Sportivissimo Marzo

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La rivista dello sport vicentino

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editoriale3

magazine mensile di sportdistribuito gratuitamente

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redazionePaola Dal Bosco

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segreteria di redazioneGiuliana Lucato

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via Monte Ortigara, 8336073 Cornedo Vicentino (VI)

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il 21 dicembre 2005 n.1124

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A un giovane del mio sci club, la professoressa di Fisica del liceo ha detto: “perché vai a sciare? Tanto non diventerai mai come Tomba!” La prima cosa che mi è passata per la testa è stata di risponderle: “ah, già, perché venendo a scuola, il ragazzo diventerà Einstein!”, ma con l’età ho imparato a essere meno istintivo e a trarre dai fatti della vita, spunti per riflessioni più articola-te. E ho taciuto. La frase della professoressa non è una novità. C’è un intero

mondo che vede e concepisce lo sport tra i giovani solo nella prospettiva del diventare cam-pioni. Lo sport, per costoro, non ha senso fuori dalle mezze misure, o lo si fa per diventare campioni e così diventare famosi e quindi ricchi o è roba da scemi, come, per esempio, sa-lire sulle vette delle montagne pur sapendo che sulle cime non c’è mai assolutamente nulla. Viceversa, chi s’iscrive a scuola non ha ambizioni, quantomeno dichiarate, così alte. Non si studia per diventare Einstein, un Nobel, l’artista che cambierà la visione del mondo della propria epoca ma, molto più terra-terra, si studia per la promozione, poi al limite si vedrà... Non c‘è dubbio: così, come si vede la scuola, è la visione corretta. La scuola è un mezzo per imparare a usare la testa e diventare grandi e iscriversi all’università, che è un altro mezzo per imparare a usare ancora meglio la testa fino a entrare nel mondo del lavoro con la testa a posto per fare bene quello per cui si è pagati. Tutto qua. Nessun grande sogno, nessuna grande illusione. La visione dello sport come fucina di campioni, invece, è una visione sbagliata, perché schizofrenica: si vive dentro un sogno ma fuori dalla realtà. E questo non è mai bene. Sarebbe bello capire perché lo sport sia per molti una fabbrica di sogni e illu-sioni. Quale cultura abbia generato questa visione distorta del fare sport, quando, invece, esso è esattamente come la scuola, un mezzo per educare il corpo e la testa a un loro otti-male impiego. (Se sulle cime delle montagne non c’è nulla; è altrettanto vero che alla fine di qualsiasi filosofia non c’è mai la verità). Per uscire da queste ambiguità, credo sia utile ricordare quanto diceva più di cinquecento anni fa un erudito spagnolo, secondo il quale il processo di formazione dell’uomo moderno non poteva più essere a una dimensione, solo attraverso l’erudizione, ovvero attraverso la scuola, ma doveva realizzarsi attraverso tre fasi: “parlare con i morti, parlare con i vivi e parlare con se stessi”. Cioè, egli sosteneva, una persona ottiene il massimo da se stessa, se rispetta questa triplice formazione: se studia gli antichi, ovvero se “parla con i morti”, l’erudizione, la scuola; se frequenta persone e vi-sita luoghi, ovvero se ha relazioni, se viaggia, quindi se “parla con i vivi”; infine se riflette, cioè se “parla con se stessa”. Nel 1500 lo sport non era ancora molto diffuso e non se ne scriveva molto, ma possiamo essere certi che esso avrebbe trovato giusta collocazione nel-la seconda e terza voce di questo progress formativo. Fare sport è, infatti, condividere una passione con gli altri. E’ un modo per frequentare e conoscere persone nuove, è cioè “par-lare con i vivi”, ma è anche un modo straordinario per poter parlare con se stessi. Lo sport ci fa conoscere il nostro corpo e la nostra mente; attraverso di esso impariamo ad ascoltarli, a percepirne i limiti sotto sforzo per riflettere su come possiamo migliorare le prestazioni dell’uno e dell’altra. Quando ci si allena, di corsa o in bici, pensare a tutto ciò e ad altro ancora è la più naturale delle azioni. Oggi scuola e sport sono due pratiche ugualmente importanti per la formazione dei nostri giovani, per quella conoscenza di sé che è la vera conoscenza, per cui l’una non può affatto escludere l’altra. La frase della professoressa, da cui siamo partiti, sottintende una visione ancora divisa tra mondo dell’erudizione, della scuola e mondo sportivo ed è per questo che è una frase sbagliata da più di cinquecento anni. Nel triplice dialogo che ogni giovane deve avere per realizzare la propria formazione, scuola e sport sono argomenti di pari valore, imprescindibili l’uno dall’altro.

necessariamente assieme

di Luigi Borgo

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Ha raggiunto quota 110 piloti l’Aero Club Arturo Ferra-rin di Thiene, una realtà sportiva mol-to amata nel terri-

torio vicentino. Ufficialmente nato come aeroporto civile nel lontano 1970, l’aeroporto thienese è il più grande della provincia di Vicenza e uno dei più importanti del Veneto in termini di numero dei piloti, di strutture e di aeromobili a disposi-zione. Le attività di volo presenti sono due: il volo da diporto V.D.S. e il corso di Aviazione Genera-le. Saper pilotare un aeromobile, portarlo ad alta quota, acquisire le nozioni per affrontare qualsiasi tipo di situazione anche di emergenze, per poter insomma ricevere un attestato importante è obbligato-rio partecipare ai corsi che l’Aero Club Ferrarin mette a disposizio-ne durante l’anno. Il corso di volo da diporto chiamato V.D.S. viene organizzato sin dal 1998: per un totale di 16 ore di lezioni in volo e il doppio di lezioni teoriche, il corso dura circa quattro mesi; si pensi che per le lezioni pratiche quattro istruttori molto qualificati hanno a disposizione ben quattro

ultraleggeri biposto. Al superamen-to dell’esame finale il pilota riceve l’attestato V.D.S. con il quale può pilotare qualsiasi ultraleggero a due posti ma gli sarà consentito accom-pagnare un passeggero solo dopo aver volato altre 30 ore. Attualmen-te tra i soci dell’Aero Club thienese i piloti con brevetto V.D.S. sono circa 70. Le complessità aumen-tano quando parliamo del corso di Aviazione Generale: composto da 45 ore di lezioni pratiche in volo accostate dal doppio di lezioni te-oriche, questo corso dura perciò di più, circa un anno. Anche i velivoli sono diversi e contengono un’elet-tronica più complessa degli ultra-leggeri. Al superamento dell’esame finale e consegna dell’attestato il pilota riceverà una licenza con la quale potrà pilotare qualsiasi tipo di aeroplano purché non si tratti di velivoli appartenenti al traffico commerciale. A disposizione degli alunni tre aeroplani e tre istruttori che con la loro professionalità e grande preparazione cercano di fa nascere ottimi nuovi piloti senza mai perdere di vista la sicurezza e il rispetto delle regole. Mentre con l’attestato V.D.S. il pilota non può volare con aeromobili dell’Avia-

zione Generale, al contrario chi ha conseguito la licenza di Aviazione Generale potrà pilotare anche gli ultraleggeri. Ogni anno l’Aero Club è impegna-to nella realizzazione di questi corsi che coinvolgono sempre molte per-sone: non solamente gli alunni e gli istruttori, ma anche i soci del club che offrono la loro disponibilità per le gestione della struttura durante i giorni di apertura del Club. Cin-que volte l’anno sono organizzati anche dei corsi di aggiornamento per chi il brevetto lo possiede già magari da parecchi anni. Si tratta di corsi di sicurezza del volo che trattano argomenti come il rischio mal tempo, il volo in montagna, i venti, il controllo prima del decol-lo, le turbolenze, il rischio nebbia e così via. Corsi a cui partecipano sempre molti piloti a dimostrazione della serietà e professionalità dei soci nei confronti di tematiche così importanti che occorre rispolverare spesso e volentieri. Perché si sa, volare è meraviglioso ma i pericoli sono tanti.Come già accennato l’Aero Club Ferrarin è uno dei più importanti aeroporti italiani di Aviazione Ge-nerale e le caratteristiche della sua

struttura lo dimostra-no: oltre ad essere do-tato di una pista in erba lunga 1200 metri orien-tata Nord-Sud, l’Aero Club possiede anche un hangar per il parcheggio di tutti gli aeroplani, una torre di controllo, una Club House dove vengono svolti i corsi di teoria e per finire un ristorante sfruttato anche dalle altre associazio-ni presenti nell’aeroporto. Sì perché quest’ultimo ospita anche un’altra associazione sportiva di volo a motore, una di vela, quella di paracaduti-smo e per finire una scuola di volo privata. Per tutti coloro che fossero in-teressati e volessero conoscere meglio l’Aero Club Ferrarin possono telefonare al numero 0445/380883 oppure possono en-trare nel sito www.aeroclubthiene.it. L’Aero Club è aperto durante la settimana nei pomeriggi di marte-dì, giovedì e venerdì; mentre il sa-bato e la domenica tutto il giorno.

sempre più in alto

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5aviazione

Qualche cenno storico...

All’inizio della Prima Guerra Mondiale l’Aeroporto

Arturo Ferrarin ha rappresentato una delle due

maggiori basi dell’Aviazione Italiana assieme ad

Asiago per evidenti ragioni di vicinanza alla linea

del fronte. Nel maggio 1916 quando gli austriaci

iniziarono la loro offensiva l’aeroporto Ferrarin

rappresentò per alcune settimane la base italiana

principale dalla quale decollavano i caccia. Dis-

messo per un lungo periodo in seguito ai danni

causati dal conflitto, nel luglio del 1943 durante la

Seconda Guerra Mondiale fu riaperto come pista

di atterraggio di emergenza per i reparti della Re-

gia Aeronautica di Vicenza.

L’Areo Club Arturo Ferrarin

di Thiene del presidente

Andrea Anesini è l’areo club

con il maggior numero di

piloti della nostra provincia

con un primato davvero unico:

10 ragazze pilota con la più

giovane che ha soli 25 anni

di Chiara Guiotto

fotografie di Bruno Xotta

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6nuotofondo

Gli Altipiani trentini di Folgaria, Lavarone e Luser-na portano decisamente fortuna allo svedese Tiio Söderhielm ed Eugenia Bitchougova, incoronati nuovi sovrani della Granfondo Millegrobbe ma davvero di eccellenza sono risultati alla fine delle due gare (30 km a tecnica classica e altrettanti a tecnica libera) le prove

degli atleti vicentini che come sempre sono saliti in massa sulle nevi che separano la provincia di Vicenza da quella trentina. Il migliore in asso-luto alla fine è risultato il bassanese, ora accasato a Lecco per amore, che gareggia per il Gruppo Alpini Vicenza, Alfio Di Gregorio. Il campione di skiroll alla fine ha concluso in settima posizione a 2’47” dallo svedese con un 16° posto nella prova in alternato ed un quinto nella libera dove eccelle al meglio a soli 24” dal vincitore.La giornata sugli Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna si è aper-ta con un cielo cristallino, il sole che illuminava la vasta spianata di Malga Millegrobbe e tanti granfondisti schierati ai box di partenza. In gara nelle due giornate si sono contati complessivamente più di 600 atleti, un successo ancora una volta notevole per gli organizzato-ri dello SC Millegrobbe di Enzo Merz.Eccezionale anche la prestazione del “solito” Marco Crestani (Gsa Asiago) che con il 13imo posto assoluto a 9’16” si conferma ai ver-tici di categoria nel Master Tour. Per lui un 18imo nella classica e un 19imo nella libera. Quindi scorrendo la classifica troviamo:14° Marco Ruaro (Gsa Vicenza) a 11’25” (21° e 23°9, 15° Michele Ve-scovi (Gsa Vicenza) a 12’44”, 18° Francesco Benetti (Gsa Asiago) a 15’21”, 23° Alberto Merlo (Montegrappa Bassano), 26° Alessandro Carli (Gsa Asiago) e al 35° l’inossidabile Daniele Doriguzzi di Asiago che correva per l’occasione come individuale. Da segnalare anche le prestazioni di Diego Magnabosco, Angelo Rausse, Lorenza Paganin e Italo Camerin del Gruppo Alpini Asiago nelle prove in classico.Tra le donne la migliore alla fine delle due giornate è risultata la bassanese Rita Fochesato (Montegrappa) che è giunta 8° a 52’ dalla Bitchougova. Alle sue spalle Lidia Frigo (Gsa Asiago) al 10imo posto. Nellam sola gara a tl, invece, da segnalare il settimo posto di Lysanne Zago (Cai Schio) seguita dall’altra schedense Rosanna Costa.Un pensiero unico va alla campionessa di ciclismo non vedente Silvana Va-lente sotto l’aiuto della guida ha concluso la gara sui 30 km a tecnica libera in 3 ore. Segno che lo sport non ha barriere. Quindi la prova nel settore carta stampata che ha visto nella prova in classico il successo del collega del Gazzettino Delfino Sartori.

il mito chiamato

Millegrobbe Vicentini sugli scudi alla Millegrobbe.

