Il Piccolo Segno marzo 2013

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Anno XII, n. 3 - Marzo 2013 PICCOLO il Segno In Italia l’unico modo per morire di meno sul lavoro è lavorare meno Luciana Littizzetto (Che tempo che fa) ...quello che gli altri non scrivono... Internet Camera, Senato e Regione Lazio Risultati e commenti sulle ultime elezioni La Presidenza del Consiglio boccia il sito del Comune A pagina 9 Campi d’Annibale Pista ciclabile vera o finta? mensile indipendente www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it Scuole a pezzi Una sentenza senza appelli: le strutture scolastiche di Rocca di Papa, a causa dell’assenza di manuten- zione, rischiano di cadere a pezzi. E’ questo il risultato di un’indagine condotta a tappeto dal Consigliere Comunale Emanuele Crestini. Infiltrazioni d’acqua, ascensori fuoriuso, spazi inagibili, pedane per i disa- bili ferme, uscite di sicu- rezza bloccate. E anche nei plessi di recente costru- zione i problemi non man- cano e i genitori si dicono molto preoccupati per la sicurezza dei propri figli. Alle pagine 18 e 19 A pagina 25 Nevica, paese bloccato Le nostre rubriche La poesia del mese di A. Giovanetti Semplice amore...vero a pagina 28 L’angolo della storia di V. Rufini I Big Bang del pensiero a pagina 31 Pillole di economia di M. Artibani Equilibri produttivi a pagina 34 Invito alla lettura di L. Massaro Delphine de Vigan a pagina 31 Articoli alle pagine 6, 12, 16 e 17 La denuncia del Consigliere Comunale Emanuele Crestini di Roberto Sinibaldi Notizie, informa- zioni, trasparenza a Rocca di Papa non ci servono. Questo deve aver pensato il nostro sindaco. Stiamo in mezzo alle monta- gne, chi vuoi che se ne ac- corga? Ma è obbligatorio! Deve aver suggerito qualche volenteroso che smanazza sui computer. Segue a pagina 12 A pagina 10 Autoparco in via dei Laghi A pagina 14 Crisi dell’Aimeri Gli stipendi non si pagano Funicolare A pagina 11

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Il Piccolo Segno marzo 2013

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Anno XII, n. 3 - Marzo 2013

PICCOLOil Segno

”In Italial’unico

modo per moriredi meno sullavoro èlavorare menoLuciana Littizzetto(Che tempo che fa)

“......qquueelllloo cchhee ggllii aallttrrii nnoonn ssccrriivvoonnoo......

Internet Camera, Senato e Regione LazioRisultati e commenti sulle ultime elezioni

La Presidenzadel Consiglioboccia il sitodel Comune

A pagina 9

Campi d’AnnibalePista ciclabilevera o finta?

mensile indipendente

www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it

Scuolea pezzi

Una sentenza senza appelli: le strutture scolastiche di Rocca di Papa, a causa dell’assenza di manuten-zione, rischiano di cadere a pezzi. E’ questo il risultato di un’indaginecondotta a tappeto dal Consigliere ComunaleEmanuele Crestini. Infiltrazioni d’acqua, ascensori fuoriuso, spaziinagibili, pedane per i disa-bili ferme, uscite di sicu-rezza bloccate. E anche neiplessi di recente costru-zione i problemi non man-cano e i genitori si diconomolto preoccupati per la sicurezza dei propri figli.

Alle pagine 18 e 19

A pagina 25

Nevica, paesebloccato

LLee nnoossttrree rruubbrriicchhee

LLaa ppooeessiiaaddeell mmeessee

di A. GiovanettiSemplice

amore...veroa pagina 28

LL’’aannggoolloodella ssttoorriiaadi V. RufiniI Big Bangdel pensiero

a pagina 31

PPiilllloollee ddiieeccoonnoommiiaadi M. ArtibaniEquilibriproduttivia pagina 34

Invito alla letturadi L. MassaroDelphine de Vigana pagina 31

Articoli alle pagine 6, 12, 16 e 17

La denuncia del Consigliere Comunale Emanuele Crestini

di Roberto SinibaldiNotizie, informa-zioni, trasparenzaa Rocca di Papa

non ci servono. Questo deveaver pensato il nostro sindaco.Stiamo in mezzo alle monta-gne, chi vuoi che se ne ac-corga? Ma è obbligatorio!Deve aver suggerito qualchevolenteroso che smanazza suicomputer.

Segue a pagina 12

A pagina 10

Autoparco invia dei Laghi A pagina 14

Crisi dell’AimeriGli stipendinonsipaganoFunicolare

A pagina 11

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ATTUALITA’2 il Segno - Marzo 2013

L’uso e l’abuso di denaro pubblico non è una caratteristica solo italiana

Un Paese fondato sulle tangentima altrove si parla di bakscisch

di Bruno FontanaGiornali e noti-ziari tivù ci rac-contano quasi

quotidianamente quanto il no-stro Paese sia depredato delsuo denaro pubblico con lacorruzione, le tangenti e le ru-berie varie da parte di lesto-fanti di ogni risma o colorepolitico. Fino a sorprendercispesso per quanto ingegno efantasia i ladroni di stato fannouso per raggiungere i loroscopi delinquenziali. Masiamo davvero un popolo diladri, oltre che un popolo dipoeti artisti eroi santi e navi-gatori? Pare che la magistra-tura non faccia in tempo ascoprire un male affare che nespuntano altri. E sembra checiò che appare è solo la puntadell’iceberg, come l’evasionefiscale (un altro hobby in ne-gativo degli italiani). Partiamodai numeri base: ogni anno inItalia abbiamo 120 miliardi dievasione fiscale, 60 miliardi dicorruzione. Fanno 180 mi-liardi l’anno. In dieci anni fa-rebbero 1.800 miliardi:esattamente l’intera somma

del debitopubblico,che si po-trebbe az-zerare in15 anni ar-g i n a n d oquesta vo-ragine. Sidovrebbeforse affi-dare i no-stri conti aun mini-stro del-l’economiateutonicoper sperarci. A proposito dievasione fiscale, non credoche l’italiano più del franceseo del tedesco abbia la sintoma-tologia dell’evasore nel DNA.Dubito che ci siano personenel mondo che gongolano al-l’idea di dovere pagare letasse. E’ il nostro pessimo rap-porto con lo Stato ad accen-tuare la nostra pocapropensione a comportarci dacittadini onesti. Detto questo,ogni scandalo politico-finan-ziario, ogni Fiorito, ogni For-migoni o MPS ci allontana dalnostro dovere civico e ringal-

luzzisce le nostre giustifica-zioni. Loro rubano i miei soldie io i soldi non glieli dò ogliene dò il meno possibile. Un’altra domanda che mipongo spesso è questa: maperché negli altri Paesi ci sonomeno scandali politico-finan-ziari? Sono i cittadinii dei queiPaesi a essere più virtuosi o laloro magistratura e la lorostampa ad essere più distratte?A prima vista sembra che ainostri magistrati basti aprireun cassetto qualunque in unufficio pubblico per trovaremazzette e fondi neri. La cor-

ruzione si misura da quelloche emerge dalle inchiestegiudiziarie, dal modo in cui imedia ne danno rilevanza.Supponiamo che in altri Paesila magistratura sia meno at-tiva, risulterà che la corruzioneè meno evidente. Non credo acerte classifiche dove l’Italiarisulta più corrotta di tanti altriPaesi “esotici”. Mai sentitoparlare del bakschisch,“mance” molto generose checircolano nei ministeri, negliuffici e anche nei tribunali dimolti Paesi non europei? Lamia convinzione è che il gradodi corruzione d’un Paese di-penda anche dalla volontà edall’impegno dei magistratiche indagano questo feno-meno di malcostume che esi-ste dalla notte dei tempi.Questo senza volere minimiz-zare lo scandaloso abuso diquesta prassi nel nostro Paese.E’ quello che accade a casanostra a doverci indignare per-chè sono i nostri soldi a finiretroppo spesso nelle tasche digente senza scrupoli e sprege-vole. E scoprire che c’è delmarcio anche altrove è unamagra consolazione.

il Segnoorgano mensile

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E’ stata comminata a Legnaro(Padova), a pochi chilometrida Padova, la prima multa peromissione di soccorso ad ani-male. A riceverla un pensio-nato 60enne, che al volantedella sua utilitaria ha investito,uccidendolo, un cane meticciosenza fermarsi a soccorrerlo.L’automobilista pur essendosiaccorto che il cane era statotravolto dalla sua auto ha pro-seguito incurante la sua corsama sfortunatamente per lui al-cuni passanti, tra cui il pa-drone del cane, hanno preso ilnumero di targa e denunciatoil fatto ai Carabinieri. L’uomo è stato così identifi-cato dai Carabinieri della sta-zione di Legnaro e sanzionatocon 389 euro di multa per averviolato l’articolo 189/bis delCodice della Strada.

Mancato soccorsoal cane. E’ multa!

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ATTUALITA’ 3il Segno - Marzo 2013

In Argentina c’è perfino un albergo ispirato a Berlusconi

Se l’incontinenza verbale serve a offendere le donne

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A Rosario, città argentina che diede i natali aChe Guevara, dall’ottobre 2011 c’è un “al-bergo” particolare che ha un nome italiano“Palazzo Berlusconi”. E’ di proprietà di unammiratore del nostro, una “casa” di alto li-vello dove il bunga-bunga è di prassi per acco-gliere i clienti. L’imbarazzo dei nostri connazionali e le prote-ste della Confederazione degli Artigianiespresse dal suo presidente Antonio Bruzzeseal Sindaco della città “per l’uso di questo nomedato a un bordello” non ha sortito alcun effetto.Continua la sua florida attività e gli italiani chevivono nella città dovranno rassegnarsi.Intanto in casa propria per gli italiani le cosenon vanno meglio. Per Angela Bruno la situa-zione è catastrofica. Dopo la disavventuravissuta durante l’incontro pubblico per mo-tivi di lavoro con Berlusconi Cav. Silvio, chefaceva campagna elettorale, la sua vita è

cambiata. Le domande- battute a sfondo ses-suale fatte mentre la Bruno illustrava le propo-ste commerciali dell’azienda Green Power, perla quale lavora, l’hanno esposta ad una inde-cente situazione.

B. …….Lei viene? Io vengo a costo zero... (risate) …A costo zero le montiamo due macchine.B. Scusi, mi consenta, perché non ho capito molto bene. Lei viene?Sì.B. Scusi, una volta sola?No. Sono due gli impianti!B. Quante volte quindi?Tre, quattro, cinque dipende dalle esigenze.B. Con che distanza temporale l’una dall’altra?Dipende dai nostri tecnici.B. Va bene, mi sembra tutto sommato abba-stanza conveniente. Si vuole girare ancorauna volta? (Le guarda il fondo schiena e dice:Sì, è un’offerta conveniente.

Questo il dialogo, mentre la Bruno in imba-razzo cercava di difendere professionalità eposto di lavoro. E’ finita che l’hanno accusatadi essere stata al giuoco, divertita e onorata. Leiha protestato e chiesto scuse pubbliche. Il Ca-valiere ha risposto: “Signorina, tante scuse, manon legga l’Unità, Repubblica e i soliti gior-nali”. Dovrebbe essere denunciato per molestiesessuali. Intanto l’interessata sembra che siaoggetto di mobbing. L’azienda il cui proprieta-rio era candidato del Pdl la lascia a casa in at-tesa di… licenziarla? Lui è impegnato aoccuparsi dell’Italia in crisi e delle povere mafamose olgettine che lo hanno frequentato nellascorsa legislatura, restate senza lavoro percolpa di magistrati e giornali comunisti che lo“perseguitano”.

il-sognatore.blogspot.com

La sig.ra Angela Bruno e Berlusconi

Acqua bene comune!?- Nell’ Oregon un certo Sig.Harrington, arrestato con l’ac-cusa di rubare l’acqua dellapioggia, è stato condannato a30 giorni di carcere e a pagareuna multa di 1.500 dollari peraver accumulato in tre grandicassoni l’acqua della pioggiache cadeva nella sua pro-prietà. L’acqua in quella zona, se-condo la legge, può essere ge-stita soltanto dal comune, datala sua mancanza in estate.

(da Associated Press)

La strage del metallo- Il Coltan, un minerale che siusa nelle nuove tecnologiecome le televisioni al plasma,MP3, cellulari, satelliti, GPS,armi teleguidate, ecc., è rac-colto all’80% nel Congo. I militari controllano le mi-niere dove lavorano bambini,contadini senza lavoro e pri-gionieri di guerra. Per estrarre il Coltan si sta di-struggendo un Paese a causadell’invasione delle terre eall’eliminazione di animali invia d’estinzione come gorillaed elefanti. Senza contare le violenze su-bite da donne e bambine, tuttoper questo prezioso minerale.E noi che gettiamo facilmenteun cellulare o una tv!

(da Opera Mundi)

A cura di Nanci Marietto

Notiziedalmondo

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ATTUALITA’4 il Segno - Marzo 2013

Ecco perchè mi ha convinto

“I neo-eletti sonopersone preparate”

di Patricia AntolovicIl voto politico del25 febbraio ha tra-volto il paesaggio

italiano. I partiti classicihanno perso di fronte all’ondadi un “comico”, ma non c’èda meravigliarsi di questo ri-sultato annunciato.Torniamo al Movimento 5stelle. La nostra Costituzioneafferma all’art 49: “Tutti i cit-tadini hanno diritto di asso-ciarsi liberamente in partitiper concorrere con metododemocratico a determinare lapolitica nazionale”. Ed èquello che è successo. I cittadini si sono stancatidelle solite campagne eletto-rali dove si fanno annuncisolo per vincere, dove si parladi chi non arriva alla fine delmese senza dare soluzioni,dove nessuno è responsabile,dove gli enti pubblici non pa-gano i loro fornitori, poi co-stretti a chiudere o alicenziare, dove si lascia unlavoratore in cassa integra-zione per anni. E così non c’èsperanza, perché chi non la-vora o è giovane, non è rap-presentato da nessuno, però sipretende che debba sostenerechi è iper-protetto, magariqualcuno che ha fatto un con-corso e ha visto passare da-vanti a lui il solito figlio di....che non ha le sue compe-tenze... Il popolo ha detto basta!Aveva chiesto un rinnova-mento ai partiti e non c’èstato, allora ha guardatoverso il nuovo, il nuovo cheparla il suo linguaggio, che loascolta, che è stato eletto suun programma che intendemantenere. Quindi, visto checon gli altri non ha funzio-nato, ci provano con ilnuovo! Poi diciamolo, i nostri partitisi sono dati la zappa sui piedi:non hanno cambiato la leggeelettorale, non hanno rispet-tato i referendum popolari suirimborsi elettorali, sull’acqua

bene comune... insomma, nonci hanno rispettati, hanno lorostessi aperto la porta al Movi-mento 5 stelle. Grillo, chi è?Sappiamo che era un comico,e che ha messo le sue qualitàdi oratore e comunicatore alservizio del movimento perdargli visibilità.Chi entrain Parla-mento ap-p a r epreparato(ingegneri,laureati invarie di-s c i p l i n e ,esperienzel a v o r a -tive...), haun sensod e l l oS t a t o ,dell’inte-resse na-z i o n a l e ,del benec o m u n e ,più acutodi alcuni politici presentati daipartiti... la classe dirigente at-tuale ha perso credibilità e af-fidabilità, sia ai nostri occhiche a quelli del mondo. E poiin tutte le società moderne,chi fallisce viene mandatovia, la stessa cosa dovrebbeavvenire in politica.A Parma, dove il Sindaco èdel M5S, quest’ultimo ha ot-tenuto più voti rispetto alleamministrative, se la gestionedella città fosse una cata-strofe, non penso che i citta-dini avrebbero continuato adare fiducia al Movimento 5stelle.

PRO E CONTRO IL MOVIMENTO CINQUE STELLE

di Daniela Di RosaPrima delle ultimeelezioni venivospesso fermata da

persone (soprattutto donne) chemi chiedevano consigli su chivotare; nell’80% dei casi eranodisgustate dalla politica, indi-gnate con tutti i partiti grandi epiccoli, stufe di candidati impo-sti dai capi-partito intenti solo arubare soldi, poltrone e il nostrofuturo. Avevano tutte la stessasperanza, vederli andar via,tutti, anche chi all’apparenzanon sembrava colluso con ilpotere ma che non aveva fattonulla per cambiare lo stato dellecose. E così è accaduto... masolo in parte, perché il grosso

del pro-blema èancora lì! Le loro in-tenzioni divoto eranoprevalente-mente ri-volte aGrillo e alMovimento5 stelle,non tantoper il pro-g r a m m a ,né perGrillo o ig r i l l i n i(non si sacome di-verranno)

ma per spazzare via il vecchio,ritrovare fiducia e sperare… Lotsumani è passato, ha travoltola classe dirigente... e ora?Adesso mi fermano per chie-dermi che cosa succederà. Ioavevo indicato due movimenti,il 5 stelle e Rivoluzione civile,ho votato il secondo per alcunimotivi, il primo e più impor-tante è che credo nel mottodella rivoluzione francese, Li-bertà-Fraternità-Uguaglianza...anche a me piaceva Grillo e lasua folle idea di rivoltare il Par-lamento, sono andata anni fa adalcune riunioni (quando ancorasi chiamavano Amici di Grillo),

ho firmato tutto quello chec’era da firmare e ho aspettatosenza impegnarmi nel movi-mento dando ancora fiducia auna sinistra sempre pronta a ri-nascere (Vendola, Sinistra ar-cobaleno, le Fabbriche diNicki, Sel, per ultimo Ingroia).Cosa accadrà non lo so ma sta-volta mi asterrò dal voto espero senza ripensamenti! Que-sto tsunami non mi piace più,un altro capo carismatico, arro-gante e prepotente con un eser-cito di soldatini che elogiano ilfascismo (salvo poi smentirecome il più navigato dei poli-tici), dichiaratamente o velata-mente razzisti (ma anche no),con addosso la spocchia dellaloro superiorità morale e intel-lettuale, un altro popolo di“duri e puri” pronti a cacciarechi tra di loro esprime un pen-siero che non sia quello diGrillo o di Casaleggio, il visio-nario. Ho visto in rete i suoivideo, un altro profeta… nonmi ha incantato il primo, il piùgrande, quello che girava per laGalilea, figuriamoci lui! Per non parlare della stampa,sotto qualunque dittatura vieneinfangata e censurata, special-mente se indipendente e libera,vengono subito creati i giornali,le reti di regime, solo lì c’è laverità, il resto è falso! Spero disbagliare, anzi sono sicura diaver torto, nel dubbio resto inattesa che arrivi veramenteun’onda anomala… intanto ilPapa si è dimesso, Razzi e Sci-lipoti sono ancora in Parla-mento, Berlusconi sotterrerà lamaggior parte della mia gene-razione e io ho una “visione”:il peggio deve ancora arrivare!

Ecco perchè non mi ha convinto

“L’onda anomalaèdavveroarrivata?”

Beppe Grillo

Gli eletti delMovimento5 stelle

Uno degli tsunami tour

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ATTUALITA’il Segno - Marzo 2013 5

Enrico: “Caro Beppe, e ora?”di Maria Serena Natale*Pubblichiamo la lettera perBeppe Grillo di Enrico An-dreoli, 26 anni, praticante av-vocato di Verona. Le domandedi un ragazzo che continua acredere nella Costituzione e nelsuo Paese. E voi cosa chiede-reste al leader del Movimentoche ha sconvolto la scena (po-litica) italiana?

Caro Beppe Grillo,cosa propone per l’Italia?Glielo chiedo senza rabbia,senza acrimonia, senza risenti-mento alcuno verso Lei o versoil movimento che intende rap-presentare. Glielo chiedo comecittadino italiano ventiseienne,interessato al futuro.Per sapere come intende af-frontare i problemi (perché cene sono, di problemi) del Paesein cui vivo e dal quale mi rifiu-terò sempre di emigrare. Lei, omeglio, il suo movimento rap-presenta milioni di italiani, ora.Cosa dite, adesso, a questi cit-tadini?Volete incappucciarvi tutti enon parlare più a nessuno,come i bambini che vengonosempre scelti per ultimi e chefinalmente sono riusciti a ru-bare il pallone?Agite solo per ripicca verso unindefinito “tutto e tutti”? È ilrancore che vi muove, o aveteanche qualcosa di propositivo?Non Le pare se non altro biz-zarro il Suo comportamentopost elettorale?Lei ha avuto il merito di inca-nalare un sentimento di parte-cipazione democratica che èesploso in tutta la sua forza nelconsenso dato al Movimento 5stelle. Vi siete inseriti in unquadro politico che lasciavapoche alternative ai delusi daivecchi partiti, se non un voto diprotesta indirizzato a voi.Non tolgo alcun merito alleSue azioni, per quanto riguardala capacità innovativa cheavete riversato sulle istituzioni,ma mi permetta di farLe pre-sente che il (voto al) vostromovimento ha avuto senso e ri-scontri solamente a causadell’assenza di una proposta

Politica alternativa, seria e ve-ramente innovativa.In ogni caso, cosa proponeteadesso?In cosa vi distinguete dai tantovituperati partiti che non hannocombinato nulla?Volete semplicemente fareostruzionismo alla vita parla-mentare? Volete essere ricor-dati come coloro che, con tuttii numeri tecnicamente possibiliper ragionare sulle cose dibuon senso, hanno bloccatol’Italia?Volete ergervi ad unici paladinidella capacità, ritenendo aprio-risticamente i “non Movimento5 stelle” degli ignoranti non ca-paci di intendere e di volere?Dei collusi con il fantomaticosistema, come diceva pre ele-zioni?Voi, che nel vostro programmaavete previsto esplicitamentel’insegnamento della Costitu-zione e l’esame obbligatorioper ogni rappresentante pub-blico, ma che sembrate i primia non conoscerla, o quantomeno a non ritenerla merite-vole (per voi) di applicazione?Sia ben chiaro, io, lo ripeto, Lefaccio i miei complimenti, dav-vero, per essere riusciti ad in-canalare un forte disagiotrasversale esistente nella so-cietà tutta. Ma adesso fate qual-cosa! La vita di un Paese non èil palcoscenico di un teatro,non si misura in condivisioni diun video o di un link.La vita di un Paese è fatta diproposte concrete, gli spot da“incappucciato” fanno tri-stezza, non fanno ridere.Lei, Beppe Grillo, unicosommo leader che pare volerfagocitare la libertà di opinionee di pensiero dei singoli eletti,che messaggio vuole dare, inconcreto ed oltre alle urla iste-riche?Perché guardi che quelli chepensano semplicemente alleprossime elezioni sono proprioi tanto insultati politici…Voi riuscite a guardare anchealle prossime generazioni?

