Notiziario Dicembre 2012

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Insieme Dicembre 2012

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Direttore ResponsabileFelice Bongiorno

Registrazione:Tribunale di CataniaN. 15 dell’11-04-2008

RedazioneFelice Bongiorno (coordinatore redazionale)Edoardo CutuliDomenico LuvaràGiovanni MazzaliMarcello MazzeoAntonino Rubino

CollaboratoriVittorio CastiglioneDomenico PaternòSalvatore SpitaleAndrea StranoAntonio Villari

Direzione e redazioneVia Del Bosco, 71 - 95125 CataniaTel. 095 336369Fax 095 339720E-mail: [email protected] web: www.sdbsicilia.org

Stampa digitaleScuola Grafica SalesianaCatania-Barriera

SS oo mm mm aa rr ii ooEditoriale pag. 1

Messaggio del Rettor Maggiore » 2

Lettera dell’Ispettore » 4

Formazione » 6

Pastorale Giovanile » 10

MGS » 12

Animazione Vocazionale » 16

Animazione Missionaria/VIS» 19

Associazioni » 22

Comunicazione Sociale » 27

Famiglia Salesiana » 31

Momenti di Famiglia » 39

Dalle case salesiane » 40

Guardando altrove » 51

Da ricordare » 56

In copertinaPalermo-Gesù Adolescente: GR Ado Sicilia Occidentale.

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1Insieme

EEDD

IITTOO

RRIIAA

LLEE

LLaa vviiaa ddeell ccuuoorree

È un cammino che porta con immediatez-za nelle maglie più intime del fatto educativo.La questione dei “sistemi” e dei “metodi” nonviene trascurata, ma resta come sfondo, me-glio come cornice necessaria, ma non imme-diatamente percepita, proprio come la corni-ce di un quadro.

L’approccio è esperienziale, guarda alla si-tuazione reale di un ragazzo, di un giovaneoggi, ritmata dai battiti di un cuore: l’inseri-mento tra i coetanei, i modelli di comporta-mento, le esperienze di trasgressione, il desi-derio di respirare la vita appieno, di affacciar-si sul limite, i pericoli reali, i percorsi perico-losi. Nella filigrana della vita, quasi a sprazzi,si incunea l’esperienza di un grande educato-re e santo, don Bosco, la sua passione giovani-le, il suo cuore inquieto per la salvezza dei gio-vani, le sue battaglie, la sua temerarietà.

Poi l’obiettivo si incentra sul cuore persondare il fatto educativo, per dargli senso,spessore, nello sforzo di mantenere il contattocon la realtà, con i bisogni veri, espressi o ine-spressi, del mondo giovanile di oggi.

Un cuore che conosce perché… “ignotinulla cupido”. Nella dinamica del cuore met-te le sue radici una conoscenza vitale, cheascolta con più attenzione i battiti del cuoreche i ragionamenti della mente perché “ilcuore ha delle ragioni che la ragione non co-nosce”. È una conoscenza che nasce dallaprossimità, dalla vicinanza, dal superare lebarriere dell’età, del ruolo, della posizione so-ciale. “Sono un tuo amico”, dice don Bosco aMichele nella nebbia fitta per svelargli le pos-sibilità di un percorso che può nascere solodal cuore e poi raggiungere la mente, l’intelli-genza, la volontà.

Un cuore di educatore che ha la chiarapercezione di essere un viandante, di essere incammino, pronto a ricevere e proprio perquesto abilitato a donare, a far crescere, ad ac-compagnare lungo la fatica e l’ebbrezza delcammino.

Un cuore che sa riconoscere le ferite, chele situa con discrezione nel cammino vitale,che non tenta di eliminarle o di ignorarle,consapevole che la ferita può essere una rive-

lazione, un dischiudersi, una feritoia. Un cuo-re che non giudica, che si contorce, quasi siamalgama con il disagio, la sofferenza, la ri-bellione, le ferite aperte e sanguinanti. Uncuore che accetta la contraddizione, il rifiutoperché sa guardare oltre e grazie alla feritoiaindica un cammino, un orizzonte, una meta.

Così davvero il cuore può sognare, puòandare oltre il disagio esistenziale, la paura diaffrontare una responsabilità, la solitudine, ilripiegamento su se stesso. Se l’educatore è unsognatore capisce la brama di sogno del cuo-re giovanile, oltre la cortina delle provocazio-ni e delle contraddizioni. Non è un sogno fa-tuo, fatto di illusione, di falsi ed evanescentiparadisi. Nasce da una solidarietà umana pro-fonda, da una compassione, dal coraggio diosare con speranza contro ogni speranza.

Nella ricerca affannosa di una speranzache superi le delusioni e le illusioni il cuorepercepisce il richiamo di Dio. L’educatore, ilcui cuore è caparbiamente radicato in Dio, ac-compagna una ricerca difficile, ardua, talvoltacontraddittoria. Spesso per il giovane il voltodi Dio è il volto di un ignoto, di un personag-gio lontano, avulso dai suoi desideri e dallesue brame. Un cuore che crede sinceramentenon si scandalizza, non getta la spugna, af-fronta invece una sfida impegnativa. È la sfidadi una fede che aggancia e provoca solo se èautentica, provata nel crogiuolo della soffe-renza dell’amore vero.

La via del cuore è il tema del ConvegnoEducatori che, itinerante, percorre le stradedella Sicilia per incontrare e condividere unapassione: la missione educativa. Trapani, Mo-dica, San Cataldo, Messina, Palermo, Catania:sono le tappe di un cammino semplice, ma te-nace, ispirato da un cuore che si è consumatofino all’ultimo respiro per salvare i giovani. Èuna mano tesa per tutti coloro che oggi credo-no che un cuore appassionato, magari nellanebbia, può accompagnare i giovani a vivere erealizzare il sogno della loro vita. In fondo èun dono che non può che trasformarsi in do-no.

DDoonn GGiiaannnnii MMaazzzzaallii

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IIll ccoonntteessttoo ssoocciiaallee eedd eecccclleessiiaallee

Il contesto nel quale noi viviamo non è un“palcoscenico”, ma un interlocutore. Sia il Con-cilio Vaticano II, in cui la Chiesa si scoprì come‘mistero’ e non più come ‘società perfetta’, comeserva del mondo e non più come signora, come‘sacramento di salvezza che illumina le genti conla luce di Cristo’, solidale con le sue gioie e spe-ranze, con le sue tristezze e angosce; sia il Sinodosulla Nuova Evangelizzazione per la trasmissionedella fede cristiana, chiamato a rispondere aigrandi bisogni dell’uomo odierno attraverso lacomunicazione dell’Amore di Dio rivelato inCristo Gesù; sia l’Anno della Fede, che ci invita avarcare la soglia della porta che ci apre all’incon-tro con il Padre e a una vita abitata dallo Spirito

Santo come figli diDio, discepoli del Si-gnore Gesù e fratelli,impegnati nella co-struzione della Civiltàdell’Amore, sono unpotente stimolo per ilrinnovamento della vi-ta cristiana, in genere,e della nostra vita con-sacrata, in particolare.

Non c’è dubbioche ormai tutto il

mondo è diventato terra di missione – sia l’Euro-pa che l’America, l’Africa, l’Asia e l’Oceania –, eche oggi abbiamo a che fare con una serie dinuovi scenari in cui si vive la vita umana, si ren-de testimonianza della VC e si sviluppa la missio-ne della Chiesa.

Il contesto economico, oggi messo alla pro-va da una crisi senza precedenti, è causa di mi-grazioni, di tensioni sociali e forme di violenza,di un rinnovato e più marcato divario tra ricchi epoveri. Il quadro politico mondiale sta cambian-do profondamente a causa della presenza dinuovi attori, come il mondo islamico, e della for-za emergente dei grandi stati dell’Asia. La ricer-ca scientifica e tecnologica, pur benefica per tan-ti aspetti, sembra non conoscere limiti naturaliné riferimenti morali; si nutre talvolta di preteseillegittime, dimenticandosi di dialogare su valoriimportanti, che stanno alla base dell’etica uma-

na; anzi si presenta quasi come una specie dinuova religione. Abbiamo infine la sfida delmondo della comunicazione sociale. Da una par-te, essa offre accesso a numerose informazioni,dà maggiore possibilità di conoscenza, di scam-bio, di solidarietà, favorisce una cultura semprepiù mondiale; dall’altra, promuove una crescen-te attenzione ai soli bisogni individuali, provocal’indebolimento e la perdita del valore oggettivodi esperienze profondamente umane, indice lariduzione dell’etica e della politica a strumenti dispettacolo; tutto ciò rischia di favorire una cultu-ra dell’effimero, dell’immediato, dell’apparenza,senza memoria né futuro. (Cfr. La nuova evange-lizzazione per la trasmissione della fede. Instru-mentum Laboris. Città del Vaticano, 2012. Nn.51-52).

Inaugurando l’Anno della Fede, BenedettoXVI ha affermato che “In questi decenni è avan-zata una «desertificazione spirituale»… È il vuo-to che si è diffuso. Ma è proprio a partire dal-l’esperienza di questo deserto, da questo vuoto,che possiamo nuovamente scoprire la gioia dicredere, la sua importanza vitale per noi uominie donne… E nel deserto c’è bisogno soprattuttodi persone di fede che, con la loro stessa vita, in-dicano la via verso la Terra promessa e così ten-gono desta la speranza.” (BENEDETTO XVI,Omelia nella messa di inaugurazione dell’Annodella Fede, in “L’Osservatore Romano”, venerdì12 ottobre 2012, p. 12). Non è forse questa la no-stra vocazione e missione? Dobbiamo perciò im-parare a vedere Dio in tutto e, nello stesso tem-po, considerare che tutte queste sfide sono an-che delle opportunità, sono crocevia per il dialo-go.

La comunicazione vitale e orale della fedenon si può mai imporre, ma si realizza in ungrande clima di libertà e di proposta, che aprespazio alla interazione con tutte le culture, al dia-logo interreligioso fra gli uomini e donne di tut-te le credenze, all’ecumenismo fra i cristiani del-le diverse confessioni, all’inculturazione lì doveviviamo. Perciò la prima e più attraente e con-vincente espressione della evangelizzazione è latestimonianza, personale e comunitaria.

Su questa scia la Vita Consacrata oggi è chia-mata a rinnovarsi, lasciandosi evangelizzare, e a

MMeessssaaggggiioo ddeell RReettttoorr MMaaggggiioorree

II VV iinnccoonnttrroo ddeeggllii iissppeettttoorrii dd’’EEuurrooppaa“Salesianum” - Roma, 30 novembre - 2 dicembre 2012.Verifica della realizzazione del Progetto Europa e linee di futuro.

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convertirsi pastoralmente, per essere apportatri-ce gioiosa e convinta, credibile ed efficace, dellaBuona Novella.

NNeellllaa ffeeddee eevvaannggeelliizzzziiaammoo

La Vita consacrata si è sempre distinta per ilsuo impegno a favore della prima evangelizzazio-ne; nella “missio ad gentes” della Chiesa il suoapporto è stato ed è tuttora determinante. Lostesso impegno essa ha dimostrato e continua-mente profonde per l’evangelizzazione ordina-ria, favorendo l’accoglienza del vangelo e la co-struzione della comunità cristiana, contribuendoal rinnovamento della pastorale e dedicandosicon le sue varie espressioni in campi specialisticiquali l’educazione, la sanità, l’assistenza, la co-municazione sociale, la carità verso i poveri edemarginati, il dialogo culturale, ecumenico e in-terreligioso.

La Vita consacrata, che è nata per ripresen-tare la forma di vita di Gesù e testimoniare labellezza del vangelo vissuto con radicalità, èchiamata a spendersi anche per la nuova evange-lizzazione, ossia a riproporre il vangelo a chi ègià stato annunciato e vive la lontananza e l’in-differenza della fede.

Il suo contributo fondamentale in questocampo è la gioiosa testimonianza della vita tra-sformata dal vangelo; senza una testimonianza ra-dicale, felice, coraggiosa non si potrà suscitareuna nuova attrazione per il vangelo; solo la testi-monianza appassionata, bella e profetica diventacredibile, visibile e feconda. La Vita consacrataserve il vangelo mettendosi prima di tutto al se-guito del Signore Gesù; la sua testimonianza aiu-ta a suscitare il bisogno di spiritualità, la doman-da su Dio, l’interrogativo sul senso della vita; mo-stra la profezia della fraternità; esprime la caritàdi Dio, che è amore, nella dedizione ai poveri.

LLiinneeee ddii ffuuttuurroo

Nel discorso tenuto il sabato 17 novembre2012 a un gruppo di Presuli della ConferenzaEpiscopale di Francia in Visita «ad Limina Apo-stolorum», il Santo Padre Benedetto XVI ha det-to alcune cose che ritengo particolarmente im-portanti e programmatiche, così da poterceneservire per individuare meglio le linee di futurodel Progetto Europa, avendo sempre fisse le tregrandi aree che avevo tracciato nel 2008:

1. La rivitalizzazione endogena del carisma;2. La ristrutturazione delle opere;3. L’invio di missionari.Devo confessarvi che ho visto con grande

soddisfazione come il Progetto Europa in gene-

re, così come le sue tre linee portanti, sono sem-pre più condivise dagli Ordini, Congregazioni eIstituti di Vita Consacrata in Europa. (Cfr. L.PREZZI, “I Religiosi e l’Europa”, in “Testimo-ni”, Bologna, 31 ottobre 2012, pp.24-29).

Vedo inoltre assai provvidenziale il fatto chel’Anno della Fede, il Sinodo sulla Nuova Evan-gelizzazione per la trasmissione della fede e il te-ma del CG 27 siano una conferma del nostroProgetto Europa e rafforzino le scelte che abbia-mo fatto e che dobbiamo far diventare operativecon sempre maggiore convinzione. […]

In tutto il Progetto Europa è indispensabileche assumiamo tutti, una volta per tutte, le gran-di scelte del CG24, che ci impegnava a condivi-dere con i laici spirito e missione. Dobbiamo da-re loro ciò che hanno come diritto per vocazionecristiana e non come semplice mano d’opera, co-me se fossero un ‘male necessario’: male perchénon sono SDB e necessario perché non abbiamoaltre scelte. No! Essi sono chiamati non soltantoad essere impiegati e collaboratori, ma veri cor-responsabili della missione.

Abbiamo questa immensa risorsa dei laici,che non sappiamo valorizzare; talvolta sentiamola loro presenza come una minaccia, pensandoche se li coinvolgiamo, essi diventano padroni.Non dimentichiamo che Don Bosco sentiva cheaveva sempre bisogno di tutti; questa era la suaoriginale concezione dei cooperatori salesiani:persone che condividessero il suo spirito e la suapassione per la salvezza dei giovani attraversol’educazione! Il nostro ruolo è quello di essere ilcuore, la mente e l’anima delle presenze, essere“nucleo animatore” di una sempre più grandecomunità educativo pastorale. Ciò richiede uncambio di paradigma; questo è ciò che oggi dob-biamo assumere e promuovere.

Mi auguro che la strenna del 2013, che ci in-vita a contemplare Don Bosco educatore, a stu-diare la sua originale esperienza di Valdocco, adaggiornare il suo Sistema Preventivo, a fare no-stra la sua capacità di farsi santo aiutando i suoicollaboratori e i suoi ragazzi a essere santi, ci im-pegni a rinnovarci e a interpretare con fedeltà di-namica il suo carisma, come un grande dono peri giovani dell’Europa di oggi.

Affido a Maria Immacolata Ausiliatrice que-sta rinascita della presenza salesiana in Europa.Sia Lei a guidarci come ha fatto con Don Boscoall’inizio della sua opera e lungo la storia.

Roma, 30 novembre 2012

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Cari Amici,riprendo volentieri il contatto con voi da

queste pagine di “Insieme”, ormai alle por-te del Santo Natale. Colgo l’occasione peraugurare a tutti i ragazzi e giovani, ai confra-telli e consorelle ,ai membri della FamigliaSalesiana, alle Comunità Educative, a tuttigli amici un Natale davvero Santo, lumino-so, ricco di grazia e di quella serenità chenon corrisponde all’assenza di difficoltà e diproblemi, ma alla certezza che Dio non ci la-

scia soli, ma inGesù condividel’avventura uma-na, offrendole lasalvezza.

Stiamo viven-do il secondo an-no di preparazio-ne al Bicentena-rio della morte didon Bosco e stia-mo puntandol’obiettivo sul-l’ansia e la pas-

sione educativa di don Bosco. Non si trattadi commemorare, ma di affrontare oggi lasfida educativa e pastorale ispirandoci ad unmetodo e ad una prassi che hanno lasciatoun’orma significativa. Vi offro pertanto al-cune spunti convergenti che interpretanooggi la sintesi salesiana di “educare evange-lizzando ed evangelizzare educando”.

11.. EEuurrooppaa:: ccoonnttiinneennttee ddaa eevvaannggeelliizzzzaarree

“Questa parola è rivolta oggi anche alleChiese in Europa, ssppeessssoo tteennttaattee ddaa uunn ooffffuu--ssccaammeennttoo ddeellllaa ssppeerraannzzaa. Il tempo che stia-mo vivendo, infatti, con le sfide che gli sonoproprie, appare come una ssttaaggiioonnee ddii ssmmaarr--rriimmeennttoo. Tanti uomini e donne sembranodisorientati, incerti, senza speranza e nonpochi cristiani condividono questi statid’animo. Numerosi sono i sseeggnnaallii pprreeooccccuu--ppaannttii che, all’inizio del terzo millennio, agi-

LLeetttteerraa ddeellll’’IIssppeettttoorree

EEuurrooppaa:: uunn ccoonnttiinneenntteeddaa eevvaannggeelliizzzzaarree

tano l’orizzonte del Continente europeo, ilquale, «pur nel pieno possesso di immensisegni di fede e testimonianza e nel quadro diuna convivenza indubbiamente più libera epiù unita, sente tutto il logoramento che lastoria antica e recente ha prodotto nelle fi-bre più profonde dei suoi popoli, generandospesso delusione» (Ecclesia in Europa n.7).

A distanza di nove anni circa (28 giugno2003) i segnali preoccupanti sono ancoraevidenti e i paesi europei manifestano, conmodalità variegate, i chiari segni di un’epo-ca post-cristiana. L’apostasia silenziosa, il se-colarismo, una società senza Dio e senzaCristo contraddistinguono il tessuto socialee culturale di molti popoli, compreso il no-stro. Anche qui in Sicilia, terra di forti tradi-zioni popolari, sono presenti tali fenomeni,in modo particolare tra le fasce più giovanidella popolazione.

Oggi i giovani hanno domanda di Dioall’82%, il 70% si dichiara cattolico, il 30%ritiene importante per lui la vita religiosa, il15% frequenta.

È possibile intercettare questa sensibili-tà oppure la facciamo intercettare solo daitalk show televisivi o dalle discussioni scola-stiche?

L’abbandono della pratica religiosa daparte di molti adolescenti, la crescente diffi-coltà ad agganciare i preadolescenti in cam-mini di formazione e di fede, il permanere diuna crisi vocazionale diffusa che investe inmodo macroscopico soprattutto la famigliasono espressioni di quella crisi di fede chesegna la nostra società.

Gli interrogativi che ne derivano sonosvariati. Ci si chiede se alla consapevolezzacorrisponda anche la determinazione ad in-traprendere un progetto missionario dievangelizzazione della popolazione e soprat-tutto dei giovani. In secondo luogo è anchedoveroso verificare se stiamo davvero sve-stendoci di tanti pesi, anche istituzionali,

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33.. CCoogglliieerree llee ssffiiddee cchhee ll’’eedduuccaazziioonnee ccii ppoonneeooggggii:: ggiioovvaannii ee ffaammiigglliiaa

Il semplice rilevare l’emergenza educati-va sta diventando un luogo comune e può ri-dursi ad una denuncia teorica, senza sboc-chi operativi. In quali ambiti ci sentiamo sfi-dati? Che posti possiamo rioccupare nellascuola? Come possiamo riposizionarci a li-vello educativo in senso ampio nei nostrioratori, nelle nostre parrocchie, in tutte lenostre opere?

Anche a livello di ricupero educativo lafascia più a rischio è quella dei preadole-scenti. La debolezza della proposta formati-va ed educativa della scuola in genere per lastragrande maggioranza dei ragazzi, poneseri interrogativi. Urge progettare interventie percorsi anche innovativi per riagganciaree fare proposte significative. L’attenzione sideve volgere anche ai formatori in genere eai genitori in modo tutto particolare.

La crisi della famiglia chiede consapevo-lezza e coraggio progettuale e attuativo allaFamiglia Salesiana e al Movimento Salesia-no. C’è una istituzione da difendere, è ur-gente esporsi socialmente e politicamenteper tutelare l’istituzione fondamentale dellasocietà. Ci si deve porre in prima linea perriuscire a parlare alle nuove coppie, ai nuo-vi genitori, per proporre percorsi formativied educativi adeguati.

Nel lavorare insieme per “fare educazio-ne” ci poniamo anche nell’alveo intravistodalla CEI per gli anni a venire. “Più di unmembro del Consiglio Permanente ha ri-chiamato l’importanza di declinare il temadell’educazione come oggetto specifico del-l’azione ecclesiale, facendone non solo og-getto di approfondimento nella prossimaAssemblea Generale, che si terrà a Roma dal25 al 29 maggio, ma anche l’asse intorno acui costruire il futuro cammino pastorale,destinato a orientare i progetti e le iniziativedella Chiesa in Italia nel prossimo decennio.

Educare – è stato sottolineato – appar-tiene alla dimensione materna della Chiesa ene fa emergere la fecondità, attraversol’ininterrotta catena generazionale. Propriotale catena, che garantiva in passato la tra-smissione della fede e della cultura, pare og-

per “aggredire” apostolicamente la realtà.Stiamo gestendo, in difesa, i problemi di cia-scuno e dei vari gruppi o ci stiamo predispo-nendo per andare all’attacco?

22.. IIll ppeerrmmaanneerree ddii uunnaa eemmeerrggeennzzaa eedduuccaattiivvaa

Ogni giorno e sempre più, si chiede adinsegnanti, genitori, formatori una presa dicoscienza delle responsabilità educative. Esembrano non essere mai sufficienti semina-ri, conferenze, focus group, incontri di ognigenere, perché la posta in gioco va oltre lafrattura fra le generazioni legata alla manca-ta trasmissione di certezze e di valori. Di fat-to - come ha ribadito più volte anche papaBenedetto XVI - alla radice della crisi edu-cativa non c’è, più in generale, “una crisi difiducia nella vita”? E allora come coniugareamore e autorevolezza, libertà e disciplina,come armonizzare buon senso e regole,competenza e coerenza, dialogo e credibili-tà? E con quali progetti si possono colmare– quando ci sono – gli spazi più adatti a fa-vorire percorsi educativi (oratori, scuole,centri territoriali…)? Quali i mezzi più adat-ti a sconfiggere l’omologazione culturale edegli stili di vita, i rischi diffusi di sclerotiz-zazione della personalità dei ragazzi, il climadi smarrimento etico che respirano?Un’emergenza?

Siamo certamente consapevoli di ciò e,quasi per non consentirci di essere avulsi daiproblemi, i quotidiani ogni giorno ci metto-no di fronte a casi riguardanti minori che cilasciano senza parole e che continuano ascuotere l’opinione pubblica. Il rischio chevedo più pericoloso è quello dell’assuefazio-ne e quasi di un cinismo fatalista che ci fapensare che le cose non possono andare checosì senza fare troppo i moralisti. Per noil’emergenza educativa si presenta in partico-lare con due urgenze base:

– l’estraneità del mondo dei preadole-scenti e adolescenti;

– la crisi della famiglia.È la nostra stessa capacità e incidenza

educativa che vengono messe in causa dacomportamenti e mode nei confronti dellequali ci sentiamo spesso impotenti. Siamoancora in grado di fornire risposte, di passa-re al contrattacco e di progettare insieme?

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Catania scrisse agli insegnanti della loroscuola per chiedere, alla fine, che li aiutasse-ro a trovare le ragioni per cui vale la pena vi-vere. La risposta fu che loro, gli insegnanti,erano pagati per insegnare non per offrireragioni per vivere.

Le urgenze che ho tratteggiate, sia nellaprospettiva dell’evangelizzazione che dellaeducazione, ci spingono a ritrovare in noil’energia necessaria per offrire a piene mani,quasi per un rigurgito ragioni di vita e disperanza.

6 Insieme

gi sfilacciata, comportando un vero disagiodi civiltà. ” (Comunicato del Consiglio per-manente della CEI, 26-28 gennaio 2009).

Indico alcuni percorsi possibili:– Attivazione di scuole per genitori;– animazione di gruppi-famiglia e di in-

contri di coppie;– realizzazione di laboratori di politica e

di impegno attivo nella cosa pubblica perl’educazione e l’attenzione ai problemi deigiovani (lavoro, tempo libero, devianza, di-pendenze, disagio ecc.).

Tempo fa, dopo la tragica uccisione diRaciti, un gruppo di ragazzi di un liceo di

IInnccoonnttrroo rreessiiddeennzziiaallee ddeeii ddiirreettttoorrii

L’incontro residenziale dei direttori haavuto luogo a Montagna Gebbia dal pome-riggio di domenica 11 al pranzo di lunedì 12novembre.

La mezza giornata domenicale è stataanimata dal Visitatore straordinario DonPier Fausto Frisoli che in due momenti ha il-lustrato i contenuti della Carta di Identitàdella Famiglia Salesiana. La sua attenzione siè concentrata in particolare sull’identità del-la Famiglia Salesiana nella Chiesa a partiredalle esperienze del suo Fondatore Don Bo-sco fino all’esplicitazione dell’espressione“Famiglia Salesiana” dopo il Capitolo Gene-rale Speciale. Gli altri due punti di interessesviluppati da Don Frisoli hanno riguardatoda una parte la missione carismatica dellaFamiglia Salesiana, come missione “giovani-le, popolare e missionaria” con le note carat-teristiche della comunione, della correspon-sabilità e dell’autonomia apostolica e dall’al-tra la formazione alla comunione e alla mis-sione nell’ambito della stessa famiglia.

