Salute 10 più Nr. 1 Anno 2013

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MENSILE DI INFORMAZIONE SU SALUTE E BENESSERE » N. 1 - GENNAIO 2013 RAVENNA IN QUESTO NUMERO IN QUESTO NUMERO - Il russamento - Nanotecnologie e medicina - Il defibrillatore Responsabile centro audiologico e foniatrico AUSL di Ravenna. Dr. Franco Fussi RAVENNA - Via Corrado Ricci, 41 - Tel. 0544.39232 - Fax 0544.242511 PUNTA MARINA TERME - RA - Viale dei Navigatori, 4/A - Tel. 0544.438438 www.otticagiannigreco.it [email protected] PAG. 11 PAG. 11 SALUTE_10piu_cover_CASA NOTIZIE cesena n1.2007 08/01/13 09:14 Pagina 1

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Salute 10 più è il mensile gratuito dedicato alla salute, al benessere e molto altro ancora. È disponibile nelle più importanti farmacie e negli studi medici di Ravenna e dintorni.

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MENSILE DI INFORMAZIONE SU SALUTE E BENESSERE » N. 1 - GENNAIO 2013

RAVENNA

IN QUESTO NUMEROIN QUESTO NUMERO- Il russamento

- Nanotecnologiee medicina

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Responsabile centro audiologicoe foniatrico AUSL di Ravenna.

Dr. Franco Fussi

RAVENNA - Via Corrado Ricci, 41 - Tel. 0544.39232 - Fax 0544.242511PUNTA MARINA TERME - RA - Viale dei Navigatori, 4/A - Tel. 0544.438438

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PNEUMOLOGIA

2 LA BRONCHITE CRONICA

Dott.ssa Maria Nives Visani

RIMEDI NATURALI

4 CURARE LA TOSSE IN MANIERA NATURALE

Umberto Parani

MONDO FEMMINILE

6 IL CICLO MESTRUALE

Intervista di Tiziano Zaccaria

IL PERSONAGGIO

11 DR. FRANCO FUSSI - Il mago della voce

Dott. Andrea Baldisserri

OTORINOLARINGOIATRIA

14 IL RUSSAMENTO - Da semplice “fastidio” a malattia

Anna Tampieri

RICERCA SCIENTIFICA

15 NANOTECNOLOGIE E MEDICINA

Dott. Giuseppe Plazzi

NEUROLOGIA

18 COS’È LA NARCOLESSIA

Dott. Flaviano Jacopi

CARDIOLOGIA

21 COME FUNZIONA IL DEFIBRILLATORE

Dott.ssa Chiara Lisi

ALIMENTAZIONE

24 LA DIETA MEDITERRANEA COME STILE DI VITA

Prof. Fabio Fabbri

SPORT

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I NOSTRI AMICI ANIMALI

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SALUTE 10+ N. 1.2013 - Aut. Trib. Ravenna n. 1381 del 23/11/2011.

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BRONCHITECRONICA

PNEUMOLOGIA

per BPCO causata da aspirazione difumi combustibili, piaga, questa, checolpisce in preferenza le popolazionidell’estremo oriente. Anche l’inquina-mento atmosferico e ambientale influi-sce, ma il suo impatto reale non èancora completamente quantificato echiarito, mentre le infezioni in etàinfantile sono associate all’aumentatonumero di sintomi respiratori in etàadulta.

La BPCO provoca l’ostruzione di bronchi epolmoni, rendendo problematica la respira-zione. La cura migliore? Smettere di fumare.I farmaci ne frenano soltanto lo sviluppo.

Dott.ssa Mariarosaria VenturiEmail: [email protected]

BRONCHITECRONICA

La bronchite cronica, o meglio BPCO(broncopneumopatia cronica ostrutti-va), è una malattia bronchiale e pol-monare progressiva che provocaun’ostruzione delle vie aeree e rendeproblematica la respirazione. E’ unamalattia molto diffusa: rappresenta laquarta causa di morte nel mondo.

Le cause La diagnosiLa diagnosi di BPCO si dovrebbe consi-derare ogni volta che ci si trova di frontead un paziente esposto a fattori di rischioe che presenta sintomi quali tosse, espet-torato, mancanza di fiato durante sforzifisici di portata casalinga, come peresempio salire le scale. L’accertamentodeve essere confermato da prove di fun-zionalità respiratoria, ovvero da spirome-tria, che hanno lo scopo di determinarnela gravità.

VIE AREE IRRITATE

ECCESSODI MUCO

CIGLIA POLMONARIDANNEGGIATE

I FATTORI SCATENANTI DI QUESTODISTURBO SONO COSTITUITI DATUTTI I TIPI DI FUMO E POLVERICHE POSSONO ESSERE ASPIRATI

Sigaretta, pipa, sigaro, fumo passivo,vapori irritanti e, componente moltograve, inquinamento da combustibile,utilizzato per cucinare e riscaldare inambiente domestico. Si calcola che400mila persone all’anno muoiano

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PNEUMOLOGIA

Esiste un programma di trattamento dellamalattia che va dalla riduzione dei fattoridi rischio, alla costante cura farmacologi-ca contro l’ostruzione e l’infiammazionedelle vie respiratorie (che sono i presup-posti patologici della malattia), fino allasomministrazione di ossigeno.E’ necessaria la collaborazione tra medicoe paziente. Non pensi il paziente fumato-re, esposto a rischio quotidiano e quindicaso più frequente di sviluppo di BPCO,che il medico non sia cosciente della diffi-

coltà di cessare l’abi-tudine al fumo, eche il consigliodi ridurre l’espo-

sizione ai fattoridi rischio rappre-senti una metodi-ca di deresponsa-bilizzazione tera-

peutica daparte delmedico stes-so.

Le cureDA RICORDARE SULLA BRONCHITE CRONICA

» Tosse, catarro, affanno dopo uno sforzo fisico non sonofisiologici. Se ci sono questi sintomi, o anche se si fuma,è opportuno parlarne al proprio medico di base e sot-toporsi ai test. Purtroppo la consapevolezza è scarsa: sevenisse fatta a tutti una spirometria, troveremmo un

buon 10 per cento di malati di BPCO che non sospettano affatto di esserlo.

» E’ una malattia subdola, che si sviluppa lentamen-te e in silenzio. I pazienti si adattano man mano allelimitazioni che impone e non ci fanno realmente caso.Se le scale fanno venire il fiatone, si sceglie di prende-re l’ascensore e non ci si pensa più.

» I farmaci non curano completamente la malattia, mapossono ridurre i sintomi, migliorando la qualità dellavita, riducendo la frequenza e la gravità delle riacutiz-zazioni. L’unico intervento che davvero cambia la sto-ria della BPCO è smettere di fumare. Se a una per-

sona diciamo che ha perso il 30 per cento della capacità respiratoria e chenell’arco di dieci anni può dover ricorrere all’ossigeno, diamo un’ottimamotivazione per non fumare più.

» Il 25 per cento dei pazienti inizia a sviluppare la BPCO intorno ai 50anni. Verso i 60 anni sale il rischio di un decorso veloce della patologia.

FINE

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RIMEDI NATURALI

Tossi e bronchitiTossi e bronchiti

E’ ottenuto dai fiori della Manuka, unarbusto che cresce spontaneo nella cam-pagna della Nuova Zelanda, finora com-pletamente immuni da ogni tipo diinquinamento. Il miele che si ottienedal nettare delle infiorescenze adopera delle api è puro e biologico,

Dott.ssa Maria Nives VisaniFarmacista - NaturopataE-mail: [email protected]

Possono essere curate con piante della tradizioneetnica: Miele di Manuka e Pelargomiun Sidoides.

dalla consistenza e aroma unici e conun leggero profumo erbaceo. Già uti-lizzato dalle antiche popolazioni localiper i suoi effetti benefici, il Miele diManuka è stato studiato dal ProfessorPeter Molan, biochimico dell'Universitàdi Waikoto in Nuova Zelanda, che ne ha

messo in luce le specifiche proprietàsalutistiche non apprezzabili in nessunaaltra varietà di miele. Sembra che l'atti-vità antibatterica sia dovuta alla pre-senza di molecole di perossido di idro-geno, antisettico naturale, e soprattuttodal fattore antibatterico naturale

Dalla ricerca avanzata ci arrivano dueprodotti strettamente naturali, dalleproprietà uniche: il Miele di Manukae il Pelargomiun Sidoides.

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RIMEDI NATURALIkg di foglie fresche), ha un profumocaldo, terroso, speziato, erbaceo. In essosi trovano principi attivi con intensa atti-vità anti-microbica, antinfiammatoria,antivirale, astringente, febbrifuga,immunostimolante e sedativa.E’ utile in caso di bronchite, asma,catarro, tosse, sinusite, influenza, raf-freddore, febbre, pertosse.

E’ un geranio sudafricano, utilizzatonella medicina popolare locale per lacura delle malattie polmonari e dellatubercolosi.

Del pelargonium si usano le radici da cuisi ottiene l'estratto contenente ilFitocomplesso attivo, esso viene titolatoin principi attivi e standardizzato inmodo da garantire l'omogeneità posolo-gica per singola unità. La storia di que-sto prodotto parte dalla finedell'Ottocento, quando ildiciasettenne Charles HenrySteven di origini inglesivenne mandato in Sudafricaper curare la sua tubercolo-si, sfruttando il clima piùsalubre.Egli fu sottoposto alle cure diuno sciamano, che gli pre-scrisse un decotto di radici diPerlargonio. Dopo pochesettimane tornò inInghilterra guarito: da allo-

UMF (Unique Manuka Factor), in gradodi bloccare l'enzima catalasi, presente neitessuti e nel siero umano, responsabiledella disattivazione del perossido di idro-geno. A differenza degli altri mieli,esso è molto stabile al calore.

Altri studi universitari hanno attestato lasua efficacia nel contrastare lo sviluppodi un ampio range di batteri e funghi,quali lo streptococcus pyogenes respon-sabile di faringotonsilliti, e lo spaphylo-coccus aurens, il più comune agentedelle ferite infette. Pertanto può trova-re grande utilizzo per affrontare lepatologie del periodo invernale del-l’albero respiratorio, del cavo orale,influenze, raffreddori.

