Sportivissimo Dicembre Gennaio

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La rivista dello sport vicentino

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redazionePaola Dal Bosco

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il 21 dicembre 2005 n.1124

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omLo scorso anno, più o meno di questi tempi, Claudio Ravetto, commissario tecnico della na-zionale azzurra di sci, dichia-rò ai giornali: “ci riconoscono

perché puzziamo”. Voleva denunciare che una delle più forti squadre al mondo di sci era costretta a indossare giacche e tutine da gara della stagione passata. La Fisi era indebitata fino al collo e non ave-va soldi nemmeno per acquistare le divi-se agli atleti e ai tecnici della sua squadra più importante, quella che rappresentava l’Italia nel mondo della neve. Da un lato la Fisi cercava nuovi contratti di fornitu-ra che le potessero dare quel denaro che le sarebbe stato necessario non solo per le divise ma per continuare le tante at-tività agonistiche, dall’altro cercava di risparmiare fino all’ultimo centesimo, tagliando tutto quello che non era stret-tamente necessario. E le divise nuove, a stagione inoltrata, non erano ancora arrivate e si temeva che non sarebbero nemmeno arrivate mai. Dopotutto non è necessario cambiare le divise a ogni stagione. Se puzzano, si possono sempre lavare. La crisi, com’è arcinoto, oggi non è soltanto della Federazione, che rice-ve, se possibile, ancora meno soldi dei pochi che già riceveva, ma è di tutto il mondo dello sport e non solo ovviamente di esso. Sono finiti i soldi un po’ a tutti, non è tempo, nemmeno in questi gior-ni di Natale, di fare spese superflue per nessuno. Quando si fatica a vivere, ci si accontenta di sopravvivere. E si taglia quanto più possibile, principalmente il superfluo. Nelle piste si vedono pochis-sime divise nuove, pochissimi sci nuovi; fuori dalle piste i dati dicono che sono precipitate le vendite delle riviste, dei li-bri, dell’arte in genere. I primi a soffrire la crisi sono sempre i prodotti culturali. Oggi si è già messo a tacere la letteratura

con l’azzeramento di qualsiasi investi-mento su nuovi autori di qualità. Dopo la cultura, tocca al mondo della moda: è probabile che adesso capiti alla creatività di chi realizza capi a essere spenta. Dopo la moda, sarà la volta dello sport e della sua attrezzatura, quindi del turismo e del divertimento in genere. E così via in un effetto a catena imprevedibile. Eppure questo tipo di tagli è sbagliato. Un antico proverbio cinese dice: “se hai 6 denari, spendine 3 per il pane e 3 per i gigli”. I gigli sono tutto ciò che noi crediamo ap-partenga al cosiddetto mondo del super-fluo: libri, abiti, attrezzatura per lo sport e per i propri hobby, viaggi... Tutto ciò, in realtà, non è affatto superfluo, dato che è da essi e solo da essi che l’uomo riceve la propria natura e identità di uomo. Lo scrittore Camon ha scritto che se nutria-mo, nella ricerca dello strettamente ne-cessario, solo il corpo, una parte di noi muore. Si rifaceva al Vangelo: “non di solo pane vive l’uomo”, il quale, appun-to, è fatto di carne che vuole il pane e di spirito che vuole i gigli. Privarsi dei gigli non è risparmiare, abbassando il tenore della propria vita, ma rinunciare alla qua-lità della nostra vita. Ridursi all’essen-ziale porta l’uomo verso lo stato animale. L’animale non legge, non indossa divise, non viaggia e nemmeno fa sport. Le crisi, come ci dicono tanto i saggi della civil-tà orientale quanto le pagine delle Sa-cre Scritture, non si vincono stampando meno libri, cambiando meno giacche a vento, non andando a sciare o al cinema; le crisi si vincono leggendo nuovi libri e vestendoci di costumi (anche morali) più alti, ovvero non tralasciando ciò che ci nutre lo spirito. Più sapere, più educa-zione, più bellezza, più sport. Meno ani-malità. Tanti gigli, quindi, quanto pane; tanto pane quanti gigli.

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Vertical FlyPassion

Luca Rosa ha anni 42 ed è un campione di paracadutismo, uno sport molto amato nel vicentino e praticato da atleti di alto livello. Luca si è avvicinato al mondo dei lanci con il paracadute durante il servizio militare, dove ha conosciuto il fascino di questo sport davvero emozionante e spettacolare. “Gettarsi nel vuoto”, dice, “è sempre una grande emozione. Per quanti voli uno faccia, l’emozione è sempre al massimo. E poi, mentre si vola, lo spettacolo è fantastico”. Abbiamo incontrato Luca, che è il presidente del Vertical Fly, al termine di una stagione entusiasmante per il suo club quanto per lui stesso, essendosi aggiudicato il titolo tricolore nella specialità free fly.

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Luca Rosa è il presidente della

A.S.D. Vertical Fly, un’associazione

di campioni di paracadutismo che nel 2011 ha fatto

incetta di titoli.

Tutto è iniziato con i parà?Ho fatto il servizio di leva nel corpo dei paracadutisti. Ero del quarto scaglione del 1988. Ho fat-to l’addestramento a Pisa e poi mi hanno trasferito a Lucca. In quei 12 mesi ho fatto vari voli. Ma una volta congedato, ho smesso di lan-ciarmi.

Perché?Non ho più trovato l’occasione, poi il lavoro, ho una ditta nel ramo dell’idraulica per esterni, costrui-sco piscine, fontane, impianti d’irrigazione e poi ho messo su famiglia. Mi sono dimenticato di quanto fosse bello lanciarsi.

Quando hai capito che non potevi più stare ancora a terra?Una quindicina di anni fa. Sono andato all’aeroporto di Thiene e ho capito subito che il paracadu-tismo era il mio sport. Nel 1997 ho convertito il brevetto militare in civile e da allora è sempre stato un crescendo di lanci e di soddi-sfazioni. Nel 2000 ho fondato con Massimo Miglioranza l’associa-zione sportiva Vertical Fly, per atleti che praticano il paracaduti-smo agonistico. Successivamente è entrato Dario Boncilli, che oggi ricopre la carica di vicepresidente. Lo staff dirigenziale conta anche su Francesca Valerio e Cristian Revelin. Siamo circa un centinaio di soci e atleti iscritti al club.

Quanti lanci fate?Circa 200/400 a testa all’anno. Ci alleniamo soprattutto in Spa-gna nel cielo della Costa Brava, dove c’è il centro più importante d’Europa, e almeno una volta al mese andiamo a Londra, dove pratichiamo il paracadutismo indoor nella camera del vento, il “Wind Tunnel”, dove c’è un potente getto d’aria che simula il volo e ci permette di eseguire tutti i movimenti che poi andre-mo a compiere nel lancio vero e proprio. Anche mio figlio, che ha 11 anni, sta imparando servendo-si di questa struttura.

Il team Somain campione italiano di Free Fly.Con Leonardo Ghiradon e Die-go Costa faccio parte del team SOMAIN. Partecipiamo al cam-pionato italiano nella specialità free fly, e siamo stati convocati a rappresentare l’Italia ai campio-nati mondiali a Doubai 2012. Il Free Fly è una disciplina artistica di volo libero. La gara consiste nel fare, mentre si vola, alcune figure in perfetta coordinazione tra noi.

I risultati degli atleti.Sì, il titolo 2011 è nostro. Ma l’associazione Vertical Fly tra-mite i propri soci e atleti ha avuto anche altri ottimi risultati: il team EX3MO, composto da Fabio Lo-renzetti, Placido Udine, ha vinto il campionato italiano RW4, una specialità in cui bisogna rea-lizzare figure pre-codificate; il team BLACKKITE, composto da Antonio Zatta e Vincenzo Pollon, hanno vinto il campionato di ita-liano di Kanopy, mentre il team SKY DIVE VENICE di Cristian Revelin, Marco Tosoni, Marco Mazzi, sono arrivati terzi nella disciplina di Free Fly. Con questi risultati Vertical Fly conferma il buon lavoro svolto negli anni, e ringrazia i soci per l’impegno dimostrato.

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Vertical Fly Sì, è un’associazione all’inter-no della quale operano i propri soci per divulgare il fascino della competizione. Tutti operano per promuovere ed insegnare le va-rie discipline. Vertical Fly è nata proprio per far conoscere il para-cadutismo agonistico offrendo una struttura in grado di predisporre le sedute di allenamento, le iscrizio-

ni e le partecipazioni alle varie gare, oltre a tutto ciò che uno sport praticato ai massimi livelli com-porta. Inoltre organizziamo lezioni aperte a tutti di apprendimento e corsi avanzati di paracadutismo, disciplina relativo, con alcuni dei più bravi istruttori d’Italia. Per contattiwww.verticalflyitalia.com

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Una VespaSpecial che“Una Vespa Special che toglie i problemi” canta Cesare Cremonini; conosciamo il Vespa Club Chiampo, amici della più mitica delle due ruote.

Era dicembre 2010, quando un gruppo di amici diede vita al vespa club Chiampo. Questi amici appassionati del-la Vespa si fecero via via più numerosi, ritrovandosi e organizzando quello che doveva essere il primo anno di vita del club, creando uno statuto, una sede, un logo

e un punto fisso di ritrovo. Da qui vari progetti vennero definiti e arrivati alla soglia dei 50 iscritti, la convinzione di aver fatto qual-cosa di importante si materializzò. Il nostro obiettivo era di coin-volgere quanti più soci possibile a partecipare alle varie attività, dai Vespa-raduni, alle vacanze in Vespa, (un gruppo di soci, chi da solo chi con la moglie come passeggero+bagaglio ha percorso, più di mille km. sulle Alpi passando dal passo Bernina-Svizzera, fino a Livigno) alle uscite domenicali per finire alle gimkane dove ci siamo tolti delle magnifiche soddisfazioni vincendo il campionato italiano cat. squadre, la coppa italia cat. squadre, la coppa italia cat. promo con il nostro ragazzino quattordicenne, al terzo posto sem-pre nella coppa Italia nella cat. px. Ciò detto dobbiamo ringraziare tutti quelli che in qualche modo hanno aiutato la nascita del club, a chi lo ha sostenuto finanziariamente e ai soci che hanno creduto in noi. Aspettando i soci vecchi e nuovi auguriamo un buon 2012 ricco di soddisfazioni e vi aspettiamo il primo giovedì del mese alle 21:30 presso la Birreria la Vignaga in via Vignaga a Chiampo. e-mail [email protected]

7chiampo vicenza

I pattinidi Andrea

Il 30 ottobre a Montecchio Precalcino Andrea Casuscelli, classe 2001, allenato da Andrea Canaglia (campione italiano di singolo e di coppia nonché medaglia d’argento mondiale di gruppo) è di-venuto campione regionale di Categoria C. L’esercizio eseguito in gara ha compreso una catena da tre salti, una trottola a un pie-

de, un angelo ed una ruota: punteggio finale 5 su 6.Al piccolo campione che gareggia con i colori del Pattinaggio artistico del Centro Palladio di Vicenza, si aprono ora nuovi impegni sportivi in quanto dovrà concorrere alle selezioni nazionali.

