1-15/15-30 Aprile 2007 - Anno XLIV - NN. 7-8

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Il prossimo 27 e 28 maggio si terranno le elezioni ammini- strative per rinnovare i sinda- ci e i consigli di circa mille comuni e i presidenti e i con- sigli di 8 province, in totale saranno circa 12 milioni gli italiani che avranno il diritto di esprimere il loro voto e che forniranno quindi un primo tangibile test sulla tenuta del Governo Prodi e che daranno in tempo reale anche una misura dell’indice di gradimento sul lavoro fin qui svolto dal Premier e dalla sua squadra di ministri e sotto segretari. Andando nei dettagli diciamo che si andrà al voto in città importanti come Genova, Palermo, Reggio Calabria, Verona, Parma, Piacenza, Latina, L’Aquila, Lucca, Trapani, Lecce, Taranto, Alessandria e per province come Genova,Vicenza ,Ancona, Varese, Vercelli, Como, La Spezia e Ragusa. E purtroppo anche per quan- to riguarda questa tornata elettorale, la C.d.L in parec- chie realtà locali o correrà Poste Italiane SpA- Spedizione in abbonamento postale - D. L. 353/2003 (conv. in L27/02/2004 num. 46) art. 1 - DCB-Roma 1-15/15-30 Aprile 2007 - Anno XLIV - NN. 7-8 - 0,25 (Quindicinale) In caso di mancato recapito restituire a Poste Roma Romanina per la restituzione al mittente previo addebito - TAXE PERCUE tass. riscoss Roma-Italy Abb. sostenitore da E 1000 - Abb. annuale E 500 - Abb. semestrale E 250 - Num. arr. doppio prezzo di copertina — Fondato da Turchi — COPIA OMAGGIO IL VERO SARKOZY — a pagina 3— ESTERI Per la vostra pubblicità telefonare allo 800.574.727 LA PIAZZA D’ITALIA www.lapiazzaditalia.it Una provocazione LA PIAZZA D’ITALIA di FRANCESCO DI ROSA IL BELLO DEL RELATIVISMO — a pagina 6 — CULTURA LA VIGNETTA Primo test per il Governo Prodi La recente strage avvenu- ta negli Stati Uniti offre il destro ad alcune consid- erazioni. Su tutte il fatto che l’intensità della pena incide pochissimo sulla prevenzione dei crimini. Gli Usa non sarebbero altrimenti fra le nazioni più violente del mondo. Ciò non toglie che la tolleranza a oltranza e la smania da recupero del “reprobo” produca gli stessi scompensi. Inoltre, la militarizzazione della società con la diffu- sione di massa del porto d’armi oltre a segnare la sconfitta dello Stato, inca- pace di garantire sicurez- za ai propri cittadini, crea degli sceriffi pericolosi. Un dei primi provvedi- menti di quel genio politi- co che fu Federico II, si ebbe proprio in tema di armi con il divieto assolu- to di portarle da parte dei cittadini. Gli unici deputati a por- tarle erano le guardie investite del non facile compito di mantenere l’ordine e garantire la sicurezza. Quanto alla pena di morte - laddove essa sia culturalmente e legal- mente accettata - ritengo che essa debba essere comminata nei giusti casi e nelle giuste dosi. Ad esempio, nei casi in cui il delinquente è assoluta- mente irrecuperabile (serial killer, genocida...). La Giustizia, mediante le pene, al di là di ogni retorica edulcorante e mistificante di stampo illuminista (l’uomo nasce libero, il mito del recu- pero, il buon selvaggio, le colpe della società...), non è altro che la vendet- ta della società nei con- fronti di chi ha sbagliato. Se come dice Nietzsche, i rapporti umani sono regolati dalla dalla logica creditore-debitore, ecco che attraverso la Giustizia la società creditrice si rifà sul delinquente - assas- sino o ladro che sia. Lo spauracchio morte deve finire depurandosi, delle nocive della psichia- tria. Elezioni amministrative di maggio A pagina 3 www.lapiazzaditalia.it Una Piazza di confronto aperta al dibattito su tutti i temi dell’agenda politica e sociale per valorizzare nuove idee e nuovi contenuti John Milton (1608–1674) “Nessun altro, al di fuori delle persone buone, può amare la libertà dal pro- fondo del cuore; tutti gli altri non amano la liber- tà ma la sfrenatezza.” ACTON INSITUTE For the study of Religion and Libert http://www.acton.org/research/libtrad/

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Elezioni amministrative di maggio. Primo test per il Governo Prodi. - Aprile 2007 LA PIAZZA D'ITALIA - www.lapiazzaditalia.it - fondato da Franz Turchi 1-15/15-30 Aprile 2007 - Anno XLIV - NN. 7-8 - € 0,25 (Quindicinale)

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Il prossimo 27 e 28 maggio siterranno le elezioni ammini-strative per rinnovare i sinda-ci e i consigli di circa millecomuni e i presidenti e i con-sigli di 8 province, in totalesaranno circa 12 milioni gli

italiani che avranno il dirittodi esprimere il loro voto eche forniranno quindi unprimo tangibile test sullatenuta del Governo Prodi eche daranno in tempo realeanche una misura dell’indice

di gradimento sul lavoro finqui svolto dal Premier e dallasua squadra di ministri e sottosegretari. Andando nei dettagli diciamoche si andrà al voto in cittàimportanti come Genova,

Palermo, Reggio Calabria,Verona, Parma, Piacenza,Latina, L’Aquila, Lucca,Trapani, Lecce, Taranto,Alessandria e per provincecome Genova,Vicenza,Ancona, Varese, Vercelli,

Como, La Spezia e Ragusa. E purtroppo anche per quan-to riguarda questa tornataelettorale, la C.d.L in parec-chie realtà locali o correrà

Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D. L. 353/2003 (conv. in L27/02/2004 num. 46) art. 1 - DCB-Roma 1-15/15-30 Aprile 2007 - Anno XLIV - NN. 7-8 - € 0,25 (Quindicinale)

In caso di mancato recapito restituire a Poste Roma Romaninaper la restituzione al mittente previo addebito - TAXE PERCUE tass. riscoss Roma-ItalyAbb. sostenitore da E 1000 - Abb. annuale E 500 - Abb. semestrale E 250 - Num. arr. doppio prezzo di copertina

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COPIA OMAGGIO

IL VERO SARKOZY

— a pagina 3—

ESTERI

Per la vostra pubblicità telefonare allo 800.574.727

LA PIAZZA D’ITALIA

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pia

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Una provocazione

LA PIAZZA D’ITALIA

di FRANCESCO DI ROSA

IL BELLO DELRELATIVISMO

— a pagina 6 —

CULTURA

LLAA VVIIGGNNEETTTTAA

P r i m o t e s t p e r i l G o v e r n o P r o d i

La recente strage avvenu-ta negli Stati Uniti offre ildestro ad alcune consid-erazioni. Su tutte il fattoche l’intensità della penaincide pochissimo sullaprevenzione dei crimini.Gli Usa non sarebberoaltrimenti fra le nazionipiù violente del mondo. Ciò non toglie che latolleranza a oltranza e lasmania da recupero del“reprobo” produca glistessi scompensi.Inoltre, la militarizzazionedella società con la diffu-sione di massa del portod’armi oltre a segnare lasconfitta dello Stato, inca-pace di garantire sicurez-za ai propri cittadini, creadegli sceriffi pericolosi.Un dei primi provvedi-menti di quel genio politi-co che fu Federico II, siebbe proprio in tema diarmi con il divieto assolu-to di portarle da parte deicittadini. Gli unici deputati a por-tarle erano le guardieinvestite del non facilecompito di mantenerel’ordine e garantire lasicurezza.Quanto alla pena dimorte - laddove essa siaculturalmente e legal-mente accettata - ritengoche essa debba esserecomminata nei giusti casie nelle giuste dosi. Adesempio, nei casi in cui ildelinquente è assoluta-mente irrecuperabile(serial killer, genocida...).La Giustizia, mediante lepene, al di là di ogniretorica edulcorante emistificante di stampoilluminista (l’uomo nascelibero, il mito del recu-pero, il buon selvaggio, lecolpe della società...),non è altro che la vendet-ta della società nei con-fronti di chi ha sbagliato.Se come dice Nietzsche, irapporti umani sonoregolati dalla dalla logicacreditore-debitore, eccoche attraverso la Giustiziala società creditrice si rifàsul delinquente - assas-sino o ladro che sia.Lo spauracchio mortedeve finire depurandosi,delle nocive della psichia-tria.

Elezioni amministrativedi maggio

A pagina 3

www.lapiazzaditalia.itUna Piazza di confronto aperta aldibattito su tutti i temi dell’agenda

politica e sociale per valorizzare nuoveidee e nuovi contenuti

John Milton(1608–1674)

“Nessun altro, al di fuoridelle persone buone, puòamare la libertà dal pro-fondo del cuore; tutti glialtri non amano la liber-tà ma la sfrenatezza.”

ACTON INSITUTE For the study of Religion and Liberthttp://www.acton.org/research/libtrad/

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quant’anche conservatore macome , pare oramai assodatoanche dagli elettori di centro-destra questi dirigenti nonsono capaci di creare di fron-te a maggioranze di centro-sinistra a tutti i livelli,unaqualsivoglia linea di condottaunitaria oramai da tempoimprocrastinabile. Ma fin quando avremo nellacoalizione di centro destrapersonaggi che si rifanno aideologie oramai sconfittedalla storia prima che dagliuomini, da politici che nellaloro carriera hanno indossatocasacche dei più disparaticolori politici, altri che all’e-poca della mondializzazione,avendo una sbagliata conce-zione del federalismo , auspi-cano un ritorno all’epoca deicomuni che lottavano controil Barbarossa, o ad altri anco-ra che tentano di creare unanuova Democrazia Cristiananon avendo né le capacità difarlo né la forma mentis,essendo cresciuti sì in quellostorico partito ma avendo vis-suto per età anagrafica , aimèper loro, la fase del compro-messo storico dei primi annisettanta in poi che tanti danniha creato alla crescita socialeeconomica e politica edanche etica e morale

dell’Italia, la creazione di unafederazione dei partiti di cen-tro destra sarà quasi impossi-bile. Appurato quindi che la mag-gior parte di questi dirigenti

di partito, capi bastone o capicorrente che essi siano, non

hanno la voglia o le capacitàper produrre quell’accelera-zione necessaria costituire unsoggetto politico moderno edadeguato ai tempi e così insi-stentemente richiesto dagli

elettori, si deve dare spazio agiovani o a chi abbia una

mentalità giovane ed innova-tiva pur non avendone l’etàche sappia condurre in portotale progetto. E questa “rivoluzione” deveiniziare principalmente dal

basso,cioè dalle sezioni deipartiti, dalle candidature ai

consigli comunali o provin-ciali o financo regionali per-ché è da queste istituzioniche sono più vicine ai cittadi-ni che si formano le futureclassi dirigenti nazionali, chegli si da il substrato culturaleadeguato ma soprattutto gli sida la capacità di relazionarsidirettamente con l’elettore econ le sue problematichecontingenti, bisogna direbasta cioè a politici catapulta-ti nelle stanze dei bottoni soloper la loro appartenenza aconsorterie varie o all’appara-to autoreferenziale delleattuali dirigenze dei partiti. Quindi è necessario ripartireproprio dalle elezioni localiper stimolare l’elettorato dicentro-destra dimostrandoglinon solo unità di intenti maanche capacità di amministra-re la cosa pubblica a tutti ilivelli e di farlo meglio e piùproficuamente per i cittadinidi quanto lo faccia il tantodecantato modello di sinistraal fine di ridare sprint allapolitica dei fatti rispetto aquella del chiacchiericcio pertentare di creare in un futuropiù vicino possibile un sog-getto politico di centro-destrapiù coeso e soprattutto di piùampia rappresentatività possi-bile.