Associato ad esso, per potenziarnel'azione, si usa l'olio essenziale diManuka, che si ottiene per idrodistilla-zone delle foglie fresche (per distillare 1litro di olio essenziale servono più di 200

ra, anche in Europa, si espanse l'utilizzodi questa pianta, messa poi da parteverso la metà del Novecento con la sco-perta degli antibiotici, ma ripresa dopogli anni Settanta. Studi dettagliati di unaimportante casa farmaceutica tedescamisero in luce il fitocomplesso Eps®7630 ottenuto dall'estratto diPelargonio. La sperimentazione, che si èsvolta su pazienti bronchitici cronici,bronchiectasici e fumatori, ha dato risul-tati molto interessanti. Si è osservato unanotevole efficacia nella riduzione dellostress ossidativo, tale da portare a nettomiglioramento dello stato di salute deipazienti. Il Fitocomplesso Eps®7630,dotato di attività antibatterica ed immu-nomodulante, può essere utilizzato intutti i casi di patologie virali acute pol-monari, bronchitiche, da raffredamentodove non sia necessario l'uso di antibio-tico. Durante il periodo di studi nonsono stati rilevati effetti avversi.

Pelargonium SidoidesPelargonium Sidoides

FINE

PELARGONIUM SIDOIDES

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MONDO FEMMINILE

verificarsi una ritenzione di liquidi neitessuti dell’organismo che provocagonfiore e un lieve aumento di peso,in genere di due o tre chili. Spessoper qualche giorno si ha più fame delsolito e cambiano le abitudini intesti-nali, con stipsi o diarrea. Pos sono an -che verificarsi modificazioni dal puntodi vista psichico: in genere, si diven-ta più ansiose, nervose e irritabili.Si è spesso soggette a sbalzi di umore,con maggior propensione a depri-mersi; si può provare sonnolenza indiversi momenti della giornata eavere difficoltà di concentrazione. Idisturbi sono sempre piuttosto sog-gettivi per tipo, com binazione eintensità, ma nella maggior parte deicasi si presentano abbastanza regolar-mente intorno a 7-10 giorni primadell’inizio delle me struazioni e tendo-no a scomparire da soli poche oredopo l’inizio del ciclo.

La vera causa dei disturbi è ancorasconosciuta: alcuni danno la colpaalle fluttuazioni degli ormonioppure alla carenza di sali evitamine, che possono spingere amangiare quantità maggiori di cibisalati (che a loro volta favorisconola ritenzione idrica). In genere idisturbi non sono tali da costringe-re a interrompere le attività abitua-li, ma alcune donne che ne prova-no di molto fastidiosi potrebberenon essere d’accordo. Se i disturbiarrivano a interferire con gli impe-gni quotidiani o causano un males-sere significativo è consigliabileconsultare il medico che, dopo avervalutato i sintomi potrà eventual-mente suggerire alcuni farmaci disupporto.

Ogni 28 giorni circa, l’apparatogenitale femminile subisceparticolari modifiche, utili adassicurare la fertilità alladonna, per un lungo periodo

della sua vita, dalla pubertàalla menopausa.

di Umberto Parani

Spesso questi cambiamenti naturalisono accompagnati da piccoli fastidio disturbi che, anche quando nonsono gravi, possono rendere difficilesvolgere le attività abituali. In altricasi, possono manifestarsi irregola-rità del ciclo che richiedono l’atten-zione del ginecologo.

Con “sindrome premestruale” si indicail caratteristico insieme di disturbi(alcuni fisici, altri di carattere emoti-vo), che precedono di qualche giornol’inizio delle me struazioni. Per esem-pio, nella settimana prima del cicloci si può sentire stanche, avvertiretensione, fastidio o dolore al senoe all’addome, mal di testa, nausea,talora dolori muscolari; può inoltre

Sindrome premestruale

I disturbi del ciclo I disturbi del ciclo MESTRUALEMESTRUALE

La colpa è tutta degli ormoni

GIORNIDIMESTRUAZIONI

Sindrome premestruale

La colpa è tutta degli ormoni

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»SEGUE

MONDO FEMMINILE

Nei casi in cui dominano i disturbipsichici, il medico può prescriveremedicinali antidepressivi o rimedinaturali con azione analoga. Peralleviare i sintomi dolorosi, dalmal di testa ai dolori addomi-nali, si possono invece utilizzarefarmaci antinfiammatori nonsteroidei, gli stessi usati per ilraffreddore o l’influenza. Presiprima dell’inizio delle mestruazio-ni, hanno un effetto beneficoanche sui successivi disturbi checaratterizzano i primi giorni delciclo. Quelli a dosaggi minori sipossono acquistare anche senzaricetta, con l’avvertenza di farsiconsigliare dal farmacista. La pil-lola anticoncezionale, per esem-pio, bloccando l’ovulazionerisolve un po’ tutti i disturbipremestruali, a gendo direttamen-te sulla loro causa primaria. Manon è un rimedio che può esseregeneralizzato e di certo non è ilpiù indicato per le donne che desi-derano avere figli.

Anche sali minerali e vitaminedovrebbero essere prescritti dalmedico e non presi di propriainiziativa. L’introduzione di alcu-ne piccole modifiche nello stile divita può poi avere sorprendentieffetti positivi. L’alimentazione,per esempio, assume unanotevole importanza. Comesempre deve essere equilibrata ecommisurata al dispendio ener-getico, ma anche ricca di carboi-drati, che aiutano a ridurre la ten-

sione al seno e a migliorare il tono del-l’umore.

LA PILLOLA ANTICONCEZIONALE

RIDUCE I DISTURBI PREMESTRUALI

Possono risultare benefiche anchesupplementazioni di sali minerali evitamine: calcio e magnesio, in par-ticolare, sembrano aiutare a migliorarei sintomi, sia psichici sia fisici, e la riten-zione idrica. Potrebbero avere qualcheeffetto anche la vitamina E, che inter-viene sulla produzione delle prosta-glandine (le sostanze prodotte all’iniziodel ciclo per promuovere le contrazio-ni dell’utero) e la vitamina B6.

Utili anche vitaminee buone abitudiniUtili anche vitaminee buone abitudini

Via libera a frutta, verdura, pane,cereali e i loro derivati, come riso,patate. Vanno invece ridotti i gras-si, gli zuccheri semplici (zucchero,miele, bibite dolci) e possibilmenteevitati la caffeina (caffè, tè, bevan-de a base di cola, ma anche alcu-ne tisane stimolanti) e le bevandealcoliche, che favoriscono depres-sione e sbalzi d’umore.

COSA MANGIARE?

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Per contrastare la ritenzione di liquidie il gonfiore, può essere utile limitareanche il consumo di cibi molto

salati (snack, patatine, insaccati, cibiin scatola e in salamoia). E si dovreb-be cercare di trattenersi dalla ten-tazione, particolarmente accentua-ta in questo periodo del ciclo, dimangiare ciccolata, gelati, e stuz-zichini vari, che attenuano forse ilnervosismo del momento, ma sonotutt’altro che salutari per l’organismo.Meglio infine fare spuntini leggeri efrequenti, anziché mangiare moltonei soli due pasti principali. Di grande aiuto è poi l’attività fisica,non troppo pesante (per esempio,

passeggiate, cy clette, bicicletta), mapraticata regolarmente, per 20-30minuti almeno tre volte la settimana,anche nei giorni in cui si avvertono isintomi. Ha un effetto rilassante,migliora l’umore e sembra stimolarela produzione di endorfine, so stanzesecrete dal nostro organismo capacidi combattere il dolore. Anche alcunetecniche di rilassamento, co me yoga,tai chi o shiatzu, possono aiutare asopportare meglio i dolori e allentarelo stress, che è stato dimostratoaumentare l'intensità dei sintomi.

Il disturbo più comune durante lemestruazioni è la dismenorrea, termi-ne che indica il dolore addominale eil malessere che la gran parte delledonne conosce fin dall’adolescenza.Il dolore è crampiforme, localizza-to alla parte bassa dell’addome,ma si può estendere anche allecosce e soprattutto alla schiena.Insorge poco prima della comparsadel flusso e arriva alla massima inten-sità durante il primo giorno dellemestruazioni, per poi scomparire gra-dualmente. Al dolore si associanoquasi sempre indolenzimento alseno e gonfiore addominale, spes-so mal di testa, nausea e vomito; talo-ra diarrea o, al contrario, stitichezza.Le donne giovani e senza figlisono le più colpite. Con gli anni,invece, l’intensità dei disturbi tende adiminuire.A scatenare i sintomi sono le prosta-glandine, sostanze che provocanocontrazioni dell'utero e restringimen-to dei vasi che lo riforniscono di san-gue. Nel periodo che precede lemestruazioni, vengono prodotte ingrande quantità proprio dall’utero,stimolato dagli ormoni secreti dalleovaie, e il diminuito apporto di ossi-geno che ne consegue determina ildolore mestruale. In alcune donne isintomi sono modesti e possono esse-re ben sopportati senza alcun tratta-mento o con rimedi molto blandi.

MONDO FEMMINILE

Contro la ritenzioneevitare i cibi salatie limitare i dolci

Contro la ritenzioneevitare i cibi salatie limitare i dolci

La dismenorreaun disturbo frequente

Per esempio, l'uso di infusi dimalva o tiglio oppure l’applicazio-ne sull’addome di borse d'acquacalda, che in qualche caso sonoeffettivamente d’aiuto. Nessuna diqueste pratiche è comunque dannosae anche il loro eventuale effetto “psi-cologico” è comunque positivo.In virtù della loro azione rilassante,hanno effetti positivi anche massaggileggeri, eseguiti circolarmente con ledita, oppure i massaggi lombari nontroppo energici.

Al contrario, un bagno moderata-mente caldo può esercitare un effettorilassante sulla muscolatura di tutto ilcorpo e diminuire così i crampi addo-minali. In molti casi, tuttavia, il dolo-re è notevole e diventa allora ne -cessario ricorrere a farmaci antin-fiammatori.Per finire, è importante fare attenzio-ne alla comparsa di fitte o crampiinsolitamente forti, che comincianoprima del ciclo o persistono per tuttala sua durata, specie quando sono

Sfatiamo alcune leggende che cir-condano il periodo mestruale: fareil bagno o la doccia durante il ciclonon peggiora i disturbi né aggravala perdita di sangue.

