Insieme - Luglio/Agosto 2012

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Anno VII - n. 7 Luglio - Agosto 2012 € 2,00 mensile di attualità e cultura dell’Agro in sieme “Siate più famiglia” In duemila per incontrare Benedetto XVI

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Mensile della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno. In questo numero: Pellegrinaggio Diocesano a Roma; Messaggio per l'Estate; Incontro Mondiale della Famiglia; Pane della Domenica; Notizie dalle Parrocchie

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Anno VII - n. 7Luglio - Agosto 2012€ 2,00mensile di attualità e cultura dell’Agro

insieme

“Siate più famiglia” In duemila per incontrare

Benedetto XVI

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Luglio-Agosto2012Un lettore

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mensile di attualità e cultura dell’Agromensile di attualità e cultura dell’Agro

insieme

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Sommario

SommarioSommarioSommarioSommario

SommarioSommarioSommarioSommarioluglio - agosto 2012

Editoriale05 Elogio del riposo di Silvio Longobardi

Vita nell’Agro18 I nostri consigli per l’estate a cura di Salvatore D’Angelo

Vita ecclesiale27 Non c’è futuro senza famiglia a cura della Redazione

In diocesi57 Uffi ci diocesani e associazioni

a cura della Redazione

News dalle parrocchie39 Notizie dalle parrocchie

In parrocchia47 Pagine parrocchiali

PRIMO PIANOa cura della Redazione

La bacheca46 I nostri auguri

a cura della Redazione

Le rubriche

60 Congregazione Suore di S. Giovanni Battista

di Anna Chiara Desiderio

59 Spazio consulenzadi Carolina Rossi

Spazio Scuola15 Tra storia e comunicazione a cura di Sofia Russo

07 Tante storie, una sola fede

08 L’abbraccio con il Papa

10 Coraggio, riprendi il cammino

12 La parola ai pellegrini

Il Pane della Domenica32 Dalla XV alla XXIV domenica del Tempo ordinario a cura di Mons. Giudice

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Le parole della crisi61 Tatuaggi, un fenomeno dilagante di Peppe Iannicelli

SommarioSommarioSommarioSommarioAnno VII - n. 7

Luglio - Agosto 2012€ 2,00mensile di attualità e cultura dell’Agro

insieme

Siate più famiglia In duemila per incontrare

Benedetto XVI

Anno VII - n. 7Luglio - Agosto 2012€ 2,00mensile di attualità e cultura dell’Agro

insieme

Siate più famiglia In duemila per incontrare

Benedetto XVI

L’ABC della fede06 Risponde mons. Giudice

BuongustaioRestaurant & pizza

Pagani - Via Zeccagnuolo, 4tel 334 23 28 727 (escluso sabato e domenica)

Jesse JamesPub restaurant & pizza

San Valenti no Torio - Via Curti , 4tel 081 95 71 29 - 339 65 15 472

El BodegoneroRestaurant & pizza

San Marzano sul Sarno - Via Ugo Foscolo, 31tel 081 320 80 51

Brooklyn food & gameRestaurant & pizza

Striano - Via Piano, 46tel 081 827 62 63

Fino al

31 agosto

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“Non mi piace chi non dorme, dice Dio”: inizia così una splendida e ori-ginale riflessione di Charles Péguy sulla speranza. Vi sono persone che

hanno il coraggio di lavorare ma non quello di fermarsi. Come se avessero paura di affidare a Dio i loro affari. “Come se io non fossi capace di assicurarne il governo durante una notte”. Il Dio di Pèguy così conclude: “Chi non dorme è infedele alla Speranza. Ed è la più grande infedeltà”. Difficile non dare ragione allo scrittore francese, pur nello stile pro-vocatorio che gli appartiene.

“Il sonno è l’amico di Dio”, scrive Péguy. La sosta quotidia-na appartiene al ritmo naturale. Nel ritmo incalzante degli eventi, nel ritmo incessante del lavoro agricolo che lotta con la terra, la rivelazione giudaica ha inserito il riposo settima-nale. Il settimo giorno è quello in cui l’uomo si sottrae ad ogni forma di schiavitù e si riappropria della sua vera dignità. Lo ha ricordato Papa Benedetto all’incontro mondiale delle famiglie, rispondendo ad una domanda sul come conciliare il lavoro e la festa ha ricordato l’importanza della domenica: “Questa era, nel racconto della Creazione, l’intenzione origi-nale del Creatore: che un giorno tutti siano liberi”. Il giorno di Dio diventa così il giorno in cui l’uomo ritrova se stesso. La rivelazione biblica propone anche un anno giubilare, un

intero anno in cui l’uomo si ferma da ogni lavoro e libera gli schiavi. È segno che si fida di Dio, lascia a Dio il compito di ordinare la creazione.

Il mondo biblico non conosce l’idea delle ferie né tanto meno la sosta estiva, che è un’invenzione del tempo moderno. La Scrittura ricorda però che Dio stesso si è riposato il settimo giorno. Alternare lavoro e riposo è segno di sanità mentale. In un piccolo libro sulla preghiera scritto negli anni ’50 - Introduzione alla preghiera - il teologo italo tedesco Romano Guardini afferma che il movimento che conduce l’uomo ver-so l’esterno (parla, lavora, lotta) deve essere equilibrato con un movimento che lo riconduce all’interno, che favorisce la riflessione, il ritrovare se stessi. Questa necessità, aggiunge, non è soddisfatta dalle vacanze che sono sempre più mo-menti turistici, non esperienza di riflessione e di interiorità. Il divertimento è diventato una specie di prescrizione sociale, una legge non scritta che tutti sono obbligati ad osservare. Divertirsi nel senso etimologico vuol dire volgere altrove lo sguardo. In un disperato quanto patetico tentativo di dimen-ticare i problemi e le ferite. Che invece restano sempre lì. L’uomo ha bisogno d’altro.

La pausa estiva, oggi, per molti s’identifica con la corsa al mare, alla ricerca di quei paradisi artificiali costruiti dai mer-canti senza scrupoli. Pochi si sottraggono a queste sirene dei tempi moderni. Quanto è diverso il pellegrinaggio che spinge a recarsi nei luoghi segnati da una speciale presenza di Dio. Alcuni riscoprono queste mete, si fermano nei monasteri o nei luoghi dove il silenzio e la bellezza della creazione fanno pensare al Mistero. Una sosta che pacifica il cuore e la mente. Che mette nel cuore desideri di bene. Non è una vacanza, nel senso etimologico. Non un tempo vuoto, privo di occupazio-ni, ma un tempo libero per imparare cose nuove. In primo luogo l’arte di conoscere meglio se stessi. Buon riposo.

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EDITORIALEdi Silvio Longobardi

Elogio del riposo

Alcuni si fermano nei monasteri o nei luoghi dove il silenzio e la bellezza della creazione fanno pensare al Mistero. Una sosta che pacifica il cuore e la mente

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Eccellenza,sono una catechista della parrocchia Santa Maria degli Angeli (Nocera Superiore), impiegata presso il comune di Nocera Superiore. Sono mamma di tre ragazzi, sto cer-cando di avvicinare i miei fi gli e mio marito alla Messa domenicale, ma non ci riesco. Cosa posso fare?

Laura Pennella (sulla pagina fb del vescovo Giuseppe)

Carissima Laura,la fede è una proposta e non va mai imposta. La fede è un incontro tra due libertà: la libertà di Dio che si pro-pone e la libertà dell’uomo, che può rispondere sì o no. Compito dei genitori è trasmettere e proporre sempre il grande dono della fede. Oggi il compito è diventato più

diffi cile perché siamo passati da una fede “sociologica”, cioè il tempo in cui tutti erano cristiani, ad un tempo in cui bisogna nuovamente scegliere la fede. Ieri avevamo come reti di protezioni la famiglia, la parrocchia e la scuola; oggi i ragazzi devono giocare la loro vita e tante volte non ci sono le reti di protezione. Per questo mo-tivo il compito dei genitori è diventato più diffi cile ma, nello stesso tempo, anche più affascinante. Non si può semplicemente dire: vai a Messa!; è più bello dire: an-diamo a Messa! Tra il primo modo e il secondo c’è tut-to l’impegno della testimonianza cristiana. E quando i fi gli non vanno più a Messa, nonostante l’impegno dei genitori, è bene che essi continuino ad andarci anche e soprattutto per loro, cioè per i fi gli.

Mons. Giuseppe Giudice

L’ABC DELLA FEDE

Come comportarsi quando i propri figli non vogliono andare a Messa la domenica? Il vescovo risponde alla domanda di una mamma

La fede è una proposta 

risponde mons. Giuseppe Giudice

EDICOLA

GIORNALI Amato AntonioEDICOLA DiodatoEDICOLA Ruocco BrunaEDICOLA Attianese VincenzoEDICOLA Auletta Gambilongo EnricoEDICOLA Ferro FrancescaCARTOLIBRERIA CorintoCENTRO EDICOLAEDICOLA De Bartolomeis AntonioEDICOLA LambiaseSARDO ARTKAIROSEDICOLA Daniele Raff aelaCART’EDICOLAEDICOLA D’andria GiuseppeEDICOLA Zambrano ValentinoTUTTO srl di Bello M.RosariaMIR MIR MIRCARTOLIBRERIA Archimede

INDIRIZZO

Via dei Goti, 11Via dei GotiPiazza DoriaVia Petrosini, 17Via M. Nonio BalboVia Roma, 79Via Loria, 31Via RussoVia Pecorari, 125Piazza ZanardelliVia CesaranoVia Caduti di Superga, 5Via G. MarconiVia Ugo Foscolo, 34Via GramsciC.so Umberto I, 11Via Roma, 50Via Roma, 85-87Via Dante Alighieri

CITTÀ

ANGRIANGRIANGRINOCERA INFERIORENOCERA INFERIORENOCERA INFERIORENOCERA INFERIORENOCERA SUPERIORENOCERA SUPERIOREROCCAPIEMONTEPAGANIPAGANIPAGANIS. EGIDIO DEL M. ALBINOSAN MARZANO/SARNOSAN VALENTINO TORIOSARNOSARNOPOGGIOMARINO

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Ecco le edicole dove puoi trovare Insieme!

Come comportarsi quando i propri figli non vogliono andare a Messa la domenica?

Arrivederci a settembreLa redazione di Insieme augura a tutti i lettori e agli abbonati una speciale sosta estiva, per ritemprare il corpo e lo spirito. Ci rivediamo la terza domenica di settembre (16 settembre). Nel periodo estivo la redazione si trasferirà a Nocera, presso il palazzo vescovile.Per conoscere la nuova utenza telefonica, basta chiamare allo 081 513 45 04, una segreteria telefonica vi comunicherà il nostro nuovo numero.Buone vacanze!

LA REDAZIONE CAMBIA SEDE

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IN PRIMO PIANOa cura della redazione

TANTE STORIE, UNA SOLA FEDE

In mezzo ad una folla multicolore, così in piazza san Pietro nei giorni in cui il Papa accoglie i pellegrini. Così noi, dio-cesi di Nocera Inferiore – Sarno, insieme al vescovo Giu-seppe, ci siamo ritrovati mercoledì 6 giugno. Fu Paolo VI ad istituire questo appuntamento che permette al Papa di

incontrare ogni settimana fedeli provenienti da tutte le parti del mondo. La struttura della piazza fa pensare ad un abbrac-cio. Ci stringiamo attorno al Vicario di Cristo, gli facciamo sen-tire la nostra affettuosa presenza. E lui allarga le braccia come segno che accoglie tutti.

In questo tipo di eventi i gesti sono più importanti delle paro-le. La fatica di alzarsi nella notte, ad esempio. La lunga attesa sotto un sole che già annuncia l’estate. Il pranzo consumato all’aperto. La Messa nella grande chiesa del Divino Amore, ac-cogliente e calda. Ed infine il viaggio di ritorno che la stan-chezza ci fa apparire più lungo. Piccole cose, dirà qualcuno. È vero, ma proprio questi gesti rivelano ed arricchiscono la fede.

In piazza san Pietro abbiamo respirato la cattolicità della fede,

ci siamo trovati accanto a cristiani del Vecchio continente (provenienti da Francia, Inghilterra, Germania, Irlanda, Svezia, Spagna, Portogallo, Polonia, Repubblica Ceca) e a quelli che hanno fatto un viaggio assai più lungo: dall’estremo Oriente (Australia, Giappone, Malesia, Sri Lanka, Vietnam), dalle Ame-riche (Usa, Messico, Costa Rica, Venezuela, Perù, Colombia) e dall’Africa. Tante persone, tante storie, una sola fede.

Nel pomeriggio, invece, ci siamo riuniti come Chiesa locale attorno al Vescovo nel santuario della Vergine Maria più caro ai romani, quello del Divino Amore. La grande e nuova chie-sa conteneva a fatica la folla numerosa, duemila persone che rappresentavano tutti i luoghi geografici della diocesi. “Chiesa pellegrina in Nocera Inferiore - Sarno, non ti scoraggiare, ri-prendi il cammino”, con queste parole il vescovo ha concluso la sua omelia. Di nuovo in cammino, portando però nel cuore la gioia di sentirsi parte di una Chiesa che abbraccia tutti i confini della terra. Un’unica Chiesa ma colorata da vocazioni e carismi diversi.

Silvio Longobardi

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La gioia dell’incontro si è manifestata durante i saluti, quando il Papa ha detto: «Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua ita-liana, in particolare a quelli della diocesi di

Nocera Inferiore-Sarno con il vescovo monsignor Giu-seppe Giudice». È stata l’apoteosi per i duemila pelle-grini giunti in piazza per «vedere ed ascoltare Pietro».L’incontro con Benedetto XVI era stato preparato da mesi e in quell’urlo di gioia, nello sventolio di cappel-lini bianchi e striscioni si manifestava l’amore per il vicario di Cristo. Un abbraccio a distanza, ma since-ro, leale e spontaneo, perché l’affetto verso la fi gura del Santo Padre è incondizionato.

Il saluto del Pontefi ce ha sciolto il fermento che ca-ratterizzava i pellegrini arrivati in Vaticano, partiti con 40 pullman alle prime luci dell’alba del 6 giugno, con il forte desiderio di vivere l’incontro “all’ombra di Pietro” con il vescovo diocesano, monsignor Giuseppe Giudice. Attese non deluse.I duemila giunti dalla Valle del Sarno hanno preso posizione nei quadrati più vicini al sagrato, men-tre gli ammalati in carrozzina dell’UNITALSI e della PUACS hanno potuto quasi stringere la mano di Papa Benedetto, posizionati in prima fi la. Per tutti è stata una grande emozione. Incrociare lo sguardo del Pontefi ce è valsa la fatica

L’abbraccio con il Papa

Partiti all’alba del 6 giugno i duemila pellegrini dell’Agro hanno ascoltato e visto il successore di Pietro che ha parlato di famiglia e alle comunità ecclesiali ha detto: «Evangelizzate con la forza dell’amore vissuto»

PIAZZA SAN PIETRO

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Domenica sinonimo di libertà

La domenica è il giorno del Signore e dell’uo-mo, un giorno in cui tutti devono poter esse-re liberi, liberi per la famiglia e liberi per Dio. Difendendo la domenica, difendiamo la libertà dell’uomo!

Papa Benedetto XVIDalla catechesi dell’Udienza generale del 6 giugno

dovuta alla levataccia e al viaggio in autobus.

La riflessione del Vescovo di Roma è stata una spinta in più a vivere la sinodalità, a sperimentare insieme la comunione ecclesiale. Il Papa ha parlato, infatti, di famiglia e quale migliore esempio di famiglia allargata c’è, se non proprio la parrocchia o la diocesi?Così, richiamando l’Incontro Mondiale delle Famiglie tenutosi a Milano il fine settimana precedente l’u-dienza, Benedetto XVI ha detto: «L’Incontro mondiale è risultato un’eloquente epifania della famiglia, che si è mostrata nella varietà delle sue espressioni, ma an-che nell’unicità della sua identità sostanziale: quella

di una comunione d’amore, fondata sul matrimonio e chiamata ad essere santuario della vita, piccola Chie-sa, cellula della società».Il Santo Padre ha ribadito che «da Milano è stato lan-ciato a tutto il mondo un messaggio di speranza, so-stanziato di esperienze vissute: è possibile e gioioso, anche se impegnativo, vivere l’amore fedele, per sem-pre, aperto alla vita; è possibile partecipare come fa-miglie alla missione della Chiesa ed alla costruzione della società».Rivolgendosi alle comunità ecclesiali, Benedetto XVI ha detto: «Siano sempre più famiglia, capaci di riflet-tere la bellezza della Santissima Trinità e di evange-lizzare non solo con la parola, ma per irradiazione, con la forza dell’amore vissuto, perché l’amore è l’u-nica forza che può trasformare il mondo».Un compito importante recepito anche dai fedeli della Chiesa dell’Agro in pellegrinaggio a Roma e l’abbrac-cio festoso al termine dell’udienza è stato il sì all’in-vito del Pontefice.

Salvatore D’Angelo

A destra, i duemila pellegrini della Diocesi Nocera-Sarno, con i loro cappellini bianchi, procedono verso piazza San Pietro per incontrare il Papa

In basso, l’abbraccio tra Papa Benedetto e il vescovo Giuseppe

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Il Santuario del Divino Amore è gre-mito fino all’inverosimile, tanti giova-ni siedono a terra. Il caldo, unito alla stanchezza per una giornata iniziata

prima dell’alba, contribuisce ad acuire la spossatezza. Eppure, il silenzio regna sovrano. I duemila pellegrini, dopo aver consumato un pasto frugale in allegria e condivisione, si preparano a partecipare all’Eucaristia, celebrata dal Vescovo in-sieme a 40 sacerdoti diocesani e ai dia-coni presenti. Dopo la mattinata trascorsa in piaz-za San Pietro con Papa Benedetto XVI, è grande l’attesa per le parole che il vescovo Giuseppe pronuncerà durante la celebrazione. C’è chi si prepara soffermandosi in adorazione dinanzi al Santissimo Sacramento. L’omelia è breve, Mons. Giudice conosce la fatica della giornata, ma arriva imme-diatamente al cuore. Il primo pensiero è per coloro che non hanno potuto pren-

dere parte a questo straordinario even-to. «In questo pomeriggio la Chiesa dio-cesana celebra l’Eucaristia in comunione con coloro che attraverso diversi mezzi di comunicazione stanno partecipando a questo pellegrinaggio». La celebrazio-ne, infatti, è stata trasmessa in diretta su Tele Pace, su Telenuova, Telenuova 2 e sul sito diocesano, con il commento liturgico di don Carmine Cialdini, che è stato ordinato sacerdote lo scorso 21 giugno. «In modo particolare - ha con-tinuato il vescovo - penso ai sofferenti, agli allettati, ai piccoli, ai bambini, a co-loro che per tanti motivi sono rimasti a casa. Il mistero della Chiesa universale e quello della Chiesa particolare, in que-sto Santuario del Divino Amore, ci ricor-da che lo Spirito Santo è l’artefice della comunione e noi ci affidiamo a lui men-tre vogliamo nuovamente riprendere il cammino».Il suo sguardo si sofferma sulla numero-

sa assemblea, attenta e silenziosa. Con-tinua: «Oggi siamo stati confermati nella fede e abbiamo sperimentato la novità della Pentecoste: è la fede che ci abilita al dialogo con gli altri e ci inserisce, con un linguaggio nuovo, in questo grande popolo di Dio, dove ognuno continua a parlare la propria lingua, ma tutti ci com-prendiamo perché unica è la fede, unica la speranza, unica la carità». Segue poi un passaggio sul Vangelo di Matteo appena proclamato (cfr Mt 16, 13 - 19) e sulla domanda che Gesù pone ai discepoli: “Ma voi, chi dite che io sia?”. «Quella domanda - sottolinea il Vescovo - risuona ancora oggi per ciascuno di noi e Pietro continua a rispondere per tutti: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio viven-te». Mons. Giudice richiama un altro episo-dio del Vangelo. Lo scenario è quello del tradimento di Pietro che precede la crocifissione di Cristo. Sottolinea il pre-

DIVINO AMORE

Coraggio, riprendi il cammino

La seconda tappa del pellegrinaggio si è svolta nella splendida cornice del Santuario del Divino Amore che ha accolto, dopo l’incontro con Papa Benedetto, la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Giuseppe

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«Siamo venuti come pellegrini, accettando la sfida di qualche disagio, ma in questo cammino insieme ci accorgiamo della bellezza della fede, ci accorgia-mo che la Chiesa non è quella di cui parlano i giornali, la Chiesa è un mistero d’amore. Perché Cristo, per questa Chiesa, ha dato la vita. E Pietro ha il compito di confermarci in questa fede».

