Il Piccolo Segno settembre 2012

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Anno XI, n. 9 - Settembre 2012 PICCOLO il Segno I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche, hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore. Art. 54 della Costituzione ...quello che gli altri non scrivono... Rita Gatta a pagina 32 Segue a pagina 16 La nostra storia/1 Ciabattini di una volta Lettera ai Sindaci del Parco di Enrico Del Vescovo e Franco Medici* La recente vittoria di Italia Nostra Castelli Romani al Consiglio di Stato nella causa a di- fesa del Piano d’Assetto del Parco Regionale dei Castelli Romani segna un momento decisivo per la salvaguardia del nostro territorio. A seguito delle sentenze 3157 e 3158 del 14 giugno 2012 da parte del Consiglio di Stato, viene ribadito un principio fondamentale della tutela delle aree protette: il Piano d’As- setto di un Parco è uno stru- mento a valenza urbanistica sovracomunale e prevale sui Piani Paesistici Regionali. 17mila abitanti. Record vicino A pagina 29 Protezione Civile Galà della solidarietà Parla Danilo Romei A pagina 26 Impediamo la vendita dei boschi pubblici Centro Anziani di Rocca di Papa Malumori Tra bilanci mancati e polentate Tutti alla Foresta paga la Regione A pagina 11 Sergio Rasetti alle pagine 22 e 23 Se non ora ...quando? Centro Storico e commercio Alle pagine 13 e 15 12 mesi di opere incompiute A pagina 14 A pagina 19 A pagina 17 Nel paese delle false promesse A pagina 18 Lina Furfaro a pagina 33 Poeti dei Castelli Dialetti a confronto mensile indipendente 40 PAG I N E!

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Il Piccolo Segno settembre 2012

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Anno XI, n. 9 - Settembre 2012

PICCOLOil Segno

”I cittadinicui sono

affidate funzionipubbliche, hanno ildovere di adempierlecon disciplinae onore.

Art. 54 dellaCostituzione

“......qquueelllloo cchhee ggllii aallttrrii nnoonn ssccrriivvoonnoo......

Rita Gatta a pagina 32

Segue a pagina 16

La nostra storia/1Ciabattinidi una volta

Letteraai Sindacidel Parco

di EnricoDel Vescovoe Franco Medici*La recente vittoriadi Italia NostraCastelli Romani alConsiglio di Statonella causa a di-fesa del Pianod’Assetto del

Parco Regionale dei CastelliRomani segna un momentodecisivo per la salvaguardiadel nostro territorio.A seguito delle sentenze 3157e 3158 del 14 giugno 2012 daparte del Consiglio di Stato,viene ribadito un principiofondamentale della tutela dellearee protette: il Piano d’As-setto di un Parco è uno stru-mento a valenza urbanisticasovracomunale e prevale suiPiani Paesistici Regionali.

17mila abitanti.Record vicino

A pagina 29

Protezione CivileGalà dellasolidarietà

ParlaDaniloRomei

A pagina 26

Impediamo la vendita dei boschi pubblici

Centro Anziani di Rocca di Papa

MalumoriTra bilanci mancati e polentate

Tutti alla Forestapaga la Regione

A pagina 11

Sergio Rasetti alle pagine 22 e 23

Se non ora...quando?

Centro Storico e

commercioAlle pagine 13 e 15

12 mesi di opere

incompiuteA pagina 14

A pagina 19

A pagina 17

Nel paese dellefalse promesse

A pagina 18

Lina Furfaro a pagina 33

Poeti dei CastelliDialettia confronto

mensile indipendente 4400 PPAAGGIINNEE!!

ATTUALITA’2 il Segno - Settembre 2012

Spesso anche i giornalisti partono a razzo per poi frenare bruscamente

Mordersi la lingua prima di parlare ma i politici non impareranno mai!

il Segnoorgano mensile

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di Bruno FontanaNon permettetealla lingua di ol-trepassare il pen-siero, scriveva