Di Gregorio settimo seguito da Crestani.di Delfino Sartori

US asiagosci

Ai ”Ttricolori Giovani” di Tesero (Trento) i ragazzi e le ragazze dell’Us Asiago Sci si sono rivelati grandi protagonisti nella gara “sprint” in tecnica classica. Una bellissima medaglia di bronzo tra gli Aspiranti è arriva-ta grazie a Davide Cantele giunto in finale con pieno merito. Nella stessa categoria 7° Luca Rigoni altro atleta “targato

Usa” e quindi Marco Lobbia. Nella seconda giornata erano di scena le prove skating. In campo maschile, tra gli Aspiranti, 10 km il percorso, brillante 8° posto per lo stesso Davide Cantele bravo a sfuttare il suo ottimo momento di forma mentre Luca Rigoni si calassificava 15°.Risultati splendidi che vanno ad ascriversi anche per meriti dell’allenatore Alberto Pertile. Il “forestale”, 36 anni, è meglio noto come “el Tap-paro” è una relativa “vecchia gloria” del fondo asia-ghese e dello skiroll internazionale. Smessi i panni dell’atleta è stato chiamato a fare il responsabile tecnico del fondo giovanile vicentino.“Sono anni – inizia – che non si vedevano risultati di buon livello nello sci di fondo biancorosso come in questa stagione. Non so se i meriti sono miei. Diciamo che ho preso in mano la situazione un paio d’anni fa e che con il duro lavoro sto vedendo dei miglioramenti nei ragazzi”. Ma cosa deriva tutto ciò?“Spesso siamo abituati a vedere dei talenti gio-vanili che, poi, però non fanno il passo giu-sto. Credo che per raccogliere i frutti bisogna attendere la loro maturità. Lo scorso anno gli atleti che si sono comportati così bene ai re-centi “tricolori” arrivavano dopo il ven-tesimo posto. Ora, invece, hanno preso coscienza delle loro possibilità”.Si osserva comunque un calo degli at-leti che si avvinano allo sci di fondo.“Da qualche anno è vero che la situa-zione è di questo tipo. Ora, però, sem-bra essersi stabilizzata. Speriamo che nel futuro migliori perché il fondo nel vicentino fa parte della storia italiana di questo sport”.Sulle categorie più giovani che dice?“Senza dubbio abbiamo la fortuna di aver trovato Deborah Rosa una “allie-va” che lo scorso inverno è già finita sul podio ai tricolori di categoria. Quest’an-no sembra avere le carte in regola per aspirare ancora più in alto. Alle sue spal-le ci sono altre giovani che speriamo esca-no. Peccato invece per Marta Fabris che era all’ultimo anno tra le junior e che non ha la possibilità di allenarsi a dovere perché ha scelto gli studi universitari. La carriera del fondista è questa. Si possono raggiungere buoni obiettivi da giovani ma poi a 19 anni bisogna fare delle scelte. Allenarsi sempre ed in modo costante è difficile così gli per-diamo quasi tutti”.La disamina di Alberto Pertile lascia al porta socchiusa. L’augurio è che coi tempi necessari questo nuovo spiraglio si allarghi sempre più anche se le difficoltà, come ac-cennato, non mancano ma nell’Us Asiago Sci il vivaio viene comunque curato.Per quanto riguarda invece o sci alpino si è in attesa di conoscere la data del recupero della gara giovanile prevista a Malga Ri-vetta lo scorso 9 gennaio ed annullata per la tragica scomparsa di Marco Fontana, quattordicenne di Tonezza del Cimone, avvenuta il giorno prima sulla pista “Ri-bes Rosso” in località Coston di Lastebas-se. Il ragazzo era iscritto alla gara organiz-zata dall’Us Asiago Sci.

Us Asiago protagonista ai Tricolori Giovani di sci nordico con Cantele, Rigoni e Lobbia

sci

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freeride

Agguanto al volo il gancio dello ski-lift e con l’altra mano faccio cenno all’addetto che può starsene tranquil-

lamente al calduccio. Rifletto sul fatto di quanto sia paradossale che durante una nevicata la maggior parte degli sciatori smetta di sciare e se ne ritorni in albergo con l’as-surda formula: “c’è neve in pista e allora rientriamo”. Mi domando cosa dovrebbe esserci in pista al posto della neve, ma siccome non voglio incasinarmi troppo il “co-smic vacuum” della mente lascio perdere. Continuo a slaidare di traverso alla faccia delle indica-zioni affisse sui piloni che “sug-gerirebbero” di mantenersi con gli sci in direzione della risalita. Nel qual caso potrei sempre invocare l’attenuante dovuta alla scarsa vi-sibilità, è possibile, perché no? I fiocchi si stampigliano sulla lente come i moscerini in autostrada e l’accumulo formatosi mi fa tanto cane da cartoon, sì, quelli di cui

un fuoripistada brivido

Freeridesui monti

dell’altipianofolgaretano

di Arturo Cuel

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non vedi gli occhi, vedi solo il na-sone nero che sbuca dal pelo. Me-glio pulire la maschera... Guarda, guarda, l’acquisita visibilità mi fa puntare dei “fratelli” sulla mia rot-ta. Anche loro con la stessa mission, divertirsi nella powder! I tipi sono armati a dovere: non hanno solo de-gli sci, lui ha nei piedi 2 portaerei tipo Royal Navy dalle dimensioni talmente oversize che nemmeno quella svento-lona di Bay Watch può vantare! Idem per la ragazza, anch’essa attrezzata a dovere, intendo per quelle assi molto fashion che ha sotto gli scarponi, con-traddistinte da una grafica floreale alla Fruit of the Loom. Assieme decidiamo di farla finita nello starcene sulla pista a schivare le mine vaganti in circolazione e dirigiamo la nostra flotta fuori dalle acque

territoriali verso la valle Fredda, toponi-mo intuitivo e dannatamente reale! Visto che ci troviamo in una dimensione da sci home made diversa dai pendii delle lo-cation canadesi o del Ki..., Kir..., Kirghi-zistan, vabbeh ci siamo capiti, rovistiamo qua e là nel bosco per scovare uno spazio sufficientemente ampio degno di una run. Forti del motto chi cerca trova, eccone uno che fa proprio al nostro caso. Inclina-zione più che okay e anche lo stato della neve è commestibile. Immersi e comple-tamente avvolti nel silenzio assoluto, uno dopo l’altro ci buttiamo in un follow fra i limiti della foresta. Cavolo che sbarella-ta! Great! Gli sci larghi con la velocità diventano dei bolidi e sbucano da sotto la superficie sorvolando leggiadri la morfo-logia del pendio. Un pulviscolo formato da milioni di miliardi di batuffoli staziona

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a mezz’aria come fossimo in una di quelle sfere souvenir della montagna. La storia non ha fine e con brevi bordi e suggestivi passaggi sotto le fronde, colleghiamo un altro canale e poi un altro ancora. Sono gli stessi lungo i quali, durante il perio-do buono della forestazione, i boscaioli dell’altipiano trascinano a valle il legna-me tagliato. Ognuno ha una caratteristica che pare stuzzicare l’appetito e appagare la nostra fame di polvere. A nessuno dei tre è passato per l’anticamera del cervello di schivare le gibbosità modellate sopra i vecchi cippi. Dei veri e propri jump na-turali. Il fascino dell’avventura misto alla curiosità del backcountry è tutta un’altra faccenda, totalmente differente dallo scia-bolare curve nell’artificiosità delle nevi compatte e tirate lisce come un parquet. E che dire della sensazione di quando, all’improvviso, non senti più nulla sotto gli sci e precipiti un paio di metri sotto, incolume. Sprofondi nel soffice manto attutendo qualsiasi compressione; poi, nell’incredulità, ti riprendi dal brivido e passi quasi mezz’ora a toglierti la neve conficcata dappertutto, eh? Ogni tanto uno stop and go per cercare di incrociare lo sguardo con quello di un ungulato che ti osserva attraverso l’oscurità del sotto-bosco. Si chiederà del perché siamo lì a rompere invece di starcene come gli altri ben addomesticati in pista, oppure davan-ti al caminetto con le pantofole? Ci defi-niamo degli “invaders pacifici”, ma vallo a spiegare a uno di quegli orsi vagabondi, se accidentalmente ne tamponassimo uno, che come noi prediligono il freeride alla tana!

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10montainbike

maestridi mtb

Il terreno è compatto, caratteriz-zato da dossi, curve paraboliche e altri ostacoli simili a quelli dei tracciati da motocross e la rampa

di lancio, in discesa, sembra facilitare chiunque scelga questa nuova avven-tura. Ecco la descrizione della pista BMX di Creazzo, treatro dell’esame finale per conseguire il titolo di “ma-estro di Montain Bike”.C’era aria di suspance sabato 19 febbraio, ma alla fine i vari: Ventura Federico, Villis Nicolò, Rinaldi Filippo, Furlan Ange-lo, Furlan Marco, Giovanelli Andrea, Casara Nicolas, Cimenti Erica, Corà Alessandro, De Marchi Gianni, ce l’hanno fatta. Sono i nuovi istruttori vicentini che avranno il compito di istruire e accompagnare i futuri cicli-sti e turisti nella disciplina del fuori-strada e non. Il corso di formazione maestri di MTB e ciclismo fuoristra-da 1° livello, è stato organizzato dal Comitato Regionale Veneto, la ASD BMX Creazzo e la Commissione Scuole e Maestri MTB presieduta da Patrizia Toniolo. Le sei giornate di corso, basate su lezioni teorico/pratiche, hanno visto impegnati circa venticinque iscritti, e tra questi anche il professionista cor-ridore Angelo Furlan, che approfittan-do del momento invernale per risolle-vare le forze, ha voluto dilettarsi nei banchi di scuola.

Il ciclismo vicentino si rafforza con l’arrivo di altridieci Maestri di Montain Bike

di Max Cerato

Le competenze del maestrodi Montain bike sono: a) accompagnare e guidare singole persone o gruppi di persone in itinerari, gite od escursioni in mountain bike, garantendo alla clientela assistenza tecnica e meccanica e fornendo notizie di interesse turistico e culturale sui luoghi di transito;b) istruire i propri clienti sulla pratica del ciclismo fuoristrada in generale;c) si occupa della direzione tecnico-sportiva di squadre ciclistiche e dei suoi atleti;d) tracciare i percorsi occupandosi della segnaletica, delle vie e della loro manutenzione con particolare riguardo alla salvaguardia ed alla preservazione dei luoghi, dei boschi e dei sentieri nel pieno rispetto delle norme di sicurezza atte ad evitare incidenti e/o infortuni nell’uso della bicicletta.

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squash

Se ne è andato Dario Savi, uno dei valdagnesi più attivi nel sociale e nello sport della nostra città. È stato il mio primo “maestro” quando, alle ele-mentari, i miei genitori mi accompagnarono al

campo di atletica per i primi allenamenti della mia vita. Vorrei scrivere due righe per ricordare quanto utili mi sono stati i suoi insegnamenti per il mio cammino nello sport e nella vita. Ci incontravamo spesso per strada, io di corsa in alle-namento, lui a piedi col suo passo svelto e fiero, sem-pre sorridente ed entusiasta. Ci scambiavamo qualche battuta veloce e mi faceva sempre piacere sentire il suo “ciao bambola!” prima di riprendere ognuno per la sua strada, contenti di essersi incrociati. Qualche anno fa una brutta malattia lo ha fermato a letto per qualche mese, ma poi ha ricominciato le sue passeggiate con un passo un po’ più lento ma sempre con lo sguardo alto e solare. Allora magari ci si fermava per qualche parola in più, una pacca sulla spalla e via di nuovo che la giornata era sempre piena di impegni.Perché Dario era un rullo compressore dalle mille pas-sioni sportive (la corsa, lo sci, il ping pong...) e molto impegnato nel sociale con i tossicodipendenti e con i malati. E poi aveva il Museo, ideato, sognato e final-mente concretizzato sotto Palazzo Festari. Io mi ricordo quando, dopo la corsa in pista, parlava a noi ragazzini dei suoi fossili (“i veci sassi” come li chiamava la moglie Mirella) e magari ce ne por-tava qualcuno e ci spiegava della loro origine come se fosse una favola ed era impossibile non stare ad ascoltarlo. Poi a volte organizzava qualche gita a Chiampo o a Bolca dove visitavamo il museo oppu-re, tutti emozionati, ci avventuravamo alla ricerca dei fossili guidati dal suo entusiasmo. Sono quei momen-ti dell’infanzia che ti porti dentro e non dimentichi mai. Come quando, una giornata di pioggia intensa, il nostro allenamento al posto della corsa fu quello di aiutare a scavare la terra intorno alla pista di atletica per piantarvi delle pianticelle che sarebbero servite per abbellire il campo e per fare un po’ d’ombra nel-le giornate estive più calde. Ogni volta che vado ad allenarmi al Polisportivo e guardo quelle piante che ormai sono cresciute, mi ricordo di quella giornata e sento che quegli alberi sono un po’ nostri!