LA PIAZZA D’ITALIA - INTERNI

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Pd: Bossi, in politica due piu' due spesso fazero, da nuovo partito nessuna ventatanuova (Adnkronos) - ''Non sempre in politica due piu' due fa quattro, a volte puo' anchefar zero''. A Pavia, in occasione della visita di papa Benedetto XVI, il leader delCarroccio, Umbero Bossi, ha cosi' commentato la nascita del partito democrati-co.

Napolitano a Cefalonia, 64 anni fa l'eccidionazista (Adnkronos) - Sul percorso dolente di Cefalonia, Napolitano ripercorrera' i passi del suo pre-decessore. Ciampi rese omaggio ai caduti italiani della divisione militare 'Acqui' il 1° marzo del2001, sottolineando che i nostri soldati, davanti al diktat tedesco, "decisero di non cedere learmi" ma "preferirono combattere e morire per la patria, tenendo fede al giuramento prestato".

Pd: diliberto, non e' bella giornata per la sinistraCatania, 22 apr. - (Adnkronos) - "Dal punto di vista della sinistra non e' una bellagiornata . E' pur vero che c'e' una semplificazione del quadro politico e tutte le coseche vanno verso l'unita' devono essere apprezzate. Faccio molti auguri al Pd ma dalmio punto di vista, questo non e' un bel segnale".

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divisa, vedi Latina doveAlleanza Nazionale ha visto ladefezione di una parte impor-tante di quadri edelettori,oppure ha trovato la“quadra”solo all’ultimo minu-to come a Verona o in altricomuni. Di nuovo quindiassistiamo a inutili tira e mollatra tutti i partiti di centro-destra i quali a livello localeevidentemente non fannoaltro che scimmiottare ciò cheavviene a livello nazionale. Per l’ennesima volta quindi citocca assistere a situazioniviste e riviste all’approssimar-si di qualsivoglia elezione, eda attenti osservatori di cen-tro-destra non possiamo chedire che evidentemente se adistanza di anni, tali situazio-ni di conflitto si ripetono noinon possiamo che conferma-re quanto più volte dichiaratoda questa tribuna anche intempi non sospetti: la stra-grande maggioranza dei qua-dri nazionali e locali di ForzaItalia, Alleanza Nazionale,U.D.C e Lega Nord non pos-siedono una “cultura” politicatale da poter creare, comeavviene nelle democrazie piùevolute dell’Occidente , unaalleanza, una federazione oquant’altro che possa esseredefinito liberale,liberista e

Elezioni amministrative di maggioP r i m o t e s t p e r i l G o v e r n o P r o d i

L’invasione di tale categoria- quella psichiatrica - nel-l’ambito della Giustizia stacreando delle situazioniparadossali che ne impedis-

Una provocazione

Prosegue dalla prima cono il dispiegamento.Per loro è sempre colpa diqualcun altro - la società, lamente.Attraverso questa ratio, stavenendo a poco a pocomeno uno dei cardini attra-verso il quale la Giustiziaruota: la responsabilità per-sonale.Dovendo rispondere agliirrenunciabili requisiti diefficacia ed equità, negarealla società la “legittimavendetta-difesa” rendeimpossibile il soddisfaci-mento di tali requisiti.Siamo arrivati al punto incui più un delitto è efferatoe più è possibile farla fran-ca. In tali casi, infatti, giunge insoccorso l’infermtà men-tale... Bisogna invece esserduri nei confronti di chi -senza batter ciglio - facciascempio delle leggi dellasocietà.Per i reati patrimoniali,invece, suggerirei il ripristi-no delle corvées, stavolta infavore della società anzichédel feudatario. Vale a dire:hai rubato tot mln di euro?Bene. Che la società ticostringa a lavori social-mente utili per tot numerodi anni fino alla restituzionedel sottratto. In questo caso il vito e l’al-loggio sarebbero davveromeritati.

Francesco di Rosa

L’evoluzione è un processoinarrestabile che spesso sitrova a negare se stesso. E’ questo che sta accadendoin Italia dopo che negli ulti-mi mesi la situazione climati-ca è stata affrontata a livellomondiale con una rinnovatae inedita attitudine allarmi-sta. Venti anni fa, dopo la trage-dia di Chernobyl, le giovaniforze ecologiste indipenden-ti ed interne ai partiti, hannopromosso e vinto il referen-dum per l’abolizione delnucleare sul nostro territorio. Hanno fatto forza sull’isteri-smo del popolo alimentandole speranze di un nuovomondo pulito, in equilibriocon la natura, si sono peròscontrati con il sistema pro-duttivo in continua crescita esoprattutto con una globaliz-zazione del problema cheforse gli era sfuggito. Se da una parte le forze eco-logiste, forti di una ragioneretorico-dialettica, avevanofatto affrontare agli italiani ilproblema di quale futurosarebbe stato con o senzaecologia, dall’altra hannousato un argomento di persé vergine nel nostro Paeseper portarsi sotto i riflettori ediventare una forza politicareale, una parte di un ingra-naggio e non un movimentofine a se stesso. Ora che il nostro sistemamediatico non si muove

senza aver interpellato il lea-der dei Verdi PecoraroScanio, ora che le sue perledi saggezza investono noitutti quotidianamente, biso-gnerebbe fare il punto diquanto sia stato funzionalealla vita del nostro Paese ilcontributo di una forza chedel giusto futuro si è fattabandiera ma che in realtà ditutte le sfide, che avrebbedovuto vedere in anticipo ecominciare ad affrontare pervincere, non ne ha fattoniente. Le cose sono sotto gli occhidi tutti: principalmente il sur-riscaldamento del pianeta,l’emergenza idrica, la crisienergetica. Quale di queste tre questioniè stata affrontata dai nostriecologisti con pragmaticaforza e determinazione perintravedere una soluzione?Nessuna. I nostri sono trop-po impegnati in questioniburocratico-istituzionali perpoter pensare al compito percui sono nati. La rinuncia al nucleare ci halasciato in balia delle oscilla-zioni del mercato petroliferoe dei suoi derivati, senzaovviamente metterci al sicu-ro da eventuali catastroficome quella di venti anni fa.E’ scontato ripetere dellavicinanza ai nostri confini dicentrali nucleari dei nostricugini francesi o dellaSvizzera e della Slovenia.

Questo naturalmente vabene per i Verdi, i confini, incaso di radiazioni, ci mette-rebbero al riparo da tutto.Meglio andare ad attingereda quelle centrali, pagandoprofumatamente e senza lapossibilità di controllarnel’attività.Il nucleare è però un aspet-to marginale rispetto al fattodi non essere riusciti a pre-vedere, a contestualizzare ea mettere sul tavolo con ildovuto anticipo (cosa chedove c’è competenza deveavvenire) il problema globa-le della sete di risorse ener-getiche e idriche che ilmondo ha. Il problema prin-cipale tra i tanti è che Cinaed India, con le loro econo-mie in continua crescita,assorbiranno molto di quelloche sarà necessario a noi e ilfatto di averci tolto quell’au-tonomia energetica, anchese limitata, che veniva dalnucleare non è altro che unpiccolo cadeau per il nostrofuturo da parte di coloro chetuttora si ostinano ad ostaco-lare questo tipo di energia. Ora l’ONU ha deciso la stra-da da seguire e questa portaall’energia nucleare pulita e iverdi, che con i suoi alleatinon espletano nessuna fun-zione, neanche la più natu-rale, senza l’avvallo delleNazioni Unite, cosa faranno? Continueranno la loro batta-glia per il fotovoltaico?

Assolutamente si, perchésecondo la loro logicaè giu-sto deturpare il panoramacon distese immense di pan-nelli solari e gigantesche eli-che, con costi astronomici,piuttosto che valutare l’ipo-tesi di aver commesso unerrore di valutazione (da cuihanno notevolmente guada-gnato in rilievo politico). Nei vari summit di questimesi i problemi poc’anzielencati sono stati messi instretta relazione, la situazio-ne si sta aggravando e mal-grado l’Italia abbia sottoscrit-to tutti i protocolli, è moltoindietro con la normativa.Questo malgrado il fatto chela tecnologia a tutti i livellivenga in aiuto. I politici,invece di addossare respon-sbilità e peso morale ai sin-goli cittadini, invece dischierarsi sempre e solodove il cemento invade un’a-rea, dovrebbero limitarsiall’ammodernamento dellestrutture per limitare glisprechi e ad imporre al siste-ma produttivo un comporta-mento più compatibile con itempi e non a fare accordiche, in nome di una produ-zione che non deve decre-scere, portano i consumatori- schiavizzati da ogni tipo diconsumo - ad aggravare unproblema ormai sotto gliocchi di tutti.

Gabriele Polgar

L’Italia e il nucleareIl danno dell’isterismo post Chernobyl e le nostre forze ecologiste

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LA PIAZZA D’ITALIA - ESTERI

1-15/15-30 aprile 2007 Pag. 3

Iran: Ue approva lista persone e organizza-zioni colpiti da sanzioni (Adnkronos/Aki) - A Lussemburgo i ministri hanno inoltre dato il via libera diprincipio anche all'attuazione della seconda serie di sanzioni adottate contro l'Irandal Consiglio di sicurezza dell'Onu lo scorso 24 marzo. Le nuove misure preve-dono un embargo sulla vendita di armi all'Iran.

Russia: Eltsin morto per arresto cardiaco(Adnkronos) - Boris Eltsin e' morto per un improvviso arresto cardiaco, ha riferitol'agenzia Interfax citando i medici dell'ex presidente russo eletto nel 1991 e in cari-ca fino al 1999.

Israele: commissione Winograd accusaOlmert di 'grave fallimento' (Adnkronos) - Il rapporto parziale della commissione Winograd accusa il primoministro israeliano Ehud Olmert di "grave fallimento" nell'esercitare il suo giudizio,la sua responsabilita' e la sua prudenza al momento dello scoppio della guerra inLibano. Gravemente responsabili anche il Ministro della difesa Peretz e l’ex Capodi Stato Maggiore Dan Hautz.

