1-15/15-30 Novembre 2006 - Anno XLIII - NN. 21-22

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. Poste Italiane SpA- Spedizione in abbonamento postale - D. L. 353/2003 (conv. in L27/02/2004 num. 46) art. 1 - DCB-Roma 1-15/15-30 Novembre 2006 - Anno XLIII - NN. 21-22 - 0,25 (Quindicinale) In caso di mancato recapito restituire a Poste Roma Romanina per la restituzione al mittente previo addebito - TAXE PERCUE tass. riscoss Roma-Italy Abb. sostenitore da E 1000 - Abb. annuale E 500 - Abb. semestrale E 250 - Num. arr. doppio prezzo di copertina — Fondato da Turchi — COPIA OMAGGIO NAPOLI DIMENTICATA DALLA POLITICA — a pagina 4 — INTERNI Per la vostra pubblicità telefonare allo 800.574.727 LA PIAZZA D’ITALIA www.lapiazzaditalia.it ISSN 1722-120X 9 7 7 1 7 2 2 1 2 0 0 0 0 5 0 0 0 9 > La nuova frontiera LA PIAZZA D’ITALIA di FRANZ TURCHI DALLA PARTE DEI PIU’ DEBOLI? — a pagina 5 — ECONOMIA Nonostante i dietrofront della sinistra che lascia l’Iraq in balia della guerra civile, l’impegno delle forze armate tricolori rimane forte Ricco, continuamente aggiornato: arriva finalmente sul web il nuovo punto di riferimento per i giovani e per un nuovo modo di fare politica in Italia www.lapiazzaditalia.it Una Piazza di confronto aperta al dibattito su tutti i temi dell’agenda politica e sociale per valorizzare nuove idee e nuovi contenuti C redo che il mio contri- buto sulla situazione dei Beni Culturali in Italia sia per un focus più approfondito a livello eco- nomico. Infatti oltre che la mia opi- nione per la musica e l’arte in generale altro, ahimè, non posso fare che com- mentare i dati economici. che in sintesi si allega per le relative fonti Europee e Mondiali. Quello che voglio sottoli- neare non sono 17,5 miliar- di di Euro stanziati nel 6° Programma Quadro dell’Europa per la Musica, né i 19 milioni per la Cultura o i 192 milioni spesi dal nostro Ministero in varie atti- vità, ma è il dato in decre- mento in percentuale che scende dal 2000 rispetto agli altri Ministeri sul bilancio generale dello Stato Italiano dallo 0,39 allo 0,29 del 2006. È significativo di quanto poco si crede nella cultura in Italia, (non così in Europa: 28 milioni per il 2000/2004 Bando Cultura); e il raffronto con le spese in musica non ne parliamo proprio, in quanto dovrem- mo andare a numeri di mil- lesimi rispetto al P.I.L. o ai Bilanci Mondiali. Se poi raffrontiamo la spesa nel suo totale con gli U.S.A. o l’Asia, scopriamo che si spende in termini di 2/3 punti percentuali nel P.I.L. e noi invece facciamo gli scio- peri per rispettare quello che abbiamo. Credo che nel prossimo futuro la tendenza sia quella di lanciare qualche slogan in Europa ma con poche risor- se per la cultura in particolar modo per le arti musicali. Questo è sintomo, insieme a tanti altri segnali, di “deca- denza”, dove ormai la nostra “Old Europa” ed in partico- lare modo l’Italia è finita in un nuovo ciclo storico. Infatti, purtroppo, ci manca- no i Medici, i Colonna, i Torlonia, ecc. non per i modi monarchici ma forse per il loro amore per l’arte e la musica in particolare modo. Alle prossime generazioni la possibilità di uscire da que- sto tipo di ciclo storico, ma soprattutto l’onere e l’onore di riportare l’Ars Italica nella musica ai livelli più alti. Italiani nel mondo Scheda Allegata: Dimensione finanziaria della politica regionale e delle politiche nazionali nel periodo 2000/2006 estratta dal “Contributo al documento strategico preliminare Nazionale” del Ministero per i beni e le attività culturali, dipartimento per la ricerca l’innovazione e l’organizzazione – fonte Ministero per i Beni e le Attività Culturali (www.beniculturali.it). Le risorse ordinarie del Ministero: 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 0,39 0,37 0,35 0,32 0,34 0,34 0,29 Anno finanziario Spese correnti Spese in conto capitale Rimborso passività fin. Totali Generali Differenza con anno precedente 2000 1.458.370.992 630.365.600 13.531.171 2.102.267.762 2001 1.563.587.206 664.525.609 12.869.589 2.240.982.404 + 6,60 2002 1.451.754.106 649.407.000 13.370.000 2.114.531.106 - 5,64 2003 1.511.108.000 590.875.301 14.190.000 2.116.173.301 + 0,08 2004 1.557.466.700 624.325.129 14.919.171 2.196.711.000 + 3,81 2005 1.517.712.535 667.202.169 15.710.803 2.200.625.507 + 0,18 2006 1.368.425.009 474.881.065 16.532.678 1.859.838.752 - 15,49 Stato di previsione del MiBAC dal 2000 al 2006 distinto per titoli:

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Italiani nel mondo. Nonostante i dietrofront della sinistra che lascia l’Iraq in balia della guerra civile, l’impegno delle forze armate tricolori rimane forte. - Novembre 2006 LA PIAZZA D'ITALIA - www.lapiazzaditalia.it - fondato da Franz Turchi 1-15/15-30 Novembre 2006 - Anno XLIII - NN. 21-22 - € 0,25 (Quindicinale)

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Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D. L. 353/2003 (conv. in L27/02/2004 num. 46) art. 1 - DCB-Roma 1-15/15-30 Novembre 2006 - Anno XLIII - NN. 21-22 - € 0,25 (Quindicinale)

In caso di mancato recapito restituire a Poste Roma Romaninaper la restituzione al mittente previo addebito - TAXE PERCUE tass. riscoss Roma-ItalyAbb. sostenitore da E 1000 - Abb. annuale E 500 - Abb. semestrale E 250 - Num. arr. doppio prezzo di copertina

— Fondato da Turchi —

COPIA OMAGGIO

NAPOLIDIMENTICATADALLAPOLITICA

— a pagina 4 —

INTERNI

Per la vostra pubblicità telefonare allo 800.574.727

LA PIAZZA D’ITALIA

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ia.it

ISSN 1722-120X

9 771722 120000

50009 >

La nuovafrontiera

LA PIAZZA D’ITALIA

di FRANZ TURCHI

DALLA PARTEDEIPIU’ DEBOLI?

— a pagina 5 —

ECONOMIA

Nonostante i dietrofront della sinistra che lascia l’Iraqin balia della guerra civile,

l’impegno delle forze armate tricolori rimane forte

Ricco, continuamente aggiornato: arrivafinalmente sul web il nuovo punto

di riferimento per i giovani e per unnuovo modo di fare politica in Italia

www.lapiazzaditalia.itUna Piazza di confronto aperta aldibattito su tutti i temi dell’agenda

politica e sociale per valorizzare nuoveidee e nuovi contenuti

Credo che il mio contri-buto sulla situazionedei Beni Culturali in

Italia sia per un focus piùapprofondito a livello eco-nomico.Infatti oltre che la mia opi-nione per la musica e l’artein generale altro, ahimè,non posso fare che com-mentare i dati economici.che in sintesi si allega per lerelative fonti Europee eMondiali.Quello che voglio sottoli-neare non sono 17,5 miliar-di di Euro stanziati nel 6°Programma Quadrodell’Europa per la Musica,né i 19 milioni per la Culturao i 192 milioni spesi dalnostro Ministero in varie atti-vità, ma è il dato in decre-mento in percentuale chescende dal 2000 rispetto aglialtri Ministeri sul bilanciogenerale dello Stato Italianodallo 0,39 allo 0,29 del 2006.È significativo di quantopoco si crede nella culturain Italia, (non così inEuropa: 28 milioni per il2000/2004 Bando Cultura); eil raffronto con le spese inmusica non ne parliamoproprio, in quanto dovrem-mo andare a numeri di mil-lesimi rispetto al P.I.L. o aiBilanci Mondiali.Se poi raffrontiamo la spesanel suo totale con gli U.S.A.o l’Asia, scopriamo che sispende in termini di 2/3punti percentuali nel P.I.L. enoi invece facciamo gli scio-peri per rispettare quelloche abbiamo.Credo che nel prossimofuturo la tendenza sia quelladi lanciare qualche slogan inEuropa ma con poche risor-se per la cultura in particolarmodo per le arti musicali.Questo è sintomo, insieme atanti altri segnali, di “deca-denza”, dove ormai la nostra“Old Europa” ed in partico-lare modo l’Italia è finita inun nuovo ciclo storico.Infatti, purtroppo, ci manca-no i Medici, i Colonna, iTorlonia, ecc. non per imodi monarchici ma forseper il loro amore per l’arte ela musica in particolaremodo.Alle prossime generazioni lapossibilità di uscire da que-sto tipo di ciclo storico, masoprattutto l’onere e l’onoredi riportare l’Ars Italica nellamusica ai livelli più alti.

Italiani nel mondo

Scheda Allegata: Dimensione finanziaria della politica regionale e delle politiche nazionali nel periodo2000/2006 estratta dal “Contributo al documento strategico preliminare Nazionale” del Ministero per ibeni e le attività culturali, dipartimento per la ricerca l’innovazione e l’organizzazione – fonte Ministeroper i Beni e le Attività Culturali (www.beniculturali.it).

Le risorse ordinarie del Ministero:

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

0,39 0,37 0,35 0,32 0,34 0,34 0,29

Anno finanziario

Spese correnti Spese in contocapitale

Rimborsopassività fin.

TotaliGenerali

Differenza conanno precedente

2000 1.458.370.992 630.365.600 13.531.171 2.102.267.762

2001 1.563.587.206 664.525.609 12.869.589 2.240.982.404 + 6,60

2002 1.451.754.106 649.407.000 13.370.000 2.114.531.106 - 5,64

2003 1.511.108.000 590.875.301 14.190.000 2.116.173.301 + 0,08

2004 1.557.466.700 624.325.129 14.919.171 2.196.711.000 + 3,81

2005 1.517.712.535 667.202.169 15.710.803 2.200.625.507 + 0,18

2006 1.368.425.009 474.881.065 16.532.678 1.859.838.752 - 15,49

Stato di previsione del MiBAC dal 2000 al 2006 distinto per titoli:

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uno dei compiti storicamenteassegnati alle FFAA. I consi-stenti cambiamenti avvenutinella visione sociale del mili-tare in questi ultimi annicostituiscono, peraltro, unindice prezioso da cui trarreelementi di valutazione sul-l’impatto che le trasformazio-ni cui Lei accennava hannoavuto sull’immagine delleFFAA in seno alla società. Inparticolare la professionaliz-zazione ha reso più evidenteil ruolo proattivo che i mem-bri delle FFAA esercitano neltessuto sociale, un ruolo che,pur se da sempre ha avuto acuore la tutela della democra-zia, oggi più che mai manife-sta la sua importanza, espri-mendosi quale fondamentalepunto di riferimento per lasalvaguardia dei principi car-dine del nostro vivere civile.Più che un mutamento delruolo sociale, pertanto, appa-re più opportuno evidenziar-ne l’aumentata visibilità sianel contesto interno che inquello internazionale, resi piùdinamici da un sempre piùincisivo ruolo svolto delnostro paese in contesti inter-nazionali

Dal punto di vista operati-vo, il futuro delle ForzeArmate segue un percorsoinscindibile dagli impegnifuori area?