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La dismenorreaun disturbo frequente

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(che si chiama “corpo luteo”) inizia aprodurre, oltre agli estrogeni, il pro-gesterone, che ha la funzione di pre-parare la mucosa dell’utero a riceve-re l’uovo fecondato, favorendo l’im-magazzinamento di sostanze nutriti-ve e un maggior afflusso di sangue.Se l’uovo non è stato fecondato, ilcorpo luteo degenera e smette di

produrre ormoni. Ciò provoca lamestruazione. Mentre la secondafase del ciclo (quella che segue l’o-vulazione) ha una durata biologica-mente costante di 14 giorni, laprima fase, che va dal primo giornodi mestruazione all’ovulazione, èmolto variabile e non facilmenteprevedibile.

MONDO FEMMINILE

Le tappedell’ovulazione

accompagnati da modificazioni delflusso o perdite tra una mestruazionee l’altra: meglio parlarne con gineco-logo, perché potrebbero essere laspia di malattie anche gravi, comel’endometriosi, i fibromi uterini o lecisti ovariche.

Il ciclo mestruale è l’insieme dimeccanismi che portano la donnaall’ovulazione, cioè alla maturazio-ne dell’ovulo che può così esserefecondato. Il ciclo è controllato dal-l’ipofisi (u na ghiandola situata allabase del cervello, che produce gliormoni necessari all’ovulazione) edall’ipotalamo (che regola la produ-zione degli ormoni da parte dell’ipo-fisi). In particolare, sono due gliormoni principalmente coinvolti nellaregolazione del ciclo: gli estrogeni e ilprogesterone. Il ciclo dura in media28 giorni e si suddivide in 4 fasi.

1 Flusso (o mestruazione): ècaratterizzata dallo sfaldamento dellamucosa dell’utero, che viene espulsadando origine a una perdita di san-gue che dura alcuni giorni.

2 Periodo che precede l’ovula-zione (fase proliferativa): in questafase l’ipofisi produce due ormoni,l’Fsh (follicolo stimolante) e Lh (lutei-nizzante). L’Fsh fa maturare il follico-lo, una specie di sacchetto che con-tiene la cellula uovo, e lo stimola aprodurre gli estrogeni (gli ormoniche rigenerano la mucosa uterina chesi è sfaldata durante la mestruazione,e che stimolano l’ipofisi a produrreLh). Quando l’Lh raggiunge unacerta soglia, stimola l’ovulazione.

3 Ovulazione: il follicolo scoppiafacendo fuoriuscire la cellula uovoche, attraverso le tube di Falloppio, sidirige verso l’utero, pronta per esse-re fecondata da uno spermatozoo.

4 Intervallo tra ovulazione eflusso (fase secretoria): la partedel follicolo che è rimasta nell’ovaio

ANOMALIE DEL RITMO- Mancanza di mestruazioni: amenorrea.- Mestruazioni “poco frequenti”, cicli che “ritardano”, verificandosi aintervalli superiori ai 3 giorni: oligomenorrea.- Troppe mestruazioni, cicli che “anticipano”, che compaiono cioè a unintervallo inferiore ai 25 giorni: polimenorrea. Se i flussi sono abbon-danti possono causare un’anemia.

ANOMALIE DI QUANTITÀ e DURATA- Mestruazioni scarse: ipomenorrea.- Mestruazioni abbondanti: ipermenorrea.- Mestruazione abbondante, a carattere emorragico: menorragia.

ANOMALIE DI PRESENTAZIONE- Perdita anomala inaspettata, che si verifica cioè in maniera indipen-dente dal ciclo mestruale, oppure in periodi dove le mestruazionidovrebbero essere assenti (durante la gravidanza, prima della pubertà,dopo la menopausa): metrorragia.- Perdite inaspettate, combinate con mestruazioni lunghe e abbondanti:menometrorragia.

CONDIZIONI DA NON TRASCURARE

FINE

Le tappedell’ovulazione

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FRANCOIl medico ravennate è consulente di numero-si celebri cantanti, da Laura Pausini adAndrea Bocelli. I suoi consigli su come tene-re in forma le corde vocali.

Il medico ravennate è consulente di numero-si celebri cantanti, da Laura Pausini adAndrea Bocelli. I suoi consigli su come tene-re in forma le corde vocali.

Andrea Bocelli, Laura Pausini, Elisa, Zucchero Fornaciari, Ron, Ornella Vanoni. E poi GiusyFerreri, Francesco Renga, Malika Ayane. Potremmo andare avanti ancora parecchio, perfare l'elenco completo dei "professionisti della voce" che sono pazienti di Franco Fussi, ilmedico ravennate specialista in foniatria e otorinolaringoiatria, responsabile del centroaudiologico e foniatrico dell'Azienda Usl di Ravenna. Una passione per la voce, quella deldottor Fussi, nata quasi per caso, grazie allo zio Mario, un melomane che adorava ascolta-re le opere liriche e che una sera del 1964 lo portò ad assistere al "Rigoletto". Fussi, alloraadolescente, si entusiasmò per il canto, decidendo poi qualche anno dopo di studiarne imeccanismi anche dal punto di vista medico.

FONIATRIA

FUSSIFRANCOFUSSI

di Tiziano Zaccaria

I cantanti lo interpellano per guariredanni fisici alle corde vocali, ma ancheper avere consigli sull'equilibrio tecnico esul repertorio più adatto da affrontare, inbase alle caratteristiche e alle potenzialitàdel proprio organo. Ciò è possibile attra-verso alcuni esami specialistici come lalaringostroboscopia, la spettografia e lafonetografia, che permettono di visualiz-zare il comportamento vibratorio dellecorde vocali, analizzando le dinamichedella voce di ognuno di noi. Una decinadi anni fa la voce di Laura Pausini sem-brava non più in grado di lavorare almeglio. Fussi scoprì che la pop star diSolarolo forzava le corde vocali senzausare adeguatamente il muscolo dia-framma. E la rimise in sesto, prescriven-dole una serie di esercizi mirati di logo-pedia, reimpostandone la respirazione,oltre ad alcuni rimedi omeopatici.

CONSIGLI PER TUTTI

«Le alterazioni della voce colpiscono il10 per cento della popolazione, special-mente chi impiega la voce in manieraintensiva per motivi professionali - ricor-da Fussi - L'utilizzo esagerato della vocecostituisce la principale fonte di stress

AD OGNI CANTANTEIL PROPRIO REPERTORIO

» SEGUE

ZUCCHERO FORNACIARI COL PROFESSOR FRANCO FUSSI

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per le corde vocali, nonché la causaprima di raucedini, ma anche emorragie,polipi e cronici noduli». Ecco allora alcu-ni consigli del dottor Fussi per tenere informa la propria voce.

BERE MOLTA ACQUA ED AERARE GLI AMBIENTI

«E' necessario idratarsi con almeno duelitri d'acqua al giorno, altrimenti la muco-sa diventa arida. Se si è rimasti a lungo inun ambiente troppo riscaldato, oppure si ècamminato a lungo per le vie cittadinepiene di smog, è consigliabile tirare qual-che respiro in un fazzoletto bagnato e striz-zato, piazzato sotto le narici: così umidifi-chiamo il tappeto di mucosa che riveste lalaringe e le corde vocali.

Aerare spesso i locali di casa e umidifi-carli a dovere, per rimuovere dall'am-biente le polveri irritanti e regalare allemucose delle corde vocali il giusto caricodi acqua».

NIENTE FUMO ED ALCOL

«Abbadonate il fumo: a causa del taba-gismo, le corde vocali si gonfiano e ciòne impedisce il normale movimento. Diconseguenza viene modificato il timbrovocale, soprattutto nella donna, la cuivoce assume connotati mascolini. E'opportuno inoltre limitare il consumodi alcol e di caffeina, sostanze che pri-vano di acqua, con il loro spiccato effet-to diuretico. E non abusiamo di for-maggi grassi e piccanti, brodo di carne,fritture, salse, carni grasse e affumicate,insaccati, uova fritte o sode, dolciumicon creme o liquori, cioccolato, tè, bibi-te gassate, burro e margarina: sono tutticibi che modificano l'attività dello sfin-tere esofageo (bocca dello stomaco)inferiore e possono provocare il reflussodei succhi gastrici: un fenomeno fisiolo-gico, ma quando è frequente, l'acidità

FONIATRIA

Dall’estate scorsa è attivo alle Terme diCastrocaro il “Long Life Voice”, centroall’avanguardia, unico in Italia, dedicato albenessere e alla cura della voce. «Long LifeVoice - spiega Lucia Magnani,Amministratore Delegato di Salsubium Spa,la Società di Gestione delle Terme diCastrocaro - è il nuovo progetto della nostraClinica del Ben Essere dedicato ai profes-sionisti che utilizzano la voce in ambitoartistico (cantanti, attori, doppiatori), di col-oro che la usano quotidianamente nellapropria professione (insegnanti, giornalisti,speaker, manager), ma anche di chiunquevoglia semplicemente controllarne lo statodi salute, mantenendone un’idoneità per-fetta attraverso un programma di preven-zione e terapie personalizzate».La struttura è nata da un’intuizione dellastessa Lucia Magnani, grazie alle indicazionidella dottoressa Wanda Del Gobbo, coordi-natrice del programma Long Life Voice, rel-ative alle proprietà benefiche che le acquetermali salsobromoiodiche e sulfuree delleTerme di Castrocaro hanno anche sul sis-tema vocale: «Queste acque speciali svolgo-no un’azione antinfiammatoria e antisettica,

stimolano le ciglia della mucosa nell’elimi-nazione delle sostanze dannose per il sis-tema respiratorio e provocano un aumentodel contenuto idrico della secrezionemucosa. Il percorso Long Life Voice pro-pone un approfondimento specialistico perimpostare uno stile di vita che esalti l’e-spressività e l’utilizzo della voce, combinan-do i benefici delle acque termali e l’espe-rienza di un’équipe di professionisti qualifi-cati a livello internazionale quali il dottorFranco Fussi per l’Italia, il dottor AndrèRomain Perouse per la Francia e il dottorAlfonso Borragan per la Spagna». LongLife Voice si avvale inoltre di specialistiquali foniatri, fonochirurghi, otorini,vocologi, fisioterapisti, logopedisti, maestridi canto, psicologi, esperti di biofeedback,osteopati, dietologi, omeopati, councelor einsegnanti di tecniche di comunicazione. Ilpaziente, infatti, viene seguito non solo conterapie mediche specifiche, ma riceveanche un supporto nella soluzione deiproblemi psico-somatici, emotivi e relazion-ali, curando anche quegli aspetti, appar-entemente secondari, che incidono sullaqualità vocale.

