Il Piccolo Segno Dicembre 2014

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Servizi alle pagine 8, 9, 10 e 11 Segue a pagina 13 La politica calpesta le istituzioni Sulle antenne il clima torna rovente, cittadini mobilitati A pagina 6 Teatro Civico In arrivo il nuovo bando SOS scuola Inaugurata nel 2007 è già un colabrodo Dopo un anno restano senza soluzione i problemi già emersi in un dossier sulle scuole di Rocca di Papa, presentato dal consigliere comunale Emanuele Crestini. Infiltrazioni d’acqua, recinzioni fati- scenti, un giardino groviera e ancora troppi pericoli per i bambini malgrado le segna- lazioni contenute nel docu- mento di sicurezza del 2012. Una scuola dove persino attraversare la strada per en- trarvi può essere pericoloso. Alle pagine 18 e 19 Anno XIII, n. 17 - 1/31 dicembre 2014 quindicinale indipendente www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it Allarme per la volta del Duomo Radon convegno ai Castelli Pensilina Cotral, forse arriva Carlo Ponzo L’intervista La storia dell’Almone il fiume sacro che nasce a Rocca di Papa A pagina 14 A pagina 16 A pagina 21 A pagina 11 A pagina 27 di Sergio Rasetti Gent.ma signora Marika Sciampli- cotti, Lei recente- mente si è dimessa dalla carica di presi- dente del consiglio comunale di Rocca di Papa, ma ho deciso di rivolgermi ugual- mente a Lei, pubblicamente, come cittadino interessato a otte- nere il massimo rispetto dalla po- litica a dagli uffici pubblici, affinché il suo successore di- sponga una più puntuale e visi- bile informazione ai cittadini sulle convocazioni dei consigli comunali. Quanto è accaduto in occasione del consiglio del 28 e 29 novem- bre dimostra come la pessima in- formazione comporti la totale assenza del pubblico elettore che invece dovrebbe poter “control- lare” i suoi eletti nell’esercizio delle loro funzioni. Ringraziamo i nostri sostenitori e collaboratori: Claudio, Marco, Ermanno, Mauro, Roberto, Emanuela, Alessandro, Emanuele, Simone, Daniele, Paola, Silvia&Francesca, Toshi, Orlando, Rossana, Fiammetta&Giuseppe, Orofino, Luigi, Luana, Maurizio, Emanuela&Luca, Giulia, Cristina, Ioan, Tiziana, Bruno, Jessica&Davide, Barbara, Giuseppina, Alessandro, Omero, Rosa, Cirino, Paola, Antonello, Monica&Rosella, Anna, Marina, Enzo, Alessandro, Ilaria, Patrizio, Renato, Mario, Marcello, Tiziana, Antonia, Gianfranco, Paola, Alessia, Italia, Bruna, Laura, Enzo, Vincenzo, Camilla, Cristina, Giovanni, Anna, Federico, Gabriele, Nicola, Annarita, Fabrizio, Enea, Mauro, Franco, Antonio e Carmine. PICCOLO il Segno Buone Feste ...quello che gli altri non scrivono... APERTO TUTTI I GIORNI LUN. 9,30 - 13,30 pomeriggio chiuso ORARIO CONTINUATO MART./SAB. 9,30 - 19,00 e-mail: [email protected] `tÜ|ÄçÇ Centro Estetico e Solarium Via Campi d’Annibale, 169 Rocca di Papa (Rm) - Tel. 06.9499266 Per i tuoi regali di NATALE scegli noi... Tantissime idee regalo Pacchetti personalizzati Lettera aperta alla Sciamplicotti A pagina 7 Museo Geofisico Chiusura confermata A pagina 5 Isola Ecologica “Il fatto non sussiste”

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Il Piccolo Segno Dicembre 2014

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Page 1: Il Piccolo Segno Dicembre 2014

Servizi alle pagine 8, 9, 10 e 11

Segue a pagina 13

La politicacalpesta le istituzioni

Sulle antenne il clima tornarovente, cittadini mobilitati

A pagina 6

Teatro CivicoIn arrivo ilnuovo bando

SOS scuolaInaugurata nel 2007 è già un colabrodo

Dopo un anno restano senzasoluzione i problemi giàemersi in un dossier sullescuole di Rocca di Papa,presentato dal consigliere comunale Emanuele Crestini. Infiltrazioni d’acqua, recinzioni fati-scenti, un giardino groviera e ancora troppi pericoli per ibambini malgrado le segna-lazioni contenute nel docu-mento di sicurezza del 2012.Una scuola dove persino attraversare la strada per en-trarvi può essere pericoloso.

Alle pagine 18 e 19

Anno XIII, n. 17 - 1/31 dicembre 2014quindicinale indipendente

www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it

Allarmeper la voltadel Duomo

Radonconvegno ai Castelli

PensilinaCotral, forse arriva

CarloPonzoL’intervista

La storia dell’Almone il fiume sacro chenasce a Rocca di Papa

A pagina 14 A pagina 16 A pagina 21 A pagina 11 A pagina 27

di Sergio RasettiGent.ma signoraMarika Sciampli-cotti, Lei recente-mente si è dimessadalla carica di presi-dente del consiglio

comunale di Rocca di Papa, maho deciso di rivolgermi ugual-mente a Lei, pubblicamente,come cittadino interessato a otte-nere il massimo rispetto dalla po-litica a dagli uffici pubblici,affinché il suo successore di-sponga una più puntuale e visi-bile informazione ai cittadinisulle convocazioni dei consiglicomunali.Quanto è accaduto in occasionedel consiglio del 28 e 29 novem-bre dimostra come la pessima in-formazione comporti la totaleassenza del pubblico elettore cheinvece dovrebbe poter “control-lare” i suoi eletti nell’eserciziodelle loro funzioni.

Ringraziamo i nostri sostenitori e collaboratori:Claudio, Marco, Ermanno, Mauro, Roberto, Emanuela, Alessandro, Emanuele, Simone, Daniele, Paola,Silvia&Francesca, Toshi, Orlando, Rossana, Fiammetta&Giuseppe, Orofino, Luigi, Luana, Maurizio, Emanuela&Luca, Giulia, Cristina, Ioan,Tiziana, Bruno, Jessica&Davide, Barbara, Giuseppina, Alessandro,Omero, Rosa, Cirino, Paola, Antonello,Monica&Rosella, Anna, Marina, Enzo,Alessandro, Ilaria, Patrizio, Renato,Mario, Marcello, Tiziana, Antonia, Gianfranco, Paola, Alessia, Italia, Bruna,Laura, Enzo, Vincenzo, Camilla, Cristina,Giovanni, Anna, Federico, Gabriele, Nicola, Annarita, Fabrizio, Enea, Mauro, Franco, Antonio e Carmine.

PIC

CO

LOil Segno BuoneFeste

...quello che gli altri non scrivono...

APERTO TUTTI I GIORNILUN. 9,30 - 13,30pomeriggio chiuso

ORARIO CONTINUATOMART./SAB. 9,30 - 19,00

e-mail: [email protected]

`tÜ|ÄçÇCentro Estetico e Solarium

Via Campi d’Annibale, 169Rocca di Papa (Rm) - Tel. 06.9499266

Per i tuoi regali di NATALE scegli noi...Tantissime idee regaloPacchetti personalizzati

Lettera aperta alla Sciamplicotti

A pagina 7

Museo GeofisicoChiusuraconfermata

A pagina 5

Isola Ecologica“Il fattononsussiste”

Page 2: Il Piccolo Segno Dicembre 2014

ATTUALITÀ2 il Segno - dicembre 2014

Dopo il “Tour meridionale” qualche domanda al premier Matteo Renzi

Intervista virtuale (ma non troppo)al nostro Presidente del Consiglio

di MauroGiovanelli- «Signor Presidentedel Consiglio!L’ISTAT indica nel

13,2% il tasso di disoccupa-zione, un massimo storico.»

- «Dato preoccupante macrescono gli occupati (???). Lamaggioranza degli italiani, permille motivi, non riesce a mo-strare tutto l’estro di cui è ca-pace mentre una ristretta partecorre più della Germania.»

- «Si riferisce al tizio che èriuscito ad appioppare ai tede-schi una banconota da 300€uro? Dell’autore tutto si puòdire meno che non sia un crea-tivo. Ci sono persone che in-neggiano al riscattodell’inventiva italica, diconoche qui siamo all'arte pura,come la “merda d’artista” diPiero Manzoni. Il barattolonumero numero 4 è espostoalla “Tate Modern” di Londra,l’esemplare 80 si trova nel“Nuovo Museo del Nove-cento” di Milano, il 12 è giu-stamente collocato a Napoli,nel “Museo d’arte contempo-ranea Donnaregina”. Lo sapeva? Il valore di cia-scuno dei 90 confezionati èstimato intorno ai 70 mila€uro. Tra l’altro pare che nep-pure sia merda. A lei non pia-cerebbe avere un “originale”di quel “trecentino” scaturitoproprio dal genio parteno-peo?»

- «Ma che dice? Di cosaparla? Faccia domande appro-priate! No, no... sto guardandoa questa terra di straordinarieeccellenze, di innovazionepura, che combatte corpo acorpo contro la criminalità or-ganizzata. Se il sud riparte tra-scina l'intera nazione. Questaè la priorità, mi pare che leinon voglia capire!»

- «Fin troppo! Cambiamo ar-gomento. A Catania lei è statoaccolto da un gruppo di mani-festanti che hanno urlato alsuo indirizzo varie contume-lie. Che ne pensa?»

- «Allude ai contestatori? Silogoreranno prima loro. Noi

andremo avanti, non ci stan-cheremo.»

- «Lo credo! Con quello cheguadagnate! Avete gli stipendipiù alti alti del Pianeta, bene-fits e privilegi che non hannoeguali in nessun altro Paese,l’informazione che “conta” alvostro servizio... vorrei benvedere!»

- «Come? Non sento! La mi-noranza PD? Parli più forteper cortesia! Ah! Allude allapossibile scissione dei penta-stellati? Magari! Mica sonofesso, che crede?»E la guida scout Renzi Matteodilegua tra le maglie della suanutrita scorta...

il Segnoorgano quindicinale

dell’associazione culturale“Editoriale il Segno”C.F. 92028150586P.IVA 12706861007

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DIREZIONEVia dei Monti, 24 - Rocca di Papa

DIRETTORE RESPONSABILEAndrea Sebastianelli

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REDAZIONEMauro Artibani, Bruna Benelli,Federico De Angelis, Giulia De Giorgi, Daniela Di Rosa,Laura Fico, Paola Gatta, MauroGiovanelli, Anna Giovanetti,Toshi Kameda, Marcello Loisi,

Camilla Lombardozzi, Loredana Massaro, Noga (Gabriele Novelli), MassimoOnesti, Sergio Rasetti,

Annarita Rossi, Paola Rufini,Vincenzo Rufini, Maria Pia Santangeli, Luigi

Serafini, Roberto Sinibaldi, Sandro Tabellione, Alessia Tino

ILLUSTRAZIONIFranco Carfagna, Ermanno Gatta

IL SEGNO NON USUFRUISCE

DI ALCUN FINANZIAMENTO

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Stampa: Arti Grafiche Ciampino

Via Firenze, 21Ciampino (Rm)Tel. 06-7960205

Da “Roma ladrona” a “Roma da conquistare”.Forse perchè attratti proprio dai cosiddetti la-droni, la nuova Lega targata Salvini ha decisodi sbarcare nella capitale chiedendo addiritturaun sindaco leghista. È il volto nuovo della Pa-dania libera e indipendente che per decenni hacombattuto contro il centralismo romano, rite-nuto il male assoluto, da sostituire oggi con ilcentralismo padano a cui la destra italiana (eromana) sembra aver calato le braghe.E allora vedi orde di ex missini, ex AN, ex For-zanovisti, più altri centro ex di altrettanti grup-puscoli indefinibili, compresa Casa Pound,pronti a saltare sul carro armato del nuovo le-

ghismo che promette quella italianità sovranache sembrava ormai perduta.Se solo provi a chiedergli: Ma gli insulti al-l’Italia? Quella bandiera italiana con cui Bossidiceva di pulircisi il sedere?Ti rispondono: “Embè! Quelle erano provoca-zioni tese a mettere a soqquadro i partiti cor-rotti. Oggi abbiamo bisogno di chi sa farepulizia, in tutti i sensi”.In definitiva, dopo che la Lega non è riuscita arimandare a casa loro gli immigrati meridionali(così li chiamavano i lavoratori del sud), ci pro-vano con gli immigrati veri, soprattutto se nerie musulmani. Il nuovo che avanza!

Dal centralismo romano a quello padano e la destra ha già calato le braghe

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AMBIENTE 3il Segno - dicembre 2014

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Auguri di Buon Natale!

Nell’enigmatico panoramadelle sigle amministrative, ilGpp, presente ormai da qualcheanno, ha via via assunto spazi ecredenziali sempre più vaste. Èil Green Public Procurement, oacquisti verdi, o responsabili.Un concetto che si basa su ele-menti semplici, oggettivi e rias-sumibili su dati numerici: il17% degli acquisti per beni eservizi in Italia è attivato di-rettamente dalle amministra-zioni pubbliche, si tratta dicirca 135 miliardi di euro annui.Su questa base è possibile ca-povolgere l’assioma cardine deirapporti commerciali e piegarel’offerta secondo le esigenzedella domanda. In altre parole la pubblica am-ministrazione, vista la sua cor-posa propensione all’acquisto,può influenzare direttamentel’offerta, può incanalare addirit-tura la produzione di beni e ser-vizi in un alveo di sostenibilità,altrimenti meno certa, perchélasciata alla spontanea respon-sabilità di chi produce o forni-sce servizi. Per ottenere un risultato ap-prezzabile è necessario che leamministrazioni pubblicheagiscano uniformemente e sirapportino con gli attori delmercato in maniera sincrona eunivoca. Indirizzare il mercatosu questi temi, arrivando allapiena informazione sul concettodi ciclo di vita, dalla produzionealla dismissione, può rendere i

cittadini acquirenti che fanno ladifferenza nelle scelte dei loroacquisti. Nel caso della pubblicaamministrazione la quantitàdegli acquisti produce un saltodi qualità che può davvero es-sere utilizzato molto positiva-mente per scelte più oculate. Peresempio i costi relativi alla di-smissione dei prodotti, allaloro distruzione, o perfino allaloro dispersione nell’ambientenaturale, molto spesso non sonoopportunamente valutati, nonsolo per gli impatti prodotti, avolte devastanti, ma vengonominimizzati o proprio trascuratidel tutto i costi economici deri-vanti da queste pessime pratiche(pensiamo alle discariche neiboschi di Rocca di Papa). Il ri-sultato è che il segmento finaledella vita delle merci, quandonon sono riutilizzate, risulta acarico della collettività con costiambientali enormi e processi de-generativi dei nostri territori. So-stanzialmente sono costi occultiche gravano sui cittadini.

In buona sostanza quindi il Gppè una riforma ecologica dellaPubblica amministrazione; unaccordo per gli acquisti verdi,per un’economia a basso im-patto ambientale.C’è molto da fare, se ancoraoggi il nostro modello econo-mico, per funzionare, prevedel’aumento illimitato dei con-sumi. Infatti, prima di tutto, prima an-cora del Gpp, è necessaria unapiena consapevolezza che lavoce più importante per lamodifica dei nostri comporta-menti individuali e sociali è ilrisparmio, il consumo respon-sabile. Non si tratta di applicareun pauperismo estremo o i con-cetti della sobrietà felice, magariridotti a un’aneddotica missio-naria e casalinga. È molto di più:si tratta di capovolgere il nostromodello economico occidentale.Detta così la cosa può spaven-tare, ma non si intravedono altrestrade per potersi rapportare conun mondo finito.

tempimoderni

di Roberto Sinibaldi

Alla scoperta del GppGli acquisti verdi

della Pubblica amministrazione

Negli ultimi dieci anni Roccadi Papa è cambiata radical-mente. Tra costruzioni auto-rizzate e quelle abusive ècresciuta a dismisura anche inzone inoltrate nei boschi, cre-ando un vero e proprio allarmeambientale. Gli amministra-tori, che al centro dei loro im-pegni avevano messo la difesadell’ambiente, nostra unicavera ricchezza, sembrano avertradito la fiducia dei loro elet-tori.Alcune opere pubbliche im-portanti sono state realizzatema quasi nulla è stato fatto peralleviare danni e disagi ai cit-tadini durante i lavori.Tollerare l’abusivismo edili-zio, sembra sia una scelta fattaa tavolino. E non è tutto. Poco dopo avertollerato l’abuso, la pubblicaamministrazione corre a rea-lizzare le opere primarie:strade, fogne, illuminazione;istituisce il servizio di tra-sporto pubblico e quello perportare i bambini a scuola; so-prattutto in prossimità di tor-nate elettorali ferve l’attivitàdelle opere per convincere icittadini sudditi elettori a rin-graziare nell’urna per il benericevuto. Nessuno si è mai chiesto se sialegittimo eseguire opere pub-bliche in una zona dove non sipuò costruire e quindi abitare?Pare proprio di no.

Simone Ricci

È legittimo eseguire operepubbliche dove non si può costruire?

Page 4: Il Piccolo Segno Dicembre 2014

L’INIZIATIVA4 il Segno - dicembre 2014

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Una bella iniziativa che coinvolge tutti: commercianti, associazioni e cittadini

È Natale e Rocca di Papa, se vuole, sa essere davvero straordinaria

di Daniela Di RosaL’associazione Cit-tadini Attivi Roccadi Papa è nata da

poco. Tutto è partito da unsondaggio di Marco D’Antonisulla pagina Facebook di TuttaRocca di Papa, nel quale chie-deva se era il caso di fare piùfeste e sagre per rilanciare so-prattutto il centro storico delpaese. Le risposte sono statetante e tutte per il sì, subitodopo lo stesso D’Antoni lanciaun’altra richiesta: chi vuolepartecipare in modo attivonella realizzazione di tale pro-getto? Nel giro di un paio digiorni viene organizzato un in-contro dove gli aderenti al-l’iniziativa si conoscono. Cosìnasce l’associazione.“Siamo subito partiti conl’idea di dare vita a tanti pic-coli eventi -ci racconta Marco-tipo la raccolta dei giocattoli edelle letterine di Natale a fa-vore dei cuccioli umani menofortunati, che sarebbero dovutiandare poi al centro anzianiper la distribuzione in contem-poranea con la mostra delleletterine. Oppure la raccolta dicoperte e alimenti in collabo-razione con l’associazione ani-malista di Rocca di PapaSnoopy a favore dei cucciolianimali”. Detto fatto. La neonata associazione, chenel frattempo crea anche unapropria pagina Facebook,stampa i volantini degli eventie li distribuisce presso i punti

di raccolta su tutto il territo-rio comunale. “In seguito -spiega Marco D’Antoni-,aderendo all’iniziativa dellaProloco ci siamo dedicatiall’organizzazione dei pre-sepi nelle cantine del centrostorico, con Fabrizio Castrici siamo messi alla ricercaporta a porta di cantine espazi dove poter allestire ipresepi artistici, abbiamorealizzato e messo nellebuche delle lettere un vo-lantino di richiesta di colla-borazione per larealizzazione di addobbi epresepi nei vicoli”. Pur-troppo l’atteso evento pre-visto per l’8 dicembre èsaltato per un ritardo nellarealizzazione delle lumina-rie e per il mancato allacciodelle luci alle cantine. “Però,grazie a Danira del Laborato-rio centro storico, abbiamorealizzando un grande pre-sepe” dice comunque soddi-sfatto Marco.L’evento al quale l’associa-zione tiene particolarmenteavverrà presso la palestra Fit-ness System di via Frascati,dove la casa famiglia Raggiodi Sole di via di Salè, racco-glierà le letterine nataliziescritte dai bambini loro ospitiche andranno ad abbellire ungrande albero di Natale. “Chivorrà -aggiunge ancora D’An-toni- potrà adottare una di que-ste lettere e portare un dono.Tutti i regali poi saranno di-stribuiti la sera del 21 dicem-

bre ai bambini della casa fa-miglia. Sempre grazie all’aiutoprezioso di Fabrizio Castri, an-dremo a prendere a domicilioquesti bambini e saranno no-stri ospiti nella piccola festic-ciola che organizzeremopresso la palestra. Se ci riusci-remo potremo anche contaresull’esibizione di Carlo Fon-tani, il bambino rock di Roccadi Papa dalla voce sorpren-dente”. Infine, in collabora-zione con il supermercatoCarrefour sempre di via Fra-scati, l’associazione sta orga-nizzando una festa per duefine settimana: 13-14 e 20-21dicembre. In queste occasionisi raccoglieranno giocattolicon la partecipazione della Ca-ritas del territorio, molto attivaanche a Rocca di Papa.

Ma non è finita perché ci sa-ranno anche dei banchetti, siadell’associazione Cittadini At-tivi sia di Snoopy con i cuc-cioli, ci sarà inoltre un BabboNatale con il carretto trainatoda un cavallo che, come detto,la mattina del 21 dicembre di-stribuirà i doni raccolti ai bam-bini che ne faranno richiesta.A questa giornata di solida-rietà non poteva mancare ilCarrefour che, per l’occa-sione, offrirà degli assaggi ali-mentari con tanto di promoter.Un’ultima chicca: un dentistadel vicino studio medico, hadato la sua disponibilità per of-frire cure gratis ai bambinidella casa famiglia. Che altroaggiungere? Che Rocca diPapa, quando vuole, sa esseredavvero straordinaria!

