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SdS/Scuola dello Sport Anno XXXIV n.104 • 2015 3 La Scuola dello sport nell’anno preolimpico: la formazione per un ambizioso domani FORMAZIONE NELLO SPORT La Scuola dello sport nel 2015, anno preolimpico, attraverso l’offerta del suo Piano formativo 2015, ampliata del 40% rispetto all’anno passato e che si attua nel quadro del sistema nazionale di qualifiche dei tecnici sportivi, vuole confermarsi il punto di riferimento per la crescita professionale di una nuova generazione di dirigenti e tecnici dello sport italiano e per le Direzioni tecniche e i Centri studi delle Federazioni sportive nazionali e Discipline associate. La sua offerta si articola attraverso Corsi e Seminari tecnici che rappresentano non semplici momenti formativi, ma occasioni di confronto e di sintesi di esperienze nelle quali le più recenti acquisizioni scientifiche si integrano con pratiche tecnico-metodologiche avanzate e si misurano con le realtà internazionali più evolute. La crescente importanza dello sport lo ha reso un fattore importante dell’economia del Paese. Così il programma formativo 2015, oltre alla presenza della Scuola all’Expo di Milano con un Seminario dedicato a nutrizione e sport, prevede Corsi e seminari di management e comunicazione, come la seconda edizione del Corso dedicato al management olimpico, la nona edizione del Corso di management sportivo organizzato con la Luis Bussiness School, il Corso sulla valorizzazione di stadi e impianti sportivi e Seminari dedicati al turismo sportivo e al rapporto tra sport e turismo. Con l’obiettivo di aprire nuove sfide sui campi di gara e nella società civile e di dedicare più spazio alla cultura, nel Piano 2015 è stata aperta una finestra Sport e società. In essa trovano spazio iniziative a respiro europeo come gli Europa Meeting “Pro safe sport for young athletes” o come la celebrazione del 50° anniversario della Società di psicologia dello sport. Cui si aggiungono un evento che coniuga sport e spettacolo e un seminario sulla storia del Coni e delle Federazioni sportive. Il programma di formazione 2015 con i suoi Corsi e Seminari mostra così una Scuola dello sport sempre più aperta al territorio grazie all’attività delle Scuole regionali e attenta alla necessità del mondo sportivo, della società e della cultura. Rossana Ciuffetti Direttore della Scuola dello sport Un PIANO CHE GUARDA al FUTURO

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La Scuola dello sport nell’anno preolimpico: la formazione per un ambizioso domani

FORMAZIONE NELLO SPORT

La Scuola dello sport nel 2015, annopreolimpico, attraverso l’offerta del suo Piano formativo 2015, ampliata del 40% rispetto all’anno passato e che si attua nel quadro del sistemanazionale di qualifiche dei tecnici sportivi, vuole confermarsi il punto diriferimento per la crescita professionaledi una nuova generazione di dirigenti e tecnici dello sport italiano e per le Direzioni tecniche e i Centri studi delle Federazioni sportive nazionalie Discipline associate. La sua offerta siarticola attraverso Corsi e Seminari tecnici che rappresentano non semplicimomenti formativi, ma occasioni di confronto e di sintesi di esperienzenelle quali le più recenti acquisizioniscientifiche si integrano con pratiche tecnico-metodologiche avanzate e si

misurano con le realtà internazionalipiù evolute. La crescente importanzadello sport lo ha reso un fattore importante dell’economia del Paese.Così il programma formativo 2015, oltre alla presenza della Scuola all’Expo di Milano con un Seminario dedicato a nutrizione e sport, prevede Corsi e seminari di management e comunicazione, come la seconda edizione del Corso dedicato al management olimpico, la nona edizione del Corso di management sportivo organizzato con la LuisBussiness School, il Corso sulla valorizzazione di stadi e impianti sportivie Seminari dedicati al turismo sportivo e al rapporto tra sport e turismo. Con l’obiettivo di aprire nuove sfide sui campi di gara e nella società civile

e di dedicare più spazio alla cultura, nel Piano 2015 è stata aperta una finestra Sport e società. In essa trovano spazio iniziative a respiro europeo come gli EuropaMeeting “Pro safe sport for young athletes” o come la celebrazione del 50° anniversario della Società di psicologia dello sport. Cui si aggiungono un evento che coniugasport e spettacolo e un seminario sulla storia del Coni e delle Federazionisportive. Il programma di formazione2015 con i suoi Corsi e Seminari mostra così una Scuola dello sport sempre più aperta al territorio grazie all’attività delle Scuole regionali e attenta alla necessità del mondo sportivo, della società e della cultura.

