PIONews marzo 2012

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il magazine dei Giovani della Croce Rossa Italiana, marzo 2012

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Autorizzazione Tribunale di Catania n° 43/2007

Proprietario ed editore:

Via Toscana 12, 00187 Roma

Direttore Responsabile: Filippo Bargelli

Coordinatore Redazionale: Francesco Longhitano

Grafica: Francesco Ameglio

Archivio foto redazionale: Michele Belmondo

Intanto nel Mondo Flavia Pugliese

La redazione: Nicole Finesso

Francesco Ameglio

Ilaria Forte

Stefano Sauro Pio Artioli

Marco Di Bello

Federica Sorrentino

Veronica Di Biase

Marco Bellezza

Silvia Colantoni

Giacomo Colantuono

Ilaria Altavilla

Valentina Forleo

Valentina Pilot

Luca Tomassoni

Roberto Carella

Luca Corti

Stefano Corsini

Chiuso in redazione il 31 Marzo 2012 alle 17.16

11 Le mille sfide dell'area Ser-vizio Nella Comunità Ottimo bilancio per l'are in tutte le campagne e attività. Svolto a Roma il convegno: “Disagio giovanile e devianze: come la C.R.I. interviene”

15 Persone diverse… ma diver-se da chi? Al via il “Progetto Migration 2.0”: i Giovani C.R.I. per l'integrazione.

19 C.R.I. and You in Emergency Prevenzione alle pendici dell'Etna

20 Un’IDEA appetitosa per te! I Giovani della C.R.I. di Alba Adriatica spiegano l’educazione alimentare ai bambini delle scuole elementari.

17 La donna motore del cam-biamento In tutta Italia, diverse le iniziative C.R.I. per celebrarne il ruolo nella società

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sommario < marzo 2012 < < 2 2 > > Marzo 2012 > sommario

Idee spericolate per incen-tivare la prudenza A tre mesi dal primo evento formativo sull’educazione alla sicurezza stradale un giro tra alcuni gruppi Giovani dell’Italia che svolgono attività sull’educazione alla sicurezza stradale

Informazioni in pillole dal Mondo di Croce Rossa Italiana

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21 I Giovani C.R.I. nel carcere minorile All'interno dell'Istituto Penale Minorile Meucci di Firenze, un percorso formativo che spazia dal primo soccorso all'educazione alimentare, passando per la prevenzione dalle malattie ses-sualmente trasmissibili

I Giovani della C.R.I. di Gioia Tauro puntano sull’ambiente Giornata all’insegna della formazione con il Climate in

23 Nelle scuole per far conoscere la Croce Rossa 200 ragazzi hanno partecipato all'attività organizzata dai volontari del nuovissimo gruppo piemontese

I Giovani C.R.I. di Cuneo e la disabilità Assistenti speciali nell'annuale evento cittadino a stretto contatto con i più vulnerabili

3 > > Marzo 2012 > sommario

9 Giovani della C.R.I. cresco-no! Nasce il nuovo Progetto Associati-vo, per "stare al passo coi tempi, delle necessità del territorio, della C.R.I e dei suoi giovani"

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Idee spericolate per incentivare la prudenza A tre mesi dal primo evento formativo sull’educazione alla sicurezza stradale un giro tra alcuni gruppi Giovani dell’Italia che svolgono attività sull’educazione alla sicurezza stradale

Sicurezza stradale, idee spericolate per incentivare la prudenza A tre mesi dal primo evento formativo sull’educazione alla sicurezza stradale, un viaggio tra alcuni gruppi Giovani d’Italia che svolgono attività sull’educazione alla sicurezza stradale Pazze idee. Così le chiamano molte persone, spesso anche all’interno della stessa associazione, le idee dei Giovani della Croce Rossa Italiana. Pazze, perché cre-diamo fermamente che dei “giovani sani rendono il mondo sano”. Pazze, perché ci attacchiamo a dei pro-getti, che a volte sembrano utopici, ma che poi diven-tano una prassi nelle realtà locali. Pazze, perché ambi-ziose, ma non per questo poco credibili. Una di queste è iniziata tra le tante campagne della Croce Rossa Ita-liana, che veniva chiamata “Sicurezza Stradale”, ripre-sa da un progetto europeo. Lo slogan era “Hai una vita, sii prudente” e i Giovani C.R.I., interessati e motivati dal tema, capendo la necessità che c’era di diffondere tra i giovani loro pari delle buone pratiche, portavano in piazze e scuole principi validi alla sicurezza strada-le. Progetti “fatti in casa”, senza alcuna linea guida, armati di informazioni nozionistiche fatte loro e pronte per essere propagate, che poi finivano lì. Ma la necessi-

tà di avere delle adeguate conoscenze, di fare rete con gli altri Giovani per uniformare le conoscenze e compe-tenze riguardanti questa tematica, la voglia di contri-buire all’attenuazione, magari una soluzione, degli in-cidenti stradali sempre più frequenti tra i giovani, ha dato uno slancio ed una motivazione per far partire presso la seconda Assemblea Nazionale dei Giovani del 2010 un Workshop sulla tematica dell’Educazione alla Sicurezza Stradale. Durante questo incontro è stata notata ancora di più la volontà dei Giovani di avere uno specifico percorso formativo per adeguare le conoscen-ze e competenze e portare nelle proprie realtà degli strumenti effettivi alla realizzazione di progetti, eventi ed attività sull’educazione alla Sicurezza Stradale: ri-chiesta che poi è stata accolta e trasformata in un e-vento formativo durante il settimo campo nazionale dei Giovani della Croce Rossa Italiana, nel dicembre 2011. “Appena terminato il campo, quindi già da gennaio 2012, alcuni animatori dell’educazione alla Sicurezza Stradale hanno fatto partire delle giornate info-formative nelle loro realtà locali, in alcuni casi richie-ste proprio dal commissario di comitato per i volontari interessati – spiega la referente nazionale dell’educazione alla Sicurezza Stradale Eleonora Salvi – questo è stato un primo step per poi far partire delle attività di piazza e degli eventi nelle scuole. Molte

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attività sono richieste dalle scuole, per l’80% Da Quelle elementari, ma non mancano le richieste da parte delle scuole medie e delle scuole superiori. Il continuo contatto tra gli animatori, anche attra-verso il gruppo nel social network Facebook, fa sì che questi volontari si scambino continuamente idee e progetti per migliorare le proprie atti-vità e contribuire alla realiz-zazione di buoni eventi con un gran numero di contatti”. Volendo partire per un viaggio immaginario tra i gruppi d’Italia, con le cinture allac-ciate e l’auricolare del telefo-no cellulare all’orecchio, par-tiamo dalla terra siciliana, do-ve, a Gela, incontriamo Desirèe Damaschelli che ci rac-conta come procedono le sue attività a tre mesi dalla prima formazione: “Dopo la qualifica ottenuta al setti-mo campo nazionale, finalmente ho potuto continuare il mio percorso cominciato tanti anni addietro nella mia città sulla sicurezza stradale. Tornata dal campo piena di emozioni, sensazioni, ma soprattutto nozioni su una buona informazione da dare alla mia città, ho cominciato subito con una giornata informativa per i Giovani del mio comitato e tutti i volontari delle altre componenti. Insieme abbiamo visionato dei video che avevo montato e poi da lì ne è nato subito un bel di-battito che ha portato tante idee per le attività da svolgere successivamente. Il 2 febbraio abbiamo parte-cipato ad una manifestazione denominata "InformaGiovani", che si svolge annualmente a Gela, e lì ne ho approfittato per dare il via a quello che sareb-be stato il ciclo dei miei incontri in città sulla sicurez-za stradale. Il posto era colmo di giovani ed insieme al mio gruppo abbiamo sottoposto i ragazzi a dei quiz molto divertenti ma soprattutto efficaci per capire fin dove arrivavano le loro conoscenze. È stato molto interessante anche per noi, perché ab-biamo capito che molti giovani tengo-no di più all'essere “spavaldi” che alla loro vita. Soddisfazione gran-dissima, però, era vedere gli stessi giovani che parlavo in modo “snob” sull'uso del casco, andare via

indossandolo dopo la chiacchierata con noi. Successiva-mente mi sono subito messa alla ricerca di giovani che potevano, dopo il messaggio che gli avrei lanciato du-rante il nostro incontro, diventare dei buoni educatori alla sicurezza stradale, anche se non volontari di Croce Rossa. Allora ho deciso di incontrare la sezione Scout di Gela "Fabio Rampulla" - Reparto Brownsea del Gela 1. Ho deciso quindi prima di incontrare il gruppo, di chiacchierare un po’ con il responsabile, Giuseppe Vi-tale, per esporgli al meglio quello che avevo intenzio-ne di fare insieme a loro. Il 9 Marzo l'incontro tanto aspettato: incontrare tanti giovani dai 12 ai 18 anni mi metteva un po’ paura, però mi hanno messo subito a mio agio e mi sono sentita a casa. Dopo una piccola presentazione di chi ero e del ruolo che ricoprivo lì in quel momento, ho presentato delle slide brevi e con-crete che portavano al punto cardine: la sicurezza stradale, in tutte le sue forme. A seguire c’è stata la proiezione di un video, dove venivano rappresentati non solo incidenti stradali provocati dall'uso dell'alcool e della droga, ma anche molti causati dalla fretta,

dallo stress e dalla non percezione del rischio. Finito il video si è aperta una discussione, nata dai dubbi e dalle domande dei ragazzi, con la quale siamo arrivati ad un punto dove ab-

biamo capito che è meglio aprire le menti per evitare le stragi”.

MARZO – APRILE: Lazio - Incontri inerenti la sicurezza stradale in un locale di Guidonia con i giovani frequentatori. MARZO: Calabria: Giornata info-formativa presso il comitato locale di Lamezia Terme APRILE: Calabria: Attività di piazza con i bambini a cura del gruppo Giovani di Lamezia Terme 14 APRILE: Campania - Giornata informativa in una scuola media e presentazione del progetto “Educazione alla sicurezza stradale” in un’altra scuola media. 29 APRILE: Lombardia - Prova sull’educazione alla sicurezza stradale in piazza durante le gare regionali a Milano APRILE: Abruzzo – Giornata info-formativa regionale

SAVE THE DATE!

