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I recenti sviluppi della crisi economica mondiale non lasciano più dubbi: la depressione economica, la più profonda dalle origini dell’integrazione comunitaria, ha investito in pieno il vecchio continente. L’Europa si trova di fronte a sfide senza precedenti, non solo dal punto di vista economico e sociale: l’UE è chiamata a dare prova della sua capacità di reagire, di adattare i suoi strumenti e le sue scelte politiche, ma anche di inventarne di nuovi, altresì nel campo della formazione permanente degli operatori dello sport. Se, da un lato, la crisi comporta numerosi rischi, il mondo sportivo e quello dell’educazione devono tuttavia interpretarla come un’opportunità unica per una ridefinizione delle azioni per l’istruzione e la formazione, strumenti che sempre più concorrono al futuro dell’integrazione europea. Sul tema, il Direttore della Scuola dello Sport ha proposto in un prestigioso contesto internazionale un’analisi di possibili prospettive dei modelli europei di formazione nello sport, anche in tempo di crisi economica. 3 ALCUNI SCENARI FORMATIVI La formazione del sistema della preparazione degli allenatori nei Paesi dell’Unione europea Marco Arpino Direttore della Scuola dello sport, Coni Servizi Spa, Roma SdS/Scuola dello Sport Anno XXX n.91 Dal 5 all’8 ottobre l’Università nazionale ucraina di educazione fisica ha ospitato a Kiev, organizzata dal Ministro ucraino dell’educazione, della scienza, della gioventù e dello sport, dal Comitato nazionale olimpico dell’Ucraina, dall’Accademia nazionale olimpica ucraina e dall’Università nazionale ucraina di educazione fisica la Conferenza internazionale dedicata al 100° anniversario della nascita del prof. I. V. Vrzhsnevskyi, la cui attività di allenatore, docente e ricercatore ha fortemente contributo allo sviluppo dello sport ucraino. Tra i relatori, si sono succeduti docenti accademici, ricercatori, allenatori, medici, dirigenti ed esperti di vari Paesi. I loro interventi hanno permesso una discussione sulle prospettive attuali della formazione degli operatori sportivi, dalla preparazione degli atleti nel campo agonistico sino a quella professionale dei quadri dirigenziali e tecnici. La Conferenza ha rappresentato un non comune scambio di idee ed esperienze, che ha offerto un panorama molto ampio sugli attuali problemi dello sport moderno e sulle sue prospettive di sviluppo. Su espresso invito degli organizzatori, il Comitato olimpico nazionale italiano è stato rappresentato dal Direttore della Scuola dello sport, Marco Arpino, cui è stata richiesta una relazione – che qui pubblichiamo – sullo stato dell’offerta formativa dedicata allo sport, in seno ai Paesi dell’Unione Europea. Introduzione In questo momento di significative incertezze del quadro economico e politico europeo appare diffici- le illustrare un sistema di formazione dedicato ai quadri tecnici sportivi, che abbia qualcosa di più di un anelito sovranazionale, così come quello che l’Italia ha adottato e cercato di condividere con gli altri Stati, per soddisfare le esigenze legate alla creazione del mercato unico e alla libera circolazio- ne dei lavoratori e dei servizi all’interno dell’Unione europea. Come affermato di recente anche da Gideon Rach- man sul “Financial Times”, sono passati più di dieci anni da quando i primi euro sono stati stampati, ma l’Europa continua a non avere un’identità condivisa, e questo rischia di far affondare adesso la moneta unica e successivamente la stessa Unione europea e con essa i vari progetti di cooperazione nel settore dell’istruzione e della formazione. FORMAZIONE NELLO SPORT

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I recenti sviluppi della crisi economicamondiale non lasciano più dubbi:la depressione economica, la più profondadalle origini dell’integrazione comunitaria,ha investito in pieno il vecchio continente.L’Europa si trova di fronte a sfide senzaprecedenti, non solo dal punto di vistaeconomico e sociale: l’UE è chiamataa dare prova della sua capacità di reagire,di adattare i suoi strumenti e le sue sceltepolitiche, ma anche di inventarne di nuovi,altresì nel campo della formazionepermanente degli operatori dello sport.Se, da un lato, la crisi comporta numerosirischi, il mondo sportivo e quellodell’educazione devono tuttavia interpretarlacome un’opportunità unica per una ridefinizione delle azioni per l’istruzione e la formazione, strumenti che sempre piùconcorrono al futuro dell’integrazione europea. Sul tema, il Direttore della Scuoladello Sport ha proposto in un prestigioso contesto internazionale un’analisi di possibiliprospettive dei modelli europei di formazionenello sport, anche in tempo di crisi economica.

