Sportivissimo Novembre

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La rivista dello sport vicentino

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il 21 dicembre 2005 n.1124

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Giù le mutandedi Luigi Borgo

Due miei cari amici hanno avu-to ciascuno un’idea brillante. Enrico Frare, maestro di sci e neo proprietario del marchio Colle, si è spogliato nudo, ha

chiamato un fotografo e ha pubblicato a proprie spese la sua foto sull’ultima pagi-na del Corriere della Sera. L’ha fatto non perché è diventato pazzo ma per protestare contro un sistema politico-statale-bancario semplicemente, disperatamente fallimen-tare. L’azione ha avuto una certa eco ed Enrico è stato chiamato un po’ da tutti, da Santoro a Matrix, a raccontare le sue sacro-santissime ragioni, che poi sono anche le nostre. L’altro mio amico, Luca Severi, fa il medico in un grande ospedale di Roma. Assieme abbiamo pedalato, dico questo perché, se Enrico è uno sciatore, Luca è un ciclista e cioè queste nostre sono co-munque parole di sport. Luca ha dato una definizione geniale della finanza. Essa è la nuova “arma di distruzione di massa”, nata, come tutte le armi, quale mezzo per la con-quista della ricchezza del mondo e capace, come tutte le armi di distruzione di massa, di uccidere sia chi colpisce direttamente sia per contagio con effetti a catena impre-vedibili. Da sportivi è chiaro ciò che Luca ed Enrico ci stanno dicendo. L’anomalia dei nostri anni, che ha portato l’impren-ditoria a soffrire come non mai e chiunque di noi a preoccuparsi per il proprio futuro quanto per quello dei nostri figli, è sostan-zialmente il fenome-no della deregula-tion, del gioco senza regole. Un’assurdità immane, dato che, come sa chi fa sport, non c’è disciplina che non abbia le sue re-gole. Così l’Europa, grandissima idea, è nata senza governo, e la finanza, lasciata libera a se stessa, si è trasformata in quel mostro assassino che è. L’Europa contiene la contraddizione fondativa di essere unita e divisa, simile e diversa al tempo stesso. Nel mondo delle imprese significa avere una moneta unica in un sistema di tassa-zioni, di costi orari d’impresa, energetici e altro ancora assolutamente diversi tra loro. E la finanza, la quale – lo dice la parola – dovrebbe finanziare l’impresa, aderendo a progetti, sviluppi e prodotti veri e avere il tempo di aspettare la maturazione della loro plusvalenza, svolazza irresponsabil-mente da un titolo all’altro, vendendo alle-gramente la sera quello che ha acquistato al mattino. Senza regole non è possibile fare una gara; nello stesso modo, senza regole, non è possibile confrontarsi nel mondo

dell’impresa. Abbiamo quindi bisogno di regole uguali per tutti, niente di più, come nello sport dove una gara di 100 metri è uguale in tutto il mondo. E qui apro una parentesi. Per colpa nostra, ovviamente, siamo entrati tra i fondatori dell’Europa come Cenerentole al ballo. Onorati di esserci. Incapaci, però, di rifiu-tare quello che era chiaro fin dall’inizio. Permettendo che l’Europa nascesse solo come realtà economica, per il nostro debito pubblico siamo stati destinati a essere tra gli ultimi, con la Germania e la Francia a farci da padrone. Nel tempo della finanza dominante è stato mettersi in ginocchio. Ma l’Italia è un paese storicamente leader. L’abbiamo costruita noi, la Francia. Noi gli abbiamo dato la lingua, la religione, il diritto, la civiltà, l’università, il vino. E la Germania stessa ha fondato il suo sogno, fallito, di germanizzare il mondo studiamo e copiando, malissimo, dall’opera civiliz-zatrice di Roma. Da dove credete che origi-ni l’ordine e la precisione alemanna, se non dalla grammatica latina? I tedeschi hanno

studiato la lingua di Roma più di qualsiasi altro popolo, avendo capito che il latino avrebbe dato loro quella mentalità (for-ma mentis) ordinata e precisa che oggi fa di un qualsiasi prodotto tedesco un prodotto serio e affidabile. Se – ma questa è un’al-tra storia – anche noi avessimo imparato il latino come sistema logico-linguistico più che come lingua (oggi si è arrivati perfino a usare tecniche didatti-che simili a quelle im-piegate per l’inglese come se avesse senso saper far traduzioni simultanee da Cicero-

ne come si fa per le notizie della CNN) si-curamente saremmo un passo avanti anche nell’ordine e nella precisione e nell’osser-vanza delle regole che ne consegue. Chiudo la parentesi e torno a Luca e alle nostre pedalate “dialettiche” e a Enrico e al paginone del Corriere con il suo nudo. Ebbene molti hanno confrontato il nudo gridato di Enrico con quello spavaldo di Luciano Benetton, fotografato, una ventina di anni fa, da Oliviero Toscani. In quei nudi le uniche azioni sono fatte dalle mani che coprono i genitali. In quello di Benetton pare dicano: “però, le palle non ve le mo-striamo”; in quello di Frare pare, invece, dicano: “no, queste non possiamo proprio darvele!” Bene, mi auguro che il prossimo nudo sia quello del David di Michelangelo, italiano, fiero, altero, rigoroso, sportivo e vincitore e con le palle al vento d’Europa.

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Focus, f iamme e Ferri

Era al primo vero match point della stagione e il vicentino Luca Ferri non ha mancato il ber-saglio ottenendo una

netta vittoria nella decima Ronde del Rubicone e Colline di Cesena che lo consacra, matematicamente, con ben due gare di anticipo, vin-citore assoluto dell’International Rally Series 2011. Il gentlemen driver vicentino, co-adiuvato dal fido Massimo Dad-doveri alle note, ha archiviato la pratica Irs dominando l’appunta-mento romagnolo in lungo ed in largo lasciando solamente le bri-ciole agli avversari.

Al forte pilota vicentino, Luca Ferri, su Ford Focus WRC va il titolo tricolore IRS 2011, vinto con ben due gare di

anticipo: cronaca di un dominio fiammante.

di Demitri Brunello

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Focus, f iamme e Ferri

“Era l’obiettivo dichiarato sin dall’inizio di questa stagione” – racconta Luca rag-giante all’arrivo – “e qui abbiamo ottimiz-zato l’occasione avuta andando a chiudere la serie con due gare di anticipo rispetto al calendario. Siamo estremamente soddi-sfatti per il risultato ottenuto”. Ferri, nonostante lamentasse una piccola

noia all’impianto frenante della sua Ford Focus Wrc made in Procar, si è reso pro-tagonista di una gara tatticamente saggia dove, in ogni singolo passaggio sulla spe-ciale di Montevecchio, pur evitando di prendere rischi inutili è riuscito comunque a segnare sempre il miglior tempo. “La pressione in questa trasferta era al-

tissima” – sottolinea Luca – “perché il traguardo era lì a pochi passi da noi ma, come ben si sa, nei rally non si può can-tar vittoria finché non si sale sulla pedana di arrivo. L’aver vinto il titolo assoluto nell’International Rally Series, al secondo anno di partecipazione nonché primo con una Wrc, conferma l’elevato grado di com-

vicenza

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petitività che abbiamo messo in campo e per questo devo ringraziare assolutamen-te il mio fido ed impeccabile compagno, Massimo Daddoveri, e il coach Claudio Micci e tutto il team Procar e anche a Vit-torio Caneva; un gruppo perfetto che ci ha fornito un pacchetto formidabile grazie al quale abbiamo potuto misurarci con i migliori, riuscendo a conquistare ben tre successi ed un secondo posto in altrettante partecipazioni”. Quasi un en plein in un campionato in cui correvano grandi nomi del rallismo italiano, come Alessandro Battaglin, Marco Silva, Franco Uzzeni e Massimo Gasparotto, tutti su vetture Wrc (World Rally Car). Se poi si aggiungo-no le due vittorie a Sperlonga, nel 2009 e 2010, il tabellino della Ford Focus Wrc ci consegna cinque assoluti ed un secondo posto in sei trasferte. Un ruolino di marcia invidiabile che porta Luca Ferri ai vertici del rally italiano. A lui abbiamo chiesto quali sono i suoi prossimi impegni per il prossimo anno. “Sto valutando varie op-portunità e tra queste ci sarà la partecipa-zione all’International Rally Series 2012, ma non escludo la mia presenza anche su altri campionati”. Luca desidera ringraziare suo mio padre, Onorato, per l’impegno e gli sforzi che sostiene per permettergli di gareggiare ad alti livelli. Un particolare ringraziamento lo esprime anche a tutti i suoi tifosi, ed in particolare ai Berica Boys, che lo hanno sostenuto nell’arco di questa intensa sta-gione 2011 e con i quali vuole condividere questo titolo assoluto”.

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nome: Luca Ferri luogo e data di nascita: Vicenza - 17.01.1979

residenza: Vicenza esordio: Rally dei Colli Morenici (2002) su Ren

ault Clio N3

La scintilla che fece scoppiare l’amore tra Luca Ferri ed il mondo dei

Rally va attribuita senza dubbio ad una gara che, in quel lontano 2000,

si affacciava sul panorama Triveneto ben presto destinata a diventa-

re una delle “classiche” irrinunciabili nel calendario agonistico di

tanti piloti: Il Rally Città del Palladio.E così, con il Rally dei Colli Morenici targato

2002 il giovante vicenti-

no iniziava la propria carriera che lo vede tutt’oggi tra i driver più

rinomati in campo nazionale.Nel corso della propria carriera ha dimostr

ato la propria professio-

nalità mantenendo costanti i risultati nonostante cambiasse vettura,

dalle piccole Clio fino alle più potenti Wrc. Dieci domande bevendo un cappuccino Hobby e passatempo?

Rally e feste con amici Auto di tutti i giorni?

Audi A4 SW Orologio?

Non uso l’orologio(ho il navigatore)

Musica preferita?Musica di tutti i generi,italiana e non

Segno zodiacale?Capricorno

Ultima vacanza?In barca con amici

Vino preferito?Champagne rosé

Se ti attraversa la strada un gatto nero, che cosa fai?

Accelero e lo schivo

Tatuaggi?No.

Un comico che ti piace?Greggio e Jacchetti, la loro complicità è degna di quella tra pilota e navigatore.Lingua straniera?Inglese, lo parlo bene.

Cosa leggi?Adoro i testi di formazione PNL (pianificazione neuro linguistica)

Un pregio?Essere una persona buona.

Un difetto?Essere una persona buona nella società d’oggi.

Altri sport?Nuoto e snowboard

Un sogno nel cassetto?Trovare una donna giusta con cui creare una fa-miglia

Identikit

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La formazione capitanata da Marco Arrigo ha stabilito il nuovo record omologato a 53 paracadutisti. Un traguardo inaspettato che non si ripetevada ben 11 anni quando a Udine nel 2000 è stato completato a 48 elementi.

Cielo di Arezzo, 8 ottobre 2011. La squadra dello Skydi-ve Thiene compo-sta inizialmente da

49 paracadutisti ha compiuto un’impresa che rimarrà nella storia. Arrigo, coordinatore tec-nico del team, ha saputo gestire i suoi atleti con professionalità e tenacia stabilendo un record in-credibile. I numeri quel giorno hanno fat-to davvero la differenza: quattro aerei hanno portato i paracaduti-sti ad alta quota, tre i giudici di gara presenti, quattro i tentativi

eseguiti, unico e indelebile il record raggiunto. 46 gli elemen-ti composti al primo tentativo, come pure al secondo. Ma il ter-zo ha sbaragliato tutti e la figura in aria si è composta di ben 50 paracadutisti. Primo record con-quistato, emozione alle stelle. Ma non è finita qui perché l’adre-nalina era ancora viva e il team, secondo il coordinatore Arrigo, poteva fare ancora l’impossibile firmando un altro successo che avrebbe lasciato una traccia in-cancellabile nei cieli italiani. Il lancio è avvenuto a 4700 metri di altezza: un lancio perfetto,

un coordinamento eccezionale e grande professionalità da par-te di tutti, ben 53. Sì proprio 53 sono stati gli elementi che hanno costruito in aria una ragnatela perfetta in seguito all’aggiunta di 3 paracadutisti della “pan-china”. “L’obiettivo era la for-mazione a 50, e visto che l’ab-biamo raggiunta subito abbiamo provato una formazione a 53, chiudendola al primo tentativo” ha commentato Igor Galvan, uno degli atleti impegnati nell’im-presa. “Il meteo poi non ci ha concesso altri tentativi: voleva-mo provare una formazione a 55

ma il vento e le nuvole non ce l’hanno permesso” ha concluso Galvan. Grande entusiasmo da parte di tutti, un’emozione forte ed enorme soddisfazione da par-te dello Skydive di Thiene che l’8 ottobre ha scritto una pagina importante dello sport vicentino. Energia positiva, eccezionale lavoro di squadra e assoluta cer-tezza del gesto atletico. Questa la ricetta vincente che ha portato lo Skydive Thiene a questo im-portante successo.

nuovo record italianoper lo Skydive Thiene

8thiene

di Chiara Guiotto - Foto di MATTEO RILLA

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Si è svolta domenica 6 novembre la ma-ratona più famosa del mondo: 47 mila runner hanno per-

corso le strade di New York ognu-no con il proprio passo e ciascuno con una motivazione personale differente che li ha condotti fin la da ogni parte del mondo. Tut-ti uniti dallo stesso sogno e dalla stessa passione per la corsa. Una sfida personale lunga 42 Km e 192 metri ovvero la distanza esatta tra lo start sul ponte di Verrazzano e l’arrivo a Central Park. Tra loro 3.971 italiani e molti vicentini volati oltre Oceano. Il keniano Geoffrey Mutai, 30 anni, ha tagliato per primo il traguardo togliendosi la soddisfazione di stabilire il nuovo record del-la Maratona di New York: 2h 05’06’’.

