principi di pro-porzionalità e progressività delle nostre BCC.- Basilea II e III e revisione della direttiva sui requisiti patrimoniali.- problemi economici e monetari.Un’occasione importante per ribadire l’unici-tà e la forza dell’essere Credito Cooperativo. Un sistema che ha come principio cardine la tutela del risparmiatore e che ha saputo far fronte in maniera solida alle situazioni di criticità delle grandi banche.

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I Presidenti Gastaldo (Banca Atestina), Belluzzo (Crediveneto)

I Presidenti Sergio Gatti di Federcasse e Amedeo Piva

Da sinistra: Carlo Antiga, Alessandro Belluzzo, Nicola di Santo, Amedeo Piva, Antonio Masin, Andrea Bologna, Fabrizio Gastaldo.

I partecipanti all’incontro

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La responsabilità di esserciBanca Atestina, attraverso il proprio Presidente Fabrizio Gastaldo, ha trovato una specifica iden-tità all’interno di Cassa Centrale ricoprendone la vicepresidenza.

Ma chi è “Cassa Centrale Banca Credito Coo-perativo del Nord Est SpA”?È una “banca per le banche”, che fornisce pro-dotti e servizi, oltre che supporti a Banche di Credito Cooperativo ed ad altri Istituti di Credito.Le sue aree di intervento son ben definite: - crediti, tramite la concessione di apposite linee di credito o il coordinamento di azioni che mirano a reperire capitali sui mercati internazionali;- finanza, per lo sviluppo di servizi a supporto delle banche- organizzazione e sistemi di pagamento, per rispondere alle esigenze di trasferimento di de-naro connessa all’esercizio dell’attività bancaria- pianificazione e sviluppo strategico, per am-pliare l’attività di consulenza per la gestione strategica delle banche socie.Moody’s Investor Service ha assegnato a Cassa Centrale il rating A2 nel lungo termine e Pri-me-1 nel breve, collocandola così nella fascia di eccellenza.Il ruolo di questa realtà è strategico per la tu-tela del sistema nel suo insieme. L’ottica dovrà essere quella che le banche restino autonome ma responsabili per superare questa delicata fase storica, con il valore aggiunto di rimanere assieme, come sottolineato dal Presidente delle Federazione Veneta delle Bcc, Amedeo Piva in occasione del meeting svoltosi a Vienna nello scorso mese di settembre dal titolo “Autonomia responsabile e sviluppo del sistema”. Nel 1999 na-sce “Nord Est Fund”, un nuovo strumento versati-le destinato a rispondere alle esigenze di gestione di risparmio dei clienti delle Banche di Credito Cooperativo e delle Casse Rurali. Per iniziativa delle Casse Rurali Trentine e del Credito Coopera-tivo Veneto viene creato un fondo di investimento dinamico e funzionale, con lo scopo di attirare la fiducia degli investitori, ricambiandoli con validi risultati finanziari. Dopo 11 anni, la decisione di

cambiare nome, passando a “NEF”: perde così la connotazione regionale per allargarsi ad una dimensione nazionale, in sintonia con l’identità che oramai la contraddistingue. Nel 2007 viene accordato l’ingresso strategico nel capitale da parte di DZ, il principale istituto centrale del credito cooperativo tedesco. La partnership con il colosso tedesco è stata rilanciata: essa svilupperà il comparto assicurativo attraverso ASSIMOCO, storica compagnia del sistema. Con l’ampliamento degli orizzonti e delle prospettive diventa determinante la presenza di realtà con-solidate, in grado di ricoprire il ruolo di anello di congiunzione oltre che di elemento trainante. L’assunzione di tali posizioni richiede impegno co-stante e consapevolezza delle responsabilità:non si tratta infatti di incarichi puramente formali ma di funzioni decisive per la gestione di un mondo economico come quello attuale sempre più competitivo e senza regole. Da qui deriva la responsabilità di esserci. Per il nostro Istituto la Vice-Presidenza in Cassa Centrale non nasce dal caso, ma arriva dopo un percorso impegnativo svolto all’interno della Federazione Veneta del-le Banche di Credito Cooperativo oltre che in Assicra. L’obiettivo mirato fin dall’inizio è stato quello di riaggregare le diverse forze in campo, allo scopo di affermare il “Credito Cooperativo” come una realtà compatta e solida nel panorama economico nazionale. Al servizio di un sistema per poter rafforzare il futuro di questo tipo di Istituti di Credito: entusiasmo e responsabilità per creare sinergie costruttive con le altre BCC.La presenza in tale contesto rappresenta per Banca Atestina oltre che motivo di orgoglio, anche la consapevolezza dell’importante lavoro finora svolto: il suo operato diventa punto di forza per crescere in competitività, pur mantenendo fede ai principi ispiratori del Credito Coopera-tivo. Una grossa responsabilità per far sì che il nostro mondo diventi sempre più coeso e perciò competitivo.

Silvia RossatoUfficio Marketing

Banca Atestina verso nuove responsabilità e riconoscimenti in Cassa Centrale Banca

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Emergenza alluvioneUn aiuto concreto dalle Banche di Credito Cooperativo

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Come ben noto, nei primi giorni del mese di novembre il nostro territorio è stato colpito da una violenta alluvione. La macchina degli interventi è stata tempestiva: tanti volontari che anche in questo momento hanno dimo-strato il legame con il loro territorio. Le Banche di Credito Cooperativo della Pro-vincia di Padova si sono unite e mobilitate.È di questi giorni la firma del protocollo d’in-tesa per la definizione di iniziative a favore di famiglie ed imprese colpite.A fronte dell’idonea documentazione com-provante lo stato di alluvionato certificato dal proprio Comune o dalla Protezione Civile o dai Vigili del fuoco, le banche firmatarie del protocollo si impegnano a garantire, per un massimo di 12 mesi:a) blocco del pagamento delle rate di am-mortamento dei mutui concessi in favore dei cittadini e delle imprese residenti nei territori alluvionati della provincia di Padova;b) finanziamento a tasso agevolato/gratuito di prestiti diretti al riavvio delle attività economiche;c) finanziamenti a tasso di interesse faci-litato diretti al ripristino delle abitazioni alluvionate, compreso l’acquisto di mobili, elettrodomestici e altri suppellettili di prima

necessità, e finanziamenti a interessi facilita-ti/gratuiti per un massimo di 5.000,00 euro per nucleo familiare di durata fino a 60 mesi.

Banca Atestina, in particolare, specifica la disponibilità a concedere finanziamenti:- a tasso zero per un massimo di € 5.000,00 per nucleo familiare con durata massima di 60 mesi;- a tasso facilitato (euribor 3 mesi+1) alle fa-miglie, per importi da € 5.000,01 ad € 30.000, durata massima fino a 60 mesi compreso un periodo di 12 mesi di preammortamento, senza spese di istruttoria ed incasso rata.Un aiuto concreto per sostenere coloro che hanno subito ingenti danni.

CONTO CORRENTE PER LA RACCOLTA DI FON-DI A FAVORE DELLE POPOLAZIONI COLPITE DALL’ALLUVIONE:Iccrea Banca SpaCodice Iban: IT 90 U 08000 03200 000800030008Intestato a Federazione Veneta BccCausale “Il Credito Cooperativo Veneto per gli alluvionati”Si specifica che i bonifici non saranno gravati di alcuna commissione.

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e L’importanza della Previdenza Complementare

Conti alla mano una pensione integrativa, oggi per domani, è irrinunciabile: ne va della vita...

per elaborare una previsione annuale della pensione maturata da ciascun lavoratore. Il fine di questa iniziativa è quello di ac-crescere la consapevolezza che senza la costituzione di una previdenza complemen-tare offerta dai Fondi Pensione il sistema previdenziale pubblico non sarà in grado di garantire, in particolare ai giovani, un tenore di vita adeguato.