Anton Cechov. A chi di noinon è mai successo di lasciarsiscappare parole che nonavremmo mai voluto pronun-ciare? E se la figuraccia poicapita non più nel privato maa livello pubblico, le conse-guenze possono essere defla-granti, e in più producono uneffetto boomerang. Che sitratti di un’uscita infelice od’una vanteria fuoriluogo. C’èchi magari lascerebbe volen-tieri un pezzo di lingua algatto, se potesse tornare indie-tro e rimediare. Gaffe, battuteinfelici e fandonie sparate avanvera fanno parte del nostrovivere quotidiano. Pertanto chiè più ciarliero rischia più deltaciturno di cadere nella trop-pola della lingua più velocedel pensiero (mio dio, mi èscappato, non volevo!). Gli In-diani d’America, poco loquacidi natura, giudicavano conspregio la lingua biforcuta deibianchi, così linguacciuti

anche da sobri. Tra sbuffi dicalumet, segnali di fumo,segni della mano e qualchehug, difficile che dicessero unaparola di troppo. Il nostro è un paese che hasempre avuto tendenze autole-sioniste dove i gaffeur di rangonon mancano. Ne abbiamoavuto uno di recente, che an-cor’oggi tenta di superarsidopo essere stato insieme al-l’amico Bush, un campione alivello internazionale di gaffee bluff. Le impennate di esibi-zionismo fuori luogo contrad-distinguono spesso personeche dovrebbero invece averecome primo obiettivo nei mo-menti topici di riflettere re-sponsabilmente prima disparare scempiaggini o inesat-tezze, che finiscono inevitabil-mente nel grand tourbillon delweb e dei mass media che lefrullano a dovere, sparandole aloro volta sugli utilizzatori fi-nali, e cioè noi, lettori e ascol-tatori. Ricordando alcuni casipiuttosto clamorosi di questiultimi tempi uno si chiede,perplesso, se ci pensa già lastampa straniera a denigrarci,perché alimentare la nomea

che ci accompagna, con ilfuoco amico? Se nell’attualecaos e sconforto uomini di go-verno o delle istituzioni se neescono con battute infelici, no-tizie infondate o approssima-tive, che devono poirimangiarsi ingoiando rospiindigesti, ebbene lo spread,questo Molloch dal volto sco-nosciuto ma dall’appetito vo-race, intanto li ringrazia. Ilmondo dell’informazione non

ha una lingua sola ed è difficileche possa mordersela prima dianticiparci notizie ansiogeneche meritano più pondera-zione, ma mettere un frenoall’orgasmo delle breakingnews sarebbe qualche voltaopportuno. Ricordate la bomba davantialla scuola di Brindisi? Nel-l’arco di una mezza giornatasono state coinvolte la mafia,la criminalità organizzata, leBrigate Rosse, gli anarchici in-surrezionalisti, la Jihad isla-mica, poco è mancato cheanche gli alieni fossero tirati inballo. Le notizie allarmistichee abusive sono partite a razzo,per poi ridimensionarsi in unfatto di cronaca molto local,non più terrorismo internazio-nale ma il gesto dissennatod’un paranoico frustato e ven-dicativo. Suggeriamo che nelleredazioni più convulse vengaimposta una pausa di medita-zione. Difficile che un buddi-sta sostenga stoltezze eavventatezze all’insaputa delsuo cervello. Ancora a propo-sito di chi dovrebbe mordersila lingua prima di dare fiatoalle peggiori idiozie, voglio ri-cordare l’ultimo intervento diBossi, ridotto ormai a mac-chietta d’una macchietta “Iladri non sono nella Lega maa Roma”, ha biascicato. Eb-bene questa volta sono partitifischi (vivadio) dalla stessaplatea padana. Hug!

ATTUALITA’ 3il Segno - Settembre 2012

Spesso è il clientelismo accettato a creare sfiducia

Se l’opinione pubblicanon crede più alla politicaA orecchio non c’è una per-sona che apprezza politici,amministratori, dipendentipubblici. Gli anziani, perché ailoro tempi erano più onesti ecapaci; i giovani, perché sisentono derubati di un futurodecente; gli altri perché quellifanno soltanto gli interessipersonali e chi ha il posto fissonon fa bene il suo lavoro, ma èil migliore della piazza se neha un secondo al nero. Sequalcuno fondasse un partitodei critici avrebbe un con-senso del 99%.Il problema è che la contra-rietà viene manifestata sol-tanto a parole. Quando c’è dametterci una firma in calce,una presenza o un discorso uf-ficiale, generalmente il criticosi defila con un leggero battitod’ali. E’ questa l’Italia che cisiamo regalati ed è responsa-bilità di tutti, nessuno escluso.Abbiamo eletto uno, soltantoperché della famiglia, del par-tito o del clan, a prescinderedalle capacità politiche e tec-niche. Abbiamo scelto alloscopo di ottenere favori perso-

