PIONews dicembre 2011

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il magazine dei Giovani della Croce Rossa Italiana, dicembre 2011

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DALLE REGIONI...

Campania: I Giovani C.R.I e le Minoranze, capire il fenomeno per abbattere lo stigma Giornata Informativa a Cassino per comprendere l'inclusione Sociale!

Alla pagina 14

Calabria: Un’IDEA che fa la differenza! A Cosenza una giornata tra informazione ed unione Alla pagina 16

L’APPRONFONDIMENTO...

Quell’informazione che ti salva la vita Oltre 200 attività per prevenire la diffusione di malattie sessualmente trasmissibili tra i giovani

Alla pagina 4

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SOMMARIO Anno IV - n°12 - dicembre 2011 2

DALLE REGIONI...

Sicilia: Il coraggio di denunciare: anche l’indifferenza è violenza I giovani C.R.I. di Alcamo e la giornata mondiale contro la violenza sulle donne

Alla pagina 15

Toscana: A Firenze prosegue il Progetto Discoteche” Il Gruppo Giovani della C.R.I. di Firen-ze promuove la sicurezza stradale con la campagna di prevenzione sui rischi della guida sotto l’effetto di alcool e Stupefacenti

Alla pagina 17

INTANTO NEL ‘ MONDO...

il Diario di Rosario Valastro Ginevra, la Conferenza Internazionale vissuta in prima persona

Alla pagina 11

Migrazioni, devianze, disabilità, sicurezza stradale, educazione alimentare le sfide al centro del 7° campo nazionale

If you want to go further, work together Esperienze ed emozioni di alcuni partecipanti del settimo campo Nazionale dei Giovani della C.R.I.

Alla pagina 7

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DALLE REGIONI...

Lazio: Lo sport non discrimi-na, ma salva! Tra promozione umana ed integrazione sociale: la Nazionale di calcio della Croce Rossa

Alla pagina 18

Sardegna: Un Miracolo nel centro di Cagliari Raccolta di beneficenza a favore dei più vulnerabili

Alla pagina 20

Puglia: Incivolo 2011 Giovani della C.R.I. di Bari in prima linea per la simulazione di un inciden-te aereo

Alla pagina 22

DALLE REGIONI...

Veneto: Padovani gran dottori La C.R.I. non opera da sola: i Dottori “lavorano volontariamente” al suo fianco per aiutare le fasce vulnerabili della popolazione.

Alla pagina 19

Lazio: Babbo Natale incontra i bambini Un piccolo gesto dei Giovani della CRI di Soriano nel Cimino per portare la magia del Natale ai bambini nelle scuole

Alla pagina 21

Anno IV - n°12 - dicembre 2011

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SOMMARIO 3

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Quell’informazione che ti salva la vita Oltre 200 attività per prevenire la diffusione di malattie sessualmente trasmissibili tra i giovani “Quando alla fine di tutto riguardi le foto e ti rendi conto che il lavoro di settimane, tuo e dei tuoi colleghi, ha dato vita a qual-cosa di speciale, è in quello stesso istante che ringrazi la fatica e l'impegno e ti senti ancor più fiero di far parte della grande famiglia della Croce Rossa”. Racconta così Carmelo Colletti, Giovane volontario di Prizzi, la sua esperienza vissuta nel corso della settimana della prevenzione 2011. E come lui, oltre 2.000 Giovani della Croce Rossa Italiana sono stati coinvolti nell’organizzazione della settimana della prevenzione, per il primo anno realizzata nella settimana a cavallo della giornata mondiale contro l’AIDS. Con oltre 200 ini-ziative su tutto il territorio nazionale, in-fatti, i Giovani della Croce Rossa hanno avvicinato ben 25.000 ragazzi, informandoli sulle malattie sessualmente trasmissibili (M.S.T.). “La disinformazione tra i giovani dilaga – spiega Mauro Cacciola, referente nazionale alle attività di prevenzione delle M.S.T. – c'è chi pensa di non correre rischi durante rapporti sessuali non protetti, mentre c’è chi ignora completamente i possibili rischi per la salute. Anche per questo è fonda-mentale diffondere la cultura dell’informazione come arma per preveni-re infezioni, solo così si può creare consa-pevolezza su un problema e porre i giovani nelle condizioni di scegliere come evitare il rischio”. Con queste premesse, nella settimana com-presa tra il 27 novembre ed il 4 dicembre 2011, sono stati allestiti oltre 90 stand nel-

le piazze, più di 40 postazioni C.R.I. rivolte ai ragazzi nei locali e nei centri di aggrega-zione giovanile, più di 30 attività nelle scuole e nelle università, 3 flash mob per richiamare l'attenzione sul problema, 10 iniziative in partnership con altri enti ed ulteriori 30 iniziative locali di altro genere. Nella sola giornata del 1° dicembre sono state 46 le iniziative realizzate per rag-giungere oltre 10.000 giovani nel corso delle 24 ore e queste attività hanno visto il coinvolgimento di oltre 1.200 operatori della Croce Rossa. “È arrivato il momento di darsi degli o-biettivi ambiziosi ma realizzabili – spiega Rosario Valastro, Ispettore Nazionale dei Giovani della Croce Rossa Italiana – entro i prossimi quattro anni dobbiamo ridurre del

30% i nuovi casi di diffusione del virus tra i giovani, abbattendo le modalità di tra-smissione attraverso i rapporti sessuali. Ridurre fino allo zero i nuovi contagi: pos-siamo farlo e dobbiamo farlo, raggiungen-do sempre più giovani nelle scuole, nelle università ed in tutti gli ambienti da loro frequentati”. “Veniamo da 5 anni di campagna nazionale di prevenzione dove abbiamo lavorato per offrire ai giovani degli strumenti per pre-venire il contagio del virus dell’AIDS – pro-segue Valastro – sino ad ora abbiamo rag-giunto più di 300.000 giovani, ora ci prepa-riamo a lavorare per comunicare nuova-mente quanto sia importante vivere in maniera sana la propria vita‖.

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Nel week end, hanno avuto luogo tre flash mob a Milano, Torino e Trieste. Il primo ha visto il coinvolgimento di 350 Volontari C.R.I. per realizzare un'enorme croce rossa, montata al comando di una tromba, con al centro il fiocco della pre-venzione, nella centrale Piazza Duomo. Un impegno organizzativo iniziato più di un mese prima e concluso con l’attenzione mediatica delle maggiori testate giornalistiche nazionali, agenzie fotografiche, stampa e televisioni. A Torino invece, sono stati 150 i Giovani C.R.I. coinvolti in un flash mob struttu-rato diversamente. Nel pomeriggio del sabato, tra la curiosità della popolazio-ne, in ciascuna piazza del centro di Tori-no, alcuni Volontari reggevano un seg-mento di stoffa rossa per poi confluire, all’orario stabilito, nella centrale Piazza Castello, ai piedi della sede della Regio-ne Piemonte, per comporre il simbolo della prevenzione dell’AIDS: il fiocco rosso. Al termine del flash mob, ciascun volontario aveva l’obiettivo di distribuire ad un cittadino almeno un pieghevole diffondendo le relative informazioni. A Trieste, dove le condizioni meteo era-no avverse, il flash mob è riuscito egre-giamente composto questa volta da tanti ombrelli con sotto i Volontari che hanno dato forma ad un fiocco della prevenzio-ne. Domenica 4 dicembre, invece, si è svolto a Roma il convegno A 5 anni dalla Campa-gna Nazionale Impara l’A.B.C. (dove A.B.C. è l’acronimo di Abstinence, Be Faithful, Condom), con il quale si è fatto sia il punto della situazione sulla problematica delle M.S.T. in Italia e nel mondo, sia le opportu-ne valutazioni sul futuro della campagna che, ora, diventa attività ordinaria dei Gio-

vani della Croce Rossa Italiana. Obiettivo prevenzione, questa volta però, non più promuovendo il singolo comportamento sicuro quale l’astinenza da comportamenti a rischio o la fedeltà di coppia o l’uso del profilattico, ma l’informazione su quali siano i comportamenti a rischio, arma che permette ai giovani di scegliere come pre-

venirli. Lo stigma uccide più dell’HIV Nel corso del convegno, Massimo Barra, membro della commissione permanente che lega le società nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa al Comitato Internazio-

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nale di Croce Rossa ai Governi, spiegava “Serve cambiare mentalità aprendosi al mondo, senza pregiudizi, senza ritenere di essere i migliori. Lo stig-ma, indiretta-mente, uccide più dell'HIV. Dopo i primi 5 anni di campagna, visti i r i s u l t a t i e l’attuale incisivi-tà della proble-matica occorre continuare quello che è stato fatto in termini di peer educa-tion, di leadership, ma anche qualcosa in più affinché i comportamenti dei giovani non siano stigmatizzati. Lo stigma ed il pregiudizio portano alla violenza ed in questo contesto ci rimettono tutti‖. Campagna ABC come TV per italiani A seguire è Flavio Ronzi, Youth Officer Eu-rope, a prendere la parola: “Per condivide-re la nascita dell’attività in Italia, impor-tata quasi come sfida personale, diffusa e promossa con carica ed entusiasmo, è di-ventata un’attività che ha accomunato i Gruppi Pionieri di tutta Italia per anni”. Rosario Valastro, nel chiudere l’intervento in veste di moderatore, afferma: ―La Cam-pagna ABC ha unito i Gruppi Giovani CRI come la televisione negli anni '60 ha unifi-cato la lingua italiana”. Prima volta a 15 anni Fabio Majo, Delegato Tecnico Nazionale Area Salute Giovani CRI, spiega:

