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VII. SEDUTA DI MARTEDÌ 11 OTTOBRE 1966 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SULLO

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SEDUTA DI MARTEDÌ 11 OTTOBRE 1966

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SULLO

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La seduta comincia alle 16,20.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'esame dello stato della finanza lo­cale in Italia.

Proseguendo nella indagine, abbiamo que­sta sera l'opportunità di ascoltare la parola del Ragioniere generale dello Stato, dottor Carlo Marzano.

Nel pro-memoria inviato a tutte le perso­nalità invitate, che gentilmente hanno aderito, abbiamo indicato nel rapporto tra bilancio dello Stato e situazione della finanza locale, il tema particolare su cui vorremmo che il dot­tor Marzano ci intrattenesse nella prima parte dell'incontro.

Posso dire, a nome della Commissione, che nel corso dei dibattiti e degli interrogatori, non siamo riusciti ad avere taluni dati che spere­remmo - o stasera o successivamente - di otte­nere dalla cortesia della Ragioneria dello Sta­to. Uno è il grado di compartecipazione dello Stato all'indebitamento degli enti locali. Ab­biamo rivolto questa domanda anche al dot­tor Nuvoloni, solo per quanto riguarda la Cas­sa depositi e prestiti. Converrebbe conoscere quanta parte dei mutui dei comuni è assistita da contributo statale, e in che misura. È chia­ro che più alta è l'aliquota dei mutui assistiti da contributo statale e più leggero e più for­male è il debito effettivo dei comuni e delle province, e più sostanziale, almeno in parte, diventa il debito dello Stato, anche se in via indiretta.

Un altro dato che non siamo riusciti ad accertare è il limite dell'intervento dello Stato come garante : per quanta parte dei mutui de­gli enti locali lo Stato è garante, e in che modo si esplica la garanzia.

Questi dati debbono essere noti perché ogni tentativo di sistemazione, sia contingente sia nel lungo periodo, inteso a riportare la

finanza locale all'equilibrio deve partire da una conoscenza completa dei fatti.

Oltre a questi elementi di ordine statistico, che naturalmente nessuno può fornire meglio del Ragioniere generale dello Stato - il più alto funzionario dell'Amministrazione in col­laborazione diuturna con l'esecutivo (una spe­cie di custode del sacrario del bilancio) - ve ne sono altri emersi dalla discussione. Anche il dottor Nuvoloni, l'altro giorno, ha dichiara­to assurdo il metodo per il quale lo Stato ita­liano in questi ultimi anni è ricorso a favore degli enti locali sempre all'autorizzazione di mutui, che raggiungono circa i 400 miliardi l 'anno, quando si sa che per questa via lo squilibrio non potrà che aumentare.

Vorremmo conoscere il parere del Ragio­niere generale dello Stato su questo discutibile metodo, che ha una tradizione decennale, o ventennale. In effetti (anziché equilibrare la finanza degli enti locali attraverso o una ri­duzione delle loro funzioni o un aumento del­le loro entrate) ricorrendo all'accrescimento dell'indebitamento, si fa un pessimo servizio agli stessi comuni, i quali sono obbligati a pa­gare un tasso di interessi crescente e quindi a contribuire alla spirale dell'indebitamento. Il Ministro del bilancio e il Ministro del tesoro hanno affermato alla Camera che la finanza locale è uno dei tre mali più gravi del nostro paese. In sede di autocritica, ci preme inda­gare fino a che punto le leggi, che noi stessi abbiamo varato su proposta dell'esecutivo, ab­biano finito per rendere più diffìcile la vita degli enti locali.

Gradiremo conoscere dal dottor Marzano -sul piano tecnico naturalmente - sul piano po­litico sentiremo i ministri - nella visione tecni­ca del Ragioniere generale dello Stato - che cosa ritiene che, in aggiunta a ciò che fa, il bilancio dello Stato potrebbe fare per gli enti locali, tenendo presente che lo Stato non può

13.

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farsi illusioni sulle possibilità che gli enti lo­cali indebitati paghino il loro debito. Cosic­ché questi debiti finiranno tutti (o quasi tutti) per ricadere sulle spalle della collettività na­zionale. Si tratta di una finzione benevola, che dal punto di vista sostanziale e della eco­nomia del paese non potrà avere lunga vita. È inutile registrare un disavanzo del bilancio dello Stato di 1.000 miliardi e tuttavia auto­rizzare ogni anno 400-500 miliardi di mutui per coperture di disavanzo degli enti locali. Il disavanzo effettivo va calcolato come la somma dell'uno e dell 'altro: deve compren­dere gli interventi a fondo perduto dello Stato per gli enti locali.

Ho cercato di introdurre il discorso. Ci at­tendiamo un'esposizione organica, come Ella sa fare. Conosciamo la sua competenza e la sua capacità. D'altra parte, sappiamo i limiti di questa audizione, per quanto concerne noi, come per quanto riguarda lei. Entro tali li­miti, Ella porterà un contributo costruttivo alle nostre indagini.

La parola al dottor Marzano.

MARZANO, ragioniere generale dello Stato. Innanzitutto, grazie per le cortesi pa­role. Grazie, inoltre, per l'occasione che mi si è offerta di incontrarmi con tanti autore­voli parlamentari.

La prima domanda tende a puntualizzare quanta parte dei mutui contratti dagli enti locali sia assistita da contributo statale ed in quale misura.

Non posseggo pel momento questi dati, che potranno costituire oggetto di successivi accertamenti. Sono disponibili, invece, i dati relativi agli importi dei mutui che, assistiti da contributo statale, sono stati concessi dal­la Cassa depositi e prestiti nell'ultimo qua­driennio (1962-1965) per « opere istituzionali » (le quali si identificano pressoché intiera­mente con le opere pubbliche degli enti locali).

Di un volume di mutui per milioni 853.954 concessi durante il quadriennio, dalla Cassa depositi e prestiti, per le predette ope­re, mutui per complessivi milioni 604.479 - e cioè per il 70,79 per cento - sono assistiti da contributo statale: la percentuale, benché ri­ferita alla sola Cassa depositi e prestiti, è orientativamente significativa, essendo la Cas­sa depositi la maggiore finanziatrice degli enti locali (per il più conveniente suo tasso, per la competenza sua istituzionale e per le maggiori sue disponibilità per lo specifico fine).

PRESIDENTE. La domanda era un po' diversa: desideravo sapere quanta parte dei mutui è assistita da contributo dello Stato.

MARZANO, ragioniere generale dello Stato. Non ho dei dati globali; ho potuto ri­ferire solo su quelli di un periodo determi­nato (quadriennio 1962-1965) e relativi alla Cassa depositi e prestiti.

Per una valutazione dell'entità dei contri­buti concessi dallo Stato ,posso riferire i se­guenti dati, concernenti limiti di impegno autorizzati a tutto il 1966 ed impegni assunti, a tutto il 31 agosto 1966, in base a tali auto­rizzazioni :

1) autorizzazioni di spesa per acque­dotti, opere igieniche e sanitarie a tutto il 1966: milioni 10.212,5 per l'Italia settentrio­nale e centrale e milioni 10.212,5 per l'Italia meridionale ed insulare (in totale: milioni (20.425). Impegni assunti a tutto il 31 ago­sto 1966: milioni 8.108,1 per l'Italia setten­trionale e centrale, pari al 79,39 per cento della spesa autorizzata per tale zona, e mi­lioni 6.881,5 per l'Italia meridionale ed in­sulare, pari al 67,38 per cento della spesa autorizzata per la stessa zona;

2) autorizzazioni di spesa specifiche per acquedotti, opere igieniche e sanitarie nelle zone depresse dell'Italia settentrionale e cen­trale e nel Mezzogiorno a tutto il 1966: mi­lioni 1.500 per le zone depresse dell'Italia settentrioale e centrale e milioni 7.000 per l'Italia meridionale ed insulare (in totale: milioni 8.500). Impegni assunti a tutto il 31 agosto 1966: milioni 1.008,4 per le zone depresse dell'Italia settentrionale e centrale, pari al 67,23 per cento della spesa autoriz­zata per tali zone, e milioni 5.156,4 per l'Italia meridionale ed insulare, pari al 73,66 per cento della spesa autorizzata per tale fèr­ri torio;

3) autorizzazioni di spesa per l'edilizia scolastica a tutto il 1966: milioni 21.860 per l'Italia settentrionale e centrale e milioni 21.860 per l'Italia meridionale ed insulare (in totale: milioni 43.720).

PRESIDENTE. Queste sono annualità. Pra­ticamente, per calcolare il valore attuale della annualità basta moltiplicare all'incirca per 20-22; per calcolare l'onere (nel tempo) a ca­rico dello Stato occorre moltiplicare l'annua­lità per 35.

Quindi, dire che c'è un'annualità di 22 mi­liardi, significa indicare circa 450 miliardi di valore attuale, mentre gli oneri corrispondenti per il bilancio dello Stato sono oltre 700 mi­liardi di lire. Il mutuo è contratto sulla base

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del valore attuale: i mutui corrispondenti ad una annualità di 22 miliardi salgono a circa 450 miliardi di lire.

MARZANO, ragioniere generale dello Stato. Gli impegni assunti per l'edilizia sco­lastica a tutto il 31 agosto 1966 ammontano a milioni 17.029,2 per l'Italia settentrionale e centrale, pari al 77,90 della spesa autorizzata per tale zona, ed a milioni 14.770,7 per l'Ita­lia meridionale ed insulare, pari al 67,57 per cento della spesa autorizzata per la stessa zona.

Complessivamente, sulla spesa autorizzata a tutto il 1966 per i titoli che ho innanzi in­dicati, in milioni 33.572,5 per l'Italia setten­trionale e centrale e milioni 39.072,5 per l'Ita­lia meridionale ed insulare, l'utilizzo (in ter­mini di impegni assunti) è stato effettuato a tutto il 31 agosto 1966 in misura pari al 77,87 per cento per l'Italia settentrionale e centrale ed al 68,61 per cento per l'Italia meridionale ed insulare, con residue complessive disponi­bilità (sulla spesa autorizzata) di miiloni 7.426,8 per l'Italia settentrioanle e centrale e di milioni 12.263,9 per l'Italia meridionale ed insulare.

PRESIDENTE. Allora arriveremmo, com­prendendo l'edilizia scolastica e gli acquedotti e le opere igieniche e sanitarie, al limite di mille miliardi di lire.

E per le garanzie dello Stato che cosa ci può dire ?

MARZANO, ragioniere generale dello Stato. Le garanzie sono contemplate, per me­moria, dal capitolo 5250 dello stato di previ­sione della spesa del Ministero del tesoro. L'allegato n. 38 di tale stato di previsione elenca le varie garanzie prestate dallo Stato: in tale elencazione sono comprese le garanzie concesse dallo Stato in favore degli enti locali.

Per una esposizione dello stato della fi­nanza locale, mi riporterei innanzi tutto alla valutazione, che la relazione generale sulla situazione economica del Paese nel 1965 ha effettuato, delle risultanze dei consuntivi, per lo stesso anno, delle Amministrazioni provin­ciali e comunali.

Questa valutazione si compendia nelle se­guenti cifre globali per le province ed i co­muni :

spese correnti . . . miliardi 2.003 entrate correnti . . » 1.553

disavanzo economico miliardi 450 pari a poco meno del 22,50 per cento delle spese correnti.

Le cifre (sempre globali) di quella valuta­zione sono, distintamente per il complesso delle province e per il complesso dei comuni, le seguenti:

- per il complesso delle province: spese correnti . . . miliardi 405 entrate correnti . . . » 327

disavanzo economico . miliardi 78

pari a circa il 19,26 per cento delle spese cor­renti.

- per il complesso dei comuni: spese correnti . . . miliardi 1.598 entrate correnti . . » 1.226

disavanzo economico miliardi 372

pari a poco meno del 23,30 per cento delle spese correnti.

In rapporto al totale delle spese correnti, il disavanzo dei comuni (23,30 per cento) ap­pare quindi più elevato di quello delle pro­vince (19,26 per cento).

I preventivi 1965 finora approvati, e che non sono tutti i preventivi relativi a tale anno, espongono - ovviamente - disavanzi di mi­nore importo:

per le province . . miliardi 66,854 per i comuni . . . » 327,291

Si tratta di cifre che per la loro globalità non possono offrire le significazioni connesse alle diversità degli enti locali raggruppati, per quanto concerne la distribuzione territo­riale, la densità demografica, la situazione economica, ecc.

Per le province può avere un significato il riferimento del disavanzo (miliardi 66,854) dei preventivi 1965 (sinora approvati) alla di­slocazione delle province nell'Italia nord-oc­cidentale, nord-orientale e, infine, meridio­nale e insulare.

Al riguardo si rileva che alla determinazio­ne di quel disavanzo concorrono:

le province dell'Italia nord-occidentale, per il 6,81 per cento;

le province dell'Italia nord-orientale e centrale, per il 30,52 per cento;

le province dell'Italia meridionale e in­sulare, per il 62,67 per cento.

Per quanto concerne i comuni, più signi­ficativo può apparire il riferimento del di­savanzo (miliardi 327,291) dei preventivi 1965 (sinora approvati) alla distribuzione dei co­muni in comuni capoluogo di provincia, con popolazione superiore od inferiore alle 500.000

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unità, ed in comuni non capoluogo di provin­cia, con popolazione superiore od inferiore alle 20.000 unità.

Al riguardo si rileva che alla determina­zione di quel disavanzo concorrono i comuni capoluogo di provincia per il 70,90 per cento e più precisamente:

per il 38,98 per cento i comuni capoluo­go di provincia e con popolazione superiore alle 500.000 unità;

per il 31,92 per cento i comuni capoluo­go di provincia e con popolazione inferiore alle 500.000 unità.

I comuni non capoluogo di provincia in­cidono, complessivamente, per il 29,10 per cento e più precisamente:

per il 10,47 per cento i comuni non ca­poluogo di provincia e con popolazione supe­riore alle 20.000 unità;

per il 18,63 per cento i comuni non ca­poluogo di provincia e con popolazione infe­riore alle 20.000 unità.

Tutti questi dati concernono la composizio­ne dei disavanzi (considerata invero da limi­tati aspetti) dei preventivi 1965 sinora ap­provati.

Una indicazione della più recente dinamica dei disavanzi relativi alle province ed ai co­muni, se si pone eguale a 100 il dato relativo al consuntivo 1960 e si identifica nella valuta­zione effettuatane dalla Relazione generale sulla situazione economica il dato relativo al consuntivo 1965, è così esprimibile:

- per le province: disavanzo 1960 (miliardi 23,546)

considerato eguale a . . . . 100,00 disavanzo 1961 112,05 disavanzo 1962 174,02 disavanzo 1963 264,20 disavanzo 1964 294,03 disavanzo 1965 331,00

- per i comuni: disavanzo 1960 (miliardi 144,946)

considerato eguale a . . . . 100,00 disavanzo 1961 102,51 disavanzo 1962 143,17 disavanzo 1963 212,41 disavanzo 1964 228,02 disavanzo 1965 256,69

con un maggiore proporzionale peggioramen­to, quindi, del disavanzo delle province ri­spetto al disavanzo dei comuni.

Qual è stato, nello stesso periodo, l'anda­mento dell'entrata ?

Riterrei di limitarmi a considerare ora la sola entrata tributaria, la considerazione del­le compartecipazioni ai tributi erariali poten­do farsi in sede di esame delle relazioni tra il bilancio dello Stato e quelli degli enti lo­cali.

Per le province, l 'entrata tributaria è va­riata come segue, ponendo eguale a 100 l'en­trata tributaria del 1960 (ammontante a mi­liardi 91):

1960 100 1961 98,9 1962 101,1 1963 132,9 1964 137,4 1965 139,6

Per i comuni, l'entrata tributaria è invece variata come segue, ponendo eguale a 100 la entrata tributaria del 1960 (^ammontante a miliardi 463):

1960 100 1961 103,2 1962 109,9 1963 135,8 1964 149,7 1965 163,7

Su questi andamenti dell'entrata tributa­ria ha ovviamente influito anche la soppres­sione di talune imposte (legge 1959, n. 1079, relativa all'imposta sul vino, e legge 1960, n. 1014, relativa all'imposta sui redditi agra­ri, pianoforti, biliardi, ecc.) (1).

Ne conseguono, comunque le seguenti in­cidenze dell'entrata tributaria locale sul red­dito nazionale:

- per le province: nel 1960 0,49% nel 1961 0,44% nel 1962 0,40% nel 1962 0,45% nel 1964 0,43% nel 1965 0,40%

- per i comuni: nel 1960 2,49% nel 1961 2,32% nel 1962 2,19% nel 1963 2,35% nel 1964 2,35% nel 1965 2,40%

(1) Con l 'avvertenza che la flessione trova compensazione in un aumento della comparteci­pazione I .G.E. , eccezione fatta del l ' imposta sul vino per la quale lo Stato è intervenuto con ap­posita assegnaz ione compensat iva per gli anni 1962 e 1963.

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con una diminuzione quindi (sia per le pro­vince che per i comuni) dal 1960 al 1965 (e più precisamente: del 17,6 per cento per le province e del 3,6 per cento per i comuni), laddove per lo Stato lo stesso tasso di inci­denza è aumentato, nel medesimo periodo, deir8,50 per cento:

Entrata tr ibutaria R e d d i t o

s tata le naz iona le

(in mil iardi di lire)

1960 . . 3.521 18.606 18,9% 100 1961 . . 3.972 20.583 19,3% 102,1 1962 . . 4.580 23.271 19,7% 104,2 1963 . . 5.274 26.732 19,7% 104,2 1964 . . 5.746 29.424 19,5% 103,2 1965 . . 6.452 31.530 20,5% 108,5

L'andamento della spesa corrente (com­prensiva delle rate di ammortamento dei mu­tui in estinzione) è stato, nello stesso periodo, il seguente:

- per le province, ponendo eguale a 100 il totale della suddetta spesa corrente pel 1960 (ammontante a miliardi 199,0) :

1960 100 1961 133 1962 139 1963 179 1964 189 1965 204

- per i comuni, ponendo eguale a 100 il totale della suddetta spesa corrente pel 1960 (ammontante a miliardi 817,8) :

1960 100 1961 117 1962 134 1963 164 1964 177 1965 195

(È doveroso per me rilevare che i dati re­lativi agli esercizi 1961 a 1965 sono stati de­sunti dalla relazione generale sulla situazione economica del paese. Il dato 1960 è stato in­vece elaborato sulla base di una pubblica­zione dell'I.S.T.A.T.).