nali. Abbiamo tollerato assun-zioni clientelari sperando chesarebbe arrivato il nostroturno. Abbiamo preferito chiprometteva edificazione si-cura, svicolando le più ele-mentari regole urbanistiche.Chi ha presente tutto questo,può trovare i volti dei respon-sabili riflessi in ogni specchiodelle nostre case. Naturalmente molti non hannomai chiesto favori o ottenutoconcessioni fuori delle regole,ma tutti indistintamente sonostati molto tolleranti nell’ac-cettare l’andazzo della cosapubblica. Per quello che ci riguarda davicino, Rocca di Papa è unpaese alle corde. Lo dite tuttiogni giorno. Moltissimi di-chiarano di non aver avuto al-ternativa al momento del voto.Uomini e liste in campo nonerano credibili. La scelta è ca-duta su chi, avendone i mezzi,ripeteva il film di sempre: ma-nifestazioni ricche, slogan az-zeccati, improbabili elenchi dicose ben fatte, facce che rap-presentavano pacchetti di voti

sicuri riscoperte per l’occa-sione. Ma in politica non bastaun personale carico soltanto dipreferenze elettorali. In poli-tica serve chi ha le giuste ideee capacità di attuarle; chi è di-sposto ad essere il primo adare e l’ultimo a ricevere; chinon frequenta sistemi cliente-lari e si oppone a chi vuolefarlo, nelle assunzioni o negliincarichi; chi sposa metodi aldi sopra di ogni possibile dub-bio nell’espletare il suo man-dato popolare. L’entrata in campo di qual-cuno con troppi soldi, l’attac-camento vergognoso apoltrone e incarichi, l’enormedisponibilità di denaro, lecitoe illecito, messa a disposizionedella politica ha fatto degene-rare il sistema. Prendere co-scienza che questo è dipesosoprattutto dalla disponibilità,di noi tutti, a concedere dele-ghe senza poi avere voglia dicontrollare cosa ne fanno i de-legati, è il primo passo damuovere per ricominciare unpercorso virtuoso.

il-sognatore.blogspot.com

Rutelli cerca casa, la cerca enon la trova... Rimasto con lo“0, qualcosa” l’ex Sindaco ra-dicale di Roma, poi capo dellaMargherita, in seguito espo-nente del Pd, successivamenteleader dell’Api (che evidente-mente non è riuscita a spiccareil volo), sta tentando di rien-trare nel Partito Democratico.Rutelli ormai sembra comequelle comete che a distanza ditempo ritornano sulle stesse or-bite. Dopo aver mangiato“pane e cicoria” per tantotempo e visto che nell’Api erarimasto solo il pane, spera ditrovare un po’ di porchetta nelPd. Ma in pensione proprio no?

il pungolo

Rutelli chiede asiloal PartitoDemocratico

“Perchè ringrazio chi paga le tasse”Pago le tasse e sono felice.Perché? Perché ho il cancro. Elo sto curando. Lo sto curandoin una struttura pubblica cheha messo a mia disposizionel’alta qualità scientifica eumana dello staff della “breastunit” dell’azienda ospedalieraMoscati di Avellino. Tutto acosto zero per me e per altrecentinaia di donne indipenden-temente da tutto. Le tasse ga-rantiscono i diritti di tutti.Perciò ringrazio tutti quelliche, come me, le pagano.

Lettera firmataTratta da:

“Lettere a Repubblica” del 21 luglio 2012

ATTUALITA’4 il Segno - Settembre 2012

Alla scoperta del variegato mondo del “volontariato”

La realtà del terzo settorea favore della solidarietà

di Cristiana ZarneriChe cos’è il volontariato? E checosa significa “fare volonta-riato” oggi?In breve:

1) I volontari esplicano la loro azione inmaniera individuale, in aggregazioni infor-mali, in organizzazioni strutturate; purnelle diversità delle radici culturali e/o re-ligiose, la finalità è la costruzione del benesociale per un mondo migliore.2) Il volontariato è azione gratuita, ecco ladiversità rispetto ad altre componenti delterzo settore e ad altre forme di impegnocivile. E’ un do ut des; il volontario traedalla sua esperienza motivo di arricchi-mento e crescita interiore.3) Il volontariato è forma di condivisionecon l’altro, pertanto favorisce la partecipa-zione di tutti allo sviluppo civile della so-

