Spagine autori 12 vittorio balsebre non è più

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Un’opera di Vittorio Balsebre contenuta nella cartella “Toma - Le rane hanno il pancino chiaro”, a cura di M. Nocera A. Verri - Edizioni Dopopensionante autori s p a g i n e Periodico culturale dell’Associazione Fondo Verri Un omaggio alla scrittura infinita di F.S. Dòdaro e A.Verri Lecce, dicembre 2013 - anno I Spagine n°0 - Autori 11 Vittorio Balsebre

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Per ricordare Vittorio Balsebre

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Un’opera di Vittorio Balsebre contenuta nella cartella “Toma - Le rane hanno il pancino chiaro”, a cura di M. Nocera A. Verri - Edizioni Dopopensionante

autorispaginePeriodico

culturaledell’Associazione

Fondo Verri

Un omaggioalla scritturainfinitadi F.S. Dòdaroe A.Verri

Lecce, dicembre 2013 - anno I Spagine n°0 - Autori 11

Vittorio Balsebre

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spagine

con gli stessi ambienti più tradizionalisti dicerte province, che lo hanno messo in crisisul piano artistico ed umano? Ma a questimomenti d 'impasse ha saputo reagire con lasua forza interiore e con la precisa volontà diabbattere i pregiudizi, sostenuto dalla con-vinzione che sia necessario guardare in avan-ti senza arrestarsi. Come egli stesso affermale sue simpatie vanno ai più audaci, a chi sacorrere dei rischi. Ed egli li corre sino al pun-to che dell' audacia se n' è fatto una bandiera.Non si può tracciare in questa sede il suo lun-go iter artistico-culturale che richiede ancorauna migliore conoscenza e sistematizzazio-ne. Partirò perciò da alcune opere ed in parti-colare da quelle più recenti che in numeronotevole ha prodotto.

Ciò che colpisce immediatamente è la va-rietà dei linguaggi (fotografico, filmico,scritturale, elettronico, ...) e delle tecniche edei materiali adoperati (ducotone, china, col-lages, olio, stoffa, ferro, legno, ...) tutti intesicome veicoli di una libera espansione delsoggetto, oltre che come strumento di rifles-sione sul potenziale comunicativo di ognilinguaggio e materiale.

Questa posizione sperimentale si riscontrain ogni parte del "Diario Intimo", come egli

Vittorio Balsebre non è più, era nato nel1916 a Candelo, in Piemonte; dopo aver vis-suto a lungo a Roma e poi a Montescaglioso,in Lucania, negli anni Sessanta è approdatoa Lecce con la sua famiglia.

Per ricordarlo pubblichiamo - tratto daMusicaos. Uno sguardo sulla poesia e la let-teratura - un stralcio dall’Antologia Criticasu Vittorio Balsebre dal 1957 al 1999 curatada Stefano Donno: il testo critico scritto daIlderosa Laudisa in occasione della mostradal titolo "Da Cinque Angolazioni " che ac-coglieva opere di Balsebre, Dell' Anna, Di-mastrogiovanni e Sparro, tenutasi nel mag-gio 1979 a Lecce.

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Mi imbarazza alquanto pre-sentare al pubblico unuomo che da anni scrivesulle opere altrui e forseè più noto per questo ,che per la sua produzione

artistica . E ciò è ben strano , se si pensa chel' attività artistica è stato l' interesse domi-nante, quello che ha più intensamente colti-vato, fin dalla giovinezza e che non è da tra-scurare legato com' è, oltre che alla sua vi-cenda personale, alla cultura contemporanea.

Piemontese trapiantato a Lecce da più diun decennio, dopo aver vissuto in diverse cit-tà italiane si è fatto presto notare per il suocomportamento anticonformistico, per lospirito polemico e poi, oltre che per la sceltadefinitiva del campo sperimentale, anche perla calda umanità e la sincerità che imprimonouna forte comunicatività ai suoi gesti, allesue parole ed alle opere.

Il suo sperimentalismo scaturisce oltreche da motivi di ordine culturale (sono a tuttinote le sue predilezioni per il Futurismo e perle avanguardie in genere) anche, e direi, so-prattutto, dal suo temperamento sempre an-sioso di cogliere nuove stimolazioni ed in findei conti di riscoprirsi.

Balsebre nel suo "nomadismo" ha avutooccasioni ed esperienze di segno opposto.Come confrontare le stimolazioni di qualità ed' audacia avute a Roma, dove ha frequentatonegli anni post-bellici il Gruppo Forma I,

di Ilderosa Laudisa

L’uomo dei molti linguaggidefinisce una cospicua raccolta delle sueesperienze. Il diario non va inteso come ba-nale autobiografismo, ma come operativitàcontinua che trova motivazioni e finalità nel-la stessa intensità del rapporto istituito colfluire della vita e della cultura.

Guardiamo le opere in cui coglie i segnidel tempo-ritmo-storia, attraverso l' osserva-zione di ciò che comunemente sfugge o vie-ne considerato banale,di ciò che è mutevole eaccidentale. Per questa operazione si avvaleprevalentemente della fotografia che egli usacome elemento conoscitivo e critico del rea-le, per coglierne al di là delle apparenze lestrutture e i significati.

La fotografia diviene così una sorta di te-stimonianza mediata dalla macchina il cuiprodotto non è realizzato per essere consu-mato in privato, ma per provocare un coin-volgimento dell'osservatore, al quale non siimpongono percorsi e ritmi, ma si lascia libe-ro spazio interpretativo.

L'accostamento dell' immagine con lascrittura (prevalentemente autografa, perchèpovera , stimolante e capace di comunicare imotivi interiori dell' operatore), che occupa-no spazi diversi e si manifestano nella loroautonomia, stabiliscono interferenze recipro-che e determina un intercodice. Il loro lega-

“...Egli conserva in sè fin dai tempi dell' informale il bisogno di confrontare il razionale con l'esistenziale.

E direi che il secondo prevale sempre sul primo per un'inalienabile e cosciente volontà di privilegiare il vitale sul mentale...”

Lecce, dicembre 2013 - anno I

me è istituito dall'operatore che di volta involta stabilisce i rapporti di relazione o diopposizione dei due linguaggi. Le immaginifotografiche, pur contenendo una certa este-ticità, rappresentano un immediato rapportocon la realtà fenomenologica, sociale ed ac-quistano un senso di artisticità nell' intenzio-nalità che di volta in volta si manifesta comeintuizione, denuncia, protesta, o riflessione.

Per Balsebre però, il momento di rifles-sione non è mai di pura logicità perchè egliconserva in sè fin dai tempi dell' informale ilbisogno di confrontare il razionale con l'esi-stenziale. E direi che il secondo prevalesempre sul primo per un'inalienabile e co-sciente volontà di privilegiare il vitale sulmentale. E questa sua coerenza di imposta-zione la possiamo anche scorgere nel mo-mento pragmatico , infatti come rifiuta il ce-rebralismo, così rifiuta il tecnicismo fine ase stesso.

***Altre note critiche sull’opera di Vittorio Bal-

sebre sono raccolte nell’Antologia Critica dal1957 al 1999 curata su Musicaos da StefanoDonno:

http://www.musicaos.it/critica/06_balsebre.htm