Dall’omelia di Mons. Giuseppe Giudice

La Chiesa, mistero d’amore

sule: «Pietro ha appena tradito Gesù affermando: “non conosco quell’uomo”. Accade spesso anche a noi: in contesti diversi, con atteggiamenti e modalità differenti, rinneghiamo Gesù, dichia-riamo di non conoscerlo». Poi offre una lettura del brano che come un unguento profumato allevia le ferite di ciascuno: «E Lui, deluso, guardò Pietro. Forse è una delle pagine più belle che troviamo nel Vangelo. Pietro lo ha appena tradito, per paura, forse per insicurezza, ma Gesù lo guarda. Dopo ogni tradimento, dopo ogni delusione, dopo ogni stanchezza c’è lo sguardo di Gesù. Anche adesso Gesù ci sta guardando, come guardò Pietro e ci conferma nella fede. Dice a ciascuno: co-

raggio, riprendi il cammino! Lo Spirito Santo può operare in te tutto ciò che ha operato in Maria e nei santi. Ecco, Chie-sa pellegrina in Nocera Inferiore - Sarno, non ti scoraggiare, riprendi il cammino, insieme ai sacerdoti, che ringrazio per il lavoro pastorale di ogni giorno, insieme ai diaconi, alle religiose, ai religiosi, ai se-minaristi, ai diaconi transeunti, insieme ad ogni fedele che vive il Vangelo!».I giovani seduti a terra sussurrano d’i-stinto: «Grazie!». Quella parola non arri-va all’orecchio del Vescovo, ma scaval-ca certamente i confini del Santuario e giunge al cuore di Dio. Salvatore, di San Marzano sul Sarno, sul-la sedia a rotelle si fa spazio tra la gente

e procede impaziente verso l’altare spin-gendo con le mani la carrozzina. Sul viso un misto di agitazione e trepidazione. Una signora si avvicina e gli chiede se ha bisogno di aiuto. Risponde deciso: «Devo fare la comunione!». Come se fos-se questione di vita o di morte, come un codice rosso al pronto soccorso che non può aspettare. Quest’immagine mi sem-bra la sintesi ideale del pellegrinaggio che la nostra Chiesa diocesana ha vissu-to lo scorso 6 giugno: confermati nella fede, riconosciamo la centralità di Cristo e insieme a Lui riprendiamo il cammino. Prima della benedizione finale, una con-fidenza del Vescovo commuove l’intera assemblea: «Nel corso di questa celebra-zione ho avuto un’intuizione, una per-cezione che desidero comunicare con semplicità a voi tutti. Ho sentito che al-cuni giovani, qui presenti o che ci seguo-no da casa, stanno pensando di offrire la loro vita a Gesù. Fatevi avanti, parlate-ne con il Vescovo! La Chiesa diocesana è pronta ad accogliervi». Ecco, adesso siamo davvero pronti a ritornare a casa, con il cuore colmo di gioia.

Antonietta Abete

La celebrazione eucaristica al Santuario del Divino Amore

In basso il Vescovo Giuseppe, con don Piercatello Liccardo. Alle spalle, don Gaetano Ferraioli

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I PELLEGRINI

Un abito non può essere speciale se la sua stoffa non è preziosa. Una stoffa, però, arriva sempre da molto lontano. Bisogna mettere insieme tanti fili, assicurarsi che questi si uniscano così profonda-

mente l’uno con l’altro da non riuscire più a distinguerli. È necessario che ognuno di loro sia disposto a barattare la sua identità per abbracciare un progetto più grande: diventare un solo corpo in un singolo filato.

Una Diocesi in pellegrinaggio con il suo Pastore richiama

La parola ai pellegrini

Le emozioni e i commenti di alcuni pellegrini che hanno sperimentato l’emozione di

sentirsi parte della Chiesa universale, come i molteplici fili che compongono un’unica stoffa

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l’immagine di una stoffa antica composta da fili pregiati. Pro-viamo a raccontare le attese e le emozioni della giornata di Roma attraverso le voci di alcuni di questi fili.

«A Roma non c’era solo la nostra Diocesi, ma tutto il mon-do riunito» racconta Giovanna (Gesù Risorto in Pagani) e, in sintonia, prosegue Maria Carmela (Santi Simone e Giuda in Nocera Inferiore): «È stata un’esperienza forte e allo stesso tempo un mistero. Ritrovarsi all’ombra di Pietro, guidati dal vescovo Giuseppe, in una piazza così grande in tantissimi,

con paesi, lingue, colori, musicalità tutte diverse, dove era possibile comprendersi, commuoversi, gioire insieme, sen-tirsi “familiari” di Dio». Parole che testimoniano lo stupore di chi assapora il gusto di essere Chiesa universale. Il cammino dei pellegrini adulti ha incrociato la freschezza del passo dei più giovani. Anna Laura (San Giovanni Batti-sta in Nocera Inferiore), con l’entusiasmo dei suoi 18 anni, dichiara: «È stato emozionante vedere con i miei occhi Be-nedetto XVI».

La folla dei pellegrini durante l’udienza dello scorso 6 giugno riempie piazza San Pietro

Il Vescovo sorridente si alza dal sagrato per salutare i pellegrini della nostra diocesi

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Mensile di attualità e cultura dell’AgroEspressione della comunità ecclesiale nocerino-sarnese

Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006. Iscritto al R.O.C. n. 14248 dal 28/07/06.

Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

EditoreAssociazione Editrice InsiemeLuciano Vastola (presidente)

Direttore ResponsabileAndrea Annunziata

Direttore EditorialeSilvio Longobardi

RedazioneSalvatore D’Angelo, Mariangela Giudice Mariarosaria Petti

CoordinatriceAntonietta Abete

Segreteria di redazioneMaria Luisa Franco

MarketingSofi a Russo

Amministrazionedon Gaetano Ferraioli

Hanno collaboratoMons. Giuseppe Giudice, Carolina Rossi, Sofia Russo, Peppe Iannicelli, Equipe Msac, Maria Ermelinda Di Lie-to, Giovanna Abbagnara, Mariangela Giudice, Loren-zo Ruggiero, Equipe diocesana A.C, Franco Silvestri, padre Pietro Lombardi, Lorenzo Ruggiero, Carmine

D’Antuono, Maria Bonfiglio, Nunzia Pirro, Flora Gai-to, Raimondo Russo, don Gaetano Ferraioli, Marina Longobardi, Mariano Rotondo, Carmine Giordano, Anna Chiara Desiderio, Barbara Antignano, Giovanni Nacchia

AmministrazioneVia Adriana, 18 - 84012 Angri (SA)Tel/Fax 081 5134504 [email protected]

Fotografi aLe foto, salvo diversa indicazione, sono dell’Archivio Insieme

Progetto grafi co e impaginazioneSalvatore Alfano

StampaGrafi ca Metelliana s.p.a. - Cava de’ Tirreni (SA)

Abbonamenti€ 15,00 ordinario con ritiro in parrocchia€ 18,00 ordinario con ritito in edicola

€ 20,00 ordinario con ritiro postale€ 25,00 sostenitore€ 50,00 benefattore

MODALITÀ DI PAGAMENTOc.c.p. 77164507 intestato ad Editrice Insieme, via Adriana 18, 84012 Angri (SA)

Questo numero è stato chiuso in redazione lunedì 25 giugno 2012

“Questo periodico è aperto a quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: “Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diff usione”. La pubblicazione degli scritti è subordinata al l’in sin da cabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di col la borazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito. Notizie, articoli, fotografi e, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti”.

insieme

«Al santuario del Divino Amore mi sono guardata intorno e, oltre i legami e le appartenenze parrocchiali, mi sono sentita davvero figlia di un’unica grande Chiesa diocesana, che con il suo Pastore canta e cammina!» – ha così continuato Maria Carmela, descrivendo il passaggio dalla grandezza di piazza San Pietro al raccoglimento per la celebrazione della Santa Messa. I pellegrini si sono raccolti intorno al vescovo Giu-seppe per rendere grazie del suo primo anno di episcopato. «È stato un anno ricco di eventi, un anno denso per il vigo-re del vescovo, che sa essere presente prima di tutto come padre: un anno di ministero instancabile» ha riferito padre Massimo (Santa Maria Maddalena in Armillis in Sant’Egidio del Monte Albino). Ha proseguito padre Giuseppe (San Gio-vanni Battista e Santa Maria del Ponte in Roccapiemonte): «Il Vescovo ama molto donare parole di speranza ed è stato commovente vederlo gioire per il fervore con cui i pellegrini hanno risposto al saluto del Santo Padre».

Nel cuore dei pellegrini che tornano a casa la bellezza dell’a-ver camminato all’ombra di Pietro e la fecondità di ciò che è rimasto loro impresso, affinché possa diventare seme buono da coltivare.

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La condivisione del pranzo nel verde del Santuario del Divino Amore

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Tra storia e comunicazione

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a cura di Sofia Russo

SPAZIO SCUOLA

Abbiamo accompagnato la classe elementare vincitrice del concorso “Comunicare la Tradizione” in una visita guidata

Era l’aria di un giorno di festa. Non semplicemente per-ché si era saltata la scuola. Si leggeva chiaro sul volto dei bambini l’entusiasmo per la scoperta.Lo scorso 29 maggio la redazione di Insieme ha accom-

pagnato la classe IV E della Scuola elementare “Beato Alfon-so Maria Fusco” di Angri, vincitrice del concorso indetto dalla nostra rivista per le scuole dell’Agro, in una visita guidata per approfondire i temi trattati per la competizione: la tradizione e la comunicazione.Non è servito allontanarsi troppo, con un territorio ricco di storia e cultura come quello dell’Agro. La destinazione, infatti, era il Convento di Sant’Antonio, a Nocera Inferiore, che ospita il Museo Archeologico Provinciale dell’Agro e la sede di Radio Kolbe, la radio dei frati conventuali.I ragazzi hanno dapprima visitato il museo, alla riscoperta del-

la proprie radici storiche e culturali, sotto la guida dell’esperto professore Antonio Pecoraro, che ha spiegato ed illustrato la millenaria storia dell’Agro, mostrando reperti archeologici ri-salenti al IV sec. a.C.Dopo una breve sosta sulla scala monumentale di Sant’Anto-nio, per consumare la merenda, la visita è proseguita nei locali che ospitano Radio Kolbe, adiacenti al chiostro del convento, dove il direttore tecnico dell’emittente, Raffaele Alfano, ha mostrato ai ragazzi come funziona oggi uno strumento di co-municazione capillare come la radio. Gli alunni accompagnati dai genitori hanno anche avuto la possibilità di salutare in di-retta gli ascoltatori di Radio Kolbe.Una mattinata di festa, senza allontanarsi troppo, riscoprendo la storia e la cultura del nostro territorio.

Sofia Russo

I ragazzi fotografano un sarcofago romano

del III secolo, riutilizzato durante

il Medioevo come abbeveratoio

Con il professore Pecoraro, vicino ad un cippo miliario di epoca romana ritrovato sulla strada dove ora ha sede la scuola degli alunni

Gli alunni ai microfoni di Radio Kolbe

I ragazzi alla conclusione della visita guidata, con le mamme e le maestre

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A scuola di EuropaCiao a tutti! Eccoci arrivati all’incontro che chiude l’anno del Movimento Studenti Azione Cattolica: l’European Day! Alla giornata, che si è svolta a Nola lo scorso 20 maggio, hanno partecipato le diocesi di Nocera-Sarno, Nola, Avellino, Cerreto, Aversa e Sa-lerno. “Conosco un posto che mi piace si chiama Europa” è sta-to il tema dell’incontro, per introdurre l’obbiettivo proposto dall’U.E. per valorizza il concetto d’Europa.Abbiamo bisogno di “più Europa” e di riscoprire il nostro esse-re cittadini europei. Per sviluppare questo concetto abbiamo attraversato un percorso guidato da due tematiche principali: conoscere le istituzioni europee e riscoprire la cultura europea. Attraverso questionari e varie attività, abbiamo capito aspetti della vita sia economica che sociale e politica dell’Europa, che

purtroppo non tutti conoscono. Per concludere, ci siamo ci-mentati in un mega-gioco di ruolo, durante il quale dovevamo far fruttare ciò che abbiamo imparato, conclusosi con un lungo ed interessante dibattito. In questa giornata, però, non è mancato il momento di riflessione e silenzio, per ricordare la catastrofe in Emilia Romagna e la tragedia nella scuola di Mesagne che ha visto la morte di Melissa Bassi, evento che ci ha colpito molto essendo la vittima una studentessa come noi. L’European Day è stato occasione per tutti noi, partecipanti ed organizzatori, per acquisire un valore in più, quello di una co-noscenza maggiore del nostro continente per avere una visio-ne completa di ciò che realmente è l’Europa e sentirci davvero al cento per cento parte di essa!

L’equipe Msac

I ragazzi MSAC alla riscoperta della cultura europea

La locandina dell’iniziativaAlcuni ragazzi della nostra diocesi che hanno partecipato all’European Day

LA SCUOLA DI SAN MARZANO TRA PACE E MULTICULTURALITÀ

Multiculturalità è convivenza pacifica ed armonio-sa, crescita condivisa, esperienza comune: ecco lo straordinario messaggio lanciato a tutta la co-

munità di San Marzano sul Sarno dagli alunni della Scuola primaria e dell’infanzia “S.S. Giovanni Paolo II”, in occasione delle manifestazioni di chiusura anno scolastico. Suggestive coreografie, poesie, canti armoniosi, e performance recitati-ve hanno caratterizzato l’intera giornata di giovedì 7 giugno 2012, radunando presso il palco allestito a piazza Amendola il pubblico delle grandi occasioni che, nonostante il caldo, ha atteso ed accolto con festosi applausi le esibizioni dei bambini.L’appuntamento mattutino è stato aperto dai saluti della Di-rigente scolastica, la prof.ssa Emma Tortora, dal vice-sindaco

ed assessore alla pubblica istruzione, prof. Pasquale Miran-da, che ha posto l’accento sull’importanza di una concreta sinergia tra l’istituzione scolastica, l’amministrazione comu-nale ed i genitori. Intenso e toccante il messaggio del parro-co, don Giovanni Iaquinandi, che, intervenendo alla manife-stazione pomeridiana, ha narrato un aneddoto su un litigio tra bambini degenerato in una violenta rissa tra i genitori, i quali, intenti nello scontrarsi, non si accorgono che i loro figli, nel frattempo, hanno già ripreso a giocare insieme: un esempio pregnante della capacità dei più piccoli di convive-re in pace e di superare le fratture.Sono stati, inoltre, allestiti stand espositivi con i prodotti ar-tigianali fabbricati dagli alunni e dalle loro docenti, nel qua-dro del laboratorio creativo-multiculturale.

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Via le pareti grigie, benvenuti i colori. Metamorfosi per la “Dante Alighieri” di Roccapiemonte. Spinti dall’entusiasmo della professoressa Vincenza Pagano, gli alunni hanno ridipinto l’istituto

La scuola cambia volto

Imbianchini per un giorno, anzi, per un anno. È la singolare e formativa esperienza fatta dagli alunni dell’Isti-tuto comprensivo “Dante Alighieri” di

Roccapiemonte. Dove non è arrivata la passata amministrazione comunale, sono arrivati i ragazzi. Tutto è cominciato per caso, grazie alla tenacia e alla caparbietà della prof.ssa Vincenza Pagano. Una don-na dalle mille risorse, che voleva fare qual-cosa per la sua città. Torinese di nascita e formazione, la docente pensava di fare ciò fin da piccola, quando all’ombra della Mole frequentava le scuole elementari. Diceva alle maestre: «Voglio diventare sin-daco di Salerno e fare qualcosa per il Sud». Primo cittadino non è diventata, ma sicu-ramente ha contribuito con il suo esempio a fare qualcosa per la scuola che ama. In

principio bisognava ridipingere l’aula di musica, troppo grigia per ospitare gli stru-menti musicali. La colorò glicine, insieme ad una sua collega. Un colpo d’occhio ed una ventata di freschezza. L’entusiasmo fu tanto che la spinse a continuare l’opera vo-lontaria. Sotto lo sguardo del suo alunno diversamente abile, che ha tratto grande giovamento dall’attività, ridipinse da sola l’aula video e quella della “conversazione”, i bagni, le porte ed un primo corridoio. La “Dante Alighieri” cambiò volto. Un’infu-sione di buon umore per i ragazzi che la mattina non si ritrovavano classi buie, ma piene di colore. La dirigente scolastica An-gela Nappi ha creduto nell’operato della prof.ssa Pagano e l’ha aiutata a realizzare il suo sogno di bambina: fare qualcosa per la sua città.

Spinta dal motto La scuola che verrà par-te da qui, la professoressa Pagano per un anno, a turno, ha coinvolto i 300 alunni della scuola media. Un progetto senza finanziamenti, dove chi ha lavorato ci ha anche rimesso, «ma vedere la scuola così ripaga di tutto» ha detto la Pagano. Se l’in-terno è migliorato, l’esterno ha bisogno di attenzioni, ma dovrà essere l’amministra-zione comunale ad adoperarsi. Per anni tutto è stato lasciato all’incuria, Andrea Pascarelli, il nuovo sindaco di Rocca, dovrà operare in controtendenza. È necessario tagliare l’erba, ridipingere la recinzione ar-rugginita e, perché no, dare un po’ di colo-re alle facciate esterne che somigliano più ad una fabbrica, che ad un istituto dove si impara e si cresce.

Salvatore D’Angelo

La manifestazione, inquadrata nel progetto interculturale affrontato dai bambini nei mesi precedenti, testimonia che la multiculturalità appartiene alla loro esperienza scolastica quotidiana e ne rappresenta il punto di forza per accettare le culture diverse, condividerle e gettare le basi per un avve-nire più luminoso e pacifico.

Lorenzo Ruggiero

I ragazzi in un momento

dello spettacolo

Anche la professoressa all’opera

I ragazzi al lavoro mentre ridipingono le pareti

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VITA NELL’AGROa cura di Salvatore D’Angelo

E… state insieme

Sorelle e Fratelli, oggi 21 giugno, solstizio d’estate, inizia la stagione estiva e tutti pensano ad un attimo di riposo e refrigerio, cioè a un momento diverso rispetto all’abitudine dei giorni.Come Vescovo, voglio indirizzare un breve biglietto a tutti: a chi va in vacanza e a chi non ci va; a chi ha fatto della va-canza un idolo; a chi non ha fatto mai vacanza e ai tanti che non si accorgono, se non per il caldo, che il tempo è diverso.Spero che per nessuno l‘estate sia un tempo “vacuo”, cioè va-cante, di noia, di niente o impegnato solo a perdere tempo.Vorrei semplicemente suggerire una prospettiva per vivere questo tempo, anche nella crisi e con meno possibilità eco-nomiche, come opportunità di crescita e recupero di nuove relazioni.

Sostare nel giardinoVi indico un luogo biblico e vi invito a scendere nel giardino di cui ci parla le Genesi, che è il primo libro della Bibbia.Sulla soglia del Libro di Dio è scritto: “Poi udirono il rumore dei passi del Signore che passeggiava nel giardino alla brez-za del giorno” (Cfr Gn 3,8). Nel giardino, che può essere un luogo fisico o un luogo che ricreiamo con la nostra fantasia, possiamo percepire i passi del Signore, fare un po’ di silenzio e, soli con Lui, riposarsi per un attimo per dare nuovo slancio e nuovo smalto alla nostra vita.Nel giardino, con un libro o altri strumenti, possiamo fare un bel viaggio, una bella vacanza dove impariamo nuovamente

a stare con noi stessi per poter poi stare con gli altri.Dal giardino di Dio, dove abbiamo ricostruito la relazione con Lui, possiamo poi spostarci verso i luoghi delle nostre vere vacanze – un viaggio, una visita, un campo scuola - e recuperare quelle che oggi vengono chiamate “vacanze al-

ternative”: luoghi e persone, anche intorno a noi, che aspet-tano una ventata di novità; “luoghi spirituali”, eremi, conven-ti, monasteri, bellezze naturali e artistiche che tante volte non riusciamo ad apprezzare perché impegnati in altre cose.Un luogo primario per le vacanze dove chiedere se c’è biso-gno di una nostra mano può essere la Parrocchia, casa tra le case, pronta sempre ad accoglierci per poter crescere uma-namente e spiritualmente.Buona estate, quindi, e… state insieme, con la benedizione del Vescovo!

