Pagine da scuola dello sport sds 100

10
SdS/Scuola dello Sport Anno XXXIII n.100 • 2014 3 Festeggiare un obiettivo per costruire il futuro. Il centesimo numero di questa rivista è la fotografia di una affascinante storia da raccontare per schiudere le porte di un ambizioso domani. Da scrivere a tinte tricolori, grazie all’appassionato e qualificato contributo di chi persegue l’ideale su cui è fondata la Scuola dello Sport, raccontando l’evoluzione di una realtà che è sinonimo di eccellenza e deve rappresentare un punto di riferimento ineludibile per la crescita professionale della nuova classe dirigenziale e tecnica. Sono onorato di firmare su questa rivista in occasione di una ricorrenza speciale, che racchiude l’importanza di un fiore all’occhiello del Coni e dell’intero movimento agonistico italiano. Un traguardo da celebrare che è contestualmente un punto di partenza, un’investitura per raggiungere nuovi obiettivi. Grazie a una mentalità innovativa capace di valorizzare la tradizione aprendosi alla globalizzazione, attraverso una costante interazione con il mercato. Con il coraggio di chi ha il compito di rappresentare un centro di eccellenza nazionale in materia di formazione e di aggiornamento in ambito sportivo e manageriale. Dal 1965, l’anno in cui Giulio Onesti fondò questa eccelsa realtà, la Scuola rappresenta un tratto caratteristico del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, e oggi si deve proporre come modello capace di implementare risorse e potenzialità. Onorare la storia vuol dire evolversi, crescere, aggiungere qualità a un patrimonio enorme, affinando la specializzazione e sottolineandone l’importanza come veicolo di affermazione. Credo molto nel valore strategico del nuovo piano formativo, con la convinzione che saprà recepire e assecondare le istanze esterne per modulare un’offerta che si deve proporre come valore assoluto del nostro sistema, contribuendo a radicare una nuova mentalità, vincente nel tempo, perché espressione del know how del settore e fonte di aggiornamento costante. Consolidare il proprio ruolo vuol dire offrire una prospettiva globale, capace di coinvolgere ogni componente del mondo agonistico. Per questo auguro alla Scuola dello Sport di raggiungere importanti successi, chiamati a certificare uno sviluppo esponenziale dell’intero movimento. Questa pubblicazione - all’insegna del 100 - arriva proprio nell’anno del Centenario del Coni, che festeggeremo a giugno. Il modo migliore per rinnovare un connubio unico, con l’obiettivo di rendere sempre più grande lo sport italiano. E di esaltarlo come modello di vita e di crescita per l’intero Paese. GIOVANNI MALAGÒ LA SCUOLA DELLO SPORT NEL CENTENARIO DEL CONI Il Piano formativo 2014 e il numero 100 di SdS-Scuola dello sport Rossana Ciuffetti Direttore della Scuola dello Sport del Coni FOTO ARCHIVIO FISI FORMAZIONE NELLO SPORT

description

http://www.calzetti-mariucci.it/shop/prodotti/sds-scuola-dello-sport-n-100-rivista SdS - Scuola dello Sport, n° 100 ANNO EDIZIONE: 2014 GENERE: Rivista CATEGORIE: Rivista SdS - Scuola dello Sport PAGINE: 72

Transcript of Pagine da scuola dello sport sds 100

Page 1: Pagine da scuola dello sport sds 100

SdS/

Scuo

la d

ello

Spo

rt A

nno

XXXI

II n.