Approfondimenti

- Perché è importante aderire ad una for-ma di Previdenza complementare (fondo Pensione)?Per i giovani lavoratori che rientrano nel sistema contributivo il sistema previden-ziale pubblico garantirà pensioni pari a circa il 50% (aliquota destinata a ridursi con l’introduzione dei nuovi coefficienti di conversione sopra menzionati) dell’ultima retribuzione, perciò è opportuno iscriversi ad un fondo pensione integrativo per ga-rantirsi una vecchiaia serena.

- Cos’è il “sistema retributivo”?È la modalità di calcolo della pensione

basato sulla retribuzione annua pensionabile degli ultimi anni di

attività lavorativa (10 anni per i lavoratori dipendenti e 15 anni per i lavoratori auto-nomi). Con questo sistema l’anzianità contributiva massima è di 40 anni e si può raggiungere una pensio-ne pari a circa l’80% dell’ul-tima retribuzione.

Costituirsi una previdenza integrativa è un’esigenza rafforzata ancor più nel corso del 2010 a seguito dell’introduzione dei nuovi coefficienti di conversione della ren-dita introdotti dall’Inps dal 1° Gennaio c.a.. Cosa significa questo? Esaminando i nuovi coefficienti, peggio-rativi rispetto a quelli precedentemente applicati, a parità di contributi versati e di rivalutazione, le pensioni dei lavoratori che rientrano nel sistema misto o contributivo saranno inferiori di circa un 8%. È importante sottolineare poi che a parti-re dal 2011 gli stessi coefficienti verranno rivisti ogni tre anni e non più ogni dieci, penalizzando ulteriormente le nostre future pensioni ed aumentando l’esigenza di co-stituirsi un accantonamento previdenziale integrativo.Un’altra importante novità sarà rappre-sentata dalla “busta arancione” che verrà spedita direttamente dall’Inps, replicando l’esperienza della Social Security svedese,

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- Cos’è la pensione di vecchiaia?I requisiti previsti per il 2011 per il trat-tamento pensionistico di vecchiaia sono il raggiungimento del 65esimo anno di età per gli uomini e 60 per le donne; minimo contri-butivo di 20 anni e cessazione dell’attività lavorativa dipendente anche all’estero.

- Cos’è la pensione di anzianità?Per l’anzianità, invece, bisogna considerare che dal 2011, la “quota”, cioè la somma di età anagrafica e anzianità contributiva, cre-scerà di un anno. Ciò significa che i requisiti saranno quota di “96”, con età di almeno 60 anni per i lavoratori dipendenti e quota di “97”, con età di 61 anni per i lavoratori autonomi; minimo contributivo di 40 anni indipendentemente dall’età anagrafica.

- Cos’è la pensione sociale?La pensione sociale (sostituita dal 1° gennaio 1996 dall’assegno sociale) è una pensione assistenziale che l’Inps eroga agli ultrasessantacinquenni, residenti in Italia, privi di reddito o con un reddito annuo che non superi Euro 5.349,89 (importo fissato per il 2010), elevato ad Euro 10.699,78 per le persone sposate.L’importo dell’assegno sociale è rivalutato annualmente e per il 2010 è stato fissato in Euro 411,53 mensili.

Gloria MarangoniUfficio Assicurativo

Vi invitiamo a rivolgerVi presso i nostri spor-telli per ulteriori approfondimenti.

- Cos’è il sistema contributivo?È la modalità di calcolo della pensione basa-to sui contributi effettivamente versati dal lavoratore e dal datore di lavoro nel corso della vita lavorativa. Questo sistema di calcolo è decisamente “meno generoso” di quello retributivo perchè garantirà al massimo una pensio-ne di circa il 50% dell’ultima retribuzione (aliquota destinata a ridursi con i nuovi coefficienti)

- Cos’è il sistema “misto”?Il sistema misto si applica ai lavoratori che alla data del 31.12.1995 avevano maturato un’anzianità contributiva inferiore ai 18 anni. Le regole di accesso alla pensione sono le stesse del sistema retributivo. La prestazione viene calcolata con la tec-nica del pro quota ed è determinata dalla somma: a. della quota di pensione corrispondente all’anzianità acquisita anteriormente alla data del 31.12.95, calcolata secondo il si-stema retributivo; b. della quota di pensione corrispondente all’anzianità maturata successivamente alla data del 31.12.1995 calcolata secondo il sisitema contributivo.

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Che il mondo ci sia stato dato in prestito e che siamo di passaggio è scontato.Finito il prestito, ce ne andiamo.

Resta però ai nostri successori quell’insieme di diritti e obblighi a contenuto patrimoniale di cui sicuramente fanno parte le attività e passività bancarie.Vogliamo, a tale proposito, spendere poche righe che potrebbero rivelarsi utili ai nostri soci che si trovassero a rivestire la qualità di erede.È d’obbligo una premessa. Dal 2006 è stata reintrodotta l’imposta sulle successioni e do-nazioni, pertanto per le successioni apertesi a decorrere dal 3/10/2006 ritornano a sussistere tutti quegli obblighi, sia a carico dell’erede che a carico degli Istituti di Credito, che preceden-temente erano stati abrogati.Di conseguenza, l’erede che volesse svincolare le somme o subentrare nei rapporti del defunto, presso un qualsiasi Istituto di Credito, dovrà dimostrare, oltre alla propria qualità di erede, legatario o esecutore testamentario, di aver presentato la dichiarazione di successione o, essendone esentato, presentare una dichiara-zione di inesistenza dell’obbligo di presentare la dichiarazione di successione stessa. La dichiarazione di successione è tesa ad individuare l’attivo ereditario, costituito da tutti i beni e diritti che formano oggetto della successione, ad esclusione di quelli esenti o

non soggetti all’imposta, sul cui trasferimento l’erede dovrà pagare, se dovuta, l’imposta di successione. È obbligo della Banca collaborare con l’Amministrazione Finanziaria nell’attività di accertamento e liquidazione del tributo successorio.L’erede allo scopo di presentare la dichiarazio-ne di successione, potrà chiedere alla banca di conoscere se e quali attività e/o rapporti giuridici alla data della morte il de cuius intrat-teneva con la stessa e la relativa consistenza. Ovviamente il richiedente potrà accedere a tali informazioni solo dopo aver dimostrato la propria legittimazione.Nel caso più frequente di successione legittima, congiuntamente alla “richiesta saldi”, l’inte-ressato dovrà, pertanto, produrre alla banca: il certificato di morte rilasciato dall’ufficiale di stato civile del comune dove è avvenuto il decesso indicante la data del decesso, ovvero il momento dal quale risulterà aperta la suc-cessione; l’atto notorio consistente in una dichiarazione giurata e sottoscritta, resa da due testimoni di fronte ad un notaio oppure ad un cancelliere del Tribunale o la dichiarazione sostitutiva di atto notorio, in bollo, autenti-cata dal notaio o da un funzionario comunale, a ciò delegato, dal quale risultino: l’avvenuta morte del titolare del rapporto, le generalità di quest’ultimo, data e luogo del decesso, e l’ultimo domicilio del defunto, la mancanza di disposizioni testamentarie, l’indicazione, in base alla legge, di coloro che hanno diritto all’eredità e grado di parentela; in caso di coniuge superstite, l’indicazione del regime patrimoniale prescelto, la dichiarazione che non fu mai pronunziata separazione giudiziale od omologata separazione consensuale o pro-nunciato divorzio, l’attestazione che tutti gli eredi godono di piena capacità di agire, specifi-cando in caso contrario se vi siano minori di età, incapaci, ecc.; in caso di rinuncia all’eredità di uno o più eredi, la specifica indicazione del

Di padre in figlioLa successione in banca, obblighi e diritti.

