Emmaus Dicembre 2011

24
Il Natale per noi ANNO 5 - N. 4 DICEMBRE 2011 - Piazza Libertà, 2 - 30024 MUSILE DI PIAVE - Tel. e Fax 0421.52308 - E-mail: [email protected] MUSILE DI PIAVE, CHIESANUOVA, MILLEPERTICHE, PASSARELLA, SANTA MARIA DI PIAVE, CAPOSILE Nel periodo natalizio la redazione di “Emmaus” cerca puntualmente di escogitare nuove riflessioni su questa festività. Non è sempre facile innovare e non è sempre facile offrire ai lettori articoli che non trattino argomenti noti, quasi noiosi. Ma il Natale non può essere noioso e dire questo non è semplicemente prendere posizione, dire questo non significa solo pensarlo: dire questo significa essere pronti a testimoniarlo. E chi – pensando alla nostra collaborazione – potrà mai essere chiamato a un così arduo compito? I sacerdoti e, con loro, gli educatori, invero i tanti amici che donano parte del loro tempo alla comunità con uno scopo: trasmettere il messaggio cristiano. Dopo questa breve introduzione inizia la riflessione: se è vero che gli educatori sono chiamati a trasmettere il messag- gio cristiano, come debbono farlo e perché lo debbono fare? Si discute spesso di come le nuove generazioni di cristiani siano completamente diverse da quelle precedenti, tanto da costringere noi educatori a ripensare non solo al modo con cui testimoniamo la Parola ma anche al perché; perché educare alla tradizione e all’insegnamento cristiano in un mondo in cui questi valori sembrano essere anacronistici se non, addirittura, disprezzati? A priori le risposte potrebbero essere due e anche molto semplici: siamo scemi e perditempo o non abbiamo capito nulla del mondo contemporaneo. Ebbene, tentando di avvicinarmi ad una risposta, desidero premettere che le contingenze sociali e storiche che sembrano essere avverse al pensiero cristiano e che ostacolano la missione dell’educatore non sono affatto ostacoli, bensì sfide che debbono essere colte per innovarci senza perdere il punto di riferimento iniziale: i valori cristiani. Oggi non possiamo più pensare di educare con il vecchio metodo della “dottrina” col quale si davano in pasto ai giovani nozioni o riflessioni, più o meno articolate, inerenti Dio, Gesù, gli apostoli. I giovani vanno spronati, vanno incoraggiati a riflettere, a parlare e a confrontarsi. Affinché oggi possa esserci educa- zione non è possibile pretendere di impostare lezioni o incontri sul semplice “parlare” o sul semplice “proporre”: è necessario avere il coraggio di pretendere, quasi di imporre, la riflessione e l’approccio critico alle questioni, come lo è, ad esempio, in questo numero di “Emmaus” lo stile dell’amico Federico Contarin. Così anche la riflessione sul Nata- le vuole essere incentrata fondamentalmente sull’approccio critico: non si può più educare dicendo che “Gesù bambino era buono”, non si può più educare dicendo che il “Natale è una festa importante per noi cristiani perché nasce Gesù e lui è nostro amico”. No, non credo sia più possibile questo approccio. Si cerchi invece di avvicinarsi alla riflessione, al dibattito sul “perché”, senza temere le risposte. Per Natale il mio augurio vuole essere questo, rivolto a tutti gli educatori (che sono veramente tanti, veramente disponibili e sempre pronti a cogliere nuove sfide!): non abbiate paura di educare al vero cristianesimo e non abbiate paura delle sfide. Il nostro Natale, il nostro rinnovamento, e la nostra capacità di comprendere il Natale, sta proprio nella nostra capacità di accogliere il nuovo, senza perdere di vista la “COMETA” – quasi richiamando la concezione del tempo secondo Sant’Agostino: “distensio animi” (le tre dimensioni del tempo, secondo Sant’Agostino, non sono altro che tre articolazioni del distendersi dell’anima: il ricordo, il prestare attenzione a qualcosa, l’attesa. L’anima consente di connettere le tre dimensioni temporali in un’unità. La conseguenza é che, se non ci fosse l’anima, non ci sarebbe il tempo). E sul perché gli educatori desiderano, nonostante le circostanze citate, continuare a trasmettere questi insegnamenti e a donare il loro tempo la risposta è presto data: ci credono. Non temono l’incertezza, non temono certo relativismo perché non hanno perso di vista la “COMETA”. Luca Cadamuro Buon Natale a tutti!

description

Collaborazione Pastorale di Musile di Piave - Emmaus Dicembre 2011

Transcript of Emmaus Dicembre 2011

Page 1: Emmaus Dicembre 2011

Il Natale per noiANNO 5 - N. 4 DICEMBRE 2011 - Piazza Libertà, 2 - 30024 MUSILE DI PIAVE - Tel. e Fax 0421.52308 - E-mail: [email protected]

MUSILE DI PIAVE, CHIESANUOVA, MILLEPERTICHE,PASSARELLA, SANTA MARIA DI PIAVE, CAPOSILE

Nel periodo natalizio la redazione di “Emmaus” cerca puntualmente di escogitare nuove riflessioni su questa festività. Non è sempre facile innovare e non è sempre facile offrire ai lettori articoli che non trattino argomenti noti, quasi noiosi. Ma il Natale non può essere noioso e dire questo non è semplicemente prendere posizione, dire questo non significa solo pensarlo: dire questo significa essere pronti a testimoniarlo. E chi – pensando alla nostra collaborazione – potrà mai essere chiamato a un così arduo compito? I sacerdoti e, con loro, gli educatori, invero i tanti amici che donano parte del loro tempo alla comunità con uno scopo: trasmettere il messaggio cristiano. Dopo questa breve introduzione inizia la riflessione: se è vero che gli educatori sono chiamati a trasmettere il messag-gio cristiano, come debbono farlo e perché lo debbono fare? Si discute spesso di come le nuove generazioni di cristiani siano completamente diverse da quelle precedenti, tanto da costringere noi educatori a ripensare non solo al modo con cui testimoniamo la Parola ma anche al perché; perché educare alla tradizione e all’insegnamento cristiano in un mondo in cui questi valori sembrano essere anacronistici se non, addirittura, disprezzati? A priori le risposte potrebbero essere due e anche molto semplici: siamo scemi e perditempo o non abbiamo capito nulla del mondo contemporaneo.

Ebbene, tentando di avvicinarmi ad una risposta, desidero premettere che le contingenze sociali e storiche che sembrano essere avverse al pensiero cristiano e che ostacolano la missione dell’educatore non sono affatto ostacoli, bensì sfide che debbono essere colte per innovarci senza perdere il punto di riferimento iniziale: i valori cristiani. Oggi non possiamo più pensare di educare con il vecchio metodo della “dottrina” col quale si davano in pasto ai giovani nozioni o riflessioni, più o meno articolate, inerenti Dio, Gesù, gli apostoli. I giovani vanno spronati, vanno incoraggiati a riflettere, a parlare e a confrontarsi. Affinché oggi possa esserci educa-zione non è possibile pretendere di impostare lezioni o incontri sul semplice “parlare” o sul semplice “proporre”: è necessario avere il coraggio di pretendere, quasi di imporre, la riflessione e l’approccio critico alle questioni, come lo è, ad esempio, in questo numero di “Emmaus” lo stile dell’amico Federico Contarin. Così anche la riflessione sul Nata-le vuole essere incentrata fondamentalmente sull’approccio critico: non si può più educare dicendo che “Gesù bambino era buono”, non si può più educare dicendo che il “Natale è una festa importante per noi cristiani perché nasce Gesù e lui è nostro amico”. No, non credo sia più possibile questo approccio. Si cerchi invece di avvicinarsi alla riflessione, al dibattito sul “perché”, senza temere le risposte.

Per Natale il mio augurio vuole essere questo, rivolto a tutti gli educatori (che sono veramente tanti, veramente disponibili e sempre pronti a cogliere nuove sfide!): non abbiate paura di educare al vero cristianesimo e non abbiate paura delle sfide. Il nostro Natale, il nostro rinnovamento, e la nostra capacità di comprendere il Natale, sta proprio nella nostra capacità di accogliere il nuovo, senza perdere di vista la “COMEtA” – quasi richiamando la concezione del tempo secondo Sant’Agostino: “distensio animi” (le tre dimensioni del tempo, secondo Sant’Agostino, non sono altro che tre articolazioni del distendersi dell’anima: il ricordo, il prestare attenzione a qualcosa, l’attesa. L’anima consente di connettere le tre dimensioni temporali in un’unità. La conseguenza é che, se non ci fosse l’anima, non ci sarebbe il tempo).E sul perché gli educatori desiderano, nonostante le circostanze citate, continuare a trasmettere questi insegnamenti e a donare il loro tempo la risposta è presto data: ci credono. Non temono l’incertezza, non temono certo relativismo perché non hanno perso di vista la “COMEtA”. Luca Cadamuro

Buon Natale a tutti!

Page 2: Emmaus Dicembre 2011

Quest’anno lo spazio dedicato alla “contabilità” del nostro periodico Emmaus è stata affidata a me...Sebbene credo sia superfluo elencare i costi che un giornale con queste caratteristiche comporti, ribadendo – qualora fosse necessa-rio – che coloro che vi scrivono lo fanno a titolo di servizio gratuito, penso che riportare voci come: stampa a colori, carta, permessi pos-sa contribuire a far passare il messaggio che maggiormente ci sta a cuore.Faccio parte di questa redazione da più di vent’anni e le cose con il tempo sono enormemente cambiate: se inizialmente era un “giorna-letto” semplice che si batteva a macchina – anzi la stessa redazione lo faceva – con il passare degli anni si è cercato di migliorarne sia l’impatto visivo sia contenutistico.Per poi, infine, fare un ulteriore salto di qualità: dal giornaletto/fo-glietto strettamente parrocchiale si è pensato a qualche cosa di più ampio respiro: qualche anno fa è nato “Emmaus”, il giornale della collaborazione parrocchiale.In questi anni si è cercato di rendere il nostro giornale non solo il luo-go in cui si raccontano “i fatti delle nostre parrocchie” – campiscuola, attività, incontri... - ma anche un posto dove fornire spunti di riflessio-ne, proporre degli strumenti, affrontare tematiche che ci interrogano nella vita di tutti i giorni.Ovviamente, come dicevo inizialmente, per poter “creare” un prodot-to di questo tipo ci sono degli inevitabili costi, costi ai quali – verso fine anno – chiediamo alle famiglie della collaborazione di contribuire (€ 15,00 annui per aiutare a coprire le spese sia di “Emmaus” sia della stampa degli avvisi settimanali): purtroppo, però, il tipo di risposta che riceviamo è esigua… sono molte, moltissime le famiglie che igno-rano la nostra richiesta.A dire il vero, all’inizio di quest’anno, facendo un po’ il bilancio di quanto spendiamo per la realizzazione del nostro giornale e quanto riceviamo come contributo, ci siamo chiesti se ci fosse qualche cosa che non andava e fosse necessario cambiare: consegniamo il giorna-le solo a chi lo desidera? Facciamo molte meno copie e le lasciamo in chiesa: chi lo desidera lo prende e magari lascia un piccolo contributo?Poi abbiamo pensato, dal momento che i commenti che riceviamo su “Emmaus” sono sempre positivi, che cambiare le cose fosse sbaglia-to … e abbiamo deciso di non lasciare la strada storica: ci piace fare un giornale a colori, con una bella carta, con molte pagine e ci piace che tutti, proprio tutti lo ricevano.Quello che vi chiedo, quindi, a nome di tutta la redazione e dei no-stri sacerdoti non è quello di pagare una tassa per acquistare “Em-maus”, ma, proprio perchè “Emmaus” è il giornale della nostra col-laborazione, ovvero di ogni famiglia, di ogni persona, di chi lavora in parrocchia, di chi non frequenta… di contribuire economicamente, e non solo, alla sua realizzazione.

Barbara Fornasier

2

NoN paghiamo Emmaus…

CoNTRiBuiamo a faRlo!

Il Natale per noi

ANNO 5 - N. 4 DICEMBRE 2011 - Piazza Libertà, 2 - 30024 MUSILE DI PIAVE - Tel. e Fax 0421.52308 - E-mail: [email protected]

MUSILE DI PIAVE, CHIESANUOVA, MILLEPERTICHE,

PASSARELLA, SANTA MARIA DI PIAVE, CAPOSILE

Nel periodo natalizio la redazione di “Emmaus” cerca puntualmente di escogitare nuove riflessioni su questa festività.

Non è sempre facile innovare e non è sempre facile offrire ai lettori articoli che non trattino argomenti noti, quasi noiosi.

Ma il Natale non può essere noioso e dire questo non è semplicemente prendere posizione, dire questo non significa

solo pensarlo, dire questo significa essere pronti a testimoniarlo. E chi – pensando alla nostra collaborazione – potrà

mai essere chiamato a un così arduo compito? I sacerdoti e, con loro, gli educatori, invero i tanti amici che donano

parte del loro tempo alla comunità con uno scopo: trasmettere il messaggio cristiano.

Dopo questa breve introduzione, però, inizia la riflessione: se è vero che gli educatori sono chiamati a trasmettere il

messaggio cristiano, come debbono farlo e perché lo debbono fare? Si discute spesso di come le nuove generazioni di

cristiani siano completamente diverse da quelle precedenti, tanto da costringere noi educatori a ripensare non solo al

modo con cui testimoniamo la Parola ma anche al perché; perché educare alla tradizione e all’insegnamento cristiano

in un mondo in cui questi valori sembrano essere anacronistici se non, addirittura, disprezzati?

A priori le risposte potrebbero essere due e anche molto semplici: siamo scemi e perditempo o non abbiamo capito

nulla del mondo contemporaneo.Ebbene, tentando di avvicinarmi ad una risposta, desidero premettere che le contingenze sociali e storiche che sem-

brano essere avverse al pensiero cristiano e che ostacolano la missione dell’educatore non sono affatto ostacoli bensì

sfide che debbono essere colte per innovarci senza perdere il punto di riferimento iniziale: i valori cristiani. Oggi non

possiamo più pensare di educare con il vecchio metodo della “dottrina” col quale si davano in pasto ai giovani nozioni

o riflessioni, più o meno articolate, inerenti Dio, Gesù, gli apostoli.