Lo sviluppo delle tematiche è stato se-guito con molta attenzione da parte dei di-rettori che hanno potuto apprezzare il valo-re aggiunto di questa Carta di Identità dellaFamiglia Salesiana che sintetizza lo sforzofatto precedentemente sia da Don Egidio Vi-

ganò che da Don Juan Vecchi rispettivamen-te con la Carta della Comunione e la Cartadella Missione. Ci si è resi conto che si trattadi uno strumento ricco di spunti per appro-fondire una realtà molto significativa nellaSicilia salesiana.

Nella mattinata nel 12 novembre l’ispet-tore ha presentato il documento di sintesi deilavori della 52^ Assemblea della CISM na-zionale, svoltasi ad Acireale dal 5 al 9 novem-bre. Fratel Biemmi, noto studioso di cateche-tica a livello nazionale ed internazionale, hapresentato una apprezzatissima sintesi sui la-vori dell’Assemblea “È tempo di semina. Os-servazioni e valutazione in margine all’As-semblea”. Dopo aver rintracciato il filo con-duttore del percorso assembleare con le duetavole rotonde e l’intervento del card. Scola,fratel Enzo ha indicato alcune linee emersesul tema della nuova evangelizzazione:

– Il superamento di un approccio estrin-secista e funzionale. Evangelizzazionenuova come ritorno al Vangelo da partedella Chiesa;– Il superamento di una prospettiva sog-gettiva e individuale: Evangelizzazionenuova come riforma della figura dellaChiesa;– Il superamento di una prospettiva uni-

FFOO

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direzionale. Evangelizzazione nuova nelsegno della reciprocità.

“L’evangelizzazione è nuova nella misurain cui parte da un rinnovato ascolto del Van-gelo (conversione), “riformula” il volto dellaChiesa in modo che diventi icona del Vange-lo (riforma); ci porta a stare volentieri e inmodo dialogale dentro la nostra storia e lanostra cultura (inculturazione)”.

Nell’accennare alla vita religiosa poi fra-tel Biemmi ha accennato al n. 7 del Messag-gio del Sinodo, appena celebratosi in cui lafamiglia e la vita religiosa sono indicati come“luoghi” di nuova evangelizzazione. Per lavita religiosa in particolare fratel Biemmi harilevato dai contenuti svoltisi nell’Assembleai seguenti punti che tratteggiano il compitodella vita religiosa stessa come luogo di nuo-va evangelizzazione:

Custodire un’assenza. “Diventiamo luo-go quando assicuriamo per noi e a favore ditutti lo spazio della cura di Dio. Custodiamoun’assenza perché impediamo che tutto iltempo sia pieno di cose, di attività, di paro-le. Proteggiamo lo spazio vuoto, incavo del-l’attesa. Nelle comunità religiose è sempreavvento, attesa di colui che continuamente civiene incontro”.

Segnare una differenza: riguarda uno sti-le sobrio, che si basa sull’essenziale, che siprotegge dal superfluo, che vive nella pover-tà evangelica.

Mostrare una promessa: noi diventiamoluogo di evangelizzazione nuova se mostria-mo che sappiamo vivere insieme, cioè se giàda ora mostriamo quale sarà il mondo nel so-gno di Dio, un mondo di figli e fratelli.

“La vita religiosa diventa luogo e tiroci-nio di evangelizzazione nuova quando custo-disce un’assenza e protegge un’apertura; se-gna una differenza a favore di una vita che ri-cupera la sua essenzialità; mostra nella fra-ternità delle differenze la promessa affidabi-le del traguardo verso cui tutti, per grazia,camminiamo. Queste tre dimensioni ci fan-no luoghi di vangelo e non solo parole divangelo”.

Circa lo stile della vita religiosa nel com-pito della nuova evangelizzazione fratelBiemmi ha evidenziato tre tratti caratteristici:

– vedere Dio in tutte le cose;– amare;– fare dell’annuncio del Vangelo il piùgrande atto di amore.

«In questo stile (vedere Dio in tutti,amare gratuitamente senza altri fini, donareil Vangelo come l’atto più alto di amore) ciritroviamo tutti come religiosi, ognuno se-condo la sua tradizione e il suo carisma. Èanche l’apporto più prezioso che possiamodare alla Chiesa perché sia nuova e evange-lizzi in maniera nuova. È così che “diamoforma” e “siamo forma”».

Fratel Biemmi conclude la sua sintesicon un commento dell’icona dell’Assemblea:il seminatore di Van Gogh. “Forse come re-ligiosi possiamo evitare di continuare a guar-dare indietro con nostalgia la città bruciata,rischiando di diventare tutti delle statue disale. Forse possiamo ritornare ad essere nel-la Chiesa gli occhi che guardano le sorpreseche Dio ci sta preparando. È una buona ter-za consegna di questo Convegno perché lanostra testimonianza sia davvero nuova”.

Dopo la presentazione di questo docu-mento Don Marcello Mazzeo ha presentatoil documento sul ripensamento della Pasto-rale Giovanile, Don Domenico Luvarà hapresentato il tema dell’accompagnamentospirituale dei ragazzi e dei giovani e Don Cu-tuli ha presentato le linee del progetto laici acui si lavorerà nei prossimi mesi.

La seconda parte della mattinata è statatotalmente dedicata ad alcune tematiche edinformazioni di indole amministrativa ani-mate dall’Economo ispettoriale Don AldoBallistreri.

DDoonn GGiiaannnnii MMaazzzzaallii

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EEDDiiaaccoonnaattoo

DDiiaaccoonnii aall sseerrvviizziioo ddeell ppooppoolloo ddii DDiiooNella chiesa dell’Istituto Salesiano “San

Luigi” in Messina, lo scorso 10 novembre,l’Arc. Mons. Calogero La Piana ha ordinatotre nuovi diaconi, provenienti dalle rispetti-ve ispettorie salesiane dell’Italia Meridiona-le e della Sicilia. Questi sono MassimilianoLorusso, Christian Konan ed Enrico Fruste-ri Chiacchiera, che hanno consacrato persempre la loro vita al “Servizio” della Chie-sa nei giovani poveri ed abbandonati di que-sto tempo. A guidare il cammino degli elettiè stata la frase dell’apostolo Paolo, che par-lando alla comunità di Corinto, esprime lasua opera pastorale in questi termini: «puressendo libero da tutti, mi sono fatto servo ditutti per guadagnarne il maggior numero»(1Cor 9,19). Questa frase non è una sempli-ce esortazione, ma un atteggiamento che inuovi diaconi hanno scelto di prefiggersi econcretizzare nelle comunità dove svolge-ranno il loro servizio pastorale. A fare dacornice, a tale evento, non sono state soltan-to le immagini dei santi salesiani dipinte sul-le pareti della chiesa, ma la gente comune,che come pietre vive di un edificio spiritua-le, si è riunita per rendere lode a Dio duran-te Celebrazione Eucaristica. Fra i convenutiricordiamo i familiari e i parenti dei diaconi,

il clero diocesano e salesiano, i membri del-la Famiglia Salesiana, gli amici e i giovanidel Movimento Giovanile Salesiano. Prove-nienti da diverse zone geografiche d’Italia,per quasi due ore hanno profuso un clima difesta, orientato e condotto da chi si è occu-pato più direttamente dell’animazione litur-gica, vale a dire dai chierici salesiani del-l’Istituto Teologico “San Tommaso”, daigiovani dell’Oratorio Salesiano “San Mat-teo” e dalla Corale della Parrocchia diocesa-na “Stella Maris”. Molti sono stati i momen-ti che hanno vivificato la celebrazione. Mi ri-ferisco all’omelia, alla prostrazione, alla ve-stizione, ecc… in cui i tre hanno potuto ac-cogliere il dono dello Spirito Santo per es-serne “Ri-Generati” e “Santificati” a vitanuova. Il primo a gioire di questo cambia-mento è stato il Pastore della Chiesa messi-nese, che ha espresso durante l’omelia il suopensiero, rammentando la vicenda evangeli-ca dell’“obolo della povera vedova”. L’Arci-vescovo salesiano ha esordito sottolineandola generosità della povera vedova, denun-ciando l’ostentazione degli scribi e dei fari-sei intenti solo ad attirare riconoscimentipubblici. Indicazioni imprescindibili cheorientano tutto il ministero diaconale al-l’imitazione del Figlio dell’uomo che non èvenuto per essere servito, ma per servire, eper dare la sua vita come prezzo di riscattoper molti (cfr. Mt 10,45). Inoltre, ha prose-guito ricordando che «i diaconi sono al ser-vizio del popolo di Dio, in comunione colvescovo e col suo Presbiterio, nella diaconiadella Liturgia, della Parola e della Carità, aloro sono imposte le mani non per il sacer-dozio, ma per il servizio. I diaconi sonochiamati in forza del sigillo sacramentale avivere e comportarsi come testimoni trasfor-mati dal dono gratuito dello Spirito». Allafine della celebrazione non sono mancati imomenti di gioia e di festa, con le foto, gliabbracci, i sorrisi e i momenti di conviviali-tà tipici dei nostri incontri di famiglia.

EEnnrriiccoo FFrruusstteerrii CChhiiaacccchhiieerraa

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DDuuee nnoovviizzii...... oonn tthhee rrooaadd!!L’anno del-

la Fede ci chia-ma ad una ri-cerca costantedel Cristo vivoe presente inmezzo a noi e,sotto le orme diS. GiovanniBosco, cerchia-mo di imitarloe testimoniarlopiù da vicino

vivendo questo anno di grazia nel NoviziatoSalesiano di Genzano di Roma.

Chi vi scrive sono Andrea e Gabriele,due “puri sangue” siciliani che per intra-prendere le orme di Don Bosco vivono giàda tre mesi compiuti i loro primi passi nellaCongregazione Salesiana attraverso l’espe-rienza del noviziato.

CChhee ccooss’’èè iill nnoovviizziiaattoo??

Il noviziato è un anno di ricerca di Dio,per seguire Cristo sui passi di don Bosco.L’esperienza comunitaria e di confronto coni formatori e i novizi provenienti da diversipaesi europei e dell’Italia, alimenta semprepiù la nostra voglia di crescita e desiderio diconformazione a quel progetto di vita a cuiDio Padre ci chiama a vivere come dono perla Chiesa e per i giovani.

CCoommee ssii ssvvoollggee uunnaa ““ggiioorrnnaattaa ttiippoo””??

Il nostro dolce risveglio inizia subito inun clima di preghiera che ci accompagneràdurante tutta la giornata per poi passare aduna festosa colazione che ci darà la giustacarica per affrontare il lavoro e la scuolamattutina. Dopo un semplice e deliziosopranzo, si passa all’energica ricreazione se-gnata da un calcio ad alto livello agonisticoche ci permette di sperimentare la voglia diun gioco sano e divertente. Sono alla basedel pomeriggio, lo studio personale, i lavoridi gruppo, l’animazione in oratorio e conmolta frequenza varie esperienze salesianenella Capitale e dintorni. Dopo la cena lafraternità e la familiarità sono al centro del-la serata.

CCoossaa vvoorrrreessttee ddiirree aaii ““ggiioovvaannii iinn rriicceerrccaa””??

Per prima cosa, Dio ha un progettogrande per ciascuno di noi. Il dono di segui-re Cristo e don Bosco ti apre ad una ricchez-za che neanche immagini e se avessi il mini-mo pensiero o desiderio di aprirti a Lui,confida in una guida spirituale che ti sappiaindicare il vero bene per fare il tuo cammi-no… on the road!

Un abbraccio affettuoso a tutta l’ispetto-ria e soprattutto ai giovani che frequentanole nostre case.

GGaabbrriieellee CCaarrddaacciioottttoo && AAnnddrreeaa PPaallmmaa

Domenica 9 dicembre, con la celebrazione dei Secondi Vespri dellaseconda domenica di Avvento presieduto dal nostro Ispettore, si è datoil via al nuovo anno di Prenoviziato.

Due i candidati che hanno fatto domanda e che sono stati ammessidopo questi primi mesi di aspirantato: Rocco Tasca dell’Oratorio di Ge-la e Pierpaolo Galota dell’Opera FMA di Modica (foto a lato).

Presenti, oltre l’Ispettore, quasi tutti i confratelli della comunitàispettoriale che hanno voluto accompagnare con la preghiera e la loroconcreta vicinanza i due giovani, ai quali auguriamo un buon camminodi ulteriore discernimento della volontà di Dio.

IInniizziioo ddeell PPrreennoovviizziiaattoo

P. Galota e R. Tasca.

A. Palma e G. Cardaciotto

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EEEEssppeerriieennzzee IIssppeettttoorriiaallii

DDiiaarriioo ddii BBoorrddoo ddeellllaa PPGGIl 1133 oottttoobbrree 2012 s’è tenuto a Modica, dal-le ore 16.00 alle ore 19.30 presso L’Istitutodelle Figlie di Maria Ausiliatrice, il CCoonnvvee--ggnnoo EEdduuccaattoorrii ““UUnn ccuuoorree cchhee bbaattttee ppeerr iiggiioovvaannii ccoommee rriissppoossttaa aallllaa ssffiiddaa eedduuccaattiivvaa””al quale hanno partecipato circa 200 educa-tori provenienti dalle case di quella zona.L’invito che ci viene fatto è di entrare dentrola personalità di Don Bosco e conoscerne lapassione educativa, per continuare, oggi, lasua pedagogia, il suo modo di accostarsi aigiovani. È tempo di ravvivare la passioneper l’educazione! Importanti gli interventi,moderati da Daniele Spadola, di Don Gian-ni Mazzali, ispettore dei Salesiani, Sr AnnaRazionale, ispettrice delle Figlie di MariaAusiliatrice, Prof.ssa Mimmi Lo Monaco,docente presso l’Istituto San Francesco diSales di Catania e impegnata nel campo del-l’educazione, Dott. Nello Dell’Agli, teologoe psicoterapeuta, docente presso la FacoltàTeologica di Sicilia.

Il 2200--2211 oottttoobbrree s’è svolto presso l’OstelloDon Bosco, viale Kennedy (CT) il primo in-contro AAMM//VVIISS SSccuuoollaa ddii MMoonnddiiaalliittàà, gui-dato da Don Domenico Luvarà, al qualehanno partecipato 60 giovani provenienti datutta la Sicilia, con la voglia e la curiosità diiniziare un cammino di volontariato ad unlivello un po’ più ampio e approfondito: co-noscere e studiare il sistema preventivo nel-l’ottica spirituale e vocazionale.

Duecento educatori delle province di Enna,Caltanissetta ed Agrigento si è ritrovatagiorno 2277 oottttoobbrree aa SSaann CCaattaallddoo ppeerr iill ccoonn--vveeggnnoo eedduuccaattoorrii:: ““UUnn ccuuoorree cchhee bbaattttee ppeerr iiggiioovvaannii ccoommee rriissppoossttaa aallllaa ssffiiddaa eedduuccaattiivvaa”.Luogo dell’incontro è l’oratorio salesiano diSan Cataldo, dalle ore 16 alle ore 19.30; sultavolo dei relatori, moderato da ValerioMartorana, dell’equipe della comunicazionesociale dell’ispettoria salesiana sicula, DonGianni Mazzali, Ispettore dei salesiani di Si-cilia; sr. Anna Razionale, Ispettrice delle Fi-glie di Maria Ausiliatrice di Sicilia; dott.ssaRosalba Salierno, direttore dell’ufficio servi-zi sociali per i minorenni di Palermo (Mini-stero della Giustizia) e fra Gaetano La Spe-me, cappuccino, biblista e psicoterapeuta.

In data 11 nnoovveemmbbrree llaa CCoonnssuullttaa RReeggiioonnaalleeddeellll’’MMGGSS SSIICCIILLIIAA, composta da un rap-presentante per ogni casa SDB e FMA dellaSicilia, s’è riunita per il suo secondo incon-tro annuale, per discutere il seguente Ordi-ne del Giorno: Confronto giovani, 30 no-vembre-2 dicembre 2012, Meeting Adole-scenti, 3-5 gennaio 2013, Festa ragazzi, 7aprile, Notte Bianca in occasione della Gior-nata Mondiale della Gioventù, 27-28 luglio2013.

Il 33--44 NNoovveemmbbrree ha avuto inizio il primo in-contro di GGRR AADDOO ppeerr llaa zzoonnaa cceennttrroo ssiiccii--lliiaa, a Montagna Gebbia. È un itinerario pro-posto ai ragazzi dai 14 ai 18 anni che vivonogià un percorso di gruppo a livello locale eche vogliono vivere dei momenti di spiritua-lità e discernimento vocazionale. A questoprimo incontro hanno partecipato circa 50ragazzi provenienti dalle case della zona.

Il 1177 nnoovveemmbbrree, dalle ore 16.00 alle ore19.30 presso L’Istituto delle Figlie di MariaAusiliatrice di MMeessssiinnaa, si è svolta la 4° tap-pa del CCoonnvveeggnnoo EEdduuccaattoorrii ““UUnn ccuuoorree cchheebbaattttee ppeerr ii ggiioovvaannii ccoommee rriissppoossttaa aallllaa ssffiiddaaeedduuccaattiivvaa””.. Alla tavola rotonda interverran-no: Don Gianni Mazzali, ispettore dei Sale-siani, Sr Anna Razionale, ispettrice delle Fi-

é Modica: Convegno Educatori.

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glie di Maria Ausiliatrice, il Prof. PappalardoMarco, docente presso l’Istituto San France-sco di Sales di Catania, Salesiano Cooperato-re e giornalista pubblicista, il Dott.. GaetanoLa Speme,, counselor docente Istituto Teolo-gico “San Metodio” a Siracusa.

Nel fine settimana del 1177--1188 NNoovveemmbbrree haavuto inizio il percorso annuale di GGRR LLEEAA--DDEERR,, proposto ai ragazzi che frequentanola scuola media e vogliono vivere un cammi-no di spiritualità e attenzione vocazionale instile salesiano. L’incontro ha avuto luogo incontemporanea nelle tre zone della Sicilia:San Gregorio (ME-CT), Montagna Gebbia(RG-CL-AG-EN), Alcamo (PA-TP) e ha vi-sto partecipare circa 200 ragazzi suddivisinelle tre zone.Nelle stesse date ha avuto inizio anche ilCCaammmmiinnoo ppeerr ffiiddaannzzaattii, proposto a coppiedi fidanzati che vogliono vivere l’esperienzadel fidanzamento ponendosi in ascolto dellaParola di Dio. In questo primo incontro era-no presenti alcune coppie provenienti da va-ri ambienti salesiani e non.

In data 2233--2244 nnoovveemmbbrree ha avuto luogo ilprimo incontro di GGRR AADDOO per le zone diCCTT ee PPAA, rispettivamente presso l’istitutoCasa Tabor (ME-CT) e presso l’istiuto GesùAdolescente (PA-TP). È un itinerario pro-posto ai ragazzi dai 14 ai 18 anni che vivonogià un percorso di gruppo a livello locale eche vogliono vivere dei momenti di spiritua-lità e discernimento vocazionale. In questoincontro erano presenti circa (120) ragazzi.

DDaall 2233 aall 2255 nnoovveemmbbrree aa TToorriinnoo--VVaallddooccccoo,si è celebrato il Workshop del MovimentoGiovanile Salesiano Italia, un centinaio digiovani si sono incontrati insieme per riflet-tere, pregare e programmare la grande as-semblea giovanile che si terrà a Torino dal10 al 16 agosto 2013.

Si è svolto in data 2255 nnoovveemmbbrree il primoevento delle “PPaasssseeggggiiaattee ccoonn DDoonn BBoossccoo””oorrggaanniizzzzaattoo ddaall TTGGSS rreeggiioonnaallee. Circa 150giovani dal 17 ai 30 anni hanno visitato alcu-ni luoghi della provincia di Ragusa. I filoniculturali seguiti durante la visita guidatahanno fatto riferimento al Barocco e ai luo-ghi legati alla storia del commissario “Mon-talbano”.

Da giorno 3300 nnoovveemmbbrree aall 22 ddiicceemmbbrree 22001122si sono radunati presso la casa salesiana diSSaann GGrreeggoorriioo,, un centinaio di giovani, pervivere un’esperienza di CCoonnffrroonnttoo GGiioovvaanniisul tema scottante dell’Onesto Cittadino.L’obiettivo era quello di trattare il tema inmaniera trasversale, tenendo in considera-zione non solo il fondamento “religioso e sa-lesiano” dell’onesto cittadino, ma anche il“vivere sociale” che riguarda direttamenteogni cittadino. I nuclei tematici affrontatisono stati i seguenti:– Fondamento biblico e salesiano dell’one-sto cittadino. – Vivere sociale, laboratori tematici nei qua-li si sono approfonditi i seguenti aspetti:

é Torino-Valdocco: Workshop MGS Italia.

é San Gregorio (CT): Confronto Giovani.

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PROSSIMI APPUNTAMENTI

– Dal 3 al 5 gennaio: Meeting Ado-lescenti;– 12/13 gennaio: GR Discernimen-to Decidersi per la vita;– 19/20 gennaio: Scuola di Mondia-lità;– 20 gennaio: Harambée missiona-rio regionale;– 26/27 gennaio: GR Leader – GRScelta;– 2/3 febbraio: GR Ado;– 9/10 febbraio: Consulta naziona-le MGS;– 16 febbraio: Convegno Educatori(CT);– 16/17 febbraio: GR Discenrimen-to – Face to face;– 19 febbraio: quiz Don Bosco (Ca-tania, Gela, Messina, Palermo);– 2/3 marzo: GR Leader;– 4 febbraio: incontro incaricati diOratorio;– 8/10 marzo: Esercizi spirituali peradolescenti;– 15/17 marzo: Esercizi spiritualiper giovani;– 7 aprile: Festa Ragazzi a livelloregionale.

1. Impegno per l’emarginazione dei mi-nori. 2. Impegno per la promozione dei dirit-ti umani.3. Impegno politico.

– Onesto cittadino: dal livello personale allaresponsabilità verso la mia terra e la miagente.

Nelle varie domeniche dell’Avvento in variezzoonnee ddeell MMGGSS Sicilia si sono celebrati i rriittii--rrii ddii aavvvveennttoo ppeerr rraaggaazzzzii ee ppeerr ggiioovvaannii orga-nizzati dalle varie consulte zonali del Movi-mento Giovanile Salesiano, in particolare aCatania, Palermo e Messina. Alcuni di que-sti eventi sono stati organizzati in collabora-zione con gli uffici diocesani di PastoraleGiovanile.

Il 1155 ddiicceemmbbrree presso la casa salesiana di PPaa--lleerrmmoo RRaanncchhiibbiillee alcune centinaia di educa-tori si sono ritrovati dalle varie opere dellacittà di Palermo per il CCoonnvveeggnnoo EEdduuccaattoorrii,secondo le tematiche e le modalità indicateprecedentemente.

Il 2233 ddiicceemmbbrree a Catania si è svolto il III in-contro della ccoonnssuullttaa rreeggiioonnaallee ddeell MMGGSSper preparare e verificare i vari eventi delMGS Sicilia.

DDoonn MMaarrcceelllloo MMaazzzzeeoo

MMeeeettiinngg AAddoolleesscceennttiiUUnnaa vviittaa...... ddaa SSbbaallllooDestinatari: Ragazzi/e che dai 14 ai 18 anni in su che vogliono vivere una espe-rienza intensa di formazione, spiritualità e fraternità. L’esperienza è rivolta a tutticoloro che frequentano gli Oratori, le Parrocchie, le scuole e i Centri di FormazioneProfessionale nelle case salesiane e condividono la Spiritualità Giovanile Salesiana.

Dove: Isola delle Femmine (PA), Hotel Saracen

Quando: dal 3 al 5 gennaio 2013

Iscrizioni: entro il 23 dicembre 2012. E’ necessario inviare elenco (con cognome,nome, luogo e data di nascita) di tutti coloro che parteciperanno al Meeting (ragaz-zi e accompagnatori). Referenti: Don Marcello Mazzeo [email protected]; suor Assunta Di Rosa [email protected] 333.8596205Quota di partecipazione: 75 €.

MMGGSS -- MMoovviimmeennttoo GGiioovvaanniillee SSaalleessiiaannoo

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EECosa portare: occorrente perla pulizia personale, quaderno,penna.

PROGRAMMA

3 gennaio

14.00 accoglienza e iscrizioni15.00 animazione, introduzio-ne presentatori e preghierainiziale17.00 video provocazione 17.20 condivisione in gruppo18.30 pausa19.00 assemblea20.00 cena21.30 discoteca23.30 preghiera finale e buona notte

4 gennaio

07.30 sveglia08.00 colazione08.45 preghiera e introduzione del te-ma della giornata09.15 gruppi itineranti13.00 pranzo14.45 animazione15.15 laboratori 17.00 pausa17.30 assemblea

18.15 dinamica di gruppo20.00 cena21.30 adorazione22.30 serata di fraternità, buona notte

5 gennaio

07.30 sveglia08.00 colazione09.00 preghiera e presentazione deltema della giornata09.15 testimonianze11.15 celebrazione eucaristica13.00 pranzo e partenza.

Quiz Don Bosco - II Anno - Presentazione dell’iniziativa

Il 16 agosto 2011 è iniziato il triennio in preparazione al bicentenario della na-scita di Don Bosco. Il secondo anno prevede lo studio e l’approfondimento delfondatore. Per facilitare questo obiettivo sono state stampate le vite dei 3 gio-vani “Domenico Savio, Michele Magone e Francesco Besucco”, scritte da SanGiovanni Bosco. Ogni casa localmente si sta organizzando per stimolare i pro-pri destinatari a leggere il testo. Martedì, 19 febbraio 2013, in 4 zone della Sicilia, si svolgerà il quiz Don Bo-sco diviso in varie categorie. Per i vincitori di ognuna delle categorie, il Movi-mento Giovanile Salesiano offrirà un pacchetto regalo per continuare il cam-mino di formazione: per i ragazzi della scuola elementare la totale gratuità peri campi che si realizzano nell’estate del 2013 (giugno e settembre), per i ra-gazzi della scuola media, per gli adolescenti e per i giovani lo sconto del 50%per la partecipazione al pellegrinaggio ai luoghi salesiani che si svolgerà a To-rino in due diverse date: 31 luglio – 4 agosto 2013 (dalla seconda media alsecondo superiore) e 10-16 agosto 2013 (dal terzo anno della scuola superio-re in su).

Quando: Martedì 19 febbraio 2013, dalle ore 16.00 alle ore 18.30.

Dove: Palermo, Gesù Adolescente (provincia di PA e TP); Gela, sdb (provinciadi CL, AG, EN, RG); Catania, via Caronda (provincia di CT e SR) e Messina,San Tommaso (provincia di ME).