Rossana Ciuffetti Direttore della Scuola dello sport

Un PIANO CHE GUARDA al FUTURO

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Le linee generali e gli elementi principali del Sistema internazionaledelle qualifiche dei tecnici sportivi (seconda parte)

Il SISTEMA INTERNAZIONALE delle QUALIFICHEdei TECNICI SPORTIVI

Claudio MantovaniScuola di dottorato in Advanced Sciences and Technologies in Rehabilitation Medicine and Sports,Università di Roma “Tor Vergata”; Scuola dello sport

FORMAZIONE NELLO SPORT

Il Sistema Internazionale delle Qualifiche dei Tecnici Sportivi è il quadro di riferimento per la progettazione e la realizzazione di percorsiformativi rivolti agli allenatori. Nella prima partedi questo lavoro, definito il ruolo del tecniconello sport, indicate le funzioni che deve assolvere nei vari contesti operativi e illustratiquali sono i diversi attori coinvolti nella formazione, è stata offerta una panoramica sullo status di allenatore nelle diverse modalitàdi occupazione e di inserimento nello sport, rilevando le competenze necessarie per svolgere i compiti e le responsabilità relative. In questaseconda parte sono descritti il ruolo del tecnicoin ciascuno dei quattro livelli di qualificazioneprevisti dal sistema e le conoscenze e competenze necessarie in ciascun livello, distinte, rispettivamente, in conoscenze professionali, interpersonali e intrapersonali e in competenze funzionali e relative al compito.Per quanto attiene al percorso formativo, siindicano le diverse modalità di apprendimento,distinguendo l’apprendimento mediato da quellonon mediato e specificando, di conseguenza, l’istruzione formale, non formale ed informale.Infine si delineano le caratteristiche di una formazione permanente efficace, indicando le linee guida per la formazione dei formatori,cioè i tecnici specializzati nella progettazione e realizzazione della formazione di altri tecnici.

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Un GRANDE BALZO in AVANTILo sport femminile e i Giochi olimpici: una parità raggiunta

Si esamina la battaglia attuale per ottenere la parità dei generi nello sport internazionale e si illustra l’azione del Cio per promuovere la partecipazione femminile ai Giochi olimpici e fare in modo che aumenti la loro presenza

nei posti di responsabilità nello sport olimpico e internazionale.

Sonali Prasad Commissione Stampa del Comitato olimpico internazionale

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SPORT FEMMINILE

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Verso lo sviluppo della ricerca, sempre più consideratafattore decisivo per la competitività economicae il miglioramento del vivere civile dei territori,si rivolgono molte attese e il 2015 si apre con

interesanti novità nel settore della ricerca legata allamobilità ealla coooperazione internazionale.

Alla luce dei recenti studi della European Association of Sport Management (EASM) e della North American

Society for Sport Management (NASSM) risulta evidenteche il management dello sport ha assunto dimensioni

apprezzabili dal punto di vista della ricerca.Ciononostante in questa disciplina il dualismo tra ricerca

e formazione sembra essere maggiormente accentuato a causa del contesto operativo e della richiesta

di nuove abilità da parte del mercato del lavoro. Si analizzano gli attuali modelli di interpretazione

del settore dello sport e con l’obiettivo di porre le basiper l’interpretazione del ruolo del management

nelle principali occupazioni che ad oggi operano nel mondo sportivo e si elencano i principali approcci

di ricerca adottati.

