N° 74 4° Bimestre 2012 Novembre Dicembre Notiziario "Divina Misericordia"

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N° 74 4° Bimestre 2012 Novembre Dicembre Notiziario "Divina Misericordia" della Chiesa di Santo Spirito in Sassia Santuario della Divina Misericordia

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  • SommarioP. 3 a 6Omelia 5 Novembre 2012150 Anni Congregazionedelle Suore

    P. 7 a 115 Ottobre 2012 Festa Litur-gica di Santa Faustina Ko-walska

    P. 12 a 159 Catechesi18 Maggio 2012

    www.divinamisericordia.itwww.faustyna.pl

    La Divina Misericordia

    Notiziario del Santuario della Di-vina Misericordia, Chiesa SantoSpirito in SassiaVia dei Penitenzieri 12 00193 -Roma

    CCP: 16311003 intestato aChiesa Santo Spirito in SassiaSantuario della Divina Misericor-dia

    IBAN: IT-50-B-07601-03200-000016311003

    RedazioneDirettore: Mons. Jozef BartVice direttore: Giovanni PiccardiGruppo redazionale: Congrega-zione delle Suore della BeataVergine Maria della Mise- ricor-dia, Anna Cantoro, AlessandroOrtenzi, Don Vincenzo Mercante

    P. 16 a 18CatechesiScuola di Preghiera28 Settembre 2012

    P. 19 a 20La Misericordia di Dio ci donala Vita Immortale

    P. 21La Divina Misericordia aLecce

    P. 22Breve Biografia Fondatricedella Congregazione delleSuore della Beata VergineMaria della Misericordia

  • 5 Novembre 2012150 Anniversario della Fondazione della

    Congregazione delle Suore dellaBeata Vergine Maria della Misericordia

    Estratto dellOmelia del Rettore Mons. Jozef BartFoto Nuova Romana Immagini

    La congregazione dellaBeata Vergine Mariadella Misericordia prendeil suo inizio in Francia, agli al-bori del XIX secolo. Allora,questo paese era colpito, pos-siamo dire, da una grave mise-ria sociale, poich sidiffondeva sempre pi la piagadella prostituzione con le suevittime degne della piet diDio, degne della compassione.La congregazione sorta pro-prio come risposta cristiana aquesta miseria. La fondatricedella congregazione fu unagiovane donna, figlia di una

    ricca famiglia borghese, Te-resa Rondeau, la quale, dietroispirazione dei Padri Gesuiti,nel 1818 apr la casa della mi-sericordia in Francia, nella suacitt natale a Laval.Lo scopo di questa casa eraprocurare rifugio per le ra-gazze moralmente cadute, ra-gazze che desideravanotornare sulla buona strada. Lacasa di misericordia a Lavalnon fu da sola n lunica casa,infatti la prima nel tempo erastata quella fondata a Borde-aux da Teresa de Lamourous.Le due congregazioni gemelle,

    con due fondatrici, non sonomai state in concorrenza fra diloro, al contrario lesperienzadelluna ha sostituito semprelattivit dellaltra. Le due case di misericordia, findallinizio, hanno incontratomoltissime difficolt, lostacoloprincipale veniva, cari fratelli,dalla societ stessa che nu-triva nei confronti di queste ra-gazze di facili costumi ungrande disprezzo.Certo ci voleva lo scorrere deltempo perch il mondoesterno giungesse alla convin-zione della preziosit della at-

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    5 Novembre 2012 - 150 Anni Congregazione delle Suore

  • 4tivit intrapresa da questecase di misericordia.Lattivit caritativa di questecase ha trovato una risposta dicompassione e comprensionea tante anime generose chesono venute in aiuto presso lecase di misericordia. Il primo passo della congrega-zione era lelaborazione delleregole che riguardavano que-ste ragazze e il lavoro del lororecupero. Il secondo momentoera dare la forma di vita reli-giosa alla congregazione. Cer-tamente il lavoro delle suoreera veramente pesante. Si trat-tava di lottare contro il demo-nio che si risvegliavacontinuamente nella vita diqueste ragazze suscitando inloro la continua tentazionedella fuga nella vita passatadel peccato. Le suore dove-vano fare un gigantesco lavorodi catechesi: trasmettere i datifondamentali della loro fede esoprattutto stimolarle in questasconfinata fiducia nella miseri-cordia del Signore.E allora a distanza di brevetempo le suore potevano ve-dere gli enormi frutti che sca-turivano dalla loro attivitcaritativa: centinaia di ragazzehanno cominciato una nuovavita, hanno capito il sensodella loro dignit di esseredonne create a immagine e so-miglianza di Dio, hanno capitoil rispetto per s e per gli altri,hanno ricevuto una nuova con-vinzione del valore e del sensodella vita umana e del suo fineultimo. Il ramo polacco della congre-gazione della Beata VergineMaria della Misericordia vienefondato il 1 novembre 1862da madre Teresa Potocka.

    Questa madre hacompiuto alcunimesi di noviziatosotto gli occhi dellafondatrice dellacasa a Laval, an-data l e da questacasa attinse la re-gola di vita religiosae i metodi di aposto-lato per fondare lacongregazione inPolonia. Il 1 no-vembre 1862 av-venne la solennebenedizione delconvento. Alcunianni dopo, nel1868, si apre unanuova casa, la pifamosa nel mondo,la casa a Cracovia. Cari fratelli e caresorellela congregazionedella Beata VergineMaria della Miseri-cordia nasce da unprofondo grido apo-stolico della suafondatrice, madreTeresa Potocka,questo grido siesprime in questo interroga-tivo: forse una cosa piccola sal-vare unanima?. Vorrei che questo grido di sal-vezza che si innalza con parti-colare vigore da questacongregazione e da questotempio romano della divina mi-sericordia, giunga agli orecchidi tutti gli abitanti della terra acominciare dagli abitanti diquesta citt eterna. forse una cosa piccola sal-vare unanima?. Infatti oggi manca lamorevolededizione personale di cui

    luomo sofferente ha bisogno,manca oggi la preoccupazioneper quel singolo che soffre,per quel singolo che si personella vita. Una tale crisi diamore, di carit fa incremen-tare la miseria di un paese o diuna famiglia, fa portare allaperdita delle anime. forse una cosa piccola sal-vare unanima?A questa domanda ha rispostoin modo straordinario SantaFaustina Kowalska che il Si-gnore ha chiamato a questacongregazione della BeataVergine Maria della Misericor-

    5 Novembre 2012 - 150 Anni Congregazione delle Suore

  • 55 Novembre 2012 - 150 Anni Congregazione delle Suore

    dia. Suor Faustina fin dalliniziodella sua vita religiosa simpe-gn con tutto il cuore nella mis-sione apostolica della suacongregazione; dopo i voti per-petui confess: Desiderostancarmi, lavorare, annien-tarmi per la nostra opera di sal-vezza delle anime immortali..(Diario, 194).E dir: Difatti per la salvezzaanche di una sola anima, vale

    la pena sacrificarsi per tutta lavita, e sopportare i pi grandisacrifici e tormenti, vedendoqual grande gloria ne riceveDio (Diario, 1435). Cari fratelli, facendo suor Fau-stina fa avanzare la missionedella sua congregazione versolumanit intera, perch, seprima quella loro missione eradestinata solo alle ragazzemoralmente decadute, suorFaustina allarga la sfera delleanime perdute, si tratta dora inpoi di tutti i peccatori, di tutti itempi, che rischiano la perditadella salvezza.