In percentuale, e ciò ha concorso alla for­mazione del debito, l'incremento della spesa corrente è stato, nel periodo considerato, su­periore a quello dell'entrata tributaria:

Spesa Entrata corrente tributaria Diflerenza

Province Comuni

104 95

39,6 63,7

64,4 31,3

Al termine del periodo considerato, e cioè al 1° gennaio 1966, l'indebitamento (conside­rando anche i mutui deliberati dagli enti lo­cali, ma non ancora concessi dagli enti fi­nanziari) ammontava:

per le province, a miliardi 865,755 per i comuni, a miliardi 4.217,496 in totale miliardi 5.083,251

Di tale indebitamento, quelli per copertu­ra di disavanzi economici e quello per finan­ziamenti di opere pubbliche costituivano, ri­spettivamente, il 40,36 per cento ed il 42,60 per cento.

È interessante notare la varia incidenza dell'indebitamento per disavanzi economici e per il finanziamento di opere pubbliche nel­l'Italia nord-occidentale, nell'Italia nord-orien­tale e centrale e nell'Italia meridionale ed insulare.

Copertura F inanz iamento di opere

disavanzi pubbl iche

Italia nord-occidentale . 4,82% 68,94% Italia nord-orientale e

centrale 36,35% 44,80% Italia meridionale ed

insulare 70,21% 21,33%

È evidente la diversità di composizione del­l'indebitamento.

Tale diversità non può attribuirsi a caren­za dell'azione statale nei confronti dell'Italia meridionale in quanto, per il finanziamento delle opere pubbliche assistite da contributi statali, laddove il comune non sia in grado di dare garanzie, particolari provvedimenti dispongono che interviene la garanzia dello Stato (legge 1949, n. 589, leggi 1954, n. 645 e 1962 n. 1073, legge 1965 n. 574, e leggi spe­ciali per i grandi comuni).

Deve d'altra parte notarsi che il maggior proporzionale indebitamento per opere pub­bliche nell'Italia settentrionale e centrale, ri­spetto a quella meridionale, consegue anche dal maggior volume dell'indebitamento « a condizione ordinaria » e cioè senza contributo statale.

L'indebitamento « a condizione ordinaria » effettuato nel 1965 presso la Cassa depositi e prestiti è ammontato, ad esempio:

per l'Italia settentrionale a 61 miliardi; per l'Italia centrale a 46 miliardi; per l'Italia meridionale ed insulare a 13

miliardi.

Per contro, nell'Italia meridionale, molte opere pubbliche d'interesse degli enti locali

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sono effettuate dalla Cassa per il mezzo­giorno.

Quali gli oneri che in favore degli enti lo­cali sono accollati al bilancio statale e quali, quindi, le relazioni tra il bilancio dello Stato ed i bilanci delle Amministrazioni provinciali e comunali ?

Secondo le risultanze del bilancio di pre­visione per l'esercizio 1966, lo Stato eroga al­le amministrazioni locali :

M I L I O N I DI L I R E

per devoluzione di tributi era­riali 295.275

per contributi di carattere gene­rale per taluni servizi . . . 57.814

per contributi nella esecuzione di opere pubbliche di conto degli enti locali 143.589

per contributi a taluni enti per effetto di leggi speciali . . . 40.426

per anticipazioni di rette di spe­dalità 15.000

TOTALE 552.104

Tra le partecipazioni a tributi erariali pri­meggia la quota di provento dell'I.G.E.

I contributi per taluni servizi compren­dono principalmente quelli per l'istruzione pubblica statale e per la manutenzione delle strade comunali o di bonifica classificate tra le provinciali.

I contributi per l'esecuzione di opere pub­bliche riguardano massimamente l'edilizia scolastica, gli acquedotti e le opere igieniche, la viabilità, gli edifici giudiziari.

I contributi di carattere particolare sono riconosciuti da leggi speciali in favore di al­cune amministrazioni comunali e provincia­li : i Comuni di Napoli e di Roma risultano tra i maggiori beneficiari.

Una dotazione è inclusa infine nel bilan­cio statale per anticipazioni per il pagamento di rette di spedalità.

A parte va considerato l'onere che lo Stato sostiene per la integrazione dei bilanci degli Enti comunali di assistenza (nel 1966, cifra di preventivo: miliardi 19,6).

Dopo la sintetica epperciò forse insuffi­ciente illustrazione che ho innanzi effettuato sullo stato della finanza locale, dovrei (se­condo il loro cortese invito) far cenno di quel­le che possono ritenersi le cause di questa deficitaria situazione.

Devo riconoscere che io sono fortemente agevolato dalle esposizioni svolte da coloro

che mi hanno autorevolmente preceduto e di cui hanno dato conoscenza i resoconti delle sedute del 27, 28 e 29 settembre.

Riterrei, comunque, di puntualizzare alcu­ni motivi, a taluni dei quali può attribuirsi un carattere di generalità mentre gli altri possono apparire peculiari di determinati enti.

I. — La mancanza di una determinazione esplicita ed aggiornata delle funzioni degli enti locali: questa esigenza è stata già avver­tita dal progetto di riforma presentato al Par­lamento nella passata legislatura (atto Senato del 31 dicembre 1961, n. 1868) e poi decaduto per la fine della medesima.

II. — La soppressione di imposte di per­tinenza degli enti locali o Vaccollo, ai medesi­mi, di nuove o maggiori spese, senza Vasse-gnazione di disponibilità compensative del­l'onere connesso a tali soppressioni ed accolli. Si tratta di un problema che s'intende risol­vere con il noto disegno di legge costituzio­nale (Atto Senato 289).

III. — // ritardo nella definizione ed ap­provazione dei bilanci, che rende inevitabile un onere per i prefinanziamenti, ai quali gli enti debbono fare ricorso per le normali oc­correnze finanziarie, in attesa dell'autorizza­zione a contrarre i mutui a pareggio dei bi­lanci; ciò significa in concreto, per gli enti, un aumento del costo del denaro.

IV. — Gli oneri del personale. In un de­cennio, e cioè nel periodo 1956-1965, il totale dei dipendenti comunali di ruolo e fuori ruolo è aumentato di circa il 44 per cento. Al per­sonale di ruolo e fuori ruolo occorre poi ag­giungere i cosidetti giornalieri (retribuiti con foglio paga quindicinale e che, com'è stato già reso noto alla Commissione, nel 1965 han­no svolto lavoro per oltre 9 milioni di giornate lavorative).

È opinione diffusa che la consistenza di tale personale possa ritenersi esuberante e ciò è confermato dall'esistenza di significative di­versità del numero dei dipendenti da comu­ni aventi popolazione pressoché eguale.

MIOTTI CARLI AMALIA. Esistono dati per regione, ragionier generale dello Stato ?

MARZANO. Attualmente non mi risulta che ve ne siano; si potranno eventualmente predisporre.

PRESIDENTE. Sarebbe nostra intenzione rivolgere quesiti scritti al presidente del-

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SEDUTA DI MARTEDÌ 11 OTTOBRE 1966 199

TI.N.A.D.E.L. ed al direttore generale degli Istituti di previdenza degli Enti locali.

MARZANO, ragioniere generale dello Stato. L'esuberanza del personale è già nor­malmente, un motivo di inefficienza. Essa ren­de inoltre economicamente e forse anche socialmente non convenienti gli ammoderna­menti tecnici intesi a realizzare efficienza e produttività, stante la pratica stabilità di quel personale.

Il personale delle amministrazioni comuna­li (non dispongo di dati per il personale delle amministrazioni provinciali) beneficia di in­dennità varie che avrebbero dovuto essere sop­presse a seguito della concessione dell'asse­gno temporaneo (80 lire per ogni punto di coef­ficiente) e dell'assegno mensile non pensiona­bile (70 lire per ogni punto di coefficiente).

L'avvocato Lorenzini ha riferito alla Com­missione che il dipendente comunale di Bo­logna costa mediamente, fra retribuzione ed oneri indiretti, 2 milioni e mezzo.

Posso aggiungere che analogo è il costo medio del dipendente comunale di Roma (con­siderando anche gli oneri riflessi); complessi­vamente: 2.509.000.

Alcune indagini campione - ha riferito alla Commissione il professor Valerio Selan - fan­no corrispondere la spesa per il personale ad una percentuale della spesa corrente oscillan­te tra il 76 e l'82 per cento. E l'onorevole Sot­tosegretario Gaspari ha osservato come le poderose lievitazioni della spesa del personale assorbano percentuali notevolissime (l'80, il 90 e persino il 95 per cento) degli stanziamenti per l'assistenza.

Gli indicati costi medi sono tanto più si­gnificativi, stante lo « appiattimento » che l'av­vocato Lorenzini ha ricordato e che si rivela improduttivo nel suo contrastare le assunzioni di personale qualificato.

Giova comunque il considerare che il costo medio di ogni unità del personale statale (pur nella diversa composizione del medesimo : ma­gistratura, personale diplomatico, professori universitari, ecc.) ammonta oggi a lire 2 mi­lioni 250.000.

Per cui non ritengo che si possa assecon­dare l'aspirazione dei dipendenti comunali allo « sganciamento » dagli statali : « aggan­ciamento » al livello statale, semmai, ma con appropriate attribuzioni funzionali dei coef­ficienti.

PRESIDENTE. A proposito del costo, na­turalmente si tratta di un dato medio tra le varie categorie di dipendenti. L'avvocato Lo­renzini affrontò il problema del coefficiente ge­

rarchico, esponendo una sua teoria favorevole all'aumento del coefficiente gerarchico stesso. Ma per discutere di questo problema non basta soffermarsi genericamente sul dato medio.

LOMBARDI RUGGERO. Anche nell'indu­stria esiste una suddivisione in categorie; e la categoria C, ad esempio, riceve una retri­buzione che è inferiore a quella della corri­spondente categoria degli impieghi pubblici, in quanto non supera le 79 mila lire.

PRESIDENTE. L'avvocato Lorenzini disse - se non erro - che gli enti locali pagano ab­bastanza bene gli elementi delle categorie inferiori ma pagano meno bene gli elementi dirigenti, rispetto ai criteri adottati nel mondo imprenditoriale.

GASPARI, Sottosegretario di Stato per lo interno. Mi permetterei di contestare questa affermazione perché effettivamente anche nei gradi intermedi ed elevati esiste una spro­porzione notevole. Potrei portare dati di tutti i maggiori comuni italiani: raffrontandoli alla carriera statale si rileva un divario che può andare dal 15,20 per cento al 50 per cento.

È vero che l'avvocato Lorenzini si riferi­va all'industria privata, ma anche in essa occorre, a mio avviso, andare cauti. In questi giorni è in corso una procedura di annulla­mento relativa ad un dirigente di una muni­cipalizzata « acqua e gas » (non eccessivamen­te complessa quindi come municipalizzata) di una città di non grandissima importanza. Dopo otto anni di effettivo servizio vi era un'anzianità convenzionale di 12 anni per cui l'interessato arrivava a 20 anni, veniva a ri­cevere una liquidazione di fine esercizio di 49 milioni ed una pensione mensile di 1 mi­lione 257 mila lire.

PRESIDENTE. Siamo d'accordo che esi­ste talvolta una situazione anormale nelle mu­nicipalizzate. L'affermazione dell'avvocato Lo­renzini si riferiva ai comuni in paragone con l'industria privata.

La nostra Commissione non deve portare nella discussione giudizi sommari o pregiu­dizi, ma fondare su prove i propri convinci­menti. E le prove nascono da cifre valutate con metodi appropriati. Vi sono luoghi co­muni secondo i quali vi è un fenomeno gene­rale di dissipazione da parte degli ammini­stratori, mentre questo fenomeno si rileva li­mitatamente a talune zone. Esiste anche un problema di funzioni e di mezzi che il Ra­gioniere generale dello Stato ha messo in luce.

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200 SEDUTA DI MARTEDÌ 11 OTTOBRE 1966

La Commissione non può prendere in consi­derazione soltanto i dati negativi delle ammi­nistrazioni comunali. Altrimenti manchereb­be al suo compito. Ci deve essere equità e og­gettività e una visione possibilmente larga e completa.

BORSARI. Sarebbe comunque interessante avere dei dati di comparazione tra i due set­tori.

MARZANO, Ragioniere generale dello Stato. Posso dire che negli ultimi anni ele­menti provenienti dal settore privato sono sta­ti immessi nel personale della Ragioneria ge­nerale dello Stato, a seguito di regolari con­corsi; mi hanno riferito la loro convenienza ad effettuare il passaggio.

V. — Un'altra questione che deve essere puntualizzata è quella del non completo uti­lizzo della possibilità tributaria. È stata già considerata nelle precedenti sedute e vale so-vrattutto per i contributi di miglioria, oltre che per l'imposta di famiglia, la tassa di oc­cupazione di suolo pubblico, l'imposta delle aree fabbricabili, ecc.

VI. — Gli oneri relativi alVammortamento dei mutui per copertura dei disavanti econo­mici e per opere pubbliche. Stanno per rag­giungere i limiti di rottura e sommati agli oneri per il personale eccedono, per alcuni co­muni, il 100 per cento di tutta l'entrata (con ponte superiori anche al 220 ed al 290 per cento !).

L'esposizione debitoria relativa alle opere pubbliche assistite da contributi statali va pe­raltro ridotta - com'è ben noto e sarebbe forse superfluo accennarlo - dell'importo relativo ai contributi trentacinquennali dello Stato, col che, in definitiva, si trasferisce a carico dello Stato gran parte dell'onere di ammortamento relativo ai prestiti contratti per il finanzia­mento delle opere.

Ipotizzando che gli stanziamenti di bilan­cio statale per contributi consentano, ad un contributo medio del 4 per cento, un volume di opere pari a 100, questa cifra viene a cor­rispondere all'importo globale dell'indebita­mento contratto dagli enti. Calcolando che l'onere di ammortamento annuale del debito anzidetto risulta (per quota capitale ed inte­ressi) sulla base del 6,50 per cento, si ha, nel­la ipotesi formulata di un contributo medio del 4 per cento, che l'onere di ammortamento risulta per il 61,56 per cento a carico dello Stato e per il restante 38,44 per cento a carico degli enti.

VII. — a) L'esistenza di comuni con di­mensioni territoriali e demografiche minime. Non hanno possibilità né di funzionamento ordinario, né di inserimento negli strumenti della programmazione.

b) Insufficiente utilizzo della possibilità dei Consorzi, che - attraverso l'unione de­gli sforzi di più comuni - consentirebbero di realizzare miglioramenti di costi e di effi­cienza.

VIII. — Criteri di riparto delle comparte­cipazioni ai tributi erariali. Ancorati come sono attualmente, ad esempio per l'I.G.E., al dato della popolazione residente, appaiono tra­scurate le diversità non demografiche.

Per un maggior sostegno dell'azione di re­distribuzione in favore dei comuni maggior­mente deficitari, si lamenta poi la insufficien­za del fondo istituito dalla legge 6 agosto 1966, n. 637.

IX. — Gestione deficitaria delle aziende municipalizzate. Nella precedente seduta anti­meridiana del 28 settembre, è stato già rile­vato che in talune di queste aziende la spesa del personale incide per circa l'80 per cento su quella totale : il costo medio del dipendente si aggirerebbe per talune aziende, come ha precisato il professor Giacchetto, sui 3.240.000: la progressione dei disavanzi ha raggiunto li­velli insostenibili, che ne rendono pressoché impossibile il finanziamento.

Ritengo debba ritenersi oramai acquisito, alla stregua di più moderni orientamenti, che per tutte le gestioni sia variata la motivazione dell'utile, non più ravvisandosi nella massi­mizzazione dei profitti il principio guida delle attività economiche, ma attribuendo a queste la responsabilità di evitare le perdite (che equivalgono a distruzione di ricchezze) e di realizzare per converso un utile che valga quale premio di copertura del rischio (insisto in modo generale in ogni attività economica) e, inoltre, quale base propulsiva della neces­saria espansione futura.

La produzione a costi economici dovrebbe quindi costituire, anche per l'azienda pubbli­ca, il banco di prova della validità della ge­stione aziendale.

Ed il prezzo politico, quando lo si ravvisi necessario, dovrebbe implicare una delibera­ta e ben determinata incidenza sul rapporto tra i costi economici ed i ricavi, senza pre­starsi ad essere indicato come motivo di giu­stificazione del mancato perseguimento di co­sti economici.

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SEDUTA DI MA UT E Dì 11 OTTOBRE 1066 201

X. — Strutturazione inadeguata ai nuovi ed ai più intensi compiti, la qua le pos tu la la necessità di r iord ino e r i d imens ionamen to dei servizi , p u r nelle ovvie difficoltà di r idu­zione del personale . (Nelle precedent i sedute è stato riferito che bas ta u n a semplificazione dei s istemi di esazione o uno s f rondamento dei t r ibut i per de t e rmina re eccedenze di per­sonale) .

La Commissione ha invitato infine a for­m u l a r e proposte di soluzioni adottabil i in un per iodo breve ed in u n per iodo lungo . Ri terrei che si debba innanzi tut to prec isare il pun to di separazione dei d u e per iodi .

