SEDUTA DI GIOVEDÌ 9 DICEMBRE 196 5 -...

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Atti Parlamentari 19671 — Camera dei Deputat i IV LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 196 5 403. SEDUTA DI GIOVEDÌ 9 DICEMBRE 196 5 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSSI IND I DEL PRESIDENTE BUCCIARELLI DUCC I INDICE PAG. PAG . Congedi 1967 1 Disegno e proposte di legge (Discussione) : Istituzione di scuole materne statal i (1897) ; DAL CANTON MARIA PIA ed altri : Obbli- gatorietà della scuola materna pe r minorati dell'udito (148) ; LEVI ARIAN GIORGINA ed altri : Istitu- zione di scuole statali per l'infanzi a (938) 1967 4 PRESIDENTE 19674, 19689 DE ZAN 19674 Glomo 1968 1 LEVI ARIAN GIORGINA 19689 Proposte di legge : (Annunzio) 1967 1 (Approvazione in Commissione) 19674 Interrogazioni e interpellanze (Annunzio) : PRESIDENTE 19702 BORRA 1970 2 GoMBI 1970 2 SERBANDINI 19702 SULOTTO 19702 Votazione segreta della proposta di - legge : BREGANZE ed altri : Disposizioni sull a nomina a magistrato di corte d'ap - pello (1745) 19672 Ordine del giorno della seduta di domani: PRESIDENTE 19702, 1970 4 GUERRINI GIORGIO 1970 4 TOGNONI 1970 3 ZANIBELLI 1970 4 La seduta comincia alle 17 . MAGNO, Segretario, legge il processo ver- bale della seduta del 7 dicembre 1965 . (E approvato) . Congedi . PRESIDENTE . Hanno chiesto congedo i deputati Arnaud, Berloffa, Bisaglia, Cavai- laro Nicola, 'Cervone, De Mita, Fabbri Fran- cesco, Foderaro, Folchi, Forlani, Fortini , Gioia, Gonella 'Guido, Guerrieri, Gullotti , Leone Giovanni, Malfatti Franco, Martin o Edoardo, Piccoli, Prearo, Pucci Ernesto, Ru- mor, Russo Vincenzo, Sarti, Scaglia, Sceiba , Stordii, Togni, Toros, Vaja, Villa e Zacca- gnini . (I congedi sono concessi) . Annunzio di una proposta di legge . PRESIDENTE . stata presentata la se- guente proposta 'di legge : BARZINI : « Disposizioni sugli atti di do- nazione in materia di antichità e belle arti » (2832) .

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Atti Parlamentari

— 19671 —

Camera dei Deputati

IV LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 1965

403.

SEDUTA DI GIOVEDÌ 9 DICEMBRE 196 5PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSSI

IND I

DEL PRESIDENTE BUCCIARELLI DUCCI

INDICE

PAG.

PAG .

Congedi 1967 1

Disegno e proposte di legge (Discussione) :

Istituzione di scuole materne statal i(1897) ;

DAL CANTON MARIA PIA ed altri : Obbli-gatorietà della scuola materna perminorati dell'udito (148) ;

LEVI ARIAN GIORGINA ed altri : Istitu-zione di scuole statali per l'infanzi a(938) 19674

PRESIDENTE 19674, 19689DE ZAN 19674Glomo 1968 1LEVI ARIAN GIORGINA 19689

Proposte di legge :

(Annunzio) 1967 1

(Approvazione in Commissione) 19674

Interrogazioni einterpellanze (Annunzio) :

PRESIDENTE 19702BORRA 1970 2GoMBI 1970 2SERBANDINI 19702SULOTTO 19702

Votazione segreta della proposta di -legge :

BREGANZE ed altri : Disposizioni sullanomina a magistrato di corte d'ap -pello (1745) 19672

Ordine del giorno della seduta di domani:

PRESIDENTE 19702, 19704GUERRINI GIORGIO 19704TOGNONI 1970 3ZANIBELLI 19704

La seduta comincia alle 17 .

MAGNO, Segretario, legge il processo ver-bale della seduta del 7 dicembre 1965 .

(E approvato) .

Congedi.

PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo ideputati Arnaud, Berloffa, Bisaglia, Cavai-laro Nicola, 'Cervone, De Mita, Fabbri Fran-cesco, Foderaro, Folchi, Forlani, Fortini ,Gioia, Gonella 'Guido, Guerrieri, Gullotti ,Leone Giovanni, Malfatti Franco, MartinoEdoardo, Piccoli, Prearo, Pucci Ernesto, Ru-mor, Russo Vincenzo, Sarti, Scaglia, Sceiba ,Stordii, Togni, Toros, Vaja, Villa e Zacca-gnini .

(I congedi sono concessi) .

Annunzio di una proposta di legge.

PRESIDENTE .

stata presentata la se-guente proposta 'di legge :

BARZINI : « Disposizioni sugli atti di do-nazione in materia di antichità e belle arti »

(2832) .

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— 19672 —

Camera dei Deputati

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 1965

Sarà stampata e

distribuita .

Poiché

im- Calvetti Fracass i

porta onere finanziario, ne sarà fissata in se- Camangi Franceschini

guito la data di svolgimento . Canestrari Franzo

Carra FusaroCassiani Gagliard i

Votazione segreta di una proposta di legge .Castelli Gall i

PRESIDENTE. .Ricordo che in occasione Castellucci Gascodella votazione segreta della proposta di legge Catella Gaspar i

n . 1745 nella seduta ,di ieri l'altro è mancato Cattaneo Petrini Gennai Tonietti Erisia

il numero legale . Giannina Ghio

Indìco nuovamente la votazione . Cavallari Giglia

(Segue la votazione) . Ceccherini Giolitt iCéngarle Girardin

Dichiaro chiusa la votazione . Ceruti Carlo Gitt i

(I segretari deputati numerano i voti) . Cocco Maria Gonella Giusepp eColasanto Grazios i

Comunico nil risultato idella votazione sulla Colleoni Grilli

proposta di legge : Colleselli GuarientoCorona Giacomo Guerrini Giorgi o

BREGANZE od altri :: « Disposizioni sulla no -Cortese Imperiale

mina a magistrato di corte d 'appello » (1745) :Cossiga Iozzell i

Presenti

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358 Cuttitta IsgròVotanti

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246 Dagnino LaforgiaAstenuti

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112 Dall'Armellina La MalfaMaggioranza 124 D 'Amato Lanci i

Voti favorevoli

220 D'Arezzo La PennaVoti contrari

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26 De Capua Lauricell a

(La Camera approva) . Degan Lenoc i

De Grazia Leone Raffaele

Hanno preso parte alla votazione : Del

Castillo Lettier i

De Leonardis Lezz i

Abate

Berretta Delfino Lombardi Riccardo

Alba

Bersani Della Briotta Lombardi Ruggero

Albertini

Bertè Dell'Andro Longoni

Alessandrini

Bertinelli Delle Fave Loret i

Amadei Giuseppe

Biaggi Nullo De Maria Lucchesi

Amatucci

Bianchi Fortunato De Mà,rsanich Lucifred i

Amodio

Bianchi Gerardo De Martino Lupis

Andreotti

Biasutti De Marzi Macchiavell i

Antoniozzi

Bima De Pascalis Malfatti Franc o

Armani

Bisantis De Zan Mancini Antoni o

Armaroli

Bologna Dietl Marangone

Armato

Bonaiti Di Nardo Marchian i

Azzaro

Borghi Di Primio Marian i

Baldani Guerra

Borra Di Vagno Martini Maria Eletta

Baldi

Bosisio Donat-Cattin Marton i

Ballardini

Bottari Dosi Massar i

Barba

Bova Dossetti Mattarell i

Barbaccia

Brandi Élkan Mazza

Barbi

Breganze Ermini Melis

Baroni

Bressani Evangelisti Merenda

Bartole

Brusasca Fada Mezza Maria Vittori a

Basile Giuseppe

Buffone Ferrari Virgilio Michel i

Bassi

Buttè Ferraris Miglior i

Belci

Buzzetti Ferri Mauro Miotti Carli Amalia

Belotti

Buzzi Folchi Misas i

Bemporad

Caiati Fornale MoscaBensi

Caiazza Fortuna Mussa Ivaldi Vercelli

Atti Parlamentari

— 19673 —

Camera dei Deputat a

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 1965

Nannini Santi Cataldo Marches iNapolitano Francesco Savoldi Cianca MaschiellaNatali Scalfaro Gorghi Matarres eNicolazzi Scalia Cottone MauliniNucci Scarlato Curti Ivano Morell i

Origlia Scricciolo D'Alessio Nannuzz iOrlandi Sedati De Florio Napolitano LuigiPacciardi Servadei Demarchi NicolettoPalleschi Servello De Pasquale Ognibene

Paolicchi Sinesio Diaz Laura Olmini

Patrini Sorgi Di Benedetto Pagliaran i

Pella Spinelli D'Ippolito Pasqualicchi oPellicani Stella D'Onofrio Passon i

Pennacchini Storchi Fasoli Pellegrin oPertini Sullo Ferioli PezzinoPiccinelli Tambroni Ferrari Riccardo PirastuPintus Tàntalo Fiumanò PoerioPitzalis Tenaglia Franco Raffaele Raffaell iPreti Terranova Corrado Gambelli Fenili RaiaQuaranta Titomanlio Vittoria Gessi Nivea Raucc i

Quintieri Tozzi Condivi Giorno Re Giuseppin a

Racchetti

_Tremelloni Giorgi Rossinovic h

Radi Truzzi Goehring Sandr iRampa Turnaturi Golinelli Scionti

Reale Giuseppe Urso Gombi Serbandin iReggiani Usvardi Gorreri SeroniRestivo Valiante Guerrini Rodolfo SforzaRighetti Vedovato Guidi SolianoRinaldi Venturini Illuminati Spagnol i

Ripamonti Veronesi Ingrao SpecialeRoberti Vetrone Jacazzi SulottoRomanato Vicentini La Bella Tagliaferr iRomita Vincelli Làconi Tavern a

Rosati Volpe Lenti Tedesch i

Ruffini Zanibelli Leonardi Tempia ValentaRusso Spena Zanti Tondi Carmen Levi Arian Giorgina Terranova Raffael eSabatini Zappa Lusóli Tognon iSalvi Zucalli Luzzatto VespignaniSammartino Zugno Magno Vianell oSangalli Malfatti Francesco Villan i

Manenti Zincone

Si sono astenuti:Sono in congedo (concesso nelle sedut e

Abenante Beragnoli precedenti) :Alatri Biagin iAlboni Bo Bontade Margherita Di LeoAlesi Bonea Carcaterra Savio Emanuel aAmasio Borsari Cassandro ScarasciaAmendola Pietro Botta Cavallaro Francesco Spàdol a

Angelino Bozzi Colombo Vittorino Trombetta

Antonini Brighent iAstolfi Maruzza Bronzuto (concesso nella seduta odierna) :

Avolio Busetto Arnaud Fabbri FrancescoBalconi Marcella Cacciatore Berloffa FoderaroBarca Cannizzo Bisaglia ForlaniBastianelli Cantalupo Cavallaro Nicola Fortin iBattistella Cariota Ferrara Cervone GioiaBeccastrini Carocci De Mita Gonella Guido

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- 19674 —

Camera dei Deputat i

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Guerrieri

SartiGullotti

Scagli aLeone Giovanni

ScelbaMartino Edoardo

Togd iPiccoli

Toro sPrearo

VajaPucci Ernesto

VillaRumór

Zaccagnin iRusso Vincenzo

Approvazione in Commissione .

PRESIDENTE. La I 'Commissione (Affaricostituzionali) nella seduta di stamane 'in sodelegislativa ha approvato la seguente propost adi 'legge :

Senatori DE LUCA ANGELO ed altri : « Nor-me per il riordinamento del ruolo organic odella carriera speciale 'di ragioneria dell'am-mini,strazione civile del Ministero d,ell'in-terno » (Approvata dalla I Commissione de lSenato) (2729) .

Discussione del disegno di legge : Istituzion edi scuole materne statali (1897) ; e delleconcorrenti proposte di legge Dal CantonMaria Pia ed altri (148); Levi Arian Gior-gina ed altri (938) .

PRESIDENTE . L'ordine Idei giorno recala discussione del 'disegno di legge : Istitu-zione ,di scuole materne e 'delle concorrentiproposte ,di legge d ' iniziativa ,dei deputati DalCanton Maria Pia, Franceschini, Romanato ,Sammartino, Rampa, Titomanlio Vittoria eMiotti Carli Amalia : Obbligatorietà dellascuola materna per minorati 'dell'udito ; LeviArian Giorgina, Scionti, Iotti Leonilde, Natta ,Seroni, Cinciari Rodano Maria Lisa, Rossan-da Banfi Rossana, Gessi Nives, Illuminati ,Bronzuto, Balconi Marcella, Viviani Luciana ,Re Giuseppina, Fibbi 'Gi'ulietta, BerlinguerLuigi, De Polzer, Di Lorenzo, Picciotto, Lo -perfido, Borsari, Di Vittorio Berti Baldina ,Bernetic Maria, Z'anti Tondi Carmen ,e DiazLaura : Istituzione di scuole statali per l'in-fanzia .

Dichiaro aperta la discussione generale .Il 'primo iscritto aparlare è l ' onorevole De

Zan. Ne ha facoltà .

DE ZAN. Signor Presidente, onorevoli col-leghi, l'ampiezza e \la completezza della rela-zione svolta per l'a maggioranza dall'onore-vole Rampa dispensano me e credo dispense-ranno 'anche gli altri oratori che si succede-ranno dal !richiamare i precedenti storici elegislativi defila legge che ci accingiamo a di -

scutere. Ma poiché proprio a 'me toccano la sor-te e l'onore 'd'i aprire questo dibattito, consen-tite che io sottolineai anzitutto l'eccezionale si-gnificato dell'atto che stiamo per compiere .

D.a quando la Commissione d'indagine con-cluse i suoi lavori e formulò la relazione d acui il !ministro 'Gai trasse le linee 'direttive ,questa 'è dia prima leg,ge scolastica organic ache viene 'sottoposta all'esame ,del Parlamento .

ll piano ,di rinnovamento della 'scuola, in-torno al quale diffusa 'e impaziente è l'attesanel paese, 'parte da qui . Le strutture dellascuola italiana 'si 'stanno trasformando, i cit-tadini acquisiscono sempre maggiore consa-pevolezza della loro funzione nella comunit àmoderna, perciò avvertono ila necessità di un aformazione più completa e più estesa ne ltempo, corrispondente alle istanze nuove dellapedagogia 'e della sociologia . Lo Stato ;stentaad adeguarsi al moto del paese, ma accettaormai senza contrasti 'il concetto che la scuol adebba 'essere il !servizio pubblico primario eche le spese per l'a scuola siano anteposte adogni altra .

In questa atmosfera di 'novità, di general eriesame delle ,attuali invecchiate strutture, ènato ed è stato portato avanti questo disegnodi legge; e l'essere germinato ,da questa vo-lontà di rinnovamento, di superamento dell ostatus quo, gli conferisce già un crisma po-sitivo .

È 'però legittima una domanda. Posto chetutti gli ordini ,della nostra scuola sono indiscussione, perché si ,è cominciato dall ascuola materna? Si è voluto forse riedificarela, scuola partendo ,dalla base dell'edificio ?Legittima è anche la risposta : nella scuolanon valgono i criteri di verticalità ma solo icriteri ,di 'urgenza . Pertanto 'mi sembra obiet-tivamente giusta la perplessità di quantiavrebbero preferito un diverso criterio 'di prio-rità, di quanti 'ritenevano opportuno che sicominciasse, 'per esempio, dalla riforma sem-pre più indifferibile delle scuole secondari esuperiori . Mia voglio anche dare 'atto 1deldiagiustificazione 'del 'Governo : che l'impegnoper la scuola materna è anteriore all'elabora-zione del piano di riforma della scuola, ch eesso è legato ,ad una legge di tre anni fa (lan . 1073) sulla quale esistono fondi accanto-nati •e finora non utilizzati .

Di un'altra cosa voglio dare atto al Go-verno : di 'non 'essersi ritratto di fronte aduna legge polemica la quale, di là dalle strut-ture, investe 'delicati rapporti nonché sottiliquestioni di iprinci.pio. Era opportuno che idue partiti maggiori dell''alleanza governativ asi 'guardassero in faccia e dialogassero e si

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scontrassero, correndo anche qualche rischio ;era opportuno che si cominciasse ia misurarefino a qual punto 'due diverse 'concezioni pe-da'gogich'e 'e 'politiche 'potessero convergeresulla 'spinta della realtà concreta .

Sono lieto di poter 'affermare Che la demo-crazia cristiana, nonostante avesse 'sollecita-zioni e anche qualche obiettiva ragione pe rrinviare o diluire id 'problema, ha voluto ac-cettare tempestivamente nl confronto, recandoalla formulazione della legge 'un contribut ocaratteristico e determinante .

Si è detto e si ripeterà, da parte dei grupp ipolitici e 'di opinione che sono all'opposizione ,alla destra come alla sinistra, che questa leg-ge è un compromesso (qualcuno, all'estremadestra, ha perfino scritte « un 'mostruoso con-nubio di ideologie diverse », mentre la rela-zione comunista parla di « ibrido compro-messo ») . Potrei rispondere che qualunqu ecoalizione politica che 'affrontasse questo oaltri problemi di fondo approderebbe 'ad un

risultato di compromesso . Vi sono tuttavia icompromessi 'sterili e quelli fecondi : sonocertamente compromessi positivi quelli cheportano ,a qualcosa di organico, che ha u nsignificato duraturo, che risponde ad un indi -rizzo di fondo.

Tutti osanno che vi 'sono state difficoltà pe rportare avanti questo provvedimento . L'orien-tamento dei gruppi della 'maggioranza è statoquello di mettere in luce le 'difficoltà, nell'in-tento reciproco di comprendere le diverse ra-gioni, 'di inserire ciascuno nel proprio quadr ol'apporto dell'altro .

Così si potrà vedere rispecchiata una preoc-cupazione caratteristica 'del gruppo socialist anell'affermazione, un po' perentoria, con cuisi apre l'articolo 1, 'e cioè : « La, 'scuola maternastatale », ecc ., in confronto al più 'schivo ' e

indeterminato « scuole materne 'statali » de lprimitivo disegno di legge ; od anche nell'in-tenzio'ne idi equiparare la formazione del per -sonale insegnante d'elle 'scuole 'materne al per -sonale insegnante delle scuoleelementari, ci òche tende 'ad attribuire alla scuola maternami carattere più vicino a quello scolastic oche 'a quello prescolastico . M'a si dovrà rav-visare rispecchiata una. 'preoccupazione piùcaratteristica 'del 'gruppo 'democristiano 'nel ri-conoscimento pregiudiziale ed esplicito 'del ca-rattere integrativo della scuola materna sta-tale, del suo stretto legame con la famiglia ,di cui sono tutelate l'iniziativa ie la libertàdi scelta, o anche laddove (si veda l' 'arti-calo 3) si rifiuta 'un intervento statale indi-scriminato, facendo menzione delle zone che

avranno 'la precedenza nell'istituzione dell escuole .

Nel quadro 'd'ella legge, queste sono sfac-cettature inevitabili destinate certamente a fa -sciare qualche 'strascico polemico, ma non ègiusto ridurre lo 'sforzo compiuto con reci-proca lealtà ad una specie 'di equilibrio ambi-valente. Questa 'legge 'non è un Giano bi-fro'nte perché - nonostante alcuni margini d iinsodisfazione - ha un suo volto preciso, per-ché nasce 'da considerazioni comuni •e obiet-tive sulla realtà di oggi .

Qual è questa realtà ? Qui è 'doveroso l'elo-gio al collega Rampa, relatore ,per la mag-gioranza, 'per averla così esattamente pene-trata e 'definita nelle 'prime pagine della su arelazione. La realtà attuale emerge anch edalla relazione di minoranza dell'onorevol eScionti, ma come ingolfata nella polemi-ca ipreconcetta, 'astrattamente drammatizzata ,quasi che responsabili delle carenze fosseroanche quell'e iniziative di privati che da de-cenni suppliscono volenterosamente e con gra-vi sacrifici alle carenze idell'intervento :pub-blico .

E giusto mettere in luce l'arretratezza el'insufficienza delle istituzioni rispetto all eistanze nuove, ma è giusto anche riconoscer eche l'arretratezza e l'insufficienza sarebberomolto 'maggiori se le iniziative dei cittadin iprivati 'fossero 'manciate . Non partiamo 'dal -l'anno zero, colleghi comunisti : partiamo 'daun livello 'di esperienze, di tradizioni, di im-pegni, 'di indicazioni che nessun responsabiledella vita pubblica può cancellare o sottova-lutare . Ed è 'su questa base che vogliamo in-nestare l'edificio nuovo della scuola maternadi Stato. 1E proprio da quelle 'esperienze eda quelle tradizioni 'ch'e ci viene suggerita l' anecessità di modificare alcuni 'criteri pedago-gici, di individuare in modo nuovo, più cor-rispondente alla realtà sociale 'e politica 'd ioggi, la personalità del fanciullo . Senza quelleesperienze e quelle tradizioni noi saremm odavvero all'anno zero.

Se la scuola materna 'statale 'non sarà spe-rimentale neppure nella su'a fase iniziale, masarà di fatto fin dal 'suo primo muoversi un a

scuola .moderna, informata a sicuri criter ipsicologici 'e 'ped,agogici, il merito va 'attri-buito anzitutto a chi d'a decenni continua asperimentare, 'a chi ha proposto, in c'erti casi ,modelli che 'sarebbe miopia faziosa trascurare .

Io sono di Brescia . Questa città è sede dalungo tempo, nella sua frazione Mompiano ,

di un asilo moderno nato 'dall'intelligenza e

dal coraggio 'dell 'e sorelle Agazzi. I colleghi

sanno che quell'asilo è noto in tutto 'il mondo

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proprio pierché ha saputo intuire 'e realizzar emetodi formativi nuovi, tanto più concreti erisolutivi delle nostre polemiche ideologiche .

Certo non tutte le esperienze hanno la va-lidità ,di quella delle sorelle Agazzi . La for-mazione degli insegnanti in molti casi è in -sufficiente e inadeguata, i metodi didattici d iparecchie 'scuole materne appaiono corrosi d'a ltempo e innsuffi'cienti . Ma 'pensiamo galla po-vertà idei mezzi idi cui queste scuole dispon-gono, non atti certamente a suscitare voca-zione all ' insegnamento . Pensiamo 'ad una si-tuiazione rdi fatto che modifica interamente osta modificàndo la tradizione ottocentesca :un tempo le scuole materne nascevano pre-valentemente sulla base idi lasciti consistent idi -privati cittadini ; oggi questi lasciti sonoquasi scomparsi 'e le scuole materne si reg-gono 'su oblazioni frammentarie 'ed esigue ch eservono (soltanto, nella maggior parte dei casi ,a ,prolungarne l'asfissia .

Ecco perché noi democratici cristiani sia-mo per primi convinti della necessità 'di in-novare .

Dalla relazione comunista emerge, come unbersaglio molto facile, l'immagine di una de-mocraziia cristiana 'ancorata allo status quo ,incapace di misurare la gravità della realtà ,di accogliere, se non forzatamente 'sulla spint a•altrui, esperienze nuove, !di prospettare stru-menti 'di intervento nuovi . Ma la smentita aquesta immagine di comodo viene dalle line edirettive del 'ministro Gui, viene dalla preoc-cupata e (sensibile relazione del collega Ram-pa, viene dall' .eisistenza di quersto disegno (d ilegge, 'che non nasce – come tatuino alla no-stra (destra 'insinua – da un prezzo politicoche avremmo •dovuto pagare, ma nasce anch eda una nostra precisa volontà .

Non bastano talune miargiinali, 'e del rest olegittime, manifestazioni di 'dissenso a metter ein dubbio la 'sensibilità e la realistica consa-p'evolezza 'di tutto un gruppo politico . Non c ilascia indifferenti il quadro sociale, i'l rmi-lione di bambini che oggi sono •privi dellapossibilità di accedere alla scuola materna ,di oltre un milione 'e trecento mila bambin iche secondo la Commissione idi indagine, en-tro il 1975 batteranno alle 'porte 'della scuol amaterna; non ci 'lascia indifferenti 1•a situa-zione di particolare 'abbandono del mezzogior-no 'd'Italia, dove le iniziative private son ostate !alquanto più ridotte ie dove le stesse ini-ziativedegli enti locali si sono scontrate conpiù dure difficoltà finanziarie . Non ci lascia-no indifferenti i problemi 'conseguenti •al sem-pre più diffuso impegno di lavoro delle madri,

il dovere (per la società di alleviare il presodelle famiglie numerose, e infine, il proble-ma di fondo : la necessità idi assicurare l'egua-glianza di fatto, negli strumenti educativi ,del figlio del 'povero con il figlio del ricco ,permettendo (al ;primo 'di trovare nella 'scuolamaterna quelle garanzie di assistenza igieni-co-sanitaria, quel corredo di mezzi 'di 'appren-d•imsento e idi formazione che al figlio del ric-co è agevole trovare in casa .

Né ci lascia indifferenti il quadro psicolo-gico-pedagogico . Lo sviluppo dell'età 'deall'in-fanzia 'deve oggi iessrere misurato con un me-tro diverso 'da quello 'di 'un tempo ; sappiamoche il bambino 'di oggi è inserito in un con -testo 'sociale chie lo spinge !a maturare e adimparare molto più rapidamente dei genitoriche avevano la sua età o 'degli stessi fratell imaggiori . Sappiamo che – secondo i ritrovat idella moderna psicologia – i !primi anni divita sono !essenziali per la formazione dell apersonalità e 'del carattere, che gli incessant istimoli esterni che il bambino riceve eranoimpens'abilri sodo 40 anni fa, re che questi sti-moli, per non essere 'dispersivi o livellatori ,debbono essere disciplinati ed armonizzati 'd asaggi criteri di educazione, in ambienti ido-neamente preparati .

Nessuno pertanto può raccusare la demo-crazia cristiana di non (avere una precisa con-sapievolezza 'della realtà (attuale, di non averechiaro il quadro d'i fondo, di non sapere giu-dicare e perciò superare l'attuale stato dicose . Non ci tocca il manicheismo comunista ,che sostanzialmente 'giudica noi fermi al cri-terio .assistenziale (criterio oche viene 'diefi'nitoanche, con una punta disdegnosa sufficienza ,(< materno »), •e giudica i comunisti i più avan-zati, perché (accentuano 'il carattere scolastic opre-'elem'entare . Non ci tocca, perché una si-mile accusa trascura tutte le indicazioni diuna grande scuola pedagogica che in Italiae in Europa porta il sigillo della concezionecattolica, perché dimentica o nega un 'tesor odi esperienze legato 'a scuole materne che son oin gran parte di origine cattolica .

C'è bisogno di 'proclamare ancora che i lconcetto di rasilo –certamente avanzato quan-do nacque, ma oggi troppo ristretto – è su-perato dalle nostre convinzioni sociali 'e psi-cologiche ? La parola asilo conserva tuttorail significato, tutt'altro che negativo, di ripa -m, rifugio e in questo senso 'mantiene un va-lore metaforico• . Ai bambini è necessario cer-tamente un riparo più ampio e, qualche volta ,più protetto, di quello familiare ; ma il sem-plice trovarsi in un nuovo ambiente, in unnuovo tipo 'di vita di relazione, cioè ,premu-

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rosamente assistito, non è sufficiente per l'ar-monico sviluppo del bambino .

Pertanto facciamo nostro, perché nasce an-che d'al patrimonio ideologico nostro, il con-cetto di « scuola » . Voglio fermarmi un 'atti-mo isu questo aspetto molto discusso 'del pro-blema. I comunisti, anche nella loro relazio-ne, fraintendendo il nostro iatteggia'mento, c iaccusano 'di freddezza nei riguardi del ter-minescuola considerandoci inguaribilmente • enostalgicamente legati ;al concetto idi educa-zione familiare . Mia questo significa davver omisconoscere la storia dell 'educazione extra -familiare in Italia.

Chi, tra i primissimi, ha •avvertito, decen-ni e decenni fa, che l'educazione familiareanche la più congrua non è sufficiente, ch eè necessario per la formazione dell'infant euscire 'dal circolo affettuoso ma chiuso 'dell acasa e 'incontrarsi con altri bambini della stes-sa età e d'i diversa ;provenienza 'sociale ? Son ostati 'soprattutto •glieducatori cattolici . Checosa accade nella psicologia del bambino da itre ai sei .anni ? Il bambino sente il bisogn oprepotente di allargare 'la sua vita 'di rela-zione, di uscire entro certi limiti dalla tutel adella madre . La scuola materna adempie que-sto scopo, organizza questi impulsi, mette i lbambino inconsapevole al contatto della com-plessa realtà sociale, accomuna'nd'o bambin idi tutti i ceti sociali .

Quando 'noi ipaaliamo di primato della fa-miglia, intendiamo solo mantenere salva lascala, 'diciamo così, gerarchica idei corpi inter -medi. La famiglia come corpo intermedi oprimario conserva sempre, ma ,in particolarenella primissima 'età idei bambino, il diritt odi vigilanza, di scelta degli strumenti educa-tivi, di influenza ,particolari's'sima su'l figlio .

Ma aggiungiamo anche, con netta convinzio-ne, che la famiglia manca al suo compitoquando 'non avverte il dovere di ampliare liavita di relazione 'del bambino, di inserirlo nel -la vita 'sociale, 'di liberarlo dalla gelosia af-fettuosa mia egoistica dei genitori .

Dunque i cattolici sono indubbiamente ,oggi come ieri, e 'se è possibile più 'di ier i(e noi democratici cristiani i'n particolare)per la necessità d'i luna educazione extra-fa-miliare che completi l'educazione familiare .Ma torniamo al concetto 'di scuola .

Non ripeterò l'e iargomientazioni _persuasivedel relatore per la maggioranza . Dirò 'soltantoche ogni intento educativo, quando esca dai li -miti assistenziali, 'si risolve nella costituzionedi una scuola. Mia le caratteristiche 'dellescuole variano profondamente a seconda del -

l'età, dei criteri psicologici e 'pedagogici cuisi ispirano, idiel grado d'i priorità degli in -tenti che perseguono. Nessuno può mettere indubbio che la scuola dai tre ai sei anni abbi auna natura particolarissima che la situa in

posizione qualitativamente, perciò sostanzial-mente diversa 'dalle altre scuole .

Vi è un punto sul quale la inostra polemic aè vivace : l'interpretazione dell'articolo 33 del -la Costituzione . La relazione Scionti vincolarigidamente l'istituzione della scuola mater-na all'articolo 33 'estendendo alla primissimainfanzia il concetto di istruzione inferiore ch eivi affermato .

Ora è giusto dire che questa interpreta-zione è quanto meno iarbitraria, se non altro

estensiva i'n modo troppo 'soggettivo . I comu-nisti +avrebbero fatto meglio use mai a parlare ,dal loro punto di vista, idi insufficiente con-sapevolezza della Costituzione del 1947 . Ma io

vado più in là. Le dottrine pedagogiche non

hanno fatto (passi da gigante in questi 20 panni .

Quello che ,è valido oggi era valido anch e

20 anni fa . La Costituzione tace su questo

problema non perché sia arretrata, bensì per -

ché vuole 'corrispondere 'proprio alle moderne

dottrine pedadogiche . Per la Costituzione lascuola materna non può essere obbligatoria ie

non può essere assimilata all'istruzione .infe-

riore. I comunisti ci 'accusano, a questo pun-to, di volerci aggrappare interessatamente al -

l'articolo 31 . Ma 'per noi l'articolo 31 è solo

un punto di riferimento iper quanto riguard a

il dovere dello Stato, ivi conclamato, d'i age-volare le famiglie 'e di predisporre ogni stru-mento adatto ,all'educazione dei figli . L 'arti-

colo 31 non ci vincola ad alcuna struttura ,

che 'pertanto noi liberamente ,possiamo for-mulare, come appunto abbiamo liberamente

formulato in questa legge .Dunque, la scuola materna non può esser e

considerata - né d'al punto d'i vista costituzio-nale né dal spunto di vista pedagogico - un

gradino 'dell'istruzione (inferiore . S'e 'gli intenti

di vera e propria istruzione della scuola ma-

terna sono limitati, 'non subordinati a pro-

grammi vincolanti, ma affidati prevalentemen-te calla 'libera intuizione del 'maestro, qual è

allora Fil suo compito 'primario ? Il suo com-pito primario è, per noi, proprio iquell ' acco-

stamento del bambino alla varietà e alla com-plessità 'della vita d'i relazione, che costituisce

l' humus indispensabile 'da cui germinerà 'a sei

anni lo scolaro vero e proprio. Tutti gli ele-menti che noi osiamo soliti comprendere nel

termine di istruzione vanno visti in quest'an-golo vi'su'ale ; in questa prospettiva acquista

preponderante significato il concetto di edu-

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Camera dei Deputati

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 1965

cazione,

formazione, 'di introduzione nel -la vita .

Nessuna scuola, in quanto formativa, pu òprescindere 'dal concetto 'di educazione . Mala 'scuola materna è soprattutto questo : inse-gnare 'ad 'aprire gli occhi sul mondo, inse-gnare a vivere con gli .altri . Questo è d'uffici opreziosissimo della scuola materna . A'sei anni ,all'inizio dell'istruzione elementare, si potràcominciare (a considerare il mondo e 'le (rela-zioni con un minimo di occhio critico ; cioè ,si 'potrà cominciare a (smontare queste mac-chine complicate che ,sono l 'universo 'e l'uomo ,per guardarci dentro ; ed è quanto fa la scuolapropriamente detta .

Ma, 'posto questo carattere particolarissimodella scuola materna, ci si accorge ch'e il ter-mine « scuola » non basta più . Noi siamo di-fensori accaniti del termine « scuola mater-na », come (siamo avversari convinti (del ter-mine «'scuola per l'infanzia » caro 'ai colleghicomunisti . Ho già (detto le ragioni per cui, amio giudizio, sia da Costituzione sia gran parted'elle scuole pedagogiche ,moderne respingonouna definizione così sommaria ed estensiva .Non (avete pensato, colleghi comunisti, ch escuola per d'infanzia è anche, ,propriamenteparlando, la scuola 'elementare e che pertantopoteva essere più coerente chiamarla scuolapre-'elementare o addirittura assimilare inqualche misura la scuola dai tre ai sei ann ialla scuola di primo grado, naturalmente ade-guando i programmi alle diverse età ?

