Il Piccolo Segno settembre 2011

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Marcia per la Pace Perugia-Assisi PICCOLO Anno X, n. 9 - Settembre 2011 il Segno Le grandi opere procedono a rilento, i cassonetti per la raccolta dei rifiuti sono fatiscenti e il centro storico sembra abbandonato Tutto fermo cuore ancora pulsante del nostro paese: il centro storico. Questa zona del paese è ormai segnata da un de- clino che a molti sembra inesora- bile, e forse è così, perché non mancherebbero i mezzi per ovviare ma la semplice e pura volontà di farlo. Siamo vessati dalle tasse, dalla spazzatura che ci assale e che arriva sino alle serrande dei nostri negozi e questo non per colpa dell’operatore ecologico, ma a causa della mancata pianificazione, mediante apposito censimento, di tutte le utenze della “Tarsu”. Il grido di dolore del Duomo SEGUE A PAGINA 16 di Daniele Iannotti Cari cittadini e cari membri dell’ammini- strazione comunale, vorrei lanciare un grido di dolore dal A pagina 10 A pagina 18 Micro-parcheggi Approvato il progetto A pagina 12 A pagina 14 In pieno agosto Rinasce la Proloco Servizi cimiteriali Pronto l’appalto Servizi alle pagine 9 e 11 06-94790000 - 333-1288192 - 340-9970896 T R A T T O R I A - P I ZZ E R I A Piatti della cucina roccheggiana e tradizionale. Percorsi gastronomici a prezzo fisso o menù alla carta. Materie prime di alta qualità Rocca di Papa - P.zza della Repubblica 18 Pizza a taglio e tonda Kebab Rosticceria e friggitoria Servizio Catering Pesce e cucina sud americana su prenotazione CONSEGNE GRATUITE A DOMICILIO! diffondere la voce di una sua imminente sepoltura insieme a quei giornali che, finanziati dai politici con soldi pubblici, stante la crisi della finanza, si ve- dranno annullati o forte- mente ridotti i contributi precedentemente concessi con troppa disinvoltura. La sopravvivenza di una testata periodica non è fa- cile se non ha alle spalle un editore che vuole racco- gliere frutti. di Sergio Rasetti A qualcuno il nostro giornale non piace, tanto da sognare e Il Segno è vivo e vegeto! Segue a pagina 9 Polemiche per l’articolo di luglio CentroAnziani, botta e risposta d o m e n i c a 2 5 s e t t e m b r e

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Il Piccolo Segno settembre 2011

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Page 1: Il Piccolo Segno settembre 2011

Marcia per la PacePerugia-Assisi

PICCOLO

Anno X, n. 9 - Settembre 2011

il SegnoLegrandi opereprocedonoa rilento, i cassonettiper la raccolta dei rifiuti sono fatiscentie il centro storico sembraabbandonato

Tuttofermo

cuore ancora pulsante del nostropaese: il centro storico. Questa zonadel paese è ormai segnata da un de-clino che a molti sembra inesora-bile, e forse è così, perché nonmancherebbero i mezzi per ovviarema la semplice e pura volontà difarlo. Siamo vessati dalle tasse,dalla spazzatura che ci assale e chearriva sino alle serrande dei nostrinegozi e questo non per colpadell’operatore ecologico, ma acausa della mancata pianificazione,mediante apposito censimento, ditutte le utenze della “Tarsu”.

Il gridodi doloredelDuomo

SEGUEAPAGINA 16

di Daniele IannottiCari cittadini e carimembri dell’ammini-strazione comunale,vorrei lanciare ungrido di dolore dal

Apagina 10

A pagina 18

Micro-parcheggiApprovatoilprogetto

Apagina 12

A pagina 14In pieno agostoRinasce laProlocoServizi cimiterialiProntol’appalto

Servizi alle pagine 9 e 11

06-94790000 - 333-1288192 - 340-9970896

TRATTORIA - PIZZERIA

Piatti della cucinaroccheggianae tradizionale.

Percorsi gastronomicia prezzo fisso

o menù alla carta.Materie primedi alta qualità

Rocca di Papa - P.zza della Repubblica 18

Pizza a taglio e tondaKebabRosticceriae friggitoriaServizio CateringPesce e cucinasud americanasu prenotazione

CONSEGNE GRATUITEA DOMICILIO!

diffondere la voce di unasua imminente sepolturainsieme a quei giornaliche, finanziati dai politicicon soldi pubblici, stante lacrisi della finanza, si ve-dranno annullati o forte-mente ridotti i contributiprecedentemente concessicon troppa disinvoltura.La sopravvivenza di unatestata periodica non è fa-cile se non ha alle spalle uneditore che vuole racco-gliere frutti.

di SergioRasettiA qualcuno ilnostro giornalenon piace, tantoda sognare e

Il Segnoè vivoe vegeto!

Segue a pagina 9

Polemiche per l’articolo di luglio

CentroAnziani,bottaerisposta

domenica 25 settembre

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ATTUALITA’2 il Segno - Settembre 2011

Degrado e cadutadell’Imperod’Occidente

di BrunoFontanaUn brivido stac o r r e n d olungo laschiena del

gari figli di ex broker di WallStreet. Il fantasma della grandedepressione del 1929 allungala sua ombra sinistra sul paeseche fu il più ricco e spendac-cione del mondo. Questo,mentre l’Unione Europeachiude i portafogli e tenta dievitare il crack economico,mentre i paesi più deboli ri-schiano la bancarotta sotto icolpi della speculazione inter-nazionale e il crollo delleborse.E l’Italia in questopatatrac? L’Italiapiange. Come glialtri paesi occiden-tali, ma a questoscoraggiante background si ag-giunge un tocco di patetico e digrottesco grazie a un ineffabilePresidente del Consiglio chedopo essersi meritato venti pa-gine di critiche feroci su l’Eco-nomist (L’uomo che ha fregatol’Italia), ha preso altri dicias-sette schiaffi dal Der Spiegel.Ora, non è che uno si diverte aleggere lo sputtanamento glo-bale del nostro paese sullastampa straniera, che ognitanto non perde occasione diinfangarci, ma quando il fangoè già di casa, bisogna ingoiare

gli insulti e accettare il sarca-smo. Stupisce però che questostesso Presidente del Consiglioguidi ancora il nostro paesedopo 17 anni di degrado eticopolitico, insieme a un padanocon velleità secessioniste che“si pulisce il culo con il trico-lore” e prende lo stipendio daMinistro a Roma, alla facciadel buon senso e della de-cenza. C’è da pensare che gliitaliani si sono rassegnati al

peggio, confermando laloro idiosincrasia per chili governa, preferendodedicarsi al loro orto.Servirebbe invece unaltro sussulto d’orgo-

glio, come per le elezioni am-ministrative e i referendum.Ma se l’Occidente piange,cosa fa l’Oriente? In un suo re-cente show, David Lettermanha mostrato uno spezzone diconferenza stampa di Obamacon alle sue spalle, defilato maben riconoscibile, un cinesecon gli occhiali scuri che lotiene d'occhio. Era un fake, ov-viamente, un joke. Il futuro sista tingendo di giallo mentresbiadiscono le stelle e strisce?La storia è come un serpenteche si morde la coda.

mondo occidentale, ed è unbrivido di inquietudine e dipaura. Lo Zio Sam ha la feb-bre alta e il presidente Obamasi sta barcamenando coinvol-gendo i suoi avversari repub-blicani nella ricerca diqualche ricetta che salvi ilpaese dal default. Ah, bene-detto capitalismo selvaggio!Sono finiti i tempi in cui conun mazzo di carte di credito,fidi bancari e mutui senzafreni si faceva vita da nababbispendendo a gogò e com-prando con un semplice clic lecose più superflue. Ora labolla è scoppiata, è rimastasolo aria greve sopra unamontagna di insolvenze. Lecase sono tornate ai realestate, i fidi e i mutui sono di-ventati debiti delle banche edelle finanziarie e così ogginel paesaggio delle periferieamericane si vedono tendo-poli dove non solo bambinineri e ispanici simulano alle-gria, ma anche bianchi, ma-

il Segnoorgano mensile

dell’associazione culturale“Terre Sommerse Castelli”

Registrazione Tribunaledi Velletri n. 5/02del 19/02/2002

DIREZIONEVia deiMonti, 24 - Rocca di Papa

DIRETTORERESPONSABILE

AndreaSebastianelli

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Marcello Morrone, Noga(Gabriele Novelli), Massimo

Onesti, Andrea Rasetti,Sergio Rasetti, Annarita

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Stampato in proprio

Circa 8.000 famiglie che nel-l'anno 2005 beneficiarono delbonus-bebè di 1.000 Euro, nelleultime settimane si sono viste re-capitare una lettera dal Ministerodell’Economia che intima la re-stituzione dei 1.000 Euro più ilpagamento di 3.000 Euro qualesanzione amministrativa e l’av-viso che il giudice può pronun-ciarsi in merito alla possibilità diapertura di un procedimento pe-nale a loro carico. Cosa è suc-cesso?È accaduto semplicemente chenell’informativa che venne a suotempo inviata e firmata da Berlu-sconi al bebè nato che recitavatestualmente “Caro …., felicita-zioni per il tuo arrivo ! E’ il Pre-sidente del Consiglio a scrivertiper porti la prima domanda dellatua vita: lo sai che la nuovaLegge Finanziaria ti assegna unbonus di mille Euro? I tuoi geni-tori potranno riscuoterlo pressoquesto Ufficio Postale. Ungrosso bacio” e veniva allegatoun foglio che spiegava le moda-lità di riscossione del bonus, in-dicando che ne potevanobeneficiare coloro il cui redditoera inferiore ai 50.000 euro.Così, secco senza indicare se i50.000 euro erano da conside-rare al lordo o al netto.Così alcune famiglie (le 8.000 dicui parlavamo all’inizio) che nonsuperavano il limite di 50.000euro al netto, hanno fatto richie-sta ed ottenuto i 1.000 euroPeccato che secondo il Ministerodelle Finanze i 50.000 Euroerano da considerarsi al lordo edaddirittura comprensivi del-l’eventuale reddito aggiunto dafabbricati, … ma non c’erascritto, ed inoltre il Ministero nonl’ha chiarito subito, ma dopo solo… 6 anni !!! Così le 8.000 fami-glie non solo dovranno restituirei 1.000 ricevuti e i 3.000 di san-zione, ma corrono anche il ri-schio di una condanna penale permendace dichiarazione in attonotorio allegata alla richiesta. Èevidente che tutta la storia è do-vuta ad una comunicazione con-fusa, ma la mancata chiarezzadeve essere fatta pagare solo aicittadini? Ed in questo caso nonesiste la prescrizione breve?

La Pulce

La beffadel “bonusbebè”...

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ATTUALITA’ 3il Segno - Settembre 2011

“I PARLAMENTARI HANNOIL DIRITTO DI ESSERERISPETTATI, QUINDINIENTE TAGLIALLE INDENNITA’”E’ finita così in Commissione Bilanciodella Camera: bocciati gli emenda-menti alla manovra presentati dalleopposizioni che puntavano a tagliaredel 50% l’indennità dei Parlamentari.La Lega ha votato anche contro unproprio emendamento che prevedevala stessa riduzione, segno evidente chei tempi di “Roma ladrona” per Bossie compagni sono ormai lontani?

Altra misura incredibile e in odore diincostituzionalità è il Contributo diSolidarietà applicato soltanto ai di-pendenti pubblici e ai pensionati“d’oro”: 5% sopra ai 90 mila euro;10% sopra i 150 mila euro.Tutti gli altri cittadini con redditisopra 90 mila e sopra 150 mila eurocome mai sono esclusi dal dover esseresolidali? Una spiegazione necessaria,soprattutto per quelli che hanno red-diti da 10-20-30 mila euro e probabil-mente sono già alla fame.

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Nessuno tocchi la casta!

immersa in una palude nella quale ha tra-scinato larga parte del paese. Cosa può edeve fare chi è capace ancora di viverequalche attimo di lucidità?L’unica cosa valida e possibile è tornarealla politica. Riappropriarsi delle bandierein tanti; adeguarle agli anni 2000 e cac-ciare quelli che le hanno ridotte a bran-delli. E’ un’operazione indispensabile,senza scorciatoie. La democrazia si fondasui partiti. Se i partiti avranno dirigenti ca-paci e onesti proporranno candidati capacie onesti. Soltanto così gli elettori potrannoscegliere rappresentanti capaci e onesti.Se non ora quando? Questa terribile crisieconomica e politica non può essere la-sciata nelle mani di governanti che ognigiorno cambiano idea sui provvedimentida prendere perché conoscono bene sol-tanto quello che riguarda le proprie tasche,

come è avvenuto negli ultimi due mesi.Questa crisi, probabilmente, costituisceper tutti noi una delle ultime opportunitàper prendere coscienza di cosa possiamoe dobbiamo fare come cittadini. Ogniprovvedimento economico che sarà decisorichiederà sacrifici a tutti: lavoratori, im-prenditori, famiglie, giovani e anziani, ri-sparmiatori e pensionati, artigiani ecommercianti. E sacrifici ulteriori sarannoimposti anche a coloro che sono già po-veri. Ecco perché questo è il momento discendere o ridiscendere in campo con unamilitanza politica. Dobbiamo garantire alpaese una classe dirigente affidabile, per-ché i sacrifici che ci attendono li potremosopportare soltanto se saremo messi incondizione di aver fiducia che essi servi-ranno davvero per assicurarci un futuroprossimo, accettabile.

E’tornato il momento di ridiscendere in campo

Riappropriamocidelle nostre bandiere

di Sergio RasettiCentro anziani, comitati di quartiere, as-sociazioni di ogni tipo fanno gola a moltipolitici che dimostrano sempre più arro-ganza e pretendono consenso senza con-trolli. Stanchi, incazzati, delusi, distratti,preoccupati per il nostro futuro li lasciamoagire incapaci di fare l’unica cosa assolu-tamente necessaria: riappropriarci dellapartecipazione nelle unità di base dei par-titi, dove si possono e si devono discuterele cose da fare per il bene del paese e dellenostre famiglie.Negli ultimi anni il potere di decisione èrestato nelle mani di poche manciate dipersone. Dirigenti che praticamente rap-presentano soltanto se stessi. Che alle ele-zioni presentano candidati che spendonotroppi soldi senza che qualcuno ne accertila provenienza. Morta e sepolta la vita po-litica di circolo o sezione per l’arroganzadegli eletti, i quali non considerano un do-vere concordare con la base quanto si ap-prestano a decidere come pubbliciamministratori o dirigenti di partito.Soltanto tardivamente, per caso o per for-tuna, veniamo a sapere cose incredibili suiloro stipendi, la loro previdenza, agevola-zioni di ogni tipo che non servono per“fare politica”; delle assunzioni o attribu-zioni di incarichi ben retribuiti per fami-liari e stretti collaboratori. Dei “favori“concessi a grigi personaggi che si aggiranonei Palazzi per fare “affari”. Personaggiche riescono, chissà con quali mezzi, a“ingannare” troppo facilmente molti di co-loro ai quali il popolo elettore ha asse-gnato una poltrona. Così la politica si è

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PAGINA APERTA4 il Segno - Settembre 2011

Siamo sempreimeridionalidi qualcuno

voro. I nostri governanti hannoaperto troppo gli ingressi allefrontiere ma, soprattutto, nonhanno saputo selezionare tra co-loro che entrano nel nostro paeseper lavorare e quelli che pensanodi vivere di espedienti o, addirit-tura, attività criminali». La relazione prosegue, e ci fa me-glio capire a chi si riferisce: «Pro-pongo che si privilegino i veneti ei lombardi, tardi di comprendonioe ignoranti, ma disposti più di altria lavorare. Si adattano ad abita-zioni che gli americani rifiutano

pur che le famiglie rimanganounite e non contestano il salario.Gli altri, quelli ai quali è riferitagran parte di questa prima rela-zione, provengono dal sud del-l'Italia. Vi invito a controllare idocumenti di provenienza e arimpatriare i più. La nostra sicu-rezza deve essere la prima preoc-cupazione». Relazionedell'Ispettorato per l'Immigra-zione del Congresso americanosugli immigrati italiani negli StatiUniti, ottobre 1912. Qualcuno diceva che si è semprei “meridionali” di qualcun altro,il che significa che c’è semprechi si crede migliore di noi. Al-cuni stranieri mangiano agliocome molti nostri nonni del Sudfacevano con la convinzione ad-dirittura che ciò prevenisse lemalattie più disparate; tra le altrecose, questa convinzione sembraessere confermata da alcunistudi. Ci lamentiamo che ledonne di altri tra di loro portanoil velo, ma cosa erano e sono an-cora le donne della Sicilia piùprofonda? Loro non erano velatee sottomesse? Dimentichiamoche fino a poco tempo fa in Italiase un uomo uccideva la mogliefedifraga era punito in manieraridicola ed era fatto oggetto diun’approvazione nemmeno tantonascosta della comunità; ma sepoi accadeva il contrario? Ovvia-mente massima severità. Vi in-vito a riflettere amici miei su checosa significa vivere assieme.Abbiamo tutti da imparare per-ché culture altrettanto vecchiecome la nostra o più giovanisono sempre sopravvissute altempo, alle guerre ed ai cambia-menti e quindi hanno dimostratotutte di essere in qualche modofondate e ben strutturate, altri-menti perirebbero ad ogni cambiodi vento. Il ventre che ci ha generato è lostesso, diversi sono i nostri mae-stri, ma comuni debbono essere inostri sforzi. Il male non si na-sconde dietro la nostra etnia, enon è più forte se nasciamo inRomania o in Albania, ma di-pende dalle scelte che facciamo.La mafia nel mondo l’abbiamoesportata noi italiani ed essa nonpoteva che nascere qui da noi, inquel contesto. Come è altrettantorisaputo che dietro le bande distranieri che commettono criminiorganizzati nel nostro paese si na-sconde sempre un italiano. Anchenoi, converrete, diventeremo bar-bari se fossimo costretti a condi-videre con troppe persone una exstalla eretta a casa, e ovviamentechi è che offre queste sistema-zioni al limite dell’umano, aprezzi esosi e senza ritegno…pensateci, non certo chi viene quia vivere, ma qui chi già ci vive.

