Protocollo Sds-questura Per Stampa

31
] Allegato 1 delib. AS n. 16_2014 PROTOCOLLO collaborazione istituzionale al fine di sostenere e proteggere le vittime fragili e garantire l’adeguata assistenza e protezione in tutte le fasi delle necessarie indagini e di giudizio. 1

Transcript of Protocollo Sds-questura Per Stampa

Page 1: Protocollo Sds-questura Per Stampa

]Allegato 1 delib. AS n. 16_2014

PROTOCOLLO

collaborazione istituzionale al fine di sostenere e proteggere le vittime fragili e garantire

l’adeguata assistenza e protezione in tutte le fasi delle necessarie indagini e di giudizio.

1

Page 2: Protocollo Sds-questura Per Stampa

]Preambolo

La violenza contro i minori e i soggetti vulnerabili rappresenta una violazione dei diritti umani ed una delle maggiori emergenze sociali contemporanee. I diritti dei minori sono ancora ben lontani dall'essere universalmente rispettati e ancor oggi avviene che non siano soddisfatte le esigenze fondamentali dell'infanzia. Oltre alla violenza subita in contesti familiari, negli ultimi decenni altre problematiche si sono delineate come l'esclusione sociale e culturale dei bambini/e Rom, la situazione variegata dei minori stranieri, il traffico di minori a scopo di sfruttamento sessuale, accattonaggio e attività illegali, la pornografia su internet. Un universo complesso e articolato che richiede di essere indagato con un approccio teorico e metodologico in grado di dare risposte adeguate da parte delle istituzioni alle varie tipolologie di violenza e sfruttamento Si riscontra purtroppo che la maggior parte dei sistemi giuridici esistenti sono ancora orientati prevalentemente verso gli autori di reato, creando inconsapevolmente una marginalizzazione o addirittura un ulteriore vittimizzazione dei minori "utilizzati" solo come elementi di prova piuttosto che come individui con bisogni e diritti da tutelare. Solo negli ultimi decenni è aumentata la consapevolezza che essi sia durante, che dopo aver subito un crimine, necessitino di sostegno e aiuto non solo materiale, ma anche emotivo e psicologico. Per “tutela dei minori”, ambito disciplinato da leggi di livello internazionale, nazionale e regionale, si intende quel sistema di servizi, interventi ed azioni di contrasto alle gravi problematiche che purtroppo in genere affiorano alle violenze subite, in cui molti attori intervengono e non sempre interagiscono.Per superare tale limite si è proceduto ad un tavolo di concertazione tra Servizi Sociali, e Ufficio Minori della Questura di Pisa, nel tentativo di individuare una modalità di cooperazione integrata tra servizi in grado di offrire una maggiore tutela alle vittime di reato, in particolar modo alle vittime fragili in grado di conciliare le esigenze giudiziarie con quelle assistenzialiTale iniziativa trae origine da una riflessione a livello locale relativa a situazioni di violenza su minori, maschi e femmine, riscontrate a livello territoriale e che hanno evidenziato criticità da superare, come un ampia legislazione a livello europeo ed internazionale sollecita per migliorare l’assistenza alle vittime, incrementando i servizi già esistenti e costituendone di nuovi che assistano le persone sia durante la vittimizzazione che nel percorso della ricostruzione individuale sia dal punto di vista psicologico che sociale.

Inoltre, a partire dal 1985 gli Organismi internazionali hanno cominciato a prestare particolare attenzione ai problemi delle vittime della criminalità ed ai conseguenti interventi che si possono attuare. La Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 40/34 del 29 novembre 1985 , denominata “Dichiarazione dei Principi basilari di giustizia per le vittime di reato e di abuso di potere”, è il documento di riferimento su queste tematiche.La Risoluzione, che definisce le vittime del crimine come: “persone che, individualmente o collettivamente, hanno sofferto una lesione, incluso un danno fisico o mentale, sofferenza emotiva, perdita economica od una sostanziale compressione o lesione dei loro diritti fondamentali attraverso atti od omissioni che siano in violazione delle leggi penali operanti all’interno degli Stati membri, incluse le leggi che proibiscono l’abuso di potere criminale”, afferma la necessità di adottare delle misure miranti a garantire il riconoscimento universale e efficace dei diritti delle vittime della criminalità e di abuso di potere.

Per quanto riguarda le donne minori vittime di violenza, occorre ricordare la Raccomandazione del Consiglio d'Europa adottata il 30 aprile 2002, che propone una strategia globale per prevenire la violenza e proteggere le vittime e costituisce tuttora una delle misure legislative fondamentali a livello europeo in quest'ambito. Il documento contiene una serie di raccomandazioni che gli Stati membri dovrebbero seguire per proteggere le donne

2

Page 3: Protocollo Sds-questura Per Stampa

]vittime di violenza puntando su sensibilizzazione, educazione, formazione e prevenzione del fenomeno.