A mio avviso, quel pun to dovrebbe identi­ficarsi nel momen to in c u i :

a) si s iano acquisi te idee def ini t ivamen­te chiare ;

b) sia definita la r i forma t r ibu ta r ia stan­te l ' impor t anza del seguente concet to : La fi­nanza pubbl ica è un i t a r i a e naz ionale . Con­fluiscono in essa la finanza statale, la finanza degli enti locali e la finanza degli enti previ­denzial i , in u n ovvio ed equi l ibra to coordina­mento che escluda, per definizione, il deter­minars i di squi l ibr i di una finanza in favore delle al t re (in parole molto pove re : il trasfe­r imento dei guai d a l l ' u n a a l l ' a l t ra finanza). Questo concetto è alla base del la p r o g r a m m a ­zione;

c) s iano definite le funzioni degli enti locali;

d) le Amminis t raz ion i abb iano già dato esaurient i e concrete manifestazioni di adat­t amento alle esigenze del l 'economici tà ed ef­ficienza.

I p rovvediment i dovrebbero conseguire dal­le accennate cause di squi l ibr io del la finanza locale, ove in essa si convenga .

E qu ind i , oltre a l la già cenna ta necessar ia definizione delle funzioni degli enti locali (I) ed a l l ' adeguamento degli o rd inamen t i alle esi­genze della economicità e dell'efficienza (X) :

I I . — Soppress ione di imposte di per t inen­za degli enti locali od accollo, ai medes imi , di nuove o maggior i spese, senza l 'assegnazione di disponibi l i tà compensat ive de l l ' onere con­nesso a tali soppressioni od accolli .

L ' inammiss ib i l i t à deve valere come pr in­cipio, in attesa del la definizione del provve­d imen to di cui a l l 'At to Senato n . 282.

I I I . — Ri ta rdo nella definizione ed appro­vazione di b i lanci .

P u ò suppl i re , per la tempest iva del ibera­zione del bi lancio, il r icorso alla nomina di

Commissar i l imi ta tamente al la ma te r i a del bi­lancio .

Sa rebbe inoltre o p p o r t u n o s tabi l i re u n ter­m i n e anche pe r l ' approvaz ione dei bi lanci da p a r t e degli o rgan i di tutela , con appropr i a t e sollecite p rocedure ed is t ru t tor ie .

Pe rché gli en t i s iano posti in g rado di sov­ven i re alle esigenze del la gestione o rd ina r i a nel le more de l l ' approvaz ione dei bi lanci e de l l ' au tor izzazione a c o n t r a r r e i m u t u i a pa­reggio, si po t rebbe autor izzare la Cassa depo­siti e prest i t i a d an t ic ipare u n a quota del fab­bisogno rappor ta to al 40-50 pe r cento del l ' im­por to del m u t u o concesso da l l a stessa per il p recedente esercizio.

IV. — Oneri p e r il personale . P u ò giovare, come m i s u r a immedia ta , il

blocco delle assunzioni di personale t empora­neo e la soppress ione delle indenn i t à non compat ib i l i con l 'effettuata concessione del noto assegno t emporaneo , nonché del l 'asse­gno mensi le non pens ionabi le .

V. — Incomple to utilizzo delle possibili tà t r i bu ta r i e .

Gli enti dovrebbero effettuare più adeguat i accer tament i dei t r ibu t i , s ' in tende , ad accer­t amen to au tonomo.

VI . — Oneri relativi a l l ' a m m o r t a m e n t o dei m u t u i pe r cope r tu ra di disavanzi econo­mici e pe r opere pubb l i che .

Un p rovved imento di consol idamento non dovrebbe con templa re i m u t u i per opere pub­bl iche, sia pe r non a l te ra re lo svolgimento del la erogazione dei con t r ibu t i s tatal i , sia per­ché - come ho già avuto occasione di preci­sare - il res iduo impor to di tali m u t u i è com­prensivo del la pa r te a carico dello Stato .

Un provved imento di consol idamento dei m u t u i pe r cope r tu ra di disavanzi economici non dovrebbe con templa re u n a d u r a t a supe­r iore ai 35 ann i , al fine di evi tare il maggiore t u r b a m e n t o della Cassa depositi e presti t i per i p ropr i r ien t r i . Non dovrebbe del par i impli­ca re oner i pe r lo S t a to : l 'accollo del 4,50 per cento di interessi , secondo q u a n t o proposto nelle precedent i sedute , de te rminerebbe per lo Stato (ne l l ' a t tua le vo lume dei m u t u i a co­p e r t u r a di d i savanz i : mi l ia rd i 2.376) il se­guen te onere nei p r imi c inque a n n i :

1° anno mi l ia rd i 106,920 2° » » 105,853 3° » » 104,729 4° » » 103,541 5° » » 102,286

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202 SEDUTA DI MARTEDÌ 11 OTTOBRE 1966

Si favor i rebbero, inol t re , le ammin is t raz io ­ni che, con eventuale mino r r igore a m m i n i ­strat ivo, m a g g i o r m e n t e si s iano indebi ta te .

BORSARI . Scusi , do t to r Marzano , questo onere lo calcola p revedendo che la quo t a capi tale r i m a n g a a carico dei c o m u n i ?

MARZANO, Ragioniere generale dello Stato. Sì, perché il tasso di interesse pra t i ­cato da l la Cassa depositi e prest i t i cor r i sponde al 5,50 per cento. Compless ivamente , l ' am­m o r t a m e n t o è effettuato in base al tasso del 6,50 per cento.

Il dot tor Scipione h a osservato che, a suo avviso, tutt i gli a l t r i g ravi p rob lemi del la finanza pubbl ica sono stati avviati a conclu­sione (scuola, agr icol tura , indus t r ia , mezzo­giorno) .

Nella loro sensibil i tà di uomin i politici, po t r anno va lu ta re se si sia effettivamente de­t e rmina t a u n a tale s i tuazione. Nella m i a posi­zione di funzionario del bi lancio, non potrei - per a l t ro - ignorare che var ie is tanze, e di notevole por ta ta finanziaria, sollecitano nuovi provvediment i aventi riflessi sul bi lancio.

Vll-a) e VII-6) . — Comuni con d imens ion i terr i tor ial i demograf iche m i n i m e e Consorzi .

Si dovrebbe sol leci tamente procedere alle fusioni ed a i Consorzi.

V i l i . — Criteri di r ipar to del la compar t e ­cipazione ai t r ibu t i e ra r i a l i .

Si pot rebbero legis la t ivamente adot tare p iù razionali p a r a m e t r i .

P e r i r robus t i re il fondo per la concessio­ne di con t r ibu t i in capitale ai c o m u n i defici­tar i , si po t rebbero d i spor re consol idament i delle compartecipazioni diverse da l l ' I .G .E . e s tabil i re che l 'eccedenza sia fatta affluire a det­to fondo.

Si pot rebbe altresì d i spor re che sia conso­lidato al 1966 il getti to, in favore degli enti locali, del la impos ta sul le indus t r ie , commer ­ci, art i e professioni ( I .C.A.P.) , devolvendo il supero del gettito al fondo già menz iona to .

IX. — Aziende munic ipa l izza te . Dovrebbe essere affrontato d ' u rgenza il

loro r iasset to. Il dot tor Scipione ha avuto occasione

di a m m o n i r e , in modo genera le , che il p ro­b lema della finanza locale è di tali d imensio­ni che occorrono molti anni pe r real izzare il r iassetto delle gestioni ed ancora altr i ann i pe r real izzare la s is temazione pa t r imonia le .

E qu ind i nel per iodo lungo che d o v r a n n o definirsi i p rovvediment i p iù r isolut ivi .

Da par te mia insisterei affinché il pun to di pa r t enza di questo per iodo lungo coincidesse con quel lo che ho innanz i accennato (acquisi­zione di idee ch ia re ; definizione del la r i forma t r ibu ta r i a ; definizione delle funzioni degli enti locali; esaurient i e concrete manifestazioni , da par te dei medes imi , di ada t t ament i ai criteri del l 'economici tà e dell 'efficienza).

Concludo la m i a relazione, e mi scuso se non sono stato abbas tanza preciso ed anali­tico nel l 'esposizione delle var ie quest ioni .

P R E S I D E N T E . Il do t to r Marzano ci ha dato p rova di valore e di modes t ia . La r ingra­zio per i dat i che ci h a fornito e p e r la analisi suggest iva dei p rob lemi . N a t u r a l m e n t e alcuni dei giudizi po t r anno essere discutibili m a q u a n t o il dot tor M a r z a n o ci h a detto può sicu­r amen te costi tuire base di dibat t i to .

F E R R A R I VIRGILIO. Il nostro Pres idente h a fatto r i fer imento al la quest ione del-TI .N.A.M. ; a titolo informat ivo , vorrei sapere dal dot tor Marzano se, dal m o m e n t o che ci h a fornito dei dat i in teressant i sul personale, ce ne potesse da re anche pe r q u a n t o r i gua rda il nu­m e r o delle assenze del personale degli Enti locali e dello Stato, e la d u r a t a media delle mala t t ie . Questo per poter discutere con se­rietà e competenza il recente bilancio del-l ' I .N.A.M. , che è stato pubbl ica to alcuni gior­ni fa. Nei 90 mi l ia rd i di deficit di bilancio de l l ' I .N.A.M. , le cifre sbalordi t ive sono quel­le medie di ma la t t i a e quel le medie della d u r a t a delle singole mala t t i e .

Questi dati mi in teressano al fine di u n a discussione più approfondi ta che vorrei fare in u n a l t ro m o m e n t o .

MARZANO, ragioniere generale dello Stato. Io Le potrei fornire con precisione i dati relativi a l l ' I .N.A.D.E.L. P e r q u a n t o r i g u a r d a l ' I .N.A.M. farò il possibile.

BORSARI . Vorrei sapere in che mi su ra il crescere de l l 'onere per le quote di ammor t a ­men to dei m u t u i contra t t i a coper tu ra dei d isavanzi , h a inciso su l l ' inc remento della spesa de te rmina tas i nel 1960-65.

In secondo luogo, ella dot tor M a r z a n o h a detto - cosa che condivido p ienamen te - che la finanza pubbl ica deve essere un i t a r i a e na­zionale. Quindi , la p r i m a correzione da ap­por ta re , dovrà essere quel la di e l iminare quegli a t teggiament i che por tano a squi l ibr i a t t raverso il s i s tema di scar icare gli oneri e le difficoltà.

Non le s e m b r a che la coerenza a questo concetto p r e s u p p o n g a la necessità di conside-

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SEDUTA DI MARTEDÌ 11 OTTOBRE 1966 203

ra re in modo nuovo la soluzione del proble­m a del la finanza locale ? Non le s e m b r a cioè che si debba po r re fine a quel l ' ind i r izzo che h a por ta to fino ad oggi a cons iderare la fi­nanza locale come « il guaio » che pesa sul la finanza pubbl ica , e che la si debba in­vece considerare , p iù o p p o r t u n a m e n t e , come uno s t rozza tura economica che è necessario e l iminare se si vuole de t e rmina re u n a effet­t iva r ipresa dell 'efficienza del la finanza pubbl ica ?

MARZANO, ragioniere generale dello Stato. P e r q u a n t o r i g u a r d a il p r i m o dato , es­so è senz 'a l t ro d isponibi le . Invierò a lei per­sona lmente l 'enucleazione del la quo ta di que­sti a m m o r t a m e n t i .

P e r q u a n t o r i g u a r d a la seconda pa r t e , La r ingrazio di aver sottolineato il concetto del­l 'un i ta r ie tà del la finanza pubb l ica e conven­go p i enamen te con q u a n t o h a det to . Ho g ran ­de fiducia in ques ta r i forma del s i s tema t r ibu­tar io , cong iun tamen te al la p r o g r a m m a z i o n e , perché sa rà in sede di p r o g r a m m a z i o n e che si po t r anno evi tare queste vedute set torial i , par t icolar i .

BORSARI . Ella, a l lora, conviene con me che non si può di re « r inv iamo il p r o b l e m a della s i tuazione del la finanza locale, perché in questo m o m e n t o a b b i a m o delle a l t re spe­se ». E u n a delle spese p r i m a r i e .

MARZANO, ragioniere generale dello Stato. Quanto al la p r imar i e t à , non potrei pro­n u n c i a r m i se non ignorando che molt i a l t r i p roblemi vengono definiti p r i m a r i . I ndubb ia ­mente , il p rob l ema del la finanza locale è t r a i più impor tan t i e delicat i . Non so se io sia in e r rore r i tenendo che la sua soluzione v a d a r icercata nel la nuova impostaz ione del siste­m a t r ibu ta r io , ne l la ch ia ra de te rminaz ione delle funzioni, e ne l l ' i n se r imento del l 'a t t iv i tà degli enti locali nel la p r o g r a m m a z i o n e di svi­luppo .

BORSARI . Non l 'ho fatto p r i m a , e desi­dero adesso r ingraz ia re il Ragioniere genera le dello Stato per la precisione e l 'abi l i tà con le qual i ci h a fornito dat i e lumi per l 'analisi che s t iamo facendo.

M A T T A R E L L I GINO. P r e n d o atto con so-disfazione del fatto che mol te r isposte a do­m a n d e che avevo posto in precedent i audi ­zioni mi sono venute da l la b r i l l an te relazione del Ragioniere genera le dello S ta to .

Vorrei adesso fare u n a d o m a n d a in rela­zione ad alcuni dat i che ella ci h a fornito a proposito del la d iminuz ione delle en t ra te de­

gli enti locali, a favore del la finanza s ta ta le . D o m a n d o se non sa rebbe possibile, nei tempi brevi (in at tesa- del la definizione delle fun­zioni, che è fondamenta le per a r r iva re ad u n assetto no rma le degli enti locali), r ipor ta re il prel ievo del reddi to nazionale a favore del la finanza locale ai coefficienti che aveva in passa to ; non mi riferisco sol tanto a dati re­centi , m a ad altri del 1938. Il prel ievo a fa­vore del la finanza locale e ra a l lora in percen­tua le super iore a que l la a t tua le . Non si po­t rebbe ot tenere lo scopo, pe r esempio, at t ra­verso lo s t r u m e n t o del la par tecipazione al-l ' I .G.E. ?

Ed ecco la mia seconda d o m a n d a . Abbia­mo visto che non po t remo con t inuare eterna­men te - sia per m a n c a n z a di disponibi l i tà da par te del la Cassa depositi e prest i t i , sia per­ché non ci s e m b r a b u o n a n o r m a di a m m i n i ­s t razione - a r ip i ana re i d isavanzi ord inar i dei bi lanci con il s i s tema dei m u t u i . In at tesa di u n assetto definitivo, che po t rà r ichiedere anche parecchio t empo , ci sono nei tempi brevi a l t r i s t rumen t i di cui servirci , a l t re me­dicine per cu ra re ques ta mala t t i a ?

MARZANO, ragioniere generale dello Stato. U n a r isposta a ques ta d o m a n d a com­por te rebbe l 'assunzione di responsabi l i tà da pa r t e m i a .

Mi pa re , c o m u n q u e , che sia in corso di s tudio u n p rovved imento sulle imposte di consumo, il cui a u m e n t a t o gettito dovrebbe negli ann i pross imi de t e rmina re un migliora­men to del la s i tuazione.

P e r q u a n t o r i g u a r d a l ' a l t r a quest ione da Lei sollevata, u n sollievo dovrebbe potersi con­seguire dal consol idamento dei m u t u i , che de­t e rmine rebbe u n a mino re usci ta di denaro , niente affatto t r ascurab i l e .

G R E P P I . Non è facile por re delle doman­de, in quan to , p revedendo la nos t ra curio­sità, ella h a ant ic ipato molte delle r isposte .

Ci sono due a rgoment i sui qual i mi sem­b r a si debba riflettere, e sui qual i è impor­tante che ella ci dica la sua opinione, matu­ra ta nel la sua esperienza, nell'ufficio così alto che r icopre .

El la ci h a pa r l a to di prezzo politico, e h a detto cose sacre per noi, che s iamo a m m i n i ­s t ra tor i di impor t an t i cit tà. El la h a accen­na to al la depuraz ione , a l la d iscr iminazione dei coefficienti, che de t e rminano squi l ibr i t r a costi reali e prezzi ; e questo r i ch iamo costi­tuisce ce r t amente un motivo di ispirazione i m p o r t a n t e .

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Ma q u a n d o bene si sia arr ivat i a ques ta depuraz ione , a ques ta d iscr iminazione , a l la r iduzione di questi coefficienti- al loro m i n i m o assoluto; q u a n d o si sia evitata quals iasi pos­sibile contaminaz ione , il deficit che der iva da l la necessità r iconosciuta del prezzo poli­tico, secondo lei, come dovrà essere s con ta to? Se è vero che il prezzo politico nasce s e m p r e da ragioni di o rd ine generale , e r i ch iama per­tanto , a maggior ragione, quel la concezione sacrosanta del la uni ta r ie tà del la finanza na­zionale, non dovrà essere lo Stato, secondo un certo cri terio e secondo u n a regolamenta­zione precisa, ad assumers i in qua lche modo questo carico ? E giusto che, in fase di neces­sità di prezzo politico, i comuni cont inu ino a soppor ta rne le conseguenze, laddove le cause non nascono nel l 'o rb i ta degli stessi enti lo­cali ?

La seconda d o m a n d a - perdoni l ' ab i tud ine che tutti abb iamo al la m a s s i m a sinceri tà -nasce più che da u n a curiosi tà , da u n a preoc­cupazione, direi da u n piccolo t u r b a m e n t o . P e r q u a n t o r i g u a r d a l ' approvaz ione r i t a rda t a dei bilanci e i dann i che ne der ivano , el la ci ha par la to di u n possibile r i m e d i o : l ' invio di commissar i , che dovrebbero avere il potere di sosti tuire l 'o rgano super iore , da cui dovrebbe d ipendere l ' approvaz ione . Ma non le s e m b r a che questo pr incipio sia in contras to con u n a impostazione di au tonomia locale, che per noi è impor t an t e ? Non crede che questo po­tere, anziché ad un commissar io m a n d a t o dallo Stato, pot rebbe invece essere a t t r ibui to , sia pu re con certe garanzie , a l l ' o rgano stes­so, o al p r i m o organo di control lo previsto da l la regolamentazione genera le dello Stato ?