100

• 20

14

3

Festeggiare un obiettivo per costruire il futuro. Il centesimonumero di questa rivista è la fotografia di una affascinante storiada raccontare per schiudere le porte di un ambizioso domani. Da scrivere a tinte tricolori, grazie all’appassionato e qualificatocontributo di chi persegue l’ideale su cui è fondata la Scuola dello Sport, raccontando l’evoluzione di una realtà che è sinonimodi eccellenza e deve rappresentare un punto di riferimento ineludibile per la crescita professionale della nuova classe dirigenziale e tecnica. Sono onorato di firmare su questa rivista in occasione di una ricorrenza speciale, che racchiude l’importanza di un fiore all’occhiello del Coni e dell’intero movimento agonistico italiano. Un traguardo da celebrare che è contestualmente un punto di partenza, un’investitura per raggiungere nuovi obiettivi. Grazie a una mentalità innovativacapace di valorizzare la tradizione aprendosi alla globalizzazione,attraverso una costante interazione con il mercato. Con il coraggio di chi ha il compito di rappresentare un centro dieccellenza nazionale in materia di formazione e di aggiornamentoin ambito sportivo e manageriale. Dal 1965, l’anno in cui GiulioOnesti fondò questa eccelsa realtà, la Scuola rappresenta un tratto caratteristico del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, e oggi si deve proporre come modello capace di implementarerisorse e potenzialità. Onorare la storia vuol dire evolversi, crescere, aggiungere qualità a un patrimonio enorme, affinandola specializzazione e sottolineandone l’importanza come veicolo di affermazione. Credo molto nel valore strategico del nuovopiano formativo, con la convinzione che saprà recepire e assecondare le istanze esterne per modulare un’offerta che si deve proporre come valore assoluto del nostro sistema, contribuendo a radicare una nuova mentalità, vincente nel tempo, perché espressione del know how del settore e fontedi aggiornamento costante. Consolidare il proprio ruolo vuol dire offrire una prospettiva globale, capace di coinvolgere ognicomponente del mondo agonistico. Per questo auguro alla Scuoladello Sport di raggiungere importanti successi, chiamati a certificare uno sviluppo esponenziale dell’intero movimento.Questa pubblicazione - all’insegna del 100 - arriva proprio nell’anno del Centenario del Coni, che festeggeremo a giugno. Il modo migliore per rinnovare un connubio unico, con l’obiettivodi rendere sempre più grande lo sport italiano. E di esaltarlocome modello di vita e di crescita per l’intero Paese.

GIOVANNI MALAGÒ

LA SCUOLA DELLO SPORT NEL CENTENARIO DEL CONI

Il Piano formativo 2014 e il numero 100 di SdS-Scuola dello sport

Rossana CiuffettiDirettore della Scuola dello Sport del Coni

FOTO

ARCH

IVIO

FISI

FORMAZIONE NELLO SPORT

Page 2: Pagine da scuola dello sport sds 100

SdS/

Scuo

la d

ello

Spo

rt A

nno

XXXI

II n.

100

• 20

14

11PERIODIZZAZIONE,PIANIFICAZIONE, PREVISIONEPerché il futuro non è maiquello che era solito essere1

Si analizzano alcune convinzioni che sono alla base del modello di pianificazione dell’allenamento basato sulla periodizzazione. Si esaminano così le evidenze e la logica che si trovano alla loro base per potere individuare,attraverso di una loro discussione, alcune importanti implicazioni per la filosofia dell’allenamento. Senza volere trattare tutti gli aspetti di tale discussione e senza affrontarealcuni aspetti marginali della periodizzazione,esaurientemente trattati da altri, l’accento vieneposto su nuovi e promettenti modi di esaminare il problema della pianificazione dell’allenamento.

John KielyInstitute of Coaching & Performance, University of Central Lancashire, Birmingham

Per iniziare

L’atletica leggera ha avuto la fortuna che vi sono stati numerosiallenatori ben preparati, esperti e intelligenti, che hanno lasciatoun eredità imperitura di pianificazioni della quale ha beneficiatotutto lo sport. Nel campo dell’endurance si è scritto molto diLydiard e Daniels, ma vi sono stati altri. Bondarchuk nei lanci, Pfaffnello sprint, ognuno ha i suoi favoriti. Ciononostante sembra cheancora siamo ben lontani dal capire quale sia il modo migliore diformulare e gestire i piani di allenamento. Esistono, infatti, nume-rosi problemi irrisolti. Non di rado avviene che vi siano atleti che

ottengono risultati brillanti utilizzando una determinata strutturadi allenamento, ma che nella stagione successiva ottengono risul-tati peggiori, malgrado il loro regime di allenamento sia rimasto lostesso. Però avviene anche che un atleta che ha avuto una stagio-ne d’allenamento piena di problemi, dove nulla era andato comeera stato pianificato, non abbia mai ottenuto risultati miglioricome in essa. Infortuni, malattie, sintomi di superallenamentocontinuano a tormentare la preparazione degli atleti. Mentre èimpossibile che ciò possa essere eliminato per sempre, è possibileridurne l’incidenza attraverso metodi più intelligenti di pianifica-zione?