Al via, in una magnifica giornata di sole con temperature gradevoli e inaspettate intorno ai 15 gradi, quest’anno si sono presentati circa 47 mila maratoneti. Una settantina gli atleti vicentini tra cui Carlo e Alberto che abbiamo incontrato al loro rientro in Italia. Entrambi sono porta colori del Club Terra-mia che quest’anno ha schierato una pattuglia di ben 1900 corri-dori. A questo team fa parte an-che Orlando Pizzolato, due volte vincitore della Maratona di New York. “È stata un’esperienza uni-ca e indimenticabile -ha dichia-rato Carlo Magrin. Un sogno che avevo nel cassetto da anni e che si è coronato nel migliore dei modi. Il calore della gente e l’atmosfera di festa che avvolgeva New York: sono stati momenti davvero ricchi di emozione. Il nostro obiettivo era quello di rimanere al di sotto delle quattro ore e ce l’abbiamo fatta. Ma confesso che di fronte ad uno spettacolo di quel genere, mai provato prima, il risultato fi-nale veniva messo comunque in secondo piano -ha concluso Car-lo”. “Non ho mai corso da solo -ha commentato Alberto- e questo è un aspetto della gara che mi è

rimasto nel cuore: parlare con persone da ogni parte del piane-ta, essere fermati per uno scatto fotografico e avere un’adrenalina costante dall’inizio fino alla fine, grazie alla magia di New York. Queste sono cose che non capi-tano molto spesso nella vita di un appassionato di sport come me – ha concluso Alberto”. Due ottimi piazzamenti per i nostri atleti vi-centini: 3h 56’ per Carlo Magrin, 3h 58’ per Alberto Dal Lago che, nonostante un dolore al ginocchio che lo ha fermato a circa metà della gara, ha avuto la forza di proseguire e tagliare il traguardo poco dopo il suo compagno di av-ventura.

I segreti della preparazione di una corsa podistica così im-pegnativa. Ne abbiamo parlato proprio con Carlo Magrin, atleta appassionato di numerosi sport in particolare di podismo che in-sieme all’amico Alberto Dal Lago ha partecipato per la 1° volta alla Maratona di New York. Una buo-na dose di forza di volontà, co-stanza negli allenamenti e un re-gime alimentare equilibrato. Sono questi alcuni degli aspetti impor-tanti da seguire per arrivare pre-

parati a quel fatidico giorno. Alla vigilia della partenza per la Gran-de Mela lo abbiamo incontrato per annotare sensazioni e pronostici e per scoprire con lui i segreti della forma ideale.

La preparazione“Essendo il mio fisico già allenato grazie allo sci di nordico e al ci-clismo che normalmente pratico, la mia preparazione in vista della maratona è iniziata tre mesi prima -ha esordito Carlo- Per allenare il cuore allo strappo in salita o ad un aumento di ritmo, ho alternato allenamenti a lunghe distanze con ripetute più o meno intense a se-conda del periodo. Mi sono basato su una tabella di allenamento che mi indicava giorno per giorno la tipologia di attività da fare”. Ini-ziando con distanze di 10 km per testare la propria andatura, Carlo è passato a corse di un’ora, con ripe-tute costanti, fino a corse più lun-ghe di 20 Km. Circa a metà della preparazione ha affrontato alcuni allenamenti lunghi 30 Km ma non ha mai superato queste distanze poiché il fisico subendo un forte affaticamento necessita di recuperi lunghi. In questi momenti è fon-damentale saper gestire le proprie sensazioni e le reazioni del proprio

La Maratona di New York 2011 tra segreti e sacrifici della preparazioneI segreti del maratoneta

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corpo. Durante gli allenamenti avete utilizzato qualche strumento in particolare? “Sì, abbiamo usato spesso il cardiofrequenzimetro per monitorare lo sforzo e la frequenza dei battiti che è del tutto personale e varia da fisico a fisico”. Quanti allenamenti facevi durante la set-timana? Tre o quattro: alternavo andature normali da 4 o 5 km al minuto, a qualche salita abbastanza lieve ma prolungata e non troppo impegnativa. Poi delle ripetute su uno o due chilometri. L’obiettivo era quello di abituare il fisico all’e-lasticità che ti consente di dare flu-idità alla tua corsa. E lo stretching? Quello sempre, è indispensabile e direi obbligatorio, accanto alla gin-nastica posturale, per contrastare la perdita di flessibilità muscolare che la corsa causa.

L’alimentazione.Durante la preparazione Carlo e Alberto hanno scelto di seguire la dieta mediterranea preferendo soprattutto carboidrati, alternati a proteine e verdure. Di solito prima dell’allenamento qual è la vostra alimentazione? “Circa tre ora pri-ma un panino mentre al mattino fette biscottate con marmellata, tè o caffè.” In questa settimana prima della maratona è cambiato qual-cosa nella vostra alimentazione?

“Certo. Seguiamo una dieta dis-sociata eliminando i carboidrati i primi tre giorni e assumendo solo proteine, carni bianche e verdura. Gli ultimi tre giorni invece fare-mo esattamente il contrario: per aumentare l’apporto energetico assumeremo molti carboidrati.” E il giorno della Maratona? “Sicura-mente la mattina faremo una cola-zione abbondante con fette biscot-tate, yogurt e forse un po’ di pasta.” Durante la gara bere molta acqua e sali minerali è fondamentale; la crisi di disidratazione è difficile da superare per cui è consigliato bere ogni 20 minuti. “In più uvetta, bi-scotti, frutta disidratata e qualche gel per avere energia immediata. E per evitare i crampi prenderò qual-che bustina di potassio -ha conclu-so Carlo”.

L’abbigliamento della gara“Considerato il periodo e scongiu-rando la variabile pioggia, penso che in partenza indosserò una ma-glia traspirante a manica lunga, dei pantaloni lunghi oppure a tre quarti, una fascetta per il sudore e dei cerotti per evitare spiacevoli abrasioni ai capezzoli. Dopo qual-che chilometro l’abbigliamento più pesante lo abbandonerò!” Le scarpe sono importanti vero? “Eh sì le scarpe sono l’equipaggia-

mento più importante per un atleta che percorre tutti quei chilome-tri. Assolutamente devono esse-re scarpe usate che si conoscono molto bene.”Utilizzerai il cardiofrequenzime-tro e altri strumenti durante la corsa? “Penso che lascerò tutto a casa: voglio potermi godere la manifestazione più che posso, non voglio essere schiavo della strumentazione e dover rendere conto a qualcosa che mi distrae dallo spettacolo che avrò intorno

a me. La maratone di New York è un avvenimento unico e l’emozio-ne che trasmetterà è giusto viverla completamente, per cui non c’è cardiofrequenzimetro che tenga!”In anteprima, quale pensi sarà la difficoltà maggiore? “Riuscire a gestire le reazioni del mio fisico di fronte ad un percorso che non è per nulla facile: ricco di nume-rosi dislivelli, di certo le pendenze metteranno a dura prova la mia prestazione.” Pronostici? “Stare sotto le quattro ore!” Pronostico indovinato!

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di Chiara Guiotto

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12 sempre più VeloceIl Veloce club Torrebelvicino 1980 si mette in evidenza nella MTB

Le attenzioni del Veloce Club Tor-rebelvicino 1980 presieduto da Franco Loren-

zi, per questo 2011 si sono rivolte alla mtb giovanile e questa politica ha pagato appieno le aspettative della dirigenza turritana. Il tecni-co Matteo Pozza e tutto lo staff hanno lavorato bene e i 14 giovani e i 10 amatori iscritti hanno ripagato gli sforzi dei dirigenti ottenen-do una serie di buoni risul-tati che hanno permesso al Veloce Club Torrebelvicino 1980 di farsi conoscere ed apprezzare in Veneto e in tutta l’alta Italia dimostran-do tra l’altro di saper otti-mamente organizzare anche alcune gare del circuito del-la mtb e di ciclocross.Stefano Cerisara esordien-te del secondo anno ha vinto dopo le 12 prove in programma la Veneto Cup e il suo compagno Andrea Moro è salito sul terzo gra-dino di questa prestigiosa rassegna vincendo anche il titolo di campione provin-ciale FCI di Vicenza (quat-tro le prove in calendario). Buona la stagione tra gli esordienti del 2° anno di Luca Tagliapietra (4° nel-la generale della Veneto Cup) e di Mattia Collareda (44°). Stefano Cerisara è anche vice campione ve-neto grazie al secondo po-sto conquistato nella gara disputata sul Nevegal a Belluno. Nella Veneto Cup riservata agli allievi del 2° anno Mattia Cestonaro si è piazzato al 5° posto seguito

da Andrea Dotto (23°) e da Marco Cerato (46°). Tra gli juniores la società turritana piazza nella Veneto Cup Carlo Anzolin al 6° posto e Filippo Bettanin in 8^ posi-zione. Tra le donne junior ottimo il secondo posto di Jessica Pelizzaro. Nella ca-tegoria Master 3 Michele Dal Pezzo ha concluso la Veneto Cup al 2° posto (ha vinto anche il Trofeo d’au-tunno in finale di stagione) e Fabio Santacatterina ha sfiorato il podio chiudendo al 4° posto. Grazie a tutti questi piazzamenti il Velo-ce club Torrebelvicino 1980 ha ottenuto dietro al Victo-ria Bike di Vittorio Veneto,

un secondo posto di assolu-to prestigio tra le numerose società iscritte alla Veneto Cup. La società nel settore Mtb oltre alla maglia pro-vinciale di Stefano Cerisara ha conquistato il simbolo del primato provinciale an-che con Mattia Cestonaro tra gli allievi del 2° anno, con Jessica Pellizzaro (ju-nior donne), Andrea Dotto (allievi del 1° anno), Carlo Anzolin (juniores), Fabio Carollo (Master 1) e con Michele Dal Pezzo tra i ma-ster 2. Nel 2012 ci saranno alcune novità che aumente-ranno ancor più la competi-tività e il prestigio del soda-lizio di Franco Lorenzi.

torrebelvicinozanè

di Enzo Casarotto

di Carlo Scaldaferro

A questa edizione è stato abbinato anche il primo corso di alta specializzazione riservato ai maestri di sci.Presente uno Staff di docenti di altis-simo livello: Sepp Chenetti, Valerio

Theodule e Karin Moroder, quest’ultima si è dedicata, tra gli altri, ad uno skirollista di madre lingua tedesca presente al “Camp”.Una decina gli iscritti a questa edizione che hanno potuto fruire della bellissima pista locale.Una tre giorni in full-immersion in cui ogni di-scente è stato seguito passo passo, dall’e- secuzio-ne del corretto gesto tecnico all’analisi video con commenti ed approfondimentidei docenti, esattamente come avviene per gli at-leti d’elite. Non sono mancate le sedute preparatorie in pale-stra dove sono stati illustrati gli esercizi preparatori più indicati. Tutti i partecipanti hanno poi potuto provare “su strada” la completa gamma di skiroll SKI SKETT (Fornitore ufficiale, tra gli altri, della nazionale norvegese).Come sempre perfetta l’organizzazione dell’even-to a cura della CRESTANI SPORT. Base per tutti i partecipanti, il bellissimo RO-MANTIK HOTEL SANTER.

Si è svolto a Dobbiaco dal 16 al 18 Settembre il 4° “SKIROLL CAMP” organizzato dall’ACCADEMIA SKI SKETT.

skiroll CAMP

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13giovani ciclisti crescono

Se si pensa al ci-clismo giovanile su strada in val Leogra, e non solo, lo si associa

spontaneamente al Veloce Club Schio. Questa storica società di pedalatori nasce addirittu-ra alla fine dell’Ottocento, all’interno della Fortitu-do di Schio. Si affilia alla federazione ciclistica nel 1902 ed è tuttora una delle società più longeve d’Ita-lia. Attualmente il Veloce Club schiera ben 4 cate-gorie: Giovanissimi, Esor-dienti, Allievi, Juniores ed un gruppo di cicloturisti.Grande è il supporto, anche dal punto di vista econo-mico, che il Veloce Club da a tutti questi ragazzi, che vengono attrezzati di tutto punto, dalla biciclet-ta all’abbigliamento; que-sto grazie soprattutto agli sponsor che contribuiscono a coprire le innumerevoli spese.La squadra dei giovanis-simi, che è allenata da Maurizio Campagnolo, Marco Smiderle e Stefano Righele, con la supervisio-ne del vulcanico tuttofare Francesco Ferrigato, con-ta una ventina di giovani promesse che vanno dai 7 ai 12 anni. Questi ragaz-zi e ragazze si allenano a Schio con molto impegno due volte a settimana per

partecipare poi ad un cir-cuito provinciale, che com-prende una trentina di gare, suddivise nelle diverse spe-cialità: strada, gara in linea o circuito da ripetere più volte, gimkana, dove i gio-vanissimi ciclisti compiono percorsi obbligati con vari ostacoli e birilli che met-tono in evidenza l’ abilità nel guidare la bicicletta; off-road, dove ci si cimenta in circuiti sullo sterrato, un ibrido tra mountain bike e ciclocross e ultime, ma non meno importanti, le com-petizioni tipo pista, che si effettuano su ovali che ricordano veri e propri ve-lodromi.Spirito agonistico, ma an-che tanta gioia e felicità vengono trasmessi a que-sti giovani, che si spera un domani possano diventare i futuri Basso e Cunego o le future Bronzini e Guderzo. Oltre alle gare, ci sono an-che momenti di svago cre-ati per consolidare il grup-po e “far squadra” con gite in montagna, scampagnate e la classica cena sociale che si è tenuta alla fine di ottobre sui colli attorno Schio.Promesse di questa cate-goria Giovanissimi sono: Busellato Lorenzo, Corna-le Caterina, Dalla Caminà Nicolas, Ferrigato Loren-zo, Trulla Marco, Derussi Matteo, Dalla Costa Mi-

chele, Dalla Libera Samue-le, Danieli Luca, Cornale Giovanni, Catellan Davide, Busellato Tommaso, Gre-selin Lucia, Miloso Fran-cesco, Tagliapietra Nicola, Zoppello Marco, Maistro Davide.Singolare la storia di due coppie di fratelli che pro-vengono dall’Alta Valle dell’Agno, precisamente da Recoaro, paese più av-vezzo ad imprese legate alla montagna che all’ am-biente ciclistico. Mi riferi-sco ai fratelli Tommaso e Lorenzo Busellato che tolti gli sci, durante la stagione estiva si dedicano alla bi-cicletta, e ai fratelli Cateri-na e Giovanni Cornale. In particolare, la piccola Ca-terina, 7 anni, su quindici gare a cui ha partecipato ne ha vinte dodici, due volte è giunta seconda, ed una vol-ta è salita sul terzo gradino del podio, spesso battendo anche i pari età del cosid-detto sesso forte. Caterina e Giovanni vivono in contra-da Storti, che in passato ha dato i natali ad Egidio Cor-nale, professionista negli anni ‘60 con la maglia del-la mitica Mainetti, e Lino Cornale, dilettante plurivit-torioso negli anni ‘70, che vestiva i colori della Glicot di Castelgomberto. Che sia solo una coincidenza?!

