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SdS/Scuola dello Sport Anno XXXII n.97 • 2013 3 L’ALLENAMENTO del CORE Come la forza e la stabilità del core influenzano la capacità di prestazione sportiva L’allenamento diretto a migliorare la forza del core e soprattutto la sua stabilità ha guadagnato importanza non solo in campo riabilitativo, ma da alcun anni è largamente praticato anche nello sport di prestazione. Per cui si parla sempre più di allenamento del core e di allenamento su superfici instabili. Dopo avere definito cosa si intenda per core e i concetti di forza e stabilità del core, si illustrano le tipologie del suo allenamento e i test che possono essere utilizzati per valutarne sia l’una che l’altra. Infine si espongono i risultati delle ricerche che hanno esaminato il rapporto tra prestazione sportiva e allenamento diretto a migliorare la forza e, in particolare, la stabilità del core e le possibilità che questo allenamento della stabilità possa contribuire al miglioramento dela prestazione stessa. Christian Gustedt Istituto per la scienza del movimento e dell’allenamento sportivo II, Facoltà di Scienza dello sport, Università di Lipsia

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Aprile/Giugno 2013, anno XXXI, n° 97 Temi di questo numero: l'allenamento del core, fatti e miti del fitness, metodologia dell'allenamento, alimentazione e recupero, ricerca e promozione del talento, formazione nello sport. http://www.calzetti-mariucci.it/shop/prodotti/sds-scuola-dello-sport-n-97

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L’ALLENAMENTO del CORE

Come la forza e la stabilità del coreinfluenzano la capacità di prestazione sportiva

L’allenamento diretto a migliorarela forza del core e soprattutto la sua stabilità ha guadagnatoimportanza non solo in campo riabilitativo, ma da alcun anni è largamente praticato anche nello sport di prestazione. Per cuisi parla sempre più di allenamentodel core e di allenamento susuperfici instabili. Dopo avere definito cosa si intenda per core e i concetti di forza e stabilità del core, si illustrano le tipologiedel suo allenamento e i test chepossono essere utilizzati per valutarne sia l’una che l’altra.Infine si espongono i risultati delle ricerche che hanno esaminato il rapporto tra prestazione sportiva e allenamentodiretto a migliorare la forza e, in particolare, la stabilità del coree le possibilità che questo allenamento della stabilità possacontribuire al miglioramento dela prestazione stessa.

Christian GustedtIstituto per la scienza del movimento e dell’allenamento sportivo II, Facoltà di Scienza dello sport, Università di Lipsia

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13Il CORE TRAINING in PRATICAEsercizi e progressioni di base per l’allenamento del core

Lorenzo Pugliese Dipartimento di Scienze biomediche per la salute, Università degli Studi di Milano, Federazione italiana badminton; Davide Bosio Direttore tecnico dei Centri d'alto rendimento 'Smuoviti'; Roberto Benis Dipartimento di Scienze biomediche per la salute, Università degli Studi di Milano, Federazione italiana pallacanestroMatteo Bonato Dipartimento di Scienze biomediche per la salute, Università degli Studi di Milano; Antonio La Torre Dipartimento di Scienze biomediche per la salute, Università degli Studi di Milano

Gli obiettivi principali del core trainingsono di permettere agli atleti di controllare efficacemente il propriocorpo durante situazioni sport-specifichecomplesse, sopportare meglio i carichi di lavoro e prevenire il rischio di infortuni.Affinché ciò avvenga, è bene che ogniallenatore basi l’allenamento di questametodica su analisi qualitative dell’atletafocalizzando poi l’attenzione sulla tecnicaesecutiva e il controllo posturale durantele esercitazioni. Lo scopo di quest’articoloè di proporre progressioni didattiche per eseguire correttamente alcuni esercizidi base per l’allenamento del core.