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Continuando il nostro viaggio, passia-mo per Alcamo (Trapani), dove il grup-po, grazie al progetto finanziato dallo start-up dell’Ispettorato Nazionale dei Giovani, ha potuto mettere in atto “Al volante con CRIterio”. La prima gior-nata di questo percorso è stata il 24 febbraio scorso, presso l’ITC “G. Caru-so”. Durante l’assemblea d’istituto sono intervenut i l ’animatr ice dell’educazione alla sicurezza stradale Nadia Sabani, che ha illustrato fattori e rischi degli incidenti stradali, e i mo-nitori di Primo Soccorso Claudio Guc-ciardo, Gloria Bonìe Fabio Ferrara sul-le manovre corrette da fare nel caso di feriti da incidente stradale. Il 10 Ma r z o i l g r uppo d i l a v o r o sull’educazione alla sicurezza stradale si è concentrata per una formazione interna: all'interno del Workshop "L'informazione a fa-vore della formazione", Nadia Sabani ha tenuto una le-zione teorica sui fattori che incidono maggiormente sugli incidenti stradali e sui rischi che si corrono met-tendosi alla guida di un veicolo dopo aver assunto so-stanze alcoliche e stupefacenti. È stato mostrato un video concesso dal programma televisivo “Le Iene” nel quale venivano mostrate varie situazioni in cui, guida-tori fermati ai posti di blocco della Polizia Stradale, venivano trovati in evidente stato di ebbrezza. Inoltre è stato spiegato, sempre tramite filmato, il funziona-mento di un autovelox automatico. Anche in questo caso c’è stato l’intervento dei monitori di Primo Soc-corso Claudio Gucciardo e Gloria Bonì sulle manovre corrette da fare nel caso di feriti da incidente stradale. Nella stessa giornata, grazie ad alcuni bar e pub distri-

buiti per tutto il centro storico, che hanno messo a di-sposizione uno spazio, sono stati creati dei punti di in-formazione per tutti gli utenti curiosi di fare un test a risposta multipla. Agli utenti è stato regalato un gadget luminoso (braccialetto) da indossare e una consumazio-ne analcolica da ritirare presso uno dei locali che han-no appoggiato l’iniziativa. Il Comando dei Vigili Urbani ha fornito un etilometro rendendo possibile la misura-zione del proprio tasso alcolico per moltissimi utenti. L'affluenza è stata alta, sicuramente molti ragazzi sono stati attirati dal fatto che sarebbe stato regalato loro il braccialetto luminoso e la consumazione analcolica gratuita. Nel nostro immaginario percorso, ora passiamo per il Lazio, dove due animatori dell’educazione alla sicurez-

za stradale sono inter-venuti a Fiumicino (Roma) in una scuola elementare, la “G.B. Grassi”, ed in una scuo-la media, “Porto Roma-no”. “Da tempo nel La-zio si organizzano even-ti sia in piazza sia nelle scuola, soprattutto in quelle superiori con l’ASTRAL (ndr. vedi ar-ticolo in PIONews di febbraio 2012). Nel me-se di febbraio siamo stati contattati dalla Fiumicino Tributi, che stava facendo un pro-getto nelle scuole ele-mentari e medie con l’associazione delle vit-time della strada – ci spiega Leonardo Duraz-zi, uno degli animatori partecipanti alle attivi-tà – così con un altro

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animatore, Roberto Auditori, ci siamo divisi il lavoro delle scuole. Io ho svolto la lezione alle scuole me-die, dopo l’intervento di un volontario dell’associazione delle vittime sulla strada, con da-vanti centocinquanta ragazzi. Dopo un breve pre-sentazione, ho fatto ragionare loro sui tre anelli “macchina – strada - guidatore”, facendoli riflettere su quale fosse l’elemento più debole e su quale, quindi, bisognasse migliorare. Dopo questa piccola attività, ho fatto vedere loro un video su quali fos-sero o meno i comportamenti da tenere sulla stra-da. Da questo è nato un piccolo de briefing, che ha riscontrato feedback positivi.” Nella scuola elemen-tare, invece, dopo l’intervento del volontario dell’associazione per le vittime sulla strada, una volontaria partecipante alla giornata, Raffaella Ma-jo, ha chiesto ai bambini cosa fosse per loro la Cro-ce Rossa. Dopo le loro risposte, molte delle quali originali e bizzarre, Roberto ha illustrato loro un video che illustrava in maniera simpatica quali fossero i com-portamenti corretti da tenere in strada e quali no. Do-po le risate dei bambini, ed alcune domande a riguar-do, è stata descritta loro la prima attività pratica: cor-sa con i sacchi: a mo’ di staffetta, i bambini dovevano raggiungere dei contenitori dove c’erano dei pezzi di figure dei segnali stradali. Alla fine di questa prima at-tività, con i pezzi raccolti, avevano un cartellone su cui formare, in un tempo prestabilito e con le varie dida-scalie, i puzzle dei segnali stradali. Dopo sfide accorate e risate, allo scadere del tempo sono stati ritirati i car-telloni per fare un piccolo debriefing con i bambini, facendo spiegare alle due squadre il significato dei car-telli appena composti. Lasciato il Lazio, proseguiamo verso il Piemonte, preci-samente in provincia di Biella, dove 210 bambini delle scuole elementari da tutta la provincia, si sono riuniti

in “Biella Fiere”, situata a Gaglianico, per l’ultima tap-pa di un percorso formativo che va avanti da due anni insieme ad altri enti, dalla Polizia Municipale alla Pro-tezione Civile, all’associazione Croce Bianca. “La Poli-zia Municipale insegna ai bambini le norme basilari sulla sicurezza stradale, come l’uso del casco, delle cinture di sicurezza e dei catarifrangenti in situazione di bassa visibilità. Noi della Croce Rossa, invece, ci sia-mo dedicati all’insegnamento della chiamata al 118 – spiega Davide Zanchetta, referente dell’attività sull’educazione alla sicurezza stradale di Biella – du-rante la manifestazione, invece, abbiamo fatto vedere ai bambini l’ambulanza pediatrica, dopodiché, a grup-pi di 30, abbiamo fatto fare loro delle simulazioni con le nozioni apprese durante il percorso formativo. Que-sti gruppi erano divisi, a loro volta, in due gruppi da 15: uno veniva mandato sull’ambulanza pediatrica, l’altro faceva la chiamata al 118. Partiva così una si-mulazione, con l’aiuto dell’associazione della Croce

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Bianca: alla fine veniva regalato loro un braccialetto con il motto “Saving lives, changing minds”, che i bam-bini portavano fieramente al polso”. È ad Udine che troviamo un’altra Giovane C.R.I., Ales-sandra Tonut, anch’essa animatrice dell’educazione alla sicurezza stradale, che si occupa di attività ineren-ti questo ambito già da prima di essere formata nel suo gruppo: “Già nello scorso mese di maggio in un centro commerciale è stata svolta l'attività di educazione alla sicurezza stradale con dei bimbi delle scuole elemen-tari. I bambini impersonavano sia automobili sia bici e venivano accompagnati da noi Giovani attraverso un "quartiere", disegnato a terra. C'erano diverse vie con stop, dare precedenza, semafori ed attraversamenti pedonali e i bambini dovevano stare ben attenti a que-sti segnali. L'obiettivo era quello di insegnare la loro importanza, così far rispettare il Codice della Strada anche ai genitori. Lo scorso anno è nato, invece, lo scambio col Portogallo da un progetto creato da alcuni ragazzi del Friuli Venezia Giulia: la voglia di conoscere altre Società Nazionali e le loro attività ci ha portato ad un campo, il Cross the Border. L'inviato del Porto-gallo ci ha illustrato quali attività portano sul territo-rio e siamo rimasti molto incuriositi da una in partico-lare. Quando alcuni di noi andranno in Portogallo, po-tranno vedere come si svolge l'attività "Copos: Quem decide és tu.", incentrata sulla scelta che i giovani fan-no quando alcool e guida si incontrano. Visto che vor-remmo iniziare un progetto simile sul nostro territo-rio, speriamo di poter trovare degli appoggi e suggeri-menti su come svolgere queste attività.” “Mi reputo soddisfatta del lavoro che stanno facendo gli animatori – spiega infine Eleonora Salvi, referente

nazionale dell’educazione alla sicurezza stradale per i Giovani C.R.I. – proprio perché sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati. Innanzitutto è stata vinta la sfida di unire i due gruppi che si sono formati al settimo campo nazionale in un unico gruppo virtuale: insieme sono una vera e propria squadra sinergica, con idee e consigli scambiati continuamente, come se non fossero mai stati divisi. Un’altra soddisfazione è stata che al ritorno gli animatori si sono subito messi al lavoro sul territorio, formando i volontari all’interno dei loro comitati che desideravano essere info-formati su que-sta tematica. Questo ha fatto sì che nei comitati si co-minciasse a lavorare non per componenti ma bensì per persone che volessero portare avanti idee e progetti sull’educazione alla sicurezza stradale. Questo motore è sicuramente mosso dagli stessi animatori e dalla Cro-ce Rossa Italiana tutta che ha preso seriamente a cuo-re questo impegno, che viene svolto da molto tempo seppur senza qualifiche fino a dicembre inesistenti”. Continuiamo quindi a guidare con la fantasia verso nuo-vi impegni e progetti che possano alleviare le sofferen-ze, ridurre incidenti e morti giovanili sulla strada ed essere di supporto ai giovani che sono utenti della stra-da, dalle elementari all’università. Con il metodo che da sempre ci contraddistingue, e cioè con la peer-education, cerchiamo di “contaminare” sempre di più i giovani a quelle che sono le buone norme da tenere e mantenere: salvare vite per cambiare mentalità, par-tendo da noi volontari per arrivare ai giovani. Veronica Di Biase Redazione PIONews