*Tratta dal blog del Corriere della Sera

“Solferino 28 anni”

LA POLITICA E IL MOVIMENTO CINQUE STELLE

Boom! E’ deflagrato il vecchiosistema politico Italiano e il ri-sultato elettorale ne ha sancitola morte. I cittadini hanno di-mostrato di voler essere unitiverso un cambiamento, uncambiamento che passi attra-verso di loro e grazie a loro. Ilmatrimonio e l’unione ritro-vata tra quella che gli altrichiamavano società civile e lapolitica passa attraverso il Mo-vimento 5 stelle. Persone sem-plici, slegate dagli orpelli degliinteressi che castrano l’attualeclasse dirigente e le loro dor-mienti politiche fatte di dema-gogia. Persone che siriuniscono tutte le settimane,che senza soldi armano batta-glie contro gli scempi verso unterritorio oggi messo in ginoc-chio.Sono questi i motivi che hannospinto la nascita del Movi-mento 5 Stelle di Genzano eche oggi hanno regalato laprima donna Senatrice e terzaParlamentare nella storia delComune di Genzano: ElenaFattori.Tutti hanno contribuito a que-sto epocale cambiamento: icittadini che credono in lorostessi, tutti i gruppi locali del 5stelle che alacremente hannolavorato durante tutta la cam-pagna elettorale per parlare aogni singola persona ascol-tando le esigenze di ciascuno econdividendo le proprie idee, ivolontari che hanno dedicato illoro tempo ad una avventurache non si sapeva dove por-tasse ma che inizia in realtà so-lamente ora.A tutti va il nostro ringrazia-mento, consapevoli di una re-sponsabilità enorme neiconfronti del territorio che civedrà, con il sostegno di tutti eil controllo condiviso, semprein prima linea come abbiamosempre fatto, anche fuori dalleistituzioni. Il blocco dell’ince-neritore, una gestione virtuosadel ciclo dei rifiuti, l’acquapubblica e potabile, una sanitàefficiente, lo stop alla folle ce-mentificazione sono i capisaldidell’attività che, con i progettie le istanze di tutti, porteremo

in Parla-mento inuna reter a f f o r -z a t aa n c h edai por-t a v o c eche sonoriusciti aentrare in Regione. Ora la retesarà più forte e solida, non cipotranno più ignorare, anzitenderanno a dare a noi lacolpa del loro immobilismo,oppure si sbrigheranno a com-piere quello che finora hannocolpevolmente tralasciato. “Abbiamo l’aria inquinata, iterreni agricoli messi in peri-colo da cemento, inceneritori ediscariche, una falda acquiferache abbassa il livello dei nostrilaghi e ne comprime la capa-cità turistica, l’acqua con pre-senza di arsenico a livelliinaccettabili, una sanità depau-perata di ogni cosa. Non pos-siamo e non dobbiamo piùaccettarlo come inaccettabilisono i proclama contro l’ince-neritore effettuati dai sindacidi Genzano e di Albano chenon effettuano però la raccoltadifferenziata porta a porta,unici due comuni rimasti. Lafesta è finita, riprendiamoci ilfuturo”. Queste le parole diElena Fattori che aggiunge:“Sono emozionata e orgo-gliosa di poter servire il Paesee il mio territorio. Siamo gio-vani ma siamo tutti i cittadini.A loro va il mio ringrazia-mento, ma a loro va anche lamia richiesta di supporto perpoter lavorare in maniera se-rena insieme a tutti e in mezzoa tutti”.Intanto tutti i Cittadini a 5stelle del Parlamento e i porta-voce Regionali hanno dimi-nuito il proprio compenso del75% e la parte rimanente verràdevoluta al microcredito per lepiccole e medie imprese comesul modello siciliano. Nem-meno abbiamo iniziato e giàqualcosa viene fatto. Ma è soloil primo passo.

Movimento 5 stelle di Genzano di Roma

Elena Fattori,senatrice m5s

Elena Fattori

Page 6: Il Piccolo Segno marzo 2013

ATTUALITA’6 il Segno - Marzo 2013

Tratto dal libro di Concita De Gregorio, “Io vi maledico”

“A poco a poco le storie di lavorodiventavanounrosariomaledetto”

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“Volevo scrivere un libro sul la-voro. Pensavo: è la perdita dellavoro l’origine del vortice difrustrazione, disillusione e paurache ci ha condotti qui. Non c’èaltro da fare, oggi, che dare vocea chi non ha voce. E’ quello ilpunto di rottura, il luogo in cuisparisce la solidarietà e il senti-mento di condivisione che è allabase dell’idea di democrazia.Perché se non hai di cosa vivereogni vicino è un tuo nemico. Senon hai dignità non hai nientealtro altrettanto prezioso da per-dere e vale tutto allora. Vale lalegge della giungla. Che tuabbia vent’anni o cinquant’anni.Così ho cominciato a racco-gliere storie di lavoro smarrito,negato, rubato. La storia del minatore del Sulcische voleva andare a X Factor in-vece di stare “sotto” e dice“Hanno svenduto la mina perchiuderla, non gliene freganiente di noi”. Quella delledonne del call center Atesia cherispondono di notte ai maniaci:“In cosa posso essere utile, sonoLaura” perché se riattaccanonon prendono nemmeno gli 80centesimi lordi a chiamata.Quella della figlia dell’operaiodi Pomigliano che ha scritto duevolte a Marchionne, quella dellastudentessa pugliese laureata ingreco che non sa come dire aigenitori operai che con la sualaurea non può farci niente…Dei ragazzi che se ne sono an-dati dall’Italia per cercare lavoroe quelli che sono tornati perché

gliene hanno promesso uno –giacché erano veri talenti – mali hanno ingannati. Poco a poco,come le pietre di una collana,tutte queste storie diventavanoun rosario: non di una pre-ghiera, però. Di una maledi-zione. Diventavano tutti i coloridella rabbia: la geografia esattadel disamore per chi ha pro-messo e poi negato, per chi hailluso, per chi sa solo chiederti emai dare. Contro i corrotti chetanto si sa come vanno le cose,contro i potenti che sono tuttiuguali, i politici che pensanosolo a se stessi, contro l’Italia,

alla fine. Quando sono andata aTaranto a parlare con le vedovedegli operai uccisi dal cancro,all’Ilva, sotto casa di una fami-glia sterminata dal tumore hotrovato una lapide, fatta metteredall’ultimo dei morti quandoera ancora vivo e combattivo,quando sperava che non sa-rebbe toccato anche a lui.Io vi maledico. Maledico voiche sapete cosa ci state facendo,voi che lo fate e voi che guar-date in silenzio, i colpevoli e gliindifferenti, i padroni e i poli-tici, i sindacati e i preti. Voi che pensate solo a voi

stessi, e non ci ascoltate”.Tratto dal libro

di Concita de Gregorio, IO VI MALEDICO

Alla Camera, i Castelli Romani -molto probabil-mente- potranno contare sulla presenza di dueOnorevoli, entrambi di Sinistra Ecologia e Libertà,Ileana Piazzoni (di Genzano di Roma) e FilibertoZaratti (di Rocca Priora). Sia Piazzoni che Za-ratti (che, per conto di Sel, sono i rappresentantidella spartizione politica dell’area della Provinciadi Roma -dove la media per Sel è di circa il 3%!)saranno ripescati grazie alle rinunce di Nichi Ven-dola (capolista) e di Massimiliano Smeriglio chedovrebbe andare alla Regione Lazio in qualità diAssessore della Giunta Zingaretti. Al Senato a farla da padrona è invece il PartitoDemocratico. Infatti i Castelli Romani sarannorappresentati da Bruno Astorre che, ritenuto“impresentabile” da Zingaretti per la Regione,paradossalmente è stato considerato “presenta-bilissimo” al Senato, dove ritroverà il suo grandeamico Luigi Zanda. Misteri della politicad’oggi.La grande novità al Senato, però, è rappresentatada Elena Fattori (di Genzano di Roma) del Movi-mento Cinque Stelle. Questa la sua biografia: “46

anni, laureata nel 1994 in Scienze Biologichepresso l’Università “La Sapienza” di Roma. Dopoun’intensa attività di ricerca svolta all’estero, tra laSvizzera e gli Stati Uniti dal 1990 al 2009, è diven-tata ricercatrice presso l’Istituto di Ricerche di Bio-logia Molecolare di Pomezia. Nel 2009 è rimastadisoccupata a causa della chiusura dell’azienda. Il30 Settembre 2010 ha passato la prima selezioneper “esperti biochimici” da impiegare presso i cen-tri di Ricerca internazionale della Comunità Euro-pea. Svolge diverse attività di volontariato in cuirende utili le sue competenze scientifiche. Nel 2010ha svolto delle ricerche scientifiche per comprovarela tossicità dei metalli pesanti nelle acque dei Ca-stelli Romani, al fine di ostacolare il nuovo termo-valorizzatore di Albano Laziale. Dal 2010, oltre adaver partecipato alle attività del Comitato acquapubblica di Genzano di Roma, è attivista del Mo-vimento 5 stelle della stessa cittadina castellana”. Leggendo questo curriculum ricco di vita vissuta epraticata, sorge una domanda: chi è l’anomalia inParlamento, la Fattori o gli altri?

Andrea Sebastianelli

Camera e Senato, promossi e bocciati ai Castelli

Concita De Gregorio

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L’ARGOMENTOil Segno - Marzo 2013 7

Il progetto per la nuova centrale elettrica è in attesa dell’autorizzazione unica

Centrale alimentata a biomasse nel cuore commerciale di Aricciadi Elena Taglieri“Non c’è pace tra gli ulivi” re-cita un vecchio detto popolare.Dopo l’autorizzazione concessadalla Provincia di Roma (Deter-mina Dirig.ziale n.3698 del 4 giu-gno 2012) alla società PowerOil di Albano di costruire unacentrale elettrica alimentata adolio vegetale e diesel in via diCancelliera 14/B, si affaccia inzona un altro impianto chesmaltirà la F.O.R.S.U. (FrazioneOrganica del Rifiuto Solido Ur-bano) in un fabbricato in disusogià esistente (quello della Uni-coop Tirreno SC) a pochissimimetri da un grande noto super-mercato e da numerosi altriesercizi merceologici di venditaal pubblico, proprio nel “cuore”del Centro Commerciale “Por-k's House” sulla via Nettunense,frequentato ogni giorno e adogni ora da tante persone chetrovano concentrate in questoquadrante tutte le opportunità diacquisto alimentare e non solo.Il soggetto proponente l’im-pianto è la Biovis S.r.l., che anome del proprio legale rappre-sentante sig. Tonino Sette, hapresentato in data 17 dicembre2012 l’istanza di verifica di as-soggettamento a V.I.A (Valuta-zione di Impatto Ambientale) alDipartimento Ambiente e terri-torio della Regione Lazio. A taleistanza è stato allegato il docu-mento di sintesi dello studiopreliminare ambientale, deposi-tato a firma dello studio di Ar-chitettura Buzi e Associati,firmato il 18 dicembre 2012 edinoltrato in copia anche al Co-mune di Ariccia e alla Provinciadi Roma. Sappiamo tutti che la V.I.A.sirende necessaria per verificarela compatibilità di un progettoche, come questo, è finalizzataall’individuazione e quantifica-zione degli effetti che un’operasimile potrebbe avere sull’am-biente, soprattutto in modo pre-ventivo, poiché la migliorestrategia (e buonsenso civico)consiste nell’evitare fin dall’ini-zio l’inquinamento ed altre con-seguenze, anziché combatternesuccessivamente gli effetti dele-teri. Già, perché come si leggenel progetto della Biovis, “al-

l’interno di questo impianto sa-ranno due le attività di recuperoe smaltimento rifiuti:la lavora-zione di rifiuti urbani per la pro-duzione di energia da biogasottenuto durante la fermenta-zione e trasformato in energiaattraverso un cogeneratore (elet-tricità e calore)” e la “lavora-zione di rifiuti urbani per laproduzione di compost ottenutomediante triturazione e fermen-tazione”.Peccato però che nel documentosi parli di alcuni elementi pocorassicuranti, come ad esempiodi “percolato anaerobico/aero-bico” che se “in eccesso subisceun processo di depurazione ade-guato (osmosi inversa) e poi im-messo nel circuito fognario, chea sua volta termina in un depu-ratore a fanghi attivi, prima diimmettersi nel collettore pub-blico”. Da non sottovalutareneppure la presenza di “cannefumarie dei cogeneratori, dellafiaccola d’emergenza del biogas(che permette di garantire lacombustione del biogas ecce-dente impedendone l’accumuloin maniera eccessiva) e del bio-filtro”.Il motivo di questo progetto,come si legge nella Sintesi dellostudio preliminare ambientaledell’Arch. Buzi, è che “nell’areaa sud di Roma e, in particolare,nell’area dei Colli Albani e deiCastelli Romani, si è avviato uncircuito virtuoso nello sviluppodella raccolta differenziata.Molti Comuni la attuano consuccesso ed altri la stanno av-viando (Ardea, Ariccia, Ciam-pino, Genzano di Roma,Pomezia, Albano Laziale)“ e

che risulterebbe innovativo dalmomento che “non vi sono pro-getti simili nell’ambito comu-nale dell’area dei CastelliRomani; risulta altresì in corsodi progettazione ed autorizza-zione l’impianto della VolscaAmbiente e Servizi S.p.a., per“impianto per digestione anae-robica dei rifiuti frazione orga-nica da raccolta differenziata inloc. Lazzaria” , nel comune diVelletri (RM)”. Insomma unaaudace panacea in quanto “tuttociò consentirà, entro brevetempo, di poter disporre nellazona dei Colli Albani di unaquantità di FORSU sufficiente afornire combustibile e giustifi-cativa per la costruzione di unimpianto di valorizzazione. Neltempo l’aumento della FORSUprodotta dalla raccolta differen-ziata renderà necessaria, ed eco-nomicamente autosufficiente, larealizzazione di nuovi impiantidi trattamento” per una “mag-giore tutela ambientale determi-nata: dalla notevole riduzionedei quantitativi di rifiuti da av-viare in discarica; dal recuperodi materia dai rifiuti; dalla pro-duzione di energia da fonti rin-novabili.”.Ma leggendo attentamente sitratta di un impianto che co-munque dichiara la sussistenzadi alcuni fattori ambientali di ri-schio (“Stabilimenti ed impiantiove si producono e/o impieganogas infiammabili e/o combu-renti con quantità globali inciclo superiori a 25 Nm3/h.”) eche prevede comunque degli in-quinanti”, quindi i fumi prodottirispettano le prescrizioni di cuialla parte III dell’All. 1 D.Lgs.

152/06 e comunque dovrannoeffettuare il controllo annualeprevisto per le emissioni. Taliimpianti devono comunque ri-spettare i valori limite di emis-sione previsti dal D. Lgs.152/2006 espressi come con-centrazioni massime ammissi-bili per ciascun inquinantepresente nei fumi di combu-stione, a seconda del tipo di mo-tore e combustibile impiegato. L’inquinante previsto è il biogas(CH4 55%)”. E così vengonominuziosamente elencate leemissioni in atmosfera dell’im-pianto nel suo ciclo produttivo:emissioni provenienti da biofil-tro, dalla centrale di cogenera-zione attraverso il camino diemissione del gruppo di cogene-razione; emissioni da sfiati di si-curezza delle valvole disovrappressione dei digestori;emissioni da traffico logisticonell’area esterna dovute a emis-sioni da tubi di scarico dei mezzidi conferimento dei materialifunzionali all’impianto di tratta-mento. In ultimo, la fonte di in-quinamento che potrebbederivare dai liquidi prodotti daiprocessi, ma anche da rumoreambientale (Gruppi per la pro-duzione di energia elettrica sus-sidiaria con motori )Insomma, una centrale che la-vora 24 ore al giorno per 7 giornialla settimana, il cui impatto ri-guarda la S.S. 207 – Via Nettu-nense, e la strada locale diaccesso al complesso immobi-liare (Via delle Grotte), ma la cuiattività “non può avere effettisulla salute pubblica” anche senel documento di Sintesi vienesottolineato che “i tipi di inqui-namenti possibili potrebbero de-rivare dalle emissioni inatmosfera”. Dopo questo inat-teso “regalo” post-natalizio allenostre spalle, l’unica cosa che ciresta da fare è iniziare a monito-rare costantemente l’eventualeautorizzazione provinciale cheverrà rilasciata in modo da po-terci attivare per un serio ricorsolegale contro l’ennesima impo-sizione alla cittadinanza di “bru-ciatori legalizzati” che stannoormai imperversando e spun-tando come funghi.

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La Via Nettunense

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L’ASSOCIAZIONE8 il Segno - Marzo 2013

L’Associazione nata per tutelare la salute dei bambini e di un’intero territorio

Il coraggio delle mammein lotta per un futuro miglioredi Giulia De GiorgiAlbert Einsteinuna volta ha detto:“C’è una forzamotrice più fortedel vapore, del-l’elettricità edell’energia ato-mica: la volontà”.Quella stessa vo-lontà ha spintonell’ottobre del2012 un gruppo dimamme a fondarel’A.MA. (Asso-ciazione MammeColleferro). Que-ste donne, mogli emamme, vivono ancora con la speranzache tutto possa cambiare, che tuttopossa migliorare. Il loro desiderio più grande è quello diveder arricchita la propria città attra-verso un’azione diretta fondata sullacollaborazione tra comunità e istitu-zioni, attraverso la promozione di eventiper la sensibilizzazione alla riqualifica-zione ambientale urbana e all’educa-zione civica di tutti i cittadini. Una dellepreoccupazioni che angoscia questedonne è il già noto Beta-esaclorocicloe-sano. Ricorderete che il Beta-HCH èuna sostanza altamente tossica che pos-sono smaltire sole le donne durante l’al-lattamento. Questo è un campanello d’allarme chenon tutti sembrano sentire. Il morale delle mamme dell’associa-zione è molto basso e quelle più attive sisono abbandonate alla rassegnazione:non si sentono abbastanza incoraggiate,non vedono sostegno alle loro spalle. Quello che manca è, forse, un dialogo

costruttivo tra i cittadini e tra le mammestesse probabilmente sommerse dai nu-merosi impegni che un figlio richiede.Ma si sta parlando della nostra salute,della vostra salute e dei vostri figli. A chidovrebbe interessare se non a noi? Le Mamme di Colleferro insieme allealtre associazioni del territorio comel’Unione Giovani Indipendenti, Rete perla Tutela della Valle del Sacco, RaggioVerde, Gruppo Logos e il Comitato Re-sidenti Colleferro si sono date da fare:hanno prodotto e sottoposto all’AreaVIA (Valutazione Impatto Ambientale)della Regione Lazio delle osservazioniin merito al progetto presentato dall’Ital-cementi Spa che riguarda l’utilizzo di ri-fiuti non pericolosi quali combustibilesolido secondario (CSS) in parziale so-stituzione dei combustibili fossili tradi-zionali. Nelle loro osservazioni leassociazioni hanno riscontrato edespresso tutta la loro contrarietà all’uti-lizzo di CSS ritenuto pericoloso a causadelle emissioni di inquinanti atmosfe-

rici. Sembra essere dello stesso avviso laCommissione Ambiente della Cameradei Deputati che ha dato parere contrarioal progetto dell’Italcementi.Purtroppo il Comune che dovrebbe es-sere l’istituzione più vicina al cittadino,non sembra sostenere abbastanza l’asso-ciazione. Ai numerosi incontri organiz-zati dalle mamme con vari medici edesperti il Sindaco non ha partecipato puressendo stato invitato e pur avendo gen-tilmente concesso che tali incontri sisvolgessero all’interno del Comune. La collaborazione tra due parti può na-scere solo se entrambe riconosconol’una l’esistenza dell’altra e questo ri-chiede tempo, voglia e quella volontà dicui parlava Einstein. Colleferro ha bisogno di concretezza,delle idee e dell’entusiasmo dei suoi abi-tanti ma ha anche bisogno di istituzioniche si schierino in prima fila per la lottaall’inquinamento e che insieme ai citta-dini si interessino del futuro del paese.

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Page 9: Il Piccolo Segno marzo 2013

il Segno - Marzo 2013

RROOCCCCAA DDII PPAAPPAAnotizie, informazione, attualità

31 dicembre 2012 i residenti censiti nel Comune di Rocca diPapa erano 16.775 (maschi 8.307; femmine 8.468). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.379.*

*dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

NUMERI UTILIFarmacia Comunale: 06-9499986Clinica San Raffaele: 06-9428601

Comando Carabinieri: 06-94749007Polizia Municipale: 06-94286134Centralino Municipio: 06-942861

TAXI Mario: 346-368491106-9499151 (casa)

INDOVINA QUANTI SIAMO?

Il Comune ha chiesto un finanziamento per una pista ciclabile intorno alle Faete

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di Sergio RasettiQuesta volta si fasul serio. Dopolunga attesa, ca-

sualmente in coincidenza dinuove ma poco provvidenzialielezioni per i titolari, il pro-getto è pronto e la richiesta diun finanziamento alla Re-gione Lazio è stata inoltrata. Sembra che una pista ciclabilecon materiali eco-compatibilisarà realizzata su via delleFaete e via Montepennolo. Unpercorso appetibile per gli ap-passionati del velocipede maindispensabile ai numerosiabitanti che affollano quellecontrade un tempo riservatead orti e boschi cedui. Il pro-blema è che gli abitanti diffi-cilmente avranno tempo evoglia di spostarsi in bici-cletta, lo faranno con le autopassando, almeno 4/5 volte algiorno, proprio sulla pista ci-clabile che in breve diventeràun colabrodo. A quel punto, invista di un’altra tornata eletto-rale, i politici nostrani di turno(del vecchio stampo se ci sa-ranno ancora) si occuperannodi predisporre un nuovo finan-

ziamento per rifare la “pistaciclabile”, questa volta conmateriali “più adatti”, un filmgià visto. Gli interessati, cheerano stanchi di sottoporsi aestenuanti gimkane per evi-tare quelle buche, potrannocosì raggiungere i seggi elet-torali con comodità e ringra-ziare sentitamente.Un’altra opera pubblica pen-sata evidentemente da per-sone poco informate perchéquelle strade sono percorse daautocarri, trattori e ruspe di-retti ai lavori boschivi ed è fa-cile immaginare le relativeconseguenze del loro passag-gio su una pista ciclabile. Po-trebbe essere soltanto l’idea diqualcuno speranzoso di aggi-rare le relative norme in ma-teria scrivendo sulla praticache si tratta di “pista cicla-bile”?. Come potrà il nuovo Presi-dente della Regione LazioZingaretti autorizzare un fi-nanziamento così problema-tico o a non revocarlo nel casoesso sia stato già concesso dalsuo predecessore? Sarannomolti quelli che lo vorrannosapere.

Parco Landsberg, sì al progetto definitivo

Dopo tanta attesa finalmente l’amministrazione comunale hadetto il sì definitivo al progetto per la riqualificazione del ParcoLandsberg, l’unica area alberata del centro storico. Il costo deilavori previsti sarà di circa 184mila euro (166mila euro arri-vano da un finanziamento della Provincia di Roma mentre irestanti 18mila vengono dalle casse comunali). Il parco Lan-dsberg am Lech (dal nome della cittadina bavarese gemellatacon Rocca di Papa) si trova in un degrado più volte evidenziatodal nostro mensile malgrado negli ultimi dieci anni siano statispesi centinaia di migliaia di euro per l’esecuzione di diverseopere di salvaguardia e manutenzione. La situazione era tal-mente preoccupante che il Sindaco Boccia emise addiritturaun’ordinanza di chiusura rimasta, dopo anni, ancora inapplicatavisto che l’area ha continuato ad essere accessibile a tutti.

