Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 | 2015

32
pagina 8 pagina 12 pagina 15 pagina22 71 , ma molto ben portati... Dal 1890 a oggi una lunga storia di Congressi SIP: ecco le foto e il racconto del Congresso Italiano di Pediatria di Roma. Una voce unitaria per la Pediatria Nasce la Federazione delle Società Scientifiche e delle Associazioni dell’Area Pediatrica (FIARPED). La Piramide alimentare transculturale L’integrazione tra i popoli attraverso il cibo. Una locandina staccabile da appendere in studio. Dai vaccini un “tesoretto” per il SSN Benefici economici delle vaccinazioni e costi della falsa informazione. Ora basta! per impedire le violenze, le sopraffazioni, le segre- gazioni e le molestie alle quali questi bambini sono sottoposti. È questo il messaggio che giunge a chiu- sura di un Congresso ricco di temi e fortemente par- tecipato, al quale abbiamo dedicato quasi intera- mente questo numero di “Pediatria”. L’Europa intervenga a difesa della vita e della salute dei bambini residenti nelle aree di guerra. Basta con la strage degli innocenti. È questo l’ac- corato appello lanciato dai pediatri italiani, riuni- tisi in assemblea nel corso del 71° Congresso Italia- no di Pediatria, che si è tenuto dal Roma dal 4 al 6 giugno 2015. In una lettera inviata alle principali autorità italiane e internazio- nali la SIP lancia un grido d’allarme per i 230 milioni di bambini e adolescenti coinvolti nei vari conflitti che stanno destabilizzando il mondo e chiede che la co- munità internazionale ponga in essere ogni sforzo possibile Magazine della Società Italiana di Pediatria www.sip.it volume 5 | numero 5-6 | maggio-giugno 2015 Mensile - Poste italiane spa - Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/RM/13/2011 - Un fascicolo e 25

description

Pediatria magazine volume 5 | numero 5-6 | maggio-giugno 2015

Transcript of Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 | 2015

Page 1: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

pagina8 pagina12

pagina15 pagina22

71, ma molto ben portati...Dal 1890 a oggi una lunga storia di Congressi SIP: ecco le foto e il racconto del Congresso Italiano di Pediatria di Roma.

Una voce unitaria per la PediatriaNasce la Federazione delle Società Scientifiche e delle Associazioni dell’Area Pediatrica (FIARPED).

La Piramide alimentare transculturaleL’integrazione tra i popoli attraverso il cibo. Una locandina staccabile da appendere in studio.

Dai vaccini un “tesoretto” per il SSNBenefici economici delle vaccinazioni e costi della falsa informazione.

Ora basta!per impedire le violenze, le sopraffazioni, le segre­gazioni e le molestie alle quali questi bambini sono sottoposti. È questo il messaggio che giunge a chiu­sura di un Congresso ricco di temi e fortemente par­tecipato, al quale abbiamo dedicato quasi intera­mente questo numero di “Pediatria”.

L’Europa intervenga a difesa della vita e della salute dei bambini residenti nelle aree di guerra. Basta con la strage degli innocenti. È questo l’ac-corato appello lanciato dai pediatri italiani, riuni­tisi in assemblea nel corso del 71° Congresso Italia­no di Pediatria, che si è tenuto dal Roma dal 4 al 6 giugno 2015. In una lettera inviata alle principali autorità italiane e internazio­nali la SIP lancia un grido d’allarme per i 230 milioni di bambini e adolescenti coinvolti nei vari conflitti che stanno destabilizzando il mondo e chiede che la co­munità internazionale ponga in essere ogni sforzo possibile

Magazine della Società Italiana di Pediatriawww.sip.it

volume 5 | numero 5-6 | maggio-giugno 2015

Men

sile

- P

oste

ital

iane

sp

a -

Sp

ediz

ione

in a

bb

onam

ento

pos

tale

– D

.L. 3

53/2

003

(con

v. in

L. 2

7/02

/200

4 n.

46) a

rt. 1

, com

ma

1, A

ut. G

IPA

/C/R

M/1

3/20

11 -

Un

fasc

icol

o e

25

Page 2: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

11

7

8

In questo numeroMalattia di Kawasaki, verso nuove linee guidaAlberto VillANi, AleSSANdrA MArcheSi 19

Malattie genetiche: assistenza a macchia di leopardo 20

Non solo vite salvate: dai vaccini un “tesoretto” per il SSN 22

Pianeta SIP Vaccinazione antipneumococcica, la posizione del Board del Calendario per la Vita 24

La mortalità infantile nella pittura italianaM.GiuSeppiNA GreGorio, luiGi cAtAldi 25

RegioniPiEmOntE E VaLLE D’aOsta Latte umano donato, una convenzione innovativa eNrico bertiNo 26

Pediatri inFormazioneSessione “Multimediale” ONSPA curA di liViANA dA dAlt, dAVide Vecchio 27

La clinicaScreening dell’ipercolesterolemia familiare, quale il ruolo del pediatra? iNterViStA Ad ANdreA bArtuli 28

LibriI segnali che precedono la tempesta Alberto G. uGAzio 30

Editoriali 3

NewsFresche di stampaA curA di liViANA dA dAlt 4

Cala la mortalità infantile per effetti collaterali da terapie oncologiche 6

Allarme tatuaggi e piercing 6

Radiazioni in Pediatria A curA di dAVid FrAti 7

Primo piano71, ma molto ben portati... GioVANNi corSello 8

Un talk show con le famiglie molto partecipato 9

Sereni e Zacchello, due nuovi Maestri della Pediatria 10

A Ezio Greggio il premio “Amico dei bambini” 10

Appello dei pediatri italiani per la difesa dei bambini vittime delle guerre nel mondo 11

Una voce unitaria per l’Area Pediatrica 12

Bimbi con malattie genetiche, una app aiuta i medici 14

La Piramide alimentare transculturale 15

Pediatria volume 5 | numero 5-6 maggio-giugno 2015

Magazine ufficiale della Società Italiana di Pediatria (SIP) via Gioberti 60 00185 Roma Tel. 06 4454912 www.sip.it

DIrettore ScIentIfIco GIovannI corSello

DIrettore

Cinthia Caruso

BoarD eDItorIale

Rino AgostinianiLiviana Da DaltDomenico MinasiAndrea PessionDavide Vecchio

reDazIone David Frati

PuBBlIcItà e PromozIone

Livia Costa [email protected] 06 86282342

Tiziana Tucci [email protected] 06 86282323

Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 586/2002

aBBonamentI 2015

Individuale E 40,00Istituti, enti, biblioteche E 80,00Estero E 120,00

PreSIDente GIovannI corSello

conSIGlIo DIrettIvo alBerto vIllanI (vIcePreSIDente),luIGI Greco (vIcePreSIDente), rIno aGoStInIanI (teSorIere), faBIo carDInale, antonIo correra, lIvIana Da Dalt, DomenIco mInaSI, anDrea PeSSIon, maSSImo BarBaGallo, elvIra verDucI (conSIGlIerI), GIuSePPe maSnata (DeleGato SezIonI reGIonalI SIP), luIGI memo (DeleGato conSulta nazIonale), roSalIa Da rIol (DeleGato conferenza GruPPI DI StuDIo)

Il Pensiero Scientifico Editore Via San Giovanni Valdarno 8 00138 Roma Tel. 06 862 821 Fax 06 862 82 250 www.pensiero.it www.facebook.com/ PensieroScientifico twitter.com/ilpensiero

DIrettore reSPonSaBIle Giovanni Luca De Fiore

ProGetto GrafIco e ImPaGInazIone Typo srl, Roma

ImmaGInI © 2015 Thinkstock.com

StamPa

Arti Grafiche Tris, Via delle Case Rosse, Roma giugno 2015

ISSN 2240-3183

pagina8 pagina12

pagina15 pagina22

71, ma molto ben portati...Dal 1890 a oggi una lunga storia di Congressi SIP: ecco le foto e il racconto del Congresso Italiano di Pediatria di Roma.

Una voce unitariaper la PediatriaNasce la Federazione delle Società Scientifiche e delle Associazioni dell’Area Pediatrica (FIARPED).

La Piramide alimentare transculturaleL’integrazione tra i popoli attraverso il cibo. Una locandina staccabile da appendere in studio.

Dai vacciniun “tesoretto” per il SSNBenefici economici delle vaccinazioni e costi della falsa informazione.

Ora basta!per impedire le violenze, le sopraffazioni, le segre-gazioni e le molestie alle quali questi bambini sono gazioni e le molestie alle quali questi bambini sono sottoposti. È questo il messaggio che giunge a chiu-sura di un Congresso ricco di temi e fortemente par-tecipato, al quale abbiamo dedicato quasi intera-mente questo numero di “Pediatria”.

L’Europa intervenga a difesa della vita e della salute dei bambini della vita e della salute dei bambini residenti nelle aree di guerra. residenti nelle aree di guerra. Basta con la strage degli innocenti. È questo l’acBasta con la strage degli innocenti. È questo l’ac-corato appello lanciato dai pediatri italianicorato appello lanciato dai pediatri italiani, riuni-tisi in assemblea nel corso del 71° Congresso Italiatisi in assemblea nel corso del 71° Congresso Italia-no di Pediatria, che si è tenuto dal Roma dal 4 al 6 no di Pediatria, che si è tenuto dal Roma dal 4 al 6 giugno 2015. In una lettera inviata alle principali giugno 2015. In una lettera inviata alle principali autorità italiane e internazioautorità italiane e internazio-nali la SIP lancia un grido lancia un grido d’allarme per i 230 milioni d’allarme per i 230 milioni di bambini e adolescenti di bambini e adolescenti coinvolti nei vari conflitti coinvolti nei vari conflitti che stanno destabilizzando che stanno destabilizzando il mondo e chiede che la coil mondo e chiede che la co-munità internazionale ponga munità internazionale ponga in essere ogni sforzo possibile in essere ogni sforzo possibile

Magazine della Società Italiana di Pediatriawww.sip.it

volume 5 | numero 5-6 | maggio-giugno 2015

Men

sile

- P

oste

ital

iane

sp

a -

Sp

ediz

ione

in a

bb

onam

ento

pos

tale

– D

.L. 3

53/2

003

(con

v. in

L. 2

7/02

/200

4 n.

46) a

rt. 1

, com

ma

1, A

ut. G

IPA

/C/R

M/1

3/20

11 -

Un

fasc

icol

o e

25

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 20152

Page 3: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

Cinthia CarusoDirettore di “Pediatria”

Giovanni CorselloPresidente SIP

Quel che resta di un bimbo

Il diritto al latte materno: una prospettiva anche etica

I vantaggi biologici del latte materno e la necessità di proteggere e di promuo­vere l’allattamento al seno sono ormai condivisi e consolidati in tutto il mondo. Anche dal punto di vista etico, garantire il latte materno a tutti i bambini che possono averlo è un imperativo categorico. È un impegno

deontologico di tutti i pediatri che devono poter contare sull’intervento coeren­te di tutti gli stakeholder: istituzioni e media in primo luogo. Bisogna diffonde­re l’informazione in tutti gli ambiti, nelle famiglie e tra le coppie in età fertile per garantire livelli di consapevolezza sui benefici dell’allattamento sia per il bam­bino sia per la donna che allatta. Sono recenti le evidenze che anche la risposta ai vaccini e il divezzamento si avvantaggiano dell’allattamento materno.

Bisogna anche che la struttura sociale si adegui, favorendo le politiche di sostegno alla famiglia, sul piano economico ed organizzativo. Incentivi eco­nomici, aree dedicate all’allattamento nei luoghi di lavoro, incremento degli asili nido con spazi dedi­cati sono esempi già collaudati con successo in altri Paesi europei quali Francia e Regno Unito, con il risultato tangibile di incrementi significativi dei tassi di natalità e di allattamento al seno esclu­sivo e prolungato. È necessario inoltre aumentare il numero dei corsi di accompagnamento alla na­scita e il numero delle coppie che li frequentano, prevedendo sempre la presenza del pediatra e il suo coinvolgimento attivo. Anche nei Centri na­scita bisogna adottare misure di protezione dell’al­lattamento, per scoraggiare l’uso immotivato di

tettarelle artificiali, soluzioni glucosate e latti arti­ficiali, riservando queste misure solo a quelle si­tuazioni clinicamente giustificate di supporto ed integrazione nutrizionale. La promozione dell’allattamento materno deve in­serirsi in una politica più generale di indirizzo ver­so un equilibrio nutrizionale a più vasto raggio, che comincia nella vita intrauterina con una alimenta­zione della gestante senza eccessi e senza carenze di macro e di micronutrienti, e prosegue con l’allatta­mento al seno esclusivo per il primo semestre di vita e prolungato per il primo anno di vita, con un divezzamento e un’alimentazione del bambino nei primi anni controllata nei fabbisogni e attenta ad evitare eccessi di calorie, grassi saturi e proteine. Il rischio di obesità e sovrappeso in età evolutiva e di malattie croniche non trasmissibili nelle età succes­sive (diabete, ipertensione, malattie cardiovascola­ri) e il rischio di carenza di minerali quali ferro e zinco, responsabili di anemia sideropenica ed infe­zioni ricorrenti sono eventi oggi messi in relazione di causa ed effetto con errori nutrizionali precoci. La prospettiva della qualità dell’alimentazione non può essere disgiunta da quella della sicurezza. Nel­l’anno in cui l’esposizione universale di Milano dibatte il tema “Nutrire il pianeta: energia per la vita”, insistere su sostenibilità, lotta agli sprechi e sicurezza degli alimenti diviene in ambito pedia­trico una sfida decisiva. I bambini hanno diritto ad essere protetti da inquinanti in grado di inter­ferire con i loro processi di crescita e di sviluppo e con i loro meccanismi epigenetici di attività cellu­lare. Ecco perché i pediatri devono svolgere con energia ed attenzione il loro ruolo di “avvocati” dei bambini, con una sorveglianza attiva in famiglia, nelle scuole e nei vari contesti sociali in cui si gio­cano le sorti dell’alimentazione e dello stato nutri­zionale dei bambini e degli adolescenti.

non solo sparare e uccidere, ma a tramandare l’odio di generazione in generazione in una catena che non si spezza. Le cronache degli ultimi mesi ci hanno consegna­to immagini terribili: bambini che si fanno esplo­dere al mercato, che imbracciano kalashnikov, che spaccano mattoni con la testa perché questo è ciò che insegna la loro scuola, quella dell’ISIS. Cosa resta di un bambino? Cosa resta dello stupore per la vita e dell’ingenua saggezza di cui solo i bambi­ni sono capaci? Resta quel che vogliamo che resti. Resta la nostra capacità di vedere, dietro all’im­magine di un bambino imbottito di tritolo, una vittima e non un assassino. Una vittima da salva­re, per spezzare quella catena d’odio che loro non possono spezzare.