Un importante disposizione normativa, a tutela di minori vittime di reati è costituito della Convenzione sui diritti del fanciullo di New York N. 44/25 del 1989 che l’Italia ha ratificato con la L. 176 del 27/05/91. La Convenzione di New York prevede che ogni Stato si adoperi per garantire al minore tutti i diritti di cui è portatore. Il criterio generale su cui si fonda è il supremo interesse del minore. Si prevede che, nei casi in cui un minore si dovesse trovare in una situazione che gli possa arrecare danno, lo Stato, e in concreto i Servizi Sociali e altri operatori, devono proteggere il soggetto e aiutarlo a far sì che possa superare questo momento di crisi nel migliore dei modi, supportandolo.In particolare quando il minore si trovi coinvolto in procedure giudiziarie, nell’ottica della sua centralità, viene espresso il principio generale che obbliga il giudice all’ascolto del minore e a tenere conto dell’opinione da questi espressa in ogni procedimento giudiziario che lo riguarda; nello specifico, la Convenzione di New York prevede il diritto del minore ad essere sentito direttamente o indirettamente, dopo aver accertato la sua capacità di comprensione e di valutazione.

Recentemente inoltre, l’Italia ha ratificato la Convenzione di Lanzarote che prevede un inasprimento delle pene per gli abusanti, un potenziamento delle tecniche investigative e, soprattutto, introduce nel nostro codice penale la parola “pedofilia”. Tra le novità più importanti previste dalla Convenzione, l'introduzione di due nuovi delitti: l'istigazione a pratiche di pedofilia e di pedopornografia e l'adescamento dei minori anche per via telematica.E' inoltre previsto un inasprimento delle pene anche per i reati di prostituzione minorile e di pornografia minorile. Infine, non si potrà più dichiarare di non essere a conoscenza della minore età della persona offesa nel caso di commissione di uno dei delitti contro i minori, grazie al principio dell’inescusabilità dell’ignoranza dell’età della persona offesa, introdotto nel codice penale italiano.

Le parti coinvolte nel presente accordo condividono ed applicano la terminologia utilizzata dalla legislazione vigente in materia, in particolare quando parliamo di:

- “ Vittima fragile”: si intende la vittima di un reato che versa in una condizione di particolare vulnerabilità dovuta a fattori biologici, psicologici, sociali e comportamentali;

- “Minore vittima e testimone” : indica i bambini e gli adolescenti di età inferiore ai 18 anni che sono vittime e testimoni di reato, indipendentemente dal loro ruolo nel reato o nel procedimento penale a carico del presunto autore;

- “Professionisti”: indica le persone che nell’ambito del loro lavoro sono in contatto con i minori vittime e testimoni o che hanno il compito di rispondere ai bisogni dei minori nel sistema giustizia. Sono comprese ad esempio le seguenti persone: difensori e persone di sostegno del minore e della vittima, specialisti dei servizi di protezione dei minori, procuratori e, se del caso, avvocati difensori, personale diplomatico e consolare, personale dei programmi contro la violenza in famiglia, giudici, personale dei tribunali, funzionari di polizia giudiziaria, professionisti medici e della salute mentale, operatori sociali;

- “Procedimento giudiziario”: comprende l’accertamento del reato, la denuncia, le indagini, il procedimento penale, le procedure relative al giudizio e successive ad esso;

- “Rispetto per la sensibilità della vittima”: si intende un approccio che considera preminete il diritto della vittima di essere protetta e tenga in considerazione i bisogni e le opinioni individuali della stessa, in particolar modo se di minore età;

3

Page 4: Protocollo Sds-questura Per Stampa

]- “Persona di sostegno”: è una persona con formazione specifica designata ad assistere la

vittima durante tutto lo svolgimento del procedimento giudiziario, al fine di evitare il rischio di coercizione, rivittimizzazione o vittimizzazione secondaria;

- “Vittimizzazione secondaria”: ovvero la vittimizzazione non derivante direttamente da un atto criminoso, bensì dalla risposta delle istituzioni e della comunità nei confronti della vittima;

- “Rivittimizzazione”: si intende una situazione nella quale una persona subisce più di una situazione criminosa in un determinato periodo di tempo.

Le parti concordano sulla necessità che si attivino forme di collaborazione istituzionale al fine di sostenere e proteggere le vittime fragili e garantire l’adeguata assistenza e protezione in tutte le fasi delle necessarie indagini e di giudizio. Protezione che è fondamentale per evitare processi di vittimizzazione secondaria, processo di ulteriore vittimizzazione che può essere provocato da un atteggiamento di insensibilità, anche inconsapevole, nei confronti della vittima da parte dei sistemi: sanitario, sociale, giudiziario, delle forze di polizia e della comunità in generale. Questo in un’ottica preventiva mirata a offrire aiuto materiale e psicologico a vittime di reati per evitare una rivittimizzazione successiva.

Obiettivi e finalità

Il presente Accordo intende ottimizzare gli interventi al fine di:- attuare la massima integrazione possibile per la pianificazione degli interventi a tutti i livelli, a partire dal “tavolo alto” costituito dal Responsabile della Squadra Mobile, o suo delegato, da un referente dell’Ufficio Minori e dal Responsabile zonale per la tutela minorile;- raccordare e rendere più incisivo l’impegno dei Servizi e dei professionisti che agiscono a livello territoriale al fine di cogliere anche i bisogni di natura sociale ed assistenziale;- raccogliere con rigorosi criteri metodologici dati ed informazioni che consentano di definire una mappa dei bisogni delle vittime fragili e di seguire l’andamento delle iniziative al fine di assicurarne l’efficacia;- programmare le risorse umane e tecnologiche per avviare sincronicamente anche gli interventi più urgenti;- promuovere incontri di studio e riflessione, con cadenza annuale, nell’ambito del territorio provinciale.