    Suor Faustina ha assegnatoalla sua congregazione la mis-sione apostolica nella chiesa edice: O mio Dio, sono consa-pevole della mia missionenella santa Chiesa.(Diario, 492); perci stataelevata al ruolo di seconda co-fondatrice della congrega-zione. La canonizzazione diSuor Faustina ha portato lacongregazione ad aprire

    nuove case sia in Polonia siain altre parti del mondo. Lesuore portano il messaggiodella divina misericordia ai car-cerati, promuovono congressimondiali, collaborano con imezzi di comunicazione, lastampa, la radio, la televisione,trasmettono le sante Messedal loro santuario di Cracoviain tutto il mondo; si occupanodella formazione degli apostolidella divina misericordia. Cari fratelli, il 150 anno dellafondazione di questa congre-gazione coincide con la cele-brazione dellanno della fede e

    con il 50 anniversario delConcilio Vaticano II. Questigrandi eventi non solo dannoornamento al giubileo di que-sta congregazione, ma confer-mano la strada apostolicaintrapresa dalle fondatrici diquesta congregazione dellaBeata Vergine Maria della Mi-sericordia, cio salvare leanime.Infatti il Concilio Vaticano II

    mostr la solleci-tudine pastoralee universale dellachiesa di Cristoper la salvezzadel mondo. Ilmessaggio disuor Faustina ela sua missionepromulgata dallacongregazionedella Beata Ver-gine Maria dellaMisericordia, di-venta oggi an-cora pi attualedopo il Concilio.Perci a voi, so-relle, spetta unparticolare com-pito apostolico e

    per compiere fedelmente lavostra missione dovete cer-care la pi alta santit dellavita: la santit che attira leanime, la santit che con-vince le anime, la nostra e lavostra santit che converte leanime, la santit gi in sestessa il trionfo della missione.Il Signore vi ha consegnatoogni anima di questo pianeta,il Signore vi ha affidato le suepecore per le quali sceso dalcielo e si lasciato trafiggere ilcuore, per esse ha chiesto ilperdono, per esse morto ed risorto.

  • Ritorna, perci, la viva vocedella vostra fondatrice: forse una cosa piccola sal-vare unanima?.Oggi siamo tutti ben consape-voli del gigantesco lavoro apo-stolico che ci attende, ancorada compiere. Questa santa in-quietudine lhanno avvertitatutti i vescovi nel recente si-nodo sulla nuova evangelizza-zione appena concluso inVaticano, il 28 ottobre.In questa missione cidevono stimolare le vi-branti parole del beatoGiovanni Paolo II por-tate questo fuoco dellamisericordia, disse, atutti gli abitanti dellaterra, i raggi della di-vina misericordia siestendono su tutto ilmondo.Perci vogliamo consanta Faustina e tutti isanti stancarci affinchogni anima di questopianeta renda culto alladivina misericordia. In questa missione in-sieme con voi care so-relle della BeataVergine Maria della Mi-sericordia, ci sentiamoprotetti e coperti dalmanto verginale dellavostra e della nostraMadonna della Miseri-cordia, Nel giorno del150 anniversario dellafondazione della vostracongregazione, desi-deriamo risentire le pa-role della Madonnarivolte a suor Faustina:ognuna di voi che per-severer nello zelo finoalla morte nella miacongregazione, eviter

    il fuoco del purgatorio. E desi-dero che ciascuna si distinguaper queste virt umilt e mi-tezza, purezza e amore di Dio,compassione e misericordia.Queste parole vogliamo che siestendano a tutti noi presentiin questo tempio di Santo Spi-rito in Sassia, centro di spiri-tualit della divina misericordiaa Roma, ci sentiamo tutti farparte della vostra casa reli-

    giosa, casa di misericordia, daquesto giubileo ripartiamo so-prattutto in questanno dellafede con nuovo entusiasmoalla conquista delle anime, so-stenuti dalla fiducia in Gesmisericordioso e stimolati dalgrido della vostra madre fon-datrice forse una cosa piccola sal-vare unanima?.Amen.

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  • 5 Ottobre 2012Festa Liturgica di Santa Suor Faustina Kowakska

    Estratto dellomelia del Rettore Mons. Jozef BartFoto di Nuova Romana Immagini

    Cosa ha da offrire almondo, cosa ha da do-nare alla nostra genera-zione? Eccomi, Signore, che vengo

    per rispondere alla Tua chia-mata. Ecco, vado alla conqui-sta delle anime, sostenutadalla Tua grazia; sono pronta aseguirTi, Signore non solo sulTabor, ma anche sul Calvario.Voglio condurre le anime allasorgente della Tua Misericor-

    dia, affinch su tutte le animesi rifletta lo splendore dei Tuoiraggi misericordiosi e si riem-pia la casa del Padre. (Diario1488).Suor Faustina si presenta cos,davanti al Signore, alla suachiesa e allumanit intera. latotale offerta della sua vita persalvare la vita degli altri, vi-vere per il bene degli altri, perla felicit degli altri, procuraregioia al Signore, consolare il

    Suo cuore ferito. Viene a cam-biare le sorti di questo mondoche precipita verso linferno, asconfiggere la grande crisi inagguato: la perdita di Dio. Lazione di satana

    Ti mando a tutta lumanit conla mia Misericordia; figlia mia,parla al mondo della mia Mise-ricordia, spinta da questogrido, da questa implorazionedivina, ha sentito un profondobisogno di comunicare, di par-

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    5 Ottobre 2012 - Festa Liturgica Santa Faustina Kowalska

  • lare ai giovani, ai malati, ai sa-cerdoti, ai lontani, ai disperatied agonizzanti. Non c tempoda perdere, luomo debole esatana se ne approfitta.Luomo distratto e satana sene approfitta. Il demonio siserve anche della crisi econo-mica e di ogni difficolt cheluomo incontra per trascinarlosulla strada della perdizione,della disperazione e del suici-dio. Oggi, tutto lo sforzo del demo-nio di distogliere luomo dalloscopo per cui nel mondo,cio conoscere, amare e ser-vire Dio; il demonio vuole at-

    trarre luomo verso unaltra di-rezione, verso lamore del de-naro, del corpo, del mangiaree bere e del divertirsi; d corsoalla sua opera di devastazionedel genere umano, perch ilvero nemico del genereumano.Suor Faustina ha annotato neldiario che molte anime sonocome pietre fredde e insensi-bili, nemmeno i miracoli lecommuovono, hanno losguardo rivolto alla terra. Ctroppo interesse per le cosedel mondo, eppure questecose un giorno devono marciree scomparire. Ecco perch as-

    sistiamo quotidianamente allamalvagit, rimaniamo sgo-menti e senza parole di frontea quotidiani episodi di vio-lenza, di odio e di infedelt,ovunque accadano. Veramente sembra che intornoa noi avanzi il deserto. PapaBenedetto XVI lo avvert findallinizio: vi il deserto dellapovert, il deserto della fame edella sete, il deserto dellab-bandono e della solitudine, ildeserto dellamore distrutto, ildeserto dello svuotamentodelle anime senza pi co-scienza della dignit e delcammino delluomo. Suor Fau-stina scrivendo che ogni graziaviene dalla misericordia, si messa in cammino sulle stradedi questo mondo per condurregli uomini fuori dal desertoverso il luogo della vita, versolamicizia con Ges. Ella ac-cende una nuova luce, manello stesso tempo le forze de-moniache si sono scatenateper spegnere questa nuovaluce, per tacitare questa vocedella Misericordia, satana co-nosce infatti la potenza delmessaggio della Divina Miseri-cordia; Suor Faustina scriveSatana mi ha confessato chesono oggetto del suo odio. Miha detto: Mille anime mi re-cano meno danno di te,quando parli della grande Mi-sericordia dell'Onnipotente(Diario 1167). Giovanni PaoloII gi nel 93 beatificando Fau-stina, si meravigliato davantia lei e disse oh Faustina,come stato meraviglioso iltuo cammino.Santa Faustina porge alluma-nit del terzo millennio tre in-segnamenti. Primo insegnamento: la santit

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  • Santa Faustina svela alluma-nit il suo segreto, quello dellasantit; scrive: fin dai mieiprimissimi anni ho desideratodiventare una grande santa Allinizio era un mio desiderionoto soltanto a Ges. Ogginon riesco a contenerlo nelmio cuore .. (Diario 1372) In altre parole Suor Faustina ri-corda a noi la vocazione uni-versale: quella alla santit,perch questa vocazione in-cisa nella Parola di Dio: siatesanti perch Dio santo. Al-lora, lincontro con Santa Fau-stina ci stimola a lavoraredentro il nostro cuore, attornoalla nostra anima per esseresanti. Ci vuole convincere chela santit alla portata di tutti,fa parte della normalit dellavita cristiana, perci si per-messa di scrivere, sotto la po-tenza dello spirito, che ognunopu diventare un grande santoperch grande la potenzadella grazia di Dio. Noi dob-biamo solo non opporci allavolont divina.Secondo insegnamento:lamoreDalla vita di Suor Faustina siinnalza un ininterrotto grido ri-volto a noi: amate Dio perch Egli buono, grande la suamisericordia (cfr. Sall. 99;117);questa la lieta notizia da gri-dare sempre e ovunque. Oggi Benedetto XVI a ricordarciquesta lieta notizia, nellaDeus caritas est scrive che ilSignore per primo ci ha amatoe continua ad amarci, Egli ci favedere e sperimentare il suoamore e da questo pu, comerisposta, spuntare lamoreanche in noi. Dio in Ges haspalancato le braccia sullacroce verso ogni anima, perci

    amiamo Dio perch in GesLui si donato senza misura anoi, Egli si sacrifica per noi,non chiede offerte ed inveceLui che offre se stesso inespiazione dei nostri peccati edi quelli del mondo intero;amiamo Dio perch ci ha libe-rati (cfr. San Paolo), non siamopi schiavi, ma liberi, ci hadato una grande dignit.Suor Faustina ci confida: de-sidero amarti quanto ancoranessuna anima umana ti haamato (Diario 283), e desi-dero amarti con ogni battito delmio cuore (Diario 288) ed an-cora Desidererei che il mondointero si tramutasse in amoreverso di Te (Diario 1771).Ebbene noi vogliamo chelamore di Dio sia lo scopodella nostra vita, di ogni nostraazione, di ogni nostro sguardoe di ogni pensiero, perch

    lamore di Dio la cosa pigrande, la nostra sapienza.Tutto ci parla di questa ric-chezza della misericordia.La misericordia ci insegue sututte le nostre strade; dicevaGiovanni Paolo II: cosa sa-rebbe di noi se non potessimocontare sulla Divina Misericor-dia; ebbene ogni giorno speri-mentiamo quanto questamisericordia si inchina dinanzialla nostra miseria, quanto Dioha nostalgia di amarci, quantoDio ci cerca quando ci per-diamo in questa vita, quantogioisce, quando ci ritrova dinuovo, non importa in qualestato, basta che ci ritrova.Noi possiamo contare sempresulla tenerezza del suo amore,in ogni nostra situazione, i car-cerati, i disperati, quelli chesono avanti gi nel cammino;questa misericordia non solo

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    la ricchezza di Dio, anche lanostra ricchezza in quanto cipermette di rialzarci e ripren-dere il fiato, di tornare a viverecon un nuovo cuore e nuovafede, speranza e carit. Perci abbiamo bisogno diquesto amore perch senzalamore di Dio il mondo nonavr mai pace, senza lamoredi Dio non c vita in noi. Sololamore di Dio pu spingerci adaccogliere e realizzare questoprogramma di carit e di mise-ricordia. Questo folle amore diDio ci porta ad esclamare inmodo spontaneo Ges con-fido in te; su questa stradadel Ges confido in te SuorFaustina ci trascina, sullastrada del totale abbandono inGes e alla sua santa volont,quella strada, che luomo dioggi ha smarrito cadendo con-tinuamente nel dubbio, nellin-certezza, nellateismo.Terzo insegnamento: la fedeDio ha fondato la sua Chiesa,e Lei andr sempre avanti, aDio appartiene il mondo e ilmondo andr avanti, ma dovla nostra fede? Auguro a tutti diincontrarsi con la testimo-nianza di Suor Faustina perscoprire la forza e la bellezzadella fede e di credere. La suastoria costruita su una federocciosa, ella scrive: non rie-sco a comprendere come sipossa non aver fiducia in Coluiche pu tutto .. Egli, il Si-gnore, non lascer che restinoconfusi quelli che hanno postoin lui tutta la loro fiducia (Dia-rio 358).Avvicinandoci allanno dellafede, prendiamo con noi que-sto splendido esempio di fedeche Suor Faustina, nel suorapporto quotidiano con il suo

    Signore, ci ha lasciato. LaSanta della fiducia in Ges

    non si dimenticher mai di noipeccatori, anzi dal cielo solle-ver un lembo affinch noi nondubitiamo della misericordia. Ci ha lasciato scritto: Sento in-teriormente come se avessi laresponsabilit di tutte leanime (Diario 1505) ed an-cora Anche la pi profondaimmersione in Dio non mim-pedir di ricordarmi di loro

    (Diario 1653, II +G.M.G).Il suo messaggio

    Cari fratelli, quotidianamentesentiamo, in questo tempio diSanto Spirito in Sassia, benviva la voce di questa suoramistica, sentiamo ben viva lasua presenza e la sua inter-cessione per noi, la sentiamoviva anche per mezzo del dia-rio scritto per ordine di Gesper il bene delle intere genera-zioni, per il bene della santa

  • madre chiesa, affinch leanime, dentro la chiesa e fuoridella chiesa, leggendo quelloscritto possano provare un con-forto interiore e siano incorag-giate ad avvicinarsi a Ges. Lasua contemplazione suscitanelluomo non solo un profondodesiderio di Dio ma anche unprofondo desiderio di implo-rare, annunciare e testimoniarela Divina Misericordia almondo. Perci lincontro con laspiritualit di Suor Faustina puincidere sullintera vita dellachiesa, dei suoi figli e degli uo-mini del mondo intero.Cari fratelli, Suor Faustina, conil suo messaggio questa gio-vane mistica riuscita a far pie-gare le ginocchia a molti uominie donne dinanzi alle anime lim-magine di Ges misericordioso.Consegnandoci la coroncinaalla Divina Misericordia, riu-scita a far innalzare verso ilcielo le mani degli uomini perimplorare la misericordia di Dio. riuscita ad aprire le portedelle chiese per la celebrazionedellora dalla misericordia; SuorFaustina riuscita a cambiare icuori pi induriti, ha trasfor-mato grandi peccatori in grandiapostoli della Divina Misericor-dia. Sono questi, diceva Gio-vanni Paolo II i fruttisorprendenti della missione diSuor Faustina, missione che sitrova solo al suo inizio.Vogliamo attingere dalla riccavita di fede di Suor Faustina peressere utili alla chiesa soprat-tutto in questo tempo di mis-sione, lasciandoci contagiareda questa grande apostoladella Divina Misericordia perpercorrere le strade della fedecon lo scopo di conquistare leanime e condurle a Cristo e alla

    sua chiesa. Facciamo nostro ilgrido di Suor Faustina: O Cri-sto, dammi le anime! Manda sudi me tutto quello che vuoi, main cambio dammi le anime(Diario 1426).Questo impegno apostolico de-poniamo con fiducia davanti aGes perch operando innome di Ges si possono com-piere i grandi miracoli, perch ilcuore di pietra diventi il cuore dicarne, perch lateo inizi a pre-gare, perch il cieco riabbia lavista, perch il paralitico si alzia camminare, perch il mutocominci a parlare, perch ilsordo riceva ludito, perch il

    morto risusciti a vita nuova, unmalato guarisca, perch lin-credulo diventi un vero cre-dente. Signore, siamo certi, sostenutidalla potenza della tua graziache opera in chi pone fiducia inte, di poter trasformare il de-serto nel giardino del paradiso.Allora s, proveremo con Mariae tutti i Santi una immensagioia nel cuore perch vedremocon i nostri occhi il trionfo dellaDivina Misericordia nelle animedei poveri peccatori.Amen

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    Catechesi del 18 Maggio 2012

    Nona catechesi

    Per grazia di Dio, per, sono quello che sono,e la sua grazia in me non stata vana... (cf. 1 Cor 15,10)

    Lessere conforme allimmagine di Ges Cristo si deve infatti a Dio stesso,ed lopera della sua grazia che dobbiamo chiedere da Lui con insistenza

    18 maggio 2012

    Nel ricordare ancora le pa-role di San Paolo:

    Del resto, noi sappiamo chetutto concorre al bene di coloroche amano Dio, che sono statichiamati secondo il suo dise-gno. Poich quelli che egli dasempre ha conosciuto li haanche predestinati ad essereconformi allimmagine del Fi-glio suo, perch egli sia il pri-mogenito tra molti fratelli;quelli poi che ha predestinati liha anche chiamati; quelli cheha chiamati li ha anche giusti-ficati; quelli che ha giustificati liha anche glorificati (Rm 8,28-30), convinciamoci che Diochiama e parla alluomo peraiutarlo a comprendere la suaesistenza come creatura e asaperla accettare come unagrazia, totalmente e realmentecreato per lodare, riverire eservire Dio il suo Signore. Ilfine principale della vocazionecristiana quindi non tantofare qualcosa ma piuttostoessere risposta a Dio. Acco-gliendo lamore di Dio e la-sciandosi da esso trasformare,

    luomo pu essere specchio diquesto Amore e divenirne te-stimonianza, glorificando conla sua vita Dio come fece laVergine Maria: Lanima miamagnifica il Signore.In Ges Cristo Dio si rivelato,nel Verbo che si fece carne evenne ad abitare in mezzo anoi; e noi abbiamo contem-plato la sua gloria, gloria comedel Figlio unigenito che vienedal Padre, pieno di grazia e diverit (Gv 1,14). Ges lesempio di che cosa significhiessere uomo e vivere cometale; come dobbiamo lodare,riverire e servire Dio; come ca-pire che tutti siamo chiamati epredestinati ad essere con-formi alla sua immagine. Lobiettivo e il contenuto es-senziale della vocazione amare Dio, perch Dio vuolefarci, per quanto possibile, par-tecipi della sua natura divinacio del suo amore. Per que-sto ci ha chiamati, e per que-sto si incarnato nel suo FiglioGes Cristo! In Lui, non solo ciha giustificati, ma anche glo-rificati; noi possiamo vivere lanostra vocazione e renderegloria a Dio aprendoci al suoamore ed accogliendo loperaredentrice del Signore nellasua morte in croce.Lostacolo ci impedisce di ac-cogliere lamore il peccatoidentificabile nella mancanzadi fiducia vera e profonda in

    Dio. Questa mancanza ci fasordi alla chiamata di Dio e di-minuisce la nostra sensibilital suo amore; in tal modo laconversione e il ritorno a Luidiventano sempre pi difficili epesanti. Dio che ci risveglia dalla le-targia e dalla superficialitdella vita; interrompe la no-stra insensibilit verso di Lui,verso noi stessi e il nostro pec-cato e ci mette nella condi-zione di tornare a Lui comefigliol prodighi, facendoci per-cepire la sua presenza e il suoamore; ci fa capire che la vo-cazione e la conversione im-pegnano tutta la vita, nongiungono mai al termine nsono mai perfette, ma sempreda approfondire e rinnovare.Dio non dimentica luomo sco-raggiato dalla sua colpevo-lezza, dai suoi fallimenti edalla sua debolezza, anzi, Diolo chiama perch tutti siamochiamati in quanto tutti ab-biamo bisogno del suo amore. importante ricordare la con-tinua indegnit nella nostra vo-cazione e la reale incapacit diviverla, se abbiamo solo fidu-cia nel nostro impegno, invecedi affidarci pienamente a Dio:solo con la piena fiducia in Luipossiamo diventare semprestrumenti nelle sue mani, edavvero lo lasciamo operareper mezzo di noi.Alluomo che sa riconoscere la

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    Catechesi del 18 Maggio 2012

    sua debolezza e il suo bisognodi redenzione, Dio manifestala sua misericordia e la sua fi-ducia. Invece luomo che, persua presunzione, pensa di me-ritare la fiducia di Dio, diventainsensibile al Suo amore e in-capace di amare il prossimo.In altre parole, la mancata per-cezione della propria debo-lezza fa diminuire sia lacapacit di provare compas-sione per laltro sia la disponi-bilit a servire laltro. PerciGes, nel formare i suoi disce-poli, voleva approfondire in

    loro la compassione perluomo debole e bisognoso,farli servitori come fece, Lui,con la lavanda dei piedi. Gesfece capire agli apostoli chenon sono i limiti e le debolezzeche impediscono il rapportoprofondo con Lui, ma la man-canza di fiducia in Lui.Una volta compreso che la vo-cazione cristiana significa vo-cazione allamore, essa nondeve rappresentare una fontedi preoccupazione o essereconsiderata come una pro-priet, ma deve piuttosto con-

    siderare i bisogni degli altri ecercare in tutto e per tutto econ chiarezza, la sola volontdi Dio, secondo lesempio da-toci da Ges. Quanto Ges dice sul monte:Io vi dico, infatti: se la vostragiustizia non superer quelladegli scribi e dei farisei, nonentrerete nel regno dei cieli(Mt 5,20), deve sempre indurciallesame di coscienza equindi a chiederci se la nostragiustizia interiore giustaanche per gli altri e se, indivi-duato il limite del nostro amore

    per laltro, percepiamo la no-stra dipendenza dallamoredellaltro, una dipendenza chesi manifesta come pura grazianon meritata, ma ricevuta congratitudine.Ges fece sentire agli apostolila grande fiducia che Dio hanegli uomini e li condussepasso dopo passo a ricono-scere che lamore vero la di-sposizione a prendere su di sle mancanze degli altri. Il Mae-stro, con grande pazienza, in-segnava loro che eranochiamati a vivere la misericor-

    dia e a testimoniare lamore diDio. Per per vivere in modoprofondo e secondo veritquesta vocazione allamore eal perdono, ci sono due condi-zioni essenziali: la compren-sione del peccato e ladisponibilit al proprio sacrifi-cio, dando anche la propriavita e pagare cos il prezzodelle colpe degli altri. Ed an-cora, Ges insegnava che peressere in grado di viverequellamore, era necessaria lalibert interiore. Luomo realizza questa condi-

    zione di libert interiore solose capace di piena fiducia inDio, la quale lo dispone a rin-negare se stesso, a prenderela sua croce e a seguire cos ilSignore, volgendo lo sguardoa colui che stato trafitto. Nonc unaltra via per crescerenellamore, anche se abbiamopaura di confrontarci con la re-alt della croce e siamo ten-tati, come gli apostoli, difuggire e di evitarla, perci ilSignore ci ricorda: Nessunoha un amore pi grande diquesto: dare la sua vita per i

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    Catechesi del 18 Maggio 2012

    propri amici (Gio. 15,13).Ricordare, contemplarle e par-lare insieme della passione ela morte di Ges sulla croceconsent ai discepoli di supe-rare langoscia e la preoccupa-zione e di sperimentare unaconsolazione crescente e pro-fonda, perch si aprirono lorogli occhi e lo riconobbero (Lc24,31), cio riconobberolopera redentrice di Dio, e,grazie a questa, di essere giu-

    stificati. Compresero di doversentire nella propria vocazionequel dono e quella grazia dicui avevano veramente biso-gno.Riconoscendo il loro bisognofondamentale dellaiuto di Dioe lasciandosi giustificare dalSignore, i discepoli, trasfor-mati dallesperienza del suoamore, potevano finalmente

    corrispondere sempre meglioalla loro vocazione glorifi-cando Dio con la loro vita etestimoniando il Suo amore.Dopo aver sperimentato pro-fondamente il mistero pa-squale, la morte e larisurrezione del Signore, nonricadono pi nellerronea sicu-rezza di s e nella dimenti-canza della loro debolezza,ma, consapevoli della Paroladel Signore: senza di me non

    potete far nulla (Gio. 15,5),con maggiore insistenza chie-dono il suo aiuto diventanocos uomini di preghiera: noncome conseguenza di ango-sciosa preoccupazione o ri-chiesta egoistica, ma comeespressione della fiducia pro-fonda in Dio e testimonianzadamore per il prossimo.

    Limportanza di questiaspetti per il nostro cam-

    mino di vocazioneQuale insegnamento ricavaredal percorso vocazionale degliapostoli? Essi riconobbero dasubito il dono della vocazione,ma lesperienza della grazianel suo significato pi pro-fondo fu fatta pi tardi, dopoun lungo cammino con il Si-gnore, dopo molti fallimenti edopo aver sperimentato nella

    vocazione la propria debo-lezza e incredulit. In altre parole: che cosa signi-fica progredire nella propriavocazione? Il concetto di progresso con-tiene leliminazione dei difetti,ill superamento delle debo-lezze e delle imperfezioniumane. Ma il cammino voca-zionale sembra andare proprio

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    Catechesi del 18 Maggio 2012

    nella direzione opposta: la vitadi Ges non finisce nella gloriae nellonore, ma nel disprezzoe nel disonore della croce e lavita degli apostoli corrispondead un cammino che fa sentirela loro debolezza in modosempre pi profondo: progre-dendo nella loro vocazione,non diventano pi perfetti esenza difetti, ma diventanosempre pi consapevoli dellaloro debolezza e incapacit;proprio per questo si fa piprofonda la loro fiducia e siuniscono pi strettamente aDio. Allinizio fu una vocazionepassiva, quasi un incarico rice-vuto, a volte pesante e perfinoinsopportabile; ma alla fine, in-vece, si attivarono per chie-derla perch riconobbero inessa la vera grazia e supplica-rono Dio di concedere loro ildono dello Spirito Santo.I discepoli gradualmentehanno compreso che lessereconformi allimmagine di GesCristo non dipende solo dal-limpegno esteriore ad imitareGes come modello della lorovita, ma il risultato di un pro-cesso di trasformazione cheDio stesso inizia e porta acompimento nelluomo che ac-cetta la sua chiamata e che siaffida al suo amore. Solo inquesto modo possiamo diven-tare interiormente conformi alSignore e avere in noi i suoisentimenti. Cos San Paoloaugura ai Filippesi e a tutti noi:Abbiate in voi gli stessi senti-menti di Cristo Ges: egli, puressendo nella condizione diDio, non ritenne un privilegiolessere come Dio, ma svuotse stesso assumendo unacondizione di servo, diven-tando simile agli uomini (Fil

    2,5-7). In tal modo luomo, cer-cando di progredire nella suavocazione, n diviene semprepi perfetto secondo le cate-gorie umane n deve rimanerefermo nella ricerca di tale per-fezione, anzi deve saper rico-noscere le proprie imperfezionie debolezze; luomo progredi-sce e diviene perfetto cre-scendo nella grazia di Dio,unendosi a Lui, che lunicoSanto, partecipando alla suasantit. La nostra vocazionealla santit la vocazione al-lunione con Dio, a essere pro-fondamente trasformati dalsuo amore, in modo da esseredavvero validi e fedeli testi-moni e strumenti del suoamore.Perci San Paolo, che si rico-nosce pienamente dipendenteda Dio, non pu altro che con-fessare: Per grazia di Dio,per, sono quello che sono, ela sua grazia in me non statavana. Anzi, ho faticato pi diloro, non io per, ma la graziadi Dio che con me. Dunque,sia io che loro, cos predi-chiamo e cos avete creduto(1Cor 15,10-11); e testimo-niare di s: Sono stato croce-fisso con Cristo, e non vivo piio, ma Cristo vive in me. E

    questa vita, che io vivo nelcorpo, la vivo nella fede del Fi-glio di Dio, che mi ha amato eha consegnato se stesso perme (Gal 2,19-20). Al modo in cui, per grazia diDio, si realizza la vocazione aessere conformi allimmaginedel Figlio suo, cos la testimo-nianza e il vivere lamore nonsono pi un obbligo impostodallesterno o un comanda-mento da rispettare, essi si tra-sformano in un desideriointeriore vivo e diventano unatteggiamento fondamentale.In questo senso San Paolopu dire: Infatti, annunciare ilVangelo non per me unvanto, perch una necessitche mi si impone: guai a me senon annuncio il Vangelo.(1Cor 9,16). Allo stesso modoin cui la vocazione sentitacome una grazia, essa divienemotivo di una continua richie-sta: Signore, fammi vivere lamia vocazione ed opera Tu permio mezzo! Che la vocazione sia sempremeglio vissuta, il motivodella nostra preghiera e ognipreghiera autentica, che cercala volont di Dio, ci dirige ne-cessariamente sulla via dellanostra vocazione!

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    Catechesi del 28 Settembre 2012

    Catechesi del 28 settembre 2012 in Santo Spirito in Sassiaa cura di Padre Mariano Cera, carmelitano,

    priore e parroco di Santa Maria in Traspontina Roma

    LA PREGHIERALa preghiera ti pone a contatto con Dio, crea una comunione, un faccia a faccia, un cuore a cuore,in cui la ricchezza di Dio si riversa sulla miseria della creatura e la fa finalmente felice. Ecco per-ch la preghiera sempre stata un bisogno fondamentale delluomo di ogni luogo e di ogni tempo.

    TRE ASPETTI DELLA PRE-GHIERA AUTENTICA

    1) Se la preghiera una rispo-sta personale alla presenza diDio, allora linizio stesso dellapreghiera rendersi coscientidi tale presenza: ricono-scerla, essere capaci di am-metterla. S, o Dio, Padre mio,tu realmente ami la vita in me.Tu ami stare con me . Ilpunto focale su Dio e su ciche Egli fa.La base e il primo passo dellapreghiera , per me, sve-gliarmi e rendermi conto della

    realt: averecoscienza cheDio in me,che ama in meil respiro elessere, cheio sono qual-cosa della suastessa vita di-vina, che Luiama tutte lemie capacit.Se nei breviistanti di cuid i spon iamoper la pre-ghiera perso-nale nonfacciamo altroche rendercicoscienti cheDio gi si stafacendo pre-sente in noi ea noi, questa

    esperienza per se stessa profonda preghiera, pre-ghiera fruttuosa. E un genuinoaprirsi verso Dio che si comu-nica a noi non appena gli of-friamo uno spiraglio per farlo.2) Una volta che ci rendiamoconto che Dio presente innoi, di ci che egli e fa pernoi, e di quanto ci ama, alloralunica risposta adeguata,ovvia e naturale :S, Tu sei, ami e fai tutto que-sto. Ma anche Grazie Si-gnore, Padre mio, perch amila vita! Grazie Ges, Fratello

    mio. Grazie Spirito Santo, per-ch vivi in me.La gratitudine la conse-guenza ovvia e spontanea ditale coscienza: di ci che Dio e di ci che egli fa per noi. Eessenziale, per avere gratitu-dine, che io abbia coscienza diricevere qualcosa da un altro.Noi parliamo e rispondiamosoltanto nel contesto di unapresenza reale.Vi un tipo di preghiera che pi o meno cos: nel nostro de-siderio buono e santo di comu-nicare con Dio, cerchiamo avolte di caricare e di infarcirela nostra preghiera: insommaprima ancora di renderci co-scienti che Dio presente innoi, ci preoccupiamo di dire, dichiedere, di fare ...; come seaprissimo una porta in unastanza buia e ci mettessimo aparlare pensando che forse ldentro ce qualcuno.E importante, invece, che ciprendiamo il tempo, in pace etranquillamente anche se ab-biamo pochi minuti da dedi-care alla preghiera, perrenderci prima di tutto co-scienti della presenza di Dio,presenza di amore, presenzacreativa, presenza che ci so-stiene e ci divinizza. Allora, lapreghiera una risposta per-sonale alla presenza di Dio.3) Il primo passo riconoscerela presenza di Dio; il secondo rendergli grazie.

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    Catechesi del 28 Settembre 2012

    Il terzo una risposta damore.Una persona corrisponde al-lamore che gli offerto gratui-tamente dicendo: anchio tiamo. Dire questo a Dio signi-fica che anzitutto prendiamocoscienza che Egli ci ama perprimo. Dire: Dio Padre mio,Cristo Fratello mio, Dio mioSpirito Santo, anchio vi amo, la nostra risposta migliore.

    OSTACOLI ALLA PRE-GHIERA

    - Una prima causa diimpedimento unainiziazione nonbuona alla preghierao una precaria edu-cazione ad essa.- Unaltra causa lamancanza di fiduciae di fede nel fattoche Egli realmentedesidera comunicarese stesso a noi.- Una terza ragione eche abbiamo pauradi sbagliare. Temiamo, se ten-tassimo questa forma di pre-ghiera, di costatare che essanon funziona per noi.Se invece rimuoviamo gli osta-coli e diamo a Dio una possi-bilit, essa funzioner sempre,poich Dio vuole realmentecomunicare se stesso a cia-scuno di noi personalmente.Tutta la nostra crescita nellapreghiera radicata nella con-vinzione che Dio presente innoi; e che questa sua pre-senza personale, previdente epiena damore, ci ricolma inmodo unico. Pi ancora, cheDio e desidera essere sem-pre pi il nostro Padre e comeogni buon padre vuole parlarciattraverso le esperienze.

    LA PUREZZA DI CUORE lunica via per incontrareDio, porta necessaria, se-condo Santa Teresa, per acce-dere alla preghiera, che incontro tra Dio e luomo: in-contro che avviene e si operanel fondo dellanima, nel suopi intimo, l dove la Bibbiachiama cuore.In questo cuore, in questofondo dellanima, il focolaredella nostra vita religiosa. l

    che Dio risiede, da questaprofondit dello spirito cheparla Dio.Ma la parola di Dio rimane ina-scoltata e lincontro reso im-possibile quando una follaturbolenta e varia di pensieri esentimenti di affetti e di desi-deri affolla il cuore.Ci vuole calma, silenzio, libertinterna. Tutto questo esige unduro lavoro di ascesi: esige lapurezza di cuore come dice ilsalmo:chi potr ascendere il montedel Signore?chi potr stare nel suo luogosanto?chi ha mani innocenti e cuorepuro.La purezza di cuore non ilvuoto, ma lAmore di Dio che

    esclude lamore di s.Lamore di Dio porta tutto al-lunit, lamore di s porta allamolteplicit e variet dei benidesiderati, porta alla divisione.Puro il cuore quando nes-suna voce del mondo e delliolo raggiunge, ma lo appenasar solo in un verginale silen-zio, allora sar con Dio: beati i puri di cuore, perchvedranno Dio.Il cuore puro nella misura in

    cui distaccato da tuttii beni che non sonoDio! Il linguaggio diGes al riguardo forte: chi ama suo padre esua madre pi di menon degno di me.Ges vuole un radicali-smo totale e definitivo.Egli ci ha dato il suocuore nella croce, orarichiede il nostro tuttointero.Un solo attaccamento

    umano pu oscurare la nostravisione o incontro con Dio: qui la fonte di ogni difficolt dipreghiera. La rinunzia cristiananon si comprende che nellin-sieme della Rivelazione e laRivelazione dominata dal-lamore: amore di Dio perluomo e risposta damoredelluomo a Dio. E questalunica via dello avvicinamentoe dellincontro. Insomma, perconversare con Dio, per en-trare da Lui, bisogna necessa-riamente lasciare tutto; condizione assoluta da cui Diostesso non pu dispensarci.S, per realizzare una pro-fonda vita di preghiera bisognaessere capaci di preferire Dioa tutti.

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    Catechesi del 28 Settembre 2012

    PRATICA DI PREGHIERAProva ad essere fedele nel-limpiegare almeno quindici otrenta minuti al giorno per ri-manere solo con Dio. Diovuole tempo per restare solocon ognuno di noi e comuni-carsi a noi.Tieni presenti questi cinquepunti:

    1. Testo della S. ScritturaPrima di iniziare il tuo tempo dipreghiera, scegli un brevetesto biblico: cinque o dieciversetti. Puoi sceglierlo la seraprecedente o qualche minutoprima di metterti a pregare:scegli un brano che desiderileggere e ascoltare in modoparticolare, assaporare, gu-stare e rivivere. Pu essere unsalmo preferito o una para-bola, il racconto di un miracoloo qualche tratto di un discorsodi Ges. In ogni caso il testoprescelto deve essere appro-priato alla tua presente dispo-sizione o necessit. Mettiqualcosa per segnare la pa-gina e tienila pronta. Forse tor-nerai o, chi sa!, non tornerai sudi essa, prima di terminate iltuo tempo di preghiera.

    2. LuogoCerca un luogo adatto dovepuoi stare solo con Dio. Moltevolte bene stare alla pre-senza del SS. Sacramento;ma se ci sono altre persone incappella, e tu desideri sten-dere le braccia o guardare inalto, o lasciar cadere le brac-cia, lamentarti piangere, pro-strarti ... cose che puoi fare sestai da solo. Cerca dunque unluogo tranquillo per stare solocon Dio e potergli parlaresenza condizionamenti: un

    luogo dove tu possa rispon-dere senza attirare lattenzionealtrui.

    3. PosizioneAllinizio prendi tempo per tro-vare una posizione tranquilla.Non siamo angeli, ma uominie donne con un corpo. Ingi-nocchiato, seduto, in piedi,prostrato. Prova varie posi-zioni fino a trovare quella giu-sta. Ogni posizionecorrisponde a diversi statidanimo.

    4. Presenza di DioRispondi alla presenza di Dio:in tutta pace ricorda a testesso come lui presente inte. Senti o di: Signore, io tiamo. Ti sento qui vicino a me.Tu sei e rimani in me....Questo richiede un certotempo, ma deve essere fatto emai affrettatamente. Non sideve accelerare questa partedella preghiera, quandanchevenisse ad occupare tutto iltempo. Di per esempio: Ti rin-grazio Signore e ti amo an-chio. In questi momenti, lacomunicazione speciale di Diopu attuarsi come profondaesperienza personale dellasua divina presenza. Talvoltaegli dispone che la sua pre-senza sia quasi percepita danoi. Quando questo accade,

    lascia che si prolunghi e chequesta esperienza prendapossesso di te e ti porti dove tunon sai. Non passare ad altro.Usa pochissime parole comeper es. Mio Signore e mioDio. Se questa esperienza apoco a poco scompare, conti-nua a ruminare quello che ti ri-corda la sua divina presenza.

    5. Testo della ScritturaTornare su di esso e porsi inascolto. Oppure forse nonavrai tempo per rileggere ilbrano che avevi scelto. Secos fosse, va bene.Se sperimenti desolazione earidit nella tua preghiera, nonprenderlo come un segno diinsuccesso; potrebbe essereun invito di Dio, perch tu ti di-sponga sempre pi ad ascol-tarlo attraverso la Parola. Pianpiano e con attenzione sus-surra o leggi a mezza voce leparole di Dio. Fa una pausa,lascia calare in te il senso dellefrasi. Terminata la lettura,torna indietro per fermarti aquello che pi senti. Sussurraqualche frase o parola, portalacon te.Una raccomandazione: nonfare elucubrazioni sulla parola.Contentati di ascoltare sempli-cemente con il cuore aperto,come un bimbo ascolta unastoria in braccio a suo padre.Quando termini il tempo dispo-nibile, ringrazia Dio per avertiparlato. Lui continuer a viverein te per il resto della giornata.

  • La Misericordia di Dio che ci dona la Vita Immortale

    Traduzione dellarticolo di Sr. Maria Faustina CiborowskaTraduzione Jadwiga Radzik

    La difesa della propriavita, la cura del propriocorpo, la conservazionedella propria salute nel mi-gliore stato e per il maggiortempo possibile, naturalenelluomo. Abbiamo pauradella morte e di solito evitiamole persone moribonde. Findallinizio della sua esistenzaluomo ha cercato di eliminarele malattie e di prolungare lavita. Nellantichit si credevaallesistenza di una sostanzache assicurava limmortalit:lambrosia. Fino ai tempi di J.Newton ..e forse ancoraoggi?.. si cerca la pietra filoso-fale identificata nellelisir dellavita in grado di ridonare ai vec-chi la giovinezza e prolungarela vita per le centinaia di anni.Spesso nei soggetti di nume-rosi film (La sorgente di Dar-ren Aronolsky per esempio) siracconta dei tentativi di trovareuna specie di panacea chedona la vita. Questidea non estranea agli sforzi di moltiscienziati. Da ci deriva lo svi-luppo dei trapianti e perfino itentativi della clonazione del-luomo. Insomma, vogliamo vi-vere in eternit epossibilmente spensierati. EDio?

    Attraverso la morte allim-mortalit

    Dio venuto al mondo per li-

    berare ogniuomo dallaschiavit delpeccato edella morte,donargli lavita eterna,quindi la gra-zia dellim-mortalit edella vita inassoluta feli-cit (cfr. Gv3,16). Inbreve defi-niamo que-sta verit : las a l v e z z a .Essa scaturi-sce: dalle vi-scere dellamisericordiadi Dio (cfr.Gr31,20; Gv1,77-78). Bi-sogna sottolineare con deci-sione che la misericordia diDio per luomo la fonte del-limmortalit. Ce lo dice chia-ramente S. Giuda nella suaLettera: mantenetevi nel-lamore di Dio, aspettando labenevolenza del Signore no-stro Ges Cristo in vista dellavita eterna (Gd 1,21). San Gio-vanni Evangelista aggiungeche la volont del Padre chesi creda nellamore di Dio che venuto al mondo per la sal-vezza delluomo (cfr. Gv 6,40).

    Lanalisi biblica dei frammenticomprendenti lespressionevita eterna dimostra chiara-mente che essa il sinonimodelle parole: felicit, saziet,cielo, vita libera dalla soffe-renza. Vuol dire innanzituttoessere in unione con Dio cheama(cfr. Dn12,2; Mt 19,16; 25;Mc 9,43).Vale la pena di notare che ilraggiungimento dellimmorta-lit avviene non attraverso ilprolungamento della vita, oevitando il dolore oppure con-centrandosi sul proprio io ma

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    La Misericordia di Dio che ci dona la Vita Immortale

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    La Misericordia di Dio che ci dona la Vita Immortale

    attraverso una specie di mortedoppia e cio una vita piena difatiche, sofferenze e lacrime.Per prima cosa si dovrebbeestinguere luomo vecchio(che ama soltanto ci che comodo e piacevole per lui,cfr. Ef 4,22), il che implica unacerta metanoia e cio il cam-biamento di se stesso spie-gato da Ges con la paraboladel chicco di grano morente,(cfr. Gv 12,24). Il filosofo da-nese Kierkegard nella sua teo-ria dello sviluppo delluomoafferma che necessario unsalto che consistenel passare dal li-vello estetico (do-m i n a z i o n edellegoismo) fino allivello religioso,quindi uscire fuoridel proprio ioverso il tu oppureTu. Ci mostra lavisione entusia-smante della mortefisica, biologica inquanto liberazionedalla disperazione. Perch il processodella realizzazionedei nostri desideripi profondi e la li-berazione autentica delluomoavviene attraverso una viacos dolorosa? Primo: luomoper giustizia deve subire leconseguenze del peccatoquindi morire secondo laffer-mazione di San Paolo: la ri-compensa del peccato lamorte (Rm 6,23). Secondo,cerchiamo di immaginare chetutta la nostra eternit consistesoltanto nel prolungamentodella vita e nel rallentamentodel processo dellinvecchia-mento, quindi nel continuo

    andare dal medico. Riempiedi ottimismo una tale prospet-tiva? Non che la morte difronte a una tale visione del fu-turo appare come una benedi-zione e un vero dono dellamisericordia come nota lAu-tore della Lettera ai Romani:il dono di grazia di Dio la vitaeterna in unione con CristoGes nostro Signore (Rm6,23 cfr. Rm 5,21)? Immorta-lit quindi significa una vitasempre libera dalla sofferenza,dalla vecchiaia e dalla morte.Ladempimento dei desideri,

    dei sogni di vita eterna nonpu essere un vegetale, unacellula presa da un animale.Questa certezza risulta da unadeduzione logica: come puci che creato e che deve fi-nire diventare fonte dellim-mortalit? Forse luomoinconsciamente cerca la Fontedella vita e cio Dio (Sp13,1)? E significativo che SanGiovanni Evangelista quandoscrive della vita eterna indicala Persona di Ges Cristo: poi-ch la vita si manifestata e

    noi labbiamo veduta e nediamo testimonianza e annun-ziamo questa vita eterna cheera presso il Padre (1Gv 1,2).

    Limmortalit aportata di mano

    Dio letteralmente ci porgelelisir della vita. Quella medi-cina per limmortalit e la sa-lute a portata della nostramano. Lunica condizione perapprofittarne e la FEDE e laPAROLA : Questo il paneche discende dal cielo. Sequalcuno mangi di questo

    pane, vivr in eterno(Gv 6,51). Disse loroGes: In verit, in ve-rit vi dico: Se nonmangiate la carnedel Figlio delluomo enon bevete il suosangue, non avete lavita in voi (Gv 6,53).Questa realt si veri-fica in ogni Eucari-stia. La morte non fapaura alle personecredenti con unafede viva nella pre-senza reale di Diosotto la forma delpane e del vino. Lamorte appare loro

    come un sogno, dopo il risve-glio luomo si trova nel senodel Padre amoroso, nella pa-tria dellimmortalit, nella vitamigliore. La fede : garanziadelle cose sperate, prova perle realt che non si vedono(Eb 11,2).Quanta poca fede c in noiQuante energie perse alla ri-cerca dei sostituti dellimmor-talit. Quanta poca seriet nelnostro comportamento versoDioQuanto poco.

  • Padre Vincenzo Cosimo Caretto

    Nuovo Rettore della Chiesa di Cristo ReCentro di Spiritualit della Divina Misericordia in Lecce

    Padre Vincenzo Caretto nato a Trepuzzi (LE) il 26settembre 1943. Sin dapiccolo sintravede la sua incli-nazione religiosa con la parte-cipazione attiva alla SantaMessa; frequenta, dopo glistudi e contemporaneamenteal lavoro di praticantato,lAzione Cattolica ambienteche lo aiuta a scoprire la suavocazione alla vita consacratalaicale. Attraverso Don Arcan-gelo Giordano conosce la con-gregazione dei Missionari dellaDivina Redenzione di cui entraa far parte, nonostante i nume-rosi ostacoli familiari l1 aprile1964. Conclusa la formazioneil 30 dicembre 1968 consegnai voti perpetui nelle mani di

    Padre Arturo DOno-frio.Dopo aver frequen-tato e superato con ot-timi risultati il corsodinfermiere pressolospedale dei Pelle-grini Santissima Tri-nit di Napoli, ilgiovane religioso-laico, parte il 5 maggio1971, alla volta dellaColombia, dove rico-pre lincarico di ani-matore vocazionale.Alla luce di tale espe-rienza e meditandosulla parola di Dio, ilgiovane Vincenzo ini-zia a chiedersi se Dio

    stesse chiamando anche Lui;decide di parlarne con il suosuperiore che certo non inco-raggia la sua vocazione; graziealla sua ostinazione e dopomolte insistenze, ha lassensoa intraprendere gli studi filoso-fici e teologici. Tornato in Italia,il 9 dicembre 1983 ordinatosacerdote dei Missionari dellaDivina Redenzione il 2 gen-naio 1984.Tra i vari incarichi da lui rico-perti ricordiamo quello di Cap-pellano delle Suore PiccoleApostole della Redenzione edi Rettore del Santuario sortonel ghetto di Medellin, primis-simo incarico questo tornato,da sacerdote, nella sua Co-

    lombia quella terra cio che liaveva rivelato la sua voca-zione sacerdotale.Nel novembre 1985 torna defi-nitivamente in Italia ed nomi-nato direttore dellistitutoAnselmi di Morigliano (NA)dove, oltre alla normale attivitdi recupero dei minori, crealoratorio di San Filippo Nericentro di formazione e ricrea-zione dei fanciulli, adolescentie giovani della citt.Nel 1997 arriva nella diocesi diLecce, dove ricopre lincaricodi vice parroco a Trepuzzi,Squinzano e Torchiarolo postiin cui crea diversi gruppi pasto-rali.Nel 2002 Padre Vincenzo in-viato presso lOspedale VitoFazzi di Lecce a ricoprire lin-carico di Cappellano del noso-comio; qui si distingue per lasua dedizione nel fornire con-forto e sostegno a tutti coloroche ne abbiano bisogno sianoessi ammalati o loro familiari.Dall1 settembre 2012 Ret-tore della Chiesa Di Cristo ReCentro della Divina Misericor-dia.

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    La Misericordia di Dio che ci dona la Vita Immortale

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    150 Anni Congregazione delle Suore - Biografia Fondatrice

    Madre Teresa Potocka(1814 - 1881)

    Fondatrice della Congregazione delle Suore dellaBeata Vergine Maria della Misericordia

    Nacque il 22 ottobre dellanno 1814 a Var-savia come terza dei cinque figli del prin-cipe Antoni Pawe Sukowski e di EwaKicka. Al santo battesimo ricevette il nomeEwa. Dopo la morte della madre rimase, nel ca-stello di Rydzyn,sotto la prote-zione del padreche si occupdelleducazionee della forma-zione dei bam-bini con spiritocristiano e pa-triottico. Nel-lanno 1838 ellaspos il conteWadysaw Po-tocki daChrzstow vi-cino a Czsto-chowa. Dopo unm a t r i m o n i osenza figli, allamorte del ma-rito, ella inizi apensare a unatotale dedizionea Dio e alla fon-dazione del-lopera dellaMisercordia. Se-guendo il consi-glio del direttore spirituale don Zygmunt Golian,assieme alle sue compagne part per Laval inFrancia, dove sotto la direzione di m. TeresaRondeau conobbe i metodi di lavoro per il re-cupero delle ragazze e della donne moral-mente decadute. Dopo un noviziato abbreviato,durante la vestizione, ricevette il nome conven-tuale di Teresa. Da Laval port lesperienza e

    le regole che dovevano servire a mantenere lostesso stile di vita delle suore e di lavoro apo-stolico in una nuova istituzione indipendente inPolonia. Al ritorno in Polonia ricevette un invitoda parte dellarcivescovo Zygmunt Szczsny

    Feliski e rilev Lacasa di protezione a Varsavia in Viaytnia, che fu ben-detta il 1 novem-bre dellanno 1862.Questa data vieneuniversalmente ac-cettata come la-data delliniziodellattivit dellaCong regaz ioendelle Suore dellaBeata Maria Ver-gine della Miseri-cordia in Polonia.Nellanno 1868 m.Potocka apr unacasa a Cracovia.Nellanno 1878 ellaaccett la propostafatta dalla Congre-gazione di Laval, diriunire le due fami-glie conventuali alfine di ottenere laconferma da partedelle Sede Aposto-

    lica. Dopo aver ottenuto il decreto di approva-zione dalla Sede Apostolica, ella gest le casepolacche come vicaria dipendente dalla supe-riora generale di Laval. Mor, inseguito a unalunga malattia, il 6 luglio dellanno 1881 a Villa-nova, ed stata sepolta nella tomba della Con-gregazione a Powzki a Varsavia