Il collega Scionti, partendo lancia in 'restacotnro l ' attributo « materna » del progetto go-vernativo, dice che ciò testimonia 'nella stessadefinizione (sono parole virgolate) « il carat-tere strumentale della scuola al 'servizio del -le (madri, alle quali viene attribuita l 'educa-zione dei bambini dai tre ai 'sei anni » . Inqueste condizioni, (secondo id collega Scionti ,il bambino (sono parole 'esattamente riferite )« (rimane ancora un oggetto inteso come u nprolungamento della madre, vivente di vit ariflessa » .

E 'un uomo (di scuola comunista, che è an-che un uomo politico, 'afferma più brutal-mente ancora : « Nascosta dietro una facciatadi modernità, questa 'legge svuota la scuol adi ogni autonomo contenuto, la strumentaliz-za alle condizioni 'socio-economiche dominatedalle 'leggi e dalle finalità del capitalismo econtinua a consolidare come unici canali for-mativi (del bambino la famiglia 'e la Chiesa » .Qui evidentemente è il 'punto n'odal'e della no-stra controversia che si proietta anche su tut-te 'le altre considerazioni che sono oggetto d ipolemica . E qui c'è veramente il conflitto di

due (scuole pedagogiche e 'di due indirizzi ideo -logici .

Colleghi comunisti, noi comprendiamo be-nissimo il vostro 'indirizzo, ma proprio per -ché Io comprendiamo siamo tenacemente ab-barbicati al nostro . Qui affiora, oltre tutto, lanostra diversa concezione 'rispetto alla per-sona umana e al suo rapporto con la società .Non ho il timore di passare agli occhi vostr ia questo riguardo come un conservatore (ac-cusa 'ricorrente nella vostra 'relazione controchi non condivide la vostra impostazione) [sedico che la 'scuola materna deve proprio es-sere 'una irradiazione, un lprolungam'ento, uncompletamento n'ecessario e doveroso della fa -miglia .

Ogni 'scuola, in un certo senso, 'lo dovrebb e'essere. La personalità dell'educando non pu òessere plasmata solo 'da educatori esterni, madeve 'ricevere 'forma, 'in 'una certa misura ,anche ,dall'interno della famiglia originaria .

Le dottrine pedagogiche, suffragate dallaesperienza, sono piene 'di riserve per un tipodi educazione monovalente a carattere col-legiale, qual 'è quella, per esempio, che vien eofferta agli orfani e agli abbandonati, cioè aquanti sono forzatamente estraniati da vin -coli familiari .

L'aggettivo « :materna » 'non serve solo amitigare quel tanto di"severo e di perentorioche vi è nel sostantivo « 'scuola », m,a defi-nisce meglio di ogni altro la funzione caratte-ristica di questa scuola . I comunisti, che pre-pongono 'al concetto di persona il concetto d isocietà, di collettività, propendono istintiva-mente per forme di educazione collegiale ocollettiva, ove la personalità ,dell'educando, agiudizio loro, verrebbe sottratta 'al condizio-namento particolaristico della famiglia . Perloro l'educazione esterna, collettiva, è la solaobiettiva, quasi che ,anch'essa [non conoscessei condiz'ionam'enti dell'ambiente e degli stess idocenti .

Ora, noi cattolici rovesciamo [radicalmentequesta impostazione . Riconoscendo - l'abbia-mo dimostrato da secoli - la necessità di al-largare le esperienze e i rapporti de+ll'edu-cando, sosteniamo nel contempo che l'inter-vento della famiglia sia opportuno, insoppri-mibile, fecondo .

C'è un'ulteriore considerazione >a confer-ma 'di questa, tesi : con lo sviluppo dell'età ,il ragazzo e poi l 'adolescente 'accresce suosenso critico, appresta gli strumenti intel-lettuali e affettivi per resistere meglio ai con-dizionamenti esterni, per difendersi, se è ne-cessario, dalle pressioni 'psicologiche e cul-turali che lo avvolgono ; 'ma nella primissima

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età il bambino è cera vergine, è - del tutto privodi senso critico e 'perciò di reazione critica, sitrova assolutamente indifeso di fronte agl iinterventi che provengono dall'esterno .

In queste condizioni, proprio perché, col -lega Scionti, quest'età è fortemente e passi-vamente +ricettiva, è naturale che la collabo-razione « materna », cioè della famiglia, deb-ba essere in una certa misura preponderante .Ovvero si vorrebbe negare alla famiglia il di-ritto di influire sull'educazione dei propri fi-gli in misura ,almeno pari a quella della so-cietà ?

ILLUMINATI. Chi l'ha detto ?

DE ZAN. Questo è il succo della polemicadell 'onorevole Scianti . Riferisco parole inse-rite con una certa prudenza in un testo ch eaccetta anche alcune sfumature, ma io devoandare al succo del discorso .

SC'IONTI, Relatore di minoranza . Andre-mo anche noi al succo del vostro discorso .

DE ZAN . Perché questo è il succo dell apolemica del collega Scionti : legare la scuolamaterna alla famiglia significa d,i fatto an-corarla alla funzione assistenziala, signific alimitare l'educazione « semplicisticamente ,aitradizionali valori della famiglia », quasi ch equesti tradizionali valori non avessero signi-ficato e non dovessero avere peso sulla for-mazione del fanciullo, quasi che la famiglia ,tutte le famiglie, o la maggior parte di esse ,si limitassero ad assistere i bambini nei lor obisogni elementari evitando le responsabilitàdi una educazione intesa in senso completo .

Il (dissidio ideologico che è (al fondo di que-sta polemica si estende ,a quella che è l'impo-stazione di fondo del disegno 'di legge gover-nativo (e ne costituisce l'elemento idifferenzan-te dalla proposta idi legge comunista . Il di -segno di legge, mentre introduce 'la scuol amaterna di Stato, non sopprime neppure inprospettiva le scuole materne di iniziativa lo -cale o privata, anzi considera esplicitamente(articoli i e 2) la scuola 'materna di Stato in-tegrativa, precisando all'articolo 3 che ess anasce con precedenza nelle sedi « ove si ac-certino 'maggiori condizioni obiettive di bi-sogno » .

I comunisti già in Commissione – lo ricor-do bene – hanno levato voci di scandalo di-cendo (ricordo una frase dell'onorevole Pic-ciotto) che non si vuol cambiare nulla perch énon si vogliono toccare certi interessi . Maquali interessi, domando ? Se di interessi sitratta, non può certamente trattarsi di inte-ressi finanziari, perché non soltanto le scuole

comunali, ma anche quelle affidate ,adentireligiosi o di iniziativa di religiosi, vivono aprezzo idi gravi rinunzie (soprattutto rinunzi eda parte del personale religioso) e sono co-strette iad aggrapparsi ogni giorno alla gene-rosità privata .

Si allude allora ,ad interessi religiosi, cio èattinenti alla formazione spirituale dell'edu-cando ? Certamente il mondo cattolico è sen-sibilissimo ,a questi interessi e ha il diritt odi esserlo . I comunisti ie (anche i colleghi diformazione .laicista sanno quanto sia in no iprofonda la preoccupazione di lasciare libert àdi scelta educativa ,ai ragazzi di ogni ordinedi scuola ; è facile comprendere pertanto comela preoccupazione aumenti enormemente quan-do si tratta

forgiare da primissima età .

Consento con quanti ritengono che, soprat-tutto nell'età dell'adolescenza, il contatto co ndiverse 'esperienze culturali ed ideologiche ,quale si realizza nella scuola di Stato, giov ialla formazione critica ,del discente ; ritengogiusta l'affermazione (citata dall'onorevoleScionti) di Mario Gozzoni, secondo cui « i cat-tolici devono animare dall'interno le strut-tura pubbliche », (e già lo fanno attraverso laschiera 'numierosa dei propri insegnanti ch eoperano appunto nelle scuole pubbliche d iogni ordine e grado) ; ma il discorso, che po-tremo riaprire quando affronteremo in con-creto il terna della scuola iparitaria, non regg eper la scuola materna, proprio per le caratte-ristiche singolari idi questa scuola che ho lana -Eticamente enunciato .

Lo Stato non potrà mai soppiantare le ini-ziative dei privati in questo settore, non sol oper ragioni di principio, ima 'proprio perchési tratta di scuola materna soggetta più d iogni 'altra ,alla discrezione della scelta ma-terna, familiare .

Potremmoaprire iun discorso ,a non finir econ i colleghi comunisti su questo tema delloStato che, secondo la loro concezione, piùdella famiglia sarebbe in grado di assicurar el'educazione perfetta, di costruire in modo in-tegro la personalità del bambino . La relazioneScionti accusa il nostro 'concetto di pluralism oscolastico, di meidievalismo (lo Stato è il corpo ,la Chiesa è l'anima) . Nella relazione Sciontisi legge che il pluralismo :scolastico serve ateorizzare una concezione della società (riferi-sco parole testuali) « frantumata, atomizzata ,dispersa » e ripete formalmente verso di noil'accusa di mancanza di senso dello Stato .

Non voglio intervenire nel merito del pro-blema 'di fondo (qualche altro lo farà), cioèdimostrare – e sarebbe facile – il nostro sens odello Stato anche se lo Stato cui noi pensiamo

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è profon'da'mente diverso da quello dei comu-nisti . Ma intendo ribadire alcune nostre pecu-liari idee .

Rispetto all'agnoisticis'mo liberale la scuolacattolico-democratica ha sostenuto da lung otempo la necessità dell ' intervento diretto delloStato in tutto ciò che riguarda i pubblici ser-vizi, !e dell'intervento surrogatoria dello Stat oin ogni settore dove l'iniziativa privata si amanchevole o estranea al pubblico interesse oaddirittura contrastante – come dice la Co-stituzione – col pubblico interesse . Questo èun 'aspetto determinante, caratteristico dell anostra dottrina politica . Ma i colleghi di ogn isettore concederanno come sia assai più fa-cile, proprio perché meno gravido di rischi ,allargare la sfera idi influenza dello Statonell'attività economica che nelle attività spi-rituali, quelle cioè attinenti ,all'intimo dell apersona umana. Su questo punto, proprio per-ché 'non aderiamo al concetto dello Stato on-nipotente e sovrano, padrone delle ricchezz ecome delle coscienze, noi siamo forzatamentecauti ed ;attenti .

L,a scuola in genere, e quindi anche quellamaterna, 'è un servizio pubblico : lo 'Stat o èmancato ,ai suoi compiti disinteressandosi si nqui 'della scuola materna o interessandosenesolo indirettamente, assistendo con indifferen-za ,alla esistenza di zone assolutamente sco-perte perché non raggiunte dall'iniziativa lo -cale o privata. Per questo abbiamo volut oquesta legge, per questo riconosciamo l'uti-lità di questa legge, per questo riteniamo chequesta legge risolverà squilibri sociali e terri-toriali inconcepibili in una comunità demo-cratica .

Ma è pensabile che lo Stato, come vorreb-bero i comunisti, !sia pure !a scadenza diffe-rita, possa cancellare un tesoro 'di esperienzesecolari o decennali, possa buttar via com elimoni spremuti coloro che hanno supplito si nqui, con scarsi mezzi ed enormi sacrifici, a lsuo assenteismo ? Lo Stato non lo può fareperché non esiste una pedagogia di Stato ch epossa vantare una superiorità istituzionale so-pra le diverse pedagogie. Lo Stato non lo pu òfare 'perché ciò non corrisponde ai suoi com-piti, perché il suo compito non è quello d isoppiantare gli organismi minori o inter -medi, i corpi intermedi della vita associata ,aventi diritto di iniziativa prioritario rispett oa quello dello stesso Stato .

Il compito dello Stato è di assicurare, va-lendosi 'di tutti gli strumenti possibili, la com-pleta funzionalità dei servizi che interessan ola collettività e 'di intervenire direttament eper apprestare questi servizi laddove l'inizia -

tiva delle forze sociali e delle persone privat eè insufficiente . Ma proprio su questo puntouna volta tanto sono d'accordo con i comu-nisti . La relazione Scionti lamenta che l alegge non assegni specifici compiti agli entilocali e testualmente a questo proposito cosìsi esprime : « Lo Stato resta il vecchio sovran oassoluto, un'entità astratta, uno strumento d icoercizione 'al di sopra degli enti locali . Il rap-porto Stato-enti locali resta quello classicodel rapporto militare di subordinazione asso-luta » . Non si poteva veramente dire meglio .

Vorrei dire con molta 'schiettezza all'ono-revole rappresentante del Governo che que-sto è effettivamente, a giudizio mio, un di-fetto dei struttura del presente disegno di legge .Non ho bisogno di ricordare all'onorevole rap-presentante del Governo che noi democraticicristiani in particolare avremmo preferito unamaggiore ,articolazione 'di iniziative per quantosi ,riferisce all'istituzione di nuove scuole ma-terne, avremmo preferito valorizzare, accantoallo Stato, e perciò adeguatamente sostenere ,i diritti di intervento e di iniziativa di altrienti ed organi minori, tra cui anche, senzadubbio, gli enti locali . Ma, mi consentano icolleghi comunisti, vi è da strabiliare di front ea certe loro affermazioni di principio .

Le idee che essi propugnano a pagina 57della relazione che cos'altro sono se non l'af-fermazione di quel pluralismo scolastico ch eessi stessi ci rinfacciano a pagina 56 ?Credon oforse ,i comunisti che, difendendo 'il plurali-smo 'scolastico come metodo 'di fondo, no iintendiamo difendere solo le iniziative scola-stiche degli enti morali e dei privati e no nanche, insieme, quelle degli enti locali ? V iè una insanabile contraddizione nell'atteggia-mento dei comunisti : essi non s'accorgon oche 'difendendo a spada tratta, come fanno ,l'educazione di Stato, di fatto accettano i lconcetto dello Stato come « sovrano assoluto »che essi deplorano, lo Stato che rappresentarutto, che congloba in sé la verità assoluta,che gestisce ogni cosa sovrapponendosi agl iorganismi minori, perciò anche agli enti locali .

D'altra parte essi non s'accorgono che, di-fendendo la libertà di iniziativa degli enti lo -cali, non possono negare la stessa libertà d iiniziativa agli enti ed organismi ch'e, pe rper quanto non direttamente elettivi, pure s iinseriscono come corpi intermedi, 'aventi unafisionomia precisa, tra i cittadini e la comu-nità . Qui vi 'è evidantem'ente 'un conflitto d idottrine, ma non sembra pensabile che, men -tre si esalta la funzione 'di un organismo in-termedio a suffragio universale qual è l'ent elocale. si dimentichi la funzione o non si in-

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tendano garantire i diritti di 'esistenza o d isopravvivenza degli altri organismi interme-di, di quei corpi intermedi che 'adempiono -non dimentichiamolo - una funzione non pri-vata, ma pubblica .

Ovvero la libertà 'esiste in una sola direzio-ne ? Ovvero, come mi sembra di temere, pre-valgono sopra ogni equo ,giudizio le preven-zioni politiche verso l'indirizzo ideologico cheè proprio delta maggior parte 'di questi enti ?La scelta tra democrazia ed 'autoritarismo d icui parla l'onorevole 'Scionti non 'si fa esal-tando l 'onnipotenza dello Stato 'là dove fa co-modo e piangendo sulle compresse autonomi elocali quando è politicamente opportuno. Lascelta tra democrazia 'e autoritarismo si fa unavolta per sempre in tutte le situazioni : e i lpluralismo scolastico, tanto bistrattato dai co-munisti, è un elemento essenziale di questascelta .

In tale quadro ' io sono pronto :a 'ricono-scere i limiti 'di questo disegno 'di legge checonsistono nel fatto che esso dà per scontatal'esistenza delle attuali scuole materne nonstatali, nma tace sul loro futuro, non misurale inevitabili conseguenze che esse subirannocon l ' istituzione della scuola materna di Sta-to, non prevede 'i modi e i mezzi per assicu-rarne la sopravvivenza .

I comunisti lamentano la sproporzione chevi è nella legge n . 1073 fra gli stanziament iprevisti per la scuola materna statale e quell iprevisti per la scuola materna non statale .Ma la sproporzione - consideriamo che la leg-ge è di tre anni fa - è legata al fatto che unascuola è in fieri mentre l'altra già esiste, ago-nizza e - non dimentichiamolo - continua 'a dadempiere con mezzi 'prevalentemente privaticompiti di servizio pubblico (dice la relazionegovernativa che sono « al servizio del popolo >> ,con espressione ancora più esplicita) . Forse -è un giudizio personale che potrebbe riceveresmentita - gli enti morali resisteranno di piùalla inevitabile concorrenza, anche per l'abne-gazione del personale . Vi sono invece comun i- ne conosco io e ne conoscono certamenti icolleghi - i quali, non compresi fra quelli incui è prevista l'istituzione 'di scuole matern estatali, già minacciano di chiudere le scuol ematerne da loro gestite in attesa che lo Stat ointervenga 'direttamente, proprio ín relazionea quell'accertamento delle maggiori cond i zio-ni di bisogno di cui parla la legge all'artico -lo 3. Sono situazioni che ho già potuto diret-tamente constatare, sono timori che dobbiam oprepararci a fronteggiare .

Il particolare trattamento economico - giu-sto trattamento - riservato 'al .personale inse -

gnante e assistente delle scuole materne sta -tali susciterà delicati problemi di natura sin-dacale all'interno delle altre scuole. Già qual-cuno, nel mondo cattolico che io rappresento ,teme che accada, in non lungo volgere d itempo, nelle scuole materne quanto accadd eparecchi decenni fa con l'assunzione direttada parte dello Stato della gestione delle 'scuoleelementari, prima ,affidate agli enti locali e a iprivati . Noi 'dichiariamo - 'ed è un atto d ilealtà e di chiarezza per 'noi fare questa di-chiarazione - che ci opporremo con ogni mez-zo offerto dalla legge alla morte per asfissia ,anche se prolungata nel tempo, delle scuol ematerne non statali . Pertanto noi diciamo cheè giusto ed opportuno che venga approvat ourgentemente, dopo l'attuale disegno di leg-ge, il progetto di legge - preannunciato dall elinee direttive, e su cui sostanzialmente vi èun orientamento favorevole del Governo -sulla scuola materna non statale, prevedend ol'e necessarie garanzie, precisando i modi d iconvenzione tra lo Stato e gli enti pubblici oi privati, nonché tra gli enti pubblici e i pri-vati per l'a concessione 'di aiuti finanziari .

I comunisti lamentano anche l'assenza nel -la legge di impegni finanziari per la scuolamaterna statale che non siano q'uelili, troppoesigui, previsti dalla legge n . 1073. Ma noisappiamo che il problema dei fondi 'è subor-dinato all'emanazione della 'legge generale fi-nanziaria del piano della scuola . Pertanto ogn idibattito riguardante i fondi deva essere ri-mandato .alla discussione di quella legge .

Signor Presidente, onorevoli colleghi, m iaccorgo di avere abbondantemente 'superato ilimiti della vostra 'pazienza . So che il dibat-tito sarà lungo perchè il tema 'merita quest aampiezza di interventi e merita ,anche quest oconflitto aperto e auspicabilmente sereno eschietto delle varie tesi . So che altri temimolto importanti, oltre a quelli 'che 'io ho rite-nuto di raffrontare, meritano di 'entrare nel viv odel nostro dialogo, primo fra tutti il tema delpersonale, che io non svolgo . Mi sono limitat oa dare dei chiarimenti e a chiedere ai colle-ghi tutti qualche chiarimento . (Applausi alcentro — Congratulazioni) .

PRESIDENTE . l iscritto a parlare l'ono-revole G'iomo . Ne ha facoltà .

GIOMO. Signor Presidente, onorevoli col -leghi, la legge 24 luglio 1962, n . 1073, i1 'cosid-detto piano-stralcio triennale per lo sviluppodella scuola italiana, sostitutivo ,di quello de-cennale 1959-1969 presentato dall'onorevol eFanfarri quattro anni prima (22 ,settembre1958), ha segnato una data importante nella

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storia della scuola materna italiana . Proba-bilmente questa legge rappresenta anche u ncaso singolare nell'intera storia della nostr alegislazione, in quanto ci sembra di poter af-fermare che per la prima volta una legge ab-bia stanziato fondi a favore 'di un istituto nonancora giuridicamente esistente . Infatti, lascuola materna statale non esisteva al mo-mento dell'entrata in vigore dell'anzidett alegge né esiste ancora in questo stesso momen-to nel quale appunto si discute il presente di -segno di legge, diretto, secondo quanto testual-mente recita la relazione che l 'accompagna ,

a disciplinare l'istituzione e la gestione d iscuole materne statali previste con apposit istanziamenti dagli articoli 14 e 31 della legg e24 luglio 1962, n . 1073 » .

Cadrebbe, quindi, in errore chi 'sosteness eche il nostro ordinamento 'scolastico già cono-sceva la ,scuola materna statale, riferendosi aquelle specdali istituzioni denominate « giar-dinid'i infanzia » o « scuole materne », rispet-tivamente annesse agli istituti magistrali ealle scuole magistrali governative . Tali isti-tuzioni nulla hanno a che vedere con le scuolematerne statali oggetto del piano triennale .Esse hanno svolto e svolgono una funzione ,del resto opportunamente posta in luce dall astessa relazione a questo disegno di legge, pu-ramente strumentale, legata al tirocinio dell eallieve maestre, funzione che oggi è validasolo nell'ambito della scuola magistrale cu iesclusivamente compete la formazione degl iinsegnanti di scuola materna .

Forse non è superfluo un ulteriore chiari -mento preliminare a proposito della nostraposizione sul problema dei ,contributi all ascuola materna non statale . Questa posizioneè stata fatta oggetto di vivaci critiche tendent ia dimostrare che i liberali hanno contribuit oa violare la norma del terzo corn,ma dell'ar-ticolo 33 della Costituzione, secondo cui ent ie privati hanno il diritto di istituire scuol e« senza oneri per lo Stato » .

Ai nostri critici antichi e recenti potremmofacilmente rispondere obiettando che il pian otriennale fu varato da 'un Governo di centro -sinistra allorché i liberali erano all'opposizio-ne e che perciò queste critiche dovrebbero es-sere dirette a ben altri bersagli . Sarebbe peròquesta una risposta valida solo su un pian odi contingente polemica politica, laddove l arisposta merita di essere data sul piano giuri-dico-costituzionale . Noi abbiamo ritenuto e ri-teniamo che i contributi alla scuola matern anon statale trovassero fondamento e giustifi-cazione nel fatto che tale scuola, stante lalegislazione tuttora vigente, non può essere

compresa nella ,categoria delle scuole vere eproprie, ad eccezione, s'intende, 'delle scuol ematerne di tirocinio che appartengono all acategoria delle scuole statali .

Cercheremo di chiarire più innanzi le ra-gioni che confortano questo nostro assunto ,secondo il quale la scuola materna non sta -tale, quale risulta delineata dal legislator enegli anni 1923 e 1928, partecipa al duplicecarattere di scuola e di ente assistenziale . Per-ciò, rebus sic stantibus, non ,si è verificata n ési verifica – a nostro avviso – alcuna lesion edell'anzi'detto comma dell'articolo 33 della Co-stituzione nel concedere sovvenzioni alla scuo-la materna non statale, 'nei cui confronti fors eè da considerare piuttosto applicabile l'artico-lo 31 della stessa Costituzione, in base al qual elo Stato favorisce gli istituti necessari a pro-teggere la maternità, l'infanzia, la gioventù .

D'altra parte, i numerosi ed importantisaggi dedicati da chiarissimi giuristi e studio -si dei problemi 'scolastici all'interpretazion edell'anzidetto terzo comma dell'articolo 33della Costituzione stanno quanto ,meno a di -mostrare che le varie opinioni 'in lotta trag-gono origine e forza da argomentazioni lequali richiedono il più attento esame . Comun-que, quale che ,sia la soluzione che si darà all aveeata quaestio (e bisognerà pur risolverla unabuona volta per evitare che quella che è stat achiamata la « guerra scolastica » accresca l egià numerose 'difficoltà della vita democratic aitaliana, incancrenendola sempre più !), st adi fatto che quando noi chiediamo, come ab-biamo chiesto e continuiamo a chiedere ancoraoggi, che la facoltà dello Stato d'i concedere icontributi previsti dai citati articoli 15 e 3 1della legge n . 1073, e che dovranno ovviamen-te continuare ,ad ,essere erogati in sede di appli-cazione dei nuovo piano per lo sviluppo dell ascuola, sia limitata alle scuole materne dell eregioni, dei comuni, delle province e a quell eistituite dalle istituzioni di assistenza e bene-ficenza e dagli 'enti di istruzione e di educa-zione, alta precisa condizione, però, che dettescuole 'siano sottoposte a più specifici e pene-tranti controlli sia 'didattici sia ,amministrativ ida parte delle competenti autorità scolastich ecentrali e periferiche . Non siamo mossi, infatti ,soltanto da preoccupazioni di carattere giuri•di-c ,, ma soprattutto da considerazioni attinentialla serietà, dignità ed ,efficienza di dette scuole .

Questo concetto .è assai bene svolto ed illu-strato in una sua pubblicazione dal collegaonorevole Valitutti con le parole che qui d iseguito integralmente riporto : « L'esigere i lriconoscimento di enti di istruzione ed edu-cazione per poter beneficiare dei contributi

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statali non significa coartare la libertà, masolo offrirle la possibilità di estrinsecarsi me-diante uno strumento 'dotato d'i autorità e sta-bilità giuridica. Attraverso la via del ricono-scimento come. ente di istruzione 'ed educazio-ne si renderebbe possibile a tutte le forze edu-cative esistenti nel paese, e che siano tantoserie e consistenti da non temere di assumer euna veste legale, di ricorrere allo sforzo d itutta la collettività nazionale per dare la scuo-la materna a tutto il popolo italiano . Né sipotrebbe dire che in tal modo 'si violerebbeil divieto costituzionale di concedere contri-buti alla scuola non statale, che resti privata ,e non a quella che lo Stato 'assuma nel propri osistema controllandone la rispondenza al pub-blico interesse » .

Poiché, come meglio 'chiariremo in segui-to, è ,nostra meditata opinione che si debbaprovvedere !a riorganizzare tutto il settore del -la scuola materna con un solo organico prov-vedimento o - se si vuole - con provvediment idistinti fra loro, ma intimamente e 'inscindi-bilmente connessi in vista dell'unico fine daraggiungere, e contestualmente 'presentati al -l 'esame del- Parlamento, riteniamo che siaqueste la sede più adatta per discutere il pro-blema dianzi prospettato .

Occorre ora porci la domanda : quali sonola reale tnatura e struttura della scuola mater-na che il presente disegno di legge n . 1897effettivamente intende istituire ? Forse sarem oin grado di rispondere con maggior esattezzaalla !domanda ripercorrendo - sia pure perlinee generali - la storia della scuola maternaitaliana dalle origini ad oggi . Questa scuolaripete 'la sua genesi da alcune norme dellalegge 17 luglio 1890, n . 697, sull 'assistenza ebeneficenza pubblica . In base ,a tali norme gliasili infantili (come allora erano unicamentedenominate le scuole materne) rappresenta -vano uno degli strumenti assistenziali degl ienti pubblici e in quanto tali dipendevano da lMinistero dell ' interno, istituzionalmente pre-posto appunto a tali attività e che quindi eser-citava su di 'esse la sua tutela .

Dovevano trascorrere più d'i 30 anni perch équesto tipo di scuola cominciasse a trasfor-marsi, entrando così a far veramente partedell 'ordinamento scolastico . Ciò avvenne nelquinquennio 1923-1928, nel quadro 'd'ella ge-nerale riforma iniziata dal Gentile . I test ilegislativi cui occorre fare riferimento pe ridentificare i caratteri costitutivi della scuoladella prima infanzia 'sono il testo unico de l1928 (regio decreto 5 febbraio 1928, n . 5'77 )sull'istruzione elementare ed il relativo rego-lamento generale (regio decreto 26 aprile 1928,

n. 1297) . Il testo unico considera la scuolamaterna di grado preparatorio rispetto all aistruzione elementare .

In virtù dell'articolo 26 l'istruzione ele-mentare viene distinta in tre gradi diversi :grado preparatorio, di durata triennale ; gradoinferiore, di durata pure triennale ; grado su-periore, !di durata biennale . L'articolo 28 enun-cia ,schematicamente il contenuto didattic odella ,scuola materna. L'articolo 37 stabilisceche l'istruzione elementare del grado prepa-ratorio è impartita nella scuola materna .L'articolo 38, premesso che nulla è innovat orispetto alle disposizioni relativa alla tutelae alla vigilanza sulle istituzioni pubblich ee al mantenimento delle scuole materne, in-troduce la figura degli istituti 'riconoscibil icome enti di istruzione e di educazione di-stinti dalle predette istituzioni pubbliche dibeneficenza . A sua volta l'articolo 125 del re-goIamento generalestabilisce che gli statutidi detti enti devono disciplinare sia il funzio-namento della scuola in modo che rispon-dano alle norme legali, sia l'assunzione de lpersonale e il rapporto di impiego in mododa assicurare un adeguato trattamento ; men-tre l'articolo 13 dello stesso regolamento pre-scrive che l'autorità scolastica è tenuta adesercitare non solo la vigilanza ma anche latutela amministrativa sugli enti in parola .

Dal complesso di tali norme fondamen-tali regolanti l'educazione dell'infanzia nellafase ,pre-elementare 'si 'possono dedurre le se -guenti osservazioni principali :

1) La scuola materna è legislativamentestrutturata nell'ambito della scuola elemen-tare .

2) L'iniziativa delle istituzioni di que-sto tipo di scuola non è però assunta diret-tamente dallo Stato .ma lasciata unicament ead enti pubblici (corpi morali e privati cit-tadini) . In proposito molto esattamente i lcollega onorevole Valitutti, confutando l'op-posta tesi dell'onorevole Codignola, ha postonel debito rilievo l'esatta portata del second ocamma del citato articolo 37 del testo unicodel 1928, in base al quale il Ministero dellapubblica istruzione provvede soltanto a chegli istituti per l'educazione materna, comun-que denominati, aperti da enti pubblici, co-mitati o privati, che non siano ordinati se-condo la disposizione dell'articolo 28, gra-dualmente vi si uniformino trasformandosiin scuole materne .

Resta perciò fermo che, in base al pre-detto testo unico non è mai esistito, e finoa questo momento non esiste ancora, alcun

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obbligo per lo Stato di istituire proprie scuo-le materne .

3) Nulla è innovato circa l'attività eser-citata nel campo dell'istruzione del gradopreparatorio dalle istituzioni pubbliche d iassistenza e beneficenza per le quali l'attività ,stessa è soltanto uno dei mezzi di cui essesi avvalgono per il raggiungimento dei loroscopi . Le predette istituzioni non posson operciò essere giuridicamente riconoscibil icome enti di istruzione, essendo soggette all adisciplina della già citata legge 17 luglio1890; quindi anche le scuole materne istituit eda enti pubblici di assistenza e beneficenzasono sottoposte al controllo della competenteautorità scolastica; mia si tratta di un controll opuramente didattico, in quanto il controllo d itutela è domandato alla prefettura che lo eser-cita attraverso il comitato provinciale di as-sistenza e beneficenza presieduto dal prefetto .

Nella stessa posizione si trovano le scuolematerne istituite dai comuni e dalle province .Le relative spese di mantenimento sono inse-rite nel bilancio come obbligatorie .

4) Le uniche scuole materne istituitedallo Stato, come si è già detto prima, sonoi « giardini d'infanzia », istituiti nel 1896 eobbligatoriamente annessi agli istituti magi -strali governativi, e ile scuole materne annes-se alle scuole magistrali governative . Tal iscuole, sulla cui appartenenza alla categori adelle scuole statali non può esistere il minimodubbio, sono per altro solo apparentementescuole materne, in quanto risultano priv edi quella funzione autonoma propria di ogn iscuola. Esse, in realtà, come pure si è visto ,svolgono una funzione puramente strumen-tale per le esercitazioni di tirocinio degl ialunni aspiranti alla carriera magistrale esono istituite e funzionano unicamente peril conseguimento degli scopi delle istituzioniscolastiche cui sono inscindibilmente colle-gate e di cui seguono le sorti . Tanto che,mentre i giardini d'infanzia annessi ad isti-tuiti governativi dipendono amministrativa-mente dalla idirezione generale idelil',istruzion eclassica, le scuole materne annesse alle scuol emagistrali governative rientrano nella com-petenza amministrativa idella direzione ge-nerale dell ' istruzione elementare.

Possiamo affermare che allo stato attual edella legislazione iesistono i seguenti quat-tro tipi di scuola materna : 1) le scuole ma-terne statali che hanno però come loro unicadestinazione l'esercizio del tirocinio press ogli istituti e le scuole magistrali governative ;2) le scuole .materne erette in enti morali diistruzione e come tali provviste di propria per-

sonalità giuridica ; 3) le scuole materne privedi personalità giuridica, istituite e mantenut eda enti ,pubblici e privati quali gli enti terri-toriali (le regioni, le province, i comuni), gl ienti ed istituti di educazione, gli istituti pub-blici di assistenza e beneficenza, gli enti ec-clesiastici ; 4) le scuole materne istituite e man -tenute da associazioni sfornite di personalit àgiuridica e da privati .

Se tali sono i lineamenti esterni della scuo-la materna qual è la loro intima e vera na-tura ? In ,altre parole, possono essere consi-derate vere e proprie scuole oppure occupan ouna posizione sui generis nel nostro sistemascolastico ? L'analisi della legislazione rela-tiva alla scuola materna porta alla conclusio-ne che non si tratta di una vera e propria isti-tuzione scolastica ma di un quid medium frala scuola e l'ente di assistenza, di grado pre-paratorio alla scuola elementare . In fondonon ha alcun consistente legame con la scuo-la elementare, per cui i pedagogisti hannogiustamente osservato che l 'attuale discipli-na legislativa rivela con molta chiarezza l asua indecisione in relazione ad un presup-posto fondamentale che è il concetto stessodella :scuola disciplinata .