di Gianni Garbin

schio

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14ed già vittoria!valdagno

Eccellente affermazione dello SCI CLUB MARZOTTO nell’apertura della stagione master allo Stelvio.

Sabato 14 ottobre 2011 è partita la stagione agonistica 2011-2012 dal passo dello Stelvio con due gare Master

nazionali. Giornata favolosa di sole tiepido, pista a biliardo, neve dura un po’ lenta. Subito in gran-de evidenza lo Sci club Marzotto con 4 atleti:Severino Sella B10 ha letteral-mente sbalordito vincendo le due gare con distacco; Paolo Lora si ripete nella categoria B7; Fortu-nato Zordan quinto e sesto B9; Beppe Povolo subito ai piedi del podio B6, i quattro moschettieri hanno conquistato il secondo po-sto tra le 53 società presenti… Complimenti a tutti, ma soprat-tutto a Severino, che avendo su-perato un campionissimo,quale

di Paolo Lora

Alfonso Morselli, conferma di essere al vertice nella categoria e potrà così aspirare a grandissi-mi risultati (Coppa Italia Master, coppa del mondo Master, Cam-pionati Italiani Master e Rap-presentativa Italiana Master), e a Beppe, nuovo entrato B6, che vede da vicino il podio se non l’assoluto…Lopa si conferma ad alto livello e Fortunato è pronto per inseguire. Va anche evidenziata la gran-de stagione scorsa di Emanuela Povolo, premiata come migliore atleta master femminile italiana. Emanuela è stata la sciatrice che è riuscita a migliorare più di tutti il proprio punteggio Fisi. Bene, bravi, bis.

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Tra i colori dell’autunnoPasseggiate indimenticabili con il nordic walkingColori caldi, profumo di mu-

schio e terra, la brezza fresca dell’autunno che si infila tra gli alberi del bosco. E ancora sana attività fisica e buona

compagnia, questi gli elementi che ac-compagnano le uscite di nordic walking proposte dalla Scuola Italiana Nordic Walking di Recoaro Terme.Il nordic walking è attività a 360° che l’Amministrazione Comunale di Valda-gno ha voluto appoggiare nell’ambito di un ampio progetto di promozione dello sport e di uno stile di vita sano. Ma il nordic walking è anche attività per tutti e tutti prima o poi, presi dalla curiosità, lo provano. La Scuola Italiana Nordic Walking di Recoaro Terme conta anche una ricca componente valdagnese e proprio Valda-gno è stato uno dei primo banchi di pro-va della Scuola. Il primo corso realizzato nel 2009 infatti vedeva la presenza di ben 65 persone che si avvicinavano alla “camminata nordica”. Da allora grandi passi in avanti sono stati fatti e gli istrut-tori della Scuola sono cresciuti insieme al movimento creatosi attorno alla disci-plina.Negli ultimi mesi la sinergia con l’Am-ministrazione valdagnese si è concretiz-zata nell’organizzazione di quattro usci-te gratuite, tra cui una notturna, rivolte a tutta la cittadinanza. I numeri hanno confermato l’interesse per l’attività pro-mossa, con presenze che hanno superato anche i 40 partecipanti. Ma non finisce qui, perché la Scuola Italiana Nordic Walking propone anche due uscite serali durante la settimana, il martedì e il giovedì, ottima occasione per tenere un contatto costante con il gruppo e questa disciplina, immersi nel piacere di una passeggiata in compagnia alla scoperta spesso di angoli della città dal fascino tutto loro. «La Scuola - ci spiega il presidente, Ste-fano Orsato - ha fatto della professiona-lità dei propri istruttori un vanto a livello nazionale. Il Parco La Favorita è dive-nuto il nostro punto di ritrovo, da lì pos-siamo essere comodi a diversi itinerari, ma soprattutto si è da subito immersi nel verde, le colline a pochi chilometri sono una meta adatta a tutte le stagioni.»I percorsi più battuti sono diversi, di qua e di là dell’Agno, intrufolandosi per le vie della città e se durante l’estate, o co-munque con le ore di luce, si va verso sentieri nel bosco, nel periodo invernale mille sono le strade laterali e poco traffi-cate che ben si prestano per le passeggia-te di nordic walking.«Le contrade e molti altri magnifici po-sti sono le mete che ci portano ad una fresca fontana, piuttosto che al riparo dal sole nella bella stagione – racconta il responsabile di zona, Biagio Barbano - Nordic walking non è solo tecnica, ma anche tutto ciò che può essere amicizia, compagnia, un momento per una chiac-chierata. L’importante è stare assieme, passare quei momenti belli e intensi che una volta tornati a casa ci fanno capire quanto è stata bella e divertente l’uscita.

Avete mai avuto la sensazione di star bene anche sotto la pioggia solo per il fatto di essere fuori casa? Ecco, a vol-te se non esci anche con il brutto tempo rischi di perderti il bello della pioggia o della neve.»Ogni uscita è una nuova ricerca di nuovi percorsi, di nuove mete, di nuovi amici. Si esce per trovare il proprio benessere psico-fisico e poi ci si trova catapultati in un vortice di sensazioni, non solo gli ele-menti naturali, ma la storia delle nostre genti che si riscopre attraversando una contrada o le vie di Valdagno.Ma chi è la Scuola Italiana Nordic Walking di Recoaro Terme? È una As-sociazione Sportiva Dilettantistica, nata con l’obiettivo di diffondere la pratica del nordic walking sul territorio. Con-ta 280 soci, 30 istruttori, 1 maestro e 1 master trainer nazionale. La sua attività è iniziata nel 2009 collezionando sempre maggiore popolarità, raccogliendo gli istruttori della valle dell’Agno (Giulia Cisotto, Antonio De Toni, Paolo Bernar-di, Claudio Tognacci) e parte di quelli provenienti dalla Val del Leogra. Grazie al loro apporto la Scuola è stata capace di diventare una delle realtà più grandi in Italia che tutti potranno scoprire anche visitando il loro sito www.nordicwalkin-grecoaro.org.Oltre alle consuete uscite serali del mar-tedì e giovedì, con partenza dal Parco La Favorita alle 19.30, sono previste alcune altre iniziative per il periodo invernale. In particolare l’8 dicembre la Scuola Italiana Nordic Walking di Recoaro pro-pone una passeggiata tra i presepi di Re-coaro, e poi attività con le rack, apposita attrezzatura per nordic walking anche sulla neve… ed ogni settimana ci sarà una sorpresa per tutti.

di Giulio Centomofoto di Michele Vencato e Giulia Cisotto

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schio

Vai sempre a tutta birra

FRATELLI CAMPOSILVAN SNCDISTRIBUZIONE BEVANDE

VIA BELLA VENEZIA 5236076 - RECOARO MILLE - VICENZATEL 0445 75044 - FAX 0445 75438E- MAIL: [email protected]

pattini d’oro

Il Gruppo Pattinatori Scle-densi nasce nel 1974 e da allora centinaia e centinaia di atleti sono passati nelle fila di questa associazione

oggi presieduta da Michele Ma-rangon, rappresentando un grande tesoro di umanità. Alcuni di loro hanno collaborato nel modificare profondamente lo sport del pat-tinaggio artistico sia in Italia che nel mondo, facendo per esempio nascere i gruppi show che sino ad allora non esistevano ed oggi, gra-zie anche al loro impegno, anche queste specialità fanno parte inte-grante del pattinaggio federale. A sostenere gli atleti che hanno dato e danno tuttora lustro all’asso-ciazione con vittorie provinciali, regionali, italiane, ed europee, da sempre c’è un gruppo di dirigenti che gratuitamente donano il loro tempo e impegno, valorizzando nel contempo i talenti di casa no-stra che diventeranno i campioni del domani; il tutto organizzando anche momenti di aggregazione, motivazione, svago e quant’altro possa far crescere la società. Un altro importante elemento che contribuisce alla vita dell’associa-zione è rappresentato dagli alle-natori Elisabetta Restello e Giada Martinato per il singolo, Diana Dalle Molle per i gruppi, Pamela Donanzan e Maria e Lorena Buz-zolan per i primi corsi (coordinati dal consiglio direttivo) che con

competenza, tecnica e sensi-bilità fanno crescere gli atleti sia sotto il profilo tecnico che morale. Anche quest’anno sono un centinaio gli atleti agonisti e pre-agonisti iscritti che si stanno seriamente allenando nelle pale-stre Mario Lanzi e della scuola Maraschin di Via Boldù per ot-tenere nuovi importanti risultati. Il fiore all’occhiello del 2011 è stata l’organizzazione di un “galà di beneficenza” in collabo-razione con il Comitato Bakita in appoggio al progetto Schio-Sudan nel quale sono intervenuti atleti di fama mondiale: una se-rata speciale che ha riscosso un buon successo di pubblico e gli apprezzamenti dell’intera città. Il Gruppo Pattinatori Scledensi collabora con l’Amministrazio-ne comunale di Schio anche per la buona riuscita della manife-stazione “Tante piazze per gioca-re”. Alla fine dell’anno sportivo 2011, la società vanta tra le sue fila, la vicecampionessa italiana categoria singolo - divisione na-zionale Pamela Donanzan e i vi-cecampioni italiani per il gruppo spettacolo - categoria piccoli gruppi - divisione nazionale il famoso gruppo “Metropolis”. La società e le allenatrici aspettano chiunque vorrà venire a provare questo meraviglioso sport; per ulteriori informazioni potete vi-sitare il sito www.gps-schio.it.

Il Gruppo Pattinatori Scledensi:in pista dal 1974 e sempre ai vertici.

di Enzo Casarotto. foto: Marco Lorenzi

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Vai sempre a tutta birra

FRATELLI CAMPOSILVAN SNCDISTRIBUZIONE BEVANDE

VIA BELLA VENEZIA 5236076 - RECOARO MILLE - VICENZATEL 0445 75044 - FAX 0445 75438E- MAIL: [email protected]

castelgomberto

il sogno si colora di azzurro

Francesco Consolaro, dopo la convocazione del ct. Antonio Merlo, è entrato a far parte della Nazionale Italia-

na di Pattinaggio artistico a ro-telle. L’atleta, originario di Arzi-gnano, fa parte della Polisportiva Valdagno-Castelgomberto ed è allenato da Stefania Intelvi e da Damiano De Felice.Dopo anni di costanti allenamen-ti e di ottimi risultati a livello provinciale e regionale, nel 2009 ha vinto il campionato italiano di combinata categoria promo-zionale A maschile, e ora, dopo aver ottenuto un buon risultato ai campionati Italiani di Perugia a luglio, ha disputato con determi-nazione la sua prima gara inter-nazionale nella categoria Cadetti maschile nella Coppa Italia “Me-morial Di Giuseppe” il 21-23 ot-

tobre a Prato, ottenendo un buon 4° posto.Ora lo attendono mesi impegna-tivi perché dal prossimo campio-nato gareggerà nella categoria jenesse maschile. Grande sod-disfazione per la società bianco-celeste, per i suoi allenatori e per l’atleta che con passione, costan-za e sacrificio abbina l’amore per lo sport allo studio, nel quale si applica con buoni risultati.“Sacrifici, determinazione, pas-sione e modestia”, dice Fran-cesco, “ti portano nel tempo a grandi soddisfazioni, sudate ma che stimolano tanto. Il pattinag-gio artistico è forza, fiducia in se stessi e negli allenatori in un magico gioco di scambi; loro mi insegnano le tecniche e io provo e riprovo fino a quando riesco a strappare quel consenso, quel “bravo, finalmente!” che mi dà carica e voglia di continuare a ca-dere e rialzarmi per raggiungere la bellezza di un salto… sempre più in alto”.

