SEDUTA ANTIMERIDIANA DI GIOVEDÌ 11 MARZO 196...

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Atti Parlamentari 13537 — Camera dei Deputati IV LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA ANTIMERIDIANA DELL ' 11 MARZO 1965 281 . SEDUTA ANTIMERIDIANA DI GIOVEDÌ 11 MARZO 196 5 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BUCCIARELLI DUCC I INDICE PAG . Congedi 13537 Proposte di legge (Annunzio) 1353 7 Comunicazioni del Governo e mozion e di sfiducia (Seguito della discus- sione) : PRESIDENTE 1353 7 ROMUALDI 13537 BADINI CONFALONIERI 13545 FRANCHI 13548 MORO, Presidente del Consiglio dei mi - nistri 13550, 1355 1 La seduta comincia alle 10,30 . MAGNO, Segretario, legge il processo ver- bale della seduta del 5 marzo 1965 . approvato) . Congedi . PRESIDENTE . Hanno chiesto congedo i deputati Pella e Tantalo . (I congedi sono concessi) . Annunzio di proposte di legge . PRESIDENTE . Sono state presentate pro - poste di legge dai deputati : BELLI ed altri : «(Modifica del decreto le- gislativo 7 maggio 1948, n . 817, ratificato ,con legge 29 giugno 1951, n . 550, e dell'articolo 6 della legge 27 novembre 1954, n . 1170, per l a determinazione dei posti vacanti disponibil i per l'immissione in ruolo dei maestri in so- prannumero nella provincia 'di Trieste » (2164) ; TANTALO ed altri : « Istituzione dell'Ordin e " al merito dello sport italiano " » (2165) ; TANTALO ed ,altri : « Norme sulla struttu- ra ,e sul funzionamento delle società sportive » (2166) ; - TANTALO ed altri : « Istituzione della cassa di assistenza e previdenza per gli atleti tesse- rati delle federazioni sportive » (2167) . Saranno stampate e distribuite . Le prim e due, avendo i proponenti rinunciato allo svol- gimento, saranno trasmesse alle Commission i competenti, con riserva di stabilirne la sede ; delle altre, che importano onere finanzia - rio, sarà fissata in seguito la data di svolgi - mento . Seguito della discussione sulle comunicazion i del Governo e della mozione Longo di sfiducia . PRESIDENTE . L'ordine del giorno reca il seguito della discussione sulle comunica- zioni del Governo e della mozione Longo d i sfiducia . iscritto a parlare l'onorevole Romualdi . Ne ha facoltà . ROMUALDI . Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono due giorni che stiamo discu- tendo, anche se non esattamente fra l'inte- resse generale, sulle dichiarazioni, chiamia- mole così, del Governo e sulla mozione pre- sentata dal gruppo comunista . In questi du e giorni di discussione mi sono ancor più con - vinto che la eccezione di incostituzionalità pre-

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Atti Parlamentari

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Camera dei Deputati

IV LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA ANTIMERIDIANA DELL ' 11 MARZO 1965

281.

SEDUTA ANTIMERIDIANA DI GIOVEDÌ 11 MARZO 196 5

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BUCCIARELLI DUCCI

INDICE

PAG .

Congedi 13537

Proposte di legge (Annunzio) 1353 7

Comunicazioni del Governo e mozionedi sfiducia (Seguito della discus-sione) :

PRESIDENTE 1353 7ROMUALDI 13537BADINI CONFALONIERI 13545FRANCHI 13548MORO, Presidente del Consiglio dei mi-

nistri 13550, 1355 1

La seduta comincia alle 10,30.

MAGNO, Segretario, legge il processo ver-bale della seduta del 5 marzo 1965 .

(£ approvato) .

Congedi .

PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo ideputati Pella e Tantalo .

(I congedi sono concessi) .

Annunzio di proposte di legge .

PRESIDENTE . Sono state presentate pro -poste di legge dai deputati :

BELLI ed altri : «(Modifica del decreto le-gislativo 7 maggio 1948, n . 817, ratificato ,conlegge 29 giugno 1951, n . 550, e dell'articolo 6

della legge 27 novembre 1954, n. 1170, per l adeterminazione dei posti vacanti disponibil iper l'immissione in ruolo dei maestri in so-prannumero nella provincia 'di Trieste »(2164) ;

TANTALO ed altri : « Istituzione dell'Ordin e" al merito dello sport italiano " » (2165) ;

TANTALO ed ,altri : « Norme sulla struttu-ra ,e sul funzionamento delle società sportive »(2166) ;

-TANTALO ed altri : « Istituzione della cassa

di assistenza e previdenza per gli atleti tesse-rati delle federazioni sportive » (2167) .

Saranno stampate e distribuite . Le primedue, avendo i proponenti rinunciato allo svol-gimento, saranno trasmesse alle Commissionicompetenti, con riserva di stabilirne la sede ;delle altre, che importano onere finanzia -rio, sarà fissata in seguito la data di svolgi -mento .

Seguito della discussione sulle comunicazion idel Governo e della mozione Longo di sfiducia .

PRESIDENTE . L'ordine del giorno recail seguito della discussione sulle comunica-zioni del Governo e della mozione Longo d isfiducia .

iscritto a parlare l'onorevole Romualdi .Ne ha facoltà .

ROMUALDI . Signor Presidente, onorevolicolleghi, sono due giorni che stiamo discu-tendo, anche se non esattamente fra l'inte-resse generale, sulle dichiarazioni, chiamia-mole così, del Governo e sulla mozione pre-sentata dal gruppo comunista . In questi duegiorni di discussione mi sono ancor più con-vinto che la eccezione di incostituzionalità pre-

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sentata dal nostro gruppo, brevemente di-scussa e respinta seccamente dalla Camera ,non era poi del tutto campata in aria, se èvero, come mi sembra, che in questa Assem-blea si sta parlando solo ed esclusivament edi crisi : la parola rimpasto di tanto in tant oaffiora negli interventi, ma in sostanza s idiscute, tutti sentono di discutere, intorno auna crisi di governo .

Si dice da ogni parte che si parla a u nnuovo Governo. Per la verità, non si sa ben ea quale Governo nuovo, ma certamente unGoverno che non è più quello del dicembredel 1963, ma neppure quello del 30 lugli o1964. Lo ha detto anche il primo firmatari odella mozione, l 'onorevole Longo, il quale ,in parte, è, però, in contrasto con il capo delsuo gruppo parlamentare, onorevole Ingrao ,che ha qui dichiarato di essere anche lu idel parere che si tratti di un semplice rim-pasto, sia pure realizzato attraverso una pro-cedura di crisi . (Ma questo l'onorevole Ingraolo ha detto per giustificare il rigetto dell anostra eccezione di incostituzionalità, non ri-levando, tra l'altro, che in questo caso, anzi -ché esservi un solo vizio di incostituzionalità ,ve ne sarebbero due, attinenti al modo com eè stata condotta e al modo come è stata con-clusa l'operazione .

L'onorevole Longo, in contrasto apparente ,dunque, con l'onorevole Ingrao, ha tuttavi adetto che parlava alla terza reincarnazion edel Governo Moro. E non basta dire che siam odi fronte ad un rimpasto, perché sono cam-biati soltanto due personaggi, perché sono sta -ti sostituiti soltanto i titolari di due dicaster ie un sottosegretario . Sappiamo di nuovi go-verni che si sono ripresentati in Parlamentocon la stessa composizione in fatto di per-sone, ma variando la maggioranza e il pro-gramma; oppure di nuovi( governi che, purmantenendo inalterato quasi tutto, venivanoa confermare con precise dichiarazioni unadeterminata linea, una determinata composi-zione, un determinato tipo o qualità di mag-gioranza, magari solo perché erano state mess ein dubbio o erano sembrate a taluno essersidisarticolate .

Qui mi pare indubbio – del resto, no nsiamo soltanto noi a dirlo – che la maggio-ranza della seconda reincarnazione del Go-verno Moro, quello presentato alla Camerail 30 luglio dell'anno scorso, è saltata in queigiorni tormentosi che ella, signor Presidente ,ricorderà certamente meglio di noi, giorn iche ci hanno fatto venire l'incubo, nel corsodei quali abbiamo eletto, dopo diciannove oventi votazioni (non ne ricordo neppure bene

il numero) il Presidente della Repubblica .È saltata, questa maggioranza, nel momentoin cui abbiamo eletto il Presidente della Re-pubblica con i voti determinanti, accettati edirei anche graditi, del partito comunista .

Allora è saltata la maggioranza, perch éè saltato, onorevole Moro, uno dei cardini fon-damentali del suo Governo : la delimitazion ea sinistra di questa maggioranza . Questo, in -fatti, è sempre stato il motivo fondamentale ,la ragione politica e, starei quasi per dire, l aragione etica – se si può parlare di eticain questo caso – (dei governi di centro-sinistra .

Si è arrivati ai governi di centro-sinistra ,prima attraverso lo stato di necessità, com esi precisò; poi attraverso una libera scelta, masempre nella coscienza di compiere un'opera-zione che avrebbe impedito per sempre a lpartito comunista di uscire dalle sue posi-zioni, dal suo ghetto, come fu detto da taluno ;come rimproverò, nel suo ultimo discorso te-nuto in questa Camera, l'onorevole Togliatt iall ' onorevole Nenni, se ben ricordo .