Ci sorridevano, abbraccia-vano, invitavano alle loro ceneelettorali e a quelle degli amicipiù titolati. Sfoggiavano popo-larità per acquisirne altra. Cichiamavamo per nome e cisembrava un privilegio. Era-vamo tutti là per dargli unamano nella difficile scalata perraggiungere importanti incari-chi affinché potessero rappre-sentare con più efficacia lanostra comunità. E vivevamocon trepidazione l’attesa delresponso elettorale (chissà aquanti di noi promettevano fa-vori personali o quanti si chie-devano dove prendessero tuttiquei soldi).Probabilmente non si rende-vano nemmeno conto che cistavano conducendo allo sba-raglio economico, sociale, am-bientale e a detestare politici epolitica. Erano soltanto impe-gnati ad occupare posti dacomprimari e a garantirsi adogni costo uno spazio nel“clan”. Forse il motivo princi-pale è da ricercare in quelloscandaloso sistema di privi-legi, nel quale si trovavano im-mersi, quando le urne

avevano decretatola loro elezione.Certo è che daquel momentoscattava un sensoincontrollabile dionnipotenza. Di-m e n t i c a v a n o ,come d’incanto, ibuoni propositidel politico esor-diente e si impe-g n a v a n o ,unicamente, aconsolidare posi-zioni personali perrestare, se possibile a vita, suquelle poltrone; occupandosimolto poco di leggi e provve-dimenti per far funzionare me-glio il paese.Se non è questo quello chesuccedeva, in che altro modosi può spiegare il fatto che inItalia non c’è nessun settorepubblico o privato che nonsoffra di gravi disfunzioni? Ci hanno regalato così l’Italiadi oggi. L’Ilva di Taranto cheavvelena l’intera città e i suoiabitanti; antenne radiotelevi-sive concentrate a centinaiasulla testa della popolazione;

depuratori che non depuranose non interviene un magi-strato. Hanno distrutto il sognodei nostri nonni e padri che,con la Costituzione, avevanoconsegnato al Paese le regoleindispensabili per una vita ci-vile e democratica. Siamo tuttiprofondamente delusi ma nonabbandoniamoci allo scorag-giamento o peggio al qualun-quismo. Non sarà difficile pernessuno ricordare, al momentoopportuno, chi ha fatto cartastraccia dei nostri diritti e deinostri sogni.

il-sognatore.blogspot.com

La politica si è sempre macchiata di tanti “casi Ilva”

Dai depuratori alle antenne...la storia è sempre la stessa

cietà.4) E’ scuola di solidarietà e concorre a for-mare cittadini responsabili, accresce e va-lorizza il capitale sociale del contesto incui opera.5) Il volontariato è esperienza di solidarietàe pratica di sussidiarietà: opera per la cre-scita della comunità locale, nazionale ed

internazionale, per il sostegno dei suoimembri più deboli, per il superamentodelle situazioni di degrado. Solidale è ogniazione che consente la “fruizione dei di-ritti, la valorizzazione delle culture, del-l’ambiente, del territorio”. Solidarietà egiustizia qui si fondono!6) E’ responsabile partecipazione.7) Il volontariato ha una funzione culturaleponendosi come coscienza critica e puntodi diffusione dei valori della pace, della le-galità, di stili di vita caratterizzati dal sensodi responsabilità.8) Il volontariato svolge un ruolo politico:partecipa attivamente ai processi della vitasociale favorendo la crescita del sistemademocratico; sollecita il rispetto dei diritti,rileva i bisogni, sperimenta soluzioni e ser-vizi, concorre a programmare le politichesociali in pari dignità con le istituzioni pub-bliche cui spetta la responsabilità primariadella risposta ai diritti della persona.Ci impegniamo a voler dare ancor più vocea questa risposta, appoggiando ed intera-gendo con il mondo dell’associazionismo,partecipando fattivamente! Ecco allora chel’idea prima è quella di portare un sorrisonelle case dei bambini malati e diversa-mente abili e negli orfanotrofi. Dobbiamoe vogliamo fare.