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relativo atto, con susseguente individuazione dei soggetti eventualmente subentranti per rappresentazione.Nel caso in cui si tratti di successione testamen-taria oltre al certificato di morte dovrà essere prodotta alla banca la copia autentica del verbale notarile di deposito e pubblicazione di testamento lasciato dal de cuius, mentre nell’atto notorio o nella dichiarazione sosti-tutiva di atto notorio dovranno essere indicati, oltre l’avvenuta morte del titolare del rappor-to, le generalità di quest’ultimo, la data e luogo del decesso, e l’ultimo domicilio del defunto, le disposizioni testamentarie lasciate, la loro data e quella della loro pubblicazione, con la specificazione del numero di repertorio e degli estremi della registrazione del verbale notari-le, l’attestazione che le dette disposizioni sono le ultime ritenute valide e non impugnate, la generalità degli eventuali esecutori testa-mentari nominati dal de cuius, specificando se abbiano o meno accettato l’incarico (menzio-nando gli estremi dell’atto di accettazione o rinuncia), le generalità delle persone nominate eredi o legatari e l’indicazione dell’eventuale loro parentela con il de cuius, l’indicazione di altri legittimati, ove non siano stati nominati dal testatore ed ai quali la legge riserva diritti sull’eredità. Anche in questo caso, dovrà essere attestata la piena capacità d’agire di tutti gli eredi, specificando, in caso contrario, se vi siano minori d’età, incapaci, persone giuridi-

che e in caso di rinuncia all’eredità di uno o più

eredi, l’indicazione del relativo atto, con susseguente indivi-

duazione dei soggetti eventualmente suben-

tranti per rappre-sentazione.

Ottenute dalla Banca le indi-cazioni sulle attività e/o passività e/o rapporti giuri-dici, con rela-tiva consisten-

za alla data della morte l’erede potrà rivolgersi all’Agenzia delle Entrate competente per pre-sentare la denuncia di successione e farsi nel contempo rilasciare Il Certificato di eseguita dichiarazione di successione (mod. 240).Una particolarità che riguarda le Banche di Credito Cooperativo è che il defunto, oltre ad attivo e passivo, potrebbe essere stato anche socio della BCC pertanto, oltre ai documenti sopradetti l’erede dovrà presentare una do-manda o per ottenere la restituzione del ca-pitale versato o per chiedere l’autorizzazione a subentrare nella compagine sociale nella qualità di erede, entro un anno dalla data del decesso; nel primo caso la partecipazione sarà liquidata all’ erede mentre nel secondo, il Consiglio di amministrazione dovrà esprimersi in relazione al gradimento e nel caso di esito positivo il nuovo socio subentrerà nei diritti del de cuius.A questo punto la banca potrà procedere con lo svincolo delle somme a favore dell’erede. Nel caso, frequente, in cui gli eredi siano più di uno, la Banca procederà al pagamento dei beni, dalla stessa detenuti, congiuntamente e contestualmente a tutti gli eredi.Pertanto dovranno essere presenti tutti gli aventi diritto, oppure i loro rappresentanti autorizzati a mezzo di procura notarile. Nel caso particolare in cui gli eredi siano rappre-sentati da coniuge superstite e/o discendenti in linea retta, l’attivo ereditario non superi l’importo di 25.822,84 euro e non comprenda beni immobili o diritti reali immobiliari, gli ere-di sono esonerati dal presentare la denuncia di successione. Per svincolare le somme dovranno in questo caso presentare alla banca, oltre alla documentazione sopradetta, la dichiarazione di esonero dall’obbligo della dichiarazione di successione in duplice originale, una resterà tra la documentazione della Banca e una sarà inviata all’Agenzia delle Entrate competente a cura della Banca stessa.Questo è in sintesi quanto deve fare l’erede per poter succedere nei rapporti del defunto intrat-tenuti con la banca ed entrati in successione.

Dott.ssa Milena Zanin Ufficio Legale Banca Atestina

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Banca Atestina si riconferma protagonista attraverso l’espansione territoriale, pur non perdendo l’identità che la caratterizza. Al Presidente Gastaldo in coerenza con la sua lettera ai soci, rivolgiamo alcune domande.

Tra i cambiamenti più significativi che stanno avvenendo in Banca Atestina, ri-copre sicuramente un ruolo strategico la riorganizzazione territoriale. Ci vuole spiegare in cosa consiste concre-tamente?In totale condivisione con quanto già espresso da Banca d’Italia, abbiamo attuato un piano di sviluppo ed espansione sul nostro terri-torio, anche attraverso la razionalizzazione degli sportelli con una conseguente ottimiz-zazione dei costi, per meglio presidiare il

territorio ed evitare inutili sovrapposizioni.Già nel mese di dicembre lo sportello di Este in Via Principe Umberto verrà trasferito a Lendinara pur non facendo venir meno il servizio, attraverso le filiali di Este Centro Servizi ed Este in Via Tito Livio, peraltro già dislocate in modo strategico.

Nel vostro piano di sviluppo viene consi-derata l’evoluzione tecnologica?Certo.Tra l’altro, il secondo step dovrebbe vedere lo sportello di Ponso trasformato in una struttura totalmente automatizzata e all’avanguardia con le tecnologie. Si potranno eseguire in piena autonomia prelevamenti, versamenti e pagamenti in genere.

Dunque una banca moderna,che guarda al futuro pur non perdendo di vista i valori alla base. La famiglia, prima di tutto, la volontà di conservare la cultura del rispar-mio, che si è un po’ persa ultimamente.Ci conferma questi principi?Sicuramente, una Banca moderna ma con valori antichi. La famiglia, ma anche gli agricoltori, gli artigiani e i commercianti: anch’essi sono una rete importante del no-stro territorio. Diventa fondamentale dar loro delle risorse, ma anche proteggerli.

Lei spesso afferma che “chi investe nel Credito Cooperativo investe due volte”. È proprio così. La prima volta investe con una remunerazione diretta e sicura, la seconda attraverso i nostri figli. Le risorse vengono infatti reinvestite nel nostro territorio, non perdendo mai di vista l’obiettivo primario della tutela del rispar-miatore.

Silvia Rossato

Avanti, è aperto!Apre a Lendinara uno sportello Banca Atestina: presidio del territorio,

migliori servizi, minori costi nei rapporti con i nuovi clienti.

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Servizi e progetti nel territorio per persone con disabilità

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Speciale

Giovedì 24 settembre Banca Atestina ha ospi-tato nella nuova sala “Gino Galante” un conve-gno organizzato dal coordinamento degli Enti gestori di servizi per la disabilità e dai Servizi Sociali dell’AUlss17 dal titolo “La classifica-zione internazionale del funzionamento della disabilità e della salute (ICF) negli interventi socio educativi: come sviluppare un linguaggio comune”.