Martina Dogana ricorda

Dario Savi, indimenticabile

uomo di sport e maestro di

tanti sportivi valdagnesi

ricordo di DarioSavi Irlanda, ultimi scampoli

dell’800. Nella fattoria di fa-miglia immersa nel verde della contea di Boyle la vita del gio-vane Nick O’ Grady, pur nella povertà e nei sacrifici comuni

a gran parte della popolazione del Pa-ese del Trifoglio, scorre tranquilla fra scuola, lavoro al fianco del padre ed amore – ricambiato - per la figlia dei vicini Mc Callum, Rose.Nick è il tipico ragazzo “acqua e sa-pone”, intelligente ed onesto, pronto a grossi sacrifici personali per il bene della famiglia. Ben presto, però, l’in-vidia e la perfidia del cugino Rick – avido ed egoista arricchito e caduto in disgrazia – distruggeranno la serenità del giovane irlandese, costringendolo - ingiustamente - ad un lungo perio-do di reclusione nelle terribili carceri britanniche. Nick, però, saprà supe-rare lo sconforto iniziale e, spinto dal desiderio di riprendersi la sua vita, lotterà per riabilitare il suo nome e quello della sua famiglia. Una riabilita-zione che avverrà grazie allo squash ed ad uno splendido e combattutissimo torneo internazionale nella frenetica Londra di quegli anni.“Squash. Sfida all’ultimo punto” (Book Sprint Edizioni, 2010, 124 pp., €10,90) è un originale racconto breve, opera d’esordio di Diego Bertoldo, Maestro federale di Squash con la passione per la scrittura. Il libro ha il pregio di coniugare uno stile agile e diretto in grado di attirare l’attenzione anche – ma non solo – di un pubblico giovane, con una trama ricca di lezioni di vita, permeata da un forte senso educativo, senza trascurare mai l’esigenza di evasione del lettore in erba, che, grazie all’abilità di Bertoldo di contestualizzare efficacemente la trama ed i personaggi della storia, viene portato letteralmente per mano prima attraverso i paesaggi bucolici dell’Irlanda ottocentesca e poi tra i vicoli e il fermento dell’Inghilterra metropolitana.Il tutto contornato, fatto raro nel panorama dell’editoria italiana, da una splendida ed avvincente avventura sportiva, squashistica in particolare, che rinnova ancora una volta quell’inossidabile adagio che vuole lo sport come formidabile “palestra di vita”, in grado di insegnare i valori fondanti del vivere in società.Così, tra l’eterno scontro tra Bene e Male, onestà e furbizia, amore e odio le pagine scorrono veloci fra le mani del lettore, divorate dal desiderio di conoscere il destino riservato dal fato al povero Nick ed alla sua amata Rose, in una meravigliosa, speciale nella sua quotidianità, storia di vita e di crescita, prima ancora che di successo spor-tivo.In conclusione, “Squash. Sfida all’ultimo punto” si configura come un originale esperi-mento letterario, probabilmente unico nel panorama nazionale, che cerca di avvicinare i più giovani al mondo dello sport tramite una chiave diversa dal solito, quella della narrazione di fantasia nella quale si possa riconoscere ed identificare ogni piccolo let-tore che poi potrà, attraverso il manuale tecnico dello stesso autore (“Squash. Il tuo nuovo sport!” - Book Sprint Edizioni, 2010, 94 pp., €12,80) imparare, divertirsi e ma-gari sognare di poter ripercorrere, un giorno, le orme sportive di Nick, umile ragazzo della campagna Irlandese proiettato nel gotha mondiale dello squash.

il libro“Squash. Sfida all’ultimo punto”

L’AUTOREDiego Bertoldo, vicentino di Piovene Rocchette, è Mae-stro Federale FIGS (Federazione Italiana Giuoco Squash) e responsabile tecnico del progetto Squash di Vicenza. Dal 1998 al 2007 ha ricoperto l’incarico di Responsabile Tecni-co Nazionale dell’Attività Giovanile e del Progetto “Scuo-la Squash” collaborando anche alla realizzazione di Guide Tecniche federali. Dal 2000 al 2007 è stato Allenatore della Nazionale Juniores di squash.

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Si è conclusa alle ore 22.29 con l’arrivo in Campo Marzo a Vi-cenza, la prima edizio-ne dell’Ultrabericus Trail, gara di trail run-

ning, sulla distanza di 65 km e con 2500 metri di dislivello positivo. Partita dodici ore e mezza prima, alle 10.00 in punto da Piazza dei Signori, sulle note dell’Inno alla Gioia di Beethoven e con un trico-lore di fumogeni in coda al grup-po, la gara ha coperto il periplo dei Colli Berici in una giornata dappri-ma serena e poi via via sempre più nuvolosa fino alla pioggia del po-meriggio, che ha reso ben più dura la fatica dei concorrenti.Valida come evento di osserva-zione per la selezione degli atleti nazionali che parteciperanno ai prossimi mondiali di ultra trail, la corsa ha visto alla partenza i mi-gliori atleti della specialità.Con 322 atleti alla partenza della prova integrale e 30 coppie per la prova a staffetta twin team di 33 + 32 km, la classifica vede all’arrivo 265 concorrenti per la prova inte-grale, con 57 ritirati, e di tutte le coppie della twin team, a dimostra-zione che il percorso, pur se colli-nare e privo di altimetrie elevate, si è rivelato particolarmente selettivo e tecnicamente interessante.Alle ore 15.40, dopo cinque ore e quaranta di corsa tiratissima, si presentavano sul rettilineo di arrivo Lorenzo Trincheri e Giu-liano Cavallo che, in puro spirito trail, hanno tagliato il traguardo mano nella mano, vincendo a pari merito. Dietro i due fortissimi at-leti notevoli i primi distacchi, con Daniele Fornoni terzo dopo venti-tre minuti e Stefano Ruzza quarto dopo più di mezz’ora. Notevole la prestazione dei primi due, che pur avendo compiuto integralmente il percorso, sono riusciti a sopravan-zare la prima staffetta di ben dieci minuti. A seguire gli altri, con il gruppone che ha concluso tra le otto e le dieci ore. Tra le donne le conferme dei favori del pronostico della prima classificata Patrizia Pensa e della seconda Cinzia Ber-tasa, a sorpresa il terzo posto per la new entry della specialità, ma con all’attivo un grande curriculum di ultramaratone su strada, la vicenti-na Cristina Zantedeschi.

Le classifiche

Integrale maschile, Trofeo Sportler

1°a pari merito Lorenzo Trincheri

e Giuliano Cavallo

3° Daniele Fornoni

4° Stefano Ruzza

5° Filippo Canetta

Integrale femminile, Trofeo Tecnica

1° Patrizia Pensa

2° Cinzia Bertasa

3° Cristina Zantedeschi

Twin Team Maschile, Trofeo Le Piramidi

1° Claudio Chiarini - Marco Zanchi

2° Mirko Righele - Michele Guerrini

3° Filippo Sbalchiero - Marco Bortolan

Twin Team mista, Trofeo Trivellato

1° Gilda Pesenti - Marco Zarantonello

2° Sofia Scanziani - Fabio Menni

3° Elisabetta Colzani - Giacomo Cominotti

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Patrizia Pensa

Giuliano Cavallo

Lorenzo Trincheri

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Page 14: Sportivissimo Marzo

14

un nuovo annodi sport e successi

Continua a riservare sorprese lo sport

valdagnese. Anche nel 2011 prosegue

l’intensa attività delle società

cittadine con eventi, trofei e successi.

Ecco qualche aggiornamento.

nelle competizioni precedenti. Nella stes-sa giornata, sempre nella categoria cadetti, Meseret Perardi ha conquistato il titolo pro-vinciale FIDAL.Ma non finisce qui, perché anche la sezio-ne pattinaggio artistico, dopo i successi dei Campionati Italiani disputati lo scorso anno proprio a Valdagno (Francesca Nizzero, campionessa italiana nella cat. Divisione Nazionale A e Luca Colombo, campione italiano nella cat. Divisione Nazionale B) vede la propria atleta Vittora Saccardo con-vocata nella nazionale azzurra Jeunesse, un traguardo frutto di un lavoro intenso, ma che di certo ha già dato i primi frutti assai gustosi. Infine la sezione light e full con-tact si appresta ad iniziare la stagione alle porte con ottimi propositi, merito anche dei successi dello scorso anno (tra questi i titoli vinti da Paolo Marangon, Guido Battilana, Giuliano Pevere, per citarne solo alcuni, ma numerosi altri sono i piazzamenti che dan-no lustro a questa sezione).

Bianco e azzurro, i colori dell’entusiasmo sportivo espresso dall’Associazio-ne Polisportiva Dilettan-tistica Valdagno, punto di riferimento per giovani

e famiglie con le numerose sezioni in piena attività, dall’atletica leggera al pat-tinaggio artistico (sezione che da poco vede riunite le realtà di Valdagno e Ca-stelgomberto), dal minibasket, al karate, al taekwondo, senza dimenticare rugby, ginnastica artistica, light e full contact, ginnastica di mantenimento per adulti e danza sportiva.In continua crescita il numero di iscritti che premia l’impegno messo in campo dall’associazione guidata dal presiden-te Vittorio Vencato e dai vice Luigi De Gerone e Ivanoe Simonelli che mirano a raggiungere i 1000 iscritti anche per il 2011, numero già affermato nello scorso anno. Forte di questo movimento questa stagione la new entry si chiama “Attività motoria per ragazzi speciali”. Si tratta di un’attività mirata per ragazzi e ragazze diversamente abili. Per loro, in seguito anche alle diverse richieste giunte, è sta-to pensato un programma che comprende varie discipline sportive con l’obiettivo di permettere, dopo una prima fase di alle-namenti, anche l’inserimento nelle sezio-ni specifiche e la possibilità di gareggiare nelle squadre della Polisportiva.La grinta e lo spirito sportivo che mettono in campo questi atleti dovrebbero essere sempre più spesso esempio per tutti. Ecco allora che la Polisportiva ha voluto rece-pire uno stimolo, permettendo loro di pra-ticare una disciplina sportiva fuori dagli spazi a cui sinora sono stati abituati, con la convinzione che ben presto arriveranno anche i primi successi.Sempre sotto i colori della Polisportiva vanno segnalati i successi nell’atletica dei giovani Barattini Francesco, campione provinciale FIDAL, categoria Esordienti; Cocco Mirko, campione provinciale FI-DAL, categoria Ragazzi e secondo classi-ficato (cat. Ragazzi) al Trofeo delle Pro-vince tenutosi a Belluno. Nella categoria Allievi poi va ricordato il titolo provincia-le FIDAL dell’atleta Pellizzari Paolo.Nuove vittorie arrivano poi dal mondo delle corse campestri dove per la Poli-sportiva Stefano Lora si è piazzato al pri-mo posto nella categoria cadetti CSI nella gara disputatasi a Montecchio Precalcino, dopo una serie positiva di piazzamenti

di Giulio Centomo

Qui

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ispor

tiva

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15O

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play

-off Stagione d’oro quella in corso anche per la società

Rugby Alto Vicentino. La formazione seniores sta infatti disputando il campionato di serie C Trivene-to e comanda la classifica provvisoria, avvicinandosi sempre più alla promozione nel girone superiore e ai play-off per l’accesso alla serie B. Non è da meno il settore giovanile che vede U16 e U18 con un bottino degno di nota, frutto dell’intenso lavoro svolto negli anni.Buone nuove anche dal mondo della palla a spicchi dove il Valdagno Basket è ad un passo dal possibile accesso ai play-off con ben tre formazioni, la Prima Divisione maschile, l’U14 maschile e l’U13 femmi-nile, tutte al momento al terzo posto nelle classifiche provvisorie.

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Si è tenuto domenica 27 febbraio il rino-mato appuntamento con il trofeo Spade d’oro, manifestazione giunta alla 16^ edizione e che ha visto 140 atleti da tutta Italia suddivisi nelle due categorie spada maschile e spada femminile.Per il Circolo Scherma Valdagno da sot-tolineare, tra gli uomini, la bella presta-zione di Michele Carta che ha conqui-stato il terzo posto. Tra le donne ottimi i piazzamenti anche per Elisabetta Roberti e Maria Sole Piccininno, rispettivamente al terzo e ottavo posto.

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Page 16: Sportivissimo Marzo

16Tradizionale appuntamento alle

piscine comunali di Schio per il XIX

Memorial di tiro subacqueo dedicato

ad Ettore Modesti, figura indimenticabile

della subacquea vicentina.

di Antonio Rosso Numerosa la par-tecipazione dei club sportivi, tutti aderenti alla Fe-derazione Italiana Pesca Sportiva ed

Attività Subacquee: in totale 30 atleti per 11 società.Una bella giornata, atleti scherzo-si, giudici tranquilli ed in piscina acqua limpida, ideale per questo tipo di gara. Organizzazione tecnica e logistica a cura del Centro Subacqueo Nord Italia di Vicenza ma il quale paga questo sforzo sul campo di gara: sembra stia diventando una con-suetudine. La squadra del CSNI, infatti, pur avendo conquistato nel 2009 il titolo di campione d’Ita-lia, non ha saputo confermarsi ai

vertici della staffetta e nelle prove singole non è andata oltre al quinto posto con Luca Didoni.Per quanto riguarda i risultati com-plessivi, il tiro libero maschile è stato vinto da Vergine Marco, cam-pione italiano in carica, dell’Euro-pa Sporting Club di Brescia, dopo un avvincente spareggio contro il suo compagno di club Carlo Ba-liotto. Terzo Vacondio Oreste del Club Bruno Loschi di ModenaNel biathlon Marco Vergine anco-ra primo, secondo Guigli Roberto del Gruppo Subacqueo Ferrarese e terzo Giuseppe Meduri del Sub Club Brescia.In campo femminile identici podi sia per il tiro libero che per il biath-lon: prima Marini Maruska atleta di Amici Apnea ASD di Bergamo, seconda Benini Alice del Gruppo

Subacqueo Ferrarese, terza Santo-cono Evelina del Bolzano Sub.Nella staffetta dominio del Club Subacqueo Ferrarese che ha piaz-zato le sue due squadre al 1° e 3° posto, lasciando il secondo al Sub Club Brescia.Al termine delle prove, medaglie per i primi tre classificati di ogni categoria, coppe per la gara di staffetta e premi per tutti. Assai ap-prezzato da atleti, giudici, staff ed accompagnatori il buffet preparato dal club di casa.Unico neo della manifestazione, il dubbio espresso al termine delle premiazioni e dei ringraziamenti dal Presidente, Loris Maculan, cir-ca la fattibilità della prossima ma-nifestazione. Invece di festeggiare alla grande il ventesimo Memorial, potrebbe così accadere che il CSNI

i primi tre classificati del tiro libero maschile il podio femminile per tiro libero e biathlon

i primi tre classificati nel biathlon maschile

le prime tre squadre classificate nella staffetta

i partecipanti al 19° Memorial

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17Tiro Sub 19° Memorial Ettore ModestiData:20 febbraio piscine comunali di SchioClub Organizzatore: Centro SubacqueoNord ItaliaAtleti partecipanti:30Società:11Risultati:primi cinque classificati

SPECIALITÀ

CLAS

S.