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Come abbiamo sentito vociferare negli ultimi due, tre mesi, sembrerebbe che ci sia in atto un significativo cambiamento di quello che è il documento ufficiale dei Giovani della Croce Rossa Italiana. Questa revisione si è resa necessaria sia per permet-tere a noi Giovani di por-tare avanti un'azione sem-pre più efficace e mirata a cercare di soddisfare i bisogni dei collettivi vul-nerabili, sia per recepire e condividere pienamente la nuova Youth Policy del-la Federazione Internazio-nale del Movimento di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, che è stata appro-vata durante la XVIII As-semblea Generale che si è tenuta a Ginevra lo scorso Novembre. La Youth Policy ha lo scopo di informare, guidare e in-crementare la partecipazione dei giovani quali innova-

tori, “pionieri” nell’uso di nuovi mezzi di comunicazio-ne, fautori dell’inclusione sociale, ambasciatori inter-culturali, sostenitori dei vulnerabili. “Il nuovo Progetto Associativo dei Giovani CRI è diven-

to così lo strumento di politica giovanile della C.R.I. - commenta l’Ispettore Nazionale, Ro-s a r i o V a l a s t r o - l’intenzione di rivisitare il Progetto implica il fat-to che noi giovani abbia-mo la maturità di analiz-zarlo continuativamente cercando di metterlo al passo con i tempi e le ne-cessità del territorio, na-zionale e internazionale, della CRI e dei suoi giova-ni”

Fra le novità più evidenti che ritroviamo, vi è l'introdu-zione della sesta area: la PartecipAzione. Citando il Progetto Associativo, “le aree di intervento

Giovani della C.R.I. crescono! Nasce il nuovo Progetto Associativo, per "stare al passo coi tempi, delle necessità del territorio, della C.R.I e dei suoi giovani"

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costituiscono la caratterizzazione del nostro impegno e ci consentono giornalmente di tradurre in Azioni l’Idea del fondatore il quale [...] immaginava un’associazione che fosse in grado di tutelare e proteggere la salute e la vita, combattere ogni discriminazione e proteggere chi non ha alcuna protezione, agire e migliorare la re-altà che la circonda, stringere amicizia con l’estero ed intervenire dove necessario in quanto componenti di un grande Movimento, conquistare e mantenere la fi-ducia nel suo operato utilizzando al meglio le nuove tecnologie, contare su un numero di aderenti consape-voli della loro responsabilità di decidere su come in-tervenire al meglio.” Per quanto riguarda l’area PartecipAzione, possiamo dire che il suo compito sarà quello di stimolare i Giova-ni e di renderli consapevoli di quanto sia importante prendere parte alla vita associativa e a tutti i processi decisionali. Solo in questo modo, noi Giovani potremo essere veramente degli “agenti di cambiamento”. Questo processo di cambiamento si può attuare real-mente solo se noi Giovani ci rendiamo conto che la no-stra Associazione non ha solo bisogno del nostro appor-to materiale ma anche del nostro pensiero, del nostro contributo in termini di idee, creatività, inventiva, confronto ed innovazione. Questo cambiamento della nostra mentalità nei con-fronti della Croce Rossa Italiana si può attuare sola-mente se forniamo a ogni volontario gli strumenti ne-

cessari per rinnovare in prima persona l’Associazione, favorendo il confronto alla pari fra tutti i volontari e con le altre associazioni di volontariato, avvicinando i diversi livelli territoriali (per garantire un’azione siner-gica, cercando di non sprecare le nostre preziose risor-se umane) e, soprattutto, ricordandoci sempre che la Formazione, aperta ovviamente a tutti i soci, è un re-quisito fondamentale per portare la nostra azione sul territorio. “Non si partecipa perchè si deve - continua Rosario - si partecipa perchè se vogliamo accettare la sfida di Du-nant oggi dobbiamo avere il coraggio di cambiare. E quindi di dare il nostro contributo a 360 gradi, ed ov-viamente, di ascoltare quello degli altri”. “Questo è il mio augurio”. Concludo con uno slogan che mi colpisce molto ogni volta che lo vedo scritto su qualche maglietta o poster di Croce Rossa. “se vuoi andare veloce, vai da solo; se vuoi andare lontano, vai con gli altri”. L’articolo è stato scritto in collaborazione con Carlo Alberto Bergamini Valentina Pilot Redazione PIONews

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“Potremmo riassumere questi tre anni come l’insieme dei passi percorsi al fine di donare una nuova veste all’area nel progetto associativo”. Così inizia il suo di-scorso Arianna Marchetti, Delegato Tecnico Nazionale Giovani CRI area Servizio Nella Comunità. Ciò che ha dato il via al lavoro è stata la volontà di non considerare più singoli settori, di non fare più riferi-mento a sigle che rimandano a compartimenti stagni (quali Attività Per la Gioventù, Attività Socio Assisten-ziali, o altro) ma l’interesse nel dare a tutto questo una visione totalmente differente, dedicando l'atten-zione alla Comunità nel suo insieme. Il concetto di area ha cominciato dunque ad essere considerato come il raccoglitore di varie attività e non più come un insieme di settorializzazioni di ciascuna di esse, ma focalizzan-do l'attenzione alle diverse vulnerabilità che l'ambiente sociale in cui viviamo ci pone davanti, come sfida! Si è cercato di comunicare come lo scopo delle attività svolte dai Giovani CRI sia quello di migliorare le condi-zioni dei vulnerabili partendo dalle risorse che ci sono nella persona stessa, per migliorare la qualità della vi-ta ed il benessere sociale. Tutto questo sorpassa il semplice concetto di assistenzialismo e dà piuttosto un effettivo slancio nella collettività al fine di portare un effettivo cambiamento laddove incontriamo condizioni di vulnerabilità e di bisogno sociale.

Il Delegato Arianna Marchetti ci racconta di come lei stessa, vivendo in prima persona il terremoto de L’Aquila del 2009, si sia ritrovata a provare sulla pro-pria pelle cosa volesse dire essere vulnerabili e speri-mentare così da vicino le modalità di risposta all'emergenza della nostra associazione. A conclusione del progetto “la città che vorrei” svoltosi all’interno del Campo C.R.I. di Cagnano Amiterno, i ragazzi parte-cipanti al progetto, insieme ai Giovani C.R.I. del grup-po di L’Aquila, hanno appreso le nozioni di base di ar-

Le mille sfide dell'area Servizio Nella Comunità Ottimo bilancio per l'are in tutte le campagne e attività. Svolto a Roma il convegno: “Disagio giovanile e devianze: come la C.R.I. interviene”

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c h i t e t t u r a , sv i luppando anche idee finalizzate al cambiamento del loro paese e alla rico-s t r u z i o n e dell’ambiente di vita. Il ri-sultato è stato la costruzione di un plastico che riflettesse l’idea e il de-siderio di ri-cos t r uz i one del proprio paese. Quello che Arianna ci sottolinea è come anche una "piccola" attività del

genere potesse servire, in quelle circostanze ambienta-li reatesi a seguito dell'evento traumatico, non sola-mente ad impegnare i ragazzi nella fase estiva dell’emergenza ma anche come potesse in un certo senso far esprimere i ragazzi in merito alla ricostruzio-ne del paese, contribuendo alla creazione del senso di fiducia verso il futuro. Sono delle attività queste, inse-

rite nel sociale, che servono per il supporto della popo-lazione e non solo per semplice assistenzialismo. Dunque risulta evidente già da questo esempio il nuovo fine delle attività dell'area servizio nella comunità, che vuole impegnare le persone verso il superamento delle problematiche legate alla vulnerabilità e creare degli strumenti che non siano per forza legati all’assistenzialismo, ma abbiano come scopo quello di far ritrovare la forza per superare la condizione di vul-nerabilità. Partendo da questo presupposto si è arrivati a proget-tare nuovi percorsi formativi tra cui quello riguardante il disagio e la devianza, in modo da arrivare a concepi-re le attività per i giovani come una risposta al disagio giovanile, indirizzando le attività alla prevenzione, dal punto di vista interno all'Associazione questo è uno sti-molo ad un cambiamento di mentalità. Si è tentato di portare le attività per i Giovani nei luoghi dov’è pre-sente disagio giovanile o in contesti delicati come le case famiglia e le comunità alloggio, fondando l'azione verso la trasmissione dei Principi e valori positivi della CRI. In tal modo si dona al giovane in condizione di vul-nerabilità la possibilità di sperimentare una strada al-ternativa a quella della devianza, favorendo i meccani-smi di prevenzione. Per quanto concerne i giovani che hanno purtroppo fatto il loro ingresso nel circuito pe-nale, l'impegno dei Giovani della CRI vuole essere quel-lo di dare occasione di sperimentare una vita di Grup-po, fatta di principi e regole non imposte dall'alto, ma

Si è svolto nella giornata di sabato 17 marzo a Roma presso la sala Palasciano del comitato Centrale di C.R.I. il convegno intitolato “Disagio giovanile e de-vianze: come la C.R.I. interviene”. L’obiettivo dell’incontro è stato quello di voler capire e far com-prendere le modalità con le quali la Croce Rossa gene-ralmente affronta il problema del disagio minorile e alla devianza che può scaturirne. Per ogni ragazzo si sa, l’adolescenza è un periodo criti-co. Si affrontano cambiamenti fisici, si cresce, c’è la paura che questi cambiamenti non vengano accettati. Si fanno nuove esperienze, si scoprono nuove cose, e molto spesso si entra a contatto con nuove realtà che non sempre si è in grado di gestire nel migliore dei mo-di. Quando a tutti questi fattori si aggiunge poi la devi-

anza il disagio aumenta, ci si sente ancor di più fuori la società, e all’esterno appare evidente la necessità di ricorrere a un sostegno. In Italia esiste una fitta rete di servizi appositamente predisposti, di questa rete fa parte la C.R.I. che mira a fornire un valido supporto in ambito di prevenzione pri-maria, secondaria, e terziaria. Sono cento mila i ragazzi con i genitori in carcere, e di questi non è possibile conoscere le loro prospettive. E’ questa la riflessione con la quale ha avuto inizio il con-vegno e che ha coinvolto un centinaio di Giovani C.R.I. provenienti da numerose regioni. Come ha detto Enrico Girmenia, uno psicoterapeuta, esistono dei campanelli d’allarme che possono far com-prendere l’esistenza di devianze giovanili. Tra i segna-li, quello più ovvio e frequente è in primis la trasgres-sione che in alcuni casi può arrivare a sfociare in feno-meni di bullismo, partecipazione a baby gang, discrimi-nazione, violenza ed illegalità. In risposta a questo, vi è stato l’intervento di Santa Sicali, giovane C.R.I. psi-coterapeuta, che in base alle proprie esperienze all’interno dell’associazione ed in base a quanto è sta-to realizzato dalla Croce Rossa dal 2006 ad oggi, arriva ad evidenziare come il disagio giovanile abbia origine laddove il ragazzo abbia difficoltà a trovare una sua collocazione nella società in cui vive.