I giovani vanno spronati, vanno incoraggiati a riflettere, a parlare e a confrontarsi. Affinché, oggi, possa esserci edu-

cazione non è possibile pretendere di impostare lezioni o incontri sul semplice “parlare” o sul semplice “proporre”, è

necessario avere il coraggio di pretendere, quasi di imporre, la riflessione e l’approccio critico alle questioni, come lo

è, ad esempio, in questo numero di Emmaus lo stile dell’amico Federico Contarin. Così anche la riflessione sul Natale

vuole essere incentrata fondamentalmente sull’approccio critico: non si può più educare dicendo che “Gesù bambino

era buono”, non si può più educare dicendo che il “Natale è una festa importante per noi cristiani perché nasce Gesù

e lui è nostro amico”. No, non credo sia più possibile questo approccio. Si cerchi invece di avvicinarsi alla riflessione,

al dibattito sul “perché”, senza temere le risposte.

Per Natale il mio augurio vuole essere questo, rivolto a tutti gli educatori (che sono veramente tanti, veramente dispo-

nibili e sempre pronti a cogliere nuove sfide!): non abbiate paura di educare al vero cristianesimo e non abbiate paura

delle sfide. Il nostro Natale, il nostro rinnovamento, e la nostra capacità di comprendere il Natale, sta proprio nella

nostra capacità di accogliere il nuovo, senza perdere di vista la “cometa” – quasi richiamando la concezione del tempo

secondo Sant’Agostino: distensio animi. Le tre dimensioni del tempo, secondo Sant’Agostino, non sono altro che tre

articolazioni del distendersi dell’anima: il ricordo, il prestare attenzione a qualcosa, l’attesa. L’anima consente di con-

nettere le tre dimensioni temporali in un’unità. La conseguenza é che, se non ci fosse l’anima, non ci sarebbe il tempo).

E sul perché gli educatori desiderano, nonostante le circostanze citate, continuare a trasmettere

questi insegnamenti e a donare il loro tempo la risposta è presto data: ci credono.

Non temono l’incertezza, non temono certo relativismo

perché non hanno perso di vista la “cometa”.

Luca Cadamuro Buon Natale a tutti!dicembre 2011

Page 3: Emmaus Dicembre 2011

3dicembre 2011

Anche quest’anno è Natale... non è certo una novità, qualcuno penserà tra sé e sé... un anno è trascorso in cui abbiamo assistito a guerre, crisi economiche ed ogni genere di fatti e misfatti. So-prattutto questi ultimi ci impressionano e lasciano un segno in noi. Ma allora Cristo cosa è venuto a fare? Ce lo si potrebbe chiedere: è logicamente comprensibile una simile domanda: sembra infatti che nulla sia cambiato nel mondo da prima che Egli venisse a salvarci; tutto gira più o meno allo stesso modo: violenze, perver-sioni, malvagità opprimono l’umanità non diversamente da come avveniva al tempo di Nostro Signore e in precedenza. Dunque il sacrificio di Cristo e il beneficio conseguente da esso verrebbero ad essere inutile il primo ed inesistente il secondo. Eppure, se noi credenti festeggiamo il Natale, lo facciamo perché crediamo che Dio non s’è fatto uomo invano. Cos’è cambiato allora dalla venuta di Cristo in poi?Vorrei provare a rispondere con un’altra domanda: cosa si festeg-gia a Natale? Beh, il Natale di Nostro Signore, appunto, la Natività di Cristo!...Quasi un suo compleanno...un’altra domanda: che sen-so ha festeggiare un compleanno, un anniversario? Sembra cor-retto dire che sono forme di celebrazione di persone o fatti che si danno “in atto”, cioè esistenti, pienamente vivi!...Non si festeggia il compleanno di una persona defunta: si celebra il compleanno di persone ancora in vita! Dunque noi col Natale ci rallegriamo per il compleanno di un Festeggiato che è vivo! E’ vivo e vive ancora per noi! Non è un sensazionalismo da poco: Egli è vivo, e vitale è ciò che ci dice, il suo messaggio per noi, foriero di vita e pienezza! Sì, dirà qualcuno, ma allora il male nel mondo? Perché non è sta-to divelto dalla venuta di Cristo? Che cosa è cambiato da quella venuta? E’ finalmente cambiato questo, credo: che a noi tutti uo-mini è stata data la possibilità di sconfiggere il male, o almeno, di contribuire a questo! E tutto ciò grazie al divino insegnamento del Cristo che ci vuole far partecipi della sua vittoria finale nella sua Seconda Venuta: la scelta di aderire al suo disegno di Amore e di Bene per noi, spetta a noi stessi in libertà - perché è rispettando la nostra libertà che Nostro Signore ci chiama! Nel compiere questa scelta di Bene e d’Amore troveremo noi stessi, quello che siamo davvero: Figli di Dio, esseri divini che hanno nell’Amore l’essenza del proprio essere! Ma la consapevolezza d’esser figli di Dio, la fiducia che ci deriva da ciò, e la forza che in noi Dio infonde passa attraverso Cristo e lo Spirito Paraclito che da Padre e Figlio pro-cede. Ecco dunque il Bene che abbiamo ricevuto da quando Dio è sceso dal cielo e s’è fatto uomo per farci suoi figli! Ecco perché a noi cristiani piace festeggiare il Natale! Chiediamo a Dio che ci conceda di festeggiarlo in pienezza. Buon Natale!

Federico Contarin

BUON NATALE = BUON cOmpLEANNO

Page 4: Emmaus Dicembre 2011

4 dicembre 2011

Anche quest’anno il vescovo ha presentato la sua lettera pastorale dal titolo “UNA MERAVIGLIA AI NOSTRI OCCHI. Cristiani adul-ti in una chiesa adulta”, in cui, dopo una serie di osservazioni e interrogativi, indica come campo specifico di impegno pastorale per la nostra diocesi quello della for-mazione cristiana degli adulti.La fede va intesa come risposta a una iniziativa che ha per prota-gonista Dio e che ci giunge attra-verso la necessaria mediazione di Gesù di Nazareth.Essa non è anzitutto un cammino verso Dio, e tanto meno una “con-quista” di Dio, un raggiungerlo con le proprie forze. E’ questa una di-mensione essenziale dell’essere cristiani, che illumina di una luce particolare il senso dell’esistenza: ci si sente chiamati, raggiunti da Dio; si scopre in Lui qualcosa di inatteso, di non immaginabile. In questo senso Dio non ci si impone, non ci si presenta come necessa-rio ed evidente, tale da costringer-ci a riconoscerlo ed a accoglierlo, magari controvoglia e per timore. Il Dio cristiano è gratuito, impensa-to, sorprendente, come un invito che non ci saremmo mai aspettati, come un gesto d’amore che mai avremmo pensato di ricevere, un dono giuntoci senza alcun preav-viso. Una delle più espressive im-magini di questo “umile” presen-tarsi di Dio all’uomo è la semplice ma efficacissima parabola del te-soro nel campo: “Il regno dei cie-li è simile ad un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova, lo nasconde, poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo”. Qui vi è sorpresa, stupore, gioia talmente inconteni-bile da indurre a vendere i propri averi. Questa dovrebbe essere l’immagine della fede come rispo-sta alla chiamata sorprendente di Dio, un’immagine che si dovrebbe imprimere nella nostra mente e nel nostro cuore e motivare la nostra relazione con Dio, la nostra vita spirituale, la nostra appartenenza alla chiesa, la nostra testimonian-

za nella comunità cristiana e al di fuori di essa. L’educazione cristia-na è essenzialmente la condivisio-ne dello stupore, della meraviglia sperimentata nel sentirci chiamati da Dio e resi suoi interlocutori, de-

stinatari del suo amore.A questo punto do ragione anche alla scelta del titolo di questa let-tera, forse un po’ strano a prima vista. Sono le parole del salmo 118 che Gesù cita raccontando la parabola dei vignaioli malvagi, in riferimento al figlio inviato e ucci-so, cioè a se stesso.Il racconto drammatico di que-sta parabola, in cui si esprime in sintesi la vicenda di Gesù rifiutato dal suo popolo, si conclude con il riconoscimento della meraviglia che l’opera del Padre suscita: la pietra scartata diventa pietra d’an-golo.La fede non perviene alla maturità, non diventa adulta, se non è fatta anche di stupore, di meraviglia, di incanto,se non produce sussulti di gioia di fronte a Dio e alla sua ope-ra, sapendo che la sua opera più grande è Gesù, il figlio che il Pa-dre ha donato al mondo “perché il mondo sia salvato da Lui”.Sembra che per molti Gesù sia “pietra scartata”, figura insignifi-

cante per la propria vita.Forse anche per alcuni cristiani è, per così dire, una pietra tra le altre pietre nella costruzione della pro-pria esistenza. Ma per chi cerca di essere adulto nella fede , Gesù Cristo è la “pietra angolare”, quel-la che sostiene l’edificio: dunque non elimina le altre pietre, cioè le altre realtà e dimensioni dell’esi-stenza, ma le sostiene, le valoriz-za, trasmette loro senso e valore.Tutto ciò, accolto nell’esistenza, diviene “una meraviglia ai nostri occhi”.Ma solo gli occhi di una fede non superficiale, seriamente incammi-nata verso una maturazione, san-no scorgere questa meraviglia.Ai bambini del catechismo, ai loro genitori, ai catecumeni adulti, ai giovani, ai cristiani dalla fede in-certa che cercano Dio, si dovrà riuscire a comunicare l’esperienza di questa meraviglia.Solo da essa scaturisce un annun-cio del Vangelo convincente e co-raggioso.

Anna Scappatura

P.S.: Un grazie al nostro Vesco-vo per questo nuovo cammino di fede che ci sta davanti.

DA ADULTI NELLA cHIESA

Page 5: Emmaus Dicembre 2011

5dicembre 2011

La Caritas Italiana il 2 luglio ha compiuto 40 anni.Ripercorriamo brevissimamente il suo cammino. Viene costituita con decreto del cardinale Antonio Poma, presidente della CEI (Confe-renza Episcopale Italiana) il 2 luglio 1971, per volere di Paolo VI sulla spinta del rinnova-mento del Concilio Vaticano II. Negli anni che vanno dal 1972 al 1976 prendono avvio le prime Caritas diocesane e

Caritas Italiana si struttura in vari uffici. E’ con il terremoto del Friuli del 6 maggio del 1976 che avviene una grande mobilitazione delle Caritas diocesane per aiutare i paesi colpiti dal sisma e nasce l’esperienza dei gemellaggi. E’ di questi anni la realizzazione del piano di lavoro per dare applicazione al principio statutario della funzione “pedagogica” della Caritas.Nel 1975 la CEI consegna alla Caritas Italiana lo Statuto (che verrà approvato, con alcune modifiche, nel 1991). Nel 1977 il Presidente della Repubblica con proprio decreto riconosce la personalità giuridica della fondazione di religione denominata “Caritas Italiana”.In occasione quindi del 40° anniversario della sua fondazione, Caritas Italiana ha riletto attraverso dibattiti, convegni e riflessioni un percorso di confronto sui temi e sulle scelte pastorali con l’obiettivo di sviluppare per il futuro, in contesti che cambiano velocemente, il suo ruolo all’interno delle tematiche che riguardano i poveri e le opere, gli immigrati, la chiesa, la funzione pedagogica, la comunicazione, le politiche sociali, gli studi e le ricerche, valorizzando in particolare “l’aspetto della MEMORIA nel senso di recupero di una “me-moria essenziale” della presenza e dell’azione Caritas in 40 anni e l’aspetto della PROFEZIA, nel senso di fedeltà al mandato per il rilancio e lo sviluppo della prevalente funzione pedagogica della Caritas.”.Ma qual è il ruolo delle Caritas parrocchiali? In quanto organismi pastorali istituiti per animare le parrocchie attraverso il metodo di ascoltare, osservare, discernere per animare, sono costituite da un gruppo, a volte anche minimo, di persone presieduto dal par-roco, che lo aiutano sul piano “della animazione alla testimonianza della carità “ ed il loro obiettivo principale è quello di realizzare - partendo da concrete emergenze, bisogni o esigenze - percorsi pedagogici finalizzati al cambiamento concreto negli stili di vita ordinari dei singoli e delle comunità.Insomma, le parole d’ordine e le linee guida della Caritas sono molteplici e passano attraverso la solidarie-tà, l’educazione alla pace e alla carità, la corresponsabilità, il dialogo, la giustizia, la cura del creato, la lotta alla povertà, il disagio e l’esclusione sociale, senza mai dimenticare la funzione pedagogica ed educativa alla carità, come testimonianza autentica di adesione al Vangelo di Gesù, continuando, anzi, a praticare quella carità che “tende a liberare le persone dal bisogno e quindi a renderle protagoniste della propria vita”.E’ anche importante ricordare che la solidarietà non può essere improvvisata e nascere semplicemente da sentimenti estemporanei, ma ha bisogno di preparazione e di studio, di conoscenza della realtà in cui si va ad operare. Richiede, inoltre, che siano messe in atto scelte sociali, economiche, politiche e religiose dove la centralità deve essere il bene dell’individuo e quindi della comunità. Serve, pertanto, una solidarietà “struttu-rale” che re-inserisca nella società coloro che ne sono stati estromessi, una solidarietà che garantisca i diritti fondamentali dei cittadini, soprattutto dei più indifesi.Ma concretamente cosa può fare una Caritas parrocchiale e in che ambiti si muove? La Caritas parrocchiale di Musile con la collaborazione di vari organismi negli ultimi due anni si è prodi-gata così:

RIEpILOGO ATTIVITà CARITAS (ULTIMI 2 ANNI E pROGRAMMI fUTURI)Dal 16 al 30 ottobre 2009 - In collaborazione con il Gruppo MissionarioCiclo di incontri “L’amore della verità: La chiesa in dialogo con il mondo”Tre serate sui temi fondamentali della Dottrina Sociale della Chiesa: LA CHIESA SI IMMERGE NEI PROBLEMI SOCIALI (dal 1800 al 1958)LA CHIESA IN DIALOGO CON IL MONDO (Papa Giovanni XXIII e il Concilio Vaticano II)LA CHIESA NELLA SOCIETA’ ATTUALE (Papa Giovanni Paolo II e Papa Benedetto XVI)Relatore: professor Bruno Perissinotto, insegnante di Dottrina Sociale della Chiesa.17e 25 ottobre 2009 - Raccolta indumenti usati e raccolta ferro26 novembre 2009 - Incontro con l’assessore alle politiche sociali Gianni Tamai e con l’assistente sociale Martina Ormenese per discutere delle situazioni di solitudine nel territorio.Avvento 2009 - Consegna auguri natalizi agli anziani 11 febbraio 2010 - Giornata del malato 8 marzo 2010 - Incontro della Caritas con Antonio Sforzin e Ugo Bertoldero, del Comitato immigrazione Veneto Orientale, in vista di una possibile festa multietnica.11 marzo 2010 - Presso la Parrocchia di Mussetta, a San Donà: partecipazione all’Incontro vicariale “Rapporto sulle povertà”

cArITAS ITALIANA:40 anni con gli “ultimi”

