Sportivissimo Siracusa

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m ercoledì 17 novembre 2010 - numero 34- anno 2 - reg. tribunale di siracusa n. 4 del 29 gennaio 2009 - Euro 0,50 COPIA OMAGGIO il settimanale dello sport siracusano www.sportivissimosr.it PROFUMO D’EUROPA Round 3 di Winners Cup. Sabato al Palalobello l’Albatro riceve gli austriaci del Krems. Pallamano spettacolo a Siracusa

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Nuovo numero del settimanale dello sport siracusano

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mercoledì 17 novembre 2010 - numero 34- anno 2 - reg. tribunale di siracusa n. 4 del 29 gennaio 2009 - Euro 0,50 COPIA OMAGGIOSPORTIVISSIMOil settimanale dello sport siracusano www.sportivissimosr.it

PROFUMOD’EUROPARound 3 di Winners Cup. Sabato al Palalobello l’Albatro riceve gli

austriaci del Krems. Pallamano spettacolo a Siracusa

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Il Siracusa paga un peccato di ingenuità che ha impedito a Cosa e compagni di cogliere il successo pieno anche contro un Pisa duro a morire e che nei minuti di recupero ha po-tuto beneficiare di un generosissimo calcio di rigore per agguantare il pareggio.L’unica cosa che si può rimproverare agli azzurri è il non essere riusciti a chiudere la par-tita quando erano in superiorità numerica nei confronti degli avversari. E dire che di oc-casioni per segnare la terza rete e quindi chiudere la gara gli azzurri ne hanno avute: con il Pisa sbilanciato in avanti alla ricerca del pareggio, per Mancino e compagni si aprivano autentiche praterie; e più volte gli azzurri si sono presentati in superiorità nell’area ospite, ma non sono riusciti a piazzare la botta che avrebbe messo la vittoria in cassaforte.Poi, al secondo dei quattro minuti di recupero, la frittata, con l’uscita di Baiocco a con-trastare Mosciaro che, trovandosi spalle alla porta, andava semplicemente accompa-gnato verso l’esterno. Ed invece, è bastato che il portiere azzurro semplicemente sfiorasse l’attaccante di Cosenza per farlo andare lungo disteso a terra, e quindi indurre l’arbitro (la sua è stata una direzione di gara a senso unico) a concedere la massima punizione.Peccato, perché gli azzurri, pur in formazione assai rimaneggiata per le tantissime assen-ze, hanno giocato una grande partita ed avrebbero meritato di vincere. Ed una vittoria avrebbe proiettato il Siracusa addirittura a ridosso della zona playoff!La classifica continua a restare corta, ed il fatto che ci siano stati diversi pareggi non l’ha fatta di certo allungare. Al Siracusa resta la consolazione di aver proseguito nella serie utile che dura ormai da parecchie giornate. Ma non vi è dubbio che si sia trattato di due punti sprecati per ingenuità.Ora si volta pagina, e si pensa alla partita di domenica sul campo del Cosenza. Nel frat-tempo, oggi saranno recuperate le due partite dell’undicesima giornata sospese per il maltempo (Juve Stabia – Atletico Roma e Viareggio – Terzana) e la classifica diverrà più veritiera.

Editoriale

Peccato d’ingenuitàdi Giuseppe Di Silvestro

www.sportivissimosr.it - [email protected] di Siracusa n. 4 del 29.01.2009 - Iscrizione ROC 17994

Edito da EDITORIA ITALIANA s.r.l.REA 137197via Unione Sovietica, 4 - Siracusa

Direttore ResponsabileGIANNI CATANIA

StampaTIPOGRAFIA GENY snc via canale ,75 - Canicattini Bagni

Segretario di redazionePAOLO CATANIA

CollaboratoriGIUSEPPE DI SILVESTRO, ANTONIO MIDOLO, GIUSEPPE BASILE, SEBY GALIZIA

Foto VALENTINO CILMI/Archivio, SIMONA AMATO/Archivio

Impaginazione e graficaEDITORIA ITALIANA s.r.l.

Pubblicità EDITORIA ITALIANA s.r.l. [email protected]

IL SOMMARIO

PG 4 Risultati e Classifiche

PG 5 Tifo & Dintorni

PG 6 Come cambiano i campionati con la riforma

PG 7 Andrea Petta

PG 8 Il Borsino di Lega Pro

PG 10 Guido Ugolotti

PG 12 Prossimo Avversario

PG 14 Vintage Azzurro

PG 16 Winners Cup: Albatro

PG 17 Pattinaggio

PG 18 Il Rugby della Syrako

ph. valentino cilmi

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FOGGIA - TERNANA 4-0 (1-0)RETI: 32’ rig. Insigne (F), 47’ Sau (F), 66’ Agostinone (F), 76’ Kone (F)FOGGIA: Santarelli, Kone, Regini, Salamon, Torta (74’ Iozzia), Ri-gione, Agodirin, Palermo, Sau (84’ Varga), Burrai, Insigne (62’ Ago-stinone) - All. Zdenek ZemanTERNANA: Visi, Quondamatteo, Imburgia, D’Antoni, Borghetti, Bi-zzarri, Nitride (50’ Tozzi Borsoi), Arrigoni, Alessandro, Artistico (78’ Della Penna), Concas (65’ Noviello) - All. Fernando OrsiARBITRO: Luca Pairetto (Nichelino)SPETTATORI: 5.714

ANDRIA BAT - COSENZA 1-1 (1-0)RETI: 2’ Moro (A), 81’ Daud (C)ANDRIA BAT: Spadavecchia, Fazio, Di Simone, Ceppitelli, Sibilano, Moro (77’ Evangelisti), Lacarra (82’ Cavalli), Paolucci, Del Core, Chiaretti, Doumbia (69’ Pierotti) - All. Aldo PapagniCOSENZA: Petrocco, Matteini, Di Bari, Raimondi, De Rose (67’ S. Fiore), Fanucci (78’ Gagliardi), Daud, Coletti, Biancolino, Degano, Roselli (60’ A. Fiore) - All. Mario SommaARBITRO: Daniele Bindoni (Venezia)SPETTATORI: 3.800 circa BENEVENTO - CAVESE 1-0 (1-0)RETE: 11’ Clemente (B)BENEVENTO: Aldegani, Formiconi, Siniscalchi, Signorini, Palermo, D’Anna (77’ La Camera), Pacciardi, Vacca, Zito, Evacuo, Clemente (66’ Joelson) - All. Agatino CuttoneCAVESE: Botticella, M. Ciano (40’ Citro), Cipriano, Pagano (51’

Troise), Sirignano, Alfano, Zampa, Bacchiocchi, C. Ciano, Bernardo, Schetter (60’ Turienzo) - All. Marco RossiARBITRO: Denis Santonocito (Abbiategrasso)SPETTATORI: 3.261

FOLIGNO - BARLETTA 0-2 (0-2)RETI: 27’ Bellomo (B), 36’ Simoncelli (B)FOLIGNO: Rossini, Della Penna (46’ Fedeli), Merli Sala, Giovannini, Bassoli, Papa, Sciaudone, Giacomelli, Coresi (66’ Civilleri), Cav-agna, Falcinelli - All. Salvatore MatrecanoBARLETTA: Di Masi, Galeoto, Lucioni, Ischia, Frezza, Guerri, Meni-cozzo, Simoncelli, Infantino (12’ Agnelli), Margiotta, Bellomo (77’ D’Allocco) - All. Arcangelo SciannimanicoARBITRO: Marco Citro (Battipaglia)SPETTATORI: 1.000 circa