L’iniziativa ha affrontato un tema importante: quello dello sviluppo di un linguaggio comune nei servizi rivolti alla disabilità. I relatori, Alessandro Cosentino, dirigente me-dico del Presidio di Riabilitazione Extraospe-daliera Centro Polifunzionale Don Calabria di Verona e referente del DIN e Giampiero Griffo, membro dell’esecutivo mondiale di Disabled Peoples’ International - DPI , hanno presenta-to ai quasi 150 intervenuti due strumenti di grande interesse: l’ICF (lo strumento interna-zionale di classificazione del funzionamento e della disabilità adottato dall’OMS nel 2001) e la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (ratificata dal governo Italiano con la legge 18 del 2009). Nell’ampio dibattito che si è sviluppato nel corso del seminario è emerso con forza un nuovo modello di approccio alla disabilità: il modello fondato sui diritti umani, che considera la disabilità come condizione ordinaria del genere umano che ognuno di noi può incontrare nel corso della propria vita e presuppone interventi che prevedano la partecipazione delle persone destinatarie

dei progetti nella logica del “diritto” più che in quella del “bisogno”. Oggi, chi si occupa di disabilità è sempre più un operatore formato, aggiornato e in possesso di competenze specifiche che ne fanno risor-sa fondamentale nella progettazione e nella realizzazione dei servizi garantiti dall’ente pubblico. Nel ringraziare Banca Atestina per la disponibilità e l’attenzione nei confronti del sociale, anche a nome del coordinamen-to tecnico degli enti gestori di servizi per la disabilità del territorio, riporto un contributo di uno dei relatori che abbiamo ospitato per il convegno, Giampiero Griffo:

Le parole sono pietreSpesso il mondo delle persone con disabilità è visto come un tutt’uno nel quale si presuppo-ne una compattezza interna, che di fatto non esiste, venendo così a mancare la capacità di tenere conto delle specifiche esigenze e della valorizzazione delle risorse di ognuno. Sappia-mo invece che si tratta di un mondo composto da gruppi di persone con caratteristiche molto lontane fra di loro, che non necessariamente si conoscono e sono in grado di comprendere i rispettivi problemi specifici. Pensare quindi di descrivere le caratteristiche delle persone con un’unica parola è la forma migliore per cancellarne l’esistenza concreta. Quando poi le persone vengono ridotte agli aggettivi che descrivono alcune loro caratte-ristiche, il processo di cancellazione di esse giunge al culmine. Franco Basaglia usava una frase che descri-ve bene l’unicità di ogni persona: «visto da vicino nessuno è normale». Dobbiamo essere consapevoli di questo e ricordare sempre che le parole sono come pietre e vanno usate con molta attenzione.(Griffo, 2005)

Elena Littamè, Psicologa, coordinatrice dei servizi

per la disabilità della Fondazione IREA di Este

Il significato di una presenza

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IREA, il signifi-cato di una pre-senza attraverso una panoramica dei Servizi gestiti, dei progetti, della mission e dei valo-ri dell’Ente. IREA è una Fonda-zione, che agisce il regime di impresa sociale nella ge-stione di servizi socio assistenziali, formativi ed edu-cativi. La Fondazione, che storicamente si è sempre occupata di disabilità, oggi rivolge la sua at-

tenzione anche al mondo dell’infanzia e della formazione per adulti.

Oggi IREA è:SERVIZI SOCIO ASSISTENZIALICentro diurno per 63 persone con disabili-tà, che trovano risposte personalizzate nei diversi percorsi previsti (educativo assi-stenziale, educativo occupazionale e lavoro guidato)Comunità Alloggio dove vivono stabilmente 9 ospiti. Un posto è disponibile per accoglienze programmate e pronte accoglienze.Progetti P.A.R.I. (Progetti Abilitativi e Ria-bilitativi per l’Inclusione) per giovani che si affacciano all’età adulta.Progetti Assistenza domiciliare realizzata per due persone attraverso progetti sostenuti dalla L.162/98.

FORMAZIONE PROFESSIONALECentro di Formazione Professionale con corsi specificamente rivolti alla disabilità (39 allievi complessivi nelle due sedi di Este e Monselice) e attività di formazione nei quat-tro ambiti accreditati dalla Regione Veneto (nel 2009 sono stati 180 gli allievi dei corsi OSS gestiti da IREA).

SCUOLAScuola dell’Infanzia “S. Maria delle Grazie”, che nel corso dell’A.S. 2009/2010 accoglie 90 bambini tra i 3 e i 6 anni e 20 nella sezione Primavera (24/36 mesi).

COOPERAZIONE CON YGES ITSocio di YGES IT cooperativa sociale di transizione al lavoro che ospita 8 tirocini di formazione, socializzazione e inserimento lavorativo.

Il lavoro come strumento educativo e con-dizione di normalità di vita.Quando si lavora nell’ambito dei “Servizi alla persona” é necessario, forse indispensabile, individuare una linea guida che rimanga sta-bile nel tempo e che costituisca il punto di riferimento a cui guardare. Il Morini Pedrina ha scelto da molto tempo la propria meta: il lavoro come condizione di normalità di vita. Non avere un lavoro non è normale, le persone senza lavoro non vivono bene. La crisi economica mondiale ha reso quanto mai attuale l’argomento della mancanza di lavoro e del disagio che ne deriva. Il Morini Pedrina si occupa di persone con disabilità che spesso vivono la mancanza di lavoro per tutta la vita: da qui siamo partiti per ela-borare un progetto che fa del lavoro vero (quello che ha valore economico) il mezzo e il metodo per per-seguire il miglior li-vello di qualità di vita delle persone che seguiamo. Le persone che frequentano i no-stri servizi non vanno più a “scuola”: non è dignitoso andare a scuola fino a 30, 40 o 50 anni. Le persone che frequentano i no-stri servizi vanno a la-vorare, ciascuno con le proprie competen-

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ze e autonomie, ciascuno nel laboratorio più adatto alle proprie attitudini e abilità, ciascuno con un ruolo tanto importante da essere essenziale nella sua presenza unica e irripetibile per quanto egli “è” e non per come noi, prigionieri del concetto di “nor-malità”, vorremmo che fosse.

Nel territorio: sedi con obiettivi diversiLa Fondazione è da sempre impegnata nella promozione della cultura dell’inclusione sociale e lavorativa della persona con disa-bilità. Per questo motivo ha differenziato le proprie sedi contestualizzandone la pre-senza nel territorio locale: un Centro Diurno prevalentemente orientato a situazioni di maggiore complessità (il CDI), un negozio (I IREAlizzabili) e due Comunità Alloggio (Villa Benvenuti e Casa e Botega) situati in pieno centro storico che si pongono come servizi tra i servizi e case tra le case; un Centro Diurno con finalità più occupazionali (N CD2) in zona industriale artigianale, che si affer-ma azienda tra le aziende e lavora in stretta sinergia con la cooperativa sociale YGES IT per favorire l’integrazione lavorativa delle persone seguite; percorsi di formazione pro-fessionale differenziati sulla base dei bisogni formativi e delle età degli allievi interessati. Inoltre IREA attiva progettualità e occasioni dedicate specificatamente ai promozione della cultura dell’inclusione sociale della persona con disabilità come i progetti L.in.K, Tam Tabile e Realizzabile, il punto vendita I REAlizzabili e la sala espositiva Via Cavour 26, la partecipazione a eventi e manifesta-zioni locali come ESTE IN FIORE, l’organizza-zione di convegni e iniziative ad hoc.

I REAlizzabili: un negozio per promuovere l’inclusioneII 13 dicembre 2009 abbiamo aperto un nego-zio in pieno centro storico, a pochi passi dal Duomo, in via Cavour 26. I REAlizzabili nasce da un progetto comune della Fondazione IREA e della cooperativa sociale YGES IT. Ogni oggetto è ideato, realizzato e confezionato da IREA e YGES IT e diventa opportunità di lavoro e occupazione quotidiana delle perso-ne con disabilità. Persone che crescono, che diventano adulte, che lavorano. Persone alle quali la disabilità non impedisce di essere una risorsa per la nostra società. II nome del nostro negozio contiene tre concetti IREA, ABILI e REALIZZABILI e non è un caso: il no-stro progetto impegna la Fondazione IREA a promuovere e valorizzare le diverse abilità per fare dell’inclusione sociale un obiettivo realizzabile!Il negozio è aperto dal lunedì al venerdì dalle 09.30 alle 12.00 e il sabato dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.30 alle 19.30, tel. 0429 602679, www.irealizzabili.it

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Speciale

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Cari Soci,l’esercizio sociale 2010 si sta avviando alla conclusione e desidero come di consueto ag-giornarvi sull’attività di Crescere Insieme.Fino a questo momento stiamo riscontrando, rispetto allo scorso anno, un discreto aumento di richieste per diarie e sussidi, in tutti i settori dell’attività istituzionale. Siamo quindi sempre più soddisfatti nel constatare che molti di voi considerano oramai la Mutua come un, seppur piccolo, ma comunque valido e concreto soste-gno a quegli eventi, più o meno delicati, che di volta in volta dobbiamo affrontare.