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La realtà viene dunque vista come fonte di disorien-tazione per il ragazzo, che in mancanza di una guida, può non saper rispondere nel giusto modo. E’ stata Serenella Pesarin, direttore generale per l’attenuazione di provvedimenti generali, invece, a voler sottolineare come ogni azione o iniziativa all’interno della società possa avere risvolti positivi o negativi. Il 30% di chi abusa lo fa perchè ha subito un abuso sessuale, e sicuramente non si può solo pensa-re alla riduzione del danno, quando al voler affronta-re il tutto a livello sociale. Generalmente si tende a considerare protagonisti di questi eventi i giovani e-xtracomunitari ed a pensare che la devianza giovani-le sia in aumento. In realtà non è vera nessuna delle due affermazioni. Pierluigi Rossetti, funzionario del Servizio Politiche di welfare del Comune di Forlì, ha condiviso tre casi pra-tici avvenuti nel comitato Locale della Croce Rossa di Forlì per i quali i Giovani della Croce Rossa si sono im-pegnati ad integrare la persona assegnatagli al pari de-gli altri volontari nel pieno rispetto dei principi di Cro-ce Rossa. A concludere gli interventi è stata Arianna Marchetti, delegato tecnico Nazionale Area Servizio nella Comuni-tà, che ha proposto una panoramica delle attività e delle iniziative svolte dai Giovani della Croce Rossa Ita-liana sul territorio, lanciando la sfida per lavorare di meglio ed ottenere un maggiore impatto. I giovani trovano difficoltoso superare la fase adole-scenziale a causa di questo malessere generalizzato; diventa dunque difficoltoso riuscire a superare questa fase critica ed arrivare verso l’età adulta senza incor-rere in situazioni di rischio. E’ proprio questo il punto. Provare a superare questa fase e magari affrontare il rischio senza contare su riferimenti stabili, senza rela-zioni solide fondate su principi e valori positivi, può comportare l’istaurarsi di comportamenti devianti do-vuti proprio all’inequilibrio e alla difficoltà poi di trar-sene fuori. Tutte quelle persone che vivono in condi-zioni di marginalità sociale, perchè istituzionalizzati o colpevoli di reati penali, inseriti poi in programmi di “messa alla prova”, trovano difficile il percorso di rein-serimento nel tessuto sociale. Per questi ultimi la Cro-ce Rossa rappresenta una vera e propria possibilità di cambiamento, o meglio, rappresenta una seconda pos-sibilità per tornare a vivere. Già nel corso della seconda Assemblea Nazionale si era arrivati al punto di voler promuovere un maggiore im-pegno della C.R.I. attraverso un miglioramento delle attività di prevenzione e reazione alle attuali proble-matiche giovanili, sollecitando la collaborazione con Enti ed Istituzioni del servizio sociale principalmente f i n a l i z z a te a l r e cupe ro de i m ino r i . L’evento ha voluto anche a tracciare un “report” del servizio reso a seguito della firma del protocollo d’intesa con il Dipartimento della giustizia Minorile nonchè della formazione avviata in questi anni.

Proprio in riferimento a quest’accordo di cooperazione strategica il convegno vuole essere l’iniziativa volta a capire come la nostra associazione possa agire concre-tamente di fronte alla tematica. L’occasione, che ha costituito momento di dibattito e confronto, si è pro-posta di favorire un’azione coerente con gli obiettivi strategici della Croce Rossa Italiana e, tramite la sensi-bilizzazione dei volontari, come un momento di con-fronto con esperti del settore, ovvero con rappresen-tanti delle Istituzioni e servizi terrioriale. La Croce Rossa rappresenta dunque per queste persone un’opportunità, un’occasione per il soggetto interessa-to di potersi rimettere in gioco rendendosi utile per la collettività alleviando le sofferenze dei vulnerabili. In occasione dell’evento è stata consegnata da Andrea Gradella, Vice Ispettore nazionale dei Giovani C.R.I., la medaglia di bronzo al Pioniere Santa Sicali quale rico-noscimento per la realizzazione del progetto “la città che vorrei”.

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condivise da ogni membro che, in tal modo, costruisce una piccola società. In questo contesto, i ragazzi affi-dati alla CRI per il percorso di "messa alla prova" posso-no così essere aiutati e favoriti nel processo di reinseri-mento sociale. Su questi argomenti si è dibattuto du-rante il Convegno "Disagio giovanile e devianze" che si è svolto il 17 marzo 2012 e non solo, in tale occasione ci siamo confrontati direttamente con le Istituzioni che si occupano di Giustizia Minorile, dando disponibilità di collaborazione che si prospetta avrà ottimi risvolti nel futuro. Un altro progetto è stato quello che ha visto l’impegno dei nostri volontari in seguito al catastrofico sisma che ha colpito l’isola di Haiti. Era infatti stato attivato un progetto di accoglienza di sei mesi per alcuni bambini affetti da patologie croniche difficilmente gestibili nel contesto di elevata emergenza dell’Isola. I Giovani CRI, coinvolti sin dalle fasi di trasferimento in Italia degli utenti haitiani, hanno costruito momenti di attività lu-dico-educative mirate al miglioramento delle condizio-ni di trauma da stress che hanno dato modo a queste persone vulnerabili di ritrovare un contesto quotidiano e più a misura di bambino. Ciò in cui dobbiamo credere è che se è vero che una persona in difficoltà ha bisogno di essere assistita, dare sostegno materiale non basta, bisogna anche provare a migliorare la sua situazione partendo dalle capacità residue della perso-na stessa. Un esempio di questo concetto può ritrovarsi negli esiti del Workshop su "Le nuove povertà" che si è svolto durante la II Assemblea azionale, dove sono sta-ti analizzati i diversi tipi di povertà del mondo di oggi, distinguendo tra coloro che vivono per strada e le ca-tegorie dei nuovi poveri (come i giovani disoccupati, le famiglie di seconda generazione di immigrati, etc.). Il fattore che ci spinge a riflettere su questo argomento è che tutte queste sono categorie che non sempre trova-no giusta collocazione nella redistribuzione delle risor-se da parte dell’assistenza sociale. Sarebbe opportuno tenere presente il mondo dove viviamo oggi dove l'ur-banizzazzione ha preso il sopravvento, dove esiste sem-pre meno la parola solidarietà in quanto non esiste più il senso di Comunità. Dove in un momento di debolezza ognuno di noi potrebbe ritrovarsi da solo, essere vulne-rabile perchè incapace in un determinato momento di affrontare la sfida dell'urbanizzazione. Bisognerebbe

far attenzione alle esigenze dei nuovi poveri e rispondere con l’organizzazione di servizi dedicati, eventi di studio e sensibilizzazione, azioni concrete verso le categorie degli "invisibili". Quello che è cam-biato dunque, è il nuovo modo di fare l’analisi della realtà, di considerare e rispondere alle esigenze della comunità, e tutto questo può avere un risvolto positivo prendendo in considerazione e porgen-do attenzione verso i fenomeni di vita di strada, di vita dei senza fissa dimora, così da prestare assistenza nel modo più opportuno e migliorare la vita delle persone. Quest’anno è "Anno Internazionale dell'invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni”: nell'ulti-ma Commissione nazionale sono nati dei progetti per favorire una maggior inclusione delle persone anziane come soggetti attivi nella società e per migliorare le condizioni di accesso ai sistemi sanitari. Dinuovo una sfida al cambiamento: considerare le persone anziane, non come soggetti da assistere, ma membri attivi della comunità e che hanno bisogno di essere valorizzati per quel che ancora possono e devono dare. Concludo con un accenno a quello che è stato il proget-to principale dell'area S.N.C.: il Climate in Action, pub-blicato a settembre 2010, come raccolta della sfida lanciata dalla FICR riguardo le azioni da intraprendere per le Sociatà Nazionali di CR e MR riguardo agli effetti dei cambiamenti climatici. Il progetto ha riscosso abba-stanza entusiasmo nei gruppi, i quali hanno poi dato vita alle attività promosse in occasione della Campagna sul risparmio energetico “M’illumino di meno” 2011 e 2012 ed alla campagna “Cresce il caldo, cresce la pre-venzione”, campagna contro effetti ondate di calore, con una fase di sperimentazione nel 2010 e l’esordio nel 2011 con decine e decine di attività su tutto il ter-ritorio nazionale. Per ogni attività e progetto raccon-tati in questa intervista devo ringraziare un diverso compagno di viaggio, formatori ed operatori/animatori che hanno collaborato attivamente con me in quanto Delegato Nazionale SNC e quindi, permettetemi di ru-bare queste ultime righe dell’intervista per ringraziarli di vero cuore per la loro disponibilità e collaborazione: Grazie! Ilaria Forte Redazione PIONews

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E’ una società dinamica ed in continuo mutamento quella che ci troviamo a vivere ed i cui i confini ogni giorno si modificano, cambiando al contempo il volto di quelli che sono vecchi retaggi o meri pregiudizi nei confronti dei migranti. Al giorno d'oggi i flussi migratori rappresentano una tematica di grande attualità, che merita di certo attenzione ed è per questo motivo che il Movimento Internazionale ha scelto di considerare come prioritarie le attività legate a questo ambito. Con un interesse crescente - che richiede un supporto ed una considerazione sempre maggiore, non solo per quanto riguarda il viaggio stesso dei migranti, ma an-che e soprattutto la loro successiva integrazione e la percezione che di loro si ha - i Giovani della C.R.I. han-no ribadito l’impegno preso durante la II Assemblea Nazionale del Novembre 2011, facendosi promotori del Progetto Migration 2.0.. Primario non è infatti solo l’aspetto assistenziale, ma soprattutto l’opera di advocacy riguardo la loro figura, ossia il farsi promotore e patrocinare attivamente la loro causa: è questo il compito più arduo che gli anima-tori specializzati in Migration hanno scelto di consegui-re e di cui hanno accettato la sfida, scegliendo di fare la differenza ed operando per sensibilizzare riguardo le vulnerabilità che il migrante può trovarsi o si trova a

Persone diverse… ma diverse da chi? Al via il “Progetto Migration 2.0”: i Giovani C.R.I. per l'integrazione.