Introduzione

Sempre più spesso allenatori, personal trai-ners e atleti inseriscono nei loro programmidi allenamento esercizi di core training conl’obiettivo di migliorare la perfomance eridurre il rischio d’infortuni (Hibbs et al.2008).In un articolo pubblicato recentemente suquesta stessa rivista (Il core training: tra evi-denze scientifiche e applicazioni pratiche,SdS-Scuola dello Sport, 2012, 93, 15-20),abbiamo provato a riassumere i principalirisultati della ricerca scientifica e di fornireindicazioni metodologiche per la programma-zione dell’allenamento. L’obiettivo di questo secondo lavoro è di pro-porre progressioni didattiche per eseguirecorrettamente alcuni esercizi di base per l’al-lenamento del core. Gli esercizi sono trasferibili a diverse disciplinesportive e l’approccio metodologico può forni-re una base sulla quale costruire progressionifuture sport-specifiche. La sfida più importan-te per gli allenatori, infatti, rimane quella diprogettare un allenamento che contenga eser-citazioni “trasferibili” ai compiti motori richie-sti (Hibbs et al. 2008) basandosi possibilmentesu analisi qualitative dell’atleta e del gestosportivo.Nonostante ciò la “costruzione delle fonda-menta” del core deve essere, a nostro avviso,il punto di partenza obbligatorio per ogniatleta. Solo dopo che il soggetto sarà ingrado di controllare coscientemente il pro-prio corpo si potranno proporre esercitazionicomplesse. Di conseguenza, cercheremo di focalizzarel’attenzione sulla tecnica esecutiva e il con-trollo posturale durante l’allenamento, ele-menti cardine che influenzano fortementel’efficacia del core training.

La valutazione dell’atleta

L’approccio all’allenamento del core segue glistessi principi di qualsiasi altro mezzo di alle-namento: valutazione iniziale → interventoallenante → valutazione finale.La valutazione è quindi il prerequisito essen-ziale per programmare un intervento specificoadatto alle esigenze individuali, col fine dideterminarne l’efficacia e implementare omodificare eventualmente gli stimoli. Il processo di valutazione qualitativo dell’a-tleta dovrebbe partire da un’analisi posturalestatica in stazione eretta e in seguito durantemovimenti dinamici in appoggio bipodalico,overhead squat test (Cuzzolin 2004; Clark2000) e monopodalico, single leg squat (Clark2000), test di piegamento sulle braccia (Clark2000), test di estensibilità della catena staticaposteriore e delle catene miofasciali a essacollegate (Busquet 2000; Struyf-Denis 2000;Bricot 1999).

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STRATEGIE ALIMENTARI e RECUPERO

Le misure dietetiche rilevanti per il recupero

Alessandra Schek

Le strategie alimentari dirette ad accelerare la rigenerazione, essenzialmente, seguono le stesse regole che sono utilizzate per l’alimentazione di base e quella di gara. Viene sinteticamentefornito un quadro della situazione attuale della ricerca per quanto riguarda l’apporto di energia, in particolare sotto forma di carboidrati e di proteine; la reintegrazione di fluidi, vitamine e sali minerali prima, durante e soprattutto dopo i carichi di allenamento e di gara; l’utilizzazione degli integratori alimentari.

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35L’ALLENAMENTO della RESISTENZA nel CALCIOMetodo del carico prolungatovs allenamento a intervalli di intensità elevata

Billy Sperlich, Matthias W. Hoppe, Unità di lavoro di scienza dello sport, Università di Wuppertal, Wuppertal, MMatthias Haegele, Centro medico universitario, Università Georg August, Gottinga