Page 6: Emmaus Dicembre 2011

La Collaborazione Pastorale e la Caritas di Musile, a proposito di un aiuto semplice, concreto a tanti giovani e adulti che sono senza la-voro, hanno presentato, nell’aprile scorso, l’iniziativa “UNA GOCCIA NEL MARE”.Precisiamo subito che pure l’of-ferta di lavoro occasionale, perché di questo tipo di aiuto si tratta, va retribuita secondo le norme vigen-ti, per salvaguardare chi offre il lavoro e chi è prestatore d’opera, dando in tal modo anche prova di comportamento legale e di retta coscienza.Approfittiamo quindi di aggiornare i nostri lettori sull’iniziativa già in-trapresa da alcuni mesi e con ef-fetti, nel complesso, positivi. Ab-biamo avuto richieste di lavoro da parte di persone straniere, di cui 45 donne e 15 uomini, provenienti da varie nazionalità, come Nigeria,

Algeria, Marocco, Ucraina, Molda-via; per quanto riguarda gli italia-ni, invece, 22 donne e 23 uomini provenienti, oltre che da Musile, da Millepertiche, Chiesanuova, S. Maria di Piave, S. Donà, Jesolo, Ceggia, Noventa, Fossalta, Meolo, per un totale di 105 persone. Da sottolineare che non sempre chi fa domanda di lavorare sod-disfa l’esigenza del richiedente, per mancanza di specializzazione, ma nel contempo, attraverso le diverse offerte (n° 20), emergono opportunità per chi non chiede la-voro occasionale, bensì a tempo indeterminato: vedi la sistemazione di 6 per-sone come badanti e 2 per lavori domestici. Chi non fosse ancora a co-noscenza della prassi da seguire per accendere un regolare rapporto di lavo-

ro occasionale, è pregato di rivol-gersi al Sig. SANTINO MARSON (0421-330030) o alla Sig.ra LO-REDANA LORENZI (0421-54728) oppure telefonare in CANONICA (0421-52308) dalle 9 alle 12 – dalle 15 alle 18.Invitiamo pertanto tutti, di fronte a casi di impellente necessità, a ripensare, con coscienza e matu-rità, a questa possibile proposta di lavoro, perché...TANTE GOCCE FORMANO UN OCEANO...

Santino e Loredana

6

Aprile 2010 - Proposta di raccolta permanente di viveri in Chiesa, articolo su “Emmaus” sulla povertà e la crisi economica, realizzazione di un cartellone da affiggere in bacheca per trovare beni materiali richieste dalle persone in difficoltà. Riflessione sui temi del riuso solidale.Domenica 2 maggio 2010 - Festa della Casa Rossa8-9 maggio 2010 - Raccolta FerroDomenica 30 maggio 2010 - “Che bella la terza età in festa”: S. Messa e pranzo comunitarioDall’8 al 22 ottobre 2010 - Ciclo di incontri “Io ho un sogno, nuovi stili di vita”, con don Gianni FazziniOttobre 2010 - Avvio incontri per il commercio equo e solidale con l’Associazione Volontariato MusileDomenica 14 novembre - Giornata del RingraziamentoDall’8 dicembre 2010 - Auguri di Natale per gli anzianiDal 12 novembre 2010 - Proposta all’Amministrazione Comunale di diminuire le luminarie natalizie a favore delle famiglie alluvionate nelle pro-vince di Padova, Vicenza e Verona. A fine novembre: incontro di una delegazione Caritas con l’assessore alle attività produttiva per promuovere una raccolta fondi. Domenica 19 dicembre 2010 - Raccolta fondi “Accendiamo la solidarietà” per gli alluvionatiDal dicembre 2010 - Avvio della programmazione della Festa “Fratellini e sorelline d’Italia”: incontro con i docenti e incontri con i gruppi etnici.11 gennaio 2011 - Primo incontro con le associazioni etniche e il Comitato per l’immigrazione Da gennaio 2011 - Programmazione dell’iniziativa “Una goccia nel mare”29 maggio 2011 - Terza età in festa2 giugno 2011 - Festa “Fratellini e sorelline d’Italia”11 settembre 2011 - Festa con la Casa Rossa26-29 settembre 2011 - La sfida dell’Islam: tre incontri e un film con P. Luciano Verdoscia15 ottobre 2011 - Raccolta indumenti14 novembre 2011 - Festa del ringraziamento05 dicembre 2011- La Caritas incontra gli animatori giovaniprossimi incontri:09 gennaio 2012 - 06 febbraio - 05 marzo - 02 aprile - 07 maggio27 maggio - Festa terza età 02 giugno - Fratellini e sorelline d’Italia

Per concludere – brevemente - va detto che vi è grande necessità di camminare insieme, di condividere i pesi e le fa-tiche uno con l’altro; perciò, soprattutto in questo tempo di crisi, vi è l’esigenza di mobilitare tutte le energie per ridare speranza a chi è in difficoltà, per un vivere comune che non sia fonte di esclusione, ma fonte di battaglie contro la povertà, l’ingiustizia, l’emarginazione e l’indifferenza: in definitiva, verso una economia più solidale. Per fare questo la Caritas parrocchiale di Musile desidera coinvolgere anche i giovani, che più facilmente riescono ad intervenire su una realtà in continuo cambiamento, per proseguire e muoversi nella direzione della corresponsabilità e dell’impegno caritatevole, intesi non come semplice assistenza e/o elemosina, ma giustizia, equità ed attenzione verso i più deboli, perché la loro situazione ci riguarda e ci deve appartenere.

La Caritas Parrocchiale

“TANTE GOccE... UN OcEANO...”

Page 7: Emmaus Dicembre 2011

7dicembre 2011

Come è possibile raccontare in po-che parole i tre incontri che hanno avuto come relatore Padre Luciano Verdoscia? Quando si ha la possibilità di ascol-tare una persona come lui, che non solo conosce a livello intellettivo la questione, ma la vive ogni giorno, riu-scire a riassumere quanto ascoltato è abbastanza difficile se non addirittura riduttivo.Partiamo da una considerazione: oggi come oggi la questione Islam ci inter-roga sempre più e come dice padre Luciano la questione palestinese, l’at-tacco alle torri di New York, la guerra in Afghanistan ed la situazione critica in Iraq, la primavera araba ed altri vari fatti di cronaca nazionale ed inter-nazionale degli ultimi decenni hanno accentuato il bisogno di conoscere meglio cos’è l’Islam e chi sono i mu-sulmani. E’ innegabile che se poi colui che parla vive al Cairo nei pressi di Piazza Tahrir, ovvero vicino al Museo Egizio, alla sede del Partito Nazionale Demo-cratico, alla Mogamma, edificio go-vernativo, all’edificio sede della Lega Araba, ovvero vive in quella piazza simbolo delle imponenti proteste ini-ziate in gennaio e che, dopo 18 giorni di continue dimostrazioni accompa-gnate da vari episodi di violenza, han-no costretto alle dimissioni il Mubarak dopo trent’anni di potere, si potrebbe rimanere ore ad ascoltare una perso-na che ha visto costruirsi davanti ai suoi occhi una pagina di storia …Interessante è stato notare quanta gente fosse presente agli incontri: non solo persone impegnate in parrocchia ma anche tante altre persone “cattu-rate” dall’argomento; è stato bello ve-dere tra l’assemblea alcune persone straniere o persone come Romina, della quale in seguito viene riportata la testimonianza, che ha sposato un ragazzo musulmano.Le argomentazioni presentate da Pa-dre Luciano sono spesso state ac-compagnate da aneddoti e racconti di vita vissuta.Si è potuto capire che l’argomento e le modalità adottate da Padre Verdo-scia hanno colpito nel segno vedendo la quantità d’ interventi fatti durante le 3 serate.

Barbara Fornasier

Per alcune settimane nei paesi della Collaborazione Pastorale di Musile di

Piave hanno campeggiato manifesti e locandine verdi dal titolo assai accat-tivante: LA SfIDA DELL’ISLAM.Per capire meglio di cosa si tratti in-

contriamo don Saverio Fassina.Don Saverio, ci spiega da dove par-te questa sfida?E’ innegabile che la realtà dell’Islam oggi come oggi ci interroga sempre di più. Se fino a qualche anno fa era un qualche cosa che ci sfiorava appena, che magari ci toccava durante qual-che viaggio nei paesi arabi o ascol-tando qualche racconto in televisio-ne, ora fa parte inevitabilmente della nostra vita di tutti i giorni…Quindi…Quindi interrogandoci con il gruppo missionario abbiamo pensato che era giusto offrire l’opportunità di fare un po’ di chiarezza e credo che questa “4 sere” si possa capire meglio leggen-do per intero il titolo degli incontri: “La SFIDA dell’ISLAM”. Tre incontri e un film per riflettere, approfondire il dialo-go inter-religioso e diffondere la cultu-ra della pace e della convivenza”.Ci spiega come si è sviluppato il percorso proposto?• Lunedì 26 settembre: DIFFERENZA TRA PAESI ARABI ISLAMICI E OCCI-DENTE LAICO. • Martedì 27 settembre: L’ISLAM NEL MONDO. • Mercoledì 28 settembre: LA PRIMA-VERA ARABA. • Giovedì 29 settembre: PROIEZIONE DEL FILM: “VIAGGIO ALLA MECCA”. Quattro serate consecutive? Una cosa tosta…

Effettivamente l’impegno richiesto è stato considerevole ed infatti abbia-mo cercato di essere ligi negli orari : 20,30 – 22,00.Ma questo era l’unico modo per poter avere la possibilità di avere come rela-tore Padre Luciano Verdoscia.Ci spiega un po’ meglio chi è padre Verdoscia?Padre Luciano Verdoscia è un sacer-dote comboniano di origine pugliese che da anni opera al Cairo.E come è giunto a Musile di piave?La collaborazione pastorale di Musile di Piave è legata, da qualche anno, a Padre Verdoscia: infatti nel 2010, du-rante il pellegrinaggio che ha portato la Collaborazione a percorrere le orme di Mosè in Egitto e Giordania, padre Luciano ci ha fatto conoscere la realtà dove lui opera: gli “zabbalin”, i “rac-coglitori d’immondizia.”A dire il vero non è la prima volta che Padre Luciano viene dalle nostre par-ti: la scorsa primavera è venuto a tro-varci ed ha presentato la realtà degli “zabbalin” e, proprio in quei giorni, si è pensato alla “4 sere” di cui stiamo parlando.Ritiene di dover aggiungere qual-che cosa?Mi piace sottolineare che a quanti hanno partecipato alla “4 sere” è sta-to richiesto un contributo di € 10,00: quanto raccolto è stato devoluto alla missione di Padre Luciano al Cairo.

IL CORANO AppOGGIATO SUL MOBILE... IL ROSARIO NEL CAS-SETTOIl corano appoggiato sul mobile, nella libreria, il rosario nel cassetto, il tap-peto da preghiera a terra rivolto verso la mecca, l’ icona di maria appesa alla parete…, no, non sono ad una mostra sulle religioni, sono a casa mia, 100 metri quadri di dialogo interreligioso. Sì, perché io, cristiana praticante, sono sposata da 6 felici anni con un ragazzo musulmano praticante e ab-biamo tre figli a cui abbiamo dato dei nomi profetici che fossero presenti in entrambe le religioni. Ogni giorno cer-chiamo di crescere i nostri figli nella condivisione, nella fratellanza, cioè seguendo gli insegnamenti che ci ha dato Dio, perché ogni religione è un messaggio d’ amore, quell’ amore che Dio ci ha dimostrato donandoci ogni giorno momenti di vita. Nel nostro matrimonio non conta la professione religiosa, ma conta la fede, cioè quel

LA SFIDA DELL’ISLAm

Page 8: Emmaus Dicembre 2011

8 dicembre 2011

valore che ci porta ad amare chi ci ha creati e di conseguenza quello che lui ci offre. Io e mio marito cerchiamo di trasmettere ai nostri figli, attraverso il nostro credo, valori positivi e credia-mo sia importante che loro abbiano una visione ampia perché così pos-sono formare un senso critico e im-parare a conoscere il diverso senza pregiudizi. Chi sposa un uomo mu-sulmano, sa che probabilmente non potrà battezzare i propri figli, sa che non potrà farli partecipare all’ eucari-stia, non puo’ pretendere di imporre le proprie idee, ma sa anche che con il proprio esempio puo’ trasmettere la conoscenza alla luce di una decisione futura in maturità. In un matrimonio misto è importante il dialogo, l’ascol-to e soprattutto una fede forte, dove non è importante il come si crede, ma cio’ a cui si crede; non bisogna mai mettere in discussione i propri princi-pi, ma farli conoscere, condividerli. Se si ama qualcuno fortemente, bisogna imparare ad accettare anche le sue credenze religiose, non passivamen-te, ma con senso critico e con apertu-ra; spesso io e mio marito ci troviamo a parlare di religione, a raccontarci episodi del vecchio testamento, in-segnamenti religiosi, cosa è giusto e cosa è sbagliato e quasi sempre sono più le somiglianze che riscontriamo che le differenze, e se posso confi-darvelo sono anche i momenti di dia-logo più belli che abbiamo insieme. In conclusione vi dico che nel 2011, dove sembra esserci spazio solo per divorzi e separazioni, un matrimonio misto è possibile. L’importante è l’a-scolto e il dialogo. Vi lascio con una riflessione: perché ci sono tanti divor-zi anche tra persone che parlano lo stesso “dialetto”?