ATLETA SOCIETÀ PUNT. FINALE

Tiro libero maschile 1 Vergine Marco Europa Sporting Club BS 3770

2 Balloto Carlo Europa Sporting Club BS 37703 Vacondio Oreste Nuoto Sub Modena Bruno Loschi 36854 Deoda Massimiliano Maremania Brescia 35555 Didoni Luca Centro Sub. Nord Italia VI 3520

Tiro libero femminile 1 Marini Maruska Amici Apnea Bergamo 3935

2 Benini Alice Gruppo Subacqueo Ferrarese 28003 Santocono Evelina Bolzano Sub 2390

Biathlon Maschile 1 Vergine Marco Europa Sporting Club BS 5

2 Guigli Roberto Gruppo Subacqueo Ferrarese 53 Meduri Giuseppe Sub Club Brescia 44 Perelli Davide Gruppo Subacqueo Ferrarese 45 Delai Fabrizio Apnea Club Brescia 4

Biathlon femminile 1 Marini Maruska Amici Apnea Bergamo 4

2 Benini Alice Gruppo Subacqueo Ferrarese 23 Santocono Evelina Bolzano Sub 1

Staffetta x società 1 Ballardini, Cavallini Gruppo Subacqueo Ferrarese

“Squadra A” 2183

2 Meduri, Mosca, Lo Biondo Sub Club Brescia 2089

3 Benini, Guigli, Perelli Gruppo Subacqueo Ferrarese “Squadra B” 2021

4 Girolimetto, Marini Amici Apnea Bergamo 19585 Bagliotto, Singia,

Vergine Europa Sporting Club BS 1890

subrinunci addirittura ad orga-nizzarlo a causa dei costi sempre più alti e la con-temporanea fuga di molti sponsor. Per quest’anno il club si è fatto carico in prima persona di ogni spe-sa diretta ed indiretta, ma per il futuro, come si dice, non vi è certezza. Di certo, la soppressione di questo evento, sarebbe una grave perdita per lo sport vicen-tino, in particolare per la subacquea, ma pure per Vicenza e per la stessa Schio. Lasciar perdere una delle due sole manifesta-zioni agonistiche a livello interregionale (l’altra è il trofeo Veneto di apnea) sarebbe da irresponsabili.

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priminella

storia

Il Famila griffato Emisfero mette la freccia e sorpassa Como per quanto riguarda in numero delle Coppe Italia vinte. Schio è a quo-ta 6 e fa meglio di tutte le altre squadre nella storia del basket fem-minile senza contare che nel 2012 per la “coccarda” si giocherà proprio al Palacampagnola. Al PalaEvangelisti di Perugia, l’E-misfero Famila ha agevolmente battuto in semifinale Faenza per

poi chiudere alla grande superando le padrone di casa dell’Umbertide (con la vicentina Francesca Zara) per 80-69 in una gara che l’Emisfero ha saputo controllare nell’ultima parte dopo aver messo in cassaforte la partita nel terzo quarto di gioco. All’Umbertide è rimasta la consolazio-ne della premiazione di Simona Ballardini quale miglior realizzatrice di Coppa mentre la miglior rimbalzista della due giorni è risultata Janel Mc.Carville e la migliore giocatrice della final four di Coppa “Most Value Player” è stata l’israeliana Liron Cohen. Archiviata la parten-tesi di Coppa Italia, il Famila che ha già matematicamente acquisito la prima posizione della regolar season, si sta preparando per i playoff che affronterà da super favorita ma come sempre accade sarà il cam-

po ad esprimere il verdetto definitivo. “Siamo una squadra sulla carta fortissima – afferma coach Orlando - siamo una squadra atipica perché mentalmente siamo volubili quindi qualsiasi squadra può metterci in dif-ficoltà se non abbiamo l’approccio giusto; quando abbiamo l’approccio giusto possiamo essere devastanti, vi assicuro e ve lo avevo già detto che è faticoso tenere 10 puledri così e cercare di mandarli tutti nella stessa direzione. Abbiamo fatto un bel cammino e abbiamo portato a casa la Coppa Italia; se vogliamo essere convinti di poter vincere il campionato, dobbiamo continuare a giocare di squadra. Le altre sette squadre che faranno i playoff saranno ugualmente temibili; se non dicessi questo rischierei di fare brutte figure”. La Coppa Italia vinta è un buon viatico per affrontare al meglio i playoff e l’ultima parte di stagione da chiudere a tutta imitando i tifosi che anche a Perugia hanno fatto “alla grande” la loro parte. Adesso è il momento della verità … per dimenticare anche un’Euroleague che per il Beretta Famila doveva finire in modo diverso. Bisogna chiudere in gloria… perché il presidente Marcello Cestaro lo merita. Crediamoci…

L’Emisfero Wuber conquista la Coppa Italia e arriva a quota 6 titoli,

diventando la squadra più titolata nella storia del basket femminile italiano

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basket

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20ciclismo

Già 1.500 iscritti per la seconda edizione della Granfondo fi’zi:kStart da Zanè (VI) e due percorsi, granfondo (149 km) e medio fondo (89 km)L’azienda fi’zi:k collaborerà con l’associazione benefica “Insieme si può”Fino al 27 aprile quota d’iscrizione bloccata a 30 euro

La bella stagione stenta a bussare alla porta dei ciclisti, ma sono davvero in tanti, già 1500, a scalpitare per allinearsi al via della

seconda edizione della Granfondo fi’zi:k, pronta a scattare il prossimo 1° maggio dalla città di Zanè (VI).La manifestazione vicentina è gio-vanissima ma già al debutto ha fatto parlare di sé per un’organizzazione curata e fin quasi maniacale, per numeri di grande interesse e per la bellezza dei luoghi interessati.Dietro ad un evento di questo ge-nere c’è la passione di sportivi che amano pedalare e che sanno apprez-zare le gare ricche di contenuti, e c’è soprattutto fi’zi:k: l’azienda leader nel mondo delle selle e che è partner di tantissimi campioni.Una gara che è pronta a replicare il successo del 2010 e, anzi, è sul-la strada giusta per sfondare il tra-guardo delle 2200 unità raggiunto nell’edizione del debutto.Il gran parlare che si è fatto della Granfondo fi’zi:k ha acceso anche l’interesse del mondo mediatico e non solo dal punto di vista profes-sionale, per questo 2011 la gara è

stata scelta anche dagli appassio-nati pedalatori della carta stampata, radio e tv, per disputarvi la Coppa della Stampa valida come prova di Campionato italiano Mediofondo Giornalisti.Zanè, città operosa quanto sportiva, apre le braccia ai ciclisti offrendo una nuova location con servizi an-cora migliori e due tracciati “rimo-dellati” al meglio: un medio fondo di 89 km e 1570 metri di dislivello e un più impegnativo granfondo, lun-go 149 km e con 3.000 di dislivello complessivo.Ce n’è per tutti i gusti (cicloamatori, cicloturisti e cicloamatori stranieri) e per tutte le categorie (junior, se-nior, veterani, gentlemen, supergen-tlemen e donne, W1 e W2), l’impe-rativo è pedalare.Gli organizzatori hanno scelto dav-vero il meglio con un mix turistico, transitando in alcuni dei più bei luoghi del vicentino come Marosti-ca, Recoaro Terme e l’altopiano di Asiago e con percorsi insieme “pic-canti” e piacevoli.Per chi ama le sensazioni forti c’è il percorso “lungo” da 3000 metri di dislivello con le salite della Barca-rola e del Monte Corno a caratteriz-

zarne l’altimetria. Il mediofondo in-vece (89 km e 1500 mt di dislivello) accontenterà chi per il 1° maggio, complice l’inverno lungo e piovoso, non avrà messo nelle gambe abba-stanza chilometri per affrontare di-slivelli più severi.Per trovare il percorso più adatto alle proprie caratteristiche basta col-legarsi al sito www.granfondofizik.it Oltre che per la bellezza dei percorsi c’è un motivo in più per partecipa-re alla Granfondo fi’zi:k, quello di regalare qualche momento diverso anche a chi soffre. L’azienda veneta prosegue infatti nella collaborazio-ne con l’associazione benefica “In-sieme si può”, impegnata in diversi progetti solidali con l’Africa e il ter-zo mondo. In questo 2011 fi’zi:k ha scelto di donare un euro per ciascun partecipante alla “sua” granfondo, un bel gesto solidale e del tutto gra-tuito per i corridori, che “cementa” la proficua collaborazione avviata già nel 2010. L’anno scorso infatti erano state create 50 selle fi’zi:k in edizione limitata firmate (una ad una) dai due fuoriclasse del cicli-smo, il “re” del Giro d’Italia Ivan Basso e il suo compagno di team

(Liquigas-Cannondale) Vincenzo Nibali vincitore della Vuelta. Le selle sono state messe in vendita sul sito www.fizik.it con lo scopo di de-stinare l’intero ricavato a “Insieme si può”. Gli ultimi pezzi sono anco-ra disponibili on line.Mentre a Zanè è ormai tutto pron-to, gli organizzatori scaldano i mo-tori per la trasferta dall’altra parte dell’oceano: il 18 giugno è infatti prevista la prima edizione della Granfondo fi’zi:k US che si svolge-rà a Boulder in Colorado. Per iscriversi alla Granfondo fi’zi:k c’è tempo fino alla mattina della gara, e la quota di iscrizione, com-prensiva di tutti i servizi e del pac-co gara (con calzini fi’zi:k, prodotti alimentari, integratori Multipower e l’immancabile nastro manubrio fi’zi:k), sarà ridotta a 30 euro fino al 27 aprile. L’organizzazione ha anche previsto la possibilità di per-nottare presso lo Schio Hotel (www.schiohotel.it) con un pacchetto turi-stico dedicato all’evento ad un prez-zo imbattibile.Tutte le informazioni sono reperibi-li sul sito ufficiale della gara www.granfondofizik.it

tutto è pronto

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22bici un coccodrillo

in bici

Da bambino doveva fare il calciatore e per un po’, Massimo Cocco, val-dagnese, classe 1971, il calciatore l’ha fatto, ma presto s’innamora della bici e smette con il calcio e co-mincia a pedalare ogni volta che può, diventando un ottimo ciclista, con un buon palmares di gare e di risultati; da grande doveva vivere di soli quadri e cornici, e in-vece s’è messo a vendere, tra quadri e cornici, anche biciclette: la passione per le due ruote è davvero tanta in Massimo Cocco, detto Coccodrillo, che oggi è il pre-sidente di un gruppo ciclistico dilettantisti-co, il Coccodrillo Bike.

Massimo, come si conciliano cornici e bici?A diciotto anni ho cominciato a lavorare nel mon-do delle cornici, non pensando che la bicicletta potesse diventare il mio lavoro; oggi sono riuscito a realizzare un sogno: fin da piccolo ho amato la bici non solo come pratica sportiva ma anche come oggetto in sé. Per me la bici è un’opera d’arte: da gustarsi come un’opera d’arte, da “incorniciare” come un’opera d’arte.

Bello vivere di passioniBello e per me fondamentale: ogni volta che salgo in bici e pedalo mi sento libero e sereno; questa serenità adesso ce l’ho anche nei miei negozi di Valdagno e di Schio.

Parliamo del tuo clubIl club è nato da poco ma conta già 15 ottimi atleti che praticano un’attività agonistica regolare; organizziamo anche uscite di allena-mento di gruppo: il sabato pomeriggio, riservato alla mountain bike e la domenica mattina alla bici da strada. Inoltre facciamo 4 giorni di gite che hanno un grande successo di partecipazione.

Organizzate anche gare?Quest’anno organizziamo una gara a cui tutti teniamo molto. Il 28 agosto, inse-rita nelle manifestazioni della Sagra dei cacciatori del Castello di Valdagno, si disputerà il primo Memorial Radames Gaspari, un nostro grande ciclista prema-turamente scomparso, che in gioventù fu sul punto di passare tra i professionisti e che a soli 18 anni vinse la gara di salita Schio-Ossario. La gara a lui dedicata sarà di Mountain Bike e prevederà due percorsi, uno lungo di 25 km, Valdagno-Castelvecchio-Campotomaso, e una più breve di 15 km.

Hai figli? Ho due figli e sono entrambi ciclisti, Matteo e Francesco; Matteo è federato e ha già partecipato a qualche gara ottenendo buoni risultati; Francesco è ancora piccolo ma pedala anche lui e promette bene.

E tu sempre in sella?Certamente, la bici è la mia passione, non potrei farne.

Dal calcio al ciclismo,dall’arte alla bici

una passione lunga una vita

Page 23: Sportivissimo Marzo

23rally

Matteo Brunelloal Campionatodel Mondo Rally Academy

Matteo Brunello, il fortissimo pilota di Schio, promessa del rallysmo mondiale, grazie ad alcuni suoi importanti e straordinari amici e al suo infinito talento parteciperà al Campionato Mondiale Rally Accademy che decreterà qualesarà il campione di rally del futuro

La FIA WRC Academy è il nuovissimo campionato di rally, creato specificata-mente per i giovani talenti del rallysmo mondiale con un’età massima di 24 anni.La quota base di partecipazione per

l’intera stagione al FIA WRC Academy è di 118.000 sterline, circa 135.000 euro, escluse le spese di tra-sferta, le ricognizioni, il vitto e l’alloggio. Una ci-fra importante quanto importante è l’evento, che fa accedere a ben sei rally del Campionato del Mondo (WRC) da disputarsi in Portogallo, Italia, Finlandia, Germania, Francia e Gran Bretagna. Tutti i concor-renti che sono stati scelti tra i migliori giovani talenti del mondo si daranno battaglia in gare sia su asfal-to sia su terra e tutti avranno a disposizione vetture Ford Fiesta R2, preparate e gestite dalla M-Sport Ltd con pneumatici Pirelli, il che rende la lotta per il ti-tolo la più equa possibile. Per la prima volta in asso-luto, il vincitore riceverà oltre ai tradizionali premi,

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24

una borsa di studio del valore di 500.000 euro da usare per il proseguo della propria carriera nel WRC 2012. Matteo Brunello, ventenne di Schio, dopo l’ottima stagione nel Campionato Italiano Rally Junior alla guida sempre di una Ford Fiesta R2 del Team Mo-tus Ford Italia e la conquista del Campionato Ronde su terra RaceDay Pirelli under 23, sarà tra i super giovani piloti che si contenderanno il Fia WRC Academy. Dato l’alto costo di partecipazione, Matteo ha potuto contare sulla stima di alcuni suoi importanti soste-nitori come la “Compagnia dei Galletti”, piloti e amici Bas-sanesi che si sono dimostrati già fondamentali per la parte-cipazione al famoso Rally di Montecarlo di Giandomenico Basso con una Peugeot 207 e che adesso hanno dato il loro prezioso sostegno anche al giovane Matteo Brunello, in cui vedono il possibile erede del loro paesano Miki Biasion.Il programma sarà gestito dalla Scuderia Hawk Racing Club di Filippo Bordignon e conterà

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PILOTA: MATTEO BRUNELLOCO-PILOTA: MICHELE FERRARASCUDERIA: HAWK RACING CLUBAUTO: FORD FIESTA 1.6 R2GARE: - RALLY DE PORTUGAL 24-27 MARZO

- RALLY ITALIA SARDINIA 5-8 MAGGIO- RALLY FINLAND 28-30 LUGLIO- RALLY OF GERMANY 18-21 AGOSTO- RALLY DE FRANCE 29-30 SETTEMBRE- RALLY OF GREAT BRITAIN 10-13 NOV

sulla collaborazione della Trt di Walter Calcinotto. Inoltre anche la Motus intende aiutare Matteo nelle 6 gare del Mondiale Rally con la Ford Fiesta R2 preparata e gestita dalla M Sport. Il navigato-re sarà il comasco Michele Ferra-ra, già compagno di Matteo nella fortunata scorsa stagione.