Considerate le finalità sopra elencate saranno di seguito definiti i compiti delle Istituzioni coinvolte e le procedure operative da attuare nelle situazioni di emergenza o nei casi in cui si renda necessaria una presa in carico diretta di vittime di reati.

Riferimenti normativi

Visti l’articolo 403 del Codice Civile che legittima l’intervento della pubblica autorità in caso di minore che si trovi in condizione di grave pericolo per la propria integrità fisica e psichica, gli articoli 330-336 sulla pronuncia della decadenza della potestà genitoriale, la condotta pregiudizievole dei genitori verso i figli minori ed i relativi provvedimenti giudiziari nell’interesse del minore;

Vista la Legge 328/00 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” che all’ articolo 22 tra i livelli essenziali delle prestazioni, inserisce gli interventi di sostegno per i minori in situazioni di disagio tramite il sostegno al nucleo familiare di origine e l’inserimento presso famiglie, persone e strutture comunitarie di

4

Page 5: Protocollo Sds-questura Per Stampa

]accoglienza di tipo familiare per la promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e le misure di sostegno alle donne in difficoltà;

Vista la legge regionale 24 febbraio 2005, n. 41 “Sistema integrato di interventi e servizi per la tutela dei diritti di cittadinanza sociale” che all’Art. 53 definisce le politiche per i minori come quell’insieme degli interventi e dei servizi volti a garantire al minore la protezione e le cure necessarie per il suo benessere, e a promuoverne il pieno e armonico sviluppo psicofisico, l’educazione e la crescita in un idoneo ambiente familiare e sociale e comprende tra gli interventi e i servizi per i minori: il pronto intervento, l’accoglienza, la protezione, l’assistenza e il supporto ai minori italiani e stranieri che si trovano in stato di abbandono o privi di assistenza familiare o che risultano non accompagnati ai sensi dell’articolo 33 del d.lgs. 286/1998; la tempestiva segnalazione da parte dei servizi di assistenza, quando a conoscenza dello stato di abbandono di un minore, all’autorità giudiziaria competente al fine dell’adozione dei provvedimenti previsti dal titolo X del codice civile e le azioni conseguenti ai provvedimenti dell’autorità giudiziaria ed in collaborazione con essa;

Visto l’Art. 59 della L .41/05 che in tema di politiche per il contrasto della violenza contro le donne, i minori e in ambito familiare favorisce la realizzazione di interventi di rete per offrire le risposte necessarie, alle varie tipologie di violenza, allo scopo di limitare i danni e di superare gli effetti da questa procurati alla singola donna o minore.In particolare sono compresi tra gli interventi e i servizi per il contrasto della violenza contro le donne, i minori ed in ambito familiare: gli interventi multidisciplinari integrati di tutela e di cura, azioni di contrasto contro lo sfruttamento, la violenza e il maltrattamento dei minori e delle donne; il sostegno materiale, psicologico, legale ed abitativo di emergenza, nonché l’organizzazione di case e centri antiviolenza, da realizzarsi attraverso la programmazione locale dei servizi a favore delle vittime e delle funzioni genitoriali; la valorizzazione delle reti territoriali di servizi e di modelli di intervento caratterizzati da un lavoro diéquipe nella presa in carico dei casi;

Vista la Deliberazione della Giunta Regionale Toscana 25 marzo 2002, n. 313 denominata “Guida e strumenti operativi in materia d’abbandono e maltrattamento dei minori” che definisce le procedure operative di intervento per la segnalazione all’autorità giudiziaria e elenca gli indicatori di maltrattamento ed abuso cui gli operatori devono fare riferimento;

Vista la Legge Regionale n. 59 del 16 Novembre 2007 in materia di “ Norme contro la violenza di genere” che incentiva la costituzione di una rete di relazioni tra i soggetti del territorio al fine di favorire procedure omogenee e di attivare interventi immediati, e le relative “Linee guida contro la violenza di genere” approvate dalla Regione con la deliberazione n. 291/2010, che delinea le competenze degli enti coinvolti e sottolinea l’importanza dell’approccio multidisciplinare;

Le SDS di Pisa, Valdera, Alta Val di Cecina si fanno promotrici del presente accordo contro la violenza e/o gli abusi sui minori, le donne ed i soggetti fragili, e costituisce uno specifico protocollo tra i soggetti istituzionali per la presa in carico in emergenza.

5

Page 6: Protocollo Sds-questura Per Stampa

]Si prevede un periodo pari un anno per il monitoraggio delle attività previste nel suddetto protocollo al fine di rendere operativo il percorso nelle specifiche realtà delle zone. Al termine del periodo di monitoraggio sarà possibile apportare modificare/integrazioni al protocollo.