Via Nori 1/A Valdagno (Vicenza)Tel. 0445 401264 Cell. 349 2948066

LIVIO GONZO ANTICHITÀ RESTAURIARREDAMENTI SU MISURA

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18asiago

Venerdì 21 ottobre si è conclusa in bellezza la stagione del Club dei Giovani con 2 ore di lezione per

tutti i gruppi nel pomeriggio e alla sera pizza e premi a volontà

Su questo nuovo progetto giovanile la Presidente Irene Gemmo e i suoi col-laboratori hanno deciso di investire molto, promuo-

vendo ed incentivando tra i più gio-vani la pratica di questa coinvolgente e splendida disciplina. Quest’anno sono stati ben 66 tra bambini e ragaz-zi dai 5 ai 18 anni gli iscritti al Club dei Giovani e sono stati divisi in gruppi (Verde, Rosso, Bianco e Pro-babili agonisti) non in base all’età ma bensì tenendo conto del livello di gioco raggiunto.Si parte dal gruppo Verde che rap-presenta i neofiti, il gruppo Rosso sono coloro che hanno acquisito il permesso di andare in campo, il gruppo Bianco significa che hanno superato l’esame teorico e possono iniziare a fare le gare e per finire il gruppo Probabili Agonisti coloro che hanno ottenuto l’handicap di gioco e si cimentano nelle gare an-che del ranking giovanile. A seguire tutti i gruppi sono i maestri Niccolò Bisazza ed Edoardo Nobili della Bisazzagolf.com. “Il bilancio di questa stagione si può definire ottimo – affermano Bisazza e Nobili – notevoli i progressi fatti da

alcuni degli allievi. Quest’anno è stato centrato un obiettivo importante: per la prima volta nella storia del Golf Club Asiago c’è stata la partecipa-zione con due squadre (una maschi-le e una femminile) al Campionato Nazionale Under 18 a squadre Tro-feo Emilio Pallavicino dove i nostri ragazzi si sono piazzati davanti a compagini pluridecorate”. Soprattutto per quanto riguarda i Probabili agonisti l’obiettivo è ora quello di ampliare sempre più l’at-tività nell’arco dell’anno portandola da febbraio a novembre. Chiaramen-te, per questo, sarà necessario appog-giarsi a campi e club non stagionali. Del gruppo dei Probabili agonisti, per la stagione appena conclusa, la presidenza ha voluto riservare, a sor-presa, un premio speciale a Marco Cottignola, che ha portato il suo handicap di gioco da 27,1 a 16,8, a Davide Longhini (da 9 a 5,9) e Ales-sandro Fracaro (da 28,3 a 14,8). Sicuramente un bell’incentivo per i ragazzi ad impegnarsi sempre di più e a fare sempre meglio con l’obietti-vo di rendere il Club dei giovani uno dei fiori all’occhiello del Golf Club Asiago.

club dei giovani

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19Uno dei tanti gruppi che gra-vitano nel panorama spor-tivo-turistico scledense è il gruppo Ippico scledense presieduto da Ezio Marro-

ne con sede a Schio in Via Fornaci, 64. Li abbiamo visti intrattenere gli ospiti in occasione dell’evento scledense “la montagna in città” dell’ottobre scorso in cui con la collaborazione della Comunità Montana e la disponibilità delle aziende di Marcello Lora e della fattoria Sarto-re di Marano Vicentino, hanno creato in Valletta una vera e propria fattoria con animali da cortile e mucche oltre natural-mente ai 5 cavalli messi a disposizione dai soci del Gruppo Ippico scledense. “E’ stata una giornata positiva – afferma Ezio Marrone – con un buon afflusso di perso-ne; per noi è stata una giornata particola-re perché abbiamo avuto l’occasione di ospitare il “Gruppo Sorriso” di Malo con tutto il loro personale medico, un gruppo di portatori di handicap che ci ha fatto compagnia e siamo stati veramente lieti di aver potuto condividere con loro qual-che momento di gioia assieme ai nostri animali. La giornata è proseguita con la dimostrazione di mascalcia con la ferra-tura di un cavallo agli arti posteriori; c’è stato poi “il battesimo della sella” con la consegna del relativo attestato ai più piccoli saliti a cavallo che poi si sono ci-mentati nel colorare il manto dei cavalli sui disegni messi a loro disposizione”.Il Gruppo Ippico scledense conta una cinquantina d’iscritti; non è un circolo, i cavalli vengono tenuti nelle proprie residenze. I ritrovi per le passeggiate, le riunioni e le manifestazioni tradizio-nali, si svolgono in sede. Tra gli scopi dell’associazione c’è anche quello di rivalutare il territorio pedemontano e collinare che circonda la città e le loro attenzioni sono rivolte (ma non solo) verso il Tretto.Il programma delle escursioni del grup-po inizia da Poleo a metà gennaio (la domenica più vicina a S. Antonio Abate protettore degli animali) con la benedi-zione degli animali e un giro turistico al Tretto; c’è poi la Pasquetta a cavallo in sede per soci e simpatizzanti con l’a-pertura delle strutture a nostra dispo-sizione con ampia visita al Museo del Cavallo e della Civiltà Rurale con oltre 1500 reperti; la due giorni denominata Schio-Posina che è giunta alla 23esima edizione; la passeggiata da Danilo con l’escursione alla chiesetta di S. Valentino a Santomio di Malo; la montagna in città di ottobre e la conclusione della stagione il primo sabato di dicembre con la cena sociale.L’altra priorità del gruppo è rendersi disponibile ed essere al fianco di chi è meno fortunato e dei più svantaggiati con iniziative mirate e solidali. Con il Gruppo Ippico scledense c’è la possibi-lità di avvicinarsi al mondo dell’equita-zione per riscoprire la natura ed il nostro territorio che non ha confronti con nes-sun altro quanto ad ospitalità e bellez-za. Per informazioni si può contattare il presidente al cell. 328.8039444 oppure visitando il sito internet www.gruppoi-ppicoscledense.it.

a cavallo in cittàIl Gruppo Ippico Scledense, una realtà da conoscere e valorizzare di Enzo Casarotto

ippica

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la forza creatrice

In alta quota i fattori climatici (pre-cipitazioni, venti, luce, temperatura) e geografici (esposizione, altitudine) sono molto ostili alla vita delle pian-te e per questi motivi madre natura

le ha dotate di uno sviluppo capacitivo di adattamento che permettono loro di soprav-vivere anche in queste difficili condizioni ambientali.Il principale fattore che condiziona la so-pravvivenza in alta quota di piante e fiori è il brevissimo periodo vegetativo nel quale la pianta deve svolgere le sue funzioni primarie: la fioritura, la fruttificazione, la maturazione dei semi e il rinnovo degli organi.Queste attività sono ripartite su più anni: le piante pluriannuali a partire da una quota di 1800 metri sul livello del mare costituiscono quasi il 90% di quelle presenti.

I meccanismi di adattamento o di difesa sono di tipo interno ed esterno. I primari sono di natura chimica e consistono per esempio nell’aumento di zuccheri nel succo cellulare per abbassare il congelamento.I meccanismi esterni sono quelli direttamente osservabi-li perché legati alla morfolo-gia delle piante.Ad esempio, IL RODODEN-DRO ha una struttura legno-sa dei fusti con una sufficiente elasticità per sopportare il peso della neve, mentre altre specie alpine come la STELLA AL-PINA hanno una peluria che ricopre il gambo, le foglie e la corolla.Sopra il limite del bosco la vegetazione arborea si fa più rada e gli alberi vengono sosti-tuiti da arbusti contorti come il PINO MUGO, il RODO-

DENDRO e i SALICI STRI-SCIANTI hanno i fusti che si sviluppano con molta aderen-za al terreno.Le PIANTE ERBACEE dei pascoli alpini hanno foglie pre-valentemente in prossimità del suolo, quindi le stesse foglie in inverno essendo in via di disseccamento proteggono le gemme che si trovano anch’es-se a livello del suolo.Le piccole dimensioni di que-ste piante sono una efficace difesa dalla neve, dal vento e delle forti variazioni termiche.Certe specie vegetali si inse-diano sul terreno a forma di tappeto permettendo a loro di ridurre la superficie esposta all’aria. Questa diminuzione delle superficie aree è compen-sata dallo sviluppo dell’appa-rato radicale che consente alla pianta di ancorarsi al terreno e

resistere meglio alla neve e al vento.In montagna la luminosità pre-sente è molto intensa, quindi costringe le piante ad un super lavoro di fotosintesi e ad as-sorbire più aria per una minor presenza di anidride carbonica.Questo lavoro è localizzato nel cosiddetto “tessuto a palizzata” che ha uno spessore maggiore e quindi le foglie delle piante e i fiori in montagna hanno uno spessore più grosso.In montagna spesso i perio-di lunghi di siccità privano le piante di un elemento vitale primario che è l’acqua, però, anche in questo caso un com-plesso di adattamenti consen-te di limitare la traspirazione delle foglie; ci sono foglie con rivestimenti cerosi o di peluria che fungono da filtri e le stes-se parti delle piante talvolta,

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21piccole dolomiti

La straordinaria forza creatrice della natura nei fiori e nelle piante di alta quota

si trasformano in serbatoi per l’acqua.Alcune specie di piante ema-nano un profumo intenso come ad esempio la Negritella assol-vendo una precisa funzione, at-tirare i pochi insetti presenti in alta quota per l’impollinazione.L’impollinazione e la disper-sione di semi è un’azione im-portantissima per la moltiplica-zione della specie.Gli insetti, soprattutto i bom-bi, hanno un ruolo importan-te nell’impollinazione, anche se l’autogamia è un fenomeno frequente.La dispersione dei semi è ge-neralmente garantita dal vento, in particolare durante le turbo-lenze atmosferiche autunnali e invernali.I semi di molte piante al-pine e in particolare delle

genziane, non germinano se non dopo un periodo di basse temperature, intorno allo zero grado termico, di durata da po-che settimane a qualche mese. Questo adattamento fisiologico impedisce la germinazione au-tunnale e i danni che derivereb-bero dai primi geli invernali. In alta quota possiamo dire che le severissime condizioni cli-matiche consentono solo la vita alle piante che si sono adattate a vivere con periodi vegetativi molto brevi, a volte anche di un solo mese.

di Dorino Stocchero

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Leo, talento puroLeonardo Bevilacqua campione veneto nella categoria agonisti MX1 di Antonio Rosso

foto Alfredo Miola

Il 2010-2011 è stata una stagione importante per il Moto Club Vicenza che assieme al GIS Team Enduro, ha piazzato ben

15 piloti nei primi 10 posti nei campionati: Motocross Vene-to CSEN, Enduro Triveneto e Italiano Senior FMI.Per quanto riguarda il moto-cross, nel campionato veneto del CSEN (Centro Sportivo Educativo Nazionale di pro-mozione sportiva, riconosciuto dal CONI) si è imposto nella categoria agonisti MX1, il vi-centino di Arzignano, Leonar-

do Bevilacqua, classe ’87.Gareggia da circa 10 anni con buoni piazzamenti, questo, però, è il suo primo titolo, centrato vincendo sette gare su nove. La stampa specializzata lo ha definito: “perfetto per velocità e sicurezza di guida, nonché rullo compressore della classe MX1”.Come si arriva a questo? Gli abbiamo chiesto.“Innanzitutto serve la passione ed un mezzo tecnico adeguato (Leonardo corre infatti con una Honda 450 cc, personale). E’ il punto di partenza. Poi, per avere dei risultati è necessario correre molto ed allenarsi fisicamente. Mi alleno in moto con continu-ità su vari tracciati, da solo, ma,

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23vicenza

Page 24: Sportivissimo Novembre

24soprattutto, assieme a Diego Nicoletti, campione italiano 2010 di enduro, del mio stesso moto club. Da no-vembre a marzo, fin quando non iniziano le gare, svolgo, anche, un intenso allena-mento individuale in pale-stra: corsa, cyclette, esercizi specifici per avambracci e spalle. Importante, per un pilota, avere forza ed essere elastici.Un’altra componente è la scuderia per cui si corre. Per me è stato fondamentale l’incontro con il Moto club Vicenza ed il suo team ago-nistico, in particolare con il presidente Giulio Miglio-rato e Manuel dal Molin, meccanico, che ringrazio dalle pagine di Sportivissi-mo, non solo per l’assisten-za tecnica avuta durante le gare, ma anche per il clima positivo che hanno saputo creare tra i piloti. In que-sta scuderia corrono più di cento piloti che gareggiano da marzo ad ottobre e sono tutti seguiti personalmente dal presidente e da Manuel.Per ultima, ma non meno importante, è stata la colla-borazione che mi ha offerto la famiglia, mio padre per primo e la mia fidanza-ta per la pazienza con cui continua ad accogliere i miei allenamenti e che mi segue in tutte le gare”.Fermo restando quanto ci hai detto, cosa consigliere-sti come primo passo a chi volesse dedicarsi a questo sport?“Gli consiglierei di andare da un negoziante o da un appassionato serio e com-petente che lo indirizzasse ad un moto club in grado di valutarlo e supportarlo fin dall’inizio in modo da defi-nire il percorso sportivo più efficace”.

