Mondo agricolo Marzo

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VULCANICI VITIGNI • VINI DELLE DIMORE STORICHE • VINIFICARE IN COCCIOPESTO • ALLA SCOPERTA DELL’OLIO • LA SPESA DIGITALE • IL QUADERNO DEL CONTOTERZISTA • 50 ANNI DI WOLF • SOGGIORNO PENSIONATI • GUSTA IL VENETO CINECIBO

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Il mensile di Confagricoltura

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VULCANICI VITIGNI • VINI DELLE DIMORE STORICHE • VINIFICARE IN COCCIOPESTO • ALLA SCOPERTA DELL’OLIO • LA SPESA

DIGITALE • IL QUADERNO DEL CONTOTERZISTA • 50 ANNI DI WOLF • SOGGIORNO PENSIONATI • GUSTA IL VENETO • CINECIBO

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MARZO 2016| MONDO AGRICOLO | 3

Buone

e cattive notizie

L’ ED I TOR IALE

� � �

erto i problemi non mancano per il comparto vitivinicolo: il calo dei consumi, l’export che potrebbe essere ancor più incisivo, i brandche andrebbero rafforzati. Ma su due questioni - che ci stanno a cuore e su cui abbiamo lavorato molto – probabilmente al Vinitaly potremodare delle buone notizie.La prima è che si dovrebbe arrivare all’appuntamento veronese con il “Testo Unico della Vite e del Vino” varato. Il relatore MassimoFiorio e la Commissione Agricoltura della Camera ce la stannomettendo tutta per licenziare definitivamente il provvedimento primadella kermesse scaligera.Il “Testo Unico” lo ha voluto e sollecitato fortemente la filiera che, due anni fa, aveva consegnato al Parlamento la sua articolataproposta normativa (a cura di Agrinsieme, Uiv, Federvini,Assoenologi, Federdoc). In questo lasso di tempo abbiamo continuatoa seguire i lavori parlamentari, intervenendo con proposte econtributi. Con il “Testo Unico” si verrà a ridurre la normativa da treleggi ad una e sarà rivisto l’impianto legislativo; si semplificheranno

molte procedure e vi saranno importanti novità a carico del sistema dei controlli e di quello sanzionatorio. Mentre noi semplificavamo, Bruxelles complicava le cosecon la modifica al regolamento 607/2009, rivedendo le norme sull’etichettatura delle denominazioni d'origine.L'ipotesi allo studio puntava a una profondaliberalizzazione; se fosse passata anche i produttori di altriPaesi della Ue avrebbero potuto riportare in etichettatermini come Nebbiolo, Fiano o Verdicchio. Ora – ed è questa la seconda buona notizia - grazie al pressing

nostro e della filiera, l’iniziativa sembra rientrare. Così ha promesso il commissario europeo all'agricoltura Phil Hogan, l'8 marzo scorso a Strasburgo, nell'incontro con eurodeputati e associazioni del settore.Purtroppo non abbiamo buone notizie per il comparto oleario e siamoprofondamente delusi e insoddisfatti per come si è conclusa la vicendadell’olio tunisino, di cui si è aumentato il contingente di importazionieuropee di 70 mila tonn in due anni. Adesso non è il momento di abbassare la guardia cercando almeno di attenuare l’impatto del provvedimento – come si è convenuto con Paolo De Castro -distribuendo il contingente mensilmente per evitare che arrivi tuttoinsieme sul nostro mercato.

Mario Guidi

C

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S O M M A R I O

L’EDITORIALEBuonee cattive notizie

Mario Guidi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3

PRIMO PIANO VINITALY – SOL

Brandiamo!

Anna Gagliardi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6

Vulcanici vitigni

Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10

Benedetti dalla storia

Anna Gagliardi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14

Il vino social-izza

Antonio Paolini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20

Alla scoperta dell’olio

Marco Oreggia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24

Il piacere del benessere

Massimo Vincenzi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27

Porte apertealla qualità

Elisabetta Tufarelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28

ATTUALITÀ RAPPRESENTANZA

Misurare il welfare

Gaetano Menna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40

Affamati di futuro

Gaetano Menna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44

Saggezza e passione

Gaetano Menna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48

ATTUALITÀ INNOVAZIONE

Volano e-commercee reti d’impresa

Maria Cristina D’Arienzo . . . . . . . . . . . . 50

Rubriche

Mappamondo “Champagne” . . . . . . 38

Organizzazione Academy . . . . . . . . . 54

Anga Affiancamento . . . . . . . . . . . . . 57

Over65 Home farm . . . . . . . . . . . . . . 60

Agriturismo Pisa . . . . . . . . . . . . . . . . 62

Campi rosa Due domande a… . . . . . 64

Campi sonori Cinecibo . . . . . . . . . . . . 65Confagricoltura @Confagricoltura

4| MONDO AGRICOLO|MARZO 2016

UNCAI NOTIZIE

Le news

dei contoterzisti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33

Direttore responsabileGABRIELLA BECHI

Coordinatore di Redazione GAETANO MENNA

Editrice SepePresidente DIANA THEODOLI PALLINI

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Testata associata all’USPI

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Brandiamo!

6| MONDO AGRICOLO|MARZO 2016

P R I M O P I A N O V I N I T A L Y - S O L & A G R I F O O D

Brandiamo!

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di Anna Gagliardi

L’Italia del vino

si presenta

al 50° Vinitaly

con un’immagine

forte ma con brand

(o marchi)

da sfruttare meglio

per rilanciare l’export

MARZO 2016| MONDO AGRICOLO |7

Con circa 50 milioni di etto-litri la produzione enologi-ca italiana (2015/2016) èla prima in Europa, seguitada quelle di Francia e Spa-gna. A livello europeo si

producono 171 milioni di ettolitri divino, il 2,9% in più rispetto alla ven-demmia precedente. L’Italia aumentadel 13% il quantitativo rispetto allamagra vendemmia 2014 e sorpassacosì la Spagna in termini di quantità.Nell’ambito dei 28 Stati membri, i pri-mi tre Paesi continuano a rappresen-tare oltre l’80% del vino europeo, maqualcosa si sta muovendo anche afondo classifica. E’ il caso della Croa-zia, che nelle ultime cinque annateha aumentato la produzione del 31%,della Repubblica Ceca (+48%), maanche dell’Austria e della Bulgaria:quantitativi molto limitati, certo, macon un trend in crescita costante chemanifesta lo sviluppo del comparto.L’Europa è comunque la prima areadi produzione, con il 58,7% del patri-monio vinicolo mondiale. Gli StatiUniti seguono con l’8,3%, prima diArgentina e Australia. La Cina è il set-

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8| MONDO AGRICOLO|MARZO 2016

L’EXPORT REGIONALEn ternazionale l’Italia non sfrutta anco-ra il proprio brand, soprattutto inPaesi considerati emergenti, dove ilmercato è in fase di crescita – preci-sa Andrea Faccio, presidente della Fe-derazione nazionale vitivinicola diConfagricoltura –. Si pensi che in Ci-na la Germania è riuscita a venderepiù vino di noi! Occorre un miglioreutilizzo delle forze a livello nazionale,senza perdere di vista i mercati in cuiinvece primeggiamo, come gli StatiUniti”. Un brand forte non solo portanuovi clienti alla cantina, ma fa ven-dere ancora più vino ai clienti già ac-quisiti. Altra necessità è rilanciare l’e-com-merce e il Vinitaly si allea con H-Farm per rafforzare le vendite online.Nel frattempo in Italia continua a di-minuire il consumo pro capite, pocopiù di 33 litri/anno, meno della metàdi trent’anni fa, e con previsioni di ul-teriore diminuzione.I consumatori internazionali, più an-cora che da noi, si stanno interes-sando molto al biologico, o comun-que al green. Questo fenomeno fa sìche anche gli agricoltori tradizionalisiano più attenti alla sostenibilità, at-tuando scelte agronomiche ed eno-logiche sempre più rispettose del-l’ambiente e della salute, dalla vignaalla bottiglia.Ma green deve essere anche l’impo-stazione dell’azienda: piacciono iconcetti virtuosi di basso impattoambientale, scarse emissioni, riciclo,risparmio energetico. In quest’otticadi salvaguardia ambientale acquistamaggiore peso anche l’impegno ver-so la valorizzazione del terroir e delterritorio. Del primo beneficiano i vi-ni, del secondo la comunità locale e ituristi. “Il legame tra vino e turismo èsempre più stretto – afferma Faccio –.La produzione enologica è di richia-mo per il turista che va alla ricerca dienogastronomia di qualità e di unluogo ricco di appeal. In questo senso le regioni che hannoiniziato a proporsi tempo fa oggi so-no più avvantaggiate e continuanoad essere meta costante di turismo diqualità”. ���

tri), dal Cile e dal Sud Africa. (fonte:UE - 2016). Per quanto riguarda l’Ita-lia, si esportano soprattutto vini con-fezionati. Le prime regioni esporta-trici sono il Veneto, l’Emilia Roma-gna, il Piemonte, Il Trentino Alto Adi-ge e la Toscana, che da sole somma-no oltre l’82% del valore e l’81% delvolume. Restringendo il campo alledop, primeggiano nell’export i vinidella Toscana, quindi del Veneto, delTrentino, del Friuli e del Piemonte.Le prime tre regioni esportano il54% del valore totale dei vini dop.(fonte: Ismea - 2015).L’Italia del vino si presenta dunque alcinquantesimo Vinitaly con un’imma-gine forte dell’alta qualità del pro-

dotto (e una vendemmia 2015eccezionale), un migliore gra-

do di internazionalizzazionee un ruolo di primaria im-portanza sul mercato glo-bale. Rimangono ancorada risolvere le difficoltàa fare sistema per raffor-zare il valore della pro-duzione. “In ambito in-

Faccio: «Bisogna lavorare

per rafforzare la fedeltà

dei consumatori al brand»

Andr ea Fac c io

Dati Ismea

P R I M O P I A N O V I N I T A L Y - S O L & A G R I F O O D

timo produttore mondiale di vino. Intermini di valore, la Francia rimanesalda al primo posto.Il vino prodotto in Europa è esporta-to in tutto il mondo: gli Stati Uniti de-tengono la quota principale con ol-tre 5 milioni di ettolitri. Mentre l’Eu-ropa importa principalmente dal-l’Australia (oltre 3 milioni di ettoli-

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10| MONDO AGRICOLO|MARZO 2016

di Gabriella Bechi

Undici consorzi

in tutta Italia

hanno dato vita

a “Volcanic Wines”,

il marchio collettivo

dei vini delle terre

magmatiche

P R I M O P I A N O V I N I T A L Y - S O L & A G R I F O O D

re rete nel comparto vitivinicolo delnostro Paese, mettendo in relazione si-stemi produttivi e organizzativi moltodiversi e tutti fortemente motivati nel-la valorizzazione di territori e vitignioriginali. Ne fanno parte il Consorziodel Soave, il Consorzio Tutela Vini Et-na, il Consorzio Tutela Vini dei CampiFlegrei, il Consorzio Tutela Bianco diPitigliano, il Consorzio Tutela Vini diGambellara, il Consorzio Tutela ViniLessini Durello, il Consorzio Vini docColli Euganei, il Consorzio di Tutela Vi-ni d’Ischia, il Consorzio di Tutela Vinidel Vesuvio, il Consorzio per la Tuteladei Vini Orvieto, l’Enoteca Provincialedella Tuscia.Il vulcano, dunque, continua a esercita-

Vulcanici vitigni

“Undici consorzi, centocantine da tutta Italia eun unico filo conduttoreche attraversa tutta la Pe-nisola. Comune denomi-natore è il vulcano e i vi-

ni che nascono da terreni neri magma-tici, frutto di un costante lavorio chenel corso delle ere ha rimestato gli stra-ti della terra riportando in superficiemateriali preziosi. A metterli insieme èVolcanic Wines, il nuovo marchio col-lettivo che prende il posto del formatVulcania, ideato dal Consorzio del Soa-ve cinque anni fa, che oggi ha assuntouna nuova veste, presentata ufficial-mente ad Expo 2015. Oggi uno dei piùinteressanti progetti che riescono a fa-

Salina: azienda Barone di Villagrande in contradaBrigaliere

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L’Etna: azienda Pietradolce a Castiglione di Sicilia, in provincia di Catania

re l’indubbio fascino dell’ambivalenzatra distruzione e creazione, tra la suaforza primordiale, catastrofica e invin-cibile e la sua capacità di dare vita e fe-condità. Per questo l’uomo, nei secoli,ha sfidato le proprie paure e ha colti-vato sulle pendici di vulcani quiescen-ti, su terre rese fertili dalla ricchezza deinutrienti messi a disposizione dall’atti-vità tettonica.A parere degli esperti, insomma, la mi-gliore viticoltura italiana nasce ai bordidi un vulcano. Brecce, basalti, lapilli, tra-chiti, comuni a questi territori, donanoalle viti che vi si allevano la possibilitàdi dare frutti che producono vini conacidità, mineralità, sapidità importanti,adatti ad essere longevi. I terreni vulca-

nici hanno questa capacità che da unpunto di vista chimico viene chiamata‘potere tampone’. Qualcuno l’ha defi-nita mineralità. Semplificando è quel-l’effetto che si produce aggiungendo ilsale su una fetta di limone. Il primo im-patto è dato dall’acidità e può essereaggressivo, poi subentra la salinità. Il sa-le tampona l’acidità portando una dol-cezza contenitiva che si traduce in unostimolo profondo e lungo per le papil-le gustative.

Si comincia dalla zona del Soave, dove,a differenza della maggior parte degliareali vulcanici presenti in Italia, i suolisi presentano estremamente evoluti,con caratteri strutturali complessi e so-no inoltre caratterizzati da una accen-tuata alterazione dei minerali, come ètestimoniato anche dalla loro elevataprofondità, si arriva poi alle terre sab-biose originatesi dalle eruzioni, con ce-neri molto fini, a elevata permeabilità escarsa fertilità, diverse da quelle di fiu-

Affascina l’ambivalenza

primordiale del vulcano,

tra distruzione e creazione

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suvio, i Campi Flegrei. Ma anche l’Irpi-

nia è zona vulcanica di vini bianchi lon-

gevi, Falanghina, Fiano e Greco di Tufo,

e del rosso Aglianico di Taurasi, vino

che ha forse le stesse antiche origini

dell’Aglianico del Vulture, vulcano

spento della Basilicata.

L’Etna è un vero e proprio laboratorio a

cielo aperto, regno del Nerello Mascale-

se. A Pantelleria il moscato (Zibibbo)

cresce su lave basaltiche e su vite ad al-

berello, allevata nella “conca”, la culla

scavata nel terreno, in terrazze protette

da muri a secco.

Il progetto Volcanic Wines diventa quin-

di uno strumento non solo per conti-

nuare un percorso di ricerca che leghi

sempre indissolubilmente i vini vulcani-

ci al loro territorio, ma anche un’occa-

sione importante, per comunicare in

modo nuovo l’originalità e l’identità di

questi vini. Una grande opportunità per

lavorare in rete, grazie alla flessibilità del

format che opera su più fronti, dalla ri-

cerca fino alla comunicazione. ���

me, come quelle di Salina e di Vulcano.

In aree di questo tipo le viti sono anco-

ra a piede franco, non intaccate dalla fil-

lossera, l’insetto che causò la moria di

fine ‘800, poi fermata con innesti su ra-

dici di vite americana. Le viti non inne-

state sono un valore aggiunto dei vini,

che riescono migliori, perché la pianta

è più longeva e robusta, e resiste a sic-

cità, calcare e salinità, con frutti più

contenuti. In Italia centrale i sette cra-

teri del complesso dei Monti Vulsini, da

cui è nato il bacino vulcanico più gran-

de d’Europa, ovvero il Lago di Bolsena,

il paesaggio è più spigoloso e ruvido.

Terre etrusche di cave e tufo come

quelle di Pitigliano, Orvieto e Montefia-

scone. O nel Lazio i vini dei Castelli Ro-

mani e dei Colli Albani, il Frascati.

In Campania c’è la pregiata area del Ve-

Si comunica, in modo

nuovo, l’originalità

e l’identità enologica

Pantelleria:Donnafugata, Zibibbocoltivato ad alberello(foto di Pucci Scafidi)

Le colline del Soave:azienda Cantina del Castello

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Benedetti dalla storia

14| MONDO AGRICOLO|MARZO 2016

di Anna Gagliardi

Alla scoperta

dei vini delle Dimore

Storiche Italiane,

che coniugano

enologia, territori

arte e cultura

P R I M O P I A N O V I N I T A L Y - S O L & A G R I F O O D

C’è un’Italia da scopri-re in ogni bottiglia divino. E c’è un’Italiache ha un’identitàculturale fatta diopere d’arte, cantine

e storia racchiuse nella stessa botti-glia: è l’Italia delle Dimore Storicheche si presenta al cinquantesimo Vi-nitaly con le proprie produzioni eno-logiche. Si tratta di 43 cantine di pro-prietari di immobili storici aderentiall’ADSI, l’Associazione Dimore Stori-che Italiane. Il percorso ideale tra ter-roir ed etichette si snoda dalle Alpi alMediterraneo, in tappe esclusive digusto e charme.

