sportivissimo giugno

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la rivista dello sport vicentino

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Porsche Panamera

L’attesa berlina/coupe’ marchiata Porsche finalmente è arrivata: l’abbiamo anticipata in tutti i modi possibili, tra rendering e foto spia ma adesso è giunto il momento delle prime foto ufficiali, della data precisa della sua commercializzazione. Ora possiamo apprezzare la Panamera, il cui nome deriva dalla mitica corsa di durata (25000 km) lungo la costa pacifica del continente americano, da ogni angolazione, fino nei dettagli. I motori saranno un V6 aspirato da circa 300 cavalli e due V8, uno aspirato e uno biturbo da 400 e 500 cavalli ma solo questi ultimi due saranno disponibili al lancio. Trazione posteriore o integrale con Porsche Traction Management (PTM), cambio manuale a 6 marce o l’apprezzatissimo PDK a 7 rapporti. La Panamera sarà anche ibrida, ovvero con motore elettrico. Le batterie saranno posizionate nel vano bagagli, il motore elettrico (con frizione indipendente) starà tra il propulsore a benzina e la trasmissione, ed un sofisticato sistema di gestione elettronica costituirà il “cervello” in grado di far lavorare indipendentemente il solo motore elettrico, l’unita’ a benzina oppure, straordinariamente, le due propulsioni combinate, il tutto in relazione alle condizioni di guida. In tal modo, si passa dalla modalità elettrica ad “emissioni zero” alle classiche prestazioni sportive Porsche, che non devono assolutamente mancare. Entro fine dell’estate Panamera sarà a Vicenza nel Centro Assistenza Porsche Vicenza, nato dalla partnership strategica tra Frav e la storica officina Carrera Service. Qui potrà essere ammirata e provata. Mentre è fin d’ora possibile prenotare uno dei 20.000 esemplari che usciranno dallo stabilimento Porsche di Leipzig, anche se scegliere oggi una Panamara non è facile dato che la si può personalizzare fin nei minimi dettagli. Dal punto di vista stilistico Porsche Panamera si rifà alle curve morbide dell’eterna 911. Ciò non le impedisce di raggiungere la ragguardevole lunghezza di 4.90 metri con un interasse tra la ruota anteriore e posteriore pari a circa 2.90 metri, a conferma della buona abitabilità anche per quattro adulti, garantita oltretutto dall’altezza fissata ad 1.45 m. Le parole del Dr. Wendelin Wiedeking, presidente di Porsche AG, lasciano intendere la grande fiducia riposta nel progetto Panamera: “Abbiamo impiegato molto tempo per prendere questa decisione. Ma ora siamo sicuri di una cosa: la Panamera è l’auto giusta per Porsche, e possiede il tipico DNA di una genuina Sport Car. In termini di performance, design e comportamento dinamico rispecchia gli elevati standard Porsche”. Il Centro Assistenza Porsche Vicenza, già premiato con il prestigioso “After Sales Excellence Award 2008”, vi saprà seguire nella scelta di quest’auto fantastica. Per gli amanti del marchio di Stoccarda, il Centro Assistenza Porsche è la riposta più completa: dalla manutenzione ordinaria e straordinaria agli interventi di carrozzeria, dal cambio di pneumatici fino alla realizzazione di assetti speciali per l’uso sportivo; non mancano inoltre servizi esclusivi come il noleggio a breve e lungo termine o la disponibilità di una vettura sostitutiva per i clienti dell’assistenza. A questo si affianca una consulenza preziosa per la scelta di un usato di qualità e garantito.

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Casa editrice Mediafactory srlvia Monte Ortigara, 83 - Cornedo Vicentino (VI)Sportivissimo: Pubblicazione registrata pressoil Tribunale di Vicenza il 21 dicembre 2005 n. 1124Stampa Tipografia Danzo sncVia Monte Ortigara, 83 - Cornedo Vicentino

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Direttore responsabile Luigi CentomoDirettore editoriale Luigi BorgoRedattore capo Filippo PavanRedazione Paola Dal Bosco, Andrea Cornale, Vania Danzo.

Redazione tecnicaalpinismo Luigi Centomoarco Carlo Carliarti marziali Massimo Neresiniatletica Ivanoe Simonelliavventura Franco Spanevellobasket Filippo Pavanbenessere Alessandro Grainerboulder Nicola Anzonicaccia e pesca Dorino Stoccherocalcio Alessandro Grainercalcio a 5 Nicola Ciatti

ciclismo Guido Lanaroequitazione Michele Toldogolf Sergio Vellarhockey Cristian Ponzamaratona Gianni Garbin montainbike Marco Canistrimotocross Valeria Vianellonuoto Giuseppe Martiniorienteering Paolo Mutterlepallavolo Enzo Casarottoparapendio Luca Basso

pattinaggio artistico Giuliano Crosararally Demitri Brunellorugby Giuliano Piccininnoscherma Giuliano Piccininnosci Luigi Borgosci nordico Sergio Vellarsub Antonio Rossotennis Chiara Guiottotriathlon Martina Doganatuffi Michele Verzivela Alessandro Lotto

Direzione commerciale Laura DanzoAgente Aldo RonconiSegreteria Giuliana Lucato

Magazine mensile di sport distribuito gratuitamente

Citazioni sportive

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Adesso che è finita la campagna elettorale, mi piace citare questo pensiero di Brodskij: non chiedete ai politici i loro programmi, chiedete quali libri compongono la loro biblioteca. Una nostra lettrice mi fa notare che nei giornali di provincia ci sono più citazioni che in quelli nazionali. Qualche tempo fa avrei risposto che gli articoli o nascono dalla cronaca o dalle letture e poiché la cronaca in provincia, e per fortuna, è quella che è, sicuramente le letture sono più stimolanti per raffazzonare uno straccio di pensiero. Adesso, però, occorre una risposta più articolata, adesso che il presidente Obama si è schierato, tra lo stupore di chi crede che la modernità sia un treno in corsa che non si possa in alcun modo fermare, a favore del vecchio libro contro Internet. Un mossa spiazzante dal più riformista dei presidenti! Ma come? Se Internet è il futuro! Se l’editore del Washington Post ha già detto che tra meno di 5 anni non ci sarà più la versione su carta ma solo quella on line. Se faremo tutti i nostri commerci in rete. Tanti non hanno compreso il ragionamento del presidente. Ad eccezione degli sportivi che, invece, non si sono stupiti per nulla. Nessuno di noi ha mai pensato che si volesse fermare il progresso, ci mancherebbe. Obama ha semplicemente ribadito una distinzione di fondo nota a chiunque faccia sport. Il libro appartiene al meraviglioso mondo delle pratiche unidimensionali. Chi vuole conoscere il senso di un dato libro non ha altro modo di leggerlo per intero. Esattamente come accade nello sport. Chi aspira a vincere oppure semplicemente a mantenersi in forma non può che dedicarsi con dedizione, impegno e fatica alla ripetizione infinita del gesto tecnico, il quale oltre ad essere l’unica via possibile è anche l’esercizio fisico più alto, proprio come la lettura impegnata e integrale è l’esercizio intellettivo più formativo. Internet, invece, offre il suo sapere in modo pluridimensionale. Dà, senza educare. Informa, senza insegnare. Una dimostrazione è nelle citazioni. Per averne una, non è necessario leggere il testo per intero, sottolineandone i passi più significativi e memorizzarli, basta semplicemente inserire le parole chiavi e la citazione viene da sé. Il motore di ricerca sostituisce la nostra lettura; l’intelligenza artificiale opera al posto della nostra intelligenza. E’ però un sapere visto dal buco della serratura, riconoscibilissimo come il vino che sa da tappo o i piedi che puzzano: non bisogna essere degli esperti per accorgersene. Ecco, alla nostra lettrice ricordo che noi siamo sportivi e quello che facciamo, magari non è un granché ma lo facciamo per davvero, citazioni comprese.

editoriale

di Luigi Borgo

SSIMOSPORTI

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Emanuele Sbabo, in forza al 4° reg-gimento alpini paracadutisti di Bolzano, è detentore della World Cup 2008 di Ski-roll. Cresciuto in una famiglia di sportivi, il papà Toni, grande appassionato di mon-tagna e per molti anni volontario del soc-corso alpino di Schio, Emiliano, il fratello maggiore, anche lui un bravo atleta, che si distingue sia nel fondo d’inverno, sia con gli skiroll, nel suo palmares vanta dei piaz-zamenti di tutto rispetto nelle gare Fisi, tra cui spicca un secondo posto nel campiona-to italiano assieme al fratello Emanuele. Il più piccolo, Gabriele (piccolo per modo di dire, a me darà un bel mezzo metro in sta-tura), che con degli esempi così in famiglia, sicuramente farà bene in qualche disciplina sportiva (lo speriamo vivamente!). Senza dimenticare la mamma che in una famiglia così spumeggiante di sicuro di corse ne farà tutti i santi giorni… e l’amico di famiglia (ideatore del risotto di capra) “Pieretto”, che fu il primo allenatore di Emmanuele.

skiroll

di Armando Bonagurofoto di: Flavio Becchis

La stagione 2009 di skiroll è quasi ai can-celletti partenza, a dire il vero la prima gara di coppa Italia si è svolta sul lungomare triestino, davanti alla suggestiva piazza dell’Unità d’ Italia. All’interno della 16si-ma manifestazione della Bavisela, con la sua 14° regata senza confini, 9° bavisela young, 6° 100 x 1000, 11° bavisela bike, 2° motoincontro, 3° trofeo waterthlon, 5° skiroll città di Trieste, 16° bavisela.Dopo le entusiasmanti qualifiche delle varie categorie dai più giovani ai meno giovani, a disputarsi le finali per i tre posti del podio sono i nostri atleti veneti Emanuele Sbabo, il carabiniere di Poleo Roberto Ferracin, in servizio a Baselga di Piné (spero tanto che il suo comandante capisca che ha per le mani un altro grande campione delle gare sprint). Il terzo atleta è Alessio Berlanda, anche lui figlio d’arte, chi è nell’ambiente del fondo di sicuro conosce papà Silvano Berlanda, collaboratore e commentatore all’interno della trasmissione “Mondo sci”.

Alessio Berlanda è l’attuale detentore del titolo di campione mondiale sprint conqui-stato a Oroslavje in Croazia, in occasione dei precedenti mondiali. Quest’anno saran-no disputati a Piglio (Frosinone) nel mese di settembre, dall’otto al tredici.La finale sprint per il primo posto assoluto vede, come sempre succede, i nostri due migliori rappresentanti di questa entusia-smante disciplina. E qui apro una parentesi a favore del nostro quarto atleta, anche lui fortissimo nelle gare sprint, il triestino Da-vid Bogatec, che ha dovuto per forza mag-giore tralasciare lo skiroll per laurearsi in ingegneria.E veniamo al nostro campione Emanuele, che è attualmente bicampione europeo. Un titolo conquistato in coppia con Alfio di Gregorio, pluricampione mondiale, vinci-tore di tantissime gare di coppa del mon-do. Il secondo titolo campione assoluto di sprint vinto davanti al suo amico (rivale nelle competizioni) Alessio, in occasione

Emanuele Sbabo, l’alpino paracadutista di Poleo è il Campione del Mondo di Skiroll

skiroll

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della world cup svoltasi il 5-6 settembre 2008 a Torino. Palmares del nostro campio-ne di Poleo due titolo europei 2008. Otto volte sul podio nelle gare di coppa del mon-do, ottenendo due primi posti, sudati e vinti con caparbietà. Primo posto in Germania, 30 Km ad inseguimento, primo posto nell’ultima gara a Salonicco il 21 settembre in Grecia. Il 2 novembre 2008 presentando la coppa di cristallo conquistata a Salonic-co, in occasione della serata organizzata dalla emittente televisiva TCA, all’interno della trasmissione Mondo Sci, Emanuele si è presentato in divisa da alpino paraca-dutista, catalizzando l’attenzione di tutti. Ha vissuto davanti ad una platea televisi-va le stesse emozioni che aveva quando, al rientro dalla Grecia, era stato ricevuto dal comandante delle truppe alpine Generale Bruno Patti, che, come era stato pubblicato anche dall’Ansa, si era complimentato con lui elogiando la sua prestazione sportiva, che fa onore al reggimento e all’Italia.

È stato riconosciuto al giovane militare veneto, altoatesino di adozione, che la sua stagione agonistica è stata favolosa, sensa-zionale, assolutamente brillante. Sempre impegnato sugli sci “stretti”, a rappresen-tare il reggimento paracadutisti, supportato dai suoi commilitoni atleti, il CMS Michel Marchi (per lo sci di fondo), il CM Roberto Manzo (sempre per il fondo), il CM Danie-la Cappelletti (per la corsa in montagna, classificata seconda in coppa Europa per la disciplina ciaspole invernali), il CM Mo-nica Zamboni (sempre per lo sci di fondo, dove ha portato a casa numerose vittorie), il maresciallo Franco Pittino (per la discipli-na dello scialpino).Emanuele, tramite il gruppo sportivo, ha preso parte alle maggiori manifestazioni agonistiche sia a carattere militare che civi-le, ottenendo risultati di rilievo. Maestro di sci di fondo, non sa nulla o quasi di calcio, ma quello che a lui più importa è avere nel-la sua casa la coppa di cristallo conquistata

con grandissimo impegno. Grazie Emanue-le, e un sincero augurio di ripetere e di pro-vare grandissime emozioni insieme a tutta la squadra nazionale italiana di skiroll e un grandissimo augurio da tutto lo staff tecni-co di cui sono fiero di fare parte, a partire dal segretario nazionale. Leandro Napoli, Flavio Becchis, Pierre Tyssot, Pierluigi Papa, Matteo Sironi, Enrico Coucurde, Claudio Marchetto, Stefano Corradin, e il sottoscritto Armando Bonaguro.