“L’attenzione sull’HIV rimane alta, ma negli ultimi anni si stanno diffondendo

sempre di più altre malattie sessual-mente trasmissibili, che purtroppo non tutti conoscono. Tra queste spicca il Papilloma Virus che nelle donne porta a l t u m o r e dell’utero, mentre gli uomini ne sono portatori sani, quindi veicolo di diffusione. Anche la

media di età durante la quale avvengono i maggiori contagi, sta cambiando; sotto i 15 anni il primo rapporto sessuale mentre

sale oltre i 40 anni la media entro la quale si scoprono le malattie sessualmente tra-smissibili. Per questo i Giovani C.R.I. lavo-reranno per la diffusione di informazioni corrette, basate sull’evidenza medico scientifica‖. Non conosco ragazzi di 18 anni che restano sconvolti dalle nostre attività Mauro Cacciola, referente nazionale alle attività di prevenzione delle M.S.T., spie-ga: ―Prossimamente l’obiettivo è di 100.000 contatti l'anno, spiegando quanto siano fondamentali contatti qualitativi, approfonditi. Ripercorrendo le attività svolte nel corso degli anni, particolare attenzione è rivolta alle scuole medie, superiori ed università, anche quelle più tradizionaliste o scettiche – spiega Caccio-la – non conosco ragazzi di 18 anni che re-stino sconvolti dalle nostre attività, ma conosco presidi che lo dicono”. Al termine del convegno, dopo agli apprez-zamenti del Direttore Sanitario Nazionale, Ulrico Angeloni che ha sottolineato l’importanza della prevenzione in senso lato, Rosario Valastro in veste di Ispettore Nazionale dei Giovani di Croce Rossa, ha porto il suo commosso ringraziamento ai Gruppi organizzatori delle innumerevoli iniziative svolte in partnership, per il quin-to anno consecutivo, con Akuel Preservativi azienda che quest’anno ha sostenuto inte-ramente le spese del materiale informativo e dei gadget (Akuel Skyn) distribuiti nel corso delle attività. Marco Di Bello Redazione PIONews [email protected]

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If you want to go further, work together Esperienze ed emozioni di alcuni parteci-panti del settimo campo Nazionale dei Gio-vani della C.R.I. I numeri non danno la vibrazione delle e-mozione dei singoli, ma se volessimo prova-re ad immergerci nelle sensazioni altrui, una per una, intimamente, tentiamo di partire da mere cifre. Sei i corsi attivati in cui centosettantasette Giovani di tutta Italia si sono distribuiti. Partiamo dalla gioia di vedere il proprio nome nell’elenco di tutti i centosettantasette, immaginiamo-ci uno di loro, solo uno, che sorride duran-te il viaggio, magari in macchina o in aere-o. Proviamo ad essere in un angolo del campo nella regione calabra, a Copanello di Stalettì in provincia di Catanzaro, il 7 dicembre 2011 guardando ad uno ad uno i visi curiosi, forse un po’ timorosi, proietta-ti sulle aspettative dei giorni a seguire. Alla fine del campo, l’undici dicembre, pensiamo a tutte le emozioni, le sensazio-ni, le competenze che avranno acquisito insieme al loro gruppo di lavoro. Non è facile se non abbiamo partecipato in prima persona. Allora chiediamo ad uno di loro, per ogni corso, di raccontarci la propria esperienza. Partiamo da Antonello Dell’Isola, del grup-po Giovani di Maiori, partecipante al corso ―I.D.E.A.‖. “Ho deciso di partecipare a questo campo per curiosità innanzitutto, essendo il mio primo campo, per voglia di conoscere nuo-ve persone e mettere a confronto la mia esperienza, seppur di breve durata, visto che sono in Croce Rossa da solo un anno, con quella dei Giovani di tutta Italia. Vo-glia di mettermi in gioco veramente all'in-terno della Croce Rossa, di viverla, di toc-

carla con mano, di sentirla mia, di capire come viene vista dagli altri Giovani d'Italia e come viene vissuta; voglia di imparare i principi della Campagna I.D.E.A. (Igiene, Dieta, Educazione Alimentare) e di acquisi-re la possibilità e le competenze per por-tarla nel mio comitato, nel mio paese: ho pensato che fare un'esperienza del genere, con una tale condivisione e una tale cresci-ta, mi avrebbe dato una convinzione e una motivazione unica. Così è stato, così è! E' stata un'esperienza fantastica che mi ha permesso di crescere in tutti i sensi, sia dal punto di vista personale che da quello di volontario, un'esperienza che è andata al di là delle mie più rosee aspettative in tutti i sensi. Rifarei altre milioni di volte questa scelta, anzi ho consigliato ai Giova-ni del mio Comitato di prender parte asso-lutamente ai campi di formazione delle prossime settimane. Il corso I.D.E.A. è stato qualcosa di stupendo: grazie all'aiuto dei nostri docenti ho visto per la prima volta un esempio vero di quelli che sono i principi della "peer-education" e per me che studio Scienze dell'Educazione da 3 anni è stato bellissimo. Siamo riusciti a creare un gruppo unito e ciò ha permesso una crescita collettiva e personale. Non vedo l'ora di portare questa meravigliosa esperienza nella mia realtà locale: innan-

Migrazioni, devianze, disabilità, sicurezza stradale, educazione alimentare le sfide al centro del 7° campo nazionale Si è tenuto al "Villaggio Guglielmo" a Copa-nello di Staletti' (CZ) dal 7 all'11 dicembre, l'edizione 2011 del campo nazionale dei Gio-vani della Croce Rossa Italiana. "Vedere su Facebook, alle due di notte, Pio-nieri che viaggiavano per il Campo Naziona-le percorrendo strade tutta la notte, fa per-cepire quanto tengano i Giovani della Croce Rossa Italiana alla formazione come stru-mento per agire sul proprio territorio". Con queste parole Giulio Genoese, Ispettore Regionale Giovani CRI Calabria, ha aperto i lavori del 7° Campo Nazionale. Sono stati 147 i partecipanti, oltre 60 perso-ne di staff logistico e docente, e 5 i corsi attivati. Migrazioni, devianze, disabilità, sicurezza stradale, educazione alimentare, questi alcuni dei temi che per cinque giorni, fino a domenica 11 dicembre, sono stati trattati all'evento nazionale di formazione che da ormai sette anni è un appuntamento fisso per i Giovani di tutta Italia. Tutti in una stanza per cambiare e migliora-re il mondo. Già, perché in questo mondo per ottenere qualcosa di positivo è necessa-rio innanzitutto fissare degli obiettivi gene-rali di gruppi con idee affini, suddividere le parti di queste tra partecipanti, discutere e trattare le varie tematiche, applicarsi in tutti i modi per diffondere ed applicare alla realtà le nuove idee al fine di raggiungere gli scopi prefissati. Eccoli lì i Giovani della C.R.I. a Copanello di Staletti a collaborare tra loro, ad ascoltare, sorridere, applaudire idee comuni. L'evento, giunto al suo settimo appuntamen-to dopo le esperienze di Rubiera, Corciano, Senigallia e Castiglione delle Stiviere, S.Pietro Clarenza e Livorno, vedra' la pre-senza di oltre 200 volontari provenienti da tutte le regioni d'Italia i quali si ritroveranno per partecipare ai corsi attivati e previsti nel piano formativo. In particolare durante questi cinque giorni i convenuti avranno modo di apprendere e specializzarsi nelle seguenti discipline: ani-matore di igiene, dieta, educazione alimen-tare; animatore di educazione alla sicurezza stradale; animatore specializzato in pedia-tria; corso operatore specializzato in disagio giovanile e devianza; corso per animatore specializzato in migration. Sono stati due i corsi di formazione di primo livello, e quattro quelli di secondo livello. Animatore di Igiene, Dieta, Educazione Alimentare.

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zitutto condividere l'esperienza del campo; rielaborare in chiave personale le informazioni recepite dal corso, sia a livello teorico che pratico; pro-muovere i principi della Campagna I.D.E.A. organiz-zando una giornata di piazza informa-tiva e successiva-mente puntare sull'igiene la dieta e l'educazione ali-mentare nelle scuole. Ho in men-te un progetto per informare sul lavaggio sociale e l'igiene dentale i bambini delle scuole elementari, proseguire a catena con un altro progetto per i ragazzi delle scuole medie inferiori che tratti della dieta come un corretto stile di vita e l'importanza dell'attività fisica e, come la fine del cam-po rappresenta l'inizio di un altro percor-so, "finire" con un progetto che riguardi i disturbi del comportamento alimentare, le intolleranze e le allergie al liceo”. Curiosità, voglia di mettersi in gioco e di coinvolgere e stimolare gli altri. Progetti da creare, condividere, per sensibilizzare gli altri ad uno stile di vita più sano. Non diversamente è stato per Sara D’Antonio, del gruppo Giovani di Genzano, che ha partecipato al corso di Disagio Gio-vanile e Devianza. “Ho partecipato al campo di formazione disagio giovanile e devianza in primis per seguire la mia passione di fare attività con i ragazzi e poi approfondire il mio percorso di formazione cominciato con le Attività Socio Assistenziali. Il corso è stato fantastico! I docenti del corso, Santa, Da-niele e Simona, sanno comunicare nozioni ed emozioni in modo semplice e completo. Pensavo di fare un campo di formazione basato esclusivamente sulla teoria e con qualche attività di “rompighiaccio”, invece ho avuto emozioni, esperienze e ho trova-to degli amici. Se potessi partirei subito per rifare il campo! Dal giorno stesso in cui sono tornata ho cominciato a parlare al mio gruppo Giovani e al comitato per orga-nizzare una giornata formativa interna. Dopo aver informato e formato i volontari del mio comitato, ho intenzione di attivar-mi in rete con gli altri Giovani della regio-ne per creare un progetto di “animazione di strada” nei quartieri a rischio. In segui-to, mi piacerebbe mettere in pratica il progetto che abbiamo creato al campo per gli Istituti di Pena Minorili”. Passiamo invece all’esperienza di Desirèe Damaschelli, ispettore dei Giovani C.R.I.

del Comitato Locale di Gela, partecipante al corso di educazione alla sicurezza stra-dale. “Ho seguito il corso per animatore di edu-cazione alla sicurezza stradale, una scelta fatta per motivi personali, ma soprattutto per continuare a lavorare nelle scuole e nelle piazze della mia città, e per portare un messaggio ancora più forte tra i giova-ni. Adesso, dopo il corso, con più idee e materiali a disposizione si potrà lavorare meglio affinché il messaggio potrà essere recepito ancor di più. Quando sono arrivata il primo giorno den-tro quell'aula, mi sono subito resa conto che la scelta era stata adatta, che le mie aspettative, nonostante fosse un corso sperimentale, potevano essere pienamente soddisfatte. Giorno dopo giorno, con i vari incontri avuti con vari enti,quali la polizia stradale, il personale dell 'ANIA (associazione nazionale imprese assicura-

