Le comunita insieme 5 2012

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Le Comunità Insieme Parrocchia della Trasfigurazione in Rosciano Parrocchia di SS. Alessandro e Vincenzo in Ponteranica Parrocchia di S. Michele Arcangelo e Madonna del Carmine in Ramera di Ponteranica Periodico interparrocchiale a cura delle Comunità di Ponteranica Novembre - Dicembre 2012 Gennaio 2013 Fratelli con tutti!

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Le comunita insieme 5 2012

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Page 1: Le comunita insieme 5 2012

Le ComunitàInsieme

Parrocchia della Trasfigurazione in Rosciano

Parrocchia di SS. Alessandro e Vincenzo in Ponteranica

Parrocchia di S. Michele Arcangeloe Madonna del Carmine

in Ramera di Ponteranica

Periodico interparrocchiale a cura delle Comunità di Ponteranica

Novembre - Dicembre 2012 Gennaio 2013

Fratelli con tutti!

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Che bella la gioia della famiglia, dellavoro fatto bene, degli amici, del-

l’incontro con Dio nella sua Parola! Chebella la speranza di crescere ogni giorno,di essere sempre infuocati dalla passionedi aiutare ed essere consolati da chi cistima ed apprezza! Gioia e speranza ciaccompagnano indissociabilmente. Sonole due porte che si aprono davanti a noiin mezzo a tante fatiche, delusioni, espe-rienze. Frutto della fede in Gesù di Naza-reth che instancabilmente ci cu-stodisce nella parola suae nel pane suo. È in-vincibile la gioia den-tro di noi! Nessunopotrà spegnerla.Ci saranno gior-ni nei quali cifermiamo, so-stiamo, riflettia-mo pensosi: maindubbiamentesorge dal nostro in-timo, sempre, non sof-focabile, una forza di vita che cispinge oltre noi, che ci inquieta con lasua vitalità sempre nuova, inesausta. Ècome se vivessimo per cercare una spe-ranza che non conosciamo ma soltantointuiamo, assaporiamo, gustiamo quasiin mezzo alla frenesia di certe complicateansie che vorrebbero frenarci ma nonriescono mai completamente ad estin-guere un afflato insormontabile tanto èsupremo e concreto: l’anelito alla pie-nezza, ossia al compimento. Sorta di inat-taccabile roccia alla cui sommità siamoposti per vegliare sulla nostra esistenza:“Non dimenticare”, sembra dirci una vocedentro di noi, “che tu sei fatto per vivere,insieme a tutti i tuoi amici di viaggio”. Vi-vere, sì. Semplicemente vivere: poichéla vita è il miracolo a dir poco stupendoche ci è dato conoscere. Soltanto in essopotremo scoprire una divina dolcezzache in modo insopprimibile ci accarezzae ci invita a correre, non farci cadere le

braccia, superare le tensioni di questonostro periodo storico per risvegliarel’attesa di una nuova umanità, alla qualestiamo cercando con tutte le forze dicontribuire. L’edificazione della casa co-mune, del bene di tutti e non soltanto diqualcuno, avviene pure qui, da noi, aPonteranica. Ci sentiamo partecipi di unprogetto grande, che travalica i nostriconfini di spazio, di cuore, d’interessi.Sappiamo di essere con la Chiesa che da

oltre cinquanta anni sta fa-cendo fatica immane a re-

stare accanto alla nostracultura, all’uomo con-temporaneo con lesue gioie e speranze.Facciamo fatica, ar-ranchiamo, sì: siamosempre parecchio in-dietro. Tentiamo di

ascoltare la Parola ele parole umane per

rinvenirvi il suono lieve,sottile, che le attraversa,

ma siamo forse ancora tantodistratti, preoccupati, disorientati.

La Parola ci guiderà. E però soltanto laParola che ancora vuole farsi “carne dellanostra carne, ossa delle nostre ossa”. Nellasua Parola, in Gesù Figlio dell’uomo, tro-veremo la divina simpatia che si celanella condivisione della nostra umanità.Vogliamo non smettere mai di ascoltarela Parola che attende di venire alla lucedalla scrittura aperta quale tesoro, scrignosigillato talvolta perfettamente dalla no-stra pigrizia e scarsa considerazione del-l’invito che il Concilio ci rivolge ancoraoggi di svelarne la pienezza di fonte dibene, amore, pazienza, soavità. Inces-santemente apriamo con le nostre poveremani il grande tesoro delle Scritture sacre,convinti che molti cuori sono in attesadi essere nutriti dalla gioia e speranzache possono sgorgare dal volto di CristoSignore Gesù di Nazareth.

don Flavio, don Sergio, don Cristian

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In copertina:La Tour,

Adorazione dei Pastori

Sommario

Il tempo della Chiesa pag. 3

Gaudium et Spes 4

Io diverso da te 7

La Comunità di Ramera 9

Anagrafe delle Comunità 16

Consiglio Pastorale Vicariale 17

Le Comunità di

Ponteranica e Rosciano 18

Proposta di approfondimento 25

Registrazione Trib. di Bergamo n° 17 del 1/07/2010.

Direttore responsabile: AgazziDavide

In Redazione:Davide, Enrico, Franco, Marghe-rita, Simona, Vincenzo, don Cristian, don Fla-vio, don Sergio.

Stampa:Centro Grafico Stampa Tel. 035 29 50 29

Articoli e files possono essere spediti a: [email protected]

Il prossimo numero uscirà il l’8 febbraio.Gli articoli dovranno essere consegnati entro il 25 gennaio.

EditorialeLeComunitàInsiemeParrocchia della Trasfigurazione

in RoscianoParrocchia di SS. Alessandro

e Vincenzo in PonteranicaParrocchia di S. Michele Arcangelo

e Madonna del Carmine in Ramera di Ponteranica

Periodico interparrocchiale a cura delle Comunità di Ponteranica

Novembre - Dicembre 2012 Gennaio 2013

Fratelli con tutti!

Gioia e speranza!

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Sembra strano nel periodo liturgico dell’Avvento,che ogni anno precede la celebrazione del

Natale, essere invitati a riflettere su Gesù che,come dice il Libro degli Atti degli Apostoli, saleal cielo.

È vero: il Natale ci fa rivivere e gioire per la na-scita del Dio bambino, che ha portato agli uominidi buona volontà la sua pace; ma è altrettantovero che dopo la sua morte, la sua Risurrezione ela sua salita al cielo noi aspettiamo la sua venutadefinitiva, come Lui stesso ci ha detto nel raccontodegli Atti. Quando è salito al cielo ha promesso di tornarenella sua potenza gloriosa: il tempo che intercorretra la sua prima venuta e il suo avvento segna iltempo della Chiesa, tempo in cui Gesù è realmentepresente attraverso il dono dello Spirito Santo,mandato da Lui alla comunità dei credenti inqualunque luogo vivano e a qualunque tempoappartengano.

Il tempo della Chiesa va dalla salita di Gesù alcielo e al suo secondo Avvento, e non è fine a sestesso; l’oggetto fondante della Chiesa è infattila fede in Gesù Cristo, Signore della storia, e ilsuo compito è la predicazione che Gesù è ilMessia annunciato nelle Scritture, è il Figlio diDio che con i suoi dolori ha redento il mondo, esolo nel Suo nome è possibile ottenere la remis-sione dei peccati e la salvezza eterna.

Il tempo della Chiesa è caratterizzato dall’azionedello Spirito, donato da Gesù che è tornato alPadre. Lo Spirito rende realmente presente l’operadel Cristo e il mistero di Dio nel mondo; Gesùprima di salire al Padre ha detto ai suoi di andarea Gerusalemme e di là – ricomposto il numerodei Dodici sotto la guida di Pietro e con l’aiutodello Spirito Santo – inizia l’azione della Chiesacon l’annuncio del Vangelo, la testimonianzadella preghiera comune, dello spezzare il pane edella carità reciproca.

Compito fondamentale della Chiesa è quellodi essere mediatrice di salvezza e strumento diredenzione; la Chiesa formata dal popolo di Dioè comunità generatrice di vita, cioè di fede disperanza e carità che attraverso la preghiera, lebuone opere, e il sacrificiotestimonia l’Amore diCristo per il mondo.

L’aspetto essenzialedella Chiesa sta nel fattoche essa non è opera de-gli uomini ma è opera diDio: è nata dal sacrificio diCristo che durante la sua vitaterrena ha raccolto intorno a sé

gli Apostoli, ha messo a capo della nuova societàPietro, ma soprattutto ha istituito l’Eucaristia, per-petuazione del sacrificio della Croce e luogo dovesi realizza l’unità dei fedeli con Gesù e tra di loro.La Chiesa vive e opera come dono della SS. Trinità:infatti il Padre concepisce il disegno di salvezza el’attualizza donandoci il Figlio, Gesù fonda laChiesa di cui è il capo e la dona allo Spirito Santoche diviene principio e anima della Chiesa stes-sa.Il compito della Chiesa fondata da Cristo è di rac-cogliere tutti i popoli della terra e svelare il mi-sterioso disegno di Dio sull’uomo che chiamaalla salvezza tutte le nazioni del mondo. Quindinon dobbiamo pensare che la Chiesa sia in questomondo per risolvere tutti i problemi: essa ha ri-cevuto da Dio il compito irrinunciabile di annun-ciare che ci sarà un nuovo mondo e aiutarci giàora a costruirlo con la nostra vita.Noi che siamo Chiesa dobbiamo ringraziare Dioper fare parte, senza nostro merito, del Corpo diCristo e testimoniare con gioia e fermezza lanostra appartenenza, annunziando con le nostre

scelte e il nostro compor-tamento quanto di Gesùabbiamo capito e ascol-tato, per dire concreta-mente al mondo la no-stra fede nel Bambino

che ci è stato dato daMaria nella grotta di Be-

tlemme. Giovanna

Il tempodella Chiesa

“Riceverete la potenza dello Spirito Santo che verràsu di voi e sarete miei testimoni in Gerusalemme ein tutta la Giudea e in Samaria e sino ai confini dellaterra. Nel dire questo fu sollevato in alto, mentrequelli lo guardavano, e una nube lo sottrasse ai loroocchi … ecco presentarsi a loro due uomini in bianchevesti e dire: O uomini di Galilea, perché ve ne state aguardare verso il cielo? questo Gesù che è statoelevato da voi in cielo verrà proprio come lo avetevisto allontanarsi verso il cielo”.

(At 1,8 -11)

La Parola

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L’Ispirazione profonda del Concilio- ringiovanire l’annuncio del Van-

gelo per il mondo d’oggi - dopoaver condotto a una nuova ricom-prensione della Chiesa, doveva spon-taneamente portare alla considera-zione dei rapporti tra Chiesa e mondomoderno. E alla fine risulterà propriocosì: i due assi conciliari appariranno,con naturalezza, formati dalla costi-tuzione sulla Chiesa (“Lumen Gen-tium”) e dalla costituzione sulla Chiesanel mondo contemporaneo (“Gau-dium et Spes”).

Ma durante il Concilio, la cosa non fu poi cosìchiara: nessuno schema era stato inizialmenteprevisto sui rapporti tra Chiesa e mondo. E ilformarsi del documento poi approvato fu fatico-sissimo e incerto fino all’ultimo. Il fatto è che,questo, era un modo di affrontare le cose e diparlare assolutamente nuovo per la Chiesa: maiessa si era rivolta in un documento conciliare atutti gli uomini e non solo ai credenti; mai si eraespressa in maniera sistematica sugli aspetti delmondo in cui si trovava. Parlare da cristiani delmondo richiedeva l’apprendimento di una nuova“lingua”.LE GRANDi DoMANDE

Quali erano i problemi maggiori che il mondo po-neva alla coscienza del Concilio e che costituivanodelle opportunità e delle responsabilità per i cri-stiani?1) Dobbiamo continuare a perseguire l’ordine

cristiano antico o costruirne un altro? LaChiesa prende coscienza della fine di un mondoe di una forma storica del cristianesimo (finedell’era costantiniana che appoggiava l’evan-gelizzazione su sostegni mondani). Se non sipuò più perseguire l’ordine antico, verso qualeordine ci stiamo incamminando? La scelta reli-giosa o pastorale che il Concilio fa che forma

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Gaudium et Spes

UN DoCUMENTo “NUoVo”

Come si presenta il mondo? E la Chiesa come intende entrare in dialogo con esso?

A 50 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II

Continuiamo conquesto numero delNotiziario un per-corso che si proponedi aiutarci a rileg-gere i documenti delConcilio Vaticano IIper aiutarci a nondimenticare cosa fue cosa significò, nel-la convinzione che“vive” e nell’impe-gno perché “viva”.