Andrea Casuscelli campione veneto nella categoria C

di Antonio Rossofoto archivio Rita Casuscelli

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Il rugby subacqueo è uno sport di squadra che vie-ne giocato in piscine profonde da tre metri e mezzo a cinque con un campo di gara di cir-ca 10 metri per 15. Dimensio-ni compatibili con le piscine di 25 metri di lunghezza, col fondo a gradino, nelle quali il campo viene ricavato in corri-spondenza dell’estremità più profonda.Lo scopo del gioco è di intro-durre una palla, piena di una soluzione di acqua e sale, in un canestro difeso dalla squa-dra avversaria, posto sul fon-do della piscina, in corrispon-denza del lato corto dell’area di gioco.Le squadre sono formate da un massimo di 11 giocatori di cui sei in acqua e cinque sem-pre pronti a sostituirli. Tutti i giocatori sono attrez-zati con maschera, boccaglio, pinne (che non devono supe-rare i sessanta centimetri di lunghezza) e calottine con protezioni per le orecchie. Le partite sono di due tempi di 15 minuti, tuttavia, anche du-rante i tornei internazionali, si è soliti disputare gli incontri su tempi più brevi, general-mente con un’unica frazione di 12-15 minuti.Il rugby subacqueo è uno sport contrassegnato da un forte contatto fisico ma con regole che garantiscono la sicurezza e l’incolumità degli atleti, ad esempio è vietato attaccarsi all’attrezzatura (costumi compresi) e di strat-tonare o calciare volutamente un avversario per riemergere più velocemente o comunque di attaccarlo con violenza.Come per ogni sport di squadra, anche nel rugby subacqueo l’organizzazione del gioco ed il rispetto del-la tattica rivestono un ruolo fondamentale. Tanto più che, svolgendosi le azioni in ap-nea, non sempre i giocatori, nel momento in cui si rende necessario riprendere fiato in superficie, possono essere tutti contemporaneamente presenti sott’acqua.Questa disciplina si è svi-luppata, nel corso degli ultimi quarant’anni preva-lentemente nel centro e nel nord dell’Europa. In Italia il suo debutto è avvenuto nel 1998, a Firenze, come attività amatoriale. Ufficial-mente, l’attività nasce nel 2003 con la disputa del pri-mo Campionato Italiano.Una delle squadre più vicine

rugby subacqueoUno sport da scoprire che

manca nel Veneto

di Antonio Rossofoto archivio

Rugby Sub Milano

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a Vicenza è la squadra Rugby Sub di Mi-lano che partecipa ogni anno al Campio-nato Italiano di Rugby Subacqueo e che fornisce alcuni atleti alla stessa Nazionale Italiana. Altre squadre che partecipano a tornei a livello europeo si trovano a Na-poli, Roma, Firenze e Prato.Per ora l’obiettivo della FIPSAS e dei

club subacquei ad essa aderenti, é la ri-cerca di diffondere questo sport, ancora sconosciuto. Nel Veneto, ad esempio, non viene praticato. Parlarne attraverso Spor-tivissimo vuole essere proprio un incenti-vo ai club vicentini: subacquei, di nuoto pinnato e di apnea a provarlo anche loro, per primi.

Chiunque voglia provare a giocare o cer-care una dimostrazione pratica può con-tattare, a Milano, Silvia allo 3391059535 oppure scrivere a [email protected], In alternativa ci si può rivolgere a Roma, in Federazione, alla FIPSAS.

9vicenza

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10bassano

Il 2011 è stato un anno im-portante per il triathlon italiano: risultati impor-tanti e organizzazione di gare internazionali con un

crescente interesse dei media che ha avvicinato sempre più persone a questa splendida disciplina. Mar-tina Dogana ci racconta un nuovo team vicentino, Tribù di Bassano.

La data della svolta è stata sicura-mente il 12 giugno con un doppio appuntamento mondiale: una tappa di Coppa Europa su distanza sprint a partecipazione limitata a 70 atleti maschi e 70 donne tutti professio-nisti e il primo Ironman70.3 Italy (cioè il mezzo Ironman) a Pesca-ra in cui invece si sono raggiunti i 1200 iscritti (e che con grande emozione ho vinto!). Entrambi questi eventi sono stati seguiti dalle telecamere Rai e Sky e sono andati in onda in orari “accessibili” e non

a notte fonda come al solito. Inoltre tra gli iscritti a Pescara c’era anche una staffetta di radio DeeJay forma-ta da Linus, Nicola Savino e Alex Farolfi che ne hanno ampiamente parlato durante la loro trasmissione “DeeJay chiama Italia” e nella pa-gina della Gazzetta dello Sport del giovedì. Morale della favola: molte più persone sanno che il triathlon è una multidisciplina sportiva in cui si nuota, si pedala e si corre senza fermarsi, ma soprattutto i campi gara sono pieni di facce nuove e di

triathlon tribù di Martina Dogana

divise nuove per il boom di tessera-ti e di nuove società.Il fenomeno riguarda anche il Ve-neto, da sempre culla di triathleti, e la nostra provincia.Da questo numero vorrei presentar-vi le società di triathlon vicentine, cominciando da una realtà nuova che è nata lo scorso anno a Bassano e si chiama Tribù.Ho incontrato Glenda Antico la mente e l’anima di questa società, ottima nuotatrice e ora allenatrice II livello FIN e istruttrice I livello FITri.M. Ciao Glenda, spiegaci un po’ da

dove viene il nome della squa-dra.

G. Quando si pensa a una tribù la mente va subito a popoli che vivo-no nella natura in tende o capanne, sempre pronti a spostarsi e viaggia-re. Nelle tribù ci sono le iniziazioni ovvero momenti in cui un ragazzo diventa adulto superando alcune prove. La squadra di triathlon Tri-bù, nata lo scorso dicembre, è un po’ così…una tribù. Non ha sede fissa, gira le piscine del circondario bassanese, anche se si ritrova una volta a settimana in quella di Tezze sul Brenta; corre nei campi d’atle-tica della zona, corre e pedala nelle strade e nei sentieri tra Bassano,

Marostica e Mussolente e si riuni-sce in qualche bel percorso almeno una volta ogni 15 giorni. Sono mol-to contenta perché alla fine del pri-mo anno di attività siamo già più di 30 membri e altri stanno arrivando!M. Cosa intendi per “iniziazione”G. per iniziazione intendo che non si entra davvero nella Tribù se non si conclude almeno una gara. Tra i ragazzi c’è chi ha concluso im-prese importanti come hanno fatto in luglio Riccardo Rigoni, Fabian Bertoncello ed Enrico Busatto che si sono laureati finisher all’Ironman di Klagenfurt in Austria in meno di 10 ore, o chi, come Simone Tolio gareggia ogni domenica senza mai riposare; ma c’è anche chi modera l’attività coniugandola al lavoro e alla famiglia. La squadra infatti è esclusivamente amatoriale anche se i livelli agonistici sono molto buoni. Spesso gli atleti arrivano a Tribù da altre discipline e con l’a-iuto tecnico di coaches esperti e del gruppo colmano i gap nelle disci-pline più fragili e riescono a ottene-re buoni risultati.M. Ma allora Tribù è solo per triat-

leti...G. no, no! La squadra di triathlon è solo la punta di un iceberg che

alla base ha amatori che gravitano attorno al triathlon praticando an-che una sola delle tre discipline. L’intento di Tribù è creare le basi e le conoscenze affinché l’attività sportiva sia sana e ben condotta senza gli estremismi ed i fanatismi che spesso caratterizzano alcu-ni ambienti sportivi. Ecco perché Tribù propone conferenze e con-sulenze di esperti alimentari, clinic mensili con esperti e atleti di alto livello che tramite l’esperienza e il carisma trasmettono le nozioni corrette ed il giusto entusiasmo. Siamo ancora un team troppo gio-vane per sostenere un vero e pro-prio settore giovanile, ma Tribù sta muovendo i primi passi per avviare il triathlon anche tra i piccoli grazie al sostegno e all’ospitalità del Cen-tro Nuoto Tezze, una delle scuole nuoto migliori in Italia (Luca Dot-to, argento mondiale nei 50m stile libero agli scorsi mondiali di nuoto di Shangai è uscito proprio da quel vivaio!).M. Parlaci del fiore all’occhiello

del triathlon giovanile che hai ideato da qualche anno...

G. Gioiello dell’attività di Tribù è il Danger Camp così chiamato per provocazione dato che il triathlon è a torto considerato uno sport per

superuomini. Questo Camp, unico in Italia, riunisce triatleti di tutta la nazione e di varie squadre che durante l’estate si allenano insie-me per una settimana affiancati da campioni del calibro di Martina Dogana (ehm sì proprio io! N.d.A.) Alberto Casadei, Alessandro Fa-bian che svolgono i propri allena-menti insieme ai ragazzi. Il Camp è sostenuto dall’azienda Broke di Villorba che veste i partecipanti in maniera moderna e simpatica.M. Restando in tema di sponsor,

quali sono le aziende che vi so-stengono?

G. abbiamo degli sponsor tecni-ci come Sportful e Castelli e altre aziende che ci aiutano. Le princi-pali sono Latt, Campesan Franco e Farmacia Baggio.M. Ultima domanda poi sei libera:

come si fa a contattare Tribù per iniziare a fare triathlon?

G. Il modo più semplice è visitare il nostro sito web all’indirizzo www.triathlontribu.com in cui si pos-sono seguire tutte le attività e gli appuntamenti della squadra, vedere le foto e le cronache delle gare. Op-pure si può scrivere direttamente a [email protected]

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ASD Cà TrentaQuesta squadra va forte!