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ALCUNI SCENARI FORMATIVILa formazione del sistema della preparazione degli allenatori nei Paesi dell’Unione europea

Marco Arpino Direttore della Scuola dello sport, Coni Servizi Spa, Roma

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Dal 5 all’8 ottobre l’Università nazionale ucraina di educazione fisica ha ospitato a Kiev, organizzata dal Ministro ucraino dell’educazione, della scienza, della gioventù e dello sport, dal Comitato nazionale olimpicodell’Ucraina, dall’Accademia nazionale olimpica ucraina e dall’Universitànazionale ucraina di educazione fisica la Conferenza internazionale dedicata al 100° anniversario della nascita del prof. I. V. Vrzhsnevskyi, la cui attività di allenatore, docente e ricercatore ha fortemente contributo allo sviluppo dello sport ucraino. Tra i relatori, si sono succedutidocenti accademici, ricercatori, allenatori, medici, dirigenti ed esperti di vari Paesi. I loro interventi hanno permesso una discussione sulle prospettive attuali della formazione degli operatori sportivi, dallapreparazione degli atleti nel campo agonistico sino a quella professionaledei quadri dirigenziali e tecnici. La Conferenza ha rappresentato un noncomune scambio di idee ed esperienze, che ha offerto un panorama moltoampio sugli attuali problemi dello sport moderno e sulle sue prospettive di sviluppo. Su espresso invito degli organizzatori, il Comitato olimpiconazionale italiano è stato rappresentato dal Direttore della Scuola dello sport, Marco Arpino, cui è stata richiesta una relazione – che quipubblichiamo – sullo stato dell’offerta formativa dedicata allo sport, in seno ai Paesi dell’Unione Europea.

Introduzione

In questo momento di significative incertezze delquadro economico e politico europeo appare diffici-le illustrare un sistema di formazione dedicato aiquadri tecnici sportivi, che abbia qualcosa di più diun anelito sovranazionale, così come quello chel’Italia ha adottato e cercato di condividere con glialtri Stati, per soddisfare le esigenze legate allacreazione del mercato unico e alla libera circolazio-ne dei lavoratori e dei servizi all’interno dell’Unioneeuropea.

Come affermato di recente anche da Gideon Rach-man sul “Financial Times”, sono passati più di diecianni da quando i primi euro sono stati stampati, mal’Europa continua a non avere un’identità condivisa,e questo rischia di far affondare adesso la monetaunica e successivamente la stessa Unione europea econ essa i vari progetti di cooperazione nel settoredell’istruzione e della formazione.

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Il rapporto tra competenze degli operatori sportivi e esigenze di coloro che usufruiscono dei servizi sportivi, rappresenta il principale problema derivante dalle mutate esigenze dei praticanti e dall’aumento della professionalizzazione

e specializzazione degli operatori. Per contribuire alla discussione in atto in Italia ed in Europa sui processi di formazione e specializzazione professionale degli allenatori sportivi si rivolge in modo particolare l’attenzione alla costruzione, da parte dei

tecnici, di competenze finalizzate alle esigenze del mercato sportivo sempre più caratterizzato da un significativo grado di complessità. Si analizzano, dunque, le principali caratteristiche dei processi formativi vigenti in diversi Paesi europei,

evidenziando le linee strategiche per rendere più efficaci tali percorsi, soprattutto per quanto riguarda il rilascio delle qualifiche e la formazione continua. Si descrive il Progetto Life Long Learning per lo Sport, mettendo il risalto

il processo che ha identificato le diverse fasi strategiche per la sua realizzazione e, infine, si indica la principale sfida che le organizzazioni sportive dovranno affrontare nell’immediato futuro, che sostanzialmente consisterebbe nel comprendere i cambiamenti del settore; migliorare le condizioni di lavoro e le relazioni tra i diversi attori; incrementare gli investimentinella formazione e modernizzare i processi didattici; migliorare la relazione tra domanda e offerta e definire e sostenere

chiaramente le carriere professionali.