La vetta di Monte Cavo

Con una lettera inviata ai Mi-nistri dell’Ambiente, della Sa-lute e delle Politiche Agricolel’On.le Zanoni ha chiesto lacorretta applicazione in Italiadella Direttiva Ue 1999/22sugli zoo recepita ma maimessa in pratica. “A rischio –ha dichiarato l’Eurodeputato –la salute di migliaia di animalie anche le casse dello Statoviste le possibili multe da partedi Bruxelles. Invito le autoritàitaliane ad avvalersi dell’aiutogratuito dell’associazione in-ternazionale Born Free”.Oggetto dell’intervento è statoproprio il recente rapporto del-l’Associazione, il quale ha evi-denziato come il 90% deglizoo italiani non hanno regolarelicenza. Questo nonostante lanormativa Ue sia stata recepitafin dal 2005. Zanoni ricordache il rischio sanzioni è con-creto. “La Spagna è già statasanzionata per il mancato ri-spetto della direttiva. L’Italiadeve capire che recepire le di-rettive Ue sulla carta nonbasta, poi queste devono essereapplicate concretamente”.

Geapress.it

Rischio multe UEZoo italianiquasi tutti irregolari

ATTUALITA’il Segno - Settembre 2012 5

La Commissione Parlamentare d’Inchiesta e le verità taciute dalla politica

Ilva di Taranto, crisi economica figlia del disastro ambientale

di Roberto SinibaldiGli operaid e l l ’ A l c o a(produzione dialluminio inS a r d e g n a )

hanno portato la loro protestasu un silo a 70 metri di altezza,i minatori della Carbosulcis(società della Regione Sarde-gna che gestisce l’ultima mi-niera di carbone attiva nelSulcis e in Italia) sono scesi a400 metri di profondità. Quellidell’Ilva di Taranto non sannobene dove andare, visto cheanche il mare è inquinato.Per l’Alcoa, ABC (ovvero Al-fano, Bersani e Casini) sirammaricano di non aver po-tuto ricevere congiuntamente irappresentanti dei lavoratori,ma comunque hanno“espresso solidarietà e l’ideache la produzione di alluminionon possa finire così.” Unameraviglia.Per la Carbosulcis Il Sole 24Ore titola: “Riparte, ma senzaprogetti. Incertezza assolutasul futuro: non esiste ancoraun piano industriale e tecnolo-gico credibile”. Però il mini-stro Clini dichiara che c’è unimpegno per usare il carboneestratto per produrre energiaelettrica, con un progetto tec-nicamente complesso e tuttoda valutare (il carbone sardoinfatti è a basso potere calo-rico e alto contenuto di zolfo).Per Taranto la politica èstata ancora più evane-scente. A ferragosto il governoaveva intenzione di fare ri-corso alla Consulta per conte-stare i provvedimenti dellamagistratura sull’Ilva, che mi-ravano a bloccare la situazionedi pericolo ambientale, fer-mando la produzione dellafabbrica fino alla sua messa anorma. Il sottosegretario allaPresidenza del Consiglio Ca-tricalà ha spiegato che il go-verno vuole rispettare «lesentenze dei giudici. Però, al-cune volte queste sentenzenon sembrano proporzionaterispetto al fine legittimo chevogliono perseguire e quindinoi chiederemo alla Corte Co-

stituzionale di verificare senon sia stato menomato un no-stro potere di fare politica in-dustriale». Una dichiarazioneun tantinello pomposa, vistoche la politica industriale delnostro Paese ci ha consegnatouna fabbrica che da solaproduce il 10% della dios-sina europea e l’83% diquella italiana (la diossina èuna sostanza altamente cance-rogena). Diossina che nellealtre fabbriche di acciaio dellastessa proprietà Riva, sia inEuropa, sia in Italia, non è af-fatto prodotta perché si usanoprocessi che non ne prevedonola presenza. Senza contare chesono molto meno impattantied energivori. La verità è chea Taranto si produce acciaiocon gli stessi metodi del-l’Italsider del 1960. Sonopassati 50 anni, ma la pro-prietà della fabbrica: i Riva, eprima ancora lo Stato, nonhanno ritenuto necessario ne-anche coprire le montagne dicarbone che, lasciate allo sco-perto, diffondono il micidialepulviscolo che si insinua neipolmoni di tutti, sia di chi la-vora nella fabbrica, ma anchedei bambini che non possonoandare a giocare ai giardinetti.La guerra di cifre, dati, valuta-zioni, ricostruzioni giornalisti-che, come sempre ha resodifficile districarsi in una sto-ria nella quale salute e lavorosono in conflitto da sempre.Nella quale gli operai cheaprono – costretti a farlo – levalvole per rilasciare qualcheveleno nell’aria, sono consa-pevoli che inquinano anche sestessi e le loro famiglie. Machi lavora in fabbrica non puòessere messo sullo stessopiano di chi la dirige, di chidecide processi produttivi,quantità e qualità del prodotto.Per chi guadagna 1.500 euroal mese e lavora all’Ilva, ildilemma è se non lavorarepiù e morire di fame insiemeai propri figli dopo tre mesi,oppure continuare a lavo-rare in un posto simile e mo-rire di cancro dopo unaventina d’anni. Finora tutti,politica e sindacati compresi,