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LLaa ggiiooiiaa èè uunnaa ccoossaa sseerriiaa!!È bellissimo ritrovarsi, dopo aver affron-

tato un lungo viaggio, dinanzi al nostro Pa-dre, Maestro ed Amico ed è in quell’istanteche capisci, che ciò che fai quotidianamenteè qualcosa di più grande, ed è nato propriosotto ai tuoi piedi per poi diffondersi in tut-to il mondo.

Ed è ancora più bello quando ci si rendeconto di essere parte di una grande famiglia,fatta di persone che come te credono in unprogetto più grande che unisce tutti daNord a Sud.

E così 100 ragazzi dell’MGS ITALIA,nei giorni che vanno dal 23 al 25 novembre,

ci siamo ritrovati a Valdocco per il II Wor-kshop, con il fine di pensare insieme il Con-fronto Giovani Nazionale che si terrà adagosto 2013.

Naturalmente non poteva mancarel’Ispettoria Salesiana Sicula con ben 8 giova-ni della Consulta Regionale, accompagnatidal nostro delegato di Pastorale Don Mar-cello Mazzeo e da Suor Ermelinda Ardita.

Tutto è partito da dei punti di riflessionesul tema centrale ““LLAA GGIIOOIIAA ÈÈ UUNNAA CCOO--SSAA SSEERRIIAA”” che ci sono stati lanciati da DonFabio Attard, il quale ci ha ha posto tre do-mande fondamentali: “Se non lo faccio io,chi lo farà? Se non lo faccio adesso, quan-do? Se lo faccio per me stesso, chi sono io?”,domande sulle quali un po’ tutti dovremmointerrogarci, e che solo un approfondita co-noscenza di Dio potrebbe aiutarci a dare ri-

sposta; e da Suor Maria che ci ha lasciato undecalogo per una buona riflessione, basatosul sorriso contagioso, sulla riflessione pro-fonda, sull’abbassarsi al livello dei “piccoli”,sulla capacità di sognare, sul prendersi curadell’altro e della terra, sul leggere i simboliche Dio ci manda, sull’essere nella gioiaavendo a cuore la gioia degli altri.

Poi i lavori si sono svolti in 7 equipe,nelle quali c’eravamo precedentemente sud-divisi,e partendo dal tema precedentementeapprofondito, siamo scesi più nel dettaglio aorganizzare le varie attività relative al Con-fronto. Le equipe continueranno a interagi-re tra loro durante tutto l’anno per assicu-rarsi la miglior riuscita del confronto.

Tutto questo naturalmente non si sareb-be potuto realizzare se non grazie al clima di““ppiieennaa ssaalleessiiaanniittàà”” che abbiamo vissuto so-prattutto nei momenti di preghiera e duran-te la veglia del sabato sera in Basilica, piena-mente vissuta anche grazie al “piccolo coroMGS SICILIA”!

La gioia è davvero una cosa seria, e noigiovani del Movimento Giovanile Salesianodobbiamo impegnarci seriamente per riusci-re ad essere, come voleva il nostro papà DonBosco, ffeelliiccii nneell tteemmppoo ee nneellll’’eetteerrnniittàà!!

AAnnggeelliiccaa MMaallggiioogglliioo

WWoorrkksshhoopp -- MMGGSS IIttaalliiaa

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CCoonnffrroonnttoo ggiioovvaannii

Da giorno 30 novembre al 2 dicembre2012 si sono radunati presso la casa salesia-na di San Gregorio, 90 giovani, per vivereun’esperienza di Confronto sul tema scot-tante dell’Onesto Cittadino. I destinataridell’iniziativa sono stati i giovani dai 18 ai 30anni, provenienti delle case Salesiane di tut-ta la regione.

L’obiettivo era quello di trattare il temain maniera trasversale, tenendo in conside-razione non solo il fondamento “religioso esalesiano” dell’onesto cittadino, ma anche il“vivere sociale” che riguarda direttamenteogni cittadino. I nuclei tematici affrontatisono stati i seguenti:

- Fondamento biblico e salesiano del-l’onesto cittadino (relazione tenuta da DonPaolo Fichera: teologo, insegnante di storiae filosofia presso il Liceo dell’istituto salesia-no San Francesco di Sales a Catania). Attra-verso questa relazione è stato chiaro il nessodiretto tra l’Onesto cittadino e il Buon Cri-stiano, sulle orme di Gesù Cristo e di DonBosco.

- Vivere sociale, laboratori tematici neiquali abbiamo potuto approfondire i se-guenti aspetti:

1. Impegno per l’emarginazione dei mi-nori (laboratorio tenuto da Don GiovanniD’Andrea: responsabile Nazionale SCS, delsettore emarginazione e disagio e del settoreparrocchia-oratorio). Attraverso questo la-boratorio si è sperimentato quanto possanoessere svariate le forme di emarginazione,quanto sia comune il problema e quantoognuno può, con il suo agire onesto, evitareo isolare e risolvere focolai di emarginazione;

2. Impegno per la promozione dei dirit-ti umani (laboratorio tenuto da Carola Car-rozzone: giurista, coordinatrice nazionaledella ONG VIS, Volontariato Internaziona-le per lo Sviluppo). Grazie a questo appro-fondimento è stato possibile comprendequanto i diritti umani siano “Cosa di Tutti”,ma ancora poco sperimentati e poco diffusi;

3. Impegno politico (laboratorio tenutoda Salvo Bonaccorsi: consigliere comunaledel comune di Pedara, insegnante pressol’istituto Domenico Savio di Catania e il car-cere minorile di Bicocca). Questo laborato-rio, con una tematica molto forte e proble-matica, ha chiarito quali fossero le caratteri-stiche di una “buona politica”, non partiti-stica, ma a favore della comunità.

- Onesto cittadino: dal livello personalealla responsabilità verso la mia terra e la miagente (relazione tenuta da Dario Montana:referente di “Libera” per Catania e parentedi una delle vittime della mafia). Questa re-lazione è stata doppiamente interessante, in

quanto l’impegno profuso dal nostro relato-re è di radice personale. Impegno che pote-va tramutarsi in odio e vendetta, ma che in-vece ha trovato sbocco nella lotta al crimine,nel tenere viva la “Memoria”, affinché nonsiano solo errori del passato, ma diventinoinsegnamenti per il futuro.

Ogni relazione è stata seguita da con-fronti in piccoli gruppi, per permettere unariflessione e uno scambio di idee tra i parte-cipanti, e da un ritorno in assemblea pereventuali domande ai relatori.

Dalla verifica finale dell’incontro i parte-cipanti hanno segnalato una buona qualitàdei momenti formativi, definendoli arric-chenti e di sicuro stimolanti per un vivereOnesto nei piccoli gesti, nella quotidianità.Possiamo quindi affermare che l’obiettivoprefissatoci è stato raggiunto con successo.

L’occasione fa l’uomo... Onesto. Rilanciamo l’Onesto Cittadino.

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Nel numero 153 del nostro notiziario(ottobre 2012) ho riferito circa alcune attivi-tà di animazione vocazionale che avremmomesse in campo quest’anno. Una di questeattività sono i percorsi Gruppi Ricerca (GR)per fasce di età, di cui desidero riportare, amo’ di cronaca, alcune stringate considera-zioni. Nei mesi di novembre e dicembre –così come stabilito dalla programmazioneispettoriale – abbiamo avviato gli itinerariGR che, come già sapete, si caratterizzanoper la loro impronta spirituale e vocaziona-le.

Una prima considerazione è legata al fat-to che, dalle varie zone della Sicilia, i nostridestinatari erano desiderosi di partire perun nuovo e rinnovato cammino di crescitanella fede; in particolare, gli adolescenti chegià avevano partecipato negli anni passati aiGR mostravano tante aspettative e la vogliadi continuare a ricercare e scoprire ciò a cuiil Signore li chiama. In effetti, i GR (soprat-tutto Ado e Discernimento) sono un aiutoconcreto a sapersi localizzare con la propriavita; a dirsi senza maschere ed auto-nascon-dimenti: “Io sono qui e da qui posso comin-ciare il mio cammino” (M. Buber). È impa-rare a decodificare e a dare un nome a sen-timenti, paure e bisogni che spesso si muo-vono in maniera celata dentro al cuore di chiha intrapreso un cammino di ricerca.

Un altro dato importante è la partecipa-zione numerosa daparte dei nostri desti-natari. I ragazzi discuola media (GRLeader) e quelli discuola superiore (GRAdo) sono i GR piùcospicui: i GR Leader,delle tre zone della Si-cilia, erano circa 190ragazzi; mentre i GRAdo erano circa 170.

Bisogna riconoscereche sono bei numerie… ci fanno ben spe-rare!

Le case SDB diprovenienza dei GRLeader erano: Trapani,Marsala, Alcamo, Ge-sù Adolescente, Gela,San Cataldo, Canicat-tì, S. Filippo Neri divia T. Greco, Salette,

Barcellona P.G. e Ragusa; mentre invece lecase SDB di provenienza dei GR Ado erano:Trapani, Marsala, Alcamo, Gesù Adolescen-te, Ranchibile, Gela, Ragusa, S. Filippo Ne-ri di via T. Greco, Barcellona P.G., Giostra,Cibali e Barriera.

E come ultimaconsiderazione vorreiricordare anche i GRdei giovani (Discerni-mento e Scelta) che, adifferenza di quantoabbiamo detto fino adora, sono meno nume-rosi… ma è normaleche sia così! Infatti, inostri itinerari – passil’immagine di un gran-

de imbuto – diminuiscono di numero manmano che i giovani crescono. Crediamo chesoprattutto la vocazione, in particolare quel-la alla vita consacrata, abbia tempi specificidi maturazione che vanno rispettati e soste-nuti con interventi mirati. A differenza deglialtri GR che sono partiti puntualmente se-condo il calendario prefissato, con il GR Di-scernimento abbiamo dovuto fare la sceltadi posticipare l’avvio dell’itinerario il 12-13gennaio e recuperare il primo appuntamen-to a maggio. Al momento, i partecipantiiscritti sono sei ma solo in tre potevano par-tecipare al primo incontro. Per tale ragione,

IIll GGrruuppppoo RRiicceerrccaa ((GGRR))......uunn ccaammmmiinnoo cchhee ccoonnttiinnuuaa ccooll tteemmppoo!!

AAnniimmaazziioonnee VVooccaazziioonnaallee

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EEdi comune accordo con l’equipe, abbiamofatto la scelta di rinviare a gennaio. I desti-natari del GR Discernimento sono i giovaniche si presentano con l’intenzione di fare di-scernimento vocazionale e di confrontarsicon i diversi stati di vita presenti nella Chie-sa e nella Famiglia Salesiana. Colgo l’occa-sione per un ulteriore appello: se nelle vo-stre case vi sono giovani (maschi e femmine)che hanno bisogno di essere sostenuti, ac-compagnati e orientati alle scelte di vita nonesitate a presentarceli! Sappiamo tutti comeDon Bosco abbia con libertà condotto i suoiragazzi là dove il Padre li voleva, facendo lo-ro delle proposte coraggiose.

Il GR Scelta, inve-ce, è attualmente com-posto dagli aspirantisalesiani che vivono inComunità Proposta eda un altro giovaneche vuole confrontarsiin modo più diretto estringente con la spe-cifica vocazione allavita consacrata salesia-na.

Quest’anno l’avvio del GR Scelta è coin-ciso con l’ordinazione diaconale di Don En-

rico Frusteri, Don Christian Konan e DonMassimiliano Lorusso.

Concludo queste brevi notizie sull’avviodei GR con alcune risonanze che i nostri ra-gazzi sono soliti scrivere nei cartelloni affis-si alle pareti durante gli incontri; ne trasmet-to in sequenza solo alcune, quelle che a mesembrano più significative: 1) “Portata lucenel tunnel della mia vita”! 2) “Rincontrarvi èstato bello... un cammino che continua coltempo, ed è stupendo avervi come compagnidi viaggio”! 3) “Anche ognuno di noi è unRe; ma un Re senza scettro e senza corona,con addosso il grembiule dell’umiltà e del ser-vizio”. 4) “Spero di intraprendere la ricerca diDio con gioia”. 5) “Questo è stato il mio pri-mo GR Ado ma mi ha trasmesso molta cari-ca, volontà di migliorare e proseguire il miocammino di fede al meglio, prendendo esem-pio da Gesù... È stato semplicemente stupen-do, mi ha arricchita tanto”! 6) “Qui si fa sulserio…Qui stiamo parlando non di una scel-ta di vita qualunquista, ma della scelta di Ge-sù”.

Queste risonanze non hanno bisogno diessere commentate… rivelano soltanto l’in-tensità con cui i nostri ragazzi partecipano aiGR!

DDoonn DDoommeenniiccoo LLuuvvaarràà

SSii pprraattiicchhii iill SSiisstteemmaa PPrreevveennttiivvoo eeddaavvrreemmoo ddeellllee vvooccaazziioonnii iinn aabbbboonnddaannzzaa

L’intenso e profondo itinerario di prepa-razione al Bicentenario della nascita di DonBosco (1815-2015) ci porta quest’anno a svi-luppare un aspetto fondamentale del cari-sma del nostro fondatore: il suo patrimoniopastorale e pedagogico, ossia il Sistema Pre-ventivo (SP) nella educazione della gioventù.

Il Rettor Maggiore, don Pascual Chàvez,nella presentazione della Strenna 2013, invi-ta tutti i membri della Famiglia Salesiana ariscoprire il SP e a riviverlo oggi con fedeltà.Don Pascual afferma la necessità di «studia-re e realizzare il SP, di modernizzarne i prin-

cipi, i concetti, gli orientamenti, di interpre-tare oggi le sue idee di fondo: la maggiorgloria di Dio e la salvezza delle anime; la fe-de viva, la ferma speranza, la carità pastora-le; il buon cristiano e l’onesto cittadino; iltrinomio “allegria, studio, e pietà”; le “treS”: salute, scienza, santità; la pietà, moralità,cultura; l’evangelizzazione e la civilizzazio-ne. Lo stesso si dica per i grandi orienta-menti di metodo: farsi amare prima di -piuttosto che - farsi temere; ragione, religio-ne, amorevolezza; padre, fratello, amico; fa-miliarità soprattutto in ricreazione; guada-

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EE gnare il cuore; l’educatore con-sacrato al bene dei suoi allievi;ampia libertà di saltare, corre-re, schiamazzare a piacimen-to».

Tra i grandi orientamentidi metodo troviamo ancheun’espressione pregnante checi fa capire l’importanza dellafigura stessa dell’educatore chedeve essere “consacrato ai benedei suoi allievi”. Così infatti silegge nel Trattatello sul SP:«L’educatore è un individuoconsacrato al bene dei suoi allie-vi, perciò deve essere prontoad affrontare ogni disturbo, ogni fatica perconseguire il suo fine, che è la civile, morale,scientifica educazione dei suoi allievi».

L’espressione potrebbe sembrare esage-rata, forzata, paradossale. Eppure non sem-bra lontano dal vero affermare che iill SSPP ddiiDDoonn BBoossccoo ssii iiddeennttiiffiiccaa ccoonn llaa ppeerrssoonnaa ddeell--ll’’eedduuccaattoorree, tanta è la fiducia concessagli.La funzione predominante dell’educatoregiunge ad assumere i tratti di una consacra-zione, di una vocazione vera e propria. Ilprimo di tali «consacrati» è il direttore del-l’Istituto: «Il Direttore pertanto deve essereconsacrato ai suoi educandi, né mai assumer-si impegni che lo allontanino dal suo uffizio».

Più volte mi sono chiesto: “Perché DonBosco ha detto questa espressione? Perchénel SP fa più volte riferimento alla consacra-zione? Ha ancora senso parlare di consacra-zione per lavorare con i giovani?”. Sono do-mande che ancora oggi non trovano una ri-sposta esaustiva ma solo parziale. Molte vol-te mi sono ritrovato a leggere questo tratta-tello non riuscendo però mai a cogliere lasottolineatura vocazionale esistente tra lesue poche paginette. Eppure il rilievo voca-zionale è presente e sta proprio nell’eesssseerreeccoonnssaaccrraattii aall bbeennee ddeeii rraaggaazzzzii: la consacra-zione è amore fatto dono; è donarsi total-mente a Dio e dedicarsi pienamente al Suoservizio e al servizio degli altri. Don Boscoha realizzato questo nella sua vita: consacra-to al bene dei suoi giovani, ha donato tuttala sua esistenza perché fossero “felici nel

tempo e nell’eternità”. E in questa felicitàdei ragazzi Don Bosco vedeva realizzata laloro vocazione. Tutto ciò lo portava ad esse-re un promotore di vocazioni. La Strennadel 2011 «Venite e vedrete» invitava a guar-dare a Don Bosco come promotore di voca-zioni soprattutto consacrate. Pietro Braido,nel secondo volume della sua opera, DonBosco prete dei giovani nel secolo delle liber-tà, lo indica come un “affamato di vocazio-ni”. Questa espressione perché sia corretta-mente intesa va collocata nel quadro dellagrande utopia di Don Bosco: «Guadagnareal Vangelo il maggior numero di giovani».Sappiamo tutti come Don Bosco è stato unesperto delle vocazioni nella Chiesa. «Luistesso – afferma Gianni Asti nel libro DonBosco e le vocazioni (2010) –, in diversi mo-menti della sua vita, ricordava quante mi-gliaia di giovani aveva orientato ai Seminaridiocesani o aveva avuto la gioia di accoglie-re nelle sue case come Salesiani».

Dicevo prima che è una risposta parzia-le, molto limitata, ma che dà l’occasione perapprofondire il SP, così come ci invita a fareil Rettor Maggiore. È davvero tanto il desi-derio di “investigare” il SP e cogliere le sfu-mature vocazionali esistenti ma lasciamoagli esperti questa faticosa e necessaria ricer-ca!

Ancora, stimolato dal magistero salesia-no, mi sono chiesto il significato dell’espres-sione di Don Bosco che troviamo nel suo te-stamento spirituale: “…si pratichi il Sistema

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EEPreventivo ed avremo delle vocazioni in ab-bondanza”. Anche nelle Memorie Biografi-che di Don Bosco troviamo una consegnapreziosa, fatta in modo confidenziale ai suoifigli salesiani, circa il suo sistema: «…il lavo-ro, la buona e ferma condotta dei nostri con-fratelli guadagnano e per così dire trascinanoi loro allievi a seguirne gli esempi. Si faccianosacrifici pecuniari e personali, ma si pratichi ilSistema Preventivo ed avremo delle vocazioniin abbondanza» (MB IV, 262). Un primo da-to rilevante è che la testimonianza degli edu-catori e dei religiosi è di vitale importanza.Inoltre, nel campo vocazionale bisogna pas-sare necessariamente all’azione. La situazio-ne è tale che non si può mantenere un atteg-giamento passivo in attesa dei risultati. Lavocazione è frequente, molto più di quantonormalmente si pensi. Sono molti coloroche presentano indicatori vocazionali el’educatore deve stare attento a questi “se-gni” (buoni costumi, disponibilità all’anima-zione, familiarità con la Parola di Dio e la vi-ta cristiana, profondità spirituale) che i gio-vani presentano.

Molti invocano un salto di qualità della

pastorale giovanile perché la dimensione vo-cazionale che la caratterizza venga chiara-mente esplicitata. Ma tutto ciò cosa com-porta? Credo implichi la proposta di una vi-sione della vita come bene ricevuto che ten-de per sua natura a divenire bene donato. Èimportante aiutare le giovani generazioni acapire che non possono ignorare il dinami-smo del dono che tende ad essere partecipa-to, pena il prezzo dell’infelicità. Non si trat-ta soltanto di stimolare i giovani a fare qual-che cosa per gli altri, ma di guidarli in uncammino che dal “fare” conduca al proposi-to e al gusto di impegnarsi perché se necomprendano le motivazioni autentiche eprofonde. In questo senso è decisivo accom-pagnare i giovani ad interpretare quello chesperimentano, a scoprire dimensioni e signi-ficati della realtà, a valutare atteggiamenti ereazioni alla luce del Vangelo.

Se don Bosco fosse qui... certamente ri-peterebbe questo chiodo fisso: «Si pratichi ilsistema preventivo ed avremo delle vocazioniin abbondanza»!

DDoonn DDoommeenniiccoo LLuuvvaarràà

AAnniimmaazziioonnee MMiissssiioonnaarriiaa//VVIISS

AAvvvviiaattaa llaa SSccuuoollaa ddii MMoonnddiiaalliittàà 22001122

Il fine settimana del 20-21 Ottobre si è aperta all’Ostello Don Bosco (Plaja - CT) la Scuo-la di Mondialità (SdM), percorso ispettoriale gestito dall’AMVIS Sicilia e destinato ai giova-ni dai 18 anni in su. Quest’anno l’itinerario è intitolato “Educare alla mondialità…sulle or-me del Sistema Preventivo”, lo scopo, infatti, alla luce della Strenna, sarà quello di formarcia tematiche di attualità seguendo il metodo di Don Bosco. Il sottotitolo del percorso indicain maniera più specifica il tema che verrà trattato “Il viaggio delle materie prime fino a noi.Dalla consapevolezza all’azione!”, cercheremo, dunque, di ricostruire il percorso delle mate-rie prime dal sud del mondo, dove vengono reperite, al nord, dove vengono consumate. L’iti-nerario si servirà del metodo vedere-valutare- agire, da qui a dicembre, mese del secondo in-contro, avremo l’opportunità di indagare la situazione attuale, i rapporti tra nord e sud, gliequilibri che reggono il commercio delle materie prime. Nell’incontro successivo proveremoad acquisire e perfezionare gli strumenti che ci permettono di valutare la realtà che ci circon-da, affinando il nostro senso critico senza cadere in stereotipi o banalizzazioni. Il nostro per-corso si concluderà incontrando rappresentanti di associazioni, gruppi e movimenti che ope-rano nella nostra realtà territoriale per incentivare il consumo critico e lo sviluppo sostenibi-le. Questo ci darà l’opportunità di passare all’azione!

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Il primo incontro di SdM si è svolto indue sessioni: il pomeriggio di sabato ha avu-to carattere introduttivo e ha avuto luogonella sede dell’ispettoria sicula dove, il coor-dinatore regionale, Daniele Tinaglia, e il no-stro delegato, don Domenico Luvarà, si so-no susseguiti dando qualche dato sull’ope-rato del VIS nel mondo e spiegando le tap-pe dell’itinerario di Scuola di Mondialità. Aquesto momento introduttivo è seguito l’in-tervento di un illustre relatore, il prof. Euge-nio Melandri, esperto di cooperazione, lea-der del movimento pacifista italiano e fon-datore della rivista “Chiama l’Africa”. Rivol-gendosi ad una platea di più di 70 giovaniprovenienti da tutta la Sicilia, egli si è soffer-mato su termini fondamentali come missio-narietà, sviluppo e volontariato, e ha intro-dotto l’argomento, poi approfondito il gior-no successivo, della geografia delle materieprime.

La serata è proseguita allaChiesa i Minoriti, nel centro sto-rico di Catania, dove si è svoltala veglia missionaria che è stataorganizzata in collaborazionecon l’ufficio diocesano di Pasto-rale giovanile e il PIME. Duran-te la veglia abbiamo ascoltato letestimonianze di missionari egiovani volontari che hanno tra-scorso i mesi estivi all’estero de-dicandosi agli altri in Sud Ame-rica, Asia, Africa ed Europa del-

l’Est. Il giorno successivo la Scuola di Mon-

dialità ha avuto luogo nel suo solito scena-rio, la colonia don Bosco. La domenica ilprof Melandri ci ha parlato dei percorsi se-guiti dalle materie prime e dei rapporti tranord e sud invitandoci a riflettere sull’im-patto che questi processi hanno sulla nostravita, e sulle iniziative da mettere in atto perlimitare i danni.

La mattinata si è conclusa con la cele-brazione della Santa Messa, presieduta daldelegato di pastorale giovanile della nostraispettoria, Don Marcello Mazzeo. Dopo ilpranzo, tutti noi partecipanti ci siamo datiappuntamento al prossimo incontro che siterrà il 18-19 Dicembre presso l’Istituto“Sacro Cuore” - San Gregorio di Catania.

DDoonnyy SSaappiieennzzaaSocio VIS

é E. Melandri.

VVeerrssoo llaa GGiioorrnnaattaa MMiissssiioonnaarriiaaSSaalleessiiaannaa ee ll’’HHaarraammbbééee IIssppeettttoorriiaallee

Siamo ormai prossimi a Gennaio, mese “salesiano”, e come ogni anno si ripresenta laGiornata Missionaria Salesiana (GMS)… una tradizione che continua!

È un impulso per l’Animazione Missionaria per coinvolgere tutte le comunità e le realtàsalesiane a conoscere l’impegno missionario e ad accompagnare e sostenere con la preghierai missionari salesiani e le vocazioni missionarie. Quest’anno, come due anni fa’, celebreremola GMS insieme all’Harambèe Regionale sotto un unico tema ““IIll ccaammmmiinnoo ddeellllaa FFeeddee iinn AAffrrii--ccaa,, ssaarreettee mmiieeii tteessttiimmoonnii””.

Il tema è di grande attualità nel contesto dell’Anno della Fede come spunto di riflessio-ne sul primo annuncio del Vangelo i cui destinatari sono coloro che non conoscono Gesù.

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EEEsso richiama la bellez-za e la centralità dellafede nella prospettivadella missione Ad gentese l’urgenza di questo an-nuncio in tutti i conti-nenti. Oltre a ciò, il no-stro Rettor Maggiore af-ferma che questo tema«ci aiuta a comprenderel’urgenza del camminodi fede personale, chenon si può mai fermare.Siamo discepoli in cam-mino che cercano ognigiorno, sempre più, diseguire il Maestro».

Il progetto dellaGMS 2013 è indirizzatoalla formazione dei cate-chisti e alla produzionedi sussidi catechisticinelle lingue locali di al-cune ispettorie africane.Con l’acquisto del Rosa-rio Missionario (€ 1,50)si contribuirà a sostene-re i costi della Bibbia,del Catechismo e di altrilibri per la catechesi.