“LONG LIFE VOICE” alle Terme di Castrocaro“LONG LIFE VOICE” alle Terme di Castrocaro

La Clinica del Ben Essere applica le proprietà delle acque salsobro-moiodiche e sulfuree anche al benessere vocale, con la collaborazionequalificata del dottor Fussi.

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può generare anche raucedini e tossecronica, opacizzando la voce».

INALAZIONI SALUTARIE RIMEDI OMEOPATICI

«Le tradizionali inalazioni di vapore esostanze balsamiche, fatte col pentolinod’acqua e l'asciugamano sopra la testa,restano un toccasana per spegnere leinfiammazioni. Sono però sconsigliatiper recuperare la voce abbassata: inquesto caso le corde sono gonfie edesporle al calore significa peggiorare lasituazione. Per la cura della voce sugge-risco anche alcune cure omeopatichecome l'Arum Triphyllum, che miglioraresistenza e brillantezza del timbro voca-le, mentre l'arnica rappresenta un defa-tigante. Vanno prese l'una prima e l'al-tra dopo la prestazione vocale. Fra lecure fitoterapiche, l'echinacea e l'erismodevono la loro fama erboristica proprioal potere d'alleviare le infiammazionidella gola. Ma ha senso ricorrereall'Erismo, detta proprio "l'erba del can-tante". soltanto quando è presenteun’infiammazione».

FONIATRIA

FINEPROF. FRANCO FUSSI E ANDREA BOCELLI

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ILRUSSAMENTO

Dott. Andrea BaldisserriMedico-Chirurgo specialistain otorinolaringoiatriaE-mail: [email protected]

OTORINOLARINGOIATRIA

IL RUSSAMENTO

Russare può essere una vera e propriamalattia, anche se pochi lo sanno etanto meno conoscono il nome con cuiè riportata sui testi di medicina: la ron-copatia. Tutti conoscono invece benecome si manifesta. La maggior partedelle persone considera questo proble-ma semplicemente come motivo difastidio, per sè e per i familiari, tantoche difficilmente chi russa si rivolge alproprio medico per questo problema.Più spesso invece si riferiscono al medi-co i problemi legati a una cattiva qua-lità del sonno, che portano inevitabil-mente a sonnolenza diurna, cefalea escarsa capacità di concentrazione.

Non è solo un fastidio, ma a volte diventa una vera e propria malattia. Eccocosa può determinare la roncopatia e in che modo può essere risolta.

L'ingrossamento dele tonsille/adenoidi,la deviazione del setto nasale, polipinasali o altre neoformazioni, morfolo-gie particolari dell'ugula o del cavoorale, possono rappresentare ulterioricause di roncopatia.

COSA FARE?

A volte è necessario un interventochirurgico per correggere causeanatomiche o per aumentare lospazio respiratorio. Esistono alcuniaccorgimenti che possono attenuareil russamento nelle persone che nesoffrono in modo modesto. In parti-colare: cercare di dimagrire spessorisolve il problema; limitare il con-sumo di alcol porta ad un sonnomigliore; cene leggere; evitare didormire supini ma sforzarsi di cori-carsi su un fianco.

Accanto a questi comportamenti, sonoin commercio cerotti che aiutano a res-pirare meglio con il naso, riducendo ilrussamento, inefficaci però se il proble-ma è una deviazione del setto nasale.Alcuni olii essenziali, che aumentanolievemente il tono della mucosa nasale,possono ridurre il problema. Assolutamente da evitare i decon-gestionanti nasali, perchè possonodare un momentaneo innalzamento deivalori pressori, aumentando il rischiocardio-vascolare, oltre a favorirel'ipertrofia dei turbinati nasali e di con-seguenza un ulteriore peggioramentopoi della capacità respiratoria nasale.

QUANDO RIVOLGERSI AL MEDICO

In caso di sonno poco riposante, incaso di apnee notturne, soprattutto seassociate ad altri fattori di rischio car-dio-vascolare, è importante parlarnecol proprio medico di famiglia.

LINGUA

PALATO MOLLE

UGOLA

TRACHEA

VIA AEREA OSTRUITA

LE CAUSE

La respirazione avviene fisiologica-mente attraverso il naso. Si russaquando l'aria inspirata non riesce apassare agevolmente attraverso ilnaso e la gola. Dormendo, infatti, iltessuto molle che riveste l'oro-faringe si rilassa, provocandone ilrestringimento che ostacola il pas-saggio dell'aria. La vibrazione deitessuti al passaggio forzato dell’aria èresponsabile del tipico rumore.

In caso di congestione nasale, comeper un raffreddore, il russamentopuò essere determinato da un osta-colo al flusso dell’aria attraverso lecavità nasali: di conseguenza si res-pira con la bocca, creando turbolen-ze e vibrazioni dei tessuti con il con-seguente tipico rumore.

FINE

In genere, chi è sovrappeso tende arussare di più di chi è normopeso. Laroncopatia associata ad apnee nottur-ne è considerata in realtà un vero eproprio fattore di rischio cardio-vasco-lare, al pari della pressione arteriosaalta o di elevati valori di colesterolo.

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Anna TampieriRicercatrice Istec-Cnr Faenza

CI SALVERANNO LE

Viviamo in un’epoca caratterizzatada un progressivo invecchiamentodella popolazione, che espone ilnostro corpo ad un accresciutorischio di lesioni traumatiche in etàavanzate, nonché ad un’incidenzasempre crescente di patologie tumo-rali. Per far fronte a questa sfida, checoinvolgerà buona parte del ventu-nesimo secolo, le nanotecnologierappresentano uno strumentopotente, in grado di mettere a puntonuove soluzioni diagnostiche e tera-peutiche caratterizzate da minoreinvasività e maggiore efficacia, conridotti effetti collaterali. Da alcunianni il nostro gruppo di RicercaBiomateriali e Compositi Bio-Ibridi dell’Istec-Cnr di Faenza sioccupa di questo affascinante setto-re della ricerca scientifica.

costituiscono un supporto in gradodi dirigere e assistere le cellule spe-cializzate nella ricostruzione dei tes-suti mancanti.Soprattutto in campo ortopedico questonuovo concetto è molto rilevante, poi-ché punta a superare il vecchio approc-cio basato sull’impianto di protesi sinte-tiche bio-inerti, che offrono una funzio-ne di mero sostegno ma non consento-no un completo recupero funzionale.In particolare, un’esigenza particolar-mente stringente è quella di sosti-tuire porzioni di osso soggette acarico meccanico, come il femore, latibia e l’omero, che quando sonomancanti o danneggiati, provocanonotevole disabilità, con forti ripercussio-ni socio-economiche, anche di caratterepsicologico. Nonostante siano giàdisponibili dispositivi in grado di acce-lerare i processi di guarigione e rigene-razione ossea, le soluzioni esistenti sonoinadeguate a fronteggiare le esigenzecrescenti di pazienti che anche in etàavanzata ambiscono a standard di vitasoddisfacenti.

RICERCA SCIENTIFICA

NANOTECNOLOGIECI SALVERANNO LENANOTECNOLOGIEViaggio all’Istec-Cnr di Faenza, dove si studiano nuovi materiali“intelligenti” per realizzare impianti protesici e curare i tumori.

Uno dei rami della Nanomedicinaattualmente di maggior interesse èla medicina rigenerativa, che mira aripristinare le funzioni fisiologiche diorgani e tessuti danneggiatimediante l’uso di impianti biomime-tici - spiega la ricercatrice AnnaTampieri - Questi ultimi, essendo ingrado di riprodurre la composizione ela struttura del tessuto da rigenerare,

Il maggiore ostacolo nella realizzazionedi biodispositivi rigenerativi adeguati èl’insufficiente resistenza meccanica dimateriali biomimetici come l’idrossiapati-te, il principale costituente minerale deltessuto osseo. Un ulteriore ostacolo èinfatti l’ottenimento di strutture tridimen-sionali gerarchicamente organizzate supiù livelli di scala, in grado di riprodurrela complessa struttura dell’osso. Propriol’organizzazione gerarchica conferisce altessuto osseo le straordinarie proprietà dileggerezza, elasticità e capacità di rigene-razione dopo traumi limitati.

Tale struttura ha una complessità da nonpoter essere riprodotta con tecniche di fab-bricazione convenzionali; in generale lestrutture di organismi naturali sono estrema-mente complesse e organizzate in manieragerarchica, grazie ad un’evoluzione di milio-ni di anni, così da esibire proprietà e presta-zioni sorprendenti. I nostri ricercatori hannoa tal proposito scoperto che le strutturelignee di alcuni alberi presentano unamorfologia che si avvicina molto alle carat-teristiche del tessuto osseo.

LA SEDE DI ISTEC-CNR FAENZA

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A questo proposito il nostro gruppo diRicerca Biomateriali e Compositi Bio-Ibridi ha da alcuni anni intrapreso lostudio di strutture lignee, opportuna-mente selezionate per mimare il tessu-to osseo. Abbiamo inoltre messo apunto un processo per convertirechimicamente tali legni in impiantiin idrossiapatite (che può essere usatacome riempitivo per sostituire ossaamputate, oppure come rivestimentoper stimolare la crescita ossea all'inter-no di impianti protesici), mantenendo-ne tuttavia la morfologia e la strutturaoriginale.