di Daniele IannottiSiamo il Paese che è culla dellacristianità (ipocrita e perbenistacome da nessuna altra parte delmondo); abbiamo dato i natali adinsigni poeti, artisti, pensatori escienziati che sono vissuti e sisono formati in una Italia popolatada mille genti, e persino dominatadal potere di Stati stranieri; in queitempi, quando di italiano c’erasolo la cultura, abbiamo dato il no-stro meglio. Ora, invece, chel’unità si è compiuta, che siamo unpaese “progredito”, occidentale edemocratico, alcune volte diamo ilpeggio del peggio. Non parlo divicende note. Parlo, infatti, diqualcosa si subdolo che vedo sem-pre più diffuso; vedo cioè che, si-lenziosamente, si insinua il generazzista. Esso è volte manifesto, avolte celato, ma si respira nell’ariae si abbatte tra italiani e stranieri,ma anche tra italiani e italiani. Ve-diamo se queste parole non vi suo-nano familiari: «Non amanol'acqua, molti di loro puzzano per-ché tengono lo stesso vestito per

molte settimane. Si costruisconobaracche di legno ed alluminionelle periferie delle città dove vi-vono, vicini gli uni agli altri.Quando riescono ad avvicinarsi alcentro affittano a caro prezzo ap-partamenti fatiscenti. Si presen-tano di solito in due e cercano unastanza con uso di cucina. Dopopochi giorni diventano quattro, sei,dieci. Tra loro parlano lingue a noi in-comprensibili, probabilmente anti-chi dialetti. Molti bambinivengono utilizzati per chiederel'elemosina ma sovente davantialle chiese donne vestite di scuroe uomini quasi sempre anziani in-vocano pietà, con toni lamentosi epetulanti. Fanno molti figli che fa-ticano a mantenere e sono assaiuniti tra di loro. Dicono che sianodediti al furto e, se ostacolati, vio-lenti. Le nostre donne li evitanonon solo perché poco attraenti eselvatici, ma perché si è diffusa lavoce di alcuni stupri consumatidopo agguati in strade periferichequando le donne tornano dal la-

Nel 1991 nasce il Tav per realiz-zare l’Alta Velocità. Nella totaleassenza della politica impegnatapiù che altro nella nascente “tan-gentopoli”, si ndividua tra i princi-pali gruppi industriali italiani iconsorzi Cepav Due-Eni, Cociv,

NoTAV? No party!

cono argomenti come quello concernente la tutela dellegittimo affidamento invocato dai consorzi”. È evi-dente che l'Avvocatura Generale della Corte Europeadà ragione allo Stato Italiano ed anche se il parerenon è vincolante, apre le porte ad una alla decisionepositiva a suo favore. Il governo sembra destinato avincere risparmiando così miliardi di Euro di risarci-mento, ma … subito dopo la pronuncia dell'Avvoca-tura Generale della Corte Europea ed ad un passodalla sentenza, colpo di scena, …il governo e i privatirinunciano alla causa e si passa così all’arbitrato. Inpratica è stato istituito un tavolo tra Imprese e Statoper stabilire consensualmente la cifra che quest'ul-timo dovrà versare per chiudere definitivamente ilproblema senza attendere la sentenza.Ma perché pagare quando si sta per vincere? Perchè ilgoverno Berlusconi ha abbandonato la causa? Quantocosterà l’arbitrato? Un quotidiano (il Fatto) ha provatoa chiederlo direttamente al viceministro delle Infra-strutture, Roberto Castelli, che ha comunicato di “…non essere disposto a rispondere sull’argomento…”.Nessuna risposta all’interrogazione dell’onorevoleMusso (Pdl), nessuna risposta dal viceministro delleInfrastrutture, Roberto Castelli ma l'arbitrato vaavanti e quando troveranno l'accordo sulla sommache lo Stato Italiano gli regalerà (ma che in praticapagheremo noi), continueranno a non farci saperenulla. Chissà se questi miliardi risparmiati avrebberoconsentito di alleviare la manovra fiscale. La Pulce

Iricav Due, Iricav Uno, Cepav Uno affidandoglisenza gara i lavori e stipula con ognuno le relativeconvenzioni operative. Nel 1992 il governo Amatodispone “... l’applicazione della normativa comunita-ria in materia di appalti pubblici ai lavori delle trattead alta velocità per i lavori non ancora iniziati i cuicorrispettivi non fossero stati definiti ...”. In praticasospende l’assegnazione diretta e dice che si devonofare le gare di appalto a livello Europeo. Nel 1994,appena insediato, il governo Berlusconi elimina la di-sposizione Amato e si torna all’assegnazione direttasenza gara. Nel 2007 il governo Prodi cancellaquest’ultima disposizione e revoca le assegnazionidirette senza gara. I consorzi Cepav Due-Eni perl’Alta Velocità, Cociv, Iricav Due fanno ricorso ri-spetto a quest’ultima decisione. Tutto risolto? Per niente. Nel 2008 Berlusconi nuova-mente al governo, vara un Decreto Legge “Disposi-zioni urgenti per lo sviluppo economico” contenente,in mezzo a decine di articoli, la norma che “... disponela prosecuzione, senza soluzione di continuità, delleconvenzioni siglate da Tav ...”. Insomma, torna Ber-lusconi e i consorzi privati tornano in auge. Ma lacausa per il periodo 1994-2007 va avanti, e dal Tardel Lazio la parola passa alla Corte di Giustizia Eu-ropea e nel 2008 l’Avvocato Generale, Verica Trsten-jak, produce il suo parere legale che dice: “...l’interesse della Comunità ad una situazione di mer-cato libera da discriminazioni deve essere preso pie-

namente in considerazione nella va-lutazione degli interessi contrappo-sti… il beneficiario può opporsi aduna correzione che gli sottrae unvantaggio di cui ha goduto fino aquesto momento solo a condizioneche sia in buona fede… non convin-

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DIRETTA da TOKYOil Segno - Settembre 2011 5

CCoonnttrroo iill nnuucclleeaarree, dentro il nucleare Un’estate vissutapericolosamente

da TokyoToshi KamedaAnche quest’estate è statamolto calda e afosa provo-cando diverse vittime ma deltutto diversa rispetto ad altri

anni dopo la tragedia nucleare. Ce la facciamo senza il nucleare?L’estate è diversa perché siamo stati sottola minaccia del black-aut elettrico soprat-tutto nell’est del Paese. La “riduzione”della produzione dell’energia elettrica siè sentita più forte con l’arrivo dell’estatequando sono aumentate le domande di au-menti di potenza per fuggire dal caldo.Per evitare il black-aut il governo ha im-posto la diminuzione del 15% sul con-sumo elettrico durante il giorno per circatre mesi da luglio a settembre, obbligoesteso ai grandi consumatori come le fab-briche e gli uffici. Un provvedimento si-mile ci fu solo nel periodo della crisipetrolifera del 1974. Anche la parte ovestdel Paese è stata interessata dal provvedi-mento ma in modo meno vincolante.E così l’estate giapponese è iniziata sottoil regime del risparmio dell’energia elet-trica. I negozi e gli uffici aprono primaquando fa meno caldo oppure riduconol’orario. Dovunque, anche sui mezzi pub-blici, le luci se non spente sono ridotte e fameno fresco con la temperatura dell’ariacondizionata mantenuta più altra a 28°C.Nelle fabbriche lavorano il sabato e la do-menica in cambio di giovedì e venerdì dapassare in casa. Anche la gente fa ciò cheè possibile e cerca di accendere di meno ilcondizionatore dell’aria che rappresentail 25% sul totale dei consumi domestici.Stiamo così diventando dei grandi rispar-miatori. La riduzione della produzione dell’ener-gia elettrica è causata anche da alcuni re-attori fermi per i controlli ordinari che nonpossono ripartire subito dopo i controllicome è previsto dalla legge, perché l’11luglio il governo ha imposto gli stress-testalle centrali nucleari per verificarne la si-curezza in base ai criteri europei. A luglioi reattori operativi in tutto il Paese sonodiminuiti del 33,9%, il livello più vicinoal 30,3% raggiunto nel 1977. Alla fine diagosto erano fermi 42 reattori su 54 (circal’80%) dei quali 11 erano nella fese finaledei controlli ordinari in attesa degli stress-test. I restanti 12 impianti operativi trapoco saranno sottoposti ai controlli e aitest. Per il momento gli stress-test stannorimandando la riattivazione dei reattori. Intanto si discute se riattivarli o meno. Ilmondo imprenditoriale e il governo vor-rebbero farlo subito ma la gente è moltopreoccupata visto che sono ancora incorso le indagini sulle cause dell’inci-dente della Fukushima n. 1. Tali preoccu-pazioni sono aggravate dal timore che ilnuovo provvedimento possa finire per es-sere solo “un atto dovuto”. Non possonoessere considerate un “atto dovuto” nean-che la “riduzione” e la “restrizione” del-l’energia, come a voler dire che senzal’energia nucleare siamo costretti a subireuna sorta di regresso della vita moderna.Purtroppo le informazioni “vere” le hanno

solo le compagnie elettriche. Comunque ce l’abbiamo fatta a sopravvi-vere quest’estate anche senza il sostegnodell’energia nucleare. Grazie a questa pre-sunta emergenza energetica stiamo impa-rando che non è impossibile risparmiareenergia elettrica, riflettendo sull’uso ec-cessivo fatto in passato. Non è male adesempio l’iniziativa governativa “CoolBiz” (Cool più Business, cioè gli affari infresco) per il periodo estivo avvitata nel2005 che invitava gli uomini (compresi iparlamentari) a vestirsi in modo leggerosenza la cravatta e la giacca per rispar-miare l’uso dell’aria condizionata.Quest’estate i suggerimenti hanno riguar-dato anche i pantaloncini corti e il ki-mono, abito tradizionale giapponese.Se gli 11 reattori non dovessero ripartire ese gli altri 12 dovessero andare per semprea riposo si fermerebbero tutti i reattoriprima della prossima primavera e sarebbela fine dell’era nucleare.I bambini in vacanze fuori di FukushimaL’estate è stata diversa anche perché laFukushima n. 1 ha tolto ai bambini lagioia di trascorrere le vacanze estive al-l’aria aperta. I bambini non si possono te-nere chiusi in casa avendo un granbisogno di giocare all’aperto ma la conta-minazione radioattiva non glielo permette.Le piscine, per esempio, cioè il luogo pre-ferito d’estate dai bambini, sono chiuseperché non sanno dove scaricare l’acquacontaminata. Grazie alla solidarietà (sia dei giapponesiche degli stranieri) molti bambini dellaPrefettura di Fukushima sono stati ospitatiin altre località lontane dalle zone conta-minate. In questo non è certo mancatol’impegno dell’Italia, con progetti dal ti-tolo: “Le vacanze italiane dei bambini diFukushima”. Subito dopo l’incidente sonoarrivate diverse offerte di ospitalità attra-verso l’ambasciata del Giappone in Italia.A oggi sono stati ospitati 35 bambini tra 5e 11 anni nell’ambito dei progetti “KibouJapan” (Speranza Giapponese) per 40giorni estivi presso le famiglie. Un altroprogetto, “Italian friends for Japan”(Amici italiani per il Giappone) promossoda Advantage Financial e dall’ENIT -Agenzia Nazionale del Turismo-, con lapartecipazione del Ministro del Turismo,sta permettendo di ospitare i bambini in-sieme alle mamme in alberghi e in altrestrutture per un periodo di permanenza disei mesi. Ai primi di luglio il progetto hagià raccolto le richieste di 196 mamme ebambini.

Finite le vacanze purtroppo questi bam-bini devono fare ritorno nella nostra re-altà. Con il passare del tempo veniamo asapere quanto è diffusa e drammatica lacontaminazione radioattiva. Sempre aiprimi di luglio si è saputo che è su 1.080bambini (tra 0 e 15 anni), il 45% ha avutoproblemi alla tiroide. Tutti erano residentiintorno alla centrale. L’autorità come alsolito ha tranquillizzato la popolazione.“Il 99% di essa sono al di sotto di 0,04 mi-crosievert l’ora di radiazione” ha detto lacommissione sulla sicurezza nucleare, esembra che non saranno necessari ulte-riori accertamenti “perché questa dosecorrisponde per un bambino dell’età di unanno a 20 millisievert l’anno inferiori allasoglia dei 100 mSV l’anno/0,2 microsie-vert l’ora, considerata la soglia cancero-gena”. Un’omissione criminosa. Le rassicurazioni sono tranquillizzantisolo per coloro che governano non certoper i bambini. E infatti molti bambinistanno lasciando la propria città, com-preso il territorio di Fukushima. Dopol’incidente nucleare fino ad oggi (è il 25agosto) hanno cambiato città per evitarel’esposizione radioattiva il 6,5 % circa(cioè 11.546 bambini) degli alunni dellescuole elementari e medie di Fukushima.Tra questi 7.672 hanno abbandonato laPrefettura di Fukushima e dopo le va-canze sarà la volta di un altro migliaiomentre altri 755 lasceranno la città natale.Secondo alcuni esperti è ancora valida laproposta dell’evacuazione più estesa. Vi posso dare una piccola buona notizia.Dopo le forti indignazioni delle mammeil governo ha ritirato la discussa dose di20 mSV l’anno/3,8 microsievert l’ora (illimite massimo di esposizione radioattiva)portandola a 0,534 mSV l’anno/1 micro-sievert l’ora. Ciò vuol dire che il governodeve impegnarsi a decontaminare il ter-reno, l’aria, il mare, ecc. per portare al li-mite minimo il rischio di esposizioneinterna. La strada sarà ancora molto lunga.

La centrale di Fukushima

Page 6: Il Piccolo Segno settembre 2011

PAGINA APERTA6 il Segno - Settembre 2011

L’Occidente non può semplicemente far finta di niente

Un progetto per i diritti umani delle donne in India

di FrancescaZoppiImmagini diMarta GabrieliOgni giorno inIndia le donne ven-gono sfruttate, ven-dute, trafficate ecostrette ad una vitadi violenza. Un

gran numero di organizzazioninon governative, insieme adalcuni progetti governativi edelle Nazioni Unite, lavoranoper aiutare le vittime. La mag-gioranza dei progetti sono de-dicati a donne Dalit(Intoccabili) o ad altre donneche come loro vengono traffi-cate, abusate, sfruttate ognigiorno nell’illecita realtà. Le vittime sono sia bambineche donne. Le loro voci non vengono maiascoltate.“Voci di donne Indiane” (Voi-ces of Indian Women,VIW) èun progetto che ha la speranzadi documentare la visibile con-dizione di minorità delle donnea confronto con la società scio-vinista in India. E’ nato graziealla tesi di Master scritta dallasottoscritta riguardo “il trafficosessuale in India. Quanto sonoefficaci le nuove strategie? Uncase study sulla Gulabi Gang”.Voices of Indian Women è unprogetto nato con lo scopo diascoltare queste voci, per potersottolineare l’importanza delrispetto dei loro diritti umani.Insieme a me, a fondare il pro-getto, è stata un’altra ragazza,Marta Gabrielli. Entrambe la-voriamo nell’area internazio-nale dei diritti delle donne,appassionate dalla magia del-l’India.Durante il nostro viaggio inIndia nel mese di giugno 2011,usando una metodologia di ri-cerca di livello qualitativo, ab-biamo dato parola a ogni realtàindiana riguardante l’universofemminile dove i diritti umanivengono negati, documentan-dola attraverso interviste, foto-grafie, e video.Abbiamo così collaborato conHijras (trans gender) e lesbi-che, donne coinvolte nella pro-stituzione, donne e bambine

tuale. Spendendo tempo conognuna di loro, dedicandoleattenzioni e sorrisi che rara-mente ricevono, abbiamochiesto a ognuna di raccon-tare la propria realtà e di la-sciare un messaggio rivolto atutte le donne da portare inOccidente. Con molte difficoltà, dovute

sia alla differenza culturaleche alla paura di essere sco-perte da chi le controlla,come dal loro non essere abi-tuate a esprimere la propriaopinione, attraverso i loroocchi, i loro sospiri e spe-ranze, ognuna di questedonne ha lasciato delle pa-role, un messaggio.

salvate dal tra-gico mercatodella tratta ses-suale, bambinela cui speranza èdi avere una vitadiversa e nor-male rispetto aquella delle loromadri, donneche lavorano peri diritti di altredonne ma chedubitano ognigiorno della lororiuscita comeSampat Pal lea-der della Gulabigang, scrittriciDalit, donnemendicanti e ve-dove che, dopola morte del ma-rito, aspettano laloro dedicandosialla vita spiri-

Lo scopo del nostro progetto èquello di far ascoltare a tutti,nella comunità Occidentale, leloro voci, le voci di tante donneed Hijras che vivono in una so-cietà dove i loro diritti umanivengono negati e le loro parolerimangono, troppo spesso, ina-scoltate. VIW al momento sta parteci-pando a differenti eventi intutta Europa per dar cono-scenza sulla questione e per fararrivare a tutti i messaggi la-sciati dalle donne Indiane. Seinteressati ad una collabora-zione o donazione per Voicesof Indian Women, potete con-tattarci tramite mail([email protected]), facebook(Voices of Indian women),twitter (@ V_i_W).

Nell’articolo apparso sul numero scorso del Segno,inerente la presentazione svoltasi a Roma del progetto“Voices of Indian Women”, per errore è stato riportato il nome di Maria Gabrieli anziché di Marta. Ce ne scusiamo con lei e con i nostri lettori.

I nostri errori

Page 7: Il Piccolo Segno settembre 2011

ATTUALITA’ 7il Segno - Settembre 2011

Per la LAC non ci sono dubbi: i cacciatoriattraverso la tassa di concessione venato-ria regionale.Nel 2007 (ultimo dato Istat) i cacciatorinel Lazio erano 67.981 e, stando ai calcoliforniti dalla LAC, ogni cacciatore in basea questa norma dovrebbe pagare ognianno una tassa di concessione di circa 445euro (30.233.636,50 : 67.981 = € 445); per

La LAC (Lega per l’Abolizione della Caccia) ha presentato una proposta che farà discutere

Una class-actioncontro i cacciatori

di Andrea RasettiSta per prendere avvio la più grande causarisarcitoria nella storia d’Italia che faràmolto discutere visto che andrà ad interes-sare il settore venatorio nell’imminenzadell’apertura della caccia prevista il pros-simo 18 settembre. A coordinare la richie-sta di risarcimento, attraverso la recentenormativa della class-action, è la LAC(Lega per l’Abolizione della Caccia)un’associazione riconosciuta dal Mini-stero dell’Ambiente fondata nel 1978 dalprof. Carlo Consiglio (Ordinario di Zoo-logia alla Sapienza) che a tutt’oggi ne èPresidente.Ma di che cosa si tratta? L’art. 15 dellalegge n. 157 del 1992 prevede che per cac-ciare nei terreni gravati da “servitù vena-toria”, le Regioni versino una indennità atutti i proprietari. Prendiamo il caso dellaRegione Lazio. “Solo per il 2011, i pro-prietari di terreni laziali ove si svolge lacaccia –spiega la LAC- vanterebbero uncredito nei confronti della Regione Laziodi oltre 30 milioni di euro”. Una cifraenorme ma piccolissima se pensiamo chela nostra Regione (come tutte le altre re-gioni d’Italia) “non ha mai dato attuazioneall’art. 15 della legge sulla disciplina dellacaccia” secondo cui è “dovuto ai proprie-tari un contributo da determinarsi a curadella amministrazione regionale in rela-zione alla estensione, alle condizioni agro-nomiche, alle misure dirette alla tutela ealla valorizzazione dell’ambiente” . Se tale somma la allargassimo agli ultimidieci anni ecco che si arriverebbe alla cifrarecord di 300 milioni di euro che i proprie-tari dei terreni usati dai cacciatori dovreb-bero incassare. Ma chi dovrebbe pagarla?