Angelo AltieriScuola dello sport, Coni servizi, Roma

Introduzione

Le scienze del management sono chiamate a occuparsi di proble-mi affascinanti posti al centro della società contemporanea e chehanno a che fare con la vita quotidiana delle persone. Le modernetecnologie permettono di raccogliere e gestire una grande quan-tità di dati (Data Mining). La capacità di interpretare grandi volumidi dati per capire non solo “cosa” succede, ma “come” e, forse inun prossimo futuro, “perché”, sembra essere il tema ricorrente neifinanziamenti alla ricerca1.Studiare un’organizzazione e il management in generale, vuol direrivolgere attenzione a quelle entità intermedie tra società e indivi-duo nel cui ambito si svolgono ormai tutti i principali aspetti dellavita sociale e civile, non più solo economica. Le stesse scienzesociali, dall’economia, alla sociologia, alla psicologia stanno dedi-cando del resto crescente attenzione ai fenomeni organizzativitrovando grandi difficoltà e descriverli e spiegarli in modo persua-sivo (Rebora 2007).Il management è un campo di ricerca relativamente recente, che leUniversità hanno in genere affrontato con strutture dedicate, qualile business schools. Parallelamente il mondo dello sport ha rispo-sto con la promozione di sinergie tra Istituti di ricerca, Comitatiolimpici e organizzazioni internazionali. Solo in tempi successivi leFacoltà dotate di maggiori tradizioni hanno inserito corsi di studioe progetti di ricerca orientati al management nei rispettivi pro-grammi di attività. Un ritardo maggiore in questo si è avuto inItalia rispetto alle esperienze del mondo anglosassone. Tra l’altro larecente riforma universitaria ha fatto confluire le competenze delleFacoltà nei dipartimenti, potenziando i gruppi di ricerca e i relativiattriti derivanti dagli approcci alla ricerca stessa.Il management si configura oggi come un campo di ricerca checomprende molti argomenti e contenuti, segnato da confini pocochiari e poco definiti rispetto alle scienze sociali più consolidate.Rientrano così nel management discipline come contabilità, stra-tegia, economia, finanza, risorse umane, sistemi informativi,marketing, produzione e logistica, organizzazione, metodi quanti-tativi, ecc. (Thomas 2004).I metodi di ricerca diffusamente riconosciuti e accettati sono delresto affini a quelli delle scienze sociali di base e configurano ungamma molto ampia e diversificata. Spesso si verifica anzi che lediverse aree di contenuti privilegiano differenti metodi di ricerca. Eal ricercatore è richiesta comunque una forte sensibilità culturale,oltre che capacità tecnica, soprattutto per l’esigenza di collaborareattraverso diverse aree disciplinari (Thomas 2004). Resta ancheaperta la discussione se il management configuri una vera e pro-pria scienza. Probabilmente è più rispondente considerarlo unadisciplina che, come l’ingegneria e la medicina, usa la scienza, manon è completamente scienza (Gorgoglione 2003). Si tratterebbecosì di un mestiere, un’attività pratica che contiene anche aspettidi arte e si differenzia da altri tipi di attività intellettuale, perchéconfigura “un’arte pratica”, più che “una scienza applicata”(Carlsson 1951; Mintzberg 1973). E dare un’adeguata e oggettivadescrizione di un lavoro artistico è sempre arduo. Non si trattasolo di applicare principi ben definiti a determinati casi, comepuò fare, per esempio, un ingegnere progettista. L’arte praticanon si può basare su principi ben definiti e sull’applicazione diuna conoscenza sistematica, perché non ha un completo e sicurofondamento di questo tipo. La conoscenza su cui si basa è fram-mentaria, non completamente definita, continuamente in lottacon la sfera del non conosciuto. Le regole di riferimento richiedo-no un’attiva interpretazione da parte del soggetto e quindi giudi-zio, intuizione e abilità personale di tipo creativo.

MANAGEMENT SPORTIVO

Il MANAGEMENT nello SPORT

La ricerca interdisciplinare per il management dello sport

FOTO ARCHIVIO SCUOLA DELLO SPORT

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Studio e caratterizzazione della nuova Classe Olimpica Nacra 17

NACRA 17: UNA NUOVA CLASSE OLIMPICA

Dario Dalla Vedova Istituto di Medicina e Scienza dello Sport "Antonio Venerando", Dipartimento Scienza dello Sport; Michele Marchesini, Gabriele Bruni, Marco Iazzetta Federazione Italiana Vela;

Maurizio Besi, Francesca Romana Gardini, Valerio Carlozzi, Valentina Becchi, Claudio Gallozzi Istituto di Medicina e Scienza dello Sport"Antonio Venerando", Dipartimento Scienza dello Sport