Le sfide che lo StrumentoMilitare sarà chiamato adaffrontare richiedono inprimo luogo un innovativoapproccio ai tradizionali con-cetti di impiego delle Forze.La pianificazione e la condot-ta delle operazioni future esi-gono un ancor più spintoorientamento “joint” e “com-bined”. Non solo, quindi, èrichiesta una crescente coor-dinazione ed integrazione fratutte le componenti delloStrumento Militare nazionale,ma anche una sempre mag-giore interoperabilità con leForze Alleate’. In tal senso,

l’impegno all’estero, in un’ot-tica di più incisiva presenzadello strumento italiano neiteatri operativi, costituisceelemento portante nelIa tra-sformazione delle ForzeArmate, oltre che indice dellasua riconosciuta indiscussaprofessionalità sul piano tec-nico operativo.

Strumentalizzare gli inter-venti militari all’esteroconsiderandoli espressio-ne di interessi economici,è corretto nei riguardi dichi indossa una divisa?

Prima di tutto, chi indossa l’u-niforme delle FFAA, lo fa perrispondere ad un proprioimprescindibile dovere,espressione di un portatoetico culminato nel giuramen-to di fedeltà alla Repubblica eai suoi valori costituzionali. Intale contesto esso si muoveed opera, rispondendo alledirettive ricevute in un’otticadi piena aderenza a queglistessi principi che, più volteribaditi, costituiscono il cano-vaccio sul quale vengonocostruite tutte le missionisvolte dal nostro personale.La strumentalizzazione è cate-goria mentale che non appar-tiene al bagaglio culturale delmilitare moderno, orgogliosodel proprio lavoro al serviziodella Patria e dei suoi cittadi-ni e mai servo di interessi bie-camente di parte.

Perché l’opinione pubblicatroppe volte pensa che ilmilitare che chiede diandare fuori area lo fa perdenaro quando il coraggio,la dedizione e l’amore peril proprio lavoro sono sen-timenti propri di chi indos-sa una divisa?

Nel corso dei nostri moltepli-ci contatti con l’opinionepubblica non si è colto que-sto sentire con particolare fre-quenza - in realtà piuttosto,sempre più vividamente si fa

strada nella popolazione ita-liana il convincimento, suffra-gato dalle quotidiane testimo-nianze di valore del nostropersonale, giunto, purtroppo,anche fino al sacrificio estre-mo, che il militare italiano siaoggi una delle miglioriespressioni del tessuto vitalenazionale. Egli riunisce in séle virtù di una società che,lungi dall’essere “anestetizza-ta”, come potrebbe appariread una visione superficiale,ha Invece nei propri giovanipersone in grado di sacrifica-re se stesse ben oltre il dovu-to, osando, non già per ragio-ni meramente economiche,ma per l’intimo convincimen-to che scaturisce da una pro-fonda adesione agli idealidemocratici che informanonel profondo l’operato delleFFAA.

Servire il Paese e le sueIstituzioni è una prerogati-va del soldato. Cosa cambiaper un nostro militareindossare il berretto bluONU o il berretto d’ordi-nanza?

Nulla dal punta di vista del-l’impegno e della dedizioneal proprio lavoro. II militareitaliano opera con egualedeterminazione, professiona-lità ed intima adesione aglistessi ideali dì fondo, comunisia all’atto costitutivodell’ONU che alla nostra cartaCostituzionale. Semmai v’éancor più la consapevolezzadell’importanza e della delica-tezza del ruolo svolto in senoalle Nazioni Unite, massimaistituzione garante dell’ordineinternazionale e del rispettotra i paesi per la risoluzionedei conflitti lungo il solcodella collaborazione e deldialogo internazionale.

La missione in Libano, sca-turita da risoluzioni ONU, èda considerarsi di PeaceKeeping?

Gli obiettivi dello sforzo inter-nazionale e dell’impegno ita-liano sono garantire e conso-lidare la pace, aiutare ilLibano a ritrovare l’unità e lapiena sovranità e rassicurareIsraele. Non operiamo per laguerra ma siamo in Libanoper difendere e consolidare lapace. Questa è una missioneper la pace.

I nostri soldati come vivo-no questa missione?

Nei contatti con i militari par-titi per il Libano è evidente lafiducia nel risultato e la capa-cità di affrontare l’impegnoper il perseguimento dell’o-biettivo, Pur essendo unamissione impegnativa e caricadi rischi essa è però, prima ditutto, una missione doverosa,una missione alla quale inostri militari sono preparati,sia sul piano culturale che suquello delle motivazioni spiri-tuali, ma, soprattutto, sulpiano della competenza pro-fessionale.

Come questa missione sidifferenzia dalle altre,come l’Iraq e Afghanistan?

Il nostro personale in Libanoopera come ha già operato inKosovo, in Afghanistan ed inIraq assiste le legittime autori-tà e le forze di sicurezza loca-li, a riprendere il controllo delterritorio e a costruire unasituazione di stabilità. Quelloche cambia è l’ambiente ope-rativo, cioè le culture e lepopolazioni che insistono sulterritorio, ma non lo scopodella missione.

Può questa missione con-tribuire alla lotta contro ilterrorismo di matrice fon-damentalista islamica?

La nostra missione è inLibano per portare la pace egarantire il rafforzamentodello Stato libanese e la suacapacità di controllo del terri-

torio, e quindi una forma digaranzia a beneficio dellasicurezza di entrambe le particoinvolte, il Libano ed Israele.Il terrorismo, da qualsiasiparte provenga, non e’ sicura-mente dalla parte dei nostriuomini ma ove esso si mani-festi ci troverà fermi, pruden-ti, consapevoli della nostramissione e determinati. Leminacce alle truppe Unifil inLibano non possono sorpren-dere i nostri uomini, e purconfermando le preoccupa-zioni di fondo, esse sono unaulteriore esortazione a raffor-zare la nostra già incisiva vigi-lanza. Non è possibile quindiiscrivere le minacce terroristi-che alla categoria della sor-presa; il nostro impegno èquello di svolgere la missionein termini dì equidistanza pergarantire la sicurezza dientrambe le parti coinvoltenel conflitto.

Come giudica l’importanzadi questa missione nel con-testo strategico medioorientale?

Il concetto di sicurezza e’indivisibile. Non ci possonoessere paesi insicuri senzache la loro insicurezza si tra-sferisca anche agli altri. IlMediterraneo inoltre è la lineadi faglia ove attualmente,come nel passato, si scaricanole tensioni di buona parte delmondo. E’ in quest’ottica cheassume particolare importan-za la nostra missione inLibano, quale momento disintesi della volontà interna-zionale di ricondurre ad unlivello fisiologico la gravealterazione alla sicurezzanello scacchiere mediorienta-le All’inizio della missione lasituazione nello scacchieremediorientale era di grandeinstabilità, tutta la regioneavrebbe potuto esplodere coninevitabili conseguenze ancheper l’Italia, Nel processo dipace e’ necessaria una forzainternazionale come quellache opera in Libano.”

ALICE LUPI

LA PIAZZA D’ITALIA - ATTUALITÀ

Pag. 2 1-30 novembre 2006

Una nuova commissione MitrokhinIl senatore di Forza Italia Paolo Guzzanti ha proposto di istituire una nuova com-missione parlamentare sul dossier Mitrokhin, e di esserne nuovamente il presi-dente. Nel corso di una lunga conferenza stampa al Senato, Guzzanti ha ancherivendicato le dichiarazioni fatte nel corso di alcune conversazioni telefoniche,diffuse dalla "Repubblica", con Mario Scaramella - l'ex consulente della com-missione Mitrokhin che incontr˜ a Londra l'ex spia russa avvelenata AlexanderLitvinenko -- affermando di aver "apertamente e lealmente compiuto degli accer-tamenti" su Prodi.

Omicidio Biagi, 4 ergastoliUna pena ridotta dall'ergastolo 21 anni, per Simone Boccaccini, carcere a vita con-fermato per gli altri quattro imputati per l'omicidio di Marco Biagi, il giuslavoristaucciso dalla Brigate Rosse il 19 marzo 2002 sotto la sua abitazione a Bologna.Queste le sentenze emesse dalla Corte d'assise d'appello di Bologna, in parzialeriforma della sentenza di primo grado del primo giugno 2005, che concedendo leattenuanti generiche ha ridotto a 21 anni la pena a Boccaccini (che in primo grado aveva preso l'ergastolo). Confermati invece gli ergastoli per Nadia DesdemonaLioce, Roberto Morandi, Marco Mezzasalma e Diana Blefari Melazzi.

Nessun contatto tra Scaramella e serviziL'ex consulente della commissione Mitrokhin Mario Scaramella non ha maiavuto alcun rapporto coi servizi segreti italiani.Lo ha detto oggi il Comitato parlamentare di controllo sull'intelligence dopol'audizione dei due capi dimissionari del Sismi e del Sisde."Non c'è stato mai nessun rapporto con i servizi", ha detto ai giornalistiClaudio Scajola (Forza Italia), ex ministro e oggi presidente del Copaco.

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Rispondono alle domande de La Piazza d’Italia il Capitano di Vascello TONSI e il Capitano di Corvetta FINZI

Il ruolo e la figura del mili-tare sono molto cambiatinegli ultimi anni. L’usciredai contesti nazionali eapprodare in terre ‘insalu-bri’ (da “II ConcettoStrategico del Capo di S-M-D-”). Le future operazioni,le forze, i concetti d’impie-go e le capacità, per cerca-re di contribuire allo svi-luppo delle democrazie, hacambiato il ruolo socialedel militare?

Non parlerei di un mutamen-to del ruolo sociale del milita-re, che rimane invece bensaldo alle proprie tradizioni eradici etiche che trovano etroveranno sempre fonda-mento nel terreno della salva-guardia di quei valori costitu-zionali e più in generaledemocratici che costituiscono

In Libanocome

in Kosovo,Afghanistan

ed Iraq

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LA PIAZZA D’ITALIA - INTERNI

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Dopo le dichiarazioni semi-shock di Kissinger („E’ oramaiimpossibile pensare alla totalevittoria militare“), prendeancora piu’corpo negli StatiUniti l’idea di una exit strategyirachena, che possa limitare idanni e raddrizzare una situa-zione dalle pieghe intricatissi-me.In Iraq, grazie all’interventomilitare la tirannia e’finita eagli iracheni e’ stata data unachance per determinare - siapure fra mille difficolta’ eimpedimenti - da se’ il lorodestino: questi sono datiincontrovertibili.Tuttavia, la spallata al regimesanguinario e genocida diSaddam non puo’ bastare.E’ infatti ovvio, che abbondo-nare l’Iraq nella guerra civileinteretnica equivarrebbe avanificare tutti gli sforzi sinoraintrapresi e ad annullare ibenefici della cacciata delregime baathista.E’ sempre per bocca dell’exSegretario di Stato Kissingerche si fa strada una nuovapossibilita’. Una possibilita’che procede nel solco delmultilateralismo.Si tratterebbe di convocareuna conferenza per “definirequale sara’ la legittima solu-zione” della crisi irachena, l’u-nico modo venir fuori dal pan-tano mediorientale. “Bisognera’ - sostiene l’exs e g r e t a r i odell’Amministrazione Nixon,Kissinger - coinvolgere in unaconferenza internazionale iPaesi della regione, i membridi permanenti del Consiglio diSicurezza dell’Onu e le nazio-ni che hanno piu’ interesse inquello che emergera’, come

India e Pakistan”. Intanto, la situazione internadegli Stati Uniti sembra stiaevolvendo proprio in questadirezione.Le elezioni di Midterm, infatti,che hanno visto la vittoria deidemocratici all’opposizione,hanno reso politicamente piùimperativa la definizione diuna exit-strategy dall’Iraq,complicando maledettamentei piani di Bush, il cui imbaraz-zo cresce.