GELA - ATLETICO ROMA 1-2 (0-0)RETI: 52’ Padella (AR), 67’ Franchini (AR), 68’ Bigazzi (G)GELA: Nordi, Stamilla, Italiano (82’ Aliperta), Cardinale, Piva, Pia-no (64’ Bigazzi), Giardina, D’Amico, Docente, Franciel, Cunzi (82’ D’Anna) - All. Nicola ProvenzaATLETICO ROMA: Ambrosi, Balzano, Padella, Doudou, Angeletti, Chiappara (87’ Maglietta), Romondini, Franceschini, Babù (62’ Esposito), Ciofani, Franchini (72’ Mazzarani) - All. Giuseppe Incoc-ciatiARBITRO: Andrea De Faveri (San Donà di Piave)SPETTATORI: 2.500 circa JUVE STABIA - NOCERINA 2-2 (1-1)

RETI: 9’ Fabbro (JS), 45’ Negro (N), 51’ Catania (N), 63’ Albadoro (JS)JUVE STABIA: Fumagalli, Fabbro, Molinari, Scognamiglio, Di Cuon-zo, Cazzola, Mezavilla (65’ Davì), Pezzella, Mbakogu (68’ Tarantino), Raimondi (72’ Corona), Albadoro - All. Piero BragliaNOCERINA: Gori, Filosa (10’ Pomante), De Franco, Di Maio, Scalise, Bruno, De Liguori, Bolzan (74’ Marsili), Catania (69’ Galizia), Cast-aldo, Negro - All. Gaetano AuteriARBITRO: Marco Bolano (Livorno)SPETTATORI: 2.482 VIAREGGIO - LUCCHESE 1-1 (0-0)RETI: 48’ Marotta (L), 73’ D’Onofrio (V)VIAREGGIO: Pinsoglio (46’ Merlano), Carnesalini, Bertolucci, Cas-tiglia, Massoni, Brighenti, Cristiani (58’ D’Onofrio), Pizza, Longo-bardi, Marolda, Taormina (91’ Luppi) - All. Giuseppe ScienzaLUCCHESE: Pennesi, Mariotti, Pezzi, Chadi, Lollini (46’ Michelotti), Bertoli (14’ Petri), Pera (76’ Galli), Piccinni, Marotta, Carloto, Grassi - All. Paolo IndianiSPETTATORI: 1.900 VIRTUS LANCIANO - TARANTO 0-0 (0-0)VIRTUS LANCIANO: Chiodini, Vastola, Mammarella, Sacilotto, Romito, Amenta, Turchi, Colombaretti, Di Gennaro, Volpe (77’ Tar-quini), Improta - All. Andrea CamploneTARANTO: Bremec, Cutrupi (72’ Russo), Colombini, Panarelli, Di Deo (68’ Branzani), Prosperi, Antonazzo, Giorgino, Innocenti, Ciotola (46’ Rantier), Garufo - All. Davide DionigiARBITRO: Michael Fabbri ( Ravenna)

tabelliniTABELLINItabelliniTABELLINItabelliniTABELLINItabelliniTABELLINI

RISULTATIrisultati PROSSIMO TURNOprossimoturno CLASSIFICAclassificaTredicesima GiornataAndria-Cosenza 1-1Benevento-Cavese 1-0Foggia-Ternana 4-0Foligno-Barletta 0-2Gela-Atletico Roma 1-2Juve Stabia-Nocerina 2-2Siracusa-Pisa 2-2Viareggio-Lucchese 1-1Virtus Lanciano-Taranto 0-0

21 Novembre 2010 Barletta-ViareggioBenevento-AndriaCavese-Atletico RomaCosenza-SiracusaLucchese-FolignoNocerina-FoggiaPisa-V.LancianoTaranto-Juve StabiaTernana-Gela

Nocerina 26Benevento 25Atletico Roma 24Foggia [1] 20Gela 19Virtus Lanciano 19Taranto 19Cosenza 18Foligno [1] 15Siracusa 15Juve Stabia 14Pisa 14Andria Bat 14Lucchese 13Ternana 12Cavese [5] 11Barletta 11Viareggio 11

SIRACUSA - PISA 2-2 (2-1)RETI: 7’ Petta (S), 17’ Cosa (S), 19’ Miani (P), 92’ rig. Mosciaro (P)SIRACUSA: Baiocco, Strigari, Lucenti, Di Silvestro, Petta (81’ Iodice), Ignoffo, Bongiovanni (76’ Desideri), Mancosu (85’ Bu-falino), Cosa, Mancino, Giordano - All. Guido UgolottiPISA: Lanni, Ton, Gimmelli (11’ Audel), Amoroso, Calori, Biz-zotto, Tabbiani (69’ Mosciaro), Reccolani, Miani, Carparelli (59’ Obodo), Favasuli - All. Stefano CuoghiARBITRO: Giuseppe Cifelli (Campobasso)SPETTATORI: 2.674

COSI’ IL SIRACUSA...

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STRIGARI

PETTA(81’ Iodice)

IGNOFFO

LUCENTI

GIORDANO

DI SILVESTRO

MANCINO

MANCOSU(85’ Bufalino)

BONGIOVANNI(76’ Desideri)

COSA

4-2-3-1

BAIOCCO

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Nella foto, Samuele Aliano di Solarino. A 20 mesi è felicissi-mo di indossare per la prima volta la maglia di una squadra di calcio. Quella del SIRACUSA, ovviamente! Ed è unama-glia originale indossata a Gela per la partita di Coppa Ita-lia!! Forza Leoni !! Foto scattata e inviata da Seby Caruso

15 i punti in classifica del Sira-cusa;6 i risultati utili consecutivi;1,15 la media punti a partita;7 i punti conquistati nelle ul-time tre giornate. Miglior ruolino insieme al Benevento;11 i mesi di assenza dai campi di Giovanni Iodice;27 i giocatori utilizzati sin qui dal Siracusa dopo i debutti di

Desideri e Iodice;6 Andrea Petta è il sesto gioca-tore del Siracusa ad andare in gol;2 I pareggi con arbitro Cifelli di Campobasso;289 minuti è durata l’imbattiblità di Baiocco;2 i gol di VIncenzo Cosa in al-trettante partite;

SIRACUSA, CHE MARCIA !

LIBORIO E VINCENZOBENVENUTI NEL CLUB

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PICCOLITIFOSICRESCONO

BentornatoGiovà !