Il Nacra 17 è un catamarano biposto di ultima generazione:lungo poco più di 5 m, è costruito con le tecnologie più evolute per fornire elevate prestazioni. È dotato di tre vele ad alta efficienza, doppio trapezio e derive curve che gli permettono letteralmente di volare sull’acqua. Realizzatoin regime di stretta monotipia, è l’ultimo arrivato tra le ClassiOlimpiche essendo stato selezionato quale catamarano per i Giochi di Rio 2016 e di Tokyo 2020. Presenta anche un’altracaratteristica innovativa: per regolamento l’equipaggio deveessere formato da un uomo ed una donna senza vincoli di ruolo a bordo. Uno dei requisiti principali per migliorare la performance di qualunque tipo di imbarcazione a vela è la comprensione e l'ottimizzazione dell'assetto dello scafo,

delle tecniche per la sua conduzione nelle diverse condizioni meteo marine e dell'attrezzatura dell'equipaggio in funzionedelle caratteristiche tecniche e antropometriche degli atleti a bordo. La Federazione Italiana Vela (FIV) e l’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport (IMSS) del Coni hanno pertanto impostato un progetto per lo studio delcomportamento in acqua del Nacra 17 e degli equipaggi fino ai prossimi Giochi Olimpici di Rio 2016. Finora i test si sono svolti presso il Centro Federale sul lago di Garda ed a Santander prima delle qualificazioni olimpiche avvenute in occasione dei Mondiali svoltisi nella medesima localitàspagnola nel settembre 2014. In questa sede si presentano la metodologia utilizzata ed i primi risultati ottenuti.

RINGRAZIAMENTI E NOTE: si ringraziano gli equipaggi Vittorio Bissaro e Silvia Sicouri, Federica Salvà e Francesco Bianchi per la collaborazione e la disponibilità mostrate durante lo svolgimento dei test e la stimolante partecipazione nelle successive analisi. Nel momento in cui quest’articolo viene chiuso (gennaio 2015), l’equipaggio formato da Vittorio Bissaro e Silvia Sicouri occupa la prima posizione nella Ranking List mondiale ISAF di categoria ed è arrivato al 4° posto ai Mondiali 2014 svoltisi a Santander.

L’Italia ha così ottenuto la qualifica per Nazioni nella disciplina del Catamarano Misto, classe Nacra 17. Bissaro e Sicouri sono stati preselezionati dalla Federazione Italiana Vela (FIV) per partecipare ai Giochi di Rio 2016 e verranno confermati qualora anche

nel 2015 mantengano i valori prestativi espressi lo scorso anno. Michele Marchesini è il Direttore Tecnico della FIV, Gabriele Bruni è il Tecnico Federale della Classe Nacra 17.

FOTO FABIO TACCOLA/FIV

SCIENZA DELLA VELA

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Il MARATONETAe Il CULTURISTAL’allenamento della forza per gli atleti degli sport di endurance

La maggior parte delle ricerche che hanno studiato l’influenzadell’allenamento della forza sulla prestazione degli sport di endurance, ha dimostrato l’effetto positivo di questo allenamento sul livello di prestazione degli atleti di questisport, alla cui base vi sono alcuni fattori che possono essere brevemente indicati nel miglioramento di aspetti neuromuscolari fondamentali per l’economia del movimento di corsa e nel fatto che il lavoro di un programma di allenamento della forza, specialmente quello della forzamassima, sposta la soglia di comparsa della fatica muscolare,aumentando così le probabilità dell’atleta di mantenere il suo rendimento fino al termine della gara. Dopo avere esposto brevemente i vantaggi offerti da un lavoro con i pesi per lo sviluppo di quelle qualità muscolari e anaerobicheeccezionali che sono spesso decisive nei finali di gara, si ricorda che uno degli elementi chiave dell’allenamento della forza per gli sport d’endurance riguarda come viene programmato durante il periodo di tapering e la stagione di gara. Più precisamente viene affrontato il problema e offerta una soluzione su come gestire le sedute di muscolazione durante il tapering e durante il periodo di gara negli sport il cui calendario costringe a ripetuti impegni di gara. Infine, dopo avere evidenziato l’importanzadella muscolazione sottolineando gli adattamenti nervosi utili e vantaggiosi prodotti dal lavoro esplosivo e dallo sviluppodella forza massima, si espone come l’importanza del lavoro di forza per l’atleta degli sport di endurance consista anche in adattamenti muscolari, quali, ad esempio, lo sviluppo dellacapacità muscolare di resistere alla ripetizione di carichi meccanici che può essere il risultato di un rafforzamentomuscolare basato su un lavoro eccentrico in palestra con i pesi.