LA PROFESSIONALIZZAZIONE DEL SETTORESPORTIVO E LA FORMAZIONE DELL’ALLENATORE

Corrado Beccarini, Claudio Mantovani, Scuola dello Sport, Coni Servizi Spa, Roma

FORMAZIONE NELLO SPORT

Processi formativi nei diversi Paesi europei e il Progetto Life Long Learning per lo sport

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1133A Londra 2012 vince la sostenibilità

Da tempo le azioni del Comitato olimpico internazionale (Cio)sono integrate in un programma che va al di là degli stessi Giochi olimpici raggiungendo la comunità sportiva in generale. Nel 2012 l’Olimpiade torna a Londraper la terza volta nella sua storia e la città è pronta ad accoglierla all’insegna della sostenibilità. I prossimi Giochipasseranno alla storia non solo per i tagli di emissioni, ma anche per i tagli di costi con un’attenzione particolare al business plan. Gli investimenti previsti sono di 15 miliardidi dollari contro i 40 spesi a Pechino 2008, ma è la generaleconsiderazione degli stakeholder (fin dalla candidatura) a caratterizzare l’opera del Comitato organizzatore.L’opportunità olimpica non durerà solo due settimane perchéil masterplan della città prevede una doppia scadenza: il 2012 quando si terranno i Giochi ed il 2025 anno nel quale Londra dovrebbe registrare il maggior potenziale di crescita del prodotto interno lordo procapite: il 45%. Gli organizzatori di Londra 2012 hanno pubblicato circa

un anno prima dell’evento un dettagliato rapporto ambientale (A Bleuprint for Change) definendo e chiarendocome la capitale britannica sta monitorando la propria sostenibilità. Non con proclami, ma con documenti concretidisponibili anche sul web e un Ente speciale, la Commissioneper la sostenibilità di Londra 2012, un organo indipendente che controlla e garantisce la sostenibilità dei Giochi, istituita nel gennaio 2007 per mantenere una promessa fatta in occasione della candidatura olimpica. È la primavolta che una Commissione di questo tipo opera per i Giochi olimpici e paralimpici. Le Olimpiadi londinesi lasceranno alla comunità locale una cospicua eredità, non solo in termini culturali, e lasceranno alla comunitàsportiva internazionale un modello di sviluppo che considerala sostenibilità non come un costo, ma come un punto di partenza per arrivare all’applicazione concreta dellaresponsabilità sociale, un investimento in grado di apportarebenefici nel medio e lungo periodo.

Introduzione

Ormai manca davvero poco all’edizione numero XXX dei Giochiolimpici (27 luglio – 12 agosto 2012), la terza organizzata a Londradopo quella del 1908 e l’Olimpiade postbellica del 1948.Il programma prevede il coinvolgimento di 12mila atleti (di 250paesi) interessati in 670 eventi di 26 sport, che si terranno in 34sedi e assegneranno 302 medaglie d’oro, con 2,5 milioni di bigliettiin vendita dal 15 marzo scorso attraverso dei sorteggi a causadelle eccessive prenotazioni. Attesi 10,8 milioni di spettatori e più

di 70mila volontari che stanno seguendo un percorso formativo adhoc per non lasciare nulla al caso (www.london2012.com).La parola d’ordine che guida la visione di Londra 2012 è sostenibi-lità: i prossimi Giochi passeranno alla storia non solo per i tagli diemissioni, ma anche per i tagli di costi. Gli investimenti previstisono di 15 miliardi di dollari contro i 40 spesi a Pechino 2008, maè la generale attenzione agli stakeholder (fin dalla candidatura)(figura 1) a caratterizzare l’opera del Comitato diretto da LordSebastian Coe, già campione olimpico e pluriprimatista mondialedel mezzofondo veloce.