Piazza della Repubblica

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il Segno - dicembre 2014

ROCCA DI PAPAnotizie, informazione, attualità

Al 31 ottobre 2014 i residenti censiti nel Comune di Rocca diPapa erano 16.809 (maschi 8.282; femmine 8.527). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.360.*

*dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

INDOVINA QUANTI SIAMO?

Il rinvio a giudizio era stato chiesto dalla Procura della Repubblica di Velletri

“Il fatto non sussiste”. Imputati assoltiperlavicendadell’ecocentro

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Tutti assolti perché il fatto nonsussiste. Tre anni fa, il 28 set-tembre del 2011, furono appo-sti i sigilli all’isola ecologicadi Rocca di Papa su ordinedella Procura della Repubblicadi Velletri. Secondo l’accusal’ecocentro di Borgo ValleVergine era privo delle auto-rizzazioni necessarie per svol-gere l’attività di stoccaggio deirifiuti, in particolare di quellerilasciate dalla Asl di apparte-nenza, oltre che per l’assenzadi un sistema di scarico delleacque meteoriche. Sul registro degli indagati fini-rono il sindaco Pasquale Boc-cia, l’assessore all’ambiente,Roberto Barbante, un tecnicocomunale e uno dei responsa-bili dell’Aimeri, la società chegestisce il servizio di raccoltae trasporto dei ri-fiuti e che, percontratto, avevain gestione l’eco-centro. Ora la vi-cenda si chiudecon l’assolu-zione piena. “ F i n a l m e n t esiamo giunti apositiva conclu-sione di tuttaquesta assurda vicenda - hadetto il primo cittadino di

Rocca di Papa -, ri-mane il rammarico diaver perso anni pre-ziosi e penalizzato ilservizio della raccoltadifferenziata sul nostroterritorio, ma non cisiamo mai persid’animo e siamo an-dati avanti con tenacia,e tra pochi giornil’isola ecologica tor-nerà ad essere attiva epiù funzionale diprima”.Infatti, l’intera area, ri-mase posta sotto se-questro per ben dueanni, fino a quando nel2013 il Tribunale diFrascati ne dispose il disse-questro dando così la possibi-lità di avviare i lavori di messa

a normad e l l astrutturagrazie aun fi-nanzia-m e n t odi circa200milae u r oc o n -c e s s o

dalla Provincia di Roma pro-prio pochi giorni prima che

scattasse il blitz da parte delCorpo Forestale dello Stato. Ilparadosso di tutta questa vi-cenda sta proprio nei tempi,poiché l’amministrazione co-munale avanzò la richiesta difinanziamento il 29 giugno del2010 e, dopo un anno, a pochigiorni di distanza, arrivaronosia il via libera della Provinciaall’avvio dei lavori sia i sigillidella Procura. L’isola ecologica venne inau-gurata nel 1998 dall’allora as-sessore all’ambiente, BrunoPetrolati, e con il passare deglianni la struttura cominciò a di-

ventare obsoleta e carente deiservizi basilari per un sito chedeve ospitare rifiuti. Adesso, dopo l’assoluzionecon formula piena e l’otteni-mento di tutte le autorizza-zioni previste dalla legge,l’area dovrebbe tornare ad es-sere fruibile garantendo l’ini-zio dell’attesa raccoltadifferenziata con il sistema del“porta a porta” anche al quar-tiere dei Campi d’Annibale ealla frazione del Vivaro previ-sto inizialmente per la metàdello scorso mese di ottobre.

Daniela Di Rosa

L’isola ecologica di Rocca di Papa e, sotto, il cartello di sequestro apposto nel 2011

NUMERI UTILIClinica San Raffaele: 06-9428601

Comando Carabinieri: 06-94749007Polizia Municipale: 06-94286134Centralino Municipio: 06-942861

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Page 6: Il Piccolo Segno Dicembre 2014

ROCCA DI PAPA il Segno - dicembre 20146

Il comune cancella 17 mila euro di contributo e l’INGV se ne disinteressa

Museo chiuso da circa un anno,quale futuro per il Geofisico?

di Andrea SebastianelliQuella che vi raccontiamo èuna storia tipicamente italiana.Soldi pubblici spesi per unbene comune che, a distanza di

qualche anno, si dissolve diventando ilfantasma di se stesso. Stiamo parlando delmuseo di geofisica, inaugurato nel 2005 ediventato l’orgoglio di Rocca di Papasotto molti punti di vista, a cominciaredalla storia di questo paese che, grazie allostudioso ottocentesco Michele Stefano DeRossi, si mescola con la storia della si-smologia italiana; proseguendo con l’im-pegno del dottor Calvino Gasparini, exdirettore del museo, che ha dato un’im-pronta scientifica e didattica di grandemodernità; per finire con un gruppo di ra-gazzi che in questi anni ha fatto del nostromuseo il punto di riferimento delle scola-resche dei Castelli e della capitale. Oggi questa realtà non esiste più, perché ilmuseo dell’Osservatorio, posto sotto laFortezza di Rocca di Papa, è chiuso dacirca un anno e non si intravedono spira-gli per la sua riapertura. L’ultima con-ferma è arrivata da una nota del settoresocio-culturale del comune che il 7 no-vembre scorso ha chiesto che i 17milaeuro stanziati come tutti gli anni per la ge-stione della struttura museale, venganocancellati dalla voce di bilancio 76100“per chiusura museo di geofisica”.Definire tutto questo una vergogna cisembra poco e anche riduttivo se pen-siamo che l’Istituto Nazionale di Geofi-sica e Vulcanologia (INGV), chematerialmente ha in custodia il museo, danoi contattato, attraverso la sua addettaalla comunicazione, dottoressa D’Adde-zio, ha fatto sapere semplicemente che:“Sul museo di Rocca di Papa la decisioneè comunque in ballo, siamo in attesa di un

consiglio di amministrazione che possachiarire definitivamente la situazione”.Un perfetto politichese che non dice nullama fa capire che per l’Istituto Nazionaledi Geofisica la struttura di Rocca di Papanon è una risorsa ma un problema di tipoburocratico. E allora il nostro pensiero vaancora al dottor Gasparini che per anni hadiretto il museo, sostituito dal direttoregenerale dell’INGV, Massimo Ghilardi,che, a oggi, è riuscito a ottenere il bel ri-sultato di chiudere la struttura e, con essa,il futuro di un centro storico già in lottacon abbandono e degrado architettonico.Il comune, come al solito, ha dato l’im-pressione di non interessarsi più di tantoal caso, anche per lui il museo è solo unaquestione di bilancio: 17mila euro rispar-miati (da utilizzare, dice il comune, percomprare detersivi per le scuole, per l’ab-bellimento natalizio, per rimborsi ben-

zina, ecc.).Infine, ci sono iragazzi che la-voravano nelmuseo e cheoggi sono sem-plicemente deidisoccupati inattesa di capireche fine farà lastruttura cheloro stessi, conimpegno e pas-sione, hanno fatto diventare uno dei luo-ghi più apprezzati dei Castelli. In tutti noi resta lo sdegno per il modo incui il comune di Rocca di Papa e l’Isti-tuto Nazionale di Geofisica, sono riuscitinell’impresa di trasformare una bella re-altà cittadina in una storia di spreco e diincapacità.

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ROCCA DI PAPAil Segno - dicembre 2014 7

30 mila euro in cinque anni più utenze, manutenzione e 150 spettacoli gratis

Teatro, tanti (troppi) oneri epochi onori per la nuova gestionedi Luigi SerafiniÈ in dirittura d’arrivo il nuovobando per la gestione del tea-tro civico di Rocca di Papa chel’amministrazione pubblicheràprima della fine di dicembre.Stando alle prime indiscre-zioni, anche in questo settore ilcomune ha la seria intenzionedi “fare cassa”. E che cassa!Infatti, la base da cui partireper presentare offerte è di 500euro mensili, da versare nellecasse del comune, per un totaledi 30 mila euro in cinque anni(la durata della gestione: dafebbraio 2015 a gennaio 2020).Condizioni che fanno pauraper l’entità, anche conside-rando quanto dichiarato dal-l’assessore al bilancio,Maurizio Querini, in occasionedell’incontro organizzato dalSegno lo scorso 25 settembre,soprattutto per quanto riguardail sostegno che l’amministra-zione, almeno nelle intenzioni,avrebbe dovuto dare per la ge-stione del teatro, 5 mila euroannue che, nel bando, diven-tano “una tantum”.Ma non è finita, perché chi siaggiudicherà la gestione dellastruttura inaugurata nel 2007,dovrà accollarsi anche il costodelle utenze dell’energia elet-trica, dell’acqua e della SIAE,le spese per la pulizia e la ma-nutenzione della struttura,degli arredi e degli impianti.Ovviamente, l’aggiudicatariodovrà anche farsi carico dellacustodia, del presidio e del co-

ordinamento complessivo delteatro. Dovrà inoltre, per avere unbuon punteggio, mettere a di-sposizione della struttura, oltread adeguate risorse umane,anche risorse di tipo struttu-rale, cioè attrezzature e mezzi.Però se lo stesso aggiudicata-rio volesse stabilire presso ilteatro un proprio ufficio di rap-presentanza dovrà chiederel’autorizzazione all’ammini-strazione comunale (!). Unaspecificazione molto strana ealquanto anomala: dove dia-volo dovrebbe aprire un ufficiodi rappresentanza il soggettoche si aggiudicherà la gestionedel teatro? Dove dovrebbe ri-cevere eventuali artisti e com-pagnie per discutere dispettacoli e programmazione?L’amministrazione comunale,

ci viene da pensare, è talmentepreoccupata che possa essere ilSegno ad avanzare tale propo-sta di gestione, che ha pensatobene di mettere paletti che de-finire anomali è un eufemismo. Li tranquillizziamo subitovisto che il Segno non ha al-cuna intenzione di gestire ilteatro civico, mentre è interes-sato al fatto che il teatro diventiun luogo di eccellenza di plu-ralismo culturale. Ma torniamo al bando. L’altracosa che l’aggiudicatario dovràpresentare, a garanzia di even-tuali danni, è una polizza fide-jussoria di 1,5 milioni di euro,che dovrà essere consegnataprima della stipula del con-tratto. L’aggiudicazione saràdecisa da un’apposita commis-sione in base al punteggio cheogni concorrente raggiungerà,

seguendo i criteri descritti nelbando, a cominciare dalla pos-sibilità di offrire di più rispettoai 500 euro mensili previsti. Lecompagnie locali, quelle cioèche conoscono meglio il terri-torio, si vedranno assegnatisolo 5 punti in più di eventualiconcorrenti esterni, un punteg-gio che difficilmente potrà farela differenza. Passiamo ora allaprogrammazione artistica: ilcomune chiede che si organiz-zino 20 spettacoli, di cui al-meno 5 a stagione nelle oreserali. Ma non è finita, perchél’aggiudicatario dovrà anchegarantire, a titolo completa-mente gratuito, un minimo di30 giornate l’anno (quindi 150nel quinquennio) per l’utilizzodel teatro da parte di associa-zioni del territorio e dellescuole di Rocca di Papa. Capito bene? Chi si aggiudi-cherà il teatro dovrà pagare500 euro mensili, dovrà pagaretutte le bollette, presentareun’assicurazione, fornire per-sonale e mezzi, e dovrà pureaccollarsi i costi di 150 spetta-coli organizzati da altri, sem-pre sperando che non faccianodanni, per evitare i quali l’ag-giudicatario preferirà utilizzare(e pagare) proprio personaletecnico. Un affare, certo, ma non perchi si aggiudicherà il bando,ma per il comune, con il seriorischio che il teatro, a questecondizioni, resterà definitiva-mente chiuso.

27 settembre 2007, viene inaugurato il teatro civico

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ROCCA DI PAPA il Segno - dicembre 20148

Riunione infuocata in aula consiliare per discutere dei 5 tralicci in arrivo

Cittadini arrabbiati ma la politicasembra proprio non accorgersene

di Daniela Di RosaVenerdì 5 dicembrenell’aula consiliare siè svolta un’assem-blea aperta ai citta-

dini e all’ amministrazione, perparlare delle nuove antenne perla telefonia mobile che verrannoinstallate in vari punti del paese eper quelle radiotelevisive che dapiù di trent’anni, dall’alto dimonte Cavo gravano sulle nostreteste. L’incontro era il naturaleproseguimento di una discus-sione intorno al tema antenne,nata su Facebook. La richiestavirtuale dei cittadini era di supe-rare le barriere politiche e perso-nali per lottare per la prima voltainsieme, a fronte di un problemache riguarda soprattutto la salutepubblica! I buoni propositi c’erano tutti,anche in vista dell’esperienza diAlbano, dove comitati di citta-dini sono riusciti a bloccare ilpiano antenne della loro citta-dina. Mi sono detta, ok, questa èla volta buona, i morti per leuce-mie o tumore, sono ormai troppi,troppe anche le persone che siammalano, finalmente siamopronti, io compresa, a superare ledivisioni. L’aula consiliare erastracolma, anche grazie al tamtam su Facebook, dove “profili”personali e di gruppo si eranodati da fare per informare quantepiù persone possibili, mancavaperò tutta l’amministrazione co-munale… e come poteva presen-tarsi? Con quale coraggio, vistoche la giunta ha subito accettatol’installazione delle antenne,senza prima effettuare un moni-toraggio di quelle già esistenti sulnostro territorio, senza convocarela cittadinanza e facendo persinouno sconto comitiva agli “anten-nari”, la cifra stabilita va da unminimo di ottomila a un mas-simo di quindicimila euro, se-condo voi, per che cifra ha optatola nostra giunta? Ma per la mi-nima ovviamente, ottomila! Chenon si dica mai che a Rocca nonsiamo generosi. L’unica presenza istituzionale eraquella del consigliere di opposi-zione Crestini, componente dellafamigerata Commissione An-tenne, voluta dal sindaco, e ser-vita a nulla, se non a far da“specchio per le allodole”, pa-role del suddetto consigliere che

in più di trent’anni le lettere nonhanno sortito nessun effetto, nonera forse il caso di smettere di ri-votarli? Si è risentito, affer-mando che lui non ha mai fattocampagna elettorale per il Pd,sarà anche vero, ma una ragazzagiustamente mi ha fatto notare,che ad ogni tornata elettorale laloro sede diventa il comitato delPd… voci di popolo, non mie! Arriviamo all’intervento di Al-varo Fondi, segretario de La De-stra rocchigiana, a parte unaccenno polemico verso EnricoFondi (senza citarlo), che haprovocato un equivoco e unamia agita presa di posizione pen-sando si riferisse a Crestini, a luiva il merito di iniziative controle antenne negli anni passati,raccolta di firme e manifesta-zioni poco partecipate (ammettoche la sua collocazione politicami ha sempre tenuta lontana), haproposto un presidio fisso el’idea non è male, ma sperosenza bandiere, e un incontrocon la preside delle scuolemedie (dove in un’aula il con-centramento di onde elettroma-gnetiche avrebbe superato illimite fissato per legge) e dove,almeno a quel che si sente dire, ibambini vengono spostati da unbanco in continuazione. A luichiedo solo un po’ di obiettività,si può attaccare un consigliered’opposizione che esce dall’aulaper non aver ricevuto in tempouna documentazione da votare(Crestini) e tacere su un consi-gliere d’opposizione che in-sieme alla maggioranza, nonsolo non esce, ma vota a favoredelle antenne (Mario Gatta)?No, per onestà intellettuale, non

si può. Alla segretaria del Pd,Raffaella Taggi, che nel suo in-tervento mi ha chiesto cosa avreifatto al posto del sindaco, ri-spondo che avrei trovato 12milaeuro per fare un monitoraggioprima di installare tralicci alti 30metri, che avrei interpellato lacittadinanza, avrei fatto presentealle ditte concessionarie che diantenne ne abbiamo già troppe,infine con tutta la giunta mi sareiincatenato pur di fermare l’in-stallazione… ma io non sono ilsindaco! Il tutto condito da interventi dicittadini arrabbiati, amareggiatie pronti a lottare, anche grazie aun ragazzo di Albano, DanieleCastri, che in maniera efficace eappassionata, ci ha raccontatodella loro piccola vittoria, averbloccato per tre giorni i lavoridel consiglio comunale; è vero,sono volati insulti e sedie, lui èstato addirittura picchiato da unmesso comunale, ma in com-penso la cittadinanza unita per ilmomento ha bloccato il pianoantenne. Alla fine ha preso la parola PieroFondi (Movimento per Rocca),anche lui organizzatore dell’in-contro, traendone le conclusionie mettendo come primo punto lacostituzione di un Comitato cit-tadino contro le antenne. Ora la mia paura è quella di sve-gliarmi una mattina e trovare in-stallate antenne di 30 metri,chiedo pubblicamente se c’èqualcuno all’interno del Palazzoche può avvisare noi cittadini ilgiorno in cui inizieranno i la-vori! In modo da poterci incate-nare per impedire quest’altroscempio!

anzi ci informava delle sue av-venute dimissioni da quest’inu-tile commissione. Le premesseper la buona riuscita dell’inizia-tiva c’erano tutte, al punto checonsegnando un foglio a Cre-stini, venivo a conoscenza del-l’unità tra lui e i vari esponentidella politica locale, sapevo cosìche proprio Crestini aveva datocopia dei documenti di uno stu-dio del professor Marinelli suipericoli dell’elettrosmog aRocca di Papa, sia al rappresen-tante del M5S Roberto Fondi(Guero) che a quello de La De-stra, Alvaro Fondi… più uniti eleali di così! Ma proprio con l’intervento del5Stelle, mi sono sorti i primidubbi. Roberto, nel suo interes-sante intervento, prima si di-mentica di citare e magariringraziare chi gli ha fornito idati, poi addirittura lancia unafrecciata verso Crestini, accu-sandolo di far parte della Com-missione Antenne presieduta daEnrico Fondi, reo di essere statouno dei sindaci sotto la cui guidai tralicci sono proliferati. A lui,voglio dare un consiglio, inutileaccusare gli altri di fare politica,perché per gli altri fai politicaanche tu! Il primo a prendere la parola èstato Gianfranco Silvestrini, pre-sidente da sempre e a questopunto, per sempre, del comitatodi quartiere dei Campi D’Anni-bale, non ho niente contro di lui,ma invece di pacificare glianimi, ha sparato a zero controgli altri comitati di quartiere,colpevoli di disinteressarsi alproblema, di seguito ha verbal-mente aggredito Raffaello Man-cini, uno degli organizzatoridell’evento, quindi ha attaccatoil Parco dei Castelli Romani, iguardiaparco e la Forestale, di-menticandosi come per miracolodi accusare il sindaco Boccia, lagiunta e l’opposizione che, aparte Crestini, ha votato tutta afavore delle nuove installazioni,insomma si è scagliato un po’contro tutti evitando di nomirarechi forse è veramente colpe-vole,l’amministrazione! Si èquasi eretto a unico vero abbat-titore delle antenne per via dellenumerose lettere, inviate nelcorso degli anni al comune. Ho chiesto a Silvestrini, dato che

Aula consiliare affollata

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INTERVENTIil Segno - dicembre 2014 9

Comitato Centro Storico

“No alle antennesenza se e senza ma”

di Vera Buonomo*Il giorno 22 ottobre,su invito dellaCommissione Spe-

ciale per le antenne, il presenteComitato si è incontrato con lastessa per esaminare le propo-ste circa lo spostamento totaleo parziale degli impianti insi-stenti sulla vetta di MonteCavo e dintorni. Nella circostanza, questo Co-mitato ha ribadito la volontà diperseguire l’obiettivo di ri-muovere dalla vetta di MonteCavo e dintorni, se non la to-talità, almeno il 50% degli im-pianti radiotelevisivi,reclamando tra l’altro il ri-spetto del dettato legislativovigente in fatto di installazionedi impianti radiotelevisivi, equello Costituzionale in or-dine alla tutela della salute deicittadini.Abbiamo inoltre esplicitamentechiesto alla Commissione di in-traprendere le iniziative in lineacon la natura del suo mandatocome: verificare gli effetti sullapopolazione provocati dal-l’elettromagnetismo, informa-zione sui metodi di difesa,individuazione di un percorsoche determini con più forza ilproposito di ridurre l’inquina-mento attraverso la condivi-sione delle antenne con gli altrisiti identificati in altri paesi. In seguito, l’assessore ai lavoripubblici, Mauro Fei, ci hamesso al corrente che allostato attuale rimane in campo

la possibi-lità con-creta diprocederecon una co-s i d d e t t a“bonifica”la quale,secondo ilnostro pa-rere, difatto si tra-duce in unas e m p l i c es i s t e m a -zione delleantenne su uno, forse due tra-licci secondo necessità, senzaincidere minimamente sul loronumero.Pertanto, alla luce di quantoappena accennato, questo Co-mitato, seppur riconoscendol’utilità di un riordinamentodelle antenne ma unicamenteai fini estetici, ritiene di doveresprimere un parere negativonei riguardi di quest’ultimaproposta, in quanto non ri-sponde alle esigenze ambien-tali e paesaggistiche di quelluogo, ed alle preoccupazionidella cittadinanza in fatto disalute. Tanto si rappresenta peropportuna informazione, si-gnificando che il Comitato delCentro Storico rimane a di-sposizione per qualsiasi orga-nizzazione tesa allaconsultazione ed informazionedei cittadini sulla materia.