LL’’HHaarraammbbèèee IIssppeett--ttoorriiaallee ee llaa GGMMSS ssii ssvvooll--ggeerraannnnoo iill 2200 GGeennnnaaiioo22001133 pprreessssoo iill nnoossttrroo IIssttiittuuttoo ““GGeessùù AAddoollee--sscceennttee”” ddii PPaalleerrmmoo..

L’intera giornata sarà dedicata all’appro-fondimento del tema, alla conoscenza dellemissioni e delle esperienze missionarie esti-ve; inoltre, proprio come dice la parola stes-sa Harambée, sarà un incontro per stare in-sieme e far festa!

Trascrivo il programma della giornata:– ore 09:00 Arrivo e accoglienza;– ore 09:30 Preghiera iniziale e presenta-zione del tema;– ore 10:00 “Il cammino della Fede inAfrica” (Don Gianni Mazzali);– ore 11:00 Dibattito in assemblea;– ore 12:00 I parte degli stand e testimo-nianze;

– ore 13:00 Pranzo a sacco;– ore 14:00 II parte degli Stand e testi-monianze;– ore 15:00 Presentazione del progettoGMS 2013;– ore 15:30 Partenza per l’Oratorio Sale-siano “Santa Chiara”;– ore 16:00 Celebrazione Eucaristia ani-mata dalla comunità del Ghana;– ore 17:00 Partenza.

Invito i direttori e gli incaricati di Orato-rio a diffondere questo messaggio a tutti igiovani, in particolare a coloro che dimo-strano una sensibilità ai temi della mondiali-tà e del volontariato missionario.

DDoonn DDoommeenniiccoo LLuuvvaarràà

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EEAAssssoocciiaazziioonnii -- TTGGSS

PPrrooggeettttoo llee PPaasssseeggggiiaattee ddii DDoonn BBoossccoo

Nell’ambito delprogetto finanziatodalla presidenza delConsiglio dei Mini-stri, Dipartimentodella Gioventù, si è

svolta la prima passeggiata prevista nell’am-bito della Regione Sicilia.

Hanno partecipato tre centri T.G.S., ilT.G.S. Ibiscus Catania, il T.G.S. Il Gabbia-no di Catania e il T.G.S. Spring di Messina.In totale ha visto la partecipazione di circa90 ragazzi.

Come prima passeggiata si è scelto disvolgerla in luoghi unici al mondo e cono-sciuti grazie al loro valore artistico e alle fic-tion e spot televisivi che vi sono state girate,in particolare quella del “Il commissarioMontalbano”.

I tre centri si sono ritrovati in piazza Ita-lia a Scicli alle 10.30, il cui centro storico èstato insignito, nel 2012, del titolo di Patri-monio dell’Umanità da parte dell’UNE-SCO, insieme con la Val di Noto. Ma natu-ralmente la giornata è iniziata prima, con lapartenza (alle 8 per i catanesi e alle 7 per i

messinesi) dei ragazzidai rispettivi oratori.Dentro il pullmancon li ragazzi che a di-re la verità stavanodormendo si è respi-rato un clima d’alle-gria e di fraternità.Ovviamente da buona famiglia salesiana nelpullman abbiamo recitato le preghiere peraffidare al Signore questa nostra giornata.

Verso le 10 e 30, come detto, l’arrivo aScicli e l’incontro tra i giovani dei tre centri,la cosa che ci ha colpiti appena arrivati a Sci-cli, la cosa che ha colpito i nostri occhi è sta-ta la montagna che sovrasta la città con so-pra la chiesa di San Matteo (simbolo di Sci-cli e chiesa Madre fino al 1874, è posta sulcolle di San Matteo, sito della città vecchia),da la sopra si ha tutta la vista della città, ve-ramente molto bella.

Nello spirito tgiessino e del progetto, laguida per la città è stato un ragazzo rappre-sentate del T.G.S., nello specifico, il presi-dente del T.G.S. Ibiscus Catania, che dopoaver dato il saluto del Nazionale (essendonetesoriere) inizialmente spiega ai ragazzi lospirito delle “Passeggiate di Don Bosco”,dopo ha inizio la visita della cittadina con lachiesa Madre di Sant’Ignazio, di stile baroc-co, all’interno vi erano dei quadri che ritrae-vano la vita del Santo compreso anche il suomartirio, la Chiesa è conosciuta anche comeChiesa della Madonna delle Milizie, perquesto da sottolineare all’interno la Madon-na dei Milici, singolare opera in cartapestaprotagonista della “Festa dei Milici”, (che sisvolge a giugno proprio in Piazza Italia, eche rievoca la battaglia tra Normanni e Sara-ceni, combattuta nella piana di Donnalucatae vinta dai Normanni) che rappresenta laMadonna su un cavallo bianco con la spadasguainata nell’atto di combattere i Saraceni,

Prima passeggiata tra il Barocco e i luoghi della fiction “Il Commissario Montalbano”Scicli e Ragusa, 25 novembre 2012

é Ragusa Ibla: Particolare di un balcone.

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EEdue dei quali si trovano sotto glizoccoli del cavallo. Ringraziamoil parroco per le nozioni storicheche gentilmente ci ha fornito.

Successivamente abbiamo vi-sitato la chiesa di San Bartolo-meo (Restaurata nel 2009 è unachiesa risalente ai primi anni delXV secolo e forse fu l’unico edi-ficio risparmiato dal catastroficoterremoto del 1693) al cui inter-no vi era un bel presepe (operad’arte inimitabile, le cui statue inlegno di tiglio del napoletanoPietro Padula (1773-76), sono al-te un metro, oggi ne sono rimastesoltanto 29, delle 65 previste) e un bel dipin-to (di Francesco Pascucci) che raffigurava ilmartirio del santo. Poi siamo passati davan-ti al Palazzo Beneventano, che Sir AnthonyBlunt lo definisce il più bello e “forse unicoin Sicilia per decorazione fantastica” (“di unpallido colore giallo-oro che al sole acquistaun’indescrivibile opulenza”).

Caratteristici mascheroni “irriverenti” loadornano in puro stile barocco. Siamo poiarrivati in Via Francesco Mormina Penna,l’antico Corso San Michele, cuore del centrostorico, che anche se non eccessivamentelunga, è tra le strade più belle della città, perla sapiente integrazione tra architetture ec-clesiastiche e palazzetti nobiliari. Fanno daquinte scenografiche tre bellissime chiese:San Giovanni, San Michele e Santa Teresache vengono a comporre, in una successionesorprendente, uno spazio urbanistico origi-nale.

Anche gli interni di queste tre chiese so-no ricche di stucchi, grate in ferro battuto,dorature, elementi architettonici che richia-mano alla mente il clima mistico dei secoliXVIII e XIX. All’interno della Chiesa diSan Giovanni, da sottolineare la presenza diun quadro particolare il “Cristo in gonnella”di scuola spagnolesca. All’inizio della viaspicca il Palazzo Comunale, palazzo i cui in-terni sono stati utilizzati come sede dellaquestura nella fiction “Il Commissario Mon-talbano”, mentre gli esterni rappresentanoal sede del Commissariato di Vigata, nella

stessa serie TV. Verso le 12.15 siamo andatinel pullman per partire verso Ragusa.

A Ragusa siamo stati ospitati dall’orato-rio, dove abbiamo pranzato a sacco. Dopoun breve riposo ed una partita a pallone,verso le 15:00 abbiamo celebrato la SantaMessa, presieduta dal direttore dell’oratoriosalesiano di Barriera Don Gaetano Urso,durante la quale abbiamo pregato anche perle vittime della strada in quanto il 25 novem-bre è il giorno della loro memoria. Dopo laMessa siamo andati sempre con il pullman aRagusa Ibla, gioiello del Barocco siciliano. ARagusa abbiamo visto la cattedrale di SanGiorgio simbolo della città. Usciti dallachiesa siamo andati presso il belvedere diRagusa dove abbiamo ammirato un panora-ma mozzafiato di Ragusa, e soprattutto lacupola della Chiesa illuminata, con il suoblu messo in risalto. Verso le 18 siamo anda-ti presso il pullman per ritornare presso lenostre città di residenza. Si chiude così unabella giornata che ci ha permesso non solo lariscoperta dei luoghi della nostra terra, ma ilpassare bei momenti di fraternità, con amicivecchie e nuovi, seguendo l’esempio di DonBosco.

Un ringraziamento al nostro fotografoRosario Papale, anche lui un ragazzo delprogetto, nonché vicepresidente del T.G.S.Ibiscus Catania, che ha immortalato i mo-menti più belli di questa giornata.

GGiioovvaannnnii FFiinnoocccchhiiaarroo

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GGrraannddee eevveennttoo ppeerr PPaallaaggoonniiaa

PPrrooggeettttoo LLaaiiccii

IInnccoonnttrroo ddeellllaa pprriimmaa ccoommmmiissssiioonnee

Per la prima volta la tan-to attesa, da tutti gli atletidello sport si è svolta nelpiccolo paese di Palagoniache è stato orgoglioso di es-sere parte attiva in questamanifestazione grazie all’or-ganizzazione della PGS IL-GA.

La giornata è iniziatacon l’incontro di tutte le so-cietà partecipanti, accoltedalla banda “V. Bellini”,presso la Bambinopoli doveè stato offerto un omaggiofloreale alla statua di Don Bosco e da dove èpartita la sfilata delle società fino in piazzaGaribaldi. Qui gli atleti hanno partecipatoalla Celebrazione Eucaristica.

La mattinata si è conclusa con la premia-zione della stagione 2011/12, accompagnatada divertentissimi giochi animati dal gruppoMGS di Palagonia.

Nel pomeriggio gli atleti si sono recatinelle palestre e nei campi per disputare legare.

La giornata si è conclusa con il ritorno insede dei partecipanti e con una gran voglianegli atleti di iniziare il campionato2012/13.

La PGS ILGA, soddisfatta del propriolavoro, ringrazia il Comitato Provinciale perl’opportunità che le è stata offerta, le autori-tà cittadine, il gruppo MGS e tutti i parteci-panti alla manifestazione.

XXeenniiaa XXiimmeenneess

Verso la stesura di un “Progetto laici”nella nostra Ispettoria: per non dimenticareil cammino già tracciato… (dal POI Ispetto-riale 2010, pagine 32–34).

3.3. COMUNIONE E CONDIVISIONESALESIANI E LAICI

Il modello iniziale della missione giova-nile salesiana è « l’Oratorio di Valdocco,“laboratorio” nel quale don Bosco, altri sa-cerdoti, laici adulti, giovani e alcune donne,prima fra tutte Mamma Margherita, vivonoquello stile originale e simpatico» che è in-sieme metodo e spiritualità.

«La missione giovanile e popolare inol-tre ha una particolare dimensione secolare,perché è un carisma suscitato nella Chiesaper il mondo».

Questo modello storico e carismatico,nato in un particolare contesto ecclesiale, siinserisce oggi nell’autocomprensione che laChiesa ha di se stessa a partire dal ConcilioEcumenico Vaticano II, come Popolo diDio, chiamato ad essere fermento nella sto-ria. «All’interno di tale Popolo va semprepiù evidenziandosi, come segno dei tempi, ilprotagonismo dei laici», evidenziato nel-

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EEl’Esortazione Apostolica Christifideles Laici.

Si constata inoltre che vi sono «laici di-sponibili e preparati a partecipare alla mis-sione di don Bosco con responsabilità diret-te» e che particolari necessità di presenza sa-lesiana in certe zone, l’urgenza dei problemigiovanili di un territorio, le richieste dellachiesa locale, delle istituzioni civili o di altreagenzie e la volontà di non chiudere un’ope-ra, hanno richiesto e richiedono scelte per lequali ai laici vengono affidate responsabilitàdirette nella missione salesiana.

Da questo ampio quadro emergono inparticolare due linee prospettiche:

– la formazione specifica per i laici e lacondivisione della formazione tra salesiani elaici;

– l’individuazione di nuovi modelli or-ganizzativi per garantire l’efficacia della mis-sione da una parte e la fedeltà carismaticadall’altra.

Alla luce della riflessione del CG24 ilPOI ispettoriale ne assume gli orientamenticoncretizzati dai seguenti obiettivi generali:

– «Passare da una semplice accettazionedei laici ad una effettiva valorizzazione delloro apporto peculiare nell’educazione enella pastorale».

– «Promuovere esperienze, attitudini,processi operativi e strutture di correspon-sabilità che favoriscano la comunione e lacondivisione nello spirito e nella missione diDon Bosco».

– «Valorizzare la comunicazione in tuttele sue forse ed espressioni: comunicazioneinterpersonale e di gruppo, produzione dimessaggi, uso critico ed educativo dei mezzidella comunicazione sociale».

– «Progettare itinerari di formazionequalificata per realizzare la comune missio-ne educativo-pastorale».

A seguire, nel capo quinto del ProgettoOrganico Ispettoriale, si affrontano tregrandi sfide che la nostra Ispettoria è chia-mata ad sostenere in questi anni: al 5.1 siparla della “significatività delle presenze”; al5.2 si dichiara “salesiani e laici verso un pro-getto di comunione” (riporto il testo inte-grale); al 5.3 di tratta del “risanamento eco-nomico”.

5.2. SALESIANI E LAICI VERSO UNPROGETTO DI COMUNIONE

La collaborazione tra SDB e laici non èun ripiego o una scelta dettata dall’emergen-za o dalla carenza di risorse personali, mauna grande opportunità ecclesiale e cari-smatica, una preziosa risorsa di rinnovamen-to delle nostre comunità e delle nostre pre-senze in Sicilia. Si tratta di una scelta inelu-dibile caldeggiata dai “segni dei tempi” e datesti autorevoli del magistero ecclesiale e sa-lesiano. Il rapporto tra sdb e laici mira a co-struire la comunione e a rilanciare la missio-ne tra i giovani, con un nuovo stile di colla-borazione tra presbiteri, religiosi e laici.

La sfida attuale consiste nel far matura-re una rinnovata mentalità di condivisione emissione con i laici, valorizzando la Carta diComunione della FS e la Carta della Missio-ne della FS (oggi diremmo “la Carta dellaidentità) e gli organismi di partecipazione,in particolare il Consiglio della CEP; inoltrecomporta la ridefinizione di ruoli e compitiall’interno delle nostre opere, prevedendomoduli formativi congiunti. A partire daquesti presupposti, si opta per:

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EE – verificare lo stile di collaborazioneSDB e laici in ogni comunità, opera e attivi-tà e farne oggetto in particolare nella visitaispettoriale;

– privilegiare alcune esperienze educati-vo-pastorali attraverso cui sia possibile con-cretizzare e -rendere visibili nuove forme dicollaborazione;

– prevedere moduli formativi congiuntiper SDB e laici in forma “laboratoriale” e“sperimentale”.

L’incontro del gruppo di lavoro per ilProgetto laici…

Date le premesse programmatiche di cuisopra, il 4 novembre ultimo scorso,l’Ispettore ha voluto dare il via alla stesuradel Progetto laici coinvolgendo un gruppodi lavoro composto da laici che attualmentegestiscono gli Oratori a conduzione laicale,da laici che gestiscono le scuole professiona-li, e coloro che guidano attività all’internodelle nostre Opere Salesiane, tenendo pre-sente le esperienze già in atto in questi ulti-mi anni nella nostra Ispettoria.

Nel suo intervento, dopo aver ripercor-so idealmente il cammino che ha fatto laCongregazione Salesiana con il CG 23 nell’anno 1990 e poi nel 1996 con il CG24, aproposito del coinvolgimento dei laici, deli-neava rapidamente anche il cammino che lanostra Ispettoria ha percorso su questo ar-gomento così importante e delicato in que-sti anni, prima nel Capitolo Ispettoriale del2004 e poi nel Capitolo Ispettoriale del2010.

Sottolineava come nella nostra Ispetto-ria oltre il cammino delle idee, si sono anchecondotte delle esperienze nel coinvolgimen-to dei laici, questo fatto è una ricchezza dasaper valutare, migliorare ed eventualmentefar fruttare sempre più.

Presentando “Alcuni stimoli da partedel CG24”, Don Gianni ha incoraggiato ilgruppo di lavoro indicando anche un meto-do di lavoro possibile da poter percorrere egià attuato nel CG24 soprattutto nella com-missione preparatoria.

In particolare delinea sinteticamente al-cune aree possibili dentro le quali potrem-mo lavorare:

1. Prima area: Salesiani e Laici oggi: ana-lisi e descrizione della situazione nella no-stra Ispettoria.

2. Seconda area: Salesiani e Laici: me-moria e profezia: una riflessione teologica ecarismatica.

3. Terza area: Salesiani e Laici verso ilfuturo: strategie e realizzazioni.

Il gruppo di lavoro dei laici ha interagi-to positivamente alle riflessioni propostedall’ispettore e già si è diviso in tre sotto-gruppi divisi per territorio (due sottogruppinel territorio catanese, uno per il centro - Si-cilia e la zona occidentale), da implementa-re ancora.

Si è ipotizzato nell’incontro che all’inter-no delle tre aree si potrebbero sviluppare al-tri aspetti, come la descrizione delle nostreesperienze di coinvolgimento laicale e so-prattutto la parte programmatica voluta dalPOI.

Molti laici hanno chiesto di poter intera-gire con i Salesiani di Don Bosco nella stesu-ra del documento. Certamente l’Equipe del-la Missione sarà a fianco del gruppo di lavo-ro per il progetto, con il proprio compito diaccompagnamento. Anche il ConsiglioIspettoriale interverrà con il suo proprioruolo.

Spero che si troveranno al più presto al-tre modalità per allargare il più possibile lapartecipazione, nello spirito di collaborazio-ne e di comunione del CG24.

L’incontro si è concluso decidendo subi-to di preparare una griglia per l’analisi dellasituazione attuale da cui partire, per entra-re successivamente nel vivo di ciò che chie-de il POI.

Il lavoro si svolgerà nei sottogruppi conmomenti in comune in date da stabilire. Lasupervisione nella stesura è affidata allaEquipe della Missione.

Si è fissato nel mese di Agosto un incon-tro di due giornate per sintetizzare definiti-vamente i vari materiali che si produrranno.Entro il mese di dicembre del 2013 l’appro-vazione definitiva del Consiglio Ispettoriale.

Chiediamo a Maria Ausiliatrice di gui-darci nel cammino intrapreso.

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VVeerrssoo uunn pprrooggeettttoo ddii CCSSnneellllaa nnoossttrraa IIssppeettttoorriiaa

Giorno 22 novembre si è radunatal’Equipe della missione, presente D. FeliceBongiorno, il delegato della ComunicazioneSociale.

Si è deciso di dare impulso alla Equipedi Comunicazione Sociale (già descritta nelnostro Notiziario di Ottobre) e di procede-re a delineare in maniera sintetica le seguen-ti indicazioni:

a. Procedere alla definizione di alcune li-nee progettuali di Comunicazione Socialenella nostra Ispettoria per poi presentarle alConsiglio Ispettoriale, in data da stabilire.

b. Presentare le linee progettuali di cuisopra e presentarle a D. Filiberto Gonzales,Consigliere generale per la ComunicazioneSociale.

A livello progettuale si propone che ildocumento potrebbe seguire il seguenteschema:

– Analisi delle strutture che vengonoutilizzate nelle nostre opere a questo scopo(Teatri – Sale delle Comunità etc… e quan-t’altro riguardi ogni aspetto della Comuni-cazione).

– Chiarire in modo sintetico come la Co-municazione Sociale Salesiana si situa all’in-terno delle Costituzioni e il Progetto del Di-

castero della Comunicazione Sociale, giàeditato nel 2005).

– Come tutto ciò si situa nelle prospetti-ve della nostra Ispettoria.

– Il progetto dovrebbe descrivere inoltrequale sia l’identità, la responsabilità, la fina-lità, e la metodologia del lavoro dell’Equipedi Comunicazione sociale.

– Il tema della rete è un elemento pro-gettuale importante. Cosa intendiamo perrete di Comunicazione Sociale nella nostraIspettoria? Quali elementi da attivare? Qua-le la metodologia? Quali i rapporti con laFamiglia Salesiana di Sicilia?

– È importante delineare almeno unaprogrammazione specifica biennale, dovevengano preparati convenientemente glieventi come la venuta dell’urna di D. Boscoe l’evento del bicentenario.

– Come tutto ciò entra nella dinamicaprogettuale dell’Ispettoria? Come proporreper ogni anno pastorale la comunicazioneSociale?

È certo che questo progetto, oltre chedel lavoro dell’equipe di CS, avrà bisogno dicontributi di confratelli che vorranno colla-borare.

DDoonn EEddooaarrddoo CCuuttuullii

È la sfida dell’ambiente digitale che intende richiamare l’attenzione sul tema che que-st’anno papa Benedetto XVI ha scelto, nel contesto dell’Anno della Fede, per la 47.ma Gior-nata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: “Reti Sociali: porte di verità e di fede; nuovi spa-zi di evangelizzazione”, che si celebrerà il 12 maggio 2013.

“In un tempo in cui la tecnologia tende a diventare il tessuto connettivo di molte espe-rienze umane quali le relazioni e la conoscenza, è necessario chiedersi: può essa aiutare gli uo-mini a incontrare Cristo nella fede? Non basta più il superficiale adeguamento di un linguag-gio, ma è necessario poter presentare il Vangelo come risposta a una perenne domanda uma-na di senso e di fede, che anche dalla rete emerge e nella rete si fa strada”.

Sarà anche questo il modo per umanizzare e rendere vivo e vitale un mondo digitale:“non si tratta più di utilizzare internet come un «mezzo» di evangelizzazione ma di evange-lizzare considerando che la vita dell’uomo di oggi si esprime anche nell’ambiente digitale”.

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PPrreesseennttaazziioonnee ddeeii pprrooggeettttii aavvvviiaattiiL’Ufficio di Progettazione Sociale Ispet-

toriale è stato attivato da poco più di un an-no e mezzo inserendosi all’interno dell’Uffi-cio di Pastorale Giovanile. L’esperienza sca-turisce dalla duplice esigenza sia di rafforzarefronti educativi già in opera, cercando di so-stenerli attraverso un sostegno economico etramite la presenza di figure professionalieducativamente competenti sia di aprire osperimentare nuovi fronti di intervento co-gliendo gli input che possono provenire daopportunità di finanziamento e dalla ricercadi bandi a livello locale, regionale, nazionaleed europeo.

Operativamente questo servizio è statorealizzato in stretto contatto con l’Ispettore eil suo consiglio e in relazione costante con lecomunità locali.

L’attività della progettazione sociale se-gue un iter abbastanza standardizzato: si co-mincia dalla ricerca, tramite diverse fonti, dibandi in ambito educativo, sociale e cultura-le, si continua con il verificare che ci siano irequisiti necessari per la presentazione delprogetto e identificando anche le sedi chepossano corrispondere maggiormente aglielementi richiesti e si conclude con la stesurae presentazione del progetto dopo aver rac-colto l’interesse dei responsabili delle operescelte dall’Ispettore e dal delegato di PG.

In quest’anno di lavoro sono state pre-sentate 22 proposte progettuali che hanno ri-sposto a bandi principalmente in ambito co-munale, regionale e di Fondazioni Nazionali.Ma di questi solo alcuni sono stati finanziati.L’ambito della progettazione sociale sta di-ventando un vero e proprio settore professio-nale e la competizione è sempre più alta vistola riduzione dei contributi statali destinati aiservizi sociali.

Entrando nello specifico di quelli appro-vati, certamente l’Accreditamento per l’ero-gazione dei Servizi Socio Educativi presso ilComune di Catania è quello che sta avendoun ritorno importante.

Nel dicembre 2011 l’Ispettoria come en-te capofila degli Oratori catanesi di Barriera,

Salette, Cibali, S. Filippo Neri e l’APS Du-smet di Via Teatro Greco hanno sottoscrittoun disciplinare per la fornitura di servizi so-cio-educativi tramite titoli sociali a minoriche vivono in condizioni di svantaggio eco-nomico e familiare. Alle famiglie dei minoririconosciute bisognose dalle Assistenti Socia-li dei Servizi Sociali Comunali, vengono asse-gnati dei titoli sociali (voucher) spendibilipresso enti accreditati alla direzione Famigliee politiche sociali. Complessivamente nelle 5sedi sono stati accolti circa 160 minori chehanno usufruito dei diversi servizi educatividegli oratori (sostegno scolastico, attività lu-dico ricreative, grest…) e a fronte delle attivi-tà e prestazioni svolte le case hanno ricevutoun rimborso economico.

Simile procedura di Accreditamento sista portando a compimento presso la Dire-zione Politiche Sociali e Giovanili della Pro-vincia Regionale di Palermo. Ottenuta l’Iscri-zione al registro provinciale delle associazio-ni del Terzo Settore e degli enti non commer-ciali sarà possibile presentare progetti e ri-chieste di contributi per iniziative che avran-no come ambito prevalente i giovani e che sisvolgeranno presso tutte le sedi salesiane diPalermo e provincia.

Altra iniziativa andata in porto è stata lastipula delle convenzioni con i quattro Ateneidella Sicilia (Università degli Studi di Paler-mo, Catania, Enna e Messina) per poter acco-gliere presso tutte le case salesiane studentiuniversitari che devono svolgere il tirociniocurriculare. Attualmente sono stati attivati indiverse sedi circa 30 tirocini di studenti del-le facoltà di Scienze della Formazione, Lette-re, Psicologia e Scienze Motorie.

Di recente pubblicazione è la graduatoriadei progetti presentati nello scorso gennaioall’Assessorato Regionale della famiglia e del-le politiche sociali per “Contributi a favore dioratori per il sostegno alla famiglia e alle re-sponsabilità educative”. Dei tre progetti pre-sentati è stato approvato solo quello intestatoalla Parrocchia San Matteo di Messina Gio-stra che avrà la possibilità per un anno di po-

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PPrrooggeettttaarree ppeerr ii nnoossttrrii rraaggaazzzzii

ter svolgere, con personale qualificato, servi-zi educativi e di assistenza a minori e famiglieche vivono particolari condizioni di svantag-gio socio-economico. Un altro piccolo contri-buto è stato dato dalla Provincia Regionale diCatania per le attività formative svolte dallaPastorale Giovanile.

Siamo ancora in attesa di ricevere comu-nicazione di una richiesta di contributo pres-so una fondazione bancaria.

Ultimamente l’Ufficio sta allargando lasua attività anche sul fronte dei contributi co-munitari. Con scadenza a metà gennaio si stalavorando su due interventi diretti esclusiva-mente ai giovani, con progetti finalizzati allaloro inclusione sociale e alla loro crescita per-sonale e professionale.