IN DISCUSSIONE

Page 3: Pagine da scuola dello sport sds 100

SdS/

Scuo

la d

ello

Spo

rt A

nno

XXXI

II n.

100

• 20

14

19

“CERCARE la VERITÀ nei FATTI”Lo sport d’alto livello in Cina: il punto di vista di un allenatore (seconda parte)

Klaus Bartonietz

shí shì qiú shì (cercare la verità nei fatti)

SPORT NEL MONDO

In questa seconda parte di un ampiorapporto sullo sport cinese, basato sull’esperienza personale dell’Autoreche ha allenato la nazionale cinese di lancio del giavellotto femminile, su informazioni ricavate da fonti della stampa cinese e straniera e da pubblicazioni scientifiche cinesi), si espongono l’influenza del pensiero tradizionale cinese nella società e nello sport e alcune particolarità cheriguardano comportamenti, condizioniclimatiche e differenze determinatedalla lingua e dal modo di pensare chehanno i loro rilfessi anche nello sport.

Page 4: Pagine da scuola dello sport sds 100

SdS/

Scuo

la d

ello

Spo

rt A

nno

XXXI

II n.

100

• 20

14

25

Valutazione funzionale e pianificazione dell’allenamento sono un presupposto essenziale per ottenere risultati di livello mondialenello sport di prestazione elevata. Sebbene la molecola del lattato non sia facile da interpretare il test del lattato è uno strumentoimportante per la valutazione della capacità specifica di endurance. Da più di 200 anni è noto il rapporto che esiste tra lavoro muscolare e lattato, per cui è opportuno considerare congiuntamente lattato e tipologia delle fibre muscolari. Questa rassegna espone le nostreconoscenze più recenti sul metabolismo del lattato, le caratteristiche delle fibre muscolari e alcuni meccanismi di adattamento. Viene dimostrato e discusso il rapporto tra metabolismo del lattato e caratteristiche delle fibre muscolari. Infine si forniscono alcune raccomandazioni che riguardano il test del lattato e l’allenamento di intensità elevata, oggetto frequente di molte discussioni.

LATTATO, FIBRE MUSCOLARI e CONTROLLO dell’ALLENAMENTO

Considerazioni teoriche sul controllo dell’allenamento attraverso il metabolismo del lattato e la tipologia delle fibre muscolari

Benjamin Holfelder, Dieter BubeckIstituto di scienza dello sport e del movimento,Università di Stoccarda

BIOLOGIA DELLO SPORT

FOTO

ARCH

IVIO

FISI

Page 5: Pagine da scuola dello sport sds 100

33

SdS/

Scuo

la d

ello

Spo

rt A

nno

XXXI

II n.

100

• 20

14

La PRESTAZIONEdi GIOCO nel BEACH VOLLEY

L’obiettivo di questa ricerca è l’analisi dei tempi di gioco e di pausa nel beach volley internazionale di alto livello. La ricerca è stata realizzata nel 2013 durante il CorreintesGrand Slam della Repubblica Argentina che fa parte delWord Tour. Sono state analizzate 9 partite femminili e 5partite maschili. Tra le donne, le partite presentavano unadurata media di 35 min (range: 28-42min) quando venivanogiocati due set e di 52 min (range: 47-57 min) quandola partita finiva in tre set. I set duravano 14min42s (range: 10min41s-17min04s). Il tempo reale di gioco per set era 3min7s (range: 2min20s-3min37s). Il tempo di pausa per set era di 11min35 sec (range: 8min21s-13min27s). Il 59% dei punti raggiungevano una durata

da 0 a 5 s, il 32% da 6 a 10, il 6% da 11 a 15 s. Il 27% dei tempi di pausa durava da 11 a 15 sec, il 42% tra16 e 20 s, e il 22% tra 21 e 30 s. Nella nostra serie le 5 partite maschili analizzate terminarono in 2 set con unadurata media di 43 min (range: 28-57 min). I set in mediaduravano 18min16s (range: 17min57s-18min42s). Il tempo reale di gioco per set era di 3min57s (range:3min38s-4min16s). Il tempo reale di pausa era di18min16s (range: 17min51s–18min42s). Il 56% dei puntidurava da 0 a 5 s, il 35% da 6 a 10 s, e il 7% da 11 a 15 s. Il 19% dei tempi di pausa durava da 11 a 15 s, il 47% tra 16 e 20 s, e il 26% tra 21 e 30 s. Per ogni secondo di gioco vi erano 3,8 s di pausa.