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alpini

di Chiara Guiotto

Buon compleanno Alpini!Ricorre l’ottantesimo anniversario della fondazione della Sezione Alpini della

Valle dell’Agno. Una storia lunga e gloriosa che ha visto gli alpini sempre grandi protagonisti nella vita della valle. Prezioso è stato anche il loro impegno nella

realizzazione di alcune opere sportive, come la pista ciclabile o il mantenimento di alcuni sentieri alpini. Abbiamo incontrato il presidente Nazario Campi per

esprimergli il nostro sportivo grazie

Associazione Nazionale Alpini Sezione di Valdagnonell’80° anniversario della fondazione

Associazione Nazionale Alpini Sezione di Valdagno

1929 20091929

2009

Questo libro, curato dal Centro Studi della Sezione nell’80° della fondazione, ricostruisce in modo pun-tuale la lunga tradizione che lega la Città di Valdagno e tutta la Valle dell’Agno al Corpo degli Alpini.

Come poche altre città d’Italia, Valdagno è stata “primissima” ad accogliere, già nel 1875, a 3 soli anni dall’istituzione del Corpo degli Alpini, la 22a Compa-gnia e da allora non è mai venuta meno nella condi-visione dei valori alpini: prima nell’offrire i suoi figli nella guerra d’Africa, nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale e prima, ancora oggi, nel prestare la propria preziosa opera di solidarietà civile.

Di questa storia secolare, di questo suo essere “pri-missima”, gli alpini della Sezione di Valdagno sono orgogliosi testimoni e questo libro nasce dal loro impegno a ricordare ma anche dalla loro volontà di mantenere vivo e forte quello spirito di alta idealità alpina che ha contraddistinto da sempre l’alpino del-la Valle dell’Agno.

La stecca, un tempo usata per lucidare i bottoni di ottone delle divise, veniva lasciata dai conge-danti a chi rimaneva “sotto naja”. Da essa è nato il modo di dire “te lasso la steca”.

Storia secolaredi valore alpino

nella Valle dell’Agnoin tempo di guerrae in tempo di pace.

Penna NeraEsile lembo di un’alache sa di altezze infinite,di spazi sconfinati, di dominio dei montie del piano.Simbolo dei soldati dell’Alpeperpetui nel temposibili di tormente,furori di battaglie,pietà di opere buone,calvari di penne mozze...Segno imperiturodi forza, di coraggio,di sacrificio, di valore,piantata sul Cappello Alpino,svetti nel cielo come bandieravecchia e cara penna nera.

Colonnello Aldo Rasero

Con il patrocinio e il contributo della Regione Veneto

Primissima Valdagnoaccolse gli Alpini d’Italia

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alia

La copertina del libro curato dal Centro Studi della Sezionein occasione dell’ottantesimodella fondazione.

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CIME DIMENTICATE

Ricorrono quest'anno gli 80 anni dalla fondazione dell'A.N.A. Sezione di Valda-gno e per l'occasione è stato realizzato un grande libro che racconta, attraverso noti-zie, immagini, avvenimenti e personaggi storici, la vita di coloro che per decenni hanno scritto la storia del nostro paese. Una bibliografia che testimonia quanto è stato costruito e vissuto in 80 anni di ar-duo dovere. “Trasmettere la storia - preci-sa il Presidente della Sezione di Valdagno, Nazario Campi - è un dovere di chi oggi guida questa associazione. Leggere la sto-ria, invece, è un dovere della comunità e con questo libro ne ha ora la possibilità”.“Il vostro operato - ha dichiarato il Presi-dente Nazionale, Corrado Perona - merita un riconoscimento importante tanta è sta-ta la vostra dedizione all'associazione at-traverso il cammino sicuro e l'interpreta-zione corretta dei dettami associativi. La decisione di realizzare un libro che illustri la storia sezionale e di gruppo - prosegue il signor Perona - è motivo di grande sod-disfazione soprattutto perché racconta la vita dei protagonisti che sono gli Alpini”.

Se nominiamo gli alpini non possiamo che parlare dei giovani, il cuore dell'associa-zione, il futuro del gruppo. Sta a loro, e certamente non è cosa semplice, trasferire i sani e onesti valori degli alpini. I nostri alpini hanno così pensato di festeggiare l'80° anniversario dalla fondazione della Sezione di Valdagno organizzando una manifestazione che è durata quattro giorni dall'11 al 14 giugno scorsi per le vie del paese di Valdagno, baricentro dell'inte-ra sezione che abbraccia tutti i comuni della vallata dell'Agno. Durante i quattro giorni di attività e appuntamenti dedicati agli alpini è stato presentato il libro che ricorda la storia di questa associazione, i numerosi lavori svolti ogni anno e le per-sone che hanno collaborato a far diventare grande questa associazione. Per nominar-ne alcune non ci dobbiamo dimenticare degli aiuti portati alle sfortunate popola-zioni dell'Abruzzo, dell'attività di volon-tariato in Italia e all'estero, e dell'intenso lavoro dei gruppi che operano all'interno dei sette comuni di appartenenza (Reco-aro, Valdagno, Altissimo, Cornedo, Bro-gliano, Castelgomberto e Trissino). Un team sempre pronto ad unire le forze per realizzare progetti di carattere sezionale

come la costruzione della sede sezionale nel 1994, del sentiero storico all'Alpe di Campogrosso a 1500 metri nel 1995, della struttura polivalente “Gino Soldà” inaugu-rata nel 2000. “Ma quello che ci impegna maggiormente - precisa Nazario Campi - è una rete di convenzioni e accordi che lega gli alpini alle comunità locali e alle parrocchie attraverso il continuo e oscuro lavoro di tanti alpini che sistemano chie-sette, zone verdi, cimiteri, sentieri ed una serie di altre piccole ma utili attività tut-te legate alla comunità dove questi alpini vivono. Una particolare attenzione - con-clude Campi - è rivolta sempre alle perso-ne più deboli e alla tutela del territorio”.E' il cappello da alpino che li contraddi-stingue, è l'anima del combattente che testimonia la dedizione e l'umana pas-sione dell'intera sezione di Valdagno. Ma quanti sono gli alpini presenti in valla-ta? Attualmente la Sezione di Valdagno è composta da 22 Gruppi con 2625 soci ordinari e 626 amici degli alpini con un aumento costante di nuovi soci alpini: negli ultimi dieci anni c'è stato un incre-mento degli iscritti del 20% (più il 2% solo nell'ultimo anno). Viva gli alpini!Gli alpini della sezione di Valdagno aspettano tutti voi, simpatizzanti e ami-ci della montagna presso la “Casetta dei Nani” in Corso Italia 63 a Valdagno.

Per chi volesse visitare il sito basta andare su www.ana-valdagno.it,www.

ana-valdagno.it.

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escursionismo

CIME DIMENTICATE

di F. S.

Riscopriamo vecchi itinerari

L’ itinerario che andremo a descrivere, sulla catena delle 3 Croci (Piccole Dolomi-ti), ci condurrà sulla cima della Bella Lasta e della Salbanara. Per questo itinerario non serve essere alpinisti ma degli escursionisti esperti, abituati a muoversi in difficoltà di I° (della scala U.I.A.A.). Senza, ovviamen-te, l’uso della corda. Gli inesperti o i ragaz-zi devono invece essere accompagnati da persone competenti, quantomeno nell’uso della corda. Innanzitutto ci si deve portare sulla mulattiera d’arroccamento, indifferen-temente dal versante della Valle dell’Agno o da quello della Valle del Chiampo attra-verso uno dei vari, conosciutissimi sentieri che serviranno anche per la fase di ritorno.Sarà indifferente raggiungere prima la cima della Salbanara o della Bella Lasta. Nella relazione da noi fatta, tuttavia, la prima ad essere raggiunta sarà quest’ultima, la Bel-

la Lasta. Dalla mulattiera d’arroccamento, nei presi di Bocchetta Bassa, si prosegue ancora per circa 3 minuti in direzione nord e raggiunto un muretto a secco di color grigio e privo di vegetazione, labili tracce, sulla destra, ci portano sulla cresta ovest della Bella Lasta da dove l’evidente itinera-rio sale alla cima. Dalla predetta cima ci si porta indietro per circa 20 mt. dove un mu-goso ed erboso canalino (attenzione perché scivoloso) scende direttamente alla mulat-tiera d’arroccamento. Si prosegue ancora in direzione nord e prima della grande frana, sulla destra, labili tracce ci inoltrano in un boschetto e dopo aver superato un breve sentiero verso destra, un canalino porta alla cima. Il ritorno dalla cima verso la mulat-tiera d’arroccamento può eventualmente essere fatto in maniera diretta senza cioè compiere il sopra citato breve traverso.

SalbanaraBella Lastra

PICCOLE DOLOMITIIL NEGOZIO BELLUZZO NB1 SPORT(SPAGNAGO DI CORNEDO), IN COLLABORAZIONE CON LA GUIDA ALPINA FRANCO SPANEVELLO, PRO-PONE LE SEGUENTI USCITE:

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Passo del Ca-priolo

ESCURSIONE FACILE

2. DOMENICA12 LUGLIO

ferrata del Gramolon MEDIA

DIFFICOLTA

3. DOMENICA19 LUGLIO

via Lupi grigi sulla Salbanara

ALPINISMO MEDIO

4. DOMENICA26 LUGLIO

versante ovest della Salbanara

ESCURSIONISMOIMPEGNATIVO

N.B. INFORMAZIONI E ADESIONI PRESSOIL NEGOZIO (TEL: 0445/430270)

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vela

Fimon da record

Alla terza prova il Campionato di Vela del lago di Fimon. Una gara spettacolare e veloce vinta da Paolo Frison su Finn che segna il

nuovo record del bacino di gara: 33’ e 45”

Domenica 31 Maggio 2009 s’è corsa la 3° Regata. Con un gagliardo vento di bora sui 15/20 nodi e gli usuali colpi di vento tipici del lago, i regatanti hanno fatto una bellissima gara.Il percorso a bastone di circa 1,2 Km da percorrere quattro volte, ha duramente impegnato tutti gli 11 equipaggi, che con buona tecnica e precisi bordeggi hanno partecipato alla manifestazione. Nonostante il fortissimo vento di NE s’è verificata un’unica scuffia, risolta in breve, a dimostra-zione del buon livello dei partecipanti.Partenza regolare alle 14.40. Il primo classificato ha finito la gara in 33’ 45” facendo segnare il nuovo record.

Classifica1° Frison Paolo con il Finn

2° Maragò Stefano con il Laser a 5”

3° Pittis Enrico/Xodo Beatrice con il 470

4° Pilati Claudio/Magaraggia Valentino con il 470

5° Zanandrea Lucio/Xodo Fabio con lo Strale

6° De Tobi Michael/Dalla Valle con il 470

7° Frison Federico con l'Europe

8° Viola Lorenzo/ De Gobbi Alessandro con l'Alpa FJ

9° Mantovani Giovanni/Lunardi Tiziana con la Maretta

10° Monti Stefano e Maria con il FJ

11° Maran O./Signore M. con il 470, ftm.

La prossima regata, la 4°, sarà corsa domenica 28 Giugno alle 14.30. Il Campionato di Vela del lago di Fimon si com-pone di almeno 6 regate. I quattro migliori risultati determi-neranno il vincitore.

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Il camoscio, le sue origini e il suo habitat

caccia

A due passi dal cielo

F ra tutte le montagne europee, la ca-tena alpina è stata quella che maggior-mente ha subito l’impatto ambientale esercitato dall’uomo a partire dalle epo-che più antiche.In un paesaggio ormai tanto diverso da quello delle origini, un agile bovide ar-rampicatore di montagna, il camoscio, ha saputo però adattarsi e sopravvivere grazie anche alla protezione offertagli da parchi e riserve naturali e successi-vamente anche al di fuori delle suddette aree protette, con la programmazione di una corretta gestione.Sulle Alpi l’attività umana ha lasciato e continua a lasciare tali e tanti segni che, a buona giustizia, si potrebbero ormai definire “montagne addomesticate” vi-sto che le comunità biologiche sono sta-te profondamente alterate nel corso dei millenni. In tale contesto il camoscio ha saputo adattarsi superando vicissitudini am-bientali e storiche che a volte hanno vi-sto una riduzione vertiginosa dei contin-genti numerici della specie.Oggi il camoscio alpino è presente sull’intera catena montuosa, dove le sue colonie prosperano numerose grazie alla protezione creata nel secolo scorso dai parchi e riserve naturali.Dal punto di vista della sistematica i camosci sono gli unici rappresentanti europei della famiglia di rupicaprini, un gruppo della sottofamiglia dei caprini, specializzato per la vita a media e alta

di Dorino Stocchero

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quota e ampiamente distribuito nella re-gione oloartica.Ai rupicaprini appartengono alcuni fra i più sconosciuti e affascinanti ungulati che popolano le montagne tropicali del medio e dell’estremo Oriente.Diffusi dalla Penisola Iberica al Cauca-so i camosci si rivelano ungulati delle montagne europee, dove preferiscono frequentare le aree forestate interrotte da pareti rocciose e scoscese e da prate-rie d’altitudine. Sono tipici abitatori dei boschi di tipo alpino dai quali risalgono verso quote maggiori, per esempio d’estate, quan-

do si spostano al limite inferiore delle nevi perenni alla ricerca dei pascoli più freschi. Probabilmente in assenza della pressione umana sarebbe possibile os-servare la diffusione di questi animali anche a quote meno elevate di quelle attuali. Anche le informazioni paleon-tologiche desumibili dalla distribuzione fossile dei resti di camoscio indicano questo ungulato come strettamente di-pendente da ambienti di alta quota, a differenza dello stambecco (capra ibex) che durante le glaciazioni quaternarie era sceso dai rilievi superiori fino alle zone pedemontane.