Ora, al contrario, è avvenuto che il votodel partito comunista sia diventato decisivo .Non per caso e non in una cosa di poca im-portanza, ma addirittura nell'elezione de lPresidente della Repubblica, che non è statadeterminata da (un'operazione più o meno mi-lazziana o da un'operazione politica control-lata, ma – e gliene dobbiamo onestament edare atto, onorevole (Moro – dalla sua volontà .ii stato il frutto di un suo capolavoro di pa-zienza politica, soluzione uscita come la con-clusione logica e più alta degli accordi dell amaggioranza di centro-sinistra . Era chiaro elogico, onorevole Moro, che la maggioranzadi centro-sinistra avrebbe puntato alla elezio-ne dell'onorevole Saragat alla Presidenzadella Repubblica, di un laico, che fosse ac-cetto alle correnti di sinistra del suo Governo .Ma per arrivare a questa sua conclusione ,al punto più alto della logica del suo Governo ,ella ha avuto bisogno dei voti comunisti . Ilche dimostra che la sua maggioranza non esi-ste più . Del resto, a dirlo, non siamo stati sol onoi; credo che non più di due o tre giorni dop ole elezioni, se non erro il due gennaio, l'ono-revole Nenni, scriveva o faceva scrivere sul-l'Avanti ! – che èè la stessa cosa, perché oggi ,starei per dire che usa più far così che scri-vere o parlare direttamente, quando si è im-portanti – che era successo qualcosa di moltograve durante le elezioni del Presidente dell aRepubblica . Ed aggiungeva che occorrev aquindi una chiarificazione, un riesame totale ,completo della situazione politica, una ri-prova della maggioranza ; che occorreva ri-

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vederne il programma, la linea, le intenzioni .E forse l'onorevole Nenni calcava anche l amano perché strada facendo, nel corso diquella strana elezione, quasi quasi gli erabalenata l'idea piacevole che quel laico d ainsediare al Quirinale avesse potuto esser epersino lui stesso .

Ora sta di fatto che con questo articolo ,con questa presa di posizione, onorevole Moro ,è stato il suo vicepresidente del Consiglio adaprire la crisi . Si può chiamare con tutti inomi che si voglia, con tutti i neologism ipossibili ed immaginabili, che per la veritànon le mancano, ma la verità è che noi, daquel momento, siamo entrati in clima d icrisi di governo, e che da quel momento s isono regolarmente svolte tutte le operazion iche seguono e accompagnano le crisi di go-verno . Se non volessimo annoiare noi stessi ,

potremmo citare comunicati, ordini del giorno ,dichiarazioni ; esaminare l'excursus nei suo iepisodi più salienti, a volte ridicoli, a volt edrammatici, a volte paradossali, di quest acrisi che tuttavia – si è detto – si è conclus acon un rimpasto . Quindi niente nuovo go-verno. Ho i miei dubbi anche su questo, cio èche persino la conclusione si possa chiamarerimpasto. Ma questo conta poco. La realtàè che la crisi c'è stata e grossa, e il modo i ncui la si è conclusa ha ben poca importanz arispetto al dovere del Governo di osservarele procedure prescritte dalla Costituzione peroperare i mutamenti di maggioranza e di com-posizione personale del Ministero . Si potrebbedire – e infatti lo si dice – che nulla è cam-biato perché la maggioranza non è mutata .Forse numericamente è così, ma è la qualità ,è la sostanza di questa maggioranza che ècambiata .

Chi ha ascoltato, come ho dovuto ascoltare ,chi ha letto, come ho dovuto leggere, i discorsidegli onorevoli Longo e Ingrao, ha ben ca-pito che non si tratta più di discorsi di un aopposizione classica, tradizionale : si trattapraticamente, ormai, dei discorsi di un grupp opolitico che si sente parte della maggioranzae che protesta perché la logica di questa mag-gioranza non viene portata alle sue conse-guenze naturali . L 'onorevole Longo è un uom odella maggioranza scontento : un uomo chevorrebbe vedere le cose andare più in fretta ,attuarsi i programmi . Non i suoi, ma i pro -grammi del Governo di centro-sinistra, i pro -grammi del suo Governo, onorevole Moro ,che sono pressappoco sulla linea del program-ma che già aveva approvato l'onorevole To-gliatti .

L'onorevole Longo afferma che i comunist isono stati determinanti per la elezione de lCapo dello Stato, che sono praticamente color oche controllano e dirigono gli stessi voti de lpartito socialista, perché i voti socialisti son oanche voti di operai, controllati attraverso l aC .G.I .L., dove il partito socialista è rimasto .

Se questo è vero – e nessuno può onesta-mente dubitarne – l'onorevole Longo ha di-ritto di lamentarsi ; si sente un ,po' uomo diGoverno, anche se ne è materialmente tenutofuori, anche se materialmente vuole restarn efuori, per poter più largamente e agevolmenteattendere alla sua opera di disgregazione dell oStato italiano. Tuttavia egli vuole l'attuazionedel programma di cui è parte in causa e forzadeterminante con il suo voto, nei moment idelle massime decisioni . Infatti, quello chesi è verificato con la elezione del Presidentedella Repubblica, si ripeterà fatalmente quan-do si vorrà passare all'attuazione del suo pro-gramma, onorevole Moro . Noi, per ora, inquesto momento, non sappiamo quale saràprecisamente domani. Ma lo possiamo imma-ginare; e non vi è dubbio che per certi prov-vedimenti il partito comunista dovrà buttar ee butterà volentieri i suoi centocinquanta vot ideterminanti sul peso della bilancia dell abilancia della maggioranza governativa .

RAUCCI . Centosessantasei, per l'esattezza .ROMUALDI . Ancora meglio ! Quindi è

logico che il partito comunista si senta ormaiun partito di Governo e in diritto di lamen-tarsi, di fare le sue « critiche costruttive » ,libero dai vincoli di tutte le delimitazioni .Anche perché il partito comunista sa benis-simo, onorevole Moro, che questa storia, ne lcorso della crisi, è saltata all'interno dell ostesso partito socialista, il quale non è pi ùdisposto ad accettare la delimitazione a si-nistra della maggioranza di governo . Da ciòè ancor più evidente che ci siamo trovat idavanti a una crisi ; che tutti abbiamo giusta-mente ritenuto e riteniamo di parlare a ungoverno nuovo e non allo stesso govern o

rinvigorito » o « rinforzato » o che so io .Si tratta, praticamente, di una nuova situa-zione, che, però, per la verità, dobbiamoaffrontare un po' al buio . E verrò a questostrano carattere della discussione che stiamofacendo, dopo aver detto qualcosa che misembra doveroso dire rispetto a uno deglialtri elementi caratteristici di una formazion egovernativa, cioè la sua composizione per-

sonale .Si osserva che non si può parlare di crisi ,

quando come nel nostro caso sono stati sosti-tuiti soltanto due uomini . Ebbene, potremmo

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volendo, enumerare i casi, ai quali ho giàaccennato in linea generale, di governi nuovi ,che si sono presentati con la stessa composi-zione, con lo stesso programma, con la stess amaggioranza, ma che erano nuovi semplice -mente perché avevano ritenuto di chiariree ribadire certe loro posizioni e indirizzi . Quivi è qualcosa 'di .più, onorevole Moro : quivi è l'ingresso nel Governo dell'onorevole Fan-fani . Si possa essere d'accordo o in disac-cordo con lui, come ho l'onore di essere io ,egli resta tuttavia un grosso personaggio de lnostro mondo politico . L'onorevole Fanfani èstato, se non erro, quattro volte President edel Consiglio, più volte ministro, anche mini-stro degli affari esteri, e segretario per lunghianni della democrazia cristiana : direi, anzi ,il vero segretario innovatore, colui che hainaugurato il nuovo corso della politica de lsuo partito . L'onorevole Fanfani è stato anch eun serio candidato alla Presidenza della Re -pubblica, nonostante la volontà contraria de lsuo partito medesimo, nonostante la volontàcontraria del Governo e della maggioranza d icui, almeno come elettore, fa parte .

L'ingresso dell'onorevole Fanfani nel Go-verno non è un fatto da niente ; è una grossacosa, anche perché pensiamo che l'onorevol eFanfani abbia idee particolari 'e intenda rea-lizzarle . È un uomo che ha buona memoria ,l'onorevole Fanfani, e che, disponendo di uncerto numero di voti in quest'aula, potrebb eanche ricordarsi di quando nel 1959 fu og-getto del tiro a segno da parte di certi franch itiratori . Si tratta quindi indubbiamente d iun avvenimento che cambia di molto, onore-vole Moro, la composizione del suo Governo .

Ma vi è un altro fatto che non dev'esser esottovalutato né dimenticato . Non è vero chel'avvento del senatore Lami Starnuti al Mi-nistero dell'industria e del commercio, al po-sto del senatore Medici, non sia qualcosa d iimportante . Anzitutto, mettere un uomo di 7 8anni, stimabile e venerabile quanto volete ,alla testa di un dicastero importante com equello dell'industria in un momento comequesto potrebbe perfino sembrare polemico .Ho una grande stima dei vegliardi capaci ,geniali, intelligenti, onesti, bravi, come di -cono sia il senatore Lami Starnuti : ma 78anni sono 78 anni . A questa età perfino i gran -di vecchi della storia lontana e recente, i Bi-smarck, i Clemenceau, i Churchill, erano gi àal termine della loro carriera politica .

Ora noi avremo ugualmente alla testa d iun dicastero che dovrebbe recitare un ruol oprimario, specie in una situazione come l'at-tuale – con la programmazione alle porte e

con una gigantesca recessione economica, so-prattutto industriale, in atto – questo nobil evegliardo. Così ha voluto la socialdemocrazia .Ma questo ci sembra volutamente polemico ;polemico sul piano delle vicende interne delpartito socialdemocratico, polemico, forse, an-che per quanto riguarda il punto di vistadi questo Governo nei confronti di certi im-pegni o di certi orientamenti economici .

A che cosa deve il senatore Medici la su aepurazione ? Se non ricordo male, pochi giorn ifa, una o due settimane fa .al massimo, í lsenatore Medici, concludendo in quest'aula i ldibattito sulla situazione economica, sul pro-blema dell'impiego della manodopera, e quin-di sul dramma della disoccupazione, espress eserie preoccupazioni . Disse che la situazioneera molto grave ; che non vi erano certo ele-menti che potessero indurre all'ottimismo .Tutto questo, detto con il decoro e la dignit àpropri di un uomo responsabile come il se-natore Medici, alla testa, in quel momento ,di un dicastero tecnico ed economico .

