N° 89 3° Bimestre 2015 Maggio Giugno Notiario "Divina Misericordia"

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N° 89 3° Bimestre 2015 Maggio Giugno Notiario "Divina Misericordia"

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  • Sommario

    Divina MisericordiaNotiziario del Santuario

    della Divina Misericordia

    Chiesa Santo Spirito in SassiaVia dei Penitenzieri 12 00193 Roma

    CCP: 16311003 intestato aChiesa Santo Spirito in SassiaSantuario della Divina Misericordia

    IBAN: IT-50-B-07601-03200-000016311003

    Direttore: Mons. Jozef Bart

    Gruppo redazionale: Congregazionedelle Suore della Beata VergineMaria della Misericordia, Anna Can-toro, Alessandro Ortenzi, Don Vin-cenzo Mercante

    3 - 5Indirizzo di benvenutodi Mons. Jozef Bart aS.E. Card. Mamberti

    6 - 11Omelia di S. E. Card.Dominque MAMBERTI

    16 - 20Il dono della Fortezza

    www.divinamisericordia.itwww.faustyna.pl

    Foto in copertinaS. E. Card. Domique MAMBERTI, Cardinale Titolaredella Chiesa di Santo Spirito in Sassia mentre venera laS. Croce al mometo di ingresso nella Chiesa di SantoSpirito in Sassia

    Le foto della della Celebrazione Eucaristica in occa-sione della presa di possesso del titolo della Chiesa diSanto Spirito in Sassia da parte di S.E. Card. Mambertisono state scattate da Nuova Romana Immagini S.r.l.

    12 - 15Omelia di Papa France-sco nella Solennit diMaria Santissima

  • Indirizzo di benvenuto di Mons. Jozef Bart aSua Eminenza Cardinale Dominique MAMBERTI

    nel giorno del suo insediamento nellaDiaconia di Santo Spirito in Sassia

    Domenica 10 Maggio 2015

    Siamo colmi di grande eprofonda gioia nellacco-gliere in mezzo a noi SuaEminenza il Cardinale Domini-que Mamberti prefetto del Su-premo Tribunale dellaSegnatura Apostolica nelgiorno in cui prende possessodella Diaconia di Santo Spiritoin Sassia, assegnatagli dalSanto Padre Francesco.Eminenza reverendissimaAvendo Ella ricevuto il titolocardinalizio proprio di questaDiaconia la Provvidenza di-vina ha manifestato la sua po-

    tenza , si verificata unasplendida coincidenza: a Leicos esperto nel trattare gli ar-gomenti propri di un tribunale,viene affidata una Chiesasede cardine di un tribunale dialtra natura, quello della Mise-ricordia, (cfr. Diario 975). Leistesso ha scelto a ricordo dellanomina cardinalizia sia unim-magine che un versetto dellalettera di Giacomo (2, 13) in cuitrovano conferma le parole diGes a Santa Faustina Kowal-ska: Prima del giorno della giu-stizia mando il giorno della

    Misericordia (Diario 1588).Ogni peccatore deve esserevalutato alla luce della Sua mi-sericordia e solo dopo la giusti-zia divina potr fare il suocorso.Quanta grazia scesa dal cielosu questa bella chiesa di Romaa due passi da San Pietro! stata infatti lispirazione divinaa spingere Giovanni Paolo II adestinarla alla diffusione delCulto della Divina Misericordia,trasmesso dalla grande misticadel nostro tempo, Santa Fau-stina Kowalska, il cui reliquiario

    BenAenuto Cardinale DominiTue MRMBEI

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  • 4dono dello stesso GiovanniPaolo II esposto alla venera-zione dei fedeli.Presso questo tempio si leganostrettamente alla Misericordiasia la sofferenza spirituale chela sofferenza fisica. significa-tivo che alla spiritualit della Di-vina Misericordia si unisca laPastorale degli operatori sani-tari, qui presenti, medici e far-macisti cattolici; infatti, ogniseconda domenica, i medici, ifarmacisti e gli operatori cattolicisi radunano qui per la celebra-zione Eucaristica.La scelta di Giovanni Paolo II diquesto tempio si rivelata fe-conda di bene. Lo straordinarioafflusso di fedeli, particolar-mente alle ore quindici, oradella Misericordia, confermapienamente quanto disse Gio-vanni Paolo II: Dove se nonnella Divina Misericordia il

    mondo pu trovare lo scampo ela luce della speranza?. Quoti-dianamente vediamo una molti-tudine di anime che vengono

    attratte dal deside-rio di riavvicinarsi aquel Ges Miseri-cordioso che, mo-strandosi sorgentedi vita, vuole atti-rare a s tuttalumanit. Il mes-saggio di SantaFaustina, veneratain questo tempioromano, illuminaquesto popolo confede rinnovata;Ges confido inTe questa linvo-cazione che sin-nalza ogni giorno,ogni ora e mo-mento, anche dinotte, da questoluogo alla Miseri-cordia di Dio.I primi testimoni diquesto miracolosono i sacerdoti, ipadri gesuiti, ve-scovi e cardinali