Una stagione da incorniciare quel-la appena conclusa per l’ASD Cà Trenta, Associazione Spor-tiva Dilettantistica di Ciclismo che, in un affollato e sempre più

competitivo panorama ciclistico, ha saputo togliersi soddisfazioni di tutto riguardo. Una società dalla lunga storia (nata nel 1979), for-se poco conosciuta a Schio (siamo quelli con la maglia bianco-nero-arancio), non di grandi numeri in strada, ma ricca di talenti che gra-zie al lavoro della dirigenza (Pres. A.De Vica-ri), al suo d.s. Alberto Zanrosso, all’impegno degli agonisti e allo spirito di gruppo in gene-rale si sta imponendo come una delle migliori squadre vicentine di ciclismo su strada.Un gruppo ben amalgamato, che ha saputo piazzarsi in tutte le categorie di ciclismo su strada, sia nella categoria maschile che fem-minile.A cominciare dal giovane cadetto e neo Cam-pione Italiano Assoluto Granfondo Udace 2011 Paolo Minuzzo, vincitore, per il secon-do anno consecutivo, del Challenge Giorda-na (circuito di GF che comprende GF di Val-dagno, GF Fiz:ik di Zanè, GF Marcialonga Cycling, GF Eddy Merckx e GF Damiano Cunego). Impressionante il suo impegno e la sua costanza che lo hanno visto protagonista in ben 25 Granfondo, in tutta Italia, sempre con piazzamento e/o vittoria di categoria.Nella categoria femminile Martina Zanon che, dopo il recupero all’incidente di inizio stagione, ha saputo subito imporsi dominan-do tutte le Granfondo cui ha preso parte: 1° cl. alla GF Sportful di Feltre, alla GF Eddy Merckx, alla Damiano Cunego, alla Oltrpò Marathon e alla GF di Vicenza.Accanto a questi due fenomeni una squadra altrettanto competitiva: Alberto Zanrosso (non solo nelle vesti di direttore sportivo, ma anche di agonista) e Thomas Pernechele (ri-spettivamente 3° e 4° di Categoria al Chal-lenge Giordana), Emanuele Pellanda, Mi-chele Mocellin, Louis Colbertaldo, Andrea Trentin, Tisato Pierangelo, Davide Fanton e Giancarlo Rigodanza.La stagione 2012 è già alle porte, e si mostra subito ricca di novità con l’ingresso in squa-dra di nuovi rinforzi che andranno a dare man forte ad una squadra giovane e proiettata nel futuroTutte le informazioni sulla società ed i risul-tati potete trovarli su http://ciclismocatrenta.blogspot.com/

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sul ghiacciaio con talloni e menti libere

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sul ghiacciaio con talloni e menti libere

C’è una mattina di una determinata giornata dell’anno che più di ogni altra ci si comporta stra-

namente, perché mettiamo i piedi giù dal letto e scalzi e con movi-menti meccanici a mo’ di Robocop imbocchiamo le scale che portano in garage. Saltiamo in macchina ancora in pigiama per poi ritornare indietro a rovistare nell’armadio, in soffitta e nei cassetti del comò. Mettiamo tutto a soqquadro alla di-sperata ricerca di qualcosa. Cosa? Diventa chiaro - almeno per chi ci sta vicino - quando goffamente infi-liamo di traverso un paio di sci oltre la porta di casa. Il count down è scattato! Come un popolo migratore rego-lato sul cambio delle stagioni l’in-tera crew del Telemark risponde al richiamo ancestrale e parte per l’Opening! L’Opening di Senales, alla sua quinta edizione siglato Te-lemark Snow Events, per chi non ne conoscesse l’esistenza è uno de-gli appuntamenti per antonoma-sia di tutti gli appassionati dello sci a tallone libero. Rappresenta la prima exit dell’inverno e molte altre cose da scoprire. Gli skier arrivano da tante parti d’Italia e non solo, alcuni anche dalla Spagna. Il luogo o l’ombelico del mondo è appun-to l’incantevole vallata altoatesina dove è possibile passare tre giornate di curve nell’assoluta libertà, man-giare prelibati canederli nei rifugi e bere birre pressoché ovunque. Un contest che, al collega d’ufficio o a chi di sci non ne capisce una mazza, viene spacciato per un noioso quan-to necessario dovere familiare. Così, dopo una corsa in autostrada pilotati da un meno assonnato navigatore si arriva nella “valle dell’Eden”. Dalle mucche al pascolo e dal conteggio dei fili d’erba che scorrono ai lati della strada si ha la percezione che di neve nisba e con ogni probabili-tà si dovrà sciare sui 3200 metri del ghiacciaio. A svegliarti ci pensa l’andare a sbattere violentemente il muso contro un muro d’aria fredda appena fuori dalla funivia. E se non bastasse ancora, la forte luce acce-cante dell’alta quota, come quella di una lampada puntata negli occhi durante un interrogatorio, fa il resto per riportarti nella realtà. Il contat-to con la neve, il camminare fra gli sci sparsi a casaccio e una serie di larghi sorrisi che spuntano da sotto gli occhialoni a specchio, ti dicono che finalmente sei arrivato! Benve-nuto nel posto giusto e, per un’unica volta nella vita, al momento giusto! Si vedono dappertutto telemarker, sciatori che curvano inginocchiati al limite della gravità. Non ti senti una mosca bianca: tutti sciano a tallone libero! Ci sono anche gli snowboar-der e i discesisti, ma diversamente

dal solito oggi “i cugini” rappresen-tano la minoranza. Le prime curve della stagione generalmente le fai alla Homer Simpson appena uscito dal Boe’s pub, solo dopo un po’ rie-sci a spegnere l’incendio nei quadri-cipiti e tutto sembra filare al meglio. Al raduno di Senales hai diverse op-portunità oltre quella di andare su e giù per i fatti tuoi. Beh, innanzitut-to, se tu non fossi un telemarker e ti trovassi per puro caso a passare da queste parti come fece un certo Otzi circa 5000 anni fa, potresti iscriverti all’Imprinting. Con l’imprinting apprendi le sen-sazioni dello sci a tallone libero coadiuvato da uno dei 50 Promoter certificati. Il tipo ti prende in con-segna e ti dà delle dritte senza farti proprio necessariamente sentire sui banchi di scuola. Consigli e attrez-zatura gratis per 2 ore, al termine però gli sci devi restituirli! Mentre, se sei uno che ne mastica abbastanza di sci inginocchiato puoi andare con il gruppo del Clinic. La clinica del movimento per rifinire la tecnica assieme ad un maestro specializza-to. Imprinting, Clinic e in fine il Fre-estyle dedicato alle evoluzioni dei giovani. I ragazzi scatenano tutto il loro entusiasmo utilizzando la pista come la strada, movimenti e gestua-lità da ambienti urbani. Gli sci sono sotto i piedi come lo skateboard! Sopra, sul casco, una microcamera filma in HD i trick, l’infilata all’in-dietro in back e nemmeno il tempo di atterrare da un jump che il video è già su You Tube pronto da scaricare. Il motto gridato dai telemarker che viaggiavano a bordo del mitico pulmino Volkswagen era: libera il tallone, libera la mente! Verissimo, sciare inginocchiati diverte da pazzi. Sarà per quell’equilibrio sul filo del rasoio o perché in contrasto con l’o-mologazione delle mode, oppure per quella danza così strana e scanzo-nata. Perché, perché... mah! Forse non lo sa nessuno di preciso. Sciare in questo modo ti fa sentire con la testa fra le nuvole e l’alta montagna spesso non centra per niente!

di Arturo Cuel

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summano a canestroIl Pizeta Express Summano, storia di un gruppo che cresce

Momento di bilan-ci in casa Pizeta Express Sum-mano a Piove-ne Rocchette.

Siamo ormai alla fine del 2011 e questa giovane società, rinata dalle sue ceneri nell’estate di sei anni fa, può con orgoglio guar-darsi indietro per vedere quanta strada è riuscita a percorrere in così poco tempo. L’idea di far rinascere il settore pallacanestro all’interno della polisportiva

U.S.Summano nacque fra un gruppo di amici piovenesi che, costretti per anni a migrare nei paesi limitrofi per giocare a ba-sket, decisero un giorno di voler rivestire la maglia del Summa-no, e fu così che con l’impegno tecnico e coordinativo di Cri-stian Sgaravatto, quello burocra-tico e amministrativo di Andrea Leoni e Giacomo Stella e con il sostegno economico di Franco Zecchinati, poté riprender vita il basket Summano.

Nella stagione 2005/2006 il Summano, targato PIZETA EX-PRESS, partecipa al campionato di Prima Divisione ed è subi-to un trionfo: 29 vittorie su 32 partite! Campioni provinciali e salto di categoria. L’annata suc-cessiva il Summano partecipa al campionato di Promozione. Entra a far parte dello staff Pa-olo Milan a cui viene affidata la gestione tecnica della squadra. Dopo una stagione di assesta-mento nella categoria e con una

salvezza tranquilla, il Summano, con qualche innesto di qualità ri-esce a costruire un gruppo coeso e compatto che riesce a dare il suo meglio ai playoff e dal set-timo posto della stagione rego-lare il Summano, si erge a vero protagonista delle serie finali, ribaltando tutti i pronostici e an-dando a vincere la finalissima a Malo nella serie al meglio delle 5 partite dopo essere stato sotto per 2-0. E’ così la serie D in soli tre anni è cosa fatta: risultato di

di Enzo Casarotto

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15piovene

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tutto prestigio per una piccola società rinata da poco. Nell’e-state seguente, desiderosi di cre-scere e sviluppare ulteriormente la società, la dirigenza cerca e trova un accordo di collabora-zione con le società Arcobaleno e Playbasket che abbracciano il comprensorio di Carrè, Zanè e Chiuppano. Con un accordo di costituzione di società satelli-te Playbasket diventa a tutti gli effetti il settore giovanile del Summano il cui coordinamento viene affidato a Cristian Sgara-vatto. La prima squadra fa il suo esordio nel campionato regiona-le con rendimenti altalenanti ma conquista l’ultimo posto valido per i playoff che vale la salvez-za diretta. Durante la stagione si mette in mostra il giovane Alessandro Panni, classe 91 che approda alla corte del Tezenis Verona (LegaDue). A tutt’oggi Panni milita nel campionato di serie B dilettanti a Montegranaro con ottimi risultati che rendono orgoglioso tutto il movimento. Nonostante la perdita del bom-ber Panni la squadra fa alcuni innesti importanti che riescono a far fare il salto di qualità ad un gruppo già rodato e collaudato.