Il corso si è prefissato come fine quello di far ottenere ai giovani una metodologia tale da sensibilizzare la fascia giovanile della popolazione e non solo, per far diminuire l'obesità e ridurre, se non addirittura prova-re a correggere completamente, i comporta-menti sbagliati dell'alimentazione. Il corso è stato utile anche per coloro che hanno volu-to completare il percorso formativo all'in-terno della C.R.I. I ragazzi avranno dunque ora il compito di portare nelle piazze quello che hanno appreso, ed abbattere delle bar-riere che riguardano l'igiene e la dieta. Animatore di Educazione alla Sicurezza Stradale Corso sperimentale indirizzato a cambiare la mentalità delle persone che si mettono alla guida di auto, moto, o altro, invitando ad assumere comportamenti corretti. E' stato sicuramente un corso molto diretto, dal quale i ragazzi avranno tratto le giuste conclusioni, e potranno dunque portare in piazze e nelle scuole le informazioni appre-se. I giovani di Croce Rossa hanno fatto pro-pria questa emergenza, confrontando le loro realtà dei propri territori. Dal momento che in ogni regione sono già presenti attività riguardanti sicurezza stradale, è opportuno portare avanti questa campagna nel miglio-re dei modi possibili. Per questo si è ritenu-to necessario creare delle nuove figure co-me quelle degli animatori, che hanno nozio-ni tecniche e un fondamentale interesse in quest'ambito, e che andranno a diretto con-tatto con la popolazione nelle varie fasce, per arrivare a cambiare mentalità e salvare vite. Animatore Specializzato in Pediatria Questo corso ha voluto porre l'attenzione sui bisogni dei bambini malati e sulle diverse modalità di approccio con essi. Ha fornito dunque, essendo un corso di secondo livello, gli stumenti maggiori e più indicati necessari per avere una completa padronanza in meri-to agli strumenti comunicativi e alla comu-nicazione con i bambini in ospedale. Operatore specializzato in Disagio giovani-le e devianza Secondo le statistiche attualmente vi è un alto tasso di giovani con problemi legati al disagio e alla devianza, e proprio per que-sto è considerato fondamentale affrontare queste tematiche abituali, di tutti i giorni. Animatore specializzato in Migration Migration è una sfida che nasce dalla 2° assemblea nazionale dei giovani della croce Rossa; è il punto d'inizio del progetto come proposta del nostro movimento, che vuole appunto, sensibilizzare e cambiare la men-talità rispetto alla percezione dei fenomeni migratori. Le migrazioni devono essere com-prese come fenomeno umano, e non bisogna affrontarlo solamente come fenomeno d'e-mergenza.

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trici), l'ACI (automobile club Italia) e le lezioni teorico pra-tiche dei docenti e del diretto-re del corso , mi sono accorta che di materiale ce ne sta ab-bastanza per capire che l'infor-mazione riguardante questo argomento poteva essere arric-chita e poteva essere dato un maggiore impulso a quei giova-ni che non rispettano le regole della strada e non fanno un uso corretto dei dispositivi di sicu-rezza individuali, quali il ca-sco, i giubboni o bretelle cata-rifrangenti, la cintura di sicu-rezza per tutti i passeggeri che occupano il veicolo. Dopo il corso continuerò le mie attività all'interno di scuole primarie e secondarie, mia prerogativa sarà coinvolgere il comune del-la città per l'organizzazione di una sfilata, proprio per pro-muovere l'uso dei dispositivi di sicurezza individuali, quindi tutti in piazza, dai pedoni, ai ciclisti, ai motociclisti, agli automobilisti: perché insieme si può sconfiggere quel filo di ignoranza che ancora regna sull'argomento”. Giovani come agenti di cambia-mento, Giovani che si impegna-no a sconfiggere ignoranze e pregiudizi. Anche Federico Rivetti, del gruppo Giovani di Alba (Cuneo), partecipante al corso Mi-gration, ci racconta la sua esperienza, toc-cando tasti simili seppur per un corso di-verso. “Era la prima volta che partecipavo ad un campo dei Giovani di Croce Rossa, così per curiosità di conoscere questo progetto,

partito per la prima volta in questo setti-mo campo nazionale in via sperimentale, ho deciso di inviare la mia iscrizione. Sin-ceramente mi aspettavo un corso teorico, con molte lezioni frontali, invece tutto ciò di quello che avevo pensato o immaginato si è rilevato errato. Infatti l’esperienza è stata entusiasmante, diversa da tutto ciò che potevo aspettarmi, piena di attività,

All'evento sono stati invitati, come di consu-eto, anche i giovani iscritti alle altre Com-ponenti Volontaristiche della C.R.I., con il requisito di età inferiore ai trentacinque anni e con un'adeguata preparazione, frutto di esperienza associativa o extrassociativa. Questo campo, a differenza degli scorsi an-ni, è stato caratterizzato dall'innovazione, nei contenuti, nella metodoligia e nell'utiliz-zo di tecnologie, per aiutare i collettivi vul-nerabili. Come già detto, sono stati attivati vari corsi, che hanno portato e continueran-no a portare molte azioni al ritorno di cia-scun pioniere in ogni gruppo, in ogni parte d'Italia. E' l'impegno costante di questi ra-gazzi a consentire l'applicazione alla realtà che ci circonda di queste tematiche, le quali arrivano a coinvolgere ciascuna regione d'I-talia. Questo campo, come prima mossa del cam-biamento. Via anche ai corsi di formazione attivati nel periodo autunno-inverno 2011 Anche questo periodo, similmente a quanto accaduto durante quello pasquale e quello estivo, sarà denso di opportunità formative per i Giovani della C.R.I. I corsi interregionali di formazione, attivati nel rispetto del Piano Formativo nazionale e rivisti nell'ultima seduta del Consiglio Nazio-nale dei Giovani della C.R.I., sono già stati avviati ad Imola e a Verona. A Verona il nuovo campo interregionale per formare nuovi Animatori di Educazione alla Sessualità e prevenzione delle malattie ses-sualmente trasmissibili e nuovi Animatori di Attività per la Gioventù ha avuto luogo dal 7 all'11 dicembre 2011. Dopo il LeoCampo di Jesolo (VE) e il ValoRed dei precedenti anni a Verona, torna nella città scaligera il campo denominato ―Let’s Go‖. ―Andiamo avanti e diamoci una mossa‖, è questa la parola d’ordine che gridano i Gio-vani C.R.I. del Veneto a favore di una for-mazione specializzata nell’ottica di un in-tervento sul territorio sempre più professio-nale. Ad Imola (BO) invece dall'otto all'undici di-cembre ha avuto luogo il "Supercamp 3x1" con vari corsi: Corso per Operatore dell'Area Pace, corso per Operatore di Attività Socio-Assistenziali e Corso per Responsabile di gruppo di lavoro - Leader di I livello.

“L'esperienza del campo leader a Imola-racconta Chiara Leoni - è stata più for-t e e p i ù i n t e n s a d e g l i altri campi a cui avevo partecipato. La prevalenza di attività pratiche rispetto alle teoriche ha reso i 4 giorni

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mettendoci continuamente in gioco. Abbia-mo appreso gli strumenti del “Toolkit”, linee guida emanate dalla Croce Rossa Bri-tannica riguardante il tema della migrazio-ne, che vengono somministrare ai giovani studenti delle scuole inglesi dai 12 anni in su. Questo kit è basato su un percorso da svolgere, che noi stessi abbiamo affrontato durante il campo, con dei video e delle attività riguardante i migranti stessi. In questo modo siamo stati stimolati alla riflessione e abbiamo acquisito degli stru-menti fondamenti da portare nelle nostre realtà locali. È secondo me importante che in tutte le scuole si facciano questo tipo di attività perché le persone, soprattutto i giovani, hanno una mentalità chiusa a ri-guardo, pieni di pregiudizi e stereotipi. Rifarei questa scelta di nuovo, grazie ai docenti siamo riusciti a creare un gruppo coeso, lavorando così in maniera facilitata,

creando progetti costruttivi insieme. A livello locale vorrei formare un gruppo di lavoro adottando le linee guida che ho appreso durante il campo per riuscire a sensibilizzare i giovani sulle tematiche del migrante ed affrontare il muro dei pregiu-dizi, che guarda la nazionalità dell’altro piuttosto che la persona in sé‖. Giulia La Spina, Giovane del gruppo di Giarre (Catania), partecipante al corso di Pediatria chiude il filo dei pensieri Giovani C.R.I. raccontandoci la sua esperienza: “Amo i bambini! Questa è una carta vin-cente per tutti gli animatori delle attività per i giovani. Tuttavia tanta buona volontà non basta. Da quando sono diventata ani-matrice il mio approccio ai tanti piccoli vulnerabili con cui opero è cambiato: sono più sicura di me, mi metto in gioco e sorri-do tanto! Ho sperimentato negli anni molti approcci con i bambini, ma il sorriso è senz'altro quello vincente. La formazione ricevuta dai campi permette a noi giovani volontari di vivere le attività con i bambini in modo più consapevole; la spontaneità e l'allegria non è certo oscurata da una rigi-da impostazione, ma una buona organizza-zione facilita un risultato ottimale del nostro servizio. Appena saputa la notizia del 7° campo nazionale ho subito deciso di partire, senza un attimo di titubanza. Da sempre nel mio gruppo mi occupo di attivi-tà per i giovani, ma ad oggi mi sento anco-ra più ricca: ricca di coraggio, di idee, pro-getti e opportunità da spendere ora anche

in pediatria. Purtroppo nell'ospedale del nostro territorio manca quest'importantis-simo reparto. Nell'attesa e nella speranza che le cose cambino, spero di cominciare a breve a fare attività negli ospedali vicini alla mia cittadina. Nei prossimi giorni or-ganizzerò un'assemblea per raccontare ai miei colleghi la meravigliosa esperienza del campo: un concentrato di emozioni che porterò sempre con me! Con piacevole sorpresa ci siamo subito misurati in attivi-tà pratiche entrando subito nel vivo della programmAzione del campo. Sono del pa-rere che: chi "sa", non altrettanto sempli-cemente "sa fare". Pietro, Arianna e Laura, i docenti del corso, in pochi ma intensi giorni, ci hanno accompagnato in una dolce riscoperta del bambino che c'è in noi. Spe-ro di poter trasmettere nel migliore dei modi la gioia e le competenze acquisite in quest'esperienza”. Il motto del settimo campo nazionale era ―If you want to go faster, work alone. If you want to go further, work together‖. E questi Giovani partecipanti, che ci hanno testimoniato la loro esperienza, hanno ap-preso che è davvero così: lavorare in grup-po, lavorare coesi per poter raggiungere grandi obiettivi. Insieme, verso gli altri. Veronica Di BIase Rerazione PIONews [email protected]

un concentrato di esperienze ed emozioni difficilmente dimenticabili. Paure, insicurezze, caratteri diversi sono emersi senza sosta e hanno contri-buito alla formazione del leader che può esserci in ognuno di noi. Sono sod-disfatta del risultato, soprattutto per quanto riguarda i risvolti personali che ha avuto e non solo di croce rossa”. Ilaria Forte Redazione PIONews [email protected]