    che qui amministrano il sacra-mento della Riconciliazione: ve-ramente di nulla luomo habisogno disse Giovanni PaoloII quanto della Divina Miseri-cordia.A questa verit il magistero diPapa Francesco trascina con lasua parola e i suoi atti la Chiesae il mondo intero.Ed significativo che Lei, emi-nenza, con i suoi eminentissimicolleghi abbiate iniziato lanuova missione accompagnatidalla forte vibrazione del mes-saggio di Misericordia tra-smessa dal Santo Padre neigiorni della vostra creazione.Nellomelia del 15 febbraio ilpapa puntualizz: la stradadella Chiesa quella di noncondannare eternamente nes-suno, quella di effondere lamisericordia di Dio a tutta le per-sone che la chiedono con cuoresincero; precisando che: la ca-rit, la misericordia lunico no-stro distintivo.Ebbene presso questa imma-gine di Ges Misericordioso i fe-deli imparano ad adottarequesta logica di Dio, cio impa-

    BenAenuto Cardinale DominiTue MRMBEI

  • rano la fantasia della carit.Essa li spinge ad andare nelleperiferie esistenziali per portarequel Ges confido in Te chepu alleviare se non guarireogni specie di male spirituale edi malattia.EminenzaBenvenuto in questa casa,dopo tanti anni di presenza co-stante del suo predecessore, ilcardinale Fiorenzo Angelini,unico cardinale romano.La realizzazione quotidianadella grande missione affidata aquesta chiesa si compie grazieal mirabile servizio apostolicodelle Suore, che mi affiancano,della Congregazione dellaBeata Vergine Maria della Mise-ricordia qui hanno la loro casareligiosa e grazie alla straordi-naria disponibilit di molti laici con famiglia e giovani soprat-tutto che senza stancarsi si

    consumanoal serviziodella DivinaMisericordia.Da oggi in poiLei, emi-nenza, pucontare sulnostro aiuto,sul nostro so-stegno allasua missionee sulla nostraparticolare vi-cinanza, daamici comedice il van-gelo di oggi.A nome mio,delle suore edel volonta-riato le con-

    fermiamo la nostra volont di la-vorare, stancarci, di pi, di an-nientarci per la salvezza delleanime. Con la fedelt alla mis-sione affidata a questo tempio,desideriamo essere utili a tuttala Chiesa, di Roma, dItalia e delmondo intero, perch Roma hauna dimensione universale; perquesto impegno, soprattutto allavigilia dellanno santo della mi-sericordia Le chiedo la sua be-nedizione, per questo ospedalevicino e i suoi malati, e la suaquotidiana paterna vicinanza.

    Noi, da parte nostra, rinnovan-dole un caloroso benvenutonella sua Diaconia, la ricorde-remo nelle nostre quotidianepreghiere.

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  • 6Eccellenze, cari confratelli,religiosi e religiose, carifratelli e sorelle.Innanzi tutto vorrei ringraziare ilRettore di questa chiesa per lebelle parole di benvenuto cheha voluto rivolgermi allinizio diquesta celebrazione, ringra-ziare tutta la comunit che oggimi accoglie ed anche i vescovi,i sacerdoti che in particolaredalla segreteria di Stato e dalsupremo tribunale della Signa-tura apostolica e da altri dica-steri della curia hanno volutoaccompagnarmi questa sera inquesto momento importante.Infatti con grande gioia checelebro questa sera lappunta-mento con la sesta domenica diPasqua in cui ho lonore e so-prattutto la grazia di prenderepossesso della Diaconia diSanto Spirito in Sassia che ilSanto Padre ha voluto affidarmi,associandomi al collegio cardi-nalizio e quindi incardinandominella Chiesa di Roma.Il nome di questo sacro tempioci rimanda immediatamente allasublime realt dello SpiritoSanto che si effonde su di noigrazie al sacrificio di Cristo sullacroce e della sua risurrezione. IlSignore risorto ne fece donoagli apostoli, la prima volta pro-prio in quella sera del primogiorno dopo il sabato, giorno in-

    Omelia di S.E. Card. Mamberti

    Omelia di Sua EminenzaCardinale Dominique MAMBERTI

    nel giorno della presa di possesso dellaDiaconia di Santo Spirito in Sassia

    Domenica 10 Maggio 2015

  • dimenticabile di una nuovacreazione. Egli infatti si pre-sent agli undici apostoli intimo-riti ed increduli passandoattraverso la porta serrata delcenacolo e stando in mezzo aloro li avvolse con la sua pace,li rigener con il dono del suoSpirito legato al mandato di con-donare i peccati ricevete lo Spi-rito Santo a chi rimetterete ipeccati saranno rimessi e a chinon li rimetterete resterannonon rimessi. Gli apostoli eranocome morti spiritualmente e ri-tornarono in vita, diventati ca-paci di compiere poi la missioneaffidata dal Signore di esseresuoi testimoni fino agli estremiconfini della terra. Non possiamo immaginare lapotenza trasformante dello Spi-rito Santo, per la possiamosperimentare se, come gli apo-