Romina

Il nostro breve viaggio nel tentativo di capire un po’ meglio l’Islam termina con la visione del film del 2004 dal ti-tolo “Le Grand Voyage” – tradotto in italiano “Viaggio alla Mecca”.In poco più di 100 minuti assistiamo al viaggio verso la Mecca dell’anzia-no Mustapha, marocchino emigrato in Francia, e del figlio diciottenne Rèda, assai distante dalle tradizioni paterne: partendo con una vecchia automobile da una non ben definita cittadina fran-cese, attraverso Milano, Belgrado, Sofia, Istanbul e Damasco giungono alla Mecca.Il viaggio è caratterizzato da lunghi silenzi e da un iniziale dialogo tra sor-di… Privi di qualsiasi punto di riferi-

mento. Inizialmente è il ragazzo a fare da “mediatore” con il mondo che li circonda, ma appena la lingua divie-ne l’arabo, il ragazzo perde ogni rife-rimento ed il padre prende in mano la situazione.Man mano che si procede con il film anche lo spettatore sente l’avvicinarsi

alla Mecca e Réda impara a cono-scere e a condividere la prospettiva paterna. Il film può considerarsi una poe-sia dove il padre osservante ed il fi-glio totalmente a digiuno dei dettami dell’islam e forse neanche credente, stando insieme, scontrandosi aspra-mente, non capendosi, imparano a conoscersi ed ad amarsi al di là di tut-to… Il film ed il viaggio terminano con la morte del padre alla Mecca e con uno straziante abbraccio tra il padre ed il figlio. Non ci è dato sapere se il ragazzo sia divenuto osservante o se il lungo e disagevole viaggio fatto in automobile in quanto meglio a piedi che in automobile, in automobile che in nave, in nave che in aereo si sia convertito ma certamente è riuscito a conoscere, capire ed amare il padre al di là delle diversità…

CHISSA’ SE AL TERMINE DI QUE-STA “QUATTRO SERE” SIAMO RI-USCITI A CApIRE CHE E’ GIUSTO E DOVEROSO ANDARE OLTRE LE DIVERSITA’.

E’ strumento prezioso per conoscere quanto in atto nella nostra diocesi e in ogni singola parrocchia, oltre che per es-sere informati sulle iniziative promosse dal Vescovo e dai diversi organismi e as-sociazioni della nostra Chiesa di Treviso. Vuole, così, aiutarci ad essere comunità cristiana in cammino con tutte le altre.L’abbonamento per l’anno 2012 è di euro 47,00 da versare presso l’Ufficio parroc-chiale a Musile e nelle proprie parrocchie.

Per tutti coloro che desiderano passare la notte del 31 dicembre in modo diverso, organizziamo anche quest’anno un semplice momento di preghiera e adora-zione dalle 22 alle 24 presso la Chiesa di Lazzaretto (sulla strada da Musile a Millepertiche). Vuole essere un tempo di ringraziamen-to e di lode per tutto ciò che il Si-gnore ci ha donato in quest’anno 2011 e una preghiera di affida-mento per il nuovo anno 2012. Al termine una fetta di buon

panettone e un brindisi insieme.

Viaspettiamo!Don Saverio

Un ultimo dell’annodavvero speciale

cAmpAGNA ABBONAmENTI 2012 a LA VITA DEL pOpOLO

settimanale della nostra diocesi

Page 9: Emmaus Dicembre 2011

9dicembre 2011

Si riportano di seguito parti delle testimo-nianze rese, in occasione della giornata missionaria, da Suor Francesca, Suor Medhin e Suor Biricti, le tre suore cappuc-cine che, entrate a far parte di questa co-munità da poco più di due mesi, si sono fin da subito messe a servizio della Collabo-razione Pastorale operando con lo spirito francescano che contraddistingue il loro ordine religioso, a favore di ogni persona bisognosa. Hanno raccontato così la loro vocazione religiosa:

SUOR FRANCESCA“Sono Suor Francesca nata in un piccolo villaggio dell’Eritrea di circa 1000 abitanti. I miei genitori erano cattolici e persone di grande fede. Erano poveri, ma non miseri, perché avevano del bestiame.A 13 anni mi è venuto un grande deside-rio di donarmi a Dio. Dopo del tempo di riflessione e l’aiuto del Signore a 15 anni entrai dalle Suore Cappuccine di Madre Rubatto (un ramo Francescano). Dio mi ha chiamato ripetutamente, con l’aiuto della mia indimenticabile madre e maestra suor Romana, ho compreso che la chiamata di Dio è continua, che richiede il mio sì ogni giorno, richiede una risposta decisa e co-raggiosa per servire nel modo migliore Dio e i fratelli. Durante questi 40 anni di mis-sione il Signore Gesù, assieme alla croce quotidiana, mi ha dato una grande gioia nell’essere una religiosa. Un altro punto di grande importanza che voglio sottoline-are è questo: all’inizio credevo di essere io ad aiutare i poveri, ma poi ho capito che erano i poveri che aiutavano me, per-ché lavorando con i bambini orfani, con i poveri, con i malati di ogni genere, con i genitori che hanno perso nella guerra i loro figli, con gli emarginati, con gli sco-nosciuti agli occhi degli uomini, insomma con grandi e tantissime sofferenze di tanti che ho incontrato; proprio queste perso-ne, con i loro grossi problemi, mi hanno aiutato ad uscire dal mio egoismo, dai miei piccoli problemi, per immergermi in quelli di loro che sono veramente grandi, immensamente più grandi dei miei. Se ho potuto essere strumento di Carità, un gra-zie speciale va alla nostra chiesa cattolica e al popolo italiano presente da sempre in Eritrea, grazie a coloro che, presenti o de-funti, con generosità e senza conoscerci ci stanno accompagnando in tutti i nostri bisogni. Cari fratelli e sorelle colgo questa buona occasione per ringraziare ognuno di voi per la grande, straordinaria acco-glienza che ci avete fatto. Da parte nostra vi assicuriamo che siamo molto contente di vivere con voi e per voi e vi ricordiamo nelle nostre quotidiane preghiere.”

SUOR MEdhiN“Sono Suor Medhin nata e cresciuta a Sa-gheneiti in Eritrea, da una famiglia cattoli-ca di una grande fede in un villaggio vicino il convento delle Suore Cappuccine della Beata Madre Francesca Rubatto. Cono-scendole ed entrando in confidenza con loro, è nato in me un grande desiderio di farmi suora come loro, ma in quell’epoca infuriava la guerra tra l’Etiopia e l’Eritrea per questo la Superiora mi ha detto di aspettare finché la guerra si fosse un po’ calmata. In seguito sono entrata in con-vento e dopo aver fatto il cammino di for-mazione, nel 1981 grazie a Dio mi sono donata a Dio e ai fratelli nella consacra-zione. Dopo l’indipendenza dell’Eritrea dall’Etiopia con due mie consorelle ci han-no inviato in Italia per studiare e diplomar-ci come infermiere professionali a Roma. Dopo 4 anni siamo tornate a lavorare nei nostri centri sanitari in Eritrea come oste-triche, infermiere, medici, perché da noi sono pochi i dottori e i bisogni della gente sono tantissimi. Le malattie più comuni sono la bronchite, le diarree, la malaria, la TBC e l’AIDS. In questi centri sanitari abbiamo tanti bambini ricoverati perché sono sottopeso cioè malnutriti bisognosi di cibo. Riguardo a questo, desidero rin-graziare di cuore ognuno di voi, perché un anno fa Suor Angelica mi ha inviato il denaro inviato da tutti voi e dal parroco Don Saverio. Senza conoscerci ci sie-

te venuti incontro nelle nostre necessità più urgenti e se noi facciamo qualcosa è sempre grazie alla provvidenza di Dio che opera anche attraverso voi, così pure sa-bato scorso avete raccolto il ricavato della serata “Ascolta l’anima” per l’ambulatorio in cui lavoravo in Eritrea fino a qualche settimana fa. Con la grazia e con l’aiuto

di Dio ora mi trovo in mezzo a voi con le mie due consorelle e la vostra accoglien-za ci ha commossi perché ci avete accolti come angeli discesi dal cielo. Siete vera-mente persone di grande fede che sanno vedere l’anima delle persone al di là del paese, della razza e del colore della pelle. Grazie infinite. Spero e desidero con l’aiu-to di Dio, di ricambiare nel nostro poco il tanto bene che ci state dimostrando e che ci commuove. Noi continuiamo a pregare per voi. Grazie.”

SUOR BiRiCti “Sono Suor Biricti Yosief nata nel 1967 a Saghaneiti in Eritrea. In famiglia siamo in 4 fratelli, mio papà è morto nella guerra fra l’Eritrea e l’Etiopia nel 1981.Giorno indimenticabile: il due agosto del 1981. Io insieme alla mia sorella maggiore siamo andate per ascoltare la Santa Mes-sa dalle suore. Ci siamo sedute vicino a Suor Lettehawariat (che significa serva degli Apostoli). Terminata la S. Messa ci ha detto che sarebbe venuta a trovarci per fare le condoglianze alla mia mamma per-ché da poco era morto il mio papà. Sono arrivate 3 suore a casa nostra e sono state un’ora con noi poi si sono avviate verso il convento. Dopo alcuni minuti sentiamo gli spari, usciamo a vedere e vediamo due suore che scappano nelle case vici-ne mentre l’altra resta nascosta dietro alla roccia. Io ero molto spaventata e sono andata verso la suora che era nascosta dietro il sasso. Un militare si avvicina e comincia a sparare, il militare le spara tre pallottole all’addome e poi ferisce me sul-le gambe e sul braccio. La suora di nome Lettehawariat, dopo aver perdonato il suo assassino e cosciente che stava moren-do ha ringraziato per la cura con cui l’a-vevano assistita e poco dopo è morta. Io continuavo a sanguinare e sono rimasta in coma. Ci sono voluti due anni di ospedale per riprendere il funzionamento delle mie gambe e del braccio. Da quella esperien-za e soprattutto dal sangue di quella suo-ra posso dire che ho sentito dentro una grande luce da parte di Dio e ho compreso cosa significa perdonare. Perdonare vuol dire amare, un amore che non discrimi-na, che accoglie, che è libero e che dona la vita agli altri e ci fa entrare nella verità delle cose fino a farci comprendere il vero senso della parola Amore, amore con la A maiuscola. Ora mi trovo qui tra voi. Affido al Signore i miei passi per il futuro perché ieri è passato, domani non è ancora ve-nuto e ho solo l’oggi per far conoscere, amare e servire il mio Signore.Grazie dell’ascolto.”

TESTImONI DI DIO

Page 10: Emmaus Dicembre 2011

10 dicembre 2011

Dopo l’esperienza dello scorso anno di lettura del libro di don Armando Matteo “La prima generazione incre-dula”, quest’anno, per proseguire gli incontri per i genitori dei bambini/ra-gazzi che frequentano il catechismo, ci è stata fatta una proposta per una serie di tre incontri con il Prof. Loren-zo Biagi. Fin dal primo incontro egli si presenta e si mostra soprattutto come papà, per questo entra in un modo simpatico e con un tono familiare nel cuore del tema delle serate.Per primo, desidera mettere subito un punto fermo affermando che LA FA-MIGLIA NON STA SCOMPARENDO, come vogliono farci credere e senten-ziano i mass media, molti psicologi, alcuni esperti sociologhi, ecc., con un disfattismo molto superficiale, già pronto a passare oltre alla prossima certezza da demolire. La famiglia si sta trasformando, ma in quale modo e soprattutto in quale direzione?Durante il primo incontro, con un passaggio veloce sui molti atteggia-menti di noi adulti e “forme di vita” tipiche delle nostre famiglie ci porta col sorriso a farci riflettere e iniziare un percorso di esame. Tutte le nostre debolezze e auto-concessioni, come ad esempio il materialismo che la-sciamo entrare dalla porta principale nelle nostre case, il bisogno di avere sempre una gratifica immediata, l’au-torealizzazione ad ogni costo, porta-no lentamente e inesorabilmente alla demolizione della figura dell’adulto. Alla quale certo non giovano alcuni atteggiamenti tipici della nostra epo-ca, ad esempio l’iperinvestimento sui figli (pochi ma “concentrati”!) e l’au-toritarismo permissivo che impera in molte nostre famiglie.Ma, secondo quanto afferma il Prof. Biagi, è proprio da qui che dobbiamo ripartire: ristabilire una “forma (stile) di vita” cristiano è necessario perché, se da un lato è innegabile che l’uomo è un essere che cerca stabilità ( da qui il bisogno di formare la famiglia), dall’al-tro, come credenti, sentiamo che il nostro modello dev’essere Gesù. La chiesa stessa nasce come famiglia, e non possiamo mai dimenticare che nella Bibbia, nei momenti di crisi, Dio riparte sempre da una coppia per ri-formare l’alleanza con l’uomo. Nel se-condo incontro, gli esempi si moltipli-cano: basti pensare a Adamo ed Eva, Abramo e Sara, Elisabetta e Zaccaria,

Maria e Giuseppe…Il nodo cruciale è il fatto che i nostri figli formano il loro stile di vita basan-dosi sul nostro, e questa riflessione, se riusciremo ad essere credibili, ad essere veramente adulti, riusciremo a porci “di fronte” a loro, e non a fian-co come ad un amico. Porci di fronte non significa contrastare o contestare ogni loro scelta, ma cercare un con-fronto aperto in cui sappiamo mante-nere il nostro ruolo di adulti, cercando di avere la padronanza del tempo (co-gliendo al volo le occasioni di dialo-go e di ascolto), soprattutto ora che di tempo ne abbiamo sempre poco, e anche la padronanza dei nostri mezzi materiali, anziché farci padroneggiare da essi.E’ un altro modo per dire che dobbia-mo sapere stare al nostro posto come adulti, ma dobbiamo anche sapere correggere quegli aspetti nel nostro stile di vita che ci tolgono credibilità. Nella “pedagogia del consiglio” sug-gerita dal prof. Biagi, è fondamentale il ruolo rivestito dalla figura che dà il consiglio, che deve essere per prima credibile (e quindi credente in Cristo e nel Suo messaggio, volendo trasmet-tere il messaggio di fede). Abbiamo sorriso tutti quando il Prof. Biagi ha narrato quell’episodio del papà che accompa-gna il figlio alla porta della chiesa per la messa domenicale e, interrogato sul perché non viene anche lui, il papà risponde: “Vai avanti tu, che io sono già andato tante vol-te!!!” Pur col sorriso, non possiamo far fin-ta di niente pensan-do che questo non ci riguardi; e, magari non per la messa, ma in altri aspetti del no-stro comportamento, dobbiamo riconosce-re e identificare quelle incoerenze di cui noi pensiamo nessuno si accorga e che è ne-cessario sanare.E’ chiaro che il prof. Biagi non vuole asso-lutamente affossare o criticare la figura dell’adulto odierno,

ma riesce a portarci su un percor-so autocritico al fine di riconquistare la fiducia in noi stessi come genitori cristiani. Nel percorso di riflessione indicatoci non abbiamo la soluzione pronta a tutti i problemi individuati, questo è ovvio, perché i nostri limiti e peccati non vengono mai eliminati con un colpo di spugna, e le nostre in-coerenze non svaniscono in un batter d’occhio; possono invece migliorare con tanto allenamento, ma prima di tutto dobbiamo saperle riconoscere. Cercando di trarre una conclusione, personalmente, ritengo che sia stato proprio questo il frutto dei tre incontri, ovvero il punto di partenza, costellato dei molti spunti che ci ha lasciato, per iniziare ad allenarci e migliorarci. Po-tremmo sentirci scoraggiati e invece, è proprio qui che Dio ci viene ancora una volta in aiuto perché, come dice Biagi, “..Dio non ci toglie il mandato di genitori”, anzi, ci accoglie sempre, uno per uno. E ora non ci resta che metterci insie-me….al lavoro con fiducia e fantasia per trovare le forme di vita e testimo-niare alle nuove generazioni la gioia della fede!