6

Page 7: Protocollo Sds-questura Per Stampa

]Livelli organizzativi

1. Gruppo di Lavoro Interistituzionale provinciale sui minori vittime di reato (d'ora in avanti, MIVIR).

Viene istituito il MIVIR che è composto dai rappresentanti dei Servizi Sociali delle SDS, delle Forze dell'Ordine interessate e dall'Associazionismo di riferimento, che insisistono sul territorio della Provincia di Pisa, e si articola in 'unità di crisi' di cui al punto successivo. Il MIVIR rappresenta la 'cabina di regia' del presente Protocollo, e in quanto tale ha il compito di sovrintendere alla definizione, organizzazione e realizzazione delle azioni previste dal presente Protocollo.Il MIVIR è, altresì, uno spazio e un’opportunità per la condivisione di metodi, linguaggi, obiettivi, attraverso cui creare un sistema di servizi interistituzionali coordinati e in grado di connettersi in un progetto unitario e integrato di intervento.Inoltre il MIVIR potrà invitare alle proprie sedute altri soggetti coinvolti e/o coinvolgibili in iniziative che verranno di volta in volta assunte.Il MIVIR ha come obiettivo quello di predisporre e organizzare azioni e iniziative di:

rilevazione dei dati e lettura del fenomeno sul territorio, anche al fine di definire il contenuto del profilo di salute delle SDS, nonché di proporre obiettivi per il piano integrato di salute;

confronto e discussione tecnico-metodologica sul fenomeno e individuazione delle strategie operative più efficaci per garantire un raccordo efficace dei Soggetti rappresentati per un'efficace azione sui territori;

sensibilizzazione, prevenzione e formazione; ricognizione delle risorse e dei progetti sui temi in questione; costruzione di modalità di raccordo e di collaborazione con i servizi e i progetti già

presenti sul territorio.

Il MIVIR si riunisce almeno due volte l’anno, salvo situazioni di urgenza e/o straordinarie che richiedono convocazioni a cadenza più ravvicinata.

2. Unità di crisi (d'ora in avanti, UCRI)

Viene istituita l'UCRI che rappresenta il momento operativo del MIVIR a livello dei singoli territori delle tre SDS.Nel casi di segnalazione di reato su minore, il servizio sociale espleta quanto di propria competenza, raccordandosi, senza indugio, con le locali Forze dell'Ordine, predisponendo gli atti necessari e condividendo un piano di intervento a breve-medio termine in attesa dei risultati dell'indagine e degli eventuali provvedimenti necessari e urgenti della Procura.L'UCRI è costituito dai Referenti dei Servizi Sociali del territorio della SDS ove il minore vittima sia residente, dalle Forze dell'Ordine interessate, dalle Associazioni di riferimento, nonché da quei Soggetti altri coinvolti nella rilevazione del reato, laddove se ne ravvisi la necessità.L'UCRI ha il compito di monitorare la presa in carico, di promuovere l'elaborazione del progetto, di effettuare le opportune verifiche sull'evoluzione del progetto stesso.L'UCRI ha anche il compito di portare all'attenzione del MIVIR le situazioni che ha in carico, per garantire una gestione coordinata e uniforme su tutto il territorio provinciale.L'UCRI si riunisce, ogni qualvolta uno dei firmatari del presente protocollo lo richieda.

7

Page 8: Protocollo Sds-questura Per Stampa

]

8

UNITA’ DI CRISIFunzionamento e modalità operative

Si riunisce c/o la sede della SdS almeno 2 volte al’anno per la verifica e la messa a punto delle procedure operative e per definire attività formative congiunte mediante convocazione scritta da parte del Responsabile UO assistenza sociale

2° livello UCRI

Funzionari forze dell’ordine Assistenti Sociali territoriali Altri eventuali operatori coinvolti

C/o sede Squadra Mobile

Si riunisce in seguito a segnalazione a mezzo fax da parte delle forze dell’ordine , nella quale deve essere indicato nome, cognome, residenza della presunta vittima e data dell’incontroSi riunisce c/o la sede della Squadra Mobile o CC entro 4 giorni dal ricevimento del fax

Può richiedere su singole situazioni che il

SST sia ausiliario di polizia giudiziaria nell’ascolto della presunta vittima

1° livello MIVIR

Dirigente squadra mobile e Ufficio Minori

Resp. Servizi Sociali Resp. Terzo Settore (eventuale)

Page 9: Protocollo Sds-questura Per Stampa

]

ALLLEGATO 1

Procedure operative

Servizio Sociale territoriale (diagramma n.1)

La segnalazione di una situazione di disagio e/o maltrattamento grave nei confronti di una persona di minore età, di una donna o altro individuo fragile (anziano, disabile…) può pervenire al Servizio Sociale territoriale della Asl 5/SdS da varie fonti: scuola, pediatra, pronto soccorso, questura, segretariato sociale…In seguito ad una segnalazione di probabile disagio e/o maltrattamento la U.F. Servizi Sociali territoriali individua l’assistente sociale competente per territorio, la quale dovrà attivarsi per conoscere la situazione, rilevare le criticità e valutare la necessità di interventi giudiziari a tutela della vittima di violenza.Nella fase valutativa possono essere coinvolti anche altri professionisti con la finalità di attuare una valutazione multi professionale.Qualora venga riscontrato dall’equipè la non necessità di coinvolgimento degli organi giudiziari e quindi l’assenza di maltrattamento e/o abusi nei confronti del minore o altro soggetto, può non avvenire nessuna presa in carico.Nel caso di rilevazione di una situazione non complessa di disagio, può essere attivato un progetto di aiuto collaborativo con la famiglia.Se al contrario, l’equipè ravvisa una situazione di grave abuso e/o maltrattamento, deve adempiere agli obblighi di segnalazione all’autorità giudiziaria, segnalando tempestivamente e per iscritto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori, quando la vittima del reato sia un minorenne ed alla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario, qualora l’autore/ il presunto autore del reato sia un adulto (in caso di presunto autore minorenne la segnalazione deve essere inviata solo alla Procura presso il Tribunale per i Minorenni).

In tutte quelle situazioni in cui ci si trovi in presenza di maltrattamenti gravi e necessità di interventi di emergenza connessi all’adozione di provvedimenti da parte dell’autorità giudiziaria, sulla base del presente accordo, si prevede l’attivazione dell’Unità di Crisi, come strumento favorente la cooperazione tra i Servizi Sociali e le Forze dell’ordine.

9

Page 10: Protocollo Sds-questura Per Stampa

]

ILLUSTRAZIONE PROCESSO DI INTERVENTO DEI SERVIZI SOCIALI TERRITORIALI (diagramma n.1)

SI NO

Organi giudiziari

Scheda di segnalazione da inviare al fax delle forze dell’ordine coinvolte

10

Altri ( scuola pediatra etc.) Segnalazione disagio/maltrattamento del minore

Segnalazione scritta

Servizi Asl/SdS Conoscenza diretta della situazione

Procura ordinaria e/o Procura c/o TM

Rilevazione problematiche Presa in carico dei Serv. Sociali territoriali e individuazione dell’Ass Sociale responsabile del caso

Necessità di interventi giudiziari di tutela?

Nessuna presa in carico o progetto di aiuto collaborativo con i genitori

Attivazione Unità di crisi

Page 11: Protocollo Sds-questura Per Stampa

]ILLUSTRAZIONE PROCESSO INTERVENTO DELLA MAGISTRATURA

INQUIRENTE

NO

SI

NONO

SI

SI

11

Informativa da parte di P.S.,C.C. G.di F., …..Denuncia presso la Procura.Segnalazione scritta dei Servizi

La notizia di reato perviene alla Procura

Notizia di reato appresaautonomamente dal P.M.

La notizia di reato viene trasmessa al Sost. Proc. per un primo vaglio

È degna diindagine?

Iscrizione nel Registro delleNotizie non costituenti Reato

Iscriz. nel Reg. Notizie di Reato. Apertura procedimento (n.proc.,identificativo indagati, ecc.).

È approvatadal GIP?

Richiesta di rinvio a giudizio.Imputazione

Richiesta di archiviazione

Rinvio a giudizioIscrizione nel Registro delleNotizie non costituentiReatoArchiviazione del procedimento

Referto medico

È approvatadal GIP?

Page 12: Protocollo Sds-questura Per Stampa

]Allegato 2

Procedure operative in caso di emergenza (attivazione UCRI)

Il presente accordo si applica a soggetti deboli vittime di reato ( minori, donne, anziani…) che si trovino in situazioni di emergenza e/o urgenza, secondo la seguente terminologia condivisa dai soggetti istituzionali coinvolti.

Emergenza: il soggetto si trova in situazione di pericolo per la sua salute ed integrità psico fisica; è necessario attivarsi per fornire una risposta immediata per soddisfare i bisogni primari della persona.

Urgenza: situazione in cui non c’è un pericolo imminente per l’incolumità del soggetto (che è già stato collocato in luogo sicuro e idoneo) ma è necessario elaborare un progetto multiprofessionale personalizzato per l’uscita dalla situazione di bisogno iniziale che ha causato l’intervento in emergenza.

Sulla base di quanto premesso, si elencano di seguito tre possibili modalità di intervento in situazioni di emergenza.

Procedura di intervento delle Forze dell’ordine

- Le forze dell’ordine intervengono in maniera autonoma all’interno di una operazione sul territorio, nella quale riscontrino la necessità di attuare un intervento di allontanamento presso luogo sicuro ed idoneo di una persona, anche di minore età che si trovi in una situazione di grave pericolo (A. 403 C.C.).

- Le forze dell’ordine provvedono ad inviare copia dell’intervento effettuato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori, quando la vittima del reato sia un minorenne ed alla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario, qualora l’autore/ il presunto autore del reato sia un adulto (in caso di presunto autore minorenne la segnalazione deve essere inviata solo alla Procura presso il Tribunale per i Minorenni).Modulo allegato n. 1 e 2

- Viene inviata una copia per conoscenza al Servizio Sociale territoriale con proposta di incontro dei componenti dell’Unità di Crisi entro 2 giorni lavorativi dall’intervento di allontanamento. Modulo allegato n.3

- Nel corso dell’incontro multiprofessionale (attivazione dell’Unità di Crisi), al quale partecipano i funzionari delle forze dell’ordine e l’assistente sociale competente territorialmente, oltre ad eventuali operatori coinvolti, avviene uno scambio reciproco di informazioni, finalizzato a decidere congiuntamente un piano di intervento comune, ferme restando le competenze specifiche sul caso.

Procedura di intervento dei Servizi Sociali- I servizi sociali competenti territorialmente venuti a conoscenza di una situazione di

grave pregiudizio e pericolo per la salute ed il benessere psico-fisico di un minore, presumibilmente vittima di un reato, ritengono di intervenire con una procedura di emergenza (A. 403) collocando il minore presso luogo sicuro ed idoneo con un provvedimento del Dirigente del Servizio.

- Tale intervento di protezione può essere attivato anche nei confronti di soggetti adulti vittime di reato in condizione di fragilità (donne, anziani..)

- Il Dirigente del Servizio Sociale inoltra la segnalazione dell’intervento effettuato in emergenza alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori, quando la vittima del

12

Page 13: Protocollo Sds-questura Per Stampa

]reato sia un minorenne ed alla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario, qualora l’autore/il presunto autore del reato sia un adulto (in caso di presunto autore minorenne la segnalazione deve essere inviata solo alla Procura presso il Tribunale per i Minorenni). Modulo n .1 e 2

- Deve essere inviata una copia della documentazione alle Forze dell’Ordine per conoscenza, alle quali si può proporre un incontro congiunto entro 2 giorni lavorativi dall’intervento. Modulo n. 4

- Nel corso dell’incontro multi professionale (attivazione dell’Unità di crisi), al quale partecipano i funzionari delle forze dell’ordine e l’assistente sociale competente territorialmente, oltre ad eventuali operatori coinvolti, avviene uno scambio reciproco di informazioni, finalizzato a decidere congiuntamente un piano di intervento comune, ferme restando le competenze specifiche sul caso.

Procedura di intervento congiunta Servizio Sociale - Forze dell’ordine

- I Servizi Sociali e i funzionari di pubblica sicurezza, all’interno dei loro distinti compiti, venuti a conoscenza di una situazione di grave pregiudizio e pericolo per la salute ed il benessere psico-fisico di un minore, presumibilmente vittima di un reato, ritengono di intervenire con una procedura di emergenza (A. 403) collocando il minore presso luogo sicuro ed idoneo.

- Deve essere inviata copia dell’intervento effettuato congiuntamente alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori, quando la vittima del reato sia un minorenne ed alla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario, qualora l’autore/ilpresunto autore del reato sia un adulto (in caso di presunto autore minorenne la segnalazione deve essere inviata solo alla Procura presso il Tribunale per i Minorenni). Modulo 1 e 2

- In seguito all’intervento in emergenza viene attivata l’Unità di Crisi, al quale partecipano i funzionari delle forze dell’ordine e l’assistente sociale competente territorialmente, oltre ad eventuali operatori coinvolti, e nel quale avviene uno scambio reciproco di informazioni, finalizzato a decidere congiuntamente un piano di intervento comune, ferme restando le competenze specifiche sul caso.

13

Page 14: Protocollo Sds-questura Per Stampa

]Allegato 3.Procedura di intervento in emergenza nella Zona Pisana

Minori vittime di abuso e/o maltrattamentoLa convenzione in atto con la cooperativa Il Simbolo prevede l’accoglienza in emergenza con n° 3 posti destinati a minori di ambo sessi con o senza madri, L’accoglienza verrà effettuata le presso le strutture di accoglienza situate rispettivamente in Pisa, in via Garibaldi 33 in Ospedaletto (PI), in via del Fagiano n. 7 (“Casa del Vento”) in base ai seguenti criteri:

- età e sesso del minore;- tipologia di emergenza;- idoneità dei setting d’accoglienza;

in ragione dei quali i rispettivi responsabili delle strutture provvederanno all’inserimento del minore nella struttura che meglio risponde al suo bisogno di cura.La cooperativa si impegna a fornire le seguenti prestazioni:

- reperibilità e risposta a situazioni di emergenza sociale 24/24 ore sette giorni su sette da parte di personale educativo qualificato

- accoglienza del minore in strutture protette - risposta a bisogni primari, quali vitto, alloggio e igiene personale- primo ascolto in ambiente idoneo e protetto- eventuale accompagnamento presso la struttura di inserimento residenziale o altro luogo

ritenuto idoneo dal servizio sociale competente.- redazione e invio di report dell’intervento effettuato al servizio di riferimento sulla base

di strumenti informativi concordati - relazione semestrale di sintesi delle attività svolte.