PILLOLE AZZURRE

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“Temo un altro bagno di sangue, ci sono club nel mondo professionistico che non hanno nulla di professionistico. Per questo la riforma che stiamo studiando è neces-saria. Se le cose dovessero andare avanti così, penso che la riforma si possa fare an-che in tempi più brevi del previsto”. Mario Macalli preme sull’acceleratore. Messo a capo di una della due commis-sioni incaricate di “rivedere” il sistema cal-cio in Italia, il presidente della Lega Pro ha fretta di mettere ordine in un mondo al collasso. Ci saranno da vincere interessi e preconcetti. Ma la strada sembra essere ormai tracciata.Oggi sono 85 i club di Lega Pro contro i 90 previsti da Statuto. Macalli vuol farli di-ventare tutt’al più 60. L’intenzione, ai piani alti del palazzo di Firenze della Lega Pro, è quella di arrivare nel campionato 2014-2015 a una formula che preveda tre gironi da 20 squadre con una categoria unica.Niente più, quindi, suddivisione tra Prima e Seconda Divisione, la prima con due gironi la terza con tre.Il passaggio alla formu-la a 60 avverrà gradual-mente. Nella prossima stagione si potrebbe

scendere a quota 81 (due gironi di Prima da 20 squadre e due di Seconda, uno da 20 e uno da 21) portando a 18 il numero di retrocessioni dalla Seconda Divisione alla Serie D. Nel 2012-2013 si dovrebbe poi toccare quota 72 (4 gironi da 18) sfor-biciando altre 9 società. Infine, al termine della stagione 2013-2014 dovrebbe essere raggiunta la fatidica quota 60 squadre, con la serie unica e i tre gironi da 20.Dei dettagli si sta ancora discutendo, ma quel che è certo, alle luce delle 78 società scomparse negli ultimi 10 anni, è che il peso di una Lega Pro a 90 squadre non è

più sostenibile. Soprattutto a fronte di una emorragia continua di denaro e spettatori. Concordi sul punto la stragrande maggio-ranza dei presidente della vecchia Serie C. Per tutti è importante che ci sia una selezi-one di società sane, quelle che realmente meritano la Lega Pro.Ecco perchè l’idea di un ritorno all’antico – cioè una serie unica come succedeva prima del 1978 – non è bocciata a priori. Per una serie di semplici valutazioni di op-portunità: il passaggio da 90 a 60 società garantirà a chi partecipa al campionato di Lega Pro maggiori introiti, maggiore

visibilità ed anche una ritrovata appetibil-ità mediatica. Meno squadre e forse an-che più spettacolo. Ma per questo ser-virebbe un ulteriore scatto di chi governa la Lega Pro, bisog-nosa di un nuovo cambio di immagine per attrarre i media e portare più gente allo stadio. Incen-tivi e obblighi nella gestione dei settori giovanili, come spie-gava a Sportivissimo il vicepresidente del Siracusa, Marco Mauceri. E la spinosa questione stadi.

Gianni Catania

2014-201560 squadre

LEGA PROTre gironi da 20

Totale squadre 60FORMULA

Promozioni e retrocessioni ancora

da definire

2011-201290 squadre

PRIMA DIVISIONEDue gironi da 18

Totale squadre 36SECONDA DIVISIONE

Tre gironi da 18Totale squadre 54

FORMULAPrima Divisione

4 promozioni2 retrocessioni

Seconda Divisione6 promozioni

18 retrocessioni

2012-201381 squadre

PRIMA DIVISIONEDue gironi da 20

Totale squadre 40SECONDA DIVISIONE

Un girone da 20Un girone da 21

Totale squadre 41FORMULA

Prima Divisione4 promozioni

0 retrocessioniSeconda Divisione

23 promozioni18 retrocessioni

2013-201472 squadre

LEGA PROQuattro gironi da 16

Totale squadre 40FORMULA

4 promozioni18 retrocessioni

LE TAPPE DELLA RIFORMA

MACALLI SPINGE PER IL CAMBIAMENTO. “RIFORMA IN FRETTA”LA LEGA PRO CAMBIERA’ RADICALMENTE IN POCHI ANNI

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IL “PICCOLO” PETTA VA’ VELOCE.

A DICIOTTO ANNI STUDIA DA TITOLARE

Dalla Berretti alla Prima Squadra, il passo è breve se ti chiami Andrea Petta. E detto con onestà, le prestazioni offerte non stu-piscono nemmeno più di tanto. Su di lui abbiamo scommesso parecchi mesi fa. Nella formazione Berretti faceva già la dif-ferenza. Centrale di difesa, possente e col vizio del gol. Che evidentemente non ha perso. Difficile passare dalle sue parti. Mister Pizzo approfittava, non di rado, della sua prestanza fisica per posizionarlo in attac-co. “In Berretti ho vissuto una bella sta-gione che mi ha aiutato a crescere – racco-nta oggi - e ringrazio Marco Pizzo se oggi sono qua: gran parte del merito è suo. Ha creduto in me, e mi ha sempre fatto gio-care. Spero di aver ripagato la sua fiducia nel migliore dei modi”. Parrebbe di si, visto che ha già col-lezionato presenze, minuti e voti alti in Prima Divisione. “Se me lo dicevano lo scorso anno – ammette - non ci avrei mai creduto”. In estate, il Siracusa lo mette alla prova. “Ho fatto la preparazione con la prima squadra, ma non sapevo nulla del mio futuro. La decisione spettava a mister Romano. In caso negativo, o Berretti o in prestito in qualche altra squadra. È andata bene, e sono rimasto”. Contro l’Atletico Roma, il suo debutto ufficiale nel monmdo dei grandi. “Pochi minuti, non ho toccato palla, ma è stata una grande sensazione”. Ma è la gara di Foggia che resterà un ricor-do indelebile. “Non ero sicuro di giocare,

poteva benissimo scendere in campo sin dal primo minuto Giorgio Lucenti. Quando Ugolotti mi ha detto che giocavo, neanche ci credevo. Era domenica mattina, che gio-ia. Ho subito pensato che dovevo dare il massimo, e anche più . Me lo sentivo che sarebbe stata una giornata particolare”. Davanti ad uno stadio pieno di tifosi av-versari ha bloccato un certo Insigne, spau-racchio dell’intero girone. “Uno stadio bellissimo, ottomila spettatori sono tanti. Sapevo della forza di Insigne, giocatore veloce e bravo tatticamente. Ma sono rius-cito a tenerlo bene e gestirlo. Mi guardavo in giro e vedevo tutta quella gente. Un sogno. Ognuno si aspetta il massimo da se stesso, ma diciamo che è andata anche meglio”. Il resto della squadra, come nelle migliori famiglie, ha fatto la sua parte. “Tutti mi hanno dato una mano. Mi dicevano di stare tranquillo. Da Ignoffo a Mancino, da Spinelli a Moi. Mi hanno dato consigli, mi hanno fatto stare sereno. A loro va un gra-zie particolare, perché nei momenti più difficili so che sui miei compagni posso contare”. Soprattutto Ignoffo, versione ‘pedagogista’. Titolare anche in occasione del derby contro il Gela. “Una partita vis-suta diversamente, con più ansia. Sapevo di avere maggiori responsabilità. Al centro basta poco per combinarla grossa. Prendi subito gol. Specialmente se si tratta di derby, di una squadra forte come il Gela e di Franciel. Ma anche in quell’occasione