*Presidente del Comitato di Quartiere

Centro Storico

di Gianfranco Silvestrini*Il Comitato diQuartiere Campid’Annibale dice

NO al traliccio di trenta metriche tutta l’amministrazionecomunale vuole posizionare aiCampi d’Annibale per ospitareulteriori antenne.Siamo già vittime innocenti edisarmate contro le onde elet-tromagnetiche che tutti i giornidanneggiano la nostra salute equella dei nostri figli.Pertanto, si chiede, prima diattuare il Piano comunale perla telefonia mobile, di risol-vere il vero problema: rimuo-vere da Rocca di Papa tutte leantenne abusive, facendo pro-pria la sentenza del TAR depo-sitata lo scorso 13 novembre afavore del Comune.Si chiede, quindi, l’annulla-mento del Piano della telefoniamobile per i motivi sopra ci-tati, e invitiamo tutti gli abi-tanti della zona a rifiutare

fortemente qualsiasi eventualeofferta da parte delle compa-gnie telefoniche, perché le per-sone che accettassero diimpiantare nelle loro proprietàle antenne, si renderebbero di-rettamente responsabili di unulteriore aggravamento delleonde elettromagnetiche chedanneggiano la salute di tutti.Si ricorda, infine, il rilevantepeso che la giurisprudenza hatratto dall’art. 32 della Costi-tuzione: il diritto ad un am-biente salubre ritenendolo unvalor eprimario ed assolutoche determina la qualità dellavita.Si resta in attesa di una rispo-sta scritta e urgente da partedel Sindaco di Rocca di Papae della Commissione Speciale“Antenne”, da comunicare aicittadini del quartiere che quo-tidianamente si lamentanodelle onde elettromagnetiche.

*Presidente del Comitato di Quartiere

Campi d’Annibale

SULLE ANTENNE A ROCCA DI PAPA LA PAROLA AI COMITATI DI QUARTIERE

Comitato Campi d’Annibale

“Ora il comune ritiriil Piano approvato”

Mentre la polemica sulle nuove antenneè sempre più infuocata e mentre i citta-dini si interrogano in una affollata as-semblea pubblica, l’amministrazionecomunale, con un documento del 19 no-vembre scorso (prot. 28877), invitava lesocietà Telecom, Vodafone e Wind a fir-mare “i contratti di locazione per l’in-stallazione di stazioni radiobase ditelefonia mobile sul territorio di Roccadi Papa”. Altro che revisione del piano

antenne! Altro che ascolto dei cittadini!Per il sindaco prima di tutto ci sono isoldi. La lettera si conclude con una af-fermazione quanto mai temeraria,ossia che “la condizione essenziale è ilrilascio del titolo urbanistico abilita-tivo”. Insomma: intanto dammi i soldi,poi le carte le mettiamo a posto. Laconcessione edilizia per il sindaco pareuna formalità e, anche se un’antennasta sopra un asilo, sembra disprezzare

i timori delle mamme. Insomma, il sindaco gioca con la salutedei cittadini e chiede di firmare i con-tratti alle società dei telefoni prima an-cora che il comune rilasci le concessioniedilizie per i pali alti 30 metri. In tuttoquesto il preventivo Nulla Osta delParco Regionale dei Castelli Romanidove sta? Oppure il sindaco ha asser-vito pure questo Ente?

Luigi Serafini

Nuove antenne di telefonia: mentre i cittadini discutonoil comune firma i contratti con le società telefoniche

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ROCCA DI PAPAil Segno - dicembre 201410

Una sentenza storica, arrivata dopo 11 anni di attesa, ha dato ragione al comune

Il TAR “abbatte” il più grandegruppo radiotelevisivo italiano

di Sandro TabellioneIl 13 novembre2014 è una data dasegnare sul calenda-

rio perchè rappresenta laprima significativa vittoriadella ultra trentennale batta-glia del comune di Rocca diPapa agli impianti rediotele-visivi di monte Cavo vetta.La sezione seconda ter delTAR del Lazio, infatti, dopoben undici anni di attesa, haemesso una sentenza storicarespingendo il ricorso presen-tato dagli avvocati del gruppoR.T.I. (Reti Televisive ItalianeSpa), cioè Canale 5-Italia 1-Rete 4, all’ordinanza di de-molizione emessa il 12 agosto2003 dal sindaco di allora,Carlo Ponzo.In quest’ordinanza, che an-drebbe affissa in aula consi-liare con una bella cornice,Mediaset avrebbe dovuto de-molire “a loro cura e spese,entro il termine di 90 giornidalla data di notifica della pre-sente ingiunzione, tutte leopere abusive in premessa in-dicate”, invitando le emittenti“a trasferirsi presso i siti uf-ficiali individuati dal PianoTerritoriale di coordina-mento, adottato in data 4aprile 2001 dal Consiglio Re-gionale, che vorrà attivarsi af-finché i Comuni individuatiquali siti ufficiali recepiscanole indicazioni contenute nelPiano Territoriale di Coordina-

L’immagine scelta è un pupazzorassicurante (foto sopra), quasisimpatico, come a dire: Non ab-biate paura dell’elettrosmog! Selo dicono loro... (G.D.G.)

Sul sito del comune arrivaElettrosmog in trasparenza“Elettrosmog in trasparenza”.Prende questo nome l’iniziativadel comune di Rocca di Papa fi-nalizzata a rendere pubblici idocumenti e le rilevazioni cheriguardano i tralicci radiotelevi-sivi installati a monte Cavo, neipressi della Madonna del Tufoe in località Costarelle (Campid’Annibale). Tutte le notizie sipotranno leggere sul sito Inter-net (www.roccadipapa.rm.it).La sezione contiene inoltre icontatti degli uffici competenti,

i riferimenti normativi e i link aisiti delle principali Istituzionicoinvolte, tra cui l’Ispettoratoterritoriale del Lazio e l’ArpaLazio. Ma l’aspetto più impor-tante riguarda la consultazionedelle misurazioni annuali con-dotte sul territorio. “Abbiamovoluto stabilire in questo modoun filo diretto con la cittadi-nanza su una tematica moltosentita da tutti - ha detto il sin-daco Boccia - per dare continuiaggiornamenti sui controlli”.

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mento stesso”. Poi “trascorsoil suddetto termine di 90giorni, si provvederà, a terminidi legge e senza ulteriore pre-avviso, alla demolizione d’uf-ficio delle sopra menzionateopere e di ogni ulteriore operaeventualmente eseguita, sianei confronti degli interessatisia nei confronti di chiunquealtro occupi Monte CavoVetta, con il recupero dellespese sostenute dall’Ammini-strazione Comunale a caricodei soggetti interessati, nonchédi ogni atto ad esso coordinatoo connesso”. Il TAR ha dato ragione alcomune e dato torto al piùgrande gruppo radiotelevi-sivo nazionale. Ora, resta dacapire che cosa farà l’attuale

sindaco di Rocca di Papa,Boccia, che in un’assembleapubblica ha assicurato ai citta-dini che un’ordinanza simile

sarebbe stata fatta anche pergli impianti di trasmissione diMadonna del Tufo e Costa-relle, anch’essi abusivi.

Una parte dei tralicci di monte Cavo vetta

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L’INTERVISTAil Segno - dicembre 2014 11

di AndreaSebastianelliIl 13 novembre il

Tribunale Ammi-nistrativo Regio-nale del Lazio,

dopo un’attesa durata undicianni, ha respinto il ricorso pre-sentato dal gruppo Mediasetcontro l’ordinanza di demoli-zione dei tralicci televisivi in-stallati sulla vetta di monteCavo emessa il 12 agosto2003 dall’allora sindaco CarloPonzo. Una sentenza inaspet-tata che apre un nuovo frontedi lotta alla concentrazione diradio-tv che fanno di Rocca diPapa il sito europeo più inqui-nato dall’elettrosmog. Ab-biamo rivolto qualchedomanda al protagonista diquella ordinanza, l’ex consi-gliere regionale Ponzo che, nel2003, con la sua decisione,diede vita a un vespaio di po-lemiche.

Come ha accolto la sentenzadel TAR?“Non nascondo che è stata unasorpresa, anche se undici annisono davvero tanti. Si trattacomunque di un risultato im-portante che potrebbe dare unasvolta decisiva alla lotta con-tro le antenne”.

Come arrivò alla decisionedi emanare un’ordinanza didemolizione?“Quell’ordinanza servì a dareuna scossa visto che la Re-gione Lazio, governata da Sto-race, dopo due annidall’approvazione del pianoterritoriale di coordinamento,approvato nel 2001, rimanevaimmobile malgrado le nostresollecitazioni ad applicarequanto deciso. Allora emisil’ordinanza. Mi sembrava ilminimo che potessi fare comesindaco”.

Fu senza dubbio una sceltacoraggiosa, visto che andavaa ordinare la demolizione deitralicci dei più grandi gruppinazionali di telecomunica-zione. Ci furono pressioniper farla desistere?“Le pressioni ci furono manon in modo così evidentecome si potrebbe pensare. Inrealtà, mi accorsi dei cosid-detti poteri forti nel 2008,quando in consiglio regionaleportammo l’approvazione delpiano di delocalizzazione deiripetitori di monte Cavo. Inquella occasione le spinte amettere cittadini contro altricittadini per non cambiare

“Sapevamo di lottarecontrodeicolossimaorala vittoria è possibile”nulla furono molto forti. Credoche nel 2003 qualsiasi sindacoal mio posto avrebbe fatto lostesso”.Sarà come dice lei ma primadi quell’atto nessuno avevaemanato un’ordinanza di de-molizione, come ha peraltroammesso lo stesso TAR re-spingendo il ricorso delgruppo Mediaset.“Sapevamo che stavamo lot-tando contro dei colossi,quindi non potevamo lasciarenulla al caso. L’ordinanza fucostruita partendo da un datoinconfutabile: l’assenza dellaconcessione edilizia. Cioè tuttii tralicci e i box erano stati rea-lizzati abusivamente in spregiodi ogni norma”.

Dopo l’ordinanza, gli anten-nari di monte Cavo si mobi-litarono e l’accusarono diaver prima riconosciuto loroil diritto di superficie e poi diaverle definite abusive.“Dopo questa accusa feci uncomunicato per spiegare cheaver sottoscritto la conven-zione con alcune emittenti ra-dunate sotto l’associazione«Condominio monte Cavo»non voleva dire riconoscere undiritto ma semplicemente rice-vere una sorta di indennizzoper i danni pregressi subiti daicittadini, in attesa dello spo-stamento dei tralicci”.

Che cosa dovrebbe fare ora

l’amministrazione? Attuarela procedura di acquisizionedelle opere abusive? Abbat-tere i tralicci?“Questa può diventare un’oc-casione storica. Ma darà i suoifrutti soltanto se tutti reme-ranno nella stessa direzione.Rocca di Papa deve dimostrareche contro le antenne si è uniti.Il rischio è che, avvicinandosile elezioni comunali, si utilizzistrumentalmente la vicenda.Che cosa può fare il comune?Soprattutto non deve fare passiavventati che possano compro-mettere l’iter riavviato dalla de-cisione del TAR. Bisogneràintanto capire quali emittentiall’epoca fecero ricorso e qualino. Dopodiché decidere come

Carlo Ponzo nel 2003 durante un consiglio comunale dedicato alla “questione antenne”

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muoversi, coinvolgendo tecnicipreparati e avvocati”.

La parola fine, comunque, lametterà il Consiglio di Statovisto che il gruppo Mediasetsicuramente in queste orestarà predisponendo il ri-corso alla sentenza del TAR.“La partita è ancora da giocarema il Consiglio di Stato, in ve-rità, in parte si è già espressodopo il ricorso presentato dalcomune contro la sospensivadecisa allora dal TAR del Lazio.Il Consiglio non disse che il co-mune di Rocca di Papa avevatorto ma, anzi, pur accettando lasospensiva del TAR richiamògli organi superiori, Regione eMinistero, a dare attuazione alpiano di delocalizzazione degliimpianti. Inoltre, le motivazionidi oggi del TAR lasciano pochidubbi sulla validità e correttezzadell’ordinanza”.

Un’ultima domanda: da mesisi rincorrono voci su una suacandidatura alla carica disindaco di Rocca di Papa nel2016. Conferma o smentisce?“Quella di sindaco è stata la piùbella esperienza politica e per-sonale che mi sia mai capitata.Quegli anni resteranno scolpitidentro di me per sempre, ma leminestre riscaldate non vannomai bene”.

Biglietti

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ROCCA DI PAPAil Segno - dicembre 201412

Anche a Rocca di Papa arrivano i tavoli di discussione in stile “Leopolda”

Il Pd si affida ai vecchi tavoli la sfida elettorale è già iniziata

di Daniela Di RosaOggi vanno tanto dimoda i gggiovani(per citare NanniMoretti in Ecce

Bombo) e i tavoli, sembra unanovità nata con Renzi e la Leo-polda… in realtà sono almenoquindici anni che con l’avvici-narsi delle elezioni (circa unanno e mezzo prima), i partitiorganizzano “tavoli” per par-lare da “semplici cittadini” adaltri semplici cittadini, ognivolta giovani e meno giovani,indottrinati e non, ci cascano ofingono di cascarci e con can-dore, al limite dell’ingenuità,cercano di convincerti a parte-cipare alla costruzione di unnuovo corso della storia, perdirla alla Renzi: di un “cambioverso”. In realtà si tratta della stessaminestra riscaldata, invogliareil cittadino facendo leva sullasua vanità, facendolo sentireimportante e utile alla causa…ti lascieranno parlare, discu-tere, faranno finta di apprez-zare il tuo pensiero, ti farannoscrivere le tue idee, il tuo pro-gramma, lo confronteranno conle idee e i programmi deglialtri, poi stileranno il docu-mento unitario che verrà fir-mato da tutti, con la gioia di chicrede di far parte della storiadel proprio paese, della propriacittà! Intanto i capoccioni, iboss del partito, i candidati chegrazie a loro verranno eletti, eche “gestiscono” questi giovani

tesserati di partito, in quest’oc-casione trasformati in “sem-plici cittadini”, verranno ditanto in tanto a lusingarvi, adirvi: Che bel testo! Che belleidee! Voi state costruendo il no-stro futuro! A Rocca di Papanon ci facciamo mancareniente, figuriamoci un bel ta-volo rotondo con re Artù (Boc-cia), che indica tra i suoisudditi il successore al trono, ei dodici fedeli-cavalieri prontia servirlo. I giovani del Pd lo-cale, con in testa la combattivasegretaria del partito, offrono alpaese e alla cittadinanza tuttaquesta splendida novità. No-vità!? Chi di noi, dai trentacin-que in su non ricorda i tavoliche si fecero nell’era Ponzoalla sua seconda candidatura? Ancora oggi girano su Face-book i fogli con le firme di tuttii cittadini che parteciparono al“grande cambiamento”, com-presa la mia, ed è una macchiaindelebile sulla mia coscienza,non tanto per Ponzo, ma per lamia stupidità, per esserci ca-scata… Li avrei lasciati anchein pace questi tavoli leopol-diani, perché in fondo molti diloro non hanno colpe, se nonquella di crederci, ma poi, percaso, mi imbatto in un post diuna giovane tesserata del Pd,già candidata alle scorse ele-zioni, dove rispondeva piccataa un consigliere di opposizioneche criticava l’iniziativa, di-cendogli che mentre lui è incerca di visibilità per una pros-

Uno dei tavoli alla Leopolda dell’ottobre scorso

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sima candidatura, lei (ripeto:già candidata non eletta allescorse elezioni e probabilecandidata alle prossime), di-chiarava di fare i tavoli come“semplice cittadina” e per ilbene del paese (come se tuttigli altri, magari perchè di unaltro partito, o non interessatiai tavoli, volessero il male delpaese!)… ecco, questa ipocri-sia, questa banale retorica ioproprio non la sopporto, che

sia giovane o vecchia mili-tante, non me ne frega niente,l’appuntamento con le pros-sime comunali si avvicina equesta è una mossa elettorale. Se gli organizzatori dei tavolifossero stati sinceri avrei ta-ciuto, anzi, avrei apprezzato iltentativo di avvicinare la gente,specialmente i ragazzi, alla po-litica perché la politica è unacosa seria, ma spesso ad esserepoco seri sono i politici!

Quando un tavolo di discussione sugli intrecci tra affari e politica?L’iniziativa del Pd di Rocca di Papa avviene in un mo-mento molto delicato per la politica in genere e per il Pd inparticolare, messo all’angolo dalla vicenda romana che hascoperchiato gli intrecci tra malaffare e politica.Un’ottima idea, quindi, sarebbe stata quella di aprire untavolo di discussione intorno a questo tema, incentrandolosulle vicende locali. Avrei partecipato con molto interessea un tavolo dedicato alla vicenda di Umberto Morzilli,l’esponente della Banda della Magliana assassinato aRoma nel 2008 e che a Rocca di Papa mise in piedi diverseoperazioni di speculazione immobiliare. Avrei partecipato molto volentieri anche a un tavolo di di-scussione sul doppio ruolo dell’ex vicesindaco, ex assessoreai lavori pubblici ed ex assessore all’ambiente Barbante,attuale capogruppo Pd in consiglio comunale, mentre fa-ceva anche il costruttore, realizzando diverse palazzine aRocca di Papa.Infine, avrei partecipato anche a un tavolo di discussionesul rapporto tra il sindaco Boccia e l’imprenditore del le-gname Carnevali, e sulla sanatoria concessa e poi ritiratadal comune dopo lo scandalo portato alla luce dal Segno.Di tutti questi argomenti nei tavoli non c’è traccia, meglioparlare d’altro e non dispiacere nessuno.

Andrea Sebastianelli

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ROCCA DI PAPA 13il Segno - dicembre 2014

Lettera aperta all’ex presidente del consiglio comunale Marika Sciamplicotti

Due ordini del giorno differentila politica calpesta le istituzioniÈ probabilmente che, a causa di que-sta assenza, i signori consiglieri,come è avvenuto in questo consiglio,hanno potuto effettuare “una fuga or-ganizzata” subito dopo aver appro-vato quanto il sindaco comandava.Quella fuga ha impedito di prose-guire i lavori che prevedevano la pre-sentazione di “mozioni” e darerisposta ai quesiti sottoposti al consi-glio dagli unici consiglieri che hannoqualcosa da dire: Crestini e Romei.Così, chi deve amministrare “il benecomune”, la maggioranza, si sottraeal suo dovere principale: farlo concognizione di causa. Ma quale cono-scenza si può acquisire se non siascolta chi presenta mozioni o inter-rogazioni alle quali sindaco e asses-sori devono rispondere? Pochi sannoche questo trend è in atto da tempo,con il risultato che sono soltanto 4 o5 gli affezionati uditori che di solitooccupano il settore del pubblico, maessi mostrano un “difetto imperdona-bile al giorno d’oggi”, sembranotroppo interessati alla buona politica,quindi sono accolti con scarso entu-siasmo.

La comunicazione della seduta del 28e 29 novembre è sembrata così defi-citaria da destare un sospetto di ille-gittimità. Il sottoscritto non l’hatrovata sul sito comunale o letta suipannelli luminosi perché non erastata inserita. L’ha “scoperta” su unfoglio minuscolo affisso tra gli an-nunci mortuari. Non solo, messa aconfronto la convocazione inviata aun consigliere e quella affissa pub-blicamente c’erano due ordini delgiorno discordanti. Infatti, ho notatocon sorpresa che il foglio affisso nonriportava tutti i punti in discussioneche, invece, risultano nelle carte deiconsiglieri. Su quel foglio manca-

SOPRA: La convocazione del consiglio comunale del 28 e 29 novembre 2014, affissa per le strade di Rocca di Papa, con un ordine del giorno farlocco, mancante dei primi quattro punti.

SOTTO: La convocazione del consiglio comunale inviata ai signori consiglieri. Qui all’ordine del giorno i punti sono 9.

vano i primi quattro puntimolto importanti tra iquali: “Assestamento Bi-lancio 2014” e “Ricono-scimento debiti fuoribilancio”. Argomentiscottanti, sui quali si do-vrebbero accendere i ri-flettori per illuminarne lemotivazioni invece diprocedere come si è fatto. Una combinazione di fattiche preoccupano i citta-dini attenti che, in questigiorni, sono alle prese coni pagamenti di TASI,TARI, ICI, etc. mentre ilpensiero va a quei 18 mi-lioni di debiti comunaliche pesano su tutte le fa-miglie.È in questo quadro chel’abbandono del consiglioda parte della maggio-ranza per non confrontarsisulle mozioni, alla fine hauna stretta relazione conl’aspetto economico:desta allarme. Questicomportamenti dannol’impressione che qual-cuno lavora per far per-dere all’istituzioneComune anche l’ultimoresiduo di credibilità. Per tornare al suo ruolo di presidentedel consiglio comunale, ormai ex, mipermetto di ricordarLe un articolo delregolamento con l’invito a farne buonuso nel futuro, Lei e chi la sostituirà.

ART. 23/8 L’elenco degli argomenti da trattarsiin ciascuna sessione del consigliodeve, sotto la responsabilità del se-gretario comunale, essere pubbli-cato mediante affissione all’Albopretorio e pubblicato sul sito webdell’Ente almeno il giorno prece-dente a quello fissato per la primaadunanza.

ART. 23/13 Dell’avviso di convocazione del con-siglio comunale viene data adeguatapubblicità mediante pubblicazionesul sito web dell’Ente e mediantemanifesti affissi nei principali luo-ghi del territorio comunale.

Distinti saluti.Sergio Rasetti

segue dalla prima pagina

Marika Sciamplicotti

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ROCCA DI PAPAil Segno - dicembre 201414

Lecrepeallavoltaealla cornice laterale dell’Assunta destano serie preoccupazioni

SOS per la volta del Duomodi Andrea SebastianelliIl sindaco di Rocca diPapa, tramite il suoufficio stampa, ha

fatto sapere che lo scorso 10 no-vembre ha inviato una lettera al-l’assessore regionale alleinfrastrutture e ai lavori pubblici,Refrigeri, per chiedere “l’inter-vento di ripristino e messa in si-curezza della volta dellaparrocchia Santa Maria Assuntain Cielo, che presenta numeroselesioni via via aggravatesi nelcorso del tempo”. Aggiungendoche “la gravità di queste situa-

zioni non può essere ignorata”.Stavolta siamo pienamente d’ac-cordo con Pasquale Boccia, mac’è un “però”, fermo restandoche la volta della chiesa, primache accada l’irreparabile, deveessere restaurata poiché le lesionidi cui si sta parlando fanno dav-vero impressione. Ma torniamo al nostro “però”, elo facciamo tirando in ballo laConfraternita del Santissimo Sa-cramento, l’ente di diritto cano-nico che gestisce le proprietàdella chiesa roccheggiana e la cuisede è a largo Oratorio, proprioalle spalle della parrocchia del-

l’Assunta. La Confraternita,come già ricostruito dal Segno, il14 gennaio del 2009 vendette allasocietà C.R.E.D. Srl, il cui am-ministratore unico era l’allora as-sessore ai lavori pubblici diRocca di Papa, Roberto Bar-bante, un terreno di 1.350 metriquadrati tra via Italia e via Fra-scati, al prezzo di 250 mila euro.La società di Barbante vi realizzòdelle palazzine e l’accordo sotto-scritto con la Confraternita stabi-liva che invece di versare quantopattuito, la C.R.E.D. Srl avrebbedovuto realizzare un edificio bi-familiare nell’area adiacente aquella ceduta, sempre di pro-prietà della Confraternita. Ora,non sappiamo se queste abita-zioni siano poi state vendutedalla Confraternita, a chi e aquale prezzo. Ma una domandace la poniamo: queste operazioniimmobiliari dell’ente di dirittocanonico dell’Assunta non po-trebbero essere utilizzate per rac-cogliere i fondi necessari allasistemazione della volta dellaparrocchia invece di aspettarel’intervento dello Stato? Credosarebbe un bell’atto di cristianifarlo, anziché chiedere soldi allaRegione Lazio che, trovandosi inuna situazione di cassa piuttostocritica, non sa dove reperire le ri-sorse. Come dice papa France-sco, la Chiesa, dove può, devedare il buon esempio, soprattuttoin un contesto come quello diRocca di Papa in cui la Confra-ternita, almeno dal punto di vistaeconomico, sembra navigare inbuone e tranquille acque.Noi non sappiamo se la Confra-ternita, da quando si sono mani-festate le crepe alla volta dellachiesa (da almeno 33 anni, cioè

dal terremoto del 1981), abbiaportato a termine altre operazionifinanziarie e immobiliari (a partequella con la C.R.E.D.), ma rite-niamo che dovrebbe essere lei afarsi carico dell’emergenza, per-ché se la volta crolla in testa aifedeli che facciamo? Pian-giamo? Accusiamo la Regione?Lo Stato? La malasorte? Quindi,è il momento di farla finita dicercare sempre l’aiuto dimamma Regione, che già devefare salti mortali per pagare lostipendio al nostro caro sindacoBoccia e al suo vicesindacoQuerini (entrambi hanno un con-tratto di lavoro con l’ente di Zin-garetti), all’ex sindaco diFrascati, Posa, e all’attuale sin-daco di Castel Gandolfo, Mona-chesi (anche loro hanno uncontratto di lavoro con la Re-gione). Se davvero si vuole sal-vare il Duomo da un possibilecrollo della volta, tutti si devonorimboccare le maniche, a comin-ciare dalla Confraternita del San-tissimo Sacramento.

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Page 15: Il Piccolo Segno Dicembre 2014

ROCCA DI PAPAil Segno - dicembre 2014 15

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mite Internet e le sue applicazioni ci sipuò sbizzarrire a fare proposte, espri-mere pareri, contestare gli estremismi,cercare un amico o un cuore disponibile,scrivere al sindaco e al presidente, perfino alpapa. Sono però pochi quelli che usano ilmezzo con la voglia di incidere sulla situa-zione dell’ambiente che li circonda, quellalocale. Tanto è vero che tra gli internauti no-strani soltanto un paio, sulle loro pagine diFacebook, dicono cose chiare e utilialla comprensione della realtà delpaese. Lor signori, gli amministra-tori, ne approfittano e dimostrano dinon avere preoccupazioni di sorta.Visto che i loro amministrati non siagitano più di tanto continuanotranquillamente a fare ciò chehanno sempre fatto e che ha dato gliattuali risultati. È curioso, i nostri internauti si ac-contentano di poco: foto del cane,quella al mare con i bambini, delviaggio a Parigi. Indicano letture,dischi e film preferiti ma evitano diesprimersi su cose fondamentalidella vita cittadina come, peresempio, chiedere dove è finito il nuovopiano regolatore super approvato dal consi-glio comunale, inviato all’organo di con-trollo regionale e mai tornato indietro. Èprobabile che sia finito nello scantinatodella Pisana, visto che conteneva troppecose impossibili. Eppure le opinioni in pub-blico (espresse generalmente a bassa voce)e in privato sono univoche al 90%: questiamministratori non vanno bene; questi am-ministratori dovrebbero andare a casa. Da-vanti al computer tutti a sottolineare che la

bellezza di Rocca di Papa non è piùquella di una volta ma, in genere, omo-genei nel non chiedere conto di questabellezza sfiorita ai responsabili che in-dubbiamente sono gli eletti e i funzionari datrenta anni a questa parte. Intanto lo strumento principale vigente, “ilpiano regolatore”, che decide la qualitàdella vita dei cittadini e le prospettive peril futuro, è datato 1976 ed è stato “natu-ralmente” stravolto da concessioni poco op-portune, omissioni, abusivismi vari,menefreghismi della classe politica e diquei cittadini che hanno la vista corta per lecose pubbliche ma da aquila reale per quelle

private. Ora il problema è che se non si met-tono in luce le ragioni della bellezza sfioritae gli autori delle ricette sbagliate, il rischiodi lasciar decidere agli stessi anche in fu-turo resterebbe molto alto. Illudersi che si estinguano da soli sarebbeimperdonabile. La rete, se usata nei modiopportuni, può fornire alle donne e agli uo-mini che vogliono rialzare la testa l’occa-sione di organizzare l’alternativa a quantoci è stato propinato da chi non ha onoratogli impegni presi.

Assistiamo auna continuaerosione del ri-spetto delle re-gole. La nostrasocietà, la de-mocrazia, laconvivenza co-mune è fondatasu di esse, macerte istituzionilavorano perdistruggerle e non per mantenerle.È il caso della dimissionaria presidentedel consiglio Marika Sciamplicotti. Nelsuo ruolo istituzionale di garante dellamassima assemblea cittadina, si mettesotto i piedi il regolamento del ConsiglioComunale, che presiede come neanchefosse una bocciofila, e ignora, aggira e facarta straccia del regolamento da cui leistessa dovrebbe dipendere. Così, per zittire le opposizioni, non ha tro-vato niente di meglio che posporre allafine del consiglio del 29 novembre scorsole interrogazioni e mozioni dei consigliericomunali. Alla fine del consiglio la mag-gioranza, ossia i consiglieri del Pd, se nevanno in massa, manca il numero legale eil gioco è fatto. Non c’è che dire, un bel-l’esempio di confronto democratico. Pec-cato che l’art. 57 del regolamento delConsiglio preveda come preciso obbligoche “Le mozioni sono svolte all’iniziodella seduta”. Queste parzialità sono state denunciatepoliticamente dal consigliere EmanueleCrestini, che ha sottolineato: “Accanto auna Sciamplicotti così di parte siede la se-gretaria comunale, Stefania Panzironi, an-ch’essa evidentemente soggiacente più alogiche di schieramento che al suo ruoloistituzionale.”

Paola Gatta

Questione di regolamentoManca il numero legalee le mozioninon si discutono

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Page 16: Il Piccolo Segno Dicembre 2014

ROCCA DI PAPA16 il Segno - dicembre 2014

di Giulia De GiorgiLo scorso 26 novembre, a Marino, si èsvolto il 7mo convegno sul radon, ele-mento radioattivo presente ai Castelli Ro-mani in quantità molto elevate,organizzato da Corrado Colizza che daanni si occupa di questo argomento. Cre-diamo opportuno sintetizzare i lavori del-l’evento incentrato sia sulla necessità dimisurare la concentrazione della radioat-tività propria del radon, sia sulle moda-lità e i tempi connessi alle operazioni dibonifica. Temi validi per tutti e perfetta-mente attinenti alla situazione di Marino,dove in un paio di anni l’amministrazioneha avviato in modo deciso l’intervento dibonifica nei plessi scolastici. Partendodal nuovo monitoraggio effettuato nelmarzo 2013, l’antefatto è rappresentatodalla mancata comunicazione dei nuovivalori di concentrazione della radioatti-vità nelle aule oggetto delle operazioni dibonifica; situazione che ha allarmato al-cuni genitori e docenti direttamente inte-ressati.L’intervento chiaro e lineare della dotto-ressa Rosabianca Trevisi, ricercatrice del-l’INAIL, ha placato l’ansia degliinteressati e soddisfatto la curiosità degliintervenuti. Dapprima ha ricordato che labonifica è stata realizzata provocandouna depressione nel terreno nei pressidelle aule interessate, in modo da aspirareil gas Radon e convogliarlo in aria adun’altezza che superi la copertura del fab-bricato. Poi ha ricordato che se è veroche, per certificare il buon esito della bo-nifica, si debba attendere un anno peravere la nuova misura di concentrazioneannua della radioattività, è altrettantovero che in questo periodo si susseguonole misurazioni puntuali delle concentra-zioni per testimoniare sia l’efficacia tem-porale della depressione provocatadall’aspiratore, sia per definirne l’effi-cienza, e cioè se si debba necessaria-mente aspirare H24 o sia possibilealternare brevi periodi di non aspirazione,ma sempre garantendo un valore di con-centrazione minima a salvaguardia dellasalute del personale scolastico e dei bam-bini.È intervenuto anche il sindaco di Marino,Fabio Silvagni, che ha espresso la vo-lontà di proseguire l’azione per la boni-

fica della sede comunale, oltre a sottoli-neare che il territorio comunale essendolocalizzato, come tutti i Castelli Romani,nell’area del vulcano laziale, risulta sog-getto a periodici e storici sciami sismici ealla emissione dal terreno dei gas vulca-nici, quali l’anidride carbonica, l’idrogenosolforato e il radon, elemento per cui lamisurazione è la prima cosa da far fare.La proiezione delle concentrazioni di ra-dioattività, rilevate ai Castelli, ha confer-mato che il fenomeno riguarda più o menotutti i comuni, evidenziando che Rocca diPapa presenta la situazione più critica.Si è inoltre ricordato che dal 2004 esiste ilpiano nazionale per il radon; che dal 2007non è stato formulato quello regionale;che la nuova direttiva Euratom ha prati-camente dimezzato il limite italiano oltreil quale si impone l’intervento di bonifica;che il direttore del Servizio Igiene e Sa-nità Pubblica della nostra Azienda USLRMH ha inviato una lettera per ricordareai sindaci i nuovi doveri loro imposti dalla

direttiva sopra citata.Il convegno è stato partecipato, ma si ènotata l’assenza dei datori di lavoro pub-blici, cioè sindaci e dirigenti scolasticidegli istituti comprensivi dei Castelli Ro-mani, e dei sindacati provinciali dellascuola.

Sièsvoltoilconvegnosulla radioattività ai Castelli

«Radon, a Rocca di Papa la situazione più critica»

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Il 18 novembre, pressol’aula consiliare di Roccadi Papa, si è tenuto l’in-contro tra alcuni sindaci eassessori dei comuni diNemi, Castel Gandolfo,Ariccia e Velletri, il diret-tore del Parco dei CastelliRomani, Maurizio Fon-tana, e il consigliere re-gionale Cristiana Avenalisulla realizzazione di cen-tri per il riuso, previsti giànelle linee guida del Pianorifiuti della Regione.L’obiettivo è quello dicontrastare e superare la

cultura dello spreco dellerisorse e dell’“usa e getta”prediligendo invece ilriuso e la riparazione, cherestituiscono nuova vita aoggetti che altrimenti fini-rebbero in discarica. Perrealizzare un centro per ilriuso, per cui sono statistanziati dai 100 ai 150mila euro, occorre peròadibire un’isola ecologicagià esistente o individuareuna nuova area di almeno900 metri quadrati.“Vogliamo mettere a si-stema le risorse del terri-

torio a partire proprio daiCastelli Romani - ha di-chiarato Avenali -, perchéabbiamo stimato che il ba-cino di utenza minimo chepermetterebbe a un centroper il riuso di autofinan-ziarsi dopo la fase inizialeè di 200 mila persone”.Ben venga questo centroper il riuso ma a Rocca diPapa stiamo ancora aspet-tando l’avvio della rac-colta differenziata con ilporta a porta su tutto ilterritorio comunale.

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Page 17: Il Piccolo Segno Dicembre 2014

ROCCA DI PAPAil Segno - dicembre 2014 17

L’abbandono della bellascalinata al Belvedere

di Sergio RasettiDomenica 19 ottobre,complice il tempobello, Rocca di Papaè stata presa d’assaltoda una moltitudine di

visitatori che con l’occasionedella sagra sono venuti a scoprireo riscoprire il nostro paese.Nella allegra confusione i parti-colari dello stato reale del paesesfuggivano all’attenzione degliospiti e gli stessi roccheggianiavevano la sensazione di ritro-varsi negli anni ‘60-‘70 quando ilcentro storico era il cuore dellavita economica e sociale. Con amici venuti da Roma ab-biamo percorso l’itinerario prin-cipale da piazza della Repubblicaal Belvedere. Mangiato caldarro-ste, bevuto un bicchiere di vino,panino con la porchetta, acqui-stato dolci, chiacchierato e salu-tato conoscenti. Tutto bene fino almomento in cui, per tornare alleauto, si è deciso di scendere per lascalinata che dal Belvedere portaa viale Enrico Ferri. Lo stato pie-toso di quel luogo con i gradinirotti, vetri di bottiglia e sporcizia a

non finire, escrementi,lampioni fuori uso emuri che perdonopezzi era adombratoda una casa fatiscenteche costituisce uno dei“biglietti da visita” delcentro storico da al-meno 30 anni: calci-nacci, rifiuti, rovi,erbacce e chissàquanti ratti a festeg-giare. I commenti nonsono stati teneri. Leresponsabilità degliuffici e quelle dei con-siglieri “che amanoRocca di Papa” sonoevidenti, così come sono incredi-bili le sopportazioni dei residentiche tollerano quella situazione.C’eravamo illusi che con l’appro-vazione di un regolamento speci-fico riguardante il centro storico,avvenuta da alcuni anni, tutto sa-rebbe cambiato! Evidentementela maggioranza di governo, allar-gata a qualcuno della minoranza,cavalca unicamente progetti diespansione cementizia e si occupadel “borgo” soltanto con improv-

visate iniziative cultural-musical-sportive a sfondo paesano, desti-nate ai protagonisti e ai loroamici.“Sappiamo che il comune con-serva uno studio di fattibilità (do-vrebbe risalire ai primi anni 2000)per la sistemazione della scali-nata, delle aree a essa limitrofenonchè per il recupero di un ca-ratteristico vecchio manufatto. Setale progetto fosse stato realiz-zato, crediamo, avrebbe dato al

centro storico un respiro ambien-tale e architettonico di livello.L’esistenza di tale progetto cispinge comunque a riparlarne no-nostante che lo stesso problemalo avessimo già trattato nel mag-gio 2013 e che l’area in parola haulteriormente accentuato il pro-prio degrado, visto il tempo tra-scorso. Come non mettere inrelazione quello studio dimenti-cato nei cassetti con le opere pub-bliche che invece sono staterealizzate o stanno per esserlo? La mente è andata all’idea del-l’assessore che vuole spenderesoldi per un parco pubblico in viaCavour ai piedi dell’ex Colonia alposto della strada promessa perscendere a via delle Barozze. Alladoppia spesa in pochi anni per“recuperare” parco Landsberg.Alla fantomatica pista ciclabiledei Campi d’Annibale e a quellain gestazione per biciclette chevanno a rotta di collo nei boschi.Ad altre opere pubbliche, come lafunicolare, la nuova sede comu-nale o il mega parcheggio delCarpino, per le quali nemmenogli avvocati di Berlusconi sareb-bero capaci di dimostrarne l’op-portunità di realizzazione. Se pensiamo che nello stessotempo abbiamo accumulato undebito pubblico comunale di ben18 milioni di euro (36 miliardidelle vecchie lire), dobbiamoprendere atto che questi anni rap-presentano il periodo più buiodella storia di Rocca di Papa.

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Page 18: Il Piccolo Segno Dicembre 2014

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14 Strutturanuovaguai vecchi

di AndreaSebastianelliDopo un annopoco è cambiato.L’inverno è ini-

ziato e la scuola del-l’infanzia ai Campid’Annibale continua apresentare le stesseproblematiche eviden-ziate 12 mesi faquando il consigliered’opposizione, Cre-stini, presentò un veroe proprio dossier perdenunciare le carenzedovute per lo più al-l’assenza di una ma-nutenzione ordinaria.Malgrado l’edificiosia di nuova edifica-zione, essendo statoinaugurato nel 2007,quando piove sononecessari dei secchiper raccogliere l’ac-qua che penetra all’in-terno, sia dal soffittoche dalle vetrate. Tro-vare secchi, cartoni estracci è quasi una ca-ratteristica e nessunoci fa più caso. “Comeè possibile che unascuola nuova possagià trovarsi in questecondizioni?” si do-manda Crestini dopoaver recentemente vi-sionato tutti i plessiscolastici di Rocca diPapa sollecitato dallestesse mamme.E i guai non sonocerto finiti. Comin-ciamo dall’estesogiardino che, qua e là,presenta delle bucheprofonde 40-50 cm,che nessuno ha prov-veduto a chiudere.Eppure possono rap-presentare un pericoloper gli stessi bambini,come un pericolo èrappresentato daglispigoli di marmo che

costerebbe poche centinaia dieuro. Il problema è che nes-suno sembra occuparsene.“Già un anno fa segnalai lostato della recinzione e oggi lecose sono addirittura peggio-rate -ripete il consigliere co-munale-, evidentemente lamanutenzione ordinaria per ilnostro comune è un optional,se ne può fare tranquillamentea meno”. All’interno della scuola è an-cora peggio, addirittura unaporta per l’uscita di sicurezzaè chiusa con catena e lucchettoperché a sua volta non sicura.La sala mensa, quando piove,si allaga lateralmente, mentredal soffitto la penetrazione diacqua piovana è ormai una ti-picità. A che cosa è servitofare una scuola completa-mente nuova se dopo pochianni presenta le stesse proble-

matiche dell’edificio abbat-tuto? Per non parlare del sop-palco interno, ancora chiusoperchè non rispondente allenorme sulla sicurezza.Anche queste norme, viene dapensare, sono forse ritenutesuperflue, basti pensare cheperfino l’ingresso alla scuola,che dà su via Vecchia di Velle-tri (la strada che dal ristorantePolentone va verso le Faete),non presenta nemmeno le stri-sce pedonali d’attraversa-mento. Nelle giornate dipioggia o di nebbia, che quisono frequenti, chi attraversala strada lo fa a suo rischio epericolo. Pure in questo casoverrebbe da domandare: maquanto potrà costare pitturarele strisce a terra con tanto disegnaletica verticale? “Quotidianamente ricevo tele-fonate di mamme arrabbiate

non presentano alcuna prote-zione come prescrive lalegge. Ricordiamo che lascuola dell’infanzia è fre-quentata da bambini moltopiccoli, per cui ogni poten-ziale pericolo deve essere evi-tato. Una parte dello stessogiardino, inoltre, presenta unarecinzione che definire fati-scente è poco. Si tratta di unarete elettrosaldata, con alcunipali che addirittura si muo-vono e un telo di plasticaverde degno dei campi no-madi della capitale. Ciò chesorprende è proprio questasciatteria, visto che stiamoparlando di un intervento che

per le condizioni delle strut-ture scolastiche del nostropaese -aggiunge Crestini- e ilmio dovere di consigliere èquello di verificare se le cosestanno effettivamente così.Inizialmente, pensavo che lemamme esagerassero ma poi,facendo sopralluoghi e verifi-che nei plessi, mi sono resoconto che le cose denunciateerano e sono tutte vere”. Già il documento sulla sicu-rezza del 2012 aveva eviden-ziato per la scuoladell’infanzia dei Campi d’An-nibale, dopo alcune ispezioni,gli stessi problemi che oggi ri-troviamo senza che nessunosia intervenuto. Anzi, la rela-zione evidenziò addirittura che“L’edificio non è protetto con-tro le scariche atmosferiche”

segue a pag. 19

Viaggio nella scuola materna dei Campi d’Annibale inaugurata nel 2007 e già ricca di problemi.La denuncia del consigliere comunale Crestini

L’ingresso della scuola non ha nem-meno le strisce pedonali per l’attra-

versamento e, quando c’è pioggia o nebbia, il pericolo aumenta

Via Vecchia di Velletri

Page 19: Il Piccolo Segno Dicembre 2014

APPROFONDIMENTO

ilSegno-dicem

bre2014

19

in quanto “non sembra averele caratteristiche di edificioautoprotetto”. Stessa carenzasegnalata per le ringhiereesterne e la scala in ferro che,stando alla relazione, “devonoessere collegate alla rete diterra” perché ancora non loerano. Come si può ben com-prendere, la questione è seriaperchè questa scuola, dopo ap-pena sette anni, sembra già uncolabrodo.Non sappiamo se la nuova di-rettrice scolastica, insediatasiall’inizio dell’anno scolastico,abbia ben compreso la criticitàdelle scuole di Rocca di Papa,ma siamo convinti che pres-sare il comune affinché inter-venga con urgenza sia ildovere di ogni consigliere, dipiù... di ogni cittadino.

Andrea Sebastianelli

segue da pag. 16

L’inverno è iniziato e per evitareche la pioggia, entrando, allaghil’ingresso, sono necessari deisecchi e (foto sotto) addiritturadei cartoni assorbenti perchél’acqua arriva anche dal soffitto.

L’area soppalcata è ancorachiusa poiché non a normae quindi non utilizzabiledai bambini.

Gli spigoli vivi di marmo nonsono protetti come dovrebbero

e possono rappresentare un pericolo in caso di cadute.

L’esteso giardino presenta diverse buche,alte anche 40 o 50 centimetri. Un vero pericolo per i bambini che frequentano la scuola.

L’acqua entra perfino nella sala mensa dove i bambini consumano

il loro pasto quotidiano.

La recinzione è in statod’abbandono con paletti

semoventi e teli strappati

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ROCCA DI PAPA il Segno - dicembre 201420

di Roberto SinibaldiUn progetto perfar rinascereun’antica tradi-

zione, basata su una razzaestinta di maiale e su metodi diallevamento ormai dimenticati.Questa la proposta della del-l’associazione Valleperdua, ac-colta con entusiasmodall’amministrazione comu-nale. Si tratta del maiale nero,diffuso dei Castelli Romani so-prattutto fino all’800. Qualcheallevatore più anziano testimo-nia che questo maiale è statoallevato a Rocca di Papa finoai primi anni del secolo scorso.Poi più nulla. I metodi di alle-vamento intensivi hanno sop-piantato quelli più antichi, neiquali il porcaro governava lebestie allo stato brado. A Rocca di Papa è rimastoqualche toponimo che raccontadi maiali al pascolo e porcariche quasi parlavano con le lorobestie. È il caso dell’AcquaFrannoa, una fonte in mezzoai boschi alle pendici delleFaete, una volta celebre, cheprende questo nome proprio aun detto, quello per cui il por-caro spingeva i maiali a beresenza problemi, perché ap-punto stavano tra loro, e di-ceva: siamo “fra noi”, ovverofrannoa. In un paesaggio riccodi castagne e ghiande, dovel’acqua non mancava, il pa-scolo era assicurato. Il maialenero, piccolo di taglia e forte digambe, si muoveva molto e daquesto moto le sue carni gua-dagnavano qualità, il suograsso era un’altra cosa ri-spetto a quelli di allevamentoa cui siamo abituati oggi.Riportare in auge un alleva-mento fatto così produrrebbecertamente una serie di van-taggi, quelli di una tradizionerecuperata, di un metodo di al-levamento molto più vicinoalla naturalità dell’animale,alla semplicità dei procedi-menti: il maiale sarebbe libero,allo stato brado, circoscritto inun ambito molto ampio, si ali-menterebbe di quello che offreil bosco. Il benessere dell’ani-male sarebbe così certamente

Il progetto sarà presentato il prossimo 18 dicembre presso l’aula consiliare

Un progetto per far rinascereil “maialino nero” dei Castelli

garantito. La sua salute sa-rebbe controllata, ma senza in-tervenire in alcun modo conrimedi farmacologici. Oltreche sconsigliato, questo coz-zerebbe con gli eventuali pro-tocolli dell’allevamentobiologico. L’idea è brillante e l’attua-zione pratica piuttosto sem-plice, visto che si tratta diapprontare una recinzione epoco altro, su un terreno dicirca sei ettari, dato in uso aun’associazione roccheggiana.Il comune mette il fondo, cherimane comunque di sua pro-prietà e l’associazione tutto ilresto, compresi i maiali, recu-perando in Toscana, nel Gros-setano, e nel basso Lazio, lescrofe necessarie. Le sei-ottoscrofe iniziali, più o meno unaad ettaro, potranno dare ori-gine all’allevamento. Tutto ilprogetto è finalizzato all’alle-vamento dei maiali ed al loroinserimento in un circuito ga-stronomico di qualità, in mododi consentire, dopo la fase ini-ziale, l’autonomia economicadel progetto stesso. La pro-spettiva di lungo periodo è digiungere alla piena ricostru-zione di un tipo da definireMacchiaiolo o Nero Castel-lano ai fini del suo pieno rico-noscimento di razza.Naturalmente il fine è anche

quello di innescare un circuitodi mercato che si fondi sul-l’eccellenza qualitativa dellecarni, offerte non solo nel-l’ambito locale, ma anche apotenziali acquirenti che ricer-chino carni di qualità, certifi-cate e dietro le quali esista unallevamento virtuoso, garan-tito e visitabile. Il progetto sarà presentato gio-

vedì 18 dicembre alle ore 17presso l’aula consiliare del co-mune di Rocca di Papa, allapresenza del sindaco PasqualeBoccia, degli assessori comu-nali e dei proponenti dell’as-sociazione ambientalistaValleperdua di Rocca di Papa.Sono stati invitati gli assessoriregionali all’agricoltura e al-l’ambiente.

Uno dei maialini di Valleperdua

Gentile Direttore, segnalo l’inquie-tante caso di alberi tagliati in via Al-berobello 14. Di fronte a una bellavilletta color celestino una decina dicastagni centenari sono stati anni-chiliti trasformandoli in pali dellaluce. Uno o due sono stati tagliatialla base e gli altri a tre o quattrometri d’altezza. Non so se l’inter-vento sia autorizzato, ma seppure lofosse lo scempio è evidente. Forsegli alberi erano colpevoli avere deirami che limitavano il panorama?Allora chi li ha tagliati dovrebbetrasferirsi in un deserto, dove nonci sono alberi che crescono.

Lettera firmata

Sfregio ai castagni di via Alberobello

LA LETTERA

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ROCCA DI PAPAil Segno - dicembre 2014 21

Il comune ne annuncia l’installazione ma al momento siamo solo al progetto

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di DanielaDi RosaC’è una pensilinache da almeno dueanni viene richie-

sta a gran voce dai pendolariCotral di Rocca di Papa, co-stretti a stare in piedi, sotto ilsole cocente d’estate o alfreddo, al vento e alla pioggiad’inverno. Oltre ai ritardi, alle continuesoppressioni delle corse deipullman, il pendolare, comedetto, è soggetto alle intempe-rie… questo, nel tempo, hacomportato proteste, indigna-zioni, lettere al nostro mensile,diversi nostri articoli, addirit-tura una mozione al consigliocomunale, e infine una rac-colta di firme, successiva-mente consegnate al sindaco(Il Segno ne pubblicò anche lafoto), alla Regione Lazio e alCotral. Finalmente, alcuni giorni, fasu un giornale locale online, èapparso l’annuncio con tantodi foto della desiderata pensi-lina. Felice (anche se non sonopendolare e raramente prendoil pullman) afferro la mac-china fotografica e vado sulponte per vederla. La pensilinanon c’era, delusa torno a casa,apro la pagina Facebook dovec’era la foto e scrivo che lapensilina non c’è e apprendoche quella pubblicata era sonouna ricostruzione grafica! Subito qualcuno mi rispondescrivendo che il sindaco hapromesso che prima di Nataleci sarà… dubito, com’è nelmio stile, e anche per espe-rienze passate, ma spero e miauguro vivamente che sia così.La cosa che mi ha infastiditooltremodo è che, poco dopo,c’è stato chi si è preso il me-rito dell’avvenuta installa-zione (non ancora realizzata),chi per aver condiviso il postdell’annuncio, chi per averscritto qualcosa, chi peraverne discusso su un gruppoFacebook. Nessuno di loro si è sentito indovere di citare i numerosi ar-ticoli apparsi sul nostro men-sile (in certi luoghi virtuali o

reali, il Segno è l’inno-minato e molti si ade-guano al dik-tat, alcuniaddirittura lo leggono dinascosto, noi intanto au-mentiamo la tiratura perla grande richiesta), nonhanno mai citato la no-stra collaboratrice e pen-dolare Letizia Loisi cheinsieme ad alcuni citta-dini si è prodigata perraccogliere le firme, to-gliendo tempo al lavoroe alla famiglia, andandosu e giù per queste stradetutt’altro che comode. Oalmeno potevano ricordare ledecine e decine di cittadini chenegli anni hanno protestato incomune… no, tutto meritoloro, “grazie a noi l’abbiamocostretto...”, “almeno ci ha ri-sposto”, “non sapevo nulla deivostri articoli”, “non sapevodella raccolta firme”. Beh, adesso lo sapete, potetesempre riparare all’errore po-standolo sui vostri profili, suquelli del gruppo, magari in-viandolo al giornale online,che aveva postato la notizia.Comunque, se mai ci sarà unapensilina (spero non quelladella foto, così com’è non ri-parerebbe dalla pioggia e dalvento), ci vuole molto poco aringraziare il Segno, Letizia e icittadini che hanno raccolto lefirme… Questo lo posterò su Face-book, in modo che non potretepiù dire “non lo sapevo”.

In attesa che arrivi la pensilina

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ROCCA DI PAPA il Segno - dicembre 201422

VICENDA GALLISignor sindaco, nel consiglio co-munale del 29 agosto 2013 la sua

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amministrazione ha sostenuto la regolaritàdei capannoni realizzati dalla EdilmostraGalli in base alla legge 160/2010 che per-mette di demolire e ricostruire volumi rea-lizzati prima del 1995. Analizzando le fotoaeree, però, si è visto che alcuni di questivolumi furono edificati dopo tale data, ad-dirittura a partire dal 2005. Come maiquelle dichiarazioni che tutto era perfetta-mente regolare?

2 EX ALBERGO EUROPASignor sindaco, la Fam Sr, la so-cietà incaricata di realizzare il

nuovo municipio in piazza della Repub-blica, ha citato il comune di Rocca di Papaper una serie di mancati pagamenti cheavrebbero provocato l’interruzione dei la-vori. L’opera doveva essere consegnata il1° aprile 2009. Sono trascorsi 5 anni daquesta data. Come mai? Di chi sono le re-sponsabilità?

TERRENO CEDUTO A CARNEVALISignor sindaco, lei nel 1993 ha ce-

3

duto all’imprenditore del legname Carne-vali un terreno boscato di 1.616 mq in lo-calità Tre Colli (uscita su via Barozze) allacifra incredibile di 250mila lire (cioè 125euro). Può spiegare questo fatto?

VICENDA CARNEVALISignor sindaco, l’imprenditore dellegname, Carnevali, ha presentato

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una richiesta di sanatoria edilizia in basealla legge n. 47/1985 che permette di sanarevolumi realizzati entro l’ottobre del 1983.Dalle foto aeree si è visto che tali volumifurono realizzati solo a partire dal 2002, 19anni dopo il limite imposto dalla legge.Come mai la sua amministrazione il 5 ago-sto 2009 ha concesso tale sanatoria che oraandrebbe revocata? Come e quando intendeprocedere in tal senso visto che sono pas-sati circa sei mesi da quando il consigliereCrestini ha portato alla luce la vicenda?

IN AFFARI CON CARNEVALISignor sindaco, il 6 agosto 2003, leiha acquistato un terreno di 1.500

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mq, ricadente nell’area del Piano Partico-lareggiato Calcare-Valle S. Lorenzo, in-sieme all’imprenditore Bruno Carnevali.Terreno poi rivenduto al doppio del prezzoalla Cooperativa edilizia Lorenzo I per160mila euro. Vista la vicenda della so-spetta sanatoria edilizia concessa dal co-mune a Carnevali nel 2009, non crede didover chiarire pubblicamente i suoi rap-porti con il noto imprenditore del le-gname?

LA QUADRIFAMILIARESignor sindaco, a proposito del ter-reno acquistato con Carnevali,

6

come mai lei ha chiesto al suo vicesindacodi realizzare il progetto di una quadrifami-liare su tre livelli di cui uno interrato? Noncrede di aver fatto una leggerezza affidan-dolo al suo vicesindaco? E come mai, ot-tenuta l’approvazione da parte dell’ufficiocomunale (31 agosto 2008) ha chiestosempre a Barbante di realizzare una nuovaperizia estimativa? Esistono rapporti tralei, Barbante e i dirigenti e tecnici della so-cietà Lorenzo I, a cui ha ceduto il terreno?

TERRENO SCAMBIATOCON CARNEVALISignor sindaco, dopo la ristruttura-

7

zione dell’ex colonia di via Cavour, do-vendo realizzare una strada di collega-mento con via delle Barozze, la suaamministrazione, invece di adottare la

ATTRAZIONE PER IL MATTONESignor sindaco, abbiamo dimo-

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strato che il suo ex vicesindaco-geometraBarbante, mentre ricopriva i diversi inca-richi pubblici (assessore lavori pubblici,ambiente, ecc.), ha messo in piedi anchediverse società immobiliari, realizzandoopere e strutture a Rocca di Papa, in alcunicasi in affari con un esponente dell’oppo-sizione consiliare, Mario Gatta. Come maisu queste vicende non ha chiesto alcunchiarimento al suo ex vicesindaco? Ecome mai non ha ritenuto di dover affron-tare l’argomento in consiglio comunale?

VICENDA MORZILLIDETTO UMBERTINOSignor sindaco, nel marzo 2008

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venne assassinato a Roma Umberto Mor-zilli, ritenuto dagli inquirenti un perso-naggio vicino alla “Banda dellaMagliana”. Morzilli, attraverso alcuneoperazioni speculative, aveva acquisitodei terreni in via delle Barozze (ricadentinel Piano Particolareggiato) per circa350mila euro, rivenduti, a distanza dipochi anni, a 5,5 milioni di euro, terrenipoi sequestrati dalla magistratura. Comemai il consiglio comunale non si è maioccupato della vicenda?

PRATICA SEBASTIANELLISignor sindaco, come mai la pra-tica edilizia riferita all’abitazione

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del nostro direttore, Andrea Sebastianelli,è stata tirata fuori subito dopo che IlSegno aveva portato alla luce le note vi-cende (vedi le altre 9 domande)? Chi haordinato al suo ufficio tecnico di visio-nare tale pratica? E con quale scopo?

9 DOMANDE AL SINDACO DI ROCCA DI PAPAnorma dell’esproprio, ha sottoscritto unaccordo con l’imprenditore Carnevali ba-sato su uno scambio di aree: un terrenopubblico fronte-vista su via dei Laghi peruna scarpata di via della Ruccia. Visto chetale strada non è stata mai realizzata nonpossiamo riportare alla proprietà pubblicail terreno di 3.500 mq ceduto a Carnevali?

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ROCCA DI PAPAil Segno - dicembre 2014 23

Un anno e mezzo fa arrivava Sandro Caracci ma nessuno se ne è accorto

Il Parco dei Castelli è immobilementreilcommissario‘auspica’di Paola GattaC’è un verbo, auspicare, chenel linguaggio comune si usapoco, mentre in politica èmolto utilizzato. Il commissa-rio del parco, Sandro Caracci,al momento del suo insedia-mento, nell’estate del 2013,non sfuggì alla regola, e purelui “auspicò”. Auspicò che ilpiano di assetto del Parco deiCastelli Romani, ossia il pianoche disegna le regole fonda-mentali per disciplinare il go-verno del territorio, fosseapprovato entro il 2014. Il2014 è finito e l’auspicio delcommissario pure. Immagi-niamo che farà un nuovo au-spicio per il 2015, ci vuolepoco e non costa niente. Non èun impegno e neanche unapromessa. Non è una speranzae neanche un presa di posi-zione. È una cosa sfumata, cheuno dice quado sa quasi percerto che non si farà nulla diquello che auspica. I sudditi di questo bislaccoreame, che siamo noi, sonotrattati così. Nessuno cheprenda un impegno, nessunoche senta il dovere di assu-mersi una responsabilità, nes-suno che senta la necessità diun po’ di dignità culturale efarsi da parte se non è riuscitoa fare neanche il minimo sin-dacale che imporrebbe il suoruolo.Ma non c’è solo questo. Nelsettembre 2013 il commissariodel parco chiese tempo.

Tempo per studiare le carte,per capire dove era finito, perelaborare una strategia (mauno che accetta un incaricocosì, non dovrebbe già averequalche idea?). In una intervi-sta pubblicata sul numero diottobre 2013 Caracci rispose atutte le domande poste dal no-stro direttore con lo stesso ri-tornello: “non potete giudicaredopo appena due mesi”, inten-dendo dire che stava al parcoda poco e doveva orizzontarsi(anche se non molto tempoprima era già stato presidentedel parco per ben sette anni!).A questo incontro seguì un’al-tra intervista del direttore Se-bastianelli al commissario delParco. Era il febbraio del2014. Il direttore allorascrisse: “Quello che convincedi meno è la parte operativa. IlCommissario su vari aspettidel funzionamento dell’Enterimanda ai tecnici, al respon-sabile dei guardiaparco… ci èsembrato un po’ reticente oforse davvero non conosce lequestioni. Ma come si fa a nonprendere posizione su abusiconclamati addirittura seque-strati (…)? Alle domande in-calzanti poste su questoargomento, la risposta è stataun rituale “Lei non si preoc-cupi”, che non dice proprionulla.” L’articolo di Sebastia-nelli si concludeva così:“Quello che salta agli occhi èche c’è una notevole diffe-renza tra le parole e i fatti, tra

gli obiettivi e le azioni, tra lestrategie e la pratica quoti-diana. Al Parco le note diffi-coltà generali si sommano aquelle particolari di una “mac-china” che stenta a ripartire(…) soprattutto manca l’entu-siasmo. Il commissario, infatti,non trasmette il piacere di gui-dare il Parco.”A distanza di un anno e mezzodall’insediamento del com-missario dobbiamo notare –purtroppo – che nulla è cam-biato. Il piano di assetto è sem-pre chiuso in un cassetto, iguardiaparco sembrano girarea vuoto e tutta la macchinaamministrativa del parco sem-bra impallata. Tolta qualchepur lodevole iniziativa che ri-guarda le visite guidate, la cui

ripresa abbiamo salutato conpiacere da queste colonne,l’occupazione principale dellamoltitudine degli occupati divilla Barattolo non sappiamoquale sia. Non vogliamo ca-dere nel facile populismo eomettiamo di riportare i tran-cianti giudizi che si sentono albar o, peggio, al consiglio co-munale di Rocca di Papa, macerto neanche la presenza delnuovo direttore, MaurizioFontana, arrivato l’8 agostoscorso, pare sia stata in gradodi dare uno scossone a unparco fermo, immobile. Noi, che difendiamo le ragionidell’ambiente, non possiamoomettere la denuncia di unostato di cose così deplorevolee deprimente.

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Page 24: Il Piccolo Segno Dicembre 2014

ROCCA DI PAPA il Segno - dicembre 201424

di Giulia De GiorgiAnche quest’estate nessuno haprovveduto alla pulitura deitombini e delle feditoie che adecine si trovano sulle stradecittadine. A preoccupare sonosoprattutto le griglie grandi,collocate per lo più ai Campid’Annibale, che dovrebberoevitare l’allagamento dellestrade. E invece anche questeappaiono ostruite e addiritturadissaldate, per cui, a ogni pas-saggio di automobili, è un con-certo di ferri che sbattono.Eppure la normativa è chiara:se un nubifragio causa la fuo-riuscita dell’acqua dai tombinie di conseguenza ingenti dannia case, negozi e auto, tocca alcomune pagare. A ribadirlo èstata anche la Corte di Cassa-zione, secondo cui l’ammini-strazione che non riesce adimostrare, concretamente, diaver provveduto ai lavori a suocarico di manutenzione deltombino, deve risarcire i dannisubiti dai cittadini.Infatti, in base all’art. 2051 delcodice civile, “ciascuno è re-sponsabile del danno cagio-nato dalle cose che ha incustodia”. Il comune, quindi, èobbligato alla manutenzionedelle strade, con la conse-guenza che è responsabile deidanni cagionati alle persone ealle cose dalla sua inottempe-ranza. Questa norma, che contieneanche del semplice buonsenso, pare che a Rocca di

Anche quest’anno nessuna manutenzione

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Page 25: Il Piccolo Segno Dicembre 2014

ROCCA DI PAPAil Segno - dicembre 2014 25

L’autovelox recupera il tempoperso e gli automobilisti tremano

di Sergio Rasetti I giornali online ci illuminanosulle strategie delle ammini-strazioni locali. Il 22 settembreabbiamo letto un articolo sulle

puntualizzazioni del comandante della po-lizia locale di Rocca di Papa, Sergio Ie-race, in merito all’utilizzazione degliautovelox per tutelare la sicurezza dei cit-tadini. Secondo il redattore, il coman-dante, tra l’altro, avrebbe affermato: “Ilcorpo di polizia locale non mira a farecassa, esercita le sue funzioni e sanzionachi trasgredisce i limiti [...]. Per ciò checoncerne il funzionamento degli autove-lox, spauracchio degli automobilisti [...]può capitare che a volte vengano posizio-nati (e quindi siano comunque visibili) permotivi di prova, per essere tarati, per re-cuperare le giornate in cui a causa delmaltempo non sono utilizzabili”.Tradotto significa che l’autovelox devestare in funzione tot ore settimanali du-rante le quali “dispensare sicurezza stra-dale” registrando tot infrazioni che sonosanzionate con le ammende relative.Ci chiediamo se i soldi incassati sarannoalmeno spesi per produrre più sicurezzasulle strade chiudendo buche, tenendo inordine la segnaletica, aggiustando o co-struendo marciapiedi, pagando agli agenti

Si desidera ringraziare laditta Pezone Costruzioni Srle il signor Luigi Scolettaper aver donato alla Prote-zione Civile Comunale ottosplendide divise, composteda giubbini e pantaloni.Allo stesso modo si ringra-zia Furnari Country Villagedi Rocca di Papa per la do-nazione di nove magliepolo.

I responsabili del Comune di Rocca di Papa

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Page 26: Il Piccolo Segno Dicembre 2014

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«Latradizione dei nostri boscaioli è ancora viva»

di Marcello LoisiRocca di Papa sulsuo territorio ha mi-gliaia di ettari di bo-schi, di cui oltre

1500 di proprietà comunale.Quasi tutto è di castagno dalegno, governato perché siamassimizzata la produzione dilegno. Il bosco è infatti sottopo-sto a tagli a rotazione, circaogni 16-18 anni. Nell’appezza-mento tagliato rimangono solole cosiddette matricine, circa 60alberi tra i più dritti e forti, chesaranno gli alberi guida per lasuccessiva ricrescita del bosco.Sembra incredibile, ma i boschidi castagno sono artificiali, nelsenso che furono impiantativerso la fine del XVI secolo permotivi essenzialmente econo-mici. L’originario bosco mistovenne infatti progressivamentesostituito dal castagneto per lenecessità relative alle coltiva-zioni della vigna, che richie-deva paleria e doghe per botti.Il bosco è da secoli una delle ri-sorse più importanti di Rocca diPapa e infatti molte famiglie,specialmente nel passato, vive-vano di questo. Si trattava diboscaioli, carbonai e raccogli-tori di funghi, fiori, prodotti delsottobosco… Professioni che,col tempo, sono andate trasfor-mandosi, se non scomparendo.La professione del boscaiolo siè evoluta e c’è chi, come i fra-telli De Luca, continua nelle at-tività di famiglia. Roberto eStefano De Luca hanno infattiun’imposta di legname a duepassi dalla rotonda dei via deiLaghi. Ci siamo andati e ab-biamo incontrato Roberto, unodei quattro soci che gestisconol’impresa.Raccontarci qualcosa di questo posto?“È da tanto tempo che siamoqui, più precisamente dal 1976,ma tutto è partito ben prima.Mio nonno Carlo, dopo laguerra, si guadagnava da vivere

tagliando legna nei boschi, chepoi caricava su un carretto trai-nato da due cavalli e portava avendere giù a Roma. Qualcheanno dopo, aprì un’imposta dilegname a Cancelliera, sullaNettunense. Lì intorno c’eranotutte vigne, e infatti vendevamolti passoni e legname adattoper la coltivazione dell’uva eper le botti. Nel ‘59 passò l’at-tività ai figli: mio padre Luigie i suoi due fratelli, i quali de-cisero di spostarsi qui a Rocca.Poi subentrammo io, mio fra-tello e altre due persone. Oggimio padre ha 85 anni, ma ognitanto viene a vedere come va eancora ci dà qualche buon con-siglio”.

Com’è cambiato il mestiere del boscaiolo in più di mezzo secolo?“Prima tutto il legname venivalavorato a mano o con attrezziche richiedevano l’impiegodella forza umana o animale.Diversi anni fa si facevano ipali per l’Enel e la Sip e moltolegname veniva spedito anchelontano, spesso in Toscana.Oggi le cose sono cambiate. Lemacchine aiutano e si faticameno. Non si passano più legiornate a segare i tronchi amano, o a raddrizzare i pali conl’ascia. I macchinari attuali, ta-gliano a squadra, allineano espessorano senza problemi, tra-endo dai tronchi grezzi quelloche serve per fare palerie divarie dimensioni. Il lavoro nonè più così pesante come quellodei nostri padri, ma qui lavo-

riamo comun-que tutto ilgiorno, fino altramonto”.

Qual è la vo-stra attivitàprincipale?“ Tr a v a t u r e ,impalcati, pa-leria. Fac-ciamo dai tettiin legno a ri-piani per scaf-fali. Usiamo illegno locale,ottimo legno dicastagno, piut-tosto ricercatoperché dibuona qualità.I nostri pro-dotti viaggianoper l’Italia,spesso i nostritetti arrivano inUmbria o inToscana”.

Quali sono le prospettive di questa attività?“Potrebbero essere buone, lecondizioni ci sono perché sicontinui a produrre e a lavorarecon soddisfazione. Anche se illavoro è un po’ diminuito, co-munque le richieste non man-cano, abbiamo una parallelaattività con la legna da ardere ei boschi sono sempre lì, sono lanostra ricchezza, “nostra” in-tesa come dell’intera colletti-vità. Certo, non siamo più neitempi pionieristici dei nostriavi, quando il bosco significava

dedizione assoluta. Mi ricordoancora un episodio, una qua-rantina di anni fa, quando miopadre e i miei zii dovettero la-sciare un pranzo di matrimo-nio, qui accanto, al ristoranteLa Foresta. Qualcuno li avvisòche c’era il fuoco in una partedi bosco nella quale avevastoccato i semilavorati. Per nonperdere il legname si precipita-rono con una mitica Fiat 1100per spegnere il fuoco, che nellafuria attraversarono con tutta lamacchina. Tornarono a casa anotte fonda, neri come spazza-camino, ma salvarono unaparte del legname”.

Uno dei fratelli De Luca, Roberto

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il Segno - dicembre 2014

Cultura e ... dintorni

di Andrea SebastianelliRecentemente, a causa dellefrequenti alluvioni , lo straripa-mento di fiumi e corsi d’acquaè finito sulle prime pagine di

tutti i quotidiani italiani. Un piccolo spaziose l’è conquistato anche un torrente che daiCastelli Romani giunge fino a Roma, l’Al-mone. Molti cittadini dei Castelli ne igno-rano addirittura l’esistenza ma l’ultimoallagamento avvenuto nei pressi del parcodella Caffarella, zona verde della capitale,ha riportato l’attenzione sulla salvaguardiadel bacino dell’Almone, un fiumiciattoloperenne (le cui sorgenti non sono ancoranote) abbandonato dalle autorità e oggi uti-lizzato come scarico di ogni tipo di schi-fezza, soprattutto da alcuni paesi deiCastelli, tra cui proprio Rocca di Papa. In-fatti, il ramo principale dell’Almone, che aseconda della zona che attraversa vienechiamato in modo differente, prende avvioproprio dal nostro territorio per poi allun-garsi per altri 22 chilometri (la superficiedell’intero sistema idrico è di 54 chilome-tri quadrati). A Rocca di Papa l’Almone, inlocalità Valle Vergine, si chiama “fossodella Ruccia”, e da qui, superata via delleBarozze, il corso d’acqua è sotterraneo ma,praticamente, segue via delle Calcare finoalla località Pantanelle, a Marino. Da bam-bino, era uno dei miei luoghi preferiti, loraggiungevo in bicicletta e mi pareva di en-trare in una vallata incantata, con questofiume che dava vita a una specie di laghettocircondato da boschi di castagno. Oggi ilsuo percorso è riconoscibile fino all’aero-porto di Ciampino mentre, all’altezza del-l’Appia antica,l’Almone è di nuovo in-tubato fino ad immet-tersi al collettore diRoma sud a differenzadi tanti anni fa quandofiniva direttamente nelTevere, all’altezza deimercati generali, al-l’Ostiense. Nel 1996 ilbacino dell’Almone èstato sottoposto a vin-colo di tutela dalla Re-gione Lazio al fine ditutelarlo in quanto ri-sorsa idrica indispensa-bile per il complesso del vulcano laziale. L’Almone è anche un fiume storico, nelsenso che già i Latini prima e i Romanipoi, lo consideravano vitale per le zoneagricole circostanti. Spesso sulle piantineè indicato coi toponimi più diversi, oltre afosso della Ruccia: fosso Barco, Marrana(o canale) dell’acqua Mariana, l’Egeria,Acquatraccio, fosso del Calicetto, fossodello Statuario, fosso Patatona, fosso diTorcarbone. Una ricchezza di nomi suffi-ciente di per sé a circondare l’Almone diun alone di mistero e leggenda.

Dalfosso della Ruccia fino a Roma,22km distoria dimenticata

Il fiume Almonefra mito, storia e inquinamento

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Stando all’Eneide, il nome Almone deri-verebbe da quello del figlio di Tirro, eroedi Troia depositario degli armenti del-l’esercito troiano uscito sconfitto nellaguerra con i Latini prima della fondazionedi Roma. Le fonti più antiche lo mettonoin relazione alla sorgente Ferentina (Ma-rino) mentre grazie al poeta Ovidio (43a.C.-18 d.C.) sappiamo che ogni anno, il27 marzo, nelle sue acque si svolgeva ilrito sacro della lavatio matris. Durante unafesta orgiastica, un sacerdote lavava nellesue acque una statua della dea Cibele in-sieme agli utensili usati per i sacri riti. Ilpiù famoso monumento legato all’Almoneè sicuramente quello dedicato alla ninfaEgeria, costruito da Erode Attico nei pressidell’attuale zona di S. Urbano a Roma,dove l’acqua formava il cosiddetto lacussalutaris, così chiamato per l’alta terapeu-ticità delle acque. Con la caduta dell’Im-pero romano l’area venne abbandonata e,

con essa, anche questesacre strutture andaronodistrutte. Nel IX secolo,a causa dello svilupparsidi numerose cave dimarmi provenienti dalleantiche costruzioni ro-mane, la valle prese ilnome di vallis marmo-rea. Dal Medioevo finoagli anni Sessanta è ad-dirittura esistito un con-sorzio per la gestionedell’Almone, prima ge-stito dalla Chiesa e poidallo Stato. La tutela e la

gestione del corso d’acqua per centinaia dianni fu di pertinenza del capitolo di S. Gio-vanni in Laterano dopo che per un breveperiodo questo compito era stato assoltodal comune di Roma (ricordiamo le bolledi papa Bonifacio IX nel 1389 e di Inno-cenzio VIII del 1484). Con l’unificazionedell’Italia, che portò a un’estesa urbaniz-zazione della campagna romana, arrivòanche il declino dell’Almone fino alleemergenze dei nostri giorni a causa delsempre più forte inquinamento delle sueacque, certificato anche dalle analisi effet-

tuate pochi anni fa. Soprattutto nella zonadi Rocca di Papa le acque del fosso dellaRuccia evidenziarono la presenza di “sver-samenti puntuali o diffusi di scarichi fo-gnari e di liquami organici derivanti dadeiezioni prevalentemente umane”. Daquesti risultati prese avvio l’indagine dellaProcura della Repubblica di Velletri che nel2012 portò al sequestro del vicino depura-tore di Rocca di Papa. Ma anche il dissestoidrogeologico minaccia da almeno un de-cennio l’Almone. La frana più pericolosaavvenne sempre nel tratto che attraversaRocca di Papa. Già in precedenza diversistudi avevano messo in evidenza “un altorischio di frana per crollo o per smotta-mento in numerosi punti”. Esattamentevennero “classificati con rischio R3 [moltoelevato] ben due siti ubicati sulla via deiLaghi e nel centro abitato, e con R2 [ri-schio medio] altri tre siti [sempre] nel cen-tro abitato ed uno sopra la scarpataantistante il depuratore”. Ed è proprio quiche si verificò un crollo che pochi anni farischiò di seppellire numerose abitazioni elo stesso impianto di depurazione. Fatto sta che oggi i tempi sono maturi perrestituire all’antico bacino dell’Almone,alla sua millenaria storia e alla sua impor-tanza ambientale, il rispetto e la salvaguar-dia che merita e ognuno, comune di Roccadi Papa in primis, deve fare la sua parte.

L’Almone alla Caffarelladurante il prelevamento di un campione di acqua

Un tratto dell’Almone

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LA STORIA il Segno - dicembre 201428

di Annarita RossiCome sostenevaAristotele, “la cul-tura è il miglior

viatico per la vecchiaia”. Lacultura come aiuto per viveremeglio poiché essa regala unavisione più ampia di tutte lecose facendoci comprendereancor di più l’ambiente che cicirconda. È stato scientifica-mente provato inoltre che, te-nere una mente attiva, con laconoscenza e il sapere, favori-sce una buona memoria allon-tanando persino la demenzasenile. Finalmente anche a Rocca diPapa come in altri comuni deiCastelli Romani, vi è la possi-bilità di conoscere e/o miglio-rare una lingua, uno strumentomusicale, ma anche appren-dere l’uso del telaio e del

batik, imparare a dipingere, acantare e a studiare la storia el’archeologia oltre a saperne dipiù su psicologia e nutrizionea costi veramente contenuti. Questa bella realtà prende ilnome di UNIPOP, ossia Uni-versità Popolare di Rocca diPapa, istituita lo scorso aprile,associazione che non perseguefini di lucro e che non competecon le altre associazioni esi-stenti. Tanti i corsi in partenza e vastaè l’offerta formativa. Il presi-dente, professor Bob Salmi,incredibile poliglotta, nellasede dell’archivio storico sitovicino alla biblioteca comu-nale in viale Enrico Ferri, tienemolte lezioni in diverse lingueoltre ad avvalersi di altri pre-parati docenti, tutti accomu-nati da una grande passione,quella di trasmettere le loro

competenze, ai grandi e ai pic-cini come pure agli stranieri.Frequentare i corsi della UNI-POP è una bella esperienzache porta lo studente ad ap-prendere cose nuove, maanche a trovare dei compagnicon i quali condividere mede-simi interessi. Lo spirito dellaUNIPOP infatti è quello dellacondivisione e della divulga-zione delle conoscenze echiunque, con il proprio baga-glio culturale, può avere qual-cosa da tramandare agli altrimentre il ruolo dell’associa-zione è sempre comunquequello di monitorare le attivitàorganizzando corsi e confe-renze. Associandosi è possibile in-fatti seguire tutte le iniziativeinerenti la cultura e parteci-pare ai viaggi che, come icorsi, vengono programmati

L’Università Popolare di Rocca di Papacomincia la nuova stagione culturale

Il giovane Andrea Calcagni alla guida del settore marketing della Volkswagen

Unorgoglioperl’interopaesedi Andrea SebastianelliMolti giovani di Rocca di Papa, cometanti loro coetanei italiani, a volte sonocostretti a lasciare il paese per trovare unlavoro e un futuro all’estero. Australia,Germania, Inghilterra ma anche Marocco,Algeria e Stati Uniti. Spesso, questi gio-vani che lasciano Rocca, sono anchequelli con le aspirazioni più alte, o perchédotati di una competenza professionaleelevata o semplicemente perché vedonotrascorrere gli anni senza trovare unosbocco lavorativo soddisfacente. Ci sonoanche giovani che, malgrado le difficoltàsempre crescenti, riescono a imporsi, ri-coprendo pian piano incarichi importantie delicati. È il caso di Andrea Calcagni, 35 anni, fi-glio di Renato e di Anna Parenti (che pertanti anni è stata la “donna del protocollo”del nostro comune), che lo scorso 1°aprile è stato chiamato a dirigere il settoremarketing della Volkswagen Italia. Unruolo importante e di grande responsabi-lità, visto che sarà lui a gestire le novitàche riguardano la riorganizzazione delsettore. I tedeschi puntano sui nostri gio-vani migliori, sulle loro idee innovative esul loro entusiasmo, a differenza dellamaggior parte delle imprese italiane at-tratte quasi esclusivamente dallo slogan:

come far soldi con pochiinvestimenti e, soprattutto,con poche idee. Recentemente AndreaCalcagni, definito“l’uomo dei numeri” daVincenzo Borgomeo deLa Repubblica, nell’inter-vista al quotidiano di EzioMauro ha parlato dellestrategie che la Volkswa-gen sta mettendo in campoper far fronte a questa faseeconomica ricca di inco-gnite. “Rate bassissime e quota-zioni finali altissime, eccouno dei segreti delle nostre strategie”, harivelato il giovane manager roccheggianoparlando dell’ultima iniziativa di marke-ting della casa tedesca, chiamata ProgettoValore, specificando che si tratta di “unostrumento di vendita per noi molto im-portante, perché parte dalle esigenze deiclienti: questo è un programma su misuraper chi compra, che apre un mondo inte-ressantissimo, una nuova frontiera dellevendite”.Al centro del progetto che Andrea sta se-guendo direttamente, vi è una delle vet-ture più amate della Volkswagen, la Polo.“Il mondo dell’auto è... non voglio dire

«vecchio», è una brutta parola, ma sicu-ramente statico ed autoreferenziale: cosìabbiamo preso spunto da altri settori com-merciali, come quello delle telefonia odella tecnologia, importando quindi tantasemplicità e trasparenza”. Idee chiare,semplici e dirette affidate con coraggio aquesto giovane di cui, ne siamo sicuri,sentiremo ancora molto parlare. Anchenoi ci sentiamo orgogliosi per il successodi Andrea perché dimostra che ci sonotanti roccheggiani di qualità che hannoavuto il coraggio di non fermarsi di frontealle difficoltà e per i quali non esiste alcuntraguardo impossibile.

dalla UNIPOP. Non è mai troppo tardi per in-seguire un sogno lasciato nelcassetto poiché prima non viera stato il tempo necessario ole circostanze adatte per esau-dirlo e tutti sono i benvenuti.Il professor Salmi ha tantiprogetti a cuore per la UNI-POP che vedranno coinvoltepersone di tutte le età, anchequelle più anziane. Perché al-lora non farsi un dono a Natalea chilometri zero iscrivendosialla UNIPOP? La redazione de Il Segno per-tanto augura che l’UniversitàPopolare diventi grande e utilea tutti, affinché Rocca di Papapossa avere una marcia in piùper un futuro sempre migliore.Per prendere contatti conl’UNIPOP di Rocca di Papac’è anche un sito Internet: unipoprdp.wordpress.com

Andrea Calcagni

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IMMAGINIil Segno - dicembre 2014 29

Il 25 novembre scorso, si sonosvolte le elezioni per il rin-novo del comitato di gestionedel Centro anziani. Visti i nu-meri dei soci aventi diritto alvoto (633) notiamo che gliiscritti sono diminuiti pas-sando dai 1.300 circa del 2011ai 633 di oggi. Già tali numerimettono in evidenza la cattivagestione del comitato uscenteche, in questi 3 anni, non hasaputo dare risposte esaurientialle diverse richieste dei sociper migliorare le cose, ma, alcontrario, ha preferito far fintadi niente. Altro motivo è averaumentato del 50% la tesseraportandola a 15 euro, cosache ha indotto centinaia di an-ziani a non rinnovare la tes-sera. Non curandosiminimamente del malcontentogeneralizzato, il comitato ha

proseguito facendo sì che laparola “trasparenza” fosse can-cellata in quasi tutte le attivitàsvolte, ad esempio notiamoche da molto tempo non si ve-dono più file di soci che veni-vano a iscriversi per i vari

soggiorni, gite, ballo domeni-cale, etc. Come mai?Ma c’è un fatto ancora piùgrave, avvenuto grazie all’as-soluto silenzio dell’ammini-strazione comunale che non havoluto far rispettare le regole

«Il Centro anziani va commissariato,le ultime elezioni sono state illegittime»

Per una serie di circostanze “artistiche”, il casoha voluto che, già dall’estate scorsa, entrassiin contatto con una realtà molto distante dallamia, quella del Centro Anziani di via Campid’Annibale. Le distanze, soprattutto anagrafi-che, man mano si sono accorciate e dissolte inun gioco di condivisione, scambio e sponta-neità. Il Centro conta circa mille iscritti e moltesono le attività che animano il tempo fuori edentro la struttura, tra cui, balli e cene con mu-sica dal vivo; gite culturali e soggiorni marini,montani, termali; feste, polentate, giochi, tom-bolate natalizie; gemellaggi con altri centri an-ziani; Festa dell’Anziano ad agosto; incontricon i bambini delle scuole; collaborazione conla Croce Rossa Italiana; attività di solidarietàverso comuni colpiti da qualche catastrofe na-turale. A capo di tutto, l’eleganza della timidezza, ladisponibilità e l’affabilità del presidente CarloSciamplicotti che può avvalersi del validoaiuto del vicepresidente Dino Ticconi, di CarlaPierluigi, Zefferino Gatta, Salvatore Giovanettie della new entry Santina Fiasco. Un senso di serenità, la prima sensazione chemi è arrivata entrando in questo mondo gio-vane di non giovani, all’interno del quale nonc’è molto a livello visivo e materiale e in cui la

Centro anziani

senza etàFoto diPaola Rufini

Testo diAlessia Tino

centratissimi, si ritrovano intorno a un tavolocon le carte da gioco in mano, altri riuniti da-vanti al bancone del bar a sorseggiar un caffècaldo, e, poi, c’è il gruppetto di quelli che,ormai, considero un po’ i “miei ragazzi”, coloroche, sotto la mia guida, come membro del La-boratorio Centro Storico, si stanno dando dafare, senza pretesa alcuna, ma, con tanto entu-siasmo, per mettere in scena una storia scrittada Carlo Sciamplicotti. Volti di donne aggra-

ziati dalla semplicità, altri valorizzati dal trucco,bracciali che tintinnano, accessori che deco-rano, capelli bianchi degli uomini che coloranostorie di tante esperienze vissute; mani, mentiattive; corpi come scatole dalle tante sorprese.Il Centro Anziani è un bouquet di emozioni, unrifugio, un angolo allegro, un'occasione perfarsi notare, per indossare un bel vestito, percontinuare a riempire quel meraviglioso con-tenitore, che è il cuore, di voglia di vita.

tecnologia non va a intac-care la genuinità delle cosesemplici, ma, c’è quel sa-pore antico che tanto affa-scina. Occhi vivaci di chinon si ferma ad aspettare,senza muoversi, la scomo-dità dell’inesorabile tempoche passa in un attimo;qualche sorriso pettegolo,uno complice e sincero, unaltro ancora con qualchedente in meno, ma, comun-que, sorrisi, tanti, quelli cheti scaldano anche in un’etàin cui ancora non preoccu-pano gli acciacchi della vita.Le voci di questi “ragazzi”simpaticamente indiscipli-nati rimbombano nellagrande sala con i tavolinidalle tovaglie a pois; c'ètanta bella confusione, tantodisordine di idee, ognuno,impegnato in qualche pic-cola attività, vuole dire lasua, ma, basta a volte unammiccamento e tutti i pen-sieri vanno a combaciare inuno solo.Alcuni in devoto silenzio inuna stanzina a seguire unapartita di calcio, altri, con-

permettendo al presidenteuscente Carlo Sciamplicotti, 3°mandato (9 anni), a Carla Pier-luigi, 3° mandato, e a GiuseppeMelchiorri, addirittura al suo5° mandato (15 anni) di rican-didarsi pur sapendo che in baseall’articolo 18 comma 6 dellostatuto costoro non potevanofarlo. C’è da dire che lo stessoarticolo 18 prevede che l’as-semblea dei soci possa conce-dere una deroga solo per unaltro mandato, ma tale passag-gio democratico non è statofatto e, malgrado questo, si èpermesso ai tre di ricandidarsi.Per questi motivi chiediamo diristabilire la legalità commis-sariando il Centro anziani e in-dire nuove elezioni, stavoltaregolari favorendo il ricambiodelle cariche sociali, in modoche i soci possono sceglierepersone in grado di ridare slan-cio a quello che fino a pocotempo fa era considerato pertutti il miglior Centro anzianidei Castelli Romani.

Lettera inviata da un gruppo di soci

LA LETTERA

La sede del comitato ai Campi

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PAGINA APERTA il Segno - dicembre 201430

di Marcello LoisiQualche settimanafa l’amministratoredelegato di McDo-nald’s, Don Thom-

pson, ha rivelato che i risultati alivello mondiale della multina-zionale sono stati abbastanzascarsi e che le previsioni perl’immediato futuro non sono af-fatto incoraggianti. La famosa(famigerata, per alcuni) catenadi fast food, che conta oltre 70

L’immaginedi un fast food Questioni di gusto

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milioni diclienti alg i o r n osparsi intutti i conti-nenti, sta at-traversando,infatti, unap r o f o n d acrisi d’im-magine ali-mentata dar e c e n t is c a n d a l i ,come quellodella carnescaduta rici-clata in

Cina. Solo per quest’ultimocaso, le vendite lì sono crollatedel 22,7% e, parallelamente, ciòha comportato anche una gene-rale rivalutazione dei consuma-tori nei confronti dei cibi freschie non trasformati.Per far fronte a questa situa-zione, McDonald’s sta elabo-rando diverse iniziative direttead attirare nuovi consumatori ea ristabilire quel rapporto di “fi-ducia” che sta alla base di ogni

consumo, specialmente se sitratta di alimentazione. Uno diquesti progetti prende il nomedi “Our food. Your Questions”,ossia una campagna di dialogosui social network – già speri-mentata in Canada e Australia –che invita gli utenti a porre delledomande sul cibo offerto dai ri-storanti della catena.Ovviamente, questa iniziativapotrebbe velocemente trasfor-marsi in un boomerang, datoche i detrattori dei fast food e lecritiche calzanti sono sempredietro l’angolo. Proprio per que-sto, McDonald’s ha preso le do-vute precauzioni: le domandepossono essere poste solamenteai residenti di un certo Stato equeste devono essere formulaterispettando il limite dei 140 ca-ratteri di un tweet. Dopodiché,l’azienda risponde all’interes-sato con un altro tweet e nonconsente alcuna replica o ulte-riore dialogo.La trasparenza sembra diventataimprovvisamente necessaria.Certo, ma solo se può aiutare adaumentare le vendite.

Anche l’8 dicembre di quest’anno è stata accesala stella cometa di Rocca di Papa. Simbolo del na-tale, la stella suscita sempre interesse ed entusia-smo. L’organizzazione dell’accensione hacoinvolto 30 maratoneti che da Roma, dopo l’An-gelus del Papa, hanno corso fino a Rocca di Papa,come ideali tedofori. Dopo la carestia degli anni

scorsi quest’anno a Rocca sono tornate le lumina-rie, la città è in festa e molte persone passeggianoin piazza in un clima di ritrovata socialità. Su tuttogiganteggia la stella, talmente grande e splendenteche si vede bene da Roma e dai paesi vicini. Forsemeglio da Palestrina che da Roma, visto che que-st’anno la stella sembra fuggire verso oriente.

Il ritorno della Stella cometa: Rocca si accende nella notte

L’apprendimento a scuola non èsolo ed esclusivamente di tipo in-dividuale. È vero che un risultatopositivo in ambito scolastico di-pende dalle abilità di compren-sione, memorizzazione edall’impegno che ogni alunnomette nello studio, nel fare i com-piti e dalla serietà del suo com-portamento, ma anche il climadella classe gioca un ruolo im-portante per il benessere scola-stico. A volte gli adultidimenticano di quando eranoadolescenti, delle prese in giro,delle dinamiche conflittuali tra icompagni e non riescono a com-prendere che spesso il malesserelamentato di mattina dai figli, cheè causa di assenza, possa essereinvece spia di un disagio nellostare in classe. Basterebbe pen-sare che anche gli adulti, quandonon si trovano bene con i colle-ghi, faticano a svolgere corretta-mente il loro lavoro, o comunquepesa loro di più, rispetto ad am-bienti in cui c’è meno competiti-vità e più collaborazione. È veroanche, che a volte è questione difortuna, essere capitati in quellaclasse piuttosto che in un’altra,dove i compagni sono più simpa-tici o avere quel professore piùintransigente invece di quello piùcordiale e comprensivo. Però èsoprattutto compito degli inse-gnanti durante l’anno, creare unclima sereno, di apprendimentocooperativo, cercando di moti-vare gli alunni a studiare, a farelavori di gruppo, anche incon-trandosi a casa di uno di essi aturno. È fondamentale, quindi, lafigura di uno o più psicologi ascuola, con presenza giornaliera,per creare uno sportello scola-stico a cui si possano rivolgerestudenti e genitori. Sarebbe bene,inoltre, che le scuole dispones-sero di fondi da destinare a pro-getti interni che abbiano comeobiettivo il benessere scolastico,per tutte le figure coinvolte: diri-genti, professori, collaboratoriscolastici, alunni e le loro fami-glie per creare un ambiente in cuiè bello tornare ogni mattina.

Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli

Spunti di psicologia

Il benessere a scuola

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CULTURAil Segno - dicembre 2014 31

di Loredana MassaroEcco l’avvocato pensatore piùfamoso della narrativa italiana:Guido Guerrieri in una prima-vera strana, indecisa, come il suoumore. Un’altra straordinaria av-ventura delineata da GianricoCarofiglio in “La regola del-l’equilibrio”. Una vicenda perso-nale sembra spingerlo a rifletteresulla propria esistenza e Guidopare chiudersi in sé stesso. Arompere la monotonia arriva uncliente fuori del comune: un giu-dice nel pieno di una folgorantecarriera, suo ex compagno di uni-versità. Si rivolge a Guido perché lo di-

poco a poco perde lucidità, di-viso dalla tensione fra regole for-mali e coscienza individuale. Tutto il processo difensivo scon-volge l’equilibrio personale delnostro protagonista. La difesamette in moto una serie di ricordisul passato e pone dei dubbiatroci e sconcertanti anche sulmagistrato. Credere o non cre-dere alla parola dell’amico? Nonè solo una questione morale, maanche individuale, per Guerrieri,che con questo uomo ha condi-viso molte avventure ed episodiimportanti della sua vita. Mal’etica del lavoro viene prima ditutto. Tutti possiamo sbagliare elo facciamo di continuo, ma au-togiustificarsi senza ammetterenemmeno con se stessi la veritàè un grandissimo problema chefa perdere l’equilibrio, psicolo-gico e fisico. Questo romanzo sul ritorno diGuido Guerrieri racconta tantodella nostra Italia. Dei suoi cedi-menti, dei suoi “smottamenti”morali. In questo senso, il ro-manzo è molto italiano. Da noic’è un’inclinazione diffusa ad au-togiustificarsi, è una tendenzadella nostra vita pubblica. Ed èsicuramente un problema di que-sto Paese più che di altri. In unapagina viene citato Dostoevskij,una frase dei fratelli Karamazov:“Chi mente a se stesso e prestaascolto alle proprie menzogne ar-riva al punto di non distinguerepiù la verità, né in se stesso, néintorno a sé...”.

L’angolo della storia

di Vincenzo RufiniNel ricco Pantheonche i Media modernisi premurano diriempire sempre con

nuovi personaggi, destinati adentrare nell’immaginario collet-tivo, un posto di prim’ordine looccupa il cardinal Bergoglio as-sunto al Sacro Soglio col nomedi Francesco. La sua elezione,avvenuta dopo la rinuncia (vo-lontaria o forzata) di BenedettoXVI, è avvenuta in un momentostorico molto importante per laChiesa di Roma, la quale si trovaad affrontare le sfide che la mo-dernità le pone: la diffusa laiciz-zazione che ha investito l’interoOccidente; le incognite che le di-verse posizioni presenti all’in-terno del cattolicesimo pongonoall’ordine del giorno; gli scandalieconomico-finanziari e sessualiche hanno stravolto negli ultimianni la barca di Pietro; il con-fronto-scontro con la religioneislamica.Una serie di proposizioni che de-vono essere affrontate in modointelligente onde determinare ilfuturo della Chiesa. Al conclaveche ha fatto seguito alla rinuncia

di Ratzinger il collegio cardinali-zio ha fatto una scelta imprevistaeleggendo il cardinale argentinoBergoglio estraneo ai giochi diCuria. Il primo compito che l’eli-gendo pontefice si è trovato adaffrontare è stato quello di farriacquistare credibilità alla istitu-zione pontificia ed alla Chiesastessa; il nuovo papa ha subitopuntato sulla forma diretta delcontatto con le masse di fedeli,mettendo in disparte gli orpelliformali propri della corte pontifi-cia. Il suo ricercare il contatto dapastore umile in mezzo agliumili, la sua rinuncia ai molti pri-vilegi propri del suo ruolo lohanno subito fatto amare dallagente che lo considera uno diloro. Ciò ha emanato una grandeluce sulla sua figura e messo inchiaroscuro i suoi predecessori.Le sue aperture dottrinali tendonoa proiettare nel 21° secolo unaistituzione vecchia di millenni,adattandola al passo dei tempi;ma facendo ciò si espone agli at-tacchi della parte più conserva-trice della Chiesa che lo accusa dicedere a quel relativismo reli-gioso che il suo predecessore haaspramente combattuto. Il suo èun compito molto arduo, deve

“conciliare l’inconciliabile”,come asseriva Ignazio Silone;deve, cioè, ridare credibilità alcattolicesimo spogliandolo diquei dogmi ormai superati senzaperò intaccare la sua tradizione ele sue basi teologiche.Francesco è un uomo semplicema intelligente, ha in mano moltechiavi per rinvigorire la religionecattolica, ma non le ha tutte e pro-babilmente i custodi di codestechiavi faranno del tutto per in-fluenzare e condizionare le suedecisioni, quando queste an-dranno a ledere antiche consuetu-dini. Nella storia della Chiesa ponte-fici dall’aspetto bonario e sem-plice hanno determinato grandisvolte, anche Bergoglio è tenuto atenere ben saldo il timone dellaChiesa permettendole di navigaresenza troppi danni nei mari agi-tati della modernità, ma stavoltail percorso è più accidentato chemai e coloro che mettono i palettisulla strada del pontefice dovreb-bero tenere a mente che un even-tuale fallimento dell’operarinnovatrice del cattolicesimo daparte di Francesco si rifletterebbein modo negativo su tutta lachiesa, pregiudicandole il futuro.

La missione di Francesco I

Invito alla letturaLa regoladell’equi-librio

fenda dall’accusadi corruzione, lapeggiore che possaricadere su un ma-gistrato. Guerrierisi lascia coinvol-gere dal caso e a

La poesia del mese

di Anna Giovanetti

Tutti gli anni quando arriva il Nataleun caro ricordo torna nella mia mentedi quegli anni lontani della mia bella infanziaquando eravamo ricchi di sogni e di speranzeanche se in realtà non avevamo niente!

Già verso i primi giorni del mese di dicembrec’era un profumo di arance e mandarini dentrouna cesta sul grande tavolonee mentre ci scaldavamo attorno al caminettola mamma preparava dolci con miele e frutta seccache mangiavamo la sera del Cenone!

Su un grande ramo di agrifoglio che il nonno procuravaappendevamo mandarini e qualche caramellapalline di lana che la nonna lavoravae pezzetti di legno che sembravano pacchettiperché avvolti per bene in una carta bella.

Caro Natale della mia infanzia

Poi c’era il piccolo presepe che io facevo semprecon amoree che curavo in tutti i suoi particolarianche se le casette erano di cartone,il fiume di stagnola e i pastori di gessoche ogni anno riavvolgevo ad uno ad uno nei giornali!

Arrivava così la santa vigilia e tutta casa era infermentogià dal mattino odore di tonno e frittelle;il primo per la pasta e le seconde per farne unagrande scorpacciataperché quella era la tradizione oltre qualche pescetto in salamoia frutta e dolcettima eravamo felici anche solo con quelle!

Non c’erano regali da scartare,ma c’era la letterina ai genitori e poi era d’obbligola grande tombolatapoi tutti a Messa e dopo mezzanottemesso Gesù Bambino nella mangiatoiasi continuava a giocare fino a notte inoltrata!

Il giorno di Natale poi c’era il pranzo che tuttiaspettavamocon il cappone, cappelletti fatti a mano e fettuccinee in questa atmosfera incantataera tutta una festa tra biscotti e panettonee infine un buon brindisi con un povero spumantecon poche… bollicine!

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32 il Segno - dicembre 2014STORIE

I L R A C C O N T O D E L M E S Ermai erasicuro: ilG r a n d e

Lui lo sfogliava attentamente, ma sola-mente le pagine dell’elenco alfabeticodove andava a spiluccare i nomi delle im-piegate perchè, per lui, le donne dovevanostare a casa. Se ne aveva alcune in orga-nico era semplicemente a causa del’im-perdonabile debolezza del Capo delPersonale, suo stretto parente per linea pa-terna, sciupafemmine incallito e da lui an-cora tollerato.Quel lunedì il Grande Capo notò una stra-ordinaria quantità di assenti. Tutte donne.Alcune per matrimonio altre per malattia,sempre le stesse e sempre nelle stesse datemensili. Altre ancora per puerperio ed in-fine alcune per la malattia dei figlioli.Questo era veramente insopportabile.Chiamò l’Ufficio del Personale:- Fatemi sapere subito le mansioni di tuttele risorse di sesso femminile!L’attesa durò veramente poco. Il GrandeCapo dopo aver sfogliato i vari incarta-menti ne dedusse che, in realtà, quelle im-piegate non servivano un granchè e chepotevano essere tranquillamente licenziatetutte quante, indifferentemente.

O

scrivania nera, con il ripiano rivestito daun panno verde, come quello dei biliardi,viveva nel suo Ufficio. La vorare per luiera come condurre quotidianamente unapartita con la stecca costantemente nellesue mobilissime mani: nessuno potevasperare di possederne un’altra e, men chemai, più lunga della sua.Fumava la pipa, ma nessuno sapeva se lafumava anche fuori ufficio; nessuno loaveva mai notato motivo per cui, qual-cuno, pensava che fumava solo per darsidelle arie. In un angolo apparentementesperduto della grande scrivania giacevaun capace vaso che rassomigliava ad unazuppiera dentro la quale aveva riposto unaserie infinita di pipe di tutti i generi, colorie materiali. Si scommetteva che avesseanche un qualche tipo di “calumet” in-diano forse adagiato vicino ad un’ascia daguerra costantemente dissotterrata e bennascosta sotto la scrivania.L’unico personaggio che giungeva in uf-ficio contemporaneamente al GrandeCapo era l’usciere personale: integerrimo,voce melliflua, sempre attento ai desideridel capo: lui sapeva esattamente cosa vo-leva e come lo voleva: una volta il caffènella tazza grande, un’altra nella tazzapiccola e quindi la fotocopia riservata eancora la valigetta dimenticata in mac-china posteggiata nel riservatissimo postoauto vicino alla fontana monumentale delgiardino. Negli spostamenti ufficiali fun-geva anche da autista e la sua guida era at-tentissima e si rifiutava (non ufficialmenteperò) di posteggiare se non aveva a di-sposizione, per le manovre necessarie, al-meno una mezza piazza d’armi.

Quando le donnenon sono neanche merce

Discaricaindifferenziatadi Noga

Capo, perenne-mente assiso suuna poltronad’epoca, in legno,installata dietrouna vastissima

C ome ogni lunedì il Graande Capovoleva la situazione del personale.Situazione che consisteva in una

monumentale pila di tabulati e che impe-gnava l’ufficio almeno per un paio d’ore.

di Camilla LombardozziSi sa, il modo di leggere stacambiando, le nuove tecnolo-gie sostituisco sempre più ilclassico libro con i formati di-gitali (e-book). Tutto gira più

velocemente, tutto muta, ci si guarda infaccia rendendosi conto che il tempo nonaspetta nessuno; per alcuni questo è unaspetto della vita che provoca ansia, peraltri è un modo per vivere al massimo ilpresente e per altri ancora è un’occasioneper non starsene con le mani in mano econfrontarsi con quello che verrà. Tuttaviaci sono cose, se pur “vecchie”, a cui non sipuò rinunciare e che non possono esseresostituite, come il libro, l’odore della carta,la libreria, le edizioni più introvabili, sonotutti fattori che rendono il classico bookqualcosa di veramente speciale.È per questo motivo che nel mondo ci sonoassociazioni che curano servizi in cui illibro la fa da protagonista, uno di questi èil Book Sharing, pratica che consiste neldiffondere la cultura e l’amore per la lette-ratura attraverso una condivisione pubblicadi libri in modo completamente gratuito.L’idea è quella di dare nuova linfa vitale allibro, diffondendo nel globo in primis lacultura e le emozioni che un grande clas-sico ad esempio può dare e inoltre permet-tere, a chi purtroppo non ne ha lapossibilità, di usufruire della lettura in ma-niera totalmente gratuita.Il servizio più noto di Book Sharing èsenza dubbio il bookcrossing (bookcros-sing.com) che, schedando tutti i libri, hamodo di scoprire il viaggio che il libro o larivista ha compiuto, dando la possibilitàalle milioni di persone collegate nel webdi entrarne in possesso. In Italia, ahimèquesto movimento stenta a prendere piede,fortunatamente però non sono rare le atti-vità che favoriscono la voglia di leggere edi acculturarsi. A Siracusa, ad esempio,questa estate, si è tenuto il primo BookSharing balneare a cui hanno aderito tantistabilimenti, grazie all’iniziativa promossadal Coordinamento contrade marine dellacittà siciliana. A Roma, invece, precisa-mente all’Università di Tor Vergata, facoltàdi Lettere, grazie a “Altro Ateneo”, collet-tivo di studenti che immagina e rivendicaun’università e un mondo del sapere di-versi, è stato organizzato il primo BookSharing Universitario, con ben due posta-zioni attive che permettono a chiunque diprendere in prestito una rivista o un libroche desiderano leggere. Se lo si è trovatoparticolarmente interessante o piacevole,lo si può tenere, a patto di inserirne un altroall’interno della postazione che è creatacon materiale interamente riciclato.

Università Tor Vergata

IlBookSharingdi Altro Ateneo

E scrisse il seguente appunto su cartaintestata: “All’Ufficio del Perso-nale. Sentito il parere dell’Ufficio

Legale provvedere al licenziamento im-mediato e per giusta causa delle seguentirisorse”. E qui, pignolescamente, tra-scrisse tutti i nomi delle donne da riman-dare a casa dove, secondo lui, sarebberostate più a loro agio.Quando le lettere pervennero alle varieimpiegate le urla, gli strilli, i pianti ed ipropositi di vendetta riempirono tutto lostabile. Ma non ci furono scritte sui muri,comunicati, interpellanze ed assemblee.Quelle donne se ne andarono semplice-mente: corrucciate, piangenti e minac-ciose.

11 gennaio 2009

Un forte applauso ha ac-colto l’ingresso della statuadi San Padre Pio nellachiesa parrocchiale delDuomo, gremita di fedeli,raccolti per la funzione re-ligiosa delle ore 18.00 di do-menica 23 novembre.La messa è stata, quindi,anche l’occasione per uffi-

cializzare la donazione, daparte del Gruppo di SanPio di Rocca di Papa, dellastatua rappresentante ilsanto. Con l’impegno, ilcoinvolgimento e lo spiritodi collaborazione che licontraddistingue, ilGruppo di San Pio è riu-scito a raccogliere, tramite

una colletta, il denaro ne-cessario all’acquisto dellabella statua, posta accantoalla Pietà di Achtermann.Un sincero ringraziamentova a tutto il Gruppo di SanPio che, sono certo, racco-glie il consenso e la gratitu-dine di tanti roccheggiani.

Danilo Romei

LastatuadiPadre Pio al Duomo

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33il Segno - dicembre 2014 L’INIZIATIVA

Si raccolgono alimenti e indumenti entro il 5 gennaio 2015 La moto Befana della solidarietàAnche quest’anno l’associa-zione dei moticiclisti di Roccadi Papa, i Ribbelli Bikers, pro-muove la raccolta di alimenticome pasta, biscotti, ecc. perle faniglie meno fortunate, edi indumenti intimi ed altroper i bambini che ne hannobisogno. Un’iniziativa lodevole che di-mostra come la solidarietàverso le fasce più deboli dellapopolazione è un elementoche contraddistingue le asso-ciazioni roccheggiane, in par-ticolare quella dei RibbelliBikers. “Vogliamo festeggiarecon tutti la nostra moto Be-fana -ci hanno detto- e offri-remo un aperitivo in piazzadella Repubblica il prossimo 6 gennaio alleore 12:30”. Per chi vorrà effettuare le dona-zioni (solo alimenti e indumenti, e non si pos-sono dare soldi), la consegna dei prodottipotrà essere effettuata presso la sede situatain piazza Papa Eugenio II entro il 5 gennaio

2015. Per ricevere ulteriori informazionici si può mettere in contatto con la paginaFacebook dei Ribbelli oppure telefonare al349-5791579. Buona moto Befana a tutti!

Giulia De Giorgi

di Emanuela TrincaIl 25 novembre2014, per celebrarela Giornata Interna-zionale contro la

violenza sulle donne, l’asso-ciazione “L’aquilone Rosa” haorganizzato un convegno daltitolo: “365 giorni no! Strate-gie di contrasto alla violenzasulle donne”, patrocinato dalcomune di Rocca di Papa. Allapresenza del sindaco, PasqualeBoccia, e del consigliere re-gionale, Pietro Petrassi, firma-tario della legge regionale n.4/2014 (“Riordino delle di-sposizioni per contrastare laviolenza contro le donne, inquanto, basata sul genere, eper la promozione di una cul-tura del rispetto dei dirittiumani fondamentali e delledifferenze tra uomo e donna”),della presidente dell’associa-zione, Margherita Silvestrini,della psicologa Veronica diBiagio e di esponenti delleforze dell’ordine, come il co-mandante della polizia locale,Sergio Ierace, si è tenuto unconfronto pubblico sulle stra-tegie culturali, sociali e politi-che volte al contrasto delfenomeno della violenza digenere. Il confronto e il dibat-tito, moderati in maniera ec-cellente dalla presidenteSilvestrini, che con la sua de-cennale esperienza nell’asso-ciazione, ha contribuito almiglioramento della vita dimolte donne, l’intervento che,più di tutti, mi ha colpito inmaniera positiva è stato quellodel comandante della polizialocale, Ierace che, con compe-tenza e grandi capacità comu-nicative, ha illustrato l’itergiudiziario che viene messo inatto nei confronti degli uominirei del reato di violenza controle donne.Ierace, ex funzionario dellapolizia locale di Roma, primadella sua nomina presso il co-mando di Rocca di Papa, av-venuta nello scorso mese diluglio, si è attivamente spesoin un progetto integrato di si-curezza sociale contro lo sfrut-tamento del lavoro minorile edelle donne; la sua esperienzaprofessionale al fianco delle

donne vittime di sfruttamento,gli ha consentito di ampliare ilraggio di conoscenza del feno-meno (anche grazie alla vici-nanza professionale con ilcentro antiviolenza di Roma,“Differenza Donna”) e deglistrumenti di intervento atti alsuo contrasto. Elencare tutti

gli interventi giudiziari da luieffettuati, vorrebbe dire de-scriverne la biografia profes-sionale che, in questa sede, èalquanto arduo! Qui, si vuole però sottolineareche a Rocca di Papa sono pre-senti personalità di alto pregioprofessionale e che rappresen-

tano una grande risorsa per ilnostro territorio; professionisticome il comandante Ierace e lastessa Margherita Silvestrini (atantissimi altri!) che con il lorolavoro, fatto di passione e de-dizione, danno grande rilievoe qualità al nostro territorio ealla nostra comunità.

I Ribbelli Bikers al femminile

Aquilone Rosa,conoscere lestrategie di contrasto allaviolenza sulle donne

Il gruppo de L’Aquilone Rosa

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VAGABONDANDO il Segno - dicembre 201434

di Camilla LombardozziNel lontano 2001 arrivavanelle sale cinematograficheitaliane Il Signore degliAnelli - La compagnia del-

l’anello, primo capitolo di una strepi-tosa trilogia fantasy diretta da PeterJackson e tratta dal romanzo delgrande scrittore britannico J. R. R.Tolkien. Negli anni a venire, Jacksonispirandosi sempre a Tolkien portò sulgrande schermo un’altra fortunatis-sima e amatissima trilogia, quella diLo Hobbit,che il 17 di-c e m b r eg i u n g e r àahimè allafine, difattiLo Hobbit:La battagliadelle cinquearmate èl’ultimo ca-pitolo delbellissimoviaggio in-trapreso nella Terra di Mezzo e che ciha accompagnato per ben 13 anni.Tuttavia cari fans non dovete dispe-rarvi, perché le avventure nell’Uni-verso di Tolkien non sono ancoraterminate, se infatti il cinema si pre-para a dare il grande addio a Bilbo,Sauron, Frodo, Gollum e Gandalf, ilmondo videoludico non sembra es-serne pronto.La Warner Bros Interactive, ha decisoinvero, di fare un bel regalo di Nataleai tanti ammiratori dell’odissea Tolke-niana, realizzando La Terra di Mezzo:L’Ombra di Mordor, un videogioco ilcui protagonista è Taulion, un soldatodi Gondor ucciso da Sauron (insieme

alla sua famiglia)e riportato miste-riosamente invita da uno spet-tro. La missioneè presto detta:uccidere Sauron,vendicando la

propria morte e quella dei propri cari,attraverso i nuovi poteri che la resur-rezione ci dona. Oltre ai combatti-menti corpo a corpo, infatti, saràpossibile prendere possesso dellementi degli Orchi di Mordor, coman-dandoli a piacimento.Shadow of Mordor è disponibile perPlay Station 4, Playstation 3, Xbox360 e Xbox One. Affrettatevi, il vostro tesoro vi aspetta!

In giro per musei... Museo Luigi Pigorini

Preistoria ed etnografiaal grande museo dell’Eur

di MarcelloLoisiUno dei museiche si trovanoall’Eur porta il

nome di un archeologo,Luigi Pigorini. È il MuseoNazionale Preistorico Et-nografico e ha una lungastoria. Fu istituito nel 1876per iniziativa promossadallo stesso Pigorini, ilquale aveva bene in mentequali dovessero essere gliobiettivi di un progetto si-mile. Secondo lui, la nuova isti-tuzione occorreva per rac-cogliere in un museocentrale, nella nuova capi-tale d’Italia, le testimo-nianze e i documentirelativi alle culture preisto-riche (italiane, europee edextraeuropee) e “primi-tive” contemporanee. Un altro motivo, altrettantoimportante, era quello difornire un indirizzo scien-tifico unitario agli studi ealle ricerche paletnologi-che in Italia. Fin dalla suafondazione, dunque, ilmuseo svolse una fonda-mentale funzione di pro-mozione e coordinamento

delle operazioni di scavodei siti preistorici italiani,alle quali si affiancò l’isti-tuzione della prima catte-dra universitaria diPaletnologia in Italia. Inol-tre, parallelamente allafondazione del museo, Pi-gorini promosse anche lanascita del Bullettino diPaletnologia italiana.Il museo, che inizialmenteaveva sede nel Palazzo delCollegio Romano, tra viadel Corso e il Pantheon, èstato trasferito nell’attualesede all’Eur solamente trail 1962 e il 1977. L’esposi-zione è divisa in due prin-cipali settori: quello

preistorico e quello etno-grafico. Il primo raccogliemigliaia di oggetti e mate-riali attraverso i quali èpossibile immaginarecome vivevano gli uominidell’Età della pietra, men-tre nella sezione etnogra-fica sono conservatetestimonianze delle civiltàcosiddette primitive, ancherecenti, provenienti datutto il mondo.Visitare questo museo è unpo’ come viaggiare neltempo e nello spazio, co-noscendo mondi nuovi eimparando nuovamentecose che abbiamo dimenti-cato.

Terra di mezzoArriva il giocoispirato alla sagadi J.R.R.Tolkien

Una delle sale del Museo Pigorini

Mordor

Tolkien

Uscito da poco nelle sale cinematogra-fiche italiane Scusate se esisto!, regia diRiccardo Milani, si attesta come unodei film più divertenti di questo Natale.Lei, Paola Cortellesi, affermata archi-tetto con esperienza alle spalle. Lui,Raoul Bova, gay e fidanzato.Quando Serena Bruno (Paola Cortel-lesi) decide di tornare a lavorare in Ita-lia, dopo una brillantissima carrierasvolta a Londra, incontrerà notevolidifficoltà nel trovare un lavoro adattoalle sue qualifiche (che di rado vengonoriconosciute a una donna), si adatta perquesto a fare qualsiasi cosa spaccian-dosi per quello che non è ma che tutticredono sia: un uomo. Proprio in que-sta particolare situazione incontraFrancesco (Raoul Bova) col quale in-staura un intenso rapporto di amiciziama non solo…

Tra equivoci e colpi di scena prendevita una commedia travolgente ed esi-larante capace di affrontare con legge-rezza e con un sorriso anche i temi piùimportanti e delicati che caratterizzanola nostra società.

Giulia De Giorgi

Nelle sale è arrivato il nuovo film di Riccardo MilaniScusateseesisto,paroladi Raoul Bova

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TEMI D’OGGI 35il Segno - dicembre 2014

Il cuoredegli

animali

di AnnaritaRossiAl mattino un am-bulante indianosbriciola un po’ di

pane su di una balconata che siaffaccia sulla capitale mentreorde di piccioni vi giungono daicieli che la sovrastano. In India,un lavorante non può permettersidi dare soltanto del cibo al suoelefante e quindi ogni mattina, in-sieme all’animale si reca nella fo-resta. L’elefante ha il compito ditrasportare dei grossi tronchi dilegno per poi piantarli nel ter-reno. Ha un lavoro ben preciso dacompiere e lo sa fare diligente-mente. Ma quella mattina, sem-bra proprio non volerne sapere dipiantare quel palo nel terreno.Non servono a niente gli incita-menti del suo padrone, né le mi-nacce, il pachiderma si rifiutacategoricamente di eseguire. Ilpadrone allora sta per punirlo pic-chiandolo più forte con uno scu-discio quando, avvicinandosi, siaccorge che nella buca in cui do-veva piantare il palo, sta dor-mendo un cane. Soltanto quandoquesto verrà tolto dalla buca,l’elefante pianterà il palo. Gli ele-fanti sono provvisti di memoriaancestrale e questo episodio ci fa

anno e da ben 17 anni percorre 13mila km dal Sudafrica alla Croa-zia per tornare da lei ed accop-piarsi nuovamente. Forse, pensare che non siamol’unica specie a provare dei senti-menti solo per il fatto che siamoanimali evoluti, ci potrebbe ren-dere un po’ più umili e rispettosinei confronti delle altre specieche vivono questo pianeta datanto tempo, da molto prima dinoi. È proprio vero quando si diceche agli animali manca proprio laparola e che se potessero soltantoparlare, chissà quante cose avreb-bero da dirci.

ilTocco

diErmannoGatta

riflettere non solo sull’intelli-genza di questi animali ma anchesulla loro consapevolezza e capa-cità di provare dei sentimenti nonunicamente per i loro simili maanche per quelli di altre specie. Gli elefanti comunque non fannoeccezione, sono tante le specie dianimali che ci dimostrano di pro-vare dei sentimenti. Anni fa unacicogna fu ferita gravemente daun cacciatore in Croazia. I veterinari non poterono pur-troppo far nulla per farla volareancora, così fu portata nel suonido che aveva costruito vicinoall’abitazione di una donna laquale volle impegnarsi a nutrirla.Il compagno della cicogna volòverso il sud con i loro piccoli, mala cosa straordinaria è che non hamai dimenticato la sua compagnae come in un rituale degno dellepiù belle storie d’amore, ogni

Chi bestemmia “porco diavolo” di sicuro non avrà accesso all’inferno.

Se dai del ladro a un politico, di certo ti risponderà: “Comesi permette? lei non può criminalizzare un’intera categoria”.

Lo scapolo spesso compra i fiori per se stesso per festeggiare il fatto di essere così fortunato.

Nelle dittature i popoli sonocome campi di girasoli, guar-dano tutti dalla stessa parte.

Se amare è soffrire, per nonsoffrire puoi non amare.Dopo di che soffriresti per mancanza d’amore.

Il lavoro mi piace e mi affascina molto, per questopotrei stermene seduto per ore a guardarlo.

In verità, quando diciamo laverità, c’è sempre poca verità.

La crescita economica rendel’esercizio della spesa indifferi-bile. Le famiglie, i consumatoriinsomma, quando fanno quellaspesa, ne fanno tanta: fanno il60% del Pil. Obbediscono al dik-tat e… più che cibarsi vanno insovrappeso, vestono alla modache passa di moda, per andare daqui a lì acquistano un Suv. Que-sta la regola. Risultato: abbientied affrancati dal bisogno. Poiviene il tempo dello sconquassoquando il reddito, erogato dalleimprese a chi lavora, si mostrainsufficiente ad acquistare lemerci prodotte, impallando ilmeccanismo dello scambio: l’of-ferta così va in eccesso, la do-manda in difetto. Et voilà, lacrisi. Già, questa crisi che mostracome il ciclo, per funzionare,abbia bisogno di chi produce echi consuma nonché di quel red-dito che consenta di fare la spesa,trasformando quanto prodotto inconsumato: associati insommaad un comune destino, nellabarca del Libero Mercato Spa,hanno da remare nella stessa di-rezione. Essipperché, se mancadi fare l’uno, annaspa pure l’al-tro. Un “mutuo soccorso” soccorretutteddue, per andare insiemeoltre la crisi. Bene, i consumatorifin quando hanno potuto hannospeso. Ora tocca alle impresemettere fiches per rifocillarel’immiserito potere d’acquisto. Aloro tocca fare un investimentoper vendere. Olè, per quelli chefanno orecchie da mercante civuole un tweet: “La crescita si facon la spesa. Così viene generatoreddito, quel reddito che serve afare nuova spesa. Tocca allocarequelle risorse di reddito per re-munerare chi, con la spesa, re-munera”. Di questi tempi, appunto, hannopiù bisogno i produttori di ven-dere che i consumatori di acqui-stare! Attenzione, ci stanno pureimprese, nazionali e multinazio-nali, che hanno attrezzato busi-ness che fanno utili e danno ilresto a chi fa la spesa. Risparmi aiosa insomma, da scovare, piluc-care, intascare. Essì Signori,tocca intercettare quel tornacontoche, rifocillando il Potere d’Ac-quisto, sblocca il meccanismodello scambio che impalla il mer-cato, riattivando la crescita.

Pilloledi ECONOMIA

di Mauro Artibani

Tempo di crisi

La vita nei modi di dire

di Enea Trinca

A Roma, lo scorso 7 dicem-bre, alla Fiera della Piccola eMedia Editoria, si è svolta lacerimonia di premiazione deifinalisti del “Concorso Nazio-nale di Narrativa Sherazade”indetto dalla casa editriceEdilazio al quale ha parteci-pato la nostra Annarita Rossi,il cui racconto è risultato fi-nalista e quindi è stato pub-blicato in un’antologiainsieme agli altri 14 finalisti (iconcorsisti erano oltre 200).Ci congratuliamo con Anna-rita e siamo molto contentiperché il suo successo lo sen-tiamo anche un po’ nostro.

Annarita Rossi finalista alla Fiera del libro

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il Segno - dicembre 2014 Ultima pagina

Lettere, Proposte, Proteste e [email protected] - www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

GRAZIE ALLADOTTORESSA FICOGentile Direttore Andrea Se-bastianelli, domenica 12 otto-bre di buon mattino io e miomarito Claudio Cuneo siamovenuti a Rocca di Papa, e l’edi-colante di piazza Margherita,oltre ai giornali che gli ab-biamo chiesto, ci ha offerto ilvostro periodico “Il piccoloSegno”. Sono stata contentis-sima di questo dono e l’indo-mani con interesse ho sfogliato

e letto la vostra rivista. Vi rin-grazio di cuore per il preziosolavoro divulgativo che svol-gete. Tanti articoli quasi tuttiinteressanti e di facile lettura.L’articolo della biologa nutri-zionista dottoressa Laura Fico,per esempio, ha risposto esau-rientemente ad un problemache tutta la nostra famiglia contre figli maschi (Eugenio, Lo-renzo e Tommaso), ha vissutoper parecchio tempo, senzamai avere nessuna spiega-

zione, e cioè la patologia neo-fobica. Grazie alla dottoressaLaura e a presto rileggervi nelprossimo numero. Saluto leicordialmente e tutti quelli checollaborano all’ottima riuscitadel periodico.

Teodora Ciampa Cuneo

UNA CAMMINATA PERIL CENTRO STORICOCi sono strade del centro sto-rico completamente abbando-nate, strade in cui non si vede

mai un vigile, uno spazzino oun politico. Non sarebbe ilcaso di cominciare a inserireanche i vicoli sotto alla For-tezza tra le strade da control-lare? Sarebbe già un piccolo segnaledi attenzione dopo anni dichiacchiere e di scarsi risultati.In fondo, farsi una camminataogni tanto fa anche bene allasalute. E ne vale davvero lapena.

Fulvio Cippitelli

La storia delle uova“spaccate spaccate”

il Segnodei tempinei disegni del Maestro Franco Carfagna

Il disegno delmaestro Car-fagna ci portain epochelontane in cuii nostri bo-schi erano

frequentati e abitati forsepiù del paese. Erano fontedi lavoro e di sopravvi-venza: per conto terzi, acottimo o in proprio. Peresempio, quelli che anda-vano a raccogliere i funghiper poi venderli, allo stessotempo raccoglievano i fiori,le felci (con cui si facevanole corone), la sparacina, laterra di ciocco, che venivatrasportata a Roma e ven-duta per riempire i vasi. Nel periodo natalizio si rac-coglievano i ruschi (il pun-gitopo, una pianta oggiprotetta), e le palline rosse,che successivamente veni-vano attaccate ai ruschi.Nei boschi non mancavanoi cosiddetti trappolari, checercavano di catturare lepri,conigli selvatici e altri ani-maletti. I cacciatori, la sera,facevano la posta alla bec-caccia e anche di notte i bo-schi non trovavano pace,con i cacciatori “a pa-letta” che giravano inlungo e in largo, armati dilanterna e bastone a forma,appunto, di paletta per pren-

dere gli uccelli appollaiatisui rami. I cacciatori aspet-tavano i tordi all’alba,quando passavano facendoritorno dall’emigrazione. Non mancavano i cercatoridi nidi, che catturavano uc-cellini ancora piccoli perpreparare qualche modestacena. La cattura dei nidi eraun compito assolto dairiazzi (ragazzini) e, se tro-vavano delle uova, le beve-vano sul posto facendo duebuchetti sul guscio. Si rac-conta a Rocca la storia didue fratelli andati per nidi.Ne videro uno su un alberoe il più piccolo dei due salìe notò che le uova eranospaccate, stava cioè peruscire l’uccellino. Non sa-pendo cosa fare, chieseaiuto al fratello, lo chiamò:‘ndò (Antonio), so’ spac-cate spaccate… La rispostadi ‘ndonio non si fece at-tendere: e tu bevi bevi. Cosìil fratello bevve insiemeagli uccellini che stavanoper uscire.Oggi, fortunatamente, itempi sono cambiati, le no-stre zone sono all’interno diun parco regionale, la cac-cia è praticata da sempremeno persone e qui è fuori-legge, in più il rispetto per inostri amici animali è cre-sciuto notevolmente.

IL SEGNO AUGURA AI SUOI LETTORI BUONE FESTE