MATCH ANALYSIS

Andrés EsperUniversità Nazionale di Lomas de Zamora, Repubblica Argentina

Tempi di gioco e di pausa nel beach volley di alto livello internazionale

FOTO ARCHIVIO FIPAV

Page 6: Pagine da scuola dello sport sds 100

SdS/

Scuo

la d

ello

Spo

rt A

nno

XXXI

II n.

100

• 20

14

41

La cadenza di pedalata ottimale: review della letteratura e linee guida

La cadenza di pedalata è una delle poche variabili che il ciclista può gestire durante la sua prestazione. La letteratura, però,presenta risultati discordi e non c’è consenso su quale sia la cadenza di pedalata ottimale. Si esamina, quindi, la letteraturaspecifica di ciascuna disciplina per individuare i punti in comune degli studi analizzati e giungere a una definizione condivisa

e il più possibile esauriente del concetto di cadenza ottimale, prendendo in considerazione i fattori fisiologici, energetici, biomeccanici e di sensazione di fatica. In conclusione, la cadenza di pedalata ritenuta ottimale dall’organismo è tanto più elevata quanto lo è la velocità di avanzamento a prescindere dalla potenza sviluppata, ma non è ancora chiaro quale sia il

criterio con il quale l’organismo la auto-ottimizza. Dalla letteratura si evince che, probabilmente, nella scelta della frequenza di pedalata è bene utilizzare come criterio fondamentale la minimizzazione della sensazione di fatica. Dagli studi effettuati sul campo non pare giustificabile la ricerca di cadenze elevate (≥ 90 rpm) in salita e, considerando le gare di endurance, possiamo considerare una cadenza media attorno alle 90 rpm come la scelta migliore dal punto di vista del rendimento, dello stress muscolare e della sensazione di fatica. Si rende necessario, però, approfondire l’argomento con ulteriori studi

che considerino complessivamente (e non separatamente) i diversi parametri che influenzano la cadenza di pedalata.

CADENZA di PEDALATA e PRESTAZIONE

Francesco Della Mattia Federazione Ciclistica Italiana, RomaGiuseppe Vannozzi Università degli Studi di Roma “Foro Italico”, Roma, Italia

CICLISMO

Page 7: Pagine da scuola dello sport sds 100

50

Nell’estate del 2011, l’American College of Sports Medicine (ACSM) ha pubblicato,aggiornando quelle del 2008, le sue nuove raccomandazioni sulla quantità e qua-lità dell’esercizio fisico necessario per lo sviluppo e il mantenimento della fitness

cardiocircolatoria, muscolo scheletrica e neuromotoria con la relativa guida alla prescri-zione di esercizio fisico, dando così una risposta definitiva su quanto esercizio fisico siarealmente necessario per tale mantenimento. Così, ad esempio, per l’efficienza cardiore-spiratoria, secondo l’intensità, si consigliano da tre a cinque sedute settimanali di eser-cizio fisico continuo o ritmico che impegni grandi gruppi muscolari come avviene a esem-pio per la camminata veloce, la corsa, il ciclismo, il nuoto, gli sport di racchetta o giochisportivi come il calcio. L’obiettivo è quello di raggiungere 150 min settimanali di eserci-zio fisico a moderata intensità (ad esempio, attraverso un programma di camminataveloce) o 75 min di esercizio fisico a intensità più elevata (ad esempio, attraverso unprogramma di corsa). Le autorità sanitarie sanno da decenni che il numero di casi di infezione delle vie respira-torie, di bronchiti, d’asma e d’enfisema aumentano con il tasso di inquinamento atmo-sferico. Quando esso raggiunge livelli particolarmente elevati anche le persone in buonasalute possono incorrere in alcuni malori: broncospasmi, difficoltà respiratorie, tosse,affanno più evidente, sensazione di soffocamento, irritazione delle mucose del naso edella gola, aumento della produzione di muco, aggravamento di problemi respiratori giàesistenti, ecc. È stato dimostrato, poi, che la probabilità di morire di cancro al polmone odi malattie del sistema cardiocircolatorio è del 25% maggiore nelle persone che abitanoin zone inquinate.Se si considera che quasi tutte le attività fisiche consigliate dall’ACSM per migliorarel’efficienza cardiocircolatoria – camminare, correre, andare in bicicletta, sport di racchet-ta o giochi sportivi – si svolgono all’aperto è legittimo chiedersi allora quale sia il rischioper la salute se si praticano queste attività in un ambiente caratterizzato da inquinamen-to atmosferico. Anche perché se le persone che si allenano regolarmente generalmente hanno buonauna fitness cardiorespiratoria, ciò non significa che non siano esposte ai problemi respi-ratori associati all’aria inquinata. Infatti, essendo in condizione fisica migliore possonoesercitarsi a una intensità più elevata e, quindi, sono soggette maggiormente agli effettinegativi dell’inquinamento.Sd