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vivere. I fenomeni migratori possono avere molteplici cause all’origine, cambiamenti climatici come spirito di so-pravvivenza, riconoscimento dei diritti o scelta consa-pevole, tuttavia spesso vi è il problema dell’accoglienza prima e dell’inclusione sociale poi, ragione ne sono anche i mass media che ne danno tal-volta immagini distorte, lasciando alla società una per-cezione errata e relegando il migrante a capro espiato-rio per la comunità. I Giovani di Croce Rossa Italiana con l’intervento di fa-vorire il cambio di mentalità ed eredi di “Positive Ima-ges”, un progetto originariamente creato dalla Croce Rossa Britannica - riguardo la figura del migrante, strutturato sotto forma di toolkit e ricco di attività in-terattive e di confronto - hanno deciso di promuovere attitudini positive nei confronti dei migranti vulnerabi-li, con l’intento di renderli parte della realtà che vivia-mo ed attivi all’interno di essa. Grande prospettiva è quella di lavorare per il cambia-mento, i giovani possono e devono infatti esserne con-creti agenti e impegnarsi affinché le migrazioni siano viste come una sfida umanitaria collettiva, in grado di coinvolgere dinamicamente tutti; proprio per questo a prescindere dalle qualifiche dei volontari che vi dedi-cheranno il proprio tempo ed entusiasmo, si lavorerà in rete utilizzando e facendo fruttare le esperienze con-seguite in C.R.I. o personali.

Gli animatori Migration, formati durante il 7 Campo Nazionale Pionieri, sono già a lavoro con questa finali-tà, organizzando workshop all’interno dei Comitati ed a seguire nelle scuole; ciò costituisce solo l’inizio di un grande percorso che vedrà impegnata la Croce Rossa tutta da qui sino a Febbraio 2013, quando, al termine dell’anno di sperimentazione, sapremo l’impatto ed i risultati che chi ha accettato la sfida è stato in grado di portare a termine. Infine il “Progetto Migration 2.0” che ha come destina-tari ragazzi a partire dai 12 anni, mira a incentivare il loro spirito critico, affinché siano capaci di un effetto moltiplicatore fra i giovani, rendendoli consapevoli di quella che è la realtà dei flussi migratori ed in grado di agire per essa ed all’interno di essa. E tu? E voi? Avete accettato la sfida? Scrutate dentro voi stessi, osservate la realtà che vi circonda, andate oltre le facili apparenze ed i vecchi pregiudizi e solo ad allora, con mente e cuore aperti, scoprirete che “la loro storia è la nostra storia”! Silvia Colantoni Redazione PIONews

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In occasione della Giornata Internazionale della donna, tante sono state le iniziative realizzate dalla Croce Rossa Italiana durante la settimana della ricorrenza; sia al nord che al sud infatti si è inteso celebrare la figura femminile e riflettere circa il suo ruolo all’interno della società, organizzando e-venti ad hoc. Il giorno 7 Marzo si è tenuto presso la Sala Palasciano del Comitato Centrale di Roma un workshop dal titolo “Generi diversi, vittime uguali”, con il tentativo di far scaturire ri-flessioni profonde sulla violenza come possibile conseguenza della disuguaglianza di genere, partendo da considerazioni sul contesto internazionale e su quella del nostro paese. L’evento ha rappresentato un momento di confronto con la Federazione Internazionale delle Società Nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, sono infatti intervenuti anche rela-tori di questa, con il tentativo di portare avanti quanto già avviato attraverso precedenti incontri organizzati in ambito internazionale riguardo il gender equality e la cultura della non violenza e della pace, ai quali la Croce Rossa Italiana aveva già preso parte come membro della Federazione. Una parte del workshop è stata dedicata in maniera specifica alla presentazione delle attività della C.R.I. mirate alla pre-venzione della violenza e a sostegno delle vittime, con inter-venti e testimonianze di rappresentanti dell’Associazione stessa; a concludere i lavori ha presenziato lo stesso France-sco Rocca, Commissario Straordinario della Croce Rossa Ita-liana.

Come affermato da Cristiana Mei - vice commissario del Co-mitato Provinciale C.R.I. di Roma – “la giornata non è stata solo l’occasione per discutere circa il ruolo della donna e le violenze di cui può essere oggetto, ma di tutte quelle situa-zioni di discriminazione rispetto all’orientamento sessuale che possono verificarsi nella nostra realtà”. Una vulnerabili-tà dunque di cui si deve necessariamente prendere consape-volezza e a cui i volontari devono prestare attenzione, agen-do su due fronti simultaneamente: sia con un’attività di pre-venzione che mira al cambiamento culturale per diffondere tramite programmi specifici nelle scuole ed altri ambienti questa tematica, sia a monte tramite una struttura capillare come quella di cui siamo dotati e dove presenti con centri antiviolenza. Spesso non si ha la percezione della discriminazione che si sta subendo e come sostenuto anche da Giulia Bongiorno - presidente della Commissione Giustizia della Camera - che ha partecipato ai lavori del workshop:-“le leggi non risolvono questo tipo di problema, il problema è di tipo culturale”, e proprio su questo l’azione della Croce Rossa Italiana ha scel-to di puntare, lavorare per il cambiamento di mentalità e supportare questa nuova fragilità. Con uno spirito diverso, ma un eguale intento di riflessione, a Castiglione delle Stiviere si è data la possibilità alle donne per la giornata dell’8 marzo di visitare gratuitamente il Mu-seo Internazionale della Croce Rossa, meditando insieme circa "l’idea della Croce Rossa e la sua femminilità"; non tut-

La donna motore del cambiamento In tutta Italia, diverse le iniziative C.R.I. per celebrarne il ruolo nella so-cietà

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ti infatti sanno che l’embrione che ha contribuito a formula-re l’idea della Croce Rossa sia di stampo femminile, come sostenuto da Henry Dunant nel suo libro “Un ricordo di Solfe-rino. Ruolo chiave infatti è stato quello svolto dalle donne di Castiglione, che senza distinzione alcuna e con grande slan-cio umanitario hanno soccorso i feriti sui campi di battaglia sino al celeberrimo “Tutti fratelli”. Il Museo Internazionale della Croce Rossa ha pertanto deciso di aderire all’invito del Ministero dei Beni Culturali ed aprire le porte a tutte le donne nella giornata a loro dedicata, re-galando loro anche come omaggio floreale un mazzolino di mimosa ed incentivando l’attenzione sul ruolo focale dell’ azione femminile nei soccorsi che sono seguiti alla battaglia di Solferino e San Martino del 1859. Una giornata diversa è stata anche l’8 Marzo per i bambini di “strada”, organizzata dai Giovani della Croce Rossa di Cosen-za, cercando di regalare loro un sorriso con un piccolo gesto. Hanno infatti distribuito tutti i giocattoli raccolti presso il Centro Commerciale Metropolis di Rende, che ha notevol-mente supportato l’ iniziativa a circa cinquanta bambini rom dai 3 ai 12 anni, che li hanno accolti nel loro villaggio forma-to da centinaia di baracche, ammassate proprio accanto le sponde del fiume Crati. Una vita di certo difficile la loro, costretti seppur a pochi anni di età a presidiare i semafori delle città, ad accoglierci agli ingressi delle chiese e dei supermercati e che invece sono capaci di tanta gratitudine ed entusiamo. “I piccoli - racconta Antonio Blefari dei Giovani C.R.I. di Cosenza - si accalcavano infatti per ricevere i doni, accarezzando le ma-glie rosse dei Giovani della C.R.I.”, cercando forse qualcosa in più di un giocattolo, quanto attenzione e sguardi di sup-porto, in un chiaro messaggio di speranza che sono riusciti a dare. È stato possibile coinvolgere anche una parte dei bimbi in giochi di gruppo con palloncini da scultura dalle diverse for-

me: fiori, spade ed animali dai festosi colori, capaci di in-trattenere quei piccoli dai volti provati ma dagli occhi pieni di luce e dal coinvolgente entusiasmo. Ancora una volta i Giovani della Croce Rossa Italiana sono stati promotori di un’ iniziativa a favore dei più vulnerabili, troppo spesso discriminati ed esclusi dalla società, attuando in concreto quel fondamentale connubio tra solidarietà e fratellanza e trascorrendo così una visita al campo rom “tra mimose e giocattoli”. Ed infine anche in Puglia, sabato 10 marzo all'interno dell'Auditorium della parrocchia San Domenico ha avuto luo-go la conferenza "8 Marzo: la prevenzione è donna", organiz-zata dal gruppo dei Giovani della Croce Rossa Italiana di Mol-fetta e rivolta a tutti gli istituti superiori del territorio. Rela-trice della giornata è stata la dottoressa Valeria Pansini, spe-cializzata in ginecologia ed affiancata da Morena de Gennaro e Antonella de Gennaro, animatrici per le attività di educa-zione alla sessualità e alla prevenzione delle malattie ses-sualmente trasmissibili. La prima è intervenuta riguardo il ciclo mestruale e la prevenzione del Papilloma Virus, le ani-matrici circa invece i possibili metodi contraccettivi. Raccontano le giovani :- "Nella settimana in cui si celebra in tanti modi la festa della donna in quanto volontari della Cro-ce Rossa Italiana abbiamo voluto dare una nostra chiave di lettura a questa giornata". È stata dunque una settimana ricca di iniziative, ma ancor più di spunti di riflessione, che ci hanno regalato un’immagine nuova di donna, come stimolo per l’azione, forte del cambio di mentalità ed attenta all’umanità sin dall’origine, ma soprattutto motore del cambiamento, nel prendere coscienza e consapevolezza di un ruolo che oggi la vede artefice e non più personaggio secondario nella società. Silvia Colantoni