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il Diario di Rosario Valastro Ginevra, la Conferenza Internazionale vissuta in prima persona Ginevra, 28 novembre 2011 È sempre un'emozione iniziare l'avventura di un'esperienza internazionale. Figuriamo-ci qui, a Ginevra, dove prendo parte ai lavori della XXXI Conferenza Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, il supre-mo organo deliberativo del Movimento! Si tratta di un forum non politico che si tiene ogni quattro anni, finalizzato a con-durre gli Stati Parte alle Convenzioni di Ginevra al dialogo con le componenti del Movimento (le 187 Società di Croce Rossa e di Mezzaluna Rossa riconosciute, il Comita-to Internazionale della Croce Rossa e la Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa). Avevo già avuto l'onore di far parte della delegazione della Croce Rossa Italiana nel 2007, da Vice Ispettore Nazionale. Torno ora a Ginevra con maggiore consapevolezza e, spero, per dare un contributo utile e riportare idee, testimonianze, valori e mo-tivazione. Cerco di farlo "in diretta", po-stando il diario e le foto sui social network. La cerimonia di inaugurazione si apre con un video emotivamente importante, che fa riflettere ed aiuta a capire la giusta dire-zione da prendere, ovvero fare ciò che serve per l'umanità! Dopo i saluti del Presidente della Croce Rossa di Ginevra e della Presidente della Confederazione Elvetica, ecco tre momenti molto particolari: dapprima la testimonian-za di Najmuddin, afgano, vittima di una mina antiuomo che durante l'adolescenza lo ha privato di una gamba; adesso è diret-tore del Centro di riabilitazione del CICR a Kabul; poi Olivier, Youth coordinator della Croce Rossa del Burundi, che con grande umiltà

("La mia voce è la voce di un volonta-rio") parla dell'im-portanza dell'azio-ne dei volontari nel servizio ai rifugiati, di quanto la loro opera può fare la differenza nel cam-biamento e di co-me la loro passione possa contagiare. Proprio per questo gli Stati devono tutelarne l'azione umanitaria; infine, la procla-mazione dei sette Principi Fondamen-tali, avvenuta tra-mite un balletto che ne descrive - in maniera figurata - il potere di coinvolgi-mento dell'umanità. Seguono gli interventi del Presidente della Commissione Permanente ("Questa Confe-renza è per tutta l'Umanità!"), del Comita-to Internazionale di Croce Rossa e della Federazione delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, i quali parlano dell'au-mento delle crisi umanitarie nel mondo. La prima plenaria si conclude con un'impor-tante considerazione: non possiamo limi-tarci ad assistere, ma dobbiamo costruire un mondo senza paura, perché la paura è alla base del pregiudizio. È ora di mettere in atto la nostra azione per l'umanità ("It's time to make your move for humanity!"). Iniziano i workshop ed i side event di cui la Conferenza è piena. Hanno il compito di approfondire gli aspetti delle tematiche della Conferenza medesima (il diritto inter-nazionale umanitario e le leggi sui disa-stri). Il primo cui partecipo è organizzato dalla Federazione Internazionale e si intito-

la "Youth as drivers of a culture of non-violence and peace: the power of sports, arts and creativity". L'evento, che viene trasmesso in strea-ming, si apre con il video dello Youth on the Move che ricorda Solferino 2009 e che è sem-pre una grande e-mozione rivedere, per il ricordo di quella grande mani-festazione e per l'impatto di cambia-mento di cui ha

goduto tutto il Movimento. Subito una pro-vocazione: "Sei un modello positivo? Se no, perche'? Change yourself and act!!". Già! I giovani hanno un benefico ruolo di leadership nella cultura del dialogo, del rispetto delle differenze e della nonviolen-za. In altre parole, hanno il potere di cam-biare le loro comunità. Come? 1. cambiando la prospettiva da cui si affronta un problema, evitando che sia visto solo da una parte; 2. combattendo il bisogno, e non ali-mentandolo; 3. evitando di focalizzarsi sulle differen-ze esteriori andando, invece, alla sostanza; 4. mettendoci grande passione ("Passion is the key: if you have passion, you do!"). Quello sulla gioventù, e sul suo ruolo chia-ve nella cultura di nonviolenza e pace, è un investimento a lunga scadenza; può essere costoso, ma nessuno si può permet-tere il lusso di non farlo. Relatori esterni - tra cui il Comitato Olim-pico Internazionale - parlano dell'importan-za dello sport e dell'arte nel raggiungere gli obiettivi di cambiamento di mentalità. Parlano di varie tipologie di attività... e se le mettessimo in agenda per farle il prossi-mo 8 maggio? Intanto ho preso le brochu-re... poi vediamo Dopo, e senza soluzione di continuità, è la volta del workshop "Risposta umanitaria ai bisogni dei migranti", che si apre con una frase forte: "Are migrants entitled to hu-man rights?". Vengono descritte le espe-rienze di varie Società Nazionali. Ascolto con interesse e ho un piccolo momento di emozione quando prende la parola il Segre-tario Generale della Mezzaluna Rossa Tuni-sina, che parla anche dell'operato della CRI a Lampedusa. Durante l'evento viene di-stribuito il kit, preparato della Federazio-ne, relativo alle politiche sulle migrazioni. È pieno di spunti, mi sa che la sfida "migration", lanciata nella II Assemblea

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Nazionale dei Giovani della C.R.I., ne usu-fruirà tanto... Densa davvero questa prima giornata, e piena di emozioni. Alcuni passaggi sono formali, può essere, ma si tratta sempre di un consesso internazionale, della più gran-de organizzazione umanitaria a carattere internazionale! Vedere seduti assieme go-verni e Società Nazionali che discutono di come implementare l'azione, ricevere spunti e idee, rivedere amici e persone già conosciuti, fra cui i Presidenti della Gio-ventù con cui ho condiviso molti eventi, fa sentire volontari di Croce Rossa a 360 gra-di. Dopo, e senza soluzione di continuità, è la volta del workshop "Risposta umanitaria ai bisogni dei migranti", che si apre con una frase forte: "Are migrants entitled to hu-man rights?". Vengono descrit-te le esperienze di varie Socie-tà Nazionali. Ascolto con inte-resse e ho un piccolo momento di emozione quando prende la parola il Segretario Generale della Mezzaluna Rossa Tunisi-na, che parla anche dell'opera-to della CRI a Lampedusa. Durante l'evento viene distri-buito il kit, preparato della Federazione, relativo alle poli-tiche sulle migrazioni. È pieno di spunti, mi sa che la sfida "migration", lanciata nella II Assemblea Nazionale dei Gio-vani della C.R.I., ne usufruirà tanto... Densa davvero questa prima giornata, e piena di emozioni. Alcuni pas-saggi sono formali, può essere, ma si tratta sempre di un consesso internazionale, della più grande organizzazione umanitaria a carattere internazionale! Vedere seduti assieme governi e Società Nazionali che discutono di come implementare l'azione, ricevere spunti e idee, rivedere amici e persone già conosciuti, fra cui i Presidenti della Gioventù con cui ho condiviso molti

eventi, fa sentire volontari di Croce Rossa a 360 gradi. Ginevra, "questa conferenza è per tutta l'umanità" Ginevra, 29 novembre 2011 Inizia, sempre di buonora, la secon-da giornata di lavori alla XXXI Confe-renza Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Il Centro Congressi ci accoglie con gli emblemi della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa e l'enorme scritta "Our world. Your move. For humanity". Sarà una giornata all'insegna dell'approfondimento di alcuni dei temi più importanti per del Movi-mento: prenderò parte a quelli che, nel corso della II Assemblea Nazionale, abbia-mo deciso di scegliere come prioritari per

la nostra azione sul territorio. Per prima cosa, però, do un'occhiata al "Villaggio dell'Umanità", dove ci sono gli stand di alcune Società Nazionali, dei Di-partimenti della Federazione Internaziona-le e del CICR. Ci sono le iniziative per la sicurezza stradale: credo che il materiale che ho trovato potrà esserci utile, anche in vista della formazione e delle attività che

abbiamo in programma. Mi colpisce lo stand della Fe-derazione sulla "Resilienza", ovvero il rafforzamento delle capacità di una comunità di far fronte ai disastri ed alle vulnerabilità in generale. Si tratta di una nuova frontiera di azioni, sulle quali la Strate-gia 2020 della Federazione punta molto. E poi... c'è lo stand della Cro-ce Rossa Italiana. Fra aquiloni e guestbook, svettano le ini-ziative poste in essere, con i

rispettivi materiali, tra cui i segnalibri del Climate in Action! È il momento dei workshop, che stamattina si incentrano sul Diritto Internazionale U-

manitario: - dapprima "Le odierne sfide del Diritto Internazio-nale Umanitario", presie-duto dalla Croce Rossa Italiana. Una stanza piena di partecipanti ( vengono portate altre sedie dalle stanze attigue!) che ascol-tano i dati della CRI sulla formazione e sulle iniziati-ve; - poi "Modalità innovative di promozione del DIU a bambini e giovani", orga-nizzato dalle Società Na-zionali austriaca, britanni-ca e dai giovani della CR austriaca. Un workshop interessantissimo, che si

apre con la frase "Youth are not only the future. Youth are the present!", e che si chiude con una testimonianza della Croce Rossa Sudafricana, che ci invoglia a supera-re gli ostacoli "If the door is closed, let's use the window!". Un bel po' di idee ("grazie al DIU i bambini possono meglio capirsi l'un l'altro ed assumersi le loro re-sponsabilità per un mondo più pacifico" - potranno aiutarci nella sfida della diffu-sione del DIU nelle scuole e fra giovani; - infine, "Verso una comune strategia sulle violazioni del DIU nei videogame", dove il CICR apre il dibattito su quali strumenti giuridici o quali modalità è utile adottare per contrastare le durissime immagini di uccisione di civili, bombardamenti di po-stazioni di Croce Rossa, mine antiuomo, torture di cui alcuni giochi sono pieni. Nel primo pomeriggio, c'è lo speakers' cor-ner... e tocca a me! Parlerò di "Youth in Action"! Decisamente teso, ma anche molto onorato per l'opportunità, relaziono dell'importanza del coinvolgimento attivo della gioventù di