Il presidente americano all’in-domani dell’esito elettorale, hainaugurato una - inevitabile -fase di collaborazione con idemocratici. Egli deve gover-nare per altri due lunghi annie il Congresso tiene i cordonidella borsa. Cosi’ la prima, prevedibile,mossa e’ stata il siluramento diRumsfeld ormai inviso aidemocratici, ma anche arepubblicani e vertici militari.Ma gli atti all’insegna dell’a-

pertura da parte di Bush nonsono tanto delle concessioni,quanto degli atti dovuti.Maggioritari anche al Senato,oltre che alla Camera, i demo-cratici hanno ora acquisitoresponsabilità di politica este-ra.A tal proprosito come nonriordare che da gennaio, lecommissioni Esteri e dellaDifesa della Camera sarannopresiedute da due critici dellaguerra in Iraq, i senatori Joe

Biden e Carl Levin? Questo e’ per certi aspetti ilbello e il brutto della demo-crazia americana, la quale difatto sta ponendo un impor-tante freno ai programmi diBush.L’exit strategy e’ in fase d’ana-lisi e le conclusioni delGruppo di Studio sull’Iraq(presieduto peraltro da JamesBaker, altra vecchia conoscen-za dell’esablishmente, exsegretario di Stato all’epoca

della Guerra del Golfo) cidiranno senz’altro di piu’ sumodi e fattibilita’ di tale ope-razione. Un’operazione, dice-vamo all’inizio, che non potra’essere una pietosa ritiratamodello Vietnam, pena l’an-nullamento di tutti i risultatipositivi che pure ci sono stati.Al Gruppo di Studio sonostate attribuite diverse propo-ste.Su tutte, l’idea di una sparti-zione dell’Iraq in tre, tra Sciiti,Sunniti e Curdi, che abbiamomodo di credere sarebberispedita al mittente dall’am-ministrazione Bush.Essa comporterebbe probabil-mente un’attenuazione dellaspirale di sangue che attana-glia l’Iraq, ma equivarrebbe arafforzare tutta una serie diinterlocutori scomodi in MO. E’ probabile che il Gruppoproponga un pacchetto dimisure che vadano da un ulti-mo sforzo per conciliare Sciitie Sunniti, a una serie di sca-denze indicative per il disim-pegno degli americani. Inoltre, Baker ha detto che gliStati Uniti dovrebbero esserepronti a “parlare con i nemici,e non solo con gli amici”, epotrebbe suggerire contattidiretti con l’Iran e con la Siria.Tali proposte saranno, proba-bilmente, accolte dai demo-cratici in modo positivo, perdimostrare, agendo conresponsabilità, che la colpadel disastro iracheno restarepubblicana. Bush, invece, potra’ mai accet-tare le proposte del Gruppo diStudio che propone un cam-biamento di rotta cosi’ netto?

Usa: Senato Conferma Nomina GatesIl Senato Usa ha approvato a stragrande maggioranza la nomina di Robert Gatesa segretario alla Difesa al posto di Donald Rumsfeld. Il voto bipartisan è arriva-to all'indomani del via libera dato all'unanimità dalla Commissione per le forzearmate del Senato. I democratici hanno apprezzato la schiettezza dell'ex diretto-re della Cia, che nell'audizione aveva ammesso che gli Usa non stanno vincendoin Iraq. "Gates ha parlato con una franchezza che era decisamente mancata alPentagono sotto questa amministrazione", ha affermato Edward Kennedy, demo-cratico del Massachusetts. Gates dovra' ora prestare giuramento e poi si potra'insediare alla guida del Pentagono.

Somalia, Onu: si' a forza di paceIl consiglio di sicurezza dell'Onu ha autorizzato la costituzione da parte deipaesi africani di una forza di pace in Somalia .La task force avra' il compito di proteggere il governo di Mogadiscio e dipromuovere un dialogo tra l'esecutivo somalo e le corti islamiche.Tale decisione rappresenta il primo passo per una situazione di peacekee-ping affinchè situazioni di crisi come quelle accadute negli anni 90 inRwanda, fotografate anche nel celebre film “Hotel Rwanda”, non si ripeta-no più.

Iraq:Diritto ARitorno Palestinesi, Baker Allarma IsraeleE' solo una riga nelle 160 pagine del rapporto del Gruppo di lavoro sull'Iraq, ma haallarmato Israele. Nella parte in cui afferma la necessita' di far ripartire il processo dipace mediorientale, infatti, il rapporto fa riferimento al "diritto al ritorno" per i profughipalestinesi del 1948.Si tratta di un termine normalmente tabù a Washington che ha sollevato qualche per-plessità.Una fonte del governo israeliano ha definito "preoccupante" questo passaggio, chesecondo alcuni esperti potrebbe essere il frutto di una svista nelle correzioni dell'ultimomomento piu' che un segnale politico preciso.

Leaving Baghdad

In queste ultime settimaneabbiamo assistito ad unsurreale teatrino che nellasostanza ha palesato quan-to in Europa si pensa dellaquestione medio orientaleda sempre.Escludendo il periodo ber-lusconiano/aznariano, inEuropa per bocca delPresidente, ministro o sot-tosegretario di turno, si èsempre fatto di tutto peralimentare la causa nazio-nal-terrorista palestinese,dipingendo la nazioneebraica come il braccioprepotente e violento del-l'imperialismo.Non dovrebbero quindistupire le dichiarazioni delMinistro degli affari EsteriD'Alema, appassionatoescursionista in contesti cit-tadini devastati sorretto(nel vero senso della paro-le) da prodi difensori dellacausa della pace comeHezbollah.Questa volta il nostro capodella diplomazia si è“diplomaticamente” espres-so direttamente nei con-fronti di chi, secondo il suomodo di vedere la cosa,dovrebbe opporsi alla“detestabile” politica israe-liana, mirata alla difesa delsuo territorio ed espressacon eccessiva e gratuitaviolenza, le comunitàebraiche occidentali.Non importa se Israele,dopo aver ammesso unerrore chiede scusa e avviaun'inchiesta formale,importa ancora meno chedall'altra parte i razzi ven-gono lanciati volontaria-mente contro obiettivi civi-li. Israele deve fermarsi,

magari reagendo comel'Italia fece di fronte al lan-cio dei due razzi da partedella Libia che finirono inmare: poco dopo il suoallora ministro degli affariesteri De Michelis, fu l'uni-co ministro occidentale apartecipare alla celebrazio-ne per l'anniversario dell'a-scesa di Gheddafi.D'altronde i razzi qassamsono giocattoli, come hadichiarato il consigliere diAbu Mazen ed ex rappre-sentante dell'OLP/ANPNemer Hammad, non mis-sili capaci di distruggerecase e uccidere.Ci sono comunque anchealtre dichiarazioni interes-santi, sintomo di una rasse-gnazione sul fronte atomi-co iraniano che automati-camente inverte le regoledella partita.Quella dell'alto commissa-rio dell'Onu per i Dirittiumani Louise Arbour che,in un'intervista al JerusalemPost sottolinea che Israeleè decisamente più respon-sabile di Hezbollah per leconseguenze della guerrain Libano. Tutto in barba aquanto realmente avvenu-to.Ancora in merito al Partitodi Dio Oliviero Diliberto haaffermato che "nel mondoislamico una delle pocherealtà che si oppone conefficacia all'imperialismoamericano è Hezbollah".E’ evidente che secondo ilnostro Ministro degli esterila crisi libanese è stata cau-sata da Israele, a cui chiedein un’intervista “un atto disaggezza politica”. Anchela tensione con l'Iran è ali-

mentata dalla mancatasoluzione della questionepalestinese, il fallimentodella Road Map è statoscolpito nelle macerie dellerovine dei territori occupatisenza motivo. E così tuttoquello che è passato nellemani della diplomazianegli ultimi anni.Sicuramente anche l’assasi-nio di Gemayel e prima diHariri sono da imputarealla politica ed alla volontàisraeliana.Non esiste, evidentemente,secondo il nostroMinistero, un progetto perminare ogni fermentodemocratico indipendenti-sta nell’area. Iran e Siriacontinuano a promulgarela loro politica egemonicae anti-occidentale con ognimezzo ma ammettere unproblema come questoimporrebbe un cambia-mento di atteggiamentoproprio nei confronti dicoloro che anche se minac-ciano l’equilibrio mondialecomprano le nostre auto-mobili o sono cari amici diesponenti di primo pianodel nostro attuale governo.Importa che Israele nel2000 abbia concesso prati-camente tutto ad Arafat?Che quella israelinana è l'u-nica parte in causa con unaleadership definita ed auto-rizzata a stringere accordi?Che Hamas abbia dichiara-to sempre di non volerriconoscere Israele e divolerlo distruggere? Che ilPresidente di una quasipotenza nucleare dichiaridi voler spazzare via loStato ebraico? Che Israele sisia ritirato da Gaza nell'a-

gosto 2005? Che nei territo-ri c’è una guerra di poteretra Hamas e Fatah che nonpermette di dare un interlo-cutore con cui impostareuna trattativa?Purtroppo no e l'indulgen-za con cui l'Europa conl'Italia in prima linea trattail mondo dell'estremismo

mediorientale non faràaltro che renderci debolinei negoziati e assoluta-mente non credibili neiconfronti di Israele e delsuo alleato, gli Stati Uniti.Ancora una volta la sceltadella parte da cui stare cifarà pagare conseguenzepesanti perché in ogni caso

non ci possiamo esimeredalle nostre responsabilità diPaese occidentale in conte-sto democratico allargato,con valori liberali che vannoben al di là di un banalemicro-interesse del politicodi turno che continua a cre-dere di poter tenere duepiedi nella stessa staffa.