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26sf ida apertaquasi spalancata

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27hockey

La chiave della svolta è ar-rivata con la sorprendente vittoria della Isello a Viareg-

gio contro il CGC. Nell’ul-timo numero di Sportivissi-mo avevamo parlato di una squadra che, pur vincendo, non aveva fino a lì convinto per costanza di rendimento a determinati livelli che le competono e per determi-nazione. La qualità del blitz al PalaBarsacchi di Viareg-gio ha di fatto capovolto di trecentosessanta gradi la credibilità del team guidato da Gaetano Marozin perché sono stati cinquanta minu-ti di capolavoro in fatto di intelligenza tattica. Nel suc-cessivo match in casa della Roller Bassano ultima della classe, alla Isello è bastato un secondo tempo di sostan-za per staccare una vittoria di ampie proporzioni.Il ritorno prepotente della Isello non poteva che essere frutto del gruppo. Ma hanno avuto un peso assolutamente determinante alcune punte di eccellenza. A partire da uno stratosferico Nicolia, più che mai campione com-pleto e assist-man. Per pro-seguire con il felicissimo ri-entro all’attività agonistica, dopo una serie di infortuni,

di Antezza un autentico va-lore aggiunto per l’attacco. Da aggiungere pure il ritor-no a standard altissimi di Oviedo, anch’egli vittima di infortuni, fra i pali.Si sono ricreate così le con-dizioni per rientrare in pie-no nella lotta scudetto in un campionato molto molto più equilibrato della scorsa sta-gione (la Isello è detentrice del titolo tricolore) iniziato e proseguito per i biancocele-sti fino a qualche settimana fa tra mille problemi a dif-ferenza del percorso di Via-reggio e Lodi.-Marozin, a mettere il freno a questa squadra fin dal via sono intervenuti mille pro-blemi…“In effetti abbiamo attraver-sato un lunghissimo perio-do costellato da problemi a causa di assenze e infortuni. Dal match di Viareggio in avanti, per la prima volta in questa stagione, ho avuto l’intera rosa a disposizione. Quando siamo stati a ranghi completi si sono visti i frut-ti, anche sotto il profilo della determinazione. A livello atletico siamo ben preparati. E sotto il profilo mentale ab-biamo energie da spendere”.-Provi a rivolgere uno sguar-do in casa delle concorrenti al titolo e stilare gli accre-diti.

A quattro giornate dal termine della regular season si è riaperta la lotta per il primo posto in classifica, rimettendo in discussione la griglia per i playoff scudetto

di Giannino Danielifoto di Federico Pedron

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“Una certa importanza nell’assegnazione del titolo l’avrà la composizione della griglia dei playoff. Il Lodi in casa è temi-bilissimo, il CGC Viareggio dalla sua è in possesso di tanto mestiere. Ma la Isello che conosco è in grado di affrontare en-trambe. Ma a CGC e Lodi vorrei aggiun-gere anche un Lanaro Breganze che nei playoff vedo in grado di vendere davvero cara la pelle. In sequenza, allora, come possibili concorrenti metto CGC Viareg-gio, Sporting Lodi e Lanaro Breganze”.-Appare fuori di ogni dubbio che il pre-sente sia un campionato estremamente equilibrato. In una situazione simile qua-le può essere il fattore vincente?“Di solito vince chi è più forte. Ma in campionati come questo conta in che condizioni mentali e fisiche si arriva a fare le partite più importanti”.

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L’occhio del guardia-caccia è ben allenato per osservare gli ani-mali nel loro ambien-te naturale.Per scoprire gli uccel-

li, identificarli e studiarne i compor-tamenti, lo strumento indispensabi-le è un buon binocolo.Il binocolo deve essere manegge-vole, leggero ma robusto, con una buona luminosità, un giusto nume-ro di ingrandimenti e una buona profondità di campo. Per esempio un binocolo consiglia-to ai neofiti è un “7x42”, dove il 7 indica il numero degli ingrandi-menti e il 42 indica il diametro del-le lenti d’entrata della luce. Il rap-porto tra questi due valori 42/7=6 esprime il diametro della “pupilla di uscita”, vale a dire la luminosità del binocolo il cui valore è un bene che non deve mai essere inferiore a 5.Un buon binocolo deve mantenere una buona luminosità anche nel-le ore più critiche: al tramonto e all’alba. L’osservazione della fauna selvati-ca può rappresentare un piacevole momento di contatto con la natura.Le giornate ideali sono quelle in cui

vi è assenza di vento forte perché esso impedisce agli animali di per-cepire l’ambiente che li circonda e crea in loro condizioni di bassa mobilità.Il binocolo quindi è lo strumento più importante per chi ama osser-vare gli animali, inoltre per avere un’osservazione fedele, bisogne-rebbe essere muniti almeno di un cannocchiale da 80 millimetri che permette di vedere nei minimi dettagli gli animali, grazie agli in-grandimenti e all’eccezionale lumi-nosità.Le osservazioni per quanto riguar-da il camoscio si devono effettua-re minuziosamente nelle zone di montagna con contrafforti rocciosi e prati che costituiscono pascoli er-bosi in quota.Tante sono le persone che si recano in montagna con nessuno spirito di osservazione nell’individuare la fauna selvatica presente, in partico-lare gli immobili e attenti camosci posizionati nelle cime delle cenge, i quali tengono a bada i movimenti degli escursionisti dandosi alla fuga quando l’avvicinamento diventa troppo invadente ed emettendo con le narici il caratteristico fischio.Quindi l’occhio del guardiacaccia è

sempre vigile, controlla gli animali nel loro ambiente, osserva lo status di salute, la densità, il sesso e gli eventuali sintomi di malattie devo-no essere monitorati , onde evitare gravi epidemie che possono com-promettere le popolazioni.Nell’arco alpino oramai i camosci hanno popolato l’intero territorio con densità confortanti, mentre l’a-vifauna alpina non è in estinzione ma in forte crisi.Gran parte della diminuzione del-la medesima è dovuta sicuramente all’ambiente che oramai è venuto meno: le malghe in quota non ven-gono più monticate, oppure vengo-no caricate con un numero limitato di bovini permettendo pertanto la forte espansione del pino mugo (da uno studio fatto si è potuto quanti-ficare l’avanzamento del medesimo nei confronti del prato pascolo di circa 3 metri all’anno).Il camoscio è una specie che si può osservare quando si è fatto giorno, mentre il capriolo è un’ animale che già alle prime luci dell’alba si alimenta, essendo dotato di un in-testino molto piccolo (poligastrico) pertanto le fasi di alimentazione devono essere frequenti quindi al mattino presto e al crepuscolo si

porta nei prati pascoli prelevando le essenze di nutrimento in modo selettivo per ritirarsi poi nel bosco per la ruminazione.Per osservare gli uccelli bisogna invece inoltrarsi negli ambienti naturali, parlando a bassa voce con eventuali altre persone cercando di imparare a comunicare con gesti, vestendo abiti non colorati, cercan-do di rendersi conto che nel mo-mento in cui si entra in un bosco si diventa un animale tra gli animali.Una volta individuato un anima-le bisogna avvicinarsi compiendo piccole tappe di qualche metro, valutando l’opportunità di avvici-namento tenendo conto di eventuali segnali di nervosismo dello stesso: se l’animale ci ha individuato è corretto rimanere immobili fino a quando si allontana spontaneamen-te da solo.Bisogna tenere sempre presente che minore è la distanza dall’ani-male e maggiore è la possibilità che all’improvviso si dia alla fuga.Ogni animale ha sviluppato un pro-prio modello di difesa e la distan-za di fuga può variare da specie a specie.Non dobbiamo contemplare i sel-vatici come prede ma come amici

con l’occhiodel guardiacaccia

di Dorino Stocchero

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31caccia

Tecniche e conoscenze su come si osservano gli animali selvatici

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che desideriamo osservare.Alcuni animali si difendono sfruttando il mimetismo del piumaggio rimanendo immobi-li all’arrivo di un pericolo, altri puntano sulla loro capacità di fuggire velocemente.Per esempio un airone fugge ap-pena ci vede in lontananza, men-tre la pernice bianca può rimane-re immobile anche se ci troviamo a pochi centimetri.Il modo più efficace per cercare ed osservare le diverse specie di uccelli è quella di cercarli nel luogo giusto e nella stagione fa-vorevole, per questo motivo pri-ma di cominciare ad intraprende-re l’attività di osservazione degli animali è necessario documen-tarsi per conoscere le loro abitu-dini e gli habitat che frequentano.La stagione migliore per osserva-re gli uccelli è la primavera, poi-ché in questa stagione le specie che risiedono nel nostro Paese vengono raggiunte da quelle mi-gratorie proveniente dall’Africa.Gli uccelli sono normalmente più attivi all’alba e nel periodo riproduttivo il loro canto e più melodioso. In autunno la nostra penisola è interessata dal flusso degli uccel-li migratori provenienti dal resto dell’Europa che tornano in Afri-ca per svernare.

MALGALORATRATTORIA - CAMPEGGIO

da ZALICA(m 922 s.l.m.)

Recoaro Terme - tel 0445 75 970

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33 Assessorato allo Sport e ai rapporti con Provincia e Regione

in materia Comune di Malo A ..T. C. n.1 Vi Nord

di Caccia e Pesca Associazioni Venatorie ed Ittiche

SABATO 07 E DOMENICA 08 MAGGIO 2011 6^ RASSEGNA MALADENSE

TRADIZIONI — NATURA — RURALITA’ E CULTURA VENATORIA ED ITTICA

1° CONCORSO NAZIONALE DI PITTURA VENATORIA-ANIMALIER

GARA CANORA E FIERA DEGLI UCCELLI PROVA PER CANI DA FERMA SU QUAGLIE

ATTIVITA’ DI TRANSUMANZA E DELL’ARTE CASEARIA MOSTRA MICOLOGICA MOSTRA BOTANICA

ESPOSIZIONE CINOFILA E RASSEGNA DEL BASTARDINO TRATTORI ED ATTREZZI DELLA TRADIZIONE CONTADINA

MERCATO CONTADINO VAL LEOGRA ACQUARI E MATERIALI DEL MONDO ITTICO MOSTRA DIDATTICA “UN NIDO COME CASA”

MOSTRA DI SPINGARDE ANGOLO DELLA TASSIDERMIA

… E NUMEROSI STANDS DI SAPORI ED ARTIGIANATO LOCALE

Con la partecipazione : Museo Venatorio Itinerante di Firenze

Museo Civico di Storia Naturale di Jesolo Compagnia del Sipario Medievale

Falconieri del Re — Siena Associazione Storico Culturale “La Commenda Maladense”

Stands gastronomici: Sabato sera: degustazione Bacalà a cura del Club Bacalà Val Leogra, con intrattenimento “Gruppo Teatrale Risi e Bisi” Domenica: SPIEDO a cura dei cuochi della Sagra dello Spiedo di Isola Vic.na (con possibilità di asporto) e ricco stand gastronomico con piatti dei sapori locali.

Apertura al pubblico anche in caso di pioggia: Sabato 07 Maggio dalle ore 13.00 alle ore 22.00 (solo mostre) Domenica 08 Maggio dalle ore 06.00 (gara canora) alle ore 19.30 Località zona piscina comunale - INFO: www.comune.malo.vi.it - tel. 0445/585213

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34Recoaro, ski and winOttima stagione per lo Sci Club Recoaro con la partecipazioni ai Campionati

Italiani Fie e alle finali nazionali del Trofeo Pinocchio sugli sci

Come di consue-to, in primavera si tracciano i bilanci di una stagione inver-nale, che anche

quest’anno è stata ricca di soddisfazioni per lo Sci Club Recoaro. La sua squadra agonistica ha calcato le piste non solo del-la provincia di Vicenza, ma anche di tutto il Veneto con-cludendo in bellezza con la partecipazione alle finali na-zionali del Trofeo Pinocchio e del Campionato Italiano FIE, in alcune delle più importanti stazioni sciistiche dell’arco al-pino ed appenninico.

Il Club è in continua crescita, fatto dimostrato anche dall’ar-rivo di alcuni atleti provenien-ti da Schio e dalla valle del Chiampo che hanno scelto di unirsi a noi per la qualità tec-nica e l’organizzazione dimo-strata in questi ultimi anni.Il team agonistico è compo-sto da una ventina di ragazzi e ragazze che spaziano dalla categoria Super Baby a quella Giovani. Trovo doveroso elen-carli, in rigoroso ordine alfa-betico, cogliendo l’occasione per fare tanti complimenti a tutti gli atleti che hanno dimo-strato una grande passione per questo bellissimo sport.