S/Sc

uola

del

lo S

port

Ann

o XX

XIII

n.10

0 •

2014

Spor

te a

mbie

nte

Laudato si’, mi’ Signore, per fratevento et per aere et nubilo et sereno

et onne tempo, per lo quale a le tue creature dai sustentamento

A cura di Mario Gulinelli

ARIA di CASA

Page 8: Pagine da scuola dello sport sds 100

SdS/

Scuo

la d

ello

Spo

rt A

nno

XXXI

II n.

100

• 20

14

53Il TAPERING e l’ENDURANCEDalla ricerca ai procolli applicativi sul campo

Laura Fulgenzi Università degli studi di UrbinoGiancarlo D’Amen, Davide Sisti Dipartimento Scienze biomolecolari, Università degli Studi di Urbino

METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO

FOTO

ARCH

IVIO

FISI

Nella programmazione dell’allenamento il tapering, termine inglese he indica il mesociclo di scarico, è collocato nel periodo immediatamente prima della competizione principale e riveste un ruolo cruciale. Durante il tapering il carico di allenamento viene ridotto con lo scopo favorire gli adattamenti fisiologici e psicologici per raggiungere il picco di performance. Alla luce delle evidenze scientificheattuali si è voluto indagare, attraverso la somministrazione di un questionario, rivolto sia agli atleti che agli allenatori,

quale sia la gestione del carico nel periodo pre-tapering e di tapering in tre differenti sport di resistenza: Nuoto GranFondo – atleti della nazionale italiana; Triathlon – T.D. Riminia.s.d.; Mountain bike, specialità Cross Country – A.s.d.Superbike Team. Questa indagine ha o scopo di verificare se la realtà a noi più prossima, rispecchia ciò che ci viene trasmesso dalla letteratura internazionale. Inoltre, offrespunti di riflessione per quanto riguarda la programmazionedell’allenamento e la gestione del periodo di tapering.

Page 9: Pagine da scuola dello sport sds 100

SdS/

Scuo

la d

ello

Spo

rt A

nno

XXXI

II n.

100

• 20

14

61

Le FASI di TRANSIZIONI nel TRIATHLONUso dei mezzi combinati nell’allenamento del triathlon:

aspetti tecnici e proposte didattiche

Le fasi di transizione trasformano la somma di tre diversediscipline, nuoto, ciclismo e corsa, in un’unica entità sportiva: il triathlon. Le transizioni avvengono nel passaggioda una disciplina all’altra, in esse si ritrovano molti degli elementi che caratterizzano questa disciplina e, nonostante rappresentino una piccola percentuale del tempototale, costituiscono una fase estremamente delicata checondiziona la prestazione finale. Le implicazioni tecniche,

fisiologiche e biomeccaniche del passaggio nel corso della gara da una disciplina all’altra, sono l’oggetto di studio del presente lavoro. Dopo aver descritto le tipologie e gli elementi caratterizzanti le transizioni vengono forniti spunti di riflessione e alcuni strumenti per l’impostazione metodologica dell’avviamento e dell’allenamento del triathlon, con particolare attenzione all’allenamento giovanile.

Mario Miglio, Alessandro Bottoni, Attilio Maria Boni Federazione italiana triathlonAntonio Dotti Tecnico specialista FIDAL

Clara Mauri Dipartimento medicina riabilitativa I-IRCCS, Istituto Ortopedico R. Galeazzi, MilanoAntonio La Torre Dipartimento di Scienze biomediche per la salute, Scuola di Scienze motorie, Università degli Studi, Milano

METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO

Page 10: Pagine da scuola dello sport sds 100