Qualcuno ha in questa sede suggeri to (cre­do il dottor Scipione) di f e rmare Viter de l l ' ap ­provazione alla g iun ta provinciale a m m i n i ­strat iva, evi tando il successivo g rado , che de­t e rmina s e m p r e r i t a rd i pericolosi . P e n s a ella che si possa costi tuire un cri ter io che prescin­da da l l ' approvaz ione dello Stato offrendo al tempo stesso sufficienti garanz ie per la rego­lari tà de l l ' ammin i s t r az ione stessa ?

MARZANO, Ragioniere generale dello Stato. P e r la p r i m a sua d o m a n d a , r i terrei di poter r i spondere che, ove r imanesse confer­m a t a la val idi tà del la p remessa (e qu ind i sus­sistesse la economicità del la gestione, con il solo t u r b a m e n t o , da pa r te del prezzo politico, nel la fascia che intercede t r a i costi ed i r i­cavi), i riflessi finanziari del prezzo politico dovrebbero g rava re sul la collettività, di p iù o m e n o vasto ambi to , le cui esigenze il prezzo politico in tende soddisfare .

G R E P P I . Io accetto la sua premessa , e sono con lei nel r i d u r r e al m i n i m o possibile come cri terio di preoccupazione il deficit der ivante dal prezzo politico; in ogni caso, ella mi ha dato la risposta che io des ideravo.

MARZANO, ragioniere generale dello Stato. A proposi to di r imedi a l la t a rd iva ap­provazione dei bi lanci , med ian te la n o m i n a del commissar io , r i terrei potersi osservare che ques ta n o m i n a non m e n o m a l ' au tonomia del­l 'ente , in q u a n t o il commissar io svolge tem­po raneamen te quei soli compit i inerent i al la definizione del bi lancio pei qua l i il compor ta­mento de l l ' en te si sia manifes ta to manchevole , con riflessi negativi per la collettività interes­sata .

M A T T A R E L L I GINO. Sarebbe forse me­glio impor re dei t e rmini perentor i .

MARZANO, ragioniere generale dello Stato. Una de te rminaz ione sul la possibili tà di d e m a n d a r e a l l ' au tor i tà tu tor ia locale l ' appro­vazione dei bi lanci r i en t ra nel la competenza del Minis tero de l l ' in te rno . A mio avviso, se la finanza locale si r iasset tasse e non si doves­sero qu ind i s t ipu la re m u t u i di t an ta notevo-lezza, que l la de te rminaz ione potrebbe esser posit iva. Ma se quel le condizioni non si ma­turassero , le valutazioni dei bilanci non po­t rebbero non essere effettuate in sede nazio­nale , s tante la necessità di coord inare le solu­zioni, di notevole rilievo politico ammin i s t r a ­tivo e finanziario, che occorre adot ta re .

G R E P P I . Basterebbe appl icare questo cri­terio di differenziazione fra u n certo l imite di spesa ed un al tro perché, per lo meno nella maggior par te dei casi, per quel che r iguar­da l ' ammin i s t raz ione ord inar ia , si possano evitare quei dann i che sono stati r i levati .

GASP ARI, sottosegretario di Stato per l'in­terno. L 'osservazione fatta da l dot tor Marza-no è provata dai dati a t tua l i . Infatti , vediamo che (oggi tu t t a ques ta ma te r i a è venuta al l 'a t­tento esame degli organi centrali) vi è u n a enorme diversi tà di casi, differenti p ropr io per­ché provengono dal le singole si tuazioni locali. Quando si a r r iva a certe d imens ion i d i inde­b i tamento , è ch ia ro che vi è la necessità ed il dovere da par te dello Stato di possedere una panoramica genera le , pe r evitare che alcuni abb iano molto ed altr i n e m m e n o il necessario. La visione central izzata si impone per un cri­terio e lementare di giust izia .

JACAZZI . El la h a par la to di a lcuni prov­vediment i a breve te rmine , assolutamente ne­cessari , c i tando anche la necessità d i avere

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termini ben precisi e stabil i t i , per esempio, | per l ' approvazione dei bi lanci d i previs ione d a par te dei c o m u n i . Non ri t iene che te rmini ben precisi dovrebbero esservi anche nel versa­mento di a lcune compar tec ipazioni o r imbors i da par te dello Stato ? Il costo maggiore del dana ro d ipende anche da questa s i tuazione di r i ta rdo - qualche volta anche di un anno -da par te dello Stato.

In tal caso, qual i p rovvediment i immedia t i po t rebbero p renders i d a pa r te dello Stato per sanare la s i tuazione, che segue un a n d a m e n t o crescente ?

MARZANO, ragioniere generale dello Stato. Posso ass icurare che ques ta quest ione mi t rova molto sensibi le . P r o p r i o ques ta mat ­t ina ho pregato i miei col laborator i di pro­nunciars i su questo p r o b l e m a . Le r isposte che mi sono state date non sono mol to pessimist i­che . Tut tav ia , mi farò u n dovere di t o rna re su l l ' a rgomento , e di in teressare gli o rgani competent i perché ques t i pagamen t i s iano fat­ti sol leci tamente .

M I O T T I CARLI AMALIA. Ringraz io il dot tor Marzano per la puntua l izzaz ione dei problemi che egli h a fatto ques ta sera , e che confe rmano anche le nos t re precedent i con­vinzioni .

Mi pa re , sopra t tu t to , che nel la r i fo rma tr i ­bu t a r i a il concetto del la finanza un i t a r i a e na­zionale debba essere p r e m i n e n t e e tempest ivo (mi riallaccio in questo a q u a n t o h a n n o affer­mato i colleghi che mi h a n n o p recedu ta ) . Cir­ca la sollecitata formazione di consorzi , debbo dire che ques ta è un 'ope raz ione non s e m p r e di facile a t tuazione, perché non a iu ta ta dagl i stessi o rgani di control lo e di v ig i lanza . In alcuni comuni , con popolazione al di sotto di vent imi la abi tant i , la formazione di consorzi sarebbe necessar ia; al cont ra r io , da pa r t e de­gli o rgani di control lo a p p a r e u n r igido at­teggiamento di rifiuto.

Desidero chiedere u n ch ia r imen to circa u n dato da lei citato poco fa. Se non e r ro , ella h a affermato che i m u t u i del la Cassa depositi e presti t i , concessi senza cont r ibu t i , sono per l ' I tal ia centro-set tentr ionale par i al l '80 per cento, e per l ' I ta l ia mer id iona le al 12 per cento.

MARZANO, ragioniere generale dello Stato. È u n dato contenuto nel la relazione eco­nomica genera le .

MIOTTI CARLI AMALIA. Io chiedo se ciò sia in relazione alle disponibi l i tà di ga ranz ie che i comuni sono in g rado di offrire.

MARZANO, ragioniere generale dello Stato. N a t u r a l m e n t e .

P R E S I D E N T E . L ' indeb i t amento , in condi­zione o rd inar ia , avrebbe il seguente ord ine di g randezza . I tal ia se t t en t r iona le : 61 mi l ia rd i di l i re; I tal ia cen t r a l e : 46 mi l ia rd i di l i re; I ta l ia mer id iona l e : 13 mi l ia rd i di l i re . Som­m a n d o queste t re cifre, si a r r iva a 120 mi­l iardi di l i re .

MARZANO, ragioniere generale dello Stato. Questi dat i sono relativi al solo 1965.

Onorevole Miotti , le faccio presente che an­che per l ' I ta l ia mer id iona le vi è u n a cifra d iscre ta e prec isamente di 13 mi l i a rd i .

P R E S I D E N T E . Dal l ' e same dei dati forniti da l dot tor Marzano la s i tuazione r isul ta la se­g u e n t e : le amminis t raz ion i provincial i ave­vano m u t u i già in a m m o r t a m e n t o al la da ta del 1° gennaio 1966 per 716 mi l ia rd i , di cui 337 per opere pubb l iche . I comuni capoluogo avevano 2196 mi l ia rd i di m u t u i di cui 753 per opere pubb l i che . I comuni super ior i a 20.000 abi tant i avevano 378 mi l ia rd i di mu tu i cui 176 per opere pubb l i che . I comuni infe­riori a 20.000 abi tant i ne avevano 761 mil iar­di di m u t u i , di cui 435 per opere pubbl iche .

Ai m u t u i di a m m o r t a m e n t o per circa 4000 mi l ia rd i di lire bisogna aggiungere 1000 mi­l iardi di lire per m u t u i concessi e non in am­m o r t a m e n t o , s empre al la da ta del 1° gennaio 1966. E s iamo così ai 5000 mi l ia rd i di l ire. Di quest i 5000 mi l ia rd i , 2165 sono relativi ad opere pubb l i che .

La r ipar t iz ione per regioni dà il seguente q u a d r o complessivo per le opere pubb l i che : I tal ia nord occidentale 894 mi l ia rd i , I tal ia nord or ientale e centrale 884 mi l ia rd i , Italia mer id iona le e insulare 386 mi l i a rd i .

A m m e t t i a m o che tutti i m u t u i siano assi­stiti dal lo Sta to . E mi riferisco ai 2.000 mil iar­di di opere che lo Stato assiste. Esc lud iamo p u r e 386 mi l ia rd i che sono dest inat i al finan­z iamento delle opere pubbl iche nel sud . Ne r i su l te rebbe che al tr i devono essere stati con­cessi a qua lche a l t ra pa r t e del terr i tor io .

Se ne dovrebbe d e d u r r e che il complesso delle opere pubbl iche non assistite da contri­bu to statale è piuttosto scarso. Quindi se ella osserva che di questo complesso, l'80 per cen­to è del nord s iamo d 'accordo, m a nel quad ro genera le , su 2.000 mi l ia rd i di contr ibut i per opere pubb l iche poca cosa sono le opere pub­bl iche non assistite da cont r ibu to . Pe r t an to , il r appor to nord-sud su questo t ipo di opere non h a mol ta impor t anza . R i m a n e confermato

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che il sud par tec ipa al finanziamento delle opere pubbl iche con 386 mi l ia rd i contro gli 884 del l ' I ta l ia nord or ientale e gli 894 del l ' I ta­lia nord occidentale.

M A T T A R E L L I . Anche quell i del la Cassa per il Mezzogiorno ?

P R E S I D E N T E . Sono compres i in quest i 386 mi l ia rd i i m u t u i per fognature e per reti idr iche che sono ammess i al m u t u o della Cas­sa depositi e prest i t i m a che ricevono u n a in­tegrazione parzia le dal la Cassa per il Mezzo­giorno.

Vorrei por re a lcune d o m a n d e a m i a vol ta . Dal l 'anal is i che Ella h a presenta to r i su l ta

un peggioramento della s i tuazione delle pro­vince, anche di quelle che c inque o sei ann i fa e rano quasi « sane ». Avete fatto s tudi pe r r in t racc iare le cause di questo peggioramen­to ? Quali sono le cause ?

Ella, dot tor Marzano , h a detto che la ga­ranz ia dello Stato per il Mezzogiorno h a agito in modo da a u m e n t a r e nel sud finanziamenti delle opere pubb l i che . Sembre rebbe dal p ro ­spetto fornito che , s emmai , ques ta ga ranz i a dello Stato h a agito pe r f renare , ins ieme con i d isavanzi , i m u t u i per l ' I ta l ia mer id iona le . Infatt i , l ' I ta l ia mer id iona le ed insu la re h a ot­tenuto a p p e n a 386 mi l ia rd i contro i 1.800 mi ­l iardi concessi per il resto del terr i tor io na­zionale.

MIOTTI CARLI AMALIA. Però noi do­v r e m m o pensare a tut te le opere pubb l i che di spet tanza delle province, come le scuole di addes t ramento professionale, di specializza­zione, come le spese a favore de l l ' i nc remento de l l ' agr ico l tura .

Tut to depone a favore di questo incre­mento !

P R E S I D E N T E . Come ha anche sottolineato in a l t ra seduta il dot tor Scipione, i d isavanzi economici sono fortissimi nel sud . L ' I ta l ia mer id ionale ed insu la re h a cont ra t to per coper­tura di d isavanzo economico m u t u i pe r 1.271 mi l ia rd i contro i 717 del l ' I ta l ia nord or ienta le e centra le e i 62 mi l i a rd i de l l ' I ta l ia nord oc­cidentale . Il sud fa debit i per vivere, per pa­gare gli s t ipendi , agii impiegat i , per l 'ordina­r ia ammin i s t r az ione .

L ' I ta l ia nord-or ienta le e centra le è in u n a posizione di relativo equi l ibr io (717 mi l ia rd i contro 884). L ' I ta l ia nord-occidentale - e pos­s iamo esserne lieti - ha un « p rob lema di vita quot id iana » m e n o pressante .

Volevo por re in luce che mi s e m b r a avven­tato dire che la ga ranz ia dello Stato h a agito efficacemente in favore del sud .

D o m a n d o al dot tor Marzano se non rit iene che si debba ch ia r i re al la pubb l i ca opinione la n a t u r a di quest i 5.000 mi l ia rd i d i lire di indeb i t amento che spaven tano la gente . Dob­b iamo ten ta re un ' ana l i s i ca r tes iana pe r a r r i ­vare al la sintesi . Se non s tabi l iamo da che cosa nascono quest i c inquemi la mi l ia rd i di de­biti non r iusc i remo ad evi tare il r ipetersi di s i tuazioni p reoccupant i .

Dal suo prospet to, dot tor Marzano , r isulte­rebbe che lo Stato h a concorso con contr ibut i pe r opere pubbl iche per 2.361 mi l ia rd i . Cre­do che i cont r ibut i finora erogati s iano al di sotto di ques to l imite perché non tut te le som­me che sono stanziate nel bi lancio dei lavori pubbl ic i sono state effettivamente erogate .

Calcolando anche il 75 per cento di questi 2.400 mi l ia rd i , ci s a r a n n o 1.800 mi l ia rd i di m u t u i assistiti da con t r ibu t i dello Stato . Di queste spese, gli enti locali non h a n n o colpa. In forza degli s t anz iament i dei Ministeri (e con decreti dei Ministr i) è s ta ta da t a l ' au to­rizzazione a cost rui re acquedot t i , fognature edifici scolastici. Dei 5.000 mi l ia rd i circa 2.000 r app re sen t ano debito pubbl ico sostanziale del­lo S ta to . Sono opere che lo Sta to fa eseguire ai comuni , concorrendo per il 60 o per il 70 per cento. Il vero debito dei comun i , di cui ci dobb iamo preoccupare , è l ' a l t r o : quello dei 3.000 mi l i a rd i .

Quando a n d i a m o ad e samina re questo de­bito dei 3.000 mi l i a rd i , la s i tuazione è la se­guente : i piccoli comuni inferiori a 20.000 abi­tant i e i comuni super ior i a 20 mi la abi tant i m a non capoluogo di provincia , par tec ipano m i n i m a m e n t e a l l ' i ndeb i t amento . Vi par tecipa­no mol t iss imo i g r and i comuni capoluogo di provincia e le province .

Data ques ta real tà , non ri t iene, dot tor Mar­zano, che, pe r un ' ana l i s i corre t ta della si tua­zione, sia necessario vedere qual i s iano le « cause » de l l ' i ndeb i t amento delle singole ca­tegorie degli enti locali e t rovarvi r imedio ? F ino a q u a n d o faremo di tut te le categorie u n solo p rob l ema (come se pe r tut t i i comuni d ' I ta l ia vi fosse u n ' u n i c a situazione) risolve­r emo poco. Non r i t iene che il primum sia di non pagare « a pie di l ista » le spese dei co­m u n i e s tabi l i re dei p a r a m e t r i prevent ivi en­t ro i qual i l ' ammin i s t r a to r e debba contenersi in modo che vi sia u n a sp in ta ad a m m i n i ­s t ra re bene ? Quando tut to è fatto « a consun­tivo », le pressioni polit iche ed elettorali , par­ti t iche ed ex t rapar t i t i che si accentuano pro­pr io nelle ammin i s t r az ion i meno sane .

Ed infine, po t rebbe il Ragioniere generale dello Stato dirci , dal pun to di vista tecnico, en t ro qual i l imit i lo Stato pot rebbe nei pros-

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simi esercizi a u m e n t a r e i cont r ibut i di com­par tecipazione a favore degli enti locali ?

MARZANO, ragioniere generale dello Stato. I n d u b b i a m e n t e è d iversa la qualifica­zione e la valutazione de l l ' i ndeb i t amen to de­gli enti locali per d isavanzo e quel lo per opere pubb l i che .

P e r quan to r i gua rda la seconda d o m a n d a , non so se i comuni effettivamente abb iano aumen ta to l ' i ndeb i t amento in relazione al la possibili tà del la ga ranz ia dello S ta to . Il dot tor P ianese h a osservato che l ' a n d a m e n t o del l ' in­debi tamento dei comun i minor i de l l ' I ta l ia me­ridionale è p robab i lmen te legato al la necessi­tà di soddisfare dei bisogni fondamenta l i , e propr io perciò magg io rmen te u rgen t i .

Nella terza d o m a n d a il P res iden te si è ri­ch iamato al la esigenza dei comun i minor i di r icorrere a m u t u i pe r far fronte alle esigenze giornal iere e p iù s t re t t amente essenziali (ad e sempio : corresponsione delle competenze al personale) . Il p rob l ema è davvero delicato e nella mia esposizione ho r i tenuto di dover sot­tol ineare l 'ut i l i tà di p rovvedere a l la concen­trazione di comuni o al la costi tuzione di con­sorzi t ra i comuni m i n o r i . Il caso l imite di que­sta s i tuazione può faci lmente essere r app re ­sentato da quel lo di Ischia, in cui , su un 'es ten­sione l imi ta t iss ima, esistono ben 6 comun i .

Su l la possibil i tà di u n a u m e n t o delle com­partecipazioni nei pross imi esercizi finanziari, non posso - per ovvio motivo - p r o n u n c i a r m i .

BOTTA. Vorrei chiedere al dot tor Marzano se può fornirci , m a g a r i in u n secondo mo­mento , i dati relativi alle imposte erar ia l i pe r abi tante , dist int i per le tre zone terr i tor ia l i , e il n u m e r o degli abi tant i di tali zone.