Una mamma-catechista

UNO.. DUE.. TrE….VIA!!

Page 11: Emmaus Dicembre 2011

E’ sempre complicato scrivere di una persona, se poi questa persona è un’artista che è stato definito artista totale, di stam-po rinascimentale -alla Michelangelo, alla Leonardo- versatile, curioso, sperimentatore o ancora “chiamato” filosofo giardiniere l’impresa si presenta ardua fin dall’inizio.La strada migliore e più indolore sarebbe stata quella di pren-dere uno dei suoi libri – ne ha scritti una decina – e riportare semplicemente la sua biografia: Andrea Zelio Bortolotti nasce a Musile di Piave il 5 giugno 1964. Si dedica al disegno e alla scrit-tura fin da bambino. A dodici anni comincia a scrivere un dia-rio dal titolo: “Ricordi della mia giovinezza”, e contemporanea-mente accresce il suo amore per la pittura. E’ del 1984 la sua prima mostra di acquerelli. A distanza di vent’anni colleziona nu-merose mostre, collettive e personali, in Italia e all’estero. Inoltre progetta e costruisce fondali e marchingegni fantastici per il tea-tro, disegna, costruisce e innalza aquiloni ma anche mobili assai particolari e colorati.Credo però, che alla fine, risulterebbe una cosa nozionistica del tipo “ha fatto”, “ha detto”, “è andato”... Quindi ho pensato di parlare di quell’Andrea Zelio Bortolotti che ho avuto la fortuna di conoscere.Sebbene io abiti a Musile di Piave da una trentina d’anni, fino a poco tempo fa non sapevo neanche chi fosse o meglio di lui conoscevo il grande quadro dal titolo “Verso aurore di fede” che fa bella mostra di sé nelle stanze del nostro oratorio, dipinto in oc-casione del Giubileo e donato a don Mario Salviato.Qualche settimana fa, per una serie di coincidenze, sono capi-tata nel suo studio: prima di ar-rivarci avevo provato ad imma-ginare come potesse essere lo studio di un artista: disordinato, caotico, senza nè capo nè coda, addirittura polveroso ed invece la prima impressione che ho avu-to, entrandovi, è stata quella di trovarmi dietro le quinte di una bella favola dove elementi che sembrano non avere nulla in co-mune l’uno con l’altro, lì in quella stanza trovano la giusta armonia: acquerelli, parti di scenografie, libri scritti da Andrea, libri d’arte, ancora libri, quadri di varie di-mensioni, locandine di mostre passate, ma anche 2 computer, un cappello di Mago Merlino, una pila di riviste di viaggi, vasi di colore… e tutto messo ordinatamente alla rinfusa: sembrerà un paradosso ma la prima cosa che ho notato entrando è stato l’ordine che regnava in quello studio.Certamente se il luogo in cui sono stata ricevuta mi ha messo su-bito a mio agio non posso dire altrettanto di Andrea Zelio e que-sto non per colpa sua, bensì per miei preconcetti… essendo lui un artista a 360° non solo perché spazia – come dicevo poc’anzi - dalla pittura alla scrittura, dalla progettazione alla costruzione, ma soprattutto perché non dà sfogo alla sua arte nei ritagli di tempo, dopo il lavoro, ma la sua arte, da sempre, lo impegna 24 ore su 24, credevo di non essere in grado di rapportarmi con lui. Non nascondo, quindi, che dopo averlo conosciuto mi sono rifugiata su internet per capire meglio chi mi trovassi di fronte… ma quella, ahimè, non si è dimostrata la giusta modalità per av-

vicinarlo e allora ho deciso che una bella chiacchierata fosse la strada migliore da percorrere. Un po’ timorosa gli ho chiesto di raccontarmi qualche pagina della sua vita… e ancora una vol-ta mi sono ritrovata spiazzata: convinta di trovarmi di fronte ad una persona che, forte del fatto di aver potuto fare della sua arte il suo sostentamento, consapevole che sta portando avanti quello che fin da adolescente, o ancora prima, voleva fare della sua vita, conscio che i suoi lavori hanno avuto riconoscimento sia nazionale che internazionale, fosse una persona difficile da scoprire, mi sono ritrovata di fronte ad un uomo che ama rac-contarsi e raccontare ma anche ascoltare.E’ stato bello ripercorrere con lui la sua infanzia, quando appe-na bambino già aveva un’ottica diversa dai suoi coetanei... “loro volevano essere cow-boy o sceriffi; io, invece, mi trovavo meglio nei panni degli indiani”, per poi passare a parlare della sua fami-glia ed in particolare di suo padre, figura fondamentale in tutta la vita di Andrea: è bello sentirlo parlare di quest’uomo, un car-pentiere tutto d’un pezzo, che aveva una sola parola… “non mi ha mai dato uno schiaffo semplicemente perché un suo sguardo diceva già tutto” ed è bello sentirgli dire che, sebbene fosse un padre avanti con gli anni, non ha mai ostacolato le scelte artistiche del figlio, anzi ne è stato orgoglioso forse – perché – a modo suo sentiva il fascino dell’arte… “non presenziava mai alla

mie premiazioni, mandava sempre mia madre… a lui bastava sapere e godere per quanto facevo”.E mentre ripercorre gli anni della sua adolescenza descrive un luo-go caro sia a lui che a suo padre: siamo a Musile di Piave in via Pie-tra – o per come è tradizione chia-marla, la “via del Cristo” – e lì in un appezzamento di terra dove suo padre trascorreva molto del suo tempo libero, ed è quello uno dei luoghi di maggiore ispirazione per Andrea.Mentre procede nel suo racconto, mi fornisce 2 chiavi di lettura che mi aiutano a capire un po’ di più dei suoi lavori: tutti i libri da lui scritti, sebbene “abitati” da personaggi spesso fantastici o comunque con

caratteristiche o capacità fuori dal comune sono autobiografici e descrivono fatti della vita quotidiana … “l’uomo con la bicicletta azzurra del libro “l’isola del silenzio” è mio padre” mi dice. I suoi quadri, invece, pieni di case, alberi, edifici, raramente raf-figurano persone perchè le persone sono altrove, quasi relegate ai bordi esterni del quadro stesso. Potrei continuare a lungo a raccontare altri aneddoti o altre pagine della sua vita, ma credo che Andrea Zelio Bortolotti sia un artista che vada scoperto, am-mirando i suoi quadri e leggendo i suoi libri ma anche semplice-mente ascoltandolo, perchè uno degli aspetti che maggiormen-te mi ha colpita di lui è stato che quando parla, a prescindere che parli del suo lavoro o che racconti di fatti di normale vita quotidiana – Andrea rifugge la descrizione dell’artista sregolato, non ancorato alla realtà, che non va a pagare una bolletta o non è mai andato dal calzolaio… - sembra che, quando parla, con le parole dipinga quanto ti sta raccontando: alla fine non lo ascolti più perché ti sembra di vedere quanto ti dice.

Barbara Fornasier

4 cHIAccHIErE cON ANDrEA ZELIO BOrTOLOTTI

11DICEMBRE 2011

Page 12: Emmaus Dicembre 2011

QUESTIONArIO DI GrADImENTOLa Redazione di Emmaus desidera un tuo parere circa il gradimento nei contenuti, nelle scelte e negli orientamenti operati in questi ultimi anni sulle sue testate. Per migliorarci ed avvicinarci alle tue esigenze e sensibilità abbiamo bisogno del tuo aiuto.Per questo proponiamo un semplice questionario che ti chiediamo di compilare e di consegnare ANONIMO in un’apposito contenitore che metteremo in chiesa o da portare in canonica.Ti ringraziamo fin d’ora per la preziosa collaborazione.

Come valuti i contenuti di Emmaus? Ottimi Discreti Accettabili Non sempre o non tutti soddisfacenti

Quale di queste rubriche ritieni si possono migliorare e come? Gli articoli di fondo Le notizie dalle parrocchie Recensione del libro Film Vignette Testimone Altro.

Quale tra questi argomenti vorresti fossero trattati con più frequenza? Notizie - informazioni dalle Parrocchie... Notizie - informazioni dal mondo Giovanile Notizie - informazioni sui fatti di attualità Notizie - informazione di carattere culturale sociale Notizie – informazioni di carattere ecclesiale Altro.

Ritieni Emmaus un giornale critico e aperto? Molto Poco Abbastanza Per nulla

Ti piace l’attuale impaginazione e la suddivi-sione di argomenti? Molto Abbastanza Poco Per nulla

Ricevi regolarmente Emmaus?

SI NO

Quale è la tua età?......... Maschio femmina

Leggi regolarmente Emmaus? SI NO Lo leggi: tutto in parte

Quale è la tua parrocchia di appartenenza?

Hai particolari suggerimenti da dare per mi-gliorare Emmaus?

Ti piacerebbe scrivere qualche articolo o far parte della Redazione? SI (eventuale tuo recapito...........................) NO

12 dicembre 2011

Page 13: Emmaus Dicembre 2011

Il Rito di Ammissione che abbiamo vissuto il 7 dicembre scorso, è una tappa prevista dall’itine-rario formativo di noi seminaristi nell’anno della terza teologia. Essa è il primo riconoscimento pubblico e formale da parte della Chiesa, dei candidati all’Ordine Sacro. Per noi seminaristi la decisione di compiere questo passo indica la conclusione del discernimento vocazionale e una scelta forte di proseguire per questa strada, affidandoci al discernimento della Chiesa. Ov-viamente ciò non significa che da adesso sare-mo privi di ogni timore o dubbio, ed inoltre que-sto passo non ci costituisce dei “quasi-preti”. Tuttavia manifesta una chiamata ed una volontà che nella nostra vita si fanno sempre più forti e chiare. Alla preghiera delle comunità di questa Collaborazione affidiamo i nostri passi presenti e futuri, perché possano essere passi di risposta a Cristo. Samuele Tamai

rITO DI AmmISSIONE DI SAmUELE TAmAI

ASpETTIAmO ANcHE TE pEr rESTArEIN SILENZIO cON GESU’

E’ certamente capitato a ciascuno di noi che nella nostra espe-rienza di vita un amico ci abbia chiamato per trascorrere del tempo insieme. Un bisogno di essere ascoltati e che ci chiede di saper ascoltare. Questo bisogno è ancora più grande se l’a-mico che ci cerca è Gesù.Quest’anno la parrocchia di Musile vuole valorizzare il dono prezioso della presenza di Gesù nell’Adorazione Eucaristica, applicando degli orari di Adorazione. La proposta si amplia nei seguenti orari: dalle 10 alle 22 dei giovedì di ogni settimana, a partire dal primo dicembre. Qualora si presentasse l’impossi-bilità ad effettuare l’Adorazione Eucaristica in chiesa a causa di improrogabili funzioni liturgiche (come ad esempio la cele-brazione di funerali, confessioni, ecc.) l’Adorazione si svolge-rà ugualmente presso la cappellina nell’abitazione delle nostre suore in via San Giovanni. A passarella l’Adorazione Eucaristica si terrà con i seguenti orari: il primo e il terzo sabato del mese dalle ore 16 alle 18.

Qualora non fosse possibile svolgere l’adorazione (nel caso in cui la chiesa fosse occupata per altre funzioni), l’adorazione si terrà in canonica. Al termine dell’orario di adorazione seguirà la celebrazio-ne della Santa Messa, sempre a Passarella. Si vuole così offrire la possibilità, a chiunque lo desideri, di fermarsi in meditazione personale ri-spondendo alla chiamata del Signore “Venite in disparte con me e riposatevi un pò”, presente nel dono dell’Eucaristia. L’atteggiamento di adorazione ci immerge in un’atmosfera di intima amicizia con Gesù che risveglia in noi i suoi doni e i suoi carismi, irrobustendo la nostra fede e il nostro entusiasmo nel vivere il messaggio evangelico. Cerchiamo quindi di accogliere la proposta dedicando del tempo al silenzio con Gesù, perché adorare il Signore significa ascoltare e ascoltare significa amare.

Elisa Montagner

13DICEMBRE 2011

Page 14: Emmaus Dicembre 2011

Come è ormai tradizione, non può esserci pellegrinaggio della collaborazione senza che non vi sia un articolo che racconti a quanti non vi hanno potuto partecipare come sono andate le cose. Quello poi di quest’anno non è stato un pellegrinaggio qualsiasi ed anche la modalità di svolgi-mento è stata particolare. Come ormai è risaputo, la meta del nostro pellegrinaggio è stata la tanto attesa Terra Santa e, grande novità, per permettere a più persone possibili di parteciparvi sono stati organizzati 2 viaggi, uno a giugno accompagnato da d. Saverio con l’aiuto di d. Giancarlo, ed uno a ottobre “guidato” da don Flavio, che nel complesso hanno coinvolto circa 80 persone.Entrambi i pellegrinaggi sono nati come conclusione lo-gica del cammino di lettura continuata della Bibbia, che nell’anno pastorale scorso prevedeva appunto la lettura del Vangelo di Matteo, ma hanno coinvolto anche molte persone che non hanno partecipato a tale percorso. Prima di iniziare a scrivere questo breve resoconto ci siamo do-mandate cosa una persona che non ha preso parte a que-ste esperienze volesse leggere su un articolo riguardante il pellegrinaggio.Abbiamo spulciato velocemente le varie opzioni: descrive-re i magnifici posti visitati? Inutile: basta entrare su internet o sfogliare un libro illustrato e Gerusalemme, Nazareth, il lago di Tiberiade si manifestano in tutta la loro bellezza carica di significato… Soffermarsi sui meravigliosi rapporti che si sono venuti a creare tra i pellegrini? Impossibile: le parole non possono spiegare in maniera esaustiva un’a-micizia.