Il servizio di pronta accoglienza sopra descritto si intende della durata complessiva di 72 ore entro le quali l’équipe educativa collaborerà con il Servizio Sociale al fine di individuare il percorso assistenziale più opportuno.Qualora la permanenza prosegua oltre le 72 ore, ovvero il servizio sociale competente valuti opportuno il prolungamento dell’accoglienza presso la struttura, verrà applicata la retta giornaliera ordinaria delle singole strutture. Se la situazione si presenta in via Saragat e risulta sconosciuta ai servizi sociali territoriali è necessario, se dopo un colloquio professionale si ritiene che vi siano gli estremi per intervenire, che l’ufficio tutela minori collabori nel reperimento di una situazione alloggiativa chiamando il numero sopra riportato della Cooperativa il Simbolo e, nel caso che i posti in emergenza siano già saturi, altra sistemazione alberghiera. La presa in carico professionale avverrà entro il giorno lavorativo successivo all’intervento di emergenza. .

Donne vittime di violenzaNel territorio pisano sono state elaborate le Linee Guida sul processo di presa in carico delle donne vittime di violenza, abuso, maltrattamento e dei loro figli, le quali costituiscono lo strumento operativo guida per gli operatori sociali e sanitari.In base a tale documento, si dispone tempestivamente l’accoglienza della donna in struttura protetta e segreta nella quale può permanere per un massimo di 20 giorni.L’associazione Donne in Movimento effettua un servizio di accoglienza di donne straniere 24/24 h

D.I.M. svolge i seguenti servizi:- Consulenza legale e accompagnamento ai servizi amministrativi,- Orientamento e accompagnamento alla rete dei servizi pubblici e privati,

14

Page 15: Protocollo Sds-questura Per Stampa

]- Sostegno nella ricerca del lavoro, supporto nell’accesso ai servizi per la casa e ai servizi socio-sanitari,sostegno se necessario nei percorsi di autonomia professionale,- interventi di mediazione linguistico/culturale e alfabetizzazione,- attività di counseling.

L’associazione Casa della Donna con sede in Via Galli Tassi a Pisa, oltre a gestire una casa di seconda accoglienza (casa rifugio) dove accogliere le donne ed i loro figli previa valutazione, si occupa dei seguenti servizi di prima accoglienza:

- attività di ascolto e sostegno al percorso,- informazioni legali,- consulenza e sostegno psicologico,- orientamento al lavoro,- orientamento e accompagnamento ai servizi.

Il servizio che ha effettuato il primo contatto (pronto soccorso, questura..) invia a mezzo fax i dati della donna all’U.F. Servizio Sociale territoriale, che entro 4 giorni lavorativi deve convocare il gruppo multiprofessionale per decidere il piano personalizzato.

Le assistenti sociali referenti per le strutture sono:Dott.ssa Agata Amato: referente per Dim,Dott.ssa Rita Paoli: referente per la Casa della Donna,Dott.ssa Donatella Pardini: referente per Convivenza guidata

2. Procedura di intervento in emergenza nella Zona Valdera

Il Pronto Intervento Sociale ) è un Servizio che intende dare risposte immediate e concrete a situazioni impreviste ed imprevedibili, per necessità di intervento richieste fuori dall’orario di accesso al Servizio di Assistenza Sociale. La protezione offerta dal Servizio dura per il tempo strettamente necessario ad individuare e realizzare condizioni favorevoli alla risoluzione del bisogno. Lo spirito del Servizio di Pronto Intervento Sociale è offrire una prima risposta all’emergenza, non rappresenta perciò un percorso sostitutivo, né una via preferenziale per la presa in carico professionale. Le segnalazioni possono essere effettuate da : -Forze dell’Ordine (Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza)-Polizia Municipale -Amministratori pubblici (Sindaci, Assessori )-RSA Pubbliche e private convenzionate;-Presidio Ospedaliero: Pronto Soccorso - U.O. Ostetricia/Ginecologia e U.O. Pediatria.

Destinatari e prestazioni

I destinatari del Servizio di Pronto Intervento Sociale sono i singoli, le famiglie, i minori, i disabili, gli anziani in condizioni di emergenza sociale, residenti/presenti sul territorio della Zona Valdera.L’intervento è volto al soddisfacimento di bisogni sociali che si presentino con le caratteristiche dell’emergenza.Il Servizio di Pronto Intervento Sociale si articola in una serie di prestazioni differenti e flessibili, finalizzate a fornire le forme di assistenza primaria urgente alle persone in situazione di bisogno di protezione, assicurate da un’assistente sociale, con l’ausilio degli altri attori pubblici e privati previsti

15

Page 16: Protocollo Sds-questura Per Stampa

]dai Protocolli (Forze dell’Ordine, Associazioni di Volontariato, reparti Presidio Ospedaliero), con cui deve essere condivisa la metodologia di intervento.

3. Procedura di intervento in emergenza nella Zona Alta Val di Cecina (Comuni di Castelnuovo V. C.,Montecatini V. C.,Volterra ,Pomarance)

Minori vittime di abuso e/o maltrattamento

L’accoglienza in emergenza destinata a minori di ambo i sessi in età compresa tra 12 e 18, anni con possibilità di deroga in casi eccezionali e previa valutazione del gruppo di indirizzo della struttura stessa, è effettuata utilizzando il posto riservato alla zona Alta Val di Cecina nella Comunità a Dimensione Familiare sita in Pontedera ,via Colombo ,5.