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Croce Rossa e della sua responsabilizzazio-ne. Mi dicono che il mio volto si illumina quan-do, alla fine dell'intervento, mi chiedono quali sono le attività peculiari della gioven-tù della CRI, ed io parlo dell'Educazione alla Sessualità ed alla prevenzione dell'AIDS e delle MST, del Climate in Acion, dell'im-pegno nelle migrazioni, nella cooperazione internazionale, nelle nuove tecnologie... Il rappresentante della gioventù della Croce Rossa del Madagascar mi chiede di lavorare

insieme per lo sviluppo dei giovani della sua Società Nazionale... Un altro parteci-panti mi dice, facendomi un po' commuo-vere: "Si vede che le tue parole vengono da cuore". Commozione che già avevo avuto appena arrivato, quando - tra gli altri - veniva proiettato il video della testimonianza rila-sciata da Flavia nel learning blog della Fe-derazione Internazionale. Già: coinvolgere i giovani significa respon-sabilizzarli e far tesoro della loro energia, dei loro ideali e delle loro conoscenze sui bisogni dei coetanei. Questo è possibile

grazie al lavori di squadra. E di questo ringrazio la mia Società Nazionale. Ginevra, 30 novembre 2011 La terza giornata della XXXI Con-ferenza Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa inizia con un momento formale ed importante allo stesso tem-po: la "roll call", ovvero l'appello delle Società Nazionali di Croce

Rossa e Mezzaluna Rossa e dei rap-presentanti degli Stati parte delle Convenzioni di Ginevra. Que-sta procedura consentirà di stabilire il numero legale per le elezioni della Commissione permanente, che si terranno stamattina. Spetta al Vertice della Croce Rossa Italiana ed all'Ambasciatore della Rap-presentanza italiana presso le organizzazioni internazio-nali a Ginevra alzare le tar-ghette con le scritte "Italie". Sui tavoli troviamo, come d'uso, il bollettino giornaliero della Conferenza, che sotto-

linea come la Croce Rossa Italiana ha "extensive training and awareness raising activities" sul Diritto Internazionale Umani-tario. La plenaria si conclude con la proclamazio-ne dei risultati: Massimo Barra, esattamen-te come quattro anni fa, è eletto alla Com-missione permanente della Croce Rossa, ottenendo il maggior numero di voti! Mi reco ad un meeting della Croce Rossa del Madagascar, che relaziona sui risultati ottenuti in termini di crescita, chiedendo ancora fiducia alle Società Nazionali par-tner, che ne sponsorizzano lo sviluppo. La Croce Rossa Italiana è fra questi!

Il pomeriggio è ricco di workshop. Io prendo parte a tre eventi che ritengo meritevoli di attenzione per i Giova-ni della CRI:

si inizia con "Frodi e abusi dell'Em-blema su internet", incentrato sulla neces-sità di combattere l ' i l lec ito ut i l izzo dell'emblema da parte di siti web che inten-dono carpire, in ma-niera fraudolenta, fiducia e danaro;

-si prosegue con "Red Cross Red Crescent World AIDS Day 2011". Si analizzano dati, si lanciano obietti-vi. In questo momento penso a tutti i Giovani della CRI impegnati in ol-tre 200 piazze, Università e locali pubblici, ai flash mob a Milano, To-rino e Trieste, dove ci sarà anche la Croce Rossa Slovena, al Convegno a Roma domenica 4 dicembre. Tutti come collegati, per condividere il medesimo obiettivo, ovvero "portare a zero i nuovi contagi! E, non a ca-so, un lungo applauso dei parteci-panti al workshop celebra l'impegno dei Volontari di Croce Rossa e Mez-zaluna Rossa nella lotta all'HIV in tutto il mondo;

infine, "Conseguenze umanitarie dei cambiamenti climatici", dove si fa il punto su questa cruciale sfida del Movimento, introdotta in Italia pro-prio dai Giovani della CRI.

La chiusura del terzo giorno di lavori è proiettata verso il futuro. Domani siamo nelle scuole, nelle Università, fra i giovani per informare. È l'1 dicembre, la Giornata Mondiale contro l'AIDS. Ma sarà l'1 dicem-bre ogni giorno fino al raggiungimento del nuovo obiettivo: portare a zero i nuovi con-tagi! E, per far questo, mobilitiamo e mo-biliteremo sempre più giovani!

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I Giovani C.R.I e le Minoranze, capire il fenomeno per abbattere lo stigma Giornata Informativa a Cassino per comprendere l'inclusione Sociale! Domenica 23 Ottobre 2011,i Giovani CRI della Provincia di Frosinone hanno organiz-zato presso la scuola San Giovanni Bosco, sita in Cassino (FR),una giornata Informati-va, avente per tema "le minoranze". Il Gruppo di Cassino in collaborazione con l'Ispettorato Provinciale ha fornito l'appog-gio logistico ed organizzarivo, che ha con-sentito la realizzazione dell'iniziativa. I Giovani hanno accolto l'iniziativa con en-tusiasmo, e vi hanno preso parte numerosi, provenienti da tutta la provincia. Il tema della giornata, è stato declinato in ogni suo aspetto, per consentire ai parteci-panti in primis una riflessione empatica, ed a seguire una fase dedicata alla di-scussione ed al confronto, su di un argomento,che molto spesso viene visto come molto lontano da noi tut-ti,quasi come se noi stessi non potessi-mo essere a nostra volta una minoran-za. I Giovani CRI intervenuti, hanno avuto modo di rendesi conto, attraverso le attività proposte dagli organizzatori, che una minoranza non può e non de-ve essere vista come una minaccia, od un problema, dissociata rispetto al contesto socio culturale in cui gravi-ta,bensi come fonte d’arricchimento sia personale per ciascuno, che per l'intero territorio. I Giovani hanno pertanto avuto modo di riflettere e comprendere quanto siano im-portanti le iniziative che hanno come o-biettivo finale l’inclusione sociale, che consente di abbattere le barriere del pre-

giudizio, e dell'ignoranza. Ci si è chiesti, anzitutto cosa sia una minoranza. Si è iniziato quindi, deli-neandone le caratteristi-che socio culturali ma anche i limiti che la con-traddistinguno. Attraver-so la peer education, strumento di educAzione della Componente Giova-ne, è stato tracciato un percorso di riflessione e deduzione, che partendo dall'identificazione o ge-nesii della minoranza, ha evidenziato il suo possibi-le passaggio da minoran-za a minoranza emargina-ta, quindi discriminata e/o perseguitata, fino alla ghettizzazione. Ogni giorno, più volte ed anche senza ren-

dercene conto,ci troviamo di fronte a ―minoranze‖, di diverso tipo, siano esse culturali, sessuali, linguistiche, etniche, ecc ecc. In molti casi noi stessi siamo parte di una

di questa minoranze senza averne consa-pevolezza. E' pertanto necessa-rio sensibilizzarci a riguardo, per poi sensibilizzare i no-stri volontari, of-frendo loro, attra-verso giornate come queste, uno stru-mento efficace di riflessione e discer-nimento, per agire sulle minoranze, da una parte identifi-candole, e soste-nendole, dall'altra sforzandoci di favo-rirne l'integrazione

sul territorio. A fine giornata, attraverso l'utile strumento delle schede di gradimento, lo staff ha con

soddisfazione riscontrato il feedback positivo ricevuto, ed il gradimento dei partecipanti per l'iniziativa.I ra-gazzi, attraverso le schede, hanno inolte segnalato il loro interesse a ripetere l’esperienza, chiedendo di approfondire i diversi aspetti che via via nel confronto hanno trovato risal-to, ampliando la loro trattazione con ulteriori aspetti inerenti l’argomento della giornata. Da tutto ciò si evince quindi che l'or-ganizzazione delle giornate temati-che, è un' esperienza fondamentale sia per il i trainer che per i parteci-panti, a tutto vantaggio della comu-nità:. i trainer, analizzando i bisogni del

territorio, e comprendendone le necessità ed i cambiamenti, forniscono attraverso l'organizzazione di una proposta formativa, (il più aderente possibile alle necessità riscontrate), uno strumento volto ad infor-mare e sensibilizzare i Giovani CRI, che a loro volta, poi su quel territorio andranno, preparati alla sfida, ad operare. Possiamo quindi dedurre che la proposta educativa e formativa della Componente Giovane, se aderente alle necessità del territorio, fornisce attraverso la partecipa-zione, uno strumento di azione, che si tra-duce nel miglioramento delle condizioni dei Vulnerabili. Praticamente... ...educare per partecipare, partecipare per agire, agire per migliorare! Giacomo Colantuono Redazione PIONews [email protected]