Scriveva Primo Levi nel libro Se questo è un uomo (1947): “Si rinchiudano tra i fili spi­nati migliaia di individui diversi per età, condizione, lingua, cultura e costumi, e

siano quivi sottoposti a un regime di vita costante, controllabile, identico per tutti e inferiore a tutti i bisogni: è quanto di più rigoroso uno sperimenta­tore avrebbe potuto istituire per stabilire che cosa sia essenziale e che cosa acquisito nel comporta­mento dell’animale­uomo di fronte alla lotta per la vita”. Se ad un uomo che ha perso tutto può ac­cadere di perdere anche se stesso, di perdere la propria umanità e snaturarsi nella lotta per la so­pravvivenza, immaginiamoci cosa possa succede­re a un bambino costretto a vivere in condizioni analoghe. Si prendano dei bambini, magari soli al mondo, magari orfani di guerra, senza ancora un’identità, senza istruzione, senza capacità di di­scernere il bene e il male. Si addestrino all’odio, si indottrinino con la guerra santa, con il sangue che lava il sangue e il martirio purificatore. Non sa­ranno più bambini, ma combattenti addestrati

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 20153

Edito

riali

Page 4: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

Per poter crescere i bambini hanno bisogno di essere guardati e ascoltati, hanno bisogno di risposte

Asha Phillips

Un semplice screening per l’atresia biliareGu YH, Matsui A. Stool color card screening for early detection of biliary atresia and long-term native liver survival: a 19-year cohort study in Japan. J Pediatr 2015;166(4):897-902.

Questo studio di coorte condotto in Giappone su 313.230 nuovi nati nel corso di 19 anni ha permesso di stimare sensibilità, specificità, valore pre­dittivo positivo e negativo dello screening per l’atresia biliare. Un semplice cartoncino illustrato in cui segnare, da parte delle madri, il colore delle feci del primo mese di vita del loro bambino si è dimostrato efficace nell’an­ticipare la diagnosi di atresia biliare e l’intervento chirurgico di Kasai, e di conseguenza nel migliorare la sopravvivenza del fegato dei soggetti affetti, evitando o posticipando il trapianto epatico.

anemia sideropenica: no allo screening nei primi anni Mc Donagh MS, Blazina I, Dana I, Cantor A, Bougatsos C. Screening and Routine Supplementation for Iron Deficiency Anemia: a Systematic Review. Pediatrics 2015;135;723-33.

In questa revisione sistematica gli autori, analizzando i la­vori di quasi un ventennio (1996­2014) di letteratura relati­vi a rischi e benefici della terapia con ferro, arrivano a con­cludere che se da un lato vi sono lavori che evidenziano un beneficio della terapia marziale sui valori ematologici, non vi sono invece evidenze – nei bambini tra 6 e 2 mesi – di benefici su parametri importanti quali la crescita e lo svi­luppo neurocomportamentale. Uno screening per siderope­nia in bambini asintomatici in questa fascia di età non tro­va pertanto giustificazione.

supplementazione di ferro nei lbW ...quando?Jin HX, Wang RS, Chen SJ, Wang AP, Liu XY Early and late Iron supplementation for low birth weight infants: a meta-analysis. Italian journal of Pediatrics 2015;41:16.

Gli autori di questa meta­analisi cercano di definire il timing ottimale del­la supplementazione orale di ferro nei neonati LBW, confrontando assun­zione precoce (2­3 settimane di vita) e tardiva (>4 settimane di vita). Dall’insieme di dati ricavati dai 4 studi presi in esame, per un totale di 246 neonati inclusi, sembra emergere una maggior efficacia della supplementa­zione precoce nel prevenire il calo dei valori sierici di ferritina ed emoglo­bina e nel ridurre il tasso di trasfusioni.

Ruolo dell’ormone epcidina nell’anemiaCamaschella C. Iron-Deficiency Anemia. N Engl J Med 2015;372:1832-43.

Ancora parlando di ferro merita menzione questo splendi­do “review article” pubblicato questo mese nella prestigiosa rivista “New England Journal of Medicine” a firma tutta italiana, di Clara Camaschella dell’Istituto San Raffaele di Milano. Si tratta di una revisione che considera il tema del­la carenza di ferro e l’anemia conseguente alla luce delle nuove conoscenze relative all’omeostasi sistemica del ferro (cruciale il ruolo dell’ormone epcidina) e che esamina le cause, le caratteristiche fisiopatologiche e le opzioni tera­peutiche di tale molto diffusa condizione.

Fresche di stampa

a cu

ra d

i Liv

iana

Da

Dal

t

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 20154

new

s

Page 5: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

insulina orale e risposta immunologicaBonifacio E, Achenbach P for the Pre-POINT Study Group. Effects of High-Dose Oral Insulin on Immune Responses in Children at High Risk for Type 1 Diabetes The Pre-POINT Randomized Clinical Trial. JAMA 2015;313(15):1541-1549.

La somministrazione orale di insulina può indurre una ri­sposta immunologica in pazienti a rischio di sviluppare DM1? Una iniziale risposta a questo quesito si ha in questo studio pilota randomizzato di fase 1/2 su 25 pazienti in cui si documenta un rialzo statisticamente significativo di IgG/CD4*T­Cell responder all’insulina, IgA­insulina salivari nei pazienti trattati con 67,5 mg di insulina orale rispetto ai controlli che assumevano placebo, senza riscontro di ipo­glicemie. Sono necessari studi di fase 3 per determinare se veramente l’insulina orale prevenga l’autoimmunità con­troinsulare e quindi il DM1.

trattamento chirurgico nell’epilessia farmacoresistenteJobst BC, Cascino GD. Resective epilepsy surgery for drug-resistant focal epilepsy: a review. JAMA 2015; 313(3):285-293.

Il trattamento chirurgico nella epilessia farmacoresistente è ad oggi ancora poco utilizzato. Questa review evidenzia come tale approccio terapeutico si associ in modo signifi­cativo al miglioramento di crisi rispetto alla terapia medica protratta con due o più farmaci. Tale efficacia è maggiore nei pazienti affetti da epilessia temporale rispetto ai pazien­ti con coinvolgimento extratemporale. Il tasso di morbilità e di mortalità di tale approccio è paragonabile ad altri co­muni interventi, tuttavia non sono ancora ben definiti gli outcome cognitivi, psicosociali, psichiatrici e relativi alla qualità di vita a lungo termine.

bMi, massa grassa totale e addominale e rischio cardiovascolareGishti O, Gaillard R, Jaddoe VWV. BMI, total and abdominale fat distribution, and ardiovascular risk factors in school-age children. Pediatric Research 2015;77:710-18.

È questo uno studio di coorte svolto in Olanda che ha in­cluso 6523 bambini in età scolare (valutati all’età di 6 anni). L’analisi dimostra che una percentuale di massa grassa to­tale e addominale elevata si associa a fattori di rischio car­diovascolare (più alti valori pressori, livelli di low­density lipoprotein, colesterolo, insulina, peptide C), indipenden­temente dal valore di BMI. Tali misurazioni potrebbero essere utili sin dalla prima infanzia per identificare gruppi a rischio per lo sviluppo di patologie metaboliche e cardio­vascolari.

Vaccinazione antimalaria: reale possibilità? Greenwood BM, RTS,S Clinical Trials Partnership Efficacy and safety of RTS,S/AS01 malaria vaccine with or without a booster dose in infants and children in Africa: final results of a phase 3, individually randomised, controlled trial. The Lancet 2015; dx.doi.org/10.1016/ S0140-6736(15)60721-8.

RTS,S/AS01 è un vaccino ricombinante che ha come target una proteina espressa da P. falciparum in fase pre­eritroci­taria. È stato condotto un trial clinico randomizzato con­trollato in doppio cieco in Africa sub­Sahariana coinvol­gendo 8922 bambini tra i 5­17 mesi e 6537 neonati tra le 6 e 12 settimane, le cui conclusioni sono che il vaccino pre­viene un sostanziale numero di casi di malaria clinica nei successivi 3­4 anni dalla sua somministrazione e che l’ef­ficacia è più consistente nei bambini di entrambi i gruppi di età sottoposti anche ad una dose di richiamo. Tale vac­cino ha pertanto la potenzialità di contribuire al controllo di questa malattia, tra le prime cause di mortalità infantile nei Paesi a risorse limitate.

Tutti pazzi per i nutrizionistiil portale Dottori.it ha registrato un aumento delle ricerche di nutrizionisti pari al 23% rispetto a novembre 2014. a livello nazionale il nutrizionista è la quarta figura medica più cercata online.

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 20155

new

s

Page 6: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

Per 2 chirurghi su 3 circa metà della giornata è dedicata alla compilazione di moduliÈ quanto emerge da una ricerca Acoi - associazione dei Chirurghi Ospedalieri italiani, su un campione di oltre 700 chirurghi. il 40% dei chirurghi occupa più della metà della propria attività lavorativa in pratiche burocratiche, mentre per un altro 30% il tempo usato è poco meno di quello impiegato per la propria attività medica.

Il meeting annuale dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) rappresenta l’appuntamento più importante e affolla­to per la comunità mondiale degli onco­logi medici. L’edizione 2015 del l’ASCO non ha tradito le attese: a Chicago sono stati presentati e discussi dati molto im­portanti in tutti gli ambiti dell’assistenza dei pazienti oncologici. Tra questi i dati di un ampio studio retrospettivo, finan­ziato dal Governo Federale americano, condotto su 34.000 pazienti oncologici pediatrici negli ultimi trent’anni. Lo stu­dio ha coinvolto dal 1970 al 1999 ben 31 ospedali che hanno preso in considera­zione pazienti con età alla diagnosi infe­riore ai 21 anni. I tumori più rappresen­tati sono risultati leucemia, linfomi, tu­mori cerebrali, neuroblastoma, tumore di Wilms e sarcomi delle ossa e dei tessuti molli. Tra i pazienti ancora vivi dopo 5 anni, la mortalità da ogni causa a 15 anni dalla diagnosi si è ridotta dal 12,4% al 6%. Un miglioramento da ascrivere in buona parte ai cambiamenti nelle terapie che hanno ridotto il rischio relativo agli effet­ti tardivi dei trattamenti oncologici pe­diatrici, come l’insorgenza di tumori ma­ligni successivi e malattie cardiache e polmonari.Gregory T. Armstrong del St. Jude Chil­dren’s Research Hospital di Memphis, che ha presentato lo studio, ha richiama­to l’attenzione sul fatto che “cinquant’an­ni fa sopravviveva solo 1 bambino su 5, mentre oggi l’80% è vivo a cinque anni dalla diagnosi. Naturalmente, questi sog­getti crescono con un rischio maggiore di morire a causa degli effetti collaterali tar­divi, come problematiche cardiache o tu­mori secondari. Ma adesso non siamo solo in grado di aiutare più bambini a so­pravvivere al loro tumore primario, pos­siamo anche prolungare la loro aspettati­va di vita riducendo la tossicità totale

delle cure”. Precedenti indagini avevano mostrato che dei pazienti ancora vivi do­po 5 anni fino al 18% moriva entro 30 an­ni dalla diagnosi. I decessi erano dovuti a tre cause principali: la progressione o la recidiva del tumore primario, cause ester­

ne (incidenti, suicidio) e altri motivi di salute, soprattutto la mortalità conse­guente agli effetti collaterali della terapia oncologica. Mentre le morti dovute a pro­gressione o recidiva raggiungono col tem­po un plateau, la mortalità per altre cause cresce ad ogni anno di sopravvivenza dal­la diagnosi.In sostanza, mettere in atto strategie volte a ridurre l’intensità delle terapie – preser­vandone naturalmente l’efficacia – si tra­duce in un beneficio alla distanza per la minore insorgenza di effetti collaterali.

^̂^ ASCO 2015 LBA2 – Reduction in late mor­tality among 5­year survivors of childhood cancer: A report from the Childhood Cancer Survivor Study (CCSS).

Cala la mortalità infantile per effetti collaterali da terapie oncologiche

allarme tatuaggi e

piercing

Una ricerca condotta dall’Università di Tor Vergata su 2500 studenti liceali me­diante un questionario anonimo ha rile­vato come il 24% di essi abbia avuto com­plicanze infettive da piercing e tatuaggi; solo il 17% ha firmato un consenso infor­mato; solo il 54% si dice sicuro della ste­rilità degli strumenti che sono stati utiliz­zati. È sempre più urgente quindi infor­

mare gli adolescenti che l’esecuzione di ornamenti estetici in locali non certificati senza rispetto delle norme igieniche, oppure con pratiche “fai da te” con strumenti artigianali inadeguati, può rappresentare un vei­colo di trasmissione di malattie infettive per via ematica (tra le altre HBV, HCV, HIV): inoltre è stato rilevato come l’inoculazione nella cute di sostanze chimiche non controllate costituisca un rischio di reazioni indesiderate di tipo tossicologico o di sensibilizzazione allergica. “Se l’80% dei ragazzi ha affermato di essere a conoscenza dei rischi d’infe­zione, solo il 5% è informato correttamente sulle malattie che possono

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 20156

new

s

Page 7: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

Troppi dolci!in occasione del Vi Forum “Pianeta nutrizione ed integrazione” svoltosi a milano nell’ambito di eXpo, sono stati presentati i risultati di un sondaggio a cura del sito www.curarelasalute.com su 2400 italiani. il 45% dichiara di mangiare dolci in eccesso, percentuale che si alza fino al 48% nelle donne di tutte le età.