PRESIDENZA DEL PRESIDENT E

BUCCIARELLI DUCC I

GIOMO . Si percepisce subito che la defi-nizione del legislatore, secondo lia quale lascuola di cui si tratta è quella in cui si im-partisce il grado di istruzione preparatoria,è puramente teorica . In realtà l'attuale scuo-la materna è fuori del nostro sistema scola-stico . Ritenuta teoricamente premessa neces-saria dell'istruzione elementare obbligatoria ,in pratica è un istituto del quale non si pre-suppone né si pretende l'indispensabile esi-stenza come elemento strutturale e costitu-tivo del generale sistema scolastico .

A riprova di ciò basterebbe ricordare ch el'introduzione nell'ordinamento della scuolaelementare dei cicli didattici, mercé la legge24 dicembre 1957, n. 1254, ha del tutto igno-rato la scuola materna, sicché questa è rima-sta scuola di grado preparatorio soltanto com epura fictio, in forza di un brandello di nor-ma che non è stato strappato insieme co ntutto il restante sistema legislativo regolant ela vita della scuola elementare prima del suoriordinamento operato con il decreto del Pre-sidente della Repubblica 14 giugno 1955, nu-mero 503, sui nuovi programmi e con la ci -tata legge n . 1254 .-

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E si potrebbe anche ricordare che per l escuole materne non sono previsti programmi ,come accadeva per il (passato, ma solo orien-tamenti, secondo il dettato del decreto presi-denziale 21 giugno 1958, n . 584, con il che s iè voluto ancora di più sfumare il suo carat •teer di scuola .

Sennonché le pressanti esigenze della vit asociale, da un lato, e de progressive conquistedella psicologia e della pedagogia, dall'altro,hanno via via dimostrato quanto fosse ana-cronistico tener ferma la scuola materna sul -le stesse posizioni del 1928 .

Possiamo sottolineare che proprio un bi-sogno di natura asociale, derivante dal rapidoprocesso di evoluzione del nostro paese, i lbisogno cioè di provvedere alla custodia eall'educazione degli infanti, figli di genitor ientrambi lavoratori, ha stimolato ed eccitat olo stesso pensiero pedagogico-didattico, il qua -le è potuto giungere più celermente e defini-tivamente alla idea chiara ed organica di unaspecifica ed insostituibile funzione educativadella scuola materna, come momento inizialeindispensabile nel sistema dell'istruzione .

Quel pensiero infatti ha accertato che « ne lquadro di una azione educativa di integralesviluppo +dell'umani'tà, quale è richiesta dall amoderna società democratica, non è solo con -veniente ma necessario e indispensabile cu-rare metodicamente do sviluppo morale (e dintellettuale della prima infanzia » . Di quil'esigenza di creare scuole materne come veree proprie scuole, sia pure con speciali metod ie procedimenti preparatori e iintroduttivi aquelli tradizionalmente scolastici ; ma sem-pre (scuole, nel genuino significato del tenni -ne, non voluttuarie, sibbene necessarie, per-manenti, « aventi in se stesse la legge dellaloro costituzione e fondamento indispensa-bile a tutte le altre scuole » .. Si .trattava (e +si tratta, insomma, di (passaredalla fase storica della scuola materna con-cepita come ente assistenziale-educativo oeducativo-assistenziale - a seconda della mag-giore o minore accentuazione che le molte-plici specie di scuola materna funzionanti inItalia hanno posto e pongono sul fattore as-sistenziale o sul fattore educativo - alla se-conda fase della scuola materna come scuolané minore né contingente rispetto alle altre ,« ma solo diversa per il principio ispiratoree per le caratteristiche proprie al suo grado » .- Il problema è in piedi da circa 30 anni .La « carta della scuola », che, com'è noto, f uuna specie di manifesto-programma dei rifor-ma scolastica, rimasta inattuata anche nellaparte riguardante la scuola materna, confi -

gurava questo tipo di scuola come una veraistituzione scolastica di durata biennale, or-ganicamente inserita nell'ordinamento dell ascuola elementare come il suo primo grado .a La novità (più importante » - nota ancorail collega Valitutti in un suo opuscolo - « f uallora ,costituita dalla proclamazione dellasua obbligatorietà nella quale erano eviden-temente implicate la volontà e la necessit àdi un diretto intervento dello Stato per ren-dere (possibile l'adempimento dell'obbligo » .

,I dubbi e le perplessità inevitabilmenteconnessi ad ogni trapasso da un vecchio adun nuovo ordinamento legislativo e ammini-strativo e che erano stati rapidamente fugaticon le enunciazioni della « carta della scuola » ,anche e soprattutto per da somma dei poter idi cui disponeva l'esecutivo nel regime (politic odel tempo, riapparvero allorché, poco dop ol'entrata in vigore della Costituzione, l'alloraministro della pubblica istruzione, onorevol eGonella, ,attese ,al suo progetto di generale ri-forma scolastica che, contenuto nel disegn odi legge del 13 giugno 1951, n . 2100, non giun-se mai al vaglio del Parlamento .

Dall'esame del progetto Gonella si trael'impressione che nel settore della scuola ma-terna si volesse giungere ad un compromess otra la sopravvivenza del vecchio sistema e l oadempimento (dell'obbligo costituzionale dicui al terzo comma dell 'articolo 33 . Mi pareche abbia ragione il giurista che afferma chein sostanza, se quel progetto fosse stato ap-provato, « ci saremmo trovati di fronte ad un alegge la quale avrebbe disciplinato il sistem adell'iniziativa non statale, anzi l'esonero del -lo Stato dall'istituire e gestire le scuole ma-terne direttamente, anche nel caso che l'ini-ziativa privata avesse fatto difetto, devolven-do siffatto dovere al comune . Riconosciuta afondamento della scuola materna l'iniziativ adei privati, la legge avrebbe avuto il meritodi regolare formalmente quanto nella sostan-za accade nello Stato attuale nonostante l aespressione letterale della legge del 1928, manon sarebbe passata immune da critiche ba-sate sull'esplicita rinuncia dello Stato a isti-tuire un tipo di scuola, in contrasto con ilprecetto costituzionale per il quale lo Stat oistituisce scuole per tutti gli ordini e gradi » .

Non si può tralasciare di notare che loStato dal 1948 in poi ha però dimostrato d ivoler agire con crescente vigore nel camp odella scuola .materna « sia pure adoperandovecchi strumenti » . Sono da ricordare in pro-posito la legge Tupini del 1949 e soprattutto l afondamentale legge del 1954 che reca la firm adel ministro liberale Martino e del compianto

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ministro socialdemocratico Romita, la qual eper la prima volta previde notevoli stanzia -menti a favore della scuola materna. È oppor-tuno che ,ad essa dovesse poi collegarsi, ne l1938, il piano ,decennale Fanfani, successiva -mente ridimensionato in 'piano triennale .

Quei dubbi e quelle perplessità dei qual isi è ,detto non sono ancora scomparsi, al con-trario, sono riemersi nel corso dei lavori svolt idalla Commissione d'indagine sullo stato esullo sviluppo della pubblica istruzione inItalia, e di essi reca evidente traccia la rela-zione finale, redatta dalla Commissione stessa .

A proposito delle nuove strutture scola-stiche della scuola materna si legge, tra l'ai-stro, ,alle pagine 331 e 332 della relazione :

« Da parte di 'alcuni componenti della Com-missione si è contestata la natura propria-mente scolastica di tale istituzione, metten-done in rilievo la funzione prevalentement eeducativo-assistenziale; altri invece hanno in-sistito sul suo carattere scolastico, pure se i lsuo contenuto educativo è distinto da quellodella ,scuola successiva (cioè della scuola ele-mentare), a cui sembra appartenere la re-sponsabilità di iniziare l'educazione scolasti-ca propriamente detta. Ma sia gli uni che gl ialtri sono stati tuttavia concordi nel ricono-scere : 1) che la scuola materna non deve es-sere resa obbligatoria per l .a frequenza, purse da parte della comunità nazionale deve es-sere compiuto ogni sforzo per far sì che i lmaggior numero delle famiglie italiane chela desiderano possano valersi della scuola ma-terna ,per l'educazione dei loro figli ; 2) chese si !può discutere 'deontologicamente sela ,scuola materna debba essere scuola o pre-scuola, è certo che la recente legge relativaal piano triennale non solo ha destinato rile-vanti mezzi ad essa, chiamandola esattamen-te « scuola materna », ma ha previsto altres ìl'istituzione della scuola materna statale, in-troducendo un principio nuovo nella nostralegislazione, che prevedeva solo la scuola ma-terna non statale, fatta eccezione delle isti-tuzioni esistenti presso gli istituti magistrali ;3) che in ogni modo, sia che nella scuola ma-terna si accentui la caratterizzazione scola-stica o quella pre- .scolastica, bisogna agirenel rispetto dei diritti di tutti, affinché l ascuola 'materna non solo 'si diffonda quanti-tativamente, ma migliori qualitativamente ,in modo da dare il suo indispensabile contri-buto alla piena valorizzazione e perfetta sal-vaguardia dell'infanzia fin d.a quell'età pre-scolare alla quale la pedagogia e la psicolo-gia moderne hanno riconosciuto essenzial evalore 'nella formazione dell'uomo

D,a queste considerazioni della Com,m .issio-ne noi possiamo dedurre alcune considerazio-ni nostre : 1) che il dibattito ideologico tra ifautori della scuola materna come vera scuolae i fautori della scuola materna come istitutoprevalentemente educativo-assistenziale, èstato tosi acceso e le tesi contrapposte cosìinconciliabili da rendere impossibile il rag-giungimento di una conclusione univoca ;2) che, per altro, si è registrato un completoaccordo sulla esigenza di una diffusione quan-titativa della scuola materna e del suo mi-glioramento qualitativo, sulla base del rico-noscimento, da tutti accettato, che la scuolamaterna è oggi uno strumento essenziale perla formazione integrale dell'uomo; 3) che lescuole materne, pur non essendo obbligato -rie, non sono neppure del tutto elettive come,ad esempio, sono elettivi i licei, perché esserispondono a un largo bisogno sociale .

Non si può fare a meno di rilevare che co-loro i quali hanno insistito perché la scuola'materna continuasse a configurarsi come isti-tuto educativo-assistenziale anziché com evera scuola, sono poi caduti in contraddizion econ se stessi allorché hanno riconosciuto chesenza di essa verrebbe a mancare uno de iprincipali fondamenti per il compiuto svol-gimento del processo formativo dell 'uomo.

Nell'ampio e circostanziato documentopresentato al Parlamento con il titolo Rela-zione sullo stato della pubblica istruzione i nItalia e linee direttive sul piano di sviluppopluriennale della scuola per il periodo suc-cessivo al 30 luglio 1963, il ministro dellapubblica istruzione è sembrato (sempre se-condo il documento) più incline ad accogl2e-re la tesi della scuola materna come scuolaeducativa assistenziale anziché quella dellascuola materna come vera scuola. Particolar-mente significative ci appaiono infatti le pa-rale con cui si apre il capitolo dedicato allascuola materna : « Tra le misure e le provvi-denze atte ad agevolare i compiti della fa-miglia !sotto il profilo educativo assistenziale ,assume 'particolare rilievo la scuola mater-na D . Né meno significative ci sembrano ta-lune affermazioni contenute nella succintarelazione premessa al disegno di legge i nesame .

Innanzi tutto viene fatto di chiedersi per-ché si sia ritenuto agganciare, per così dire ,lo stesso disegno di legge all'articolo 14 e al -l'articolo 31 della legge 24 luglio 1962, nu-mero 1073, anziché al 'più volte citato secon-do comma dell'articolo 33 della Costituzione.Ma si tratta, di un riferimento diverso da quel-lo che ci si sarebbe atteso. Rileggiamone le

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testuali parole : « La Costituzione italiana del1948 non fa alcun cenno di quel che alloraera rimasto il " grado preparatorio dell'istru-zione " mentre si occupa, nell'articolo 34, del-la istruzione inferiore e dei gradi successivi .Il riordinamento della scuola elementare, ope-

rato con decreto del Presidente della Repub-blica 14 giugno 1055, n . 503, sui nuovi pro-grammi e con legge 24 dicembre 1957, nu-mero 1254, che ha introdotto il sistema deicicli didattici, non ha compreso la scuola ma-terna. Infine gli " ordinamenti per 'l'attivitàeducativa 'della scuola materna " 'emanaticon 'decreto del Presidente idella Repubbli-ca 11 giugno 1958 n . 584, ne hanno accen-tuato la distinzione come " orientamenti " enon come programmi » .

Con ciò cosa precisamente si è volutodire ? Parrebbe certo che con questi concett isi -sia voluta configurare la tesi secondo cu iin base alla Costituzione non esiste un pre-ciso obbligo per lo Stato di istituire la scuolamaterna, sia perché la Costituzione stessa nonaccenna al grado preparatorio previsto da ltesto unico del 1928, sia perché l'articolo 3 1si occupa solo dell'istruzione inferiore e deigradi successivi .

Ma allora in quale conto si tiene l'articolopiù importante della stessa Costituzione peri fini che interessano, ossia l'articolo 33, che ,come abbiamo appena visto, attribuisce alloStato il potere-dovere di istituire scuole sta -tali per tutti gli ordini e gradi, comprese ,evidentemente, le scuole materne ?

D'altra parte il riferimento all'articolo 3 4della stessa Costituzione non appare facil-mente comprensibile, per il semplice motivoche in quell'articolo si parla dell'istruzioneinferiore solo per predeterminarne la durat ae preoisarne il carattere di « obbligatorietà egratuità » . Orbene sulla gratuità o meno del-la scuola materna si potrebbe anche discu-tere; ma non è certo possibile discussione al -cuna ;sul suo carattere elettivo sia sotto i lprofilo teorico sia sotto quello politico. Datala chiarezza del disposto dell'articolo 33 del-la Costituzione per ciò che riguarda la istitu-zione di scuole statali di ogni ordine e grad onon vi era bisogno, a nostro avviso, di un aspecifica enunciazione costituzionale aventead oggetto 'la scuola materna .

A nostro parere, il disegno di 'legge in esa-me è censurabiilie anche per due non liev iomissioni . La prima consiste nella mancatadisciplina della scuola materna non Statale ,che, lo si è detto all'inizio, avrebbe potut oe dovuto essere disciplinata contestualmente

alla nuova disciplina della scuola maternastatale .

L'omissione non si può considerare ca-suale . Si legge infatti nella citata relazion edell'onorevole ministro della pubblica istru-zione (volume Il, pagina 20) che il disegnodi legge istitutivo della scuola materna sta-tale non affronta il problema di una nuovadisciplina della scuola materna non statale ,alla quale si pensa di provvedere in seguit ocon opportune norme .

Perché questo rinvio? L'eventuale spie-gazione che esso sia dipeso da improrogabiliscadenze eli carattere finanziario non può es-sere considerata accettabile, dal momento chel'onorevole ministro della pubblica istruzio-ne ha avuto a sua disposizione un margin edi tempo più che sufficiente per predisporretutti i disegni di legge riguardanti la mate-ria, o per elaborare, come certamente sareb-be stato preferibile, un unico disegno di leggeche la comprendesse tutta .

La seconda grave omissione riguarda i lcontenuto educativo della scuola materna sta -tale (e il discorso vale anche per la scuolamaterna non statale) . Il problema dei pro-grammi o - secondo la dizione preferita da ltesto del disegno di legge in esame - degl iorientamenti di questa scuola verrà trattat oquando passeremo ad esaminare i singoli ar-ticoli del disegno di legge. L'omissione dellaquale qui si parla riguarda la mancanza d'el-la contestuale riforma della scuola magistral eche 'prepara le 'maestre della scuola materna .Quel miglioramento qualitativo, così vivace -mente e vivamente auspicato dalla Commis-sione d'indagine, evidentemente non potràmai essere conseguito se non si riforma nuncet ab imis la 'struttura dell'attuale scuola ma-gistrale, le cui gravissime deficienze sono sta-te poste in chiara luce dalla stessa Commis-sione d'indagine, la, quale ha ritenuto, fral'altro, di dover riferire una raccomandazionedell'« Unesco » secondo la quale dovrebbe es-sere assicurata alle educatrici della prima in-fanzia una formazione culturale e una con -dizione sociale non inferiori a quelle previsteper gli insegnanti primari .

in stato assai giustamente osservato che laadesione al concetto di scuola materna sta -tale presuppone ed implica l'adesione a unanuova idea pedagogico-didattica di tale tipodi scuola che, 'per così dire, non deve cresceresolo di statura, ma, nel processo di crescita ,deve mutare la sua stessa natura . Orbene, èfuori 'discussione che iqùesta muova idea pe-diagogico-didattica non può crescere e frutti-ficare che su un terreno diverso da quello su

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cui è sorta l'attuale scuola materna, cioè sul -la base di una diversa preparazione delle sueinsegnanti .

Noi dissentiamo da quanti ritengono chesi debba giungere gradualmente alla nuovastrutturazione della scuola magistrale su bas equinquennale, perché siamo del parere chela riforma di detta scuola si possa e si debbafare subito; l'istituto magistrale, riordinatosu base quinquennale, dovrebbe attenderealla formazione sia degli insegnanti di scuolaelementare, sia degli insegnanti di scuolamaterna, sia degli assistenti sociali 'ed 'as-sumere la denominazione di liceo magistrale .

Noi, per la verità., non riusciamo a vederecome possa efficacemente funzionare la nuovascuola materna statale lasciando che le in-segnanti vengano formate culturalmente edidatticamente dal'. a attuale scuola magistralesul cui intrinseco valore, sia per gli ordina-menti approssimativi sia per la povertà de icontenuti culturali, sono stati formulati, dal -le più varie ed autorevoli fonti, giudizi tantoseveri quanto giustificati .

Che cosa ci dice in proposito la relazion edel ministro, che dedica al problema men odi una colonna a stampa ? Riferiamo anchequi le testuali parole : « Scuole di questo tipoesistono in numero molto limitato, pochissimesono quelle statali ; tuttavia, in relazione allaprevista istituzione della scuola materna sta -tale e, in generale. all'incremento della scuo-la materna, questa istituzione scolastica dev eessere presa in maggiore considerazione » . Inqual modo ? Questa scuola. – prosegue la rela-zione – sarà divisa in un primo e in un secon-do biennio; il corso di studio del primo bien-nio sarà articolato in modo da non differen-ziarlo eccessivamente dai bienni degli altri isti-tuti medi superiori . Il secondo biennio avràun'impostazione più spiccatamente professio-nale, conservando per altro anche disciplinetendenti alla formazione culturale generale .Particolare cura sarà rivolta inoltre allo svi-luppo quantitativo delle scuole magistrali sta-tali – a fianco delle scuole magistrali no nstatali che hanno già avuto una notevoleespansione e hanno sopperito finora quasi dasole alle necessità -- e alla loro razionale di-stribuzione in tutte le regioni del paese .

M,a quando avverrà questa riforma l'ono-revole ministro non lo dice . Noi non at-tribuiamo la colpa del ritardo all'onorevoleministro, il quale ha già predisposto tutti idisegni di legge per la scuola ; la colpa è delGoverno, che non ha. ancora preso in esamequesti provvedimenti .

Mi sia consentita, a questo punto, unabreve parentesi . Noi oggi saremmo stati piùlieti di discutere, per esempio, il provvedi -mento per la formazione e la disciplina del -la scuola media superiore anziché quello del -la scuola media statale, pur essendo noi d'ac-cordo sulla istituzione della scuola statale ,proprio 'perché ne sentiamo l'urgenza, all afine del primo ciclo della scuola media unica .

I rilievi di carattere generale sopra pro-spettati richiedono ora di essere completatie, se del caso, confermati dall'esame anali-tico del disegno di legge in esame .

Da quanto si è venuto sin qui dicendo,emerge chiaramente la concezione che noi li-berali abbiamo della nuova scuola maternada istituire nel paese, concezione i cui puntiprincipali sono :

1) la scuola materna, sia essa di Statoo non di Stato, dovrebbe essere una scuolavera e necessaria, « non differibile né rispar-miabile », strettamente collegata alla scuolaelementare, destinata a sorgere, non com eadesso, sul presupposto della carenza dellascuola materna non statale ;

2) lo Stato ha il preciso obbligo di prov-vedere di rettamente alla istituzione di dettotipo di scuola, in forza del più volte citatoarticolo 33 della Costituzione ;

3) il rinnovamento di essa dovrebbe av-venire 'soprattutto sul piano della preparazio-ne del personale variamente qualificato adessa addetto . In particolare noi riteniamo ch ein un primo tempo ,il personale docente do-vrebbe formarsi in un istituto superiore quin-quennale, con un biennio comune e un trien-nio di varia specializzazione, ma che, suc-cessivamente, ma sempre in un avvenire pros-simo, esso dovrebbe ricevere una 'preparazionea livello universitario . Una particolare pre-parazione tecnica dovrebbe avere anche i lpersonale assistente . Corsi di specializzazionepestuniversitari dovrebbero 'essere obbliga-tcriamente 'seguìti dagli aspiranti alle carrie-reispettive e direttive ;

4) lo Stato 'dovrebbe autolimitare la suaazione in questo settore come in ogni altr osettore scolastico della fascia elettiva, ma innessun caso il suo intervento dovrebbe es-sere mantenuto in condizioni di inferiorit àrispetto agli interventi effettuati in altri set-tori . Anzi, come ha ben messo in luce l'ono-revole Valitutti, sarebbe tempo che in questocampo lo Stato ,assumesse una funzione gui-da istituendo appunto scuole-modello, scuole-pilota, che 'potrebbero e dovrebbero essere diesempio alle analoghe iniziative private ;

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5) l'onere per l'edilizia, le attrezzatur ee le dotazioni principali della scuola matern astatale, come per tutte le altre scuole delloStato, dovrebbe essere assunto direttament edallo Stato stesso. L comuni sono gravati datroppi oneri perché possano provvedere an-che a quegli altri che il disegno di legge i nesame propone di imporre loro ;

6) fermo restando il principio della fa-coltatività della scuola materna, la sua rior-ganizzazione dovrebbe essere attuata in form etali da attrarre su di essa l'attenzione dellamaggior parte dei genitori e da invogliarli adinviarvi i propri figli . Quanto più essa saràfrequentata tanto (più potrà essere sodisfatt oquel « largo bisogno sociale » al quale ha ac-cennato la Commissione d'indagine e, al tem-po stesso, potranno essere poste le necessari efondamenta per un più armonico svilupp omorale, spirituale e intellettuale dell'uomo.

Non si può infine omettere (di rilevareche, anche se la nostra proposta di attuarecontestualmente una nuova disciplina dellascuola materna statale e della scuola magi -strale statale e non statale dovesse essere ac-colta, trascorrerà un notevole periodo di tem-po prima che le educatrici della nuova scuolamaterna possano formarsi presso le nuov escuole magistrali .

Occorrerebbe quindi studiare un piano d iemergenza. Secondo noi le seguenti propost esono meritevoli di attento esame : 1) dirottareverso l'insegnamento del grado preparatori ogli abilitati magistrali disoccupati ((principioparzialmente accolto nel nuovo disegno d ilegge) . All'uopo il Ministero della pubblicaistruzione dovrebbe istituire, tramite le fa-coltà di .magistero, corsi di specializzazion eper abilitati magistrali che in tal modo potreb-bero essere messi in grado (di insegnare nellascuola materna; 2) utilizzare, allo stesso fine ,anche le insegnanti di economia domestica(di cui solo una esigua parte può oggi essereutilizzata nella scuola media dopo la sua ri-forma) per le quali, tenuto presente il curri-culum dei loro studi, potrebbe persino rite-nersi ;superflua la frequenza ai corsi di spe-cializzazioni ; 3) se 'si vuole accelerare i tempiper la riforma della scuola magistrale, unaparte degli attuali istituti magistrali, che son oin numero eccessivo, ,potrebbe essere subitotrasformata in scuola magistrale statale .

Infine, circa le maestre giardiniere degliistituti annessi (agli istituti magistrali, il nostrogruppo è sostanzialmente d'accordo con laproposta Degan, che è stata assorbita dal di -segno di legge governativo .

Sono queste le osservazioni fondamental iche noi facciamo al progetto di legge, riser-vandoci in sede di discussione dei vari ar-ticoli (di entrare nel dettaglio. (Applausi) .

PRESIDENTE. 'È iscritta a parlare l'ono-revole Giorgina Levi Arian . Ne ha facoltà .

LEVI ARIAN GIORGINA . Signor Presi-dente, prima (di entrare nel merito del dise-gno di legge al nostro esame desidero espri-mere, a nome del gruppo comunista, la pi ùviva protesta per il fatto che ,il testo stam-pato della relazione della maggioranza si astato distribuito soltanto oggi alle ore 16, cio èappena un'ora prima dell'inizio della seduta .

RAMPA, Relatore per la maggioranza.Anche il testo della relazione di minoranzaè stato distribuito alle 16 .

LEVI ARIAN GIORGINA . I deputati iscrit-ti a parlare oggi sul disegno di legge non han -no avuto, pertanto, la possibilità di dare nem-meno una rapida scorsa a tale relazione . Mistupisco invece che l'onorevole De Zan fossecosì bene informato non soltanto sulla rela-zione della maggioranza, che naturalmente i lsuo gruppo poteva avergli sottoposto prima ,ma ,anche su quella di minoranza .dell'onore -vale Scionti, da cui ha tratto talune citazion imolto precise, addirittura con l'indicazionedelle pagine .

Naturalmente non addosso la responsabi-lità di questo ennesimo ritardo alla Presiden-za della Camera e neppure all'onorevole Ram-pa, relatore per la maggioranza:. La responsa-bilità è di tutta la coalizione governativa, i nseno alla quale continuano a persistere, in -dubbiamente, taluni dissensi, che si sono po-tuti chiaramente rilevare anche nell'interven-to dell'onorevole De Zan, il quale pare re -spinga perfino alcuni miglioramenti ottenut iattraverso emendamenti da lui stesso appro-vati in sede di Commissione .

PRESIDENTE . Assicuro che tale inconve-niente non si ripeterà . Il ritardo verificatos inella (distribuzione delle relazioni, nonostantela massima diligenza degli uffici e il lavorodi stampa anche nella giornata festiva di ieri ,

imputabile alla complessità ed ampiezzadelle relazioni stesse .

LEVI AiRIAN GIORGINA . La ringrazio ,signor Presidente .

Il disegno di legge sull'ordinamento dell ascuola materna statale che il 'Parlamento oggiinizia a discutere (è il risultato molto deluden-te - e, secondo noi, pericoloso per l'avvenir edella scuola italiana per l'infanzia - di una se-

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IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 1965

rie di sedute della 'Commissione istruzione i nsede referente, compiute veramente al rallen-tatore, con intervalli di settimane e 'anche d' imesi fra una seduta e l'altra .

Sappiamo 'quanto 'forti siano stati i contra-sti di indirizzo in materia tra le forze ch ecompongono il Governo di centro=sinistra .Perciò il presidente della 'Commissione ha ten-tato, e vi è riuscito nonostante avesse dichia-rato di impegnarsi a fare l'opposto, di rele-gare di continuo dal primo all'ultimo puntodell'ordine del giorno questo disegno di leg-ge. Così la discussione generale re quella su -gli emendamenti si sono protratte stancamen-te dal febbraio fino :al 24 novembre di que-st'anno .

'È necessario rilevare subito che mentreil gruppo comunista aveva presentato fin dal -l'inizio della discussione generale il bloccointero dai suoi emendamenti, ispirati all apropria proposta di legge n . 938 presentat anel febbraio del 1964, i partiti della maggio-ranza hanno portato a conoscenza della Com-missione il complesso dei loro emendament isoltanto alla ripresa dei lavori dopo le ferieestive. Questi emendamenti portano le firmedell'onorevole Rosati del 'gruppo democraticocristiano e dell'onorevole Codignola del grup-po del partito socialista italiano .

Può 'darsi che siano .intercorsi accordi uf-ficiosi con gli altri partiti . 'Sul piano ufficialerisulta comunque totale il disinteresse degl ialtri due partiti al :Governo : il repubblicano ,che del resto nella ; Commissione pubblic aistruzione non ha alcun rappresentante, edil socialdemocratico .che, come al solito, èpiuttosto cedevole alla volontà d'i rchi siedealla sua destra, anche quando si discuton ogravi problemi della 'nostra scuola .

Eppure la nuova legislazione per la scuotastatale ;per 'l'infanzia riveste un'importanzaeccezionale per molteplici ;motivi di natura ,pedagogica, sociologica, politica e storica . Inprimo luogo, la scuola materna statale no nesiste ancora nel nostro paese ; siamo infattioggi impegnati ra discutere proprio per deci-dere :se e come dovrà nascere, quali dovrannoessere le sue strutture, i suoi fini ed il su ocontenuto . Il 24 luglio 1962, approvando l alegge-stralcio n . 1073, sul piano triennale del -la scuola, erano stati soltanto determinati gl istanziamenti per la futura scuola materna sta -tale, ed insieme era stato 'assunto l'impegn odi approvare entro il triennio 1962-1965 la re-lativa legge istitutiva . I tre anni sono trascors ie il 'paese sta tuttora in attesa . In secondoluogo – anche questo 'è importante – il dise-gno di legge governativo sulla scuola materna

statale presentato nel dicembre del 1964, è i lprimo provvedimento elaborato dal Govern odopo la pubblicazione del « piano » dell'ono-revole Gui sullo sviluppo della scuola .

In sede di discussione del bilancio, il mi-nistro della pubblica istruzione un anno f aaveva accettato di discutere il suo piano i nParlamento ; ma non ci stupisce che anche i lministro abbia mancato al suo impegno .Egli sapeva infatti che non avrebbe trovato i lconsenso di alcuni partiti al Governo e, evi-tando di affrontare :apertamente la riformadella scuola italiana nella sua globalità, h apreferito giungere alla discussione di disegn idi legge settoriali, che affrontano solo proble-mi particolari avulsi dal contesto generale, co nla conseguenza che il dibattito diviene confu-so, disordinato 'e quindi meno efficace .

Intanto la grave crisi della scuola moltipli-ca ed aggrava i problemi che si accavallanoe si intrecciano sempre di più . Ad esempio ,è impossibile oggi discutere sulla scuola ma -terna – come ha rilevato anche l'onorevol eGiorno – senza prendere in esame pure aspet-ti decisivi della riforma di altri ordini d iscuole, come quella secondaria superiore el'università, che assumono rilievo determi-nante per quanto riguarda la formazione de lpersonale insegnante della scuolamaternamedesima .

I compagni socialisti hanno espresso, allaCamera e sul loro quotidiano, il disappuntoperché noi comunisti abbiamo chiesto la di-scussione 'in aula e hanno ;dichiarato 'ch enoi volevamo manovrare per ritardare la na-scita della scuola materna statale . Riconoscia-mo volentieri la competenza e la passione co ncui si è battuto l'onorevole 1Codignola per l aistituzione di questa 'nuova scuola pubblica ,ma non è certo colpa del partito comunistase, invece che nel 1962 o 1963, il disegno dilegge 'è stato presentato solo alla fine del 1964e la sua discussione in ;Commissione si è pro -tratta fino alla soglia del 1966. Il partito so-cialista non ha avuto la forza necessaria nep-pure per imporre il rispetto degli accordi gi àpresi, e ha accettato tutti i pretestuosi motiv idi ritardo che il partito alleato egli ha presen-tato e che sono : il raccordo tra la program-mazione scolastica e 'la programmazione eco-nomioa generale, che è ancora di là da veni -re; lo slittamento di un anno di tutta la piani-ficazione della scuola che avrebbe dovuto ini-ziare 'il 1° luglio 1965; ed infine la comodadefinizione dell'anno 1965-1966 come « ann odi avvio » della programmazione stessa .

Inoltre il disegno di legge che, pur connotevole ritardo, è scaturito dal compromesso

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IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 1965

afra i partiti di [maggioranza, per i ,suoi conte-nuti autoritari •e conservatori, [non corrispon-de assolutamente alle aspettative della mag-gioranza del popolo ,italiano . Anche per que-sto noi abbiamo chiesto la discussione in aula .

Dopo il già grave compromesso accettatodal partito socialista italiano in materia d ifinanziamenti statali alla scuola privata, l'isti-tuzione della rscuola materna statale restaval'unica freccia all'arco della politica socialist aper la scuola, l'unica contropartita valida su lpiano della rdemocrazia, l'unica bandiera d asventolare vittoriosamente .

Ma il tipo di scuola materna che il Go-verno, dopo tre e più anni 'di voluti rinvii, c iprospetta, è così [ancorato [a schemi vecchi nondi decenni, ma di almeno un secolo, è cosìsvuotato di ogni contenuto democratico, è cos ìinstabile per l'assenza d'una pur minima pia-nificazione finanziaria che [il gruppo comuni -sta, proprio allo scopo di far nascere unascuola materna statale migliore sotto la spin-ta dell'opinione pubblica meglio informata ,ha chiesto la ri'messione all'aula .

Non si può accettare, con il pretesto dellafretta, su una materia così importante, deli-cata e decisiva, come ha detto l'onorevole D eZen, che interessa tutti i cittadini ed invest el'avvenire della nostra scuola e della nostrasocietà, una soluzione ambigua e contraddit-toria .

Sin dal 1958, allorché fu presentato il pia -no decennale sulla scuola dell'onorevole Fran-fani, parte del Parlamento aveva attribuitoparticolare importanza [al sodisfacimento del -l'esigenza riconosciuta nel piano stesso, ch elo Stato intervenisse in prima persona anch enel settore dell'educazione dell'infanzia da i3 ai 6 anni con l ' istituzione di scuole pubbli-che. Le varie posizioni dei partiti si vennerodefinendo ben nette e precise nelle relazion idi maggioranza e di minoranza che accompa-gnavano il piano ed [alcune di esse ispiraronodue proposte [di legge sulla istituzione d iscuole pubbliche per l'infanzia presentate nel -la passata legislatura dagli onorevoli AnnaGrasso del gruppo comunista [e Pi'eraccin idel gruppo socialista . ,È interessante ed edi-ficante davvero rileggere le due relazioni de l1961 sul piano Fanfani . Esse ci indicano chela [democrazia cristiana ha mantenuto ferm efino ,ad oggi le sue impostazioni di allora : li-mitare al massimo e possibilmente annullar el'intervento dello [Stato nell'reducazione del -l'infanzia, continuando a lasciare il settoreaffidato ai privati re soprattutto agli enti con-fessionali, praticamente gin regime di mono-polio .

