Notiziario Dicembre 2011

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Insieme Dicembre 2011

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Direttore ResponsabileFelice Bongiorno

Registrazione:Tribunale di CataniaN. 15 dell’11-04-2008

RedazioneFelice Bongiorno (coordinatore redazionale)Edoardo CutuliDomenico LuvaràMarcello MazzeoAntonino Rubino

CollaboratoriVittorio CastiglioneDomenico PaternòSalvatore SpitaleAndrea StranoAntonio Villari

Direzione e redazioneVia Del Bosco, 71 - 95125 CataniaTel. 095 336369Fax 095 339720E-mail: [email protected] web: www.sdbsicilia.org

Stampa digitaleScuola Grafica SalesianaCatania-Barriera

SS oo mm mm aa rr ii ooMessaggio del Rettor Maggiore pag. 1

Lettera dell’Ispettore » 4

Formazione » 6

Pastorale Giovanile » 8

Animazione Missionaria/VIS» 13

Associazioni » 17

Comunicazione Sociale » 18

Famiglia Salesiana » 20

Dalle case salesiane » 26

Guardando altrove » 39

Da ricordare » 43

In copertinaPresepe di Caltagirone.

EditorialeLa famiglia salesiana di Sicilia si è ritrovata nella

palestra del Gesù Adolescente di Palermo per cele-brare il bicentenario della nascita di Don Bosco, il140° anniversario della fondazione dell’Istituto delleFMA, l’80° della morte di D on Rinaldi e il 130° annodell’arrivo in Sicilia di Madre Morano.

Don Bosco e Madre Mazzarello, hanno a tutt’oggiun carisma non indifferente, sono presenti nella no-stra attualità poiché il dispendio di risorse ed energia,regole e percorsi formativi, tracciano ulteriori sbocchinell’ambito della cultura e della educazione alla co-municazione. Centinaia di persone hanno riempito al-l’inverosimile uno scenario indimenticabile per ritro-varsi insieme al Sig. Ispettore, Don Gianni Mazzali ealla Sig.ra Ispettrice, Sr. Anna Razionale. I nostri su-periori insieme ai quattro relatori (Don Maurizio Ver-lezza, Sr. Cettina Cacciato, Franco Muceo e DoriennePortelli), hanno focalizzato la linea guida della voca-zione educativa di Don Rinaldi e di Madre Morano.

Don Gianni, nella sua omelia ha sottolineato, conle parole “Cuore e Via”, il cuore pulsante della fami-glia salesiana nel segno della santità dei due beati, ilricordo dei quali è incitamento a seguire il loro esem-pio ed il loro cammino. “Il cammino dice futuro equesto futuro e questa famiglia salesiana è all’inse-gna di una grande realtà, che ciascuno di noi laici, re-ligiosi, sacerdoti, giovani anziani si mantenga sempresu una via di conversione cioè di trasformazione delproprio cuore.

In questo cammino della famiglia salesiana in co-stante conversione di ciascuno dei suoi membri noiincontriamo due grandi urgenze e priorità. La prima èla famiglia. Per cui, come famiglia salesiana in tutti iluoghi da cui veniamo, ci impegniamo per la salva-guardia di questa cellula fondamentale della vita: lafamiglia e nella famiglia, la terza realtà è che il nostrocuore pulsa per i bimbi per i ragazzi, per i giovani.

Portiamoci a casa questa sera tanta gioia, tantoentusiasmo, la consapevolezza che il nostro cuorepulsa di santità e non di cose banali. Siamo in cam-mino per essere costantemente pronti a convertirci, alottare per la dignità della famiglia, e in essa ad edu-care ed evangelizzare i ragazzi e i giovani”.

L’avvento del santo Natale ci ricordi il gesto diamore di Dio totalmente gratuito e assolutamenteaperto agli altri e ci sproni a volgere l’attenzione atutti colo i quali indistintamente si trovano sul nostrocammino.

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1Insieme

Il primo anno del triennio di preparazioneal bicentenario della nascita di Don Bosco ètutto centrato sulla conoscenza della sua sto-ria. Dobbiamo studiarlo e, attraverso le vicen-

de della sua vita,dobbiamo conoscer-lo come educatore epastore, fondatore,guida, come legisla-tore. Si tratta di unaconoscenza che con-duce all’amore e al-l’imitazione. Questoè il tema della Stren-na 2012.

Per noi membridella Famiglia sale-

siana, per chi a Don Bosco si rivolge come apunto di riferimento, la sua figura deve essereciò che San Francesco d’Assisi è stato e conti-nua ad essere per i Francescani o Sant’Ignaziodi Loyola per i Gesuiti, vale a dire il fondato-re, il maestro di spirito, il modello di educazio-ne e soprattutto l’iniziatore di un movimentodi risonanza mondiale, capace di proporre al-l’attenzione della Chiesa e della società, conuna formidabile forza d’urto, i bisogni dei gio-vani, la loro condizione, il loro futuro. Ma co-me fare questo senza rivolgerci alla storia, chenon è la custode di un passato ormai perduto,bensì di una memoria vive che è dentro di noie ci interpella in funzione di attualità?

L’approccio a Don Bosco, fatto con i me-todi propri della ricerca storica, ci ha portati ameglio comprendere e misurare la sua gran-dezza umana e cristiana, la sua genialità opera-tiva, le sue doti di educatore, la sua spirituali-tà, la sua opera, pienamente comprensibile so-lo se profondamente radicata nella storia dellasocietà in cui visse. Nello stesso tempo nellaconoscenza della sua vicenda storica siamosempre rimasti consapevoli dell’interventoprovvidenziale di Dio nella sua vita. In questostudio storico non c’è nessun rifiuto aprioristi-co delle validissime e rispettabilissime imma-gini di Don Bosco che generazioni di Salesia-

ni, Figlie di Maria Ausiliatrice, Salesiani Coo-peratori e membri della Famiglia Salesianahanno avuto, del Don Bosco che essi cono-sciuto e amato, ma c’è e ci deve essere la pre-sentazione e la rielaborazione di un’immaginedi Don Bosco che sia attuale, parli al mondo dioggi, si avvalga di un linguaggio rinnovato.

L’immagine di Don Bosco e della sua azio-ne va ricostruita seriamente, a partire dal no-stro orizzonte culturale: dalla complessità del-la vita di oggi, dalla globalizzazione, dalle dif-ficoltà di apostolato, dalla diminuzione dellevocazioni, dalla “messa in questione” della vi-ta consacrata. I cambiamenti radicali, o epoca-li come li chiamava il mio predecessore donEgidio Viganò, ci costringono a rivedere taleimmagine e a ripensarla sotto altra luce, peruna fedeltà che non sia ripetizione di formulee ossequio formale alla tradizione.

L’importanza storica di Don Bosco è darintracciare, oltre che nelle «opere» e in alcu-ni elementi pedagogici relativamente originali,soprattutto nella sua percezione concreta e af-fettiva della portata universale, teologica e so-ciale del problema della gioventù «abbando-nata», e nella sua grande capacità di comuni-carla a larghe schiere di collaboratori, di bene-fattori e di ammiratori.

Domandiamoci: siamo noi oggi fedeli di-scepoli di Don Bosco? Viviamo ancora la ten-sione che egli ha vissuto fra ideale e realizza-zione, fra intuizione e sua incarnazione nel tes-suto sociale in cui si trovava ad operare?

Essere fedeli a Don Bosco significa cono-scerlo nella sua storia e nella storia del suotempo, fare nostre le sue ispirazioni, assumerele sue motivazioni e scelte.

Essere fedeli a Don Bosco e alla sua mis-sione significa coltivare in noi un amore co-stante e forte nei confronti dei giovani, spe-cialmente i più poveri.

Tale amore ci porta a rispondere ai loro bi-sogni più urgenti e profondi. Come Don Bo-sco ci sentiamo toccati dalle loro situazioni didifficoltà: la povertà, il lavoro minorile, losfruttamento sessuale, la mancanza di educa-

MMeessssaaggggiioo ddeell RReettttoorr MMaaggggiioorree

PPrreesseennttaazziioonnee ddeellllaa SSttrreennnnaa 22001122Conoscendo e imitando Don Bosco, facciamo dei giovani la missione della nostra vita

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zione e di formazione professionale, l’inseri-mento nel mondo del lavoro, la poca fiducia inse stessi, la paura davanti al futuro, lo smarri-mento del senso della vita.

Con affetto profondo e amore disinteres-sato cerchiamo di essere presenti in mezzo aloro con discrezione e autorevolezza, offrendoproposte valide per il loro cammino, le loroscelte di vita e la loro felicità presente e futu-ra; in tutto ciò ci rendiamo loro compagni dicammino e guide competenti.

In particolare, riferendoci ai giovani di og-gi, cerchiamo di comprendere il loro nuovomodo di essere. Molti di loro sono dei “digitalnatives” che attraverso le nuove tecnologiecercano esperienze di mobilitazione sociale,possibilità di sviluppo intellettuale, elementidi progresso economico, forme di comunica-zione istantanea, opportunità di protagoni-smo, … Anche in questo campo vogliamocondividere la loro vita ed i loro interessi. Ani-mati dallo spirito creativo di Don Bosco, noieducatori, ci facciamo vicini come “digital im-migrates”, cercando di aiutarli a superare ilgap generazionale con i loro genitori o il mon-do degli adulti.

Ci prendiamo cura di loro durante tutto illoro cammino di crescita e maturazione, dedi-cando loro il nostro tempo e le nostre energiee stando con loro, nei momenti che vanno dal-la fanciullezza alla giovinezza.

Ci prendiamo cura di loro, quando diffici-li situazioni, come la guerra, la fame, la man-canza di prospettive, li portano all’abbandonodella propria casa e famiglia e si trovano soliad affrontare la vita.

Ci prendiamo cura di loro, quando sonoansiosamente alla ricerca di una prima occu-pazione di lavoro e si impegnano a inserirsi

nella società, talvoltasenza speranza e pro-spettive di riuscita.

Ci prendiamo curadi loro, quando stannocostruendo il mondodi loro affetti, la lorofamiglia, soprattuttoaccompagnando il lorocammino di fidanza-mento e i primi annidel loro matrimonio(cfr. GC26, 98.99.104).

Ci sta particolarmente a cuore colmare ilvuoto più profondo del loro cuore, aiutandolinella ricerca di senso della loro vita e soprat-tutto offrendo un percorso di crescita nella co-noscenza e nell’amicizia con il Signore Gesù,nell’esperienza di una Chiesa viva, nell’impe-gno concreto di vivere la loro vita come unavocazione.

A partire dalla conoscenza della storia diDon Bosco, i grandi punti di riferimento e gliimpegni della Strenna del 2012 sono i seguenti.

1. La carità pastorale caratterizza tutta lastoria di Don Bosco ed è l’anima delle suemolteplici opere. Potremmo dire che essa è laprospettiva storica sintetica attraverso la qualeleggere tutta la sua esistenza. Il Buon Pastoreconosce le sue pecore e le chiama per nome;egli le disseta ad acque cristalline e le pascolain prati verdeggianti; diventa la porta attraver-so la quale le pecore entrano nell’ovile; da’ lapropria vita affinché le pecore abbiano vita inabbondanza. La forza più grande del carismadi Don Bosco consiste nell’amore che viene at-tinto direttamente dal Signore Gesù, imitan-dolo e rimanendo in Lui. Questo amore consi-ste nel “dare tutto”. Da qui promana il suo vo-to apostolico: “Ho promesso a Dio che sino al-l’ultimo respiro della mia vita sarà per i mieigiovani poveri”. Questo è il nostro marchio ela nostra credibilità presso i giovani!

2. Nella storia di Don Bosco conosciamole tante fatiche, rinunce, privazioni, sofferen-ze, i numerosi sacrifici che egli ha fatto. Ilbuon pastore dà la vita per sue pecore. Attra-verso i bisogni e le richieste dei giovani, Diosta chiedendo a ogni membro della Famigliasalesiana di sacrificare se stesso per loro. Vive-re la missione non è dunque un attivismo va-no, ma piuttosto un conformare il nostro cuo-

«Io sono il buon pastore.Il buon pastore offre la vita

per le pecore»(Gv 10,11)

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ascoltare il grido dei giovani di oggi? Oltre al-le già citate povertà, quante altre appesanti-scono il cammino dei giovani di oggi? Qualisono le nuove frontiere in cui oggi dobbiamoimpegnarci? Pensiamo alla realtà della fami-glia, alla emergenza educativa, al disorienta-mento nell’educazione affettiva e sessuale, allamancanza d’impegno sociale e politico, al ri-flusso nel privato della vita personale, alla de-bolezza spirituale, alla infelicità di tanti giova-ni. Ascoltiamo il grido dei giovani e offriamorisposte ai bisogni più urgenti e più profondi,ai bisogni più concreti e a quelli spirituali.

5. Dalla sua vicenda personale noi possia-mo conoscere le risposte di Don Bosco difronte ai bisogni dei giovani. In questo modopossiamo meglio considerare le risposte chegià abbiamo messo in atto e quali altre rispo-ste da creare. Certo le difficoltà non mancano.Si dovranno pure “affrontare i lupi” che vo-gliono divorare il gregge: l’indifferentismo, ilrelativismo etico, il consumismo che distruggeil valore di cose ed esperienze, le false ideolo-gie. Dio ci sta chiamando e Don Bosco ci inco-raggia ad essere Buoni Pastori, ad immaginedel Buon Pastore, perché i giovani possanoancora trovare Padri, Madri, Amici; possanotrovare soprattutto Vita. Di più, la Vera Vita,la vita in abbondanza offerta da Gesù!

6. Le Memorie dell’Oratorio di San Fran-cesco, scritte da Don Bosco per richiesta espli-cita del Papa Pio IX, sono un punto di riferi-mento imprescindibile per conoscere il cam-mino spirituale e pastorale di Don Bosco. So-no scritte perché noi potessimo conoscere gliinizi prodigiosi della vocazione e dell’opera diDon Bosco, ma soprattutto perché assumendole motivazioni e le scelte di Don Bosco, ognu-no di noi personalmente e ogni gruppo dellaFamiglia salesiana potessimo fare lo stessocammino spirituale e apostolico. Esse sonostate definite “memorie di futuro”. Perciò du-rante quest’anno impegniamoci a conoscerequesto testo, a comunicarne i contenuti, a dif-fonderlo, soprattutto a metterlo nelle mani deigiovani: esso diventerà un libro ispiratore an-che per le loro scelte vocazionali.

3Insieme

re al cuore del Buon Pastore, che non vuoleche alcuna delle sue pecore vada perduta. E’una missione profondamente umana e profon-damente spirituale. E’ cammino di ascesi; nonc’è presenza animatrice tra i giovani senzaascesi e sacrificio. Perdere qualcosa, o meglio,perdere tutto per arricchire la vita dei nostrigiovani è il sostegno della nostra dedizione edel nostro impegno.

3. Nel verbale di fondazione della Congre-gazione salesiana e soprattutto nello sviluppostorico della molteplice opera di Don Bosco,possiamo conoscere le finalità della Famigliasalesiana, che a poco a poco si andavano deli-neando. Noi siamo chiamati ad essere aposto-li dei giovani, degli ambienti popolari, dellezone più povere e missionarie. Oggi più chemai ci impegniamo a comprendere e assumerecriticamente la cultura mediatica e ci serviamodei mezzi di comunicazione sociale, in partico-lare delle nuove tecnologie, come potenzialimoltiplicatori della nostra azione di vicinanzae di accompagnamento dei giovani. Mentresiamo in mezzo a loro come educatori, li coin-volgiamo come nostri primi collaboratori,esattamente come ha fatto il nostro Padre, dia-mo loro responsabilità, li aiutiamo ad assume-re iniziativa, li abilitiamo a essere apostoli deiloro coetanei. In questo modo noi possiamodilatare sempre di più il grande cuore di DonBosco, che avrebbe voluto raggiungere e servi-re i giovani in tutto il mondo.

4. I nostri buoni propositi non possono ri-manere vuote dichiarazioni. Come Don Bo-sco, oggi Dio ci attende nei giovani! Dobbia-mo perciò incontrarli e stare con loro nei luo-ghi, situazioni e frontiere dove essi ci aspetta-no; per questo occorre andare loro incontro,fare sempre il primo passo, camminare insie-me a loro. E’ consolante vedere come in tuttoil mondo la Famiglia salesiana si sta prodigan-do per i giovani più poveri: ragazzi di strada,ragazzi emarginati, ragazzi lavoratori, ragazzisoldato, giovani apprendisti, orfani abbando-nati, bambini sfruttati; ma un cuore che ama èsempre un cuore che si interroga. Anche oggi,o forse oggi più che mai, Don Bosco si ponedomande. Attraverso la conoscenza della suastoria, dobbiamo ascoltare gli interrogativi diDon Bosco rivolti a noi. Cosa possiamo fare dipiù per i giovani poveri? Quali sono le nuovefrontiere nella regione dove lavoriamo, nelpaese in cui viviamo? Abbiamo orecchi per

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Cari Confratelli ed Amici,mi auguro che questo nuovo numero di ”In-

sieme” vi raggiunga prima o durante le festivitàdel Natale del Signore. Vi auguro di vivere ap-pieno la verità del Dio in cui crediamo che si èfatto carne, uno di noi, come noi. Sono espres-

sioni che conoscia-mo, ma che nonvogliamo scadanonei luoghi comuni,nella banalità. Og-gi lo dobbiamo te-stimoniare e direcon forza. Noi cre-diamo in un Dioche è nato dalgrembo di unadonna, che è statobambino fragile,bisognoso di tutto,che è cresciuto inuna famiglia come

tutte le famiglie “normali”.La nostra fede che indaga per capire la veri-

tà del mistero arriva al punto da accettare chequesto Dio incarnato sia cresciuto nella stessaconsapevolezza della sua divinità, che andavascoprendo nel suo essere e nel suo operare. È ilmiracolo e il mistero dell’incarnazione che il Na-tale ci induce a contemplare, della natura di Dioe della natura dell’uomo e della responsabilitàche viene dall’alto e di quella che invece appar-tiene a ciascuno di noi. Il paradigma dell’incar-nazione ci convoca all’azione, a collaborare conDio alla costruzione del Regno, a vivere e speri-mentare i benefici della salvezza. Questo vi au-guro anche con questo pensiero:

“Oggi è Natale, contemplo un Dio che mi vie-ne accanto.Oggi è Natale, mi sento avvolto dal dono diun Dio che si è fatto piccolo.Oggi è Natale, guardo con occhi nuovi almondo, alla realtà, agli uomini, alla storia.Oggi è Natale, decido di accogliere la sfida diun Dio Amore che si è fatto Amore.Oggi è Natale, non posso resistere all’Amoree mi faccio dono”.

LLeetttteerraa ddeellll’’IIssppeettttoorree

PPeerr llaa gglloorriiaa ddii DDiioo eellaa ssaallvveezzzzaa ddeellllee aanniimmee ((II ppaarrttee))

In questo numero inizio a proporvi una se-rie di contenuti che si riferiscono direttamente aDon Bosco, per motivarvi ulteriormente a me-glio conoscerlo per imitarne la passione e lo ze-lo

PPeerr llaa gglloorriiaa ddii DDiioo ee llaa ssaallvveezzzzaa ddeellllee aanniimmee((PPrriimmaa ppaarrttee))

“I nostri giovani vengono all’Oratorio: i lo-ro parenti e benefattori ce li affidano con l’in-tenzione che siano istruiti… ma il Signore ce limanda affinché noi ci interessiamo delle loroanime ed essi qui trovino la via dell’eterna salu-te. Perciò tutto il resto da noi deve considerarsimezzo e il nostro fine supremo farli buoni, sal-varli eternamente”.

“Patire, fare, umiliarsi in tutto e semprequando si tratta di salvare anime”.

“Don Bosco oggi ci dice: «Vivete la vita cri-stiana così come l’ho praticata ed insegnata avoi». Ma ci pare che Don Bosco a voi, figli suoi,e così particolarmente suoi, aggiunga qualcheparole anche più specificamente indicatrice…Viinsegna un primo segreto, che è l’amore a GesùCristo, a Gesù Cristo Redentore! Si direbbepersino che questo è stato uno dei pensieri, unodei sentimenti dominanti di tutta la sua vita. Eglilo ha rivelato con quella parola d’ordine: Da mi-hi animas. Ecco un amore che è nella meditazio-ne continua, ininterrotta di ciò che sono le ani-me non considerate in se stesse, ma in quello chesono nel pensiero, nell’opera, nel sangue, nellamorte del divino Redentore. Lì Don Bosco haveduto tutto l’inestimabile, l’irraggiungibile te-soro che sono le anime. Da ciò la sua aspirazio-ne. La sua preghiera. Da mihi animas! Essa èun’espressione dell’amore suo per il Redentore,espressione sulla quale, per felicissima necessitàdi cose, l’amore del prossimo, diventa amore deldivino Redentore, e l’amore del Redentore di-venta amore delle anime redente, quelle animeche nel pensiero e nell’estimazione di Lui si ri-velano non pagate a troppo alto prezzo, se paga-te col suo sangue”. (o.c. Braido, pag. 116).