P R E S I D E N T E . Sa rebbe uti le avere presen­te anche il reddi to prò capite delle var ie zone, onde agevolmente fare i raffronti .

B I S A N T I S . Vorre i sapere se il Ragioniere generale dello Stato è in g rado di d i rc i qual i effetti h a n n o avuto le leggi speciali per Na­poli e per Roma, non tenendo n a t u r a l m e n t e conto degli squi l ibr i che ne sono der ivat i , m a par tendo dal fatto che esse h a n n o in un certo qual modo consolidato tutte le passivi tà pre­cedenti .

MARZANO, ragioniere generale dello Stato. A questa d o m a n d a non si può ancora r i spondere , in quan to tali m i su re , p u r nel la loro complessi tà e p u r essendo costate allo Sta­to un sacrifìcio enorme, sono ancora t roppo recenti perché se ne possano notare gli ef­fetti.

P R E S I D E N T E . A conclusione di questa in­teressante r iun ione , r ing raz iamo il dot tor Mar­zano per il complesso in tervento , organico e ch iar i ss imo, corredato di da t i r icchiss imi.

MARZANO, ragioniere generale dello Stato. Sono io che r ingrazio i component i la Commiss ione , me t t endomi a loro disposizione pe r q u a l u n q u e informazione o da to che inten­dessero r ich iedermi (*).

P R E S I D E N T E . Pass iamo alla seconda par­te della seduta , in cui i colleghi po t ranno ri­volgere d o m a n d e al dot tor Nuvoloni .

Benché la relazione in t rodut t iva del dot tor Nuvoloni sia s ta ta a m p i a ed esaur iente e molt i dei dati che avevamo a lui r ichiesto ci s iano ora stati forniti dal dot tor Marzano , i colleghi po t ranno chiedere eventual i chiar i­ment i o approfond iment i .

BOTTA. Gradi re i sapere dal dot tor Nu­voloni se l ' inc remento dei depositi postali e quel lo dei buoni fruttiferi postali di questo ul­t imo qu inquenn io è stato, in rappor to , uguale a l l ' i nc remento dei depositi di r i spa rmio delle banche o rd ina r ie .

NUVOLONI, direttore generale della Cas­sa depositi e prestiti. Non è stato uguale , come non lo è stato negli anni precedent i . Vi è sta­ta u n a oscillazione del tasso di incremento in quan to , d i no rma , il r i spa rmio bancar io sconta p r i m a tutti i fenomeni economici , men­tre il r i spa rmio postale ha u n a maggiore vi­scosità; ciò significa che in un de te rmina to anno la flessione de l l ' i nc remen to del r i sparmio bancar io è ant ic ipata r ispetto alla flessione del­l ' i nc remento del r i spa rmio postale .

Difatti gli effetti negativi del la cong iun tu ra sono stati avverti i p r i m a dal r i spa rmio banca­rio e solo success ivamente da quello postale.

Po t r e i , al r igua rdo , fornire i dat i de l l 'u l ­t imo q u i n q u e n n i o . Il r i spa rmio postale, ri­spetto a l l ' anno precedente , nel 1961 h a segna­to u n a magg io ranza del 23,7 per cento; nel 1962, del 24,5 per cento; nel 1963 del 12,2 per èen to ; nel 1964 h a segnato u n a flessione del­l'11,5 per cento ( trat tasi di flessione nel l ' in­c remen to , ev iden temente . Ho già detto come ne l l ' u l t imo novan tenn io soltanto per sei volte i r imbors i abb iano supera to i deposi t i ) ; nel 1965 la maggioraz ione , s empre rispetto a l l ' an­no precedente , è s tata del 25 per cento .

(*) Cfr. a l legati p. 212 e segg.

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208 SEDUTA DI MARTE Dì 11 OTTOBRE 1966

E s a m i n a n d o il r i spa rmio bancar io , per u n periodo identico a quel lo preso o ra in consi­derazione per il r i spa rmio postale, abb i amo le seguenti percentua l i , s empre rispetto al­l ' anno p receden te : più 35,8 per cento nel 1961; più 21,9 per cento nel 1962; meno 10,8 pe r cento nel 1963; meno 17,3 per cento nel 1964; più 77,2 per cento nel 1965.

Nel l 'u l t imo q u i n q u e n n i o , d u n q u e , la Cassa depositi e prest i t i u n a sola volta ha regis t ra to u n a flessione rispetto a l l ' i nc remento de l l ' an­no precedente , nel 1964.

BORSARI . P u ò d i rmi , dot tor Nuvoloni , qua le era il r appor to esis tente t ra r i spa rmio bancar io e r i spa rmio postale p r i m a del 1953, p r ima , cioè, del famoso decre to che portò ad u n a d iminuz ione del tasso relativo al r ispar­mio postale, e qua le è d ivenuto oggi ?

NUVOLONI, direttore generale della Cassa depositi e prestiti. Non ho dat i al r i gua rdo . P e r al t ro, c redo di poter fornire u g u a l m e n t e a lcune percentua l i che r icordo a m e m o r i a : p r i m a della r iduzione del tasso di interesse sui buoni postali fruttiferi , il r i spa rmio po­stale r appresen tava il 40 per cento del totale dei r i spa rmi . A t tua lmen te lo stesso costi tui­sce il 25 per cento .

È rappor to , pu r t roppo , in lenta erosione; pe rd iamo c o n t i n u a m e n t e r ispetto al totale, p u r a u m e t a n d o - salvo la parentes i congiun­tura le - come inc remento p ropr io .

BIS A N T I S . In ques to u l t imo q u i n q u e n ­nio, i deposi t i per indenn i t à di espropriazio­ne h a n n o rappresen ta to u n a cifra impor tan te , o p p u r e la p rocedura dei pagamen t i diret t i h a influito sugli stessi nel senso di farli d imi­nu i re ?

NUVOLONI, direttore generale della Cassa depositi e prestiti. Ho già avuto modo di di re come i depositi ai qua l i accenna l 'onorevole Bisantis r appresen t ino un ' en t i t à t rascurab i le nel complesso delle disponibi l i tà . C o m u n q u e , certo che la tendenza a non rivolgersi più al la Cassa deposit i e prest i t i - che u n a volta rap­presen tava l 'unico cent ro in cui detti depositi potevano effettuarsi - h a influito negat iva­mente sul la ent i tà degli stessi.

C o m u n q u e , r ipeto, l ' incidenza dei depositi in a rgomento è così modes ta che , a n c h e qua­lora si in tendesse r ipor ta re tu t to alla Cassa depositi e prest i t i , ques ta non ne avrebbe dei r isul tat i tangibi l i ai fini del l 'a t t iv i tà credi t iz ia che è c h i a m a t a a svolgere.

LOMBARDI RUGGERO. Non so se ella potrà r i spondere , dot tor Nuvoloni , alla m i a

d o m a n d a . Mi pa re di aver letto nei giornal i finanziari di ques t i u l t imi t empi , che si è d i nuovo verificata un ' emig raz ione di capital i ita­l iani a l l 'es tero, a t t i ra t i da l l ' emiss ione di ob­bligazioni ad alto tasso d i interesse.

È ella a conoscenza di questo fenomeno ? se sì, può d i rmi se lo stesso influisce sugli increment i di cui ai r i spa rmi postali ?

NUVOLONI, direttore generale della Cassa depositi e prestili. Dati al r iguardo non ne posseggo. P e r a l t ro , se il fenomeno esiste la sua incidenza sul r i spa rmio postale deve es­sere mol to scarsa. Non si d iment ich i che i nostr i r i spa rmia to r i appa r t engono in genere ad u n a par t icolare categoria .

MAULINI . La vol ta scorsa, a r ichiesta del­l 'onorevole Pres iden te , ella ci h a dato u n a ch ia r i s s ima d imost raz ione del l ' impiego della Cassa in direzione di a lcuni finanziamenti ad ent i d ive r s i : si par lò specif icamente del la « Anas » e dell '« Enel ». El la ci disse come i dena r i relativi a tali finanziamenti non fos­sero sot t rat t i a i c o m u n i ed alle province, e come restassero in gestione del la Cassa, t ra le more de l l ' approvaz ione e della effettiva concessione del m u t u o .

Vorrei chieder le come sono scelti questi t i tol i : su sollecitazione polit ica o in base a cri teri discrezionali della Cassa ?

NUVOLONI, direttore generale della Cassa depositi e prestiti. In tan to vorrei puntua l iz ­zare che la Cassa non ha ma i compra to titoli dal l '« A n a s » , anche perché q u e s t ' u l t i m a non può emet te rne . L'« Anas » si rivolge ad un quals iasi is t i tuto, di n o r m a a l Consorzio di credi to pe r le opere pubbl iche , pe r avere un m u t u o . Il Consorzio si rivolge al mercato , q u a n d o è agevole la collocazione sullo stesso. Siccome la Cassa depositi e prest i t i è, t ra le a l t re cose, compar tec ipan te al capi ta le del consorzio, non è inf requente che ques t 'u l t imo si r ivolga ad essa, d o m a n d a n d o se h a la pos­sibilità di assorbire titoli e per quale enti tà .

La quest ione viene discussa in sede di con­siglio d ' ammin i s t r az ione . La direzione espo­ne, ove ve ne siano, le eventual i difficoltà tec­n iche . Occorre, infat t i , cons idera re che le somme che la Cassa investe in titoli r appre ­sentano u n qualcosa che deve essere erogato su m u t u i già concessi . Una quo ta di detta s o m m a si può invest ire , l ' a l t ra deve r ima­nere in conto cor ren te .

Le necessità di erogazione sono quel le che influiscono sul l ' acquis to maggiore o minore dei t i toli .

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SEDUTA DI MARTEDÌ 11 OTTOBRE 1966 209

In fondo, si t ra t ta pe r noi di u n b u o n in­ves t imento . In ques t i u l t im i t emp i non n e sono state fatte mol te di ques t e operaz ioni , poiché non è s embra to oppo r tuno a l l a rga re u l t e r io rmente gli inves t iment i in t i toli .

P e r l 'E .N.EL. è accaduto qualcosa di si­mile ; desidero fare presente che la Cassa de­positi e presti t i può acquis ta re tut t i i titoli che abb iano i requisi t i pe r essere acquis ta t i , come del resto è avvenuto per il passa to .

VIVIANI LUCIANA. Vorrei che il dot tor Nuvoloni ci dicesse qua l i m i s u r e a suo av­viso bisognerebbe adot ta re al fine di incre­men ta re le disponibi l i tà del la Cassa deposit i e presti t i , ol tre n a t u r a l m e n t e que l la di a u m e n ­tare il tasso d ' in teresse dei deposit i postal i ; questo inc remento dovrebbe , n a t u r a l m e n t e , a n d a r e a favore degli ent i locali .

NUVOLONI, direttore generale della Cassa depositi e prestiti. L 'un ico mezzo a mio av­viso per a u m e n t a r e le disponibi l i tà del la Cas­sa depositi e prest i t i consis terebbe nel la pos­sibilità di a t t ingere al r i spa rmio , con r icorso al merca to come fanno al t r i is t i tut i .

Na tu r a lmen te se la Cassa potesse a t t ingere al r i spa rmio , togl ierebbe ques to r i spa rmio ad al tr i inves t iment i ; si t r a t t a qu ind i in defini­tiva di u n a scelta di ca ra t te re politico, scelta che deve logicamente essere i n q u a d r a t a in u n più vasto p iano di p r o g r a m m a z i o n e , qua le è quel lo in atto al m o m e n t o presen te .

LOMBARDI RUGGERO. Desidero fare pre­sente che u n a u m e n t o del tasso d ' in teresse provocherebbe i n d u b b i a m e n t e u n a revisione della concessione dei m u t u i da l la Cassa depo­siti e prest i t i .

NUVOLONI, direttore generale della Cassa depositi e prestiti. Questa sa rebbe u n a conse­guenza ovvia, in q u a n t o a u m e n t e r e b b e il co­sto del la raccolta dei capi ta l i .

BOTTA. Desidero sapere se la Cassa depo­siti e prest i t i ch iude il suo bi lancio in at t ivo e q u a l ' è a t tua lmen te il tasso d ' in te resse .

NUVOLONI, direttore generale della Cassa depositi e prestiti. Il bi lancio del la Cassa de­positi e prest i t i viene chiuso con u n r i levante at t ivo; per q u a n t o r i g u a r d a il tasso d ' in te­resse, r icordo che a t t ua lmen te il tasso d ' in te­resse per i buon i postal i fruttiferi è del 3,75 per cento ed a r r iva g r a d u a l m e n t e fino al 5 pe r cento. Ricordo che sono previst i deposit i volontar i che però r a r a m e n t e vengono effet­tua t i ; pe r gli a l t r i depositi il tasso d ' in teresse è del l ' I ,50 per cento.

BORSARI . Il d i re t tore genera le del la Cas­sa depositi e prest i t i , c i tando nel corso del la s edu ta precedente la fonte dei prel ievi delle s o m m e date a l l 'E .N .EL. o ad a l t r i o rgan ismi , h a d imos t ra to come quel le erogazioni non abb iano sot t ra t to fondi a l la disponibi l i tà del la Cassa deposit i e pres t i t i ; si t r a t t ava infatti di 1.200 mi l ia rd i che cost i tuivano u n fondo giacente di s o m m e già impegna te . Tenendo conto per tan to del l 'e rogazione annua le del la Cassa deposit i e prest i t i pe r opere pubbl iche degli ent i locali, dopo la concessione di u n m u t u o passano qu ind i c i rca qua t t ro anni p r i ­m a che il m u t u o stesso venga pagato .

NUVOLONI, direttore generale della Cassa depositi e prestiti. Effett ivamente l 'erogazio­ne viene effettuata anche in c inque a n n i ; per quan to r i gua rda infatti le opere del l 'edi l iz ia scolastica, noi p a g h i a m o ne l l ' anno d i conces­sione circa il 10 per cento del m u t u o , il 30 per cento nel p r i m o anno successivo, il 30 per cento nel secondo anno , il 15 pe r cento nel terzo anno , il 10 per cento nel qua r to a n n o . P e r quan to r i g u a r d a l 'edil izia popolare in­vece il pagamen to è u n poco più celere, dato che pagh i amo subi to il 14 pe r cento, il 40 per cento nel corso del p r i m o anno , il 24 pe r cento nel corso del secondo anno e così di segui to . Ancora p iù celere è il pagamen to per i m u t u i ad in tegrazione d i b i lancio; per essi vengono pagat i i m m e d i a t a m e n t e i d u e terzi del la s o m m a complessiva, m e n t r e pe r il saldo bisogna aspet tare mol to t empo , pe r l 'ap­p r o n t a m e n t o delle garanz ie , specia lmente ora che sono state estese a l l ' impos ta su l l ' en t ra ta . Ricordo infatti che la cessione de l l ' impos ta sul­l ' en t r a t a si deve a t tua re con decreto del Mi­n is t ro delle finanze, soggetto n a t u r a l m e n t e a l la revisione del la rag ioner ia e del la Corte dei cont i ; t u t t a ques ta p rocedu ra r i t a rda per­tan to i p a g a m e n t i .

Desidero c o m u n q u e fare presente che il r i t a rdo è dovuto in l inea di m a s s i m a a ra­gioni tecniche.

LA BELLA. Desidero chiedere al di re t tore genera le del la Cassa depositi e prest i t i se non r i t iene che si possano a u m e n t a r e le disponi­bil i tà del la Cassa a t t r ibuendo , nel q u a d r o del la r i fo rma dei servizi postal i , a l l ' a m m i n i ­s t raz ione postale il servizio esat toriale delle imposte o il servizio dei protest i c ambia r i . Ricordo che a t tua lmen te il servizio esattoriale delle imposte è effettuato d a pr iva t i , che ne r icavano util i fino al 7,50 per cento, m e n t r e il servizio dei protest i cambia r i dà u n uti le a n n u o di circa t re mi l ia rd i ed è effettuato al

14.

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210 SEDUTA DI MARTEDÌ 11 OTTOBRE 1966

m o m e n t o a t tua le dai notai e dagl i ufficiali g iudiz iar i . Si po t rebbe anche modificare il servizio dei conti corrent i postal i , che a t tua l ­men te non offre i van taggi che invece offrono i conti corrent i banca r i .

NUVOLONI, direttore generale della Cassa depositi e prestiti. Non sono in possesso degli e lementi concreti per potere r i spondere a que­ste d o m a n d e .

CALASSO. S ignor Pres iden te , il d i re t to re genera le del la Cassa deposit i e prest i t i h a r i ­ferito che la contabi l i tà del la Cassa reg is t ra ogni a n n o u n avanzo ; perché a l lora gli ent i locali incon t rano difficoltà pe r ot tenere m u t u i ?

NUVOLONI, direttore generale della Cassa depositi e: prestiti. Sono d u e quest ioni non le­gate t ra loro.

La Cassa regis tra u n utile che der iva da l ma rg ine t ra costo del la raccolta e ricavi degl i inves t iment i .

L 'ent i tà degli inves t iment i è invece condi­zionata da i mezzi raccolt i ; come ho avu to occasione di d i re a da t a cor rente la Cassa h a del iberato m u t u i che a s so rb i r anno il totale degli afflussi a tu t to il 1966.

P R E S I D E N T E . Se ho ben capi to, la Cassa depositi e prest i t i non dovrebbe , pe r legge, occuparsi del r ip iano dei b i lanc i .

NUVOLONI, direttore generale della Cassa depositi e prestiti. Il testo unico non preve­deva come n o r m a is t i tuzionale per la Cassa il pareggio dei bi lanci , infatt i anche oggi è ne­cessaria u n a legge che autorizzi la Cassa al r ip iano dei bi lanci stessi.