La dichiarazione ormai celebre dell'onore-vole Segni nella riunione della direzione del -la democrazia cristiana del 14 marzo 1960spiega tutto, i rinvii, gli alibi, i pretesti .« Questo tipo di scuola –disse l'onorevoleSegni – non vi è mai stato in Italia e finchénoi cattolici saremo [al potere non vi sarà mai :sarebbe il principio della scristianizzazionedell'infanzia . Vogliamo proprio noi metterein crisi le scuole cattoliche ? » . A distanza d icinque anni, con un tono meno drastico m aaltrettanto preoccupato, [i colleghi della demo-crazia cristiana intervenuti nella discussionein Commissione, ed anche il collega De Zanche ha parlato oggi, si sono tutti indistinta-mente all[ine'ati con gli orientamenti delle cor-renti 'cattoliche più conservatrici, che sosten-gono che la scuola materna deve essere unistituto assistenziale, deve essere ricondott apiuttosto che nell'ambito degli articoli 33 e34 della Costituzione, relativi all'istruzion epropriamente detta, in quello dell'articolo 31 ,che considera, come 'afferma l'onorevole Gu i

nel suo piano, « gli istituti educativi destinat ialla protezione dell'[infanzi,a n . Onorevole mi-nistro, mi permetta di rilevare che [ella è ca-duto in una contraddizione, parlando di u nistituto « educativo che non è destinato al-l'educazione ima alla « protezione » dell'in-fanzia .

GUI, Ministro della pubblica istruzione .

La prego di leggere tutto.

LEVI ARIAN [GIORGINA.. La frase si tro-va a pagina 106 della sua Relazione sull ostato della pubblica istruzione in Italia .

I colleghi democristiani hanno manifestat onel 1965, come nel 1960 [a proposito del pianodecennale, la stessa preoccupazione di no nledere gli interessi delle scuole private con-fessionali e di non intaccare il contributo del -la pedagogia cattolica – che noi stessi nonintendiamo sminuire – e di riservare all'inter-vento dello Stato solo un compito sussidiari odelle iniziative private . Lo Stato – ha dettoin 'Commissione l'onorevole Rocchetti – nonpuò [arrogarsi il diritto di costituire una posi-zione di monopolio. L'intervento statale –continua l'onorevole Bacchetti – 'non dev econvertirsi, per ubbidire ad astratte pregiudi-ziali ideologiche '(che per altro non specifica) ,in una turbativa della situazione, attuale .

P'artendo da tali premesse, vecchie e su-perate, i colleghi della democrazia cristian ahanno spostato la discussione generale daltema 'dell'ordinamento della scuola maternastatale a quello [del finanziamento statale del -la scuola materna privata, attraverso un rior-

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IV LEGISLATURA -- DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 9 DICEMBRE -1965

dinamento delle convenzioni, tentando di ela-borare una legge che soffocasse la scuola sta-tale nel suo stesso nascere . Prescindendo dal -la terminologia più cauta ed involuta, le po-sizioni della democrazia cristiana nel 1960 enel 1965 sono quindi sempre le stesse .

Quanto mutate, invece, e indebolite le po-sizioni dei compagni socialisti, che dal 195 8al 1961 avevano costituito una parte impor -tante dell'ampio schieramento 'democratico elaico, che era riuscito a 'far 'accantonare i lpiano decennale e i famigerati emendament idell'onorevole Franceschini che proponevan oun massiccio finanziamento statale alle scuol econfessionali . Nel 1961, nella sua ampia e do-cumentatissima relazione di 'minoranza . l'ono-revole Codignola, proprio •a proposito dell ascuola per l'infanzia, aveva richiesto - m ipermetta di ricordargli queste sue parole -una vasta 'e coordinata iniziativa degli ent iterritoriali, oltre che dello 'Stato, al fine d ipredisporre un efficiente :servizio 'di scuol epubbliche . Egli riconosceva allora, come no iaffermiamo ancora oggi con forza, ma dasoli, l'equivoco e l'ambiguità della distinzio-ne, cara al Governo, tra scuola statale e scuol anon statale, e la validità invece della distin-zione tra scuola pubblica - quindi dello Sta-to .e degli enti locali come articolazioni delloStato - 'e scuola privata .

Soprattutto è interessante rileggere ogg iquanto aveva dichiarato nel 1961 l'onorevol eCodignola sull'intervento clericale 'contro lescuole pubbliche ,(pagina 399) . Dopo una ana-lisi storica della secolare lotta per la scuol alibera e democratica in Italia, condotta daeminenti personalità politiche e culturali, d aCapponi a Cavour 'e Rosmini, da Gioberti finoa Jemolo, l'onorevole Codignola testualmenteaffermava : « Lo stanziamento statale all ascuola 'materna privata è una prassi legisla-tiva oggi incostituzionale » . E più avanti : « Idue ,articoli del piano ,decennale che preve-dono la contribuzione dello Stato a favoredelle scuole materne di enti e privati restan oincostituzionali e perciò inaccettabili » (pagi-na 355) .

Dopo appena un anno tutto questo venivasconfessato : infatti il partito socialista italia-no, con la sua astensione dal voto sulla legg e24 luglio 1962, n . 1073, permetteva che si fis-sasse con una legge, per la prima volta nell astoria della nostra Repubblica, il finanziamen-to incostituzionale dello Stato alle scuol eprivate . Questo 'fu il carissimo prezzo pagatodal partito socialista italiano per ottenere dal -la democrazia cristiana come contropartital'inserimento nella stessa legge n . 1073 di due

articoli, il 14 e il 31, che prevedono per l'edi-lizia e la gestione delle scuole materne statal iil modestissimo stanziamento complessivo d i7 miliardi 400 milioni •(meno della metà dell ostanziamento previsto dalla stessa legge -ben 15 miliardi 900 milioni, oggi 'certo gi àinteramente versati - per la scuola non stata -le) . Non fu però l'unico prezzo che il partitosocialista fu 'costretto a pagare : vi fu ancheil continuo rinvio della legge istitutiva e in -fine il •faticoso approdo ,al 'disegno di legge ch eoggi esaminiamo 'che, s'e resterà così com'è ,permetterà di 'costruire e gestire 'a stento du ecentinaia di sezioni di scuole materne statali :quante sarebbero oggi appena sufficienti - l oho dichiarato 'anche in 'altra sede - a colmarele carenze tutte molto gravi di una sola gran -de città italiana .

Quanto grande sia •il fabbisogno reale d iposti di scuola materna nel nostro paese èchiaramente indicato nella relazione dell aCommissione di indagine sulla scuola . Entroil 1975 occorreranno da 450 mila a 650 mil aposti in più rispetto agli attuali . Quindi, sem-pre secondo la Commissione di indagine, s idovrebbero creare, in un decennio, nuovi po-sti di scuola materna richiedenti una spes ache oscilla tra i 366 e i 522 miliardi . Il pia-no Gui, che avrebbe dovuto tradurre nel pro-gramma governativo 'i suggerimenti della re-lazione 'd'ella 'Commissione, compie un decis opasso indietro rispetto a quelle indicazioni : s ilimita, infatti, a pianificare per un quinquen-nio .anziché p'er un ndecennio e 'prevede invecedi almeno 200 mila posti (la metà di quell iprevisti nella relazione per un decennio) l'isti-tuzione di soli 81 mila posti, e invece di un ostanziamento di 200 miliardi circa, uno stan-ziamento di soli 47 miliardi di lire. A fiancodi questi 47 miliardi però troviamo nel pianoGui ben 82 miliardi per la scuola matern anon statale . L'onorevole Gui, infatti, applic acome base irremovibile ed indiscutibile de lsuo piano il rapporto fissato dalla legge nu-mero 1073 fra stanziamenti per la scuola nonstatale e quelli per la scuola statale e attri-buisce valore permanente ad un 'criterio fis-sato in una legge 'che aveva solo una funzion etransitoria e provvisoria .

Il successo allora conseguito dalla demo-crazia cristiana, con l'aiuto del partito socia -lista, manifestatosi attraverso l'astensione nel -la votazione sulla legge n . 1073, era statotroppo grande perché le forze clericali a di -stanza di soli tre anni se lo lasciassero sfug-gire 'di mano . Hanno perciò arbitrariamenteapplicato al nuovo piano e ai disegni di leggeda esso 'derivanti i principi ed ii 'criteri che

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IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 1965

infirmavano la legge anzidetta . Rispetto poial piano dell'onorevole Gui, che, come h odetto, è molto più arretrato in confronto all arelazione della Commissione, il disegno d ilegge istitutivo delle scuole materne statal irappresenta ancora un ulteriore passo indie-tro. Gli emendamenti strappati in Commis-sione dai socialisti 'agli alleati democristianihanno modificato solo le parti più scandalo-samente reazionarie del disegno di legge ori-ginario. E le cito : 1) la pretesa che la leggedichiarasse di istituire non la scuola maternastatale bensì scuole materne statali, solo al-cune qua e 1à, cioè tanto per spendere i 7 mi-liardi della legge n . 1073 ; 2) la dichiarazion eche l'istituzione delle scuole materne statal isarebbe stata subordinata alla presenza o n onei comuni di 'altre scuole materne, ossia l escuole statali non si 'sarebbero 'dovute porrein concorrenza con le scuole private ; 3) laproposta che il trattamento economico e l aprogressione di carriera per gli insegnant idelle scuole materne statali fossero inferiori aquelli degli insegnanti delle scuole elementari .

Però nelle questioni di sfondo tutto è rima-sto come prima, a cominciare dal nome ch eha una importanza determinante . La conser-vazione della dizione « scuola materna », in -vece di quella 'da noi proposta « scuola pe rl'infanzia » o « scuola ,dell'infanzia », rispec-chia integralmente la concezione dell'attual eGoverno su tale tipo di scuola, come è di-chiarato nei primi .articoli del disegno di leg-ge : un servizio sociale non per il bambino ,ma per la mamma, .con carattere, quindi, pre-valentemente assistenziale, con funzione an-cora di tutela di bimbi considerati come og-getti da custodire .

RAMPA, Relatore per la maggioranza .Queste 'cose non 1e 'abbiamo dette neanchenella relazione della maggioranza .

LEVI ARIAN 'GIORGINA . Legga sul Bol-lettino delle 'Commissioni parlamentari tuttoquello che hanno d'etto i suoi colleghi . Questaconcezione è addolcita dal,l ' aggiunta di altr itermini; però in 'quelle dichiarazioni è dettoa tutte lettere che la scuola materna ha unafunzione assistenziale .

ILLUMINATI. L'onorevole Emanuela 'Sa-vio aveva detto queste cose .

LEVI ARIAN ,GIO'RGINA . Anche l'onore-vole Giannina Cattaneo Petrini ha ribadit oquesto concetto nella prima parte del suo in-tervento . Quindi si configura la scuola mater-na così come erano concepiti nel secolo scorsoi vecchi asili infantili .

Ricordo che la scuola materna nacque ne lsecolo scorso con la rivoluzione industrial ee che il primo fondatore di un asilo infantil ein Europa non fu un educatore e neppure unfilantropo, ma uno scozzese proprietario d i'manifatture tessili, Robert Owen, che nel1816 capì che avrebbe aumentato la produzio-ne della sua filanda use le donne operaie fos-s'hro state più tranquille sulla sorte dei lor obambini durante le ore di lavoro . La maggio-ranza vuole 'conservare ancora una parte d iquesto spirito nella legge che riguarda la nuo-va scuola . Noi respingiamo l'a concezione ch efa della scuola materna una scuola per l a'madre, una scuola ente assistenziale .

La moderna pedagogia e psicologia (anchequella cattolica, almeno sul piano teorico ,quando non si scontra direttamente con gl iinteressi delle scuole private) ci insegna chela formazione della personalità nei suoi aspet-ti volitivi, affettivi e conoscitivi 'incominciamolto presto nel bambino, fin dalla nascitae, come alcuni anzi sostengono, ancora pri-ma della nascita ; e quindi è subito suscetti-bile di educazione . All'età di tre anni il bim-bo 'cerca di stabilire i primi contatti con altrigruppi al di fuori della famiglia, sviluppale sue tendenze associative, la ricerca di rap-porti diversi da quelli familiari . Noli non sot-tovalutiamo 'l'importanza educativa della fa-miglia . Non è vero, come ha detto 'l'onorevoleDe Zan, che noi vogliamo l'educazione col-lettiva del bambino . No, vogliamo che il bam-bino possa trascorrere alcune ore della suagiornata in un 'collettivo insieme con altribambini . Certo, riconosciamo l ' importanzaeducativa della famiglia non solo per i bam-bini dai tre ai sei 'anni, ma per tutti i ragaz-zi, per tutti i giovani . (Interruzione del Rela-tore per la maggioranza Rampa) .

SERBANDINI . Come vede, onorevole Ram-pa, qui si dice : « per alcune ore della gior-nata ». Ma questo anche per i suoi figli le ilo fa. Ho visto che ha fatto un gesto di sor-presa sentendo la parola « collettivo », comese fosse un tabù .

RAMPA, Relatore per la maggioranza . Iodico « comunità » e lei dice « collettivo » .

LEVI ARIAN GIORGINA . Il bambino –dicevo – sviluppa la sua socialità, attravers ola ricerca di rapporti diversi da quelli fami-liari, ricerca che, se ben guidata, ne formain modo equilibrato ed armonico la persona-lità, ne sviluppa 'lo spirito di osservazione, l ospirito critico e la padronanza di quell'im-menso bene culturale che è il linguaggio .

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« La mente del bambino scrive l'a pro-fessoressa di psicologia ,Mazzucco Costa nel -l ' interessantissimo numero di Scuola e cittàdedicato alla scuola per l'infanzia – è già i npiena fioritura negli anni anteriori alla scuo-la e sarebbe un delitto trascurarne il precocee non faticoso sviluppo » . Perciò la scuola sucui noi discutiamo deve essere una scuola pe ril bambino, non più delegata ad enti filantro-pici e [ai privati, ai quali riconosciamo lapiena libertà comunque di operare, ma deveessere istituita e gestita soprattutto dallo Sta-to e dagli enti pubblici . Solo così la scuolamaterna avrà una sua logica e giusta colloca-zione fra la società e la famiglia come stru-mento non di tutela e di assistenza, ma d iformazione del bambino .

Del resto lo stesso Centro didattico nazio-nale per la scuola materna di indirizzo cat-tolico – come ebbi già occasione di affermar ein Commissione – definisce la scuola maternacome « scuola del bambino, per [il bambino ,secondo il bambino » e non come scuola d iassistenza per le madri e per le famiglie .

La Susan Isaacs, uno dei più grandi peda-gogisti moderni, nel suo libro tradotto in ita-liano con il titolo Il valore educativo dellascuola materna, afferma : « La scuola mater-na non è nella sua sostanza un sostituto d'u nbuon ambiente familiare . La sua funzion eprimaria non è quella di sostituirsi alla casa . . . ,ma di formare un legame tra la naturale eindispensabile educazione del bambino nell afamiglia, 'da una parte, e la vita sociale ne lmondo esterno dall'altra . . . La scuola mater-na è un ponte eccellente fra la casa e il granmondo. Verso la fine del terzo anno, anch ese la cas'a è ideale, il bambino comincia asentire il bisogno d'un certo numero di com-pagnie di .altri bambini ; 'e una scuola maternacon personale sufficiente e capace, dove egl ipuò giocare con dei coetanei, è di grandeaiuto .al suo sviluppo » .

L'esigenza della scuola materna è maturaoggi in Italia, e non solo per la notevole per-centuale di donne lavoratrici o per l'inade-guatezza delle abitazioni o per la mancanz adi spazio verde o di giardini con adeguat opersonale di sorveglianza nelle nostre città ,in tutti i comuni . [Sono questi, sì, fattori ch ehanno la loro importanza ; ma ritengo, perl'esperienza raccolta da tutti noi in decine edecine di incontri con genitori e insegnantidella scuola materna, di dover affermare cheil fattore che sta assumendo maggiore peso è laconsapevolezza, sempre più diffusa tra le fami-glie, che la scuola materna serve ad educar emeglio e in modo più completo i bambini .

La resistenza che i rappresentanti dell ademocrazia cristiana hanno opposto in Com-missione all'accettazione del nome di scuol aper l'infanzia ('questa è la cosa principale) edel contenuto che tale nome implica per ladefinizione del carattere e dei fini delta scuo-la per i bimbi dai 3 ai 6 +anni, è motivat adalla preoccupazione di non ledere gli inte-ressi delle scuole materne private confessio-nali . Questa è la verità . Infatti nel momentoin cui la scuola materna fosse riconosciutacome vero 'e proprio istituto educativo, l escuole private in gran parte gestite da ordin ireligiosi, parrocchie ed enti amorali vari cor-rerebbero il pericolo di perdere gli immens icontributi che ricevono, oltre che dal Mini-sterodella pubblica istruzione, anche !dal Mi-nistero dell'interno in quanto enti assisten-ziali .

La polemica su questa assurda doppia di-pendenza della scuola materna da due mini-steri – pubblica istruzione e interno – comeun vero Giano bifronte, non è recente . Hauna storia assai lunga che tristemente rivelatutto il substrato reazionario su cui per gene -razioni hanno operato i governanti italian inei riguardi dell'infanzia e continuano tutto-ra .ad operare .

Risaliamo un po' indietro nel tempo pe rspiegare i motivi costanti della tenace rea-zione attuale della democrazia cristiana ,e lasua opposizione all'accoglimento di un nostroemendamento semplice 'e modesto, che suona-va semplicemente in questi termini : « Tuttii contributi statali destinati alle scuole ma -terne da chiunque gestite sono erogati tramit eil Ministero della pubblica istruzione » . Quin-di, non più tramite il Ministero dell'interno .Questo emendamento è stato respinto .

La doppia dipendenza dai due minister irisale al regio decreto 21 dicembre 1850, nu-mero 1122, per il quale le opere pie, gli sta-bilimenti di pubblica beneficenza, le carcerigiudiziarie (esclusa la polizia delle medesi-me), le carceri dei condannati e gli asili (sonoin bella compagnia !) nella parte non attri-buita al dicastero della Istruzione pubblic asono di competenza del Ministero dell'interno .

Nel 1880 l'onorevole 'Mariotti +aveva pre-sentato alla Camera un ordine del giorno, ri-proposto poi nel 1883, in cui chiedeva quelloche !abbiamo chiesto noi quest'anno : che laCamera, nell'intento dii imprimere agli asil iinfantili un carattere di scuola educativa e!di informare la loro struttura e la loro azio-ne a concetti pedagogici uniformi invitassei Ministeri dell'interno e della pubblica istru-zione ad accordarsi per l'immediata trasmis-

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— 19695 —

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IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 1965

sione degli asili medesimi al Ministero dellapubblica istruzione .

Altri parlamentari nel secolo scorso e al -l'inizio del secolo XX sostennero invano que-sta modesta rivendicazione . Nel 1887, discu-tendosi la proposta di legge dell'onorevole Ga-relli, recante nuove disposizioni sui giardin id'infanzia ispirate al froebelismo, si scatenòuna protesta in nome della libertà, della cari-tà e della beneficienza; e fra tutti brillò i lsenatore Rossi che disse : « Quei bambini ch eda noi si vorrebbero così superlativament eeducare cominciano poi fin da piccoli a fa rconfronto del giardino cosiddetto e così volut o'con la casa loro, e idal confronto nasce l'in-vidia, e dall'invidia nasce l'odio . Ne faret edei piccoli socialisti . Evviva l'amor materno ,non sostituibile da alcun sistema » .

Nel 1901 il ministro della -pubblica istru-zione, di concerto con quello dell'interno, pre-sentò al Senato un disegno di legge che rico-nosceva ancora una volta il carattere educati-vo della scuola per l'infanzia e disponeva ,di conseguenza; l 'attribuzione al :Minister odella pubblica istruzione di tutte le relativ ecompetenze educative e finanziarie .

Nel 1906 un analogo disegno di legge f unuovamente accantonato .

Lo stesso onorevole Giovanni Giolitti di-mostrò o finse d'i dimostrare di non capirenulla sui fini delle scuole per l'infanzia, pernon perdere l'appoggio dei clericali nella suamanovra per contenere l'avanzata del socia-lismo.

Nella seduta del'l'8 ottobre 1907 l ' onorevo-le Romussi, nella (discussione sul bilanci odell'interno, a proposito dei sussidi agl iasili, ripropose per l'ennesima volta l'esi-genza (di un miglior coordinamento dell amateria, esprimendo concetti che possiam osottoscrivere ancora oggi : « I pedagogisti rac-comandano (a ragione 'di non turbare l apace delle Imienti infantili col cacciarvi den-tro le lettere idell'alfabeto ; ma nello stes-so tempo (dicono che le !prime impression iche i bambini ricevono si stampano a 'ca-ratteri indelebili ;per tutta la vita. Oggi gl iasili dipendono idal Ministero dell'interno .Come volete che questo Ministero possa pen- .sare alle piccole vite che si schiudono almondo ? Per il Ministero l'asilo è un sem-plice luogo di custodia, è il campo che s irecinge dii siepe perché il gregge non scappi ,e si lascia che le erbe crescano dritte o stort ea loro piacere . Ed è per queste considerazio-ni che domando all ' onorevole ministro del -l'interno se non crederebbe giunta l'ora d iliberarsi della responsabilità (didattica degli

asili e cederla al collega dell'istruzione pub-blica, fiche li coordinerebbe con il sistema ge-nerale dell'educazione nazionale » . E conti-nua : « Sono luoghi dove si prepara la mentee la psiche del fanciullo per l'insegnamentoche dovrà ricevere più tardi » .

Ma l'onorevole Giolitti, che era ministrodell ' interno oltre che Presidente del Consi-glio, respinse la proposta con queste argo-mentazioni : « Entrando nel merito specialedell'educazione e (dell'istruzione degli ,asil id'infanzia, dico la verità che vedrei con ter-rore entrare la pedagogia negli asili d'infan-zia . Questo male che si estende alle scuol eelementari, guai a noi se lo facessimo arri-vare agli asili infantili ! iGredo che divente-remmo colpevoli di infanticidio » .

Giolitti per « 'pedagogia » intendeva il no-zionismo, l'obbligo di imparare a leggere e ascrivere; non aveva compreso affatto lo spi-rito di quella proposta .

Siamo ora alle soglie del 1966 .e ancor ogg iil partito più forte della compagine governa-tiva in fatto di scuole scavalca l'articolo 33della Costituzione in base al quale « la Re-pubblica detta le norme generali sull'istru-zione ed istituisce scuole statali per tutti gl iordini e gradi » . Si aggancia all'articolo 31 ,sulla tutela della (famiglia e degli istituti d iprotezione (della maternità, dell'infanzia ie del -la gioventù, che sono cosa ben diversa dagl iistituti 'educativi di cui stiamo discutendo ;ammenocché non si consideri valida la defi-nizione, per me inaccettabile, data dall'ono-revole Guai nel suo piano, in base alla qual elo Stato rappresenta non la comunità dei cit-tadini, come appare chiaro dal testo della Co-stituzione, ma la comunità delle famiglie .

L'articolo 1 del disegno di legge che stia-mo esaminando afferma che la scuola matern astatale si propone fini di educazione e d iassistenza, 'integrando l'opera della famiglia ,oltre ai fini di preparazione alla frequenz adella scuola dell'obbligo. Non a caso l'arti-colo 2 del disegno di legge affida al ministr odella pubblica Distruzione gli orientamenti sol odell'attività educativa, lasciando quindi sot-tinteso che gli orientamenti dell'altra atti-vità, quella assistenziale, restano di compe-tenza d'i un altro ministero .

Per questi motivi, che discendono sì d auna diversa posizione ideologica, ma soprat-tutto dal proposito ben (più concreto di assi -curare più numerose e cospicue fonti di fi-nanziamento statale alle scuole materne pri-vate, nella passata legislatura il disegno d ilegge sull'istituzione della scuola materna sta -tale era stato accantonato già 'in sede di Go-

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verno ; d'altra parte il clima generale era tal -mente clericale che gli alleati della democra-zia cristiana ne avevano addirittura impedi-to l'esame, 'accogliendo in pieno, in tal modo ,i desideri delle correnti clericali più retrive ,che avevano così ottenuto il loro scopo, d inon far nascere la scuola materna statale .

È opportuno ricordare che l'onorevol eMoro, nel suo discorso programmatico d ipresentazione dell'attuale Governo di centro-sinistra (ricostituitosi dopo l'a crisi determi-nata propria dalla controversia sull'aumentodel finanziamento statale alle scuole private )espresse con fermezza sui problemi della scuo-la solo il seguente obiettivo : che la democra-zia 'cristiana attribuisce determinante impor-tanza al problema dei contributi dello Statoalla scuola non statale .

Noi riteniamo nanacronistica, artificiosa eincostituzionale la separazione della scuol aper l'infanzia dal restante sistema scolastico ,al fine di inserirla così nel sistema dell 'assi-stenza. Respingiamo pertanto la distinzione ,già predisposta proprio a questo fine nell alegge n . 1073, fra scuola statale e non statale .Riaffermiamo, come è indicato dalla nostr aproposta di legge, il principio che la scuolamaterna sia 'considerata come il primo mo-mento del processo educativo e sia quindistrutturata in rapporto agli indirizzi, che spe-riamo siano presto riformati e rammoder-nati, della scuola elementare, soprattutto de lsuo primo ciclo .

Riaffermiamo inoltre la 'distinzione trascuola pubblica e scuola privata, intendend oper scuola pubblica quella gestita dallo Stat oe dagli enti locali, che sono articolazioni de-mocratiche dello Stato, secondo il dispostodell'articolo 5 della Costituzione .

Le positive realizzazioni nel campo del -l'educazione dell ' infanzia conseguite dai co-muni, amministrati sia dai socialcomunistisia dalla democrazia cristiana, non devon oessere soffocate, ma proprio attraverso l'in-troduzione di emendamenti a questo disegn odi legge stimolate e aiutate, nella consapevo-lezza che il bisogno di nuove scuole matern enel nostro paese è così grande che l'interven-to dello Stato da solo ancora per molti ann inon sarà sufficiente a sodisfarlo e richiederàanche l'apporto degli enti locali .

Occorre dunque conc1dere ai comuni, an-che in questo settore scolastico, nell'interess edella società, quei maggiori poteri che il di-segno d'i legge non riconosce : la maggio-ranza, invece, ha respinto i nostri emenda-menti, che proponevano l'istituzione di con-sigli scolastici provinciali e di consigli di

scuola a larga rappresentanza democratica ,con la presenza in entrambi, fra l'altro, d irappresentanti delle amministrazioni civiche .

Pur stabilendo finalmente che 'le spese so-stenute dai comuni per le scuole materne d aloro gestite sono obbligatorie (e non più fa-coltative, 'come è 'avvenuto finora), il disegnodi legge addossa ai 'comuni, che tutti sappia-mo in quali difficoltà finanziarie si trovino ,nel nord come nel sud d'Italia, insostenibil ioneri finanziari anche per la futura scuolamaterna statale . Il comune, secondo il dise-gno di legge, non ha potere di decisione cir-ca la istituzione di scuole materne statali, po-tere aùtoritariamlente demandato al provve-ditore agli studi . Il comune deve invece so-stenere tutte le spese per l'area, l'edilizia, leattrezzature, 'la manutenzione, il riscaldamen-to, le spese normali 'di gestione, il paga-mento del personale di custodia, il patronato ,in gran parte finanziato dal 'comune, ed i lmedico scolastico . In tal modo, invece di far edel 'comune l'elemento propulsore della dif-fusione della scuola materna pubblica, ee nefarà un elemento di limitazione, poiché è evi -dente che per ragioni di economia e di bilan-cio molte amministrazioni saranno spinte a daccantonare, tra le spese per la scuola, pro-prio quelle riguardanti un ramo di scuola chenon è ancora obbligatorio .

Il carattere 'autoritario, nburocratico del di -segno di legge emerge anche dalla disposi-zione dell'articolo 2, ,il quale garantisce adogni insegnante piena libertà didattica, masoltanto « nell'ambito degli orientamenti edu-cativi », che non 'sono il risultato di una ela-borazione democratica, m'a vengono emanatidal ministro della pubblica istruzione, senz adiscussione, né approvazione delle Camere .

I difetti pedagogici riscontrabili in granparte delle scuole 'materne oggi esistenti, edomani 'in quelle statali, se il disegno di leg-ge passerà nell'attuale testo, derivano anch edall'insufficiente preparazione e formazionedel personale insegnante . I:l problema è in-scindibiimente legato a quelli della riform adella scuola media superiore e dell'università .Non è possibile separare artificiosamente l adiscussione sui vari problemi della scuola ,ma è necessario affrontarli nella loro globa-lità, così come sarebbe avvenuto se il pian oGui fosse stato discusso in Parlamento .

Il piano Gui prevede la conservazione del -la scuola magistrale, tutt'al più portando datre a quattro gli anni di studio ; prevede inol-tre il funzionamento di almeno una scuolamagistrale statale 'in ogni 'regione . Oggi, su84 scuole magistrali funzionanti, 77 sono pri-

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vate e, credo, tutte confessionali ; sono statal isoltanto le sette scuole situate nelle localit àdi Rovereto, P'omigliano d 'Arco, Fossombro-ne, Matera, Rionero in Vultu+re, S 'ac'i'le, Mar-cianise (con una sezione staccata a Monora-sane) . In Piemonte, Lombardia, Liguria ,Emilia e Toscana non esiste una scuola ma-gistrale statale .

I programmi di tale tipo di scuola, cui s ipuò accedere con la sola licenza elementare ,sostenendo in mancanza della licenza di scuo-la media dell'obbligo qualche esamino inte-grativo, sono 'estremamente poveri, dominat ida una impronta conservatrice e d'a un super-ficiale econfusionario eclettismo . In propo-sito ho presentato un'interrogazione chieden-do come mai programmi di storia dellascuola magistrale 'si fermino 'al 1918 e siaignorata l'educazione civica .

11 fatto che .il bambino che 'frequenta lascuola materna sia in tenera età (scrisse i lprofessor De B'artolomeis, ordinario di peda-gogia all'università di Torino) non significache il suo insegnante debba essere meno pre-parato di quello dei ragazzi in età superiore .Per rinnovare +la scuola materna occorre rin-novare la scuola che ne prepara gli insegnanti .

Di tale scuola oggi tutti si lamentano . Ne l1958, in un convegno tenutosi a Padova, l'aconsulta dei professori di pedagogia dichiaròdi essere unanime 'circa la necessità che l apreparazione degli insegnanti della scuolamaterna ed elementare si svolga con un cur-riculum di studi oche dopo il triennio dellascuola media inferiore abbracci un quinquen-nio di scuola media superiore ed un bienni odi carattere universitario », come del resto av-viene già in molti paesi europei .

Il disegno di legge invece, se affida, comeè giusto, i bambini dai 3 ai 6 anni frequen-tanti 'l'a scuola materna statale anche ad inse-gnanti forniti d'i 'abilitazione magistrale, as-sim'ila a questi insegnanti anche quelli fornitidel solo diploma di scuola magistrale, ossiaforniti di un titolo di studio inferiore, perchéconseguito con un numero di anni di studiominore . Tale disposizione 'si potrebbe accet-tare 'in via transitoria, ma non .in via perma-nente, non fosse altro che in considerazionedelle polemiche e delle rivendicazioni chesorgeranno in seno alla categoria degli inse-gnanti .

I'1 Governo e la maggioranza hanno respin-to le nostre proposte intese ad esigere dagl iinsegnanti delle scuole materne titoli più va -lidi (gli stessi richiesti dalla Consulta dei pe-dagogisti che ho or ora citato), per motivipolitici ben precisi . Anche questo atteggia -

mento del 'Governo mira a salvaguardare adogni costo gli interessi degli enti confessional iche detengono il monopolio delle scuole ma-gistrali in Italiia, e in gran parte 'anche degl iistituti magistrali, e che determinano l'indi-rizzo educativo di tutte le scuole materne at-traverso una 'formazione conservatrice del per -sonale insegnante .

Diamo 'atto che nel nuovo testo emendatodel disegno d'i legge è stato eliminato il rife-rimento a un personale ispettivo, direttiv oe insegnante esclusivamente femminile, la -sciando (così aperta 'la via alla presenza nell ascuola per l'infanzia anche dell'uomo educa-tore, presenza che ormai molti pedagogisti epsicologi ritengono necessaria, come elemen-to .equilibratore della vita affettiva del bam-bino . I'1 pedagogista americano Everett Ostro-wsky, nel suo libro L'influente masculine e tl'enfant d'dge préscolaire, pubblicato a Neù-chatel nel 1959, sulla base di studi ed espe-rimenti condotti gin varie scuole americane ,osserva che l'assenza dell'educatore maschil e(che può essere addetto a compiti anche spe-cifici, come, ad esempio, l'educazione allamusica e al canto, l'e'ducazione fisica, cert ilavori manuali) può incidere negativamentesull'evoluzione idei bambino e provocare inesso deformazioni e prospettive unilaterali er-rate . Se si vuole 'assicurare, con la scuola ma-terna, l'equilibrio psichico e sociale della per-sonalità 'infanti'le, _osserva il professor Giovan-ni Maria Bertin, citando l'Ostrowsky : « oc-corre che ad esso contribuiscano entrambi iimodelli della 'famiglia, d'ella società adulta » .

Il carattere 'limitativo del disegno di legge

e le riserve mentali che ne hanno condizio-nato la stesura e che ne condizioneranno an-che l'attuazione, si concretano ed evidenzian oin modo lampante nella parte finanziaria .Con quali e quanti stanziamenti si vuole crea -re in Italia 'la scuola materna statale, che èun tipo di scuola ,nuova, tutta d'a costruire ?Quanti sono 'i posti-alunno oggi occorrentie quanti si prevede di +istituirne 'nei prossi-mi anni ?

Il disegno di legge tace su tutto ciò . Nonsottintende neppure 'il limitatissimo obiettiv odel piano Gui di istituire 13 mila posti l'an-no, 'distribuiti in 450 sezioni, ossia 81 milaposti dal 1965 al 1970 . Infatti, respinto il no-stro emendamento inteso ad utilizzare la som-ma d'i 20 miliardi sull'apposito fondo spe-ciale del Ministero del tesoro per il 1966, re -stano a disposizione per la creazione dellanuova scuola materna 'statale .ital+iana (salvoancora parere della 'Commissione bilancio) ,i miseri 7.400 milioni della legge n . 1073, con

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le code previste dalla legge in. 874 che rinvi adi sei mesi la 1073, nonché i 1 .770 milion istanziati nel bilancio del Ministero della pub-blica istruzione per ,i '170 giardini d'infanziae scuole materne statali annesse agli istitut ie alle scuole magistrali statali . Si tratta quin-di di appena 9 miliardi e 170 milioni .