Il Summano, sempre targato Pizeta Express, diventa protago-nista assoluto del campionato di serie D e, dopo aver sfiorato la promozione diretta alla massima serie regionale (seconda dietro alla corazzata Trevigiana), mie-te vittime e arriva in finale sen-za perdere un solo match nella roulette dei playoff. Purtroppo però, dopo la prima vittoria nel-la serie contro Bussolengo, la macchina perfetta di coach Mi-lan s’inceppa e dopo la sconfitta di misura in gara 2 il Summano è protagonista di una debacle clamorosa nella decisiva gara 3, perdendo quindi l’accesso diretto all’agognata serie C. La Federazione però, con un ripe-scaggio, promuove il Summano al campionato di serie C dopo soli 5 anni dalla rinascita. Al primo anno di serie C il Sum-mano fatica non poco. Dopo infatti un avvio scoppiettante, grazie anche all’innesto dell’ex Luca Dalla Vecchia, cresciuto nelle giovanili del Summano e approdato a soli 17 anni in serie A a Cantù, il Summano, cau-sa anche una serie di infortuni, perde parecchie occasioni per agguantare una salvezza diretta, approdando così ai playout. Qui

il Summano raccogliendo dal fondo del barile le ultime ener-gie riesce in ultimo appello a far sua una salvezza tanto cercata e voluta. Nel frattempo il settore giovanile si mette in mostra nei campionati provinciali raggiun-gendo risultati incoraggianti e la sua gestione passa sotto la guida di Giancarlo Milan che diventa coordinatore di tutto il movi-mento mentre da quest’anno la prima squadra è passata nelle mani di Andrea Santacatterina, coadiuvato da Luca Dalla Vec-chia che nel frattempo ha appe-so le scarpe al chiodo, militando sempre nel massimo campiona-to regionale con risultati fin qui altalenanti mentre Il lavoro con il settore giovanile comincia a dare i suoi primi frutti, facendo approdare i primi under, classi 94-95, in prima squadra.Il settore giovanile: il movi-mento può contare su numerose squadre giovanili di svariate ca-tegorie. A partire dall’U13 affi-data alle sapienti mani del prof. Vittorio Silvestrucci, per passare all’U14 guidata da un altro cam-pione uscito dal vivaio di Carrè, Enrico Crosato. L’U15 allenata da Sossella Matteo, coadiuvato da Paolo Zordan e Stefano Dal

Castello e l’U17 affidata sem-pre alle cure di Enrico Crosato, aiutato da Roberto Zironda, per finire all’U19 guidata da Guido Dalla Vecchia e Marco Capo-vin. Settore giovanile che sta facendo ottimi risultati soprat-tutto con le squadre U17 e U19 che, già avanti nella stagione, si stanno contendendo le prime posizioni delle rispettive classi-fiche. Il movimento può inoltre contare su due centri miniba-sket, quello di Piovene con un cinquantina di bambini e quello del comprensorio di Carrè, Zanè e Chiuppano che può contare su circa 200 bambini. LA società si sta muovendo per cercare di allargare questa collaborazione con altre realtà dei paesi limitro-fi per cercare di portare avanti un progetto a lungo termine che crediamo possa dare parecchie soddisfazioni a tutti e faccia cre-scere l’interesse per questo ma-gnifico sport. La società vive sul volontariato e non può esimersi dal ringraziare per il loro l’im-pegno e dedizione i numerosi dirigenti che si prodigano nel lavoro organizzativo delle va-rie attività, impegno che vuole essere esempio per la crescita sportiva e morale di questi gio-vani cestisti.

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Gran Galà dello sport vicentino a Valda-gno lunedì 12 di-cembre. Al Palalido si è tenuto l’annuale

appuntamento con “La notte del-le stelle”, iniziativa promossa dal Comitato Provinciale del CONI di Vicenza, in collaborazione con le Amministrazioni locali. La manifestazione itinerante per l’edizione 2011 è giunta a Valda-gno dove sono stati consegnati alcuni riconoscimenti ad atleti, dirigenti, tecnici, società, esempi per lo sport e motivo d’orgoglio dell’intero territorio provinciale.

«Siamo lieti di aver ospitare questo piacevole evento in cit-tà – commenta l’assessore allo sport del Comune di Valdagno, Alessandro Grainer – la serata è stata motivo per riconoscere i meriti sportivi di alcuni nostri concittadini e realtà che da anni lavorano sul territorio, con im-pegno, dedizione e grandissimo spirito sportivo. Valdagno negli anni è divenuta sempre più città dello sport e degli sportivi, gra-zie ai numerosi impianti disponi-bili, ma anche grazie al suo ter-ritorio che è ideale per la pratica sportiva all’aria aperta, immersi nella natura, nel fascino delle nostre colline o degli scorci più suggestivi della città.I premi che abbiamo consegna-to vogliono essere un ringrazia-mento per le attività svolte, ma soprattutto vogliamo che siano degli stimoli per proseguire, promuovendo lo sport con i suoi valori e la pratica sportiva come stile di vita sano e dinamico.»

«Lo sport si è ritrovato a Val-dagno per festeggiare anche quest’anno gli sportivi vicentini – ha commentato il Presidente del CONI di Vicenza, Umberto Nicolai – è stata una serata carica di significato perché idealmente si sono incontrati tutti gli sportivi vicentini. La “Notte delle Stelle” vuole essere la festa dello sport provinciale, con la consegna del-le “Stelle al Merito Sportivo”. La serata è stata anche l’occasione per uno scambio di auguri assie-me a sportivi, amministratori e rappresentanti delle Istituzioni a livello nazionale.

Lo sport anche quest’anno guar-da al futuro, con entusiasmo e con la forza di un progetto spor-tivo sempre più legato al volon-tariato ed al lavoro appassionato delle numerose società, degli ol-tre novemila dirigenti e di circa centoventimila atleti.»

Il Comune di Valdagno ha scelto di assegnare un particolare rico-noscimento a:Sportivissimo. Da sei anni è rivi-sta a distribuzione gratuita di ri-ferimento per lo sport vicentino, ma non solo. Con il suo spazio dedicato in particolare alle di-scipline minori ed alle esperien-ze degli atleti e dei team locali, permette di raccontare lo sport, quello fatto di sani principi, tanta fatica e sacrificio con la voce di chi lo vive ogni giorno nel suo pieno spirito.Vico Ferrari, da sempre appas-sionato di sport e impegnato per lo sport valdagnese. Nel 1976 è stato tra i soci fondatori della Po-lisportiva Valdagno. Dagli anni ’70 allenatore di pallavolo con risultati egregi, dal 1992 nella segreteria del Calcio Valdagno e poi nel 2007 fra i soci fondatori della U.S.D. Real Valdagno, di cui è segretario e consigliere. Da sempre al servizio dei giovani e dello sport con spirito di sacrifi-cio, impegno e abnegazione en-comiabili.Mario De Gerone, dall’alto dei suoi oltre cinquant’anni di la-voro nello sport cittadino, prima come giocatore, poi come alle-natore. Tra i fondatori, nel 1967, dell’U.S. Ponte dei Nori dove tuttora collabora e dedica la sua enorme passione.Paolo Marangon, classe 1985, con impegno e grande passio-ne ha raggiunto negli anni im-portanti traguardi sia a livello nazionale che internazionale. Campione Europeo di Kick Bo-xing categoria Light nel 2010, campione Italiano 2011 e terzo classificato ai Mondiali 2011. Facendosi portatore di valori de-gni di un grande sportivo è pre-sto divenuto esempio per molti giovani atleti ai quali rivolge i propri insegnamenti con la stessa dedizione che lo contraddistin-gue nei propri allenamenti.

Queste le Stelle al Merito Sportivoconsegnate dal CONI Provinciale:Stella d’oroAssociazione Calcio ThieneStella d’argentoMario Lievore (Hockey Asiago)Stelle di bronzoMoto Club BassanoGiacomo Carli (V.C. Marostica)Antonio Dalla Valle (Federazione Pesca Sportiva)Benemerenze provinciali:Sci Club Marzotto (Valdagno)Mario BertoldoMarcello Cestaro (Basket Famila Schio)Luigi De Gerone (Polisportiva Valdagno-Castelgomberto)Martina Dogana (triatleta)Gianni Garbin (hand-biker)Enzo Giomo (U.S. Ponte dei Nori – Valdagno)Dino Dario Repele (Hockey Valdagno)Giampietro Savegnago (Judo Club Marzotto – Valdagno)Angelo Sinico (Società Hockey e Pattinaggio Trissino)

la notte delle stelle del coniA Valdagno i premi allo sport vicentino

di Giulio CentomoFoto Giacomello Arte.

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tintarella di scialpinismoUNA SERATA SUGLI SCI GRAZIE A DYNAFIT

Dopo il successo degli ultimi anni l’evento nottur-no DYNAFIT si è ormai affer-

mato, continua dunque la co-operazione tra lo specialista dello sci alpinismo, i gestori dei rifugi e i rivenditori spor-tivi specializzati.Da gennaio 2012, su 12 per-corsi di sci alpinismo in Ita-lia, gli sportivi e i nottambu-li potranno indossare gli sci

anche di sera e risalire fino a un rifugio.Lo scopo del progetto è so-prattutto quello di divertirsi praticando lo scialpinismo, avvicinare e incoraggiare anche i principianti di que-sto sport. Per loro un servi-zio particolare: per la mag-gior parte delle tappe del Nachtspektakel DYNAFIT collabora con rivenditori specializzati nello sci alpi-nismo, che per le giornate

dell’evento mettono a dispo-sizione materiale in prova: i partecipanti potranno così noleggiare le attrezzature presso i negozi sportivi e ri-consegnarle il mattino suc-cessivo. Con l’attrezzatura DYNAFIT leggera e facile da utilizzare l’escursione se-rale diventerà una fantastica esperienza.Con 12 percorsi diversi tra i 300 e i 1000 metri di di-slivello, principianti o pro-

fessionisti dello scialpinismo troveranno il tour che fa per loro: nel bosco, lungo i sentie-ri forestali o a margine delle piste che risultano ovviamente vuote durante la notte.La sicurezza sarà come sem-pre al primo posto: lungo i vari percorsi, infatti, nelle serate di sci notturno non saranno im-piegati gatti delle nevi né can-noni sparaneve.

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Quest’inverno lo specialista di sci alpinismo organizza per la terza Stagione consecutiva l’evento di sci notturno dynafit: Nachtspektakel - tour the moon. Insieme a rivenditori specializzati e gestori di rifugi alpini, dynafit programma serate di sci alpinismo per tutti gli escursionisti che amano indossare gli sci dopo il lavoro. Sul territorio italiano le escursioni notturne avranno luogo a partire da gennaio coinvolgendo 12 rifugi.

Grazie al supporto del ne-gozio Valli Sport di Schio lo sci in notturna di DYNAFIT toccherà anche la montagna vicentina:

Venerdì 13 Gennaiopresso il RifugioC.Battisti alla Gazza Recoaro Terme (VI)

Venerdì 17 Febbraiopresso il RifugioCampogrossoRecoaro Terme (VI)

Chi parteciperà potrà vivere per una volta l’esperienza di sentire lo scricchiolio della neve fresca nell’altrimenti silenziosissimo paesaggio alpino, osservare le ombre degli alberi innevati al chiaro di luna. Su, ad attendere gli sportivi, vi saranno squisiti piatti “Tour the Moon”, musi-ca dal vivo e karaoke. E alla fine vi sarà un altro piacere da gustare: la discesa alla luce delle lampade e della luna!

Per informazioni costante-mente aggiornate su tutti gli appuntamenti, sugli orari di apertura dei rifugi e le con-dizioni di neve,nonché indi-cazioni sull’evento, si può consultare:il sito web DYNAFIT,www.dynafit . i toppure la pagina Facebook, www.facebook.com/dynafit.

Per informazioni sugli ap-puntamenti alla Gazza e Campogrosso e la consegna dei relativi buoni pasto con-sultate:il sito web VALLI SPORT,www.vallisport.itla pagina Facebook:www.facebook.com/valli-sport o chiamateil n° 0445/517626.