Il camoscio, invece, sembra essere ri-masto confinato in territori rocciosi, che scendevano raramente al di sotto dei 600 metri di altitudine.L’adattamento del camoscio alla vita nell’ambiente montano appare evidente se si esamina la struttura morfologica dei piedi, formati da due zoccoli piutto-sto morbidi con le suole plantari carat-terizzate da una plasticità confrontabile con quella della gomma e facilmente adattabili ad ogni asperità della roccia.Le punte però sono molto dure e ven-gono usate soprattutto nelle salite per fare presa sulle pietre e le parti dello

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zoccolo mobili consentono agli animali di appoggiarsi stabilmente su otto punti anche sui terreni ripidi.L’Italia è interessata dalla diffusione di due specie di camoscio: quella delle alpi (rupicapra-rupicapra-rupicapra) diffusa sull’intero Arco Alpino, di cui si stima una popolazione di circa 90.000 unità, e il più esclusivo camoscio appenninico (rupicapra-pirenaica-ornata) sopravvis-suto solamente con un unico contingente in un ridottissimo areale dell’Appenni-no Centrale, la cui popolazione è stimata attualmente in non più di 500 capi ed è essenzialmente confinata all’interno del

Parco Nazionale d’Abruzzo.Proprio in ragione della sua ridottissima presenza è stato classificato come “vul-nerabile” dall’I.U.C.N. (International Union for the Conservation of Nature) inoltre è inserito nella legge quadro vi-gente tra le specie particolarmente pro-tette.Gli studi paleontogici biometrici geneti-ci ed eco-etologici condotti nell’ultimo ventennio dall’etologo Sandro Lovari del Dipartimento di Biologia Evolutiva dell’Università di Siena, anche in col-laborazione con altri specialisti italiani, hanno dimostrato le strette affinità della

popolazione superstite dell’Appennino Centrale con quelle dei Pirenei e della Cordigliera Cantabrica.Probabilmente, nel corso dell’ultima glaciazione, un’ondata di camosci di tipo alpino è giunta dall’Asia a colo-nizzare le montagne europee dove già vivevano le popolazioni della specie pyrennaica.Il camoscio alpino (rupicapra-rupicapra-rupicapra) è diffuso su tutto l’Arco delle Prealpi vicentine con una popolazione stimata sui 1500 capi.La specie è cacciabile secondo i piani di prelievo selettivi.

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trenini

di Enzo Casarotto

L'uomo che amava i trenini

Inaugurata a Schio la “Sala Razzoli” dedicata all’ex Prefetto di Roma, Aligi Razzoli, raffinato collezionista di trenini e fondatore delle Fiamme Oro, il Gruppo

Sportivo della Polizia di Stato

L’Associazione FAV che sta per Ferromodellisti Alto Vicentino in occa-sione del ventennale dalla sua fondazio-ne, completa un percorso meraviglioso e da oggi oltre ad un plastico di quasi 100 metri quadri che comprende un pae-saggio in scala 1:87, quattrocento metri di binari, 4 stazioni, la “sala regia”, si fregia di una sala mostra con oltre 1000 modelli di treni in miniatura che dal dopoguerra ai giorni nostri dimostrano l’evoluzione di questo mezzo di traspor-to. Questa collezione è di “Aligi Razzo-li” già Prefetto a Roma con incarico di vice capo vicario della Polizia di Stato scomparso proprio a Schio nel 2003. Lo stimato ufficiale, per non disperde-re il patrimonio raccolto grazie alla sua passione, ha deciso di donare proprio

al Comune di Schio l’intera collezione e l’Amministrazione Comunale ha affi-dato tale lascito per la sua custodia e la conservazione al gruppo FAV. La Sala Razzoli si trova all’interno dell’Istitu-to “La Casa” in Via Baratto 39, a Schio ed il presidente Giampietro Gazzola (0445.510288), con i suoi 50 soci, ha deciso di aprire al pubblico il plastico e la mostra nei giorni di lunedì e venerdì (dalle 21 alle 23) e la domenica mattina (previo appuntamento telefonico) per poter condividere questo capolavoro con gli appassionati, i collezionisti ma anche con i tanti cittadini curiosi di ammirare questo posto davvero speciale. All’inau-gurazione del 16 maggio 2009, sono intervenuti oltre al Sindaco Luigi Dalla Via e la signora Giuditta Scalabrini cu-

gina di Aligi Razzoli, moltissimi ufficia-li della Polizia di Stato, l’ex Prefetto di Roma e attuale segretario di Stato Carlo Mosca, una rappresentanza delle Fiam-me Oro, il Corpo sportivo della Polizia di Stato voluto proprio da Aligi Razzoli oltre ad una nutrita schiera di rappre-sentanti del mondo istituzionale, poli-tico e imprenditoriale. Presente anche un socio onorario “speciale”: l’attore e regista Marco Paolini. L’Associazione FAV ha pubblicato anche un volumetto, a disposizione dei visitatori, che illustra la storia dell’associazione. A proposito: è uno dei plastici ferroviari più grandi d’Italia. Partenza regolare alle 14.40. Il primo classificato ha finito la gara in 33’ 45” facendo segnare il nuovo record.

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Mitica 9 colli

Corrado Buzzolan conquista un eccellente 28° posto in una delle corse più dure del mondo, impiegando 30 ore, 5 minuti e 5 secondi per coprire i 202 km di gara

corsa

Mitica Mitica 9 colli

Corrado Buzzolan conquista un eccellente 28° posto in una delle corse più dure del mondo, impiegando 30 ore, 5 minuti e 5 secondi per coprire i 202 km di gara

Il pettorale n.74, come il nu-mero della sua azienda (Studio74 Software House), ha portato for-tuna al supermaratoneta Corrado Buzzolan, vicepresidente “Cate-goria Grafici” dell’Associazione Artigiani della provincia di Vi-cenza, che sabato 23 e domenica 24 maggio scorso ha partecipato alla gara dei 202 Km piazzandosi al 28° posto col tempo di 30h 05’ 05”. Dei 110 iscritti solo 34 uo-mini sono giunti al traguardo; nes-suna donna ha tagliato l’arrivo. La temperatura media di giorno è sta-ta di 33°, una sofferenza aggiuntiva ai molti km di corsa. La Nove Colli Running, assieme alla Spartathlon (la Atene-Sparta di 246 Km) e alla Badwater (l’attraversamento della

di Roberta Dalla Vecchia

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Valle della Morte in America) è una delle 3 gare più dure che esistano al mondo. Praticamente un insieme di 5 maratone continue, rese ancora più difficili dai tre cancelli di eliminazione il 1° a 57,6 km in 7,30 ore, il 2° a 101,2 km in 14 ore, il 3° a 158 km in 23 ore. Una gara interna-zionale alla quale solo pochi si iscrivo-no e ancora meno arrivano al traguardo, iscrivendo, così, il proprio nome nel pre-stigioso club dei finisher. Tanti gli italiani ma anche molti francesi e tedeschi; tutti preparatissimi. Per un atleta di lunghe distanze è un’esperienza devastante ma un sogno da realizzare almeno una volta nella vita. Ne sanno qualcosa i numerosi atleti che, anche dopo 3/4 tentativi, non sono ancora riusciti ad arrivare a Cesena-tico, punto di partenza e arrivo. Corrado, dopo aver intrapreso, la scorsa stagione, la famosa supermaratona del Passatore di 100 km, ha portato a termine questo so-gno, grazie al coinvolgimento del perso-

nal trainer Antonio Pasqualotto, titolare del negozio sportivo Puro Sport di Zanè. Ad accompagnarlo e a dargli supporto tecnico in questa avventura due concit-tadini di Santorso, Luca Dalla Vecchia e Ivano Dal Ben, quest’ultimo atleta fon-dista, senza i quali non avrebbe avuto il risultato ottenuto. Il segreto per tagliare il traguardo? Lo chiediamo a lui che ri-sponde: “Bisogna essere in pace con se stessi, “avere testa”, pianificare bene il percorso percorrendolo in anticipo, esse-re accompagnati, non partire troppo velo-cemente e tenere sotto controllo i battiti cardiaci. È allora spontanea la domanda se, dopo questa super impresa, non pensi alla Spartathon. Corrado ci fa un sorriso, dice un “vedremo” carico di possibilità. Per un atleta che ha iniziato a correre se-riamente 3 anni fa e che ha 45 anni, ar-rivare alla Atene-Sparta sarebbe un altro fantastico risultato da mettere nella ba-checa delle cose più belle che si possono fare nella vita.

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pattinaggio artistico

Uno stormo danzante di Nicola Ciatti

Sono giovani ma dentro hanno una carica di entusiasmo e passione veramen-te travolgente. Hanno stupito tutto e tutti raccogliendo risultati che vanno al di là di ogni più rosea aspettativa o ottimistica previsione. E quando scendono in pista sanno coinvolgere il pubblico come po-chi altri gruppi sanno fare. Stiamo par-lando degli atleti del “New Age Two”, il Grande Gruppo del Pattinaggio Artistico Trissino che ha rappresentato la storica società trissinese in una stagione, quella 2008-09, che verrà ricordata come asso-lutamente positiva. Dopo i successi a livello internazionale conquistati dal gruppo storico del “New Age”, il cui apice nell’ultimo periodo è stato il terzo posto ai Mondiali di Taiwan nel 2008 e che nel 2002 a Wuppertal in Germania ha vinto i campionati mondia-li, la società del presidente Massimiliano Voltolina ha deciso di far tirare un po’ il fiato a questi atleti che hanno portato in alto il nome di Trissino nel mondo, pun-tando invece su un Grande Gruppo for-mato da ragazze e ragazzi molto giovani, dai 13 ai 19 anni. Un gruppo piuttosto variegato, composto da atleti in rappre-sentanza della Polisportiva Valdagno, del Pattinaggio Artistico Trissino e del Patti-naggio Artistico Costabissara. Una vera e propria scommessa, visto che per la stra-grande maggioranza dei ragazzi si tratta-va della prima vera esperienza a carattere agonistico, ma che a conti fatti può essere considerata vinta in pieno. E’ stato infatti un crescendo rossiniano quello compiuto in quest’annata dal New Age Two, che sotto la sapiente guida di un tecnico di spessore come Damiano De Felice e con la preziosa collaborazione di Linda Dal Fiume ha saputo raccogliere risultati ed ampi consensi in tutte le gare disputate.

I giovani atleti della rinomata società trissinese New Age Two hanno raccolto risultati al di là di ogni aspettativa in una

stagione in crescendo grazie ai ritmi di un nuovo e coinvolgente accompagnamento musicale, lo “Stormo”

Il nome del disco di gara proposto è stato “Stormo”, e sia i costumi che la musica proposti hanno saputo offrire un contor-no eccellente alle esibizioni degli atleti, che col passare del tempo, tra duri allena-menti ed esibizioni di vario genere hanno migliorato giorno per giorno e i risultati sono stati dalla loro parte. Il primo vero esame superato è stato l’8° posto conqui-stato al Pala Mare di Carole in occasione dei campionati regionali Fihp, con l’ulti-mo posto a disposizione che ha spalanca-to le porte per un’insperata, almeno alla vigilia, qualificazione per i campionati italiani Fihp. Proprio in quest’occasio-ne, al Palazzetto dello Sport di Verona, i ragazzi trissinesi hanno offerto una prestazione talmente positiva che è valsa loro il 6° posto assoluto a livello italiano. Per il presidente Voltolina quest’ultimo risultato ha rappresentato una grandissi-ma soddisfazione conquistata un gruppo completamente nuovo: un sesto posto che sarà di buon auspicio per il futuro. Con un pizzico di fortuna in più non sarebbe nemmeno stato un’utopia pensare ad una clamorosa qualificazione per gli Europei di Reggio Emilia, ma siamo sicuri che questi ragazzi avranno tutto il tempo di rifarsi e l’anno prossimo vorranno ripre-sentarsi al via più carichi che mai e de-terminati ad arrivare sempre più in alto e, perché no, ripercorrere le orme dei loro compagni più esperti del “New Age”. Ultimo risultato, in ordine rigorosamen-te cronologico, il 3° posto conquistato ai campionati provinciali Aics disputato a Castelgomberto e Zanè. Insomma, un’an-nata che resterà senza dubbio nei ricordi delle ragazze, dei tecnici e della società come estremamente positiva e particolar-mente formativa, che soprattutto ha con-fermato come per la società trissinese il futuro è assicurato…

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Lo sport che fa beneS i chiama “Non mi l’Agno” ed è un calendario di manifestazioni estive che si ripropone per il quarto anno sotto la brillante guida dell’equipe Creattiva-mente della Cooperativa Studio Pro-getto, senza dimenticare l’importante appoggio del Comune di Valdagno e della Regione Veneto. Il progetto Cre-attivamente, all’interno del quale tro-va spazio “Non mi l’Agno” insieme a “Zerograd” (progetto di prevenzione all’abuso di alcool), affonda le radici molti anni fa, grazie ai fondi regionali destinati alla lotta alla droga ed alle di-pendenze. Anno dopo anno le idee sono state affinate nel segno di un’attenta promozione del benessere attraverso l’organizzazione di eventi che coinvol-gessero in prima persona ragazze, ra-gazzi, giovani e meno. E l’impegno è stato premiato.Quest’anno, infatti, il progetto pre-sentato ha ottenuto il primo posto nel-la graduatoria regionale in risposta al bando “Giovani produttori di significa-ti” inserito nella Legge regionale 29/88 “Iniziative e coordinamento delle atti-vità a favore dei giovani”.Lo sport domina anche questa edizio-ne di “Non mi l’Agno”, numerose sono state infatti le proposte fatte attraverso una gara di idee che anche quest’anno ha visto sempre in aumento il numero dei partecipanti. “Nel segno dello sport – commentano gli organizzatori – e di

tutte le altre attività, vogliamo passa-re un messaggio importantissimo. Non occorre ricorrere agli “aiuti artificia-li” per divertirsi, ma basta prendere in mano carta e penna e liberare la pro-pria creatività. I risultati sono sotto i nostri occhi. Più di 90 appuntamenti in due mesi, un numero di giovani, gruppi informali e non, associazioni, ecc. che partecipano con entusiasmo ad ogni fase e che portano con loro nuovi amici, nuove idee, nuovi progetti perchè ogni anno il nostro calendario sia ancora più ricco e bello del precedente”. C’è spa-zio per tutti, ma proprio per tutti! Dalla ginnastica all’aria aperta nello splendi-do contesto del Parco della Favorita al corso di funky e hip-hop per bambini nella magica ambientazione del Parco di villa Serena. Dagli incontri di cricket al corso di beach-volley, passando per mille e uno tornei, ping-pong, basket, kayak e una super camminata a suon di musica.Un programma tutto da scoprire, da giugno fino a fine luglio, l’estate valda-gnese si movimenta sotto lo sguardo vi-

L’estate sportiva di “Non mi l’Agno”: un calendario ricco di eventi per promuovere il benessere psicofisico e dire no alle dipendenze

gile di A g n o -man, il pa-ladino della val-lata. Tutto il calendario è frutto di un grande lavoro, coordinato dall’Equipe Cre-attivamente della Cooperativa Studio Progetto, ma soprattutto vivacizzato e caricato di energia grazie al fonda-mentale apporto di tutti quelli che han-no deciso di tirar fuori qualche sogno dal cassetto e di proporlo. Come ogni anno ci sarà da vederne delle belle, ci si divertirà per tutta l’estate a ritmo di musica, sport, cultura e attività per bambini. Cosa aspettate? Tutti possono prendere parte agli eventi perché l’im-portante non è solo partecipare, ma an-che divertirsi... e di divertimento “Non mi l’Agno” ne riserva sempre moltis-simo!

di Giulio Centomo

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Lo sport che fa bene

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ciclismo femminile

FORZA RAGAZZE!