Con il secondo turno dellepresidenziali francesi alleporte si avvicina il momentodella verità su un sistemapolitico che dal 1958 ad oggi,e cioè dalla dichiarazionedella quinta repubblica, perla prima volta si trova alleprese con un salto generazio-nale, sentimenti di apparte-nenza partitica sfumati, leaderforti e ricette contraddittorie. Ma i problemi sono sempre isoliti per un paese gravato daun sistema fiscale oppressivoparagonabile a quello italia-no, con una disoccupazioneperò tra le più alte in Europa,con un diffuso malcontentolegato alla incapacità dellaRepubblica di avere ragionedi bande di malviventi cheagitano le banlieu, un’identitànazionale che si sente minac-ciata dal crescente peso dellacomunità musulmana, unprestigio internazionale aiminimi termini dopo i falli-menti diplomatici di Chirac ela convinzione espressa daicittadini e manifestata neisondaggi (70%) che il paesesi trovi in una fase di declino. Dopo il primo turno restanoin campo per la scelta defini-tiva del 6 maggio il duro epuro poliziesco, già Ministrodell’Interno, Nicolas Sarkozy(UMP) che ha raccolto il 31%delle preferenze di voto esubito dietro di lui con il 26%la meravigliosa mamminadella porta accanto SégolèneRoyal (Partito Socialista), cheè riuscita a far crescere inmodo significativo il suo par-tito dimostrandosi al di là di

tutto un politico dal carismainnegabile. Il risultato avrà molto signifi-cato per la Francia in se stes-sa ma anche e soprattutto peri francesi e per capire cosasignifica oggi per essi il por-tato della loro identità nazio-nale. Su questo Sarkozy habattuto dividendo il paese,anche all’interno delle fila deisuoi, come quando ha dicha-rato che da Presidente istitui-rà un ministero per l’ “immi-grazione e identità naziona-le”. Lo storico Pierre Nora ilpiù fiero oppositore dell’ini-ziativa, ha ribattuto come col-legare l’immigrazione all’i-dentità nazionale sia “cometattica, un errore, o un’ideanon di largo respiro, perchéagitare la bandiera dell’identi-tà nazionale non è solo qual-cosa che riguarda l’immigra-zione - è molto di più.” (Norasostiene che ciò che ha inmodo più determinante alte-rato il carattere nazionale deifrancesi è stato il lungo perio-do di assenza della guerra).Ai nastri di partenza Sarkozyè comunque accreditato diuna forte maggioranza – 55%in un sondaggio del Figaro eciò nonostante il genio diSégolène Royal, abile nelcostruirsi un’immaginemediatica talmente politica-mente corretta e impeccabiledal rendere stonata quasisempre ogni sua presa diposizione, sembra nato aposta per essere scolpito nelmarmo del PantheonEurosocialista. La Royal ènata nell’Africa Occidentale

figlia di un ufficiale militarecoloniale, è salita alla ribaltasostenendo che la destra nonha il monopolio dell’ordineper poi tacciare di eccessi lapolizia intervenuta per sedaregli scontri scoppiati a al LaGare du Nord, dice di ammi-rare Tony Blair per il suoapproccio di successo da sini-stra alle problematiche dellaglobalizzazione e invita laGran Bretagna a scegliere tral’Europa e gli USA, poi criticail fallimento dell’introduzionedelle 35 ore con le graviripercussioni sulla produttivi-tà del paese ma propone unincremento del salario mini-mo del 20%. Infine vuole piùdemocrazia e rappresentanzadiffusa poi si dice ammiratadal sistema di giustizia cinesesuscitando inquietudini tra gliaddetti ai lavori. Critica il ’68,sì il ’68 francese, incassandole aperture niente meno chedi Laurent Baumel (“senzaessere dei pericolosi reazio-nari, si può tranquillamenteasserire che le nuove libertàpersonali che piacevano agliuomini e le donne della‘generazione 1968’, per la viadi fuga che esse offrivano aimodelli di famiglia tradiziona-li, non hanno avuto effetticompletamente positivi sull’i-dentità e l’equilibrio dei bam-bini.”). Al di là della effettività dellesue prese di posizione a voltegrottesche (come quandocadde nello scherzo telefoni-co abbracciando la causa del-l’indipendenza del Quebecdal Canada causando così un

incidente diplomatico), con ilsuo stile svampito cui tutto sipermette, la Royal sta promo-vendo un processo di cam-biamento all’interno del parti-to socialista francese i cui svi-luppi sono tutti da seguire. Come da seguire è l’evoluzio-ne politica dell’outsider cen-trista Bayrou con il suo parti-to post-ideologico del “cam-biamento”. Voti di centrode-stra che vorrebber esserespesi a sinistra in sordina: unfilm già visto a sud delle alpi. Ma il populismo riformatoredella Royal sembra un’armaspuntata al meno per questatornata di presidenziali non-ostante il centrista Bayroucon il suo 18% dicendo cosecome “Nicolas Sarkozy, attra-verso la sua vicinanza almondo degli affari e al pote-re dei media, attraverso il suogusto per l’intimidazione e leminacce, concentrerà a sépoteri come mai prima.”abbia di fatto chiaramentedetto con chi non sta. E il secondo turno sarà pro-prio questo un referendumsulla figura di Sarkozy, unafigura che spacca, che oltral-pe agita e mobilita tutti i gau-chismi possibili contro lospauracchio berlusconiano acui viene spesso ricondotta lasua figura. E Nicolas Sarkozy probabil-mente vincerà, anche con l’a-stensione di parte dei lepeni-sti, ma la vera notizia sarà seper davvero egli dall’Eliseoterrà fede al programma cheispirò la sua escalation politi-ca: meno tasse, più libertà,

più concorrenza, meno Stato,più USA, meno UE.Praticamente una rivoluzionecopernicana che lo mettereb-be in rotta con tutto l’esta-blishment della macchinaburocratica che in Franciafunziona ed ha un peso deci-sivo nella società. Le avvisa-glie di un indietro tutta cisono eccome: nella campa-gna elettorale Sarkozy è abil-mente sfuggito ai temi dellapolitica estera e a domandesul suo filoamericanismo, hainvece supportato la politicaindustriale dei campioninazionali e una solidarietàsostenuta dallo Stato. Solo una tattica per schivarecon meno danni possibili iguasti di un referendum pro ocontro la sua persona?Doppiezze politiche peraccattivarsi i centristi indecisie preparare il terreno per lavittoria al secondo turno? Resta un dato di fatto su cui

sono d’accordo tutti i parteci-panti al primo turno dellepresidenziali che si conclude-ranno il 6 maggio prossimo: ilbisogno di superare l’ereditàavvelenata di Chirac. IlPresidente uscente dovevaregalare ai francesi una nuovadeclinazione di granduerrendendo la Francia motoredecisionale del processo dicambiamento della UE in unarinnovata superpotenza euro-pea e invece ha affossatodefinitivamente l’Unione conil drammatico fallimento delreferendum sullaCostituzione, doveva ricom-porre la frattura sociale nelpaese e l’ ha portato quasi aprove tecniche di guerra civi-le. Per una sfida come questaforse c’è proprio bisogno diuno come Sarkozy. Sì. Ma di quello vero.

Giampiero Ricci

Il vero Sarkozy per superare l’eredità avvelenata di Chirac

S e c o n d o t u r n o d e l l e p r e s i d e n z i a l i f r a n c e s i

Un altro capitolo dell’infinitatelenovela mediorientale staper essere scritto e, comesempre accade, sarà ricco dieventi epocali che si ridurran-no ad un rimando al capitolosuccessivo, il lettore può solosperare che prima o poi qual-cuno riesca a scrivere un fina-le per questa storia infinita.Al momento le iniziative prin-cipali vengono da quelmondo arabo che fino ad orasi è limitato a guardare e acriticare l’operato di Israele edell’Occidente. Ma come sap-piamo la paura muove coseche fino a quel momentoerano immobili e questo staaccadendo in un’area che stapiano piano comprendendoun numero sempre maggioredi Stati.L’Iran del PresidenteAhmadinejad continua il suopercorso nucleare, i proclami,le minacce e le azioni (segre-te) in terra irachena. La desta-bilizzazione dell’area fa pauraa molti e, come previsto, hacomportato un’allarme diffu-so in quei Paesi che anelanoad un equilibrio e che dellamoderazione hanno fatto la

loro nuova bandiera.Con a capo il Regno Saudita,il mondo arabo sta preparan-do il terreno per un’iniziativaallargata che permetta di daresperanza ai popoli dell’area.Base di tutto questo è la nor-malizzazione dei rapporti conIsraele, in pace solo con laGiordania e con l’Egitto. Sulpiatto vengono messe ipotesied iniziative che stannoriscuotendo consensi ma iproblemi fondamentali sonodue: il primo è quello deiprofughi, in un primomomento trascuratodall’Arabia Saudita, l’altrol’ambiguità di una parte degliinterlocutori regionali.Mentre Israele e ANP si misu-rano con incontri periodici,tra un’azione dimostrativa el’altra, e il Presidente AbuMazen cerca di riscuotere uncredito internazionale cheoramai stenta ad esserglinegato, i suoi compagni delneo Governo di unità nazio-nale di Hamas si cimentanoin un recital le cui provegenerali sono state portateavanti quasi quotidianamen-te: hanno deciso di rompere

la tregua e “cominciare” alanciare razzi su Israele (macosa hanno fatto durante latregua di differente?).Nel frattempo la Lega Arabadecide di muovere le primepedine per riordinare la zonae manda Giordania e Egitto adialogare con Israele pergiungere ad un pareggiodella partita.L’Europa, Italia in testa,abbraccia il moderato AbuMazen con i giusti onori e siimpegna a sostenere tutto ilpossibile a condizione che siariconducibile alle categoriedel velleitario: presto questomodus operandi si manifeste-rà in tutta la sua dirompenterealtà. Sì perché purtroppoHamas nella striscia di Gaza eHezbollah in Libano hannoapprofittato dell’indulgenzainternazionale per riordinaregli organici e riarmare le fila,pronti a combattere quelloche per loro rimane l’unicovero obiettivo: la distruzionedell’entità sionista.A nulla è servito “l’embargo”della comunità internazionalevisto che il 2006 è stato perl’ANP l’anno con la maggiore

raccolta di aiuti, malgrado letante parole i Governi i soldili hanno inviati e tanti, il pro-blema è a cosa sono servitivisto che non venivano paga-ti gli stipendi ai dipendentipubblici e tutto sembravadiretto verso un crollo delsistema.La testimonianza implicita diquanto detto è la corsa cheviene fatta per mettere dellebasi ad un dialogo agoniz-zante da tempo. C’è un susse-guirsi di dichiarazioni chefanno capire quanto siaurgente riuscire ad estromet-tere l’estremismo perché learmi sono cariche da tempo epoco basterebbe a far rico-minciare tutto da capo. Nonultima la sorprendentedichiarazione del Presidentedel Pakistan Musharaff che sioffre come mediatore se leparti lo vorranno.Ma cosa si può costruire seuna parte determinante delGoverno palestinese continuaa perorare una causa anacro-nistica, se continua a detene-re un ostaggio dell’esercitoisraeliano rapito in territorionemico e se pretende per il

suo rilascio un numero cre-scente di detenuti e la possi-bilità di scegliere anche quali?Con chi bisognerebbe dialo-gare? Con coloro che lancia-no razzi, che finanziano eorganizzano il terrorismo sui-cida?La risposta è sì. Secondoquanto dichiarato dalGoverno italiano Hamas nonsarebbe più una minacciavisto che il nuovo Governonato in Arabia Saudita è uncompromesso che garantiscei migliori auspici per tuttoquello che verrà. Non èimportante che il PrimoMinistro Haniye faccia sem-pre e comunque dichiarazio-ni belligeranti e che non lascispazio a nessun ottimismo.Erano al corrente i nostri diri-genti che mentre loro erano,chi al ricevimento all’amba-sciata israeliana per il giornodell’indipendenza, chi a rice-vere il Presidente Abu Mazen,decine di missili Qassamsono stati lanciati sul territo-rio israeliano dal braccioarmato di Hamas, mentrecontemporaneamente, inun’altra zona, i sensori del