RICERCA SCIENTIFICA

Struttura OSSO

APPROFONDIMENTO: LA TRASFORMAZIONE DAL LEGNO DI RATTAN ALL’IDROSSIOPATITE

Struttura di LEGNO RATTAN

SCALA 200 MICRON

L'idrossiapatite è un minerale raro aventecomposizione chimica Ca5(PO4)3(OH).L'idrossiapatite è anche prodotta eriassorbita da tessuti organici, que-sta infatti è uno dei componentiprincipali delle ossa trovandosisotto forma di sali di Calcio: carbo-nato di Calcio, fosfato di Calcio efluoruro di Calcio. Come detto l'idros-siapatite è il principale costituente mine-rale del tessuto osseo. Infatti, il 99% delCalcio presente nell'organismo umano èimmagazzinato nel tessuto osseo sottoforma di idrossiapatite. È in fase avan-zata di sperimentazione la possibi-

lità di trasformare il rattan in unastruttura biomi-metica simil-ossea, compo-sta da carbo-nato-idrossia-patite, sotto-ponendo illegno a tratta-menti ad altepressioni e tempe-rature.I campioni così ottenuti esibiscono unaspiccata similitudine al tessuto osseo eduna porosità molto simile a quella dell'os-

so umano, capace di ospitare gli osteo-blasti (cellule rigeneratrici dell’osso) e di

permettere il loro inse-diamento e la lorotrasformazionein osteociti(osso). L'obiettivo finale

è il suo utilizzo nel-l'impianto osseoumano, per la risoluzio-

ne delle conseguenze di gravitraumi o severe mutilazioni.

RATTAN “TRASFORMATO”

Questi dispositivi del tutto innovativisono in via di sperimentazione su ani-male, ma i primi risultati sono moltoincoraggianti e mostrano come le sol-lecitazioni meccaniche dell’impiantoin vivo accelerino i processi di forma-zione di un nuovo osso gerarchica-mente organizzato, quindi con pro-prietà biomeccaniche molto migliora-te rispetto a impianti con strutturemeno complesse e lontane dall’archi-tettura dell’osso naturale.

Le prospettive di questa tipologia dimateriali sono quelle di aprire unanuova epoca nel campo dell’ortopedia,poichè si potrà risolvere gran parte deiproblemi che affliggono un numerosempre crescente di persone.Basti pensare che sono milioni gli inter-venti di chirurgia ossea in campo orto-pedico in tutto il mondo e altrettantisono i casi di fallimento di protesi cherichiedono interventi chirurgici supple-mentari di revisione e correzione.Queste soluzioni applicate all’uomoporteranno ad un abbattimento deicosti del servizio sanitario nazionale ead un miglioramento generale dellaqualità della vita.

La scoperta delle pro-tesi lignee effettuata dai ricercatoriIstec-Cnr di Faenza è stata inserita trale 50 migliori invenzioni dell’anno2009 pubblicate dalla rivista Time.

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veniente dall’esterno), consentendoquindi la messa in opera di terapieestremamente mirate e personalizzate.

Lo sviluppo del NanoBioMagnetismobiomedicale apre nuove prospettiveanche nel settore della terapia e dia-gnostica dei tumori.

A questo proposito la realizzazione dinanoparticelle multi-funzionali, biocom-patibili, magneticamente attivabili e cherisultino biodegradabili in condizionifisiologiche senza il rilascio di sottopro-dotti tossici per l’organismo, è stata direcente ottenuta dal nostro gruppo diRicerca. Queste nuove nanoparticellesuperparamagnetiche sono a base di cal-cio fosfato, ottenute mediante sostituzio-ne di piccole quantità diioni calcio con ioni ferro.Nella diagnostica, lenano-particelle possonoessere progettate in mododa costituire dei veri epropri nano-sistemi conattivazione dall’esterno, ingrado di legare sulla lorosuperficie molecole tumo-re-specifiche così da cattu-rare in modo selettivospecifici bio-marcatoritumorali. Tramite l'uso diun campo magneticoesterno, le nanoparticelle potranno esse-re poi recuperate per quantificare inmodo accurato i bio-marcatori.

Inoltre, grazie alle loro proprietà magne-tiche, le nano particelle possono funzio-nare come agenti di contrasto per ima-ging mediante Risonanza Magnetica,sostituendo i liquidi di contrasto più tos-sici e aumentando grandemente l’indi-ce di rilevabilità.Per scopi terapeutici si potrà sfrutta-re la capacità delle nano-particelle diprodurre un surriscaldamento localiz-zato indotto da campi magnetici, perdistruggere le cellule cancerose ditumori solidi.A questo scopo sono oggi utilizzate nanoparticelle di ossidi di ferro, in particolaremagnetite, le quali mostrano tuttaviauna tossicità a lungo termine, dovutaall’accumulo progressivo in vari organi.

Dato l’utilizzo este-so delle nano-par-ticelle di magnetitenelle varie applica-zioni biomedicali,ancora oggi la suatossicità è un pro-blema dibattuto alivello scientifico.Pertanto le nuovenanoparticelle dicalcio fosfatosuperparamagneti-co si propongonocome efficace e più

sicura alternativa per la cura e diagnosidei tumori, con prospettive di minoreinvasività per i pazienti.

RICERCA SCIENTIFICA

IL NANOBIOMAGNETISMOè un altro fattore emergente nelcampo della ricerca biomedicale:viene utilizzato per assistere e stimola-re i processi di rigenerazione. Presso ilgruppo di Ricerca Biomateriali eCompositi Bio-Ibridi di Istec-CnrFaenza, nell’ultimo anno è stato messoa punto un nuovo impianto biomime-tico, bioattivo, superparamagnetico,cioè nuovi materiali in grado di ripa-rare osso e osso-cartilagine che, oltread avere le caratteristiche degliimpianti prima descritti, possonomagnetizzarsi sotto l’azione di debolicampi magnetici esterni.

In questo modo l’impianto all’internodell’organismo può funzionare comeuna stazione in vivo, controllabile dall’e-sterno, in grado di attivare processi diattecchimento, proliferazione cellulare erimodellamento tissutale. Questa pro-prietà può essere utilizzata per azionispecifiche, in base alle necessità cliniche.Ad esempio un impianto superpara-magnetico può legare a sé molecolein grado di promuovere la formazio-ne di nuovi vasi sanguigni, per assi-curare un continuo nutrimento alnuovo tessuto in via di rigenerazio-ne, oppure proteine in grado di pro-muovere la formazione di un nuovoosso. Questi fattori biochimici possonoessere attivati e rilasciati in vivo a segui-to di attivazione magnetica remota (pro-

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NARCOLESSIASonnolenza diurna, cataplessia, allucinazioni e paralisi del sonnosono i sintomi di questa patologia rara, legata alla perdita di pochemigliaia di neuroni nell'ipotalamo. Al Sant’Orsola di Bologna esiste ilCentro del Sonno di riferimento nazionale.

Dott. Giuseppe PlazziDipartimento di Scienze NeurologicheUniversità di Bologna

E-mail: [email protected]

NEUROLOGIA

NARCOLESSIA

Filogeneticamente, l’ipocretinamantiene l’animale sveglio emuscolarmente attivo per la ricercadel cibo. La mancanza di ipocretinasconvolge questi equilibri e porta allanarcolessia, spesso accompagnataanche da un rapido aumento di peso,proprio nel periodo dell’esordio. Ilmotivo per il quale avvenga la perditadi questi neuroni resta ancora scono-sciuto, ma studi recenti di analisi gene-tica avvalorano la tesi che si tratti di unmeccanismo autoimmune selettivo. La conseguenza è che in un breve arcodi tempo, anche solo giorni, il pazien-te che sviluppa la narcolessia èmaggiormente predisposto allasonnolenza e all’addormentamentodurante il giorno, anche in momen-ti impropri (nel corso di una conver-sazione, mentre è seduto in classe,davanti al computer, mentre sta aspet-

tando l’autobus, mentre mangia, men-tre guida) e che, viceversa, non riescaa mantenere un sonno continuodurante la notte. Sonnellini di pochiminuti sono in grado di garantireun’autonomia di circa 2-3 ore. Il sonnonotturno è caratterizzato da numerosirisvegli e da fenomeni tipici, quali leparalisi del sonno, in cui il soggetto èconsapevole di non riuscire a muover-si nonostante il desiderio di farlo e leallucinazioni ipnagogiche, ossia espe-rienze sensoriali intense e vivide, talo-ra a contenuto terrificante, che si veri-ficano all’inizio o alla fine di un perio-do di sonno. Alcuni o tutti i sensipossono risultare coinvolti e spessoè molto difficile per il soggettodistinguere l’allucinazione dallarealtà. Ancor più terrorizzante è lacomparsa contemporanea di allucina-zioni e paralisi.

La narcolessia è legata alla perdita dipoche migliaia di neuroni, collocati nell'i-potalamo postero-laterale. La perdita pro-gressiva di questi neuroni porta alla dra-stica riduzione, fino alla completa assenza,di un neuropeptide (molecola diffusa nelsistema nervoso centrale), l’ipocretina,che svolge numerose funzioni, fra cui laregolazione dell’equilibrio sonno/veglia edel comportamento alimentare.

La narcolessia è una malattia rara:in media colpisce quattro personeogni diecimila. Descritta per laprima volta alla fine del XIX secolo, ècaratterizzata da quattro sintomi prin-cipali: SONNOLENZA DIURNA,CATAPLESSIA (una perdita improv-visa del tono muscolare scatenatada emozioni), ALLUCINAZIONI,PARALISI DEL SONNO.A questi sintomi si aggiungono unsonno notturno disturbato e un signifi-cativo aumento di peso. Sebbene lamalattia sia stata descritta oltre un seco-lo fa e l'insieme di questi sintomiappaia ben riconoscibile, i pazientiaffetti da narcolessia rimangono alungo non-diagnosticati: il ritardo dia-gnostico medio in Europa è di circa 7anni dall'esordio dei sintomi e sola-mente il 20 per cento circa delle perso-ne narcolettiche riceve, nel corso dellepropria vita, una diagnosi corretta.

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» SEGUE

Altro sintomo è infine la cataplessia,ovvero la rapida perdita del tonomuscolare causata da manifestazioniemotive come riso, collera, eccitazio-ne, sorpresa, emozioni intime oprofonde. Un attacco cataplettico puòcomportare solo una breve e parzialedebolezza, ma anche una quasi comple-ta perdita del controllo muscolare peralcuni minuti. Può conseguirne unacaduta o l’impossibilità di muoversi e diparlare, anche se il soggetto è cosciente.