Strategie verso il mondo islamico: a Sinistra crescono ipocrisia e divisioni, da D’Alema a Diliberto regna la confusione

Il Medioriente dietro i baffetti della falsità

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LA PIAZZA D’ITALIA - ESTERI

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Alitalia, banche in pistaIl Tesoro, che è in procinto di scegliere l'advisor per la privatizzazione di Alitalia, ha invi-tato anche Ubm, Banca Imi e Banca Intesa, oltre a Mediobanca a farsi avanti. Insieme aduna decina di banche d'affari internazionali. Tutte pronte a darsi battaglia per accaparrarsiil mandato di consulente finanziario del ministero dell'Economia. Intanto Intesa sarebbepronta, secondo quanto risulta a il Messaggero,a restare fuori dalla gara. Per non schierar-si dalla parte del venditore. "La missione della banca", ha ripetuto Corrado Passera, "è quel-la di essere al servizio delle imprese". Una mission che per il caso di Alitalia può essereadempiuta solo schierandosi dalla parte del compratore.

Generali controllate da MediobancaDopo il verdetto Antitrust sull'acquisizione di Toro, a Trieste le prime linee diGenerali studiano le carte e preparano l'eventuale ricorso al Tar. Un'ipotesi probabi-le, che però non sarà intrapresa subito, anche per motivi di opportunità istituziona-le: tra il 15 e il 20 dicembre, infatti, l'autorità guidata da Antonio Catricalà si pro-nuncerà sulla fusione tra Intesa e SanPaolo Imi, altro dossier che vede Generalicoinvolta per gli intrecci nella bancassicurazione, in cui è partner dei banchieri mila-nesi. Fare ricorso prima di allora saprebbe di sgarbo istituzionale oltre che di catti-vo auspicio per una partita ancor più importante di quella giocata da De Agostini.

Difesa, asse Finmeccanica-LockheedMercati più aperti e meno paletti nel trasferimento delle tecnologie nell'industriadella difesa e della sicurezza. E' questa la via verso cui porta un'alleanza più strettatra Usa e Europa anche alla luce della crescente minaccia del terrorismo internazio-nale. Finmeccanica e Lockheed-Martin ne sono consapevoli e hanno cominciato illoro pressing sui governi degli Stati Uniti e dell'Europa per abbassare le barriere delprotezionismo e favorire un maggiore scambio delle tecnologie. L'appello è statolanciato a Washington dal numero uno di Finmeccanica, PierfrancescoGuarguaglini, e di Lockheed-Martin, Robert J.

L’attuale situazione del capoluogo campano rispecchia il fallimento della gestione Bassolino-Iervolino

Napoli dimenticata dalla politica

A Napoli siamo arrivati quasia quota ottanta morti ammaz-zati dall’inizio dell’anno, nonabbiamo certo raggiunto ilivelli dei primi anni Ottantaquando nelle strade del capo-luogo campano si fronteggia-vano la “Nuova CamorraOrganizzata” di RaffaeleCutolo e la “NuovaFamiglia”delle bande rivali,ma sicuramente la situazioneda un paio di anni a questaparte è diventata assoluta-mente ingestibile.La cittadinanza napoletana siè vista aggiungere poi, allepressioni delle “normali” atti-vità delle famiglie camorristi-che , spaccio, racket, omici-di,e quant’altro, quelle dellacosì detta micro-criminalitàche non si ferma davanti anulla. e che oltre tutto, scher-zi del destino,è involontaria-mente sostenuta da provvedi-menti dello Stato, vedi l’indul-to che ha svuotato le carceridi circa 17.500delinquenti..Noi de “La Piazzad’Italia” non ci vogliamo

ovviamente fermare ad espor-re una serie di cifre che conla loro semplicità però foto-grafano perfettamente la cru-dezza della situazione, maabbiamo intenzione di spin-gerci un po’ più a fondo ana-lizzando quelli che per noisono i punti fondamentali percapire la situazione napoleta-na e dare un contributo d’i-dee per cercare di andare unpo’ alla volta verso la soluzio-ne di questi problemi atavici.A costo di ripeterci e di esse-re tacciati di scoprire “l’acquacalda” volevamo ribadire suqueste pagine, come abbia-mo fatto già in precedenzaparlando dei problemi delleregioni del Mezzogiorno ingenerale, che senza uno svi-luppo economico vero laCampania non potrà liberarsidai tentacoli della criminalità.Bisognerebbe cioè iniziare acreare un tessuto imprendito-riale non basato solo sugliinvestimenti dello Stato, perintenderci sullo stile dellavecchia cassa del mezzogior-

no, che per essere ottenutirichiedevano principalmentel’appartenenza ad una con-sorteria politica o molto peg-gio ad un sodalizio criminale,ma attraverso l’attrazione difinanziamenti provenienti,per esempio,dalla ComunitàEuropea.Questo non perchénoi auspichiamo che laCampania diventi una coloniacontrollata da potenti multi-nazionali estere ma poiché,equesta nostra propostapotrebbe essere anche avver-tita come una provocazione,non riteniamo che ci siano, aNapoli o in tutta Italia,imprenditori capaci veramen-te di creare le condizioni peruno sviluppo economicosostenuto della Regione. E leprove di ciò le abbiamo sottogli occhi da sempre. Adesempio quante aziende delNord Italia, grandi e piccole,hanno costruito vere e pro-prie cattedrali nel deserto,solo per poter “racimolare”qualche miliarduccio dellevecchie e svalutatissime liret-

te dalla famigerata Cassa delMezzogiorno?E quanti soldi sono stati spesimale dai politici di turno , peresempio nella ricostruzionepost terremoto in Irpinia,oppure quante opere pubbli-che necessarie ad un vero svi-luppo economico,sono rima-ste incompiute?Noi rilancia-mo questa nostra provocazio-ne e ci sentiamo di affermaresenza tema di essere smentitiche solo attraverso l’iniezionedi capitali ed idee estraneealla cultura italiana e meridio-nale, cultura imprenditorialeintendiamoci,si può iniziare acreare uno sviluppo.Noi pro-poniamo di dire basta aifinanziamenti a pioggia, bastaa rimpinguare il numero deilavoratori socialmente utili eforaggiarli attraverso le Cassedello Stato, in maniera taleche venga una volta per sem-pre spazzato via il concetto diStato assistenzialista che ognivolta tappa le falle di gestionie c o n o m i c h efallimentari.Questa sarebbe

una vera e propria rivolta cul-turale che le Istituzioni pre-poste dovrebbero aiutareattraverso la promulgazionedi leggi che semplifichino l’a-pertura di nuove imprese,attraverso il miglioramentodelle infrastrutture, e la dimi-nuzione dei costi del lavoro edell’energia. Ma soprattutto ilcompito dello Stato sarebbequello di apparire menodebole nei confronti delladelinquenza comune ed orga-nizzata, non legiferandoastrusamente indulti che ser-vono solo a svilire il lavorodelle forze dell’ordine ed adinstillare nei cittadini il con-vincimento che l’anti-stato siavincente nei confronti dellagiustizia.Lo Stato non deve aver paurad’ apparire più duro nellalotta alla criminalità, più fondiservono alle forze dell’ordineper arginare la tracotanzadella camorra e della micro-criminalità! Ad esempio colnuovo governo di centro-sini-stra che fine hanno fatto i

poliziotti di quartiere? Siintende potenziare o menoquesta nuova figura di servi-tore dello Stato? È di fonda-mentale importanza che il cit-tadino onesto senta vicino lapresenza delle Istituzioni,anche in maniera fisica, visiva, non solo in inutili ,secondo,noi fiaccolate.Ma noi ci sentiamo di punta-re il dito ed incolpare di que-sta situazione incancrenitasoprattutto la classe politicache negli ultimi quindici anniha governato Napoli e laCampania intera, quella cioèche dietro il fantomatico rina-scimento napoletano, mai esi-stito, ha nascosto agli occhidei propri elettori e di tutti icittadini il fallimento di unapolitica basata sull’occupazio-ne di tutte le cariche civili,politiche,giurisdizionali dellaCampania , lasciando più omeno disinteressatamenteche camorra e delinquenzacomune occupassero il tessu-to economico e sociale parte-nopeo, hanno cioè preferitooccupare i palazzi del potereabdicando al controllo dellestrade.

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LA PIAZZA D’ITALIA - ECONOMIA

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Pericolo 'SmiShing', il phishing telefonicoSecondo quanto dichiarato da McAfee, leader nel settore della sicurezza infor-matica, lo SmiShing, ovvero il phishing che sfrutta lo Short Message Service(Sms), diventera' un vero pericolo nel 2007. McAfee ha notato che dalla loronascita (fissata in agosto 2006) i worm trasmessi via Sms sui telefoni cellulari sisono evoluti gia' in quattro varianti. Una volta attaccati da questi malware, i cel-lulari inviano messaggi di testo a numeri a valore aggiunto, che fanno scalarerepentinamente il credito telefonico.

Nasa: trovate traccia di acqua su MarteFoto di Marte catturate da una sonda hanno rivelato indizi della presenza di acquaanche in tempi recentissimi sul pianeta rosso .Tracce di nuovi sedimenti sono state notate in un area che era gia' stata fotografatanel 1999 e che all'epoca non presentava quelli che sembrano detriti trascinati dal-l'acqua.Per Meyer, che guida l'esplorazione, 'l'acqua occasionalmente scorre ancora sullasuperficie del pianeta rosso'.

E-Learning per i più giovaniSi terra' a Teramo il 14 dicembre prossimo un convegno internazionale sullacondivisione di conoscenze fra studenti, docenti e non docenti.L'evento, organizzato dall'Universita' degli Studi di Teramo, si articolera' inuna sessione mattutina e in tre workshop paralleli pomeridiani, che affronte-ranno i temi delle esperienze internazionali, delle strategie per i contenutinella formazione universitaria permanente e dell'E-learning per le scuolesuperiori.

Chi sono gli autori della finanziaria? Se il pater-nalismo economico potrebbe risultare anacro-nistico in un mercato liberista, altrettanto nonpuò dirsi nell’ambito istituzionale quando adecidere sulla distribuzione della ricchezza èuna classe dirigente che non intende ricono-scere la paternità della misure previste nellamanovra economica 2007. L’opinione pubblicanon è però così disattenta e comprende beneche l’influenza ideologica di RifondazioneComunista è tutt’altro che sotterranea, anzi èevidente soprattutto nelle misure che riguarda-no le modalità di redistribuzione del redditonazionale. Nella ripartizione della ricchezzaesce sconfitto il cittadino sia nella veste di con-tribuente chedi consumatore, il quale si vedecoinvolto in un prelievo forzoso di una parteconsistente del suo reddito mediante un ina-sprimento di tutte le aliquote fiscali. L’idea dibase della sinistra italiana non è la proporzio-nalità tra il prelievofiscale e il reddito, bensìquella di spremere il contribuente oltre la sogliafisiologica della rispettiva capacità contributiva.È vero che il risanamento del bilancio pubblicoimplica uno sforzo contributivo da parte dellacollettività ma è anche vero che ognuno pagasecondo le proprie disponibilità liquide. Il cetomedio per Prodi e i suoi collaboratori di gover-no è costituito da chi detiene un reddito lordopari a 40.000,00 euro annui, cioè uno stipendionetto di 2.500,00 euro al mese. Quindi tale cate-goria di contribuenti va tassata più di quantonon viene colpita allo stato attuale. Questa filo-sofia di dirigismo fiscale, coerente con l’ispira-zione ideologica comunista porterà solamentead una notevole contrazione dei consumi, e nelmedio periodo bloccherà il sistema economicoitaliano e rallenterà la crescita che da qualchemese sta cominciando a dare i primi suoisegnali di ripresa. Anche il Governatore della Banca d’Italia MarioDraghi ha espresso il suo parere sulla manovra,