“muro della vergogna” hannosegnalato il tentativo di incur-sione di un commando, bloc-cato dai militari israeliani?Quali dovrebbero essere leprospettive e quale il proget-to reale che dovrebbe mette-re fine a tutto questo?Curioso considerare infineche nella partita manca uninterlocutore dal nome altiso-nante ma dalle capacità piut-tosto ridotte: l’ONU, l’organi-smo supremo transnazionalesi è rassegato a lasciare vialibera ad iniziative di singoleentità, piccole o grandi chesiano, stanco dei suoi conti-nui fallimenti e forse perchéin parte frenato da quellapredominanza ostile più diquanto si pensi all’occidenteed allo Stato ebraico.Un mondo in continuo movi-mento alla ricerca del proprioequilibrio sta forse uscendoda una lunga fase di stallo,ma un epilogo affascinante diuna questione così ingarbu-gliata c’è da credere cheancora nessuno abbia la fan-tasia di scriverlo.

Gabriele Polgar

Partita a scacchi in mediorienteL a m o s s a d e i P a e s i a r a b i

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LA PIAZZA D’ITALIA - ECONOMIA

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Enologia: grandi marchi, aumentano presenze sumercati esteri (Adnkronos) - In forte aumento le presenze delle grandi firme del vino italianosui mercati esteri dal 2004 al 2006: +20% negli Usa, + 45% in Giappone, + 70%per Russia e Cina, per arrivare ad una partecipazione significativa sul mercatoindiano di tutte le aziende associate.

Siccita': Urso (AN), occorre un vero piano energetico (Adnkronos) - "Credo che abbia ragione il presidente di ConfindustriaMontezemolo, nel lanciare il suo grido d'allarme per l'impatto che la siccita' potreb-be avere sull'intero sistema produttivo e che occorra pensare a interventi strutturali,quindi anche di medio e lungo termine, che a nostro avviso devono riguardare siala gestione delle risorse idriche, sia l'elaborazione di un piano energetico che puntia differenziare le fonti di produzione riaprendo anche la questione nucleare"

Bolivia: Morales, moneta unica sudamerica sichiamera' Pacha (terra) (Adnkronos) - Una moneta unica per il Sudamerica. La proposta, di cui si sta par-lando da mesi e che e' stata lanciata dal presidente venezuelano Hugo Chavez, e'ripresa ora dal presidente boliviano Evo Morales. Il presidente indio l'ha rivolta a tutti i Paesi dellanuova Unasur, l'Unione delle Nazioni Sudamericane.

I l c a s o p i ù e m b l e m a t i c o d e l l a s t o r i a p o l i t i c o - f i n a n z i a r i a d e l l a S e c o n d a R e p u b b l i c a

Telecom: il gigante telefonico che fine farà?La proprietà di Telecom è diTronchetti Provera.Cominciamo col dire che l’as-setto proprietario della com-pagnia telefonica è di un sin-golo privato; si dice da piùparti soprattutto nel settorepubblicistico, che la suaposizione predominante sulmercato porterebbe il con-trollo ad esplicarsi attraversoun meccanismo di scatolecinesi, non con una modernaOpa ma attraverso una tratta-tiva privata. La Telecom Italiaè dunque praticamente blin-data, impossibile da sottrarrecon Opa realistiche all’attualeproprietà. Telecom Italia nonè una public company maun’azienda in cui i piccoliazionisti sono alla mercédella benevolenza e dellacorrettezza del maggioreazionista. In compensoTelecom deve sopportare ilpeso di miliardi di debiti,prodotti dall’Opa diColannino, che rischiano difrenarne lo sviluppo. Unagrave responsabilità è dellapolitica, che non ha mai fattorealmente un passo indietrorispetto alla vicenda diTelecom privata, comedimostra la protezione datada D’Alema all’Opa colan-niniana. Le vicende che caratterizzanoi mercati finanziari in Italiaruotano sempre attorno alladicotomia che c’è tra unasoluzione di tipo privatisticoed una di tipo pubblicistico.In realtà come l’esperienzastatunitense ci insegna le pri-

vatizzazioni, nella maggiorparte delle realtà aziendali,hanno raggiunto quasi sem-pre livelli di efficienza nonsolo gestionale ma soprattuttosotto il profilo della profitta-bilità e della redditività eco-nomica. Dunque oggi sedovessimo scegliere tra unaprivatizzazione ed una nonprivatizzazione della rete tele-fonica sicuramente opteremoper la prima, ma il problemariguarda l’enorme indebita-mento finanziario che gravasul passivo patrimoniale delgestore italiano. Dal punto divista strettamente tecnico-contabile non ci sono spaziper smentire il fatto che unelevato indebitamento siadipendente da una cattivagestione del passivo di bilan-cio, quindi le sue causeandrebbero sicuramentericercate nella scarsa capacitàgestionale del managementcontabile ed amministrativodella Compagnia, che proba-bilmente ha sottovalutatol’entità dei ricavi di gestionenon idonei a coprire la massadebitoria che andava lievitan-do negli anni e forse anchein scelte strategicamente rive-latesi inefficienti ed inefficacinel tradursi in un cash flowsufficientemente adeguato acompensare il passivo dellasocietà. Ma è difficile pensare che inun quadro manageriale cosìimportante possano risiedereprofessionalità despecializ-zate, o addirittura distratte nelmonitoraggio dell’andamento

societario, allora qual è lacausa di una notevole e quasiirreparabile situazione diindebitamento finanziario diTelecom Italia? Le ipotesi possono esseremolteplici e non è compito dichi scrive cercare di capire infondo le cause realistica-mente provocanti un livellodi indebitamento così eleva-to, ciò che sarebbe utilecapire è che il problemafinanziario di un colosso dellatelefonia italiana, va a som-marsi ad altri problemifinanziari che il nostro paeseha subito nel corso degli ulti-mi decenni, come la Bancad’Italia, il caso Ricucci.Dunque il problema è piùvasto e generale ma è purvero che il ceppo è comune:i mercati finanziari soffronodi un male nascosto nellecause ma evidente nei risul-tati. Ciò determina la solitascelta se privatizzare o ren-dere pubbliche societàesistenti, che avendo proble-mi finanziari non sono piùgestibili e sostenibili da unpacchetto azionario compos-to solo da privati. L’interventopubblico dello Stato dunquesi sostanzierebbe nell’accol-larsi i debiti generati, macome tutti sappiamo lo Statoitaliano non può permettersidi incrementare il suo passivoaltrimenti oltre a vederci tuttipiù tassati dovremmo fare iconti con i parametri diMaastricht quindi conl’Europa che ci chiede diridurre assolutamente il deb-

ito pubblico. Allora qual è lascelta meno dolorosa?Ovviamente in questi casi è lapolitica a pronunciarsi perprima, ma il metodo risoluti-vo non può sempre essereimmediato e proposto soloquando scoppia il problema;l’opera di prevenzione suiconti è un atto dovuto perevitare situazioni di deficien-za e di precarietà che pos-sano compromettere il fun-zionamento e la gestione disocietà troppo importanti perl’utenza finale. E’ il caso di uniformarsi almotto che spesso viene adop-erato nel settore medico:

“meglio prevenire checurare”, questo principio sevenisse rispettato anche neisettori finanziari probabil-mente ridurrebbe il marginedi rischio di veder un pac-chetto azionario cambiarenazionalità. Le strategieaziendali non possono ten-dere alla fusione o all’accor-pamento di altri rami azien-dali se questi portano con séuna massa debitoria, o avran-no nel breve periodo cioèsubito dopo l’operazione difusione un effetto indebita-mento che non avrà autono-ma copertura. Se l’indebita-mento deve essere accollato

dall’azienda incorporante,salvo valutazioni possibilis-tiche, nella maggior parte deicasi si finisce per registrareun indebitamento più altoanche per l’incorporante.Questo meccanismo è statoun po’ lo specchio delle oper-azioni straordinarie poste inessere tra Telecom Italia eTIM e il risultato è agli occhidi tutti disastroso. Chi riusciràa risanare l’indebitamentodella Telecom? Certo meglio che il risana-mento venga effettuato daSocietà italiane che non dastraniere.

Al termine di una riunionetesa e dall’esito incerto finoall’ultimo, l’Abi (Associa-zione bancaria italiana) eassociazioni dei consumato-ri hanno trovato un accordoper «ricondurre ad equità» lepenali sui mutui bancariaccesi prima dell’entrata invigore del decreto Bersani,così come disposto dallostesso decreto liberalizza-zioni. Secondo Paolo Landi,segretario di Adiconsum «èun risultato importante, cheabbatte in modo considere-vole le attuali penali percoloro che intendono chie-dere l’estinzione anticipatadel mutuo».Per anni le associazioni deiconsumatori hanno conte-stato duramente le eccessi-ve penalità per l’estinzioneanticipata del mutuo e ladifficoltà a trasferire ilmutuo da una banca adun’altra. Il Governo con ildecreto (7/07) e ilParlamento con la legge(40/07) hanno stabilito per imutui prima casa sottoscrit-ti dopo il 2 febbraio 2007 e

per gli altri mutui accesidopo il 3 aprile 2007 ilcosto zero nel caso di estin-zione anticipata unitamenteal costo zero per la cancel-lazione dell’ipoteca a finemutuo. Per i mutui stipulatiprecedentemente, la leggerinviava la definizione dellepenalità ad un accordo traassociazioni consumatori eAbi. L’accordo siglato aRoma a palazzo Altieri,sede dell’Abi, interessa 3,5milioni di mutui accesi tra-mite banche e altri soggettiche offrono mutui, anche secoloro che effettivamentericorrono all’estinzione anti-cipata sono una minoranza(il 5-7% del totale).Nel dettaglio ecco cosa pre-vede l’accordo e quali ivantaggi per le famiglie eper i professionisti:A) Mutui stipulati primadel 1° gennaio 2001. Sonoquesti i mutui che possonoessere maggiormente inte-ressati da una possibileestinzione anticipata, poi-ché i tassi d’interesse prati-cati sono ancora all’8%.