Giovanni Esposito, Scuola dello sport, Roma

LA TERZA VOLTA DI LONDRA

VERSO LONDRA 2012

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LEGGERE L’AVVERSARIO?POSSIBILITÀ E LIMITILa capacità di riuscire a “leggere” l’avversario: definizione, limiti e possibilità di sua formazione

Gerhard Lehmann

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Nella pratica degli sport, in particolare di quelli nei quali esiste uno scontro diretto tra gli avversari,sempre più spesso si dice che si deve “leggere” l’avversario. Con questa metafora si intende la competenza di un atleta nel comprendere le intenzioni dell’avversario prima e durante la gara e di sfruttarle a proprio vantaggio. La formazione di questa capacitàdi riuscire a “leggere” l’avversarioavviene attraverso l’impostazione cosciente di un processo di lavoro a lungo termine tra atleta e allenatore, che comprende la formazione di presupposti della prestazione come le capacità di associazione, di anticipazione, di valutazione, di controllo delle emozioni e esperienze di gara, collegati in modo complesso tra di loro.

Riflessioni teoriche, preoccupazioni scientifiche

Il desiderio di riuscire a capire le intenzioni di un avversario esiste daquanto esistono gli incontri sportivi. I risultati delle neuroscienze (lescansioni del cervello, la scoperta dei neuroni specchio), fornisconochiaramente una indicazione di come si possa nuovamente compie-re un passo verso la soluzione del problema, per prima cosa attra-

verso l’acqusizione dei risultati disponibili e la loro utilizzazione perinterpretare ciò che avviene nella prassi di un combattimento.Utilizzare “leggere” come metafora sta a significare che le intenzionidell’avversario potrebbero essere comprese attraverso molti dettagli.Si tratta di una via che può passare solo attraverso la percezione dicaratteristiche esterne e attraverso la comprensione dei processi chesono alla loro base.

SPORT DI COMBATTIMENTO

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ANALISI BIOMECCANICA DEL GIOCO DELLE BOCCE

Introduzione

L’analisi biomeccanica computerizzatacostituisce oggi uno dei principali stru-menti per lo studio del gesto atletico spor-tivo. I contributi della letteratura scientifi-ca testimoniano come, grazie ad innovativisistemi di analisi, sia possibile quantificarei parametri cinetici che caratterizzano ilmovimento, consentendo la misura dellasua correttezza in termini numerici (Cuttiet al. 2005b). Tra le discipline nelle qualitali strumenti trovano valida applicazionevi è anche quella delle scienze motorie, abeneficio degli atleti, degli allenatori, non-ché dei ricercatori, che hanno la possibilitàdi indagare quantitativamente il gestoatletico, scomponendolo nelle sue fasi evalutando l’arrangiamento reciproco dellediverse parti del corpo (Sforza et al. 2005).Una delle tecniche più promettenti di cuici si può avvalere è quella nota con ilnome di analisi optoelettronica del movi-mento. Tale tecnica si basa su di un siste-ma costituito da videocamere che rilevanola luce emessa o riflessa da appositimarker che sono generalmente delle pic-cole semisfere ricoperte di carta adesivariflettente (marker passivi) o piccoli ledluminosi (marker attivi). I sistemi optoelet-tronici per l’analisi del movimento umanosono in grado di fornire informazioni sullacinetica e sulla cinematica grazie all’acqui-sizione delle coordinate cartesiane di que-sti marker applicati sulle parti del corpo daanalizzare (Galli et al. 1999). La cinematicaarticolare, infatti, viene descritta attraver-so l’adozione di tali sistemi di riferimentoanatomici secondo le indicazioni riportatein specifiche pubblicazioni (van der Helm2000; Cutti et al. 2005a).Dall’analisi computerizzata dei filmatiregistrati dalle videocamere è possibilerilevare tutti i parametri cinetici (angoli diflesso-estensione, abdo-adduzione edextra-intrarotazione delle articolazioni ovesono posizionati i marker) e cinematici(velocità ed accelerazioni dei marker) diinteresse (Davis et al. 1991). I vantaggi principali di tale tecnica sono lanon invasività (gli unici componenti daapplicare sul corpo dell’atleta sono i marker,del peso di pochi grammi ciascuno) e lapossibilità di effettuare un’analisi simulta-nea del gesto atletico da più punti di vista,fino alla ricostruzione tridimensionale delleposture e dei movimenti della “macchinaumana” nel suo complesso (Galli et al.2001; Sforza et al. 2005).