La verità è che queste preoccupazioni, an-che se dignitosamente e responsabilmenteespresse, e queste oneste valutazioni intorn oalla situazione gravissima, non sono piaciuteagli attuali massimi dirigenti del Governo :alla preoccupazione preferiscono l'ottimismo,preferiscono illudersi, come ci si sta illudend oormai da molto tempo, più o meno convint iche la situazione possa rapidamente mutare ,che la crisi sia finita o sia per finire e ch eormai si sia prossimi alla ripresa della fas eascensionale . Il senatore 'Medici ebbe il tortodi far capire che egli 'a tutto questo non cre-deva ; e abbiamo l'impressione che per talecausa sia stato rapidamente epurato . Il Go-verno preferisce il sorriso ottimistico, sicuro ,del ministro Colombo. No, non il suo, ono-revole 1Moro, che ella non ci regala troppospesso .

MORO, Presidente del Consiglio dei mi-nistri . Non ne ho motivo . (Commenti a destra) .

ROMUALDI . Mi rallegro della sua obiet-tività. II ministro 'Colombo, invece, è tran-quillo, sicuro, pieno di sorrisi rassicuranti :ispira fiducia . . . salvo poi a far piangere color oi quali gli hanno creduto . E quanta gente h acreduto nel sorriso e nella sicurezza dell ' ono-revole Colombo, in questi ultimi tempi : molti ,purtroppo, anche in ambienti che avrebberodovuto avere – almeno per esperienza – pi ùprudenza e più senso di responsabilità di noinell'accordare fiducia al sorriso dell'onorevo-le 'Colombo per tante ottimistiche speranze .

La verità, riassumendo, è dunque questa :siamo d'i fronte ad una diversa maggioranza

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(,almeno sul piano della qualità) ; ad una si-tuazione assolutamente nuova anche sul pia -no delle persone che compongono il Governo .Di inalterato potrebbe esservi soltanto il pro-gramma. Il programma è una strana stori aperché noi stiamo qui discutendo, non sull amozione dell'onorevole Longo – mi auguroche sia così per tutti, ma certamente lo èalmeno per parte nostra – ma stiamo discu-tendo sulle comunicazioni del Governo, cio èsul primo punto dell'ordine del giorno . Lecomunicazioni del Governo, per la verità, sonopochine : una letterina in cui è detto che i lsenatore Medici si dimette con tanta gioi ae tanta buona volontà ; che l 'onorevole depu-tato professor Amintore Fanfani è nominat oministro degli esteri, e che l'onorevole sena-tore avvocato Lami Starnuti è nominato mi-nistro dell ' industria . Si è perfino omesso diprecisare, nella fretta, che l'onorevole Mor ocessava dal suo interim agli esteri .

MORO, Presidente del Consiglio dei mini-stri . È un fatto automatico .

ROMUALDI . L'incarico era talmente im-portante che, anche ad interim, ella dovevaessere considerato tuttavia un ministro degl iesteri abilitato a tutti gli impegni, legato atutti i doveri ed anche a quello di dar notiziealla Camera della sua attività .

MORO, Presidente del Consiglio dei mi-nistri . Sul piano giuridico, l'interina cessa au-tomaticamente con la nomina del titolare .

ROMUALDI . Non discuto sul piano giuri-dico con un maestro di diritto come lei . Milimito a fare alcune osservazioni politiche, chepossonoessere idi qualche importanza . La ve-rità è che noi stiamo discutendo su dichia-razioni monche, e quindi idal punto di vistapolitico del tutto inesistenti .

Ella ha detto, a voce, su invito mi par edel gruppo del partito socialista di unità pro-letaria, che non riteneva di fare alcuna di-chiarazione aggiuntiva alle comunicazioni .Ora però, a causa della sua negativa, noi stia-mo, come accade in alcune fasi del poker, par-lando al buio . Per il programma non sappia-mo, in realtà, che cosa vi sia dietro le dichia-razioni epistolari e dietro la sua negativa . Maindubbiamente dalle vicende di iquesta cris ibalza chiaro che anche il programma ha su-bito notevoli mutamenti . Non sappiamo qualesia il nuovo programma : certamente non èpiù quello del 1963 ; non è più nemmeno quell odel 1964 : è qualcosa di nuovo. Sarebbe stat obene che ella ce ne avesse parlato . Ma forse,onorevole Presidente del Consiglio, ella c ivuole riservare – e noi la ringraziamo – un

grosso uovo di Pasqua con sorpresa final eper domani pomeriggio . Il grosso uovo d iPasqua, la grossa sorpresa, sarà l'annunci oche ella farà – almeno stando alle indiscre-zioni che abbiamo potuto raccogliere in que-ste ultime ore – del « superdecreto » per l emisure anticongiunturali . Anche questo è unostrano neologismo : « superdecreto » ; tantostrano che abbiamo l'impressione che quest avolta se ne sia preoccupato persino il Cap odello Stato . Non si capisce bene cosa sia que-sto « superdecreto », questa serie di decretida discutersi tutti insieme. Mi si dice – ri-ferisco solamente delle voci ; non voglio an-dare al di là di certe soglie sacre – ché al ri-guardo vi siano perplessità fra i giuristi de lQuirinale .

Ma in un modo o nell'altro, ella annun-cerà questa grossa sorpresa; lo farà con i ltono e l'abilità che tutti le riconosciamo ; tuttala stampa punterà i riflettori su questo im-portante argomento, si {fermerà su questonuovo avvenimento, giustamente tanto atte-so, per dirne tutto il bene possibile ; e tutto s irisolverà in un grosso trionfo suo personalee del Governo . E così si concluderà la di-scussione, e tutto svanirà : le critiche, le de-nunce, le preoccupazioni .

Mi limito a dire che questo non mi sem-bra il modo migliore per condurre una di-scussione che indubbiamente hia o dovrebb eavere una sua particolare importanza ; una di-scussione che ci dovrebbe ,almeno consentiredi capire verso quale futuro stiamo cammi-nando; che ci dovrebbe dare assicurazion isullo stesso piano morale, nel senso di chiarireche questo Governo non sta in piedi, come di -cono, solo per stare in piedi ; che non è esatt odire, come si dice, che questa maggioranza d igoverno, siccome non riesce ad andare d'ac-cordo su niente, siccome non riesce e non riu-scirà mai ad avere un programma accettato erealizzato col concorso di tutte le sue etero-genee forze, è soltanto d'accordo ,per non pre-cisare niente, è soltanto d'accordo per restareal Governo, per « durare », come diceva l'al-tro ieri sera l'onorevole 'Covelli . E in fondol'onorevole Nenni, che di tutta la compaginesembra a volte addirittura il più ingenuo, no-nostante il suo tumultuoso passato e la su aetà veneranda, lo ha detto anche domenic ain quel suo strano articolo, che ho più sopracitato . Infatti, praticamente – potrei leggerv ile frasi – l'onorevole Nenni ha affermato chese non si è potuto concludere, se tutto il la-vorio è stato deludente, è stato perché no nsi poteva correre il rischio di rimuovere ac-que che avrebbero fatalmente portato a una

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crisi vera e propria ; a una crisi totale, insa-nabile e quindi a nuove elezioni .

Ditemi voi se in queste condizioni siamo d ifronte ad un rimpasto ; ditemi se non sarebbestato più serio, più logico politicamente, oltreche costituzionalmente più corretto, venir quia dire che si tratta di un terzo Governo Moro ,con questo programma, con questa maggio-ranza, con queste oneste intenzioni .

Noi abbiamo però il dovere di 'dire che ,nonostante la buona volontà che sorregge i lGoverno e il suo impegno di non concluder eniente, di non trattare niente, di non definir eniente, di continuare a tenere il paese in que-sta confusione, tuttavia vi saranno alcun iproblemi che più o meno presto si presente -ranno. E io non so – sarebbe stato bene ch ei gruppi si fossero pronunciati – che cosa faràil Governo, che cosa faremo tutti noi, per esem-pio (accenno a una delle questioni), davant ial problema della scuola, che, se non erro ,deve venire presto in discussione, comunquedeve arrivare alla sua conclusione entro il 30giugno. E vorrei sapere, d'altra parte, onore-vole Moro, come riusciremo ad inquadrarei provvedimenti del « superdecreto », di cu iella sicuramente ci parlerà, all'interno de lpiano, del programma . È veramente una gra-ve questione, perché senza elementi, com esiamo in questo momento, è difficile vederecome queste misure anticongiunturali, ch edevono avere un senso pratico, realistico, es-sere di rapida attuazione se vogliono essereefficaci, possano inquadrarsi in un program-ma economico che, per quanto indicativo, ètuttavia una cosa abbastanza rigida, anch ese certo ancora estremamente confusa . E ciòdiciamo non perché non ci piace il program-ma economico e siamo perplessi sul come ri-solvere certe astruserie che già appaiono dal -le ,prime 'informazioni di 'stampa, ma soltant operché ci manca la possibilità di valutare, peri suoi silenzi, onorevole Moro, e proprio perqueste discussioni che continuiamo a fare albuio, quali siano in proposito le reali inten-zioni, i reali obiettivi del Governo .