P R E S I D E N T E . Su ques ta quest ione vorre i por re al dot tor Nuvoloni due d o m a n d e . Non ri t iene che, pe r r ida re al la Cassa il suo vero volto, debba essere res t i tu i ta al la funzione d i finanziamento delle opere pubb l i che degli ent i locali, t rovandosi qua l che a l t ro s is tema pe r r i ­sana re il bi lancio dei comuni , o c o m u n q u e , t r ans i to r i amente , facendo g r a v a r e su a l t r i ent i di credito il r ip iano dei b i lanci stessi ? Inol­t re : vengono formate g radua to r i e p e r gli enti che r ichiedono il r ip iano del d isavanzo ? e qua le è l 'o rd ine di pr ior i tà ?

La seconda d o m a n d a è la s eguen te : uti l iz­zando i conti corrent i postal i , secondo l ' au to­rizzazione del la legge 1965, pe r u n a a l iquota di u n terzo, sono stati impiegat i 300 mi l i a rd i di l i re in p iù , che h a n n o permesso a l la Cassa di finanziare pe r c i rca 180-190 mi l ia rd i l 'edi l izia popola re . Negli ann i p ross imi , da to che l'af­flusso dei conti corrent i non sa rà come quel lo

passa to , qua le sa rà l ' a t teggiamento del la Cas­sa deposit i e prest i t i nei confronti dell 'edil i­zia popolare ed economica?

NUVOLONI, direttore generale della Cassa depositi e prestiti. Se la Cassa potesse essere l ibera ta da l finanziamento dei deficit di bi­lancio è i ndubb io che gli enti locali avreb­bero u n beneficio, in q u a n t o sa rebbero a l t r i enti a far fronte ai d isavanzi . Sa rebbe certa­men te mol to soddisfacente poter dedicare al finanziamento di opere pubbl iche tu t to il com­plesso dei m u t u i che la Cassa a t tua lmen te elargisce.

P e r q u a n t o r i g u a r d a il s i s tema nel finan­z iamento dei bi lanci è s ta ta segui ta la se­guen te via : è s ta ta fatta la previs ione di quel­la che sa rebbe s ta ta l 'ent i tà dei m u t u i auto­rizzati a cope r tu ra dei d isavanzi pe r u n certo esercizio; è stato consta ta to che non e ra pos­sibile effet tuare u n finanziamento totale, per­t an to è s ta ta cons idera ta l ' oppor tun i t à di libe­r a r e i piccoli comun i da l la necessità di r ivolgersi ad al t r i ist i tuti ol tre la Cassa; infatti in quest i u l t imi ann i si è a r r iva t i a l la conclu­sione di finanziare pe r in tero i comun i non capoluoghi di provinc ia che abb iano u n deficit inferiore al mi l i a rdo e mezzo, men t r e per gli a l t r i il finanziamento è contenuto di n o r m a en t ro il 75 per cento del m u t u o autorizzato, con u n m i m i n o di u n mi l i a rdo e mezzo. Così de t e rmina t a la s o m m a d a des t inare a m u t u i pe r bi lanci il r i m a n e n t e delle disponibi l i tà , viene dest inato al la realizzazione di opere e concesso in base alle adesioni già in at to e seguendo la polit ica del m o m e n t o .

Nello scorso a n n o infatt i , da t a l a neces­sità di concedere il mass imo , si è ader i to a tu t te le r ichieste p u r c h é fosse d imos t ra to che il proget to e ra già s tato approva to dagl i or­gani tecnici Ciò al fine di acquis i re se non la certezza a lmeno la fondata aspet ta t iva di ve­dere iniziate i m m e d i a t a m e n t e le opere . Anche nel corrente anno è s ta ta segui ta ques ta poli­tica pe r le opere i cui proget t i e rano stati approva t i en t ro il 31 d icembre 1965.

Quindi in questo m o m e n t o la Cassa si t ro­va con u n complesso di affidamenti che rag­g iungono circa i 400 mi l i a rd i , che p resumi ­b i lmente po t r anno t ras fo rmars i in concessio­ne per 180-200 mi l ia rd i ne l l ' anno 1967; per­tan to la Cassa r i t iene di poter d i s t r ibu i re la differenza per l ' in tegrazione di bi lanci salvo che nel f ra t tempo non vengano t rovate al t re soluzioni .

P R E S I D E N T E . Mi è sembra to di capire che esiste u n a scala di p r io r i t à . Infatt i non vi è finanziamento totale del disavanzo e il

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SEDUTA DI MARTEDÌ 41 OTTOBRE 4966 211

finanziamento a r r iva fino ad u n mi l i a rdo e mezzo per tu t t i i c o m u n i . Se ques to è vero , non riesco ad in te rp re ta re due cifre i m p o r t a n t i del la relazione 1965. Alla C a m p a n i a è s t a t a a t t r ibu i ta p e r deficit vari u n a s o m m a di 53 mi l ia rd i , a l la Sicilia 53 mi l i a rd i , al Lazio 51 mi l ia rd i . R o m a , Napoli e P a l e r m o a v r a n n o avuto ben p iù di u n mi l i a rdo e mezzo di m u ­tui pe r deficit. Queste 3 regioni h a n n o rice­vuto pe r T a n n o 1965, pe r r ip iano di bi lancio, la s o m m a d i l i re 150 mi l i a rd i r ispet to a i 300 elargit i in totale da l l a Cassa deposit i e pres t i t i .

NUVOLONI, direttore generale della Cas­sa depositi e prestiti. F e r m o res t ando che i finanziamenti a r r i vano al 75 pe r cento del m u t u o autor izzato con u n m i n i m o di u n mi ­l iardo e mezzo, tengo a prec isare che si t r a t t a di diret t ive di m a s s i m a . Par t i co la r i s i tuazioni impongono par t icolar i soluzioni .

P R E S I D E N T E . E gli a l t r i comun i , pe r l a res tante pa r te non coper ta da l con t r ibu to del­la Cassa, a chi si r ivolgono ?

NUVOLONI, direttore generale della Cas­sa depositi e prestiti. Ad a l t r i is t i tut i , come ad esempio le casse di r i s p a r m i o .

P R E S I D E N T E . A u m e n t e r a n n o il loro di­savanzo in q u a n t o p a g h e r a n n o interessi mol to forti.

NUVOLONI, direttore generale della Cas­sa depositi e prestiti. P e r q u a n t o r i g u a r d a la seconda d o m a n d a non è che noi con i fondi dei conti corrent i postal i a b b i a m o da to la precedenza al l 'edi l izia popo la re . Non credo, però, che po t remo a t t ingere u l t e r io rmen te a

ta le fonte ed anche se lo po t remo, ciò sa rà possibile solo pe r cifre che non dico insigni­ficanti, m a senz 'a l t ro mol to modes te .

P R E S I D E N T E . Vorre i invi tare gli onore­voli colleghi a non r ivolgere in questa sede d o m a n d e relat ive al la m a n o v r a sui « tassi » qua l e e lemento pe r favorire l 'afflusso di r i ­s p a r m i o al la Cassa deposit i e pres t i t i . Tal i do­m a n d e po t r anno even tua lmente essere rivolte al Governatore del la Banca d ' I ta l ia , dot tor Guido Carli , s e m p r e sul p iano tecnico. La ma­n o v r a sui tassi è pe ra l t ro u n at to politico di cu i si r i sponde po l i t i camente .

LOMBARDI R U G G E R O . Vorre i conoscere il r appor to che esiste t r a il tasso d ' in teresse che pra t ica l ' is t i tuto di p rev idenza degli enti locali e quel lo del l ' i s t i tu to .

NUVOLONI, direttore generale della Cas­sa depositi e prestiti. Il nos t ro tasso è infe­r iore in q u a n t o è del 5,50 pe r cento di fronte a l l ' a l t ro che va r i a da l 6 al 6,75 pe r cento .

P R E S I D E N T E . Se n o n vi sono a l t re do­m a n d e da par te degli onorevoli colleghi, r in­graz io il dot tor Nuvoloni pe r i ch ia r iment i ed invi to i component i de l la Commiss ione a pa r t ec ipa re al la seduta di d o m a n i , ne l la qua­le i n t e rve r r anno nel la ma t t i na t a il P res iden te del la Unione delle province avvocato Cattanei e poi il professor Scotto de l l 'un ivers i tà di Ge­nova , esper to di pa r t e l iberale , e, nel pomer ig­gio, il dot tor Guido Carli , Governatore del la Banca d ' I ta l ia .

La seduta termina alle 19,25.

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212 SEDUTA DI MARTEDÌ 44 OTTOBRE 4966

ALLEGATO

ELENCO D E I P R O S P E T T I

I n t e r v e n t i del b i lanc io de l lo S t a t o in favore degl i en t i loca l i Prospet to N . 1

D e v o l u z i o n e di t r ibut i erarial i » » Ì/A

Contr ibut i di cara t tere genera le per ta lun i s erv iz i » » i/B

Contr ibut i ne l la e secuz ione di opere p u b b l i c h e di c o n t o degl i e n t i local i . . » » 1/C

Contr ibut i a t a l u n i ent i per ef fet to di l egg i spec ia l i » » ì/D

A n t i c i p a z i o n i di r e t t e di s p e d a l i t à » » ì/E

D i s a v a n z i e c o n o m i c i de l l e a m m i n i s t r a z i o n i c o m u n a l i e p r o v i n c i a l i » » 2

M u t u i a u t o r i z z a t i a coper tura del d i s a v a n z o e c o n o m i c o de i b i lanc i di p r e v i s i o n e del le P r o v i n c i e e de i C o m u n i deficitari » » 3

S p e s e e f fe t t ive de i C o m u n i ( spesa di p a r t e corrente ed in c o n t o c a p i t a l e ) c lass i f icate s e c o n d o il loro o g g e t t o » » 4

R i p a r t i z i o n e in spese di p a r t e corrente ed in c o n t o cap i ta l e de l le spese ef­f e t t i v e de i Comuni » » 5

E n t r a t e e f fe t t ive dei C o m u n i » » 6

Spese e f fe t t ive de l le P r o v i n c i e (spese di p a r t e corrente ed in c o n t o cap i ta l e ) c lass i f icate s e c o n d o il loro o g g e t t o » » 7

R i p a r t i z i o n e in spese di p a r t e corrente ed in c o n t o c a p i t a l e de l le spese ef­f e t t i v e del le P r o v i n c i e » » 8

E n t r a t e e f fe t t ive del le P r o v i n c i e » » 9

M u t u i a u t o r i z z a t i per il paregg io dei b i lanc i deficitari de i Comuni e del le P r o v i n c i e da l 1955 al 1965 » » 10

C o m p a r t e c i p a z i o n i dei Comuni e de l le P r o v i n c i e a t r ibut i erarial i - s t a n z i a ­m e n t i di b i lanc io » » 1 1

S i t u a z i o n e deb i tor ia dei C o m u n i e del le P r o v i n c i e al 1<> g e n n a i o 1966. . . . » » 12

R e s i d u o d e b i t o c o n s o l i d a t o al lo g e n n a i o 1966 del le P r o v i n c i e e dei C o m u n i » » 13

D i s t r i b u z i o n e terr i tor ia le in b a s e al le r ipart iz ioni e c o n o m i c h e n a z i o n a l i de l res iduo d e b i t o degl i ent i loca l i c o n s o l i d a t o al 1° g e n n a i o 1966 » » 14

R e s i d u o d e b i t o al 7 o t t o b r e 1966 dei m u t u i c o n c e s s i da l la Cassa D e p o s i t i e Pres t i t i » » 1 5

I m p o r t o de i c o n t r i b u t i c o s t a n t i t r e n t a c i n q u e n n a l i per la e s e c u z i o n e di opere p u b b l i c h e d ' interesse di ent i loca l i » » 1 6

Rapporto tra le entrate tr ibutarie dello S ta to e reddito nazionale negli anni dal 1960 al 1965 » » 17

Rapporto fra il ge t t i to dei tr ibut i propri delle Provinc ie e reddito nazionale negli anni dal 1960 al 1965 » » 18

Papporto fra il ge t t i to dei tr ibut i propri dei comuni e reddito nazionale negl i anni dal 1960 al 1965 » » 19

Rapporto fra il ge t t i to del l ' imposta di famig l ia e sul valore locat ivo e reddi to nazionale negl i anni dal 1960 al 1965 » » 20

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SEDUTA DI MARTEDÌ ii OTTORRE 1966 213

PROSPETTO N . 1.

I N T E R V E N T I D E L B I L A N C I O D E L L O S T A T O I N F A V O R E D E G L I E N T I L O C A L I ( C O M U N I E P R O V I N C E )

(Stat i d i prev is ione della spesa 1966).

I Devoluz ione di tr ibuti erariali (a)

295.275.000.000

II Contributi di carattere generale per ta lun i servizi 57.814.000.000

I I I Contributi nella esecuzione di opere pubbliche di conto degli enti locali. 143.589.000.000

IV Contributi a ta luni ent i per effetto di leggi speciali 40.426.000.000

V Antic ipazioni di rette di spedalità 15.000.000.000

[552.104.000.000

(a) Comprensivo di mil ioni 25.600 dest inati al fondo per contributi in capitale agli enti defi­citari (legge 6 agosto 1966, n. 637).

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214 SEDUTA DI MARTEDÌ 11 OTTORRE 1966

PROSPETTO N . 1/A.

I . — D E V O L U Z I O N E D I T R I B U T I E R A R I A L I

Numero del

capitolo DENOMINAZIONE Importo

Ministero delle finanze.

1792 Quota di u n terzo del provento delle tasse erariali di circolazione da devolvere a favore delle province (leggi 9 febbraio 1952, n. 49 e 21 maggio 1955, n. 463) 43.330.000.000

1793 F o n d o corrispondente ai tre quint i del provento per addizionale di c inque centesimi per ogni lira dei vari tributi erariali, comunal i e provinciali , i s t i tu i ta col regio decreto-legge 30 novembre 1937, n. 2145, da devolvere a favore delle province, ai sensi dell'articolo 7 del decreto legislativo luogotenenziale 18 febbraio 1946, n. 100 . . 59 .790.000.000

1794 S o m m e da corrispondere ai comuni ed alle province sul provento com­plessivo dell'I. G. E . ai sensi degli articoli 1, 3 e 4 della legge 2 lu­glio 1952, n. 703 e dell'articolo 9 della legge 3 febbraio 1963, n. 56. 111 .550.000.000

1795 S o m m a corrispondente al 2 per cento del provento complessivo del­l'I. G. E. , da ripartire fra i comuni e le province a compensazione delle perdite da essi subite per effetto dell'abolizione delle addizionali sul reddito agrario e relat ive eventual i eccedenze nonché per effetto delle esenzioni dalle sovrimposte sul reddito dominicale dei terreni e relative eccedenze (articolo 7 della legge 3 febbraio 1963, n. 56) 19.400.000.000

1796 S o m m a corrispondente al l 'I ,60 per cento del provento complessivo del­l'I. G. E. , da ripartirsi fra i comuni a compensazione della perdita da essi subita per effetto della abolizione del l ' imposta sul best iame, nonché per effetto della abolizione delle prestazioni d'opera disposta dall'articolo 15 della legge 16 set tembre 1960, n. 1014, (articolo 5 della legge 3 febbraio 1963, n. 56) 15.520.000.000

1841 Devoluzione ai comuni della quota del 75 per cento del provento dei redditi erariali sui pubblici spettacol i , sui giuochi e tratteniment i di qualunque genere e sulle scommesse (articolo 3 legge 26 novembre 1955, n. 1109 e articolo 4 della legge 20 dicembre 1959, n. 1102) 26.625.000.000

1842 Devoluzione ai comuni di quote del provento dell 'I . G. E. , riscossa dagli Uffici delle imposte di consumo sui v in i , m o s t i ed uve da v ino , nonché sul best iame bovino , ov ino , suino ed equino, sulle relative carini fresche e su altri prodott i (articolo 5 della legge 18 dicembre 1959, n. 1079) 16.000.000.000

1843 Devoluzione ai comuni dei dic iotto vent ic inques imi della quota del 25 per cento del provento del l ' imposta unica sui giuochi di abi l i tà e sui concorsi pronostici , sos t i tut iva dei diritt i erariali sui giuochi stessi, a norma dell'articolo 6 della legge 22 dicembre 1961, n. 1379. 3.0 60.000.000

295.275.000.000

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SEDUTA DI MARTEDÌ 11 OTTORRE 1966 2 1 5

PROSPETTO N . 1 / B .

I I . — C O N T R I B U T I D I C A R A T T E R E G E N E R A L E P E R T A L U N I S E R V I Z I

Numero del

capitolo DENOMINAZIONE Importo

Ministero del tesoro.

2481 Contributo per l ' istruzione pubblica statale di pertinenza dei comuni e delle province (articolo 7 della legge 16 settembre 1960, n. 1014) , .

Ministero di grazia e giustizia.

42.000.000.000

1130 Contributi ai comuni per le spese degli uffici giudiziari 1.784.345.000

1180 Contributi ai comuni per le spese delle carceri mandamenta l i . . . .

Ministero dei lavori pubblici.

1.000.000.000

1334 Contributo alle Amministrazioni provinciali per la manutenzione delle delle strade comunali o cii bonifica classificate tra le provinciali (articolo 10 legge 16 set tembre 1960, n. 1014)

Ministero della sanità.

12.300 ООО 000

1168 Contributi ai comuni con popolazione inferiore ai 25.000 abitant i ed ai Consorzi di comuni per favorire l ' impianto e l'iniziale avv iamento dei servizi medico­scolastici (articolo 14 del decreto del Presidente della Repubbl ica 11 febbraio 1961, n. 264) 300.000.000

1228 Contributi alle Amministrazioni provinciali per il potenz iamento e lo aggiornamento dell 'attrezzatura tecnica dei laboratori di igiene e profilassi in rapporto all 'evoluzione della tecnologia alimentare e per l 'adeguamento alle esigenze del servizio del personale dei labo­

ratori stessi e dei vigi l i sanitari (legge 26 febbraio 1963, n. 441). . 250.000.000

1241 Rimborso ai comuni di parte delle indennità pagate ai farmacisti rurali e spese per il funzionamento della Commissione relat iva (legge 12 agosto 1962, n. 1352) 130.000.000

1285 Sussidi ai comuni per i servizi veterinari e contributi per le condotte veterinarie disagiate (decreto del Presidente della Repubbl ica 11 febbraio 1961. n. 264)

Ministero dell'agricoltura e foreste

25.500 000

1768 Contributi a comuni ed altri enti per la gestione del patrimonio si lvo pastorale e per la compilazione dei piani economici 25.000.000

57.814.845.000

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2 1 6 SEDUTA DI MARTEDÌ 11 OTTOBRE 1966

PROSPETTO N . 1 / C .