+ Giuseppe VescovoNocera Inferiore 21 giugno 2012

Primo giorno d’estate

Anche quest’anno il vescovo Giudice ha scritto un messaggio per l’estate. Preziosi suggerimenti per vivere questo tempo come un’opportunità di crescita e recupero di nuove relazioni

“Poi udirono il rumore dei passi del Signore che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno”

(Cfr Gn 3,8)

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Ritorna il vademecum per vivere al meglio la bella stagione. Tante proposte: sagre, concerti, ma anche occasioni per nutrire e ritemprare lo spirito.

Una mini guida che certamente non soddisfa il grande ventaglio di proposte che si affollano nelle città, ma che almeno fornisce le indicazioni essenziali.Per chi resta, e quest’anno secondo le stime gli italiani

costretti a farlo a causa della crisi saranno di più, c’è l’indicazione per fare qualcosa. Dalle sagre più accessibili e popolari, ai concerti più raffinati e, probabilmente costosi, che animeranno le piazze campane ed i belvedere costieri.Spazio, inoltre, allo spirito. Perché l’estate non sia solo abbronzatura e divertimento, ma anche l’occasione per ritrovare se stessi.

Un’estate da vivere

SagreLuglio dal 12 al 15 a Bracigliano (SA) Sagra del Mallone

dal 13 al 15 a Faicchio (BN) Festa del Grano

dal 13 al 15 a Torre le Nocelle (AV) La notte dei sapori

dal 14 al 15 a Crispano (NA) Sagra del Buon Gustaio

dal 20 al 22 a San Michele di Serino (AV) Sapere e Sapori

dal 20 al 22 a Sant’Agata de’ Goti (BN) Sagra della brace... e non solo carne

dal 27 al 31 a Bracigliano (SA)Sagra Mascuotto

dal 27 al 29 presso lo Stadio comunale di Battipaglia (SA)Festival della Zizzona

Agostodal 2 al 5 a Monte di ProcidaSagra del Mare flegrea

dal 3 al 5 a Lapio (AV) Alla Corte dei Filangieri III ed.

dal 3 al 5a Sant’Agata de’ Goti (BN) XVII Sagra Sansilvestrese cucina e cultura contadina

dal 19 al 26 a Lauro (AV) Lumina in Castro: Alla Corte degli Orsini

dal 24 al 26 a Baiano (AV) Vesuni in Festa

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L’estate non deve solo servire a divertirsi, ma innanzitut-to a ritemprarsi. Bene abbronzatura, sport e svago, ma altrettanto consigliato è riscoprire e nutrire l’anima, lo spirito. Un percorso di montagna sui passi di un santo

o ritrovarsi in luoghi di fede, soprattutto quelli mariani, non è “roba per vecchi”, è un’occasione per tutti.Giovani e meno giovani in questo periodo di ferie, sicuramente ridotto a causa della crisi, possono ricrearsi una pausa per de-dicarsi alla contemplazione ed evitare di ritornare a casa, presi dalla frenesia delle vacanze, ancora più confusi della partenza.Ci sono dei percorsi organizzati dalle parrocchie e dalle associa-zioni, come i campi scuola. Iniziative aperte a tutti: bambini, gio-vani, adulti, famiglie e anziani.Dunque, dove andare? Lourdes e Fatima sono le mete evergre-en, a cui si è aggiunta Czestochowa e da qualche anno Medju-gorje. Chi ha un passaporto in corso di validità e qualche spiccio-lo da parte può regalarsi la straordinaria opportunità di visitare la Terra Santa.C’è poi Santiago de Compostela, una meta rilanciata anche per il connubio con il turismo on the road alla scoperta della Gali-zia fino a Finisterre, da dove si gode di uno splendido panorama sull’Atlantico. In Italia ci sono le mete tradizionali umbre: Assisi e San Francesco, Norcia e San Benedetto. Per gli amanti della spiritualità ci sono le proposte del Monastero di Bose (www.monasterodibose.it). Ma ogni regione offre la pos-sibilità di ricavarsi uno spazio per la meditazione. In Campania c’è il santuario di san Gerardo Maiella, sempre in Irpinia il Goleto ed i francescani di Montella. Per ammirare un panorama mozza-fiato e godersi il silenzio ci sono le benedettine del monastero di San Paolo a Sant’Agata sui due Golfi.Tante, inoltre, le proposte di momenti di riflessione e meditazio-ne che arrivano dai movimenti e dalle associazioni diocesane.

Tempo per lo spiritoCampi scuola, pellegrinaggi, pause per riflettere sulla propria vita e, perché no, confrontarla con quella di un santo. La bella stagione, un’occasione per riscoprirsi alla luce dello spirito

Aria e acqua: un unico spettacolo

Dal 28 luglio al 26 agosto il lago di San Pietro si trasforma in arena degli eventi

Non solo uno spettacolo, ma l’occasione per riflettere attraverso l’arte. È questo il senso dell’iniziativa promossa a Monteverde, lungo

le rive del lago di San Pietro, in provincia di Avellino. Sul confine tra Puglia, Basilicata e Campania, le tre regioni che hanno visto protagonista San Gerardo Maiella, si ripete da anni l’appuntamento con la magia dell’acqua ed il fascino e la libertà dell’aria. Una messa in scena imponente, a partire dall’alle-stimento della scenografia costruita interamente sull’acqua, alla magia delle luci e della musica, allo straordinario testo dedicato a Gerardo Maiella il Santo del popolo e dei poveri.I visitatori, inoltre, nel pomeriggio potranno assistere allo spettacolo dell’aria: decine di rapaci che daranno vita ad una straordinaria esibizione falconiera.

Per informazioni www.grandespettacolo.it

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Loppioanolab: per confrontarsi sul sociale e l’economica

Rilanciare l’Europa, mettendo insieme forze, eccellenze, idee, progetti ed esperienze già in atto ed intrecciare un dialogo a tutto campo che sostenga la rinascita del

Paese, grazie alla sinergia fra lavoro, formazione e cultura. È questo il tema alla base della terza edizione di LoppianoLab, in programma dal 20 al 23 settembre prossimi a Incisa Valdar-no (Fi), nel centro economico e nella cittadella dei Focolari. L’idea, spiegano gli organizzatori, è quella di un uni-co cantiere civile e culturale fatto da cittadini, lavorato-ri, studenti, professionisti, comunicatori, imprenditori che raccolgono con coraggio le sfide del Paese: dalla ricostru-zione economica e materiale, a quella culturale e formativa. Quest’anno la scommessa punterà specialmente su giovani, lavoro, innovazione.

Per info: www.loppianolab.it

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Estate è anche tempo di ap-profondimento e studio. L’accademia di Santa Cecilia

promuove corsi per corali e diret-tori di coro. Da segnalare quello che si terrà presso il Seminario Vescovile di Fiesole da mercole-dì sera 18 luglio fino al pranzo di domenica 22 luglio. Si tratta del seminario per Direttori di Coro - Cantori. Sono previste lezioni di Musicologia Liturgica, Canto Gregoriano, Tecnica della Direzione, Emissione vocale tecnica e pratica, Can-to individuale, Concertazione e Direzione con coro laboratorio.

Per informazioni, iscrizioni e prenotazione alloggio consultare il sito www. aiscroma.it.

Esercizi spirituali vocazionali Ritrovarsi ad Assisi: non c’è luogo migliore per una forte esperienza di discernimento. L’appuntamento con gli esercizi spirituali è dal 30 luglio al 4 agosto. A tenerli saranno i frati minori che custodiscono da 800 anni la Basilica.

17 luglioNegrita Napoli, Arena Flegrea

20 luglioLigabue Napoli, piazza del Plebiscito

23 luglioFranco Battiato Napoli, Arena Flegrea

24 luglioLaura Pausini Napoli, piazza del Plebiscito

3 agostoLudovico Einaudi e Paolo Fresu Ravello, belvedere di Villa Rufolo

11 agosto Concerto all’Alba Ravello, belvedere di Villa Rufolo 12 agostoEmma Paestum, Teatro dei Templi

12 agosto Ron Ravello, belvedere di Villa Rufolo

17 agostoMassimo Ranieri Paestum, Teatro dei Templi

17 agostoGino Paoli e Danilo Rea Ravello, belvedere di Villa Rufolo

Concerti

Accademia di Santa Cecilia:seminari per una corale più armonica

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Una sala gremita di volontari, volti adulti e sorrisi più giova-ni, per celebrare la X Giornata dell’Avo (Associazione Volon-

tari Ospedalieri): tutti riuniti intorno allo slogan “Rispondere all’amore si può”. Un’occasione per continuare la forma-zione sul delicato tema dell’assistenza ai malati, con particolare riferimento ai degenti oncologici. Ad introdurre i lavo-ri del mattino, la signora Carmela Cian-cio, responsabile del distretto di Nocera – Pagani, al suo diciottesimo anno di volontariato.

«Non si può essere uomini di carità sen-za essere uomini di preghiera» con que-ste parole ha irrotto mons. Pietro Milite, da due anni impegnato nel volontariato ospedaliero, che ha poi continuato: «il carisma della carità deve sapere impe-gnare le nostre capacità creative e di organizzazione, investire il talento nel cucire i rapporti, rimanendo nel proprio perimetro per non sconfinare nel mon-do dell’altro in modo irruento».

«La condizione del malato oncologico è del tutto particolare: uomini e donne che lottano contro la follia delle proprie cellule» con queste parole ha spiega-to il dott. Renato Giordano, direttore responsabile del reparto di chirurgia generale e oncologica del plesso ospe-daliero A. Tortora di Pagani, la difficile realtà che travolge i malati di tumore. Rifiuto della malattia, senso di ribellio-ne, percezione di un tradimento: que-

sta, in sintesi, la catena di emozioni che investe il paziente cui viene diagnosti-cata una malattia grave.

Il momento in cui forte deve essere la vicinanza dei cari e dei volontari è lo stadio in cui le cure risultano inutili. In questo spazio ristretto si gioca la possi-bilità di sapere trasmettere la speranza nella vita. La capacità di lasciar com-prendere che alla parola vita non deve necessariamente accostarsi l’idea di un tempo infinito, ma la pienezza di un tempo vissuto intensamente.

Un’assemblea di camici bianchi ha si-lenziosamente riempito il Convento di Sant’Antonio per la Santa Messa, pre-sieduta da mons. Milite. Uniti nella for-mazione, nel servizio e nella preghiera. Un momento per riflettere e anche per festeggiare: molti dei volontari presenti hanno celebrato il decimo anno di servi-

zio di assistenza ospedaliera. A conclu-sione della giornata il presidente, Luigi Vaccarella, ha conferito loro un ricono-scimento e ha proclamato il vincitore del concorso di poesia “La speranza”. A ricevere il premio è stata la signora Filo-mena Napodano, volontaria della casa di riposo “Isama” di Nocera Inferiore, con la poesia “E fu l’aurora…”.

Mariarosaria Petti

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La speranza nella malattia, la forza del servizioLo scorso 3 giugno il presidio dell’Avo di Nocera – Pagani si è riunito presso il Convento di Sant’Antonio, in Nocera Inferiore, per la X Giornata del volontario ospedaliero

“E fu l’aurora…”I pensieri galoppano, le emozioni straripano…La speranza mi grida: “cerca in te una nuova fermezza.Disperdi paura, sfi ducia, tristezza.Le tue braccia sono forti, le tue gambe sono agili,rischiara ogni cupezza.Trova l’ardore di erigere ancora,forgia nel cuore la nuova tua aurora”.

Uno stralcio della poesia vincitrice del concorso “La speranza”

Il dott. Renato Giordano e il presidente Luigi Vaccarella

Da sinistra: Carmela Ciancio, Renato Giordano, mons. Pietro Milite e Luigi Vaccarella

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Una data da ricordare quella del 9 maggio 2012 perché ha sancito la firma del Protocollo di intesa tra le Città di Sarno

e Pompei legate da una Storia grandio-sa, da tradizioni antichissime e da una cultura classica immensa. “Due Città, un Fiume” è il titolo dato all’accordo inter-comunale. Nella Sala “Marianna De Fusco” del Co-mune pompeiano il sindaco di Pompei Claudio D’Alessio e, in rappresentanza del Comune di Sarno, il vice-sindaco Francesco Squillante e l’assessore Filo-mena Amato hanno dato il via alla pro-ficua collaborazione. Obiettivo comune? La promozione di territorio unito da un inestimabile patrimonio artistico ed ar-cheologico.Il vice-sindaco di Sarno, Francesco Squillante, ha affermato: «La firma del

Protocollo tra Pompei e Sarno segna un importante punto di inizio per un sodalizio turistico e culturale nel quale anche il sindaco Mancusi e l’amministra-zione tutta hanno da subito creduto. Il Protocollo – ha detto Squillante – può assicurare alle nostre due Città grandi benefici, anche economici. Sviluppare il settore culturale insieme al Comune di Pompei servirà ad implementare le vi-site turistiche e ad ampliare tanti servizi in settori diversi, in modo da ottenere anche un incremento in termini occupa-zionali». L’assessore Amato ha dichiara-to: «L’amministrazione Mancusi è ono-rata di poter firmare questo Protocollo d’intesa che unisce due Città bagnate dalla stessa acqua. L’acqua in cui scorro-no i millenni della gloriosa storia, della grande cultura e dell’immenso patrimo-nio archeologico del nostro territorio.

Seguendo il percorso naturale del fiume Sarno, si parte da Sarno, che ha visto na-scere i primi insediamenti abitativi, per arrivare alla grande Pompei e ricostruire insieme un percorso turistico-didattico unico». Importanti saranno le attività di promozione, gli eventi, le mostre e le iniziative progettate in sinergia. «Stiamo lavorando ad un ricchissimo calendario di eventi – ha continuato Amato – che vedrà il Museo protagonista già dalla prossima estate. Siamo lusingati anche dal totale appoggio accordatoci dalla dottoressa Adele Campanelli e dall’in-tera Soprintendenza Archeologica della Provincia di Salerno».Il sindaco di Sarno, Amilcare Mancusi, ha aggiunto: «Il Fiume Sarno è un’ottima nota di unione culturale tra due Città, legate anche da una storia antica e pre-stigiosa. Queste firme, per Sarno e per Pompei, hanno una duplice valenza: la conclusione di un iter burocratico lungo, ma piacevole, e il punto di partenza per un potenziamento ed un rilancio del tu-rismo culturale».Soddisfazione è stata espressa anche dal sindaco di Pompei, Claudio D’Alessio, che ha dichiarato: «Per dare impulso alla valorizzazione e al rilancio dell’econo-mia del nostro territorio, legato al set-tore culturale, è necessario concordare azioni comuni e condivise con le altre realtà che, come Pompei, conservano un patrimonio di prestigio». L’unità di in-tenti tra i due Comuni è finalizzata all’at-tivazione di una sezione didattica muse-ale, all’organizzazione di campagne di scavo archeologico e all’individuazione di percorsi tematici.

Due Città, un unico fiumeSiglato un Protocollo d’intesa tra i comuni di Sarno e Pompei per lanciare iniziative di valorizzazione del territorio a partire dal patrimonio artistico, archeologico ed ambientale

redazionale a cura dell’uff. stampadel Comune di Sarno

Da sinistra il sindaco D’Alessio, l’assessore Amato, il vice sindaco Squillante

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La Panacea, associazione Onlus di Angri, ha avviato una raccolta di fondi per il recupero delle statue dei Sette dormienti, conservate

nella Cappella Pisacane in via di Mezzo. Tante le offerte arrivate, ma c’è ancora molto da fare. Recuperare questo gruppo significherebbe dare un contributo inesti-mabile alla rivalutazione storica e cultura-le della città. Le statue, realizzate in creta e cartapesta da autore ignoto, sono uniche in tutta Italia. Esse non rappresentano solo una testimonianza considerata miracolosa da cattolici ed ortodossi, ma sono anche un riferimento per il mondo islamico: nel Corano, alla diciottesima sura, si parla di

questi sette personaggi. Nella tradizione si narra come l’imperatore Decio (250 d.C.), durante una persecuzione contro i cristia-ni, volesse obbligare sette giovani di Efe-so ad abiurare la loro fede, pena la morte. Per sfuggire all’arresto, si rifugiarono in una grotta, ma scoperti vi furono murati vivi. Nell’attesa della morte si addormen-tarono. Il loro sonno durò duecento anni e furono risvegliati da alcuni pastori che, volendo trasformare la grotta in un ovi-le, ne abbatterono una parete. Grande fu la meraviglia di tutti nel costatare come

quei giovani, che indossavano strani abi-ti e avevano del denaro non più in uso corrente, fossero convinti di aver dormito una sola notte. Il tutto fu chiaro quando anche l’imperatore Teodosio II, converti-to al cristianesimo, ne decretò l’episodio come un fatto miracoloso a testimonianza della resurrezione dei corpi. I sette giovani morirono subito dopo. Furono sepolti nel-la stessa grotta, che ben presto divenne meta di pellegrinaggi per le molte guari-gioni miracolose attribuite ai “dormienti”.

Franco Silvestri

Rinascono i “Sette dormienti”

Per contribuire: PANACEA – Associazione Onlus – Via Tevere, 9 – 84012 ANGRI (SA) – c/c n°77327989

Le statue dei “Sette dormienti” e la cappella Pisacane (foto Paolo Novi)

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Gentile Direttore,le allego copia di un articolo a firma di Pep-pe Iannicelli dal titolo “Perché fermare il cal-cio per un morto?”. Lo legga attentamente. Giorni fa mentre attendevo il turno per una visita specialistica ho letto un articolo della rivista “Insieme” del novembre 2011 - pag. 70 - dal titolo “Nasce l’accademia della lun-ga vita”. E a questo punto mi sono “incavo-lato”. Il sig. Iannicelli si preoccupava dei suoi chili di troppo che stavano cominciando ad intaccare la struttura ed il funzionamento del suo organismo. Quanta sofferenza per il suo fisico. Non si è minimamente preoccu-pato “della morte di un giovane calciatore semisconosciuto avvenuta durante una me-diocre partita di serie B tra Pescara e Livorno (si tratta di Piermario Morosini, ndr). Invece della scorpacciata di calcio, mi sono dovuto sorbire un’interminabile processione di so-loni del defibrillatore, di scienziatoni dell’a-neurisma e dell’arresto cardiaco…”Dovrebbe solo vergognarsi e, di tanto, ho notiziato anche l’ordine dei giornalisti. Lei Direttore, nella qualità, dovrebbe vietare che questo “signore” scriva ulteriori articoli. Anzi, credo, che dovrebbe essere allontana-to dalla rivista. (…).

Non me ne voglia. Le auguro una santa set-timana.

Salvatore Mosca

Gentile sig. Mosca,conosco Peppe Iannicelli da molti anni e lo stimo come persona e come pro-fessionista, non mi pare che si possa

accusarlo di cinismo, come fa lei con eccessiva disinvoltura. Al contrario, ha sempre mostrato attenzione e rispet-to ai valori umani, leggendo gli eventi con quel pizzico di ironia che non gua-sta mai. L’articolo che lei mette sotto accusa non è stato da noi pubblicato e dunque non mi compete entrare nel giudizio di merito. Devo invece rispondere alla sua richie-sta. Non appartengo alla generazione che ha inventato lo slogan “vietato vie-tare” e non condivido quelli che oggi lo usano, quasi sempre a sproposito. Ma non posso accettare la richiesta di al-lontanare un giornalista - che da anni collabora gratuitamente al nostro gior-nale con riconosciuta competenza - a causa di un articolo in cui, con evidente sarcasmo, ha stigmatizzato l’ipocrisia del mondo mediatico e calcistico. Rin-novo all’amico Iannicelli tutta la mia sti-ma per l’attenzione alla persona con cui esercita il suo mestiere, nel contesto di media sempre più asserviti a interessi di natura economica e ideologica.

Don Silvio Longobardi

[...] Quanta ipocrisia, quanti sepolcri imbiancati! Quanti colpevolissimi che tentano di ripulirsi la coscienza ferman-do i campionati. Sono gli stessi che, per papocchi istituzionali, hanno gonfiato a dismisura i calendari; sono gli stessi che, per denari, impongono ritmi for-sennati agli atleti; sono gli stessi che, per assecondare le televisioni, costrin-gono i calciatori a scendere in campo quando la temperatura è sotto zero, oppure supera i quaranta gradi. Altro che tragica fatalità. Altro che sospen-dere per un turno il campionato! Co-storo dovrebbero esser sospesi a vita, spazzati via dal calcio, cacciati dal tem-pio dello sport che hanno profanato.

dall’articolo di Iannicelli

L’angolo delle lettere

“Rinnovo all’amico Iannicelli la mia stima”Il direttore editoriale risponde ad una lettera inviata in redazione da un lettore

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Un milione di persone giunte a Milano

da 153 Paesi per dire che la famiglia

è “patrimonio principale dell’umanità”

VITA ECCLESIALE

Una pacifica invasione, l’ha definita Benedetto XVI. Un milione di perso-ne provenienti da ogni dove: le statistiche ufficiali dicono che i Paesi iscritti sono 153. Lo stesso numero di pesci che, stando al racconto di Giovanni, Pietro raccolse dalla rete dopo averla gettata secondo il co-

mando di Gesù (Giovanni 21). L’incontro mondiale delle famiglie è un segno che quel miracolo continua ad accadere. Dove qualcuno ha il coraggio di gettare la rete.

Sono giunti da ogni continente per dire che “non c’è futuro senza famiglia” e che la famiglia va considerata “patrimonio principale dell’umanità”. Parola di Papa Benedetto. È stato un incontro, non un semplice convegno. Gli Atti ufficiali riporteranno le dotte relazioni presentate al congresso teologico, che ha preceduto l’Incontro delle famiglie con il Papa, ma vi sono parole che non trovano spazio nella cro-naca, sono quelle che nascono dall’incontro personale. Molte famiglie della dio-cesi di Milano hanno aperto le porte della propria casa per accogliere un’altra famiglia, in gran parte proveniente dai Paesi più poveri. Ed hanno così imparato a conoscere altri vissuti. E vi sono parole che in quei giorni lo Spirito Santo ha scritto nel cuore dei partecipanti. Sono parole misteriose che il cronista non può registrare.

“Incontro Mondiale delle Famiglie”, si legge nel logo. La famiglia dunque non solo come oggetto da studiare o paziente da curare ma come soggetto vivo e ca-pace di svolgere un effettivo ruolo sia in ambito sociale che in quello ecclesiale. E tuttavia, con rammarico devo segnalare che sul parterre delle relazioni ho visto alternarsi cardinali ed esperti ma nessuna coppia di sposi. Sì, tra i relatori c’erano anche dei laici sposati, ma erano lì come esperti e non come sposi. Far parlare una coppia sarebbe stato un bel messaggio, un segnale concreto del ruolo che la famiglia può e deve svolgere oggi nella comunità ecclesiale. Una parola assai utile nel contesto di un nuovo e più rovinoso clericalismo. Sono passati 50 anni dal Vaticano II ma in questo ambito il rinnovamento pastorale deve fare ancora molti passi.

Silvio Longobardi

Non c’è futuro senza famiglia

SPECIALE INCONTRO MONDIALE

DELLE FAMIGLIE

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DIARIO DI UN VIAGGIO SPECIALE

Il Congresso teologico

I momenti più importanti vissuti con il Papa,

le Sue parole, l’esperienza di chi ha vissuto

i meravigliosi giorni di Milano

Partire per Milano mi ha ri-portato il cuore e la mente a quattro anni fa, quan-do in un giorno freddo e

piovoso di gennaio, io e Giovanna Pauciulo, responsabile dell’Uffi cio Famiglia della Diocesi di Nocera-Sarno, partivamo alla volta di Città del Messico insieme al gruppo ita-liano. Una bellissima esperienza che ha gettato le basi per vivere in pienezza anche questa meraviglio-sa avventura italiana. Con Ema-nuela, una giovane fi danzata, e don Silvio Longobardi siamo partiti il 30 maggio per essere già presenti al Congresso teologico di apertura all’Incontro. Il Congresso teologi-co, per qualità dei relatori, varietà delle discipline rappresentate, pae-si di provenienza, è stato la rifl es-sione più ampia ed organica propo-sta dalla Chiesa universale sui temi del lavoro e della festa, alla luce della famiglia. Sono stati, infatti, 111 i relatori, scelti dal comitato scientifi co tra prelati, intellettua-li, accademici ed esperti di diverse

specializzazioni, di 27 diversi pae-si. L’altra delegazione della nostra Diocesi è arrivata venerdì mattina a Linate e sono partiti alla volta di Mesero sulla tomba di santa Gian-na Beretta Molla. Hanno voluto cominciare così il loro Incontro: affi dandosi all’intercessione di una sposa e madre che ha vissuto con eroica fedeltà la sua fede.

I MOMENTI CON PAPA BENEDETTOCon l’arrivo del Papa a Milano le presenze si sono decuplicate. Io ed Emanuela siamo andate vener-dì mattina in piazza Duomo per l’abbraccio con la città di Milano. Mentre eravamo sedute nell’area stampa ad aspettare il Pontefi ce, alzo lo sguardo a contemplare la maestosità del Duomo e vedo la Madonnina che dall’alto ci veglia. C’era un vento leggero e ristoratore anche se la temperatura era molto alta. Sarà che da poco avevamo ce-lebrato la Pentecoste ma sembrava

proprio di rivivere l’attesa della pri-ma comunità apostolica desiderosa di ricevere il dono dello Spirito, di ascoltare una parola che riportasse al centro la famiglia, nella politica, nelle istituzioni, nella società. La Chiesa fa la sua parte, anche noi eravamo lì per questo. Durante il pomeriggio di sabato 2 giugno, han-no trovato spazio le testimonianze di famiglie, italiane e del mondo, nell’accoglienza, nella missione, nell’ospitalità e anche nella crisi di coppia. Il momento si è aperto con un omaggio di una bambina vietnamita, Cat Tien che ha dona-to un mazzolino di fi ori al Papa e gli ha detto: “Ciao, Papa! Sono Cat Tien, vengo dal Vietnam, ho sette anni, e ti voglio presentare la mia famiglia: lui è il mio papà Dang e lei è la mia mamma e si chiama Thao, e lui è il mio fratellino Bin. Mi pia-cerebbe tanto sapere qualcosa della tua famiglia e di quando eri piccolo come me!”. Il Papa ha risposto rac-contando alcuni episodi con gran-de commozione di chi ha ascoltato.

Il gruppo della Diocesi sulla tomba di Santa Gianna

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Abbiamo partecipato con gioia al VII Incontro Mondiale delle Famiglie a Milano pur sapendo che sarebbe stato faticoso ed impegnativo con i due bambini al seguito, volevamo esserci per testimoniare il nostro essere famiglia e soprattutto famiglia cristiana. È stato bello ritrovarsi

con migliaia di persone provenienti da tutto il mondo, anche loro con bambini, carrozzine e attrezzature dietro, ma felici di esserci. Per noi l’incontro ha avuto un avvio speciale, siamo stati in pellegrinaggio a Mesero, paese di Santa Gianna Beretta Molla. Questa santa che ha racchiuso un po’ in sé i tre temi dell’incontro (famiglia, lavoro, festa) e che ha testimoniato che il matrimonio diventa via di santifi cazione personale e di coppia quando a guidarci è l’Amore di Dio.Il venerdì notte c’è stata l’adorazione Eucaristica per tutte le famiglie del mon-do, eravamo un Corpo solo intorno a Cristo. Il sabato poi, il primo incontro con il Papa, le tante testimonianze! Sono stati toccati tanti temi concreti, e per tutti il Pontefi ce ha avuto parole di speranza ed ha assicurato la sua costante presenza nella preghiera. Ci ha colpito in modo particolare la stessa testimonianza fami-liare di Benedetto XVI, che ricordava la sua famiglia riunita intorno alla Parola il sabato sera in preparazione alla festa domenicale, e poi la risposta a due fi dan-zati che evidenziavano il loro timore davanti al “per sempre” del matrimonio cristiano. Il Papa ha ricordato le nozze di Cana: il primo vino (l’innamoramento) è bellissimo, ma non dura fi no alla fi ne. Deve arrivare il secondo vino, migliore del primo... è la Grazia di Cristo che chiediamo nel giorno delle nozze. Tutto si è concluso con il grande abbraccio con il Papa la domenica nella celebrazione Eucaristica all’aeroporto di Bresso.

Dall’Uruguay: Valter e Annalaura

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LE ESPERIENZE

I nostri amici della Diocesi di No-cera-Sarno erano tra i primi vicino al palco e hanno potuto ben segui-re il prezioso appuntamento. Delle parole del Papa vogliamo ricordare questo suo monito: “Ogni giorno ci sia uno spazio per la famiglia, e poi c’è la domenica: difendiamola per difendere la libertà dell’uomo”. La domenica è stata vissuta nella splendida cornice della festa della SS. Trinità: che bel sigillo su que-sti giorni faticosi ma molto ricchi di gioia. L’omelia del Papa è stata una carta magna per gli sposi di oggi! C’è un grande realismo nelle sue parole: «La vostra vocazione non è facile da vivere, specialmente oggi». Pur con la coscienza delle diffi col-tà che la famiglia incontra, il Santo Padre apre alla speranza, perché le famiglie custodiscono «l’amore, l’unica forza che può veramente trasformare il mondo». Parole da meditare, da trasformare in scelte quotidiane, parole da vivere.

Giovanna Abbagnara

Papà, mamma, una bimba di otto mesi in carrozzina, un bimbo di tre anni che scorrazza per i padiglioni e una di quattro che gioca nell’area ludica. È questa la famiglia di Valter e Annalaura Camejo, venuti dall’Uruguay a Milano per l’Incontro Mondiale della Famiglie.

Sono loro, le famiglie, ma anche i tanti bambini, i protagonisti di questo evento che ha la cifra dell’accoglienza, della gioia e dello scambio. I Camejo sono delegati della pastorale familiare della loro diocesi, Maldonado Punta del Este, e sono qui proprio per questo, “per scambiare esperienze, e poi – aggiungono sorridendo – la Chiesa è una famiglia di famiglie”. Lavorano entrambi e per la cura dei figli hanno fatto in modo di avere orari diversi che permettano loro di dividere a metà il tempo da passare con i bimbi.

Dalla nostra DiocesiPasquale e Iolanda sono venuti a Milano con i loro bambini: Ernesto Maria di 8 anni e Chiara di 20 mesi

Pasquale e Iolanda con i figli Ernesto Maria e Chiara

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Ai consacratiSabato 2 giugno al mattino, nel Duomo, il Santo Padre si è fermato in preghiera con vescovi, sacerdoti, reli-giosi, religiose, monache di clausura, seminaristi della Diocesi di Milano.“Senza dubbio, l’amore per Gesù vale per tutti i cri-stiani, ma acquista un signifi cato singolare per il sa-cerdote celibe e per chi ha risposto alla vocazione alla vita consacrata: solo e sempre in Cristo si trova la sorgente e il modello per ripetere quotidianamente il «sì» alla volontà di Dio”.

Ai giovaniAi giovani che si sono riuniti nello stadio Meazza di Mi-lano, il Papa ha rivolto l’invito alla centralità dell’Eu-carestia domenicale.“Cari ragazzi e ragazze, tutta la vita cristiana è un cammino, è come percorrere un sentiero che sale su un monte - quindi non è sempre facile, ma salire su un monte è una cosa bellissima - in compagnia di Gesù; con questi doni preziosi la vostra amicizia con Lui diventerà ancora più vera e più stretta. Essa si alimenta continuamente con il sacramento dell’Euca-ristia, nel quale riceviamo il suo Corpo e il suo San-gue. Per questo vi invito a partecipare sempre con gioia e fedeltà alla Messa domenicale”.

Ai fidanzatiDurante la veglia di preghiera del sabato sera, papa Benedetto ha dato un’indicazione bellissima ai fidan-zati su come vivere il loro amore. “Nel Rito del Matrimonio, la Chiesa non dice: «Sei innamorato?», ma «Vuoi», «Sei deciso». Cioè: l’inna-moramento deve divenire vero amore coinvolgendo la

volontà e la ragione in un cammino, che è quello del fi danzamento, di purifi cazione, di più grande profon-dità, così che realmente tutto l’uomo, con tutte le sue capacità, con il discernimento della ragione, la forza di volontà, dice: «Sì, questa è la mia vita»”.

Alle famiglieAlle famiglie riunite per la veglia del sabato, il Papa ha voluto consegnare prima degli insegnamenti, la sua testimonianza delicata e commossa.“Punto essenziale per la mia famiglia è sempre sta-to la domenica che iniziava già il sabato pomeriggio quando mio padre ci leggeva le Letture della domeni-ca in un libro dove erano spiegati i testi – ha detto il Santo Padre -. Il giorno successivo andavamo a Messa e poi pranzavamo insieme. Con la mia famiglia ho cantato molto, mio fratello era musicista. Poi ricordo i viaggi, le camminate. Eravamo un’anima sola e ci nutrivamo di una gioia fatta di cose semplici e di un amore reciproco che era forte”.

Ai separatiAlla veglia una coppia di sposi brasiliana che lavora nella pastorale per i separati ha chiesto al Santo Pa-dre, come donare a questi sposi segni di speranza. “E poi, quanto a queste persone, dobbiamo dire – come lei ha detto – che la Chiesa le ama, ma esse devono vedere e sentire questo amore. Mi sembra un grande compito di una parrocchia, di una comunità cattolica, di fare realmente il possibile perché esse sentano di essere amate, accettate, che non sono «fuori» anche se non possono ricevere l’assoluzione e l’Eucaristia: devono vedere che anche così vivono pienamente nella Chiesa”.

Le Parole di Benedetto XVI

Incontro con i cresimandi a San Siro

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Niente più separazione tra curia pastorale e amministrativa. È questo il cuore della ri-voluzione che ha interessato gli uffici della diocesi. Un risultato frutto del lavoro porta-

to avanti dalla commissione incaricata ad hoc dal ve-scovo, monsignor Giuseppe Giudice. I settori cardine attorno ai quali ruotano i vari uffici sono Annuncio e Catechesi, Liturgia, Amministrazio-ne, Comunicazione, Carità e Fragilità, Cultura. Una nuova impostazione salutata positivamente dal clero diocesano. A guidare i vari settori sono don Antonio Adinolfi (An-nuncio e Catechesi), don Piercatello Liccardo (Liturgia e Amministrazione), don Andrea Annunziata (Comu-nicazione), don Alessandro Cirillo (Carità e Fragilità), don Silvio Longobardi (Cultura).A coadiuvare il Vescovo saranno i vicari episcopali: don Gaetano Ferraioli per il clero e don Ciro Galisi per il laicato. Padre Michele Alfano è delegato vescovile per il settore Vita religiosa. Don Ferraioli farà anche da mo-deratore di curia, mentre don Salvatore Fiocco è stato riconfermato cancelliere vescovile.

Il nuovo organigramma ha anche consentito di nomi-nare il nuovo vicario generale. Si tratta di don Giovanni Iaquinandi, parroco di San Biagio a San Marzano sul Sarno. Serafico nell’aspetto e nei modi, è carismatico e

coinvolgente nell’operato. Tanti i frutti raccolti, tradotti in numerose vocazioni tra i giovani marzanesi. «Rin-grazio e accolgo don Giovanni Iaquinandi per aver ac-cettato, umilmente e prontamente, il mandato che gli conferisco in questa Santa Chiesa» ha detto il Vescovo.Don Iaquinandi arriva dopo il lungo ufficio di monsi-gnor Mario Vassalluzzo. Nel 1981 fu monsignor Iolan-do Nuzzi a volerlo al suo fianco, come cancelliere. Inca-rico confermato da monsignor Gioacchino Illiano, che lo promosse a vicario generale. Per più di 20 anni don Mario è stato l’ombra, il fedele consigliere del vescovo emerito. Lo scorso anno, poi, monsignor Giudice lo vol-le delegato ad omnia. Monsignor Vassalluzzo lascia per raggiunti limiti di età, compirà 82 anni ad agosto. Da tempo aveva chiesto di ritirarsi. «Ringrazio monsignor Vassalluzzo – ha detto il Vescovo – ombra ed anima dell’episcopato di monsi-gnor Gioacchino Illiano, e fedele esecutore del mandato dei vescovi, a cominciare da monsignor Iolando Nuzzi. Lo ringrazio per i tratti della signorilità e per il concreto amore alla Chiesa, nella speranza che continui ad es-sere “memoria storica” di questa Diocesi».Il vicario generale, emozionato, ha spiegato che in que-sti anni ha solamente «cercato di servire con fedeltà e amore la Chiesa». Poi ha ringraziato il Vescovo, l’eme-rito Illiano ed i suoi confratelli «per la stima ed il bene donato».

Salvatore D’Angelo

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AD UN ANNO DALL’INSEDIAMENTO, RIVOLUZIONE IN CURIA

Ridimensionato l’organigramma. Dieci i settori di responsabilità. Eliminata la separazione tra curia amministrativa e pastorale. Nominato anche il nuovo vicario generale, è don Giovanni Iaquinandi

Si chiude un’era

Mons. Mario vassalluzzo

Don Giovanni Iaquinandi

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ILPANEDELLADOMENICASussidio liturgico

dalla XV alla XXIV domenica del Tempo ordinarioCommenti a cura di Mons. Giuseppe Giudice

LE LETTURE

Né pane, né sacca, né denaro nella cintura

Prima lettura: Am 7,12-15Salmo responsoriale: Sal 84Seconda lettura: Ef 1,3-14Vangelo: Mc 6,7-13

IL VANGELO

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone. E diceva loro: «Dovunque entriate, rimanetevi fi nché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, anda-tevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».

(cfr Mc 6,7-8.10-11)

Colore liturgico VERDE

XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno B)

15 lu

glio

201

2

Ogni chiamato entra nella benedizione di Dio ed è mandato a benedire senza mai uscire da quell’uni-ca benedizione, pena la non riuscita della missio-ne. Amos non era profeta ma, preso e chiamato dal Signore, lo diventa. In ogni profeta, se rimane nel cono di luce della benedizione, amore e verità si incontrano, giustizia e pace si baciano. Chiamando e inviando i dodici, Gesù invia la sua Chiesa e la manda in comunione e come artefice di comunione. I Dodici sono il nucleo essenziale dal quale deve partire e deve ritornare ogni opera missionaria nella Chiesa.La Chiesa va, portando solo un bastone, per libera-re la strada e per difendersi dai lupi rapaci.Va la Chiesa, ungendo e guarendo.Va la Chiesa, amando e soffrendo.La Chiesa va portata dallo Spirito.

Noi: Chiesa in cammino

Se non dai te stessoDai poco se doni le tue ricchezze,ma se dai te stesso tu doni veramente.Vi sono quelli che danno con gioia e la gioia è la loro ricompensa.Nelle loro mani Dio parlae dietro i loro occhiegli sorride alla terra.È bene dare se ci chiedono,ma è meglio capirequando non ci chiedono nulla.E per chi è generoso,cercare il poverouna gioia più grande che donarepoiché, chi è degnodi bere al mare della vitapuò riempire la coppaalla tua breve corrente.

E voi che ricevete - e tutti ricevete -non lasciate che la gratitudine vi opprimaper non creare un giogo in voie in chi vi ha dato.Piuttosto i suoi donisiano le ali su cui volerete insieme.

Gibran

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LE LETTURE

Venite in disparte e riposatevi un po’

Prima lettura: Ger 23,1-6Salmo responsoriale: Sal 22Seconda lettura: Ef 2,13-18Vangelo: Mc 6,30-34

IL VANGELO

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare.(cfr Mc 6,30.33-34 )

Colore liturgico VERDE

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno B)

22 lu

glio

201

2

Come è riposante la presenza del Signore, che invita: Venite in di-sparte, voi soli! Egli è la nostra pace! La pace non si costruisce e non si trova nei luoghi del mondo o della storia: è intimità con Lui. Egli è la nostra pace! La missione prima di essere un andare, è uno stare. Stare con Gesù, nostra Pace, per posare e riposare sul suo cuore, per per-mettere all’acqua di ritornare lim-pida. Senza questo stare potrebbe capitare di andare, senza portare Lui, ma semplicemente la nostra non pace, che genera guerre. Egli è la nostra pace! Con Lui, e solo con Lui, non manco di nulla.

Cercare la pace di Dio

LE LETTURE

Cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?

Prima lettura: 2 Re 4,42-44Salmo responsoriale: Sal 144Seconda lettura: Ef 4,1-6 Vangelo: Gv 6,1-15

IL VANGELO

In quel tempo lo seguiva una grande folla. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Allora vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo compra-re il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. (cfr Gv 6,1-3.5-6)

Colore liturgico VERDE

XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno B)

29 lu

glio

201

2

Apri la tua mano, Signore, e sazia ogni vivente.C’è odore di pane nella liturgia di questa domenica, pane abbondan-te. Gli occhi sono in attesa e il Signore dona il pane a tempo op-portuno. La mano di Dio è aperta, si apre quotidianamente e il deside-rio di ogni vivente è saziato. E un pane che sazia quello di Gesù ed è un pane che non deve essere per-duto, dimenticato, sprecato. Con Gesù, nulla dev’essere perduto; tut-to dev’essere raccolto e tutto può essere recuperato. Ciò che avanza, briciole di Dio, riempie dodici ceste ed è sempre festa per la Chiesa, che, pur donando sempre, è sempre ric-ca del suo Signore.

La ricchezza che viene dal dono

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LE LETTURE

Signore, dacci sempre questo pane

Prima lettura: Es 16,2-4.12-15Salmo responsoriale: Sal 77 Seconda lettura: Ef 4,17.20-24Vangelo: Gv 6,24-35

IL VANGELO

In quel tempo Gesù disse loro: «Datevi da fare per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato. Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».(cfr Gv 6,27.29.35)

Colore liturgico VERDE

XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno B)

5 ag

osto

201

2

Nel deserto il popolo dinanzi ad una cosa fine e granulosa, minuta come è la brina sulla terra, si domanda: che cos’è? È una bella domanda, che deve sempre rimanere dinanzi ai doni di Dio.La vita: Che cos’è? La fede: Che cos’è?Se rimane la domanda vuol dire che sia-mo ancora abitati dalla ricerca e dallo stupore. Bisogna suscitare domande, bi-sogna ritornare ad essere una domanda.L’uomo: Che cos’è?Dove tutto è scontato, nulla è accolto e apprezzato. È la malattia dei nostri gior-ni. Non bisogna comportarsi come i pa-gani con i loro vani pensieri. Se rimane la domanda, allora ha senso chiedere: Si-gnore, dacci sempre questo pane!

Sete di Dio

LE LETTURE

Io sono il pane della vita

Prima lettura: 1 Re 19,4-8 Salmo responsoriale: Sal 33Seconda lettura: Ef 4,30-5,2Vangelo: Gv 6,41-51

IL VANGELO

In quel tempo, i Giudei si misero a mor-morare contro Gesù perché aveva detto. E dicevano: «Costui non è forse il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».Gesù rispose loro: «Non mormorate. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato». (cfr Gv 6,41-43)

Colore liturgico VERDE

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno B)

12 a

gost

o 20

12

Potremmo fermarci, come Elia. Desiderosi di morire, come Elia. Depres-si, come Elia, anche dopo aver compiuto un grande gesto. Semplicemente come Elia. Ma Dio viene a svegliarci.Dio ci invita ad alzarci e a mangiare. Ci chiama e ci ri-chiama. Ci sveglia continuamente e ci indica il pane per il cammino. Gustate e vedete come è buono il Signore! Dio si lascia gustare e non lascia mai l’amaro in bocca. Abbiamo smarrito il gusto delle cose di Dio e per questo siamo bloccati. Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo salva. Da quel pane, che è Gesù, pane vivo disceso dal cielo, viene la forza per camminare ancora e raggiungere la montagna di Dio: la nostra felicità.

Le gioie del mondo non bastano

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LE LETTURE

L’anima mia magnifica il Signore

Prima lettura: Ap 11,19a; 12,1-6a.10abSalmo responsoriale: Sal 44Seconda lettura: 1 Cor 15,20-27a Vangelo: Lc 1, 39-56

IL VANGELO

In quei giorni Maria salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». (cfr Lc 1,40-42.45)

Colore liturgico BIANCO

ASSUNZIONE DELLA B. V. MARIA (Solennità)

15 a

gost

o 20

12

A metà agosto, nel cuore dell’estate, la Chiesa celebra l’Assunzione della Vergine, la sua Pasqua; festa in origine detta “Dormitio” della Vergine.Come è bello ciò che ci dice e ci fa capire il prefazio della solennità dell’Assunta: Tu non hai voluto che conoscesse la corruzione del sepolcro colei che ha generato il Signore della vita. Maria è sempre la prima. Prima nella fede. Prima nella gloria. Prima dietro al Figlio: prima sui passi della croce e sui passi della luce.È festa di speranza, che fa guardare in alto. La prima creatura dopo il Cristo, assunta in cielo in anima e corpo, perché la salvezza è totale, integrale. Ciò che in ognuno di noi, avverrà in tempi e modi diversi, in Maria av-viene in un solo attimo. Viviamo con questa grande speranza nel cuore: dove è la sua car-ne, sarà anche la nostra perché ella è un fram-mento di terra già in cielo. Dove è la Madre, là saranno i figli con il Figlio: è festa e perciò la Chiesa canta!

Maria anticipazione della nostra gioia

LE LETTURE

Chi mangia questo pane vivrà in eterno

Prima lettura: Pr 9,1-6Salmo responsoriale: Sal 33Seconda lettura: Ef 5,15-20Vangelo: Gv 6,51-58

IL VANGELO

In quel tempo, Gesù disse: «Se non man-giate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui». (cfr Gv 6,53-56)  

Colore liturgico VERDE

XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno B)

19 a

gost

o 20

12

Venite! Mangiate, bevete! Siamo invitati dalla sapienza, cioè da Gesù, a partecipare al banchetto della vita. Nessuno è escluso. Nessuno deve ri-manere fuori. Venite! Se sono invitato, vuol dire che sono atteso e per me è stato preparato un posto. Siamo invitati a fare molta at-tenzione al nostro modo di vivere, comportandoci non da stolti, ma da saggi; facendo buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi. Mangiare la sua carne, cioè tutta la sua vita, per poter fare come Lui: un banchetto fe-stoso della nostra vita, dove nessuno va via digiuno o assetato. Venite! Pane e vino è il Signore e noi insieme a Lui possiamo diventare alimento e bevanda.

Un posto al banchetto della Sapienza

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LE LETTURE

Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna

Prima lettura: Gs 24,1-2a.15-17.18bSalmo responsoriale: Sal 33Seconda lettura: Ef 5,21-32 Vangelo: Gv 6,60-69

IL VANGELO

In quel tempo Gesù disse loro: «È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Da quel mo-mento molti dei suoi discepoli tornaro-no indietro. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». (cfr Gv 6,63-64.66-67)

Colore liturgico VERDE

XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno B)

26 a

gost

o 20

12

Volete andarvene anche voi? Parola della libertà e dell’amore. Solo se si ama come Cristo ha amato la Chiesa, allora è possibile rimanere.Questa parola è dura! Sì, l’amore è pane duro, ma è pane che dà vita e fa crescere. La fede è un rimanere, nella li-bertà e nella responsabilità dell’amore. Scegliete chi volete servire! Ogni scelta, se fatta nella libertà, è un atto d’amore. Servire è amare. Amare è rimanere. Ri-manere è crescere, anche e soprattutto la sera in cui Gesù ci chiede: Volete an-darvene anche voi? Chiediamo a Pietro di rispondere anche per noi, ben sapendo che Egli è il Santo di Dio, e lontani da Lui siamo esuli e pellegrini.

L’amore: un atto di responsabilità

LE LETTURE

Sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro

Prima lettura: Dt 4,1-2.6-8 Sal 14 Salmo responsoriale: Sal 14Seconda lettura: Gc 1,17-18.21b-22.27 Vangelo: Mc 7,1-8.14-15.21-23

IL VANGELO

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli pren-devano cibo con mani impure, cioè non lavate, lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione?». Ed egli rispose loro: «Ipocri-ti. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». (cfr Mc 7,1-2.5-7)

Colore liturgico VERDE

XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno B)

2 se

ttem

bre

2012

Osservare senza nulla togliere e nulla aggiungere alla tradizione. Le mani impure possono essere segno di un cuore impuro. Gesù invita ad entrare nel cuore, nell’intimo della coscienza, dove si trova il primo tempio e il primo luogo della devozione e poi della fede. Dal di dentro escono i pro-positi di male.Religione pura e senza macchia è que-sta: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contamina-re da questo mondo. Solo chi teme il Signore abiterà nella sua tenda. Chi si crede puro, presumendo, rimane fuo-ri. Ogni buon regalo scende dall’alto, dal Padre, creatore della luce.

La fede è generata invisibile e nasce visibile

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37Insieme Luglio - Agosto 2012

LE LETTURE

Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!

Prima lettura: Is 35,4-7a Salmo responsoriale: Sal 145Seconda lettura: Gc 2,1-5Vangelo: Mc 7,31-37

IL VANGELO

In quel tempo portarono a Gesù un sordomuto. Lo prese in disparte, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Ef-fatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si apri-rono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. (cfr Mc 7,32-35)

Colore liturgico VERDE

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno B)

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ttem

bre

2012

Siamo invitati a dare coraggio agli smarriti di cuore perché il Signore è fedele. Siamo invitati ad accogliere l’altro senza favoritismi personali. Siamo invitati a far sedere i poveri vicino a noi, poveri di beni ma ricchi nella fede ed eredi del Regno. Siamo noi il sordomuto che viene portato da Gesù. A noi Gesù impone le mani. Ci porta in disparte, ci fa stare con Lui e ci ripete “Effatà”, “Apriti”! Siamo guariti, non perché abbiamo dei meriti, ma perché siamo stati in disparte con Gesù. Ed ora possiamo andare, sempre con Lui e solo con Lui, per far nascere lo stupore, che è la porta della fede.

La salvezza è un dono

LE LETTURE

Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua

Prima lettura: Is 50,5-9Salmo responsoriale: Sal 114Seconda lettura: Gc 2,14-18 Vangelo: Mc 8,27-35

IL VANGELO

In quel tempo, Gesù interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Gio-vanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». (cfr Mc 8,27-29)

Colore liturgico VERDE

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno B)

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e 20

12

A che serve? Avere la fede e poi?Che cosa dice la gente? E voi, che dite?Tante domande: una sola risposta nel silenzio della Croce. Gesù, il Servo sofferente, presenta il dorso ai flagellatori. Gesù si dona. Gesù si of-fre. Gesù soffre. Gesù si im-mola. A Gesù non interessa il sentito dire, la risposta della piazza e della gente, Egli, nel silenzio della Croce, attende la mia risposta. Nessuno può ri-spondere al mio posto, perché il suo amore è sempre persona-le. Gesù attende da me un po’ d’acqua perché ha sete. Sarà il mio bicchiere d’acqua a salvar-mi perché è stato accolto dal suo amore.

Nessuno può impegnarsi al posto nostro

Page 38: Insieme - Luglio/Agosto 2012

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Ogni giorno 38.000 sacerdoti diocesani annunciano il Vangelo nelle parrocchie tra la gente, offrendo a tutti carità, conforto e speranza.

Per continuare la loro missione, hanno bisogno anche del tuo aiuto concreto: di un’offerta per il sostentamento dei sacerdoti.

Queste offerte arrivano all’Istituto Centrale Sostentamento Clero e vengono distribuite tra tutti i sacerdoti, specialmente a quelli

delle comunità più bisognose, che possono contare così sulla generosità di tutti.

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IL VANGELO CHE SI INCARNA

Hanno un nome e un cogno-me. Hanno un viso, un carat-tere, una personalità. Hanno gli occhi neri o azzurri, as-

somigliano alla mamma, hanno preso dal padre. Sono diciassettemila e sono persone, bambini in carne e ossa, tutti nati nel 2011. Dovevano essere morti, invece sono vivi. La notizia viene dal bilancio dei 320 Centri di Aiuto alla vita (Cav) sparsi in tutta Italia: il 2011, fanno sapere, è stato un anno record. Le loro madri dovevano abortire, ma qualcosa o qualcuno ha cambiato il corso della loro vicenda. Nessuno le ha costrette, hanno chiesto aiuto e lo hanno ricevu-to, riuscendo così a trovare la forza e la determinazione per mettere al mondo il proprio figlio. Si chiama prevenzione, e

i numeri dati dal Movimento per la Vita dicono che funziona. È inevitabile a questo punto chiederci quanti esseri umani si sarebbero salvati se si fosse fatto di più. I diciasettemila fortunati che ce l’hanno fatta, sono in media il quintuplo rispetto a vent’an-ni fa, ma dobbiamo ricordare la strage silenziosa avvenuta in questi decenni, evitabile, prevenibile, condannabile. «Esposi il mio dubbio al ginecologo, gli chiesi se non stavamo uccidendo una vita, mi rispose ridendo che era solo un grumo di cellule», ci ha raccontato Ales-sandra, giovane attrice romana, che da allora non si dà pace. Una strage evitata, diciassettemila per-sone salvate, sono una tale notizia che ci aspetteremmo di trovarla oggi su tutte

le prime pagine... Ma purtroppo ne du-bitiamo. Di recente sulla prima pagina di uno dei maggiori quotidiani abbiamo trovato invece un’invettiva contro i me-dici obiettori di coscienza (peraltro am-messi dalla stessa legge 194), per colpa dei quali in Italia sarebbe quasi impossi-bile riuscire ad abortire. E sempre sullo stesso giornale mesi fa avevamo letto un titolo allarmante: «Quattrocento mam-me ogni anno in Italia abbandonano il neonato». In realtà era il contrario: sono quelle che, anziché abortirlo, accettano quanto le norme ammettono, ovvero di lasciarlo in ospedale, all’amore di un’al-tra famiglia. Questione di punti vista. O forse soltanto di obiettività.

Lucia Bellaspiga da Avvenire 15 giugno 2012

Vivi, semplicemente nati grazie a un gesto d’aiuto

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a cura di Mariarosaria Petti

Sant’Alfredo - Sarno

L’estate ragazzi di Sant’Alfredo

L’oratorio pavoniano sarnese anima le giornate estive dei più piccoli e delle loro famiglie

Iniziata nel 1997, l’esperienza dell’estate ragazzi è quest’anno alla quindicesima edizione. Un centinaio di bambini e una ven-tina di animatori delle scuole superiori vivono il tema formativo

riassunto dal termine passpartout: la chiave che apre ogni serra-tura, come la Parola di Dio che apre ogni situazione di vita. Un modo per stare insieme e prepararsi all’ordinazione sacerdotale del nostro parrocchiano, don Giuseppe Perano. Fino al 7 luglio le giornate educative di lunedì, mercoledì e venerdì si sono alternate con il martedì al mare o all’acquapark “Isola Verde” e il giovedì ai santuari della nostra zona. Dal 9 luglio fino al termine del mese il programma prevede gite al mare o all’acquapark a giorni alterni: questo periodo è aperto anche alle famiglie che non possono per-mettersi un soggiorno al mare.

Padre Pietro Lombardi

San Biagio - San Marzano sul Sarno

Festeggiamenti per la “Marunella”

Due giornate intense, il 9 e 10 giugno, per celebrare

la devozione alla Vergine Maria

Anche quest’anno la comunità di San Marzano ha manife-stato il suo affetto per la “Marunnella”, protagonista della ormai tradizionale festa, giunta alla sua nona edizione,

organizzata dall’associazione omonima, presieduta dal dott. Al-fonso Panico, con la direzione artistica di Biagio Barba. I festeg-giamenti sono stati introdotti dal gioioso trenino di bambini del sabato mattina e si sono protratti per due giorni tra degustazioni eno-gastronomiche e sfilate del gruppo musicale “New band”, per concludersi con la serata canora di domenica, animata da Maria Di Bella e Tony Marciano. Tra le novità la partecipazione dei coltivato-ri diretti, il coinvolgimento dei vari cortili di via De Pascale, la pre-miazione dei vincitori del concorso di poesia “Libera il poeta che è in te”, organizzato dall’associazione Agape, e lo spettacolo dei

ballerini della scuola “Di Prisco Dance”. Particolarmente interes-sante è stata la partecipazione di una coppia di giovani e brillanti ricercatori della Città della Scienza di Napoli, che hanno eseguito l’estrazione di DNA dinanzi alla folla. Accanto agli intrattenimenti resta primario il motivo religioso della festa: la devozione a Ma-ria, ricordata nelle stupende effigi dei Madonnari e con la Santa Messa, presieduta da don Giovanni Iaquinandi. Il neo vicario del vescovo Giudice ha esortato a specchiarsi nello sguardo della Ver-gine per attingervi speranza e fiducia, doni oggi tanto necessari.

Lorenzo Ruggiero

Gli animatori dell’estate ragazzi con padre Pietro

L’affresco di Maria posto all’angolo tra largo De Gasperi e via Sergente De Pascale

NEWS DALLE PARROCCHIE

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Santa M. M. in ArmillisSant’Egidio del M. Albino

Il “granello” della Prima Comunione

Il 17 giugno si è svolta la celebrazione della Prima Comunione dei bambini della comunità parrocchiale

Ordinati, sereni e avvolti dai luminosi colori estivi, i 16 bambini della comunità parrocchiale di Santa Maria Maddalena in Armillis sono entrati in Abbazia per ri-

cevere il sacramento della Prima Comunione.Accompagnati e presentati dalle catechiste, tra fiori e fotogra-fie, sono finalmente stati i piccoli protagonisti della celebra-zione liturgica, dopo tre anni di preparazione.Padre Massimo ha dedicato loro la parabola del “granello di senape”, ha pregato affinché l’Eucarestia possa seminare nei loro cuori il germoglio della fede e far in modo che la “prima” non diventi l’unica Comunione della loro vita.I bambini, durante l’offertorio, hanno portato all’altare nume-rosi doni della vita cristiana. Da ora in poi a tutti loro è affidato il delicato compito di far fruttificare i doni dello Spirito Santo, attraverso proprio la costante partecipazione liturgica ed eu-caristica.

Maria Ermelinda Di Lieto

Azione Cattolica Ragazzi Diocesi Nocera - Sarno

Domenica è sempre domenica

Famiglie e Azione Cattolica insieme per riscoprire il senso del giorno di festa

Guardare alla famiglia come un tesoro e insieme risco-prire il senso della domenica, il giorno del Signore, il dominicum: da questa idea di fondo l’Azione Cattolica

diocesana ha organizzato, su proposta dell’equipe ACR e su in-vito del vescovo Giudice, la prima edizione della festa della famiglia. L’incontro diocesano, tenutosi domenica 27 maggio nella splendida cornice della Villa Comunale di San Valentino Torio, ha visto la presenza di tante famiglie. L’allegria tipica dell’ACR ha accolto prima i genitori e i ragazzi della nostra diocesi, e poi, in un’esplosione di gioia, il vescovo Giuseppe, che con il suo grande sorriso e con tante strette di mano, ha abbracciato la sua famiglia diocesana. Forte il suo invito a fare festa, a stare insieme di domenica nelle famiglie, nelle parroc-chie, con i sacerdoti, per gustare e vivere in pienezza il giorno del Signore. Dopo aver ricevuto la sua benedizione le varie foranie hanno aperto alle famiglie le loro “tende”, all’interno delle quali ragazzi e genitori, hanno riscoperto il senso del gioco e delle tradizioni familiari. «La domenica è il giorno del Signore e dell’uomo, un giorno in cui tutti devono poter es-sere liberi, liberi per la famiglia e liberi per Dio. Difendendo la domenica, preserviamo la libertà dell’uomo». E noi dell’equipe ACR continueremo a difenderla a denti stretti.

Equipe ACR diocesanaI bambini prima di ricevere la Prima Comunione pregano intorno all’altare

Festa della famiglia, domenica 27 maggio,Villa Comunale di San Valentino Torio

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Santa Maria delle Grazie Angri

Oggi sposi o sposi oggi?

Incontro sul tema del matrimonio organizzato dai giovani di S. Maria delle Grazie con l’avv. Severino

“Oggi sposi”: un’espressione che manifesta la gioia di un giorno importante. Pochi si chiedono cosa si-gnifichi essere “sposi oggi”. Il gruppo giovani della

parrocchia Santa Maria delle Grazie ha provato ad interrogarsi su questo argomento grazie all’aiuto dell’avvocato Giovanni Severino e di sua moglie Antonella.L’avv. Severino ha analizzato gli articoli 143, 144, 147 del codi-ce civile e particolare attenzione è stata data all’articolo 144, sull’eguale ripartizione dei diritti e doveri in capo a moglie e marito e all’art. 147 circa l’educazione dei figli.Alla luce di quanto analizzato e discusso, due sono state le principali conclusioni raggiunte dal gruppo: non esistono dif-ferenze tra il matrimonio civile e quello religioso in termini di attribuzione di responsabilità. La dimensione della genitoria-lità viene oggi spesso offuscata dall’immagine degli “eterni fi-danzatini” che la società propone. I figli, oltre ad essere incitati e seguiti nello studio, dovrebbero essere accompagnati ad un buon sviluppo sociale, comportamentale e religioso. Purtrop-po in una società come la nostra, che ci spinge a non rinunciare mai a nulla, risulta difficile comprendere che essere genitori si-gnifica sacrificarsi, proprio come fece Maria che si mise da par-te, accettando il sacrificio esemplare del suo Figlio, Gesù Cristo.

Carmine D’Antuono

San Giovanni BattistaNocera Inferiore

Bicicalesando e non solo

Pedalate, spettacoli e concerti

per i festeggiamenti di San Giovanni Battista

Si è confermato un appuntamento di successo Bicicale-sando, la pedalata ecologica che lo scorso 17 giugno ha attraversato le strade di Nocera Inferiore. Un’iniziativa

che ha spento l’ottava candelina e che ha raccolto sempre più consensi tra gli amanti delle biciclette. A promuoverla la par-rocchia San Giovanni Battista di Nocera Inferiore, che organiz-za l’evento nell’ambito dei festeggiamenti patronali. Il gruppo di ciclisti in erba ha attraversato tutta la città e al quartiere Vescovado si è fermato presso il palazzo Vescovile, dove ha incontrato monsignor Giuseppe Giudice.Tanti i gadget messi a disposizione dalla Centrale del latte e dagli sponsor Vicidomini Aniello cartoleria, Iannone moto e Plastica Gambardella. Essenziale la collaborazione dei volon-tari della Misericordia di Nocera Inferiore.Le iniziative promosse per i festeggiamenti in onore di San Giovanni Battista sono state molteplici: il 16 giugno lo spetta-colo al teatro Diana “Pulcinella sindaco di Napoli”, il 24 giugno il concerto della corale parrocchiale ed il 30 giugno il “Villag-gio delle contrade”. Sabato 23 giugno c’è stata la processione della statua lignea del precursore di Cristo per le strade della parrocchia.

Sa. D’An.

L’avv. Giovanni Severino, don Domenico D’Ambrosi e il gruppo giovani

Il Vescovo incontra la comunità di San Giovanni Battista presso il Palazzo Vescovile

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«La Chiesa di Nocera – Sarno ha ricevuto in dono tre nuovi sa-cerdoti»: con queste parole

mons. Giuseppe Giudice ha commentato le ordinazioni sacerdotali di don Carmine Cialdini (21 giugno), don Salvatore Ago-vino (28 giugno) e don Giuseppe Perano (5 luglio). Aspettando il numero di settem-bre di Insieme, che dedicherà ampio spa-zio ai nuovi presbiteri, proponiamo alcuni notizie sugli ordinandi. Don Carmine Cial-dini ha maturato la sua vocazione grazie al cammino neocatecumenale e al parroco don Ciro Galisi. Don Salvatore Agovino è cresciuto con la comunità di S. Teodoro in Sarno, con la guida del parroco don Andrea Annunziata. Don Giuseppe Pera-no si è formato come cristiano presso la parrocchia S. Alfredo in Sarno, sorretto dal sostegno dei pavoniani e si è diplomato al Magistrale. Don Carmine ha svolto il suo ministero diaconale presso l’unità sino-

dale di S. Sisto – S. Francesco di Paola – S. Maria delle Grazie in Pagani, mentre don Salvatore ha vissuto il diaconato presso la parrocchia SS. Annunziata di Angri e don Giuseppe presso la parrocchia S. Matteo Apostolo in Nocera Inferiore.La Diocesi si stringe in una preghiera di ringraziamento per il dono delle loro vo-cazioni e accompagna i loro primi passi perché è mediante il loro ministero che «il Signore raggiunge le anime, le istruisce, le custodisce e le guida» (dalle catechesi di Benedetto XVI – 26 maggio 2010).

Mariarosaria Petti

Don Carmine Cialdini, dopo l’ordinazione, consacra per

la prima volta il pane e il vino

Diocesi in festa

Tre nuovi sacerdoti per la nostra Chiesa

Gli impegni del Vescovo

Monsignor Giuseppe Giudice ad agosto, dal 20 al 26, presiederà il pellegrinaggio diocesano a Lourdes. Il 7 settembre, alle ore 19:00, presiederà le ordinazioni diaconali dei seminaristi Alfonso Giordano e Giuseppe Pironti nella parrocchia Santa Maria Maggiore di Nocera Superiore.

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43Insieme Luglio - Agosto 2012

Suore Figlie della Carità del Prezziosissimo SanguePagani

La pinacoteca in onore del beato Tommaso

Intitolata una sala al fondatore delle suore del Prez.mo Sangue

L’ iter era stato avviato qualche anno fa, in concomitanza con l’apertura dell’auditorium “S.

Alfonso Maria de Liguori”. Il 29 mag-gio scorso è stato realizzato il sogno. Nel mega complesso paganese c’è anche una sala dedicata al beato Tom-maso Maria Fusco.Al fondatore delle suore del Prezio-sissimo Sangue è stata dedicata la grande pinacoteca. Una gigantografia del sacerdote campeggia all’interno della sala, che negli intenti dovrebbe ospitare mostre ed eventi culturali di grande respiro. In questo modo il nome del beato, che in molti auspicano possa essere pro-clamato presto santo, sarà per sempre associato alla bellezza e all’armonia che viene donata dall’arte.Soddisfazione è stata espressa dalla superiora, madre Ofelia Marzocca, e dalle sue consorelle. Tante le religio-se presenti per l’occasione presso la struttura di piazza Sant’Alfonso. A benedire la pinacoteca il vescovo diocesano, monsignor Giuseppe Giu-dice. Presente anche il commissario prefettizio Laura Cassio, l’ex commis-sario Maurizio Bruschi ed alcuni espo-nenti delle precedenti amministrazio-ni comunali.

Sa. D’An.

Il dipinto “Madonna con Bambino”

Santa Maria a MonteNocera Inferiore

Nuova luce per il volto di Maria

Si restituisce al culto dei fedeli

un pregevole dipinto del ‘500

É ritornato al suo antico splendore il dipinto Madonna con Bambino del-la cappella della Congrega di Santa

Maria a Monte in Casolla, di Nocera Infe-riore. L’opera, di autore ignoto della secon-da metà del XVI secolo, è una vera opera d’arte di scuola napoletana con influsso di artisti fiamminghi. Il restauro del dipinto, curato dall’equipe della dott.ssa Flora Pel-legrino, è durato un anno ed ha richiesto un lavoro certosino a causa dei ripetuti danneggiamenti (il più devastante dovuto ad un incendio del 1974). La tavola rappresenta un bene culturale, come ha sottolineato la dott.ssa Picciau, sovrintendente per i beni storici e artisti-ci, attraverso cui la cittadinanza ha risco-perto l’orgoglio dell’appartenenza. In un periodo in cui le risorse economiche man-cano per effetto della crisi, è ancora più significativo ed emozionante sapere che il progetto del recupero artistico sia partito dalla comunità locale. Il costo dei lavori è stato altissimo, come ha riferito il priore della Confraternita, il signor Gennaro Pepe e hanno contribuito economicamente, in una gara di solidarietà, i fedeli, i confratelli della Congrega ed alcune associazioni cul-turali del territorio (come il Rotaract club di Nocera Inferiore - Sarno). Il 29 maggio la cittadinanza ha potuto ammirare il dipin-to raffigurante la Madonna in trono, che regge teneramente il Bambino, ai cui lati si stagliano in estasi, appena più in basso, i santi Stefano e Lorenzo. Ha partecipato all’evento il vescovo, mons. Giueppe Giudice, che ha benedetto il di-pinto nella cappella della Congrega. Il cuore dei fedeli presenti ha esultato di gio-ia per la nuova luce donata al volto della Madonna.

Maria Bonfiglio

Il beato Tommaso Maria Fusco

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San Teodoro MartireSarno

Duc in altum!

Comunità in festa per l’ordinazione sacerdotale di don Salvatore Agovino

28 giugno: le mani del Vescovo sul tuo capo, il coro dei sacerdoti pronto ad accoglierti, la grande schiera di parenti ed amici, un sol cuore con te. In

parrocchia, però, non potevamo contenere la gioia in una sola sera. Così l’1 luglio, quando hai celebrato per la prima volta l’Eucaristia, è stata ancora festa. Eppure sembra ieri. Sì, sembra così vicino il giorno in cui an-nunciasti alla comunità il proposito di entrare in seminario. Da quel giugno caldo e pieno di speranze sono passati sette anni. In questi anni ti sei preparato con lo studio, la preghiera, la pratica pastorale, il discernimento e l’obbedienza ai supe-riori. Ora sei giunto a ciò per cui ti sei allenato tanto: essere sacerdote, disputare la partita della fede con la fascia da capi-tano (perciò, forza, il Mister conta su di te!).

E noi? E noi nel frattempo… quante storie: matrimoni, nascite, dipartite, la grazia di Dio che ci è venuta incontro all’angolo della strada di ogni giorno. E nelle nostre vite, in queste storie, tu c’eri: fai parte di questa grande famiglia, e sempre resterai legato ad essa. Non sei solo. Guarda dietro di te: ci siamo noi a sostenerti con la nostra preghiera e con il nostro affetto! Ti poniamo sotto il manto di Maria, lei, discepola perfetta, conceda saggezza al tuo operare. La Comunità tutta.

Mariangela Giudice

San Bartolomeo Apostolo - Nocera Inferiore

Per un territorio a misura di tutti

Convegno organizzato da MoviMentiAmoCi sulle difficoltà logistiche dei disabili

Barriere architettoniche e disagi per i diversamente abili: ecco i temi al centro del convegno organizzato dal comitato di citta-dinanza attiva MoviMentiAmoCi, tenutosi lo scorso 15 giugno

presso il Centro di Quartiere “A. De Nicola” di Nocera Inferiore. Aiutati da chi vive il disagio quotidianamente, sono state presenta-te alcune criticità architettoniche presenti sul territorio. Ad aggra-vare la situazione, una scarsa conoscenza delle problematiche da parte della cittadinanza ed una mancanza di controlli degli organi competenti. Il neosindaco Manlio Torquato, in un saluto iniziale, si è detto particolarmente sensibile alla questione e ha promesso di impegnarsi sin da subito. Alla proiezione di un video realizzato dagli amici disabili, sono seguiti gli interventi dell’ing. Andrea Cioffi, del-la dott.ssa Carmela Novello (Emora) e della dott.ssa Anna Mannara (UILDM), moderati dal dott. Salvatore D’Angelo. La partecipazione al convegno è stata frizzante e, tra i più giovani, erano presenti an-che gli scout nocerini. Per accrescere il nostro impegno invitiamo i lettori a postarci le loro esperienze sul gruppo facebook MOVIMEN-TIAMOCI o a scriverci all’indirizzo info@movimentiamoci.

Nunzia Pirro

La platea al convegno

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46 Insieme Luglio - Agosto 2012

Auguri di buon compleanno a:

Mons. Mario Ceneri, il primo luglio ha compiuto 69 anni; don Pietro Califano, ha festeggiato il 4 luglio 87 anni; don Luigi Lamberti, per le 40 candeline del 5 luglio; don Salvatore Fiore per i 29 anni che compirà il 12 luglio e don Roberto Farruggio per i 42 anni del giorno seguen-te; padre Silvano Controne e don Enrico Ascolese per i loro 69 e 52 anni del 14 e 15 luglio; p. Maurizio Buonoco-re spegnerà 37 candeline il 24 luglio e nello stesso gior-no festeggia 71 anni p. Pietro Lombardi; il 26 luglio p. Massimo Staiano compirà 38 anni; don Rosario Ingenito festeggerà il 2 agosto 47 anni; don Antonio Adinolfi, il 4 agosto, 38 anni.Il Signore ricolmi di benedizioni e di gioia i loro giorni. Auguri!

IN BACHECAa cura della Redazione

Auguri di buon onomastico a:

P. Silvano Controne, il 10 luglio; mons. Benedetto Abate, l’11 luglio; don Enrico Ascolese, il 13 luglio; mons. Car-mine Citarella e don Carmine Vitolo, il 16 luglio; mons. Alfonso Desiderio, mons. Alfonso Raiola e don Alfonso Santoriello, il primo agosto; don Salvatore Fiocco, don Salvatore Di Prisco, don Salvatore Verdoliva, il 6 agosto; don Gaetano Ferraioli, il 7 agosto; mons. Dome-nico Cinque, don Dome-nico D’Ambrosi, mons. Domenico La Guardia, l’8 agosto.

Siate lieti e forti ogni giorno della vostra vita sull’esempio dei santi!

Buon anniversario di ordinazione sacerdotale a:

Padre Raffaele Bufano, mons. Alfonso Desiderio, mons. Vincenzo Leopoldo che il primo luglio hanno festeggia-to rispettivamente 12, 50 e 45 anni di sacerdozio; don Antonio Palumbo per i 40 anni di sacerdozio, il 2 luglio; don Ciro Scarpetta il giorno seguente ne ha celebrati 45; don Alessandro Cirillo e padre Antonio Cuomo han-no festeggiato insieme, il 4 luglio, 14 anni di sacerdozio; don Giovanni Longobardi e mons. Alfonso Raiola, il 4 luglio hanno raggiunto 64 e 69 anni di sacerdozio; don Luigi La Mura e don Gianfranco Marotta il 6 luglio han-no celebrato rispettivamente 43 e 27 anni di sacerdozio; don Diodato Ruggiero l’8 luglio ha ricordato i 56 anni di sacerdozio, don Aniello Mario Carillo l’11 luglio festeg-gia 48 anni di sacerdozio; mons. Benedetto Abate per i 61 anni di sacerdozio, il 15 luglio; il 21 e 25 luglio don Vincenzo Russo e mons. Pietro Milite per i 43 e 17 anni di sacerdozio; don Gerardo Rosolia, il 4 agosto, per i 38 anni di sacerdozio.Affidiamo tutti voi a Maria, Madre dei sacerdoti, perché possiate sempre essere tabernacoli e ostensori di Gesù Buon Pastore.

Un augurio speciale a don Alfonso Santoriello (San Giuseppe, Nocera Inferiore) che lo scorso 27 giugno ha raggiunto il traguardo dei 20 anni di sacerdozio. La Vergine Madre guidi i suoi passi di sacerdote con amo-re e dolcezza.

Una augurio speciale a:

Auguri!Luglio è un mese denso di ricorrenze per il vescovo emeri-to Mons. Gioacchino Illiano: il 2 luglio ha festeggiato 51 anni di sacerdozio, il 26 luglio festeggerà l’onomastico e il 27 luglio il complean-no. Il Signore rivolga uno sguardo specia-le a colui che per tanti anni si è speso per manifestare a tutti la presenza del Buon Pastore.

Il nostro cordoglio:Per la salita al cielo di Claudio Illiano, fratello del ve-scovo emerito Gioacchino, tornato alla casa del Padre il 6 giugno scorso. Assicuriamo la preghiera costante affinché il Signore lo accolga nella dimora della luce e della pace.

Don Alfonso Santoriello

Mons. Benedetto Abate

Don Rosario Ingenito

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47Insieme Luglio - Agosto 2012

IN PARROCCHIANella sezione IN PARROCCHIA vi sono le pagine di quelle parrocchie che hanno scelto la rivista diocesana come strumento per comunicare con la propria comunità parrocchiale. Queste pagine sostituiscono giornali parrocchiali o fogli di collegamento.Se desideri anche tu prendere uno spazio fisso o in occasione di un evento particolare, contattaci allo 081 513 45 04 o su [email protected]

a cura della comunità parrocchiale

Santa Maria del Carmine Pagani

La coscienza è la miglior difesa

contro il maleA distanza di un anno, la comunità parrocchiale ha avuto modo di confrontarsi nuovamente sul tema della legalità con il Tenente Marco Beraldo, Comandante della Tenenza di Pagani

La migliore difesa che abbiamo contro il male e la vio-lenza è la nostra coscienza. Questa frase per chi ha partecipato all’incontro con il Tenente Marco Beral-do, Comandante della Tenenza di Pagani, è carica di

significato. Il secondo incontro tenutosi nei locali della Parrocchia Santa Maria del Carmine, a poco più di un anno di distanza dal pri-mo, è stato il suo naturale proseguimento. L’auditorio, compo-sto da ragazzi, giovani e adulti, ha potuto confrontarsi sul tema della legalità, arricchito dalla partecipazione attiva del Tenente Beraldo che con la sua esperienza di vita ha trasmesso, attra-verso l’esempio, un messaggio che va oltre le parole, fatto di speranza. Una speranza autentica, non sognatrice, una spe-ranza che si erge solidamente sui fatti e sulle azioni che ognu-no di noi può e deve compiere in qualità di cittadino e uomo. Punto di partenza della discussione è stata l’intervista, tra-smessa dal noto programma televisivo Servizio Pubblico, ad Angelo Provenzano, figlio di Bernardo Provenzano, detto Binnu u tratturi (Bernardo il trattore, per la violenza con cui falciava le vite dei suoi nemici), condannato in contumacia a tre erga-stoli e attualmente detenuto in regime di “41 bis” nel carcere di Parma. L’intervista è un documento a cui dare ascolto con le dovute cautele. L’esperienza sul territorio siciliano del Te-nente Beraldo gli ha permesso di sottolineare le ambiguità che le parole dell’intervistato celavano. Insinuazioni e doppi sensi che non devono ingannare nè spegnere la nostra memoria e la nostra coscienza.

Noi possiamo fare la differenzaTroppo spesso, assopiti dalle piccole beghe della vita quotidia-na, dimentichiamo che oltre la porta di casa ci sono persone che rischiano la vita, o addirittura l’hanno persa nella lotta per la costruzione di un mondo migliore, più onesto e pulito. Nomi noti, come i giudici Falcone e Borsellino, e nomi troppo spesso dimenticati come quello di Antonio Esposito Ferraioli, cuoco e sindacalista paganese ucciso dalla camorra nel 1978. Ed è pro-prio il nome di Antonio ad essere stato ricordato durante l’in-contro che ha trasmesso un messaggio chiaro e fondamentale. La differenza tra un mondo fatto di violenza e un mondo pulito, più giusto ed onesto la possiamo fare solo noi, grazie alla for-za e all’aiuto dello Stato. Uno Stato da non confondere con la politica, che è fatta di uomini e che quindi può sbagliare, può essere corrotta e può non fare il suo dovere. Il vero Stato è fatto di ideali e di valori e quelli non si possono sporcare. Questo Stato, per chi non ha avuto modo di conoscerlo, vive in due elementi: la Costituzione della Repubblica Italiana, la nostra Costituzione, e il cuore degli uomini che fanno il loro dovere, con e senza divisa, e che lottano per difendere i diritti che ci appartengono e che dobbiamo pretendere siano rispettati, da-gli altri e da noi stessi.Per concludere, questo articolo “risponde” alle cinque doman-de della tecnica giornalistica. Chi? Noi. Che cosa? Possiamo sconfiggere il male e la violenza. Come? Con la nostra co-scienza. Perché? Per difendere la nostra libertà e dignità. Quando? Ora.

Flora Gaito

Gli appuntamenti per il mese di luglioFesta della Madonna del Carmine

Il Tenente Marco Beraldo

9 - 15 LUGLIO; SESTA SETTIMANA MARIANA: S. Messa alle ore 19.30 con omelie sul canto del Magnificat.SABATO 14 LUGLIO: Processione della statua della Madonna a partire dalle ore 17.00.DOMENICA 15 LUGLIO: SS. Messe ore 8.30; 11.00; 19.30.

LUNEDÌ 16 LUGLIO; FESTA DELLA MADONNA DEL CARMINE: SS. Messe ore 7.00; 8.00; 9.00; 10.00; 11.00. Alle 12.00 Supplica alla Madonna del Carmine. Alle 19.30 ci sarà una solenne celebrazione eucaristica con benedizione e imposizione degli scapolari.

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27 MAGGIO - 3 GIUGNO - 10 GIUGNO: Celebrazione delle Prime Comunioni

14 GIUGNOPellegrinaggio del Gruppo Giovani di Azione Cattolica sui luoghi di S. Pio - Pietrelcina (BN) ed escursione a Benevento

15 GIUGNOSolennità del Sacratissimo Cuore di Gesù,ore 18.30: S. Rosario; ore 19.00: Vespri e Coroncina davanti alla statua del Sacratissimo Cuore di Gesù del Campanile; Ore 19.30: S. Messa

16 GIUGNOPomeriggio di animazione, giochi e gare per bambini del Gruppo Scout Agesci - Nocera Superiore 1

19 GIUGNOSerata di festa del Gruppo Giovanissimi di Azione Cattolica

23 GIUGNOOre 20.00: Inaugurazione e riapertura dell’Oratorio “Can. Antonio Fiorillo” dopo i lavori di ristrutturazione

27 - 28 - 29 GIUGNO Estate Ragazzi 2012 Sagrato della Chiesa Parrocchiale

NEL MESE DI LUGLIO Tornei di calcio a 5 - under 14 e over 14 Campetto dell’Oratorio Parrocchiale

19 LUGLIO Giornata Pro ParrocoXIV Anniversario di Ministero Pastorale del nostro Parroco, don Roberto Farruggio. Ore 18.30: S. Rosario; Ore 18.45: Vespri; Ore 19.00: S. Messa. Di seguito serata di festa

25 LUGLIO - 10 AGOSTOEsperienza Estiva del Movimento Giovanile Costruire Marino (RM)

1 - 15 AGOSTOQuindicina dell’Assuntaore 18.30: S. Rosario; ore 18.45: Vespri; ore 19.00: S. Messa. Ore 20.00: Canto del tradizionale Rosario dell’Assunta, sul Sagrato della Chiesa Parrocchiale

6 - 12 AGOSTO, 20 - 31 AGOSTOInsieme alle Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucaristia, attività sportive e laboratori per i ragazzi.Promosso dai servizi sociali del Comune di Nocera Superiore nell’Oratorio Parrocchiale “Can. Antonio Fiorillo”

13 AGOSTOOre 20.30: Liturgia della Parola e festa nella Piazzetta di Uscioli in preparazione al pellegrinaggio alla Beata Vergine di Materdomini

14 AGOSTO Ore 4.00: Pellegrinaggio al Santuario della Beata Vergine di Materdomini di Nocera Superiore

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La nostra estateIl calendario delle attività estive della comunità parrocchiale: appuntamenti e soste spirituali per tutte le età, insieme alle foto di alcuni eventi che hanno arricchito l’anno pastorale appena concluso

25 maggio 2012, la delegazione dell’Azione Cattolica della Diocesi di Iaşi - in visita all’Azione Cattolica della nostra Diocesi nell’ambito del gemellaggio tra le due Associazioni diocesane (dal 24 al 27 maggio) - ha visitato la nostra parrocchia e vissuto con noi la celebrazione eucaristica. Nella foto, durante la festa con la comunità parrocchiale, il taglio della torta con alcuni responsabili dell’Azione Cattolica parrocchiale e della Presidenza Diocesana.

14 giugno 2012, pellegrinaggio del Gruppo Giovani di Azione Cattolica sui luoghi di S. Pio a Pietrelcina (BN) ed escursione a Benevento. Foto nella Cappella in località Piana Romana, a Pietrelcina, dove è custodito l’olmo sotto il quale Padre Pio ricevette le prime stimmate nel 1910.

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15 AGOSTOSolennità della Beata Vergine M. Assunta in CieloSS. Messe: ore 11.00 - 19.00. Ore 18.00 Tradizionale preghiera in onore dell’Assunta delle cento Croci e cento Ave Maria

14 - 16 AGOSTOPartecipazione di una delegazione della Parrocchia e dell’Associazione per il Concorso Internazionale dei Madonnari. “San Pasquale Baylon” all’Incontro Nazionale dei Madonnari di Grazie di Curtatone (MN)

18 AGOSTO:Il Grande Spettacolo dell’Acqua e Spettacolo dell’Aria Monteverde (AV)

21 – 24 AGOSTO: Campo Scuola degli Adulti di Azione Cattolica e dell’Azione Cattolica dei Ragazzi - Acerno (SA)

21 - 26 AGOSTO Campo Estivo degli Scout Agesci - Nocera Superiore 1Giff oni Valle Piana (SA)

26 - 29 AGOSTOCampo Scuola Diocesano dei Giovanissimi di Azione CattolicaVitorchiano (VT)

30 AGOSTO - 2 SETTEMBRECampo Scuola Diocesano dei Giovani di Azione CattolicaVitorchiano (VT)

9 SETTEMBRERecital dell’Azione Cattolica dei Ragazzi  nel salone parrocchiale

9 SETTEMBRE - 16 SETTEMBRE Celebrazione delle Prime Comunioni

12 SETTEMBRE Memoria del Santissimo Nome di Mariaore 20.00: Processione della Madonna di Fatima

23 SETTEMBREPellegrinaggio sulla tomba di San Pio da Pietrelcina a S. Giovanni Rotondo (FG) e al Santuario S. Michele Arcangelo - Monte S. Angelo (FG)

6 OTTOBRE:Pellegrinaggio a piedi al Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei (NA)

13, 16 e 17 giugno, i festeggiamenti in onore di S. Antonio da Padova alla Cappella di Via Nazionale – Camerelle. La Preghiera e la celebrazione eucaristica nei giorni della tradizionale Tredicina di S. Antonio (dal 31 maggio al 12 giugno), le SS. Messe del 13 giugno, Festa del Santo, e la Processione hanno scandito i giorni della festa, musica e piatti appetitosi alla tradizionale sagra del 16 e 17 giugno. Nelle foto la Processione, il 16 giugno, e la Sagra di S. Antonio nello spazio dell’Azienda Deaban, di fronte alla Cappella di S. Antonio.

15 giugno 2012: un momento della celebrazione della Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, la preghiera della Coroncina davanti alla grande statua del Campanile prima della celebrazione eucaristica in Chiesa.

16 giugno 2012: pomeriggio di giochi per i bambini organizzato dagli Scout della Parrocchia, Agesci – Nocera Superiore 1.

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Il respiro della Chiesa universaleSessanta pellegrini della nostra comunità, lo scorso 6 giugno, erano a Roma insieme al vescovo Giuseppe e a don Antonio Mancuso per vedere ed ascoltare Pietro

a cura della comunità parrocchiale

Maria SS. delle Tre Corone Sarno

Vera esperienza di fede, testimonianza di Chiesa universale. Tutto questo è stato il pellegrinaggio a Roma organizzato dalla nostra Diocesi e guida-to dal nostro vescovo Mons. Giuseppe Giudice, a

cui hanno partecipato circa sessanta persone della nostra parrocchia e duemila in tutta la diocesi. Bambini, giovani, adulti ed anziani, tutti insieme per vedere ed ascoltare il Santo Padre Benedetto XVI.Un’emozione unica, nell’udire il saluto del Sommo Pontefi-ce nelle varie lingue internazionali, sentirsi per un istante un’unica grande famiglia, tutti fratelli in cammino, chiamati dallo stesso Padre, cittadini del mondo, a riparo sotto l’om-bra di Pietro. In un momento così difficile, in cui la fiducia e la credibilità della Chiesa e delle istituzioni ecclesiali è messa in discussione da attacchi su vari fronti, il Papa ha richiamato, uno su tutti, l’importanza e il valore della fa-miglia.

L’Eucaristia al Divino Amore. Sentirsi famiglia, Chiesa, comunità d’amore, ha reso il nostro pellegrinaggio ricco, impregnato di fede, comunione e preghiera. La giornata è proseguita con la visita al Santuario del Divino Amore, dove il nostro vescovo Mons. Giudice, in comunione con tutti i

sacerdoti della nostra diocesi di Nocera Inferiore – Sarno, ha celebrato la Santa Messa a conclusione di questo intenso pellegrinaggio, affidando a Dio la nostra vita familiare, par-rocchiale, diocesana ed universale. Sperando che la gioia, la serenità e l’entusiasmo di questa splendida esperienza possa far fruttificare il nostro seme di speranza, che ci auguriamo di portare nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità parrocchiali, nel mondo, come testi-monianza di una Chiesa UNIVERSALE!

Raimondo Russo

Il Santo Padre a piazza san Pietro

I pellegrini della nostra parrocchia condividono insieme il pranzo

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51Insieme Luglio - Agosto 2012

a cura della comunità parrocchiale

Santa Maria delle Grazie Casatori San Valentino Torio

Da maggio a luglio, la nostra comunità parroc-chiale ha vissuto e toccato con mano l’azione dello Spirito Santo e le grazie che effonde su quanti, motivati e ben preparati, si sono acco-

stati ai sacramenti. A conclusione del cammino formativo di questo anno pastorale, molti ragazzi hanno ricevuto per la prima volta il sacramento dell’Eucaristia. I giovani, invece, hanno confermato la propria fede nella mani delle vescovo Giuseppe.

Le due soste sacramentali sono state preparate e vissute con grande partecipazione dai candidati, dalla comunità familiare e da quella parrocchiale, che con viva compar-tecipazione li ha accompagnati e sostenuti con la pre-ghiera. Con queste celebrazioni i battezzati proseguono il cammino dell’iniziazione cristiana e, con la grazia sa-cramentale che hanno ricevuto, sono mandati a rende-

re testimonianza dell’esperienza viva fatta col Risorto. Il dono dello Spirito Santo li ha resi, in modo sempre più perfetto, conformi a Cristo e con la sua forza, ha comuni-cato loro il coraggio per l’edificazione del suo Corpo, nella fede e nella carità.

Tutte le celebrazioni hanno avuto un carattere festivo e solenne, semplice e sobrio, così come esige la liturgia. Significativa è stata la presenza del vescovo Mons. Giu-seppe Giudice, il quale, durante la celebrazione eucari-stica del 3 giugno, alle ore 19.30, nella solennità della Santissima Trinità, ha confermato col dono dello Spirito Santo 15 giovani nella fede. «Aprite gli occhi della fede - ha incoraggiato - per scorgere i segni della presenza di Gesù ed essere nella Chiesa e nel mondo suoi coraggiosi testimoni».

Don Gaetano Ferraioli

I frutti dello SpiritoMesi intensi per la nostra comunità: molti bambini hanno ricevuto la Prima Eucaristia, mentre 15 giovani hanno confermato la propria fede nelle mani del Vescovo Giuseppe

3 giugno, Solennità della Santissima Trinità: i 15 giovani che hanno ricevuto il Sacramento della Confermazione insieme al Vescovo Giuseppe e a don Gaetano Ferraioli

I concorsi per l’Infiorata 2012Tutte le informazioni sul nostro sito

Dal 1996 ad oggi, quella che sembrava una piccola sfida di pochi ispirati, è divenuta la splendida Infiorata di Casatori, appuntamento fisso per quanti, desiderosi di

un’arte nuova e antica come quella di realizzare tappeti flore-ali in onore d’immagini sacre, invadono le strade della piccola frazione di Casatori, in S. Valentino Torio, per tradurre in realtà bozzetti creati da giovani artisti o solo per ammirare questa

miriade di petali profumati, capaci di produrre dei veri e pro-pri capolavori.

Marina LongobardiSegnaliamo:Il Concorso Artisti e il Concorso Scuole Medie Partecipa scaricando i regolamenti dal sito www.infioratadicasatori.it

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a cura dell’Unità Sinodale San Sisto II e San Francesco di Paola - Pagani

coordinatore di redazione Michele Raiola

52 Insieme Luglio - Agosto 2012

Evangelizzare attraverso la festaGrande successo per la festa parrocchiale dedicata a San Vito, preparata con passione e dedizione per annunciare Gesù attraverso la gioia dello stare insieme

L’ inizio della “festa grande a Barbazzano”, vener-dì 15 giugno, è coinciso con il giorno in cui la Chiesa ha celebrato la solennità del Sacratissi-mo Cuore di Gesù e il Vescovo mons. Giusep-

pe Giudice nella sua omelia ha voluto lanciare il monito per cominciare bene la festa parrocchiale: «Bisogna guardare al cuore squarciato di Cristo sia dal letto della sofferenza che dal banchetto della condivisione e della festa». E noi ci abbiamo provato, abbiamo speso energie, tempo e passione per far sì che la festa fosse un segno della Sua pre-senza in mezzo a noi. Lo ha fatto la Compagnia Teatrale par-rocchiale, che ha recitato una favola ambientata in un’anti-ca Barbazzano, lo hanno fatto i vari gruppi parrocchiali che, nelle “vetrine parrocchiali”, hanno accolto i passanti con doni e pensierini mentre illustravano le numerose attività che si svolgono nelle aree della Celebrazione, dell’Annuncio e della Testimonianza, lo hanno fatto gli educacuori con le attività per i più piccoli e gli animacuori che hanno cercato di mostrare ai più grandi un modo diverso di giocare e, infine, le instancabili donne della nostra comunità, che hanno preparato e servito a tutti i visitatori deliziosi manicaretti nella “festa dei sapori”. Nonostante la suggestiva atmosfera dei cortili, i sapori e gli odori che si assaporavano passeggiando per la lunga strada animata dai giocolieri, quello che abbiamo riscoperto è che, in fondo, la vera festa, e il primo modo di evangelizzare, è lo stare insieme, in modo autentico.

Barbara Antignano

La celebrazione eucaristica del 15 giugno. Da destra, don Andrea Annunziata, Mons. Giuseppe Giudice,

don Carmine Cialdini, don Salvatore Fiore e Francesco Manzo

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Un momento della celebrazione

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La benedizione dei cani e delle famiglie

Uno degli stand della festa dei sapori

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“Impareremo ad essere fratelli”Questo è lo slogan che ha accompagnato l’Estate Ragazzi sinodale di quest’anno

Questo è stato il motto che ci ha accompagnato durante i 5 giorni - da martedì 29 maggio a sabato 2 giugno - in cui abbiamo vissuto l’estate ragazzi sinodale. L’allegra partecipazione dei tanti bambini e il sano agonismo hanno contribuito a rendere le

comunità ancora più unite nel Suo nome. Grazie a giochi di squadra i bambini hanno imparato cos’è il lavorare insieme per un obiettivo comune. Ci sono stati dei vincitori, è vero, ma, come si suol dire, è importante partecipare in uno spirito di comunione.

Giovanni Nacchia

I ragazzi riuniti nella parrocchia

san Francesco di Paola

La pausa pranzo, prima di riprendere le attività

I giochi di squadra

Foto Luigi Sammartino (5)

Gli artisti di strada e i giocolieri

Una scena della rappresentazione teatrale “Una bella favola

a Barbazzano”

La Via Glorie: la statua di San Vito lascia la chiesa parrocchiale

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54 Insieme Luglio - Agosto 2012

Per una piccola frazione come quella di Orta Lo-reto, la festa patronale è sempre un momento importante ma direi che negli ultimi anni sta diventando il tempo propizio per crescere nella

comunione. Non c’è spazio per il protagonismo persona-le, tutti hanno qualcosa da fare: anziani, giovani, bambi-ni. Ognuno si sente coinvolto e parte di una famiglia più grande. Merito soprattutto del nostro parroco, don Gerar-do Coppola, che ha strutturato la tredicina invitando frati e sacerdoti che hanno tenuto delle bellissime riflessioni su molti aspetti della vita del nostro Santo: tra questi, i suoi ultimi predecessori, don Silvio Longobardi e don Alessan-dro Cirillo.

Un’iniziativa molto bella, segno di continuità e di unità ec-clesiale. E poi che dire dei giovani e degli adulti impegna-ti in una meravigliosa e sorprendente kermesse teatrale? Hanno stupito tutti, quando venerdì 15 giugno, con una folla di attenti spettatori, hanno messo in scena Filumena Marturano, una commedia scritta da Eduardo De Filippo nel 1946. E i bambini? Quanti piccoli Antonini affollavano la chiesa, (diventata decisamente troppo piccola per una popolazione come la nostra dove il tasso di natalità fa in-vidia a tutta Italia!), la sera del 13 giugno insieme ai loro genitori per essere affidati alla protezione del Santo.

E infine la conclusione più bella è stata affidata alla pre-senza amorevole e paterna del nostro vescovo Mons. Giu-dice, quando domenica 17 giugno, alle prime luci del nuo-vo giorno, mentre il silenzio avvolgeva le strade, le case, i campi, la comunità tutta si è riunita intorno al lui per celebrare insieme l’Eucarestia. Le sue parole ci hanno in-vitato a fare festa nei nostri cuori, a fare spazio a colui che è la fonte di ogni gioia: Gesù, il Maestro che Antonio di Padova ha seguito con umiltà e ha annunciato con sa-pienza nella sua vita.

Giovanna Abbagnara

Per la nostra parrocchia, il mese di giugno è un tripudio di gioia! Per le solennità che madre Chiesa ci fa celebrare e per la festa patronale in onore del nostro santo patrono: Antonio di Padova

È tempo di festa!

a cura della comunità parrocchiale

Sant’Antonio di Padova Orta Loreto

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La solenne celebrazione del 17 giugno,

presieduta dal vescovo Giuseppe Giudice

Don Gerardo visita un ammalato

durante la processione

La benedizione degli Antonini

Un momento della rappresentazione

teatrale Filumena Marturano

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55Insieme Luglio - Agosto 2012

a cura della comunità parrocchiale

Sant’Antonio di Padova Poggiomarino

Coordinatore di redazione Mariano Rotondo

Il viaggio missionario di padre Aldo

L’esperienza di padre Aldo D’Andria nelle terre rurali del Paese asiatico, per formare sacerdoti e sostenere i giovani in difficoltà

Dieci giorni speciali per il padre stimmatino della parrocchia Sant’Antonio di Padova di Poggiomarino.

Padre Aldo D’Andria, infatti, ha lasciato per un po’ la Diocesi per portare avan-ti la delicata missione in India, preci-samente a Chocin - nella Regione del Kerala - a Sud Ovest del Paese asiatico. Una missione, questa affidata all’ordine fondato da San Gaspare Bertoni, che ha vissuto la sua alba nel 2002 e che in una nazione dove è quella Indu la religione più diffusa, punta a formare nuovi cri-stiani cattolici. Particolare attenzione ai seminaristi che padre Aldo ha avuto il compito di seguire nei dieci giorni di per-

manenza in India, futuri sacerdoti alle-vati già dagli stimmatini indigeni. «Un’esperienza che ogni volta ti regala qualcosa di nuovo - commenta il reli-gioso di Poggiomarino - e che ti lascia capire quanto, tante persone che vivo-no lontano, siano legate alla fede». Sono circa duecento, in tal senso, i semina-risti seguiti dagli stimmatini nel Kerala. Una missione che in tutti i casi punta anche al concreto, al sociale con l’ado-zione a distanza di almeno altrettanti bambini e ragazzi che riescono a cre-scere e a studiare proprio attraverso la sensibilità dell’ordine. Giovanissimi che padre D’Andria ha incontrato da vicino, così come gli accolti di un orfa-

notrofio gestito dalle suore e per cui gli stimmatini stanno facendo tantissimo per sostenerli sotto l’aspetto economico e spirituale. Momenti di preghiera e di ascolto della Parola, insomma, si sono alternati in dieci giorni all’impegno so-lidale nelle terre d’India tuttora rurali e dove il Paese in via di sviluppo non si è ancora materialmente mostrato. Toc-cante, infine, la funzione religiosa di sa-luto a padre Aldo a cui ha partecipato il padre superiore arrivato direttamente dalla Thailandia. L’intento per i prossi-mi anni è di realizzare un vero e proprio polo asiatico in cui associare le Filippine alle stesse India e Thailandia.

Mariano Rotondo

Un bella immagine dell’esperinza di padre Aldo D’Andria in India

Tredicina di Sant’AntonioIn migliaia alle celebrazioni per il patrono

La Festa di Sant’Antonio, patrono di Poggiomarino, viene sempre preceduta dalla “Tredicina” tra i rioni del paese. È un momento di festa, ma anche di devozione e di pre-

ghiera, poiché molte famiglie “fanno a gara” per avere in casa la statua del Santo. E così intere zone si mobilitano per tributare al patrono sentimenti di affetto e di amore come fiori, luminarie e anche fuochi pirotecnici. La “Tredicina” con uno schema fisso prevede sempre la recita del Santo Rosario con la possibilità di

confessione, la recita della “tredicina” breve, la santa Messa ani-mata, dove quest’anno ci sono sempre state almeno duecento persone, e la processione per le vie del rione. Quest’anno la festa è stata preceduta da una serata con le corali di Battipaglia e Barra, dalla recita teatrale del gruppo famiglie del catechismo e dalle cresime celebrate dal Vescovo nel giorno della solennità di San Gaspare Bertoni, fondatore degli stimmatini.

M.R.

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Lo scorso 27 maggio presso la Concattedrale San Miche-le Arcangelo in Episcopio di Sarno è stata celebrata la Solenne Veglia di Pentecoste presieduta da Mons. Giuseppe Giudice. La celebrazione è stata fortemente

voluta dal nostro Vescovo ed organizzata dalla Consulta del-le Aggregazioni Laicali, guidata da don Antonio Guarracino, composta da associazioni, movimenti e gruppi della Diocesi (AC, ANSPI, Neocatecumeni, PUACS, RNS, Unitalsi, ecc.). È già questo un grande segno: una rappresentanza viva e vivace della diversità di carismi che operano nella Chiesa.

La Veglia di Pentecoste di quest’anno ha posto al centro i sette doni dello Spirito Santo: Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortez-za, Scienza, Pietà e Timore di Dio. Ogni dono è stato affidato ad un gruppo appartenente alla Consulta. Inoltre, la celebrazio-ne è stata arricchita da due momenti speciali: il mandato ai 72 giovani e alle famiglie dell’IMF (ndr. Incontro Mondiale delle Famiglie). Il Vescovo ha voluto consegnare alle famiglie (31 persone e 5 bambini), che nella settimana successiva avreb-bero partecipato al VII Incontro Mondiale delle Famiglie di Milano, una splendida icona della Sacra Famiglia di Nazaret.

Invece, ai 72 giovani provenienti dalle parrocchie di tutta la Diocesi, il nostro Pastore ha consegnato una maglietta con il brano evangelico della “Missione dei settantadue” (Lc 10), a cui si è ispirato per questa bella iniziativa. I 72 giovani che han-no ricevuto il mandato a Pentecoste si aggiungono agli altri 12 che fanno parte del Consiglio Episcopale dei Giovani e che hanno ricevuto il mandato il 2 giugno 2011 nel primo incontro dei giovani col Vescovo alla Badia di Cava. Insieme, “l’Equipe 84” (come è stata scherzosamente ribattezzata da qualcuno), si pone un grande obiettivo, quello di camminare accanto al no-stro Pastore nel triennio 2012-2015 per far nascere il Progetto Pastorale Diocesano con l’ambizione di rendere la Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno una Chiesa Giovane.

Alla GMG di Roma del 2000, Giovanni Paolo II citò un proverbio polacco: “Se vivi con i giovani, dovrai diventare anche tu giova-ne”; allo stesso modo si auspica che, a partire dall’entusiasmo di questi giovani, tutta la Chiesa diocesana possa ridiventare giovane e ri-cominciare ad annunciare la bellezza di apparte-nere a Cristo a tutta la gente dell’Agro.

Carmine Giordano

IN DIOCESI a cura dell’ufficioper la Pastorale Giovanile

Pentecoste, famiglie e giovani inviati dallo SpiritoDurante la Veglia di Pentecoste il Vescovo Giuseppe ha conferito il mandato ai 72 giovani e alle famiglie dell’IMF

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Le testimonianze«Durante la celebrazione della Veglia di Pentecoste ho sentito un forte senso di ap-partenenza ai 72. Anche se è stato formato da pochissimo tempo, si percepiva tanto entusiasmo che credo debba essere il motore di ogni scelta! Semplicemente questo, essere un gruppo di giovani uniti per Cristo!».

Raffaella Caputo, Forania di Angri

«L’esperienza dei 72 è cominciata per me durante la Veglia di Pentecoste. Per noi ra-gazzi è stato un momento ricco di significato; bellissima l’idea di cogliere il momento della Chiesa tutta riunita per l’effusione dello Spirito Santo per conferirci il mandato, si è avvertito in maniera forte il senso di appartenenza e di famiglia, di cui siamo membri orgogliosi e fortunati».

Stefania Grimaldi, Forania di Pagani

I 72 si preparano a ricevere il mandato del Vescovo

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58 Insieme Luglio - Agosto 2012

a cura della Caritas Diocesana

Tutti ricorrono alla Caritas. Colpa della crisi. Ad avanza-re continue richieste di aiuto non sono solo gli indi-genti in prima persona, ma anche tanti enti pubblici. Ci si rivolge agli uffici diocesani per l’accoglienza dei

senza tetto, per contributi a persone costrette a trasferte della speranza per motivi di salute, per un semplice, ma a volte es-senziale, pacco di alimenti. Una situazione diventata quasi insostenibile. La mole di lavoro è in continuo aumento, come le domande di aiuto. Se i Comuni non riescono a sostenere i disagiati, non è detto che ci deb-ba riuscire la Caritas. «Siamo all’esasperazione – dichiara don Alessandro Cirillo, direttore della Caritas diocesana – siamo quasi chiamati a fare da supplenti alle istituzioni pubbliche. La Caritas dovrebbe svolgere un ruolo sussidiario e non supplire ai servizi sociali». Il problema non è di forza lavoro, ma di risor-se: «I Comuni hanno avuto tagli anche dell’80 per cento sulle politiche sociali e con appena il 20 per cento di risorse non è possibile garantire a tutti pari assistenza». Una circostanza assurda, che vede penalizzati sempre e solo i cittadini: «Se i Comuni devono tagliare, come possono fornire ascolto, assistenza domiciliare integrata o garantire contributi alle fasce deboli? E così si rivolgono a noi, ma non possiamo sostenere il peso di tutto e tutti se lo Stato non ci arriva».«Gli enti – spiega don Cirillo – si rivolgono alla Caritas diocesa-na per sovvenire a situazione di grave disagio: sistemazione di persone senza fissa dimora in strutture a carico della Caritas.

Quando è stato possibile abbiamo risposto alle loro richieste, ma non possiamo farci continuamente carico delle necessità che vive l’Agro».La Caritas, quindi, si dichiara «pronta e disponibile ad acco-gliere eventuali bisogni, ma purché si operi in uno spirito di sussidiarietà e non di supplenza».Don Cirillo, inoltre, evidenzia che «occorre in questo frangente sapersi rivestire anche di profezia, denunciando pubblicamen-te la mancanza di fondi e conseguentemente la scarsità o la completa chiusura di servizi a favore delle fasce più deboli». La soluzione, o una delle soluzioni, è rappresentata dal volon-tariato. Il direttore della Caritas punta molto su questo aspet-to: «Un volontariato che parta da un’ispirazione cristiana, soprattutto nella dimensione del sostegno e dell’aiuto delle fasce più deboli».Non bastano gli uomini e le donne attualmente disponibili: «Se si vogliono più servizi e garantire delle professionalità – continua – occorre che più persone diano disponibilità presso la propria parrocchia o al servizio della diocesi».Un incremento necessario che vale il futuro: «La Caritas dioce-sana e le Caritas parrocchiali – chiosa don Cirillo – potranno garantire dei servizi essenziali, che a volte sul territorio risulta-no essere quasi unici, solo se ci saranno volontari che con gra-tuità e passione si renderanno disponibili affinché tutto possa realmente funzionare».

Salvatore D’Angelo

Sussidiarietà non supplenza

La riflessione del direttore della Caritas, don Alessandro Cirillo, sul ruolo chiamato a svolgere sempre più spesso dalla struttura per sopperire alle carenze degli enti locali. Per risollevare le sorti occorre puntare sul volontariato

Alcuni volontari al lavoro per la preparazione dei pacchi alimentari

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È iniziato il periodo delle vacanze che ci invita al riposo del corpo e spesso si trasforma, per chi lo desidera, in tempo di rinnovamento dello spirito, se si coglie la possibilità di ritirarsi in disparte per stare con Gesù,

mettere ordine nella propria vita di fede e sentirsi parte di una comunità che è in ascolto della Parola.L’oasi San Giovanni Battista a San Polo dei Cavalieri (Roma) è un luogo dove il silenzio si fa preghiera e dove il dilatarsi del tem-po, vissuto in pienezza, permette di entrare in se stessi e stare alla presenza del Signore. L’oasi è posta in un luogo solitario, lontana dalla città e dai rumori, appartato e sereno che aiuta a scoprire Dio con la bellezza della natura circostante. La comunità delle suore di San Polo dei Cavalieri testimonia il primato di Dio e si pone al servizio della preghiera aprendo le porte in spirito di servizio e di fraternità, in un clima di acco-glienza calda, familiare e sincera a tutti coloro che desiderano vivere, periodicamente, un’esperienza di più intensa vita spiri-tuale, in luogo silenzioso, a contatto con la natura, in stile di vita semplice ed evangelico. La struttura infatti è sobria ed essenzia-le, idonea a risvegliare l’interiorità dello Spirito e a far emergere ciò che di bello c’è nel cuore dell’uomo.La giornata è scandita dai ritmi del silenzio, dalla dimensione prioritaria della preghiera e della contemplazione, dall’ascolto della Parola, dalla meditazione personale e dalla partecipazione all’Eucarestia, in modo che tutta la persona, corpo e spirito, ven-ga aiutata a rimettere al centro della vita l’unico vero Dio. Ispirandosi a Giovanni Battista, uomo di deserto e di intensa vita apostolica, la Congregazione delle suore Battistine, fermamen-te convinta che ogni azione evangelizzatrice nella Chiesa trova il suo inderogabile sostegno nella contemplazione, intesa come mezzo che riconduce più rapidamente a vedere e sentire Cristo al centro della propria vita e della storia, invita ogni cristiano a sperimentare questa realtà in tutta la sua intensità e bellezza.

Anna Chiara Desiderio

Congregazione delle Suore di San Giovanni BattistaCasa Madre e Casa del Padre

Associazione “Granello di Senapa” Onlus

Il tempo per la preghieraPosta in un luogo solitario, l’oasi San Giovanni Battista a San Polo dei Cavalieri offre a giovani e gruppi la possibilità di fermarsi per vivere un tempo di preghiera e ascolto della Parola

InfoL’Oasi è aperta a singoli e a gruppi ecclesiali che vogliono organizzarsi per incontri di spiritualità.

Oasi San Giovanni BattistaVia S. Antonio, 20 - 00010 S. Polo dei Cavalieritel. 0774 416059 - [email protected]

Giovani in Polonia

L’Oasi di San Polo immersa nel verde

La comunità di Casa del Padre, luogo di ristoro e di ritro-vo per i giovani della forania di Angri, a conclusione di un intenso anno di spiritualità, propone dal 4 al 12 ago-sto un pellegrinaggio sui luoghi più significativi della vita di Giovanni Paolo II. I giovani, che il Santo Padre ha definito la sua speranza, hanno voluto rispondere all’in-vito accogliendo la proposta del viaggio che toccherà Cracovia, Wadowice, Czestochowa e Auschwitz. Ad ac-compagnarli fisicamente saranno suor Caterina, Madre superiora della comunità di Casa del Padre e suor Iolan-da della comunità di San Benedetto del Tronto, mentre l’intera congregazione assicura ai giovani la preghiera quotidiana perché sappiano mettere fuoco nel mondo.

A.C.D.

Dal 4 al 12 agosto, i giovani della forania di Angri vivranno un pellegrinaggiosulle orme del beato Giovanni Paolo II

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Q uante volte, di fronte a “certe” doman-de particolari dei nostri bambini speri-mentiamo imbarazzo e disorientamento? Man mano che un figlio cresce la sua cu-riosità e il suo bisogno di comprendere

evolve. I quesiti posti ai genitori diventano sempre più impegnativi.Oggi, bambini e ragazzi sempre di più osservano comportamenti non immediatamen te comprensibili, sono bombardati da messaggi erotici o erotizzanti. I genitori su questo fronte hanno un compito fonda-mentale: impedire che il bambino trovi altrove delle risposte.

Se è fondamentale custodire in famiglia uno spazio di dialogo aperto che permetta la libera espressione di emozioni e vissuti, altrettanto importante è pre-pararsi ad interloquire con i figli in modo franco ma attento, su temi quali quello dell’affettività e della sessualità.Non bisogna avere paura. Sono i bambini stessi a dettare i ritmi dell’educazione, stimolando i genitori a rispondere alle loro domande a seconda del la ma-turazione conseguita. Il genitore attento è colui che sa dare al bambino ciò di cui ha bisogno, al momento giusto.

SUGGERIMENTIEcco qualche suggerimento per i genitori:Rispondete alle domande dei bambini, nella misura della loro richiesta.Fornire spiegazioni senza imbarazzi. I bambini, in-fatti, sono razionali e puliti e si sono già dati una

“pre-risposta”.Utilizzare termini precisi, ma non tecnici. Ad esem-pio, al quesito «dov’ero prima di nascere?» si replichi «nella pancia della mamma», non “nel cuore” né tan-tomeno “nell’utero”, che è un tecnicismo.Comunicare contenuti veri. Se va scuola, in fatti, il bambino riceverà risposte diverse e perderà la fidu-cia nei ge nitori.Porsi in un atteggiamento di affettività. Ad esempio «ti ho tenuto tanto volentieri dentro di me, eri al cal-do». E alla domanda: «Come mai sono uscita», è pre-feribile ribattere: «Eri pronta e io volevo vederti».Mai rimandare le risposte. Ad esempio: «Te lo dirò quando sarai grande». Il bambino è già “grande” se pone una tale domanda.Mai stupirsi delle domande, mai deridere i bambini, mai compiacersi per i loro quesiti. Usare, dunque, sempre, la massima naturalezza.

Per concludere, bisogna far tesoro di alcuni concetti: sessualità non è genitalità, la prima investe tutti i livelli, perché riguarda il nostro modo di essere, non la sola differenza di caratteri sessuali. Inoltre, la ses-sualità è valore sereno della propria vita, va lore co-municativo. I bambini non hanno morbosità, solo gli adulti possono corrompere la loro innocenza. Infine, vivere bene il rapporto con concetti come “sessuali-tà” e “amore” è utile per far capire ai ragazzi che il legame tra questi due termini esiste. Si può insegna-re loro che l’intimità è fat ta per esprimere l’amore e quando l’amore non c’è, la sola sessualità sciupa la bellezza della possibilità di esprimere in modo auten-tico sentimenti profondi ed esclusivi.

SPAZIO CONSULENZAdi Carolina Rossi

L’educazione all’affettività e alla sessualità in famiglia

Quando i bambini crescono, evolve con loro l’ansia di conoscere e scoprire. Ecco alcuni consigli per aiutarli a maturare rispondendo alle domande più impegnative

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61Insieme Luglio - Agosto 2012

La bella stagione ha alleggerito il guardaroba e scoperto i corpi maschili e femminili mettendo a nudo non solo muscoli tonici di

palestra o infiacchiti dal letargo inver-nale. Alla pubblica visione si espongono anche epidermidi tatuate in variegata qualità e quantità. L’incontro tra la cre-atività dei tatuatori (spesso praticoni improvvisati in laboratori inadatti dal punto di vista igienico - sanitario) ed il gusto dei tatuandi (di età sempre più puerile) trasforma ogni parte, ma dav-vero ogni parte del corpo in una tavo-lozza di animali, ghirigori, frasi criptate. Intere foreste e giardini zoologici sono incisi sull’epidermide. Non mancano le dichiarazioni d’amore eterno, i messag-gi zen, l’orgogliosa proclamazione della propria anagrafe e/o residenza. C’è per-fino chi si è fatto tatuare dei messaggi promozionali per propagandare una bevanda, un locale, una marca d’abbi-gliamento. Mentre la farfallina (tatuata) di Belen pagata dal denaro pubblico è diventata il simbolo indelebile di SanRe-mo 2012. Debbo confessare di avere qualche pre-giudizio nei riguardi dei tatuaggi e di questo dilagante fenomeno. Forse per-ché, quando ero bambino nel secolo scorso, i tatuaggi se li facevano soltanto

i carcerati per dimostrare il loro coraggio nell’affrontare le asprezze penitenziarie o, forse, perché associo la marchiatura alle mandrie bovine nelle quali i segni sono indispensabili per distinguere l’u-na dall’altra proprietà.

Mi spaventa ogni intervento intrusivo sul corpo umano, specialmente quando - come nel caso dei tatuaggi - è inde-lebile. Naturalmente ci sono tatuaggi e tatuaggi. Quelli piccoli e delicati che compaiono sulle spalle, le braccia e le caviglie sono decisamente meno in-quietanti e sfrontati di quelli che si di-rigono verso le pudenda, in un volgare sentiero di ammiccamenti o di quelli che, addirittura, ricoprono buona parte del corpo anche con frasi oscene.

Un piccolo e grazioso tatuaggio può an-che esser accolto con un comprensivo sorriso; un pizzico di futile vanità non guasta nella vita. Mi spaventano, ecco-me, i tatuaggi abnormi indice, a mio pa-rere, di una personalità disturbata. Chi

arriva a tatuarsi in maniera spropositata ricoprendo per intero ampie zone del corpo ha un deficit d’identità che inten-de colmare verso gli altri con dei simboli identificativi. Quasi ad urlare “io esisto!”. Come se bastasse trasformarsi in un cartellone ambulante per farsi notare nel vortice della vita. Ho i miei pregiu-dizi ma ho problemi a dar fiducia ad un medico con tutto l’avambraccio tatuato, a chiedere una consulenza finanziaria ad una bancaria con le gambe incise. Dipendesse da me non assumerei mai qualcuno tatuato in maniera abnorme; non lo riterrei affidabile dal punto di vi-sta caratteriale. E stupisce che uomini e donne delle forze dell’ordine ostentino il marchio di riconoscimento.

Personalmente vieterei sicuramente ai minori quelli indelebili, così come è già avvenuto per le protesi al seno. Ed ai più grandi suggerisco l’applicazione di quelli che dopo qualche doccia scivola-no via, come i pensieri strampalati che li hanno generati.

Tatuaggi, un fenomeno dilagante

LE PAROLE DELLA CRISIdi Peppe Iannicelli

Siamo giunti al settimo appuntamento con la nostra nuova rubrica, uno spazio per riflettere sul periodo sociale e politico che stiamo vivendo, attraverso alcune parole di uso comune. Questo mese vi proponiamo la parola tatuaggi.

C’è chi arriva a tatuarsi, in maniera spropositata, ampie zone del corpo, quasi ad urlare “io esisto” attraverso dei simboli

Ho problemi a dar fiducia ad un medico con l’avambraccio tatuato, a chiedere una consulenza finanziaria ad una bancaria con le gambe incise

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