Hai perso qualche numero del Segno? Vuoi ritrovare un articolo che avevi letto? Da oggi puoi consultare tutti i numeri del nostro mensile

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www.issuu.com/ilpiccolosegno”

Dovunquee comunquesi manifesti

l’eccellenza, subitola generale mediocritàsi allea e congiuraper soffocarla.ArthurSchopenhauer

PIC

CO

LO

Anno X, nn. 7-8 - Luglio-agosto 2011

il SegnoTrecentomila euro algiorno. E’questo il costodelConsiglioRegionaledel Lazio per 24 ore.Nel solo 2010 il palazzodella Pisana è pesato alletasche dei cittadini laziali labellezza di 110milioni dieuro. Emolumenti, vitalizi,auto blu, rimborsi chilome-trici e spese per portaborse,collaboratori eGruppiConsiliari.Questo accadenelmomento in cui i citta-dini sono stati costrettiamandare giù il bocconeamaro dei super-ticket perle prestazioni sanitarie.

TUTTOQUELLOCHEC’E’ DASAPERESUI COSTI DELLAPOLITICAREGIONALE

Cara Regionema quantoci costi?

amministratori comunali del-l’area dei Castelli Romani, sul ri-spetto di alcune leggifondamentali che riguardano lagestione del territorio e delle ri-sorse idriche. Infatti molti citta-dini spesso ignorano l’esistenzastessa di leggi che tutelano i lorodiritti in materia di acqua, men-tre, al contempo, gli amministra-tori dei Comuni dei Castellitroppo spesso sembra che ab-biano sottovalutato il problema

Acquae territorio,beni comuni

SEGUEAPAGINA 17

di EnricoDel Vescovo*Italia Nostra Ca-stelli Romani de-sidera richiamarel’attenzione deicittadini, ed inparticolare degli

Picchioverde a pagina 13

Rufini a pagina 10

ViaGramsciFinirannoi lavori?

Rasetti a pagina 8

Cambia statuto e la politica comanda

Checosa succedealCentroAnziani?AiCampi gli iscritti sono circa 1.200

A pagina 8Confini del ParcoCostruttoriscalpitano

Quattro StradeRotatoriapericolosa

Alle pagine 14 e 15

Rocca di Papa - Via Frascati, 16 - Tel. 06.9497048

PROMOZIONIESTATE 2011!

Nel 1987 vennero raccolte in Piemonte60.000 firme a sostegno della richiesta di unreferendum popolare sulla caccia. I cittadinidel Piemonte avrebbero dovuto votare nel1988. Per 23 anni le Amministrazioni regio-nali di ogni colore, con strumentali iniziativelegislative ed illegittimi provvedimenti ammi-nistrativi, hanno sempre impedito il voto po-polare. Dopo ben 23 anni la Corte d’Appellodi Torino –Sezione prima civile- con sen-tenza del 29 dicembre ‘10 ha dato ragione alComitato promotore del referendum regio-nale (coordinato da Pro Natura e LAC). LaRegione Piemonte dovrà da subito riattivarele procedure referendarie per fare esprimeregli elettori piemontesi sulla caccia. Il quesitochiede ai cittadini se sono favorevoli a ri-durre drasticamente l’attività venatoria attra-verso le seguenti azioni: a) protezione per 25 specie selvatiche oggicacciabili (17 specie di uccelli e 8 specie dimammiferi); b) divieto di caccia sul terreno innevato; c) abolizione delle deroghe ai limiti di car-niere per le aziende faunistiche private; d) divieto di caccia la domenica.

gli anni addietro (10) il conto fa 4.450euro a testa. “Il che significa che i caccia-tori –conclude il comunicato dell’associa-zione ambientalista- se intendonocontinuare ad andare a caccia, dovrannosborsare a loro volta le somme dovute aiproprietari, pagando alle regioni salatis-sime tasse di concessione e non l’importoassolutamente irrisorio di 64 euro al-l’anno!”.La Lega per l’Abolizione Caccia è passatadalle parole ai fatti e ha già avviato la rac-colta delle adesioni dei proprietari e deiconduttori dei fondi (compresi nell’80%del territorio agro-silvo-pastorale) ove sisvolge la caccia, per una class-action ci-vile nell’interesse di proprietari e condut-tori di terreni contro tutte le Regioni perottenere il pagamento del “canone vena-torio” per il 2011 e per i dieci anni arre-trati. La prima Regione in cui prenderàcorpo la class-action sarà la Lombardia,attraverso uno studio legale “incaricato dipatrocinare in un fronte comune tutti iproprietari ed i conduttori dei fondi ruraliove si svolge la caccia, che dovrebbero re-clamare il canone 2011 non corrisposto,gli anni arretrati e i relativi interessi”. Insostanza i cacciatori italiani, dal 1992,vanno a caccia gratis su 18 milioni di et-tari di terreni rurali altrui, quando invecele Regioni avrebbero dovuto pagare mi-lioni di euro ogni anno ai proprietari di taliterreni, tassando i cacciatori. Tutto lasciapensare che la proposta della LAC creeràun vespaio di polemiche tra associazioniambientaliste e venatorie con la politicache cercherà come al solito di prenderetempo per non decidere né in un senso néin un altro.

In Piemonte pronto il referendum sulla caccia

Page 8: Il Piccolo Segno settembre 2011

LA STORIA il Segno - Settembre 20118

di Daniela Di RosaL’estate appena trascorsa mi haregalato una vacanza davverospeciale. Verso metà lugliovengo contattata da DonFranco (fondatore della Comu-nità Capodarco). Stava organiz-zando una vacanza per i ragazzidella sua comunità, mi era statochiesto di partecipare dallamamma di una di queste ra-gazze e io avevo accettato.Quel giorno al telefono mi con-fermava la partenza da lì apochi giorni... niente di nuovo,eppure, per un attimo ho avutotimore e volevo rinunciare. Lemie ultime esperienze risali-vano a tanti anni prima. Espe-rienze entusiasmanti eirripetibili, nuove e rivoluzio-narie, come lo sono stati ivent’anni della mia genera-zione. Il vento sessantottino dopodieci anni era arrivato anche inItalia, le grandi battaglie civili,l’emancipazione della donna, lalotta di classe, la legge Basagliache cancellava l’orrore dei ma-nicomi, l’obiezione di co-scienza che portava centinaia diragazzi fuori dalle caserme e licatapultava nelle comunità didisabili, la collettività che siprendeva cura dei suoi figli piùdeboli... anch’io fui sospinta daquel vento.Ma oggi sono cambiata, ilmondo è cambiato ed è cam-biata anche Capodarco. L’espe-rienza insegna: mai rincontrare

In vacanza con i ragazzi di Capodarco

Quando passato e futurosi leganonelleideecomuni

un vecchio amore, la delu-sione potrebbe essere cocente! Ma torniamo ora alla vacanza:destinazione Marche. A partela ragazza che accompagnavoe Don Franco, non conoscevonessuno... il viaggio è tran-quillo grazie a Ilenia autistaperfetta e giovane coordina-trice del gruppo, paese di ar-rivo Servigliano, graziosocentro vicino a Fermo. La casache ci ospita è molto bella eantica con i soffiti decorati…e lì un attimo di sgomento, miguardo intorno per conoscerei componenti del gruppo enoto che sono tutti giovani,troppo giovani, mi sento a di-sagio, mi chiedo: “che ci fac-cio qui?”. Che cosa ho dacondividere con questi ra-gazzi? Non ho neanche il co-raggio di dire che non mangiocarne, vorrei scappare... maecco la prima sorpresa: io edue ragazze in carrozzina ve-niamo trasferite in un luogopiù idoneo, fuori dal paese, ein pochi minuti ci ritroviamonei pressi di una casa di cam-pagna, in una piccola e confor-tevole depandance tutta pernoi. Il posto è stupendo misembra di essere nel film diPieraccioni, Il ciclone, collineverdeggianti e campi di gira-sole... e qui arriva la secondasorpresa. I proprietari del ca-sale sono una coppia cheavevo conosciuto trent’anniprima a Grottaferrata. Lui,

Pancrazio, era obbiettore di co-scienza e la moglie Margharetuna giovane tedesca arrivatacome tante a Capodarco (ilvento di prima). Che gioia ri-vederli ma non era finita. Eccola terza sorpresa, forse la piùbella: Ludwig, un ragazzo te-desco, sprovvisto di entrambele braccia e con una gamba ar-tificiale. Il suo sorriso, la suavoglia di avventura (viaggia dasolo guidando la sua auto), lesue confidenze fumando unasigaretta alla luce della Lunaguardando la collina... mi hafatto comprendere che cosa cifacessi lì, imparavo che si puòamare la vita nonostante tutto!Eppoi la convivenza con le dueragazze di Rocca di Papa, Fa-

biola e Roberta. Della primagià conoscevo la dolcezza,della seconda ho apprezzato lasimpatia, non ho mai riso tantocome con lei nelle nostre inter-minabili notti… E’ vero, niente è come tren-t’anni prima ed è giusto che siacosì perché questa è un’altrastoria, non è più la mia, ma diFlaminia, Letizia, Alice, Da-vide e Armando (i volontari dioggi a Capodarco), e di tantialtri giovani che spero si avvi-cineranno alla Comunità, unvento sicuramente passerà sudi loro... simile al mio.

“C’è il libeccio e il maestrale,son sempre venti sì, ma non èuguale” (Ivan Graziani).

A sinistra: Don Francocon i volontari,

le volontarie e i ragazzi di Capodarco.

A destra: Roberta diRocca di Papa al mare

con Armando

Da Sinistra: Franco, Daniela, Ludwig e Margharet

Da Sinistra: Alice, Davide, Armando, , Letizia, Antoine e Vanessa

Page 9: Il Piccolo Segno settembre 2011

9il Segno - Settembre 2011

RROOCCCCAA DDII PPAAPPAAnotizie, informazione, attualità

Al 31 luglio 2011 i residenti censiti nel Comune di Rocca diPapa erano 16.296 (maschi 8.111; femmine 8.185). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.244.*

*dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

NUMERI UTILIFarmacia Comunale: 06-9499986Clinica San Raffaele: 06-9428601

Comando Carabinieri: 06-94749007Polizia Municipale: 06-94286134Centralino Municipio: 06-942861

TAXI Mario: 339-1669282

INDOVINA QUANTI SIAMO?

di MarcelloMorroneChe ne è dell’atti-vismo tanto de-cantato dalSindaco Boccia?E della sua capa-

La Giunta Pd si trincera dietro il silenzio e nessuno informa i cittadini

Opere pubbliche ferme, lavori a rilento,cassonetti fatiscenti. Che cosa succede?

L’ex albergo Europa

gegno di apertura, altri ancoracon la plastica fusa da roghi im-provvisi… senza tener contodelle piazzolette a ridosso deglistessi, zeppe di rifiuti di ognitipo che nessuno provvede araccogliere. Anche in questocaso che sarà successo: fatturearretrate da pagare alla societàAimeri che gestisce il servizio?Problemi dovuti all’organizza-zione del lavoro? O anche que-sta volta la colpa sarà solo delloscarso senso civico dei citta-dini? I roccheggiani ormaisembra che a questo degradodiffuso si siano abituati, nem-meno si lamentano più, segnoche la rassegnazione ha preso ilsopravvento. In tutto questo l’aspetto più as-surdo riguarda il silenzio del-l’amministrazione comunaleche non spiega, non dice, nonparla. Di questi tempi incon-trare un amministratore in giroper il paese disposto a farequattro chiacchiere e a fornirequalche giustificazione nem-meno a parlarne. Fatto sta chela crisi economica che ha ag-guantato l’Italia sembra averparalizzato anche Corso Costi-tuente che rischia di lasciare an-cora per troppi anni decine diopere incompiute.

stauro conservativo che non sisa quando sarà portata termine.Ma i tempi appaiono davverobiblici. Altra opera altro dubbio: il par-cheggio del Carpino. Anche lìtutto sembra essersi fermato,non si sente più il trambusto ti-pico di un cantiere. Che cosasarà accaduto? Soldi finiti? Ferieprolungate degli operai? Pro-blemi di tipo geo-morfologico?Non è dato saperlo. Il tour continua nel quartiere deiCampi d’Annibale dove ormaitrovare un cassonetto per i rifiutiintegro e pulito sembra un’im-presa impossibile. Molti sonospaccati, senza coperchio, alcunisenza ruote, altri privi del con-

cità riconosciutagli da molti diavviare opere pubbliche quandol’Italia arranca sotto il peso dellacrisi? A giudicare alle opere incorso di esecuzione sembra chela bacchetta magica non sia piùtanto magica. In piazza dellaRepubblica l’ex albergo Europasembra uno dei modelli di car-tapesta prodotti dagli studi cine-matografici di Cinecittà, davantiuna facciata quasi-rifinita, dietroil nulla, il vuoto. Un’opera di re-

Il Segnoè vivoe vegeto!

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sono aperte le iscrizioniper settembre

Ma gli editori del PiccoloSegno sono i lettori, i piccolisostenitori, gli inserzionisti,coloro che inviano articoli,coloro che lo distribuiscono,gli esercenti che lo voglionofar trovare ai clienti, quelliche domandano quando edove lo possono trovare. Un piccolo esercito chevuole essere informato, chevuole si parli dei problemireali, che vuole sapere o scri-vere di cose che interessanola città.Con il presente numero, dopol’usuale pausa di agosto, ilgiornale riprende la pubbli-cazione con l’impegno ditutti i collaboratori, convintiche una presenza come que-sta non può che far bene alpaese e alla sua vita demo-cratica.

per la redazione Sergio Rasetti

SEGUE DALLA PRIMA

Page 10: Il Piccolo Segno settembre 2011

ROCCA DI PAPA il Segno - Settembre 201110

di Sergio RasettiUn’estate roccheggiana sottotono e l’autunno non promettenulla di buono. Vedere siti chesembrano fatti su misura perospitare importanti eventi,come Piazza Claudio Villa o ilParco Comunale dei Campid’Annibale, vuoti di iniziativesignificative, come avviene intutti i paesi limitrofi, fa male alcuore. Dopo le elezioni comu-nali, casse vuote. Le poche ri-sorse disponibili sembranoessersi volatilizzate al tempodella propaganda elettorale. Lacrisi economica allontana lesperanze di mettere presto inmoto l’unica macchina che ilnostro comune avrebbe dovutogià avviare da molto tempo:quella per il recupero delBorgo; per lo sviluppo turistico;della salvaguardia, organizza-zione e valorizzazione dell’am-biente; della promozioneculturale, artistica, musicale eteatrale con respiro provinciale,regionale e nazionale. La politica locale coltiva dasempre la cultura della gestionesindacale e assessorile deglieventi e non ha permesso la na-scita autonoma, per questomolto più motivata ed effi-ciente, di un’organizzazione cit-tadina promotrice eorganizzatrice di iniziative perrisollevare il bel paese. Una“Pro Loco” di tutti i cittadiniche sappiano lasciare le lorotessere a casa ed evitare, così, ifallimenti del passato.Lo scorso agosto ha preso il viaun’iniziativa per fondare una

In pieno clima ferragostano nasce la nuova Proloco del paese

Sbagliati tempi e modalitàma comunque... in bocca al lupo!

buona fortuna al Comitato Di-rettivo eletto, certi che si met-terà immediatamente al lavoroper allargare la partecipazione

e mettere in campo iniziativecapaci di far respirare a Roccadi Papa aria nuova.In bocca al lupo!

nuova Pro Loco di Rocca diPapa. Il primo obbiettivo èquello di attivare la collabora-zione con le associazioni e tutticoloro che vorranno parteci-pare. L’impegno manifestato ela breve esposizione fatta negliintervenuti dell’assemblea dei67 soci fondatori, lascia bensperare nella buona riuscita del-l’impresa. Già perché sarà unavera e propria impresa difen-dersi dall’invadenza di politiciche vorranno comunque starein vetrina. Noi ci auguriamoche questa volta, con il Sindacoin testa che ha espresso tutto ilsuo compiacimento per l’impe-gno già dimostrato dagli orga-nizzatori, essi, i politici,vorranno evitare quelle inva-sioni di campo che sono stategià responsabili delle delusionidel passato.Intanto, ci permettiamo di sot-tolineare due aspetti che la-sciano perplessi sulla bontàdella procedura scelta. Il primoriguarda la tempistica. Averescelto un mese di vacanza econcesso un tempo esiguo peraderire, proprio quando l’atten-zione ai pochi manifesti affissiè minore, può aver privato l’ini-ziativa delle adesioni di altrepersone competenti e disponi-bili oltre quelle di tanti altri as-senti per le vacanze stive. L’eccessivo numero di soci nonpresenti alla prima riunione, pereleggere il Comitato Direttivo,che hanno dovuto delegare pernon far mancare il numero le-gale, dimostra che qualche pro-blema per l’eccessiva fretta si è

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creato. Il se-condo riguardal’erogazione li-berale (obbliga-toria) di 100 euroda versare comesocio fondatore eper avere diritto acandidarsi qualemembro del di-rettivo. Una cifraeccessiva che hadeterminato dellerinunce vistose,mentre, con unarichiesta più so-bria si sarebbeottenuto un risul-tato migliore. Maora che il primopasso è statofatto non ci restache augurarebuon lavoro e

Sopra: Il manifesto affisso per il paese.In alto: Il neo-presidente della “Proloco

Rocca di Papa”, Emiliano D’Andrea

COMITATO PROMOTOREDa chi è composta la Proloco

Mario Giovanetti, Tonino Gentili, Paolo Vitale,Domenico Gatta, Rolf, Alberto Querini, Emiliano D’Andrea, Sergio Draicchio, Gennaro Draicchio e Laura Urbinelli

CONSIGLIO DIRETTIVOPresidente: Emiliano D’Andrea

Vice-Presidente: Mario GiovanettiConsiglieri: Cinzia Calcatelli, Luciano Ciavarella, Domenico Gatta, Paolo Gatta, Alberto Querini,

Laura Urbinelli e Paolo Valbonesi

Page 11: Il Piccolo Segno settembre 2011

ROCCA DI PAPA 11il Segno - Settembre 2011

La strada fantasma di via Cavour, alla scoperta della Via mai realizzataLa nuova opposizione in Con-siglio Comunale non scherza.Con decine di interrogazioni erichieste di documentazioni sucarta stampata, sta mettendo adura prova gli uffici competentiche dovranno preparare mi-gliaia di fotocopie di delibere,regolamenti, documenti di ognigenere.Una delle prime interrogazioniriguarda la mancata realizza-zione della strada di collega-mento tra Via Cavour e Viadelle Barozze prevista in con-venzione con la Soc. ricostrut-trice della “Colonia”. Un’operafondamentale per tutto il paese,scomparsa dalle cose di cui par-lano gli amministratori che ac-cennano ora ad un fantomaticoparco pubblico che dovrebbenascere nell’area dove insistevaquella meravigliosa terrazza so-spesa nel vuoto che doveva es-sere “salvata” e ristrutturata mache è disgraziatamente crollata

durante i lavori di costruzionedella nuova “Colonia”. CONSIGLIO COMUNALEDEL 28 Luglio 2011:“… Il Consigliere Maurizio DeSantis domanda se la strada dicollegamento tra Via Cavour eVia Valle Vergine (Via delle Ba-rozze) non sarà più realizzata eche cosa intende fare l’Ammi-nistrazione per recuperare lesomme che la ditta RDP si eraimpegnata a investire per dettolavoro.Risponde brevemente il Sin-daco comunicando che gli ac-cordi presi con la società RDPsaranno comunque rispettati, senon per fare la strada, per rea-lizzare altri interventi di pub-blica utilità, forse si realizzeràun parco pubblico …”.I cinque consiglieri di opposi-zione sembra che vogliono faresul serio nel verificare quantoconviene al Paese procedere asimili “scambi” tra opere pub-

bliche, mentre si dimostranosorpresi nel costatare che il si-stema comunale funziona an-cora con alcuni regolamentidegli anni cinquanta.La situazione non la vediamofacile. Gli attuali governanti

sono lì da quindici anni e ad ag-giornare per rendere tutto piùchiaro e funzionale non cihanno ancora pensato. Vorrannooccuparsene ora senza tenten-namenti e fare la cosa giusta?Vedremo.