Il bilancio idi previsione del Ministero 'del -la pubblica 'istruzione per l'anno 1966 ignoratotalmente la scuola materna statale, nonstanziando per essa neppure una lira . Il pre-testo può essere costituito dalla perdurantemancanza della legge istitutiva . Le scuole ,al contrario, non statali, non solo nel trien-nio 1962-1965 hanno ricevuto i 15 miliardi900 milioni del piano triennale, ma si vedon oriservata, nel bilancio 1966, una somma. dicontributi ammontante ia due miliardi emezzo .

A questo punto potremmo anche chieder-ci : visto che sussiste l'equivoco sulla naturadella scuola materna inon statale, che com-prende anche la scuola gestita dia enti locali ,in ,che proporzione questi miliardi sono statiripartiti fra scuole municipali pubbliche escuole materne private ?

L'articolo 17 della legge n . 1073 stabilisceche la ripartizione idi tali somme sia pubbli-cata nel bollettino ufficiale del Ministero del -la pubblica istruzione. Ma se non erro, l apubblicazione non è mai stata fatta, per evi -denti ragioni . Abbiamo conosciuto una par-ziale verità dalla risposta iad una nostra in-terrogazione del ministro della pubblica istru-zione in data 28 ottobre 1964 . Soltanto il 25per cento ideglii stanziamenti complessivi re-lativi all'edilizia iè stato 'assegnato ai comuni .Per gli stanziamenti riguardanti la gestione ,il ministro ha risposto di non essere in gradodi sfornire indicazioni, aggiungendo, però, chetutte le domande sono state accolte . Poichéè noto che le scuole materne gestite dai co-muni sono circa .il 14 per cento idell'ammon-tare -complessivo delle scuole non statali, chesi aggirano sulle 20 mila, ise ne deduce che ,anche per la gestione, alle scuole matern ecomunali è toccato meno del 25 per cento deicontributi; tutto 'il resto è andato alle scuoleprivate .

A queste, inoltre, sempre in base ai dat icontenuti in una risposta del ministro dellapubblica istruzione ad altra interrogazion epresentata, al Senato, dal gruppo comunist anell'anno 1964 è stato concesso un contri-buto di 9 miliardi e mezzo sui fondi dellaCassa per il mezzogiorno ; idi essi, 8 miliardi emezzo sono devoluti ad enti religiosi . Que-

sti ultimi poi iusufruiscono ogni anno di pa-recchie diecine, e forse centinaia, di milion idi utili derivanti dalle lotterie nazionali, ri-fiutati alla scuola pubblica .

Il disegno di legge governativo non con-templa alcun piano di attuazione. La nostraproposta n . 938 invece prevede l'istituzione,in un primo quinquennio, di 20 mila sezion idi scuole materne capaci di accogliere mez-zo milione di bambini . L'istituzione di altre10 mila sezioni è prevista per il quinquenniosuccessivo. Non sono programmi velleitari ,demagogici, ma ancorati saldamente, e direimoderatamente, alle esigenze reali della no-stra società, in armonia con la relazione dell acommissione di indagine sulla scuola, secon-do la quale nel 1975 chiederanno di frequen-tare le scuole materne un numero idi bam-bini compreso tra 1 .430 .000 e 1 .820.000 e laquale prevede che dei 1 .290 .000 oggi fre-quentanti le scuole materne di ogni generesolo 515 mila sono accolti in scuole apposi-tamente costruite. Gli altri sono ospitati i nedifici adattati, di fortuna ; e sappiamo tuttimolto bene quali siano le condizioni dellamaggior parte di questi edifici, talora verebaracche, tettoie o stalle . Già oggi la mediadei bambini presenti nelle sezioni è di 40 uni-tà . Numero -enorme ; ma certe sezioni am-montano ipersino a 60 o 70 bambini, spessoquasi tutti presenti . La media ragionevoleè idi 25 unità, come 'precisa il disegno dilegge .

La relazione della Commissione ci indicache per il prossimo quinquennio occorrono al -meno dai 200 ai 400 mila nuovi posti . Non sirisolverà affatto il problema con gli 81 milaposti previsti dal piano Gui e tanto meno conquei 5 o 6 mila posti che si potranno costruirecon i 9 miliardi previsti dal disegno di leggein esame .

Questo disegno di legge quindi è da respin-gere sia sul piano qualitativo sia su quelloquantitativo. Il partito socialista ie le forze piùavanzate della democrazia cristiana hanno la -sciato cadere l'occasione di idimostrare un aferma e salda volontà di 'rinnovare la scuol aitaliana, a cominciare dal suo primo grado ,quello preparatorio, in un ambito, comunque ,in cui era più facile operare per la sua novità .Essi invece persistono a riproporre vecch ischemi pedagogici, espressione della chiusuraconservatrice propria di certi settori dell amaggioranza, contrastanti con posizioni ideo -logiche manifestate in altre sedi, non soltantodai compagni socialisti, ma ,anche dia ,alcun iesponenti più avanzati del mondo culturalecattolico .

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Se questo disegno di legge dovesse esser eapprovato senza emendamenti sulle question idi fondo, la scuola materna statale sarebbe s ìistituita, ima solo sulla carta . Resterebbe unasemplice affermazione di principio senza cheal paese sia fornita quella vasta rete di scuolepubbliche per l'infanzia che centinaia di mi-gliaia di famiglie e dr 'bambini attendono .

Il senatore Limoni, della democrazia cri-stiana, nella relazione di maggioranza al bi-lancio della 'pubblica istruzione per il 1966non nasconde preoccupazioni sull'avvenir edello sviluppo della scuola italiana . « L giu-stificato - egli dice - che affrontando l'esam edel bilancio della pubblica istruzione per l'an-no 1966 si sia presi da un certo qual sens odi sfiducia » . E, dopo avere 'elencato le poche ,parziali realizzazioni del centro-sinistra ne lsettore scolastico, 'di cui la principale è l'isti-tuzione della scuola media dell'obbligo, pro -segue con affermazioni significative .

« La linea di tendenza - egli dice - d iquanto èè stato effettuato dai governi democra-tici, particolarmente -nelle due ultime legisla-ture, è una linea tutt'altro che malvagia osterile; anzi, si è rivelata di così suggestiveprevisioni » (dice - badate - " previsioni " enon " realizzazioni ") « che anche forze poli-tiche che avevano nel passato esercitato unalunga, ininterrotta e tenace opposizione a igoverni democratici sono passate alla collabo-razione . Ma, ahimé, quanta strada rimane dapercorrere ! Il nuovo piano generale plurien-nale ,di sviluppo della ,nostra società - prose-gue il senatore Limoni - avrebbe dovuto aver einizio con il 1965 : siamo alla fine del 1965 e s iaffaccia il fondato timore che esso non vedail suo inizio nemmeno nel 1966 . Col piano ge-nerale si è arenato, per necessità di coordina -mento, il nuovo piano decennale o quinquen-nale della scuola . Alcuni disegni di legge no nhanno ancora visto la luce » . Sono ammissio-ni che ci vengono dalla stessa maggioranza .

Dopo avere auspicato che il lavoro legisla-tivo non sia ostacolato dalle richieste di fre-quenti verifiche, dal riemergere di 'antiche in-sodisfazioni (e qui è chiaro che il discorso èrivolto ai colleghi del partito socialista ita-liano), il senatore Limoni conclude che il bi-lancio tiene conto di una « realistica valuta-zione del momento economico che l 'Italia at-traversa » ,e che « è d'uopo tener conto dellesorprese che può riservare una situazione con-giunturale non ancora normalizzata sulla ten-denza favorevole » .

Sappiamo che non è questione di congiun-tura, ma di scelte politiche : o si investon ocentinaia 'di miliardi per i profitti dei mono -

poli e per gli interessi dell'industria privatae dei grandi agrari, o li si investono per l ascuola e per un ,avvenire più civile delle nuo-ve generazioni e ,di butta la società . L'attual eGoverno di centro-sinistra ha scelto l,a prim astrada ; e lo dimostra anche il disegno di leggesulla scuola 'materna statale, che si propone d iistituire una scuola nuova senza spese, senzapianificazione, senza alcuna innovazione n ésul piano economico né .su quello pedagogico .Resta ,aperta solo la via allo sviluppo dellascuola !materna privata ; si riduce al minimol'intervento statale ; si limita sempre di pi ùl'intervento degli enti locali .

E questa una scelta politica sulla quale l'at-tuale Governo è decisamente impegnato, so-prattutto nei riguardi di due ordini di scuo-le : rn primo luogo, per la scuola materna ,poiché le forze. conservatrici che lo ispiran osono ben consapevoli di quanto profondamen-te incidano sulla personalità d'ell'individuole esperienze educative ricevute nella prim ainfanzia e quanto, attraverso lei scuole per l'in-fanzia, si possa orientare politicamente anch ele famiglie . L'altro ordine di scuole che i lGoverno abbandona all'iniziativa privata è l ascuola professionale, che prepara i lavorator iqualificati . 11 Governo ha dichiarato più vol-te la sua intenzione dei lasciare il campo liber oall'iniziativa privata (degli imprenditori o de -gli enti privati) e di intervenire o finanziand ocon denaro dello Stato i privati o istituend oscuole pubbliche solo là dove i privati no nhanno preso alcuna iniziativa . Nelle zone in-dustriali ,dell'Italia settentrionale, tale indi-rizzo politico si esplica con tutta evidenza .L'esempio più valido, a Torino, la mia c41tà ,è quello della Fiat, che sovvenziona tutte l escuole materne parrocchiali, 'mentre il su ogiornale, La Stampa, il quale 'affronta spesso ,e con competenza, altri problemi scolastici ,ha sempre taciuto sul problema che oggi stia-mo discutendo .

L'onorevole Codignola hariconosciuto i nCommissione che il disegno di legge present aevidenti insufficienze ed ,è il risultato di u ncompromesso politico fra cattolici e socialisti ;ma ha aggiunto che le concrete 'possibilità po-litiche attuali non consentono di ottenere d ipiù . La scuola materna non potrebbe per oracoprire un'area più larga (ima, ,a nostro pa-rere, è microscopica l'area che le resta, se pe ressa si hanno a disposizione solo 9 miliardi )e ha definito un modello teorico, astratto, i lprogetto di legge comunista, che propone in -vece, 'un piano di espansione della nuova scuo-la materna statale su tutto il territorio nazio-nale, nel giro 'di un decennio . L'onorevole Co-

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dignola si allinea così con Fil senatore Limon ie con tutta la politica rinunciataria della de-mocrazia cristiana !nei riguardi di una profon-da riforma democratica della scuola . Noi nonpossiamo accettare queste posizioni, perché ri-teniamo invece possibile ottenere 'in ogni canr-l,o, soprattutto in quello scolastico, e quind ianche per la (scuola materna, molto di più, sesi costituisse un fronte unitario e democratico .

Se (il disegno di legge sarà approvato sen-za radicali emendamenti, non risolverà alcun odei problemi dell'educazione pubblica dell'in-fanzia .

Una grande attesa, che non deve essere de-lusa, esiste sia tra le famiglie sia tra il perso-naleinsegnante delle scuole materne, l'« eser-cito della !fame », come è stato definito dagl istessi sindacalisti cattolici, esasperato per 1condizioni indegne e precarie in cui è costret-to .a lavorare . Lo sa bene il Presidente Sara-gat, che nella sua recente visita a Napoli èstato avvicinato, il 3 novembre, da un grupp odi maestre di scuole materne, le quali, supe-rando le timidezze e il conformismo finor aimperante in questa categoria, hanno rotto icordoni della polizia per presentare al Presi -dente della Repubblica una petizione sull econdizioni drammatiche di circa 1 .500 'maestredisoccupate e beffate da promesse elettoral idell'amministrazione civica della città .

TITOMANL10 VITTORIA . Questa cifra èinesatta .

LEVI ARIAN GIORGINA . I posti messi aconcorso e sinora non assegnati erano 850, nrale maestre disoccupate sono 1 .500 .

Lo Stato deve finirla con l'abdicazione, to-tale o parziale, dinanzi ai 'problemi assillantidell'educazione infantile, e con la costosa de-lega (ai privati . Le famiglie iscrivono i bam-bini alle scuole materne private in gran partesoltanto perché nessuno ha provveduto ad isti-tuire quelle pubbliche . La responsabilità èquindi dello Stato . Le inchieste finora con -dotte, anche se su scala limitata, indicano ch ela stragrande maggioranza dei genitori pre-ferisce la scuola pubblica di ogni ordine egrado, anche materna, 'perché sa che comun-que sarà più seria, più efficiente, più control-lata e soprattutto più moderna, improntata a ipiù avanzati principi della psicologia e dell apedagogia, e non agli antiquati e superati prin-cipi di una beneficenza graziosamente elargita .

Sottolineo il grave pericolo rappresentat odal persistere, nell'attuale classe dirigente, d iun atteggiamento che non saprei definire me-glio se (medioevale o colonialista nei confront idella scuola per l'infanzia. Da una parte, l'at-

tuale classe dirigente capitalista manovra i lGoverno per frenare lo sviluppo della scubl ao affinché non osi varino riforme democratiche ,ma provvedimenti subordinati ai suoi inte-ressi, dall'altra, ogni tanto, l'attuale classe di-rigente si .scioglie in lacrime 'di commozione ,quando, fra tanta (miseria scolastica, fra tantainerzia governativa, la povera gente si tirasu le maniche e, come è successo più di un avolta, si costruisce la scuola da sé, pagandodi persona il materiale e il lavoro, per salvar ei suoi bambini dalla strada o •da !locali scola-stici indegni . lì del 3 dicembre – 'e mi avvi oalla conclusione – un articolo del Corrieredella sera sulla costruzione !di una scuola ma -terna parrocchiale a Virco nel Friuli .

L'articolo voleva forse esprimere in mod opatetico gli ideali pedagogici e culturali de ipadroni del Corriere della sera, ma, con-fesso, mi ha fatto fremere di sdegno, perchéquesta volta, per costruire una modesta scuo-la, si è ricorso perfino agli !aiuti americani ,mentre i comuni e lo Stato italiano sono rima-sti assenti (vorrà forse essere questo l'iniziodi una nuova politica scolastica ?) ;1'Itali apaese di alta cultura e di alta tradizione peda-gogica, è stata trattata davvero come terradi straccioni, alla stregua dell'ultima coloni ao semicolonia dell'imperialismo straniero .(Commenti ad centro) .

E così . Vi leggerò l'articolo .Non mi consta che il Corriere della sera ,

al pari della Stampa, abbia mai affrontato ,nella sua complessa e urgente realtà, il pro-blema 'dell'ordinamento della scuola pubblica'per l'infanzia. H,a !destinato, però, ben quattrocolonne 'per raccontarci attraverso quali stra-de il popolo italiano è costretto (o invitato) acostruire le scuole per i suoi bambini . Nel -l'articolo menzionato sono presenti tutti gl iingredienti del più ridicolo e nello stesso tem-po penoso sentimentalismo : penoso per la no-stra dignità di paese civile . Vi leggo soltant oalcuni brani . Il titolo è : « Anche Johnson s iè commosso per l'asilo friulano senza soldi » .Dice l'articolo : « La ,storia di ciò che è avve-nuto a Virco, frazione del 'comune di Bertiol onei basso Friuli, . . .come tutte le favole . . . vanarrata dall'inizio . C'era una volta, a Virco ,tanti anni fa – per l'esattezza nove – un par-roco in 'pena perché i bambini del villaggionon avevano un luogo dove incontrarsi e gio-care con una guida sicura. I padri erano ingran parte iall'estero stabilmente o !a lavorarv iper la stagione ; le madri affaccendate in casao nei campi ; i bambini a giocare per la strada .Il parroco, povero al pari dei parrocchiani ,decise che a Virco occorreva una scuola ma-

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terna, un asilo . . . Ottenne dal comune una som-rna considerevole per le tasche di qui : cin-quecentomila lire per acquistare il terreno . Epoiché le vie del Signore sono infinite, riusc ìa farsi donare dalla amministrazione ferrovia -ria diecimila mattoni . Per trasportarli al vil-laggio, ingaggiò uno del posto, che si guadagnava i,l pane lavorando a giornata con u nvecchio trattore. Ma, durante il trasporto,scoppiò uno dei pneumatici del trattore . Unagomma nuova costava novantamila lire, som-ma che né il parroco né il trattorista possede-vano . All'aeroporto di Gampoformido, vers oUdine, c'era allora una base americana . . . Cos ìandarono :a Compoformido ee in buon dialett ofriulano chiesero a quelli della polizia mili-tare di parlare con il comandante supremo . . .Il comandante si recò, con staffette e seguito ,a vedere il trattore sinistrato, 'e fece dono d idue gomme nuove fiammanti . Ma che cosa s ifa con soli diecimila mattoni ? Il quesito selo pose Joseph E . Shupe, allora giovane te-nente dell'C . S . Air Force. Lo pose anche a lsuo comandante e 'ai suoi commilitoni . Da al-lora, a Virco, cominciarono ad 'accadere fatt iinsoliti . La domenica centinaia di american icon le loro famiglie facevano pie-Me in paese ,mentre le signore raccoglievano abolì per i lcostruendo asilo . Nelle ore 'di libertà, soldat ibiondi con gli occhi azzurri mescevano lamalta e innalzavano muri » . Si sporcavano l emani, i soldati americani, per costruire lascuola idei bambini italiani ! (Commenti) .

E l'articolo prosegue : « Occorreva il mar-mo, e il nparrocò si ricordò del vecchio pontesul Tagliamento, fatto saltare nel 1917 dopo l arotta di Caporetto » . (Commenti) . « Gli annipassavano, e gli americani da Gampoformid osi erano trasferiti ad Aviano . . . Ma Virco no nperdette mai il loro aiuto . Anche il tenent eShupe, ormai maggiore, era ritornato negl iStati Uniti, a dirigere il centro di reclutamen-to di tndianapoiis . . . E finalmente, al principiodel 1965, dopo quasi nove anni di lavoro vo-lontario, l'asilo 'era pronto : fu inaugurato co nsolennità . Ma i banchi, le seggiole, i giochi ,l'attrezzatura didattica, i1 proiettore per il ci-nema? Giunse dall'America una lettera diShupe . . . Da Indianapolis, 'nel Tennessee, doveShupe era 'nato, qualcuno conosceva ormai l afavola d'i Virco. E gli oggetti che ,all'asilo oc-correvano 'Shupe se li trovò [a disposizione, do-nati, in amen che non si dica . Nacquero com-plicazioni per la spedizione; ma un deputatodel Congresso, Andrew Jacobs jr ., si detteda fare a Washington, e la voce giunse al -l'orecchio del presidente Johnson . 11 qualediede ordine al maggiore Shupe di recarsi in

missione straordinaria a Virco, comune d iBertiolo, 'provincia di Udine, Italia, con il suocarico di suppellettili ee di giocattoli » . (Inter-ruzione del deputato Delfino) . « E per questogli mise a disposizione navi e aerei militari ,con una ingente spesa che supera di gran lun-ga il valore degli oggetti trasportati . 'Ma nell efavole ii conti non si fanno . Per questo stana-ne a Virco c'erano degli striscioni 'gialli co n'le parole : " Ore dieci : arrivo dei giocattoliJohnson " . E c'era un arco di fronde con uncartello : " Benvenuto, maggiore Shupe " » .Così si spera che l'asilo « Johnson » facciadimenticare i bombardamenti « Johnson » su lVietnam . (Commenti) . « Così si conclude lafavola vera di Virco, piccolo villaggio ignoto ,anime quattrocentottanta, metà degli uomin ivalidi .all'estero per sopravvivere . Mentre in -torno centinaia di mani incallite 'si 'agitavanonell'applauso 'e le autorità convenute si scam-biavano congratulazioni, Joseph E . Shupe edon Angelo Querici si guardavano negli occh icon sodisfazione un 'po' pudica » .

Noi viviamo nella indipendente e demo-cratica Repubblica italiana, ma in essa avven-gono fatti come questo, tipici di un paese co-loniale . Teniamone conto, perché non è u nfatto unico . (Commenti) . Guardiamoci anchenoi negli occhi, onorevoli colleghi, e non co nquella sodisfazione un po' pudica, che nascon-de la coscienza di essere stati strumento di unvolgare gioco propagandistico dell'imperiali-smo americano alle spalle dei bambini o de iloro genitori disoccupati o emigrati, ma conla sodisfazione aperta e schietta di chi ha i lsenso della dignità . Operiamo tutti in mod oche le scuote pubbliche per l'infanzia sorga -no, non con melliflui aiuti americani, ma perl'intervento diretto dello Stato italiano, ch eè il rappresentante di tutto il spopolo ed ha i ldovere 'di fornire ad esso, con le ricchezz ecreate dal lavoro nazionale, 'tutti i servizi ne-cessari 'allo sviluppo culturale e materiale .Tra tali servizi sia la 'scuola statale per l'in-fanzia, generale, gratuita e moderna, momen-to primo ed essenziale per una serena e liberaformazione democratica delle nuove genera-zioni ! (Applausi all'estrema sinistra — Con-gratulazioni) .

PRESIDENTE. Il seguito della discussion eè rinviato .a domani .

Annunzio di interrogazioni e di interpellanze .

MAGNO, Segretario, legge le interrogazio-ni e l'e interpellanze pervenute alla Presi-denza .

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BORRA. Chiedo di parlare .

PRESIDENTE . Ne ha facoltà .

BORRA . Desidero sollecitare lo svolgimen-to delle interpellanze sul cotonificio Val d iSusa .

SULOTTO. Chiedo 'di parlare .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

SULOTTO . Mi associo a tale richiesta .

GOMBI . Chiedo di parlare .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

GOMBI . Sollecito lo svolgimento della in-terpellanza sulle imputazioni, rivelatesi infon-date, a carico di cittadini di Crema .

SER.BANDINI . Chiedo di parlare .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

SERBANDINI. Sollecito nuovamente losvolgimento e la risposta scritta 'alle interro-gazioni per le quali già ebbi a fare, ma invano ,sollecitazione il 24 novembre : e particolar-mente per due orali concernenti, la prima i ltrattamento di operai italiani dell'E .N .I . nel -la Tanzania, la seconda forniture italiane d iarmi al Portogallo e al Sud Africa .

PRESIDENTE . Interesserò i ministri com-petenti .

Ordine del giorno della seduta di domani .

PRESIDENTE . Comunico l'ordine del gior-no della seduta 'di venerdì 10 dicembre 1965 ,alle 10 :

1 . — Svolgimento delle proposte di legge :

CovELLI : Estensione della indennità spe-ciale prevista dall'articolo '68 della legge 10aprile 1954, n . 113, dall'articolo 32 della leg-ge 31 luglio 1954, n . 599, e dall'articolo 56della legge 26 luglio 1961, n . 709, agli uffi-ciali ed ai sottufficiali della disciolta polizi adell'Africa italiana (1416) ;

ABATE e FORNALE : Modifica alla legg e16 novembre 1962, n . 1622, sull'avanzament odegli ufficiali del ruolo speciale unico del -l'esercito (2629) .

2 . Seguito della discussione del disegn odi legge:

Istituzione di scuole materne statal i(1897) ;

e delle proposte di legge :

DAL CANTON MARIA PIA ed altri : Obbli-gatorietà della scuola materna per minoratidell'udito (148) ;

LEVI AR1AN GIORGINA ed altri : Istituzione

di scuole statali per l'infanzia (Urgenza) (938) ;— Relatori: Rampa, per la maggioranza ;

Scionti, di minoranza .

3 . — Seguito della discussione delle pro -poste di legge:

FODERARO ed altri : Modifiche all'arti-colo 33 del testo unico delle norme sulla di-

sciplina della circolazione stradale, approvatocon decreto del Presidente della Repubblica15 giugno 1959, n. 393, relativamente ai limiti

di peso per i veicoli da trasporto (1772) ;

BIMA : Modifiche agli articoli 32 e 33 de l

Codice della strada (1840) ;

- Relatori : Cavallaro Francesco e Sam-martino .

4 . =Discussione del disegno di legge:

Ordinamento delle professioni di avvo-cato e di procuratore (707) ;

— Relatore: Fortuna .

5 . Discussione delle proposte di legge :

NATOLI ed altri : Disciplina dell'attività

urbanistica (296) ;

GUARRA ed altri : Nuovo ordinamento del -

l'attività urbanistica (1665) ;

-Relatore : Degan .

6. — Discussione delle proposte di legge :

CRUCIANI ed altri : Concessione della pen-sione al combattenti che abbiano raggiunto i lsessantesimo anno di età (Urgenza) (28) ;

VILLA ed altri : Concessione agli ex com-battenti che abbiano maturato il 60° anno d ietà di una pensione per la vecchiaia (Urgen-za) (47) ;

DURAND DE LA PENNE ed altri : Assegnoannuale agli ex combattenti della guerra1915-18 (Urgenza) (161) ;

LENOCI e BORSARI : Concessione di unapensione agli ex combattenti che abbiano ma -turato il 60° anno di età (Urgenza) (226) ;

LuPIS ed altri : Concessione della pen-

sione ai combattenti della guerra 1915-18 (Ur-genza) (360) ;

BERL1NGUER MARIO ed altri : Concessionedi una pensione agli ex combattenti ed ai lorosuperstiti (Urgenza) (370) ;

COVELLI : Concessione di una pension evitalizia agli ex combattenti (Urgenza) (588) ;

BOLDRINI ed altri : Concessione di pen-sione in favore degli ex combattenti (Urgen-za) (717) ;

– Relatore : Zugno.

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7. — Discussione delle proposte di legge :

LEONE RAFFAELE ed altri : Concessionedi assegno vitalizio ai mutilati e invalidi ci -vili (Urgenza) (157) ;

MICHELINI ed altri : Concessione di unassegno ai mutilati ed invalidi civili (Ur-genza) (927) ;

SCARPA ed altri : Provvedimenti a favor edei mutilati e invalidi civili (Urgenza) (989) ;

SORGI ed altri : Provvedimenti per l'as-sistenza sanitaria agli invalidi civili (Urgen-za) (1144) ;

FINOCCilIARO : Disciplina delle forme di as-sistenza e norme per la concessione di assegn ovitalizio ai mutilati e agli invalidi civili (1265) ;

CRUCIANI ed altri : Assistenza sanitari aagli invalidi civili (1592) ;

DE LORENZO ed altri : Norme per l'eroga-zione dell'assistenza sanitaria e di recuperoai mutilati ed invalidi civili (1706) ;

Pucci EMILIO ed altri : Concessione d iun assegno mensile e dell'assistenza sanitaria ,farmaceutica ospedaliera e protesica gratuit aai cittadini italiani ultrasessantacinquenni eai cittadini inabili a proficuo lavoro (1738) ;

Relatori: Dal Canton Maria Pia eSorgi .

8. — Seguito della discussione del disegnodi legge:

Modifiche alla legge 10 febbraio 1953 ,n . 62, sulla costituzione e il funzionament odegli organi regionali (1062) ;

- Relatori : Cossiga, per la maggioranza ;Almirante, Accreman, Luzzatto, di mino-ranza .

9. — Discussione dei disegni di legge :

Norme per il comando del personale del-lo Stato e degli enti locali per la prima costi-tuzione degli uffici regionali (1063) ;

- Relatori : Piccoli, per la maggioranza ;Almirante, di minoranza .

Principi e passaggio di funzioni alle re-gioni in materia di circoscrizioni comunal i(1064) ;

— Relatori : Baroni, per la maggioranza;Almirante, di minoranza .

TOGNONI . Chiedo di parlare .

PRESIDENTE . Ne ha facoltà .

TOGNONI. A nome del gruppo comunistachiedo .ai rappresentanti della maggioranzaed al Governo se e quando affronteremo il di -segno di legge sulla giusta causa nei licenzia -menti : vorrei ricordare che ormai abbiamo

dinanzi a noi soltanto alcuni giorni di sedutaprima della interruzione natalizia .

L'argomento di cui sollecitiamo la discus-sione è tra quelli inseriti nel calendario pre-disposto dalla conferenza dei capigruppo ch eebbe luogo qualche settimana fa . D'altra partela settimana scorsa, quando il provvedimentosi trovava ancora dinanzi alle (Commission ilavoro e giustizia, i deputali .dell'opposizionefurono invitati dai colleghi della maggioran-za, dai relatori ed anche dai presidenti dell e(due Commissioni a limitare il numero degl i

interventi e degli emendamenti, perché i lprovvedimento sicuramente – si diceva – sa-rebbe stato sottoposto subito all'approvazion edella Camera.

È a tutti noto l'iter seguìto dal provvedi -mento. Ne abbiamo discusso, per oltre u nanno, in sede di Commissioni riunite ; poi, perdue volte, la discussione si è iniziata in As-semblea ; quindi il Governo ha presentato u nproprio disegno di legge, abbinato poi allaproposta di legge Sulotto, e, ancora per unanno, le Commissioni lavoro e giustizia han -no continuato la discussione. Nel luglio d iquest'anno, essendo sorte alcune perplessitàsulla costituzionalità del provvedimento, ess ovenne sottoposto alla Commissione affari co-stituzionali, la quale ha (dato il proprio parere .Le Commissioni Lavoro e giustizia, tenuton econto, sono pervenute finalmente, dopo unpaio di sedute, a redigere un testo sul qual el'Assemblea potrebbe iniziare immediatamen-te la discussione .

D'altra parte, grave è il ritardo con cui s iattende di discutere, non solo della giustacausa nei licenziamenti, ma di tutti ì proble-mi connessi con il famoso statuto dei diritt idei lavoratori . E urgente, invece, che tutti itemi relativi alla protezione dei lavoratoridalle intimidazioni e •dalle discriminazioni –protezione particolarmente importante in u nmomento come l'attuale, in cui i disoccupat i

si cominciano .a contare a centinaia di mi-gliaia – siano prontamente sottoposti all'esa-me del Parlamento .

Ecco perché (desideriamo sapere dal rap-presentante del Governo e dai rappresentant idei gruppi di maggioranza, e soprattutto da icolleghi che ci hanno sollecitato la settimanascorsa ad essere più brevi perché il provve-dimento potesse essere affrontato prima dell asospensione (dei nostri lavori, se condividon oil nostro punto di vista .

Certo, non riteniamo che il provvediment odebba essere approvato così come ci vien eproposto, anche se il testo ci appare sensibil-mente migliorato rispetto al disegno di legge

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governativo ; tuttavia riteniamo che sia possi-bile esaminarlo e metterlo a punto prima dell asospensione dei nostri lavori .

Purtroppo ho l'impressione che, se si con-tinua, Invece, nella discussione del provvedi -mento sulla scuola materna statale, ci trove-remo a non aver concluso sulla scuola mater-na né sulla giusta causa. Che questo serva aduna parte della maggioranza mi sembra fuor idubbio, ma, se questa è l ' intenzione, lo si dic aapertamente, affinché tutti possiamo trarne l e'debite conseguenze .

PRESIDENTE. Orrotevole Tognoni, le fac-cio osservare che soltanto venerdì scorso i re-latori hanno ,avuto il mandato di redigere l erelazioni ; e mi risulta che essi si sono postisubito all'opera e saranno presto in grado d ipresentare i loro elaborati . Non mancherò co-munque di sollecitarli, affinché ► l provvedi -mento possa al più presto essere iscritto al -l'ordine del giorno dell 'Assemblea .

GUERRINI GIORGIO . Chiedo di parlate .

PRESIDENTE . Ne ha facoltà .

GUERR1NI GIORGIO . Il gruppo socialistaè fermamente impegnato alla sollecita 'appro-vazione del disegno di legge sulla scuola ma -terna e, immediatamente dopo, di quello sul -la giusta causa nei licenziamenti individuali .

ZANIBELLI . Chiedo di parlare .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

ZANIBELLI . Signor Presidente, anche pe rla responsabilità che mi deriva dall'ufficio d ipresidente della Commissione lavoro, la qua-le, insieme con la Commissione giustizia, h aesaurito l'esame di così delicata materia, de-sidero anzitutto dare assicurazione a lei ,e agl ionorevoli colleghi che i relatori non stann oassolutamente perdendo tempo : osi sono in-contrati in questi giorni e, a quanto mi risul-ta, stanno lavorando assiduamente per pre-sentare una relazione esauriente, che riflettafedelmente il lungo dibattito svoltosi 'nel cor-se delle sedute delle Commissioni riunite .Quindi il gruppo democratico cristiano ritien edi mantenere fede agli impegni che sono stat iassunti in occasione della conferenza dei capi -gruppo .

La seduta termina alle 20,45 .

IL CAPO DEL SERVIZIO DEI RESOCONTI

Dott . MANLIO RossI

L'ESTENSORE DEL PROCESSO VERBAL E

Dott . VITTORIO FALZONE

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INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

ANNUNZIATE

Interrogazioni a risposta scritta .

DE PASCALIS. — Al Ministro della pub-blica istruzione . — Per sapere se è suo in-tendimento concedere al comune di PonteNizza (Pavia) il contributo sulla spesa d i50.300 .000 per la costruzione dell'edificio sco-lastico per la scuola media unica .

La richiesta del comune è stata inoltrat aai Ministero, tramite il provveditorato agl istudi di Pavia nell'agosto 1965 .

(14315 )

DARIDA. — Al Ministro del lavoro e del -la previdenza sociale . — Per conoscere se ri-tiene opportuno integrare la tabella delle at-tività non industriali nelle quali è consentita ,ai sensi dell'articolo 2 della legge 29 novem-bre 1961, n . 1325, la occupazione i .n lavor ileggeri di minori di età non inferiore ai tre -dici anni – approvata con decreto del Presi -dente della Repubblica 9 marzo 1964, n . 27 2– con un ,nuovo provvedimento che compren-da fra le attività suindicate anche la « sarto -ria su misura » .

