PROVITALY NEWS anno 5 num 2

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PROVITALY NEWS IL NOTIZIARIO DELLA PROVINCIA D’ITALIA Anno 5—numero 2 Novembre- Dicembre 2008 “ Qui pure si è preparata una grotta molto bella e quello che più la rendeva degna di ammirazione era una luce che splendeva, dentro la grotta, e sembrava che uscisse dal Bambino e che Lui la illuminasse. ( Lettera dell’ 8/1/1893) S ANTA R AFFAELLA MARIA PERIODICO BIMESTRALE DELLE “ANCELLED’ITALIA

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Periodico in lingua italiana pubblicato dalla Provincia d'Italia della Congregazione Religiosa delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù.

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PROVITALY NEWS IL NOTIZIARIO DELLA PROVINCIA D’ITALIA

Anno 5—numero 2 Novembre- Dicembre 2008

“ Qui pure si è preparata una grotta molto bella e quello che più la rendeva degna di ammirazione

era una luce che splendeva, dentro la grotta, e sembrava che uscisse dal Bambino

e che Lui la illuminasse. “ ( Lettera dell’ 8/1/1893) SANTA RAFFAELLA MARIA

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Editoriale Sr. Grazia Cioffi Una dimora per Gesù

Nel rileggere i racconti che gli Evangelisti ci hanno lasciato in riferimento alla nascita di Gesù, mi sono soffermata a riflettere sull’atteggiamento degli albergatori di Betlemme (cfr. Lc.2…): dinanzi alla richiesta di ospitalità, avanzata da Maria, in attesa di partorire, e da Giuseppe, risposero con un secco rifiuto dicendo che “non c’era posto per loro”. Davvero non c’era posto oppure quei due sposi, in cerca di alloggio, lasciavano presagire, nella loro condizione di bisogno e povertà, una richiesta di attenzione e di aiuto più che la garanzia di un lauto guadagno? Nell’uno o nell’altro caso se gli albergatori avessero saputo che stavano chiudendo la porta a Dio, al Dio che veniva ad abitare in mezzo a noi, al più ricco e più bello tra i figli dell’uomo, per essere Lui stesso la sorgente di ogni ricchezza e bellezza, certamente avrebbero agito diversamente. “Non c’era posto per loro”. Che frase terribile, col suo “sapore” di rifiuto e di esclusione, che lascia trapelare la ristrettezza di un cuore chiuso e soffocato da tante vacuità, piuttosto che la mancanza di un reale spazio fisico! Eppure quante volte, forse senza accorgercene, accecati da tante false priorità e pretesti, abbiamo impedito a Dio, che bussava alla porta del nostro essere, di entrare. Ecco, allora, come accorata preghiera, gli auguri per questo Natale: Oh, Signore, concedimi: un cuore grande capace di accogliere tutti, di accogliere sempre, un cuore attento, in grado di riconoscerti ovunque, specie lì dove ami nasconderti, una cuore vigile per percepire il tocco delicato col quale bussi alla porta del mio essere, il dono di una contemplazione pura per esultare delle Tue meraviglie, il coraggio di liberarmi dagli inutili orpelli che ingombrano la mia esistenza per diventare, nella povertà del mio essere creatura, spazio aperto all’Infinito, degna dimora della tua Presenza! Amen!

SOMMARIO EDITORIALE

- Una dimora per Gesù 2 Sr. Grazia Cioffi acj DAI NOSTRI CORRISPONDENTI Campo Scuola a Cariati 3 Gruppo Giovani acj di Palermo Gratuitamente avete ricevuto 5 Annarita Bozzetti,novizia Esperienza degli Esercizi 6 Un seminarista 100 , ma non li dimostra! 6 Annamaria Gambino 25 anni della nostra storia 7 Gruppo Medici Grandi cose ha fatto 8 Ida Bentivegna – Olga Angioliilo Concerto di Natale 10 Dalila Peduli “ Insieme per...” 13 Francesco Galvano NOTE DI SPIRITUALITÀ Una preghiera 14 Don Andrea Santoro DAI NOSTRI CORRISPONDENTI Il mio viaggio a Lourdes 15 Rita Le fosse LA VOCE DELLA CHIESA La vicinanza di Dio 16 Benedetto XVI TRA SPIRITUALITÀ E CULTURA Sogno di Natale 17 BRICIOLE DI STORIA ‘Ora et Labora’ 19 Traduzione di Gabriella Giacopelli ABBEVERIAMOCI AL NOSTRO POZZO Lettera di Santa Raffaella a… 20 BIBLIOTECA Recensione a cura di 21 Giuditta Federici acj L’ANGOLO DEL BUON UMORE Filomena Ricca 22

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CAMPO SCUOLA a CARIATI Giovani del gruppo ACJ di Palermo Il percorso del gruppo dei testimoni ACJ ci ha portati questa estate a Cariati, dove la comunità calabra delle Ancelle ci ha accolti con gioia, donandoci così l’opportunità di vivere ancora una volta la splendida esperienza di un Campo Scuola estivo. Partiti pieni di entusiasmo e voglia di divertirci sotto il caldo cielo siciliano di fine luglio, abbiamo trovato ad accoglierci un clima altrettanto soleggiato che ci ha accompagnato per tutta la settimana del Campo. “Di qualunque cosa tu sia fatto, puoi sempre brillare!”. Questo il tema del campo, tratto dal film “Robots”, che ci ha condotto lungo un itinerario fatto di preghiera, riflessione, condivisione, ma soprattutto dell’allegria dei ragazzi che sono stati sempre chiamati in prima persona a vivere attivamente le giornate e ad animarle loro stessi con la loro creatività. Ed è stato proprio questo l’ingrediente magico che ha reso la settimana passata insieme densa di una partecipazione profonda che ha lasciato il segno. E questo segno non è rimasto solo sui ragazzi che lo hanno vissuto, ma anche su noi monitori che abbiamo ricevuto il dono di vivere il campo scuola che loro ci hanno preparato nel loro cuore, con le loro parole, la loro fiducia e la semplicità dei loro sorrisi e delle loro lacrime. In cappella, nei locali della comunità delle Ancelle, sulla spiaggia, nelle casette che ci hanno ospitato, nell’acqua limpida del Mar Ionio abbiamo vissuto l’esperienza di condividere un cammino insieme, al fianco di Gesù, riconoscenti per i regali ricevuti, consapevoli delle loro potenzialità e desiderosi di farli brillare nel mondo per noi stessi e per gli altri! Uno dei frutti più belli che il campo ha portato,però, non è stata la crescita singola di ognuno dei ragazzi che lo ha vissuto, ma la nascita di un vero gruppo di persone fatto di relazioni vere e significative, alcuni partiti da Palermo senza nemmeno conoscersi, altri aggiuntisi a Cariati, ma tutti pronti a mettersi in gioco in questa esperienza che a di-stanza di mesi continua a fruttare. Oggi i ragazzi partiti da Palermo sono il gruppo portante dei Testimoni ACJ e continuano a fare tesoro di questo campo.