Qualche anno fa capitai ad una festa di par-tito che si svolgeva nel parco degli Squarcia-relli a Grottaferrata. In un angolo della festaintravidi un gruppetto di giovani disposti incircolo, che prestavano grande attenzione alracconto di un uomo seduto con loro.Quando mi avvicinai fui sorpreso dallo sco-prire che quell’uomo intento a parlare dellasua vita era Girolamo Sampognaro, che tuttii roccheggiani conoscono come Mimmo. Il mitico “Mimmo” del Bar Centrale che a ri-dosso dello scorso Ferragosto è venuto amancare all’età di 89 anni. Ancora lo vedo mentre raccontava il suolungo e sofferto peregrinare in giro per l’Ita-lia alla fine della Seconda guerra mondiale,dopo aver lasciato la sua amata Sicilia alla ri-cerca di nuovi luoghi in cui piantare radici ein cui proseguire la sua arte raffinata di pa-sticcere. Quando parlava del suo lavoro gliocchi si accendevano, e quando disse che erastata proprio l’arte pasticcera ad averlo sal-vato da morte sicura, l’emozione lo assalivatrasmettendola a tutti noi. Il racconto di quella sera ebbe la capacità difar sentire ai presenti le atmosfere di quel-l’Italia povera, distrutta dalle bombe, privadi guida e ormai alla fame. Il vagabondare di

Mimmo è stato il vagabondare di tanti italianiche sui loro sacrifici e sul loro lavoro hannopian piano ricostruito una nazione e la suaeconomia, arrivando a quel boom economicoche fece dell’Italia un Paese moderno e orga-nizzato. Mimmo arrivò a Rocca di Papa nel1953 e sicuramente restò colpito da quelpaese di montagna, bello e vivo, che richia-mava migliaia di turisti provenienti da ogniparte d’Italia. Rocca di Papa seppe conquistare il suo cuoretanto che nel 1965 aprì il suo bar-pasticceriain piazza della Repubblica nello stesso luogodove si trova oggi. Molti, soprattutto i più an-ziani, lo ricorderanno anche come dirigentedi calcio della squadra del Monte Cavo e poidei Canarini. Tutti lo ricorderanno per la suaumanità. Ora che Mimmo non lo vedremo più nel suolaboratorio di pasticcere, il pensiero va aisuoi figli, soprattutto a Fabrizio e a Claudio(che conosco meglio degli altri) che del papàhanno sicuramente preso la passione, l’ener-gia e l’onestà, doti che di questi tempi sonodavvero rare. Ciao Mimmo!

Il direttore e la redazione

del Segno

Ciao al mitico “Mimmo”, arrivato a Rocca di Papa nel ‘53 e mai più ripartito

Intanto si chiede ai singoli con-siglieri di esprimere pubblica-mente le loro motivazioni suquanto si approva o si respingein Consiglio Comunale. Glielettori hanno diritto di sapereche essi sono ben documentatie che le decisioni sono fruttodell’effettiva consapevolezzadi ciascuno dei votanti. Tuttidovrebbero aver capito che iltempo dell’impegno “poco at-tento“ di alcuni amministratori,(i consiglieri sono tutti ammini-stratori) ha causato seri dannialla città ed ora è arrivato il mo-mento di metterci riparo. il-sognatore.blogspot.com

P.S. Ci riferiscono della richie-sta dei Gruppi Consiliari di op-posizione di uno spazioattrezzato: stanza, scrivanie,sedie, computer per potersi riu-nire e lavorare. Sembra che unsimile spazio, per maggioranzao opposizione, nel comune diRocca di Papa non sia mai esi-stito. Come avranno fatto fino adoggi i nostri rappresentanti alavorare bene ai provvedimentiche regolano la vita comunale?Il dubbio è che non hanno maipotuto lavorare bene. La certezza è che se non cam-biano subito sistema, subiremoaltri notevoli danni.

L’ex Colonia in via Cavour

Veduta della strada mai nata, della terrazza ristrutturata con la fantasia e della fantomatica area verde pubblicada realizzare al posto della terrazza

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ROCCA DI PAPAil Segno - Settembre 201112

Stralciate alcune zone prive dei permessi

Micro-parcheggi nel centro storico

Poco prima dell’ultima campagna elettorale, il Comune in frettae furia installò un grande pannello elettronico in piazza della Re-pubblica, proprio all’inizio di Viale Enrico Ferri (foto sopra). Aparte il fatto che non si capisce perchè l’abbiano collocato pro-prio lì visto che è andato a coprire perfino le segnaletiche deimonumenti cittadini poste alle sue spalle. Come se ciò non bastasse l’hanno pure installato dietro un altrosegnale, quello con le indicazioni del parcheggio riservato ai busturistici. Insomma, un luogo meno idoneo era difficile trovarloeppure ci sono riusciti! Comunque resta il fatto che molti citta-dini (ormai da diversi mesi) si stanno domandando a che cosapossa servire visto che non è mai stato messo in funzione. Qual-cuno ci dice che servirà a mostrare l’ora e la temperatura delgiorno, qualcun’altro che sarà utilizzato per informare la popo-lazione sugli avvenimenti cittadini. Altri ancora che saranno for-nite informazioni circa gli orari degli autobus. Ma c’è anche chidice che non servirà a niente. Cari amministratori, visto che ogni tanto vi fermate a piazzadella Repubblica, illuminateci... ditecelo voi a che cosa serve e,soprattutto, diteci che cosa ne volete fare di questo moderno mo-numento in ferro nero.

Paola Gatta

di Andrea RasettiMicro-parcheggi in arrivo aRocca di Papa grazie a un fi-nanziamento regionale di circa670 mila euro a cui il Comunedi Corso Costituente ne ha ag-giunti altri 286 mila per un to-tale complessivo di 955.500euro. Il progetto, redatto dal-l’Arch. Stefano Ciaranfi della“SQS Ingegneria Srl”, rien-trava già nel programma trien-nale (2009-2011) dei lavoripubblici approvato dal Consi-glio Comunale il 25 marzo didue anni fa.Purtroppo, rispetto alle aree in-dividuate inizialmente, che -come scrive il Comune- nonavrebbero ricevuto nei tempiprevisti “i necessari nulla ostafondamentali per il prosegui-mento dell’iter, l’amministra-zione comunale” tramite il suotecnico di fiducia, Ing. StefanoMilitello, “ha proceduto ad in-dividuare nuove aree non inte-ressate da vincoli particolari”.Per il momento a farne le spesesono state le zone Rampa Or-tagia (sopra via Frascati), viadella Fortezza, strada che tagliain due il centro storico, via Pa-lazzolo (a ridosso di via delleBarozze) e via Alberobello,l’arteria che conduce ai Campid’Annibale. Invece di micro-parcheggi in queste aree,quindi, che avrebbero risoltonon pochi problemi ai resi-denti, ne sarà realizzato uno su

Viale Madonna del Tufo.Restano invariate le altre zoneinserite nel progetto per lequali sono già stati rilasciati ipermessi. Si tratta di via Ca-vour, via dell’Osservatorio, viadella Pantanella e via dellaPortella nel centro cittadino, via San Sebastiano (cimiterocomunale), via dei fienili eun’area nella frazione Vivaro(via Sardegna).La delibera di Giunta (n. 120)che praticamente ha dato il vialibera all’esecutività del pro-getto definitivo si è tenuta il 28luglio scorso. E ora seguirà lafase di affidamento dei lavori.Quello dei micro-parcheggi èun problema spesso entratonella discussione politica lo-cale, avendo Rocca di Papa uncentro storico che non permettefacili soluzioni alternative.Tanto più che, come è accadutoin questo caso, su diverse areeesistono e sussistono vincolipaesaggistici e architettoniciche non possono essere supe-rati tanto facilmente, essendol’iter lungo e la burocrazia far-raginosa. Resta esemplare lavicenda del mega-parcheggiodel Carpino la cui progetta-zione e le successive autorizza-zioni hanno necessitato di oltrevent’anni di attesa. Poi, puòanche capitare che le autorizza-zioni arrivino ma che i soldisiano finiti. Ma questa è un’altra storia.

Il “monumento” eretto in piazzadella Repubblica

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Page 13: Il Piccolo Segno settembre 2011

ROCCA DI PAPA 13il Segno - Settembre 2011

“Case Ater, gli inquilinifinalmente proprietari”di Andrea RasettiIl nostro giornale, lo ammet-tiamo, non risparmia critiche al-l’operato degli amministratoricomunali ma, allo stesso tempo,sa riconoscere i loro meriti nellosvolgimento delle pubblichefunzioni. E’ il caso di un settoreche ha visto Rocca di Papa bril-lare per efficienza, diventandoun esempio per molti centridella provincia romana. Stiamoparlando di edilizia residenzialepubblica, quella che una voltaveniva identificata con il ter-mine di “case popolari”. A Rocca di Papa gli alloggi po-polari si trovano nel quartieredei Campi d’Annibale (risal-gono agli anni Sessanta) e inpochi anni da palazzine fati-scenti sono diventati veri e pro-pri edifici signorili, che hannoridato valore all’intero quar-tiere. Quando nel 1997 si inse-diò la nuova amministrazioneguidata da Ponzo, le loro condi-zioni erano al limite dell’emer-

genza. Il merito di aver recupe-rato integralmente queste strut-ture va riconosciuto soprattuttoa Roberto Sellati, che fino alloscorso anno ha ricoperto l’inca-rico di Ass.re all’edilizia pub-blica residenziale. Il suo lavoroha dato i frutti sperati e per ca-pirlo basta parlare con qualchefamiglia che vive proprio inqueste “case popolari”. Tutti gliriconoscono impegno e fer-mezza nell’essere riuscito amantenere le promesse. Qual-cuno si è addirittura commossoora che, pagando il dovuto gra-zie all’accensione di un mutuo,potrà riscattare l’appartamentoche quindi diventerà di pro-prietà. Un sogno inseguito unavita e ora diventato realtà.Una volta avviati (e conclusi) ilavori di restauro delle suddettepalazzine, con tutte le manuten-zioni ordinarie e straordinarie(sono rimasti da eseguire i la-vori di eliminazione delle cosid-dette barriere architettoniche),

Egrego Direttore, Quando sono entrato in amministrazionenel 1998 siccome avevo idea di recuperarela fonte del Pantanello, la cui acqua erastata inquinata dai pozzi neri o fosse biolo-

giche delle case costruite a ridosso dellastessa, ho voluto verificare di persona se lafonte fosse ancora attiva dato che mi erastato detto che da una recente analisi l'ac-qua risultava potabile. La cosa infatti mi la-

luogo ambientalmente, paesaggistica-mente e turisticamente pregiato.La cosa passò quindi in mano all'assessorepreposto e pur giungendomi notizie di fi-nanziamenti promessi e buone intenzionialla fine non se ne è fatto nulla.Ora a distanza di tredici anni vorrei ripro-porre la questione partendo dal basso e conl'aiuto del vostro giornale lanciare una ini-ziativa volta preliminarmente a verificarese l'acqua ancora sgorga e se è potabile e,in caso positivo, successivamente organiz-zare, anche con l'aiuto della protezione ci-vile e di cittadini volontari, la pulizia dellasorgente e del sentiero di accesso, onde poiproporre al comune il recupero e la valo-rizzazione della fonte e dell’intera area cir-costante. Certo della vostra sensibilità inmerito mi pongo sin d'ora a disposizioneper partecipare attivamente ad ogni inizia-tivà che si riuscirà ad organizzare.Cordiali saluti,

Enzo de Angelis

Enzo De Angelis avanza una proposta interessante

“Acqua del Pantanello,riprendiamoci la fonte!”

l’impegno di Sellati nonsi è fermato. Infatti,dopo circa 60 anni,Rocca di Papa tornerà acostruire “case popolari”e, se lo farà, sarà unevento davvero impor-tante. I nuovi apparta-menti (dodici)dovrebbero sorgere inlocalità Monti. “Sono vera-mente soddisfatto del lavorofatto –ci dice Sellati- e voglioringraziare i funzionari del-l’Ater della Provincia di Romae la Regione per aver sempre ri-spettato gli impegni presi con icittadini di Rocca di Papa cheper troppi anni sono rimasti ab-bandonati a loro stessi e ai loroalloggi. Io sono nato alla Colo-nia –continua l’esponente delPd- e a 6 anni mi sono trasferitoalle case popolari dei Campid’Annibale, e lo dico con orgo-glio”. Lo schema di bando perl’assegnazione di questi alloggidi edilizia residenziale pubblica

è stato approvato lo scorso 21dicembre (delibera di Giunta n.178) ed entro il primo novem-bre dovrebbe entrare nel vivo lafase di valutazione delle do-mande e la conseguente asse-gnazione. Intanto RobertoSellati non ha più la delega al-l’edilizia residenziale pubblica,una scelta che ci lascia perplessivisti i buoni risultati ottenuti inquesto delicato settore. “Ma ancora oggi gli assegnataridelle case ATER –conclude Sel-lati- mi chiamano per espormi iloro problemi e anche per rin-graziarmi, segno che qualcosadi buono ho fatto”.

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sciava alquanto per-plesso visto che an-cora non era statocostruito il tratto difognatura su ViaRocca Priora.Con non poca faticariuscii ad arrivare auna decina di metridalla sorgente ormaicompletamente rico-perta dalla vegeta-zione e dai rovi. Purnon potendo avan-zare ulteriormentepotei sentire distinta-mente il rumore del-l'acqua che sgorgava.Proposi allora di ri-prendere un progetto

giacente presso l'uf-ficio lavori pubbliciper riqualificarel'area e ripristinare lafonte, anche conacqua del Simbriviose quella sorgivafosse risultata ancoranon potabile. C'erainfatti da riappro-priarsi anche di un Enzo De Angelis

Il Consigliere PdRoberto Sellati

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DIRITTO di REPLICAil Segno - Settembre 201114

La replica del Comitato di Gestione

“Ecco la veritàdei fatti raccontati”

munale. Ecco questo avremmovoluto, ma non è mai troppo tardi. Per quanto riguarda i non residenti,non è assolutamente vero che nonpossono più iscriversi al Centro,quello che non possono più fare èvotare per il rinnovo del Comitato,non può essere chi non risiede enon frequenta il Centro Anzianiassiduamente, a determinare lacomposizione del Comitato. Co-mitato che dovrà poi deliberarecome e quali iniziative finanziare,certamente le esigenze dei resi-denti non collimano con quelle deinon residenti. L’Amministrazioneeroga dei contributi a favore deicittadini locali, così Frascati fa peri frascatani, Nemi per i nemesi ecosì via, la Regione dà contributiai vari Comuni in base al numerodegli abitanti locali superiori ai 65anni, quindi quei contributi sono afavore esclusivamente dei cittadinilocali, ma non per questo sonostate chiuse le porte ai non resi-denti, soltanto crediamo si sia vo-luto privilegiare il diritto delcittadino locale, rispetto al non re-sidente (Marino quest’anno i nonresidenti non li ha nemmenoiscritti, così come altri paesi). Nonè vero che chi ha una relazione conun partner non residente dovràpartecipare da solo, non cambianulla i suoi diritti restano inviolati.Si potrebbe emendare il divieto divoto ai nativi anche se non resi-denti. Pensiamo su questo che nonci sia contrarietà. Portare a giusti-ficazione il fatto che non avendopiù voto i non residenti, non c’èpiù scambio di conoscenze e ideeè veramente anacronistico. C’èproprio nel programma lo scambiod’informazione e di esperienzecon gli altri centri anziani, e se ciònon è avvenuto è una delle con-cause degli scontri interni all’at-tuale Comitato.Per chiudere affermiamo che nonavremmo potuto non rispondereessendo stati chiamati direttamentein causa. La nostra storia personalenon dovrebbe consentire a nes-suno di fare illazioni che ci offen-dono. La stessa foto cheaccompagna l’articolo (con Giu-seppe che sta preparando i piatticon la polenta, le ormai famosepolentate, anche loro all’iniziocausa di scontri ma poi vista lamassiccia partecipazione e il suc-cesso, qualcuno del Comitato di-

E’ sempre antipatico e spesso inop-portuno rispondere ad un articolo,special modo se il suddetto articoloesce su un giornale locale (Il Segnodi luglio-agosto 2011) il che do-vrebbe presupporre una corretta in-formazione e conoscenza di ciòche si vorrebbe portare all’atten-zione dei lettori. Ma l’articolo inquestione, riguardante il centro an-ziani, denota totale disinforma-zione su tutto, ma in particolarmodo sul voto ai non residenti, alsolo scopo di polemizzare, ergen-dosi a difesa di una posizione,senza averla valutata compiuta-mente, portando tesi inconciliabilitra loro, ed a loro sostegno ipotesiche nulla hanno a che vedere con larealtà dei fatti.Ma per meglio comprendere èbene andare per ordine: le elezioniper il rinnovo del Comitato di Ge-stione non ci sono state da qualchemese, bensì si sono tenute tre annifa, e questo è l’anno (essendo in ca-rica il Comitato per tre anni) delrinnovo. Le liste non sono ancorastate preparate, quindi non si capi-sce quali sarebbero queste listecontrapposte, forse l’autore dell’ar-ticolo è stato informato da chi sagià, che è impossibile riproporrenella stessa lista tutti i componentidell’attuale Comitato di Gestione.Qui diamo ragione all’autore, l’im-possibile convivenza scaturisce daicontinui scontri su posizioni incon-ciliabili, intollerabile a tal punto danon consentire una sana e correttagestione del centro anziani.Avremmo voluto, che un giornalecosiddetto locale, invece di pole-mizzare affrontasse le tematichedell’anziano oggi a Rocca, criti-candoci laddove la critica potrebbeessere costruttiva sulle cose da fare,informandosi correttamente sulleiniziative tenutesi al centro (sempredopo ingiustificati litigi per la rea-lizzazione), confrontandoci suquali e sul come si potrebbero rea-lizzare iniziative per soddisfare lerichieste e i bisogni delle personeanziane, che non sono solo bisognieconomici ma anche esistenziali,solitudine, emarginazione, bisognodi socializzazione. Avremmo vo-luto che si aprisse una discussionesull’opportunità di aprire una suc-cursale del centro a Piazza dellaRepubblica, cosa questa che nonpuò essere disattesa una volta com-pletati i lavori della nuova sede co-