19piccole dolomiti

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schio

successoconfermato

A fine novembre si è disputato a Schio il “2° Trofeo Thomas Casarotto”, set-tima prova del Campionato Veneto di ciclocross per amatori Udace. La manifestazione è stata organizzata dal

G.S. Schio Bike.La gara si è disputata su un tracciato di circa 3 Km. reso particolarmente duro e selettivo dai numerosi ostacoli artificiali e da alcune ripide ondulazioni del terreno. Al via con due partenze separate 120 amatori suddivisi per categoria, in rappresentan-za di ben 40 gruppi sportivi. “Organizzazione im-peccabile”; questo il commento unanime di tutti i presenti con i consensi che sono arrivati dalle Autorità, dai giudici di gara, dagli accompagnato-ri e soprattutto dagli atleti. Questi ultimi, in par-ticolare, hanno manifestato grande entusiasmo e approvazione per il tipo di percorso proposto. Da alcune indiscrezioni, sembrerebbe profilarsi per il G.S. Schio Bike un imminente importante rico-noscimento: la designazione per l’organizzazione della prossima prova tricolore. Queste le parole formulate dal Presidente del Team organizzatore Edoardo Sandri “Sono davvero felice e lusingato per gli apprezzamenti ricevuti che ci gratificano del lavoro svolto. Tutti i miei collaboratori si sono impegnati al massimo per la riuscita dell’evento, curando ogni minimo particolare e ottenendo un risultato di grande qualità. Anche gli atleti hanno voluto premiarci presentandosi numerosi al via e, fra questi, c’erano numerosi campioni italiani di categoria. Un grazie particolare va a tutti gli sponsor e alla direzione dello Schio Hotel che ci ha ospitato per la premiazione, aggiungendo così ulteriore prestigio alla manifestazione”… Sandri aggiunge: “La manifestazione è dedicata al nostro concittadino Thomas Casarotto, che spesso è stato compagno di allenamento di molti di noi e che è tragicamente scomparso lo scorso anno nel cor-so di una gara ciclistica; l’avere oggi richiamato l’attenzione sulla sicurezza dei ciclisti e l’essere riuscito nell’intento di garantirla a tutti gli atleti è per me motivo di grande soddisfazione. Ritengo sia per noi doveroso cercare di perseguire, con i fatti e non solo a parole, queste importanti proble-matiche legate al mondo delle due ruote”. Fra le autorità erano presenti il Vice Presidente Vicario nazionale dell’UDACE, Sig. Giuseppe Calearo e l’Assessore allo Sport del Comune di Schio Prof. Gabriele Terragin con i familiari di Thomas.

Il 2° Trofeo Thomas Casarotto è andato alla Ci-cli Pengo - società prima classificata - con 68 punti, davanti alla Cicli Rossi 2F Battilana (38), terza la Bikes Bennato FRW (31). Questi i vin-citori: Primavera: Sergiano Giovanni (Blubike); Debuttanti: Filipozzi Kevin (Montebello - Isi-bike); Donne fascia A: Vallortigara Sarah (V.C. Torrebelvicino); Donne fascia B: Bergamo Vania (F.lli Lunardelli-Iveco); Cadetti: Chiodin Mario (Team-Essegi 2); Junior: Lavarda Diego (Cicli Pengo); Senior: Filippi Farmar Giandomenico (Team Ecor MTB); Veterani: Schiro Sante (Cicli Rossi 2F Battilana); Gentleman: Busato Maurizio (Cicli De Franceschi); Supergentleman A: Barat-tin Graziano (Comprex Cucine Componibili); Su-pergentleman B: Bertoldo Giovanni (Imac Tezze Arzignano). Per le classifiche complete e le foto: [email protected]

di Enzo CasarottoFoto di Renato Girardello.

20caltrano

Gli organizzatori de “La Con-trà della Magia” di Sando-nato, un posto incantevole sulla strada di Camisino, grazie all’idea e alla fantasia

di alcuni volenterosi paesani del gruppo ABC amici della bicicletta di Caltrano presieduto da Diego Squarzon, hanno creato un’ottima e riuscitissima manife-stazione nell’antica contrada realizzando un presepe alla loro maniera.Grazie all’indispensabile lana d’acciaio e all’olio di gomito hanno lucidato accura-tamente ogni singolo pezzo smontato da vecchie biciclette inutilizzate e trasforma-to in splendide statuine, luminose stelle, ma anche varie strade, capanne e culle.Riunendosi nello scantinato di un volen-teroso socio, gli amici hanno lavorato in-tensamente per creare questo meraviglio-so presepio. Ma, fra bevute di prosecco e dolci fatti in casa, c’era sicuramente qualche momento dove si rideva e scher-zava in compagnia. Per concludere al meglio questo lavoro e premiare il gran-de impegno messo a disposizione, non poteva mancare la “dandèga”, con un’ot-tima cena a base di “supa de verxe co’ la luanega”, polenta, sopressa e formaggio.Ne è uscito un presepe particolare, spe-ciale, povero forse di professionalità mo-dellistica ma ricchissimo di fantasia, in-gegno e buona volontà. Ma soprattutto ne è uscita un’opera che trasuda passione, entusiasmo e tanto amore per quel tra-liccio di carbonio e metallo che riempie le nostre serate, i nostri fine settimana, le nostre ferie, che ci fa sudare e faticare, gioire e soffrire, che ci dona momenti ineguagliabili di amicizia e di serenità. Il presidente del gruppo ABC intende rin-graziare di cuore tutti coloro che hanno dapprima accolto, chi con entusiasmo e chi anche con iniziale scetticismo, la proposta della realizzazione del presepe e che poi, entusiasti o scettici che fossero, si sono impegnati a creare quella piccola opera che tante soddisfazioni ci ha dato nelle festività natalizia a Sandonato.Infine, questo il pensiero del presiden-te del gruppo ABC di Caltrano, Diego Squarzon dedicato a tutti gli appassio-nati: “Se ti è capitato di sperimenta-re un momento di estasi o di libertà su una bicicletta; se ti è capitato di fuggire dalla tristezza al ritmo di due ruote mu-linanti, o di sentire la speranza rinascere pedalando sulla cima di un’altura con la fronte imperlata dalla rugiada della fati-ca; se ti è capitato di chiederti, gettandoti in picchiata come un uccello giù per una discesa in bicicletta, se il mondo si fosse fermato; se ti è capitato, anche una sola volta, di stare seduto su una bicicletta col cuore che cantava e la sensazione di essere un comune mortale in contatto con gli dèi, allora tu ed io condividiamo qualcosa di fondamentale: la stessa pas-sione per la bicicletta”.

il presepe della bici

Bella iniziativa natalizia degli Amici della Bici Caltrano.

di Enzo Casarotto.

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Ciclocross di successo del G.S. Schio Bike A.S.D. La Cicli Pengo si aggiudica il “2° Trofeo Thomas Casarotto”

21piccole dolomiti

Suspiria

Nel lontano 1979 Bepi Magrin e Silvio Mascella aprirono una via a Campo Da-

vanti; dopo un’attenta osserva-zione io, Moreno Camposilvan, e Dennis Zena abbiamo deciso di salire quella stessa via che abbiamo chiamato Suspiria.Siamo venuti a sapere dal-lo stesso Bepi Magrin che la via conteneva solo tre-quattro chiodi e così abbiamo deciso di chiodarla interamente.RELAZIONE: GRUPPO DELLE PICCOLE DOLO-MITI, CATENA TRE CRO-CI.Il 14 agosto 2011 siamo partiti per la nostra scalata da Recoa-ro Terme, abbiamo lasciato la macchina alla Gabbiola da qui abbiamo proseguito a piedi per 200 m circa fino a raggiungere le Casare Asnicar dove abbia-mo lasciato la strada asfalta-ta per imboccare una strada bianca (Montagnole basse) che porta a malga Morando (rag-giungibile anche in auto) qui si trova un bivio, bisogna tenere la sinistra e proseguire fino a raggiungere un’altra malga. Da questa posizione la via Suspi-ria è visibile (alle spalle della malga); ora bisogna lasciare la strada e aggirare la malga pas-sando accanto ad una grande pianta con sotto una modesta panca da qui si deve scendere per il prato (seguire bollini ros-si) che conduce ad un piccolo boschetto; subito dopo il bosco si trova un ghiaione; salirlo fino a giungere ai piedi della pa-rete che inizia entrando in un piccolo vaio a circa 1.400m di quota (chiodo con cordino). La via non è tutta parete, infatti si alternano piccoli camini e in alcuni punti addirittura si cam-mina su un terreno che a volte è instabile (misto roccia erba); fra una sosta e l’altra ci sono

Una vecchia-nuova via su Campo Davanti: Moreno Camposilvan e Dennis Zena hanno restaurato la vecchia via aperta da Bepi Magrin e Silvio Mascella

di Moreno Camposilvan

tiri da 20/25m. Una volta usciti della via si scende il prato te-nendo la destra fino a giungere la bocchetta Gabellele del vaio degli Scagni (vedi foto); oppu-re si può scendere fino alla mu-lattiera chiamata sentiero delle Montagnole alte che conduce a Monte Falcone per poi scende-re dalla pista da sci.DISLIVELLO TOTALE 700m circa (solo parete 300m circa).TEMPO TOTALE 6/7 ore ( 4/5 solo parete).DIFFICOLTA’ passaggi che variano da un minimo di III° a un massimo di VI°+ ATREZZATURA qualche chiodo, dei friends, dei dadi e dei cordini.

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Vai sempre a tutta birra

FRATELLI CAMPOSILVAN SNCDISTRIBUZIONE BEVANDE

VIA BELLA VENEZIA 5236076 - RECOARO MILLE - VICENZATEL 0445 75044 - FAX 0445 75438E- MAIL: [email protected]

Per te è la prima sta-gione a Valdagno. Come ti trovi?Tutto bene. Sia con la squadra che la città si

è instaurato in breve tempo un buon feeling.

Il rapporto con mister Vanzo?Già lo conoscevo dallo scorso anno, di conseguenza per me è stato facile tornarci a lavorare assieme proprio perché sono reduce dall’esperienza di Bre-ganze. Un tuo pregio e un tuo difetto in pista.Il pregio è la voglia: non mol-lo mai, do tutto fino alla fine. È quella la mia forza. Poi cer-to anche la velocità è una mia caratteristica che costringe i di-

fensori avversari spesso a fer-marmi con le maniere forti. Un difetto è che facevo fatica a se-gnare e, proprio per questo, mi sono posto come obbiettivo di migliorare sotto questo aspetto. Le cose stanno andando meglio anche perché con mister Vanzo gioco più come punta che come ala e, di conseguenza, sono più vicino alla porta e i goal arriva-no anche grazie all’intesa che sta crescendo con i compagni di reparto.

C’è qualcosa che vuoi dire ai tifosi?Si, di avere fiducia. Abbiamo appena cominciato e i conti li faremo alla fine. In questo pe-riodo, viste le tante partite tra campionato ed Eurolega, c’è poco tempo per gli allenamenti

Il bomber tascabiledel Valdagno si racconta.