L’accordo prevede per tuttiquesti mutui siano essi atasso fisso, a tasso variabile,a tasso misto che la nuovapenalità massima non potràpiù superare lo 0,50%. inol-tre nel caso in cui il mutuosia prossimo alla scadenzaper il terz’ultimo anno lapenalità scende allo 0,20 eper gli ultimi due anni nonè prevista alcuna penalità. Èprevista inoltre una clauso-la di salvaguardia che pre-vede per quei casi che giàoggi sono al di sotto dello0,50% una riduzionecomunque dello 0,20% nelcaso di tasso fisso e zeronel caso di mutuo a tassov a r i a b i l e .B) Per i mutui stipulatidopo il 1° gennaio 2001.In questo caso l’accordoprevede che per i mutui atasso variabile e quelli atasso misto restano le con-dizioni precedenti e cioèdello 0,50%-0,20% e 0% pergli ultimi due anni, cosìcome permane la clausoladi salvaguardia. Per i mutuia tasso fisso la penalità

viene ridotta all’1,90% nelcaso in cui l’estinzione anti-cipata avvenga nella primametà di durata del mutuo,che scende all’1,50% per laseconda metà del mutuo.Inoltre anche per questi nelterz’ultimo anno la penalitàscende allo 0,20% ed è acosto zero per gli ultimi dueanni. Per i soli mutui a tassofisso accesi dopo il 2000con una penale pari o supe-riore all’1,25% la clausola disalvaguardia è dello 0,25%.Per i mutui con penale infe-

riore all’1,25% la clausola disalvaguardia è dello 0,15%come per tutti i mutui atasso variabile. Per esserepiù espliciti: nel caso in cuiil contratto di mutuo fossegià all’1,90% viene applica-ta comunque una riduzionedello 0,25%, pertanto lapenale sarà dell’1,65%.L’accordo prevede la costi-tuzione di un Comitatoapposito con rappresentantidell’Abi e delle associazioniconsumatori che verificheràl’attuazione corretta dell’ac-

cordo e che potrà trascorsol’anno anche revisionare lecondizioni dell’accordo.Inoltre i benefici devonoessere applicati automatica-mente e senza alcun costo(neppure di comunicazio-ne) senza cioè che il consu-matore ne debba fare espli-cita richiesta. Per coloroche avessero estinto ilmutuo in questo periodo, lemaggiori somme versatesaranno rimborsate sullabase del nuovo ammontaredelle penali.

L’intesa sulle penali per i mutui

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LA PIAZZA D’ITALIA - APPROFONDIMENTI

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Internet: Nielsen, a marzo i navigatoricrescono del 5% (Adnkronos) - A marzo crescono in Italia i navigatori in Internet: 18,8 milioni gliutenti che si sono connessi al Web almeno una volta nel mese da casa o dal luogodi lavoro (+2% rispetto a febbraio 2007, +5% rispetto a marzo 2006), che diven-tano 20,7 milioni prendendo in considerazione anche chi ha utilizzato applica-zioni quali l'instant messenger o i programmi per scaricare musica e film

Clima: Coldiretti, allarme siccita' per il Po, cala di80 cm in 7 giorni

(Adnkronos) - Si aggrava la situazione di emergenza idrica con il fiume Po che aPontelagoscuro e' sceso di 80 centimetri in una sola settimana mentre il lago diGarda e' a Peschiera e' di cinquanta centimetri al di sotto della media storica degliultimi 50 anni.

Ambiente: dal muflone al gatto selvatico,Sardegna paradiso biodiversita' (Adnkronos) - Non solo spiagge farinose e mare cristallino. La Sardegna siconferma il paradiso della biodiversita'. Il fenicottero rosa, il pollo sultano, l'ai-rone rosso, il marangone dal ciuffo, il muflone, il gatto selvatico sardo, maanche il Rubus arrigonii e il Ribes sandalioticum. Sono solo alcune delle spe-cie animali e vegetali che popolano l'Isola.

La storia parte da qui. Trediverse etnie che si disputanoun emporio fiorente sullesponde di un fiume.Accampate su colli contrap-posti, scelgono una zona fran-ca, fuori, un forum, per diri-mere le loro controversie. Sidanno un Istituzione, facendo-la provenire direttamente dauna religione della natura edella parola. L’atto fondativoinfatti è nella parola,“Impugnata la tromba liturgica,che i romani chiamano lituus,Romolo pronunziò il nomedella città…una città ha trenomi: uno segreto, uno sacraleed uno pubblico.” (G.Lydo, Demensibus). Giandomenico Casalino, stu-dioso dedito all’approfondi-mento della dimensione giuri-dico-religiosa del mondo clas-sico greco-romano, con “Ilnome segreto di Roma”,Edizioni Mediterranee (2003),pagg. 206, rivolge la sua pas-sione indagatoria sopra unodei temi preferiti del tradizio-nalismo romano, quello dellaricerca del nome, esoterico edessoterico al tempo stesso, diRoma. Il tema da sempre rappresenta

la strada maestra per l’introdu-zione alla filosofia della roma-nità che nella conclusione dellibro deve ancora oggi esserericonosciuta come quella occi-dentale. Il libro vuole dimostrare chenel distico numen-nomen ènascosta la soluzione del mille-nario dilemma e cioè che ilnome di Roma nasconda lafilosofia che va riconosciutanel ciclo eroico-uranico guer-riero nato a partire dalla mito-logica cacciata di Saturno sullaterra da parte di Giove. Saturno arrivato sulla terrafondò la sua città, “Saturnia”,inaugurando l’avvento dell’Etàdell’Oro. Ora gli studiosi dellamateria hanno spesso indivi-duato proprio in SaturniaTellus – la terra di Saturnia - ilnome segreto della città eter-na, dove risiederebbe il miticotempio dedicato a Saturno, mal’autore dirige il suo campo diindagine su un piano differen-te collazionando contributiautorevoli (da Pascoli al DeSanctis, da Macrobio al DeAngelis, facendo suo l’approc-cio a tutto tondo del tradizio-nalismo e del misticismo deiRené Guenon, Gurdijeff,

Evola, fino a Elemire Zolla) eprove archeologiche, cui fannoeco le ultime scoperte diCarandini sulle mura del pala-tino – la nuova fonte di Etàregia - attorno alla convinzioneche i nomi di Roma debbanoessere ricercati nel platoniconon detto. In particolare nelculto tipicamente romano del-l’affermazione dell’uomo sullaterra, nei tre sensi: segreto,religioso, pubblico. Tre nomi appunto in un giococomplesso di simboli che puòessere ridotto alla realizzazio-ne terrena della triade capitoli-na Giove-Venere-Marte: seGiove è l’Uno, Venere e Martesono un tutt’Uno (mito di OpiConsivia, Venere ermafrodito,piena mescolanza dell’animaguerriera di Marte e della forzadell’Amore) che si declassa ter-restrizzandosi e da forzadell’Amore (A-mor, eterna), daforza di vita, diventa una forzadi Morte, di guerra, Marte eRoma. Amor e Roma nel gioco lingui-stico e filosofico dei contrariVenere-Marte, dovrebberoessere quindi proprio il primoe il terzo nome della città, ilsecondo nome essendo,

secondo le fonti, individuato inFlora, antico nume tutelare edivinità del mondo agricolo:con l’affermazione di Romanella morte e nella guerra sirealizza la forza dell’Amore el’ordine sulla terra, la feconditàdella natura. L’ Età dell’Oro. Nel libro di Casalino la filoso-fia della romanità viene svelatadietro il simbolismo delcosmo, nelle forze latenti dellanatura, nell’alchimia, nellamateria e nella parola. Scipione Africano che assediaCartagine, secondo consuetu-dine propiziatoria, compie unrito preciso, quello di pronun-ciare i nomi della città nemica:chiama a sé gli dei protettoridei nemici offrendo loro mag-giori altari ed onorificenze. Unrito attraverso l’uso della paro-la per svuotare della sua animala città assediata. Un rito attor-no a “Le Parole”, un rito che atutta prima potrebbe sembrareuna bizzarra superstizione e acui è invece necessario dareuna diversa considerazione,per una vera comprensionedella tradizione occidentale:pensiamo alla serietà, alla cura,ai requisiti di specchiata purez-za morale e di condotta di vita

cui dovevano soggiacere icustodi de “Le Parole”, veri epropri sacerdoti le cui riunioniin epoca pre-repubblicanaarcaica erano presiedute dallamassima carica religiosa e isti-tuzionale il Pontifex Maximus,addirittura l’ultima carica in cuipoté essere cooptato il patri-ziato di origine plebea e i ple-bei tout court dopo la rivolu-zione repubblicana. Esso fun-geva da mediatore tra l’ordina-mento giuridico esistente e lasocietà. Il Re doveva ricono-scergli il ruolo preminente didepositario della sapienza giu-ridica. Con tali attribuzioni ilPontefice di fatto, se non didiritto, rappresentava una figu-ra limitativa del potere e del-l’autorità del Re (che inizial-mente nelle istituzioni della“Monarchia Presidenziale”della Roma arcaica era unasorta di Presidente-Re eletto avita dal Senato, nonché Re-Sacerdote). L’argomento riveste un imman-cabile carattere di attualità pro-venendo da più parti continuirichiami al carattere perdutodella nostra Tradizione. Maqual è la nostra Tradizione? Per l’autore e per i cultori della

materia essa risiede nella con-templazione, nello svelare enel coltivare dietro il simboli-smo nascosto anche nella quo-tidianità, la eco di un evo per-duto. Se una critica deve esseremossa a Casalino è che nellasua visione la tradizione occi-dentale risulta spaccata in due.L’evo greco-romano da unaparte e quello giudaico-cristia-no dall’altra, con tutto quelloche ne consegue. Una inter-pretazione troppo radicale eche non può non essererespinta non solo su un pianopuramente filosofico, visti isecoli di coabitazione e diinnegabile interscambio semio-tico, simbolico e culturale, maanche su un piano filologicoladdove si sottovaluta troppofrettolosamente, solo per fareun esempio, il portato delmondo greco-romano nellescritture sacre, nell’Antico,come nel Nuovo Testamento;oltre questo però, il libro èsenz’altro un contributo inte-ressante, stimolante e intellet-tualmente tempestivo cui vadato atto.

Giampiero Ricci

Il nome segreto di RomaL a s t o r i a p a r t e d a q u i

C’è una correlazione inversatra attività sportiva e consumoeccessivo di alcolici: quando igiovani smettono di fare atti-vità fisica cresce il consumodi questo genere di bevande.Questa è la sintesi di quantoè emerso dal convegno aRoma, dal titolo “Salute: alcole giovani - formazione e sportper fermare lo sballo”, orga-nizzato da Coldiretti e Cittàdel Vino.