Redazione PIONews

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CATANIA - Si è tenuta domenica 26 febbraio l’inaugurazione del progetto “C.R.I. and You in Emer-gency” proposto e sviluppato dai gruppi Giovani di Aci-catena, Viagrande e Tremestieri, appartenenti al Comi-tato Locale di Catania Hinterland. “Il progetto C.R.I. You and Emergency nasce dall'analisi dei bisogni territoriali di una realtà come quella in cui vivo, ovvero quella di un piccolo paesino di provincia alle pendici dell'Etna, soggetto alle "bizzarrie" di un vulcano che proprio calmo non vuol stare. Così con l'i-naugurazione del progetto presso la sede dei servizi sociali di Viagrande, abbiamo dato inizio ad una serie di eventi che coinvolgeranno sia le popolazioni dei ter-ritori interessati, sia i volontari che saranno all'opera in progetti di sensibilizzazione ed educazione con eserci-tazioni pratiche”. Questa la testimonianza di Luigi Pi-starà, Responsabile del gruppo Giovani di Viagrande, che poi aggiunge: “Personalmente sono molto contento di questo start up poiché ho visto molta partecipazione ed interesse da parte dei Giovani coinvolti (me com-preso) che, grazie alla lezione tenuta dai Vigili del Fuo-co della Compagnia di Acireale, hanno appreso quelle nozioni mancanti e necessarie per portare avanti que-sto tipo di progetto ed essere qualificati per gli step successivi. In conclusione non posso che essere felice e fiero di quello che stiamo facendo e ringraziare l'Ispettorato Nazionale per l'occasione che ci è stata concessa.” “Il progetto ha partecipato al bando nazionale Soste-gno allo start up di Giovani protagonisti attivi dello svi-luppo - racconta Salvatore Arena, Giovane di Acicatena

e referente del progetto C.R.I. and You in Emergency - l'obiettivo generale è stato quello di ridurre il rischio della comunità di fronte ad eventuali emergenze, edu-care la popolazione ai comportamenti adeguati da te-nere in caso d’emergenza ed al contenimento degli ef-fetti della calamità, migliorare la preparazione alla risposta, tentando infine di ridurre l’impatto dell’eventuale disastro. L’esigenza del progetto C.R.I. and You in Emergency è nata da un accurato screening territoriale, portato avanti dai nostri Giovani, attraver-so la somministrazione in contemporanea di questionari appositi sui tre comuni di Acicatena, Tremestieri Etneo e Viagrande, volti a misurare il livello d’informazione in materia di sicurezza d’emergenza e di conoscenza dei comportamenti adeguati. L’analisi eseguita a posteriori dei risultati ottenuti re-gistrava preoccupanti percentuali di disinformazione della popolazione: sui vari campioni di fasce d’età del-le persone intervistate solo il 25% era adeguatamente informata circa le misure di sicurezza in casi d'emer-genza. L’interpretazione dei dati apparve ancor più preoccupante se contestualizzati in una realtà, come quella dell’Hinterland, collocata ai piedi del vulcano Etna e di conseguenza soggetta alla presenza di fre-quenti scosse telluriche e ad un elevato rischio sismi-co. Seguendo un principio di appartenenza legato allo spe-cifico ambito affrontato, fruitore del progetto non è stato solo il mondo giovanile, il raggio d'azione è stato esteso anche a tutte le altre fasce d’età presenti nel territorio proprio perché appartenenti al collettivo vul-

nerabile ipoteticamente vittima di una catastrofe naturale. In relazione all’ambiziosa scelta dell’ampio target di destinatari, il progetto è stato arti-colato su cinque diversi aree d’intervento, uno per ogni fascia/campione di popolazione definita, ot-tenendo attività diversificate: sul ri-schio di black-out in un’attività com-merciale locale, sul rischio di incendi (rivolta ad un gruppo scout locale A.G.E.S.C.I.), sul rischio di crollo in una chiesa, sul rischio sismico (che verrà eseguita in una scuola materna, una elementare e una media) e sul rischio di fuga di gas in un condomi-nio. Il progetto tuttavia non è stato creato solo per sensibilizzare la popolazione bensì anche per migliorare il grado di preparazione e formazione di noi vo-

C.R.I. and You in Emergency Prevenzione alle pendici dell'Etna

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lontari grazie agli incontri preparativi con il corpo dei Vigili del Fuoco, abbiamo così tentato di imparare quanto più possibile anche dalla loro collaborazione sul campo avviando una sinergica e fertile cooperazione fra i due enti per migliorare la risposta durante le e-mergenze.

In ultimo, ma non meno importante, questo progetto testimonia ancora una volta la presenza attiva della Croce Rossa nel territorio, non limitata solo al soccorso sanitario ma impegnata quotidianamente nell’alleviare le sofferenze e prevenirle con tutti i mezzi in nostro

possesso.” Ed è appunto ricordandoci e ricor-dando agli altri che la Croce Rossa è anche, e talvolta soprattutto, prevenzione attiva sul territorio che i Giovani del Comitato Locale di Catania Hinterland si sono messi in gioco e stanno sviluppando que-sto grande progetto che porterà sicuri benefici alla popolazione lo-cale, soprattutto trattandosi di un'area così delicata, perché è sempre meglio prevenire per evita-re di intervenire o per ridurre i possibili danni che restare fermi a guardare. Valentina Forleo Redazione PIONews

ALBA ADRIATICA (TE) - “Un’IDEA appetitosa per te!”, questo il nome che i Giovani della Croce Rossa Italiana di Alba Adriatica hanno dato all’attività sull’educazione alimentare che hanno portato nelle scuole elementari della cittadina. Il 25 febbraio ed il 3 e 10 marzo, infatti, i volontari del gruppo Giovani han-no coinvolto i bambini dai 6 agli 8 anni di 8 classi dell’Istituto Comprensivo in un’attività che voleva trasmettere ai più piccoli la conoscenza dei cibi sani e di quelli non sani. All’interno delle classi, 4 volontari, tra cui animatori IDEA (Igiene Dieta Educazione all’Alimentazione) ed ApG (Attività per i Giovani), dividevano i bambini in due squa-dre e ponevano sulla lavagna un cartellone con due colonne: quella dei “cibi sani” e quella dei “cibi non sani”, in cui venivano apposte le figure degli alimenti che i bambi-ni dovevano indovinare attraverso filastroc-che, indovinelli, anagrammi o scenette mi-mate. Terminata la divisione in cibi sani e cibi non sani, l’animatore IDEA interagiva

con i bambini parlando e spiegando la piramide dell’attività fisica e quella dell’alimentazione. Fatto questo, si chiedeva agli alunni di collocare i cibi trattati nella prima parte dell’attività, all’interno della piramide dell’alimentazione.

Un’IDEA appetitosa per te! I Giovani della C.R.I. di Alba Adriatica spiegano l’educazione ali-mentare ai bambini delle scuole elementari.

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“Posso dire che questa è stata una delle più belle attività del gruppo a cui io abbia partecipa-to. Dico questo perché ho riscon-trato un grandissimo interesse da parte dei bambini (abbiamo inte-ragito con alunni di prima e se-conda elementare), i quali ri-spondevano divertiti ai nostri quesiti posti sottoforma di fila-strocche o indovinelli”, ci ha rac-contato Alessia Perullo, Giovane C.R.I. responsabile dell’attività, che poi ha continuato: “Al termi-ne di questa attività sono state spiegate sia la piramide alimen-tare sia quella dell’attività fisica e uno dei segnali più belli, che mi hanno fatto capire che questa attività è stata capita ed apprez-zata dai bambini, è stato quello di vedere alcuni di loro giocare il pomeriggio stesso al parco, dopo che è stato spiegato loro anche l’importanza dell’attività fisica affiancata ad una corretta ali-mentazione, di quanto sia meglio quindi approfittare di una bella

giornata per andare a giocare al parco piuttosto che passare tutto il pomeriggio davanti alla tv o giocare con videogames.” Mentre Alex Cicalè, Ispettore del gruppo Giovani C.R.I. di Alba Ad-driatica, soddisfatto ci ha detto: " E' stata davvero una bella espe-rienza, la prima per noi per quanto riguarda la campagna I-DEA nelle scuole, e abbiamo ot-tenuto risposte positive da parte delle maestre, del dirigente sco-lastico e dai bambini stessi. Quest'ultimi, infatti, si sono mo-strati attenti e partecipi ad ogni iniziativa proposta: cosa che ha premiato la creatività e l'impe-gno dei Giovani C.R.I. che hanno proposto e realizzato il progetto. Visto il successo dell'attività, l'i-stituto scolastico ha richiesto nuove collaborazioni con il no-stro gruppo. In sintesi: attività da riproporre assolutamente!" Luca Corti Redazione PIONews

FIRENZE - E’ ormai da circa sei anni che il Gruppo Giovani del Comitato Locale di Firenze è im-pegnato in attività educative presso l’Istituto Penale Minorile “Meucci” di Firenze. Vengono ospitati fino ad un mas-simo di 22 ragazzi a cui viene data la possibilità di frequentare la scuola interna dell’istituto ge-stita da personale esterno, per lo più operatori comunali, così da poter conseguire la licenza me-dia inferiore da privatisti oltre ai laboratori artistici, laboratori di riparazione di biciclette e ad un laboratorio di gelateria. Tutto questo ha l’obiettivo di offrire un percorso di studi o la-vorativo per poter dar loro una possibilità di riscatto e una nuo-

va vita volta alla legalità, una volta scontata la loro pena. Anna Salvini, Giovane del Gruppo di Firenze delegata di comitato per l’attività , spiega che inizial-mente non è stato semplice far partire questa attività a causa delle difficoltà organizzative,ma con il tempo e la grande voglia dei Giovani di realizzare questo percorso formativo all’interno dell’I.P.M. tutto si è reso possibi-le. Per i volontari C.R.I. riuscire a farsi accettare dagli ospiti dell’istituto non è stato semplice ma, dopo anni di servizio e alle attività ludiche svolte insieme sono riusciti trasmette agli ospiti dell’I.P.M. la correttezza verso il prossimo, l’educazione, la lealtà e informare/formare su materie inerenti il primo soccorso e

I Giovani C.R.I. nel carcere minorile All'interno dell'Istituto Penale Minorile Meucci di Firenze, un percorso formativo che spazia dal primo soccorso all'educazione alimentare, passando per la prevenzione dalle malattie sessualmente trasmissibili.