Categoria Super Baby e Baby:BERTOLDI MASSIMILIANO, BUSELLATO LORENZO, POZZA FULVIO, POZZA TIZIANO, PRETTO STEFANO.Categoria Cuccioli:BIANCO EMANUELE, BUSELLATO TOMMASO, CORNALE PIETRO, CORRADIN MARCELLO, PIANALTO ASIA, SANDRI FILIPPO, SARTORI GABRIELE, STORTI ANNA.Categoria Ragazzi:BRUNIALTI MARIANNA, CAMPOSILVAN FILIPPO, FACCIO FABIO, GARBIN NOEMI, GRIFFANI NICHOLAS, ORSATO AURORA, STORTI ANDREA, TOBANELLI RICCARDO, TURCATO KEVIN.Categoria Giovani:CORNALE GIACOMO, POZZA LORENZO, SANTAGIULIANA MICHELE, STORTI ALBERTO.

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35sci

di Gianni Garbin; foto di Andrea Bergamaschi

I nostri ragazzi hanno partecipa-to a più di 30 gare, conquistando una ventina di podi. Gran parte del merito di questo successo va anche allo staff tecnico che ha seguito la preparazione, durante l’estate dal punto di vista atletico e nei mesi invernali da quello sci-istico con allenamenti svolti nella bellissima conca di Recoaro Mil-le. La stagione invernale, pur non abbondante di precipitazioni, ha sempre garantito un manto nevo-so in perfette condizioni. Quindi è d’obbligo un encomio ai tecni-ci: Paolo Pedrazzoli, responsa-bile preparazione atletica; Carlo Pianalto, responsabile allenatori;

Paolo Gaspari, ex tecnico della nazionale Femminile di sci, new entry nello staff del club; Luigi Freschi e Gianni Bisson i quali hanno collaborato alla prepara-zione rispettivamente del gruppo preagonistico e dei giovani. La speranza di dirigenti, sim-patizzanti e genitori è quella di trovare fra i nostri ragazzi i fu-turi Razzoli o Brignone, ma ciò che più conta è che questo sport e le varie soddisfazioni e talvol-ta delusioni che contrassegnano questa bellissima esperienza in-segneranno loro come lo sport sia anche una scuola di vita.

Noemi Garbin

Filippo Camposilvan

Marianna Brunialti

Nicolas Griffani

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36nuoto

Inizio alla grande per gli agonisti il “Famila Schio Nuoto” il primo impegno a livello nazionale del 2011: la fase eliminatoria del 44°Trofeo “Coppa Caduti

di Brema”. Un trofeo per ricordare il disastro aereo di Brema che ha coinvolto il 28 gennaio 1966 tra gli altri anche la squadra azzurra di nuoto con 7 atleti, il tecnico e un giornalista Rai; in tutto furono 46 le vittime. La manifestazione è valida an-che come Campionato Invernale a squadre, dove le migliori com-pagini italiane si sfidano prima in una fase regionale per poi accede-re, (le prime 8 maschili e 8 fem-minili), alla finale che assegnerà il prestigioso trofeo. Mestre e Tre-viso sono state le sedi per la fase regionale del trofeo con le 15 mi-gliori compagini venete presenti. Questa fase regionale designa le 21 squadre, che aggiunte alle tre presenti di diritto dalla precedente stagione, che parteciperanno alla finale di serie “C” che si svolge-rà in primavera e dove la Famila Schio Nuoto dal 2006, fatta ec-cezione per la scorsa stagione, ha sempre risposto all’appello. Il tecnico Manuel Borga coadiu-vato da Lorenzo Decchino ha convocato per le gare di Mestre 14 ragazzi: Filippo Gasparin, Matteo Greselin, Giovanni Mioni, Alberto Recher, Nicola Retis, Jacopo Sam-bo, Denis Savio e Matteo Zampe-se per la rappresentativa maschile ed Alessandra Abbenite, Giulia e Marta Fontana, Michela Pietribia-si, Giulia Tomiello e Chiara Retis

per la femminile. Presenti alla ma-nifestazione, per dare incitamento ai nuotatori, oltre ai numerosi ge-nitori anche Luca Volpato il pre-sidente della Famila Schio Nuoto. La selezione scledense ha onora-to la presenza e saputo ottenere risultati importanti primeggiando a livello di categoria e ottenendo importanti podi e piazzamenti a li-vello assoluto validi per classifica della manifestazione nonostante la presenza delle più forti squadre del Veneto (il Plain Team Veneto ed il Veneto Banca Montebellu-na su tutte). Questi i risultati del Famila Schio Nuoto: primo posto per Matteo Greselin nei 50 m. dorso (25”81) e per Denis Savio nella gara sprint per eccellenza: i 50 m stile libero (23”87); 2° posto per Marta Fontana nei 50 e 100 m rana (34”25 / 1’13”56), per Mat-teo Greselin nei 100 m stile libe-ro (51”02) preceduto di un solo decimo dal vincitore di gara. 2° posto anche per la Staffetta 4 x 50 m stile libero maschile composta da Greselin, Recher, Savio e Retis (1’35”64) e per la 4 x 50 m misti maschile con Greselin, Mioni, Re-tis e Savio (1’44”35). Terzo gradi-no del podio invece per Nicola Re-tis nei 50 e 100 m delfino (25”67 / 56”20), per Giulia Tomiello nei 50 e 100 m delfino (29”83 / 1’05”20) e per la Staffetta 4 x 50 m misti femminile composta da Retis, M. Fontana, Tomiello e Pietribiasi. Alle spalle del podio In 4ª posi-zione troviamo Filippo Gasparin nei 400 m stile libero (4’10”23) in una gara vinta da Federico Colber-taldo, il nazionale del Montebel-

luna. Sempre al 4° posto ancora Gasparin nei 1500 m stile libero (16’33”02), Giovanni Mioni nei 50 m rana (30”71) e Jacopo Sam-bo nei 200 m misti (2’14”15). 5ª invece Alessandra Abbenite nei 400 e negli 800 m stile libero (4’37”34 / 9’23”44), Michela Pie-tribiasi nei 50 e 100 m stile libero (27”71 / 1’00”01) e la Staffetta 4 x 50 m stile libero femminile com-posta da G. Fontana, Tomiello, Abbenite e Pietribiasi (1’52”14). Al 6° posto Matteo Zampese nei 100 m rana (1’08”36), Giulia Fon-tana nei 200 m misti e nei 100 m dorso (2’35”66 / 1’10”31) ottimi risultati per un’atleta appena salita nei “Categoria” dagli “Esordienti A” e subito messa a confrontarsi in una gara a livello “Assoluti”. Chiara Retis è giunta 7ª nei 50 m dorso (33”45). 8° posto, infine, per Matteo Greselin nei 100 m

dorso (1’04”05) in una gara tutta in salita per lo scledense svoltasi pochi secondi dopo aver parteci-pato alla 100 m stile libero, dove aveva dato tutto sfiorando la vit-toria.

Questi risultati hanno permesso di piazzare sia la squadra maschile che femminile al 3° posto nella classifica assoluta della manifesta-zione e con 19.484 punti ottenere anche il 3° posto nella classifi-ca assoluta del Veneto preceduti per soli 4 punti dal Veneto Banca Montebelluna e dal Plain Team Veneto prima squadra veneta.Questo è Il miglior risultato mai ottenuto dalla compagne scleden-se in questa manifestazione e il team ne va giustamente fiero. E siamo solo agli inizi…

La Famila Schio Nuoto inizia alla grande la stagione conquistando

il terzo gradino del podio nelle qualificazioni della “44ª Coppa

Caduti di Brema”

acqua di bronzo

di Enzo Casarotto

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37calcio

Cenni storiciIl Torrevalli rappresenta una delle più solide realtà calcistiche dell’alto vicen-tino. La squadra è nata nell’estate del 2008 dalla fusione tra l’ AS Valli e l’ AC Torrebelvicino, due compagini del-la zona limitrofa a Schio attive da metà anni 70”.La presidenza della nuova società è af-fidata all’imprenditore Alberto dal Lago che oggi coadiuvato da uno staff di più di 60 persone tra allenatori e collabora-tori dirige un gruppo di circa 280 tes-serati. L’impianto di gioco principe è il campo comunale “Roberto Dal Molin” di Torrebelvicino, recentemente rimo-dernato ed ampliato. I colori sociali sono da sempre il bianco e l’azzurro.

OrganizzazioneLa base della politica societaria intra-presa dal Torrevalli prevede un notevole investimento nel settore giovanile: sono ben 15 le squadre impegnate nei diversi campionati provinciali e regionali.I ragazzi di età compresa fra i 6 ed i 21 anni sono costantemente seguiti all’in-terno di un processo formativo che co-mincia dalla categoria piccoli amici e giunge fino alla categoria juniores. Gli spostamenti dei giocatori sono fa-cilitati dai 3 pulmini che permettono ad ogni tesserato di raggiungere senza pro-blemi le sedi di allenamento e partite.Una volta terminato il ciclo nel settore giovanile gli atleti che vogliono conti-nuare la pratica sportiva possono acce-dere ad una delle due prime squadre che militano rispettivamente in seconda e terza categoria. Non stupisce pertanto il dato che la media età della prima squa-dra si aggira intorno ai 22 anni.Oltre al già citato campo comunale di Torrebelvicino la pratica sportiva si svolge nell’impianto sportivo comunale di Valli del Pasubio e presso il campo parrocchiale di Pievebelvicino.

Torrevallifootball club

di Fabio Alberto Landi

CuriositàAl termine di ogni stagione sportiva la società organizza presso i propri impianti sportivi la celebre “Sagra della Bondola” che prende il nome dal gustoso e preliba-to prodotto insaccato locale costituito da carne suina salata e pressata. Ogni anno l’avvenimenro richiama centinaia di so-stenitori e simpatizzanti.

All’interno dell’allestimento coperto si possono degustare svariati prodotti tipici della Val Leogra, partecipare alla lotteria ed ai numerosi tornei oltre ad assistere a spettacoli musicali e danzanti.

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38basket

O ggi Velco as Vicenza, grazie all’avvento di un nuovo sponsor, sta vivendo uno strepito-so presente, ricco di attività e di soddisfa-

zioni, senza tuttavia perdere di vista la sua storia. Attenta alle proprie ra-dici cerca di coniugare passato e pre-sente, puntando al futuro. La mitica AS Vicenza, dominatrice in Italia e in Europa negli anni ’60 e ’80 (12 scu-detti, 5 coppe Campioni e una cop-pa Ronchetti, oltre a 14 titoli italiani giovanili) è una delle squadre italia-ne di pallacanestro femminile che ha vinto di più. Ha ospitato alcune tra le migliori giocatrici italiane: Gentilin, Pausich, Bozzolo, Sandon, Fullin, Gorlin, Peruzzo, Pollini. Il Presiden-te è stato quest’anno designato come

Miglior dirigente della serie B, pre-mio conferitogli dalla Lega Basket Femminile. “Tutto iniziò per una serie di fatalità. Un amico, diventato da poco allenatore di una squadra di pallacanestro, la “Lega Nazionale di Trieste”, mi chiese se volevo accom-pagnarlo nell’avventura. Le giocatri-ci erano profughe dell’ex Jugoslavia, venute in Italia per rifarsi una vita, che cercavano di stare unite scenden-do sul parquet insieme. Lì divenni an-che allenatore e riuscimmo a trovare uno sponsor: la Portorico Cafè. Nel 1958 giocammo e vincemmo il primo campionato di Serie C, fummo pro-mossi in B d’Eccellenza con giocatri-ci giovanissime cresciute con me, e da li iniziò il sogno di Vicenza”. Nel-la stagione 1962/63 la squadra vince il campionato di B e viene promossa

in A. L’anno successivo, il 1965, è l’ anno d’oro: l’As Vicenza vince il pri-mo incredibile scudetto, sudato fino all’ultimo. Oggi, dopo qualche anno, le persone che fanno parte della so-cietà sono molte. Tra gli altri, i diri-genti Mario Bedin e Gianfranco Dalla Chiara, il dirigente accompagnatore Cristina Rossi e Michela Voltan vice allenatore. La formazione vicenti-na, qualificata per i playoff, inizierà l’avventura tra un paio di settimane nella speranza di riscattarsi dagli alti e bassi del campionato. “L’augurio che voglio fare alla Velco as Vicenza- conclude Concato- riguarda il futuro. Ci meritiamo di vincere molto e riu-sciremo a farlo, non ho dubbi”.

rinasceuna stella La Velco As Vicenza, storico team del basket

femminile, vincitore di tanti titoli in Italia e in Europa negli anni ’60 e ’80, è ritornata a

esprimere un grande basket

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di Massimo Neresini

Era la metà degli anni Ottanta - mi raccon-ta il maestro Aranha - e vivevo in Brasi-le, quando con un gruppo di amici del

mio paese, Sideropolis, abbiamo sentito parlare della Capoeira, la lotta nata in Brasile attorno al XVI secolo dagli schiavi neri deportati dall’Africa, usata come tecnica di autodifesa. Io e miei amici ne sia-mo rimasti subito affascinati, la Capoeira era un’arte marziale vera e propria che più di qualsiasi altra arte marziale sentivamo profonda-mente legata alla storia del nostro popolo e così abbiamo comincia-to a praticarla, da soli, nel grande bosco che circonda Sideropolis. Ci allenavamo molto ma i risultati non erano quelli che noi avremmo voluto perché ci mancava un ma-estro a cui fare riferimento. Nel nostro paese non c’era una scuola di Capoeira, né conoscevamo qual-cuno che la praticasse. Un giorno, però, venimmo a sapere che c’era un uomo di nome “Cido” che in solitudine studiava e praticava la Capoeira. Non era un maestro, era però un capoeirista di valore. Per noi che cercavamo un maestro, fu una gran cosa sapere che c’era un nostro concittadino che conosceva più di noi i segreti della Capoeira. Sebbene Cido non si sentisse un maestro e non avesse, quindi, pre-tese d’insegnare quanto sapeva, noi eravamo certi che il nostro entusia-smo lo avrebbe prima coinvolto e poi convinto a diventare il nostro primo maestro. E così, infatti, quando un mio amico riuscì ad incontrarlo e ad invitarlo nel bosco dove ci allenavamo, noi capimmo subito che sarebbe diventato il nostro Maestro. Ini-ziammo a chiedergli consigli, a seguire attentamente i suoi insegnamenti fin da quel nostro primo in-contro. La nostra vo-glia di imparare era tale che dopo alcuni mesi di lezioni nel bosco, abbiamo pre-so in affitto una piccola stanza dove poter svolgere regolarmente le nostre lezioni. Con Cito iniziammo a diventare bravi

arti marzialistoria di AranhaContinuano gli incontri con i grandi maestri delle Arti Marziali: Massimo Neresini racconta il Maestro Aranha per farci conoscere la storia di un grande Maestro della Capoeira.