una opinione negativa soprattutto per il fattoche nel documento vi è la totale assenza diriforme, il taglio alla spesa pubblica, l’inaspri-

mento della tassazione per tutte le categoriecontributive, e i tagli agli enti locali. Tutte que-ste misure ammontano a 33,5 miliardi di euro,una manovradalla quale risulta estraneo lo svi-luppo economico. Le scelte economiche delgovernohanno suscitato la protesta anche daparte dei loro stesso elettori, dei sindaci di sini-stra, dei governatori regionali, i quali hannoprotestato contro gli eccessivi tagli ai trasferi-menti pubblici locali; i responsabili comunalisono così costretti ad inasprire la tassazione

locale, a irrigidire la programmazione finanzia-ria a sostegno delle opere pubbliche, ad arre-stare il processo di miglioramento dei servizi

pubblici, a bloccare l’ammodernamento istitu-zionale ed economico delle rispettive comuni-tà. La ciliegina sulla torta non poteva mancarecome da copione per una maggioranza sbiadi-ta, sempre attenta a favorire le grandi coopera-tive e le grandi imprese, e a schiacciare il cetomedio, cioè lo scippo del TFR alle imprese.Ricordiamo che il TFR (trattamento di fine rap-porto) cioè la famosa liquidazione con la finan-ziaria 2007 deve essere versato all’inps e non

può più essere trattenuto alle imprese, comeera previsto sino ad oggi, ciò vuol dire toglierealle imprese liquidità, capitale circolante, abbat-tere la cassa, e quindi provocare gravi difficol-tà finanziarie, che potrebbero generare vere eproprie crisi di sopravvivenza soprattutto per lepmi. Con la possibilità di trattenere il TFR lepmi avrebbero potuto effettuare investimenti inricerca e sviluppo,finanziare programmi di cre-scita e di innovazione tecnologica; post leggefinanziaria invece grazie a Prodi e Giordano, lepmi avranno maggiori difficoltàa restare sulmercato perché sono quelle che rispetto allegrandi imprese non godono di agevolazioniparticolari per accedere al mercato del credito. Come finanziano i loro progetti di innovazionetecnologica? La risposta è drastica ma moltoreale: con licenziamenti e perdita di competiti-vità. Questo processo è un omicidio ingiustifi-cato di fronte al quale il Governo dovrà assu-mersi le sue responsabilità, ed è un aggressio-ne intollerabile visto che le pmi italiane costi-tuiscono il 95% del tessuto produttivo delpaese.Insomma si tratta di una manovra finanziariache reperisce le risorse affossando il cetomedio, le pmi, i lavoratori autonomi, i salariati,tutti coloro che producono ricchezza, facendo-gli pagare più di quanto dovrebbero. Se questaè lotta all’evasione si dica in che modo Prodiintenda recuperare il sommerso colpendolo inmaniera indiscriminata,senza creare sviluppo ecrescita.D’altronde non è che potevamo attenderci altro daGiordano e Prodi in un contesto politico dove l’i-deologia predominante non è lo sviluppo ma la tas-sazione esasperata.Se la finanziaria è di Rifondazione comunista la ric-chezza è del paese e di tutti i cittadini, i quali voglio-no almeno sapere dove sono andati a finire gli 8miliardi di euro che Tremonti è riuscito a far entra-re nelle casse dello Stato prima di esborsarne altri.

MANOVRA 2006 - Entro pochi mesi ci aspetta soltanto una forte contrazione dei consumi

Ma siamo davvero sicuri che questaFinanziaria è dalla parte dei più deboli?

Il compratore avrà quindi l'obbligo dilanciare un'Opa sul 100% del capitale,che, ai prezzi attuali, vale più di 1300milioni

Il Tesoro cederà più del 30,1% del capi-tale di Alitalia, di cui il ministerodell'Economia è l'azionista di controllo. Ilcompratore sarà successivamente obbli-gato a lanciare un'Opa sul 100% del capi-tale della compagnia aerea, che ai prezziattuali vale oltre un miliardo e 300 milio-ni di lire. I potenziali acquirenti di Alitaliadovranno dopo aver presentato un detta-gliato piano industriale, sottoscrivere unaserie di impegni di presa in carico dell'a-zienda, « che saranno individuati anchetenendo conto di profili di interessegenerale: tra questi, a titolo esemplificati-

vo: adeguata offerta dei servizi e copertu-ra del territorio; livelli occupazionali;mantenimento dell'identità nazionaledella società, del suo logo e del suo mar-chio». Lo dice il Tesoro nel comunicato. Nella nota, che informa sull'avvio dellaricerca degli advisor legale e finanziario ilministero dell'Economia, titolare del49,9% del capitale della compagnia aereain crisi, aggiunge che saranno venduteanche la totalità delle obbligazioni con-vertibili Alitalia detenute dal ministero.L'invito a manifestare interesse all'acqui-sto delle attività oggetto della procedurasarà pubblicato, presumibilmente entro lafine dell'anno. Le azioni Alitalia, dopoessere state sospese, sono state riammesein Borsa con un grande rialzo che oscillatra il 5% e il 6%.

Alitalia, più del 30% in vendita «La legge Finanziaria attualmente in discussio-ne ha raccolto alcune indicazioni diConfindustria relative a strumenti individuatiper incrementare le risorse da destinare allaricerca. Abbiamo chiesto al Governo un pac-chetto di interventi per 1,5 miliardi di euro ene è stata recepita una parte, per 700 milionidi euro. Un passo avanti, considerato cheprima eravamo a zero». Lo ha detto il vicepre-sidente nazionale di Confindustria con delegaall'innovazione, Pasquale Pistorio, parlandonea Firenze durante la consegna del PremioVespucci assegnato ai progetti più innovatividi imprese toscane nel corso del Festival dellaCreatività. «L'Italia, come è noto, paga una differenzaenorme con gli altri paesi per gli investimentiin ricerca e sviluppo, fermi da decenni all' 1%del Pil - ha affermato Pistorio - Spendonopoco i privati e spende poco il pubblico.Tuttavia il governo ha ripreso alcune nostreindicazioni e forse si può ancora migliorareprima dell'approvazione della leggeFinanziaria». Nel dettaglio, Pistorio ha elenca-to gli strumenti accolti dalla Finanziaria. «Uno

- ha spiegato - è il credito di imposta del 10per cento applicato sulle spese di ricerca pertutte le imprese indipentemente dal settore edalla tipologia dell'impresa stessa. LaFinanziaria ha preso il principio anche se iltetto stabilito è a inferiore a quello richiesto daConfindustria». «L'altro è il credito d'impostaautomatico del 50 per cento per ogni com-messa che ogni impresa dà ad un istituto pub-blico o ad un centro di ricerca privato. Questoè stato accettato al 15% ma stiamo insistendoper alzare questa quota perché così non sti-mola le imprese». Infine, ha aggiunto Pistorio,«il sostegno ai grandi progetti strategici suiquali far convogliare un sistema consortile diimprese più istituti di ricerca privati e pubbli-ci. Su questo punto c'è da definire lo stru-mento. Noi abbiamo proposto come modellol'Agenzia per l'innovazione industriale france-se». Il Governo non ha invece recepito nellaFinanziaria una quarta proposta diConfindustria relativa all'innovazione, cioè, haspiegato Pistorio, «l'esonero dal versamentodegli oneri sociali per tutti i dipendenti assun-ti in start up innovative, per tre anni».

Confindustria “rimanda” Prodi

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LA PIAZZA D’ITALIA - CULTURA

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Borat censuratoIl film fenomeno con Sacha Baron Cohen, che sta sbancando i botteghini dimezzo mondo, potrebbe non uscire nelle sale russe. Motivo dello stop, infor-ma un'agenzia federale, sarebbe l'offesa che il film potrebbe arrecare adeterminati gruppi etnici e religiosi del paese. Nella forma di un falso docu-mentario on the road, Borat ricostruisce infatti l'avventura di un giornalista,inviato negli Stati Uniti dalla tv del Kazakistan. La strampalata inchiesta delreporter, antisemita dichiarato, misogino e fan di Pamela Anderson, diventacosì pretesto per una feroce satira dell'Era Bush.

Steve McQueen all’astaMoto, auto d'epoca e perfino un juke-box. Questi alcuni dei preziosi oggettiappartenuti a Steve McQueen, che saranno battuti all'asta dalla casa Bonhamsdi Los Angeles. La vendita, che segue quella organizzata nel 1994 dagli eredidel leggendario attore, è non a caso in programma nei locali del Museodell’Automobile Petersen. Pezzo forte del lotto sono le moto che McQueentanto amava: una Harley Davidson, una Triumph TR-5 Trophy del 1951 e diver-se Indian degli anni '30. Tra le chicche un pick-up GMC del 1958, stimato tra i40.000 e i 60.000 dollari.

Nuova iniziativa della FandangoI documentari Fandango sbarcano in edicola. La prima uscita con l'accla-mato The Corporation sullo strapotere delle multinazionali, inaugura unacollana di 10 titoli, che verranno proposti con periodicità mensile. Allabase dell'iniziativa, promossa dalla Fandango Doc e accompagnata di voltain volta da una pubblicazione dedicata al film in uscita, è quello cheDomenico Procacci chiama il "paradosso del documentario": "Un generecon un pubblico mediamente molto più interessato e motivato di quello deifilm”.