Descrivere le sensazioni provate in questo o quel luogo, durante una determinata celebrazione o ascoltando quella spiegazione? Riduttivo sarebbe raccontare solo un mille-simo di quanto vissuto. E allora abbiamo deciso di cam-biare rotta: abbiamo pensato di rifare lo stesso percorso che abbiamo svolto quest’estate: a giugno sono partita io, Barbara, e tornata a casa, con i miei racconti, i miei aneddoti, i miei appunti, ho “accompagnato” Emanuela che a sua volta si preparava al pellegrinaggio di ottobre; tornata Emanuela ci siamo incontrate e in qualche modo, attraverso i reciproci raccontati, confrontandoci su moda-lità d’approccio diverse, dicendoci anche “quel posto era diverso da come me lo aspettavo” abbiamo condiviso i

nostri pellegrinaggi.E ora – proprio perché riteniamo assai complicato – riassu-mere in poche righe cosa abbiano significato, per chi vi ha partecipato, quegli 8 giorni abbiamo pensato di rispondere entrambe a questa domanda: cosa ha significato per me il pellegrinaggio in Terra Santa?“Per me non è stata la prima volta che andavo in Israele… c’ero andata quasi 15 anni fa e ne avevo un ricordo così bello, vivo, quasi da sentirne ancora i suoni e gli odori che temevo, ritornandoci, di rimanere delusa.Infatti la mia partenza è stata carica di dubbi… e invece uscita dall’aeroporto e intrapresa la strada verso Betlem-

me tutte le incertezze, tutte le paure sono venute meno.Man mano che i giorni passavano e le cose da vedere si accavallavano, le spiegazioni di Brunetto Salvarani, teolo-go laico che ci ha accompagnato, si intrecciavano alle no-zioni della nostra guida e agli spunti di riflessione fornitici dai nostri sacerdoti; mi rendevo conto che il mio viaggio nella Terra di Gesù non era e non poteva essere un viaggio da fare con la cartina geografica, cercando di capire se veramente è quello il posto in cui Gesù ha camminato, ha parlato; se proprio in quell’appezzamento di terra c’erano i pastori, primi ad andare ad adorare Gesù Bambino.Il mio viaggio non è stato alla ricerca di un pezzo di terra che mi dicesse che lì, proprio lì, Gesù Cristo era passato. Il mio pellegrinaggio non è stato ripercorrere quelle strade come seguendo un documentario cercando di intravvede-re quanto avvenuto più di 2000 anni fa.Più il tempo passava più mi rendevo conto che non era importante se l’arcangelo Gabriele fosse apparso a Maria proprio lì o mezzo metro più avanti, l’importante era capire la grandezza dell’“Eccomi” pronunciato dalla Madonna.Non era importante sapere se proprio quello era il luo-go dove Gesù ha pronunciato quel “Beati...” ma seduta in quell’anfiteatro che si affaccia su un panorama dove cielo, acqua e terra sembrano fondersi, riflettere sul senso di quelle parole.Non era fondamentale sapere se la strada percorsa fa-cendo la via Crucis fosse quella stessa percorsa da Gesù in quel lontano venerdì, ma indispensabile era continuare a far memoria che Gesù Cristo ci ha amato così tanto da morire in Croce per noi.Forse il mio modo di affrontare e vivere il pellegrinaggio in Terra Santa è stato un po’ infantile ma credo che viaggi di

LA cOLLABOrAZIONE IN TErrA SANTA

14 dicembre 2011

Page 15: Emmaus Dicembre 2011

questo tipo non debbano essere fatti con gli occhi e con il cervello ma semplicemente con il cuore e l’anima”.

Barbara

A volte il realizzarsi di un sogno che da tanto tempo ave-vamo nel cassetto si rivela una delusione. Certamente non in questo caso. La Terra Santa non è sicuramente come me l’aspettavo; ho trovato paesaggi, suoni e colori del tut-to nuovi e diversi da come me li immaginavo; le emozio-ni invece si sono rivelate proprio come prevedevo, solo molto ma molto più forti. Sorprendentemente la diversità non mi ha deluso, anzi ha risvegliato ancora più profon-damente la mia voglia di conoscenza. La consapevolezza che Gesù ha parlato, agito, camminato in quella terra, ha portato me, pellegrina, a sentire e guardare il tutto con una particolare sensibilità. Ho constatato da vicino la difficoltà della convivenza tra persone di religione diversa e riesco a comprendere di più le difficoltà incontrate dalla gente che vive in quei luoghi.Ora capisco pienamente coloro che mi dicevano : “Il pel-legrinaggio in Terra Santa è unico, non lo puoi dimentica-re, ti cambia profondamente.” Ebbene sì, è proprio così: adesso quando ascolto o leggo un brano del Vangelo le mie emozioni sono diverse. I posti citati mi sono familiari e

il ricordo ritorna immediatamente a quei luoghi, alle parole e agli approfondimenti che proprio lì ho ascoltato. Il clima di fraternità che si è creato tra noi, in quei giorni, ha contribuito a farci assaporare in pieno questa espe-rienza unica. Ci siamo sentiti come una grande famiglia che stava vivendo un “momento” molto speciale. Tutti, nessuno escluso, hanno partecipato attivamente, chi leg-gendo per la prima volta durante la Messa o le meditazioni proposte da don Flavio, chi esprimendo ad alta voce le proprie emozioni e le proprie speranze.Siamo tornati a casa stanchi ma felici e con un bagaglio colmo di …Ora, anche quando parlo ai miei bambini del catechismo, mi viene istintivo spiegare loro quello che ho visto e im-parato e trasmettere il mio entusiasmo.Vorrei ringraziare, a nome di noi, pellegrini del settembre 2011, tutti coloro che hanno organizzato questo viaggio speciale, e in particolare un grande grazie va a don Flavio, che è riuscito a farci sentire questi luoghi vivi e vicini.

Emanuela

E IL pROSSIMO ANNO?pELLEGRINAGGIO AI MONASTERI

DELLA ROMANIACome è consuetudine ormai da qualche anno sul numero natalizio di Em-maus si comincia a parlare del pellegrinaggio della collaborazione che si ter-rà l’anno seguente. E quindi, continuando con la tradizione, comunichiamo che la meta pensata per l’anno 2012 è la Romania.Proprio in questi giorni un piccolo gruppo di persone ha iniziato a ritrovarsi per studiare accuratamente la proposta da fare, che quest’anno non avrà, a differenza degli ultimi anni, come primi destinatari coloro che frequentano il corso biblico, ma sarà rivolta a tutti indistintamente. Diamo quindi appunta-mento ai primi giorni dell’anno nuovo, quando negli espositori delle chiese della nostra collaborazione parrocchiale saranno presenti i pieghevoli colora-ti con il programma ed i ragguagli tecnici. La Romania ci aspetta...

15DICEMBRE 2011

LA cOrALE DI mUSILE IN cONcErTO A KLAGENFUrT

Congratulazioni

glüCkwünsChe

Page 16: Emmaus Dicembre 2011

TE ADORE (a’a matina)Te adore, Dio mio, e te ame co’ tut el cuor. Te ringrazio de ‘verme ciamà a’a vita e a essar cristian.Grazie anca de sta note passa’a.Te ofre tut quel che farò in te ‘sta giorna’a,fa ch’el sia tut come che te vol tie tut par rendarte gloria senpre pì granda.Tegneme distante dal mal e ‘a to graziasia senpre co’ mi e co’ tuti quei che me vol ben. Amen.

TE ADORE (a’a sera)Te adore, Dio mio, e te ame co’ tut el cuor.Te ringrazio de ‘verme ciamà a’a vita e a essar cristian.Grazie anca che te m’à compagnà in ‘sta giorna’a.Perdoname se ò fat calcossa de mal,ciapa ch’el poc de ben che ò podest far.Resta co’ mi intant che dorme e ripose.Tieme lontan dal mal e ‘a to graziasia senpre co’ mi e co’ tuti quei che me vol ben. Amen!

NEL NOME DEL PARE, DEL FIOL, DEL SPIRITO SANTO. AMEN!Pensare e pregare in dialetto non è fare atto di esibizione e di saccenteria, ma rifare una unità profonda tra modo di pensare e di guardare alla vita e modo di rivolgersi al Signore, sempre con coerenza e verità. Si comprendono certi concetti e certi modi di dire, che raggiungono una immediatezza, con quello che normalmente pensiamo e viviamo, perché non entrano mediazioni estranee o traduzioni, che arrischiano di tradire il nostro vero sentimento. Spesso diciamo parole in italiano, ma “sentiamo” in dialetto. Ora è bene rivolgersi al Padre “nel segreto” e quindi con tutto il nostro essere e sentire, per avvertirne la presenza e la sua incarnazione in Cristo Gesù, fattosi uomo concreto ed ebreo e che parla per noi al Padre nelle nostre preghiere e ci invita a far riferimento alla nostra vita vissuta e alla nostra storia, attraverso la quale diventiamo, se veri, profondamente universali, secondo la volontà del Padre (Mt. 6,5-6 e Gv. 14). Don Giancarlo Ruffato

PARE NOSTROPare nostro, che te sì dessora,

che sia santificà el to nome,

che vegna el to regno

che sia fata ‘a to voeontà

come dessora, cussì in tera.

El pan che ‘ven bisogno ancùo

doneo a tuti no’altri,

e perdona i nostri sbagli,

come no’altri se perdona

chi che ne offende,

e no sta permetar che se sia tentai

al de sora de‘e nostre forze,

ma liberane da ogni mal.

Amen.

AVE MARIAAve Maria,piena de grazia,el Signor l’è co’ ti.Ti te sì benedeta fra tute ‘e femene e benedeto l’è el fruto del to pèto Gesù.Santa Maria,mare de Dio,prega par no’altri pecatori,adess e co’ l’è l’ora de’a nostra morte.Amen.

GLORIA AL PARE Gloria al Pare, al Fiol al Spirito Santo,

come l’è stat in prinçipio, adess e par senpre,

int’ei secoi dei secoi. Amen.

SALVE REGINASalve, Regina,

mare de misericordia,

vita, dolceza,

speranza nostra, salve!

Ti te ciamemo, èsui fioi de’a Eva.

Sospiremo verso de ti,

frastornai e co’e ‘agreme che coea,

in ‘sta vae de ‘agreme.

Dài!, nostra avocata,

varda qua zò coi to oci pieni de misericordia,

e fame intraveda, dopo sto esilio,

Gesù, el fruto benedeto de’a to pansa,

o bona, o pietosa, o dolze

Vergine Maria!

PENTIMENTO E DOEOR Pare mio, me despiase e me pente co’ tut el cuor de i me pecai,parché co’ sbalie, merite el castigo de imiserirme ‘a vita e rovinarme,ma sora de tut, parché no’ fae ‘a to voentà,che la è el me pì gran ben,e te ofende ti che te sì tant bon e te merita de essar amà sora tut e pì de tuti.Promete, col to aiuto santo, de zercar de no’ ofendarte mai pìe de evitar de metarme so’e ocasion de far el mal.Signor, abi misericordia e perdoname. Amen!

AMÈTE, SIGNORAmète davanti a ti, Dio onipotente,

e a vo’altri fradei, de ‘ver sbaglià,

co’ i pensieri, ‘e paroe, ‘e robe da far

e que’e no’ ò fate a dover, par colpa mia,

par me colpa, par me grandissima colpa.

E ciamo in aiuto ‘a beata senpre Vergine Maria,

i santi Apostoi, i angei, i santi, e vo’altri fradei,

a pregar par mi el Signor, Dio nostro!

Dio onipotente, ‘abia misericordia de no’altri

perdone i nostri pecài, e ne condusa a’a vita senza fine.

Chiete senza fine, regaeghe ai morti, Signor.E el ciaro de ‘a to faciali ilumine par sempree i possa riposar in pase. Amen

Chiete senza fine dòneghe, Signorai morti, che spera de vedar el sorisode’a to facia, ‘a luse e ‘a pasee possa godar de ‘a to vitavivendo, risorti, sempre co’ ti. Amen

CHIETE SENZA FINE

16 dicembre 2011

Page 17: Emmaus Dicembre 2011

“Non cercate Gesù in terre lontane: Lui non è là! E’ vicino a noi. E’ con noi. Basta che teniate il lume acceso e Lo vedrete sempre. Continuate a riempire il lume con piccole gocce d’amore e vedrete quanto è dolce il Dio che ama-te …”