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Annarita Bozzetti, novizia_________________________da Cordova Dopo aver concluso il mese di Esercizi Spirituali, che sono stati un momento per sperimentare “sulla mia pelle” l’Amore riparatore di Dio, St.Ignazio di Loyola consiglia di scegliere un’ attività con la quale sperimentare di servire Gesú povero e umile. Così a settembre sono andata, per qualche tempo, a servire alla mensa organizzata per persone senza tetto. Andavo dalle dieci fino alle due del pomeriggio. C’era bisogno di fare di tutto: cucinare, lavare la sala di attesa, spolverare i mobili, asciugare i piatti, preparare la tavola, preparare i panini che costituivano la cena degli ospiti... Ogni giorno quasi le stesse cose, però con una variante importante: ogni giorno sentivo che il Signore mi invitava a servirlo in quelle persone mettendomi nel cuore una grande domanda: come posso riparare queste PERSONE? DIO mi invitava a fare tutto per loro, a fare anche le cose più piccole in segno di rispetto profondo per le sue creature. Ancor più mi invitava a non fare cose, al contrario, a lasciarmi commuovere il cuore dalla loro condizione; dopo, il servizio che scaturiva, era semplicemente saziare una fame di pane, di comprensione e di amore. A volte avevo la possibilità di ascoltare le loro storie, i loro sogni e anche le loro delusioni. Venivano persone da molti paesi e di tutte le età, però senza dubbi, mi è rimasto impresso il giovane volto di una ragazza di 19 anni. La vedevo persa e senza niente. Senza casa, senza una famiglia dove appoggiarsi, senza strumenti. Con i Padri Trinitari, la Congregazione che regge la mensa, ho condiviso il desiderio di offrirle un’ occasione per una vita normale, di offrirle un’altra possibilità. Purtroppo il tempo di volontariato si é concluso prima di vedere i frutti di questo lavoro. CHE MI RESTA DI QUESTO PERIODO? L’ allegria di condividere le sofferenze con il popolo di Dio e di lavorare per cambiare il loro lutto in gioia e un legame con queste persone che, sembra, il tempo non stia cancellando.

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DAI NOSTRI CORRISPONDENTI Annamaria Gambino “Oasi Santa Maria “ 47 Seminaristi hanno fatto Esercizi: 47 ragazzi pieni di vita (alcuni molto belli!) che hanno iniziato il cammino verso il Sacerdozio. Uno di loro, prima di andarsene, mi ha consegnato un foglio con un messaggio che trascrivo letteralmente:

“ LO ATTIRERÒ A ME, LO CONDURRÒ NEL DESERTO…”

Una semplice parola per dimostrare tutto il mio affetto verso questa casa e verso di voi. Grazie! Ancora una volta ho ascoltato, ho guardato Gesù che si è fatto presente ed è stato vicino a me. Sono tornato nel luogo dove tutto è cominciato, dove ebbe inizio quell’innamorarsi dell’ “Amore sempre nuovo ma tanto antico”.

Da tanto tempo non sentivo in me quel fuoco di gioia, di amore che qui, in questo luogo fu acceso da Gesù e che in questi luoghi ho nuovamente riassaporato. L’amore si era affievolito, la sua fiamma spenta, ma ora arde, arde amore e sempre più forte!!! …Questo accade ( oltre che per la sapiente guida del predicatore) anche grazie a voi, ottimi strumenti nelle mani di Dio, che rendete questo luogo accogliente e familiare. Vi custodirò sempre nella preghiera, perché se mi trovo qui a vivere l’innamoramento più bello, quello con Gesù, è soprattutto per mezzo vostro che avete, IERI e OGGI, contribuito ad accendere la Fiamma inestinguibile… Ancora Grazie! Un giovane innamorato di Cristo

Annamaria Gambino ______________________________dall’Oasi Santa Maria

100 MA NON LI DIMOSTRA !

Il 17 novembre la mamma del nostro Arcivescovo, Mons. Francesco Cacucci, ha celebrato i suoi “ primi “ 100 anni !

È stata proprio lei a scegliere l’Oasi come luogo della celebrazione, dato che tanti anni addietro era solita trascorrere qui le vacanze con il marito, durante la settimana della Famiglia.

Piccola di statura, con un visetto vellutato, non dimostra affatto gli anni che ha. Circa un centinaio di persone l’hanno circondata con affetto sincero e insieme a lei, hanno ringraziato il Signore per il dono della vita, durante la solenne concelebrazione, ovviamente presieduta dal figlio.

Bellissimi gli addobbi della sala da pranzo, ordinati dalla nuora; ottimo a detta di tutti, il pranzo, preceduto dagli aperitivi nella sala vicina al bar.

Era presente anche il Sindaco di Bari, dott. Emiliano, che ha offerto una delle tre megatorte. Quella fatta preparare dalla famiglia, rappresentava l’albero della vita della signora, i cui frutti erano dei medaglioni con le foto dei momenti più significativi della sua vita. Forte l’emozione della signora al taglio della torta: la sua mano era sostenuta da quella dei suoi due figli… Finito il brindisi, una leggera pioggerellina sembrò voler parlare di una speciale benedizione del Cielo: 100 anni bagnati, 100 anni fortunati!

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25 ANNI DELLA NOSTRA STORIA Un gruppo di medici iniziavano 25 anni fa la loro esperienza di studenti Nell’Università Cattolica “Gemelli” di Roma, secondo quanto ci ricorda Agostino valenti nel suo saluto all’inzio della celebrazione. Molti di essi avevano fatto l’esperienza dei collegi universitari e ne ricordano con piacere i vari momenti trascorsi insieme: la matricolatio, le gite degli studenti, la panendorata, le serate musicali, gli esami, la laurea, la specializzazione. Quest’anno, in occasione del 25° anno d’iscrizione all’Università hanno pensato di richiamare gli amici che lavorano fuori Roma e di ritornare in Cattolica, ritrovandosi in Chiesa Centrale, chiedendo di inserirsi ed essere accolti nella Messa degli studenti. Ciò che si è realizzato per loro grande gioia.Una Messa festosa dove insieme alla gioia dell’incontro essi hanno avuto modo di esprimere la loro gratitudine più profonda verso tante persone. Ecco cosa scrive uno di loro: “Da tanto tempo pensavamo come e dove incontrarci, come ricordare quel giorno ormai lontano del nostro ingresso come studenti nell’università Cattolica del Sacro Cuore e condividere ancora insieme una giornata dopo le tante trascorse a studiare e a costruire il nostro futuro. E finalmente eccoci qui, siamo pronti; il giorno 26ottobre dell’anno 2008 il nostro incontro diventa realtà:

siamo diversi da quel primo giorno d’ingresso nella scuola, siamo cresciuti e siamo più numerosi con le nostre famiglie ed i nostri figli, che piccoli e grandi ci rallegrano la giornata. L’atmosfera è festosa e tutti i cuori sono ricolmi di gioia: è la gioia dell’incontro con il Signore, con noi stessi e con i nostri amici ed è per questo che come evento centrale del giorno abbiamo scelto di partecipare ed animare con la nostra testimonianza la SS Messa nella Chiesa Centrale, dove tante volte nella preghiera abbiamo affidato al Signore le nostre ansie, le nostre preoccupazio-ni, il nostro “domani”. Molti sono giunti a Roma da luoghi diversi, tutti spinti dall’unico desiderio di rivedersi. Tante persone hanno collaborato alla riuscita di questo evento ed in questo momento ci sentiamo di ringraziarle: le carissime Ancelle del Sacro Cuore che sempre presenti dall’inizio del nostro cammino nell’università nelle occasioni importanti della nostra vita ci hanno stimolato ed aiutato a realizzare questa festa; la dirigenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore che ha approvato ed accolto la nostra proposta e ci ha consentito di realizzare il nostro incontro proprio in quei luoghi a cui tutti noi siamo affettivamente legati in ricordo del nostro corso di studi; tutti quelli che hanno voluto partecipare all’evento ma soprattutto il Signore che da sempre guida le nostre strade, è la fonte vera delle nostre amicizie, l’ispirazione delle nostre condivisioni e la forza dei nostri incontri ».

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DAI NOSTRI CORRISPONDENTI GRANDI COSE HA FATTO IL SIGNORE …PER NOI Il 29 e 30 novembre a Pietracatella il gruppo del Rinnovamento dello Spirito ha voluto celebrare il suo 30° anniversario d vita. Esso nacque ,infatti, 30 anni fa, nel 1978, grazie alle Ancelle cheerano arrivate l’8 settembre di quello stesso anno. Sr Tiziana Petruccelli,suora dell’Emmanuel, promotrice dell’incontro e ex-alunna delle nostre suore nonché loro amica, ha rivolto l’invito alla nostra provinciale perché tutte le suore passate per Pietracatella potessero partecipare all’incontro. Così, tante Ancelle, nove in tutto, hanno aderito all’invito e hanno partecipato a queste ore di commemorazione, preghiera, ringraziamento e gioia. Grande è stata l’accoglienza a loro riservata. Nel pomeriggio del 29 sono state ricevute nella sala municipale dove il sindaco Gianni De Vita le ha accolte con immenso calore e gratitudine ricordando episodi della sua infanzia; era stato, infatti, alunno della scuola materna delle nostre suore, poi loro alunno nell’Ora di religione nella scuola elementare e poi, sempre da loro, aiutato a prepararsi alla Prima Comunione nel gruppo di catechesi.