John Emerich Edward DalbergActon nasce a Napoli il 10gennaio 1843 da famiglia ari-stocratica e muore il 12Giugno 1902. Viene educatoal cattolicesimo dalla madre ecresce in Germania diventan-do l’allievo prediletto di unodei più importanti teologitedeschi, Ignaz von Dollinger.Acton è un uomo di grandeerudizione e portato natural-mente per molte lingue. Glivenne assegnata una posizio-ne accademica negli ultimianni della sua vita, quandovenne nominato RegiusProfessor of Modern History aCambridge).I suoi saggi coprirono un’e-norme gamma di argomenti:la storia della persecuzione innome della religione, la storiadel papato, la nascita e la finedell’Impero messicano, la sto-ria americana, la storia delsacrificio umano e molti altrisaggi. Le sue opere principalisono: Conferenza sulla storiamoderna; Storia della libertà ealtri saggi; Saggi e studi storici.In politica fu uno dei piùascoltati consiglieri diGladstone e contribuì in variomodo alle sorti del Partitoliberale inglese del XIX° seco-lo. Acton attraversa quasi tutto ilXIX° secolo intrecciando piùdi ogni altro liberalismo e dot-trina cattolica. Nell’epoca diMarx, Feuerbach e Nietzsche,egli si distingue per volerconiugare la filosofia dellalibertà con la fede in Cristo,difese sempre il principiodella libertà, sia negli ambien-ti ecclesiastici, sia in politica;fu un cattolico e un liberaleconvinto, nemico del naziona-lismo, dell’utilitarismo e delsocialismo. Egli intese sempre la libertàcome elemento essenzialedella propria identità e dellapropria fede, fino al punto divedere nel liberalismo l’e-spressione più importantedella resistenza della societàcristiana di fronte alla statuali-tà.Egli non dubitò mai della fede

cattolica, anche quando sibattè aspramente contro l’in-fallibilità papale.Acton ebbe la lungimiranza ela capacità di vedere nellasocietà a lui contemporanea, igermi del totalitarismo e deldispotismo, perciò cercò disensibilizzare l’opinione pub-blica sul valore della libertà.Il lascito più importante diActon può essere riassuntocon questa frase: “la libertà è ilfine politico più alto e l’eserci-zio dei propri doveri versoDio e verso gli altri è il piùalto fine della fede”. Nessunpaese secondo Acton, potevaessere libero senza religione,poiché quest’ultima, rafforza ecrea il concetto del dovere. Lasalvaguardia della sacralitàdella vita umana e la libertàdell’individuo sono per Acton,il fine più alto e nobile dell’or-dine politico: all’individuodeve essere garantita la possi-bilità di poter fare ciò cheritiene sia il suo dovere controle influenze dell’autorità edella maggioranza, del costu-me e dell’opinione pubblica.Lo stato dunque, è per Actonil maggiore pericolo per lalibertà individuale. Egli sottoli-nea che la fine dell’età medie-vale segna l’inizio della spintaverso il dominio; questa forzadivenne preminente inEuropa, e segnò la supremamanifestazione dello StatoModerno. Quindi, il pensieroliberale, di fronte allamostruosità del potere, incar-na la resistenza del mondoeuropeo, plasmato dalla tradi-zione cristiana, di fronte alleminacce di questo mostrofreddo della modernità, loStato. Acton cerca e vuole unamodernità libera dalle logichedel dominio. La libertà, sostie-ne Acton, è conseguenza diuna civilizzazione matura ilcui progresso in ogni epoca èstato ostacolato dai suoi nemi-ci naturali: l’ignoranza, lasuperstizione, la sete di con-quista, l’amore per le cosefacili; con lunghi intervalli, ilcammino verso la libertà si èdrammaticamente arrestato e

in tutti i tempi, sostiene Acton,gli amici sinceri della libertàsono stati rari. Queste riflessio-ni confermano quanto effetti-vamente, Lord Acton sia con-siderato dai più, ancora unodei nostri grandi contempora-nei.Il potere è perciò la “bestianera” contro cui Acton ha lot-tato tutta la sua vita; sua nettaconvinzione era che la storianon fosse tessuta da maniinnocenti e che il potere sia laforza più attiva e costante chede-moralizza e degrada gliuomini, da sempre infatti ilpotere corrompe e il potereassoluto, corrompe assoluta-mente. L’antidoto all’abuso dipotere è dato dalla decentra-lizzazione dello stesso. Il pote-re per Acton, deve essere dif-fuso, deve passare al vagliodell’opinione pubblica e deveessere combattuto con l’armapiù potente forgiata contro diesso, la fede religiosa. Il rico-noscimento del valore infinitodi ogni persona, è al centrodell’esperienza cristiana ed èun elemento che segna unaindubbia inimicizia tra la fedee la sopraffazione politica.Per tutte queste convinzioni eper questa sua avversione adogni forma di centralismo,Acton ammira l’ordinamentocostituzionale americano per-ché sua convinzione è che illiberalismo trovi il suo nucleocentrale nella teoria dei limitidel potere. Per Acton è dun-que liberale, quella politicache impedisce la crescita delcontrollo politico sulla società.Quindi, il federalismo, attra-verso il decentramento, osta-cola il potere centrale. Unpopolo che accetta istituzionidemocratiche di tipo federale,è un popolo che non vuoleche le diversità vengano can-cellate; per Acton, anche l’ine-guaglianza delle condizioni èuna necessaria conseguenzadella libertà: non c’è niente diliberale nella pretesa di ridur-re la disparità delle condizioni.Anche in ciò, Acton confermala sua contemporaneità.Quindi Acton è anti-socialista,

anti-nazionalista, perché libe-rale, perché cattolico e perchéfederalista.Nei confronti del marxismoegli esprime le sue contrarietà,affermando che è una religio-ne irreligiosa volta a creareuna unità totalizzante destina-ta a minacciare gravemente lalibertà degli individui, cele-brando il primato dello Statosulla società.La considerazione della vitaumana, afferma Acton,dovrebbe essere la prova del

nove di tutti i sistemi politici:non può esserci giustificazio-ne per l’ingiustizia contro lavita umana e i diritti devonoessere universalmente rispetta-ti. Inoltre, Acton è difensoredella pace perché le guerre diconquista e di espansionesono da lui considerate allastregua dell’omicidio. Il liberoscambio, in questa prospetti-va, è un mezzo per assicurarela pace, migliorare la condi-zione delle persone ed edu-carle alla libertà.

Il liberalismo religioso diActon prevedeva che la federeligiosa non dovesse temerela modernità e la scienza einfine che, la monarchia, lademocrazia il federalismo e larepubblica presentasseroaspetti positivi ma ancheinconvenienti e quindi in defi-nitiva, il grande lascito del suopensiero di condensa nellaconvinzione che la fonte dellalibertà non sia data dallaforma dal governo, ma dall’a-more per la libertà.

Acton, sintesi di un grande pensatore

Due libri per raccontare unavita breve e intensa. Allegrae disperata. Carica di eccessi.Di debolezze e di sensibilità.Una vita finita per un'iniezio-ne letale di cocaina ed eroinain una stanza dell'albergo"Chateau Marmont", sulSunset Boulevard a LosAngeles, in California.Escono in questi giorni duebiografie che ricostruisconola realtà e il mito di JohnBelushi, l'immortale Jake deiBlues Brothers. Biografiecontro. Anche se tra l'uscitadell'una e quella dell'altrasono passati più di vent'anni. Una, quella di BobWoodward, risale al 1985.Dettagliatissima, divenneintrovabile in pochissimotempo. Oggi è di nuovo nellelibrerie (John Belushi, chi

tocca muore. Frassinelli edi-tore, 18 euro). L'altra(Belushi. Rizzoli editore, 42euro) è stata scritta dallavedova del comico, Judith, eda Tanner Colby, autore eproduttore di "The NationalLampoon radio hour", pro-gramma radiofonico a cuipartecipò anche Belushi. Woodward, premio Pulitzerche scoperchiò lo scandaloWatergate, alla morte diBelushi decise di scriverne labiografia dopo una telefona-ta ricevuta da Pamela Jacklin,cognata dell'attore. Dopopoco ci fu l'incontro conJudy Belushi, la vedova diJohn. Iniziò così un progettoche il giornalista americanoportò avanti realizzando cen-tinaia di interviste, racco-gliendo agende, diari, lettere,

fotografie, appunti, articoli.Persino ricevute dei taxi econti della limousine. Nevenne fuori una minuziosaricostruzione della vita diBelushi. Dagli inizi fino allatragica fine. E' un uomo inquieto quellodescritto dal gionalista. Alleprese con gli eccessi: l'al-cool, le notti nei locali esoprattutto la droga. Unuomo stritolato dai meccani-smi dello show business.Uno che a trent'anni aveva ilmondo in mano e che a tren-tadue lo fece piangeremorendo per overdose.Valeva soldi, moltissimi,Belushi. Era, si legge nellibro di Woodward "uno cheviveva sempre al limite. Unodi quelli destinati a finire inun incidente automobilistico

o di overdose... tutta quellaroba di cui sono morti glieroi americani". E la droga, nel libro, la fa dapadrona. E' una presenzacostante, che marchia la vitadell'attore. Getta un'ombracupa che segna tutta la bio-grafia. Un errore, a giudizio dellavedova di John che, a distan-za di anni, ha deciso di darealle stampe, con TannerColby, una biografia delmarito. Quasi 300 paginepiene di foto, ricordi e inter-viste. In cui l'obiettivo princi-pale sembra essere quello dimostrare le luci e sfumare leombre del marito. Al libro diWoodward, Judith dedicasolo un rapido ma significati-vo accenno: "Una volta persbaglio ho fornito la chiave

della storia di John alla per-sona sbagliata e questa eraun'occasione per rettificare lecose". E i due libri infatti trasmetto-no sensazioni diverse. Claustrofobico, implacabile,dettagliatissimo quello diWoodward. Con l'ombradella droga che segna tutta lavita di Belushi. Una presenzacostante, certo. Ma non l'uni-ca. Sembra dire questo illibro di Judith Belushi. Che,grazie a decine e decine difoto, ripercorre l'esistenzadel marito: John agli inizidella carriera, poi con DanAykroyd. E ancora la consa-crazione con Animal House eBlues Brothers. Infine ilfunerale, con Aykroyd inmoto e la giacca di pelle. Molte luci nel libro, poche le

ombre. Inevitabile la sensa-zione che la nuova biografiaabbia in qualche modo volu-to sfumare (o forse semplice-mente non insistere) sul latooscuro di Belushi. "Non abbiamo voluto rimuo-vere la questione della droga- spiega Tanner Colby - maabbiamo deciso di non met-terla sotto un microscopio.Nel libro ci sono le tre diffe-renti anime di Belushi: l'atto-re appassionato, il miglioreamico di tutti e l'uomo sel-vaggio e autodistruttivo tra-volto dalla proprio insicurez-ze che corre verso l'estremo".Proprio quello cheWoodward focalizza, com-mettendo, a giudizio diColby, l'errore di non capireche il vero Belushi era l'in-sieme delle tre anime.

John Belushi, luci e ombre di un mito

Secondo lo studio di una ricercatrice italiana heat-waves e notti calde sono imminenti

Due biografie per una leggenda americana del cinema e della musica degli ultimi venti anni

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LA PIAZZA D’ITALIA - SPETTACOLO

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Eddie contro MelEddie Murphy vuole chiedere il test di paternità per il figlio che la sua ex fidan-zata, l'ex Spice Mel Brown, al quinto mese di gravidanza, dice di aspettare dalui.E' stato lo stesso attore a fare l'incredibile rivelazione durante lo show 'RTLBoulevard' alla tv olandese. Alla domanda se fosse felice con Mel, adesso che laragazza era incinta di suo figlio, Eddie Murphy ha gelato la platea (e l'intervista-tore): "Lei è presuntuoso a dire una cosa del genere, perchè noi non stiamo piùinsieme. E io non so di chi sia quel bambino fino a quando non verrà fatto il testdi paternità. Quindi, non tragga conclusioni affrettate".

Lindsay, quanti capricci...Capricci da star? Un must, sopratutto ad Hollywood. Ma, quando a farli è una ragaz-zina di soli 20 anni, è tutto dire: Lindsay Loah, stella emergente del cinema ameri-cano, ha fatto impazzire la produzione del film Georgia Rule. L'attrice prima di ini-ziare le riprese questa estate, ha presentato una lista infinita di richieste assurde: inprimis, ha preteso che nel suo camper vi fossero appesi solo ed esclusivamenteasciugamani color porpora o al massimo rosa.Poi, passi non voler bere acqua di rubinetto, ma pretenderla addirittura vitaminiz-zata, è il massimo.