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valdagno

Valdagno, a un mese dal via delle com-petizioni ufficiali è già tempo di cam-biamenti. Il nuovo

presidente dell’Hockey Valdagno è Paolo Centomo che raccoglie l’eredità di Dino Repele mentre il vicepresidente è Cristina Ponza. Repele rimane come consigliere interno della società. Si tratta di una scelta che va inquadrata in un’ottica di continuità. Centomo torna alla presidenza dopo la for-tunata esperienza degli anni ‘90 quando in pista brillavano stelle del calibro di Valverde e Trin-dade. Ben altra storia invece per l’allenatore. Gaetano Marozin è stato esonerato e il nuovo mister è Franco Vanzo. Per motivi di lavoro Vanzo sarà a disposizione della società dal 21 novembre. Fino a quella data la guida tec-nica della prima squadra è stata affidata a Giuseppe Cocco. La partita casalinga contro il Matera di martedì 22 novembre segnerà il debutto in panchina di Van-zo. Il presidente Paolo Centomo spiega i motivi alla base della

Nuovo presidente per l’hockey Valdagno: Paolo Centomo prende le consegne da Dino Repele che rimane nel Consiglio della squadra: una storia vincente che continua.

Centomopresident

nel segnodi Recalac

L’a z i e n d a Recalac di p r o p r i e t à della famig lia Cracco

si è presentata ufficialmen-te alla stampa. Si tratta del main sponsor della stagio-ne agonistica 2011-2012 che sarà a fianco dell’Ho-ckey Valdagno sia in cam-pionato che in Eurolega. In pista lido era presente la famiglia Cracco al gran completo: Domenico detto Nico, la moglie Rita Ze-nere e i figli Ugo, Giulio e Nicolò. Vista l’importanza dell’evento era presente il

presidente regionale del-la Fihp Giorgio Grigolato mentre per la società Ho-ckey Valdagno vi erano il presidente Paolo Centomo, il vice Cristian Ponza, i consiglieri Dino Repe-le e Francesco Lorenzi e Andrea Leonardi. In rap-presentanza della prima squadra il capitano Dario Rigo. Recalac, acronimo per resine, caseine e lac-che, è un’azienda chimica con sede ad Arzignano. Il titolare, Domenico Crac-co, è però valdagnese doc. “Fino a 28 anni -ri-corda- ho abitato proprio

Presentato il nuovo mainsponsor dell’Hockey Valdagno

decisione: “Dopo la vittoria in Supercoppa, la squadra ha falli-to l’obiettivo di centrare la fina-le di coppa Italia. Un traguardo importante non raggiunto che, tra l’altro, ha tolto al Valdagno la ghiotta opportunità di un der-by vicentino con il Bassano ‘54. Anche le prestazioni in campio-nato sono state stentate e, quando si è vinto, non si è espresso quel gioco brillante che da Marozin ci aspettavamo”. Nell’ultimo mese è arrivato anche l’atteso main sponsor: l’azienda Recalac che completa l’ultimo tassello sicura-mente utile per affrontare al me-glio la stagione agonistica. Ve-nendo alla pista, il Valdagno non ha centrato l’obiettivo della fina-le di coppa Italia e in campionato ha avuto nelle prime tre partite un andamento altalenante. Vit-torie casalinghe contro Molfetta e Follonica inframmezzata dalla sconfitta di Seregno. A parziale giustificazione bisogna ricorda-re che la squadra presenta ben 5 volti nuovi e quindi sicuramente necessita di un periodo di rodag-gio. Inoltre due big del calibro di Tataranni e Nicolia sono reduci dal mondiale che lascia sempre un po’ di scorie. Quest’ultimo ha anche sofferto di pubalgia ed è stato costretto a saltare alcuni match. L’obiettivo è quello di tornare a vincere e convincere nel più breve tempo possibile. Al tecnico Franco Vanzo il compito di plasmare un gruppo che sulla carta ha tutte le qualità, sia tec-niche che umane, per poter fare grandi cose.

Un grande spetta-colo di hockey giovanile è anda-to in scena dome-nica 30 ottobre e

martedì 1 novembre al Pallido di Valdagno. L’occasione è stato il “1° Trofeo del Mago”. Due giorni di divertimento e sport organizzati dall’hockey Valdagno, da dirigenti del set-tore giovanile e da tanti genito-ri appassionati per festeggiare i 30 anni di attività di un gran-

“1° trofeo del Mago” per i 30

anni da allenatore di Orazio Manni

quel mago di Orazio

de allenatore di bimbi: Orazio Manni. Con lui sono cresciute più generazioni con pattini e stecche, si sono divertite con le sue piccole ma grandi magie: cose semplici ma che strappano sempre un sorriso. Orazio ha visto passare negli anni molti bambini che sono diventati campioni. In pista martedì ad omaggiarlo c’e-rano Mattia e Giulio Cocco, Marco Vallortigara, Alberto Peripollli, Davide Piroli in rappresentanza dei tanti suoi allievi. Per quanto riguarda il torneo, i bimbi del miniho-

ckey e dell’under 10 hanno dato vita a bellissime e com-battute partite, sempre nel se-gno della lealtà e del rispetto reciproco, proprio come de-sidera il mago Orazio. Altro obiettivo centrato, il successo di pubblico con tante perso-ne ad affollare gli spalti per tifare per la propria squadra, sempre nel segno della massi-ma sportività. Per la cronaca, ad aggiudicarsi il trofeo nella categoria minihockey è stato il Trissino, mentre nella cate-goria under 10 ha vinto il Bre-ganze. L’hockey Valdagno è giunto secondo in tutte due le categorie. Alle premiazioni finali hanno partecipato i diri-genti dell’Hockey Valdagno, la prima squadra, l’assessore allo sport Alessandro Grainer e il presidente regionale Fihp.

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27nella zona del ponte della Vittoria e della pista lido. Ho giocato a calcio nel Marzotto nelle giovanili a metà degli anni ’60 quando la squadra militava in serie C. E poi, vista la vicinanza con la pista lido, mi è capi-tato di prendere la stecca e fare qualche tiro in più di un’occasione. I miei figli, Ugo e Giulio, hanno gio-cato anche loro a calcio. Insomma lo sport è una passione di famiglia. Pro-prio per questo appena ho sentito che l’hockey aveva bisogno di uno sponsor ho accettato con entusiasmo questa nuova avventura. Ritengo -conclude Cracco- che l’hockey valdagnese sia una delle più belle real-tà della città e un orgoglio di tutti quindi sono felice di essere entrato a far parte di questa famiglia”. Per Re-calac si tratta della prima sponsorizzazione ufficiale nello sport, un mondo che comunque tutta la famiglia apprezza. L’azienda ha in-teressi nei mercati spagno-li e portoghesi, due nazio-ni dove si mangia pane e hockey. Anche per questo

inizialmente i Cracco sembra-vano interessati a sponsorizza-re la squadra solo in Euro-lega ma poi si sono lanciati nell’avventura a 360 gradi. La signora Rita e i figli hanno messo in evi-denza che “il mondo dell’ho-ckey rappre-senta qualcosa di nuovo ma già dalle prime apparizioni al Palalido siamo rimasti con-quistati dalla velocità del gioco e dalla sua spettacolarità”. Ugo, Giulio e Nicolò si sono interessati al settore gio-vanile: “Coinvolgere i gio-vani è fondamentale anche perché lo sport ha un alto valore educativo. Ci au-guriamo in futuro di poter collaborare a un progetto per valorizzarlo ulterior-mente”. Il presidente Pao-lo Centomo nel ringraziare

Recalac per l’impegno, ha messo l’accento sul fatto che ” la squadra è forte, la società seria e ci attendia-mo buoni risultati. L’ho-ckey rappresenta un uni-cum nel panorama sportivo valdagnese visto che, dopo il disimpegno della Mar-zotto, non solo è rimasto ai vertici ma è arrivato a vincere, cosa mai riusci-ta in oltre 70 anni di sto-

ria. Nelle altre discipline sportive della città invece si è assistito a un declino. Il salto di qualità è stato il rapporto che si è instaurato con Rossino che si occupa di marketing e va a caccia di sponsor. Nel caso della Recalac dobbiamo ringra-ziare anche Leonardi che si è dato da fare per la ri-uscita dell’operazione. Per quanto riguarda il settore

giovanile stiamo lavoran-do a un progetto ambizioso per riorganizzarlo elevan-do il livello di insegnati e allenatori per avere risul-tati qualitativi sempre più importanti. Altro progetto ambizioso -conclude Cen-tomo- è far si che Valdagno diventi la città dell’hockey spostando i centri estivi fe-derali da Tonezza a Recoa-ro e Valdagno”.

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il fondodel futuro

Didattica ufficiale italiana

FISICONI

SCI DI FONDO

Nuova didattica per l’insegnamento dello sci di fondoE’ stata presentata a Modena nel corso di Ski Pass la nuova didat-tica ufficiale dello Sci di Fondo Italiano. Dopo dieci anni, la Fisi pubblica questo importante e inno-vativo lavoro volto alla formazione e alla professione dei maestri di sci. Come già per i colleghi dello sci alpino, esso ha una doppia re-alizzazione: in formato video, che permette la visione dinamica dei vari livelli e dei relativi esercizi, e in formato libro per gli approfondi-menti tecnici e culturali in genere. Il lavoro, frutto di anni di ricerche, è stato coordinato dall’Istruttore Giuseppe Piller Cottrer e ha impe-gnato molti istruttori, ciascuno dei quali si è fatto carico di approfon-dire un certo aspetto della nuova progressione che abbraccia tutte le molteplici possibilità dello sci di fondo. Si spazia dall’agonismo

azzurro, massima espressione dello sci mondiale, all’avviamento dello sci nei bambini in età prescolare; dallo sci per chi vuole iniziare a quello di chi vuole perfezionarsi; dal passeggiare tra i boschi alle nuovissime proposte dello sport-wellness. Un lavoro articolato che mette lo sci di fondo al centro delle iniziative sportive, ricreative e tu-ristiche della montagna invernale, dando al maestro di sci la possibili-tà di incontrare e soddisfare tutte le esigenze dello sciatore fondista, il quale potrà trovare in tutte le scuole italiane professionisti preparati per piacevoli e proficue lezioni di sci.

NUOVO NEGOZIODI CALZEE ABBIGLIAMENTO

Spagnago di Cornedo (tra la palestra Pegaso e il bar Veneto)

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Page 29: Sportivissimo Novembre

29valdagnoinventario

di stagioneNoi di MCR Race Team abbiamo voluto chiudere l’estate 2011 or-ganizzando il nostro primo Open Day di fine estate il giorno 1° Ottobre: carne alla brace, birra alla spina e ottima musica con la rock band “The Wire”. Una bella occasione che abbiamo voluto cre-are per passare una giornata con i nostri associati ma aperta a tutti per farci conoscere un po’, per presentare i servizi che offriamo, per raccontarsi delle gare disputa-te, delle belle scampagnate da soli o in compagnia, dei piccoli e gran-di tour fatti durante la bella stagio-ne…un’occasione che vorremmo ripetere ogni anno sempre più alla grande!Parlando di fine stagione, faccia-mo i nostri migliori complimenti a Michele Cracco del Motoclub Brogliano che si è aggiudicato il titolo del campionato Triveneto CSEN Pit Bike Cross 2011 che ha così commentato la sua avventura “è stato un bel campionato, buona l’organizzazione e belli i crosso-dromi che ci hanno ospitato; mi sono molto divertito a battagliare con i miei avversari e spero che l’anno prossimo ci siano più piloti in pista perché ci si diverte pro-prio alla grande anche con le pit! Ringrazio chi mi ha supportato in questa stagione: il moto club Brogliano, Ferramenta De Mar-chi di Brogliano per lo sponsor e MCR Race Team per il supporto tecnico”.Seguono Cracco Michele nella classifica finale di campionato Bortolan Luca impegnato anche nello scooter cross e Vezzù Giada pilota anche del campionato su-permoto triveneto nella categoria Lady Motard (4° classificata, vai Giada sii di esempio per altre la-dies!!).E voi, si voi che state leggendo…che covate quella passione per la moto ma magari non avete il co-raggio o il supporto per provare a fare una garetta…ricordatevi che non serve necessariamente un capitale per scendere il pista, non serve neanche un genio della manetta…l’importante è comin-ciare…come quei ragazzi che rin-graziamo perché ci hanno invitato un pomeriggio a girare nella loro “pistina” da cross dietro casa tra risate e piccoli consigli…o chi ci viene a trovare perché magari non ha il trasporto per andare a girare nei kartodromi…noi Vi aiutiamo volentieri anche in questo.