Lì, in questa sala, suor Ida Bentivegna ha fatto un intervento volendo ricordare le “grandi cose” compiute dal Signore in questo gruppo. Riportiamo il suo discorso quasi per intero più giù. Domenica 30 è seguita alle ore 10.00 la Messa in parrocchia, celebrata dal Vescovo di Campobasso, Mons.Brigantini, e di pomeriggio la festa con i giovani. Il giornale Nuovo Molise di Sabato 29 novembre parla di questo evento e dice: “Oggi e domani sono in programma varie attività rivolte a tutti i parrocchiani di Pietracatella, per ricordare gli inizi dell’esperienza locale, che ha fatto da eco alla nascita e alla diffusione del movimento a livello nazionale e globale. Era il 1978 quando un gruppo di suore molto attive, le Ancelle del sacro Cuore, che tra l’altro rimetteranno piede in Molise per l’occasione dopo molti anni, giunsero in paese e iniziarono a raccogliere intorno a sé le energie spirituali e non solo, di molti giovani, che volentieri scelsero la parrocchia come luogo di ritrovo e la guida delle sorelle come spunto di partenza per una crescita culturale , sociale e per alcuni, decisamente spirituale e intima. Le Ancelle fecero spazio ad un nuovo modo di interpretare e vivere l’approccio alla fede cattolica che prediligeva e valorizzava la riflessione sullo Spirito Santo. Si importava a Pietracatella il movimento carismatico nato negli Stati Uniti…”

DISCORSO DI SUOR IDA BENTIVEGNA: “Come si fa a parlare delle grandi cose che il Signore ha fatto per noi ? penso che non basterebbe tutta la vita per raccontare e raccontarci quanto il Signore ha operato e opera per ciascuno di noi, ma anche per quello che con questo fraterno incontro vuole donarci… Scopriamo delle forze nascoste che Dio ci regala e che ci parlano di una presenza tangibile che ci spinge alla creatività e alla conoscenza sempre più profonda d’una forza sportula e fisica che ci aiutano a realizzare in noi e negli altri un vivere più sereno e felice. Molte volte, però, imbocchiamo strade sbagliate per la ricerca di questa felicità…Spesso pensiamo che le nostre gioie e i nostri desideri più profondi li troveremo proiettati nell’altra vita e che questa vita, frustrata dalla sofferenza, serva per guadagnarsi l’altra, quella futura.

Anche se questo è vero in parte, non dobbiamo essere indifferenti alle parole di gioia e di beatitudine pronunziate come promessa da Gesù. Egli ci dice di pregare perché la nostra gioia sia piena, ma cosa significa pregare ? Pregare significa mettersi in sintonia con il nostro Dio rivelato da Gesù. Pregare significa credere che l’amore di Dio non è una catena, ma una porta aperta. Pregare significa lasciare le nostre effimere sicurezze e lasciarsi condurre dallo Spirito Santo, dono del Padre e di Gesù, che crea e ricrea nel nostro cuore e nella nostra vita il bene che a volte perdiamo per la nostra incuria e debolezza. Grandi cose ha fatto il Signore per noi! … Nel cammino trascorso in questi anni dalla nostra Comunità del Rinnovamento, insieme alle ombre ci sono state tante luci e consolazioni…e non possiamo

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fare memoria della situazione in cui la comunità si trovava nel passato e quale è la situazione attuale. In questa analisi serena non dobbiamo cercare grandi avvenimenti, ma piccoli, semplici cambiamenti …

maggiore armonia nella vita di relazione, una più attenta ricerca sul senso della vita, una più coraggiosa coerenza al Credo che professiamo, una maggiore apertura verso l’altro, ,

Ne è scaturita una mentalità nuova, una presa di coscienza più responsabile del proprio ruolo nella società, una maggiore armonia nella vita di relazione, una più attenta ricerca sul senso della vita, una più coraggiosa coerenza al Credo che professiamo, una maggiore apertura verso l’altro, una più convinta accoglienza del “diverso, ritenendo le differenze non pericoli, ma ricchezze.. Se vogliamo operare una sintesi, possiamo dire che se sentiamo il bisogno di incontrarci oggi è perché, nonostante le mille cadute, il senso del “ Noi insieme” lo viviamo, lo riteniamo possiamo trovarle in quella quotidianità che va ogni giorno scoperta e valutata, liberandola dalla banalità che spesso la routine determina e che opacizza le luci che aprono la via della speranza… Oggi l’umanità ha bisogno di creature che vivono una fede che è abbandono in Dio e che sono disposte a farsi invadere da quell’energia arcana che trasforma la loro vita e li fa approdare in mete inedite che ci sorprendono e ci riempiono di gioia. Oggi più che vivere nella nostalgia dell’Eden perduto dovremmo vivere nella certezza che questa vita va trasformata con l’aiuto di chi ci dice: « Ecco, io stesso verrò e cercherò le mie pecore. Le guarderò con amore. Le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine. Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e le farò riposare. Andrò incerca della pecora perduta. Ricondurrò al gregge quella smarrita. Fascerò quella ferita. Curerò quella malata. Avrò cura della grassa e della forte. Pascerò tutte con grande misericordia.» Grandi cose ha fatto il Signore per noi, ha fatto germogliare tenti fiori tra le rocce di Pietracatella. Questi fiori siete tutti voi nel silenzio di chi ha voluto essere patrona premurosa ed attenta per le nostre famiglie: Sta Maria di Costantinopoli da voi amata e venerata».

La responsabile del gruppo, Olga Angiolillo, nel suo ringraziamento ufficiale che esprimeva al Vescovo, al parroco, a Dio stesso, così esprimeva la sua gratitudine alle nostre Ancelle: « Un grazie grandissimo alle Ancelle che, così numerose hanno risposto al nostro invito; quando sono arrivate l’8 settembre 1978, per il nostro paese è iniziata una nuova primavera. Ognuno di noi oggi presenti in questa chiesa, anche tanti altri che oggi non sono qui, ha almeno u ricordo da raccontare , legato alla loro presenza- l’asilo, il catechismo,, l’adorazione,, la gita in Spagna, il gruppo di preghiera. Ci hanno dato tanto, e il dono più grande che ci hanno fatto è stato quello di farci scoprire un Dio vicino, un Gesù vivo, con cui si può stare, si può parlare; una religione della gioia e non del dovere e della legge. Le lunghe ore, ogni giorno, passate dalle Ancelle nell’adorazione eucaristica, sono state sicuramente come linfa vitale per la nostra comunità, e hanno contagiato anche tanti altri » Com’è bello e incoraggiante vedere che il bene seminato resta così scolpito nel cuore della gente che dopo tanti anni ne hanno ancora una memoria così viva e grata ! Rendiamo grazie a Dio perché veramente e instancabilmente continua a fare grandi cose in noi e attraverso di noi!