I l G. S. CMB Cycle Woman è, come dice il nome, una squadra di ciclismo riservata alle categorie femminili, in particolare alle esordienti e alle allieve. Il team ha sede a Santorso e, non fosse per il fatto che le atlete sono tutte ragaz-ze, non ha nulla di diverso da qualsiasi squadra di ciclismo, tanto nella struttura dell’organico quanto nell’organizzazio-ne degli allenamenti e delle corse. È sicuramente il team più vincente in campo provinciale e si difende alla gran-de anche in regione e in ambito nazio-nale, per la gioia del presidente Mario Dalla Guarda e del suo vice Carlo Baci-liero, sempre presenti sui campi gara per sostenere le loro giovani cicliste. Le ragazze, allenate dal DT Claudio Tur-cato e dai suoi aiutanti Claudio Eberle e Giuseppe Maistro, quest’anno sono tutte vicentine. In totale sono 15, suddivise per anni:categoria Esordienti 1 anno, quindi nate nel 1996: Claudia Broccardo, Chiara Buonadimani, Erica Marconato e Ma-riaVittoria Sperotto;categoria Esordienti 2 anno, quindi nate nel 1995: Nicole Dal Santo, Anna For-

di Martina Doganamilan, Nikolina Kojic, Federica Pasin;categoria Allieve 1 anno, quindi nate nel 1994: Ketty Bidese, Rosanna Fontana, Valeria Fontana, Michela Pavin, Jessica Schiavo;categoria Allieve 2 anno, quindi nate nel 1993: Giulia Pironato, Cristina Prebian-ca.La loro stagione agonistica 2009 si è aperta all’inizio della primavera, anzi per alcune ancora in inverno, con gare di ciclocross e su pista. A riguardo bi-sogna ricordare i risultati di Nicole Dal Santo che ha vinto il campionato regio-nale di ciclocross e il campionato pro-vinciale di velocità e corsa a punti su pista, e quelli di Michela Pavin e Giulia Pironato campionesse provinciali su pi-sta rispettivamente nella corsa a punti e nella velocità.È stato però nel mese di maggio che l’at-tività su strada è entrata nel vivo. Il 17 e 24 maggio nelle due tappe del cam-pionato triveneto organizzate proprio dal CMB Cycle Woman abbiamo potuto vedere le ragazze in azione sulle ”no-stre” strade dell’Alto Vicentino prima a Santorso e la settimana seguente a San Vito di Leguzzano. Sono state due gare con moltissime concorrenti (circa 300 nella prima, poco meno nella seconda)

provenienti da tutto il Triveneto e anche da fuori e per questo molto combattute visti anche i percorsi selettivi.La manifestazione del 24 maggio a San Vito di Leguzzano era valida come Campionato Provinciale ed è stata co-munque una gara dai toni internazionali per la presenza della nazionale austriaca e da varie rappresentative dalle altre Re-gioni. Sul traguardo posto ai piedi della Chiesa di San Vito le ragazze del CMB hanno fatto incetta di titoli provinciali, lasciando praticamente a bocca asciutta tutte le altre compagini vicentine. Infatti si sono laureate campionesse provincia-li per la categoria esordienti 1 anno la scledense Maria Vittoria Sperotto, per la categoria esordienti 2 anno Nicole Dal Santo di Zanè, per la categoria al-lieve la sandricense Jessica Schiavo tra l’altro al rientro dopo una delicata ope-razione. Non poteva sicuramente andare meglio!Le ragazze ora si preparano per i pros-simi obiettivi, il Campionato Regionale che si terrà a Rubano in provincia di Pa-dova il 28 giugno e il Campionato Italia-no a Sardonico in Trentino.Che aggiungere se non un grosso in boc-ca al lupo da parte di Sportivissimo a queste ragazze sportive e vincenti…

Continua alla grande la stagione agonistica di ciclismo femminile del G.S. CMB Cycle Woman del presidente Mario Dalla Guardia

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hockey

Campioni d' Italia

di Carlo Nieddu

È scritto una volta, ma va letto, anzi gridato “alla Martellini” almeno altre due: cronaca entusiastica della conquista del secondo titolo italiano dell’Hochey Valdagno under 13

Con la vittoria dello scudetto di ho-ckey su pista under 13, il team biancoce-leste si è dimostrato la squadra più forte d’Italia. Nei giorni 30-31 maggio e 1-2 giugno si è disputato a Modena il cam-pionato italiano 2009. Alberto e Tommaso Marchesini, Andrea Finetto, Alessandro Pittari, Davide Spagnolo, Filippo Zam-bon, Giovanni Fioraso, Giulio Nardon, Luca Nieddu, Marco Mandarini , Mattia Tognolo, Matteo Rando e Tommaso Sila-moni Cecchetto, allenati dal tecnico Mau-

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ro Zini. Questi sono i nomi dei ragazzi che per il secondo anno consecutivo portano a casa il titolo di CAMPIONI D’ITALIA UNDER 13….Lo scudetto tricolore resterà cucito sul petto della loro maglia per tutto il 2009 e buona parte del 2010. Meritata la vittoria per tutti i sacrifici fatti dai ragazzi, dall’al-lenatore Mauro Zini, dai dirigenti Mauro Marchesini e Massimo Finetto e natural-mente dai genitori. L’avventura inizia il sabato 30 maggio al Palaroller di Modena per la prima partita contro il Matera vinta senza difficoltà per 8 a 0. Lo spirito è alto. Il giorno seguente dopo la levataccia per il trasferimento da Valdagno a Modena i ragazzi devono confrontarsi con una delle squadre più forti del campionato, il Follo-nica. C’è della tensione negli sguardi dei giocatori valdagnesi, l’allenatore Mauro Zini propone ai suoi atleti una tattica di gioco insolita nel suo genere che li porterà a vincere per 8 reti a 0.

Stupore tra gli avversari, noi negli spalti esultiamo con cori da stadio, trombe e stri-scioni bianchi azzurri, i colori della nostra squadra. Anche per oggi un ottimo bottino (in totale 16 reti fatte senza subirne una).Rientriamo in hotel per far riposare i ra-gazzi. La sera stessa azzardiamo, portando i ragazzi a cena in un localino dove mani-caretti ci attendevano…Al terzo giorno le cose si complicano con l’incontro con il Breganze, che dalle prime battute riesce a ingannare la nostra difesa e, per lo stupore del nostro portiere Luca, a segnare un goal. A questo punto la porta del Valdagno si chiude con la serranda, la difesa non si perde d’animo e protegge la porta con i denti. Dal centro campo ini-ziano molteplici tentativi di portare la par-tita a parità…. Alla fine il Valdagno avrà la meglio con 2 reti a 1. Esultiamo dalla gioia per aver contrastato un’ottima squa-dra. In serata per le semifinali ci dobbiamo confrontare con una squadra che nell’altro

girone era arrivata seconda, non per que-sto meno forte, il Trissino. Squadra molto ben preparata e un portiere bravissimo che per nostra fortuna non riesce a parare 2 goal molto ben piazzati. Siamo in finale, le lacrime ci scendono per l’emozione. E’ un momento super, magico. Attendiamo il risultato dell’altra semifinalista per sa-pere contro chi dovranno giocare i nostri ragazzi. Arriva il comunicato… Il con-fronto sarà con il fortissimo Follonica. A cena facciamo un po’ di festa per sollevare i nostri ragazzi dallo stress di questi gior-ni. Sono molto stanchi e c’è anche qualche contuso, ma niente paura. Roberta mam-ma di Alberto e Tommaso Marchesini ha con sé un olio miracoloso, riesce pure a fare la massaggiatrice e a rimettere in pie-di Luca (portiere) che ha una spalla molto dolorante, e Tommaso Silamoni (attaccan-te) che non riusciva più a muovere una gamba. L’ultima notte all’hotel in pochi riescono a dormire, chissà perché?!

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Alle 6.30, l’allenatore decide di svegliare i ragazzi che si presentano davanti a noi molto affaticati, stanchi e chi più ne ha più ne metta. Forse qualche dubbio per il buon successo ci sfiora, sappiamo che dall’al-tra parte troveremo una squadra differente dei giorni precedenti, pronta a tutto pur di prendersi lo scudetto non solo con i denti, ma anche con le unghie. Ore 9.00, si co-mincia l’ultima sfida. Negli spalti tutti noi siamo pronti a supportare la nostra picco-la, grande squadra. I ragazzi non riescono ad ingranare. A fatica tengono la palla, sono confusi, gli avversari sembrano in-demoniati, sono più forti del previsto e segnano il primo goal. Alla fine del primo round riusciamo a pareggiare, nel secondo tempo il Valdagno ribalta il risultato por-tandosi in vantaggio, sembra fatta. I tiri in-sidiosi parati dal portiere valdagnese sem-brano proiettili, ma per una nostra svista arriva il pareggio, non ci sono parole per descrivere lo stato d’animo. Negli spalti cerchiamo di risollevare i nostri giocatori. A 34 secondi dalla fine Tommaso Marche-sini riesce a prendere la pallina e portar-si da solo davanti alla porta avversaria e con un tiro da manuale segna il goal della vittoria. Dagli spalti tra lacrime di gioia si grida a squarciagola CAMPIONI D’ITA-LIA!!!!!!! CAMPIONI D’ITALIA!!!!!!! CAMPIONI D’ITALIA!!!!!!!Non ci sembra vero.I ragazzi si riconfermano Campioni d’Ita-lia. Nelle 5 partite del campionato, i neo campioni hanno segnato 23 goal suben-done 3. BRAVI RAGAZZI!!!!! SIETE I PIU’ FORTI D’ITALIA!!!!!!!!!!!!!!Dopo le premiazioni, ad attenderli a Val-dagno, c’è l’amico e sponsor della squadra Marco Corà, il Sindaco Alberto Neri con l’assessore allo sport Alessandro Mar-chesini per rendere omaggio e congratu-larsi con i campioni d’Italia. Il Presidente dell’Hockey Valdagno Dino Repele con tutta la direzione ha organizzato il rinfre-sco per festeggiare i ragazzi e con il sup-porto della tifoseria della squadra mag-giore e i genitori, nonni tutti continuano la festa. Un GRAZIE va a tutti quelli che hanno creduto in questa squadra, in parti-colare alla ditta PRESTIGE Italia s.r.l. di Trissino e la ditta ZINECO s.r.l. zincature di Castelgomberto, che hanno contribuito alle spese della trasferta. Con il loro con-tributo, sono riusciti a far sì che i ragazzi alloggiassero a Modena senza stancarli per le lunghe trasferte. L’amico Giovanni Coaro della SNACK AND GO di Thiene, che con i suoi tramezzini e panini imbot-titi ha allietato le merende dei campionci-ni valdagnesi e a PLINIO che ha offerto le bibite, ottime per dare refrigerio nelle giornate calde di Modena. Grazie a tutti per averci creduto e un grazie particolare va ai genitori che con i loro sforzi appog-giano i nostri ragazzi a continuare in que-sto sport nonostante le difficoltà di percor-so. Grazie al tecnico Mauro Zini, per aver riportato per il secondo anno consecutivo questa squadra alle finali. Su 80 partite di-sputate, 78 sono state vinte e 2 pareggiate. Meglio di così!Grazie a Massimo Finetto e Mauro Mar-chesini per la logistica della squadra e un grazie va a tutti i tifosi, in particolar modo a Massimo Marchesini che da anni ci so-stiene con il suo tifo.

TECNOLOGIA QUALITÀ

La Termidraulica Bedin Leonardo è in grado di proporre nuove tecnologie rivolte al risparmio energetico tra le quali sistemi innovativi per impianti solari termici e fotovoltaici.