Sul versante amministrativo, posso anticiparvi anche che siamo riusciti a contenere sensi-bilmente i costi per le cosiddette iniziative mirate: lo screening proposto quest’anno di prevenzione alle malattie cardio-vascolari, denominato “Passi per la salute”, al quale circa 280 di voi hanno aderito, ha inciso nel bilan-

cio in modo molto meno pesante rispetto alla campagna di check-up dell’anno scorso (450 adesioni). Le stime ci dicono che chiuderemo questo esercizio con un avanzo di gestione che, sommato al contributo dei soci ordinari oltre a quello del nostro socio sostenitore Banca Atestina, potrà finanziare gran parte, se non la totalità, delle attività ordinarie e straordinarie in programma per l’anno venturo.

A proposito di novità, ne abbiamo appena deliberate alcune di molto interessanti, sia in campo sanitario che in campo sociale. Abbiamo deciso, ad esempio, di ampliare le forme di sussidio alla famiglia: oltre ai contributi già a regime, si propone l’istituzione di un sussidio destinato ai figli minori che praticano sport, allo scopo di alleviare il costo che annualmente una famiglia deve sostenere per far praticare ai propri figli con una certa costanza un’attività sportiva.

Sempre ai figli minori è rivolta anche un’altra iniziativa di carattere sanitario: introdurremo la possibilità per tutti i figli minori dei nostri soci (compresi quelli che lo diventeranno entro il prossimo 30 aprile) di accedere ad una visita odontoiatrica gratuita. Offriremo poi una serie di screening di carattere preventivo (cardiolo-gico, melanoma, senologico-mammografico, vascolare e allergologico) uno dei quali sarà of-ferto quasi gratuitamente da Crescere Insieme (si richiederà ai soci il versamento di un ticket pari a 25,00 €), mentre, per ogni screening successivo al primo, il costo sarà di 100,00 €

Nuove proposte per Crescere Insieme

Con il nuovo anno la Società di Mutuo Soccorso mette in cantiere nuove iniziative assistenziali per ogni età

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cadauno. Partirà poi un’azione in sincronia con la Banca Atestina, che si impegnerà, per ogni nuova apertura di conto corrente, ad offrire ai propri clienti un anno di iscrizione a Crescere Insieme: chi aprirà un nuovo conto corrente potrà quindi diventare socio di Crescere Insie-me gratuitamente per un anno e poter quindi accedere subito a tutte le nostre iniziative (vedi regolamento).Proponiamo inoltre un soggiorno di cure ter-mali a Ischia, durante il quale le cure saranno gratuite, con l’ausilio del Servizio Sanitario Nazionale, mentre a carico dei partecipanti ci sarà la sola parte relativa al viaggio ed al soggiorno in hotel.

I dettagli di tutte le nuove proposte li trovate già nei depliant illustrativi disponibili presso la sede di Crescere Insieme a Bresega oppure presso le filiali della Banca Atestina. Entro il mese di gennaio 2011, poi, invieremo a tutti i Soci il nuovo “Manuale operativo del Socio 2011” che conterrà tutte le informazioni relati-

ve alle nostre iniziative. Consultate il manuale che già avete a casa e quello che vi arriverà. Solo così potrete trarre il massimo vantaggio da tutti i benefici che la nostra tessera vi offre. Non esitate infine a contattarci per ogni tipo di esigenza o segnalazione: le vostre segnalazioni sono preziose ed hanno già contribuito a risol-vere alcune anomalie verificatesi con qualche soggetto convenzionato. E se non ci chiamate voi, vi chiameremo noi! Sta partendo in questi giorni infatti un’azione di contatto telefonico diretta ai Soci, con la quale vorremmo spiegare meglio, a chi lo gradirà, l’utilizzo della nostra tessera e risolvere ogni dubbio o quesito rima-sto irrisolto.Anche questo è un modo per stare vicini alla gente e, come sapete, Crescere Insieme è nata proprio per essere uniti ed aiutarci a vicenda, nella nostra terra, tra la nostra gente.

Donato PomaroPresidente di Crescere Insieme Società di

Mutuo Soccorso

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Continuano gli incontri nelle agenzie della nostra Banca

Una filiale alla volta: Saletto

Saletto, paese dalle antiche origini, sorge nella zona sud-occidentale della provincia di Padova, al confine con quella di Vicenza.Numerosi reperti archeologici ne testimonia-no le origini romane.Il nome deriva dal latino salictum (saliceto) probabilmente perché la zona presentava una ricca vegetazione di salici.Risalgono all’anno Mille le prime testimo-nianze storiche scritte: un primo documento della fine dell’XI secolo che riporta il nome di “Saletum” aveva per oggetto una donazione da parte del marchese Azzo, con cui questi cedeva dei terreni all’abbazia di Santa Maria della Vangadizza. Nel testamento del marchese Tancredo, inve-ce, viene nominata la chiesa di San Silvestro.

Tra le opere di architettura religiosa ricordia-mo la chiesa di San Lorenzo, che è il santuario principale, e la chiesa in stile romanico di San Silvestro, costruita recuperando materiale da altri monumenti e con la particolarità del

campanile inserito nella facciata.Tra le costruzioni civili, invece, palazzo Pisani-Cioco, l’oratorio di San Giuseppe che venne fatto edificare dai conti Briani e le case coloniali, tipiche dei secoli precedenti.Ha oggi un tessuto economico che si basa sulla coesistenza di attività agricole ed industriali.In particolare sono sviluppate le coltivazioni di cereali, ortaggi, viti e alberi da frutta, mentre l’allevamento riguarda per lo più avicoli e bovini da latte e da carne. Presenti industrie del settore alimentare, tessile, del legno ed edili.Numerose le manifestazioni durante l’anno: la festa di S.Pio X, la festa di “inizio esta-te”, quella del “pescatore”, e quella di San Lorenzo, Patrono del paese celebrata il 10 agosto, oltre che la mostra-mercato dell’an-tiquariato.Lo stemma comunale, concesso con Regio Decreto, rappresenta un salice, in campo di cielo, fondato su una terrazza verde, bagnata da una riviera. In punta si trova un gladio romano, argentato con l’elsa d’oro con una fascia traversale.L’attuale sede della filiale si trova in centro,vicino alla chiesa ed è stata inaugu-rata il 1° Maggio 2002.L’operatività della filiale copre un bacino d’utenza compreso tra Saletto, Megliadino San Fidenzio, Montagnana, fino ad arrivare quasi a Noventa Vicentina.