A causa di quanto sopra riportato everosimilmente anche per la scarsaconoscenza della narcolessia, spesso ipazienti ricevono diagnosi e terapie sba-gliate (depressione, psicosi, malattiamuscolare, epilessia, alcolismo, tossico-dipendenza o vengono consideratimistificatori), che aggravano il disagiogià presente, oltre a esporli ai rischi con-nessi ad una sonnolenza patologica,

in pochi centri del sonno dotati di stan-ze apposite (laboratorio del sonno) èpossibile eseguire. È infatti necessarioeseguire uno studio video-polisonno-grafico del sonno notturno, seguito daun test strumentale che è in grado dirilevare obiettivamente la gravità dellasonnolenza diurna e il marker caratteri-stico della narcolessia, ossia la transi-zione rapida dalla veglia al sonno Rem(acronimo di “Rapid Eye Movement”,ovvero “movimento rapido degliocchi”, che avviene durante la piùprofonda delle cinque fasi del sonno,accompagnata da altre alterazionicome irregolarità cardiaca, respiratoriae variazioni della pressione arteriosa).L’esame strumentale è inoltre in gradodi valutare verosimilmente l’idoneitàalla guida del soggetto. È anche indi-spensabile far eseguire ai pazienti unarisonanza magnetica cerebrale, perescludere le seppur rare forme secon-darie: tumori diencefalici, lesionivascolari e malformative. In attesa diuna terapia risolutiva, il trattamentofarmacologico si avvale a tutt’oggi solodi terapie sintomatiche: farmaci “stimo-lanti” per combattere la sonnolenza(modafinil, di prima scelta) e altri far-maci (antidepressivi, sodio oxibato) perla cataplessia. Non è tuttavia eccessivoaffermare che buona parte della tera-pia, nei casi di narcolessia, sia costitui-ta da una corretta diagnosi, fatta intempi accettabili.

CONSEGUENZE SOCIALIDELLA PATOLOGIA

come per esempio gli incidenti.Fin dagli anni Sessanta delsecolo scorso numerosi studihanno evidenziato le ricadu-te della malattia in ambitoscolastico, lavorativo e deirapporti familiari e interper-sonali: difficoltà a concentrarsia scuola e a raggiungere gliobiettivi formativi desiderati, atrovare una collocazione lavora-

tiva adeguata alla propria qualifica, amantenere i ritmi lavorativi (con conse-guente perdita di lavoro o necessità dicambiare lavoro); problemi coniugali;limitazioni nella gestione del tempolibero (viaggi, cinema e teatro, uscitecon gli amici, sport).Non solo prima della diagnosi, maanche successivamente, le persone connarcolessia possono subire discrimina-zioni, venendo spesso considerate pigreo svogliate, quando non tossicodipen-denti o mistificatrici. Non di rado a scuo-la si verificano “derisioni” da parte deicompagni e addirittura degli insegnanti.L'esordio tipico avviene durante l'a-dolescenza, sempre più frequenti sonoperò i casi infantili - in questo caso la nar-colessia è spesso associata a pubertà pre-coce - ma può comparire anche in etàadulta, attorno ai 30-35 anni.

PERCORSO DIAGNOSTICO

La diagnosi di narcolessia prevede uniter abbastanza complesso, che soltanto

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E’ prevista la presenza continua di per-sonale tecnico preposto.

PROTOCOLLO DI STUDIO

Tre giorni e due notti diregistrazione continuaconsentono quasi sem-pre di chiudere il casoin modo definitivo. Nelfrattempo il pazientepuò eseguire valutazio-ni cliniche, protocolli

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Il ravennate Giuseppe Plazzi, autore diquesto articolo, è il Responsabile delLaboratorio del Sonno allestito presso ilDipartimento di Scienze Neurologichedell'Università di Bologna. Nato nel 1959 aRavenna, si è laureato in medicina nel 1988e specializzato in neurologia nel 1992.È autore di oltre 260 lavori scientifici su neu-rofisiologia clinica, epilessia e medicina delsonno, pubblicati su prestigiose riviste. Areedi particolare interesse e competenza:patofisiologia della narcolessia, genetica deidisturbi del sonno, epilessia notturna, con-trollo motorio durante il sonno.

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Le campagne informative eseguite instretto contatto con l’AssociazioneItaliana Narcolettici (AIN) hanno consen-tito al Centro di Bologna di diagnostica-re, negli ultimi anni, oltre cento pazientiall’anno (il 30 per cento sono casi pedia-trici), diventando Centro di riferimento alivello nazionale e il maggiore in Europaper numero di pazienti trattati assieme alCentro francese di Montpellier. AlSant’Orsola operiamo con una rete dicollaboratori: psicologo, medico legale,pediatra, endocrinologo.

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FINE

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delle corona-rie) asintomatiche ocome spesso accade caratterizzate dadisturbi lievi e comunque non corretta-mente valutati dal paziente o dai fami-gliari. Intossicazioni da sostanze chimichevarie che modificano l’irritabilità delcuore (farmaci, veleni, droghe).Anomalie metaboliche del cuore, inparticolare conseguenti a gravi squilibrielettrolitici.In ogni caso, queste patologie, mettonoil cuore in condizioni di grave instabilitàelettrica, tale da poter scatenare una FVin seguito, ad esempio, di un piccolosforzo, di un’emozione o anche senzacausa. Questo tipo di arresto cardiaco sipuò manifestare per la strada, allo sta-dio, in casa o durante il sonno e scate-na sempre allarme diffuso se colpisceun giovane o una persona nota.La cosiddetta morte improvvisa èsinonimo di fibrillazione ventricolareprimaria.

Si manifesta soprattutto in corso dimalattie acute o riacutizzate del cuore,in particolare nelle prime ore di infartodel miocardio o in corso di gravi formedi scompenso cardiaco.

LA FIBRILLAZIONE VENTRICOLA-RE (FV), caratterizzata dalla compar-sa di una caotica e scoordinata atti-vità elettrica del cuore, che si manife-sta all’elettrocardiogramma con ondeirregolari sia in frequenza che inampiezza: alla pur evidente attività elet-trica del cuore, non corrisponde nessu-na attività meccanica.

L’ASISTOLIA PERSISTENTE, carat-terizzata da un’assoluta assenza diqualsiasi attività elettrica del cuore,che si manifesta con un elettrocardio-gramma completamente piatto edassenza di qualsiasi contrazione.L’asistolia solo raramente è la primamanifestazione di arresto cardiaco, al

Dott. Flaviano JacopiSpecialista in cardiologiae medicina dello sportDirettore Sanitario AstreaMedical Center - FaenzaE-mail: [email protected]

CARDIOLOGIA

LA STRUMENTAZIONE PER COMBATTERE L’ARRESTO CARDIACO

IL DEFIBRILLATORE

L’arresto cardiaco è una situazione dram-matica, in cui il cuore cessa improvvisa-mente di battere e il sangue ossigenatonon arriva più agli organi periferici, inparticolare al cervello. Il paziente perdeimmediatamente conoscenza e, se non siinterviene prontamente, nel giro di pochiminuti subentrano lesioni cerebrali irre-versibili per cui, chi sopravvive avrà dannimolto gravi fino allo stato vegetativo.

LA STRUMENTAZIONE PER COMBATTERE L’ARRESTO CARDIACO

IL DEFIBRILLATORE

contrario rappresenta più spesso lacessazione dell’attività cardiaca in situa-zioni terminali. In pratica è l’atto finaledi un progressivo spegnimento delleattività vitali.

In ogni caso l’asistolia è l’evoluzionefinale di una fibrillazione ventricolare,che è invece la forma di arresto car-diaco più comune: può manifestarsiimprovvisamente e più o meno ina-spettatamente (in questo caso si parladi FV primaria), ma in alcuni casi, difronte a particolari situazioni cliniche,è prevedibile o addirittura probabile(in questo caso si parla di FV secon-daria).

Compare in assenza di eventi premoni-tori, oppure i sintomi sono moltomodesti e comunque non tali da mette-re in allarme il paziente. Spesso le pato-logie cardiache rimangono a lungoasintomatiche e la prima manifestazio-ne è l’arresto cardiaco.LE CAUSE PRINCIPALI SONO:Lesioni cardiache congenite, spessoereditarie, di vario tipo, a carico dellevalvole, dei vasi ma soprattutto delmuscolo cardiaco (miocardiopatia iper-trofica in particolare);Lesioni cardiache acquisite (a caricodelle valvole, del muscolo cardiaco o

L’ARRESTO CARDIACO PUÒESSERE DOVUTOA DUE TIPI DI ARITMIA

1

ELETTROCARDIOGRAMMA DIUNA FIBRILLAZIONE VENTRICOLARE

2

FIBRILLAZIONE VENTRICOLARECOSIDDETTA PRIMARIA

FIBRILLAZIONE VENTRICOLARECOSIDDETTA SECONDARIA

» SEGUE

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CARDIOLOGIAIn questi casi, il più delle volte ilpaziente è ricoverato o in via di ricove-ro: il trattamento immediato è uno deimotivi che rende indispensabile in ognicaso ospedalizzare questi pazienti.

Va premesso che per combattere lafibrillazione ventricolare la cosa miglioreè la prevenzione mediante appropriaticontrolli cardiologici e laboratoristicinelle varie età della vita e nelle variesituazioni dirischio, finalizzatia individuare lepatologie cardia-che congenite oacquisite poten-ziamente perico-lose, per metterein atto tutte leprocedure e leterapie che scon-giurino il perico-lo di morteimprovvisa.Tuttavia la FV, quando si manifesta, puòessere trattata efficacemente solo con ildefibrillatore.Il defibrillatore è un accumulatore dienergia elettrica che viene scaricatasul torace in presenza di fibrillazione,tramite due elettrodi collocati in modoche il cuore si trovi in mezzo al campoelettrico che si crea con la scarica.

Lo shock azzera l’attività elettrica delcuore e consente ai centri dell’automati-smo cardiaco di ripartire, riattivando l’at-tività meccanica cardiaca.