L’inverno è ormai alle porte e, anche se a malincuore, la maggior parte dei motociclisti si met-

te con impazienza ad aspettare il ritorno della bella stagione: c’è chi si allena in palestra per ripartire più in forma che mai; c’è chi dopo le scorribande estive ne approfitta per ripas-sare con cura da cima a fondo la sua moto eseguendo (o fa-cendo eseguire, per i profani della meccanica) un’accurata

manutenzione globale e magari perché no… un

cambio look; c’è chi in-vece salta sulla moto da cross o da trial e noncurante delle si-tuazioni meteo un po’ avverse continua a darci dentro!

di Monica Voltolina

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30schio valdagno

Conclusa la stagione agonistica 2011, si iniziano a tirare le somme e le prime graduatorie nazionali pubblicate dalla FIN vedono Famila Schio Nuoto presente ed in evidenza nell’attività agonistica del nuoto in acque libere

di Franco Decchino

Infatti, in questa spe-cialità, nelle classifi-che nazionali assolute “Agonisti”, Roberto Decchino risulta piaz-

zato al 46° posto nel mez-zofondo ed al 38° nel fondo mentre Gianmaria Collicel-li al 52° nel fondo, mentre nelle classifiche nazionali Categoria “Senior” Roberto Decchino ha segnato il 14° piazzamento nel mezzofon-do ed il 21° nel fondo, spe-cialità dove anche Gianma-ria Collicelli si è posizionato al 26° posto. Risultati che nella classifica nazionale per Società 2011 “Agonisti” hanno contribu-ito a far posizionare Famila Schio Nuoto al 40° posto tra le 67 a punti.Prima Società vicentina e 6ª del Veneto alle spalle del Team Veneto, Montebelluna, Venezia, Ranazzurra ed Adria Nuoto.Risultato notevole se si consi-dera che ad ottenerlo, contro squadre composte da molti elementi, è stata una “com-pagine” di 2 soli atleti parte-cipanti al minimo di 5 gare valide per le classifiche nazio-nali di specialità a cui si sono aggiunti i punteggi ottenuti da alcuni altri Agonisti scledensi, vedi Barbiero, Greselin, Man-toan, Recher, Retis e Zampe-se, che hanno partecipato in maniera saltuaria all’attività di mezzofondo e fondo ottenen-do comunque punti utili per la classifica per Società. Non di meno sono stati i ri-sultati ottenuti dai “Master” scledensi che nel fondo hanno

visto Riccardo Furiassi po-sizionarsi al 5° posto tra gli M55 e Mirko Spanevello al 12° tra gli M30 mentre nella classifica del mezzofondo pre-senti ancora Furiassi, piazza-to al 4° posto tra gli M55 e Spanevello ancora al 12° tra gli M30. Risultati che nel comples-so hanno permesso ad ASD Schio Nuoto, Società a cui fa capo l’attività Master, di qua-lificarsi come 55ª società su 288 a punti.Terza Società vicentina alle spalle della Leosport e Città Sport (VI) ed 8ª del Veneto alle spalle del Natatorium (TV), Leosport, Città Sport (VI), Rari Nantes (VE), Adria Nuoto, Nuo-tatori Veneziani e Riviera Nuoto Dolo (VE).Anche per i Master vale la stessa considerazione fatta per gli Agonisti cioè che il risul-tato è stato ottenuto principal-mente da 2 Atleti a cui si sono aggiunti punti ottenuti dalle femmine Fontana, Giordan e Grotto e dai maschi Trib-bia e Zenere.Sia per gli Agonisti che per i Master sono stati sostanziali i miglioramenti rispetto le po-sizioni ottenute nelle stagioni precedenti.Si è ora in attesa delle classifi-che riferite all’attività in vasca dove si attende confermato un consuntivo stagionale all’inse-gna di una continuità che dura da molti anni a premiare l’otti-mo lavoro svolto da atleti, tec-nici e dirigenti e che tutti si au-gurano possa proseguire anche per il futuro con l’inserimento di nuovi nomi provenienti dal-le categorie giovanili.

Il nostro Giannino Danieli ci racconta Riccardo Furiassi, campione a tutte le età

di Giannino Danieli

Indiscutibilmente per-sonaggio popolarissi-mo, nella quotidianità un carattere d’acciaio ma anche tanto altrui-

smo, per la storia dello sport (è stato nuotatore di buon li-vello) un campione evergreen. Ci sta tutto questo in Riccardo Furiassi, pesarese di origine ma valdagnese ad honorem.Furiassi era arrivato a Valda-gno nel ’76 in cerca di lavo-ro. Per trent’anni è stato in-segnante di educazione fisica alla scuola media di Novale. Nell’ultimo quinquennio è invece passato al tecnico com-merciale geometri Pasini di Schio.Ma nei suoi trascorsi c’è anche una discussa comparsa in tivù. “Era il 1984 –ricorda Furias-si- e fui il primo in Regione a finire davanti alle telecamere per parlare di Medjiugorie. La realtà odierna di quel luo-go di culto dice chiaramente che avevo ragione delle mie convinzioni. Medijugorie è un centro di spiritualità mon-diale. E ci sono molti pullman che partono dal Veneto per andare là”.

Nel sangue di Furiassi, co-munque, c’è sempre stato lo sport. Dall’80 all’84, a Valdagno, è stato allenatore del settore atletica della Po-lisportiva Fiamm. “I ragazzi –rammenta- ottennero ottime performance nella specialità della velocità e nella velocità prolungata”.Uomo di sport Furiassi, ma

anche pieno di slancio come una locomotiva quando si tratta di solidarietà. Dal ’93 al ’95, periodo della guerra in Bosnia, organizzò cinque viaggi umanitari. Coinvolse medici e pediatri per procu-rare medicine. A la parroc-chia di Novale. In Bosnia fi-nirono 150 milioni di lire. “E gli aiuti -sottolinea Furiassi- vennero destinati sia ai mu-sulmani che ai cattolici”. Nell’ultimo triennio Riccardo Furiassi si è iscritto allo Schio Nuoto SSD. “Gli allenamenti sono frequenti -dice- e l’im-pegno notevole”. La conferma concreta del talento è arrivata con la vittoria nei Campionati ragionali Master 55. “Mi sono pure dedicato a gare di fondo in Adriatico –continua-. E nel 2010 ho cominciato a fare se-riamente con quattro allena-menti alla settimana in prepa-razione ai Campionati italiani Master a Roma”.Riccardo Furiassi quest’an-no si è laureato campione regionale a Lignano nei 50 delfino e nei 100 stile libero. Poi a giugno ha centrato l’o-biettivo vincendo, nella sua categoria, i 50 delfino (32” 17 centesimi) e arrivando se-condo nei 100 delfino.“Ma ho cercato anche -preci-sa- di fare più gare possibili, tra fondo e mezzofondo, in ac-que libere”.Proprio grazie alle sue caratte-ristiche organiche Furiassi si è trasformato da velocista puro in fondista. Una svolta che gli diede ragione perché vinse

acque libere campioneevergreen

Page 31: Sportivissimo Novembre

31cornedolo squash

vicentino volaben sei gare: Anzio, Monfalcone, Caorle, Villa San Giovanni, Massina, Caldonazzo (10 km). Nel mezzofondo sono state cen-trate altre quattro gare: Grado, Caorle, Caldonazzo (4 km) e Lerici.

Risultati che hanno fatto sì che nella gradua-toria nazionale sia arrivato un piazzamento al quarto posto assoluto nel mezzofondo e al quinto nel fondo. “Sono stato l’unico -ci tiene a precisare- ad indossare il costume ‘normale’ e non il body che permette di gua-dagnare minuti”.Sulla gara più importante vinta Furiassi non ha assolutamente dubbi. “La traversata del-lo Stretto di Messina in 2 ore e 13 minuti. In quell’occasione si ritirò un quarto di con-correnti. Mentre nuotavamo vedemmo una balenottera di passaggio sulla costa cala-brese”.Il Prof è tutt’altro che intenzionato a fermar-si del tutto. “Il 2012 sarà un anno sabba-tico –afferma-. Ma nel 2013 ritornerò alla carica”.Potremmo definire Furiassi “moto perpe-tuo” visto che spazia anche in altri campi. Continua infatti a scrivere libri di storia. Il prossimo uscirà a Natale. Protagonista sarà il reparto Gamma della 10.a MAS, che era di stanza alla piscina di Valdagno tra il ’44 e il ’45. Era formato da assaltatori subac-quei. Uno di questi, guarda caso originario di Pesaro, fu il primo istruttore di nuoto di Furiassi.

Nel torneo nazionale giovanile di Modena il vivaio vicentino composto dai ragazzi delle società Pegaso Cornedo e Summano Piovene e guidato dal maestro Diego Bertoldo conquista due dei quattro titoli assegnati grazie a Chiara e Marta Brunello e ottiene altri ottimi

piazzamenti.

UNDER 19 FEMMINILE: Chiara Brunello (Pegaso) si impone al termine di una bella partita sulla junior di interes-se nazionale napoletana Benedetta Buc-calà per 3/1. Particolarmente emozio-nante il terzo game portato a casa dalla piovenese per 20/18. Terzo posto per la riccionese Magnani.UNDER 15 FEMMINILE: Marta Brunello (Summano) vince il torneo al termine di una emozionante finale sulla genovese Paola Moretti. 3/2 il punteggio finale con la giovane piovenese avanti 2/0 e poi capace di concludere vittoriosa l’ultimo game per 12/10. Ottimo anche il

terzo posto della tredicenne di Santorso Alessia Erle (Summano) davanti alla ric-cionese Beatrice Magnani.UNDER 17 MASCHILE: buono il quarto posto di Christian Perin (Pegaso) grazie alle vittorie su Longinotti e Ta-vella. Nulla da fare nella semifinale con Farneti e nella finalina per il terzo posto con Cipolletta. Vince Ventrice su Farneti.UNDER 15 MASCHILE: Nicola Fa-brello (6°), Andrea Bertoldo (8°) e Mar-co Zordan (9°) si sono ben comportati in un torneo molto competitivo vinto dal barese Lasciarrea sul torinese Ludovido Cipolletta.

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Come ormai gli ap-passionati lettori di SportiVissimo sanno, io faccio parte della Scuola

di Arti Marziali cinesi ASD ITALIA POON ZE TEAM diretta dal Maestro Giuseppe Bon e della quale sono Istrut-tore di Taijiquan presso la As-sociazione Progetto Musica di Valdagno ormai da qualche anno.Ho cercato in questi anni di di-vulgare, per quanto mi è stato possibile, la grande educazio-ne fisica, mentale e la discipli-na che in generale gran parte delle Scuole di Arti Marziali insegnano agli allievi concen-trandomi spesso sul Kung Fu sia come arti cosiddette “ester-ne” che “interne” delle quali la più conosciuta, ma nello stes-so tempo la più “incompresa”, spesso per grande confusione di chi tenta di insegnarla, è il Taijiquan. Io vorrei scusar-mi per non avere dedicato lo spazio giusto ad altre Scuole e Discipline, il mondo delle Arti Marziali è veramente incredi-bile anche se i principi molto spesso sono gli stessi, ma il più delle volte le stesse Scuo-le non si propongono, non so, forse perché non “c’è tempo” o perché non riescono a scri-vere qualcosa... Beh, appro-fitto per dire “innondatemi”

pure di e-mail con una sempli-ce descrizione della Scuola o dell’Arte che viene insegnata o di risultati ottenuti che poi ci pensiamo noi a contattarvi e a mettere insieme un articolo che “porti a conoscenza” dei lettori i sacrifici e i risultati ottenuti!Infine prima di raccontarvi della entusiasmante settimana che la nostra Scuola vicentina ha vissuto tra la Competizio-ne Internazionale alla Fiera dell’Oriente tenutasi a Massa Carrara e il Campionato Ita-liano Chan Wu organizzato a Jesolo, vorrei ancora una volta scrivervi qualcosa sul Taiji-quan che nel vicentino dà mol-te soddisfazioni per la serietà, competenza, ricerca continua e storia di insegnamento con cui è vissuto e insegnato, so-prattutto per merito del mio Maestro Bon Giuseppe.Lo voglio fare perché mi giunge notizia che qualcuno “intorbidisce” questa Arte Marziale sminuendola a sola ed esclusiva “ginnastica per la salute”, senza nulla togliere a quelle discipline che fanno della salute e dello star bene il loro principale elemento di attrazione. A tutti questi vorrei dire “ma perché non vi leggete la vera storia e non le leggende!”, “perché non fate i bagagli

Grandezza di una delle più affascinati Arti Marziali; i successi della scuola vicentina ITALIA POON ZE’ TEAM del Maestro Giuseppe Bon ai Mondiali di Massa Carrara e ai Campionati Nazionali di Jesolo

di Massimo Neresini

la grandezza del Taijiquan

Page 33: Sportivissimo Novembre

33valdagno

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e andate a vedere cosa è il vero Taijiquan in Cina dove è nato? Beh, io l’ho fatto più di una volta e ho potuto in que-sti anni affrontare, al seguito del mio Maestro, viaggi nel mondo per parlare e pratica-re e tentare di capire il senso di movimenti che altrimenti non avevano significato.Così ho potuto percepire le prime scintille di allinea-mento dell’energia e come queste nascono e si trasfor-mano nelle “applicazioni” in una esplosione di energia in cui la forza o i “muscoli” non servono per niente se non a fare l’opposto, cioè proprio opporsi allo scaturire del mo-

vimento posturale corretto ed esplosivo del Taijiquan.Non si danno calci, pugni, prese o spinte come siamo abituati a vedere ma, dai mo-vimenti appropriati a “spi-rale” che nascono dai piedi, si accrescono nella vita per trasmettersi lungo la colon-na, con l’effetto di una fru-sta, scaturiscono con grande energia nelle mani, sapevate che il “bang” della frusta rag-giunge e supera la barriera del suono! Ma questo è il fine del Taijiquan come Arte Mar-ziale e a qualcuno questo non piace! Ma è la vera essenza di questa Arte, come possia-mo dimenticare perché è nato

A.S.D. Italia poon-ze team del Maestro Giuseppe Bon info: www.poon-ze.comcell. 328 7304862Facebook attivo per contatti.Sempre avere un nuovo traguardo… “chi si ferma è per-duto!” diceva il gran-de Totò… che abbia praticato anche lui?