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Il coraggio di denunciare: anche l’indifferenza è violenza I giovani C.R.I. di Alcamo e la giornata mondiale contro la violenza sulle donne Il 25 Novembre 2011, nello scenario di Piazza Ciullo, i Giovani della Croce Rossa Italiana di Alcamo, fiancheggiati dalla Se-zione Femminile, hanno svolto attività di sensibilizzazione sulla violenza subita dalle donne in occasione della ―Giornata Interna-zionale per l’eliminazione della violenza contro le donne‖. Proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni uni-te nel 1999, la giornata ricorda il brutale assassinio delle tre sorelle Mirabal, avvenu-to nel 1960 in Repubblica Dominicana; le sorelle, donne rivoluzionarie impegnate attivamente nel contrastare il regime di Rafael Leònidas Trujillo, vennero accusate di incarnare la passione per la libertà e la giustizia. Furono rapite, condotte in un luogo nascosto, torturate e strangolate per essere infine gettate in un precipizio all’interno della loro auto, nel tentativo di simulare un incidente. L’attività si è svolta proponendo alla popo-lazione femminile, un test anonimo nel quale si è chiesto di riferire circa la propria esperienza diretta o indiretta riguardo ai vari tipi di violenza. Alla consegna del test, è stato donato un nastrino bianco e un vo-lantino con un numero verde da chiamare per denunciare eventuali violenze subite. La violenza sulle donne è, ad oggi, una grande piaga sociale, un problema troppo spesso taciuto, non riconosciuto e a tratti perfino sottovalutato. Purtroppo è un feno-meno di spicco nel nostro paese. I dati Istat non hanno bisogno di alcun commento: in Italia una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni, è vittima della violenza di un uomo. 6,7 milioni di donne hanno subito violenza fisi-ca o sessuale. 7,1 milioni di donne sono vittime di violenza psicologica. 2,7 milioni hanno subito comportamenti persecutori (stalking). Molto spesso, la violenza è ope-

ra degli stessi partner, gli uomini persecu-tori appartengono alla ristretta cerchia familiare, o sono comunque conoscenti delle vittime. Sempre secondo fonti Istat, solo il 6,2% delle violenze risulta attuata da estranei. La violenza sessuale provoca, in chi la subi-sce, una serie di danni, di natura per lo più psicologica: shock, confusione, ansia, in-sensibilità e intorpidimento. Alcune donne negano l’accaduto e ciò è più frequente quando l’aggressore è un conoscente. Inol-tre, la violenza spesso si consuma tra le mura familiari, davanti agli occhi dei figli e il danno indiretto recato ai bambini, nell’arco dei primi 15 anni di vita, è tale da indurli a negare il desiderio di formare una famiglia e di avere una relazione sana di coppia. Questo dettaglio lascia sconvolti e invita a riflettere: l’educazione al rispet-to è un dovere che tutti i cittadini hanno nei confronti dei propri figli, che altro non sono che la futura generazione di donne e uomini. Insegniamo ai bambini a rispettare le don-ne, a trattarle come pari, come persone che possono arricchire la nostra vita; inse-gniamo alle bambine a pretendere rispetto

dagli uomini che incontreranno nella loro vita, a non piegare la testa davanti alle

violenze, ad essere coraggio-se e se ce ne fosse bisogno, a chiedere aiuto. Proprio a que-sto proposito, ci p e r v i e n e un’importante testimonianza da una donna di Alcamo, Franca Viola. La sua storia, siamo nel 1965, fu allora fonte di un vero e pro-prio terremoto sociale in quan-to i fatti avven-

nero in un’epoca e in una società che non tutelavano ancora in toto la condizione femminile. La legislazione italiana, trami-te l’art.544 del codice pe-nale, ammetteva infatti la possibilità di estinguere il reato di violenza carnale, anche ai danni di una mino-renne, qualora fosse stato seguito dal cosiddetto "matrimonio riparatore" contratto tra l'accusato e la persona offesa; vale a dire, la violenza sessuale era considerata oltraggio alla morale e non reato contro la persona. Franca, all’età di 18 anni, fu rapita da un

pretendente, violentata e tenuta segregata per otto giorni prima di essere liberata. Dopo essere stata liberata, rifiutò il matri-monio riparatore e denunciò il suo stupra-tore, il quale fu processato e condannato alla galera. Da un’intervista a Franca Viola del 2006: « Non fu un gesto coraggioso. Ho fatto solo quello che mi sentivo di fare, come fareb-be oggi una qualsiasi ragazza: ho ascoltato il mio cuore, il resto è venuto da sé. Oggi consiglio ai giovani di seguire i loro senti-menti; non è difficile. Io l'ho fatto in una Sicilia molto diversa; loro possono farlo guardando semplicemente nei loro cuori ». Non abbiate, quindi, paura di denunciare le violenze subite. Magari, un giorno non troppo lontano, il 25 novembre sarà solo un giorno come un altro sul calendario… Annamaria Ginestra Gruppo Giovani C.R.I. di Alcamo [email protected]

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Un’IDEA che fa la differenza! A Cosenza una giornata tra informazione ed unione Domenica 4 Dicembre 2011 si è svolta pres-so il Comitato Provinciale di Cosenza una giornata informativa, fortemente voluta dal Gruppo Giovani C.R.I. di Cosenza e pro-mossa dall’ispettorato locale, riguardo la campagna I.D.E.A. ( Igiene, Dieta ed Edu-cazione Alimentare) e che ha visto 18 par-tecipanti. L’evento, gestito dai due formatori IDEA: Francesco e Manuela, rispettivamente del Gruppo Giovani di Cosenza e di Paola, è stato all’insegna dell’educAzione e di spun-ti preziosi di riflessione, molteplici infatti le domande a cui si è data risposta e tanti i progetti futuri ai quali si è arrivati. Una domenica alternativa resa ancora più piacevole dall’ inedita presenza di tre vo-lontari del soccorso e di tre infermiere volontarie che insieme ai Giovani di Croce Rossa si sono messi in gioco in questa nuo-va avventura, volta a diffondere nella so-cietà che viviamo stili di vita sani e saluta-ri, nonché rimarcare l’importanza dell’unione e della cooperazione tra i vo-lontari. I formatori presenti hanno mostrato ai par-tecipanti come tanti nostri comportamenti di vita siano errati e quanto non basti se-guire una semplice e corretta alimentazio-ne per restare sani e in forma, ma soprat-tutto come a questa occorra aggiungere esercizio fisico ed una buona igiene Tante gli interrogativi posti, tante le curio-sità, tanti i ―miti‖ sfatati, ed ancora tante le risate e tanta la voglia di saperne di più e continuare a crescere tutti insieme. Durante la giornata si è tenuto anche il calcolo del BMI, ossia l’indice di massa cor-porea, muniti di bilancia pesa persona, pronta a calcolare ogni ―più piccolo gram-mo di morbidezza‖, i formatori hanno chie-sto infatti ai partecipanti di riflettere in

proposito. Nonostante inizialmente si fosse creduto che il silenzio e l’imbarazzo sareb-bero calati in sala, c’è stata invece una grande complicità fra i volontari, che ha permesso loro di farsi beffa dei chili in eccesso se sopra la soglia dei cosiddetti ―normopeso‖. << Mai come domeni-ca, ho visto i volontari così uniti, complici e pronti a confrontarsi, ad imparare ed a voler essere alla pari >> - afferma Rita Lucia Giordano del Gruppo Giovani C.R.I. di Co-senza. L’incontro ha permes-so loro di comprendere a pieno che: dietro quei muri fisici che da anni dividono le com-ponenti, si nascondono

persone in grado di dar vita ad un gruppo unito dagli stessi interessi e pronto a diffonder-ne i Principi Fonda-mentali e le nuove ―sfide‖ intraprese dalla Croce Rossa Italiana; sarà infat-ti in grado di porta-re avanti nel tempo con determinazione ed impegno la Campagna. Conclude Rita Lucia

dicendo: ―Noi crediamo in questa buona ―IDEA‖ e cercheremo di trasmettere al meglio la nostra energia al prossimo!‖. Una giornata perciò da ricordare, dove la gran quantità di informazioni acquisite

permetterà di correggere le proprie cattive abitudini e magari di far ―posizionare l’ago della bilancia‖ sulla salute del nostro cor-po, con l’intento di creare una coscienza individuale e collettiva capace di migliora-re lo stile di vita che si adotta. L’articolo originale è pervenuto da Rita Lucia Giordano. Silvia Colantoni Redazione PIONews [email protected]

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A Firenze prosegue il Progetto Discoteche” Il Gruppo Giovani della C.R.I. di Firenze promuove la sicurezza stradale con la campagna di prevenzione sui rischi della guida sotto l’effetto di alcool e stupefacenti A Firenze l’8 Dicembre è all’insegna del divertimento in una delle più frequentate discoteche della città; e i Giovani della Croce Rossa del Comitato di Firenze non posso certo mancare all’appello. E’ cosi che ha inizio il ―Progetto Discote-che‖, Jacopo Caridi, Pioniere responsabile di questa attività, ci spiega che lo strumen-to vincente di questa iniziativa è proporre una sensibilizzazione rivolta ai giovani con-dotta da giovani stessi. Questo migliora notevolmente la facilità di approccio, la credibilità della fonte d’informazione e di conseguenza l’incisività del messaggio. La serata dell’8 Dicembre è la seconda tappa di questo progetto, iniziato venerdì 28 ot-tobre presso il locale ―El-pavoreal‖ nel comune di Bagno al Ripoli, e proseguito nella discoteca YAB di Firenze. L’obiettivo di questa attività è quello di distogliere i ragazzi da atteggiamenti peri-colosi quali la guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza e del casco. Tutto viene realizzato organizzando uno stand posizionato all’interno del locale, solitamente nelle zone adiacenti all’ingresso, dove vengono messi a disposi-zione dei ragazzi volantini informativi su rischi e conseguenze sull’abuso di alcolici, alcol-test, volantini informativi sulle mano-vre di primo soccorso; il tutto accompagna-to da alcuni filmati inerenti al tema tratta-to. I giovani clienti del locale vengono invo-gliati al passaggio nello stand della Croce Rossa grazie alla possibilità di vincita di biglietti d’ingresso omaggio e free-drinks,