è andato tutto per il meglio. Episodio del rigore a parte. Emozioni diverse, positive, che aiutano a crescere”. Dopo ogni partita, Petta ha un appunta-mento fisso al lunedì mattina con i giornali. Occhio alle pagelle. Non lo nasconde. “Fa piacere leggere tutti quei commenti posi-tivi, ma cerco di restare sempre coi piedi per terra e di non montarmi la testa, per-ché poi rischi di distruggere tutto quello che hai costruito in tanto tempo”. Ugolotti ha conquistato pure lui. “E’ un grande mister. Bravissimo, aiuta e crede nei giovani. E io lo posso dire. Pochi al-lenatori avrebbero fatto giocare un 92 al centro della difesa. Ha tanta esperienza, conosce qualsiasi cosa dell’avversario, di ogni singolo giocatore. Sa che movimenti preferisce fare, ripeto, conosce tutto e tutti. Davvero incredibile”. Diciottenne in Prima Divisione, con il grande calcio ad un tiro di schioppo. Lo sa e ogni tanto ci pen-sa anche. “Da me stesso voglio il massimo: la Serie A. Il sogno è quello d’indossare la maglia dell’Inter”. Ma al momento, sono altri i pensieri. “So benissimo che prima di me nel Siracusa viene gente più grande. Io ho il compito di impegnarmi al massimo e di farmi trovare pronto dal mister. Magari mettendogli qualche dubbio. Poi, in cam-po o in panchina o in tribuna, io dovrò solo accettare e aspettare il mio momento. Ci mancherebbe”. E continuando così, non potrà che arrivare presto. Molto presto.

Antonio Midolo

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(r.s.) E’ incredibile la quantità di infor-mazioni che si possono reperire su inter-net riguardo ai campionati ed alle squadre di Lega Pro. Ci sono i siti ufficiali, i portali dedicati che raccolgono tutte le notizie e poi ci sono le banche dati. Gratuite o in abbonamento, mettono a disposizione una messe di dati e statistiche per la felicità degli appas-sionati. Numeri su numeri per analizzare il momento di ogni squadra e giocatore sotto ogni punto di vista.Le indagini di software e analisti si con-centrano su qualsiasi dettaglio. Dal nome più comune, ai segni zodiacali. Ce n’è per tutti i gusti.Transfermarkt (scritto proprio così, non manca una “e”, ndr) offre uno spunto in più. Ad esempio, propone tra le tante voci di analisi anche “valore di mercato”. Una cifra ponderata – ma pur sempre ideale – che ovviamente non ha nulla a che vedere con l’ingaggio di un giocatore. Indica, piuttosto, il suo valore attuale, considerandone varie caratteristiche tra cui rendimento e risultati conseguiti ogni domenica.

Si scopre, così, con sorpresa che la squadra dal valore di mercato più alto è - a sorpre-sa- il Benevento, accreditata dagli special-isti di Transfermarkt di una valore di comp-lessivo (e indicativo) pari a 7.050.000 euro. Secondo posto per il Taranto: 4.800.000 euro. Gradino più basso del podio per il Cosenza, accreditato di un valore di mer-cato complessivo di 4.670.000. Soltanto quarta l’Atletico Roma, con-siderata tra le società più ricche del girone, con 4.205.000. Per il Siracusa, valutazione parziale: di alcuni giocatori manca ancora l’indicatore di riferimento, per cui non è possibile un confronto.Spulciando tra i dati relativi ai singoli, il giocatore con la più alta valutazione è Ro-berto Baronio, il 32enne centrocampista acquistato dall’Atletico Roma. Attual-mente, Transfermarkt lo quota 850.000 euro. Alle sue spalle, Joelson (27 anni), attaccante brasiliano di Ibitinga in forza al Benevento, visto in Serie A con la ma-glia della Reggina nel 2007: 800.000 euro. Identica valutazione per Angelo Anton-azzo, difensore 29enne del Taranto. Valore di mercato pari a 700.000 euro, invece,

per Fabio Mazzeo (27), attaccante in forza al Cosenza.Di difficile lettura il dato relativo a Daniel Ciofani. Il 25enne attaccante dell’Atletico Roma e autentica macchina da gol (7 in stagione) varrebbe, secondo Trans-fermakt, appena 50.000 euro. Identica valutazione per Riccardo Innocenti, 34 anni, bomber del Taranto.Capitolo “big”. Detto di Baronio, meritano una citazione Felice Evacuo (500.000), lo svedese del Taranto Jonatan Berg (450.000) e Massimo Margiotta del Bar-letta (400.000).Tra gli emergenti, ruolo di primo piano per Marco Sau del Foggia (350.000) e Ca-millo Ciano della Cavese (400.000). Tutta da capire la valutazione di 1.200.000 euro data al 18enne laterale destro del Pisa, Gi-anluca Doveri.Il pezzo “forte” del Siracusa è il jolly Nicola Mancino. La sua valutazione era schizzata a 500.000 all’indomani della doppietta al Foggia. Oggi si è attestata su 350.000 euro. Ma ben si difendono anche i vari Ig-noffo, Moi e Abate.

IL BORSINO DI LEGA PROUna curiosa analisi statistica che tiene conto delle prestazioni settimanali dei gio-catori per poi “tradurle” in valore di mercato. Una cifra ipotetica affidata a ciascun calciatore ed alle singole squadre. Si tratta di dati risultato di calcoli statistici che non ne rispecchiano fedelmente il valore reale ma che permettono di comprendere il momento di “big” e “sorprese”. Con qualche dato strano...

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L'uomo della

Provvidenza

Guido UgolottiSPORTIVISSIMO

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Escludete i superpoteri. Se avevate cominciato a pensare che Guido Ugolotti avesse capacità taumaturgiche o trascen-denti, riponete il sospetto nel cassetto. Dei supereroi il tecnico di Massa ha se-mami il fisico. Di speciale, un ruolino di marcia da primi della classe. Ma quanto al sodo, i suoi valori aggiunti sono una dedi-zione unica al lavoro ed una conoscenza impressionante di uomini e cose in questa categoria.In parole povere, non andate a cercare segreti. Se il Siracusa è rinato sotto le at-tente cure del tecnico venuto da Massa, il merito è solo “di un attento e coordinato lavoro d’equipe”. Bravi tutti, allora. Ugo-lotti non cerca riconoscimenti. Si appunta sulla redingote appena una medaglietta. “Penso di avere trasmesso alla squadra tranquillità, serenità nelle cose che si fanno in campo. Insistendo e sbagliando si migliora. Ho chiesto a tutti massimo im-pegno, senza remore. D’altronde eravamo in una situazione in cui non si poteva fare diversamente”. Al suo arrivo, dopo il ko di Benevento quinto consecutivo della parentesi Roma-no, ha trovato “una squadra col morale a terra”. Nessun incertezza nell’accettare la chiamata, nonostante una situazione di classifica (allora) imbarazzante. “Anche in quella occasione, ho visto una squadra con delle qualità”, racconta con la sua voce forte ma pacata. “Si vedevano margini di miglioramento. Magari mancavano de-terminazione e un pizzico di condizione mentale. Però anche a Benevento hanno giocato alla pari contro una squadra che oggi lotta per il vertice. Ho capito che con il lavoro si poteva ottenre qualcosa di più. Non servivano stravolgimenti, in fondo non sono uno che crede a queste cose. Bastano esperienza ed idee chiare”. Quelle che ha portato da subito nello spo-gliatoio azzurro. Cambiando i carichi di lavoro settimanali per recuperare in fretta il gap di una condizione fisica non otti-male, dovuto ad una preparazione partita in ritardo. Parlando con ognuno dei suoi ragazzi, instillando fiducia soprattutto in chi era poco avvezzo a questi campionati. E oggi il tecnico azzurro può affermare orgoglioso che “questo organico, ha di-mostrato che può benissimo stare in Prima Divisione”. E’’ un concetto su cui batte spesso, Ugo-lotti. Ne ha ben donde, perchè è rius-cito ad abbattare il muro di preconcetti costruito forse troppo in fretta attorno ad alcuni componenti della rosa. “I nostri due