Tonchi ovveroGaston De Oro

ma stiamo trovando gli auto-matismi direttamente in partita.

Il tuo soprannome Tonchi che origine ha?Molto semplice. Mia sorella da piccola non riusciva a dire Ga-ston, diceva Ton e da lì Tonchi.

I tuoi primi passi sui pattini?Li ho fatti a tre anni. Sono di San Juan e l’hockey lì è di casa. Ho iniziato nell’Olimpia perché la pista era vicino a casa e la mamma era tranquilla, mi poteva tenere sotto controllo. Il mio sogno è sempre stato quel-lo di venire a giocare in Europa e, adesso, ho voglia di vincere. A Valdagno penso di essere nel posto giusto.

C’è qualche collega che stimi particolarmente?Ammiro molto Juan Oviedo. Mi piace come si allena, ha la mentalità giusta, è molto pro-fessionale. Lo conosco da tanto ma vedo che migliora sempre grazie alla sua costanza. Poi devo dire un grazie a Massi-mo Tataranni che, soprattutto ai primi tempi della mia espe-rienza italiana a Trissino, mi ha dato una mano, mi ha aiutato e insegnato i trucchi del mestie-re. Da un bomber come lui c’è molto da imparare.

Oltre all’hockey che altri sport ti piacciono?Tutti. Calcio, tennis ma non sa-prei scegliere. Diciamo che una cosa alla quale non rinuncio è la lettura della Gazzetta dello sport perché adoro lo sport. Ma in famiglia siamo tutti così.

I miei genitori, sia papà che mamma, hanno fatto l’Isef e le mie sorelle praticano ginnasti-ca artistica.

Nel tempo libero cosa fai?Navigo in internet, gioco alla playstation e guardo la tele-visione, soprattutto lo sport. Sono bravo a giocare a ping pong. Mi piace stare in com-pagnia, sono molto socievole.

E i tuoi gusti musicali?La musica italiana, i gruppi tipo i Modà, i Negramaro e mi piace cantare anche se i miei compagni mi prendono in giro.

Cibo preferito?La carne alla griglia, l’asado argentino, mi diverto a cuci-narla io stesso. Qua in Italia mi sono innamorato come tutti della pasta.

Qualche vezzo?Mi piace personalizzare i patti-ni, hanno la scritta Tonchi e le iniziali dei nomi delle mie tre sorelle.

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23valdagno

Vai sempre a tutta birra

FRATELLI CAMPOSILVAN SNCDISTRIBUZIONE BEVANDE

VIA BELLA VENEZIA 5236076 - RECOARO MILLE - VICENZATEL 0445 75044 - FAX 0445 75438E- MAIL: [email protected]

Tornano le trasferte: l’hockey deve dire grazie alla società valdagno e al presidente CentomoIl tempo dei divieti è finito: i tifosi andranno nuovamente in trasferta. Lega nazionale hockey e Osservatorio sulle manifesta-zioni sportive si sono seduti al tavolo per verificare quanto ac-caduto sabato 3 dicembre a Lodi in occasione della partita Lodi-Valdagno. L’incontro ha avuto esito positivo e, con gli opportu-ni accorgimenti, tutte le tifoserie

potranno nuovamente seguire le squadre in trasferta. In futuro anche per l’hockey arriverà una tessera del tifoso. A Lodi in-somma è andato tutto bene. Lo si può dire di quanto accaduto sugli spalti del PalaCastellotti in occasione di Lodi-Valdagno, ma anche dell’esito della riunio-ne di mercoledì 7 a Roma tra i funzionari dell’osservatorio sul-le manifestazioni sportive del Viminale e i dirigenti della Lega Nazionale Hockey. Il modello Lodi diventerà la procedura di riferimento per poter consentire alle tifoserie di seguire le proprie squadre anche nelle partite fino-ra considerate a rischio: a Lodi, a Valdagno, a Viareggio. Per la diplomazia dell’hockey italia-

no è un bel successo. Il lavoro fatto dai presidenti di Lodi e Valdagno per convincere il pre-fetto della città lombarda a dare fiducia ai tifosi dell’hockey è stato portato come esempio dal-la Lega Hockey che già aveva preso contatti con l’Osservato-rio. Valdagno protagonista quin-di anche in questo campo grazie all’impegno del presidente Pao-lo Centomo che da sempre si era adoperato in questo senso con viaggi in questura sia a Lucca che a Lodi per cercare di smuo-vere una situazione che ormai non aveva più senso ed era dove-roso rivedere. Ora la procedura di Lodi diventerà uno standard, almeno per questa stagione. In previsione delle partite a rischio,

i dirigenti delle società interes-sate prenderanno contatto con le prefetture e stabiliranno le mo-dalità di accoglimento dei tifosi ospiti. L’acquisto dei biglietti sarà possibile soltanto previa identificazione e i tagliandi sa-ranno incedibili. Si andrà avanti così per tutta la stagione. Per il futuro, la Lega Hockey studierà un sistema di fidelizzazione del pubblico viaggiante attraverso un sistema simile alla tessera del tifoso già in uso nel mondo del calcio. Ovviamente sarà ne-cessaria tutta la collaborazione e tutto il buon senso da parte dei tifosi: se si dovessero verificare incidenti, infatti, tutto il lavoro diplomatico fatto fin qui sarebbe immediatamente vanificato.

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quota 100Due uomini uniti da una forte amicizia coltiva-

ta fin dall’infanzia, la passione per la bici da strada e l’amore sconfinato per le Piccole Do-lomiti, teatro della loro grande impresa: sono questi i presupposti che hanno reso possibile

l’insolito record.36 Km di cui 12 di salita con partenza da S.Quirico e arrivo a Campogrosso (1457m). Pendenza media del 7% con un picco del 17% in località Merendaore. Più di 1000 metri di dislivello. Tempo di media: 56 minuti a risalita. Tutto questo ben 100 volte in 7 mesi!

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di Chiara Guiotto25

quota 100 Antonio Ruaro e Marco Perin sono protagonisti di un record incredibile:in 7 mesi hanno compiuto 100 volte la salita di Campogrosso

Sono loro Antonio Ruaro e Marco Perin, entrambi valda-gnesi: il primo classe 1964 vive a S.Quirico, il secondo vive in località Maglio di Sopra, classe 1963. Tutto è iniziato dal desi-derio di conquistare entro i 50 anni di età un numero esagerato di risalite a Campogrosso, 300 per l’esattezza. Così lo scorso aprile con ancora qualche trac-cia di neve lungo il tratto fina-le, i due amici hanno iniziato la loro sfida personale, pedalando quasi sempre insieme riuscendo a far combaciare il loro tempo libero: Antonio è un turnista mentre Marco è il titolare di un noto ristorante della vallata dell’Agno, la Locanda Perinel-la. Perciò molto spesso sono riusciti a sfruttare le ore po-meridiane e quindi più calde, soprattutto ad aprile quando le temperature ad alta quota erano ancora abbastanza basse. Il 26 settembre hanno raggiunto le 73 uscite superando il successo di Mario Pianezzola e Mauri-zio Rossato che lo scorso anno sono stati protagonisti di un bel

record, 72 risalite a Campogros-so in un anno. Antonio e Marco erano felici sì, ma non comple-tamente soddisfatti o perlomeno in mente avevano un altro obiet-tivo: il record a tre cifre! Ormai era diventata una sfida della sfi-da, un scommessa impossibile a detta di molti. Ma loro ci crede-vano eccome! Così hanno mira-to al traguardo più grande, 100 risalite entro la fine dell’anno.“Quando abbiamo battuto il record dei 72 -ha commentato Antonio Ruaro con voce emo-zionata- qualcosa dentro di noi ci spingeva a proseguire e a tentare l’impossibile. Pedalare tra le nostre montagne, lontani dal traffico e dai rumori, immer-si nella splendida cornice delle Piccole Dolomiti, ci ha dato quella carica in più, quella giu-sta per ripetere il gesto atletico per così tante volte. Nei rifugi La Guardia e Campogrosso tutti facevano il tifo per noi, erano ormai parte della scommessa anche loro.” Il 24 ottobre 2011 Antonio e Marco hanno vinto la loro scommessa, hanno rag-

giunto quel traguardo che si era-no prefissati: 100 risalite, grazie al loro orgoglio e ad una forte determinazione. Ad aspettarli in quota per festeggiare il nuovo record Davide Ferro il titolare del rifugio Campogrosso assie-me a Sona e Luciano che per tut-ti e sette i mesi hanno sostenuto i due amici nella scalata. Torta, candeline e qualche scatto per ricordare quel giorno che per i due amici è stato indimenticabi-le. “Ogni volta che tornavamo dal giro -ha dichiarato Anto-nio- segnavamo sul calendario il numero della risalita appena compiuta. Arrivare quel giorno ad annotare la n°100 è stato fan-tastico ed emozionante. Un sfida che abbiamo vinto insieme, io e Marco, grazie al forte legame che ci unisce. Se un giorno ero meno motivato di lui -ha con-cluso Antonio- Marco mi dava la carica giusta e si partiva as-sieme”. Anche Adone Storti del rifugio La Guardia, che li ha vi-sti passare per ben 100 volte, ha tifato per loro e naturalmente le famiglie che hanno vissuto con

loro ogni momento di questa in-solita impresa.Ma la cosa incredibile è che le 100 risalite sono state compiute in soli 7 mesi, da aprile a fine ottobre! Calendario alla mano, Antonio e Marco hanno pedala-to tantissimo, molti giorni con-secutivi, perfino 13 giorni filati, qualche volta realizzando addi-rittura due risalite nello stesso giorno.La difficoltà più grande qual è stata? “Mettere giù il piede dal letto la mattina presto per la ri-salita delle 6. Tornare è andare al lavoro. Ma sinceramente non appena eravamo in sella alla bici tutto passava e prendeva il senso giusto.”E fisicamente è stato impegna-tivo? “All’inizio un pochino sì, poi non appena il nostro fisico si è abituato allo sforzo abbiamo preso il ritmo giusto e la fatica si sentiva molto meno. Siamo stati fortunati perché non abbia-mo avuto nessun inconveniente durante questi mesi, né fisico né meccanico, ed il tempo è sem-pre stato bello e ci ha regalato

giornate meravigliose. Certo, verso la fine il freddo è tornato a farci visita e abbiamo visto bene di portare a conclusione la sfida quanto prima!”Avere un appuntamento fisso praticamente quasi ogni giorno non è stato un problema per la vostra vita quotidiana? E per la famiglia? “No, devo dire di no, anzi. Le nostre famiglie ci han-no sempre sostenuto. E poi il tempo che occupavamo era dav-vero poco se pensi che in 56 mi-

nuti eravamo a Campogrosso.”