I I I . — C O N T R I B U T I N E L L A E S E C U Z I O N E D I O P E R E D I C O N T O D E G L I E N T I L O C A L I

P U B B L I C H E

Numero del

capitolo DENOMINAZIONE

5107

5434

5603

5651

5660

5667

5671

5690

da: 5918 a: 5952

5606

5010

Ministero dei lavori pubblici.

Contributi costanti trentacinquennali per l'esecuzione di opere di edilizia scolastica di interesse di Enti locali (articoli 1, 8 e 17 legge 3 agosto 1949, n. 589 - legge 22 g iugno 1950, n. 480 - legge 18 gennaio 1951, n. 61 e legge 9 agosto 1954, n. 645 - legge 26 gennaio 1962, n. 17 - legge 24 luglio 1962, n. 1073 e legge 3 febbraio 1963, n. 75)

Contributi costanti trentacinquennali per l 'esecuzione di acquedott i , opere igieniche e sanitarie di interesse di enti locali (articoli 1, 3 , 4, 5 e 6 legge 3 agosto 1949, n. 589; leggi 22 giugno 1950, n. 480, 9 agosto 1954, n. 649, 29 luglio 1957, n. 634, 29 luglio 1957, n. 635 e 2 luglio 1960, n. 677)

Contributo alle province, ai comuni e loro consorzi nella spesa riconosciuta necessaria per la s istemazione, l 'ammodernamento e i a costruzione di strade comunali , non comprese in piani predisposti dalle ammini­strazioni comunal i ai sensi dell'articolo 16 della legge 12 febbraio 1958, n. 126, nonché di strade già classificate tra le provinciali prima dell 'entrata in vigore della legge medes ima (articolo 4 legge 21 aprile 1962, n. 181)

Contributi costanti trentacinquennali per l 'esecuzione di opere stradali: d'interesse di Ent i locali (articoli 2 e 17 legge 3 agosto 1949, n. 589 e legge 22 giugno 1950, n. 480 e articolo 2 della legge 15 febbraio 1953, n. 184)

Contributi costanti trentacinquennali per l 'esecuzione di opere ma­rit t ime d'interesse di Ent i locali (articolo 9, legge 3 agosto 1949, n. 589)

Contributi costanti trentacinquennali a favore di Comuni per la costru­zione o il completamento delle opere occorrenti a fornire di energia elettrica i comuni stessi e le frazioni che ne sono sprovviste (articolo 10, legge 3 agosto 1949, n. 589; legge 22 giugno 1950, n. 480 e 9 ago­sto 1954, n. 649)

Contributi costanti trentacinquennali a favore dei Comuni che costrui­scono o ampliano edifici dest inati a proprie sedi e delle Province che costruiscono, s istemano o restaurano archivi di Stato (15 feb­braio 1953, n. 184, 9 agosto 1954, n. 649 e 19 luglio 1959, n. 550) . . .

Contributi costanti trentacinquennali per l'esecuzione delle opere auto­rizzate dalle leggi 3 agosto 1949, n. 589, 9 agosto 1954, n. 645 e suc-s ive modificazioni e delle altre previste dall'articolo 5 della legge 25 novembre 1964, n. 1280)

Contributi ed anticipazioni alle Amministrazioni provinciali per la spesa relativa alla s is temazione generale delle strade classificate provin­ciali (articolo 18 e 19 della legge 12 febbraio 1958, n. 126, articolo 2 della legge 26 gennaio 1963, n. 31 e articolo 6 della legge 21 aprile 1962 n. 181)

Ministero dell'agricoltura e foreste. Interessi sui mutu i concessi dalla Cassa deposit i e prestit i alle province

ed ai Comuni per l 'acquisto ed il r imboschimento dei terreni con­siderati montan i ai sensi della legge 25 luglio 1952, n. 991 e succes­sive modificazioni, da destinare alla formazione di boschi (legge 18 agosto 1962, n. 1360)

Ministero di grazia e giustizia Contributi integrativi ai Comuni per costruzione, sopraelevazione, a m ­

pliamenti e restauri generali di edifìci giudiziari (leggi 15 febbraio 1957, n. 26 e 18 febbraio 1963, n. 208)

Importo

43.720.000.000

29.140.000.000

12.540.018.175

6.812.500.000

1.634.500.000

1.405.000.000

930.000.000

3.160.000.000

42.000.000.000

247.500.000

2.000.000.000

143.589.518.175

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SEDUTA DI MARTEDÌ 11 OTTORRE 1966 217

P R O S P E T T O N . 1/D.

I V . — C O N T R I B U T I A T A L U N I E N T I P E R E F F E T T O D I L E G G I S P E C I A L I

Numero del

capitolo DENOMINAZIONE Importo

Ministero del tesoro.

2963 S o m m a da erogare ai sensi delle leggi 6 aprile 1965, n. 351 , 5 luglio 1964, n. 606, e 14 febbraio 1964, n. 38 , per l 'ammortamento dei mutu i concessi dalla Gassa deposit i e prestiti alle province, ai comuni ed ai Consorzi di bonifica a norma degli articoli 10 e 12 della legge 21 luglio 1960, n. 739 (7» delle 35 quote) 1.463.333.000

3244 Contributo a favore del Comune di R o m a quale concorso per la coper­tura degli oneri derivanti dall'essere la sede della Capitale della Re­pubbl ica (legge 9 novembre 1957, n. 1055) (9* delle 35 annualità) . . . 261.858.900

3245 S o m m a da erogare per l 'ammortamento dei m u t u i autorizzati a favore dei Comuni non capoluoghi di provincia per la integrazione dei di­savanzi economici dei bilanci di previs ione relativi agli esercizi fi­nanziari fino al 1958 incluso (articolo 14 della legge 16 settembre 1960, n. 1014) 4 .500.000.000

3246 S o m m a da erogare per l 'ammortamento dei m u t u i contratt i dal Comune di Napol i per la copertura dei disavanzi economici dei bilanci rela­t iv i agli esercizi dal 1946 al 1960 (articolo 3 , primo e terzo comma, della legge 27 gennaio 1962, n. 7) 6 .600.000.000

3250 S o m m a da erogare a favore dei comuni , province e camere di commercio per reintegro delle minori entrate per sovrimposte terreni e fabbri­cati , ai sensi degli articoli 1 e 27 della legge 5 ottobre 1962, n. 1431, in dipendenza di provved iment i per la ricostruzione e la rinascita delle zone colpite dal terremoto dell 'agosto 1962 10.000.000

5061 Concorso negli interessi sul m u t u o contratto dal comune di Palermo a norma del regio decreto 6 magg io 1962, n. 886, modificato col regio decreto-legge 9 agosto 1962, n. 1544 4.083.400

5125 Quote di a m m o r t a m e n t o , spese e corso della emissione relative alle ob" bligazioni emesse dal comune di Napol i per la esecuzione di o p e r e

pubbliche straordinarie di sua competenza (articolo 4, legge 27 gen­naio 1962, n. 7) 3 .844.057.500

5126 Concorso nel pagamento delle annual i tà d 'ammortamento di m u t u i con­cessi dalla Cassa deposit i e prestit i e da altri i s t i tut i a province e comuni per riparare danni causati da pubbl iche calamità 4.000.000

5134 S o m m a da erogare per l 'ammortamento dei m u t u i concessi dalla Cassa deposit i e prestit i ai consorzi di bonifica dei territori del Polesine ai sensi dell'articolo 5 della legge 20 dicembre 1961 , n. 1427 . . 150.000.000

5362 S o m m a da erogare per l 'ammortamento dei mutu i contratt i dal comune di Napol i per la copertura dei d isavanzi economici dei bilanci rela­t iv i agli esercizi dal 1946 al 1960, nonché per l'esecuzione di opere ai sensi della legge 9 aprile 1953, n. 297 (articolo 3 della legge 27 gen­naio 1962, n. 7)

Ministero dell'interno.

7.500.000.000

2782 Contributo al comune di Napoli , re la t ivamente al l 'anno 1966, di cui all'articolo 2 , pr imo comma, della legge 27 gennaio 1962, n. 7 . 6 .000.000.000

2785 Contributo annuo ordinario à favore del comune di Roma, a t itolo di concorso dello Stato negli oneri finanziari che il comune sostiene, in d ipendenza delle esigenze cui deve provvedere quale Capitale della Repubbl ica (articolo 1 della legge 25 novembre 1964, n. 1280) . 5 .000.000.000

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2 1 8 SEDUTA DI MARTEDÌ 11 OTTOBRE 1966

Numero del

capitolo DENOMINAZIONE Importo

Ministero dei lavori pubblici.

5085 Contributo per la tutela del carattere storico-monumentale-art ist ico ed urbanistico della c i t tà di Siena (legge 3 gennaio 1963, n. 3) . . 200.000.000

5152 Spesa per la salvaguardia del carattere lagunare e monumenta le di Ve­nezia (legge 31 marzo 1956, n. 294) 150.000.000

5173 Spesa per la tute la del carattere storico monumenta l e ed artistico della c i t tà di Siena (legge 3 gennaio 1963, n. 3) 100.000.000

5194 Provved iment i per la salvaguardia del carattere storico, monumenta le ed artistico della c i t tà e del territorio di Assisi (legge 9 ottobre 1957, n. 976) 350.000.000

5433 Contributi costanti trentacinquennali per il r isanamento igienico-sani-tario della c i t tà di Bari (legge 1° luglio 1952, n. 886) 48.000.000

5435 Contributi costanti trentacinquennali per la costruzione, il completa­m e n t o e l 'ampl iamento delle fognature del comune di Palermo (legge 11 ottobre 1960, n. 1155) 145.000.000

5436 Contributi costant i trentacinquennal i sui m u t u i contratt i dal comune di Teramo per le opere di r isanamento igienico-edilizio di Santa Ma­ria a B i te t to (legge 1° dicembre 1952, n. 2527) 8.000.000

5691 Contributi costanti trentacinquennali per l 'esecuzione di opere di inte ­resse comunale in R o m a (legge 8 febbraio 1953, n. 103 e 27 giugno 1961, n. 644) 2 .250.000.000

5692 Contributi costanti trentacinquennali sui m u t u i da concedere alla pro­v inc ia ed al comune di Napol i per il finanziamento di opere pub­bliche di loro competenza (legge 9 aprile 1953, n. 297) 1.838.000.000

40.426.332.800

P R O S P E T T O N . I / E

V . — A N T I C I P A Z I O N I D I R E T T E D I S P E D A L I T À

Numero del

capitolo DENOMINAZIONE Importo

5251

Ministero dell'interno.

Anticipazioni per il pagamento delle rette di spedalità dovute per legge e per convenzione dai comuni agli ospedali civil i , gest i t i da ist i tuzio­ni pubbliche di assistenza e beneficenza riconosciute ai sensi della legge 17 luglio 1890, n. 6972 15.000.000.000

15.000.00.0000

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SEDUTA DI MARTEDÌ 11 OTTOBRE 1966 2 1 9

PROSPETTO N . 2 .

D I S A V A N Z I E C O N O M I C I D E L L E A M M I N I S T R A Z I O N I C O M U N A L I E P R O V I N C I A L I

(differenze tra le entrate correnti e le spese correnti aumenta te delle quote in conto capitale d e m u t u i in ammortamento)

(in mi l ion i di lire)

ANNI Entrate correnti Spese correnti e quote ammor­tamento mutui

Disavanzi

Comuni:

1 9 6 2 8 8 5 . 5 0 0 1 . 0 9 3 . 0 2 5 2 0 7 . 5 2 5

1 9 6 3 1 . 0 3 5 . 2 0 0 1 . 3 4 3 . 0 8 3 3 0 7 . 8 8 3

1 9 6 4 1 . 1 1 8 . 8 0 0 1 . 4 4 9 . 3 1 2 3 3 0 . 5 1 2

1 9 6 5 1 . 2 2 5 . 9 0 0 1 . 5 9 7 . 9 6 0 3 7 2 . 0 6 0

Provincie:

1 9 6 2 2 3 5 . 6 0 0 2 7 6 . 5 7 5 4 0 . 9 7 5

1 9 6 3 2 9 3 . 4 0 0 3 5 5 . 6 0 8 6 2 . 2 0 8

1 9 6 4 3 0 6 . 6 0 0 3 7 5 . 8 3 3 6 9 . 2 3 3

1 9 6 5 . . . . 3 2 7 . 1 0 0 4 0 5 . 0 4 0 7 7 . 9 4 0

P R O S P E T T O N . 3 .

M U T U I A U T O R I Z Z A T I A C O P E R T U R A D E L D I S A V A N Z O E C O N O M I C O D E I B I L A N C I

D I P R E V I S I O N E D E L L E P R O V I N C E E D E I C O M U N I D E F I C I T A R I

1 9 6 2 1 9 6 3 1 9 6 4 1 9 6 5

ENTI Numero

Enti Importo mutui

Numero Enti

Importo Mutui

Numero Enti

Importo Mutui

Numero Enti

Importo Mutui

Provincie 4 6 4 0 . 9 7 5 5 7 6 2 . 2 0 8 6 2 6 9 . 2 3 3 6 3 7 7 . 9 4 0

Cornimi capoluogo. . . . 5 5 1 4 2 . 8 8 9 6 0 2 0 8 . 9 4 3 6 6 2 2 2 . 8 8 1 7 2 2 5 2 . 0 6 0

Altri comuni 2 . 5 2 4 6 4 . 6 3 6 3 . 0 3 7 9 8 . 9 4 0 3 . 2 9 3 1 0 7 . 6 3 1 3 . 4 4 6 1 2 0 . 0 0 0

2 . 6 2 5 2 4 8 . 5 0 0 3 . 1 5 4 3 7 0 . 0 9 1 3 . 4 2 1 3 9 9 . 7 4 5 3 . 5 8 1 4 5 0 . 0 0 0

FONTE: Relazione generale sulla situazione economica del Paese, anno 1 9 6 5 .

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220 SEDUTA DI MARTEDÌ 11 OTTORRE 1966

PROSPETTO N . 4 .

S P E S E E F F E T T I V E D E I C O M U N I ( S P E S A D I P A R T E C O R R E N T E E D I N C O N T O

C A P I T A L E ) C L A S S I F I C A T E S E C O N D O I L L O R O O G G E T T O

(in mi l ioni di lire).

VOCI 1962 1963 1964 1965

Interessi pass ivi 99.002 120.484 137.052 166.253

Oneri di carattere economico e pro­dut t ivo 372.932 345.768 367.435 315.672

Spese per la sicurezza i n t e r n a . . . . 9.206 17.341 13.025 12.885

Spese di carattere generale 435 .764 526.824 563.168 603.716

Pubbl ica istruzione 234.447 254.188 257.115 270.485

Oneri diversi 408.004 543.243 559.932 612.925

Totale . . . 1.559.355 1.807.848 1.897.727 1.981.936

PROSPETTO N . 5 .

R I P A R T I Z I O N E I N S P E S E D I P A R T E C O R R E N T E E D I N C O N T O C A P I T A L E

D E L L E S P E S E E F F E T T I V E D E I C O M U N I

(in mi l ioni d i lire)

VOCI 1962 1963 1964 1965

Spese di parte corrente

Spese in conto capitale

1.042.200

517.155

1.285.300

522.548

1.400.500

497.227

1.542.200

439.736

Totale . . . 1.559.355 1.807.848 1.897.727 1.981.936

N. B. — N o n sono comprese tra le spese correnti le quote in conto capitale dei mutu i in am­mortamento , che nei bilanci figurano tra i « m o v i m e n t i di capitale » (per il 1965 lire 55.800 mil ioni) .

FONTE: Relazione generale sulla situazione economica del Paese, anno 1965.

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SEDUTA DI MARTEDÌ 44 OTTOBRE 4966 221

PROSPETTO N . 6.

E N T R A T E E F F E T T I V E D E I C O M U N I

(in mil ioni di lire).

VOCI

ANNI

VOCI 1962 1963 1964 1965

Entrate tributarie:

Imposte di consumo 212.195 248.950 280.983 319.468

Imposta di famiglia e valore loca­t ivo 97 .264 113.923 134.300 139.718

Sovr imposte fondiarie 58.902 74.892 70.859 74.770

Imposta nelle industrie e di pa tente . 72 .308 83.385 95.798 107.584

Tribut i minori 68 .055 108.083 110.622 116.452

Totale tributi . . . 508.724 629.233 692.562 757.992

Compartecipazioni e tr ibuti erariali . . 115.796 117.300 121.894 129.765

Entrate extra tributarie 281.430 315.834 345.739 382.657

TOTALE GENERALE . . . 905.950 1.062.367 1.160.195 1.270.414

FONTE: Relazione generale sulla situazione economica del Paese, anno 1965.

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222 SEDUTA DI MARTEDÌ U OTTOBRE 1966

PROSPETTO N . 7.