portieri non avevano mai fatto questa categoria. Anzi, neanche giocavano con frequenza. E così altri ragazzi in altri ruoli. Ho scelto reparto per reparto elementi che in quel momento potessero darci una mano, trascinando gli altri. Certo, c’erano delle differenze. Ma con il lavoro ed il sacrificio si può sempre migliorare”. Come è avvenuto. Che poi, come avrete capito, è il paradigma della filosofia di Ugolotti, supereroe senza superpoteri ma molto at-tento alle nuove leve.“Sarò sincero, i giovani del Siracusa non li conoscevo. Non si erano mai affacciati su questi palcoscenici. Bufalino, Petta e i due portieri sono delle piacevoli sorprese. E sono molto contento anche di come stanno crescendo Biondo e Rosella”. Pro-mossi. Investitura importante, ricevuta da uno che ha insegnato i fondamentali al romanista Greco, debuttante nell’ultimo derby capitolino di Serie A e che Ugolotti ha tirato su nelle giovanili giallorosse. “Non credo di avere meriti particolari, a quei tempi Greco era un pulcino”, si schernisce lui.Giordano e Desideri sono le uniche espresse richieste avanzate alla società. Per il resto, ha lavorato con il materiale umano che già c’era, senza mai nas-condersi dietro qualche scusa, tipo “ques-ta squadra non l’ho costruita io” o “serve tempo per conoscersi”. Su le maniche e via pedalare. Risultato dopo risultato. “C’era qualche perplessità iniziale sulla rosa, soprattutto dal punto di vista numer-ico. Però per come sono fatto io, mi piace prima conoscere cosa ho a disposizione. La società era disponibile ad effettuare qualche movimento da subito. Ma so che prendere giocatori fermi è difficie, perchè ci vuole del tempo per rimetterli in forma. Meglio lavorare con chi c’è. Poi , più avan-ti, vedremo se ci saranno correttivi da fare. Certo che se continua così..”.Non finisce la frase. Ci pensiamo noi: certo che se continua così, alla fine avranno ra-gione quei tifosi che già oggi contano i punti di distanza dalla zona play-off. “No, per carità. Capisco i tifosi ma per il momen-mto i play-off non ci interessano. Questo è un campionato equilibrato, dove se vinci due partite sali su. Ma occhio se succede il contrario...”. Senza equivoci di sorta, allora, l’obiettivo del Siracusa di Ugolotti è uno solo: sal-varsi. Magari senza dover ricorrere ai play-out. Un mese fa sembrava utopia, oggi riesce difficile non crederci. E il primo a non dubitare è proprio l’ex attaccante del-

la Roma. “Sono convinto che il Siracusa si salverà. Altrimenti non avrei mai accetta-to. Ci attende ancora un cammino lungo e non sarà sempre così facile. Anzi, anche io sono piacevolemnte sorpreso degli ultimi risultati. Un’altra prova del fatto che alla fine ce la faremo”. Senza fronzoli e voli pindarici. Badando al sodo e calciando il pallone in tribuna, se necessario. Ma è quest’ultima un’arte in cui il Siracusa non eccelle. La squadra gio-ca, e pure bene. Pertanto etichettare Gui-do Ugolotti come specialista in salvezze è limitativo e fuorviante. Con lui si può pun-tare in alto. In società se ne sono accorti. E nelle prossime settimane arriverà il mo-mento di pensare al futuro ed ai rinnovi. “Ho trovato una società disponibile e che vuole crescere. Su alcuni aspetti, i dirigenti sono i primi a sapere che bisogna ancora migliorare. Quest’anno, comunque, è una stagione particolare, di assestamento. Il presidente mi ha chiesto la salvezza. Poi possiamo costruire qualcosa di diverso. Certo, ci sono alcune difficoltà di fondo come le distanze chilometriche dai grandi centri del calcio. Per alcuni giocatori, sia detto con il massimo rispetto, Siracusa sta in un altro emisfero. Comunque, se la società vuole avviare una program-mazione seria ed importante per il futuro, io ci sono”. A giudicare da come il presidente Salvoldi si dice contento del suo nuovo tecnico - che rischia di essere il primo in odore di biennale - c’è da che essere ottimisti. Intanto, attenzione al presente. Il Siracusa ex cenerentola del torneo non è più una sorpresa. Gli avversari sanno che il rispet-to gli azzurri se lo sono meritati sul campo a suon di risultati. “Abbiamo un buon en-tusiasmo, che non deve distoglierci dalle difficoltà che incontreremo”, avverte pro-fetico Ugolotti.Uno di cui a Foggia si sono liberati troppo in fretta, insieme all’ex Nicola Mancino. “Ma lì il discorso è particolare. Quando sono arrivato in Puglia sapevo che la di-rigenza a fine anno avrebbe passato la mano. Fossero rimasti, magari sarei an-cora là. Quanto a Mancino, il rapporto con la tifoseria era ormai deteriorato. Al-cuni errori sottoporta ed alcuni suoi gesti avevano compromesso la convivenza. Era meglio per lui cambiare aria. Anche con il mio consenso. Ritrovarlo a Siracusa non è stato un problema. Figuriamoci. Nicola è giocatore di categoria superiore”. Con-tenti loro, contenti noi.

Gianni Catania

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Dopo le due partite interne consecutive contro Gela e Pisa, il Siracusa torna a giocare in trasferta, stavolta un viaggio ab-bastanza vicino perché si gioca al “San Vito” di Cosenza, uno sta-dio che è stato teatro di numer-ose contese fra i “lupi della Sila” ed i “leoncelli” azzurri.Il Cosenza è finora una delle squadre che maggiormente hanno deluso in questo campi-onato. La compagine rossoblu era partita con il proposito di puntare al salto di categoria, ma le cose non sono andate come si sperava in casa calabrese, tan-to che a pagare, come sempre accade in questi casi, è stato il tecnico Paolo Strin-gara, che è stato sostituito sulla panchina da un altro allenatore esperto di questo campionato, Mario Somma.Rispetto alla squadra della scorsa stagione, sono parecchi gli elementi riconfermati: il portiere Petrocco (77), i difensori Bernardi (86, ex azzurro), Di Bari (83) e Ungaro (87), i centrocampisti De Rose (87), Stefano Fiore (75) e Roselli (83), e gli attaccanti (Biancolino (77) e Olivieri (87). Insomma, è rimasta l’intelaiatura del campionato scorso.Sono andati via i centrocampisti Danti (al Siena), Giardina (al Gela), Porchia (al Bassano) e La Canna (Hinterreggio), e

gli attaccanti Caccavallo (al Barletta), Ceccarelli (Brindisi), il secondo portiere Ameltonis (Melfi) e il difensore Maggio-lini (Ravenna). Consistente la pattuglia dei nuovi arriva-ti: i difensori Raimondi (77, dal Perugina) e Fogolari (89, brasiliano), i centrocamp-isti Adriano Fiore (80, Brindisi), Giacomini (87, Rimini), Coletti (84, Pescara), Mattini (82, Rimini) e gli attaccanti Mazzeo (83, Frosinone), Daud (90, Lumezzane), ed Es-sabr (Arezzo).Il Cosenza si schiera, da quando è ar-rivato Somma, con un 4-2-3-1. Fra i pali gioca Petrocco, i difensori sono Mattini, Raimondi, Di Bari e Fanucci, a protezione della difesa giostrano De Rose e Coletti, mentre a sostegno della punta avanzata,