Con “SALUTANDO”, uno studio a tutto tondo sulle patologie mediche Valutare l’incidenza delle patologie sul territorio e rispondere in manie-ra adeguata ad esse. E’ stato questo lo scopo delle due giornate che han-no avuto luogo alle scuole elemen-tari di Palombara Sabina (RM) nelle giornate del 17 e 18 marzo. La ma-nifestazione è stata chiamata “Salutando” ed ha riscosso un gran successo per il secondo anno conse-cutivo. L’obiettivo è stato sì quello di con-trollare e prevenire malattie attra-verso screening gratuiti alla popola-zione con dei medici specialistici, ma anche quello di raccogliere dati per scoprire l’incidenza e le malat-tie più diffuse sul territorio. Questa raccolta è stata possibile grazie alle interviste generali rea-lizzate nella fase di accettazione e di registrazione di ciascuna perso-na, le informazioni sono poi state rese accessibili ai medici di base, e saranno poi messe al servizio delle istituzioni, dove verranno studiate per migliorare il servizio cittadino. A partecipare sono state circa 350 persone. Le visite effettuate sono state: screening della prostata e prelievo per patologie prostatiche, odontoiatria, misurazione della vi-sta, screening aneurisma addomina-le, breath test, MOC, valutazione patologia artrosica, cardiologo, au-diometrista, nutrizionista, pediatra, esame spirometrico, screening me-lanoma e podologo. E’ un punto d’inizio che dovrebbe permettere ai medici e alle istitu-zioni di considerare gli effettivi pro-blemi presenti e la situazione terri-toriale, di agire conseguentemente ai dati raccolti, e rispondere dun-que alle esigenze della popolazio-ne.

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immagine di repertorio l’educazione alimentare. Elisa ci racconta : “Il mio approccio con i ragazzi dell’I.P.M si è svolto in due incontri. Il primo è stato attraverso un test a quiz sul primo soccorso e l’educazione sanitaria. E’ stato molto stimolante per i ragazzi, anche perché l’hanno presa come una vera e propria competizione a chi rispondeva correttamente a più domande possibili. Non mi aspettavo un tale inte-resse e invece, tra una battuta e l’altra, siamo riusciti a parlare e confrontarci insieme su tematiche come Le Malattie Sessualmente Trasmissibili, le droghe ed il BLS (Basic Life Support). Nel secondo incontro gli ho consegnato una mini-dispensa illustrata in cui ho rac-colto le informazioni più utili relative al primo soccor-so”. Invece Federica, volontaria che presta servizio presso l’I.P.M. da ormai 4 anni, dopo essere diventata anima-trice IDEA (Igene Dieta Educazione Alimentare), insie-me alla delegata dell’attività, ha proposto di provare a proporre ai ragazzi un incontro basato sui temi princi-pali della campagna. La prima lezione si è svolta prima delle vacanza di Natale e sono stati coinvolti una deci-na di ragazzi in una illustrazione e discussione sulla sa-na e corretta alimentazione, di ciò che è bene mangia-re quotidianamente e di ciò che invece sarebbe meglio evitare. Oltre alla parte teorica, è stato proposto ai ragazzi di fare un’attività pratica: di costruire la “piramide alimentare” utilizzando un cartoncino e le immagini cartacee delle varie tipologie di alimenti, t u t t i p r e p a r a t i p e r l ’ o c c a s i o n e . Vista l’ottima riuscita dell’attività, è stato pensato di riproporre le lezioni IDEA con una cadenza di una lezio-ne ogni tre mesi, proponendo nuovi temi e valutando anche l’apprendimento sulle lezioni effettuate in pre-cedenza. Jacopo ha spiegato le manovre salva vita, nello specifi-co come comportarsi in caso di svenimenti, arresto car-diorespiratorio e ostruzione da corpo estraneo. “Ho lavorato con circa una decina di ragazzi che si sono dimostrati molto interessati e nonostante un’iniziale distanza nei miei confronti – spiega Jacopo – causata

dalla mia poca assiduità nel prestare servizio presso l’IPM, si sono lasciati guidare nell’insegnamento di que-ste manovre salvavita. La seconda parte delle attività, grazie alle capacità di Anna e Giulia nel rapportarsi con i ragazzi, abbiamo creato un momento di confronto in cui ogni partecipan-te raccontava una propria esperienza di soccorso in strada analizzando ogni comportamento, spiegando la differenza tra comportamento corretto e non. Infine, su richiesta dei ragazzi, abbiamo trattato il comportamento del soccorritore occasionale durante un incidente stradale, con i confronti tra varie culture e nazioni; ad esempio i ragazzi rumeni, già a conoscen-za delle nozioni di primo soccorso perché trattato in preparazione dell’esame di guida, ci hanno spiegato che ogni cittadino viene “addestrato” fin da bambino al primo soccorso a causa della grande distanza tra i villaggi e le poche ambulanze a disposizione”. Vista la grande partecipazione dei ragazzi, l’interesse verso gli argomenti trattati questo programma formati-vo verrà riproposto anche nell’anno 2012-2013. Federica Sorrentino Redazione PIONews

GIOIA TAURO (RC) - Il rispetto per l’ambiente, le regole e le cautele minime indispensabili da adottare, per agi-re da “ospiti” rispettosi di questo nostro meraviglioso mondo, sono state alla base della giornata informativa provinciale “Climate in Action”, tenutasi domenica 4 Marzo, presso la sede del Comitato Locale della Croce Rossa Italiana di Gioia Tauro ed organizzata dal gruppo Giovani della C.R.I. di Gioiese, presieduto dal commis-sario Angela Spanti, in collaborazione con l’ispettorato provinciale, facente capo all’ispettore Maria Vadalà. L’iniziativa, aperta a tutte le componenti C.R.I. della

provincia reggina ed abbondantemente partecipata, è stata concepita con l’obiettivo di sensibilizzare i volon-tari sulla tematica ambientale, fornendo loro utili co-gnizioni sulle più elementari azioni che quotidianamen-te si possono compiere per mitigare il problema dei cambiamenti climatici. La giornata è stata soltanto la prima parte di un più ampio percorso che, attraverso la formazione dei vo-lontari, si propone, per il loro tramite, di avviare una massiccia campagna di sensibilizzazione rivolta alla po-

I Giovani della C.R.I. di Gioia Tauro puntano sull’ambiente Giornata all’insegna della formazione con il Climate in Action

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immagine di repertorio

Questo mese diamo il benvenuto… Al nuovo gruppo dei Giovani della Croce Rossa Italiana di Popoli, in provincia di Pescara; a quello di San Demetrio ne' Vestini, in pro-vincia de L’Aquila; al nuovo gruppo Giovani C.R.I. di Zungri, in provin-cia di Vibo Valentia, e infine a quello della Val Bormida astigia-na. Un grande in bocca al lupo a tutti!

Continua il successo dell’attività di prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili: crescono i contatti anche nel mese di marzo Dopo il positivissimo mese di Feb-braio, l'attività di prevenzione cir-ca le malattie sessualmente tra-smissibili dei Giovani della Croce Rossa Italiana, continua nel miglio-re dei modi. I contatti sono davve-ro molti e si sperimentano nuove modalità di interazione con i giova-ni. A riguardo, segnaliamo il grup-po Giovani C.R.I. di Molfetta, che ha pensato di tenere una conferen-za sul tema a delegazioni di ragaz-ze provenienti da diverse scuole superiori della città. In totale, tra attività in piazza, nei locali e nella scuole superiori, sono stati regi-strati circa 725 contatti tra i comi-tati di Parma, Bergamo, Teramo e Molfetta (Ba). Avanti così!