La « sartoria su misura », infatti, in con-siderazione delle sue particolari caratteristi -che, è indiscutibilmente una attività « no nindustriale » ed i giovani in essa occupat isvolgono lavori molto leggeri, perché posson oessere impiegati, per esigenze di ordine pra-tico e tecnico, esclusivamente per il cucito ;inoltre la stessa natura di questa attività ri-chiede che la formazione professionale abbiainizio in età, giovanissima .

Il provvedimento appare necessario anch eper evitare che la sartoria ' su misura – laquale ha saputo conquistarsi una posizionedi alto prestigio e di primo piano in camp ointernazionale – corra il rischio di avviars iverso l'esaurimento per insufficienza, o ad -dirittura mancanza, di nuove leve di lavo-ratori .

(1'1316 )

AVOLIO, CACCIATORE, RAIA E PIGNI .— Al Ministro del lavoro e della previdenzasociale . — Per conoscere quali passi intend acompiere perché l'Atan di Napoli ripari pe ril passato e provveda per il futuro a ver-sare i contributi assicurativi ai suoi dipen-denti secondo le norme di legge affinché no nabbia più a ripetersi il caso occorso al lavo-ratore Alfredo Iannaccone, ex dipendentedell'Atan, il quale all'atto del suo collo-

camento in quiescenza si è visto rifiutarela pensione, in quanto il datore di lavoronon aveva versato i contributi assicurativi .

(14317 )

DE PASCALIS . — Al Ministro di graziae giustizia . — Per sapere se sia a conoscenzadella grave situazione degli uffici giudiziar idella circoscrizione del tribunale di Vigeva-no (Pavia) e se intenda intervenire per ov-viare alle deficienze più volte denunciate da lpresidente del tribunale e dallo stesso con-siglio dell'ordine degli avvocati e procura-tori . La circoscrizione giudiziaria di Vigeva-no comprende i mandamenti delle pretur edi Vigevano, Mortara e Mede con 49 comunied oltre 250 .000 abitanti ed interessa una va-sta zona della provincia ad elevato livell odi industrializzazione . L'organico dei magi -strati del tribunale (1 presidente più 5 giu-dici), predisposto in riferimento ad una si-tuazione ormai superata e perciò stesso in -sufficiente, è scoperto in modo tale (sono pre-senti col presidente solo 2 giudigi) da ren-dere difficile, nonostante l'impegno e l 'ab-negazione dei magistrati, la sua funzionali-tà : lacune numeriche si registrano negli stes-si organici, pur insufficienti, delle cancelle-rie e segreteria : lenta e difficoltosa è l'ammi-nistrazione della giustizia con disagio e mal -contento della popolazione interessata .

Tale situazione richiede un adeguamentodegli organici alle mutate condizioni oggettiv edella circoscrizione e in via urgente la coper-tura dei posti vacanti degli organici attuali .

(14318 )

DE PASCALIS . — Ai Ministri dell'agricol-tura e foreste e delle finanze . — Per conosce-re quale esito possa avere l'ordine del giorn oad essi trasmesso, tramite la prefettura diPavia, dai sindaci dei comuni di Robbio, Pa-lestro, Confienza, Nicorvo, Castelnovetto, San-t'Angelo Lomellina, compresi nei distretti ir-rigui dei cavi Busca e Biraga . Con tale ordinedel giorno i sindaci interessati, rappresenta-to il fatto che a causa della perdurante siccitàdell'estate scorsa i loro comuni agricoli hannosubito un grave danno nella coltivazione enella raccolta del riso con una minore pro-duzione di 146 .480 quintali, richiedono la con -cessione delle provvidenze di cui alla legg en. 739 del 21 luglio 1960 e la adozione di idone eagevolazioni fiscali . Tale richiesta interessauna ampia zona della provincia di Pavia, concirca 18 .000 abitanti per la massima parte irn-pegnati nella attività agricola .

(14319)

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BUSETTO . — Ai Ministri per la riform adella pubblica amministrazione, del tesoro edella pubblica istruzione . — Per sapere se i lGoverno intende onorare l'impegno assunto i nParlamento con 1'acceltazione come raccoman-dazione anche di un ordine del giorno pe restendere anche agli impiegati statali che ven-gono collocati a riposo nel periodo dal 1" gen-naio 1965 al 28 febbraio 1966 i benefici di cu iall'articolo 3 della legge 5 dicembre 196i ,n . 1268, per quanto attiene al conglohamentodell'assegno integrativo e soprattutto all'inden-nità di buona uscita nella misura di un do-dicesimo dell'8U per cento dell'ulliio stipen-dioper ogni anno di servizio prestato e non d iun ventesimo come dai benefici di cuti all'ar-ticolo 2 ; ciò allo scopo evidente di evitare l agrave disparità di trattamento che colpirebb euna parte di impiegati e di professori per u neguale servizio prestato .

(14320 )

BECCASTRINI . -- Al Ministro dell'indu-stria e del commercio . — Per conoscere la real eposizione della società Santa Barbara neiconfronti doli'« Enel » e, in particolare, qual iostacoli si frappongono al normale e defini-tivo incorporamento della predetta società nel -1'« Enel » ai sensi della legge 6 dicembre 1962 ,n . 1643 .

(14321 )

BIGNARDI . — Al Ministro dell'agricolturae delle foreste . — Per conoscere quali urgent imisure intenda proporre onde fronteggiare l agrave crisi che – principalmente a seguito d iindiscriminate importazioni – ha colpito i lsettore degli allevamenti da carne . L'interro-gante chiede inoltre se il Ministro giudich iquesta altalena di direttive in tema di impor-tazioni compatibile con la ripetutamente asse-rita ,politica di incentivi alla zootecnia, tant opiù che le importazioni di zebù e di suini ci-nesi vengono ad aggravare una già depressacongiuntura di consumi interni .

(14322 )

PIRASTU . — Al Ministro della pubblic aistruzione. — Per sapere se sia a conoscenzache attualmente in Sardegna i numerosi bam-bini subnormali, e in particolare quelli tr aessi che son figli di genitori non abbienti, no ndispongono di alcuna istituzione scolastica ,specificamente attrezzata, che consenta il lor oricupero almeno parziale ;

per sapere se non ritenga necessario fa ristituire in Sardegna, d'intesa anche con l aregione sarda, dei corsi d'istruzione elemen-tare per bambini subnormali e corsi di a vviamento professionale idonei a completar eil ricuDero fino all'acauisizione di canacità

che permettano l'inserimento dei subnormal inella società ;

per sapere se non ritenga giusto che peri bambini subnormali figli di genitori no nabbienti i corsi debbano avere carattere col-legiale e assicurino non solo la gratuità del -l'istruzione ma anche il rnantenimento a ca-rico dello Stato .

(14323 )

BIGNARDI . — Al Ministro della pubbli-ca istruzione . — Per conoscere – premess oche, ai sensi delle vigenti norme di legge eregolamentari, gli esami di licenza elemen-tare possono essere sostenuti dagli alunn iprovenienti da scuola privata o paterna pur-ché abbiano raggiunto nell'anno solare il de -cimo anno di età mentre gli alunni prove-nienti dalle scuole pubbliche (statali o pari-ficate) possono essere ammessi a sostenerl isolo a condizione di aver frequentato la quin-ta classe elementare e quindi a circa undic ianni di età in base a quanto prescritto dal -l'articolo 408 regolamento generale 26 april e1928, n . 1297 (per l'ammissione alla primaclasse delle pubbliche scuole elementari i lfanciullo deve aver compiuto i 6 anni di et ào compierli entro il 31 dicembre) ; conside-rato che si crea una diversità di trattamento ,assolutamente ingiustificata, tra alunni pro -venienti dalle scuole pubbliche ed alunni pri-vatisti ; considerato altresì che vi sono stat icasi di alunni i quali, pur provenendo d ascuole pubbliche che hanno frequentato sin oalla quarta elementare, essendo in possess odel requisito dell'età (raggiungimento de l100 anno di età nell'anno solare) hanno rite-nuto di poter legittimamente sostenere gli esa-mi di licenza elementare presso un'altra scuo-la presentandosi come privatisti – se non ri-tenga opportuno :

a) di adottare tutte le iniziative del cas oper sanare l'anzidetta diversità di trattamen-to la quale non sembra giuridicamente fori -data ;

b) di riesaminare per motivi di equitàgli anzidetti casi, al fine di riconoscerne l aregolarità consentendo agli alunni prove-nienti dalla scuola pubblica che già hann osuperato gli esami di licenza elementare, pu rsenza aver frequentato la quinta, di ottenerela iscrizione alla prima scuola media anzich évedersi costretti, come purtroppo è avvenuto ,a frequentare la quinta classe elementare pe rpoi sostenere nuovamente quegli stessi esa-mi che hanno superato .

(14324 )

BIGNARDI . -- Al Ministro delle poste edelle telecomunicazioni . — Per conoscere

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quando intenda predisporre l'installazione d iun ripetitore onde consentire la ricezione de lsecondo programma televisivo nei comuni del -l'Appennino bolognese, dove tale mancata ri-cezione è giusto motivo di insoddisfazione de iteleutenti .

(14325 )

FRACASSI . — Al Presidente del Consigliodei ministri . — Per sapere :

premesso che la costruzione del bacinoidroelettrico nel territorio del comune di Cam-potosto (L'Aquila), ha causato alla popolazio-ne del capoluogo ed a quella delle frazion iMascioni e Poggio Cancelli ingenti danni ch erendono precarie e impossibili le condizion idi vita nella zona, depauperata in manier asensibilissima delle sue risorse naturali .

Infatti la costruzione del lago artificial eha sconvolto l'economia locale, tanto che l apopolazione raggiunge oggi poco meno d iduemila abitanti in confronto dei 3 .042 primaresidenti .

Molti, inoltre, sono quei cittadini che ten-dono a lasciare il comune per trasferirsi i naltri luoghi alla ricerca ,di lavoro . Ciò è dimo-strato ampiamente dall ' intenso movimento mi-gratorio che si verifica .

Il benessere in precedenza trovava la su afonte nell'estensione del territorio, di oltr e5.000 ettari di cui circa 2 .000 costituiti da se-minativi e pascoli pregiati che alimentavan o.ben 40 .000 ovini ridotti oggi ad appena dieci -mila . Infatti la sommersione della vastissimaprateria ha determinato la quasi totale distru-zione del patrimonio zootecnico, specialmenteper quanto si riferisce agli animali grossi :bovini ed equini ; soprattutto per la mancanz adi pascolo e di foraggio .

Oggi il preesistente benessere è scomparsoed il bisogno è in tutti . Causa di questo statodi cose è unicamente la costruzione del lag oche h ,a occupato ben 1 .100 ettari di terreno fer -tile, il migliore del territorio, ed altri 300 neassorbirà prossimamente con l'ampliamentodel bacino .

La disoccupazione, che prima della costru-zione del lago non esisteva in quel comune ,assilla molte famiglie che non trovano in locopossibilità di lavoro, poiché l'agricoltura el'industria armentizia – che occupavano tutt ala manodopera disponibile – costituendo l afonte base di ricchezza, sono ridotte quasi anulla .

Va inoltre messo in evidenza che la popo-lazione di Campotosto, oltre ad essere stat aprivata dei terreni di cui sopra, è rimasta ta-gliata fuori da vaste zone di terreni coltiva -bili situati nella località di (( Capellino » per

ostruzione delle strade comunali di accesso ,anch'esse sommerse dalle acque ;

premesso che in considerazione di tuttii lamentati inconvenienti, quell'Amministra-zione comunale si è vista costretta a rivolger eall'cc Enel » le seguenti richieste : 1) assorbi-mento di manodopera locale con creazione d iposti di lavoro nell'ambito territoriale ; assun-zione di cittadini di Campotosto per essereadibiti a servizi di sorveglianza, riserva a fa-vore dei cittadini idonei di un'equa percen-tuale di posti d'impiego messi a concorso dalsuddetto Ente; 2) concessione anticipata dell apesca e della navigabilità nel lago ; 3) costru-zione di opere per lo sviluppo turistico dellazona quali quella di una strada di circonval-lazione del lago, di villaggi per il soggiornoestivo ed invernale dei dipendenti dell'« Enel »e loro familiari, di acquedotti che sopperisca-no alle vecchie sorgenti sommerse, della lineaelettrica di illuminazione per gli abitanti del -la località (( Ponte delle Stecche », rimast isprovvisti di tale servizio a causa della som-mersione della preesistente linea, di infrastrut-ture tendenti allo sviluppo ed alla realizzazio-ne del piano di fabbricazione comunale ; 4) for-nitura gratuita di energia per riscaldamento ;5) determinazione dell'indennità, da corri-spondere per i futuri espropri, sulla base delcosto di mercato ed in relazione al potenzial esviluppo turistico della zona ;

se non ritenga opportuno intervenire sul -1'« Enel » per fare in modo che le richiest edel comune di Campotosto, derivanti dallostato di particolare bisogno, nel quale vers aquella popolazione, vengano accolte .

(14326 )

GIOMO . — Al Ministro dell'interno . —Per conoscere perché, tenuta presente la gra-ve situazione degli Enti locali, situazione do-lorosamente e dramniaticamente riemers anella recente discussione alla Camera, nonsi provveda ad emettere i decreti previst i

dall'articolo 6 del decreto del Presidente del-la Repubblica 8 marzo 1965, n . 670, visto ch etali decreti, una volta emessi, impostando s udifferenti criteri rispetto alle norme in att ola classificazione delle spese degli Enti locali ,sarebbero in grado di consentire molto pi ùfacilmente la condotta degli Enti locali ed i lcontrollo del loro operato .

(14327 )

BRANDI . — Al Ministro del tesoro . — Per

conoscere – premesso che le filiali della Ban-ca nazionale del lavoro incaricate del servizi odi tesoreria dell'I .N.P.S . non provvedono ,tempestivamente, al pagamento dei mandat ia favore dei datori di lavoro per i saldi at-

Alti Parlamentar?

— 19708 —

Carnera dei Deputata

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 1965

tivi derivanti dalle operazioni con la cass aunica per gli assegni familiari – se intendapromuovere una inchiesta per accertare l asituazione ed i relativi motivi ed eventual iresponsabilità e per quali ragioni la bancanon comunica agli interessati la giacenza de imandati né sugli stessi corrisponde interessi .

(14328 )

BRANDI . — Al Ministro del lavoro e del -la previdenza sociale . — Per conoscere – pre-messo che la signora Manzo Margiotta Car-mela, da Salerno, assicurata con l'I .N .P.S .secondo la convenzione del 1° gennaio 193 0con l'Istituto dei ciechi di Lecce, per l'inter-corso rapporto di impiego dal 1930 al 1952 :

a) per quali motivi l'I .N.P .S . non harisposto alle lettere della stessa assicurata ,che dal 1953 ha chiesto la riliquidazione del -la pensione in applicazione della convenzion estipulata dall'Istituto ciechi di Lecce conl ' Istituto, dal 1953 al 1960, e successivamente ;

b) quale sia stato il comportamento del-l ' I .N.P.S . nel processo civile promosso dallaManzo Margiotta, dinanzi al Tribunale diSanta Maria Capua Vetere, con atto di cita-zione del 17 settembre 1960, secondo gli attiinterni dell'Istituto :

c) se l ' Istituto ha provveduto, da mesi ,alla riliquidazione della pensione, secondo l eistanze ed i ricorsi, documentati, della Man-zo Margiotta, in esatta applicazione della ci -tata convenzione ;

d) per quali motivi fino ad oggi non sonostati corrisposti gli arretrati dalla data di de-correnza della pensione (1° gennaio 1953) ecioè da oltre 13 anni ;

e) se l'istituto intende corrispondere gl iinteressi, a scalare, dal 1953 alla data del -l'effettivo pagamento ;

f) per quali ragioni fino ad oggi non èstata fatta comunicazione di provvediment iall'interessata e se vi siano responsabilità d ifunzionari .

(14329 )

BRANDI . — Al Ministro delle finanze . —Per conoscere se l'esattore delegante di u nconsorzio di bonifica, intercomunale, può pre-tendere, soltanto, la procedura delegata a par-tire dall'avviso di mora dell ' esattore comuna-le, ai sensi dell'articolo 74 del testo unic odel 1963, n . 858 .

Ad avviso dell ' interrogante . poiché l'esat-tore delegante provvede direttamente alla ri-scossione dei ruoli, nel comune dell'esattor edelegato del consorzio, sostituendosi all'esatto -re comunale, dall'inizio, non può pretendere ,poi, di circoscrivere la delega soltanto al pi -

gnoramento ed ai successivi atti ; ripetesi, inquanto . contrariamente alle situazioni gene-rali, provvede direttamente, e sul posto per l erate bimestrali, versate nei termini anche per -ché lo stesso articolo 74 detta « in tal caso l'ag-gio d : riscossione compete all'esattore dele-gato » .

(14330 )

FASOLI . — Ai Ministri delle partecipazion istatali e del lavoro e previdenza sociale . —Per sapere se siano a conoscenza della grav etensione esistente fra i dipendenti della Com-pagnia italiana montaggi industriali (C .I .M.I . )del gruppo « Finsider attualmente addett ial montaggio del terzo gruppo elettrogenodella centrale « Enel » di Vallegrande (L aSpezia) .

Detti lavoratori risultano percepire le pa-ghe più basse che siano retribuite nel settor ernetalmeccanico nella zona di La Spezia : ep-pure sono adibiti in lavori di estrema perico-losità, dovendo essere effettuati ad altezz evariabili dai 60 ai 70 metri dal suolo; eseguo-no prestazioni di notevole qualificazione, conritmi produttivi altissimi ; non ricevono unaindennità di mancata mensa, adeguata al di-sagio derivante dalla dislocazione del cantier edi lavoro .

Chiede quindi, l'interrogante, di conoscer equali misure si intendano adottare per in -durre la direzione della C .I .M.I. a recederedalla sua posizione di chiusura e di diniegonei confronti di ogni ragionevole richiest aavanzata perché sia migliorato il trattamentofatto a quelle maestranze .

(14331 )

FAS'OLI . — Ai Ministri delle partecipazio-ni statali e del turismo e spettacolo . — Persapere se siano a conoscenza delle ripetuteistanze ed ora anche del giustificato malcon-tento degli utenti della R .A .I .-TV. in alcunicomuni della Valle di Comino (Frosinone) ,utenti i quali si ritengono in qualche mod odanneggiati ingiustamente, perché, pur pa-gando regolare canone di abbonamento, rice-vono dalla R.A.I .-TV. una prestazione incom-pleta rispetto ad altri utenti, in quanto nonpossono captare, per la insufficienza, nell azona, degli impianti di trasmissione, i pro -grammi che vanno in onda sul secondo canal etelevisivo .

Considerato che ciò si ripercuote negativa -mente sulle condizioni generali di vita nellaValle e che particolarmente può avere inci-denza sulle attività turistiche, l'interrogantechiede di conoscere quali misure intenda adot -tare in proposito la direzione della R.A.I .-TV.

(14332)

Atti Parlamentari

— 19709 —

Camera dei Deputat i

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 1965

MICELI E POERIO . — Al Ministro del -l ' industria e del commercio . — Sulla situa-zione di insostenibile disagio delle popola-zioni dei comuni, che come quello di Guar-davalle, in provincia di Catanzaro, sono ri-forniti di energia elettrica da parte della so-cietà S .I .C .

Questo comune, di oltre 7 mila abitanti ,è vittima del continuato disservizio di quest asocietà, ed in particolare nei mesi 'di giugno-luglio-agosto è condannato, costantemente, arimanere senza energia elettrica per divers eore del giorno .

Proprio nel settembre scorso una protest aed una richiesta di intervento è stata avan-zata al sindaco del comune ed al prefetto del-la provincia da numerosi cittadini di Guar-davalle .

Unica soluzione per tale continuata inos-servanza degli obblighi contrattuali e per iconseguenti disagi inflitti alla popolazione è i lpassaggio all'E .N.El. degli impianti di pro-duzione e delle reti 'di distribuzione della S .I .C .

Tale soluzione è consentita dalle leggi vi -genti e rientra nei poteri del ministro inter-rogato .

Infatti se è vero che il punto 8 dell'arti-colo 4 della legge 6 dicembre 1962, n . 643 nonconsente la nazionalizzazione delle imprese ,che come la S .I .C ., producono meno di 15 mi-lioni di chilowattore annuali, è del pari veroche l 'articolo 5 della Iegge 27 giugno 1964 ,n . 452, integrativa di quella precedentement ecitata, fa eccezione a detta deroga, cioè con-sente la nazionalizzazione, per le imprese ch edistribuiscono energia elettrica acquistata daterzi per motivi non occasionali e non ricor-renti .

Ora in modo inoppugnabile risulta che l aS .I .C ., nel periodo estivo, costantemente hadistribuito agli utenti anche energia elettri-ca acquistata dalla società S .E .C . (oggi tra-sferita all'E.N.El.) e precisamente nel 196062.000 chilowattore, nel 1961 500 .300 chilowat-tore, nel 1962 370.000 chilowattore, nel 1963178.000 chilowattore .

I dati numerici e le epoche di erogazion esopra citate mostrano che la distribuzione d ienergia acquistata da terzi da parte dell aS .I .C . ha carattere non occasionale (dipendeinfatti dalla permanente insufficienza dell aproduzione di energia da parte della societànei confronti dei bisogni del consumo) ed av-viene in periodi puntualmente ricorrenti (l astagione estiva di ogni annata) . Ricorronopertanto i motivi voluti dalla legge per l anazionalizzazione .

In tale situazione gli interroganti chiedon ose, per venire incontro ai bisogni delle popo-lazioni ed alle esigenze di sviluppo dei con-sumi elettrici specie nelle zone rurali, il Mi-nistro non intenda avvalersi dei poteri con-feritigli dalla legge provvedendo ai prelimi-nari accertamenti ed al conseguente trasfe-rimento all'E .N .El . della impresa elettric aS .I .C . in provincia di Catanzaro .

(14333 )

DEGAN. — Al Ministro del lavoro e dellaprevidenza sociale . — Per sapere se sia a co-noscenza delle difficoltà in cui si dibattono ,analogamente ad altri enti consimili, a seguit odel notevole aumento delle spese, le Cass emutue provinciali per gli esercenti attivitàcommerciale e quali provvidenze intenda at-tuare per assicurare che esse possano conti-nuare, con prospettive tranquille, a condurr ela loro benemerita attività in favore degli as-sistiti .

(14334 )

DEGAN . — Al Ministro delle finanze . —Per sapere se sia a conoscenza del disagio ch ecolpisce le categorie commerciali, in partico-lare nel settore delle aziende a conduzion efamiliare per la diversa interpretazione dat adagli uffici distrettuali alla norma che classi -fica tali aziende, agli effetti fiscali, in cate-goria C 1 .

Si chiede se non creda opportuno garantir euna eguale applicazione della norma secondocriteri obiettivi, disponendo che a tale cate-goria vengano assegnati gli esercenti che go-dono dell'assistenza mutualistica .

(14335 )

DEGAN . — Ai Ministri dell'interno e del-la pubblica istruzione . — Per sapere qualiprovvedimenti si propongono di attuare pe rassicurare che l'assistenza svolta dai patro-nati scolastici possa essere adeguata alle ne-cessità degli alunni, soprattutto tenendo contodell'aumento della popolazione scolastica as-sistibile a seguito della istituzione della scuo-la media unica, della sempre maggiore diffu-sione del sistema del trasporto gratuito degl ialunni con automezzi dai luoghi più lontanidall'edificio scolastico, della necessità di man -tenere l'attuale livello nella prestazione dell erefezioni scolastiche anche con il manteni-mento della fornitura di viveri da parte del -la A.A .I .

(14336 )

FASOLI, D'ALESSIO E D'IPPOLITO. ---Ai Ministri della difesa e dei lavori pubblici .— Per sapere se siano a conoscenza della tantoanormale quanto grave situazione che si èvenuta a determinare in seno all'Associazio-

Atti Parlamentari

— 19710 —

Camera dei Deputat i

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 1965

ne nazionale famiglie caduti e mutilati del-l'aeronautica per quanto accade in seno allapresidenza della sezione romana .

Risulta infatti da un procedimento giudi-ziario (promosso da alcuni soci dinanzi all aseconda sezione del Tribunale civile di Roma)che sin dal maggio 1964, ricorrendo a brogl ie ad irregolarità gravi, compiute in apertospregio dello statuto sociale, si è fatto eleg-gere e quindi si è abusivamente insediato all apresidenza di detta sezione romana un socio ,che ha continuato e continua ad esercitare l efunzioni di presidente, benché la presidenzanazionale dell'associazione abbia invalidato esuccessivamente annullate le operazioni elet-torali del maggio 1964 e nominato per lasezione romana un reggente provvisorio .

Quasi che detti precedenti non fossero ba-stati a determinare il più grave stato di di-sagio e di viva contrarietà sia di molti soc iche della presidenza nazionale, nei giorn iscorsi il Ministro dei lavori pubblici - evi-dentemente ignaro dei precedenti sopra ri-cordati - ha nominato con suo decreto i lsocio che abusivamente ed illegittimamen-te occupa la funzione di presidente dellasezione romana a presiedere il Consigli odell'Istituto case popolari soci di associazion efamiglie caduti e mutilati dell'aeronautica .

Tutto ciò premesso, gli interroganti chie-dono di conoscere se non si ritenga di inter -venire perché sia ristabilita la normalità nell apresidenza della sezione romana della asso-ciazione su nominata e se – in attesa delle de-cisioni della magistratura – non si riteng adi revocare il decreto ministeriale di nomin adel presidente dell'Istituto autonomo case po-polari soci associazione famiglie caduti e mu-tilati dell'aeronautica .

(14337 )

MICELI, GULLO, MESSINETTI, FIUMA-NÒ, TERRANOVA RAFFAELE, PICCIOTT OE POERIO . — Ai Ministri dell'agricoltura eforeste e per gli interventi straordinari nelMezzogiorno . — Sulla grave situazione inatto nei Consorzi di bonifica della provinci adi Catanzaro.

In detti consorzi – per responsabilità dell epassate amministrazioni (delle quali sono an-cora in essere strutture e metodi ed in caric ai più alti dirigenti) che si sono rivelate stru-mento degli agrari più retrivi e protagonist edi corruzione, speculazioni, truffe già ripetu-tamente denunziate in Parlamento ed in parteoggi accertate dall'autorità giudiziaria – oltr eche una pesante crisi economico-finanziaria s ié determinata una molivata squalificazion epresso gli uffici ministeriali e gli organi tecnici

dello Stato nonché una profonda sfiduciapresso gli abituali istituti finanziatori .

Tutto ciò ha portato alla presente contra-zione delle attività consortili proprio in u nmomento come l'attuale quando, secondo gl iindirizzi del Governo in carica, più intens idovrebbero essere presenza ed intervento de iconsorzi nel predisporre l'attuazione di con-creti piani di valorizzazione agricola nel qua-dro della programmazione economica gene-rale .

In questa situazione le amministrazioni de iconsorzi hanno deciso di ricorrere ,al sistematradizionalmente usato dal padronato per i lsalvataggio di interessi illegittimi e di indi -rizzi superati, quello di realizzare una ristrut-turazione organizzativa che praticamente s iriduce ,ad un massiccio licenziamento di per -sonale dipendente .

Questa via, che finirebbe col depauperarei consorzi di energie ed esperienze indispen-sabili per affrontare adeguatamente e senzasopportare il costo di nuovi apprendistati gl iimpegnativi compiti dell'immediato futuro, èstata decisamente respinta da tutte le rap-presentanze sindacali del personale le quali ,in un recente incontro, hanno voluto esplici-tamente scindere ogni loro responsabilità dal -le velleità « ristrutturatrici » delle ammini-strazioni .

Di fronte alla ostinata insistenza delle am-ministrazioni tutto il personale si trova ogg iunitariamente in sciopero contro la smobili-tazione, per la difesa dell'occupazione, pe ril potenziamento dell'efficienza dei consorzi .

Gli interroganti chiedono se, per porre fin ea tale stato di preoccupante paralisi e d igiustificata agitazione, i Ministri interrogatinon intendano prontamente provvedere per-ché : senza ulteriori ritardi siano eliminat edirezioni ed amministrazioni incapaci o col-pevoli ; siano nominate amministrazioni effi-cienti e corrette le quali col sostegno dei rap-presentanti sindacali del personale e dei de -legati degli Enti locali interessati, conferiscan oai consorzi di bonifica della provincia di Ca-tanzaro prestigio e fiducia presso organi mi-nisteriali, organi tecnici e finanziari, masseagricole ed opinione pubblica ; siano adottat iquegli interventi che, nelle mutate condizion idirezionali ed amministrative, garantiscano ,assieme alla stabilità di impiego del perso-nale, l'attuazione di tutte le iniziative neces-sarie al rinnovamento democratico dell'agri-coltura nella provincia .

(14338 )

ROMEO . — Al Ministro del lavoro e dell aprevidenza sociale . — Per sapere quando il

Atti Parlamentari

- 19711 —

Camera dei Deputat i

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 1965

Governo intenda provvedere alla regolarizza-zione della posizione assicurativa degli ex di-pendenti delle disciolte organizzazioni sinda-cali, tenendo presente l'impegno assunto i nsede di . commissione parlamentare .

(14339)

BERTOLDI . — Al Ministro della pubbli-ca istruzione. — Per conoscere il suo pareresul trasferimento da Cerea a Legnago (Vero-na) dell'insegnante di scuola media Nicotr iGandolfi Fosca, notificato alla stessa senzanessuna contestazione preliminare che le dessei modo di difendersi .

L'interrogante fa presente che nella mo-tivazione del provvedimento è portata com ebase dello stesso una presunta situazione d iostilità all'insegnante in questione nella scuo-la media di Cerea .

Risultando all ' interrogante che il provve-dimento è stato determinato invece da pres-sioni politiche esterne all'ambiente scolastico ,l ' interrogante chiede al Ministro se non ri-tenga opportuno promuovere un ' inchiesta pe raccertare i reali motivi di un trasferimentodovuto essenzialmente a discriminazione po-litica ed ideologica .

(14340 )

SERVADEI. — Al Governo . — Per cono -scere quali provvedimenti intende assumereperché la società Eridania zuccheri cessi isistematici licenziamenti di personale stagio -nale iniziati nel Veneto, nell'Emilia-Roma -gna, ecc . senza che ciò possa in qualche mod ogiustificarsi per le condizioni di produzione ,di mercato interno ed estero, di bilancio dell astessa società, per altro sempre così sollecit a(come le consorelle del settore) a chiedere a lpotere pubblico nazionale e locale provvedi-menti economici di vasta incidenza sui con -sumi popolari e sulla produzione agricola .

(14341 )

GAGLIARDI. — Al Ministro della difesa .-- Per conoscere se non intenda definitiva -mente abbandonare, passandolo al demani odisponibile, l'isolotto della Madonna del Mon-te, che si trova a metà strada tra l'isola d iBurano e la città di Venezia .

Su detta isola insistono alcuni capannon igià adibiti a deposito militare, ormai ridott iad un cumulo di macerie costituenti uno spet-tacolo assai opprimente e penoso .

Per quanto sopra, è opportuna una sol -lecita decisione sul problema .

(14342 )

SERVADEI . — Al Ministro dei lavori pub-blici . — Per conoscere gli interventi urgentiche intende disporre per far fronte alla no -

tevole frana che sta sconvolgendo alcune part idella frazione Balze di Verghereto (provinci adi Forlì), il cui avanzamento pone in seri opericolo edifici, ed isola alcune frazioni mon-tane, con conseguenze particolarmente grav iper l'altitudine della zona e per la stagion eincombente .

(14343 )

BUTTÈ E COLOMBO VITTORINO . — AlMinistro dei trasporti e dell'aviazione civile .— Per conoscere su quali elementi ha basat oil consenso dato alle ferrovie Nord Milan oall'aumento del 15 per cento applicato all etariffe dal 29 novembre 1965 .

Tale ulteriore aumento, mentre incide no-tevolmente sul bilancio familiare dei lavora -tori che risiedono nelle località allacciate dal -le ferrovie * Nord e che si recano quotidiana-mente al lavoro a Milano, non trova alcunriscontro nel tanto atteso miglioramento deiservizi e nella loro maggior sicurezza .

« Gli interroganti chiedono inoltre al Mi-nistro se non ritenga opportuno :

1) promuovere un'accurata inchiesta sul -la gestione tecnica ed amministrativa dell asocietà in parola in modo da verificare l'ido-neità o meno alla continuazione della conces-sione di esercizio ;

2) far sospendere nel frattempo e fino aconclusione dell ' inchiesta il citato aument o

del 15 per cento .

(14344 )

AMATUCCI . — Al Ministro della pubblic aistruzione. — Per conoscere :

se non ritenga opportuno regolarizzarela posizione giuridica degli insegnanti dipen-denti dell ' ente « Collegi riuniti Principe d iNapoli » che, prima della legge 30 gennaio1939, n . 283, che incorporò altre opere pie na-poletane, avevano prestato servizio presso va-rie scuole ritenute « private » ;

se tale personale, che non ha il tratta-mento di quiescenza corrispondente al nume-ro degli anni di servizio prestati e non usu-fruisce, nemmeno, della pensione dell'I .N.P.S., non abbia il diritto di vedere estesa, ne ipropri confronti, la legge del 27 febbraio 1963 ,n . 226, contenente disposizioni a favore degl iinsegnanti degli istituti di istruzione elemen-tare, secondaria e artistica, in servizio alladata del 23 marzo 1939 .

(14345 )

FINOCCHIARO . — Ai M1iinistri della sanitàe dell ' interno . — Per conoscere se i rispettiviministeri sono stati informati che la sede cen-trale dell'O.N .M .I . ha disposto l'immediatasoppressione del nido permanente di Bari ch enotoriamente registra, da circa otto anni, una

Atti Parlamentari

— 19712 —

Camera dei Deputat i

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 196 5

encomiabile attività per l'assistenza tempesti -va e razionale ai minori in istato di abban-dono, di età inferiore ai tre anni .

Dato che detto istituto, modernissimo ebene attrezzato . è l'unico esempio di istitut ospecializzato funzionante nella regione Ap-pulo-Lucana ed è la migliore istituzione chel ' O .N.M .I . possa vantare in terra di Bari, l'in-terrogante desidera conoscere le ragioni d iquesto incomprensibile ed ingiustificato prov-vedimento, considerato che il predetto istitut opuò vantare una gestione assai economica, pe runa particolare condizione organizzativa, ch econsente la divisione delle cospicue spese pe ri servizi generali ed il relativo personale co nun asilo nido diurno, funzionante al pian osottostante dell'immobile occupato .