Brancolino, giocano Degano, Mazzeo e Daud.Il rendimento della squadra è stato lungamente condizionato dalle assenze per infortuni: quelle di Bernardi, uno dei giovani più interessabti e ben noto ai tifosi si-racusani, e quelle dei fratelli Fiore in primo luogo.Nelle partite in casa, il Cosenza ha vinto due volte (contro Juve Stabia e Foligno), ha pareggiato tre volte (con Taranto, Lanciano e Pisa) ed ha subito una sola scon-fitta, ad opera del Benevento (2 a 1).Gli uomini-gol della formazi-

one silvana sono Mazzeo (tre reti finora all’attivo) e Brancolino (due bersagli a segno), mentre una rete ciascuno hanno segnato Fiore, Bernardi, Daud e De Rose. E nel conto del dare e dell’avere, l’attacco del Cosenza non di certo tra i più prolifici del girone, mentre la difesa incassa qual-che gol di troppo.Tuttavia, il Cosenza quando gioca in casa può contare sul sostegno di un pubblico numerosissimo che sostiene la squadra con un tifo infernale, ed è tra i più “caldi” del girone.Ci vorrà, quindi, il miglior Siracusa per uscire indenne dalla bolgia del “San Vito”, un impianto da ventiquattromila posti.

Giuseppe Di SIlvestro

IL PROSSIMO AVVERSARIO

SULLA STRADA DEI “LEONCELLI” CI SONO ORA I “LUPI DELLA SILA”

Nella foto di Simona Amato, un momento del derby dello scorso anno

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VINTAGE AZZURRO

La stagione 81/82 per il Siracusa non an-nunciava obiettivi di riguardo. C’erano giocatori esperti, scelti per il manteni-mento della categoria, la serie C. Si pun-tava ad una tranquilla salvezza, magari regalandosi di tanto in tanto qualche soddisfazione. La salvezza però arrivò sol-tanto all’ultima giornata.I giocatori in rosa erano Papale, La Brocca, Degli Angeli, Guastella, Boggia, Crippa; Bacilieri, Zanutto, Brignani, Torano, Pesa-lovo, Lucido, Telesio, Grande, Gola, Berillo, Bonanno. Chi aveva alle spalle una bella carriera era il centrocampista, allora per esattezza mediano mezzala, Francesco Brignani. Era stato ingaggiato perché doveva fare da chioccia a tanti altri che si affacciava-no al mondo professionistico. Aveva già compiuto 33 anni, era un calciatore svin-colato e dunque la trattativa con il Siracu-sa si chiuse in quattro e quattrotto. Tante le speranze riposte in questo giocatore. Però nel corso delle 29 gare che disputò solo alcune furono ritenute degne di uno che al pallone sapeva dare del tu; le altre e soprattutto i dieci mesi di permanenza furono un calvario per dirigenti e tecnici. Non conosciamo a tutt’oggi i motivi che ne determinarono un simile compor-tamento, ma le cronache del tempo ci riportano di un giocatore che divenne in fretta un contestatore. Si limitava al

compitino degli allenamenti e poi via per i fatti propri. Non sopportava i ritiri che precedevano le gare, avendo però cura e attenzione di giustificarsi: scuse che la società non accettava. Misteri che restano tali. Evidentemente era scattato un qual-cosa che lo aveva portato a non vedersi più un calciatore avendo esaurito la carica agonistica.Aveva iniziato nell’Inter, nella stagione 67/68 a 19 anni. Non giocò una gara ma la sua “figurina” entrò nel famoso album dei calciatori “Panini”. Dai nerazzurri passò la stagione successiva al Padova, in se-rie B. Disputò 21 gare mettendo a segno due reti. I gol non erano per lui. In tutta la carriera, oltre 15 anni, ne mise a segno complessivamente 12. Da Padova a Varese, dove vince il campi-onato e torna in A. Ritorna ad essere ap-pagato perché è la categoria che ritiene sua. Ma dura appena un anno, perché passa al Cesena di nuovo in serie B. Vi rimane quattro anni tra B ed A, gioca 122 gare e segna anche 4 reti.La Lazio, anch’essa in serie A come il Ces-ena, punta su Brignani. Però le cose non vanno per il verso giusto. Nella capitale disputa solo11 gare. A fine anno calcistico scende al sud, arriva al Palermo dove resta altri quattro anni, per 117 gare ed il mag-gior numero di reti segnate: 5. Si era stancato di stare a Palermo e gli fu

offerto u n c o n -tratto d a l N o -v a r a . Restò in Piemonte ap-pena la stagione 80/81 – venti le partite disputate – e già cominciò a pensare al dopo calcio giocato. Ma Inaspettatamente gli arrivò un’ of-ferta dal Siracusa. Era stato Lido VIeri a fare il suo nome. Solo che Brignani non rese per come si pensava. Non fu il solo “errore”, quell’anno. Non si vedeva l’ora di salvare la categoria per rifare la squadra, così come avvenne a giugno dell’82.Francesco Brignani non ha lasciato un segno tangibile, eppure avrebbe potuto dare molto. Chissà quali circostanze non consentirono di ammirare le doti che in-dubbiamente possedeva, avendo giocato in serie A e B per lunghi anni.Appese le scarpette, iniziò la carriera di allenatore. Nel 1991 la grande occaisone: Catanzaro. Non completò l’annata perché dopo venti gare andò via e rimase fermo in attesa di una chiamata. Ma il destino tragico, lo colpì il 27 agosto del 1993, mentre faceva footing a Cervia. A 45 anni fu stroncato da una trombosi.

Paolo Catania

IL CONTESTATORE FRANCESCO BRIGNANI

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(basile)Che settimana per

l’Albatro. Oggi in campo per il turno in-frasettimanale di campionato a Chieti e poi sabato al debutto in Winners Cup contro l’Uhk Krems. Appuntamento del respiro europeo, l’unico per una squadra di club siracusana. Si gioca alle 18.30 e l’impegno è subito proibitivo per gli uo-mini di Medved, costretto a fare la conta dei disponibili e ad incrociare le dita per recuperare Zuniga e Viscovich. Dall’altro lato, viaggia come un treno la formazione austriaca del Krems, prima in campionato. A Siracusa avranno al seguito tifosi e gior-nalisti, giusto per intendere come la palla-mano sia una cosa seria da quelle parti.“La Coppa rappresenta un premio che la società ha voluto fare alla squadra dello scorso anno”, sintetizza l’esperto Sandro Fusina. Pronostico chiuso in partenza, però “sarà una bel-la vetrina per i nostri ragazzi, che avranno l’opportunità di giocare contro una delle più forti e accreditate realtà della pallamano austriaca. E poi sarà l’occasione di riavere la pallamano di un certo spes-sore che il palazzetto dello Sport era abituato ad ospi-tare”. Altri tempi, altri campionati. L’Albatro sogna con la dimen-sione europea che è riuscita a regalarsi anche quest’anno, risultato di prestigio e - rip-etiamo - unico per il panora-ma locale. Ma la dura realtà parla di un campionato di serie A1 in salita, dopo gli ul-timi scivoloni. “E’ un anno di assestamento e transizione, lo avevamo messo in conto”, spiega pacato il presidente Vito Laudani.Certo, l’ottimo inizio di stag-