I comportamenti dannosi perla salute, in uno stile di vitache non contempla più l’atti-vità sportiva, fanno emergereche vi è un rapporto signifi-cativo tra l’abbandono dell’at-tività fisica e l’incremento diconsumi di alcolici. L’attività fisica richiede impe-gno e dedizione, costanza erispetto del gruppo a cui siappartiene, valori importantiche sono un perno per i gio-vani adulti. Purtroppo in una società chesta perdendo i valori comeuna bussola perde i punti car-dinali , i ragazzi sono in bili-co tra l’esperienze impostedalle generazioni passate e loscavalcamento delle stes-se….che confusione! Scontato, ovvio e palese èche tutti gli esseri umani dellaterra nella vita, ahimè, abbia-mo difficoltà e problemi; seogni persona- in passato, pre-sente e futuro -ricorresseall’utilizzo di alcol che mondosarebbe? I più abili tirano

fuori dalla propria tasca unalampadina che illumina il per-corso, non tutto il tragitto, maci si affida passo dopo passoa quella piccola e unica fontedi luce. I ragazzi che voglio-no accostarsi a quelli chevengono chiamati dai tradi-zionalisti i “non valori” siappoggiano ad un muro dicarta, così cadano e si sento-no smarriti. Il ricorso ad alcol non l’ap-provo. Non lo reputo unaspiegazione logica e conse-quenziale di una “caduta” odi una avanzata difficoltà. Marimane comunque una durarealtà con cui fare i conti, unarealtà nella quale si invischia-no anche troppi giovani, nonsi può non fare attenzione adun allarme che suona all’im-pazzata. Loro che sarannonecessariamente il futuro delmondo hanno bisogno disoccorso. Una domanda tuona in me, emi rivolgo a tutte le personeche nella vita hanno avuto edhanno difficoltà assai impor-tanti, che hanno risolto estanno risolvendo “Con qualimezzi avete combattuto?”. La mia risposta sono i valoriessenziali… la famiglia, l’one-stà, la coerenza, la giustizia, ilrispetto, lo sport…. fanno dabarlume in una foresta nottur-na. Valori classici, ma stradeconsolari. Un cammino non privo diostacoli da superare, ma allafine del quale l’esperienza

negativa assume un saporepositivo, ed ogni sforzo sup-portato dai valori prende unaconnotazione vigorosa esignificativa. Dovrebbe, a mioavviso, diventare il più gran-de dei passaparola. Occorrefar affidamento su sé stessi esulla propria famiglia, su chinon ha mostrato di cadere intrappola… Ulisse ha superatole avversità per raggiungereItaca… una vita sempre piùdifficile per il viandante checerca la strada che conducealla propria meta. Ma che vitasarebbe senza una grandesfida interiore? Farcela con lapropria autonomia, con leproprie capacità con gli stru-menti che abbiamo consape-volmente appreso…ovverononostante tutto. E’ evidente che quando lepersone entrano in un tunnel,i famigliari e le persone careche sono vicine pagano unconto molto salato per sceltedi questa portata. Forse è ilcaso di dire che nel tunnelnon ci si cade da soli, ma consé si portano inevitabilmentele persone che ci amano. “Tusei per sempre responsabile diciò che hai addomesticato”(ovvero creare dei legamiaffetti) diceva la volpe al pic-colo principe di Excuperì. Ilgrado di responsabilità neirapporti ci dovrebbe rendereancora più scrupolosi nel nonimbatterci in strade impratica-bili. Il compito della famiglia, in

un momento storico, dove èminacciata la sua integritàclassica si impreziosisce diimportanza e, appunto, diresponsabilità. Tutto ciò non vuol dire fare ovivere una vita monacale, mac’è un differenza incompara-bile tra il degustare e utilizza-re alcol per “sballarsi”.Assaporare è divertente per-mette un’amabile conoscenzadi gusti diversi, più o menoapprezzabili; è correlativoche lo “sballarsi”- passatemiquesto orribile termine- nonti permette né di apprezzareil sapore né di risolvere defi-nitivamente qualcosa chedesta difficoltà.

Ora ci si mettono anche gli‘’alcolpops’’, ovvero dellebevande gassate con aggiuntadi alcol con gradazione tra i5% ed il 7% ,a cercare diattrarre i ragazzi; questebevande sono diffuse tra igiovani e si presentano condei colori vivaci che ne favo-riscono il consumo. Le famiglie, a mio avviso,hanno percepito lo strumentoper fronteggiare la situazione,educare all’alcol. La spesadelle famiglie, seppur dimi-nuita, è sempre più orientataall’acquisto di vini aventi mar-chi di qualità (come i DOC ei DOCG). Come dire “pocoma buono”. Sta crescendo

dunque una cultura delladegustazione consapevoledel vino, da contrapporre alconsumo sregolato di alcol,quello che è detto binge drin-king; a questa tendenza –datorivelato dalla Città del Vino edalla Coldiretti- rispondonoun numero sempre maggioredi italiani con un consumo divino meditato e ragionato cheè l’espressione di uno stile divita “lento” attento all’equili-brio psico-fisico, insomma“per stare bene con sé stessi”.Ancora una volta sono lafamiglia, l’educazione e lacultura le strade maestre!

Alice Lupi

A l co l , g iovan i e spor t

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LA PIAZZA D’ITALIA - CULTURA

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Astrofisica: misurate le deformazioni spazio-tempo della terra (Adnkronos) - Si chiama gravitomagnetismo ed e' una deformazione e trascina-mento dello spazio-tempo indotta dalla rotazione di un corpo celeste sugli ogget-ti vicini. Ora, a realizzare un importante studio su questo fenomeno, ipotizzatoper la prima volta da Albert Einstein nella teoria generale della relativita', e' statoun team internazionale di scienziati.

Arte: Torino, le collezioni del museoNazionale di Kabul in una mostra (Adnkronos/Adnkronos Cultura) - Torino sara' l'unica tappa italiana della mostra''Le collezioni del museo nazionale di Kabul'' che ha preso l'avvio il 6 dicembre2006 al Museo delle Arti Asiatiche ''Guimet'' di Parigi e che proseguira' in altre citta'europee e americane.

Gramsci: 70 anni fa la morte del Leadercomunista (Adnkronos) - Settant'anni fa, il 27 aprile 1937, Antonio Gramsci moriva a Roma.Aveva 46 anni. Mori' dopo 11 anni di prigione, senza aver mai rivisto i due figlio-letti. Negli anni della reclusione scrisse 32 quaderni di studi filosofici e politici, defi-niti una delle opere piu' alte e acute del secolo XX secolo.

Il contesto sociale e politicocontemporaneo ispira uncerto vuoto, un certo nulla edi fronte a questo grigiore,viene quasi spontaneo riflet-tere sul ruolo della filosofiaoggi e di cosa essa si occupi. Perciò, prendo spunto daltesto “Il bello del relativismo,quel che resta della filosofianel ventunesimo secolo”, perparlare del panorama filosofi-co contemporaneo poiché illibro, descrive e delinea cos’èla filosofia oggi, su cosa essadiscute e quali problematicheaffronta. Il panorama filosofico con-temporaneo ha diversi prota-gonisti e di questi prendiamoin esame le due correnti chesi dividono la scena nel libro,i Fondazionalisti e i Debolisti.I fondazionalisti accusano idebolisti, di essere sostenitoridi quel relativismo che ècausa principale del caosetico, politico e religioso con-temporaneo. La filosofia post moderna (i“Debolisti”) nasce in Franciatra gli anni 1950/’60/’70; inuclei centrali del pensieropost moderno sono: - una presa di coscienza deilimiti del moderno, caratteriz-zato quest’ultimo da unagrande fiducia nella ragionecome guida per fondare valo-ri universali; - l’impossibilità del pensierodi affermare o raggiungereuna qualsiasi verità stabile odefinitiva; - dare alla filosofia un nuovosenso: essa non si configurapiù come ricerca di una veri-tà assoluta, ma come tenden-za ad adeguarsi alla veritàche esistono diverse verità. Come può essere evidente daqueste premesse, una delleconseguenze più certe che sievince da questo nuovo per-corso della filosofia è: lacaduta di ogni fondamento.Le implicazioni sociali ed eti-che del pensiero debole,sembrano a questo punto,facili da individuare: ogniaspetto della realtà è postosullo stesso piano, per cui siaspira ad un riconoscimentoe rispetto delle diversità,delle minoranze, si discono-sce l’esistenza di un’unicaguida morale (che rappresen-terebbe una forma di domi-nio e violenza a discapitodella pluralità) e si mira alriconoscimento di un locali-smo dell’etica e della tradizio-ne. Ciò che si rimprovera aidebolisti è la loro sterile ridu-zione dei fatti a sole interpre-tazioni e del mondo ad unintrico di segni. Il postmoderno, si presenta comeuno scettico perfetto. Il sollie-vo, dicono i fondazionalisti,per questa situazione didispersione voluta dal relati-vismo, sta nel fatto che ladecostruzione dei “grandidiscorsi” (illuminismo, ideali-smo, marxismo) e dei valorifondanti, non può durare per

sempre, ma ci sarà un ritornoalla definizione, ai principiuniversali. Ma questi post modernistisono davvero così scettici? Loscettico è si, colui che è alie-no da affermazioni assolute,però essi, credono nelleragioni del pluralismo, delconsenso e già questi dueelementi possono far rassicu-rare sulla loro debolezza poi-ché questi, sono principi fon-damentali per un vivere civilee democratico. Infatti i post-modernistisostengono che il relativismo,se correttamente compreso einterpretato, è la forza del-l’occidente poiché porta consé l’allontanamento da qual-siasi tipo di dogmatismo eassolutismo, di nichilismo oirrazionalismo. I post modernisti rispetto aifondazionalisti, svalutanoenormemente il ruolo dellaragione come elemento fon-

dante di principi validi perl’etica, la politica e tutto ciòche riguarda le vicendeumane in genere; le stessescelte etiche, sostengono,non possono che essere fon-date sulla coscienza. Il relativismo etico così inte-so, è uno dei principali allea-ti delle “società aperte”, per-ché garantisce quel caratteri-stico tratto delle democrazieche è il politeismo dei valori.Ma che l’etica non abbia peròun fondamento razionale,sostengono i post.moderni,non vuol dire che essa nonabbia un contenuto razionale,cioè, che le opzioni moralinon siano decisioni razionalidi individui che abbianobuone ragioni per adottarle. La difesa del pensiero debolesi esprime anche nell’ambitodella filosofia, della politica e

dei principi universali ingenerale. Per quanto concerne il rap-porto politica-filosofia, idebolisti sostengono che oggila filosofia ha poca importan-za per la politica anzi, que-st’ultima “oggi è il battistrada”e la filosofia si accoda. La discussione ancora apertache riguarda se la democraziaabbia o meno un fondamentofilosofico, è presto risolta dauno dei maggiori esponentidel pensiero debole, RichardRorty: egli afferma che lerivoluzioni democratiche deldiciottesimo secolo, nonpotevano far riferimento asuccessi democratici e laiciantecedenti, perché non vierano state esperienze delgenere; così l’unica possibili-tà era giustificarle facendoriferimento a principi filosofi-ci e questo è anche l’unicomotivo per cui principi filoso-fici sono stati a fondamento

della nascita del movimentodemocratico. Circa i principi in genere e lanatura umana, sempre secon-do una prospettiva relativista,Rorty dice che non esistequalcosa come la naturaumana, dal momento che gliesseri viventi si modellanostrada facendo. Infatti gli anti-fondazionalisti, credono perquesto, che i principi moralinon siano niente di più cheun corpo di esperienze. Essinon sono né a priori né ante-cedenti. Invece, i fondaziona-listi, sono d’accordo con latesi di Kant, secondo laquale, la coscienza moralenon è un prodotto storico, maè una parte della strutturadella razionalità umana, perciò per questi ultimi, diventavalida la possibilità di fonda-re principi universali, ispirati