Molte di queste tenute appartengonoa famiglie che hanno scritto la storiadei rispettivi territori: castelli e terre-ni che oggi offrono anche ospitalitàal turista più curioso di conoscereluoghi e secoli di dinastie. L’ADSI pro-pone quindi un tour all’interno delVinitaly attraverso i brand che coniu-gano la cultura enologica alla bellez-za del paesaggio e dell’architettura:manieri, ville, colline e vigneti. “Sco-prire l’Italia attraverso il vino prodot-to in questi luoghi - spiega il presi-dente dell’ADSI Moroello Diaz dellaVittoria Pallavicini - è un viaggio neltempo. Il comparto enologico e quel-lo oleario sono strettamente legati a

Benedetti dalla storia

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Tenuta Regaleali di Tasca d’Almerita in provincia di Palermo

una crescita sostenibile del turismonazionale e sono l’anello di congiun-zione fra le eccellenze artistiche edenogastronomiche del territorio”.Le Dimore Storiche dell’associazioneimpegnate in ambito vitivinicolo rap-presentano 15.000 ettari di paesag-gio e 30 milioni e mezzo di bottigliedi vino: una testimonianza del valoreanche economico, oltre che cultura-le, di queste aziende. Gli esempi sonomolteplici, da Nord a Sud.

prezzarono il buon vino e l’ospitalità,come riportato dai memoriali dell’e-poca.Sempre in Friuli, a Buttrio, a pochichilometri a Sud di Udine, si trova laTenuta Sottomonte del Conte d’Atti-mis Maniago. Siamo nel comprenso-rio DOC dei Colli Orientali del Friulie la tenuta, che appartiene alla fami-glia da oltre 500 anni, si estende per110 ettari. Ulteriore motivo di vanto

In Friuli da 55 generazioni la famigliaPorcia (Principe di Porcia e Brugne-ra) rinnova la tradizione agricola diqualità con particolare attenzione al-l’ambiente. Oltre 830 vendemmie so-no il frutto di scelte oculate che nonpossono esulare da un grande rispet-to della terra e buone partiche agri-cole, mentre il castello annovera ilpassaggio di re e imperatori che ap-

Moroello Diaz: «Scoprire

il Belpaese attraverso

il vino è un viaggio nel tempo»

Cantina Storica del Castello di Porcia(Pordenone)

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16| MONDO AGRICOLO|MARZO 2016

co docg è la nuova etichetta della ca-sa vinicola che racchiude gli ultimitraguardi della storica famiglia.Sono nelle zone più vocate e celebridella Toscana le cinque tenute deiMarchesi de’ Frescobaldi: Chianti Ru-fina, Montalcino, Pomino, Colli Fio-rentini, Maremma. I vini narrano dioltre 700 anni di viticoltura dedicataall’esaltazione dei vari terroir, mentreun viaggio nelle tenute permette diconoscere territori eletti e realtà pro-duttive indipendenti.A Montalcino la tenuta Castello Banfisi estende a Sud, al confine con la Vald’Orcia: circa un terzo degli oltre2800 ettari di proprietà è coltivato avigneto, mentre nel borgo i turistipossono trovare accoglienza in ca-mere e suites curate in ogni detta-glio. Banfi oggi non vuole dire soloMontalcino, ma anche Bolgheri, Ver-mentino, Chianti e, nel Sud Piemon-te, spumante Alta Langa.Dalla Toscana al Lazio, con le Terredei Pallavicini, il più grande vignetoprivato di Frascati: 50 ettari su 80complessivamente vitati nelle duetenute aziendali di Colonna e Cer-veteri. Il viaggio ideale nel mondodei Principi Pallavicini parte ideal-mente dalla tenuta Colonna nei Ca-stelli Romani: vigneti e uliveti seco-lari, antichi casali e una cantina tec-nologicamente avanzata che si inte-gra perfettamente con la bellezzadel paesaggio. Il gran tour delle Dimore Storichepresenti al Vinitaly non può esclude-re la Sicilia con Tasca d’Almerita: 600ettari di vigne distribuiti nelle cinquetenute che annoverano anche due re-sort da favola. Da Marsala all’Etna, daMonreale a Salina (Eolie), Tasca d’Al-merita racchiude il meglio della Tri-nacria: vini, paesaggio e accoglienza. L’elenco completo delle Dimore Sto-riche presenti al Vinitaly è consulta-bile sul sito www.adsi.it. ���

per la famiglia è il fatto che il 70% deivigneti è costituito da piante nate neicampi di elezione clonale della stessatenuta. Il palazzo di famiglia, inoltre, èsede di un albergo e di un ristorante.In Veneto, Villa Emo Capodilista, det-ta anche “La Montecchia”, tra Padova

e Vicenza, è un capolavoro dell’archi-tettura tardo rinascimentale, locationideale per eventi esclusivi e vacanzedi charme, meta di visite di enoturistie cultori dei vini dei Colli Euganei.In Toscana, su 230 ettari di vigneti dei1200 complessivi a Gaiole e a Castel-nuovo Berardenga, Barone Ricasoliperpetua la missione di eccellenzache nel 1872 portò Bettino Ricasoli ainventare la formula del Chianti. Nel2016 “Brolio Bettino” Chianti Classi-

L’Italia delle Dimore Storiche

conta15.000 ettari di paesaggio

e 30 milioni e mezzo di bottiglie

La Cappella San Jacopo del Castello di Brolio dei BaroniRicasoli (Gaiole in Chianti)

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Page 18: Mondo agricolo Marzo

L'asettica sala

di vinificazione

diventa uno spazio

da poter mostrare

orgogliosamente

ai visitatori

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18| MONDO AGRICOLO|MARZO 2016

Accanto alla botte, la

barrique, l'anfora e

l'acciaio oggi arriva in

cantina il vaso vinario

in cocciopesto. E’ l’ul-

tima invenzione di

Drunk Turtle - azienda made in Italy

toscana, della provincia di Pisa - pre-

sentata a Vinitaly 2015, che oggi è

usata con successo già da molti im-

prenditori vitivinicoli. Il cocciopesto,

utilizzato dai Romani e ben cono-

sciuto dai Fenici, è un’antica miscela,

composta da frammenti di inerti lapi-

dei e laterizi macinati, sabbia di di-

verse granulometrie, legante cemen-

tizio in bassa percentuale e acqua de-

I love cocciopesto

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clorata, che ha caratteristi-

che come la longevità, la re-

sistenza e l’elevata poro-

sità, che la rendono unica

ed irripetibile.

Il vaso in cocciopesto, di-

sponibile nelle dimensioni

da 10, 17, 25 ettolitri e 100

litri, ha forma ovoidale, che

facilita la condensazione

dei gas della fermentazione

e la creazione di moti con-

vettivi utili al mosto, ed ha

un'estetica che lascia il se-

gno, capace di trasformare

anche un'asettica sala di vi-

nificazione in uno spazio

da poter orgogliosamente

mostrare ai visitatori, pro-

prio come già succede per

la barriccaia e la bottaia, fio-

ri all'occhiello di molte cantine. I va-

si, infatti, possono essere realizzati su

misura e, a richiesta del cliente, pos-

sono essere personalizzati e decorati

con varie tecniche.

I vasi possono essere

personalizzati e decorati

con varie tecniche

I vasi in cocciopesto sono

inoltre assolutamente eco-

sostenibili. Sono, infatti,

prodotti con materiali natu-

rali che non aggravano il

deturpamento del paesag-

gio, in quanto vengono

adoperati per l’impasto di

colata scarti di lavorazioni.

Inoltre, a differenza delle

botti in acciaio, non ricor-

rono a materiali ferrosi e a

lavorazioni con importanti

cessioni di CO2.

Rispetto alle botti in legno,

non implicano l’abbatti-

mento di alberi; a differen-

za di quelle in terracotta

non ricorrono all’uso del

forno di cottura e al contra-

rio di quelle in cemento tra-

dizionale non fanno uso di strutture

di sostegno in quanto vengono ag-

giunte all’impasto fibre naturali

rinforzate, per dare rigidità struttura-

le. (G. B.)

cocciopesto:074_77AG7e8_11PR 14/03/2016 09:07 Pagina 19

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20| MONDO AGRICOLO|MARZO 2016

di Antonio Paolini

giornalista e curatore della guida “I vini de L’Espresso”

Facebook, twitter

e le altre “piazze”

di Internet sono il motore

del commercio enoico

P R I M O P I A N O V I N I T A L Y - S O L & A G R I F O O D

lia non siete voi (che li fate), né noiche, pure (e qualcuno proprio sottoquel titolo per giunta) da anni li rac-contiamo. Ma lui. Nishino.Come è potuto capitare? Semplice.Nessun produttore né associazioneo testata dedicata (e men che maiun’istituzione preposta, continuan-do a preferire evidentemente allaplatea mondiale potenziale lo spee-ch inaugurale delle kermesse di zo-na) ha pensato a tempo di rivendica-re quella label. Un po’ come se abita-ste in un grande (e costoso) caseg-giato, tenendo lì non solo casa ma

Per cominciare, vi parle-rei di Nishino Yoshitaka.E mi pare già di sentirela classica domandamanzoniana. Yoshitaka?Chi era costui? Chi? Mol-

to semplicemente il titolare (giappo-nese) dell’account commercialmen-te spendibile @viniditalia. Se cioè an-date su twitter, un giochino cui, co-me immagino sappiate, partecipanocon vigore decine di milioni di per-sone nel mondo per ogni oretta del-la giornata, ciascuno in base ai suoiinteressi e al fuso orario, i Vini d’Ita-

Il vino

social-izza

Il vino

social-izza

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anche studio, e lasciaste però nelfrattempo che a mettere il vostro no-me sul campanello fosse un altro,magari titolare di uno studio concor-rente. P.s. per fortuna il nostro Nishi-no è uno bravetto. L’ultima volta bal-lava tra Braida e Giacosa, Barbera eNebbiolo illustri, e innovatori di lus-so come San Guido e Setteponti, col

que fa shopping, e furbo chi le pren-de gratis, omettendo di pensare chein realtà la “merce” è lui) sono deci-samente più popolari tra i possesso-ri italiani di smartphone di tuttoquello che (prima il sito, poi la pagi-na Facebook, twitter, Instagram e viaandare) richiede studio, cura e lavo-ro per funzionare. Per chi non sa: Vi-vino è un pezzo di quella galassia di“sistemi” web che permettono diconfrontare, reperire (e inserire, di-venendo attori co-protagonsti, o al-meno sentendosi tali) recensioni, no-tizie sui prezzi, indicazioni su e-com-merce, etc., relative ovviamente alnostro “totem” del cuore (e del busi-ness): il vino. E non è un caso che, proprio mentreVivino dava la lieta (per i suoi azioni-sti) novella, la concorrenza, “Wine-Searcher”, macchina informatica di ri-cerca di disponibilità e prezzo in tuttoil mondo per acquisto diretto o ine.commerce di quasi 2 milioni di eti-chette, a cominciare dalle più impor-tanti e con profondità verticali tarateper grandi lovers, ha fatto sapere di es-sere pronta a sua volta a partire con

tocco “nature/deluxe” dei Palistortidi Valgiano...Intanto, mentre lui fa il suo su twit-ter, pochi giorni prima che io met-tessi mano a questo pezzo “Vivino”(www.vivino.com), società con basea Copenhagen (!) e nata solo nel2010, ha annunciato di aver superatoil milione di utenti in Italia e i 15 nelmondo con la sua app. Molti di voi,penso, la conoscono. Le app, col lorocontenuto ludico/assistenziale (e ilpepe aggiunto che alcune si paganoe altre no, facendo così sentire im-portante chi le compra, come chiun-

La pagina facebookde “I vini de L’Espresso”

Il cibo e il vino sono

tra le parole

più ricercate sul web

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22| MONDO AGRICOLO|MARZO 2016

noto nel giro come “mr. twitter”.È per questi, e una miriade di altri fat-ti che non sto a dettagliarvi solo per ri-sparmiare carta e tempo (il vostro),che quando un paio di mesi prima diVinitaly L’Espresso mi ha affidato (induo con l’impagabile amico e collegaAndrea Grignaffini) la cura della nuo-va “cosa” dedicata al vino, che si chia-merà appunto “I Vini de L’Espresso”,prim’ancora di pensare a menabò, gra-fica e agli stessi coautori (in realtà perbuona parte li avevamo già in mente)io, che pur anzianotto ho da anni lamia paginetta FB, mi sono messo incerca di un “social media manager”.Uno cioè che in modo smart, fresco,starei per dire “contemporaneo” allarealtà in cui, volenti o no, navighiamocoi nostri prodotti e le nostre idee, cu-rasse l’apertura erga omnes (questo èun social usato bene) del nostro lavo-ro, estraendolo dalle catacombe deifumismi iniziatici e dalle guerre trasette che funestano il comparto (il ci-bo e il vino sono la seconda cosa piùcliccata sul web dopo il sesso e primadella religione; guai a farne però unaroba per maniaci rinchiudendolo inun ghetto, fetish o nature che sia, otrattarlo, appunto, come un articolo difede talebana) e permettendo a tuttidi seguirlo giorno dopo giorno, ca-pendo chi sta assaggiando cosa/dove,e di suggerirci, segnalarci, proporci al-tri posti/bottiglie/cose nuove e vec-chie da tenere in considerazione. So-no nate così, e viaggiano benino vistala gioventù, la pagina Facebook e l’ac-count twitter (@ViniEspresso), più unnostro gruppo interno di lavoro dovescambiare utilities via Telegram. Nonancora Instagram, perché la qualitàdelle foto che mandiamo a Guido Ra-mini, il nostro social man, non è anco-ra abbastanza buona. Siamo apprendi-sti. Ma miglioreremo. E vi faremo sa-pere. Voi intanto seguiteci sui due ca-nali che già abbiamo in piedi per con-dividere la nostra e vostra mission. Pe-daliamo nella stessa direzione. Ed es-sere social vuol dire, semplicemente,darsi il cambio, come in una gara in bi-cicletta, a tirare il gruppone del vinoitaliano controvento. ���

una nuova app che permetterà (cosache fin qui non era) non solo di cerca-re bocce e costi e di leggere le recen-sioni di paludati magazine e critici d’o-gni dove, ma anche, finalmente, di in-serire le proprie, sentendosi così a pie-no titolo allocati tra i robertparker denoantri.Sempre nel frattempo, mentre nel no-stro mondo accadeva tutto questo, ilsottoscritto non ha mai dimenticatodi dare un’occhiata alla crescita co-stante (e meritata) dei followers, cioèi raggiunti dalle sue segnalazioni e re-censioni, e che ne sono dunque in-

fluenzati visto che gli riconosconol’autorevolezza necessaria per seguir-lo, di un illustre collega (e di più, vistoche da 4 anni siamo insieme nella stes-sa giuria internazionale, il BIWA, chemette in fila i 100 top wine italiani se-condo noi): il master of wine TimAtkin, (@Timatkin) ormai a un passodai 50.000 aficionados, e per questo

Attraverso i media sociali

si condividono testi,

immagini e audiovideo

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MARZO 2016| MONDO AGRICOLO |23

Una ricerca del Censis,

per la tenuta Ornellaia,

evidenzia che il vino

è un affare: 1 euro

investito in vino nel 2001,

è diventato 5,4 euro nel 2016

Investire in vino rende. Non solodal punto di vista enogastrono-mico perché permette di poteroffrire ai propri ospitibottiglie eccezionali,ma anche e soprattutto

sotto l’aspetto finanziario,perché si traduce in un valo-re patrimoniale superiore aquello degli investimenti inBorsa. Lo sostiene una ricercadel Censis e Liv-ex, su dati Me-diobanca, commissionata daOrnellaia, una delle tenute deiMarchesi de’ Frescobaldi. Se-condo questo studio, chi ha in-vestito i risparmi in marchi pro-duttori di vino, nell'ultimo decen-

strano rendimenti invidiabili, supe-riori a quelli dell’oro e del FTSE, conuna Standard Deviation (volatilità)dal 2007 ad oggi di 0,11 e un indicedi Sharpe di 0,49. Non c’è dubbio:collezionare vino rende e probabil-mente questo mercato continuerà acrescere. Negli ultimi dieci anni, infatti, l’ex-port di vino italiano è aumentato inquantità (+23%) e in valore(+84,3%),in pratica oltre 17 punti percentualirispetto al valore dell’export mani-fatturiero. Il vino italiano nel mondoè rappresentato soprattutto da so-cietà private: almeno il 60% della lo-ro produzione viene commercializ-zata all’estero. Lo studio, dopo averpreso in considerazione la sfiduciagenerale dei risparmiatori per la crisieconomica, con il risultato di unagrande liquidità inutilizzata, ha mes-so in evidenza che il 30,6% degli ita-liani amerebbe investire il proprio

denaro in aziende agroalimenta-ri nazionali, contro 29%che sceglierebbe il madein Italy di altri settori, il19% in aziende informa-tiche e il 9,8% in multi-

nazionali. ���

nio, ha guadagnato molto di più ri-spetto a chi ha scelto i mercati finan-ziari mondiali. Certamente chi ha in-vestito in etichette di vino pregiateha avuto rendimenti maggiori, ma an-che chi ha optato per l’acquisto diazioni dei normali produttori quotatinel mondo ha comunque guadagna-to, rispetto agli andamenti dei mer-cati. Un euro investito in vino nel2001 è diventato ben 5,4 euro a ini-zio 2016. Una performance notevolese si considera che lo stesso investi-mento, in Borsa, avrebbe dato un ca-pitale finale di 1,6 euro. Ciò dimostra,senza alcun dubbio, che l’investimen-to nel settore vinicolo è più redditi-zio del 160% rispetto a quello nel set-tore finanziario. Ed è questo proprioil caso di Ornellaia. I dati Liv-ex mo-

Il tesoro in bottigliaLe bottiglie d’artista di OrnellaiaIl top dell’investimento destinato ai collezionisti

P R I M O P I A N O V I N I T A L Y - S O L & A G R I F O O D

di Jordan Nash

Il tesoro in bottiglia

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24| MONDO AGRICOLO|MARZO 2016

di Marco Oreggia

Per l’extravergine

la qualità è l’unica

arma di difesa sul mercato

globale. L’esperto

assaggiatore ci racconta

la situazione

del settore olivicolo

P R I M O P I A N O V I N I T A L Y - S O L & A G R I F O O D

noscere e valorizzare le caratteristi-che proprie di un territorio facendo-lo esprimere nel migliore dei modi,attraverso prodotti che si differen-ziano a livello aromatico. Da oltre 15anni scrivo “Flos Olei” (www.floso-lei.com), una guida al mondo del-l’extravergine, ma sicuramente dapiù tempo, come giornalista del set-tore agro-alimentare, mi occupo congrande passione del tema olivicolo,cercando di dare voce a un compar-to che risulta ancora troppo spessoabbandonato o relegato ai marginidella produzione agricola. Il mioobiettivo è stato, fin dall’inizio, evi-denziare le grandi potenzialità del-

L’olio extravergine di oli-va - quando è di qualitàeccellente - è un pro-dotto davvero unicoperché porta dentro disè l’odore, il sapore, la

stessa natura di dove è nato. Per que-sto sono fermamente convinto dellanecessità, oltre che dell’opportunità,di promuovere e sviluppare un’olivi-coltura basata sulla coltivazione esulla trasformazione di varietà di oli-ve autoctone, al fine di ottenere oliextravergine, con caratteristiche aro-matiche specifiche e tipiche del ter-ritorio di provenienza. Puntare sullevarietà autoctone significa cioè rico-