Mentre è logico avere un defibrillatore adisposizione in un reparto d’ospedale, eparticolarmente in terapia intensiva, inunità coronaria, in pronto soccorso, suun’ambulanza, insomma nei posti dove

viene a trovarsi un paziente con i sintomidi infarto acuto o di grave scompenso, piùproblematico è averne uno disponibiledove si può verificare un arresto cardiacoinaspettato. Negli ultimi anni si è anda-to diffondendo l’uso di posizionaredefibrillatori in posti di particolare affol-lamento di persone (stadi, cinema, piaz-ze, supermercati, stazioni, aeroporti

ecc), oltre alla disponibilità di ambulan-ze con defibrillatore strategicamenteposizionate.Ma si pongono vari problemi: i defi-brillatori devono essere facilmente repe-ribili; occorre la presenza di personalepreparato ad usarli; è necessario mante-nere vitale il paziente in arresto cardia-co, visto che comunque passerà uncerto lasso di tempo dalla comparsa deisintomi, all’arrivo del defibrillatore.I defibrillatori moderni sono stru-mentazioni essenziali, molto maneg-gevoli e facili da usare. Quelli di ulti-ma generazione, una volta accesi,danno una sequela di ordini dellemanovre da fare prima di arrivare alloshock. Inoltre, è bene sapere che fun-zionano solo se è in atto una fibril-lazione ventricolare.

TRATTAMENTO DELLA FIBRILLAZIONE VENTRICOLARE

ALLO STADIO ADRIATICO DI PESCARA, IL 14APRILE 2012 PIERMARIO MOROSINI POTEVAESSERE SALVATO PROPRIO DA UN DEFIBRILLA-TORE CHE PERÒ NON È STATO UTILIZZATO.

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CARDIOLOGIA

Oggi sono sempre più diffusi i corsi perpreparare personale non medico ingrado di usare un defibrillatore. Gli stes-si corsi danno le necessarie istruzioniper mantenere in condizioni vitali unpaziente in arresto cardiaco fino all’arri-vo di un defibrillatore o di un’ambulan-za attrezzata.

Tali manovre sono molto importanti ,perché in attesa del defibrillatore, seben eseguite, possono mantenere invita il paziente anche per lungo tempo.Comunque, ancora oggi tutto è affida-to a iniziative lodevoli di singoliorganismi o istituzioni, manon c’è nulla di certo sulterritorio fuori dai presidiin cui vi sono precisiobblighi, a parte ovvia-mente le ambulanze, checomunque possono impie-gare anche molto tempo a pre-sentarsi. E’ evidente che ètempo di andare verso un’orga-nizzazione pianificata e globaledell’emergenza per l’arresto car-diaco sul territorio, con il coinvolgi-mento indispensabile di volontari.

IL DEFIBRILLATOREIMPIANTABILE

(AICD o Automated ImplantableCardioverter-Defibrillator)Nei pazienti a rischio di fibrillazioneventricolare, si è andata sviluppando

negli ultimi anni la tendenza all’im-pianto di defibrillatori del tutto simili apace maker, anche se appena in po’ piùvoluminosi, quindi caratterizzati da una

scatola posizionata sottocute con un catetere che

raggiungela punta

del ven-t r i co lo

destro.Tali gioielli tec-

nologici vannoutilizzati nel casodi patologie con-genite o acquisiteche anche solopotenzialmente pos-

sono dare FV, indipendentemente dalfatto che questa non si sia mai manife-stata. Ovviamente l’impianto è ancorapiù imperativo se un arresto cardiacoci fosse già stato. Al contrario, non viè indicazione ad impianto di defi-brillatore se la situazione che ha pro-vocato una FV si è stabilmente supe-rata.

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Questo stile alimentare si ispiraalle tradizioni dei popoli delbacino del Mediterraneo e rap-presenta anche uno stile di vita.

ALIMENTAZIONE

LA DIETA

Dott.ssa Chiara LisiTecnologo alimentareE-mail: [email protected]

mediterranea

La dieta mediterranea è stata proclamatanel 2010 patrimonio immateriale cul-turale dell'umanità dall’UNESCO.Da evidenziare come i popoli mediterra-nei non è che non facciano uso di grassi

ma che, a differenza dei popoli america-ni e del nord Europa, utilizzino prevalen-temente l’olio d'oliva con il risultato diuna minore incidenza delle malattie car-dio vascolari. Altre importanti caratteri-stiche della dieta mediterranea sono laconvivialità, la frugalità (semplicità), lafreschezza e la stagionalità dei suoi ali-menti. Non è un caso che parlando didieta mediterranea ci si riferisce nonsolo ad uno stile alimentare, ma anchead un vero e proprio stile di vita.Mangiare un panino da soli non donasensazioni piacevoli, spesso abbiamo lasensazione di non avere mangiato nulla;stress e mancanza di tempo sono gli altrinemici di un corretto stile alimentare. Lacucina deve essere vissuta con semplicità,come momento di relax magari

La dieta mediterranea è uno stilealimentare che si ispira alle tradi-zioni dei popoli del bacino delMediterraneo. Negli anni del boomeconomico, gli anni ‘60 e ‘70,venne preferito un diverso stile ali-mentare che si rifaceva alla riccaAmerica, uno stile sicuramentemeno povero e più attraente. Fu,però, proprio un nutrizionista ame-ricano, Ancel Keys, che, negli anni‘50, iniziò a mettere in guardia ilmondo intero contro le cosidette"malattie del benessere". Keysaveva capito come le abitudini ali-mentari tipiche della dieta mediter-ranea, cereali, verdura, frutta,pesce ed olio di oliva rappresenta-vano una sana alternativa ad unadieta troppo ricca di grassi, protei-ne e zuccheri. Questa dieta sta conoscendo, speciedopo gli anni ‘90, una grande dif-fusione negli stessi Stati Unitid'America ed in altre nazioni comeArgentina e Uruguay.

Quali benefici apporta questa dieta?

» un maggior consumo di proteinevegetali rispetto a quelle animali;

» una riduzione dei grassi saturi a favo-re di quelli vegetali insaturi;

» una riduzione della quota caloricaglobale;

» un'elevata introduzione di fibre ali-mentari;

» un maggior consumo di carne bian-ca, pesce e legumi.

LA DIETA MEDITERRANEA È ANCHE UNO STILE DI VITA E FAVORISCE LA CONVIVIALITÀ

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FINE

abbinando al piatto che si sta preparandoo che si sta gustando una musica chepiace, una musica appropriata.La dieta mediterranea significa ancheriscoprire il piacere di nutrirsi con amore,significa risvegliare in noi sensazioni posi-tive come la socializzazione, il mangiaretutti assieme. Associare la cucina all’im-piego di molto tempo è una considera-zione spesso errata ed inopportuna.Anche un pranzo veloce preparato con gliingredienti giusti, consumato assiemealle persone care, ai propri amici, puòmigliorare la qualità della nostra vita epuò aiutarci a stare meglio. Il pasto comepiccolo rito, il pasto come momentocentrale dei principali eventi dellanostra vita, come matrimonio, com-pleanno, Pasqua, Natale, capodanno oaltri grandi raduni conviviali, importantimomenti di incontro e di scambio diaffetti e sensazioni.Il cibo come gioia e non come dieta.Giusto incentivare gli orti in terrazza, unmodo per riscoprire la stagionalità deiprodotti, per conoscere le erbe aromati-che ed il loro giusto utilizzo.

Meno sale, più spezie, più basilico, piùrosmarino, più lavanda. Giusto variarel'alimentazione miscelan-do con sapienza gliingredienti, giustorendersi conto dicome, anche alsupermercato,possiamo ricer-care la stagio-nalità dei pro-dotti.La dieta mediterra-nea invita alla socia-lità, ripudia l'isolamento,richiede un salutare e costante eserciziofisico, invita a raggiungere un equilibratorapporto peso/salute che deve esseremantenuto in assoluta tranquillità e senzaalcuno stress. Un corretto stile di vita abbinato alla dietamediterranea aiuta a ritrovare una buonaforma fisica senza rapide perdite di peso(in genere non oltre kg 0.5 alla settimanase non siamo in presenza di gravi altera-zioni del proprio peso corporeo) senzasottoporre il proprio fisico e la propria

psiche a stress emotivi che, il più dellevolte, risultano assolutamente dannosi.

Da ricordare che la dieta mediterra-nea prevede un consumo giorna-

liero di frutta, verdura, legumi,olio di oliva, yogurt, patate,pane, pasta e riso.Necessario moderare l'usodel vino, limitare ad unasola volta alla settimanal'uso di uova, dolci e carne.

Uno stile alimentare idealeper combattere arteriosclero-

si, cardiopatie, ipertensioni, dia-beti, tumori dell'apparato digeren-

te, disturbi della motilità intestinale.La dieta mediterranea rappresenta unpatrimonio storico e culturale di granderilievo e si propone come simbolo di unacucina la cui semplicità, fantasia e saporesono apprezzati in tutto il mondo.I piatti tipici della dieta mediterranea rap-presentano un'eccellenza gastronomica enutrizionale, la loro cottura esalta i profu-mi ed i sapori di tutti gli ingredienti,ognuno dei quali esprime decise pro-prietà nutritive e protettive.

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» SEGUE

Prima di tutto, condizione assolutamen-te necessaria, occorre avere un certifi-cato medico per attività sportivaagonistica, che attesti l’effettivo ereale stato di benessere fisico delrunner; numerosi poliambulatori localilo rilasciano, dietro visita medica specia-listica su prenotazione. A ciò è utileaggiungere la presenza di un trainero esperto del settore che possainstradare alla tecnica e alla didatti-ca di corsa. E per finire, ultimi maessenziali componenti: la pazienza dinon correre subito a tabelle o program-mi troppo evoluti, e la costanza di alle-narsi almeno tre volte alla settimana,in base alle proprie possibilità e altempo a propria disposizione, per tuttala durata della programmazione.

Non “corriamo” troppo avanti e par-tiamo dalla tecnica di corsa. Facciouna domanda provocatoria, rivolta achi inizia: “Sei certo di correre bene?”.Seconda domanda: “Hai una tecnicadi corsa economica?” Bèh, se siete giàcosi bravi da rispondere sì ad entram-be le domande, tanto di capello, maessere prudenti non è mai sbagliatoall’inizio.Da un trainer di fiducia fatevi consi-gliare e correggere come appoggiarei piedi: la postura corretta e l’assettodi corsa sono fondamentali per affron-tare una corsa così lunga e dispendio-sa, sia dal punto di vista muscolareche mentale.