Da quanto scrivete emergono degli aspetti a dir pocosorprendenti se non sconcertanti. In questa lettera par-late di “impossibile convivenza” tra alcuni membridel Comitato, precisamente scrivete: “impossibileconvivenza” che “scaturisce dai continui scontri su

posizioni inconciliabili, intollerabile a tal punto da non consen-tire una sana e corretta gestione del centro anziani”. In questalettera parlate di “scontri interni all’attuale Comitato”, a causadei quali il Centro Anziani non ha potuto promuovere “lo scam-bio d’informazione e di esperienze con gli altri centri anziani”.Praticamente state dicendo ai cittadini che il Centro Anziani diRocca di Papa negli ultimi anni non ha avuto una “sana e correttagestione”. In un paese normale una simile affermazione e presa d’atto, unvero e proprio mea culpa del quasi intero Comitato di Gestione,porterebbe dritti dritti alle dimissioni in blocco di tutti i suoicomponenti e, se ciò non accadesse, sarebbe il Consiglio Comu-nale (art. 18 comma 5 del vostro Statuto) a dover intervenire.Infatti il comma 5 dice: “Qualora il Comitato di Gestione non siain grado di funzionare regolarmente […] il Consiglio Comunalecon apposito dispositivo ne dispone lo scioglimento e nominaun commissario, scelto dall’Amministrazione Comunale”. Ma,poiché non viviamo in una paese “normale” questo non accadrà. E allora ritorna quel problemuccio (il ruolo della politica nelCentro Anziani) da me sollevato nell’articolo, cioè la stretta pa-rentela esistente tra la maggioranza dei membri del Comitato diGestione e alcuni Assessori in carica. Ossia: questi ultimi (gli Assessori) potrebbero trovarsi a deciderese commissariare un ente dove, tra i componenti del Comitato diGestione, figurano genitori e zii. Secondo me, ma ovviamenteposso sbagliare, si trovano in una condizione di aperto conflittoladdove l’influenza parentale può esercitare una pressione che unamministratore pubblico non dovrebbe subire. E non sto par-lando di pressioni necessariamente illecite ma anche e solo ditipo psicologico. La mia domanda è semplice: è normale?Per concludere, circa i “favori e benefici ad altri vietati” che ilsottoscritto avrebbe ricevuto dalla politica, l’invito che vi faccioè quello di elencarli così da consentirmi una risposta chiara. Mase il vostro riferimento è ad un appalto pubblico inerente la ri-pulitura e la riqualificazione della Via Sacra, dolente dovervidire che quell’intervento venne eseguito dalla cooperativa di cuiallora ero Presidente con soldi del Ministero del Lavoro. Nean-che una lira (perché nel 1997 c’era ancora il vecchio conio)venne tirata fuori dalle casse comunali. Il progetto venne ideatodal sottoscritto e semplicemente inviato al Ministero come pre-visto da un bando statale. Il Comune (Ponzo si era insediato dapoche settimane) non avrebbe potuto né agevolarlo né ostaco-larlo semplicemente perché non era di sua competenza. Se in-vece con ciò intendevate fare riferimento a favori di altra natura,magari illecita, essendo quindi a conoscenza di fatti ignoti al sot-toscritto, allora l’invito che vi faccio è quello di rivolgervi alleAutorità competenti.

Andrea Sebastianelli

BOTTA E RISPOSTA SULL’ARTICOLO RIGUARDANTE LA POLITICA NEL CENTRO ANZIANI

menticando il suo osteggiare taleiniziative, oggi se ne appropria conatteggiamento ipocrita come farinaanche del suo vuoto sacco) affermache far parte del Comitato è sino-nimo del modo di fare volonta-riato, senza secondi fini e senzapadrini politici, cosa questa cheforse all’autore dell’articolo non

suona tanto familiare, visto cheproprio lui “dai si dice” sembraaver ottenuto dalla politica favori ebenefici ad altri vietati.

Melchiorri Giuseppe Pierluigi Carla Querini Franco

Sciamplicotti Carlo Trinca Giulio Cesare

La contro-replica del Direttore

“Il Centro Anzianiva commissariato”

Page 15: Il Piccolo Segno settembre 2011

ROCCA DI PAPA 15il Segno - Settembre 2011

Riflessioni sul ruolo dei giovani nella politica roccheggiana

Io so che tu sai che io so...ma almeno fatecelo sapere

Proloco dove l’iscrizione vienefatta in pieno agosto e a centoeuro, così da scartare da subito igiovani, le donne e i disoccupatiper far posto a chi (forse) se neservirà come trampolino di lan-cio alle prossime elezioni comu-nali, perché un posto daConsigliere non si nega a nes-suno. Ora, tornando ai giovani inpolitica, li ho incontrati, ho chie-sto loro che cosa stessero fa-cendo, mi è stato risposto chefanno tante cose (vi ricordateMoretti in Ecce Bombo? Facciocose-vedo gente) e che è colpamia che non m’informo!A Rocca di Papa esiste da diecianni questo mensile, dovresteesserne fieri, dove c’è la stampa,c’è cultura e libertà, scriveteci,informateci su quello che fate,molti di voi prima di appoggiarequesta Giunta scrivevano pernoi, che cos’è successo dopo, chive lo impedisce? A una nostra redattrice anni fale fu chiesto dal suo partito diriferimento di non collaborarepiù con noi... oggi non sta piùin quel partito, non è diventataAssessore o Consigliere o De-legata, in compenso scrive an-cora per noi!

di Daniela Di RosaNel numero di lu-glio avevo rispostoad una lettera di unragazzo di Rocca diPapa, precedente-

mente mi ero lamentata dellamancanza dei giovani in poli-tica, mi rispose che c’erano maero io a non vederli… e conti-nuo dopo quattro mesi a non ve-derli. Lettere non ne sonoarrivate e mi chiedo se per casonon ci siano dall’alto ordini su-periori, tipo: non parlate conquelli del Segno. Nel corso deglianni (quest’anno sono dieci) ilnostro mensile ha acquistato eperso vari “redattori” alcuni permotivi personali, altri (molti)perché gli veniva chiesto conconsigli “amichevoli” di nonscrivere per noi, ora chi po-trebbe dare questi consigli? Ov-

viamente chi non accetta criti-che! La pratica “omertosa” delsilenzio è molto diffusa tra i po-litici, nazionali e locali, pensateal nostro paese e a questo men-sile, per più di un anno abbiamoposto al Sindaco e a tutta laGiunta dieci piccole domande acui non hanno mai risposto. Èuna tecnica, pensano: “ignoria-moli, loro si stancheranno e lagente dimenticherà”. Il primo obiettivo è stato man-cato, per il momento non solonon siamo stanchi, ma dopo ilpiccolo Segno di Grottaferrata,dovrebbe uscire mensilmenteanche a Marino e Ariccia. Il se-condo obiettivo, la memoriacorta dei cittadini, è stato quasicentrato, quasi perché noi conpazienza e perseveranza conti-nueremo a fare ciò che ci piace,informare, a dispetto di un

mondo che rincorre il potere e laricchezza, a dispetto dell’ipocri-sia imperante in questa società ein questo nostro minuscolo spa-zio, continueremo (e con moltopiacere) a ricercare la verità, acondannare l’arroganza dell’ul-timo e del penultimo Consi-gliere, a scrivere di piccole coseche non vanno, dei Comitati diquartiere diventati Proloco, di

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2006 SrlA seguito di un incidente avve-nuto pochi mesi fa, Gloria Boc-canera dovrà sottoporsi a lunghee costose cure mediche. La co-munità, su iniziativa dell’asso-ciazione culturale giovanile“Rocca Forte”, ha deciso di con-tribuire con un raccolta fondi,che vuole essere anche mo-mento di incontro e di rifles-sione sull’importanza del donodella vita. La raccolta fondi èiniziata con riferimenti e moda-lità resi noti sul gruppo facebookdell’associazione “RoccaForte”, sul gruppo “Inno allavita – spettacolo di danza e mu-sica” e “Gruppo Forza Gloria”.Un tam tam di auguri e post disostegno e vicinanza subito si èmesso in moto e fan ben sperareper l’esito dell’iniziativa. La rac-colta durerà non più di quattromesi.«È un’iniziativa pensata perstare vicini come comunità aduna nostra concittadina in unmomento di difficoltà –è il com-mento del presidente di “RoccaForte”, Chiara Guidi -. Già nellafase organizzativa, molte asso-

ciazioni, comitati ma anche pri-vati cittadini si sono mostrati di-sponibili a sostenere questoevento, dimostrando di avercompreso da subito che lo spi-rito che anima il progetto è lavolontà di istaurare un forteclima collaborativo, nella con-vinzione che sia il più efficacestrumento per dare un contributoconcreto». Nell’evento finale, aconclusione della campagna, sirenderanno noti i fondi raccoltie tutta la solidarietà mostrata daicittadini di Rocca di Papa eoltre, nello stringersi attorno aduna tragedia da un lato, e ad unalotta per la vita dall’altro.

(Michela Emili)

I raccoglitori sono già presentipresso i bar ed i pub di Rocca diPapa. E’ possibile inoltre donareliberamente la somma cheognuno può permettersi sulconto corrente dell’associazione.Intestazione del c/c: ROCCA FORTE ONLUS PRO BOCCANERA GLORIAIBAN: IT 71 I 02008 39370000101615620.

Aiutiamo Gloria a vincerela sua battaglia per la vita

Il Consigliere Luca Santangelicon due giovani del Pd

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ROCCA DI PAPA il Segno - Settembre 201116

Che ne è delle promesse fatte in campagna elettorale?

Proviamo a stimolareil dibattito politico

di Gennaro SpigolaDopo diversi annidi attività politicasono arrivato aquesta amara con-

Ora ci si mette anche quella che io chiamo“l’estate scippata”: non solo la “NotteVerde” è saltata per mancanza di fondi (ri-flettete cari cittadini… sapete quante entratedirette ed indirette può portare un evento delgenere?) ma ora anche una iniziativa legit-tima e lodevole come la “Contea dellaBirra” aggrava la situazione; in occasionedella stessa festa il paese è infatti spopolatoe tutta la residua vita sociale si sposta inquella che ormai è la vera ed unica piazza diRocca di Papa, cioè Piazza delle Repub-blica. Mi chiedo perché un evento del ge-nere non possa essere esteso a tutto il centrostorico, alle sue viuzze caratteristiche ed aisuoi scorci ancora incontaminati? Per qualemotivo deve essere sempre tirata a lustroun’unica parte del paese, sempre la stessa?Per quale motivo solo quelli che hanno imezzi economici e/o di personale da impie-gare nell’affitto dello stand possono usu-fruire dell’opportunità che invece dovrebbeappartenere a tutti? Ricordate, cari cittadinie cara Amministrazione che noi commer-cianti paghiamo il doppio delle tasse inquanto siamo sia residenti che gestori di at-tività e con quelle tasse si finanziano i ser-vizi della cosa pubblica, anche a livellocomunale. Sappiate che prima e dopo checi si siede “dietro il bancone” c’è un lavoroimmenso di progettazione, di scelta del me-glio e di passione, che però è invisibile aipiù. Vorrei precisare chiaramente che io nonho nulla contro chi ha la possibilità di aprirelo stand in piazza della Repubblica, vorreisoltanto che questa opportunità fosse con-cessa a chi, pagando le tasse tutto l’anno,può utilizzare solo il proprio locale. I com-mercianti debbono già confrontarsi con unaserie di concorrenze sleali di cui tutti igno-

Per di più, voci sempre più insistenti di cor-ridoio affermano che quest’anno anche la“Sagra delle Castagne” verrà sospesa causaassenza di fondi. Se la notizia risulterà vera,noi non staremo con le mani in mano eduseremo tutti i mezzi legali e morali per ri-bellarci. Così come pretendiamo, specie inpiazza del Duomo, della quale sono amba-sciatori “La Filosofia della Frutta” e “Re-gali Fondi”, di non essere lasciati da soli perquanto riguarda le luminarie e gli addobbidi Natale, così come accade da troppe festenatalizie. È assurdo che la piazza dinnanziad una chiesa così maestosa non abbia perNatale nemmeno la più micragnosa stella;trascuratezza che, inoltre, riscontriamo tuttii giorni avendo solo gli scarti del decoro ur-bano a livello vasi e fiori. Il centro siamoanche noi, piazza del Duomo è la piazza an-tistante la chiesa principale, così come im-portanti sono il Corso Costituente, ViaGramsci e le piazze Garibaldi e ValerianoGatta.Chiediamo ai cittadini solidarietà non soloa parole ma anche nei fatti, a chi ci governaminore pressappochismo e più attenzione eagli altri commercianti, del centro comedegli altri quartieri, minore invidia e piùcollaborazione, perché se Rocca muore nerisentiamo tutti, e per ogni serranda che nonsi riaprirà più il dazio prima o poi lo paghe-ranno tutti, anche chi si illude di lavorare lostesso o chi pensa di venire rieletto, o chipresuppone di potersi accontentare di unpaese dormitorio, popolato da stranieri, iquali guarda caso spendono in loco più deiroccheggiani. Umiltà e senso di comunità,solo questo chiediamo noi, commercianti dipiazza del Duomo.

Daniele Iannotti

rano misteriosamente l’esistenza e chespesso sono ai limiti della legalità ed inaperta violazione di ogni presidio igienico-sanitario, chi vuole capire capisca.

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Il grido di dolore di piazzadel Duomo

clusione; la maggior parte deinostri rappresentanti politici im-pegnati nelle istituzioni vive(meglio sopravvive) di proclamied enunciazioni durante la cam-pagna elettorale dimenticando,o meglio, annullando, la famosaed indiscutibile prassi “dallateoria alla pratica”. Un esempio“emblematico” sono state tuttele promesse riportate e scrittenei programmi elettorali e chesono rimaste sulla carta facendoemergere la totale inadem-pienza. Voglio solo citare alcunidei punti completamente disat-

tesi: - cubatura zero, basterebbeprendersi la briga di fare unbreve giro di ricognizione nelterritorio di Rocca di Papa peravere delle prove inconfutabilidi quanto il cemento sia aumen-tato, in barba a tutti gli impegnipresi;- apertura di un ulteriore CentroAnziani per rispondere alle esi-genze demografiche in continuoaumento e per la morfologia delterritorio;- uno sportello bancario e unafiliale dell’Ufficio postale inzona Campi d’Annibale; - mancata rimozione delle an-tenne. Per ultimo, solo per la scalettadelle problematiche, a quandola raccolta differenziata in tutto

il territorio di Rocca di Papa?Visto che gli impegni presi ave-vano come programma cheentro l’anno 2010 la raccoltadifferenziata sarebbe stataestesa a tutto il paese.Mi sono limitato a denunciare leinadempienze di alcuni dei tantiimpegni presi dall’attualeGiunta Comunale in carica (vo-glio ricordare che la maggiorparte facevano parte anche dellaprecedente Giunta). Sicura-mente ci saranno altre proble-matiche impellenti da risolvere,volutamente ne ho selezionatealcune visto che sono motivo dicontinua discussione nell’agoràdi Rocca di Papa, per aprire undibattito che dopo le elezionicomunali si è completamentenarcotizzato.

Caro direttore,un recente “mezzo di comunica-zione informativo” dell’ACS apagina 2 racconta di finanzia-menti regionali nel 2007, nel2008 e nel 2011, senza fornireparticolari. Per verificare se sisiano avuti pure nel 2009 e nel2010, per sapere di quanti baec-chi ammontasse ognuno, per ap-prendere le persone che li hannoincassati – e quanto cadauno, eperché – ti sarei grato se tu racco-gliessi e pubblicassi specifiche.Ben sapendo che anche da solopotrei/dovrei attivarmi. Ma, aparte che mi muovo col bastone,non sfuggirà alla tua sensibilitàche per il principio della “casa divetro”, tutti devono sapere tutto,un conto è un’informativa indi-viduale, un altro l’informazionesociale. Specie di questi tempi,riguardo a chi scialacqua soldi ditutti e a chi li rampazza.Cordiali saluti.

Gianfranco Botti

Riceviamo e pubblichiamoFinanziamentiall’ACS

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ROCCA DI PAPA 17il Segno - Settembre 2011

di Angelo Cavalli*Finalmente ci siamo! I prossimi17 e 18 settembre si terràl’evento dell’anno a Rocca diPapa, nell’ambito del progetto ditrasformazione della nostra Cittàin “Città della Cronoscalata”,che il Club Auto Storiche staportando avanti autonomamenteper lo sviluppo sia sociale cheeconomico della nostra colletti-vità, con il fine ultimo di ripor-tare Rocca di Papa ad essere unodei più importanti poli di attra-zione nazionale dell’automobi-lismo sportivo, moltoconosciuta anche all’estero. Glianziani lo ricordano bene, ma igiovani e i nuovi residenti, “i fo-restieri” come vengono chiamatidai roccheggiani purosangue,non sanno di cosa parliamo, percui è necessaria qualche spiega-zione.Dal 1921 al 1964 l’AutomobileClub di Roma organizzava lagara automobilistica in salitaVermicino-Rocca di Papa. Ilpercorso si snodava per 14,400km con partenza dalla frazionedi Vermicino presso la storicafontana del Vanvitelli, transitoper Frascati, Squarciarelli e ar-rivo a Rocca di Papa presso ilSantuario della Madonna delTufo. La difficoltà della gara erarappresentata da curve a raggiovariabile, tornanti in rapida se-quenza e notevole dislivello trapartenza e arrivo, ben 465 metri.Il vero lancio in campo nazio-nale e internazionale, negli anni‘50, lo si deve a Francesco San-tovetti, grande appassionato, pi-

L’appuntamento con la cronoscalata è per il 18 e19 settembre

La Vermicino-Rocca di Paparinasce col Club Auto Storiche

lota e benemerito mecenate del-l'automobilismo storico, il qualeriuscì a recuperare più di 300auto storiche. Sulle nostrestrade si affrontarono Ferrari,Maserati, Jaguar Alfa Romeo,Lancia, per dire solo le marchepiù note. Tra i piloti celebri chesi affrontarono ci furono Mar-zotto, vincitore della corsa del1949 con la Ferrari, Bracco conla Maserati, Biondetti, Borzac-chini, Fagioli e Taruffi. Nuvo-lari partecipò alle prove ma,purtroppo, le sue richieste eco-nomiche per la gara risultaronotroppo onerose per gli organiz-zatori. Su questo percorso si di-sputò per molti anni la famosaCoppa Gallenga, poi spostataall’autodromo di Vallelunga. Lo stesso Giannino Marzotto,grande pilota ed esperto del per-corso affermava che chi era ingrado di vincere la Vermicino–Rocca di Papa, poteva vincere

anche la Mille Miglia.Quando, alla fine degli anni ‘60,le corse automobilistiche sustrada, a causa della loro indub-bia pericolosità, sopratutto pergli spettatori, vennero abolite,purtroppo se ne perse la memo-ria. Ma, come da qualche annoè rinata la Mille Miglia sottoforma di gara di regolarità, cosìqui a Rocca, tre anni fa, adopera di un gruppo di appassio-nati, è nato il Club Auto Storicocon il preciso scopo di resusci-tare la Vermicino–Rocca diPapa e riportare la Città sulla ri-balta automobilistica nazionalee internazionale.Quest’anno è la terza rievoca-zione storica che il Club orga-nizza, ma è un’occasionespeciale, ricorrono i 90 anni(1921–2011),eè la festa deveessere speciale! Il Club diRocca è già da un anno gemel-lato con la Scuderia Jaguar Sto-

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riche, di importanza nazionale,unico Club riconosciuto dallaJaguar Italia, la cui Presidente,dott.ssa Rita De Gaetano, èanche Presidente Onorario delClub di Rocca. Da questaunione nasce l'evento attuale,abbinando anche la celebra-zione dei 50 anni, 1961-2011della Jaguar E Type, l’auto diDiabolik ed Eva Kant, “l'autopiù bella mai vista al mondo” ,come la definì Enzo Ferrari.Nel corso della manifestazioneverrà inaugurato in piazza Giu-seppe Di Vittorio, ai Campid’Annibale, il murales realiz-zato dal Maestro Carfagna edall’artista Vittorio Maccari,ispirato al dipinto del pittoreBryan De Grimeau raffigurantela Maserati 4CS pilotata da Gio-vannino Lurani, mentre sfrecciasu piazza della Repubblica,omaggio del Club alla Città a aiCittadini di Rocca di Papa e sisvolgerà, presso il parco comu-nale una mostra-mercato di autostoriche, ricambi, prodotti localie artigianali. Saranno presentianche le Poste Italiane con an-nullo postale speciale per gli ap-passionati filatelici.L’automobilismo storico faparte della cultura della nostraItalia. Recuperarne una parte si-gnifica stimolare aggregazionesociale, sviluppo economico delterritorio e crescita individualee collettiva.