Yann Le Meur Département de la recherche, Laboratoire Sport, expertise, performance, Institut national du sport, de l'expertise et de la performance, Parigi

TEORIA DELL’ALLENAMENTO

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Il RIGORE nel GIOCO del CALCIOIl calcio di rigore: stato attualedelle ricerche su una importantesituazione standard nel gioco del calcio

Si espongono alcune riflessioni sull’esecuzione reattiva del rigore nel gioco del calcio, nella quale chi lo tira regola il suo comportamento motorio sulle azioni del portiere e questi, per ragioni di tempo non ha quasi alcuna possibilità di pararlo. La base teorica di questa strategia d’azione viene riferita al priming dellereazioni di movimento e viene descritta attraverso alcuni esempi. Per l’esecuzione reattiva del rigore sono, quindi, importanti conoscenze che, da un lato si riferiscono a problematiche associate ai comportamenti del portiere e dall’altro al miglioramento delle strategie d’azione dei rigoristi. Per quest’ultimo aspetto sono particolarmente interessanti i risultati di quelle ricerche che si sono occupate delle azioni di finta, del momento del tiroe delle sue direzioni.

Armin KibeleIstituto di sport e scienza dello sport, Università di Kassel

GIOCHI SPORTIVI

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Le GARE a CRONOMETRO nel CICLISMO su STRADAAnalisi delle gare a cronometro nel ciclismo su strada: modello prestativoe fisiologico, metodi di allenamento e applicazioni pratiche

Lo scopo di questo articolo è quello di analizzare i principali parametri che caratterizzano una garaa cronometro di ciclismo su strada d’alto livello.I dati riportati sono stati raccolti da diversi studi su sport d’endurance e sono d’aiuto ad atleti eallenatori che si accingono ad affrontare una gara di questo tipo. Fondamentale è la ricercadella miglior posizione aerodinamica e l’utilizzo di biciclette e componenti speciali per ridurre la resistenza dell’aria e quindi il costo energetico. È consigliata una cadenza di pedalata di ~100 rpmper favorire un miglior flusso sanguigno e prevenire la sensazione di fatica. Fisiologicamente i cronoman hanno un massimo consumo d’ossigenorelativo elevato (V

.O2max = ~80 ml/kg/min)

e sono in grado di mantenere intensità elevate(90%V

.O2max ) per lunghi periodi di tempo

(60 minuti). L’intensità di una gara a cronometrodiminuisce con l’aumentare della durata dellaprova, quindi i cronoprologhi, non superiori a 10 km, sono le gare affrontate alla più alta intensità. Si suggerisce, per la fase di partenza, di non superare di oltre il 5% l’intensità media che sarà mantenuta durante la prova e durante la restante parte della gara di ridurre al minimo i cambiamenti di ritmo. Per scegliere il giustoritmo si fa ricorso alla critical power dell’atleta, un insieme di dati che permettono di ricavare lamassima potenza sostenibile per un determinatoperiodo di tempo. Il sistema di allenamento specifico per la cronometro, si può annoverarenella metodologia degli allenamenti intervallati.Uno dei sistemi più noti è il sistema a “rombo”, che richiede un’ottima conoscenza dell’atleta euna buona capacità di elaborazione dati da partedel tecnico per evitare il sovrallenamento.