ione aveva fatto sperare che quello di transizione si sarebbe forse presto ri-levato un anno di vertice, ben più agevole rispetto alle aspettative. Tanto, in fondo, è netto il divario tecnico con le altre for-mazioni di serie A1. Ma

quando in campo puoi pun-tare con una certa continuità su Fusina, Viscovich e Zuniga, sempre in grado di ribaltare o chiudere anticipatamente il match. Le due sconfitte di fila, ad Altamura (5.a giornata) e quella di sabato contro la Luciana Mosconi Ancona (6.a giornata), hanno fatto suonare qualche campanello d’allarme. “Non è questo il nostro campionato - ha commentato Alessandro Fusina - Ov-viamente non ci saremmo mai aspet-tati di perdere due gare ma il risultato è la naturale conseguenza dell’assenza di Viscovich e Zuniga. Abbiamo intrapreso un nuovo percorso che deve portare dei frutti non nell’immediato. E’ questo il nos-tro progetto”.

Medved, però, è obbligato ad affidarsi quasi completamente ai ragazzi di-sponibili: oltre ad Andrea Calvo, i giovani Randieri, Delitala, D’Alberti, La Ferlita, Prestia, Fede che vengono utilizzati come mai successo precedentemente. Ed an-che sabato, contr il Krems l’esperto tec-nico dovrà concedere minuti preziosi alle nuove leve della pallamano siracusana. “Ci aspettiamo tanto dai nostri raga-zzi e quello che stanno facendo ci con-forta”, rassicura Fusina che è anche uno dei responsabili del settore giovanile dell’Albatro. Parole che allontano la pre-sione da chi sabato scenderà in campo. “I

ragazzi hanno grandi poten-zialità e questo percorso di crescita in cui sono inseriti darà certamente i suoi frut-ti, Ma non adesso”. L’obiettivo dichiarato dall’Albatro è quello di creare una nuova gener-azione di giocatori di pal-lamano, valida, competitiva e capace di disputare l’Elite. E poter girare in Europa. Ma questo traguardo sarà pos-sibile quando i giovanotti siracusani avranno acquisi-to un bagaglio d’sperienza non indifferente. Proveranno a mostrare i progressi sabato contro il Krems. La dimensione eu-ropea carica l’Albatro. Gli austriaci hanno esperienza e talento da vendere. Ma occhio a non sottovalu-tare l’entusiasmo Albatro, sospinta dal sempre gener-oso pubblico siracusano.

WINNERS CUP - Round 3L’Albatro ci prova e lancia la sua sfida agli austriaci del Krems

BELAS Ivica (CRO)BOZSO AndrasBRUNNER FlorianCHALUPA GeorgDEIFL FlorianFILZWEISER WolfgangHANKO StefanHUMMEL MichaelLINT WernerSCHMOLZ JoahnnSCHOPF TobiasSEYFRIED MichaelSZABO Imre (HUN)THANNHAUSER NiklasVISY Norbert (HUN)VIZVARY KristofWALZER GuntherWULZ Florian

GARCIA Nando (ARG)MINCELLA Angelo

CALVO AndreaCALVO Mattia

D’ALBERTI FedericoDELITALA Oreste

DELL’AQUIA DennisDI STEFANO Alessandro

FEDE AndreaFUSINA Sandro

GIANNONE CHristianIACONO Francesco

LA FERLITA AlessandroPRESTIA AngeloRANDIER SamirTRIOLO Alberto

VISCOVICH GonzaloZUNIGA Christophe (FRA)

ARBITRIIgor Karlubik (SVK)

Slavomir Struhar (SVK)

DELEGATO EHFTelemachos Savvides

(CYP)

GARA DI RITORNO27 novembre

Krems an der Donau

INFOeurohandball.com

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Quando l’artefice della Cittadella dello Sport decise di far costruire un pattino-dromo, di fianco alla piscina delle rose e alla piattaforma per i tuffi, la domanda inerente alla disciplina era pressante. Pip-po Cantarella cominciava a raccogliere ti-toli italiani e mondiali nella specialità cor-sa e i tanti che seguivano le sue gesta, lo ammiravano al Foro Italico della Marina, dove all’epoca il pattinaggio si praticava. Così don Lo Bello si caricò sulle spalle l’ennesima scommessa: dare spazio ad una attività in crescita e nel 1966 in quel pattinodromo all’avanguardia si dispu-tarono persino i Campionati del Mondo.Per diversi anni si avvicendarono società sportive e diversi pattinatori validi, come Roberto Iannò che per oltre vent’anni ha detenuto il record del mondo sui 10.000 su strada o Patrizio Triberio. Di quegli anni, oggi, solo la passione è rimasta immutata. Roberto Fiorito e Ales-sia Mincella sono i giovani siracusani dell’Asd Olimpiade Pattinatori che, pur tra tante difficoltà legate alla mancanza di strutture adeguate, stanno riuscendo nell’ impresa di rinverdire i fasti di una no-bile tradizione. “Ci occupiamo noi della società dal 2000”,

racconta Ernesto Maiorca, ex pattinatore ed oggi marito di Agata Fiorito, le due anime della Olimpiade Pattinatori. “Vivi-amo di passione. La pratica dell’attività è veramente molto dispendiosa e i tempi sono bui. Riceviamo qualche finanzia-mento dagli enti, vedi la Regione, o da-gli sponsor privati, come la PPC Power Project Consulting, che crede molto in noi. Le gare vengono svolte in tutta Italia, Lombardia, Veneto, Toscana: sono i centri maggiori e dover raggiungere ogni volta quei posti non è una cosa facile”. L’impianto della Cittadella, fiore all’occhiello trent’anni fa, è in condizioni pessime e funge paradossalmente da grave handicap per la disputa stessa di determinate gare. “Tutte le piste del mon-do sono lunghe 200 metri e dotate di una resina particolare che permette alle ruote di aderire al suolo. Cosa che permette una velocità in curva a cui noi non siamo abit-uati. Ecco perché quando gareggiamo al-trove, partiamo qualche giorno prima, per prendere confidenza con le piste. Rischi di essere tagliato fuori pur avendo una pre-parazione superiore agli altri”. L’Asd Olimpiade Pattinatori è capace però di saltare in corsa gli ostacoli e vantare