    stoli, apriamo il cuore alla paroladel Signore, se ci fidiamo chia-ramente di Lui. Aprire realmenteil cuore significa innanzi tuttocredere con certezza che siamoamati incondizionatamente daDio, come le letture di oggi ce loricordano e che perci Dio ci hadonato il suo Figlio per sempre.Lasciandoci amare da Lui, con-fidando in questo amore invisi-bile rivelatosi e donatocidavvero, noi veniamo gradual-mente elevati, San Paolo usaaddirittura il forte verbo trasferiti; Lui, infatti, che ci ha liberatidal potere delle tenebre e tra-sferiti nel regno del suo Figlio di-letto ci disse San Paolo nellalettera ai Colossesi (1,13). lanuova nascita che proprio loSpirito Santo opera in noi a par-tire dal battesimo. Lo Spirito Santo indissolubil-

    mente unito al Verbo di Dio, nonagisce se non in unione e permezzo di Cristo, le cui parolesono i mezzi di questo indicibilelegame spirito e vita. La primalettura tratta dagli Atti degli Apo-stoli, libro conosciuto pure comeil Vangelo dello Spirito Santo, sirivela questo divino connubiotra buona novella e spirito. Pie-tro entra nella casa del centu-rione Cornelio la Chiesa chesi apre ai pagani, lannunciocristiano che per mezzo delcapo degli Apostoli li raggiungeper la prima volta, lo stesso Pie-tro riconosce che Dio non fapreferenze, per questo lui era lin mezzo a loro come un tempoGes in mezzo agli Apostoli - enuovamente si compie il mira-colo di Pentecoste: lo SpiritoSanto discese sopra tutti coloroche ascoltavano la parola. Cor-

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  • 8nelio e la famiglia, che erano in-circoncisi, si aprono a Cristo ela Chiesa delle origini apprendeuna lezione decisiva, il Signoreguarda i cuori degli uomini nonalla loro provenienza od appar-tenenza. Se Cristo trova unacoscienza onesta che teme Dioe pratica la giustizia, allora entrain qualsiasi persona. Ogni per-sona e popolo vi ha accesso.Tutti e due Pietro e Cornelioavevano bisogno di una partico-lare illuminazione per avvici-narsi luno allaltro: il paganoallebreo e lebreo al pagano, in-fatti gli stessi Atti ci narranodella visione di Cornelio e dellatriplice visione di Pietro che pre-pararono questo incontro di gra-zia, svolta epocale nella vitadella Chiesa primitiva.Lo Spirito Santo discese, alloracome oggi si ripete questa effu-

    sione certamente in modo spe-ciale con il sacramento delleconfermazione, ma pure ognivolta che celebriamo lEucare-stia e gli altri Sacramenti oanche in tanti altri modi e circo-stanze lo Spirito Santo vuoleagire nei nostri cuori. Occorreper che si faccia realmentespazio a lui nellobbedienzadella fede alla parola di Dio cheviene proclamata nella Chiesa.Allorigine del cristianesimo, peredificare quelle prime comunit,la venuta dello Spirito era ac-compagnata da segni straordi-nari che rendevano pipercepibile quella invisibile effu-sione spirituale, come a Pente-coste dove c stato il segno delvento gagliardo e delle lingue difuoco. La Chiesa oggi fa espe-rienza continua di questa po-tenza divina e ne percepisce

    lagire ordinariamente in modopi nascosto ma non meno effi-cace di prima. Il Signore cieduca sia a livello personaleche comunitario, a passare daisegni, che pure Dio ci dona, allarealt dei significati.Noi possiamo affermare allaluce della seconda lettura e delvangelo odierno che segnocerto della venuta dello SpiritoSanto nei nostri cuori, percepi-bile per noi stessi e per chi ha ilcuore aperto, quello della ca-rit. Senza giri di parole o frasi com-plesse, nel suo stile semplice econtemplativo Giovanni nellasua lettera con i versetti oggiproclamati, ci introduce allimpa-reggiabile riflessione sulla carite la parola chiave proprio que-sta Dio Amore. Se loamiamo e ci amiamo gli uni e gli

    Omelia di S.E. Card. Mamberti

  • altri, allora siamo certi che loSpirito stato effuso in noi conefficacia, che la sua venuta, raf-forzata nel corso della nostravita in special modo dai sacra-menti dellEucarestia e della Ri-conciliazione, non stata vana.Dio infatti ci ha donato suo Fi-glio perch ci ama, e in Luivuole renderci capaci di amareveramente. Alla sera della vita,come ci ricorda San Giovannidella Croce, saremo giudicatisullAmore. Rimanete nel mioamore. Il vangelo odierno ciesorta ad un amore effettivo,basato sullosservanza dei co-mandamenti di Dio, sullascoltodella sua parola che si traduce

    in un vivere secondo la veritnella carit. Non possiamo ac-contentarci di una pratica reli-giosa, magari anche devota,senza coltivare lamore intimoper Dio che va amato con tuttoil cuore, tutta la mente, tutta laforza e lamore per il prossimo;quando lamore di risposta al-lamore amante di Dio pre-sente nel cuore del credente,allora esso fuoriesce da noi e vaverso gli altri. Quante volte ilSanto Padre ci esorta ad essereuna Chiesa in uscita sullesem-pio dellamore di Cristo semprein uscita verso ciascuno di noi,gli altri sono degni di essereamati con un amore pi auten-

    tico quello che Dio riversa neinostri cuori mediante lo spirito diCristo, lamore di Dio e lamoredel prossimo hanno infattiununica sorgente in Dio ed proprio compito dello Spiritoquello di riversare nel nostrocuore questa carit.Cari fratelli e sorelleNon certamente una coinci-denza che questa chiesa dedi-cata allo Spirito Santo siadiventata per volont del santopontefice Giovanni Paolo IIluogo di propagazione del cultoe della spiritualit della divinamisericordia; una santa, Fau-stina Kowalska, ed un santo,Giovanni Paolo II, hanno dato

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    un contributo straordinario affin-ch le richieste riguardanti ilculto della divina misericordiache Ges manifest allumilesuora polacca a cavallo delledue guerre mondiali, potesseroessere realizzate. La venera-zione e la diffusione nel mondointero dellimmagine di Ges Mi-sericordioso, della coroncina edella pratica dellora della mise-ricordia insieme alla istituzionedella cosiddetta festa della Di-vina Misericordia per tutta laChiesa. Ai tempi di suor Fau-stina tali richieste sembravanoimpossibili a realizzarsi, ma poiinvece, divennero realt grazie

    alla Divina Provvidenza e me-diante San Giovanni Paolo II.La Misericordia divenuta in-dubbiamente lannuncio cen-trale della Chiesa dei nostritempi e lo vediamo chiaramentenei nostri giorni con il pontificatodi papa Francesco e lindizionedi un anno giubilare straordina-rio dedicato alla Misericordiache si aprir tra pochi mesi. Cuna frase che in modo partico-lare mi ha colpito di FaustinaKowalska e che vorrei citareestraendola dal famoso suo dia-rio La tua Misericordia, comeun filo d'oro, ci accompagna pertutta la vita e mantiene i contatti

    della nostra esistenza con Dioin ogni campo. (Diario, 1466) .Mi ritornava in mente ancoraierlaltro, mentre recitavo la sup-plica alla Madonna di Pompeinella quale usiamo unimma-gine simile nel chiamare il rosa-rio catena dolce che ci annodial cielo, vincolo damore che ciunisci agli altri. Scoprire questofilo doro che lega gli eventi, gliincontri, le prove, le sorpresedella vita fonte di gioia e di se-renit interiore. Ges vuole do-narci la sua gioia e vuole che innoi sia piena. Quale gioia vuoledonarci in primo luogo se nonquella di saperci amati dal

    Omelia di S.E. Card. Mamberti

  • Padre come Lui. Questo filodoro proprio questo amoreche ci accompagna fin dal prin-cipio della nostra esistenza nelgrembo della nostra madre.Quel grembo ci rimanda ad unaltro grembo quello di Dio che cipensati, voluti e amati da tuttaleternit.Da questo grembo divino lacreatura chiamata a ricono-scersi amata e i nostri genitorisono stati per noi i primi inter-mediari di questo amore coscome noi, ognuno secondo lapropria vocazione, lo siamo di-ventati, a nostra volta, per glialtri. Lo siamo diventati a nostravolta, per gli altri. Sappiamo peresperienza che uscire da sestessi non facile, richiede unaconversione quotidiana e perquesto siamo qui oggi pressolaltare del Signore per invocarela sua misericordia di cui ab-biamo anche noi tanto bisogno. Il Santo Padre ci esorta a nonscoraggiarci mai, a consideraresempre il perdono di Dio, a nonlasciarci rubare la speranza.Vorrei cos concludere citandoqueste sue parole al Reginacoeli della domenica della di-vina misericordia, il 12 aprilescorso, il volto della misericor-dia - ci disse papa Francesco - Ges Cristo, teniamo losguardo rivolto a lui che sempreci cerca, ci aspetta, ci perdona,tanto misericordioso non si spa-venta delle nostre miserie, nellesue piaghe ci guarisce e per-dona tutti i nostri peccati.E la Vergine Madre ci aiuti adessere misericordiosi con glialtri come Ges lo con noi, ecos sia.

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    Tornano oggi alla mente leparole con le quali Elisa-betta pronunci la sua be-nedizione sulla Vergine Santa:Benedetta tu fra le donne e be-nedetto il frutto del tuo grembo!A che cosa devo che la madredel mio Signore venga a me?(Lc 1,42-43).Questa benedizione si pone incontinuit con la benedizionesacerdotale che Dio aveva sug-gerito a Mos perch la tra-smettesse ad Aronne e a tutto ilpopolo: Ti benedica il Signoree ti custodisca. Il Signore facciarisplendere per te il suo volto eti faccia grazia. Il Signore ri-volga a te il suo volto e ti con-ceda pace (Nm 6,24-26).Celebrando la solennit diMaria Santissima, la SantaMadre di Dio, la Chiesa ci ri-corda che Maria la prima de-stinataria di questabenedizione. In Lei essa trovacompimento: infatti, nessunal-tra creatura ha visto brillare sudi s il volto di Dio come Maria,che ha dato un volto umano alVerbo eterno, cos che tutti lopossiamo contemplare.Oltre alla contemplazione delvolto di Dio, noi possiamoanche lodarlo e glorificarlocome i pastori, che se ne torna-rono da Betlemme con un cantodi ringraziamento dopo avervisto il Bambino e la sua gio-

    La maternit della Chiesa

    Omelia del Santo Padre Francescoin occasione della S. Messa nella Solennit di

    Maria Santissima Madre di DioXLVIII Giornata Mondiale della Pace

    Non possibile amare il Cristo, ma non la Chiesa,ascoltare il Cristo, ma non la Chiesa,

    appartenere al Cristo, ma al di fuori della Chiesa

  • vane mamma (cfr Lc 2,16).Erano insieme, come sono statiinsieme al Calvario, perch Cri-sto e la sua Madre sono inse-parabili: tra loro esiste unrapporto strettissimo, cometra ogni figlio e la sua madre.La carne di Cristo che car-dine della nostra salvezza(Tertulliano) stata intes-suta nel grembo di Maria (cfrSal 139,13). Tale inseparabi-lit significata anche dalfatto che Maria, prescelta peressere Madre del Redentore,ne ha condiviso intimamentetutta la missione rimanendoaccanto al Figlio fino alla finesul calvario.Maria cos unita a Ges per-ch ha avuto di Lui la cono-scenza del cuore, laconoscenza della fede, nutritadallesperienza materna e dallegame intimo con il suo Figlio.La Vergine Santa la donna

    di fede, che ha fatto posto aDio nel suo cuore, nei suoiprogetti; la credente capacedi cogliere nel dono del Figliolavvento di quella pienezzadel tempo (Gal 4,4) nellaquale Dio, scegliendo lumilevia dellesistenza umana, entrato personalmente nelsolco della storia della sal-vezza. Per questo non si pucapire Ges senza suaMadre.Altrettanto inseparabili sono Cri-sto e la Chiesa, perch laChiesa e Maria vanno sempreinsieme e questo proprio il mi-stero della donna nella comu-nit ecclesiale, e non si pucapire la salvezza operata daGes senza considerare lamaternit della Chiesa. Sepa-rare Ges dalla Chiesa sa-rebbe voler introdurre unadicotomia assurda, comescrisse il beato Paolo VI (cfr

    Esort. ap. Evangelii nun-tiandi, 16). Non possibileamare il Cristo, ma non laChiesa, ascoltare il Cristo, manon la Chiesa, appartenere alCristo, ma al di fuori dellaChiesa (Ibid.) Infatti pro-prio la Chiesa, la grande fami-glia di Dio, che ci portaCristo. La nostra fede non una dottrina astratta o una fi-losofia, ma la relazione vi-tale e piena con una persona:Ges Cristo, il Figlio unige-nito di Dio fattosi uomo,morto e risorto per salvarci evivo in mezzo a noi. Dove lopossiamo incontrare? Lo in-contriamo nella Chiesa, nellanostra Santa Madre ChiesaGerarchica. la Chiesa chedice oggi: "Ecco lagnello diDio"; la Chiesa che lo an-nuncia; nella Chiesa cheGes continua a compiere isuoi gesti di grazia che sono

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    La maternit della Chiesa

  • 14 i Sacramenti.Questa azione e missione dellaChiesa esprime la sua mater-nit. Infatti essa come unamadre che custodisce Gescon tenerezza e lo dona a tutticon gioia e generosit. Nessunamanifestazione di Cristo, nean-che la pi mistica, pu mai es-sere staccata dalla carne e dalsangue della Chiesa, dalla con-cretezza storica del Corpo diCristo. Senza la Chiesa, GesCristo finisce per ridursi aunidea, a una morale, a un sen-timento. Senza la Chiesa, ilnostro rapporto con Cristosarebbe in balia della nostraimmaginazione, delle nostreinterpretazioni, dei nostriumori.Cari fratelli e sorelle! GesCristo la benedizione perogni uomo e per lintera uma-nit. La Chiesa, donandociGes, ci offre la pienezzadella benedizione del Si-gnore. Proprio questa la

    La maternit della Chiesa

  • missione del popolo di Dio:irradiare su tutti popoli la be-nedizione di Dio incarnata inGes Cristo. E Maria, la primae perfetta discepola di Ges,la prima e perfetta credente,modello della Chiesa in cam-mino, Colei che apre questastrada di maternit dellaChiesa e ne sostiene semprela missione materna rivolta atutti gli uomini. La sua testimo-nianza discreta e materna cam-mina con la Chiesa fin dalleorigini. Ella, Madre di Dio, anche Madre della Chiesa e,per mezzo della Chiesa, Madre di tutti gli uomini e di tuttii popoli.Che questa Madre dolce e pre-murosa ci ottenga la benedi-zione del Signore per linterafamiglia umana. In modo spe-ciale oggi, Giornata Mondiale

    della Pace, invochiamo la suaintercessione perch il Signoredoni pace a questi nostri giorni:pace nei cuori, pace nelle fami-glie, pace tra le Nazioni.Questanno, in particolare, ilmessaggio per la Giornata dellaPace : Non pi schiavi, mafratelli. Tutti siamo chiamati aessere liberi, tutti a essere figlie ciascuno secondo le proprieresponsabilit, a lottare controle moderne forme di schiavit.Da ogni popolo, cultura e reli-gione, uniamo le nostre forze.Ci guidi e ci sostenga Colui che,per renderci tutti fratelli, si fatto nostro servo.Guardiamo Maria, contem-pliamo la Santa Madre di Dio. Evorrei proporvi di salutarla in-sieme, come ha fatto quel co-raggioso popolo di Efeso, chegridava davanti ai suoi pastori

    quando entravano in Chiesa:"Santa Madre di Dio!". Che belsaluto per la nostra MadreDice una storia, non so se vera, che alcuni, fra quellagente, avevano i bastoni inmano, forse per far capire ai Ve-scovi cosa sarebbe accadutoloro se non avessero avuto ilcoraggio di proclamare Maria"Madre di Dio". Invito tutti voi,senza bastoni, ad alzarvi e pertre volte salutarla, in piedi, conquesto saluto della primitivaChiesa: "Santa Madre di Dio!".

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    La maternit della Chiesa

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    Trattiamo oggi il quartodono dello Spirito Santo,la fortezza. Esso si trovain posizione centrale ed ha lafunzione di un perno, attorno alquale si ricapitolano tutti gli altrisei doni. Notiamo che il terminescelto non forza, bens for-tezza. Per com-prendere ladifferenza, non affatto una sotti-gliezza, ci rivol-giamo alla lingualatina che usa duetermini: vis e for-titudo. La vis laforza che si puesercitare, laquantit di energiadi cui si dispone, lafortitudo il con-trollo sulla energiaposseduta. Faccioun esempio: sul ta-volo ho a disposi-zione un bicchieredi vetro, secondola vis io potrei af-ferrare questo og-getto e tirarlo, loposso fare inquanto ho la capacit di farlo:questa la vis. Ma tutti noisappiamo che non opportunoscagliare un bicchiere in facciaalla gente, sapete che non lofar e che lo user per bere

    dellacqua. Questo un codicedi comportamento che nonviene sempre espresso, ma chetutti condividiamo. Sembra unabanalit ma la semplice distin-zione tra quello che potrei farecon la mia energia e quello che

    invece mi concesso eseguire, il fondamento di ogni convi-venza, soprattutto il fonda-mento di ogni condivisione: lavis riguarda le possibilit, lafortitudo riguarda invece le fi-

    nalit; la vis ha a che fare conle cose, anche se persone,mentre la fortitudo ha presenteprima di tutto le persone, per ciche esse sono. La vis riguardaprimariamente la corporeit,mentre la fortitudo si radica

    nella sfera inte-riore, emotiva. Lasintesi fra la vis ela fortitudo di-venta quella chenoi chiamiamovirt, cio la ca-pacit di esercitaretutta la propriaenergia in modocostruttivo, confermezza e fe-delt, senza rece-dere di fronte agliostacoli, senzamutamenti causatida paure od op-portunismi, senzafughe n alibi,bens assumen-dosi in pieno leproprie responsa-bilit. Consideriamo ilcapitolo 9 di Isaia;si tratta, come ri-

    corderemo, del famoso passo incui si contempla un bambinonato per noi, a cui stata datauna interpretazione fortementemessianica. Questo personag-gio regale possiede quattro

    Catechesi i Doni dello Spirito Santo - La Fortezza

    Il dono della Fortezza

    Catechesi del 16 Gennaio 2015 in Santo Spirito in Sassiaa cura di don Marco Simbola

    ciclo di catechesi sui sette doni dello Spirito Santo

  • nomi, sul primo dei quali, Con-sigliere Mirabile, abbiamo gimeditato, il secondo pi impe-gnativo perch suona in questomodo: Dio Potente, che sta piut-tosto a significare: Potente,Forte come Dio stesso. Ma ilproblema sta tutto qui: in qualimodi potente Dio? Come Egliesercita la sua potenza? Le crisidi fede hanno origine quasisempre da una mancata corri-spondenza fra le nostre atteseriguardo alla potenza di Dio eci che poi effettivamente ac-cade: sembra che Dio non fac-cia nulla, da qui troppo spessosi conclude che Egli non esistaaffatto. Se Dio ci fosse, si dice,alcune cose potrebbe farle, manon le fa, non interviene, quindinon c nessuno degno delnome di Dio. Distinguiamo i due ambiti neiquali si manifesta la potenza diDio: la Creazione e la Storia.Potremmo dire che nella econo-mia della Creazione Dio eser-cita la sua vis, mentre nellaStoria Egli mette in campo ed ingioco la sua fortitudo. Chevuol dire? Nella Creazione Dioha agito in maniera sovrana:nulla sarebbe potuto esisteresenza la sua opera. Ma nellaStoria, cio nellintreccio dellescelte e delle libert umane,adotta la strategia della Gra-zia, di un dono libero, perso-nalizzato, sempre diverso enuovo per ogni situazione e perogni essere umano. Nella gra-zia non si possono fare con-fronti, ad esempio: perch aMaria sarebbe stata donata unacerta misura di elezione divinamentre a noi no? In natura ilsole splende su tutti cos comela pioggia scende su tutti, noncos la grazia: piena per cia-scuno, ma in maniera diversa;le grazie donate non devonoporsi in confronto o in competi-

    zione fra di loro, ma devono col-laborare allunica opera delPadre, attraverso il Figlio, nelloSpirito Santo. Ogni persona edogni situazione davanti a Dio unica ed irripetibile e Dio sipone con la sua presenza difronte ad ogni persona e adogni situazione con tutta la suaGrazia, la sua Gloria e con tuttoci che Egli . Ogni persona edogni situazione in se stessa li-mitata, eppure Dio pone tutto sestesso in quel limite, in quellaprovvisoriet, in quella minu-scola contingenza, mettendo ingioco tutto il suo infinito mistero.Il peccato delluomo ha frantu-

    mato lordine ed il percorsodella Creazione, innescando ilgioco della Storia nella qualebene e male si intrecciano inmaniera inestricabile; la strate-gia di Dio, cio la Grazia, consi-ste nel porsi allinterno di ogniframmento, per ricondurlo, neimodi che solo Lui conosce, al-lunit e alla purezza originarie.Nella creazione Dio esercita inmaniera sovrana la sua po-tenza, ma bene fare delle pre-cisazioni. Innanzitutto lacreazione avvenuta graziealla Parola di Dio, e la parola per natura fluida, inafferrabile,a volte poco comprensibile se

    Catechesi i Doni dello Spirito Santo - La Fortezza

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    non difficile adessere conser-vata e quando anche verit,cio si appellaalla libertdellaltro, al-lora non pidi nessuno, ndi chi lha pro-nunciata n dicolui che lhaascoltata. Ora iprimi versettidella Scrittura ci rivelano che inprimo luogo Dio disse: Sia laluce.. Disse, ma a chi, se noncera ancora nulla e nessuno?Giovanni nel Prologo del suoVangelo afferma In principioera il Verbo, ma questa Parolaa chi era rivolta? Dunque Dio sipresenta, lo far anche in Ges,con le risorse fragili e rischiosedel dialogo, che incontraspesso il vuoto, lindifferenza, ilrifiuto, la durezza.

    Si presenta con la potenzadel dialogo, non con la forzapropriamente fisica. Questa una prima manifestazione dellasua Fortezza. Possiamo direEgli sottopone la sua stessa po-tenza ad una disciplina precisae benefica e ci fa non per ri-guardo alla nostra debolezza oalla nostra finitezza, ma per fe-delt al suo stesso Nome, a SStesso. Con linguaggio trinitario lecito tradurre nei termini se-guenti: il Padre manifesta la suaPotenza, la Potenza che Egli nel Figlio e solo nel Figlio, a suavolta il Figlio porta a pienezza laPotenza che il Padre ha messonelle sue mani attraverso lo Spi-rito e solo attraverso lo Spirito.

    Dio dona lAlleanza e i Co-mandamenti, che ne sono clau-sole fondamentali, non perchvoglia imporre qualcosa al difuori di S a qualcuno fuori diS, ma perch, osservandoli

    Lui stesso, comunica a quelqualcuno, in questo modo, lasua stessa divinit, i suoi stessicostumi, la sua stessa autodi-sciplina, il suo stesso cuore. IComandamenti sono essi stessimanifestazione di grazia, cio disollecitudine divina verso il no-stro cuore e quindi imposizionedi un Dio esigente e severo difronte al quale non ci rimar-rebbe che attendere la manife-stazione della misericordia inGes, quindi espressione per-fetta del cuore misericordioso diDio che ci dice quale il nostrovero bene, Bene che Lui stesso, e che per primo osserva.Questo spiega il modo di com-portarsi di Dio nel corso dellastoria dove agisce la coscienzadegli uomini, troppo spesso cat-tiva ed ambigua. Quello chesembra un nascondimento diDio, in realt manifestazionedi fedelt alle possibilit ine-splorate della Parola nella solle-citazione delle risorse interioridelluomo. Una esibizione dellaPotenza divina intesa comevis, cio secondo i nostri cri-teri, colpirebbe luomo, lo pie-gherebbe secondo sceltedettate dal timore non dalla li-bert che, se coltivata attenta-mente, sfocia della sceltadellamore. Dio non interes-sato ad un fare, un obbedire, uncredere e un amare che non

    partano dallin-terno, dal piprofondo. Ildono della For-tezza rendepossibile il no-stro radicarcinella fedelt diDio.A questo puntoc h i e d i a m o c icome collegarequanto dettocon la parabola

    del lievito, la quarta delle setteparabole del regno (Mt. 13).Avevo gi anticipato che sitratta dellunica parabola nellaquale sia presente un perso-naggio femminile, infatti dettochiaramente che il lievito preso da una donna. C inessa un ben preciso riferimento,affascinante ed elevatissimo, adun passo della Bibbia. Gesparla di tre misure di farina, lal-lusione quindi a Sara, lasposa di Abramo, quindi lamadre del popolo di Dio. Per-ch? Dobbiamo risalire al capi-tolo 18 della Genesi, quandoAbramo riceve la visita di Diosotto forma dei tre viandanti di-retti a Sodoma. Abramo, nonappena intuisce di trovarsi difronte alla presenza di Dio, or-ganizza un pasto abbondante, eaffida a Sara la preparazionedelle focacce impastando ap-punto tre misure di farina, unamisura per ogni personaggio.Finito di mangiare i tre perso-naggi promettono che di l adun anno torner notare ilpassaggio dal plurale al singo-lare - e che allora Sara avr fi-nalmente il tanto atteso edesiderato figlio, nonostante lasua sterilit e la loro vecchiaia.Sara, si trova nella tenda eascolta, ha una reazione uma-nissima e nello stesso temposorprendente: si mette a ridere,

    Catechesi i Doni dello Spirito Santo - La Fortezza

  • Catechesi i Doni dello Spirito Santo - La Fortezza

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    non in maniera fragorosa, ma inmaniera percepibile. Lei non sisofferma sulla grandezza dellapromessa ma sul lato umano:Proprio adesso che sono vec-chia dovr provar piacere;anche il mio si-gnore vecchio!(Gn 18,12). I treviandanti se ne ac-corgono, reagi-scono e se nelamentano conAbramo. Si svela il lato sor-prendente e pernoi inconcepibilese non teniamoconto della moda-lit con cui Dio simanifesta al-luomo. Essi infattisi rammaricanoche Sara, ridendo,non abbia credutoalla realt dellaloro promessa, edinfatti, concludonoche nulla impos-sibile a Dio. MaSara ride non perincredulit, maperch la realtdellet sua e diAbramo le impedi-scono di pensarealla sessualit. Dionon ha capitonulla, ha travisatoil riso di Sara e,umanamente, ci ri-mane male. MaDio come puprendere un simileabbaglio? Non co-nosce i nostri pen-sieri? Ebbene allostesso modo con ilquale Dio si fatto viandante,non ha certo bisogno di cammi-nare, e siede a mangiare e nonne ha certo bisogno, cos Dio haassunto anche la nostra uma-

    nissima difficolt a capire laltro,a penetrare le intenzioni vere,profonde, intime delluomo. A talpunto Dio si mostrato simile anoi, in questo che uno degli in-contri pi meravigliosi di tutti i

    tempi fra Lui e lumanit, da pre-sentarsi come uno che reagiscein modo un po maldestro. Ep-pure anche in questo caso Diorimane Dio, cio fedele a S

    stesso: per il malinteso rifiuto in-fatti Egli non ritira la sua pro-messa, Egli nemmeno ritornerlanno seguente, secondo lanarrazione biblica, affidando inpieno a Sara ed Abramo i primi

    passi dellagrande Pro-messa. Que-sta lafedelt di Dio.Non ci po-trebbe es-s e r eespressioneumanamentepi vivace eforte: Haiproprio riso!(Gn 18,15),non per que-sto Dioavrebbe riti-rato la suaP r o m e s s a .Dio ci pu ve-nire incontroanche nasco-sto da realtlontanissimeda Lui o daci che noi glia t t r i b u i -remmo, manulla potrmai arrestarela sua fe-delt, primadi tutto a sestesso ed inconseguenzaa noi. La Fortezzaci permette divivere unavita fondatac o n v i n t a -mente e com-

    pletamente sulla fedelt di Dio,in tutti i nostri pensieri e in tuttele nostre azioni.Amen.