Secondo i dati Istat la popolazione pedia­trica italiana (tra 0 e 14 anni) è di circa 8,5 milioni, corrispondente al 14% dell’intera popolazione, mentre gli esami radiologici eseguiti annualmente nel nostro Paese so­no quasi 40 milioni, di cui circa un decimo riguardano gli esami pediatrici. Negli ul­timi anni si è registrato un notevole incre­

Il progetto si svilupperà in due fasi:^^ attività di formazione rivolta ai pedia­

tri con l’obiettivo di migliorare e/o au­mentare il livello di conoscenza delle pro­blematiche legate all’appropriatezza degli esami radiologici e al rischio connesso alla loro esecuzione. Questa fase vedrà la realizzazione di corsi itineranti, accredi­tati ECM, presso diverse realtà locali della durata di mezza giornata o un giorno. I corsi saranno tenuti da specialisti delle società scientifiche coinvolte e tratteran­no di volta in volta argomenti che rispon­dano alle specifiche esigenze formative dei pediatri;^^ campagna di comunicazione e sensi­

bilizzazione destinata alle famiglie sul corretto utilizzo delle radiazioni ioniz­zanti impiegate a scopo diagnostico nei bambini. Spiega Massimo Barbagallo, Consigliere

Junior della Società Italiana di Pedia­tria e referente SIP per il progetto: “Per individuare i temi oggetto dei corsi è stato elaborato un que­stionario da somministrare ai so­

ci SIP. La raccolta dei risultati permetterà di procedere alla definizione degli incontri di formazione. Al termine dei cor­si sarà elaborato un documento comune contenente linee guida

nel quale siano chiarite e stan­dardizzate le procedure, le dosi e la

loro ottimizzazione, i quesiti clinici e l’appropriatezza degli esami”.

Radiazioni in Pediatria

essere trasmesse”, spiega Carla Di Stefano, autrice dell’indagine e ricer­catrice all’Università di Tor Vergata. “Eppure il 27% del campione ha dichiarato di avere almeno un piercing, il 20% sfoggia un tatuaggio e sono ancora di più gli ‘aspiranti’: il 20% degli intervistati ha dichiarato l’intenzione di farsi un piercing e il 32% di ornare la pelle con un ta­tuaggio”. Proprio in questi giorni, molti studiosi hanno puntato i riflettori su uno studio pubblicato dalla rivista “Hepatology” che dimostra come duran­te il piercing e il tatuaggio l’infezione da HCV principalmente si tra­smetta attraverso:^^ il riutilizzo di aghi monouso;^^ la non sterilizzazione di materiali;^^ il riutilizzo d’inchiostro contaminato con sangue infetto.

“Il dato scientificamente più interessante”, conclude la Di Stefano, “sta nei tempi di sopravvivenza del virus rilevati negli aghi e nell’inchiostro, variabile da pochi giorni nell’ambiente a quasi un mese nell’anestetico: dato ancor più preoccupante se incrociato con la scelta degli adolescen­ti di locali spesso economici e non a norma di legge”.

mento di esami che utilizzano radiazioni ionizzanti, talora con una dubbia appro­priatezza. Per tutelare i pazienti in età pe­diatrica la SIP, in collaborazione con AIFM (Associazione Italiana di Fisica Medica) e SIRM (Società Italiana di Radiologia Medi­ca), ha avviato il progetto “Radiazioni in Pediatria”, iniziativa interdisciplinare fi­nalizzata alla conoscenza da parte dei pe­diatri e del l’opinione pubblica di quali

siano i reali rischi delle radiazioni nei bambini sottoposti a esami radiologici ed alla diffusione delle pratiche più attente di esposizione alle radiazioni io­nizzanti per questa particola­

re categoria di pazienti.

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 20157

new

s

Page 8: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

Giovanni CorselloPresidente SIP

In questa pagina in alto: bambini al Congresso SIP, in basso: i volontari dell’associazione Rari ma Speciali, il vicepresidente SIP Alberto Villani consegna il premio per le comunicazioni orali “Largo ai giovani”, due momenti del Congresso. Nella pagina accanto: in alto il Direttore responsabile dell’Ansa Luigi Contu, un momento della cerimonia inaugurale, il sovraintendente ai Beni Culturali del Comune di Roma Umberto Broccoli, Walter Veltroni e il Presidente SIN Costantino Romagnoli. Sulla destra: Bianca Berlinguer, Giovanni Corsello e Mariaemilia Bonaccorso durante il talk show.

Settantuno è il numero raggiunto dai Congressi Italiani di Pediatria celebrati dal 1890 ad oggi. Il 1° Congresso italiano di Pediatria si è svolto a Roma come il 71° e in totale sono 8 i congressi naziona-

li svoltisi nella capitale del nostro Paese; gli altri furono: il 5° nel 1905, il 27° nel 1960, il 50° nel 1994, il 59° nel 2003, il 66° nel 2010 e il 68° nel 2012. Se riflettiamo su come è cambiata la società, se guar-diamo come si è evoluta la salute dei nostri neonati, bambini e adolescenti in questi 125 anni, possiamo comprendere appieno come è cambiata la nostra disciplina, da una Medicina clinica di bambini con gravi malattie infettive o carenziali a scienza dello sviluppo, intrisa di prevenzione e di miglioramento della qualità della salute oltre che della vita di tutti i bambini, in particolare di quelli più fragili per ma-lattie rare e complesse.Al 71° Congresso di Roma svoltosi dal 4 al 6 giu-gno del 2015 (congiunto tra SIP, Società italiana di

Malattie Genetiche Pediatriche e Gruppi di studio di ecografia pediatrica e ipertensione della SIP) tanti temi sono stati affrontati, in una logica di network (era questo il titolo del Congresso). Net-work tra pediatri e famiglie, tra operatori sanitari, media e istituzioni, network tra assistenza, ricerca, formazione e prevenzione. Numerosi sono oggi i problemi che assillano i pediatri e se ne è discusso

71, ma molto ben portati...

Dal 1890 a oggi una lunga storia di Congressi SIP

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 20158

Prim

o pi

ano

/ 71°

Con

gres

so It

alia

no d

i Ped

iatri

a

Page 9: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

Vaccini, bambini con disabilità, alimentazione e stili di vita sono stati i temi che hanno animato il talk show “La Pediatria incontra le famiglie” che si è tenuto il 6 giugno a conclusione del Congresso. A moderare i lavori Bianca Berlinguer e Giovanni Corsello in una sala gremita di pediatri, genitori, rappresentanti di associazioni di volontariato.Dopo gli interventi delle associazioni (Fondazione ABIO, Comitato Nazionale Contro la Meniningite, Rari ma Speciali) è intervenuta Maria Emilia Bonaccorso, capo servizio salute ANSA, che ha raccontato l’esperienza del portale ANSA “Salute Benessere Bambini” nato da una partnership ANSA-SIP. Walter Veltroni si è soffermato sulla sua esperienza diretta con i bambini intervistati per il docufilm “I bambini sanno”. Il dibattito con il pubblico si è incentrato soprattutto sui vaccini e sul ruolo della corretta informazione, anche alla luce del caso Fluad.

Tutti d’accordo nel chiedere un maggiore coordinamento tra i diversi attori coinvolti nella comunicazione verso il pubblico: Ministero della Salute, AIFA, Società scientifiche e media.

al Congresso: il calo delle coperture vaccinali, la disomogeneità territoriale delle cure pediatriche in rete e delle offerte di prevenzione, la rete inade-guata dell’emergenza-urgenza pediatrica e neona-tale, la necessità che venga riconosciuta la specifi-cità delle cure pediatriche nel territorio e in ospe-dale, la tutela delle specialità pediatriche. In questa ottica è stata battezzata in sede congressuale la nuova Federazione delle società scientifiche e as-sociazioni dell’area pediatrica, la FIARPED. I numeri del Congresso sono stati molto lusinghie-ri per la Società: oltre 1100 le presenze di pediatri iscritti, circa 260 i contributi presentati come po-ster e come comunicazioni orali, 8 le tavole roton-de interattive tra pediatri e altri stakeholder del mondo del bambino su temi clinici (malattia di Kawasaki, vaccinazioni, nutrizione, ipertensione) e su temi sociali (bambino migrante, organizza-zione delle cure pediatriche). A conclusione del Congresso un talk show di confronto tra pediatri, famiglie e associazioni di genitori condotto da Bianca Berlinguer con la partecipazione anche di Walter Veltroni. Arrivederci al 72° Congresso che terremo nel 2016 a Firenze!

Un talk show con le famiglie molto partecipato

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 20159

Prim

o pi

ano

/ 71°

Con

gres

so It

alia

no d

i Ped

iatri

a

Page 10: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

Fabio Sereni e Franco Zacchello sono i due nuovi “Maestri della Pediatria”. La pre-stigiosa onorificenza è stata assegnata, come di consueto, in occasione del Con-

gresso nazionale SIP. Fabio Sereni, Professore Emerito di Pediatria

presso l’Università degli Studi di Milano, tra i pionieri in Italia della Nefrologia pediatrica, “ha sempre profuso un grande impegno per diffondere tra i pediatri italiani tematiche innovative e originali”, si legge nella moti-vazione del premio. “Sempre attento agli aspetti sociali della Pediatria, si è battuto

con passione ed energia per garantire livelli di salute migliori per i Bambini che vivono

nel nostro Paese”. L’ambito riconoscimento a Franco Zacchelli, Pro-fessore Emerito di Pediatria dell’Università di Pa-dova, è così motivato: “La sua visione del futuro, la

sua dedizione al bambi-no e alla Pediatria, le sue forti capacità realizzative lo hanno

A Ezio Greggio il premio “Amico dei bambini”

La Società Italiana di Pediatria, a conclusione dei lavori del 71° Congresso Italiano di Pediatria, ha consegnato a Ezio Greggio il premio “Amico dei Bambini”, intitolato al “Maestro della Pediatria” Giuseppe Roberto Burgio. Ezio Greggio ha fondato un’associazione che da oltre 20 anni raccoglie fondi che vengono devoluti all’acquisto di materiale e macchinari per aiutare i reparti di Neonatologia. “Mi è bastata l’occasione di trascorrere qualche giorno, molti anni fa, in un piccolo reparto di Terapia intensiva, per scoprire una serie di dati impressionanti. Ogni anno nascono in Italia circa 500.000 bimbi. Di questi il 10%, cioè 50.000, nascono prematuri ed hanno quindi necessità di cure particolari. In 20 anni abbiamo salvato 11.000 bambini, che per me sono come 11.000 nipotini”, ha detto il popolare attore-conduttore.

Sereni e Zacchello, due nuovi Maestri della Pediatria

portato ad aprire nuovi campi della ricerca e ad an-ticipare soluzioni organizzative e gestionali per l’assistenza al bambino e per la formazione del pe-diatra, che sono diventate di esempio per tutta la Pediatria italiana”.

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 201510

Prim

o pi

ano

/ 71°

Con

gres

so It

alia

no d

i Ped

iatri

a

Page 11: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

I pediatri italiani, riunitisi in Assemblea nel corso del 71° Congresso Ita-liano di Pediatria tenutosi a Roma dal 4 al 6 giugno 2015, hanno discus-so della situazione drammatica in cui versano, secondo i dati forniti da ONU e UNICEF, almeno 230 milioni di bambini e adolescenti, coinvolti

nel diversi conflitti che stanno destabilizzando il mondo, offrendo il triste scenario che Papa Francesco ha definito come quello di una vera e propria guerra mondiale.Focolai di guerra sono presenti in numerosi paesi: Afghanistan, Mali, Repub-blica del Congo, Nigeria, Somalia, Sudan, Yemen, Repubblica Centroafricana, Sud Sudan, Ucraina, Siria, Palestina. In essi i conflitti appaiono inestricabili, essendo legati all’affermazione delle identità dei popoli, ma più spesso a que-stioni religiose, politiche, di frontiera, economiche. Negli ultimi tre decenni tali conflitti hanno fatto sì che la metà della vittime siano stati bambini o ado-lescenti, mentre sono da 5 a 6 milioni i disabili gravi e oltre 2 milioni gli orfani o separati dai genitori.Ogni guerra porta con sé inevitabili i rischi di coinvolgimento di vittime inno-centi, di civili indifesi e pacifici, ma l’esame dei rapporti delle autorità interna-zionali e delle notizia di cronaca mettono in risalto un triste salto di qualità nell’efferatezza dei metodi utilizzati dai belligeranti: il coinvolgimento dei civili non è più un danno collaterale, ma una strategia pianificata in una logica mili-tare volta a colpire il nemico nel suo punto più vulnerabile e cruciale, i figli. Forse eliminando bambini e adolescenti qualche sciagurato vuole interrompere

il filo che lega tra di loro le generazioni, per elimina-re quella popolazioni di futuri adulti, già considera-ti nemici? Come vanno interpretati, se non in questa logica perversa, i reclutamenti forzosi degli adole-scenti per la guerra (si parla di almeno 300 mila sog-getti sotto i 18 anni), i sequestri di fanciulle per stu-

pri di massa e messa in schiavitù, gli assalti alle scuole, le intimidazioni o uccisioni degli insegnanti?Il fenomeno delle violenza su bambini e adolescen-ti ha perciò assunto connotazioni di una vera e pro-pria “strage degli innocenti”, che interpella la re-sponsabilità di chi può e deve operare perché tutto ciò finisca e la coscienza di tutti.I pediatri della Società Italiana di Pediatria invoca-no un intervento delle SS.VV. in tutte le sedi a difesa della vita e della salute dei bambini residenti nelle aree di guerra.Chiedono un intervento degli Stati europei e della Commissione della Comunità Europea affinché si rafforzi ogni sforzo diplomatico e ogni aiuto coope-rativo volto a prevenire o alleviare violenze, sopraf-fazioni, segregazioni e molestie.Chiedono che la comunità internazionale isoli e condanni quelle nazioni o quelli fazioni che, in di-sprezzo ad ogni diritto umano, sfruttano o sevizia-no bambini e adolescenti, assumendo ogni iniziati-va affinché sia impedito loro di continuare a violare le leggi internazionali e quelle della coscienza.I Pediatri riuniti in Assemblea approvano l’appello alle Autorità e Istituzioni preposte.