Workshop sull’universalità La Croce Rossa Italiana di Scarlino, con il Commissario Meozzi, ha ospi-tato presso la propria sede alcuni giovani provenienti da tutta la Re-gione Toscana. L'incontro - coordi-nato dal Delegato Regionale Ivana Foti e dall'Ispettore Regionale dei Giovani C.R.I. Lorenzo Lorè - è sta-to incentrato sul tema dell'Univer-salità, uno dei sette Principi Fon-damentali dell'Associazione che accomunano l'operato di circa 100 milioni di volontari di tutto il mon-do.

polazione, affinché attraverso l’applicazione di nuove e final-mente sane prassi comportamen-tali possa preservare la salubrità del nostro pianeta. La giornata, ha avuto inizio con i saluti del commissario del comi-tato locale Fabio Serpico, cui ha fatto seguito un “rompighiaccio” a tema, per favorire la socializ-zazione tra i presenti ed intro-durli con leggerezza alla proble-matica. I momenti formativi ed informativi si sono svolti in un clima prevalentemente ludico e vivace, consono a veicolare le informazioni tra i giovani, mante-nendo alta la soglia della loro attenzione. Si è affrontato, con adeguato ap-profondimento, il tema dei cam-biamenti climatici determinati da fattori antropici ed ambientali, trasmettendo informazioni e con-sigli concreti affinché anche nel-la nostra quotidianità si possa agire nel rispetto dell’ambiente, prevenendo il perpetrarsi di pras-

si massiccia-mente diffuse, che rendono ognuno di noi un inconsapevole “deturpatore” dell’habitat e-sterno. E’ stato questo in sintesi il com-pito degli ope-ratori climate in action, Elena

Tomaino ed Emanuele Chidichi-mo e del delegato tecnico pro-vinciale dell’Area Servizio nella Comunità, Daniela Cogliandro che, a conclusione della giornata hanno distribuito il decalogo del buon consumatore “energetico”, un mini manuale comportamen-tale per ridurre il dispendio ener-getico ed i suoi effetti negativi sul contesto ambientale. La giornata informativa, è stata organizzata in vista del prossimo evento globale “60+ Earth Hour” che vedrà protagonisti i Giovani C.R.I. di Gioia Tauro, il 31 Marzo prossimo presso il centro com-merciale “Il Porto degli Ulivi”, con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sul tema del rispar-mio energetico e del rispetto dell’ambiente. Angela Spanti Gruppo Giovani C.R.I. Gioia Tauro [email protected]

MOROZZO (CN) - Sabato 11 feb-braio scorso dalle 10.30 alle 13, il neonato gruppo Giovani della Croce Rossa Italiana di Morozzo ha finalmente realizzato ciò che aveva teorizzato in una lontana sera di giugno scorso ad una festa paesana della zona. Il progetto era molto ardito, anche conside-rando che è nato basato su 3-4 persone, ovvero i giovani volon-tari che erano presenti sul terri-

torio all’epoca, e si articolava su un percorso di stand per i vari argomenti, alcuni più teorici, al-tri più dimostrativi, altri ancora più interattivi, infine altri più multimediali. Il panorama si fece più roseo con l’ingresso di nuovi volontari e la formazione ufficia-le del Gruppo, il 100esimo del Piemonte. Si diede così il via alla programmazione del’attività pen-sata.

Nelle scuole per far conoscere la Croce Rossa 200 ragazzi hanno partecipato all'attività organizza-ta dai volontari del nuovissimo gruppo piemontese

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La prima tappa è stata alla scuola media di Castelletto Stura (CN) dove una novantina di ragazzi attendeva gli operatori C.R.I. i quali hanno proposto sei tappe: i gruppetti formati da una dozzina di ragazzi hanno ini-ziato il percorso di sensibilizzazione al volontariato e all’attività dei Giovani in Croce Rossa. Insieme ai moni-tori di primo soccorso ed agli altri volontari si è parlato della storia della Croce Rossa, è stata fatta “visitare” l’ambulanza, si è parlato dei Giovani C.R.I., chi sono e qual è il loro ruolo all’interno dell’associazione. E’ sta-to poi spiegato ai ragazzi come effettuare una corretta chiamata al 118 e successivamente essi hanno potuto “provare” ad indossare il materiale sanitario in uso sul-le ambulanze. Infine è stato spiegato il primo soccorso ad una persona che soffre di crisi epilettiche, ad uno svenimento o in caso di ferite. “Erano ragazzi molto interessati: facevano domande – racconta mar-co Dompè, il responsabile del Gruppo Giovani C.R.I. di Morozzo – ci riteniamo molto soddisfatti del lavoro compiuto anche perché il nostro gruppo è stato costituito da pochissimi mesi e già siamo riusciti a svolgere attività di fund raising e la campagna di igiene, dieta ed educazione alimentare. “Quanta fatica, e che bagno di “folla” – raccontano i Giovani del Gruppo - però l’esperienza è stata utilissima, infatti ha preparato an-che i più introversi, formandoli e temprandoli per l’ancora più stan-cante pomeriggio a Morozzo”. Il 1 marzo infatti dalle 14 alle 17 gli operatori della Croce Rossa hanno svolto la medesima attività nella

scuola media del paese dove ad attenderli c’erano 110 ragazzi. In questa occasione, ogni 10 minuti si alternavano i gruppetti di 5-6 per-sone: ogni stand proponeva un atti-vità abbastanza pesante ma, per alcuni ragazzi, l’esperienza lì ha cambiati veramente tanto da “pedinare” i Giovani C.R.I. per do-mandare, chiedere informazioni riguardo a corsi ed iniziative. “Un’esperienza sicuramente da ripetere, anche se non presto, per lasciar passare queste generazioni; non spariremo comunque dal pano-rama dell’offerta alternativa ai giovani” hanno affermato con en-tusiasmo i giovani volontari. I Giovani della Croce Rossa hanno partecipato attivamente ad en-trambe le attività, 12 persone a Castelletto Stura e 17 a Morozzo,

hanno quasi raggiunto il totale dei volontari afferenti al gruppo che conta 19 Giovani C.R.I.. Il prossimo appuntamento è per la festa del volontaria-to di maggio dove le 19 associazioni di volontariato presenti a Morozzo, paese che conta poco più di 2100 abitanti, si riuniranno per il secondo anno consecutivo per presentare alla popolazione le rispettive attività. Lì, i Giovani C.R.I. hanno in mente di offrire ai ragazzi del paese una delle campagne di prevenzione proposte dalla Croce Rossa Italiana, punto di forza a livello na-zionale. Francesco Ameglio Redazione PIONews

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I Giovani C.R.I. di Cuneo e la disabilità Assistenti speciali nell'annuale evento cittadino a stretto contatto con i più vulnerabili

Emergenza popolazione siriana La Croce Rossa Italiana si è mobilitata in sostegno della popolazione siriana vittima, in questi mesi, di continue violenze e lo fa con una raccolta fondi in sostegno dei civili. Le donazioni sa-ranno utilizzate per finanziare pro-grammi di soccorso e cooperazione allo sviluppo in collaborazione con la Mez-zaluna Rossa siriana (SARC) e il Comita-to Internazionale della Croce Rossa.

Area Pace ed Area cooperazione Internazionale, ottimi risultati per la giornata regionale in Emi-lia Romagna A Bologna si è svolta una giornata regionale dell'Area Pace e dell'Area Cooperazione Internazionale per volontari non formati, organizzata dai rispettivi Delegati Tecnici Re-gionali. I partecipanti, divisi per area d'in-teresse, hanno approfondito le loro conoscenze, lavorando sul testo del Progetto Associativo, per poi piani-ficare insieme un'attività, con l'o-biettivo di applicarla sul territorio locale. Ai ragazzi è stato dato il compito di contattare le persone formate a seguito dell'incontro, per poter contestualizzare e adattare alla propria realtà l'attività pianifi-cata. "La necessità di attuare questa ti-pologia di incontro - dice Serena Ghidorsi, D.T.R. dell'Area Pace - deriva dal parere, purtroppo comu-ne, che solamente le figure forma-te possano approcciarsi alle due aree in questione. Coinvolgere an-che persone nuove ci aiuta ad ave-re più contributi e ad avvicinare a queste attività sempre più volonta-ri, che un domani potranno poi for-marsi e continuare un percorso nell’area. Tutto questo quindi non sminuisce l'importanza della for-mazione, su cui continuiamo ad in-vestire tanto”. I partecipanti hanno descritto la giornata come interessante e utile poiché hanno potuto conoscere me-glio le due aree e, progettando, hanno compreso di poter essere agenti di cambiamento in prima persona.

Per il tredicesimo anno consecu-tivo si è tenuto a Cuneo, presso il Palatennis GIS del capoluogo, il consueto appuntamento con il “NEC Wheelchair tennis tour”, noto a tutti come “Tennis in car-r o z z i n a ” , u n t o r n e o internazionale riservato agli atle-ti diversamente abili ospitato in tutto il mondo da ben 24 paesi. E anche quest’anno, dal 22 al 25 marzo, la Croce Rossa Italiana ha nuovamente preso parte all’evento; i Giovani, in partico-lare, hanno fornito parte dell'as-sistenza logistica portando in campo bibite ed alimenti all'ini-zio di ogni incontro, aiutando nella sistemazione degli atleti nei diversi hotel e favorendo gli spostamenti dei medesimi gioca-tori dagli alberghi al luogo dei match. Guardandoli giocare, osservano alcuni ragazzi dei Giovani della Croce Rossa di Cuneo, ci si rende conto di quanta forza d’animo sia racchiusa in loro e con quale co-raggio abbiano deciso di accetta-re la propria condizione e andare avanti, scegliendo di praticare questo sport. Gli atleti inoltre, chi più simpatico e disponibile, chi invece un po’ più burbero nelle richieste, erano completa-mente autonomi: "Quando abbia-mo scaricato i bagagli, loro si so-no avvicinati e si sono caricati ognuno le proprie cose sulle gam-be, dopo sono andati via spingen-dosi con la carrozzina" affermano alcuni Giovani C.R.I. presenti. Un altro aspetto che li ha molto col-piti è stata la “Regola

dell’Aiuto”, ovvero la volontà di avvalersi dell’aiuto degli altri solo ed esclusivamente se richie-sto dagli stessi atleti. I giovani volontari si sono ritenuti entusia-sti per aver avuto la possibilità anche quest’anno di partecipare ad un’esperienza di questo cali-bro e poter quindi far tesoro di quanto appreso; ogni anno infatti la Croce Rossa di Cuneo si impe-gna a fondo affinché il suo ruolo nell'organizzazione sia sempre più attivo e vissuto con la giusta consapevolezza fondamentale per il buon funzionamento dell’attività. Ciò che rimane impressa è sicura-mente la grande lezione di vita che questi sportivi infondono a noi tutti, come ai loro familiari, pronti a fare il tifo e agli organiz-zatori dell’evento. Ci fanno capi-re come la vita di ognuno di noi sia così importante e allo stesso tempo fragile, libera di spezzarsi ad ogni minuto e di come possia-mo ritenerci fortunati noi invece, che a volte disprezziamo tutto questo, senza rendercene conto. La Croce Rossa si è anche occu-pata dell'assistenza sanitaria du-rante tutto l'evento nonché dei transfert degli atleti dagli hotel ai campi da gioco. L’articolo è stato scritto in col-laborazione con cristina delfino, noemi bafumo e miriana dal-masso Francesco Ameglio Redazione PIONews

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