S P E S E E F F E T T I V E D E L L E P R O V I N C E ( S P E S E D I P A R T E C O R R E N T E E D I N C O N T O

C A P I T A L E ) C L A S S I F I C A T E S E C O N D O I L L O R O O G G E T T O

(in mil ioni di lire)

VOCI 1 9 6 2 1 9 6 3 1 9 6 4 1 9 6 5

Interessi passivi 1 9 . 0 7 0 2 3 . 9 7 3 3 0 . 0 0 7 3 5 . 3 7 8

Oneri di carattere economico e pro­dut t ivo 1 4 4 . 2 1 2 2 0 3 . 8 6 0 1 9 2 . 9 0 8 2 0 1 . 6 5 2

Spese di carattere sociale 1 0 1 . 4 8 1 1 3 6 . 3 0 8 1 4 8 . 7 8 6 1 5 5 . 8 6 4

Pubbl ica istruzione 3 3 . 2 7 2 5 7 . 4 1 3 4 7 . 2 8 4 5 3 . 9 8 9

Oneri diversi 5 1 . 3 3 8 6 8 . 7 6 2 7 3 . 7 0 5 7 3 . 5 6 4

3 4 9 . 3 7 3 4 9 0 . 3 1 6 4 9 2 . 6 9 0 5 2 0 . 4 4 7

P R O S P E T T O N . 8 .

R I P A R T I Z I O N E I N S P E S E D I P A R T E C O R R E N T E E D I N C O N T O C A P I T A L E

D E L L E S P E S E E F F E T T I V E D E L L E P R O V I N C E

(in mi l ioni di lire).

VOCI 1 9 6 2 1 9 6 3 j 1 9 6 4

1 1 9 6 5

Spese di parte corrente

Spese in conto capitale

2 6 9 . 2 0 0

8 0 . 1 7 3

3 4 7 . 4 1 6

1 4 2 . 9 0 0

3 6 8 . 9 0 0

1 2 3 . 7 9 0

3 9 4 . 1 0 0

1 2 6 . 3 4 7

Spese di parte corrente

Spese in conto capitale

3 4 9 . 3 7 3 4 9 0 . 3 1 6 4 9 2 . 6 9 0 5 2 0 . 4 4 7

N . B. — N o n sono comprese tra le spese correnti le quote in conto capitale dei mutu i in am­mortamento , che nei bilanci figurano tra i « m o v i m e n t i di capitale » (per il 1 9 6 5 L. 1 0 . 9 0 0 milioni).

FONTE: Relazione generale sulla situazione economica del Paese , anno 1 9 6 5 .

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SEDUTA DI MARTEDÌ 41 OTTOBRE 1966 2 2 3

PROSPETTO N . 9 .

E N T R A T E E F F E T T I V E D E L L E P R O V I N C E

(In mil ioni di lire).

VOCI

ANNI

VOCI 1962 1963 1964 1965

Entrate tributarie:

Sovr imposte fondiarie

Addizionale impos ta industrie , commercio , arti e professioni .

Altri tr ibuti

Tota le tr ibuti . . .

Compartecipazioni a tributi erariali . Entrate extra tributarie

TOTALE GENERALE . . .

58 .243

34.008

325

83.279

37.659

716

79.429

43.374

909

81.547

45.346

1.017

Entrate tributarie:

Sovr imposte fondiarie

Addizionale impos ta industrie , commercio , arti e professioni .

Altri tr ibuti

Tota le tr ibuti . . .

Compartecipazioni a tributi erariali . Entrate extra tributarie

TOTALE GENERALE . . .

92 .576

80 .814

87.454

121.654

93.925

105.874

125.712

104.000

106.388

127.910

111.281

117.909

Entrate tributarie:

Sovr imposte fondiarie

Addizionale impos ta industrie , commercio , arti e professioni .

Altri tr ibuti

Tota le tr ibuti . . .

Compartecipazioni a tributi erariali . Entrate extra tributarie

TOTALE GENERALE . . . 260.844 321.453 336.100 357.100

FONTE: Relazione generale sulla situazione economica del Paese, anno 1965.

PROSPETTO N . 1 0 .

M U T U I A U T O R I Z Z A T I P E R I L P A R E G G I O D E I B I L A N C I D E F I C I T A R I D E I C O M U N I E D E L L E P R O V I N C E D A L 1 9 5 5 A L 1 9 6 5

ANNI Numero Percentuale

di incremento

annuo

Importo mutui Percentuale di

NUMERI INDICI FATTO 100 11 1955

ANNI Enti deficitari

Percentuale di

incremento annuo

(in migliaia di lire)

incremeuto annuo Numero

Enti Importo Mutui

1955 541 _ 55.065.364 100 100

1956 727 34,38 74.111.502 + 34,59 134 134

1957 841 + 15,68 95.003.539 + 28,19 155 172

1958 1.033 + 22,83 109.302.385 + 15,06 191 198

1959 1.301 25 ,94 136.608.945 + 24,98 240 248

1960 1.647 + 26,59 168.491.530 + 23,34 304 306

1961 2 .014 + 22,82 174.971.281 3,84 372 318

1962 2.624 + 30,29 248.499.999 + 42,02 485 451

1963 3 .154 + 20,20 370.091.000 48,93 583 672

1964 3.421 8,46 a) 399.745.000 + 8,01 632 726

1965 3.581 + 4,68 a) 450.000.000 12,57 662 817

(a) Dat i provvisori . FONTE: Ministero interno.

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2 2 4 SEDUTA DI MARTEDÌ 11 OTTOBRE 1966

PROSPETTO N . 1 1 .

C O M P A R T E C I P A Z I O N E D E I C O M U N I E D E L L E P R O V I N C E A T R I B U T I E R A R I A L I

- S T A N Z I A M E N T I D I B I L A N C I O -

(In milioni di lire).

ESERCIZIO I. G. E.

i l per cento

E.C. A. 3/5

Diritti spettacoli

LG. E. vini

Imposta giuochi

18/25

LG. E. 1,60

per cento

LG. E. 2

per cento

Tassa circola­zione

TOTALE

1959-60 . . . 63.591 31.080 19.430 5.270 2.859 17.601 139.831

1960-61 . . . 70.892 32.700 20.663 8.700 2.526 5.516 6.895 19.986 167.878

1961-62 . . . 78.706 35.153 21.675 17.750 2.700 10.448 14.310 24.500 205.242

1962-63 . . . 77.938 39.997 23.106 10.000 2.808 12.995 15.369 28.524 210.737

1963-64 . . . 76.400 42.000 22.845 13.200 2.700 13.686 17.108 28.333 216.272

1965 90.070 54.000 29.000 16.000 2.860 15.000 18.750 38.333 264.013

1966 86.000 59.790 26.625 16.000 3.060 15.520 19.400 43.330 269.725 (a)

(a) Al net to della quota di lire 25.600 mi l ioni des t inata al fondo per contributi agli enti deficitari,

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SEDUTA DI MARTEDÌ U OTTOBRE 1966 2 2 5

PROSPETTO N . 1 2 .

S I T U A Z I O N E D E B I T O R I A D E I C O M U N I E D E L L E P R O V I N C E A L 1» G E N N A I O 1 9 6 6 ( R E S I D U O D E B I T O )

(dati espressi in mi l ion i di lire).

AMMINISTRA­ZIONI

PROVINCIALI

COMUNI CAPOLUOGO

COMUNI SUPERIORI A

20.000 ABITANTI

COMUNI INFERIORI A

20.000 ABITANTI Mutui delibe­

O G G E T T O

D E L D E B I T O Mutui in

ammor­tamento

Mutui concessi e non in ammor­tamento

Mutui in

ammor­tamento

Mutui concessi e non in ammor­

tamento

Mutui in

ammor­tamento

Mutui concessi e non in ammor­tamento

Mutui in

ammor­tamento

Mutui concessi e non in ammor­tamento

rati e non ancora

contratti

TOTALE

Per integrazioni di­savanzi economici bi lanci 305.806 55.888 951.148 283.294 145.873 28.621 210.597 70.559 2051.786

Per esecuzione opere pubbliche . . . . 337.338 32.601 753.715 45.677 176.733 21.165 435.723 71.378 290.847 2.165.177

Per finanziamento di­savanzi di A m m i ­nistrazione . . . 708 22.472 87 4.089 664 15.597 1.165 14.941 59.723

Per altri scopi . . . 34.765 2.845 97.430 11.743 23.700 2.405 47.527 3.605 31.527 255.547

TOTALE . . . 678.617 91.334 1.824.765 340.801 350.395 52.855 709.444 146.707 337.315 4532.233

Per conferimento ca­pitali alle aziende municipal izzate . 3.644 229.480 9.553 5.926 602 1.714 48 23.698 274.665

Per debit i consol idati (Spedalità, debit i verso il Tesoro per lavori) 5.931 56 10.505 488 5.706 527 22.809 4.074 50.096

Per debit i garantit i . 27.949 — 132.044 — 16.042 — 27.664 — 22.558 226.257

TOTALE GENERALE . 716.141 91.390 2.196.794 350.842 378.069 53.984 761.631 150.829 383.571 5.083.251

FONTE: Ministero dell'interno.

15.

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2 2 6 SEDUTA DI MARTEDÌ 11 OTTOBRE 1966

P R OSPETTO N . 1 3

R E S I D U O D E B I T O C O N S O L I D A T O A L 1 ° G E N N A I O 1 9 6 6 D E L L E P R O V I N C E E D E I C O M U N I

(dati in milioni di lire).

E N T I

Copertura di

disavanzi economici

Finanzia­mento

di opere pubbliche

Conferimeuto di capitali

alle aziende municipa­

lizzate

Estinzione di disavanzi

di amministra­

zione

Altiri debiti consolidati

TOTALE E N T I

Copertura di

disavanzi economici

Finanzia­mento

di opere pubbliche

Conferimeuto di capitali

alle aziende municipa­

lizzate

Estinzione di disavanzi

di amministra­

zione vari di

garanzia

TOTALE

Province

Comuni

T O T A L E . . .

361.694

1.690.092

417.411

1.747.766

3.644

271.021

2.937

56 786

47.545

258.098

32.524

193.733

865.755

4.217.496

Province

Comuni

T O T A L E . . . 2.051.786 2.165.177 274.665 59.723 305.643 226.257 5.083.251

F O N T E : Ministero dell'interno.

PROSPETTO N . 1 4 .

D I S T R I B U Z I O N E T E R R I T O R I A L E I N B A S E A L L E R I P A R T I Z I O N I E C O N O M I C H E N A Z I O N A L I D E L R E S I D U O D E B I T O D E G L I E N T I L O C A L I C O N S O L I D A T O

A L 1 ° G E N N A I O 1 9 6 6 .

(dati in milioni di lire).

ITALIA NORD-OCCIDENTALE (a)

ITALIA NORD-ORIENTALE E CENTRALE {b)

ITALIA MERIDIONALE E INSULARE (c)

Importo Percen­tuale Importo Percen­

tuale Importo Percen­tuale

Coperture di disavanzi economici . 62.309 4,82 717.713 36,35 1.271.764 70,21 Finanziamento opere pubbliche . . 894.547 68,94 884.427 44,80 386.203 21,32 Conferimento di capitali alle azien­

de municipal i zate 116.900 9 — 152.114 7,70 5.651 0,31 Estinzione di disavanzi di ammini ­

strazione 16.866 1,30 16.995 0,86 25.862 1,43 Altri debiti consolidati 74.551 5,74 147.038 7,45 84.054 4,64 Debit i di garanzia 132.295 10,20 56.080 2,84 37.882 2,09

Totale . . . 1.297.468 100 — 1.974.367 100 — 1.811.416 100 —

(a) P iemonte , Valle d'Aosta, Liguria, Lombardia. (b) Trentino Al to Adige , Veneto , Friuli, Venezia Giulia, Emil ia Romagna , Toscana, Marche,

Umbria, Lazio. (c) Campania, Abruzzi , Molise, Puglie , Basi l icata, Calabria, Sicilia e Sardegna. N.B. — È compreso, nelle cifre anzi esposte, l ' importo di l ire361 miliardi circa riguardante

mutu i la cui assunzione è s ta ta soltanto deliberata dagli Enti locali, senza che siano intervenute le concessioni da parte degli Ent i finanziari. Tali mutu i riguardano: lire 291 miliardi per opere pubbliche; lire 24 miliardi per conferimento di capitali alle Aziende; lire 15 miliardi per disavanzi di amministrazione; lire 31 miliardi per altri scopi.

F O N T E : Ministero dell interno.

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SEDUTA DI MARTEDÌ 44 OTTOBRE 4966 2 2 7

PROSPETTO N . 15 .

R E S I D U O D E B I T O A L 7 O T T O B R E 1966 D E I M U T U I C O N C E S S I

D A L L A C A S S A D E P O S I T I E P R E S T I T I

Mutui a pareggio bilancio Miliardi 1.860

Mutui per opere pubbliche ed altri minori interventi (1) » 1.590

Miliardi 3.450

P O N T E : Gassa deposi t i e prest i t i .

(1) Di cui lire 820 miliardi sono a carico dello Stato (contributi trentacinquennali).

PROSPETTO N . 16.

I M P O R T O D E I C O N T R I B U T I C O S T A N T I T R E N T A C I N Q U E N N A L I

P E R L A E S E C U Z I O N E D I O P E R E P U B B L I C H E D ' I N T E R E S S E D I E N T I L O C A L I

(stato di previsione della spesa del Ministero dei lavori pubblici per l 'anno finanziario 1967)

Numero del

capitolo DENOMINAZIONE Importo

5107 Edil izia scolast ica 43 .720.000.000

5434 Acquedot t i ed opere igieniche e sanitarie 30.775.000.000

5651 Opere stra "r li 7 .192.500.000

5697 Opere mari t t ime 1.664.500.000

5798 Opere occorrenti per fornire energia elettrica 1.605.000.000

5869 Costruzione ed ampl iamento sedi comunal i e archivi di Stato . . . . 1.005.000.000

5433

5435

5436

5917 / Opere varie di interesse di singoli Ent i (Roma, Napol i , Palermo, Bari, 1 Teramo) 8 .529.000.000

5919

5921

94 .491 .000 .000

Nota. — Ipotizzando u n contributo medio dello Stato del 4 per cento, si può risalire al vo lume delle opere finanziate molt ipl icando per 25 l ' importo dei contributi di cui sopra e cioè:

lire 94.491.000.000 x 25 = lire 2 .362.275.000.000 (volume opere). L'onere di ammortamento annuale del debito di lire 2.362 miliardi calcolato sulla base del

6,50 per cento (tasso di ammortamento della Cassa deposit i e prestit i , comprensivo delle quote capitale e interessi), è di 153 miliardi di lire di cui lire 94 miliardi (4 per cento) a carico dello Stato e lire 59 miliardi (2,5 per cento) a carico degli Ent i locali.

Nell ' ipotesi formulata di un contributo medio del 4 per cento, risulta pertanto che l'onere di ammortamento annuale a carico dello S ta to è pari al 61,56 per cento , mentre quello che resta a carico dei comuni è del 38,44 per cento. (6,50: 100 = 4 : x ; da cui x = 61,56 per cento).

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2 2 8 SEDUTA DI MARTEDÌ 11 OTTORRE 1966

P R O S P E T T O N . 1 7 .

R A P P O R T O F R A L E E N T R A T E T R I B U T A R I E D E L L O S T A T O

E R E D D I T O N A Z I O N A L E N E G L I A N N I D A L 1 9 6 0 A L 1 9 6 5

ANNI Entrate tributarie (b)

Reddito nazionale (a)

(b) Percentuale Indici

1960 3.521 18.606 18,9 100,0

1961 3.972 20.583 19,3 102,1

1962 4.580 23.271 19,7 104 T2

1963 5.274 26.732 19,7 104,2

1964. . . 5.746 29.424 19,5 103,2

1965 6.452 31.530 20,5 108,5

(a) Reddito nazionale lordo (b) In mil iardi di lire.

al costo dei fattori.

PROSPETTO N . 1 8 .

R A P P O R T O F R A I L G E T T I T O D E I T R I B U T I P R O P R I D E L L E P R O V I N C E

E R E D D I T O N A Z I O N A L E N E G L I A N N I D A L 1 9 6 0 A L 1 9 6 5

ANNI Tributi (c) Ìndici Reddito

nazionale (a) (c)

Percentuale Indici

1960 91 100,0 18.606 0,489 100,0

1961 (b) 90 98,9 20.583 0,437 89,4

1962 92 101,1 23.271 0,395 80,7

1963 121 132,9 26.732 0,453 92,6

1964 125 137,4 29.424 0,425 86,9

1965 127 139,6 31 .530 0,403 82,4

(a) Reddito nazionale lordo al costo dei fattori. (b) Diminuzione del gett i to per effetto della abolizione dell'addizionale 5 per cento sui redditi

agrari (lire 5.463 milioni nel 1960). Tale minore entrata è s tata compensata con una maggiore compartecipazione all'I. G. E. (legge 16 settembre 1960, n. 1014).

(c) in mil iardi di lire.

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SEDUTA DI MARTEDÌ 11 OTTOBRE 1966 2 2 9

PROSPETTO N . 1 9 .

R A P P O R T O F R A I L G E T T I T O D E I T R I B U T I P R O P R I D E I C O M U N I E R E D D I T O N A Z I O N A L E N E G L I A N N I D A L 1 9 6 0 A L 1 9 6 5

ANNI Tributi (b) Indici Reddito

nazionale (a) (&)

Percentuale Indici

1960 4C3 100,0 18.606 2,49 100,0

1961 478 103,2 20.583 2,32 93,2

1962 509 109,9 23.271 2,19 87,9

1963 629 135,8 26.732 2,35 94,4

1964 693 149,7 29.424 2,35 94,4

1965 758 163,7 31.530 2,40 96,4

(a) Reddi to nazionale lordo al costo dei fattori. (b) In miliardi di lire.

P R O S P E T T O N . 2 0

R A P P O R T O F R A I L G E T T I T O D E L L ' I M P O S T A D I F A M I G L I A E S U L V A L O R E L O C A T I V O E R E D D I T O N A Z I O N A L E N E G L I A N N I D A L 1 9 6 0 A L 1 9 6 5

ANNI Tributi (à)

Reddito nazionale (a)

(b) Percentuale Indici

1960 79 18.606 0,424 100,0

1961 84 20.583 0,408 96,2

1962 97 23.271 0,417 98,3

1963 114 26.732 0,426 100,5

1964 134 29.424 0,455 107,3

1965 140 31.530 0,444 104,7

(a) Reddito nazionale lordo al costo dei fattori. (b) In mi l iardi di l ire.