Dobbiamo subito e rapidamente dire ch ein questo campo non è il tentativo di metter eun certo ordine nella confusionaria vita eco-nomica italiana che ci spaventa. Vorremmoricordare all 'onorevole La Malfa, se fosse pre-sente, che dal 1948 in poi noi andiamo soste-nendo che è praticamente impossibile realiz-zare un 'benessere, un concreto, duraturo mi-glioramento della situazione economica ita-liana senza mettere un po' di regole, senzastabilire un po' di ordine nella giungla dell einiziative individuali e soprattutto delle spe-

culazioni, 'dei pericolosi affari, spesso fatti a lcoperto delle politiche governative. 'Ma la ve-rità è che noi non abbiamo mai visto nulla d itecnicamente intelligente . Né vediamo ora unabuona e coraggiosa politica economica . Adesempio, pur ,facendo tutti gli sforzi che cisono consentiti dalla nostra modesta intelli-genza, neppure ieri siamo riusciti a dipanareil gomitolo, certamente molto importante, de iragionamenti dell'onorevole La IMalfa, che èun po' il teorico di queste faccende, l'uom oche tenta di sposare la più moderna dottrinadello sviluppo economico ,radicale-socialistoi-de 'con la modesta realtà attuale d'ella vita edelle possibilità nazionali .

Vorremmo quindi concludere, almeno perquesta parte, che siamo di fronte ad una situa-zione nuova anche sul piano del programma ,pur se, ripeto, siamo costretti ad discuter eal buio, siamo costretti ad andare avanti atentoni in un campo dove sarebbe invece util eper tutti poter comunicare a occhi aperti econ perfetta conoscenza dei fatti e delle si-tuazioni .

Ma vi è qualche altra cosa che non può es-sere rimandata : e precisamente tutto quell oche interessa gli affari esteri, la politica inter-nazionale . Ed è questo che conferisce moltaimportanza 'alla presenza nel Governo di unnuovo ministro degli esteri, che praticament emuta, influisce radicalmente sulla composi-zione del Governo, particolarmente in un 'mo-mento come questo . La politica estera è u npunto molto importante anche per un Gover-no di centro-sinistra . Starei per dire che, no-nostante si sia molto parlato di economia ,tutti i gruppi intervenuti hanno posto l'ac-cento sull'estrema delicatezza dei problem iinternazionali che stanno dinanzi a noi, com edinanzi a tutti i paesi del mondo.

Ebbene, noi non sappiamo neppure in que-sto campo quale sia di preciso il pensiero de lGoverno, quale sia la vera volontà, l'indirizz odel suo terzo Governo di centro-sinistra, ono-revole Moro . È vero – noi gliene diamo atto– che ella al Senato, una settimana fa, ha fatt odichiarazioni che potrebbero da un certo puntodi vista sembrare persino rassicurante, se nonfossero affidate soltanto alle parole, ma fosser oaccompagnate dalla volontà di realizzare gl iatti necessari per concretizzare questo orien-tamento, per materializzare in docu'm'ent iqueste assicurazioni che ella intende dar ecirca l'indirizzo della nostra politica inter -nazionale . 'Ma 'finché nel suo Governo v isaranno importanti uomini della maggioran-za che la pensano in maniera diametralmenteopposta, è un po' difficile, in verità, vedere

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come si possa essere tranquilli, come si poss aavere una linea ordinata, coerente della no-stra politica internazionale, per la tutela de inostri interessi, per la partecipazione attiva ,responsabile del nostro paese ai grandi av-venimenti del mondo .

Non vi è dubbio, onorevole Moro, che nonbasta, al punto in cui siamo, al punto in cu isono in questo momento gli avveniment imondiali, che noi dichiariamo di essere so-lidali con la politica dei nostri alleati ame-ricani; che siamo solidail in Europa, com esiamo solidali nella questione del Viet-Nam .Occorre fare qualche cosa di più, anche per-ché gran parte della sua maggioranza, inrealtà, sulle vicende del Viet-Nam pensa l estesse cose che pensano i comunisti . Cioè chel'America è nel Viet-Nam in funzione di po-tenza imperialista, colonialista, che i vietna-miti del Viet-Cong stanno combattendo la lor oguerra di liberazione nel Viet-Nam del sud ;che praticamente si tratta di un fenomen ocome quello della guerra di liberazione i nAlgeria, da noi a suo tempo avallato ; comeè stata la guerra partigiana in Francia o i nItalia . Mentre tutti sanno benissimo che no nè vero niente, che cioè non è vero che i sud -vietnamiti sono, come i comunisti dicono, iservi dell'occidente, ma che al contrario sonodei cittadini che si battono nella speranza d inon vedere risolversi la loro libertà in unadominazione del partito comunista di Ho-chi -Minh .

Essi volevano la loro libertà e in questasperanza e in questa illusione si batteron ocontro la Francia . Ma il fatto è che ora l asituazione è mutata. Perché il Viet-Cong, cheè diretta emanazione della politica del Viet -Nam del nord, concepiva e concepisce la li-bertà del Viet-Nam come assoggettamento to-tale al comunismo di tutto il territorio e d itutti i cittadini .

Ora, è necessario, onorevole Moro, ch equeste cose ella le dica, che il nostro Govern oprenda posizione in questo senso . Non bastadire che siamo fedeli o che siamo solidali co inostri alleati . Occorre dire perché siamo so-lidali, giustificare politicamente questa nostr acondotta, confutare le tesi del partito comuni -sta, che sono sostenute anche all'interno dell asua stessa maggioranza ! Bisogna precisar equali sono i motivi che obbligano l ' Italia adassumere queste posizioni e per quali ra-gioni l'Italia deve assumersele . Posizioni cheritengo per noi logiche e giustificate, a diffe-renza della Francia, che ha altri particolar imotivi (dei quali parleremo) per avere l'at-teggiamento che ha .

In questo momento occorre essere moltoattivi nella politica internazionale . Non so enon è facile sapere che cosa intenda fare or al'onorevole Fanfani . Egli, per la verità, è statoabile nel discorso tenuto in occasione del-l'annuale conferenza dei paesi dell'U .E.O.stato abile, ma il suo discorso è caduto ne lvuoto, perché Couve de Murville e Schroede rnon sono venuti a Roma . Non sono venuti ,forse, perché Couve de fMurville e Schroede rhanno la memoria buona come lui, come l'ono-revole Fanfani, e si ricordano dei franchi ti-ratori . L'onorevole Fanfani è stato un buonfranco tiratore nei confronti di una certa po-litica europeista . L'onorevole Fanfani dovevaquindi aspettarsi questo atteggiamento deisuoi colleghi di Bonn e di Parigi .

D'altra parte, occorre che l'onorevole Fan-fani si renda conto che la solidarietà con gl i

Stati Uniti nel Viet-Nam è strettamente legataalla solidarietà di tutti i paesi del sistema oc-cidentale fra di loro; che non è assolutamentepossibile che questa solidarietà – in un mo-mento così delicato – appaia netta, chiara, lea-le, come deve essere in realtà, senza che sisiano stabiliti nuovi e migliori rapporti fra

i paesi europei . 'Ci rendiamo conto che èun compito difficile . Le diffidenze sono enor-mi, i contrasti gravi e numerosi, i rancor i

tanti . 'Ma è necessario affrontare questo pro-blema con la volontà di risolverlo . Nessunosi può fare illusioni, né per quel che riguardai problemi di Berlino e quindi 'della sicurez-za europea, né per quelli che sono i proble-mi della sicurezza nel mondo . Se non siam ouniti, se non troviamo una politica comune ,se non risolviamo i nostri problemi in Euro-pa, se non definiamo i nostri rapporti di euro-pei nei confronti della politica degli Stat iUniti, noi non possiamo assolutamente par -lare di solidarietà seria e concreta, non pos-siamo andare al di là delle parole .

Bisogna anche avere il coraggio di dire aquale Europa si pensa : se 'siamo rimasti al -

l 'Europa delle buone intenzioni, all'Europ acioè delle iniziative del precedente ministro

degli esteri ; se siamo ancora all'Europa dellasocialdemocrazia, all'Europa dei partiti demo-cratico-socialisti, aperta a tutti salvo che agl ieuropei, o se siamo ad un'Europa più con-

creta, solidale con gli europei, che parli di-

rettamente agli interessi e ai sentimenti dei

popoli europei .Avrei praticamente finito, se non mi cor-

resse l'obbligo, onorevole 'Moro, di dire un aparola sulla situazione morale in cui il no-stro paese si trova in questo momento, sull asituazione morale mortificante in cui è cadu-

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ta un po ' tutta la nostra gioventù ; su questasituazione di generale sfiducia che accompa-gna la crisi economica, che la completa erende il quadro del nostro paese veramentedesolante . È una situazione che ci preoccupamolto, ma che dovrebbe preoccupare soprat-tutto voi . Io penso, infatti – mi ostino a pen-sare – che anche voi dobbiate sentire la re-sponsabilità di quanto accade, e avere l epreoccupazioni che fatalmente debbono esser-vi suggerite dalla vostra qualità di profes-santi cattolici .

La situazione è veramente insopportabile .Non mi voglio riferire all'episodio del Vi-cario, che interessa soltanto per mostrare lavostra mancanza di coraggio nell'applicarein maniera chiara e senza possibilità di equi -voci una norma concordataria . %Mi voglio ri-ferire piuttosto a tutto quello che normal-mente succede : dall'aumento pauroso dei fatt idelittuosi, al dilagare dell ' immoralità nel sen-so più banale del termine, alla irreligiosit àgaloppante, allo scetticismo, alla degradazio-ne di tutti i valori fondamentali della nostrasocietà . Che tutto questo si verifichi mentrevoi siete al potere (voi che dovreste essere ivalidi portatori di un indirizzo di fede peruna vita più morale e ordinata) è veramenteparadossale, e denuncia clamorosamente i lfallimento della vostra politica .

Dinanzi ai risultati spaventosi di ordineeconomico, politico e morale, dinanzi a quel-lo che sta accadendo . in %questi anni e in questimesi, io mi domando spesso, e ora lo domand oa voi : ma credete ancora sul serio alla bontàdella vostra politica, alla utilità di questo vo-stro colloquio con i marxisti ? Me lo chiedo ,a volte, con angoscia, anche perché io sono uncattolico in buona fede che non crede all abontà di questo colloquio. E non ci credo pe ri risultati che dà .