Le sfide per un atleta non fini-scono mai. Quindi è spontaneo chiederti: quale sarà la pros-sima? “Vogliamo preparare la maratona di New York 2013 anche se passare dalla bici alla corsa non è così facile; ecco perché la bici non la vogliamo abbandonare e l’anno prossimo avremo di certo un’altra sfida da affrontare.”Oggi che ci troviamo a raccon-

tare le vostre gesta, a mente fredda, mi dici davvero perché? Qual è stata la motivazione più grande? “Ciò che ci ha spinto a compiere un’impresa del gene-re sta dentro di noi, è qualcosa che va oltre il gesto atletico in sé. Non ho scelto un compagno qualunque, ho scelto un amico con la A maiuscola con cui ho fatto sport, sì certo, ma con cui ho anche condiviso un obiet-tivo, non il mio obiettivo, ne il suo, ma il nostro obiettivo.

Essere riusciti a raggiungerlo, insieme, è stata un’emozione unica. Provare per credere.”

Oggi cos’è cambiato rispet-to a quei primi giorni di aprile quando avete iniziato la grande sfida? “Il mio grande amico di avventura oggi è in forma sma-gliante! Marco, infatti, grazie a questa impresa ha perso ben 20 Kg! E tu? Solo tre!”

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Stagione cominciata…stagione che vede il Real Recoaro impegna-to su più fronti nei cam-pionati AICS di volley.

Ben cinque le categorie iscritte Open-Under 16-Under 14-under

ai nostri giovani uno spazio in più dove fare attività sportiva. In tan-ti prendono, ad esempio, lo sport come modello di vita al fine di contrastare, magari strade sbaglia-te percorse dai nostri figli, ma poi tocca sempre ai soliti prendersi le responsabilità e lavorare a favore di questa importante attività so-ciale, con la speranza che chi ha la possibilità di fare la sua parte la faccia. Le nostre ragazze e ragazzi han-no già disputato le prime partite dei vari campionati, con ottimi risultati, tenendo alto il nome di Recoaro Terme e di questa Società . Questo è lo spirito che contrad-distingue il Real Recoaro, spirito che fa di questa Società un esem-pio di come si possa fare sport senza essere schiavi dei risultati e senza penalizzare chi non è un campione. Real Recoaro significa prima di tutto amicizia , gruppo e stimoli veri, e testimonia che, la-vorando bene a tutti livelli, per-mette ai i nostri ragazzi di provare la soddisfazione di appartenere a qualcosa di importante e di bello, con la certezza di dar loro quegli stimoli giusti per farli appassiona-re all’attività sportiva, a discapito di altre strade, magari, come già detto, meno sane. Colgo l’occasione per ringraziare proprio “ Sportivissimo “ per il la-voro svolto al fine di dare spazio

Real Recoaro…impossibile non amarlo

di Francesco Pretto12 e mini volley. Uno sforzo organizzativo non indifferente, tenuto conto delle difficoltà pre-senti, relativamente agli impianti sportivi del nostro Comune. Si spera che con la chiusura della piastra polivalente, si possa dare

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che causano le vesciche, avvengono tra le due calze e non più sulla pelle.

QUINDI STOP ALLE VESCICHE!

e visibilità a queste Associazio-ni, nell’interesse dello sviluppo dello sport dilettantistico. Per-mettetemi infine di ringraziare le mie ragazze e ragazzi per l’impegno che stanno mettendo nei vari campionati di volley, dove si stanno ben comportan-do e dove sicuramente otterran-no belle soddisfazioni.L’ associazione sportiva Real Recoaro ricorda nuovamente che è intenzionata a dare spazio a tutte le proposte, sia sportive che culturali che, sia a livel-lo di associazioni o personali, possano portare ad un contribu-

to che permetta di allargare le possibilità di scelta dei nostri giovani, anche al di fuori delle attività sportive. Ma come sapete il Real Recoaro non è solo Volley, abbiamo con noi un folto gruppo di marcia-tori coordinati dal responsabile del settore marce Lovato Anto-nio, che si sta adoperando per la realizzazione della VI^ edi-zione della marcia “ Le Contrà De Recoaro Terme “ program-mata per il 24.06.2012, marcia che richiede un grosso sforzo organizzativo, viste le 2500 presenze di quest’anno, ma

con la soddisfazione di avere ricevuto numerosi attestati di stima per l’ottima preparazione dell’evento, ma conoscendo la forza e la grande voglia di ap-partenenza al Real Recoaro, da parte dei nostri marciatori, non ho dubbi che anche la prossima edizione sarà un successo. Si prevede, tempo permettendo, la presenza di circa 3000 per-sone, che dopo la chiamata di marzo risulta essere la manife-stazione più importante della nostra cittadina. Il Gruppo Po-distico Real Recoaro, che con-ta una cinquantina di aderenti,

nell’anno 2011 ha partecipato a 22 manifestazioni podistiche del calendario F.I.A.S.P., di cui 2 fuori provincia. In una di queste ultime è stata organizza-ta una gita in pullman di un’in-tera giornata in occasione della partecipazione del Gruppo alla Straverona.

Per il 2012 ci si propone:di incrementare l’attività, par-tecipando con l’iscrizione di Gruppo a qualche marcia in più; a tal proposito si ricorda che l’inizio avverrà, come sem-pre, in grande stile il 22 Genna-io p.v. con l’iscrizione alla 37° Montefortiana a Monteforte d’Alpone (VR); di organizzare, l’ormai nostra classica, 6° marcia “Le Contrà de Recoaro Terme” che, ricor-diamo la novità, è in calendario per domenica 24 Giugno 2012.Si invitano gli amanti delle camminate ad aderire sempre più numerosi al nostro Grup-po Podistico, per info: Lovato Antonio tel. 0445/780213 (ore serali )Volley , marcia….. si può affer-mare senza paura di smentite, che il Real Recoaro ha assunto in questa ultimi anni, un’im-portanza fondamentale per la nostra cittadina. Un cordiale saluto a tutti i nostri simpatiz-zanti e sostenitori ed un ringra-ziamento a tutte quelle persone che hanno sostenuto e che con-tinuano a sostenere il REAL RECOARO.

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31piccole dolomitia caccia

d’immaginiConosciamo il BIRDWATCHING, un’attività naturalistica semprepiù praticata

Il birdwatching letteralmente significa “osservazione degli uccelli”, cioè andarsene in giro negli ambienti naturali dalla montagna al mare mu-

niti di un buon binocolo.Detto strumento serve a osservare e riconoscere le specie di uccelli presenti in una determinata zona.Fare birdwatching diventa il piace-re di osservare gli uccelli, saperli riconoscere, studiarne le loro abitu-dini e i loro comportamenti.Significa fare delle passeggiate in un ambiente all’aria aperta dove si può riflettere sul loro valore per un eventuale impegno diretto per la loro tutela.Si può dire che è conoscenza, emo-zione quando si ha la fortuna maga-ri di osservare una specie rara.Per scoprire gli uccelli, osservarli, identificarli e studiarne i compor-tamenti bisogna munirsi di un indi-spensabile binocolo. Il binocolo deve essere robusto, leggero, maneggevole con una buo-na luminosità con un giusto numero di ingrandimenti e una buona pro-fondità di campo. Per esempio un binocolo consigliato è il “7x42” dove 7 indica il numero degli in-grandimenti e 42 indica il diametro delle lenti d’entrata della luce. Per-ciò il rapporto tra questi due valori 42/7=6 esprime il diametro della pupilla di uscita del binocolo, vale a dire la luminosità dello stesso, il cui valore è bene non sia mai infe-riore a 5. Per cui il binocolo deve mantenere una buona luminosità anche nelle ore più critiche, all’alba e al tramonto.Un secondo strumento da “lavoro” indispensabile è dato da un manua-le di riconoscimento delle specie, un libro descrittivo di tutti gli uc-celli d’Europa possibilmente raffi-gurati a colori.In essi devono essere rappresentati i caratteri del piumaggio mostrando la differenza tra maschi e femmine. I testi devono inoltre riportare notizie sull’habitat e le loro abitudini. Un taccuino servirà ad annotare le rela-tive osservazioni degli avvistamenti.

Il binocolo deve essere impugnato in posizioni di tutto riposo possibil-mente appoggiate o rannicchiate, dopodiché l’allenamento e la prati-ca renderanno l’osservazione anche di inquadrare in volo un uccello che sfreccia in cielo. S’inizia con il ri-conoscere i soggetti fermi, poi in volo, il segreto è che l’occhio non deve mai staccarsi dal soggetto, sarà il binocolo mediante le mani che salirà agli occhi.L’abbigliamento non dovrà essere mai di un colore sgargiante ma pos-sibilmente sulla tonalità verde.Il birdwatching si può fare al mare, in campagna, in montagna, sulle rive dei fiumi, sui laghi e sulle co-ste. Si può praticare spostandosi sul territorio in modo vagante o rima-nendo nascosti in corretti apposta-menti all’interno di capanni.Per chi ama osservare uccelli che frequentano zone umide aperte ed estese e necessario essere muniti di un cannocchiale da almeno 30 in-grandimenti. Tale mezzo permette di distinguere le caratteristiche del piumaggio, inoltre si dimostra utile per osservare i rapaci e altre specie che nidificano sulle pareti rocciose.L’alba e il tramonto sono sempre i momenti migliori per osservare gli animali.Dopo aver riportato, tutte le pre-messe per osservare gli uccelli e doveroso non dimenticare di non disturbare gli stessi senza motivo, bisogna essere rispettosi dei diritti dei proprietari dei terreni nei quali ci inoltriamo, camminando ai mar-gini dei prati da sfalcio senza ro-vinare l’erba, non danneggiare gli alberi.Bisogna difendere l’ambiente poi-ché la sua difesa è indispensabile per la vita degli animali selvatici.In Italia la sensibilità naturalisti-ca è minore che negli altri Paesi Europei. Diffondere le nostre co-noscenze aiuta a rendere partecipi altre persone all’attività di difesa dell’ambiente.Trasmettiamo agli altri il nostro amore per la natura.

di Dorino Stocchero

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LE STAGIONI DELLA FAUNA SELVATICANell’anno internazionale delle fore-ste e nel decimo anno della costitu-zione di Faunambiente l’associazio-ne in collaborazione con il circolo U.N.C.Z.A. montagne vicentine e l’accademia faunistica ,ha avviato una serie di iniziative, in particola-re la realizzazione di filmati video a tema naturalistico. E’ stato realizzato recentemente un documentario na-turalistico “ le stagioni della fauna selvatica” regia di Dorino Stocchero e Giancarlo Ferron, riprese video di Luigi Fabrello, il montaggio di Fran-co Albanelli, il testo di Giancarlo Ferron, la voce di Diego Sinigaglia, le musiche di musicisti vari.Il DVD della durata di circa 40 mi-nuti riproduce il meraviglioso mondo dei nostri animali selvatici, rappre-sentato nelle stagioni attraverso gli occhi e il comportamento degli ani-mali stessi, è un fantastico viaggio