A causa delle elevate richieste metaboliche che esigono l’allenamento e i calendari di garanel calcio, specie in quello professionistico, gli allenatori di questo sport sono di fronte al problema di quale sia il metodo di allenamento della resistenza in grado di mantenere lo stato generale di fitness e sviluppare sopratutto le capacità speciali di resistenza aerobica e anaerobica durante il periodo di preparazione e mantenerle durante la stagione. Nella scienza e nella pratica dell’allenamento, attualmente, è tornato in primo piano il metodo dell’allenamento a intervalli d’intensità elevata (High IntensityInterval Training, HIIT). Sebbene l’allenamentodella resistenza di volume elevato (High-Volume Training, HVT) resti una baseimportante per il successo e gli specialisti degli sport di resistenza si allenino per la maggior parte del tempo in questa zona d’intensità, un numero sempre maggiore di studi prova l’efficacia dell’HIIT, scoprendo possibili meccanismi di adattamento simili o persino superiori a quelli dell’HVT. A partire da una determinato stato di allenamento, nel calcio solo l’HIIT produce un ulteriore miglioramento della prestazione di resistenza. Soprattutto nel calcio professionistico l’elevata densità delle partite e, quindi, il poco tempo disponibile per lo sviluppo delle capacità condizionali creano il bisogno di metodi più efficaci per migliorare i meccanismi aerobici e anaerobici di trasformazione dell’energia e così aumentarela capacità di resistenza. Studi condotti sull’allenamento in questo sport dimostrano che l’HIIT, insieme a un allenamento della resistenza di base, è in grado di realizzare questiobiettivi d’allenamento e può essere utilizzatocon profitto anche durante la stagione di gararichiedendo un impegno di tempo limitato.

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Si introduce uno studio sulla ricerca del talento nella scherma, utilizzando il concetto di nikemetria, cioè un approccio che possa soddisfare l’esigenza di identificare e verificare l’attitudine a vincerenello sport agonistico, sulla base dell’applicazione di alcune iniziali osservazioni di tipo statistico. Secondo gli Autori ci si deve interrogare se esista negli atleti una predisposizione alla vittoria e di conseguenza quali dati debbano essere identificati, raccolti e analizzati per ottenere le informazioni in merito. Essi partono quindidalla letteratura sul talento, per giungere successivamente a una primaricerca basata sull’analisi dei bollettini dei risultati agonistici pubblicatidalla Federazione italiana scherma. Si prova a considerare il valore della vittoria non soltanto come una predisposizione individuale, macome elemento caratterizzante lo specifico studio su una determinatacollettività: gli schermidori italiani che hanno partecipato alle ultime 3 edizioni dei Giochi Olimpici estivi. Gli Autori concludono ponendo l’attenzione sul ruolo determinante del Maestro di scherma nella gestione del talento e con la speranza che la ricerca condotta possa porre la nikemetria come una sorta di matematica degli analistidella prestazione, pur sapendo che l’elevata complessità e variabilità dei risultati sportivi, possono portare a conclusioni che potrebberoriguardare anche valori singoli e quindi non spendibili in termini di giudizi assoluti, ma in termini di media, variabilità e probabilità.

IL TALENTO nella SCHERMARiflessioni sul talento e sulla sua gestione e sviluppo nella scherma inun approccio nikemetrico

Marco ArpinoScuola dello Sport Coni Carola CicconettiConsigliere Nazionale Associazione medaglie d’oro al valore atletico

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59Lo STUDENTE ATLETALa gestione dello studente atleta all’interno di un percorso formativo

Esio ZaghetLiceo scientifico Toniolo, Bolzano

Conciliare pratica sportiva di medio e alto livello e percorso formativo riesce complicato se si adottano i tradizionali schemi di giudizio.L’atleta, coinvolto in un percorso di studi, ha necessità di programmazione, tempi e metodologie che devono soddisfare sia gli impegni sportivi che quelli formativi. Superare la dicotomia tra sport e scuola/ università, spesso concausa di abbandono precoce dell’attivitàsportiva e favorire invece la convivenza tra i due ambiti, nel rispetto reciproco della propriaautonomia, può portare alla realizzazione di un modello di scuolainnovativo e soprattutto in linea conle direttive in campo europeo per la formazione degli atleti. Partendo da tali condizioni al contorno, si èquindi analizzata tale problematica da un punto di vista sistemico,seguendo uno modello che, prendendo atto della realtà di contesto attuale per quanto riguarda il campo della formazionedegli atleti e delle prospettive post-carriera sia in campo nazionaleche internazionale, provasse ad individuare un’ipotesi di soluzione efficace e centrata non tanto sugliaspetti di progettazione curricolare di uno specifico piano di studi, quanto invece sulla gestione dell’atleta all’interno del percorso formativo. In questa prima parte, il focus del lavoro è centrato sul contesto attuale nel campo della formazione scolastica/universitaria sia in ambito nazionaleche internazionale, con uno sguardoproiettato agli obiettivi di Europa2020 e all’importanza che l’ambitodello sport riveste nelle linee di indirizzo e di sviluppo delle politiche dell’Unione Europea.