L'interrogante sottolinea inoltre che la sop-pressione del nido permanente renderà assa ipiù costoso per la federazione di Bari e perquelle limitrofe, che ad esso nido fanno capo ,il settore assistenziale specifico, che difficil-mente può essere trascurato dall'O .N .M .I . ,rappresentando uno dei cardini fondamental ia giustifica della stessa esistenza dell'opera .

Si ritiene molto singolare che la federa-zione di Bari, ammesso che fosse costretta adiniziare, per ragioni di bilancio, lo smantel-lamento della propria rete organizzativa, deb-ba incominciare a sopprimere la più moder-na, la più funzionale e la più utile delle su eistituzioni, mentre, nell'ambito della provin-cia, esistono altre istituzioni di assai minor erilievo ed utilità .

Poiché, infine, sembra almeno atipico ch ela federazione di Bari debba procedere allachiusura delle sue istituzioni, mentre in altr eprovince, come è facile rilevare dalla stamp aquotidiana, si continua ad inaugurare nuov eistituzioni, l'interrogante intende conoscere s ei Ministri interrogati intendono ricercare, perrimuoverle, le cause non finanziarie che han -no determinato un simile provvedimento, no npotendosi escludere che la chiusura possa es-sere messa in rapporto alla particolare, gravee confusa situazione creatasi nella federazion eO .N .M.I. di Bari, che, da circa otto anni, èdominata da una gestione commissariale as-solutamente inattiva, per quanto pesante e di-spotica .

(14346 )

FRANCHI E ABELLI . — Ai Ministri deltesoro e della difesa . — Per conoscere se nonritengano doveroso provvedere alla revision edella posizione pensionistica relativa al de -funto capitano pilota Pietro Calistri, alla cu ivedova Scrivere Gabriella è stata concessala pensione con decreto n . 016974 (Posi 1853807)

con decorrenza 12 febbraio 1955 invece chedal giorno della morte . Nel caso di cui trat-tasi non può essere invocata la ritardata pre-sentazione della domanda, giacché già i ndata 13 gennaio 1948 con lettera 7 .A .7139/830/DPM del ministero della difesa –facendo richiamo all'invio della documenta-zione completa relativa al defunto capitanoPietro Calistri al Ministero del tesoro, si tra-smetteva il progetto di pensione privilegiat aordinaria, l'assegno integrativo e la doman-da di opzione .

(14347 )

FINOCCHIARO . -- Al Ministro della sa-nità . — Per conoscere dato che, come è fa-cile rilevare dalle statistiche annualment epubblicate dalla sede centrale dell'O .N.M .I . ,la federazione O .N .M.I. di Bari è rimast aferma nella sua organizzazione ad otto ann ior sono, facendo registrare un notevole con-tinuo regresso in tutti i settori assistenziali -fatta eccezione per il settore sanitario consul-toriale laddove tutte le province limitrofehanno continuato ad ampliare la propria or-ganizzazione sin a raddoppiarla, se rispon-de a verità :

a) che l'attuale commissario della Fe-derazione O .N.M .I . di Bari, in carica da l1958, abbia completamente esautorato tutt icoloro che avrebbero dovuto essere i suoi pi ùdiretti collaboratori, come i commissari de icomitati di patronato comunali e i più alt ifunzionari della Federazione, instaurando u nregime pesantemente aggressivo e palese -mente intimidatorio ;

b) che il medesimo commissario provin-ciale, pur avendo tolto ai comitati di patro-nato ed ai funzionari ogni autonomia, ancheper quanto riguarda l'espletamento delle pra-tiche di normale amministrazione e per gl iinterventi di estrema urgenza, dedichi all aFederazione solamente qualche sporadico ri-taglio di tempo, rendendo l'attività dell'ent eestremamente lenta, creando situazioni spes-so assai incresciose, che si ripercuotono ne-gativamente sugli assistiti (qualche bambin osi è ridotto in condizioni pietose in attesadella delibera di assistenza) e a volte, anch esui funzionari e sul personale di assistenzadiretta, sempre in continuo contatto con i lpubblico ;

c) che l 'ufficio di segretario della fede-razione di Bari sia stato retto, per molti anni ,da una certa Angela De Palma, amica delcommissario della federazione, alla qual emancavano non solo i titoli, l'esperienza ela capacità necessari, ma persino i titoli for-mali richiesti per occupare l'ufficio, come sa-

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- 19713 —

Carriera dei Deputat i

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 196 5

rebbe stato poi accertato da un ispettore dell asede centrale ;

d) che, a seguito della citata ispezione ,che mise termine alla assurda situazione crea-tasi nella segreteria d'ella federazione O.N .M .I . di Bari, con l'allontanamento della si-gnorina De Palma, il personale della federa-zione sia stato oggetto di dure rappresagli econ il trasferimento in massa degli elementipiù anziani e più impegnati nell'istituzione ;

e) che certo Magno Annibale, assunt ocon regolare delibera quale custode di unaCasa della madre e del bambino di Bari ,abbia, per oltre due anni, prestato servizi oalle dirette dipendenze del commissario dell afederazione, quale autista personale e privato ;

f) che certo Colabufo Domenico, dop oaver prestato, per circa due anni, continuatoservizio presso il nido permanente di Bari ,in qualità di custode, sia stato improvvisamen-te invitato a lasciare l'incarico e l'abitazio-ne del custode, perché al suo posto era stat odestinato il Magno Annibale sopra men-zionato ;

g) che, in conseguenza di detto prov-vedimento, si trascini, da circa due anni ,una lite giudiziaria fra la federazione ed i lColabufo - che non ha mai abbandonat ol'abitazione del custode -, lite che non s iè risolta per i continui rinvii sistematica -mente richiesti dal legale della federazione .

(14348 )

FINOCCHIARO . — Al Ministro della pub-blica istruzione . — Per conoscere se non s iravvede la necessità da parte del ministerodi disporre"con maggior senso degli interess icollettivi e minore comprensione degli inte-ressi localistici, clientelari ed elettoralistici, l acreazione e la soppressione di sezioni stac-cate di scuole medie .

Esemplare può essere considerato il mante-nimento della sezione di Lamadacqua (Noci) ,già proposta per la soppressione dal presid edella scuola media di Noci e dal provveditoreagli studi di Bari – e considerata sopprimi -bile dalla stessa direzione generale per l'istru-zione secondaria di primo grado – inspiega-bilmente conservata in esercizio .

Naturalmente la decisione ministeriale so-vrappostasi ai pareri dei responsabili scola-stici locali e alle stesse previsioni della dire-zione generale non ha impedito che per di-fetto di scolari una delle classi non poss aattualmente funzionare .

(14349 )

FINOCCHIARO. — Al Ministro dei lavoripubblici. — Per conoscere quali ragioni ab-

Mano indotto il Ministero ad escludere i lporto di Molfetta (Bari) dal piano di inter-venti disposti per il prossimo quinquennioa favore dei porti italiani, pur essendo i lpredetto porto da considerarsi il maggiore- o uno dei maggiori - porto pescherecci odell'Adriatico e servendo come porto mer-cantile un ampio retroterra ed un buon nu-mero di comuni (Molfetta, Giovinazzo, Bi -sceglie, Terlizzi, Ruvo e Corato) in fase d iaccelerata industrializzazione .

(14350 )

FINOCCHIARO. — Al Ministro dellapubblica istruzione . — Per conoscere le ra-gioni per le quali agli iscritti negli elench ispeciali per l'insegnamento dell'educazionefisica, i quali abbiano ricevuto l'incaric odopo il 1° ottobre, non è stato corrisposto l ostipendio dalla predetta data, così come èavvenuto negli anni precedenti .

(14351 )

URSO, LAFORGIA, DE LEONARDIS, DE L

CASTILLO, SGARLATA, BOVA E TANTA-LO . — Ai Ministri dell'industria e commer-cio e del lavoro e previdenza sociale . — Perconoscere se non ritengano di garantire –magari a mezzo di speciale convenzione -la copertura .assistenziale e previdenziale a isegnalatori locali dell 'Ente nazionale perl'energia elettrica (E .N.El.), che considerat ilocatori d'opera non godono dei benefici surichiamati, determinando un grave disagi onella categoria interessata .

(14352 )

BOTTA. — Al Ministro delle finanze . —Per conoscere se non ritenga necessario am-pliare l'organico del personale addetto all adogana di Chiasso in rapporto anche all'au-mentato transito dei treni merci e degli auto -carri T .I .R., che spesso provoca, per i neces-sari servizi doganali, intralci a danno degl ioperatori ed imprenditori economici italian ie stranieri nonché dell'erario stesso .

(14353 )

CENGARLE, ALBA E FORNALE. — Al

Ministro della pubblica istruzione . — Per co-noscere con quali criteri siano stati ripartit ii fondi per i corsi di cultura popolare pe rl'anno scolastico presente; in particolare, per-ché nessun corso sia stato assegnato all'asso-ciazione nazionale ex internati – ente mo-rale – i cui fini statutari prevedono tale atti-vità, e le cui benemerenze avrebbero dovut oessere in modo speciale apprezzate in questoventennale della Resistenza .

(14354 )

RORERTI, CRUCIANI, DE MARZIO ,FRANCHI E ROMUALDI . -- Ai Ministri del-l'industria e commercio e del lavoro e previ-

4ttz Parlamentari

— 19714 —

Camera dei Deputat i

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 196 5

denza sociale . — Per sapere se siano a lor oconoscenza la grave situazione economica e ,di riflesso, la crisi dell'occupazione in provin-cia di Livorno, che presenta, a ritmo accele-rato, ampi licenziamenti di maestranze, ridu-zioni di orario di lavoro, annunci di ulterior iprovvedimenti limitativi nei campo del la-voro e per conoscere se tale situazione è stat apresa in esame e se ne sono state individuat ele cause e quali provvedimenti siano stati in -dicati o siano in via di adozione perché no nvada dispersa la rilevante quantità di mae-stranze specializzate e siano mantenute i nvita le capacità produttive che hanno sempr ecaratterizzato la struttura economica dell aprovincia di Livorno .

(14355 )

URSO . — Al Ministro della pubblica istru-zione. — Per conoscere se non ritenga nomi-nare al più presto una apposita commission edi esperti per definire i mezzi e i modi att ia garentire la conservazione – magari con un aspeciale copertura – del mosaico pavimen-tale della cattedrale di Otranto (Lecce), insi-gne monumento del XII secolo .

Infatti detta opera musiva, forse unica a lmondo per i suoi tanti simbolismi così ana-logicamente legati alla Divina Commedia ,presenta delle gravi manomissioni dovute inparticolare alla secolare usura determinat adall 'avvicendarsi di folle di visitatori e d ifedeli .

(14356 )

DOSI E CASTELLI. -- Ai Ministri del la-voro e previdenza sociale e della sanità . —Per conoscere se corrisponde al vero, com eè stato pubblicato sul periodico di categori aDifesa Sanitaria, che i contributi che gli ent imutualistici hanno versato in favore delle far-macie rurali per gli anni 1952 e 1963 nonhanno ancora potuto essere distribuiti per l aincompletezza degli elenchi delle farmacie ru-rali . In particolare chiedono se non ritenga-no opportuno, nel caso la compilazione di tal ielenchi richiedesse ulteriore tempo, provve-dere alla ripartizione e distribuzione dei con -tributi relativi agli anni 1964 e 1965, ammon-tanti a complessivamente un miliardo e sei -cento milioni, versando con sollecitudine –considerato il greve stato di disagio in cu iversano le farmacie rurali – un acconto, comerecentemente richiesto dall'Associazione na-zionale sindacale farmacisti rurali nel cors odi una riunione fra i rappresentanti dei far-macisti e quelli degli enti mutualistici tenu-tasi presso il Ministero del lavoro e della pre-videnza sociale, pari a lire 300 .000 per l efarmacie rurali che presentano un fatturato

annuo, per somministrazioni di medicinal iagli assicurati degli enti mutualistici, fino a3.000 .000 ; lire 200 .000 per quelle che presen-tano un fatturato fino a 5 .000 .000 e lire 100.000per quelle con un fatturato fino a 10 .000 .000 ,con riserva di provvedere al conguaglio entroil più breve tempo possibile .

(14357 )

CAPRARA. — Al Ministro dei trasport ie dell'aviazione civile . — Sulla situazione esulle prospettive dell'officina di Pietrarsa(Napoli) delle ferrovie dello Stato .

In particolare l'interrogante chiede se no nsi ritenga di promuovere un sollecito incontrocon le organizzazioni sindacali che in pro-posito hanno rivolto una particolareggiat alettera al direttore del S .M .T. chiedendo ,oltre a misure di più lungo periodo, alcun iurgenti, indispensabili interventi di manu-tenzione straordinaria .

(14358 )

CAPRARA . — Al Ministro dell'interno . —Per conoscere quali provvedimenti intendapromuovere allo scopo di consentire il recu-pero dei cespiti e dei danni per la .prolun-gata occupazione degli immobili siti sotto l astrada provinciale in via Marina Grande i nCapri, particella catastale n . 425 (partite nu-mero 8776, 22 e 563) subalterni 2, 3 e 4 diproprietà dell'amministrazione provinciale d iNapoli .

(14359 )

GORGHI E BALCONI MARCELLA . — AlMinistro della sanità . — Per conoscere :

1) la reale natura e l'entità dell ' epide-mia « non denunciata » che ha causato l amorte di alcuni neonati in una clinica pri-vata di Lecco (Como) ;

2) quali misure intende adottare ;3) se non ritiene che la serie di episod i

mortali denunciati negli ultimi tempi in cli-niche private ed ospedali non siano un allar-mante segno della crisi in cui versa il sistem aospedaliero italiano per la mancanza di legg iadeguate alla necessità dei tempi ed allo svi-luppo scientifico .

(14360 )

FRANCHI E ALMIRANTE. -- Al Presi -dente del Consiglio dei ministri . — Per saperese sia a sua conoscenza quanto ha testual-mente affermato in sede di Consiglio regio-nale del Friuli Venezia Giulia il consiglier eMetus, presidente di una commissione legi-slativa permanente nella seduta del 1° di-cembre 1965 (« Il problema della autonomi adegli enti locali passa attraverso il supera -mento del concetto delle sovranità nazionali ,vuoi tu attraverso la limitazione dall'interno,

-liti Parlamentari

- 19715 —

Camera dei Deputat i

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 196 5

attraverso l'istituto regionale, vuoi tu attra-verso la riduzione dall'esterno, attraverso l acostruzione di una federazione sopranazio-nale . . . ») senza che ciò provocasse alcuna rea-zione né da parte della giunta né da parte delpresidente della assemblea ;

per sapere se sia a sua conoscenza ch erecentemente i consiglieri che si sono elett irappresentanti delle minoranze linguistich emanifestamente si richiamano ai diritti deicittadini di nazionalità slovena indiscrimina-tamente nelle provincie di Trieste, di Goriziae di Udine, sottolineando il termine naziona-lità in contrasto con definizione di « gruppolinguistico » cui fa cenno all'articolo 3 l ostatuto della regione ;

per sapere se sia a sua conoscenza chela regione da tempo si attribuisce, per le di-chiarazioni del presidente della sua giunta ,funzioni di carattere internazionale che esu-lano dalla sua potestà ;

per conoscere quale giudizio il Gover -no dia circa tali pericolosi atteggiamenti, an -che in relazione con quanto disposto dall'ar -ticolo 22 dello statuto speciale della Region eFriuli-Venezia Giulia, e quali decisioni in -tenda prendere anche in relazione con quantodisposto dall'articolo 62 dello stesso statuto .

(14361 )

CRUCIANI E SANTAGATI . —Al Ministrodei trasporti e dell'aviazione civile . — Perconoscere come ritiene di poter intervenir eper risolvere la questione attualmente in cor-so riguardante il personale assunto dall'azien-da autonoma delle ferrovie dello Stato nell agestione delle navi traghetto .

La questione investe il problema del si-stema praticato nell'assunzione dei lavora -tori non vincolati da rapporti di pubblico im-piego sistematicamente svolto con contratt odi imbarco a tempo determinato di 30 giorni ,sempre rinnovato sino a costituire dopo lun-go tempo un cumulo ingente di anzianità . S iè creato pertanto a favore dei lavoratori i ldiritto di ferie e di indennità di anzianità ;e intanto l'azienda delle ferrovie, mentre negatale diritto e nega il rispetto del contratt ocollettivo di lavoro indubbiamente per ess avigente ,-trattandosi di personale non vinco -lato dal rapporto di pubblico impiego, rico-nosce il cumulo suddetto al solo fine di sfug-gire alla prescrizione biennale per quanto s iriferisce alla sua pretesa di recuperare con -tributi previdenziali secondo una semplice fa-coltà alla quale essa ha sempre rinunciat oe addebitati invece ora complessivamente pe rimporti relativi a diversi anni e quindi oltre -

modo ingenti a carico di ogni dipendente in-teressato all'artificio dei contratti a termine .Gli interroganti osservano che le molteplic iquestioni create dall'azienda delle ferrovie son ogiunte a uno stadio di particolare urgenza ,in quanto gli addebiti sono già stati elevati enel contempo non si dà alcun corso alle ri-chieste dei lavoratori stessi ; e osserva altres ìche debba risolversi tutta la situazione di tal ilavoratori, sia per quanto si riferisce al ser-vizio prestato, che al servizio che comun-que continua ad essere svolto, e sia infine pe rquanto si riferisce al riconoscimento delleprecise norme di lavoro che devono esser eapplicate .

(14362 )

COLASANTO . — Ai Ministri della sanità ,dell'interno, del lavoro e previdenza sociale edel tesoro . — Per sapere se, come 'e quandointendono far pagare agli enti ospedalieri na-poletani gli importi delle rette dovute dal co-mune di Napoli e dagli altri comuni italiani ,oltre che dagli enti assicuratori, dal Consor-zio antitubercolare e dallo stesso Ministerodella sanità .

Si fa presente che tali debiti raggiungon oormai la somma di 5 miliardi e mettono gl ienti suddetti in condizione di non poter pa-gare né i fornitori né il personale, con conse-guente disordine amministrativo che, a pa-rere dell'interrogante, occorre sanare nell ' in-teresse degli assistiti e degli assistibili, e comeprimo passo verso la concreta sistemazion edegli ospedali .

(14363 )

BRUSASCA. — Ai Ministri dell'industri ae commercio e delle finanze . — Per conosceregli intendimenti del Governo nei riguard i

delle vendite a premio .L'articolo 41 della Costituzione stabilisce

che l'attività economica privata è libera : essanon può, però, svolgersi in contrasto conl'utilità sociale o in modo da recare dannoalla sicurezza, alla libertà, alla dignità uma-na . La legge determina i programmi ed i con-trolli opportuni perché l'attività economic apubblica e privata possa essere indirizzata ecoordinata a fini sociali .

Le vendite a premio sono, semplicemente ,con gli stessi fini, una delle forme modernedi attività economica lecita qual'è la pubbli-cità commerciale ed applicano, nella sostan-za, il modo seguito dallo Stato e da altr igrandi enti per la vendita delle obbligazion i

al pubblico : esse nel loro modo di svolgi -mento, ed in particolare circa i riflessi de irapporti tra venditore e compratore nei ri-

Alti Parlamentari

— 19716 —

Camera dei Deputat i

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 1965

guardi dei terzi hanno caratteristiche analo-ghe a quelle delle vendite a rate .

Le vendite a premio, che sono fatte anch edal Monopolio di Stato per le vendite di cert itipi di sale, non sono quindi, di loro natura ,contrarie all'utilita sociale .

Lo potrebbero diventare soltanto quando,come può avvenire per ogni altro atto com-merciale, assumessero le caratteristiche de-littuose della concorrenza sleale diventando ,però, passibili di particolari sanzioni di legge .

Non vi è, dunque, alcuna ragione che deb-ba impedire l'esercizio della libertà di ini-ziativa economica mediante le vendite apremio .

Si tratta, invero, di atti che lasciano a lconsumatore, ed in misura maggiore, la stes-sa possibilità di critica e di scelta che egli hanei riguardi delle merci propagandate dallecostosissime e più seduttrici pubblicità fatt edalla TV., dalla R.A .I . e dagli altri enti delloStato : si tratta, inoltre, di atti palesi, in bas ea scelte aperte a tutti e a condizioni facil-mente controllabili ad ogni effetto di pubblic oe di privato interesse .

Analoga a quella di ogni altra forma d ipubblicità è l'incidenza del premio sul cost odei prodotti : i miliardi che lo Stato incass amediante i suoi lucrosi servizi pubblicitari ,che pongono in condizioni di privilegio i pro-duttori che hanno i mezzi per servirsene,sono pagati dai consumatori come lo sono ipremi .

Le legislazioni estere sono in larga mag-gioranza favorevoli alle vendite a premio : lepoche contrarie sono basate su situazioni su-perate dai tempi e dovrebbero essere rivedutealla luce di due grandi fenomeni, sorti suc-cessivamente ad esse, e cioè della pubblicit àtelevisiva e della diffusione dei supermercati ,che hanno rivoluzionato i criteri di scelta e di modi di acquisto dei prodotti da parte de iconsumatori .

La concorrenza della pubblicità televisiva ,che penetra in tutte le case con l'autorità de lmezzo di trasmissione e con la sua imbatti -bile potenza persuasiva ha grandemente svi-luppato la curiosità ed il senso critico de iconsumatori rendendoli capaci di miglior iscelte anche nei riguardi delle vendite apremio .

La diffusione dei supermercati, ritenuti d isempre maggiore utilità per i consumatori ,caratterizzati dalla globalità delle loro offert edi merci, costituisce per i commercianti setto-riali una forma di concorrenza sostanzial-mente e tecnicamente più efficace dei limitat iabbinamenti delle vendite a premio.

L'accusa di ingiusta concorrenza rivolt adai commercianti settoriali a quelli delle ven-dite a premio è, inoltre, giuridicamente in -fondata perché tutti possono vendere qual-siasi merce quando rispettano le prescrizion ipubbliche in materia .

Le vendite a premio sono rapidament eaumentate negli anni della elevazione de ltono di vita del popolo italiano e si sono dif-fuse più largamente nelle regioni di maggio rprogresso industriale e ciò contemporanea-mente alla altrettanto larga e rapida diffu-sione nelle stesse zone dei mezzi pubblici eprivati di informazione : TV ., R.A .I ., roto-calchi, giornali, ecc .

Se nonostante il maggiore senso critic osviluppato dall'aumento delle informazioni levendite a premio si sono largamente diffuse ,con premi sempre più utili, segno è che ess eoffrono ai consumatori, diventati più capac idi scelta, prodotti e servizi di loro soddisfa-zione .

L'affermare il contrario significa qualifi-care di imbecillità quella parte della Nazioneche sotto molti altri aspetti viene qualificat acome la più progredita .

Il successo nazionale delle vendite a pre-mio è chiaramente spiegabile con il generalemiglioramento delle condizioni di vita del no-stro popolo e costituisce un interessante se-gno di maturità dei consumatori .

I più umili nel passaggio dalla povertà a lbenessere hanno spesso, se non sempre, ecce-duto, agli inizi, per cause storicamente accer-tate, nelle spese suntuarie, a detrimento d iquelle necessarie .

Le vendite a premio, che hanno per og-getto un prodotto necessario di uso imme-diato, di gran lunga prevalente, ed uno com-plementare di natura però, sempre più con -sona a bisogni reali, meno immediati, de lconsumatore, dànno, invece, la prova di u npiù razionale criterio di scelta, particolar-mente significativo in rapporto agli sposta -menti della nostra popolazione di questi ul-timi anni .

Si tratta, in effetto, di acquisti mediantepiccole rate, senza pregiudizio per il prodott odi consumo immediato, che i consumator imeno abbienti fanno di beni generalmente d iconsumo durevole, che essi non potrebbero ,altrimenti, acquistare subito .

Le vendite a premio svolgono, quindi, nelnostro Paese anche una apprezzabile funzion esociale .

Il Ministero dell'industria ha certamentepotuto accertare le circostanze e i dati sovra-esposti mediante l'inchiesta compiuta dalla

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Camera dei Deputati

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 196 5

Direzione generale della produzione indu-striale e mediante quella affidata ,all'Istitutoitaliano .dei consumi ed eseguita da due no-tissimi esperti della distribuzione, quali sonoil professor Tagliacarne ed il professor Fa-brizi .

perciò necessario, ai fini del dovere de-mocratico di informazione dell'opinione pub-blica, che i risultati di queste inchieste, chepossono interessare milioni di cittadini, sian ocomunicati al Parlamento ed al Paese e che ,sovratutto, si tenga conto degli stessi nell aemanazione dei provvedimenti che nel ri-spetto dell'articolo 41 della Costituzione pos-sono soltanto indirizzare e coordinare, a fin idi utilità sociale, la libera attività economic ain tema di vendite a premio .

Giova, per un esame completo dell'argo -mento, un ultimo rilievo .

Le vendite a premio sono sottoposte all agiurisdizione fiscale dell'Ispettorato che si oc -cupa principalmente del lotto e delle lotterie .

Se le vendite a premio, socialmente e mo-ralmente ineccepibili e giuridicamente am-messe dall'articolo 41 della Costituzione, ve-nissero proibite lasciando in vita, vigorosi eprosperi il lotto e le lotterie, redditizi per loStato, ma causa di rovina e di sviamento pertanti sprovveduti, lo Stato darebbe verament euna sconcertante interpretazione del doveredi ogni cittadino ,di svolgere, secondo le pro-prie possibilità e la propria scelta, un'attivit àed una funzione che concorra al progress omateriale o spirituale della società, di cu iall'articolo 4 della Costituzione .

L'interrogante, alla stregua delle suespo-ste considerazioni, chiede, pertanto, se il Go-verno non ritiene consono al dettame costitu-zionale ed all'ordinamento giuridico vigenteil rispetto dell'iniziativa economica anche ne iriguardi delle vendite a premio, senza artifi-ciose discriminazioni, lasciando alle leggi d imercato di esercitare la loro insostituibil efunzione annullatrice delle velleità parassita-rie, riservando al Legislativo ed all'Esecutivole misure ed i controlli costituzionalmente op-portuni per indirizzarle e coordinarle per fin isociali .

(14364 )

ABENANTE . — Al Ministro del lavoro edella previdenza sociale . — Per conoscere seintende intervenire presso l'I .N.P.S . perchépredisponga gli opportuni provvedimenti peraccelerare la liquidazione delle quote di mag-giorazione delle pensioni per i figli e mogli ea carico .

In particolare, l'interrogante chiede di sa -pere se il Ministro vorrà accogliere la pro -

posta avanzata per la concessione di un con -gruo acconto ai pensionati interessati a tal ispettanze prima delle prossime feste natalizie .

(1436i)

ABENANTE. -- Ai Ministri del lavoro eprevidenza sociale e dei trasporti e aviazione

civile . Per sapere quali provvediment iadotteranno verso le aziende di trasporto d iNapoli S .F .S .M . e A.T.A.N ., che, non ver-sando i contributi previdenziali, hanno deter-minato grave e irreparabile danno ai lavora -tori che sono posti in quiescenza, ai quali ,com'è accaduto recentemente, viene negata l apensione dopo che per anni sul loro salari oè stata effettuata la regolare trattenuta assi -curativa .

In particolare, l'interrogante chiede di co-noscere come interverranno i Ministri inte-ressati perché, indipendentemente dal recu-pero dei crediti che il fondo speciale ferro-tranvieri vanta presso le aziende, sia assicu-rato il trattamento di quiescenza agli avent idiritto anche perché tale situazione è stata de -terminata dalla prassi instaurata dal fondo ein base alla quale i versamenti assicurativ idelle aziende sono stati considerati come ac-conti .

(14366 )

ABENANTE . — Al Ministro delle parte-cipazioni statali . — Per conoscere quant ee da chi erano composte le delegazioni ch enel corso del recente anno hanno visitat ol'Italsider di Bagnoli .

(14367 )

ABENANTE . — Al Ministro del lavoro edella previdenza sociale . — Per sapere sel'Ispettorato del lavoro di Napoli intende svol-gere una permanente opera di vigilanza pe ril rispetto dell'ordinanza prefettizia che im-pone determinati orari di apertura e chiusu-ra alle aziende commerciali della zona Mer-cato di Napoli ove le suddette aziende dop oispezioni svolte a seguito di segnalazione, se-guendo l'esempio della ditta Maione Antoni o– via Sant'Eligio al Mercato – hanno ripres ola sistematica violazione dell'ordinanza prefet-tizia, con grave danno per ì lavoratori costret-ti a lavorare 12 e più ore al giorno . (14368 )

ABENANTE, CAPRARA E ABBRUZZE-SE . — Ai Ministri della sanità e del lavoroe previdenza sociale . — Per sapere come in-terverranno presso l'amministrazione del sa-natorio « Principe di Piemonte » di Napol iove, come è stato recentemente e più volt edenunciato dal Comitato provinciale del-l'U.L .T., si cerca di attuare un regime di

Atti Parlamentari

- 19718 —

Camera dei Deputat i

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 1965

economia a spese degli assistiti e degli am-malati, seriamente danneggiati dal fatto chele norme che regolano il ricovero sono inter-pretate in modo estremamente restrittivo e din aperto contrasto con ogni sano criterio d iprofilassi e prevenzione della malattia .

Gli interroganti chiedono di conoscerequali provvedimenti adotteranno i ministr iinterrogati perché i sanitari siano liberat idall'attuale rigido controllo burocratico epossano, nell'assoluto rispetto della legge ,svolgere la loro opera senza le attuali limi-tative interpretazioni delle norme che rego-lano il ricovero, nell'interesse degli assistit ioltre che dell'Ente .

(14369 )

ABENANTE. — Al Ministro delle parte-cipazioni statali . — Per sapere se in conse-guenza dell ' impressionante numero di infor-tuni che si susseguono all'Italsider di Ba-gnoli, intende costituire una commissionedi indagine sull'ambiente di lavoro e la si-curezza degli impianti con la partecipazion edei rappresentanti dei sindacati, dell'I .N.A .I .L., E.N.P.I . e del Consiglio nazionale dell ericerche, per svolgere un approfondito esam enella suddetta azienda e proporre soluzion iatte a tutelare così la salute dei lavoratori .In particolare l'interrogante chiede di cono-scere quali iniziative ha adottato l'aziend aper porre fine alla catena di omicidi bianch iche da tempo si verificano nella suddett aazienda .

(14370)

ABENANTE, CAPRARA, GRANATI EAMENDOLA PIETRO . Al Ministro dell epartecipazioni statali . — Per sapere come siconcili l'azione di privatizzazione in atto all eManifatture cotoniere meridionali con il pro-clamato e non realizzato impegno delle azien-de pubbliche nel Mezzogiorno .

In particolare gli interroganti chiedono d iconoscere come il Ministro interverrà per im-pedire sia la smobilitazione e l'appalto a pri-vati del reparto Servizi generali (officina efalegnameria) che lo smantellamento del re -parto confezioni di Nocera Inferiore ove si ègiunti all'assurda decisione di concedere i nappalto l'attività e le macchine « pulizia tu-betti alla ditta Sorrentino di Pagani be nnota per le costanti violazioni dei contratt ie dei diritti dei lavoratori dipendenti .

Infine gli interroganti chiedono di saper ese il Ministro intende assumere preciso im-pegno di porre fine al ridimensionament oproduttivo in atto fino a che con i sindacat inon sarà stato discusso il piano di riorganiz-zazione e di sviluppo dell'intero settore pub -

blico che opera nel campo delle fibre tessil inaturali e artificiali, premessa indispensabil eper il ,potenziamento delle Manifatture ceto -mere meridionali .

(14371 )

ABENANTE . -- Al, Ministro del lavoro edella previdenza sociale . — Per sapere qual iostacoli impediscono l'emanazione del decret opresidenziale per l'attuazione del congegn odella scala mobile ai lavoratori gassisti, cos ìcome previsto all'articolo 3 della legge 29 mar-zo 1965, n . 220, nonché per conoscere qual iinterventi effettuerà il Ministro interessato pe raccelerare la suddetta procedura ed accoglier ecosì le numerose sollecitazioni che da temposvolgono i pensionati gassisti .

(14372 )

MAGNO . Al Ministro dell'interno . —In merito alle nuove irregolarità verificates inell'amministrazione della « Fondazione Vin-cenzo Zaccagnino » di San Nicandro Garga-nico (Foggia), da anni messa a dura prov ada un succedersi di atti arbitrari e scanda-losi e perciò oggetto anche di un'inchiest agiudiziaria che si protrae da circa tre anni .

In data 2 dicembre 1965 i1 nuovo consiglio

di amministrazione della fondazione – invec edi decidere di dare inizio alla necessaria edoverosa azione, così come era stato richiest ocon voto unanime dal consiglio comunale d iSan Nicandro Garganico, per la rescission edel contratto con il quale nel maggio 196 ivenne dato in affitto a tale Donnanno l'azien-da agricola « San Nazario » – arbitrariamente ,con l'evidente scopo di coprire le illegalitàprecedenti e le inadempienze contrattuali de lfittavolo Donnanno, procedeva alla stipuladi nuovi contratti di affitto, in sostituzione de lvecchio, a favore dello stesso Donnanno e d i

tali Fallucchi e Valore .L'interrogante chiede di sapere se non ri-

tenga il Ministro interrogato di dover inter -venire per l'annullamento dei contratti ille-gali di cui sopra e per porre fine a uno stat odI cose scandaloso che si protrae da divers ianni .

(14373 )

BUSETTO. — Ai Ministri dell'industriae commercio e dei lavori pubblici . — Per sa-pere se, in relazione all'allarmante fenomenoverificatosi nel Centro termale di Abano Ter-me per l'aprirsi di una profonda voragin edurante i lavori di perforazione del terreno ,destinati alla ricerca e all'attivazione di nuov efonti termali, non ritengano opportuno con-certare l'intervento di una commissione tec-nica di nomina ministeriale che abbia per

scopi : l'accertamento delle cause e le misure

Atti Parlamentari

— 19719 —

Camera dei Deputati

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 1965

da adottare per circoscrivere il fenomeno ,porvi i necessari ripari e salvaguardare l astabilità delle costruzioni circostanti ; un esa-me generale sotto il profilo geologico e de ifenomeni dinamici del sottosuolo di tutta l azona termale ; l'adozione di norme e di mi-sure che ponendo rimedio allo sfruttament odisordinato del sottosuolo termale, suggeri-scano una programmazione razionale nel tem-po e sul territorio del reperimento e dell'atti-vazione di nuove fonti termali a scopi tera-peutici ; per sapere se non ritengano oppor-tuno chiamare a far parte di detta commis-sione i rappresentanti dei consigli comunal idi centri termali del comprensorio Euganeo edei Consorzi diretti agli scopi citati .