Società Italiana di Pediatria 23 giugno 2015

Appello dei pediatri italiani per la difesa dei bambini vittime delle guerre nel mondo

{ Al Presidente della Repubblica italiana On. Sergio Mattarella

{ Al Presidente del Senato Sen. Aldo Grasso{ Al Presidente della Camera On. Laura Boldrini{ Al Presidente del Consiglio dei Ministri

Matteo Renzi{ Al Ministro degli Affari Esteri On. Paolo Gentiloni{ Al Ministro degli Interni On. Angelino Alfano{ Al Ministro della Difesa On. Roberta Pinotti

Roma

{ Al Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker

{ All’Alto rappresentante U.E. politica estera e sicurezza comune Federica Mogherini

Bruxelles

{ Al Segretario Generale ONU Ban Ki-moon New York

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 201511

Prim

o pi

ano

/ 71°

Con

gres

so It

alia

no d

i Ped

iatri

a

Page 12: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

“Crediamo che si debba operare insieme per ga-rantire al bambino una assistenza e una legislazio-ne che tengano conto dei suoi bisogni e dei suoi diritti”, ha affermato il Presidente SIP Giovanni Corsello, che guiderà la FIARPED. “D’altra parte se assistenza, formazione, promozione della salute e ricerca sono ormai sempre più interconnesse, un vero percorso di cambiamento non può realizzar-si senza una visione unitaria della Pediatria e di un soggetto unitario che la rappresenti”. I principali obiettivi della Federazione sono: tute-lare il diritto del bambino alle cure specialistiche del pediatra sia in ospedale che nel territorio; pro-muovere l’assistenza integrata e multidisciplinare per tutti i soggetti in età evolutiva, in particolar modo quelli con malattie complesse, croniche e rare e affetti da malattie genetiche e a rischio psi-cosociale; favorire la prevenzione primaria delle malattie, a partire dall’epoca preconcezionale e prenatale e per tutta l’età evolutiva; promuovere e contribuire alla elaborazione di linee guida dia-gnostiche e assistenziali per malattie che interes-sano l’età evolutiva, e a progetti di formazione per pediatri e professionisti socio-sanitari. “Vogliamo lavorare per una sanità e una società a misura di bambino, che considerino la specificità delle cure pediatriche nel territorio e in ospedale, che includano le aree specialistiche affini, quali la neuropsichiatria infantile”, ha spiegato Corsello. “La salute mentale, il disagio psichico, le patologie del neurosviluppo sono realtà nuove a cui il siste-ma sanitario deve poter rispondere con una stra-tegia di diagnosi precoce e tempestiva e di presa in carico globale”. Una sfida che accomuna tutte le organizzazioni che hanno come fulcro del loro in-teresse il bambino, dal concepimento al raggiun-gimento dell’età adulta, comprese le società scien-

Dare una voce unitaria a tutti i sogget-ti che si muovono attorno al mondo del bambino e alla sua salute per po-tenziare l’interazione con le istitu-zioni e la rilevanza sociale e media-

tica. Con questo obiettivo nasce la Federazione delle Società Scientifiche e delle Associazioni del-l’Area Pediatrica (FIARPED), costituita su iniziativa della Società Italiana di Pediatria (SIP), della Socie-tà Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA), della Associazione Cul-turale Pediatri (ACP), della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP). Alla Federazione, tenuta a battesimo al 71° Congresso Italiano di Pediatria, hanno aderito oltre 30 tra Società scientifiche, as-sociazioni e organizzazioni dell’area pediatrica.

Una voce unitaria per l’Area Pediatrica

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 201512

Prim

o pi

ano

/ 71°

Con

gres

so It

alia

no d

i Ped

iatri

a

Page 13: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

tifiche delle varie specialità pediatriche e della Pediatria di famiglia. “Dobbiamo tutelare la Pe-diatria di famiglia e le specialità pediatriche, come aree formative e come aree assistenziali, perché molto di quell’avanzamento del livello di salute dei nostri bambini, che rappresenta oggi uno dei van-ti maggiori della sanità del nostro Paese, è dovuto alla loro diffusione nel territorio e in ospedale”, prosegue il Presidente SIP. Oggi più che mai la Pediatria ha bisogno di fare network, di programmare, condividere e coordi-nare gli interventi necessari per la prevenzione, ma anche per l’assistenza e per i programmi for-mativi e di ricerca. Il network deve coinvolgere pediatri e operatori sanitari, famiglie, istituzioni e media, ciascuno con le proprie competenze e i propri ruoli. I bambini con malattie croniche e rare, in relazione alla complessità assistenziale e alla loro fragilità sono quelli che più di ogni altro hanno necessità di una gestione in rete di tutti gli interventi assistenziali. I temi delle vaccinazioni e dell’educazione alimentare sono esempi concreti e attuali della necessità di pianificare interventi multidisciplinari e multiprofessionali e includono anche una nuova modalità di comunicazione per modificare abitudini, false credenze e stili di vita. “Per farlo dobbiamo valorizzare ulteriormente il ruolo delle famiglie”, conclude Corsello. “Non si può fare prevenzione, non si può puntare su una effettiva integrazione tra ospedale e territorio senza un pieno coinvolgimento delle famiglie. Non si possono ottenere i risultati auspicati senza una valutazione dell’impatto dell’ambiente sulla salute del bambino e dell’adulto, a partire dall’in-quinamento e dalle sostanze di abuso per finire con gli aspetti del cyberbullismo e dei disordini correlati al web”.

Leggi lo Statuto FIARPED sul sito SIP http://goo.gl/6ZTslz

Nasce la Federazione delle Società Scientifiche e delle Associazioni dell’Area Pediatrica (FIARPED)

Società italiana di Pediatria (SiP)

PreSIdeNte Giovanni Corsello

Società aFFiliate

Società Italiana di Ematologie e Oncologia Pediatrica (AIeOP)

PreSIdeNte Andrea Biondi

Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche (SICUPP)

PreSIdeNte Marina Picca

Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIedP)

PreSIdeNte Mohamad Maghnie

Società Italiana di Gastroenterologia Epatologia e Nutrizione Pediatrica (SIGeNP)

PreSIdeNte Carlo Catassi

Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza (SIMA)

PreSIdeNte Piernicola Garofalo

Società Italiana di Medicina di Emergenza ed Urgenza Pediatrica (SIMeUP)

PreSIdeNte Antonio Francesco Urbino

Società Italiana di Malattie Genetiche Pediatriche e Disabilità (SIMGePed)

PreSIdeNte Luigi Memo

Società Italiana di Medicina Perinatale (SIMP) PreSIdeNte Irene Cetin

Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMrI)

PreSIdeNte Renato Cutrera

Società Italiana di Neonatologia (SIN) PreSIdeNte Costantino Romagnoli

Società Italiana di Nefrologia Pediatrica (SINePe) PreSIdeNte Giovanni Montini

Società Italiana di Neurologia Pediatrica (SINP) PreSIdeNte Raffaele Falsaperla

Società Italiana di Nutrizione Pediatrica (SINUPe) PreSIdeNte Enrica Riva

Società Italiana di Pediatria Ospedaliera (SIPO) PreSIdeNte Giorgio Bracaglia

Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS)

PreSIdeNte Giuseppe Di Mauro

Società Italiana di Scienze infermieristiche Pediatriche (SISIP)

PreSIdeNte Filippo Festini

Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SItIP) PreSIdeNte Luisa Galli

aSSociaZioni e Società dell’area Pediatrica

Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) PreSIdeNte Giampietro Chiamenti

Associazione Culturale Pediatri (ACP) PreSIdeNte Paolo Siani

Società Italiana di Cardiologia Pediatrica (SICP) PreSIdeNte Marco Bonvicini

Società Italiana di Neuropsochiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA)

PreSIdeNte Antonella Costantino

Confederazione Italiana Pediatri Italiani (CIPe) PreSIdeNte Francesco Azzaro

Società Italiana di Chirurgia Pediatrica (SICP) PreSIdeNte Alessandro Calisti

Osservatorio Nazionale Specializzandi in Pediatria (ONSP)

PreSIdeNte Davide Vecchio

Associazione Ospedali Pediatrici Italiani (AOPI) PreSIdeNte Paolo Petralia

Società Italiana Per lo Studio delle Malattie Metaboliche Ereditarie e lo Screening Neonatale (SIMMeSN)

PreSIdeNte Carlo Dionisi Vici

Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia Pediatrica (SItOP)

PreSIdeNte Vincenzo Guzzanti

Società Italiana Ricerca Pediatria ONLUS (SIrP) PreSIdeNte Francesco Chiarelli

Società Italiana di Otorinolaringologia Pediatrica (SIOP)

PreSIdeNte Giovanni Carlo De Vincentiis

Associazione Pediatri Ospedalieri Italiani (ASPOI)

PreSIdeNte Domenico Minasi

Sindacato Medici Pediatrici di Famiglia (S.I.M.Pe.F)

SeGretArIO NAzIONALe

Rinaldo Missaglia

Associazione Nazionale per l’Assistenza del Bambino in Ospedale (A.N.A.B.O.)

PreSIdeNte Giuseppe Claps

Ecco chi ha aderito alla FIARPED

Nella foto accanto, da sinistra: Giampiero Chiamenti, Presidente FIMP; Paolo Siani, Presidente ACP; Raffaele Falsaperla, Presidente SINP; Luigi Memo, Presidente SIMGePed; Marina Picca, Presidente SICUPP, Renato Cutrera, Presidente SIMrI; Antonella Costantino, Presidente SINPIA; Costantino Romagnoli, Presidente SIN; Giovanni Corsello, Presidente SIP; Giovanni Montini, Presidente SINePe; Carlo Catassi, Presidente SIGeNP.

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 201513

Prim

o pi

ano

/ 71°

Con

gres

so It

alia

no d

i Ped

iatri

a

Page 14: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

I bambini con malattie genetiche complesse vanno al Pronto Soccorso dieci volte più degli altri, fanno molto più frequentemente esami e ven-gono ricoverati più spesso, ma può succedere che i loro sintomi non vengano riconosciuti. “In aiuto di medici e pediatri arriva una app gra-

tuita che, con un semplice tocco, permette di capire e valutare se la sintoma-tologia di presentazione potrebbe essere l’espressione di una di complicanza della malattia o, al contrario, sia da riferire ad un comune problema pedia-trico”, spiega il Presidente della Società Italiana Malattie Genetiche Pediatri-che e Disabilità Congenite (SIMGePeD), Luigi Memo.

La app, “Urgenze GenMet” (per iPhone/iPad e An-droid) è stata messa a punto dalla SIMGePeD in col-laborazione con la Società Italiana Malattie Metabo-liche Ereditarie e Screening Neonatale (SIMMESN) ed è stata sostenuta da Orphan Europe Recordati Group. È rivolta al personale del Pronto Soccorso (medici e infermieri) ma anche ai pediatri di fami-glia e ai medici di Medicina generale. In maniera rapida e semplice è possibile accedere alle informa-zioni basilari su un numero consistente di sindromi malformative complesse (certamente le meno rare) e su tutti i principali gruppi di malattie metaboliche ereditarie. L’unica premessa indispensabile per il suo utilizzo è la conoscenza di una diagnosi prece-dentemente definita e corretta.

“Supponiamo che un bambino di un anno con la sindrome di Williams arrivi in un pronto soccorso ed agli esami ematici risulti un valore degli enzimi muscolari francamente alterato”, spiega Angelo Selicorni, past president della SIMGePeD. “In un bambino di un anno un medico non penserebbe mai a un possibile infarto, mentre sapendo che il piccolo ha questa condizione e consultando la app può essere aiutato a considerare anche queste re-mota ipotesi e ad eseguire gli accertamenti neces-sari per escluderla o confermarla”. Anche se nu-mericamente i bimbi con questo tipo di malattie sono pochi, l’alto numero di accessi al pronto soc-corso fa sì che il problema sia rilevante. Per questo la app ha già avuto un feedback positivo in poche settimane di permanenza sullo store soprattutto dalle strutture pediatriche non specializzate, che possono quindi avere più necessità. “Gli esempi di sintomi che si possono interpretare male sono moltissimi”, spiega ancora Selicorni. “Nella malattia di Steinert, ad esempio, una com-plicanza severa è l’aritmia cardiaca; può accadere che un bambino arrivi al pronto soccorso perché ha perso conoscenza e il medico, ignorando questa informazione, lo rimandi a casa senza approfon-dire questo aspetto. La malattia di Crouzon invece ha tra le sue caratteristiche una prominenza degli occhi, che li rende molto più a rischio di ulcere corneali e cheratiti gravissime. Può succedere che un bambino arrivi in un pronto soccorso con gli occhi arrossati e il medico non pensi proprio alla possibilità di un’ulcera, mentre la app può dargli il suggerimento giusto una volta conosciuta la dia-gnosi della malattia. In sostanza questo supporto è molto utile perché un medico non specializzato in malattie genetiche può giustamente trovarsi in difficoltà, non per negligenza ma perché, oggetti-vamente, non può sapere tutti i dettagli di queste patologie complesse; dettagli che però in svariate situazioni possono fare la differenza”.La app “Urgenze GenMet” contiene una parte co-spicua dedicata alle malattie metaboliche ereditarie. “Anche per queste patologie, di origine genetica co-me la maggior parte delle sindromi malformative, vale l’avvertenza che la app non è una guida alla diagnosi, ma uno strumento utile per informare il medico non specialista nel pronto soccorso su come interpretare, in situazioni di emergenza, i segni e sintomi di un paziente che ha già una diagnosi mol-to precisa di una malattia metabolica ereditaria”, conclude Generoso Andria, Ordinario di Pediatria presso l’Università Federico II di Napoli.