Giulia De Giorgi

Uno degli ingressidel Parco

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ROCCA DI PAPA il Segno - Marzo 201310

L’area attualmente è a ridosso di un bosco pubblico di castagno

Area-rifiuti di Via dei Laghi,il Comune conferma il progetto

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L’amministrazione roccheg-giana conferma il progettodell’“Autoparco comunaledestinato ai mezzi per servi-zio di igiene urbana” di Viadei Laghi dopo che alcunevoci avevano fatto pensare auna sorta di marcia indietroin seguito alla riunione, te-nutasi ai primi di marzo,della Commissione Urbani-stica in cui l’unico membrodell’opposizione (il Consi-gliere Emanuele Crestini)aveva contestato sia l’am-piezza del progetto (3.400metri quadrati) sia il luogoscelto per dare vita all’auto-parco, a poche decine di metridalla Clinica S. Raffaele.Come detto, il ripensamentoriguarderebbe soltanto l’esten-sione dell’area inizialmenteprevista che avrebbe dovutoospitare un parcheggio per idipendenti dell’Aimeri (600metri quadrati); 100 m2 di uf-fici e altri 200 per servizi; undeposito preliminare di 300m2; 1.100 m2 di parcheggioper gli automezzi; altri 500metri quadrati per collocarepresse e container; infine unazona lavaggio per i mezzi diulteriori 600 m2. L’altra novità è che, in se-guito alla protesta che stavamontando nella cittadinadopo la notizia diffusa dalnostro blog e da quello delMovimento per Rocca di

Papa (chehanno regi-strato centi-naia dicontatti inpoche ore)l’approva-zione delp r o g e t t o ,che dovevaessere di-scusso nelCon s i g l i oComunaledello scorso7 marzo, èstata riman-data in at-tesa della nuova propostache prevederebbe un’areapiù piccola, circa mille metriquadrati, ma con le stesse in-frastrutture inizialmentepreviste.E qui sorge una domanda rima-sta fino ad ora senza risposta:perché l’amministrazionevorrebbe spendere soldi peruna sorta di nuovo eco-cen-tro visto che ne ha spesi giàtanti per la messa a norma diquello di Via delle Barozze?La risposta arriva da un comu-nicato stampa del Comune se-condo cui l’area adibita adautoparco, spogliatoio e tra-vaso dei rifiuti da un mezzo al-l’altro non avrebbe nulla a chevedere con l’eco-centro. Sa-rebbero, secondo l’ammini-strazione, due strutture

differenti sia per funzione cheper modalità. Spiegazione chenon convince neanche un po’visto che in ogni Comune incui vi è un’isola ecologica(basta andare a visitare quelledi Ariccia e di Frascati), alloro interno vengono svoltele stesse operazioni che il Co-mune di Rocca di Papa vor-rebbe dislocare in un’altraarea. Speriamo che qualcunoci illumini!Troviamo poi imbarazzantile spiegazioni dell’Ass.reall’Ambiente, Barbante, chegiustifica la scelta di Via deiLaghi dicendo che “la zonasi trova a ridosso di un’areaboscata, ma che oggi è diven-tata una discarica abusivapiena di sterpaglie, che conl’occasione verrà bonificata e

interamente schermata”. No,caro Barbante, quel bosco (cheper Sua stessa ammissione,l’amministrazione non ha sal-vaguardato) non verrà né bo-nificato né schermato masemplicemente cementificato!Ancora più imbarazzante delleparole dell’Ass.re è la foto(vedi a lato) allegata al comu-nicato stampa del Comune conlo scopo di far comprendere aicittadini la scelta dell’area: sivede la carrareccia che costeg-gia Via dei Laghi coperta di ri-fiuti. Come a dire: i rifiuti giàci sono e quindi ne facciamoun’area per gli stessi! Con lastessa logica, viste le discari-che che sommergono Roccadi Papa in ogni luogo (dal Vi-varo ai Campi d’Annibale),potremmo trasformareRocca di Papa in un unicogrande eco-centro. Vi prego,diteci che siamo su “Scherzi aparte!”. Sul tappeto resta quindi l’inco-gnita del luogo scelto per larealizzazione del progetto, deltutto inadeguato e privo deiminimi requisiti che un’areacomunque destinata ai rifiutidovrebbe avere. Su questoprogetto, però, sarebbe im-portante che le associazionidel territorio uniscano leloro forze per una battagliacondivisa. Noi lo auspi-chiamo.

Luigi Serafini

Page 11: Il Piccolo Segno marzo 2013

ROCCA DI PAPAil Segno - Marzo 2013

Dopo l’iniziale euforia la riattivazione delle carrozze appare ancora lontana

Sognare la nuova funicolarementre il paese è in decadenza

di Marcello LoisiDopo il pensionamento dellagloriosa funicolare ad acquache aveva funzionato per i pre-cedenti trent’anni, nel 1932

s’inaugurava la funicolare elettrica diRocca di Papa, che collegava piazza Re-gina Margherita (l’attuale piazza della Re-pubblica) e Valle Vergine. Il viaggiodurava poco più di due minuti e a bordoera possibile incontrare, oltre ai rocchi-giani, anche diversi turisti, i destinatariprivilegiati della funicolare. Molte fami-glie romane usavano trascorrere lunghevilleggiature estive a Rocca di Papa,luogo fresco e ventilato come pochi. Il collegamento tra il nostro paese e Romaera garantito da un servizio tranviario chemetteva in comunicazione i Castelli Ro-mani con la capitale. I tram giungevanosino alla stazione di Valle Vergine e da lìsi saliva con la funicolare. Il sistema fun-zionava bene e assicurava una buona ac-cessibilità al paese, ma la motorizzazionedi massa e il parallelo depotenziamentodella rete tranviaria (che negli anni Ses-santa venne soppressa per essere poi so-stituita dagli autobus) portò, nel 1963, alladismissione della funicolare.Il conseguente abbandono della stazionedi piazza della Repubblica è oggi sotto gliocchi di tutti. Se prima questo edificiorappresentava una nota d’orgoglio per ilpaese, oggi constatiamo che è solo uno deisimboli del suo degrado. In una fotod’epoca, si apprezzano bene le qualitàdella stazione della funicolare: i giardiniche la incorniciano, gli alberi, il graziosochioschetto, le comode panchine. Attual-mente, le cose sono diverse: la struttura èchiusa, invasa dalla spazzatura e vittimadei vandali.

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Con curiosità e speranzaabbiamo appreso del pro-getto di ripristino dellafunicolare, per il quale siparlava di un finanzia-mento dalla RegioneLazio di 4 milioni di europer la riattivazione dellalinea. Qualche anno fa, lafesta a base di pasticcinidel sindaco Boccia ciaveva quasi fatto credereche qualcosa si stesse permuovere, ma ad ogginessun lavoro è statofatto.Tuttavia, occorre riflet-tere sul significato diquesto – ipotetico – pro-getto di riattivazione delservizio funicolare. Sa-rebbe magnifico tornare a vedere i turistiche, salendo da Valle Vergine, giungononel cuore di Rocca di Papa, visitano ilcentro storico, si fermano a mangiarepresso i ristoranti e la sera pernottano inqualche albergo dai panorami mozza-fiato. Ma disponiamo ancora di queste ri-sorse, di queste attrazioni turistiche?Perché visitare oggi Rocca di Papa? Per ilcentro storico in abbandono? Per l’arti-gianato che non c’è? Per i paesaggi mu-tilati dalle schiere di villette? L’accessibilità di una destinazione è dicerto una condizione necessaria per il suosviluppo turistico, ma gli elementi indi-spensabili sono le risorse naturali e cul-turali. Insomma, il mezzo non basta,occorre offrire ai turisti un motivo perconvincerli a venire qui.Inoltre, la riapertura della stazione dellafunicolare potrebbe offrire ai residenti dei

vantaggi, primo fra tutti un tetto dove ri-pararsi in attesa del Cotral. Invece diaspettare all’addiaccio l’autobus diretto avalle, si potrebbe sostare comodamentenella sala d’ingresso della stazione, op-portunamente ristrutturata s’intende. In attesa della riattivazione della funico-lare, intanto, si potrebbero recuperare glispazi della stazione e riconsegnarli al-l’uso pubblico, far tornare a vivere unluogo che sembra dimenticato, pur tro-vandosi nel centro del nostro paese. Sesolo le istituzioni provassero realmente acambiare le cose, la stazione della funi-colare potrebbe tornare a essere parte in-tegrante della nostra geografiaquotidiana, rendendo più vivibili gli spazie i rapporti tra le persone. Dobbiamo forse aspettare il prossimobuffet freddo per avere delle risposte con-crete sulla questione?

La vecchia stazione della funicolare di Rocca di Papa

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Page 12: Il Piccolo Segno marzo 2013

ROCCA DI PAPA il Segno - Marzo 201312

IlPdhapersoil40%deivoti,il perchè di una disfatta

E così, un po’ a malincuore, ilsindaco ha destinato qualchesoldino per un paio di incari-chi, per l’incresciosa esigenza:far lavorare giornalisti e ceri-monieri del sindaco, magariloro sapranno come si fa. Mala questione deve essere pas-sata nel dimenticatoio e nes-suno si lamenta. Il problema sembrava supe-rato, quando ecco chespunta la Presidenza delConsiglio dei ministri delGoverno italiano. In un sito(http://www.magellanopa.it/bussola/page.aspx?s=verifica-aministrazione&qs=nKJi%7cABIalD2z4HIFmdo1g%3d%3d) intitolato “La bussoladella trasparenza dei siti web”,si può verificare il grado ditrasparenza del sito Internetdi qualsiasi amministrazionepubblica.In una giornata di pioggia incui non hai niente da fare, faiuna prova e esce fuori che aRocca di Papa siamo fuori-

legge. Inserendo il sito delComune risultano positivi 3indicatori su 42. Altri 2 sonoconsiderati da migliorare e irestanti 37 sono bocciati! Perogni voce c’è una precisa in-dicazione su come adeguare icontenuti alle prescrizioni dilegge. Va infatti sottolineatoche i contenuti del sito Inter-net di un comune per leggedevono rispondere a dei requi-siti minimi specifici. Qualcuno nell’amministra-zione se n’è curato? Voci al-larmate si sono levate daquesto o quell’ufficio? Ma no,anzi al contrario. E anche se ilsito serve a fornire informa-zioni, complete, trasparenti,utilizzabili in modo semplicedai cittadini (dice la legge),pazienza. Pochi sembranofarci caso.La Presidenza del Consigliodei ministri boccia il sito diRocca di Papa perché c’èmolta confusione, scarso ag-giornamento, parecchie la-

cune e veri e propri errori.Dalle colonne di questo gior-nale lo avevamo segnalato ri-petutamente, ma evidentementenon è servito a molto. Perchél’amministrazione comunalenon interviene? Per incapa-cità, disinteresse, o semplice-mente perché ritiene cheinformare i cittadini non è cosìimportante? Chi è il respon-sabile dell’aggiornamento delsito? Che costo ha il suo la-voro? E se quanto realizzatonon corrisponde ai requisiti dilegge, che succede?Ciò che appare più bru-ciante, tuttavia, è la scarsasensibilità dimostrata neifatti, rispetto al rapportocon i cittadini, che in ognioccasione viene indicatocome un obiettivo dell’am-ministrazione.Ma forse i col-pevoli siamo noi di questogiornale, che ci ostiniamo sudesueti argomenti come tra-sparenza e legalità.

Roberto Sinibaldi

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Bocciato il sito Internet del Comune

di Patricia AntolovicA Rocca di Papa ilM5S è diventato ilprimo partito con

+31% di consensi, con puntedel 36%, dunque ben oltre lamedia nazionale. Da cittadinache abita nel centro storico,vedo un paese che si sta spe-gnendo. Sento parlare diRocca di Papa solo per i suoianni di gloria, ormai lontanianni luce. Oggi, vedo negozi che chiu-dono, una raccolta differen-ziata che non funziona, uneco-centro per i rifiuti chiusoda tempo senza che si sappiaquando riaprirà. E poi il forte aumento delle ta-riffe locali senza alcun miglio-ramento dei servizi,collegamenti scarsi se non ine-sistenti (la mattina mi capitaspesso di vedere i pendolarisotto l’acqua, la neve, il sole,senza un luogo dove proteg-gersi, correre all’impazzataperché non sanno dove fer-merà l’autobus...) strade cheperdono pezzi, lavori iniziati emai finiti... Ad ogni elezione siparla di riqualificazione delcentro storico ma poi non suc-cede niente, nessun progetto sivede. Nella piazza principale delpaese, la nuova sede del Co-mune è ferma da anni, però sicontinua a costruire allegra-mente in altre zone (via delleCalcare, zona Giardino degliUlivi, ecc.) e gli unici cartel-loni che si vedono sono quellicon la scritta: “vendesi”.L’unico obiettivo che si intui-sce è l’aumento della popola-zione attraverso la crescitadella cementificazione del ter-ritorio senza infrastrutture cor-rispondenti. Questa politica è stata sanzio-nata dai cittadini attraverso ilvoto, e sarebbe ora che gli am-ministratori locali s’interro-gassero rimettendo al centrodelle loro priorità la qualitàdella vita dei loro cittadini,senza promesse irrealizzabili.Partendo semplicemente dalterritorio.

Risultati elettoraliIl Comuneha pagatola mancanzadi risposte di Roberto Sinibaldi

Una volta c’era l’interpretazione del voto, si fa-ceva nelle sezioni e partecipavano cittadini, atti-visti e dirigenti di partito. Si analizzavano irisultati, si disquisiva sulla loro portata, signifi-cato, prospettive, errori e miglioramenti possibili.Soprattutto il partito comunista era così: il Pciaveva numerosi militanti e un rapporto quoti-diano e diretto con i cittadini, con la società.Di tutto questo non c’è quasi più traccia. La se-zione di Rocca di Papa del partito democratico èuna specie di rimessa di sedie vecchie e materialivari, che sa di muffa perché evidentemente èaperta molto saltuariamente. Forse i militanti diuna volta non ci sono più, forse non sono così nu-merosi, d’altro canto però, iniziative e opportu-nità per stimolare la partecipazione proprio nonse ne vedono.E l’analisi del voto chi la fa? Anzi, si fa ancora?Probabilmente sì, ma in altri ambiti, con altri in-terlocutori e, chissà, con un pizzico di realismoin meno. Eh sì, perché il gruppo dirigente del Pd,che poi rappresenta in grossa misura il governodel nostro comune, si segnala ormai da tempo peruna specie di strabismo politico, per una indiffe-renza che non si sa se sia più ignavia o inconsa-pevolezza.L’elenco delle cose che potrebbero essere miglio-rate è lungo e questo giornale le ha elencate nu-

merose volte. Lo spirito critico con il quale molticittadini firmano le loro sottolineature su questepagine, al contrario, è quasi sempre scambiatocome un’avversione alle persone. Sono inveceproposte per modificare scelte amministrative e,prima ancora, una linea di condotta, fatta di de-coro istituzionale, cultura della legalità, ricercadella trasparenza, sobrietà della politica. In-somma qualcosa che riformi quella politica og-getto dell’avversione di tanti cittadini, contrariatio semplicemente delusi da aspettative mancate.Allora può succedere che – qualche giorno fa –un drappello di giovani si metta in piazza sottouno striscione del movimento 5 stelle, e mentrequalcuno li apostrofava con velato sarcasmocome grillini, qualche giorno dopo gli stessi im-personificano i vincitori delle elezioni a Rocca diPapa. Oltre il 30% a Camera e Senato. Può acca-dere perché magari, per esempio, a non tutti è pia-ciuto che l’amministrazione comunale abbiadeliberato per il secondo anno consecutivo che ilsindaco abbia bisogno di un “cerimoniere”. Unacosa piccola che vale poche migliaia di eurol’anno, ma che ha tutto il sapore di una esigenzapolitica, tutta interna alle stanze del piccolo po-tere locale. Una cosa simbolica, che evidente-mente ben riassume perché il Pd, e con essol’amministrazione comunale, continui a perdereconsensi così vistosamente.

Page 13: Il Piccolo Segno marzo 2013

ROCCA DI PAPAil Segno - Marzo 2013 13

di Marcello LoisiAssistiamo da annia strane vicissitu-dini legate al par-cheggio interrato di

piazza Claudio Villa. Prima ilbizzarro progetto che delineòcolonnati e altezze degne delPartenone, poi lo sbanca-mento gargantuesco necessa-rio a ospitare l’opera, per nonparlare della logica misteriosache ha guidato la penna delprogettista nel momento in cuidisegnava i canali di scolodelle acque piovane. Ma co-noscere la genesi della costru-zione del parcheggio nonbasterebbe per comprenderele cause di altri sinistri eventi,come ad esempio i desolatibandi di vendita dei posti autoda parte del Comune di qual-che anno fa.Dopo i danni che sono staticompiuti nottetempo alle au-tomobili durante le moltepliciscorribande di ragazzi anno-iati, sembrava che la chiusuraserale (e inspiegabilmente neigiorni festivi) del parcheggiopotesse porre fine agli appellipreoccupati dei residenti. Mail Comune sa come stupirci:ha bandito la gara d’appaltoper la gestione del parcheggioet voilà, in poco meno di unanno l’ha assegnata a una so-cietà privata. Da quasi unmese il parcheggio è chiusogiorno e notte, e un fogliettodi carta attaccato con lo scotchci informa di alcuni lavori incorso. Passato ancora qualchegiorno, abbiamo appreso che iposti auto non saranno piùgratuiti, ma a pagamento. Peravere diritto a un parcheggioora occorre compilare un mo-dulo di due pagine dai conte-nuti a dir poco criptici.In questo modello non vienecitato neanche una volta il

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nome della società che gesti-sce il parcheggio, ma in com-penso, alla voce “pagamento”,leggiamo che questo deve es-sere «anticipato ed in contanticon rilascio ricevuta e numeroposteggio assegnato (fino aprocedura definitiva)». Nonc’è scritto dove occorre pre-sentare il modulo compilato(al Comune? alla Polizia Co-munale? all’anonima so-cietà?), non informa sullemodalità di pagamento, suitempi delle richieste, sulle re-gole di assegnazione. Ma ilmodulo raggiunge il massimodell’arcano nel momento incui impone che «la presente ri-chiesta di abbonamento si in-tende perfezionata e completasoltanto se corredata da copiadell’attestazione di paga-mento». Insomma, per avere ilparcheggio bisogna pagarloprima, però non si sa dove. Unvero e proprio contorsionismoburocratico.

Il modulo di richiesta prevedeche la domanda sia rinnovata aogni scadenza. Quindi, tutti imesi ci toccherà questo per-corso a ostacoli: presentare ladomanda, allegare le fotocopie,pagare da qualche parte, alle-gare la ricevuta del pagamento,portare in Comune e far proto-collare il tutto e poi attenderefiduciosi. Speriamo che questonon riguardi anche l’abbona-mento giornaliero, altrimentigli interessati dovrebbero riem-pire scartoffie tutti i giorni.Oltre al giornaliero, gli altriabbonamenti proposti sonoquello notturno, quello diurnoe quello integrato (giorno enotte), dai costi, rispettiva-mente, di 8, 10 e 18 euro men-sili. Data l’articolazionedell’offerta dei parcheggi e deicambi di fasce orarie, risultapalese l’esigenza di una figurache si occupi di controllare ilrispetto delle stesse. Ci saràdel personale incaricato? Inol-

tre, che tipo di lavori di ade-guamento stanno attuando daun mese a questa parte? Imma-giniamo che stiano predispo-nendo delle telecamere disicurezza per scoraggiareeventuali danneggiamenti, macredo che per iniziare non sa-rebbe male posizionare unpaio di secchi per le cartaccevicino le rampe oppure met-tere in sicurezza l’uscita degliascensori (mi riferisco alle pe-ricolose lastre di travertino chein parte sono già cadute). Prima ci hanno elargito un ser-vizio come quello dei par-cheggi liberi, poi ce l’hannorazionato e in seguito ce nehanno privato completamente.Oggi dovremmo pagare quelloche ieri era gratuito, ma non èquesto il problema. La que-stione vera è che anche il citta-dino disposto a pagare perassicurarsi il posto auto, nonsa come muoversi e nemmenoa chi rivolgersi. Al Comune,pochi giorni fa, quando hoportato il modulo compilatopresso lo sportello all’in-gresso, non sapevano neanchese era di loro competenza omeno. Dopo varie telefonate,protocollano il modulo, consi-gliandomi però di rivolgermialla Polizia per qualche infor-mazione. Una volta lì chiedoragguagli sul pagamento e sualtri dettagli, ma nessuno sadarmi una risposta. Il responsoegemone è: «Bisogna aspet-tare, non sappiamo niente».

L’interno del parcheggio interrato di Largo Claudio Villa

Page 14: Il Piccolo Segno marzo 2013

ROCCA DI PAPAil Segno - Marzo 201314

In Consiglio si parla dell’Aimerie dei lavoratori senza stipendio

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A Rocca di Papa in Via Campi d’Annibale 76/ATel. 06-9497681

La segnaletica scomparsaI Lettori segnalano: VIA PALAZZOLO

Questa foto è stata scattata il 2 gennaio del 2012. Dopo oltre unanno questo segnale stradale è ancora nello stesso identico stato,coperto da rovi ed erbacce e, quindi, del tutto illeggibile.Si trova in via Palazzolo, una strada che costeggia via delle Ba-rozze, disseminata anche di discariche a cielo aperto.

Continua la crisi dell’Aimeri,la società che gestisce il servi-zio rifiuti a Rocca di Papa, coni dipendenti che attendono lostipendio ormai da due mesimentre il versamento dei con-tributi avrebbe un ritardo dioltre un anno. Della vicenda siè occupato anche l’ultimoConsiglio Comunale grazie al-l’interrogazione presentata dalConsigliere di minoranza En-rico Fondi e sottoscritta da Da-nilo Romei.Sollecitati dalle notizie ap-parse sui giornali relative adindagini giudiziarie in Siciliache coinvolgerebberol’azienda, i due Consiglieri

hanno chiesto al Sindaco Boc-cia “se risulta vero che i lavo-ratori non percepiscono lostipendio da alcuni mesi e chesiano state avviate procedureper la riduzione del personale;nel caso ciò fosse vero –conti-nua l’interrogazione- si chiededi conoscere se la ditta Aimeriha fornito ai cittadini tutti imezzi (secchi, buste, ecc.) perla raccolta differenziata previ-sti nel contratto; se ha rispet-tato gli obblighi contrattuali;l’elenco dei lavoratori e la datadella loro assunzione; se siastato rinnovato il contratto dilavoro al personale; e se laditta Aimeri è stata regolar-

mente pagata”. Una vera epropria sfilza di richieste! PoiEnrico Fondi è tornato a chie-dere “se il previsto amplia-mento del servizio nella zonaCampi d’Annibale e Vivarosia stato effettuato e se sonostate messe in essere tutte leprocedure nei confronti dellasocietà appaltatrice per assicu-rare il rientro alla normalità e

al controllo su quanto rilevatodai giornali”. Il Sindaco Boccia ha comun-que assicurato che l’Aimeri èstata convocata in Comune perdiscutere delle varie proble-matiche emerse, a cominciaredalla tutela dei lavoratori e delrispetto del contratto di servi-zio.

Giulia De Giorgi

Il Comitato di Quartiere dei Campi d’An-nibale il 5 marzo ha scritto al Sindaco diRocca di Papa in merito alla nuova tassa suirifiuti, la cosiddetta TARES. Il PresidenteSilvestrini ha posto in evidenza le difficoltàeconomiche dei suoi concittadini e perciòha invitato l’amministrazione comunale “amettere in campo una vera e propria lottaall’evasione” che, secondo il Comitato, sa-rebbe piuttosto elevata. “Sarebbe ingiusto-si legge sulla nota- penalizzare ancora dipiù le persone oneste e coloro che non avranno la possibilità disopportare un eventuale aumento della tassa sui rifiuti”.Infine non è mancato un consiglio al primo cittadino (visto chegli uffici comunali in queste ore stanno elaborando i calcoli dellanuova tassazione), quello di “non calcolare la tassa solo in baseai metri quadrati ma anche in base alla composizione del nucleofamiliare e al reddito familiare”. Una richiesta sacrosanta!

Paola Gatta

Il Comitato dei Campi scrive al Sindaco

“Tares, sia tassa equa”

Silvestrini

Page 15: Il Piccolo Segno marzo 2013

ROCCA DI PAPA 15il Segno - Marzo 2013

“Strade distruttepeggio di Kabul”

I Commercianti ci scrivono

“Da oggi nel centrostorico è più faciletrovare parcheggio”

Ma io le tasse in quale comune lepago? Quello di Rocca di Papa oquello di Kabul? A guardare la foto che allego sembre-rebbe una strada della martoriata cittàafgana ma invece si tratta di Via Vec-chia di Velletri, situata nella pacificacittadina di Rocca di Papa. Eppurecon qualche colpo di mortaio e unascarica di kalashnikov in lontananzapotrebbe sembrare di tro-varsi altrove, ma per nostrafortuna non siamo oggettodi esportatori di democra-zia (!). Questa è la situa-zione ormai arcinota alnostro primo cittadino mache ostinatamente continuaad ignorare. Chissà se a se-guito dei 4.433.778 di euroincassati dall’IMU (€1.396.215 per la 1ma casa ed€ 3.037.563 per la 2da casa,dati del Ministero dell’Eco-nomia e Finanze), al nettodi eventuali versamenti,

oltre alle altre tasse pagate (vedi peresempio addizionali comunali eTARSU) ci scappi qualche decina dieuro per dei sacchi di bitume! Perquanto riguarda i lavori di rifaci-mento definitivi ormai neanche più ibambini della scuola dell’infanziache si trova nella strada credono piùalle favole! Buon lavoro, Sindaco.

Bruno Zirpolo

La Lettera

Il 18 febbraio 2013 ècambiata la gestione deiparcheggi a pagamento egià dai primi giorni si èpotuto notare il buonfunzionamento e con-trollo degli stessi.La grande novità ri-guarda il pagamento cheavviene tramite dei par-cometri dislocati in tuttoil Centro Storico da Bel-vedere fino a Piazzadella Repubblica, con la possibilità di effettuareanche soste di soli 15 minuti al costo di 0,20 euro.Tutto ciò siamo certi che porterà, con il dovuto edoveroso controllo da parte degli ausiliari, ad unricambio di autovetture e quindi a una maggiorepossibilità di trovare parcheggi nel Centro Storicoper poter effettuare acquisti, commissioni e altro.Ci auguriamo che tutti capiscano la necessità di ri-spettare le regole e ringraziamo il nuovo gestore ela sua organizzazione, sperando che il buon servi-zio duri nel tempo.

I Commercianti del Centro Storico di Rocca di PapaVia Vecchia di Velletri, nel quartiere dei Campi

Page 16: Il Piccolo Segno marzo 2013

ROCCA DI PAPAil Segno - Marzo 201316

Alla Regione vince il centrosinistrama il Pd continua a perdere voti (-12,6%)PARTITI TRADIZIONALI IN CALOGuardando i risultati delle elezioni regionali ilquadro, rispetto alla Camera e al Senato, cambialeggermente ma la sostanza resta. Zingaretti(candidato Presidente del centrosinistra) vincecon il 37, 55% dei voti mentre Storace supera dipoco il 26%. Anche in questo caso, seppur uscitavincitrice, la coalizione guidata dal Pd, a Roccadi Papa si colloca quasi 4 punti sotto la media re-gionale. Il Partito Democratico, infatti, ha avuto2.270 preferenze (alle regionali del 2010 avevaottenuto 2.852 voti), arrivando al 30,47% (nel2010 aveva superato il 42%). In calo anche Sini-stra Ecologia e Libertà, 242 voti contro i 275 ditre anni fa. Al centrodestra è andata ancora peggio. Il Pdl haottenuto poco più di 1.600 voti arrivando al27,62%. Crollo anche per La Destra: 244 voticontro i 401 del 2010. Non sfonda nemmeno aRocca di Papa la centrista Bongiorno che ha ot-tenuto appena 420 preferenze (4,84%). Peggiodi lei solo Ruotolo di Rivoluzione Civile conappena 211 voti (2,43%).A sorprendere è il Movimento 5 Stelle: 1.539voti (20,66%).

PROMOSSI E BOCCIATI AI CASTELLINel Consiglio regionale del Lazio a sostituireCarlo Ponzo (consigliere Pd uscente, costretto anon ripresentarsi dopo le vicende che hannocoinvolto tutti i maggiori gruppi politici regionalinella spartizione dei contributi pubblici) sarà Si-mone Lupi, che appartiene alla stessa correntedell’ex Sindaco di Rocca di Papa (capeggiatadall’On. Renzo Carella). Lupi, già primo citta-dino di Ciampino, ha ottenuto poco più di 9.600voti, un risultato al di sotto delle aspettative vistoche alle regionali del 2010 Ponzo ottenne quasi16mila voti. Un ridimensionamento della cor-rente carelliana.A fare la parte del leone è stato Daniele Leodori(due volte Sindaco di Zagarolo; nel 1998 lavoròpresso il Comune di Rocca di Papa in qualità didirigente dell’area servizi sociali lasciando unbuon ricordo), che ha ottenuto 22.748 voti diven-tando il primo degli eletti del Pd, raccogliendopienamente l’eredità del suo “maestro” BrunoAstorre, detto “mister preferenze”, che tre annifa ottenne 22.355 voti. Per lui un doppio suc-cesso, personale e politico. Con il duo Lupi-Leodori, dunque, si consolidala spartizione del Pd dell’area della Provincia diRoma, basata sull’altro duo (Carella-Astorre)ma gli equilibri finora raggiunti potrebbero giàessere cambiati nelle proporzioni visto che Lupi,come detto, in troppi Comuni ha perso consensi.Ottimo successo anche per l’attuale Sindaco diMarino, Adriano Palozzi (Pdl), fedelissimo del-l’ex governatrice Polverini, che entra nel Consi-glio regionale forte dei suoi 12 mila voti. Non cel’ha fatta, invece, Marco Mattei (Pdl – ex Sin-daco di Albano Laziale), Assessore all’ambienteuscente della Regione, che ha ottenuto poco piùdi 4mila preferenze. Mattei paga i suoi fallimentinella gestione di un settore in cui ha dimostratodi avere le idee molto confuse, a cominciare daltentativo (in parte fallito) di ridimensionare ilruolo del Parco dei Castelli Romani. (A.S.)

EmmaBoninocentrosinistra

voti4.229 58,59%

ELEZIONI REGIONALI 2010ELEZIONI REGIONALI 2013

NicolaZingaretticentrosinistra

voti3.255 37,55%

voti2.852 42,63%

voti275 4,11%

voti447 6,68%

voti226 3,37%

voti33 0,49%

voti1.848 27,62%

voti401 5,99%

voti158 2,36%

voti46 0,68%

voti46 0,68%

Il Centrodestra nel 2013

Il Centrosinistra nel 2010

voti2.270 30,47%

voti266 3,57%

voti242 3,34%

voti138 1,85%

voti74 0,99%

voti1.615 21,68%

voti244 3,27

voti140 1,87%

voti94 1,26%

voti52 0,69%

Il Centrodestra nel 2010

Il Centrosinistra nel 2013

Il Movimento 5 Stelle nel 2013

voti2.213 25,53%

Il Centro nel 2013

voti420 4,84%

La Sinistra nel 2013

voti211 2,43%

Il Movimento 5 Stelle nel 2010

Non era presente

Il Centro nel 2010

voti158 2,36%

La Sinistra nel 2010

voti705 10,54%

Alle elezioni re-gionali del 28marzo ‘10 l’Udcsosteneva laLista Polverini

Alle elezioni reg.del 28 marzo ‘10RC, Verdi e IDVsostenevanoEmma Bonino

Francesco Storacecentrodestra

voti2.293 26,45%

Renata Polverinicentrodestra

voti2.948 40,84%

Page 17: Il Piccolo Segno marzo 2013

ROCCA DI PAPAil Segno - Marzo 2013 17

voti3.870 43,87%

CAMERA 2008CAMERA 2013

voti2.381 27,2%

voti3.572 40,49%

voti349 3,96%

voti2.065 23,6%

voti277 3,2%

voti3.633 41,19%

voti2.315 26,4%

voti3.622 41,06%

voti424 4,81%

voti1.933 22,1%

voti195 2,2%

Non era presente

voti2.951 33,7%

voti241 2,73

voti622 7,1%

voti349 3,96

voti218 2,5%

voti3.546 44,40%

SENATO 2008SENATO 2013

voti2.323 29%

voti3.271 40,95%

voti326 4,08%

voti2.031 25,4%

voti252 3,1%

voti3.324 41,62%

voti2.198 27,4%

voti3.312 41,47%

voti334 4,18%

voti1.807 22,6%

voti229 2,9%

Non era presente

voti2.538 31,07%

voti229 2,87

voti515 6,4%

voti326 4,08

voti159 2%

di Sergio RasettiAnche Rocca di Papa è an-data alla ricerca del cambia-mento. I numeri loconfermano. PD e Pdl hanno

ceduto forti quote di consenso, altri sonoscomparsi e le novità hanno fatto flop. IlMovimento 5 Stelle ha raccolto un risul-tato strabiliante: primo partito con 2.951e il 33,7 dei voti alla Camera. Il risultato non lascia dubbi, spalmatouniformemente sulle 12 sezione elettoralidel paese è anche il segno di un coinvol-gimento di tutte le classi sociali, delledonne, degli uomini e dei giovani, nellarichiesta di un cambiamento improroga-bile, anche della nostra comunità.Non sarà possibile sottovalutare il fattoche anche la situazione locale ha influitonella scelta degli elettori. E’ certo che essi dopo aver valutato glieventi politici, di cronaca e giudiziari,che hanno preceduto queste elezioni in

ambito nazionale e regionale, hannoscelto di indicare, anche localmente, qua-l’è la via da intraprendere: cambiare gliuomini e le donne che hanno avuto unruolo locale (dopo 2 legislature, 10 anni,uno ha dato quello che poteva e se nonpuò salire alle istanze superiori: Regione,Camera, Senato etc. non può pretenderedi restare a vita al Comune, deve lasciarespazio ad altri); dimostrare con l’esem-pio che in politica ci si mette a disposi-zione della comunità e si rinuncia, inquel periodo, agli affari personali se si in-trecciano con quelli pubblici.Con queste elezioni molti hanno abban-donato l’incomprensibile passività neiconfronti della politica che li portava avotare sempre per lo stesso partito e adare la preferenza indicata dai quattro at-tivisti locali, che si vedono soltanto perl’occasione, incapaci perfino di dare ga-ranzie credibili sul nominativo che pro-pongono.

Ora gli elettori di Rocca di Papa si aspet-tano che l’amministrazione cambi rapi-damente il passo, che apra una veraconsultazione popolare sulle cose dafare, che spieghi come pensa di ripianareil deficit milionario delle casse comunali,che rinunci a tentazioni di clientelismoresiduo nelle assunzioni o nelle operepubbliche, che non proceda a nuove edi-ficazioni prima che sia approvato il pianoregolatore. Sarà dura per i nostri, abituatia decidere a porte chiuse. Ma è l’unico modo che avranno per so-pravvivere fino alle prossime elezionicomunali. Gli elettori del Movimento 5 Stelle e glistessi che hanno votato per il PD, ottu-randosi almeno una narice, si organizze-ranno presto anche a Rocca di Papa enon ci sarà partita per chi non avrà volutocapire che un’era è finita. Ne cominciaun’altra, piena di incognite, ma che nes-suno potrà arrestare.

Camera e Senato, crollano Pd e Pdlil Movimento 5 stelle è il primo partito

Page 18: Il Piccolo Segno marzo 2013

APPROFONDIMENTO

ilSe

gno

-Mar

zo20

13di AndreaSebastianelliQuante volte ab-biamo sentito lafrase: “La scuola è

un luogo sacro perchéci vivono i nostri bam-bini!”? Decine e de-cine di volte ma agiudicare dalle condi-zioni delle strutturescolastiche di Rocca diPapa, qui la loro sacra-lità è messa seria-mente in discussione.L’inchiesta che vipresentiamo ha presospunto dal lavoroscrupoloso messo incampo da un Consi-gliere Comunale diRocca di Papa, Ema-nuele Crestini, cheper alcuni giorni haispezionato, visio-nato, osservato lescuole del nostro ter-ritorio, parlando conil personale docente,i dirigenti scolastici econ i genitori. Equello che ne èemerso è una con-danna senza vied’uscita. “Lo stato di abban-dono in cui si trovanole scuole di Rocca diPapa mette a repenta-glio la sicurezza deglialunni”. Questa laforte denuncia di Cre-stini dopo aver fatto lepulci agli istituti scola-stici del paese. “Unadelle situazioni piùgravi l’ho riscontratanel plesso LeonidaMontanari –affermail Consigliere – qui cisono perdite d’acquain quasi tutte le aule,la palestra ristruttu-rata due anni fa sipuò utilizzare solo sec’è bel tempo,l’ascensore non fun-

ziona e la piattaforma elet-trica per gli alunni diversa-mente abili da mesi è fuoriuso”. E stiamo parlando del-l’unica scuola media presentein un Comune con quasi17mila abitanti! “Nell’istitutoci sono perdite dal soffitto e daitermosifoni… e ovunque sivedono bacinelle messe inpunti strategici per racco-gliere l’acqua, tanto che neigiorni di pioggia i ragazzi sonocostretti a spostare i propribanchi nelle zone asciutte” cidice Crestini. In questi ultimi mesi i dirigentiscolastici hanno inviato decinedi fax al Comune di Rocca di

svolgere attività fisica soloall’aperto sperando che ci siail sole. “Sono stato accompa-gnato dal personale nelle aule– dichiara Crestini – ho vistocon i miei occhi le infiltra-zioni d’acqua dai muri deibagni e le finestre che vìo-lano tutte le norme di sicu-rezza. Il locale adibito comepalestra ma non utilizzabile –continua il Consigliere – è unospazio molto ridotto, non anorma e occupato in gran parteda banchi scolastici”. Lo stato di abbandono e lacompleta assenza dell’ammi-nistrazione comunale si regi-stra un po’ in tutti gli istitutianche in quelli di recente co-

struzione. Prendiamo peresempio la nuovissima scuoladell’infanzia sempre nel po-poloso quartiere dei “Campid’Annibale” (Via di Velletri),edificata circa tre anni fa:sono tante le cose che nonvanno. “Si inizia con la man-canza di una vera entrata pedo-nale per cui – afferma Crestini- si può passare solo attraversoun cancello elettrico di grandidimensioni privo di adeguatasegnalazione lampeggiante.Poi ho riscontrato una serie dielementi che minano la sicu-rezza dei bambini e potreb-bero causare loro dei danni –aggiunge– come i giardini instato di abbandono, piante ina-

Papa per richiedere inter-venti urgenti soprattuttoper la piattaforma elet-trica. “Ad oggi i ragazzicon un handicap sonocostretti a farsi aiutaredai bidelli per arrivare inaula e spesso occorronoanche due persone per-ché devono essere letteral-mente presi in braccio –continua il Consigliere chesembra un fiume in piena vistala delicatezza dell’argomento- per non parlare della loro di-gnità che sicuramente vienelesa quando si vedono caricatiper essere trasportati in classedi fronte allo sguardo attonitodei propri compagni”. I genitori, pur apprezzando illavoro svolto dai professori edal preside, sono disperati enon sanno più a che santo ri-volgersi per garantire unascuola sicura ai propri figli. Ese la situazione delle scuoledi Rocca di Papa è quella de-scritta dal Consigliere Cre-stini, non c’è da stare perniente allegri. Un altro plesso in cui sonostati riscontrati seri problemi èla scuola elementare deiCampi d’Annibale, una dellestrutture storiche di Rocca diPapa. Qui la porta dell’uscitadi sicurezza si apre diretta-mente su un balcone in mu-ratura completamentechiuso, per non parlare dellapalestra che, non essendo anorma, costringe i bambini a

Emanuele Crestini, Consigliere di Rocca di Papa,ha visionato le strutture scolastiche del paese equello che ne è emerso è un vero e proprio allarme

DisastroScuole

Scuola materna Campi,la recinzione fatiscente

è un vero pericolo pubblico

Emanuele Crestini

Scuola media Pocek,nelle giornate di pioggia dal soffitto della palestra cade l’acqua e gli alunni non possono fare attività

Page 19: Il Piccolo Segno marzo 2013

APPROFONDIMENTO

ilSegno-M

arzo2013

19

di Sergio RasettiForse gli articoli sulla scuola elementare delGiardino degli Ulivi, pubblicati sul nostrogiornale a gennaio e febbraio, sono stati lamolla che ha fatto finalmente attivare i geni-

tori interessati. Hanno preso carta e computer per scri-vere al Sindaco, all’Assessore ai Lavori Pubblici, alDirigente Scolastico, all’ASL di Frascati.Tra le innumerevoli cose che non vanno bene in questonostro paese, una è quella che risulta più insopportabile:non essere ascoltati da nessuno di coloro che, per sceltapersonale o per obbligo dovuto all’Ufficio che occu-pano, dovrebbero ri-spondere consollecitudine alle istanzerivolte dagli utenti deiservizi pubblici.Gli interessati, a quantoci dicono, avevano piùvolte segnalato verbal-mente un serio pro-blema: la presenza diun’importante umiditàsui muri di un’aula condistacco di intonaco.Potrebbe essere unaconcausa di sinusiti, tossi e bronchiti asmatiche dellequali i bambini sono con troppa frequenza affetti. Hannocosì deciso di dare ufficialità alle richieste di interveniresubito per risolvere il problema, sottolineando che riter-ranno i soggetti in indirizzo responsabili di qualsiasievento dannoso per gli utenti. Questa iniziativa riporta agli interrogativi che ci era-vamo posti sulla funzionalità di questa scuola nuova,dove sembrano necessari importanti lavori per eliminarela risalita di umidità sui muri o per la sostituzione di pa-vimenti “rompi gambe”, mentre, se la palestra risultasseinagibile per motivi strutturali sarebbe impossibile ri-mediare al danno. Intervenire non dovrebbe essere dif-ficile perché le imprese sono ancora sul luogo, visto cheil Comune ha concesso loro di edificare ancora per cen-tinaia di metri cubi di cemento, e possono risolvere tuttii problemi. La salute dei bambini e dei loro insegnanti comunquedeve avere la priorità. Per questo caro Sindaco, Asses-sore e Capo dell’Ufficio Tecnico, se non lo avete ancorafatto, siete pregati di occuparvi del caso immediata-mente.

Giardino degli Ulivi,i genitori si mobilitano

Infiltrazioni d’acqua e non solo

deguate, una recinzione dacantiere con fissaggi provvi-sori che spesso finisce a terra.Anche qui sono frequenti in-filtrazioni di acqua dai murie i soppalchi appaiono inagi-bili”. Una situazione poco confor-tante si è registrata anchenell’altro plesso scolastico divia dei Gelsomini, anch’essonuovo di zecca. “Lo spazioesterno, così come è stato pro-gettato e a causa della man-canza di manutenzione,costituisce un pericolo gravis-simo per i bambini - dice Cre-stini – come negli altri plessianche qui l’ascensore è fuoriuso, la palestra inutilizzabile ei bagni della materna non sonoadeguati poiché i lavelli sonotroppo piccoli per poter con-sentire ai bambini di lavarsi eil personale è costretto ad uti-lizzare i lavandini che si tro-vano nelle aule delle

elementari”. Chi amministra un Comunecome Rocca di Papa che, ripe-tiamo, è vicino ai 17mila abi-tanti, ha delle priorità darispettare che non dovrebberomai essere disattese. E tra que-ste priorità la scuola è determi-nante. In passato abbiamoelogiato l’amministrazione peraver realizzato due nuovescuole ma se a distanza dipochi anni le condizioni sonoquelle descritte da EmanueleCrestini allora vuol dire che lecose sono due: o i lavori ven-nero mal-eseguiti oppure lemanutenzioni non vengono ef-fettuate. “Non è ammissibile dare ainostri figli delle aule scolasti-che ridotte a un colabrodo nélesinare le opere di manuten-zione né soprassedere sullaloro messa in sicurezza” tuonail Consigliere Comunale di mi-noranza. “Ho costatato con i

miei occhi una situazione in-sostenibile per gli alunni chehanno sì il diritto all’istruzionema anche il diritto ad unascuola sicura e confortevole”.A Rocca di Papa le scuole difatto presentano gravi pro-blemi e l’attuale amministra-zione comunale al riguardonon ha mosso un dito. “Gli istituti scolastici cadonoa pezzi, le strade sono di-strutte, in Comune arrivanoogni giorno le richieste di ditteche vogliono essere saldateper fatture vecchie di anni, iprecetti sono all’ordine delgiorno per mancato paga-

mento mentre il debito comu-nale è arrivato alle stelle – de-nuncia Crestini – per nonparlare del fatto che in paese ilcommercio è morto e ci sonoopere pubbliche lasciate ametà da tempo. Tutto questo èlo specchio di una politica fal-limentare che ha portato il ter-ritorio allo sbando piùcompleto”. E a questo punto?“A questo punto io chiedo –conclude il Consigliere- le im-mediate dimissioni di que-st’amministrazione targataBoccia”.

Andrea Sebastianelli

Scuola media Pocek,la pedana per i disabiliè fuori uso da tempo

Scuola materna Campi,il soppalco è inagibile

perchè non sarebbe a norma

Scuola materna Vigne,lavandini regolari?

Scuola materna Campi, spigoli di marmo dappertutto

Scuola elementare Campi,l’uscita di sicurezza dà su un balcone in muraturachiuso su tutti i lati!

...e poi c’è anche la catena!

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ROCCA DI PAPA20 il Segno - Marzo 2013

La Rotonda del Tufo, S.Carlo e i bombardamenti

“Senza memoriaun paese è spaesato”

di Gianfranco BottiIn tempo di crisi, il futuro fapaura, meglio fare un tuffoall’indietro, aggrapparci alleradici dello sviluppo, per recu-

perare, oltre la memoria, slancio e vogliadi ritrovarsi partecipi della stessa realtà,territoriale e umana. A soddisfare l’esi-genza, occasione adatta avrebbe potutotrovarsi nel settembre scorso, col cente-nario della realizzazione della Rotondadel Tufo, risalente, appunto, nel settembre1912. Come sta scritto lì, su marmo (vedifoto), nel pilastrino centrale della rin-ghiera che, insieme allo sterro, ai sediliin pietra locale, ai vasi in stile Liberty al-lora trionfante, alla messa a dimora deglialberi ancora troneggianti, costituì l’in-sieme della realizzazione. Così, Rocca diPapa ebbe un altro balcone pregiato, sta-volta anche elegante, sul lago, sul mare,su Roma Eterna. Un belvedere capace dirichiamare visitatori per bellezza fisica:purezza d’aria, frescura, panorama; e perdelizia spirituale: sacralità e afflato d’am-biente, a tonificare l’animo, ad elevarlo ararefatti sentimenti. Come ciò abbia potuto ottenersi, ben sicomprende ove si faccia attenzione allafirma realizzatrice. Quella dell’Associa-zione Pro Rocca di Papa, una strutturatanto solida da durare fino a tutti gli anni‘50 del secolo scorso nel disvelare ai roc-chiciani le naturali potenzialità del paesee le strade per valorizzarle e per fruirnein avanzamento civile ed economico.Struttura sempre eccellente per acutezza,concretezza, disinteresse. Struttura cheebbe un edificatore di primissimo valore,Enrico Ferri, di cui dico solo che una suacollocazione in cima alla lista di beneme-riti per Rocca di Papa per me è scontata,sollecitando Vincenzo Rufini, bravo eonesto, per un approfondimento biogra-fico. Ricordare il centenario della Ro-tonda del Tufo, allora, sarebbe risultatomolto assennato. Per riproporre una pro-dezza paesana, un’associazione brillantee il suo illustre fondatore. Aggiungendovila speranza di rilucidare un senso d’ap-partenenza sbiadito e un orgoglio dellostare insieme a servizio d’un avanza-mento complessivo, etico ed estetico. Ricorrenza del bombardamentoAltra occasione per puntare alla ricosti-tuzione di una paesanità ricompattata sisarebbe potuta avere commemorando il14 febbraio del 1944, del primo bombar-damento aereo. Però, sia ben chiaro,quello d’una ritrovata coesione civicaavremmo dovuto considerarlo intentonettamente secondario rispetto all’ob-bligo della memoria per un avvenimentodrammatico, il più tragico della storiamoderna, con 35 vittime, distruzione,sofferenze per tutta la popolazione. Al-trove, scadenze simili trovano puntualecelebrazione anno per anno. Da noi no.Per rozzezza, per ignavia. Ed è male. Lamancanza di senso storico dà ambientegrigio, senza sfumature. Del bombarda-

mento l’anno prossimo segnerà il70°. Qualcuno se l’annoti.

Ricorrenza di S. CarloPoiché, però, la dinamica di unacomunità non è mai a un filo solo,ma complessa, ecco per il pros-simo novembre un’altra ricor-renza, di solennità intensa, adoppia valenza, civile e religiosa.Il 400° della elezione a patrono diSan Carlo Borromeo. Scadenzache, per essere degnamente ricor-data, richiederebbe preparazione. Qui, miintrometto, dichiarandomi, nella circo-stanza, pronto a collaborare. Natural-mente, senza chiedere niente. Enell’intromettermi non mi catastorcio.Come fa chi sullo zinale vada iscrivendosi“professionista intellettuale”. Non ho, io,posizioni da scalare o marchetta da in-grassare. Quella del professionismo era, e resta, unacategoria economica, indicatrice dellemodalità di sostentamento. Ogni altra in-terpretazione è equivoca. A meno che. Miintrometto perché so qualcosa. Chel’uomo è la misura di tutte le cose, che unpaese senza memoria fatalmente scivolanel degrado di paese spaesato, e mi intro-

m e t t operchéc o n o -sco unt e s t o ,anticoc o m el’Orca-t u r a :“Que-sta è la storia di quattro persone chiamateOgnuno, Qualcuno, Ciascuno, Nessuno.C’era un lavoro da fare e Ognuno era si-curo che Qualcuno l’avrebbe fatto. Cia-scuno avrebbe potuto farlo, ma Nessunolo fece. Finì che Ciascuno incolpò Qual-cuno perché Nessuno fece ciò cheOgnuno avrebbe potuto fare”.

Sabato 23 marzo il libro sarà presentato a RoccaLe sirene di Ulisse, l’ultima opera di Federico De Angelis Federico De Angelis, di cui ilSegno saltuariamente si onora diospitare preziosi interventi, ilprossimo sabaro 23 marzo pre-senterà a Rocca di Papa il suo ul-timo lavoro letterario, “Le sirenedi Ulisse”.La presentazione del nuovo librodi Federico si terrà alle ore 17.30presso l’aula consiliare di CorsoCostituente. Oltre all’autore, interverranno ilSindaco Boccia, la poetessaMaria Fondi, lo storico UgoOnorati e il critico Franco Cam-pegiani.La serata, moderata da PieroBotti, sarà inoltre allietata dalpianoforte di Valentina Gabrielli.

Mosaico con la nave di Ulisse durante l’episodio delle Sirene,

II-III secolo d.C. (Museo del Bardo)

L’On. Ferri

La rotonda del Tufo

Page 21: Il Piccolo Segno marzo 2013

ROCCA DI PAPAil Segno - Marzo 2013 21

“Ecco perchè alla scuola dei Campi i riscaldamenti sono sempre accesi”

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Mi chiamo Gianni Trinca esono un ingegnere impiantista.Mi sono occupato della pro-gettazione definitiva di tutti gliimpianti (tra cui quello di ter-moventilazione) della scuolacomunale di Via Vecchia diVelletri, in località Campid’Annibale. Vi scrivo in me-rito all’articolo comparso sulnumero di febbraio del Segno,relativo alla questione degliimpianti di riscaldamento ac-cesi anche di sabato e dome-nica.Prima di arri-vare alla que-stione facciouna breve intro-duzione preci-sando che lascuola è dotatadi un impiantodi riscaldamentoa pannelli ra-dianti annegatinel pavimento.Tale tipo di im-pianto, a bassa temperatura,sfrutta la trasmissione del ca-lore tramite irraggiamento enon convezione (come i nor-mali termosifoni per inten-derci). Considerando chel’edificio in questione è statodotato di caratteristiche termi-che passive (caratteristichedell’isolamento, pareti, infissietc.) tali da renderlo poco di-spendioso energeticamente;che il suo utilizzo (affatto sal-tuario, come potrebbe essereuna casa per le vacanze) e ilmaggior comfort che l’im-pianto a pannelli garantisce(non facendo intervenire moticonvettivi non abbiamo movi-menti di polveri e non ab-biamo stratificazioni dell’ariain ambiente tali da avere zonefredde), fa sì che tale sceltad’impianto sia nata quasi na-turalmente. In più, il pannelloradiante lavorando come dettoa bassa temperatura, consentedi utilizzare acqua di circola-zione ad una temperatura digran lunga più bassa rispettoall’acqua che circola in unnormale radiatore (si parla dicirca 40° C a fronte degli 80°C).Dopo questo cappello intro-duttivo arrivo nel merito del-l’oggetto dicendo che

l’impianto deve essere accesoanche sabato e domenica (inrealtà anche di notte se è perquesto), sebbene in attenua-zione. Qui tocchiamo l’unico puntoproblematico dell’impianto apannelli dovuto all’elevatainerzia termica. Trasmettendoil calore per irraggiamento,occorre un certo tempo, suc-cessivo all’accensione, primache l’ambiente arrivi a regime;stesso discorso nel caso di

spegnimento. Tale limite è su-perato dalla destinazioned’uso dell’edificio: nel caso sifosse trattato di un’abitazioneutilizzata saltuariamente (dueo tre settimane all’anno anchediscontinue), sarebbe stato de-leterio. Essendo invece unascuola (o comunque un edifi-cio pubblico assai utilizzato),tale problematica non inficiaun discorso generale di rispar-mio energetico complessivo.Mi capita sempre più spesso diutilizzare impianti a bassatemperatura anche per civiliabitazioni (con sistemi anchepiù complessi di quelli utiliz-zati per la scuola, quali adesempio: pompe di calore, si-stemi combinati anche confonti rinnovabili, sonde geo-termiche etc.). Per farsiun’idea generale se ne valga lapena, senza necessariamenteessere progettisti, occorre chesiano rispettate le seguenticondizioni essenziali: l’edifi-cio deve consumare pochis-simo (occorrono dunqueinterventi sugli involucri),deve avere una certa conti-nuità d’utilizzo, e deve essercilo spazio per collocarli. Un saluto e grazie per l’atten-zione.

Ing. Gianni Trinca

Registrati i risultati elettorali nazionali e regionali, una lezioneesemplare per quelli del politichese, del potere come cosa loro,delle ricche indennità a nominati e portaborse, di assunzioniper amici e clienti, degli incarichi facili e costosi; ora si tornaalla pratica del livello comunale. Il bilancio per il 2013 sarà ilpiù importante banco di prova per Amministrazione e Consi-glio Comunale. Sindaco e Consiglieri dovranno essere solarinelle scelte perché le difficoltà finanziarie di Rocca di Papa,“debiti milionari”, si dovranno spalmare su tutti e non soltantosui soliti noti come è accaduto fino ad ora. Come? Con l’impe-gno degli Uffici a recuperare arretrati e/o evasione con un la-voro pressante e documentato che sarà opportuno renderepubblico con i numeri dei soggetti “recuperati” e le cifre rela-tive. Sorprendono le decisioni già prese dagli Amministratoriche vanno ad incidere sul nuovo bilancio. Sono quelle relativead alcuni incarichi a tempo determinato che in tempi come que-sti si potevano evitare.

S.R.

Bilancio Comunale 2013,banco di prova importante

La scuola materna dei Campi

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ROCCA DI PAPA il Segno - Marzo 201322

Ci scrive il Consigliere di “Italcaccia”

“Confini del Parcodite solo falsità”

di Romano Buzi*Caro Sebastianelli,ancora una voltadevo contraddirlosul suo articolo di

questa mattina (apparso sulSegno di febbraio 2013, n.d.d.)sui 2.000 ettari di territorio re-galati ai cacciatori. Ancora unavolta Lei si contraddice confesserie, che mi permetta nondovrebbero far parte di un di-rettore di giornale, anche senon a tiratura nazionale. Le ri-batto punto per punto avendoseguito io stesso l’iter seguito.Le dico subito alcune precisa-zioni, l’unica delibera di Con-siglio regionale che fa fede, èquella del 1984 che ha appro-vato la perimetrazione delparco a 9.710 ettari, laghicompresi. L’errore storicocommesso dal Commissariodel Parco Orciuoli, è statoquello di non operare la nuovaperimetrazione definitiva suquella approvata dal ConsiglioRegionale del 1984, che erastata frutto di concertazione traRegione Lazio, ambientalisti,mondo agricolo e cacciatori.Qui caro Sebastianelli, sbagliquando pensi di imporre le tueragioni mistificando il tutto.C’è da dire infatti che il pianodi assetto formulato dall’expresidente del Parco Peduto,non è mai stato approvato dalConsiglio Regionale del Lazio,per cui a distanza di quattroanni, oltre che decaduto, non èmai passato all’approvazionesuddetta, questo lo dice anchela tanto reclamizzata sentenzadel T.A.R. del Lazio, citataanche dal Sostituto Procura-tore della Repubblica. Questanon è propaganda elettoraledel Commissario del Parco, iostesso come responsabile Ital-caccia, ho avuto occasione dilamentarmi sul comporta-mento tenuto da Orciuoli dopol’ultima riunione del 22 dicem-bre 2012. A lamentarci dob-biamo essere noi comecacciatori, che per quattro anniè stato tolto il territorio per lacaccia programmata, senzanessuna decisione regionale,ma soltanto perchè sono scat-tate le norme di salvaguardia.

Caro direttore, puoi stare tran-quillo che su una eventuale ap-provazione regionale, se sifarà, ci sara immediatamente ilricorso della nostra associa-zione al T.A.R., per il ripristinodella perimetrazione delibe-rata, tranne qualche piccola va-riazione che non può esserefatta con il compasso, ma conterritorio che merita di esserevincolato. Quindi Lei scriveoggi una serie di falsità e miauguro che abbia almeno il co-raggio morale e civile di direcome stanno sicuramente oggile cose. Non sono stati tolti alparco 2.000 ettari di territorio,ma ne sono stati aggiunti4.000, e se mi consente inmodo arbitrario, pretestuoso esenza alcuna validità giuridicae ambientale. Provi a mo-strarmi il contrario se ne ha ilcoraggio. Non dica sempre fal-sità, il giornale da Lei diretto èletto anche dai cacciatori, al-cuni dei quali lo sostengonosponsorizzandolo. Cerchi diragionare al di fuori delle Suetendenze politiche, avrebbedovuto contestare l’atto illegit-timo di Peduto, questo di Or-ciuoli pure illegittimo sarà danoi contestato in ogni grado digiudizio. E se poi Lei vorràfarsi anche una certa culturadelle leggi, legga la 157/92,quella Regionale 17/95, e ladelibera 475 del 1998 sulpiano faunistico venatorio Re-gionale, qualora ne fossesprovvisto, anche se con il pcoggi si può estrapolare ognilegge, ne chieda a me unacopia. E se ancora volesse sa-pere allo stato attuale come èoggi la ripartizione del territo-rio, chieda alla Provincia diRoma, gli risponderanno,come hanno risposto ad Or-ciuoli, che il territorio preclusoall’attività venatoria è circa il40% anzichè 30% come previ-sto dalle leggi citate. E allorale leggi dovrebbero esseresempre rispettate anchequando sono leggi sulla caccia,che può piacere o meno, ma ilrispetto è un’altra cosa. Distintisaluti.

*Consigliere Nazionale Italcaccia

Andrea SebastianelliCaro Buzi,le dico subito cheha ragione: ha ra-

gione a considerare il commis-sario del Parco Orciuoli comeun errore storico; ha ragione“a lamentarsi del comporta-mento tenuto da Orciuoli dopol’ultima riunione del 22 di-cembre 2012”; ha ragione adire che il tentativo del com-missario di ridurre il Parco di2.000 ettari è “illegittimo e danoi contestato in ogni grado digiudizio”.Ma va pure detto che il poverocommissario liquidatore nonera proprio in grado di farealtro, oltre che promettere, ri-mandare, rassicurare. Un po’p e r c h és e m b r ache nonsia esatta-mente unospecialistadi materiea m b i e n -tali, un po’p e r c h ép r o p r i onon si po-teva supe-rare unalegge conq u a l c h eb l a n d opropon i -m e n t oelettorale.Insomma,caro Buzi, lei ha puntato su uncavallo sbagliato! Ha fondato isuoi ragionamenti più su unabbaglio, che su una qualchecertezza giuridica. Questo non lo dico io, sem-plice direttore di un giornalelocale, ma le cose che stannoscritte negli articoli di legge.Solo per fare un esempio: vo-lendo tornare alla perimetra-zione della legge originariadel Parco, come lei invoca agran voce, si tornerebbe a unperimetro che comprende40.000 ettari, perché questodiceva la legge regionale isti-tutiva (n. 2/1984). Ovvia-mente questo lei lo ignora, mapazienza.

Il Piano del Parco, adottato nel2009 e recepito – integral-mente – dal commissario, chesta al Parco da tre anni, nondecade affatto, anzi esplicatutte le sue valenze di tutelaambientale in forza dell’asso-luto valore giuridico delle suenorme. Su questo ci sono bentre sentenze del Consiglio diStato (3516, 3517 e 3518 tuttedel 2012), che lei ovviamentenon cita, forse perché non neha mai sen-tito parlare.In parolecomprensi-bili a tutti,dicono cheil Piano diPeduto valee come! La

riprova? Il commissario delParco non lo ha modificato diun millimetro.Stia tranquillo, lei potrà cac-ciare. Uccelli e selvagginastanno lì apposta, ma non nelParco. La legge dice chequello è reato!Circa i suoi amici cacciatoriche finanzierebbero Il Segnocon i loro soldi, al sottoscrittonon risulta visto che le unicheentrate economiche del nostrogiornale sono quelle che ognimese appaiono sulle sue pa-gine. Introiti “nascosti” non neabbiamo mai avuti, non ne ab-biamo e mai li avremo. Quindi la sua informazione èdel tutto falsa.

La risposta del Direttore

“Avete puntato sulcavallo sbagliato”

Matteo Orciuoli

Page 23: Il Piccolo Segno marzo 2013

ROCCA DI PAPAil Segno - Marzo 2013 23

Malgrado la nascita di un’associazione animalista di Rocca di Papa

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di Daniela Di RosaDa anni collaboro con la fon-datrice e presidentessa di unaassociazione animalista, Arci-pelago 2000.

Il mio percorso cominciò da ragazzinacon la tessera dell’Enpa (Ente NazionaleProtezione Animali), passai al famosoWWF... più adulta mi iscrissi a Green-Peace perché il mondo è uno e va difesointero! Tutto è importante in difesa del-l’ambiente... poi arrivò la Lipu (in difesadei volatili). In seguito feci la tessera dellaLav (Lega AntiVivisezione). Ancora oggipur avendo tecniche sostitutive più mo-derne e mirate (staminali, ricostruzionidei processi medici su computer, ecc.) sipreferisce torturare animali innocenti. Però queste collaborazioni si limitavanoa pagare una tessera annuale… poi ilvuoto! Se trovavi un cucciolo, un cane fe-rito, una gatta coi micini, provavi a chia-mare ma nessuno poteva aiutarti,rimaneva e rimane solo il canile! Poi avvenne una specie di miracolo: co-minciavano a nascere decine, forse centi-naia di piccole associazioni cheoperavano su tutto il territorio nazionale(e ora grazie a internet anche a livello in-ternazionale). Oggi, queste associazionidi volontariato, le trovi in ogni città opaese (non sono entità astratte comequelle indicata sopra), ma donne, uomini,giovani e vecchi che senza prendere soldie con spirito di abnegazione, si occupanodi randagismo. Corrono, aiutano, salvanomigliaia di cani, gatti e altri animali… ap-punto un Arcipelago! Paola Zampetti èuna di queste grandi piccole donne, daquasi vent’anni tramite me e altri volon-tari (tra cui Giorgio Serafini) cerca di ri-solvere il problema dei cani di Rocca dipapa, ho perso il conto di tutte le cuccio-

late, cagne incinte, cani feriti del nostropaese che grazie a lei hanno trovato unacasa, è l’unica ad essere sempre pronta adare una mano, anche economica… peròa tutto c’è un limite! Quando fu annun-ciata la nascita di un’associazione anima-lista qui a Rocca di Papa, Il grupporandagio, Paola e io tirammo un sospirodi sollievo: finalmente altre persone si fa-cevano carico di questo problema! Purtroppo, a distanza di circa due anni,non è andata proprio così: o gli abbandonidi animali sono in aumento oppure le per-sone continuano a rivolgersi prevalente-mente a noi. Vi racconto l’ultimo episodio: una ca-gnetta viene investita (poi abbandonatasulla strada) e una volontaria di Rocca diPapa invece di rivolgersi all’associazionelocale di cui fa parte chiama Paola Zam-petti per avere un aiuto; Paola fa operarela cagna con l’assicurazione che le spese(costo dimezzato grazie ad una conven-

zione di Arcipelago 2000) sarebbero statepagate da loro e la promessa di ripren-derla appena guarita per portarla al rifu-gio. Ho parlato allora con Serafini per avererassicurazioni in merito, ho proposto unacolletta a cui avrei partecipato anch’io…ma niente, spariti, nessuno dell’associa-zione si è più presentato (almeno fino almomento in cui sto scrivendo quest’arti-colo), Paola deve metterci i soldi e accu-dire da sola la cagnetta. Ma il Gruppo

randagio dov’è? Perchè dopo aver postoil problema è scomparso?A questo punto vorremmo capire comemai Il gruppo randagio sia poco presentesul territorio malgrado l’impegno di al-cune volontarie: possibile che quest’asso-ciazione non abbia sottoscritto almenouna convenzione con un veterinario comefanno tutte le altre? Giorgio Serafini (de-legato comunale ai diritti degli animali)fa parte del Gruppo randagio? Nel paese c’è tanta confusione, conti-nuano a pormi domande a cui non so ri-spondere. Perchè non fare un incontropubblico per farsi conoscere e coinvol-gere la cittadinanza?

Paola Zampetti

Il gruppo randagio

Page 24: Il Piccolo Segno marzo 2013

ROCCA DI PAPA il Segno - Marzo 201324

Un lettore torna a parlare del Centro Anziani dei Campi

“Rispondere alle domandeè innanzitutto un dovere”

Leggendo la risposta del Comi-tato di Gestione e del Presidentedel Centro Anziani di Rocca diPapa, apparsa sul numeroscorso, la cosa che risalta di piùè che invece di rispondere condegli argomenti validi, si è pre-ferito insultare tacciando di vi-gliaccheria solo chi ha espressole proprie idee e posto alcunedomande. Abbiamo preferitofarlo attraverso la stampa e nonin assemblea in modo che anchei soci che non frequentano ilCentro (e sono la maggioranza)siano informati di come vannole cose visto che voi non lo fate,e lo facciamo dicendo le cosecome stanno. Nella risposta mentite quandodite che l’approvazione del Bi-lancio 2011 non era di vostracompetenza ma di altri. Ma voidove eravate? Perchè ci risultache 5 membri dell’attuale Comi-tato di Gestione facevano partedel vecchio Comitato eletto peril periodo 2008-2011, pertantoera anche compito vostro e nonsolo degli altri approvare quelBilancio. Quando vi riferite agliarticoli 5, 6 e 8 dello Statuto, nonc’è nessun riferimento al paga-mento della quota, tantomeno al-l’aumento del 50% però ciaccusate di non aver citato l’art.7. Non l’abbiamo fatto perchèquesto riguarda “casi particolaridi iscrizioni” riferite ai non resi-denti. Se veramente volete infor-mare tutti i soci, cominciate adaffiggere presso la sede lo Sta-tuto per intero così i soci capi-ranno chi mente e chi no.

Noi Soci

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Ho letto con sorpresa la letteradel Presidente del Centro an-ziani di Rocca Papa, e ho vo-luto fare qualche osservazione.Specifico che non sono sociodel centro perché ancora “gio-vane” sia per età che per spi-rito.- Mi sorprende il tono utiliz-zato dal Presidente. Parlare divigliaccheria, disprezzo, di-sgusto... esprime dei senti-menti legati alla sfera affettivache non hanno niente a che ve-dere con una domanda di tra-sparenza e di informazioni. Iltipo di linguaggio di chi as-sume una carica deve essere ri-spettoso di chi ha di fronte, edeve dare tutti i chiarimenti ri-chiesti, visto che fa parte dellasua funzione, una rispostachiara senza forme di giudizioè la più grande prova di ge-stione trasparente. Non c’èniente di offensivo a chiedereinformazioni ma il tipo di ri-sposta data invece di calmarele acque rischia di peggiorarele cose, di aumentare le in-comprensioni, il malcontento,pure se è espresso da una mi-noranza.- E’ evidente che gestire uncentro anziani con più di 1000soci, richiede tanto impegno el’assunzione di una grande re-sponsabilità, ed accettare lacritica è segno di maturità e divolontà di coinvolgimentodegli altri. Responsabilitàvuole anche dire che si abbiacoscienza che ricevendo de-

naro pub-blico (ilc o n t r i -buto delC o -m u n e ) ,cioè daparte ditutti i cit-tadini, ed e n a r opr iva to ,cioè daisoci, sideve rendere conto del suo uti-lizzo agli occhi di tutti e nonsolo dei soci. Sono sicuro cheè quello che è stato fatto, mavisto che sappiamo tutti che lapresentazione dei bilanci è no-iosa, spesso poco chiara agliocchi dei comuni cittadini,un’ulteriore spiegazione nonfa male a nessuno. Inoltre sonoandato sul sito del Centro an-ziani, sarebbe utile che lo sta-tuto, le attività con i loro varicosti, le entrate e le uscite visiano pubblicate, questo impe-direbbe qualsiasi falsa inter-pretazione, così comedovrebbero essere affissi inbacheca nel Centro anzianostesso (ma suppongo che que-sto è stato fatto). Tutto ciò per-metterebbe a chi non puòfrequentare il centro di essereinformato delle sue attività.- Fare riferimento ad altri cen-tri, senza specificare quali,parlando solo dell’iscrizione,non ha alcun senso, sarebbeopportuno parlare delle attività

svolte da questi centri. Infatti,ho letto l’insistenza con laquale si fa riferimento ai pac-chi distribuiti in occasionedelle feste, pacchi sempre gra-diti da chi li riceve, ma se lascelta di non distribuirli ècompensata per esempio dacorsi d’informatica, d’italiano,d’inglese, d’arte... da visiteculturali... penso che alcunisoci sarebbero più contenti dipassare il pomeriggio a scam-biare conoscenze, di svolgereattività che permettono lorouna miglior integrazione, unadattamento alla società mo-derna ed un accrescimentopersonale.Ringrazio in anticipo il Presi-dente di farci conoscere leprossime attività che sarannoproposte ai suoi soci al fine diaumentare l’interesse e la par-tecipazione al Centro stesso,questo non per polemica, maper maggior informazione ecomprensione tra i cittadini.

lettera firmata

Un dibattito aperto“Perchè nonappendetelo Statuto?”

Page 25: Il Piccolo Segno marzo 2013

ROCCA DI PAPAil Segno - Marzo 2013 25

“La lieve nevicata del 25 febbraiofradisorganizzazioneeincapacità”

di Danilo Romei*Siamo alle solite. E’ bastata lanevicata di alcune ore per man-dare in tilt un intero paese esvelare a quale punto di non ri-

torno sia arrivata la macchina amministra-tiva. Nonostante l’amministrazione abbiaattivato un “piano neve” (con responsabiliben remunerati e tante parole e numerosepromesse) non si è riusciti ad affrontareprontamente l’emergenza neve, peraltrogià prevista da almeno tre giorni. L’interopaese si è bloccato, i cittadini non sonoriusciti ad uscire di casa perché le stradeerano impraticabili; per qualche ora, ilcaos totale. Eppure, sarebbe bastato orga-nizzarsi in tempo! Soltanto la costante presenza e l’impegnodegli agenti della Polizia Municipale sonoriusciti ad evitare il peggio.La disorganizzazione regna sovrana.La nevicata dello scorso 25 febbraio hasvelato una verità assoluta: l’attuale am-ministrazione sta volgendo alla resa deiconti. Conti in rosso, naturalmente! I debiti nei confronti di ditte e creditorivari sono ormai talmente elevati che saràpraticamente impossibile saldarli tutti, no-nostante gli amministratori abbiano cer-cato di vendere tutte le proprietàimmobiliari dell’ente, rendendo Rocca diPapa sempre più povera! Lo spreco di de-naro pubblico perpetrato da chi ci governanegli ultimi anni ha ripulito le casse co-munali. Molti progetti di lavori pubblicisi son rivelati un totale fallimento. Solo alcuni esempi: il parcheggio interratodi Piazza Claudio Villa che da tempo su-bisce gravi infiltrazioni di acqua piovana;le scuole appena costruite che cadono apezzi: muffa sulle pareti, infiltrazionid’acqua piovana, pavimentazioni esternecostruite con materiali non idonei che co-stituiscono reale e perenne pericolo spe-cialmente per i bambini; il parcheggio diPiazza Valeriano Gatta che doveva diven-tare fiore all’occhiello di Rocca di Papama che, a distanza di due anni dalla posadella “prima pietra” è ancora uno schele-tro. Per non parlare poi dell’ex albergoEuropa per il quale sono stati spesi clamo-rosamente milioni di euro di denaro pub-blico e che sfacciatamente fa bella mostradi sé in Piazza della Repubblica con iverdi bandoni dell’eterno cantiere e l’in-terno che è divenuto una discarica. E aggiungo all’infinito elenco di sperperida parte dell’amministrazione anche l’uti-lizzo degli autoveicoli in dotazione alCorpo dei Vigili Urbani che regolarmentevengono utilizzati come taxi per assessorie dipendenti con tanto di autista “Vigile”sottratto al servizio di pubblica sicurezza.Per equilibrare i conti del bilancio comu-

Spreco di soldiLa strana ideadei dossi semoventioggi diventatiun pericolo

Viale Enrico Ferri è una delle strade principali di Rocca di Papa. Circa due annifa, in occasione dei lavori di rifacimento del manto stradale, l’amministrazioneinstallò sull’asfalto (tra lo stupore diffuso) dei dossi semoventi per delimitare lezone pedonali. Oggi i dossi sono sparsi un po’ dappertutto creando un serio pe-ricolo sia per i pedoni sia per gli automobilisti. Soldi sprecati per un’idea che definire pessima è poco.

nale, i nostri amministratori aumentanole tasse e riducono al minimo la spesa deiservizi sociali per la parte debole della

nanziario. Meditiamo, compaesani!

*Consigliere Comunalepopolazione. Questo sistemaadottato da anni sta portandoRocca di Papa a livelli di de-grado mai visti. L’ammini-strazione ha dimostrato untotale disinteresse verso il fu-turo del paese, una totale in-differenza nei confronti deicommercianti, degli artigianie di tutte le attività produttiveche faticosamente tengono invita le loro attività, nono-stante la grave crisi econo-mica generale. Addiritturaanche gli esercenti del mer-cato settimanale mi hannoconfidato la volontà di rinun-ciare al posteggio a Rocca diPapa; eppure, ricordo beneche il venerdì, giorno delmercato, era quasi un giornodi “festa”.Durante il Consiglio Comu-nale dello scorso giugno, inoccasione della discussionesul bilancio Comunale,avevo già espresso la miaconvinzione che a breve gliamministratori, pur ven-dendo tutto il patrimonio co-munale, non avrebberopotuto evitare il declino fi-

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Ci scrive la responsabile del settore socio-culturale

“Libri scolastici, peri rimborsi funziona così”

ROCCA DI PAPA26 il Segno - Marzo 2013

Regaliamo 1 mese di corso ZUMBAa chi si iscrive

entro marzo 2013!LLeezziioonnee ddii pprroovvaa ggrraattuuiittaa Istruttore Andrea De Angelis

In merito all’articolo di PaolaGatta, apparso sul n. 2 delmensile del 2 febbraio 2013 apag. 16, in risposta a quantoerroneamente asserito ri-guardo la procedura del rim-borso dei libri scolastici, siprecisa quanto segue:l’avviso per il rimborso deilibri scolastici è apparso il 21gennaio non appena la Re-gione Lazio ha pubblicato ladeliberazione n. 588 del5/12/2012 e la determinazionen. B 09679 del 19/12/2012 conle quali sono stati individuati icriteri di ripartizione dei fondistatali e approvate le lineeguida per i Comuni. Questaprocedura vale per tutti i Co-muni della Regione Lazio.La scadenza del bando è fis-sata al 15 marzo 2013 e quindisono stato previsti quasi duemesi di tempo per la presenta-zione delle domande.

Lo scontrino fiscale non puòessere accettato, e questo daanni, sempre per disposizionedella Regione, che ha recepitouna direttiva dell’Agenziadelle Entrate nella quale vieneevidenziato che dagli scontrinifiscali non è possibile stabilirené la natura e la tipologia delbene acquistato, né se il bene-ficiario del contributo in que-stione sia il medesimo che hasostenuto materialmente lespese. Sperando di aver fattochiarezza sull’argomento in-vito il Movimento CinqueStelle a collaborare e a relazio-narsi con le istituzioni locali alfine di rendere una più correttainformazione ai cittadini, cosìcome suggerito dalle loroammirevoli intenzioni. Distinti saluti.

La Responsabile del Settore SocioculturaleDott.ssa Annalisa Gentilini

Ringraziamo la dott.ssa Gen-tilini per la precisazione che,per la verità, non smentiscequanto riportato nell’articoloin questione, cioè che i citta-dini riescono a sapere dellemodalità di rimborso dei libridopo averli già acquistatianzichè, come sollecitava ilMovimento 5 stelle di Roccadi Papa, all’inizio dell’iter.Sappiamo che i finanziamentiin questo settore sono gestitidalla Regione Lazio ma sa-rebbe sufficiente (visto che cisono anche genitori che perla prima volta iscrivono i figlia scuola) informarli al mo-mento dell’iscrizione che,nell’anno precedente, i rim-borsi sono stati concessi inbase a determinate modalità.Il Comune farebbe una bellafigura, i genitori sarebberocontenti e i Cinque Stelle nonsi lamenterebbero più. (P.G.)

Il Movimento 5 stelle di Roccadi Papa comincia a muovere isuoi primi passi e la fa attra-verso riunioni e assemblee incui si affrontano le tematicheche riguardano il territorio. Ilprimo incontro, che ha visto lapartecipazione di circa 70 citta-dini, si è tenuto lo scorso 5marzo presso il ristorante “Lavecchia stazione” e, come avevaanticipato l’organizzatore delmeetup roccheggiano, RobertoFondi, “qui non ci si incontraper mangiare ma per discutere”. E così è stato. Dopo aver analiz-zato le ultime elezioni che hannopremiato il movimento di Grillo,ed aver discusso di alcuni seriproblemi locali (tra cui l’auto-parco di Via dei Laghi), ilgruppo ha deciso la nascita diuna pagina facebook ufficiale(http://www.facebook.com/pages/Movimento-5-Stelle-rocca-di-papa/421846174571239) per co-noscere le attività portate avantidal m5s. Per aderire al Movi-mento è sufficiente collegarsi alseguente link: http://www.mee-tup.com/meetup-rocca-di-papa-a-cinque-stelle/

Paola Gatta

I Cinque Stelledi Roccasi incontrano

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ROCCA DI PAPAil Segno - Marzo 2013 27

Alla scoperta della Scuola di ballo dove il divertimento è un’arte di Andrea SebastianelliSul numero scorso del Segno, ilmaestro Franco Carfagna ci hafatto tornare indietro di circacinquant’anni quando Rocca diPapa era colpita da una sorta di“febbre da ballo”. A quei tempic’erano molte sale da ballo ecentinaia di giovani davanosfogo alla loro creatività e al di-vertimento. Si ballava alla ter-razza della stazione funicolaredove le serate erano animate daRiccardo Guidi, un simpaticis-simo e vivace ragazzo che conla sua quadriglia faceva diver-tire i roccheggiani e i cosiddetti“villeggianti”.Una tradizione che prosegueancora oggi. Da alcuni mesi, in-fatti, ci arrivano segnalazioni diuna scuola di ballo molto attivae a cui partecipano decine diroccheggiani, tra bambini,ragazzi e adulti. Per sapernedi più, e per analizzare que-sto fenomeno di massa,siamo andati all’auditoriumdella Chiesa Sacro Cuoredei Campi d’Annibale, dovesi tengono i corsi, e la sor-presa è stata davvero ina-spettata. La scuola di balloè gestita da ballerini profes-sionisti della “Roma DanceStudio” di Paolo De Ange-lis, il quale ci ha spiegatocome è nata l’idea di im-mergersi anche nel cosid-detto “ballo sociale”, rivoltoquindi a tutti, organizzando unavera e propria scuola a Rocca diPapa. “E’ stata una sorta di sfida–ci spiega- perché Rocca diPapa è la città d’origine di miamoglie Anna Guidi, nipote del

suddeto Riccardo e qui, da ra-gazzi, cominciammo a muo-vere i primi passi. Quindi,insieme ai nostri figli, Andrea eMarco, ballerini professionisti,abbiamo deciso di metterci alservizio di quello che è un veroe proprio bisogno: ballare di-vertendosi”. Quando parla diballo, gli occhi di Paolo si illu-minano, soprattutto quando ri-corda i sacrifici fatti da Andreae Marco in questo difficile set-tore. “Oggi questa è la loro pro-fessione ma questo traguardoha richiesto un grande impegnoe tanta forza di volontà”. La scuola è attiva da circa unanno, e in pochi mesi ha fattoregistrare un grande successo intermini di iscritti. “E’ stata unasorpresa anche per noi, ci aspet-tavamo una buona accoglienza

ma non in questo modo. Ab-biamo attivato diversi corsi checi stanno dando molte soddisfa-zioni. Soprattutto quelli rivoltiai bambini stanno riscuotendoun grande successo”. I circa 80

bambini vengono seguiti conprofessionalità e sensibilità daimaestri e già dopo poche setti-mane dimostrano di avere unapredisposizione innata per ilmovimento e il ballo. Oltre adAndrea e Marco la scuola si av-vale delle capacità di due splen-dide ragazze danesi, anche loroballerine professioniste, Frede-rikke Norgaard e EvangelineNorgaard che fanno coppia coni due fratelli Andrea e Marco.“Il nostro intento –continua aspiegare Paolo- è quello di faravvicinare al ballo tutti coloroche sentono una specie di attra-zione fatale per questa disci-plina e i risultati fin qui ottenutici dicono che stiamo sullastrada giusta”.I corsi riguardano molte specia-lità, dai balli di coppia latino-americani e caraibici al liscio,dai balli di gruppo e coreogra-fici fino a quelli standard. Infineha riscontrato un forte successoil corso di zumba, il nuovomodo di fare aerobica riu-scendo a coniugare per-fettamente il fitness e ladanza in modo piace-vole e originale. Lo scorso anno i ra-gazzi della scuola diballo “Roma DanceStudio” si sono esibitiin occasione della ma-nifestazione “Ballandosotto le stelle” presso ilParco dei Campi d’An-nibale e, in quell’occa-sione, hanno potutodimostrare che il ballo èinnanzitutto diverti-mento e tutti possono

imparare, anche quelli che ri-tengono di non sapersi muo-vere. “Stiamo già lavorandoalla terza edizione di Ballandosotto le stelle –conclude PaoloDe Angelis- e quest’anno sonoconvinto che riusciremo a sor-prendere ancora di più”. Per ri-cevere ulteriori informazioni èpossibile telefonare diretta-mente a Paolo (347-7007380).

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Page 28: Il Piccolo Segno marzo 2013

VAGABONDANDO il Segno - Marzo 201328

di Camilla LombardozziOramai sono anniche la Marvel ha de-ciso di riportare sul

grande schermo i fumetti chehanno fatto la storia, rimanendoimpressi nella testa di piccini edadolescenti, accompagnandoli, inun certo senso, nella loro crescita.Tutti i film, a partire da Iron Man,Thor, Capitant American ed ilformidabile The Avengers, hannoavuto un successo strepitoso, in-cassando milioni di euro, così chela Marvel, entusiasta della tantaacclamazione, ha deciso di ripor-tare in auge nelle sale cinemato-grafiche i sequel di questepellicole.Primo fra tutti sarà Iron Man, ar-rivato al terzo capitolo della saga,con protagonista il brillante play-boy, miliardario, filantropo TonyStark, interpretato dall’attoreRobet Downey Jr., il film uscirànelle sale cinematografiche ilprossimo 24 aprile ed in occa-sione di un’intervista rilasciata aYahoo Movies, Downey spiegache girare Iron Man alle volte èirritante.Difatti, nelle scene in cui noi spet-tatori veniamo catapultati diretta-mente all’interno dell’armatura diIron Man e vediamo il viso diStark in primo piano, per l’attorerisulta essere davvero faticoso,questo perché sono sequenze gi-rate in Heads Up Display, ovverosono riprese che immobilizzanocompletamente Downey.Ecco le sue parole: “Di solitosono le ultime scene che giriamoe consistono nel rivivere essen-zialmente il film in primo piano.Mettono davvero a dura prova lamia pazienza, sei costretto a ri-farle dieci o dodici volte, perchési deve trovare la posizione giustadella telecamera, ed è frustante,nonostante io sia un tipo a cuipiacciono le sequenze d’azione”.In questo nuovo ed avvincenteIron Man, l’armatura di Starksarà più maneggevole, robusta edotata di nuovi gadget all’avan-guardia. Il miliardario questavolta dovrà vedersela con un ne-mico ancor più terribile, la cuionta non conosce limiti. Messocon le spalle al muro Tony Starkfarà di tutto affinché il suomondo non venga distrutto dallamalvagità di questo essere.

In giro per musei... Museo della Civiltà Romana

La storia di Romasvelata in tutti i dettagli

di Marcello LoisiSituato nella sceno-grafica cornice ar-c h i t e t t o n i c adell’Eur, sorge un

vasto museo che, pur facendoparte del circuito museale diRoma (Musei in Comune), ri-sulta meno frequentato rispettoa quelli del centro. Stiamo par-lando del Museo della CiviltàRomana, un’esposizione per-manente di calchi e riprodu-zioni di statue, bassorilievi,parti di edifici e testimonianzedella cultura materiale (suppel-lettili, strumenti di lavoro, og-getti di uso domestico) attinentiall’antica Roma, dalla sua fon-dazione all’apice dell’espan-sione, nell’epoca imperiale etardo imperiale.La collezione ha avuto originedalla Mostra Archeologica del1911, curata dal celebre ar-cheologo Rodolfo Lanciani peril Cinquantenario dell’Unitàd’Italia. Alla fine delle celebra-zioni istituzionali, il materialevenne collocato, in modo prov-visorio, nell’ex convento diSant’Ambrogio. Più tardi, nel1927, fu sistemato nell’ex pa-stificio Pantanella (vicino allaBocca della Verità), che di-venne per l’occasione il Pa-lazzo dei Musei. Nel 1929, sicostituì il Museo dell’ImperoRomano, che svolgeva anche lafunzione di archivio storico e dicentro studi sul mondo ro-mano. Un importante allarga-mento della collezione si ebbenel 1937, quando fu organiz-zata – in occasione del bimille-nario della nascitadell’imperatore Augusto – la

Mostra Augustea della Roma-nità, esposizione intrisa di reto-rica fascista ospitata tra le saledel Palazzo delle Esposizioni.Per l’Esposizione Universale diRoma, che si sarebbe dovutasvolgere nel 1942, si progettòdi disporre definitivamente imateriali raccolti in un edificioa loro dedicato. I lavori inizia-rono, ma le vicissitudini belli-che li interruppero. Solo dopola guerra, grazie anche al finan-ziamento della Fiat, l’attualeMuseo della Civiltà Romanavide la luce, aprendo le porte aivisitatori nel 1955.Il Museo è articolato in 59 se-zioni, che ci offrono l’opportu-nità di approfondire diversetematiche, come la vita pub-blica, la scuola, l’alimentazionee gli spettacoli. Le teche con-servano riproduzioni di attrezzida lavoro, prodotti dell’artigia-nato, strumenti musicali, og-getti legati alla religione. Unodei materiali più interessanti èsicuramente la Colonna Tra-iana, o meglio, i calchi in gessodell’intero sviluppo dei fregiche rivestono la grande co-lonna che si eleva sui Fori Im-

periali. Tali riproduzioni ciconsentono di apprezzare det-tagli che altrimenti non po-tremmo notare, considerandoche la colonna è alta quasi 40metri. Un altro elemento por-tante della collezione èl’enorme plastico della Romacostantiniana (IV secolo d.C.),talmente grande da occupareuna sala intera. La vista del pla-stico si può godere dalla balco-nata sovrastante che locirconda su tutti i lati.Questo museo potrebbe costi-tuire una tappa interessanteper un ideale percorso turi-stico di tipo storico-archeolo-gico. L’opportunità diapprofondire alcuni dei tantiaspetti della civiltà dellaRoma antica, ci permette divedere la città con altri occhi,di comprenderla non solonelle sue forme attuali, maanche in una visione storicache si sviluppa nei secoli.Inoltre, per noi abitanti deiCastelli Romani, potrebbe es-sere un’occasione per interes-sarci all’evoluzione di unacultura molto vicina e dalleradici comuni.

I retroscenadal nuovo set di Iron Man

Il Museo della Civiltà Romana all’Eur

La poesia del mesedi Anna Giovanetti

Donna, creatura fragile e forte al tempo stessosottomessa e umiliata nella storia ma coraggiosa e fiera di emergere ed affermarsicon forza in ogni campo.Donna, dolcezza, bellezza, intelligenza e arguzia,donna compagna, madre, spirito essenziale di vitaeppure così strutturalmente indifesada essere bersaglio di offesa,di crudeltà, di schernoladdove impera la bramosia di possesso,

l’ignoranza, la non rassegnazione.Donna costretta a volte ad una vita di paure,di sofferenze, ma che comunque sognae non rinuncia, non si arrende,pronta sempre a nuove sfide,pur di ottenere un futuro migliorepieno di dignità, di amore, di amore semplice,senza costrizioni, di amore fatto di fiducia,di libertà reciproca e di complicità.

Semplice amore... vero

Page 29: Il Piccolo Segno marzo 2013

il Segno - Marzo 2013

Cultura e ... dintorni

di Andrea SebastianelliDal dopo guerra a oggi si èparlato di diversi progetti re-lativi allo sviluppo di MonteCavo ma ognuno di questi ha

rappresentato regolarmente un motivo dirimpianto per ciò che poteva essere e nonfu mai. Nel 1947 si raggiunse forse ilmassimo in questa scaletta di fallimentima anche in quell’occasione fummo ca-paci (come popolazione) di perdere l’en-nesimo treno del futuro. Sulle rovinedell’antico tempio dedicato a Giove La-ziale (ora rudere, ex convento/albergo)sarebbe dovuta sorgere una grandiosastatua del “Cristo della pace” dello scul-tore Vincenzo Torre e dell’architetto Fau-sto Tizi.L’idea di innalzare un monumento cosìimponente nelle immediate vicinanze diRoma venne patrocinata dall’Associa-zione Christus, “per l’unione, la prospe-rità e la pace dei popoli”. Avrebbe dovutoavere queste caratteristiche: un basa-mento, comprendente due ampie scali-nate, una cinquantina di saloni, unachiesa e un anfiteatro di 42 metri; la sta-tua, divisa in quattordici piani, alta centometri; nel braccio del Cristo benedicentesarebbe stata posta una cappella mentreall’interno della mano, lunga otto metri,si sarebbe dovuto collocare un altare.“Ai piedi di questa impone nte statua -silegge su una relazione dello scultoreAdriano Benedetti di Roma- ci sarebbestato un monumento-ossario con centosalme di civili ignoti morti violentementeper le operazioni belliche, e cento salmedi militari ignoti caduti sui vari campi dibattaglia (due per ogni nazione dellaTerra)”. Una ventina di ascensori avreb-bero dovuto unire i vari ambienti e por-tare i visitatori sul punto più altodell’opera. Le stimmate sulle mani diCristo dovevano in realtà essere due fi-nestre di tre metri e mezzo, mentre la

LLaa mmaaeessttoossaa ssttaattuuaa ddoovveevvaa ssoorrggeerree ssuullllaa vveettttaa ddii MM.. CCaavvoo

29

testa internamente doveva racchiudere unsalone largo ben otto metri. Da qui, attra-verso altre due finestre (di due metri), for-manti gli occhi, si poteva godere di unastupenda visione dei Castelli, di Roma edella campagna circostante.All’epoca il Comune di Rocca di Papa de-liberò di dare ogni possibile appoggio mo-rale e materiale all’iniziativa che avrebbeavuto anche un enorme interesse dal puntodi vista turistico. La spesa preventivata eradi dieci miliardi di lire di allora e talesomma doveva provenire da tutto ilmondo attraverso una catena di offerte. Iltempo per l’esecuzione dell’opera, calco-larono i progettisti, doveva essere di circacinque anni.Inoltre, il “Tempio Votivo Internazionalededicato al redentore del mondo -si leggeancora nella relazione dello scultore- do-veva contenere cento altari con ivi espostecento reliquie dei cento santi nazionali ditutti i popoli belligeranti e non bellige-ranti”, con in più “sulla spianata deiCampi d’Annibale, un imponente edificioattorniato da altri minori, il complesso deiquali” doveva costituire “la sede del CIP,il Centro Internazionale della Pace”.Prima che il comitato promotore orien-tasse la sua scelta sulla cittadina di Roccadi Papa e su Monte Cavo, si era pensato diporre il Cristo della Pace a Roma sull’al-tura di Monte Mario. Successivamentevenne invece scelta la zona di Rocca diPapa cosicché lo scultore Torre dovettemodificare il suo monumentale progetto.Così termina lo scritto dello scultore Bene-detti: “Dai Campi d'Annibale i capi re-sponsabili del CIP, agendo sotto la manobenedicente del Cristo, detteranno contutti i mezzi atti, ai popoli della Terra,leggi giuste e rimedi opportuni per il man-tenimento della pace materiale delmondo”.Era il 17 agosto del 1947.

UUnnaa mmaannoobbeenneeddiicceenntteeppeerr llaa ppaacceenneell mmoonnddoo

Sopra: il bozzetto del “Cristo della pace di Monte Cavo” realizzato dagli scultori

Adriano Benedetti e Vincenzo TorreA sinistra: il progetto dell’Architetto

Fausto Tizi da cui si possono vedere ipiani interni dell’opera monumentale

Page 30: Il Piccolo Segno marzo 2013

LA STORIA il Segno - Marzo 201330

L’idea venne lanciata 11 anni fa da Maria Pia Santangeli

Museo del Bosco...sogno che si realizza?

di Maria Pia SantangeliParlare di sogni in un mo-mento così difficile, così in-certo per il futuro di tutti noisembra per lo meno impro-

prio. O forse, invece, è vero il contrario?Forse mai come oggi - anche a Rocca –c’è bisogno di sogni, di idee, di qualcosache ci aiuti a credere in un futuro menobuio. Per questo mi permetto di usare laparola sogno, nel senso di desiderio alungo sognato, di progetto steso da tantotempo e riproposto con alterne speranzepiù e più volte. Mi riferisco al mio pro-getto per un Museo del bosco.La storia del progetto è infatti lunga, lon-tana nel tempo. Comincia nel 1996quando fondai l’Associazione L’Osserva-torio. Nello statuto, fra le finalità, fu inse-rita la realizzazione di un Museo dellaciviltà contadina, ma la cosa rimase sullacarta: troppo complesso il lavoro, impos-sibile trovare uno spazio adatto cosìampio.Dopo alcuni anni, attraverso le sessanta epiù interviste, da cui poi è nato il libro“Boscaioli e carbonai nei Castelli Ro-mani”, mi fu più chiara l’importanza chei lavori boschivi avevano avuto nella re-altà quotidiana di Rocca di Papa. A que-sto punto, nell’anno 2000, stesi unprogetto concreto per un Museo della ci-viltà boschiva - restringeva un po’ ilcampo rispetto a quello della civiltà con-tadina ed era certamente più originale,unico nel Lazio - progetto che fu inseritonel programma elettorale di UmbertoPonzo (la dicitura la si può leggere nel li-bretto delle proposte elettorali). Una voltaeletto Sindaco Ponzo, ne discussi con Va-lentina Trinca, allora delegata alla cul-tura, la quale lo approvò completamentee con la sua firma lo mandammo alla Co-munità Montana. Ma non avemmo rispo-sta. Il progetto prevedeva l’ubicazionedel Museo in alcune stanze e in un largocorridoio, con un bel cancello in legnoche ne delimitasse lo spazio, dell’ex Co-mune in viale E. Ferri. Si sarebbe anchepotuta costruire una carbonaia nel giar-dino dietro al palazzo e c’era l’idea dicollegarlo con la Biblioteca. Però queglispazi, nei progetti dell’Amministrazione,erano stati adibiti ad altri scopi. Perciò ilMuseo rimase sulla carta. E sulla carta furiscritto per i programmi elettorali del se-condo mandato di Umberto Ponzo e perun mandato almeno di Pasquale Boccia,non realizzato sempre per mancanza dispazi e forse anche di una forte precisavolontà.

Nel marzo2002, avendoidea che forsesi pensavanodifficoltà mag-giori di quelleche si sareb-bero incontraterealmente, or-ganizzai, conl’aiuto di alcunimembri del-l’AssociazioneL’Osservatorio,una mostra chedefinii “prepa-ratoria delMuseo della ci-viltà bo-schiva”. La mostra, in una bella grandestanza dell’ex comune in viale E. Ferri –oggi archivio comunale - comprendevamolte fotografie, documenti, attrezzi diboscaioli e cavallari, oggetti di vita quoti-diana, pitture di piante dei nostri boschi,una piccola cosa rispetto a quello cheavrebbe potuto essere il Museo, ma abba-stanza significativa. La mostra fu smon-tata, il locale serviva per l’archivio. E cosìè passato il tempo.Quando gli amici dell’Alveare scrivono apag. 24 del numero scorso de Il piccoloSegno che le personalità più sensibili delpaese hanno molto desiderato la creazionedi un museo, sono fortemente ottimisti ri-guardo al passato. Forse pensano all’oggi,al fatto che loro faranno il possibile perrealizzarlo concretamente - questo nonpuò che farmi felice -, ma nel passato lamia è stata una battaglia solitaria, soste-nuta solo dall’Associazione L’Osservato-rio, e nello scorso anno da una personastraordinaria quale è stato Giulio Lupar-dini che, per ringraziarmi del lavorosvolto per il suo libro “Gli strateghi - Ri-cordi di un soldato della seconda guerramondiale”, decise di vendere il libro ad unprezzo di soli 5 euro da destinarsi ap-punto, secondo il mio desiderio, alla rea-lizzazione di un Museo del bosco (diquesto si parla in due articoli del maggiodell’anno scorso, uno sul Piccolo Segno euno su Controluce). Ma ora le cose stanno cambiando, c’è lapossibilità di avere un ottimo finanzia-mento dal G.A.L. (Gruppo di Azione Lo-cale) e una squadra di personedeterminate è pronta a impegnarsi. An-ch’io darò il mio contributo. Non mi parevero. Una sola cosa mi preoccupa: chequesto benedetto Museo venga ubicato

lontano dall’abitato – infatti è ancora as-sillante il problema di trovare lo spazioadatto. La possibilità che si sta ventilandoadesso è di crearlo a Vivaro in una stanzadell’Osservatorio Fuligni. Quest’idea misembra una stridente contraddizione. Senon vogliamo che sia soltanto un sem-plice deposito di oggetti morti, ma memo-ria viva di una collettività, mi pareevidente che non possa essere vivo chenel centro storico di Rocca. Altrove perdeil suo significato profondo, mentre inpaese potrebbe aiutare a far rivivere,anche se in parte, - ma anche le piccolecose contano - lo spirito di una collettivitàche ormai è quasi dispersa. Potrà aiutare- sempre in piccola parte – per il turismo,vedremo i ragazzi delle scuole che alle-gramente, a piedi, vanno a vistarlo. Po-trebbe essere aperto anche durante le festepaesane e in occasione dell’evento delMuseo Grantour. Ubicato a Vivaro, ilpaese non ne trarrebbe nessun vantaggio,anzi potrebbe essere un colpo mortale alnostro bellissimo centro storico.Tengo le dita incrociate.

La nascita del Museo del bosco,dopo tanti anni di illusioni, sarebbeun evento davvero importante perRocca di Papa, soprattutto se finaliz-zata al rilancio del bel centro storico.Se, come scrive Maria Pia Santan-geli, questo museo verrà realizzato alVivaro (ma che c’azzecca?), appareuna soluzione forzata rispetto al-l’idea originaria. Possibile che il cen-tro storico, dopo essere statosvuotato di attività e servizi deve ri-nunciare anche a questa ultima vitaleopportunità?

Andrea Sebastianelli

Il manifesto che annunciava la mostra

La prima esposizione del 2002

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CULTURAil Segno - Marzo 2013 31

di Loredana MassaroLucile si toglie tragicamente la vita.A scoprirla è sua figlia Delphine, unmattino di gennaio quando, entratanel suo appartamento, l’ha trovatadistesa sul letto, senza vita. Non c’èapparentemente spiegazione al suogesto. Si tratta di una storia autobio-grafica e Delphine de Vigan, affer-mata scrittrice, per molto temporesiste con caparbietà all’idea di de-dicarle un libro. Non è facile met-tere a nudo la propria anima, lapropria dolorosa intimità. Ma si in-travede “una luce segreta venuta dalnero” ad accarezzarla e a farle ri-prendere la penna in mano. Anchese forse la scrittura non potrà nulla.

rata, eppure si portava dentro unaferita profonda. Scrive la figlia: “Ilsuo dolore ha fatto parte della nostrainfanzia e, più tardi, della nostra vitaadulta, il dolore di Lucile fa indub-biamente parte del nostro essere,mio e di mia sorella”. Questa morteesige almeno di avvicinarlo, diesplorarne i contorni, i recessi se-greti, l’ombra che proietta. E’ dunque per combattere il poteredistruttivo del silenzio che Delphineinizia a scavare nella memoria fa-miliare, a partire dai nonni un po’bohème e anticonformisti e a partiredai loro nove figli, per ricomporre ilquadro di una “famiglia che ha su-scitato lungo tutta la sua storia nu-merosi commenti” e ha proiettatointorno a sé un’inconsueta fascina-zione. Una famiglia “allegra e de-vastata” in cui la tragedia si èinsinuata presto e si è riprodotta coninusitata amarezza. È un raccontoche oscilla tra ricordi e presente cer-cando di capire le ragioni di ungesto. C’è voluto tanto tempoprima che Delphine de Vigan riu-scisse a pensare a sua madre senzache le si mozzasse il respiro. A differenza degli altri due romanzidella scrittrice francese - Gli effettisecondari dei sognie Le ore sotter-ranee– l’ultimo suo libro non è unafiction. Niente si oppone alla notteè al tempo stesso un’inchiesta e undiario: è un modo per riappacifi-carsi con la madre e fare i conti conil proprio passato; un tentativo percapire che, talvolta, non si può fareniente quando una persona decidedi andarsene.

LL’’aannggoolloo ddeellllaa ssttoorriiaa

di VincenzoRufiniNegli eventi che sisusseguono in ci-clica alternanza nel

corso del cammino della Storiasovente avviene che degli uo-mini si ergano a protagonisti as-soluti dei medesimi eventi,lasciando un’impronta indelebilenel libro della storia. Rinnovel-lando gli avvenimenti che hannomarchiato l’umanità, da che lamodernità ha fatto il suo in-gresso nell’etere storico, emer-gono tre figure eminenti che conil loro contributo alla causaumana hanno compiutoun’opera di cesura con il pas-sato, schiudendo nuovi orizzontialle umane genti e creando deipiccoli, ma determinanti, “BigBang” del pensiero.In ordine cronologico i tre inquestione sono: Niccolò Coper-nico, Martin Lutero e CharlesDarwin.Il primo, Copernico, astronomopolacco è colui che ha realizzatoil primo squarcio nelle tenebredella conoscenza: ha elaborato lateoria (poi perfezionata da Ke-plero e Galilei) eliocentrica (ilsole fermo in mezzo al sistemasolare con gli altri pianeti e sa-telliti che gli gravitano intorno),passando così un colpo di spu-gna sulla vecchia cognizionegeocentrica (la terra ferma e ilsole che gira) fondata sull’as-sunto letterale, (troppo letterale),basato sull’affermazione biblicadi Giosuè che chiede al sole difermarsi, affinché il giorno siperpetui per consentire al suoesercito di trionfare in battaglia. Questo postulato il dogma reli-gioso lo trasformò in pregiudi-zio, causando un ritardo secolarenel cammino dell’evoluzioneastronomica e nell’evoluzionedel pensiero. Il secondo piccolo “Big Bang”lo si deve a Martin Lutero, unmonaco agostiniano tedesco, chenel 1510 venne in visita a Romaed invece di trovare la città santadescritta in tutta Europa vi trovòAlessandro VI regnante (lo spa-gnolo Rodrigo Borgia), con lasua corte di amanti, corrotti, pro-fittatori ed aveva trasformato ilpapato nel regno della lussuria edell’amoralità assoluta.

spaccò il cristianesimo nel tron-cone protestante e in quello cat-tolico, dall’altro lo rinvigorì dinuova linfa agendo da rianima-tore di un corpo putrescente(come era diventata l’istituzionegerarchica della chiesa di allora).Reinfondendo il senso vero dellafede anche in coloro che, dal ver-sante cattolico, lo avversavano. Il terzo protagonista è il naturali-sta inglese Charles Darwin, ilquale dopo aver girovagato percinque anni con il veliero Beaglenelle Galapagos e dintorni, ri-tornò in Inghilterra ed elaboròquella teoria evoluzionistica con-densata nel libro “L’origine dellaspecie”, in cui trattava scientifi-camente l’evoluzione umanadagli antichissimi primati fino adarrivare all’Homo Sapiens Sa-piens; sconvolgendo così tuttol’armamentario delle concezioniumane fino ad allora date per

eterne. I tre protagonisti di cuisopra hanno sconvolto con leloro intuizioni il modo di esseredell’umanità basato su una stati-cità permanente e lo hanno ac-compagnato verso unaconcezione dinamica della sto-ria, quella dinamicità che è il ful-cro della modernità.Indubbiamente le loro intuizioninon sono state ascoltate, dai lorocontemporanei, con rose e fiori,anzi sono stati avversati in ognimodo; gli effetti del loro acume,però, si sono perpetuati per secolicausando una concatenazione dieventi che li hanno accompa-gnati. Ad una visione distaccatada ciò possiamo affermare che senella storia del pensiero umanoci sono stati uomini, e donne ov-viamente, positivi e negativi, i tresopraccitati hanno acquisito abuon diritto il riconoscimento dibenemeriti dell’umanità.

I “Big Bang”del pensiero

Invito alla letturaNiente siopponealla notte

“Tutt’al più per-mette di porre ledomande e interro-gare la memoria”.Lucile è stata unadonna bellissima,ammirata e deside-

Lutero, forte diquesta esperienzanegativa ritornò inpatria e diede inizioa quella Riformache, se da una parte Martin Lutero

di Camilla LombardozziTimur Vermes giornalista e scrittore tedesco, recentemente èstato sulla bocca di tutti per il suo nuovo libro intitolato “Er IstWieder”, ovvero “E’ tornato”…voi vi chiederete chi, e beneproprio lui: Hadolf Hitler.Un Fuhrer immaginario che, rimasto addormentato per sessan-tasei anni, torna in Germania, precisamente la Germania di An-gela Merkel, approdando di nuovo sulla scena politica tedesca.Il libro ovviamente ha suscitato enormi polemiche, soprattuttoperché l’argomento Hitler in Germania è ancora delicato, untabù ancora troppo tragico nella cultura tedesca.Tuttavia Er Ist Wieder è balzato in cima alle classifiche lette-rarie tedesche, vendendo ben 400 mila copie e togliendo lascena ad autori come Ken Follet. In una recente intervista Ver-mes ha dichiarato: “Voglio mostrare che Hitler avrebbe la pos-sibilità di ottenere un grande successo anche oggi, propriocome allora, solo in un modo diverso”. La trama è molta semplice, Hitler torna in Germania come unavera e propria star, divenendo l’idolo dei programmi televisivie annunciando al popolo tedesco la sua candidatura politicaalle nuove elezioni, presentando un programma innovativo eniente male.In Italia il libro dovrebbe arrivare nelle librerie edito da Bom-piani; il messaggio che l’autore vuole mandare è provare a gio-care, esorcizzare la figura di Hitler attraverso la finzioneletteraria, plasmare in un certo senso quel periodo di storia buioe doloroso pur cercando di mantenere la memoria ancora vi-vida, soprattutto per le generazioni future.

Il Fuhrer è tornato!

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32 il Segno - Marzo 2013STORIE

I L R A C C O N T O D E L M E S Eiveva in unluogo opaco,lontano, estra-

abbaiava con lugubre insistenza. Il mare, infiam-mato nel tramonto, accoglieva il sole nelle pro-prie acque ancestrali spegnendolo. Le navi, gliaerei, gli alberi, le campagne vicine naufragavanonel buio che incombeva veloce. Sulla sua destra,lungo i fianchi del monte, lampade allucinatebrillavano dondolando fra i tronchi di alberi spo-gli. Mentre, altre lampade, immobili sui muri oinfisse sui tralicci di ferro traforati, guardavanostralunate oltre la valle.Tornò in sè: la pioggia non cadeva più e sullastrada il cane era scomparso. Alcuni passanti, in-gobbiti contro il vento autunnale, si allontana-vano con incerti passi veloci. Serrò le imposte e, adagiatosi sulla poltrona pre-ferita, chiuse gli occhi. Si addormentò e sognò enel sogno vide se stesso trascorrere i suoi giornitranquillamente nel sole in quei luoghi abbando-nati e mai più ritrovati.Egli visse a lungo e durante il tempo trascorso lesue due metà non si riunirono mai più. Trannenei suoi brevi sonni inquieti.

Gennaio 2013

VV

non gli appartenesse più: era rimasta là da dovenon avrebbe mai dovuto allontanarsi.Non aveva comunque alternative: ne era consa-pevole. Doveva rimanere in quel luogo. Sentivache giorno dopo giorno i suoi ricordi più cari siimpoverivano. Alcuni di essi, forse, erano ormaiscomparsi. Da una delle grandi finestre osser-vava la strada sottostante lucida per una pioggiaautunnale sottile, impertinente, incessante. Notòun cane che a testa bassa trotterellava lentamentecon una andatura sghemba come se avesse al-cuna voglia di camminare.

Un sogno a metà

di Noga

neo. Aveva accettatoquella sistemazione,ma non era riuscitoad ambientarsi. Sisentiva tagliato ametà e si illudeva cheuna delle due metà

LL o assalì una nostalgia violenta che lo lasciòsenza fiato. I luoghi, che aveva a suotempo abbandonato adesso gli apparivano

nitidi in tutta la loro realtà. Protese allora le brac-cia e spalancò gli occhi: gli sembrò di volare. Esubito dopo gli apparve bianchissima la nebbia afondo valle; un mare bluastro lontano; le cornac-chie che volavano basse, sgraziate e urlanti; ilverde compatto del bosco; i tetti asimmetricidelle case sparse ovunque; le villette arroganti,biancastre, disabitate, allineate lungo i bordi dellastrada asfaltata; i fari delle automobili occhieg-gianti tra i tronchi dei pini marittimi che guarda-vano il lago; le navi che andavano e venivanocosteggiando la costa e che, a notte fonda, comelanterne d’oriente, navigavano luminose. Avvertì lo stridore furibondo delle macchinementre un gatto guardingo si arrestava improvvi-samente sul bordo della strada e un cagnetto ba-stardo e tignoso, stirpe di occhiuti guardiani,

di Camilla LombardozziQuanti di noi giovani, aspi-ranti scrittori, non hanno mai

pensato o sognato che dir si voglia, unavolta nella vita, che il loro romanzofosse in cima alle classifiche dei bestsel-ler?!Tutti lo abbiamo sognato, alcuni anchepiù di un volta… Bè, allora come laprendereste se vi dicessi che da oggi po-treste finalmente arrivare nell’olimpodei bestseller? Nonostante voi non siateuna Margaret Mazzantini, Francis ScottFitzgerald, James Joyce od Oriana Fal-laci della situazione.Sicuramente al settimo cielo! Le per-sone più felici del mondo! Ma c’è unpiccolo problema, come ogni bella noti-zia dietro si nascondi, come dire, labeffa... e sì perché per varcare la sogliadi questo Olimpo miracoloso si devesborsare una certa somma di denaro.Colui che ha reso possibile la realizza-zione dei nostri sogni più ambiti, anchese a caro prezzo, ha il nome di Resul-tSource (RSI), che assicura ai suoiclienti-scrittori un posto sulla vetta delparadiso dei libri più venduti, stilataniente di meno che dal Wall Street Jour-nal, facendo loro pagare la somma di 46mila dollari. Ma non è finita, se si vuolchiudere in bellezza, la RSI ti offre l’oc-casione di posizionare il tuo romanzonella classifica del New York Times allamodica cifra di 140 mila dollari, più unatassa di 13 mila dollari. Un piano davvero ingegnoso, in cui si èpensato davvero a tutto, come ad esem-pio ordinare le copie dei libri in piùposti diversi, visto e considerato che, unordine all’ingrosso non essendo un ro-manzo dalla firma nota farebbe saltarela mosca al naso, per usare una meta-fora, la ResultSource pubblicherà poi leofferte di vendita su siti come Groupon.Purtroppo cari scrittori emergenti seeravate già pronti a firmare un bell’as-segno fermatevi, perché l’ingegnosopiano dei bestseller a pagamento è statosmascherato e sembrerebbe che dietroquesto illecito ci sia la compagnia dicommercio elettronico statunitenseAmazon, che infatti, prontamente, anzipuntuale come un orologio svizzero, hadichiarato che non lavorerà più con laResultSource.

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Spunti di letteratura

L’ingannoletterario

Il cartellone del Teatro Civico Rocca di Papa

STAGIONE TEATRALE 2013

domenica 17 MARZO (ore 18.00),“Cartellone Giallo” presenta:

“GLI UOMINI PREFERI-SCONO LE TONTE”

Testo di Giulia Ricciardi regia di Marco Simeolicon: Barbara Foria, Alessandra Sarno,

e Giulia RicciardiCon la partecipazione di Bruno Cabrerizo

Via San Sebastiano, 20 - www.associazioneacs.it

Direttore Artistico:Alberto Querini

Info: 06 9499340 329 [email protected]

Prezzo dei biglietti: 14 euro interi, 12 euro ridotti,soci ACS 10 euro,riduzioni per over 65 e minorenni

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33il Segno - Marzo 2013 RECENSIONI

di Massimo Onesti

raccontarsi le proprie vite, delcostringersi a una solidarietàforzata, dell’allacciare rap-porti fra coloro più affini e allafine di essere tutti complicinella ricerca di una via difuga, che sembra impossibilepossa esistere. Nel corso del romanzo vienenaturale prendere più simpatiaverso l’uno o l’altro personag-gio, partecipare e soffrire conloro, spaventarsi di fronte alletrappole impreviste, intene-rirsi alle loro intimità amo-rose, inorridire davanti allemorti più efferate. Il ritmo èincalzante, la narrativa sciolta

SE IL GRANDEFRATELLOTI UCCIDE

Nuove Uscite

SIN - romanzo thriller

Abraham Lincoln di Spielbergdi Giulia De Giorgi“La democrazia è il governo del popolo, dal po-polo, per il popolo”. Questa era l’idea di democra-zia che Abraham Lincoln espresse durante ildiscorso per l’inaugurazione del Cimitero Nazio-nale Militare a Gettysburg il 19 novembre 1863.Egli desiderava un governo che fosse esercitatodal popolo sovrano poiché era un governo che pro-veniva dal popolo e che dovevaservire il popolo.Steven Spielberg seguendo illibro Team of Rivals: ThePolitical Genius of AbrahamLincoln di Doris Kearns Go-odwin ha catturato i momentipiù tormentati e salienti chehanno portato all’abolizionedella schiavitù e ne ha fattoun film uscito nelle sale ita-liane quest’anno. AbrahamLincolnè stato il 16º Presi-dente degli Stati Unitid’America. Considerato dai maggiori storici edall’opinione pubblica uno dei più popolari leaderrepubblicani degli Usa, passò alla storia come ilpresidente che abolì la schiavitù. Il processo checonsegnò la libertà agli schiavi africani neri non funé repentino né certamente facile: stava per termi-nare la Guerra di secessione americana e Lincolnsi trovava a dover affrontare una questione tantodelicata quanto scomoda. Agì prima con la Procla-

Quella che proponeva Lincoln era una vera epropria rivoluzione dei canoni della societàamericana che doveva rivedere completamenteil suo stile di vita. Gli si chiedeva di accettarenuovi valori, nuove abitudini, insomma unanuova cultura fino ad allora considerata, ingiu-stamente, inferiore. Nei giorni precedenti la ratifica del XIII emen-damento viveva col fiato sospeso un popoloche per troppo tempo aveva subito torture, mal-trattamenti e umiliazioni di ogni genere. I per-sonaggi scomodi raramente muoiono divecchiaia e Lincoln non fu un’eccezione. Unattore della Virginia, simpatizzante sudista,entrò nel palco del Ford’sTheatre di Washin-gton, dove il Presidente si era recato, e sparòun colpo di pistola calibro 44 alla sua testa.Lincoln fu ufficialmente dichiarato morto alle7:22 del mattino del 15 aprile 1865. A morire, però, fu solo il corpo. Il suo sforzo ele sue idee vivono ancora attraverso i secoli.

oollttrree lloosscchheerrmmoo

Recensionicinematografiche

mazione dell’Emanci-pazione che liberò glischiavi negli Statidell’Unione e poi conla ratifica del XIIIemendamento dellaCostituzione degli StatiUniti che abolì la schia-vitù in tutto il Paese.

Il GrandeFratello, l’eccezio-nale novità televisiva di questiultimi anni, è andato già in naf-talina, poco performante ormairiguardo i gusti di un pubblicoche vuole essere sorpreso e in-chiodato al teleschermo daestremizzazioni del reale sem-pre più astruse e complesse. Eallora cosa dobbiamo aspettarciper poter essere ancora di piùinsidiati dalla spettacolarità me-diatica nel prossimo futuro?Quello che in questo thrillerpsicoclaustrofobico ci suggeri-sce Alessandro Vizzino, giàvincitore di alcuni premi cultu-rali fra cui il Premio Letterariointernazionale Città di Eboli, èuna specie di GrandeFratelloambientato in un futuro appenadietro l’angolo (2050 circa)dove l’esclusione dalla scena èl’estrema dipartita finale, solodove con la morte si può spe-rare di uscire dalla Casa, blin-datissima e da dove èimpossibile fuggire, piena dicongegni elettronici e di trap-pole sofisticate che possono es-sere innescate da un momentoall’altro da mani invisibili espietate, con dietro qualcunocapace di controllare, oltreché imovimenti dei poveri malcapi-tati, anche le loro menti attra-verso una sofisticata invenzionefantascientifica.I dieci personaggi (5 uomini, 5donne) a loro insaputa rinchiusiin questa casa-bunker compostadi una stanza-loculo per dor-mire, un ampio salotto, una cu-cina, un bagno, una camerarossa, specie di sala mortuaria,perfino una palestra, sono staticatapultati lì senza nessuna cor-rispondenza percettibile, scono-sciuti fra di loro, e che, manomano che la storia incalza e vaavanti, rivelano legami sottili einestricabili fra ognuno di loro,dove ognuno reca con sé uncolpo di scena o un’apparenteragione del perché sia finito lì.Comincia così il calvario e lostress del confronto fra i reclusi,del sospettarsi a vicenda, del

e frizzante, quasi cinematogra-fica anche se, secondo il miopunto di vista, alcuni sbilan-ciamenti, come il fatto cheanche in un futuro che, almenosi spera, potrebbe essere piùevoluto dal punto di vista so-ciale, in cucina fra i fornelli ei piatti da lavare sono semprele donne a ritrovarsi pur se inuna situazione così difficile ecoatta ma dove certe italicheabitudini sembrano impossi-

bili da lasciare come il pran-zare o il cenare in modo con-viviale come in una bellacompagnia di amici del sabatosera per una scampagnata ur-bana o anche il rimando, fintroppo esplicito anche nellagrafica di copertina, al film“the Experiment” ispirato a unvero esperimento sugli effettidella vita in prigione, o ancheall’horror-fantascientifico di“The Cube” basato sulla reclu-

sione anche qui di un gruppodi persone in una stanza cu-bica o alla saga di “Saw-L’Enigmista” e ancheagl’intrighi e ai misteri vati-cani di Dan Brown e al suo“Codice da Vinci” e al succes-sivo “Angeli e Demoni”.Ma come sempre succede nelgenere thriller in cui le ispira-zioni e gl’intrecci delle simili-tudini si susseguonoall’infinito, come scatole ci-nesi, facendoci trovare sempremille sfumature sul già perce-pito e che fanno sì che chi amaquesto genere alla fine vuolesempre ritrovare quelle atmo-sfere e quelle sensazioni che loattanagliano e lo bloccano allalettura o alla visione e che fa sìche le pagine, pur corpose,come in questo caso del libro diVizzino, si divorano ad una aduna, in un crescendo di ten-sione e adrenalina fino al finaledistricamento della matassa. Voglio segnalare infine il bel-lissimo booktrailer a promo-zione del libro con le musicheambient del gruppo degli ArtePovera, con il nostro compae-sano Emiliano De Angeliscome bassista e compositoredel pezzo, Max Rossi alle chi-tarre elettriche, Luka Fioren-tini alle tastiere, VincenzoBruno chitarra acustica, Si-mone Atzeni alla voce e LucaGiacobbe alla batteria.

Lincoln

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RECENSIONI il Segno - Marzo 201334

Nelle transazioni economichec’è chi giura funzioni così: ogniindividuo scambia ciò che haprodotto con il denaro, poiscambia il denaro con altri beni.Finanzia, insomma, l’acquistodi beni mediante i beni che haprodotto. Bene, la condizionenecessaria che realizza lo scam-bio sta nell’equivalore di queibeni, misurato dalla sufficienzadel reddito disponibile.Quando il prezzo delle merci ri-sulta superiore alla quantità didenaro in circolazione necessa-rio ad acquistarle, si genera unabolla. Per non dare corso ascoppi d’aria, che riducono ilvalore di quelle merci al valoredella moneta in circolazione, sidà corso all’impiego di politi-che e tecniche di reflazione ditutti i tipi, buone per fare debitoed alterare il meccanismo diformazione del prezzo.Giustappunto, la bolla dellemerci, questo il lascito del-l’economia della produzione aquella dei consumi e da qui siscorgono le soluzioni. Qui unadagio recita: “la crescita eco-nomica rende indifferibilel’esercizio del consumo”; pro-prio dove l’individuo, quelloche produce beni per acquistarebeni, retribuito con redditi in-sufficienti, ha di fatto prodottol’eccesso di merci e che conquello stesso reddito deve ac-quistarle non riuscendovi. Già,proprio tal fare produttivo devetrovare un remunero sufficienteper fornire continuità alla pra-tica del consumo, altrimenti co-stretta al part-time. Eggià, deltitolare di questa risorsa pro-ci-clica, socio full time, ha biso-gno il circolo produttivo. Icosti? Quelli necessari per re-munerare tutti, ma proprio tutti,i fattori produttivi. Ad occhio ecroce nettamente inferiori allamassa del debito dei consuma-tori, degli istituti finanziari edegli stati sovrani, messa in-sieme per far funzionare l’an-cor sperequato sistemaecomomico-produttivo.

*studioso dell’economiadei consumi

info:www.professionalconsu-mer.wordpress.com

di Marcello LoisiAnche quest’anno ri-torna l’atteso SaloneInternazionale delLibro di Torino, un

evento importante nel settore del-l’editoria, considerata come unodei baluardi di un mondo – intel-lettuale e commerciale – in diffi-coltà. La manifestazione si terràdal 16 al 20 maggio nel LingottoFiere di Torino (uno degli stabili-menti Fiat riqualificato per ospi-tare eventi simili fieristici eincontri), la stessa sede di un’altramanifestazione importante, ma dialtra natura: il Salone del Gusto,una mostra mercato, corredata daincontri e convegni, che pro-muove le eccellenze e tipicità ali-mentari di piccole comunità ruraliprovenienti da tutto il mondo.Il nesso tra questi due “saloni”non risiede solo nello spazio cheospita entrambi, ma anche nellascelta, da parte degli organizza-tori del Salone del Libro, di dedi-care un padiglione intero alla

cucina e all’alimentazione. Si statessendo una sorta di continuitàtra la cultura libraria e quella eno-gastronomica. Questo fenomenopuò lasciare perplesso qualche in-tellettuale abituato a considerarei due campi come separati o al-meno molto distanti tra loro, magli equilibri sui quali l’editoria ela gastronomia si fondano sono inforte mutamento.Le scelte tematiche operate dagliorganizzatori del Salone delLibro sembrano indirizzate versoil tentativo di dare nuova linfaall’editoria tradizionale. Per farlosi cerca di agganciare parte del-l’esplosivo successo di massadella cucina e trasferirla – perosmosi – ai libri. Questa manovracommerciale si articola attraversonon solo la promozione di centi-naia di manuali di cucina e tomienciclopedici di ricette, ma anchecon l’esibizione di noti cuochistellati (come Carlo Cracco) chefaranno sfoggio delle loro abilitàcucinarie in quelli che vengonochiamati cooking show, spettacoliin cui vengono preparati dal vivodei piatti davanti a un pubblico.Convegni e incontri completanol’offerta del “CookBook Corner”,il padiglione del Salone dedicatoalla cucina. Il contagioso interesse per la ga-

Dal libroal piatto

PPiilllloolleeddii EECCOONNOOMMIIAA

di Mauro Artibani*

Equilibriproduttivi

QQuueessttiioonniiddii...... gguussttoo

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...................

..............

di Camilla LombardozziIl Pentagono ci tiene alla riservatezza, e questa

informazione non appare di certouna novità agli occhi degli ameri-cani; ce lo ricorda in particolare An-thony Shaffer, un ufficiale degliagenti segreti in pensione, che nel

2010 decise di pubblicare un libro di memorieintitolato “Operation Dark Heart” contenente laverità nuda e cruda sulla Guerra in Afghanistan.Verità troppo scomode, particolari troppo rile-vanti che hanno scatenato il caos subito dopola pubblicazione del libro, così il Pentagono siè visto costretto ad intervenire, comprando tuttala prima tiratura, ovvero diecimila copie, allacifra di ben 50 mila dollari.Il libro viene ripubblicato in una seconda edi-zione, la quale presenta una censura di ben 433informazioni, ritenute ancora Top Secret; a dueanni di distanza spunta fuori la notizia bombache 198 delle informazioni oscurate, sono con-siderate “Declassified”, ovvero sono state op-

por tunamentedeclassificate, erisultano quindiessere inoffen-sive agli atti.Perciò, rullo ditamburi, il Pen-tagono ha tenutoa precisare che èben contento edisposto ad inse-rire codeste informazioni in una nuova edizionedelle memorie di Shaffer, il quale però si ritieneparte offesa e soprattutto furioso, in quanto re-puta che il Dipartimento della Difesa abbia lesoi suoi diritti di uomo e di ufficiale americano.Operation Dark Heart tornerà quindi nelle li-brerie con una nuova ed inedita versione in lin-gua turca e chissà magari un giorno, una dellecopie salvatasi dal ritiro della prima edizionespunterà fuori, raccontando la verità dellaGuerra in Afghanistan.

Il Pentagono ha comprato l’intera tiratura del libro di Shaffer

Tutta la verità sullaguerra in Afghanistan

stronomia è approdato anche qui.Dopo le decine di programmi te-levisivi di cucina (tra cui annove-riamo il sadismo culinario diMasterchef e fratelli), anche gliscaffali delle librerie traboccano divolumi su qualsiasi alimento equalsiasi tipo di preparazione.Inoltre, iniziano a fare capolinoanche le biografie di chef e cuochidi tutto il mondo. Da notare, però,che le opere di tipo saggistico ri-mangono spesso orfane, relegatein un angolo irraggiungibile dellescansie dei negozi.Forse uno degli obiettivi del pros-simo Salone del Libro potrebbeessere proprio la (ri)scoperta deitanti e avvincenti libri dedicati agliaspetti culturali, storici e socialidel cibo. Quindi non solo elenchisterminati di ricette, ma anchesaggi su un tema così importante– e complesso – come quello dellagastronomia, che ci riguarda tuttipersonalmente e che spessodiamo per scontato. Il celeberrimoLudwig Feuerbach, pensatore te-desco del XIX secolo, affermavache “l’uomo è ciò che mangia”.Non sarebbe poi male conoscersiun po’ meglio.

Tony Shaffer

Page 35: Il Piccolo Segno marzo 2013

TEMI D’OGGI 35il Segno - Marzo 2013

Il sacrificiodi Rocky

di Annarita RossiQuesta mattina sonostato svegliato dal ru-more del mare. Hoprovato a lasciarmi

cullare da quel ritmo altalenantedelle onde anche se non avevopiù voglia di dormire. Quel ru-more è diverso da tutti quelli cheRocky ed io abbiamo udito peranni laggiù. E’ un suono quasimelodioso che mi rilassa anchese quando diventa impetuoso, ilfrastuono non sempre riesce acalmarmi. Soltanto sei mesi fa mitrovavo ancora a Nassirya conRocky al mio fianco. Il mio ec-cellente compagno di lavoro dalfiuto infallibile, il mio pastore te-desco aveva un muso migliore diun metal detector. Quel giornoc’era l’ennesima missione spe-ciale da compiere. Faceva moltocaldo e temevo per il mio colla-boratore. Oltre i 40° cominciavaa boccheggiare cercando aria esmarrendo l’olfatto. Le mineperò sono sempre lì pronte a farsaltare in aria chi inavvertita-mente le sfiora. Durante laGuerra del Golfo una pioggiacattiva si è abbattuta in quel de-

suo ritorno. Poi ad un certo puntoun rumore assordante e tutto eradivenuto come ovattato intorno ame, chiamavo il nome di Rockyma la mia voce non riuscivo adudirla e non potevo neanche sen-tire se Rocky abbaiasse o guaisse.Dopo lunghi ed interminabili mi-nuti, Rocky non si era ancora fattovivo, poi la terribile scoperta,Rocky era saltato sulla mina. Era-vamo entrambi abituati, se così sipuò dire, ad essere accerchiati darumori troppo forti ma quello erastato il più forte di tutti. Dopo qualche giorno dall’acca-duto mi hanno congedato, sof-frivo di un evidente stato di stresspost-traumatico. Sceso dall’aereoin patria trovai ad accogliermiuno psicologo il quale mi disseche a breve avrei iniziato un pro-gramma affiancato da un tran-quillo Golden Retrievier dalmanto biondo che non è abituatoai rumori forti, la sua missionenon è in guerra ma qui, accanto apersone come me ed essendo diindole parecchio equilibrata, co-munque li sopporta bene. Il mioRocky mi manca ancora, mimanca il tocco del suo musofreddo quando mi sfiorava lamano per prendere la sua meritataricompensa. Ogni giorno dal miorientro però c’è Pongo al miofianco, facciamo lunghe passeg-giate in riva al mare e lui scodin-zolando continuamente mi incitaaffinché gli tiri un bastoncino cheprontamente mi restituisce e consollecitudine mi chiede di ripetereil gesto.

ilTocco

Con il ritmo frenetico imposto dallasocietà moderna, dove non si hanemmeno il tempo di elaborare leproprie emozioni e costruire signi-ficati, i bambini crescono moltospesso senza godere a pieno dellapresenza dei propri genitori, impe-gnati con il lavoro per gran partedella giornata. Sono convinta che laqualità del tempo passato insiemesia più importante della quantità, maanche questa ha la sua fondamentaleimportanza. Spesso i nonni si sosti-tuiscono ai loro figli, e sono più per-missivi con i nipoti, di conseguenzai genitori vengono vissuti, dai figli,come coloro che impongono le re-gole e che a fine giornata frettolosa-mente, chiedono un resoconto delleattività da loro svolte. I figli, hannobisogno per crescere di evolvere dalpunto di vista fisiologico, superandotante tappe (l’acquisizione del lin-guaggio, della deambulazione,ecc.), ma hanno soprattutto la neces-sità di imparare a riconoscere e ge-stire gli stati emotivi interni. Questa conoscenza avviene attra-verso gli scambi comunicativi pro-fondi ed empatici che avvengonocon le figure principali d’accudi-mento. Quando i bambini sonomolto piccoli, non riescono a iden-tificare le proprie pulsioni interne,non sanno distinguere le varie emo-zioni che provano, confondendoleanche tra loro; solo in seguito diven-teranno capaci di discriminarle, sin-tonizzandosi con gli stati mentalievoluti dei genitori e impareranno ariconoscerle in relazione a quelledegli altri. Se durante l’esternazione di emo-zioni che il bambino non sa ancoragestire, un adulto significativo noninterverrà appropriatamente, proba-bilmente il piccolo non impareràmai ad elaborare e a contenerel’emozione provata o la rabbia o lafrustrazione collegate ad una repres-sione inopportuna dell’emozione inquestione. Purtroppo, credo che ilminor tempo che i genitori passanocon i figli, sia il responsabile princi-pale di tante occasioni mancate diinterventi genitoriali, conseguenzadi ciò è che molti bambini nonsanno gestire le proprie emozioni eappaiono irrequieti, perché confusie agitati internamente.

Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli

LL’’aannggoolloo ddeellllaa ppssiiccoollooggiiaa

diErmannoGatta

L’elaborazionedelle emozioni

serto, uno scroscio di clusterbombs sono state sganciate dagliaerei e una percentuale di essenon sono esplose. Presi Rocky alguinzaglio e lo condussi in uncunicolo spingendolo ad adden-trarvisi in quanto aveva fiutato lamina. Io non potevo passarci, eratroppo stretto per me. Tante volteeravamo andati negli edifici di ri-cognizione, poi Rocky equipag-giato di una piccolatele-camerina era entrato dovesoltanto lui riusciva ad entrare.L’aveva sempre scovate le minee tutto ciò che aspettava dopoaver giocato con la “morte” eraun biscotto ma anche soltantouna carezza. Quel giorno però fa-ceva troppo caldo e soffiava unvento che alzava parecchia sab-bia, tanta che non riuscivo a ve-dere il mio Rocky da quando erapassato per quel pertugio e nonpotevo fare altro che attendere il

La vita in (20) lettere

Solo le persone Intelligenti e quelle cretine sono capaci di cambiare L’OPINIONE politica.

Non è affatto vero che L’AMORE è cieco,è sufficiente chiudere gli occhi di tanto in tanto.

LLdi Enea Trinca

Discutere con un Idiota, siperde sempre,ti trascina al suo LIVELLOe ti batte con la sua esperienza.

L’AMORE a volte può morire per troppo nutrimento.

Mi dedico a tempo pieno alla Politica perchè sono allergico al LAVORO.

Se L’ACQUA è inquinata,falla bollire per mezz’ora,aggiungi del disinfettante,poi falla raffreddare, dopo di che ti puoi bere anche un litro di LAMBRUSCO.

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il Segno - Marzo 2013 Ultima pagina

LLeetttteerree,, PPrrooppoossttee,, PPrrootteessttee ee [email protected] - www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

LA POMPADI BENZINASULLA PIAZZAHo notato che da alcune setti-mane il distributore di carbu-ranti in Piazza dellaRepubblica risulta funzionantecon il sistema self service,forse i gestori tradizionali sonoandati in pensione? Se nonsbaglio quello è un impiantoche doveva essere chiuso permotivi di sicurezza e salutepubblica, ma opportune proro-ghe furono concesse per garan-tire il servizio e non lasciaresenza lavoro i gestori. Ora che,come sembra, l’età della pen-sione potrebbe essere stata rag-giunta, non sarà il caso di

riprogrammare la sua sollecitachiusura attuando finalmentele normative relative alla di-stribuzione dei carburanti?Chiedo all’amministrazionecomunale di occuparsi con sol-lecitudine del caso. Il paese haurgente bisogno di essere ri-messo, come è doveroso, in re-gola.

Lettera firmata

VIVARO, STRADEDISASTRATEVolevamo sentitamente ringra-ziare il Comune di Rocca diPapa per il completo disinte-resse manifestato nei confrontidi un problema sorto in occa-

sione dei Campionati Italianidi corsa campestre del 10Marzo. In tale data la stradaprincipale per arrivare al borgoè stata giustamente chiusa pernecessità organizzative tramiteordinanza della Polizia Locale.Il percorso alternativo propo-sto è stata Via di Velletri ( chenell'ultimo tratto, quello chearriva al Vivaro, è sterrata ).Questa, dopo le avverse condi-zioni atmosferiche era ed èresa quasi impraticabile dallenumerose voragini e ramisparsi sulla carreggiata.Con largo anticipo ci eravamopremurati di contattare tramitee-mail del 26 Febbraio sia gli

organizzatori che Sindaco eVigili Urbani, per far si chenon ci trovassimo, come poi èsuccesso, ad essere quasi iso-lati dal mondo in quanto nontutti sono stati disposti ad av-venturarsi su quella strada perevitare danni alle proprie auto-mobili.Sentiamo tanto dire che i Pra-toni del Vivaro, “luogo tantoameno”, rappresentano unagrande risorsa per Rocca diPapa e poi quando si presentala bella occasione ci perdiamodentro “quattro buche” e noirestiamo cittadini inascoltati.

Un gruppo di residenti della frazione Vivaro

La tradizione della“Pizza di Pasqua”

il Segnodei tempinei disegni del Maestro Franco Carfagna

La pizza di Pasqua era undolce tradizionale molto at-teso negli anni passati, soprat-tutto “pe noa riazzi” (per noiragazzi) che i dolci non limangiavamo mai. Già qual-che mese prima di Pasquamamme e nonne comincia-

vano a organizzarsi. Per prima cosa biso-gnava preparare “u lievitu”, cioè una pastellafatta di acqua, farina, sale e lievito di birra,che si lasciava “impuzzare” (inacidire) peruna settimana. Dopodiché veniva fatto ilprimo impasto con uova, zucchero, latte esale, lasciando crescere il tutto per ben 12ore! La pizza doveva avere una bella elasti-cità perché poi veniva messa nelle teglie dovecresceva per tutta la notte (altre 14 ore).Le teglie venivano poi portate dal fornaio difiducia, che in precedenza aveva già ricevutola prenotazione per la cottura. E qui scattavala faccenda dei segni, nel senso che ognipizza doveva avere un segno distintivo, tipicodi chi le aveva preparate, per non essere con-fusa con quelle di qualcun’altro. I figli aspettavano questa tradizione congrande entusiasmo visto che era vietato anchesolo toccare le pizze prima della Pasqua eprima della benedizione del prete. Così, lamattina di festa, al suono delle campane “chesi scioglievano” si faceva colazione con lapizza e le uova sode dipinte a mano. Ma latentazione era talmente tanta che spesso “iriazzi” di nascosto mangiavano la pizza in-tera, cosicché il giorno di Pasqua la teglia eracompletamente vuota. Non era raro che ibambini si incontrassero la mattina stessa perandare a scroccare altre colazioni dai vicinidi casa con la scusa di portare gli auguri diPasqua. Il maestro Carfagna ha un ricordopersonale: “Quando mia madre faceva lepizze –ci racconta- non le infarciva coi saporidi moda, come alchermes, cognac o sam-

buca, ma metteva solovino e questo dava aidolci un sapore incon-fondibile, quasi di can-tina. E allora io glidicevo: Mamma, quavota (qualche volta) faianche delle pizze sbat-tute, so’ più morbide epiù doci (più dolci),queste sono dure esbricciolose e puzzanodi vino! Ma mia madrerispondeva che ci vo-levano tante troppeuova e non era possi-bile comprarle. Infine, rivolgiamo uninvito alle mamme ealle nonne di oggi af-finché questa tradi-zione non sidimentichi: insegnatealle vostre figlie e ni-poti i segreti per fare lepizze di Pasqua, comeha fatto la nonna di Fe-derica che, diventataesperta impastatrice,riempie di odore lestrade annunciandocicosì la Pasqua.

Su “Il segno dei tempi” del mese scorso, tra i membri dell’orchestrina roccheggiana ab-biamo citato anche il mitico “Pallicchiò” ma ne abbiamo sbagliato il nome. Invece di scri-vere Querino Trinca abbiamo scritto Querino Querini. Ce ne scusiamo. Restando sullo stesso articolo, ci hanno segnalato che il padre della sposa che fece dormirel’orchestrina nella stalla, era Vincenzo Zampa e gli sposi erano Ascenza Zampa (madredell’ex assessore Alberto Cardinali) e Maurizio Cardinali. Infine, uno dei suonatori eraGino Fondi, detto “a bufala” per la sua grande mola. Un’ultima segnalazione. Sul “segno dei tempi” di dicembre abbiamo parlato di un perso-naggio misterioso e non avendo rivelato il nome molti lettori, incuriositi, ce lo hanno chie-sto. Si tratta di Marcello Silvestrelli, il re delle sale-gioco di Rocca di Papa.