Solo amici, just friendsSi erano incontrati sul set di "Breakup", una commedia dal sapore amaro sullaseparazione di una coppia in crisi, oggi Jennifer Aniston, ex protagonista della sit-com "Friends", e l'attore Vince Vaughn non sono più insieme per davvero. Lo haconfermato al tabloid New York Post un amico della coppia.La voce della crisinon è nuova e la stampa scandalistica americana era da almeno due mesi a cacciadi una conferma. Vaughn e Aniston, che hanno avuto una relazione per oltre unanno, sarebbero tuttavia rimasti amici e non avrebbero intenzione di perdersi divista.

AL CINEMA

Thank You For Smoking

Ecco una satira spumeggiantesu lobbies, politically correcte retorica all’epoca di GeorgeW. Bush. Protagonista èAaron Eckhart, che prestavolto wasp e fascino daanchorman a Nick Naylor,portavoce della Big Tobacco,il cartello dei fabbricanti disigarette. Un’interpretazione,quella di Eckhart, persinosuperiore al magistrale ritrattodi Chad nell’esordio Nellasocietà degli uomini.Scopo del gioco difendere idiritti dei produttori di siga-rette nella puritana culturaUsa. Ma Naylor è un magodelle relazioni pubbliche: neitalkshow televisivi non cono-sce avversari, si assicura laprotezione del magnate dellaBig Tobacco (Robert Duvall),affina le strategie di marke-

ting, rintuzza gli attacchi diun senatore proibizionista(Willaim H. Macy, fuori parte)e assolda un super-agentehollywoodiano (Rob Lowe)per promuovere il fumo neifilm. Se sotto i riflettori la for-tuna è dalla sua parte, nellavita privata non è la stessacosa: divorziato da Jill, cercadi stabilire un rapporto con ilfiglio Joey (Cameron Bright,già protagonista di Birth - Iosono Sean), trasmettendogliun po’ della sua saggezza dia-lettica. “Il bello di una discussione èche se discuti correttamentenon avrai mai torto” recita ilsuo imperativo morale, con-diviso con gli altri due MDM -Mercanti Di Morte: Polly(Maria Bello), portavoce del-l’industria degli alcolici, e

Bobby Jay (David Koechner),pr della lobby dei produttoridi armi. Caduta e redenzionederiveranno dalla commistio-ne tra privato e pubblico. Laprima a causa di una giornali-sta - che si vorrebbe spregiu-dicata, ma Katie Holmes èatona - che carpisce segreti incamera da letto e mette inpagina, mentre la redenzionefinale – non buonista, maaccomodante - si deve all’in-fluenza di Joey, ossia a neces-sità educative.Cambiamento comportamen-tale che riporta sul piedistallovalori mandati in fumo daNaylor e accoliti. Pazienza senuoce gravemente alla salute,negli States neo-con i divietianti-tabagisti derivano dallapiù generale limitazione dellelibertà individuali.

Affascinante e poliedrica, lachitarra ha fatto la storia dellamusica e quella dell'uomo.Spesso ha dato voce alle mino-ranze oppresse e col tempo èdivenuto simbolo di contesta-zione ed emancipazione. Dallechitarre virtuali dell'Air Guitaralla chitarra gonfiabile da viag-gio del 1952, dalle prime chi-tarre classiche spagnole aglialbori della chitarra elettrica,passando attraverso i diversimodelli deputati alla musicaCountry, al Jazz, al Blues e alRock. Più di cento strumentiappartenuti a musicisti leggen-dari. Una mostra - «TravellingGuitars», al museo della Citéde la Musique di Parigi fino al14 gennaio 2007 - dedicata allachitarra, strumento musicaletra i più popolari indirizzatanon solo agli specialisti del set-tore o ai fanatici delle seicorde, ma un percorso idealeche permette a chiunque discoprire, attraverso l'evoluzio-ne di uno strumento musicale,molte cose sulla storia dell'uo-mo e dei popoli degli ultimidue secoli. All'ingresso treschermi riproducono video diperfomance di Air Guitar,curiosa pratica che consistenell'imitare fedelmente i movi-menti degli eroi della chitarrasenza imbracciare lo strumen-to. Da anni esistono raduni ecampionati mondiali di questadisciplina. Dopodiché il visitatore inizia ilsuo percorso all'interno di unagrande custodia per chitarra,

riprodotta dall'artistaAlexandre Périgot. Le paretidelle sale sono infatti ricopertedal tipico velluto che rivestel'interno delle custodie rigideper chitarra. Come tutte le mostre prodottedal museo di musica parigino(uno dei più importanti almondo) anche «TravellingGuitars» si contraddistingueper la sua interattività e multi-medialità. Nella prima sala divelluto rosso si possono suo-nare chitarre elettriche provvi-ste di cuffie, giocare a video-game musicali, vedere filmatidi celebri chitarristi del passatoe contemporanei e assistere auna lezione di chitarra di ungiovanissimo Eric Clapton ver-sione anni '70. Non esistonodistinzioni di generi, gli estrat-ti sonori e video diffusi nellagrande sala grigia unisconodifferenti stili musicali. L'idea della mostra, come spie-gano i curatori Joel Dugot ePhilippe Bruguiere, è infattiripercorrere la storia della chi-tarra mescolando disparatigeneri ma seguendo un ordinecronologico e tematico.Cinque sono le grandi vetrineassociate a cinque diverseepoche e tematiche: Libertà,Con-quista, Epopea, Emanci-pazione e Mondializza-zione. Si parte dal post rivoluzionefrancese. Con la fine dell'an-cien régime anche la creativitàgode di una libertà che dà vitaa una grande varietà di model-li e invenzioni. Compaionocosì chitarre dalle forme e fun-

zioni di ogni tipo. Tra questetroviamo una chitarra suonatada Niccolò Paganini e apparte-nuta a Hector Berlioz. Con l'in-venzione della chitarra classicaspagnola di Antonio de Torresnasce un nuovo genere: il fla-menco strumentale. Si passaattraverso la conquistadell'America con una carrellatadi chitarre provenienti daidiversi paesi latinoamericaniche traggono tutti origine dalnuovo strumento di Torres.Esemplari unici come laVihuela de mano del 1500,forse lo strumento più anticoappartenente alla famigliadelle chitarre conservato finoad oggi. Chitarroni di mariachimessicani e charango bolivia-ni.Con gli inizi del '900 la grandeavventura americana. La nasci-ta della musica Country eBlues si deve proprio allenovità apportate allo strumen-to da costruttori come Martin,Fender e da uno sconosciutoimpiegato di una ditta di scar-pe, tale Orville Gibson ilquale, iniziando a fabbricaremandolini e chitarre dallaforma di violino, è divenutouno dei marchi di chitarre piùfamose al mondo. La chitarra è uno strumentopratico, maneggevole e econo-mico e anche a queste caratte-ristiche deve la sua fortuna. È'nella chitarra che i nerid'America dei primi del '900,da poco liberatisi dal giogodella schiavitù trovano unostrumento nuovo con il quale

esprimersi. Uno strumentomoderno che rompe ognilegame con il loro passato dischiavi. L'emancipazione del suono siottiene più tardi con l'amplifi-cazione: si ricerca più volumee così dalla chitarra hawaiananasce la prima chitarra elettricanel 1934, detta anche "padella"per la sua forma. Gli anni '60 ela contestazione, anche qui lachitarra è protagonista e ban-diera del movimento pacifista.La chitarra elettrica si spostanel vecchio continente, iniziauna vasta produzione indu-striale. In Italia i costruttori difisarmoniche si adeguano almercato e fabbricano chitarreelettriche recuperando i mate-riali della vecchia produzionedi fisarmoniche (plastiche bril-lanti e tasti). La metà degli strumenti espostisono prestiti di collezionistiprivati e di chitarristi celebri,ottenuti dopo sei mesi di trat-tative. In un podio rotante tro-viamo una a fianco all'altra laFender Telecaster usata daJohn Lennon per il suo ultimoconcerto negli USA prima dimorire nel 1980, la Gibson LesPaul suonata da DavidGilmour sul solo di «AnotherBrick in the wall» dei PinkFloyd e la doppio manicocostruita dalla Gibson perJimmy Page dei Led Zeppelin.Icone, oggetti, sogni, feticci.Queste chitarre sono ricche distoria e ammantate di leggen-da.A metà tra storia e mito, l'epi-

sodio di un chitarrista chealcuni anni fa aveva chiesto almuseo parigino di poter usarela chitarra appartenuta al piùgrande strumentista gjazz-manouche del mondo, DjangoReinhardt. Poco dopo l'anoni-mo chitarrista si è presentato almuseo con la mano fasciatadicendo che non poteva suo-nare la chitarra di Django: lacomunità gitana-manouchenon glielo ha permesso poichéquella chitarra è una reliquiaincontaminabile, nessun altropuò osare suonarla. La voce diquesto strumento dovevamorire insieme al suo propie-tario.

La famiglia di Frank Zappa haprestato una Fender apparte-nuta a Jimi Hendrix, suonata aLondra nel 1967 dal vivo e allaquale Hendrix aveva datofuoco alla fine del concerto.Zappa, venuto in possesso

della chitarra, ha recuperato ilcorpo dello strumento e messoa nuovo le parti distrutte dal"rogo hendrixiano". Espostaanche una Fender Stratocasterdi Jimi Hendrix mai suonata inpubblico, il musicista america-no la usava esclusivamente instudio o in albergo. Altri cele-bri prestiti come quelli di BenHarper, John Scofield, le chi-tarre degli Who che portanoancora i segni delle "violente"esibizioni del gruppo, la primachitarra comprata da NoelGallagher degli Oasis con iprimi risparmi. Anche i Sonic Youth hannoprestato una chitarra dal passa-to burrascoso. Un giorno ilcamion del gruppo newyorke-se che trasportava una trentinadi chitarre è stato rubato. Allafine solo due chitarre sonostate ritrovate: una di queste èqui esposta alla Cité de laMusique.

«Travelling Guitars» a Parigi fino al 14 gennaio a Parigi

Da Paganini a Hendrix, chitarre in mostra

Presentato all’ultima Mostradel cinema di Venezia, l’ulti-mo film del grande registaBrian De Palma è stato accol-to dalla critica con un po’ diperplessità, a causa dell’ecces-siva complessità della trama,con troppi passaggi e continuirimandi. Complessità inevita-bile in quanto il romanzo, dacui il film è tratto, scritto daJames Elloy sviluppa l’intrec-cio inoltre 300 pagine moltoarticolate e dense.Protagonista assoluto, nelromanzo come nella pellicola,è Bucky (Josh Hartnett) expugile finito in polizia nellaLos Angeles di fine anniQuaranta. Qui incontra unaltro sbirro, l’ambizioso Lee(Aaron Eckart), anche lui exboxer e fidanzato con l’appa-rentemente dolce e seducenteKay (Scarlett Johansson). I trediventeranno molto uniti, for-mando un triangolo platonico.