e a tenere le prime esibizioni. Con il tempo cominciammo a essere richiesti nelle feste cittadine, nelle manifesta-zioni sportive e culturali. Siamo stati invitati anche a fare una dimostrazione presso l’università di una città vicina, Criciuma, e addirittura a partecipare a un reportage sulle antiche tradizioni brasiliane di una rete televisiva.Nel 1993 abbiamo aperto una scuola di Capoeira a Criciuma che ha avuto un ottimo successo. Qui mi sono iscritto a un gruppo che si chiamava “Liberda-de”, guidato dal professor Nei. Questa è stata un’altra tappa importante della mia formazione. Con lui mi sono alle-nato fino al 1999, anno in cui il profes-sor Nei si è trasferito negli Usa. Avevo già ottenuto il titolo d’istruttore e da anni insegnavo nella mia città, Side-ropolis. Non mi sentivo, tuttavia, ancora pronto ad andare avanti da solo, perché volevo continuare ad imparare da un maestro, così quando nel stesso anno il Mae-stro Falcao è venuto a Criciuma, invi-tato dall’università per fare uno stage di Capoeira, io mi sono subito avvici-nato a lui. Ho capito che per comple-tare la mia formazione avrei dovuto seguire il maestro Falcao e così, infatti, ho fatto, andando prima a Brasilia per partecipare ad un grande evento di Ca-poeira, organizzato dal gruppo Beriba-zu e poi chiedendo di poter far parte del gruppo stesso. La mia domanda fu accettata dal maestro Falcao e io ne fui felice. Fino al 2002 ho viaggiato per varie città del Brasile partecipando a tutti gli

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Novità pizza al mezzo metro

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Trattoria Pizzeria Capri

eventi più importanti organizzati in questo periodo. Ho avuto modo così di capire nel profondo la filo-sofia del gruppo Beribazu.Nel gennaio del 2002 ho deciso di venire in Italia. Dopo i primi 4 mesi molto duri di adattamento (non parlavo italiano e non conoscevo nessuno) ho iniziato a insegnare la Capoeira a Garda dove abitavo e poi, piano piano, ho cominciato a fare lezione anche a Verona. Nel 2005 un gruppo di ragazzi mi ha contatto per iniziare un lavoro di-dattico a Venezia e un altro gruppo mi ha chiamato per insegnare la Capoeira a Bassano del Grappa. Allora ho deciso di trasferirmi a Vicenza, dove nel 2006 ho inizia-to a insegnare anche nella palestra Axel.Dal 2003, una volta l’anno, orga-nizzo un evento internazionale di Capoeira, chiamato “Berimbau Me Chama”, a cui vi hanno partecipato i più grandi e importanti maestri di Capoeira del mondo.Nel 2010 in occasione dell’ottavo evento internazionale “Berimbau Me Chama”, ho ricevuto dalle mani del mio maestro Falcao il ti-tolo di “Contra Mestre”, penultimo livello di merito (corda viola) del gruppo Beribazu.Nel nostro gruppo ogni colore di graduazione ha un significato che si basa sulla storia della schiavitù in Brasile ma anche sul potere de-

gli Orixas (spiriti della natura tipici della cultura e religione africana importata in Brasile dagli schiavi) della Umbanda eCandomblè (reli-gioni afro-brasiliane).Il grado di “Contra Mestre” ha come Orixas di appartenenza “IANSA”, signora dei venti e del-le tempeste, definito, appunto, dal colore viola.Ci tengo personalmente a ribadire che la Capoeira è una lotta, nata tra gli schiavi come forma di difesa personale e che troppo spesso oggi viene scambiata per una danza, avendo in sé movimenti acrobatici spettacolari ed armoniosi ed essen-do sempre accompagnata dalla mu-sica fatta da percussioni dal vivo; tengo a puntualizzare che la Ca-poeira è nella sua vera natura una lotta pericolosa ed estremamente efficace tanto che fino al 1930 era vietata in Brasile per i suoi colpi mortali che causarono molte vitti-me.Nel 1931 “Mestre Bimba” (Manuel dos Reis Machado) grande maestro di Capoeira per riabilitare la Ca-poeira nella società inventò una metodologia d’insegnamento che la disciplinasse. Così egli poté apri-re con il permesso dell’allora presi-dente della repubblica del Brasile, Getulio Vargas, la prima scuola di Capoeira, che gli permise di di-mostrare tutta l’efficacia di questa lotta, sfidando in combattimento e

vincendo tutti i più forti lottatori delle varie arti marziali presenti in Brasile in quegli anni.Oggi la Capoeira è per tutti. Non c’è competizione e quindi ogni per-sona, a seconda della sua personale preparazione atletica e tecnica, può partecipare al “gioco”, come noi lo intendiamo. Ci si può esprime-re anche attraverso la musica ed il canto per poi passare a qualche esi-bizione che sempre sarà adeguata ai propri limiti. Ovviamente il mio consiglio è quello di iniziare da giovani perché così si stimola l’ela-sticità e la coordinazione corporea, si attiva la rapidità dei movimenti, la velocità mentale e non da ulti-mo aiuta fortemente a socializzare. Tra i capoeristi si instaura un forte legame di amicizia e di gruppo, e penso che questo sia l’ideale per i giovani e i ragazzi ma anche per le persone mature e mi spingerei a consigliare la Capoeira anche agli anziani.

9° EVENTO INTERNAZIONALE DI CAPOEIRA GRUPPO BERIBAZU ITALIAOrganizzazione Contra Mestre Aranha supervisione Mestre Falcao16-17-18-19 di giugno 2011 a VicenzaGIOVEDÌ 16 stage e roda alle 19:00Palestra axel vicenza.VENERDÌ 17stage e roda di apertura alle 19:00Palestra axel vicenza.SABATO 18stage pattinodromo di viale Ferrarin Vicenza dalle 10:30 alle 17:30.alle 18:30 berimbalada, roda e spettacolo di capoeira, samba e maculele,In centro storico a Vicenza. DOMENICA 19batizado, cambio di graduazionie formatura, Vicenza dalle 13:00 alle 18:00.Pattinodromo di viale Ferrarin.

www.aranhaberibazu.blogspot.comwww.beribazuitalia.netaranha@hotmail.ittel: 0039 - 3408438074

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41arti marzialiil ritorno del maestro

Sabato e domenica 9-10 aprile, presso il PALALIDO di Valdagnosi ripeterà l’eccezionale WORKSHOP con il MAESTRO CHEN ZHONGHUA

La scuola A.S.D. Italia Poon Ze’ Team organizza per sa-bato e domenica 9 e 10 aprile il II workshop con il Ma-estro Chen Zhonghua sullo stile Chen metodo pratico Hong di Taiji Quan. Il Maestro Chen Zhonghua vive da molti anni in Canada ed insegna in tutto il mondo que-sto stile, fondamento marziale del taijiquan. Il Maestro

Chen Zhonghua è Maestro di 19ma generazione dello stile Chen; apprende lo stile direttamente dall’insegnamento del grande Mae-stro Hong Junsheng, allievo diretto del grande Maestro Chen Fake. Alla morte del Maestro Hong Junsheng, segue gli insegnamenti del Maestro Feng Zhiqiang, allievo anch’egli del grande Maestro Chen Fake. Grazie all’insegnamento dei due Maestri di 18ma generazione

e a oltre venti anni di continua pratica e insegnamento, acquisisce una profonda conoscenza dei contenuti, delle forme, delle applica-zioni e delle tecniche di lotta “push hands”, dimostrando un’ecce-zionale conoscenza della meccanica interna del corpo umano.Il corso completo diretto dal Maestro Chen Zhonghua con la super-visione del Maestro Giuseppe Bon coadiuvato dagli istruttori e con la traduzioni a cura del dott. Enrico Stagni avrà un costo complessi-vo di 160 euro a persona per le intere due giornate (totale 17 ore di pratica e di teoria). Gli esercizi di silk reeling ( chan ssu jing 纏絲勁 ) servono per incrementare la conoscenza ed esercizio dei movi-menti a spirale che sono il fondamento del taijiquan.

ORGANIZZAZIONESabato 9 aprile:8.30 – 9.30Silk reeling e riscaldamentocon uso del bang9.30 – 12.45Forma yilu chen primedue sezioni e applicazioni12.45 – 14.00Pausa pranzo 14.00 – 17.45Forma yilu prime due sezionie applicazioni e teoria20.00Buffet presso “hurricane”

Domenica 10 aprile:8.30 – 9.30Silk reeling e riscaldamentocon uso del bang9.30 – 12.45Forma yilu chen e applicazionie utilizzo “bang”12.45 – 14.00Sosta pranzo14.00 – 19.00Forma yilu primi 13 movimentie applicazioni e teoria20.30Cena finale presso “hurricane”

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Lievore Detersivi Artuso Ciclo club ’96, Cristoforetti, Vecchia Fontana e Vicenza Pink Bike, queste le

quattro realtà sportive al fem-minile che annoverano tra le loro fila le atlete vicentine (ci sono poi le più affermate Ta-tiana Guderzo, Elena Berlato, Marta Tagliaferro, Luisa Ta-manini e Susanna Zorzi che gravitano nel gotha del ciclo donne a livello anche interna-zionale…). Mentre la Vicenza Pink bike del presidente Clau-dio Parise affiliata a Santorso opera nel settore giovanile con le sole esordienti Elisa Quar-tiero, Chiara Zanettin, Maria Pia Monaco, Sara Pillon, Fran-cesca Strozzo e Marta Parise ed è a stretto contatto con la Vecchia Fontana (affiliata in Friuli e a Padova), le altre for-mazioni spaziano in tutte le ca-tegorie col solo Breganze che in terra vicentina propone le elite) . Ma andiamo per ordine. La più “vicentina” è il Lievore

Detersivi Artuso Breganze che con 28 ragazze copre l’intera l’attività dalle esordienti alle elite. Quest’anno la socie-tà di Giorgio Pigato vede alla guida tecnica Davide Casarot-to e deve difendere la maglia tricolore conquistata su strada dall’allieva Anna Zita Striker quest’anno passata tra le junio-res. Società nuova per quanto riguarda l’attività provinciale il marchio Cristoforetti (pre-sidente Paolo Leonardi, D.s. Alberto Pellegrino coadiuvato da Diego Retis ), conosciuto ed apprezzato per i risultati fin qui ottenuti soprattutto a livel-lo giovanile e che da quest’an-no e per almeno un triennio, ha investito in terra berica con sede a Montecchio Precalcino per sostenere la causa della quattro juniores affiliate a Vi-cenza: Jessica Schiavo, Giulia Pironato, Sella Tomassini (da San Benedetto del Tronto ma vive a Breganze) e Anna Fe-drigo. La società Cristoforetti per il 2011 in trentino ha tes-serato anche sei elite. Ci sono

altre vicentine tesserate con la Vecchia Fontana del presidente Ampelio Veleda che si avvale dell’apporto tecnico di Giusep-pe Dal Santo apprezzato tecni-co già CMB Cycle Women e quello di Massimo Cisotto in uscita dal Breganze. In maglia arancione tra le allieve ci sono le vicentine Nicole Dal Santo, Claudia Broccardo, Anna For-milan, Nikolina Kojic, Federi-ca Pasin e Maria Vittoria Spe-rotto e tra le juniores Michela Pavin. “Dopo le vicissitudini legate alle difficoltà economi-che e alla relativa chiusura di alcune società vicentine – af-ferma il consigliere provincia-le FCI Stefano Retis referente per il settore - il ciclismo fem-minile in provincia si è trova-to letteralmente in ginocchio nonostante quello che il mo-vimento in termini di risultati è riuscito a raccogliere ma ciò non è bastato a salvare il sal-vabile. Devo dire che ora con l’apporto della Cristoforetti di Paolo Leonardi e con la nasci-

di Enzo Casarottole donne vicentine della bici

ta della nuova realtà giovani-le Vicenza Pink Bike, società 100% made in Vicenza, i nu-meri tornano a darci ragione, anzi, voglio quasi azzardare che questi numeri e allo stes-so tempo la qualità sia atletica che dirigenziale,che trovo nel-le società vicentine, può por-tare a qualcosa di buono per il futuro. Spero e ne sono certo, che questo sia un bel punto di ripartenza per il settore femmi-nile. C’è un desiderio ben più importante che covo dentro e che a mio avviso andrebbe af-frontato a viso aperto: riuscire ad avvicinare di più ciò che è la vita federale del settore fem-minile a quella quotidiana del movimento ciclistico provin-ciale, regionale e nazionale, cosa che al momento riscontra alcune discrepanze legate a ca-lendari e vari temi di iter bu-rocratico come richieste gare e quant’altro. Ma sono fiducio-so. ..che il 2011 sia l’anno del riscatto”.

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43ciclismo

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sveglia È ora di rimettersi in sella e di aprire il gas

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tutte le età: sveglia! Ormai è ora: non avete un po’ di quel formicolio a mani e piedi che solo la vostra bimba vi fa passare?