Responsabile della filiale è Andrea BonatoAndrea, ci parli della tua vita lavorativa?“Mi sono laureato in Economia e Commercio a Bologna nel 2001.Durante il periodo di studi, come fa la mag-gior parte dei ragazzi, ho lavorato come cameriere in alcuni ristoranti e pizzerie della zona, oltre a qualche ora di ripetizione. Per i nove mesi successivi alla laurea, prima di “sbarcare” in banca, sono stato assunto in

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Locale

Qualche dato:Popolazione: 2752382752Superficie comunale: 10,79 kmqAltezza s.l.m.: 12 mtNome abitanti: salicensi o salettaniSanto Patrono: San LorenzoFesta Patronale: 10 agosto

nr. 765 rapporti in essere: nr. 765 (c/c+depositi)

- euro 15.148.000,00 di raccolta complessiva (2,95% rispetto alla raccolta della banca)- euro 13.684.000,00 di impieghi complessivi (3,85% rispetto agli impieghi della banca)

un supermercato.Il mio percorso in Banca Atestina inizia nel 2002, dopo qualche giorno nell’allora sede di Bresega, sono stato destinato alla filiale di Ponso, dove sono rimasto per quasi 7 anni, da prima come cassiere poi come vice-preposto; a maggio dello scorso anno ho partecipato all’apertura della nuova sede del nostro istituto.Da novembre 2009 sono responsa-bile di questa filiale. Quando il Direttore Pasquali mi ha chiesto di iniziare questa nuova espe-rienza, pur con la consapevo-lezza dell’impegno che mi avrebbe aspettato, ho accettato con entusia-smo. “Fare banca” in un Credito Cooperativo non è un mero lavoro ma è condividere dei valori, favorendo lo sviluppo della cultura cooperativa ed una crescita responsabile

del tessuto locale, sempre al passo però con i cambiamenti, sempre più repentini. Ho la fortuna di collaborare con due col-leghe, Marta e Paola, che mi sostengono e mi supportano in ogni occasione: grazie al loro aiuto l’inserimento in una nuova filiale e soprattutto in un nuovo ruolo è stato più agevole.”

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Museo Naturalistico e Geopaleontologico di Villa

Beatrice d’EsteNel cuore del Parco dei Colli Euganei, un vero tesoro che merita una visita. Il complesso porta il nome della Beata Beatrice d’Este, che qui visse tra il 1221 e il 1226. Sul sito dell’attuale villa sorgeva il piccolo cenobio, in preceden-za abitato da eremiti. Beatrice discendeva dall’illustre casata degli Estensi, che prima di trasferirsi a Ferrara avevano signoria su parte del territorio padovano. Beatrice prese i voti inizialmente nel piccolo monastero di Santa Margherita di Salarola, tra il monte Castello ed il monte Cero: dopo circa un anno e mezzo nel 1221 si trasferì sul Gemola riutilizzando ciò che restava del vecchio convento abbandonato.Qui visse insieme alle sue compagne con grande fervore religioso, fino alla morte avvenuta per tisi. La fama della sua santità si sparse rapi-damente nella regione: il monastero di Baone divenne centro dell’eredità di Beatrice, anche grazie a molte offerte e a molti lasciti più che generosi. Nel 1576 le religiose del monastero vennero trasferite a Padova e le spoglie di Be-atrice traslate nella chiesa di Santa Sofia.Oggi le spoglie di Beata Beatrice si trovano in Duomo ad Este. Furono trasferite nel 1957, la traslazione vide la partecipazione del Cardinale Roncalli poi Papa Giovanni XXIII.Dopo quasi un secolo di degrado, il complesso

sul monte Gemola divenne proprietà di un mercante veneziano. È il momento in cui il monastero divenne una vera e propria villa, sistemazione in seguito non più modificata.Villa Beata Beatrice è stata recuperata grazie ad un delicato restauro monumentale promosso prima dal consorzio per la valorizzazione dei olli, e negli anni ’80 dall’investimento degli enti locali. Fu l’occasione per accurate ricerche che consentono di intravvedere all’interno della villa tracce dell’antico monastero. Ora alcuni locali al piano terra sono destinati alla sezione naturalistica del museo provinciale.In questa sede vengono delineati gli aspetti vegetazionali e faunistici dei Colli Euganei.

Diego Paluan

Un museo alla volta. A Baone, Monte Gemola

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Culturale

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Giandomenico Sandri nasce ad Este (Pd) nel 1949 e fin dalla giovane età dimostra parti-colari doti artistiche. Già insegnante presso l’istituto d’arte “Corradini”, attualmente tie-ne corsi con i fondi sociali europei sul restauro di legno e pietra, permettendo così a giovani di accrescere la propria formazione artistica valorizzandone doti e conoscenze.Gran parte della sua produzione artistica da tempo è legata alla pietra di Vicenza, la pietra

Quando il territorio diventa arte

L’Atestina incontra...

berica, tenera da lavorare e bianchissima, con degli esiti finali di grande impatto estetico e concettuale.

Professor Sandri, come preferisce definirsi?Mi sento un artista in quanto tale, uno scul-tore del levare e non dell’aggiungere, come avviene tipicamente nella tradizione veneta.Nel mio caso la scultura coinvolge l’oggetto d’uso quotidiano, creo artigianato artistico.Dunque una tradizione antica, legata al terri-torio in cui ho sempre vissuto, la valorizzazione del territorio diventa fondamentale. Il mio lavoro è legato a doppio filo con il nostro territorio: il materiale che plasmo è la pietra di Vicenza, la materia prediletta da Andrea Palladio, che diventa la vera protagonista delle mie opere.Se le stesse sculture fossero prodotte in marmo non si otterebbe lo stesso risultato in quanto

Giandomenico Sandri

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questo materiale deve essere lisciato, non si possono lasciare segni dello scalpello, cosa che invece la pietra di Vicenza permette. Estratta da cava miniera, essa è di origine organica per cui al suo interno contiene elementi fossili (conchiglie, addensamenti di micro organismi) che si ritrovano poi sulla superficie dell’ogget-to ultimato.

Una tradizione antica valida tutt’oggi, dunque.La pietra diventa sempre più attuale: tali ope-re risultano perfette anche nelle case di oggi.Si aggiunge alla bellezza della pietra la bravura degli artisti che “sentono” il territorio e ne usano i materiali con una sorta di familiarità operativa. Da questo atteggiamento il terri-torio viene valorizzato e diventa protagonista nel processo creativo-artistico.

L’arte non è solo creazione, ma anche con-servazione, restauro.Certamente, il restauro permette di conoscere e mantenere il territorio. Attraverso i corsi tenuti dalla Cooperativa “Restaura” vengono inseriti giovani nel mondo del lavoro, e si promuove la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico, oltre che la cultura del restauro. Tra i lavori di recupero più significati-vi, ad Este il restauro della facciata di palazzo Angelieri-Bezzan (sec. XVI) e del Gabinetto di Lettura, mentre a Venezia quello delle lastre di copertura della terrazza della facciata nord della Basilica di San Marco.A San Pietroburgo,invece, siamo stati chiamati tramite l’ICE (Istituto nazionale per il Commer-cio Estero) a collaborare per la realizzazione di alcuni pezzi e per addestrare i dipendenti di una ditta russa.

Negli anni 1995, 2000 e 2010 si è trasfe-rito in Giappone per realizzare un’opera importante.Si, a Nagasaki, per realizzare la “Fenice”, com-missionata dalla prefettura ed interamente finanziata da privati.Si tratta di un’opera fortemente simbolica, il monumento in memoria della distruzione del 1945 causata dalla bomba atomica. Attraverso

Galileo

Il bacio

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Locale

la fenice, animale mitologico che moriva e na-sceva ogni 500 anni si rievoca la ricostruzione di Nagasaki.

Quale posto occupa oggi l’arte nella so-cietà?L’arte, come la musica, è un linguaggio uni-versale. Si tratta di forme visibili, concrete, che danno emozioni.Non si tratta di capire o non capire, ma di percepire delle emozioni, date dalle proporzioni,come già proposto in natura, e dall’armonia delle forme, inserendosi così nella tradizione.Sono frammentazioni di forme che non scate-nano tensioni o violenze, che si creerebbero invece se ci fossero degli innesti.Il piacere percepito deve essere quello deri-vante dal fatto di avere l’opera d’arte vicina.