due gioielli preziosi. Roberto Fiorito, 14 anni ed una convocazione in nazionale nella categoria allievi con tanto di meda-glia d’oro nell’ultima Coppa Europa dis-putatasi in Croazia. E Alessia Mincella, 12 anni, vincitrice dei campionati italiani disputatisi a Novara lo scorso febbraio. “Nessuna sorpresa, mi aspettavo di essere capace di raggiungere il traguardo primo – spiega deciso un comunque timido Ro-berto – Tutti i partecipanti eravamo più o meno sullo stesso livello. Sono felice. Il risultato è arrivato”. Sui pattini già dall’età di 2 anni, su Roberto Fiorito “gravano” delle doppie aspettative, nella veste di atleta e nella veste di prosecutore dell’opera sportiva di casa Fiorito. “Ma per adesso non ci penso assolutamente, penso aolo a correre e magari a migliorare il risultato ottenuto nel 2010. Gli altri sport? Il cal-cio non mi piace nemmeno. I miei com-pagni di classe giocano tutti a pallone, io no ma non è un problema per nessuno. Anzi, il pattinaggio è una cosa mia e non sempre la condivido con gli altri”. Una disciplina povera, di nicchia, ma dispend-iosa: 700-800 euro per le scarpe fatte su misura col calco del piede; 200 euro per il telaio,cuscinetti e ruote che vanno cambi-ati spesso (un treno, costa 200 euro). “La mia prima volta sui pattini risale a 6 anni fa – racconta la piccola Alessia – Fu mia mamma a portarmi qui. Non avevo equi-librio, ero attaccata continuamente alla sbarra. Ma piano piano ho preso confi-denza con i pattini. Punto alla nazionale, il mio sogno è partecipare ad un mondiale”. In piena fase di preparazione, l’Olimpiade Pattinatori ha fissato il primo appun-tamento stagionale al 14 febbraio per i campionati italiani indoor su pista piana. Insieme a Roberto e Alessia, anche il se-nior Luciano Siringo, gli Aliffi, i Bramante, e le promesse Leo e Riccardo Rinzo. Sono tutti chiamati a non tradire le aspettative di Agata Fiorito e Ernesto Maiorca.

Giuseppe Basile

PATTINAGGIOFiorito e Mincella, due piccoli talenti

che valgono già titoli e medaglie

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(basile) “Il rugby è un gioco bestiale giocato da gentiluomini, il calcio è uno sport da gen-tiluomini giocato da bestie, il football amer-icano è uno sport bestiale giocato da bes-tie”. L’aforisma è di Henry Blaha, giocatore e reporter americano. Blaha intende sot-tolineare le origini nobili del rugby, sport in cui il rispetto delle regole e degli avver-sari è considerato fondamentale. E se poi queste regole disciplinano anche il cont-atto, come di fatto accade, ecco spiegato il concetto di nobiltà. A Siracusa il rugby si chiama Syrako. Unica realtà consolidata che dal 13 settembre 1989 diffonde in cit-tà una cultura di nicchia e lotta contro de-gli antichi stereotipi che vogliono il rugby come una disciplina violenta e pericolosa. Senza dubbio maschia ma non altro. In vent’anni la Syrako Rugby Club ne ha fat-ta di strada; ha fatto scuola riuscendo, a creare un gruppo sportivo folto che getta le basi su cui costruire un futuro, affinan-do la tecnica sino a diventare qualitativa-mente competitivo alla stregua di altre re-altà siciliane, più avanti e all’avanguardia, cioè con una esperienza rilevante sulle spalle. Facendo i conti con l’indifferenza generale - di sportivi, dirigenze e am-ministratori - e con la diffidenza di quei genitori convinti che in quel modo tras-formassero il loro figlioccio in un energu-meno, la Syrako ha diffuso l’interesse alle nuove generazioni. Come? Nel modo più semplice possibile: svolgendo l’attività. Cavalcando forse l’onda promozionale che la scommessa dell’emittente La7 ha permesso e vinto, che tradizione vuole in prima linea nel trasmettere le dirette del trofeo Sei Nazioni, Tre Nazioni,

Campionati del Mondo, test match, ac-cendendo così i riflettori sull’intero movi-mento. Ma quanto è lontana Siracusa da queste dinamiche? “Magari questa oper-azione ha fatto la sua piccola parte – ha raccontato Rosario Buscema, l’uomo che più di ogni altro rappresenta la Syrako, dal campo, alla formazione, alla dirigen-za – ma qui è tutta un’altra storia. Non ci sono impianti adeguati, per l’attività ci autofinanziamo e anche il lavoro di pro-mozione nelle scuole viene ogni tanto os-tacolato”. La sua origine rugbistica, dopo la lunga carriera nell’Amatori Catania, convinse Buscema nei lontani anni ‘90 a portare la novità a Siracusa. Ma se il tem-po passa inesorabile, in fretta, i problemi di una volta sono tremendamente attuali. Quello più urgente, il campo di gioco. “Ci alleniamo al campo scuola, dove è stato garantito a noi e alle altre società che lì fanno attività che saranno ristrutturati gli spogliatoi e anche il manto sarà rifatto – ha detto Buscema – Sarebbe bello gio-care lì anche se la pedana del lancio del martello, pericolante, dovrebbe essere spostata perché intralcerebbe le dimen-sioni del rettangolo di gioco. Ma dubito succederà. Momentaneamente giochia-mo le gare del campionato di serie C al ‘Bianchino’ di via Pachino, in terra battuta. Immaginate quant’è difficile giocare su quel campo, dove una ferita i ragazzi se la portano dietro mesi”. Negata la possibilità di giocare ai campi Fortuna, a campionato iniziato la Syrako non aveva ancora un ter-reno disponibile. Poi si è ricevuto l’ok per il Bianchino. Buscema ci fa notare, pas-sandoli in rassegna, gli spazi abbandonati

dove la loro attività potrebbe svolgersi; ci racconta le volte che ha provato a farsi carico gestionale, di qualche progetto di rilancio di qualcuno di questi spazi, poi naufragati per non volere delle propri-età. Eppure l’attività Syrako continua con tanti ragazzi che fanno il loro esordio nel campionato di serie C regionale e altri, come Boscarino, che si tolgono la sod-disfazione di realizzare la prima meta. La Syrako è un mix di giovani, pescati nelle scuole, e “vecchi” instancabili giocatori. Qual è il fiore all’occhiello? Il settore gio-vanile. “Abbiamo un movimento giovanile discreto – racconta Buscema, che quasi si commuove quando ne parla – Una trentina di bambini under 8, 10 e 12 che quando arrivano al campo scuola entrano di corsa dai cancelli, smaniosi di iniziare l’allenamento. A loro devi spiegare sol-tanto le fondamenta del rugby; niente contatto, tutto è graduale”. Una pratica completamente gratuita, che sbalordisce i genitori chiamati semmai all’acquisto di un semplice kit allenamento per i propri figli. “L’obiettivo è formare un settore gio-vanile forte di un under 14, 16 e 18 che poi sono la linfa vitale del rugby”. Ma an-diamo al campo. A pochi giorni dalla 7a giornata contro il Ragusa, i miglioramenti cominciano a vedersi. “Siamo in un gi-rone di ferro – ha concluso il professore Buscema – l’Amatori Messina e il Clan Ib-leo sono squadre di altro livello. Noi come al solito non abbiamo grosse pretese, la cosa importante è fare rugby. Le nostre soddisfazioni ce le toglieremo come ogni anno. Siamo la mina vagante del girone. Per noi, va bene così”.

RUGBYLa palestra di vita della SyrakoVent’anni di storia e solite difficoltàCon un settore giovanile costantemente in crescita

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