IMPIANTO SOLARETERMICO

La tecnica solare è una scelta più che mai attuale, una forma di energia pulita ed ecologica all’insegna del ri-sparmio, confermata anche dal fatto che il numero di coloro che decidono di installare un impianto solare è in continuo aumento. Le motivazioni che portano a scegliere un impianto solare sono molte: è una fonte ine-sauribile di energia perché sfrutta i raggi del sole, gratuiti e disponibili ovunque, e li trasforma in calore; è un sistema collaudato perché la tec-nologia ha maturato affidabilità e garantisce il risparmio energetico nel corso degli anni; è un impianto eco-logico perché non produce nessuna emissione di gas inquinanti o fasti-diosi rumoni BONUS FISCALI 55%

IMPIANTI FOTOVOLTAICI

Per produrre energia elettrica rispet-tando l’ambiente. Una delle principali cause del cambiamento climatico del pianeta è il crescente utilizzo di fon-ti non rinnovabili (petrolio, carbone, gas...) per produrre energia. Grazie agli incentivi e alle tariffe speciali, messe a disposizione dal governo, è possibile produrre energia elettrica da pannelli solari fotovoltaici, aven-done anche un vantaggio economico. Nello specifico con il “CONTO ENER-GIA” il Gestore dei Servizi Elettrici può acquistare energia prodotta da impianti con pannelli solari ad una tariffa incentivante, di valore quasi triplo rispetto al prezzo di vendita dell’elettricità normalmente erogata. Il sistema garantisce una convenzio-ne sicura, della durata di vent’anni per chi installa pannelli fotovoltaici e produce energia. Inoltre gli eleva-ti incentivi permettono di rientrare facilmente della spesa iniziale che, una volta ammortizzata, permette di guadagnare. Per l’investimento iniziale alcune banche propongono prestiti a condizioni agevolate, stu-diati appositamente per lo sviluppo dell’energia solare.

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ciclismo

di Enzo Casarottofoto di Euro Grotto

Èun Giro d’Italia da incorniciare quello del Centenario per Mauro Facci il ventisettenne di Santorso che in più occa-sioni è riuscito a mettersi in evidenza e a ritagliarsi quel ruolo che fa di lui uno dei protagonisti del Giro anche se gli è man-cata la soddisfazione della vittoria di tap-pa. Considerato che solo sei società delle ventiquattro squadre iscritte al Giro hanno avuto il piacere di vincere, la prestazione di Mauro Facci può essere considerata più che soddisfacente. Facci è professionista dal settembre 2002, per due anni ha fatto il gregario al campione del mondo Paolo Bettini, ha vinto lo scorso anno una gara in Belgio ed è sotto contratto con la Quick Step fino al 2010. Il suo Giro inizia subito con l’attacco assieme a Palumbo, Ignatiev e Schròder che gli permette nella terza tap-pa, la Grado-Valdobbiadene di conquistare la maglia verde degli scalatori scollinando per primo sul Combai proprio nel giorno del suo compleanno, e di transitare il gior-no seguente sulle strade di casa (la mitica Rosina di Valle San Floriano di Marostica) con sulle spalle il simbolo sponsorizzato Mediolanum. “E’ stato un Giro – afferma Mauro – che mi ha dato la possibilità di fare esperienza e che ha dimostrato che vado forte anche nella terza settimana. Ho potuto mettermi in luce attaccando in mol-te occasioni da lontano e ciò mi ha per-messo di vincere la classifica “Cervélo” che premia gli attaccanti più generosi: in tutto ho fatto 550 km in fuga oltre agli altri allunghi che nella classifica non sono stati conteggiati perché c’erano più di 10 atleti al comando. – Cosa ti resta dopo questo Giro? “Tante sensazioni bellissime; ho provato a vincere una tappa ma le fughe di Valdobbiadene, Chiavenna, Faenza, del Blockhaus e del Vesubio non sono andate a buon fine. Mi soddisfa anche il settimo posto di Faenza. Con la squadra ci siamo messi in evidenza con qualche piazzamen-to di Alan Devis e abbiamo vinto la maglia bianca dei giovani con Seeldrayers. For-se i complimenti di Bettini ricevuti dopo la tappa di Valdobbiadene sono stati la

cosa più bella assieme alla maglia verde indossata in Veneto. E’ stato un Giro spet-tacolare sotto l’aspetto paesaggistico che nell’anno Centenario ha attraversato città importanti quali Venezia, Firenze, Roma (non capita spesso di passare davanti al Colosseo e a San Pietro…) però per le mie caratteristiche, il Giro con le monta-gne nell’ultima settimana, avrebbe messo ancora più in evidenza le mie doti. È sta-to comunque un bel ritorno d’immagine; per noi italiani è la miglior vetrina e ho ricevuto i complimenti da tanti tifosi che prima non mi conoscevano e io comincio a credere di più nelle mie doti e nelle mie possibilità. Sicuramente, il prossimo anno, nella terza settimana, con un Giro di tipo tradizionale, saprò fare ancora meglio”. – Il giorno più bello? “A Valdobbiadene, tra l’altro, non ho mai visto tanta gente come lì”. – La dedica? “Alla mia famiglia a papà Lino, a mamma Mirella e alla sorella Marina che mi hanno sempre sostenuto e a tutte quelle persone che hanno sempre creduto in me”. Ora per lui l’impegno con il Giro d’Olan-da, il campionato italiano, una pausa nel mese di Luglio e poi un finale di stagione che costringerà i suoi ds. Bramati e Gual-cilena a ritagliargli uno spazio che al Giro ha dimostrato ampiamente di meritare.

Mauro Facci (Quick Step) con 550 km in fuga vince al Giro del Centenario la classifica degli attaccanti

Mauro Facci (Quick Step) con 550 km in fuga

Facci, l’attaccante generoso

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moto d’epoca

Quasi cinquecento centauri molti dei quali in compagnia, si sono presen-tati a Santorso ai piedi del Summano per il 16° motoraduno regionale dell’Orso patrocinato dall’Amministrazione comu-nale orsiana e organizzato dal Moto club Santorso con il presidente Stefano Ciscato a coordinare assieme ai 12 consiglieri del gruppo l’intero evento. Sono stati tre gior-ni appassionanti nel primo fine settimana di giugno che hanno seguito l’impegno del 12 marzo che a Zanè ha visto oltre 500 centauri partecipare al motoraduno di primavera (con l’esposizione delle miti-

di Enzo Casarotto

16° Motoraduno dell’Orso 2009: un successo annunciato firmato Moto Club

Santorso. Si replica il 20 settembre con il primo “Vespa-raduno”.

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che Laverda) e che precede l’altro impegno previsto per il 20 settembre con l’esordio in assoluto per il moto club Santorso del “motoraduno delle vespe”. Il moto club San-torso che vanta 200 scritti, ha ottenuto nel 2005 la stella di Bronzo dal CONI per le sue innumerevoli attività e la sua capacità di aggregazione di persone anche molto di-verse tra di loro. La sedicesima edizione del motoraduno dell’Orso ha ampiamente soddisfatto i partecipanti che hanno gradito i 60 km del motogiro, l’ospitalità dell’Oasi Rossi e prima del pranzo, lo spuntino consumato in pros-simità del vivaio Dalle Rive di Zugliano. Tra i numerosi ospiti anche Paolone Dal Soglio con la sua Yamaha del 1985 ne approfitta ogni anno per stare con gli amici appas-sionati dei motori. Molte le moto “datate” rispolverate per l’occasione e tanta ammirazione hanno ottenuto i numero-si personaggi caratteristici in carovana; la musica poi e la buona cucina hanno fatto il resto con i centauri che hanno già confermato la loro presenza anche per l’edizione del prossimo anno.

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Silenziosi come i pesci

IndiceFoto

1: ricerche archeologiche nelle acque della laguna di Venezia negli anni ’70 con l’utilizzo di un autorespira-tore ad ossigeno.

2: un manifesto, tra i molti realizzati per i films realizzati sulle gesta degli incursori italiani.

3: l’apparecchio ARO attuale, di una ditta che lo commercializza.

4: un ARO nella sua veste commerciale (da “l’enciclopedia del sub”).

5: schema di funziona-mento di un apparecchio ARO.

6: l’ARO usato dagli incursori della Decima Flottiglia Mas.

7: l’ARO usato dagli in-cursori della Decima Flot-tiglia Mas (Museo Storico Navale di Venezia).

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sub

Silenziosi come i pescidi Antonio Rosso

Immersioni con miscele: gli autorespiratori ad ossigeno

Nella subacquea un’immersione eseguita con un autorespiratore ad ossige-no rientra tra le immersioni con “miscele” in quanto questo termine viene usato per indicare l’utilizzo di un gas o una miscela di gas diversi dall’aria. La complessità e la potenziale pericolosità dell’immersione con l’ossigeno impone che per un impiego in sicurezza è indispensabile essere som-mozzatori allenati, esperti e aver seguito uno specifico corso. L’ARO, acronimo di AutoRespiratore ad Ossigeno, è un respi-ratore autonomo che basa il suo funzio-namento sulla depurazione e sul completo riutilizzo del gas espirato. È sostanzial-mente costituito da un sacco in gomma (sacco polmone) che contiene un filtro pieno di calce sodata per assorbire l’ani-dride carbonica espirata collegato con una piccola bombola di ossigeno (di solito 2 litri a 150 atm); il filtro è collegato alla bocca del subacqueo attraverso un tubo corrugato ed un boccaglio, per cui l’aria espirata passa nel filtro, viene depurata dall’anidride carbonica e reinspirata. È interessante sottolineare che, non essen-doci emissione di gas all’esterno, l’auto-nomia non è funzione della profondità, ma solo dell’effettiva quantità di ossigeno

utilizzato. Si può arrivare anche a oltre 4 ore di permanenza in acqua pur tenendo conto che parte del gas viene perso per i “lavaggi”. Ogni mezz’ora bisogna, infatti, svuotare il sacco per togliere dal circui-to l’azoto emesso dai tessuti e contenuto come impurità nell’ossigeno stesso. Può essere munito di maschera gran facciale che, a differenza della normale masche-ra, evita, in caso di incidente, l’asfissia da annegamento o l’ingresso d’acqua nelle vie respiratorie. Permette, inoltre, usan-do semplici accorgimenti di parlarsi con sufficiente chiarezza a distanza di qualche metro. Le varie parti dell’autorespiratore ad ossigeno sono collegate tra di loro da raccordi che ne consentono il montaggio e lo smontaggio. È indispensabile usare calce sodata efficiente e il sacco, prima dell’uso, va sottoposto ad una prova che dimostri l’assenza di infiltrazioni d’acqua. A questo scopo lo si gonfia, non troppo, di aria atmosferica e lo si immerge veri-ficando che non fuoriescano bolle. Si può anche aprire il rubinetto della bombola per verificarne i raccordi. L’ARO ha il vantaggio dell’elevata autonomia, nessu-na emissione di bolle, assoluta silenziosità e limitato ingombro. Sostituisce bombole,

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erogatori e giubbetto equilibratore. Pur-troppo ha numerosi e pesanti svantaggi: non può essere usato a profondità mag-giori di 10 metri, 6 metri per sicurez-za, a causa della tossicità dell’ossigeno a queste pressioni. Un errato utilizzo o l’esaurimento della calce sodata possono portare a grossi problemi per anossia (ca-renza di ossigeno), iperossia (eccesso di ossigeno), ipercapnia (anidride carbonica elevata) che provocano perdita di coscien-za. L’apparecchio richiede, infine, un lun-go ed accurato montaggio e smontaggio prima e dopo l’immersione ed è costoso come acquisto ed esercizio, non solo per l’ossigeno, quanto per la calce sodata, che va cambiata ad ogni immersione. In ogni caso chi l’ha usato ricorda per sempre il silenzio delle immersioni e la sensazione di essere stato considerato, dagli abitanti del mare, proprio come uno di loro. Impa-rare ad usare l’autorespiratore ad ossigeno è, tuttavia, semplice e ci sono numerose Federazioni sportive nel vicentino che hanno istruttori preparati e club attrezzati. Il corso di specializzazione dura da uno a due mesi ed è richiesto il possesso di un brevetto di terzo grado FIPSAS od equi-valente.

Quando era un segreto militare

l’esplosione della corazzata inglese Valiant nel porto di Alessandria. Da un quadro del pittore Rudolf Claudus.

La sua progettazione risale al 1876 dall’in-gegno di Henry Fleuss, poi sviluppato sia dall’azienda germanica Draeger che dall’americano Charles “Swede” Mom-sen e dal britannico sir Robert Davis che nel 1911 costruisce il primo autorespira-tore ad ossigeno semplificato. Nel 1922 la Siebe-Gorman lo immette sul mercato Studiato come apparecchio di respirazio-ne per il soccorso nelle miniere invase da gas asfissianti, l’ARO si dimo-strò subito utile sia in campo subacqueo che sui sommer-gibili. Dal primo prototipo nacquero altri tipi perfezionati che entrarono a far parte del-le principali marine militari. L’ARO si adattava benissimo agli scopi bellici per il ridotto ingombro, lunga autonomia e per la sua silenziosità dovuta all’assenza di bolle al bocca-glio. In Italia arriva negli anni Trenta dopo averne acquistato il diritto di fabbricazione. Nel

1936 gli ufficiali del Genio Navale, Tesei e Toschi ne studiano l’utilizzazione a scopo bellico offensivo fornendolo in dotazione agli equipaggi dei «Maiali», che erano dei siluri pilotati, a testata mobile esplosiva. Gli autorespiratori avevano la maschera in-corporata ed erano dotati di una coppia di bombole a lunga autonomia. Nei mezzi leg-geri, i cosiddetti «Gamma», vi era un solo operatore che effettuava l’avvicinamento,

pinneggiando, di solito, in superficie. Era l’operatore stesso che rimorchiava l’esplo-sivo, opportunamente alleggerito e s’im-mergeva solo in prossimità dell’obiettivo. Necessitando di una autonomia minore era dotato di una bombola più piccola in modo da avere un ingombro minimo. Le imprese degli assaltatori italiani delle due speciali-tà appartengono alla storia: una per tutte, l’impresa di Luigi Durand de la Penne con

altri cinque compagni del-la Decima Flottiglia Mas che il 19 dicembre 1941 affondarono nel porto di Alessandria due corazza-te, la Valiant e la Queen Elizabeth ed una petrolie-ra. Terminato il conflitto e rimosso il segreto militare è stato commercializzato, così come è accaduto an-che per le pinne ed altre attrezzature, come attrez-zatura sportiva.