Silvia Rossato

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Domenica 10 ottobre 2010 si è svolto a Pernate (Novara) il 38° Campionato italiano di ciclismo su strada bancari e assicurativi. Oltre 220 i partenti per questa splendida manifestazione suddivisi in due partenze. Fra questi anche la portacolori della Banca Atesti-na, Silvia Melato, che ormai da anni partecipa a questa prestigiosa manifestazione che vede la presenza di bancari provenienti da tutta Italia e da ogni istituto bancario.Veniamo alla competizionie vera e propria. Partenza alle ore 10.00 dalla piazza centrale di Pernate, piccolo trasferimento e via subito a velocità elevata sul filo dei cinquanta chilometri orari, scatti e controscatti ma la media folle fa presagire un arrivo in volata.Al termine dei 60 km tiratissimi radiocorsa annuncia infatti un gruppo compatto e così è. A 250 m dall’arrivo spunta la sagoma di Silvia che con una progressione irresistibile va ad aggiudicarsi il titolo tricolore per la categoria femminile. Non serve il fotofinish tanto è netto il distacco dalle altre avversarie.Alla premiazione ha presenziato il ministro delle riforme Umberto Bossi che ha premiato i vincitori anche con il “Gran Trofeo ciclisti padani”.Le nostre più vive congratulazioni a Silvia che si riconferma per la quarta volta campionessa

Ettore Tobaldo

Silvia Melato in volata campionessa dai quattro titoli a Novara

Il titolo tricolore torna in Banca

Atestina

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Il fascino della meta completava i 50 posti a disposizione. All’incontro di presentazione del programma, fatto alcuni giorni prima presso il Centro Servizi di Banca Atestina ad Este, già si assaporava l’entusiasmo e l’interesse dei nume-rosi partecipanti. Dopo una sosta ad Orvieto si arrivava nella nostra capitale. Il gruppo, dal più giovane al più grande, fin dal primo momento si inseriva nella cultura della storia, dell’arte e della spiritualità grazie anche alla professionali-tà delle guide locali che evidenziavano non solo le bellezze dei siti maggiormente frequentati, ma anche il fascino dei luoghi “segreti” di Roma.Il Colosseo, i Fori Imperiali, la Basilica di San Pietro e i Musei Vaticani con la Cappella Sistina di Michelangelo sono state le visite più classiche e importanti. A queste vanno aggiunte il Pantheon, Castel Sant’Angelo, Piazza Navona e Piazza di Spagna. Non sono mancati i momenti divertenti come le battute dei camerieri in un ristorante tipico romano, facendoci involontariamente rivivere la serie televisiva “I Cesaroni”. Il passaggio delle Frecce Tricolori salutava il gruppo prossimo al ritorno. La voglia di ritrovarsi per una pizza dopo qualche settimana vedeva la presenza di tutto il gruppo ad eccezione di pochi dispiaciu-ti febbricitanti. Lo star bene insieme dava la

Anche quest’anno Banca Atestina ha realizzato una serie di viaggi che hanno permesso di condividere assieme momenti di

aggregazione tra Soci e Clienti della Banca.Abbiamo dato voce ai protagonisti...

sensazione di essere soggetti di un meraviglioso dipinto i cui personaggi sono tornati ciascuno alle proprie case.

Vinicio

La gita sociale a Merano è stata un’esperienza davvero entusiasmante. Innanzitutto c’è da dire che, come tutti gli anni, la meta ha acce-so l’interesse di moltissime persone. Merano è infatti una cittadina che attrae per molte ragioni: l’ordinata linea architettonica degli edifici, la pulizia e la tranquillità degli ambienti, i magnifici scenari che si aprono non appena l’occhio sale sulle vicine cime, per non parlare del cibo, saporito e sostanzioso, e del clima ottimo per dimenticare l’arsura estiva della pianura padana. Ciò che però mi ha colpito di più dell’esperienza vissuta è sicuramente stato lo spirito dell’iniziativa: il dedicare a sé ed agli altri una giornata diversa, trascorsa scoprendo insieme nuovi luoghi, mangiando allo stesso tavolo e parlando con persone che prima non si conoscevano affatto, ha fatto rivivere gli antichi valori dell’amicizia, della convivialità e della solidarietà, un tempo cardini della nostra società contadina ed oggi un po’ dimenticati.

Marco

InViaggio con Banca Atestina

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Sabato 17 luglio 2010, dopo parecchie ore di viaggio ed innumerevoli curve, appoggiato su uno sperone di tufo appare Sorano: bellissimo borgo medioevale del grossetano situato in posizione di grande suggestione paesaggistica e circondato da una natura incontaminata. Di antica origine etrusca, il borgo medievale di Sorano, posto al centro delle “terre del tufo”, si estende ai piedi della trecentesca Rocca degli Orsini. Proseguiamo il nostro viaggio verso Piti-gliano, splendido borgo le cui case si confondono con la roccia sottostante e viceversa. Questa cittadina è uguale da secoli: un dedalo di vicoli che si susseguono, vicoli certe volte talmente stretti che una persona fa fatica a passarci. Ma la nostra gita nella bellissima terra della Maremma non è stata solo questo, ma anche una domenica all’insegna dello sport all’aria aperta, in bici nel parco naturale dell’Uccellina, così come il piace-re di assaporare la gastronomia locale nei locali tipici, o semplicemente rilassarsi e guardare lo splendido paesaggio circostante.Nonostante i tanti km di viaggio su una strada a tratti anche tortuosa, ed il periodo torrido estivo poco favorevole per una soleggiata biciclettata nel parco, questo percorso affascinante offre davvero spunti suggestivi ed unici, anche se ritengo meriti molta più attenzione e tempo di un solo weekend.

Roberta

Vivere un giorno in montagna significa innanzi tutto percepire le sensazioni che la natura tra-smette. Dello scorso 15 agosto voglio ricordare l’aria fresca e leggera respirata al Passo Sella, la maestosità delle torri di roccia del Sassolun-go, i timidi fiocchi di neve che ci hanno accolto al nostro arrivo al Rifugio Demetz. La lunga camminata attraverso l’altopiano è stato un modo per incontrare amici vecchi e nuovi, per scambiarsi racconti, per condividere momenti

che riconciliano lo spirito di ciascuno. All’arrivo si è stanchi, ma appagati, non importa se il tempo non è stato del tutto clemente; è stata comunque una giornata indimenticabile...un giorno davvero “speciale”.

Andrea

Evviva!Finalmente si parte e non per una meta qual-siasi… ma per gli USA. Tante le motivazioni e le aspettative del viaggiatore che sceglie questa destinazione. Certamente un viaggio di 8 giorni, con un programma molto intenso, non poteva rispondere a tutti gli interrogativi che ciascuno in cuor suo si era posto, ma penso che questo sia riuscito a farci immergere in realtà talmente diverse dalle abituali che ognuno avrà saputo trovare almeno qualche risposta. L’impatto con la Grande Mela è stato, a dir poco, sconvolgente non fosse altro per la maestosità degli edifici che ci costringevano a camminare col naso all’insù.Le visite, tutte molto interessanti, si sussegui-vano con tanta intensità da non permettermi di entrare nel merito dello specifico. Posso solo citare: Central Park, Rockfeller Center, Little Italy, Wall Street e molto altro. Siamo poi passati a Niagara: impossibile descrivere le cascate, bi-sogna vederle e… fare una bella doccia collettiva com’è stato per il gruppo. A Washington, capitale federale degli USA, oltre al Lincoln and Jefferson Memorial, il Campidoglio e la Casa Bianca che fanno parte della storia passata, abbiamo potuto visitare il cimitero Vietnam’s Veterans Memorial che purtroppo a molti di noi ha fatto rivivere la tristezza di quella che fu la lunghissima guerra nel Vietnam. Delle levatacce mattutine e dei lunghi spostamenti non voglio parlare poiché quelle si dimenticano e resta la gioia e la sod-disfazione di aver visistato talmente tante cose da rendere il viaggio unico ed entusiasmante.