UN LIBRO DA FAUNAMBIENTEL’associazione Faunambiente nel decimo anno della sua fondazio-ne ha avviato un nuovo progetto di stampa di una collana di libri a carattere scientifico, per dare mag-giore forza all’impegno per una

nella natura della nostra terra, che permette di apprezzarne la bellezza e il suo concreto valore.Nel documentario realizzato in alta definizione con immagini immor-talate quasi tutte nelle meravigliose Piccole Dolomiti e nel Massiccio del Pasubio, gli autori hanno cercato di trasmettere le sensazioni provate nell’osservare l’ambiente e gli ani-mali che vivono nelle nostre stupen-de montagne vicentine.Nel filmato si possono osservare: fiori, animali, paesaggi e avifauna, scenari e immagini che ci fanno im-parare a conoscere la natura dal vivo, nella sua bellezza, nella sua armonia, nelle sue leggi cercando di conquista-re la sensibilità dello spettatore per farlo diventare amico e custode.L’incontro con la natura è sempre occasione di stimolo per una cono-scenza continua e arricchente, acco-starsi ad essa sempre con il desiderio di andare alla scoperta di un mondo sconosciuto.Il documentario cerca di far osservare la natura con attenzione in ogni suo aspetto, in ogni sua manifestazione di vita, per renderla interessante e di sprone per saperne di più.Le nostre montagne vicentine pos-seggono tutti i pregi che contraddi-stinguono le Alpi, anzitutto la bel-lezza paesaggistica, pensiamo alle nostre Piccole Dolomiti, il Pasubio ma anche la ricchezza faunistica, per la quantità e, ancor più per la qualità delle presenze.Questo video è destinato ad un pub-blico di appassionati , ma per l’ele-vato valore culturale è interessante come strumento di formazione per scuole, associazioni ed enti locali.Per informazioni: [email protected], www.faunambiente .eu.

gestione responsabile e sostenibile delle risorse naturali.E’ stato recentemente pubblicato gli “Uccelli delle montagne venete,” di Luigi Sebastiani, una pubblicazio-ne fotografica di oltre 240 pagine che raccoglie in ordine sistemati-co con schede tecniche 126 specie presenti sulle nostre montagne ed è fornita di CD con le immagini e il canto di tutti gli uccelli.Il libro è stato patrocinato dalla Re-gione Veneto, dalla Provincia di Vi-cenza, di Arpav Veneto e di Veneto Agricoltura oltre che dal Comune di Schio e delle Comunità Monta-ne Leogra Timonchio e Alto Astico Posina. La pubblicazione per l’e-levato valore culturale può essere interessante come strumento di formazione per le scuole, bibliote-che, associazioni ed a un pubblico di appassionati.Per informazioni:www.faunam-biente .eu. , [email protected]

Lupi marzialiConosciamo la società Taekwondo Lupi di Arzignanodel presidente Marco Dal Fior

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33arzignano

Il TAEKWONDO LUPI è una bella realtà del nostro territorio, nata, come tutte le vere società sportive senza fini di lucro, ma con il dichiarato obiettivo di

far crescere la passione tra i giovani per lo sport. E quanto il presidente Marco Dal Fin con il suo staff è ri-uscito a fare in questi anni nella città di Arzignano, e nei paesi limitrofi ha dello stupefacente. Sono moltissimi, infatti, i giovani che si sono avvi-cinati alla fantastica disciplina del Taekwondo. Come ben sanno il let-tori di Sportivissimi, il Taekwondo è una uno sport olimpico estrema-mente completo. Dal punto di vista psicomotorio contiene tutto, dagli schemi motori semplici a quelli più complessi; dalla forza espressa in tutte le sue componenti: massima, veloce e resistente alle capacità coordinative, dall’equilibrio alla destrezza. Chi pensa sia uno sport specialistico, si sbaglia. Special-mente per la fase preliminare, dove si vanno a costruire tutte le capa-cità, il taekwondo è estremamente generico e ciò diventa propedeutico per qualunque altra attività sporti-va futura.” È per questa ragione”, dice Marco Dal Fior, Istruttore Fita (Federazione Italiana TAekwondo) WTF ( World Taekwondo Federa-tion) 4° Dan e presidente dei Lupi, “che riteniamo il Taekwondo possa essere, in particolar modo per i più piccoli, lo sport ideale da intra-prendere. Abbiamo sviluppato una metodologia di allenamento legata ai più moderni dettami del CONI e della “Scuola dello Sport”, tra-ducendo il tutto in un linguaggio comprensibile ai giovani atleti, il nostro “branco dei Lupi”, che con noi possono crescere giocando e divertendosi in un ambiente sim-patico e ospitale.Lo staff dei LupiMarco Dal Fior Istruttore Fita ( Federazione Italiana TAekwon-do) WTF ( World Taekwondo Fe-deration) 4° Dan Presidente- Stefania Lupinelli Istruttore Fita WTF 3° Dan Vice Presi-dente, Delegato Coni Settore Taekwondo Provincia di Vicenza- Gianluca Tolomelli Maestro Fita WTF 4° Dan Consigliere, Delegato Coni Settore Taekwon-do Provincia di Padova

Il programma dei LupiSiamo Centro Cas (Centro Av-viamento allo Sport) e lavoria-mo per il Progetto Più Sport a Scuola. Per la 1° fascia giovanile le lezioni sono improntate ad in-segnare i primi rudimenti del “movimento”, attraverso atti-vità prettamente ludiche, che permettono di catturare con facilità l’attenzione dei ragazzi e contemporaneamente maste-rizzano i movimenti di base o “schemi motori”.

Si apprende giocan-do.Detti schemi motori, saranno la base sul-la quale si fonderà la costruzione dei futuri atleti, fondamentali per qualunque attività praticata in futuro. Il nostro vantaggio è dato dalla completezza psicomotoria del no-stro sport.Per la seconda 2° fascia giovanile, si cominciano rendere le lezioni meno ludiche, per dare un po’ più di spazio all’allenamento vero e pro-prio; contemporaneamente anche i ragazzi sono diventati più sensibili a voler raggiungere dei risultati, quin-di più disposti a “faticare”.Sempre nell’ottica delle metodolo-gie di allenamento moderno, i Lupi quest’anno propongono delle attivi-tà supplementari, che hanno lo sco-po di sviluppare la forza di gruppi muscolari specifici. Nello specifico, terremo lezioni bimensili in piscina/palestra fitness, appositamente ri-servata per noi, atte ad ottenere la giusta tonicità muscolare, in periodi di tempo relativamente brevi.

I risultati dei LupiStagione Sportiva 2011- Campionato Interregionale Veneto di Combattimento 26-06-11Medaglia di Bronzo: Riccardo Fac-cin- Campionato Interregionale Veneto di Combattimento 28-11-11. Medaglia d’Argento: Riccardo Fac-cin- Campionato Interregionale Veneto di Forme 16-10-11Medaglia d’Oro: Stefania Lupinel-li, Bruna Magnaguagno, Riccardo Faccin.Medaglia d’Argento: Denis Cirko-vic, Sandra Zurkic, Elisa FaccinMedaglia di Bronzo: Marco Dal Fior, Linda Dalla PozzaCompetizione a squadre sincroniz-zate:Argento: Trio Maschile Marco Dal Fior Denis Cirkovic Riccardo Fac-cinBronzo: Coppia Marco Dal Fior Lin-da Dalla Pozza (Battuti da Emilia Romagna Campioni Italiani e Lazio)Bronzo: Trio Maschile Denis Cirko-vic Giacomo Rosa Nicola Biasolo

Giochi del Veneto Bardolino VR 21 maggio 2011Percorsi:Oro: Bastianello Alessandro, Mari-na ChiarelloForme:Oro: Bastianello Elisa, Chiarello MarinaArgento: Haris Dauti, Fongaro EliaCombattimenti:Oro: Biolo Alessandro, Bastianello Alessandro ( l’avversario è scappa-to… ), Dalla Benetta Grgory, Haris Dauti, Cracco Jarod.Argento: Pizzolato Nicola

Questi sono i risultati della stagione 2011, e deve ancora finire…

di Massimo Neresini

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La pillola del calcioCaro Senatore,

leggo Sportivissimo perché non parla di calcio o, comunque, ne parla poco, mentre ho la nausea per quanto calcio si è visto e si è scritto in tv e sui giornali in questo incredibile fine anno. Ogni giorno una partita, ogni giorno una tempesta di nume-ri tra punti di campionato e goal! Un vero massacro! Com’è possibile che si sia arrivati a giocare 48 partite in 45 giorni? Sto pensando male o tutto questo calcio è stato la pillola che ci hanno appositamente dato per narcotizzarci mentre ci spil-lavano i soldi dalle nostre tasche?

Buon Natale, Giosuè Pani.

Caro Giosuè,

riflessione brillante la tua, ma non credo reale. Spesso in pas-sato lo sport ha funzionato da diversivo sociale, come la fa-mosa vittoria di Bartali al Tour de France che ha distolto gli italiani dall’attentato a Togliatti, in un momento di grande ten-sione politica che avrebbe potuto sfociare in una guerra civile, ma sono episodi, questi, che avvengono per caso e che non sono programmabili. Quando è stato stilato il calendario calci-stico, nessuno poteva sapere che avremmo avuto una manovra anticrisi come quella presentata in questi giorni. Resta tuttavia il punto che tra novembre e dicembre si è giocato decisamente troppo. Più di una partita al giorno di media alla fine stanca anche i veri appassionati. Le giornate stesse di campionato sono troppo allungate tra anticipi e posticipi. Si fatica a ca-pire chi sia in testa al campionato da quanto esso è irregolare nel suo calendario. A mio giudizio sarebbe necessario che le partite fossero concentrate in precisi giorni festivi, quando l’attenzione degli sportivi non è distratta da altri impegni e lo spettacolo calcistico possa essere seguito e apprezzato senza distrazioni

Buon Natale e Felice Anno Nuovo anche a te e a tutti i lettori di Sportivissimo, Alberto.

Potete scrivere al Senatore Alberto Filippiinviando le vostre e-mail a:

[email protected]

Le vostre lettere possono essere letteanche nel sito: albertofilippi.it

lettere34

Via dei Frassini 1/15 (Centro Ponte Alto) 36100 VICENZA - Tel. 0444 340150 - Fax 0444 275260Via del Lavoro, 13 Z.I. - 36070 TRISSINO (VI) - Tel. 0445 962527 - Fax 0445 497344 www.habitat-vi.it - [email protected] - [email protected]

“Brilla il sole da sud,soffia il vento da nord,c’é un’intensa complicità;sul tappeto ora va,dove andare lo sa,nelle notti d’orienteandrà”

da “Le Mille e una Notte”

orientali persiani caucasici pakistani e moderniEccezionale continua la liquidazione totale a Vicenza di tappeti

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