Nel frattempo la città è scon-volta dal raccapricciante omi-cidio (realmente avvenuto) diBetty Short (Mia Kirshner,celebre negli Usa per la lesbo-serie “L Word”) aspirante attri-cetta ribattezzata dai giornalidell’epoca “Dalia nera” per ilsuo look. La coppia di agentiviene coinvolta nelle indaginisul caso e intanto Bucky pernascondere la sua passioneper Kay si butta tra le bracciadell’inquientante e riccaMadeleine (le 2 volte premioOscar Hilary Swank). A que-sto punto l’intreccio si compli-ca rapidamente e sarebbe inu-tile tentare di descriverlo, lecose precipitano in un mondodominato dalle torbide passio-ni e dall’ossessione, ma allafine il nostro eroe riuscirà, purnon senza dolore, a svelare isegreti che lo circondano. Il grande De Palma torna alnoir, genere per il quale ha

sempre avuto un debole masoprattutto ha sempre dimo-strato una particolare bravura,ed è lui stesso ad ammettere,in una intervista, il suo debito“col grande cinema americanoanni Quaranta e Cinquanta.Oggi fare un noir è difficilissi-mo-. I personaggi sono tragici,vanno tutti all’inferno, per cuinon è facile trovare i finanzia-menti”. Per il futuro la visionedel regista, che ha ereditato lostile e le atmosfere dell’ine-guagliabile Alfred Hitchcock,non è allegra “se penso cheora il mio Scarface o un filmdi Sergio Leone può esserevisto nell’ipod…..penso chestiamo correndo il rischio peg-giore, cioè perdere la magiadel grande schermo”.Come dare torto al regista, ilcinema è grande schermo,non può essere altro, un filmdeve essere visto in sala albuio.

The black Dahlia

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LA PIAZZA D’ITALIA - TEMPO LIBERO

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Medicina, foglietti illustrativi incomprensibiliI Sistemi Sanitari Nazionali sembrano spesso operare nella convinzione che tuttii cittadini abbiano la massima padronanza linguistica e una buona - se non otti-ma - preparazione culturale. In realtà non è affatto così. Dell'argomento si occu-pa uno studio recentemente pubblicato dagli Annals of Internal Medicine. Lo stu-dio. I ricercatori del Louisiana State University Health Science Center hanno sco-perto che fino a quasi il 48 % dei pazienti (27 % nel caso di pazienti laureati, unapercentuale comunque elevatissima) non è in grado di comprendere le istruzioniriportate dai foglietti illustrativi dei medicinali né di eseguirle correttamente.

Maresciallo Rocca anche a fumettiIl maresciallo Rocca, reso famoso da Gigi Proietti in televisione, entra nelmondo dei fumetti: risolverà enigmi illustrati sulla rivista 'Il Carabiniere'.Gli autori della serie a fumetti sono tutti al femminile: a firmare i testi e lasceneggiatura è la giornalista romana Minna Conti, mentre i disegni sonodelle sorelle Gloria e Fiammetta Foresta Martin, da Palermo.La prima uscita è prevista per l’inizio del 2007: inevitabile pensare che leprime copie diverranno da subito preda dei collezionisti.

Finita la storia tra Lollobrigida e RigauL'imprenditore spagnolo Javier Rigau ha messo fine al suo fidanzamento con la stardel cinema Gina Lollobrigida, di 34 anni più matura di lui, scrive il giornale spa-gnolo hola.com. Lollobrigida, di 79 anni, e Rigau, di 45 anni, stavano preparandole loro nozze a Roma per il gennaio prossimo, ma la cerimonia è stata cancellata acausa delle pressioni esercitate dai media e di una serie di problemi organizzativi,secondo quanto riferito da Hola, che ha citato un comunicato dell'avvocato diRigau, Javier Saavedra, e altre fonti vicine alla coppia.

Università e lavoro, orizzonti incerti

Su cento studenti che s'i-scrivono al primo anno diuniversità, la maggior parteè interessata alla sicurezzacontrattuale più che all'in-dipendenza e alla flessibili-tà nel mercato del lavoroed ha una propensione perstatistica, ingegneria e eco-nomia. Peccato che poiventi, di questi cento,abbandonino i libri primadel secondo anno. Sonoalcuni dei risultati cheemergono da uno studiocondotto dal consorzioi n t e r u n i v e r s i t a r i oAlmaLaurea su un campio-ne di oltre 159mila studentie che verranno discussidomani, martedì 5 dicem-bre, presso l'aula magnadella facoltà di Economiadell'Università di Bolognain un convegno dal titolo"Costruire il futuro: l'orien-tamento alla scelta deglistudi universitari". "L'ingresso in università -spiega il direttore diAlmaLaurea, AndreaCammelli - spesso disorien-ta la giovane matricola. Larecente riforma degli orien-tamenti didattici universita-ri ha rappresentato un ulte-riore elemento di incertez-za in virtù della moltiplica-zione dei corsi di studiointrodotti. Anche se la rifor-ma ha contribuito a ridurregli abbandoni, purtroppooltre venti matricole sucento si ritirano dopo ilprimo anno: un costosociale, familiare e perso-nale davvero troppo eleva-

to". Secondo le stime diAlmaLaurea, il maggiornumero di abbandoni, conquasi il 27 per cento di stu-denti del primo anno chenon s'iscrivono a quellosuccessivo, si verifica nel-l'ambito geo-biologico. Aseguire, quello scientifico(23,8 per cento) e giuridico(23,1 per cento). Recordpositivo, invece, per l'ambi-to psicologico: solo il 9,8per cento non prosegueoltre il primo anno. Grazie al boom di contattidel test di autorientamentorealizzato da AlmaLaurea incollaborazione con ilnostro sito (il questionarioè stato compilato da quasiduecentomila studenti conuna media di 1200 personeal giorno e più di un milio-ne di pagine visitate), ilconsorzio, avvalendosi dialcuni psicologi, è riuscitoa stilare un'indagine suidesideri e i profili deiragazzi che si sono iscritti asettembre, o che si iscrive-ranno l'anno prossimo, aun corso di studi universita-rio. All'interno del test eranopresenti domande sul fun-zionamento del sistemaaccademico e quesiti chepermettevano ai giovani divalutare le proprie attitudi-ni e capacità di studio e diconoscere gli sbocchi occu-pazionali alla luce dellescelte compiute da laureatiin anni precedenti. Alla fine del test, per ogni

studente è stato possibiletracciare un profilo perso-nalizzato più o menodistante da uno dei dieciprofili base, divisi per lavo-ro svolto e percorso forma-tivo scelto. Per raffigurarele varie tipologie sono statiscelti degli "animaletti",ognuno con caratteristichediverse: dal "lupo d'appar-tamento" al "leone rampan-te", dalla "formica ambizio-sa" al "gatto sornione". "In linea di massima - spie-gano gli psicologi - chiesprime competenze 'ele-vate' in merito a uno deiprofili, tende a distinguersipositivamente anche neglialtri. È particolarmenteforte, ad esempio, l'associa-zione tra la focalizzazionedegli obiettivi e l'efficaciadel metodo di studio. Insecondo luogo, la consape-volezza delle proprie prefe-renze e interessi esprimeun legame debole con lealtre competenze e gode diuna certa autonomia rispet-to ad esse". Entrando in particolare nelmerito delle risposte relati-ve alle aspirazioni e ai valo-ri degli studenti spicca, adesempio, che la maggiorparte dei ragazzi (il 70 percento) ha una forte consa-pevolezza delle propriepreferenze e interessi;ancora, il 66 per cento dàun valore elevato alla for-mazione, contro il 29 percento che ne dà un valoremedio e una piccola parte(5 per cento) che pensa

che essa non sia fondamen-tale per assicurarsi un futu-ro. La stragrande maggio-ranza, inoltre, è disponibilenei confronti delle novità.Risultati diversi, invece,sulla capacità di affrontaregli imprevisti: si sentonosicuri solo 40 ragazzi su100. L'analisi di queste compe-tenze trasversali, spieganoda AlmaLaurea, ha permes-so di individuare cinquegruppi distinti e stabili digiovani: il primo gruppo èquello degli eccellenti, cheincidono del 22 per centosul totale. La maggior partedi essi proviene dal liceoclassico, è di sesso femmi-nile, risiede al Sud ed èrelativamente giovane. Iragazzi di questo gruppohanno manifestato un livel-lo di conoscenza del siste-ma universitario e del mer-cato del lavoro relativa-mente elevato. Il secondo gruppo è quellodegli "ottimi un po' media-ni", che incidono per il 16per cento e si caratterizza-no per le elevate compe-tenze in merito al metododi studio, alla focalizzazio-ne sugli obiettivi e ai risul-tati scolastici, per una rela-tivamente scarsa consape-volezza delle proprie prefe-renze e interessi per il futu-ro formativo e professiona-le e per un profilo interme-dio per quanto riguarda l'a-pertura al nuovo. Hannomaggiore probabilità diprovenire da un liceo

scientifico, di essere disesso femminile e vivere alnord. Ci sono poi i "medi opera-tivi", categoria in cui ricadela maggioranza degli stu-denti italiani: si distinguonoper le elevate competenzein merito alla disponibilitàal nuovo, per i risultati sco-lastici e la consapevolezzadelle proprie preferenze einteressi.Hanno maggiori probabilitàdi provenire da un liceolinguistico o da un istitutotecnico industriale e divivere al nord. In loro sipuò notare anche un orien-tamento pratico connotatoda un certo ottimismoverso il mercato del lavorocon una tendenza a valuta-re positivamente l'efficaciadel tirocinio formativocome canale d'inserimentooccupazionale. Quarto gruppo è quello dei"volenterosi" (19 per centodel totale), cui appartengo-no ragazzi che si distinguo-no per bassi livelli di com-petenza in generale, maalta capacità di analisi.Hanno maggiori probabilitàdi provenire da un istitutotecnico commerciale, diessere maschi, di vivere inItalia centrale e di essererelativamente adulti (quindiin ritardo negli studi).Ultimo gruppo è quello dei"deboli" (8 per cento): sidistinguono per bassi livellidi competenza in generale.Hanno maggiori probabili-tà, così come il gruppo pre-

cedente, di provenire da unistituto tecnico commercia-le, di essere maschi, divivere nel Nord-Est e diavere poche conoscenzesul sistema universitario e isuoi legami col mondo dellavoro. Parlavamo prima degli ani-maletti con cui sono raffi-gurati i profili dei ragazzi.Ebbene, quello che rappre-senta la maggior parte deglistudenti italiani che stannoper iscriversi al primo annodi università è quello della"formica ambiziosa". Iragazzi di questo profilo,spiegano i resposabili dellaricerca, cercano la stabilitàdel lavoro, la coerenza traquesto e gli studi universi-tari compiuti, la possibilitàdi acquisire professionalità,fare carriera e guadagnare.Allo stesso tempo, però, laformica non è appagatadalla possibilità di essereautonomi e indipendenti,dalla flessibilità dell'attivitàlavorativa, dal coinvolgi-mento nelle decisioniaziendali, dalla possibilitàdi svolgere un lavoro utileper la società. "La formica ambiziosa", ecosì dunque la maggioran-za degli studenti italiani, hauna propensione per il set-tore economico-statistico el'ingegneria; l'ambito lavo-rativo in cui trova general-mente lavoro è nel creditoe nelle assicurazioni, nellametalmeccanica, nella chi-mica, nella manifattura onell'informatica.

Secondo uno studio di AlmaLaurea i giovani sono sempre più insicuri e in difficoltà