Alla scopertadell’olioAlla scopertadell’olio

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MARZO 2016| MONDO AGRICOLO |25

l’olivo e dell’olio che non sono sol-tanto una pianta e un prodotto davendere: entrambi infatti fanno partein maniera indissolubile della vita diintere popolazioni da migliaia di an-ni, intrecciandosi con la loro storia ela loro cultura, condizionandone l’e-conomia e la società, caratterizzan-done il paesaggio e l’alimentazione.Da più 10 anni poi la guida – di cui èuscita l’edizione 2016 (864 pagine,35 euro) - è diventata internaziona-le, perché la qualità non ha frontie-re: ho ritenuto cioè non solo corret-to, ma indispensabile per tutti - pro-duttori, esperti e consumatori - darespazio e visibilità alle produzioni di

eccellenza di tutto il mondo, perchépotessero emergere e distinguersicon le loro caratterizzazioni e speci-ficità, contrapponendosi a un pro-dotto industriale pressoché neutronelle caratteristiche aromatiche -quando non chiaramente difettato -che è quello che si ritrova per lo piùnegli scaffali della grande distribu-zione. Il fenomeno della globalizza-zione sta determinando infatti un

Oreggia: «Non ci sono

posizioni di rendita nell’era

della globalizzazione»

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26| MONDO AGRICOLO|MARZO 2016

greti rispetto al passato. Ed è propriosu questo terreno che si misura, a li-vello nazionale e internazionale, lavera sfida che interessa i tanti pro-duttori e imprenditori con le lororealtà aziendali. E sempre qui si gio-ca peraltro lo stesso futuro del com-parto olivicolo mondiale, sottopostoalla pressione degli altri oli vegetali,il cui costo è 6 -7 volte inferiore aquello dell’olio da olive. Allo stato attuale dunque il settoredeve difendere la propria unicità,conservando tradizione e qualità, maanche stare al passo con la velocitàdelle trasformazioni in atto, che ri-chiedono apertura mentale, cono-scenza del mercato nazionale edestero e capacità di innovazione: ilsuccesso commerciale - e in molticasi la stessa sopravvivenza sul mer-

cato - deve basarsi su que-sto binomio indissolubile evincente. Gli extraverginedi qualità, con le caratteri-stiche specifiche del terri-torio di provenienza, sonola punta di diamante di unastrategia promozionale fi-nalizzata a confermare l’u-nicità di un prodotto comel’olio, specialmente neiPaesi tradizionalmente pro-duttori e consumatori. Maattenzione a non adagiarsisul passato: nell’epoca del-la globalizzazione non c’èspazio per posizioni di ren-dita. La prima strategia de-ve essere allora lavorare suuna comunicazione traspa-rente, onesta ed efficace.Con un principio-guida:che l’immissione sul mer-cato di prodotti di qualitàha un effetto benefico sututto il settore, perché in-nesca una dinamica sana ecostruttiva tra gli impren-ditori della filiera olivicoladi tutti i Paesi produttori erappresenta l’unico seriobaluardo contro l’omolo-gazione delle multinazio-nali. ���

orientamento sempre più deciso al-l’apertura dei mercati, che per l’olioda olive significa la progressiva ridu-zione degli aiuti comunitari ai pro-duttori e la realizzazione di una zonadi libero scambio nel Mediterraneo,dove si produce il 95% e si consumal’85% dell’olio da olive mondiale. Neconseguirà, inevitabilmente, un au-mento della concorrenza e una rivo-luzione nelle tecniche di produzio-ne, distribuzione e vendita del pro-dotto. Alcune tendenze sono già inatto e chiaramente visibili. Da unaparte si assiste alla presenza semprepiù massiccia sul mercato interna-

MarcoOreggia

zionale di un prodotto che si identi-fica soltanto con il marchio di unacatena di grande distribuzione e cheè appiattito in una qualità medio-bas-sa. Parallelamente si sta intensifican-do, e anche qui a livello mondiale,un’offerta sempre più specializzatache si distingue con prodotti cheesaltano la grande ricchezza e va-rietà organolettica, di sapore, di tra-dizione di un prodotto millenariocome l’olio da olive. Le frontiere del-la qualità si stanno notevolmente estabilmente ampliando: una filiera dieccellenza ha ormai molti meno se-

“Flos Olei 2016”

è la guida all’extravergine

di 49 paesi vocati

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L’extravergine è il principe

degli alimenti nutraceutici.

Numerosi studi attestano

i benefici per la salute

di Massimo VincenziSpecialista in Scienza dell’Alimentazione e Dietetica

Le proprietà nutrizionalidell’olio extra vergine dioliva, paragonate a qualsia-si grasso da condimento,sono decisamente miglio-ri. L’extravergine contie-

ne, infatti, importanti elementi (aci-do oleico, polifenoli e vitamine) ingrado di influenzare positivamentei processi metabolici dell’organi-smo. Numerosi studi scientificihanno evidenziato che questo ali-mento possiede delle caratteristi-che in grado di apportare beneficialla salute. Per questo è consideratoormai universalmente un vero eproprio “alimento nutraceutico”.Gli acidi grassi monoinsaturi, graziead un impatto metabolico positivo

genza della neoplasia del colon e pro-babilmente anche in quelle del trattodigestivo alto e dell’apparato respirato-rio. Tra i composti fenolici, l’oleocanta-le, responsabile della sensazione di piz-zichio in gola indotta dall’olio, ha di-mostrato specifiche caratteristiche an-tinfiammatorie con possibilità applica-tive nell’ambito delle patologie neuro-degenerative, delle malattie cronichedegenerative dell’apparato osteoarti-colare e nel campo oncologico. Altristudi hanno dimostrato, ancora, comel’oleocantale possegga proprietà ingrado di ridurre il rischio di svilupparel’ Alzheimer agendo su una sostanza de-nominata amiloide. Infine, i secoiridoidi contenuti nell’olioextravergine di oliva posseggono pro-prietà anti-aging e anti-tumorali. Graziepoi alle vitamine liposolubili (A,D, E,K)

e agli acidi grassi che combattono laformazione di radicali liberi e svol-gono quindi attività anti-aging anchea livello cutaneo, l’olio di oliva è im-piegato in ambito dermatologico.Inoltre, nei bambini l’olio di oliva,grazie agli acidi grassi insaturi di cuiè ricco, favorisce l’assorbimento disostanze indispensabili alla crescitae sempre nei bambini, ma anche ne-gli anziani, l’olio di oliva stimola lamineralizzazione delle ossa e l’assi-milazione di sali minerali di primariaimportanza. ���

con un effetto benefico sul quadro lipi-dico ematico, svolgono un ruolo fonda-mentale nella prevenzione delle malat-tie cardiovascolari. Cosa questa estre-mamente importante in una popola-zione anziana come quella del bacinodel Mediterraneo ad alto rischio dimortalità per questo tipo di malattie.In uno studio pubblicato su DiabetesCare, inoltre, si è evidenziato come unadieta ricca di olio di oliva sia in grado diridurre fino al 50% la possibilità di in-sorgenza di diabete di tipo 2.Sembra anche che l’olio di oliva, graziealla sua ricchezza di acidi grassi mo-noinsaturi, sia capace di intervenire neiprocessi di prevenzione del tumore delseno e che gli stessi acidi grassi, insie-me ai composti fenolici, ai tocoferoli eallo squalene, abbiano un ruolo im-portante nella prevenzione dell’insor-

Il piacere del benessere

MassimoVincenzi

P R I M O P I A N O V I N I T A L Y - S O L & A G R I F O O D

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28| MONDO AGRICOLO|MARZO 2016

di Elisabetta Tufarelli

Una storia di impresa

familiare di successo

nell’agrigentino. L’azienda

Mandranova, di Silvia

Di Vincenzo, è specializzata

in monocultivar

P R I M O P I A N O V I N I T A L Y - S O L & A G R I F O O D

ti in monocultivar e ogni campo è de-dicato ad una varietà autoctona. Ciascu-na oliva ha la sua tipicità e, nel nostrofrantoio, adoperiamo una molitura dif-ferenziata per singola cultivar, fornendouna tracciabilità completa”. E la scelta dicontrollare minuziosamente tutte le fa-si di lavorazione, spalancando le portedell’azienda alla qualità, è indubbiamen-te stata vincente, come del resto con-fermano i numerosi premi e riconosci-menti nazionali ed internazionali otte-nuti dagli oli Mandranova. “L’olivicoltura– racconta Silvia – per noi è innanzitut-to una grande passione, che ci arricchi-sce ogni giorno consentendoci di otte-nere prodotti di qualità elevata. Ma nonsolo: un ulivo è per la vita. Le nostre die-

Porte apertealla qualità

Nell’agrigentino, in pienaterra del Gattopardo, apochi chilometri dal ma-re, incontriamo Silvia DiVincenzo, che conduceinsieme al marito Giu-

seppe e al figlio chef Gabriele, a PalmaDi Montechiaro, ‘Mandranova’ un’im-presa familiare agricola. Una vera e pro-pria oasi verde in collina, che si estende180 ettari: quaranta di oliveto, 5.000piante di mandorle, un agriturismo ecampi coltivati a grano e fieno. “Nel1995 - spiega l’imprenditrice associataa Confagricoltura - abbiamo piantatoquello che continuiamo a chiamare l’o-liveto nuovo, perché irriguo e fatto concriteri diversi dalla tradizione, che me-scolava in campo le diverse varietà perottenere il blend. Noi siamo specializza-

Porte apertealla qualità

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MARZO 2016| MONDO AGRICOLO |29

Silvia Di Vincenzo ed il marito Giuseppe

cimila piante, tra le ‘nuove’ e gli alberi se-

colari, sono varietà autoctone come la

Nocellara del Belice, Biancolilla, Cera-

suola e Giarraffa, per fare alcuni esempi.

Ma coltiviamo con l’obiettivo di preser-

vare, intatto, l’habitat dell’ulivo,senza fi-

tofarmaci e trattamenti anche le tipiche

cultivar del territorio: Ogliarola, Passalu-

nara, Tunna”. La famiglia Di Vincenzo,

proprietaria dell’impresa da diverse ge-

nerazioni, ha scelto di vivere in azienda

proprio per seguire direttamente, oltre

all'intero ciclo produttivo dell’olio, che

esportano con successo in Europa, Ca-

nada e Giappone, anche le altre produ-

zioni. L’agriturismo offre ospitalità in un

vero e proprio resort di campagna, con

un giardino di palme e piante africane e

una piscina, che ha sostituito la tipica

“gebbia”, anticamente utilizzata per l’ir-

rigazione agricola. La location è predi-

letta, in particolare, da americani, neo-

zelandesi, canadesi, inglesi, belgi e fran-

cesi. D’altronde l’azienda si trova in

un’area ideale per i turisti: a breve di-

stanza dalla Valle dei Templi e dal mare.

“Con le nostre mandorle, i biscotti e i

dolci ripieni assumono profumi e sapo-

ri dei tempi di una volta. Le conserve

semplici, naturali e senza conservanti,

sono realizzate – rivela l’imprenditrice

– con ricette tramandate dalle nonne”.

Proprio il luogo ideale per trascorrere

una vacanza immersi nella natura, ma

non solo. “Desideriamo – conclude Sil-

via - che i nostri ospiti sperimentino le

emozioni di un viaggio gastronomico in

un’atmosfera calda e familiare. La sco-

perta dell’olio, ad esempio, è un percor-

so di degustazione minuziosamente cu-

rato, che attraversa le proprietà organo-

lettiche, la qualità e termina con corsi di

cucina”. Da tre anni, infine, si organizza-

no in questo territorio ricco di meravi-

glie ambientali, paesaggistiche e stori-

che, veri e propri “soggiorni d’artista”.

Gli scultori ospiti ricercano, approfon-

discono ed utilizzano i materiali ricicla-

ti dalla campagna per creare le loro

istallazioni ed opere d’arte. ���

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30| MONDO AGRICOLO|MARZO 2016

di Gabriella Bechi

Amazon Fresh

sbarca in Italia

e rivoluziona

il food e-commerce.

Al mattino si ordina

la spesa, per trovarla

a casa la sera

P R I M O P I A N O V I N I T A L Y - S O L & A G R I F O O D

Amazon Fresh funziona così: si ordi-na la spesa entro le 10 del mattino ela stessa vi viene consegnata a casaentro le 18 grazie ai furgoni di Ama-zon. Negli Stati Uniti i prodotti ac-quistati e consegnati con questo nuo-vo servizio sviluppato dal colosso diJeff Bezos riguardano quasi tutte le ti-pologie: dal pane alle verdure, dallacarne alla pasta, dai vini ai condi-menti, dai surgelati ai dolci. Il servi-zio è stato inoltre pensato per ordi-nare pranzi e cene take-away da par-te dei locali affiliati ad Amazon Fresh.

La spesa digitale

Possiamo cominciare a di-re addio alle file alle cas-se, al traffico da valicareper raggiungere il super-mercato e a tutte quellenoie e quei fastidi che ci

fanno sbuffare quando dobbiamo an-dare a fare la spesa? Lo sbarco in Ita-lia, a Milano, e presto anche a Roma,di Amazon Fresh deve farci rifletteresu quanto il digitale sia in grado dicambiare il mercato dell’agroalimen-tare ed anche sui ritardi del nostroPaese.

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Tutto con un touch, comodo, rapidoe semplice.Una cosa è certa e viene ripetuta da

più parti: il mondodella GDO trema,perché AmazonFresh è un servi-

zio che punta di-rettamente a incre-

mentare la qualitàdella vita degli acqui-

renti, facendo loro gua-dagnare un sacco di tem-

po e probabilmente anchedi soldi. Attualmente i prezzi

sono allineati alla concorren-za, ma conoscendo le politiche

di Amazon, si pensa che, superatoil periodo di prova, i costi scende-

ranno drasticamente. Nonostante i crescenti investimentiper la diffusione della banda larga edei dispositivi mobili, l’e-commercerimane ancora una sorta di tabù per

rale ed anche una scarsa attenzioneda parte delle istituzioni, che solo re-centemente hanno messo in campostrumenti idonei, come il creditod’imposta del 40% dell’importo degliinvestimenti realizzati per l'avvio e losviluppo dell’e-commerce, fino 50mila euro, istituito con il provvedi-mento del ministero delle Politicheagricole Campolibero. Durante il 2015, secondo uno studiocondotto dall’Osservatorio E-com-merce B2c (Business to consumer)promosso dalla School of Manage-ment del Politecnico di Milano e daNetcomm, il valore dell’acquistatoonline in Italia ha raggiunto i 16,6 mi-liardi di euro, con una crescita del16% rispetto al 2014 (pari a 2,2 mi-liardi di euro).Nello specifico, a questa crescita han-no contribuito settori come il turi-smo (+14%), con 7.762 milioni di eu-ro e le assicurazioni con 1.235 milio-

gli italiani. Secondo uno studio inter-nazionale di Centro Studi di MMOneGroup, basato su ben 12 indicatoriEurostat, l’Italia è agli ultimi posti inEuropa per l’utilizzo dell’e-commer-ce: siamo in 25° posizione, davantisolo a Grecia, Bulgaria e Romania, su-bito dietro a Paesi come Portogallo,Polonia, Lettonia e Cipro. E distantisoprattutto dai primi della classe(Regno Unito, Francia, Germania).Quello che colpisce è in particolareè il fatturato delle imprese italianeascrivibile alle vendite online, che èpari al 6%, contro una media euro-pea del 15%. C’è quindi un ritardo imprenditoria-le, ma sicuramente anche uno cultu-

E-commerce ancora tabù:

in Italia siamo dietro a

Portogallo, Polonia e Lettonia

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ni di euro, l‘informatica e dell’elettro-nica (+21%), l’abbigliamento (+19%),l’editoria (+ 31%).In questo contesto il settore alimen-tare si è classificato tra quelli emer-genti, con 377 milioni di euro, pari al2% del mercato. Crescono sia il Gro-cery (spesa da supermercato), sia ilFood&Wine enogastronomico, grazieall’intraprendenza di produttori chevalorizzano prodotti locali, retailer,enoteche e start up. Insieme all’e-commerce evolve an-che il consumatore online. Oggi lepersone che effettuano almeno unacquisto online, in un arco di tempodi tre mesi, rappresentano più del36% di tutta la popolazione italianasu internet, ovvero 11,1 milioni diconsumatori abituali con uno scon-trino medio di 89 euro e una riparti-

zione quasi equivalente tra prodottie servizi. Ormai nell’esperienza d’ac-quisto del consumatore, i dispositivimobili giocano un ruolo sempre piùrilevante: l’acquisto effettuato dasmartphone nel 2015 aumenta del64% rispetto il 2014, con il 10% dipeso, mentre il tablet vale l’11% delsettore. E c’è anche un modo tutto italianodi interpretare e-commerce. Il lega-me tra il mondo virtuale e quello fi-sico, tra il negozio su internet equello con muri, porte, scaffali, dovela merce si può vedere, toccare, odo-

Per gli acquisti online in Italia

si sono spesi 16,6 miliardi

di euro (+16% rispetto al 2014)

rare, è uno dei punti fondamentaliche distingue il nostro mercato daquello europeo. Una realtà che si ri-scontra, con una dinamica opposta,anche nel fenomeno che tecnica-mente viene definito info-commer-ce, che è il cercare informazioni on-line mentre si valuta un prodotto inun negozio.Un'altra tipicità del nostro Paese èche il fattore principale per l'acqui-sto è la conoscenza del brand, delvenditore: per questo diventa fonda-mentale il cosiddetto storytelling,ovvero la narrazione, il saper raccon-tare cosa c'è dietro quella bottiglia divino o di olio, di quel formaggio odolce. Convenienza, qualità e capa-cità di comunicare con il cliente di-ventano dunque i tre pilastri dell'e-commerce nel settore del food. ���

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MARZO 2016| MONDO AGRICOLO |I

L’A P E R T U R A

Il quaderno del contoterzista

“Ci stiamo giocandol’agricoltura cheverrà”. Così ilpresidente di UncaiAproniano Tassinari

durante l’assemblea dei contoterzisti diMilano, Lodi, Como e Varese. “È in atto – hadetto – una vera e propria selezionenaturale, ogni anno scompaiono semprepiù aziende e il 60% degli addetti inagricoltura ha più di 65 anni. In questoscenario il contoterzismo rappresentauna risposta chiara alla gestione a costivariabili dell’agricoltura”. Sono perònumerose le questioni aperte come larevisione dei mezzi agricoli prorogatanuovamente, questa volta al 30 giugno2016, come era normale attendersi dalmomento che “nessuno ha mai provato aspiegare come, dove e quanto costi larevisione, e neppure quali officinepotrebbero essere attrezzate a farla”. C’èl’opportunità per le imprese conto terzilombarde di accedere al loro alboprofessionale. Inoltre la revisione dellaPac riapre il discorso agromeccanici e Psr.NUOVE TABELLE ETTARO COLTURASono state pubblicate in GazzettaUfficiale le nuove tabelle ettaro colturacon i quantitativi di gasolio che le Regionidevono assegnare alle imprese già nel2016. Rispetto alle precedentiassegnazioni di carburante agricolo, oltread ampliare sia le colture sia le operazionicolturali, in gran parte dei casi le tabellefotografano i consumi reali di gasolio nei

diversi comparti, in particolare nelleoperazioni di aratura e trebbiatura; perfare qualche esempio, i consumipassano, nei cerali autunno vernini,rispettivamente da 46 a 70 litri ad ettaro eda 28 a 45. Inoltre, per tenere conto deitrasferimenti extra aziendali delleimprese agromeccaniche, sonoriconosciuti ulteriori 6 litri ad ettaro pertutte le operazioni svolte, contro iprecedenti 3 l/ha. Le nuove tabellehanno validità dal 1° gennaio 2016. Sulsito contoterzisti.it è possibile scaricarele tabelle.MA BERGAMO, BRESCIA E MANTOVAVOGLIONO L’ALBO?Uncai ha scritto alle associazioni dicontoterzisti delle tre province lombarde(Bergamo, Brescia e Mantova) nonaderenti all’Unione Nazionale. Non èinfatti chiaro il motivo che spinge icontoterzisti di queste tre province a nonfare domanda all’albo di categoria, adifferenza di quanto avviene nelle altreprovince. Dopo più di un mese, non ègiunta risposta. Intanto si ragiona su

Albo, Pac, Psr, revisione dei mezzi agricoli, patentino, tabelle ettaro coltura, servizi fiscali

su misura degli agromeccanici, sicurezza: le questioni aperte

meno controlli e bandi pubblici apertisolo alle aziende certificate iscritteall’albo.PATENTINIPer conseguire il patentino, chi guidavaun trattore da almeno 2 anni (al31/12/2015) dovrà fare un corso in auladi 4 ore entro il 12/3/2017. Chi non haesperienza ha invece 24 mesi per il corso(31/12/2017). Quindi non c’è fretta.Inoltre le regole potrebbero cambiare,visto che l’obbligo di guida con ilpatentino riguarda i trattori e non letrebbiatrici.SERVIZI FISCALI SU MISURAA Fieragricola Verona Uncai ha incontratocontoterzisti di tutta Italia che sistupiscono quando scoprono cheappoggiarsi all’associazione di categoriaper i servizi fiscali permette di risparmiarefino al 50% rispetto al commercialista.Inoltre in caso di verifiche, le aziende sonotranquille. Non sono mancate sorprese,come agromeccanici “costretti” a pagareimposte non dovute e assegnazioni digasolio strampalate.