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Un vivo ringraziamento a tutto il gruppo per la comprensione, competenza e puntualità.

Carla

Evviva! Finalmente è il arrivato il 27 Agosto! Si parte per tre giorni verso le splendide mete di Salisburgo, Vienna e Graz. Non manca nessuno, tutti presenti e pieni di entusiasmo, nonostante le previsioni meteo non siano tra le più favore-voli e, a dispetto di quanto prospettato, alle 7 del mattino di venerdì il barometro segni già 22 gradi. Ma tutti confidano che, per questa volta, i meterologi abbiano sbagliato! Purtroppo appena superato il confine, la pioggia inizia a cadere, ma il paesaggio è talmente abbagliante con il suo susseguirsi di montagne, pianure e vallate, che poco importa. Sotto una pioggia battente si arriva a Salisburgo, pranzo (niente male) e poi visita alla meravigliosa città che ha dato i natali a Mozart. Continua la pioggia che non consente di vedere le bellezze del luogo. Si riparte per Vienna, dove arriviamo giusti per la cena, ac-compagnati dalla pioggia. Al mattino successivo tutti pronti alla scoperta della capitale, città austera dai palazzi e monumenti severi ed imponenti ma con un fascino particolare e non paragonabile a nessun’altra città, per quell’aria di cultura che si respira e che la rende unica, culla di musicisti, scrittori e artisti di vario ge-nere. E come si può non ricordare la favolosa e “favoleggiata” Principessa Sissi con lo splendido castello di Schönbrunn? Ma l’acqua dal cielo è inclemente. Pranzo sulla torre girevole, una pa-noramica a 360 gradi. Visita al castello di Sissi, un po’ di tempo libero e partenza al mattino per Graz. Per fortuna non piove più. Purtroppo la pioggia ha limitato le visite a monumenti, palazzi e giardini. Magari anche quattro giorni invece di tre avrebbero permesso un approfondimento ulteriore di questi luoghi, a partire dalla stessa città di Salisburgo.

Anna

L’Egitto ti travolge…Mar Rosso…dove quel tramonto infinito ogni giorno accompagna l’immensità del desertoTra le dune di sabbia si respira l’oriente.La tua gente che crede e che spera.Che osserva le diverse culture con occhi curiosi…Noi… ignari di donne nascosti da un velo colore del petrolio che scivola nei loro pensieri.Donne con in braccio i loro bambini che vendono di tutto per poche monetine.Nei villaggi e il loro sorriso che ti rimane più impresso e nella torbida acqua del Nilo ne re-sta il riflesso, l’intensità dei profumi speziati, la bellezza dei colori, la musica, la semplicità del popolo…tutto è diverso, tutto ti attrae…Noi di te, caro Egitto portiam a casa un bagaglio di cultura…un viaggio ricco di emozioni.Le Piramidi la loro solennità…Giza ha avute tante braccia…un unico scopo…lasciare a bocca aperta tutti coloro che hanno la fortuna di vederla…Nella valle dei Re siam entrati nell’oscurità delle tombe, scrigni pieni di preziose memorie (dei faraoni).La moltitudine dei templi…la loro geometria……i loro obelischi che s’innalzano verso il cielo per toccare quel sole che sempre li accompagna.L’integrazione tra musulmanni (che son l’80%) e le altre religioni ci dimostra il frutto di sforzi passati…In mano abbiamo un papiro, al polso un bracciale con lo scarabeo…Indossiamo una maglietta con simboli egizi, al collo la collana con il cartiglio…E nei nostri occhi…scorre il tuo Nilo…una la-crima versata…ma il tuo vento arido l’ha già asciugata…

Giorgia e Isaia

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Sociale

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“A San Martin il mosto si fa vin”

Tradizioni popolari: L’estate di San Martino

Pasta e fagioli alla veneta

Ingredienti500 g di fagioli borlotti o lamon secchi (o freschi) messi a bagno in acqua, 1 carota, 2 coste di sedano, 1 cipolla, 150 g di pomodori pelati, dado granulare q.b., salvia, rosma-rino, aglio q.b., 100 g di olio extra vergine d’oliva, 2 patate medie pelate e tagliate a pezzi, 50 g di prezzemolo tritato.

ProcedimentoMettere in una casseruola i fagioli secchi scolati, le verdure pulite e lavate tagliate a pezzi, i pelati, il dado e coprire con acqua.Far bollire per circa due ore mescolando di tanto in tanto anche se c’è molta acqua.Una volta cotta la zuppa, tenere una parte dei fagioli inte-ri, i rimanenti passarli al passatutto.A parte fare un soffritto con l’olio e gli aromi.Versare l’olio aromatizzato e filtrato nella crema di fagioli.Cuocere la pasta preferita diretta-mente nella zuppa.Servire la pasta e fagioli con un po’ di prezzemolo tritato al centro del piatto. Buon appetito!

In Veneto quello autunnale è il periodo delle castagne e del vino novello.Durante l’estate di San Martino si completa la raccolta dei frutti, ribolle nei tini il mosto ed a breve si svolgerà la svinatura. Per i contadini l’11 novembre, infatti, segna la fine del lavoro nei campi e l’inizio del travaso del vino dai tini, dove era stato messo per fermentare, nelle botti.Se l’annata è andata bene, si fa festa.In passato, in molte zone in questi giorni si rin-novavano i contratti di affitto di fondi rustici, pascoli e boschi. Qualora il padrone non avesse chiesto ai contadini di rimanere a lavorare per

lui anche l’anno successivo, questi dovevano necessariamente cercare un altro padrone, cambiando anche residenza.Ancor oggi rimane in uso il detto “far San Mar-tin”, che significa traslocare.In alcune località ancor oggi i ragazzini girano per quartieri e piazze battendo coperchi, pen-tole e campanacci per raccogliere delle mance.Tra i piatti tipici veneti, in particolare durante le fredde sere d’inverno, la “pasta e fagioli” è tra quelli più apprezzati. Era tradizione contadina di prepararla proprio ad inizio autunno perché in questo periodo si ammazzava il maiale, e si usavano cotiche e ossa per insaporirla.

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QUEL SENTIERO DIPINTO

Com’è traboccante di giallo il sentieroche conduce alla collina!

Ampie macchie avvolgono la chioma della robinia;chiazze diffuse coprono il terreno ghiaioso.

Non colgo cenno di sorriso nell’albero che si spoglia;il crescente grigiore ha l’aroma amaro della tristezza.

Un demone gli strappa il vestitoe non odo lamento alcuno,

come se conservasse memoria del suo destino.

Ma perché un aspetto così mesto,quasi il preludio di una fine?

Avanzo pensoso e alcune foglie vaganti,in un estremo tentativo di vita,

s’aggrappano a me.

D’istinto vorrei riportarle alla cullae ridare loro un po’ di vitalità.

Ma come? Mi sento impotente.

Uomo del terzo millennio,capace di viaggiare nello spazio,

pronto alla conquista di altri mondi,e totalmente disarmato

nel rianimare una foglia ingiallita.

Giunto al limitare del sentiero,volgendo lo sguardo,

noto che l’invisibile pittoresta per completare la sua opera:

Un continuo soffice tappeto copre il terrenoe tutto nasconde,

anche i limiti dell’umano agire.

G. Zandolin

POESIA INEDITA

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