Bimbi con malattie genetiche, una app aiuta i medici

Presentata al Congresso, la app è una “bussola” per ridurre il rischio di cure errate al Pronto Soccorso

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 201514

Prim

o pi

ano

/ 71°

Con

gres

so It

alia

no d

i Ped

iatri

a

Page 15: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

In occasione del 71° Congresso Italiano di Pedia-tria la SIP ha presentato la “Piramide alimentare transculturale”, una iniziativa che ha l’obiettivo di promuovere l’integrazione tra i popoli attra-verso il cibo. L’intento è far incontrare i dettami e principi di salute della dieta mediterranea con i sapori delle altre popolazioni che vivono nel nostro Paese. Per questo motivo nella piramide alimentare mediterranea sono stati introdotti cibi provenienti da altre tradizioni culturali: ce-reali come il quinoa e il miglio, frutta e verdura come papaya, foglie di cassava, germogli di bamboo. Un gesto doveroso verso quei bambi-ni che affrontano il dramma e i rischi delle tra-versate, a volte senza i loro familiari accanto e che hanno il diritto di ritrovare i loro gusti e i loro sapori nell’alimentazione in un contesto di equilibrio nutrizionale. L’Italia è ormai multiculturale. Nel nostro Paese vivono circa un milione di minori stranieri rego-lari, pari al 10% della popolazione minorile. I Paesi d’origine sono l’Europa centrorientale, l’Africa del nord, l’Asia (in particolare la Cina) e l’America Meridionale. Ciascun popolo porta con sé modelli nutrizio-nali e modalità di alimentazione diffe-renti. Il pediatra deve conoscere que-ste tradizioni e tenerne conto affin-ché possa garantire il soddisfaci-mento dei bisogni nutri-zionali del bambino, nel rispetto delle esigen-ze culturali e religiose dei popoli di apparte-nenza, evitando i rischi di squilibri nutrizionali.

A fronte di cambiamenti così radicali della no-stra società il pediatra deve ricostruire il pro-prio bagaglio di conoscenze su un’alimentazio-ne globalizzata e saper suggerire una strategia nutrizionale facilmente attuabile in ogni parte del mondo. Le indicazioni della Piramide ali-mentare transculturale rappresentano un im-portante tassello di questa nuova strategia nu-

trizionale e saranno diffuse non solo negli studi pediatrici, ma anche nelle scuole e

nelle comunità che accolgono la po-polazione pediatrica multiculturale della nostra società. Nelle due pagine successive abbia-mo riprodotto l’immagine della Piramide da appendere negli studi e negli ambulatori pediatrici.

La Piramide aLimentare

transcuLturaLe

La Piramide alimentare transculturale u(da staccare ed esporre)

Prim

o pi

ano

/ 71°

Con

gres

so It

alia

no d

i Ped

iatri

a

Page 16: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015
Page 17: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015
Page 18: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

t La Piramide alimentare transculturale(da staccare ed esporre)

Page 19: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

Il 5 giugno 2015, a Roma, nel corso del 71° Congresso della Società Ita-liana di Pediatria ha avuto luogo una partecipata e interessante Tavola rotonda sulla Malattia di Kawasaki. La Società Italiana di Pediatria ha prodotto le prime linee guida Italiane sulla Malattia di Kawasaki pub-

blicate nel 2008 e ne ha promosso l’elaborazione della revisione entro il 2015. Alla Tavola rotonda hanno partecipato alcuni degli estensori della nuova ver-sione delle linee guida alla presenza degli esperti italiani dei centri a cui af-feriscono gran parte dei pazienti, nonché dell’Associazione dei pazienti affet-ti dalla Malattia di Kawasaki “Rari, ma speciali”. Nel corso della tavola Ro-tonda sono stati approfonditi alcuni dei temi che negli ultimi anni hanno maggiormente coinvolto la comunità scientifica internazionale, ma che sono anche molto sentiti da tutti i clinici che si occupano di questa malattia.

È sicuramente aumentata la sensibilità e l’atten-zione dei pediatri italiani verso la diagnosi della forma classica della malattia di Kawasaki in tutta l’età evolutiva, anche nei bambini di età inferiore a un anno e in quelli di età superiore a 8 anni, avvalendosi dei tradizionali criteri clinici (febbre per 5 giorni con almeno 4 manifestazioni tra: congiuntivite non secretiva, adenomegalia late-rocervicale monolaterale, mucosite, eruzione cu-tanea, interessamento delle estremità). Tuttavia vi sono ancora grandi difficoltà nel poter dispor-re di esami ecocardiografici specificamente ri-volti allo studio delle coronarie in soggetti in età evolutiva, particolarmente nei pazienti molto piccoli (sotto i 2 anni), soprattutto nei centri me-no specializzati. È stato affrontato e dibattuto il tema delle forme incomplete (dove, oltre la febbre,

è possibile avva-lersi per la dia-gnosi di meno di 4 manifesta-

zioni tipiche) e delle forme atipiche (caratterizzate dalla

presenza di segni e/o sintomi propri di altre pato-logie), ma ciò che più coinvolge la letteratura inter-nazionale e i clinici di tutto il mondo è il tema dei soggetti che non rispondono alla terapia tradizio-nale (immunoglobuline endovena). Nel corso degli ultimi anni – è riportato anche in letteratura – si è assistito, in tutti i centri italiani, al progressivo aumento dei soggetti che, pur cor-rettamente diagnosticati, non hanno poi risposto alla terapia tradizionale, richiedendo un impegno assistenziale e terapeutico significativo. La possi-bilità di poter identificare i soggetti che non ri-sponderanno alla terapia, nonché la strutturazio-ne del “miglior” approccio terapeutico da destina-re a questi soggetti è uno degli aspetti che caratte-rizzeranno le nuove linee guida. Molto importan-te è anche il follow-up di questi pazienti, che deve essere sempre praticato con attenzione e qualifica-zione. Nel corso della tavola rotonda, nonché all’interno del gruppo di lavoro che sta elaborando la revisione delle linee guida, è emersa la prorom-pente necessità di disporre di un Registro Nazio-nale dei pazienti con Malattia di Kawasaki e a que-sto progetto la Società Italiana di Pediatria sta già lavorando.

Malattia di Kawasaki, verso nuove linee guida

È sicuramente aumentata la sensibilità e l’attenzione dei pediatri italiani verso la malattia di Kawasaki, ma c’è ancora molto da fare

Alberto Villani

Alessandra MarchesiUOC Pediatria Generale e Malattie

Infettive - Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” IrCCS, Roma

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 201519

Prim

o pi

ano

/ 71°

Con

gres

so It

alia

no d

i Ped

iatri

a

Page 20: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

Un bambino su 200 in Italia nasce con una malattia genetica grave che ri-chiede cure complesse per tutta la vita. Un percorso assistenziale che spesso diventa un calvario, tra dirit-

ti negati e disorganizzazione. Dei problemi di que-sti 50.000 bambini e adolescenti con esigenze spe-ciali si è parlato nel corso di una Tavola Rotonda dedicata alla disabilità in occasione del 71° Con-gresso Italiano di Pediatria, da cui è emersa anche la proposta per una “Carta dei diritti del bambino con disabilità in ospedale”.“Sono migliaia le malattie genetiche rare, ognuna caratterizzata da sintomi e peculiarità diverse, con, però, delle caratteristiche in comune”, ha spiegato Luigi Memo, Presidente della Società Ita-liana Malattie Genetiche Pediatriche e Disabilità Congenite (SIMGePeD). “Tali caratteristiche sono, oltre alla rarità, un difficile percorso diagnostico, la cronicità, la comorbilità, l’assenza spesso di un trattamento efficace e la necessità di assistenza specialistica e multidisciplinare. La Sanità pubbli-ca, come risposta istituzionale alle problematiche correlate a queste condizioni cliniche, ha emanato una serie di decreti allo scopo di ottimizzare il funzionamento delle reti regionali e salvaguardare il principio di equità dell’assistenza a tutti i citta-dini. “La realizzazione concreta di questo disegno, in una realtà fortemente colpita dalla crisi econo-mica, ha generato disuguaglianze e sperpero di risorse”, ha spiegato ancora Memo. “Ogni Regione ha applicato autonomamente il Decreto Ministe-riale sulle malattie rare, senza alcun coordina-mento, né integrazione interregionale. Ogni Re-gione ha provveduto a stilare i propri Piani Dia-gnostico-Terapeutici per le varie malattie, con il risultato che lo stesso paziente viene curato in mo-do differente a seconda della Regione di residenza e ha diritto di ricevere gratuitamente lo stesso far-maco che nella Regione confinante viene erogato a carico del paziente”. La SIMGePeD e la Società Italiana di Pediatria, insieme alla Società Italiana di Neonatologia ed alla Società Italiana per lo Studio delle Malattie Metaboliche Ereditarie e lo Screening Neonatale (SIMMESN), hanno elaborato un documento con-giunto in cui si propone tra l’altro la costituzione di una Commissione Nazionale Malattie Rare con il compito di coordinare la produzione dei Piani Diagnostico-Terapeutici e garantire identici LEA per ogni cittadino italiano, razionalizzare il nu-mero dei Centri di Riferimento in funzione delle

reali competenze scientifico-assistenziali, della di-stribuzione territoriale e della numerosità delle persone affette. Due aspetti fondamentali da sostenere, ha pro-seguito Memo, sono formazione e ricerca. “Dobbiamo far sì che i pediatri siano sempre più in grado di riconoscere precocemente queste patologie e che venga promossa la ricerca multidisciplinare, con aggrega-zioni nazionali e sovranaziona-li. In questo contesto, conside-riamo un risultato importante che il nuovo decreto sulle Scuole di Specializzazione mantenga la

Malattie genetiche:assistenza a macchia di leopardo

Forti differenze tra Regioni, al via il progetto per la “Carta dei diritti del bambino con disabilità in ospedale”

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 201520

Prim

o pi

ano

/ 71°

Con

gres

so It

alia

no d

i Ped

iatri

a

Page 21: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

durata della Scuola di Specializzazione in Pedia-tria a cinque anni e che preveda, fra gli indirizzi del biennio finale, quello in Genetica Clinica”.“Accanto ai problemi legati all’assistenza”, ha af-fermato Giampiero Griffo, rappresentante italiano nel Board dell’ European Disability Forum, “ci so-no quelli culturali che investono il bambino disa-bile. Le criticità maggiori sono l’accesso a una dia-gnosi precoce, che non sempre si riesce a fare, l’attesa fino ai 5 anni per la presa in carico territo-riale, perché spesso le famiglie cercano la cura con ‘pellegrinaggi della speranza’ lontano da casa, e le carenze del servizio sanitario. Quello però che mi sembra più problematico è l’educazione e l’infor-mazione alle famiglie: il pediatra può giocare un ruolo positivo perché il bambino con disabilità mantenga le relazioni coi suoi pari, sviluppi com-petenze sociali e relazionali, partecipi alla vita del-la comunità”.Bambini e adolescenti con disabilità, ha sottoline-ato Nicola Panocchia della cooperativa sociale Spes contra Spem, non hanno diritti speciali, han-no gli stessi diritti degli altri bambini ma hanno bisogno di strumenti speciali per poterne usufru-ire. “Si pensi alle disabilità sensoriali e intellettive: un bambino ipovedente o un bambino con auti-smo hanno esigenze differenti da un loro coetaneo

senza disabilità. Gestire in un reparto un bambino con autismo può risultare molto difficile, se non si è preparati, così come l’attesa in Pronto Soccorso può causare grave disagio per lui, per i familiari e per gli altri utenti. Proprio per questo motivo nell’ospedale di Pordenone è stato inaugurato al pronto soccorso un percorso per bambini e adulti con autismo”. Per tutelare i bambini disabili in ospedale l’associazione, che ha già redatto la carta della persona con disabilità in ospedale, ne propo-ne una versione per i bambini in dieci articoli. “Vogliamo condividere questo lavoro con la Socie-tà Italiana di Pediatria, con le associazioni e con quanti possono dare contributi per condivisione”, ha spiegato Panocchia. “Nel progetto della carta un ruolo fondamentale viene riservato ai genitori, non solo perché anche loro vanno sostenuti e assi-stiti, ma perché sono dei veri esperti delle malattie dei propri figli, da coinvolgere in tutti gli aspetti dell’assistenza”.

Nel corso del 71° Congresso SIP si è parlato di organizzazione delle cure primarie pediatriche e di come rendere più efficace la collaborazione con il personale infermieristico e di segreteria. Si è parlato di formazione continua, di quali mansioni è possibile delegare a infermiera e segretaria e di come farlo. Si sono, inoltre, fornite indicazioni pratiche su come affrontare il turnover del personale senza penalizzare la qualità dell’assistenza. Sono stati illustrati gli aspetti del corso di laurea in Infermieristica

pediatrica più utili nell’attività assistenziale delle cure primarie e sono stai forniti gli elementi essenziali di gestione manageriale necessari per la selezione, la motivazione e la corretta utilizzazione del personale. Alla vigilia di importanti novità nell’ambito delle cure primarie pediatriche e per far fronte alla sempre maggiore domanda di salute della popolazione nonostante una sensibile riduzione degli specialisti in Pediatria, è stata opinione condivisa dei presenti che ogni riorganizzazione dovrà partire dalla integrazione di equipe medico-infermieristiche (cioè pediatra di famiglia + infermiera pediatrica), sostenute da personale amministrativo.

La riorganizzazione delle cure primarie, quindi, dovrà voler dire integrazione (tra pediatri di famiglia e altre figure professionali

dell’area pediatrica, tra cure primarie e ospedaliere, tra ricerca e assistenza) e condivisione (di obiettivi, di strutture, di protocolli e

procedure). Per consentire di affrontare al meglio le sfide organizzative future, i contenuti delle relazioni, opportunamente

integrati, saranno a disposizione dei pediatri Italiani attraverso un corso FAd che sarà fruibile, al più tardi, da gennaio 2016.