Madre Teresa di Calcutta

Madre Teresa di Calcutta, una piccola grande donna che con la sua umiltà e semplicità ci ha lasciato in eredità una grande verità: riscoprire il valore dell’a-more nella nostra vita. L’amare in modo incondizionato, l’essere attenti a chi è vicino a noi, l’amare i propri cari, l’ama-re chi è nel bisogno…amare soprattutto i più poveri e bisognosi; amare la vita, la nostra vita con tutti i suoi alti e bassi, i sorrisi e i pianti, le gioie e le tristezze; ri-scoprire l’amore per noi stessi per amare chi è vicino e amare Dio. E sono queste piccole gocce di amore quotidiano che irradiano di sole il nostro cuore, lo tem-prano e lo rendono forte.Dio vuole che ognuno di noi sappia as-sumersi le proprie responsabilità davanti alle scelte che opera nella sua vita con coerenza e saggezza. Vuole prima di tut-to che siamo Uomini e Donne nel mondo, ognuno con un proprio compito, membra importanti di un unico Corpo che è Cri-sto. Perché come cita la 1 Corinzi, cap. 12: “Vi sono diversi doni ma uno solo è lo Spirito, Vi sono vari modi di servire, ma uno solo è il Signore. Vi sono molti tipi di attività, ma chi muove tutti all’azione è sempre lo stesso Dio”. Un Dio che non ci obbliga a seguirlo, un Dio che ci lascia liberi di decidere su come gestire la no-stra vita, coltivare e custodire il nostro “giardino”, un Dio che rispetta la nostra libertà affinché le parti che compongono questo magnifico corpo siano in armonia

tra loro perché espressione concreta del-la propria unicità.Vi sono vari modi di servire e diversi sono i doni dello Spirito che Dio ha seminato in ognuno di noi affinché possiamo essere espressione autentica, unica e irripetibi-le del nostro credere: a noi la facoltà di trovare il modo per esprimere tutto que-sto nella nostra quotidianità articolata nelle diverse realtà che la compongono: scuola, lavoro, impegno nel sociale, fa-miglia, tempo libero, ecc. A noi il com-pito di essere quel lievito che fermenta e aiuta a ritrovare il senso vero della vita e dell’esistere; quel lievito che stimola a disincrostare e scalfire quel vestito pre-confezionato che la moderna società ha preparato per ognuno di noi e che in modo silente ci ha fatto indossare amma-liandoci con la sua dolce musica, giorno dopo giorno, nella speranza che i nostri occhi e le nostre menti rimangano chiusi in questo limbo non nostro. Una solleci-tazione verso il risveglio dal caldo tepo-re in cui i media ogni giorno cercano di collocarci la possiamo trovare ed avere anche attraverso le diverse iniziative che domenica dopo domenica si susseguono sul sagrato della nostra chiesa: dai mer-catini missionari, ai mercatini equo-soli-dali, dalla raccolta fondi con la vendita di torte per i nostri gruppi (ACR / Coro/ ecc.) alle bancarelle che tramite la vendita di piante o altre iniziative raccolgono fondi per la ricerca e ci sensibilizzano su tema-tiche quali la fibrosi cistica, le malattie tu-morali, ecc.; bancarelle per la raccolta di fondi e cibo per chi è nel bisogno e, nelle nostre zone, diverse sono le famiglie che a seguito della crisi vi si trovano.Come uomini è facile volgere lo sguar-do altrove con la scusante che ogni do-menica c’è una bancarella, tanto che a volte può scappar detto;…“sempre che

chiedono soldi!”…, ma, come credenti, se vogliamo amare noi stessi per amare gli altri e amare quel Dio in cui crediamo, non possiamo rimanere insensibili a que-sti eventi. E’ certo che i tempi duri della crisi si fanno sentire su tutti i portafogli, ma è pur vero che non siamo obbligati a contribuire a tutte le iniziative che do-menica dopo domenica si avvicendano, poiché SIAMO LIBERI DI SCEGLIERE a chi dare il nostro contributo. Anche se monetariamente non pos-siamo contribuire a tutte rimane altresì importante aprirci e lasciarci stimolare da queste iniziative/tematiche, perché è interiorizzando queste sollecitazioni che ci vengono offerte che cresciamo in completezza e maturiamo ulteriormente come persone, e non restiamo chiusi nel nostro piccolo mondo.Sono piccole gocce d’amore che riem-piono il nostro lume e fanno in modo che non si affievolisca. Sono piccole gocce che, come diceva Madre Teresa, se non ci fossero all’oceano mancherebbero. Per cui è con serenità che dobbiamo ac-cogliere questo intercalare di iniziative che puntualmente, soprattutto ora che ci prepariamo al Natale, ci vengono pro-poste, lasciandoci alle spalle le critiche e le chiacchiere che non sono altro che parole gettate nel vuoto; è con serenità d’animo che dobbiamo lasciarci stimo-lare senza alcuna paura di essere e non essere giudicati se non contribuiamo mo-netariamente, perchè ognuno è libero di scegliere e dare quello che può.Concludo con un mio augurio in vista delle festività del Santo Natale: “Sia il vostro sorriso la vera luce del vo-stro cuore poiché esso vale più di tante parole”.

Laura Scabbio

“SEmprE cHE cHIEDONO SOLDI...”Una riflessione sui tanti mercatini nel sagrato della chiesa

17DICEMBRE 2011

All’interno del presente numero di Emmaus è stata inserita una busta per contribuire alle spese di gestione della Chiesa e della Parrocchia di Musile. La presente “busta” annuale intende essere pertanto invito alla corresponsabilità, da vivere sempre e comunque in piena libertà. Le famiglie che desiderano contribuire, sono pregate di portare la busta, che rimane anonima, in Chiesa durante il periodo natalizio (fino a fine gennaio), ponendola nell’apposita urna. Ancora una volta... grazie di cuore. don Saverio

LA “BUSTA NATALIZIA 2011” pEr LE NEcESSITàDELLA pArrOccHIA DI mUSILE DI pIAVE

Page 18: Emmaus Dicembre 2011

Lima, Perù, 31 ottobre 2011Cara mamma,ti scrivo da El Salvador dove mi trovo in questo momento. Arrivare ai 100 anni è di pochi e tu ce l’hai fatta. E’ un dono del Signore. Auguri vivissimi. Avrei voluto essere presente per questa celebrazione, ma so che tu mi comprendi anche se nel cuore avresti desiderato la mia presenza. Sei presente in modo particolare in questi giorni soprattutto nella Messa. Ti ringrazio per le tue premure e le tue fatiche di mamma. Sono sicuro della tua preghiera per la missione che mi è stata af-fidata. Il Signore ha dato a te e a papà che ora è nel cielo una bella famiglia che è cresciuta all’insegna della fede e dell’amore, dell’accoglienza e del perdono. Questo amore in Gesù ci unisce. Grazie per tutto quello che ci hai insegnato assieme a papà e continui ad insegnarci, soprattutto che la vita è bella quando è piena di amore, anche nella sofferenza. Grazie per non esserti opposta quando molti anni fa chiesi di essere missionario. Grazie perché con la tua vita mi hai in-segnato che non è sufficiente passare attraverso la vita, ma è necessario che la vita passi attraverso di noi... Assieme a papà mi hai dato le “radici” della fede in Gesù e le “ali” della vocazione missionaria. Grazie!Ti affido alla Madonna e le sofferenze di ogni giorno, ti pre-go, offrile per la mia perseveranza nella vocazione e perché regni l’amore, l’accoglienza e il perdono tra i miei fratelli e sorelle e nelle loro famiglie.Spero poterti vedere presto. Un abbraccio e un bacio

tuo figlio Santo

cArA mAmmA, NONNA, BISNONNA pALmIrA...

Ti è mai capitato di passare davanti al piazzale della chiesa di Millepertiche, il sabato dalle ore 14,30 alle 16? Forse sì, e forse avrai sentito qualche schiamazzo, avrai visto alcuni ragazzi giocare e divertirsi. Sono i ragazzi dell’ A.C.R. (Azione Cattolica Ragazzi), venti ragazzi che ogni sabato, appunto, si ritrovano con i loro animatori (quest’anno sono ben quattro) per trascorrere qualche ora, pregando, svolgendo attività e anche giocando. I ragazzi sono divisi in due gruppi, il primo va dalla quarta elementare alla prima media ed è seguito da Cadamuro Francesco e Venturato Giorgia, il secondo è formato dai ragazzi di seconda e terza media ed è seguito da Cadamuro Chiara e Codispoti Francesco. Le attività cominciano con un momento di preghiera, poi si svolgono delle attività basate sul programma A.C.R.; quest’anno il tema è “punta in alto”; si continua con un gioco or-ganizzato e sempre divertente; il tutto si conclude con la preghiera finale. Se ti riconosci in questa fascia di età e vuoi trascorrere un bel sabato pomeriggio in compagnia dei tuoi amici, sai dove rivolgerti. TI ASPETTIAMO!!!

Anna

All’interno del presente numero di Emmaus è stata inserita una busta per contribuire alle spe-se di gestione della Chiesa e della Parrocchia di Millepertiche. La presente “busta” annuale intende essere pertanto invito alla corresponsabilità, da vivere sempre e comunque in piena libertà. Le famiglie che desiderano contribuire, sono pregate di portare la busta, che rimane anonima, in Chiesa durante il periodo natalizio (fino a fine gennaio), ponendola nell’apposita urna. Ancora una volta... grazie di cuore. don Saverio

NOTIZIE DALL’A.c.r.

LA “BUSTA NATALIZIA 2011” pEr LE NEcESSITàDELLA pArrOccHIA DI mILLEpErTIcHE

18 dicembre 2011

Page 19: Emmaus Dicembre 2011

Renato Grandin, da anni organista e direttore del coro parrocchiale di Chiesanuova, ha lasciato questo incarico perchè si è trasferito con la sua famiglia in un’altra località. Attraverso le pagine di “Emmaus” desideriamo esprimergli il nostro più sincero ringraziamento con l’augurio che l’esperienza matu-rata in questi anni venga abbon-dantemente donata e trasmessa nella sua nuova parrocchia di ap-partenenza.Grazie di cuore , Renato.

Vogliamo dirti grazie ancora una volta per la tua grande disponibili-tà e riservatezza.Vogliamo dirti grazie per la com-petenza e l’autorevolezza di stile, sobrio e discreto nel guidare, inse-gnare e correggere le nostre ese-cuzioni.Vogliamo dirti grazie perchè con noi hai mosso i primi passi nel-la direzione del coro e nel suono dell’organo ed hai contribuito, poco per volta, a far amare, attra-verso la musica ed il canto, Gesù e la Chiesa.Vogliamo dirti grazie per l’onestà e

la passione che hai sempre dimostra-to verso questo “umile” ma “gran-de “servizio litur-gico. Vogliamo dirti grazie perchè ci hai voluto bene e continui a vo-lercene. Sappia-mo che ci porti ancora nel cuo-re. Anche per noi è lo stesso e non ti dimen-

ticheremo, pieni di gratitudine.Vogliamo dirti grazie perchè ci te-nevi a farci fare bella figura nei concerti inter-parrocchiali ed in egual misura nelle celebrazioni più o meno solenni, celebrate in par-rocchia.Vogliamo dirti grazie perchè hai portato tanta pazienza e come un buon padre di famiglia, non hai mai alzato la voce ma....bastava uno sguardo per richiamare l’attenzione e ri-prendere il dialogo.Vogliamo dirti grazie perchè ci hai lasciato per...Cinzia... ed insieme ai piccoli Fran-cesco e Davide avete for-mato una bella famiglia... e noi ne siamo super felici.Vogliamo dirti grazie perchè la nostra collaborazione è nata prima che ci pensas-se la Diocesi a fissarla su carta... (tu Renato sei di Caposile ed hai cominciato a prestare stabile servizio a Chiesanuova già ai tempi di don Piero).Vogliamo dirti grazie per il ri-spetto, l’accoglienza e la se-rietà che hai sempre dimo-strato verso ciascuno di noi.

Vogliamo dirti grazie per cento altri motivi, ma soprattutto perchè ab-biamo sentito in te un amico fra-terno. L’affetto grande e sincero, reciproco, è cresciuto negli anni alimentato dalla passione per la musica, dall’Eucarestia, dalle rela-zioni amicali che si sono formate ed intrecciate, dallo scambio di esperienze, dalla condivisione di gioie ma anche di dolori.Grazie di Cuore, “maestro”, come amavano chiamarti i nostri cantori. Grazie di cuore, e ti chiediamo di non smettere questo servizio no-bile, importante ed impegnativo che attraverso le voci e le armonie più intense e belle ci accompagna nella preghiera.

Adalberta e la corale della parrocchia di Chiesanuova

GrAZIE rENATO...

19DICEMBRE 2011

Page 20: Emmaus Dicembre 2011

DON ArmANDO BENEDIcE L’ESpErIENZADELLA cOLLABOrAZIONE pASTOrALE

Per il terzo anno un giovedì nell’arco del mese le sei parrocchie della Collaborazione Pastorale si riuniscono presso la Chiesa di Caposile per la celebrazione di una Santa Messa comunitaria. É un momento importante per tutte le sei comunità che collaborano fra loro alla pastorale dei sacerdoti e in particolare per la comunità parrocchiale di Caposile. Un incontro con il Signore nel quale vengono offerti l’impegno e la disponibilità al Suo messaggio evangelico. Da settembre l’azione pastorale dei nostri parroci si è arricchita della presenza di nuovi volti: quattro preziosi doni fra i quali il nuovo vicario parrocchiale di Musile don Michele e le attese suore cappuccine: Francesca, Medhin e Biricti. Nella prima celebrazione di quest’anno don Armando ha affidato a don Flavio una toccante riflessione sul significato della sua presenza sacerdotale nonostante le difficoltà del suo stato di salute che lo limitano notevolmente nell’offrire il proprio contributo.

Ecco il programma per quest’anno:GIOVEDI’ 10 NOVEMBRE 2011 CORALE DI CAPOSILEGIOVEDI’ 15 DICEMBRE 2011 CORALE GIOVANI CHIESANUOVAGIOVEDI’ 19 GENNAIO 2012 CORALE DI MILLEPERTICHEGIOVEDI’ 16 fEBBRAIO 2012 CORALE DI MUSILEGIOVEDI’ 15 MARZO 2012 CORALI PASSARELLA E SANTA MARIAGIOVEDI’ 19 ApRILE 2012 CORALE GIOVANI “DA STRADE DIVERSE” di MUSILEGIOVEDI’ 10 MAGGIO 2012 CORALE CHIESANUOVA

VI ASPETTIAMO!don Armando, don Giovanni, don Giancarlo, don Saverio, don Flavio, don Michele

I GIOVANISSImI

20 dicembre 2011

Ciao a tutti!!! Siamo il gruppo di terza media, prima e seconda superiore di Caposile.Da quest’anno ci ritroviamo ogni sabato per realizza-re un nuovo progetto a cui vogliamo dare forma.Come prima cosa stiamo cercando di creare un am-biente nel nostro “oratorio” dove tutti i ragazzi e i bambini del paese possano trascorrere dei piacevo-li pomeriggi. Proprio per questo motivo stiamo or-ganizzando alcune feste ed altre iniziative al fine di raccogliere dei fondi e utilizzarli per finanziare questo progetto!! Vogliamo dipingere le pareti di una stanza

che ci è stata affidata, aggiungere dei giochi e so-prattutto divertirci e far divertire!!! La voglia di lavorare è molta e speriamo che i risultati siano soddisfacenti! Inoltre, una volta al mese circa, ci troviamo per riflet-tere sul senso di quello che stiamo facendo, del ser-vizio, del nostro stare assieme. Speriamo che questo gruppo che così si sta venendo a formare possa de-collare ed essere in futuro un punto di riferimento per il nostro paese. Ciao

I ragazzi di Caposile

EmmausPeriodico bimestrale delle parrocchie di Musile di Piave,

Chiesanuova, Millepertiche, Passarella, Santa Maria di Piave e Caposile.