Vi confesso che non credevo al colloqui oneppure prima : per principio, e anche perla modesta ma tormentata esperienza che h odella natura dei partiti di estrema sinistra ,delle loro dottrine, della loro prassi . Mi eratuttavia venuta qualche curiosità, che mi por-tava a ipotizzare la possibilità che qualcos afosse realmente cambiata o potesse cambiare .Ma ora non possiamo non vedere e non valu-tare le conseguenze che sono derivate da que-sto colloquio e da questo incontro .

E, alla stregua di queste, ritiene sul serio ,onorevole Moro, che sia ancora possibile cre-dere nella bontà dell'esperimento ? Crede ve-ramente che il cattolicesimo possa continuarea « incontrarsi » col marxismo sul terreno de lgoverno, e che da questo incontro possano de-

rivare buoni frutti e la costruzione di un asocietà migliore, più ordinata, più progredita ,socialmente più elevata ?

Penso che anche voi abbiate almeno de i

dubbi . In questa Camera, di tanto in tanto ,vi è qualche giovane professore che ci impar-tisce delle frettolose, anche se affettuose, le-zioni di diritto costituzionale . Una volta inter-veniva l'onorevole Agrimi, il quale ci met-teva seccamente seduti su questi argomenti .Poi è venuto l'onorevole Cossiga, tanto sim-patico, il quale, con più sottili ragionamenti ,ci metteva ugualmente seduti ; e noi zitti !Adesso è venuto il giovane professor Del-l'Andro, che l'altro giorno ci ha ridotti u npizzico, come si dice a Roma. Ha detto chela nostra eccezione di incostituzionalità er aassolutamente assurda, infondata e perfin oridicola. 'Ma non ce ne dobbiamo avere amale, onorevole Almirante, di questo secc ogiudizio. Anche perché mi sembra che tuttol'andamento di questa discussione – esatta-mente come prevedevamo – abbia parlato d icrisi e non di rimpasto . Vorrei dire al gen-tilissimo onorevole professore Dell ' Andro chepuò anche darsi che la causidica maestri adell'onorevole Moro gli abbia permesso di no nledere formalmente gli articoli 92, 93 e 94 oaltri ancora della Costituzione . Ma è lo spi-rito che ne è stato violato ! Che cosa è infatt ila Costituzione, onorevole Dell'Andro ? U natto formale o il documento che riassume l avolontà politica di costruire secondo un dise-gno, una concezione, una determinata socie-tà, un certo tipo di Stato ? E allora, se èvero questo, ebbene dico che la Costituzioneè stata fatta a pezzi, è stata sbriciolata dagl iultimi avvenimenti e dai tanti altri che acca -dono nel paese ormai da molti anni .

L 'onorevole Almirante ha giustamente det-to che con questa Costituzione noi non c'en-triamo assolutamente niente . Saremmo in -sinceri se dicessimo che noi vogliamo benea questa Costituzione, nata (e non Io abbiam odetto noi) da tanto rancore e da un impegno'di lavoro che non ha 'mai saputo attingere l'al-tezza dei grandi disegni giuridici e morali .La Costituzione, 'però, è stata voluta, alme -no da taluni, per realizzare una certa societ àdemocratica . Ora, se quella italiana d'oggi èla società che i costituenti volevano, se que-sto è lo Stato democratico che essi intende -vano creare, allora devo confessare (lo dic o

qui, in camera caritatis, io che alla democra-zia non ho mai voluto bene e nella democra-zia non ho mai creduto) che la democrazia èpeggio di quello che io malamente pensavo .Essa non risolve alcuno dei problemi, li com-

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plica tutti ; essa non ci salva dal comunismo ,anzi lo fa avanzare ; essa diventa uno stru-mento contro la libertà .

Ecco perché, onorevole Moro, noi siam ovivamente preoccupati per la situazione ita-liana che, se positivamente influisce sempr epoco su quella degli altri paesi, negativamentevi influisce moltissimó. Con questo modo, chenoi denunziamo, di realizzare gli istituti del-la libertà, sentiamo che si va direttamenteverso il comunismo . Un comunismo che ar-riverà in maniera nuova, con movimenti fel-pati; dolcemente ; che vuole essere governa-tivo senza scosse, che ci canta la ninna nanna ,che ci addormenta parlando di coesistenza ,di pace, di serenità .

A tutto ciò noi ci ribelliamo, vogliamoinnanzitutto ribellarci dentro la nostra co-scienza . In questi giorni (mi perdonino i col -leghi questo riferimento personale) ho molt opensato agli anni lontani della mia « galer ademocratica » (anche la democrazia, infatt i- e lo si è dimostrato in queste settimane -ha la sua galera politica) .

Forse vi ho pensato perché anche per no iricorre il ventennale, il ventennale dei nostr imorti, della nostra tragedia, dei nostri sacri-fici . Nei lunghi anni di solitudine della mi acella mi veniva infatti di pensare che le mi-gliaia di persone che erano in quel momen-to con me nelle carceri italiane e nei campidi concentramento, per aver avuto il corag-gio di scegliere la carta perdente e di esser evicini alla « tirannia » proprio nel momentoin cui tutti coloro che l'avevano servita ne-gli anni buoni l 'avevano abbandonata, eranoforse i soli difensori della libertà, che primadi essere un fatto giuridico e politico è u nfatto morale .

Ebbene, onorevole Dell'Andro, onorevolePresidente del Consiglio, di fronte a tutto ciòche sta. accadendo non ci si deve meravigliarese noi di questo gruppo politico ci sentiamo ,sul piano morale e politico, i soli o fra i po-chi veri difensori della libertà in Italia : lalibertà di batterci liberamente, fuori di ogn iinteresse, fuori di ogni costrizione per la di -fesa dei valori della nostra civiltà, per gl iinteressi della nostra patria, per gli interess ie l'avvenire del popolo italiano . (Applausi adestra — Congratulazioni) .

PRESIDENTE . È iscritto a parlare l'ono-revole Badini Confalonieri . Ne ha facoltà .

BADINI CONFALONIERI . Signor Presi-dente, onorevoli 'colleghi, prendendo la pa-rola immediatamente dopo il collega Ro-mualdi, mi consentirete di dire a nome mi opersonale - ma sono certo di interpretare an-

che il sentimento di tutto il gruppo liberale- che noi crediamo alla Costituzione, che ab-biamo fiducia nella democrazia e nella li-bertà, senza di che la nostra posizione in que-st'aula sarebbe del tutto inutile e del tutto

fuori luogo .'Talora anche noi .andiamo ai rkcordi de l

passato . Inizierò con l'espressione stessa co nla quale un illustre collega, l'onorevole Gon-zales, introdusse il suo discorso in quest 'aulasubito dopo il delitto Matteotti : « Dunque . . . » .Dunque ci troviamo di fronte al terzo Govern oMoro, alla terza e ultima edizione, rivedut ae corretta, ci troviamo di fronte ad un Governo« rinvigorito » . Rinvigorito da chi, da checosa ? Dal programma che ella, onorevol ePresidente del (Consiglio, non ci ha neppureper sommi capi esposto ? Rinvigorito dagl i

uomini ? No di certo dal senatore Lami Star-nuti . Pertanto esso è rinvigorito dalla pre-senza dell'altro nuovo ministro, dall'onore-vole Fanfani .

Dunque, rinvigorito in politica estera . Noiliberali non dimentichiamo di certo il fattoche, in unità di propositi con tante altre part i

politiche, criticavamo che da tempo ormai c i

fosse l'interim, mancasse un ministro degl i

affari esteri nel Governo italiano, fosse asso-lutamente mancante una politica estera ita-

liana. Oggi che alla fine, dopo il rimpasto, l a

crisi, il topolino partorito dalla montagna, esi-ste un titolare del dicastero degli esteri, era-vamo nella legittima attesa anche di una po-litica estera italiana che venisse sottoposta a l

vaglio costituzionale del Parlamento. Nulla

di tutto questo; le nebbie non si sono diradate .

Pare anzi che non vi sia alcuna buona volontà

di diradarle .Una sola voce, pure autorevole e direi anz i

ufficiale, quella del vicepresidente del Consi-glio, onorevole Nenni, ha rotto il silenzio gene-rale per scrivere sull'Avant'i ! di domenicascorsa che « il ritorno di Fanfani alla Farne-sina rappresenta in ogni caso un fatto politicodi primaria importanza per la compattezza del

centro=sinistra e per l'indirizzo della nostrapolitica estera in un momento delicato dell asituazione mondiale in cui risultano alterat ii (fattori di distensione internazionale intro-dotti dalla linea kennediana e da quella kru-scioviana » .

L'onorevole Nenni lascia pertanto supporre ,

pur nella genericità della sua affermazione ,che ci troviamo di fronte a un nuovo indirizz o

di politica estera, per la verità non chiarito ailettori dell'Avanti I e non chiarito nemmen o

a noi parlamentari . Condivide il Presidentedel Consiglio l'opinione del suo vicepresidente,

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o non la condivide ? La condivide il ministrodegli affari esteri ? compatibile un nuov oindirizzo di politica estera con la semplic eformula del rimpasto ?

Tutto questo succede nel mentre il pro -cesso di distensione - che molti istintivament evagheggiavano e assai pochi realizzavano -ha progressivamente lasciato il posto ad unasituazione internazionale di guerra fredda pi ùpreoccupante che mai, più acuta che mai ; el'attuale incertezza nei rapporti russo-cines inon costituisce affatto un motivo di tranquil-lità 'e di fiducia, ma piuttosto una gara di con-correnza internazionale che ci può da un mo-mento all 'altro condurre al di là dei limiti d isicurezza .

La situazione è minacciosa nel sudest asia-tico da quando, nel 1949, la Repubblica popo-lare cinese, allora costituitasi, indirizzò la suapolitica a mire di 'espansione e di imperialismonella penisola indocinese e in tutta l'Asiaorientale . Fu rotto l'equilibrio delle forze ch eallora esisteva .