*Direttore Sportivo Club AutoStoriche Rocca di Papa e Socio

Fondatore Registro Storico Italiano Jaguar–Jaguar Italia

Gli artisti Carfagna e Maccarimentre dipingono il murales

Giovannino Luranisulla sua Maserati 4CS

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ROCCA DI PAPAil Segno - Settembre 201118

Dopo che gli operatori comunali sono stati messi a riposo

Appalto servizi cimiteriali,ecco la gara d’affidamento

Sabato 1° e domenica 2 otto-bre, presso la Domus Artis diViale Enrico Ferri 47 aRocca di Papa, aprirà i bat-tenti la mostra di pittura delnoto artista-regista-musicistae pittore roccheggiano PieroBotti. Lo splendido spazioespositivo sarà visitabile, coningresso libero, dalle 9.00 alle20.00. Piero Botti allieterà ivisitatori, oltre che con le sueopere, anche cantando e reci-tando.

Dallo scorso primo gennaio ilpersonale comunale impiegatopresso il cimitero San Seba-stiano di Rocca di Papa è statomesso a riposo. Per evitare ilblocco dei servizi cimiteriali(servizi necroscopici, vigi-

lanza, custodia e ordinaria ma-nutenzione), considerata anchela delicatezza e l’importanzadel settore, il Comune diRocca di Papa lo scorso 25agosto ha approvato una deli-bera di Giunta per dare il via

libera all’affidamento in ap-palto di tali servizi attraversol’espletamento di una gara adevidenza pubblica con il crite-rio dell’offerta economica-mente più vantaggiosa per lecasse comunali. Il progetto deiservizi è stato predisposto dalResponsabile del Settore Af-fari Generali del Comune el’importo a base d’asta sarà di590 mila euro. L’affidamentoin appalto dei servizi necro-scopici è stato deciso durantela seduta di Consiglio Comu-nale del 27 luglio scorso. Cogliamo l’occasione per rin-graziare tutti gli operatori co-munali che per tanti annihanno svolto con dedizione esenso di responsabilità il lorolavoro nel cimitero di San Se-bastiano.

Andrea Rasetti

Espone Piero Botti

Opere inmostra

Il cimitero di Rocca di Papa

Piero Botti

Sulle politiche ambientali diRocca di Papa è bene sfatare iluoghi comuni, la sinistra pre-tende di possedere il monopo-lio della sensibilità ecologica eimbastisce campagne tese a di-pingere gli avversari come pa-ladini della cementificazione.Ma è la realtà a smentire la lorodemagogia. Infatti, da quandoil centrosinistra si è insediato alComune (da sempre), gover-nando nel contempo per lunghiperiodi Regione e Provincia, suRocca di Papa è stata riversatauna colata di cemento che hariguardato le aree dislocate intutti i punti cardinali. Oltre al fatto che la cementifi-cazione è avvenuta anche dovenon era possibile perché incontrasto con Decreti Galasso(150 metri dai fossi) ora alcunedi quelle case (ville, villette, re-sidence) scaricano abusiva-mente nell’alveo del fosso diPentima Stalla, alcuni più dili-genti (o meglio, furbi) scari-cano durante la pienapost-precipitazione, con veri epropri collettori, che da nasco-

sti quali erano prima, ora col ri-sanamento del fosso da partedella Comunità Montana sonovenuti fuori e qui viene ilbello… anziché venire rimossie denunciati per danno ambien-tale agli artefici di tutto ciò gliviene mantenuto lo scarico,anzi, in alcuni casi migliorato.Poveri cittadini a “Valle delfosso” ormai condannati a re-spirare in un ambiente malsanoormai compromesso dall’igno-ranza di qualche cittadino dallascarsa furbizia di qualcheSanto… non in cielo… ma…in croce… Ritengo tutto ciò una cosagrave, i cittadini e l’Ammini-strazione non possono rima-nere indifferenti allaresponsabilità di Enti (Comu-nità Montana e Parco) desi-gnati e “stipendiati” alcontrollo del territorio ormai inmano ai Barbari… e non par-liamo poi della minoranza!

Il Direttivo Il Segretario Cittadino

de “La Destra” R. di PapaAlvaro FONDI

Da Alvaro Fondi riceviamo e pubblichiamoIl nostro territorio è ormaiin mano ai nuovi Barbari

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Nuova sede per il Comitato di Quartiere “Le Vigne” che da que-sto mese potrà offrire ai suoi concittadini uno spazio più agevolein cui incontrarsi per discutere dei problemi che riguardano ilquartiere basso di Rocca di Papa. La nuova collocazione si trovanell’ex scuola dell’infanzia di “Colle delle Fate” in via Europa.Si tratta ancora di una collocazione provvisoria in attesa di po-tersi trasferire in un nuovo locale all’interno del complesso del“Giardino degli Ulivi”. «Il nostro obiettivo –ha detto Franca Bo-nomo, presidente del Comitato- è quello di stimolare una mag-giore e più attiva partecipazione di tutti i cittadini».

Nuova sede per il CdQ delle “Vigne”“Un nuovo spazio in cuifavorire la partecipazione”

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ROCCA DI PAPA 19il Segno - Settembre 2011

Da alcuni anni, come giornale, riceviamodecine di comunicati stampa da parte delComune di Rocca di Papa. Per lo più sitratta di comunicati sulle iniziative di tipocultural-popolare (più che altro feste, ricor-renze, sagre, corse sportive, ecc.) mentrepoco viene diffuso sulle notizie “vere”,quelle che riguardano per esempio i grandiappalti, i ritardi nella consegna delle operepubbliche, e via dicendo. Questo fatto cipermette di chiedere alcuni chiarimenti alSindaco Boccia, partendo dall’incarico af-fidato proprio alla dott.ssa Michela Emili(delibera di Giunta n. 4 del 18 gennaio2011) in qualità di “addetto alla segreteriadel Sindaco”.Noi non sappiamo se la dott.ssa Emili siaiscritta all’Ordine nazionale dei giornalisti,ma una cosa la sappiano: essere addetti allasegreteria del Sindaco (inquadrata nello“staff del Sindaco”) non equivale a svol-gere le funzioni di addetto di ufficiostampa. Ai cittadini la differenza potràsembrare minima mentre per gli addetti ailavori è abissale e qualcuno sembra chegiochi proprio su questo equivoco, aggi-rando in tal modo la normativa sugli ufficistampa pubblici, cioè la Legge n. 150/2000(Disciplina delle attività di informazione edi comunicazione delle pubbliche ammini-strazioni); il Decreto del Presidente dellaRepubblica n. 442/2001 (Regolamento perl’individuazione dei titoli professionali dautilizzare presso le Pubbliche Amministra-zioni per le attività di informazione…); la“Carta dei doveri del giornalista degli ufficistampa” (approvato dal Consiglio Nazio-nale dell’Ordine dei Giornalisti il 26 feb-braio 2002). L’ufficio stampa del Comunedi Rocca di Papa, se esiste (ma riteniamo disì visto che sul sito internet del Comune

tale ufficio figura in modo del tutto evi-dente), per esempio può elaborare sì unarassegna stampa con le notizie riguardantiil Comune (che poi invia ai cittadini) manon si comprende perché debbano esserediffuse solo le notizie che elogiano Sindacoe amministrazione comunale tralasciandotutte le altre (per esempio quelle del Segno)contravvenendo in questo modo al princi-pio basilare della deontologia professio-nale secondo cui “all’interno delleamministrazioni pubbliche” si “opera nellapiena consapevolezza di salvaguardare dueprincipi fondamentali: il diritto delle isti-tuzioni ad informare e quello dei cittadinidi essere informati”. Quindi, come speci-fica la “Carta dei doveri”, bisogna evitare“situazioni di confusione nelle quali il do-vere di informare in maniera obiettiva edaccurata può finire in conflitto con le esi-genze di una informazione personalistica esubordinata all’immagine”. In sintesi: unufficio stampa se redige una rassegnastampa rivolta ai cittadini “deve” tenerepresente il diritto degli stessi a ricevere

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Andrea Sebastianelli

Da sinistra: il nostro direttore Andrea Seba-stianelli, l’addetta alla segreteria del SindacoMichela Emili e, davanti a lei, Valerio Ciaccia

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ROCCA DI PAPA il Segno - Settembre 201120

Continua intensa e con ardorel'attività politica, all'internodella minoranza, per il consi-gliere Danilo Romei. In seno alConsiglio Comunale svoltosi il28 luglio, senza timidezza e conla perentorietà di chi conosceuna sola strada, la buona poli-tica al servizio dei cittadini,Romei ha fatto altre tre interro-gazioni.1. Rocca di Papa conta ormaipiù di 16.000 abitanti. Le far-macie presenti sul territoriosono quattro. La raccolta di far-maci scaduti, come quella dellaraccolta differenziata, va incen-tivata con l’introduzione di unmaggior numero di raccoglitorie con una più assidua presenzadella ditta incaricata allo smalti-mento, perché si evitino situa-zioni di raccoglitori stracolmi.La raccolta differenziata, senza

scendere nella polemica delladifferenziazione di zona, fra ilpaese alto ed il paese basso, ri-guarda qualsiasi tipo di rifiuto, equello dei farmaci scaduti nonsolo è fondamentale per l'am-biente, ma è segno di buona ci-viltà.2. Via Frascati è un lungo par-cheggio selvaggio. Impossibileper i passanti qualsiasi distra-zione nello slalom fra i veicoli,senza il rischio d'esser investitipoiché costretti a camminaresulla strada. Nonostante i moltisegnali verticali di divieto disosta, e qualche rara eccezione,il rispetto del Codice dellaStrada ha ceduto per necessitàad una consuetudine pericolosa.Per la tranquillità dei residenti edei pedoni di Via Frascati è ne-cessaria un'area parcheggio e,all'altezza del fontanile, vi sa-

rebbe lo spazio adatto per la co-struzione di un parcheggio.3. L'illuminazione pubblica. Fradoveri dei cittadini di Rocca diPapa c'è il pagamento dell'illu-minazione pubblica; fra i dirittidegli stessi cittadini c'è la pre-tesa che il servizio funzioni,sempre. Durante i giorni di festapatronale, l'”altare” di SanCarlo era illuminato abbondan-temente. Contemporaneamente,i lampioni di Via Roma veni-vano spenti. E’ possibile sot-trarre una strada dalla suapubblica illuminazione, per il-luminare una festa patronale?Certamente sarebbe un onoreper il roccheggiano donare lapropria luce al santo! Ma, in-vero, è degna quell'Ammini-strazione che elargisce la stessacura al cittadino ed al suo santo. L'impegno del consigliere

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

“Le interrogazioni di Romei sui problemi di Rocca di Papa”

Il Consigliere Danilo Romei

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Caro Pdl che dici, è oradi rimuoverlo lo striscione?

Benvenuti a Rocca di Papa, città dove Garibaldi, Cavour,VittorioEmanuele e Mazzini (rappresentati sullo striscione - vedi sopra)devono ricordare a un candidato Sindaco (che si è fatto sponso-rizzare anche dal Papa) di togliere finalmente quello striscionepassato di moda... e ai proprietari dell’edificio, che ai loro tempile facciate degli immobili erano tenute in ordine per disposizionedi Sua Maestà e la regola veniva fatta rispettare.

(S.R.)

Romei non si è limitato alle in-terrogazioni, ma ha avanzatoproposte. Grazie all'interventodell'On. Erder Mazzocchi, pre-sidente dell’ARSIAL e respon-sabile dei Cristiano RiformistiItaliani nel PdL, la “ciambelladegli sposi” ha ottenuto il rico-noscimento di “prodotto ti-pico”. L'idea di esportare oltre iconfini nazionali i prodotti tipiciroccheggiani, incrementerebbeil turismo e questo, in un sanoeffetto domino, porterebbe allacreazione di nuovi posti di la-voro, di nuovi incentivi per latutela dei beni culturali, di rin-novato entusiasmo per la tuteladi Rocca di Papa.

Emilio Cioran

Page 21: Il Piccolo Segno settembre 2011

DIRITTO di REPLICA 21il Segno - Settembre 2011

Il Direttore risponde

“Bastavadirlo nelcomunicato”

Vi invitiamo prontamentea smentire quanto dichia-rato nel box a pag. 12 (sulSegno di luglio-agosto2011, n.d.d.) in meritoalla delegazione che loscorso 3 luglio ha preso

Gentile Sindaco,in merito alla Sua retti-fica ritengo doverLe ri-cordare che non puòessere Lei a dire al diret-tore responsabile di unperiodico che cosa scri-

parte all’ordinazione di Padre PierfilippoGiovanetti a Toledo. Si tratta di una considerazione puramentepersonale e priva di fondamento che of-fende tutti coloro che hanno voluto parte-cipare all’evento per far sentire la propriavicinanza al nostro concittadino, e che co-munque non dovrebbe trovare spazio sulVostro mensile. In merito ci preme quindi sottolineare chetutta la delegazione che ha preso parteall’evento lo ha fatto a titolo puramentepersonale, senza attingere in alcun modoalle casse comunali, così come in qualsiasialtra visita istituzionale, tra cui le più re-centi a Montecosaro e a Landsberg AmLech. Non solo, poiché conosciamo fintroppo bene il difficile periodo che stiamovivendo, segnaliamo che le spese di rap-presentanza, nell’ultimo anno, sono statedrasticamente diminuite, passando da euro13.400 nel 2010 a euro 2.551 nel 2011. Vi invitiamo, in futuro, a voler prestaremaggior attenzione al contenuto degli ar-ticoli da Voi pubblicati e ad accertare pre-ventivamente la realtà dei fatti. Certo di aver sufficientemente chiarito itermini della vicenda invio distinti salutie resto in attesa della pubblicazione dellarettifica.

Il SindacoPasquale Boccia

Il Sindaco ci scrive

“A Toledoa spesenostre”

soggiorno saranno a carico personale,tutti (giornalisti e cittadini) sono legitti-mati nel ritenere che i costi siano a caricodell’ente pubblico. Quindi, in conclusione, non capisco checosa ci sia da rettificare. La Sua non è unarettifica ma una spiegazione che ci hagentilmente fornito semplicemente per-ché lo avevamo chiesto noi stessi nell’ar-ticoletto, concludendolo con la frase:“Restiamo in attesa di sapere com’è an-data”. Resta il fatto che questa Sua risen-tita rettifica non ci dice da quanti membriera composta la delegazione istituzionale.Circa le spese di rappresentanza, Lei leavrà sicuramente tagliate ma crediamoche a queste voci di spesa Lei debba ag-giungere anche quelle per la Sua porta-voce, dott.ssa Emili, che per contrattocura per Lei le attività di rappresentanza.Senza tener conto che fino a pochi mesifa il Suo staff era composto anche da unaltro professionista apprezzato, ValerioCiaccia, che per molti anni si è occupatodel Suo ufficio. La saluto cordialmente.

Il Direttore ResponsabileAndrea Sebastianelli

vere e che cosa no, di che cosa debba onon debba occuparsi. La libertà di stampafortunatamente è tutelata non solo dallaCostituzione ma anche dalle leggi che neregolano la materia. Un Sindaco che par-tecipa con una delegazione civica, annun-ciata peraltro da un vostro comunicatostampa, è motivo di interesse pubblico e,come tale, ne abbiamo parlato (si chiamadiritto di informazione e di critica e, anchequesto, è garantito dalla legge). Era deltutto legittimo, da parte nostra, porre deisemplici interrogativi. Nell’articoletto inquestione, infatti, non abbiamo scritto chela delegazione “è” stata spesata dai con-tribuenti, abbiamo semplicemente postola domanda. Ora Lei ci informa che la de-legazione si è spesata da sé (cosa che noistessi abbiamo supposto concludendo iltrafiletto con la seguente frase: “Se inveceil Sindaco e gli altri hanno pagato viaggioe soggiorno di tasca propria non avremonulla da eccepire”). Sarebbe stato suffi-ciente, per evitare equivoci e interrogativi,scriverlo all’interno del comunicatostampa predisposto dal Suo ufficiostampa. Gentile Sindaco, se un Comune comunicaufficialmente alla stampa che una delega-zione cittadina guidata dal Sindaco si re-cherà in un determinato luogo, e nonviene specificato che i costi di viaggio e

Il Sindaco a Toledo con Padre Pierfilippo

e la sua famiglia

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il Segno - Settembre 201122

di Rita GattaNel cuore antico della nostracittà, tra viuzze di basalto emuri che si spalmano su colatelaviche, si può percepire nel-l’aria un profumo di pane e di

dolci che invita a seguirne la scia. Pocolontano da Piazza Vecchia (Piazza XXSettembre), dirigendosi verso il Carpino(Piazza Valeriano Gatta) si incontra, sa-lendo sulla destra, un piccolo forno. Dipoco si discosta, la visione che gli occhicolgono guardando verso l’alto, da quellache documentano le antiche immagini chesi trovano nei libri su Rocca di Papa: iltempo pare aver solo sfiorato via dellaCava, proprio là dove ancora oggi è pos-sibile acquistare, oltre a pane e pizza, ot-timi dolci, comprese le rinomateciambelle degli sposi.Il nome confidenziale che tutti i Rocche-giani condividono è un allegro scioglilin-gua: ‘Gnese ‘e Rosarella. Lo ascoltano elo pronunciano divertiti i miei amiciquando li accompagno a visitare il centrostorico della mia città, neammirano il vicino mura-les di Miro Fondi che im-mortala il vecchio forno elo ricordano entusiastiquando poi degustano iprodotti tipici che hannoacquistato. Lo gestiscel’infaticabile SilvanaFondi e in un attimo disosta, gentilmente mi rac-conta e scioglie i miei in-terrogativi, rivelandomiqualcosa che non avreimai immaginato: un le-game affettivo talmenteforte che travalica la pa-rentela di sangue e si ce-menta addirittura nelnome. Al tempo dei bisnonni dell’attuale pro-prietaria, il negozio non era là: si trovavain Piazza Vecchia, la prima porta che sinota sul muro a sinistra dell’antica fon-tana in pietra sperone. Me la indica pro-prio la mia narratrice su un bel plasticoche fa da ornamento nel suo negozio. E làlavoravano Giuseppe Fondi e la moglieLuisa Gatta, i nonni di Silvana. Il destinoha voluto che in seguito ad una forte agi-tazione dovuta a un diverbio con unacliente, la povera Luisa morisse, proba-bilmente di infarto, lasciando il vedovocon tre bambini; tra essi Silvio, il papà diSilvana. Giuseppe convolò a secondenozze con una donna che ha saputo amare

lui e i suoi figli,una persona che hapreso in mano lasituazione e non siè mai tirata indie-tro, neanche da-vanti alle tantedifficoltà: RosaGabrielli. Questapersona ha saputofarsi amare da tuttial punto che il suo nome è rimasto legatoa quello di colei che poi sarebbe divenutala nuora, Agnese De Luca, moglie di Sil-vio. Insieme molto hanno saputo dare aquella che oggi è ancora adesso un’atti-

vità commerciale fiorente. Prima della secondaguerra mondiale, il fornoera stato trasferito daPiazza XX Settembre inVia della Cava, sotto lagrande casa nella qualeabitavano, dove nonnoGiuseppe anticamente ri-poneva i suoi attrezzi dilavoro e che pian pianoaveva ingrandito. Pur-troppo durante la guerra,imbrogliati da fornitori di-sonesti, con la penuria deidiversi generi di prima ne-cessità, il forno fallì. Nonsi potevano far morire difame i figli: Agnese, chenel frattempo aveva spo-

sato Silvio, prese in mano la situazione econ la suocera cominciò a preparare ecuocere per conto terzi, dolci, pane equant’altro venisse richiesto dalle donnedel paese che sapevano quanto un buonforno a legna ne valorizzasse il sapore e ilprofumo; l’esperienza della suocera conla buona volontà e l’intraprendenza dellanuora: un bel connubio. Le clienti portavano gli ingredienti neces-sari (uova, farina, lievito) e naturalmentela teglia per cuocere, seguendo le preciseindicazioni circa le dosi e le quantità. In-faticabile e sempre disponibile Agnese,dopo aver scritto il loro nome, realizzavadolci che poi cuoceva nel grande forno:

pangialli natalizi, pizze di Pasqua, ciam-belle per gli sposi…In questo modo pian piano la situazioneè gradualmente migliorata e nel 1956Agnese e le tre figlie, Silvana, Anna eLuisa con il loro lavoro hanno riportatoin attivo l’attività iniziata dai bisnonni.Mai però, Agnese ha dimenticato i tempidi magra: nel periodo di benessere, divolta in volta “adottava” persone biso-gnose, alle quali faceva pervenire perio-dicamente pane, pasta, riso. farina,uova, zucchero e, se Natale o Pasqua,anche un pangiallo o una pizza cre-sciuta, tipico dolce pasquale.Il suo era uno sguardo al passato per nondimenticare e, nello stesso tempo, alpresente per offrire con l’esempio, unalezione di vita alle figlie che facevanoda “fattorine”. Attualmente, come giàdetto, è Silvana che gestisce il forno e ilnegozio di alimentari. Convinta ricorda,racconta e con forza ribadisce l’orgogliodi essere parte di una stirpe che non siarrende: quella de chilli de ‘Gnese ‘eRosarella. Proprio quella della bravaAgnese che nella generosa Rosa, “suo-cera e matrigna” dal cuore immenso, hasempre riconosciuto e rispettato leal-mente nobiltà d’animo e disponibilitànell’affetto.

Cultura e

ccoossìì nnaassccee uunnaa ttrraaddiizziioonnee

... dintorni

‘‘GGnneessee ‘‘ee RRoossaarreellllaa,, Nonna Luisa

Nonno Giuseppe

Nonna Agnese e Nonno Silvio

Nonno Giuseppe a 17 anni

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ARTEil Segno - Settembre 2011 23

di MariaPia SantangeliBorn inRocca diPapa, bornin Rocca di

Papa (nata in...) si legge quae là per il mondo nei catalo-ghi delle mostre della nostrapittrice Anna Onesti. Lovedo quasi fisicamente, econ grande senso di legge-rezza e di allegria, il nomedi Rocca di Papa che salta,che zampilla da una nazioneall’altra, da un continente al-l’altro. Sapranno in Estonia,Iran, India, Giappone, Ger-mania, Tailandia dov’èRocca di Papa? Avrannoidea del modo di essere diquesto paese, della casta

A Melbourne e Sydney la mostra dedicata all’Italia

L’arte di Anna Onestisbarca in Australia

In alto e sopra due opere di Anna Onesti

in occasione del 150mo

dell’Unità d’Italia

bellezza dei suoi vicoli antichi? Penso dino, in ogni modo questo nome viene letto,esiste, è lì sulla carta dei cataloghi sfo-gliati da centinaia di persone che hannonegli occhi altri paesaggi, nella mente enel cuore altre culture, sulla bocca altralingua. Mi sento più ricca dentro, piùpiena a pensarci.In questi giorni di settembre le lettere checompongono il nome di Rocca di Papavengono lette in Australia: è in quel lon-tano continente che un’installazione diAnna -divisa in tre sezioni, due a Mel-bourne e una a Sidney- ha inaugurato l’XISettimana della lingua italiana nel mondodenominata “Buon compleanno Italia”, esarà visibile per tutto il mese. La stessa installazione è stata presentatanel marzo scorso presso l’Istituto Nazio-nale della Grafica di Roma in occasionedei festeggiamenti per il 150° dell’Unitàd’Italia.E' stato bello a vedersi. Appena entrati, ilcolpo d’occhio era di quelli che non si di-menticano: 150 aeree lanterne di cartagiapponese Kozo e stecche di bambù, ap-pese al soffitto, ciascuna con una sottilelunga treccia di cotone che scendeva inbasso a renderle più slanciate, tutte isto-riate da segni diversi l’una dall’altra, maunificate nella forma e nei colori dellabandiera italiana, bianco, rosso e verde, intoni soffusi, sfumati.Sarebbe interessante descriverne la lavo-razione e soprattutto tentare di penetrare ilsenso di quanto Anna ha voluto dire conle sue lanterne, ma lo spazio esiguo diquesta pagina non lo consente. Certa-mente sono è un messaggio di luce, di il-

luminazione individuale e collettiva, disperanza per il futuro e nello stessotempo un modo di guardarsi indietro perleggere meglio il passato. Lavoro diemozioni e di mani di donna: la morbi-dezza sensuale della carta, i colori vege-tali naturali, il cotone delle trecce a metrasmettono un sentire al femminile, unfemminile ricco di energia, di creatività,apportatore di luce, aperto al mondo,nella continuità con il passato dei lavoridelle donne.

Il Presidente della Repubblica ha inviatoad Anna i complimenti per il valore sim-bolico delle sue lanterne, uniti agli auguriper l’installazione in Australia. Anchenoi, amici e concittadini, ci rallegriamocon un abbraccio affettuoso. Auguri,aspettiamo in allegra certezza: altre crea-zioni, altre mostre, altri luoghi.

ANNA ONESTI è nata nel 1956 a Rocca di Papa (Roma) e qui attualmentevive e lavora. Si è formata frequentando le Accademie delle Belle Arti diRoma, Urbino e Torino, diplomandosi in Scenografia ed in Decorazione.Ha studiato in Giappone approfondendo le conoscenze relative sia alle tecni-che di fabbricazione della carta giapponese tradizionale che alle antiche pra-tiche decorative legate alla tintura dei tessuti.Le sue opere si compongono di carta, colore, di cose essenziali. La carta èquella orientale che l’artista usa e tinge sfruttando le cangianti possibilitàdei colori vegetali. Le sue opere contengono forme realizzate attraverso pro-cedimenti indiretti come: l’impronta, il ricalco, il frottage, tecniche mutuatedalle esperienze della sua formazione giovanile presso l’ Accademia delleBelle Arti di Roma sotto la guida di Toti Scialoja.Nel 2005 l’artista inizia a creare con le carte orientali gli aquiloni, le sue nu-vole di carta, basando la loro costruzione anche su tipologie derivate daforme tradizionali giapponesi. La costruzione degli aquiloni indirizza semprepiù il suo lavoro verso la ricerca della leggerezza e del movimento. La sua prima mostra personale è nel 1984 a Torino nell’ambito della rasse-gna: “Arti Visive Proposte”, inizia così un’attività espositiva che la porta apresentare i suoi lavori in Italia e all’estero. Ha esposto in Estonia, Germania,Giappone, Iran, India, Tailandia in un itinerario che privilegia l’Oriente sulpercorso delle antiche strade che hanno portato la carta in Europa.

Anna Onesti e la sua vita d’artista

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CULTURA24 il Segno - Settembre 2011

di Loredana MassaroSono articoli e racconti questi itine-rari di viaggio dagli anni ’90 adoggi. Ci portano dalle savanedell’Africa nera alle baraccopoli of-fuscate da fumi di diossina, dal-l’Europa dei vecchi e recenti Statiall’Oriente che distrugge le sue ra-dici, dai ricchi campus degli StatiUniti alle città del Sudamerica checonservano memorie di un passatoprezioso. Attraversiamo le ordinatecittà svizzere e la confusione diTokyo, la povertà di Addis Abeba edi Nairobi e le contraddizioni dellanuova Cina. Si parla molto anchedell’Italia, vista dagli occhi degliIstituti Italiani di Cultura all’estero.Ci offre acute analisi di società eculture in modo da far conoscere

dice l’autrice, per la quale viaggiareè un destino, allenata dalla più te-nera infanzia a girare il mondo, dabambina ha vissuto in Giappone,coniugando libertà e ragione.Per Dacia viaggiare significa en-trare completamente nella menta-lità e nelle usanze delle popolazioniche si incontrano, anche quandoquesto significa cercare di capirepratiche anche atroci e ingiuste. Dalsaper cioè ascoltare, persinoquando quello che sentiamo non cipiace o ci ferisce. La guerra è pre-sente in maniera forte e trasversalelungo l’intero arco del libro, con lesue bombe, le sue folli conse-guenze e le sue tristezze. Accantoad essa, le decine di tentativi che leassociazioni umanitarie, i pacifisti,le donne, le organizzazioni interna-zionali e gli intellettuali fanno nelmondo per arginarne la violenza. Siscopre dai resoconti della Marainiche tante sono le donne nel mondo,attive, caparbie: eppure non ba-stano a praticare la pace. L’osserva-zione costante della donna e dellesue condizioni di vita, sia che vivain uno sperduto villaggio somalosia che si trovi nei Balcani durantel’orrore della pulizia etnica, è il filoconduttore che lega le istantanee diviaggio di una scrittrice che ha fattodella condizione femminile il leitmotiv di tutta la sua opera letteraria.La seduzione dell’altrove dà al let-tore la possibilità di imbarcarsi perun viaggio intorno al mondo senzamuoversi da casa, e ad avere comeunici mezzi di trasporto: immagi-nazione e fantasia.

LL’’aannggoolloo ddeellllaa ssttoorriiaa

di VincenzoRufiniQuando vide lacompleta realiz-zazione la primarivoluzione indu-striale, nell’In-

ghilterra del 18° secolo, vi fu,per conto di una parte dellapopolazione, una sintomaticarivolta tesa a contrastare e inmolti casi ad annullare le con-quiste tecnologiche che la na-scente scienza cominciava amettere a disposizione del-l’umanità. Questo movimentoavversativo del nuovo cheavanzava ebbe il nome di“Luddismo”, da Ned Ludd, ilprincipale promotore della ri-volta; ma in cosa consistevaquesto vento nuovo che spi-rava per sconvolgere antichecertezze acquisite e stabiliz-zate nel corso del tempo?Consisteva nell’invenzionedelle prime macchine impie-gate nell’industria, le quali ri-ducevano drasticamente lamanodopera, agitando lospauracchio della disoccupa-zione e quindi della fame nellepopolazioni direttamente coin-volte nel processo di evolu-zione tecnologica.Questo avvenne più di due se-coli or sono, oggi dopo l’enne-sima rivoluzione tecnologicail fenomeno si è amplificato adismisura, favorito dal terrenofertile della globalizzazioneplanetaria. La tecnologia si affida semprepiù alla robotica, rendendo inmolti casi superfluo l’apportoumano. Ciò genera da unaparte una maggior razionaliz-zazione delle risorse ed unaprogrammazione più determi-nata, dall’altra contribuisce ademarginare sempre più l’ele-mento umano, eliminandolodal processo lavorativo equindi relegandolo ai marginidella vita sociale, costringen-dolo ad un tenore di vita moltomarginale e che elimina dalproprio orizzonte ogni aspet-tativa che la passione elabora.Si assiste così ad una divarica-zione della società umana indue strati: quello minoritariodei fruitori dell’evoluzione

esistenti e rendere partecipel’intera umanità del messag-gio positivo insito nellascienza. Se la tecnologia e lascienza per esteso hanno il re-condito scopo di sollevarel’umanità dal bisogno in ognicampo, sia esso dello scibileche del sociale, allora è prin-cipale dovere di chi gestisce leleve dell’azione governativa

della tecnologia, destinati agovernare la medesima, anchese nella maggioranza dei casiè la tecnologia trionfante arenderli succubi. In ogni casoquesta categoria sociale saràportata a godere dei fruttidell’evoluzione tecnologicanel campo professionale, so-ciale, psicologico. Invece lostrato maggioritario degliesclusi, per nascita, per in-competenza, per questioni

Industrializzazionee disoccupazione

Invito alla letturaSeduzionedell’altrove

l’anima del luogoal di là della ma-schera offerta al tu-rista. “L’esotismopuò essere anchel’altra faccia del-l’odio e della pauraper il diverso”, così

OLINDO D’AMBROGIO Classe 1927 e MARIA TERESA BASILI Classe 1931il 19 Settembre 2011 festeggiano il loro

60° ANNIVERSARIO di MATRIMONIO.

Tanti auguri agli “sposini” dai figli Maria Assunta e Claudio,

da tutti gli altri familiari e dalla redazione del Segno

Nozze di Diamante

geopoli t i -che, ingros-serà semprepiù le filadegli emar-ginati, chepotenzial-mente po-t r e b b ed i v e n i r euna bombaumana ca-pace dis c o n v o l -gere lo sta-tus quosociale equindi po-t e n z i a l -

a b b a t t e r eogni barrierache possa di-scr iminareed escludereuna parteconsistentedell’umanaspecie. Fare inmodo di ren-derla edottadella fun-zione posi-tiva che ilmotore tec-n o l o g i c oesercita, af-finché non si

mente annullare le conquiste acui si è pervenuti.Al fine di depotenziare questaimplosione in fieri è compitoprecipuo delle classi domi-nanti cercare di intraprendereil cammino della diffusione dimassa dell’alfabetizzazionetecnologica, cercando di inse-rire nel cammino della tecnicaogni singolo individuo, al finedi annullare le tensioni sociali

debba più dividerla nella clas-sificazione fatta a suo tempodal semiologo Umberto Ecocon il suo celeberrimo saggio“Apocalittici o integrati”. E sicerchi di parlare sempre piùApertis verbis (con chiarezza)di un’umanità erudita, la qualeabbia in godimento queglistrumenti che rendono opu-lento e sereno il suo camminonel sentiero dell’esistenza.

Acquaforte dedicata a Ned Ludd

Umberto Eco

Page 25: Il Piccolo Segno settembre 2011

25il Segno - Settembre 2011 STORIE

così chesuccede:improvvi-

gianti e i loro sacchi neri sulle spalle, cheritornano ai luoghi consueti per un riposonotturno difficile, in un prato d’erba ver-dastra e malata, sotto giovani pini pa-zienti.

E’

seguo? Ma a cosa servirebbero la lancia e la spadae la bacinella del barbiere come elmo?Ronzinante... poi! Decidere di seguirefantasticando i personaggi evocati da Cer-vantes è un esercizio molto complicato. Ma allora: cosa fare? Getto lo sguardo al di là di un finestronespalancato: collane di gabbiani sfreccianoin volo ruotando su loro stessi. Volano nelsole ormai al tramonto. Poi, in un attimo,si sparpagliano in tutte le direzioni: nonriesco più a seguirli. Sembra che tentinodi impedire, ai merli e alle cornacchie, dioccupare il loro medesimo spazio. Nonsembrano agguerriti: ma sfruttando ilvento, che dal mare soffia ostinatamenteverso terra, riescono a impedire momenta-neamente a quegli estranei l’occupazionedel loro cielo. E mentre, oltre le brevi dune della spiag-gia, in un lampo di luce, intravedo dinuovo il Cavaliere Errante cavalcare stan-camente, mi sorprendo ad osservare unafila di venditori neri con le camice sgar-

er quanto mi sforzi non sento il ca-valcare di Ronzinante, né l’incita-mento del Cavaliere.

Ma allora perché lo intravedo qui, vicinoa me, e lo sento ansimare? Ha gli occhiinquieti, la bocca spalancata come chi at-tende ansiosamente una risposta ad unadomanda, che non potrà mai essere for-mulata. Mi sollecita forse a seguirlo? I gabbiani non lo sanno ma anche essisono dei Cavalieri Erranti nel cielo scu-rito da una notte incombente, su un mareche meravigliosamente spasima, con lesue onde biancastre, contro una spiaggiaormai taciturna.

Giugno 2011

Nota: vedi testo precedente sul “Segno” di dicembre 2010, pag. 21

I L R A C C O N T O D E L M E S E

Serapo 2011di Noga

samente salta fuoridalle pagine dellibro e si mette asedere, stralunato,vicino a me.Come è successo aCetara di Forìo(vedi nota) conFlorentino Ariza.Ma questa volta èil Cavaliere dallaTriste Figura inpersona, è il Cava-liere Errante, se-guito dal suoscudiero SanchoPanza con l’asinoe la sua bisaccia ri-piena di cose, tra-ballante sul basto.Cosa faccio? li

P

Allegria,è tuo figlio che giuoca in giardino.Allegria,è un vecchio che beve ridendo.Allegria,è una giovane donna all’altare, travestita

di sogni.Allegria,è la morte che giunge senza invito,

con passo sereno e sicuro.Allegria,è la guerra che ferma le disfatte.Allegria,è un grande poeta sconfitto e solitario

che fischietta parole assieme al canto dell’upupa.

Allegria,è un Dio che è morto e risorto,

dalla terra al cielo.Allegria,è la speranza del suo ritorno.Allegria,l’allegria sei tu vitadistratta dalla tua stessaAllegria.Dimmi, dove sei Dio?Ho cominciato oggi i miei scavi... riuscirò a trovarti prima che tu trovi me?

*Brano tratto dal romanzo “Io, il nin-nolo di Dio”, 2011, Stefania Colasanti

di Stefania Colasanti

Frammentidi Scrittura

Allegria*

LLaa ppooeessiiaa ddeell mmeesseedi Anna Giovanetti

Dolci ricordi di un’età felice,che tornate sovente nei pensierimondo fatto di sogni e di illusionichissà tristezza allora tu dov’eri?