Direttore Responsabile: Dino Boffo - Via Amalfi, 41 - TV

Direzione e Redazione: Piazza Libertà, 1 - Musile di Piave - VE

Registrazione al Tribunale di Venezia n. 884 del 21.03.1987

Stampa: Tipografia COLORAMA: San Donà di Piave - VE - Tel. 0421.40225

Hanno collaborato a questo numero di Emmaus:

Luca Cadamuro, Barbara Fornasier, Federico Contarin, Anna Scap-patura, Caritas Parrocchiale, Santino Marson, Loredana Lorenzi,

Romina. don Saverio, don Flavio, don Giancarlo, una mamma-ca-techista, Elisa Montagner, Emanuela, Samuele Tamai, suor France-sca, suor Medhin, suor Biricti, Laura Scabbio, don Santo Dal Ben,

Adalberta Contarin, Elena De Piccoli, I ragazzi di Caposile, Vittorina Mazzon, Alberto Cicogna, Sonia...e le sue torte.

Page 21: Emmaus Dicembre 2011

mUSILE DI pIAVENOVENA DEL NATALE- da lunedì 19 a venerdì 23 dicembre:ore 18.30: S. Messa e Canto delle profezie

SOLENNITÀ DEL NATALE - 25 DICEMBRE

LA MESSA DELLA NOTTE SANTA SARÀ ALLE 23.30preceduta da una veglia di preghiera (ore 23.00).La colletta raccolta durante la S. Messa sarà devoluta all’iniziativa di carità “Un posto a tavola”.SS. Messe: ore 8.00 - 9.30 - 11.00 - 18.30

LUNEDì 26 DICEMBRE S. STEFANOS. Messa: ore 8.00 - 10.00

SABATO 31 DICEMBREore 18.30: S. Messa di ringraziamento e canto del “Te Deum”Veglia di Preghiera e adorazione eucaristica (ore 22.00-24.00) Chiesa Lazzaretto

DOMENICA 1 GENNAIO SOLENNITÀ DI MARIA MADRE DI DIO (Giornata mondiale per la pace)SS. Messe: ore 8.00 - 9.30 - 11.00 - 18.30

VENERDì 6 GENNAIO - EPIFANIA DEL SIGNORESS. Messe: ore 8.00 - 9.30 - 11.00 - 18.30ore 15.00: Rito di benedizione dei bambini e bacio a Gesù Bambino.

CELEBRAZIONI DEL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE

Per gli adolescenti e i giovani:lunedì 19 dicembre, ore 20.30Per gli adulti:giovedì 22 dicembre:16.00-18.30venerdì 23 dicembre: 16.00-18.30sabato 24 dicembre: 9.00-12.00 e 15.00-19.00

cHIESANUOVANOVENA DEL NATALEda lunedì 19 a venerdì 23 dicembre:ore 18.30: S. Messa e Canto delle profezie.

SOLENNITÀ DEL NATALE - 25 DICEMBRE

LA MESSA DELLA NOTTE SANTA SARÀ ALLE 23.30

preceduta da una veglia di preghiera (ore 23.00). La colletta raccolta durante la S. Messa sarà devoluta all’iniziativa di carità “Un posto a tavola”.SS. Messe: ore 8.00 - 10.00

LUNEDì 26 DICEMBRE S. STEFANOS. Messa: ore 10.00

SABATO 31 DICEMBREore 18.30: S. Messa di ringraziamento e canto del “Te Deum”.Veglia di Preghiera e adorazione eucaristica (ore 22.00-24.00) Chiesa Lazzaretto.DOMENICA 1 GENNAIO SOLENNITÀ DI MARIA MADRE DI DIO (Giornata mondiale per la pace)SS. Messe: ore 8.00 - 10.00

VENERDì 6 GENNAIO - EPIFANIA DEL SIGNORESS. Messe: ore 8.00 - 10.00

CELEBRAZIONI DEL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE

Per gli adolescenti e i giovani:lunedì 19 dicembre, ore 20.30 a MusilePer gli adulti:giovedì 22 dicembre:16.30-18.30sabato 24 dicembre: 15.00-19.00

mILLEpErTIcHENOVENA DEL NATALE - da lunedì 19 a venerdì 23 dicembre:ore 18.30: S. Messa e Canto delle profezie.

SOLENNITÀ DEL NATALE - 25 DICEMBRE

LA MESSA DELLA NOTTE SANTA SARÀ ALLE 23.30

preceduta da una veglia di preghiera (ore 23.00). La colletta raccolta durante la S. Messa sarà devoluta all’iniziativa di carità “Un posto a tavola”.25 Dicembre S.Messe ore 8.00 e 10.00

LUNEDì 26 DICEMBRE S. STEFANOS.Messe ore 10.00

SABATO 31 DICEMBREore 18.30 S.Messa e canto del “Te Deum” di ringra-ziamento.Veglia di Preghiera e adorazione eucaristica (ore 22.00-24.00) Chiesa Lazzaretto.

DOMENICA 1 GENNAIOSOLENNITÀ DI MARIA, MADRE DI DIO (Giornata mondiale di preghiera per la pace)S.Messa ore 8.00 - 10.00

VENERDì 6 GENNAIO - EPIFANIA DEL SIGNORES.Messe 8.00 - Alle 17.00 S. Messa con benedizione dei bambini e panevin (non viene celebrata la messa delle 10).

CELEBRAZIONI DEL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE

Adolescenti e giovani: Lunedì 19 alle ore 20.30 (a Musile)Adulti: a Millepertiche: Venerdì 23 dalle 16.30 alle 18.30 Sabato 24 dalle 9.00 alle 12.00

pASSArELLANOVENA DI NATALEDa lunedì 19 a venerdì 23 dicembre alle ore 19.00: per tutti.

SOLENNITA’ DEL NATALE - DOMENICA 25 DICEMBRE 2011Ore 00.00: S. MESSA NELLA NOTTE, preceduta da una veglia di preghiera (ore 23.30). La colletta raccolta durante la S. Messa sarà devoluta all’iniziativa di carità “Un posto a tavola”.Le altre S. Messe: ore 8.00 e ore 11.00.

LUNEDI’ 26 DICEMBRE - SANTO STEFANOS. Messa: ore 11.00

cALENDArIO cELEBrAZIONI DEL NATALE 2011

21DICEMBRE 2011

Page 22: Emmaus Dicembre 2011

cALENDArIO cELEBrAZIONI DEL NATALE 2011

SABATO 31 DICEMBREOre 18.00: S. Messa di RingraziamentoVeglia di Preghiera e adorazione eucaristica (ore 22.00-24.00) Chiesa Lazzaretto

DOMENICA 1 GENNAIO - SOLENNITA’ DI MARIA MADRE DI DIO - GIORNATA MONDIALE DELLA PACES. Messe: ore 8.00; ore 11.00.

VENERDI’ 6 GENNAIO - EPIFANIA DEL SIGNORES. Messe come alla domenica: ore 8.00 e ore 11.00

CONFESSIONIPer gli adolescenti e i giovani: lunedì 19 dicembre, ore 20.30 a MusilePer gli adulti: venerdì 23 dicembre: ore 15.30-18.00 (don Flavio)Sabato 24 dicembre: ore 9.00-12.00(don Giancarlo); ore 15.00-19.00 (don Flavio)

SANTA mArIA DI pIAVE

NOVENA DI NATALEDa lunedì 19 a venerdì 23 dicembre alle ore 17.00: per tutti.

SOLENNITA’ DEL NATALE – DOMENICA 25 DICEMBRE 2011Ore 00.00: S. MESSA NELLA NOTTE, preceduta da una veglia di preghiera (ore 23.30). La colletta raccoltadurante la S. Messa sarà devoluta all’iniziativa di carità “Un posto a tavola”Ore 10.00: S. Messa

LUNEDI’ 26 DICEMBRE - SANTO STEFANOOre 10.00: S. Messa

DOMENICA 1 GENNAIO - SOLENNITA’ DI MARIA MADRE DI DIO - GIORNATA MONDIALE DELLA PACES. Messa: ore 10.00

GIOVEDI’ 5 GENNAIOOre 17.30: S. Messa, cui seguirà la Benedizione del “Pan e Vin”VENERDI’ 6 GENNAIO - EPIFANIA DEL SIGNOREOre 10.00: S. Messa

CONFESSIONIPer gli adolescenti e i giovani: lunedì 19 dicembre, ore 20.30 a MusilePer tutti: mercoledì 21 dicembre: ore 15.00-18.00 (don Flavio)Sabato 24 dicembre: ore 15.00-19.00 (don Giancarlo)

pArrOccHIA DI cApOSILE

NOVENA DI NATALEDa lunedì 19 a venerdì 23 dicembre alle ore 18.00, in canonica: per tutti.

SOLENNITA’ DEL NATALE – DOMENICA 25 DICEMBRE 2011Ore 22.30: S. MESSA NELLA NOTTE, preceduta da una veglia di preghiera (ore 22.00). La colletta raccoltadurante la S. Messa sarà devoluta all’iniziativa di carità “Un posto a tavola”Ore 9.30: S. Messa

DOMENICA 26 DICEMBRE LUNEDI’ 26 DICEMBRE - SANTO STEFANOOre 9.30: S. Messa

SABATO 31 DICEMBREOre 19.00: S. Messa di RingraziamentoVeglia di Preghiera e adorazione eucaristica(ore 22.00-24.00) Chiesa Lazzaretto

DOMENICA 1 GENNAIO - SOLENNITA’ DI MARIA MADRE DI DIO- GIORNATA MONDIALE DELLA PACES. Messa: ore 9.30

VENERDI’ 6 GENNAIO - EPIFANIA DEL SIGNOREOre 9.30: S. Messa

CONFESSIONIPer gli adolescenti e i giovani: lunedì 19 dicembre, ore 20.30 a MusilePer tutti: Sabato 24 dicembre: ore 9.00-12.00 (don Flavio).

22 dicembre 2011

ViCaRiaTo Di saN DoNa’ Di piaVEsEgRETERia Di pasToRalE familiaRE

“Il maschile e il femminile nella coppia: croce o delizia?”

incontro per coppie di sposi e famiglie

saBaTo 25 e DomENiCa 26 fEBBRaio 2012

presso l’oRaToRio di mussETTa

info: luciano pasquali (3497362344)

don flavio gobbo ([email protected])

Relatori:

Maria Teresa Zattoni

e Gilberto Gillini

Anche quest’anno le parrocchie della Collaborazione Pastorale di Musile di Piave organizzano l’itinerario di preparazione al Matrimonio cristiano, solita-mente chiamato “Corso Fidanzati”. Si svolgerà da sabato 28 gennaio a saba-to 24 marzo 2012, presso l’Oratorio di Passarella di San Donà. Sarà condotto da una equipe di 6 coppie animatrici assieme a don Flavio. Le ISCRIZIONI saranno esclusivamente DOMENICA 8 GENNAIO, presso l’Oratorio di Musile di Piave dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle 15.00 alle 17.30. Per informazioni rivolgersi a don Flavio (0421-235100; 340-9717698; [email protected]).

Troverete indicazioni più dettagliate nel sito della Collaborazione: www.collaborazionemusile.it

ITINErArIO di prEpArAZIONEAL mATrImONIO 2012

Page 23: Emmaus Dicembre 2011

LE TOrTEdi Sonia

Saluto a Don Vanio

23DICEMBRE 2011

UN LIBrO“CONTEMpLAZIONI”

di Elena De Piccoli

Non è mai facile parlare di poesia; non è facile perché si tratta di qualcosa di sogget-tivo, qualcosa che, per chi lo scrive, può essere chiarissimo, ma per chi lo legge, può risul-tare tutt’altro che decifrabile.Il poeta non sempre si pone lo scopo di divulgare; il più del-le volte si pone invece quello di esprimere, di dare voce a quegli intimi sentimenti che poi sono quelli di ogni esse-re umano.La raccolta di poesie in que-stione porta appunto il tito-lo di “Contemplazioni” (di Elena De Piccoli di Musile e

collaboratrice nella nostra redazione di Em-maus). L’immagine infatti è il fulcro dell’opera, e imma-gini, appunto, sono ciò che le singole liriche vorrebbero evocare. Immagini che possano essere facilmente col-legate a sentimenti del genere più vario: la malinconia, l’amore (quello reale, quello immaginato che fa viaggiare la mente e il cuore, ma anche quello non corrisposto, fatto di aneliti irrealizzabili), la consapevolezza, a volte anche la rassegnazione.Compare anche la dimensione spirituale, dimensione di una ricerca e dell’ascolto di una voce incessante che chiama, dicendo Amore. Una cifra importante è rappre-sentata anche dalle influenze di grandi autori quali Leo-pardi, Shakespeare, Petrarca, i quali fanno capolino tra le righe, venendo implicitamente menzionati.Tutto questo, le immagini e le citazioni, sono volte a mo-strare appunto l’interiorità di chi scrive, di esplicitare il desiderio di dare voce ai moti dell’anima in tutte le loro forme, e con essi, anche al desiderio di conoscenza e di consapevolezza, che certo fanno parte di ogni uomo.E qui entra in gioco la contemplazione: non come per-dita di contatto con la realtà, ma come vero e proprio “modus operandi” per giungere, attraverso i sensi, alla conoscenza.Grazie al loro potere evocativo e al loro procedere per immagini, la lettura delle poesie risulta scorrevole, di semplice fruizione, perché chiunque legga possa forse trovare un po’ di sé, un po’ dei propri sentimenti e delle proprie emozioni tra i versi di questa raccolta, che con-sigliamo di leggere.Per avere il libro, è possibile contattare direttamente l’autrice tramite mail ([email protected]) o ac-quistarlo tramite il sito della casa editrice “I libri di Emil” al link http://www.ilibridiemil.it.

La redazione di Emmaus

Benvenuto a Don Michele

Benvenuto alle Suore

1° Ottobre 2011

17 Settembre 2011

14 Ottobre 2011

Page 24: Emmaus Dicembre 2011

Gli uomini hanno delle stelle che non sono le stesse. Per gli uni, quelli che viaggiano, le stelle sono delle guide.

Per gli altri non sono che delle piccole luci. Per gli altri, che sono dei sapienti, sono dei problemi.

Per il mio uomo d’affari erano dell’oro. Ma tutte queste stelle stanno zitte. Tu, tu avrai delle stelle come nessuno ha…

Quando tu guarderai il cielo, la notte, visto che io abiterò in una di esse, visto che io riderò in una di esse,

allora sarà per te come se tutte le stelle ridessero. Tu avrai, tu solo, delle stelle che sanno ridere!

(da “Il Piccolo Principe” di A. de Saint-Exupéry)

con i migliori auguri dalla Redazione di Emmaus