hanno optatoper la secondaforzata scelta.Dopo cin-quant’anni lamagistratura hariscontrato attipenalmente ri-levanti ed è ob-bligatoriamentei n t e r v e n u t a(meglio tardiche mai) e solola Fiom di Lan-dini si è posta afianco dei giu-dici, l’unicosindacato cheevidentementeconsidera la sa-lute almenopari al lavoro.Poco noto equasi per nienter i c h i a m a t odalla stampa èil “Resoconto dell’audizionedella Commissione parlamen-tare di inchiesta sulle attivitàillecite connesse al ciclo dei ri-fiuti”, del Procuratore dellaRepubblica di Taranto, che peril suo ruolo non può certo es-sere tacciato di estremismo(http://www.camera.it/470?stenog=/_dati/leg16/lavori/sten-bic/39/2012/0221&pagina=s020).I reati ipotizzati e su cui ha in-dagato la Procura sono piutto-sto rilevanti: disastroambientale, avvelenamentodi sostanze destinate all’ali-mentazione, violazione dellenorme a tutela dei lavora-tori, oltre ai reati in materia diinquinamento atmosferico eambientale. Quello che dice ilProcuratore lascia davveropochi margini a qualsiasi be-nevola interpretazione deicomportamenti della proprietàdell’Ilva, che negli ultimi de-cenni ha incassato cifre miliar-darie. Eppure pare che ilnostro governo si predispongaa sostenere gli oneri finanziaridegli interventi di risanamentoambientale, mentre l’Ilvacomparteciperebbe solo aduna frazione dei costi da af-frontare.Ma quanto vale la distru-

zione dell’ambiente? E la sa-lute dei cittadini? E il futurodegli abitanti di Taranto? Ele attività tradizionali dellamitilicoltura? Quest’annosono state distrutte 22mila ton-nellate di cozze! Non si capi-sce perché in Francia e inGermania le acciaierie funzio-nano senza tutti questi disastrie in Italia no. Non potremmocopiare e tentare di salvarci, omeglio ancora cambiare larotta della nostra politica indu-striale verso una produzione abasso impatto e tecnologica-mente avanzata come in Coreadel Sud? Costerebbe sempre dimeno dei disastri creati con unindustrialismo antiquato e pre-datorio.E mentre assistiamo a tuttoquesto, la politica blandisce erassicura. I livelli di inquina-mento a Taranto sono sottocontrollo, dichiaravano il mini-stro Clini e il presidente delleRegione Puglia, Vendola, men-tre avevano in mano i docu-menti della Procura cheraccontavano tutta un’altra sto-ria.