dalla ragione umana. Detto questo, ci sono deidubbi che potrebbero affiora-re nei riguardi del relativi-smo. Di certo il relativismoetico, è una garanzia per unpoliteismo di valori; di certo èvero che le scelte etiche sonoin verità delle scelte dicoscienza e che le opzionimorali possono essere deci-sioni razionali di individuiche hanno buone ragioni peradottarle, ma bisogna tenerebene a mente un aspettoessenziale: queste opzionimorali dettate da buoneragioni per il soggetto, posso-no rivelarsi pericolose per glialtri? Bisogna evidenziare cheuna opzione morale che devediventare atto e, rivolta almondo esterno o verso l’altroda sé, può essere per il sin-golo che decide, dettata daun giudizio razionale,coscienzioso e legittimo, mamagari portatrice, nel

momento dell’attuazione del-l’opzione, di atteggiamentiintolleranti, dannosi per lasocietà e per il bene comunein genere. Invece, secondo ilpunto di vista relativista, pareche anche una scelta conconseguenze deleteree perl’altro da sé, sia legittima, per-ché fondata sulla coscienzadel soggetto. Una minacciadel genere non può esserelasciata libera di accadere enon basta come dice DiNuoscio (altro grande espo-nente del pensiero debole)che tra i compiti della ragionein campo etico c’è quellod’indagare i presupposti e leconseguenze delle nostredecisioni, d’illuminare le pos-sibili opzioni affinché, lenostre non siano scelte allacieca. Poiché ciò che puòessere ben illuminato e sele-

zionato dalla ragione, è talesolo per il soggetto e nonvagliato dal senso criticodella comunità per la tuteladegli interessi altrui. Le scel-te, oltre che dalla ragione,devono essere sempreaccompagnate dal principiodel bene comune. Il principiomorale del bene comunedeve sempre fungere da faroe meta al momento dell’attua-zione dell’opzione morale. Qui s’inserisce l’importanzadel dialogo e delle opinionialtrui. Poiché, in questo plu-ralismo di valori e in questorelativismo contemporaneo,di certo legittimi, il pericolo èla svalutazione delle opinionisoggettive e della dialetticadel dialogo. Le opinionidevono essere sempre rispet-tate, ma non per forza è legit-timo che restino sempre lestesse; questo perché unaopzione morale può esserenon in accordo col principiodel bene comune, per cuinon dovrebbe avere la possi-bilità di essere conservatanelle convinzioni del sogget-to, come valida e alla streguadi un’altra, che invece si ade-gua a quel principio fonda-mentale. Per ciò il dialogooggi, non deve rinunciare aduno dei suoi compiti fonda-mentali: quello dell’operareconvincimenti; e gli uomini,hanno il dovere di distoglieredall’attuazione di intenti noci-vi, in nome della verità fon-damentale che sta nel perse-guimento del bene comune edel rispetto dei singoli indivi-dui. Che non si scordino le paroledi Freud in “Avvenire di un’illusione” a pagina 147: “Sideve a mio parere, tenereconto del fatto che in tutti gliuomini sono presenti tenden-ze distruttive, e perciò antiso-ciali e ostili alla civiltà, e chein un gran numero di perso-ne queste tendenze sonoabbastanza forti da determi-nare il comportamento nellasocietà umana”. Circa la filosofia, oggi è veroche non sembra contare perla politica. Ma è sano e giustoquesto? Che sia così, non pre-suppone che sia cosa buona.Innanzitutto non bisogna smi-nuire con irrispettosa facilità,quelle correnti culturali e per-sonalità filosofiche che hannocontribuito alla caduta delfeudalesimo e portato altrionfo dei valori borghesi.Inoltre le dottrine filosofiche,sebbene siano frutto dellesituazioni sociali che l’hannocreate, esse mantengonosempre la capacità e il com-pito di riflettere non solo suse stesse, ma anche su quelleistituzioni sociali che l’hannocreate, generando così nuovivalori e orientamenti e distan-ziandosi dalle loro radici. Lafilosofia riflette sulla vita esugli uomini in genere e dipari passo al fluire del tempo,può aiutare ad indicare eindividuare quei valori ai

quali ispirarsi per vivere. Essaattraverso l’uso della ragione,può comprendere l’uomo inrelazione ai suoi tempi. Nonsi può fare politica senzacomprendere i suoi protago-nisti principali: gli uomini.. Circa la natura umana, il rela-tivismo, pare che “relativizzi”anche questa: è certo che gliesseri umani si modellanostrada facendo, ma non ci sipuò scordare che l’uomo sievolve in base alla sua natu-ra, la quale è differente daquella di un animale, perchéegli è si un animale, marazionale. Certo, si può credere, a diffe-renza dei fondazionalisti(seguaci di Kant in questo),che la comune coscienzamorale è un prodotto storicoe non una parte della struttu-ra della razionalità umana,ma non è del tutto opportunocredere che i principi moralinon sono niente più che uncorpo di esperienze. Se lacomune coscienza morale èun prodotto storico, alloraanche i principi morali, ivalori morali sono tali eacquisiti storicamente. Ma seun valore morale non è apriori, ciò non gli preclude lapossibilità di essere un valoreuniversale, poiché è l’intentodel principio che fonda la suauniversalità, non l’ annunciodel principio in sé, o la datain cui è stato “svelato”, o daquanti è stato riconosciuto oaccettato. Per ciò, i diritti uni-versali possono essere acqui-siti storicamente e non neces-sariamente devono essere apriori. Inoltre non è neanchenecessario riconoscere lacomune coscienza moralecome parte della strutturadella razionalità umana perfondare l’esistenza di dirittiuniversali. In tappe storiche, nel tempodunque, in base alla maturitàdi circostanze culturali esocio-politiche, si arriva allaconsapevolezza dell’esistenzadi valori che diventano uni-versali, cioè universalmentevalidi, perché miranti allatutela dell’individuo e al benecomune. Essi diventano“autoevidenti” perché un loromancato rispetto, nuocerebbedi certo alla comunità tutta. E,se essi nascono storicamente,nell’evolversi della storia, essidevono avere il tempo diessere storicamente acquisiti. Questo dibattito ha dimostra-to, sebbene la contempora-neità sia povera di spiritualitàe ricca di superficialità, che lafilosofia oggi, sa ancora par-lare di natura umana, princi-pi, dialogo, ragione ecoscienza, e quindi detieneancora i mezzi e la possibilitàdi analizzare l’imbarbarimen-to dei tempi, di indicare lestrade che possono allontana-re da tempi bui e di rendereconsapevole l’uomo dellesabbie mobili che sta percor-rendo.

Ilaria Parpaglioni

I l be l lo de l r e la t iv i smoI l r u o l o d e l l a f i l o s o f i a a t t u a l e

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LA PIAZZA D’ITALIA - SPETTACOLO

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Cinema: i fratelli Coen al Napoli Film (Adnkronos/Adnkronos Cultura) - Saranno i fratelli Joel ed Ethan Coen gli ospi-ti d'onore della IX edizione del NapoliFilmFestival che dal 13 al 20 giugno por-tera' a Napoli il grande cinema italiano e internazionale. Ai fratelli Coen, ilNapoliFilmFestival dedichera' una retrospettiva in omaggio alla visita che giun-ge al termine delle riprese di "No Country For Old Man", il loro nuovo film trat-to dal romanzo di Cormac McCarthy

Musica: CNR, in Italia vale 60 mln di eurol'industria della pirateria (Adnkronos) - Sessanta milioni di euro, un quarto abbondante di tutto il mercatodiscografico italiano. Tanto vale l'industria della pirateria musicale nel nostro paese:un settore saldamente nelle mani della criminalita' organizzata che, nonostante laraffica di denunce, sequestri e arresti, regala al Belpaese un poco invidiabile postonella ''top-ten'' mondiale delle nazioni piu' vessate dal business delle copie contraf-fatte o ''scaricate'' da Internet.

Musica: Mstislav Rostropovich morto aMosca (Adnkronos) - E' morto a Mosca all'eta' di 80 anni il celebre violinista e direttored'orchestra russo Mstislav Rostropovich, secondo quanto ha riferito la Itar-tasscitando fonti familiari. Il maestro era da tempo ammalato e nel novembre scorso siera visto costretto a cancellare alcuni concerti a Washington.

La storia del cinema da sem-pre è caratterizzata dall’in-terrogativo su dove sia lalinea di confine tra finzionee realtà.The Queen, Infamous, GoodNight and Good Luck, 3 filmche hanno in comune ilritorno del genere biografi-co, e ad eccezione diInfamous (nuova visione diTruman Capote) sono tuttidelle forme ibride tra docu-mentario storico e ricostru-zione storica con attori.The Queen è un vero mix dimateriale di repertoriosimulato e materiale vero,mentre il film di GeorgeClooney è molto originaleperché utilizza lunghi pezzidi repertorio come mai erastato fatto prima in un filmamericano, mettendoli allapari con la parte recitata.Il fatto che il cinema flirtisempre più con le forme deldocumentario dimostra duecose: la crisi della fictioncinematografica e il fortebisogno di indagare la real-tà. Ecco spiegato il ritorno

di massa dei film biograficie dei documentari d’autorein cui il cinema si prende lasua rivincita, anche perchéla settima arte sembra nonessersi più ripresa da duefilm: Forrest Gump diRobert Zemeckis in cuivediamo mescolati materia-le di repertorio con attori incarne ed ossa (Tom hanksche stringe la mano diKennedy) e Natural BornKillers di Oliver Stone dovenon si sa più qual è laforma autentica. In Europa l’autore chemeglio ha rappresentato l’u-nione tra fiction e stiledocumentario (la necessitàdella finzione di attaccarsi avicende reali in modo darendere più palpabile l’e-sperienza cinematografica)è Paul Greengrass. Il filmBloody Sunday, ad esem-

pio, è una ricostruzionedella domenica del 30 gen-naio 1972 in Irlanda delNord quando l’esercitoinglese sparò sulla folladisarmata durante unamanifestazione. Greengrassrealizza una fiction con atto-ri ma con stile documentari-stico, utilizzando un lin-guaggio registico molto per-sonale: fotografia opaca,assenza di colonna sonora,montaggio impercettibile euso smodato della camera amano, con lunghi pianisequenza. I volti degli attorisono quasi un’ossessioneper il regista, li scruta regi-strando i movimenti imper-cettibili del viso. Con il più recente United 93racconta l’odissea del quar-to volo dirottato l’11 settem-bre 2001 e schiantatosi inPennsylvania dopo un ten-tativo di rivolta da parte deipasseggeri. Il film è giratotutto in interni: la primaparte nelle torri di controlloe nei centri direzionali del-l’aviazione civile americana,

la seconda all’interno del-l’aereo. Nonostante questascelta registica la tensionenon viene mai meno ancheperché, ancora una volta, lacamera a mano la fa dapadrona soffermandosi suivisi terrorizzati dei passeg-geri e quelli sconvolti degliaddetti al traffico aereonazionale.