Daniela Longo, Dipartimento di scienze biomolecolari, Sezione di Scienze motorie e della salute, Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo"Francesco Lucertini, Dipartimento di scienze biomolecolari, Sezione di Scienze motorie e della salute, Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo"Emanuele Lattanzi, Dipartimento di Scienze di base e fondamenti, Università degli studi di Urbino “Carlo Bo”Marino Serafini, Bocciofila “La Combattente”, FanoArio Federici, Dipartimento di scienze biomolecolari, Sezione di Scienze motorie e della salute, Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo"

L’analisi del movimento basata sulle tecniche optoelettroniche permette di ottenere informazioni quantitative di tipo cinetico sul moto dei segmenti corporei. L’ obiettivo principale di questo lavoro è stato quello di applicare tali tecniche allo studio della biomeccanica del gioco delle bocce, allo scopo di caratterizzare il gesto ottimale e proporre una metodologia di analisi per lo studio cinesiologico di tale sport. In particolare è stato analizzato un campione costituito da otto atleti agonisti di serie A e otto atleti amatori al fine di valutare i parametri relativi alla postura (analisi statica) dei fondamentali del gioco delle bocce. Dai risultati ottenuti sono emerse differenze significative tra le due categorie analizzate.

Una analisi del movimento del gioco delle boccebasata su tecniche optoelettroniche

BIOMECCANICA

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INDICE DI MASSA CORPOREAE CONSUMO D’OSSIGENO NELL’ADOLESCENZA

Relazione tra il rapporto staturoponderalee il massimo consumo di ossigeno in alunni dai 12 ai 14 anni

La relazione esistente tra il massimoconsumo di ossigeno (V

.O2max)

e il rapporto staturoponderale (indice di massa corporea, body massindex o BMI) è stata analizzata in un campione di 2.288 alunni dai 12 ai 14 anni appartenenti a scuole medie statali del Lazio. I valori sonostati confrontati con gli standard statunitensi che definiscono il campo di normalità per la salute. Le ampiepercentuali di alunni il cui BMI rientradel campo di normalità fanno ipotizzare l’esistenza di buone abitudini alimentari. Le minori percentuali di normalità del V

.O2max rivelano

invece più ristretti livelli di efficienza

cardiovascolare per la salute. Perciò, il corretto rapporto staturoponderalenon sembra costituire di per sé unagaranzia del buon livello di massimoconsumo di ossigeno. Ciò è confermatoe specificato dall’analisi della distribuzione percentuale dei preadolescenti all’interno di categorieche prendono in considerazione la collocazione dei loro valori di BMI e di V

.O2max all’interno o al di fuori

delle rispettive zone di efficienza fisica(HFZ). Tale analisi ha consentito di evidenziare la presenza di fattori di rischio e di associazioni anomale perla salute quali, la presenza di un rapporto staturo-ponderale ’normale’

o inferiore alla normalità, ma associatoad un’efficienza cardiovascolare al di sotto del limite inferiore della zona salutare. Ciò evidenzia l’opportunità di allenare l’efficienzacardiovascolare secondo le raccomandazioni delle autorità sanitarie internazionali, che prevedonopiù ore di attività aerobica settimanale,e che dovrebbero essere seguite sia nell’ambito dell’educazione motoria efisica scolastica, sia all’interno dell’allenamento sportivo, anche nella pratica di quelle discipline che non necessiterebbero di un allenamento aerobico sotto il profilo prestativo.

Mario Bellucci, Liceo scientifico Farnesina, Roma; Angelo Tulli, Scuola media Pianciani-Manzoni, Spoleto; Carmelo Bazzano, Massachussetts University, Boston; Avery D. Faigenbaum, The College of New Jersey, Ewing;

Valentina Cipriani, University College, Londra; Michele Panzarino, Università degli studi Tor Vergata, Roma; Rita Casella, Università degli Studi “Foro Italico”, Roma; Caterina Pesce, Università degli Studi “Foro Italico”, Roma

SPORT GIOVANILE

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AGILITYImportanza, allenamento e esame della capacità di cambiare direzione nei giochi sportivi: l’esempio del calcio

Si offre un panorama generale sul carattere, la struttura, l’allenamento e la valutazione dellacapacità di cambiare direzione nei giochi sportiviservendosi dell’esempio del gioco del calcio. Una analisi della letteratura dimostra come questa capacità non può essere classificata osubordinata ad alcuni dei fattori classici condizionali della prestazione. Malgrado la sua affinità con la forza reattiva è necessarioche essa sia allenata e valutata come una capacità relativamente indipendente.