Organizzazione cure primarie, il ruolo di infermieri e segretari

Luigi GrecoVicepresidente SIP

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 201521

Prim

o pi

ano

/ 71°

Con

gres

so It

alia

no d

i Ped

iatri

a

1 su 200 Bambini italiani

nati con una malattia genetica grave

Fino a 5 anni

Attesa per la presa in carico territoriale

Page 22: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

Oltre ad essere un vero e proprio tesoro in grado di evitare gra-vi malattie, handicap e morti sia in bambini che in adulti, i vaccini rappresentano anche un “tesoretto” da centinaia di milioni, se non miliardi, di euro in termini di costi risparmia-ti ogni anno dal SSN e dalla società in generale. I benefici eco-

nomici delle vaccinazioni e – altra faccia della medaglia – i costi spesso in-genti delle epidemie di malattie prevenibili sono stati al centro di una delle sessioni del 71° Congresso Italiano di Pediatria a Roma. “Quando si parla dei presunti rischi delle vaccinazioni, oggi smentiti da tutti gli studi e dalle ricerche scientifiche svolte in varie aree del mondo, si dimentica che le vac-cinazioni sono l’unico strumento per impedire la diffusione di malattie in-fettive gravi e a volte mortali che spesso non possiamo combattere con altri strumenti efficaci. Malattie che hanno un alto costo sia sociale che econo-mico”, ha dichiarato Giovanni Corsello, Presidente SIP.

Il primo a introdurre l’argomento è stato Louis Bell, capo della divisione di Pediatria del Chil-dren’s Hospital di Philadelphia, istituzione ospite del Congresso. “I benefici dei vaccini negli Usa tra il 1994 e il 2013 sono stati calcolati in 322 mi-lioni di casi prevenuti, 21 milioni di ricoveri evi-tati e 732mila morti risparmiate”, ha affermato. “In termini economici i vaccini hanno permesso di risparmiare 295 miliardi di dollari di costi di-retti e 1,38 trilioni di dollari di costi indiretti”. Altrettanto precisi sono i calcoli dei costi del non vaccinare negli Usa, calcolati in uno studio che

ha come prima firma Charlotte Moser, sempre del Children’s Hospital. I 107 casi di morbillo del 2011 ad esempio hanno avuto costi indiretti sti-mati tra i 2,8 e i 5,5 milioni di dollari. Un’epide-mia di meningococco oltreoceano può invece costare invece tra 320 e 620mila dollari a seconda delle dimensioni. Per quanto riguarda l’Italia, pur mancando cifre totali sui vantaggi dei vacci-ni, ci sono diverse ricerche significative. Secondo i calcoli di Alberto Villani, vicepresidente SIP, ad esempio, i circa 150 casi di meningite da menin-gococco prevenibili in Italia (di cui il 10% morta-le) costano al SSN tra i 17 e i 21 milioni di euro, mentre per quel 10-20% di casi gravi la cifra sale e arriva tra i 18 e i 47 milioni di euro. Trasponen-do i dati ottenuti in altre nazioni (Spagna, Cana-da, Australia) è possibile calcolare, come mostra-to da Alberto Villani in alcune sue relazioni a Congressi, i costi derivanti dai ricoveri in urgen-za nei casi di meningite da meningococco B che solo nella fase acuta, in Italia, possono arrivare a una cifra compresa tra 15 e i 20 milioni di euro circa l’anno.“I vantaggi economici dei vaccini sono fuori di-scussione”, ha sottolineato Paolo Bonanni, Ordi-nario di Igiene all’Università degli Studi di Firen-ze. “Noi ad esempio abbiamo calcolato che solo per il vaccino monovalente per la varicella ogni euro investito ne fa risparmiare più di tre in ter-mini di costi per la società, che comprendono sia i costi diretti sanitari, sia i cosiddetti costi indi-retti (giornate di lavoro perse dai genitori per as-sistere i figli, per esempio)”. In Italia, ha sottoline-

Non solo vite salvate:

dai vaccini un “tesoretto”

per il SSN

Al 71° Congresso Italiano di Pediatria esperti italiani

e stranieri hanno fatto il punto sui benefici economici

delle vaccinazioni e sui costi della falsa informazione

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 201522

Prim

o pi

ano

/ 71°

Con

gres

so It

alia

no d

i Ped

iatri

a

Page 23: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

ato l’esperto, solo poco più della metà delle Regio-ni offre il vaccino per la varicella gratuitamente. “Non ha senso lasciare una parte della popolazio-ne pediatrica coperta e l’altra no”, ha aggiunto Bonanni, “anche perché questo genera dei proble-mi come lo spostamento dei contagi verso l’ado-lescenza. Un altro degli argomenti in discussione è se usare il vaccino combinato quadrivalente, morbillo, rosolia, parotite, varicella, o il trivalen-te MPR somministrato simultaneamente – ma in un altro arto – al vaccino monovalente per la va-ricella. Il mio parere è che sia migliore la prima ipotesi, perché è dimostrato che con le due som-ministrazioni separate la copertura diminuisce, inoltre gli effetti collaterali sul lungo termine so-no gli stessi”.Anche per l’influenza, che quest’anno ha ‘sconta-to’ anche per i bambini l’effetto negativo del ritiro di alcuni lotti di vaccini destinati agli anziani, or-mai ci sono diverse evidenze su quanto si rispar-mierebbe con una immunizzazione più estesa. “L’effetto Fluad è stato pesantissimo, nonostante il vaccino sia utilizzato soltanto negli anziani e non sia tra quelli che possono essere sommini-strati nei bambini e negli adolescenti”, ha spiegato Susanna Esposito, Direttore dell’Unità di Pedia-tria ad Alta Intensità di Cura della Fondazione Ca’ Granda di Milano. “Il calo della vaccinazione tra i bambini con malattie croniche, per i quali in Italia e in tutto il resto del mondo la vaccinazione è raccomandata, è stato paragonabile a quello avuto negli anziani, circa il 30%. Questo ovvia-mente si è rif lettuto sul numero di casi gravi e ricoveri per complicanze legate all’influenza negli ospedali”. Tutto il mondo, ha sottolineato la Espo-sito, sta andando verso la copertura vaccinale per l’influenza anche nei bambini sani: “Negli Usa già da otto anni a partire dai sei mesi di vita vaccina-no tutti, in Finlandia immunizzano dai sei mesi ai tre anni e in Gran Bretagna dalla scorsa stagio-ne si vaccinano tutti i bambini, anche quelli sani, dai 4 ai 10 anni di età. Quest’ultimo è un ragiona-mento che vedrei bene anche da noi: un bambino di sei mesi se non va al nido trae minori vantaggi dal vaccino, idem uno di tre anni, ma se frequen-ta l’asilo allora la vaccinazione permette di ridur-re le complicanze mediche e i costi sociali legati all’influenza”.

I pediatri: stop al federalismo vaccinale Determina disomogeneità territoriali e iniquità: è allarme

Come altri settori della Sanità, anche quello dei vaccini sconta delle differenze regionali inaccettabili. “Molti aspetti ci preoccupano”, ha affermato Alberto G. Ugazio, Direttore del Dipartimento Medicina Pediatrica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. “Il calo delle coperture vaccinali è la diretta conseguenza del crescente scetticismo verso la scienza e la ragione, del dilagare di teorie complottistiche. Questo però è un problema universale e difficile da risolvere in ambito nazionale. In Italia abbiamo anche un altro problema, quello del federalismo vaccinale, che determina disomogeneità territoriali e iniquità. Ad esempio gli ultimi dati relativi alla vaccinazione dell’MPr (morbillo, parotite, rosolia) mostrano che in quasi tutte le Regioni del Sud (con l’eccezione della Puglia e della Basilicata) i tassi di copertura vaccinale sono ben al di sotto del 90%, mentre al Nord sono mediamente al di sopra (con l’eccezione di Trentino e Val d’Aosta). Per non parlare di vaccini che in alcune regioni sono offerti gratuitamente e in altre Regioni sono a carico dei cittadini”. “Queste disparità, che colpiscono il diritto dei bambini a essere protetti da malattie infettive, sono contrarie del dettato costituzionale. Noi riteniamo che il federalismo vaccinale debba finire e si debba arrivare a un calendario vaccinale unico e a un’offerta vaccinale omogenea su tutto il territorio nazionale”, ha concluso il Presidente SIP Giovanni Corsello.

^̂{ Standaert B, Van de Mieroop E, Nelen V. Exploring the potential impact of rotavirus vaccination on work absenteeism among female administrative personnel of the City of Antwerp through a retrospective database analysis. BMJ Open 2015;5(6):e007453 doi: 10.1136/bmjopen-2014-007453

^̂{ Damm O, Ultsch B, Horn J, Mikolajczyk RT, Greiner W, Wichmann O. Systematic review of models assessing the economic value of routine varicella and herpes zoster vaccination in high-income countries. BMC Public Health. 2015;15:533 doi: 10.1186/s12889-015-1861-8.

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 201523

Prim

o pi

ano

/ 71°

Con

gres

so It

alia

no d

i Ped

iatri

a

Page 24: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

Vaccinazione antipneumococcica, la posizione del Board del Calendario per la Vita

Il Board del Calendario della Vita ha preso in esame negli ultimi mesi la letteratura scientifica e i dati presentati in due “web conference” dalle aziende produttrici dei vaccini pneumococcici coniugati per l’infanzia a 10 valenze (PCV10) e a 13 valenze (PCV13). Successivamente, alle aziende

sono stati posti quesiti che sono stati oggetto di specifici approfondimenti.L’ampio ed articolato dibattito che si è in seguito sviluppato ha portato alle se-guenti considerazioni in merito alle strategie vaccinali contro lo pneumococco per l’infanzia, che sono unanimemente condivise dalle Società rappresentate nel Calendario per la Vita (Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica, SItI; Società Italiana di Pediatria, SIP; Federazione Italiana Medici Pe-diatri, FIMP; Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, FIMMG):

1. Le malattie pneumococciche rappresentano con ogni probabilità le patologie più multiformi e complesse tra quelle prevenibili mediante vaccina-zione. Per tale motivazione, il formarsi di certezze riguardo alle potenzialità preventive dei diversi vaccini che si sono resi via via disponibili è proces-so lungo e difficoltoso, reso possibile solo con il progressivo accumulo di informazioni e studi. 2. La scelta di indicare il PCV13 quale unica pos-sibilità per le strategie di immunizzazione infanti-le è stata storicamente motivata sia dall’iniziale mancanza della schedula 2+1 tra le indicazioni in scheda tecnica per il PCV10, sia dall’opportunità di garantire la massima protezione possibile alla po-polazione pediatrica.3. Vi sono numerose esperienze riguardo all’effi-cacia sul campo di PCV13, che è stato generalmente

applicato in Paesi nei quali era stato precedente-mente utilizzato il vaccino 7-valente (PCV7). Il vac-cino PCV13 si è dimostrato in grado di ridurre rapi-damente il carico di malattia da sierotipi emergenti, incluso il tipo 19A, divenuto tra i più rilevanti anche nella nostra situazione epidemiologica.4. I dati progressivamente accumulati a seguito dell’utilizzo di PCV10 in diversi Paesi del mondo costituiscono un importante progresso delle cono-scenze scientifiche e delle informazioni sull’impat-to di sanità pubblica di tale vaccino. Indubbiamen-te, là dove utilizzato su larga scala, PCV10 ha dimo-strato di essere in grado di ridurre in modo signifi-cativo le forme di malattia invasiva, di polmonite e di otite legate ai sierotipi contenuti nel vaccino.5. I dati di protezione crociata disponibili per PCV10 nei confronti dei sierotipi 19A e 6A sono in-teressanti e la loro conferma in diversi contesti e su esperienze numericamente più ampie deve essere attentamente monitorata. Tuttavia, i dati di sorve-glianza epidemiologica nelle nazioni che utilizzano PCV10, PCV13 o i due vaccini in diverse regioni del paese non appaiono univoci, lasciando attualmente margini di incertezza sulle implicazioni del feno-meno della cross-protezione in termini di impatto di sanità pubblica, né sono disponibili informazioni consolidate sulla durata di tale effetto. Peraltro, l’ef-fetto di cross-protezione verso altri sierotipi non è presente nella scheda tecnica di PCV10.6. Mentre sono note situazioni in cui Paesi che uti-lizzavano precedentemente PCV10 sono passati a PCV13, non risulta che alcun Paese ad oggi sia passa-to da PCV13 a PCV10, rendendo perciò non valutabi-li le conseguenze di sanità pubblica di tale decisione. Peraltro, non vanno trascurate le possibili problema-tiche di carattere medico legale che potrebbero con-seguire al verificarsi di casi da sierotipi presenti nel PCV13 e non presenti nel PCV10 nell’eventualità di passaggio da utilizzo di PCV13 a utilizzo di PCV10 nei programmi di vaccinazione dell’infanzia.Per le motivazioni sopra esposte, il Board ritiene che le proprie raccomandazioni riguardo alla vaccina-zione anti-pneumococcica dell’infanzia indicate nel Calendario per la Vita 2014 rimangano tuttora vali-de. Ribadisce anche la propria costante primaria attenzione a tutte le novità scientifiche e ai dati di sorveglianza sulla malattie prevenibili con vaccina-zione. Il Calendario per la Vita verrà aggiornato sul-la base di eventuali nuove evidenze scientifiche.

Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI)

Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP)Società Italiana di Pediatria (SIP)

Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG)

SItI, SIP, FIMP e FIMMG ribadiscono

le raccomandazioni 2014

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 201524

Pia

neta

SIP

/ 71

° C

ongr

esso

Ital

iano

di P

edia

tria

Page 25: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

Come noto, le condizioni di grande pover-tà, la scarsa e inadeguata assistenza oste-trica, le insufficienti alternative al latte umano troppo spesso fonte di rischi, le

malattie infettive in era prevaccinale e preantibio-tica, le condizioni igieniche scarse ed approssima-tive hanno fatto sì che nel 1863-1865 la mortalità infantile fosse ancora di circa il 23% e nel periodo 1896-1900, ben dopo l’Unità d’Italia, del 16,8%. Il problema era sentito. Lo dimostrano la consoli-data abitudine del “battesimum quam primum” (Concilio di Trento), la tradizione popolare di ri-tuali per far sopravvivere i bambini morti subito dopo la nascita (o durante il parto) dei Santuari a Repit, vicino ai corsi d’acqua, di cui sopravvivono ancora retaggi nel nord Italia, e rituali simili in Sar-degna nominati diversamente, ma anche numero-se testimonianze iconografiche.Anche le rappresentazioni artistiche “colte” danno testimonianza di tutto ciò. Abbiamo preso in con-siderazione: “Povera madre” di Gerolamo Induno (1827-1890), “Il morticino” di Pellizza da Volpedo (1867-1907), “Il morticino” di Giuseppe Mentessi (1857-31), oltre alle numerose immagini tratte da “La farfalla milanese” del 1897, con illustrazioni tra gli altri di Alessandro Milesi e Francesco Ghittoni. Da queste immagini appare evidente che la perdita di un figlio, di un neonato o di un bambino, era una condizione molto comune. È agghiacciante il dipinto di Induno, in cui la madre già col seno sco-perto, pronta per allattare, solleva il lenzuolo, met-tendo a nudo il corpo esanime del bimbo. Si vedo-no spesso rappresentati il pallore dei bimbi, eviden-ti segni di rachitismo e di emaciazione, la povertà degli interni e delle suppellettili, a volte la presenza persino dell’angelo della Morte accanto al letto sul quale spesso si butta la madre disperata. E le scene dei funerali, oltre quelle dei battesimi in chiesa (con molti bambini perché le famiglie erano più numerose) e molti animali spesso nelle camere da letto o nella stalla al piano terra.

Ne “Il medico di campagna” del Ghittoni, i neonati sono tenuti nella stanza in cui le madri lavorano, l’ambiente è fumoso o carico di vapore e non si capi-sce bene di quali altre sostanze. Sappiamo anche che i medici condotti non erano obbligati sino ai primi decenni del ’900 a fare pratica con i bambini, per cui non esisteva una cultura di Medicina pediatrica, e ai piccoli venivano somministrati purganti e vermifu-ghi anche violenti o effettuate pratiche rituali come la circoncisione, la recisione del frenulo linguale, il buco alle orecchie, e così via, in un sincretismo reli-gioso, magico e profano duro a morire. I bimbi e le donne erano negli strati poveri considerati bocche in più da sfamare per cui la dieta già carente, per loro lo era molto di più: gli uomini mangiavano per primi. La progressiva anche se lenta diminuzione della mortalità infantile fu dovuta al graduale migliora-mento del tenore di vita nelle classi popolari (verifi-catosi verso la fine dell’800) e ai progressi della scien-za e della tecnologia. Tra le più importanti, descritta dalla “Illustrazione Popolare” del 1886 la scoperta dell’incubatrice per i nati pretermine.

La mortalità infantile nella pittura italiana

M.Giuseppina Gregorio

Luigi Cataldi

Gruppo di Studio SIP Storia della Pediatria

A sinistra: “Povera madre” di Gerolamo Induno.

Sotto: “Il morticino” di Pellizza da Volpedo.

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 201525

Pia

neta

SIP

/ 71

° C

ongr

esso

Ital

iano

di P

edia

tria

Page 26: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

Enrico BertinoConsigliere AIBLUD

(Associazione Italiana Banche del Latte Umano

Donato)

Per molti neonati prematuri ricoverati in Terapia Intensiva il latte materno, prezio-so per la loro salute a breve e lungo ter-mine, può non essere disponibile, alme-

no nel primo periodo dopo il parto. In questi casi il latte umano donato, come anche da raccoman-dazioni dell’OMS e dell’American Academy of Pe-diatrics, rappresenta la migliore alternativa, tanto che si può definire un “farmaco salvavita” per que-sti bambini. In Piemonte, nonostante il latte gene-rosamente fornito dalle numerose donatrici, la Banca del Latte Umano Donato della Città della Salute e della Scienza di Torino si è trovata fre-quentemente in difficoltà nella fornitura di quan-tità di latte sufficienti a far fronte a tutte le richie-ste, in primis a quelle per i piccoli prematuri delle Terapie Intensive Neonatali dell’Azienda, dove na-sce la grande maggioranza dei gravi prematuri della Regione. Da qui l’idea del progetto nato per iniziativa dei medici della Neonatologia dell’Uni-versità di Torino diretta dal sottoscritto, di quella dell’Ospedale Beauregard di Aosta diretta da Ce-sare Arioni e di alcuni genitori. Considerata l’esi-guità del numero di neonati molto immaturi pres-so l’Ospedale di Aosta, non era economicamente sostenibile la creazione di una Banca del Latte in sede: era invece realizzabile un’operatività solidale tra le due Aziende Sanitarie. Il progetto, primo in Italia, si è realizzato con la firma di una convenzione tra la Città della Salu-te e della Scienza di Torino e l’Azienda USL Valle d’Aosta. Il testo della Convenzione è disponibile sul sito della Associazione Italiana Banche del Lat-te Umano Donato (http://aiblud.org). La Neona-tologia dell’Ospedale di Aosta si occuperà della

raccolta del latte offerto dalle mamme donatrici, della sua conservazione temporanea e del succes-sivo trasporto alla banca del latte donato di Tori-no, il tutto nel più rigoroso rispetto dei principi di sicurezza e di qualità definiti nelle recenti “Linee di Indirizzo Nazionale per l’organizzazione e la gestione delle Banche del Latte Umano Donato nell’ambito della protezione, promozione e soste-gno dell’ allattamento al seno” del Ministero della Salute. La banca del latte di Torino si occuperà del trattamento del latte, come prescritto dalle Linee di Indirizzo. Quello necessario ritornerà ai bam-bini prematuri valdostani, mentre la quantità in eccesso rispetto alle richieste del reparto di Pato-logia Neonatale dell’Ospedale di Aosta resterà a disposizione dei prematuri delle TIN torinesi, in una generosa alleanza nella promozione, protezio-ne e sostegno dell’allattamento materno che potrà essere un modello da attuare anche in altre Regio-ni italiane, nell’ottica di un’economia di scala e di un uso ottimale delle risorse.

Piemonte e Valle d’Aosta

Latte umano donato, una convenzione innovativa

Alleanza tra Piemonte e Valle d’Aosta per garantire il latte materno ai neonati prematuri delle due Regioni

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 201526

Reg

ioni

Page 27: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

Troppo sale!Le indicazioni dell’OMS specificano che gli adulti dovrebbero consumare non oltre 2000 mg di sodio, pari a 5 g di sale al giorno, e che entro il 2025 in Europa il sale quotidianamente consumato va ridotto del 30%. In Italia il consumo medio di sale è 10,8 g tra gli uomini e di 8,4 g tra le donne.

Se si volesse riassumere l’appuntamento degli Specializzandi al 71° Congresso Ita-liano di Pediatria di Roma, potremmo sintetizzare l’ultima sessione nelle parole: formazione, assistenza, ricerca ed etica. Questi, infatti, costituiscono i cardini su cui ONSP e SIP collaborano ed investono per garantire una formazione specialisti-ca sempre al passo coi tempi e conforme ai più elevati standard. E così, anche in questa edizione, gli specializzandi si sono messi all’opera per vivere ancora una vol-ta – da protagonisti – un’esperienza di scambio di conoscenze e competenze, in-dipendentemente dalla sede di prove-nienza ed alla pari con i loro colleghi e con i tutor che ne hanno condotto i lavo-ri. La sessione si è quindi incentrata nella prima parte sulla “semeiotica digitale” di numerosi casi clinici, la cui esposizione si è avvalsa del metodo del problem solving ma soprattutto dell’ausilio di numerosi supporti multimediali esplicativi del caso presentato. Il vivace dibattito che è scatu-rito da ogni contributo ha permesso, gra-zie alla moderazione dei proff. Fabio Mo-sca e Paola Giordano, di riassumere e tradurre le evidenze delle ultime ricerche scientifiche internazionali dedicate in elementi concreti di best practice per la pratica assistenziale quotidiana. Convinti – oggi più che mai – che forma-zione significhi anche portare l’entusia-smo, le energie e le competenze degli spe-cializzandi in Pediatria nelle aree più isolate e marginali del mondo, al fine di garantire il più possibile anche nei Paesi

in via di sviluppo l’accesso ai servizi sa-nitari pediatrici di base e non, la seconda parte della sessione è stata ideata e dedi-cata a progetti di cooperazione interna-zionale attivi nelle Scuole di specializza-zione in Pediatria. In particolare, è stato illustrato quanto si realizza quotidiana-mente ad Itigi (Tanzania), nel cui ospeda-le pediatrico operano volontari della Cli-nica Pediatrica dell’Università “Sapienza” e dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. La Prof.ssa Marzia Duse ed il Prof. Renato Cutrera ne hanno introdot-to le attività e la nuova convenzione men-tre tutto l’uditorio, grazie all’esposizione

del Dott. Andrea Pietra-valle, ha potuto toccare con mano l’intensa opera di uno specializzando che ha potuto così comunicar-ne ai suoi colleghi le ten-sioni, le emozioni, le pre-occupazioni ma anche le grandi soddisfazioni uma-

ne e professionali che possiede questa esperienza nella formazione di coloro che saranno i pediatri di domani! Ed è con questo spirito che l’ONSP ha vo-luto raccogliere nella guida “Pediatria e Paesi in via di sviluppo” tutti i progetti di cooperazione attivi nelle Scuole di spe-cialità Italiane, unitamente ai risultati di una survey nazionale dedicata, che sono stati presentati nel corso dell’XI Conve-gno Nazionale ONSP e che durante la ses-sione sono stati nuovamente illustrati da Daniele Roncanti. In particolare la guida si propone quale valido strumento divul-gativo per tutte le Scuole e gli specializ-zandi che vogliano approcciare ed intra-prendere un’insostituibile momento for-mativo umano e professionale ed è libe-ramente scaricabile sul sito ONSP (www.onsp.it). Infine, dopo la premiazione delle 3 migliori comunicazioni orali, i cui contributi verranno pubblicati in questa rubrica nei prossimi mesi, è stato il momento dell’arrivederci alla prossima edizione ed agli OSNPdays2015 che si ter-ranno a Padova dall’1 al 3 ottobre 2015 certi, come sempre, di ritrovarci nume-rosi anche a questo immancabile appun-tamento!

Comunicazioni orali premiate

Specializzando Scuola di specializzazione Caso clinico

Domenico Martinelli Bari A possible rare case of genetic ryr1-related myophathies

Sabrina D’arpa Palermo Un raro caso familiare di immaturità neuronale intestinale

Francesco Corazza PadovaDall’encefalite erpetica all’encefalite da anticorpi anti-nmdar: evoluzione al video ed approccio terapeutico

La semeiotica “digitale” in casi clinici interattivi ma non solo...

Sessione “Multimediale” ONSP

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 201527

Pedi

atri

inFo

rmaz

ione

a cu

ra d

i Liv

iana

Da

Dal

t, D

avid

e Ve

cchi

o

Page 28: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

L’ipercolesterolemia familiare (IF) è una dislipide-mia ereditaria caratterizzata da un aumento isola-to e permanente dei livelli di lipoproteina a bassa densità (LDL). Si tratta di una patologia sottovalu-tata, che spesso non viene diagnosticata tanto tem-

pestivamente quanto si dovrebbe. Cosa fare per migliorare que-sta situazione? In occasione del 71° Congresso Italiano di Pedia-tria svoltosi a Roma dal 4 al 6 giugno 2015 abbiamo posto questa domanda ad Andrea Bartuli, Responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Malattie Rare dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Quando si parla di ipercolesterolemia familiare (IF) cosa si intende?Parliamo di una malattia genetica estremamente diffusa – perché colpisce circa 1 persona ogni 380 – che determina un aumento del colesterolo LDL nel sangue e il suo deposito nel corso del tempo all’interno delle arterie, con comparsa di malattia cardiovascolare già a partire dai trent’anni.

Intervista ad Andrea Bartuli

Screening dell’ipercolesterolemia familiare, quale il ruolo del pediatra?

Qual è l’impatto dell’IF oggi? Si tratta di una patologia sottovalutata?La IF ha un impatto estremamente importante nell’età adulta perché causa circa il 60% delle malattie cardiovascolari nell’adulto, con effetti gravissimi anche dal punto di vista sociale e dei costi. Cosa fare? Implementare programmi di screening che permettano di individuare i bambini affetti prima che si sviluppi il danno cardiovascolare. Riuscire a fare uno screening di questi pazienti vuol dire trattarli, riducendone il rischio cardiovascolare ai livelli dei soggetti non affetti da IF.

Cosa dovrebbe fare il pediatra di famiglia per effettuare un corretto screening per l’IF e confermare o escluderne la diagnosi?La malattia essendo genetica si può sospettare in tutte quelle famiglie in cui ci sono adulti che hanno subito infarti in età precoce, prima dei 60 anni per capirci. Già questo dovrebbe indurre il pediatra, fatta un’accurata anamnesi, a far fare al bambino un dosaggio ematico del colesterolo: questo però dopo i 2 anni di vita perché prima i valori non sarebbero attendibili. Contemporaneamente ci sono tanti bambini adottati o la cui anamnesi familiare è sconosciuta o sottaciuta dai genitori, quindi sarebbe comunque importante prescrivere un dosaggio del colesterolo tra i 2 e gli 8 anni

a tutti i bambini che fanno un prelievo. Dopo gli 8 anni di vita infatti il danno già comincia a manifestarsi a livello vascolare.

Una volta diagnosticata l’IF quali sono i passi successivi per il pediatra oltre alla decisione terapeutica per il bambino? Uno screening “a cascata” dei familiari è utile?Una volta diagnosticata l’IF nel bambino, trattandosi di una malattia genetica, è importante risalire a tutti quanti i parenti di primo e secondo grado per individuare tutti i soggetti affetti. Bisogna poi iniziare il trattamento, che si basa prima degli 8 anni su uno stile di vita adeguato. Il colesterolo LDL che noi produciamo è legato alla dieta solo per il 20%, il resto è di produzione endogena: quindi la sola dieta non basta, però già iniziare in questo modo nel bambino con IF di età precedente a quella in cui si può partire con il trattamento farmacologico è importante. Dopo gli 8 anni, nei bambini che con la sola terapia comportamentale non riescono a raggiungere un livello di colesterolo LDL inferiore a 130 occorre iniziare la terapia farmacologica, l’unica strategia terapeutica che garantisce ai pazienti un’aspettativa di vita e un rischio cardiovascolare sovrapponibili a quelli della popolazione sana. Si tratta di un problema di portata sociale enorme, tant’è che

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 201528

La c

linic

a

Page 29: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

numerosi Paesi europei hanno avviato un programma di screening che parte, a seconda dei Paesi, dall’individuazione di un parente affetto o di un bambino con ipercolesterolemia o addirittura – come è avvenuto nei Paesi Bassi – dallo screening a tappeto di tutta la popolazione pediatrica. I dati emersi hanno fatto capire come la IF sia molto più frequente di quanto non si pensasse, perché anni fa si riteneva colpisse 1 persona ogni 500 e oggi si è scesi a 1 ogni 200, 250.

Come sensibilizzare i pediatri sul tema della diagnosi tempestiva dell’IF?Il ruolo del pediatra come sempre è fondamentale nella salute del bambino, non solo di fronte a una patologia acuta ma nella prevenzione delle malattie. Questo di cui ci stiamo occupando è un tipico esempio di campo d’intervento del pediatra: uno stile di vita corretto combatte l’obesità, ma riuscire a individuare i bambini con IF fa di più, permette di garantir loro la salute in età adulta e in età avanzata. Quindi il messaggio per i pediatri è: un’anamnesi familiare accurata dei nostri pazienti è fondamentale, dopodiché è essenziale ricordarsi sempre di aggiungere un dosaggio del colesterolo – che costa 60 centesimi – ogni volta che un bambino deve fare un prelievo ematico.

Una patologia sottovalutata, che spesso non viene diagnosticata tempestivamente

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 201529

La c

linic

a

C

M

Y

CM

MY

CY

CMY

K

21x59_Hyperchol-PED-Traccia.ai 1 27/05/2015 17.25.58

C

M

Y

CM

MY

CY

CMY

K

21x59_Hyperchol-PED-Traccia.ai 1 27/05/2015 17.25.58

C

M

Y

CM

MY

CY

CMY

K

21x59_Hyperchol-PED-Traccia.ai 1 27/05/2015 17.25.58

C

M

Y

CM

MY

CY

CMY

K

21x59_Hyperchol-PED-Traccia.ai 1 27/05/2015 17.25.58

Page 30: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

“Ogni tempesta è sempre preceduta da segnali deboli, spesso impercettibili”. Questo l’incipit de “La tempesta perfet-ta”, un gran bel libro appena pubblicato da Walter Ricciardi con tre eccellenti co-autori (Vincenzo Atella, Claudio Cricelli e Federico Serra). Il sottotitolo “Il possi-bile naufragio del servizio sanitario na-zionale: come evitarlo?” chiarisce la me-tafora: la tempesta, naturalmente, è quel-la che rischia di travolgere il servizio sa-nitario universalistico del nostro Paese. Il pediatra, che ne coglie ogni giorno sul campo i segnali tutt’altro che im-percettibili, non può fare a meno di leggere il libro tutto d’un fiato, dalla pri-ma all’ultima pagina. È facile per molti di noi vi-vere come esperienza per-sonale la rivoluzione demo-grafica che, in tutti i Paesi industrializzati, sta metten-do in crisi i sistemi sanitari e, più in generale, lo stesso mo-dello di welfare: crollo della mortalità infantile, aumento progressivo della vita media con progressivo invecchiamen-to della popolazione e crescita esponenziale delle malattie cro-niche dell’anziano. Paradossal-mente, molti di questi dati rap-presentano altrettanti successi della Medicina contemporanea ed in particolare di quella del nostro Paese che figura sempre ai primi posti nelle classifiche internaziona-li sia per la bassa mortalità infantile che per la lunga aspettativa di vita. Come emerge con chiarezza dai dati di cui il vo-lume è particolarmente ricco, gli ultra-sessantacinquenni sono oggi in Italia più di un quinto della popolazione e la spesa sanitaria, di conseguenza, rischia di di-ventare insostenibile. Ad aggravare la si-

tuazione si è aggiunta la denatalità: senza giovani, chi potrà mai soste-nere il peso di una spesa sanitaria di queste proporzioni, per giunta crescente?Ma la tempesta non si va adden-sando soltanto per via della rivolu-zione demografica. Ricciardi e i suoi collaboratori analizzano con semplicità e chiarezza, con il sup-porto di una mole ragguardevo-

le di dati (quasi sempre sotto forma di grafici e istogrammi molto ben leggibi-li), le colpe di una politica “invasiva e inef-ficiente”, troppo spesso priva di visione programmatoria, fonte di corruzione e re-sponsabile in larga misura delle gravi inef-ficienze del nostro sistema sanitario. Un’inchiesta de “Il Sole 24 ore” condotta nel 2008 riuscì a scovare soltanto l’1,15% di “tecnici” (l’uno percento!) tra i Diretto-

Oltre 14 milioni Malati cronici in Italia, circa il 24% degli assistiti dal Sistema Sanitario Nazionale. Secondo i dati Istat 2014 solo 3 pazienti su 10 possono usufruire di programmi di supporto integrato e circa il 30% delle famiglie ha difficoltà di accesso ai farmaci, denuncia il XIII Rapporto sulle Cronicità di Cittadinanza Attiva.

Come evitare il possibile naufragio del Servizio Sanitario Nazionale?

I segnali che precedono la tempesta

la che rischia di travolgere il servizio sa-nitario universalistico del nostro Paese.

--

sonale la rivoluzione demo-grafica che, in tutti i Paesi industrializzati, sta metten-do in crisi i sistemi sanitari e, più in generale, lo stesso mo-dello di welfare: crollo della mortalità infantile, aumento progressivo della vita media con progressivo invecchiamen-to della popolazione e crescita esponenziale delle malattie cro-niche dell’anziano. Paradossal-mente, molti di questi dati rap-presentano altrettanti successi della Medicina contemporanea ed in particolare di quella del nostro Paese che figura sempre ai primi posti nelle classifiche internaziona-li sia per la bassa mortalità infantile

tuazione si è aggiunta la denatalità: senza giovani, chi potrà mai sostenere il peso di una spesa sanitaria di queste proporzioni, per giunta crescente?Ma la tempesta non si va addensando soltanto per via della rivoluzione demografica. Ricciardi e i suoi collaboratori analizzano con

le di dati (quasi sempre sotto forma di grafici e istogrammi molto ben leggibili), le colpe di una politica “invasiva e inefLa tempesta perfetta

Walter Ricciardi, Vincenzo Atella, Claudio Cricelli, Federico Serra

Vita e Pensiero, 2015

Alberto G. UgazioDirettore Dipartimento di Medicina Pediatrica, Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù”, Roma

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 201530

Libr

i

Page 31: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

ri Generali di ASL e Aziende Ospedaliere: tutti gli altri risultavano attribuibili ad un partito politico “di riferimento”. Non ab-biamo motivo per ritenere che la situazio-ne sia mutata nel corso di questi ultimi anni. Ma c’è anche il contributo dei pro-fessionisti della Sanità, medici in primo luogo. L’Italia, ad esempio, è uno dei pochi Paesi avanzati che non prevede né il rinno-vo periodico dell’abilitazione al l’esercizio della professione medica né alcuna san-zione per il mancato aggiornamento pro-fessionale ECM. Rischio inaccettabile per una professione che deve far fronte a rit-mi sempre più incalzanti di innovazione delle conoscenze e delle stesse competen-ze scientifico-professionali. Il “sistema Paese” nel suo complesso non aiuta certo ad allontanarci dalla tempe-sta. Aumentano i decessi per incidenti stradali attribuibili ad alcol, occupiamo

un poco invidiabile terzo posto nella clas-sifica mondiale dei Paesi con le più alte percentuali di bambini sovrappeso o obe-si, il 40% degli italiani continua a non pra-ticare nessun tipo di sport o attività fisi-ca... Alfabetizzazione sanitaria ed “empo-werment” sono certamente indispensabi-li per promuovere stili di vita salutari e per prevenire e curare le malattie croni-che complesse. Ma la scuola italiana non brilla certo per capacità formativa e gli studi internazionali più autorevoli conti-nuano a fornire risultati imbarazzanti non soltanto sulle performance dei ragaz-zi in età scolare ma anche sullo stesso li-vello di competenza, molto basso, della maggior parte degli adulti.Tutti i capitoli del volume di Ricciardi, Atella, Cricelli e Serra sono attraversati da dati e riflessioni che gettano una luce assai poco lusinghiera sull’attuale orga-

nizzazione “federalistica” della Sanità, fonte di iniquità (per noi pediatri è suffi-ciente l’esempio del “federalismo vacci-nale”), di sprechi, di ritardi, di migrazio-ne dei pazienti per differenze interregio-nali sempre più gravi – e inaccettabili –nella qualità dei servizi. Rimanendo nella metafora de “La tempesta perfetta”, se vo-gliamo “veleggiare verso un porto sicuro” occorre anzitutto “evitare che “il sistema sanitario nazionale sia l’espressione, a volte schizofrenica, delle volontà di 21 Regioni e province autonome che... inter-pretano il dettato costituzionale come la possibilità di operare senza vincoli, salvo poi avere un salvatore di ultima istanza nello Stato”. Altrettanto importante è in-dirizzare finalmente politiche e risorse sanitarie dal versante della terapia a quel-lo della prevenzione. Personalmente, ritengo che nessuna rifor-ma strutturale, nessun provvedimento politico, nemmeno il più illuminato, sarà in grado di salvarci dalla “tempesta per-fetta” se non sapremo partire da noi stessi come professionisti della salute, dalla ne-cessità di farci protagonisti e leader del-l’innovazione: da una Medicina curativa delle malattie acute semplici (l’unica che troppe Facoltà e Scuole di specializzazio-ne sembrano ancor oggi in grado di inse-gnare) verso una Medicina della comples-sità. “La qualità dell’assistenza e la sicu-rezza dei pazienti – annotano in proposi-to gli autori – passano dalla competenza del medico curante che, nell’epoca della Sanità organizzata, non può fare a meno di apprendere, aggiornandosi continua-mente, le migliori e più moderne soluzio-ni per gestire le complessità e le aspettati-ve del cittadino/paziente”.Riusciremo ad evitare “La tempesta per-fetta”? Non me la sento certo di azzardare previsioni. Ma la lettura di questo bellis-simo libro è motivo di ottimismo: eviden-temente, non mancano nel nostro Paese competenze di altissimo livello culturale in grado di analizzare con rigore e grande capacità di penetrazione i problemi del no-stro sistema sanitario e di ideare soluzioni innovative con coraggio, talento e imma-ginazione. Dobbiamo augurarci che i pro-tagonisti di questo volume – dai politici a noi medici – sapranno raccogliere la sfida dando finalmente l’avvio ad una profonda innovazione strutturale e professionale del nostro sistema sanitario.

Malattie senza dignitàQuesto il titolo della mostra fotografica organizzata dal Collegio dei reumatologi ospedalieri e territoriali italiani (CROI) e dall’ANMaR (Associazione Nazionale dei Malati Reumatici) allo scopo di porre l’attenzione sul tema delle patologie reumatiche, caratterizzate da sofferenze non solo fisiche ma spesso anche emotive. L’esposizione fotografica al Senato della Repubblica consiste in 50 pannelli fotografici realizzati da Roberto Murgia, reumatologo e fotoblogger.

Pediatria numero 5-6 - maggio-giugno 201531

Libr

i

Page 32: Pediatria magazine vol 5 | num 5-6 |  2015

Il probiotico studiato per il Il probiotico studiato per il comfort gastrointestinale comfort gastrointestinale comfort gastrointestinale comfort gastrointestinale comfort gastrointestinale comfort gastrointestinale comfort gastrointestinale comfort gastrointestinale

Tecnologia brevettataTecnologia brevettatadi frazionamento delle proteinefrazionamento delle proteinefrazionamento delle proteinefrazionamento delle proteinefrazionamento delle proteine

per ottimizzarne la qualitàper ottimizzarne la qualitàper ottimizzarne la qualitàper ottimizzarne la qualitàper ottimizzarne la qualitàfrazionamento delle proteine

per ottimizzarne la qualitàfrazionamento delle proteinefrazionamento delle proteine

per ottimizzarne la qualitàfrazionamento delle proteinefrazionamento delle proteine

per ottimizzarne la qualitàfrazionamento delle proteinefrazionamento delle proteine

per ottimizzarne la qualitàfrazionamento delle proteine

OPTIPRO ¨OPTIPROOPTIPRO

L.Reuteri

NIDINA® l‘unico latte formulato con…

Quando il latte materno manca o è insufficiente o è insufficiente scegliscegli NIDINA®NIDINA®NIDINA

AVVISO IMPORTANTE: Il latte materno è l’alimento ideale per il lattante. Prima di scegliere un latte formulato è necessario interpellare il pediatra. Nestlé NIDINA® 1 con L.Reuteri è un latte per lattanti indicato fin dalla nascita, in assenza del latte materno. Nestlé NIDINA® 2 con L.Reuteri è un latte di proseguimento indicato a partire da 6 mesi di età e non deve essere utilizzato in sostituzione del latte materno nei primi 6 mesi di vita. Nestlé NIDINA® 1 e 2 con L.Reuteri contengono L.Reuteri DSM17938.

DSM 17938

ww

w.n e s t l e b aby.i t

wwwwwwww

wwwwwwww.nn e s ttt eee bb aaaabbyyy.tttttttw

w

w.n e s t l e b aby.i t

ww

w.n e s t l e b aby.i t

ww

w.n e s t l e b aby.i t

ww

w.n e s t l e b aby.i t