Caro vicolo angusto e molto anticoche nei miei sogni diventavi il mare,un’isola, un castello, il mondo intero,era ben lungi allor da me pensarecosa la vita fosse per davvero.

Quando i tuoi begli occhi mammavedevo di nascosto velarsi di piantonon capivo allor che cosa fossema crescere credi mi ha insegnato tanto.

E mentre il tempo passa inesorabilee di questa vita scandisce i lunghi giorni,io mi domando incredula ed assentedolce infanzia passata perché più non ritorni?

Ricordi d’infanzia

Prenderà il via dal prossimoottobre il CORSO di YOGAcondotto da Ilaria Cusano

Si terrà tutti i giovedì alle ore 18.00 presso

il Centro Olistico So.Ben., Via Pompeo Magno n. 34, Albano Laziale (RM).

Il 29 settembre (sempre alle ore 18.00) si svolgerà

una lezione di prova gratuita.Per info e iscrizioni: Ilaria, 327.857.64.51,

[email protected],www.shaktilandia.blogspot.com

(pagina YOGA)

Page 26: Il Piccolo Segno settembre 2011

MUSICA e DINTORNI il Segno - Settembre 201126

Appena archiviata la quattordicesima edi-zione della Marathon dei Colli Albani-LaVia Sacra, suggellata dalla vittoria del-l’instancabile Marzio Deho (Cicli Olym-pia), lo staff del Biciclo Team New Limitsgià pensa alla prossima che si terrà dome-nica 13 maggio 2012 con due date di ri-serva per il mese di giugno secondo leregole del calendario nazionale previstedalla Federazione Ciclistica Italiana. Un passo indietro sulla Marathon dell’8maggio scorso: “Abbiamo dimostratogrande capacità organizzativa e siamo riu-sciti ad ottenere un risultato brillante con958 bikers alla partenza. Non abbiamofatto mancare nulla ai partecipanti e alpubblico presente dal punto di vista logi-stico e dell’accoglienza all’interno delCentro Equestre Federale dei Pratoni delVivaro segno di enormi capacità e profes-sionalità. Per il prossimo anno tante sa-ranno le novità alle quali stiamo giàlavorando sodo. Vi aspettiamo su percorsitecnici, divertenti e alla portata di tutti”hanno affermato congiuntamente gli or-ganizzatori Fabio Ottaviani, Luciano

Caucci, Federico Campoli e Wander Tri-carico. Nel 2012 sarà la quindicesima edi-zione della manifestazione che continuerànel segno della tradizione e dell’innova-zione proponendo come quest’anno quat-tro percorsi.Escursionistico: tutto su Monte Artemi-sio; misurerà 22 chilometri e 480 metri(dislivello 640 metri, 40 in più rispetto al-l’edizione precedente) aperto anche allecategorie esordienti FCI. Short: tutto su Monte Cavo; misurerà30,640 chilometri e 840 metri di dislivelloaperto anche agli escursionisti e alle ca-tegorie allievi FCI con l’ascesa della ViaSacra. Sono stati introdotti due nuovitratti di single track dopo 9 chilometri chetoglierà il poco asfalto prima della ViaSacra mentre il secondo al rientro finaleche copierà in parte la recente cross coun-try dei Colli Albani evitando così anchel’asfalto della località di Vivaro che nelleedizioni precedenti ha creato qualchelieve problema di sicurezza.Point to Point: sarà la somma del chilo-metraggio del percorso escursionistico e

Retrospettive musicalidi Massimo Onesti

sicale del rock si sposi con latradizione, soprattutto europea,proveniente dalla melodia edalla musica classica, affinan-dosi quindi nella qualità tecnicadelle composizioni ed elevan-dosi anche nei contenuti e neitemi trattati cosicchè da questacommistione nasceranno capo-lavori assoluti e che rimarrannoper sempre unici nella storiadella musica di questa nostraera e che quindi faranno sì diportare gli ascoltatori verso di-mensioni più elevate e pro-fonde rispetto alle semplicitàdella forma-canzone. Molti sono i gruppi che,ognuno a modo loro, percorre-

ranno strade nuove e ai confinidel rock per esplorare mondipiu' complessi e vari e fra que-sti uno di essi si distingueràparticolarmente per certe at-mosfere dolci, melanconiche eoniriche e che già dalla sceltanel nome dei Genesis fannopresagire una certa propen-sione al mito, alle tradizioni,all’esoterico, al sacro e al loroprimo album From Genesis toRevelation, pur se grezzo e in-genuo come lo può esserequando una band di ragazzi di18-19 anni affronta temi comealcuni passi della Bibbia, mettein luce le potenzialità creativedi questo gruppo che esplode-

L’ascolto sacrale della musica,l’ascolto intimo e in comunionecon la propria anima bisognadire che forse è una compo-nente essenziale dell’uomocome ci fosse un bisogno pri-mordiale e necessario che cispinge a doverci raccogliere,anche per pochi istanti, in noistessi, aiutati dall’accompagna-mento della melodia delle noteper poi allontanarci, per questibrevi e intensi attimi, dal fra-stuono e dal tourbillon dellapropria quotidianità… e così ilrockn’roll che dai suoi esordiaveva tutti altri intenti, soprat-tutto nato per far ballare e farmuovere gli ascoltatori, sievolve stagione dopo stagione,anno dopo anno, in un susse-guirsi frenetico di stili, di mode,di generi che iniziano a intera-

GGEENNEESSIISS//11SE IL ROCK SI TINGE DI MAGIAE DI FIABA

ranno in tutto il loro splendoresoprattutto dal loro secondoalbum quando, forti dell’in-fluenza dei King Crimson cheapriranno le porte del progres-sive, potranno così lanciarsi acapofitto verso quel sound in-triso di magia, di fiaba, di mi-stero, di sogno e in cui saremotrascinati, oltre che dal per-fetto e morbido intreccio so-noro delle chitarre, delletastiere, del drumming raffi-nato e preciso, soprattutto dallavoce particolarmente sugge-stiva piena di pathos e capacedi continue trasformazioni,come se fosse plasmata colmondo onirico che descrive,ora come guida narrativa orairrompendo improvvisamente,ergendosi a protagonista edando così vita alle maschereche affollano le sue storie equindi viene fuori una parteancora più importante, perquanto riguarda i Genesis, eche ne andrà a costituire unacaratteristica fondamentale eche li accompagnerà fino al-meno che Peter Gabriel faràparte dell’ensemble e sarà illoro live act, in cui Gabriel in-carna perfettamente il ruolo daGrand Guignol del Rock contravestimenti e capacitàespressive mimiche che ren-dono ancora più affascinanti lestorie allegoriche del gruppo.

1/ Continua

gire con la società tantoche i semi gettati produ-cono sviluppi nuovi einaspettati e forme mute-voli e varie si sviluppanonel mondo della musicae se la peculiarità delrocknroll era stata quelladi aver attinto dal blues edal country ora, che conil prog nuovi squarci sisono aperti, è come sequesta nuova forma mu-

della short che misurerà 53 chilometri e120 metri con 1480 metri di dislivello.Marathon: oltre alle varianti dei percorsiprecedenti, avrà una nuova bellissima di-scesa con soli 25 metri in più di dislivello.Il chilometraggio salirà a 77 chilometri e870 metri con un dislivello superiore ai2000 metri, precisamente 2085.

Luca Alò

Già al lavoro per la XV ed. della “Marathon Colli Albani-Via Sacra” del 2012

Nel segno della tradizione

L’arrivo di Marzio Deho all’ultima edizione della Marathon

Page 27: Il Piccolo Segno settembre 2011

RIFLETTORI 27il Segno - Settembre 2011

Santoro va via...al suo posto tutti gli

uomini del presidente

Come previsto, in un modo onell’altro, Santoro e il suo An-nozero, sono stati cancellati dalpalinsesto Rai. All’inizio La7sembrava volesse fare pontid’oro per avere gli epurati dellaRai, e tutti quei programmi opersonaggi che disturbavano il“ducetto” di Arcore. Il Cava-liere, si sa, oltre ad essere pro-prietario di tre reti private, daanni per interposta persona, è ilpadrone assoluto anche dellatelevisione pubblica. Le contro-figure di Emilio Fede a suon dimilioni (vedi Minzolini) coiloro editoriali, vogliono farcicredere che il pover’uomo nonè colpevole di niente, se non delsuo buon cuore. A reti unificate,

e a tutte le ore, i suoi “miraco-lati” ci ricordano la sua bontà…Ruby non era una escort mino-renne ma la reincarnazionedella piccola fiammiferaia, cosìcome tutte le splendide e gio-vani ragazze da lui mantenuteerano solo liceali che di giornostudiavano e di notte andavanoa ripetizione da lui... per nonparlare dell’On. Minetti chenoi, e dico noi, manteniamocon quindicimila euro al mesesolo per aver pulito i denti alcaro premier (chissà quanto glidolevano!). Poi ci sono le famiglie biso-gnose, come quella di Taran-tini, ventimila euro al mese e lamogliettina si lamentava che

di Daniela Di Rosa

erano pochi... sa, ci sono duebambini, e noi gente comunesappiamo quanto costano i figli,infatti l’Italia è a crescita zero,non ne facciamo più! Eppoi èsolo un caso che Tarantini pre-sentasse a Berlusconi solo gio-vani prostitute o le belle moglidei notabili di Bari. Tempo fa,una donna disoccupata, con duefigli e lo sfratto di casa, scrisseal premier per avere un aiuto, ri-spose un suo segretario, dicen-dole che il premier non puòaiutare una singola persona…poi si scoprì che la donna avevaquarant’anni e non era bella,forse doveva mandargli la fotodi sua figlia sedicenne! Tor-nando a Santoro mi chiedo:come è stato possibile che mi-lioni di spettatori non potrannopiù vederlo in Rai? Perché La7voleva offrirgli un contratto ca-pestro? E’ possibile che Tron-chetti Provera abbia ricevutopressioni? E di che tipo? E’ unaquestione di pubblicità negatasulle reti Mediaset oppure c’èqualche misterioso dossier ingiro? Quello che so è che la Raiquest’inverno sarà colonizzatada “tutti gli uomini del presi-dente” titolo di un vecchio filmamericano, il presidente in que-stione era Nixon che fu costrettoalle dimissioni... speriamo suc-ceda così anche da noi!

ilTocco

Quali sono i gustidella grattachecca?

L’ascolto del minore vittima diabuso in sede processuale ri-chiede una competenza profes-sionale specifica, diverse sonole risorse umane impiegate alloscopo e le modalità adottate,che possono determinare un ef-fetto positivo per la vittima (ilracconto dell’esperienza trau-matica può scaricare l’angosciaad essa associata) oppure un ef-fetto negativo (il rievocare ri-cordi penosi può essere vissutocon sofferenza e può rappre-sentare una nuova “violenzapsicologica” per il minore).Sono numerose le ricerche cheevidenziano i rischi di “vitti-mizzazione secondaria” per lavittima, successivi all’abusosessuale, correlati al numero diinterventi da parte di tantiesperti, a volte in manieratroppo invasiva, in aggiuntaallo stress della testimonianzain un’aula giudiziaria. Il bam-bino abusato, spesso è il testi-mone chiave, se non l’unico,nei casi di violenza sessuale, fi-sica, psicologica, domestica, haquindi un ruolo estremamenterilevante, ma non va mai di-menticato che in quanto sog-getto in età evolutiva,attraversa un periodo delicatodel suo sviluppo psicofisico.Emerge pertanto l’importanzadi utilizzare tutte le accortezzenecessarie nella raccolta dellatestimonianza, evitando l’inte-razione del bambino con troppefigure estranee, e il contatto vi-sivo con l’abusante, e co-struendo un procedimentoprobatorio speciale, per evitar-gli il trauma di comparire inun’aula giudiziaria. Occorreevitare gli errori che si sono ve-rificati nel caso di Rignano Fla-minio (sui “presunti” abusiavvenuti nella scuola materna«Olga Rovere») perché pos-sono inficiare le testimonianzedelle piccole vittime.

Per scrivere alla Dott.ssa Benelli: [email protected]

Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli

LL’’aannggoolloo ddeellllaa ppssiiccoollooggiiaa

diErmannoGatta

All’Università “La Sapienza” di Roma, entri solo se sai comesi fa la “grattachecca”. Sembra assurdo, ma nei test per accederealla formazione della professione sanitaria è apparsa questa do-manda: “Nei pressi del noto liceo Tacito di Roma si trova lagrattachecca di Sora Maria, molto nota tra i giovani romani. Sa-presti indicare quali sono i gusti tipici serviti? Menta, limone,amarena, cioccolato...”. L’Udu (Unione degli Universitari), tu-telerà gli esclusi ritenendo “inaccettabile” il quesito. “Come sipuò pensare che per accedere si debbano sapere le specialità diun chiosco romano? Come può uno studente di Genova, Mi-lano, Reggio Calabria o Cagliari sostenere il test senza aver lapossibilità di conoscere già una risposta del test?” dice il coor-dinatore nazionale dell’Udu,Michele Orezzi. Sul web appaiono proteste deltipo “…è assurdo che mettanouna domanda del genere in untest! Non è cultura generale...non posso essere giudicato inbase alla mia conoscenza deipaninari e grattacheccari diRoma!”. La protesta corre sulweb. Su facebook si è scatenatala rabbia dei partecipanti. Per lacronaca nel test oltre ai quesitiscientifici, c’erano anche do-mande su Vasco Rossi e la suasalute, su Peter Pan, su BenitoMussolini prigioniero sull’isoladi Ponza, su Bill Clinton e loscandalo Monica Lewinsky.Ma la domanda sulla gratta-checca è stata… insuperabile!

La Pulce

L’ascolto delminore abusato

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il Segno - Settembre 2011 Ultima pagina

Caro, belloautunnoCon questo numero si conclude la pas-seggiata del maestro Carfagna allascoperta dei nuovi murales di Rocca diPapa. L’ultima arrampicata nel cuoredel centro storico riprende da Piazza Vecchia il cui selciatoè stato risistemato di recente. Da qui bisogna prendere a si-nistra via Achtermann, una breve salitella dedicata allo scul-tore tedesco dell’800 che si stabilì proprio da queste parti.Alla fine di questa via si arriva in piazza del Crocifisso dovesi può ammirare la bellissima chiesetta che fu anche la primaparrocchia dei roccheggiani. Qui potrete riposarvi un po’,godere del panorama mozzafiato e ammirare il murales com-posto coi colori titpici dell’autunno, con l’ocra che prende ilsopravvento sul verde. Questa stagione, l’autunno, è forsequella che meglio descrive la storia e le tradizioni di Roccadi Papa e infatti le autrici del dipinto, Danira Sciamplicottie la figlia Clementina, hanno tratto ispirazione proprio daquesto utilizzando i colori dei nostri castagneti. Le foglie dicastagno, grandi e cariche di energia, sono poste ai piedidegli alberi stilizzati che trasmettono quella sensazione chesolo il bosco sà dare. Non potevano mancare le tipiche casta-gne di Rocca, le rocchiscianelle, piccole e saporite. Le nostre due artiste hanno dovuto faticare più degli altri es-sendo questo il murales più alto e arduo da raggiungere maalla fine la loro passione ha prevalso regalandoci un dipintodavvero particolare. Ora l’amministrazione comunale, pervolontà del Sindaco Boccia e dell’Ass.re alla Cultura, stacontinuando nella sua idea di rilanciare i murales e infattiuna “squadra” di artisti proprio in questi giorni ne sta prepa-rando degli altri. Abbiamo il sospetto che le passeggiate diCarfagna, seguendo la scia dei murales, proseguiranno an-cora per molto tempo!

il Segnodei tempinei disegni del Maestro Franco Carfagna

LLeetttteerraa ssuullllaa ppaaccee

Quello che segue è il testodella “lettera aperta” che 4Presidenti di Regione (tra cuiVendola), 9 Presidenti diProvincia (tra cui Zingaretti)e 21 Sindaci d’Italia (tra cuiquelli di Napoli, Cagliari,Milano, Torino e Assisi)hanno scritto ai loro colleghiinvitandoli alla “Marciadella Pace Perugia-Assisi perla fratellanza dei popoli” chesi terrà domenica 25 settem-bre. E’ un appuntamentomolto importante poichèquest’anno ricorre il 50mo an-niversario dalla prima mar-cia organizzata da AldoCapitini il 24 settembre 1961.

Caro Sindaco, caro Presidente,domenica 25 settembre 2011 sisvolgerà una nuova edizionedella Marcia per la pace Pe-rugia-Assisi. Una edizionespeciale convocata a cin-quant’anni dalla prima orga-nizzata, nel nome della

nonviolenza, da Aldo Capitini.Noi ci saremo e ti invitiamo apartecipare coinvolgendo i tuoiconcittadini, i giovani e lescuole della tua comunità. Perlungo tempo le questioni dellapace e della guerra sono stateaffidate esclusivamente ai go-verni e alle diplomazie interna-zionali. Ma oggi apparechiaro che la costruzione diun mondo più giusto e soli-dale richiede l’impegno ditutte le istituzioni, compresele nostre.Le città sono il posto dove siscaricano tutte le tensioni e iproblemi irrisolti del mondo.La crisi globale è già entratanelle nostre città seminando in-sicurezza e incertezza in parti-colar modo tra i cittadini piùvulnerabili. E’ dunque innanzi-tutto nelle città e nei governilocali dove dobbiamo cercarele risposte più concrete ed ef-ficaci ai problemi locali e glo-bali che ci stanno investendo.Costruire la pace a partire

dalle nostre città vuol direper noi impegnarci a co-struire una città dove, in-sieme ai cittadini, siapossibile assicurare il pienorispetto dei fondamentali di-ritti umani, consentendo atutti di vivere bene, in pace congiustizia. Nelle nostre cittànessuno si deve sentire abban-donato o escluso.Per questo, noi ribadiamo chele città, cuore vitale dell’Italia,e i governi locali non devonopiù essere bersaglio di tagli in-discriminati di risorse ma i luo-ghi dove più si investe percercare la via di uscita più ra-pida ed efficace dalla crisi.Come ci ha testimoniato il Sin-daco di Firenze, Giorgio LaPira, le città dei diritti umanihanno le porte, il cuore e gliocchi aperti sul mondo. Solocosì, attraverso l’incontro, loscambio e la collaborazione trale città di tutto il mondo, saràpossibile promuovere anche losviluppo e il benessere delle

nostre comunità. La domandadi libertà, giustizia e democra-zia esplosa in tanti paesi delMediterraneo e del MedioOriente rappresenta per l’Italiae per le nostre città una straor-dinaria opportunità che nonpossiamo permetterci di spre-care.La via della pace e dello svi-luppo passa dunque per lenostre città e per i pro-grammi di solidarietà e coo-perazione che riusciremo adalimentare contro la miseria,le guerre e le violazioni deidiritti umani, per la difesadei beni pubblici globali, perla legalità e la giustizia, checostruire un’Europa e un Me-diterraneo di pace in un mondopiù giusto per tutti. Con questo spirito ti chiediamodi aderire e partecipare allaprossima Marcia Perugia-As-sisi e rinnovare insieme a tantinostri cittadini l’impegno dellenostre città per la pace e la fra-tellanza dei popoli.

Marcia per la pace Perugia-Assisi del 25 settembre 2011