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DAI NOSTRI CORRISPONDENTI Dalila PEDULLI - Studentessa in Scienze dell’Educazione

Concerto di Natale a Bologna

“Incontro con il Signore che viene”, ecco il titolo del concerto che il 3 dicembre 2008 è stato realizzato nella

cappella della Residenza Universitaria “Ancelle del Sacro Cuore di Gesù” a Bologna, da un folto gruppo di

ragazze ospiti della struttura. Durante la serata si è cercato di regalare un momento magico a tutti i presenti

e nel contempo, speciale per i bimbi e i profughi del Congo che soffrono e che, con le offerte ricavate da

questa iniziativa, sono stati aiutati. Questa proposta è nata dalla volontà di alcune ragazze che hanno

portato avanti il progetto con l’aiuto di tutte le nostre Suore . La preparazione ha richiesto molto tempo,

specialmente ad alcune delle partecipanti, in particolare Valentina De Ieso, Matilde Secchi, Dalila Pedulli che, tutte le sere e molti pomeriggi, hanno lavorato per la sua realizzazione, che è iniziata con la

ricerca dettagliata dei canti, la loro storia, la preparazione musicale, fino alla stesura della presentazione

ufficiale letta durante lo spettacolo.

Sono state necessarie molte prove per superare le difficoltà di pronuncia dei testi perché le coriste

provengono da diverse città e nazioni.

I momenti di tensione non sono mancati ma di sicuro non sono stati scoraggianti.

Per questo concerto sono state selezionati una serie di canti ed alcune poesie con il Natale come filo

conduttore, partendo dal X secolo fino ai giorni nostri.

La successione è stata la seguente:

1) LAETENTUR CAELI ( X secolo ) Canto con un genere musicale monodico, codificato in un repertorio di

musica vocale in lingua latina, nel quale si esprime la preghiera pubblica cristiana, la Liturgia.

2) AMOR DI CARITATE ( Jacopone da Todi ) ( poesia )

3) ALLELUJA ALTO RE DI GLORIA Genere simile a quello del primo canto

4) GAUDETE GAUDETE ( XV secolo )

5) JESUS REX ADMIRABILIS, Inno in latino che forse molti conoscono perché quest’inno è stato utilizzato

per la festa del Santo Nome di Gesù, festa ripristinata nel 2002. Il testo è il seguente:

Gesù Re Ammirabile e nobile trionfatore, dolcezza inesprimibile, tutto desiderabile. Rimani con noi Signore e

illuminaci con la luce,manda via il buio della mente, riempi il mondo di dolcezza.

6) NELL’APPARIR DEL SEMPITERNO SOLE ( XVI secolo ) Descrive l’annuncio dato ai pastori della

nascita di Gesù, come queste persone giungono alla capanna e delle loro reazioni.

7) IL PRESEPE ( Salvatore Quasimodo ) ( poesia )

8) ADESTE FIDELES ( metà XVI secolo ) Tema popolare inglese di cui non si sa con esattezza chi ne sia

l’autore, in quanto le strofe non risultano essere state composte tutte nello stesso periodo.

9) TU SCENDI DALLE STELLE ( anno 1744), una delle più celebri canzoni di Natale e di sicuro la più

conosciuta fra quelle italiane. La sua particolarità è che la melodia è scritta in 6/8 esattamente come Stille

Nacht.

10) STILLE NACHT ( anno 1816 ).Joseph Mohr compone una poesia intitolata Stille Nacht. Nel 1818 Franz

Xaver Grauber ne scrive la melodia che viene eseguita lo stesso anno per la prima volta la notte di Natale.

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11) WE WISH YOU A MERRY CHRISTMAS 12) GUTEN ABEND ( XIX secolo ) ( Brahms )

13) WHITE CHRISTMAS. L’autore dopo aver concluso la stesura del brano disse: “Ho appena scritto la

migliore canzone che chiunque abbia mai scritto”.

14) YAL’E, YAL’E, YAL’E.

Dato che l’intenzione era di devolvere il ricavato del concerto in favore dei profughi del Congo, non poteva

proprio mancare un loro brano natalizio. La melodia è completamente diversa dalle canzoni di Natale

proposte, ma comunque altrettanto espressiva anche perché cantata in lingua originale.

15) AI BENEFICIATI ( Robert Louis Stevenson ) ( poesia )

16) HAPPY CHRISTMAS ( John Lennon )

Sicuramente tutti hanno riversato sul Natale speranze e desideri. Da sempre gli artisti hanno prodotto opere

in cui ciò è stato manifestato, come ha scritto nella nota introduttiva ad una sua famosa canzone John

Lennon:“Il più bell’augurio che si possa fare per il nuovo anno è che finiscano le guerre!”

17) HAPPY DAY. Canto Gospel, canto degli schiavi neri d’America.

18) JINGLE BELL ROCK

Questo è stato il repertorio del concerto proposto con cui si è voluto augurare pace e tranquillità a tutto il

mondo.

Fra pochi giorni sarà Natale e come è consuetudine dire: “ siamo tutti più buoni “, si è cercato di aiutare tutti

insieme i bambini senza casa, famiglia e soprattutto senza amore.

Una caratteristica del Natale è quella di avvicinare tanti popoli, razze e religioni diverse e questo obiettivo è

stato raggiunto completamente con questo concerto.

Infatti tra le partecipanti erano presenti ragazze che professano culti che non sono quello cristiano cattolico,

ma tutte con gli stessi valori.

I brani sono stati cantati volutamente nelle diverse lingue originali volendo cantare a tutti: “Oggi il Figlio di

Dio si incarna nella storia : accogliamolo nella gioia”.

Il folto pubblico ha apprezzato molto l’iniziativa e lo ha dimostrato con calorosi applausi e richiesta di bis alle

partecipanti: MATILDE SECCHI mezzosoprano; VALENTINA DE IESO, pianoforte;GIORGIA BUZZI

violino; SIUN KIM violoncello; ANNA MENDOLIA e ELEONORA D’ALESSIO chitarre; SARA

MELCHIORRE e HOUDA EL HALAOUI percussioni; CHIARA PELLEGRINI tamburello; DALILA

PEDULLI, ANNA COZZOLINO e FEDERICA DE IULIIS voci; JENNIFER MARTINELLI, GIORGIA

D’ORAZIO e ORSOLA CASTALDO lettrici. Formavano il CORO: ANNA COZZOLINO, ANNA MARIA CRUCITTI, ANNA VENEZIA, ANTONELLA MARTINO,CHIARA PELLEGRINI, DALILA PEDULLI, ELENA

DE IESO, ELENA ALDEGHERI, HOUDA EL ALAOUI, FEDERICA DE IULIIS, MARIANGELA CAPPA,

MICHELA EGIDI, SARA MELCHIORRE, VALERIA BUTERA, VALERIA FULVI.

Hanno curato la creazione e edizione delle locandine: MARTA CAPPELLO e MOUNIRA

ABDELHAMID. Foto reporters: DANIELA SPINZI e MOUNIRA ABDELHAMID.

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ALCUNE IMMAGINI DEL CONCERTO

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“INSIEME PER…”

Una risposta cristiana dalla parrocchia di S. Bernadette , in

Roma, ai problemi della terza età.

Francesco Galvano

Un’ interessante iniziativa è in atto nella parrocchia di S. Bernadette, a Roma.

Qui , da alcuni anni, trenta anziani si incontrano assiduamente in un accogliente locale messo a disposizione del parroco, in orario antimeridiano, il mercoledì e il venerdì di tutte le settimane.

Il nome che è stato dato alla stanza degli incontri , “Insieme per…”, esprime abbastanza bene il senso e lo scopo dell’iniziativa che si ispira al principio cristiano di farsi prossimo a chi soffre. Questo gruppo di anziani si riconosce nei valori di reciprocità , di appartenenza e di comunione espressi da Paolo : “Dio ha composto il corpo…perché le varie membra avessero cura le une delle altre”( 1 Cor. 12,24-25)

Ciascuno di essi viene accolto come persona , individuo , soggetto dotato di risorse, di conoscenze, di competenze peculiari che mette a disposizione di tutti impegnandosi nel gruppo ad operare con gli altri e per gli altri, dando e ricevendo secondo le proprie capacità e i propri bisogni e ”ciascuno per la parte sua” (1Corinzi.12,27)

Ma perché tutto ciò potesse diventare realtà e uscire dalla genericità era necessario che esso si tramutasse in azioni concrete. A questo scopo sono stati individuati due ambiti di carattere generale : la manualità e la cultura, che sono diventati operativi grazie alla organizzazione di altrettanti laboratori al cui interno ogni anziano svolge attività specifiche proprie di ciascun ambito. Attraverso queste attività ciascuno può dare prova a se stesso del proprio valore , esercitando competenze magari per troppo tempo trascurate , rivivendo esperienze fatte, richiamando conoscenze dimenticate, e mettere tutto ciò a disposizione della comunità: ” A ciascuno di loro è data una

manifestazione particolare dello spirito per l’utilità comune” ( 1 Corinzi 12,7).

Nel laboratorio della manualità si progetta, si disegna, si pittura, si ritaglia, si incolla,si assembla. Tali attività, a livello personale, servono a favorire l’esercizio della creatività , il recupero e il mantenimento di abilità manuali, la coordinazione oculo-manuale, la sensibilità tattile e, a livello di gruppo, la collaborazione, lo scambio di esperienze e di conoscenze specifiche.

Nel laboratorio culturale si fanno letture di vario contenuto per rafforzare l’attenzione, imparare parole nuove , imparare ad ascoltare e a riferire quello che si è letto o ascoltato , esercitare la memoria , dialogare , esprimere pareri, coltivare la fantasia e l’immaginazione grazie al potere evocativo della lettura; si organizzano visite guidate a monumenti e chiese di particolare interesse storico e artistico; si organizzano passeggiate nel centro di Roma e pomeriggi da trascorrere al teatro. La scelta delle attività di ciascun ambito è stata fatta dagli stessi anziani partendo dalla conoscenza preventiva delle risorse culturali, fisiche, intellettive e delle difficoltà di ciascun anziano; le attività, proprio perché scelte secondo criteri legati alle condizioni degli stessi anziani , hanno lo scopo di favorire e promuovere l’incontro tra le risorse degli uni e le difficoltà degli altri ..” perché le varie membra avessero cura le une delle altre.” (1 Corinzi 12,24)

In effetti questa comunità si fa carico dei problemi di ognuno assicurando vicinanza e aiuto a chi è in difficoltà, cercando e avvicinando chi si allontana senza un motivo apparente, sforzandosi di capire , visitando a domicilio o nelle case di cura , negli ospedali chi sta male, telefonando, scrivendogli brevi lettere di conforto firmate da tutti .

Ognuno, secondo le circostanze, può essere oggetto di cura e di attenzione da parte della comunità o soggetto attivo che dà conforto e porta solidarietà…” l’anziano per l’anziano” sempre e in ogni circostanza e non in modo discontinuo, mutevole e approssimativo, come invece usa l’assistenzialismo pubblico.

Questa piccola comunità rifiuta di sentirsi o di essere considerata realtà a se stante rispetto alla più grande comunità parrocchiale; essa non solo è

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aperta a chiunque, giovane o anziano, che voglia contribuire alla sua crescita, ma si proietta all’esterno : ognuno si sente impegnato a guardarsi intorno e a saper vedere le povertà nascoste, i dolori che non hanno voce , i tanti fratelli e sorelle che non gridano la loro sofferenza per dignità o perché credono che nessuno li ascolti o perché stanchi di avere chiamato invano .

Molto tempo è riservato alla cura dello spirito mediante la lettura,l’ascolto, la meditazione della Parola e con la preghiera. La spiritualità è forza ispiratrice , lievito e sintesi che dà significato a tutte le attività della piccola comunità; il modo con cui essa si propone però non vuole essere il doppione di analoghe iniziative che la parrocchia organizza per tutto il Popolo di Dio, ma si inserisce nella linea di una pastorale dell’anziano, con diversi momenti: la scelta delle letture della Parola che viene fatta dagli stessi anziani, con la collaborazione di suor Antonina ; le letture hanno lo scopo di aiutare ognuno a capire il senso cristiano dell’essere anziano e di ripensare le esperienze personali alla luce del messaggio di Gesù ; le riflessioni del parroco sulla lettura del giorno che tracciano un percorso per le considerazioni individuali e di gruppo; la formazione di gruppi nei quali ognuno si confronta con la Parola e scambia con gli altri le proprie riflessioni.

Tutto questo avviene in una parrocchia della periferia di Roma dove un gruppo di anziani si è fatto comunità e la comunità è diventata ‘ agape cristiana’.

UNA PREGHIERA di don ANDREA SANTORO

Don Andrea, spesso, esprimeva i suoi sentimenti, le sue aspirazioni e il senso della propria missione in forma di preghiera. Questo brano inedito è stato trovato tra i suoi scritti dei primi mesi in Anatolia come sacerdote fidei donum della diocesi di Roma. Signore, benedici i tuoi figli che desiderano solo servirti servendo quelli che tu hai loro affidato. Effondi su di noi il tuo Spirito perché possiamo farlo traboccare con abbondanza. Tienici uniti nella nostra diversità: non così uniti da spegnere la diversità, non così diversi da soffocare l’unità. Compi in noi il miracolo della tua unità: tu Uno nella sostanza eppure trino nella relazione personale. Donaci la tua fecondità di Padre, la tua donazione di Figlio, la tua effusione di Spirito, perché il mondo creda che tu ci hai mandato e perché ci sia dato di amarlo questo mondo, di rigenerarlo con te, di portarlo stretto a noi come una madre porta stretto a sé il proprio figlio. Donaci di amarti e di svuotarci per te per riempirci di te. Benedici questa terra già benedetta e donaci di essere per essa una benedizione. Donaci quella benedizione che in essa lasciarono, calpestandola, i patriarchi, gli apostoli, Maria, e tutti i nostri padri nella fede.

Don Andrea prete di Roma a Urfa

(29/4/2001)

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DAI NOSTRI CORRIPSONDENTI Rita Lefosse_____un’ adoratrice di Rossano

IL MIO VIAGGIO A LOURDES

NON AVREI MAI PENSATO NELLA MIA VITA DI ANDARE A LOURDES. QUESTO VIAGGIO É ARRIVATO COME UNA CHIAMATA E TUTTE LE COSE MI HANNO PORTATA IN QUELLA DIREZIONE, PROPRIO NELL’ANNO GIUBILARE. QUEST’ANNO SONO 150 ANNI, DALL’APPARIZIONE DELLA MADONNA A SANTA BERNADETTE.

ARRIVARE A LOURDES, ENTRARE IN QUEL LUOGO SACRO, VISITARE LA GROTTA, ACCAREZZARE LE PARETI, INGINOCCHIARSI, PREGARE DAVANTI ALLA NICCHIA DELLA MADONNA, DA DOVE APPARIVA ALLA PASTORELLA,HA SIGNIFICATO PER ME COME METTERE PIEDE IN PARADISO. E INTANTO IL FIUME SCORREVA TRANQUILLO E QUEL FRUSCIO E QUEL SILENZIO RILASSAVA LE MENTI E RENDEVA LE PROPRIE PREGHIERE PIÙ PROFONDE.

IN QUESTO ANNO 2008 , ANNO GIUBILARE PER LA PICCOLA LOURDES, LA CHIESA OFFRIVA AI PELLEGRINI UN CAMMINO GIUBILARE CON DETERMINATE TAPPE. IL NOSTRO PERCORSO È INIZIATO DALLA STATUA DELL’INCORONATA CHE SI TROVA DI FRONTE ALLA CATTEDRALE ED È POI PROSEGUITO VERSO LA GROTTA DELLE APPARIZIONI, LA CASA DI BERNADETTE, LA CHIESA DOVE É STATA BATTEZZATA PER ARRIVARE INFINE, ALLA CHIESA DOVE LA SANTA FECE LA PRIMA COMUNIONE. TUTTO QUESTO PERCORSO É STATO FATTO IN PREGHIERA E ALLA FINE DELLA PROCESSIONE CI HANNO DATO IN RICORDO UNA MEDAGLIA DOVE SONO SEGNATE LE TAPPE DEL GIUBILEO.

A LOURDES ARRIVA TANTA GENTE CON TANTI PROBLEMI E DIFFICOLTÀ, MA LA COSA CHE ACCOMUNA TUTTI È LA PREGHIERA E LA DEVOZIONE ALLA MADONNA. LE PERSONE PARTECIPANO CON RACCOGLIMENTO ALLE MESSE,ALLA PROCESSIONE DEI MALATI, ALLA FIACCOLATA NOTTURNA E ALLA ADORA-ZIONE DEL SANTISSIMO DAVANTI ALLA GROTTA. PORTANO E ACCENDONO TANTE CANDELE. C’È GENTE DI TUTTE LE ETÀ E DI TUTTE LE RAZZE CHE SGRANANO ROSARI E CHIEDONO GRAZIE O MIRACOLI.

QUANDO SI VA A LOURDES, L’ACQUA HA UN GRANDE SIGNIFICATO. OGNUNO NE BEVE TANTA E NE PORTA ANCHE A CASA PER I PROPRI CARI. CON TANTA FEDE HO VISTO, POI, LA GENTE FARE IL BAGNO NELLE PISCINE ACCANTO ALLA GROTTA E RICEVERNE GRANDE PACE E SERENITÀ INTERIORI.

QUESTO VIAGGIO RIMARRÀ SEMPRE NEL MIO CUORE. E’ UN RICORDO MOLTO DOLCE CHE MI CONSOLERÀ NEL MOMENTO DEL BISOGNO. IL CAMMINO GIUBILARE, POI, RAFFORZERÀ, SONO CERTA, LA MIA FEDE.

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La voce della Chiesa

“LA VICINANZA DI DIO” Di Benedetto XVI

... “Il Signore è vicino” (Filippesi, 4, 4-5). Ecco la ragione della gioia. Ma che cosa significa che “Il Signore è vicino”? In che senso dobbiamo intendere “questa vicinanzia di Dio?”. L’Apostolo Paolo, scrivendo ai Cristiani di Filippi, pensa evidentemente al ritorno di Cristo, e li invita a rallegrarsi perchè esso è sicuro. Tuttavia lo stesso S. Paolo, nella sua lettera ai Tessalonicesi, avverte che nessuno può conoscere il momento della venuta del Signore e mette in guardia da ogni allarmismo, quasi che il ritorno di Cristo fosse imminente. Così, già allora, la Chiesa, illuminata dallo Spirito Santo, comprendeva sempre meglio che la “vicinanza di Dio” non è una questione di spazio e di tempo, bensì una questione di amore: l’amore avvicina! Il prossimo Natale verrà a ricordarci questa verità fondamentale della nostra fede e, dinanzi al Presepe, potremo assaporare la letizia cristiana, contemplando nel neonato Gesù il volto del Dio che per amore si è fatto a noi vicino. In questa luce, è per me un vero piacere rinnovare la bella tradizione della benedizione dei “Bambinelli”, le statuette di Gesù Bambino da deporre nel Presepe. Mi rivolgo in particolare a voi, cari ragazze e ragazzi di Roma, venuti stamattina con i vostri “Bambinelli”, che ora benedico. Vi invito ad univri a me seguendo attentamente questa preghiera:

“Dio, nostro Padre, tu hai tanto amato gli uomini da mandare a noi il tuo unico figlio Gesù, nato dalla Vergine Maria, per salvarci e ricondurci a TE. Ti preghiamo, perché con la tua benedizione queste immagini di Gesù, che sta per venire tra noi, siano, nelle nostre case, segno della tua presenza e del tuo amore. Padre buono, dona la tua benedizione anche a noi, ai nostri genitori, alle nostre famiglie e ai nostri amici. Apri il nostro cuore, affinché sappiamo ricevere Gesù nella gioia, fare sempre ciò che Egli chiede, e vederlo in tutti quelli che hanno bisogno del nostro amore. Te lo chiediamo nel nome di Gesù, tuo amato figlio, che viene per dare al mondo la pace. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen”.

Tratto dal saluto del Papa all’Angelus della III Domenica di Avvento di quest’anno 2008.

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TRA SPIRITUALUITÀ E CULTURA

SOGNO DI NATALE Di Luigi Pirandello

Sentivo da un pezzo sul capo inchinato tra le braccia come l’impressione d’una mano lieve, in atto tra di carezza e di protezione. Ma l’anima mia era lontana, errante pei luoghi veduti fin dalla fanciullezza, dei quali mi spirava ancor dentro Il sentimento, non tanto però che bastasse al bisogno che provavo di rivivere, fosse anche per un minuto, la vita come immaginavo si dovesse in quel punto svolgere in essi.

Era festa dovunque: in ogni chiesa, in ogni casa: intorno al ceppo, lassù; innanzi a un Presepe, laggiù; noti volti tra ignoti riuniti in lieta cena; eran canti sacri, suoni di zampogne, gridi di fanciulli esultanti, contese di giocatori... E le vie delle città grandi e piccole, dei villaggi, dei borghi alpestri o marini, eran deserte nella rigida notte. E mi pareva di andar frettoloso per quelle vie, da questa casa a quella, per godere della raccolta festa degli altri; mi trattenevo un poco in ognuna, poi auguravo: “Buon Natale “ e sparivo…

- Ero già entrato così, inavvertitamente, nel sonno e

sognavo. E nel sogno, per quelle vie deserte, mi parve a un tratto d’incontrar Gesù errante in quella stessa notte, In cui il mondo per uso festeggia ancora il suo natale. Egli andava quasi furtivo, pallido, raccolto in sé, con una mano chiusa sul mento e gli occhi profondi e chiari intenti nel vuoto: pareva pieno d’un cordoglio immenso, in preda a una tristezza infinita. Mi misi per la stesa via; ma a poco a poco l’immagine di lui mi attrasse così, da assorbirmi in sé; e allora mi parve di far con lui una persona sola. A un certo punto però ebbi sgomento della leggerezza con cui erravo per quelle vie, quasi sorvolando, e istintivamente m’arrestai. Subito, allora, Gesù si sdoppiò da me, e proseguì da solo anche più leggero dl prima, quasi una piuma spinta da un soffio; ed io, rimasto per terra come una macchia nera, divenni la sua ombra e lo seguii. Sparirono a un tratto le vie della città: Gesù, come un fantasma bianco splendente d’una luce interiore, sorvolava su un’alta siepe di rovi, che s’allungava dritta infinitamente, in mezzo a una nera, sterminata

pianura. E dietro, su la siepe, egli si portava agevolmente me disteso per lungo quant’egli era alto, via via tra le spine che mi trapungevano tutto, pur senza darmi uno strappo.

Dall’irta siepe saltai alla fine per poco sulla morbida sabbia d’ una stretta spiaggia: innanzi era il mare; sulle nere acque palpitanti, una via luminosa, che correva restringendosi fino a un punto nell’immenso arco dell’orizzonte. Si mise Gesù per quella via tracciata dal riflesso lunare, e io dietro a lui, come un barchetto nero tra i guizzi di luce sulle acque gelide. A un tratto, la luce interiore di Gesù si spense: traversavamo di nuovo le vie deserte d’una grande città. Egli adesso a quando a quando sostava a origliare alle porte delle case più umili, ove il Natale, non per sincera devozione, ma per manco di denari non dava pretesto a gozzoviglie.

- - Non dormono... - mormorava Gesù, e sorprendendo alcune rauche parole d’odio e d’invidia pronunziate nell’interno, si stringeva in sé come per acuto spasimo, e mentre l’impronta delle unghie restavagli sul dorso delle pure mani intrecciate, gemeva: - Anche per costoro io son morto...

Andammo così, fermandoci di tanto in tanto, per un lungo tratto, finché Gesù innanzi a una chiesa, rivolto a me, ch’ero la sua ombra per terra, non mi disse:

Alzati, e -Alzati e accoglimi in te. Voglio entrare in questa chiesa e vedere.

Era una Era una chiesa magnifica, un’immensa

basilica a tre navate, ricca di splendidi marmi e d’oro alla volta, piena ricca di splendidi marmi e d’oro alla volta, piena di’una turba di fedeli intenti alla funzione, che si rappresentava sull’altare maggiore pomposamente parato, con gli officianti tra una nuvola d’incenso. Al caldo lume dei cento candelieri d’argento splendevano a ogni gesto le brusche d’oro delle pianete tra la spuma dei preziosi merletti del mensale.

- E per costoro - disse Gesù entro di me - sarei

contento, se per la prima volta io nascessi veramente questa notte. Uscimmo dalla chiesa, e Gesù, ritornato innanzi a me come prima posandomi una mano sul petto riprese:

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- Cerco un’anima, in cui rivivere. Tu vedi ch’ìo son morto per questo mondo, che pure ha il coraggio di festeggiare ancora la notte della mia nascita. Non sarebbe forse troppo angusta per me l’anima tua, se non fosse ingombra di tante cose, che dovresti buttar via. Otterresti da me cento volte quel che perderai, seguendomi e abbandonando quel che falsamente stimi necessario a te e ai tuoi: questa città, i tuoi sogni, i comodi con cui invano cerchi allettare il tuo stolto soffrire per il mondo... Cerco un’anima, in cui rivivere: potrebbe esser la tua come quella di ogni altro di buona volontà. - La città, Gesù? - io risposi sgomento. - E la casa e i miei cari e i miei sogni ? - Otterresti da me cento volte quel che perderai- -ripeté Egli levando la mano e guardandomi

fisso con quegli occhi profondi e chiari. - Ah! io non posso, Gesù... - feci, dopo un momento di perplessità, vergognoso e avvilito, lasciandomi

cader le braccia sulla persona. Come se la mano, di cui sentivo in principio del sogno l’impressione sul mio capo inchinato, m’avesse dato una forte spinta contro il duro legno del tavolino, mi destai in quella di balzo, stropicciandomi la fronte indolenzita. É qui, è qui, Gesù, il mio tormento! Qui, senza requie e senza posa, debbo da mane a sera rompermi la testa.

“ È questo il nostro “ MESSAGGIO DI NATALE ” a tutti voi: Gesù rivive in ognuno di noi e nel mondo se trova un cuore, un’anima disposta ad accoglierlo e seguirlo. Sono inutili le nostre feste di luci e panettoni se non siamo tutti disposti a riceverlo povero e umile com’è…Non c’è Natale se non c’è qualcuno che lo segue nel suo cammino di AMORE e DISPONIBILITÁ Nasce di nuovo, in me o in te, per rinnovare il mistero della vera gioia del Natale e per comunicarlo ad altri.”

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BRICIOLE DI STORIA ORA ET LABORA- RITORNARE ALLE NOSTRE ETERNE RADICI “Ora et Labora” - 1927 ,p.18-19 Introduzione e traduzione di sr. Gabriella Giacopelli Siamo in tempo di Avvento , in cui la liturgia ci mette sulla strada della ‘CONVERSIONE’ nella luce della ‘Parola di Dio proclamata da Giovanni Battista: anche una bimba di pochi anni può essere il tramite di una grande conversione, come ci ricordano fatti delle nostre lontane ‘radici’

CONVERSIONI “ Grossi pesci…!”

L’esca delicata con cui li ha pescati il pescatore Divino è stata una bambina di sette anni della nostra scuola gratuita della Casa di Roma. Narra il fatto la M.Raviera Ponsol Maria. Questo era il nome di una bambina di sette anni e mezzo, della nostra scuola; aveva un visetto d’angelo con un so che di triste. Era figlia di una ex-lavandaia. Il padre sembra un principe e benché non lo sia, appartiene ad una buona famiglia. Per imparare bene il tedesco e terminare i suoi studi, da giovane passò vari anni in Germania e da lì tornò tanto corrotto nelle sue abitudini, che poco tempo dopo sua madre morì di dolore - così lui lo confessa adesso e suo padre lo cacciò di casa. Dopo essersi molto divertito lontano da Dio, si sposò con questa lavandaia che, benché credente, data la sua poca istruzione, non era la persona più adeguata per ribattere le idee traviate di suo marito, con il quale sempre era in discussione. Un giorno in cui alla bambina si diceva a scuola che non doveva litigare né picchiarsi con sua sorella, lei domandò: « E i miei genitori possono litigare? ».La Madre le rispose di no. La bambina, che era sveglia, alla prima occasione in cui vide i suoi genitori picchiarsi e litigare, subito prese suo padre per il collo e gli disse: « Basta, basta litigare!Baciatevi l’un l’altro; e se no lo fate io non vi bacerò più e non mi farò più baciare da voi ».

Così, racconta sua madre, terminarono tutti i dissensi tra di loro, da quel momento. Questo Angelo di pace, però, non doveva per molto tempo ancora calpestare questa terra. Un giorno mi avvisarono che in parlatorio mi aspettava un signore molto elegante, marito della mia buona lavandaia: quasi non lo credevo, ma subito vidi quanto somigliava alla bambina. Con maniere molto eleganti ci disse che sua moglie lo aveva supplicato di venire a dirci lo stato di debolezza cui avevano ridotto la sua adorata figlia le febbri ( all’inizio molto forti e poi di soli pochi decimi) e aggiunse: « Madre, il dolore mi ha fatto dimenticare un’altra cosa che mia moglie mi ha detto, perché so che il suo desiderio è che lei e le altre Madri facciano per mia figlia ciò che fate per gli altri malati ». « Sì, lo faremo e con molto impegno; chiederemo al Cuore di Gesù la salute di Marietta e affinché lei si possa unire a noi, mi permetto di darle questa immagine di Gesù Cristo che, indicandoci il suo Cuore, ci invita a chiedergli tutto quello di cui abbiamo bisogno. Noi faremo preghiere speciali al Cuore di Gesù e lo faremo con il Padre Nostro e l’Ave Maria. Lei si potrebbe unire a noi chiedendo a questo Signore - ( il nostro interlocutore, a questo punto, fissò gli occhi sull’immagine e non li staccò più finché non gliela diedi)- con le parole che vuole, la salute di sua figlia. Io le consiglierei anche che si portasse via nella sua borsa questa immagine e la medaglia di nostra Madre, la santissima Vergine; chie-dendole la salute della bimba con insistenza ». La visita terminò e io sentii in me la sicurezza che il Cuore Divino di Gesù avrebbe attratto a sé il difficile cuore afflitto di quel padre traviato. Davanti all’insistenza della bambina, perché andassi io a visitarla, ritornò il padre un’altra volta in una macchina per condurmi a casa sua e dare questa gioia a sua figlia che non smetteva mai di chiamarmi. Quando gli dicemmo che per nessun motivo potevamo uscire di casa, decisero di