Gli infiniti tentativi fatti dalla conferenz adi Ginevra 'e in quella per i : Laos risultaronovani. Il Viet-Nam, diviso in due zone di regi -me sociale -diverso, creò quella situazione d ipericolo che con felice e « moriana » espres-sione ella, signor Presidente, definì -al Senat o

il rischio di far continuare un circolo vizioso ,nel quale si disperdono le possibilità di solu-zioni pacifiche » . Il che, ridotto in termin ipiani, facili e chiari, vuol dire che giusta-mente Parlamento, Governo, popolo, tutti sia-mo in ansia, che la situazione è difficile epreoccupante, che non affievoliscono di certole nostre preoccupazioni né i 3 mila marinesamericani sbarcati a Danang (o i 10 mila d icui parlano oggi i giornali), né tanto men ol ' esercito cinese di 2 milioni 700 mila uomin imodernamente armati e in piena efficienza ;ché anzi le quotidiane rivendicazioni territo-riali che la Repubblica popolare cinese avanzacostituiscono la premessa di futuri conflitti esegnano comunque il fallimento della politic adi coesistenza inaugurata da Kruscev, chei colleghi della sinistra tanto spesso sbandie-ravano .

Gli accordi di Ginevra prevedevano la riu-nificazione dell'intero Viiet-Nani sulla base id ilibere elezioni ; quelle stesse libere elezioni cheripetute volte l 'occidente ha richiesto senz asuccesso per la riunificazione della Germania .Di fronte 'a fatti di codesta natura 'e ;ad altr iconsimili e collegati - come gl scontri all afrontiera del nord dell'India o in Malesia traquelle pdpolazioni 'e « quei genuini democra-tici ramanti della pace » che sono gli indone-

siani- Fil Presidente del 'Consiglio, 'or .è unmese, al Senato, non trovava 'di meglio chetestualmente affermare : « ,La zona del peri-colo è lontana dall'Italia la quale non vi hainteressi diretti né 'impegni politici o militarima solo la doverosa comprensione per la po-sizione e la responsabilità degli Stati Uniti ,

gli interessi della vocazione universale indi -visibile 'di pace e di sicurezza », ecc .

Ora, è certo che i cittadini statunitensi chelà combattono e muoiono si sentiranno parti-colarmente confortati dalla comprensione de lnostro signor Presidente del Consiglio, ma lalontananza della zona di pericolo dall'Itali ao l'assenza di interessi diretti non ci esime da lvalutare la pace e la libertà come dei beni in -divisibili e primari di tutti gli uomini per l acui esistenza la nostra azione ha da essere po-sitiva e proficua, non passiva, abulica e sostan-zialmente neutralista .

Poiché mentre ella, signor Presidente, inun'ora di discorso al Senato riesce a non ci -tare mai i comunisti, « in attesa - come ell aha detto testualmente - che la situazione s idecanti », cotesti suoi « tabù » agiscono inAsia, nel Congo, in tutto l 'est africano, neipaesi arabi ; nella zona calda si sta pericolosa-mente avvicinando a quel Mediterraneo, ne lquale tanta parte dell'Italia è protesa . Ancoranon è spenta la eco delle sparatorie a 'Cipr oe Ulbricht con la sua visita all'Egitto acuisceil profilarsi di altre complicazioni tra tede-schi, israeliani e arabi : e non è azzardatoosservare che l'insorgere domani di una guerraad Israele o nel vicino oriente, porterebb ecome conseguenza la ripresa di un conflitt opiù caldo che mai anche a Cipro .

Se gli Stati Uniti difendono in Asia anch el'Europa e l'Italia, noi qui in casa nostra chefacciamo, come intendiamo agire, procedere ,intervenire ? Quali sono i nostri specifici obiet-tivi, quali gli strumenti che intendiamo met-tere in opera ? 0 intendiamo assistere, anchequi inerti e passivi, a preparativi bellici ogno rpiù intensi, a deviazioni di acque, a minaccedi invasione e di distruzione della civilissimaPalestina ? Siamo pur giustamente preoccu-pati della difficile situazione, nella quale vi-vono ì nostri molti compatrioti nei paesi arab io, assai meno giustamente, siamo in ansia pe rquei revolving credits, per quei crediti a lun-ga, anzi interminabile, scadenza che l ' Italia ,direttamente o attraverso le sue industrie d iStato, ha colà aperti e che non ci verrannomai rimborsati, e anzi, per la bramosia egoi-sta di certi smaniosi del fare per il fare, as-sommano già oggi ad alcune centinaia di mi-liardi, e vanno ognor più crescendo ?

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IV LEGISLATURA -- DISCUSSIONI - SEDUTA ANTIMERIDIANA DELL ' 11 MARZO 1965

In una situazione grave di tensioni, di scon-tri locali, di minacce, di ricatti, di rotture di-plomatiche o di rapporti diplomatici ripres ipiù per dispetto che per convinzione, l'Italia ,l'Europa, la nostra Europa occidentale, ier iancora . riunita nelle persone dei suoi autore-voli rappresentanti e ministri degli esteri aRoma, che cosa intende fare ?

Anche per l'Europa esiste un dilemma : ola posizione che i comunisti definiscono d ivassallaggio europeo verso l'America o un at-tivismo europeo, naturalmente non in chiaveantiamericana come quello gollista, non com eun vallo atlantico davanti alle bianche sco-gliere di Dovér. E proprio perché l'Italia no nha complessi di superiorità, o velleità di lea-dership, da un lato, né ha motivo per com-plessi di inferiorità dall'altro, essa ha la pos-sibilità di svolgere una funzione utilissima d iattivismo europeo nel seno dell 'alleanza atlan-tica, e comunque di mediazione, di avvicina -mento per l'Inghilterra, di superamento d icerti schemi nazionalistici e 'sorpassati, unafunzione, magari discreta, di iniziativa, diazione, di ripensamento ,perché la costruzioneeconomica che si è messa in piedi a sei nonè e non può essere qualcosa di statico e d ipermanente. Le costruzioni umane, per loronatura, o procedono in avanti o retrocedono :e se dalla unificazione economica non ci s iincammina verso l'integrazione politica e mi-litare, magari con i palliativi dei piani Spaak ,Erhard o Saragat, si arretra verso un total edisfacimento della nostra funzione e posizion eeuropea nel mondo .

Quando, dopo la guerra, seguendo l'inse-gnamento di Sforza, di Einaudi e di De Ga-speri, o il logico atlantismo di Saragat, ini-ziammo a costruire l 'Europa, eravamo preoc-cupati che un vuoto di potenza europea nellalotta fra il blocco americano e quello russ ocreasse la distanza idonea perché scoccasse l ascintilla della guerra . E quando più tardi lei ,signor Presidente, e noi liberali ci schieram-mo, in opposizione ai socialcomunisti, contr oil piano Rapacky, contro il vuoto di potenz anel cuore dell'Europa, per l'unificazione dell aGermania a mezzo di libere elezioni, per l apartecipazione libera e volontaria della Ger-mania alla costruzione dell ' occidente europeo ,eravamo indubbiamente animati dalla stess aconvinzione della opportunità dell'unità d iazione fra gli Stati liberi e democratici :tale unità d 'azione non vediamo più oggi, pur-troppo, nello stesso Mediterraneo, anche acausa e per colpa dell ' inattività, dell 'attendi-smo, dell'incuranza del Governo italiano .

Vogliamo una politica che – legati com esiamo da una politica multilaterale volonta-riamente, deliberatamente e giustamente as-sunta all'O.N.U ., alla N .A.T .O ., all'O .C .E.D . ,all'U.E.O., alla C .E .E . – evidentemente nonpuò e non deve essere una politica esclusi -vista, grettamente nazionalista, e tanto men ouna politica di grandezza o di prestigio pater-nalistico nei confronti dei nostri vicini au -striaci, slavi o arabi, ma deve essere di fedeltàpermanente ai nostri alleati, di collaborazionefeconda e proficua con essi, di iniziative con -formi allo spirito di quei trattati, al lorosviluppo e completamento .

Su tutto questo, che è la difficile e trist erealtà di oggi, il Governo intende tacere, so lper risparmiare il fiato ed averne a suffi-cienza per rispondere di no all'ambasciator eKozirev che viene con tutta faciloneria a chie-derci di tradire gli alleati, o a lamentars iper l'invio nel Viet-Nam di alcuni medici ita-liani per espletare colà la loro missione uman ae sanitaria, come la stampa ha pubblicato ecome ella, signor Presidente del Consiglio ,avrà la cortesia di precisare nella sua replica ?

Noi liberali abbiamo più fiducia di Kozirevnel Governo, cui tuttavia ci opponiamo; manon intendiamo avere 'una fiducia cieca, senz asapere, senza conoscere, senza discutere . Po-niamo degli interrogativi, o, se ella megli ocrede, dei dubbi ; anzitutto il dubbio che unuomo f attivo e dinamico come l'attuale mi-nistro degli affari esteri se ne stia con le brac-cia conserte e con le mani in mano, senz aprendere iniziative, senza ;assumere una po-sizione, o semplicemente seduto su quellapoltrona ministeriale, cui si è degnato di ac-cedere « in seguito ad autorevoli insistenze » ,semplicemente pér rileggere le lunghe letter eche il suo amico La Pira ha scritto in quest'ul-timo decennio prima a Malenkov e poi a Kru-scev, con non eccessiva fortuna per essi, e ch eAggiornamenti sociali ha di recente pubbli-cato .