Prof. Fabio FabbriResponsabile tecnico area fitness e spinningCosmos Fitness Club - FaenzaE-mail: [email protected]

Con un buon trainer e tre allenamenti alla settimana, il sogno diportare a termine una gara podistica nella classica distanza dei42,195 km diventa raggiungibile.

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Maratona! La mitica distanza èaffrontabile da tutti o raggiungibilesolo da pochi? Sicuramente i 42 kme 195 metri sono diventati ai giorninostri la distanza più ambita daipodisti di tutto il mondo, dai piùforti keniani o etiopi, fino ai princi-pianti più inesperti di casa nostra.

Vuoi per vedersi citato nelle riviste delsettore (che spesso pubblicano le intereclassifiche delle maratone più importan-ti), vuoi per abbinare il duo vacanza piùsport, vuoi per il passaparola di chi l’hagià affrontata e finita e di conseguenzapubblicizzata agli amici! Insomma unavera e propria runner-mania è scop-piata e proprio da qui parte il nostrodiscorso, un po più tecnico, un po’ piùmetodico, per capire come prepararsi ecome affrontare una maratona.

Come preparare una

Per un principiante è unobiettivo cosi ambito?Per un principiante è unobiettivo cosi ambito?

La tecnica di corsaLa tecnica di corsa

SPORT

LA PARTENZA DELLA MARATONA DI ROMA

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SPORT

Non abbiate fretta di correre a tabellespecialistiche, vedrete che il tempospeso per impostarvi correttamentevi farà guadagnare tempo in futu-ro, ma soprattutto sarà il vostroalleato principale nel prevenireinfortuni come tendiniti, contrattu-re e stiramenti. Esistono programmibase che prevedono periodi di cammi-nata o recupero, alternati a periodi dicorsa corretta, che deve essere eseguitaa respirazione facile. Per intenderci, seandiamo a correre assieme ad unamico, deve essere un ritmo che ci con-senta di parlare. I tempi della cammi-nata verranno sempre più accorciati,fino ad essere eliminati, per arrivare adun unico periodo di corsa.

Gli allenamentiGli allenamentiInfine, bisogna aggiungere la preven-zione e il recupero. Non c’è migliora-mento se non si recupera da unafatica precedente, così come biso-gna soffermarsi sul rinforzo deimuscoli e delle gambe, per nonandare incontro a spiacevoli infortu-ni che possono compromettere il lavo-ro e i sacrifici fatti. Quindi, alle nostresedute specifiche di corsa bisognaaggiungere una seduta preventiva dirinforzo muscolare, che preveda eserci-zi di tonificazione per le gambe (qua-dricipiti, bicipiti femorali, glutei e pol-pacci) senza tralasciare i muscoli stabi-lizzatori del nostro corpo: gli addomi-nali e i lombari, che rappresentano lanostra “cintura” di sostegno in tutte lesollecitazioni sportive, in questo caso lacorsa. Con queste dritte, spero sia pas-sato il messaggio: niente è per caso,nel senso che per cominciare edavvicinarsi alla maratona bisognaavere pazienza, criterio e l’aiuto di untecnico competente che possa guidarcia raggiungere il nostro traguardo piùambito, quello dei 42 km e 195 metri.

Dopo il descritto periodo di rodaggio,per pianificare la maratona inizial-mente occorre correre per un’oretta,senza fiatone, almeno tre volte a set-timana; a ciò è consigliata una differen-ziazione dello stimolo allenante, evitan-do non solo la monotonia di “correre ebasta”, ma di incappare in uno stallodelle prestazioni e non migliorarsi più.

Sempre con tre sedute settimanali:una corsa a ritmo medio, definitacorsa a respirazione mediamenteimpegnata, della durata di 45-50’;una corsa con prove ripetute, defi-nita corsa a respirazione impegnata,sulle distanze che variano dai 400 ai2000 metri, con relativi tempi direcupero di un paio di minuti tra unaprova e l’altra; un “lungo lento”,definito corsa a respirazione facile,per macinare km e abituarsi in manie-ra crescente alla distanza di gara.

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Le 10 maratone più bellenel mondo e in ItaliaMaratona di Roma E’ la più bella epiù partecipata in Italia. Partenza e tra-guardo sono posti in via dei ForiImperiali, a due passi dal Colosseo. Sisvolge in marzo.Paris Marathon E’ la quinta al mondoper numero di partecipanti, ben 35.000che partono dall'Arco di Trionfo e per-corrono gli Champs Elisee. Si svolge inaprile.Boston Marathon La più antica delmondo. Si svolge dal 1897 e sempre dilunedi. Partenza a 40 km e 195 metrifuori dalla città per arrivare in centro. Sicorre in aprile.Virgin London Marathon Abbracciatutta Londra, da Greenwich fino al Malepassando sul Tower Bridge e davanti alBing Ben. Si corre a fine aprile.Real Berlin Marathon La prima inEuropa, la seconda al mondo per nume-ro di partecipanti. Si corre in settembre.Chicago Marathon Ogni anno più di30.000 iscritti partecipano a questacorsa prestigiosa, che si corre all’inizio diottobre.Amsterdam Marathon Dal 1928 sicorre per le strade e i ponti della capita-le olandese, con partenza ed arrivo nelloStadio Olimpico. In programma a fineottobre.Maratona di Venezia Vanta i più spet-tacolari 2 km finali, in laguna, con 14ponti che superano i canali e un apposi-to ponte di barche. E’ di scena ognianno a fine ottobre.New York City Marathon E’ il sognodi tutti i podisti. E’ la più famosa e fre-quentata maratona del mondo: ognianno vede la presenza di 40.000 podistiprovenienti da tutto il mondo, di cuiquasi quattromila italiani. Chi vuol par-teciparvi, deve iscriversi quasi un annoprima. Si svolge la prima domenica dinovembre, con partenza dal Ponte diVerazzano e traguardo al Central Park. Firenze Marathon Presenta uno stu-pendo percorso che passa dal PiazzaleMichelangelo e giunge in SantaCroce. Si svolge l’ultima domenica dinovembre. FINE

Le 10 maratone più bellenel mondo e in Italia

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Se si divincola, pronuncia un “no”, inter-rompi il gioco e allontanati: riproverai

dopo qualche minuto, per due otre volte al massimo. Se non

ottieni risul-tati positivi,riproverai il

giorno seguente dall’inizio. Seinvece accetta di rimanere

anche per pochi secondi in quellaposizione, lascia la presa e premialo

con un boccone, poi riprendi a giocareallegramente. Ripeti l’operazioneaumentando il tempo in cui sta con labocca chiusa.

SECONDA FASE

Gioca come nella prima fase, facendosedere il tuo cane, poi infila corretta-mente la museruola senza allacciarla.Se dovesse rifiutarla, riprova senza insi-stere ed eventualmente, dopo alcuni

inutili tentativi, torna allaprima fase. Se accetta di rima-nere anche per pochi secondiin quella posizione, leva lamuseruola e premialo con unboccone. Riprendi a giocareallegramente, approfondiscil'esercizio, aumentando gra-dualmente il tempo con lamuseruola inserita, fino a tota-le adattamento.

L'uso della museruola, in particolaricondizioni, è indispensabile per met-tere il cane in sicurezza. L'adozionedi questo mezzo, ingiustamente con-siderato coercitivo, oltre a permetter-ci di ottemperare alle ordinanzecomunali che regolano la frequenta-zione di ambienti pubblici, ci dàmodo di avere un maggiore control-lo del nostro amico.Indipendentemente dalle regole det-tate di volta in volta, va ricordato cheun cane potrebbe avere reazioni noncontrollate in ambienti affollati comefeste o mercati, eventi sportivi, oppu-re durante l’uscita dei bambini dallescuole. Se l’educazione alla muse-ruola viene fatta come imposizio-ne, il livello di tollerabilità daparte del cane sarà notevolmentebasso, tanto da renderne l’usoun’inevitabile tortura. Si suggeriscequindi di avviare l’abitudine allamuseruola quando il cane è ancoraun cucciolotto di qualche mese, conl’apparenza di un piacevole gioco emai di una pratica necessaria.

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PRIMA FASEPrima di tutto scegli una museruolaadatta al muso del cane; non strettaperchè sarebbe troppo costrittiva,non larga in quanto il suo innaturalemovimento potrebbe provocarelesioni cutanee.In ambiente cono-sciuto, come incasa, gioca con luicon un oggetto chenon possa essereaddentato dal cane, per esempio un pal-lone. Tieni la museruola infilata in unpolso e, durante il gioco, fai in modoche intervenga in modo attivo, inter-ponendola fra il muso e l’oggetto.Non permettergli di morderla: deveaccettarne la presenza come mezzoper giocare con te. Con la stessa manoche tiene la museruola, stringi delicata-mente il muso chiudendogli la bocca.

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FASE ULTIMA

Cambia spesso ambiente, semprecon guinzaglio ben allacciato, por-tandolo a passeggio. Quando sei inposizione di sicurezza, puoi levarglitemporaneamente la museruola,pulirgli le labbra e premiarlocon un boccone: il caneaccetterà di buon grado lamuseruola, in quantomezzo necessario per usciree giocare allegramente con ilsuo padrone. Ricorda comun-que che, anche se il tuo amiconon dà segni di intolleranza,la museruola è sempre unalimitazione della libertà dimovimenti. I tempi per rag-giungere un risultato accet-tabile dipendono dalla ricet-tività del cane e dalla buonavolontà dell’educatore.Il metodo deve essere noncoercitivo, ma presentato econdotto come gioco grade-vole e gratificante.

TERZA FASE

In questa fase devi inserire ambientinuovi e sconosciuti. Se sei fuori casa,durante il gioco lo fermi, lo fai sedere,infili la museruola, l'allacci e lo lasci inquella posizione. Anche in questo caso,se dovesse rifiutarla, dopo alcuni inutilitentativi torna alla seconda fase. Seaccetta di rimanere anche per pochisecondi in quella posizione, leva lamuseruola e premialo con un boccone.Riprendi a giocare allegramente,approfondisci l'esercizio, aumentandogradualmente il tempo con la museruo-la allacciata, fino a totale adattamento.

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