11.. UUnnoo ssgguuaarrddoo aallllee CCoossttiittuuzziioonnii SSDDBB

La carità pastorale viene introdotta in variarticoli delle Costituzioni della Società di San

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stili comportamentali e interpretazioni della vitadiversi e contrastanti.

Domina una visione della vita e dei compor-tamenti che si ispira al relativismo e al soggetti-vismo e come conseguenza alla ricerca della pro-pria soddisfazione, della propria auto-realizza-zione. Quando queste vengano a mancare si ten-de a mettere in discussione non soltanto la con-dizione attuale, ma anche la scelta fondamenta-le della propria vita.

Non è possibile vivere la carità pastorale sen-za una retta visione delle motivazioni che sosten-gono tutta la mia vita. Al centro non ci può esse-re la mia persona, il mio compiacimento, la miarealizzazione. Si corre un grande rischio: quellodi “utilizzare” di “strumentalizzare” le persone, icollaboratori e naturalmente, forse in misura an-cora più consistente i ragazzi e i giovani.

Considerare che il mio agire si inserisce nel-l’opera di Dio, che egli è il protagonista e che ione sono soltanto uno strumento (importante,ma strumento), mi consente di rettificare co-stantemente le mie intenzioni, cercare il benedei miei destinatari e reagire con equilibrio neiconfronti sia degli insuccessi che del successo.

L’espressione felicissima la conoscete. È diDon Egidio Vigano. Una bella sintesi per direquanto stiamo cercando di dire più diffusamen-te. Proviamo a spiegarlo con poche parole.

Cuore: dice un rapporto umano autentico,non artefatto. Fatto di calore, di corrisponden-za, di amicizia e... spesso anche di perdono. Colcuore, essere padre, fratello ed amico. Cuorevuol dire anche preoccupazione, sofferenza, do-lore e… magari anche delusione. Cuore indicala complessità di un rapporto che ha i suoi alti ebassi e magari che potrebbe apparire un falli-mento. Cuore significa autenticità umana e spi-rituale. Cuore dice relazione educativa, dice dia-logo, rispetto del cammino fatto a da farsi. Cuo-re dice soprattutto camminare insieme, propriocome Gesù e i discepoli di Emmaus.

Oratoriano: un cuore che non si chiude, mache si apre in un ambiente, in una comunità, inuna famiglia in cui si condivide, ci si apre e ci siintegra. Il riferimento primo è indubbiamentel’oratorio di Valdocco. Ma si apre a tutti gli am-bienti in cui operiamo come salesiani.“Uno soloè il mio desiderio; quello di vedervi felici nel tem-po e nell’eternità” (Don Bosco)

Rinnovo i più affettuosi auguri di un NataleSanto.

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Francesco di Sales, in particolare negli articoli14, 15, 20, 41, 92. Ne specifico gli elementi piùricchi di spunti spirituali.

– La carità pastorale del salesiano ha la suasorgente in Dio che è Amore;– Si radica nella vocazione personale del sa-lesiano inviato ai giovani;– Si esprime nella carità salvifica di Gesùstesso, attraverso l’educazione e l’evangeliz-zazione;– Assume alcune caratteristiche specifiche:

• è amore di predilezione per i giovani,specialmente i giovani più poveri;• è paternità spirituale radicata nel votodi castità;• è amore gratuito, che attinge da Dioche è Amore;• è bontà accogliente, rispettosa e pazien-te;• è affetto di padre, fratello ed amico, checrea corrispondenza di amicizia.

22.. UUnnaa ccaarriittàà ppaassttoorraallee cchhee ssii rraaddiiccaa nneellllaa vvoo--ccaazziioonnee,, nneellllaa cchhiiaammaattaa ddii DDiioo..

Mi sembra uno spunto fondamentale da ap-profondirsi, perché ci consente di mettere inevidenza le motivazioni profonde dell’azione edella missione salesiana.

È determinante che nel mio lavoro, nelle sueforme più diverse, io sia sostenuto dalla convin-zione che le circostanze umane che mi hannoportato a trovarmi in quella particolare situazio-ne non sono l’aspetto determinante. Ciò che mimotiva e mi orienta profondamente è la convin-zione profonda che è Dio che mi manda e mivuole in mezzo a questi giovani in questo parti-colare contesto.

Le circostanze umane che mi ci hanno con-dotto possono essere contorte, complesse o as-solutamente semplici ed evidenti. Fermarmi adesse significa esserne in fondo in balia. Se ciòche motiva il mio apostolato sono in fondo sem-plicemente motivazioni di inclinazione, di op-portunità, di convenienza, magari a lungo pat-tuite, il loro indebolirsi o il loro venir meno mipone immediatamente in una situazione di crisie di confusione.

33.. LLaa rreettttaa iinntteennzziioonnee iinn uunn’’eeppooccaa ddii ccoonnffuussiioonnee

Il grande ambito spirituale di una missioneche si radica sulla vocazione, sul piano di Diosulla nostra vita ci porta anche ad un’altra con-siderazione particolarmente importante oggi. Lasocietà in cui viviamo è assai complessa e offre

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EEFFoorrmmaazziioonnee

SSeemmiinnaarriioo ssuull SSaalleessiiaannoo CCooaaddiiuuttoorreeDal 25 al 27 novembre alla Pisana

(Roma) si è tenuto il secondo Seminario sulSalesiano Coadiutore.

Dopo il 1° Seminario tenutosi alcunianni fa, secondo il dettato del Capitolo Gene-rale e la programmazione del Consiglio Ge-nerale si è tenuto alla Pisana di Roma il 2° Se-minario al quale hanno partecipato 25 Coa-diutori e 18 Presbiteri salesiani.

Il Seminario ha avuto in programma 3 re-lazioni e ampi spazi di confronto e di provo-cazioni positive che hanno spinto i parteci-panti a condividere luce ed ombre sulla realtàdei Fratelli Coadiutori.

Di grande spessore sono state le relazioni.Quella di Fr. Roberto Colico (del Cottolengo)che ha presentato la sua esperienza di Fratel-lo Consacrato con una rilettura teologica, spi-rituale ed ecclesiologica molto ricca, che hamesso in evidenza l’importanza della dimen-sione della consacrazione che sta alla basedella vita Religiosa indipendentemente allaspecificità di Presbitero o Laico.

Il Consacrato Laico ha una sua specificitàed identità nella Chiesa fin dalle origini dellaVita Consacrata ed ha un cammino di santitàattraverso la qualità della sua professionalitàmessa al servizio di tutti. In lui la visibilità del-la consacrazione è più chiara che nei presbite-ri apprezzati e riconosciuti normalmente peril loro servizio sacerdotale.

Per i Salesiani Coadiutori veniva ricono-sciuta come professionalità fondamentale, incomune ai Salesiani presbiteri, quella delladimensione educativa, nella quale devono es-sere specialisti.

La relazione di Don Miguel Canino (sdbspagnolo) ha presentato, in un escursus stori-co, lo sviluppo dell’identità e visione del coa-diutore nella mente e nella prassi di Don Bo-sco e della congregazione nei suoi primi de-cenni. Questa è stata molto illuminante inquanto, affermato che don Bosco non è sta-to un teorico ma una persona che ha creato lavita dell’Oratorio e la stessa CongregazioneSalesiana in un movimento di pensiero e diprassi legato alla cultura sociale, ecclesiale espirituale del tempo, si son potuti capire me-

glio le svariate situazioni storiche in cui i Coa-diutori si son venuti a trovare nei vari conte-sti della Congregazione in questi 150 dellasua storia.

Comunque si è affermato che una piùadeguata distinzione dei ruoli e delle compe-tenze fra salesiani presbiteri e laici darebbeun significatività più chiara dei CoadiutoriSalesiani.

La necessità quindi di una presentazioneesplicita e chiara delle due forme dell’unicaconsacrazione religiosa salesiana nell’ambitovocazionale e negli anni di formazione di base.

La terza relazione, fatta da Don PierluigiCameroni, ha presentato la figura di 3 confra-telli Coadiutori Beati: Artemide Zatti, Simo-ne Srugi, Stefano Sandor.

Questi certamente sono stati Coadiutoriche hanno dato una visione eccelsa di vitaconsacrata del laicato salesiano, e restano nel-lo scenario della Congregazione delle lucisenza alcuna confusione, in ordine alla loroidentità, al loro servizio nell’ambito educati-vo e alla loro santità.

Le conclusioni raccolte da Don Frisoli han-no portato a riconoscere che la situazione del-la figura ineliminabile del Salesiano Coadiuto-re richiama oggi la Congregazione Salesiana aconsiderare quanto sia vero che in essa vi sia-no: molti sacerdoti e forse poco sacerdozio,molti preti e pochi consacrati educatori.

Oggi più che mai l’impegno educativo richiede ai Salesiani consacrati, presbiteri e lai-ci insieme, una professionalità ed una spiritua-lità nella loro specifica identità, di alto rilievo.

DDoonn AAnnttoonniinnoo RRuubbiinnoo

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EEAArrcchhiimmaannddrriiaattoo ddeell SSSS.. SSaallvvaattoorree

OOrrddiinnaazziioonnee ddiiaaccoonnaalleeGiorno 22 ottobre a Messina, nell’Archi-

mandritato del SS. Salvatore, si è svolta la solenne celebrazione Eucaristica presiedutada S. E. Mons. Calogero La Piana, dalla cuiimposizione delle mani hanno ricevuto lagrazia dell’ordine diaconale cinque salesianidi Don Bosco: Gaetano Marino (ISI), Judi-caël Rasamoelina, Josè Nicolas Razafinjato-vo, Doulchard Auberlin Razafimandimbiari-solo, Hermann Solonomenjanahary (MDG).

L’immagine ricordo che hanno sceltoper questa ordinazione raffigura la scenaevangelica del “buon samaritano”, il quale sifa prossimo nei confronti di quell’uomo per-cosso a morte dai briganti presso la stradache da Gerusalemme scende a Gerico. Lafrase a margine in basso di questa scena,“Và e anche tu fa lo stesso” (Lc 10,37), sin-tetizza il motivo della scelta, e cioè quello divoler rispondere allachiamata del Signore adessere quei servitori del-la carità che si pieganoverso i giovani feriti dioggi, per versare nei lorocuori piagati dal male,ad imitazione di Gesù“buon samaritano”, il vi-no della gioia e l’olio del-la consolazione.

A conclusione dellacelebrazione i neodiaco-ni hanno ringraziato in-nanzitutto il Signoreche, mediante questodono, li ha abilitati a ser-vire il popolo di Dio nelministero dell’altare,della parola e della cari-tà. Grazie che poi si è esteso a Mons. Calo-gero La Piana, all’Ispettore Don GianniMazzali con tutto il suo consiglio, per la vi-cinanza paterna; alla corale del DomenicoSavio che ha animato l’assemblea per unamigliore partecipazione all’azione liturgica.

Nel corso degli anni della formazioneiniziale dei neodiaconi, diverse comunità

hanno contribuito alla loro crescita umana,spirituale e intellettuale, e a queste i giovanisalesiani, hanno espresso la loro gratitudine,ma la comunità che più di tutte li ha accom-pagnati nei passi decisivi di questa scelta èstata quella del “S. Tommaso”, che nei suoidue direttori, Don Pippo Ruta prima e oraDon Franco Di Natale, ha avuto guide sa-pienti che hanno aiutato a rispondere gene-rosamente alla chiamata di Dio.

Il grazie si è fatto più sentito quandohanno ricordato l’apporto determinantedelle famiglie, in particolare quelle che, permotivi di distanza, non erano presenti fisica-mente all’ordinazione dei loro figli, ma chesicuramente, in quel momento ne condivi-devano la gioia.

Gioia che hanno condiviso, mediante un“rinfresco”, al piano superio-

re della chiesa, con tutti i convenuti alla ce-lebrazione Eucaristica.

La richiesta che i diaconi si auguranovenga accolta benevolmente dai lettori di“Insieme” è quella di sostenerli con la pre-ghiera affinché, secondo le loro peculiari ca-ratteristiche, possano essere il Don Boscovivo per i giovani del nostro tempo.

ê Foto di gruppo.

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EEPPaassttoorraallee GGiioovvaanniillee

DDiiaarriioo ddii BBoorrddoo ddeellllaa PPGGIl 18 settembre 2011 si è aperto ufficialmentel’anno pastorale con il FFoorruumm EEdduuccaattoorrii. Piùdi 650 gli animatori di gruppi, i catechisti,gli allenatori e le famiglie che hanno vissutoquesto evento ormai tradizionale attraversoil quale presentare il tema formativo delnuovo anno “Sulle orme di Don Bosco, buonPastore, ANCHE IO DO LA MIA VITA” eapprofondire una specifica competenzaeducativa tramite alcuni laboratori realizzatinel pomeriggio. Momento centrale è stata lacelebrazione eucaristica presieduta da DonGianni Mazzali, ispettore.

Tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre,sono state realizzate nelle varie zone pasto-rali (Palermo, Catania, Messina, Ragusa ecentro Sicilia) le ccoonnssuullttee zzoonnaallii MMGGSS. In-contro proposto a tutti gli incaricati di ora-torio SDB ed FMA e ad alcuni giovani pro-venienti da ogni casa. Tre sono stati gliobiettivi principali di questi raduni: presen-tare il tema del nuovo anno e le varie espe-rienze/itinerari presenti nel calendarioispettoriale, definire gli impegni e le iniziati-ve zonali; individuare i giovani che farannoparte della consulta regionale MGS.

L’8 e il 9 ottobre si sono radunate tutte leeeqquuiippee che porteranno avanti, lungo l’anno,ggllii iittiinneerraarrii ffoorrmmaattiivvii che offriamo ai nostridestinatari: GR Leader (scuola media); GRAdo (14-18 anni); GR Discernimento, GRScelta, Scuola di Mondialità e Cammino perfidanzati (oltre i 18). Durante l’incontro so-no stati ribaditi gli obiettivi dei vari percor-si, alcune modalità utili per la realizzazionedelle finalità proposte e l’organizzazione deivari percorsi. Sono circa 500 i ragazzi e gio-vani che questo anno parteciperanno ai variitinerari su indicati.

A ottobre è partito il MMaasstteerr ddii PPaassttoorraalleeGGiioovvaanniillee organizzato dall’istituto teologicoSan Tommaso. Un corso che, attraverso 1incontro mensile, propone un’alta propostaformativa per educatori nel settore dellaPG. Sono 100 i partecipanti a questo corso

provenienti dalla realtà salesiana e dalle va-rie diocesi della Sicilia e Calabria; forse dal-le nostre opere sarebbe stato opportuno in-viare un maggior numero di persone perqualificare sempre più coloro che condivi-dono la missione salesiana.

Il 15 e il 16 ottobre, a Barcellona, è stata vis-suta la seconda ccoonnssuullttaa rreeggiioonnaallee MMGGSS.Tre i temi all’ordine del giorno: il Confron-to Giovani (25-27 novembre), il MeetingAdolescenti (3-5 gennaio) e la Festa Giova-ni con la presenza del Rettor Maggiore (3-4marzo). Una quarantina i giovani che hannopartecipato e che maturano nella correspon-sabilità della missione e nel protagonismogiovanile.

Dal 21 al 28 ottobre sono state realizzate leselezioni del SSeerrvviizziioo CCiivviillee NNaazziioonnaallee.. Cir-ca 600 i giovani che hanno fatto domandapresso il nostro ente, per 135 posti a dispo-sizione. Il servizio civile è un’occasione dicoinvolgimento di educatori non solo giàoperanti dentro le nostre opere, ma anche dinuova linfa e di nuove persone che condivi-dono la scelta educativa in stile salesiano. Igiovani selezionati faranno 1 anno di servi-zio civile; inizieranno tra gennaio e marzo2012.

Dal 4 al 6 novembre, presso la casa genera-lizia alla Pisana, c’è stato il ccoonnvveeggnnoo bien-nale, per i docenti e formatori che all’inter-no ddeellllaa ssccuuoollaa ee ddeellllaa FFoorrmmaazziioonnee PPrrooffeess--ssiioonnaallee si occupano dell’educazione alla fe-de dei nostri alunni. 150 salesiani e laici han-no condiviso questa tre giorni attraverso ri-flessioni teoriche e condivisioni di buoneprassi. Il tema del convegno è stato “Neces-sità di convocare nei contesti della Scuola edella FP in stile salesiano”. Uno degli obiet-tivi di questo convegno è quello di lavoraremaggiormente sull’accompagnamento voca-zionale dei nostri alunni e di rafforzare inogni scuola e CFP l’equipe pastorale.

Il 7 novembre, presso la casa di San Cataldo,si è tenuto ll’’iinnccoonnttrroo iissppeettttoorriiaallee ddeeggllii iinnccaa--

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EErriiccaattii ddii OOrraattoorriioo. I temi all’ordine del gior-no sono stati il Progetto Oratorio e il ripen-samento della Pastorale Giovanile. Non so-no mancati momenti di confronto e di pre-sentazione di iniziative e sollecitazioni varie.

Il 12 e 13 novembre si è svolto il I° incontrodel GGRR LLeeaaddeerr, cammino di spiritualità e didiscernimento vocazionale per i ragazzi del-la scuola media. Visto la numerosa adesione,sono stati realizzati tre diversiincontri in contemporanea aMontagna Gebbia (70 parteci-panti), ad Acireale (50 parteci-panti) e ad Alcamo (40 parte-cipanti). L’itinerario prevede 4week end. I prossimi saranno agennaio, a marzo e a maggio;per concludere poi con il cam-po estivo di giugno e settem-bre.

Il 19 e 20 novembre si è svoltoil I° incontro del GGRR AAddoo,cammino di spiritualità e di di-scernimento vocazionale per i ragazzi dellascuola superiore. Visto la numerosa adesio-ne, sono stati realizzati tre diversi incontri incontemporanea a Montagna Gebbia (70partecipanti), Casa Tabor (50 partecipanti) ead Alcamo (80 partecipanti). L’itinerarioprevede 4 week end. I prossimi saranno agennaio, a febbraio e marzo, per concluderepoi con i vari campi estivi.

Il 16 e 17 novembre c’è stato l’incontro diffoorrmmaazziioonnee ccoonncclluussiivvaa ppeerr ii 111100 ggiioovvaannii ddeellSSCCNN che hanno vissuto un anno di serviziocivile all’interno delle nostre opere. Un in-

contro che si situa negli ultimi giorni di ser-vizio e permette ai giovani di fare la sintesidell’anno trascorso, delle esperienze vissutee di progettare il proprio futuro mantenen-do, anche se con tempi e modalità diverse,l’impegno educativo verso i minori.

Dal 25 al 27 novembre, presso la casa sale-siana del Gesù Adolescente, si è svolto ilCCoonnffrroonnttoo GGiioovvaannii MMGGSS, un’esperienza

proposta ai giovani dai 18 anni in su che vo-gliono dedicarsi 3 giorni di formazione, dispiritualità e di fraternità in stile salesiano. Iltema del confronto di questo anno è stato:“Cristiani… ma senza sconti. Dal dubbio al-la fede, dalla fede alla vita”. Sono state variele dinamiche, gli interventi formativi, le te-stimonianze e le preghiere che hanno per-messo ai 100 partecipanti di maturare nellapropria fede e di lavorare sulle proprie pic-cole/grandi incoerenze personali e comuni-tarie.

é Confronto Giovani MGS.

ê GR Ado.

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EE Il 28 novembre, presso la casadi san Cataldo, si è tenuto ll’’iinn--ccoonnttrroo iissppeettttoorriiaallee ddeeii PPaarrrrooccii.I temi all’ordine del giorno so-no stati: il rinnovamento dellaCatechesi e una riflessione/con-fronto sul consiglio Pastoralelocale. Non sono mancati mo-menti di confronto e di presen-tazione di iniziative e sollecita-zioni varie.

È proseguito con cadenza men-sile, il GGRR SScceellttaa, percorso for-mativo rivolto a una decina digiovani che si interrogano in modo serio sul-la scelta della vita salesiana consacrata.

Tra ottobre e dicembre si sono realizzati iprimi 2 incontri della SSccuuoollaa ddii MMoonnddiiaalliittààVVIISS, percorso formativo rivolto a giovanidai 18 anni in su che vogliono confrontarsisui temi della missionarietà, della mondiali-tà, dello sviluppo equo e solidale. Questopercorso, sempre più intenso e partecipato,vede la presenza costante di un centinaio digiovani che hanno compreso che la missio-narietà è parte integrante del proprio per-corso di vita. A questi incontri sono molti igiovani che frequentano le nostre opere, manon mancano anche altri giovani che, purnon venendo dalle nostre comunità locali,condividono la stessa missione e si avvicina-no allo stile salesiano.

Nelle 5 zzoonnee ppaassttoorraallii MMGGSS in questo pri-mo trimestre sono stati realizzati vvaarrii iinnccoonn--ttrrii ddii ssppiirriittuuaalliittàà,, ddii ffoorrmmaazziioonnee aanniimmaattoorrii,,

ddii iinnccoonnttrroo ccoonn ii pprreeaaddoolleesscceennttii.. La gestio-ne è affidata alle consulte zonali che si met-tono a servizio degli oratori che hanno biso-gno di un sostegno nella formazione dei ra-gazzi e dei giovani e che vogliono far vivereai propri destinatari esperienze di confrontocon altri coetanei.

PPrroossssiimmii AAppppuunnttaammeennttii

MMeeeettiinngg AAddoolleesscceennttii, dal 3 al 5 gennaio2012 ad Acireale, sul tema “Ti piace vincerefacile? Sogna!”.

CCoonnvveeggnnoo nnaazziioonnaallee ppeerr ppaarrrrooccii ee iinnccaarriiccaa--ttii ddii OOrraattoorriioo che si terrà a Roma-Pisana,dal 9 al 12 gennaio 2012.

QQuuiizz zzoonnaallee ssuullllaa vviittaa ddii DDoonn BBoossccoo che sirealizzerà il 3 febbraio 2012 (cfr allegato).

La ffeessttaa ggiioovvaannii con la presenza del RettorMaggiore in occasione dell’avvio del proces-so diocesano della causa di beatificazione diNino Baglieri, che si terrà a Modica il 4 mar-zo.

Gli EEsseerrcciizzii SSppiirriittuuaallii zzoonnaallii che si terran-no in quaresima per la scuola media (10-11marzo), per la scuola superiore (23-25 mar-zo) e per i giovani (16-18 marzo).

Prosecuzione di tutti gli iittiinneerraarrii iissppeettttoorriiaa--llii: GR Leader, GR Ado, GR Discernimento,GR Scelta, Scuola di Mondialità e Camminoper fidanzati.Per info: [email protected]

DDoonn MMaarrcceelllloo MMaazzzzeeoo

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EEMMGGSS -- MMoovviimmeennttoo GGiioovvaanniillee SSaalleessiiaannoo

QQuuiizz DDoonn BBoossccooPPrreesseennttaazziioonnee ddeellll’’iinniizziiaattiivvaa

Il 16 agosto 2011 è iniziato il triennio inpreparazione al bicentenario di don Bosco.Il primo anno prevede lo studio e l’appro-fondimento della conoscenza storica di donBosco. Per facilitare questo obiettivo sonostati stampati alcuni testi utili per la lettura:una biografia di don Bosco (per i ragazzidella scuola elementare), le memorie del-l’oratorio (per i ragazzi della scuola media edella scuola superiore), uno studio di donGiraudo che approfondisce le memorie del-l’oratorio (per i giovani dal V anno dellascuola superiore in su). Ogni casa localmen-te si sta organizzando per stimolare i propridestinatari a leggere il testo di don Bosco. Il3 febbraio 2012, in 4 zone della Sicilia, sisvolgerà il quiz di don Bosco diviso in 4 ca-tegorie. Per i vincitori di ognuna delle cate-gorie il Movimento Giovanile Salesiano of-frirà un pacchetto regalo per continuare ilcammino di formazione: per i ragazzi dellascuola elementare e media la totale gratuitàper i campi che si realizzano nell’estate del2012 (giugno e settembre), per gli adole-scenti e giovani lo sconto del 50% per lapartecipazione al pellegrinaggio ai luoghi sa-lesiani che si svolgerà a Torino dal 31 mag-gio al 3 giugno 2012.

QQuuaannddoo:: Venerdì 3 febbraio 2012, dalle ore16.00 alle ore 18.30.

DDoovvee:: Palermo, Gesù Adolescente (provin-cia di PA, TP); Gela, sdb (provincia di CL,AG, EN, RG); Catania, via Caronda (pro-vincia di CT-SR); Messina, San Tommaso(provincia di ME).

CCaatteeggoorriiee ee ssuussssiiddiioo ddii rriiffeerriimmeennttoo

EElleemmeennttaarree (III – V classe della scuolaprimaria):: Don Bosco – Biografia (IspettoriaSicula)..

MMeeddiiaa (I – III classe della scuola secon-daria di primo grado): Memorie dell’Orato-rio, da pagina 5 a pagina 88 (Ispettoria Sicu-la)..

AAddoolleesscceennttii (I-IV classe della scuola se-condaria di secondo grado): Memorie del-l’Oratorio, tutto il testo (Ispettoria Sicula)

GGiioovvaannii (dalla V classe della scuola se-condaria di secondo grado in su):: Memoriedell’Oratorio (Ispettoria Sicula) + Studio in-troduttivo di Don Aldo Giraudo (da pagina5 a pagina 49 dell’edizione delle Memoriedell’Oratorio pubblicate dalla LAS nel 2011)..

MMooddaalliittàà ddii ggaarraa zzoonnaallee

EElleemmeennttaarree (max 10 per casa)Prima fase: 30 domande a risposta mul-

tipla (4 possibili risposte). Ognuno giocasingolarmente. Tempo per la prova 30 mi-nuti. Alla fine di questa prima fase, la com-missione valuterà gli elaborati; passerannoalla seconda fase solo i primi 10 classificati.

Seconda fase: i primi 10 classificati ri-spondono a 21 domande secondo la moda-lità del “passaparola”, secondo le letteredell’alfabeto italiano (la risposta alla primadomanda inizia con la lettera A, la secondacon la lettera B, … ) in un tempo massimodi 5 minuti. Chi risponde a più domande,nel minor tempo, vince.

MMeeddiiaa (max 7 per casa)Prima fase: (a gruppi di provenienza): 30

domande a risposta multipla (4 possibili ri-sposte). Tutti i partecipanti della stessa casagiocano formando un’unica squadra e ri-spondo insieme alle domande.Tempo per la prova 30 minuti.Alla fine di questa prima fase,la commissione valuterà gli ela-borati; passeranno alla secondafase solo i 2 gruppi che hannorisposto al maggior numero didomande.

Seconda fase: (si gioca sin-golarmente) tutti i partecipantidei 2 gruppi che hanno supera-to la prima fase rispondono a21 domande seconda la moda-lità del “Passaparola”, secondole lettere dell’alfabeto italiano

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EE (la risposta alla prima domanda inizia con lalettera A, la seconda con la lettera B, … ) inun tempo massimo di 4 minuti. Chi rispon-de a più domande, nel minor tempo, vince.

AAddoolleesscceennttii (max 7 per casa)Prima fase: 20 domande a risposta mul-

tipla (riferite alla prima parte delle memoriedell’Oratorio, da pagina 5 a pagina 39).Ognuno gioca singolarmente. Passano allaseconda fase i primi 8. Tempo per la prova:30 minuti.

Seconda fase: modalità “la scossa – l’ere-dità”: ad ognuno dei finalisti verranno sotto-poste, in serie, un gruppo di 30 domandeche si rifanno alla seconda parte delle “Me-morie dell’Oratorio” (da pagina 40 alla fi-ne), secondo un tempo stabilito di 4 minuti. Al concorrente verranno proposte duepossibili risposte ed egli dovrà risponderecon la risposta sbagliata. Ad ogni errore siblocca il tempo e si riparte da capo con laserie di domande. Vincono i primi 3 concor-renti che rispondono al maggior numero didomande.

Terza fase: i tre finalisti rispondono periscritto a 3 domande a risposte aperte su tut-to il testo. Vince colui che risponde in ma-niera più completa, a giudizio della commis-

sione esaminatrice. Tempo per la prova: 20minuti max.

GGiioovvaannii (max 5 per casa)Prima fase: 30 domande a risposta mul-

tipla sulla prima parte delle “Memorie del-l’Oratorio” (da pagina 5 a pagina 88).Ognuno gioca singolarmente. Passano i pri-mi 10 . Tempo per la prova 30 minuti.

Seconda fase: modalità “la scossa – l’ere-dità”: ad ognuno dei dieci finalisti verrannosottoposte, in serie, 30 domande che si ri-fanno alla seconda parte delle “Memoriedell’Oratorio” (da pagina 89 alla fine), se-condo un tempo stabilito di 4 minuti. Alconcorrente verranno proposte due possibi-li risposte ed egli dovrà rispondere con la ri-sposta sbagliata. Ad ogni errore si blocca iltempo e si riparte da capo con la serie di do-mande. Vincono i primi 3 concorrenti cherispondono al maggior numero di domande

Terza fase: Ai 3 finalisti vengono sotto-poste 3 domande a risposta aperta sullo stu-dio di Don Aldo Giraudo. Vince colui cherisponde, per iscritto, in maniera più com-pleta, a giudizio della commissione esamina-trice. Tempo per la prova: 20 minuti.

Catania, 8 dicembre 2011

1° Master per Formatori in Pastorale Giovanile

Il 14 ottobre, presso l’Istituto Teologico “San Tommaso” di Messina, ha avuto ini-zio il “1° Master per Formatori in Pastorale Giovanile” con il patrocinio della Confe-renza Episcopale Siciliana. Il Corso si rivolge a persone in possesso almeno del di-ploma di scuola media superiore, che operano nella pastorale oratoriana o parroc-chiale della diocesi, degli ordini e delle congregazioni religiose, animatori, catechi-sti, insegnanti di religione cattolica, che intendano riflettere criticamente sulla Pa-storale Giovanile, abilitarsi in vista della formazione degli animatori-operatori di ba-se, qualificarsi in vista dell’attuale decennio pastorale della Chiesa italiana attornoalla sfida educativa.

Esso si svolgerà in un anno (dieci incontri per un giorno al mese dalle 09,00 al-le 19,00: e uno stage residenziale della durata di una settimana) per un valore to-tale di 25 crediti (ECTS), corrispondenti a 180 ore di lezioni frontali (teorico-prati-che) per un monte ore complessivo di 700 ore. Si prevede inoltre l’attuazione di untirocinio realizzato nei luoghi di provenienza dei corsisti. A quanti porteranno a ter-mine il percorso formativo, l’Istituto Teologico di Messina rilascia il «Diploma di For-matore in Pastorale Giovanile» e le diocesi di Sicilia si impegnano per l’accredita-mento di 3 punti per gli Insegnanti di Religione Cattolica. La frequenza alle lezioniè obbligatoria e si terranno nel giorno di venerdì. Per altre informazioni si può visi-tare il sito del “San Tommaso” www.itst.it.

M.P.

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EEAAnniimmaazziioonnee MMiissssiioonnaarriiaa//VVIISS

SSeemmiinnaarriioo eeuurrooppeeooddeeii ddeelleeggaattii iissppeettttoorriiaallii ddii AAMM

I Delegati ispettoriali per l’animazionemissionaria (DIAM) d’Europa si sono ritro-vati a Torino dal 28 novembre al 1° dicem-bre per confrontarsi sui cammini e sulleesperienze che ogni realtà va realizzando. Legiornate hanno segnato la ripresa, dopo 14anni, degli incontri dei DIAM d’Europa.

Valdocco, la Casa Madre del carisma edella Congregazione salesiana, è stata la se-de dell’incontro, “una scelta motivata daldesiderio di ‘ritornare a Don Bosco’, al suocuore missionario e sentire lo spirito chespinse i primi suoi giovani a partire per nuo-vi paesi e annunciare il vangelo”, ha precisa-to don Vaclav Klement, Consigliere per leMissioni e promotore dell’incontro.

Tema privilegiato è stato il “ProgettoEuropa”; ad approfondirlo tre relazioni. Ilpadre domenicano Ulrich Engel, direttoredell’Istituto “M. Dominique Chenu – Espa-ces Berlino”, ha presentato alcuni passaggidell’esortazione post-sinodale “Chiesa inEuropa” di Giovanni Paolo II e, utilizzandoi dati di una ricerca, la situazione delle fedenel vecchio continente. Don Klement ha il-lustrato il contesto salesiano degli ultimi 25anni, alcune conclusioni emerse nei prece-denti incontri DIAM d’Europa lungo il de-cennio 1987-1997, e i modelli di animazionemissionaria adottati da alcune ispettorie.Don Stefano Martoglio, Ispettore del Pie-monte e Valle d’Aosta e membro della Com-missione per il Progetto Europa, ha condivi-so alcune riflessioni sull’azione che la Con-gregazione salesiana sta conducendo nelvecchio continente e che offre ad ogni Ispet-toria europea una grande opportunità di re-cupero della propria identità spirituale e ca-rismatica, un nuovo orizzonte pastorale eculturale e, nel contempo, chiede una capa-cità di accoglienza sia dei missionari chegiungono in Europa e sia delle varie popola-

zioni immigrate che popolano le città.Gli interventi di due rappresentanti del

Dicastero per la Comunicazione Sociale ePastorale Giovanile hanno confermato ilcammino congiunto che i tre dicasteri dellamissione salesiana stanno compiendo negliultimi anni. All’incontro sono intervenutianche il Consigliere per la regione EuropaNord, don Marek Chrzan e l’Economo ge-nerale il sig. Jean Paul Muller.

Le frequenti sessioni di lavoro di gruppohanno favorito l’approfondimento dei temipresentati e lo scambio delle esperienze. Adare un ulteriore contributo è la stata la lo-cation dell’incontro; la celebrazione dell’Eu-carestia e della preghiera quotidiana si èspostata nei vari angoli di Valdocco offren-do spunti per riflessioni e approfondimentidi alcuni aspetti del carisma salesiano nel-l’ottica della missionarietà. A questo ha con-tribuito anche una visita al Colle Don Bo-sco.

Al termine dell’incontro Don Klementha affidato ad ogni DIAM una lettera per gliIspettori nella quale, oltre ad una breve cro-naca dell’incontro e dei suoi contenuti, sonoindicati alcuni impegni operativi:

– l’elaborazione ed attuazione di un Pia-no di Animazione Missionaria in continuitàcon il Progetto Organico Ispettoriale che

Torino-Valdocco, 28 novembre - 1° dicembre 2011

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EE consideri le risorse e le sfide del-l’Ispettoria e gli orientamenti of-ferti dal Dicastero per le Missioni.

– L’avvio e il proseguimentodel processo di sinergia con gli al-tri due ambiti della missione sale-siana: pastorale giovanile e comu-nicazione sociale. Incoraggiare laformazione e il sostegno di gruppimissionari locali e interispettoria-li.

– In collaborazione con il vi-cario ispettoriale e la Commissio-ne Ispettoriale per la Formazione(CIF) prevedere percorsi di formazione missionaria, iniziale e permanente, ai confratelli.

L’incontro di Torino rientra nel piano del Dicastero delle Missioni salesiane per la forma-zione e animazione dei DIAM.

Da: ANS, Torino 2 dicembre 2011.

Pellegrinaggio ai luoghi salesiani

Obiettivo: Approfondire, attraverso la conoscenza dei luoghi “salesiani”, la storia delnostro fondatore e le origini del nostro carisma educativo e della Spiritualità Salesiana. Destinatari: Salesiani, membri della Famiglia Salesiana, giovani (dai 18 anni in su),educatori (insegnanti, formatori, catechisti, animatori di gruppo, allenatori…), famiglieche frequentano le nostre case salesiane.Quando: Dalla sera del 31 maggio alla sera del 3 giugno 2012.Iscrizioni: Prenotazione entro il 3 febbraio 2012 a: [email protected] momento della prenotazione si dovranno mandare via mail le seguenti informazioni(nome, cognome, casa di provenienza, data e luogo di nascita, e-mail, cellulare, sceltadella sistemazione per il pernottamento, acconto 100 €). Per il saldo dell’acconto fareun bonifico intestato a Ispettoria Salesiana Sicula presso la Banca Intesa San Paolo,IBAN IT 66 B 03069 16923 100000000132, causale: (acconto Torino, nome e cognomepartecipante). Il saldo totale va consegnato via bonifico entro il 15 aprile.

Programma

Giovedì 31 maggio: nel tardo pomeriggio partenza in aereo per Torino e trasferimen-to in pullman al Colle Don Bosco; sistemazione e pernottamento.Venerdì 1 giugno: colazione; momento di preghiera introduttivo del pellegrinaggio; vi-sita guidata al Colle Don Bosco (“L’infanzia di Giovanni Bosco”); pranzo; pellegrinaggioai luoghi di Domenico Savio; cena; rosario notturno.Sabato 2 giugno: colazione; trasferimento a Chieri e visita della città (“Gli anni dellagiovinezza e della formazione sacerdotale”); pranzo; trasferimento in pullman a Torinoe visita guidata (“L’esodo di Don Bosco e del primo oratorio”); cena a Valdocco, adora-zione eucaristica, rientro e pernottamento.Domenica 3 giugno: colazione, trasferimento a Torino Valdocco e visita guidata (“Ilconsolidamento dell’opera salesiana”); pranzo; celebrazione eucaristica, trasferimentoin pullman all’aeroporto e rientro.

Quota di partecipazione: 380 € (con pernottamento in camera singola o doppia)300 € (con pernottamento in camerata)La quota comprende: viaggio in aereo a/r, vari trasferimenti in autobus, alloggio,vitto (escluso cena del 31 maggio e del 3 giugno); guide e relatori; sussidi vari; se-greteria e pratiche burocratiche.

Don Marcello Mazzeo

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Se ripenso all’Assemblea dei Soci VIS vis-suta a Roma (12-13 novembre scorsi)... volti,immagini, suoni e parole si sovrappongononella mia mente, riconsegnandomi il ricordodi un momento di grande partecipazione econdivisione.

Nei locali accoglienti dell’Istituto salesia-no di San Tarcisio, si è svolta la seconda As-semblea annuale dei Soci VIS, alla quale han-no partecipato una sessantina di persone dacui 8 provenienti dalla nostra ispettoria aven-do come tema “VIS AL FUTURO significati-vità e prospettive”.

L’assemblea prende avvio con la preghie-ra, introdotta dal Vice Presidente VIS e Dele-gato Nazionale di Anima-zione Missionaria Salesia-na Don Franco Fontana,subito dopo si entra nelvivo con la presentazionedei lavori dell’assemblea econdivisione dei messaggiricevuti dai volontari, sa-lesiani e soci a cura delpresidente VIS CarolaCarazzone e del vice pre-sidente VIS Nico Lotta.

A seguire prende laparola il prof. GianniVaggi affrontando il tema“le sfide per le ONG disviluppo oggi nel nuovoscenario globale”. Nellaseconda parte della matti-nata si parla di “Trasparenza e controllo nel si-stema di gestione per il raggiungimento dellefinalità istituzionali” con il dott. Gianni MarioColombo.

Nel pomeriggio, attraverso lavori di grup-po, abbiamo riflettuto sulla significatività delVIS oggi e in particolare: mission, vision, ani-mazione missionaria, sviluppo e emergenza,riabilitazione e ricostruzione advocacy e dirit-ti umani, volontariato internazionale. Sonostati sottolineati diversi punti centrali tra cui:il VIS come Agenzia educativa ed Organismodi cooperazione internazionale allo sviluppo,

CCrroonnaaccaa ddeellll ’’aasssseemmbblleeaa nnaazziioonnaallee VVIISSRoma, 12-13 novembre 2011

che si ispira ai principi cristiani e al carisma diDon Bosco, affiancando autonomamente, co-me organismo laico, l’impegno sociale dei Sa-lesiani nel mondo. Si è parlato, poi, dell’ani-mazione missionaria inserita nella pastoralegiovanile e in particolare nel Movimento Gio-vanile Salesiano (MGS) prendendo comeesempio l’ispettoria Sicula.

La sera un momento di fraternità con uncollegamento via webcam con i volontari delVIS sparsi nel mondo (Angola, Bolivia, Paki-stan, Perù, Haiti).

La domenica mattina, dopo l’Eucaristiapresieduta da don Eugenio Riva Ispettore de-legato CISI, Michela Vallarono presenta all’as-

semblea una prima analisicomparata dei modelliesistenti tra le ONG disviluppo in Italia. Arriva ilmomento del dibattitoaperto, la cui discussioneanima l’ultima parte del-l’Assemblea. Ne emergeun desiderio di lavoro eimpegno da parte dei soci.

Dopo aver partecipa-to, come prima esperien-za, ad un’assemblea na-zionale VIS, sento di ri-portare una breve riso-nanza: mi porto dentrosoprattutto la voglia distare insieme respirando

una forte sensazione di famiglia. Le personecon cui sono stato a contatto sono un grandeesempio di vita per noi giovani ormai abituatiad avere ambizioni molto di massa. Le paroleche mi risuonano in testa sono proprio di DonBosco “un solo filo messo in trazione si spezzafacilmente. Molti fili, ben intrecciati tra loro,fanno una corda che nessuno potrà spezzare.”

Ed è questo l’augurio che sento di fare adognuno di noi.

CCaarrlloo GGiiaammbbrraaComitato VIS Sicilia

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Obiettivi primari del seminario sono sta-ti quelli di permettere lo scambio delle espe-rienze, consolidare gli itinerari di educazio-ne alla fede e assicurare e rafforzare la for-mazione degli incaricati per i compiti affida-ti.

Le attività hanno avuto inizio nella mat-tinata di venerdì 4 novembre, con il salutodel Consigliere regionale per l’Italia-MedioOriente, don Pier Fausto Frisoli. Successi-vamente, il tema della è stato approfonditocon l’intervento di don Miguel Cano Zano-letty che ha parlato della cultura vocaziona-le nella prassi di Don Bosco.

La giornata di sabato 5 si è aperta con larelazione del prof. Giuseppe Savagnone,che ha riguardato la promozione della cultu-ra vocazionale nelle scuole e nei centri diformazione professionale oggi, mentre donFrancesco Marcoccio ha presentato alcuniaspetti particolari capaci di promuoverequella cultura: dalla presenza di una Comu-nità Educativo Pastorale accogliente allacrescita nel Movimento Giovanile Salesiano;dall’educazione affettiva all’educazione allapreghiera, fino alla necessità di evitare cen-sure al tema della “buona morte”.

Nella mattinata di domenica 6 hannoavuto luogo dei lavori di gruppo per Ispet-torie, seguiti dal saluto conclusivo di donFrisoli.

Sul sito della Congregazione, sdb.org, èpresente una pagina dalla quale si può acce-dere ai materiali del Seminario.

Da: ANS, Roma 8 novembre 2011.

RReeggiioonnee IIttaalliiaa--MMeeddiioo OOrriieennttee

IIII sseemmiinnaarriioo ppeerr ggllii ooppeerraattoorriiddii ppaassttoorraallee ddeellllaa ssccuuoollaa ee FFPP

Nello scorso fine settimana, dal 4al 6 novembre, si è svolto presso laCasa Generalizia a Roma il II semina-rio per gli operatori di pastorale dellaregione Italia-Medio Oriente. Ripren-dendo il tema dal II nucleo del Capi-tolo Generale 26, il tema presceltoper l’incontro è stato: “La necessità diconvocare nei contesti della scuola edella Formazione Professionale sale-siana”.

Il seminario fa parte di un ciclo di tre se-minari, promosso dal progetto di animazio-ne e di governo del Rettor Maggiore e delsuo Consiglio per il sessennio 2008-2014:nel novembre del 2009 l’attenzione fu postasull’impegno di educare ed evangelizzarenei contesti della scuola e dei Centri di For-mazione Professionale (CFP), e nel 2013avrà luogo il terzo appuntamento, sulle nuo-ve frontiere riguardanti scuola e CFP. Orga-nizzato dal Centro Nazionale Opere Salesia-ne per la Scuola (CNOS/SCUOLA) e per laFormazione e l’Aggiornamento Professiona-le (CNOS-FAP), insieme ai Delegati di Pa-

storale giovanile delle Ispettorie, il semina-rio ha riunito circa 130 persone, tra incarica-ti ispettoriali per la scuola e formazione pro-fessionale, Delegati ispettoriali per la Pasto-rale giovanile e coordinatori pastorali e cate-chisti.

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EEAAssssoocciiaazziioonnii -- PPGGSS SSiicciilliiaa

PPGGSSFFeesstt 22001111 aa MMaarrssaallaaUna giornata di sport all’insegna del di-

vertimento, dell’incontro, della festa.Questa la migliore sintesi di PgsFest

2011, la manifestazione voluta dalle Poli-sportive Giovanili Salesiane di Sicilia a Mar-sala, nel ricordo del 150° dell’Unità d’Italia.

Prima la sfilata dei gruppi per le stradeche furono attraversate nel 1861 dai Mille diGaribaldi, poi la parte protocollare e cele-brativa in Piazza della Repubblica con gli in-terventi delle autorità presenti.

Nei diversi indirizzi di saluto sono statiricordati i valori unificanti dello sport, l’im-portanza dello sport come strumento dieducazione e il ruolo di Don Bosco, “patrio-ta” contemporaneo dell’unificazione d’Ita-lia, che fece del motto “buoni cristiani eonesti cittadini” il suo manifesto educativo.

L’inno di Mameli ha, quindi, consacratol’apertura dell’anno sportivo delle associa-

zioni PGS siciliane. Gli animatori del centrogiovanile di Marsala e di Trapani hanno cu-rato l’animazione dei giochi a confronto inpiazza.

L’eucarestia nel Duomo dedicato a S.Tommaso di Canterbury è stata presiedutadall’Ispettore Don Gianni Mazzali.

çé Marsala: Alcuni momentidel PGSFest 2011.

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IInnccoonnttrroo ccoonn DDoonn FFiilliibbeerrttoo GGoonnzzaalleezz

L’auditorium dell’Ispet-toria Salesiana Sicula di Ci-bali ha ospitato un folto nu-mero di operatori della co-municazione sociale nella Fa-miglia salesiana per un incon-tro regionale con il messica-no Don Filiberto GonzalezPlasencia, consigliere mon-diale per la CS in visita per laprima volta in Sicilia. È statoun confronto su alcuni temiemergenti nel particolarecampo di azione della missio-ne salesiana per riprendere evalorizzare, sull’esempio di Don Bosco, co-me “dono di Dio le grandi possibilità che laComunicazione Sociale offre per l’educazio-ne e l’evangelizzazione”. Nell’introduzionel’ispettore don Gianni Mazzali ha evidenzia-to le sfide che i salesiani devono affrontarenel campo della CS tra i giovani in un mon-do in rapido cambiamento, ma consapevoliche “solo Dio rimane sempre”. Don FeliceBongiorno, docente negli Studi teologici diCatania e Messina, delegato ispettoriale del-la CS in Sicilia e direttore responsabile delnotiziario dell’ispettoria, dopo un riferimen-

L’evangelizzazione salesiana al passo coi «media»

to al pensiero di Benedetto XVI a propositodel “cortile dei Gentili”, ha presentato i par-tecipanti provenienti da tutta l’Isola e i cam-pi d’intervento delle opere salesiane nei set-tori dell’editoria, della stampa, del giornali-smo, del teatro, del cinema. Don Gonzalezha offerto un’articolata riflessione sul siste-ma salesiano di CS sul solco delle lineeorientative per la Congregazione salesiana,sottolineando come la formazione alla Co-municazione sia prioritaria dal momentoche le nuove generazioni di consacrati e diadolescenti appartengono a una nuova era e

a un nuovo continente digitale. Lenuove tecnologie impongono nuo-ve metodologie. C’è bisogno dievangelizzatori ed educatori, sa-cerdoti e laici in sinergia che, concriteri etici e professionali e ardo-re apostolico, siano bravi comuni-catori, testimoni della Parola diDio tra i giovani.

L’incontro è stato concluso dauno spettacolo commemorativoper il decennale di fondazione delCinecircolo giovanile “Miaraman-deha” di Pedara.

AAnnttoonniinnoo BBllaannddiinnii

Da: La Sicilia, Catania 16 novembre 2011.

Don G. Mazzali e Don F. Gonzalez Plasencia.

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Si è conclusa da pochi giorni a Catania eMessina, la visita di animazione e conoscen-za di don Filiberto Gonzalez, superioremondiale per la Comunicazione Sociale deiSalesiani. Ha incontrato l’ispettore della Si-cilia don Gianni Mazzali e il suo Consiglio,il Responsabile regionale don Felice Bon-giorno, gli operatori laici e consacrati delsettore provenienti da tutta l’isola, gli stu-denti di teologia e anche i salesiani anziani emalati. È stata un’occasione per creare si-nergia fra le varie persone, gruppi, attività,al fine di progettare insieme una pastoraleeffticace in risposta alle sfide del nostro tem-po. Teatro, musica, canto, radio, giornali, si-ti internet, pubblicazioni, libri, produzionifilmiche e tutto ciò che si realizza nelle real-tà della Sicilia salesiana «devono rispondere– ha detto don Gonzalez – al criterio orato-riano e alla mentalità con cui si porta avantila missione». Dinanzi al mondo che cambiavelocemente e alla tecnologia in trasforma-zione continua, non si può restare fermi eguardare al passato: «Non si può dire chesono i giovani a sbagliare – ha continuato –ma devono essere gli educatori ad amare ciòche i giovani amano e, se necessario, impa-rare da loro e con loro. Ciò che non cambia,

muore!». Nello stile salesiano la comunica-zione sgorga dalla missione stessa per la sal-vezza dei giovani e la gloria di Dio, vuol di-re amorevolezza, apertura alle novità, cam-biamento di mentalità come ha affermatodon Filiberto: «Ognuno comunica ciò che èancor prima delle parole che escono dallanostra bocca. Il primo strumento è la nostrapersona, la nostra vita e la testimonianzacredibile che si dà. Chi non sa comunicarecosì, non saprà farlo neanche con la tecnolo-gia più avanzata». Spesso si corre dietro aquesta o l’altra attività, si fanno riunioni suriunioni, si investono soldi ed energie, signi-ficativi per la comunicazione, ma «la priori-tà non sono gli strumenti, bensì teste e cuo-ri capaci di creare un’iniziativa e che abbia-no voglia di comunicare. Ci vogliono dei co-municatori e non degli specialisti in comuni-cazione».

Gli incontri si sono conclusi con l’invitoa creare un sistema integrato che metta in-sieme tutte le forze già attive che già opera-no nel settore con passione e volontà.

MMaarrccoo PPaappppaallaarrddoo

««CCiiòò cchhee nnoonn ccaammbbiiaa,, mmuuoorree!!»»Riflessioni dopo la visita del superiore mondiale per la CS Don Gonzalez

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FFeessttaa ddeellllaa FFSS ddii SSiicciilliiaa -- 44 ddiicceemmbbrree 22001111

““SStteellllee nneellllaa nnoottttee...... vviittee cchhee ppaarrllaannoo””

Una grande festa, con oltre1200 partecipanti, per riaffer-mare la presenza della FamigliaSalesiana di Sicilia, attenta al-l’emergenza educativa e inascolto degli Orientamenti del-la Chiesa italiana, riscoprendo ilfascino e la bellezza dell’educa-zione.

Il “Pala Don Bosco” di Pa-lermo è stato invaso sin dalleprime ore della mattinata del 4dicembre con l’arrivo dei pul-lman provenienti dalle 69 casesalesiane sparse nelle nove pro-vince siciliane.

L’occasione è stata voluta per ricordare ilBicentenario della nascita di Don Bosco, il140° anniversario della nascita dell’Istitutodelle FMA - Figlie di Maria Ausiliatrice, l’80°dalla morte di Don Rinaldi ed il 130° dall’ar-rivo di Madre Morano in Sicilia.

Una giornata all’insegna dell’allegria, deldivertimento e delle riflessioni, con il contri-buto del talk show in cui Sr Cettina Cacciato,dell’Università “Auxilium” di Roma, DonMaurizio Verlezza, direttore del post Novi-ziato del “S. Tarcisio” di Roma, FrancescoMuceo, presidente mondiale degli exallievi eDorienne Portelli, volontaria di Don Bosco,hanno posto ai presenti dei suggerimenti sucome continuare ad essere testimoni attendi-bili e credibili.

“È una tradizione di famiglia che que-st’anno abbiamo voluto riprendere con forza,chiamando tutti i rami della Famiglia Salesia-na, più di venti. In Sicilia la Famiglia Salesia-na – ha affermato don Gianni Mazzali, Ispet-tore dei Salesiani di Sicilia – registra la pre-senza di una dozzina di componenti, qui pre-senti per dare un impulso a questo territoriosiciliano, per rinnovare la nostra partecipa-zione alla vita della Chiesa e della Società nel-la prospettiva della missione giovanile”.

“Vogliamo continuare a sognare, a sogna-re in grande ma come volevano i nostri beati,sognare ma anche realizzare – ha ribadito

suor Anna Razionale, ispettrice delle Figlie diMaria Ausiliatrice – quindi impegnarsi quoti-dianamente per il bene dei giovani, per la lo-ro salvezza, guardando a Don Bosco, a Ma-dre Mazzarello, a Don Rinaldi, a Madre Mo-rano, che oggi abbiamo celebrato solenne-mente”.

La festa si è conclusa con il musical deigiovani del “Cgs Life” di Biancavilla, coordi-nati da Armando Bellocchi e la celebrazioneeucaristica presso la chiesa Parrocchiale di“San Tommaso”.

I prossimi rilevanti appuntamenti per lafamiglia salesiana di Sicilia sono:

– il 3 marzo 2012 presso la cattedrale diNoto, alla presenza del Rettor Maggiore deisalesiani, Don Pascual Chàvez Villanueva edel vescovo Antonio Staglianò. In questa cir-costanza avverrà l’ avvio del processo dioce-sano per la causa di beatificazione riguardan-te Nino Baglieri, volontario con Don Bosco.

– Il 4 marzo, presso il “Palarizza” di Mo-dica, la festa dei giovani del Movimento Gio-vanile Salesiano di Sicilia.

– Ad Agrigento, infine, il 22 aprile, pres-so il Palacongressi, si terrà la prima conven-tion delle famiglie del Movimento Salesiano.

La manifestazione è stata presentata daValerio Martorana.

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PPaalleerrmmoo cceelleebbrraa llaa FFeessttaa ddeellllaa FFSSExallievi ed Exallieve Don Bosco, Figlie

di Maria Ausiliatrice ed Exallieve delle Fi-glie di Maria Ausiliatrice, Cooperatori ecooperatrici, CDB e Salesiani a Palermo nel-la palestra del “Gesù Adolescente” per laFesta della Famiglia Salesiana di Sicilia.

Motivo della Festa: fare memoriadell’80° anniversario della morte del BeatoFilippo Rinaldi, 2° successore di Don Boscoe Fondatore dei Volontari di Don Bosco, de-finito l’immagine vivente di Don Bosco e del130° anniversario della venuta in Sicilia diMadre Maddalena Morano, Fondatrice dinumerose case salesiane nell’isola, le cuispoglie riposano ad Alì Terme.

Per animare la Festa si sono dati appun-tamento nel capoluogo siciliano in oltre1.500 provenienti da ogni parte della Sicilia,in rappresentanza di tutte le sigle salesiane:Exallievi ed Exallieve di Don Bosco, Amicie Volontari di Don Bosco, Cooperatori Sale-siani, Exallieve delle Figlie di Maria Ausilia-trice, Associazione Devoti di Maria Ausilia-trice, Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice.Il ritrovarsi insieme così numerosi è stata unoccasione in più per alimentare lo spirito diunità tra tutti i figli di Don Bosco e per nonperdere lo spirito salesiano trasmesso daifondatori dell’opera salesiana.

È stata una “Giornata di Festa, di gioia

e di salesianità”, come l’ha definita l’Ispetto-re dei Salesiani di Sicilia, Don Gianni Maz-zali, a cui hanno partecipato tanti giovani emeno giovani ostentando sul petto con fie-rezza tipicamente salesiana il distintivo dellediverse associazioni salesiane, come per sot-tolineare il senso di appartenenza alla Fami-glia Salesiana.

Al “Gesù Adolescente”, nel corso dellamanifestazione si sono registrati gli inter-venti , oltre di Don Gianni Mazzali, del Pre-sidente della Confederazione MondialeExallievi di Don Bosco, Francesco Muceo,dell’Ispettrice delle Figlie di Maria Ausilia-trice, Suor Anna Razionale, del Direttoredel Noviziato Salesiano “San Tarcisio” diGenzano di Roma, della Rappresentante deiVolontari Don Bosco di Malta, DoriennePortelli e di Suor Cettina Cacciato, Docentepresso l’Ateneo “Auxilium” di Roma.

Presenti, altresì, all’incontro i Compo-nenti del Consiglio Ispettoriale della Fede-razione Sicula Exallievi di Don Bosco, tracui Francesco Lucido, Antonino Bruno, An-tonino Cubeta, Mario Li Causi, GiovanniPlatania, Giovanni Costanza e Valerio Mar-torana.

La Festa è stata impreziosita dal Recitaldella CGS Life – Corale Giovani Salesiani diBiancavilla (CT) condotto da Valerio Marto-

rana, Addetto Stampa dellaFederazione Ispettoriale Si-cula ExAllievi Don Bosco.

La Liturgia Eucaristica,presieduta da Don GianniMazzali ed animata dalGruppo Corale dei ragazzidell’Oratorio Salesiano diPietraperzia presso la Par-rocchia di “San Tommasod’Aquino” ha concluso l’en-tusiasmante ed indimentica-bile giornata palermitanadei Figli di Don Bosco dellaSicilia.

Palermo, 4 dicembre 2011

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UUnnaa sseeccoollaarree aattttiivviittàà eedduuccaattiivvaaDue importanti anniver-

sari movimenteranno l’Arci-pretura di Trecastagni coniniziative religiose e culturaliproposte in occasione dellecelebrazioni commemorativedel 300° Anniversario dellacostituzione dell’IPAB “Con-servatorio delle Vergini”(1711 - 18 dicembre - 2011) edel 130° Anniversario dal-l’arrivo della Beata Maddale-na Morano e delle Figlie diMaria Ausiliatrice a Trecasta-gni (1881 - 14 settembre -2011).

“Ricorrendo il terzo cen-tenario della fondazione del-l’Opera Pia “Conservatoriodelle Vergini”, oggi IPAB,non possiamo fare a meno di ringraziare il Signore per il bene che tale istituzione ha profu-so nella nostra Cittadina e per il ruolo educativo e pedagogico che ha svolto nei confronti del-la gioventù trecastagnese lungo i secoli. In modo particolare tale ruolo si è sviluppato e con-solidato negli ultimi 130 anni attraverso la presenza e l’opera innovativa delle Figlie di MariaAusiliatrice”. Mentre la direttrice del Collegio Immacolata Sr. Giuseppina Castelli ha espres-so l’auspicio che “Le Celebrazioni Commemorative che ci apprestiamo a vivere siano per tut-ti noi una ripresa genuina dei grandi valori, incarnati in modo eccellente dalla nostra BeataMadre Maddalena Morano, che con tanto amore, dedizione ed entusiasmo, ha percorso le“nostre strade” secondo le direttive ricevute da Don Bosco e da Madre Mazzarello”.

LLaa rreellaazziioonnee ccoonn ll’’aallttrroo nneellllaa ggrraattuuiittààTrecastagni-Collegio Immacolata: Incontro annuale dell’Arcivescovo con l’XI vicariato

Quest’anno, l’incontro dell’Arcivescovocon il clero dell’XI Vicariato, si è svoltopresso il “Collegio Immacolata” delle suoresalesiane di Trecastagni, in occasione di unadoppia ricorrenza: il 130° anniversario dal-l’arrivo della Beata Maddalena Morano edelle FMA (Figlie di Maria Ausiliatrice) aTrecastagni, e il 300° della costituzione del-l’IPAB “Conservatorio delle Vergini”.

Alla luce del progetto CET “Educare al-la vita buona del Vangelo”, l’Ispettrice

FMA, Suor Anna Razionale, ha condottouna riflessione sulle problematiche dell’edu-cazione giovanile oggi. La conversazione si èsvolta alla presenza del rappresentante del-l’XI vicariato, p. Gigi Licciardello, del pre-sidente dell’IPAB, p. Antonello Russo, dellaDirettrice suor Giuseppina Castelli, della vi-caria ispettoriale suor Gina Sanfilippo, e delclero locale. Chi sono i giovani? Sono i cat-tolici di Madrid, gli indignati, i no global,quelli che vivono la vita come se fosse uno

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scherzo, quelli che hanno la vita facile, quel-li che riescono a dare un senso alla realtà equelli per cui vivere è banale, e così via conuna casistica variegata. Ma Tutti i giovani, aprescindere da come li si voglia etichettare,cercano qualcosa e “hanno dentro un puntoaccessibile al bene”. Chi sono gli educatori?Sono coloro che, individuato questo “pun-to”, entrano in relazione con l’altro animatidalla gratuità. La gratuità è quella condizio-ne in cui si va incontro al bisogno dell’altrocon questa ispirazione: “non voglio da tenulla in cambio, sono solo contento che tusia qui”: questa è la frase che Don LorenzoMilani rivolge a un bambino ribelle e scon-troso, nel film di Frazzi “Don Milani - ilpriore di Barbiana”, di cui la relatrice haproiettato uno spezzone durante la sua con-versazione. Suor Anna ha poi commentato:“Recuperare la nostra antropologia cristia-na” che pone al centro la cura della persona,significa “indovinare negli occhi dei ragazzile cose belle che forse vedranno domani,aver a cuore la loro intelligenza, la loro vo-lontà e capacità di amare”. Educare i giova-ni a Cristo significa: “dedicarci a loro senzabadare alle fatiche, ma nello stesso temponon farli dipendere da noi, non evangeliz-zarli dalle cattedre”. L’educatore cristiano ènaturalmente portato ad una creatività chegli fa inventare, se è necessario, anche “rot-te ignote” perché è “pescatore di uomini”; ementre in questa “società liquida” e fram-mentata “i pesci” prendono tutte le direzio-ni possibili, la Chiesa, e nello specifico il cle-ro, non può rischiare di perderli di vista in-dugiando troppo su ciò che è più o menoopportuno compiere. La beata MaddalenaMorano fu una educatrice d’eccezione per ilsuo intuito, la sua intraprendenza e la suacapacità didattica. La sua forza fu anche nelconcertare

insieme al clero locale, le strade miglioriper evangelizzare; non fu mai sola. Ha presopoi la parola p. Licciardello il quale ha sot-tolineato che i sacerdoti “non sono profes-sionisti del sacro”.

Ha aggiuntò: “Cristo ha squarciato il ve-lo che separava il sacro dal profano e il pro-fano è divenuto sacro. Superiamo i rituali-

smi e i precettismi se sostituiscono l’impe-gno sociale. Noi sacerdoti qualche volta, ab-biamo anche bisogno di tacere, di mettercialla scuola dei laici”.

L’Arcivescovo Mons. Salvatore Gristinaha ricordato la figura di Giovanni Paolo Il il

quale è un esempio efficace di come evange-lizzare i giovani sia essenzialmente “cercar-li”: “è la metodologia della Giornata Mon-diale della Gioventù. Tutti i metodi di evan-gelizzazione devono avere come centro l’in-contro con il Signore: Madre Morano erasempre in ascolto del Signore e questo riuscìa fare innamorare di Gesù coloro che le sta-vano intorno”.

LL..NN..

Da: Prospettive, Trecastagni 20 novembre 2011.

Trecastagni “Collegio Immaco-lata”: Mostra fotografica

I corridoi e le stanze della casaraccontanola vita straordinaria dellaBeata: l’istituto ne custodisce la ca-mera da letto, suggestivo luogo dipreghiera, di raccoglimento e alcunisuoi effetti personali.

Il piccolo museo raccoglie diver-si documenti originali relativi allastoria della congregazione trecasta-gnese, ma anche a quella che pre-cede l’arrivo delle FMA.

Carteggi, cronache, quaderni,registri, testimonianze, oggetti e fo-tografie ricostruiscono i tratti del-l’esistenza di Maddalena Morano.

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VViissiittaa ddii DDoonn PPiieerr LLuuiiggii CCaammeerroonniiIl 4 novembre u. s. l’AD-

MA della Chiesa “S. Giovan-ni Bosco” di Catania ha godu-to della visita di Don PierLuigi Cameroni, animatorespirituale della Primaria e De-legato mondiale della nostraAssociazione. Ha preso parteanche l’ADMA della zona et-nea.

Dopo la recita del SantoRosario Don Pier Luigi ha ce-lebrato la Santa Messa e nel-l’omelia ha ricordato che ap-partenere all’ADMA è ungrande dono della Madonnama, da parte nostra un doveredi vivere con gioia gli impegniassunti entrando a far partedella Famiglia Salesiana.

Ha rievocato il sogno del-le “due colonne” fatto daDon Bosco 150 anni fa in cuichiaramente gli fu manifesta-to che la Chiesa, guidata dalPapa, si salverà mediante la devozione a Ge-sù Sacramentato e alla Madonna.

Dopo la Santa Messa, Don Cameroni,attraverso un DVD, ci ha fatto rivivere il 6°

Congresso mondiale dell’ADMA,svoltosi in agosto presso il santua-rio della Madonna di Czestochowaa Cracovia.

Ci ha indicato in particolare gliimpegni dopo il 6° congresso:1° - Pastorale giovanile e familiare;2° - La preparazione del bicentena-rio della nascita di Don Bosco;3° - Guida e animazione dei Grup-pi locali;4° - Accoglienza della “Cartad’identità” della Famiglia salesia-na.

La visita si è conclusa con unmomento di fraternità.

Grazie, Don Pier Luigi!

é Catania-Cibali: Da sin.: Don P. L. Cameroni,Don G. Ruta (direttore dell’istituto) e

Don C. Pennisi (animatore spirituale ADMA).

ê Catania-Cibali: Il gruppo ADMAdella Chiesa “S. G. Bosco”.

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IInnccoonnttrroo ddii FFoorrmmaazziioonnee PPeerrmmaanneenntteeIl 6 novembre 2011 l’Associazione Coo-

peratori di Sicilia si è ritrovata a Cataniapresso l’Oratorio S.Filippo Neri per l’incon-tro annuale di Formazione Permanente.

La giornata è stata un momento d’incon-tro fraterno di tutti i Salesiani Cooperatoridi Sicilia che si sono riuniti per un giorno in-tero di approfondimento, di preghiera, diascolto di verifica e di rilancio in vista delconvegno dell’Asc, previsto per marzo 2012.

Il tema scelto per l’approfondimentoformativo è stato il documento della CEI“Educare alla vita buona del Vangelo”, che”pone a criterio ultimo della vita morale nonciò che si fa, ma ciò che si è. Non si tratta dirinunziare ai propri desideri … facendoqualcosa di diverso da ciò a cui essi tendo-no, ma di plasmarli gradualmente in modoche tendano al bene”.

In questa visione la vita, prendeun’aspetto diverso specialmente alla luce delcarisma che D. Bosco ci ha donato.

Una vita vissuta per gli altri, in cui si in-nestano gli obiettivi che già nel 2006 il Ret-tor Maggior al congresso mondiale ci chie-deva di guardare: la vita, l’educazione (vistacome un’emergenza), la famiglia e la politi-ca. Questi aspetti, di cui i primi tre sono sta-ti ribaditi nell’incontro dalla stesso Relatore,sono obiettivi che meritano una attenta ri-flessione e che ben si sposano con il percor-so che l’ASC si è data in vista del convegnodel 24/25 marzo 2012, attraverso il quale, dauna riflessione personale, si vuole arrivarealla riscoperta del nostro carisma e della di-mensione del servizio e della missione edu-cativa di Don Bosco a favore dei giovani,proiettando la stessa ASC per i prossimi an-ni su questo percorso (vedi il documento del05/09/2011 “Percorso formativo e attivitàprovinciali dell’Asc Sicilia nel 2012”).

Alla relazione, tenuta dal Vescovo diPiazza Armerina Mons. Michele Pennisi, èseguito un vivace dibattito dal quale sonoemerse le emergenze e le difficoltà incontra-te giornalmente nelle nostre Opere e chepongono riflessioni e analisi anche nei Cen-

tri Locali dei salesiani Cooperatori.In ultimo voglio riproporre, le domande

con cui Mons. Pennisi ha concluso la sua re-lazione, in quanto credo che tutti dovrem-mo su questo interrogarci:

1. Quali sono le domande più profonde cheemergono nei giovani di oggi nel nostro am-biente?2. Come conciliare l’educazione umana conl’evangelizzazione, la formazione degli one-sti cittadini con quella dei buoni cristiani?3. I nostri giovani sentono e potranno anco-ra dirsi cristiani?4. Quale è la concezione della libertà neigiovani di oggi? Come educarli ad una liber-tà responsabile ?5. Quali sono le responsabilità degli adultinella crisi dei giovani?

6. Come si può diventare persone autorevo-li e non autoritarie? Testimoni e non solomaestri?7. Come coinvolgere le famiglie, le parroc-chie e le scuole nell’esperienza educativadell’oratorio? Come i laici possono essereprotagonisti?8. Quale la missione dei laici e delle aggre-gazioni laicali nel compito educativo? Comeformarsi?9. A partire dal carisma di don Bosco cosasuggerite per aiutare i giovani a superarel’emergenza educativa?

VViinncceennzzoo LLiippaarriiCoordinatore provinciale Asc

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FFeessttaa ddeellll ’’IImmmmaaccoollaattaa 22001111La Festa dell’Immacolata riveste per il

nostro ambiente un carattere di grandissimointeresse per tutti, piccoli e grandi, in parti-colare per i gruppi e associazioni, che già dametà novembre si mettono in movimentoper preparare questo momento solenne difesta e di memoria della storia della salvezzae della nascita della realtà salesiana nel mon-do. Già la Scuola di preghiera del primo ve-nerdì del mese, il 2 dicembre, pone al centrodella meditazione il “Sì di Maria”.

Nei gruppi e associazioni si preparanocartelloni, la preghiera-promessa dell’8 di-cembre, le scenette, i balletti, le coreografiedella tradizionale Accademia in onore dellaVergine Immacolata, che si è realizzata, congrande presenza di ragazzi e genitori, il sa-bato precedente la festa, il 3 dicembre e cu-rata soprattutto dal Laboratorio teatrale, incollaborazione con i vari gruppi oratoriani.

Il 7 dicembre una veglia mariana vederiuniti Oratorio e Parrocchia in uno spaziodi meditazione sul “Sì di Maria”! Così pureun segno di comunione e condivisione vedeinsieme l’Oratorio-Centro Giovanile, daipiccoli del catechismo e degli scout agli ado-lescenti e giovani, dai genitori alle Associa-zioni del tempo libero (CGS, PGS, TGS),dai gruppi di volontariato (Centro di acco-glienza per la vita e la famiglia) ai gruppi diadulti della Comunità parrocchiale (Azionecattolica, Fede e vita, Ri-unione, Caritas…),dalle realtà di Famiglia Salesiana (Coopera-tori, Ex-Allievi…) a tutti i fedeli, che parte-cipano alle SS. Messe delle 9.30 e delle10.45 … uniti insieme nell’unica celebrazio-

ne eucaristica, in un grande salone dell’Ope-ra Salesiana, appositamente preparato dalparroco e da alcuni operatori parrocchiali.La Concelebrazione Eucaristica, presiedutadal Direttore, don Domenico Paternò, ani-mata dai Ministranti e dal Gruppo Musicaledel locale Centro Giovanile, vede la parteci-pazione corale del popolo di Dio, che affol-la il salone (circa 500 persone presenti allaMessa delle 10.30). Al termine della celebra-zione panino con la mortadella per tutti,piccoli e grandi, offerto dalla locale UnioneEx-Allievi e dalla Parrocchia stessa, e alle12.00, il Cerchio mariano, con la tradiziona-le Ave Maria, in ricordo dell’incontro di Bo-sco con Bartolomeo Garelli. La fiera del dol-ce vede l’assalto da parte di tutti dei gusto-sissimi dolci, preparati da mamme e giovani,e acquistati a fini di beneficenza (adozione adistanza!).

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ê Catania-Barriera: Festa dell’Immacolata.

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Un incontro tra vecchiamici è sempre gradevole.Quello di domenica, tutta-via, l’undici dicembre scor-so, lo è stato ancora di più,proponendo come tema diinteresse tante immagini etanti ricordi legati all’attivitàsportiva che nell’arco di piùdi trent’anni ha avuto comeprotagonisti i salesiani diBarriera e i loro allievi.

Invecchiati, curvi, in-grassati, inevitabilmente se-gnati dal passare del tempo,quanti hanno frequentato quelle sale, queicortili, quei teatri di mille sfide epiche, si so-no ritrovati in quegli stessi luoghi pronti aserrare di nuovo le fila per confrontarsi dinuovo. D’altra parte, occorreva farlo; occor-reva rendere omaggio a quei valori di impe-gno e di lealtà – che da sempre sono stati ce-lebrati nella comunità salesiana – attraversouna rassegna di testimonianze riferite ad unpassato più o meno prossimo. E soprattutto,occorreva ricordare con adeguata ricono-scenza l’impegno di chi tutto ciò aveva resopossibile. Così, sono stati rievocati eventi eprotagonisti che a partire dagli anni ’50 han-no animato attività agonistiche e impresesportive più o meno celebri. Sono ritornatialla ribalta le gesta di piccoli e grandi eroi

dello sport di Barriera: quelle di SalvatoreButtà, di Giulio Fiorito e di Mario Petrina,in primo luogo, che di uno storico incontrocon la Juventus di Boniperti, Charles e di Si-vori, il 2 giugno del 1960, furono arteficicon la maglia del Catania. Sono state ricor-date, su un piano diverso, i tornei che all’in-terno dell’istituzione salesiana videro questistessi e altri protagonisti vestire i colori disquadre dai nomi più o meno improbabili: ilRiver Plate, la Baldissera, la Hurricane, laLibertas Barriera. Sono stati posti i dovutiaccenti sul percorso che ha fatto approdareNino Leonardi, anche lui ex allievo, a note-voli traguardi sportivi sempre con la magliadel Catania Calcio. E naturalmente, un ade-guato rilievo è stato poi assegnato all’operadi chi, come già evidenziato, ha reso concre-tamente possibile tutto ciò all’interno del-l’istituzione religiosa: Calogero Cirino, pro-motore dell’organizzazione delle attivitàsportive a Barriera, e in particolare della co-stituzione della Don Bosco Calcio, che deitornei di prima categoria fu protagonista so-prattutto negli anni ’70. Bei ricordi.

Molti amici non erano presenti; eppureavrebbero dovuto esserlo. Avremmo dovutorivedere Turi Ragusa, Carlo Bosco e SaroBuscemi; Gianni Pulvirenti e Saro Messina;Enzo Puglisi, Saro Novello e Gianni Crisa-

SSaalleessiiaannii,, ssppoorrtt ee ttaannttii rriiccoorrddii

é Catania-Barriera: da sin. S. Buttà,G. Fiorito e M. Petrina.

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fulli. Ma purtroppo, non sono più tra noi.Non possiamo, quindi, che ricordarli congrande affetto. Mentre, tra le presenze piùgradite, vi sono state certamente quelle diMaddalena Musumeci, medaglia d’oroolimpica nella pallanuoto ad Atene nel2004, e di Salvo Bianchetti, anch’egli parti-colarmente legato all’istituzione salesiana.Un breve saluto, infine, è giunto agli amicidi Catania e di Barriera da parte di BrunoPizzul, che all’incontro del Cibali con la Ju-ve prese parte in quel lontano pomeriggiodel 1960.

La realizzazione dell’avve-nimento, occorre precisarlo, èstata possibile grazie alla corte-se disponibilità del direttoredell’Istituto Salesiano, Don Do-menico Paternò che ha offertoaccoglienza e collaborazione atutti noi. Mentre i compiti diordine tecnico sono stati assolticon grande competenza daDon Felice Bongiorno, entusia-sta sostenitore dell’impresa, eda Antonio Villari, autore que-st’ultimo di un prezioso lavorodi coordinamento tra le fontidocumentali, nonché di una pa-ziente conversione in formatodigitale di numerose testimo-nianze fotografiche. A loro va ilmio più sentito ringraziamento.

Infine, certo, la precisazione in fondopiù importante. Nulla di tutto ciò avrebbeavuto senso se fosse stato concepito con unospirito esclusivamente commemorativo. Manon si è trattato di questo. La retorica e lanostalgia venata di sentimentalismo, piutto-sto, sono state messe al bando già nelle pri-me note di ingresso poste a corredo sonorodella presentazione. Non abbiamo ascoltato,infatti, le cadenze di una nenia composta intonalità minore; ma quelle di un vivace mo-tivo swing, molto più adeguate a sostenerechi è decisamente proiettato verso il futuro.

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““CCaattaanniiaa,, qquuaallee ffuuttuurroo??””I giovani e le idee. I sogni e i progetti. Se

l’interrogativo è: “Catania, quale futuro?” –domanda posta dall’Unione Exallievi DonBosco per il dibattito svoltosi nel teatro del-l’Istituto salesiano della Salette – se l’inter-rogativo è questo, la risposta non può cheessere: ripartire dai giovani, magari non sol-tanto anagraficamente, per costruirci attor-no un progetto di città finalmente diversa,non più immobile, ingessata, uguale a sestessa nei suoi aspetti peggiori e ingrigita inquelli migliori. Temi attorno ai quali s’è svi-luppato il confronto, aperto dai saluti dei“padroni di casa”, don Antonio Rubino edon Rodolfo Di Mauro, e del presidenteUnione Exallievi, Salvatore Caliò.

Stimolati dalle domande di AntonelloPiraneo, caposervizio de “La Sicilia”, PietroBarcellona, filosofo del diritto e apprezzatocommentatore del quotidiano “La Sicilia”,Rosario Faraci, ordinario di Economia e ge-stione delle imprese, Giacomo Pignataro,ordinario di Scienze delle Finanze, Pino Or-lando, presidente ispettoriale Exallievi DonBosco.

Un puzzle di analisi e di idee, legate dauna sottolineatura e da un comune denomi-natore: Catania vive una fase di declino –non soltanto economica, magari aggravatadalla crisi – che parte da lontano, da un pe-ricoloso individualismo e da fattori disedu-

cativi come l’irrisolto problema del trafficoo della raccolta rifiuti specie nell’hinterland(Barcellona). E se Faraci, avvertendo che bi-sogna pensare già oggi in chiave ventiventi(nel senso di 2020) dice che «anche avere unsogno è un progetto», Pignataro sollecita lavera e più urgente riforma: «rigore nei com-portamenti, nelle scelte, nelle professioni».Caliò sottolinea alcuni problemi irrisolti diCatania come lo sventramento, rimasto taleda più di mezzo secolo, dell’area attorno aviale Martiri della Libertà; la realizzazionedi strade periferiche guardando l’interesseprivato e non quello collettivo; l’abbandonoalla fatiscenza di quartieri periferici.

Catania ha forte potenzialità, anche suquesti tutti d’accordo, ma sconta un deficitdi coesione sociale, non ha saputo cogliere –per colpe non soltanto proprie – tutte le op-portunità della presenza di un’industria àn-cora come la St (ancora Faraci), deve punta-re su una formazione accademica non auto-referenziale (Pignataro) e neanche nepotista(Barcellona).

Le strade per voltare pagina portano in-tanto alla concertazione, al dialogo costrut-tivo, concetti ai quali s’è richiamato il segre-tario della Cgil Angelo Villari, nel suo ap-passionato intervento in cui ha evidenziato ilblocco della mobilità sociale e il rischio cheaccanto agli indignati cresca un’altra catego-

ria, quella degli scoraggiati.Soggetti ai quali prova a darerisposte il terzo settore, comesottolineato da Viviana Cugu-rullo, assistente sociale e presi-dente dell’associazione Spes,che opera proprio a San Cristo-foro, garantendo un’opera disupplenza, tagli permettendo.Supplenza è anche quella svol-ta dai club service, qui rappre-sentati da Giuseppe Failla, pastpresidente Rotary Club Cata-nia, e da Roberto Suma, lgt go-vernatore divisione Sicilia 2 delKiwanis.

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GGeenniittoorrii ooggggiiCCoonnddiivviissiioonnee ddii eessppeerriieennzzee

La famiglia tradizionale, fondamento an-che giuridico della società, oggi più che inpassato rischia di essere messa in serie diffi-coltà a causa di una doppia aggressione: daun lato l’attacco esterno di crisi economica,sfiducia nel futuro e carenza di aiuti pubbli-ci, e dall’altro le fragilità interne alla coppia etra genitori e figli, spesso nascoste e striscian-ti. La preoccupazione non è soltanto dellaChiesa, che da sempre sostiene e difende ilbene delle famiglie, ma anche della società ci-vile che non vuole arrendersi di fronte ai pe-ricoli che insidiano la società attraverso gliattacchi ai suoi protagonisti più importanti:

genitori e figli. E così laici cattolici, salesianied exallievi dell’Istituto “San Giovanni Bo-sco” della Salette hanno affidato l’avvio di unpercorso di consapevolezza e di crescita a unincontro-dibattito che ha visto la partecipa-zione di sociologhe, psicologhe, assistenti so-ciali, medici e soprattutto famiglie del terri-torio di San Cristoforo.

«In Italia si assiste alla riduzione delle na-scite e all’aumento di famiglie con figli unici,ma i dati Istat evidenziano che le madri piùsoddisfatte della dimensione della propria fa-miglia sono quelle che figli ne hanno due,quindi è evidente che i motivi per i quali nonhanno il secondo figlio sono economici e la-vorativi» ha notato Taisia Aurora Messina,vicepresidente Gex dell’Unione exallievi. Lapsicologa Chiara Sanfilippo ha evidenziatoinvece i fattori di rischio interni alla famiglia,a partire dalla difficile comprensione dei bi-

sogni dei figli, che «non possono essere igno-rati, ma al contrario devono essere soddisfat-ti con cura: dalla protezione alla corretta ali-mentazione, dalla giusta correzione alla ne-cessaria stima». L’assistente sociale Rosa Al-ba Vitali si è soffermata sui diffusi problemirelazionali e comunicazionali tra generazioni,perché «l’allattamento, l’ascolto, l’attenzioneper i figli serve a costruire un rapporto basa-to sul dialogo».

Nell’incontro – moderato dalla giornali-sta di Antenna Sicilia Maria Torrisi – non so-no mancati i contributi dei volontari che ope-rano nel territorio di San Cristoforo, comel’associazione “Punto donna” - presieduta daAdelaide Curcio - che offre assistenza allegiovani in difficoltà, o i medici in prima lineanell’affrontare e cercare di risolvere i proble-mi più scottanti, non solo di salute, di tantigiovani e adulti del quartiere.

«Le famiglie di un tempo – ha detto ilmedico e volontario a San Cristoforo OrazioD’Antoni – erano di tipo matriarcale, nume-rose, con tanti figli, nella quale la donna sioccupava dell’organizzazione economica edel mantenimento dei rapporti con la paren-tela. Oggi, a causa della crisi, le famiglie sonopiù ristrette, con uno o massimo due figli e legiovani coppie sono costrette a vivere distenti e ad appoggiarsi spesso alla figura pre-ziosa dei nonni».

Per don Antonino Rubino – introdottodal presidente degli exallievi Salvatore Caliò– il processo di crescita dei giovani passa at-traverso l’esempio dei genitori, ma anchedelle scuole che hanno il compito non solo diistruire ma anche di formare, e «l’oratoriodei salesiani è da generazioni punto di riferi-mento per famiglie che desiderano veder cre-scere i figli in maniera corretta».

All’incontro hanno preso parte anche ilsindaco Stancanelli (foto in alto), ex allievodei salesiani, il delegato dell’Unione ex allie-vi don Rodolfo Di Mauro, l’ex direttore del-l’Istituto di Medicina legale Biagio Guarda-basso e tanti genitori.

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IInnnnaauugguurraazziioonnee AAnnnnoo AAccccaaddeemmiiccoo

È il Signore che tocca i cuori con la suaParola e il suo Spirito, chiamando gli uomi-ni alla fede e alla comunione nella Chiesa el’evangelizzazione, per essere efficace, ha bi-sogno della forza dello Spirito Santo, cheanimi l’annuncio e infonda in chi lo portaquella “piena certezza” di cui parla San Pao-lo nella prima lettera ai Tessalonicesi. Inquesta frase pronunciata da Papa BenedettoXVI è racchiuso il senso profondo della so-lenne prolusione dal titolo “La valenza edu-cativa della teologia per la nuova evangeliz-

L’evangelica valenza educativa della teologia

zazione” affidata a Mons. Antonio Staglia-nò, vescovo di Noto, intervenuto all’IstitutoTeologico “S. Tommaso”, in occasione del-l’inaugurazione dell’anno accademico 2011-2012. Nella gremita aula magna “Don Calo-gero Conti”, subito dopo la preghiera avvia-ta dall’arcivescovo, Mons. Calogero La Pia-na sono intervenuti il presidente del consi-glio di direzione e ispettore dei Salesiani diSicilia, Don Gianni Mazzali e il direttore

Da sin.: Don F. Di Natale, Mons. A. Staglianò, Mons. C. La Piana,Don G. Mazzali e Don G. Russo.

é Mons. A. Staglianò.

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della scuola superiore in Bioetica e sessuolo-gia, Don Giovanni Russo. «Il tema di questaprolusione di ambito educativo che conti-nua la sintonia del nostro centro acca-demico con il magistero dei vescovi italiani

– ha sottolineato Don Russo – ci toccavaparticolarmente come Scuola di Bioetica, siaper la presenza consistente di insegnanti siaper quel taglio peda-bioetico voluto comeparadigma della nostra impostazione».

Ad aprire ufficialmente l’anno accade-mico il neo preside Don Franco Di Natale,succeduto a Don Russo che ha guidatol’Istituto Teologico “S. Tommaso” negli ulti-mi sei anni. «Verrà il tempo – ha detto DiNatale rivolgendosi ai presenti – in cui ri-corderete questo istituto come “alma ma-ter” che ha come finalità quella di vivere diGesù Cristo. Un percorso che intendo por-tare avanti con l’ascolto, il dialogo, l’incon-tro fraterno, perché la chiesa che voglio se-guire prende il volto di voi docenti e alun-ni». A conclusione Don Di Natale ha conse-gnato una targa a Don Ferdinando Aronicaper i suoi 60 anni di docenza vissuti con ap-passionato impegno. “Riportare Dio nel-l’espressione della vita dell’uomo diventanecessario – ha spiegato il vescovo di Noto,Mons. Staglianò – . Una nuova Santa Alle-anza per impegnarsi affinché l’umanitàrisplenda in tutta la sua bellezza».

LLaauurraa SSiimmoonncciinnii

Da: La Gazzetta del Sud, Messina 13 novembre 2011.

Don F. Aronica riceve la targaper i 60 anni di docenza.

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Il Corso Nazionale di aggiornamentoper Insegnanti di Religione Cattolica di ogniordine e grado sul tema «Gratuità dell’edu-cazione nella cultura dell’individualismocompetitivo e della mercificazione dei valori»si è tenuto a Messina, presso l’Istituto “S.Tommaso”, dal 1° al 3 dicembre 2011.

Il Corso è stato organizzato per Conven-zione tra l’Ispettoria Salesiana Sicula “S.Paolo” con sede a Catania, l’Istituto Teolo-gico “S. Tommaso d’Aquino” di Messina,aggregato alla Facoltà di Teologia dell’Uni-versità Pontificia Salesiana di Roma e il Mi-nistero dell’Istruzione, dell’Università e del-la Ricerca, Direzione Generale per la forma-zione e l’aggiornamento della Scuola(MIUR, Roma), con convenzione stipulatain data 4 ottobre 2011. Il Corso ha avuto laprevia autorizzazione da parte della Confe-renza Episcopale Italiana, Settore Scuola, indata 30 novembre 2010. Ha avuto la duratadi 21 ore.

Direttore del Corso è stato il prof. DonFranco Di Natale, Docente di Teologia Pa-storale presso l’Istituto Teologico “S. Tom-maso” di Messina. Don Salvatore Barbetta,da poco nominato Direttore del Centro diPedagogia Religiosa “D. Giovanni Cravot-ta” di Messina, ha svolto il ruolo di Condi-rettore del Corso. I docenti in servizio iscrit-

ti sono stati 85, appartenenti ai diversi ordi-ni di scuola: scuola dell’infanzia ed elemen-tare, secondaria inferiore, secondaria supe-riore, provenienti da varie province d’Italia:Agrigento, Brindisi,Caltanissetta, Catania,Catanzaro, Enna, Lecce, Messina, Ragusa,Reggio Calabria, Roma, Salerno, Taranto,Trapani, Vibo Valenzia.

Il Corso, specificatamente rivolto agliInsegnanti di religione cattolica di ogni ordi-ne e grado, ha affrontato, nell’ambito della

riforma della scuola, il tema della necessariaeducazione al pluralismo inteso come edu-cazione alla relazione, comprendendo che ilconfronto non significa conformazione del-l’altro a sé, pena l’annullamento o l’esclusio-ne; e il tema della fondamentale educazionedei valori come radicale risposta alla sfidadelle emergenze educative.

I nuclei tematici del Corso sono stati or-ganizzati attorno a tre moduli:

a) L’educazione al pluralismo;b) L’educazione ai valori;c) Orientamenti.

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OOppeenn DDaayy 22001111““LLaa ffoorrmmaazziioonnee iinnccoonnttrraa llee aazziieennddee””

GGrruuppppoo ssccuullttoorreeoo rreessttaauurraattoo

In occasione dell’Open Day 2011 “Laformazione incontra le aziende” dell’Asso-ciazione Salesiani CNOS-FAP Sicilia di Pa-lermo, le aziende partner Delcam, DMG,ENI, Sandvik Coromant e Siemens hannotenuto seminari e dimostrazioni sull’aspor-tazione truciolo, ai quali hanno partecipatocirca quaranta aziende del territorio e due-cento allievi. I seminari sono stati incentratisulle nuove tecnologie con l’obiettivo diconcretizzare il dialogo tra il mondo dellascuola e quello del lavoro.

L’evento si è articolato in quattro giorna-te, dal 27 al 30 giugno, dedicate rispettiva-mente alla tornitura, alla fresatura, al CAMed ai lubrorefrigeranti. Ogni giornata si èconclusa con momenti di incontro e appro-fondimento in laboratorio, tenuti dalleaziende partner, che hanno creato sinergie esuscitato grande partecipazione ed entusia-smo.

Durante questi incontri sono stati realiz-zati, sotto la guida di DMG, alcuni pezzimeccanici sul tornio CTX 510 ECO e sulcentro di lavoro a cinque assi DMU 50ECO. Gli allievi hanno così avuto l’oppor-tunità di incontrare le aziende ai vertici nelsettore e quelle dove svolgeranno i loro sta-

ge. Aziende in cerca di figure professionaliqualificate che offrono una concreta possi-bilità di lavoro a questi ragazzi adolescentiche, dopo tre anni di frequenza, conseguo-no una specializzazione. La compresenza diaziende, specialisti, formatori e studenti hacaratterizzato l’intera iniziativa, dimostran-do che la condivisione di esperienze profes-sionali e formative oltre a fornire occasionedi crescita professionale, costituisce un mez-zo per consolidare quel legame imprescindi-bile tra il mondo della scuola e la realtà pro-duttiva locale, nazionale e internazionale.All’evento ha fatto seguito un percorso diformazione e aggiornamento presso il Cen-tro Eventi e Produttività Sandvik Coromantdi Milano, riservato ai formatori CNOS-FAP a livello nazionale.

Da: Costruire Stampi, ottobre 2011.

Dopo un anno di lavori, angeli e cherubini tornano a splendere

Sono tornati al loro candido splendore. Sono gli an-geli e i cherubini, dolcemente adagiati su nuvole di stuc-co bianco e circondati da raggi dorati, che compongonol’abside della chiesa di San Nicolò di Bari all’Alberghie-ra. Un apparato scultreo, realizzato per glorificare il no-me di Javhé e tornato a risplendere dopo un interventodi restauro durato circa un anno e finanziato interamen-te da privati. In campo la fondazione onlus “Salvare Pa-lermo”, il Circolo Unione, l’Ina Assitalia e undici giovanistagisti del corso di restauro dell’Anfe, tutti coordinatidalla supervisione della sovrintendenza ai Beni culturali.

Da sin.: R. Argento, L. Bellanca, S. Butera, Don A.Giarratana, G. Gullo, A. Teresi e S. Lo Giudice.

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PPaalleerrmmoo--SSaannttaa CChhiiaarraa

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""LLaa ffaalleeggnnaammeerriiaa ddeell SSaannttaa CChhiiaarraa""

Giovedì 8 dicembre tutta lacomunità del centro salesiano si èritrovato nella chiesa della rettoriaalle 11 per celebrare l'Immacolata:è stato bello condividere oratoria-ni, parrocchiani, comunità tamil eghanese questa importante festivi-tà. Alle 12 ci si è ritrovati in cortileper il cerchio mariano. Il Cerchio Mariano èun “incontro” organizzato dalla Famiglia Sa-lesiana di tutti gli Oratori sparsi per il mon-do, per ricordare quell’8 dicembre del 1841quando Don Bosco, nella sacrestia dellachiesa di San Francesco d’Assisi, incontròBartolomeo Garelli, uno dei tanti ragazzisbandati nella Torino di allora.

Il sacrestano stava cacciando Bartolo-meo, quando Don Bosco intervenne difen-dendo il ragazzo e dicendo che era un suoamico. A fine messa, Don Bosco, dopo

un’amichevole conversazione, gli fece un po’di catechismo. Dicono le Memorie Biografi-che: “Prima di incominciare Don Bosco reci-tò un’Ave Maria perché la Madonna gli fa-cesse la grazia di poter salvare quell’anima.Quell’Ave fervorosa fu feconda di grandi co-se”.

Tutti gli anni a mezzogiorno dell’8 di-cembre negli Oratori Salesiani ci si raduna in“cerchio” e si ricorda quel lontano giorno“seme” fecondo dell’Opera di Don Bosco,così come abbiamo fatto noi anche quest'an-no.

Sabato 17 dicembre si inaugura la mostra collettiva “IO SIAMO/santachiara”, a cura diGiusi Diana, concepita per gli spazi del Centro Salesiano Santa Chiara di Palermo, punto diriferimento regionale per i servizi di accoglienza ai migranti, che da anni opera in una realtàmultietnica come quella del quartiere Albergheria. Sette sono gli artisti (di cui ben quattro icollettivi): /barbaragurrieri/group, Fare Ala, Luca Lo Coco, Nostra Signora, Linda Randaz-zo, Stefania Romano e Ugo in the Kitchen, chiamati a relazionarsi con la realtà del Centro econ gli ampi spazi del cortile interno e della ex falegnameria, che nel secondo dopoguerra havisto il Centro Salesiano Santa Chiara diventare un importante laboratorio per la formazioneprofessionale di un’intera generazione di artigiani pa-lermitani. In mostra venti opere, tra cui alcune instal-lazioni di grandi dimensioni, che attraversano una mol-teplicità di linguaggi artistici, pittura, fotografia, dise-gno, installazioni oggettuali, progetti di Public Art e diarte relazionale.

“IO SIAMO/santachiara”, aperta al pubblico finoal 19 febbraio 2012, è il primo evento di un più ampioprogetto artistico e di partecipazione sociale denomi-nato “la Falegnameria”, ideato da Riso, Museo d’ArteContemporanea della Sicilia e realizzato con il CentroSalesiano Santa Chiara di Palermo in collaborazionecon l’associazione culturale CLAC - Centro Laborato-rio Arti Contemporanee.

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Nel nostro Istituto e nella Parrocchia è avvenuto il cambio del direttore-parroco donGiuseppe Di Leonforte, con il nuovo direttore-parroco don Calogero Augusta.

Il 31 agosto è venuto il Sig. Ispettore che con una funzione religiosa, a cui hanno parte-cipato un folto gruppo di amici e collaboratori dell’opera salesiana e della parrocchia “S. An-tonio Abate”, ha insediato come nuo-vo direttore don Lillo; il tutto si èconcluso con una cenetta all’aperto econ tanti auguri al nuovo direttore.

Sabato 3 settembre è venuto il Ve-scovo di Catania, Mons. SalvatoreGristina, che ha fatto prendere pos-sesso della Parrocchia “S. Antonio” adon Lillo Augusta, durante la S. Mes-sa, concelebrata da tutti i Salesianidella Casa di Pedara e di San Grego-rio assieme a parecchi altri sacerdotisalesiani e diocesani del luogo. Sonostati presenti il sindaco di Pedara e al-tre autorità del paese, la Confraterni-ta S. Antonio con gli abiti di parata e molti parrocchiani, tanto che alcuni sono rimasti fuoridella Chiesa. Nell’occasione si è dato anche il saluto all’ex parroco don Pippo Di Leo. Perl’occasione all’inizio della celebrazione è stata aperta solennemente la nicchia del Patrono,Sant’Antonio Abate.

Giorno 31 Ottobre, presso l’OratorioSalesiano di Ragusa si è tenuta la festa in“controtendenza” ad Halloween. Lo scopodi questa festa è stata di dar un forte impul-so ai ragazzi e i giovani verso la fede, datoche, pare, che in questi ultimi anni si sta per-dendo il vero significato della festa di tutti iSanti e della Commemorazione dei defunti acausa dei preparativi per la notte del 31,“americanata” usata dagli italiani solo peraver un maggior flusso economico, diven-tando occasione di sballo con utilizzo di al-cool e sostanze stupefacenti e provocando

Serata alternativa ad Halloween

anche morti e incidenti stradali.Smossi in coscienza, per il futuro dei

giovani, abbiamo organizzato la festa chia-mata “Sweet Paradise”, un dolce paradisodi musica, giochi e pizza per tutti e semplicibevande che hanno permesso la grande riu-scita della serata dove il protagonista è statoil divertimento sotto l’impronta cristiana.

All’accoglienza vi erano molti animatoritravestiti da angeli, pronti ad accogliere igiovani festosamente con lo stile di Don Bo-sco, che hanno accompagnato come custodii ragazzi.

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La serata, iniziata verso le ore20.00, è stata anche un’occasione dicrescita formativa grazie all’inter-vento di don Franco e di don Gian-ni che, con un video, hanno attiratol’attenzione dei ragazzi. Anche i dol-ci hanno dato il loro contributo stu-pefacente, un pane lungo m. 3,20con la nutella ha lasciato a boccaaperta i partecipanti alla festa facen-do aumentare l’acquolina.

La festa, conclusasi intorno amezzanotte, ha lasciato un segnopositivo e determinante e, sperandoveramente di riuscire a mettere le ali

ai giovani che frequentano il nostro oratorio. Il nostro impegno è lavorare sempre per cerca-re di renderli felici nel tempo e nell’eternità.

AAnnddrreeaa PPaallmmaa

PPeennssiieerrii ppoossiittiivvii ee zzuucccchhee vvuuootteeA colloquio col direttore dell’oratorio salesiano Don Gianni Lo Grande, che incoincidenza con Halloween ha organizzato la festa dal titolo “Sweet Paradise”

Può una zucca svuotata riempire unvuoto di valori? Forse sì. Ma non è dettal’ultima parola. Perché se è senza altro veroche la festa di Halloween sia ormai entratadi prepotenza negli usi degli adulti e deibambini, è anche vero che a Ragusa c’è chiancora prova ad arginare questa specialeforma di colonialismo culturale di marcaamericana.

Ne parliamo con don Gianni Lo Gran-de, direttore dell’Oratorio dei Salesiani diRagusa. Sono loro, infatti, ad avere organiz-zato ieri sera, in coincidenza con Hallowe-en, una festa dal titolo piuttosto esplicativo:“Sweet paradise”.

«Non è – spiega – una provocazione, né,tanto meno una festa contro Halloween. Lanostra idea era di creare un momento di gioia alternativo qui in oratorio per tutti inostri ragazzi». Al fondo dell’iniziativa sitrova una consapevolezza piuttosto radicata.«In fondo – prosegue il direttore – tutti i ra-gazzi cercano un momento di aggregazione,un modo per fare amicizia e per stare insie-

me. Sono d’accordo con Don Bosco che ri-cordava che i ragazzi sono come delle maci-ne. Se metti a loro disposizione del materia-le buono, allora produrranno delle cose po-sitive. Purtroppo, però, se si danno loro de-gli input negativi non ne potrà scaturire chemale».

Dunque non una condanna ad una festapagana che sta cercando di soppiantare unrito cristiano, ma la proposta di qualcosa dibello e sano che possa piacere ai giovani.«Questa – conferma il salesiano – viene de-finita la generazione del vuoto e del nulla.Ed è vero che i nostri ragazzi hanno ricevu-to molto in termini di cose materiali e benpoco in termini di valori. È mancata la tra-smissione tra generazioni e così cercanoqualsiasi cosa possa dare loro emozione esensazione». Forze superficiali ma che pos-sono avere aspetti dirompenti.

«Spesso – spiega don Gianni – mancanodi sentimento e di ragione. Per questo èsemplice che si possano assoggettare conpoco spirito critico a ciò che gli permette

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NNEE una omologazione col contesto». Un fascino

per il buio e per il mistero che dovrebbeesorcizzare le paure, ma che, secondo alcunieducatori, potrebbe portare a derive perico-lose. «La festa di Halloween – risponde il sa-cerdote – esalta il gusto del macabro e por-ta agli estremi le paure che sono proprie deibimbi senza però riuscire a trasformarle inqualcosa di positivo.

Non mi pare che ci siano in essa elemen-ti che diano speranza. Dunque una netta di-stinzione rispetto alla commemorazione deidefunti di matrice cristiana. “Non è un caso– prosegue il nostro interlocutore – che lacommemorazione dei defunti giunga dopola festa di Ognissanti. In fondo ciò che si in-tende celebrare è la festa del Paradiso, deltrovarsi prima o poi insieme a godere dellavisione di Dio. La visita ai cari defunti, per

quanto dolorosa, porta in sé anche un mo-mento di nostalgia e di dolcezza. Il credentesa che è possibile proiettarsi verso l’Assolu-to e verso la luce del Paradiso. Credo chequesti elementi siano del tutto assenti nei fe-steggiamenti di Halloween». Resta da capirese la chiesa avrà la forza di competere conuna vera macchina da guerra come il consu-mismo che sembra avere già fagocitato ilNatale e la Pasqua. «L’oratorio – spiega donGianni – ha fatto dell’educazione il propriobaluardo. I salesiani sono tra i più presentisulla rete Internet, abbiamo una nostra ra-dio. Ma siamo consapevoli che la forza per-vasiva dei mass media è molto più influentedi noi. Ma è nostro dovere essere dalla par-te della foresta che cresce, magari senza faretroppo rumore, piuttosto che dalla partedell’albero che cade producendo un granfrastuono».

Ma cosa si sente di suggerire un salesia-no ai tantissimi ragazzi che in chiesa nonvanno più nemmeno per le feste comanda-te? «Bianco o nero che sia – conclude donGianni – mi auguro che qualunque diverti-mento, rappresenti per i nostri giovani unmomento di incontro e di amicizia. E chenessuno metta mai a repentaglio la propriavita e la propria salute facendo uso di so-stanze stupefacenti. La vita è bella».

AA..LL..MM..

Da: La Sicilia, Ragusa 31 ottobre 2011.

SSaann GGrreeggoorriioo

NNuuoovvoo ddiirreettttoorree ddeellllaa ccaassaa ssaalleessiiaannaaLa comunità salesiana di San Gregorio

ha dato il benvenuto al nuovo direttore DonBenedetto Sapienza che succede a Don Lil-lo Augusta.

Domenica 30 ottobre 2011, l’ispettoredei Salesiani di Sicilia Don Gianni Mazzaliha insediato ufficialmente il nuovo diretto-re. Hanno partecipato un folto gruppo diamici e collaboratori dell’opera salesiana edella parrocchia.

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GGuuaarrddaannddoo aallttrroovvee

DDaarree ll’’eesseemmppiioo ddiivveennttaa tteessttiimmoonniiaannzzaa

“La comunità ecclesiale di fronte alla cri-si socio-politica ed economica” è stata la tema-tica affrontata nella 7^ Giornata sociale dio-cesana e illustrata ai circa 250 partecipanti,convenuti presso il Seminario Arcivescovile diCatania, con relazioni di forte spessore dalprof. Don Franco Appi (docente di dottrinasociale della Chiesa presso la facoltà teologicadi Bologna) e dal dr. Maurizio Bernava (segre-tario generale della CISL della Sicilia). I par-tecipanti, suddivisi in cinquegruppi di studio, che hanno ri-preso i famosi “ambiti” delConvegno ecclesiale di Verona,hanno elaborato delle proposte,che saranno pubblicate su “Pro-spettive” nelle prossime setti-mane. Intanto, la Commissionediocesana per i problemi socialie il lavoro, promotrice della“Giornata “, ha lanciato la pro-posta, accolta dall’Assemblea,di inviare la seguente “letteraaperta” a tutte le persone impe-gnate in politica, invitandole adare un segnale di solidarietàverso i ceti più deboli, autoriducendosi gliemolumenti mensili.

LLeetttteerraa aappeerrttaa aallllee ddoonnnnee ee aaggllii uuoommiinniicchhee ssvvoollggoonnoo uunn mmaannddaattoo ppoolliittiiccoo..

Una provocazione per chi è sensibile allattrraassppaarreennzzaa, disponibile alla tteessttiimmoonniiaannzzaae alla ssoolliiddaarriieettàà

Carissima/o,siamo convinti che tu sia tra quelli che

gradirebbero prendere in considerazione lapossibilità di incoraggiare coloro che riten-gono di poter dare un contributo personaleal rinnovamento della società, soprattuttonell’attuale contingenza di crisi.

Capiamo anche che la tua disponibilitàti spinge a considerare necessaria la riduzio-ne dei “costi della politica” per dare una te-

stimonianza ed un esempio in quanto rap-presentante di tutta la comunità.

Nel presente momento, a ciascuno dinoi, anche a te, viene richiesto un segnale fi-nalizzato alla solidarietà verso i ceti più de-boli del Paese. Per questo crediamo che tupossa prendere in considerazione la propo-sta emersa dai lavori della VII GIORNATASOCIALE DELL’ARCIDIOCESI DI CA-TANIA:

– impegnati a presentare e fare approva-re una proposta di legge per una consisten-te riduzione degli emolumenti corrispostimensilmente, a norma dei regolamenti vi-genti, in ragione dell’incarico;

– decidi, nelle more, di destinare mensil-mente, fino alla fine del tuo mandato, unapercentuale della tua indennità a fini di soli-darietà ad uno dei seguenti Enti: CEI “Pre-stito della speranza” o altri Enti di solidarie-tà di rilevanza nazionale.

Gli Enti, che riceveranno le somme, sidovranno impegnare a rendere noti, nei lo-ro siti, la decorrenza dei versamenti e la du-rata dell’impegno. Non importa se la caricache ricopri è elettiva a livello nazionale, re-

Dalla 7a Giornata sociale diocesana appelli per non sentirsi abbandonati

é Da destra: Don P. Sapienza, Don F. Appi,S. Ecc. Mons. S. Gristina, Dr. M. Bernava.

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VVEE gionale o locale (provincia, comune, circo-

scrizione), né ha rilevanza il valore assolutodel tuo versamento, quanto piuttosto la scel-ta di uno stile di vita più sobrio.

Ciò che conta è la tua personale sensibi-lità e la sicurezza che offri ai cittadini eletto-ri che non occupi una poltrona per curareinteressi personali o di parte.

Questo comportamento dimostrerà allagente di essere guidata da donne e uominidegni e capaci di scelte coerenti con il benecomune.

Otterrai stima per aver reso un ulterioreservizio alla comunità.

Da parte nostra ci impegniamo a pubbli-cizzare l’iniziativa presso tutte le categorie

di cittadini, a presentare questa nostra pro-posta, e le risposte ricevute, nelle sedi asso-ciative da noi frequentate nei comuni del-l’Arcidiocesi di Catania, rendendole noteanche attraverso i siti intenet più diffusi.

Siamo certi che apprezzerai la propostae che vorrai farti parte attiva per migliorarlae/o allargare lo specchio delle possibilità diintervento.

In attesa di un tuo cortese riscontro.

CordialmenteLL’’AAsssseemmbblleeaa ddeellllaa

VVIIII GGiioorrnnaattaa ssoocciiaallee ddiioocceessaannaa

Catania, 19 novembre 2011

““GGiioorrnnaattaa nnaazziioonnaallee ddeellll’’aallbbeerroo””II vvoolloonnttaarrii ssoonnoo uunnaa ggrraannddee rriissoorrssaa ppeerr ll’’IIttaalliiaa

Il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ha consegnato alla sig.raElena Garani, moglie di Sandro Usai, il giovane volontario dellaProtezione civile che perse la vita a Monterosso lo scorso 25 otto-bre, la Medaglia d’oro alla memoria, in occasione della cerimoniaper la “Giornata nazionale dell’albero” quest’anno dedicata alle vit-time del tragico alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana.

Il Presidente Napolitano ha voluto rendere omaggio a tutti i vo-lontari: “Sono una grande risorsa dell’Italia, una nostra tradizione”.Ricordando il loro impegno per l’alluvione di Firenze del 1966 e,anche la più recente esperienza di Vicenza, ha richiamato commos-so l’impegno di Sandro Usai: “Dobbiamo prevenire i disastri guar-

dando lontano, e poi contare sui giovani, sulle loro energie, sul loro slancio, sulla loro capa-cità di essere solidali e anche di correre rischi e sacrificarsi”.

LLaa ccoonnsseeggnnaa ddeellllee ““MMeemmoorriiee ddeellll’’OOrraattoorriioo””,, iinn pprreeppaarraazziioonnee aall BBiicceenntteennaarriioo

In preparazione al Bicentenario della nascita di Don Bosco, nel 2015, i salesiani dell’Uni-versità Pontificia Salesiana (UPS) si sono ritrovati lunedì 14 novembre per la presentazione

e la consegna delle “Memorie dell’Oratorio” nella nuova veste editoriale.All’evento erano presenti tutti i salesiani della Visitatoria UPS, docenti estudenti, e rappresentanti di vari gruppi della FS. L’incontro, voluto dalsuperiore della Visitatoria, don Joaquim D’Souza, e dal Rettore prof. Car-lo Nanni, è stato organizzato dall’Istituto di Teologia Pastorale della Fa-coltà di Teologia, e coordinato dal direttore dell’Istituto, prof. Jesús Ma-nuel García. Presente anche don Cereda, Consigliere generale per la For-mazione, in visita straordinaria all’UPS. L’incontro si è concluso con laconsegna solenne del volume, che i presenti hanno ricevuto dalle mani didon Cereda, don D’Souza e don Nanni.

Da: ANS, Roma 16 novembre 2011.é Don F. Cereda consegna le

“Memorie dell’Oratorio”.

é G. Napolitano ed E. Garani.

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PPrreesseennttaazziioonnee ddeell lliibbrroo ddii PPaappaa BBeenneeddeettttoo XXVVII““GGeessùù ddii NNaazzaarreetthh aallll’’UUnniivveerrssiittàà””

Messina, 28 novembre 2011

“Gesù di Nazareth all’Università” è un’iniziativa voluta dalla Libreria Editrice Vaticana ecoordinata da Pierluca Azzaro dell’Università Cattolica di Milano, per presentare e discute-re il libro di Benedetto XVI “Gesù di Nazareth”. Quattro le Università selezionate per parte-cipare al progetto: Urbino, Parma, Messina e Sassari.

A Messina, il libro di Papa Benedetto XVI, “Gesù di Nazaret. Dall’ingresso in Gerusa-lemme fino alla risurrezione” è stato presentato nell’Aula Magna dell’Università, alle ore10,30.

Dopo il saluto di introduzione dei lavori del Prof. Francesco Tomasello, Magnifico Ret-tore dell’Università di Messina e di S. E. Mons. Calogero La Piana, Arcivescovo Metropoli-ta di Messina, S. E. Mons. Enrico Dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia UniversitàLateranense.

“Il libro – ha sottolineato il rettore della lateranense – è l’opera di una vita intera, dove ilmetodo impiegato come pure i conte-nuti esposti, vivono di un radicato ematuro innamoramento per Cristo. Indefinitiva, ‘l’intima amicizia’ con Ge-sù va considerata come il vero temaconduttore dell’opera, un tema che ilPapa illustra da testimone, non menoche da teologo: di fatto la vera cono-scenza di Gesù – per Papa Benedetto,come per il discepolo amato – provie-ne dal ‘riposare’ sopra il suo cuore”.

Hanno concluso l’evento DonGiuseppe Costa, direttore della Li-breria Editrice Vaticana, ed il Prof.Angelo Sindoni, Prorettore dell’Uni-versità di Messina, con delega al Pa-trimonio storico, letterario e artistico. é Da sin.: Don G. Costa, S. E. Mons. C. La Piana, Prof. F.

Tomasello, S. E. Mons. E. Dal Covolo, Prof. A. Sindoni.

PPrreemmiioo ppeerr ll’’eeddiittoorriiaa aa DDoonn GGiiuusseeppppee CCoossttaa

È un giornalista, di quelli appartenenti ad una razza in via d’estinzione, ma pure espertodi editoria e di comunicazione. Stiamo parlando del salesiano Don Giuseppe Costa, sicilianodoc. Come è noto dopo aver diretto a lungo la SEI,Giuseppe Costa è approdato ai vertici della LibreriaEditrice Vaticana, organo ufficiale della Santa Sede fon-dato nel lontano 1500.

“Sensibilissimo interprete delle sfide della società at-tuale”, così recita la motivazione del Premio Internazio-nale “Nino Martoglio” giunto alla sua XXV edizione.

Don Giuseppe Costa è figura poliedrica, i cui inte-ressi spaziano dal campo umanistico a quello musicale,all’arte tout court. Un variegato sostrato culturale chefa delle pubblicazioni della LEV prodotti di altissimaqualità.

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VVEE CChhiiaammaattoo aa ppiiùù aallttoo sseerrvviizziioo

OOrrddiinnaazziioonnee eeppiissccooppaallee ddii MMoonnss.. AAnnttoonniinnoo RRaassppaannttii

Sabato 1 ottobre 2011, alle ore 16:00, in PiazzaDuomo, la Diocesi di Acireale ha accolto il suo nuo-vo Vescovo, Sua Eccellenza Mons. Antonino Raspan-ti. Dopo il saluto, che il Sindaco di Acireale, Avv. An-tonino Garozzo, in Cattedrale, alle ore 16,30, ha avu-to inizio la solenne Concelebrazione Eucaristica du-rante la quale Mons. Antonino Raspanti è stato ordi-nato Vescovo per l’imposizione delle mani di SuaEminenza il Signor Cardinale Mons. Paolo Romeo,Arcivescovo di Palermo. Insieme al cardinale, i ve-scovi coordinanti saranno Sua Eccellenza Mons. Pio

Vittorio Vigo, Amministratore Apostolico della diocesi di Acireale e Sua Eccellenza Mons.Francesco Miccichè, vescovo di Trapani, diocesi da cui proviene il nuovo vescovo.

Mons. Antonino Raspanti è nato ad Alcamo il 20 giugno 1959 ed è stato ordinato presbi-tero il 7 settembre del 1982. Nel corso dei suoi 29 anni di ministero sacerdotale ha svolto di-verse mansioni pastorali, ricoprendo ruoli di particolare responsabilità: docente stabile distoria della spiritualità, già preside della Facoltà teologica di Sicilia `”San Giovanni Evange-lista” di Palermo, direttore spirituale del Seminario di Trapani.

Inoltre è membro del comitato nazionale per gli studi superiori di teologia e di scienzereligiose della Conferenza Episcopale Italiana.

Con la Sacra Ordinazione avverrà anche la presa di possesso della Diocesi di Acireale, acui Mons. Raspanti è stato inviato dal Santo Padre Benedetto XVI, con nomina del 26 luglio2011. Il nuovo vescovo succede a S.E. Mons. Pio Vittorio Vigo che, dopo aver retto la Dio-cesi di Acireale per nove anni, ha rimesso il mandato nelle mani del Papa. per raggiunti limi-ti di età, così come imposto dal codice di diritto canonico, can. 401 §1.

Da: Prospettive, Acireale 9 ottobre 2011.

44^̂ eeddiizziioonnee ddeellllaa ““CCoorrssaa ddeeii SSaannttii””Roma-Piazza S. Pietro, 1 novembre 2011

Si è svolta martedì 1 novembre, a Roma, la 4^ edizione della “Corsa dei Santi”, appunta-mento tradizionale per i runners che vogliono godersi il cuore di Roma su un percorso cheparte e arriva a Piazza San Pietro dopo aver toccato i più celebri monumenti della città.

La manifestazione, promossa dalla Fondazione Don Bosco nel Mondo e realizzata dal-l’ASD Corsa dei Santi con la collaborazione dellaPrime Time Promotions e di Romaratona, ha visto ainastri di partenza quasi 5000 podisti.

Anche quest’anno la corsa si è proposta di por-tare all’attenzione del grande pubblico un tema disolidarietà verso le vittime di una grave emergenzaumanitaria in qualche parte sperduta del mondo.Questa volta nel mirino c’era il dramma del Cornod’Africa, flagellato dalle carestie e dalla siccità, e icampi profughi della Somalia dove operano i mis-sionari salesiani con un progetto di scavi di nuovipozzi e di distribuzione di kit alimentari di soprav-vivenza.

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Omelia per il funerale diDon Alfio Caruso

Catania, 17 novembre 2011

“Il Signore dell’universo non guar-derà in faccia a nessuno, perché egli hacreato il piccolo e il grande e a tuttiprovvede in egual modo”. Questo branodel capitolo 5 del libro della Sapienza,proclamato nella prima lettura, bene ciintroduce nel mistero che oggi insiemecontempliamo nella fede: la morte delnostro fratello don Alfio Caruso. Ci con-forma la certezza, che è radicata nellanostra fede, che il Signore provvede atutti in egual mondo con il suo amore econ la sua misteriosa provvidenza.

In effetti per molti versi questaprovvidenza di Dio appare a noi un mi-stero. Sono stato, martedì scorso, perqualche momento accanto a don Alfiomentre ormai il soffio vitale si stava al-lontanando da lui e forte è stata in meuna percezione di impotenza, quasi diinutilità. Il dialogo, il contatto con l’am-biente e le persone che lo attorniavanoerano interrotti e l’evidente sofferenzae lotta lo legavano ormai ad un altro in-terlocutore, invisibile, ma presente chelo stava accompagnando all’ultimo in-contro.

La salute di don Alfio, dotato indub-biamente di una forte fibra, si era negliultimi due anni man mano indebolita eprogressivamente si erano ridotti glispazi nella sua autonomia. La comunitàdella Salette lo ha seguito con amore e

con preoccupazione in questo declinograduale che negli ultimi pochi giorniha richiesto il suo trasferimento alla co-munità del San Tommaso, presso la ca-sa “Mamma Margherita”. Si è trattato diun soggiorno breve ed anche soffertoper le condizioni generali sempre piùprecarie. I confratelli di colà e le suorelo hanno assistito in preghiera nella suaultima consegna a Dio.

“Ho amato (la sapienza) più dellasalute e della bellezza, ho preferitoavere lei piuttosto che la luce, perché losplendore che viene da lei non tramon-ta. Insieme a lei mi sono venuti tutti ibeni; nelle sue mani è una ricchezza in-calcolabile”. Ci illuminano queste subli-mi parole dell’autore ispirato nel con-templare il mistero della morte vissutoda un religioso, da un consacrato a Dioper tutta la sua vita. Sfumano i dettaglidella personalità del nostro fratello e siradica la certezza di una accoglienza fe-stosa in Paradiso di chi, con generosità,con dispendio delle proprie energie econ perdurante fedeltà, ha speso la suavita al servizio di Dio. E nonostante ciòla morte pareggia tutte le erbe delcampo. Ci sentiamo fiduciosi, ma picco-li, sicuri di una patria che ci attende,ma incerti per i nostri limiti, le nostredebolezze, il nostro peccato. E siamoqui, nella chiesa di Dio, oranti, a prega-re per il nostro fratello don Alfio e pernoi, per tutti, chinando il capo umil-mente di fronte al mistero.

Don Alfio ha ricevuto il dono dellalongevità con i suoi 88 anni compiuti il31 luglio, ed anche il dono di una vitavaria e ricca di esperienze. Era nato aRandazzo il 31 luglio del 1922 e nellacittadina etnea, sede della primizia del-l’opera salesiana in Sicilia, conobbe donBosco e i Salesiani e frequentò comeesterno il Collegio fino al conseguimen-to dell’ammissione legale al liceo. Lasua domanda scarna, come tutte le suedomande successive, di accedere al no-viziato fu accolta e si trasferì a SanGregorio, accolto dall’allora maestrodon Giardina ed emise i primi voti il 24agosto 1939. Soffiavano venti di guer-ra, ma tali da non impedire a don Caru-so di completare il successivo corso di

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Don A. Caruso.

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RREE studio a San Gregorio dal 1939 al 1942,

coronato dal conseguimento del Diplo-ma Magistrale presso l’Istituto TurrisiColonna di Catania.

In piena guerra trascorse un primoanno di tirocinio a Palermo, Sampolo fi-no al maggio del 1943. Poi fu necessa-rio un trasferimento in Piemonte, alColle don Bosco, per un ulteriore annodi tirocinio. Nella terra di don Bosco in-traprese, per un anno fino al 1945, lostudio della teologia nell’Istituto di Ba-gnolo Piemonte dove erano sfollati ichierici teologi. La fine della guerra gliconsentì di fare rientro in Sicilia perecompletare la formazione teologica condue anni (2° e 3° anno) a Catania, Ci-bali e l’ultimo anno, dal 1947 al 1948 aSan Gregorio. L’ordinazione sacerdota-le il 13 giugno 1948 coronò il travaglia-to periodo di formazione teologica.

La sua prima destinazione è Marsa-la (1948-50) come consigliere scolasti-co e successivamente con lo stesso in-carico a Caltagirone (1950-1956). Se-guono soggiorni relativamente brevi invarie comunità della Sicilia: nuovamen-te a Marsala per due anni, a Mazzarinoper un anno, a Palermo Sampolo dal1959 al 1963 e poi a Ranchibile dal1963 al 1968 e a Palermo Gesù Adole-scente per un altro anno. Consegue,proprio nel 1969 la Laurea in lingue eletterature straniere all’Istituto di Magi-stero dell’Università di Palermo.

Don Alfio riprende il suo peregrina-re nelle comunità dell’ispettoria con treanni a Messina San Luigi (1969-1972)e in questo periodo consegue a Romal’abilitazione all’insegnamento delle lin-gue (1970), tre anni a Messina, SanDomenico Savio con il ruolo di economoe di preside e a Catania San Filippo Ne-ri per 5 anni fino al 1980. Poi viene tra-sferito definitivamente qui a Salettedove resterà per 31 anni, svolgendovari incarichi compreso quello di presi-de dal 1993 al 1995. Poi l’ultimo brevis-simo soggiorno a casa Mamma Marghe-rita dove ha concluso la sua esperienzaterrena.

“Felicità e grazia mi saranno compa-gne, tutti i giorni della mia vita”, è sta-to annunciato col salmo 22. Possiamodire che la vita e l’esperienza umana di

don Alfio siano state caratterizzate dal-la gioia e dalla grazia del Signore. Unuomo gioviale, di compagnia, arguto,con quei suoi intercalari in spagnoloche lo rendevano simpatico e accatti-vante. Un uomo a cui piaceva viaggiare(tra le sue poche cose figurano tantecartoline) e che era intraprendente nel-l’organizzare una forma molto persona-le e caratteristica di ministero. Non hoavuto la fortuna di conoscerlo nel fioredei suoi anni e della sua attività, mariesco ad immaginarlo come un uomosereno, di compagnia e desideroso difar del bene. L’insegnamento è stato ilbanco di prova della sua missione sale-siana, dove ha potuto esprimere la suadedizione ai giovani e la sua prepara-zione tecnica nel campo delle linguestraniere.

Don Alfio è stato un prete dotato diuna zelo personale e molto caratteristi-co e un salesiano che per i ragazzi e igiovani, specie per quelli più svantag-giati, ha dedicato tutta la sua vita. E’stato, ne siamo certi e nonostante isuoi limiti e le sue debolezze umane,sale e luce. Ha saputo dare sapore allavita e a quanti ha incontrato, nell’inse-gnamento e del ministero, ed è statoluce con la sua testimonianza e la suaconsacrazione al Signore, nel nome didon Bosco. Lo affidiamo ora alla luce diDio e all’accompagnamento maternodella Vergine Ausiliatrice.

Mentre esprimo le condoglianze aifamiliari, desidero ringraziare i confra-telli, i collaboratori e i giovani della co-munità e dell’opera della Salette per laloro vicinanza e la cura con cui hannoseguito per lunghi anni don Caruso,specie in questo ultimo tratto di vita.Un grazie sentito anche ai confratelli,alle suore e al personale della strutturaMamma Margherita per l’amore e l’as-sistenza con cui l’hanno accompagnatoall’incontro con il Signore.

“Chi custodisce santamente le cosesante sarà riconosciuto santo” è l’inco-raggiamento del libro della Sapienza.Che il Signore ti accolga nella sua san-tità, caro don Alfio, e sostenga tutti noinel cammino di santità che a Lui condu-ce.

Don Gianni Mazzali

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Omelia per il funerale diDon Giovannino Iacono

San Gregorio, 19 novembre 2011

Come sempre in modo discreto epacato a Don Giovannino brillavano gliocchi quando si accennava alla ormaiimminente pubblicazione del frutto del-le sue antiche ricerche e della sua pas-sione: “Don Bosco e la Sicilia”. È statol’oggetto della nostra ultima conversa-zione lo scorso ottobre, in occasionedella visita ispettoriale, in cui indagavaappunto sui tempi della pubblicazione esu alcune sue preoccupazioni sulle boz-ze che aveva avuto la possibilità discorrere. Non ce l’ha fatta. Il libro èuscito quando ancora don Giovanninoera vivo, ma ormai impossibilitato a go-dere del suo ultimo dono. Resta un re-taggio per tutti noi, per i Salesiani, peri collaboratori laici e per i giovani adamare la Sicilia e a viverne con passio-ne lo sviluppo della presenza salesiananelle chiese particolari.

Non a caso ho accennato al suo ul-timo dono. Don Giovannino, e credosiamo qui tutti a testimoniarlo, è statoun grande dono del Signore a questaispettoria salesiana sicula e alla Chiesa.Un autentico figlio di don Bosco, un sa-cerdote secondo il cuore di Gesù, unuomo saggiamente intelligente, unagrande anima. Ne sono evidenza le te-stimonianze che spontanee e numerosesono giunte.

“Permettimi di esprimere un debitodi riconoscenza personale che ho nei ri-guardi di D. Giovannino. Mi è stato se-gretario e guida nel mio ufficio di Ispet-tore. Era per me l’uomo saggio a cuipoter confidare i problemi più delicati;ero sicuro di trovare in lui il consiglioopportuno ed equilibrato che occorre-va. Era l’uomo al di sopra delle parti.Era retto ed esemplare nella sua vitareligiosa. Uomo di preghiera; disponibi-le all’apostolato soprattutto verso la Fa-miglia salesiana. Innamorato di DonBosco e di tutto cio’ che poteva farloconoscere attraverso la parola e loscritto“, così si esprime don Vittorio Co-stanzo in un suo messaggio dal Mada-gascar.

“Uomo buono, generoso, accoglien-

te, attento agli altri, missionario nel-l’animo. Dal Paradiso continuerà inter-cedere per noi e a voler bene alla suaSicilia salesiana. Pregherà anche per-ché il Signore ci dia vocazioni sante eperseveranti” fa voti don Carmelo Buc-cieri.

“Conservo un ricordo bellissimo diDon Giovannino: la sua accoglienza, ilsuo sorriso, l’entusiasmo salesiano e lasua riservatezza e prudenza mi sarannodi sostegno”, accenna don Enzo Volpe.

“Lo ricordo con grande stima e ri-conoscenza, per la sua disponibilità ebontà, per tutto il bene che ha fatto al-l’Ispettoria e alla nostra missione delMadagascar”, ancora il Sig. Paolo Sa-pienza. Espressioni semplici e brevi cheinterpretano i sentimenti di molti tranoi che gli sonostati accanto,lo hanno cono-sciuto, apprez-zato ed amato.Mi ha personal-mente colpito,fin dal primocolloquio conlui, nella suacameretta diPedara, la suasignorilità sem-plice e nobile, ilsuo sensibileed intelligenteattaccamentoall’ispettoria,soprattutto lacomposta con-sapevolezzadella precarietà della sue condizioni fi-siche minate da una forma di Parkinsonche non gli ha impedito di raggiungerela longevità. Appariva sorprendenteche la stessa persona che a volte confatica raggiungeva la cappella appog-giandosi al girello, volesse quasi in mo-do furtivo, senza ostentazione, render-si utile nel servizio dei confratelli amensa. Ho sentito la prossimità diun’anima grande, di un uomo immersoin Dio in modo intenso e non appari-scente, di una mente sottile umile edarguta, di un cuore salesiano vicino aigiovani e ai confratelli fino alla fine.

é Don G. Iacono.

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RREE “Io so che il mio Redentore è vivo.

Io lo vedrò io stesso; i miei occhi locontempleranno e non un altro”, sonole parole di Giobbe proclamate nellaprima lettura. Ho scelto per il funeraledi don Giovannino le stesse espressioniche anni fa sono state proclamate per ilsuo fratello salesiano il Sig. AntoninoIacono. Uniti nella consacrazione a Dioe all’amore a don Bosco, ci suggerisco-no, con la loro luminosa testimonianza,la certezza della fede. Noi vedremo Diofaccia a faccia e siamo certi che donGiovannino ha già raggiunto il fratello evive della gioia trasparente della con-templazione di Dio.

Don Iacono ha ricoperto il ruolo disegretario ispettoriale ininterrottamen-te dal 1977 al 1992 e poi dal 1992 al1998 è stato incaricato dell’archivioispettoriale e quindi esperto delle esi-genze e degli adempimenti in occasio-ne della morte di un confratello. Ha la-sciato nella sua cartella alcuni fogli cherecano il titolo di autobiografia. Sonoscritti a mano e recano questa motiva-zione: “So quanto sia diventato difficilee complicato scrivere – nonché leggere– le lettere necrologiche dei confratelliche passano all’aldilà. Per facilitare ilcompito al Direttore o chi per lui met-to in carta alcuni appunti che potrannogiovare”.

Seguirò questi appunti per tracciarecon fedeltà il suo breve profilo biografi-co. Modica è la sua terra natale il 26 ot-tobre 1920 e il contesto una famiglia dicontadini dignitosamente povera e ric-ca di valori cristiani e di sei figli, di cuiquattro seguiranno la vita religiosa,due salesiani, una FMA e una Carmeli-tana Missionaria. “Frequentando l’Ora-torio salesiano di Modica Bassa, circa 8chilometri nei giorni festivi e a piedi,scrive testualmente, ho sentito la chia-mata di Dio e di don Bosco.

Intraprende il cammino di prepara-zione a di formazione con le tappe ca-ratteristiche: l’aspirantato a Modica e aPedara, il Noviziato e i corsi di scuolasuperiore e di filosofia a San Gregorio,coronati con il diploma magistrale nel1940. Il tirocinio a Messina S. Luigi nelperiodo bellico e sotto i bombardamen-ti (1941-1943), la teologia a Pedara

con l’ordinazione sacerdotale a Cataniail 7 aprile 1946. Commentando il suocammino di formazione don Giovanninoscrive: “Ho avuto la fortuna di averecome insegnante e come guida spiri-tuale l’anima santa di don DomenicoErcolini che aveva conosciuto da giova-ne chierico Don Bosco, tuttora ricorda-to con tanto amore e… nostalgia da noivecchi e ormai pochi superstiti”.

Iniziò il suo apostolato salesiano asacerdotale con tre anni a Caltagirone,poi a Palermo Ranchibile, a Marsala, aSant’Agata Militello, a Catania Salette,a Caltagirone nuovamente, a Gela, co-me direttore, che lasciò dopo 8 annicon queste struggenti espressioni:“Parto con la convinzione di aver lavo-rato, di aver sofferto e di aver speso lemie povere energie per il bene di tantiragazzi e giovani gelesi. Pur essendoconsapevole delle mie limitate e insuf-ficienti capacità in ogni campo, mi ac-corgo che avrei potuto a dovuto sacrifi-carmi e dedicarmi con più impegno, la-vorando di più e meglio: poco è statofatto da me e il più resta da fare”.Espressioni scarne da cui traspare unamore umile, quella carità sublime chenon si gonfia e quindi lascia un segnoindelebile.

Poi per l’ultima volta a Caltagironecome direttore dal 1968 al 1962. Scri-ve: “Quest’ultimo servizio ha avuto unintoppo – nel ’72 – la chiusura della ca-sa di Caltagirone: è stata un’esperienzadolorosa e sofferta l’aver lasciato nontanto le mura, ma tutta una tradizione,una storia durata oltre 60 anni…”

Dopo un periodo di tre anni a SanGregorio e un nuovo incarico come di-rettore a San Cataldo per due anni, loattendono 15 anni di lavoro come se-gretario ispettoriale di cui, con vera ecommovente umiltà scrive: “Non espri-mo giudizi, anche perché non ne sareicapace, su questo ultimo, ora penulti-mo lavoro, (scrive questa autobiografianel 1995 a Cibali, San Francesco di Sa-les), affidatomi dall’ubbidienza. I mieilimiti e i miei difetti non pochi e nonleggeri hanno guastato quel poco di be-ne che avrei dovuto fare al servizio del-l’Ispettoria e dei confratelli”.

Don Giovannino era un uomo dalla

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fine percezione, che sapeva ritrarsi, permettere gli altri, i confratelli, le perso-ne a loro agio, per sentirsi accolti, ac-cuditi, considerati. Come spicca il con-trasto della sua impietosa lettura di sée la percezione della sua bontà, del suostile, della sua arguzia e simpatia!

Prima del suo ritiro a Pedara nel2003, trascorre ancora alcuni anni a Ci-bali, come archivista e poi nella comu-nità ispettoriale dal 1998 al 2003, conl’incarico di fare “un po’ di niente”, cheappunta egli stesso sulla sua scheda.La sua figura esile e discreta in qualchemodo vive ancora nei corridoi del-l’ispettorato, si avverte quasi un dolceincalzare ad accogliere con dolcezza, apreoccuparsi degli ospiti a far sentire atutti di trovarsi a casa: “Ma io nella miaintegrità cammino. Sta saldo il mio pie-de sulla terra piana”. Il salmo 22, conquesta espressione, ritrae l’immaginedell’uomo fedele, integro, che consguardo dolce ed intenso si avvia acontemplare la bontà del Signore nellaterra dei viventi.

Ho intrapreso questa omelia espri-mendo il rammarico che don Giovanni-no non abbia potuto vedere il fruttocompleto del suo impegno di scrittore.Non manca di sorprenderci e di farcisorridere la sua arguta autoironia: “Do-vrei accennare al mio pallino di scrive-re o tentare di scrivere di storia salesia-na, ma alla fine mi sono arenato: è uncompito superiore alle mie forze e ca-pacità. Sono grato a chi mi ha incorag-giato, ma soprattutto a chi non lo hafatto”.

“Io in loro e tu in me, perché sian

perfetti nell’unità e il mondo conoscache tu mi hai amato e li hai amati comeami me”. La bella vita e la bella storiadi don Giovannino sono state una vita euna storia di amore. Un amore chevuole contagiare tutti, un amore chegrida, anche se silenzioso, un amoreche al contempo ci scuote e ci conforta.

Esprimo ai familiari e parenti le piùsentite condoglianze per questa scom-parsa che, se anche annunciata, lasce-rà certamente un vuoto nel loro cuore.Un grazie grande ai confratelli e al per-sonale della comunità di Pedara che perquasi dieci anni lo hanno accudito e so-prattutto gli hanno voluto bene e sonostati edificati dalla sua testimonianza.Esprimo anche sincera riconoscenza aiconfratelli, alle suore e al personaledella Casa Mamma Margherita di Messi-na per averlo accolto, curato ed accom-pagnato all’incontro con il Signore.

Grazie, don Giovannino, della tuatestimonianza, grazie della tua reticen-za, del tuo basso sentire di te, della tuainterpretazione impeccabile dell’amoredel Cristo e della passione giovanile delcuore di don Bosco. Attendici e pregaper noi in quel “posticino di Paradiso” acui fai cenno nelle ultime parole del tuoprofilo, in cui chiedi ai confratelli, alleFMA, ai parenti, agli amici, ai conoscen-ti, agli exallievi, ai cooperatori a cuiperverrà la notizia della tua morte il do-no di una santa messa “affinché il Si-gnore e la Madonna abbiano misericor-dia di me e don Bosco mi ottenga unposticino in Paradiso”.

“Beati coloro che muoiono nel Si-gnore; riposeranno dalle loro fatiche,perché le loro opere li seguono”.

Don Gianni Mazzali

Grave lutto dei salesiani di Sicilia. Èmorto all’età di 91 anni il sacerdoteDon Giovanni Iacono per tanti annisegretario dell’ispettoria salesiana sicu-la avente sede a Catania in via Cifali,presso l’istituto S. Francesco di Sales.Nativo di Modica, dopo il noviziato diformazione alla vita sacerdotale nellaCongregazione di Don Bosco fu ordina-to presbitero a Catania nel 1946, rico-

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Condoglianze a Don G. Guddemiper la morte del fratello.

Un doveroso grazieall’ing. Eugenio Frattallone

Eugenio Frattallone (fratello di DonRaimondo), ingegnere e padre di fami-glia, è stato chiamato da Dio al premioeterno dopo una vita spesa con intelli-genza e capacità a servizio del prossimoe del bene comune. Papà e marito dedi-to alla famiglia, credente sincero e aper-to mai bigotto, capace professionista euomo politico impegnato ma capace diprendere le distanze allorquando ha ca-pito la degenerazione del sistema politi-co in sistema affaristico. Ma vorrei qui ri-cordarlo per aver vissuto insieme fiancoa fianco un periodo straordinario per in-tensità e per i risultati raggiunti: mi rife-risco agli anni dal 1999 al 2004 quandosi trattò di rivedere la presenza salesia-na a San Cataldo. Don Bosco Eugenio loha sempre avuto nel cuore non solo permotivi di famiglia ma proprio per passio-ne e convinzione personale e ha fatto ditutto perchè i salesiani non lasciasseroSan Cataldo come si paventava all’iniziodel 1999. La struttura salesiana era fati-scente, ormai pericolante. Ero direttoredelle allora unite opere di CaltanissettaDon Bosco e Oratorio “S. Luigi” di SanCataldo. Ricordo una sera di gennaio1999 quando dopo uno smottamento

dell’antica sede dell’Oratorio mi disse, inseguito a un attento sopralluogo, palli-do, “dobbiamo chiudere è troppo perico-loso!”.

Gli chiesi: “Quando? Ora, subito!” mirispose e insieme passammo tristi quel-la sera e i giorni successivi. Sembravatutto finito. Di lì a poco anche la chiesadivenne inagibile, sgombrammo anche ilteatro, trasferimmo le attività ove possi-bile presso le FMA del paese. La sua te-nacia, la sua professionalità di ingegne-re le sue capacità tecniche consentironodi superare tutti gli ostacoli e di avviarela ricostruzione completata nel 2004.Grazie anche al suo impegno diretto ot-tenemmo il passaggio di proprietà del-l’area DOVE INSISTEVA L’ORATORIOdalla originaria proprietaria, la BancaPopolare “S. Angelo” ai salesiani tramitedonazione. Fu spesso presente in primapersona alle trattative.

Senza quella donazione oggi Don Bo-sco non sarebbe a San Cataldo. Sarebbelungo dire tutto quello che ha fatto inquegli anni, collaborando strettamentecon Don Nino Giordano, allora economoispettoriale, e con il sottoscritto, e comelo ha fatto! Sempre in silenzio, con di-screzione, lontano dai riflettori, non solocome professionista fece dono del suolavoro senza nulla pretendere, ma quan-do ci fu l’inaugurazione del nuovo Orato-rio che rilanciava la presenza di Don Bo-sco a San Cataldo per il terzo millennio,non ci tenne nemmeno ad essere ringra-ziato convinto che il buon Dio lo avreb-be compensato. E in quel periodo iniziòla lotta col male che lo avrebbe tolto aisuoi cari: lotta sempre serena e piena difede, anche se già diversi anni fa miconfidava i suoi timori.

Grazie a Eugenio Frattallone: oggisentiamo la sua perdita, oggi siamo unpo’ più poveri come uomini e come sale-siani.

Dio lo abbia nella Sua Gloria.

Don Domenico Paternò

prendo successivamente incarichi diconsigliere, economo e direttore in di-verse case catanesi, tra cui Salette eCibali.

Maestro elementare e instancabilestudioso, è autore del volume “Don Bo-sco e la Sicilia” sull’operosa presenzadei Salesiani nell’Isola, dai primordi diRandazzo e Catania, vivente il santofondatore, ad oggi.

Le esequie sono state celebrate nel-la matrice “S. Maria degli Ammalati” inS. Gregorio di Catania, annessa al-l’Opera Salesiana “S. Cuore” e già sededella storica casa dove si è formato ilcompianto religioso salesiano e tanti al-tri sacerdoti consacrati nella SocietàSalesiana di S. Giovanni Bosco.

Antonino Blandini

Comunicato Stampa.

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DON BOSCO E LA SICILIAQuasi una cronistoria...

PREFAZIONE

Don Bosco e la Sicilia ha lo scopo di presentare le ri-chieste che provenivano a Don Bosco dalle varie parti del-l’Isola per ottenere i Salesiani. Abbiamo preferito disporre ta-li richieste secondo le Diocesi e incontrare così i rispettiviVescovi che personalmente o tramite ecclesiastici o laici sirivolgevano al Santo. Daremo qualche notizia storica sul-l’origine di ogni diocesi e alcuni cenni biografici sui Vescovidel periodo considerato, cioè della seconda metà dell’800.L’argomento centrale di ogni capitolo sarà più o meno este-so secondo le fonti storiche a nostra disposizione. Conclu-deremo, elencando le presenze dei Salesiani e delle Figliedi Maria Ausiliatrice nei diversi centri della diocesi.

A questa prima parte segue un breve profilo storico del-le origini dell’Ispettoria Salesiana Sicula (dal 1900 al 1908),incrociando i viaggi che Don Michele Rua, primo successo-re di Don Bosco, fece in Sicilia e le richieste a lui pervenuteper nuove presenze salesiane nell’Isola.

Due appendici concludono il volume, la prima sul terre-moto di Messina e Calabria (1908) e la seconda su alcunifioretti salesiani.

Alcuni diranno che si sarebbe potuto scrivere di più. Al-tri invece, di meno. E i molti si convinceranno che si sareb-be potuto far meglio. Chi scrive, si schiera senz’altro con questi ultimi.

Ed ora una digressione. Ci si lamenta che non sia stata scritta la storia delle nostre Case. La lamentela si può giu-stificare, ma in parte. Se si leggessero le fonti classiche salesiane, si troverebbero sufficienti notizie delle nostre opere.Ma siccome – dice l’inglese Chesterton – i grandi classici sono gli scrittori che si possono lodare senza averli letti, cosìmolti della Famiglia salesiana si limitano a lodare senza... Ed ecco allora almeno i nomi dei nostri classici e i loro scritti.

- D. Giovanni Battista Lemoyne (1839-1916). Genovese, già sacerdote diventò salesiano. Ancor vivo Don Bosco sidiede a raccogliere un’immensa documentazione sul Santo che utilizzata servì a formare i 19 volumi delle Memorie Bio-grafiche. Egli riuscì a comporre i primi nove cominciando la pubblicazione dal 1898, a dieci anni dalla morte del Santo.

- D. Eugenio Ceria (1870-1957). È il secondo storico della Congregazione: nato a Biella (TO), incontrò Don Boscoe ancor giovane chierico fu inviato a Randazzo, ove rimase per nove anni. Si diede in un primo tempo agli studi classi-ci, poi s’immerse nella storia salesiana e continuò l’opera di D. Lemoyne pubblicando altri nove volumi delle MemorieBiografiche. Dal 1941 al ‘51 attese agli Annali della Società Salesiana, in quattro volumi che abbracciano un periodo di80 anni (1841-1921). Da ricordare inoltre la Vita di Don Michele Rua e di Don Filippo Rinaldi, i Profili dei Capitolari sale-siani e di 33 Coadiutori salesiani. Ultima sua fatica fu l’Epistolario di San Giovanni Bosco, anche questo distribuito inquattro volumi, di cui gli ultimi due uscirono postumi.

- D. Angelo Amadei (1868-1945). Marchigiano, conobbe Don Bosco e dal 1908 fu Direttore del “Bollettino Salesia-no”. Scrisse il X volume delle Memorie Biografiche in cui sono trattati alcuni periodi delicati della vita del Santo. Operasua è una Vita di San Giovanni Bosco in due volumi ed anche una biografia di Don Michele Rua in tre volumi. Quest’ul-tima di complessive 2590 pagine contiene una miniera di notizie sulla vita del primo successore di Don Bosco.

Alcune di queste pagine non contengono nulla di “glorioso”.Non tutti gli avvenimenti che narreremo formano un perpetuo ricamo di Azioni gloriose, ma incontreremo anche quel-

li che capitorno a gente meccaniche e di piccol affare, come direbbe il Manzoni nella Introduzione alla sua immortale Sto-ria milanese del secolo XVII.

Senza per altro voler cadere nella presunzione di catalogare personaggi e avvenimenti in prima o in seconda cate-goria, abbiamo cercato soltanto di tener presente il consiglio di Leone XIII dato agli storici nell’agosto del 1883:

La Storia non deve dir nulla di falso; non deve tacere nulla di vero.

Don Giovanni Iacono

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