UNCAI

L'Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanicied Industriali rappresenta e tutela su tutto ilterritorio nazionale imprenditori che lavoranoper conto terzi nel settore agricolo e industriale.

Presidente: Aproniano Tassinariwww.contoterzisti.itAproniano Tassinari

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II| MONDO AGRICOLO |MARZO 2016

il territorio cremonese e con l’evolu-zione dei mezzi meccanici, dalla pri-ma mietitrebbia trainata, ai primimezzi dotati finalmente di cabina aimoderni sistemi di guida satellitare.“Questi 70 anni sono un risultato im-portante, un pezzo di storia vissutocon e per le imprese agricole”, ha sot-tolineato il presidente di Apima Cre-

mona Clevio Demicheli, premiandole imprese agromeccaniche cremo-nesi che sin dall’inizio hanno condi-viso il cammino “complesso ma an-che ricco di sfide e soddisfazioni del-l’associazione”. È stata un'assembleanel solco della pluridecennale coo-perazione tra agricoltori e contoter-zisti nata da un'idea, un progetto e undestino che innerva, proietta e riscat-ta le due categorie. Premiare le stori-che aziende conto terzi del territorioè stato come il rivelarsi del tempo co-me accidente e che la giovinezza inagricoltura non è un dato anagrafico,ma uno stato di tensione, l'estate in-vincibile che esiste sempre nelleprofondità degli inverni. Non si spie-ga altrimenti la capacità di ventiaziende agromeccaniche cremonesidi attraversare 70 anni di storia del-l'agricoltura in una Italia da semprein imbarazzo quando si tratta di valo-rizzare il suo comparto primario. "Segli italiani conoscessero di più checos’è l’agricoltura e il nostro ruolo,vedremmo il futuro con più ottimi-smo", ci confida Clevio Demicheli.

Eppure, grazie ad Apima e ad Uncai,i contoterzisti hanno raggiunto alcu-ni importanti risultati.

Certo, da qualche anno in Lombardiasi può edificare in area agricola e dal-lo scorso anno c'è un Albo di catego-ria. Lo spirito di impresa è da semprenel Dna dei contoterzisti, l'albo serveperò a confermare anche nelle nuo-ve generazioni e in anni di crisi degliinvestimenti che la strada della pro-fessionalità non deve mai essere di-smessa ed occorre tenere il passodelle esigenze strutturali di un'agri-coltura che cambia in continuazione.

Cosa comporta l'accesso all'Albo?È una qualificazione per l’impresa eper l’intera filiera. Permette di certifi-care le aziende che si impegnano asvolgere l’attività conto terzi nel ri-spetto del terreno, dell’ambiente edelle più severe norme sulla sicurez-za per gli operatori.

Eppure c'è chi definisce l'Albo una

Clevio Demicheli: “Un pezzo di storia vissuto con e per le imprese

agricole”

Settant’anni a fianco de-gli agricoltori e al servi-zio dell’agricoltura. Loscorso febbraio, l’assem-blea di Apima Cremonaè stata l’occasione per

celebrare i 70 anni dell’associazioneprovinciale dei contoterzisti agro-meccanici. Una storia intrecciata con

N O T I Z I E

I 70 anni di Apima Cremona

Clevio Demicheli,presidente ApimaCremona e vice di Uncai

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MARZO 2016|MONDO AGRICOLO|III

scatola vuota, proprio non ci crede.L'esigenza dell’albo parte dal basso,dalle aziende agricole che preferisco-no collaborare con professionisti ingrado di dare delle garanzie sui servi-zi eseguiti e di essere corresponsabi-li dei risultati, anziché rapportarsicon improvvisati avventurieri.

La maggior parte dei contoterzistiperò non si iscrive.

In Lombardia le provincie di Cremo-na, Lodi, Milano, Pavia, Como e Vare-se si sono attivate. Occorre però chela Regione ci dia una mano a ricono-scere nell’Albo uno strumento capa-ce di certificare la qualità dei serviziofferti. Oggi esiste il grosso problemadell’abusivismo nei servizi, si potreb-bero quindi prevedere bandi in cui sirichiede l’iscrizione all’Albo.

Oltre all’Albo, da dove passa il ricono-scimento del ruolo dei contoterzisti?

Dall’inserimento fra le categorie be-neficiarie dei Psr. Un anno fa ci ab-biamo provato senza successo. La no-stra proposta era chiara e semplice,non avremmo danneggiato gli agri-coltori perché si voleva attingere daifinanziamenti riservati all’extra agri-colo. Non è stato capito né a Romané a Bruxelles con degli effetti assur-di. Per esempio, quando abbiamopartecipato a un convegno sulle di-rettive europee per la distribuzionedei fitofarmaci, un funzionario di Re-gione Lombardia ha detto chiara-mente che toccherà a noi contoterzi-sti occuparcene, perché siamo gliunici ben attrezzati e qualificati asvolgere seriamente il lavoro. Inoltredovremo predisporre costose vascheper il trattamento dei residui di fito-farmaci nelle botti. Ci chiediamoquindi per quale motivo i Psr preve-dono finanziamenti per questo servi-zio solo agli agricoltori.

L'assessore Giovanni Fava di Regio-ne Lombardia ha detto che la batta-glia sui Psr non è ancora persa.

Durante l'assemblea Apima, l'assesso-re Fava ha detto che in vista della re-visione della Politica agricola comu-

I titolari delle venti aziende storiche cremonesi premiate durantel’assemblea di Apima

una certa dimensione e innovative inagricoltura le possiamo acquistaresolo noi. Per continuare a investire inqueste tecnologie occorrono grandiinvestimenti che l’impresa agromec-canica è pronta a fare ma con il so-stegno di tutta la filiera agricola. ���

nitaria è possibile riprovare ad allar-gare le maglie. Ha anche sostenutoche a suo tempo c'era stato un impe-gno solenne del ministro delle Politi-che agricole davanti alle Regioni perun’apertura del sistema agricolo aicontoterzisti. Invece, poi, il Mipaafnon ha mantenuto la promessa. Cre-do che a questo punto sia doverosoun chiarimento del ministero e stia-mo cercando di incontrare il mini-stro Martina per capire cosa sia suc-cesso e ripetere che le macchine di

IL COSTO MACCHINA IN UN CLICKSmart farming vuol dire innovazioneper la competitività. Da 25 anniRossano Remagni Buoli, vicepresidente di Apima Cremona,collabora allo sviluppo di unprogramma, Agrogest di ProgettoSoftware sas, per la gestione a360° di un’azienda agromeccanica.Un sorta di quaderno di campagnaelettronico pensato per le esigenzedei contoterzisti, dalla compilazionedelle schede Uma, al calcolo delmargine di guadagno per ciascuna

lavorazione, in base al tempo impiegato, ai prodotti usati in campo,all’operatore e al costo macchina (calcolato considerando il costoa listino, la vita utile del mezzo stimata, la ricambistica e i finanziamenti).In questo modo il contoterzista può fissare dei costi di lavorazionesostenibili per la sua azienda e si propone con sempre maggioreprofessionalità ai clienti. Per info: [email protected].

Rossano Remagni Buoli,vice presidente Apima Cremona

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Page 36: Mondo agricolo Marzo

IV| MONDO AGRICOLO |MARZO 2016

mio del prodotto potrebbe superare il15%. La creazione di una banca datiper la mappatura dei terreni passereb-be attraverso le macchine da raccoltadegli agromeccanici. Queste applica-zioni andrebbero viste in un’ottica diprogetti comprensoriali e sistemiinformativi aziendali gestiti da profes-sionisti esterni. Anche la corretta di-stribuzione dei reflui andrebbe vistain un ambito comprensoriale per fa-vorire delle economie di scala.

IL POTERE DELL’OUTSOURCINGNel nord Europa è quasi normale tro-vare grandi aziende zootecniche senzamacchinari per le lavorazione della ter-ra. L’allevatore si concentra sul suo “co-re business” e affida al contoterzistaper le operazioni esterne. L’aziendaagricola diventa più competitiva sulmercato, mentre l’agromeccanico di-venta corresponsabile dei risultati rag-giunti per l’azienda agricola. Durantel’ultima edizione di Fieragricola a Vero-na si è svolto un convegno sui costi dimanutenzione e riparazione dei mezziagricoli. Con piglio analitico sono statiesposti dei calcoli previsionali. AldoCalcante dell’Università degli Studi diMilano, tirando le somme, non solo hadimostrato quanto la manutenzioneordinaria sia importante per abbatterei costi. Le sue conclusioni dovrebberoessere poste a sistema. Per esempio,considerando l’intera vita utile di unamacchina, i costi di manutenzione e ri-parazione dei trattori con potenza in-feriore a 100 kW sono, in proporzioneal prezzo di listino, maggiori di quellidei trattori con potenza maggiore a100 kW e la manutenzione e le ripara-zioni costano meno alle imprese agro-meccaniche rispetto alle aziende agri-cole. Inoltre le riparazioni su una mie-tititrebbia a flusso assiale incidono me-no sul valore a nuovo del mezzo ri-spetto alle riparazioni di una scuotipa-glia. Si dirà che sono solo modelli dicalcolo e la realtà è un’altra. Ma sonoproprio questi modelli dai calcolo apermettere a chi acquista un mezzo distimarne il costo orario (a preventivo)e adeguare i tariffari delle lavorazioniconto terzi. ���

N O T I Z I E

Giuliano Oldani: “Fare squadra con tutti gli attori della filiera

per avviare progetti concreti e abbattere i costi”.

ABBATTERE I COSTI SI PUÒ“Occorre trasparenza e conoscenzadei rispettivi ruoli. Fare squadra contutti gli attori della filiera, dall’agrono-mo all’alimentarista fino alle associa-zioni di categoria, significa avviare deiprogetti concreti per abbattere i co-sti”, così Giuliano Oldani presidentedei Contoterzisti Apima di Milano, Lo-di, Como e Varese. Vietato quindi navi-gare a vista e muoversi come canisciolti. Per fare il salto di qualità, l'a-zienda deve cambiare la sua gestione.I pilastri su cui l’attività si regge sonoil fatturato, il margine e gli incassi. Seuno dei tre pilasti viene meno cadetutto. Per un agromeccanico significanon illudersi di salvare l’azienda ab-bassando troppo le tariffe, non averecosti fissi troppo alti rispetto al fattu-rato e verificare prima la solvibilità delcliente. Soprattutto vuol dire imporsila gestione dei costi e introdurre letecniche dell’agricoltura di precisio-ne. Per esempio, una guida satellitarepuò aumentare l’efficienza nelle semi-ne di oltre il 20%, nei diserbi il rispar-

Qualità in outsourcing

Prezzi sempre più bassinei supermercati e fa-miglie italiane semprepiù contente. È la globa-lizzazione, bellezza. Ca-si come l'olio tunisino

suggeriscono però che i prezzistracciati faranno anche bene alle ta-sche delle persone, ma nascondonofiliere produttive tutt’altro che sicu-re. Le tipicità e le eccellenze nonmancano in Italia. Ma perché questenon vengano scambiate per un al-bergo di lusso e diventino la massi-ma aspirazione di una nazione in co-ma, incapace di difendere e valoriz-zare i propri prodotti spazzati viadai venti della globalizzazione, valela pena rimboccarsi le maniche e di-fendere meglio e in prima personagli interessi dell’agricoltura italiana.In questa battaglia, il contoterzistadiventa il migliore alleato dell’agri-coltore se porta valore aggiunto nel-le aziende agricole, abbassando i co-sti e garantendo la sostenibilità del-l’impresa.

Giulianoi Oldani

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MARZO 2016| MONDO AGRICOLO |37

Importante anniversario

per il gruppo leader

nelle costruzioni in legno

e acciaio per settore agricolo e industriale e vasche

circolari in cemento

Wolf HoldingGmbH è unodei principaliproduttori euro-pei di costruzio-ni agricole, in-

dustriali, civili, vasche circolari in ce-mento armato, stoccaggio liquami eimpianti biogas. Il 9 marzo il grup-po ha festeggiato i 50 anni di atti-vità. Il fondatore dell’azienda fuJohann Wolf, scomparso il 18 lu-glio 2015. Cresciuto a Scharnsteinin un ambiente agricolo, a 33 anni,a Gmunden (Austria) diede vitaalla sua impresa con il contrattosocietario redatto e certificato dalnotaio Lindner. Ma la definitiva fon-dazione della società si ebbe sol-tanto il 9 marzo 1966, dopo la risolu-

Francia, Italia, Svizzera, Lussemburgo,Ungheria, Danimarca, Belgio e Inghil-terra. Dal 1990 al 1999 l’ampliamen-to a Repubblica Ceca, Polonia, Slo-vacchia. Furono aperte diverse sedi erealizzate joint-ventures in Russia,Ucraina, Spagna, Tenerife, Croazia, Chi-na, Giappone, USA. Con la costruzione di silos agricoli eserbatoi circolari l’attività subì un ve-ro boom. Il reparto di costruzione deiserbatoi tondi in cemento armato, co-struiti con la cassaforma sviluppata daWolf, è ancora oggi tra le sezioni dimaggior successo. La realizzazione di costruzioni in legnoe acciaio per settore agricolo e indu-striale, di case prefabbricate con il mar-chio Wolf Haus e la produzione di va-sche circolari in cemento armato sonoi principali pilastri aziendali. JohannWolf fu un geniale industriale che ha la-

sciato in eredità un’azienda soli-da, leader nel suo settore. Nel2016 anche la filiale italiana WolfSystem srl festeggia i 30 anni di at-tività. Infatti, nel 1986, Robert Sta-fler avviò l’attività nel nostro Pae-se. La sede di Campo di Trens si èprogressivamente ampliata ed og-gi comprende 220 collaboratori(amministrazione, agenti di vendi-ta e produzione) e 106 addetti almontaggio suddivisi in una venti-

na di squadre. ���

zione di innumerevoli cavilli tecnico-burocratici e grazie ad una grande for-za di volontà del giovane imprendito-re. Gli anni seguenti alla fondazionefurono caratterizzati da un susseguirsidi acquisizioni, ampliamenti dell’og-getto sociale e aumenti di capitale. Nel 1985 Johann Stadler - allora tren-tenne e oggi uno dei soci - fu nomina-to amministratore delegato. Lo sforzodi internazionalizzazione dell’attivitàaziendale fu, fin dall’inizio, uno degliobiettivi prioritari di Johann Wolf, cheaveva già richiesto la registrazione dimarchi e brevetti in diversi Paesi e laloro tutela anche in USA e Canada.Puntò prima alla Germania (1968) -dove la sede di Osterhofen divenne laseconda società madre - seguita poi da

I primi 50 annidi Wolf

La sede italiana di Campo di Trens

AT T U A L I TÀ I M P R E S A

I primi 50 annidi Wolf

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di Jordan Nash

Lo “champagne” Taittingerapproda a Canterbury

La grande maison

francese vuoleprodurre bollicinenel Regno Unito

dopo gli investimentiin California

Il futuro del-l’export di vinoeuropeo nonincrocia solole ricche rottecommercialidell’Asia e de-gli Stati Uniti,ma guardacon sempremaggior at-tenzione an-che all’Africa. La Francia siè già mossa ed ha gettato iprimi ponti per cogliere leoccasioni commerciali. In

Etiopia, Kenyae Tanzania l’e-conomia giàgaloppa e i co-stumi stannooccidentaliz-zandosi. In crescita so-no anche Re-pubblica De-mocratica delCongo, Ango-

la, Costa d’Avorio e Nigeria,che da qualche tempo è di-ventata la prima economiaafricana.

L’EXPORT ENOICO GUARDA ALL’AFRICA

n

I quattro mercati principali dell’Asia, quelli di Cina,Giappone, Hong Kong e Corea del Sud, hanno chiuso il2015 in forte crescita sul fronte delle importazioni di vino,sia in termini di volumi sia di valori. Per la prima volta laCina ha superato il Giappone anche in termini di valori,grazie ad una crescita del 37,3%, e del 44,7% in volumi,mentre il Giappone, tra i Paesi asiatici, è quello cheregistra la crescita minore, il +4%. Anche se c’è un forteinteresse per il vino italiano, il mercato cinese è diventatosempre più competitivo, grazie alla forte crescita di Cile eAustralia, che hanno anche stretto con il Paese accordicommerciali specifici.

IMPORT VINO: LA CINA BATTE IL GIAPPONE

M A P P A M O N D O

38| MONDO AGRICOLO | MARZO 2016

riscaldamento climaticoche ha reso più temperatii climi d’Oltremanica.Pare anche che aCanterbury il suolo siamolto simile a quello diReims, nella regioneChampagne – Ardennedove la maison, in 280ettari di vigneti, coltiva

uve di Chardonnay, PinotMeunier e Pinot Nero. Lo“champagne” che battebandiera inglese sichiamerà “DomaineEvremond”. I sudditi disua Maestà sono imaggiori consumatori dichampagne in assoluto,seguiti dai tedeschi edagli americani. Non è uncaso che le bollicinerappresentino quasi i dueterzi dell’interaproduzione vinicolabritannica. Nemmenoper la maison Taittinger sitratta di una novità: è dal1988 che producespumanti in California.

Lo “champagne” sifarà anche nelRegno Unito.

Taittinger, uno dei piùfamosi marchi francesi,inizierà a produrre lefamose bollicine aCanterbury, nel sud-estdella Gran Bretagna. Laprima vendemmia èprevista nel 2020.L’obiettivo è quello diarrivare ad unaproduzione annua di 300mila bottiglie. Lospostamento in Kent sicrede sia costato oltre 7milioni di euro per 69ettari e il motivopotrebbe essere il

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L’olio greco punta su brand,design e richiamo all’arte

Per l’olioextravergined’oliva inCalifornial’obiettivo èarrivare asoddisfare il 5%del fabbisognonazionale.Attualmente necopre il 3%, con i

15.000 ettari in produzione, coltivati in 75 diverse varietàche vengono, ogni anno, incrementati di circa il 10%.D’altronde gli Stati Uniti rappresentano il più grandemercato per l’oro verde extraeuropeo e dei 350 prodottiagricoli californiani è l’olio d’oliva quello decisamente piùdinamico. La parola d’ordine, per il Golden state, quindi èquella di emulare il successo ottenuto dal vino, mettendo afrutto i palati sempre più sofisticati degli americani. Ma nonsolo California. L’olio di oliva a stelle e strisce si produceanche in Arizona, Texas, Georgia, Oregon, Hawaii e Florida,dove i produttori cercano una valida alternativa allaproduzione agrumicola in crisi.

Per conquistarei mercati

il packaging

è un po’ articoloda regalo, un po’opera artistica

Nel 2015 lo Champagnerecupera sui mercatiamericani e cinesi ed èrecord, dopo due anni dicalo, per l’export enoicod’Oltralpe: quasi 7,9 mi-liardi di euro che si tra-ducono in un bel + 6,7%.Ma il panorama non ètutto rosa: nel 2015 sonoscesi del 3% i volumiesportati, ad eccezionedello Champagne.

EXPORT RECORD PER I VINI FRANCESI

EXTRAVERGINE CALIFORNIANO SUL MERCATO INTERNOn

MARZO 2016| MONDO AGRICOLO |39

La Grecia investe tuttosul packagingdell’olio d’oliva. La

crisi economica ha spinto iproduttori a puntare tuttosull’export di lusso. Così,aspettando la “New YorkInternational Olive OilCompetition” che si terrà adaprile, gli imprenditoriolivicoli hanno scelto linee

pulite e grafica minimaleper immagini di alta qualitàtecnica e visiva. Un po’articolo da regalo, un po’oggetto da museo leconfezioni di oro verde‘made in Greece’ sicontraddistinguono peruna semplicità studiata,ispirata all’antica arteminoica, che segna il ritornoalle forme primarie. Identitàdi brand di grande impattovisivo con l’obiettivo diarrivare fin nei negozi didesign e di altissima

gastronomia e sbaragliare laconcorrenza italiana espagnola. Così oltre alpackaging d’avanguardia sipunta anche sul nome, chedeve richiamare valori forti,come °39 ‘22 le coordinategeografiche che portanodirettamente nel cuoredella Grecia e enfatizzanol’origine delle olive dallaterra, per distinguerequattro varietàmonovarietali: Atheniola,Manaki, Koroneiki eKoroneiki bio. L’olio

extravergine cretese PdoBienna ha scelto un alberoche sembra un’improntadigitale a sottolinearel’autenticità del suoprodotto. Infine, LadoleaMegaritiki, premiatonell’edizione 2015 delNYIOOC, è un extraverginenon filtrato “confezionato inun vaso di ceramica fatto amano e riutilizzabile, chepreviene la penetrazionedella luce, mantenendo ilcontenuto nella sua formapura di aroma e gusto”.

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40| MONDO AGRICOLO|MARZO 2016

di Gaetano Menna

Definito il primo indice

del benessere aziendale.Rapporto annuale

sulle imprese virtuose

AT T U A L I TÀ RAPPRESENTANZA

rispettivi settori. Sono 2.140 le picco-le e medie aziende italiane (dei settoriagricoltura, commercio e servizi, indu-stria) che hanno partecipato alla ri-cerca e che hanno permesso di realiz-zare il rapporto nazionale e di costrui-re l’indice.L’indice misura dieci ambiti di inter-vento per una dettagliata analisi di tut-ti gli aspetti del welfare aziendale: pre-videnza integrativa, salute, assicurazio-ni per i dipendenti e le famiglie, tutela

Misurare il welfare

Generali Italia, con Confa-gricoltura e Confindu-stria ha messo a punto il“Welfare Index PMI”, ilprimo indice di autovalu-tazione del livello del

welfare aziendale nelle PMI italiane:uno strumento grazie al quale ogni an-no le imprese potranno accedere a unservizio gratuito per misurare le pro-prie iniziative di welfare e confrontar-si con le esperienze più avanzate dei

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MARZO 2016| MONDO AGRICOLO |41

delle pari opportunità e sostegno aigenitori, conciliazione del lavoro conle esigenze familiari, sostegno econo-mico ai dipendenti e alle loro famiglie,formazione per i dipendenti e soste-gno alla mobilità delle generazioni fu-ture, sicurezza e prevenzione, soste-gno ai soggetti deboli e integrazionesociale, welfare allargato al territorio. L’8 marzo si è tenuta la presentazionedel “Rapporto annuale 2016” e la pre-miazione dei migliori progetti. Undici

menti di suino nero calabrese più im-portanti d’Italia che ha deciso di met-tere la comunità al centro dell’impre-sa con politiche occupazionali mirateper porre un argine alla migrazione edall’abbandono del territorio. E così lamaggior parte dei dipendenti provie-ne dal paese di San Demetrio o da zo-ne limitrofe e l’azienda, spesso, ha as-sunto entrambi i coniugi o familiaridegli occupati. Al secondo posto, nella classifica del

le imprese premiate, delle tre catego-rie, che hanno ottenuto i punteggi piùalti dell’indice. Per il settore agricolo alprimo posto si è classificata Agrimad,società agricola srl di San DemetrioCorone (Cosenza). È uno degli alleva-

Guidi: «L'agricoltura ha una

storia consolidata di welfare,

a vantaggio della collettività»

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AT T U A L I TÀ R A P P R E S E N T A N Z A

42| MONDO AGRICOLO|MARZO 2016

coltura sociale” è andata allacooperativa sociale “Un fio-re per la vita” onlus di Aver-sa (Caserta) che dà risposteconcrete ai problemi occu-pazionali di persone in diffi-coltà; oltre tutto la gestionedi terreni e beni sequestratialla camorra ha creato dina-miche economiche checombattono la criminalità.Tra l’altro il “Rapporto” hadedicato un apposito capi-tolo all’indagine su “L’agri-coltura sociale ed il welfa-re”, che ha realizzato in col-laborazione con la Rete Fat-torie Sociali. «Welfare Index PMI dimo-stra che non c’è solo capo-ralato e crisi in agricoltura,ma anche buone pratiche estorie di successo – ha det-

to Mario Guidi, presidente di Confa-gricoltura -. L’agricoltura ha una storiaconsolidata di welfare. Ha sempresvolto una funzione sociale a vantag-gio della collettività, anche favorendol’inserimento dei lavoratori nel conte-sto aziendale. Oggi l’evoluzione delleimprese porta a un sempre maggiorimpegno in questo senso».Philippe Donnet, country manager eamministratore delegato di GeneraliItalia, dal canto suo ha evidenziato:«Con l’indice vogliamo stimolare uncambio culturale nelle piccole e me-die imprese, con l’obiettivo di valoriz-zare la centralità del welfare nella vitaquotidiana delle aziende, dei lavorato-ri e delle loro famiglie. RingraziamoConfagricoltura e Confindustria peraver creato un tavolo unico». «Accrescere la consapevolezza diquanto le PMI realizzano a favore deipropri collaboratori, e dunque del lo-ro profondo senso di comunità, è po-sitivo – ha osservato Alberto Baban,presidente della Piccola Industria diConfindustria - sia perché restituisceal Paese un’immagine più fedele dicosa oggi realmente significa fare im-presa, sia perché può suscitare unospirito di emulazione dagli effettiestremamente benefici». ���

settore agricolo, troviamo la societàagricola Salvi Vivai s.s. di Ferrara, dicui è titolare Silvia Salvi. L’aziendapromuove molte iniziative di welfareaziendale rivolte agli impiegati ammi-nistrativi, commerciali e agli operai,soprattutto nell’ambito della forma-zione. Altre aree di forte intervento diwelfare sono le pari opportunità e laconciliazione vita-lavoro, con partico-lare attenzione alla maternità.Al terzo posto Barone Ricasoli spa diGaiole in Chianti (Siena).L’azienda vi-nicola ha investito molto nel welfareaziendale. Supporta le famiglie conanticipi sulla retribuzione, prestitisenza interessi, lavoro part time perle neo mamme che ne hanno biso-gno, flessibilità dell’orario di lavorolegata all’organizzazione familiare,una mensa, alloggi aziendali per i la-voratori stagionali stranieri e le lorofamiglie. In evidenza anche l’assicu-razione privata sugli infortuni a tota-le carico dell’azienda ed i corsi di for-mazione specializzati.

Premiato anche l’impegno di altredue realtà agricole. “Menzione specia-le valore donna” è andata all’aziendaagricola Fungar di Coriano (Rimini)che, tra l’altro, porta avanti un proget-to di integrazione sociale delle lavora-trici cinesi. “Menzione speciale agri-

Sul podio Agrimad, Salvi

e Ricasoli. Menzioni a “Fiore

per la vita” e Fungar

da sinistra: Baban,Donnet e Guidi

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44| MONDO AGRICOLO|MARZO 2016

di Gaetano Menna

Presentato lo studio

di FNIFC e Pria: l’80% delle aziende

è interessato a svolgere attività

di ricerca e innovazione

AT T U A L I TÀ RAPPRESENTANZA

aggiunto, migliore commercializzazio-ne e marketing del prodotto, maggio-re competitività, innovazione, snelli-mento e diversificazione dei processiproduttivi».«Pria - ha detto il suo presidente Ser-gio Ricotta – è l’acronimo di “Progettidi Ricerca e Innovazione in Agricoltu-ra”. La nostra società fornisce i propriservizi di consulenza al sistema agri-colo, agroalimentare e agroindustrialenel campo della ricerca, dello svilup-

Affamatidi futuro

“Le PMI agricolehanno fame di ri-cerca ed innova-zione». Lo ha sot-tolineato il presi-dente della Fe-

derazione Nazionale dell’Impresa fa-miliare di Confagricoltura RobertoPoggioni, aprendo i lavori dell’incon-tro svolto a Roma, a Palazzo della Valle,il 17 marzo. L’incontro è stato finaliz-zato alla presentazione dello studiosui fabbisogni di ricerca ed innovazio-ne nell’impresa familiare, realizzato daPria. Si tratta di un’indagine effettuataattraverso interviste strutturate a 130titolari di imprese, sulla base di unquestionario.«Federimpresa ha sempre indicato unpercorso innovativo che permetta alleaziende di crescere e rafforzarsi – haproseguito Poggioni -. Ad esempio, dasubito, ha lavorato attivamente per farconoscere il modello delle reti per ag-gregare le PMI agricole con la dovutaflessibilità». «Non è un caso – ha ag-giunto il presidente - che tre impresesu quattro ritengano che attraverso lereti si raggiungano vantaggi economi-ci, valorizzazione/aumento del valore

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po, dell'innovazione e del trasferimen-to tecnologico. Tra i nostri compiti an-che quello di elaborare studi, ricerche,analisi, corsi di formazione, in materiaeconomica e finanziaria»A presentare i risultati dello studio so-no stati l’amministratore delegato diPria Ruggero Targhetta ed i docentidell’Università Ca’ Foscari di VeneziaCarolina Gavagnin e Matilde Cassin. Dall’indagine – hanno posto in evi-denza gli studiosi – è emerso che più

ma dell’informatizzazione aziendale,propedeutica, per certi versi, alla rea-lizzazione di attività di ricerca e in-novazione in azienda. Risulta che lamaggioranza delle imprese (80%) uti-lizza sistemi informatici nella gestio-ne aziendale; di coloro che non nefanno uso, il 61% intende comunquedotarsene in futuro. I sistemi infor-matici presenti in azienda vengonoutilizzati principalmente a supportodella gestione aziendale (84%) e di at-

dell’ 80% delle imprese è interessatoa svolgere attività di ricerca e innova-zione; in particolare, l’interesse cre-sce sensibilmente con l’innalzarsi deltitolo di studio dell’imprenditore. Laricerca ha approfondito anche il te-

Poggioni: «Tre imprese

su quattro sono attratte

dal modello della rete»

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AT T U A L I TÀ RAPPRESENTANZA

46| MONDO AGRICOLO|MARZO 2016

lontà di rispondere, in modo effica-ce, alle esigenze dei consumatori e alcomportamento dei fornitori e, quin-di, di mantenere l’impresa concor-renziale sul mercato. Infatti i princi-pali benefici attesi dalle aziende, de-rivanti da tali attività, sono ricondu-cibili all’ incremento quali-quantitati-vo della produzione,del valore ag-giunto del prodotto e alla riduzionedei costi di produzione».«I dati dello studio di FNIFC e Pria –ha commentato il presidente di Con-fagricoltura Mario Guidi - conferma-no la necessità da un lato di supera-re il digital divide,che acuisce ancorpiù le divisioni tra nord e sud del Pae-se, tra metropoli e campagna, dall’al-tro di collegare sempre più il mondodella produzione alla ricerca scienti-fica. Imprenditori e ricercatori devo-no cooperare, gli uni indicando i lorofabbisogni, gli altri recependo e indi-rizzando la sperimentazione, finaliz-zandola all’ottenimento di risultatiche possano essere immediatamentetrasferiti sul campo». ���

tività di contabilità e amministrazio-ne (70%). L’88% del campione totaledichiara, inoltre, di utilizzare normal-mente la rete Internet per le proprieattività. Bassa, invece, la percentualedi aziende che possiedono un pro-prio sito web (solo il 42%) o che fan-no e-commerce (34%), con notevolidifferenze a seconda dell’indirizzoproduttivo dell’azienda intervistata

(le imprese di viti-coltura e col-

ture protette, ad esempio, registranopercentuali decisamente più alte del-la media, sia per quanto concerne lapresenza di un sito, sia per l’utilizzodell’e-commerce).L’indagine ha anche analizzato iservizi che Confagricoltura potreb-be fornire a supporto di attività diinnovazione.È seguita quindi la tavo-la rotonda, moderata dalla conduttri-ce di Sky Tg24 Federica de Sanctis, acui sono intervenuti rappresentantidell’Agenzia per lo Sviluppo e del mi-nistero delle Politiche agricole, deglienti di ricerca pubblica (CREA,CNR,ENEA) e del coordinamento degli as-sessorati all’agricoltura delle Regio-

ni. «La spinta alle imprese a svolge-re attività di ricerca e innovazio-ne è motivata principalmente -ha osservato Poggioni - dalla vo-

Guidi: «Superare il digital

divide e collegare mondo

produttivo e scienza»

Roberto Poggioni

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EBAN, l'Ente Bilaterale Agricolo

Nazionale, è costituito dalle orga-

nizzazioni datoriali e sindacali

agricole, INSIEME, al fine di pro-

muovere la qualità del lavoro in

agricoltura.

EBAN opera in favore degli operai e dei

datori di lavoro del comparto primario,

svolgendo importanti attività in materia di

welfare, mercato del lavoro, formazione,

salute, sicurezza e pari opportunità.

Attraverso un apposito Fondo, denominato

FISA, vengono altresì garantite prestazioni

sanitarie integrative ai lavoratori iscritti e ai

loro nuclei familiari, quali il rimborso delle

spese sostenute presso operatori sanitari

privati convenzionati col SSN.

L’entebilaterale

dell’agricolturaitaliana

Via Flavia, 3 | 00187 Roma

Tel 06 47825051 | Fax 06 47824603

[email protected] | [email protected]

www.enteeban.it

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48| MONDO AGRICOLO|MARZO 2016

di Gaetano Menna

Il Soggiorno Pensionati

a Sorrento è statouna macchina oleata, forte della sua quasiquarantennale esperienza

AT T U A L I TÀ RAPPRESENTANZA

frontare temi importanti per i più an-ziani come le pensioni e la previden-za, la sanità, la sicurezza”. “Il nostroobiettivo – ha detto il presidente Alle-gretti – è assicurare ai pensionati un’e-sistenza libera e dignitosa”. Il presi-dente della Onlus “L’età della saggez-za”, Rodolfo Garbellini, ha posto inevidenza l’impegno nel sociale, con leopere di beneficenza, ma anche le ini-ziative per la salute per i più abbienti;come quelle svolte in collaborazionecon il prof. Massimo Massetti direttoredella divisione di cardiochirurgia del-l’Ospedale Gemelli di Roma, per le vi-site mediche specialistiche agli anzia-ni meno abbienti nelle piazze (con un

Saggezza e passione

Davvero la terza e quartaetà è quella della saggez-za (e “L’età della saggez-za” è stata denominata laOnlus). Per gli anziani diConfagricoltura c’è un

momento di incontro, partecipazione,aggregazione unico nel suo genere: il“Soggiorno Pensionati” del Sindacatodegli Over 65 di Confagricoltura che,quest’anno, si è tenuto a Sorrento.

Abbiamo visto i “saggi” arrivare da tut-te le provincie italiane. Sono stati intutto 800 suddivisi in due turni nel pe-riodo dal 2 al 19 marzo. Hanno anima-to con calore un appuntamento cheha 37 anni di vita, davvero atteso dagliinteressati. Molti tornano tutti gli annicome Giovanni Merli (presidente de-gli Over 65 di Piacenza) che è al suo

ventesimo “Soggiorno”. Uno sforzo or-ganizzativo non da poco quello postoin essere dal Sindacato Pensionati diConfagricoltura. Tutto è studiato sinnei minimi particolari per far sì che lapermanenza, le escursioni, i tornei, iballi, i momenti conviviali si svolganoin modo impeccabile. Per entrambi iturni è stata prevista l’apertura in ple-naria, con la relazione del presidentedegli Over 65 di Confagricoltura, Bru-no Allegretti, e l’intervento del segre-tario nazionale, Angelo Santori, che haricordato come “il Soggiorno siaun’occasione di incontro, di ap-profondimento turistico, culturale e didialogo, ma anche un modo per af-

Turismo e cultura,

ma anche i temi della sanità,

previdenza e sicurezza

sorrento:074_77AG7e8_11PR 14/03/2016 14:18 Pagina 48

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camper attrezzato). E il prof. Massetti èstato a Sorrento per dare ai parteci-panti al Soggiorno indicazioni prezio-se per la prevenzione medica. In evi-denza tra gli interventi quello del pre-sidente nazionale dei Giovani di Con-fagricoltura Raffaele Maiorano che haparlato della norma, fortemente volu-ta dalla sua Associazione, delle “societàdi affiancamento”. Permette l’incon-tro tra anziani che hanno la terra manon nipoti a cui trasmettere i saperi egiovani che non hanno famiglie contradizioni agricole e hanno bisogno diimparare sul campo. “Il progresso del-l’agricoltura passa anche – ha dettodall’incontro tra generazioni”. ���

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di Maria Cristina D’Arienzo

Operativi i provvedimenti

connessi a #Campolibero

per il credito d’imposta

per investimenti connessi alla modernizzazione

dell’agricoltura italiana

AT T U A L I TÀ I N N O V A Z I O N E

concessione di credito d’imposta al40% per investimenti fino a 50 milaeuro per l’avvio e lo sviluppo del com-mercio elettronico e fino a 400 milaeuro per gli investimenti compresiper la costituzione delle reti d’impre-sa e per l’innovazione. Ora, finalmente, i provvedimenti sonopienamente operativi e, per entrambele misure, le aziende interessate han-no potuto presentare le domande alministero delle Politiche agricole peril riconoscimento del credito d’impo-sta, relativo agli investimenti effettuatinel 2015, entro il 29 febbraio scorso.Per gli investimenti che verranno ef-fettuati nell’anno in corso le richieste

Nell’ottica della moder-nizzazione dell’agricol-tura italiana vanno rilan-ciati gli strumenti d’in-novazione come l’e-commerce e le reti

d’impresa, che permetteranno alle im-prese agricole di fare un salto di qua-lità in termini di commercializzazionee di aggregazione. Vanno in tal senso idecreti interministeriali relativi al cre-dito d’imposta per l’e-commerce diprodotti agroalimentari, della pesca edell’acquacoltura e per le nuove retid’impresa di produzione alimentare(previsti nel pacchetto “#Campolibe-ro” del febbraio 2015). È prevista la

Volano e-commercee reti d’impresaVolano e-commercee reti d’impresa

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andranno presentate dal 20 al 29 feb-braio 2017.Entrando nel dettaglio, per quanto ri-guarda l’e-commerce si prevede uncredito d’imposta per le spese pernuovi investimenti sostenuti dalle im-prese agricole per la realizzazione el’ampliamento di infrastrutture infor-matiche finalizzate al potenziamentodel commercio elettronico. Le spesedovranno essere relative a: dotazionitecnologiche; software; progettazionee implementazione; sviluppo databa-se e sistemi di sicurezza. I fondi a di-sposizione sono 2,5 milioni di europer il 2015 e 1 milione di euro perl’anno in corso.

Il secondo strumen-to prevede l’attribu-zione del creditod’imposta per lespese per i nuoviinvestimentisostenutiper lo svi-luppo dinuovi pro-dotti, prati-che, processi etecnologie, non-ché per la coopera-zione di filiera, nell’am-bito di reti di impreseche producono pro-

dotti agricoli, della pesca e dell’acqua-coltura compresi in un programmacomune di rete. L’ammontare delle ri-sorse disponibili è di 16,5 milioni dieuro per il 2015 e di 9 milioni per il2016. Il credito di imposta potrà essere frui-to dalle imprese mediante riduzionedei versamenti dovuti nei confrontidell’erario dello Stato (Iva, Inps, Irap,Ires, Irpef).L’agevolazione non è cumulabile conaltri aiuti di Stato, né con altre misuredi sostegno dell’Unione Europea in re-lazione agli stessi costi ammissibiliche danno diritto alla fruizione dell’a-gevolazione.Facciamo presente che il credito d'im-posta è riconosciuto previa verifica daparte del Mipaaf. L’importo del con-tributo riconosciuto, al termine delcontrollo di ammissibilità, dovrà esse-re indicato dall’impresa nella propriadichiarazione dei redditi relativa al pe-riodo d’imposta in riferimento al qua-le il beneficio sarà conces-so e sarà utilizzabileesclusivamente in com-pensazione. ���

Per gli investimenti 2016

richieste di credito d’imposta

dal 20 al 29 febbraio 2017

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Un gruppo di attiviallevamenti di Confagri

Roma dà vita al primo contratto

di rete per il latte

AT T U A L I TÀ I N N O V A Z I O N E

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Èstato sottoscritto, pressoConfagricoltura di Roma,con il supporto della sedenazionale, il primo con-tratto di rete italiano inmateria di latte fresco, de-

nominato ‘Rete Latte Roma’. A definirloalcuni tra gli allevamenti più attivi del-l’agro romano nel comparto lattiero,che rappresentano una produzionegiornaliera di latte fresco di circa 2000quintali: Maccarese, La Castelluccia, Bau-

Mucche in retematori; realizzare linee guida e/o disci-plinari che dettino parametri di qualitàe metodi di produzione per i diversisoggetti economici coinvolti nella pre-sente rete di impresa; arrivare alla trac-ciabilità del prodotto per garantire laprovenienza della materia prima, ovve-ro la sicurezza alimentare e la qualitàdella produzione. E inoltre: realizzare unmarchio che valorizzi l’immagine ed ilnome delle imprese partecipanti; im-plementare una logistica in comuneper garantire una organizzazione eduna gestione più efficace ed efficiente;partecipare a progetti di finanziamentoper rafforzare l’attività di rete. “Abbiamo condiviso e scelto con gran-de determinazione - ha detto il presi-dente di ‘Rete Latte Roma’ Claudio De-stro – il contratto di rete perché rap-presenta per noi uno strumento che cioffre un’opportunità concreta e costi-tuisce un nuovo modo di fare impresa,più moderno e organizzato. Un model-lo contrattuale più snello e flessibile,che permette alle imprese di trovare in-teressanti sinergie”. (C. C.)

di di Selve Maurizio, Genagricola, Le Fal-cognane di Giacinta del Gallo di Rocca-giovine, Gregorio Ambrosi De Magi-stris, coop Produttori Latte Salaria, Ca-vazza Federico, Cinque Stelle. Il gruppointende operare attraverso un’azionecoordinata volta a concentrare e orga-nizzare l’offerta del latte sul mercato,con lo scopo di valorizzare la produzio-ne, creare nuovi sbocchi commerciali,stabilizzare quelli esistenti, potenziare lacapacità contrattuale per ottenere con-dizioni economiche migliori e rendereefficiente ed efficace l’organizzazione ela gestione della logistica, garantendouna distribuzione del prodotto nei mo-di, nei tempi e ai costi desiderati. In ba-se agli obiettivi generali le imprese par-tecipanti al contratto di rete, attraversouna stabile collaborazione, hanno pre-disposto un programma comune, checonsiste in: utilizzare alimenti, tecnichee/o pratiche di gestione degli alleva-menti che migliorino la qualità dellaproduzione; ricercare e sviluppare unaproduzione sempre più in linea con lenuove esigenze salutistiche dei consu-

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MARZO 2016| MONDO AGRICOLO |53

Confagricoltura regionale

riunisce, in un apposito “contenitore web”,l’offerta territoriale

enogastronomica

di Clarissa Gulotta

AT T U A L I TÀ F O O D

Il mercato odierno, saturo e con-correnziale, pone oggi le azien-de, di qualunque settore, di fron-te alla necessità di differenziare lapropria offerta da quella dei con-correnti; allo stesso

tempo pone l’accento sul bi-sogno dei territori di presen-tarsi in maniera “integrata”,coordinata e competitivaagli occhi del consumatore. In tale ottica Confagricoltu-ra Veneto ha avviato “GustaVeneto”, un progetto innova-tivo di promozione territo-riale volto all’integrazione ealla valorizzazione delle ec-cellenze agricole, turistiche,gastronomiche, naturalisti-

ner d’eccellenza e parte fondamentaledel programma. Ad avviso di Confagricoltura Veneto lasfida sul mercato si gioca oggi sulla ca-pacità di saper comunicare non solo ilproprio valore e la qualità dei propriprodotti agroalimentari, ma soprattuttol’unicità del territorio di cui essi sono ilfrutto. Punto di forza del progetto èproprio la sua trasversalità e la possibi-lità di creare sinergie tra mondo agri-colo, vendita al dettaglio, offerta turisti-ca e ristorazione.“Gusta Veneto” è quindi sia una vetrinadi eccellenze, sia uno strumento di dia-logo tra le realtà produttive del territo-rio e tra queste e i consumatori. Questi,infatti, tramite il portale, potranno co-noscere il territorio, cercare prodotti eservizi, contattare direttamente le strut-ture offrendo anche valutazioni e com-

menti, ed essere informati su-gli eventi enogastronomicidel territorio, le manifestazio-ni, le offerte e le promozionidelle aziende aderenti, trami-te la newsletter settimanaledi Gusta Veneto. Confagricol-tura Veneto si pone, con que-sto progetto, un obiettivo am-bizioso destinato a prosegui-re e a crescere in futuro. Faresquadra è l’arma vincenteper la crescita delle impresee dell’ Organizzazione. ���

che e culturali del Veneto. Nasce conl’intento di promuovere tutte le azien-de del settore alimentare, dai produtto-ri agricoli fino ai ristoratori, passandoper le botteghe artigiane e i punti ven-dita. Il progetto unisce così, in un’uni-ca “rete” , l’intero orizzonte enogastro-nomico regionale riunendo e promuo-vendo le imprese dell’intera filieraagroalimentare. Sono presenti 300realtà: aziende agricole che effettuanola vendita diretta, agriturismi, fattorie di-dattiche, salumifici, caseifici, macelle-rie, ristoranti, trattorie, punti vendita ebotteghe artigiane. Il portale www.gu-sta-veneto.it è il contenitore web perconoscere e promuovere tutta l’offertaenogastronomica con i suoi prodotti eservizi.Strategica la collaborazione e l’adesio-ne al progetto di Agriturist Veneto, part-

Gusta il Veneto

L’homepage di www.gusta-veneto.it

Gusta il Veneto

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della pressione finanziaria equesto sarebbe un p eccato.Anche se i motivi per cui cisiamo riuniti circa 60 anni fanon sono più gli stessi”. PerMatteo Lasagna: “I fatti delmondo influenzano l’agricol-tura e l’agricoltura incide suicambiamenti in a tto. Mag-giore sarà la rapidità con cuiriusciremo ad intercettare lavelocità di cambiamento, più

rapido sarà il beneficio per le aziende”.A parere dell’assessore all’AgricolturaGianni Fava: "Il mer cato agricolo èquello che oggi subisce più degli altri lescelte sbagliate dell'Europa, pur essen-do di fa tto quello più assistito. La Uedeve tornare alle origini, avere a cuorela sua ossatura che è il mercato agricoloe maturare la consapevolezza che nascecome Europa delle Regioni". Eredità diExpo 2015 è la proposta di una riformadell’ organizzazione per approdare a unvero e p roprio ministero dell'Agroali-mentare italiano in grado di dare unitàe forza al s ettore. “Il ministero dell’A-groalimentare – ha mess o in evidenzaAngelo Zucchi, capo Segreteria del mi-nistero delle Politiche agricole - se bencongeniato, è una b ella soluzione. Sesarà capace di eq uilibrare la p oliticaagricola con quella agroalimentare ecercherà di r iordinare la distr ibuzionedel reddito, prevedo risultati positivi.Per rendere più competitiva l’intera fi-liera del cibo e della sua p roduzione ènecessario coinvolgere tutti i s oggettiche vi partecipano”. Nella seconda gior-nata, a cui è intervenuto il direttore ge-nerale di C onfagricoltura Luigi Ma-strobuono, sono stati analizzati i temipiù tecnici ed organizzativi.

"Il contesto in c ui viviamo e in c ui leimprese agricole svolgono la loro atti-vità sta attraversando un p eriodo diprofonde trasformazioni, che interessa-no l'assetto istituzionale, le p oliticheeconomiche e le dinamiche del merca-to: compito di un'o rganizzazione dirappresentanza come la nostra, è quel-lo di comprendere pienamente i cam-biamenti in atto per poter ridefinire ilproprio ruolo e il proprio modello ope-rativo, per continuare a s ostenere inmaniera efficace le aziende ass ociate".Lo ha sostenuto il presidente di Confa-gricoltura Lombardia Matteo Lasagna,in occasione della due giorni dell’Aca-demy organizzata dall’associazione re-gionale degli imprenditori agricoli.“Flessibilità di bilancio, flussi migrato-ri, crediti deteriorati delle banche: li ri-solve l’Europa o r isolvono l’Europa?”.Questo il q uesito centrale esaminatodurante la p rima giornata dei la vori.“Spesso viene data la colpa all’Europa –ha sottolineato il presidente nazionaleMario Guidi - ma ci sono altri Paesi co-me l’Olanda, la Danimarca e il Belgio ingrado di produrre in modo più efficace.Dobbiamo imparare ad essere più eu-ropeisti ed autocritici, altrimenti l’Eu-ropa rischia di sfalda rsi sotto il p eso

L'Academy di Confagri Lombardia

Il presidente di Confagricol-tura Verona, Paolo Ferrare-se, all’assemblea, ha tracciatola panoramica di un mo -mento difficile: «Le nostreimprese spesso non riesconoa coprire neppure i costi diproduzione. Tutti i s ettori,tranne il vitivinicolo, sono insofferenza, per non parlaredel tabacco che Verona ri-schia di p erdere terreno. Laburocrazia non ci dà unamano e la r icerca langue. Inquesto scenario bisogna ag-gregare la p roduzione e ra-gionare in termini di filiera,se vogliamo conquistare unmondo sempre più globaliz-zato. Ci s ono progetti im-prenditoriali forti, anche aVerona, che possono indi-carci la strada gi usta per ri-dare competitività alle no-stre imprese». L’evento ha vi-sto un’ampia partecipazionedi esponenti del mondo sin-dacale, politico ed economi-co. «In un mo ndo semprepiù globalizzato - ha s ottoli-neato il presidente nazionaleMario Guidi - dobb iamoconquistare i mercati in ma-niera strutturata e aggregata,puntando su inno vazione,ricerca, qualità e q uantità.Non è più il tempo di men-dicare contributi, ma di fa rescelte che siano redditizie esolide».

VERONA

FERRARESE

ALL’ASSEMBLEA

O R G A N I Z Z A Z I O N E E T E R R I T O R I O di Elisabetta Tufarelli

COME AFFRONTARE UNO SCENARIO IN TRASFORMAZIONE

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che quella del testo unico è una del-le tre priorità che riguarda l'urbani-stica.” Contiamo di approvare entrol’anno - ha annunciato - un provve-dimento che riordini, semplifichi evada a innovare un settore in cui esi-stono 72 leg gi regionali differenti.Prevediamo quindi la stesura defini-tiva del P iano paesistico r egionale,infine la revisione del Piano casa. Lafinalità è anche quella di impedire lasottrazione del suolo agricolo”. A ti-rare le conclusioni il vicepresidentenazionale di Confagricoltura Massi-miliano Giansanti. “Passano gli anni– ha oss ervato - ma il ra pporto traagricoltura e territorio resta sempredifficile. È il t empo delle s celte perfare essere l’agricoltore il protagoni-sta della tutela del territorio, con lasua attività primaria, ma anche contutta una serie di altre inerenti il tu-rismo rurale, l’impegno nel s ociale,la manutenzione del t erritorio e lasalvaguardia dal degrado . Quest’a-zione va sostenuta e non contrastatacon oneri e eccessi burocratici”.

"Il produttore è il protagonista dellagestione e tutela dell'agroalimentaree l’impresa agricola è il s oggetto in-dispensabile per la definizione di unnuovo e p iù moderno rapporto traaree urbane e r urali”. Lo ha s ottoli-neato il presidente di Confagricoltu-ra Lazio, Sergio Ricotta, in occasio-ne del convegno promosso dagli im-prenditori agricoli a Roma, a Palaz-zo della Valle.“Anche all’interno del-le aree protette si può far convivereattività produttiva e attività di tutelaambientale – ha p roseguito il presi-dente Ricotta -. F ondamentale lariforma del sistema, varando il testounico sull’urbanistica”. Per l’assesso-re regionale all’Agricoltura del LazioCarlo Hausmann:”Il nuovo PSR puòessere utile in q uest’ottica perchépresta grande attenzione alla multi-funzionalità, che è indisp ensabileper rafforzare la p resenza delleaziende sul territorio, dove possonoespletare una s erie di a ttività con-nesse a quel la agricola”. L’assessoreregionale all’Urbanistica MicheleCivita, dal ca nto suo, ha assic urato

Un moderno rapportotra aree urbane e rurali

CONVEGNO DI CONFAGRI LAZIO CON HAUSMANN E CIVITA

Il presidente di Confagri-coltura Brescia FrancescoMartinoni ha a vviatol’annuale ciclo di incontricon i soci. Quest’anno gliappuntamenti sono ancorpiù importanti. “Proprio nel 2016 – haannunciato Martinoni –la nostra ass ociazionecompierà cento anni divita, anni in c ui non èmai mancato l’apporto ainostri soci ed è p er que-sto che dobbiamo conti-nuare sulla strada giustatracciata dai nostri pre-decessori”. Il cen tesimocompleanno verrà festeg-giato ad o ttobre prossi-mo, ma sarà preceduto datutta una serie di incontrie iniziative che preste-ranno attenzione a questaricorrenza. T ra gli ap-puntamenti di r ilievo vasegnalato quello del con-vegno “ Progettare il f u-turo dell’azienda agrico-la”, che si è t enuto l’11febbraio. In tale occasione pensio-nati e gio vani si s onoconfrontati nel co muneimpegno sociale. Al cen -tro delle r iflessioni lastaffetta generazionale,l’esperienza degli over 65e l’entusiasmo delle n uo-ve leve.

BRESCIA

FESTEGGIATI

I CENTO ANNI

MARZO 2016| MONDO AGRICOLO |55

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Euro all’anno e rappresenta il70% della p roduzione stan-dard; il 38% fa ttura meno di8.000 Euro. “Il PSR - ha pre-cisato il dir ettore di C onfa-gricoltura Torino ErcoleZuccaro - s embra voler pe-nalizzare chi davvero ha g listrumenti per crescere”.“Dobbiamo cercare di fa resentire meglio la nostra vocein Europa – ha aggiunto l’eu-roparlamentare Aberto Cirio

– perché per l’Italia, così come gli altriPaesi del S ud Europa, ha una q ualitàdella materia prima agricola che vienecostantemente minacciata da altri inte-ressi. E anche il Piemonte, a partire dalPSR, può fare di più la propria parte perfar crescere l’agricoltura”. A livello na-zionale “il Governo ha fatto interventiper l’agricoltura – ha affermato il dg diConfagricoltura Luigi Mastrobuono -ma manca una visione complessiva disviluppo. Non bastano misure tampo-ne, come ad esempio i 25 milioni di Eu-ro per il comparto del latte, ma bisognaandare oltre, in un ’ottica di svil uppodelle imprese e del mercato, in cui Con-fagricoltura può giocare la propria par-te in una nuova dimensione”. Il vicemi-nistro delle P olitiche agricole AndreaOlivero ha ribadito che il Governo è di-sposto a fare la propria parte per garan-tire all’agricoltura lo spazio che merita eper snellire la burocrazia, ancora trop-po pesante per le imprese: “Il Governoha dimostrato un’attenzione peculiarenei confronti del co mparto agricolo -ha affermato - e il nostro impegno è te-so, in particolare, a salvaguardare i set-tori in cr isi, come quello zootecnico elattiero-caseario, per cui è necess arioagire tempestivamente e co n misurestraordinarie”.

(Anna Gagliardi)

“Se da un la to l’agricoltura producequalità e co ntribuisce a valo rizzare ilmade in I taly, dall’altro vive una cr isidrammatica: i p rezzi dei cer eali sonotroppo bassi, la carne bovina è pagata aiproduttori come 15 a nni fa, il p rezzodel latte sta precipitando a livelli inso-stenibili. Fortunatamente si registranosegnali positivi nel comparto vitivini-colo e dell’ortofrutta di qualità”. Il presi-dente di Confagricoltura Torino PaoloDentis all’assemblea annuale ha trac-ciato un quadro di luci e ombre per ilsettore primario. La situazione partico-larmente delicata per l’agricoltura pie-montese, italiana ed europea è stata ar-gomento di discussione all’affollato ap-puntamento al quale hanno partecipa-to il viceministro alle Politiche agricoleAndrea Olivero, l’europarlamentare Al-berto Cirio e il direttore generale dellaConfederazione, Luigi Mastrobuono.In Piemonte, l’attuale PSR non va nelladirezione di aiutare le imprese agricolea crescere. Confagricoltura per primaha denunciato la si tuazione, sottoli-neando la dif ficoltà per le aziende disvilupparsi con i parametri stabiliti dalProgramma di S viluppo Rurale, chenon valorizza le im prese veramentecompetitive, ma p unta l’attenzione suquelle meno strutturate. In Piemonte il13% delle aziende fattura oltre 100.000

Come superare la crisi

Si è t enuto, a P alazzo dellaValle, il w orkshop dedicatoalle dirigenti di C onfagricol-tura Donna. Le imprenditrici,provenienti da t utta Italia,hanno apprezzato il percorsoformativo, organizzato in col-laborazione con l’Enapra, cheha attraversato la storia, il ma-nagement , le risorse e le fun-zioni dell’Organizzazione de-gli imprenditori agricoli. Do-po aver affrontato i temi dellarappresentatività e quelli lega-ti al mercato del lavoro, ci si èsoffermati sulle azio ni di“lobby” e di pressing di Con-fagricoltura. Le imprenditricihanno analizzato l’evoluzionedella comunicazione, alla lucedi una sempre maggiore ne-cessità di integrazione e coe-renza tra “ vecchi” e “ nuovi”media. E’ stata anche compiu-ta un’analisi sulla p rogram-mazione dell'Unione europea2014-2020: sfide e o pportu-nità, con un focus sulle azien-de condotte da donne. La duegiorni romana è co ntinuatacon un vero e proprio labora-torio di public speaking e di“gestione delle emo zioni”. Ildirettore generale di C onfa-gricoltura M astrobuono haconcluso il workshop soffer-mandosi su “Confagricoltura3.0”, «un’Organizzazione checresce».

WORKSHOP

CON FA G RI COLTU RA

DONNA

O R G A N I Z Z A Z I O N E E T E R R I T O R I O

TORINO: ASSEMBLEA CON OLIVERO, CIRIO E MASTROBUONO

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giovani per il nostro settore agricolo sia grande, lo sonoanche di più le barriere all’ingresso: dall’accesso alla terraa quello al credito”. Al 31 dicembre 2015, come ha rileva-to il Centro Studi di Confagricoltura, si conferma più sen-

sibile la diminuzione delleaziende agricole iscritte alRegistro delle Imprese con-dotte dagli ‘under 35’, per-centualmente superiore dioltre tre volte (-3,04% con-tro -0,95%) rispetto alla di-minuzione della generalitàdelle imprese agricole. Incinque anni, sottolinea l’a-nalisi, la quota di impreseagricole condotte da giova-ni è diminuita di oltre unpunto percentuale, atte-standosi poco oltre il 6,5%.Anche i dati Istat degli ulti-mi due Censimenti dell’A-gricoltura (2010-2000)confermano che, in valoriassoluti, le aziende a con-duzione giovanile sono di-minuite nel decennio del38,7%. Un calo inesorabileche va arrestato.

Elisabetta Tufarelli

MARZO 2016 | MONDO AGRICOLO | 57

Con il via libera al Collegato Agricoltura alla legge diStabilità è stata imboccata una strada progettualeper rendere finalmente praticabile il ricambio gene-

razionale del settore. D’altronde, come avevano più voltedenunciato i giovani diConfagricoltura, eravamoarrivati all’emergenza e,senza l’immissione di nuo-ve leve, il rischio concretoera quello di compromette-re il futuro dell’agricolturaitaliana. Sono diverse deci-ne di migliaia le aziendeagricole, ad esempio, che ri-schiano la chiusura perchéi figli o i nipoti dell'impren-ditore pensionato non han-no interesse a proseguirel'attività di famiglia. “Le so-cietà di affiancamento, danoi fortemente volute, po-trebbero rivoluzionare l’in-sediamento in agricolturaperché consentirebbero aigiovani di trarre beneficiodall’esperienza di impren-ditori esperti. Un provvedi-mento importante perché,nonostante l’interesse dei

DEFINITA LA STRADA PROGETTUALEPER RENDERE PRATICABILE IL PASSAGGIODEL TESTIMONE DA ANZIANI A NUOVE LEVE

Oggi il futuro dell’agricolturaitaliana è in mano a quasi 50.000imprese condotte da giovaniimprenditori. Sono troppo poche per unaresponsabilità così grande e ilmeccanismo dell’affiancamentopotrà farle aumentare. Permettere ai giovani di collabo-

rare ed imparare dagli imprenditori agricoli over 65 opensionati, per al massimo 3 anni, stabilendo a inizio rapportole modalità di compartecipazione agli utili dell'impresa, cosìcome i reciproci obblighi e le modalità di conclusione, con ilsubentro, la trasformazione del rapporto in un contratto diconduzione o forme di compensazione a favore del giovaneimprenditore, è una grande rivoluzione che potrebbeeliminare alcuni degli ostacoli insormontabili all’ingresso nelsettore. Toccherà ora al governo, dopo l’ok definito del Senato,adottare un decreto per favorire i processi di affiancamentonella gestione delle imprese agricole.

Raffaele Maiorano Presidente Nazionale Anga

I L C O M M E N T O

Affiancamento generazionaleper trasferire esperienzesaperi e know how

Beniamino ed Alessandro Tiozzo

dell’azienda Ortosole

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È stato siglato, a Lamezia Terme, nella se-de regionale dell’Organizzazione degliimprenditori agricoli, un protocollo d’in-tesa tra Anci (l ’Associazione Nazionaledei Comuni Italiani) e Giovani di Confa-gricoltura della Calabria, che ha l’obietti-vo di favorire la crescita sostenibile, il re-ciproco scambio di informazioni e cono-scenze in materia di dir itti e protezionedegli operatori agricoli, la s alvaguardiadella superficie agricola utilizzata (Sau),concordando strategie di co ntenimentoal consumo del suo lo, la co llaborazioneper una più efficace tutela delle impreseagricole condotte da giovani, la promo-zione del ricambio generazionale dell'im-prenditoria agricola, anche attraverso ladiffusione della c ultura all'auto-impren-ditorialità nel s ettore primario. “Un ac-cordo importante – ha messo in evidenzail presidente regionale dei gio vani im-prenditori Giuseppe Barbaro – che ci per-mette diventare interlocutori istituziona-li dei co muni calabresi su t emi decisiviper lo sviluppo della nostra agricoltura. Ilprotocollo siglato è il p rimo passo di unpercorso che seguirà una strada precisa. Inostri immediati obiettivi riguardano ilcensimento di tutti i t erreni incolti e diproprietà demaniale, che dovranno esse-re immessi nel circuito agricolo calabreseper aumentare la superficie agricola uti-lizzata. Rilevante è anche il sostegno ad

alcune proposte di leg ge regionali che,sulla falsariga di quanto avvenuto con ildecreto Terre Vive, agevoli la disponibi-lità di terreni demaniali per i giovani». Ildelegato Anci Calabria, Domenico Idone,sindaco di Campo Calabro, dal canto suo,ha rilevato il concreto e visibile desideriodi cambiamento: “L'agricoltura – ha sot-tolineato – è uno dei settori più vitali, di-namici ed essenziali e i Comuni calabresihanno il dovere di sostenere iniziative chepossano aiutare l'imprenditorialità agri-cola, soprattutto quella giovanile». Gran-de soddisfazione è st ata espressa anchedal presidente di C onfagricoltura Cala-bria, Alberto Statti, per l’intelligente ini-ziativa intrapresa dai giovani dell'Orga-nizzazione.”Il protocollo siglato stamanicon il p residente Vallone, che ringrazioper la sua sensibilità, testimonia indiscu-tibilmente come l'agricoltura sia sempredi più percepita in t utti i suo i determi-nanti aspetti. Non solo settore primarionel quale viene prodotto il cibo, ma un as-set strategico per lo sviluppo ed il gover-no dei territori e fattore decisivo per in-crementare i li velli occupazionali”. Haconcluso ricordando che”Confagricoltu-ra dà v oce a q uesta visione del mo ndoagricolo ed intende perseguire ogni siner-gia utile ed a b eneficio delle aziende cherappresenta e del sist ema economico re-gionale nel suo complesso”.

LOMBARDIA

Approfonditoil negoziatodi libero scambio

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Giovani calabresi per la crescita sostenibile

P R O TO C O L L O D I I N TE S A TR A AN G A E AN C I

Un importante momento diapprofondimento sul tra tta-to transatlantico sul co m-mercio e g li investimenti(Ttip) per il libero scambio,ancora in co rso di neg ozia-zione tra l’Unione europea egli Stati Uniti d’America, èstato organizzato dai Giova-ni di Confagricoltura di Pa-via e della L ombardia, conl’obiettivo di a pprofondire,insieme a r elatori, tecnici erappresentanti dell’associa-zione, i contenuti dell’impor-tante trattato commerciale eil suo im patto sulle p rodu-zioni agricole. Il tra ttato,pensato per integrare i d uemercati che si affacciano perl’appunto sull’Atlantico, pre-vede la r iduzione dei dazidoganali e rimuoverà, in nu-merosi settori – co mpresoquello agricolo - le ba rrierenon tariffarie, ovvero le dif-ferenze in regolamenti tecni-ci, norme e p rocedure diomologazione, standard ap-plicati ai prodotti, regole sa-nitarie e fitosanitarie. Quan-do il Ttip sarà approvato, sirealizzerà la lib era circola-zione delle merci, favorendodi conseguenza il flusso degliinvestimenti e l'accesso ai ri-spettivi mercati dei servizi edegli appalti pubblici.

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UN'OPPORTUNITÀ DI CRESCITA MANAGERIALE

A Brescia, formazioneunder 40

A Brescia l’Academy per le nuove genera-zioni in agricoltura. La proposta, lanciatain occasione dell’Assemblea per i cen toanni di Confagricoltura Brescia, è di An-drea Peri, presidente dei giovani impren-ditori dell’Organizzazione. Una vera epropria accademia destinata allo studio eall’approfondimento delle conoscenze ne-cessarie a fa r sviluppare l’imprenditoriadel settore che sarà avviata già ad o tto-bre.”Perché le n uove generazioni sonopronte sia a raccog liere la sfida - ha a n-nunciato Peri – sia a fruire di questa gran-de opportunità di formazione professio-nale per rafforzare la nostra co mpetiti-vità». L’entusiasmo, da Brescia è arrivato aRoma all’ultimo Consiglio Nazionale, do-ve l’Academy è stata ufficialmente presen-

tata da una f olta delegazione accompa-gnata dal direttore di C onfagricolturaBrescia, Gabriele Trebeschi: «Oggi piùche mai gli imprenditori devono restarecon gli occhi aperti. Il settore agricolo - haspiegato Andrea Peri- si co nfronta conun mercato frenetico, che cambia di con-tinuo e a velocità fino a vent’anni fa sco-nosciute. Serve una gra nde capacità dianalisi e quindi di ascolto per poter preve-dere cosa accadrà tra s ei, dodici mesi. E’uno sforzo notevole, soprattutto per unagricoltore che non vede immediatamen-te i frutti del proprio raccolto. Ma ancheper questo è essenziale immaginarsi cosapuò accadere domani. Il mercato non vasubìto e nemmeno inseguito, ma cavalca-to e anticipato. Vogliamo fornire, con l’A-

cademy, ai giovani agricoltori un'oppor-tunità di alta formazione manageriale, unpercorso di alto livello, dedicato esclusiva-mente agli ‘under 40’ che possa essere ta-rato sulle esigenze di gestione di un'azien-da agricola moderna».

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OVER 65

Home farma dimensione anziani

di Elisabetta Tufarelli

Il problema di come sostenere unrapido invecchiamento della popola-zione è importante in moltissimi Pae-si industrializzati. A Singapore, dovel’età media e le aspettative di vita

ALZHEIMER E UDITO

Frank Robert Lin, ricercatore presso

la Johns Hopkins University di

Baltimora sostiene che un caso di

demenza su tre è collegato alla

perdita dell'udito. Sforzarsi per

capire suoni e voci, infatti, genera

un forte stress nel cervello e impo-

verisce quelle aree che sono legate

al linguaggio e alla memoria opera-

tiva, le stesse coinvolte nell’insor-

genza dell’Alzheimer. Anche se

ancora non è chiaro il legame tra

le due condizioni, sarebbe suf-

ficiente, a parere del ricercatore,

non considerare la perdita dell’udito

una conseguenza inevitabile dell’

invecchiamento e intervenire pre-

cocemente con protesi uditive.

sono in continua crescita, aumentanole persone anziane. Nello stesso tem-po si importano moltissimi ortaggi.La soluzione a questi problemi è stataindividuata dallo studio internazio-

nale di architettura Spark, con l’inno-vativo progetto di “home farm”. L’ini-ziativa, presentata al World Architec-ture Festival, consentirà di conciliarela creazione di nuovi spazi verdi sulsuolo urbano e la natura terapeuticadell’agricoltura, con il rispetto deglianziani, che vivranno in una struttu-ra residenziale ad alta intensità abita-tiva, con alloggi flessibili, progettatiper andare incontro alle loro esigen-ze. Dalla semina alla raccolta, dallosmistamento all’imballaggio, sino allaconsegna e alla vendita, gli anzianisaranno coinvolti nelle attività agri-cole e avranno la possibilità di esserericompensati con lo stipendio, ilpagamento dell’affitto della casa incui vivono, il pagamento delle bollet-te e delle spese sanitarie, oppure ‘innatura’, scegliendo di trattenere partedegli ortaggi biologici. Il lavoro verràsvolto sotto la direzione di un team diagricoltori professionisti.

RINUNCIARE A GUIDARE causadepressione e deterioramento fisico.Lo ha dimostrato uno studio dellaColumbia University Mailman School of Public Health che ha indagatosull’impatto dello smettere di guidare sullasalute psicofisica dell’anziano. Analizzandoi dati disponibili di sedici diversi studi, la ricerca, condotta da Guohua Li, ha dimostrato che non è solo il deterioramento della salute a causare

l’addio alla guida, ma è anche l’abbandono dell’auto a provocare il peggioramento della salute psicofisica e una diminuzione delle funzioni cognitive. Smettere di guidare per gli anziani quasiraddoppierebbe il rischio di iniziare a soffrire di disturbi depressivi.Importante, quando si mette la macchina definitivamente in garage, è continuare ad avere una vita sociale e mantenersi attivi.

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MARZO 2016| MONDO AGRICOLO |61

Vivere in campagna

L’azienda agricola è uno dei luoghiideali per invecchiare in salute e unvalido centro di aggregazione. Leattività collettive, specialmente sesvolte in un contesto informale, comeavviene in campagna, stimolano lavitalità e il benessere degli anziani,favorendo uno stile di vita più sano,migliorano l'autostima e l'umore. Lodimostrano anche i primi risultatidella sperimentazione condotta nelleMarche dall'Irccs Inrca (IstitutoNazionale Riposo e Cura Anziani).La campagna, si sa, è spesso il sognodi moltissimi pensionati che, dopoaver trascorso gran parte della vita incittà, sono alla ricerca di zone tran-quille dove poter continuare a viverefelicemente. Dalle Marche arriva orala conferma che l’agricoltura può aiu-tare ad invecchiare in salute rima-nendo attivi più a lungo, con unmodello di agricoltura sociale, orga-nizzato in modo diverso dai centrisociali per anziani, capace di favorire

In campagna, oltre alleattività agricole, ancheginnastica posturale,esercizi di memoria epet-therapy con il sup-porto di psicologi, assi-stenti sociali, agronomi efisioterapisti all’internodi aziende agricole. Ilprogetto di agricolturasociale, promosso nel2012 dalla Regione Mar-che in occasione dell’An-no europeo dell’invec-chiamento attivo e dellasolidarietà tra generazio-ni, ha già dato i primipositivi risultati dal pun-to di vista del migliora-mento delle abitudini

alimentari, dell’autonomia e delbenessere percepito dagli anziani.

IL ROBOT BADANTE si chiama Enrichme,

cioè “arricchiscimi” (in realtàl’acronimo sta per “ENablingRobot and assisted livingenvironment forIndependent Care and

Health Monitoring of theElderly”). Si tratta di unpiccolo robot che si aggirerà

nelle case delle personeanziane, per monitorarle 24 ore al giorno. La badante elettronicaagirà attraverso sensori wireless presenti nell’abitazione e ricorderàl'ora della medicina, controllerà i parametri ambientali della casa,monitorerà l'attività fisica dell'anziano e la sua alimentazione. Sarà ingrado anche di lanciare l'allarme in caso di necessità. Al progettostanno lavorando dieci partner tra Italia, Regno Unito, Francia,Olanda, Polonia, Grecia. Di recente la Fondazione Don Gnocchi hapromosso un meeting tecnico, con tutti i partner, per fare il puntodella situazione e procedere nella realizzazione della parte softwaredella macchina. Ad agosto e settembre ci saranno le sperimentazioniin Italia e Olanda.

attraverso esperienze di orticoltura eapicoltura, l’invecchiamento attivo.

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A PISA ANTICHE CASE COLONICHE TRA VIGNETI E OLIVETI

AGRITURISMOdi Anna Gagliardi

Dici agriturismo e pensi Toscana, laregione che per prima ha saputoinvestire sulla multifunzionalità del-l’azienda agricola e proporsi al restodel mondo come connubio perfettotra natura, enogastronomia di eccel-lenza e secoli di storia. Tra Pisa eFirenze, a pochi chilometri daCasciana Terme, la famiglia GasliniAlberti ha fatto di Badia di Morrona(www.gaslinialberti.it).a Terricciola una delle mete prediletteda chi cerca la Toscana prima ancorache l’Italia. L’azienda agricola si estende per 600

propria dimora o un pizzaiolo per leville dotate di forno a legna; si posso-no prendere lezioni di cucina o dicake design. Per chi preferisce nonusare i fornelli c’è pure un ristorante,aperto anche alla clientela esterna, chepropone menu stagionali basati sullaproduzione aziendale di ortaggi, frut-ta, cacciagione, olio, e, ovviamente,vino. Tutte le dimore sono in posizio-ne strategica per visitare la regione:Pisa e Volterra sono a 25 chilometri,Firenze a 50, Lucca a 45, Siena a 67. Apochi minuti ci sono le terme diCasciana che propongono trattamentie percorsi benessere, mentre nellavicina San Miniato ci sono i campi da

Vacanzeal plurale

ettari, di cui 110 a vigneto, 40 a ulivetoe il rimanente a seminativi e boschi (èanche riserva di caccia). L’agriturismosi declina al plurale, con sette antichecase coloniche capaci di accogliere intutto 130 persone: Badia di Morrona,La Sughera, Villa Sant’Angiola, LaFornace, Villa San Luigi, La Selviccio-la e Vivaja, oltre a una winery e unwine shop. Chi arriva qui lo fa perscelta, non per caso: ogni strutturaagrituristica si compone di camere oappartamenti con tutti i comfort eannovera una piscina privata. Si puòavere a disposizione un cuoco nella

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golf. Per raggiungere il Tirreno bastaun’ora di automobile, ma nessunofinora, una volta qui, ha mai sentito lanecessità di andare al mare. L’aziendapropone anche il noleggio della miticaVespa, lo scooter simbolo delle dueruote Made in Italy, per scollinare nel-la profonda Toscana. Per i più sportivinon mancano mountain bike, bici dacorsa o versioni moderne della celebre“Graziella”.Concepito per il turista che vuolequalcosa in più, l’agriturismo diffusodi Badia di Morrona è l’interpretazio-ne più avanzata del concetto di multi-funzionalità, dove il core businessaziendale è valorizzato al massimo:

nelle strutture gli ospiti trovano mate-riale e riferimenti alle produzioniagricole locali, vino e olio in particola-re, a cui sono dedicate degustazioniprivate. Lisa Novi è la responsabile del com-parto agrituristico dell’azienda: “Badiadi Morrona - dice - è una realtà com-plessa, Dimora Storica che vanta sto-ria millenaria e un percorso agricoloavviato nel 1939 dalla famiglia GasliniAlberti” (v. pag.14, ndr). La Badia,monumento storico da sempre impor-tante per la popolazione, fu fondatanel 1089 dal conte Uguccione. Grazieal restauro dei Gaslini Alberti oggi èutilizzabile per eventi e cerimonie,

arricchendo la proposta diospitalità.Al tesoro architettonico siaggiunge quello viticolo:quando la famiglia acquistòi terreni, decise di rinnovarei vigneti con una selezioneclonale atta a una produzio-ne tipica e di qualità. Il San-giovese, simbolo dellaToscana vinicola, è il vitignoprincipale, coltivato peroltre la metà della superficievitata aziendale, affiancatoda Cabernet, Syrah, Merlot,Vernaccia e Colombana: “Ilrapporto tra vino e ospita-lità è molto stretto – affermaLisa Novi – non c’è ospiteche vada via senza averdegustato o acquistato lenostre etichette. Vini chevengono presentati al Vini-taly e che sono esportati inGermania, Stati Uniti, Giap-pone e Brasile”.Non secondaria è la produ-zione di olio extraverginedi oliva, frutto di una sele-zione di cultivar tipichetoscane (Frantoio, Moraio-lo e Leccino), di tempiminimi di raccolta e moli-

tura, e di un controllo costante dellatemperatura di lavorazione, fattoriche rendono il prodotto di altissimaqualità. La famiglia Gaslini Albertipossiede inoltre una tenuta in Pie-monte, “Poderi dei Bricchi Astigiani”,nel Monferrato. Qui il vitigno simboloè il Barbera, coltivato su 20 ettari. Lamaggior parte dei vigneti ha più di 40anni e garantisce una produzionelimitata e di qualità. L’azienda com-prende anche qui un agriturismo: unantico casale dell’Ottocento recente-mente ristrutturato con una dozzinadi camere, una sala ristorante e unospazio esterno nel verde affacciato sulMonferrato, con vista fino alle Alpi.

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«Prioritario il benesserepsicofisico degli ospiti»

di Elisabetta TufarelliCAMPI ROSA

Questo mese incontriamo CristinaBordignon che conduce, con intelli-genza e tenacia, a Desenzano, sullerive del Lago di Garda, “Le Preseglie”un’innovativa impresa agrituristica evitivinicola .

“DONNE DI TERRA E DI ORIZZONTI,AGRICOLTURA TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE”,

il titolo dell'iniziativaorganizzata dallavicepresidente dellacommissione

Agricoltura Leana Pignedoli al Senato, in occasione della festa della donna. Tra le tretestimonianze delle imprenditrici perConfagricoltura Donna è stata scelta“Morgana”, un progetto innovativo che partedalle essenze tipiche della campagnamediterranea: viti, ulivi, mandorle, agrumi,fichi che trasforma in prodotti per il benesseree la cura della persona, riutilizzando anche gli scarti. L’idea è di due imprenditrici agricole:Marinetta Boscarelli, della provincia di Cosenza e Rosabianca Trevisi, della provincia di Lecce.

Ci racconta come ha iniziato?Mio nonno era viticoltore, sarà perqueste radici, sarà per la tradizionefamiliare, il fatto è che, dopo espe-rienze in altri settori, ho deciso diimpegnarmi in agricoltura. L’hofatto tenendo presente le mie pas-sioni per l’ospitalità, il gusto, lamedicina naturale ed il benessere.Nel 1999 sono partita con l’agritu-rismo, ristrutturando nel rispettodell'architettura rurale un’anticacascina nella quale ho mantenutolo stile campagnolo con soffitti etravi di legno e pavimenti in legno

e cotto. Nel 2007 ho aggiunto l’azien-da vitivinicola e una cantina tecnolo-gica e funzionale dove si produce ilnostro cavallo di battaglia: il LuganaDoc.

Ci spiega, in particolare, come rie-sce a coniugare l’agricoltura con lamedicina naturale, il benessere e ilgusto?

Ho improntato tutta la mia attività albenessere psicofisico dei miei ospiti.Penso che tutto parta dalla mia pas-sione per la medicina naturale chemi ha spinto verso l’attenzione allasalute. Perciò la cascina Le Preseglieè diventata fattoria del benessere,come da regolamento regionale. Dal-la lettura dell'iride per determinarelo stato di salute ai Fiori di Bach, dal-la riflessologia plantare ai trattamentiAyurveda, dall’osteopatia allo Shiat-su, dal Pilates alla scuola di yoga, l’at-tenzione al wellness è totale. La stessafilosofia l’ho portata in cantina dovesi producono vini tipici, ma anchegradevoli, salubri e genuini. Utiliz-zando la fisica al posto della chimicain cantina riusciamo a vinificare sen-za aggiunta di solforosa.

RAPPORTO DEL SERVIZIO STUDI DI BNL

In un recente rapportosull’universo femminile,realizzato dal Servizio studi di Bnl, si è riscontratoche, nel Bel Paese, quasi dueterzi dei lavoratori inattivisono donne. Un numero quasi equiva-lente alla popolazione del Portogallo. Buonenotizie dalla ricerca ‘in rosa’ dove l’Italia battela media europea e dallacreazione di nuove imprese,dove quelle femminilicrescono decisamente di più della medianazionale. “L’agricoltura è leader nellarappresentanza femminile -ha messo in evidenzaGabriella Poli, presidente di Confagricoltura Donna -.Sono quasi 220.000 le aziende rosa che portanoal settore innovazione di processo e di prodotto. Il dato, in occasione della festa della donna fa riflettere sulla portata di questo impegno, che riesce a conciliare la sfida del mercato con il rispetto dell’ambiente, la tutela della qualità della vita, l’attenzione al sociale e la valoriz-zazione dei prodotti tipici”.

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DUE DOMANDE A... CRISTINA BORDIGNON

Cristina Bordignon

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MARZO 2016| MONDO AGRICOLO |65

A ROMA LA SERATA DI GALA SULL’INTESA VINCENTE TRA CINEMA E FOOD

n A SCUOLA DI GUSTO CON I MOVIE

“Spaghetti & Cinema” è un progetto nuovo -promosso da Regione Lazio e Arsial -dedicato al mondo della scuola. L’iniziativa è

stata pensata per coinvolgere gli studenti in unariflessione approfondita sulla sana e correttaalimentazione e sull’evoluzione della culturaenogastronomica, utilizzando la

rappresentazione del rapporto tra cibo esocietà fornita dalla produzione cinematografica.

Autori e protagonisti dialogano con docenti e studenti. Tre, percominciare, i titoli prescelti: “La finestra di fronte” di Ferzan Ozpetek, “Pranzodi ferragosto” di Gianni Di Gregorio e “Immaturi” di Paolo Genovese.

BUONO A SAPERSI...

nuti al Sud”, “Lezioni dicioccolato” 1 e 2, “Il princi-pe abusivo”. «Tozzi - osser-va l’organizzatore - è la veraconferma che si può lavora-re a più progetti senza cade-re nei cliché o esser attrattidalle mode o dai fenomenidel momento, privilegiandola qualità sempre, con un

occhio di riguardo per il pubblico».A “Cinecibo Award” all’aspetto cine-matografico si unisce quello culinariocon l’allestimento di uno show-cooking durante il quale vengonopreparati i migliori piatti della cucinaitaliana. Questa volta in degustazio-ne, tra gli altri, due prodotti alimenta-ri della tradizione culinaria campana:il “Carciofo di Paestum IGP” (fornitodalla O.P. Terra Orti) e la “Zizzona diBattipaglia” (prodotta dal CaseificioLa Fattoria). Un award, annualmente,va pure ad uno chef di spicco. Tra ipremiati delle scorse edizioni figura-no Filippo La Mantia, Andrea Fuscoe Rosanna Marziale. Quest’anno ilpremio va alla chef stellata CristinaBowerman. «Quella della Bowerman– conclude Donato Ciociola - è unacucina che sperimenta continuamen-te e si alimenta di rinnovamento, pre-diligendo materie prime di alta qua-lità e nel rispetto dell’ambiente. Sepuò esserci un modo compiuto perdescrivere la sua cucina, questo èsenz’altro rappresentato dalla parola“creatività”. E la creatività è certamen-te la qualità per eccellenza che acco-muna l’estro culinario alla settimaarte».

Gaetano Menna

“Cinecibo”, di cui èideatore Dona-to Ciociola, si

alterna tra il festival delcinema enogastronomico egli “oscar” a personaggi delmondo di celluloide cheinterpretano e valorizzanola liaison tra cinema e cibonei film. Il 31 marzo laserata di gala di “Cinecibo Award”.Spetta al presidente di Cinecibo, l’at-tore e regista Michele Placido conse-gnare la statuetta al regista. Il premioquest’anno va a Paolo Genovese peril film commedia “Perfetti sconosciu-ti”, pellicola 2016 di grande successodi incassi e di critica. Gran parte del-le scene del film si svolgono a tavola,durante una cena nella quale i prota-gonisti accettano una sorta di sfidaper cui dovranno mettere il propriotelefono sul tavolo e accettare di leg-gere i messaggi o ascoltare telefonatepubblicamente, avendo la possibilitàdi mettere a nudo i segreti nascostiall'interno di quella scatola nera che

ormai fa parte della nostra vita. Lacena si articola tra momenti goliardi-ci e altri di forte contrasto. «Gli attoridi “Perfetti sconosciuti” – ricordaDonato Ciociola – hanno interpreta-to magistralmente un comune spac-cato di vita quotidiana e di convivia-lità in cui, ancora una volta, il cibo èprotagonista di una pellicola di cosìgrande successo».Il “Cinecibo Award” al miglior pro-duttore della stagione lo si assegna aRiccardo Tozzi, patron della Cattleya,che ha prodotto numerose pellicoledi successo in cui sono state previstescene di cibo e di buona tavola; traqueste “Benvenuti al nord” e “Benve-

L’oscar di Cinecibo al film “Perfetti sconosciuti”

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Suoni al caleidoscopioMiriade di suggestioni”

Ascoltando il disco di esordio dei Loomings, “EverydayMythology” (Altrock) il primo pensiero va agli OpusAvantra ed al loro muoversi tra avanguardia e tradizione;il secondo pensiero va a Frank Zappa ed alla suaecletticità, al suo essere dissacrante. Ma questo albumè molto di più; impossibile inquadrarlo, catalogarloproiettandosi in più contesti, cambiando continuamente registro.È coinvolgente ma allo stesso tempo spiazzante. Come annotaDonato Zoppo, «sfrutta appieno le diverse provenienze deimusicisti coinvolti, spaziando tra musica eurocolta, rockd'avanguardia, funk e jazz, stuzzicando sia gli appassionati di

A distanza di sei anni dal loroprimo album il quintetto “VIIIStrada” pubblica l’ambizioso“Babylon” (Fading Records/Altrock),validissimo esempio di prog rockaperto a varie influenze (jazz,blues), con un’anima melodicae mediterranea che lo caratterizzaed arricchisce. Per certi versi (comein “Preludio a Eclypse”) si avverteche la band ha metabolizzato la

lezione di gruppi come PFM, unendosonorità energiche a situazioni piùariose. In evidenza la title track.

Dicono i musicisti: «Il nostrorock-progressive è ascoltabileanche da chi non è un appassionatodel genere: la melodia, la chiarezzadei fraseggi dimostrano che nonsiamo circoscritti al solo ambitoprog, ma riusciamo a spaziareanche in altri generi. Inoltre

cantiamo in italiano e il nostro usodei tempi dispari non interferiscecon la scorrevolezza della musica».

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L’EDIZIONE INGLESE DI “HEROES TEMPORIS”

CAMPI SONORI

Heroes temporis world edition” (Baby -Alliance Entertainment) è la versioneinternazionale della sontuosa ed evocativaopera rock dei “Magni Animi Viri”(Uomini di grande animo) sigla dietrocui si celano i musicisti e compositoriLuca Contegiacomo e Gianluca Trotta.Di forte impianto evocativo si ispira aiclassici, esaltando i valori e la magnificenzadel passato. A dieci anni di distanzadall’edizione italiana, l’album è ripropostoora nella versione inglese e punta aconquistare gli appassionati del rockprogressive d’oltre confine. Musicalmentele composizioni sono state suonata dal

gruppo rock e dal laBulgarian SymphonyOrchestra (la stessa cheha partecipato all’operarock della PFM, “Dracula”),diretta dal maestro italo-americano GiacomoSimonelli. La band rock,guidata da Contegiacomoe Trotta alle tastiere, siè avvalsa dell’apporto digrandi professionisti internazionali comeJohn Macaluso, il compianto RandyCoven, il chitarrista Marco Sfogli (ogginella PFM, dove è subentrato a Franco

Mussida) . L a novitàdell’edizione 2016 è datadalle voci potenti e versatilidi due protagonisti delpanorama hard & heavyinternazionale, gli americaniRusse l l Al len e lamezzosoprano AmandaSomerville. Accanto a loro,in veste di narratore, l’attore (e cantante) Clive

Riche. il ricavato delle vendite andrà inbeneficenza e contribuirà alla realizzazionedi un reparto ludico-diagnostico perbambini affetti da autismo.

La band “VIII Strada” tra prog e melodia

di Gaetano Menna

Opera rock internazionale

“rock in op position” che di popsperimentale». Il percussionista JacopoCosta (milanese di stanza a Strasburgo),

anima del gruppo, lancia un messaggiopreciso: «Ascoltate la nostra musica e

cercate di capire se vi piace o no e perché,piuttosto che preoccuparvi di definirla in un

modo o in un altro». Senz’altro il sound è caleidoscopico,con geometrie sonore inaspettate, una miriade disuggestioni, un amalgama di suoni e voci. Ed è questoil vero fascino dell’operazione.

L’ALBUM DI ESORDIO DEI LOOMINGS

Il fascino delle geometrie sonore

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