(14374)

SANTAGATI . — Al Ministro delle post ee delle telecomunicazioni. — Per sapere inche modo intende eliminare l'increscioso in -conveniente esistente all'ufficio postale di Aci-reale (Catania), che provoca un notevole ri-tardo, talora perfino di un mese, nella con-segna ai destinatari di giornali, settimanali ,mercuriali e pubblicazioni varie di informa-zione tecnica, con grave danno degli interes-sati, che, essendo dei professionisti, dei tecni-ci e degli operatori economici, hanno bisognodi un recapito puntuale e regolare .

(14375 )

SANTAGATI . — Al Ministro delle postee delle telecomunicazioni. — Per sapere senon ritenga di disporre che l'ufficio recapit ocorrispondenza di Siracusa provveda al re -capito della posta per tutti gli abitanti dell avia Avola, eliminando l ' increscioso inconve-niente di un servizio incompleto, che vien esvolto solo nel tratto compreso tra il vial eScuola Greca e la seconda traversa di vi aAvola, lasciando privi di recapito della post atutti gli abitanti esterni al citato tratto, per-ché considerati fuori cinta .

(14376 )

SABATINI. — Al Ministro dei trasporti edell'aviazione civile . — Per sapere per quali

ragioni il Governo non si è ancora valso de ipoteri stabiliti dalla legge 13 luglio 1965,n . 871, per regolare i pesi e le dimensioni deiveicoli stradali commerciali ammessi alla cir-colazione tra i territori degli Stati membrisecondo la direttiva del Consiglio della C .E .E .

(14377 )

RAIA . — Al Ministro delle poste e delletelecomunicazioni . — Per sapere se è a cono-scenza del grave stato di malcontento e disagioespresso in svariati modi dai cittadini di Poz-zallo (Ragusa) per la ricezione difettosa de lprimo canale TV . e per la mancata installa-zione del secondo canale che allo stato attua-le non viene percepito, anche se quei teleab-bonati pagano il canone annuo di lire 12.000corrispondente a quello identico che si pagain tutti gli altri centri d'Italia dove si ved ebene sia il primo che il secondo canale .

Per conoscere se intende intervenire conla massima sollecitudine, senza ulteriori re -more e ritardi, anche in considerazione de lproposito che i teleabbonati di quella cittadinanon rinnoveranno l'abbonamento per l'anno1966 se le loro giuste richieste non verranno

accolte .

(14378 )

LUCIFREDI E GHIO . — Al Ministro dei la-vori pubblici . — Al fine di conoscere se, i nconsiderazione del notevole interesse che tal istrade hanno, non solo per la viabilità lo -cale, ma anche per lo sviluppo turistico diuna delle zone più qualificate dell'Appenni-no ligure, non intenda concedere le provvi-denze richieste dal comune di Santo Stefanod'Aveto (Genova) per il completamento dellastrada comunale Ponte Gramizza-Caselle-Al-legrezze-Provinciale 146 del Tomarlo nonch édella strada Pian d'Aveto-Torrini-Pievetta -Santo Stefano, ai sensi delle leggi 2 agosto1949, n . 589 e 15 febbraio 1953, n . 184 .

(14379)

Atti Parlamentari

— 19720 —

Camera dei Deputati

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 1965

Interrogazioni a risposta orale .

Il sottoscritto chiede di interrogare il Mi-nistro della pubblica istruzione, per conoscerequali provvedimenti disciplinari abbia adot-tato o intenda adottare a carico delle auto-rità scolastiche di Messina che risultino re-sponsabili della distribuzione agli alunni del -la scuola elementare " Francesco Crispi " d iun " diario balilla " di contenuto smaccata -mente apologetico del passato regime fascista .

(3357)

« DE PASQUALE » .

« Il sottoscritto chiede di interrogare il Mi-nistro di grazia e giustizia, per sapere s egli risulti che il procuratore della Repubblic aabbia iniziato procedimento penale a caric odell'editore di un " diario balilla " conte-nente apologia del fascismo, nonché dell eautorità scolastiche che ne hanno operato l adistribuzione agli alunni della scuola elemen-tare " Francesco Crispi " di Messina.

(3358)

« DE PASQUALE » .

« Il sottoscritto chiede di interrogare i lMinistro del tesoro, per conoscere se non ri-tenga opportuno rivedere le disposizioni in-terpretative della legge 27 dicembre 1953 ,n . 968, a proposito delle detrazioni per ve-tustà, emanate dalla Direzione generale dan-ni di guerra con circolare dell'11 novembre1965, n. 146, trattandosi di disposizioni checontrastano con il più elementare buon sens oe con la retta prassi interpretativa instauratas ida anni sulla materia .

« L'interrogante fa presente che, se è esat-to che in base all'articolo 25 della citata leggela vetustà dovrebbe essere detratta non su lvalore del bene al 30 giugno 1943, ma dall'im-porto risultante dopo aver moltiplicato il sud -detto valore per il coefficiente cinque e otto, èperò evidente che sul piano della logica la ve-tustà è uno degli elementi negativi del valoredei singoli beni e non una detrazione da effet-tuarsi a posteriori sull'importo rivalutato : taleinterpretazione è tanto più corretta se si pen-sa che la vetustà deve essere applicata, com eè sempre stato fatto anche prima della legg en . 968, non sui beni nel loro complesso, masu ogni singolo bene : non per nulla in dodicianni di applicazione della legge sui danni d iguerra questo sistema non ha dato luogo acontroversie e la Corte dei conti ha registratoregolarmente centinaia di migliaia di decret ifatti con questi criteri .

« Il solo fatto poi che la nuova interpreta-zione verrebbe a fare della detrazione per ve-tustà, fatto fisico ben individuabile, una detra-zione cervellotica che varia a seconda del va-lore della liquidazione per cui lo stesso tipodi bene con ugual usura viene considerato piùvecchio nel contesto di una liquidazione piùelevata e meno vecchio nel caso di una liqui-dazione più modesta, sta a dimostrare che l enorme emanate con la circolare n. 146 deb-bano essere revocate .

Tutto ciò senza considerare che il rili-quidare decine di migliaia di pratiche gi àdefinite (per le quali le nuove norme sono rile-vanti) adeguandole alla recente circolare sa-rebbe impossibile e liquidare con altri criter iquelle che dopo dodici anni dalla emanazion edella legge non sono purtroppo ancora chiuse ,sarebbe doppiamente ingiusto .

(3359)

« ABELLI » .

« I sottoscritti chiedono di interrogare i lMinistro dell'agricoltura e delle foreste, pe rsapere se :

a seguito delle circostanziate denunzie acarico dei consorzi raggruppati di bonific adella provincia di Catanzaro portate davant ialla Camera nella seduta del 27 ottobre 196 4nella trattazione dell'interrogazione n . 1659 ;

a seguito della successiva denunzia de lComitato tecnico provinciale degli ingegneri d iCatanzaro nella riunione del 7 dicembre 1964sulle malversazioni e carenze da parte dei con-sorzi 'di bonifica citati nell'affidamento degl iincarichi e nella esecuzione delle progettazion iper l'elettrificazione delle campagne per con-to della Cassa per il mezzogiorno ;

in considerazione dei poteri di vigilanzae di intervento sui consorzi di bonifica attri-buiti dall'articolo 66 del decreto 13 febbraio1933, n . 215 ;

abbia proceduto – e con quali strumenti ,in quali tempi, con quali risultati – ad unarigorosa inchiesta sui consorzi raggruppati d ibonifica della provincia di Catanzaro ;

abbia provveduto, od intenda provvedere,alle conseguenti sanzioni interne ed alle ne-cessarie denunzie all'autorità giudiziaria de iresponsabili e, in primo luogo, dei massimidirigenti dei consorzi stessi .(3360) « MICELI, FIUMANÒ, GULLO, MESSI -

NETTI, P0ERI0, PICCIOTTO, TERRA -NOVA RAFFAELE » .

Il sottoscritto chiede di interrogare il Mi-nistro della sanità, per sapere se è al cor-

Atti Parlamentari

— 19721 —

Camera dei Deputat i

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 1965

rente della grave situazione in cui si sono ve-nuti a trovare gli aiuti e assistenti ospeda-lieri che da anni attendono il riconosciment odei loro diritti e quindi la definizione dell aloro posizione nei riguardi del posto di lavoro ,per cui sono previste nei prossimi giorni agi-tazioni sindacali e scioperi di questa valoros acategoria di medici .

Se non ritenga opportuno interveniresollecitamente accettando le proposte del-I'A .N.A.A.O . al fine di rimuovere le caus edi questi impedimenti che oltre a danneggiaregli stessi medici portano disagio agli ospe-dali e ancor più agli stessi ammalati .

(3361)

MORELLI » .

« Il sottoscritto chiede di interrogare i Mi-nistri dell'interno, del tesoro e della sanità ,per conoscere quali provvedimenti ritengan odi adottare con urgenza in ordine alla critic ae gravissima situazione di cassa in cui d aoltre un anno si dibattono gli Ospedali riu-niti di Napoli per la persistente morositànei loro confronti di enti statali, di comuni edi enti mutualistici debitori fino ad oggi perrette di spedalità per oltre due miliardi emezzo, e ripetutamente ma invano solleci-tati ad adempiere le proprie obbligazioni .

« Tale critica situazione, che ogni giorn osi aggrava, non può ancora protrarsi senz agravissimo pregiudizio dell'assistenza ospeda-liera, strettamente connessa alle disponibilit àdi liquido per il pagamento delle competenzeai duemila dipendenti e delle 'forniture di me-dicinali e generi di vitto .

(3362)

« CARIOTA FERRARA » .

« Il 'sottoscritto chiede d'interrogare il Pre-sidente 'del Consiglio dei ministri, per co-noscere cosa sia stato fatto o cosa intend efare per impedire una serie di provvedi -menti disciplinari che l'attuale presidenz adell'E .N.A.L. ha notificato ad alcuni espo-nenti sindacali delle diverse organizzazioni ,tra i quali il segretario del 'sindacato ade-rente alla C .G .I .L., responsabili di avere ne lcorso di una assemblea generale e unitaria d itutti i dipendenti dell'E .N .A.L. iscritti ai di-versi sindacati, motivato le responsabilit àdella presidenza per lo stato attuale dell ' entee unito il proprio consenso alle opinioni gi àespresse dai vari gruppi parlamentari in me -rito alla situazione dell'attuale presidente .

(3363)

« MOSCA » .

« Il sottoscritto chiede d'interrogare il Pre-sidente del Consiglio dei ministri e i Ministri

delle poste e telecomunicazioni e del tesoro ,per conoscere se, a seguito delle reiterat eistanze della categoria dei rivenditori di ge-neri di monopolio, tramite la Federazioneitaliana tabaccai, istanze che risalgono orma ia qualche anno, non ritengano di dover si-stemare l'attuale compenso sulla vendita deivalori postali che gli stessi tabaccai hann o

l'obbligo di distribuire attraverso le loro ri-vendite a gestione familiare, il cui servizi oe la capillarità della loro ubicazione rendon oun notevole apporto alle finanze dello Stato ,con un equo aumento dell'aggio dal 2,50 percento ad almeno il 4 per cento, al lordo, te-nuto conto che quello attuale è stato stabilitoaddirittura sin dal 1946, con decreto ministe-riale 9 luglio, del Ministro delle poste e dell etelecomunicazioni, di concerto con il Mini-stro del tesoro, come previsto dall'articòlo 24 0del regolamento dei servizi postali (regio de-creto 18 aprile 1940, n. 689) ;

per conoscere se non ritengano che atal fine non debbano essere considerati i no-tevoli aumenti delle spese di gestione ch esono tutte a carico delle rivendite (affitto ,tasse, assicurazioni, personale, luce . ecc), cer-tamente superiori all'incremento dovuto all e

recenti tariffe postali, se 'si tiene conto chel'aggio base risale, come si è detto, al 1946 ,e da allora non è mai stato aggiornato, non -ché del servizio che le rivendite esplicano adisposizione del pubblico, con orari pesanti ,

con una prestazione che richiede tutto il lor o

impegno, non scevra ,di rischi e di sacrifici ,con perdite .frequenti nel compenso per gl iinevitabili scarti del materiale, data la deli-catezza della confezione e le esigenze parti-colari della distribuzione al pubblico ;

per conoscere se a sostegno delle istanzedella categoria non debba essere considerato

come su 50 .000 rivendite, che lo stesso Mini-stero delle poste ritiene interessate alla di-stribuzione dei valori postali, non appaia irri-sorio il compenso che sulla base, ad esem-pio, dell'aggio complessivamente corrisposto

nella scorsa gestione, si ridurrebbe media -mente ad una cifra che al lordo non rag-giunge le lire 32.000 annue per rivendita, contutte le spese a carico dei rivenditori e senza

alcun rischio per l'Amministrazione ;

per conoscere, infine, se non ritengano ,

pertanto, di provvedere a dare un maggioreequilibrio all'attuale aggio ,del 2,50 per cento ,incompatibile da tempo con tutti gli aument isopravvenuti nella gestione delle rivendite edegli oneri relativi, venendo così incontro a duna categoria di autentici operatori autonomi

Atti Parlamentar:

— 19722 —

Camera dei Deputati

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 1965

che ha sempre assicurato allo Stato l'apport odi una preziosa collaborazione, mentre – an-

che con le nuove tariffe postali – la vendita ,ad esempio, di duecento francobolli da lire4u ciascuno, del valore complessivo di lire8.000 (secondo il loro prezzo attuale), rappre-senta per il tabaccaio l'irrisorio compenso ,sotto forma di ,aggio, di lire 200, al lordo, inquanto tutte le spese di gestione sono a ca-rico delle rivendite, non senza considerare ipezzi che frequentemente vengono scartat iper avarie inevitabili, come si è detto, nell adistribuzione al pubblico .

(3364)

« ALBA » .

« I sottoscritti chiedono di interrogare i lMinistro del bilancio, per conoscere le ra-gioni per le quali fino ad oggi i rappresen-tanti della cooperazione e dell ' artigianato, dicui al primo articolo lettera c) del decret oministeriale 7 aprile 1965 « Integrazioni deiComitati regionali per la programmazioneeconomica », non sono ancora stati chiamat ia far parte dei detti Comitati regionali per l aprogrammazione.

La procedura prevista da detto decret ostabilisce che la designazione del rappresen-tante della cooperazione (come per i rappre-sentanti di altre categorie) « avverrà per ac-cordo fra le organizzazioni ed enti interes-sati » e, aggiunge il decreto, che « in difetto ,vi provvederà il prefetto del capoluogo di re-gione » .

« evidente che le organizzazioni coope-rative ed artigiane interessate sono, in questocaso, quelle locali delle varie province fa-centi capo a ciascuna regione; è infatti il pre-fetto del capoluogo della regione stessa ch edeve dar corso alla designazione in caso d imancato accordo .

« Poiché risulterebbe che, al contrario, di-sposizioni siano state emanate ai prefetti af-finché si consideri sospesa tale procedura, i nattesa di un accordo al centro fra le associa-zioni nazionali interessate, gli interrogantisottolineano la necessità che, restando nell ospirito e nella lettera del decreto suddetto, ledesignazioni provengano dalle organizzazion iperiferiche e, in caso di loro mancato accor-do, dai prefetti interessati ; acciocché non sol osiano osservate le disposizioni proceduralisuccitate, ma venga attuato, in questo caso, ilprovvidenziale decentramento che lo stess odecreto, per la creazione dei Comitati regio-nali per la programmazione economica, di -

spone e che presiede al futuro assetto dell eistituende regioni .(3365) « COLASANTO, DE MARZI, CASTELLI ,

LAFORGIA, DE ZAN, GALLI, URSO ,SINESIO, GITTI, MANCINI ANTONIO ,AMODIO, LONGONI, CANESTRARI ,

COCCO MARIA, SAMMARTINO, D E

CAPUA, SANGALLI, RUSSO SPENA ,GRAZIOSI, CORONA GIACOMO, BAR -

BA, MERENDA, REALE GIUSEPPE ,

D'AREZZO, TRUZZI, BOSISIO, TI-TOMANLIO VITTORIA, BORRA, DAL-L 'ARMELLINA, SORGI, CAIATI, NA-POLITANO FRANCESCO, VEDOVATO ,

LOMBARDI RUGGERO, BERSANI » .

« I sottoscritti chiedono di interrogare i lPresidente del Consiglio dei ministri e il Mi-nistro degli affari esteri, per sapere se sia aloro conoscenza la notizia pubblicata dal gior-nale austriaco Wochenpresse del 1° dicem-bre 1965, nel quale si legge testualmente : « Icombattenti per la libertà del Sudtirolo in-tendono inaugurare la sera del 5 dicembr eun'emittente clandestina nominata « Tirol olibero » . Tale emittente sarà tanto forte d aessere sentita chiaramente nel Sud e nel Nor dTirolo. L'orario delle trasmissioni sarà all e17,30 e alle 18,30 » ; per sapere inoltre se ri-sulta che effettivamente tale emittente siaentrata in funzione .

« In caso affermativo, per sapere come i lPresidente del Consiglio e il Ministro degliaffari esteri intendano intervenire presso i lgoverno austriaco affinché impedisca un'atti-vità suscettibile di minacciare i rapporti e latranquillità internazionale ed interna .

(3366)

« MALAGODI, BASLINI, CANTALUPO » .

« Il sottoscritto chiede d'interrogare il Mi-nistro delle finanze, per chiedere, in riferi-mento alle sue delucidazioni in risposta allainterrogazione n . 13597, se non ritenga, inconsiderazione soprattutto delle ripercussion idovute alla legge 24 gennaio 1962, n . 22, sul-l'uso delle macchine elettriche bollatrici pe rla corresponsione dell'imposta di bollo, da cu isono state escluse le rivendite generi di mo-nopolio, che sono tenute per legge alla ven-dita dei valori bollati, di doverne considerar eil disagio con un congruo miglioramento de -gli attuali aggi sulla vendida dei valori stessi ,tenendo conto, altresì, delle restrizioni subit edalle rivendite in seguito alla legge 29 dicem-bre 1962, n . 1744, per il minor gettito nell avendita delle marche I .G.E . in materia dinuovo regime tributario dei contratti di loca-zione degli immobili urbani ;

Atti Parlamentari

— 19723 —

Camera dei Deputati

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 1965

se non ritenga di dover ridimensionareil beneficio che avrebbero avuto le rivendite ,con l'aumento della carta bollata, atteso ch eil provento di quest'ultima incide soltanto peril 20 per cento sulla vendita dei valori bol-lati, mentre l'importo degli aggi attuali (3 pe rcento sino a 15 milioni di vendite, 2 per cen-to, per i valori superiori), suddiviso fra 54 .000rivendite conferma le difficoltà nelle quali l erivendite stesse, che sono gestioni a caratterefamiliare, effettivamente si dibattono ;

se non ritenga di approfondire l'argo -mento riguardante la facoltà alle rivendite d ipoter direttamente annullare, attraverso op-portune norme, le marche per le patenti d iguida, in quanto ciò tornerebbe a tutto van-taggio del pubblico e renderebbe operante l adistribuzione capillare delle marche attra-verso le rivendite, a ciò autorizzate dallo stes-so Ministero, mentre si ha motivo di ritenereche la indicazione dell'anno di validità, nell emarche stesse, così come avviene per le mar -che degli accenditori, non dovrebbe incon-trare particolari difficoltà ;

se, infine, non ritenga di dover disporr el ' aggiornamento del limite sul pagamento del -1'I .G .E . a mezzo marche, di cui all'articolo 7del decreto legislativo 3 maggio 1948, n . 799 ,da lire 2 .000 ad almeno lire 5 .000 in modo daadeguarne la misura all'attuale situazione .

(3367)

« ALBA » .

« Il sottoscritto chiede d ' interrogare il Pre-sidente del Consiglio dei ministri ed i Mi-nistri dell'industria e commercio e del lavoroe previdenza sociale, per sapere se, in vistadell'imminente cessazione dell'esercizio prov-visorio del cotonificio Valle Susa, si ritengapossibile un tempestivo intervento in difes adell 'occupazione, tenuto anche conto dell eunanimi sollecitazioni in tale senso giunte a lGoverno da tutte le amministrazioni comu-nali della zona, nonché della provincia e de lcomune di Torino .

(3368)

« MUSSA IVALDI VERCELLI » .

Interpellanze .

« I sottoscritti chiedono di interpellare ilMinistro della marina mercantile, per cono-scere quali iniziative e provvedimenti inten-da prendere a proposito delle gravi irregola-rità che sarebbero state commesse dalle im-prese marittime riunite (I .MA.R.) e che han -no colpito direttamente e indirettamente gl iinteressi dell'intero porto di Genova .

« Gli interpellanti chiedono di conoscerese il Ministro intenda intervenire presso i lConsorzio autonomo del porto di Genova pe rla immediata sospensione della concession ealla impresa I .MA .R . a norma dell 'artico -lo 200 del regolamento del codice di naviga-zione recepito nel regolamento per il lavor oportuale del Consorzio autonomo del port ogenovese all'articolo 58 .

« Gli interpellanti sottolineano come loscandalo delle fatturazioni « corrette », checoinvolge 1'I!MA .R., non sia che una ma-nifestazione clamorosa di una situazione esi-stente nel porto di Genova e dipendente dal -l'esistenza nel porto medesimo di impres eche godono di una rendita di posizione, l acui funzione, notoriamente parassitaria, de-termina gravami speculativi, che alterano icosti delle operazioni portuali .

« Essi pertanto, chiedono di interpellareil Ministro per sapere :

1) se non intenda estendere a tutte l eimprese approfonditi accertamenti e prov-vedere perché pubblici servizi, quali quellifino ad oggi da esse eserciti, siano assunti daparte dell'ente pubblico, utilizzando il perso-nale onesto e specializzato, quale è quellodipendente attualmente dalle imprese ;

2) cosa intenda fare per accertare even-tuali danni subiti dall'armamento di Statoe per il recupero delle somme illecitament efatturate ;

3) se non ritenga ravvisare, in relazio-ne alle irregolarità attribuite all'I!MA .R. (chesi sarebbero ripetute impunemente per bendue anni), una responsabilità del Consorzioautonomo del porto di Genova, cui spetta i lcompito di controllare l'intera vita del por-to; e, in caso affermativo, quali provvedimen-ti intenda prendere verso i suoi dirigenti .(679)

« D ' ALEMA, SERBANDINI » .

« Il sottoscritto chiede di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri ed i lMinistro del turismo e dello spettacolo, pe rconoscere il proposito del Governo circa l aincresciosa situazione in cui versano i lavo-ratori dello spettacolo e gli enti lirici, pre-messo che :

1) risulta, per le plurime e reiterate de-nunce sporte alla magistratura, che i lavora -tori dello spettacolo non vengono assunti da -gli enti lirici direttamente o attraverso gl iappositi uffici di collocamento ;

2) i contratti così stipulati violano ma-nifestamente gli interessi della collettività ele leggi vigenti ;

Atti Parlamentari

— 19724 —

Camera dei Deputati

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 1965

3) le leggi regolatrici della materia no nconsentono una adeguata difesa dei dirittidei lavoratori dello spettacolo ;

4) è fatto notorio la cronica insufficienzaorganizzativa degli appositi uffici di colloca -mento ;

5) i fatti denunciati si presentano im-morali, considerato che i vari miliardi con -cessi in sovvenzione degli enti lirici sono da-naro dello Stato, ,per cui una parte di ess idovrebbe avere quale naturale destinazion equella esclusiva di retribuzione agli artisti ;

6) per la imposizione degli artisti fatt adalle " agenzie " deriva un notevole pregiu-dizio alle manifestazioni d'arte, relativamentea quel livello per cui lo Stato le sovvenziona .(680)

« DE GRAZIA » .

« I sottoscritti chiedono di interpellare iMinistri del bilancio, dell'industria e com-mercio, dell'agricoltura e foreste, del lavor oe previdenza sociale e dell'interno, per saper equali provvedimenti intendano prendere inordine alla grave situazione venutasi a deter-minare nel Polesine specie nel basso Polesin eove a vecchie cause di degradamento si ag-giungono nuove condizioni di involuzione col -turale e sociale con ovvi danni ai lavorator ie alle popolazioni interessate .

« Difatti, specie in questa zona del Pole-sine, già tanto provata per le numerose allu-vioni e mareggiate, i problemi degli espropridelle grandi proprietà retrograde sotto ogn iaspetto, delle opere di bonifica, trasformazio-ne, irrigazione e del concreto appoggio all acooperazione come valido strumento di lott aper il benessere e per il progresso democra-tico, cioè i problemi dello sviluppo e dellaevoluzione in senso positivo sociale e moder-no dell 'agricoltura, dei lavoratori e piccol iimprenditori e delle popolazioni della zon asono tutt'ora sul tappeto, e sotto certi aspetti ,si sono incancreniti più di prima . Ciò anch ein conseguenza della politica dei grandi agra-ri e proprietari del Delta, dell'arresto dell eriforme e delle misure statali volte a frenarela involuzione di queste zone, della politicadell'Ente Delta – ente di sviluppo, non per-meata dalle finalità ed esigenze per cui l'entefu istituito e poi parzialmente rinnovato nell esue competenze e funzioni .

Gli interpellanti fanno presente che i li -velli di occupazione e retribuzione dei lavo-ratori di questi comuni del Delta e in parti -colare di Porto Tolle sono fortemente dimi-nuiti; che le violazioni contrattuali ed i ri-catti a carico dei lavoratori sono all'ordin edel giorno; che il problema delle Valli Mea

e Moceniga, rimane ancora sul tappeto, in -soluto, mentre i lavoratori attendono terra d agestire preferibilmente in forma associata congli aiuti per attuare le opere necessarie ; chel involuzioni colturali prendono il posto del -le conversioni colturali ; che gli investiment ipubblici anziché servire ai fini della pubblic autilità finiscono nelle mani di chi meno n eha diritto ; che i piani di occupazione non s ifanno avanti, mentre le autorità sembranoimpotenti ad arginare la ripresa dell 'emigra-zione e dei licenziamenti in atto in questazona della provincia di Rovigo .

Gli interpellanti pertanto chiedono unintervento qualificato volto a sollecitare d aparte dell'Ente Delta e degli organi statali epubblici operanti nella zona misure indiriz-zate :

all'esproprio delle grandi aziende agri -cole ;

all'intervento pubblico a fini di utilitàpubblica e sociale ;

al rispetto dei patti e dei diritti dei la-voratori a tutti i livelli a cominciare dal postodi lavoro ;

ad appoggiare la cooperazione, la tra-sformazione e la ricostruzione di condizion idi vita e di lavoro per tutti i lavoratori, ch earrestino il regresso in atto e, con la sicurez-za del mare e dei fiumi, diano a questa me-ritevole terra del Polesine quella tranquillit àe prosperità cui da anni aspira e per cui daanni lotta e sacrifica contro il più cieco sfrut-tamento, egoismo e parassitismo economico esociale .(681)

« MORELLI, ASTOLFI MARUZZA » .

I sottoscritti chiedono di interpellare iMinistri del lavoro e previdenza sociale, de lbilancio, delle partecipazioni statali, dell'in-dustria e commercio e dell'interno, per cono-scere quali azioni intendano intraprendere af-finché nelle province venete venga salvaguar-data, ed anzi incrementata, l'occupazione ope-raia, oggi come non mai minacciata a seguitodella crisi congiunturale e delle necessità d iriorganizzazione industriale soprattutto ne isettori tessile, metalmeccanico, edilizio, del -l'alimentazione e delle attività estrattive .

Gli interpellanti fanno presente come nel -le province venete la contrazione delle atti-vità produttive sia stata determinata non sol odai fenomeni che hanno avuto origine in fatticongiunturali, bensì anche da quelli le cu iradici possono trovarsi nell'arretratezza – sal-vo casi eccezionali – degli impianti e del si-stema produttivo della regione, per cui la di-minuzione del livello di occunazione ha avuto

Atti Parlamentari

— 19725 —

Camera dei Deputati

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 1965

dimensioni più rilevanti che in altre zone, de -terminando, da un lato, un sensibile aumentodel numero e della percentuale dei lavorator idisoccupati e da un altro, un altrettanto no-tevole aumento di quello degli emigrati al -l'estero, ed infine un preoccupante stato d iinsicurezza nelle masse lavoratrici che nonpuò essere né ignorato né sottaciuto .

« Tali fenomeni hanno trovato e trovan oaltresì accentuazione per il mutare ed il per-fezionarsi dei procedimenti tecnologici, il ch ecrea problemi nuovi che via via accentuan oil disagio, l'insicurezza e l'allarme dei lavo-ratori, anche a causa della chiaramente ma-nifestata volontà degli imprenditori locali d ipiegare tali nuovi procedimenti al raggiungi -mento di fini economici e produttivistici ch esembrano passare attraverso l ' intensificazionedel già notevole sforzo, fisico e psichico de ilavoratori, la diminuzione dei tempi di lavo-ro, la maggiore insostenibile assegnazione d imacchinario, il non riconoscimento e la con-cussione dei diritti contrattualmente sancitisia dei semplici lavoratori che dei loro rap-presentanti nelle commissioni interne o –in alternativa a ciò – la perdita del posto d ilavoro per coloro che non vogliano e nonpossano soggiacere alle imposizioni, spessoassurde, di alcuni imprenditori .

Gli interpellanti aggiungono infine cheda stime verosimili, effettuate da istituti spe-cializzati, il numero di posti di lavoro di cu ile province venete abbisognano per offrire oc-cupazione adeguata alle nuove leve ed ai di-soccupati, ascende a 170 mila unità, per cu ichiedono in ispecie ai Ministri per le parteci-pazioni statali e dell ' industria quali siano irispettivi intendimenti al fine di soddisfare ,in relazione anche al programma di svilupp oeconomico, le legittime esigenze delle gent ivenete .

(682) « CENGARLE, GIRARDIN, CANESTRARI ,CORONA GIACOMO, CAVALLARI, SAR-TOR, ROMANATO » .

« I sottoscritti chiedono di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri, per co-noscere quali iniziative intenda prendere equali 'provvedimenti adottare in relazione aivoti dei consigli regionali del Friuli-Venezi aGiulia e del Trentino-Alto Adige, voti intesia far cessare l'attività dell'Ente nazionale pe rle Tre Venezie, di cui alla legge 17 novembre1939, n . 1780, nell'ambito delle rispettive re-gioni con il conseguente trasferimento de ibeni dell'Ente Tre Venezie al patrimonio dell eregioni interessate, onde esse, avvalendosi

delle proprie attribuzioni, possano istituir epropri enti regionali di sviluppo agricolo .

(683)

« LIZZERO, SCOTONI, VIANELL O

« Il sottoscritto chiede d'interpellare il Mi-nistro del tesoro, per sapere se ritenga ch eMessina possa essere soddisfatta della rispo-sta data all'interrogazione presentata dall'in-terpellante sullo sbaraccamento e la ricostru-zione della sventurata città, fino a quand oresta incontrovertibile che :

1) le baracche non sono state ancoraeliminate ;

2) per le case distrutte dal terremotonon sono stati ancora concessi i contribut istabiliti dalle norme giuridiche .

« A che serve elencare le leggi votate, segli stanziamenti delle somme necessarie sonostati insufficienti a ricostruire le case di -strutte e a eliminare le baracche ?

« Se il Ministro ha dimenticato le pro -messe fatte all'interpellante per riparare icolpevoli ritardi e tutte le inadempienze de iGoverni, è su questo impegno che lo inter-pello per sapere quando e come egli vorràmantenerlo; ciò che sarebbe la realizzazionedi un impegno d'onore già preso solenne -mente dal Parlamento .

(684)

« RASILE GUIDO » .

« I sottoscritti chiedono di interpellare iMinistri del lavoro e previdenza sociale, del -l'industria e commercio e dell'agricoltura eforeste, per conoscere come intendano inter -venire con urgenza nella vertenza in att otra panettieri e propri lavoratori, in modo d aevitare il perpetuarsi di una situazione sin-dacale ormai annosa ed il ripetersi di conti-nui scioperi nella categoria anche in moment icosì delicati come quelli delle prossime festi-vità, in modo da :

a) adeguare la legislazione del calmier edel pane, che è ancora quella del 1949, ad un arealtà economica di costi come è in atto negl i

altri settori produttivi ;b) sollecitare la legislazione delle farine ,

paste e pane, che è in discussione purtroppoda oltre dieci anni senza nessuna conclusion epratica e lasciando il settore nella confusion ee con norme tecnicamente superate ed ano-male .

(685)

« DE MARZI, GASCO, URSO, RARTOL'E » .

« I sottoscritti chiedono di interpellare iMinistri del lavoro e previdenza sociale e del -la sanità, per sapere quale sbocco intendan odare alla vertenza insorta tra i medici degli

Atti Parlamentari

— 19726 —

Camera dei Deputat i

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 1965

istituti mutuo-assistenziali e previdenziali e di relativi enti .

« Tale vertenza investendo, oltre che legit-time rivendicazioni di natura economica, an-che la parte normativa con la richiesta di unacollocazione nuova del medico all'interno del -l'ente che lo liberi da una funzione mera-mente burocratica e fiscale, può essere risolt asolo con modifiche in armonia con la prospet-tiva di una nuova e moderna politica di si-curezza sociale .

La esigenza di trasformazioni immediat eall'interno degli enti, che comincino a pre-figurare fin da ora le linee di un sistema di

sicurezza sociale, è resa più acuta proprio dal -le agitazioni in corso tra le varie categori edei medici (medici di istituto, generici e dospedalieri) che, tutte, postulano important imodifiche nei rapporti normativi .

(68'6) « DI MAURO ADO GUIDO, SCARPA, MES-

SINETTI, ABBRUZZESE, ALBONI, BAL-

CONI MARCELLA, BIAGINI, MORELLI ,

MONASTERIO, PASQUALICCHIO, ZANT I

TONDI CARMEN » .

TIPOGRAFIA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI