N° 86 4° Bimestre 2014 Novembre Dicembre Notiziario "Divina Misericordia"

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N° 86 4° Bimestre 2014 Novembre Dicembre Notiziario "Divina Misericordia" della Chiesa di Santo Spirito in Sassia Santuario della Divina Misericordia in Roma

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  • Sommario

    Divina MisericordiaNotiziario del Santuario

    della Divina Misericordia

    Chiesa Santo Spirito in Sassia Viadei Penitenzieri 12 00193 - Roma

    CCP: 16311003 intestato a ChiesaSanto Spirito in Sassia Santuariodella Divina Misericordia

    IBAN: IT-50-B-07601-03200-000016311003

    Redazione Direttore: Mons. JozefBart

    Gruppo redazionale: Congregazionedelle Suore della Beata VergineMaria della Misericordia, Anna Can-toro, Alessandro Ortenzi, Don Vin-cenzo Mercante

    3 - 5S. E. Card. FiorenzoANGELINI

    6 - 922 Ottobre 2014I Festa liturgica diSan Giovanni Paolo IIOmelia Mons. Bart

    10 - 13Catechesi i Doni delloSpirito SantoLa Sapienza

    14 - 16ArrivederciSuor Paolina

    www.divinamisericordia.itwww.faustyna.pl

    17 - 19Ricordo di Mons. Stephan Hunseler

    Foto in copertinaS. E. Card. Fiorenzo ANELINI, Cardinale PresbiteroTitolare della Chiesa di Santo Spirito in Sassia.

    Foto in quarta di copertinaCorona di Avvento omaggio del Fiorista Andreas diSelva di Val Gardna

  • S. E. Card. Fiorenzo ANGELINI tornato alla casa del Padre

    Si spento nella notte del 22 Novembre a Roma il cardinale Fiorenzo Angelini, prefetto emeritodel Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari. Aveva 98 anni

    Si spento nella notte del22 Novembre a Roma ilcardinale Fiorenzo Ange-lini, prefetto emerito del Pontifi-cio Consiglio per gli OperatoriSanitari. Aveva 98 anni. Nato nel cuore della vecchiaRoma, a Campo Marzio, ilprimo agosto del 1916, Fio-renzo Angelini diventa sacer-dote il 3 febbraio del 1940.Erano i tempi duri della guerra.Il giovane prete inviato ad aiu-tare il parroco di San MicheleArcangelo, una parrocchia del-l'estrema periferia di Roma, aPietralata: qui c'era bisogno ditutto e nessuno era in grado difornire il minimo di assistenza.Angelini si rimbocca le manicheper dedicarsi alla gente soffe-rente. Fonda il Segretariato diAssistenza al popolo, un'orga-nizzazione che riesce ad assi-stere migliaia persone. Apre poiin Via Pannonia una mensa peri pi poveri. Lui stesso si oc-cupa di spaccare la legna ne-cessaria a far funzionare lecucine.Nel 1945 viene chiamato a rico-prire l'incarico di assistente ec-clesiastico nazionale degliuomini di Azione Cattolica. Si fapromotore, in questa sua nuovamissione pastorale, di nume-rose e diverse iniziative di carat-tere culturale, sociale e

    ricreativo. Tra l'altro in questoperiodo organizza la primaFiera della stampa cattolica. Nel1947, con il prof. Gedda orga-nizza il grande incontro del-lAzione Cattolica con Pio XII:duecentocinquantamila le per-sone presenti in Piazza San

    Pietro. Si impegna anche nell'in-segnamento della religionenelle scuole statali e per setteanni (dal 1947 al 1954) mae-stro delle Cerimonie Pontificie.Nel 1956 consacrato vescovoe viene chiamato ad occuparsidell'Assistenza spirituale nelle

    S. E. Card. Fiorenzo ANGELINI

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  • 4cliniche e negli ospedali diRoma. Da questo momento ini-zia il suo instancabile impegnonel mondo della sanit. Dalgennaio 1977 al febbraio 1985 stato anche vescovo ausiliareper la diocesi di Roma.L'11 febbraio 1985 viene nomi-nato da Giovanni Paolo II pro-presidente della PontificiaCommissione per la Pastoraledegli Operatori Sanitari e nomi-nato arcive-scovo. Nel1988 diventa p r e s i d e n t edella mede-sima Commis-s i o n e ,denominata poiPontificio Con-siglio per gliOperatori Sani-tari.Rendere piumano il voltodella soffe-renza stato loscopo princi-pale di un'atti-vit che,esplorando ilmondo scienti-fico ai pi alti li-velli, ha tentatodi porre l'uomoche soffre alcentro della sa-nit. I medicisono il suoprimo "obiet-tivo". Fonda nel1959 l'Associa-zione dei Me-dici Cattolici Italianidivenendone assistente eccle-siastico nazionale.Successivamente d un nuovoimpulso alla pastorale dei cap-pellani ospedalieri. Al ConcilioVaticano II propone l'attuale li-turgia del Sacramento dell'Un-zione per gli Infermi. Quindi si

    rivolge al mondo scientifico persollecitarne un maggiore impe-gno nella ricerca di tutti i rimedipossibili per lenire la sofferenzama soprattutto per riaffermare lacentralit dell'uomo. Su questigrandi valori desidera che si in-contrino scienziati di tutte leparti del mondo offrendo loro lapossibilit di superare steccati ebarriere in nome dell'umanit.Rientrano in questo ideale sia la

    realizzazione di corsi internazio-nali di Medicina e Morale, sial'organizzazione di grandi Con-ferenze Internazionali che an-nualmente, dal 1986, hannoaffrontato tematiche fondamen-tali per la vicenda umana.Autore di oltre quattrocentopubblicazioni su argomenti di

    etica medica, di assistenzasocio-sanitaria e religiosa tra lecorsie degli ospedali, fonda in-numerevoli opere sanitarie neiPaesi pi poveri.Giovanni Paolo II lo crea cardi-nale nel Concistoro del 28 giu-gno 1991, del Titolo di S. Spiritoin Sassia, Diaconia elevata prohac vice a Titolo Presbiterale.La messa funebre stata cele-brata dal cardinale decano, il

    quale hat e n u t ol omel ia.H a n n oconcele-brato unaq u a r a n -tina traporporatie presuli,fra i qualiil cardi-nale Lo-z a n oBarragne larcive-scovo Zi-m o w s k i ,s u c c e s -sori di An-gelini aldicasteroper la pa-s t o r a l edella sa-lute. Alrito, di-r e t t odallufficiodelle cele-brazioni li-t u rg i che

    del Sommo pontefice e animatodai canti della Cappella sistina,erano presenti, tra gli altri, fami-liari del porporato e le suore be-nedettine riparatrici del santovolto di Nostro Signore GesCristo, con la superiora gene-rale Maurizia Biancucci.Nella cappella della loro casa

    S. E. Card. Fiorenzo ANGELINI

  • madre a Bassano Romano, ilcardinale ha voluto essere se-polto per riposare vicino al fon-datore della congregazione, ilvenerabile abate IldebrandoGregori.(Angelo Sodano) giunta loradi dare lestremo saluto al no-stro compianto cardinale Fio-renzo Angelini. In questomomento ci avvolge un velo dimestizia, perch la Chiesa diRoma perde uno dei suoi figlipi benemeriti.In realt, per ben 74 anni, dallontano 1940 che lo vide comegiovane sacerdote romano finoai giorni nostri, egli stato ungeneroso pastore che ha servitola comunit di Roma, primacome presbitero di periferia epoi come vescovo e cardinale.Talora egli ci ricordava pureche, come ausiliare di Roma,aveva pure partecipato al conci-lio ecumenico Vaticano II, sem-pre presente nel suo spirito.Anche la Curia romana sistringe oggi intorno al feretro diquesto grande uomo di Chiesa,che di fronte alle difficolt deitempi in cui fu chiamato ad ope-rare, fece suo il motto del PapaPio XII: Non lamento, maazione. Talora egli ripetevapure le parole di santAgostino:I tempi siamo noi. Quali noisiamo, tali saranno i nostritempi!Intorno allaltare del Signoreoggi sono qui convenuti moltisuoi collaboratori, specialmentequelli che con lui lavorarono nelvasto campo dellapostolato deilaici e poi in particolare nelcampo della pastorale sanitaria.In realt, alla cura degli amma-lati egli consacr pure molti annidella sua vita, fin da quando ilPapa Pio XII, nel 1956, lavevachiamato ad essere vescovoausiliare di Roma, incaricandoloin particolare dellassistenza

    spirituale agli infermi della dio-cesi. Egli continu poi tale ser-vizio su scala mondiale, quandoil Papa Giovanni Paolo II, nel1985 lo chiam a guidare laPontificia Commissione per laPastorale degli Operatori Sani-tari. Il suo nome rester persempre legato a tale importantemissione caritativa dellaChiesa!Certo, un velo di mestizia oggici avvolge nel separarci da unapersona cara. Ci conforta perla luce della Parola di Dio, cheor ora stata proclamata din-nanzi a noi. la parola rivoltadallo Spirito Santo allApostoloGiovanni: Beati i morti chemuoiono nel Signore... Essi ri-poseranno dalle loro fatiche,perch le loro opere li segui-ranno (Apocalisse 14, 13). Mo-rire nel Signore: la pi belladefinizione della morte del cri-stiano. pure il pi bel confortoper ogni ministro di Dio.Il Vangelo di oggi ci ha poi ricor-dato le Beatitudini promesse dalSignore ai suoi discepoli. In par-ticolare noi oggi vogliamo implo-

    rare dal Signore per il nostrocaro Cardinale la beatitudinepromessa ai misericordiosi:Beati i misericordiosi, perchotterranno misericordia (Mat-teo 5, 7).In realt il nostro cardinale,anche nei suoi ultimi anni di vita,ha saputo intraprendere semprenuove iniziative in favore dei po-veri e dei sofferenti. Ne sono te-stimoni in particolare le suoreriparatrici del santo volto diGes, nella cui casa generaliziadi via della Conciliazione egli havissuto in questultimo periododella sua vita e che poi lhannoassistito con tanto amore.Miei fratelli, vorrei infine invitarviad affidare a Maria Santissimalanima benedetta del nostrocaro cardinale. Fin dagli annidel seminario romano, egliamava rivolgersi a Maria con lanota invocazione: Mater mea,fiducia mea. Questa madredella Fiducia lintroduca ora inParadiso, con tutti gli Angeli e iSanti del cielo!(DallOsservatore Romano, Edi-zione del 26 Novembre 2014)

    S. E. Card. Fiorenzo ANGELINI

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  • 6Cari fratelli, con grandecommozione, congrande gioia, con grandespirito di contemplazione vi-viamo questa giornata, primafesta liturgica di San GiovanniPaolo II. La celebrazioneodierna di questo santo era pre-vista nei cuori di tanti fratelli esorelle che lhanno incontrato eche hanno compreso subito: tusei un santo. Quel grido durantela celebrazione delle esequie, 8aprile 2005, santo subito,quanti lhanno fatto in anticipo,durante la vita: tu sei un santo! Da studente, ho avuto tantissimiincontri con Giovanni Paolo II,ho parlato personalmente conlui, perch Giovanni Paolo II, ame come ad altri, ha dedicato ilsuo tempo, di questo io lo rin-grazio. Lui, pontefice, puravendo nella sua testa e nel suocuore tutti i problemi del mondoe della Chiesa, si interessatoalla mia vita, alla mia vocazione,mi ha fatto domande ed aspet-tato risposte, mi ha fissato negliocchi, mi ha dato la benedi-zione, tutto ad una sola per-sona. E quindi quando tornavodallincontro con GiovanniPaolo II ero non solo cambiato,non ero pi come prima, maquasi mi veniva la voglia di vo-lare ad alta quota, non volevostare pi per terra, volevo al-

    I Festa Liturgica di San Giovanni Paolo II

    22 Ottobre 2014I Festa Liturgica di San Giovanni Paolo II

    Omelia di Mons. Jozef Bart

  • zarmi in aria. Lui ha saputo darequellimpulso di gioia, di entu-siasmo, di vita, di preghiera distare con Dio, talmente eccezio-nale e forte che quando ci si di-staccava era difficile tornare acasa. Vorrei che tutti voi qui pre-senti, sappiate sentire questoabbraccio di Giovanni Paolo II.

    Quellabbraccio del papa era unabbraccio verso lumanit in-tera, un abbraccio come sa laMadre di Misericordia, lui vor-rebbe coprire tutta lumanitsotto il suo manto; in questachiesa, poi, questo abbraccioassume una dimensione parti-colare, la sua Chiesa. Quando giunto qui, il 23 aprile 1995,sofferente, aveva particolari dif-ficolt a salire queste scaledopo la rottura del femore, ve-

    nuto sofferente e mi dicequando lho accolto davanti allachiesa: questa volta vengonella tua casa. Nella tua casa!Ha voluto questa chiesa per laDivina Misericordia, ha sognatoquesta chiesa, ma aveva anchesaputo che in questa chiesa nel1959 il parroco aveva gi cele-

    brato la festa della Divina Mise-ricordia. Il papa era toccato daquesta notizia e fu uno dei mo-tivi per cui scelse questa chiesae non altre. Allora questo ab-braccio di Giovanni Paolo II cherimarr sempre in questo tem-pio, un abbraccio per tutti i fe-deli che oltrepassano le porte ecercano nella Divina Misericor-dia aiuto, rifugio, speranza, gua-rigione perch lui disse: dovese non nella Divina Misericordia

    il mondo trover rifugio e spe-ranza. Dove si pu trovarequesta guarigione, la pace e laserenit se non nella misericor-dia!

    Certo questo tempio unluogo di particolare rilievo spiri-tuale, come evidenziano le con-fessioni che tutti i giorni, dalle

    15 alle ore 20, vengono ammi-nistrate sia da vescovi e sacer-doti disponibili della curia, sia dasacerdoti della Compagnia diGes; una grazia donata daGiovanni Paolo II. Voi ben sa-pete che ogni convertito pro-voca gioia nel cielo e nel cuoredi Dio. Perci sentitevi abbrac-ciati, accolti da questo ponteficeche per la sua vita ha volutoscegliere la Divina Misericordiaquale filo conduttore, da gio-

    I Festa Liturgica di San Giovanni Paolo II

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  • 8vane, da sacerdote, vescovo eda papa. E ogni qualvolta, comequi in questa chiesa, si svolgeun dialogo con Ges Misericor-dioso, ogni qualvolta si invoca laDivina Misericordia e si predicala Divina Misericordia, allora noisiamo in unica, continua unionee comunione con GiovanniPaolo II. Perch lui ha voluto evuole questo: che voi annun-ciate la misericordia, invochiatela misericordia, operiate la mi-sericordia; lo disse qui nella vi-sita che ha fatto il 23 aprile 95,chiedendo di portare a tuttiquelli che soffrono nel corpo e

    nello spirito lamore misericor-dioso di Ges. E infine, se vo-gliamo ringraziare sempre, oggie sempre, Giovanni Paolo II, lodobbiamo fare per latto del 17agosto 2002 a Cracovia, consa-crando ognuno di noi alla DivinaMisericordia; ha consacratotutti, prigionieri, carcerati, malatie sofferenti, lontani, ricchi e po-veri ben sapendo che questoatto di consacrazione porterabbondanti frutti spirituali alleanime di questo mondo.

    Ci sta avvenendo. Ci me-ravigliamo, come mai tutta que-sta gente viene, come mai le

    immagini di Ges Misericor-dioso si diffondono nelle chiesee nelle parrocchie, come mai isacerdoti predicano la DivinaMisericordia, come mai tantepersone si consacrano alla Di-vina Misericordia. Come mai?La risposta sta nella consacra-zione del 17 Agosto del 2002fatta da Giovanni Paolo II con-sacrando tutta lumanit alla Di-vina Misericordia, affinchquesta misericordia raggiun-gesse tutti gli abitanti della terrae tutti la sperimentassero. Tuttoci si conferma nellattivit apo-stolica dei suoi successori; ilpapa emerito Benedetto XVI, dateologo, ha voluto apporre lasua firma a questo culto, affer-mando che non una devo-zione secondaria, ma fa parteintegrante del cristianesimo,perch dire Ges confido in te riassumere in una sempliceespressione la nostra fede, ilnostro credo cristiano: la fedenella onnipotenza e dellamoremisericordioso di Dio. Non cda meravigliarsi del gesto dipapa Francesco che il 17 no-vembre scorso prende in manola misericordina e la consegnaallumanit, una semplice sca-tola, tipo medicina, dove c unrosario, c un santino con lIm-magine di Ges misericordiosoe con il bugiardino che, in que-sto caso, indica come pregare,con frammenti degli scritti diSanta Faustina sulla potenza edefficacia della coroncina alla Mi-sericordia.Fratelli, i santi non sbagliano,cari amici, vedono lontano evanno lontano. Lui ha dato ilcorpo e il sangue per questoculto, ha avuto il coraggio elumilt di affiancare la missionedi Santa Faustina e non si spaventato per le critiche deiteologi, per le difficolt che haincontrato soprattutto nella sua