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portare a casa nostra la bambina; e così fecero varie volte. E alcuni giorni me la portavano avvolta in una coperta. Benché lo facesse con grande fatica sua e pur non volendolo io, lei mi diceva la sua lezione di catechismo e io glielo ricompensavo con una carezza e una immaginetta. L’ultima che le diedi fu quella del Cuore di Gesù che tenne nelle sue manine l’ultimo giorno della sua vita terrena. Un giorno , la madre venne come una pazza dicendo che sua figlia stava morendo di meningite tubercolare e voleva che io le dessi qualcosa, qualsiasi cosa per sua figlia. “ Venga, venga- mi diceva- perché continuamente la sta chiamando”. Vedendo la disperazione della povera donna, le dissi di andare al “ Gesù ” a chiedere l’ “Acqua di Sant’ Ignazio”. Ritornò a casa sua e vedendo peggiorate le condizioni di sua figlia, aspettò che tornasse a casa dal lavoro suo marito, perché andasse lui stesso a cercare l’”Acqua di Sant’Ignazio”. Il marito che, benché non credente, adorava la figlia e per lei avrebbe fatto pazzie, prese il cappello e andò alla Chiesa del Gesù. Quell’uomo pensò che doveva chiedere il “rimedio” per sua figlia ad un prete? Io non lo so, però accadde che si attardò molto ( in chiesa) e tornando a casa prese il catechismo di Marietta, la sua bambina, lesse il Padre Nostro tre volte in ginocchio accanto al suo lettino e le diede l’”Acqua “ con grande sorpresa di sua moglie e della figlia maggiore, perché Marietta rideva tra i suoi dolori, e diceva al papà: « Però, che vergogna papà, ancora non sai a memoria il Padre nostro?» E così lo imparò bene quel brav uomo per la notte successiva, perché lui viveva solo per questa figlia. Quell’angelo doveva convertire non solo suo padre ma anche tre amici suoi, mormoni, che tutte le notti per distrarlo andavano a casa sua e lo intrattenevano in conversazione per alcune ore, e sempre nella stanza della piccola malata. La bimba, che aveva forti crisi di soffocamento

quando si sentiva mancare il respiro, chiamava: « Papà, vieni, prega: Cuore di Gesù in voi confido- per dieci volte e poi di’ un’Ave Maria» E quell’uomo non credente, abituato a vivere nel vizio, davanti ai tre testimoni della sua incredulità, si inginocchiava e pregava come un bambino. Ma Marietta non era contenta; voleva che tutti quelli che stavano lì, in camera sua, si inginocchiassero e che anche pregassero. La madre e la sorella spontaneamente lo facevano insieme con il padre; i tre amici né si inginocchiavano, né pregavano. Marietta se ne rese conto e disse: « Guarda, papà, non fare più entrare in camera mia questi uomini; sono molto cattivi, perché vedono che io soffro e non pregano come fai tu» ( continua ) RITORNO ALLE FONTI ABBEVERIAMOCI AL NOSTRO POZZO Alla M. Maria del Carmen ( sua antica Segretaria ) Roma,31 dicembre 1892 Carissima M. Maria del Carmen, per le sue attenzioni verso di me e per l’affetto che ho per lei in Gesù, avrei desiderato scriverle prima, ma Dio Nostro Signore, dall’ Immacolata, mi tiene malaticcia e questa è stata la principale causa di rimandarlo fino ad oggi, « con il collo ancora pieno di cenci ». Mi dà gioia pensare che Dio Nostro Signore mi visiti anche da questo lato, perché è segno che mi ama,che è quello che anelo con tutto il cuore; che mi ami, anche a costo di perdere la pelle… E finisce la carta e non le dico il mio scopo principale; e già se lo sarà immaginato: chiedere per lei a Gesù Bambino mille e mille benedizioni; nel suo piccolo cuore le ho racchiuse a mezzanotte e gli ho detto che con il fuoco della sua benedetta carità le accendesse in tutte le sue preziosissime virtù. Alle Superiore, umiltà profondissima e tenerissima carità verso le deboli, ecc.; alle suddite pazienza e accettazione mutua e a tutte un’ansia molto grande di imitarlo in tutto, che tutte fossero una cosa sola fra di loro, per essere una cosa sola in Gesù e poter rimanere nel posto in cui le ho racchiuse per quest’anno nuovo… Maria de l Sacro Cuore d i Gesù

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RECENSIONI A cura di ___________________________________Giuditta Federici acj

Mons Carlo Gjhidelli, attuale Arcivescovo di Lanciano-Ortona e per diversi anni Assistente Ecclesiastico Generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ci presenta in questo suo libretto la figura di San Paolo con brevi ma incisive parole. Dalle primissime pagine di questa sua Lettera Pastorale per il 2008/09 , l’apostolo Paolo ci viene descritto come persona veritiera e passionale, persona d intelligenza eccezionale, fedele nell’amicizia , legato soprattutto di amicizia straordinaria verso Cristo Signore, fino a pagare di persona. Nella sua vita c’è una svolta decisiva: la via di Damasco: “ Cristo è apparso anche a me…” “ Dio si degnò di rivelarmi il suo Figlio “, “Sono stato afferrato da Cristo Gesù” Da allora Saulo non è più Saulo. È diventato un uomo nuovo, amico di Gesù fino alla morte. Mons Ghidelli ci presenta altri aspetti di Paolo: un Paolo teologo, un Paolo mistico, un Paolo pedagogo e così via.Tanti aspetti diversi che messi insieme, uno dopo l’altro, ci danno la fisionomia del grande apostolo. Nel paragrafo “Paolo visto da Luca” , emerge il modello numero uno della missionarietà, perché nessun apostolo ha espresso un’ansia missionaria pari a quella di Paolo. Riflette,poi, sui rapporti che intercorrono tra Paolo e noi: anche noi dovremmo imparare a leggere i momenti più importanti della nostra vita , come ha fatto Paolo , alla luce della Parola di Dio. Anche noi, come bravi cristiani, dovremmo camminare in fede, speranza e carità (1Ts1,2-3) In un paragrafo veramente illuminante, ci traccia un possibile itinerario per addentrarsi nella lettura delle lettere paoline. Lo pubblichiamo per esteso qui di seguito . In conclusione questo libretto si presenta prezioso per tutti quelli che vogliono apprendere quella “scienza di Cristo” che trova la sua più alta manifestazione nel mistero pasquale; e ancora prezioso per quanti desiderano un aiuto per seguire Paolo in quest’anno che il Papa Benedetto XVI ha voluto dedicare alla sua memoria.

CARLO GHIDELLI Un anno con San Paolo

Ed. Paoline

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L’ANGOLO DEL BUON UMORE

a cura di Sr. FIlOMENA RICCA

IL POZZO Un uomo cadde in un pozzo da cui non riusciva a uscire. Una persona SOGGETTIVA che passava di lì disse : « Mi dispiace per te.» Una persona OBIETTIVA Che passava di lì disse : «ERA LOGICO CHE PRIMA O POI, QUALCUNO CI SAREBBE FINITO DENTRO». Un FARISEO DISSE: « SOLO I CATTIVI CADONO NEI POZZI » Un MATEMATICO Calcolò come aveva fatto a cadere nel pozzo Un GIORNALISTA Volle la storia in esclusiva

Un FONDAMENTALISTA disse: « Meriti di essere caduto nel pozzo» Un ISPETTORE DELLE TASSE Gli chiese se pagava le tasse per il pozzo. Una persona che si AUTOCOMMISERA disse. « IL MIO POZZO è peggio»!» Un CARISMATICO disse: « Confessa che non sei in un pozzo ». UN ottimista DISSE: « Potresti star peggio ». Un PESSIMISTA disse: « Andrà peggio GESÙ vedendo l’uomo , lo pese per mano e lo TIRÒ FUORI dal pozzo

Facciamo una risatina

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-­‐ A  quel  corvo  gli  ho  sparato  4  colpi  e  continua  a  volare!  

-­‐ Deve  essere  completamente  sordo.    <<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<    Pierino  va  dall’oste  col  compito  di  matematica.  

-­‐ Ma  che  c’entro  io  con  le  tue  operazioni?  -­‐ L’ha   detto   il   mio   maestro   che   non   bisogna  

fare  i  conti  senza  l’oste.                          <<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<  

 

-­‐ Mi  dia  una  lozione  per  far  crescere  i  capelli.  

-­‐ La  boccetta  grande  o  piccola?  -­‐ Piccola.  Sa,  non  mi  piacciono  i  capelli  lunghi!  

 <<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<    Fu  chiesto  a  un  vecchietto  di  oltre  85  anni:  

-­‐ Non  ti  dispiace  invecchiare?  

-­‐ Affatto!  Se  non  invecchiassi  sarei  già  morto!      

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Ancelle del Sacro Cuore di Gesù

Via XX Settembre, 65/b 00187 Roma

Tel. 06.48.84.843 – 06.40.73.889 e-mail: [email protected]