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Campionisub

Il Centro Subacqueo Nord Italia di Vicenza è per la prima volta Campione italiano di tiro al bersaglio subacqueo.

Ai campionati italiani di tiro al ber-saglio subacqueo, tenutisi a Lignano Sab-biadoro, la squadra del Club Subacqueo Nord Italia si è aggiudicata la medaglia d’oro nella staffetta a squadre, conqui-stando così per la prima volta il titolo di Campioni d’Italia.La squadra era composta, in ordine alfa-betico, da Luca Didoni, Loris Maculan Franco Riato. Con 1987 punti, nonostante i 63 di penalizzazione, hanno superato il CSA di Ortigia (Siracusa) al secondo posto con 1966 punti e il Nuoto Sub 2000 sempre di Siracusa, terzo con 1930 punti.

Ha completato il successo del club vi-centino, la conquista della medaglia di bronzo di Federico Gasparon nella gara di apnea dinamica con attrezzi, 1° categoria maschile.

La squadra del CSNI, Loris Maculan, Franco Riato, Luca Didoni

Il podio con al centro la squadra del Centro Subacqueo Nord Italia

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calcio a5

Un cielo bluamaranto

Nella finalissima di Spinea contro la Fenice, i ragazzi di Mauro Gonzato ottengono una vittoria di misura, 1-0, con rete decisiva di Diego D’Alessandro che mette la ciliegina su una stagione da incorniciare: adesso è C1!

Il cielo si è colorato di bluamaranto! La Star Deco Cornedo ha messo la classica ciliegina sulla torta di un’annata da in-corniciare, è andata a vincere per 1-0 sul terreno di gioco della Fenice nella finalis-sima play off, e ha staccato così il bigliet-to per la storica promozione in Serie C1. Un risultato meritato e fortemente voluto da un gruppo che per tutto l’anno ha dimo-strato grande compattezza, unione d’in-tenti e tanta determinazione nel puntare in alto. Davanti ad un pubblico record anche lontano dal Paladegasperi, la truppa di Mauro Gonzato ha offerto l’ennesima pro-va di grande carattere, dimostrandosi soli-da, forte e matura per festeggiare il conse-guimento di un risultato storico. È stato un gol del “Puntero” Dieguito D’Alessandro a metà ripresa a consegnare di fatto il suc-cesso ai vicentini, che a fine gara si sono lasciati andare ad una festa infinita… In un incontro così tattico, era di certo un episo-dio che poteva far propendere l’ago della bilancia da un verso o dall’altro. A metà ripresa è arrivata infatti la rete che risulte-

rà decisiva: combinazione veloce dei gio-catori bluamaranto e Diego D’Alessandro conferma il suo momento magico metten-do a segno la rete che fa esplodere di gioia i circa 100 fedelissimi sostenitori blua-maranto che anche a Spinea si sono fatti sentire durante tutto l’arco della partita. Nel finale la Fenice decide di giocarsi il tutto per tutto, e negli ultimi sei minuti gioca la carta del portiere di movimento. A questo punto diventa assoluto protagonista della sfida con i lagunari il portiere vicen-tino Giacomo Ceranto, che compie almeno quattro interventi decisivi che salvano il risultato e mettono in ghiaccio la vittoria. Il fischio finale dei due arbitri sancisce la promozione della Star Deco Cornedo nel campionato di Serie C1, e scatena l’entu-siasmo di tutto l’ambiente bluamaranto. Giocatori a far festa assieme a tecnici, dirigenti, preparatori e tifosi: immagini che difficilmente verranno dimenticate! Ma la festa è solamente appena iniziata e siamo sicuri che durerà tutta l’estate…

di Nicola Ciatti

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ginnastica

di Martina Ferrero

Hocus Pocus...e lo spettacolo inizi

Quanti tra noi alla fatidica domanda “Cosa vuoi fare da grande?” almeno una volta hanno risposto “Il Mago!”? Il 7 giugno il Pa-lacampagnola di Schio si è trasformato in un grande cilindro magico, dal quale sono usciti conigli, stelle, carte e tanti altri giochi di magia.L’Accademia di fine anno della Fortitudo Schio 1875, si sa, è sempre un grande spetta-colo ma quest’anno erano più di 350 i bambi-ni e i ragazzi dei corsi di ginnastica generale che, alternandosi agli atleti dell’agonismo hanno offerto uno spettacolo, è proprio il caso di dirlo, “magico” al folto pubblico presente.Dalle stelline dei corsi prescolari (4-5 anni) alle sfere magiche delle ragazze dei corsi delle medie uno spettacolo di luci e di co-

lori inframezzato dalle splendide streghe dell’agonismo. Bacchette magiche che vol-teggiavano alla sbarra e carte “animate” che piroettavano in aria con leggerezza. E ancora polvere magica, cubi, cerchi, fiori coloratis-simi che si muovevano con grazia ed elegan-za tra le acrobazie proprie della ginnastica.Eh sì, questo è davvero uno sport affa-scinante che non finisce mai di stupire, emozionare, divertire. Una dedica finale a tutti i bambini dell’Abruzzo che in questo momento non possono fare sport a cau-sa della distruzione del terremoto. E sulle note di “Domani 21 aprile 2009”, con tutti gli atleti e gli istruttori sul campo un emo-zionante girotondo ha salutato il pubblico.

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real recoaro

Real Recoaro un successo annunciato

A stagione finita mi sembra giusto esprimere la soddisfazione per il comporta-mento, l’impegno,l’entusiasmo ed abnegazione che tutti gli appartenenti all’Associazione Sportiva Real Recoaro hanno profuso nel corso di questa stagione sportiva, specialmente per le squa-dre che hanno ben figurato nell’ultimo cam-pionato, sia nel settore volley, con la conqui-sta del titolo provinciale under 16 A.I.C.S. e la successiva qualificazione alle finali re-gionali, sia nel calcio con l’acceso alla fase finale del campionato A.I.C.S. Ogni anno è sempre più difficile affrontare, a certi livelli, gli impegni . I costi per espletare al meglio le varie attività sono in continua evoluzione e viceversa sono in netto calo i contributi

di Francesco Pretto

real recoarooaro

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Vai sempre a tutta birra

FRATELLI CAMPOSILVAN SNCDISTRIBUZIONE BEVANDE

VIA BELLA VENEZIA 5236076 - RECOARO MILLE - VICENZATEL 0445 75044 - FAX 0445 75438E- MAIL: [email protected]

degli sponsor e simpatizzanti. Ogni anno si deve far fronte a situazioni che impongo-no sempre più un mio personale impegno affinché la stagione possa proseguire nel migliore dei modi. Per l’anno in corso ho cercato di abbinare risparmio = qualità e posso essere soddisfatto delle scelte ef-fettuate che fanno si che questa Società possa affrontare con tranquillità i pros-simi appuntamenti. Approfitto di questa occasione per ringraziare quanti in questo anno mi sono stati vicini ed hanno fatti-vamente collaborato con il sottoscritto. Mi preme sottolineare l’apporto dato dal vice presidente sig. Spanevello Giordano, da tutti i consiglieri, dal responsabile del settore volley sig. Stocchero Davide, dal responsabile del settore calcio sig. Alba-nese Alberto e da tutti i collaboratori che a vario titolo, hanno voluto fortemente la crescita del REAL. Un ringraziamento va anche a tutto lo staff tecnico, che per il set-tore volley vede ancora riconfermato per la prossima stagione il sig. Caneva Gior-gio, visto l’eccellente comportamento di questa stagione, da parte delle sue squadre (OPEN ed UNDER 16) , al quale vanno ad aggiungersi gli allenatori del settore gio-vanile sig.na Zaupa Elisa per l’under 13 e Massignani Annarosa per il minivolley . Per il settore calcio, un ringraziamento particolare va dato al mister sig. Spagnolo

Lelio che ha condotto la squadra per parte della stagione ed al nuovo mister sig. Poz-za Giorgio. Infine mi preme sottolineare il lavoro svolto dai nostri consiglieri Frizzo Anna e Pretto Laura per la riuscita delle attività extrasportive, culminate con la splendida festa REAL, dove i ragazzi mi hanno consegnato una targa ricordo che mi ha ripagato sicuramente, sotto l’aspet-to emotivo, del lavoro svolto per Loro. Spero di non dimenticare nessuno, anche perché la Società ha bisogno dell’aiuto di tutti e in special modo dei tifosi che, sono convinto, saranno molto più numerosi sui vari campi dove il REAL sarà presente. Da questo anno abbiamo anche una sede tutta nostra messaci a disposizione dal Comune, che ringraziamo, in via Vittorio Emanuele n. 6, 3° piano. Un grazie sentito va anche ai nostri sponsor per il sostegno che ci hanno dato e che continueranno a darci, anche perché senza di Loro sareb-

be difficile se non impossibile rimanere a questi livelli. Mi preme aggiungere che si può sicuramente esser certi che nulla, anche per la prossima stagione, è stato la-sciato al caso, anche perché, l’Associazio-ne Sportiva Real Recoaro è intenzionata a dare spazio a tutte le proposte, sia esse sia-no sportive o culturali che, sia a livello di associazioni o personali, possano portare ad un contributo che permetta di allargare le possibilità di scelta dei nostri giovani. Chiunque abbia proposte serie di col-laborazione può contattare il numero 3393696315, oppure recarsi presso la no-stra sede in via Vittorio Emanuele. A questo punto pare evidente che le pro-spettive per una ulteriore crescita della Società REAL RECOARO ci sono tutte, per cui non ci rimane che tifare ed au-gurare alla Società ed a tutte le squadre impegnate di ben figurare nel corso della prossima stagione .

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nuotouotouoto

Quando le sinergie funzionanoGigliola Tecchio, atleta di Sovizzo parteciperà ai campionati mondiali di nuo-to dal 17 luglio al 2 agosto nella specialità dei 50 stile libero. L’atleta sebbene tesserata alla società romana “Canottiere Aniene” per motivi prettamente strategici (fa parte della staffetta primatista italiana con la Veneta Pellegrni ) si allena da sempre alla piscina comunale di Creazzo sotto la guida esperta di Alberto Burlina, In virtu’ di una prestazio-ne maiuscola agli ultimi Campionati Italiani Assoluti di Pescara , Gigliola ha stabilito la migliore prestazione stagionale italiana ( terza all time ) nei 50 sl ottenendo cosi’ una storica ed incredibile convocazione agli attesissimi Campionati Mondiali di ROMA 2009 in programma a fine luglio. La Leosport, società gestore dell’impianto, ha dato la possibilità all’atleta di allenar-si nell’ambiente che l’ha vista muovere le prime bracciate mettendo a disposizione lo

staff e lo spazio d’acqua. La mitica Giglio-la rappresenterà inoltre l’Italia ai giochi del Mediterraneo di fine giugno e parteciperà alle universali di Belgrado in programma dal 5 luglio.Martino Lucatello atleta della Leosport ha recentemente conquistato alla COPPA COM.EN di Belgrado con la NAZIONALE GIOVANILE il 3 ° posto nei 100 farfalla e il 3° posto nella staffetta 4x100 stile libero. Il quindicenne di Arzi-gnano nato Swimming Why Not si allena a Creazzo ormai da due stagioni e fa parte di questa società composta da atleti provenien-ti da Lonigo, Villafranca, MONTECCHIO MAGGIORE, Creazzo e altri comuni del circondario VICENTINO. Lo staff tecnico di prima scelta ( Alberto Burlina e Anna Val-larsa). L’ampia disponibilità di spazio d’ac-qua per la pratica agonistica sono il perfetto mix che direttori degli impianti ( Gianesini, Ferro, Pegoraro ) lungimiranti e competen-ti hanno messo a disposizione degli atleti.