Il mese scorso è stato ricco di soddisfazioni per il team di Sportivissimo, ben

due nostri storici collaboratori, Dorino Stocchero e Franco Spanevello, sono

stati premiati con la Stella delle Piccole Dolomiti, e il nostro Massimo Neresini,

fondatore della rivista e sempre presente con i suoi articoli in ogni numero dei

60 pubblicati, ha fatto incetta di premi sia nel Campionato Mondiale PWKA

disputatosi a Massa Carrara il 5 e 6 novembre scorso, dove ha ottenuto due secondi

posti nel Taijiquan stile Chen e nel “open” armi con una forma di Ventaglio Yang, sia

nel fine settimana successivo nel 4° Campionato Italiano Open Chan Wu tenutosi a

Jesolo, dove alla presenza del Presidente della Federazione si è aggiudicato 4 ori in

4 gare di Taijiquan stile Chen, Stile Yang 42 spada, forma codificata mista “Beijing”

42 e forma di Ventaglio con la soddisfazione di essere premiato come “MIGLIORE

ATLETA TAIJIQUAN”. Grande, grandissimo Massimo. Ci piace sottolineare la sua

impresa perché essa ci riconferma uno dei principi della rivista: i collaboratori di

Sportivissimo sono prima di tutto atleti della disciplina di cui scrivono. Se poi fanno

anche risultati, allora è il massimo!

Neresini è allievo del Maestro Bon Giuseppe ed è Istruttore di Taijiquan presso

la Associazione Progetto Musica (sopra Faccin Auto) A Spagnago di Cornedo

tel. 0445-431189

sempre Massimodi Luigi Borgo

Page 34: Sportivissimo Novembre

34

e come si è sviluppato? Io posso capire che a qualcuno piaccia so-lamente la parte “coreografica”, anche noi la pratichiamo e ci pia-ce essere morbidi e rilassati... ma non solamente delle “marionette” senza energia propria... e faccia-molo crescere il “semino” che tutti noi abbiamo dentro, faccia-mo in modo che questo diventi un forte, grande sistema energetico e poi avremmo dei grandi benefici anche per la nostra salute sia fisi-ca che mentale per vivere meglio ed affrontare i veri problemi che la vita odierna ci impone!Ho potuto parlare con diversi Maestri, anche provenienti da di-verse discipline marziali, e Istrut-tori provenienti da diverse parti del Mondo, che hanno praticato e praticano tuttora diversi stili... ma vuoi dire che tutti questi non hanno capito proprio niente?Allora facciamola finita con le “magie” e con i “profeti del Tai-ji”! E questo lo voglio proprio bisbigliare nelle orecchie di chi non ha capito proprio nulla. Sai io non grido ma voglio chiedere “quando si parla di peng, lu, ji...” a cosa pensi che si alluda? Forse a movimenti coreografici o tipo “yoga cinese??”, no, no sono i cosiddetti “cancelli” cioè le vie di accesso o le tecniche per arrivare alla applicazione marziale. Que-ste si fanno anche nello stile più morbido, lo Yang, che ha perso la vera e propria marzialità a favore di movimenti più coreografici e diciamo che tutti più facilmente possono fare... ma io contesto fortemente quando si sussur-ra che questo è il vero Taiji. Questa è una delle svariate trasformazioni del “vero”

anno fa a studiarne la complessa lingua.Ma adesso bando alle chiacchiere e via ai risultati.A Massa Carrara ci arriviamo dopo un viaggio pieno di incer-tezze per la strada ancora piena dei tristi ricordi della alluvione disastrosa di qualche settimana fa.Quando entriamo nella grande struttura di Massa, dove l’alle-stimento della Fiera Internazio-nale d’Oriente ti avvolge con i profumi, i colori e le Arti varie provenienti da quello che era il lontano Oriente, dimentichiamo anche noi il disastro che ha di-strutto case e famiglie a pochi km di distanza e ci chiudiamo nella concentrazione obbligata quando affronti l’impegno di una compe-tizione a maggior ragione quando questa è internazionale, sono pre-senti rappresentanti di 13 paesi e diverse televisioni nazionali ed estere, con collegamenti impor-tanti come quello effettuato in diretta su RAI2 nella trasmissio-ne “Quelli del calcio”. Ritiriamo i “pass atleti” e ci prepariamo alle gare. Beh l’organizzazione delle competizioni non è pro-prio superba comunque si parte e alla fine portiamo a casa 3 ori con Boriero Paola (Taijiquan stile Yang), Carollo Maria (Kung Fu tradizionale) e Miglioranza Lo-renzo (Sanda light), 6 argenti con Neresini Massimo (Taijiquan sti-le Chen e 42 codificata Beijing), Toniolo Andrea (con due argenti nel Kung Fu tradizionale mani nude e armi lunghe), Boriero Pa-ola (Taijiquan stile Yang spada) e Neresini Leonardo (Kung Fu tradizionale mani nude) e 2 bron-zi con Tiso Luca (Kung Fu tra-dizionale mani nude) e Neresini Leonardo (Taijiquan stile Chen). La manifestazione si chiude con grandi spettacoli di molte Arti Marziali organizzato da WTKA e PWKA (Professional KungFu WuShu Association) e con dan-ze e attrazioni delle varie attività nate o provenienti dall’Oriente. E’ stato sicuramente emozionante per tutti partecipare ad un even-to così importante e di prestigio, campionato mondiale PWKA, e portare a casa, con orgoglio, una presenza importante del nostro sport vicentino a confronto con diverse realtà italiane e straniere. Non passa che una settimana e ci spostiamo a Jesolo, per una im-portante manifestazione sportiva dove le arti marziali tradizionali cinesi, il Taijiquan, il Kung Fu tradizionale e Wushu Moderno sono protagonisti delle gare e delle esibizioni nell’ambito del 4° Campionato Nazionale Chan Wu Open, presso il Palazzo del Turismo al Lido di Jesolo. Ragaz-zi siamo forti! Portiamo a casa 19 ori con Neresini Massimo (4 ori nel Taijiquan stile Chen, 42 codi-ficata Beijing, 42 spada stile Yang e forma di Ventaglio), Faccin Va-lentina (2 ori nel WuShu forma di bastone e Kung Fu tradizionale a mani nude), Boriero Paola (1 oro nel Taijiquan spada stile Yang),

Neresini Leonardo (3 ori nel San-da cat. Speranze 15-17 anni no-nostante i suoi 13 e Kung Fu ani-mali Tang Lang e armi lunghe), Peron Francesco (1 oro nel Sanda Cat. Ragazzi), Urbani Rachele (1 oro nel Kung Fu armi corte), Bassanese Lara (1 oro nel Kung Fu armi corte), Greco Alex (1 oro nel Kung Fu mani nude) e Coraz-za Simone (1 oro nel Sanda light 8-10 anni); aggiungiamo i 10 ar-genti con Nico Fabio (2 argenti nel Taijiquan stile Yang 24 e spa-da), Gasparella Fabio (2 argenti nel Kung Fu tradizionale armi lunghe e WuShu armi lunghe), Neresini Leonardo (1 argento nel Kung Fu tradizionale mani nude), Miglioranza Lorenzo (1 argento nel WuShu mani nude), Sottoriva Sara (1 argento nel WuShu mani nude), Greco Alex (1 argento nel Kung Fu tradizionale mani nude), Redolfi Samuele (1 argento nel Kung Fu tradizionale mani nude) e Pietribiasi Aurora (1 argento nel Sanda bambine); ma non è finita perché abbiamo anche 9 bronzi con Gasparella Fabio (Kung Fu armi corte), Neresini Leonardo (WuShu armi lunghe), Dalle Ave Michela (2 bronzi nel WuShu armi lunghe e Kung Fu armi cor-te), Corazza Simone (Kung Fu tradizionale mani nude), Visentin Giorgio (Kung Fu tradizionale mani nude), Pietribiasi Aurora (Kung Fu armi corte), Greco Alex (sanda bambini) e Arcaro Riccar-do (Sanda bambini).Penso di avere ricordato tutti ma ancora un bravo a tutti gli altri che hanno partecipato allenan-dosi con impegno e fatica dimo-strando cosa vuol dire Kung Fu; alla prossima!

Dimenticavo di segnalare che la Scuola si è classificata tra le migliori italiane e la seconda as-soluta nel Sanda, nel Taijiquan è stata indubbiamente la migliore portando a casa la coppa come miglior atleta Taiji.

Grazie Maestro a nome di tutti, sei sempre un GRANDE!!

Il Taijiquan stile Yang, Li e Chen tradizionale e metodo pratico Hong, le diverse di-scipline interne ed esterne del kung Fu e WuShu e San-da (box cinese) le potete tro-vare presso le Palestre dove insegna il Maestro Giuseppe Bon.

Taijiquan (ricordo che prorpio “quan” significa pugno o lotta... e non aggiungo altro). Molti altri sono gli stili, ma più o meno, tutti nati dalla unica “madre” lo stile CHEN.Un giorno forse riuscirò a far scrivere una lettera a voi che cer-cate di inquinare l’Arte da una amica canadese di 74 anni che ha iniziato a praticare il Taijiquan stile Chen metodo pratico Hong (Taijiquan proprio marziale) dopo una malattia grave qualche anno fa. Oggi quando gli stringi la mano o l’abbracci ti rendi con-to di cosa vuol dire avere energia interna. Ma accrescere l’energia interna è proprio l’obiettivo del Taijiquan, anche quando perde il quan e resta solo Taiji, è per que-sto motivo che questa disciplina si può anche identificare come una disciplina per la salute e il vivere meglio. Come arrivarci è complicato e ha bisogno di gran-de determinazione e tanta pratica, beh altrimenti, fosse solo que-stione di qualche ora di attività non sarebbe più un “TESORO” che il tentare di trovare è già di per sé una grande sfida che ti fa crescere!Potrei parlarvi del Taijiquan per ore dandovi però poche, se non minime informazioni... come se volessi trasmettere la cultura del vino o del cibo con qualche paro-la a un alieno che non ha la boc-ca! Ma io non demordo perché del Taijiquan sono “innamorato”, come per altro di tutta la

infinita cul-tura cinese

tanto da iniziare qualche

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Lanciando uno sguardo alla sta-gione 2010-2011 la Pallavolo Cornedo non può che essere

orgogliosa del lavoro svolto durante l’annata trascorsa. Non solo a livello di risultati ma anche di numeri: tantissi-mi i nuovi ragazzi che si sono avvicinati a questo sport nel periodo invernale e un vero boom nel periodo di giugno-luglio sui campi da beach vol-ley con i campus estivi.Da anni ormai la Pallavolo Cornedo sta operando nel settore maschile un fitto lavo-ro di rastrellamento di tutti i ragazzi che hanno voglia di giocare a Pallavolo. Grazie al lavoro di molti e a 2 pulmini che ogni giorno battono in lungo e in largo le strade della vallata si riesce a fornire un servizio sempre più capillare: da Valdagno, Castelgomber-to, Trissino e Arzignano arri-vano tantissimi giovani atleti. Partiamo proprio dai risultati, che ad una società sportiva

non dispiacciono mai!! Sui 4 campionati giovanili federali i nostri pallavolisti in erba han-no conquistato 2 finali provin-ciali e 1 finalina per il terzo posto: terzo posto per l’under 16 maschile e 2 piazzamenti come vice-campioni provin-ciali per l’under 13 e l’under 18 maschile ( la categoria più giovane e quella più “ esperta” ). Con l’accesso alle 2 finali le giovanili della Pallavolo Cor-nedo hanno anche strappato il pass per la Fase Regionale che si è conclusa per entram-be le squadre ai quarti di fina-le, sfiorando per un soffio e un pizzico di sfortuna ( unita ovviamente al valore degli

avversari!) la semifinale in entrambe le categorie. Tantis-sima soddisfazione quindi da parte di tutti quelli che hanno seguito il percorso di crescita di questi ragazzi.Davanti alle squadre giovanili è tornata a Cornedo, dopo la promozione dalla I Divisione nel 2009/2010, il Campio-nato Regionale di Serie D Maschile. Grande lo sforzo della società per affrontare un campionato impegnativo, soprattutto vista la scommes-sa di mantenere una linea verde nell’allestire la squadra: 8 atleti under 20-18 prove-nienti dal nostro vivaio con l’aggiunta di 4 giocatori più esperti che hanno contribuito con il loro valore tecnico e ca-ratteriale aggiunto. Scommes-sa che ha portato i suoi frutti con un’annata decisamente positiva: dall’obiettivo ini-ziale della salvezza nessuno si immaginava di marcare il quarto posto in campionato!Alla base di tutta questa pira-mide c’è chi però del volley ne fa una vera passione e che quando gioca ci mette real-mente anima e corpo; stiamo ovviamente parlando del set-

tore minivolley che con i suoi 50 tesserati ha riempito le no-stre palestre portando ragazzi e ragazze dai 6 ai 10 anni ad avvicinarsi alla Pallavolo at-traverso il gioco ed il diverti-mento.12 giugno 2011: a chiudere l’anno sportivo arriva una gradita sorpresa dalla Federa-zione Provinciale!La Pallavolo Cornedo vie-ne infatti premiata come una delle migliori società maschili per il settore giovanile. Atte-stato che al di là di tutto sot-tolinea il grande lavoro svolto dai nostri Dirigenti, allenatori e ( come scordarseli!!) geni-tori che ci affidano i loro figli 4-5 pomeriggi alla settimana.Impossibile però parlare solo di Volley giocato e non soffer-marsi sui Campus organizzati da giugno a fine luglio. Tan-tissime le attività e tantissimi i partecipanti. Ogni settimana dai 40 ai 50 ragazzi/e sono ve-nuti a divertirsi assieme a noi e provare le nostre proposte: camminate organizzate, acro-park, arrampicata, rafting, pi-scina, etc…E se ancora non vi bastasse i campi da beach volley sono

Progetto volleyStagione di successi per la Pallavolo Cornedo

di Luca Meneguzzo

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restati aperti tutta l’estate fino alle 10 di sera, non solo per giocare ma anche come punto di ritrovo per passare una se-rata fra amici.Veniamo ora alla stagione presente che, carica di re-sponsabilità per cercare di riconfermare il lavoro svolto nell’annata passata è partita lo scorso 22 Agosto con i primi allenamenti della Serie D, tar-gata Moving Center, e le pri-

me partite in Coppa Veneto. Sottolineando come lo spiri-to della società, soprattutto a livello giovanile, non sia in-centrato sulla vittoria ad ogni costo ma bensì sulla crescita , sportiva e umana, di tutti quelli che partecipano al no-stro progetto è naturale che la prima squadra lavori anche per cercherà di farsi valere sul campo da gioco e magari a puntare ai posti alti del cam-

pionato. Rosa riconfermata in toto con la presenza di tutti i nostri giovani e l’innesto di 2 atleti di pregio provenienti dalla serie C.Come già accennato, ulteriore nota positiva dell’annata è l’i-nizio della collaborazione con la Palestra Moving Centre di Ludovico Battilana il quale, in qualità di sponsor tecnico, ci mette a disposizione la sala pesi… e chi capisce un po’ di

sport sa quanto importante sia avere questa possibilità!Ovviamente tutto il movi-mento giovanile , dal mini-volley all’under 18, ha già iniziato gli allenamenti e con l’apertura dell’anno scolasti-co prederanno avvio anche i vari progetti che ci vedranno coinvolti in moltissime scuole elementari della vallata.