Noi non diremo – come è scritto nella mo-zione comunista – che in tema di politica este-ra questo Governo è « incapace di elaborareed attuare una linea . . . idonea ad affrontare igravi problemi politici del paese », ma affer-miamo senza ombra di dubbio che il Govern oha il dovere civico e costituzionale di esporc ie chiarirci – dopo tante perplessità e incertez-ze – la linea di politica estera che intende se-guire, perché il dibattito parlamentare si am-plii e si approfondisca, perché il popolo ,e isuoi rappresentanti sappiano, perché a tantaamletica clandestinità di condotta – che in -duce a supporre e a ritenere esista nel seno

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IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA ANTIMERIDIANA DELL ' Il MARZO 1965

stesso del Governo un contrasto di indirizzi ,una opposizione di idee - si sostituisca l aluce meridiana di una politica, democratica -mente vagliata, che si sviluppi e prosegu anella coerenza con il nostro recente passato ,nella fedeltà ai patti sottoscritti, nella libert ànostra, inseparabile ed indivisibile da quell aaltrui . (Applausi — Congratulazioni) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Franchi . Ne ha facoltà .

FRANCHI. Signor Presidente, onorevol icolleghi, onorevole Presidente del Consiglio ,uno dei motivi fondamentali che hanno con -dotto, per altro nella forma incostituzional eche è stata da noi rilevata, al cosiddetto rim-pasto del Governo è stata la nomina del mini-stro degli affari esteri, nomina che, per esser estata effettuata con ingiustificato ritardo, hadeterminato uno stato dì notevole disagio i nalcune cancellerie di Stati esteri nei confront idell'Italia . Una vacatio di due mesi, onorevolePresidente del Consiglio, non può essere giu-stificata . La mancata tempestiva sostituzion edel ministro degli esteri in un momento poli-tico particolarmente delicato, specialmenteper i nostri rapporti con diversi paesi europei ,non può non essere da noi condannata e cen-surata, tanto più che sapevamo che il Presi -dente del Consiglio, che aveva assunto l'inte-rinn, in quei due mesi doveva pensare a be naltre cose che non ai problemi e all'attivit àdel dicastero degli esteri . Oggi il nuovo mi-nistro degli esteri trova immediatamente su ltappeto problemi di notevole importanza, di -rei ormai scottanti, che dovranno essere su-bito affrontati e risolti .

Quando si dice problemi scottanti si allud ein modo particolare alla questione dei confini ,questione fondamentale nella vita di un po-polo, tanto che la stessa Carta costituzionaleall'articolo 80 prescrive che le Camere auto -rizzino con legge la ratifica di trattati interna-zionali che importino variazioni di territorio .

Ebbene, onorevole Presidente del Consi-glio, per quanto riguarda il confine oriental etutto lascia credere che il Governo italian oabbia ampiamente calpestato i diritti dell ' Ita-lia e le prerogative del Parlamento, poich éesso, trincerandosi da sette mesi - dico d asette mesi - dietro un colpevole ed ostinato si-lenzio, lascia affiorare le ipotesi più drammati-che . Mi auguro che almeno in questa sede idubbi - che purtroppo non sono più tali -vengano dissipati . Noi andiamo chiedendo in -vano da sette mesi al Governo che cosa sti aaccadendo al confine orientale, e ciò con tutt igli strumenti a nostra disposizione : ebbene ,mai il Governo ha sentito il bisogno di tran-

quillizzare gli italiani su un così fondamental eproblema, che non interessa soltanto question idi carattere 'etnico, 'storico, culturale, ecc . ,ma anche questioni di carattere economico ,perché quel . . . modesto problemino (tale in-fatti sembra considerarlo il nostro Governo )sta spazzando via l'Ita'lia dal mare Adriatico .

Che cosa è avvenuto, onorevoli colleghi, a lconfine orientale ? È meglio fare, o meglio ri-fare - perché molte volte noi abbiamo parlat osu questo argomento - il punto della situa-zione. Ma prima desidero rivolgere alcune pa-role, anche se non è presente, al nuovo mi-nistro degli esteri, che avrà poi la bontà d ileggere queste mie dichiarazioni . Oso affer-mare, poiché noi trattiamo questo problemacosì delicato ed importante senza demagogi a(a noi non interessa che le cose vadano mal eper acquisire facili argomenti di propaganda :a noi interessa che le cose vadano bene, e sa-remo ben lieti di riconoscervi - se potremo -che avete operato bene, nell'interes'se dell'Ita-lia), che se abbiamo una briciola di speranz adi vedere raddrizzata al confine orientale un asituazione tanto contorta quale quella che h avoluto questo Governo, questa speranza ci de -riva dalla presenza nel Governo quale mini-stro degli affari esteri dell'onorevole Fanfani .

Mi riferisco ad alcune chiare e responsabil idichiarazioni dell'onorevole Fanfani, alloraPresidente del Consiglio, su questa materia ,che mi permetterete di citare perché l 'attual ePresidente del Consiglio possa prenderne att oe perché possa ricordarsene soprattutto i lnuovo ministro degli esteri . L 'onorevole Fan-fani, nella seduta della Camera del 3 marz o1962, durante il dibattito sulle dichiarazioniprogrammatiche del suo Governo si sentì direda un deputato del Movimento sociale italiano ,l ' onorevole De Michieli Vitturi, tra le altre ,queste cose : « Onorevole Fanfani, qualcheanno fa molto coraggiosamente ella fece proi-bire l'effettuazione di un comizio in linguaslovena in piazza dell ' Unità d 'Italia a Trieste .E fece molto bene. Ma, se creerete la regioneFriuli-Venezia Giulia a statuto speciale, nonpotrete più impedire queste manifestazioni ,anzi sarete voi stessi ad introdurre le normeper il bilinguismo « . E ancora il collega incal-zava : « Sarei lietissimo, onorevole President edel Consiglio, se ella potesse smentire tutt equeste mie affermazioni . Mi pare di esserestato obiettivo e documentato . Noi osiamo ap-pellarci ancora al suo patriottismo « (si rife-riva all'onorevole Fanfani, non all'onorevoleMoro) . « Riesamini personalmente l'argomen-to, lo studi fino al suo intimo, guardi alle aspi -razioni della gente del confine orientale, e co-

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munque ci pensi, ci pensi bene, perché al con-fine orientale si può liquidare una situazion eche in verità è già parzialmente compro-messa » .

L'allora Presidente del Consiglio, oggi mi-nistro degli esteri, onorevole Fanfani, risposesull'argomento, nella seduta del 10 marzo1962 : « Riconosco le difficoltà, che, del resto ,sino ad ora non hanno fatto trovare alla Com-missione un accordo sulle quattro diverse pro-poste di statuto. ;Ma queste difficoltà impon-gono al Governo quella rimeditazione allaquale ho assicurato di prendere parte attiva ,per arrivare a un testo che rispecchi la Costi-tuzione, sodisfi i voti delle popolazioni, pro-muova l'ulteriore sviluppo della regione, senz arecare il benché minimo pregiudizio agli alt ie nobili interessi che l'Italia intera ha in quell aparticolare zona di confine anche per effett odel memorandum d'intesa. Ringrazio » (diss eanche l'onorevole Fanfani) « chi si è appellat oal mio patriottismo (l 'onorevole De Michiel iVitturi) ; ma soprattutto in questo che da tantovicino tocca la vita delle nostre care popola-zioni triestine, goriziane e friulane, non soloil Presidente del Consiglio, ma tutto il Go-verno procederà con patriottismo, nel rispett odella Costituzione, e con vigile senso di ch isente la responsabilità di essere tra i custod idell'integrità e della sicurezza della nostrapatria » .

Così l'allora Presidente del Consiglio ono-revole Fanfani, oggi nuovo ministro degl iesteri . Noi ci auguriamo, onorevole Fanfani ,che la sua presenza in questo Governo, il peg-giore che l'Italia abbia conosciuto dal 1948 a doggi . . . (Interruzione del Presidente del Con-siglio dei ministri) non le faccia dimenticarequesti suoi giusti ed apprezzati propositi .

giunto il momento di fare il punto dell asituazione, onorevole Presidente del Consiglio ,è giunto il momento di vedere il suo Governoagire con patriottismo. Bisogna rifarci al trat-tato di pace, a quell'articolo 21 del trattato dipace che voleva duramente punire l'Italia scon-fitta, creando sulla carta il cosiddetto Statolibero di Trieste . Il memorandum d'intesa del5 ottobre 1954 sancì il fallimento di quel trat-tato di pace iniquo ed odioso . Questo avevainteso punire l'Italia, sottraendole quella me-ravigliosa parte della Venezia Giulia che vada Monfalcone a Cittanova d'Istria . Ma nonci riuscì, perché non aveva fatto i conti conla situazione reale ; e il Territorio Libero d iTrieste non fu realizzato mai, in contrast ocon quanto pensa la maggior parte degli ita-liani, che, per aver visto alcune targhe auto-mobilistiche con la sigla « T .L.T . », ebbe al-

lora la sensazione che esistesse un nuovoStato .

Dunque, il Territorio Libero di Trieste no nfu mai realizzato; ed è importante sottolinearequesto, onorevole Presidente del Consiglio, per -ché il trattato di pace all'articolo 6 dell'alle-gato VIII prevedeva che tutti i cittadini resi -denti nelle due zone A e B alla data del 10giugno 1940 avrebbero perduto, con la costi-tuzione del Territorio Libero di Trieste, lacittadinanza italiana per acquistare quella de lnuovo Stato. Quei cittadini, cioè, avrebber operduto la cittadinanza italiana – salvo il di -ritto di opzione, che pure era previsto – sol -tanto nel caso di costituzione del 'TerritorioLibero di Trieste . Poiché quel Territorio, que lnuovo Stato non fu mai realizzato, i cittadin idelle due zone A e B rimasero cittadini italian ie l'Italia conservò la propria sovranità su en-trambi i territori .

Il memorandum d'intesa, sancendo il fal-limento del trattato di pace, regolò una situa-zione pratica, provvisoria, affidando all'Itali al'amministrazione della zona A, alla Iugosla-via l'amministrazione della zona B ; situazion ericonosciuta provvisoria da mille precedenti ,onorevole Presidente del Consiglio, che rapi-dissimamente mi permetterò di ricordarle, perarrivare a denunciare lo stato di cose attuale .