Una delle cartoline inviate daVendola per la sua rielezione a

Governatore della Puglia

ATTUALITA’6 il Segno - Settembre 2012

CHIESA E POVERTA’, UNA DISCUSSIONE ATTUALE/4

L’energia di Dio

Chiesa e credenti

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

di Andrea GiacomettiCara Daniela, mi permetto di usare questi toniconfidenziali, visto che ho avutoil piacere di conoscerti. Leggendo il tuo articolo “Il dub-bio chiede risposte, l’obbedienzano”, mi sembra che tu stia par-lando della Chiesa del Medioevo,del tempo delle Crociate, dellaSanta Inquisizione. Sono d’ac-cordo con te, quella Chiesa hacausato molta sofferenza, spe-cialmente alle donne e ha co-struito i prodromi che hannoportato al processo della secola-rizzazione, partendo dall’Illumi-nismo(per certi versi anche dalRinascimento)fino ai giorni no-stri. Il potere ecclesiastico è statomolto fortesulle menti degli indi-vidui, perché s’identificava la pa-rola del sacerdote con la Paroladi Dio.Ancora oggi se ne vedonole conseguenze, nella diffidenzadi molti nei confronti dei preti,diffidenza che allontana anchedalla fede, che non centra nullacon la Religione codificata e rap-presentata dagli uomini.Ritengo, prima di tutto come es-sere liberamente pensante e libe-ramente senziente, e solo dopocome cristiano-cattolico, che Dioesista fin dal Brodo Primordiale,anzi sicuramente lui ne è statol’ingrediente segreto! Penso cheDio non possa essere imbrigliatoin nessuna definizione, in nes-suno schema umano ed è perquesto che ogni Religione ha isuoi forti limiti. La spinta a cer-care Dio è personale e non puòessere uguale per tutti: chi cercadi aiutare gli animali a sopravvi-vere in un mondo sopraffatto dal-l’egoismo dell’uomo, peresempio, sta onorando Dio più dimolti che vanno a messa tutte ledomeniche.Tu, Daniela, sostieni nell’articoloche noi cristiani crediamo senzavoler prove. Ti devo contraddire!Un certo Tommaso chiese leprove direttamente a Cristo, vo-lendo toccare con mano le suepiaghe. Tu mi risponderai cheTommaso, poi divenuto Santo,non è mai esistito, perché fa partedell’intera “favoletta” che partedall’Ebraismo: anche se fossecosì, il personaggio di Tommasosimboleggia che il cristiano nondeve credere e basta, senza alcunsenso critico e obbedire! In talcaso sarebbe un individuo da cu-rare, perché non avrebbe svilup-pato un “Io” sano e funzionante,

sarebbe in balia non solo delle“favolette della Chiesa”, ma diqualsiasi uomo che volesse fre-garlo.A proposito dell’allegoria diAdamo ed Eva: erano liberi difare tutto ciò che volevano,tranne che di “mangiare del fruttodell’albero della conoscenza delbene e del male”, era un divietochiaro, non nascosto. Dio, non hafatto altro che pronunciare un di-vieto, comefarebbe qualsiasi ge-nitore con il figlio piccolo chevolesse toccare il fuoco: glieloproibirebbe senza troppe spiega-zioni! E se il bambino andasse atoccare il fuoco all’insaputa delgenitore, credo proprio che nepagherebbe le conseguenze, noncredi?Ma Adamo ed Eva erano adulti,qualcuno obietterà! Certo, madavanti alla conoscenza del benee del male, cioè davanti all’onni-potenza, che apparteneva solo alloro Creatore, erano fin troppopiccoli! E poi Dio non li mandòmica all’inferno, li mandò a vi-vere la vita che viviamo, piena difatiche sì, ma anche piena digioie, di meraviglie, di animali edi piante, di mari e di deserti.All’inferno ci va solo chi scien-temente decide di andare controDio, facendo tutto il contrario diciò che è a lui gradito, proprio peropporsi a lui!È in questa vita che possiamo es-sere consapevoli di noi stessi equindi giudicare i nostri operati,come tu ben dici nell’articolo.Nell’altra vita, in cui crediamonoi cristiani, non potremo rime-diare ai nostri errori, ma potremoessere soltanto re-inglobati nellamente che ci ha Pensati e poiCreati. Dio è prima di tutto Ener-gia e come tale, si trasforma inun divenire infinito in cui anchenoi siamo presenti, come anchegli animali, le piante e finanche ilmateriale inorganico.C’è un passo nel tuo articolo chedice: “… non ho bisogno di unareligione che mi insegni l’amore,perché è insito in me e in milionidi individui con cui condivido ilsenso della vita…”.Beh, fattelo dire, non c’è altrafrase più significativa che possaesprimere la presenza di Dionella nostra vita di quella che haipronunciato tu: “L’amore è insitoin me…!”.Grazie per gli spunti di rifles-sione che mi hai donatoCon stima.