Tecchio e Lucatello, il binomio vincentedi Giuseppe Martini

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Danilo Pagani Gentleman DriverDanilo Pagani Gentleman DriverDanilo Pagani

Di solito scrivo di piloti conosciuti, dalla consolidata esperienza corsaiola, questa volta, però, vi presento un pilota poco conosciuto che da collezionista dell’automobilismo sportivo, a 52 anni ha cominciato a fare sul serio: storia di Danilo, pilota e gentiluomo.

di Demitri Brunello

Danilo Pagani/ Giorgio Santagiuliana, rally Campagnolo 2009, FIAT 131 abarth

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Un cappuccino e 15 domande con Danilo Pagani

1)- Hobby o passatempo:Viaggi e collezionista di modellini 1/43 di auto

2)- Auto di tutti i giorni:Audi A6 Avant bianca

3)- Orologio di tutti i giorni:Rolex Daitona acciaio e Lacoste

4)- Musica preferita:Musica italiana mi piace Eros Ramazzotti

5)- Segno zodiacale:Ariete

6)- Ultima vacanza dove e con chi:A Cuba con la moglie e alcuni parenti

7)- Vino preferito:Rosso mosso Bonarda

8)- Se ti attraversa la strada un gatto nero, cosa fai:Mi tocco le palle

9)- Qualche tatuaggio:Per il momento no, prima o poi ne faccio uno

10)- Comico che ti piace:Antonio Albanese

11)- Lingua straniera:Non parlo nessuna lingua, ma mi faccio capire in tutte le lingue ovunque

12)- Cosa leggi:Panorama, tutte le riviste di rally, quotidiano il Giornale di Vicenza

13)- Un pregio e un difetto:Pregio, Porto sempre a termine ogni cosa / testardoDifetto, Russo la notte e a volte prendo in giro gli amici

14)- Altri sport:Sciare, da giovane ho vinto qualche gara

15)- Un sogno nel cassetto:Vincere al superenalotto e buttare in strada tutto il magazzino per fare spazio in capannone e riempirlo di auto da rally, Lancia S4 037 ufficiale Stratos, Metro Mg6, Audi 4 corta ecc

Come lo prendi il cappuccino?Caldo 2 di zucchero un bicchiere di acqua gasata ogni mattina alle 6.30

rallyrallyrally

D anilo Pagani nasce ad Arzignano il 30 marzo 1957 dove risiede con la sua bella famiglia, la moglie Daniela e le due figlie Giulia e Veronica. Di mestiere fa l’imprenditore e nell’ambiente è conside-rato uno tosto, tanto che il suo amico Piero non esita a dire che tutto quello che Dani-lo tocca diventa oro. E’ titolare dell’azien-da Linea Flesh, prodotti tecnici per indu-strie alimentari della grande distribuzione.La sua passione per i rally è una storia an-tica, coltivata fin da giovane, quando anda-va a vedere con gli amici le macchine che correvano il Campagnolo, il San Martino di Castrozza, il Rally delle 2 Valli e tanti altri ancora. Nel 2004 si avvicina cautamente all’ambiente corsaiolo, acquistando una

131 abarth stradale e cominciando a fare qualche traverso su gare di regolarità. Poi lo scorso anno gli viene un flash e prepara con l’appoggio della Carrozzeria Dal Maso di Arzignano (Piero e Gigi) il 131 e inizia a correre veramente nei rally storici. Il suo miglior risultato è un 2° posto di categoria al rally Campagnolo 2009. Decisamente un buon risultato per un quasi esordiente. La passione per le corse, dicevo, è veramente grande in Danilo. Da anni è collezionista di auto storiche da rally. Ho avuto la possibilità di visitare il suo box e ammirare i suoi gio-ielli: una Lancia 037 rossa stradale in perfet-to stato, quasi fosse nuova; un Escort 2000 gr.2; una A112 abarth 58 hp e poi nella vici-na taverna Danilo possiede un vero e proprio

museo di modellini, più di cento, di auto da corsa in scala di tutti i tipi. Oltre a ciò ha foto originali dei campioni di rally, un manichino con la tuta di Schumacher e tantissime altri oggetti inerenti all’automobilismo sportivo.Danilo, con l’occasione, vuole ringraziare chi lo sostiene in questa sua grande pas-sione: il Team Bassano, Piero e Gigi della carrozzeria Dal Maso, i suoi navigatori Lorenzo Disconzi, Giorgio Santagiuliana e Mauro Magnaguagno e noi di Sportivissimo. Il programma di Danilo per il 2009 è ricco di appuntamenti: sarà a Brescia per la mi-tica 1000 Miglia, quindi a San Marino per il Leggend rally e, infine, a Bassano per il rally storico. Forza Danilo, un bel trofeo è quello che ancora manca alla tua collezione.

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di Massimo Neresini

La mente e il corpoAbbiamo incontrato il Maestro Marco Vigolo che ci ha offerto le sue

interessantissime conoscenze sulle reazioni del nostro corpo e della nostra mente durante la fase del pre-gara

Sempre più volentieri incontro il Ma-estro Marco Vigolo perché assieme a lui riesco ad affrontare il mondo delle Arti Marziali sia dal punto di vista tecnico che filosofico senza incontrare alcun attrito sul quale sia il sistema o la pratica più effi-cace e valida da seguire. Apparteniamo a due mondi diversi ma che appartengono alla stessa galassia e assieme riusciamo a portare avanti un messaggio comune: giovani e meno giovani c’è sempre un momento per avvicinarsi a queste Arti che formano la persona e non semplice-mente il fisico. In questo articolo riporto delle riflessioni del Maestro Vigolo e mie sull’importanza della mente sull’azione e la tecnica applicata alle Arti Marzia-li, soprattutto quando si deve affrontare l’ansia di un combattimento o di una gara.

Mente e Corpo, organismo fisico e psico. Non è proprio chiaro a tutti che l’uno non può prescindere dall’altro e viceversa, anzi i vecchi saggi orientali dicono: “la mente guida, il corpo esegue” il cui signi-ficato ci sembra così semplice… eppure per molti sembra proprio essere il contra-rio. Si cerca così freneticamente di cura-re il proprio corpo in tutti i modi, fitness, massaggi, lampade body-building ecc. e solo pochi danno ascolto ai saggi orien-tali per vivere decisamente meglio! Dal punto di vista occidentale noi vorremmo spiegare i meccanismi, ed ai perché vor-remmo trovare sempre la soluzione, ma nel rapporto mente-corpo i meccanismi che regolano questo intreccio sono ancora molto misteriosi e nonostante le scienze moderne occidentali abbiano risolto mol-

ti quesiti, sembrano aprirsi sempre più porte e sempre più domande. Qualunque prestazione fisica è pesantemente influen-zata dallo stato mentale che può portare ad un blocco totale o ad una prestazione formidabile. Tra questi due estremi sfu-mano tutta una sere di situazioni e risultati che sarebbe bello potessimo riuscire ad inserire in un grande sistema matemati-co, una specie di grande equazione, per trovare l’incognita cioè lo stato ottimale, la giusta preparazione fisico-mentale per poter affrontare qualsiasi situazione, dal combattimento alla prestazione singola. In attesa di questo “miracolo” che pro-babilmente resterà fantasia, il Maestro e l’Istruttore devono essere un po’ psicologi un po’ preparatori dello stato mentale e cercare di aiutare gli atleti, a prescindere

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arti marziali

dalla preparazione fisica e tecnica, a co-struire un percorso personale per guidarli diritti all’obiettivo, senza distrazioni… imparare una tecnica e poi dimenticarla perché l’abitudine nell’eseguirla la rende sempre più perfetta. Pensate che una tigre quando attacca una preda pensi al modo in cui deve attaccare? Tutto diventa “au-tomatico”, non c’è bisogno di pensare e così deve essere. Purtroppo noi non siamo una “tigre” e ci troviamo immersi in mil-le problemi quotidiani; così che la nostra mente non è più libera ma aggrovigliata nei pensieri del lavoro, della famiglia, della “morosa” dei rapporti con gli altri e tutto questo, in particolare nelle attività che riguardano le Arti Marziali, è deleterio e spesso ti porta a non ottenere il risulta-to voluto o a fallire un obiettivo al quale

l’atleta aveva dedicato un “duro lavoro”.Parliamo quindi sempre di Maestro e “Psi-cologo” (l’ho messo tra virgolette perché lo Psicologo può anche essere più sempli-cemente lo stesso Maestro che ha seguito un percorso formativo particolare). Que-sto è sicuramente premiante per chi vive in prima persona i problemi fisici e menta-li del combattente di Arti Marziali dove il problema psicologico si integra costante-mente con quello tecnico. In quasi tutte le discipline agonistiche si fa ricorso da tem-po al supporto dello psicologo ma il livel-lo emotivo che si registra nelle discipline da combattimento è quasi sempre molto più forte e le ragioni sono ovvie: si com-batte contro il peggior nemico dell’uomo, un altro uomo, e lo scontro non è mediato da attrezzi, tempi o misure, è diretto! Il

metodo ideale per la cura, il controllo e il potenziamento della preparazione mentale dell’atleta passa sicuramente attraverso la collaborazione tra lo psicologo e l’inse-gnante tecnico. Questo però, può accadere solo in grandi società sportive, con grandi mezzi economici o ad atleti entrati comun-que in importanti circuiti professionali.Ma il più delle volte le società sportive non possono permettersi una consulenza dello psicologo e tanto meno uno a tempo pieno. Dovremmo comunque poter dare ai Maestri ed agli Istruttori tecnici gli stru-menti per poter intervenire nei molteplici aspetti mentali dell’agonista per indivi-duare i problemi e, possibilmente, aiutarlo a risolverli. Logico che il Maestro non può sostituire lo psicologo come del resto non può sostituire il medico o il dietologo,

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deve invece dare semplici consigli, spes-so estremamente efficaci, che derivano dalla sua esperienza diretta e conoscenza dell’allievo. D’altronde sappiamo bene che la maggior parte delle piccole società sportive funzionino come una grande fami-glia dove, con pochi mezzi a disposizione, si cerca di risolvere tutto in casa. Il con-cetto non è sbagliato, purché il Maestro o l’Istruttore non resti del tutto isolato ma si aggiorni continuamente cercando di sfrut-tare tutte le possibilità per migliorare il suo operato nei confronti dei propri atleti.Uno dei principali problemi che investo-no la maggior parte degli atleti è l’errata interpretazione dell’ “agitazione” pre-gara. A livello organico nei momenti che precedono la competizione avviene una “preparazione” a quello che è valutato un “evento eccezionale”, un evento che esce quindi dalla normale routine e per il quale è richiesto un impegno superiore al norma-le. I metodi usati dal nostro corpo per pre-pararsi all’evento sono semplici: aumento del ritmo cardiaco e della frequenza respi-ratoria, secrezione di endorfine e adrenali-na. Una maggiore frequenza cardiaca con-sentirà di trasportare più sangue ai tessuti e quindi più glicogeno, il carburante dei muscoli. Una maggior frequenza respira-toria consentirà un maggior scambio gas-soso a livello polmonare con conseguente maggior trasporto di ossigeno ai tessuti, necessario alla combustione del glicogeno. L’adrenalina velocizzerà la risposta ner-vo-motoria e le endorfine innalzeranno la soglia del dolore. Questi cambiamenti in-terni vengono spesso imputati alla “paura” e ritenuti erroneamente negativi. Questa cattiva interpretazione causa preoccupa-zione nell’atleta e la risposta dell’apparato organico si amplifica (se la preoccupazio-ne è maggiore, l’impegno sarà ancora più arduo e l’agitazione aumenta) innescando un processo a circuito chiuso che può ar-

rivare anche alla caduta netta di pressione con eventuale svenimento.Viceversa la presa di coscienza dei processi che acca-dono nel nostro corpo nei momenti che precedono la competizione ci deve con-fortare, è una specie di “pronti… via!”.Ovviamente la semplice consapevolezza non basta per trarne il massimo vantaggio né ad annullare del tutto quel senso di disa-gio e “paura”. Occorre scoprire, attraverso l’esperienza, che è semplicemente così che il nostro corpo si prepara. L’esperienza di gare e pratica ci porterebbe ugualmente a superare questi problemi, ma in quanto tempo? ...e quanti non riuscendo a superare la fase iniziale mollando prima? Il Maestro deve così poter aiutare il suo allievo, dallo studio dell’aspetto psicologico dell’atleta e dalla sua personale esperienza, ad accor-ciare il tempo necessario ad affrontare il suo avversario senza impedimenti di ca-rattere mentale, per dare così il massimo.

ESERCIZI PROPOSTI:Ci sono moltissimi esercizi e metodi per la preparazione psico-fisica pre-gara, il Maestro Vigolo di seguito ci illustra un sistema che lui applica ai suoi atleti che devono affrontare gare impegnative con scontri molto duri, dove la consapevolez-za e la concentrazione sono fondamentali.Per quanto riguarda l’ansia pre-gara ci

sono due esercizi molto semplici che pos-sono aiutare a controllare l’”agitazione”, riportandola a livelli accettabili o addi-rittura trasformarla in migliore resa per l’atleta. Questi esercizi possono essere fatti anche a bordo ring o quadrato di gara.1-La respirazione. La fase di “INSPI-RAZIONE” è di per sé eccitante mentre la fase di “ESPIRAZIONE” è rilassante. Sfruttando questa conoscenza possiamo respirare compiendo atti inspiratori lun-ghi e profondi ed espirando velocemente: questo ci innalzerà rapidamente il ritmo cardiaco e di conseguenza l’eccitazione. Viceversa, con brevi inspirazioni e lunghe e profonde espirazioni il ritmo cardiaco diminuirà con migliore rilassamento.2-Il pensiero. Il processo di elaborazione del pensiero è in antitesi con l’ampliamen-to della percezione: se noi cerchiamo di aumentare al massimo la percezione sen-soriale smetteremo di pensare e viceversa. Ne consegue che, essendo l’ansia pre-gara derivata da un processo di elaborazione del pensiero, ovviamente riferito alla pre-stazione o incontro imminente, potrem-mo fortemente attenuarla semplicemente espandendo l’attenzione verso l’ambiente che ci circonda in modo totalitario attra-verso i cinque sensi.Chi è interessato ad approfondire que-sti metodi di consapevolezza e gestio-ne dell’ansia può consultare il metodo “Gestione della mente” messo a punto in vent’anni di studio dal Direttore Tecnico nazionale di Shoot Boxe M° Patrizio Riz-zoli in stretta collaborazione con i miglio-ri specialisti della facoltà di Psicologia dell’Università di Pisa.Tale sistema è fruibile non solo nell’appli-cazione e pratica delle Arti Marziali e so-prattutto nei combattimenti, ma anche in qualunque altro sport sia individuale che di squadra, nonché in tutte quelle occasio-ni che nella quotidianità incontriamo .

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Nella regione Veneto gli esercizi basilari di “Gestione della mente” vengono pra-ticati ed allenati presso i corsi diretti dal Tecnico Regionale FIKB settore Shootbo-xe M° Marco Vigolo (cintura nera 3°Dan di Jujitsu) nella palestra Moving Center a Cornedo Vicentino.

Per maggiori info:M° Marco Vigolotel. 335 8451834“mailto:[email protected][email protected]

Ai miei lettori, come sempre, auguro di trovare la consapevolezza che l’ansia, l’agitazione e la paura fanno parte inte-grante del nostro sistema difensivo o pre-paratorio e saperle “gestire” risulta fonda-mentale.

Grazie a tutti e… imparate a respirare.

ITALIA POON ZE’ TEAMDomenica 14 giugno a Selvazzano Den-tro (PD) presso la Palestra Ceron Ten-carola si è svolta una importante gara di Kung Fu, Tai Chi Chuan e Wushu nell’ambito del 1° trofeo Festa dello Sport con competizione di forme e com-battimento. Ancora una volta gli Atleti della A.S. Italia Poon Zè Team delle pal-estre di Vicenza, Valdagno e Schio, gui-dati dal Maestro G. Bon si sono distinti per qualità delle prestazioni vincendo praticamente in tutte le categorie e con-sentendo alla Scuola di conquistare la Coppa per Società. Alla grande piccoli e grandi atleti del Poon Zè non ho pa-role… bastano i fatti a dire tutto.

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A Riccione il team cornedese si riconferma vincitore della Coppa Italia C. La formazione composta da Giuliano Dall’Igna, Cristiano Frigo, Marco D’Adam,

Riccardo Cirillo, guidata da coach Bertoldo è riuscita a bissare il successo dello scorso anno battendo nell’ordine le formazioni di Padova, Milano,

Cosenza e avendo la meglio in finale su Bari con il punteggio di 119 a 89

Grandissimo Pegaso

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squash

I ragazzi del Pegaso di Cornedo hanno bissato il successo della scorsa stagione conquistando nuovamente il gradino più alto del podio nelle finali nazionali della Coppa Italia a Squadre disputatesi questo week end nel centro federale di Riccione. Giuliano Dall’Igna, Cristiano Frigo, Mar-co D’Adam e Riccardo Cirillo, guidati da coach Bertoldo, hanno dominato il torneo avendo agevolmente la meglio di Padova, Milano, Cosenza e Bari. Troppo forte ed equilibrato il quartetto vicentino per poter essere impensierito dalle formazioni rivali. Il giovane Marco D’Adam, in particolare, è stato autore di una serie di prove maiuscole (non ultimo il perentorio 45 a 18 rifilato al pur solido Antuofermo in finale) che hanno portato in dote ai compagni di squadra un rassicurante margine di punti da gestire.

di Brenno Zuccarello

Vicenza, riesce così a bissare il successo dello scorso anno, confermandosi una delle realtà più vincenti e floride d’Italia. I nostri portacolori hanno vinto in finale con la for-mazione “B” di Bari composta da Michele Antuofermo, Lorenzo Fortunato, Colucci e Pier Francesco Magarelli. Una formazi-one solida ed agguerrita, quella barese, che però si è dovuta arrendere dallo strapot-ere vicentino. In particolare del giovane D’Adam che ha riscattato una stagione in chiaroscuro trascinando la squadra alla vit-toria nonostante la sconfitta subita da Giu-liano contro il forte giovane C1 Colucci, ampiamente recuperata anche da Cristiano Frigo vincente su Magarelli con un peren-torio 45 a 30.Questi i risultati della finale:Squash Club Pegaso Cornedo batte Squash

Center “B” Bari 119 a 89.3° D’Adam vs Antuofermo 45-181° Dall’Igna vs Colucci 29-412° Frigo vs Magarelli 45-30Alla squadra vicentina vanno i complimenti di tutto il movimento veneto, non solo per il fantastico risultato di questo fine settima-na, ma per lo splendido lavoro condotto da Bertoldo e dai suoi ragazzi durante l’intera stagione che ha portato, come sempre, ad una lunga serie di soddisfazioni anche a livello nazionale. Al week end riccionese ha preso parte anche una formazione del Padova 2001 composta da Alfredo Franco, Mattia Boniardi e Max Stellato, che. uscita dal tabellone principale ad opera dei cugini vicentini, ha conquistato l’11esima piazza finale su un totale di 22 formazioni parte-cipanti.

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pit bike

Dopo le prime tre tappe ravvicinate 17/05 Foresto (VE), 25/05 Cervarese (PD) e 02/06 Montecchio Maggiore (VI), si ini-ziano a individuare le capacità dei vari pi-loti tra i quali spicca Alessandro Carrozzo che si aggiudica le prime due gare.Alle sue spalle le posizioni sono in conti-nuo mutamento con Michele Rigo, Ales-sandro Maraffon e Luca Bortolan. Nella tappa di Montecchio Maggiore i giochi sono cambiati: sul circuito “di casa” Luca Franchetti di MCR Team dopo un inizio un po’ travagliato, con una moto finalmente a punto per le sue caratteristiche di guida, riesce ad esprimere tutte le sue potenzia-lità aggiudicandosi il secondo gradino del podio. Particolarmente avvincente gara 2 dove, dopo una lotta agguerrita tra Luca Franchetti e il milanese Carrozzo, il nostro pilota vicentino riesce a spuntarla tagliando il traguardo alle spalle di un imprendibile Andrea Tedesco, pilota professionista; un buon risultato è stato ottenuto anche da Carlo Grotto, quinto di giornata, e un par-ticolare merito va all’unica donna in gara Giada Vezzù. La classifica generale provvi-soria del Chellenge vede Carrozzo seguito da Rigo, Maraffon e Bortolan, Cracco, Bel-lon e Franchetti.Il 07/06 il campionato Italiano FMI motard è arrivato a Pomposa (FE). Le giovani leve dell’MCR Team crescono mettendosi in evidenza nella categoria a loro riservata: la boy motard per ragazzi da 10 a 14 anni.Sul circuito ferrarese a noi favorevole, il te-nace Gianmaria Castagna è riuscito a dare il meglio di sé arrivando a staccare dei tempi che sono riusciti a impensierire lo staff del solitamente imprendibile Alessio Finello.Ottimo il risultato anche del piccolo Alex Pellattiero (10 anni) che si aggiudica la se-sta piazza del podio.Il monomarca Mobster Challenge procede a gonfie vele schierando anche in questa giornata un bel numero di partecipanti.La quadra MCR, il team più numeroso pre-sente in campionato, propone ben 5 piloti in questa categoria: Simone Valentini, Ste-fano Gennaro, Manuel Pelanda, Francesco Furlan e Michele Gollin.Anche in questo appuntamento Simone Valentini si riconferma il pilota da battere aggiudicandosi pole, gara 1 e gara 2; im-

Dopo un inizio di stagione molto piovoso che ha fatto saltare i primi due appuntamenti, è iniziato finalmente il Dreambikes MX Challenge UISP ed

è subito bagarre

mancabili i complimenti per tutti i suoi compagni di squadra!Nella stock amatori MCR schiera due nuo-vi piloti Andrea Tegon e Michel Zattera con buoni risultati alla loro prima gara e balza in testa alla classifica provvisoria di campionato con Edoardo Santoro che si aggiudica pole, gara 1 e gara 2 spuntandola per pochi metri su un velocissimo Federico Piccinato.In attesa delle prossime avvincenti gare, Mcr Team ringrazia tutti i suoi piloti che portano i colori del team nel mondo pit bike e gli organizzatori dei vari campionati che avvicinano sempre più persone a questo piccolo/grande sport.

Hot challengedi Monica Voltolina

bike

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Può la nostra mente essere l’artefice della differenza in una performance sporti-va a dispetto di una medesima preparazio-ne: fisica, tecnica e tattica? Se da una parte siamo tutti pronti a riconoscere alla mente un ruolo principe nel fare la differenza sul risultato finale di una gara o partita, in real-tà, ben poche sono le società, gli allenatori

Il potenziamento mentale per migliorare le performance dello sportivo

la forza della mente

benessere

di Marika Perli

benebenessere

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e gli atleti che “investono” per potenziare gli aspetti della mente, per conoscere e de-dicare del tempo a quelle che potrebbero essere anche alcune semplici attività e tec-niche che aiutano ad ottenere una migliore prestazione e a ridurre alcune interferenze che si frappongono fra atleta e risultato, come l’ansia, lo stress, l’affaticamento etc. Sicuramente quello delle immagini mentali o visualizzazioni, sia guidate da terzi che auto generate, è uno degli strumenti più conosciuti. Probabilmente perché chiude-re gli occhi ed “immaginare” è un’attività che fin da bambini riesce con facilità anche se spesso, proprio per l’immediatezza con cui riusciamo a farlo, ci fa perdere di vista quale sia l’aspetto “potenziante” che essa offre. Sono ormai molti gli anni che ci se-parano dai primi sorprendenti studi su ciò che accade nella nostra mente nel momento in cui creiamo delle scene immaginate vivi-damente, cioè con ingredienti che non sono solo visivi, ma anche auditivi (suoni o paro-le) e cinestesici-emozionali (caldo, freddo, sudore, fatica, entusiasmo, gioire, toccare, etc). È infatti ampiamente dimostrato che il nostro cervello non riconosce la realtà dalla fantasia: le aree cerebrali che si attivano nel momento in cui immaginiamo vividamente un’esperienza o la viviamo realmente sono molto simili. Quale può essere l’importan-

za di tutto ciò? E quale può essere l’appli-cazione nello sport e non solo? L’aspetto interessante si può notare quando l’atleta visualizzando alcuni momenti della gara o della partita può “ripulire” la sua presta-zione da variabili di disturbo che incontrerà nella realtà. Ad esempio l’ansia pre-gara è sicuramente invalidante per alcuni atleti: se nei giorni precedenti l’incontro l’atleta in un luogo tranquillo, comodamente sedu-to o sdraiato, si visualizza calmo e sereno, grintoso e determinato nelle fasi di inizio partita e immagina il campo dove scenderà, sentendo l’erba o il pavimento sotto i piedi, magari le urla dei tifosi o il fischio d’inizio, ascolterà il proprio respiro lento e profondo, è come se “istruisse” il cervello ai compor-tamenti “adeguati” da tenere in quel conte-sto. Quando ci troveremo realmente in quel-la situazione il nostro cervello dirà: “Ah, questa situazione.. me la ricordo è dove posso essere calmo e sereno pronto a dare il massimo.” Non importa se poi il campo non è esattamente quello in cui scenderà l’atleta (ipotizziamo che lui non conosca lo scena-rio esatto dove eseguirà la sua gara), ma il suo cervello ha la capacità di iper-estendere i comportamenti. Quando vediamo la ma-niglia di una porta diversa da quelle che ab-biamo visto fino a quel momento riusciamo ad aprirla ugualmente senza farci destabi-

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lizzare dalla novità. Per fortuna il cervello generalizza molto bene le abilità apprese a nuove situazioni! Gli studi dimostrano che nella visualizzazione c’è anche un’attiva-zione neurofisiologica a livello muscolare simile, anche se in quantità minore, a quan-do noi compiamo un movimento o un gesto atletico realmente e questo diventa utile nei recuperi fisici da infortunio e nell’ottimiz-zazione e perfezionamento di un movimen-to. Se l’atleta, nei periodi di riposo forzato, visualizza l’arto infortunato che compie dei movimenti o una completa attività fisica di tutto il corpo, osservando nelle immagini se stesso durante l’allenamento, sentendo lo sforzo, la fatica (più vicino alla realtà riesce ad essere, più è potente) avrà dei vantaggi sul recupero fisico rispetto al solo rimane-re a riposo. Sì può inoltre rendere preciso un gesto atletico, magari utilizzando delle immagini mentalmente visualizzate in una sorta di moviola, dove eseguiamo quello specifico gesto a rallentatore, perfeziona-to in ogni suo passaggio, per arrivare man mano a velocizzarlo e ad eseguirlo sempre più “perfetto” alla velocità corretta. I sem-plici esercizi qui descritti sono solo alcune delle tecniche di visualizzazione che possia-mo utilizzare e come molti degli argomenti che riguardano la mente e l’uomo sono vasti ed affascinanti, ma come si usa dire:Chi ben comincia…

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Potete scrivere al Senatore Alberto Filippiinviando le vostre e-mail a:[email protected]

di Alberto Filippi

Gentile senatore,

sono una mamma di uno sportivo quasi professionista che sta dedicando con impegno la propria vita allo sport. In questi ul-timi tempi ha cominciato, cosa che non aveva mai fatto prima, a parlarmi dei suoi problemi con il coach, con alcuni compagni di squadra e, da ultimo, a confessarmi di non essere più sicuro delle sue capacità, di dubitare di poter arrivare dove ha sempre sognato di arrivare. All’inizio ho pensato che fosse stanchezza. Come lo fa lui, lo sport, è più di un lavoro. Ma adesso temo che si tratti di una crisi più complessa. Forse dovrei consigliargli di staccare, almeno per un po’; forse sarebbe opportuno che cominciasse ad elaborare un futuro diverso da quello sportivo che ha sempre sognato?

La ringrazio, C.

Quando arriva la crisi

Cara C.,

no, io non ti consiglio di suggerirgli un futuro diverso da quello che ha sempre sognato, e non credo che staccare possa fargli bene, se non per una notte di buon sonno o al più per una vacanza di qualche giorno. Se tuo figlio è arrivato in alto nel suo sport al punto di essere “quasi un professionista”, significa che è un atleta di valore e di talento. Non si arriva ai livelli di semiprofessionista oggi in Italia, se non si hanno certi numeri. Questo significa che il sogno di vita di tuo figlio è qualcosa di più di una giovanile ambizione e che può davvero realizzarsi. Tutti coloro che hanno avuto successo hanno dovuto lottare. Mi viene in mente la Rowling che ha scritto Henry Potter in uno stato di profonda crisi personale: era senza lavoro, aveva appena divorziato, aveva un figlio piccolo, viveva con i soldi prestati da un’amica e quando inviò il libro agli editori ricevette 12 rifiuti ma, ecco la cosa decisiva, il prodotto c’era ed era buono e alla fine ha avuto il successo che conosciamo. Credo che tuo figlio abbia già dimostrato di saperci fare, forse gli manca l’ultimo passo per la completa maturazione o forse, come tutti, deve accettare l’idea di doversi sempre migliorare. Un tizio ha detto che il vero talento è la tenacia a migliorarsi. Comunque sia, da madre attenta come sei, se la crisi non dovesse passare nel giro di qualche giorno, allora, prima di gettare al vento anni d’impegno, è il caso di rivolgersi a un buon psicologo dello sport.

Con affetto, Alberto Filippi.

Le vostre lettere possono essere letteanche nel sito: albertofilippi.it

lettere

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