Come in cucina ci sono molte buone forchette di gusti e preferenze diver-si, similmente nel mondo delle due ruote ci sono molte manette, più o meno buone, e ciascuna con i suoi gusti e preferenze: c’è il motoci-clista della domenica che, con tutta calma, si risveglia solo con le miti temperature della prima-vera inoltrata; c’è il motociclista da pista asfaltata che durante l’inverno diventa schizofrenico; c’è chi non abbandona il suo cu-stom o la sua enduro nemmeno con pioggia, vento e gelo… e poi c’è chi con le ruote tassellate potrebbe andarsene in giro tutto l’anno. E qui entrano in gioco alcune varianti: livello di maso-chismo/passione (a seconda dei punti di vista), pigrizia, parere dell’altra metà (se e quando pre-sente).Questa parentesi è dedicata agli

indomabili motociclisti che igno-rando fango, vento e neve esco-no anche in pieno inverno con la moto da cross, da trial o da endu-ro… e si vanno a divertire ghiac-ciandosi e infangandosi all’in-verosimile (ecco perché c’entra anche il parere dell’altra metà, a meno che non si vada ad infan-gare pure lei, per par condicio!).Un buon vantaggio sulle limi-tazioni dovute alle condizioni stagionali ce l’ha chi ha scelto di divertirsi con le pit bike: in inverno si mettono le ruote tas-sellate e si va a divertirsi sugli sterrati e sulle piste da cross, in primavera con gli slik e una si-stematina alla ciclistica si va a scorazzare sull’asfalto dei kar-todromi. Una moda emergente con costi sostenibili e acces-sibile davvero a tutti che offre trofei e campionati regionali e

nazionali molto divertenti e ag-guerriti.Comunque di qualsiasi tipo di manetta voi siate, noi di MCR Race Team asd vi aspettiamo per affiancarvi nella vostra gran-de passione nuova o consolidata che sia con consigli, assistenza tecnica e tesseramento agonisti-co e amatoriale su tutti i tipi di moto; bacheca annunci vendo/compro/scambio; uscite in pista e tanto altro.Motociclisti: venite a trovarci, divertitevi sempre in tutta sicu-rezza e attenzione: cervello ac-ceso, sempre!

di Monica Voltolina

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Da sempre Valli Sport ama gli sport all’aperto, in partico-lare quelli che si praticano in montagna e l’ambiente che ci circonda si presta perfetta-mente a molteplici attività di

questo tipo.Sviluppando negli anni una professionalità che ci ha portato ad essere partner di inizia-tive importanti e spedizioni di livello inter-nazionale, Valli Sport è stato accreditato da importanti aziende come Dynafit in qualità di “Competence Center” e Scarpa come “Ri-venditore Autorizzato”; questo ci ha permes-so di crescere ulteriormente e di presentarci nella nuova sede di Schio con un’immagine e contenuti tecnici ai vertici del settore scial-pinistico e di tutti i settori che privilegiamo che sono sinonimo di montagna: arrampicata sportiva, alpinismo, trekking, nordic walking e corsa in montagna.Questi sport sono seguiti da personale che li pratica e questo è fondamentale per selezio-nare materiali e dare consigli che vanno ben oltre la conoscenza puramente commerciale.Esiste già da tempo una squadra di scialpi-nismo che ha saputo distinguersi e salire sul podio più volte nel corso degli anni, ma non ci bastava….sentivamo sempre di più la ne-cessità di creare anche una squadra di trail

running, ma gli impegni non si concilia-vano con il desiderio.È stato grazie al rapporto consolidato con la società sportiva Schio Bike che si è riusciti, amalgamando risorse, energie e tempo, a creare la “Schio Bike - Valli Sport running team”, prima squadra di running a Schio, grazie anche al supporto di alcuni sponsor importanti fra cui Salo-mon, Suunto e Studio Prisma.Società affiliata FIDAL che promette già da subito, con più di 50 iscritti , fra cui atleti di alto livello ma anche appassio-nati che cercano stimoli e un punto di riferimento e di aggregazione, di poter fare grandi cose e che farà sicuramente parlare di sé. Siamo convinti che l’unione tra Schio Bike, che ha dato esempio di serietà sportiva ed organizzativa, e Valli Sport, motivata e tecnicamente preparata per tutto il settore running con una vasta scelta di calzature specifiche per la cor-sa in montagna e l’abbigliamento com-prensivo di accessori, porterà grandi successi che vi invitiamo a condividere con noi.Veniteci a trovare o visitate i nostri siti www.vallisport.it e www.schiobike.it per far parte di questa nuova avventura.

Dalla passioneper lo sport e la montagna è nata “Schio Bike - Valli Sport Running Team”, la prima squadra specialista della corsa a Schio

runningteam

running

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47naturacosì muore

un mitoL’11 marzo scorso in Slovenia è stato abbattutoper un grossolano errore di valutazioneil “nostro” Orso Dino.

Il plantigrado che la prima-vera scorsa era diventato famoso per le sue scorriban-de tra paesi ed allevamenti dell’alto vicentino, chiama-to scientificamente M5 ma

conosciuto con il nome di Orso Dino, è stato ucciso dai forestali sloveni a Vrhnika (Slovenia).L’abbattimento è avvenuto l’11 marzo 2011 in un bosco tra Postu-mia e Lubiana, mentre l’orso stava rientrando in Italia.L’esemplare dopo il letargo inver-nale era solito portarsi vicino agli allevamenti delle abitazioni, tenen-do in apprensione i residenti.Secondo i forestali sloveni questo suo comportamento era sempre più frequente e spavaldo tanto da rite-nerlo una minaccia per le persone, per cui da tempo si stava valutando come poterlo controllare. Molti, in Italia come in Slovenia, hanno espresso il loro parere: c’era chi lo riteneva un esemplare unico da salvaguardare in ogni modo e chi invece voleva catturarlo o anche abbatterlo perché considerato ec-cessivamente pericoloso. Ultimamente, però, i forestali slo-veni avevano riscontrato un com-portamento anomalo dell’orso: più volte era stato visto dimenarsi con un’eccessiva violenza contro alberi e rocce. Se gli orsi sono so-liti “grattarsi” contro alberi e rocce per attenuare il prurito causato dai parassiti, Dino mostrava un’in-sistenza e, come abbiamo detto, un’irruenza nel dimenarsi che non era normale. I responsabili forestali sloveni hanno subito pensato che la causa di ciò fosse la rabbia, la quale

aveva infettato l’esemplare e che, dato il costume dell’orso di avvici-narsi alle abitazioni, poteva essere trasmessa agli animali domestici e, perfino, all’uomo stesso. Perciò s’impose la decisione di abbatterlo fino al punto di metterla in atto. Invece, non si trattava di rabbia. La valutazione dei forestali sloveni è stata grossolanamente sbagliata. Dopo, infatti, che si è potuto esa-minare la carcassa dell’orso, si è constatato che il malessere era do-vuto al collare che l’orso portava da circa 2 anni e che nel frattempo era diventato troppo stretto tanto da penetrare nello strato di grasso e pelo dell’orso, provocando il di-sturbo che esso tentava di vincere dimenandosi furiosamente contro gli alberi. Il collare gli era stato ap-plicato quando pesava 180 kg ma non era stata valutata correttamente la sua circonferenza in rapporto con la successiva crescita dell’animale, il quale al momento del decesso era diventato 225 chilogrammi, ben 45 kg di più.L’uccisione è avvenuta dopo che i forestali avevano predisposto un “carnaio”, una trappola fatale, fatta di carcasse per attirare l’animale.La conferma che veramente si trattasse dell’orso M5 “Dino” è ar-rivata dal servizio foreste e fauna della Provincia di Trento, interpel-lato dagli stessi forestali sloveni, che informavano i colleghi italia-ni sul recupero del collare, delle marcature auricolari ed avevano effettuato tutti gli esami genetici che la prassi in questi casi impo-ne. Da ciò emergeva senza ombra di dubbio che l’animale abbattuto

di Dorino Stocchero

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fosse il “nostro” Dino. L’orso M5, come sappiamo, arrivò in Italia nell’anno 2009. Si capì subito che non proveniva dal nucleo reintrodotto nel Trentino Occidentale ma arrivava spontaneamente dall’originaria popo-lazione presente in Slovenia. Stazionò per quasi tutta l’estate di quell’anno tra i boschi del Veneto per andare a svernare nell’Ampezzano.Queste informazioni sono certe poiché il 14 ottobre 2009 in Val Canali (Pri-miero) l’orso “Dino” è stato catturato dagli uomini del servizio foreste e fau-na della Provincia Autonoma di Trento e, dopo la cattura, l’animale era stato munito di un radiocollare, che trasmet-teva sia con modalità GPS (Satellitare) che in modalità VHF, e di due trasmit-tenti auricolari.L’operazione ha avuto il via a seguito all’autorizzazione rilasciata dal Mini-stero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare conformemente alle indicazioni presenti nel piano d’a-zione per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi Centro Orientali (PA-COBACE). Nel periodo di osservazione dopo la cattura veniva inoltre rilevata l’età del soggetto stimata tra i 3 e d i 5 anni e il peso che si aggirava sui 180 chilo-grammi circa. Il monitoraggio radio telemetrico aiuta-va a seguire gli spostamenti anche extra provinciali dell’orso, che era un esem-plare considerato particolare per la sua giovane età e la sua provenienza. La cattura era avvenuta con laccio “ALDRICH” posto su di una pecora predata e l’azione di cattura ha costitu-ito anche un’occasione per aumentare

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Vai sempre a tutta birra

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la diffidenza dell’orso nei confronti degli esseri umani ed in particolare dell’attività zootecnica. Dalle rile-vazioni si era potuto appurare che l’orso M5, dopo essersi risvegliato dal letargo invernale il 25 febbraio 2010, ha continuato a peregrinare provocando sgraditi episodi alle po-polazioni dei luoghi in cui è passato. Il plantigrado, inesauribile cammi-natore, arrivò nel vicentino nella val Brenta il 27 marzo 2010 dove effettuò delle predazioni in località Merlo di S. Nazario, poi attraver-sando il fiume Brenta dirigendosi verso Asiago e passando per la Val

dei Remi, lungo i boschi di Valsta-gna, è arrivato fino a nord di Conco. L’11 aprile arrivò nella val Posina dove effettuò delle predazione su degli asini, dopodiché il 27 aprile l’animale si era spostato in Trentino proseguendo attraverso la Lessinia Veronese e i boschi di Recoaro per approdare, dopo essere transitato per il comune di Valli del Pasubio, nell’alta valle di Posina, Laghi e To-nezza del Cimone. Il 12 maggio ritornò in Altopiano di Asiago per poi proseguire fino a Rubbio il 15 maggio.Il giorno seguente arrivò a pochi

chilometri dal centro di Bassano del Grappa.Il 20 maggio lasciò l’ultima traccia del suo passaggio nel vicentino a Camporovere (Roana).L’orso ha percorso circa 400 chi-lometri dalla Slovenia all’Italia, arrivando fino alle porte di Verona (Grezzana), transitando per il terri-torio vicentino per ben due volte, di-mostrando un senso di orientamento davvero unico.Lo stesso era sopravvissuto attra-versando anche grosse vie di comu-nicazione e popolosi centri abitati, uscendone sempre indenne, andan-

do a trovare la morte nel suo paese di origine, provocata da un proietti-le di piombo per mano dell’uomo, che così gli ha impedito di trasmet-tere quel suo patrimonio genetico che lo rendeva forte e speciale.L’uccisione del “nostro” orso non ha destato grande attenzione oltre-confine, in quanto in Slovenia la caccia a questa specie è legale e consentita fino alla fine di marzo.Auspichiamo che le Autorità Italia-ne si facciano portavoce di quello che, a nostro avviso, è un ulteriore abuso dell’uomo contro la natura.

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Potete scrivere al Senatore Alberto Filippiinviando le vostre e-mail a:

[email protected]

lettere

Le vostre lettere possono essere letteanche nel sito: albertofilippi.it

rif lessionidi una non sportiva

Caro Senatore,

non sono una sportiva e i giornali sportivi, le trasmissioni sportive di radio e televisioni non mi sono mai state gradite, anzi, a volte, non le tolleravo proprio, così invadenti, così gri-date, così volgari. Adesso, invece, ne sento quasi il bisogno. Da quando giornali, radio e televisioni danno solo e con sem-pre maggiore insistenza notizie drammatiche, ho proprio biso-gno di sentire parlare di sport, della sua leggerezza, della sua allegria, della sua vitalità. Perché fuori dalle notizie sportive, i nostri media ci propinano una sequela senza fine di negatività deprimenti. Tutto è crisi dalla politica, all’economia, al mon-do del lavoro; dalla cultura, alla società, all’ambiente; dalla scuola, all’università... Adesso con la catastrofe del Giappo-ne e la guerra in Libia e i drammi continui di tante famiglie sfortunate, davvero solo lo sport mi dà l’illusione di vivere in un paese normale, in un mondo normale. Non crede che si stia esagerando con una visione così negativa e tragica della nostra epoca?

Un cordiale saluto, Luigina S.

Carissima Luigina,

capisco e condivido quello che vuoi dire: nel mondo accadono tante cose belle e positive ma i nostri media ci parlano solo di drammi e disgrazie. Viva lo sport che parla di sport e non ci deprime solo con cattive notizie. Certo, non si può tacere dei drammi che accadono nel mondo, né è giusto ignorarli, ma non è nemmeno possibile che si continui per giorni, a volte per mesi a parlarne con un interesse che in questi casi è decisa-mente insistito, direi addirittura morboso, dato che non aggiun-gono nulla a quello che già sapevamo. Ma il dramma, ahimè, fa audience e questo è davvero drammatico. Adesso perfino le notizie meteorologiche hanno toni catastrofici: una pioggia è un’alluvione; tre giornate di sole sono siccità e desertificazio-ne. Per molte persone sensibili come te, tutto ciò genera paura di vivere, angoscia e sfiducia per il futuro nostro e dei nostri figli. E questo non è giusto. Dobbiamo stare attenti a interioriz-zare tutto quello che i media ogni giorno ci dicono, dobbiamo vaccinarci contro il loro tono allarmistico, ben sapendo che un conto è essere dai media informati, un altro è essere da loro terrorizzati. E questo non dobbiamo permetterglielo.

Grazie per il tuo spunto di riflessione, con amicizia, Alberto.

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