Stagione di successi per la Pallavolo Cornedo

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Tutti i sub cono-scono il DAN, l’Associazione che cura la più diffusa assicu-

razione per subacquei. Chi non la conosce legga il ri-quadro a lei dedicato.Al pagamento della quota annuale, viene rilasciata una tessera che, nel 2012, a quanto ci è dato di sapere, porterà la foto vincitrice in assoluto di una competi-zione fotografica in cui al-cune centinaia di fotografi subacquei europei hanno inviato le loro migliori foto che una giuria ha giudicato fino a fare una graduatorie finale. A tale giudizio han-no anche partecipato sia subacquei che hanno potuto votare via web, sia una giu-ria di fotografi professioni-sti di fama internazionale.Bene, la foto che ha vinto il Photocontest 2010, risul-tato reso noto quest’anno, è di un vicentino: Franco de Lorenzi, residente a Thiene e sarà utilizzata come illu-strazione della tessera.La foto si riferisce ad una coppia di pesci mandarino in accoppiamento, assai rari e difficili da fotografare perché escono solo dopo il tramonto al cambio di luce e per pochissimi minuti. La foto è stata scattato a di-stanza ravvicinata in Indo-nesia, nello stretto di Lem-beh. Il pesce in primo piano è il maschio, mentre la fem-mina si vede sulla sinistra.Il pesce mandarino è dif-fuso in lagune costiere e nelle barriere coralline del Pacifico orientale (dall’ar-cipelago indonesiano alla Polinesia Francese), ed è sporadicamente avvistato nei reef dell’oceano India-no.

Di piccole dimensioni (6 cm), questo pesce presenta una testa tondeggiante, con occhi sporgenti. Il corpo è allungato e cilindriforme. La livrea è splendida: il colore di fondo varia dal verde ramato all’arancio-ne vivo (tendente al rosso sulla pinna dorsale e quel-la caudale). Tutto il corpo, pinne comprese, è decorato da punti e linee curve di un azzurro intenso. Le pinne pettorali sono azzurre.È un animale sociale che vive in piccoli gruppi, ma l’accoppiamento dei pesci mandarino avviene di not-te: la coppia esce dai coralli in cui si nasconde, repenti-namente nuota verso l’alto e poi maschio e femmina emettono contemporanea-mente uova e sperma. Tale fatto rende difficile la foto in ambiente naturale. Per contro, le sue dimensioni, la facile adattabilità e la splendida livrea hanno fatto sì che il pesce mandarino sia diventato uno dei più popolari pesci d’acquario d’acqua salata, con la con-seguente facilità di ritrarlo in tali ambienti. Ma non è la stessa cosa.

Photocontest DAN Europe. Vincitore Franco De Lorenzi di Thiene.

Fotograf iasubacquea

di Antonio Rosso

foto di FrancoDe Lorenzi

vicenza

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39Chi è Franco De LorenziIstruttore SSI (Scuba School Interna-tional), è subacqueo dal 1982 dopo aver conseguito il brevetto con didat-tica FIPSAS presso il Gruppo Subac-queo Bassano. Ha sviluppato subito la passione per la fotografia. Amante della biologia marina, dalla fine degli anni ‘90 si è specializzato in foto na-turalistiche subacquee. Attualmente ha un sito di foto sub (http://www.francodelorenzi.com) con archivi di organismi marini (opistobranchi, planarie, crostacei, tunicati, echino-dermi, briozoi e pesci) a libera con-sultazione ed una piccola galleria personale.Fotografo freelance, si dedica a corsi di fotografia e partecipa a competi-zioni fotografiche a livello mondiale con ottimi risultati. Per la foto macro lavora con fotocamere compatte digi-tali evolute. Utilizza una Canon serie G, scafandrata, ponendo particolare attenzione alle inquadrature ed alla composizione. A riprova di questa sua capacità, con tale attrezzatura ha partecipato alle gare internazionali Hugycup 2009-2010 tenutesi prima a Lembeh strait e quindi a Seraya Beach, a Bali in Indonesia (100 fo-tografi in rappresentanza di 25 paesi) ed è risultato: 1° classificato nella

Macro photography – compact ca-mera, 1° e 2° classificato nella Nu-dibranchi competition, 2° classificato nel Portfolio, senza tema, 3° classi-ficato nel Portfolio Compact camera. Nel 2010, la partecipazione al DAN Photocontest e all’inizio di quest’an-no la notizia della vittoria.

Chi èil DAN EuropeDAN é una fondazione internaziona-le senza fini di lucro che, dal 1983, assiste i subacquei in difficoltà e con-duce ricerche scientifiche per rende-re l’immersione sempre più sicura. DAN ha la missione di assistere i su-bacquei in difficoltà 24 ore su 24 per 7 giorni su 7, in ogni parte del mon-do con sue proprie centrali mediche d’emergenza. Promuove la sicurezza dell’attività subacquea attraverso Ri-cerca, Formazione, Prodotti e Servizi ed é suddiviso in 5 organizzazioni in-dipendenti, una per ogni continente.Offre numerosi servizi, tra cui una assicurazione che copre tutti i rischi di un subacqueo sia sportivo che professionista ed effettua ricerche in campo medico e nel settore della sicurezza.Attualmente conta oltre 400.000 membri (http://www.daneurope.org).

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40nuoto

l’anno che verràIl 2012 sarà un anno importante per

Andrea Pasqualon, il fortissimo ciclista di Enego in forza alla Colnago CFS Inox che a Enego ha festeggiato il suo primo anno tra

i pro con i suoi fan.

A fine ottobre Andrea Pa-squalon, il 23enne pro-f e s s i o n i s t a

della Colnago Csf Inox ha festeggiato ad Enego con i suoi concittadini il primo anno alla corte del ciclismo professionistico in cui si è messo in luce conquistando un secondo posto alle spalle di Ro-bert Foster nella 2^ tap-pa del Tour de Langhawi in Cina, giungendo 5° in Danimarca nella 1^ tappa del giro omonimo dando una mano al compagno di squadra Sasha Modo-lo vincitore di giornata e conquistando un 5° posto anche nella cronosquadre della “Coppi e Bartali” piazzandosi anche in nu-merose altre occasioni tra i 10; tutti risultati che fan-no morale e che dopo que-sto primo periodo d’ap-prendistato tra l’elite del ciclismo che conta, fanno ben sperare per un 2012 in cui Andrea cercherà la sua prima affermazione tra i pro. Presenti alla serata, riuscita sotto tutti i punti di vista anche grazie al suo folcloristico e rumo-roso fan club gestito da Andrea Guzzo e Thomas Bertizzolo, il campione

italiano elite Matteo Tren-tin passato ora al profes-sionismo, il meccanico della nazionale azzurra e della Lampre Enrico Pengo, gli ex professio-nisti Gianni Faresin e At-tilio Benfatto e tanti suoi ex compagni di squadra tra i dilettanti con Paolo Aste l’autore dell’impre-sa americana alla RAAM che con il tempo di 9 gior-ni 21 ore e 19’ ha stabilito nelle 32 edizioni fin qui disputate il miglior tempo assoluto da debuttante in questa massacrante com-petizione. Nel corso della serata è stato proiettato un servizio-intervista a Pa-squalon di Tina Ruggeri e un video che ha ripercorso le tappe della vita privata e dell’atleta eneghese, dai suoi primi vagiti all’espe-rienza sugli sci per poi concludersi con le tappe di avvicinamento al pro-fessionismo ciclistico e con l’attività professioni-stica del 2011.“Ringrazio l’Amministrazione comu-nale, tutti i miei compae-sani, il fan club e il grup-po Alpini Monte Lozze di Enego (sez. Monte Grap-pa) oggi così numerosi alla mia festa – esordisce Andrea Pasqualon – ciò

mi dà la carica e una moti-vazione in più per ripetere e se possibile migliorare quanto fatto quest’anno; la stagione 2012 parte a gennaio con un ritiro in Sardegna e in Toscana, poi s’inizia a gareggiare in Qatar e in Oman per preparare al meglio la Tirreno-Adriatico (in cui speriamo di essere invi-tati) e la Sanremo”. – E’ stata per lei una stagione di praticantato con una prima parte sfortunata. “Il passo dei professionisti è diverso; inizialmente ho trovato alcune difficoltà sul modo di affrontare le salite, poi ho subito due cadute e l’ultima in Olan-da a ridosso del Giro mi ha precluso la partecipa-zione alla corsa rosa, poi nel finale di stagione mi sono messo in evidenza nel campionato italiano di Aci Catena e nel Lombar-dia e con queste premesse e con tanta fiducia spero nel 2012 arrivi qualche soddisfazione in più”. – Cosa promette ai suoi tifo-si per il 2012? “l’impegno di sempre e spero tra un anno di ritrovare tutti qui a festeggiare la mia prima vittoria da professionista”.

Quando Sciavadi Luigi Borgo

Da ragazzino Andrea Pasqualon era for-te sugli sci. L’ho allenato quando era un atleta dello Sci Club Marostica e qualche soddisfazione ce la siamo presa. Istintivo, Andrea aveva il talento raro dell’equilibrio proprio di chi aveva imparato a sciare più in fuori pista che in pista, sciando libero più che tra i pali. Immagino che questa sua dote, raffinata con gli sci, gli serva anche adesso, quando in bici affronta le disce-se. E’ da un po’ che non lo vedo e non gli parlo, ma come ha imparato a sciare deve aver imparato anche con la bici: pochi pro-grammi e tabelle e tanto su è giù per la sua Enego finché ne aveva voglia e le gambe andavano da sole. Adesso è un campione, diventerà un grande.

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Potete scrivere al Senatore Alberto Filippiinviando le vostre e-mail a:

[email protected]

lettere

Lo sport al tempo della crisi

Le vostre lettere possono essere letteanche nel sito: albertofilippi.it

Caro Senatore,

non le chiedo come andrà a finire questa crisi, di cui, già nel 2008, si diceva che stava per finire e che invece non finisce mai e anzi si aggrava ogni giorno di più. Le chiedo, invece, come sarà secondo lei lo sport del futuro senza più quel flusso di denaro di cui negli ultimi tempi ha goduto. Riusciranno le società, grandi e piccole, a promuovere lo sport senza più un euro? Saremo capaci di tornare a uno sport meno ricco? Io ho una certa età e mi ricordo come facevamo noi da giovani lo sport. Forse le prestazioni non erano altrettanto eclatanti, ma la passione era tanta e il piacere di fare sport era forse anche maggiore. C’era meno competizione e più gioco; i giovani erano lasciati liberi a maturare il proprio talento e non, come oggi, spronati dai genitori a vincere a tutti i costi; i maestri erano gli amici più vecchi; lo sport era più gioia che impegno. Se la crisi ci riportasse allo sport del passato, non sarebbe poi così male, non crede?

Saluti, Diego Bortolan.

Caro Diego,

tornare a nuotare nei “boi” dei fiumi con l’acqua gelida, sfi-darsi a calcio sui campi con le buche, sciare su piste non bat-tute dopo essere saliti a piedi come si faceva un tempo non credo sia il destino dello sport. C’è la crisi, si farà sentire, ma non fino a questo punto. Lo sport tecnologico che abbiamo conosciuto saprà migliorarsi ancora, sebbene i tempi siano di crisi e i soldi non saranno più quelli di prima, perché è nella sua natura crescere. Lo sport del passato era più pove-ro e, come dici tu, aveva un grandissimo fascino ma quel fa-scino non è scomparso. Lo rivedo nei giovani atleti quanto nei master. Forse la crisi può diventare un’opportunità per far riflettere chi si è fatto prendere un po’ la mano in investimen-ti eccessivi, in ricerca del risultato a ogni costo, in disperato agonismo. Ma lo sport vero non ha così bisogno di tutti quei soldi come in questi anni si è creduto e batterà la crisi, conti-nuando a rimanere se stesso.

Sportivissimamente, Alberto.

Via dei Frassini 1/15 (Centro Ponte Alto) 36100 VICENZA - Tel. 0444 340150 - Fax 0444 275260Via del Lavoro, 13 Z.I. - 36070 TRISSINO (VI) - Tel. 0445 962527 - Fax 0445 497344 www.habitat-vi.it - [email protected] - [email protected]

“Brilla il sole da sud,soffia il vento da nord,c’é un’intensa complicità;sul tappeto ora va,dove andare lo sa,nelle notti d’orienteandrà”

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