QUANDO LA REALTA’ SIINNESTA NELLA FIN-

ZIONE DEL FILM

Oltre agli eventi anche ipersonaggi reali possonoessere raccontati tramiteinnesti di realtà, come nelcaso di Space Jam e Alì.Alcune volte il materiale direpertorio è utilizzato dalregista per ipotizzare unatesi su un particolare even-

to, ad esempio in JFK OliverStone utilizza il “famoso” fil-mino di Zapruder, mescolasequenze d’archivio e rico-struzioni in stile documenta-ristico per formulare unateoria sull’assassinio delpresidente Kennedy.In alcuni casi i registi nonsono interessati né allaStoria, né a un personaggioreale e usano gli innesti direaltà solo come sfondo sto-rico per gli avvenimenti dipura finzione. In TheDreamers di BernardoBertolucci le immagini direpertorio degli scontri cau-sati dalla rimozione deldirettore dellaCinématheque da parte delministro della cultura fran-cese, servono per collocaresu un livello storico levicende personali dei prota-gonisti.Ultimamente il rapporto trarealtà e finzione si è evolu-to prendendo la strada deltotale mescolamento sino aconfondersi. In TheAssassination la realtà è

motivo scatenante dei com-portamenti del protagonista(Sean Penn) che odia il pre-sidente Nixon, in quantoindividua in lui la causa ditutte le ingiustizie e i malidel paese. In The Queen di StephenFrears realtà e finzione sonocosì in contatto che non sidistinguono più. Il regista lealterna creando uno stupe-facente ritratto dellaFamiglia Reale britannica incrisi. Ma il film più originaleper gli innesti di realtà èGood Night Good Luck,George Clooney costruisceun film a metà tra docu-mentario storico e finzionecon una forma sofisticata.Utilizza documenti e mate-riali di repertorio, come letrasmissioni della CBS con-dotte da Morrow e le regi-strazioni filmate degli inter-

rogatori della commissionepresieduta dal senatoreMcCarthy. Quest’ultimoappare attraverso spezzonidi filmati dell’epoca diven-tando un elemento del cast,e quindi, antagonista delMorrow interpretato daStrathairm.

STORIE VERE MAIACCADUTE

C’è poi il Mockumentary,termine coniato da RobReiner negli anni 80, fusio-ne di mock (finto) e docu-mentary (documentario) percui un “finto documentario”.

Parola chiave è verosimi-glianza. L’autore di unmocku percorre una lineasottile tra verità e finzione,mettendo in scena fatti fintima credibili. Utilizzando leespressioni classiche deldocumentario (interviste, fil-mati d’epoca, giornali) l’au-tore insinua nello spettatorel’ombra del dubbio e losfida. Il mocku può esseredi vari tipi, a seconda dellacomponente predominante(storico-biografica, horror,comico-satirica). Zelig diWoody Allen che si inseri-sce nel filone comico-satiri-co, lascia intuire allo spetta-

torela falsità del racconto: ilprotagonista è un personag-gio particolare a metà trauomo e camaleonte. Nel famosissimo The BlairWitch Project fino alla finelo spettatore rimane con ildubbio che ciò che accadeai giovani protagonisti siaassoluta realtà, mentre nonlo è, ma la distribuzionefece un’abilissima pubblici-tà, frutto di una ben studia-ta operazione di marketing,che faceva credere che sitrattasse di un documentarioin piena regola.

Raffaella Borgese

Il ritorno del genere biografico

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LA PIAZZA D’ITALIA - TEMPO LIBERO

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Enologia: consorzio Brunello Montalcinospenge 40 candeline (Adnkronos) - ''Quest'opera bizzarra, - spiega l'autore - e' animata dalle uve chehanno dato corpo ai piu' celebri vini del mondo, ed e' scaturita da una lunga eintensa esperienza quale produttore in quel di Montalcino, nonche' curioso assag-giatore del variegato universo dei vini e delle nobili barbatelle da cui nascono''.

Turismo: per americani in italia e' boom ditour enogastronomici (Adnkronos) - Colosseo, Torre di Pisa, San Marco e Ponte di Rialto? Ormai 'out'.Non sono piu' loro i veri simboli del Bel paese. Adesso negli States vanno di modaitinerari e soggiorni tra le tenute agrituristiche, nelle piu' importanti cantine, nei fran-toi e nei vigneti. Si moltiplicano i tour in grandi tenute e nei luoghi dove nascono iprodotti tipici del made in Italy e sui media Usa aumentano gli articoli sull'enoga-stronomia del Bel Paese a caccia delle 'vere perle'.

Campania: al via Festival Internazionale delgioco e giocattolo di tradizione (Adnkronos/ Adnkronos Cultura) - Montano Antilia tornera' ad essere, dal 3 al 6 maggio, lacapitale incontrastata del gioco e giocattolo di tradizione. Riparte, infatti, la II edizione dell'o-monimo festival internazionale che prevede, per quest'anno la presenza di oltre 900 bambinigiunti da ogni parte d'Italia.

Ecco una manifestazio-ne “stuzzicante “ per ilpalato Cibus, che è statapresentata nella capitaledal 13 al 16 di aprilealla nuovaFiera di Romaper far scopri-re o riscoprirei sapori Madein Italy. Inostri meravi-gliosi prodottidella terra chemadre natura generosa-mente ci regala, sonorielaborati grazie allabravura, alla fantasia ealla creatività armonicadei nostri cuochi edartigiani che ci regalanoun gusto raffinato. I nostri prodotti richie-sti in ogni parte delmondo, rappresentanoun tesoro italiano tanto

bramato quanto imitato.Questi preziosi vannocoscienziosamente tute-lati, perché vi sia unasana protezione occorre

che essisiano in pri-mis apprez-zati da chi lic o n s u m a ,tanto da darecosì il nostropiccolo maimportantis-

simo contributo in ter-mini I cultori del nostropatrimonio enogastro-nomico non hannoperso la ghiotta occa-sione di assaporare letipicità nostrane appro-fittando di questa mani-festazione, che si èmostrata un’interessan-te piazza d’affari.

Cibus 2007 sipresenta a Roma

Era il 1967 quando lesale del palazzo dellaGran Guardia ospitaro-no la kermesse le“Giornate del VinoItaliano”, con la presen-za di 130 case vinicole.Nel 1971 questa mani-festazione prende ilnome di “Vinitaly” e nel1978 apre le porte alleaziende estere.Quest’anno è alla suaquarantunesima edizio-ne. I numeri, stilati alla finedella manifestazione,ogni anno sono semprein aumentano.Sottolineano la “musco-latura” di questa fiera,che accoglie espositorie visitatori di tutto ilmondo. Una manifesta-zione che si affaccia a360 gradi sul mondo del

vino. Infatti Vinitalynon è solo una piazzad’affari, dove buyer eacquirenti stipulanoaccordi, ma sempre piùoffre degustazioni,approcci molteplici almondo del vino, attra-verso seminari, conve-gni conferenze cheavvicinano sapiente-mente il consumatore alvino e alla sua cultura estoria. La manifestazione del2007 è stata precedutada un Vinitaly Tour, unakermesse itinerante cheha toccato mercaticome la Russia, la Cina,l’India…dove il vinonostrum ha sedotto idegustatori. Abili gli organizzatori,che con un’unica mani-festazione riescono ad

attrarre innumerevolipersone. Italiani e stra-nieri, esperti e appren-disti, professionisti esemplici curiosi.Vinitaly attrae comeuna calamità. Forse ègigantesca, qualcunopotrebbe obiettare, maper questa è anche lasua forza, a Vinitaly sipuò apprendere, cono-

scere ed individuarenovità e curiosità.Vinitaly si confermasempre una grandissimafesta del vino, celebra-ta, gioiosamente vissutada ogni partecipante aquesta che rimane la piùgrande kermesse almondo del vino e deisuoi distillati. FeliceBacco!

Il boom del pane artigianaleUno studio di Astra Ricerchesul tema “Gli italiani e ilpane” evidenzia che il 96 %della popolazione ( vale adire 47,9 milioni di personesu un totale di quasi 50milioni di giovani e adulti) loconsuma fresco ed artigiana-le. E’ un boom del consumo delpane fresco artigianale inItalia. E’ significativo il fattoche da un lato la globalizza-zione viaggia come un trenospedito, cercando di omolo-gare ogni cosa, e dall’altracome le persone siano allaricerca di prodotti che rievo-cano l’artigianalità. Da unlato proposte di legge cherivoluzionano la società edall’altra una riscoperta dellatradizione avanza con unpasso sostenuto. Ma quelloche colpisce di questa ricerca“Gli italiani e il pane” è chein un mondo nel quale cer-chiamo di fare tutto veloce-mente (almeno nelle grandicittà) ecco che oltre mezzomilione di nostri connaziona-li si dedicano a produrre e aconsumare pane fatto incasa, ma la particolarità sor-prendente è che costoro nonsono affatto dei contadini omontanari, la ricerca eviden-zia che si tratta di giovanicon meno di 35 anni. Il profumo, il colore, il sapo-re e la fragranza sono unrichiamo al passato, allenostre belle tradizioni, allanostra storia, alla condivisio-ne a tavola con la propria

famiglia di quel che untempo era il cibo dei poveri.Il pane travolge i nostri cin-que sensi il piacere gustati-

vo, olfattivo, tattile, visivo,persino uditivo (quando ècroccante). Questa è forse una delle

risposte possibili alle varierivoluzioni che la società stavivendo?La riscoperta di questo ali-

mento semplice sulla tavoladei nostri connazionali è det-tato da varie ragioni: è diven-tato un cibo contemporanea-

mente antico e innovativo:da un lato esso è considera-to uno dei pilastri portantidel ‘Made in Italy’ , dall’altro“è espressione di tante tradi-zioni regionali o locali assaidiverse”. La sua modernità ripercorreantichi valori, sia di consu-mo, sia etico-sociali; il pro-fondo legame con la tradizio-ne cristiana, con evidenteriferimento al significato delpane nel Sacramentodell’Eucaristia, al miracolodel Cristo della moltiplicazio-ne dei pani . Non esiste alcun altro ali-mento e probabilmentealcun prodotto che sia giudi-cato contemporaneamenteesempio di tradizione e dimodernità. Il pane è per noiitaliani simbolo orgoglionazionale, locale, religioso elaico. Il pane è ridiventato un ali-mento che corrisponde pie-namente ai più moderni stilialimentari e di vita, prove-nendo da una straordinariatradizione plurimillenaria. Tra l’altro, esso è consideratoda parte degli intervistati“uno degli alimenti più sicu-ri, senza rischi di truffe osofisticazioni” oltre a “farbene alla salute”.Torna ad affermarsi qualesintesi avanzata di vecchio edi nuovo, di radici storicheintrecciate alla quotidianamodernità. Bentornato “pane” sullenostre tavole!

V i n i t a l yL a p i ù i m p o r t a n t e f i e r a d e l v i n o a l m o n d o