concessi alla disco-teca ospitante, da utilizzare la settima-na successiva a quel-la dell’evento. Questi omaggi ver-ranno ritirati tramite sorteggio solamente da quei ragazzi che, dopo essersi sottopo-sti alla prova dell’etilometro risul-teranno positivi ov-vero con un livello alcolico pari a 0.00. I Giovani impiegati in ogni serata vanno dalle sei alle 10 per-

sone per serata ac-compagnati sempre da almeno due Vo-lontari del Soccorso con una formazione sanitaria appropriata al primo intervento in caso di malore. Il ―Progetto Discote-che‖ ha inizio intor-no alle ore 23, con il montaggio e la siste-mazione dello stand all’interno del loca-le; al momento dell’apertura della discoteca al pubblico i Giovani C.R.I. sa-

ranno in buona parti situati nella zona dell’ingresso a distribuire volantini infor-mativi e spiegare ai ragazzi in che cosa consisterà l’attività. Verso le ore 01.30 i volontari saranno impegnati allo stand per le prove dell’alcol test e a divulgare infor-mazioni. L’attività si concluderà verso le ore 05 del mattino con lo smontaggio dello stand e un debrifing ―a caldo‖ per poter valutare im-mediatamente le criticità riscontrate du-rante la serata e poter quindi migliorare l’effetto d’intervento nelle serata successi-ve. ―Per me è stata una bella esperienza - racconta Jacopo Caridi - tutti insieme sia-mo riusciti a creare una postazione sobria ed efficace all'interno del locale e ad atti-rare numerosissime persone alla nostra postazione. Le persone si sono dimostrate interessate all'argomento e anche i più alterati non hanno mai esagerato. Reputo questo tipo di attività un ottimo modo per avvicinarci ai Giovani in modo semplice ed efficace, arrivando a tutelare le loro e le nostre vite”. Anche Sara Chiosti, volontaria presente alla serata del ―Progetto Discoteche‖, racconta che l’attività svolta sia riuscita egregia-mente grazie anche alla puntualità e pre-parazione dei volontari e alla disponibilità del locale ―YAB‖ che è riuscito a fornire ai Volontari C.R.I. una postazione strategica e di sicuro passaggio. Risulta comunque un’esperienza da ripro-porre, sia nei locali che nei centri in cui vengono consumati maggiormente alcolici. "Hai una sola vita...sii prudente" assoluta-mente da tener a mente. Federica Sorrentino Redazione PIONews [email protected]

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Lo sport non discrimina, ma salva! Tra promozione umana ed integrazione sociale: la Nazionale di calcio della Croce Rossa Da Novembre 2010 ha ufficialmente preso il via il progetto della ―Nazionale di calcio della C.R.I.‖, in seguito al riscontro positi-vo ed alle adesioni avute durante la IIa Assemblea Nazionale Pionieri, che si è te-nuta a Milano Malpensa. L’idea nasce dalla volontà di dare un’occasione significativa ai giovani per condividere la passione verso lo sport ed al contempo per poter concretizzare una for-te esperienza fra coetanei; mentre il calcio assume in tal modo un nuovo volto, legato alla sana competizione, ma fondamental-mente imperniato sulla possibilità di inve-stire e potenziare l’intera personalità uma-na, dando la possibilità di conoscere a chi vi ha scelto di parteciparvi i Principi Fondamentali del Movimen-to. Non a caso, lo sport si configura così come lo stru-mento più adatto ad allon-tanare possibili stili di vita a rischio o eventuali disagi dovuti ad errate abitudini che si sono sedimentate nelle realtà odierne, favo-rendo anche l’integrazione ed il confronto. Nel concet-to stesso di sport sono impli-citi alcuni dei maggiori valo-ri umani: come la lealtà, l’onestà e la correttezza, la solidarietà e lo spirito di sacrificio, intesi come ideali nei quali ognuno di noi do-vrebbe trovare la sua ragion d’essere, oltre che la sua più viva e com-pleta espressione. Il progetto sottolinea l'importanza sociale

dello sport e in partico-lare il suo ruolo di pro-mozione dell'identità e di intermediazione fra gli uomini, ancor più se inserito all’interno di un prospetto ampio e dalle multi finalità co-me quello abbracciato dalla Croce Rossa Italia-na, che non dimentica mai l’umanità e le vul-nerabilità. Non viene meno la solidarietà, ma soprattutto la squadra ne diviene essenza e fulcro, una squadra finalizzata all’agire e che per tramite del gioco stesso fornisce un contributo decisivo nell'educazione e nella formazione dei gio-vani, nonché alla vita democratica e socia-

le, accettando anche la sfida urbana della Youth Declaration ― dei giovani sani rendo-no il mondo sano‖!

E’ mettersi in gioco, mettere alla prova se stessi e mostrarsi con la grinta e

l’entusiasmo dei giovani, mentre le energie si incanalano in maniera costruttiva e ricca di emozioni, quelle della sana competizione sul campo, ma anche piena di valori dall’altro, che esalta l’entusiasmo giovanile, restando però capace di dare un feedback notevole in ter-mini di immagine e promozione alla C.R.I. Rispettare le regole poi significa solidarizzare con l'avver-sario, gareggiare ad armi pari in un confronto leale fra giocatori, riba-dire l’essenzialità di norme nella vita quotidiana, come nel conflit-to. Accettare la sfida e partecipar-vi vuol dire creare quel complesso di condizioni che consentano a ciascuno di realizzarsi nella sua umanità. Ogni atleta, indipenden-temente dalla sua cultura, razza, stato sociale ha in sè la dote del

fair play, ma soprattutto la forza e la de-terminazione del potenziale agente di cam-biamento che sceglierà di essere. Il progetto, tratteggiato nel dettaglio e rivolto sia a ragazzi che a ragazze, ha oggi riscosso successo in tutta Italia e sembra destinato a prendere sempre più piede, sia perché finalizzato a fundraising, sia perché a basso costo di realizzazione, ma soprat-tutto per la sua estrema capacità di colpire nel segno, riuscendo nell’intento di creare gruppo al di là di ogni fittizio escamotage di esclusione ed ancor di più ricordandoci che ―lo sport non discrimina, ma salva!‖. Per adesioni o ulteriori informazioni riguar-do è possibile contattare il Referente Na-zionale alla e-mail : [email protected] Silvia Colantoni Redazione PIONews [email protected]

immagine di repertorio

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Padovani gran dottori La C.R.I. non opera da sola: i Dottori ―lavorano volontariamente‖ al suo fianco per aiutare le fasce vulnerabili della popolazione Un gruppo di medici del padovano, con differenti specializzazioni, hanno deciso di fornire gratuitamente il loro contributo collaborando con il Comitato Provinciale C.R.I. di Padova al fine di assicurare una prima assistenza medica alle fasce della popolazione che non si possono permettere visite mediche specialistiche. Questa collaborazione ha permesso la na-scita del progetto del poliambulatorio. Si parla di poliambulatorio poiché il Comi-tato C.R.I. di Padova svolge un servizio di assistenza ambulatoriale polispecialistica. In particolare dal Dicembre 2010 al Dicem-bre 2011 hanno collaborato figure specia-lizzate quali internisti, cardiologi, gineco-logi, otorinolaringoiatri, chirurghi, pedia-tri, dermatologi e odontoiatri. Le visite si svolgono solo su appuntamento. La segreteria è seguita dal gruppo Giovani CRI del Comitato assieme alle Infermiere Volontarie che prestano assistenza sanita-ria affiancando i medici durante le visite alle fasce vulnerabili della popolazione, coloro che non possono beneficiare dell'as-sistenza sanitaria offerta dal servizio sani-tario nazionale. L’ambulatorio è aperto due sere a settima-na dalle 18.00 alle 21.00 e il sabato matti-na dalle 9.00 alle 13.00, le Infermiere Vo-lontarie garantiscono assistenza infermieri-stica durante le restanti mattine della set-timana facendo medicazioni, misurazioni della pressione arteriosa, test della glice-mia, test di gravidanza e iniezioni; Durante le visite mediche vengono dispensati far-maci di prima necessità. In ambulatorio odontoiatrico vengono distribuiti spazzoli-ni, dentifrici e collutori per l’igiene orale.

"i principali frui-tori - Spiega un medico volonta-rio- sono uomini e donne di età compresa tra i venticinque e i cinquant’anni e Si vedono anche molti bambini. Quello che mi ha colpito maggior-mente è stato il fatto di trovarmi a contatto con molte persone vulnerabili e con situazione socio-economiche qua-si impensabili in un paese come l'Italia". "Generalmente il paziente - Continua il medico - è soddisfatto della visita. Molte volte è sufficiente un colloquio perchè han-no scarse informazioni sulla prevenzione sanitaria e su un’educazione alla salute e per questo un nostro il consulto rimane un punto di riferimento per chi ne usufruisce". Facendo una statistica i risultati dimostra-no l’efficacia del progetto. Il servizio è ormai ben conosciuto dalle persone grazie ad una buona promozione dello stesso e al passa parola di coloro che lo hanno già testato. In un’ottica lungimirante si può cogliere un duplice vantaggio da tale tipo di servizio.Se da un lato viene offerta un’assistenza me-dica specializzata a costo zero, dall’altro si auspica in una maggiore conoscenza delle norme di igiene e di buona salute da parte di quelle fasce della popolazione che per diversi motivi non sono in condizioni di

rispettarle. Valentina Pilot Redazione PIONews [email protected]

· La maggior parte degli assistiti è composta da adulti, anche se il 36% è rap-presentato da minorenni. · La presenza delle donne è inferiore e si presentano in ambulatorio soprattutto di mattina, in occasione della distribuzione dei Viveri CEE presso la sede C.R.I. di Padova · Si ha una notevole affluenza di perso-ne presso l’ambulatorio odontoiatrico, buo-na parte delle quali si presenta in visita senza aver prima fissato un appuntamento con la segreteria · Le visite specialistiche rimangono le più richieste