Introduzione

In tutti i giochi sportivi con la palla, è ormai riconosciuto e stabilito che un pre-supposto necessario della prestazione è rappresentato dall’allenamento supple-mentare dei loro fattori condizionali. Per questa ragione l’attenzione delle ricer-che attuali della scienza dell’allenamento si concentra sull’utilizzazione migliorepossibile dell’allenamento generale e speciale di tali presupposti. Così, soprat-tutto nei giochi sportivi con la palla che pongono esigenze complesse e specifi-che ai principali fattori di sollecitazione motoria (forza, resistenza, velocità),occorre che quest’ultimi siano oggetto di una formazione adeguata (Tschan,Baron, Smekal, Bachl 2001).L’obiettivo di un allenamento specifico, però, presuppone che si conosca esatta-mente il relativo modello di carico dei vari sport. Se si analizza quanto pubblicatosu questo argomento è evidente che viene dedicata una scarsa attenzione a unaesigenza fondamentale di natura sia motoria sia condizionale: la capacità di cam-biare rapidamente direzione. Un tema che, finora, è stato scarsamente trattato inletteratura, per cui non solo esiste un numero limitato di pubblicazioni, ma ciò sirispecchia anche nella difficoltà di dare un nome a tale capacità1, che – seguendoun concetto corrente in ambito di lingua inglese viene definita da Naul (2005)agility – traducibile in italiano con agilità, nel senso che a questo termine vieneattribuito nella fisica e nella tecnica, cioè di capacità di un sistema, in questo casoil giocatore, di cambiare facilmente uno o più dei suoi parametri operativi, in que-sto caso direzione e forza dei movimenti. Naul con agility intende: “la rapidità nelcoordinarsi per cambiare direzione senza che vi sia una perdita di forza, velocità edi controllo del corpo o di precisione”. Una descrizione più complessa di talecapacità è quella che ci offre lo statunitense Gambetta (2005), che con essaintende, letteralmente: “La capacità di riconoscere una situazione, di reagire adessa e di scattare per muoversi nella necessaria direzione, di cambiarla, se neces-sario e di riuscire a fermarsi velocemente”.

Gereon Berschin, Mario Hartmann Università Philipps, Marburgo

TEORIA DELL’ALLENAMENTO

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L’APPRENDIMENTODELLA TECNICACALCISTICA

La prestazione calcistica è caratterizzata da una serie di fattori che la rendono un fenomeno complesso e multifattoriale. Infatti, come sport di situazione, il calcio prevede abilità tecniche che presentano una natu-ra “open” piuttosto che “closed” e in esso la prestazione si configuramediante una serie di operazioni sia mentali sia motorie e l’anticipazionee la percezione dei dettagli dell’ambiente risultano fondamentali per i processi decisionali ed esecutivi, così come per quelli interpretativi. Sul piano metodologico se si prendono in considerazione le esigenze del contesto e dell’individuo in quanto entità dinamiche, il cui stato cambia con il tempo, si possono utilizzare sia l’approccio cognitivo, sia quello ecologico. L’interferenza contestuale, che si riferisce al grado di complessità e alla forma di somministrazione dei contenuti didattici, rappresenta la filosofia che sostiene le scelte da parte dell’allenatore e i margini di rischio che si vogliono affrontare. La ricerca di una automatizzazione precoce del gesto tecnico, privilegiando la pratica a blocchi rispetto a quella random, se può portare a ottenererisultati a breve termine, potrebbe rendere l’abilità raggiunta meno flessibile di quella che è possibile ottenere con un processo inverso. Per quanto riguarda la somministrazione di feed-back, le modalitàdescrittive, più di quelle prescrittive, aiutano l’allievo a trovare soluzioni personali al problema sia sul piano tecnico che tattico. Quindi esercitazioni situazionali e basate sul modello gara come gli small sidesgames ed i match play, sembrano essere una scelta adatta a tutte le età.Infine l’agility, termine che definisce la capacità di cambiare repentinamente direzione nel gioco, deve essere allenata e valutata inserendo negli esercizi quando possibile le tecniche di gioco, rendendocosì più “ecologiche” e più rispondenti al modello di prestazione le proposte didattiche.