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dovrà dare alla Chiesa?2) Come dobbiamo comportarci

di fronte alla secolarizzazionedel mondo? Le forme sacralidi società si sono indebolite; esi è imposta una modernitàautonoma, profana, laica. IlConcilio interpreta positiva-mente l’intenzione della seco-larizzazione: l’autonomia delprofano, della cultura, dellosviluppo umano corrispondeal disegno della creazione; talirealtà però, su un piano concreto ed esistenziale,sono ambivalenti. Lo sforzo dei cristiani è co-munque quello di integrare - e non opporre - lacreatività umana alla fede.

3) Che cosa sta diventando l’uomo dentro legrandiose mutazioni del nostro tempo? L’uo-mo eterno, grande e misero, l’uomo storico for-giato dal suo tempo, a che cosa aspira e comesi sta formando in questa civiltà? Il Concilio ri-conosce l’apparire di un nuovo umanesimograndioso e inquietante e intende proporre lericchezze di un’antropologia cristiana.

4) Come possiamo aiutare l’uomo contempo-raneo a costruire la comunità mondiale nellapace? In un mondo che si cambia, si incontrae si urta alla ricerca di un ordine nuovo, laChiesa si mette al servizio del bene comune ditutti.

5) E, radicalmente, come evangelizzare l’uomoe il mondo del nostro tempo? In modo che ilVangelo sia veramente lieta notizia per l’uomotutt’intero e per tutti gli uomini, che dia fiduciaall’uomo e lo incoraggi, che cerchi il dialogoprima della condanna, che inviti alla passioneper il mondo, che abbia compassione dellafatica e degli sbagli dell’uomo, che si rivolgaall’uomo nella gratuità e nella condivisione deisuoi cammini?

iL MoNDo MoDERNo

Per rispondere a queste domande occorre cono-scere meglio questo “mondo”, coglierne le oppor-tunità, scrutarne i “segni”. Scrutare i segni del propriotempo vuol dire per il Concilio: delineare un quadrogenerale dei fenomeni che costituiscono un’epoca;sottoporre questi dati a una valutazione critica,essendo essi ambivalenti; rileggere il significatoprofondo di questi dati alla luce della storia dellasalvezza.L’evento capitale del mondo d’oggi è - secondo il

Concilio - la mutazione sociale e culturale generatadall’affermazione della civiltà tecnica. L’uomo mo-derno, in tutti i settori della vita e della realtà,utilizza strumenti sempre più perfezionati, moltiplicala sua potenza e diventa capace di rimodellare

profondamente il suo universo e sé stesso. Maquesto dominio crescente pone ogni giorno l’uomodi fronte a problemi nuovi e inquietanti. Progressie squilibri; scoperte continue che suscitano nel-l’uomo un senso di potenza, ma anche di angosciadi fronte al difficile controllo umano della potenza;progresso civile incerto ed eterne angoscianti do-mande sulla colpa e sulla libertà, sulla morte esulla liberazione definitiva: è questo il mondod’oggi.UNA ViSioNE CRiSTiANA DELL’UoMo

6) Si può, anche per questo mondo, tirar fuoridalla sapienza che Dio ha posto nell’uomo igrandi punti di riferimento? L’uomo, centrodel mondo e della storia, è immagine di Dio.Egli, cioè, rappresenta Dio sulla terra: riceve daDio, e in obbedienza a Lui, la capacità e la po-tenza di dominare e di amministrare l’universoe di costruire la comunità umana. Anche se losplendore e la forza della creatura vengono in-fragilite e drammatizzate dal peccato, dalla li-bertà dell’uomo che si stacca dalla fonte e in-segue un mondo illusorio, peccaminoso, vio-lento.

L’uomo è immagine di Dio così com’è, in tutte le suecomponenti: nell’unità di anima e di corpo, nellavalorizzazione della vita corporale e nella dignità

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Costituzione pastorale sulla Chiesanel mondo contemporaneo(«Gaudium et Spes»)

La costituzione pastorale «Gaudiumet Spes» del 7 dicembre 1965, è così

composta: un’introduzione sulla condizione dell’uomonel mondo contemporaneo. Una prima parte su «LaChiesa e la vocazione dell’uomo» sviluppata inquattro capitoli: 1. La dignità della persona umana.2. La comunità degli uomini. 3. L’attività umana nel-l’universo. 4. La missione della Chiesa nel mondocontemporaneo. Una seconda parte su «Alcuni pro-blemi più urgenti» sviluppata in cinque capitoli: 1.Dignità del matrimonio e della famiglia e sua valo-rizzazione. 2. La promozione del progresso della cul-tura. 3. Vita economico-sociale. 4. La vita della co-munità politica. 5. La promozione della pace e la co-munità dei popoli.

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intangibile che gli dà la sua spiritualità, il suocentro, il luogo sacro nel quale Dio lo tocca e lochiama a sé.L’intelligenza è un tratto profondo dell’uomo comeimmagine di Dio. Con l’intelligenza l’uomo partecipaalla luce con la quale Dio dà senso e conduce lecose. L’avventura con la quale l’uomo impara aconoscere e a dare il suo nome alle cose, agli altrie a sé stesso avviene in vari modi: nella conoscenzascientifica l’uomo analizza e cataloga i fenomeniin vista di una trasformazione vantaggiosa dellecose: nella conoscenza “metafisica” l’uomo cercala verità più profonda, il vero senso degli esseri;nella “saggezza” l’uomo impara a vivere bene, ausare bene di tutte le cose cercando il vero e ilbene.La coscienza poi è il sacrario dell’uomo: là dovetutto l’uomo si raccoglie; là dove tutto parte perandare nel mondo. Proprio là l’uomo si scoprechiamato da un Altro che lo chiama a vivere e adamare sempre, cercando, nell’uso dell’intelligenzae nel confronto con gli altri, cosa vuol dire amaregiorno per giorno nelle circostanze della vita. Nellafedeltà a questa Voce intima e segreta, l’uomo -

ogni uomo - è giu-dicato e salvato.La vera libertà per-ciò, o la struttura

profonda del desiderio dell’uomo, non è tanto ilpotere di far quello che si vuole, ma il compimentodi sé nell’ascolto fedele della voce di Dio. Questoavviene attraverso lo sforzo storico quotidiano diliberazione.Tutte queste dimensioni dell’uomo, coglibili dallaragione di ogni uomo, vengono pienamente rivelate- consolidate e trasfigurate - in Cristo. In Cristo sirivela pienamente il mistero dell’uomo: perché inCristo l’uomo - ogni uomo - è creato; da Cristoriceve la vita e la salvezza - dalla morte e dalpeccato - l’uomo: ogni uomo.Anche nella sua dimensione sociale l’uomo è im-magine di Dio. Nel suo essere comunità umanache mette al centro la persona e il bene comune,che rispetta tutte le dimensioni della vita e valorizzala fondamentale uguaglianza di tutti gli uomini.E anche nella sua dimensione storica, cioè in quellosforzo, tipicamente moderno, che l’umanità fa perdominare le cose e migliorare le condizioni di vita.L’attività umana nel mondo corrisponde alle in-tenzioni di Dio purché persegua il vero bene del-l’umanità; ha regole sue che il Creatore ha messonelle creature e che vanno rispettate e valorizzatein sé stesse; è soggetta all’ambiguità della libertàumana e corrotta dal peccato; è redenta e salvatadalla Pasqua di Cristo.

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Una nuova prospettivaPur nei limiti di un certo ingenuo ottimismo e nell’approssi-mazione di un linguaggio che si prova la prima volta, il docu-mento appare, anche a distanza, in tutta la sua novità e il suocoraggio.

Ma quello che è più notevole è che questo documento ha cambiato l’occhio dei cattolicinel modo di considerare il mondo e il mondo moderno in particolare. Dopo la «Gaudiumet Spes» abbiamo imparato tutti un po’ alla volta che non è possibile separare il disegno diDio dalle vicende del mondo; che evangelizzazione e promozione dell’uomo non sonodue cose; che non si può progettare la pastorale, la costruzione della comunità cristiana,senza interpretare la civiltà che sta forgiando l’uomo. C’è anzi da chiedersi se una dellemaggiori fragilità della nostra azione pastorale non consista proprio nella scarsadimestichezza acquisita dalle nostre comunità nel discernere le caratteristiche dellapropria epoca, nel cercare la correlazione e la praticabilità delle proposte della fede con lecondizioni di esistenza civile e culturale della gente. E c’è, perciò, da chiedersi se il metodoe la «spiritualità» inaugurati dalla «Gaudium et Spes» non debbano essere ripresi conurgenza e con forza nelle nostre comunità.È evidente come questo documento conciliare abbia voluto lanciare una vera e propriaprovocazione all’uomo contemporaneo mettendolo di fronte alle sue responsabilità. La«Gaudium et Spes» se da una parte offre un’analisi attenta delle realtà legate alla vitadegli uomini, dall’altra sollecita la coscienza del credente ad una più autentica e coraggiosatestimonianza di fede. Egli è spinto a scorgere con sguardo rinnovato quelle realtà dellavita dove lui stesso è quotidianamente protagonista: la famiglia, il lavoro, la Parrocchia, gliimpegni politici e sociali ed è proprio qui che è chiamato, in forza della sua vita incorporataa Cristo con il Battesimo ad orientare il mondo verso le realtà eterne del Regno di Dio.

(don Sergio Colombo, da «Comunità Redona» anno 16, n° 175).

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Penso che l’aggettivo DIVERSO riassuma ilsenso del crescere e dell’educare.

Un bambino crescendo diventa ogni giornodiverso dal giorno precedente pur essendo semprelui: non diventa un altro individuo, ma tutto som-mato diventa una persona diversa.Non piange più per dire che ha fame, ma dice“am, pappa”; non strappa più un gioco di manoal compagno, ma gli chiede se glielo presta; nonsi fa più leggere le storie della buona notte, ma siaddormenta con il libro sul naso; non attendepiù la mamma fuori da scuola, ma da solo percorrela strada per arrivare a casa; non viene più ac-compagnato in un luogo collocato chissà doveda un adulto, ma prende il pullman o l’auto; nontorna più a casa la sera, ma va a dormire in unacasa che ha scelto come propria; non ha più bi-sogno di essere accudito in prima persona, maha bisogno di tempo e di attenzione e che qual-cuno si prenda cura dei suoi figli quando lui la-vora…La nostra vita è un tendere verso ciò che ancoranon si è, ma potremo diventare. Viste da questa prospettiva, le urla e le protestedi un bambino non fanno più perdere la pazienza:sono una modalità diversa, “immatura”, di rac-contare un bisogno. Non sempre quello che unbambino dice di volere corrisponde al reale bi-sogno, anche se lui di solito dice “Voglio!!”. Sivuole qualcosa per cui siamo disposti a compiereun atto di volontà1. In altre parole si vuole qualcosa,nel senso più profondo del termine, anche quandoquel qualcosa non è più sotto i miei occhi, oanche quando l’ho tra le mani! Capita infatti chei bambini dicano di volere un gioco e poi, nonappena è stato loro acquistato, se ne sta a prenderela polvere in qualche sconosciuto angolo dellacasa. Se crescere è cambiamento, allora il piantodi un bambino ha sempre bisogno di essereascoltato, ma non sempre di essere assecondato.Io –adulto- dico di no a te –bambino- senza ar-rabbiarmi, perché so che, con questo pianto, stai

raccontando -con gli strumenti che hai (e chenon si avvicinano neppure lontanamente allaconsapevolezza e alla padronanza linguistica chedovrebbe possedere un adulto)- che in questoistante vuoi questa cosa. Il mio compito è dirtiche le cose si possono conquistare con il tempo,che non si possono avere tutte e che ci sonomodi diversi per chiederle. Altre volte ancoracapita che dicano di volere una cosa, ma in realtànon è quello che vogliono veramente. È ad esem-pio il caso di quando non si sentono assecondatie ci dicono: “Vai via, non ti voglio più”. Dietro afrasi come queste ci sta in realtà proprio il contrario,e cioè il bisogno di essere abbracciati. Invece, nella realtà quotidiana, le urla di un bam-bino straziano, ci rendono fragili. Dover lasciareun bambino alla scuola materna in lacrime non èuna bella esperienza. Ci siamo passati quasi tutti.Il bambino ci dice che vuole una cosa diversa daquella che “vogliamo” noi. Ed il nostro desideriosubito si modella: non vorremmo più lasciarloandare! È proprio in quel momento invece che ilbambino ha bisogno di un genitore che con unsorriso rassicurante accolga il suo pianto, gli dicache ha ragione se è triste, che anche la mammalo è, ma che la mamma sa una cosa che lui nonsa: in primo luogo che con le maestre e con icompagni di classe potrà vivere esperienze chestando solo con la mamma non sperimenterà, insecondo luogo che le maestre sono bravissime aconsolare i bambini e che se lui ne avrà bisognola maestra sarà lì per lui. Occorre che l’adultoriesca a vivere un’emozione diversa da quella delbambino, o che almeno riesca a gestirla, ad ela-borarla, in modo diverso. Che cosa spaventa ilbambino? Andare incontro ad una giornata diversa2

da quella che si aspettava: non sapere come sarà.Questo per un bambino di tre anni può anche si-gnificare che non sa se la mamma tornerà. Altrevolte, ora che sa come sarà la giornata alla scuoladell’infanzia, sa proprio bene come sarà: diversada com’è a casa! Di cosa ha bisogno? Ha bisogno

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Famiglia...

Io, diversoda te

“Un problema non può essere risolto con lostesso tipo di pensiero che lo ha generato”

A. Einstein

“Mio figlio Ernest diventerà celebre e tuttoil mondo parlerà di lui. Ha uno straordinariotalento per il violoncello”

Grace Hemingwai

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1 Ancora una radice etimologica peraiutarci a tornare al significato origi-nario dei termini: volere e volontàcondividono la medesima radice.

2 La diversità è ciò che ci divide. Divi-dendosi, separandosi dalla mamma,il bambino inizia a costruirsi un’identitàpropria, a pensare a modo suo e adaddentrarsi in luoghi diversi da quellidove è presente la mamma. Eppureè proprio la separazione, l’essere “altroda”, che consente al bambino l’ap-prendimento per imitazione, valoriz-zato anche dalle recenti scoperte deineuroni mirror. Si può imitare solochi ci sta di fronte e fa una cosa diversada quella che saremmo riusciti a pen-sare noi. Sta in questo la grande ric-

chezza, al di là dei programmi decisidagli adulti, dei contesti sociali, a par-tire dagli asili nido.

3 Il cibo è il loro primo ed originario in-contro con il mondo come altro dasé che loro fanno volontariamente en-trare e che li cambia facendoli crescere:l’allattamento.

4 Sarà un caso che il segno che indicala divisione sia dato da due punti? Oda un “taglio” a metà (dividere a metàè propriamente dividere per due!)come nelle frazioni?

5 La lettera D (quella con il pancione),detta dentale, è dei denti che tagliano,dividono in due, ci danno qualcosache è dentro (la bocca) e qualcosache è fuori. Allo stesso modo è della

Donna = Domina che, gravida, è laprima Domus (casa) dell’uomo. E ladomus è quello spazio ritagliato, chedivide un luogo intimo vissuto comeproprio, che mi accoglie come nessunaltro, da un luogo comune, di tutti.La lettera D come lettera che taglia,che divide, che indica il diverso, sievidenzia anche nel prefisso dis-: dis-lessico (colui che legge in modo di-verso, che ha competenze diverse),dis-grafico, dis-funzione (che funzionain modo diverso), ecc. Sull’argomentovedi Kallir, Segno e disegno, psico-genesi dell’alfabeto, ed. Spirali/vel eG:Cremaschi Trovasi, M. Verdina, Dalsuono al segno, ed. Junior

di qualcuno che lo sostenga durante il tempoche gli serve per abituarsi e per conoscere, en-trambi elementi indispensabili per riuscire ad ap-prezzare e gustare la novità. Anche noi adulti siamo spaventati dal diverso:quando il nostro bambino ad un anno e mezzoinizia a dire di no a tutto quello che gli offriamoci lascia spesso senza armi. Basta che dica chenon vuole mangiare un cibo che il menu familiaresi adatta sulle nuove esigenze! Sapori diversi rac-contano di aspetti diversi del mondo, se non ad-dirittura di altri mondi. Accogliere sapori diversisignifica porsi in atteggiamento di apertura versoil mondo. Capita che i bambini, quando stannoaffrontando momenti difficili, richiedano di con-sumare sempre lo stesso cibo. Ci dicono che stacambiando molto, anzi troppo, attorno a loro. Cidicono che stanno facendo fatica e che almenocon il cibo3 vogliono avere sotto controllo ciòche accadrà. Lasciando uno spazio ai legittimigusti personali, educare a sapori diversi è educarealla socialità, all’apertura a culture diverse. Ricordoche, al nido frequentato dai miei figli, c’era unbambino immigrato di recente con la sua famiglia.Non mangiava nulla se non yogurt bianco e pane.

Quando alla festa difine anno come

m a m m efummo in-

vitate aprepara-

r ecibidol-ci os a -

lati dacondividere,

la mamma diquesto bambino pre-

parò cibi tipici del propriopaese di origine. Lì vedemmo il bam-

bino mangiare di gusto, mentre dovemmo assisterealla fatica di altri bambini. Per la verità i bambiniche assaggiarono quel cibo nuovo furono pochi,perché la maggior parte dei genitori non assaggiòe non propose ai propri figli l’assaggio di un cibostrano, diverso, e di cui quindi non si fidavano. Lascena mi ricordò quello che mi era capitato di vi-vere qualche anno prima quando, ad un congressosvoltosi nel nord Europa, il gruppo dei congressistiitaliani fu invitato dal proprio referente ad andarea mangiare… in un ristorante di cucina italiana!!!L’origine etimologica di Diverso è di – versuus:volto altrove, che guarda da altra parte. Lo fannoi nostri figli quando iniziano a dirci di no, lo fannoquando, adolescenti, operano scelte diverse daquelle che desidereremmo noi. È la separazioneche ha consentito ai nostri figli di essere altro danoi, ovvero diversi da noi, e con questo a renderedifficile il lavoro di genitore: quanto e quandoaccogliere una richiesta da parte del bambinoche è diversa dalle mie attese? Quando e fino ache punto devo invece bloccare la richiesta che,in quanto diversa dalle mie aspettative, percepiscocome sbagliata? In altre parole: quanto possodire di no? Per essere genitori occorre che pensiamo in mododiverso dai nostri figli, altrimenti siamo amiconi,non guide fidate. I nostri figli non devono farequello che vogliamo noi, ma noi dobbiamo avereben chiaro quali sono gli aspetti che riteniamoinderogabili e quelli che invece possono seguireun divenire diverso da quelli che ci eravamo im-maginati o che ci eravamo augurati.Mi ha fatto pensare trovare che “diverso” condividel’origine etimologica con divergente (caratteristicaindispensabile al pensiero creativo), divertente(e quindi anche ri-creativo!) e con diviso4 (di-visus: il viso che guarda da un’altra parte). E tuttihanno la medesima radice di, da cui viene anchedue5. Due senza il quale diventa impossibile ildialogo: la parola che corre tra due.

Simona Colpani

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Parrocchia S. Michele Arcangelo e Madonna del Carmine

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Ra

me

ra

Parlare della morte non è facile.La morte mette paura all’uomo:

è così da sempre.L’uomo davanti alla morte le haprovate tutte! Ha provato a nonpensarci.Ha provato a combatterla. Ha pen-sato di prendere per scherzo lamorte, di riderci sopra (dolcetto oscherzetto?) Ma con la morte nonsi scherza. Allora, come mettercida cristiani davanti alla morte? Iomi sento piccolo nel parlarvi dellamorte. Così ho scelto di parlarvidi un maestro di fede, di vita, nelprepararsi alla morte: papa PaoloVI.Ho scelto lo scritto Pensiero allamorte di Paolo VI per 3 motivi:1°: è uno scritto di fede. Scrittobello, quasi poetico, e questo rendepiù piacevole l’ascolto; le cose belleti prendono di più; 2°: Paolo VI hatentato con tutti i mezzi di tra-smettere con linguaggio modernola fede antica; 3°: in un personaleincontro con la morte di amici eparenti, questo scritto mi ha aiutatomolto. Paolo VI scrive queste parolequando “sta benone”, lontano dallamorte. È uno scritto meditato, frut-to di preghiera e contemplazione.

È sempre la parola di Dio che offrelo spunto: :1 – “È giunto il tempo di sciogliere

le vele” (2 Tim 4, 6)2 – “Sono certo che presto dovrò la-

sciare questa mia tenda” (2 Pt1, 14)

3 – “La fine! Giunge la fine” (Ez 2, 7)

Questa ovvia considerazione sullaprecarietà della vita e sull’avvicinarsiinevitabile è sempre più prossimodella sua fine si impone. Non è saggiala cecità davanti a tale immancabilesorte, davanti alla disastrosa rovinache porta con sé, davanti alla mi-steriosa metamorfosi che sta percompiersi nell’essere mio davanti aciò che si prepara.

Vedo che la considerazione preva-lente si fa estremamente persona-le.Io chi sono? Cosa resta di me? Dovevado? E per ciò estremamente mo-rale: cosa devo fare? Quali sono lemie responsabilità?E vedo anche che rispetto alla vitapresente è vano avere speranze; ri-spetto ad essa si hanno doveri edaspettative funzionali e momenta-nee; le speranze sono per l’aldilà.

E vedo che questa suprema consi-derazione non può svolgersi in unmonologo soggettivo, nel solitodramma umano che al crescere dellaluce fa crescere l’oscurità del destinoumano; deve svolgersi a dialogocon la realtà divina, donde vengo edove certamente vado; secondo lalucerna che Cristo ci pone in manoper il grande passaggio.Credo, o Signore:

L’ora viene. Da qualche tempo neho il presentimento. Più ancora chela stanchezza fisica, pronta a cederead ogni momento, il dramma dellemie responsabilità sembra suggerirecome soluzione provvidenziale ilmio esodo da questo mondo, affin-ché la provvidenza possa manife-starsi a trarre la Chiesa a migliorefortuna.

La provvidenza a si tanti modi diintervenire nel gioco formidabiledelle circostanze, che stringono lamia pochezza; ma quello della miachiamata all’altra vita pare ovvio,perché altro subentri più valido enon vincolato dalle presenti difficoltà(“servus inutilis sum” – sono un servoinutile).

Paolo VI pensa alla morte. Ci pensa!Ci pensa in un dialogo con Dio.Non rimuove il pensiero della mor-te, come facciamo spesso noi! Cipensa.Pensare alla morte è saggio. Pen-

sare alla morte serve a vivere me-glio il tempo che rimane della vita.E’ come quando si va a camminare:se uno non sa la meta, l’arrivo, sipuò perdere nel cammino. Il cri-stiano deve pensare alla morte!La morte ci aiuta a vedere le giusteproporzioni delle cose. “Se io do-vessi morire questa sera cosa farei?Quali sono le cose importanti?”Paolo VI parla come in punto dimorte! Parla tu, come in punto dimorte! Nella vita questa chiarezzae lucidità non la si ha: la mortedovrebbe essere prospettiva pervivere meglio, vivere con maggioreequilibrio! Io chi sono? Cosa restadi me? Dove vado? Cosa fare? Lamorte non è un gioco! Ci aiuta amettere in gerarchia le cose belledella vita! Ci sono realtà più im-portanti di altre. Il tempo è un re-galo! Non va sprecato!Dopo la vita il tempo è il dono piùimportante che Dio ci concede!Non c’è sempre tempo! Ad uncerto punto il tempo finisce! Do-mani, domani: si rimanda semprea domani. “Ecco! Giunge la fine!Pensare alla morte è riempire iltempo di significato (e non dicose!).

“Camminate finché avete la luce“(Gv 12, 35).Ecco: mi piacerebbe, terminando,d’essere nella luce.Di solito la fine della vita temporale,se non è oscurata da infermità, hauna sua fosca chiarezza: quella dellememorie, così belle, così attraenti,così nostalgiche, e così chiare ormaiper denunciare il loro passato irre-cuperabile e per irridere al loro di-sperato richiamo. Vi è la luce chesvela la delusione d’una vita fondatasu beni effimeri e su speranze fallaci.Vi è quella di oscuri ed ormai ineffi-caci rimorsi. Vi è quella della sag-gezza che finalmente intravede lavanità delle cose ed il valore dellavirtù che doveva caratterizzare ilcorso della vita: “Vanitas vanitatum”,vanità delle vanità.Quanto a me vorrei avere finalmenteuna nozione riassuntiva e sapientesul mondo e sulla vita: penso chetale nozione dovrebbe esprimersi inriconoscenza: tutto era dono, tutto

Triduo dei morti 2012Prima riflessione: don Ezio Bolisgiovedì 1° novembre

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aera grazia; e com’era bello il pano-rama attraverso il quale si è passati;troppo bello, tanto che ci si è lasciatiattrarre ed incantare, mentre dovevaapparire segno ed invito. Ma, in ognimodo, sembra che il congedo debbaesprimersi in un grande e sempliceatto di riconoscenza, anzi di grati-tudine: questa vita mortale è, no-nostante i suoi travagli, i suoi oscurimisteri, le sue sofferenze, la suafatale caducità, un fatto bellissimo,un prodigio sempre originale e com-movente, un avvenimento degnod’essere cantato in gaudio ed in glo-ria: la vita, la vita dell’uomo!Né meno degno d’esaltazione e difelice stupore è il quadro che circondala vita dell’uomo: questo mondoimmenso, misterioso, magnifico,questo universo dalle mille forze,dalle mille leggi, dalle mille bellezze,dalle mille profondità. È un pano-rama incantevole. Pare prodigalitàsenza misura. Assale, a questo sguar-do quasi retrospettivo, il rammaricodi non aver osservato quanto meri-tavano le meraviglie della natura,le ricchezze sorprendenti del ma-crocosmo e del microcosmo. Perchénon ho studiato abbastanza, esplo-rato, ammirato la stanza nella qualela vita si svolge? Quale imperdona-bile distrazione, quale riprovevolesuperficialità! Tuttavia, almeno inextremis, si deve riconoscere chequel mondo, “qui per Ipsum factusest”, che è stato fatto per mezzo diLui, è stupendo. Ti saluto, ti celebroall’ultimo istante, sì, con immensaammirazione; e, come si diceva, congratitudine: tutto è dono; dietro lavita, dietro la natura, l’universo, stala Sapienza; e poi, lo dirò in questocommiato luminoso, (Tu ce lo hairivelato, o Cristo Signore) sta l’Amore!La scena del mondo è un disegno,oggi tuttora incomprensibile per lasua maggior parte, d’un Dio Crea-tore, che si chiama il Padre nostroche sta nei cieli! Grazie, o Dio, graziee gloria a te, o Padre!

Non bisogna pensare che il pen-siero della morte non generi tri-stezza. Ma nell’animo deve nascerericonoscenza. È essenziale apprez-zare ciò che si ha.“Mi piacerebbe essere nella luce”,

dice Paolo VI cioè nella verità: senzamaschere, senza menzogne, senzastorielle, essere nella luce! PaoloVI e’ stato ascoltato da Dio: è mortoil 6 agosto 1978 giorno della festadella trasfigurazione del Signore.Cosa conta? Essere trasparenti conla propria anima! Non dimenticarela vita vissuta! Siamo strabici, ve-diamo sempre ciò che manca, maiciò che si ha fatto .Davanti alla morte di un anzianodi 84 anni diciamo “avrebbe potutovivere ancora qualche anno“ manon si pensa alla vita che ha vissuto!Quanti doni! Quante grazie! Quantepossibilità! La morte si deve tra-sformare in gratitudine di ciò cheabbiamo ricevuto. Non è ovvia lasalute, alzarsi la mattina. Non pen-sare soltanto a ciò che manca. E’per questo che non siamo maifelici. Felice è chi si accontenta esi accorge di ciò che ha. La vita sisvolge nel creato: ricordiamo ilCantico delle creature di san Fran-cesco d’Assisi. Il Papa si rammaricadi non aver contemplato, di esserepassato di corsa, di non aver coltole cose belle che ci circondano. E’il rammarico di non aver spesotempo per le cose belle. Studiaredi più, per godere del creato, diquesto universo! La morte dev’es-sere lo stimolo di gioire della vita.Noi andiamo sempre di corsa e lavita nel frattempo passa.

In questo ultimo sguardo mi accorgoche questa scena affascinante e mi-steriosa è un riverbero, è un riflessodella prima ed unica luce; è rivela-zione naturale d’una straordinariaricchezza e bellezza, la quale dovevaessere iniziazione, preludio, anticipo,invito alla visione dell’invisibile Sole,“quem nemo vidit unquam”, che nes-suno ha mai visto (Gv 1, 18): “uni-genitus Filius, qui est in sinu PatrisIpse narravit”, il Figlio unigenito, cheè nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.Così sia, così sia.Ma ora, in questo tramonto rivelatoreun altro pensiero, oltre a quello del-l’ultima luce vespertina, presagiodell’eterna aurora, occupa il mio spi-rito: ed è l’ansia di profittare del-l’undicesima ora, la fretta di farequalche cosa d’importante prima

che sia troppo tardi. Come ripararele azioni mal fatte, come ricuperareil tempo perduto, come afferrare inquest’ultima possibilità di scelta“l’unum necessarium”, la sola cosanecessaria? Alla gratitudine succedeil pentimento. Al grido di gloria versoDio Creatore e Padre succede il gridoche invoca misericordia e perdono.Che almeno questo io sappia fare:invocare la tua bontà, e confessarecon la mia colpa la tua infinita ca-pacità di salvare. “Kyrie eleison, Chri-ste eleison, Kyrie eleison”, Signorepietà, Cristo pietà, Signore pietà.Qui affiora alla mente la povera sto-ria della mia vita, intessuta, per unverso, dall’ordito di singolari ed in-numerevoli benefici, derivanti da

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un’ineffabile bontà (è questa che,spero, potrò un giorno vedere ed “ineterno cantare”); e, per l’altro, at-traversata da una trama di misereazioni, che si preferirebbe non ri-cordare, tanto sono manchevoli, im-perfette, sbagliate, insipienti, ridicole.“Tu scis insipientiam meam”, Dio, tuconosci la mia stoltezza (Salmo 68,6). Povera vita stentata, gretta, me-schina, tanto tanto bisognosa dipazienza, di riparazione, d’infinitamisericordia. Sempre mi pare su-prema la sintesi di sant’Agostino:miseria et misericordia. Miseria mia,misericordia di Dio. Ch’io possa al-meno ora onorare chi sei tu, il Diodi infinita bontà, invocando, accet-tando, celebrando la tua dolcissima

misericordia. E poi un atto, final-mente, di buona volontà: non piùguardare indietro, ma fare volentieri,semplicemente, umilmente, forte-mente, il dovere risultante dalle cir-costanze in cui mi trovo, come tuavolontà. Fare presto, fare tutto, farebene. Fare lietamente: ciò che oratu vuoi da me, anche se supera im-mensamente le mie forze e se michiede la vita. Finalmente, a que-st’ultima ora. Curvo il capo ed alzolo spirito. Umilio me stesso ed esaltote, Dio, “la cui natura è bontà” (s.Leone). Lascia che in questa ultimaveglia io renda omaggio, a te, Diovivo e vero, che domani sarai il miogiudice, e che dia a te la lode chepiù ambisci, il nome che preferisci:sei Padre. Poi io penso, qui davantialla morte, maestra della filosofiadella vita, che l’avvenimento tra tuttipiù grande fu per me, come lo è perquanti hanno pari fortuna, l’incontrocon Cristo, la Vita. Tutto qui sarebbeda rimeditare con la chiarezza rive-latrice, che la lampada della mortedà a tale incontro.

Pensare alla morte. È pensare allecose non buone della nostra vita.Da qui nasce l’invocazione dellamisericordia e la fiducia nella mi-sericordia. Chiedere perdono! Eabituarsi a concedere perdono atutti! Solo così si può morire inpace! Se non chiedi perdono nonmuori in pace. Quando sei davantia Dio sei davanti al grande donodella misericordia. Nel giorno dellacomunione dei santi e della com-memorazione dei morti è impor-tante la confessione proprio perchéla morte mette in luce ancor dipiù la parola “perdono”. “L’11a ora”:è l’atto di non guardare indietroma avanti. Fare tutto, fare bene,fare lietamente. Fare presto: nonrimandare. Sono le parole in pre-parazione alla morte.

A nulla infatti ci sarebbe valso ilnascere se non ci avesse servitoad essere redenti.

Questa è la scoperta del preconiopasquale, e questo è il criterio di va-lutazione d’ogni cosa riguardantel’umana esistenza ed il suo vero ed

unico destino, che non si determinase non in ordine a Cristo: “o miracirca nos tuae pietatis dignitario”, omeravigliosa pietà del tuo amoreper noi! Meraviglia delle meraviglie,il mistero della nostra vita in Cristo.Qui la fede, qui la speranza, quil’amore cantano la nascita e cele-brano le esequie dell’uomo.

Io credo, io spero, io amo, nel nometuo, o Signore.E poi ancora mi domando: perchéhai chiamato me, perché mi haiscelto? Così inetto, così renitente,così povero di mente e di cuore? Loso: “quae stulta sunt mundi elegisDeus… ut non glorietur omnis caroin cospecto eius”, Dio ha scelto ciòche nel mondo è debole perché nes-sun uomo possa gloriarsi davanti aDio (1 Cor 1, 27 – 28). La mia elezioneindica due cose: la mia pochezza;la tua libertà, misericordiosa e po-tente. La quale non si è fermatanemmeno alle mie capacità di tra-dirti: “Deus meus, Deus meus, au-debo dicere,… in quodam aestatistripudio de te praesumendo dicam:nisi quia Deus es. nos te provocamusad iram. Tu autem conducis nos admisericordiam!”, Mio Dio mio Dio,oserò dire… in un estatico tripudiodi te dirò con presunzione: se nonfossi Dio, saresti ingiusto, poichéabbiamo peccato gravemente… etu ti plachi. Noi ti provochiamo all’ira,e tu invece ci conduci alla miseri-cordia! (PL. 40, 1150).

Ed eccomi al tuo servizio, eccomi altuo amore. Eccomi in uno stato disublimazione, che non mi consentepiù di ricadere nella mia psicologiaistintiva di pover’uomo, se non perricordarmi la realtà del mio essere,e per reagire nella più sconfinata fi-ducia con la risposta, che da me èdovuta: “amen, fiat; tu scis quia amote”, Così sia, così sia. Tu lo sai che tivoglio bene. Uno stato di tensionesubentra, e fissa un atto permanentedi assoluta fedeltà la mia volontàdi servizio per amore: “in finemdilexit, amò fino alla fine. “Ne per-mittas me separari a te”, Non per-mettere che io mi separi da te.

Sarà l’incontro con Cristo, la vita!

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aSiamo al cuore del nocciolo: difronte alla morte l’unica rispostaè Gesù, la Pasqua di Gesù. È Gesùche ci aiuta a vincere la paura:Gesù non cancella il terrore. SoloGesù scioglie il mistero della morte.GESU’: Solo en ti Jesus solo en tinuestra salvacìon… solo en Ti.

Il tramonto della vita presente, chesognerebbe d’essere riposato e se-reno, deve essere invece uno sforzocrescente di vigilia, dedizione, attesa.È difficile; ma è così che la morte si-gilla la meta del pellegrinaggio ter-reno e fa ponte per il grande incontrocon Cristo nella vita eterna. Raccolgole ultime forze, e non recedo daldono totale, compiuto, pensandoal tuo: “consummatum est”, tutto ècompiuto.Ricordo il preannuncio fatto dal Si-gnore a Pietro sulla morte dell’apo-stolo: “amen, amen dico tibi…cum… senueris, extendes manustuas, et alius te cinget, et ducet quotu non vis. Hoc autem (Jesus) dixitsignificans qua morte (Petrus) clar-ificaturus esset Deum. Et, cum hocdixisset, dicit ei: sequere me”, In verità,in verità ti dico… quando sarai vec-chio, tenderai le tue mani, e un altroti cingerà e ti porterà dove tu nonvuoi. Questo gli disse per indicarecon quale morte egli avrebbe glori-ficato Dio. E detto questo aggiunse:seguimi” (Gv 21, 18 – 19).

Ti seguo; ed avverto che non possouscire nascostamente dalla scenadi questo mondo; mille fili mi leganoalla famiglia umana, mille alla co-munità, ch’è la Chiesa. Questi fili siromperanno da sé; ma io non possodimenticare ch’essi richiedono dame qualche supremo dovere. “Di-scessus pius”, morte pia. Avrò davantiallo spirito la memoria del comeGesù si congedò dalla scena tem-porale di questo mondo. Da ricordarecome egli ebbe continua previsionee frequente annuncio della sua pas-sione, come misurò il tempo in attesadella “sua ora”, come la coscienzadei destini escatologici riempì il suoanimo ed il suo insegnamento, ecome dell’imminente sua morte parlòai discepoli nei discorsi dell’ultimacena; e finalmente come volle che

la sua morte fosse perennementecommemorata mediante l’istituzionedel sacrificio eucaristico: “mortemDomini annuntiabitis donec veniat”,Annunzierete la morte del Signorefinchè egli venga.

“Amò sino alla fine”. “Non permet-tere che mi separi da te”: Cristo cidevi essere di modello! “Ma tu,come sei andato incontro alla mor-te?” “Li amò sino alla fine!”

Se si offre, se si dona, la morte di-viene atto d’amore cioè croce.

Senza l’amore, la morte è disuma-na. L’amore rende “bella“ la morte.Paolo VI era timido, ma qui aper-tamente dichiara il suo amore perla Chiesa. Il Cristiano non affrontala morte da solo: viene accompa-gnato dai fratelli. La morte piùbrutta è morire soli. “Solo comeun cane” si dice. Ma per il cristianoc’è una comunità che prega, ac-compagna.

Un aspetto su tutti gli altri principale:“tradidit semetipsum”, ha dato séstesso per me; la sua morte fu sacri-ficio; morì per gli altri, morì per noi.La solitudine della morte fu ripienadella presenza nostra, fu pervasad’amore: “dilexit Ecclesiam”, amò laChiesa (ricordare “le mystère de Jè-sus”, di Pascal). La sua morte fu ri-velazione del suo amore per i suoi:“in finem dilexit”, amò sino alla fine.E dell’amore umile e sconfinato diedeal termine della vita temporale esem-pio impressionante (cfr. la lavandadei piedi), e del suo amore fece ter-mine di paragone e precetto finale.La sua morte fu testamento d’amore.Occorre ricordarlo.Prego pertanto il Signore che mi diagrazia di fare della mia prossimamorte dono d’amore alla Chiesa.Potrei dire che sempre l’ho amata;fu il suo amore che mi trasse fuoridal mio gretto e selvatico egoismoe mi avviò al suo servizio; e che peressa, non per altro, mi pare d’avervissuto. Ma vorrei che la Chiesa losapesse; e che io avessi la forza didirglielo, come una confidenza delcuore, che solo all’estremo momentodella vita si ha il coraggio di fare.

Vorrei finalmente comprenderla tuttanella sua storia, nel suo disegno di-vino, nel suo destino finale, nellasua complessa, totale e unitariacomposizione, nella sua umana eimperfetta consistenza, nelle suesciagure e nelle sue sofferenze, nelledebolezze e nelle miserie di tantisuoi figli, nei suoi aspetti meno sim-patici, e nel suo sforzo perenne difedeltà, amore, perfezione e carità.Corpo mistico di Cristo. Vorrei ab-bracciarla, salutarla, amarla, in ogniessere che la compone, in ogni Ve-scovo e sacerdote che la assiste e laguida, in ogni anima che la vive ela illustra; benedirla. Anche perchénon la lascio, non esco da lei, mapiù e meglio con essa mi unisco emi confondo: la morte è progressonella comunione dei santi.

La fede porta a vedere la mortenon come un black out : tutto fini-sce, tutto si spegne, ma ci porta avedere la morte come porta chesi apre ed all’interno una stupendatavola imbandita, la croce, i cori,la comunione dei santi. C’è sempreun legame tra noi e chi è già albanchetto eterno. Questo legameavviene attraverso la preghiera. Lacomunione non finisce con la mor-te.

Qui è da ricordare la preghiera finaledi Gesù (Gv 17). Il Padre e i miei;questi sono tutti uno; nel confrontocol male ch’è sulla terra e nella pos-sibilità della loro salvezza; nella co-scienza suprema ch’era mia missionechiamarli, rivelare loro la verità, farlifigli di Dio e fratelli tra loro: amarlicon l’Amore, ch’è in Dio, e che daDio, mediante Cristo, è venuto nel-l’umanità e dal ministero della Chie-sa, a me affidato, è ad essa comu-nicato. O uomini, comprendetemi:tutti vi amo nell’effusione dello Spiritosanto, ch’io, ministro, dovevo a voipartecipare. Così vi guardo, così visaluto, così vi benedico. Tutti. E voi,a me più vicini, più cordialmente.La pace sia con voi.

La Chiesa deve essere povera, cioèlibera, forte, amorosa. In Camminoverso Gesù: bontà, verità.

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a3a ELEMENTARE – iLNoSTRo PRiMo RiTiRoDomenica 21 ottobre è stata unagiornata veramente speciale: ab-biamo vissuto il nostro primo ri-tiro spirituale. Per iniziare beneil cammino di preparazione alsacramento della Riconciliazioneci siamo recati a Costa Serina,presso la comunità La Peta. Ab-biamo scelto questa meta perchélì si trova la bellissima Cappelladella Riconciliazione. Questo luo-go, immerso nelle natura, ci haaiutati a riflettere sull’abbracciodi Dio Padre, attraverso i simbolie le immagini. Abbiamo cele-brato la Santa Messa con DonCristian partecipando tutti conattenzione, con le nostre pre-ghiere spontanee e con il canto.A pranzo ci ha raggiunti DonFlavio e nel pomeriggio ci hannoraggiunti anche i genitori per illoro incontro di riflessione. Nelpomeriggio il nostro percorso èproseguito attraverso giochistrutturati legati alla riconcilia-zione. È stata una giornata ricca,movimentata ed anche diver-tente: ci siamo recati a Costa Se-rina con un autobus di linea, ab-biamo fatto un pic-nic nel bel-lissimo prato, abbiamo visto glianimali dell’agriturismo e giocatoa nascondino con Don Cristiane noi catechisti compresi!!! Graziea tutti i ragazzi ed ai genitoriche hanno partecipato veramen-te numerosi condividendo connoi questa fantastica giornata !!!

Carla, Michela, Rosita

Sono parole che attraversano imiei pensieri in questo annospeciale che il Papa ci ha rega-lato sulla fede. Incontri, rifles-sioni, condivisioni, sguardi,raccoglimento e vicissitudiniquotidiane mi portano a sentiresempre più forti questi espres-sioni. Il buon Dio, nonostante lenostre infedeltà e lentezze, no-nostante l’indifferenza di tantiin questo mondo, continua aproporsi, si fa vicino: si fa fra-tello nel cammino, si fa uomo, simette nei panni dell’uomo finoin fondo! Ma l’uomo si fida di Lui? Mi stofidando di Lui? Credo vera-mente e sto rendendo ragione

della mia fede presso i fratelliche intrecciano la mia esistenzaquotidiana?Per fortuna ritorna l’Avvento eritorna il Natale per aiutarmi arileggere la mia fede, la mia ri-cerca di Dio… e se forse misono perso e fatico a dire il per-ché mi sta a cuore Dio, per for-tuna Lui continua a proporsi:Vieni Signore Gesù! Noi ti at-tendiamo!

Buon Natale di cuore a Don Fla-vio, a Don Sergio, a Padre Luca eai suoi cari amici confratelli Sa-cramentini! Buon Natale a tuttele famiglie della nostra comunità,in particolare ai piccoli, ai giovanie alle persone malate e anziane!Buon Natale anche a chi noncrede, a chi è indifferente alla suaproposta di felicità! Tanti auguridi un sereno Natale e di un felice2013 a tutte le persone che si im-pegnano in parrocchia e silenzio-samente lavorano per il bene ditutti. Con il mio costante ricordo nellapreghiera per ciascuno.

Don Cristian

ORATORIO SAN GIOVANNI BOSCO

Dio si propone… l’uomo si fida di lui?

Ponteranica attiva augura sereno Natale.

Arrivederci a presto...

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“A volte ho l’impressione che subiamo passiva-mente e acriticamente i cambiamenti o sempli-cemente li prendiamo dalle mani di altri. Lastessa crisi finanziaria ed economica che inquesti mesi ci ha attraversato e rischia nei pros-simi tempi di colpire pesantemente i posti di la-voro e le stesse strutture che lo producono, èapparsa una sciagura imprevedibile e comunquepreparata lontano dal nostro vivere quotidiano.(…) La Chiesa, la comunità di coloro che credonoin Cristo, è chiamata non a subire la storia, maa farla giorno per giorno, insieme a tutti gli uo-mini…”

DALLA LETTERA DEL VESCOVO FRANCESCO BESCHI ALLE FAMIGLIE

Di recente nascita l’Osservatorio diocesano delmondo del lavoro e del sociale, nuovo organi-

smo costituito da 24 laici volontari, uno per ognivicariato, con compiti di animazione e supportoai vicariati e alle comunità cristiane impegnateogni giorno nel dialogo con il territorio sui temidel lavoro e del sociale. L’Osservatorio è il risultato del lavoro pastoralesvolto in questi anni dalla Chiesa di Bergamodopo il manifestarsi dell’attuale crisi economica,sociale ed occupazionale. Giunge a seguito di unlungo e impegnativo processo di crescita e con-fronto: dopo l’attivazione del Fondo di solidarietà,i Dialoghi con il territorio, il convegno Il lavorocambia e ci cambia e il programma pastorale del-l’anno 2011. Una concreta possibilità per le realtà parrocchiali,spazio di riflessione e ricerca capace di operareattivamente con le comunità locali per l’occupa-zione e crescita. È modello innovativo attraversoil quale la Chiesa rinnova il suo dialogo e la suapresenza con il territorio per affrontare i temi delsociale e della crisi del lavoro, in particolar modocon le categorie più fragili. Un legame solido con il mondo laico, che divienela risorsa operativa dell’Osservatorio: il compitodei laici nel progetto, è, infatti, di contribuire ad

una lettura concreta della situazione socio-eco-nomica del territorio, utilizzando anche i dati adisposizione e collaborando con i Consigli pastoralie vicariali. L’obiettivo è di interpretare quanto staavvenendo e capire in quale direzione andare,come e dove orientare le forze per trovare soluzionialle criticità aperte. I laici hanno, quindi, il compito- di grande valore e responsabilità - non solo dileggere realtà e criticità, ma anche di dialogarecon la propria comunità parrocchiale, interpre-tando le chance espresse dal territorio.L’Osservatorio è già operativo e coordinato dal-l’Ufficio per la pastorale sociale, con la motivazionedi accompagnare il cambiamento in atto nellanostra società, nella ricerca di una dimensionepropositiva, nella valorizzazione delle risorse anostra disposizione per affrontare e superare lacrisi, con particolarissima attenzione ai nostri gio-vani.

Un osservatoriodiocesano sul mondo del lavoro

e del sociale

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Giuseppina Zambelli ved. Reguzzianni 85

† 10 ottobre 2012

Kowollik Harryanni 89

† 2 ottobre 2012

Luisa Tarchinianni 50

† 25 settembre 2012

Virginia Lussanaanni 104

† 4 novembre 2012

Mira Cornolti ved. Zambellianni 85

† 24 ottobre 2012

Angela Maria Crippa ved. Garattinianni 92

† 10 novembre 2012

Miro Bottianni 58

† 26 ottobre 2012

Tarcisio Zanettianni 73

† 30 ottobre 2012

Plati Marilenaanni 62

† 28 settembre 2012Sono

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Ramera:Il 7 ottobre 2012Michele Brugnetti di Giorgioe Daria Giovenzana

Il 21 ottobre 2012Kevin Tassetti di Massimo eOana AdinaPrometti Luca di Daniele eSilvana Pievani

L’11 novembre 2012Delcarro Sofia di Gianmario eFrancesca Zini

Ponteranica:il 7 ottobre 2012Salvetti Vittoria di Alessio eRota Manuela Polini Giorgia di Iuri eBazzana Emanuela

il 21 ottobre 2012Gotti Pietro di Paolo e Lanfranchi Alice

il 18 novembre 2012Salmoiraghi Matteo di Matias e Viviani Marta Maria

Gamba Federico di Andrea e Bonacina FrancescaRizzini Alberto di Gianandrea eAcerbis ChiaraIl 2 dicembre 2012Elice Ludovica di Maurizio eIannetta Alessandra Sigismondi Kevin di Marco eValsecchi Erila Bonalumi Mirko di Daniele eAssunto Elisabetta

Rosciano:Il 28 ottobre 2012Frattini Chiara Vittoriadi Federico e Recchia Silvia

Hanno ricevuto il Battesimo

Putti Giuseppeanni 77

† 26 ottobre 2012

Sollazzo Annaanni 94

† 21 ottobre 2012

Salvetti Maria ved. Leidianni 93

† il 15 ottobre 2012

Pisoni Leona ved. Comaianni 91

† 7 novembre 2012

Cattaneo Francesco Luigianni 86

† 15 novembre 2012

Cortinovis Marioanni 67

† 20 novembre 2012

Consonni Maria ved. Arrigonianni 86

† 22 ottobre 2012

Telefonare a:

don Sergio 035 57 18 67

sagrista 338 67 20 902

don Flavio 035 57 11 40

segreteria 035 57 57 89

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Il Consiglio pastorale vicariale il 21settembre ha ripreso la sua attività

per la programmazione del nuovoanno pastorale. Partendo dalla letteradel Vescovo La fraternità cristianaindirizzata all’intera comunità dio-cesana, si è soffermato sulle Unitàpastorali. Il Vicario locale, don Raffale Cumi-netti, ha richiamato alcuni passi dellalettera apostolica Porta Fidei con laquale Papa Benedetto XVI ha indettol’Anno delle fede in occasione del50° anniversario dell’apertura delConcilio ecumenico Vaticano II e delventesimo anniversario della pub-blicazione del Catechismo della Chie-sa Cattolica. Anno della fede che ilVescovo di Bergamo, nelle pagineintroduttive della sua lettera pasto-rale, pone in forte relazione con lafraternità cristiana da vivere nellenostre comunità, partendo dal pre-supposto che i cristiani sono e de-vono testimoniare di essere anzituttofratelli nella fede. La fraternità èdunque componente fondamentaledelle fede, tratto distintivo di unacomunità cristiana, che voglia defi-nirsi tale. Del resto, autentica gene-razione della fede avviene all’internodi una vera comunità fraterna. Prima di aprire la discussione, il Vi-cario locale ha ripreso il paragrafodella lettera sulla fraternità cristianaConsiderazioni sulle Unità pastorali,in cui il Vescovo chiarisce cosa si in-tende con il termine Unità pastoralea partire dalla premessa che non si-gnifica in alcun modo “l’abolizionedi alcuna parrocchia”, né “l’ accorpa-mento di più parrocchie”. Le Unitàpastorali sono così descritte: “formeorganizzate di collaborazione tra piùparrocchie, stabilite in modo organico,permanente e riconosciuto dal Ve-

scovo. Si caratterizzano per un pro-gramma pastorale unitario…”. Una delle principali ragioni di questanuova prospettiva di organizzazionepastorale è la diminuzione delle vo-cazioni e l’impossibilità di garantireun parroco per ogni singola parroc-chia.In questi ultimi anni, a molte par-rocchie non è stato assegnato il cu-rato. Così è recentemente avvenutoanche nel nostro Vicariato, nella par-rocchia di Petosino. Il CPV ha quindi approfondito l’ar-gomento ponendo uno sguardo po-sitivo su questo nuovo orizzontedella Chiesa di Bergamo. Sebbenesiano state fatte presenti alcune dif-ficoltà dovute essenzialmente aduna forma di clericalismo dipen-dente, ancora diffusa nelle parroc-chie, si è convinti che il camminoproposto alle parrocchie per il nuovoanno pastorale all’insegna della fra-ternità cristiana nella prospettivadelle Unità pastorali, contribuirà afar crescere nei laici e nei presbiterimaggiore corresponsabilità, più dif-fusa condivisione delle scelte pa-storali, progettualità pastorale al-largata, oltre i confini parrocchiali.Il CPV ritiene che le Unità Pastoralipossano disegnare un volto nuovodella Chiesa nella sua organizzazione

pastorale, ed essere nel contempomodo ed esperienza nuova di viverela comunità, identificata nella par-rocchia e nell’Unità pastorale. E’ stata inoltre citata l’esperienza inatto nel Vicariato dell’unico Consigliopastorale costituito tra leparrocchie di Pon-teranica e Ro-sciano, laquale rap-p re s e nt auna formadi Unitàpastorale.Alcuni in-terventi han-no sollecitatole parrocchie apromuovere esperienzedi fraternità non solo all’interno dellestesse ma anche tra più parrocchie,ritenendo che le Unità pastorali rap-presentino un mezzo e non il finedella missione della Chiesa che, dilà dalle sue forme organizzative, ri-mane sempre l’annuncio e la testi-monianza del Vangelo. Infine tutti hanno convenuto sullaopportunità di preparare le comunitàparrocchiali alle Unità pastorali attra-verso graduale cammino di formazioneche richiederà tempi adeguati.

Maurizio Mazzocchi

Consiglio Pastorale VicarialeVicariato 5°: Almenno san Salvatore – Ponteranica – Villa d’Almè

Le unità pastorali: nuova prospettiva per lachiesa di BergamoUn cammino per le parrocchie all’insegna della fraternità cristiana nell’Anno della fede

i preparativi per poter festeggiare un 45° traguardo di fondazione Avis sono stati pensati a lungo. Affinché tutto funzionassesecondo ciò che era stato stabilito, si è iniziato il percorso già a settembre 2011: prenotare la chiesa, il luogo del banchetto, la bandaper il corteo, il ritrovo per l’accoglienza, gli inviti e cosi via. Per chi sta al di fuori potrebbe sembrare una cosa da nulla, ma vi possoassicurare che se si inceppa anche solo un piccolo meccanismo non si riesce a gestire più nulla. Per nostra fortuna tutto è andatosecondo i piani, le persone che fanno parte del consiglio hanno lavorato veramente bene, un sentito grazie a tutte loro. Le benemerenze agli avisini che hanno raggiunto tanti traguardi con le loro donazioni di sangue o con la plasmaferesi sono statemolte, la loro generosità è esemplare per tutti, un sentito grazie! Senza il loro aiuto il traguardo non si sarebbe raggiunto, il 45° nonavrebbe avuto luogo. Ora si riparte mirando al cinquantesimo, forza e coraggio a tutti!Un ringraziamento all’amministrazione comunale, alla banca di credito cooperativo di Sorisole e Lepreno che ci hanno sostenuti fi-nanziariamente, a tutti i donatori Avis senza i quali non ci sarebbe stato nulla da festeggiare.

Il Presidente Maria Clorinda Valle

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SettembreLa “convivenza” dei ragazzi di 3a media/1a superiore “Sveglia sono le 6!!! (alcune voltegrazie a qualche simpatico ado-lescente erano anche le 5,30) èora che la comitiva si alzi perandare a scuola, lavorare e farele cose normali di tutti i giorni”. Questa è stata la convivenza chequest’anno come novità abbia-mo voluto proporre ai nostri ra-gazzi di 3a media e 1a superiore,per quattro giorni, agli inizi disettembre, nei nuovissimi am-bienti del Centro Pastorale Par-rocchiale, l’ex-casa parrocchiale.“Ma perché lo avete messo inquesto periodo i ragazzi devonoandare a scuola?!”. Il senso dellaconvivenza voleva proprio esserequello di riuscire a condividerecon gli altri alcune nostre gior-nate tipo. “E cosa facevate?” Almattino sveglia e colazione tuttiinsieme, giusto un minuto dipreghiera per ricordarci di rin-graziare anche chi più Grande

di noi tutti i giorni ci accompagnae poi via, ognuno a orari diversiusciva dalla casa parrocchiale eandava a prendere il pullman.A pranzo, a orari diversi, si ritor-nava a casa dove c’era sempreuna mamma che ci preparavaun ottimo pasto e nel pomerig-gio con l’aiuto degli animatori iragazzi avevano uno spazio dovepoter fare i compiti e studiare.La sera è stato l’unico momentoorganizzato della giornata dovesi proponeva ai ragazzi di riflet-tere su tematiche importanti cheli riguardavano da vicino.Un bel momento di condivisione,allegria e di fraternità che ha re-galato ai nostri adolescenti lapossibilità di stare insieme. Noisiamo sempre più convinti che inostri ragazzi abbiano bisognodi questi spazi in cui misurarsitra di loro e con persone anchepiù grandi. La nostra nuova pro-posta sarà la vacanza di tre giornia Zambla. Non perdete questaoccasione! Vi aspettiamo

Gli animatori

Settembre/ottobre/novembreBentornato Lorenzo Lotto!Un programma ricco di eventiha accompagnato il ritorno delPolittico di Lorenzo Lotto dopoi festeggiamenti dello scorsoluglio. Un piccolo comitato diappassionati si è dedicato all’or-ganizzazione di alcuni momentiche permettessero di valorizzareappieno il restauro e la sua ri-collocazione.Una prima serata, il 29 settembre– un evento patrocinato anchedal Ministero dei Beni Culturalinell’ambito delle Giornate Eu-ropee del Patrimonio – ha vistola presenza e l’intervento di tuttii protagonisti della complessaoperazione del restauro e dellamostra a Roma: le sovrintendentiregionali dott.sse Gargiulo e Daf-fra, i restauratori del legno Castelli(giunto appositamente da Firenze)e Algisi, i restauratori Maggi, San-galli e De Beni, il curatore dellamostra prof. Villa, i curatori del-l’illuminazione arch. Iannone eTellini. I loro interventi hannoreso l’idea della complessità degliinterventi effettuati. Di particolareinteresse è stata la descrizionedelle operazioni eseguite sullacornice e sul retro delle opereper attenuare l’influsso dell’umi -dità e degli sbalzi di temperaturaed attenuare così i loro effettinegativi sulle tavole.La seconda serata, il 25 ottobre,è stata tenuta dal prof. GiovanniC.F. Villa sul tema “Lorenzo Lotto”,l’ombra dell’angelo”. Una carrel-lata sulle opere dell’artista venetoha aiutato a collocare il Politticodi Ponteranica nel contesto in-novativo della sua opera.L’ultimo incontro, il 29 novembre,aveva il fascino di un aspettopoco conosciuto di Lorenzo Lot-to: la sua fede. La magistrale re-lazione del prof. Ferdinando Norisha illuminato la passione e l’in-

Vita dellaComunità

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quietudine spirituale di questogrande pittore vissuto in un con-testo religioso di grande fermen-to, affascinato dalle idee dellariforma protestante e insiemesolidamente fedele alla sua for-mazione cattolica.A coronare questi interventi, altridue eventi: gli incontri per iragazzi delle scuole elementarie medie di Ponteranica, tenuti –classe per classe – dalla restau-ratrice dott.ssa Eugenia De Beni.È in stampa la prima delle tre“brochure” che sono statepreparate per rinfrescare il ma-teriale documentale a dispo-sizione delle tante persone in-teressate al Polittico, al Lotto ealle opere della nostra chiesaparrocchiale.

17 ottobre“Ho creduto, perciò ho parlato”: la Veglia MissionariaLa nostra comunità parrocchialeha ospitato quest’anno, nell’am-bito delle iniziative del mese mis-sionario, la veglia missionaria vi -cariale. La preghiera e la riflessionepreparate dal gruppo missionariohanno messo a fuoco il temadella missionarietà come sceltadi fede. È stata proposta alla me -ditazione dei convenuti la figuradel martire cristiano pakistanoShahbaz Bhatti: ministro per leminoranze religiose nel governodi Benazir Bhutto, uomo del dia -logo fra le religioni e le culture,

assassinato dai fondamentalistiislamici il 2 marzo 2011.

28 ottobre Una pioggia di “petalidi rose”: la veglia della comunità delle BeatitudiniSabato 28 ottobre 2012, pressola secolare Chiesa parrocchialedei ss. Alessandro e Vincenzo inPonteranica, i fratelli e le sorelledella Comunità delle Beatitudini(suor Anna Maria, il sacerdotepadre Bruno, Cristina e la coppiadi coniugi Fabio e Bernadette)in collaborazione pastorale coni volontari della Parrocchia ospi -tante ed altri amici animatori,hanno condotto ed animato unaparticolare veglia di preghieraintitolata “Petali di Rose”.Il canto di lode, l’ascolto dellaParola di Dio, i gesti di una Liturgiaappositamente preparata perl’evento, hanno accompagnato ifedeli partecipanti in un “iti nerariodi Fede” che conduceva a scrivereuna lettera con preghiera di sup-plica a Gesù per il tramite disanta Teresa del Bambino Gesùe del Volto Santo. Nello scritto,ognuno chiedeva (con un pizzicod’audacia cara alla santa diLisieux) al Signore della vita dicompiere l’impossibile in favoredi tutte le persone care, amici econoscenti. La veglia, che si èconclusa con un omaggio a santaTersina attraverso l’esibizione diuna suggestiva danza dipreghiera meditativa, è statamolto partecipata. Numerose lepersone provenienti non solodalla Bergamasca ma anche daaltre città del nord Italia: Milano,Monza, Varese, Cremona, Crema,Pavia, Brescia e Verona…Al termine della serata, un pia -cevole momento di condivisionefraterna, si è svolto presso i localidell’oratorio, dove è stato offertoun buffet ristoratore.

11 novembreil lotto dei mortiIn pochi, purtroppo, abbiamo ri-cordato i sacerdoti e le religiosedefunti della comunità, venerdìsera. Folta invece la partecipazionedomenica mattina quando, solen-nemente, abbiamo pregato in-sieme con le loro famiglie pertutti i defunti dei dodici mesitrascorsi dall’ultimo Triduo e peri giovani defunti della comunità.Il pomeriggio della domenica èstato dedicato al LOTTO DEI MOR-TI, questa tradizione che uniscenel ricordo vivi e defunti e cheattraverso la forma - quasi “dis-sacrante”, comunque pacificataanche con il pensiero della morte- dell’estrazione delle “grazie” (leg-gesi, premi), ricorda i defunti im-pegnandosi a sostenere i vivi. Alle 18.30 si è celebrata l’Eucare -stia conclusiva, nel ricordo di tuttele intenzioni raccolte con il Lotto.Un grazie per l’impegno a tutti ivolontari del lotto: Pinuccia, Nun-zia, Ancilla, Alfrida, Ezio, Marilena,Eleonora, Lucia, Odette, Narcisae coloro che hanno dato la loroadesione all’iniziativa, che haofferto alla comunità 3.205 euro.Grazie di cuore a tutti.

17 novembreLa professione religiosa di suor AnnaBenedetta CornoltiSabato 17 novembre, festa di S.Elisabetta d’Ungheria (patronadel Terz’ordine Francescano) suor

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Anna Benedetta Cornolti haemesso i voti temporanei dipovertà, castità, obbedienza eclausura presso il Monastero “S.Lucia” di Foligno nella mani del-l’Abbadessa Chiara Damiana,nell’ordine delle Clarisse.Sr. Anna, 30 anni, è figlia di FrancoCornolti, nipote di Valerio e Col-leoni Miglietta. La sua famigliada anni vive a Villa di Serio ma èoriginaria di Ponteranica. Lau-reatasi in Antichità Classiche ed

Orientali a Pavia, dopo gli studidi Scienze Religiose a Bergamoe una lunga militanza oratorianae parrocchiale ha maturato lascelta della vita claustrale. La ce-rimonia, ricca di simbologie, si èsvolta all’interno della concele-brazione Eucaristica presiedutadal Ministro provinciale del fratiminori, padre Bruno Ottavi, allaquale hanno partecipato oltreai familiari, una folta delegazionedella Parrocchia di Villa di Serio,il sindaco di Foligno ed altre au-torità locali.

Ultimi lavori per il Centro Pastorale Parrocchiale e qualchedono alla comunitàSiamo ormai alle fasi finali deilavori di ristrutturazione del Cen-tro Pastorale Parrocchiale. Ci sonoancora alcuni ambienti da rifiniree un po’ di dotazioni (mobili e

altro) che arriveranno con calma,quando potremo permettercelo.È arredata la segreteria, solo inparte il saloncino delle riunioni.È arredato l’appartamento delparroco, in gran parte in mododefinitivo così che anche i nuoviparroci non dovranno portarsidietro tutto l’arredamento. Aquesto proposito un grazie par-ticolare va al defunto don LuigiTiraboschi che ha donato allacasa parrocchiale la sua stanza(una bella stanza ottocentescain noce) ed una altrettanto bellaVia Crucis in acqueforti della pri-ma metà del 1800, ora espostanegli ambienti a pianterreno delcentro pastorale.Un grazie va anche al sig. TaiocchiG. Franco che ha donato formedi terracotta con soggetti reli-giosi, di sua fattura, moltograziose, cui troveremo collo-cazione nella chiesa di San Pan-taleone.

CALENDARIo PASToRALEVenerdì 14 15,00 Confessioni di Natale ragazzi delle Medie Chiesa Parrocchiale

20,30 Centri di preghiera nelle famiglieSabato 15 9,00 Pellegrinaggio mensile vocazionale Sacramentini/Rosciano

15,00 Confessioni di Natale per ragazzi Chiesa Parrocchiale19,30 Cena delle famiglie Oratorio

Domenica 16 3a Di AVVENTo Ritiro bimbi 1a Comunione15,30 Battesimi comunitari

Lunedì 17 iNiZio NoVENA Di NATALE

20,45 Lectio Divina Padri SacramentiniMartedì 18 20,30 Confessioni di Natale per adulti Padri SacramentiniGiovedì 20 20,30 Veglia Mariana RoscianoVenerdì 21 16,30 Confessione di Natale per ragazzi Elementari Chiesa Parrocchiale

20,30 Centri di preghiera nelle famiglieDomenica 23 4a Di AVVENTo

18,30 S. Messa al Castello San RoccoLunedì 24 24,00 S. Messa di mezzanotte Ponteranica

24,00 S. Messa di mezzanotte RoscianoMartedì 25 SoLENNiTà DEL NATALE Di GESù

8,00 S. Messa Ponteranica9,00 S. Messa Rosciano

10,30 S. Messa Ponteranica17,00 S. Messa Rosciano18,30 S. Messa Ponteranica

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APPUNTAMENTI SETTIMANALIVenerdì, ore 20: Ufficio per i defunti a PonteranicaGli orari per le Sante Messe sono consultabili nell’ultima di copertina. Nel Calendario Pastorale vengono segnalate solo le eventuali modifiche.

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oCALENDARIo PASToRALEMercoledì 26 FESTA Di SANTo STEFANo

10,30 S. Messa Ponteranica17,00 S. Messa Rosciano

Domenica 30 SACRA FAMiGLiA

8,00 S. Messa Ponteranica9,00 S. Messa Rosciano

10,30 S. Messa Ponteranica17,00 S. Messa Rosciano

Lunedì 31 18,30 S. Messa festiva della vigilia: Te Deum Ponteranica19,00 S. Messa festiva della vigilia: Te Deum Rosciano

Martedì 1 MARiA MADRE Di Dio

8,00 La S. Messa è SOSPESA Ponteranica9,00 S. Messa Rosciano

10,30 S. Messa Ponteranica17,00 S. Messa Rosciano18,30 S. Messa Ponteranica

Domenica 6 EPiFANiA

8,00 S. Messa Ponteranica9,00 S. Messa Rosciano

10,30 S. Messa Ponteranica11,30 Battesimi comunitari17,00 S. Messa Rosciano18,30 S. Messa Ponteranica

Sabato 12 9,00 Pellegrinaggio mensile vocazionale Sacramentini/RoscianoDomenica 13 BATTESiMo DEL SiGNoRE

10,30 S. Messa- Ringraziamento con le famiglie dei bambinibambini battezzati nel 2012

18,30 S. Messa Costa GarattiLunedì 14 20,45 Incontro dei catechistiVenerdì 18 inizio settimana di preghiera unità dei cristianiSabato 19 19,30 Cena delle famiglie OratorioDomenica 20 2a DEL TEMPo oRDiNARio

15,30 Battesimi comunitariMartedì 22 SAN ViNCENZo

Domenica 27 3a DEL TEMPo oRDiNARio

10,30 S. Messa di ringraziamento con le coppie sposate nella nostra Comunità nel 2012

Giornata per la famiglia18,30 S. Messa al Castello San Rocco

Sabato 2 FESTA PRESENTAZioNE Di GESù AL TEMPio

La “Candelora”Domenica 3 4a DEL TEMPo oRDiNARio - S. BiAGio

S. Messe benedizione della gola - Ritiro bimbi 1a Com.

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La segreteria parrocchialeNel rinnovato Centro Pastorale sta rapidamente attrezzandosiuna segreteria parrocchiale, uno “sportello” – come si usa dire

oggi - per avere informazioni, per segnalazioni, per richieste di certificati,abbonamenti al Notiziario, iscrizione alle iniziative, affidare le intenzioni delle Messe odegli Uffici. Ci sono due persone volontarie che – a supporto del parroco – garantisconola presenza nei pomeriggi dal lunedì al giovedì dalle 15.00 alle 17.30.

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Prossimamente, la Comunitàdelle Beatitudini, su invito

del Vescovo, si installerà nellacasa parrocchiale di Roscianoper svolgere un servizio ecclesialedi preghiera, accoglienza e ani-mazione spirituale, al Santuariodella Grotta di Lourdes e nellaChiesetta della Trasfigurazione(nel prossimo numero, presente-remo la Comunità e parleremo diquesto progetto). Fabio Cavaioli,membro del ramo laico di questaComunità, che vive già da qual-che tempo con la sua famiglianella nostra comunità parroc-chiale, sabato 5 gennaio prossi-mo, sarà ordinato diacono per-manente della santa Chiesa Cat-tolica. Il sacro rito dell’ordina-zione, presieduto dal vescovo

Francesco Beschi, avrà luogo nelcorso dell’Eucarestia, vigilia dellasolennità dell’Epifania (ore 15.30)nella Cattedrale di Bergamo. Questo lieto evento, oltre ad es-sere motivo di gioia per tutti, ècertamente un’occasione pre-ziosa che aiuta a riflettere sulla“chiamata di Dio” e c’invita a co-noscere più da vicino la figuraed il ruolo dei diaconi permanentinella Chiesa Cattolica.

iL DiACoNATo PERMANENTE: Di CHE Si TRATTA? Occorre precisare subito unacosa. I diaconi permanenti nonsono: né una “specie” di preti(come qualcuno ingenuamenteafferma), né tantomeno dei “su-per” laici dotati di qualche potere

speciale. Si tratta più semplice-mente e normalmente, di uomini(generalmente sposati) che han-no ricevuto una chiamata parti-colare del Signore per svolgereuno specifico servizio ecclesiale.Il diaconato è un dono nuovoed insieme antico. Nelle primecomunità cristiane, i diaconi esi-stevano e rivestivano un ruoloimportante accanto agli apostoli.La tradizione della Chiesa fa ri-salire i diaconi a Santo Stefano,primo martire, e ai suoi sei com-pagni scelti dagli Apostoli per ilservizio ai poveri in nome dellaChiesa. Nei primi secoli dell’eracristiana, questa figura si è moltosviluppata e diffusa; poi in epocamedioevale ha perso consistenzafino ad essere prevista unica-mente come tappa verso il sa-cerdozio e per svariati secoli sene sono perse le tracce. Sola-mente in epoca più recente, ildiaconato permanente è tornatoad esistere nella Chiesa d’occi-dente. E’ stato il Concilio VaticanoII a ripristinare il diaconato come“grado proprio e permanentedella gerarchia” utilizzando lastupenda definizione: “ordinatiper il servizio” 1. Si tratta di unevento importante, un dono del-lo Spirito alla sua Chiesa all’iniziodel terzo millennio. I “diaconipermanenti” sono pertanto co-loro che vengono ordinati dia-coni per restare tali, mentre idiaconi “transeunti” sono coloroche vengono ordinati in vistadel sacerdozio. Si tratta di unministero ordinato; il Sacramentodell’Ordine prevede tre gradi: ildiaconato (per il diacono), il pre-sbiterato (per il sacerdote) e l’epi-scopato (per il vescovo). Il dia-cono, pertanto, appartiene alclero e come tale è una voca-zione. Non è un attestato di me-rito, né la ratifica ufficiale di unaresponsabilità pastorale, nem-meno il conferimento solennedi un mandato. È molto di più. Èun ministero fondato sulla grazia

Sabato 5 gennaio - vigilia dell’Epifania Fabio Cavaioli (Comunità delle Beatitudini), diventa

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osacramentale dell’Ordinazione.Si diviene diaconi solo se si èchiamati ad esserlo. E questo di-scernimento serio e sereno spettaed è affidato alla Chiesa. Il mini-stero diaconale è strettamentelegato all’idea del servizio ec-clesiale. Il termine stesso “diaco-no” deriva dal termine greco cheindica precisamente il servizio:diakonos - diakonein. La LumenGentium al n. 29 esprime benequesto concetto: “In un gradoinferiore della gerarchia stanno idiaconi, ai quali sono imposte lemani “non per il sacerdozio, maper il servizio”. Infatti, sostenutidalla grazia sacramentale, nel ser-vizio (diaconia) della liturgia, dellaparola e della carità sono al ser-vizio del popolo di Dio, in comu-nione con il vescovo e il suo pre-sbiterio”. Il Direttorio per il Diaconato Per-manente nella Chiesa di Bergamo,sottolinea fortemente la collo-cazione ecclesiale del DiaconatoPermanente: esso è ministero ec-clesiale, a servizio della Chiesa.Non può essere colto in manieraautentica se non in questa col-locazione e su questo sfondo. Ildiaconato permanente è una“partecipazione specifica e unaripresentazione del ministero -del servizio - di Cristo”. E “il mini-stero del diacono è sintetizzatodal Concilio Vaticano II con latriade “diaconia della liturgia,della Parola e della carità”. In que-sto modo si esprime la parteci-pazione diaconale all’unico e tri-plice potere di Cristo nel ministeroordinato”. La testimonianza di ca-rità da parte del diacono per-manente arricchisce la comunitàcristiana intera del richiamo con-tinuo all’incarnazione della Parola.Inoltre la richiama al compito diuna continua riflessione culturale,di un discernimento attento diquanto nella società si vive e de-cide attorno alle realtà della fra-gilità e del disorientamento esi-stenziale, della malattia e della

povertà, della caduta, della colpae della ripresa, del sostegno, delservizio e della cura. I diaconipermanenti, allora, sono ricchezzadella Chiesa anche perché rap-presentano una sua forma capacedi attenzione, ascolto, parola esegno in quei “luoghi”. Tanto piùper il fatto che essi normalmentevivono anche l’esperienza di fa-miglia (sono sposati) ed eserci-tano una professione. La parti-colare consacrazione del diaconopermanente al servizio e alla mis-sione, con un mandato ecclesialeesplicito rappresenta un impor-tante aiuto al cammino e alla ri-cerca della maturazione della co-munità ecclesiale, anche attra-verso vie nuove, segnate dallafraternità vissuta, dall’opzioneper i poveri e dal servizio del Re-gno nel mondo. Proprio a partireda tutto questo e nel tentativodi una più precisa determinazionedella figura del Diacono, si sot-tolinea la sua differenziazioneesplicita rispetto alla figura delprete: quella del Diacono nonvuole essere figura sostitutivadella figura del prete, né suabrutta copia: egli è ‘altro’. Alcuniambiti concreti di servizio per ildiacono, soprattutto legati alladiaconia della carità, si distin-guono tra quelli che possono es-sere ricondotti alla carità in ma-niera più diretta (cura degli am-malati, cura dei poveri e degliultimi, assistenza agli emarginati,pastorale ospedaliera, pastoralecarceraria, pastorale sociale, so-stegno ai minori a disagio, so-stegno alla famiglia in crisi), o inmaniera più indiretta (ammini-strazione di opere socio-caritative,amministrazione di beni eccle-siastici, animazione di progettidi finanza etica, sostegno a pro-getti di cooperazione interna-zionale, sostegno a esperienzecooperative e di economia so-ciale). Ad essi dovrebbero essereaggiunti altri ambiti di serviziolegati maggiormente alla diaco-

nia della Parola, che per le mo-dalità concrete con cui oggi sicaratterizzano sono anche viciniall’ambito della diaconia dellacarità e che devono poter esserepercepiti come tali (ad esempio:catechesi per i nomadi, Pastoralefamiliare, Pastorale dell’accom-pagnamento ai sacramenti del-l’iniziazione Cristiana - prepara-zione dei candidati adulti al Bat-tesimo e alla Cresima, dei genitorie dei padrini nell’iniziazione deifanciulli -, presenza negli Ufficidiocesani che coadiuvano lo svi-luppo di altre ministerialità, ca-techesi e Pastorale giovanile, Pa-storale missionaria, Pastorale dellavoro, Pastorale del socio-poli-tico, animazione a livello vicarialeo zonale di qualche gruppo chepensi ad una testimonianza mi-rata nell’ambito della scuola, dellacultura, del lavoro, della famiglia).Il profilo spirituale del diaconopermanente sarà, pertanto, ca-ratterizzato dal servizio, dalla par-tecipazione al servizio di Cristo.Si può comprendere a questopunto l’importanza e la serietàdel cammino formativo, pensatocome percorso unitario e strut-turato cercando di costruire sem-pre l’unitarietà e la convergen-za.

iL DiACoNATo PERMANENTEiN iTALiA E A BERGAMoL’11 marzo 1972, la CEI si pro-nuncia ufficialmente per il ripri-stino del diaconato permanente.Varie diocesi italiane darannoavvio al diaconato permanente.A Bergamo, il 26 febbraio 2003,il vescovo Amadei decreta la re-staurazione del diaconato per-manente in Diocesi approvandoin maniera ufficiale il “Direttorioper il Diaconato Permanente nellaChiesa di Bergamo”. Il 29 settem-bre 2007 il Vescovo ordina i primiquattro diaconi bergamaschi.

1 Concilio Ecumenico Vaticano II; LumenGentium, n. 29

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La preparazione al battesimoAbbiamo elaborato un piccolo percorso di preparazione per le fa-miglie che chiedono il Battesimo per i loro bambini. Si tratta didue incontri. Il primo incontro è con una coppia di catechisti laici(abbiamo due coppie che hanno accettato di prepararsi e mettersia disposizione per questo servizio), sul senso e sull’esperienza delBattesimo. Il secondo incontro è con il parroco, più centrato sul rito e i suoi segni.Ci permettiamo di dare due indicazioni:- È opportuno pensare per tempo alla data del Battesimo, così che ci sia il temponecessario – dalla decisione alla celebrazione – per gli incontri e la preparazione.- I Battesimi nella nostra comunità si celebrano solo di domenica: la prima delmese, alle 11.30. La terza del mese alle 15.30.

Cerchiamo (ma non ve le portiamo via!) fotostoriche della vita della nostra comunità

Capita di vedere appese alle pa-reti delle nostre case delle bel-lissime immagini della Ponte-ranica di diversi anni fa. Nel no-stro archivio parrocchiale ab-biamo poco o nulla. Sarebbebello creare un database di “vec-chie” immagini del paese, dellefamiglie, delle iniziative e degliavvenimenti. Così abbiamo pen-sato di proporvi uno scambio.A voi chiediamo l’impegno dirovistare nei ricordi e nei cassettie di ritrovare le immagini ditanti anni fa. DA GENNAio insegreteria parrocchiale potrete

far “scannerizzare” all’istante le foto che vorrete portare e che vi saranno immediatamenterestituite. Noi ci prendiamo l’impegno – ad operazione conclusa - di regalare a coloro che ciaiuteranno nella raccolta, un CD con le immagini più belle che raccoglieremo. Non ci limiteremoa tramandarle ai posteri, cercheremo di organizzare anche una mostra. Da gennaio dunque sipuò passare in segreteria negli orari di apertura (da lunedì a giovedì, 15.00/17.30).

La nuova mostra di arte contemporanea 25 novembre 2012 - 6 gennaio 2013

Maurizio Bonfanti Ezechiele trentasette

A cura di Giuliano ZanchiMuseo Adriano Bernareggi - via Pignolo, 76 - Bergamo

Apertura: Martedì-venerdì ore 15-18 - Sabato e Domenica ore 9.30-13 / 14-18 - Lunedì chiusoInfo: tel. 035 24 87 72 - www.fondazionebernareggi.it

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C’è ancora posto per la fede in Cristo nel nostro mondo?C’è ancora fede in Cristo oggi? Questa domanda acui spesso non diamo risposta dovrebbe interpellarein modo particolare ogni cristiano in questo Annodella fede indetto dal Papa Benedetto XVI, anno cheha come intento la nuova evangelizzazione, nuovanon perché insegna e annuncia cose nuove, il Vangeloinfatti resta sempre lo stesso, ma per affermare comeil Vangelo trascende e trasforma ogni cultura einsegna a vivere la Parola di Gesù nelle condizioniordinarie della vita anche dove, come in questotempo il lavoro, l’economia, la finanza, i beni della

terra, le tecnologie, la cultura rendono l’uomoschiavo del proprio tempo e poco padronedella propria anima e dei propri pensieri.

Di fronte ai grandi cambiamentidel mondo contemporaneo l’evangelizza-zione passa attraverso l’impegno della te-

stimonianza della comunità cristiana,il far conoscere Gesù, la sua Parola e

la dottrina sociale della Chiesa deveessere il primo obiettivo di ogni

comunità che esprime la suafede nella collaborazione e

nell’aiuto reciproco.Un mezzo importante per centrare

l’obiettivo può essere creare luoghi ed occasioni didialogo che possono essere ad esempio piccoligruppi di persone che insieme si propongono uncammino.Il gruppo può essere considerato strumento essen-ziale di evangelizzazione. In esso infatti si valorizzail contributo di tutti, si ascolta il punto di vista deidubbiosi, dei battezzati non praticanti, dei delusi,dei ricercatori della verità e permette scambio diesperienze di fede e vita.

Ascoltare e meditare insieme la Parola, per farlavivere nella concretezza del quotidiano, porta acompiere reale cammino di maturazione umana ecristiana in cui ognuno diventa testimone dellagioia e della speranza che nascono dalla fede inGesù, che sempre cammina sulle strade della nostrastoria e del nostro mondo.

L’invito allora è di riflettere per capire se un im-pegno di gruppo può aiutarci a riscoprire cose di-menticate, se ci può aiutare a rafforzare la nostrafede per essere testimoni del nostro essere cristianinegli ambienti che frequentiamo e presso i piùpiccoli che mai, come oggi, sono attratti da favoleillusorie che non insegnano nulla di vero, bello ecostruttivo.

GCM

N.B. chi è interessato telefonare a Giovanna 035 571636

Proposta di approfondimento

Lunedì 26 novembreGESU’ RIMANE CON NOI (Atti 1,1; 28,31; 2, 22-30) – guida don Flavio

Lunedì 3 dicembreLO STILE DEI PRIMI CRISTIANI (Atti 3, 1-10) – guida P. Luca

Lunedì 10 dicembreLA FATICA DELLA FRATERNITA’ (Atti 6, 1-14) – guida don Sergio

Lunedì 17 dicembreDALLA PERSECUZIONE ALLA MISSIONE (Atti 8, 26-40) – guida don Christian

Lunedì 18 febbraioSAN PAOLO (Atti 9, 1-20) – guida don Sergio

Lunedì 25 febbraioSAN PIETRO (Atti 10, 9-28) – guida don Flavio

Lunedì 4 marzoI CRISTIANI AD ANTIOCHIA (Atti 11, 19-26) – guida don Christian

Lunedì 11 marzoI VIAGGI DI MISSIONE (Atti 13, 44-52) – guida P. Luca

Lunedì 18 marzoATENE: IL CONFRONTO CON LA SAPIENZA UMANA – guida P. FiorenzoCOME SI SVOLGE L’INCONTRO

LA LECTIO DIVINACHIESA, CASA FRATERNAIL LIBRO DEGLI ATTI DEGLI APOSTOLIIL PERCORSO DI QUEST’ANNO

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ogni lunedì dalle 16,00 alle 18,30. Ramera: c/o Segreteria Parrocchiale ogni lunedì dalle 9,00 alle 12,00 (nei mesi da marzo a giugno dalle 8,00 alle 12,00).

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Page 32: Le comunita insieme 5 2012

Agenda di Ponteranica

e RoscianoDon Sergio Scotti Parroco

Casa Parr. Ponteranica tel. 035 57 18 67

[email protected]

www.parrocchiediponteranica.it

Silvano Ceruti tel. 338 67 20 902

Scuola dell’Infanzia tel. 035 57 41 53

fax. 035 41 29 232

Segreteria parrocchiale

Aperta da lunedì a giovedì ore 15.00 – 17.30

Per certificati, anagrafe, abbonamenti,

iniziative varie… tel. 035 57 18 67

orari SS. Messe a Ponteranica Chiesa Parrocchiale

Prefestiva: ore 18.30

Festiva: ore 8.00 – 10.30

Feriale: ore 17.00

(lunedì, mercoledì e giovedì)

ore 8.00

(martedì, venerdì e sabato)

ore 20.00

ufficio per i defunti (venerdì)

Chiesa di San Rocco al Castello

Festiva: ore 18.30

(la quarta domenica del mese)

Chiesa di San Girolamo Emiliani

(alla Costa Garatti)

Festiva: ore 18.30

(la seconda domenica del mese)

orari SS. Messe a RoscianoChiesa Parrocchiale

Prefestiva: ore 19.00

Festiva: ore 9.00

(no luglio-agosto)

ore 17.00

Feriale: ore 18.00

(giovedì - no luglio-agosto)

Grotta della B.V. di Lourdes

Festiva: ore 17.00

(da maggio a fine settembre)

S. Marco in Maresana

Festiva: ore 11.00

(luglio e agosto)

Agenda

di RameraDon Flavio Rosa Parroco tel. 035 57 11 40

Casa Parr. Ramera cell. 340 66 53 939

Don Cristian Mismetti tel. 035 57 01 81

cell. 347 88 94 972

Scuola dell’Infanzia Tel. 035 57 13 85

Segreteria parrocchiale

Aperta da lunedì a venerdì ore 14.30 – 17.30

Per certificati, anagrafe, abbonamenti,

informazioni, prenotazioni Cineteatro,

iniziative varie… tel. 035 57 57 89

E mail: [email protected]

Pratiche Cisl Inas (lunedi mattino) ore 9.00-11.30

Ponteranica Attiva e mail:

[email protected]

orari SS. Messe a Ramera Chiesa Parrocchiale

Prefestiva: ore 18.00

Festiva: ore 7.30 – 9.00

(alla Chiesina di S. Giorgio alla Petos)

10,30 - 18,00

Feriale 8.00 – 16.30

venerdì ore 16.00

adorazione eucaristica

segue messa 18,00

orari SS. Messe Padri SacramentiniPrefestiva ore 17,30

Festiva ore 8,30 - 11,00 -

17,30

Feriale ore 7,00 - 17,30

Padri Sacramentini tel. 035 57 10 15

[email protected]

orari SS. Messe alla Madonna dei CampiPrefestiva ore 18,00

Festiva ore 9,30

Gruppo Diocesano

LA CASAINCoNTRI di ASCoLTo e di PREGHIERA

per persone SEPARATE, DIVoRZIATE o RISPoSATE,

ogni primo martedì del mesealmenno San Salvatore

presso il chiostro vicino all’oratoriovia cappuccini n.3.