Daniele Marco Calvi Scuola di Scienze motorie, Università degli Studi di Milano;Matteo Bonato Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università degli Studi di Milano;Maria Francesca Piacentini Università degli Studi di Roma “Foro Italico”;Luca Guercilena Trek Factory Racing;Antonio La Torre Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università degli Studi di Milano

METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO

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I Giochi olimpici invernali di Sochi sono stati il maggiore successo dellosport russo dopo i Giochi olimpici di Mosca del 1980. Dopo avere tocca-to il suo punto più basso nei Giochi olimpici di Vancouver 2010 (undice-simo posto nella classifica non ufficiale per Nazioni) con le sue 33 meda-glie, delle quali 13 d’oro, nello spazio di un solo quadriennio olimpico laRussia è ritornata ai vertici degli sport invernali interrompendo un trendnegativo preoccupante. L’articolo di Birgit Franz, collaboratrice del Dipartimento informazione ecomunicazione dell’Istituto di scienza applicata all’allenamento pubbli-cato nel numero 4 di Leistungssport (Birgit Franz, Russland – “DasMaximun, das möglich war.” (S. Žurova), Leistungssport, 44. 2014, 4,15-19) ci permette di capire come ciò sia stato possibile e ci illustraquale sia la situazione attuale di vari aspetti dello sport di alto livellorusso.L’antecedente del successo di Sochi, secondo la Franz, va visto nel pro-gramma globale, stabilito nel 2010 dal Ministero russo dello sport, chedoveva servire da orientamento e guida operativa di base per gli sportinvernali dal 2010 al 2014 e il cui scopo era una preparazione finalizzata

e diretta a vincere i Giochi olimpici e paralimpici invernali di Sochi e adaccelerare lo sviluppo degli sport invernali olimpici stessi. Il suo primoobiettivo era soprattutto quello di arrestare il trend regressivo che carat-terizzava da anni lo sport di alto livello russo la cui responsabilità venivaattribuita principalmente a:

• la carenza di impianti sportivi all’altezza delle necessità dello sport divertice e la mancanza nel Paese di Centri di allenamento centralizzatiper la maggior parte degli sport (carenza di infrastrutture);

• l’insufficiente integrazione di conoscenze scientifiche nell’allenamentoe la mancanza di una assistenza sistematica scientifica e medica agliatleti;

• l’insufficiente qualificazione degli allenatori e la mancanza di un siste-ma per il loro aggiornamento e la loro certificazione;

• l’inefficienza delle strutture nel settore dello sport giovanile cui siaggiungevano

• l’insufficiente coordinamento delle rispettive aree di compiti e diresponsabilità tra Ministero, Comitato olimpico nazionale e Regioni.

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Sportnel mondoIl MASSIMO POSSIBILE...

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a cura di Mario Gulinelli

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VALUTAZIONE FUNZIONALE e PREVENZIONE nella SCHERMA

Ciclo del passo, forza muscolare, flessibilità muscolo-tendinea e controllo propriocettivo in atleti schermitori

L’obiettivo di questa ricerca è statoquello di verificare, in uno sport agestualità tecnica asimmetrica come la scherma, la presenza di differenzedella forza e della flessibilità muscolo-tendinea degli arti inferiori (destra vs sinistra), dell’equilibrio statico e del controllo propriocettivo e della forza dei flessori delle mani in un gruppo di atleti di livello nazionalepraticanti scherma. Sono stati studiati

17 atleti schermitori, 9 di generemaschile e 8 femminile, tutti con guardia destra (età 15±3 anni, peso58±12 kg, altezza 168±11 cm, che si allenavano da 6±3 anni). Sono state eseguite queste valutazionifunzionali: analisi baropodometrica e stabilometrica; ciclo del passo; mobilitàarticolare coxo-femorale e misura della lunghezza dell’arto inferiore; test di valutazione dell’equilibrio;

hand grip test; test di valutazione della forza isometrica massima. Lo studio ha messo in evidenza l’entitàdelle differenze funzionali in relazioneall’asimmetria del gesto atletico dello schermitore. È sottolineata l’importanza di un’attività di compensopreventiva protratta per tutta la stagione agonistica: l’obiettivo èridurre le possibili offese muscolo-tendinee da overusing.

Massimiliano Gollin Dipartimento di Scienze cliniche e biologiche, Centro di ricerche sulle scienze motorie, Scuola universitaria di scienze motorie e sportive, Università di Torino; Isef, Centro ricerche e allenamento sportivo, Torino;

Marco Alessandria Scuola di dottorato Scienze della vita e della salute, Torino;Luca Beratto Scuola di dottorato Scienze della vita e della salute, Torino;

Federico Abate Daga, Flora Margherita Elena Martra Scuola universitaria di scienze motorie e sportive, Università di Torino

METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO

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