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Introduzione

Lo sport è stato scelto dalla Commissioneeuropea come un settore di interesse comu-nitario per l’occupazione2 ed è questo ilmotivo per cui è stato avviato il progettoEQF Sport (European Qualification Frame-work in Sport Sector)3. Inoltre, tenendo contoche il tema dell’occupazione rimane un temacentrale della Commissione e uno dei cinqueobiettivi della strategia Europa 2020, si èpreso in considerazione come il settore dellosport potesse contribuire notevolmente allasoluzione di problema, offrendo una molte-plicità di attività occupazionali e una dina-mica richiesta di professionalità. Inoltre l’ac-cesso al mercato del lavoro sportivo è facili-tato dal fenomeno del volontariato ampia-mente diffuso nei Paesi membri.Il volontariato rappresenta un passaggio didifficile analisi non solo in termini di occu-pazione, ma anche per quel che riguarda ilriconoscimento professionale. Dai numerosistudi dedicati all'argomento, si possonocomunque ricavare alcune idee interessanti.

Per quel che riguarda il lavoro volontario, sipossono distinguere tre grandi gruppi diPaesi (Halba, Le Net 1997):

• Paesi con una forte presenza di volonta-riato nello sport (Paesi scandinavi eSvizzera);

• Paesi con un volontariato sportivo me-diamente sviluppato (Germania, Belgio,Francia e Italia);

• Paesi con un volontariato sportivo pocosviluppato (Spagna, Regno Unito, Porto-gallo).

I Paesi con un volontariato sportivo moltoforte sono anche quelli che registrano iltasso di occupazione più elevato, con unaminore disuguaglianza tra genere e unaminore disoccupazione giovanile4 (Svezia74,3%, Danimarca 78,1%); ciò non si verificain tutti i casi (Regno Unito 71,5 di cui 78%uomini e 65% donne); mentre i Paesi con unvolontariato poco sviluppato non registranonecessariamente di un volume sufficiente dioccupazione (Italia 58,7%, Polonia 59,2%).

Formazione e qualifiche nel settore dello sport

Le diverse modalità normative nazionali,i diversi percorsi formativi e le qualificherelative alle professioni dello sport crea-no ostacoli nella mobilità degli operatoriall’interno della Ue. Tali disparità posso-no nello specifico ostacolare la libera cir-colazione di coloro i quali svolgono unaprofessione sportiva, determinando cosìl'insorgere di alcuni contenziosi nel casoin cui i lavoratori di uno Stato membro sitrovano a subire la concorrenza sul pro-prio territorio nazionale di operatori dialtri Stati membri privi di qualsiasi for-mazione. Tali problematiche derivano anche dalfatto che nei vari Paesi dell'Unione euro-pea, la formazione relativa alle profes-sioni dello sport viene impartita secondoquattro sistemi diversi, la cui importanzacambia a seconda dei Paesi. Tali sistemisono diversificati in funzione degli Entierogatori (provider) (figura 1):

La formazione nel settore dello sportriveste un ruolo chiave all’interno dell’ Unione europea (UE) per motivirelativi alle caratteristiche del settoresport in generale e alle specificità della formazione professionale nella maggior parte dei ventisette Paesi membri1. Si analizzano pertantole peculiarità del comparto dello sportnella Ue attraverso un’analisi degli elementi che caratterizzano la formazione e il mercato del lavoroad essa correlato. Per svolgere tale analisi lo studio parte da una descrizione dello stato dell’arte delle politiche formative in Italia messein atto in seguito alla pubblicazione da parte del Coni (2009) del quadronazionale di riferimento per le qualifiche professionali per tecnici sportivi (Sistema Nazionale delle Qualifiche - SNaQ).

FORMAZIONE E QUALIFICHENELLO SPORT

Angelo AltieriScuola dello sport Coni Servizi, RomaClaudio MantovaniScuola dello sport Coni Servizi, Roma

Il riconoscimento delle qualifiche nel settore dello sport