Per l’Avviso “Giovani per il sociale” ema-

nato dalla Presidenza del Consiglio dei Mini-stri Dipartimento della Gioventù, l’Ispettoriain qualità di partner sta sostenendo la stesuradi un progetto teso alla diffusione della lega-lità tra i giovani nelle sedi di Barcellona eMessina Giostra. Saranno coinvolti diversipartner istituzionali e del privato sociale chehanno la comune caratteristica di avere i con-sigli direttivi costituiti da giovani sotto i 35anni.

Il secondo settore su cui si sta lavorandoè l’Azione Comunitaria chiamata “IniziativeGiovani” appartenente al Programma Euro-peo di Gioventù in Azione. Sarà elaborato unprogetto che vedrà protagonisti un gruppoinformale di giovani.

LLeettiizziiaa SSccaanndduurrrraa

Come ogni anno la Federazione SCS/CNOS ha proposto alle organizzazioni federate deipercorsi formativi su tutto il territorio nazionale. Il primo a partire è stato quello che preve-de la realizzazione di corsi di progettazione sociale dal titolo “La progettazione nell’associa-zionismo di promozione sociale”. Sono più di 70 i partecipanti in tutta Italia, che suddivisi in4 diverse sedi, hanno l’opportunità di aggiornarsi e di formarsi acquisendo conoscenze ecompetenze specifiche in questo importante e strategico settore. La realizzazione di questopercorso di qualificazione è stata resa possibile grazie al co-finanziamento del Ministero delLavoro e delle Politiche Sociali.

L’obiettivo è quello di formare dei professionisti che nelle organizzazioni di provenienzasiano in grado di pensare ed attivare progetti ed iniziative che oltre ad essere formalmentecorretti, siano sempre meglio rispondenti ai bisogni dei destinatari, superando forme diffusedi autoreferenzialità. I giovani e i ragazzi d’oggi richiedono alle organizzazione della Federa-zione SCS/CNOS di essere in grado di leggere, decodificare i loro bisogni e di fornire rispo-ste nuove, che solo la passione e la fantasia educativa sono capaci di creare, come faceva DonBosco.

Gli incontri formativi della fase base si svolgono da ottobre a dicembre in 4 diverse sedi(Torino, Roma, Bari e Catania) e riguardano i seguenti temi: la progettazione sociale nell’as-sociazionismo: mission e vision; lo sviluppo di un progetto: la definizione delle azioni e degliobiettivi; la comunicazione esterna nei progetti dell’associazionismo.

I corsi prevedono l’adesione anche di operatori e volontari delle associazioni Cnos/Sporte TGS. In Sicilia gli iscritti nella prima parte sono 15 e provengono dalle varie realtà salesia-ne che operano nel sociale. Il percorso proseguirà, per le realtà SCS, da gennaio a giugno2013 con la sezione specialistica e di approfondimento sulla progettazione in ambito socio-educativo.

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CCoommee uunn bbaammbbiinnoo iinn bbrraacccciioo aa ssuuaa mmaaddrreeIl salmo 131 si presenta come una delle pre-

ghiere e insieme come una delle liriche più bellecontenute nell’intera Scrittura; in pochissime pa-role il salmista ci immerge in un’atmosfera deli-cata, ma non ingenua, di profonda fiducia e ab-bandono nel Signore.

È senza dubbio, uno dei vertici della spiri-tualità del Salterio.

Il salmo appartiene ai cosiddetti “canti dellesalite”, ovvero a un gruppo di quindici salmi chevanno dal 120 al 134. Sono salmi nati in un con-testo di pellegrinaggio, ovvero di “salita” al mon-te del tempio, alla città santa di Gerusalemme.

Anche l’attribuzione davidica, non passainosservata: è il salmo di un re che tuttavia noncede alla tipica tentazione della regalità: la super-bia e l’orgoglio.

La lettura del secondo capoverso: “Io, inve-ce, rendo quieto e tranquillo il mio animo, / comeun bambino svezzato in braccio a sua madre; / co-me un bambino svezzato è il mio animo su di me”ha richiamato alla mia mente, come una possibi-le applicazione ermeneutica del salmo, la teoriadello psicoanalista Jacques Lacan, soffermando-mi sui termini “svezzato” e “il mio animo su dime”.

È come se il processo psicologico della “fi-ducia” e della fiducia in Dio può costruirsi e fon-darsi solamente su una personalità matura (svez-zata) e non infantile, che ha preso coscienza e su-perato i possibili equivoci che possono intromet-tersi, come idoli, in un rapporto duale simbioti-co tra madre e bambino.

Se, nella dinamicarelazionale, non inter-viene un “terzo”, un “a-Altro” che, in “Nomedel Padre”, ci libera daipossibili idoli o contro-figure (potere, orgoglio,narcisismo, proiezioni,superbia, occhi altezzosietc.) noi rimaniamo irre-titi in una dinamica pa-tologica che si intromet-te nello spazio del rap-porto duale.

Abbiamo visto cheil salmista parla di svez-zamento. Lo svezza-mento indica per Lacan

il distacco dalla madre al momento della nascita.Il neonato è dominato dall’angoscia del corpo inframmenti, o dall’angoscia di una frammentazio-ne organica che per lui coincide con la frammen-tazione dell’unità intrauterina tra sé e il corpomaterno.

La prima sensazione che il soggetto vive, èquella della mancanza (bbèèaannccee), cioè di non es-sere più l’unità originaria da cui proviene. Ogniqualvolta riaffaccerà in un certo soggetto la no-stalgia di un rapporto fusionale con la madre(con gli altri, con Dio), riemergerà simultanea-mente l’angoscia del corpo in frammenti.

La relazione con gli altri e con Dio diventacosì la proiezione infantile delle nostre paure,delle nostre angosce. È l’insieme di questi pro-cessi che Lacan nomina con “stadio dello spec-chio” (ssttaaddee dduu mmiirrooiirr).

Il Salmista parla anche di “animo su di me”(che nel discorso psicoanalitico è il processo in-conscio).

“L’animo su di me” è l’animo dell’orante,ovvero la sua stessa persona, non descritta sottol’aspetto cosciente (infatti nel primo capoversoparla di “il mio cuore”), ma sotto l’aspetto deldesiderio e dell’emozione; svincolando così il de-siderio dalla sua sola forma pulsionale e rileggen-dolo nella compresenza della componente ener-getica e relazionale: il desiderio è sempre deside-rio di riconoscimento.

La proposta ermeneutica lacaniana, da noiscelta, chiarisce la fondatezza e la decisività del-l’approccio simbolico come approccio necessa-rio a ogni discorso che si voglia fare sull’umano,perché solo l’assimilazione del “Nome-del-Pa-dre” permette l’umanità compiuta ed apre lospazio della terzietà simbolica, non della dualitàdell’immaginario, a cui tenderebbe uno stretto efusionale rapporto con la madre.

Il “terzo”, il Padre, fonda così un più reali-stico e solido rapporto duale. La figura del Padreci dà così la possibilità di fare il salto in una fedepiù matura e può così fondare la coscienza cre-dente.

È nell’ordine simbolico che il bambino vie-ne restituito alla vera identità, cioè alla trascen-denza del desiderio.

Solo in questo contesto di possibile erme-neutica, posso riposare tranquillo e quieto comeun “bambino svezzato in braccio a sua madre”.

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Don Pierfausto Frisoli ha tenuto ai di-rettori, l’11 novembre 2012, un momentoformativo. Egli ha tratteggiato brevementel’ultimo documento editato dal Rettor Mag-giore per la Famiglia Salesiana: la Carta del-l’Identità Carismatica della Famiglia Salesia-na.

Essa è stata editata il 31 gennaio del2012, dal nono successore di Don Bosco,Don Pascual Chavez.

Il testo è composto da grandi cinque ca-pitoli: 1° Capitolo: La Famiglia salesiana nellaChiesa;2° Capitolo: La Missione della Famiglia sa-lesiana;3° capitolo: La Spiritualità della Famiglia sa-lesiana;4° capitolo: La Formazione alla comunionee missione nella Famiglia salesiana;5° capitolo: La Composizione e l’animazio-ne della Famiglia Salesiana.

IIll pprriimmoo ccaappiittoolloo ddeellllaa CCaarrttaa dd’’IIddeennttiittàà(artt. 1-13) delinea i tratti fondamentali del-la fisionomia del volto carismatico della Fa-miglia Salesiana e si propone di risponderead una prima grande domanda per chi leg-ge:chi è la Famiglia Salesiana nella Chiesa ?

La risposta si specifica in 13 articoli. Ibrani sono tutti indirizzati a presentare DonBosco fondatore dei primi quattro Gruppidella Famiglia salesiana: ossia dei Salesiani,delle Figlie di Maria Ausiliatrice insiemecon Maria Domenica Mazzarello, dei Sale-siani Cooperatori e dell’ADMA e poi nelventesimo secolo, di vari altri Gruppi condistinte vocazioni specifiche (di consacra-zione religiosa o secolare oppure laicale ).

Essi sono stati suscitati dallo Spirito diDio per il bene della Chiesa, e sono uniti fradi loro da rapporti di “parentela spirituale”e di “affinità apostolica”.

La Famiglia salesiana è quindi una “Fa-miglia carismatica e spirituale”, continua il

documento, donata dallo Spirito Santo allaChiesa in vista di una missione (cfr. 1 Cor.12, 1.4-6).

IIll sseeccoonnddoo ccaappiittoolloo (artt. 14-21) desidera ri-spondere ad un altro interrogativo: A chi sirivolge la Famiglia salesiana? Quale è la suaparticolare missione nella Chiesa?

La Famiglia Salesiana viene definita co-me “Famiglia Apostolica”.

Cosa significa? La Missione della fami-glia Salesiana si esplicita in tre grandi di-mensioni: la missione giovanile, la missionepopolare, l’apostolato missionario ad gen-tes. Queste tre dimensioni della missione sa-lesiana si situano spesso simultaneamentenei “nuovi contesti culturali odierni”, che so-no segnati “da un sempre più rapido cambia-mento di mentalità e costumi e dalla crescen-te mobilità umana con presenza, sullo stessoterritorio, di persone appartenenti a religionie culture differenti”.

I vari gruppi della FS, che desideranooggi “rivivere le grandi intuizioni e le espe-rienze di Don Bosco, rileggendole alla lucedella rinnovata ecclesiologia conciliare e delmagistero pontificio circa l’evangelizzazione,e vogliono esprimere quelle intuizioni equelle esperienze del fondatore con formulediverse: come ” servizio educativo pastorale”,attuato secondo il Sistema preventivo; “edu-care ed evangelizzare secondo la pedagogiadella bontà”; ed altre analoghe formulazioniin un multiforme servizio evangelico attra-verso “la promozione umana, l’educazione ela evangelizzazione”.

In tal modo viene specificato ancor dipiù il significato di “parentela spirituale”che unisce i membri della Famiglia Salesia-na: si tratta di una vera “comunione missio-naria”.

Oggi avvertiamo con sempre più urgen-za la necessità di una reale comunione tra iGruppi “nella e per la missione.” Si sta di-mostrando sempre più indispensabile, in or-

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NNAA dine all’impegno educativo e missionario,

“la necessità di collegare gli interventi, di pro-porre diversi modelli di vita cristiana e di ga-rantire ministeri complementari”.

Per questo, pur rispettando l’autonomiadi ciascun gruppo, occorre custodire e, senecessario, reinventare, forme possibili dicollaborazione.

IIll tteerrzzoo ccaappiittoolloo:: llaa ssppiirriittuuaalliittàà ddeellllaa FFaammii--gglliiaa SSaalleessiiaannaa (artt. 22-37) è strettamente le-gato al precedente: illustra infatti gli oriz-zonti della “spiritualità apostolica” della Fa-miglia Salesiana.

La spiritualità apostolica rivela, nel vis-suto personale e in quello della famiglia spi-rituale, che la nostra vita è guidata da Coluiche gratifica dei Suoi carismi i vari Gruppisuscitati, ossia dallo Spirito Santo.

Egli spinge interiormente ciascuno deivari membri e Gruppi, al dono e al serviziogratuito, “dando efficacia salvifica all’azioneeducativa ed evangelizzatrice ed unificandotutta l’esistenza attorno a questo centro unifi-catore”.

Il documento inoltre invita tutti i com-ponenti della Famiglia Salesiana a “vivere al-la presenza di Dio” cioè a coltivare un’inten-sa e continua relazione d’amore con Lui(“unione con Dio”).

Insieme con Don Bosco anche noi vo-gliamo porre al centro della vita spiritualeuna reale e convinta vita eucaristica; e siamoparticolarmente sensibili “all’imitazione diGesù Buon Pastore”, icona evangelica cheispira e guida la nostra azione apostolica.

“La spiritualità ereditata da Don Bosco èanche eminentemente ecclesiale”, afferma ildocumento, ed è anche una “spiritualitàeducativa” : essa si propone di aiutare i gio-vani ed i poveri a sentirsi a loro agio nellaChiesa di Dio fino a renderli partecipi dellaSua missione.

IIll ccaappiittoolloo qquuaarrttoo (artt. 38 – 42) è di carat-tere eminentemente pratico.

Vuole rispondere ad una domanda: “Inche modo tutti i Gruppi della grande famigliadi Don Bosco possono formarsi alla comunio-ne e alla missione nella Chiesa?

Il testo individua elementi comuni, con-

vergenze possibili e collaborazioni auspica-bili tra i vari Gruppi. La risposta di fondoall’interrogativo posto è una rinnovata “For-mazione condivisa”.

È ormai urgente tra noi “Imparare a pen-sare insieme; lavorare insieme; pregare insie-me, trovando occasioni molteplici di forma-zione in comune”.

Un aspetto importante da tener presen-te in questo processo formativo è che “sape-re collaborare non va da sé, ma è necessarioimparare a collaborare”.

Ecco perché il documento suggerisce diattuare gradualmente una “metodologia dicollaborazione” frutto di un cammino co-stante.

Le tappe proposte sono: la Condivisioneprogettuale - Il Coordinamento delle forze -la Reciprocità autentica e la Responsabilitàcondivisa.

IIll ccaappiittoolloo qquuiinnttoo (artt. 43 – 47). Gli ultimi articoli del documento voglio-

no concludere il cammino tracciato nellaCarta della identità carismatica, con l’elencodei Gruppi formalmente iscritti alla Fami-glia salesiana.

Il “grande movimento per la salvezza deigiovani” si esprime nella Chiesa e nella So-cietà con una varietà enorme di forme perl’apostolato, ma nello stesso tempo tutti imembri di essa, riconoscono nel RettorMaggiore il successore di Don Bosco, il Pa-dre e il centro di unità di tutta la grande Fa-miglia.

Il testo si conclude infine con la descri-zione di alcuni organismi essenziali di coor-dinamento: mondiale, regionale, nazionale,ispettoriale e locale, per l’animazione diquesta bella famiglia di Don Bosco.

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CCoonnggrreessssoo MMoonnddiiaallee ddeeiiSSaalleessiiaannii CCooooppeerraattoorrii

Carissimi, di ritorno dal congresso mondiale mi ri-

volgo a tutti i Salesiani di Don Bosco e a tut-ti i componenti la Famiglia salesiana di Sici-lia, per raccontare sul congresso mondiale econdividere con tutti voi alcuni spunti di ri-flessione.

Dopo tanta preparazione, anche per ladifficoltà di contemperare nel mondo le esi-genze di tutti, il nuovo Progetto di VitaApostolica è stato approvato, all’unanimità.

Gli articoli e i relativi commi, in alcunicasi con modifiche ed emendamenti, sonostati votati ed approvati uno per uno. Du-rante il Congresso ci sono stati anche mo-menti di dibattito acceso, ma tutto si è ri-composto cercando di contemperare le esi-genze di tutti. I documenti che ne sono sca-turiti sono sicuramente un grande dono perl’intera Asc e rispondono alle sfide che ci at-tendono negli anni a venire. Ora il PVA perdiventare definitivo dovrà essere sottopostoall’approvazione della Congregazione delladottrina della fede.

Il Rettor Maggiore, nel suo interventoha ringraziato tutti per le preghiere e la vici-nanza nel periodo della malattia e, come

sempre, è stato fantastico nell’accompagnar-ci per tutto il periodo, dandoci gli input e ilpercorso per l’intera associazione, inoltre haprecisato che dietro ogni vocazione c’è unamissione, testimoni gioiosi nella vita di ognigiorno.

Lo stesso Rettor Maggiore ha definitomagistralmente i compiti del laico impegna-to nella società, in 4 aree: 1) La testimo-mianza; 2) L’impegno e il coinvolgimentonella trasformazione della società; 3) La col-laborazione nella Chiesa per i bisogno dellastessa; 4) L’impegno in apostolati concreti.

Da buon Padre della Famiglia Salesiana,ha esortato tutti i cooperatori del mondo aduscire dalle sacrestie, tornando a sognare esorridere con e per i giovani.

Un momento importantissimo e toccan-te è stata la designazione della nuova coordi-natrice mondiale che, è Noemi Bertola, a cuivanno gli auguri di tutta la nostra provinciae l’accompagnamento nella preghiera ed ilpassaggio di consegne con Rosario Maiora-no, a cui va il nostro grazie per l’impegnoprofuso, in questi 11 anni nel ruolo di guidadell’intera Associazione.

Per quanto mi riguarda, devo dire, è sta-ta un’esperienza fantastica, che mi ha fattovivere e se caso mai fosse necessario, capirecosa è veramente la nostra Associazione.

Lo stile salesiano si respirava ovunque,nei sorrisi di tutti i convegnisti, nel salutonel ‘tu’ scambiato con tanta disinvoltura, neltentativo di dialogare, nel cercare di raccon-tarsi le esperienze al di là delle difficoltà, nelcomprendersi per la diversità delle lingue.

Il confronto con altre culture e le diffe-renze nelle modalità operative, che si ritro-vano e si riconoscono nei Suoi figli spiritua-li che sono eredi, continuatori di una spiri-tualità ed eredità lasciataci dal nostro Fon-datore, mi hanno fatto ulteriormente riflet-tere sul fatto che ogni giorno bisogna rende-re viva la nostra spiritualità nel quotidiano,con l’impegno e il sacrificio.é N. Bertola.

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AADDMMAA -- AAssssoocciiaazziioonnee DDii MMaarriiaa AAuussiilliiaattrriiccee

La benedizione delPapa (sotto l’acqua) du-rante l’Angelus è statoun’altro momento coin-volgente e toccante che,spiritualmente ed inquanto mandato e rap-presentante di tutti i CCdella provincia, ho volutoestendere a tutta l’Asc Si-cilia.

Un grazie di cuore adIvo Borri, da parte di tut-ta la nostra provincia,grande punto di riferi-mento nel dibattito inter-no della Regione, sui duedocumenti approvati enella redazione degli emendamenti, in quanto con “l’analisi attenta del documento, la condi-visione delle preoccupazioni e la difesa tenace dei principi in cui crediamo, sono stati il no-stro miglior regalo che potevamo fare a tutti i Cooperatori, in particolare a quelli stranieri ve-nuti al Congresso.

Con la strategia messa in atto, abbiamo contribuito a salvaguardare la nostra identità cri-stiana e salesiana, senza tradire pertanto il Papa e Don Bosco”.

Concludo questa mia breve riflessione sottolineando che si è vista una regione viva, mol-to unita che ha fatto del dibattito interno e della riflessione un punto di forza, nella consape-volezza che ora tocca a tutti i noi far diventare modello di vita quello che è stato elaborato,con il sacrificio e la testimonianza, sapendo che il cammino sarà impervio, ma come figli diDon Bosco, confidiamo nell’aiuto del Signore e nell’intercessione di Maria Ausiliatrice.

Uniti in Don Bosco e Madre Mazzarello.

VViinncceennzzoo LLiippaarriiCoordinatore provinciale

Salesiani Cooperatori di Sicilia

IInnccoonnttrroo rreeggiioonnaallee AADDMMAAIl 14 ottobre 2012 si è svolto a San Cataldo, nell’Istituto Maria Ausiliatrice, l’incontro del-

le associazioni ADMA regionali, in cui erano presenti quasi tutti i gruppi della Sicilia com-preso il neo gruppo di Capaci (PA) nato da pochi giorni.

L’incontro si è aperto con il saluto del vice presidente dell’Associazione ADMA, il qualeportava i saluti ed il conforto nella preghiera del presidente, quel giorno assente, Luigina Cia-ramella.

Successivamente i lavori sono stati aperti da Don Edoardo Cutuli il che ha esposto l’iti-nerario della giornata ed il tema incentrato sul cammino di fede delle comunità locali, con-cordi con l’apertura dell’anno della fede istituito da Papa Benedetto XVI. L’incontro è poicontinuato con una preghiera a Maria e con la celebrazione Eucaristica.

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Nel pomeriggio i lavori si sono svolti agruppi, i quali sono stati formati a sorteg-gio tra tutti i componenti dell’assemblea.In questa maniera all’interno di ognigruppo si sono potute condividere leesperienze delle singole realtà locali, chesono servite come conforto a quelle realtàche ancora hanno delle difficoltà ad intra-prendere un cammino di fede. Infatti dailavori di gruppo si è volutamente trarre ledifficoltà di ogni realtà locale e si è cerca-to di dare delle risposte immediate su cer-ti aspetti logistici, mentre sugli aspetti for-mativi e spirituali il lavoro è servito appunto per prendere atto della situazione regionale eproiettare, durante l’arco dell’anno, degli interventi mirati alla crescita della fede di tutta lacomunità regionale.

In fine la giornata si è conclusa con la consegna da parte di Don Cutuli della lampada del-la fede ad ogni gruppo locale. Lampada che simboleggia la volontà di mantenere sempre ac-cesa la fiamma della fede, in comunione con tutta la Chiesa che è sostenuta dal fuoco delloSpirito Santo.

GGrruuppppii FFaammiigglliiaa -- LLeeoonnffoorrttee

““FFaammiigglliiaa,, ddiivveennttaa cciiòò cchhee sseeii!!””Gruppo Famiglia dell’Oratorio di Leonforte,con Mons. Salvatore Muratore, Vescovo di Nicosia

“Famiglia, diventa ciò che sei!”. Da que-sto monito nasce l’iniziativa delle “GiovaniFamiglie Di Don Bosco” a Leonforte.

Leonforte è un paese in provincia di En-na, dove c’è una lunga tradizione salesiana,nata dalla pluriennale presenza delle FMAal “Collegio di Maria”, così si chiama l’Isti-tuto. Da una decina di anni, le suore hannolasciato la casa, che prosegue il suo percorsosulle “gambe” del Parroco Diocesano e al-cuni laici che hanno continuato e che conti-nuano a crederci, nonostante le difficoltà e ilprimo disorientamento dell’abbandono.

Oltre alle varie iniziative e realtà presen-ti al Collegio di Maria da due anni è nato unseme da far germogliare se è nella volontà diDio: un piccolo gruppo di giovani famigliedi formazione salesiana, tra cui gran parteSalesiani Cooperatori, che spinti dalle paro-

le di Giovanni Paolo II “Famiglia, diventaciò che sei!”, hanno sentito il desiderio diprendersi cura delle famiglie, ed in partico-lar modo di quelle giovani, iniziando princi-palmente dalla propria.

L’obiettivo è quello di dare la possibilitàalle giovani coppie di avere un tempo per sé,un luogo in cui ritagliarsi uno spazio per lacoppia stessa e potersi confrontare con altregiovani famiglie, che spesso vivono le mede-sime difficoltà e preoccupazioni, tutto que-sto alla luce del Vangelo e supportati dall’in-segnamento di Don Bosco.

Il desiderio nasce dalla coscienza che at-traversare un momento delicato come il pas-saggio da giovani ad adulti, da figli di fami-glia a genitori o comunque uomini maturi èun momento forte che richiede consapevo-lezza e lucidità.

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NNAA In una realtà in cui la fa-

miglia vive grosse difficoltàa causa della precarietà dellavoro, dei tanti messaggicontraddittori che ci arriva-no dai mass media, del con-fronto con un mondo checambia sempre più veloce-mente e che porta con séuna imperversante culturadel relativismo per cui sipuò fare tutto ciò che si sen-te e dell’individualismo percui ognuno pensa solo ai fat-ti suoi, la famiglia cristiana èchiamata a farsi forte e tene-re duro, per salvare la fami-glia come cellula di vita, come ambienteeducativo, come luogo di sane e profonderelazioni, per difendere il Matrimonio comeespressione dell’Amore di Dio .

Anche le nostre famiglie in fondo vivonoimmerse in questo mondo e vivono spesso ledifficoltà di cui parlavamo, ed è per questoche vogliamo fornirci degli strumenti ade-guati per non lasciarci sopraffare, senza ne-anche accorgercene, da questo stato di cose.

Coscienti che da soli siamo fragili faccia-mo riferimento “alle cordicelle” di Don Bo-sco che da sola può far ben poco ma intrec-ciata con altre cordicelle può diventare cosìforte da riuscire a trainare anche le navi, co-sì noi se ci uniamo ad altre famiglie che co-me noi vogliono prendersi cura di sé e deipropri figli con consapevolezza e lucidità, si-curamente possiamo essere più forti anchedinanzi alle problematicità.

Il confrontarsi con altre coppie che vivo-no gli stessi dubbi, le medesime difficoltà,gli stessi desideri sostiene, arricchisce e con-sola, il lasciarci parlare dalla Parola di Dio faluce e indica la giusta via, il porre come mo-dello un grande educatore come Don Bo-sco, che si è occupato di tanti giovani e hacreato una grande famiglia quella salesiana,è da esempio e offre approcci adeguati.

Pertanto in questi anni il percorso è sta-to segnato da incontri che permettono la ri-flessione su tematiche pratiche per nutrire larelazione di coppia – fulcro dell’intera fami-

glia – un tempo per la coppia, spesso tantodesiderato ed apprezzato perché difficile daritagliare nella quotidianità della vita casa-linga, un tempo di condivisione e fraternitàtra le famiglie, con giochi e serate insieme invero clima di famiglia, ma anche aperturaper le iniziative salesiane e diocesane, conconvegni, seminari, incontri privilegiati conil vescovo che ci ha incoraggiato nella mis-sionarietà del nostro servizio, ed inoltreapertura nel nostro ambiente con feste e se-rate al Grest rivolte ai genitori, in pieno cli-ma salesiano con giochi e fraternità oltre alconfronto su tematiche scottanti.

Ci sentiamo in cammino, continuiamo arestare aperti a chiunque voglia vedere dicosa si tratta – abbiamo infatti più volte in-vitato giovani famiglie, alcune delle qualihanno scelto di tornare e restare con noi – eaffidiamo il tutto nelle mani del Signore,consapevoli che “è cosa sua” e che noi sia-mo solo dei semplici operai.

Vogliamo comunque già intensamenteringraziarLo, perché attraverso questa pic-cola missione sono le nostre famiglie le pri-me ad trovarne beneficio spirituale ed uma-no e continuare a pregarlo perché possausarci al meglio per tutte le altre famiglieche vuole raggiungere.

AAnnddrreeaa VVaaccccaalllluuzzzzoo e MMaarriilleennaa CCiicceerroo

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VVeerrbbaallee nn.. 44 ddeellllaa CCoonnssuullttaa CCiittttaaddiinnaaddeellllaa FFaammiigglliiaa SSaalleessiiaannaa ddii CCaattaanniiaa

Domenica 14 ottobre 2012, presso l’isti-tuto salesiano “Sacro Cuore” di Catania,previa convocazione, si è riunita la ConsultaCittadina della Famiglia Salesiana di Cata-nia, con il seguente O.d.G.:

– Apertura dei lavori da parte del Coor-dinatore;– Lettura e approvazione verbali;– Verifica attività della consulta anno2011/2012;– Programmazione attività della consul-ta anno 2012/2013;– Quadro della presenza della FS di Ca-tania nella Chiesa locale e nel territorio;– Incontro della Consulta FS/CT con ilVisitatore Don Pier Fausto Frisoli (13novembre 2013).

I lavori sono aperti dal CoordinatorePiero Quinci, che porge il saluto e il benve-nuto a tutti e dal Direttore dell’Istituto, DonDomenico Paternò per un pensiero inizialee una preghiera.

Il Coordinatore presenta l’ordine delgiorno e la traccia predisposta per la verificae la programmazione.

La Consulta approva il verbale dellaConsulta di settembre 2011, il verbale del 26febbraio 2012 relativo alla 3° Assemblea-Fe-sta della FS di Catania, il verbale del 18maggio 2012 relativo al 3° incontro dei Con-sigli Locali della FS di Catania, il verbale del29 giugno 2012 relativo alla 2° AdorazioneEucaristica della FS di Catania.

Non sono presenti: il Direttore della ca-sa “ S. G. Bosco” della Salette, il Direttoredella casa Ispettoriale, la Direttrice del cen-tro “G. P. II” di Librino, la Direttrice dellacasa FMA “M. Morano”, il Presidente Exal-lievi del “S. F. di Sales”, il Responsabile delCFP “Oscar Romero” di Misterbianco, ilResponsabile del CFP “S. F. Neri” di Cata-nia, il Direttore dell’Oratorio “S. F. Neri” divia V. Giuffrida, il Direttore dell’Oratorio“S. F. Neri” di via Teatro Greco, la coordi-

natrice SS.CC. di via V. Giuffrida, la Re-sponsabile VDB, la responsabile ADMA diVia Mazzaglia.

In riferimento alla verifica delle attivitàsvolte nel 2011/2012, la Consulta esprimeuna valutazione complessivamente positivasia per la struttura degli incontri annuali (In-contro della Consulta, Assemblea-Festa diFS, Incontro dei Consigli Locali, Adorazio-ne Eucaristica), sia per i contenuti e le mo-dalità organizzative degli incontri effettuati,registrando però le assenze significative ecostanti di alcune case agli incontri pro-grammati.

La Consulta esprime l’auspicio di unforte coinvolgimento delle Case Salesiane edei vari Gruppi per una maggiore presenzaagli incontri riflessione e di preghiera dellaFS di Catania.

In riferimento alla programmazione del-le attività per l’anno 2013, la Consulta, tenu-to conto del Piano Pastorale 2012/2013,della Strenna del Rettor Maggiore 2013 edelle indicazioni della Consulta Regionale diFS, approva:

1. La proposta di far convergere la 4° as-semblea-Festa di FS di Catania nel Convegno- Educatori di Sabato 16 febbraio 2013, pro-

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mosso dalla Consulta Regionale della FS diSicilia che si terrà alle Ciminiere di Catania.

2. La proposta di effettuare il 4° Incontrodei Consigli Locali dei gruppi di FS di Cata-nia, domenica 12 maggio 2013, alle ore17.00, nella casa FMA “Maria Ausiliatrice”di Via Caronda, sul tema: “La carta d’Iden-tità della FS”, affidando la relazione a DonGiuseppe Cassero.

3. La proposta di effettuare la 3° Adora-zione Eucaristica di FS di Catania, con il rin-novo dei Voti Battesimali, in occasione del-l’Anno della Fede, lunedì 29 giugno 2013, al-le ore 19.00, nella Basilica Cattedrale di Ca-tania, coinvolgendo tutte le persone e lestrutture di animazione della FS di Catania.

4. La proposta di organizzare la 1° Con-vention-Festa della Famiglia a Catania, perdomenica 9 giugno, dalle ore 9.00 alle ore17.00 presso il lido Don Bosco alla Plaia.

5. La proposta di effettuare il censimen-to delle attività di pastorale familiare e deigruppi-famiglia presenti nelle case salesianedi Catania, affidandone il coordinamento al-la coppia di sposi Gea e Marzio Gaudioso.

La Consulta esprime altresì l’auspicioche in tutti i gruppi di FS di Catania si ap-profondisca la Carta dell’Identità della FS,in relazione all’incontro dei Consigli Localidel 12 maggio 2013.

Per quanto riguarda l’inserimento deigruppi di FS nella Diocesi e nel Territorio, laConsulta prende atto delle presenze presso

Programma FS/CT 2013

4° Assemblea Formativa-FestaFS/CTConvegno – EducatoriSabato 16 febbraio 2013Ore 9.30Palazzo delle Ciminiere - Catania

4° Incontro Consigli dei Gruppi diFS/CTDomenica 12 maggio 2013Ore 17.00Carta d’Identità della FSCasa FMA “Maria Ausiliatrice”Via Caronda - Catania

1° Convention-Festa della Famiglia Domenica 9 giugno 2013Ore 9.00-17.00Lido “Don Bosco” - Plaia

3° Adorazione Eucaristica di FSper il Papa e le VocazioniSabato 29 giugno 2013Ore 19.00Basilica Cattedrale.

il CISM, l’USMI, la PastoraleSociale, la Consulta delle Ag-gregazioni Laicali, la Consul-ta Comunale della Famiglia,la Consulta Comunale Gio-vanile e decide di invitare i ri-spettivi rappresentanti “Sale-siani” all’incontro dei Consi-gli Locali di FS di Catania,previsto a maggio 2013.

La Consulta è convocatain via straordinaria, per mmaarr--tteeddìì 1133 nnoovveemmbbrree oorree 1177..0000,,per l’incontro con Don Fri-soli.

A conclusione dei lavori,il Coordinatore ringrazia tut-

ti i presenti e il Direttore dell’Istituto e invi-ta le persone intervenute ad una breve pre-ghiera di ringraziamento.

Catania, 14 ottobre 2012

PPiieerroo QQuuiinncciiCoordinatore della Consulta di Catania

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Nasce a San Gregorio di Catania il 18maggio del 1926. Nell’ambiente oratorianocon la presenza dei chierici del corso di filoso-fia sente la chiamata di Don Bosco alla vita sa-lesiana. Allievo a Pedara come aspirante e poinovizio e studente di filosofia a San Gregorio.Viene inviato per il tirocinio a Randazzo, SanCataldo ed Agrigento dove viene raggiuntodalla comunicazione del Rettor Maggiore DonRicaldone che lo vuole missionario in Brasilenell’Ispettoria di Mato Grosso.

A dicembre del 1948 inizia la vita missio-naria di Don Antonino. Viaggia con Don Do-menico Ariento sulla nave “San Giorgio” per21 giorni da Genova al porto di Santos in Bra-sile. Nel mese di febbraio del 1949 inizia ilcorso di teologia (140 studenti delle sei ispet-torie del Brasile) nello studentato teologicoPio XI di Sao Paolo. Giorno 8 dicembre, festadell’Immacolata Concezione di Maria, del1952 viene ordinato, insieme con altri undici,sacerdote dall’arcivescovo di Sao Paulo mons.Paulo Rolim Loureiro. Tra i compagni di ordi-nazione tre gli italiani dell’ispettoria del MatoGrosso: Don Antonino e i defunti Don FalcoGiovanni e Don Papa Salvatore.

Con l’ordinazione sacerdotale comincia illavoro missionario di Don Pennisi. Lo trovia-mo per cinque anni negli istituti scolastici epoi nell’impegno missionario nella parrocchiadi Tres Lagoas, estesa come la Sicilia ma conappena 55 mila anime. Cinque anni di grandeapostolato missionario nella sede e nelle variecomunità sparse nella vasta parrocchia [...]

Nel 1961 arriva per Don Pennini una nuo-va obbedienza e si reca nel centro delle attivi-tà governative a Brasilia come procuratoredell’ispettoria presso il Governo Federale eStatale svolgendo il suo lavoro presso deputa-ti e senatori e presso i vari ministeri. [...] Ven-ti anni di lavoro intenso realizzato a Brasilia,Sao Paulo, Rio De Janeiro, Manaus Porto Ale-gre e nelle capitali dei principali stati e poi intutte le città, paesi e villaggi dove l’Ispettoriaaveva una casa o un’attività pastorale, sociale,educativa e di assistenza.

Nell’ispettoria ricopre l’incarico di econo-mo ispettoriale e responsabile delle attività na-zionali e internazionali dell’università.

La sua preparazione culturale inizia daRoma, frequenta l’Università Gregoriana perla Licenza nel corso di Missionologia per laPastorale presso i popoli indigeni. In Brasilepartecipa a vari concorsi per l’acquisizione dtitoli statali come professore per la cattedra dilatino e francese e di preside, segretario eispettore scolastico per i ginnasi ed i licei. Nel-la nostra università “Don Bosco” di CampoGrande frequenta il corso di lettere con la re-lativa laurea. A Niteroi nell’Università statalefrequenta il corso di psicolo-gia. Dopo il lavoro svolto co-me procuratore occupa diversiruoli come Direttore, Parroco,responsabile dell’interscambioBrasile-Italia con i giovani del-le PGS. Tra il 1995 e il ’99 ac-compagna in Europa circa1300 giovani e 1100 adulti.

Per il lavoro svolto comeParroco e come Procuratorericeve dalle autorità locali il ti-tolo Honoris Causa di cittadi-no onorario concesso dal Sin-daco della città di Guarugia edella città di Lins e dalla Ca-mera dei Deputati dello Statodel Mato Grosso del sud, della città di CampoGrande sede dell’Ispettoria.

Don Antonino Pennini rientra in Italia do-po 65 anni trascorsi in Brasile. Al “S. Fr. di Sa-les” (Catania), poi in Germania ed in fine aBarriera (Catania). Si trova da poco tempo inBrasile per celebrare il giubileo sacerdotale.

“Nel celebrare il mio giubileo sacerdotale,scrive Don Antonino, ringrazio il Signore, Ma-ria Ausiliatrice, Don Bosco, la Congregazioneed i confratelli tutti che mi hanno accompagna-to, sostenuto e incoraggiato nel lungo viaggio.Chiedo a tutti, parenti, amici e confratelli diunirsi alle mie preghiere di ringraziamento”.

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CCoommee mmaaii qquueessttaa iinniizziiaattiivvaa?? VVii ssiieettee iissppiirraa--ttii aa qquuaallcchhee aallttrroo eevveennttoo??

Nell’Anno della Fede, indetto da BenedettoXVI, allo scopo di riscoprire le radici delcristianesimo, è stata lanciata l’iniziativa“99 presepi e 1 stella”. Al S. Padre abbiamodedicato l’iniziativa e a Lui abbiamo inviatoi nostri auguri firmati da tutti, grandi e pic-coli. Il Natale che per tanti aspetti ha assun-to significati diversi e più disparati, da quel-li più consumistici a quelli più improntati afraternità e solidarietà, necessita di essere ri-considerato alla sorgente, alla luce di quel-l’evento originale e originario della fede chevede l’irruzione di Dio nella storia. Ammi-rare Dio, con rinnovato stupore, nel «bim-bo avvolto in fasce» è quanto si vuole otte-nere con l’iniziativa.

DDoovvee ssii ppoossssoonnoo aammmmiirraarree qquueessttii pprreesseeppii eeqquuaannttoo ssoonnoo ggrraannddii??

Fare il presepe è una antica tradizione chenel nostro Istituto, come in tanti altri am-

bienti educati-vi, si fa da an-ni, ma in que-st’Anno parti-colare dellaFede abbiamovoluto metter-la a punto e ri-lanciarla attra-verso una spe-ciale esposizio-ne nel Salonedelle Feste concinquanta pre-sepi di ogni ti-po e grandez-za, suddivisi intre sezioni: laprima racco-glie pezzi del-l’Europa, com-

prendente Italia e Sicilia, la seconda esibiscealuni esemplari provenienti dai rimanentiquattro continenti e la terza comprende lasezione naif, i presepi più originali dei nostriragazzi. Il numero 1 è stato assegnato alpresepe monumentale posto all’entrata diVia Cifali 5 e il numero 99 a quello dellaChiesa Don Bosco, quasi un invito a viverenella celebrazione di mezzanotte la condivi-sione del pane eucaristico, quasi un percor-so dei pastori e dei Magi verso Betlemme,che letteralmente significa «casa del Pane».Un grande invito alla Cena del Signore peresperimentare ancora il dono di Dio, il donodel suo Figlio Gesù. Gli altri presepi (dal 51al 98), di diversa dimensione, sono sparsinei luoghi di vita dei ragazzi: nelle classi, neicorridoi, nelle sale giochi...

HHaa ccoonnttrriibbuuiittoo aanncchhee lleeii aa ffaarree uunn pprreesseeppee??

Non proprio. Ma ho stimolato quanti hannopassione e gusto a partecipare all’esposizio-ne e ai presepi nei vari ambienti. Nei grandie soprattutto nei ragazzi ho trovato grandeentusiasmo e collaborazione. La qualitàcreativa e artistica è cresciuta quest’anno,ma anche l’intensità della fede (almeno lospero) con cui vivere quest’atmosfera unicadurante l’anno... Saranno premiati da unaGiuria competente: il presepe più grande, ilpresepe più piccolo, il più bello e il più si-gnificativo. La Elle Di Ci ha anche contri-buito con un grande banner augurale postosul Viale Mario Rapisardi e il Comune diCatania ha messo in sesto l’angolo verde sulViale... Insomma si è cercato di coinvolgeretanti... a cui va un doveroso e caloroso gra-zie.

QQuuaall èè iill ssiiggnniiffiiccaattoo ddeell pprreesseeppee nneellllaa ttrraaddii--zziioonnee nnaattaalliizziiaa??

Il nuovo libro del Papa L’infanzia di Gesùpuò aiutare per scoprire i ricchi significatidel presepe, compreso quello del bue e del-l’asinello (un invito ai giornalisti a leggere

Intervista di Paolo Parziano al Direttore Don Pippo Ruta

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“bene” il libro), come anche la tradizionefrancescana con il primo presepe di Grec-cio. Il mistero del Natale si è arricchito di si-gnificati antichi e sempre nuovi. Non è me-ro romanticismo, anche se le emozioni han-no un posto rilevante, ma è importante pertutti, grandi e piccini, ricostruire l’ambientee ricreare l’atmosfera dell’accoglienza, dellapace, della gioia, di sentirsi pensati da Dioche ci ha amato tanto, da inviarci il proprioFiglio. Sia la mente e il cuore, nonostantetutto ciò che indichi il contrario, vanno di-ritti a quel desiderio di novità e di bene cheognuno di noi porta dentro. Non solo no-stalgia, ma soprattutto speranza che a parti-

re da radici solide e robuste, l’albero dellanostra storia e della nostra vita possa dare isuoi frutti. È questo il senso dell’albero diNatale che sta bene accanto al presepe. Il si-gnificato principale è indicare continuamen-te che più importante di tutti i doni che dia-mo e riceviamo, più prezioso dell’oro, del-l’incenso e della mirra offerti dai Magi è ildono che Dio ha fatto all’umanità; il suo Fi-glio... e non è poco, anzi è tutto. Ciò signi-fica che noi non siamo estranei e stranieriper Dio ma figli nel Figlio... e siamo donogli uni per gli altri. A partire da ciò tuttocambia ... soprattutto la vita!

Un incontro organizzato dalla componentegiovanile degli exallievi di Don Bosco della Sa-lette che hanno voluto interrogarsi e sentire de-gli esperti su: “Lavoro giovanile. Quali prospet-tive”.

Dopo i rituali saluti del direttore della Casasalesiana don Antonio Rubino, don Rodolfo DiMauro e Salvatore Caliò, rispettivamente dele-gato e presidente dell’Unione exallievi, RossellaJannello, nel ruolo di coordinatrice e moderatrice, ha aperto la discussione illustrando con i nu-meri la situazione non certo confortevole che ci coinvolge tutti, ciascuno nel suo ruolo, di genito-re, di esperto della materia e di giovane direttamente interessato al problema.

Miriam Pace si sofferma a illustrare dati statistici e le informazioni relative al tema fornite dal-la stampa per concludere che la sopravvivenza di questa gioventù dipende dalla famiglia che li so-stiene. La parola passa a Carmelo Coco, esperto delle Politiche attive del lavoro del Comune diCatania che esordisce evidenziando la concomitanza, che ricorre con frequenza in tante famiglie,dei padri che in età matura, ma non di pensione, che, per la crisi in atto, perdono il lavoro e i fi-gli che invano lo cercano. Interviene Rosario Faraci, ordinario di Economia e Gestione delle Im-prese nel nostro ateneo, fornendo all’uditorio la chiave di lettura degli indicatori di nati-mortali-tà dell’impresa nei nostri territori.

Giuseppe Ursino, imprenditore e Presidente JO, porta la sua esperienza che nasce dalla sto-ria della sua vita che lo ha portato fuori dalla nostra terra, ma ha scelto di tornare per mettersi ingioco e vincere la sfida secondo il principio che la strada in salita è quella che forma. Sono inter-venuti, come da programma, Giuseppe Campisi, coordinatore Unione degli Universitari di Cata-nia, Viviana Cugurullo, presidente associazione SPES - Cultura e servizi tra la gente - Onlus, Pao-lo Ferrara, consigliere del C.d.l. di Economia e, in chiusura, Antonio Musumeci, Claudia Presti eIgor Spina che hanno presentato una loro iniziativa di Startup digitale nel settore turismo.

All’avvio del dibattito da parte della moderatrice, sono intervenuti Pippo Pace, don Giam-mello, Alfredo Petralia e Orazio D’Antoni.

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MMeessssiinnaa--SSaann TToommmmaassoo

AAppeerrttuurraa ddeellll ’’AAnnnnoo AAccccaaddeemmiiccoonneell sseeggnnoo ddeell CCoonncciill iioo

Ricordare i cinquanta annitrascorsi dall’apertura del Con-cilio Vaticano II non è un’ope-razione di archeologia ecclesia-le, ma un’esigenza della storiache procede secondo il ritmodel progetto di Dio. L’IstitutoTeologico “S. Tommasod’Aquino” di Messina, guidatodal Preside Don Francesco DiNatale, ha voluto inserirsi inquesto spirito celebrativo conl’organizzazione di tutta una se-rie di eventi accademici e gior-nate di studio, che durante l’Anno Accade-mico 2012-2013 ripercorreranno gli eventidi cinquant’anni fa, e tenteranno una rilettu-ra attuale dei frutti delle quattro Costituzio-ni conciliari.

Il ciclo di eventi è stato aperto dalla Pro-lusione Accademica che Mons. Mauro Ma-ria Morfino, sdb, Vescovo di Alghero Bosa,ha tenuto nell’Aula Magna “D. CalogeroConti” il 9 novembre 2012. Mons. Morfino,già docente di Sacra Scrittura e Direttoredel Dipartimento di Scienze Bibliche pressola Pontificia Facoltà Teologica della Sarde-gna, ha impostato la sua lectio magistralis sultema: “Il Concilio Vaticano II e il risveglio de-gli studi biblici nel XX secolo”. Il presule sar-

do ha così approcciato il complesso fenome-no storico del Concilio a partire dal proprioambito specifico di competenza teologica,offrendo una sapiente rilettura dello sfondostorico e delle concrete acquisizioni dellaChiesa negli ultimi decenni.

A proposito della svolta epocale rappre-sentata dal modo in cui la Dei Verbum rileg-ge il concetto di Rivelazione, Mons. Morfinoha affermato: «La Rivelazione non è sullenuvole, ma è nella storia, Dio ha parlato econtinua a parlare dentro la storia. Spesso ilcristiano di oggi è indotto a pensare che lanostra condizione, per esempio dal punto divista morale, spirituale, relazionale, non siaancora così pronta per ricevere una visita di-

é Don F. Di Natale, Mons. M. Morfino, Don G. Russo.

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vina: il Concilio Vaticano II ciinvita a riconoscere che questoatteggiamento è sbagliato, per-ché Dio ci raggiunge e si rivelaproprio hic et nunc, qui ed ora,non in un altrove che noi desi-deriamo, o come penseremmodi dover essere secondo canoniavulsi dalla realtà storica dellaChiesa. La salvezza e la Rivela-zione realizzate qui ed ora, cicolgono in una pienezza che èassolutamente unica. Fuori dal-la storia non ha senso parlare di Rivelazione».

La concretezza delle ricadute ecclesiali e pastorali dei testi del Concilio Vaticano II atte-stano quanto esso sia ancora vivo e vitale, e, quando fosse opportunamente ascoltato e valo-rizzato, può ancora oggi guidare la vita e le scelte della Chiesa, anche in un mondo in conti-nua mutazione come il nostro, proprio perché il messaggio del vangelo di cui la Chiesa è por-tatrice si rivolge agli uomini concreti e non è una semplice collezione di idee astratte.

DDoonn GGiiuusseeppppee CCaassssaarroo

l’Aquila, pioneri come il Card. Elio Sgrec-cia, che interverrà in forma e-learning, cioèvia internet, esperti in materia di pedofiliacome don Di Noto e componenti del Comi-tato Nazionale per la Bioetica.

L’impostazione mantiene lo stile di mo-derazione e apertura al dialogo che caratte-rizza la scuola di Messina. Sono chiamati aparteciparvi medici, amministratori della sa-nità, avvocati, magistrati, biologi, medici ve-

Continua la leadership di Messina nelcampo della Bioetica: il Master (II livello) inBioetica e Sessuologia è giunto alla XVI edi-zione. È stato presentato al S. Tommaso daldirettore del corso, Don Giovanni Russo.Un campo di particolare attualità per la so-cietà intera e per i professionisti del settore.I dibattiti su questioni medico-sociali e bioe-tiche acquista toni sempre più forti; la fami-glia sempre colpita e frantumata; questionicome pillola abortiva, testamento biologico,eutanasia, generi ed orientamenti sessuali,pedofilia, trovano nell’opinione pubblicaun’eco immensa, perché si toccano le perso-ne nei valori e negli affetti più profondi. An-che il medico è chiamato a in causa, sia amotivo della sua attività professionale, siaperché sempre più denunciato e accusatodavanti ai tribunali.

Sono stati presentati i docenti che svol-geranno la formazione, provenienti dalle treUniversità siciliane, ma anche dal “Gemelli”di Roma, il noto sessuologo Jannini del-

é Don G. Russo e uno studente del Master.

XXVVII MMaasstteerr iinn BBiiooeettiiccaaPresentato in collaborazione con l’Ordine dei Medici e il “Gemelli” di Roma

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NNEE terinari, farmacisti, infermieri, insegnanti, dirigenti

scolastici, filosofi, esperti dell’ambiente, docenti diReligione, ecc. Vi partecipano professionisti da ogniregione d’Italia, con la prevalenza di Sicilia e Calabria.Il corso è anche spendibile per i medici e il personalesanitario per il conseguimento dei crediti ECM (dueannualità). Il Master si svolge una volta al mese, nel fi-ne settimana, con alcune attività online (www.bioeti-ca.itst.it), ed offre un programma nei seguenti ambiti-ti: bioetica e diritto, qualità della vita, procreazione as-sistita, ingegneria genetica, bioetica pediatrica, tra-piantologia, eutanasia e bioetica di fine vita, droga, al-colismo e dipendenze, bioetica ambientale, bioetica animale, sessuologia clinica, malattie ses-sualmente trasmesse e Aids, antropologia ed etica sessuale, psicologia sessuale, educazionesessuale, pedofilia e abusi sessuali, sperimentazione clinica, economia e politiche sanitarie, or-ganismi geneticamente modificati, aziendalizzazione della sanità, istituzione e gestione deiconsultori familiari.

Le lezioni inziano il 9 novembre (email: [email protected] tel. 090.36.91.323). Inaugurale lezioni il Presidente dell’Ordine dei Medici di Messina, Dott. Giacomo Caudo.

Da: “Gazzetta del Sud”, 8 ottobre 2012.

Ultimamente il dibattito bioetico si èconcentrato sui bambini, in particolare suidilemmi legati ai prematuri, che aumentanoconsiderevolmente: un bambino su 10, se-condo l’ultimo rapporto dell’Organizzazio-ne Mondiale della Sanità, e il rischio è in au-mento. Un’esperienza che preoccupa le fa-miglie, anche perché questi bambini, soprat-tutto se nascono tra la 21a e la 25a settimanadi gestazione (generalmente 400-600 gram-mi) possono presentare patologie importan-ti di handicap. La domanda morale è per-tanto rianimare o no questi bambini e se-condo quali criteri?

Su questo tema e con una lezione magi-strale tenuta dal prof. Ignazio Barberi, Ordi-nario di Pediatria dell’Università di Messi-na, fondatore (1992) e direttore di un repar-to di Terapia Intensiva Neonatale di eccel-lenza, punto di riferimento regionale e inter-regionale, si sono aperti i seminari dellaScuola Superiore di Bioetica del S. Tomma-so. Nell’introduzione al tema il direttore

don Giovanni Russo si è soffermato sul pre-occupante orientamento che si sta diffon-dendo in diversi Paesi, anche europei, dinon trattare neonati immaturi nati tra la 21a

e la 24a settimana, preoccupati dei costi eco-nomici di bambini che, se rianimati e so-pravvivono, peseranno sulla famiglia e sullasocietà. La proposta di non rianimazione odi eutanasia neonatale è eticamente inaccet-tabile ha detto don Russo, sono piuttosto daincentivare le dinamiche preventive coinvol-gendo sia la madre che gli ostetrici, utiliz-

é Dott. G. Caudo.

é Prof. I. Barberi e Don G. Russo.

QQuuaallii ccuurree ppeerr ii bbaammbbiinnii pprreemmaattuurrii??Seminario di Bioetica pediatrica della Scuola di Bioetica del “S. Tommaso” di Messina

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zando farmaci in epoca prenatale che si so-no dimostrate efficaci nelle fasce di età ge-stazionale inferiori alle 24 settimane, mentre

è altamente raccomandato partire dalla 24 a

settimana. Non hanno senso e sono disuma-ne e crudeli le logiche dell’Olanda, dove ibambini vengono a volte soppressi perchéprobabilmente non avrebbero una vita de-gna di essere vissuta.

Nella sua Prolusione il prof. Barberi haportato la sua sensibilità vissuta in oltre intrentennio di esperienza, anche in Francia, enel suo impegno al Comitato Etico dell’Isti-tuto Superiore di sanità di cui è membro. La“Carta di Firenze” è il contributo italiano aquesto dibattito e in quella sede, la Commis-sione di cui Barberi è stato membro, ha da-to indicazioni e linee guida di grande utilità,in particolare l’opinione dei genitori deveessere tenuta in massima considerazione, e ilmedico deve comunque attenersi alle evi-denze scientifiche disponibili ed evitare diimporre le proprie opinioni. In particolaredevono essere date ai genitori informazionisui rischi per la madre nella prosecuzionedella gravidanza, modalità di espletamentodel parto, future gravidanze, prognosi a bre-ve ed a lungo termine per i feti ed i neonatiin relazione al luogo di cura, al peso, all’etàgestazionale, e alla eventuale patologia asso-ciata.

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IIll ddoolloorree ddeell bbaammbbiinnoo ee iillccooiinnvvoollggiimmeennttoo aattttiivvoo nneellllaa ssaalluuttee

L’aumento degli esiti a distanza che si ri-scontra nei sopravvissuti costituisce un ne-cessario tributo da pagare per l’accresciutasopravvivenza in soggetti estremamente gra-vi? Sino a che punto bisogna mettere in attole cure intensive che possono prolungare lavita dei neonati ad alto rischio ma non assi-curarne la qualità? Questedomande posteda Barberi hanno suscitato un particolareinteresse presso l’uditorio e un dibattito do-ve si sono notate le diverse sensibilità mora-li. Da un lato si tende a considerare come uninfanticidio ogni provvedimento che nonrappresenti il massimo possibile per la vitadi questi neonati, ma occorre anche chieder-si quale tipo di vita saranno destinati a vive-re.

Nella conclusione dell’evento don Russoha sottolineato l’importanza della formazio-ne bioetica dei medici e la fiducia nel neona-tologo, spesso denunciato, e che rimane so-lo nel prendere decisioni in questo caso nel-l’arco solo di qualche minuto e deve interve-nire istantaneamente senza che ci sia il tem-po di consultare comitati etici o di fare unbilancio costo/beneficio. Dovrà comunquesempre agire nel maggior interesse del neo-nato, che può non coincidere con quellodella famiglia o della società.

Da: “Gazzetta del Sud”, 12 novembre 2012.

Ultimamente il dibattito bioetico si è concentrato sui bambini, in particolare sui dilemmilegati ai prematuri, che aumentano considerevolmente, ma anche sul coinvolgimento attivodel bambino nelle questioni che riguardano la sua salute, o sul trattamento del dolore e rela-tive questioni di eutanasia neonatale. I seminari di bioetica pediatrica della Scuola Superioredi Bioetica e Sessuologia del “S. Tommaso”, hanno avuto un’eco significativa, sia per la par-tecipazione degli oltre 100 iscritti, sia per il dibattito che ha animato i lavori in forma semi-nariale e con il coinvolgimento diretto dei partecipanti.

Dopo la prima sessione sul trattamento dei bambini prematuri, aperta dal prof. IgnazioBarberi (v. Gazzetta del 12 nov.), la seconda sessione di due giorni si è concentrata sulla par-tecipazione attiva del bambino nelle questioni che riguardano la loro salute e su come affron-tare il dolore cronico o acuto dei piccoli pazienti. Il direttore della Scuola di Bioetica, DonGiovanni Russo, ha esposto la questione antropologica, soffermandosi sul fatto che “il medi-co si accosta ai bambini come pazienti, consapevole della “distanza” infinita che ci può esse-

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re nella relazione. Il medico è visto sponta-neamente dal bambino come lo “stranierodella malattia”, colui che è presente quandosoffre, non sa se è lui a procurargli quellasofferenza. Ma i bambini sono chiamati og-gi ad avere una parte attiva nel processo didecisioni cliniche che li riguardano. Sono lo-ro a volerlo, è l’etica ad esigerlo. Non sonosoggetti passivi. Se la salute è un diritto per-sonalissimo, non delegabile a nessuno, lo èanche per i bambini: devono poter esprime-re il loro parere sulla loro salute».

La questione del dolore del bambino èstata trattata ampiamente dal prof. SalvinoLeone, medico palermitano, noto esperto dibioetica e autore di numerosi studi di bioe-tica pediatrica. Dopo una esposizione dellevie del dolore (percezione dolorosa e sensa-zione dolorosa), il relatore si è soffermatosulle terapie capaci di alleviare le forme piùresistenti, ed ha criticato fortemente la visio-ne riduttiva ed erronea del “dolorismo” conil conseguente invito alla “sopportazione”,ma anche la riluttanza all’uso degli analgesi-ci.Molto interessante la sua proposta suquello che ha chiamato il“tripode analgesi-co”: cura del bambino, cura della famiglia,cura del personale, richiamando l’attenzionesul bisogno inespresso del bambino, ma an-che sulla cura del dolore come dovere mora-le (coinvolgente i genitori) e sulla presa incarico del “dolore totale” dei piccoli pazien-ti da parte del personale medico.

Da: “Gazzetta del Sud”, 30 novembre 2012.

é Don G. Russo e Prof. S. Leone.

La proposta nasce dal Centro di spiri-tualità salesiana «Casa Tabor» che sorge sul-le pendici dell’Etna, nel comune di Sant’Al-fio, e partirà il 17 novembre con il primo dicinque week-end. Si rivolge a giovani coppiedi fidanzati che desiderano approfondire laloro fede ma non è il classico «corso prema-trimoniale». Gli animatori sono don LilloMontanti e i coniugi Letizia e Giovanni Si-gnorino. «Questi incontri di spiritualità perfidanzati – spiega Letizia – sono incentratisulla Parola di Dio e si rivolgono a giovani,soprattutto universitari, che vogliono verifi-care alla luce della fede la loro vocazionematrimoniale. Il percorso, giunto alla setti-ma edizione, si articola in week-end vissutiin uno stile di famiglia». Letizia e Giovannihanno tre figli, sono cooperatori salesiani dapiù di vent’anni e il loro ruolo è quello di ac-compagnatori: «Non ci poniamo "al di so-

SSaanntt’’AAllffiioo -- CCaassaa TTaabboorr

SSuullll ’’EEttnnaa wweeeekkeenndd ppeerr ii ffuuttuurrii ssppoossiipra" ma "accanto" ai giovani. La prepara-zione degli incontri per noi è un grande ar-ricchimento perché ci interpella a vivere inprima persona ciò che proponiamo». Alme-no una quindicina delle coppie che hannovissuto questa esperienza di preghiera e cre-scita si sono già sposate.

«Lo hanno fatto con molta semplicità esenza sfarzi – racconta Letizia –. Alcune diloro sono poi entrate a far parte dell’équipeformativa. Le chiamiamo le "coppie delgrembiule" perché spesso si mettono a di-sposizione per cucinare. Proprio come si fain famiglia». Per informazioni e iscrizioni:Casa Tabor 095.968023 o 338.7569982; e-mail: [email protected].

PP.. RR..© RIPRODUZIONE RISERVATA

Da: Avvenire, 14 novembre 2012.

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“Oratorio in pole position” questo è sta-to lo slogan con cui l’oratorio di Modica hadato il via al nuovo anno sociale, il 22 set-tembre 2012. Un pomeriggio intenso di gio-chi, sport e spettacolo per presentare le fina-lità educative dell’oratorio.

Si è disputata, nel primo pomeriggio, lafinale della “Super Coppa”, in continuitàcon la chermes sportiva “Minimondiale Ni-no Baglieri”, ormai giunta alla sua 5° edizio-ne, che si è svolta nei mesi di maggio e giu-gno, coinvolgendo più di 100 ragazzi e ri-spettive famiglie. Le stesse squadre si sononuovamente sfidate nel nuovo campetto inerbetta “Giuseppe Brafa” per vincere, que-sta volta, la Super Coppa. Non è mancataneanche questa volta la tanto attesa partitadei papà, accompagnata dal caloroso tifo deibambini… e per finire i buonissimi dolcidelle mamme!

Dal campo, ci si è poi spostati tutti inteatro dove si è svolto uno spettacolino rea-lizzato dai bambini che hanno partecipato al“Ri…Grest” (richiamo del Grest), svoltosi il6, 7 e 8 settembre. È stata una buona occa-sione per presentare le attività che si svolgo-no in oratorio durante l’inverno: attivitàsportive, quali calcio, pallavolo e tennis ta-volo coordinate dalla PGS “ORSA”; corsi diteatro, corsi di danza (classica, moderna, dicoppia e zumba), corsi di musica e il nuovis-simo laboratorio grafico “Don Bosco”.

E per finire in bellezza: serata di frater-nità tra karao-ke, balli digruppo e l’im-mancabile pa-nino con wur-stel e patatine.

È stato da-to così lo“start up” alnuovo annosociale, che havisto subito glianimatori im-pegnati nei va-

ri incontri di programmazione, per rendereconcrete le linee guida date dal nostro “Pro-getto Oratorio” e discusse durante la pro-grammazione comunitaria (incontro CEP) il9 settembre.

Si è attivato, con grande entusiasmo einteresse, il gruppo di catechisti e animatoriimpegnati nel rinnovamento della catechesi;gli animatori del gruppo degli adolescenti,delle giovani coppie e delle famiglie; il“TGS Con…tea” ha programmato i mo-menti di gita per tutta la comunità, a comin-ciare dalla tanto attesa “gita delle castagne”;il VIS, sempre attento alla dimensione mis-sionaria, ha messo su un calendario ricco di

MMooddiiccaa

OOrraattoorriioo iinn ppoollee ppoossiittiioonn

é Gruppo Smile di Modica.

impegni e iniziative volte a raccogliere fondiper l’adozione a distanza e non solo. È inprogramma una rassegna teatrale dal titolo”ORATEATRO” curata dal CGS “S. Quasi-modo”. E ancora… in cantiere il “LABora-torio GENITORI” (incontri formativi pergenitori sull’educazione dei figli), scuola dipreghiera per adolescenti, incontri di forma-zione per educatori sulla Pedagogia di DonBosco, scuola animatori e tanto altro ancora.

Che Maria Santissima ci guidi semprelungo la corsa per poter tagliare i tanti tra-guardi sognati… e mettere in pratica il mot-to del nostro padre Don Bosco “DA MIHIANIMAS COETERA TOLLE”.

EElliiaannaa ee DDaanniieellee SSppaaddoollaa

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PPaalleerrmmoo--RRaanncchhiibbiillee

DDiivveerrssaammeennttee bbrraavvii,, aattttoorrii ddiissaabbiill iivvaannnnoo iinn sscceennaa aall ““DDoonn BBoossccoo””

Raccontano sogni lonta-ni dalla comune quotidiani-tà ma non per questo irrea-lizzabili. Gli interpreti diNéon Teatro inaugurato«Nessuno escluso» con unapièce ispirata a Saramago.

Li ha diretti la registaMonica Felloni che ha con-dotto un lavoro straordina-rio e di grande poesia. Unagrande tenerezza lontana daogni velo compassionevole.

Alfina canta come unusignolo e ha timbro da so-prano. Nino è più anziano esalta come un grillo. Enzo sisiede sul trono ed Emanue-la ama danzare, Giuseppe lisegue dalla sua carrozzina,Amano il teatro e si sosten-gono a vicenda per raccon-tare il loro mondo, fatto disogni di certo più lontanidei nostri, ma non per que-sto irrealizzabili. E soprat-tutto, ti fanno venire le la-crime agli occhi quando livedi sul palco:

EEmmeerrggee ffoorrttee ssuull ppaallccoo--sscceenniiccoo iill ddeessiiddeerriioo ddii ccoo--mmuunniiccaarree

Perché i ragazzi disabili del Néon-Tea-tro e i loro colleghi «normali» fanno una te-nerezza lontana da ogni velo compassione-vole, ma soprattutto, sono tanto bravi. È lo-ro il primo spettacolo di «Nessuno escluso»,rassegna sui teatri delle diversità, che si èaperto al Don Bosco Ranchibile a cura del-l’associazione siciliana Consumo consape-vole, dell’Istituto Salesiano, del Rotary ClubPalermo Sud e della Provincia.

Primo spettacolo, Terra sconosciuta, ispi-rato al racconto di Saramago, in cui la meta-fora del viaggio e dell’isola, diventa un biso-

gno estremo di comunicazione dei sogni. Inscena (senza distinzioni), Giuseppe Calca-gno, Manuela Partanni, Stefania Licciardel-lo, Patrizia Fichera, Giuseppe D’Alia, Ema-nuela Dei Pieri. Enzo Marletta, GiuseppeGiardina, Alfio Fresta, Antonino Porto, tut-ti bravi, tutti belli. La voce fuori campo èdella regista, Monica Felloni, che ha condot-to un lavoro straordinario e di grande poe-sia. Ieri mattina sono accorsi 900 ragazzi perle repliche.

SSiimmoonneettttaa TTrroovvaattoo

Da: Giornale di Sicilia, Palermo 21 novembre 2012.

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PPaalleerrmmoo--SSaannttaa CChhiiaarraa

NNuuoovvoo iinnccaarriiccoo ppeerr DDoonn GG.. DD’’AAnnddrreeaa

RRaagguussaa

SSttoorriiee vveerree cchhee ffaannnnoo bbeennee

Nel mese di maggio la CISI, nel pianooperato per la revisione degli organismi na-zionali, ha coinvolto Don Giovanni D’An-drea con l’incarico di coordinare l’Ufficio“Parrocchie e Oratori” e quello di “Emargi-nazione e Disagio”. Dopo sei anni trascorsi

a “Santa Chiara”, prima come Incaricatodell’Oratorio e poi come Direttore della Ca-sa, da settembre Don Giovanni è stato tra-sferito presso la Casa del Sacro Cuore di Ro-ma. “Svolgere a Roma dei servizi nazionaliper l’Italia salesiana non è un privilegio, mauna responsabilità” – dice Don Frisoli nellacomunicazione fatta a maggio scorso. “Essarichiede il sacrificio del distacco dalla pro-pria ispettoria e la dedizione ad una missio-ne particolare. Riflettere, coordinare, ani-mare sono compiti delicati e non facili. Iconfratelli che li svolgono sembrano sottrat-

ti alle urgenze e necessità delle singole ispet-torie, eppure c’è bisogno di loro e del loroservizio. […] Questo paziente lavoro rendetutti più ricchi e aiuta tutti a crescere assie-me”.

Sabato 6 ottobre poi grande festa a CasaSanta Chiara per salutare l’ex Direttore. Laserata è trascorsa con balli, musica e testi-monianze dei ragazzi dell’oratorio, dei mi-granti e degli operatori del sociale che inquesti anni hanno conosciuto e apprezzato illavoro di Don Giovanni.

Il riconoscimento ufficiale del suo ope-rato è stato dato mercoledì 31 ottobre dalSindaco della Città di Palermo, Leoluca Or-lando, il quale ha conferito a Don GiovanniD’Andrea la cittadinanza onoraria “per ilfondamentale impegno a favore dei giovani,gli immigrati, le donne e i bambini, per il co-raggio, la coerenza, le sensibilità dimostratanella lotta contro la marginalità sociale; perl’attività pastorale e civica svolta presso ilCentro Santa Chiara, dimostrandosi costrut-tore di civiltà in un quartiere afflitto da anti-che e nuove sofferenze; per avere sostenutol’integrazione degli immigrati nel tessutocittadino favorendo la crescita demograficae consentendo un miglioramento delle con-dizioni di vita all’insegna dello scambio diesperienze e di costruzione di una societàmulticulturale”.

DDoonn EEnnzzoo VVoollppee

é Palermo: L. Orlando e Don G. D’Andrea.

Chi, meglio dei testimoni della fede, può condurci per mano per quella strada che ci fac-cia pregustare il profumo della Verità inafferrabile che risiede in Dio!?! Ecco, dunque, “Sto-rie vere che fanno bene”. Titolo, questo, della rassegna di tre Musical i cui titoli sono: “Grec-cio. Natale 1223”; “Un vagito nella notte” (sabato 15 dicembre 2012, ore 20.30); “Chiara diDio” (sabato 23 febbraio 2013); “3 P. Vita di Padre Pino Puglisi” (data da definire, aprile-maggio 2013).

Una scelta oculata che i salesiani hanno fatto guardando al panorama nazionale per rag-

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NNEE giungere tutti con quel mezzo tanto effica-

ce che è il Musical. Con il suo linguaggiocompleto, fatto di danza, canto, recitazione,luci, scenografie. Un linguaggio avvolgenteche piace sia ai piccoli che ai grandi. Un mo-do per comunicare anche a coloro che vaga-no lontani dalla verità e arrivare al loro cuo-re. Un occasione per tutti i cristiani per pre-parare la strada al Signore regalando un bi-glietto per andare in teatro e poter ricevereparole che muovano qualcosa dentro.

Carlo Tedeschi è l’autore e regista deiprimi due musical. Ha al suo attivo 17 musi-cal in circa 30 anni di attività altamente pro-fessionale. L’occhio attento della critica si èposato su di lui dopo il suo grande e feno-menale successo, in Italia e all’estero, delmusical “Chiara di Dio”. Non si esagera selo si paragona, fatte le dovute differenze, aquei grandi musical di M. Webber che aBrodwey per dei decenni fa repliche con il“tutto esaurito”. Infatti anche “Chiara diDio” da 10 anni è in pianta stabile al teatro“Metastasio” di Assisi facendo sempre ilpieno. Qui a Ragusa, il 23 Febbraio, avremouna delle compagnie formate da Carlo Tede-schi nella quale potremo riconoscere (perchi ha visto il dvd ufficiale) l’artista Giaco-mo Zatti che ha interpretato Francesco dalsuo esordio in Assisi e Michela Sclano nellaparte di Santa Chiara. Di Carlo Tedeschi edella sua Compagnia, ancora prima dellasua produzione religiosa di 7 musical, sierano accorti di lui e apprezzato il suo in-dubbio talento, tanti artisti uno per tutti:Pietro Garinei che volle l’intera “Compa-gnia del Lago” di Carlo Tedeschi per porta-re in scena il noto musical “Alleluia bravagente” con l’attrice Sabrina Ferilli e le co-

reografie di Gino Landi. Non ci meravigliamo

quindi, se fu chiamatoproprio lui a rappresenta-re sul sagrato della Basilicadi San Pietro la Nativitàcol titolo “Un vagito nellanotte” dal quale nacque ilmusical che verrà ad apri-re la nostra breve rassegnail 15 dicembre dal titolo:

“Greccio. Notte di Natale 1223”, quandoFrancesco ideò il primo presepe coi poveridi Greccio. Nell’atmosfera del Giullare diDio: l’uomo che è stato trasformato dallascoperta di un Dio che si è chinato verso lesue creature facendosi Bambino, Pane. Mo-rendo nudo sul legno della Croce e vincen-do la morte. Nessun uomo deve abituarsi atale sorprendente gesto di Dio. Da qui nascein san Francesco l’esigenza di visualizzare laNatività con quelle persone che si trovavanolì ad ascoltarlo per meglio imprimere nellamente il Mistero dell’Incarnazione.

In questo tempo d’attesa amorosa e dimemoria vivente dell’Incarnazione di Gesù,avere la possibilità di rivivere insieme il Mi-stero del Natale attraverso la rappresenta-zione artistica di quell’evento è un’occasio-ne per assaporare l’eternità dell’opera salvi-fica di Dio che ci ha raggiunti una volta eper sempre in Cristo Gesù e per prenderecoscienza di essere parte della Verità cheabita il mondo. È Lui infatti che dice: “perquesto sono nato e per questo sono venutonel mondo: per dare testimonianza alla veri-tà” (Gv 18, 36).

A chiudere la rassegna sarà il musical suPadre Pino Puglisi (“3 P”) che il 25 maggioverrà proclamato Beato per la sua vita incoerenza con la verità del vangelo che predi-cava accettandone tutte le conseguenze finanche l’essere ucciso dalla mafia. A portar-lo in scena sarà Armando Bellocchi musici-sta e compositore nonché ideatore e produt-tore di ben 15 musical.

Fondatore della Compagnia “Cgs Life”.Chiamato con la sua compagnia ad animarele oceaniche adunanze di giovani in alcuneoccasioni in cui il beato Giovanni Paolo II èvenuto in Sicilia.

Anche le scuole hanno aderito annuen-do a questa iniziativa. Per comunicare aigiovani, valori altamente educativi (e in que-sto i salesiani, ideatori e organizzatori dellaRassegna, non potevano mancare nel dare illoro apporto alla sfida educativa) attraversola bellezza e l’armonia dell’insieme di artiche confluiscono nel musical con il piacevo-le coinvolgimento nell’aderire al bene.

Si apra il sipario alla bellezza di Dio.

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EEvveennttoo eecccceezziioonnaallee:: aa CCaattaanniiaa 115500 PPaaddrrii SSuuppeerriioorrii MMaaggggiioorrii IIttaalliiaannii

La sera di giovedì 8 novembre 2012 un evento eccezionale per l’Arcidiocesi metropolita-na di Catania: 150 superiori maggiori italiani, tra cui 5 consacrati di congregazioni religioselaicali, nella basilica cattedrale intitolata a S. Agata hanno voluto rendere corale omaggio al-la venerata vergine e martire catanese in occasione della 52^ assemblea nazionale generaledella Conferenza italiana superiori maggiori, istituita a Roma nel 1957, dal tema “Tempo dinuova evangelizzazione. Responsabilità dei religiosi”.

Nella cappella normanno-romanica della Santa Patrona della città e dell’arcidiocesi etneal’arcivescovo Mons. Salvatore Gristina ha presieduto la solenne concelebrazione dell’Eucari-stìa, curata dal delegato arcivescovile Mons. Barbaro Scionti e animata dalla Cappella Musi-cale del Duomo diretta dal M° Mons. Nunzio Schilirò con all’organo il M° can. GiuseppeMaieli e da alcuni chierici salesiani, con 150 padri provinciali in rappresentanza delle 130congregazioni religiose che vi fanno parte, ordini, istituti di vita consacrata, società di vitaapostolica e istituti secolari e laicali operanti in Italia.

Il metropolita ha tenuto l’omelia soffermandosi sulla liturgia del giorno, feria V dellaXXXI settimana per annum (Fil 3, 3-8a “Quello che per me poteva essere un guadagno,l’ho considerato una perdita a motivo diCristo”, salmo 104 “Chi cerca il Signoretroverà la gioia”, Lc 15, 1-10 “C’è gioiaper un peccatore convertito”) e sulla Let-tera apostolica del Sommo Pontefice Be-nedetto XVI “Porta Fidei”, particolar-mente sul n. 13.

Il frate carmelitano scalzo, padre Lui-gi Gaetani, originario di Gallipoli – la cit-tà pugliese di cui S. Agata è patrona e nel-la cui cattedrale a lei intitolata si custodi-sce la reliquia di una mammella dellamartire – che ha preso il posto del salesia-no Don Alberto Lorenzelli in quanto ne-oeletto presidente della Conferenza supe-riori maggiori, organismo di diritto ponti-ficio riconosciuto dallo Stato, ha rivolto un indirizzo di saluto al metropolita che si è dettolieto di aver ospitato nel primo mese dell’Anno della Fede, presso il venerato Sacello dellagloriosa protomartire catanese, tutti i superiori provinciali d’Italia, rimasti ammirati dallagrandiosa ed austera mole del secolare e più volte ricostruito tempio agatino, invitandoli fra-ternamente a partecipare alla prossima festa patronale di S. Agata.

L’assemblea generale CISM si è svolta in un albergo della Timpa di Acireale ed ha avutocome tema una riflessione che investe uno degli ambiti originari ed irrinunciabili delle VitaConsacrata della Chiesa in Italia e che ha visto la partecipazione anche di quattro superiorigenerali – Salesiani, Paolini, Dehoniani e Cappuccini – due dei quali hanno partecipato al Si-nodo, e del direttore di Avvenire, Marco Tarquinio. Sono intervenuti i cardinali Paolo Ro-meo, arcivescovo metropolita di Palermo e presidente della Conferenza episcopale siciliana,Joao Braz de Aviz, prefetto della Civcsca, i vescovi di Acireale, Mons. Antonino Raspanti, edi Caltagirone, Mons. Calogero Peri, e l’arcivescovo Mons. Adriano Bernardini, nunzio apo-stolico in Italia. Il card. Angelo Scola, arcivescovo metropolita di Milano, ha inviato un vi-deo-messaggio su un tema di teologia vocazionale e pastorale “La nuova evangelizzazione perla trasmissione della fede cristiana. Dibattito e prospettive sinodali”.

Il card. Romeo ha evidenziato che “tutti sono chiamati a mettere Dio al centro della pro-

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sono in maniera particolareperché testimoni di questascelta di fronte agli altri. Ser-vizio, attenzione, premuraverso il prossimo devono es-sere le parole d’ordine degliistituti religiosi, in cui si puòtoccare con mano la solleci-tudine di Dio verso l’uomo edella Chiesa verso il prossi-mo. Il frate cappuccino, pa-dre Fidenzio Volpi, segreta-rio generale CISM, prima ditracciare le linee guida per iltriennio 2013-2015 anche al-la luce della programmazione della CEI per il decennio in corso, ha posto l’attenzione dellesfide che la Chiesa di oggi deve affrontare, a partire dalla crisi della fede: Nell’instrumentumlaboris della XIII assemblea generale del Sinodo dei Vescovi “si riconosce l’importanza, ai fi-ni della trasmissione della fede e dell’annuncio del Vangelo, dei grandi ordini religiosi e del-le tante forme di vita consacrata, in particolare degli ordini mendicanti, degli istituti aposto-lici e secolari”. Nell’agenda della nuova evangelizzazione i superiori maggiori hanno messo alprimo posto la responsabilità degli istituti religiosi che nei settori dell’educazione, della sani-tà, della cura pastorale, delle opere di carità verso i poveri esplicano la missione specifica delproprio carisma quale segno di presenza evangelizzatrice nel mondo contemporaneo, anchemediante “laboratori” di operatività e testimonianza cristiana. Catechesi ed educazione, ri-sposta alla diffusa emergenza e carenza di riferimenti saldi nella famiglia e nella scuola, resta-no i capisaldi di una rinnovata azione pastorale che gli istituti mettono in atto a servizio del-la Chiesa.

Il dr. Tarquinio ha elencato i mali della società italiana che continua a respirare aria cri-stiana, anche se qualcuno vorrebbe privarla di questo respiro. Tra le priorità dell’evangeliz-zazione ha segnalato la debole e fragile identità della famiglia corrosa dall’invadenza dei mo-delli dei matrimoni omosessuali e dalla pretesa dell’adozione dei figli avuti anche mediante lapratica dell’utero in affitto.

Il card. Scola ha ricordato ai Religiosi che si evangelizza vivendo la propria vocazione; ac-cennando ai voti ha detto che l’ubbidienza testimonia la libertà, la povertà avvicina ai veri po-veri, la carità è la prova che è possibile vivere in Cristo Risorto. “La coessenzialità dei donigerarchici e dei doni carismatici dà alla vita religiosa una dimensione ecclesiale ed evangeliz-zatrice”.

Tutti i partecipanti sono stati concordi nel considerare compito della nuova evangelizza-zione quello di far risuonare il Vangelo della Risurrezione: è una nuova Pentecoste, una co-noscenza degli uditori per un annuncio efficace, una progressiva evangelizzazione, un anda-re alle frontiere geografiche delle culture, uno scegliere sentieri nuovi. All’agenda dei supe-riori maggiori, in linea con le indicazioni della Cei, per il prossimo triennio figurano insiemealle “conference day” su temi specifici delle congregazioni religiose, il convegno sul tema“Religiosi educatori nella comunità cristiana” programmato per il 2013 e il convegno eccle-siale nazionale di Firenze del 2015. Durante i lavori dell’assemblea, i padri Rogazionisti han-no raccolto le firme per la petizione alla Santa Sede perché S. Annibale Maria Di Francia pos-sa essere riconosciuto Patrono delle vocazioni.

AAnnttoonniinnoo BBllaannddiinnii

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IInntteerrvviissttaa ddii LLuuccaa CCaarruussoo aall vveessccoovvoo ssaalleessiiaannoo MMoonnss.. SSaarroo VVeellllaadduurraannttee ii llaavvoorrii ddeell SSiinnooddoo

Come ogni ministro di Cristo deve parlare al mondo delle cose di Dio, e far udire a Dio la vocedegli uomini. Nato a Canicattì (Agrigento) 60 anni fa, monsignor RRoossaarriioo VVeellllaa è dal 2007 vescovodi Ambanja, una delle 21 diocesi del Madagascar. Successore degli apostoli e pastore degli uomini,a lui tocca essere maestro della fede e annunciatore della Parola; santificatore del popolo cristianoattraverso la centralità della liturgia; padre e pastore della diocesi, esercitando il governo pastoralein spirito di servizio e vigilanza. In quest’intervista rilasciata a Korazym a conclusione del Sinodo,monsignor Vella offre la sua testimonianza sull’Assemblea sinodale e un racconto sulla Chiesa delMadagascar, ove svolge il suo ministero di vescovo, “voce” che trasmette il “Verbo”, e mantenendosempre accesa la lampada della fede aiuta ciascuno a entrare nel mistero del cuore di Dio.

EEcccceelllleennzzaa,, lleeii èè nnaattoo ssuu uunn’’iissoollaa,, llaa SSiicciilliiaa,, ppooii èè ppaarrttiittoo ppeerr uunn’’aallttrraa iissoollaa,, iill MMaaddaaggaassccaarr.. PPuuòò rraacc--ccoonnttaarrccii ii vvaarrii ppaassssaaggggii ddeellllaa ssuuaa vviittaa??Io sono un salesiano. Negli anni ’70 e ’80 la mia Congregazione fece la scelta di andare in Africa ela Sicilia assunse l’incarico del Madagascar. Mi sono dimostrato disponibile e sono partito nell’81.Durante questi 30’anni in Madagascar sono stato in molte regioni del Paese e ho visto le varie situa-zioni, che sono uguali perché l’anima è unica, ma anche diverse, perché ci sono tradizioni differen-ti. Tuttavia mi son trovato sempre bene, la gente mi ha accolto, abbiamo fatto subito famiglia. Noimissionari dobbiamo entrare in punta di piedi in una cultura che non è la nostra, pian piano la si de-ve apprendere. Questo si può fare quando si ama la cultura e la gente. Mi hanno aiutato molto i gio-vani, che sono il futuro del mondo e sanno accogliere la diversità come una ricchezza per il bene ditutti.

NNeell ssuuoo iinntteerrvveennttoo aall SSiinnooddoo,, hhaa aaddooppeerraattoo llaa mmeettaaffoorraa ddeellllaa nnaavviiggaazziioonnee ((ccoonn llaa bbaarrccaa ddii PPiieettrroocchhee sseemmbbrraa iinn mmeezzzzoo aallllaa tteemmppeessttaa,, mmaa llee oonnddee iimmppeettuuoossee,, ppuurr ccoonn ii lloorroo rriisscchhii,, ssoonnoo ddaa pprreeffeerriirreeaallllee aaccqquuee ssttaaggnnaannttii ee aallllee lloorroo ffaallssee ssiiccuurreezzzzee)).. FFuuoorr ddii mmeettaaffoorraa,, ccoossaa iinntteennddee??Dinanzi a una situazione di pericolo non possiamo rimanere ad aspettare: bisogna, per entrare nel-la metafora, accettare i venti. Sappiamo bene che se le vele sono posizionate nel senso giusto, i ven-ti possono condurre la barca fin dove deve arrivare. Però sono importanti anche le persone che vilavorano: c’è chi deve remare, chi deve tenere il timone, ed in quest’opera siamo tutti Chiesa. In Ma-dagascar c’è adesso una situazione di caos politico, sociale, economico, giuridico, morale. Noi nonpossiamo restare a guardare, ma dobbiamo accettare i rischi e andare avanti. La Chiesa in Madaga-scar in verità lo fa – possiamo dirlo a testa alta e la gente se ne accorge –, operando nel sociale, nelcampo dell’educazione, andando incontro ai bisogni reali della vita delle persone. Laici, suore, sa-cerdoti, catechisti e insegnanti cercano di fare sempre tutto quello che è possibile.

LLeeii èè uunn ““ffiigglliioo”” ddii ddoonn BBoossccoo,, ee uunnaa ppeeccuulliiaarriittàà ddeell ccaarriissmmaa ssaalleessiiaannoo èè llaa ccuurraa ddeeii ggiioovvaannii.. QQuuaalliiddiiffffeerreennzzee rriissccoonnttrraa ttrraa ii ggiioovvaannii mmaallggaassccii,, ggllii iittaalliiaannii ee ggllii eeuurrooppeeii iinn ggeenneerree??I giovani nel mondo sono uguali perché hanno un cuore unico: chi si apre alla vita e la vuole scopri-re manifesta tutte le ansie e le paure di affrontare il futuro, ma anche la forza per poterlo fare. Il lo-ro animo deve però confrontarsi con le situazioni contingenti. In Madagascar i giovani contano po-co, non ci sono prospettive rosee per loro. Tanti giovani, anche se hanno desiderio di impegnarsi,purtroppo non possono accedere agli studi a causa della povertà. Tanti altri si sono formati fino al-le superiori o all’università, e noi stessi li abbiamo sostenuti, però non è possibile trovare lavoro inuna struttura che non funziona. In Europa è molto difficile, ma lì è veramente impossibile.

NNeell ssuuoo iinntteerrvveennttoo,, hhaa nnoottaattoo aannccoorraa cchhee ii ggiioovvaannii ddeevvoonnoo iinnsseeggnnaarree aaggllii aadduullttii iill ccoorraaggggiioo ee llaa ffoorr--zzaa,, ll’’uummiillttàà,, llaa ggiiooiiaa ee ll’’aammoorree aallllaa ccrrooccee.. LLee nnuuoovvee ggeenneerraazziioonnii ppoossssoonnoo eesssseerree pprroottaaggoonniissttee ddeellllaannuuoovvaa eevvaannggeelliizzzzaazziioonnee,, oo ssoonnoo oorrmmaaii ttrrooppppoo ddiissttaannttii ddaallllaa CChhiieessaa,, ddaall ssuuoo mmeessssaaggggiioo ee ddaallllee iissttaann--zzee ssppiirriittuuaallii??I giovani non sono lontani dalla Chiesa, hanno un modo diverso di accostarsi ad essa, ma voglionofarlo, sono pronti. Tutti noi insieme, vescovi, sacerdoti, religiosi, adulti, dobbiamo dargli uno spazioadatto alla situazione di oggi, al mondo giovanile e al loro cuore, poi i giovani reagiscono. Se guar-diamo le statistiche, vediamo che in tante parti, anche in Europa, i giovani ricominciano ad accostar-

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VVEE si alla Chiesa, perché capiscono che in essa ci so-

no dei valori. In Madagascar le chiese sono pienedi giovani. Abbiamo un potenziale grandissimo,c’è una folla di adolescenti e di giovani pronti a ri-cevere l’educazione che la Chiesa offre, e che so-no la sua forza. Nonostante tutte le difficoltà de-gli spostamenti, si è celebrata di recente la Gior-nata nazionale dei giovani, che ha raccolto più di30mila ragazzi in una città che ne avrebbe potutoaccogliere cinque o seimila. Eppure son venuti intanti, hanno lavorato bene, è stata un’esperienzabellissima. Tutti si sono meravigliati, dicendo chetramite i giovani abbiamo realizzato veramentel’unità in Madagascar e sono stati loro che ce lo hanno insegnato: c’erano tutte le tribù, tutti i tipi dipersone, giovani che venivano dai quattro punti cardinali, ma l’anima era unica.

CCoonncceennttrraannddooccii ssuull MMaaddaaggaassccaarr,, qquuaall èè llaa rreeaallttàà ddeellllaa CChhiieessaa iinn qquueessttoo ggrraannddee PPaaeessee aaffrriiccaannoo??La Chiesa in Madagascar, anche se siamo minoranza, il 25%, ha sempre avuto e ricopre tuttora unruolo importante. Dovunque – anche nelle zone delle coste, dove le percentuali sono molto più bas-se, o nei villaggi sperduti con al massimo il 10% di cattolici – la comunità è vivace e s’impegna, siadal punto di vista religioso, che da quello sociale. Le scuole cattoliche, ad esempio, hanno in questomomento un peso notevolissimo: ormai i licei e le medie raggiungono più ragazzi che le scuole sta-tali. È una grande responsabilità, oltre che un impegno ingente. Ma la Chiesa cattolica si occupa an-che di tanti ospedaletti, di progetti agricoli o di lavoro insieme con i contadini. Tante strade sullemontagne, nelle zone più difficili, sono state costruite dai missionari, dalla Chiesa, dalla nostra gen-te, che ha voluto dedicare questo impegno per aiutare tutto il popolo.

2255%% ii ccaattttoolliiccii,, ee iill rreessttoo??C’è un 10% di protestanti, poi una piccola percentuale di musulmani, mentre la stragrande maggio-ranza sono animisti, di religione tradizionale.

RRiigguuaarrddoo llaa ssiittuuaazziioonnee ddeellllaa ffeeddee,, lleeii nnoottaavvaa nneellll’’AAuullaa ddeell SSiinnooddoo cchhee qquueellllaa ddeell MMaaddaaggaassccaarr èè uunnaaCChhiieessaa ggiioovvaannee.. PPaarrllaattee aalllloorraa ddii nnuuoovvaa eevvaannggeelliizzzzaazziioonnee,, oo rriifflleetttteettee ppiiuuttttoossttoo ssuullllaa pprriimmaa eevvaannggee--lliizzzzaazziioonnee,, ee qquuaallii ssoonnoo llee pprroossppeettttiivvee mmiissssiioonnaarriiee??Tutte e due. Da una parte c’è la prima evangelizzazione, perché tanti posti e tanti giovani non han-no ancora ricevuto l’annuncio della fede. Ma ci sono anche tanti luoghi in cui bisogna veramente rin-novare l’evangelizzazione. La “nuova evangelizzazione” dev’essere presentata con nuovo ardore,nuovo entusiasmo, nuovi metodi, nuove espressioni e tutto questo bisogna farlo anche nella primaevangelizzazione, o nei posti dove non è ancora arrivato niente.

IInn AAffrriiccaa ssii vveerriiffiiccaa ssppeessssoo ll’’iinnccoonnttrroo ttrraa rreelliiggiioonnii ee ccuullttuurree ddiivveerrssee.. CCoommee ppoorrttaarree aavvaannttii iill ddiiaallooggooiinn qquueessttee cciirrccoossttaannzzee??Il Madagascar per certi aspetti è molto fortunato, perché le religioni tradizionali e gli animisti, chesono la maggioranza, sono molto religiosi e ci sono tanti valori – come l’accoglienza, l’unità della fa-miglia, l’aiuto reciproco, l’interesse per i morti, che vuol dire anche rispetto per l’aldilà, il rivolgersia Dio in tutte le situazioni della vita – che possiamo dire cristiani, per cui c’è un dialogo naturale.Quando vado nei villaggi io non incontro soltanto i cristiani, ma tutto il villaggio. Se c’è la messa,oppure una celebrazione particolare, non vengono solo i cattolici, ma si accostano anche tanti altri,si sta insieme, si discute, si fa pranzo in compagnia.

NNoonn cc’’èè iill rriisscchhiioo ddeell ssiinnccrreettiissmmoo??Non credo, si sa bene che sono due situazioni diverse.

HHaa ppaarrllaattoo aanncchhee ddii uunnaa lliittuurrggiiaa ““ppiiùù ggiiooiioossaa,, ppiiùù ppaarrtteecciippaattaa””,, aanniimmaattaa ddaa ““ccaannttii ee ddaannzzee””......In Madagascar ci sono liturgie veramente vivaci. All’occhio europeo possono apparire lunghe, per-ché una liturgia, quando è breve, dura due ore e mezza, ma può arrivare anche a tre-quattro ore.Nessuno però avverte stanchezza, perché ci sono i canti, le danze, si partecipa. È adatta alla situa-zione della gente ed è per questo che la stessa liturgia è anche un modo di presentare il Vangelo. So-

é Ambanja: Mons. R. Vella.

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no esperienze molto belle, tutti ne rimangono meravigliati. Nei villaggi più lontani ci sono dei cantibellissimi che si fanno durante le liturgie, anche se non c’è una chiesa e si è sotto un mango o qual-che altro grande albero, ma è la vita della Chiesa.

PPuuòò ddiirrccii qquuaallccoossaa ssuullllaa ddiioocceessii ddii AAmmbbaannjjaa??La mia diocesi si estende per 36mila chilometri quadrati, vuol dire due regioni italiane... Cerchiamodi fare degli sforzi per arrivare da tutti, anche se è difficile. La popolazione è di un milione 300milaabitanti, di cui solo 100mila sono cattolici, però noi ci occupiamo di tutti e non facciamo alcuna di-stinzione: nelle nostre scuole e nei dispensari accogliamo chiunque, quando facciamo un’attività sia-mo tutti coinvolti. Gesù non è morto e risorto solamente per i cattolici, ha dato la vita per tutti.Quindi noi ci sentiamo vescovi di tutti.

UUnn ssuuoo ggiiuuddiizziioo ssuu qquueessttoo SSiinnooddoo.. QQuuaallii ii rriiccoorrddii cchhee ccoonnsseerrvveerràà??È il primo Sinodo a cui partecipo. Sono contentissimo e mi reputo davvero fortunato, perché è sta-ta un’esperienza molto forte. Tra i vescovi s’è creato un rapporto veramente bello: ognuno si senti-va libero di dire quello che aveva nel cuore, lo ha espresso e penso che tutti gli interventi lo dimo-strino. Ma anche al di fuori degli incontri emergeva un interesse generale. Tanti vescovi mi doman-davano: “Cosa fate in Madagascar?”. Anch’io chiedevo agli altri cosa facessero. E ognuno si rende-va partecipe della vita delle diocesi degli altri. Poi ci si dava forza e speranza reciproca, perché rac-contare i problemi che si vivono incoraggia sia chi ascolta sia chi ne parla.

QQuuaallii llee rriissppoossttee ssppeecciiffiicchhee cchhee qquueessttoo SSiinnooddoo ppuuòò ddaarree aallllaa CChhiieessaa cchhee èè iinn MMaaddaaggaassccaarr??La Chiesa si è occupata di tante cose, ma un nuovo approccio alla vita della gente darà prospettiveimportanti e profonde al popolo. Penso che sarà veramente un modo di rinnovare e di presentare laChiesa nella sua bellezza.

LLee ppaarroollee--cchhiiaavvee ddii qquueessttoo SSiinnooddoo??Credo che il Sinodo in questo momento ci faccia dire che il Vangelo è la ricchezza più grande nellanostra vita. Bisogna anzitutto accoglierlo, da cui l’insistenza di tanti Padri sinodali sulla conversio-ne, sull’evangelizzare prima noi stessi. Segue lo slancio di comunicarlo agli altri. Come? Con la vita,in forma umile, sapendo che non siamo soli, ma abbiamo Gesù che è morto in croce. La croce è lanostra forza e la nostra speranza. Gesù è risorto e ci dona la sua presenza e la sua grazia.

DDii ccoossaa hhaa vveerraammeennttee sseettee,, sseeccoonnddoo lleeii,, iill ccuuoorree ddeellll’’uuoommoo iinn ooggnnii ccoonnttiinneennttee??Penso che il cuore dell’uomo abbia due desideri profondissimi: comunione con Dio e comunionecon gli altri. Comunione con Dio perché da Dio veniamo e a Dio ritorniamo e quindi, come dice san-t’Agostino, sarà sempre inquieto il nostro cuore fin quando non riposeremo in Lui. Però nella no-stra vita concreta abbiamo bisogno anche di relazioni, di vivere insieme con gli altri: la nostra fami-glia, il prossimo che abbiamo vicino e il prossimo che è lontano.

UUnn ppeennssiieerroo cchhee ll’’aaccccoommppaaggnnaa ee llee ddàà ffoorrzzaa nneell ssuuoo mmiinniisstteerroo??La croce di Gesù è la nostra speranza e la nostra vita.

““LL’’iinnffaannzziiaa ddii GGeessùù”” iill nnuuoovvoo lliibbrroo ddii PPaappaa BBeenneeddeettttoo XXVVII

Dopo tanta attesa finalmente è uscito il nuovo libro di Benedetto XVI sull'infanzia di Ge-sù, è l’ultimo volume della trilogia dedicata al personaggio chiave del cristianesimo.

Come ha sottolineato il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, il Papa ci tenevamoltissimo a portare a termine la trilogia e gli ha dedicato ogni minuto libero della sua vita.

Il volume di 180 pagine è diviso in quattro capitoli, dedicati rispettivamente alla genealo-gia per la collocazione di Gesù nella Storia; alla nascita di Giovanni il Battista e all’avvento delNazareno con l’annuncio a Maria; all’evento nella grotta di Betlemme nel contesto storico del-l’Impero Romano di Augusto; alla prima epifania con l’adorazione dei Re Magi. L’opera siconclude con un epilogo dedicato alla discussione con i dottori nel Tempio: è l'ultimo episo-dio noto di un Gesù dodicenne, prima che ricompaia nei racconti evangelici dal momento delsuo battesimo nel fiume Giordano attorno ai trent’anni e fino alla sua morte in croce e allaResurrezione: temi presenti nei primi due volumi di Benedetto XVI.

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Venerdì 23 novembre 2012 è tornataalla casa del Padre la mamma di Don Ni-nì Scucces, Sig.ra Giorgia Scimonello.Eleviamo la nostra preghiera di suffragioper la sua anima.

I funerali si sono tenuti a Modica Al-ta nella Chiesa San Giovanni, sabato 24novembre alle ore 11,00.

DDaa rriiccoorrddaarree

Don Antonino Rubino ricordala madre Teresa Immormino

03-08-1919 - Bronte - 15-11-2012

Mia madre prima ditutto è stata mia mam-ma, come tutte le mam-me.

Nessuno di noi puòfare a meno di fare rife-rimento alla propriamamma senza perdereil senso della propria

storia. Mia mamma come donna, sposa,madre nella mia famiglia è stata, accan-to a mio padre, presenza creativa del di-namismo familiare nel rispetto della vo-cazione e delle scelte di ognuno.

Costruttrice di relazioni aperte sem-pre all’accoglienza e alla comprensionedei bisogni altrui; protagonista con miopadre dell’impresa commerciale che haaiutato, con estrema magnanimità, neglianni ‘50 e ‘60, tanta gente a ricostruirsiuna casa ed una famiglia.

Donna di sacrificio, di preghiera, diserio impegno verso tutte le necessitànon solo della nostra famiglia, ma anchedi coloro che si rivolgevano ad essa.

Ha vissuto la sua vecchiaia, mentre ilsuo fisico si andava disfacendo, nell’umil-tà, nella semplicità e nella gratitudine percoloro che l’hanno servita ed amata.

Non posso dire altro che: “GrazieMamma”, “Grazie Signore” per averceladata così come è stata.

Mercoledì 12 dicembre 2012, è mor-to il fratello di Don Mascimino. I fu-nerali si sono celebrati giovedì 13 dicem-bre, presso le “Piccole Sorelle dei Pove-ri” di Acireale di Viale Ionio.

Innalziamo per lui la nostra preghie-ra al Signore.

In ricordo diSr. Maria Teresa Falzone

Il 3 dicembre scorso ha chiuso la suavita terrena Suor Maria Teresa Falzone,sorella di Don Antonino e di Don Giusep-pe. Dopo la laurea in lettere era entratanella Congregazione delle Serve dei Po-veri, fondata dal palermitano beato Pa-dre Giacomo Cusmano, contemporaneodi Don Bosco (è morto nello stesso anno1888).

Dopo un periodo di insegnamento,iniziò lo studio del Fondatore, pubblican-do diversi volumetti con l’introduzionealle sue lettere. Fu quindi delegata del-l’istituto in Messico e, eletta al ConsiglioGenerale, visitò le case delle suore inBrasile, Stati Uniti, Africa, Filippine, In-dia, Romania… facendo dei corsi di for-

mazione cu-smaniana e dipresentazionedel loro Fonda-tore. Ne fu laprima studiosae pubblicò varilibri sia su P.Giacomo, siasu altri perso-naggi dellachiesa sicilia-na, sia sulla vi-ta religiosafemminile in

Sicilia, specialmente per quanto riguardale attività caritative.

Chiamata alla Facoltà Teologica di Pa-lermo vi insegnò per vari anni pressol’Istituto di Storia Ecclesiastica.

Fu definita “la studiosa delle lottatri-ci di Dio contro la povertà in Sicilia” (LaSicilia del 4 dicembre scorso). Don Mas-simo Naro, della Facoltà Teologica di Pa-lermo, vede “nel suo sguardo un veloquasi permanente di preoccupazione:nel senso letterale del termine, cioè unaconcentrazione interiore e profonda, nontriste, che la teneva occupata a monte,prima di mettersi all’opera… prima diaprire le porte del Centro Studi Cusma-niani di cui era stata direttrice per ben35 anni…”.

Le auguriamo la visione beatifica diquel Dio che ha sempre cercato per tut-ta la vita.

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ISPETTORIA SALESIANA SICULAVia Cifali, 7 – 95123 CATANIATel. 095.2268102 - Fax 095.2263603Email : [email protected]

L’Ispettore

Catania, 31.05.2012

In questi anni di preparazione al Bi-centenario della nascita di Don Bo-sco “Itinerarium” intende dare il suocontributo ad una più approfonditaconoscenza di don Bosco, rendendopossibile la frequentazione di fonti edocumenti che non sono ancora allaportata dei lettori. Grazie al preziosolavoro dello storico salesiano PabloMarín Sànchez la LAS ha pubblicatonel 2009 l’edizione critica della “Cro-naca di don Bosco”, Prima Redazio-ne (1885-1888) di Don Carlo MariaViglietti. Le altre fonti a cui fa riferi-mento questo studio non sono anco-ra state pubblicate e pertanto non so-no di facile accesso, se non agli ad-detti ai lavori che possono consultareil “Fondo Don Bosco” dell’ArchivioCentrale Salesiano di Roma.Viene offerta pertanto al lettore la traduzione in italiano dello studio di don Arthur Lenti, apparso sulla Ri-vista, edita a Berekeley, California, “Journal of Salesian Studies”, dell’autunno 2004, vol V, n. 2.Come attesta lo stesso autore si tratta di un modesto contributo che intende descrivere gli ultimi anni diDon Bosco, la sua ultima malattia e morte con particolare attenzione sulla sua persona, le sue stesse pa-role ed atteggiamenti. L’autore fa riferimento a narrazioni di testimoni, cronache e memorie scritte da sa-lesiani molto vicini a don Bosco. Si tratta di racconti che comunicano un senso di immediatezza e di per-cezione diretta che in qualche modo sono state filtrate dalle Memorie Biografiche con un intento biografi-co e agiografico.Sono lieto che “Itinerarium” si sia impegnato a rendere disponibile questo studio ai lettori in lingua italia-na, certo di onorare don Bosco e di farne conoscere sfaccettature inedite, curiose ed anche commoven-ti. Ringrazio don Arthur Lenti per la sua disponibilità a rendere accessibile il frutto della sua ricerca e delsuo lavoro nella lingua de suoi avi.

Don Gianni Mazzali

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