Il minore potrà usufruire della pronta accoglienza per un massimo di 15 giorni.La pronta accoglienza contempla due modalità di arrivo del minore in struttura:a) a cura dei servizi sociali territoriali che sono contattabili dal lunedì al sabato ore 8.00- 14.00 Il minore viene accompagnato dai servizi sociali e l’operatore rilascia alla Comunità un verbale di consegna che attesta l’avvenuto inserimento in struttura;b) nell’arco temporale in cui i servizi sociali non sono attivabili il minore può essere accompagnato dalle forze dell’ordine che rilasciano alla struttura un verbale di consegna.Il Responsabile della Struttura comunica l’inserimento avvenuto ai soggetti istituzionali .

Donne vittime di violenza

Nella Zona Alta Val di Cecina sono state elaborate Linee Guida sul processo di presa in carico sulla violenza di genere,le quali costituiscono lo strumento operativo guida per gli operatori sociali e sanitari .In base a tale documento, il centro di coordinamento (c/o il Consultorio Familiare dell’A.V.C.) avvalendosi della collaborazione dei servizi territoriali , in particolare dell’UF Servizio Sociale Territoriale e, laddove necessario, delle UU.FF. Salute Mentale Adulti e Infanzia Adolescenza, effettua l’ attività di presa in carico dei soggetti che si rivolgono ai servizi pubblici della rete per la definizione del percorso assistenziale e se necessario dispone tempestivamente l’accoglienza della donna sola o con figli in struttura a bassa intensità assistenziale convenzionata con la Zona, nella quale può/possono permanere per un massimo di 30 giorni .L’accoglienza in detta struttura può essere predisposta anche direttamente dal Pronto Soccorso se il caso si verifica in orari in cui il centro di coordinamento è inattivo.

Nella Zona è operativa l’associazione “ Le Amiche di Mafalda”

16

Page 17: Protocollo Sds-questura Per Stampa

]

Modulo n.1

Luogo, data

Prot. N. ____________

AFFIDAMENTO TEMPORANEO AI SENSI DELL’ART. 403 C.C.

Oggetto: minore __________________________________

A tutela del/della minore in oggetto, trovandosi in condizione di grave pericolo per la propria

integrità fisica e psichica tale da creare pregiudizio per il /la minore, si dispone in via

provvisoria ed urgente ai sensi dell’art 403 del codice civile l’affidamento ai Sig.ri

___________________________________________________________________________

residenti in via

___________________________________________________________________

con divieto per chiunque di distoglierlo dall’attuale collocazione in attesa del

pronuncia/ratifica dell’Autorità giudiziaria.

17

Page 18: Protocollo Sds-questura Per Stampa

]

18

Page 19: Protocollo Sds-questura Per Stampa

]

Modulo n. 2

Luogo, data

Prot. N. ____________

AFFIDAMENTO TEMPORANEO AI SENSI DELL’ART. 403 C.C.

Oggetto: minore

A tutela del/della minore in oggetto, trovandosi in condizione di grave pericolo per la propria

integrità fisica e psichica tale da creare pregiudizio per il /la minore, si dispone in via

provvisoria ed urgente ai sensi dell’art 403 del codice civile l’allontanamento e l’affidamento

alla struttura

___________________________________________________________________

Responsabile __________________________________________

con divieto per chiunque di distogliere il/la minore dall’attuale collocazione in attesa della

pronuncia/ratifica dell’Autorità giudiziaria.

19

Page 20: Protocollo Sds-questura Per Stampa

]

Modulo n.3

A U.F. Servizio Sociale

Fax

Da Squadra Mobile

Cognome Nome bambino/a ______________________________________________

Cittadinanza______________________________________________________________

Data a luogo di nascita _____________________________________________________

Cognome Nome madre _____________________________________________________

Cittadinanza_______________________________________________________________

Cognome Nome padre _____________________________________________________

Cittadinanza_______________________________________________________________

Residenza /domicilio: Comune ______________________

VIA ____________________________________________________________________

PROBLEMATICHE RILEVATE _______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Effettuata da ____________________________________________________________________

Tel__________________________________________________

Nome e cognome inviante ________________________________________________________

Proposta data e luogo incontro (da confermare) ___________________________________________________________________________

Luogo, Data

20

Page 21: Protocollo Sds-questura Per Stampa

]

Modulo n.4

A Dirigente Squadra Mobile di PisaComandante CC

Fax

Da U.F. Servizio Sociale Zona Pisana

Cognome Nome bambino/a ______________________________________________

Cittadinanza______________________________________________________________

Data a luogo di nascita _____________________________________________________

Cognome Nome madre _____________________________________________________

Cittadinanza_______________________________________________________________

Cognome Nome padre _____________________________________________________

Cittadinanza_______________________________________________________________

Residenza /domicilio: Comune ______________________

VIA ____________________________________________________________________

PROBLEMATICHE RILEVATE _______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Effettuata da ____________________________________________________________________ Tel__________________________________________________

Nome e cognome inviante ________________________________________________________

Proposta data e luogo incontro (da confermare) ___________________________________________________________________________

Luogo, Data

Firma

21