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Un Miracolo nel centro di Cagliari Raccolta di beneficenza a favore dei più vulnerabili Anche quest'anno, la suggestiva cornice della scalinata di Nostra Signora di Bonaria in Cagliari è stata lo sfondo dell'evento ― Miracolo di Natale‖, giunto alla sua 15°edizione. Organizzato per il 20 dicembre, la famosa raccolta di beneficenza ha contato più di una sessantina di persone coinvolte, por-tando sul campo tutte le componenti della croce rossa italiana e altri corpi volontari-stici, i quali hanno sfidato pioggia e freddo con l'unico scopo di raccogliere tutti i doni, dai generi alimentari ai giocattoli, offerti dalla popolazione Sarda e lasciati sulla scalinata; questi doni saranno in seguito re-distribuiti dal centro Diocesano di Cagliari. Cominciata alle ore 09:00 e conclusasi alle 02:00 del mattino successivo, l'intera mani-festazione è stata ripresa in più parti dalla diretta dell'emittente televisiva Sardegna 1 e presentata dal promotore dell'evento, nonché inviato della stessa, Gennaro Lon-gobardi. L'ulteriore presenza di antenne radio e ad altre emittenti televisive hanno sottolinea-to quanto forte sia l'impatto che questo tipo di organizzazione ha sul popolo isola-no. I ringraziamenti, sia per i donatori sia per coloro che, come i volontari, hanno dato una mano nella raccolta, sono giunti da tutti gli angoli dell'isola; anche alcune personalità legate alla politica hanno, loro stesse, sfidato le intemperie per salutare tutti i presenti e omaggiarli di complimenti e auguri. Una raccolta di beneficenza per i Sardi meno fortunati da parte di tutti gli altri Sardi; una sola regola da seguire: non esi-stono responsabili incaricati per la raccol-ta; il giusto modo per coinvolgere più per-sone possibili e far sì che ognuno si possa sentire parte degli ingranaggi che smuovo-no la catena umana che, dalla scalinata

agli autocarri, trasportano i pacchi-doni. “Una stanchezza infinita -afferma Alessio Degioannis-, pio-niere di Cagliari— il freddo e la piog-gia sono stati dif-ficili da combatte-re, ma la consape-volezza di aver fatto parte di qualcosa di grande va aldilà di ogni brutto momento passato”. Dello stesso avviso Simona Serrau, anche lei pioniere della croce rossa di Cagliari e ferma sostenitrice della compatezza e uni-tà dei corpi volon-taristici isolani; “sono soddisfatta, siamo

stati grandi e unici; lun-go l'intera scalinata una catena uma-na, formata da tantissimi v o l o n t a r i della croce rossa e di altri corpi, hanno colla-borato assie-me per rag-g i u n g e r e l 'obbiettivo p r i m a r i o : alleviare le s of fe renz e umane ed

essere vicino a chi ha più bisogno di aiuto garantendo l'arrivo dei doni per le feste di

Natale”. Come ormai da tradizione, anche quest'an-no la diretta televisiva ha chiuso il pro-gramma con la celebre frase ― anche quest'anno il miracolo è stato fatto‖ inten-dendo sia quanto prezioso è stato il contri-buto di chi si è reso artefice di svariati doni, sia quanto immenso è stato lo sforzo dei raccoglitori e quanto grande è stato il loro spirito nel perseguire la finalità ultima dell'organizzazione sfidando l'acquazzone. Un Miracolo natalizio diverso da quello trattato nei film, ma tanto grande da rega-lare entusiasmo e sorrisi a tutti quanti e da infondere la speranza che l'anno prossimo il successo sia maggiore di quello ottenuto in quest'ultima edizione . Stefano Corsini Redazione PIONews [email protected]

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Babbo Natale incontra i bambini Un piccolo gesto dei Giovani della CRI di Soriano nel Cimino per portare la magia del Natale ai bambini nelle scuole Natale, festa magica, dove tutti dovrebbe-ro essere felici, allegri, uniti, insieme, sen-za litigi, passando quei pochi giorni di festa in pace e armonia. Ma cos’è che rende veramente magico il Natale? Come, non lo ricordate?! Beh, ov-viamente è Babbo Natale! Quell’ omone grosso col pancione, la barba bianca, il vestito rosso, che nell’arco di una sola not-te consegna migliaia e migliaia di regali ai bambini di tutto il mondo. L’iniziativa dei Pionieri del Comitato Loca-le di Soriano nel Cimino (VT), ―Babbo Nata-le incontra i bambini‖, ha come obbiettivo quello di avvicinare i bambini alla Croce Rossa tramite questa figura a loro familia-re. L’attività è stata svolta in due giorni conse-cutivi, prima dei quali i Pionieri hanno fat-to una lunga preparazione, a partire dagli accordi con i dirigenti scolastici, fino al riempimento dei sacchettini poi donati ai bambini dal nostro Babbo Natale. I sacchet-tini sono delle semplici confezioni di carta da regalo trasparente con all’interno cin-

que caramelle ed un biglietto magico con questa frase: ‖ Auguri ai bambini, godetevi la magia del natale auguri agli adulti, tuffatevi nei ricordi della vostra infan-zia. Auguri alle persone che sof-frono, che il natale vi porti la forza per affrontare ogni co-sa. Auguri alle persone sole, che il natale vi porti la forza per andare avanti e magari chissà con qualcuno accanto. Un augurio speciale di buon Natale a tutti voi… dalla gran-de famiglia della Croce Rossa.‖ Finalmente, dopo la lunga preparazione, è arrivata la bellissima mattinata dell’attività: l’emozione in ognuno di noi, Babbo Natale che si prepara, i ragazzi che ricontano i sacchetti e pionieri e volontari del soccorso che lavorano insieme in piena armonia con la voglia di vivere questa e-sperienza fantastica. Al ―Tutti pronti! Si comincia!‖, parte la grande squadra e viene il momento più bello, quello dei contatti con i bambini nelle varie scuole, tutti felici di vedere

questo grande omone che sta per portare loro qualche minuto di di-vertimento. Dopo le bellissima sor-presa delle canzoncine che i bambini avevano preparato per i volontari e Babbo Natale, è arrivato il momento più toccante della mattinata: alla domanda ―cosa desideri ricevere per Natale?‖, una bambina, con grande spirito, ha risposto: ―Babbo, io per Natale ho chiesto un solo regalo per me, ma tanta felicità per tutti i pic-coli che soffrono‖, alla fine di que-ste parole è scattato l’applauso di tutta la classe e l’emozione dei vo-lontari è salita alle stelle. Terminata la mattinata, bambini,

maestre e genitori sono rimasti veramente soddisfatti ed emozionati per questo picco-lo gesto che, anche se piccolo, per molti ha significato tanto, anche per i volontari, vista l’armonia che pian piano si è intensi-ficata tra Pionieri e Volontari del Soccorso e che ha reso tutti entusiasti. Simone Ricci Gruppo Giovani C.R.I. di Soriano nel Cimino [email protected]

Incivolo 2011 Giovani della C.R.I. di Bari in prima linea per la simulazione di un incidente aereo Si è svolta presso l’aeroporto di Bari il 25 novembre 2011, in collaborazione con l’ENAV (Ente Nazionale di Assistenza al Volo), una simulazione di Protezione Civile: incidente in fase di atterraggio di un bo-eing 321 con 40 feriti a bordo. I giovani della CRI hanno partecipato alla realizza-zione dello scenario con truccatori e simu-latori. L’appuntamento era per le 22 presso l’aeroporto Karol Wojtyla di Bari: i Giovani

della CRI di Bari hanno partecipato con 16 simula-tori e 2 truccatori; in se-guito, si sono aggiunti altri 20 figuranti appartenenti ad altre associazioni pre-senti sul territorio. Appe-na arrivati all’aerostazione, l’ispettore dei Giovani del-la C.R.I. di Bari inizia a dividere le patologie a seconda dei codici di inter-vento: 8 codici rosso, 8 gialli, 10 verdi, 10 bianchi e 2 blu. Inizia così il lavoro

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per i 2 truccatori: si va dalle amputazioni degli arti inferiori alle ferite lacero-contuse con corpi estranei, ustioni di III grado dovute allo scoppio di un motore a infartuati, da un trauma cranico e varie fratture esposte: una maratona di trucchi che prosegue nelle 2 ore successive. Il ta-volo dove i truccatori lavoravano era diven-tato un campo di battaglia con i kit di truc-co aperti, materiali di fortuna per inscena-re corpi estranei, frammenti di ossa realiz-zati in pochissimo tempo: infatti è stato affidato ai Giovani della C.R.I. l’arduo compito di simulare. I protagonisti eravamo noi, da noi dipendeva la buona riuscita della simulazione. A mezzanotte il boeing accende i motori e si colloca sulla pista di atterraggio. Venti minuti dopo inizia la vera e propria simula-zione. I primi ad arrivare sul posto sono stati gli automezzi dei Vigili del Fuoco che si sono disposti a semicerchio dinanzi l’aereo con cannoncini e lance spara acqua direzionate sulla testa e sulla coda del veli-volo. Il veicolo con la scaletta si avvicina e, nel mentre, arriva il medico della Croce Rossa Italiana che presta servizio nel pron-to soccorso dell’aeroporto. Questo sale a bordo scortato dai Vigili del Fuoco e dal

responsabile del centro operativo delle emergenza dell’ENAV. Il medico inizia allora il triage. Dopo aver innalzato la Tor-re faro, sono stati fatti scendere per primi i codici bianchi ed i verdi, che sono stati poi caricati sul pulmino per raggiungere il posto medico avanzato (P.M.A.). Durante

queste prime operazioni, gli uomini del 118 della centrale operativa iniziano a crono-metrare i tempi di arrivo dei soccorsi: arri-vano le prime ambulanze scortate dalle autovetture dell’ENAV che fanno loro stra-da. Dopo aver soccorso i codici bianchi, sono stati soccorsi i codici rossi, caricati sulle ambulanze e trasportati in pronto soccorso, seguiti dai codici gialli: un susse-guirsi di ambulanze facevano la spola dal teatro dell’incidente al posto medico avan-zato. La simulazione si conclude alle 4 del matti-no del 26 novembre, dopo aver ricevuto i ringraziamenti dei membri dell’ENAV per la buona riuscita della simulazione. L’articolo originale è pervenuto in redazio-ne da Fabio Mittica del Gruppo Giovani C.R.I. di Bari, [email protected] Veronica Di Biase Redazione PIONews [email protected]

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