Istruzioni per l’uso: come rendere funzionale l’insegnamento

Stefano D’Ottavio, Corso di studi in Scienze motorie, Università Tor Vergata, Roma;Responsabile Area tecnica, Federazione italianagioco calcio, Settore giovanile e scolastico

APPRENDIMENTO DELLA TECNICA

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Il fenomeno del doping nello sport ha assunto nell’ultimo decennioaspetti e dimensioni di tale gravità che è comune il convincimento dellanecessità di adottare adeguati strumenti per combatterlo efficacemente.Nuove e raffinate tecniche mediche, infatti, permettono agli atleti di can-cellare in brevissimo tempo le sostanze vietate assunte, con conseguen-te elusione e vanificazione dei controlli antidoping effettuati.La scienza medica è talmente progredita da permettere a un atleta dinascondere l’assunzione di doping in pochissimo tempo. In altre parole,di “ripulirsi” il sangue in appena un’ora.Di qui la necessità dell’utilizzo di mezzi di controllo sempre più sofisticatied incisivi, quali a titolo esemplificativo la localizzazione permanente(WHEREABOUTS)1 dell’atleta, unitamente alla raccolta di una serie didati idonei alla sua “schedatura” (ADAMS)2.Di contro, sono state sollevate delicate questioni giuridiche in ordine allalegittimità di tali misure, non più mediate dalle tradizionali tutele, siasotto il profilo del trattamento dei dati personali e sensibili che, più ingenerale, sul rispetto delle libertà fondamentali e della dignità degli inte-ressati.Tali numerosi e rilevanti trattamenti di dati previsti dal Codice WADA3 e dairelativi Standard4, hanno interessato l’attività del Consiglio d’Europa5 e, piùdi recente, della Commissione Europea, che a tale specifico fine ha attiva-to il Gruppo di lavoro, ai sensi dell’Articolo 29 della Direttiva 95/46/CE6.In data 6 aprile u.s., il Gruppo di lavoro ha reso un parere – 4/2009 –sullo Standard Internazionale per la Tutela della Privacy e delleInformazioni Personali dell’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA), sulledisposizioni correlate del Codice WADA e su altri temi in materia di pri-vacy, nel contesto della lotta contro il doping nello sport da parte dellaWADA e delle organizzazioni nazionali antidoping.

Le conclusioni raggiunte dal Gruppo di Lavoro, unitamente alle indicazio-ni del Garante Italiano per la Protezione dei dati personali formerannooggetto del presente lavoro, così da tracciare alcune linee fondamentali,in ordine al trattamento dei dati personali degli atleti nell’ambito dell’atti-vità antidoping.Per maggior chiarezza espositiva, e in considerazione della complessitàdella materia pare opportuno suddividere il presente approfondimento indistinti paragrafi, ognuno dei quali concernente le specificità di ciascunodei documenti sopra richiamati.

1 – Utilizzo del sistema ADAMS2 – Trasmissione dei dati all’estero 3 – Pubblicazione dei provvedimenti disciplinari4 – Controlli antidoping (WHEREABOUTS)5 – Conservazione dei dati

UTILIZZO DEL SISTEMA ADAMS

Il 17 novembre 2005 l’Agenzia mondiale antidoping (WADA) ha inaugu-rato ufficialmente il date base ADAMS (Anti Doping Administration &Management System), sito a Montreal, quale strumento di coordina-mento delle attività antidoping svolte in tutto il mondo sotto l’egida delCodice mondiale.Nell’intenzione del Legislatore internazionale, il sistema ADAMS costitui-sce lo strumento offerto a tutti i Firmatari (ADO) al fine di coordinare ecomplementare le informazioni attraverso un unico sistema, di raccolta edi smistamento dei dati e dei risultati dei test di controllo antidopingdegli sportivi.

Marco Ferrante Avvocato, Advisory Group of Legal Issue, Consiglio d’EuropaGiuliana Conte Avvocato, membro della Società Italiana degli Avvocati Amministrativisti, Esperto di Diritto comunitario dello sport

Marco Arpino Direttore della Scuola dello sport, Coni Servizi Spa, Roma

Commento giuridico

ASPETTI GIURIDICI DELLA LOTTA AL DOPING