L'onorevole Gronchi in sede di Assemble aCostituente dichiarò che finché fosse rimast auna situazione provvisoria al confine oriental eavremmo dovuto mantenere una autonomia d icarattere generale alla regione Friuli-Venezi aGiulia .

La famosa – io direi famigerata – dichiara-zione tripartita del 20 marzo 1948, quella di-chiarazione tripartita tanto abilmente conqui-stata dall'onorevole De Gasperi e che consent ìalla democrazia cristiana un grande trionf oelettorale 'in modo particolare in quelle zone ,precisava che le tre grandi potenze – Stat iUniti d'America, Francia e Inghilterra – s iimpegnavano a riconoscere all'Italia ben piùdella zona B, quasi tutta l'Istria, compresaPola .

L'onorevole Scelba, allora Presidente delConsiglio, a Trieste, il 4 novembre 1954, all'in-domani, cioè, della restituzione di Trieste al -l'Italia, assicurava che si trattava di una si-tuazione provvisoria e si augurava che si po-tesse trovare la soluzione definitiva delle fron-tiere dei due paesi, fondata sul rispetto de lcarattere etnico e della volontà delle popo-lazioni .

L'onorevole Rocchetti, relatore per la mag-gioranza della proposta di legge costituzionaleper l'istituzione della regione a 'statuto spe-

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ciale Friuli-Venezia Giulia, nella seduta dell aCamera del 19 giugno 1962 esplicitamentedichiarava : « Si è affermato da alcuni e s iripeterà qui in aula che la regione non pu òe non deve essere costituita perché l'incorpo-razione in essa della parte della Venezia Giu-lia che ci è stata restituita con accordo di ca-rattere anomalo e provvisorio può implicar eaccettazione definitiva di questo stato di fatt oe significare sottintesa rinunzia a far valer ei! nostro diritto sulla parte del territorio, qua-lificata come zona B, rimasta affidata all'am-ministrazione iugoslava . Interprete dei senti -menti della Commissione, ritengo qui oppor-tuno dichiarare che quanto stiamo per deli-berare sul piano del nostro ordinamento in -terno non può significare alcuna accettazion eo rinuncia sul piano internazionale » .

Potrei citare mille altri casi . Il Movimentosociale italiano non è stato mai smentito dalGoverno, neppure quando dichiarava, nel trat-tare, per esempio, i problemi dell'accordo dipesca con la repubblica iugoslava, di consi-derare acque territoriali italiane le acque an-tistanti la zona B .

Cosa sta accadendo, onorevole Presidentedel Consiglio ? Siamo finalmente, in questodibattito, alla resa dei conti . Qualche giornaleha parlato di alto tradimento, con il punt ointerrogativo : e mi auguro quel punto inter-rogativo sia valido . Ma quando un Governotratta i problemi di confine alla chetichella ( ene abbiamo le prove) . . .

MORO, Presidente del Consiglio dei mini-stri . Dove sono le prove ?

FRANCHI . Se mi consente, signor Presi -dente del Consiglio, gliele fornisco e son olieto che possa oggi ascoltarci dopo sette mes iche invano la interroghiamo, che invano lechiediamo di risponderci . Ha preferito, signorPresidente del Consiglio, farci rispondere ne iprimi di febbraio in sede di consiglio regio-nale ; siamo arrivati in Italia a questo punto :che i problemi di confine si lasciano trattar eda una regione. Il Governo ha paura di ve-nirli a trattare davanti al Parlamento .

MORO, Presidente del Consiglio dei mi-nistri . Nessuna paura .

FRANCHI . Le prove che ella mi chiede ,sono nei fatti, onorevole Presidente del Con-siglio .

Discorso di Tito a Lissa nel 1964 : lasciandoquelle acque, Tito dichiarò che era tanto con -tento dei cordiali rapporti con l'Italia, spe-cialmente per il fatto che erano stati risolti iproblemi di confine . 1Ci fece paura quella di-chiarazione, perché per noi non era e non è

stato risolto niente. E presentammo la nostraprima interpellanza il 3 agosto 1964 .

Nella notte fra il 4 e il 5 ottobre 1964 (m iha chiesto le prove, signor Presidente delConsiglio : eccole) la repubblica federativ apopolare di Iugoslavia, con atto unilaterale ,sostituiva i cartelli con la scritta « linea d idemarcazione » fra le due cosiddette zone co ncartelli recanti la scritta « confine di Stato » .A parte il fatto che non potete più negare ,perché li abbiamo visti con i nostri occhi eperché i giornali hanno riprodotto le foto -grafie di quei cartelli, vi è da dire che ne h adato atto il presidente della regione Friuli -Venezia Giulia, ammettendo che i cartelli cisono, ma aggiungendo che hanno carattereorientativo . In Italia si arriva al punto dafar mettere alle porte di Trieste cartelli conla scritta « confine di Stato » a titolo orien-tativo !

L'8 ottobre 1964 viene presentata la nostr aseconda interpellanza, : si denunzia la pre-senza dei cartelli, apposti con decisione unila-terale dalla repubblica iugoslava, e si chied eal Governo perché la repubblica iugoslav aabbia fatto ciò proprio alla scadenza del de-cennale del memorandum d'intesa . Ma cosac'è ? Qualche clausola segreta in quel memo-randum? Ditecelo, perché non sarebbe colpavostra e sapremmo dove ricercare le respon-sabilità; ma è evidente che, se clausole d iquesto genere esistono, dovete indicarle .

Il 3 dicembre 1964 ha luogo un nostro in-tervento in sede di bilancio degli esteri, pre-sente l'allora ministro degli affari esteri ono-revole Saragat, intervento che, tuttavia, no nsorte esito migliore . Ci sarebbe bastato uncenno del capo, onorevole Moro, per avere l asmentita a ciò che stavamo denunziando, maneppure quello arrivò .

Così si giunse, dopo inutili solleciti, adover far presentare analoghe interpellanz ein sede di consiglio regionale dai nostri con-siglieri ed il presidente della regione ha re-centemente risposto come abbiamo riferito .Vi sono infine le dichiarazioni rese dal sotto -segretario per gli affari esteri, onorevole Za-gari, al ritorno da Belgrado ove si era recatoper predisporre il viaggio del nostro Presi -dente del Consiglio e del nostro ministro de-gli affari esteri . Egli si dichiarò molto sodi-sf atto dell'accoglienza ricevuta e dei rapport icon la Iugoslavia . Ora, se vi è un paese vers oil quale l'Italia ha da dichiararsi del tuttoinsodisfatta, questo è proprio la Iugoslavia ,prima ancora dell'Austria con la quale abbia-mo pure gravi conti in sospeso .

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Noi chiediamo dunque, ancora una volta ,precise spiegazioni, ma non ci accontenterem odi una smentita generica . La realtà è quellache è, i cartelli ci sono ancora e tutto lasci aprevedere che si stia trattando qualche cosa .Un giornale francese, Combat, ha pubblicatola notizia dell'esistenza di due delegazion il'una del Governo italiano, l'altra del govern oiugoslavo, che sarebbero già al lavoro pe rstabilire i termini della nostra rinuncia allazona B, in favore della Iugoslavia .. MORO, Presidente del Consiglio dei mi-nistri . Abbiamo smentito ufficialmente questanotizia .

FRANCHI. Se anche, onorevole President edel Consiglio, dovessimo registrare una prov-videnziale marcia indietro ,del nostro Go-verno, faremo finta di niente e ne saremo lieti .Ma corre voce che si stia trattando il barattodella zona B con una zona del 'Conio sopr aGorizia .

'Noi, ,dunque, non ci accontenteremo di ge-neriche smentite . Noi aspettiamo dal Governol'impegno formale e categorico che l'Itali anon rinunzia né mai rinunzierà alla zona B .Ed è evidente che non si tratta di rivendica-zioni, poiché noi in questa sede non parliamodi Pola, di Zara, di Fiume e di tutte le altr ecittà italiane, in mano alla Iugoslavia ; nonne parliamo, poiché potremmo confondere l epur legittime rivendicazioni con il manteni-mento di una situazione esistente, per la qual esi tratterebbe invece di una rinunzia . Rinun-zie non erano spiegabili neppure all'epoca deltrattato di pace; molto meno lo sarebberonel 1965 .

Noi ci auguriamo di udire una netta smen-tita del Governo, pronunziata proprio mentre

ci si prepara a celebrare il cinquantenario de l24 maggio 1915 . Sarebbe in verità una form amolto bella di celebrarlo quella di riaffermaregli irrinunziabili diritti dell'Italia sullazona B.

E, a proposito del 24 maggio, onorevol ePresidente del Consiglio, noi le suggeriamo- auguriamoci che già lo abbia pensato -di assumere l'iniziativa perché il prossimo24 maggio, quello del cinquantesimo anniver-sario del nostro intervento nella guerra 1915 -

1918, sia dichiarato festa nazionale . Ci augu-riamo che il Governo assuma questa inizia-tiva, poiché altrimenti saremmo costretti adassumerla noi ed avrebbe più modesto signi-ficato .

Il 24 maggio 1915, a prezzo di tanti sacri-fici, dette all'Italia quelle posizioni giuste esacrosante cui gli italiani non vogliono rinun-ziare . Noi aspettiamo dal suo Governo unadichiarazione esplicita in questo senso . (Ap-plausi a destra) .

PRESIDENTE. Il seguito della discussion eè rinviato alla seduta pomeridiana .

La seduta termina alle 12,20 .

IL CAPO DEL SERVIZIO DEI RESOCONT I

Dott . MANLIO Ross i

L'ESTENSORE DEL PROCESSO VERBAL E

Dott. VITTORIO FALZONE

TIPOGRAFIA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI