Il Piccolo Segno. dicembre 2010

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Anno IX, n. 12 - Dicembre 2010 Periodico mensile dell’Associazione Culturale Terre Sommerse Castelli Quello firmato dall’attuale Ministro allo Sviluppo Eco- nomico, Paolo Romani, è un vero e proprio atto d’accusa che coinvolge l’ex Governa- tore della Regione Lazio Piero Marrazzo. Romani, il 3 marzo 2009, chiede a “Piero” di non applicare la delibera regionale del 2008 sullo spostamento dei ripeti- tori di Monte Cavo per evi- tare problemi ai cittadini di Roma e agli antennari. E Marrazzo si limita ad ese- guire gli ordini in barba ai cittadini di Rocca di Papa e alla delibera approvata dalla Regione. Una storia di verità, mezze verità e omissioni. Una ‘lettera confidenziale’tra il Vice-Ministro Romani e Marrazzo, tenuta segreta, ha fermato il trasferimento dei ripetitori da M.Cavo Storie sporche Com.to Centro a pagina 14 Mancini a pagina 9 Opere pubbliche Facciamo il punto Rasetti a pagina 10 Via Barozze, degrado Ecocentro Centro Storico Rifiuti, le cose da fare Viale Enrico Ferri La Casa della salute Alle pagine 11, 12 e 13 PICCOLO Buon Natale Ristorante Pizzeria LA LONGARINA “lunedì digiuno” Via dei Colli, 1 (trav. di Via delle Barozze) 00040 Rocca di Papa (Rm) Tel. 06 9495135 www.longarina.it il Segno A PAGINA 4 Alle pagine 16, 17 e 18 Borsino elettorale Le ultime novità! Rasetti a pagina 7 Natale 2010 pranzo 25 dicembre Menù speciale a € 35,00 (menù baby € 20,00) Veglione Capodanno 2011 Menù a base di pesce a € 65,00 (prenotando prima del 25 dicembre ‘10) Là dove si danno alle fiamme i libri, si finisce per bruciare anche gli uomini H. Heine

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Il Piccolo Segno. dicembre 2010

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Anno IX, n. 12 - Dicembre 2010Periodico mensiledell’Associazione CulturaleTerre Sommerse Castelli

Quello firmato dall’attualeMinistro allo Sviluppo Eco-nomico, Paolo Romani, è unvero e proprio atto d’accusache coinvolge l’ex Governa-tore della Regione LazioPiero Marrazzo. Romani, il3 marzo 2009, chiede a“Piero” di non applicare ladelibera regionale del 2008sullo spostamento dei ripeti-tori di Monte Cavo per evi-tare problemi ai cittadini diRoma e agli antennari. EMarrazzo si limita ad ese-guire gli ordini in barba aicittadini di Rocca di Papa ealla delibera approvata dallaRegione. Una storia di verità,mezze verità e omissioni.

Una‘letteraconfidenziale’tra ilVice-MinistroRomanieMarrazzo,tenuta segreta,ha fermato il trasferimentodei ripetitoridaM.Cavo

StoriesporcheCom.to Centro a pagina 14Mancini a pagina 9

Opere pubblicheFacciamoilpunto

Rasetti a pagina 10

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Centro StoricoRifiuti, lecosedafare

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Alle pagine 16, 17 e 18

Borsino elettoraleLe ultimenovità!

Rasetti a pagina 7

Natale 2010pranzo 25 dicembre

Menù speciale

a € 35,00(menù baby € 20,00)

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Menù a base di pesce

a € 65,00(prenotando prima

del 25 dicembre ‘10)

Là dove sidanno alle

fiamme i libri, si finisce per bruciare anche gli uomini

H. Heine

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ATTUALITA’2 il Segno - Dicembre 2010

Il dibattito si è svolto a Lanuvio il 2 dicembre

“Dalla gestione dei rifiuti un business criminale”

assassinato nel 1995 nella sua ca-nonica e gli appunti che avevaraccolto sono spariti: difendere ilproprio territorio dai traffici di ri-fiuti corrisponde a difendere lademocrazia del luogo stesso.Infine è intervenuto Daniele Ca-stri rappresentante legale del co-mitato No-Inceneritore di AlbanoLaziale, riferendo di come ilmancato smaltimento differen-ziato dei rifiuti rappresenti una ri-sorsa per gli inceneritori che nonsolo guadagnano sui rifiuti bru-ciati, ma anche sugli incentivi chepercepiscono dallo stato essendoequiparati a fonte di energia pu-lita (cfr www.greenpeace.org).All’assemblea ha partecipatoanche il Sindaco di Lanuvio, Um-berto Leoni, che è intervenuto,ascoltato e ribattuto alle criticheprovenienti dai relatori ma anchedal pubblico, inerenti la cava, lasua gestione e il mancato inter-vento dell’amministrazionequando i diversi comitati e i cit-tadini protestavano. Il Sindaco hariferito di ignorare cosa conte-nesse la cava, che cosa sia statosversato in essa e ha affermatoche attualmente l’ARPA (l’Agen-zia Regionale Protezione Am-biente) sta effettuando controlli eanalisi. Dall’assemblea è emersoquanto sia grave e diffuso il traf-fico di rifiuti anche nella nostraregione e di come molto spesso ilcittadino si trovi a richiedere in-formazioni e non ricevere rispo-sta, laddove ci sono informazioniè più difficile che ci sia qualcosadi losco, invece dove regna il si-lenzio viene il sospetto che qual-cosa di losco stia succedendo, ilfurto di informazione equivale alfurto di democrazia. Inoltre nondobbiamo considerare i rifiuti,anche tossici, come un problemaaltrui, non solo perchè potrebberofinire nel nostro territorio, maperchè sono il prodotto della no-stra vita quotidiana: medicine,alimenti, vestiti, giocattoli, elet-trodomestici, etc... anche noi pos-siamo contribuire non soloinformandoci, ma riciclando, riu-sando e consumando meno.

di NoemiBevilacquaIl 2 dicembrepresso la saladelle colonne aLanuvio si èsvolta un’as-semblea dal ti-

storia della cava e le sue vicissi-tudini legali, è iniziato l’inter-vento di Enrico Fontana,giornalista del Manifesto e diTerra.Le informazioni riferite dal gior-nalista, purtroppo, evidenzianoun triste primato per il nostro ter-ritorio: siamo la sesta regioneitaliana per reati connessi allosmaltimento dei rifiuti, masiamo la quarta provincia d’Ita-lia, dopo Bari, Napoli e Lecce!La gestione dei rifiuti rappre-senta ormai a pieno titolo, ancheda noi, un terreno fertile per lediverse attività criminali. Solonel biennio 2009-10 nella pro-vincia di Roma ci sono state 23custodie cautelari per illeciti am-bientali. Il traffico di rifiuti dauna parte all’altra della nazionerappresenta il miglior modo perabbattere le spese e su di essi daanni vari tipi di associazioni“mafiose” hanno messo le manifino a costituire un vero e pro-prio sistema organizzato con“Broker della monnezza”. Ac-canto allo spostamento dellaspazzatura da una parte all’altradella nazione si ha anche il ri-torno del traffico internazionaledi rifiuti. Per esempio il polieti-lene con cui sono rivestite leserre della nostra zona viene rac-colto illecitamente anziché es-sere smaltito, arriva in Cina,

tolo “La gestione dei rifiutidalla malavita al potere econo-mico-politico”, organizzata dalcomitato locale di Sinistra Eco-logia e Libertà di Lanuvio-Campoleone e ripresadall’emittente locale “Tele-country news”.L’assemblea è stata particolar-mente partecipata poiché ri-guardava un annoso problemadel territorio: una cava di ba-salto ormai dismessa e cedutadall’amministrazione comunalea una ditta privata. La popola-zione ed alcuni comitati soste-nevano da tempo che nella cavaavvenissero episodi sospetti:sversamenti di materiali du-rante le ore notturne, andirivienidi camion provenienti da tuttaItalia e così via. Da novembre2010 la cava è sotto sequestro ela magistratura provvederà astabilire quali e quanti illeciti visiano stati compiuti. Dopo l’in-troduzione di Fabrizio Agosti-nelli, segretario del circololocale di Sinistra Ecologia e Li-bertà, in cui è stata illustrata la

L’ex cava di Lanuvio

il Segnoorgano mensile

dell’associazione culturale“Terre Sommerse Castelli”

Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

DIREZIONEVia dei Monti, 24 - Rocca di Papa

DIRETTORE RESPONSABILEAndrea Sebastianelli

PIC

CO

LO REDAZIONENoemi Bevilacqua,

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ILLUSTRAZIONIFranco Carfagna, Ermanno Gatta

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IL SEGNO NON USUFRUISCE DI ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO nè comunale, nè provinciale, nè regionale, nè statale, nè europeo.

Ringraziamo i nostri sostenitori: Aldo, Italia, Pino, Patrizio, Rossana, Barbara, Gennaro, Alberto, Sergio,Paola, Giorgio &Mario, Augusta, Oscar, Gianfranco, Fabrizio, Bruno, Nicola, Franco, Gianluca, Antonello,Marina, Enzo, Nadia, Giorgio, Omero, Giulia, Paola, Orlando, Franco e un cittadino in anonimato.

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Manoscritti e foto anche se nonpubblicati non si restituiscono. Ilcontenuto degli articoli, dei servizi,le foto ed i loghi, rispecchia esclusi-vamente il pensiero degli artefici enon vincola mai in nessun modo ilSegno, la direzione e la proprietà. Leinserzioni sono riservate ai soli as-sociati e simpatizzanti ed hanno ca-rattere divulgativo-promozionalenel loro stesso ambito.

Stampato in proprio

in plastica (giocattolo, porta-chiavi, etc...) che dalla Cina ri-parte per il mondo intero contutto il suo contenuto tossico do-vuto a fertilizzanti e pesticidi.Naturalmente tutto ciò cheviene illecitamente smaltito po-trebbe divenire risorsa per lacollettività qualora venisse cor-rettamente riciclato e riusato. Severamente iniziasse un processodi cambiamento della nostra so-cietà verso il riuso ed il vero ri-ciclo si avrebbe una boccata diossigeno per tutte le vereaziende di green economy, cheinvece attualmente versano incattive acque.Il giornalista Andrea Palladino,collaboratore anche lui del Ma-nifesto, ha illustrato come an-cora oggi vi siano diversi trafficiilleciti di rifiuti verso l’estero ecome alcuni di questi passinoper il Lazio. Naturalmente tuttociò è vietato, ma sembra ancoraaccadere. Don Cesare Boschiniraccoglieva informazioni sulladiscarica di Borgo Montello,Latina, dove recentemente sonostati accertati sversamenti ille-citi provenienti da zone bonifi-cate di mezza Italia. È stato

dove vienespezzettato er i c i c l a t o ,fino a ridive-nire oggetto

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ATTUALITA’ 3il Segno - Dicembre 2010

castellana, divenendo il simbolo della vitto-ria dello Stato sull’illegalità, degli onesticontro i corrotti, della nostra Costituzionecontro chi afferma il potere della violenza edel terrore. Come ci ha ricordato il fondatore di Libera,Don Ciotti, ospite della trasmissione di Sa-viano e Fazio, “Legalità è speranza. E lasperanza si chiama “noi”. La speranza èavere più coraggio. Il coraggio ordinario acui siamo tutti chiamati: quello di rispon-dere alla propria coscienza”. Aggiungendo,inoltre, come “Legalità non sono, quindi,solo i magistrati e le forze di polizia, a cuidobbiamo riconoscenza e rispetto. Legalitàdobbiamo essere tutti noi. Legalità è re-sponsabilità, anzi corresponsabilità”.La “Bazzica” è solo la punta di un iceberg,ma la sua restituzione ai cittadini è la provache possiamo farcela.

L’ex ristorante “La Bazzica” sottratto alle mafie

Beni sequestratiaffidati al sociale

di Ilaria SignorielloEra il 1982 quando TotòRiina, capo dei Corleonesi,ordinò l’uccisione di Pio LaTorre, preoccupato per ilsuo attivismo ed in partico-lare per la sua proposta dilegge riguardante i patri-

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moni dei mafiosi. Nonostante l’elimina-zione fisica di Pio la Torre la sua eredità eraormai patrimonio condiviso, che avrebbesegnato la storia delle lotte contro le mafie,attraverso l’aggressione del patrimonio edelle ricchezze mafiose e, successivamente,con la loro restituzione ai cittadini, graziealla legge 109/96. La legge 109, fortementevoluta da Libera, l’associazione di DonLuigi Ciotti, e per la quale vennero raccoltepiù di un milione di firme, prevede l’utilizzosociale dei beni confiscati alle mafie e co-rona il sogno di chi, come Pio La Torre,aveva pagato con la propria vita l’impegnoper sottrarre ai clan le ricchezze accumulateillegalmente. La legge 109 è oggi uno degli strumentiprincipali per combattere e sconfiggere lemafie, colpendole nel cuore economico delloro impero criminale. Sulla base dei dati forniti dall’Agenzia Na-zionale per i beni confiscati alle mafie, la si-tuazione nel Lazio è allarmante. Sono 383 ibeni confiscati nella sola Provincia di Romaper un totale, a livello regionale, di 482. Sitratta di cifre impressionanti che testimo-niano la profonda penetrazione criminalenella nostra Regione e nella Provincia diRoma in particolare. Dei 383 beni confiscatinella provincia di Roma, 287 sono immobilie 96 aziende utilizzate per il riciclaggio didenaro sporco. Ma come testimonia l’acqui-sizione dell’ex ristorante La Bazzica daparte del Comune di Grottaferrata, le mafienon sono invincibili. Temono il risvegliodelle coscienze, temono gli animi forti di chinon si piega alla violenza o al ricatto e te-mono noi cittadini, quando non ci abbas-siamo al facile guadagno e crediamo nelvalore sociale della legalitàLa restituzione della Bazzica ai cittadini diGrottaferrata, futura casa della solidarietà epolo per la disabilità, come tutti i beni con-fiscati ai mafiosi, ha un elevato valore sim-bolico che trascende i confini della cittadina

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Page 4: Il Piccolo Segno.  dicembre 2010

PAGINA APERTA4 il Segno - Dicembre 2010

I corrotti restituiscanociò che hanno rubato

nanziaria del 2007, per laconfisca e l'uso sociale deibeni sottratti ai corrotti.

La corruzione minaccia ilprestigio e la credibilitàdelle istituzioni, inquina edistorce gravemente l'eco-nomia, sottrae risorse de-stinate al bene dellacomunità, corrode il sensocivico e la stessa culturademocratica. Per questo

motivo raccoglieremo unmilione e mezzo di carto-line da inviare al Presi-dente Napolitano perchiedergli di intervenire,nelle forme e nei modi cheriterrà più opportuni, af-finché il governo e il Parla-mento ratifichino quanto

relle, invidia).Benvenuti al circo, avete presente l’immaginein cui Homer Simpson si finge attento e invecein testa ha le mucche che ballano? Quella mu-sichetta circense si agita nella mia testa con-vulsamente. Credo sia patologico, non appenaintravedo persone che ben si vestono da nani eballerine per far festa al potente di turno eccoche scatta il carillon. Scene a cui assisto quasiquotidianamente, chiunque detenga un potereanche infimo viene ossequiato, imbonito, adu-lato. Il risultato è che alcune figure più vicinea Quasimodo ostentano petto in fuori con unatteggiamento simile a George Clooney che haappena risolto il problema della crisi econo-mica mondiale. Ormai non conta più se chi comanda o dirigequalcosa, che siano il paese o l’azienda di pro-vincia, abbia le stimmate del conducator, l’im-portante è la poltrona su cui siede. Verrebbe da

Beneficiodd’’ inventario

“Non invidio nessuno che siavivo, ma invidio l’immortalitàdi chi ha scritto pagine fuori daltempo e mai scomparire potrà”(Enrico Ruggeri, le sette so-

di Ettore Zanca

Meritocracy

dire che conta più il culo che la testa. Il primosconfortante risultato è che quando si tende acontrariare chi non è abituato, il suo potere siabbatte con le folgori sul critico di turno.L’autorità viene confusa con l’autorevolezza,la minaccia con la replica costruttiva, Savianodocet nel dire che spesso si distrugge la vitaprivata di un uomo mettendola in piazza sesolo prova a sfidare le altrui Colonne d’Er-cole. Sarà pessimismo incipiente che mi abbrancal’anima ma in ogni settore della vita pubblicae privata si cerca di omologare verso il basso.L’obiettivo sembra chiaro, comandare sugliinstupiditi è facile, mai come ora chi ha ta-lento, iniziativa, genio, o appare subito inat-taccabile o viene fatto a pezzi. Se poi non loaiuta l’immagine o il look peggio ancora,l’italiano è esteta da quattro soldi e guardaprima l’accostamento giacca pantalone e sehai il botulino fresco, che non se dici qualcosadi sensato o sei un artista nel tuo campo. Eccodunque che ormai non c’è fetta di vita in cuichi è un minimo dotato, prima di chiedersi sevale va a cercare protezione da chi vale. Il ri-sultato è che si arriva a tragicomiche selezionilavorative o di audizioni di spettacolo o sceltadi prestigiosi premi da intellettuali, in cui si fail bilancio dei padrini che stanno dietro il se-lezionando più della capacità di occupare quelposto. Poche chiacchiere, siamo al tramontoe nel deserto per giunta. Antonio Calabrò nelsuo libro “cuore di Cactus” dice che bisognasalvare le oasi dall’aridità dell’abbrutimento,

l’unico modo per farlo è nonguardare più quale tessera si hanel portafoglio. Non ci si illudai “nostri” non sono meglio di“loro”. Potrei citare migliaia diepisodi di uomini virtuosi checol tempo hanno cambiato al-tare fino al paradosso. Fino a la-sciare soli quelli che potevanocambiare davvero le cose. Mi limito anche io a citare fraqueste pagine un nome che inquesti giorni è stato anche ri-cordato da scrittori di fama,quel nome è l’esempio diquanto un uomo possa subireper stupidità, arrivismo, co-scienza di classe taroccata, va-lori di partito sacrificati subitodopo per rendere servigi ai ma-fiosi. Metà di questo letameavrebbe ucciso chiunque, perquest’uomo era ancora poco,c’è voluto il tritolo che ha libe-rato da un peso non solo i ma-fiosi, ma tanti che adessoparlano di valori e legalità, par-lano, appunto, poi basta, lui fa-ceva, eccome. Quell’uomo sichiamava Giovanni Falcone. “Ma un grazie davvero di cuorelo dedico a quelli che invidianome...”.Vedi incipit

teria di lotta alla corru-zione nonché alle norme,introdotte con la Legge Fi-

prima e diano con-creta attuazione aitrattati, alle con-venzioni internazio-nali e alle direttivecomunitarie in ma- Don Luigi Ciotti di “Libera”

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ATTUALITA’il Segno - Dicembre 2010 5

L’assemblea nazionale del Cipsi si è tenuta a Capodarco

Anche ai Castelli Romanilevociinascoltatedell’Africa

di Annarita RossiCon il suo incredibiletripudio di colori,dalle più particolarisfumature, con tutti isuoi svariati odori e

In occasione dei 25 anni dalla nascita del coor-dinamento, Solidarietà e Cooperazione Cipsi(che raggruppa 48 Ong -Organizzazioni non go-vernative- e associazioni di solidarietà interna-zionale), ha scelto per la sua Assembleanazionale l’Agricoltura Capodarco, sede anchedell’Associazione Noi Ragazzi del Mondo, parteintegrante del Cipsi e promotrice, ai Castelli Ro-mani, del progetto pilota Bilancio SolidaleObiettivo otto. Due giorni di festa e di riflessione che hanno tra-sformato Grottaferrata nella Capitale della soli-darietà italiana, con 60 rappresentanti di Ong,provenienti da tutta Italia, che si sono riunitipresso la “Casa Famiglia Milly e Memmo”, perrilanciare, dopo 25 anni, la “missione” del Cipsi. Oggi Solidarietà e Cooperazione Cipsi è un co-ordinamento di 48 organizzazioni non governa-tive e associazioni di solidarietà internazionalepresenti in 91 Paesi di Africa, Asia, America La-tina ed Europa dell’Est, con oltre 200 attivitàcon i partner all’estero per migliorare le condi-zioni di vita e salvaguardare i diritti delle popo-lazioni dei paesi impoveriti. Una vera e propria due giorni di riflessione perrilanciare il ruolo della cooperazione internazio-nale in un momento difficile, in cui la crisi eco-nomica ha portato gli Stati a ripiegarsi su sestessi, riducendo in maniera drastica i fondi stan-ziati. L’Italia è scivolata agli ultimi posti in Eu-ropa per aiuto pubblico allo sviluppo a fronte,invece, di accordi molto cari con la Libia del dit-tatore Gheddafi, stipulati senza alcuna garanziadel rispetto dei diritti umani delle persone re-spinte.Nonostante la grande crisi che si sta abbattendosulla cooperazione internazionale, il Cipsi ha vo-luto riaffermare, con ancora maggiore forza,l’importanza di una cultura della cooperazioneoltre i bisogni, ripartendo dalle relazioni tra i po-poli e tra le persone, dando voce ai diritti, fa-cendo parlare l’acqua, l’Africa, le donne, le

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Il teatrodella natura

La tela di Aracne

esperienze, le storie, le culture altre. Nei due giorni a Grottaferrata si è parlato moltoanche di donne. Il Cipsi è, infatti, il promotoredella Campagna per l’attribuzione del PremioNobel per la Pace alle Donne Africane nel 2011(Noppaw.it). La proposta nasce a partire dallaconstatazione del ruolo crescente che le donneafricane hanno acquisito nella vita quotidianadell’Africa. Le donne sono protagoniste e trai-nanti sia nei settori della vita quotidiana che nel-l’attività politica e sociale. Sono le donne inAfrica che reggono l’economia familiare nellosvolgimento di quell’attività, soprattutto di eco-nomia informale, che permette ogni giorno,anche in situazioni di emergenza, il riprodursidel miracolo della sopravvivenza. Elisa Kidané, poetessa e missionaria combo-niana eritrea in merito alla Campagna Noppawha dichiarato che “è un modo concreto di pro-muovere i valori, troppo spesso nascosti, dellacultura dei popoli africani, rappresentati inmodo significativo da tutte quelle donne che“portano sulle spalle i pesi e le speranze del-l’Africa”.

Ilaria Signoriello

con la sua continua melodia disuoni, la natura entra in scena adogni stagione e latitudine. Adogni alba il sipario si apre lenta-mente e pian, piano una miriadedi specie animali e vegetali mo-strano ai nostri occhi le loro ca-ratteristiche più autentiche in unospettacolo che non ha mai fine.Nel ciclo continuo, in natura, vi èsempre fermento, giorno e notte.Nella sua maestosità, tutto nasce,muore e si rigenera naturalmente,in modo biologico. Il palcosce-nico della natura è sempre in mo-vimento ed ogni cosa avvienecon meticolosa perfezione fino ache qualcosa di anomalo inter-rompe quel fragile equilibrio.Spettatore indiscusso, l’uomo,colui che fruisce gratuitamente ditanta meraviglia, è spesso ancheil responsabile più o meno con-sapevole di alcune disfatte. La natura, osannata da cantori emusici, pittori e danzatori è dasempre la protagonista assoluta dirime ed opere sinfoniche, danzee dipinti. Armonia e ispirazione èquanto la natura ci offre in ognisua forma e specie perché la na-tura è musica e poesia, danza estupendi quadri mai uguali, perdirla in una sola parola, è arte.Basta fermarsi ad ascoltarla,guardarla e ammirarla per assa-porarne tutte le sue virtù senzaoffenderla, forzarla, deprecarlaper poi infine distruggerla. Per ilnuovo anno in questo terzo mil-lennio manteniamo in vita il tea-tro della natura, l’unico grandedono che dovremmo apprezzarepiù di tutti per goderne piena-mente della sua magnificenza.

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APPROFONDIMENTO6 il Segno - Dicembre 2010

Contro la proposta di legge della Regione Lazio

Consultori privati, le donnedei Castelli dicono “no!”

nostra regione e ne snaturaruolo e funzioni. Subito in aper-tura si afferma che il consulto-rio deve “vigilare” sullafamiglia e la parola evoca leforze dell’ordine e non ci piace,avremmo preferito “promuo-vere” o “proteggere” o “tute-lare”. Come dovrebbe“vigilare”?Trasformando i consultori inistituzioni ideologizzate con ilcompito di “promuovere i va-lori della famiglia tradizionalefondata sul matrimonio”, supe-rando in tal modo lo scontro eil dibattito scientifico non an-cora concluso su tali temi.Prevedendo la presenza neiconsultori di “associazioni” e“rappresentanti di associazioni”che si richiamano ai “valori” dicui sopra, naturalmente previofinanziamento “pubblico” adassociazioni “private”. Infatti iconsultori oltre che pubblici sa-ranno anche “privati senzascopo di lucro” e “privati ascopo di lucro”. Poi c’è la li-bertà di scelta della donna cheviene notevolmente ridotta per-chè se si rivolge al consultorioper un’interruzione di gravi-danza, è obbligatoriamentemessa in un percorso in cui sitenterà dapprima di “dissua-derla” e poi si “verbalizzerà” lasua decisione, che sarà obbli-gata a comunicare alla struttura.Veniamo ora ai consultori di Al-bano Laziale e dei Castelli Ro-mani che risentono delle stesseproblematiche che ci sono intutta Italia e quindi sedi inade-guate, prive di parcheggio, dif-ficoltà a raggiungerle,sottorganico strutturale e dun-que molteplicità di ruoli e cari-chi di lavoro pesanti per chi sitrova in servizio e di conse-guenza impossibilità di dareprestazioni sanitarie e servizisoddisfacenti. Solo il 20% dellapopolazione si serve dei consul-tori di Albano Laziale, ciò si-gnifica che su 100 persone, 80si rivolgono a strutture a paga-mento e solo 20 a un servizioche dovrebbe essere gratuitaSiccome pensiamo che l’at-tacco ai consultori è un pro-blema innanzitutto culturaleallora è necessario che donne euomini, cittadine e cittadini, al-larghino l’orizzonte e inseri-scano questo attacco aiconsultori all’interno di un at-tacco più generale ai dirittidelle donne, lottando per l’ade-guamento delle leggi italianealle normative dei più avanzatiPaesi europei, come Germania,Francia, Spagna, e soprattuttoSvezia.

di LoredanaMassaroL’Associazione“8 Marzo” hatenuto un’as-semblea pub-blica per direno alla legge

reciprocità e soprattutto di so-lidarietà. La proposta di riforma suiconsultori familiari è in questosenso una legge violenta, per-ché mina alcuni diritti inviola-bili della persona sanciti dallaCostituzione Italiana. Gli ono-revoli Giulia Rodano e ToninoD’Annibale sono d’accordosul fatto che la legge “va im-mediatamente ritirata” e ap-poggeranno e sosterrannoogni forma di lotta e protesta,peraltro già partite nei CastelliRomani. “L’attacco all’attualelegge sui consultori familiari–ha dichiarato l’On. LuisaLaurelli– va inserito in un at-tacco più generale che in que-sti anni è stato fatto contro idiritti delle donne. Le donneoggi non solo devono pensarea difendere quanto credevanodi aver ottenuto una volta pertutte, ma devono anche ricon-quistare spazi e ruoli che nonpossiedono più e che minanola loro libertà personale e didecisione, questa è una batta-glia soprattutto culturale chedeve trasformarsi in una piùampia rivendicazione poli-tica”. L’Assemblea delle Donne delcomune di Albano, di cui si faportavoce l’Asso.zione “8Marzo” più le Pari Opportu-nità del Comune di Albano siimpegnano fin d’ora per chie-dere l’approvazione in Consi-glio comunale di un ordine delgiorno che respinga nella ma-niera più categorica l’abroga-zione della L.R. 15/76 così

come vuole il centrodestra echiederà inoltre l’audizionealla Commissione regionaleServizi Sociali e Sanità anchenella prospettiva di potenziarei consultori già esistenti.E’ bene ricordare quali servizierogano i consultori familiariper capire quanto importantesia la protesta delle donne: in-formazioni e consulenze per laprocreazione responsabile; prescrizione di contraccettivi; consulenza psico-sessuale; in-formazione per la prevenzionedei rischi genetici e per il con-trollo della gravidanza a ri-schio; informazioni sullasterilità della coppia; proce-dure per l’interruzione volon-taria di gravidanza (I.V.G.);supporto medico e psico-so-ciale (anche per i minorenni); prevenzione dei tumori; moni-toraggio della gravidanza ecorsi di preparazione alla na-scita; ecografie; consulenzapsicologica con sostegnopsico-terapeutico; psico-dia-gnostica per l’età evolutiva;procedure per l’espletamentodelle pratiche di adozione (na-zionali e internazionali); affi-damento familiare dei minori; interventi sociali sul territorioper la prevenzione del disagiogiovanile, della coppia e dellafamiglia; prevenzione dei fe-nomeni di maltrattamento eabuso sessuale a danno deiminori; richiesta dei test HIV. Entriamo ora nello specifico:la proposta di legge regionalen. 21 abroga la legge istitutivadei consultori familiari nella

che cancella i consultori fami-liari pubblici. Il confronto po-litico sulla proposta di LeggeRegionale presentata dal cen-trodestra al Consiglio Regio-nale del Lazio, si è tenuto il 19novembre ad Albano pressoPalazzo Savelli. Numerosa lapresenza dei cittadini ma so-prattutto delle cittadine chesentono forte il dovere di man-tenere in vita i Consultori pub-blici. La sottoscritta ha avutol’onore di introdurre i lavoridell’assemblea. Sono intervenuti: Luisa Lau-relli (Casa Internazionale delleDonne), Tiziana Bartolini (Di-rettrice di “Noi Donne”), To-nino D’Annibale (ConsigliereRegionale PD e Vicepresi-dente Commissione Sanità Re-gione Lazio), Giulia Rodano(Consigliere regionale IDV),Gabriella Sisti (CommissioneServizi sociali Donnedell’A.N.C.I. – UDC), Ales-sandra Zampetti (Federazionedella Sinistra) e Ada Scalchi,(Pari Opportunità Comune diAlbano Laziale). Hanno poidato il loro apporto L’Assem-blea delle Donne dei Consul-tori di Albano Laziale, glioperatori dei Consultori dellaRmH e le Organizzazioni sin-dacali. La proposta di legge regionalen. 21 abroga la legge istitutivadei Consultori familiari nellanostra Regione (legge regio-nale n.15/76) e ne snaturacompletamente ruolo e fun-zioni. L’Ass.zione “8 Marzo”ormai da molto tempo è impe-gnata sul territorio per difen-dere i diritti delle donneattraverso la cultura, convintache solo facendo cultura i pro-blemi siano risolvibili, nessunalegge sarà mai una legge effi-cace se non sarà supportata daun entroterra culturale fatto di“sentire comune”, di condivi-sione e dibattito, di scambio,

Raccolta di firme contro la proposta della Regione Lazio

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7il Segno - Dicembre 2010

RROOCCCCAA DDII PPAAPPAAnotizie, informazione, attualità

Al 31 ottobre 2010 i residenti censiti nel Comune di Rocca diPapa erano 16.054 (maschi 7.980; femmine 8.074). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.116.*

*dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

NUMERI UTILIFarmacia Comunale: 06-9499986Clinica San Raffaele: 06-9428601

Comando Carabinieri: 06-94749007Polizia Municipale: 06-94286134Centralino Municipio: 06-942861

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Raccolta rifiuti, Ariccia e Rocca di Papa: modi diversi di gestire gli “ecocentri”

La sistemazione dell’area di BorgoValle Vergine deve essere prioritaria

di Sergio RasettiLa raccolta diffe-renziata partitada quattro mesirichiede, a guar-dare i risultati,una messa apunto urgente.

sere poco tranquilli a doverlavorare in quella situa-

Così si presenta l’ecocentro di Rocca di Papaa pochi metri da Via delle Barozze

Ecco invece l’area dell’ecocentro nel vicino Comune di Ariccia

zione. Certo è che un buon ser-vizio dipende essenzialmenteda una buona organizzazionedell’ambiente di lavoro che in-fluisce sullo stato d’animodegli operatori. Prendere adesempio l’organizzazionedell’ecocentro di Ariccia nonsarebbe sbagliato. Il nostroplauso all’AmministrazioneComunale, che ha saputo met-tere al centro della sua operal’impegno in questo fonda-mentale settore per la vitadella comunità, resta comun-que intatto. Ora bisogna met-tere mano ai “dettagli”, con laconsapevolezza che occorrefar presto prima che le “cat-tive abitudini” si consolidinocome regole definitive, tantoda far mancare il risultato ne-cessario.

Occorre ritornare alla comuni-cazione diretta con i cittadini,molti dei quali non hanno “spo-sato ancora la causa” e rischianodi far fallire il progetto per unpaese all’altezza dei tempi.Molti dimostrano di non co-gliere il vero messaggio che ar-riva da Napoli o Palermo, maanche da Roma dove il pro-blema “monnezza” rischia di di-ventare, anche lì, non piùrisolvibile. Che la raccolta dif-ferenziata sia l’unico sistemaper ridurre la massa di rifiuti da“sistemare” nelle immense di-scariche che sono praticamenteal culmine della capienza, vieneaffermato e riconosciuto da tutti.Urgente è allora far capire chenon esiste altra possibile op-zione. E’ il lavoro principale chei pubblici amministratori de-vono compiere con ogni mezzopossibile. Questo non ci devecondannare a vivere perenne-mente al cospetto di migliaia di

recipienti multicolori sparsiovunque e, troppo spesso, colmitanto da non poter essere chiusi.Ora dobbiamo realizzare appo-siti spazi dove collocare i con-tenitori in modo funzionale, peril ritiro dei rifiuti, ma riservati.Nello stesso tempo dovrebbeessere messo a punto un sistemadi raccolta che eviti di protrarsinelle ore inoltrate della gior-nata, soprattutto nel centro sto-rico e sulle strade principali. Lospettacolo di sacchetti e cartoniraccolti in tarda mattinata, men-tre i mezzi del servizio si rincor-rono numerosi sulle pochestrade centrali del paese, nonpredispone alla serenità di nes-suno e lascia immaginare unservizio poco efficiente. A proposito di buon funziona-mento, la sistemazione imme-diata dell’eco-centro sito in ViaBorgo Valle Vergine, traversa diVia delle Barozze, riteniamoche sia indispensabile. Il sitoappare non bene organizzato,qualche neofita che si è recatosul posto recentemente lo ha de-scritto come un luogo affatto or-dinato, una bolgia dove siaggirano mezzi e operatori at-torno a contenitori fatiscenti, inspazi ristretti e con l’aria di es-

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ROCCA DI PAPA il Segno - Dicembre 20108

Per via Palazzolo (tratto de “i Ri-belli”) un provvedimento che puòsalvarci, per ora, dalla necessità diistituire la circolazione a sensounico. La strada, percorsa a tuttele ore da numerose auto e furgoni,molti quelli della nettezza urbana,non consente il passaggio contem-poraneo nei due sensi di marcia acausa delle auto in sosta.Del resto, l’unica possibilità di so-stare per i residenti risiede proprioin quel tratto in cui, di frequente, iveicoli provenienti da entrambe ledirezioni si trovano uno di fronteall’altro e devono affrontare com-plicate retromarce che possono

Disagi a non finire per il traffico in via Palazzolo

Contro il caos bisognacreare aree di scambio

Sarà il castagno il protagonista di un con-vegno che si terrà il prossimo 18 dicem-bre a Rocca di Papa presso l’auditoriumdel Centro Trinitario del Tufo. Un incon-tro a cui parteciperanno diversi esponentidel mondo scientifico che affronterannole molte problematiche che hanno riguar-dato il patrimonio boschivo, la sua con-servazione e il suo sviluppo, acominciare dagli effetti prodotti dal fa-moso cinipide, l’insetto che ha infettato icastagni di tutt’Italia. Si parlerà poi dibiomasse da castagno, un modo sosteni-bile di produrre energia. A organizzare questo interessante incontroè Claudio Botti, presidente dell’Associa-zione Amici del Castagno di Rocca diPapa, che da sempre ha dedicato tempo eidee per proteggere e sviluppare la castani-coltura da frutto anche nel nostro paese.“Dopo trent’anni di battaglie e di progettimandati in fumo dai soliti politici incapaci,credo che sia arrivato il momento di ripro-gettare il futuro dei nostri boschi, un patri-monio inestimabile che va protetto e su cuibisogna indirizzare progetti idonei in gradodi coinvolgere anche i cittadini. Se non lofacciamo ora non lo faremo mai più”. Per questo il 18 dicembre ci sarà anche ilSindaco di Rocca di Papa, Boccia, e il suocollega di Canepina (Viterbo), MaurizioPalozzi, che porterà l’esperienza del suoComune che a causa dell’insetto-killer havisto fortemente ridimensionate dal puntodi vista finanziario e ambientale le risorsedi una realtà economica tra le più rilevantidel viterbese. A confrontarsi sul temaanche il dott. Giorgio Grassi dell’Istitutosperimentale per la frutticoltura, il prof.Lorenzo Fazzi dell’Ass.ne nazionale Cittàdel castagno, e la dott.ssa Carla Nati, ricer-catrice del CNR. L’appuntamento è alle ore 17.30.

Andrea Rasetti

nistratori che hanno assicurato una rapidasoluzione, ma come tutte le decisioni che ri-chiedono una vera assunzione di responsa-bilità, si trova sempre il modo di rimandarlea tempi migliori. Ma tempi migliori per chi? Non certamenteper i residenti e per gli automobilisti che pa-gano ogni giorno il disagio continuamentein crescita. Che fare di una classe dirigenteincapace di decidere cose veramente fattebene?

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coinvolgere anche più veicoli.Una soluzione provvisoria, in attesa di rea-lizzare posti sosta fuori della carreggiata,che come tutti possono costatare sarebbecosa possibile, è istituire un paio di aree discambio tra i veicoli che salgono e scen-dono. Si sacrificano in questo modo 5 o 6posti sosta ma si ottiene una percorribilitàstradale più tranquilla e sicura. Se ne parla a vuoto da anni. Cartelli di di-vieto di sosta che è impossibile rispettaresono lì a testimoniarlo. Numerosi gli ammi-

Viabilità in tilt ai “Ribelli”

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Il prossimo 18 dicembre

Convegnosulcastagno

Presa di posizione del Comitato dei Campi d’Annibale“Il Comune ci deve rispondere” Il Comitato di Quartiere deiCampi d’Annibale riunitosi il 3 di-cembre scorso ha dibattuto, tral’altro, sulle numerose richeste dispiegazioni avanzate tramite let-tera all’amministrazione comu-nale e per le quali non ha mairicevuto alcuna risposta, nè scritta,

nè verbale. L’assemblea all’unani-mità ha quindi deciso, d’ora inavanti, qualora continuasse talecomportamento da parte del Co-mune, di passare le richieste rima-ste inevase e senza risposta, alnostro mensile che, fin d’ora, sidice disponibile a riportarle. Il Pres. Silvestrini

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Page 9: Il Piccolo Segno.  dicembre 2010

ROCCA DI PAPA 9il Segno - Dicembre 2010

di Marzia ManciniI disagi provocatidalla presenza diuna sola palazzinain cui confluisconovari studi medici a

Il punto di vista dei medici rispetto ad un’unica struttura degli ambulatori di base

L’obiettivo è quello di dare vita allaCasa della Salute in viale Enrico Ferri

L’ex edificio comunale di Viale Enrico Ferri

di un piccolo ospedale.Ovviamente affinché questo sirealizzi, il Comune, dettosi inte-ressato, dovrebbe finanziare esostenere il progetto, ma proba-bilmente per motivi economicie politici, non possiamo azzar-dare nessuna data, augurandociche non sia troppo lontana o ad-dirittura inesistente.Ancora una volta l’interventodel Comune risulta determi-nante, non solo per “La Casadella Salute”, che costituirebbeuna grande svolta e motivo dicrescita per Rocca di Papa, maanche per consentire momenta-neamente, e nel futuro, un ser-vizio di navetta che possaaccompagnare i pazienti più bi-sognosi dai vari siti del nostropaese, alla struttura di Piazzadella Repubblica. Con l’apportodi mezzi di trasporto appositi, idisagi sarebbero meno e gli spo-stamenti più facili. Attendendosperanzosi “La Casa della Sa-lute”, vorremmo vedere al piùpresto iniziative utili a risolverele attuali problematiche.Approfittando di questo lietoincontro, auguro a tutti i nostrifedeli lettori un Felice Natale,ricordandovi che non è solouna festa per bambini ma pertutti coloro che conservano neiloro cuori il senso della fami-glia, che è il dono più grandeche abbiamo, e per famiglia in-tendo qualsiasi sentimento pro-fondo e sincero d’amore che sipossa provare e ricevere. Buon Natale!

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tre sarebbe controproducente, inquanto, con uno o due medici, lostudio resterebbe aperto soltantotre ore circa, contro l’orario con-tinuato che permette al pazientedi recarsi in ambulatorio a qual-siasi ora come accade a Piazzadella Repubblica. Pertanto l’ob-biettivo dei medici del nostroambulatorio, che tra l’altro ap-partengono all’unico gruppo ri-conosciuto dalla Regione Lazio,è quello di non spezzettarsi qua elà, ma di unirsi sempre più percreare un centro polivalente chepermetta ai pazienti di “risol-vere” ogni tipo di richiesta, at-tuando così un efficienteimpianto di Primo Soccorso inmodo che i piccoli ospedali pos-sano essere supportati da questotipo di servizio. A quel punto, sì, ci sarebbe unsolo studio in tutta Rocca di

Papa, ma il paziente non do-vrebbe più spostarsi a Frascatiper l’ecografia, a Marino per leanalisi o a Roma e quant’altro…Avrebbe comodamente tutto asua disposizione!Questo “sogno” medico ve-drebbe la sua realizzazione nellagrande struttura del vecchio Co-mune, in viale Enrico Ferri, lìpotrebbe nascere la “Casa dellaSalute” prevista dal piano Na-zionale. Questo importante pro-getto vedrebbe la collaborazionedel Comune e della Asl, il Co-mune si occuperebbe prevalen-temente della parte sociale, e laAsl fornirebbe medici speciali-sti, infermieri, medici di base,una farmacia, un laboratorio dianalisi e finalmente avremmo ilCUP (Centro Unico di Prenota-zione) ed un Consultorio. In-somma una serie di servizi degni

Piazza della Repubblica, sono di-versi e non indifferenti, soprat-tutto per anziani, “malati” edisabili che non vivono nelle im-mediate vicinanze della piazzaprincipale di Rocca di Papa e peri quali raggiungere il medico di-venta un’impresa.Tenendo presente queste graviproblematiche ho cercato, d’al-tra parte, di sentire anche le ra-gioni ed i pareri dei medici, e vimostrerò che le loro intenzioninon sono lontane dai desideridei loro pazienti, al contrario simobilitano a loro favore tro-vando però degli impedimentialle volte insuperabili.Più che una “moda”, il bisognodei medici di unirsi in una solastruttura è quasi una necessità.Un solo medico infatti, o anchepiù di uno, non può sostenere lespese di un ambulatorio e soppe-rire a tutte le esigenze che questorichiede. Oltre agli elevati costi,le leggi sulla sicurezza del la-voro, sempre più rigide, non col-limano con l’abitabilità dei localiroccheggiani che erano stati presiin considerazione da alcuni me-dici, e considerati troppo piccolie non conformi alle norme di si-curezza. Oltre alla mancanza distrutture adeguate, si unisconoproblematiche di ordine pratico.

Infatti per ilmedico chev o g l i aaprire unsuo studio,è previstoun corso disegreteriaed infor-m a t i c adella duratadi diversesettimane,che porte-rebbe vialavoro etempo alprofessio-nista. Inol-

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ROCCA DI PAPAil Segno - Dicembre 201010

I temi su cui vecchi e nuovi politici locali dovrebbero cominciare a ragionare

Opere pubbliche, viabilità e PRG...la“nuova”politicaricominciadaqui

Un’arteria per il grande traffico che iniziacon una rotatoria pericolosa, prosegue conuna curva di 180° proprio sulla quale sboc-cano due strade secondarie a servizio dellenuove costruzioni e continua in una sortadi slalom tra le poche case precedente-mente fatte. Se consideriamo i numerositombini sparsi alla rinfusa sulla carreg-giata, ci troviamo di fronte a un pericolo eun disagio irreparabili.Piano regolatore: Approvato con anni diritardo rispetto agli impegni presi con glielettori; il risultato è che alla scadenza del3° mandato non è ancora definitivo. Disat-tende notevolmente quanto indicato nei la-vori da Agenda 21 e dai ricercatoridell’Università. Un’opzione zero letteral-mente azzerata dalle licenze per migliaia dimetri cubi rilasciate in pochi anni con pianidi edificazione e approvati anche in as-senza delle infrastrutture principali. Fi-schiato sonoramente dagli stessi che sonoandati ad abitare in quelle nuove costru-zioni che hanno già fatto saltare abbondan-temente l’opzione zero. Comprensorio Giardino degli Ulivi:Quello che si era immaginato come uncompletamento della zona residenziale do-tandola, in convenzione con i costruttori,dei relativi servizi pubblici, completamentetrasformato rispetto alle ipotesi iniziali.Sembra divenire un sito super cementifi-cato dove i servizi previsti rischiano di nonessere nemmeno sufficienti per i nuovi re-sidenti.Edilizia spontanea: L’incapacità dellapubblica amministrazione locale, in quantoa progetti credibili e controllo del territorio,ha spinto e spinge i cittadini a risolvere iproblemi con “il far da sé” e le costruzioniche nascono in ogni dove creano situazioniirreversibili, dannose e costose, che tutta lacomunità dovrà accollarsi.Riattivazione della funicolare:Un’opera

che fa sognare giovani e anziani. Chi go-verna ha il dovere di essere realista e suquesto progetto del realismo ne ha tenutopoco conto. Chi scommette che “l’unicacosa utile” che resterà dell’impresa saràquella bella strada da costruire tra Via Fra-scati e la Stazione a Valle, rischia di vincerela scommessa al 99%. Speriamo che si fac-cia ancora una seria pausa di riflessioneprima di correre il rischio di dover richiu-dere l’impianto dopo soltanto sei mesidalla sua inaugurazione.Strade del centro storico: Troppo spessobisogna rimettere mano a lavori fatti di re-cente. Qualche problema ci deve essere.Qualcuno vuole capire finalmente che i la-vori pubblici non si dovrebbero più affi-dare soltanto perché quell’impresa ha fattoun’offerta con il più alto ribasso?Parcheggio del “Carpino”:Con il solo fi-nanziamento pubblico si poteva fare unparcheggio adeguato ai bisogni della popo-lazione, alle necessità per il turismo, essereproprietari da subito e non soltanto tra 20anni, quando, tutto proveniente dalle taschedei roccheggiani, gli investitori avranno re-cuperato quanto investito con gli interessi.Questo elenco, naturalmente incompleto,nulla toglie ad altre cose fatte bene. Losforzo profuso dagli amministratori in set-tori significativi come quello della scuola,della cultura, del turismo, dell’attenzioneal disagio e ai meno fortunati è stato signi-ficativo. Ma un rinnovo della fiducia nonpuò che passare attraverso una riflessionecomune e pubblica sugli aspetti irreversi-bili presenti nell’elenco che abbiamo fattoe per questo invitiamo i nostri concittadinielettori a “costringere i candidati che si pre-senteranno alle prossime elezioni comunaliad esprimere pubblicamente la loro opi-nione sulle cose fatte e quelle da fare, inmodo che gli -errori - commessi, in futuropotranno essere in qualche modo evitati”.

Via delle Calcare

sagiate, eccessivo numero dipilastri di cemento armato cherendono difficili le manovre,struttura che necessita di per-sonale di sorveglianza per ga-rantire sicurezza a persone eautovetture.Mancato raccordo stradaletra Via Cavour e Via delleBarozze: Prima di “ricollo-care la Colonia” e disporrenell’area le nuove costruzioninon si sarebbe dovuto trac-ciare la nuova strada? Il risul-tato di quanto invece è statofatto è che ora la costruzionedi una strada è diventata im-possibile.Via delle Calcare e dintorni:

di Sergio RasettiLa superficie stagnante della politica localesi è cominciata a muovere. Il tempo è ga-lantuomo, scorre inesorabilmente e la pri-mavera 2011 non è poi così lontana. Moltiindicano la necessità di vere novità: uo-mini, idee, progetti. Vedremo se non si con-cluderà tutto come al solito, tantechiacchiere poi di novità nemmeno l’odore.In tanti a votare gli stessi senza sapere nem-meno che cosa si impegnano a fare per ilpaese. Gli amministratori uscenti sono ri-discesi in campo con iniziative importanti,sicuri di aver fatto bene, mentre il loro par-tito, dopo lunghi mesi di assenza totale, simostra con manifesti soltanto per solleci-tare iscrizioni.L’elenco delle cose fatte viene illustrato condovizia di particolari tutti al positivo e tuttisi mostrano fiduciosi di poter essere ricon-fermati con facilità alla guida dell’Ammini-strazione Comunale. Questo atteggiamentoriporta a quanto scritto da Pier Paolo Paso-lini su Scritti Corsari, dove, parlando delleopere del governo, allora democristiano,scriveva : “Le opere del governo non sonodel governo, sono soltanto opere che il go-verno non può non fare”. Per come la ve-diamo noi, le opere pubbliche fatte a Roccadi Papa negli ultimi anni, sono opere che“qualsiasi amministrazione non avrebbepotuto non fare”. Si tratta di valutare ora laqualità delle opere realizzate e su molte diesse l’opinione dei cittadini esprime unaseria censura. L’elenco seguente delle cosefatte, costituisce una parte di quanto rac-colto dall’opinione pubblica in questi anniche abbiamo fatto nostra, tanto da scrivernefrequentemente su questo giornale.Antenne:Gli “errori” commessi negli annidai gruppi politici e i “poteri sovra-comu-nali” hanno impedito che si facesse intantol’unica cosa possibile: far entrare i soldi chepagano i proprietari delle antenne nellecasse del Comune, il quale, con quelle ri-sorse avrebbe potuto pagare un monitorag-gio continuo delle potenze e uno studioepidemiologico utile alle successive azionida intraprendere per risolvere definitiva-mente il problema. Piazza Giuseppe Di Vittorio:Non potevaessere previsto uno spazio reale per la sostadi autobus di linea e turistici per dare ancheai Campi un servizio pubblico adeguato e alturismo una possibilità?Piazza della Repubblica: Opera validasoltanto sotto stretta sorveglianza dei VigiliUrbani che per ovvie ragioni non è semprepossibile. Parcheggio interrato P.zza Claudio Villa:Opera importante realizzata con alcunipunti deboli che compromettono una utiliz-zazione ottimale: entrata e uscita molto di-

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ROCCA DI PAPA 11il Segno - Dicembre 2010

di Daniela Di RosaCi risiamo, tra pochi mesi tor-niamo a votare per le comunali,dobbiamo scegliere se confer-mare Boccia e la sua giunta ocambiare. E, come sempre,come i fiori a primavera, sboccial’opposizione che per cinqueanni se non in letargo è rimasta asonnecchiare, senza opporretroppa resistenza all’attuale Sin-daco. Tutto filava tranquillo…ma ecco che l’appuntamentoelettorale si avvicina e un nuovovigore politico abita i cuori delcentrodestra roccheggiano, sicercano alleanze, si aprono se-zioni, si fanno banchetti per i piùsvariati motivi e si cerca lo slo-gan più efficace, e qual’è?Le antenne, le onnipresenti e in-solubili antenne! Il giorno 11 di-cembre si è tenuto un ConsiglioComunale aperto alla cittadi-nanza... aperto!? Inizio ore 10 e,dopo un interminabile balletto dipolitici, toccava appunto alla cit-tadinanza, ma erano quasi le duee l’aula era ormai semideserta.Dopo la mia ritrosìa ad andarcimi sono lasciata convincere, ilmotivo? Sembrava la voltabuona per un accordo che supe-rasse le posizioni politiche diver-genti, gli errori passati, le colpedi uno o le assenze dell’altro,tutti insieme a votare un docu-mento risolutivo per il bene dellacollettività... ma quando mai!?Arrivo, la sala è piena, contentami siedo e penso: meno male,per una volta mettiamo fuori ipartiti e combattiamo compattiper la nostra salute. All’improv-viso un signore alza un cartellocon su scritto: “dopo quaran-

Antenne sì... antenne no...antenne forse. La storia infinitaDopo l’ultimo Consiglio Comunale si torna al punto di partenza

Il direttivo della Sezione Co-munale Avis Rocca di Papaaugura un caloroso BuonNatale e un Felice AnnoNuovo a tutti i Donatori ,alle loro famiglie e a tutta lacittadinanza. Con l’occa-sione vogliamo ringraziaretutti, ancora una volta, per irisultati positivi che abbiamoottenuto anche quest’annograzie alla vostra disponibi-lità. Siamo felici, infatti, dipoter annunciare che nel2010 abbiamo riscontrato ot-timi risultati raggiungendo ilnostro obiettivo di 600 sac-che di plasma.Nella speranza di poter con-tinuare a godere negli annifuturi della Vostra fiducia edel Vostro impegno, il diret-tivo Vi rinnova l’augurio ditrascorrere il periodo natali-zio nell’armonia familiare enella serena coscienza diaver fatto il possibile peraiutare chi soffre.In occasione delle prossimefestività invitiamo tutti apartecipare alla donazionestraordinaria che si terrà ilMercoledì 22 Dicembrepresso il nostro centro. Il Direttivo Avis Comunale

di Rocca di Papa

Auguridall’Avis

t’anni di centrosinistraecc. ecc.”. Penso: e no,ci risiamo, speriamoche nessuno accetti laprovocazione. Nes-suno accetta e si prose-gue, ma ecco il turnodi un altro cartello, eche c’è scritto? “Dopotrent’anni di centrosi-nistra ecc. ecc.”. Co-minciano i primimugugni ma per ilbene comune si prose-gue, prende la parolaEnrico Fondi, ex Sin-daco di Rocca di Papa(oggi all’opposizione)e per carità, dice cosegiuste ma dove era lui in questiultimi e famosi trent’anni? È ilturno di Luigi De Santis e anchelui pur dicendo cose giuste iniziacon il tormentone del centrosini-stra, dei trent’anni... il culminearriva quando anche l’ultimoConsigliere di opposizione, Ro-berto Trinca, prende la parola eripete, “in trent’anni di centrosi-nistra...”. Caro Roberto lasciastare il centrosinistra e chieditiperché in trent’anni il paese nonha mai votato a destra! Ti ripetociò che ho gridato in Consiglio:“sei, siete in campagna elettoralee l’impressione che date è chedelle antenne non ve ne freghiniente ma le usiate come cartinadi tornasole...”. Ma davvero pensi che il pro-blema delle antenne sia del cen-trosinistra? Che se vincesse ilcentrodestra le abbatterebbe?Parliamoci chiaro, le prime an-tenne a Monte Cavo le ha messeBerlusconi (il vostro leader) va-

glielo a dire a lui di toglierle! Do-vresti passare sul suo cadavere!Il padrone dell’Italia è lui, quelloche secondo voi poteva fareMarrazzo, lo poteva fare ancheStorace e lo potrebbe fare oggi laPolverini, ma non si farà… per-ché le antenne per Berlusconisono come il pane per noi. Le an-tenne si toglieranno quando nonserviranno più a dispetto dellanostra salute, l’unica cosa da fareè, almeno su questa problema-tica, stare uniti e trovare una so-luzione per contenere i danni! Ad Alvaro Fondi, segretario deLa Destra, voglio dire che “èvero!”, la Polverini ha tolto isoldi per la demolizione (l’haconfermato anche l’attualeAss.re regionale Mattei) con lascusa che erano pochi, ma a noisarebbero bastati magari per pa-gare degli studi per verificare lapericolosità delle onde perchéfinchè sarà lo Stato a farli la ve-rità la sapremo troppo tardi!

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LE NOSTRE PROMOZIONIPER LA VOSTRA

SICUREZZA!

Il PresidenteSilvestrini in

prima linea contro le antenne

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stre. Spostare le antenne daMonte Cavo a Colle Sterparo(Capranica Prenestina) eMonte Gennaro (PalombaraSabina) avrebbe significatoostacolare il mega-progetto diSilvio Berlusconi di trasfor-mare tutto il sistema analogicodella Regione Lazio, e delresto d’Italia, in digitale. Ov-viamente ad essere messo incrisi sarebbero state soprat-tutto le casse delle società diradio e telediffusione, a co-minciare proprio dal gruppoMediaset, che avrebbero do-vuto provvedere per tempo adattrezzare le nuove aree previ-ste dal Piano approvato dalla

APPROFONDIMENTO

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versità La Sapienza per av-viare progetti comuni sul pas-saggio alla televisione digitaleterrestre. Ed è in questo brevearco di tempo, cioè dal 18 gen-naio 2009 al 3 marzo 2009,che avviene quello che pos-siamo definire l’ultimoschiaffo ai cittadini di Rocca diPapa. Il Sottosegretario Ro-mani, preoccupatissimo perl’avvicinarsi della scadenzaprevista per il passaggio al di-gitale nel Lazio, scrive diretta-mente a Marrazzo. Una lettera rimasta segretafino ad oggi.E’ il 3 marzo 2009. Scrive Ro-mani: “Caro Piero [...] si ponecon urgenza il problema dellalocalizzazione degli impiantinel territorio della Regione, ein particolare per quelli che ir-radiano i loro segnali versoRoma, situati nelle due posta-zioni di Monte Cavo e MonteMario [...] le uniche destinate

a servire la città di Roma eospitando la totalità delle emit-tenti pubbliche e private, na-zionali e locali”. A questopunto Romani, consapevoledelle proteste della cittadi-nanza di Rocca di Papa, citalui la delibera n. 51 della Re-gione Lazio che “come ben sai(è Romani che si rivolge aMarrazzo, n.d.d.) prevede lasoppressione dei due siti sopracitati e l’individuazione sulterritorio di altri due siti [...]idonei ad accogliere gli im-pianti-frequenza in essi ubi-cati”.E arriviamo così alle richiesteesplicite da parte del vice-Mi-nistro berlusconiano (in pas-sato dipendente Mediaset)verso il Governatore del Lazio.Scrive Romani: “La messa inopera degli impianti-frequenzasui nuovi siti avrebbe l’effettoimmediato di costringere lastragrande maggioranza dei

Romani: “Quella Delibera non si deve applicare”Marrazzo:“Obbedisco”

di AndreaSebastianelliDopo quasi due anniemerge la verità sullostop al trasferimentodei tralicci radio-tele-visivi di Monte Cavovetta, quando ormaitutto pareva esserepronto. Era il 18 set-tembre del 2008quando il ConsiglioRegionale approvò ladelibera n. 51 che sta-biliva la delocalizza-zione dei ripetitori tvdi Rocca di Papa.Più volte dalle paginedi questo mensile ave-vamo segnalato unaserie di stranezze e diritardi decisionali daparte della RegioneLazio dell’allora Go-vernatore Piero Mar-razzo dopol’approvazione delsuddetto Piano di de-localizzazione. Un ri-tardo inspiegabile chesul numero di ottobredel 2009 (cioè unanno dopo l’approva-zione del Piano) ciportò a elencare,giorno dopo giorno,quelle che all’epocachiamammo “le di-menticanze di Mar-razzo”. Oggipossiamo dire chequelle “dimenticanze”erano in realtà un veroe proprio “accordo po-litico-istituzionale” fral’ente regionale da luirappresentato e l’al-lora vice-ministroPaolo Romani in qua-lità di Sottosegretarioper le Comunicazionidel Governo Berlu-sconi. Un accordo bi-partisan che dovevaguidare senza traumi epolemiche il passag-gio al digitale terre-

Regione Lazio. Tutto ciò è avvenuto alle spalledei cittadini di Rocca di Papa edella sua amministrazione co-munale che fino a quel mo-mento era riuscita ad ottenereciò che nessun’altra aministra-zione in precedenza aveva otte-nuto, il riconoscimento chel’area di Monte Cavo vetta do-vesse essere sgombrata in basea un Piano approvato dal Con-siglio Regionale.Ma veniamo all’accordo istitu-zionale tra Romani (oggi diven-tato Ministro dello SviluppoEconomico) e Piero Marrazzoin qualità di Presidente delLazio. Il 18 gennaio 2009 il go-verno Berlusconi predispone lamappa per la conversione in di-gitale delle regioni in base allaquale il Lazio entro il 31 di-cembre 2009 deve passare aldigitale. Nel frattempo Mar-razzo è pressato dal Comune diRocca di Papa che attraverso ilSindaco Boccia e il Consigliereregionale Ponzo chiede un’ac-celerazione alla definitiva ese-cuzione del Piano didelocalizzazione. Marrazzoprende tempo dovendosi occu-pare nel frattempo di altre sol-lecitazioni, quelle provenientidai cosiddetti antennari. Infattiil 20 febbraio 2009 la Regionestipula un accordo con l’Uni-

Così la delibera della Regione Lazio del 18 settembre 2008 (che prevedeva il trasferimento dei tralicci da Monte Cavo) è rimastainapplicata per un “accordo istituzionale” fra l’attuale MinistroPaolo Romani e l’allora Governatore del Lazio, Piero Marrazzo

Piero Marrazzo Paolo Romani

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RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE

di ROMA e PROVINCIA

supplemento al n. 12 -Dicembre 2010 de “il Segno”ilSegnoil

Segn

o n.12

Falcone, l’uomo chevolava molto in alto

Organizzareil coraggio

In VII pagina

In IV e V pagina

In II e III pagina

CasamonicaGli eredidella Magliana

Quella di Pino Masciari edella sua famiglia è unastoria che non può esseredimenticata. Pino è un im-prenditore calabrese chenon cede al ricatto e ai so-prusi della ‘Ndranghetama con tenacia e coraggioriesce a scardinare un si-stema criminoso ritenutoprima di lui invincibile.

News daMafiopoli

In ultima paginaIn III pagina

GrottaferrataL’ex ristorantediventa unbene comune

In VI pagina

Nasce la Reteper la legalitàcontro l’usurae il racket

In VI pagina

Roma e Lazio“riciclone” di... denaro sporcodelle mafie

In VII pagina

Chi sono i Casamo-nica? Come hannoconquistato la Capi-tale? Quando inizia-rono la loro scalataall’egemonia crimi-nale della regione? Ilclan, che oggi contaoltre 600 adepti,sembra ormai avereramificazioni che ri-cordano quelle dellafamosa Banda dellaMagliana, di cui sonogli unici e veri eredi.

Ritratti d’autoreIl libro del mese Carceri chescoppiano

story

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di EttoreZancaIn questa terrache confonde lanotte e il giorno,la partenza conil ritorno, l’inno-cente col crimi-

Un uomo che

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nale, il diritto col carnevale(da Francesco De Gregori –“adelante adelante”).

Non si pensi mai che questomondo è grato ai geni in vita. Igeni sono spesso apprezzati,spessissimo invidiati, ma più ditutto, odiati. Per rimarcare unaspiccata intelligenza, si acco-muna una persona a un’aquila,che si distingue per intuito, svel-tezza e colpo d’occhio. Forsegià il nome è profetico per ilgenio di cui parliamo. Falcone.Un animale più addomestica-bile dell’aquila, ma dotato diuna sua autonomia e di una di-gnità.

sioma, il 30 gennaio 1992. Ungiorno ai più ignoto, quello incui la Cassazione decise in viadefinitiva che la mafia era unaorganizzazione criminale ca-pillare e che i reati andavanointesi come una lunga scia con-tinua e cumulata. Non comesingoli frammenti che si perde-vano nei rivoli delle corti e deitribunali.

I FALCONI SONOANIMALI SOLITARIMA EFFICACII Falconi, come le aquile, sonoanimali solitari, ma se usati perla caccia dall’uomo sono tre-mendamente efficaci. Volanotroppo alto. Facendo rodered’invidia i vermi. Giovanni Fal-cone era un genio. Non solo nelsenso più ossequioso, merite-rebbe di stare alla stregua diGalileo e forse più di lui e dialtri geni, passare alla storia.Prima che in Italia lo hanno ca-pito in America, dove è tal-mente stimato che a Quantico,all’accademia dell’FBI, hannocostruito una statua con le suesembianze, posta in modo chegli allievi la vedano almenodue volte al giorno.IL MARADONA DEL DIRITTO Come definire se non genio, unuomo capace di elaborare unteorema a prova di confuta-zione? Solo così si può definirela rivoluzione copernicana delmaxiprocesso, culminata con laconvalidazione del suo as-

LA CONVALIDADEL COSIDDETTOTEOREMA FALCONEUn giorno in cui il “teoremaFalcone” fu convalidato dallaprontezza di Claudio Martelli,che sancì con perentorietà che“quel processo” non doveva fi-nire con un Carnevale. Intesocome festa per i mafiosi ecome giudice ammazzasen-tenze. In mezzo, per arrivarealla perfezione di quella sen-tenza ci sono anni di intuizionigeniali, fu il primo a intuirel’importanza di scardinare lamafia tramite i pentiti, il primoa indirizzare le indagini alcuore dell’interesse mafioso,

ovvero i movimenti internazio-nali finanziari, il primo a ca-pire che se non si fermava lapiovra, si sarebbe accapar-rata l’alta finanza, si sarebberipulita e nessuno l’avrebbe piùriconosciuta. Il primo a scardi-nare il legame politica-crimi-nalità, il primo a indagareprima che sugli omicidi dimafia in sé, sugli assegni, lebanche e le ragioni che ave-vano portato a premere il gril-letto. Michele Greco, boss di Ciaculli,lo definì “il Maradona del di-ritto”. Forse ignorando cheMaradona regalò trionfi alNapoli, avendo al suo fiancopaladini che menavano fen-denti e non reggevano solo ilsuo strascico. Colpivano duro

“Se si vuole vivere nella mediocrità non bisogna essere Falcone, genio, intuitivo e capace di volare in alto. I vermi strisciano, trascinati dalla bava dell’odio e dell’invidia.Sento uno strappo di tuono, in questo sabatosera, sassi ed asfalto nel cielo, di fuoco rossoe lamiera, non sento male è un istante, ma ora il futuro è chimera”

Giovanni Falcone

Cassarà e Montana, comepuntava correttamente il ditosui colpevoli Giuseppe Ayala.Per tacere degli altri.

ANCHE PERFALCONE ERAPRONTO IL ROGO

Prima di quel giorno, come atutti i geni che in qualunqueepoca si trovino hanno a chefare con il medioevo delleidee e con i Torquemada diturno, anche Falcone fu sulpunto di bruciare sul rogomolte volte per le sue idee ri-voluzionarie. Per mano dei suoinemici, ma anche dei suoi“amici”. Vittima di lettere ano-

Ritratti d’autore,GIOVANNI FALCONE

volava più in alto degli altri

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nime di “corvi”, bombe inesplose, servizisegreti deviati, mafia non più artigianale.Vittima di giudici del Consiglio Superioredella Magistratura, che impedirono la suanomina a Consigliere istruttore del Tribu-nale di Palermo, privilegiando per laprima volta non il merito ma l’anzianità,nominando un ignoto Antonino Meli. Lo giudicavano arrivista, e se anche fosse?Sarebbe preferibile avere uomini con ildelirio di onnipotenza di sconfiggere lacriminalità che sorci impegnati a farsiscudo con carteggi inutili e paura dellapropria ombra. Fu l’allora Ministro dellaGiustizia, Claudio Martelli, a salvarlodalle secche del rancore dei cretini. Por-tandolo a Roma come Direttore agli AffariPenali.

III

A ROMA APPRESEDELLA SENTENZADEL MAXI-PROCESSO

A Roma apprese della sentenza definitivadel maxiprocesso. A Roma fu fortementeosteggiato anche da una corrente finta-mente progressista di sinistra, all’elezionea Super Procuratore Antimafia.UN VIAGGIO CHE CONTINUA Uomo più di azione che di scena, abituatoa lavorare con discrezione e continuità,per nulla divo davanti alle telecamere,ebbe anche il dolore di essere attaccatodal Sindaco che lo aveva sposato, LeolucaOrlando, che lo accusava di tenere alcunecarte nei cassetti e di favorire alcuni pen-titi; subì anche un attacco da un certo TotòCuffaro, giovane di belle speranze, nonancora Presidente della Regione Sicilia, le-vatosi rancoroso da una poltrona del Co-stanzo Show, vaneggiando di inesistenzadella mafia. Sul 23 maggio 1992 non occorre tingerequeste pagine di un sangue prezioso, san-gue in estinzione, come la razza dei Fal-coni. Preferiamo pensare che sia andato lìdove voleva recarsi quel giorno alle17.58, a vedere la mattanza dei tonni aFavignana. Per molti onesti che ancora lopiangono, il viaggio del genio non è finitosulla Palermo–Capaci. Se si vuole vivere nella mediocrità non bi-sogna essere Falcone, genio, intuitivo e ca-pace di volare in alto. I vermi strisciano,trascinati dalla bava dell’odio e dell’invi-dia. Sento uno strappo di tuono, in questosabato sera, sassi ed asfalto nel cielo, difuoco rosso e lamiera, non sento male è unistante, ma ora il futuro è chimera.

E tutto questo per niente, solo per una ban-diera…(Stadio – “per la bandiera”).

Per una figura storicadel genere non c’è bio-grafia che non possa es-sere ulteriormentearricchita da ricordi per-sonali o da emozioniparticolari di chi legge,per il cursus della suavita e dei veleni ingiustiche la attraversarono, ri-mando a wikipedia. A Giovanni Falcone èdedicato un albero pian-tato dove abitava, in ViaNotarbartolo a Palermo,pieno di bigliettini e de-diche sempre nuovecome i fiori freschi sullatomba di Federico II allaCattedrale di Palermo,vari libri tra cui uno perbambini, scritto da LuigiGarlando, intitolato “Perquesto mi chiamo Gio-vanni”, una storia com-movente e bella scrittada uno scrittore che èpenetrato nel cuore enella mentalità palermi-tana, pur non essendosiciliano; bellissime can-zoni tra cui “Cuore” diJovanotti, “Pensa” diFabrizio Moro e “Per la

sieme a Giovanni, divi-deva paure, sorrisi,trionfi e amarezze e chemetaforicamente eranopronti a morire per lui,ma quando è successo,sono morti per davvero,ci piace pensare, senzaun minimo di dubbio.Francesca Morvillo, VitoSchifani, Antonio Monti-naro, Rocco Di Cillo. In questa sede per unavolta non parliamo di

mandanti ed esecutori,primo perché abbiamo inomi che ci fornisce unastoria raccontata voluta-mente incompleta, se-condo perchépreferiamo ricordare lafigura senza intossica-zioni. Recitando un lenzuoloormai datato 1992 “nonli avete uccisi, le loroidee camminano sullenostre gambe”.

bandiera” degliStadio, ma anche“Signor tenente” diFaletti, dedicataagli uomini in di-visa che perdonola vita accanto achi proteggono.In comune con unaltro rivoluzionariodel pensiero comeGalileo, a Gio-vanni Falcone èdedicato un aero-porto insieme alsuo amico e com-pagno di martirio,Paolo Borsellino.Un pensiero parti-colare per chi, in-

Una breve biografia “culturale” L’albero Falcone continuaa crescere in tutt’Italia

SOS CARCERI, NEL LAZIO +12%E A VELLETRI SI SCOPPIA

Ritratti d’autore,GIOVANNI FALCONE

Si parla sempre più spesso delle carcerisovraffollate e delle condizioni dei dete-nuti. Anche a Velletri la situazione non èdelle migliori. Rispetto a una capienza di 208 posti at-tualmente ne risultano ben 370. A lanciarel’allarme è stato il Garante dei detenuti dellazio, Angiolo Marroni, A livello regionale,infatti, si segnala un nuovo record in ne-gativo: lo scorso 24 novembre è stata su-perata anche quota 6.400 per quantoriguarda le presenze nelle 14 strutture direclusione, arrivando alla cifra record di6.434. I reclusi in più rispetto alla ca-pienza regolamentare sono 1.760. “La si-tuazione è drammatica - ha affermatoAngiolo Marroni- e, con l’inverno e le pre-carie condizioni igieniche, potrebbe ag-gravarsi ulteriormente già nelle prossime

settimane”.L’altro dato che fa riflettere è che su 6.434reclusi, ben 3.081 sono in attesa di giudi-zio definitivo. I condannati in via definitivasono invece 3.336. “Il dato peculiare -hapoi spiegato il Garante- che rende la si-tuazione del Laio particolarmente grave èun altro: secondo i calcoli nella regione lapopolazione detenuta cresce su baseannua a un ritmo quasi doppio rispettoalla media nazionale: 12% nel Lazio con-tro il 7% del resto d’Italia. Una situazionepotrebeb aggravarsi ancora di più”. Lo scandalo di Velletri, infine, riguardaanche il nuovo padiglione da 200 postiche, malgrado i lavori siano finiti da unpezzo ancora non apre i battenti mentre idetenuti scoppiano.

Andrea Rasetti

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IVdi AndreaSebastianelliNella sedutadel 13 mag-gio 2003della Com-missione Par-

solo per la decenza dellacittà, ma perchè non corri-sponde agli standard diRoma. Vorrei sapere, quindi,cosa si sta facendo per rimuo-vere tale condizione”. Un mese dopo, un’operazionedel Centro Operativo dellaDIA di Roma (denominata“Gipsy) comincia a far emer-gere l’exploit dei Casamonica,che dalla zona di Morena(contigua a Ciampino) pianpiano esporteranno il loro

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“modello” criminale diventandoperno centrale anche delle or-ganizzazioni criminali più note.Per la prima volta viene re-datta una vera e propria map-patura del clan nomade conl’individuazione “di 324 sog-getti legati tra loro da vincoli diparentela di diverso grado” e“tra questi è stato isolato un nu-cleo di 48 soggetti, stabilmentecollegati tra loro e gravati danumerosi precedenti penali”. Ibeni sequestrati ammontano apiù di 85 milioni di euro. Un’ulteriore conferma arrival’anno successivo, il 2004, conl’operazione “Esmeralda (scat-tata il 30 giugno), anch’essacondotta dalla DIA capitolina,che porta all’arresto “di 35 in-dagati ed al sequestro dell’in-gente patrimonio del “clanCasamonica–Di Silvio”, per un

valore complessivo di altri 70milioni di Euro”. Di questa sto-ria, nel dettaglio, parleremopiù avanti.Nel 2006 i Casamonica, ancheper la politica, non sono più unanovità e nella “Relazione finaledi minoranza” della stessaCommissione Antimafia, siprende coscienza che a Roma“non c’è solo il peso crescentedella criminalità straniera(Russa, albanese, ucraina, ro-mena e cinese)” ma anche “for-mazioni criminali costituiteintorno a gruppi come Nicoletti,Fasciani, Terribile e Casamo-nica rafforzati anche da espo-nenti di organizzazioni criminalidelle regioni meridionali: leloro attività di base, usura edestorsioni, non solo garantisconocospicui guadagni, ma consen-tono il controllo di attività com-

merciali e imprenditoriali”. Unapresa di coscienza arrivataquando il clan dei Casamonicaha ormai raccolto l’ereditàdella dissolta Banda della Ma-gliana. Roma, litorale laziale, CastelliRomani e viterbese sono lezone in cui i Casamonica ormaispadroneggiano, contrastatidalle forze dell’ordine e dauna magistratura coraggioseche negli ultimi anni hanno osta-colato le attività dell’organiz-zazione nomade criminale cheormai sottoscrive accordi con iCasalesi-Schiavone e con le‘ndrine presenti da tempo aRoma e nella regione. Accordiper spartirsi le attività illeciteche fruttano decine di milioni dieuro, ma una cosa deve esserechiara: per fare affari a Romae dintorni bisogna chiedere al

Casamonica storyEcco il clanche tiene in pugnola Capitale d’Italia

lamentare Antimafia,per la prima volta, lafamiglia nomade deiCasamonica (“un inse-diamento tradizional-mente romano” diceItalo Ormanni, Procu-ratore aggiunto re-sponsabile delcoordinamento dellaDDA) viene accostataalla criminalità orga-nizzata già presente aRoma e in diversezone della provincia.La Commissione si sof-ferma poi sui ritardidella magistraturacirca il sequestro diconti correnti, citandoil “caso di una segna-lazione sospetta cheha riguardato una vi-cenda dei Casamonicain cui è stato segnalatoquando il conto è statochiuso con 4 miliardi dilire e non quando sonostati fatti i versamentiper arrivare a quellacifra”. Così continual’On. Giannicola Sinisi:“Mi chiedo, con riferi-mento ad una affer-mazione che è statafatta, in che cosa con-siste, in che misura èstata descritta la situa-zione della cosiddetta«zona Morena», per-chè credo che non siaaccettabile, se effetti-vamente esiste un con-trollo del territorioferreo, che quellesiano le condizioni diregime di un territorioche in questa città nonpuò essere franco, non

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mente confiscati, a riprovache le indagini condottedalla DIA di Roma riuscironoa ricostruire perfettamente imovimenti economici e finan-ziari illeciti del gruppo crimi-nale. Quasi tutti i benisequestrati erano posti nel-l’area a Sud della Capitale,sul litorale e nella zona deiCastelli Romani, dove la fa-miglia andò a stabilirsi cin-quant’anni prima. Tra leproprietà sequestrate ancheville faraoniche immerse inparchi con annesse piscine,auto di lusso, gioielli e pre-ziosi. In particolare i beniconfiscati e restituiti alla col-lettività hanno riguardato 22auto per un valore di 300mila euro; 23 rapporti ban-cari anche in Stati esteri con

una consistenza di un milionee mezzo di euro e 23 beniimmobili per un valore di 60milioni di euro.L’altro aspetto che emergedall’inchiesta è che il clan deiCasamonica si componeva dicirca 600 affiliati residentitra i quartieri romani de laRomanina, il Quadraro ePorta Furba, e nei Comuni diCiampino e Frascati. Solodue anni prima l’operazioneGipsy aveva individuato 324membri. In poco tempo la ra-gnatela criminale dei Casa-monica si stava allargando adismisura creando un vero eproprio clan mafioso, degnodi Cosa Nostra, Camorra e‘Ndrangheta.

Andrea Sebastianelli1/continua

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Ecco il clan che tiene in pugno la Capitale d’Italia

Clan dei Casamonica. Ma la loro storia inizia moltoprima. Nel 1997 era chiaroche cosa stesse avvenendonella Roma criminale, quandol’eredità della Banda dellaMagliana stava per essereraccolta quasi integralmenteda questa famiglia nomadefamosa fino a quel momentoper i suoi apprezzati pugili,Romolo e Sandro Casamo-nica in testa, che rendevanoonore all’Italia sui ring dimezza Europa. Proprio Ro-molo venne arrestato il 17novembre per usura edestorsione, pretendeva 40milioni di lire da un garagistaromano. Già qualche annoprima un altro nomade, dinome Guerino (nome di unostorico capofamiglia cheviene usato frequentementenel clan), finì in manette peraver organizzato un vastotraffico di cocaina finalizzatoal riciclo dei proventi dalleattività di strozzinaggio.Pochi mesi dopo in un blitz altuscolano i Carabinieri arre-starono Vittorio Casamonica,sequestrando nel suo garageuna Ferrari Testarossa, altrecinque Ferrari del valore dai300 ai 500 milioni di lire cia-scuna, una Rolls Roice cabrio-let e una Jaguar. Sì perchéuna delle grandi passioni deiCasamonica sono proprio leauto di lusso. Dal 1997 ad oggi sono statecentinaia le automobili se-questrate al clan per un va-lore che arriva intorno adalcune decine di milioni dieuro. Ma torniamo al 2004,quando si comprende che iCasamonica non sono, come ipiù pensavano, dei criminalialla vecchia maniera, brutti,sporchi oltrechè ovviamentecattivi. Amano il lusso e cono-scono bene le strade per rici-clare il denaro attraversooperazioni finanziarie, tra cuiil primo scudo fiscale ideatodall’attuale Ministro Tremonti.Era il 30 giugno del 2004quando la DIA di Roma inter-cetta tre milioni di euro fattirientrare in Italia dal Princi-pato di Monaco sotto formadi fondi comuni d’investi-

mento. Risultarono essereparte di un capitale accumu-lato illecitamente nel corso dialcuni anni. Il resto dei soldi,accertarono le indagini dellaDIA (coordinate dall’alloraColonnello Vittorio Toma-sone), vennero investiti in so-cietà della Capitale,soprattutto concessionari diauto di lusso. Nel blitz (a cuipresero parte 400 uominidell’Arma) i Carabinieri ar-restano 11 persone di cui consicurezza ben sette apparte-nenti al clan (Giuseppe Ca-samonica, sua moglie AnnaDi Silvio, le figlie Dora, Con-cetta e Mirella, Anacleto DiSilvio, fratello di Anna, e suofiglio Pasquale). Le altrequattro persone risultano es-sere dei prestanome, intesta-tari di società create ad arteper riciclare denaro sporco.Si tratta di Francesco Spada,Giuseppe Leggieri, Giu-seppe e Massimiliano Nunzi.I Procuratori Italo Ormanni eLucia Lotti dispongono il se-questro di numerosi beni, im-mobili e non (tra cui 200auto di lusso pronte per es-sere vendute dopo una re-immatricolazione illegale),per un valore di circa 70 mi-lioni di euro. Un’altra cosache sorprenderà gli inqui-renti sarà la scoperta, tra lesocietà poste sotto sequestro,di un’azienda che realizzavaguadagni attraverso un sitointernet che pubblicizzava ilfinanziamento della propriasquadra di calcio del cuore.Il clan, attraverso un providertoscano, Giuseppe Leggieri,aveva stipulato contratti conquasi tutte le società di calciodei campionati di serie A, Be C con un meccanismo moltosemplice e fruttuoso: i tifosi,cliccando su un link, autoriz-zavano l'invio da parte dellesocietà di calcio di messaggisms informativi sulla propriasquadra, al costo di un euro,finanziando così anche le at-tività illecite del gruppo cri-minale. Della serie: per iCasamonica le strade perfar soldi sono infinite.L’anno seguente, nel marzodel 2005, i beni sequestratial clan vengono definitiva-

Usura, racket, droga, auto di lusso... ma anche alta finanza

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di Ilaria SignorielloEra il 1982quando TotòRiina, capo deiCorleonesi, or-dinò l’uccisionedi Pio La Torre,

L’ex ristorante di Grottaferratatorna ad essere bene pubblico

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E' stata presentata lo scorso 6 dicembre aRoma, nella prestigiosa sala Martiri diNassirya di Palazzo Madama, la Rete perla Legalità. Associazioni e Fondazioni con-tro il racket e l'usura. La nuova organizza-zione, che si presenta la più grande per ilnumero e la qualità delle adesioni, si pro-pone di offrire, a tutte quelle associazioni,fondazioni, confidi e comitati antiracket eantiusura, un luogo aperto al confronto ealla reciprocità. A presentare pubblicamente la Rete LinoBusà, Presidente di Sos Impresa, una delleassociazioni promotrici che ha parlato digiornata storica per tutto il movimento. Numerosi gli interventi che si sono succedutinella mattinata, da Roberto Battaglia, im-prenditore casertano che ha denunciatoalcuni esponenti del clan dei casalesi, adAntonio Anile e Franca Di Candia, impren-ditori vittime di usura. Significative anchele testimonianze dei rappresentanti della

associazioni aderenti alla Rete e i legaliche da tempo seguono le vittime di usuraed estorsione in tutte le fasi della denunciae del processo. Tra gli intervenuti anche ilSen Costantino Caraffa, che si è detto or-goglioso di poter ospiatre tale iniziativain una così alta sede istituzionale.Al termine della giornata, l’Assemblea haeletto all’unanimità e per acclamazioneLorenzo Diana nel ruolo di CoordinatoreNazionale della Rete per la Legalità. Per-sonalità di grande prestigio e nome notodell’antimafia civile e sociale, Diana rap-presenterà per tutti quel valore aggiuntodell’impegno disinteressato, solidale, manon per questo non organizzato, che laRete vuole interpretare. Incarico che è stato accolto con piacere, eanche una certa commozione, dal neo-co-ordinatore che ha dichiarato: “Sono felicedi rappresentare questa nuova voce dellalotta alle mafie e alle illegalità. La Rete

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Nasce la “Rete per la legalità” di Sos ImpresaLa nuova associazione è stata presentata a Roma il 6 dicembre

legalitàLa restituzione della Bazzica aicittadini di Grottaferrata, futuracasa della solidarietà e poloper la disabilità, come tutti i beniconfiscati ai mafiosi, ha un ele-vato valore simbolico che tra-scende i confini della cittadinacastellana, divenendo il simbolodella vittoria dello Stato sull’il-legalità, degli onesti contro icorrotti, della nostra Costituzionecontro chi afferma il poteredella violenza e del terrore. Come ci ha ricordato il fonda-tore di Libera, Don Ciotti, ospitedella trasmissione di Saviano e

Fazio, “Legalità è speranza. E lasperanza si chiama “noi”. Lasperanza è avere più coraggio.Il coraggio ordinario a cui siamotutti chiamati: quello di rispon-dere alla propria coscienza”.Aggiungendo, inoltre, come “Le-galità non sono, quindi, solo imagistrati e le forze di polizia,a cui dobbiamo riconoscenza erispetto. Legalità dobbiamo es-sere tutti noi. Legalità è respon-sabilità, anzi corresponsabilità”.La “Bazzica” è solo la punta diun iceberg, ma la sua restitu-zione ai cittadini è la prova chepossiamo farcela.

La legge 109 è oggi uno deglistrumenti principali per combat-tere e sconfiggere le mafie, col-pendole nel cuore economicodel loro impero criminale. Sulla base dei dati forniti dal-l’Agenzia Nazionale per i beniconfiscati alle mafie, la situa-zione nel Lazio è allarmante.Sono 383 i beni confiscati nellasola Provincia di Roma per untotale, a livello regionale, di482. Si tratta di cifre impressio-nanti che testimoniano la pro-fonda penetrazione criminalenella nostra Regione e nella Pro-vincia di Roma in particolare.Dei 383 beni confiscati nellaprovincia di Roma, 287 sono im-mobili e 96 aziende utilizzateper il riciclaggio di denarosporco. Ma come testimonia l’acquisi-zione dell’ex ristorante La Baz-zica da parte del Comune diGrottaferrata, le mafie non sonoinvincibili. Temono il risvegliodelle coscienze, temono gli animiforti di chi non si piega alla vio-lenza o al ricatto e temono noicittadini, quando non ci abbas-siamo al facile guadagno e cre-diamo nel valore sociale della

preoccupato per il suo attivismoed in particolare per la sua pro-posta di legge riguardante ipatrimoni dei mafiosi. Nonostante l’eliminazione fisicadi Pio la Torre la sua ereditàera ormai patrimonio condiviso,che avrebbe segnato la storiadelle lotte contro le mafie, attra-verso l’aggressione del patrimo-nio e delle ricchezze mafiose e,successivamente, con la loro re-stituzione ai cittadini, grazie allalegge 109/96. La legge 109,fortemente voluta da Libera,l’associazione di Don Luigi Ciotti,e per la quale vennero raccoltepiù di un milione di firme, pre-vede l’utilizzo sociale dei beniconfiscati alle mafie e corona ilsogno di chi, come Pio La Torre,aveva pagato con la propriavita l’impegno per sottrarre aiclan le ricchezze accumulate ille-galmente.

La “Bazzica”, il ristorante sequestrato alle mafiediventerà ora un centro dedicato alla disabilità

nasce già matura e consapevole del com-pito che l’aspetta. Per quello che mi ri-guarda da subito starò a disposizione ditutti e aggiungerò il mio contributo insiemea quello di tutti voi. Solo l’ascolto reciprocofarà crescere un muro sempre più resi-stente contro la criminalità”.

Page 19: Il Piccolo Segno.  dicembre 2010

Ribellarsi alla ‘Ndrangheta con ostinazionee coraggio, guidati soltanto dai valoridella legalità e del senso di giustizia. Que-sto è riuscito a fare Pino Masciari, un im-prenditore giovane calabrese che pianpiano vedeva le catene arrotolarsi intornoalle sue aziende e alle sue libertà perso-nali. Oltrechè alla sua dignità e a quelladella sua famiglia. La sua storia è ancheun’odissea, costretto a fuggire insieme allamoglie Marisa e ai due figli poco più cheneonati in un girovagare alla ricerca diquella sicurezza che solo lo Stato potevariuscire a garantirgli. Pino Masciari racconta ora la sua odisseain un libro, “Organizzare il coraggio” (ed.add, pag. 271, ottobre 2010, € 15,00),perchè la sua esperienza deve essere daesempio per chi invece troppo spesso hapreferito voltare la testa di fronte alle in-giustizie e alle prepotenze, oppure abbas-sare gli occhi di fronte ai ricatti e alleminacce, oppure stringere la mano di chiimpugnava la pistola in un sodalizio eternoe indivisibile. Per Pino e la sua famiglia co-

il libro del mese

grazie anche al sostegno di alcuni Uominidi Stato con la “U” maiuscola, i Pm Gian-carlo Bianchi e Salvatore Curcio, ma so-prattutto il Comandante dei Carabinieri diSerra San Bruno, Nazzareno Lopreiato,alla fine decide di condurre la sua batta-glia personale fino alla fine accettandol’esito finale. O si vince o si perde. Una viadi mezzo con le cosche calabresi non èpensabile. Per fare questo ci vuole coraggio e affin-chè questo coraggio diventi roccia è ne-cessario, come rivela il titolo del libro,organizzarlo. Il segreto di Pino Masciari èstato proprio quello di aver saputo “orga-nizzare” il suo coraggio. (A.S.)

Il coraggio di lottare,l’onestà di non cedere

RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA

ilSegnoilSe

gno

dicembre 2010 - n.12

zone in cui si estorce denaroattraverso l’usura e il racket,in cui si rapina e si delinquein maniera “pratica”, altre incui quei soldi vengono lavatiper essere reintrodotti nelcircuito finanziario nazio-nale. E non è necessario chequeste due differenti aree sitrovino vicine. Anzi, lo studiorivela proprio che più sonodistanti minore è il rischioche questi traffici venganoscoperti. A fare la parte delleone in questa seconda at-tività criminale sono legrandi metropoli comeRoma, Milano, Torino e Ge-nova in cui si spara poco perstrada e quindi resta nei cit-tadini la sensazione di es-sere fuori dai territori dellemafie tradizionali. E inveceè proprio lì che avvienel’operazione più delicata eimportante per le organiz-zazioni mafiose. E lì che iloro soldi vengono investitiproducendo altri soldi. Maveniamo alla nostra regione.

CCoossìì llee oorrggaanniizzzzaazziioonniirriicciiccllaannoo iill ddeennaarrooiinn vvaarriiee ppaarrttii dd’’IIttaalliiaaIl Lazio si conferma un territorioprivilegiato dalle mafie per ilriciclaggio del denaro sporco.A confermare questo quadropreoccupante è stato il Sole 24Ore che ha pubblicato a finenovembre i risultati di una ri-cerca presentata in occasionedel Congresso dell’Associa-zione Nazionale Funzionari diPolizia. Lo studio ha riguardatol’intero territorio nazionale sco-perchiando le strade dei traf-fici criminali e soprattuttomettendo in evidenza una verae propria pianificazione diquesti traffici. Sembra quasiche i criminali abbiano seguitola teoria di Polany sui diversiruoli svolti dal Centro e dallaPeriferia. Ogni area deve as-solvere a una funzione speci-

VII

fica, in collegamento con tutte lealtre. La teoria di Polany permiseagli archeologi di ricostruire gliaspetti economici delle società anti-che, mentre oggi sono le mafie a uti-lizzare tale approccio. Così esistono

diDANIELADI ROSA

Al primo posto c’è ovvia-mente Roma (17ma in Italiacon una media di 13,6 de-nunce ogni 100 mila abi-tanti); poi c’è Latina (22maa livello nazionale con 12,9denunce); segue Frosinone(25ma in Italia con 12,5 de-nunce); subito dopo Rieti(28ma in Italia con 11,9 de-nunce ogni 100 mila abi-tanti); infine c’è Viterbo(56ma a livello nazionalecon 6,9 denunce registrate). Dati che non permettono didormire sonni tranquilli.

mincia un vero e proprio viaggio nel silen-zio, abbandonando la sua terra, i suoi ri-cordi di bambino calabrese, poi distudente innamorato del lavoro del padre,e poi di giovane imprenditore tenace eappassionato come lo è chi fa ciò che sce-glie perchè quella è la strada che il de-stino ha segnato. Tutto questo a un certopunto finisce. La ‘Ndrangheta vuole la sua collabora-zione, la politica corrotta vuole i suoisoldi... ma lui vuole soltanto lavorare cononestà. Ed è quest’onestà profonda ad“armare” di coraggio il suo carattere che,

Pino Masciari

Page 20: Il Piccolo Segno.  dicembre 2010

11 NOVEMBRE, RomaBENI SEQUESTRATIAI CASALESINove villini, comprensivi di box e cantine,sono stati sequestrati dalla Guardia diFinanza del Gico tra Roma Est e Lun-ghezza, risultati appartenenti a impren-ditori dimostratisi dei prestanome delclan camorristico dei Bidognetti (affiliatoai Casalesi). Coinvolte sei aziende attivenei settori dell’allevamento bufalino,delle costruzioni edili e del commercioall’ingrosso di pelli e carburante.

21 novembre, Roma10 MLN DI € SEQUESTRATIA “IL GATTINO” DI OSTIAI Carabinieri del Gruppo di Ostia hannosequestrato beni per un valore di 10 mi-lioni di euro appartenenti a Walter Do-mizi, pregiudicato romano noto come bossdella cocaina e conosciuto con il sopran-nome de “il gattino”. Domizi, detenutodall’ottobre del 2008 per traffico inter-nazionale di droga, era intestatario di so-cietà immobiliari, ville (a Terracina,Ladispoli e zona Boccea a Roma) e unalussuosa palazzina in località Selva Can-dida. Sequestrate anche auto e moto, tracui una Ferrari F430 F1. Nell’operazione“Coca rent”, partita nel 2007, vennero ar-restate 32 persone.

23 NOVEMBRE, FrascatiARRESTATO 36ENNEDI TOR BELLA MONACAIl Nucleo Investigativo dei Carabinieri diFrascati, ha arrestato un giovane di 36anni dopo una serie di appostamenti tesia individuare un vero e proprio mercato

della cocaina nel popolare quartiere diTor Bella Monaca, a sud della capitale,al confine con la Borghesiana. I militarida giorni stavano cercando uno dei“centri” di spaccio della zona. L’opera-zione si è conclusa con l’irruzione all’in-terno dell’abitazione del 36enne,all’interno della quale, in una cassaforte,sono state rinvenute 350 dosi di cocainagià pronte per essere smerciate, confe-zionate in pacchetti di varie dimensioni.

25 novembre, RomaUSURAIO IN MANETTENEL COMUNE DI FRASCATISono scattate le manette per un usuraiodi 43 anni, P.M., residente a Frascati, sucui da mesi indagavano i Carabinieri delNucleo investigativo di Frascati. L’arrestoè arrivato dopo le denunce presentateda quattro commercianti taglieggiatidall’uomo accusato di usura e tentataestorsione. Secondo la ricostruzione,dopo un prestito le somme da restituireaumentavano a dismisura, fino ad arri-vare a mille euro a settimana, come rac-contato da un autotrasportatore diRoma. Ora le indagini proseguono perverificare se anche altri commerciantidella zona siano finiti nella rete.

2 dicembre, RomaSEQUESTRATO IL TEATROGHIONE DI ROMALa Guardia di Finanza di Catanzaro, sup-portata dai Carabinieri, ha portato allaluce un vasto traffico di droga gestitodalla ‘Ndrangheta. La cocaina, prove-niente dal Brasile e dal Venezuela, riu-sciva a superare i controlli all’aeroporto

romano di Fiumicino grazie a un Colon-nello dei Carabinieri colluso e arrestatoinsieme ad altre 76 persone, tra cui alcuniesponenti della ‘Ndrangheta di Cetraro(Cosenza) e San Luca (Reggio Calabria).L’operazione, denominata “Overloading”,che ha interessato diverse regioni italiane(Calabria, Lazio, Emilia Romagna e Tren-tino Alto Adige), ha portato al sequestrodi numerosi beni, tra cui 9 fabbricati, 16terreni, 28 automezzi, polizze vita e rap-porti bancari, trenta società di capitali edieci ditte individuali, per un valore com-plessivo di 200 milioni di euro. Tra i benisequestrati anche lo stabile del TeatroGhione di Roma. Le indagini erano ini-ziate nel 2008.

10 dicembre, Roma46 ARRESTI PER SCIPPI, FURTI,TRUFFA E SPACCIOQuarantasei persone arrestate, di cui 32in flagranza di reato principalmente perfurti (in appartamento, in esercizi com-merciali, di auto e moto) scippi, borseggi,rapine, ricettazione, truffa, spaccio didroga è il bilancio dell'attività di contra-sto alla criminalità diffusa da parte deiCarabinieri del Comando Provinciale diRoma. Gli arresti sono stati eseguitianche grazie all’intensificazione dei ser-vizi preventivi messi in campo per garan-tire ai cittadini di Roma e Provincia unNatale sereno. Tutti i giorni decine dipattuglie monitorano gli obiettivi ritenuti,in questo periodo dell’anno più che inaltri, maggiormente sensibili: esercizicommerciali, farmacie, le vie dello shop-ping, mercati e mezzi pubblici.

(A cura di Andrea Rasetti)

NNEEWWSS daMAFIOPOLI

supplemento al n. 12 (dicembre2010) del mensile indipendente

il Segnoorgano dell’associazione culturale“Terre Sommerse Castelli”Registrazione Tribunale di

Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

DIREZIONEVia dei Monti, 24 - Rocca di Papa

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Andrea Sebastianelli

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RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE

di ROMA e PROVINCIAilSe

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RETE diGIORNALISTIe SCRITTORI ANTIMAFIE

di ROMA e PROVINCIAdi AndreaSebastianelliPedofilia e sfruttamentodei minori sono duetemi scottanti… anchenella nostra regione.Temi importanti che

però rimangono troppo spesso ai marginidelle discussioni. Ad aprire la riflessionesu questi aspetti sono due recenti ricerchedal titolo “Il fenomeno dello sfruttamentodei minori nell’accattonaggio nel Lazio”e “Il minore come vittima del reato: un’in-dagine sociale nelle realtà del Lazio”,promossi dall’Anci (Ass.ne Nazionale Co-muni Italiani) e dall’Osservatorio TecnicoScientifico per la Sicurezza e la Legalitàdella Regione Lazio presieduto dal prof.Enzo Ciconte.I dati emersi dalle ricerche mettono anudo una realtà dai tratti sconcertanti.Nel Lazio la forma di vittimizzazione mi-norile più evidente è il maltrattamentoche quasi sempre avviene in ambito fa-miliare. Sono quasi 500, ogni anno, i mi-nori laziali che subiscono violenzeaccertate e denunciate da parte diadulti, a cominciare dall’abuso fisico. Ilmaggior numero di casi si riscontra pro-prio nella provincia di Roma (soprattuttoper lamaggiore popolazione residente),mentre l’intensità del fenomeno è mag-giore nel sud della nostra regione, in par-ticolare nella provincia di Latina.Ciò che differenzia il Lazio dalle altre re-gioni italiane, anche qui a dirlo sono i datiemersi, è una maggiore propensioneverso gli abusi di tipo sessuale, l’accatto-naggio e la delinquenza minorile.

supplemento al n. 5 -Maggio 2010 de “il Segno”

ilSegnoilSegno n.5

NINNI CASSARA’Sos Impresae l’usura

In V pagina

Continua in IV

Mafia cominciò a scoperchiare gli intreccicon alcuni apparati della politica e delleistituzioni.

ETTORE ZANCA in II e III pagina

Minori a rischionel Lazio, dallapedofilia allaprostiuzione

Il Presidente di “Sos Im-presa”, Lino Busà, ascol-tato dalla CommissioneParlamentare Antimafia,ha chiesto una maggioreefficacia della legge con-tro l’usura, proponendo lacostituzione di un Consor-zio Nazionale a sostegnodelle imprese italiane se-questrate alle mafie.

Lettera aiCastelli

In III pagina

L’Associazione “AntoninoCaponnetto” della RegioneLazio ha scritto una letteraaperta ai cittadini dei Ca-stelli Romani, chiedendo unimpegno concreto di tutticontro le infiltrazioni crimi-nali che stanno diventandouna piaga sempre più dif-fusa in tutta la provincia diRoma.

AlessandroMancuso

In VI pagina

Abbiamo incontrato il can-tautore palermitano Ales-sandro Mancuso,impegnato con i suoi testia diffondere il senso dellalegalità a cominciaredalle giovani generazioni.Ne esce un ritratto inco-raggiante del mondo arti-stico italiano rispetto aifenommeni illegali diven-tati tanto diffusi.

Ettore Zancapresenta unaltro dei suoi“Ritratti d’au-tore”. Questavolta dedica ilsuo articoloalla figura diNinni Cassarà,che con le sueindagini sulla

RETE diGIORNALISTIe SCRITTORI ANTIMAFIE

di ROMA e PROVINCIAdi ANDREASEBASTIANELLI«Io non sono uno chefarfuglia. Non doopinioni. Dico chequella storia non è fi-nita perché lo so.

I furbetti della‘Maglianella’,il ritorno?

Basta andare a cercare chi ne èuscito alla grande quindici anni fa».Con queste parole l’ex componentedella Banda della Magliana, Anto-nio Mancini (chiamato negli ambienticriminali romani “Nino l’accattone”),ha lasciato intendere che quellabanda non ha mai smesso di operarema è tutt’ora attiva. «La Banda dellaMagliana ha usato e continua adusare i soldi di chi è morto e di chi èfinito in galera. E non ha più bisognodi sparare. O almeno, di spararetroppo spesso».Queste dichiarazioni Antonio Mancinile ha rilasciate al giornalista di Re-pubblica Carlo Bonini che lo scorso 4febbraio ha presentato un’inchiestaesclusiva basata, oltre che sulle di-chiarazioni di “Nino l’accattone”, suiconvincimenti di Lucia Lotti, il magi-strato che per 15 anni si è occupatodelle vicende della Banda della Ma-gliana arrestando il presunto bossNicoletti, e sulle indagini del Coman-dante del Nucleo Provinciale dei Ca-rabinieri di Roma, Vittorio Tomasone.In realtà dichiarazioni di questo tipoAntonio Mancini le rilasciò anche nel2008.

supplemento al n. 2 - Febbraio 2010 de “il Segno”

ilSegnoilSegno n.2

IlTrenodelRisveglio,unviaggio criminale

135MILIARDI DI EUROPER LAMAFIA SPAIL XII RAPPORTO DI “SOS IMPRESA”HA SCOPERCHIATO GLI INTERESSIDIFFUSI DELLE MAFIE IN ITALIA, CHEREALIZZANO OGNI ANNO AFFARIPER 135 MILIARDI DI EURO, LA PIU’GRANDE AZIENDA DEL PAESE. DROGA,RACKET, ESTORSIONI, INVESTIMENTIFINANZIARI E CONTROLLO DEGLIAPPALTI PUBBLICI. ECCO I SETTORI INCUI LE MAFIE SONO PADRONE. E NELLAZIO NON C’E’ DA STARE ALLEGRI.

Andrea Rasetti in IV e V pagina

Continua in VII pagina

PARTE DA VILLAROSA IL NOSTROTRENO SEGUENDO LA SCIA DELLACRIMINALITA’ ORGANIZZATA CHEPERCORRE IN LUNGO E IN LARGOL’INTERA PENISOLA ITALIANA,DANDOCI L’IDEA CHE “L’ITALIA E’ UNAREPUBBLICA DEMOCRATICA FONDATASULLE ILLEGALITA’ DIFFUSE”.UN VIAGGIO INASPETTATO CHECOINVOLGE TUTTI. NESSUNOPUO’ RITENERSI ESCLUSO.

Ettore Zanca in II e III pagina

Le dichiarazioni di“Nino l’accattone”

riaccendono iriflettori sulla Banda

della Magliana.Ma oggi la Bandaesiste ancora o sitratta di altro?

RETE diGIORNALISTIe SCRITTORI ANTIMAFIE

di ROMA e PROVINCIAdi ANDREASEBASTIANELLINelle prime oredell’alba del 18febbraio scorso èscattata a Roma e inalcuni centri dei Ca-

stelli Romani, tra cui Rocca di Papa,un’operazione anticrimine tesa asmantellare una fitta rete di racket,usura e riciclaggio di denarosporco. A coordinare l’operazione“Franky”, che ha visto il coinvolgi-mento della Guardia di Finanza delComando Provinciale di Roma, deiCarabinieri del Nucleo Investigativodi Viterbo e della Polizia Munici-pale VIII Gruppo di Roma, è stato ilProcuratore Aggiunto Leonardo Fri-sani della Direzione Distrettuale An-timafia della Procura di Roma.Alla fine dell’operazione sono statedenunciate 11 persone (di cui duedonne) e sequestrati beni per circa5 milioni di euro, tra cui conti cor-renti, automobili di lusso e quattrosocietà operanti nel settore del-l’edilizia e della ristorazione (unadi queste gestiva fino ad alcunimesi fa il complesso alberghiero divia Frascati a Rocca di Papa, “LaRegina del Bosco”, prima che lastruttura venisse ceduta agli attualigestori che da questa vicendahanno avuto soltanto danni d’im-magine).

supplemento al n. 3,Marzo 2010 de “il Segno”

ilSegnoilSegno n.3

Le attività illecitenei nostri Comuni

212 omicidi in due anninella Palermo dimenticataETTORE ZANCA RIPERCORRE PER NOILE TAPPE PIU’ SIGNIFICATIVE DEI DELITTIDI MAFIA CHE IMPERVERSARONO APALERMO TRA GLI ANNI SETTANTAE OTTANTA. MEMORIE RIAFFIORATE CHERAPPRESENTANO UN MONITO PERCIO’ CHE E’ ACCADUTO E PER CIO’CHE ANCORA POTREBBE ACCADERE.PERCHE’ PERDERE LA MEMORIAEQUIVALE A PERDERE UN PO’ DINOI STESSI E DELLA NOSTRA STORIA.

Ettore Zanca in II e III pagina

Continua in IV pagina

RIEPILOGO DEI DATI DEL 2007E DEL 2008 SUI REATI COMMESSINEI COMUNI DELLA PROVINCIADI ROMA. ROCCA DI PAPA E SEGNILE PIU’ VIRTUOSE MENTRE IN ALTRICENTRI, COME ARTENA, CIAMPINO,COLLEFERRO, VALMONTONEE VELLETRI, I REATI IN UN SOLO ANNOSONO AUMENTATI DI MOLTO.

Tabella riepilogativa in VI pagina

Lo scorso 18 febbraio l’operazione“Franky” ha smascherato un vasto giro diusura e riciclaggio, mettendo in luce il ruolodel clan dei Casamonica, che conta oltre400 affiliati tra Roma e Provincia, e cheora ha esteso il suo controllo sull’interaregione. Sullo sfondo un “accordo inedito”stipulato con la ‘ndrangheta.

Un territoriopreda deglistrozzini

RETE diGIORNALISTIe SCRITTORI ANTIMAFIE

di ROMA e PROVINCIA

di AndreaSebastianelliQuello che si sta per ap-provare è un decretolegge a tutto vantaggiodella criminalità organiz-zata. Le recenti parole di

Alberto Cisterna, Sostituto Procuratorepresso la Direzione Nazionale Antimafiadi Reggio Calabria (cioè in una delle zonepiù difficili e pericolose d’Italia), sono pe-santi come un macigno: “Il testo sulle inter-cettazioni approvato al Senato intaccal’efficienza delle indagini” poiché non sipuò “ignorare che la nozione di criminalitàorganizzata il disegno di legge l’ha sem-plicemente cancellata”.Risultato: diventeremo un Paese a bassotasso di criminalità poiché la criminalità or-ganizzata verrà semplicemente abolita...per legge. I criminali diventeranno di colpotrasparenti pur continuando a delinquere.Quello che troverete al centro di questoperiodico è il disegno di legge così comeè stato approvato dal Senato della Re-pubblica. Leggendolo vi renderete contoche l’intento palese non è quello di rego-lamentare le intercettazioni telefoniche eambientali ma semplicemente quello divietare. La parola “vietato” campeggia sumolti articoli. Vietare, vietare, semplice-mente e solo vietare così da rendere pra-ticamente impossibile garantire il dirittodei cittadini ad essere informati e il do-

supplemento al n. 6 -Giugno 2010 de “il Segno”

ilSegnoilSegno n.6

ABOLIREle intercettazioniper SALVARElacriminalitàorganizzata

NOALLA LEGGE CHE VORREBBE IMBAVAGLIARE I GIORNALISTI

vere di noi giornalisti ad informare.Alla base di questo disegno vi è un’incre-dibile falsità, secondo cui in Italia sareb-bero milioni (addirittura 7) i cittadini messisotto controllo telefonico e informatico. Unafalsità che, ripetuta mille volte, ha finitoper diventare verità agli occhi di molti.Ecco che cosa ha scritto un altro magistratoantimafia, Nicola Gratteri, ProcuratoreAggiunto di Reggio Calabria, a propositodel tentativo di abolire le intercettazioni:“Si sta eliminando uno dei sistemi più ga-rantisti e meno costosi per l’acquisizionedella prova. E lo si sta facendo in modostrumentale, citando statistiche che nonstanno nè in cielo nè in terra. Ho appenafinito di indagare 50 persone coinvolte inun traffico di droga. Per seguirle -scriveancora Gratteri- ho dovuto mettere sottocontrollo 10 mila schede telefoniche. Se chianalizza i risultati dell’indagine è onesto,dirà che sono state intercettate 50 per-sone, se è disonesto dirà che Gratteri haintercettato 10 mila persone. La realtà èche i trafficanti di droga cambiano unascheda ogni 48 ore, ma gli indagati, nono-stante il numero esorbitante, restano sem-pre 50”. Più chiaro di così!Il testo approvato al Senato stabilisce cheper intercettare un indagato sono neces-sari “gravi indizi di colpevolezza”. Un pa-radosso senza precedenti, poichè sesussistono gravi indizi di colpevolezza l’in-dagato può subito essere arrestato senza

bisogno di intercettarlo. Infatti sono pro-prio i “gravi indizi di colpevolezza” chedanno al pubblico ministero la possibilitàdi chiederne l’arresto.Il Ddl vorrebbe indicare anche i luoghidove è possibile intercettare, cioè soltantodove sta avvenendo l’attività criminosa. In-fatti ai magistrati sarà fornita una palladi vetro in cui vedere in anticipo doveverrà perpetrata l’azione delinquenziale.Ci sarebbe da ridere se non fosse per l’ar-gomento che stiamo affrontando. Altroaspetto: quello del “budget prefissato”. LeProcure dovranno stabilire preventiva-mente i fondi da destinare alle intercetta-zioni telefoniche e ambientali. Finiti i soldi,finite le intercettazioni.Infine c’è un altro articolo che merita un’at-tenta riflessione, quello secondo cui il Pre-sidente del Consiglio deve essere informato(entro 5 giorni) dell’avvio delle operazionidi intercettazione se queste riguardanomembri dei servizi segreti. E se un Presi-dente del Consiglio entrasse in combuttacon i servizi per sovvertire lo Stato? Chi sco-perchierebbe il piano criminale?“Contro i clandestini vengono impiegatiesercito, flotta e ronde -ha scritto ancoraGratteri-, contro i mafiosi viene smantel-lato uno dei pochi strumenti investigativiancora in mano ai magistrati”.Uno strumento che costa anche poco: perintercettare una persona 24 ore al giornosi spendono 11 euro più Iva.

RETE diGIORNALISTIe SCRITTORI ANTIMAFIE

di ROMA e PROVINCIAdi AndreaSebastianelliSul numero scorso delSegno ci siamo occu-pati delle infiltra-zioni criminali aRoma e nella Provin-Non si puònon sapere,non si puònon dirlo

cia. Quanto emerso ci ha fatto com-prendere come le mafie non sianoqualcosa distante da noi, riguar-dante solo le regioni meridionali (Si-cilia, Calabria, Puglia e Campania),ma come ormai siano una presenzaconsistente del nostro territorio. La vi-cenda di “Villa Vecchia”, l’hoteldella ‘Ndrangheta sequestrato nellavicina Monte Porzio poche settimanefa, rappresenta non un allarme mauna certezza che deve far rifletteretutti, cittadini e politici, amministra-zioni pubbliche e aziende private.Ma anche noi che scriviamo sui pe-riodici a diffusione locale.Ogni lotta alle mafie ha sempre vistoanche l’impegno, di pari passo conquello delle forze dell’ordine e dellamagistratura, di giornalisti e scrittorilocali, che più da vicino riescono adannusare dove c’è puzza di infiltra-zione criminale. Contro queste infil-trazioni le amministrazioni comunalidevono iniziare a contrapporre lapolitica della legalità, soprattuttonell’espletamento delle gare d’ap-palto delle grandi opere che, comeha dimostrato l’Osservatorio regio-nale sulla criminalità e la sicurezza,sono uno degli ingressi degli interessimafiosi nei nostri Comuni.

supplemento al n. 1 -Gennaio 2010 de “il Segno”

ilSegnoilSegno n.1

Il18/02aColleferro siparla diCosaNostra

DaGioia Tauro ai Castelli Romanipassando per SanMarinoL’INCHIESTA DI ANDREA RASETTI HAPRESO AVVIO DAL SEQUESTRO DEL LUS-SUOSO ALBERGO DI MONTE PORZIO,“HOTEL VILLA VECCHIA”, SOTTOPOSTOA SEQUESTRO DAI CARABINIERI DEL ROSPERCHE’ APPARTENENTE A UN POTENTECLAN DELLA ‘NDRANGHETA, QUELLOFACENTE CAPO AL BOSS ROCCOMOLE’. UN’INCHIESTA CHE FA EMERGEREI DIFFUSI INTRECCI ESISTENTI TRA LACRIMINALITA’ E I CASTELLI ROMANI.

Andrea Rasetti all’interno

Continua in IV

L’omicidio del Boss Rocco Molè

IL LIBRO DI JOHN DICKIE, “COSANOSTRA”, SARA’ MOTIVO DI APPRO-FONDIMENTO PER CONOSCERE GLIAVVENIMENTI E GLI UOMINI CHE SISONO AVVICINATI ALLE VERITA’ PIU’SCOTTANTI. A PRESENTARE QUESTOLIBRO PUBBLICATO NEL 2006 SARA’ETTORE ZANCA, COLLABORATOREDEL MENSILE “IL SEGNO”.UN APPUNTAMENTO LETTERARIODA NON PERDERE.

In IV pagina

Falcone e Borsellino

RETE diGIORNALISTIe SCRITTORI ANTIMAFIE

di ROMA e PROVINCIAdi ANDREASEBASTIANELLIIl 22 dicembre scorsol’«Operazione Mae-stro», avviata dallaDda (Direzione Di-strettuale Antimafia)

di Reggio Calabria, irrompe nei Ca-stelli Romani e precisamente a MontePorzio Catone dove viene posto sottosequestro l’hotel di lusso “Villa Vec-chia” (che ora ha ripreso le sue atti-vità sotto la guida di unCommissario), ritenuto base della‘ndrina dei temutissimi Molè. Lamega struttura alberghiera alleporte di Roma, secondo gli inquirenti,serviva a riciclare il denaro derivatodalle attività illecite condotte nelporto di Gioia Tauro.Nell’operazione sono state arrestate26 persone, tra cui Cosimo Virgiglio,considerato il principale referenteamministrativo della cosca Molè,nonché amministratore di una societàdi import-export con la Cina ope-rante proprio nel porto di GioiaTauro. Lo stesso Virgiglio che, perconto della cosca, seguì le trattativeper acquisire “Villa Vecchia”.Infatti, l’acquisizione del complessoalberghiero, da parte della ‘ndran-gheta, avvenne nel 2007 attraversointimidazioni e minacce nei confrontidi un’imprenditrice di Sabaudia che,pur avendo un contratto di gestionedella durata di dieci anni, fu co-stretta a lasciare la struttura.

supplemento al n. 4 - Aprile 2010 de “il Segno”

ilSegnoilSegno n.4

ROCCO CHINNICIElemosineeminori

In VII pagina

Continua in IV

Chi era Rocco Chinnici, il giudice assas-sinato a Palermo il 29 luglio 1983?Scopritelo in questo “ritratto d’autore”.

ETTORE ZANCA in II e III pagina

L’hotel Villa Vecchia a Monte Porzio

‘Ndrangheta aiCastelli, il pentitoche fa pauraancheallapolitica

Rocco Molè

Nel Lazio il fenomeno del-l’accattonaggio passa at-traverso lo sfruttamento dicentinaia di minori. A rive-larlo è il rapporto presen-tato dall’OsservatorioRegionale sulla Legalità ela Sicurezza. Un quadroche fa luce su molti aspettiinquietanti, a cominciaredall’acquisto dei bambini.

AllarmeExpo 2015

In VII pagina

In un libro due giornalistisvelano il “mistero” delleinfiltrazioni criminali nellacapitale morale d’Italia,Milano. Cosa Nostra,‘Ndrangheta e Camorrasono già pronte ad en-trare nel gioco degli ap-palti per spartirsi i 20miliardi di euro stanziatiper l’Expo del 2015.

Aziendecriminali

In VI pagina

Sequestrate 15 aziende equote riferite a ben 21 so-cietà, 170 conti correnti,automobili di lusso, oltre aville ed appartamenti.Questi sono i numeri di unavasta operazione che hascoperchiato il filo di col-legamento fra la ‘ndran-gheta e il clan deiCasamonica a Roma enella provincia.

RETE diGIORNALISTIe SCRITTORI ANTIMAFIEdi ROMA e PROVINCIA

suppl.to al n. 7-8 - Luglio-Agosto 2010 de “il Segno”

ilSegnoilSegno n.7-8

CARLO ALBERTODALLA CHIESA

Cuore diCactus

In VII pagina

In VII pagina

In II e III pagina

ECOMAFIE 2010Nel Lazio crescel’allarme peri reati ambientali

La nostra recensione è dedi-cata al libro di Antonio Ca-labrò, “Cuore di cactus”, unvero e proprio viaggio nellevicende che tra Palermo eMilano hanno caratterizzatola sua vita di giornalista,scrittore e manager.Un libro che ci fa guardarealcune vicende italianesotto una luce nuova.

News daMafiopoli

In ultima paginaIn VII pagina

Contro il clanCasamonicala Provinciaè parte civile

In V pagina

Zoomafie,smascheratii reati controgli animali

In VI pagina

Chiude losportelloantiusuradei Castelli?

In VI pagina

Legambiente ha pre-sentato il “Rapporto2010 (riferito al2009)” in cui il datopiù eclatante riguardala Regione Lazio cheha conquistato il se-condo posto nella clas-sifica dei reati control’ambiente (nel 2008era in quinta posi-zione). Quasi 3.500 leinfrazioni accertate.

Ritratti d’autoreIl libro del mese L’Italia e lamafiosità

RETE diGIORNALISTIe SCRITTORI ANTIMAFIE

di ROMA e PROVINCIA

di Luisa Laurelli*Tra le Commissioniconsiliari istituite direcente dal ConsiglioRegionale, manca laCommissione Spe-ciale Sicurezza e

Lotta alla Criminalità, da me presie-duta fino a pochi mesi fa, che haprodotto un lavoro quasi sempre uni-tario divenuto importante punto di ri-ferimento per l’intera comunità delLazio. La Presidente Polverini si èresa conto che in questo settore èstato cancellato tutto quanto è statofatto di buono dalle precedenti am-ministrazioni di centrodestra e dicentrosinistra?A parte le deleghe all’Assessore allasicurezza a cui spero nella recentemanovra di bilancio siano stati al-meno confermati i fondi dello scorsoanno, oltre alla mancata istituzionedella Commissione Consiliare, man-cano le nomine degli esperti dell’Os-servatorio Regionale sulla Sicurezza,quelle relative alla Agenzia Regio-nale sui Beni Confiscati alle Mafieistituita con legge regionale appro-

supplemento al n. 9 - Settembre 2010 de “il Segno”

ilSegnoilSegno n.9

IL TRENODEL RISVEGLIO

Il Clan deiCasamonica

In V pagina

Continua in VI

ETTORE ZANCA in II e III pagina

Sugli affari della‘ndranghetale rivelazionidel super-pentito

Cosimo Virgiglio

Roma e provincia sonoormai il territorio delclan dei Casamonica checonta oltre 500 affiliatispecializzati nel racket enell’usura. Contro di lorole forse dell’ordinestanno vincendo moltebattaglie ma come finiràquesta guerra non è an-cora chiaro.

Il partitodel cemento

In VI pagina

Ospitiamo l’interventodel Comitato Antimafiadi Latina che lancial’allarme sul ruologiocano nella nostraregione da società edililegate alla criminalitàorganizzata capacidi infiltrarsi nella politicalocale per aggiudicarsiappalti milionari.

La sfidadi Ardea

In VII pagina

Il Consiglio Comunaledella cittadina laziale haapprovato una mozioneche per la prima voltastabilisce regole chiareda parte delle istituzionicirca la costituzione diparte civile e la confiscadei beni alla criminalitàorganizzata. Un esempioche molte cittàdovrebbero seguire.

Sicurezza elegalità devonoimpegnare laRegione Lazio

Inizierà il prossimo 30 settembre il processocontro i 16 esponenti della ‘ndrangheta finitinell’inchiesta “Maestro” che il 22 dicembredel 2009 scoperchiò i vasti interessi dellacriminalità organizzata nelle attività di import-export nel porto di Gioia Tauro. Grande attesaper ciò che dirà Cosimo Virgiglio, l’imprenditoreche ai Castelli Romani gestiva l’hotel di lusso“Villa Vecchia” a Monte Porzio Catone.Oltre a lui sul banco degli imputatici sarà anche Angelo Boccardelli, ritenuto uomodi collegamento con le cosche calabresi

Articoloin IV pagina

Page 21: Il Piccolo Segno.  dicembre 2010

APPROFONDIMENTO

ilSegno-D

icembre

2010

cittadini romani, per conti-nuare a ricevere i segnali te-levisivi, a modificarel’orientamento dei sistemi diantenna”. Avete capito chesforzo avrebbero dovuto farei cittadini romani?Prosegue il vice-ministro:“Al problema di fondo se neaggiunge uno contingente,relativo alla prossima transi-zione alla tecnologia digitale,che rende di fatto impossi-bile pensare a una sostitu-zione dei siti esistenti con inuovi [...]” essendo questi ul-timi “inidonei ad accoglieregli impianti trasmittenti inquanto non ancora dotati deiservizi [...] necessari a con-sentire l’operatività dei tra-smettitori. [...] Talesituazione rende di fatto im-possibile prevedere il trasfe-rimento degli impianti diradiodiffusione televisiva daMonte Mario e Monte Cavonelle nuove aree”.E qui l’attuale Ministro sispinge fino a chiedere a Mar-razzo “di considerare la nonapplicazione della citata de-libera regionale [...] ondeconsentire che la stessa (cioèla transizione al digitale nelLazio, n.d.d.) avvenga utiliz-zando i siti di Monte Cavo,Monte Mario e quelli attual-mente utilizzati”.Che cosa pensate abbia fattoMarrazzo? Avrà contattato ilSindaco Boccia per ragio-nare sul da farsi? Ovvio cheno! Avrà chiesto un con-fronto con il Consigliere re-gionale di Rocca di Papa,Ponzo, per informarlo dellarichiesta di Romani? Certoche no! Semplicemente sichiude in un mutismo esa-sperante. Cerca di prenderetempo, tenendo ben chiusinel cassetto sia la delibera didelocalizzazione sia la letteraricevuta da Romani. Appro-fittando anche del fatto che ilComune di Rocca di Papa inquesta fase si dimostra si-lente, in attesa di ricevere no-tizie positive dallo stessoPresidente della Regione. Ilquale effettivamente lorompe (il silenzio) il 30aprile annunciando che laRegione sosterrà economica-mente i cittadini romani con

un bonus per l’acquisto deldecoder e gli antennari conun milione di euro per il pas-saggio al digitale oltre alle ri-sorse già stanziate. Infatti il27 maggio la Regione iniziauna campagna di comunica-zione istituzionale sul digi-tale. Su Monte CavoMarrazzo tace. Nel frattempo il Comune diRocca di Papa rompe la tre-gua con lo stesso Marrazzo,e il 12 giugno scrive al Mini-stero delle Comunicazioni eall’AGCom (l’Autorità Ga-rante nelle Comunicazioni)chiedendo di partecipare agliincontri inerenti la delocaliz-zazione degli impianti diMonte Cavo. Trascorrono altri tre mesi e ilSindaco di Rocca di Papa,dopo una Conferenza di Ser-vizi tenutasi il 16 settembrein Comune con i rappresen-tanti del Ministero, e ca-pendo che qualcosa nonstava funzionando comeavrebbe dovuto, visto ancheil silenzio di Piero Marrazzo,scrive una lettera allo stessoGovernatore del Lazio perchiedere “un incontro urgen-tissimo e improcrastinabile”sulla delocalizzazione degliimpianti di Monte Cavo vettae Costarelle. Marrazzo ricevela lettera e non sa che cosa ri-spondere. O meglio lo sa,visto che il 30 settembre de-cide finalmente di risponderema non alla sollecitazionedel Sindaco Boccia bensì alSottosegretario Paolo Ro-mani. Scrive Marrazzo:“Caro Paolo (Romani, n.d.d.)per permettere al Governo dimantenere il calendario ditransizione al digitale [...] neitempi e modi previsti, il 3marzo mi scrivesti una let-tera in cui venivano eviden-ziati i problemi e le modalitàper affrontare e superare leproblematiche di varia naturalegate alla transizione al di-gitale terrestre; credo infattiche questa amministrazionesi sia messa a disposizioneper superare insieme tali pro-blematiche”. In pratica dice:“Ho eseguito gli ordini dinon applicare una deliberadella mia Regione”. Poi nellastessa lettera si ricorda anche

La sede della Regione Lazio

Una storia di verità,mezze verità e omissioni

delle proteste degli abitanti diRocca di Papa e degli impegnipresi dalla Regione Lazio e al-lora chiede a Romani di aprireun tavolo con il Comune diRocca di Papa così da trovareuna soluzione per quei disgra-ziati che ci avevano sperato ecreduto. Come un Ponzio Pilato deitempi moderni, Marrazzo primaesegue gli ordini del Sottosegre-tario di Governo che gli chiededi non applicare una sua deli-bera, poi lascia nelle mani dellostesso vice-ministro il destinodella delocalizzazione dei ripeti-tori di Rocca di Papa, chieden-dogli di affrontare

“concretamente la questione chesta a cuore alle amministrazionie ai cittadini coinvolti”. Da tutta questa sporca storiaemerge soltanto un insieme diverità, mezze verità e omissioniche per l’ennesima volta hannogiocato sulla pelle degli abitantidi Rocca di Papa. Poi c’è unadomanda finale a cui bisogne-rebbe rispondere: perchè Ma-razzo, Governatore del Lazio,esegue senza fiatare gli ordinidi un Sottosegretario del Go-verno Berlusconi? La risposta potrebbe aprire uncapitolo del tutto nuovo con sce-nari inaspettati.

Andrea Sebastianelli

Rocca di Papa e Monte Cavo

Page 22: Il Piccolo Segno.  dicembre 2010

ROCCA DI PAPAil Segno - Dicembre 201014

Tante le richieste del Comitato per migliorare il servizio di raccolta dei rifiuti

Porta a porta, rifiuti ingombrantie il problema dei cassonetti colorati Dopo quattro mesi di attuazionedel nuovo Appalto per la rac-colta differenziata, il ComitatoCentro Storico ha voluto incon-trare l'Amministrazione per fareun primo punto sulla sua appli-cazione e sottoporre le proble-matiche emerse al fine di trovaresoluzioni.Il Comitato è partito dalla letturadel capitolato, oggetto di gara, efa presente che le clausole delcapitolato sono da considerare“inderogabili” poichè l’offertafatta dall’Aimeri poteva soloproporre di più di quello già in-dicato nel capitolato.La gestione corretta dell’appaltoè anche la garanzia per ottenereuna città pulita e attraente sia peri cittadini che ci vivono che perchi la deve visitare, infatti la pu-lizia della città non riguarda sololo smaltimento dei rifiuti, ma ri-guarda l’immagine che lei dà disé stessa. Per questo motivo ilComitato ha aderito unanime-mente a questo passaggio echiede all’Amministrazione difare applicare il capitolato in tuttii suoi punti dalla società Aimeri,capitolato garante di una correttagestione del ciclo dei rifiuti.Abbiamo sollecitato l’Ammini-strazione ad estendere al più pre-sto anche ai Campi ed al Vivarola raccolta differenziata per ri-durre il ricorso alla discarica li-mitando così i costi. Entro il2011 la differenziata sarà estesaa tutto il territorio.Al prossimo rifornimento sa-ranno richiesti sacchetti del-l’umido più alti; la qualità delmateriale non può essere cam-biata perchè è un materiale rici-clabile. Per quanto riguarda ilnon riciclabile i cittadini delCentro Storico possono ritirarepiccoli secchi grigi presso l’Eco-centro. Si raccomanda ai citta-dini di prendere nota delNumero di Codice apposto suogni contenitore in proprio pos-sesso, in quanto è un numeropersonale che riconduce al-l’utente.Con la differenziata la città havisto aumentare il numero deisecchioni nel Centro Storico:pensiamo che sia necessaria lacollaborazione di tutti per mi-gliorare l’immagine della nostracittà che riceve un danno dallapresenza di tanti contenitori co-

lorati, danno d’immagine maanche igienico.L’Amministrazione si è impe-gnata a risolvere il problemaentro 3 mesi.Il Comitato ha anche sollevato ilproblema di chi lavora e non puòritirare in mattinata il secchiodopo il passaggio dell’operatore.Numerose buste di supermercatisono ancora buttate nei vari an-goli del centro provocando lagiusta rabbia dei cittadini; ab-biamo spronato l’Amministra-zione a incrementare i controllisul territorio anche perché chinon paga la Tarsu non ha né isecchi né le buste riciclabili, re-cando un danno all’ambiente edall’erario. L’Amministrazionesta effettuando minuziosi con-trolli incrociati che stanno giàdando buoni risultati, indivi-duando gli evasori.Il Comitato Centro ha fatto dellalegalità il proprio obiettivo: rite-niamo che la non applicazione diuna legge, in questo caso il nonpagamento della Tarsu, portadanno al paese, non permettendol’utilizzo ottimale delle risorse Il Comitato di Quartiere Centrodurante il mese di agosto ha par-tecipato, insieme all’Ammini-strazione, ad un controllo sulterritorio che non ha portato peròeffetti immediati anche perchénon sono stati effettuati sul postoi verbali o comminate multe. Il“buonismo”, la non applicazionedella legge porta un danno alpaese. Si chiede un incontro perapprofondire questo aspetto.Abbiamo inoltre fatto presenteche l’attesa per la raccolta degliingombranti è di un mese emezzo, mentre il capitolato pre-vede 10 giorni: anche se le ri-chieste di intervento sonoaumentate in questi ultimi tempi,come ci comunica l’Ammini-strazione, riteniamo che sia ne-cessaria l’inderogabilità e lapuntualità del servizio.Puntualità anche nello spazza-mento, sia manuale che mecca-nico delle strade che continuanoad essere sporche. Lo spazza-mento deve essere effettuato damuro a muro, non solo nellaparte centrale della strada e aquesto proposito abbiamo chie-sto la tabella delle frequenze dipassaggio. L’amministrazioneammette di avere tralasciato ini-

zialmente questo aspetto privile-giando l’attenzione sulle moda-lità della differenziata,rimandando il controllo rigorosodello spazzamento: provvederà arisolvere questo aspetto.Anche le aree verdi del CentroStorico non vengono pulite,mentre secondo l’appalto do-vrebbero avere una frequentemanutenzione. In alcune di essesono presenti sacchi colmi dispazzatura abbandonati.Per quanto concerne la puliziadell’area del mercato del venerdìabbiamo nuovamente chiesto aiVigili di far rispettare l’orario dichiusura del mercato: alle 13,30gli ambulanti devono aver la-sciato l’area, secondo Regola-mento, per permettere aglioperatori di pulire a fondo ViaMadonna del Tufo e le aree cir-costanti.Per la raccolta dei cartoni degliesercizi commerciali abbiamochiesto la modifica dell’orario:alle ore 11 la città è invasa daicartoni e questo non dona al-l’immagine della città. L’Am-ministrazione accoglie larichiesta di rinegoziare l’orariocon i commercianti e ricordache dal 2011 non potranno esserpiù utilizzate le buste di pla-stica, un’informativa sarà distri-buita ai negozianti.Per l’ennesima volta abbiamoevidenziato la scarsa pulizia, ildegrado dell’area parcheggioC. Villa: le scale d’accesso sonoin uno stato indecente (urina,sporco e altro...). i cittadini nonsanno dove mettere i piedi, ab-biamo proposto l’installazionedi telecamere che svolgano la

funzione di deterrente. L’Am-ministrazione si impegna a di-sinfettare e pulirequotidianamente le scale.Abbiamo sottolineato che il tra-vaso della spazzatura dai ca-mion piccoli a quello grandenon può avvenire nelle vie epiazze cittadine (Via Roma,Piazza della Repubblica e Ma-donna del Tufo...) per evidentimotivi d’igiene. Inoltre l’Ecocentro richiede unamigliore organizzazione e puli-zia. Siamo sempre in attesa chesiano collocati nelle vie del cen-tro cestini di raccolta per le si-garette, cartacce e altri rifiutisimili, annunciati da vari mesidall’Amministrazione.Questo il resoconto della riu-nione effettuata alla metà di no-vembre scorso: prima della finedel 2010 faremo un ulteriore in-contro con l’ufficio ambiente sulriscontro pratico di quanto sopra.Nel frattempo dobbiamo pur-troppo segnalare che siamo ri-masti per varie settimane senzale buste per la plastica, situazionesegnalata varie volte all’UfficioAmbiente.Come Comitato abbiamo dato econtinueremo a dare la nostracollaborazione per una mag-giore pulizia del paese, solleci-tando in tal senso tutti i cittadini;vorremmo che anche da partedella ditta appaltatrice Aimeri cifosse una maggiore sensibilizza-zione dei propri dipendenti: solouno sforzo comune potrà per-metterci di riuscire a raggiungeretale scopo.

Comitato di QuartiereCentro Storico

La sede di Corso Costituente del Comitato di Quartiere Centro Storico

Page 23: Il Piccolo Segno.  dicembre 2010

ROCCA DI PAPA 15il Segno - Dicembre 2010

In un ambiente in cui per ogni foglia checasca si scrivono elogi, elogiare impensie-risce. Ma, pensatoci su, va fatto, quando ipresupposti sono effettivi. Ed effettivo èil merito d’aver reso popolarmente acces-sibile, con una dissertazione in aula con-siliare e con la possibilità di visitarne lamostra a Roma, il pittore Van Gogh. Sulquale può dirsi, oltre e in aggiunta aquanto ascoltato in aula consiliare, che: 1) A un pittore, a ogni pittore, non basta ilsolo istinto naturale per esser grande, ser-vono le idee, e lui le ha, se scrive pensiericome questo: vorrei esprimere qualcosache consoli come la musica, vorrei dipin-gere uomini e donne con quell’eternità ilcui segno era una volta l’aureola e che noiora cerchiamo nelle radiazioni, nellosplendore dei nostri colori. 2)Per spiegare (e per comprendere) il pen-siero artistico di Van Gogh bisogna fareriferimento a diversi pittori, precedenti,contemporanei, e a diversi movimenti.Pretendere da una trattazione su Van Goghla rivelazione esauriente della sua vena, èvelleitario. La pittura, intesa come espres-sione umana complessiva, costituisce unblocco unitario, non frazionabile; unacomprensione soddisfacente del quale siha solo girandogli a tutto tondo intorno,con pazienza, dall’inizio. 3) S’arriva, allora, a capire a pieno lagrandezza di Van Gogh, non solo, o nontanto, dalle emozioni dalla sua operaemesse, quanto dall’influenza esercitatasulla pittura di tutto il secolo susseguente,segnale di maestria certo, non equivoca-bile. 4) Maestria che spiega come Va Gogh

compratore vacilla, è spiazzato, non capi-sce, non realizza. Manca di aggiorna-mento, della sensibilità necessaria acogliere il valore nuovo, diffida, non com-pra, rifugge. Liscia l’occasione, comeorologio che ritarda, mai in sincrono colproprio tempo.

abbia venduto in vitaun quadro solo, aspettoche, al di là dei numeri,è quasi normale quandol’autore è altamente in-novativo, frantuma glischemi correnti, im-pone espressioni e mo-dalità originali,dirompenti per aggres-sività e coinvolgi-mento. Di fronte aesplosioni simili lagente, il pubblico, il

di Gianfranco Botti

Vangoghiana

MITULE30 giorni di “buoni” pensieri

Un truffatore povero: un lestofante, untruffatore ricco: uno abile; un donnaiolopovero: un portoricano, un donnaioloricco: un bon vivant; una che la dà, se po-vera: una zoccola, se ricca: una di mondo;un tirchiaccio, se ricco: un parsimonioso,se povero: un rafagano; un omosessuale,se ricco: un gay, se povero: un frocio. E’decisamente più corto il metro dei soldi,frutta a chi l’usa, come sempre.

Finale volgare, ma lucido, non banale: S’arzanu l’aroplani da Ciampinue vau a ‘ndo teu da i’come u postinu,s’arzanu ‘ncapu i penzierie unu i cacciaria volentierima ‘nse ne vau‘nmou sentì gnentesburanu a volatte ‘nmente.

Gianfranco Botti

Di società

AllarmataFatti recenti mi portano a riproporre al-l’attenzione dei gestori il mausoleo rupe-

Popolana

stre di Palazzola (foto sopra), riguardo aipericoli che corre di fronte a piogge sem-pre più insistite e violente. Con la forzadella solita argomentazione: se va via,frana, è perduto per sempre. Con tanti sa-luti a chi lo eresse, a chi nei secoli ce loha trasmesso, ai posteri, che meriterebberodi seguitare ad averlo. Altra considera-zione, più terra terra ma non meno valida:è passato qualche anno dall’ultimo inter-vento di manutenzione, esattamente 550.

La Comunità Montana deiCastelli Romani e Prene-stini, da settembre 2010 haattivato lo Sportello Fore-stale, un servizio di infor-mazione e di supporto,dedicato ai Comuni, sulleproblematiche inerenti lagestione del patrimonio bo-

schivo. Lo Sportello èanche un servizio itineranteche si svolgerà presso i Co-muni, tra cui anche Roccadi Papa, che hanno aderitoall’iniziativa e le cui proble-matiche richiedono sopral-luoghi in loco, analisi everifiche dirette. Uno degli

obiettivi che si intende per-seguire con l’attivazione delservizio è supportare le am-ministrazioni locali in unsettore altamente speciali-stico, qual’è appunto quelloforestale, con l’intentoprioritario di valorizzazionedel patrimonio pubblico.

Apre lo Sportello Forestale itinerante

Page 24: Il Piccolo Segno.  dicembre 2010

ROCCA DI PAPA il Segno - Dicembre 201016

biente atte a creare nuove occasioni di lavoro, unavera integrazione che si rivolga agli anziani, ai cit-tadini comunitari e non, attraverso una politica chepunti a una profonda riqualificazione del Centro Sto-rico in cui la maggior parte di essi sono residenti e,infine, un effettivo esercizio democratico attraversocui rigenerare il rapporto tra l’Amministratore e ilCittadino coinvolgendo quest’ultimo in tutte le de-cisioni di grande interesse per la comunità. A questoproposito, chiediamo ai rappresentanti del PD di ab-bandonare la pratica egemonica ed autosufficientefin qui praticata in seno allo schieramento di centro-sinistra, per misurarsi attraverso uno strumento de-mocratico come le PRIMARIE verso nuovedomande di partecipazione, coinvolgendo l’interoarco dei partiti che fa riferimento al centrosinistra:Pd, Sel, Federazione della Sinistra, Verdi e Italia deiValori oltre ai numerosi cittadini che, pur non es-sendo tesserati, si riconoscono in questo vasto schie-ramento. I Coordinatori dei Circoli

di SeL di Rocca di PapaStefano Galli e Barbara Frittella

Un congresso silenzioso e poco pubblicizzato

A malincuore... ancorasul Partito Democratico

Mi scuso con i lettori e con il direttore delgiornale se torno su un articolo pubblicatolo scorso mese con il titolo “Il Partito De-mocratico è davvero democratico?”.La risposta ufficiale è arrivata subito attra-verso il modo con il quale è stato convo-cato il Congresso di Circolo che si è tenutoVenerdì 26 Novembre (giorno lavorativomolto valido per esigenze burocratiche,molto meno per dibattiti politici parteci-pati) convocato con lettere agli iscritti e latotale mancanza di manifesti pubblici af-fissi nel paese, così come si era semprefatto quando i partiti, con tutti i loro difetti,rispettavano la democrazia e gli elettori,prima ancora che i propri iscritti.Il Congresso si è così svolto nell’aula delConsiglio Comunale a “porte aperte”.Peccato che quelle porte siano state var-cate soltanto da iscritti mentre elettori ecittadini che vorrebbero ascoltare chi è at-tivo in politica, persone interessate alleprospettive del centrosinistra locale, nonhanno avuto la possibilità di esserci per-ché non informate.Se pensiamo che proprio a tutti questi sog-getti si dovranno rivolgere i dirigenti localie i candidati, nella prossima campagna elet-

Il centrosinistra ripartadalleprimarie

mando che lo fa per passione”.Qualcuno crede che aver man-cato una valida pubblicizzazionesia cosa poco importante? Quantisono quelli che hanno partecipatoma non l’hanno affatto notata?Parlandone con alcuni li abbiamovisti cadere dalle nuvole, e questonon è un buon segno. Qualche di-rigente dovrebbe spiegare, inmodo comprensibile, che razza dicoerenza c’è in un partito chechiama quanti dichiarano di starecon il centro-sinistra a votare allesue primarie e poi non li rendepartecipi al suo congresso. Sequesto è il partito che Bersanipensa possa portarlo a vincere, sisbaglia di grosso. Se è vero chebisogna mettere in campo le pro-poste giuste, per conquistare ilconsenso elettorale ci vuole ben

torale per il rinnovodel Consiglio Comu-nale e forse per le ele-zioni politichenazionali, ci troviamoal cospetto di un pes-simo comportamentodella politica locale,che dimostra quantoil personale attivo,resti distante dalla re-altà nella quale sideve impegnare oggi:“Quella nella qualenessuno crede più anessuno che si attivain politica affer-Il recente manifesto del Pd

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altro che un’organizzazione territoriale chenon sa organizzare un congresso ricco dipartecipazione.

Sergio Rasetti

P.S. Mi scuso anche con tutti gli iscritti ma

la mia insistenza è motivata dall’impossi-bilità personale di accettare metodi che fu-rono, in larga parte, democristiani e deipartiti satelliti; cosa che ha finito per tenerelontane dalla politica attiva tante personeche la pensano come me.

Come su tutto il territorio na-zionale anche a Rocca di Papasi sono formati i circoli di Sini-stra Ecologia e Libertà; essisono nati dal desiderio di pro-durre e trasmettere un diversomodo di affrontare questionivitali che investono il nostropaese quali l’accrescimentodell’efficienza energetica attra-verso l’uso delle fonti rinnova-bili, lo sviluppo del territorioimprontato al mantenimento edarricchimento dei beni comunia cui deve essere estraneo ilconcetto di abusivismo, la na-scita e crescita di attività con-nesse alle risorse del nostroterritorio come turismo e am-

Stefano Galli

Barbara Frittella

Page 25: Il Piccolo Segno.  dicembre 2010

ROCCA DI PAPA 17il Segno - Dicembre 2010

Se provi a spiegare che non è normalequesta “doppiezza”, ed è eticamente criti-cabile, loro (anzi gli alieni che si sono im-possessati di loro), cominciano unacantilena su sondaggi e possibilità di vit-toria, sui vari Sindaci cattivi da abbat-tere… io non ho un alieno dentro di me,non credo che la politica così come la re-ligione sia marcia, ma è marcio l’uso chese ne fa, credo invece in tanti uomini edonne che si impegnano mettendo semprela propria faccia, io ci metto la mia, faccioparte di Sinistra Ecologia e Libertà, mifido di Vendola (ma anche di tanti altri),guardo volentieri alla nascita di liste civi-che, di movimenti, di patti, l’importante ènon prendere in giro i cittadini per coprirequesto o quel candidato… tanto più cheoggi abbiamo il mezzo più democratico ditutti, le primarie. Impegniamoci per ilbene del paese e della collettività… par-titi, movimenti e liste!

Gli extraterrestri sono tra noi... ma non lo sappiamoL’invasione degli ultracorpimimetizzati nei movimentidi Daniela Di RosaHo dei cari amici che forse ingenuamente,o forse colpiti da tanti film americani, cre-dono fermamente negli extraterrestri, anzisono convinti che vivono tra noi, addirit-tura dentro di noi. Io da scettica mi limitoa sorridere, dovrei dire mi limitavo perchéda un po’ di tempo comincio ad avere deiseri dubbi. Esistessero veramente? Che cisia sul serio l’invasione degli ultracorpi?Sono mesi ormai che questi dubbi affol-lano la mia mente. Come molte personefaccio politica ed è lì nel mondo dei par-titi, dei tesserati, che gli alieni si sono pa-lesemente manifestati… e qui a Rocca diPapa hanno fondato addirittura un movi-mento (per prendere il potere e sottomet-terci). Non ho altro modo per spiegarequello che accade ad alcuni miei amici ecompagni di partito, ci sarebbe la schizo-frenia ma non è il loro caso, sono propriodue entità diverse. Di giorno sono politici,rappresentanti, delegati o portavoci di unaformazione politica, di “notte” si trasfor-mano in cittadini liberi, strenui difensoridell’antipolitica. Si aggirano su facebooksotto mentite spoglie con proclami sullamessa al bando dei partiti, dei loro rappre-sentanti e simpatizzanti! Inneggiano almovimento per…, qualunque cosa vabene pur di non farsi riconoscere, abor-rono le liste civiche ma in fondo, in fondone vorrebbero costruire una (se no chefunzione avrebbe un movimento?). Daqualche parte bisogna andare, ancheBeppe Grillo ne ha creato uno, il cinquestelle, proprio per far entrare i suoi in po-litica (e meno male).

il BORSINO dei CANDIDATI

elezioni 2011

Nel PD qualcuno starebbeaprendo alla possibilità dielezioni primarie per lascelta del candidato Sin-daco. Ma resta alta la quotazione di un Boccia II

Dopo il dietrofront di Sinistra Ecologia e Libertàsembrano diminuire le pos-sibilità per Maurizio DeSantis di candidarsi a Sin-daco. Ma potrebbe parteci-pare alle primarie.

Barbara Frittella potrebbepartecipare in quota Sini-stra Ecologia e Libertà alleelezioni primarie per lascelta del candidato Sindaco del centrosinistra

Enrico Fondi, “vecchiavolpe” della politica roc-cheggiana, starebbe dandovita a una lista civica sul modello de La Castagna

CENTRODESTRARoberto Trinca, attualeConsigliere Comunale del PDL, dovrebbe a breveufficializzare la suacandidatura a Sindaco del centrodestra.

Gino Del Nero, con il sim-bolo di Futuro e Libertà,starebbe puntando su unaccordo con varie frangedella destra roccheggiana.

CENTROSINISTRA

Massimo Saba, attualeConsigliere Comunale Udc, sarebbe il nuovo vice-Sin-daco della Giunta Boccia

Alvaro Fondi, Segretariode La Destra, sarebbepronto a sacrificare la suacandidatura per un perso-naggio di spicco del centro-destra roccheggiano.

Bruno Fondi, primo segre-tario dell’Italia dei Valori, e Margherita Silvestrini (segretaria della secondasezione Idv) sarebbero divisi sul da farsi

Roberto Fondi viene indi-cato da più parti come pos-sibile candidato di una listacivica di Rocca di Papa.Avrebbe già incassato il sìdi Enrico Fondi.e il BORSINO delle COALIZIONI

elezioni 2011

Listacivica

Listacivica

CENTROSINISRA. Il Pd avrebbe già raggiunto un accordo con l’Udc, con l’API di Rutelli,con i Verdi regionali per il simbolo e con una parte del partito di Di Pietro. Quest’ultimoinfatti a Rocca di Papa ha due sezioni che avrebbero idee diverse su dove e comecollocarsi. Anche Sinistra Ecologia e Libertà ha due sezioni che avrebbero trovato peròuna linea comune basata sulle elezioni primarie per la scelta del candidato Sindaco del cen-trosinistra. La Federazione della Sinistra avrebbe già raggiunto l’accordo con SinistraCritica. CENTRODESTRA. La Destra sarebbe intenzionata a procedere in solitaria. Il Pdlavrebbe quasi incassato il sì del nuovo partito di Fini. Un paio di liste civiche dovrebberochiudere il quadro delle coalizioni.

La nostra Daniela Di Rosacon Nichi Vendola

Page 26: Il Piccolo Segno.  dicembre 2010

ROCCA DI PAPA il Segno - Dicembre 201018

Dalla Fed.ne della Sinistra riceviamo e pubblichiamo

A proposito del “Papa nero”Ci troviamo nuovamente nel pieno dellacampagna elettorale che porterà i cittadinidi Rocca di Papa a votare in primavera enell’agone della politica ricompaiono i so-liti attori che fino a ieri e l’altro ieri hannofatto parte dei Consigli Comunali, incari-cati come Assessore o facente parte distrutture parallele di matrice politica e chedurante la legislatura non hanno maiobiettato nulla sulle proposte politiche eche oggi avanzano un “nuovo” pro-gramma: facile cementificazione e ingiu-stificata tolleranza dell’abusivismo,privatizzazione dell’acqua, incrementodelle antenne, etc. Gli stessi protagonistidella politica si stanno organizzando attra-verso delle liste civiche per tentare di risa-lire la china non per una vera alternativaall’attuale Giunta ma per l’alternanza (chesignifica semplicemente sostituirsi noncambiando la linea politica); questa sceltadelle liste civiche viene obbligata dallanuova legislazione che prevede un ridi-mensionamento dei rappresentanti politicie degli Assessori nei Consigli Comunali(è emblematico lo spostamento repentinodi un assessore incaricato presso la strut-tura del Parco Regionale). Leggevo su “IlSegno” che si sta cercando tra i politici unpossibile “Papa nero” che possa ripren-dere in mano le redini di una seria politica,ma ricercarlo tra l’attuale gruppo etnicodei politici che hanno sempre condivisotutte le scelte portate avanti dall’attualeGiunta di maggioranza mi sembra impos-sibile. Noi della Federazione della Sinistra intutti gli anni che si sono susseguiti durantela nostra scelta di stare all’opposizione,con coerenza abbiamo sempre cercato di

trovare delle convergenze con le altreforze politiche della sinistra e per questoproponiamo alcuni punti sui quali possi-bilmente ragionare:- una concreta lotta al facile ed ingiustifi-cato abusivismo;- una seria gestione della raccolta differen-ziata che veda partecipe tutta la città diRocca di Papa, cercando di recuperare inparte i danni provocati dalla cattiva ge-stione della GAIA, che ha comportato unaumento del 37% della tariffa;- parcheggi a pagamento se necessari egiustificati in tutto il territorio per avereuna razionalizzazione delle tasse;- un secondo Centro Anziani nel centrodella città, possibilmente nello stabile delvecchio Albergo Europa di prossima aper-tura, oppure utilizzando un qualsiasi im-mobile del demanio comunale;- apertura nella zona Campi d’Annibale diun ufficio postale e di uno sportello banca-rio per evitare spostamenti dei mezzi pri-vati e conseguentemente ridimensionarel’inquinamento atmosferico,- potenziamento del trasporto - Co.Tra.L.utilizzando i fondi pubblici (evitando diparlare della fantomatica Funicolare);- abbattimento delle antenne e non la de-localizzazione perché se è conclamato checreano dei problemi esiziali per gli esseriumani, spostare il problema presso altrilidi non significa trovare la risoluzione;- potenziamento delle strutture sanitarie;- un progetto di sviluppo per valorizzarele risorse del nostro territorio: l’ambientee il turismo con la creazione di nuovi postidi lavoro per i giovani

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Riceviamo e pubblichiamo

Precisazionide La Destrasul ‘borsino’Teniamo a precisare che come da Voi ripor-tato sul “Borsino dei Candidati”(il piccoloSegno-Novembre 2010) “La Destra” nonha mai dato la propria benedizione a nes-suno poiché, a tutt’oggi, l’unico partito dicentrodestra a Rocca di Papa siamo noi. IlPdl sul territorio non c’è, esistono singolepersone che si autocandidano. La Destra daanni, con volantini e altri mezzi a disposi-zione, propaganda il fallimento di que-st’Amministrazione; di fatto il Consigliotutto è alle dipendenze dell’Ulivo (vedi in-carichi vari ad attuali consiglieri di mino-ranza). La Destra è disponibile a confronti seri conforze democratiche di centrodestra, noncerto a liste ibride o movimenti di personeche pensano di andare al governo di Roccadi Papa senza seri programmi, camuffate daliste civiche che creano solo situazioni fa-vorevoli all’Amministrazione attuale (forsecreate dall’Amministrazione per dividere:vedi Castri e Saba). Gli articoli che spesso appaiono sul vostrogiornale sono da anni nostre battaglie convolantini, unico mezzo che abbiamo a di-sposizione, pagati con soldi nostri e cheforse pochi leggono: dalle antenne al pianoregolatore alla sicurezza (fummo denigratisu questo) alla trasparenza, ecc.. Questa èla nostra posizione e non quella che altripretendono. Siamo a disposizione di tuttiquei cittadini che si augurano un’Ammini-strazione leale, corretta e priva di clienteli-smi. Auguriamo un Buon Natale e Felice Annoa tutti.

Alvaro FONDI Segretario de “LA DESTRA”

Rocca di Papa

Page 27: Il Piccolo Segno.  dicembre 2010

ROCCA DI PAPA 19il Segno - Dicembre 2010

Una risposta necessaria

Caro Movimento per Rocca di Papa laverità va cercata giocando a carte scoperteAbbiamo ricevuto una lettera daparte del “Movimento per Roccadi Papa” in merito al trafilettoapparso sul numero scorso delSegno (pag. 17) dal titolo “IlMovimento Civico si presenta”(che riportiamo per intero a lato),in cui si mettono in evidenza ine-sattezze da noi riportate, tra cuila data dell’iniziativa descritta, ilfatto che l’ex vice-Sindaco diRocca di Papa, De Santis, siastato da noi menzionato tra i fon-datori del Movimento stesso e al-cune spiegazioni sulla “nascita”del Movimento. Poiché da partenostra è stata avviata un’azionelegale in merito ad alcune affer-mazioni contenute nella suddettalettera, non ne possiamo pubbli-care il testo ma alcune rispostesulle questioni aperte sentiamo ildovere di fornirle, soprattuttoquando ci si accusa di “tristezzaintellettuale” avendo noi sempli-cemente scritto che il Movi-mento “stando a voci ricorrenti,dovrebbe sfociare in una vera epropria lista civica per le pros-sime elezioni amministrative”.Appena ricevuta la lettera (peral-tro firmata con un generico “IlMovimento per Rocca diPapa”), abbiamo cercato di com-prendere che cosa di così as-surdo e inventato avessimoscritto. Effettivamente, pren-diamo atto dell’errore fatto nel-l’aver scritto “domenica 21settembre” invece di “domenica21 novembre”. Un refuso per ilquale chiediamo scusa al “Mo-vimento per Rocca di Papa” e ainostri lettori. Per il resto non riu-sciamo a capire che cosa ci siada smentire o rettificare. Ma partiamo dall’inizio. Il nostro collaboratore SergioRasetti l’11 novembre ci “gira”per email un breve comunicatoin cui viene annunciata l’inizia-tiva pubblica del neonato Movi-mento. Come facciamo di solito(non essendo un giornale che silimita a pubblicare i comunicatistampa ma, cercando di dare in-formazioni approfondite ai no-stri lettori, proviamo per quantopossibile ad “aprire” le notizie),abbiamo cercato di capire qual-cosa in più, tenendo conto chealcune settimane prima il sotto-scritto aveva ricevuto due tele-fonate: una proprio di De Santis

che cortesemente mi informavache a novembre ci sarebbe statain piazza un’iniziativa pubblicadi presentazione del Movimento;un’altra di Aldo Morana (Con-sigliere comunale in carica) chemi annunciava un’iniziativapubblica del Movimento perRocca di Papa. Ora le cose sonodue: o De Santis e Moranahanno chiamato il sottoscrittoannunciando una iniziativa nonloro; oppure parlavano di un’al-tra iniziativa. E qui, proprio percercare di chiarirci un po’ di piùle idee, abbiamo approfonditoulteriormente la vicenda e ab-biamo verificato che sia De San-tis, sia Morana, sia altri dirigentipolitici (in carica) di Rocca diPapa, figurano tra gli aderenti aquesto nuovo Movimento. Cosache per noi non rappresentava (enon rappresenta) uno scandaloda tenere nascosto ma, a quantopare, per voi invece sì. Così, neltrafiletto, ci siamo limitati a scri-vere che tra i fondatori c’erano“Maurizio De Santis, altri espo-nenti politici e della società ci-vile”. Dalla lettera ricevuta,invece, voi affermate che quantoscritto è falso e, sulle vostre pa-gine facebook, prendete le di-stanze dai politici e dai partitimettendo in evidenza le negati-vità e i fallimenti sia degli uniche degli altri.Caro Movimento, ma a chegioco stai giocando? La verità vacercata giocando a carte sco-perte: tra gli aderenti al Movi-mento ci sono o no dirigentipolitici? A noi risulta di sì, ameno che voi pensiate che i po-litici aderiscano al Movimentocome persone e non, appunto,come politici. Ma scindere ledue cose, viste anche le vostreaffermazioni che sembrano ca-valcare la cosiddetta anti-poli-tica, sarebbe alquanto ridicolo.Però sarebbe sufficiente pubbli-care la lista dei vostri aderenti ela verità emergerà. Noi siamopronti a scusarci qualora aves-simo commesso errori. Ma aquesto punto chiedo anche aquesti dirigenti di partito chefanno parte del vostro Movi-mento a che gioco stiano gio-cando: partecipano a riunionipartitiche e poi (come fossero deimoderni Houdinì) appendono la

giacchetta di partito fuori la portae partecipano alle vostre riunioniparlando dei fallimenti dellaclasse politica. Ciò che emerge da questa vostra“sprecisazione” è il prendere ledistanze dai politici come se es-sere iscritto a un partito o avereun ruolo dirigenziale all’internodi esso sia un male assoluto. Peressere un Movimento nato dapochi mesi devo dire che la vo-stra coda di paglia è già lunga unchilometro. Prendiamo atto in-vece che non è vostra intenzionepartecipare o presentare una listacivica per le prossime elezioniamministrative. Noi abbiamopaventato questa possibilità, per-ché di questo si è parlato per tantimesi, e anche sulle pagine face-book del vostro Movimento figu-rano interventi che manifestanoquesti dubbi. Non credevamoche ciò rappresentasse per voiun’onta tale da provocare unareazione così spropositata. E arriviamo così alla “tristezzaintellettuale” con cui additate ilSegno. Credo che il nostro men-sile, dopo dieci anni di attività,abbia dimostrato di essere ungiornale serio, credibile e intel-lettualmente onesto, che spessoda solo ha parlato di argomentiscomodi. Non lo diciamo noi mai tanti lettori che ogni mese “di-vorano” le nostre copie. Poi senon vi piace le cose che scri-viamo o come le scriviamo bastanon leggerci oppure, se vi rite-nete diffamati, basta seguire lestrade che la legge italiana ga-rantisce a tutti i cittadini.L’ultima cosa riguarda i soldiche, come voi dite parafrasan-doci (“stando a voci ricorrenti”)riceveremmo dalla Regione.Torno a ripetere che il Segno in

dieci anni di attività non ha mairicevuto finanziamenti, sponso-rizzazioni o altro né dal Comunedi Rocca di Papa, né dalla Pro-vincia di Roma, né dalla Re-gione Lazio, né dal governo, nédalla Comunità Europea, nédall’Onu, né dagli Stati Uniti odagli eredi dell’Unione Sovie-tica. Lo ripetiamo su ogni nu-mero. Altri hanno invece avutoaccesso a questi finanziamenti(cosa su cui peraltro non c’ènulla di male visto che esistonoleggi per accedervi), tra cuianche associazioni ambientali-ste, culturali, ecc. ecc. Sull’oscuro (e grave) riferi-mento con cui avete conclusola vostra lettera, del tutto fuoricontesto, è talmente oscuro (egrave) che non comprendiamocome si possa mettere a con-fronto un argomento tanto de-licato e drammatico dellanostra epoca rispetto aun’eventuale partecipazione auna tornata elettorale. Questasì è “tristezza intellettuale”. Riportare “voci ricorrenti” suprobabili liste elettorali è unanormale pratica giornalistica, ri-portare “voci ricorrenti” (peral-tro totalmente inventate da voi)su aspetti criminosi è oltrag-gioso, calunnioso e infamante.Per quanto mi riguarda, questobasta per stare bene alla largadal vostro neonato Movimento.Desidero anche esprimere so-lidarietà a Maurizio De Santis,politico che stimo e apprezzopur non condividendone sem-pre le posizioni (ma questo èun fatto normale in democra-zia), perché è bastato scrivereil suo nome e si è scatenatol’inferno.

Andrea Sebastianelli

Domenica 21 settem-bre il “movimento ci-vico” fondato daMaurizio De Santis(l’ex vice-Sindacodell’attuale GiuntaPD) e da altri espo-nenti politici e dellasocietà civile roc-cheggiana si presen-terà ai cittadini. L’iniziativa, stando aun comunicato in-

Il Movimento Civico si presentaviato tramite inter-net, si svolgerà inpiazza della Repub-blica a partire dalleore 11.00 e, in quel-l’occasione, verrà di-stribuito il manifestofondativo del movi-mento che, stando avoci ricorrenti, do-vrebbe sfociare inuna vera e proprialista civica per le

prossime elezioni am-ministrative. Nato inizialmente sufacebook, il movi-mento starebbe oracercando di farsi co-noscere anche inmodo concreto e visi-bile sul territorio, neltentativo di far cono-scere diffusamente iprogrammi e le ideeper Rocca di Papa.

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il Segno - Dicembre 201020

di Maria Pia Santangeli*Quando il freddo si faceva pungente e ci siradunava intorno al fuoco a “ragionare” distreghe e di legramànti, era segno che ilNatale era vicino.Una quindicina di giorni prima della festa,arrivavano gli zampognari dalla Ciociaria,i lotricàri, con tanto di ciocie, zampognae piffero. Giravano per le strade facendo‘a novena, cioè suonavano per nove sere,dietro compenso di pochi centesimi, da-vanti alle case delle famiglie che avevanopagato una specie di abbonamento. (I lo-tricàri dormivano in qualche stalla).Le famiglie che pagavano non erano mol-tissime, ma sufficienti a far risuonare pertutto il paese, che per il freddo sembravaessersi come raggrumato, le note dolcia-stre e un po’ lamentose dei canti natalizi.I bambini a scuola imparavano le poesieche avrebbero recitato in chiesa e si spar-pagliavano fuori dell’abitato in cerca dimuschio per il presepe, mentre le donnepreparavano forme di pan giallo, di panpepato e biscotti con il miele, come oggi.Già da un mese nelle case si era comin-ciato a giocare a tombola e a carte fraamici e vicini, ma la sera della vigilia eraquella della veglia, dei giochi e dei rac-conti interminabili, in mezzo ai quali si ri-spolveravano ricordi di vita militare, lesolite storie tenebrose e gli aneddoti cu-riosi. I narratori mai come in quell’occa-sione erano vivaci e instancabili, da cui ildetto, quando un discorso si annuncia pro-lisso: “Chésso reccòntamu ‘a sera ‘e Na-tale!”.La cena di quella sera era rigorosamentedi magro e non mancava di cavolfiore, dibaccalà, di patate e di mele e “per devo-zione” un pezzetto di capitone o di an-guilla marinara. Nelle case più povere cisi contentava di ceci e baccalà.Anche le streghe facevano la loro com-parsa la sera della vigilia, perchè, secondoalcuni, andavano in giro proprio in quelleore e di conseguenza si trovavano moltipettini a mollo nelle acquasantiere dellachiesa e per la strada si potevano incon-trare alcuni uomini che camminavano ar-mati di una scopa. (era voce comune chei pettini nell’acquasantiera impedisseroalle streghe di guadagnare l’uscita dellachiesa una volta che erano entrate; in talmodo restavano prigioniere ed erano co-strette a chiedere a qualcuno di togliere ipettini, facendosi così scoprire).I bambini non ricevevano regali il giornodi Natale ma il giorno della Befana, ed

erano poche cose che i genitori ponevanonei calzettoni di tutti i giorni, attaccati lasera prima sotto la cappa del camino: unportigàllu (un’arancia), un mandarino,due fichi secchi, qualche pezzo di car-bone; rarissimi i giocattoli).Eppure la mattina dell’Epifania, alla cam-pana dell’arba, i bambini erano già svegli,ansiosi. Qualche padre o un parente buon-tempone improvvisava allora una scenanella cucina. “Lascia, lascia...” e buttava qualche sediaper terra, facendo immaginare una collut-tazione con la Befana che non voleva sca-ricare i regali. E imitava anche la vocechioccia della vecchia. I bambini arriva-vano sempre troppo tardi e non servivapiù ripetere le “strofette”:

Befana, Befanella,porta quaccosa a ‘sta riazzèllaBefana, Befanòporta quaccosa a ‘stu riazzò!

che gli adulti e i bambini avevano moltevolte pronunziato durante le feste natali-zie, invocando la Befana sotto la cappadel camino.Tutt’al più poteva cadere un mandarino,qualche caramella, un fico secco chel’ideatore della commedia buttava su perla cappa, mentre i bambini erano distratti.Che ci fosse la Befana sul tetto i bimbierano convintissimi, una gran vecchia di-spettosa, avara, che talvolta portava sì ungiocattolino, ma spesso dopo qualchegiorno se lo riprendeva, per ripresentarlol’anno successivo. Molti genitori infatti ri-ponevano i giocattoli per timore che sirompessero.(“Regali? Manco la prola c’era. Mi ri-cordo che un anno io e mio fratello rice-vemmo una trombetta, colorata verde,bianca e rossa.Giocammo due o tre giorni,poi mamma ci ‘à levata. Recomparìl’anno appresso. E poi pe’ quattro ocinqu’anni di seguito ‘sta trombetta an-dava ‘n giro. E noi:O ma’, sempre ‘astessa trombetta!...”).

*tratto dal libro “Rocca di Papa al tempo della crespigna e dei

sugamèle” (Edilazio, 2003)

L’ultimo libro ideato da Massimo Saba,“Grand Tour Rocca di Papa, la perla deiCastelli Romani”, era l’opera che man-cava alla nostra città. Si tratta infatti di unlibro che mette in risalto le sue tante, e avolte dimenticate, bellezze storiche, archi-tettoniche e ambientali a testimonianzadella ricchezza culturale del paese in cuiviviamo. Ora quest’opera (245 pagine in-teramente a colori in un formato grande -30x25 cm- che mette in risalto la qualitàdelle immagini stesse) potrà assolvere alruolo di carta d’identità civica dell’interacomunità roccheggiana, presentandoanche didascalie e annotazioni in linguainglese. La Provincia di Roma ha già in-serito il libro di Massimo Saba tra i “beniculturali” che la Provincia presenterà inCina in occasione della promozione delnostro territorio. Un riconoscimento im-portante per Massimo a cui va il nostroplauso. Per le festività natalizie sarebbeanche un bel regalo da fare visto chel’opera, per l’occasione, fino al 31 dicem-bre, sarà in vendita ad appena 15 €.

(A.S.)

Cultura e

Il nuovo libro di SabaGrand TourRocca di Papa

Il calore del Natale di tanti anni fa,

quandola Befana...

... dintorni

La Befana nei boschidi Rocca di Papa

Page 29: Il Piccolo Segno.  dicembre 2010

21il Segno - Dicembre 2010 STORIE

ietro l’ul-timo costoneroccioso ri-

Il calore forma una cortina diafana attra-verso la quale si intravedono tremolare fi-gure di cose e di persone che appaionogiungere da un mondo sconosciuto. E’ proprio questa natura, che induce a ve-dere cose che non esistono? Non esistono?Il veliero, Florentino Ariza, le navi deigreci, il motoscafo, il calore del sole, ilcuculo, l’Epomeo, non esistono?

D

della breve baia, compaiono piccole velee scafi rossi, brillanti nella prima luce so-lare, che si precipita giù lungo la scoglierasino a sfiorare la sabbia pietrosa dellaspiaggia. C’è anche un cuculo nascostodietro il ramo di una gigantesca piantagrassa. Insistente lancia speranzoso il suocucu-cu che si amplifica in una eco dallesonorità cupe che non riescono a raggiun-gere il mare, ma si perdono nelle rughescabrose dell’Epomeo.Ad un tratto Florentino Ariza balza fuoridal libro e si siede qui accanto... forsenella natura circostante ha intravisto unadelle sue Antille, ma soltanto per un at-timo, adesso soltanto: nell’ora del sole na-scente, del mare verde e blu, del cieloaltissimo e chiaro, delle cavalle di nuvolegaloppanti all’orizzonte... ed è già sparito.Ma compaiono, leggere e colorate, le navidei greci che in gruppo doppiano il co-stone. Si odono le grida dei marinai chefinalmente hanno raggiunto un apprododove erano annidate le agognate dimoredei loro dei... Un attimo: imbrigliato nelleproprie schiume un motoscafo si muove abalzi sull’acqua come un canguro e infineinfrange la scena: forse era soltanto unfondale dipinto di un set cinematografico.

I L R A C C O N T O D E L M E S E

Cetaradi Forio

di Noga

volto a Occidentesfumano, comefantasmi, i quattroalberi velati di unagrande nave men-tre, lungo l’arco

E il sole, che inesorabile cala al di làdella caligine dell’orizzonte e chesi ferma per un attimo e grandiosa-

mente risplende ancora di più nel suorosso luminoso strisciato di lievi nuvolegrigie, non esiste? Mentre il mare, lon-tano, si richiude su di esso, si risveglianole fantasie della notte in un ciclo continuo,implacabile.Implacabile come il motodelle stelle che inseguono sempre la luna.Ma essa, vigliacca, cambia di continuo ilproprio aspetto nel buio notturno. Ognigiro della notte è diverso fino all’albaquando ricompare il veliero con i suoiquattro alberi velati. Così di seguito: lenavi dei greci, il cuculo, il motoscafo,l’Epomeo... Sempre così: cose vere del-l’immaginazione. Non è così il vivere?

Luglio 2010, Ischia

Il suo incarnato color caramello, dolcecome i seni che fuoriescono con gene-rosità dalla scollatura della veste bianca,la stessa che scopre con sfrontatezza lespalle. Le sue labbra carnose sussurranoparole incomprensibili che per magiadiventano familiari. Non vuole che lasciquesto posto, che io chieda aiuto, diceche tutto andrà bene, Dio è con me e leiresterà al mio fianco fino alla fine.Chi sei? Cosa vuoi da me? Nel mio si-lenzio riecheggia: “MAMBO”. Mambo,ricordo di aver letto di te. Forse nel-l'agenzia viaggi dove con Julia ci siamorecati per la nostra prima vera vacanza,il viaggio di nozze rinviato di cinqueanni. La mia donna, al sesto mese digravidanza, vestiva il suo pancione conuna leggera stoffa di chiffon rosa, i ca-pelli lunghi e leggeri come seta svolaz-zavano insieme al trasparente abito dasposa.. tutto era delizioso tranne losposo. Eh sì! Eri troppo impegnato ad aggiun-gere ricchezza alla ricchezza tanto che,a due passi dall'altare, conversavi al cel-lulare con l'agente che ti forniva aggior-namenti finanziari. Il vero viaggio lostai vivendo adesso: viaggio senza sole,stelle, pioggia, vento e arcobaleni. Unvolo senza cielo!La bellezza leggera di quel giorno, ungiorno che doveva essere il miglioredella mia vita! Quel giorno è oggi! Qui,in questa stiva senza aria né luce, comeun clandestino che poserà i piedi suquella terra chiamata libertà, vestito dacadavere. Il momento di ammettere di aver sba-gliato, di sperare di rivederti per dirtiquanto mi manchi, di sussurrarti al-l’orecchio che sei tutta la mia vita e chequel momento forse non arriverà mai.E’un’urgenza quella di parlare con te,Julia! Dammi un segno, giungi fino ame ti prego! Non fermarti, continua aviaggiare, in qualunque posto tu sia,anche se respiri come me odore dimorte, non fermare il tuo cammino spi-rituale.

4/Continua

di Stefania Colasanti

Frammentidi Scrittura

In transito/4(squarci di mambo)

Il nostro Noga (Gabriele Novelli) va alla conquista di nuove “terre editoriali”.Infatti, dall’ottobre scorso, le sue “pennellate” di racconti vengono pubblicateanche sul “Moggio”, periodico locale di Città della Pieve. Sul numero 4 è statopubblicato un suo racconto intitolato “Il Baccal”, del quale Gabriele ci ha re-galato un brevissimo stralcio:“... Da quel giorno in poi le malelingue misero in giro la voce che in quellascuola gli alunni portassero un baccal nelle loro cartelle. Il Maestro decise alloradi fare una lezione sul pesce merluzzo...”.Complimenti a Noga!

Noga “sbarca” a Città della Pieve

Il cartellone del Teatro Civico Rocca di Papa

Domenica 26 dicembre 2010 “Un Natale rosso Sherlok”di Francesca Draghetti - regia di Francesca Draghetticon Gerolamo Alchieri, Roberto Stocchi e Antonella Alessandro

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Page 30: Il Piccolo Segno.  dicembre 2010

CULTURA il Segno - Dicembre 201022

Natale, come sempre è ritornatocome sempre torna a far festa il mondoabbiam vestito l’abete profumatodi fili d’oro e luci coloratee il Presepe di cartone è appena pronto.La gente che cammina per la viapare sia diventata tutta amicac’è un clima di squisita cortesiae ognuno fa gli auguri che porge“Pace fratello” sembra che ci dica.E’ proprio questo che ci invita a pensaree ci fa un po’ arrossire di vegogna!Perchè soltanto quando vien Natalesentiamo tutti di pace una gran vogliae ci mettiamo a posto la coscienzaregalando a qualcuno un po’ di gioia.Un pacco dono a un vecchio abbandonato,un giocattolo a un povero orfanelloun obolo e un sorriso a un mendicante,

che dietro ad un cartone rannicchiato

ci saluti porgendoci il cappello.Ma poi...... tutto ritorna come prima,l’egoismo, la superbia, che credevamo

aver dimenticato,tornano a prevaler nel nostro cuore.Ci lasciamo dietro il mondo e i suoi problemie non ci importa quanta gente muore.E così ogni Natale che ritorna è pieno di promesse,di speranze, di fragili illusioni;promette il bimbo di essere più buono,presso la culla di Gesù Bambino,prometton pace tutte le nazionie nei paesi in guerra c’è tregua per Natale,tacciono bombe e cannoni, ma sono là...pronti a ricominciare tra qualche giornoquando il presepe tornerà in soffitta,quando l’abete spoglio....appassirà!

LLaa ppooeessiiaa ddeell mmeessee Natale

LL’’aannggoolloo ddeellllaa ssttoorriiaa

di VincenzoRufiniOgni nazionedel mondo haun propriopoema lettera-rio in cui rico-noscersi eidentificarsi;

spesse volte si tratta di vicissitu-dini nazionali narrate in versi,altre delle medesime storie ela-borate in forma di prosa. In Italiaabbiamo la ventura di godere diun'ampia scelta letteraria, tantisono stati i grandi scrittori chehanno lasciato una traccia inde-lebile del loro genio, si pensi soloall'Ariosto, al Tasso, al Boccac-cio, all'Alfieri, al Foscolo, i qualihanno messo per iscritto il loroinesaurubile bagaglio di senti-menti, di emozioni, di riflessioni.Oltre ai citati estensori delleumane lettere annoveriamo fra igrandi di ogni epoca quel sommopoeta che fu Dante Alighieri conle sue opere immortali, quali laDivina Commedia, ma il poemanazionale che più si identificacon la nostra storia recente èsenza dubbio I Promessi sposi diAlessandro Manzoni.Il romanzo storico che narra le vi-cissitudini di Renzo e Lucia lo sistudia ai primi anni delle mediesuperiori e, invero, risulta quasisempre indigesto agli studenti chedevono prodigarsi sulle pagine delracconto, tanto per l'obbligo sco-lastico, che lo rende irto e ispido edi difficile lettura, quanto per unacerta non troppo malcelata reto-rica risorgimentale che lo ha gon-fiato di dannosi orpelli.Nell'andare degli anni si verifica,però, uno strano effetto, una sin-golare legge del contrappasso dialighieriana memoria, che inducelo studente di un tempo andatodivenuto maturo passeggerodella vita, a riprendere volonta-riamente tra le mani l'antico ma-noscritto manzoniano e ariconsiderare le passate conce-zioni, fino a creare un processodi osmosi profonda tra il lettore,nuovo e vecchio, e il romanzo.Ciò che non si era apprezzato neltempo della scuola lo si ama dipropria scelta nel tempo dellamaturità dell'esistenza.Il romanzo, definito nazionale daicritici letterari del tardo ottocento,rispecchia in pieno i vizi e le virtùdell'italiano medio; è ricco di ar-

chetipi, i quali dipingono, tramitela mano leggera e penetrante delManzoni, più di qualsiasi trattatodi antropologia l'essenza del po-polo italiano. I personaggi mag-giori del romanzo, Renzo e Lucia,Frà Cristoforo, l'Innominato, ilcardinal Federigo Borromeo, donAbbondio, il conte zio, sono i per-sonaggi di ogni tempo che hannoabitato l'antica Enotria. Renzo e Lucia, i due protagonisti,sono gente semplice e buona, cuicapita di imbattersi in personaggied eventi più grandi di loro e con-tro cui nulla possono con le loroproprie forze. In loro si rispecchiala maggioranza della gente italicail cui scopo del vivere è quello dicondurre un'esistenza serena e di-gnitosa pervasa da valori immu-tabili, senza attraversare la stradadi nessuno. Il diritto di vivere lapropria vita, un diritto inaliena-bile che a volte viene discono-sciuto da eventi esterni e malvagi.Frà Cristoforo è un altro elementocardine del libro, l'antico Lodo-vico del secolo decimo settimoche un'antica sopraffazione fruttodi una visione superba della vita eche sfocia in tragedia, trasformanel mite frate dedito all'amoreverso gli altri ed alla compren-sione assoluta, nemico del potentesopraffattore e vicino ai deboli eai sofferenti. Incarnazione pe-renne della bontà, resa grande eforte dalle sbandate di gioventù,cui nessuno è immune.Il personaggio di don Rodrigo in-

carna lo spocchioso, prepotente epresuntuoso padroncino delluogo, reso più acido e malvagiodal suo potere dinastico ed econo-mico; in base a questo potere si ar-roga il diritto di interferire nellevite degli altri, giocando a suo pia-cimento e trattandoli come un pu-paro muove le marionette. Anchelui, però, alla fine roso dalla dispe-razione e dal rimorso, causati dal-l'indebolimento fisico dovuto allapeste, prova la paura di chi è rima-sto solo e povero, perchè spo-gliato dei suoi beni dalla masnadache prima lo serviva. E' l'esempioeclatante dell'individuo che im-pernia la propria esistenza solosulla forza, fisica ed economica, equando questa viene meno e nonavendo né forza morale, nè forzaculturale, né valori a cui aggrap-parsi diviene preda della dispera-zione assoluta. Per lui potrebbeadattarsi il passo di Dante "Di talsuperbia qui si paga il fio".Altro personaggio importante èil cardinal Federigo Borromeoche si prodiga per due azioni divitale importanza: aiutare Renzoe Lucia e redimere l'Innominato,compiendo un percorso degnodi una fede perseguita con dedi-zione assoluta e priva di torna-conti personali.L'Innominato è il tipico esempiodel delinquente più bieco capacedi sporcarsi in ogni dove e dicompiere il male verso chiun-que, ma anche in fondo alla suacoscienza vi è un angolo di

I Promessi Sposiframmento d’Italia

di Anna Giovanetti

bontà che ha bisogno solo di es-sere destato per poter riscattaretramite il bene tutto il male per-petrato in passato.Nel ruolo del conte zio Manzonitraccia il ritratto del potere intutta la sua essenza profonda, ilpotere in ogni singola espres-sione e in ogni epoca; lo faquando descrive il colloquio cheha con il padre provinciale deicappuccini per allontanare FràCristoforo, il quale faceva ombraa don Rodrigo. Una pagina que-sta che sintetizza, più di un trat-tato di diplomazia, il potere cheagisce nell'ombra.L'ultimo personaggio centrale delromanzo è don Abbondio, cata-lizzatore di tutte quelle negativitàdi cui sono affetti gli individui:l'egoismo, la paura, la visibilitàvista come fonte di guai, il cini-smo come mezzo di accomoda-mento di ogni disputa. Tipicoeroe negativo, che pur pagandoun prezzo di perdita della propriadignità ed immagine, alla fineriesce sempre a cavarsela a buonmercato; un concentrato di cini-smo e paura a cui difetta in modoassoluto il coraggio.L'ultima metafora con cui l'autorespiega un grande tratto della sto-ria d'Italia è costituito dall'episo-dio del passaggio del ponte diLecco da parte delle truppe mer-cenarie. Dicendo: "Passano i ca-valli di Wallenstein, passano ifanti di Merode, passano i cavallidi Anhalt … quando piacque alcielo, passò anche Galasso , chefu l’ultimo”, specifica in modochiaro ed esauriente tutte le inva-sioni cui è stata sottoposta l'Italia,nel corso dei secoli, meglio diqualsiasi storico.Per concludere si indubbiamenteaffermare che I Promessi Sposi èsì un romanzo di alta levatura let-teraria, ma è anche un affrescosulla storia d'Italia.

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RIFLETTORI 23il Segno - Dicembre 2010

La tv di oggi fruttodell’ignoranza di ritorno

Mancano pochi giorni a Natale egià non ne posso più di santaClaus... già l’orgia di film per fa-miglie ha invaso il palinsesto(potrei non guardare la tv ma mihanno affibbiato questa rubricae almeno una sbirciatina devodarla), se parlo dei miei pro-grammi preferiti (li sapete qualisono, quasi tutti su Raitre) midanno dell’intellettuale... ameee! Grazie! Perché dovreisentirmi offesa? E quando è co-minciato a diventare un’offesa?Secondo uno studio del 2004 gliitaliani risultavano per il 70%quasi analfabeti, cioè sapevanoleggere, scrivere e basta, nonleggevano e non scrivevano più,si limitavano, anzi si limitano

alle poche basi imparate ascuola, poi più nulla, nessunavoglia di sapere, di emanciparsicon in più il disprezzo verso chiquella voglia non l’ha maipersa... al contrario più invec-chia e più aumenta il desideriodi conoscenza. Nessuno, come si dice, nasce“imparato”, è la curiosità che cispinge a cercare altro! È questamancanza di curiosità che mi al-larma, tutto si può e, per alcuni,si deve vedere persino Beauti-full o il Grande fratello ma nonsi può guardare solo quello, nonpuò la mente essere monopoliz-zata solo dai programmi leggerio d’intrattenimento, così il cer-vello si atrofizza e come un mu-

di Daniela Di Rosa

scolo qualsiasi non reagisce piùagli stimoli esterni! Lo studio, lacultura è ginnastica mentale...provateci, all’inizio è faticoso mapoi si traggono molti benefici,come guardare alcune sere fa ilteatro su Raiuno, e in prima se-rata, nientemeno che FilumenaMaturano di Eduardo De Fi-lippo, e per giunta in italiano,sarà la mia età che mi fa amare ilteatro? Poi ho scoperto che èstato un successo, quasi sei mi-lioni di spettatori e una buonaparte giovani universitari… do-vrebbero vergognarsi? E perché? Il mondo ci apprezza per la no-stra cultura mica per la nostraignoranza. Siamo al punto in cuil’intelligenza sta diventando unavergogna e la superficialità unavirtù. Forse bisogna rimescolarebene il tutto, immettere un po’ dileggerezza nella conoscenza e unpo’ di conoscenza nella legge-rezza, agitare fortemente e ridi-stribuire alla popolazione…come si fa? Ridando peso alla scuola pub-blica, fare in modo che i nostrifigli imparino a pensare oltre chea leggere e scrivere... e non solola tv futura sarà migliore ma ilmondo stesso migliorerà.

Ranieri e Melato

ilTocco

Rete per la legalitàcontro l’usura

Scrive una nostra lettrice:

Cara Dottoressa, ho 45 anni, sono single, houn lavoro precario, unmutuo da pagare, sonospesso triste, apatica, stancagià dal mattino presto. Ho paura di essere de-pressa….

Gent.ma lettrice, colgo l’occasione con la suamail, per annunciare che sa-bato 29 gennaio 2011 presso ilC.P.A. Studio di Psicologia ePsicoterapia di Albano La-ziale, via Ascanio 3, alle ore16.30, terrò un incontro gra-tuito dal titolo “Depressione:vittime di noi stessi o arteficidel nostro futuro?”, nell’am-bito degli Incontri culturali delSabato che riprendono dal 22gennaio 2011. In tale occasione, avrò unospazio maggiore per poter illu-strare cos’è la depressione, equali risorse ognuno di noipuò trovare in se stesso, per ri-sollevarsi con le proprie forzeo cercando l’aiuto di uno spe-cialista. Molti, infatti, sottostimanol’importanza dei sintomi che liaffliggono pensando che pas-seranno da soli, o ricorrono aifarmaci senza affrontare unapsicoterapia, che può prepa-rarli ad un cambiamento posi-tivo e avviarli ad un processodi autoconoscenza, necessarioper poter affrontare e superarequalsiasi situazione di stallo,avviandoli ad una presa di co-scienza delle proprie risorse edei modi più efficaci per atti-varle. Non potendo fare diagnosi adistanza, per correttezza e se-rietà professionale, la invito apartecipare, così che lei possaavere le idee più chiare ri-guardo all’argomento in que-stione. Cordialmente.

Per scrivere alla Dott.ssa Benelli: [email protected]

Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli

LL’’aannggoolloo ddeellllaa ppssiiccoollooggiiaa

diErmannoGatta

E’ stata presentata a Roma, nella prestigiosa sala Martiri di Nas-sirya di Palazzo Madama, la Rete per la Legalità. Associazioni eFondazioni contro il racket e l’usura. La nuova organizzazione,che si presenta la più grande per il numero e la qualità delle ade-sioni, si propone di offrire, a tutte quelle associazioni, fondazioni,confidi e comitati antiracket e antiusura, un luogo aperto al con-fronto e alla reciprocità. A presentare pubblicamente la Rete LinoBusà, Presidente di Sos Impresa, una delle associazioni promo-trici che ha parlato di giornata storica per tutto il movimento. Numerosi gli interventi che si sono succeduti nella mattinata, daRoberto Battaglia, imprenditore casertano che ha denunciato al-cuni esponenti del clan dei Casalesi, ad Antonio Anile e FrancaDi Candia, imprenditori vittimedi usura. Significative anche letestimonianze dei rappresentantidella associazioni aderenti allaRete e i legali che da tempo se-guono le vittime di usura edestorsione in tutte le fasi delladenuncia e del processo. Al ter-mine della giornata, l’Assem-blea ha eletto Lorenzo Diana nelruolo di Coordinatore Nazionaledella Rete per la Legalità. Per-sonalità di grande prestigio enome noto dell’antimafia civilee sociale, Diana rappresenteràper tutti quel valore aggiuntodell’impegno disinteressato esolidale che la Rete vuole inter-pretare. Il numero verde a cui leaziende potranno rivolgersi peravere assistenza è 800-900-767.

Ilaria Signoriello

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il Segno - Dicembre 2010 Ultima pagina

Svringuli esvranguli

Con il libro che recentemente è statopubblicato dalla nostra maestra escrittrice Rita Gatta, sono tornati allamente i ricordi del dopoguerra diquelli che all’epoca erano ragazzi. Iltitolo del libro è “Svringuli, svranguli” e da un po’ di temponon si parla d’altro. Nei bar, nelle osterie, in piazza... c’èsempre uno che chiede che cosa sono, dove si trovano, comesono fatti, se si mangiano e che sapore hanno. Nel libro vienespiegato molto bene (invitiamo i roccheggiani a comprarlo alpiù presto!).In italiano sono chiamati “cappelli dei preti”. Ma proviamoa spiegarlo seguendo le indicazioni del Maestro Carfagna.Svringuli, svranguli è un nome dato anticamente da qualcheboscaiolo roccheggiano. Sono grandi come un chicco di cece,di colore rosso pallido a quattro spicchi. A primavera portadei piccoli fiori bianchi come delle minuscole rose. In au-tunno prendono il nome di svringuli svranguli e sono in realtàil seme. Si trovano nei boschi e nei recinti dei terreni. Si trattadi un cespuglio che può raggiungere l’altezza di due metricon un diametro del tronco di sei cm. Ed ora veniamo ai ricordi del Maestro Carfagna. Era appenafinita la guerra, la fame era tanta, si andava nei boschi e simangiava tutto ciò che si trovava. A seconda della stagione,si assaporavano i sugamèle, le nazzarole, i rattaculi, i cacal-lauri, le “zazule” (piccole prugnette amare come il fiele), lenespole bastarde, i grugnali, ecc. Ma ciò che era davvero im-mangiabile erano proprio gli svringuli svranguli, quattro pic-coli ossi duri insapori e non dolci. Quando si ritornava a casa,cercando qualcosa di buono da mangiare, si domandava allamamma: “Maaa’! Che mmè magno?”. E la mamma rispon-deva: “I svringuli svranguli!” come per significare che nonc’era niente. I settantenni di oggi sono grati a Rita Gatta cheha fatto tornare loro in mente i ricordi (comunque belli) ditanti anni fa.

il Segnodei tempinei disegni del Maestro Franco Carfagna

Padre nostro, sei nei cieli? Nel dubbio santifichiamo il tuo nome. Non sia mai ci rimettiamo ilparadiso. Trascorsa da poco la giornata internazionale dei diritti del bambino, preghiamo perchi non ha diritti. Ovvero i bambini. Fa che i grandi capiscano che il globo terracqueo è inprestito, devono restituirlo a chi verrà dopo di loro, fa che “piccoli” non sia la dimensione deidiritti del bambino, anzi fa che siano più dei doveri almeno nell’età dell’innocenza. Fa che ibimbi siano i primi punti di riferimento in ogni sviluppo dei rapporti umani, comprese le beghe

tra genitori, i litigi, i conflitti mondiali farciti di mine antiuomo. Proteggili fino a sembrare ridicolo, concedi laiperprotettività delle mamme occidentali anche a chi non sa come aiutare i propri cuccioli. Fa che tutti abbianoun plotone di tate, possano preservare i propri figli da traumi con la T maiuscola, concedici di insegnargli igrandi dolori per meglio comprendere le grandi gioie. Fa che in certe occasioni i figli possano essere ignorati. Nelsenso di lasciati in pace, preservati da pedofili, ma anche da psichiatri infantili arroccati in manuali freudiani mapoco avvezzi alla realtà. Se possibile tutelali anche da noi genitori e dalle nostre perversioni di educazione perfetta,complessi di colpa e shopping compulsivo di giocattoli, abbi cura di loro anche di fronte a maestre con sindromeda appiattimento cerebrale e omologazione infantile, ma anche governanti collusi. Fa che dal loro vocabolariosiano classificati desueti i termini: mafia, strage, camorra, n’drangheta, guerra, violenza, stu-pro e chi più ne ha più ne ometta per sempre. Fa che possano respirare come in cielo così interra, senza esalazioni mefitiche o cumuli di rifiuti con cui dividere la loro vita, dagli oggi illoro pane quotidiano senza doverselo sudare. Inducili in tentazione, specie chi muore di fame,dagli da mangiare fino a sazietà. Rimetti a loro i nostri debiti, perché non li paghino per noi.Fa che nessuna colpa precipiti su di loro a causa nostra. Concedi a loro un altro Sordi, To-gnazzi, Gassman, Totò, Stanlio e Ollio, Monicelli, o comunque chi, attraverso note, arti vi-sive, vie per arrivare al cuore attraverso i sensi, gli muova qualcosa che porti alle lacrime, digioia, di dolore. Fa che abbiano ricordi, perché così potranno chiamare la lorovita, vita. Così sia, perché così dovrebbe essere.

Padre (si spera) nostro

di Ettore Zanca (e con lui si associa l’intera redazione del Segno nell’augurarvi un felice Natale)