    I Festa Liturgica di San Giovanni Paolo II

  • et avanzata. Ma tutto questoserviva al trionfo della DivinaMisericordia. Il Signore gli haconcesso come premio perquesto lavoro apostolico per laDivina Misericordia che salva leanime, che riempie il paradiso eche svuota linferno, di acco-glierlo nella Sua Casa alla vigiliadella festa della Divina Miseri-cordia. Quali pi grandi segnivogliamo toccare, proprio comeTommaso, per dire s, Tu o Si-gnore sei il mio Dio e mio Si-gnore, a Te devo servire, Tedevo amare, a Te consegnare lamia vita. Ecco allora la do-manda che Ges fa proprio inquesto vangelo mi ami tu?. Ioamo io il Signore? Spesso lanostra debolezza e la fragilit, cifanno rifuggire da questa rispo-sta, come faccio io, misero pec-catore, a rispondere a questadomanda, io nella mia debo-lezza, miseria e fragilit? Nellamisericordia c la risposta: chiconfida in essa, pu risponderecome Pietro Signore tu sai cheio ti amo, perch a chi confidanella misericordia il Signoreapre le braccia. Queste mani di Giovanni PaoloII aperte fin dallinizio del suopontificato non si chiuderannomai e come le braccia di Cristosulla croce saranno sempreaperte perch riflettono il pigrande attributo di Dio, la suamisericordia: la porta aperta,spalancata. Oggi, da santo,Giovanni Paolo II l attivo,operante e in cammino fra noisenza alcun limite e divieto; noisperimentiamo la sua santa pre-senza: quanti lo pregano in SanPietro, davanti alla sua tomba,oppure qui davanti alle sue reli-quie, quanti si rivolgono a lui ericevono conforto e innumere-voli grazie. Amen.

    I Festa Liturgica di San Giovanni Paolo II

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    San Paolo in Gal 5,22 li de-finisce piuttosto fruttodello Spirito,: Il fruttodello Spirito amore, gioia,pace, magnanimit, benevo-lenza, bont, fedelt, mitezza,dominio di s. Notare il singo-lare: frutto e non frutti, per evi-denziare il potere unificante deinove doni nellunico dono che lo stesso Spirito.La catechesi tradizionale ha poifatto la scelta di un numero piintuitivo rispetto al nove e cio ilsette. In questo caso ha prefe-rito fondarsi su un noto passodel Profeta Isaia (11,1-3a): Ungermoglio spunter dal tronco diIesse, un virgulto germoglierdalle sue radici. Su di lui si po-ser lo spirito del Signore, spi-rito di sapienza e di intelligenza,spirito di consiglio e di fortezza,spirito di conoscenza e di timoredel Signore. Si compiacer deltimore del Signore. Lavorandoun po su questa citazione,anche sulla base della versionegreca della Bibbia, detta la Set-tanta, si arrivati al nostro testodi riferimento: i classici setteDoni dello Spirito Santo. Sitratta di sette sfaccettature di ununico dono. Sette manifesta-zioni dellunico Spirito.

    LA SAPIENZA

    Il dono della Sapienza non sol-tanto il primo nella lista, ma soprattutto lUnico, la manifesta-zione pi completa dellUnicoSpirito. Egli, come in un cande-labro a sette braccia, la luceposta pi in alto, quella che irra-dia della sua luce tutte le altremanifestazioni.La Sapienza non consiste nelsapere qualcosa, anchequello, ma piuttosto ci viene in-fusa per essere al servizio delnostro sapere come e del no-stro sapere perch. Potremmoanche conoscere razional-mente, catechisticamente e teo-logicamente Dio, nella manierapi ineccepibile, eppure po-tremmo non averlo mai vera-mente incontrato come Personae non solo come contenuto diun conoscere. Del sapere per-ch, cio delle motivazioni veree profonde del nostro cono-scere in verit Dio e la sua vo-lont, ci occuperemo pidettagliatamente quando affron-teremo il secondo dei donodello Spirito, cio lIntelletto. Perora ci soffermiamo sul come,cio sulle condizioni interiori delnostro aprirci a Dio, grazie alloSpirito che ci viene infuso.Dovremmo imparare a lavoraresu due aspetti, soprattutto nel-

    lorazione, e cio sui pensieri esulle convinzioni.Molti pensieri occupano in ma-niera costante la nostra mentee il nostro cuore, se non ci ap-prestiamo a purificarli, essi ci fa-ranno sempre vivere decentratirispetto alla situazione chestiamo vivendo. Un esempioche pu apparire anche banalema che importante: se du-rante questo incontro io sto giin qualche modo pensando aquello che mi aspetta dopo, perme di fatto lincontro gi finito;indubbiamente mi rester den-tro qualcosa, ma solo a livello diframmento, mi sfuggir la tota-lit dellevento, quindi la suaspecifica verit. Non ricor-dando qualche citazione del miodiscorso che si trarr un fruttovero, ma solo entrando in sinto-nia completa con me che parlo,con il luogo, con i fratelli e le so-relle seduti accanto a me e so-prattutto con lo Spirito che pienamente presente qui edora, per me. Dopo sar gi unaltro momento, non importa sepeggiore o migliore: sar sem-pre qualcosa daltro. Non cam-bier ci che mi aspetta dopoquesto incontro per il fatto cheio stia gi con la mente in unaltro spazio-tempo, importa in-vece che il Signore mi abbiapreceduto qui ed ora per esserecon me e darmi qualcosa di S.

    Catechesi i Doni dello Spirito Santo - la Sapienza

    DONI DELLO SPIRITO SANTO

    La Sapienza

    Catechesi del 17 ottobre 2014 in Santo Spirito in Sassiaa cura di don Marco Simbola

    ciclo di catechesi sui sette doni dello Spirito Santo

  • Non facile questa purifica-zione dei pensieri, ma questonon vuol dire che sia impossi-bile. Impariamo a distinguere!Soprattutto non siamo abituati afarlo. La purificazione dei pensieri ci utile in ogni occasione per impa-rare a stare nelle situazioni.Tutti noi potremmo fare altrecose, essere altrove, esplorarealtre possibilit, dare qualcosadi noi in altri ambienti; se ci sof-fermiamo su questo ventaglio

    praticamente infinito di possibi-lit viviamo della dispersionecontinua e nella insoddisfazionecrescente. Permettiamo che at-traverso il dono della Sapienzalo Spirito Santo occupi i nostripensieri, cio li purifichi da tuttoci che ci impedisce un aggan-cio reale con la situazione reale,per dare il meglio di noi in essae per trarne il meglio grazie aduno sguardo diverso. In secondo luogo veniamo almondo delle nostre convinzioni.

    Queste ci vengono dalla educa-zione, dallambiente e determi-nano i nostri comportamenti, lenostre scelte. Se urgente al-meno iniziare a purificare i no-stri pensieri, assolutamenteda non rimandare pi la presa dicoscienza delle nostre convin-zioni, affinch non siano esse aguidarci, quasi in maniera inav-vertita, quanto noi a servirci diloro per crescere. Ad esempio:se io sono convinto che questoincontro in fondo non serva poi

    a molto nella con-duzione della miavita con i suoi pro-blemi, di fatto que-sto incontro nonservir a nulla.Questo per il fattoche io mi lascioguidare dalle mieconvinzioni, i mieipensieri sarannoin conformit adesse, cos le mieazioni e i risultatisaranno la risul-tante di tutto que-sto cammino giscritto nelle mieconvinzioni. Allafine dir: Lo vediche avevo ragionea dire che tutto ciserve a poco?. Ilc a m b i a m e n t onella mia vita nonverr mai dal-lesterno. Se mipongo come spet-tatore anche ilfatto pi grande mipotr probabil-mente riempire dientusiasmo, manon cambier ilmio status inte-riore di spettatore.Nemmeno i mira-coli di Ges pote-vano salvare

    Catechesi i Doni dello Spirito Santo - la Sapienza

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    nessuno, solo la fede con cui cisi poneva di fronte allopera diGes: La tua fede ti ha sal-vato!, non la tal guarigione o iltal altro prodigio. Nella frase pilimpida di tutti e quattro i van-geli, Ges afferma che non ci che entra nelluomo a conta-minarlo, ma ciche ne esce. Sitratta di unafrase talmentet r a s p a r e n t enella sua luci-dit che nonlabbiamo ca-pita ancora esulla quale nontorniamo maiperch non lavediamo, nonper oscurit,ma per ec-cesso di tra-sparenza.Come ottenereil duplice scopodi purificare ipensieri passivie parassiti econtrollare e ri-modellare lenostre convin-zioni? Pro-pongo diriandare alsimbolo forsepi rivoluziona-rio e genialedella storiadella spiritua-lit. Questosimbolo lo dobbiamo a SantaTeresa DAvila. Fino a lei il sim-bolo ricorrente per descrivere lavita spirituale, dalla Bibbia inpoi, era sempre stato il monte. un simbolo molto intuitivo perrendere in immagine il camminoverso Dio: una scalata versolalto nella quale lanima si liberadelle proprie passioni inutili. Te-

    resa invece aveva davanti agliocchi il castello di Avila, cosmodific in maniera geniale lasimbologia riguardante lanimae scrisse lopera fondamentaleche porta appunto il titolo diCastello Interiore.Lanima di ciascuno di noi

    come un castello, nella cuistanza pi intima abita Dio;laspetto paradossale consistenel fatto che questo castellosiamo noi, eppure noi stessi nesiamo fuori. Se il problema nelsimbolo del monte era quellodella scalata, ben pi sottile laproblematica relativa al castello:qui io sono chiamato ad entrare,

    cio a smetterla di viver al difuori di me, solo nella esterio-rit. Badiamo bene: il male non vivere nella esteriorit, bensvivere solo nella esteriorit. Ve-dremo, con il procedere deidoni, come si attua lentrata nelcastello, cio nella interiorit di

    me che io perprimo non co-nosco, o che,peggio, mi il-ludo di cono-scere.Importante fare il primopasso. Nellavita spiritualevige una logicainversa ri-spetto alla vitafisica. Quandosi intraprendeun certo cam-mino, o qual-cosa diimpegnativo,normalmentela stanchezzasopravv ienedurante il per-corso. Nellavita spiritualeinvece accadeil contrario: dif-ficile vera-mente ilprimo passo,gli altri poi ven-gono di conse-guenza. Perquesto riman-

    dare significa solo lavorare con-tro di s, non per il proprio verobene.Secondo una prospettiva di-versa, ma sempre in linea conla forza unificante delle prospet-tive interiori, si muove laltra Te-resa, dottore della Chiesa,Teresa di Lisieux. Nel cosid-detto Manoscritto B, la carmeli-

    Catechesi i Doni dello Spirito Santo - la Sapienza

  • tana si lascia trasportare dalfuoco dello Spirito e scrive delsuo desiderio di vivere tutte, maproprio tutte, le vocazioni possi-bili; sente che sarebbe impossi-bile, ma questo non riesce amettere a tacere quei desideriche lei continua a sentire legit-timi anche se vertiginosamentealti. In quel momento, aprendola Prima Lettera di San Paolo ai

    Corinzi, legge il brano in cui siafferma il primato della carit.Teresa di Lisieux dice allora diaver capito lilluminazione:senza lamore nessun carisma,nessuna missione avrebbesenso, allora per essere tutto,decide di essere nel cuore

    stesso della Chiesa, Corpo diCristo, cio nella sede bruciantedellamore. Notare che ella nondice: metter in pratica il co-mandamento dellamore, diceche lei stessa sar lamore.Ecco unaltra altissima testimo-nianza di come si rientri in sestessi, prendendo possessodella propria interiorit, dellapropria identit, ed entrare cos

    nella economia della Sapienza.Il volto della Sapienza per

    noi, da una parte Ges: se vo-gliamo conoscere la logica pro-fonda della Sapienza dobbiamoguardare a Lui, a quello che Eglidice e opera nel Vangelo. Mac anche Maria, non a caso in-

    vocata, fra laltro, Sede dellaSapienza nelle litanie laure-tane.

    La parabola di riferimento quella del seminatore in Matteo13. Propongo di soffermarsi so-prattutto sulla parte che ri-guarda il seme seminato fra lespine. In quel caso detto cheallentusiasmo iniziale fa seguitoun cedimento a tutto ci che so-

    praggiunge in seguito, tutto cida cui ci si lascia soffocare, per-ch non si stati capaci di la-sciarsi immunizzare dallaSapienza nei confronti dei pen-sieri inutili e delle convinzioni in-vadenti e determinati.E cos sia.

    Catechesi i Doni dello Spirito Santo - la Sapienza

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    Cari fratelli e sorelle, dob-biamo innalzare i nostricuori al cielo, comecanta il sacerdote ogni giornodallaltare sursum corda. Nonabituiamoci alle cose di tutti igiorni. Santa Faustina scriveogni solennit della santaChiesa mi procura una pi pro-fonda conoscenza di Dio ed unagrazia particolare (Diario 481).Ebbene con questa celebra-zione facciamo accrescere inme, sacerdote, in voi sorelle, invoi consacrati, in voi giovani efedeli tutti il nostro rapporto conDio sempre cos minacciato daldemonio, il nostro rapporto conla chiesa anchessa sempre piminacciata dal demonio, il no-stro rapporto con i suoi membri,con i fedeli ovvero con le pietredi questa chiesa, anche fuori diessa.Cari fratelli, sforziamoci di pas-sare attraverso la porta che sichiama Ges. Di questi tempialtra gente, tanta, cerca portediverse, affascinanti, eppurenon ce n una pi bella di que-sta. stretta perch Ges esi-gente. Seguendo la sua stradaincontriamo doveri da compiere,i beni e le cose alle quali rinun-ciare, leggi e comandamenti daosservare, una strada che non semplice per la durezza delnostro cuore e la nostra debo-lezza. Papa Francesco ha par-

    lato dei nostri limiti,anche lui ha i suoi li-miti, come tutti hannoi propri, ma basta dir-Gli dammi la manoSignore e lui verr.Basta confidare in Luie Lui verr. lo Spi-rito viene in aiuto allanostra debolezza(Rom 8,26).Su questa strada pos-siamo contare sullaSua misericordia, sulSuo sguardo diamore, perci il Si-gnore non si stan-cher mai dichiamarci e dirci se-guimi , vieni. Gesoffre questa graziaallultimo uomo comeal primo, la chiamata un dono gratuitoche non un privile-gio riservato solo ad alcuni.Certo seguire Ges richiede fe-delt, coerenza, perseveranza,umilt. Non sufficiente esserecristiani per essere salvi perchGes condanna un cristiane-simo facile che diventa salesenza sapore.

    Proprio riferendoci alla vitareligiosa di Suor Paolina, ricor-diamo una verit: ha valore soloci che costa. Suor Paolina co-nosce nel suo cuore il prezzodella sua vita, il sacrificio del

    cammino percorso: costa por-tare la croce, obbedire, obbe-dire a Dio, vivere nella purezzadelle intenzioni, nella purezzadel corpo e dellanima e nel-lumilt del servizio. Costa faredelle rinunce. Ma il sacrificiocompiuto come un maestroche ci purifica dalla superficia-lit e ci riporta nella interiorit avivere responsabilmente la vo-cazione cristiana.

    Sforzatevi, fissate losguardo su di Lui ovunque e

    Arrivederci Suor Paolina

    Arrivederci Suor PaolinadallOmelia del 30 ottobre 2013

    nel giubileo per i 60 anni dalla consacrazione religiosa di Suor PaolinaUn saluto a Suor Paolina tornata in Polonia dopo

    tanti anni di servizio presso questa Chiesa di Santo Spirito in Sassia

    Con la fedelt alla congregazione desidero essere utile a tutta la Chiesa

  • sempre, nella gioia e nel doloresempre. Non abbiate paura diconfessargli: Ges confido inTe!Suor Paolina, religiosa anzianadi anni, ma ancora giovanenello spirito e nella vita di fede,fino ad oggi ha combattuto unabella battaglia, prendendo iniziodai suoi primi voti, sessanta-sette anni fa; ha vissuto es-sendo consapevole di viveresolo per Lui e con Lui.Suor Faustina scrive nel Diarioche la sposa deve rassomigliareallo sposo, e suor Paolina ap-plica alla lettera queste parole,sono state il suo forte impegnoper la santit. Ma questo sforzocontinuo, questo impegno a di-ventare santa impercettibileperch avviene nel silenzio, nelnascondimento e nellumilt.Nella preghiera e nel lavoro nonfa alcun rumore: ha scelto diparlare solo con il Signore, a Lui

    dice tutto. Il suo cuore ha cono-sciuto gioie e dolori; per dodicianni ha ricoperto il ruolo diMadre generale della Congre-gazione, poi venuta qui inSanto Spirito, come Madre Su-periora e poi di nuovo comesemplice suora. In questi ruoli, stata testimone della rivolu-zione spirituale avvenuta nellaCongregazione dopo lavventodi suor Faustina; ha gioito per iprogressi della Congregazione,ha gioito per ogni vocazionenuova, ma ha pianto per le con-sorelle che hanno abbandonatoil loro cammino di consacra-zione: porta nel cuore le feriteper queste figlie e figli chehanno lasciato il Signore. SuorPaolina che , possiamo dire, lamadrina di questa comunit re-ligiosa in Santo Spirito. Lei, pos-siamo dire, unape cheproduce dolcissimo miele in-stancabilmente, determinata,

    esigente, pronta a sopportare lesue sofferenze in silenzio e lenasconde queste sofferenze,ma le offre al Signore. capaceanche di inquietarsi per lipocri-sia di certa gente che incontra,per lo spreco, di un pezzo dicarta fa un castello, di un fiorene fa cento tanto da addobbareun altare, sa discernere i pro-blemi e dare consigli, ma saanche accogliere quelli che le sidanno. Madre che sa ascoltare,correggere, ammonire ed acca-rezzare chi gli sta accanto. Perintraprendere qualcosa chiedepermesso, poi se riceve qual-cosa ringrazia e se sbaglia,chiede perdono. Non , comedice papa Francesco, una zi-tella che chiacchiera con tuttima non con Dio. Suor Paolinasegue quanto scrive Santa Fau-stina: Desidero stancarmi, la-vorare, annientarmi per lanostra opera di salvezza delle

    Arrivederci Suor Paolina

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    anime immortali. Non importase questi sforzi abbrevierannola mia vita, dato che essa nonappartiene pi a me, ma pro-priet della congregazione. Conla fedelt alla congregazionedesidero essere utile a tutta laChiesa (Diario 194). Con que-sto sforzo, con questo consu-marsi , ogni giorno, unconsegnare se stessa a Dio ealle anime. Per questo riportiamo questavita davanti allaltare dove il Si-gnore consuma ilsuo corpo e versa ilsuo sangue per tuttinoi. questa lagrande gioia vissutaoggi in questo tem-pio e condivisa conla congregazionedelle Suore dellabeata Vergine Mariadella Misericordia,con la Madre gene-rale suor Petra, conle altre case reli-giose e, in questa diSanto Spirito, con laMadre superiorasuor Ligia e con leconsorelle.Cari fratelli, vorreidire che non esa-gerato pensare dinutrirci delle santebriciole che troviamosparse nella lunga eluminosa vita di suorPaolina, dico bricioleperch, come unabrava madre, hasempre lasciato unpezzo di pane alprossimo. Questa vita di misericordia edi apostolato di mi-sericordia.

    Sentiamoci tuttidavanti a Ges chepassa e riceve que-sto ringraziamento,

    sentiamoci conosciuti e amatidal Signore, sentiamoci tuttichiamati per nome da Lui, sfor-ziamoci di rispondere, ciascunocon i suoi mezzi, allamore, allamisericordia che Ges donagratuitamente; sforziamoci dicamminare sulla sua strada perrispondere alla nostra voca-zione, certamente una stradastretta e faticosa, la stradadella croce, una porta stretta,ma ci necessario perchanche Ges ha faticato e sof-

    ferto e cos anche i suoi santi equanti hanno voluto raggiun-gere il premio. Questa porta necessaria perch ci conduceallincontro con lo sposo. SuorPaolina cammina lungo questastrada, a volte ora sappoggia albastone, ma non rallenta inquesta salita pur di raggiungereil suo sposo al quale sessan-tanni fa ha detto il suo s contutta la sua vita e per tutta la suavita.Amen

    Arrivederci Suor Paolina

  • Cari amici, levento princi-pale, con conseguenzemolto importanti, nellavita di mio fratello Stephan stato senza alcun dubbio lope-razione al cuore che ha dovutosubire nel 1991 (il 22 febbraio).Aveva allora 26 anni e studiavateologia allUniversit PontificiaGregoriana, a Roma.Pi tardi Stephan ha raccontatoalle persone vicine a lui la suaesperienza della morte e del ri-torno alla vita che aveva fattodurante loperazione. Descri-veva un lungo tunnel nel qualeera entrato e alla cui fine cerauna luce sempre pi intensa,mentre si avvicinava. La sua lu-minosit era talmente forte chepoteva appena sopportarla. Poiaveva visto un uomo vestito diluce; aveva visto il suo volto;questuomo gli aveva detto: Stephan, troppo presto per te.Ho ancora bisogno della tuapresenza sulla terra. Questo in-contro con Dio ha profonda-mente segnato Stephan. Avevaavuto gi loccasione di perce-pire la presenza di Dio nella suavita e, questa volta, costatavache Dio gli era venuto incontro,e che aveva potuto intravederlo,anzi vederlo.In una nota ufficiale della Con-gregazione della Fede a propo-sito delle apparizioni di Fatima,si pu leggere: Apparizioni e

    Ricordo di Mons. Stephan Hunseler

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    E morto Mons. Stephan HUNSELERTraduzione italiana del messaggio di PETER HUNSELER fratello di

    Don Stephan HUNSELER (16 ottobre 1964-15 ottobre 2014)letto alla fine della santa Messa delle esequie celebrate il 24 ottobre 2014

    nella chiesa dellImmacolata Concezione di Wuppertal (Germania)

    Don Stephan HUNSELER deceduto a Roma, il 15 ottobre 2014, la vigilia del suo cinquantesimocompleanno, il 16 ottobre, festa di Santa Margherita Maria, alla quale il Sacro Cuore di Ges ap-parso a Paray-le-Monial, e giorno anniversario dellelezione del santo Papa Giovanni Paolo II

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    segni soprannaturali punteg-giano la storia, entrano nel vivodelle vicende umane e accom-pagnano il cammino del mondo,sorprendendo credenti e noncredenti. Queste manifesta-zioni, che non possono contrad-dire il contenuto della fede,devono convergere verso l'og-getto centrale dell'annuncio diCristo: l'amore del Padre chesuscita negli uomini la conver-sione e dona la grazia per ab-bandonarsi a Lui con devozionefiliale.Questo incontro divenuto ilcentro del pensiero teologico edel lavoro pastorale di Stephan:si tratta della Misericordia di Dioverso gli uomini e il mondo, e ladevozione filiale di cui lui ha sa-puto dar prova.Stephan era un sacerdote pro-fondamente segnato dalla Mise-ricordia di Dio, e lui ne viveva.La sua vita era semplice edegna. Prestava poca impor-tanza allaspetto materiale dellavita quaggi, dando prova di di-stacco. Per, era anche di unagioia comunicativa. La sua vitaspirituale profonda si riversavain una gioia di vivere segnatadallamore. Le persone chehanno vissuto e lavorato con lui,e che abbiamo incontrato, nonhanno cessato di raccontarcinuovi aneddoti, che illustrano ilcarattere gioioso completa-mente renano di Stephan(NOTA: Wuppertal in Rena-nia). Avevano grande piaceread incontrarlo.Il messaggio di Fatima lha pro-fondamente segnato; meditavaintensamente su questo ultimo,in particolare la terza parte delsegreto. Pi importante ancoraai suoi occhi era il messaggio diSuor Faustina, canonizzata nelaprile 2000 dal Papa GiovanniPaolo II. Nel suo Diario, SuorFaustina racconta i suoi dialoghi

    con Ges e, in parti-colare, le apparizioniche ha avuto. Gesapparve a lei parec-chie volte (alcunevolte sotto laspetto diun bambino, e altre diun adulto), e anche laVergine Maria, dei An-geli e dei Santi. Du-rante questi visioniella ha ricevuto la mis-sione di diffondere ilmessaggio della Di-vina Misericordia nelmondo. Le fu chiesto,in particolare, di far ri-trarre una immaginedi Ges, dal cui Cuorescaturiscono dueraggi. Sotto questaimmagine, si dovevascrivere: Ges, con-fido in Te. Questosuccedeva un 22 feb-braio (nel 1931), esat-tamente sessantaanni prima del tra-pianto di cuore di Ste-phan (22 febbraio1991). Limmagine diGes Misericordiosomostra due raggi cheescono dal suoCuore; figurano lac-qua e il sangue, checostituiscono la fontedei sacramenti. Dun-que, abbiamo volutomettere questo stessoquadro in questachiesa, presso la baradi Stephan, perchcostituisce la chiaveche permette di capirela vita spirituale diStephan e, pi gene-ralmente, il sensodella sua esistenza.Nei dintorni del pa-lazzo della Congrega-zione per il CultoDivino e la Disciplina

    Ricordo di Mons. Stephan Hunseler

  • dei Sacramenti, doveStephan lavorava, cuna chiesa che sichiama chiesa delSanto Spirito in Sas-sia, dove Suor Fau-stina particolarmentevenerata, cos comelimmagine di Ges Mi-sericordioso e la sta-tua di Nostra Signoradi Fatima. Stephan en-trava in questa chiesatre volte al giorno e quipregava. In questoluogo Stephan si tro-vava nel cuore dellasua vita spirituale edella sua fede. Nonsappiamo esattamenteperch questa imma-gine di Ges Miseri-cordioso ha prodottouna cosi forte impres-sione su di lui. Ci chepossiamo supporre che lui ha identificatoGes Misericordiosocon questa personache lui aveva visto nelmomento della suaoperazione. Si, il cen-tro della teologia edella fede di Stephanera davvero la Miseri-cordia di Dio, di cui luiaveva beneficiato nellasua operazione alcuore; la Misericordiache aveva imparato aconoscere e di cui egliviveva e lo facevaagire; la Misericordiache si riflette in questaimmagine di Ges Mi-sericordioso.La settimana scorsa,durante il nostro sog-giorno a Roma, doveeravamo venuti perprendere la roba diStephan nella sua ca-mera, abbiamo avuto

    la gioia di incontrare il suoamico, Don Thierry, che ci hacondotti in questa chiesa delSanto Spirito; egli ci ha presen-tati alle persone che la curano efrequentano. Siamo stati moltocommossi dalla corrente di sim-patia che ci ha circondato.Quelle persone erano profonda-mente commosse per la morteimprovvisa di Stephan. Hannomostrato un profondo dolore.Abbiamo potuto anche fare unavisita alla Congregazione, doveStephan serviva come capodella sezione tedesca. Il suo su-periore, alla conclusione dellanostra conversazione, ha di-chiarato: La vita di Stephan stata magnifica. La sua morte una lacerazione che lascia unvuoto immenso. Sar molto dif-ficile sostituirlo qui.Come suo fratello, posso dire lastessa cosa: lui lascia un im-menso vuoto nella nostra fami-glia. Per, per noi, insostituibile.

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