di Ezio FioreCara Daniela,Ho letto i tuoi (spero non ti of-fenda se ti do del “tu”) articolisul Segno di luglio/agosto, e mitrovo pienamente d’accordo sumolti tuoi punti di vista. Con-danno la denigrazione che c’èstata (e c’è tutt’ora) nei con-fronti della donna, gli erroricommessi dalla Chiesa nel corsodei secoli (parlare di caccia allestreghe è molto riduttivo ri-spetto alle vere mattanze che haordinato la Chiesa di Roma!).Io, ci tengo a precisarlo, sono uncredente non praticante. Credoin Dio (invisibile, come lo haidefinito), credo in Cristo (nato,vissuto, morto e, perché no, ri-sorto, visibile), credo nella Ma-donna, della quale mi sentomolto devoto (visibile), credonei dogmi della Chiesa (beatochi crede senza aver visto! V.G.cap. 20, 19-31). Non credo inmolte delle persone che com-pongono la Chiesa, ai loro mi-sfatti, ai (come li hai definiti tu)loro giochi di potere. Forse è perquesto che mi sono allontanatodalla parte fisica della mia Reli-gione. Quindi come puoi notarenon tutti i credenti sono obbe-dienti passivi.Naturalmente non ti scrivo soloper appoggiare e sostenere le tueidee (sarebbe oltretutto banale),ma perché ho letto nei tuoi arti-coli alcuni passi che mi hannolasciato un po’ perplesso, pernon dire sconcertato. Pensareche lo scopo unico di una qual-siasi Religione sia quello di sot-tomettere gli umili (ho usato letue parole) è non solo offensivo,ma è parlare tanto per… Sonodiscorsi che uno si potrebbeaspettare da, boh non so chi (pernon offendere nessuno), non dauna persona erudita come te! Seuno conoscesse la storia della

Religione Cristiana, saprebbeche quando è nata chi la soste-neva non aveva nessun potere,nessuno da sottomettere e ri-schiava di andare incontro aduna morte atroce, perché mi-nava il potere di un Impero conle sue dottrine di pace, amore elibertà! Non dimenticare chemolti degli articoli della Costi-tuzione Italiana si rifanno alledottrine del Cristianesimo.Quindi secondo me le ideologiedi una Religione (Cristiana, Isla-mica, Induista, Buddista, ...) na-scono, non per sottomettere, maper istruire, per dare un modellodi vita civile (che poi chi ne è alil potere ne abusi è un dato fatto,e questo non succede solo con leReligioni, basti vedere la poli-tica italiana!).Accantonando il discorso dellaReligione, un’altra tua afferma-zione mi ha fatto riflettere: af-fermi di ritenere che le tue ideedi donna sono le stesse diquando avevi 7 anni! A 7 anniuna bambina, per quanto maturapossa essere, crede nelle favole,al principe azzurro (che moltevolte lo identificano nel loropapà), a Babbo Natale che portai doni a Natale, alla Befana, achi ti pare! Che ne sa una bam-bina di 7 anni della vita? Ricor-dati che solo gli stolti noncambiano idea! (Oscar Wilde oJames Russell Lowell, natural-mente per chi è in grado di farlosenza insudiciare la propria eticae la propria coscienza, parlo deivoltabandiera che usano questafrase solo per i loro porci co-modi!).Ci sono altre cose che mi piace-rebbe approfondire, ma questesono quelle che più mi hannocolpito dei tuoi articoli, e ci te-nevo a darti una mia umile opi-nione al riguardo.Un saluto.

ATTUALITA’il Segno - Settembre 2012 7

CHIESA E POVERTA’, UNA DISCUSSIONE ATTUALE/4

Atea per scelta Gesù è libertàLa risposta di DanielaRiceviamo e volentieri pubblichiamo

di Daniela Di RosaDalle lettere ricevute riscontro con piacere un vivo interesseper la religione, ognuna di queste persone merita la mia stimae meriterebbe delle risposte… ma questa volta le lascio a unaltro lettore (pagg. 8 e 9), lui sì erudito, io mi ritengo solo in-formata e la mia “carriera” scolastica lascerebbe spiacevol-

mente colpito il signor Ezio, dacchè non sono riuscita (ribelle alle regolecom’ero e sono) a conseguire nemmeno uno straccio di diploma! Sì, sonoconvinta che le religioni sono servite dai tempi più remoti a soggiogaregli uomini, persino un filosofo disse “banalmente” che “o si crede o sipensa”, perciò sono in buona compagnia. Sette anni per una presa di co-scienza sono un po’ pochi ma mica tanto se ai miei tempi l’ora di religioneera obbligatoria e io poco più grande venni esonerata dal freguentarla perle troppe domande che rivolgevo al prete, per un bambinello che io, bam-bina, non feci biondo ma moro, mi sembrava più logico, era arabo! Am-metto di essere un po’ stolta ma sulle cose fondamentali della mia vitanon cambio mai idea, evolvo o regredisco ma la penso esattamente comeda piccola; lo sanno tutti: i primi anni di vita sono quelli fondamentaliche ci formano e io già a sette anni avevo un bel caratterino! Ad AnnaMaria -che rispetto per le sue scelte- cito solo ciò che scrisse Teresa di Cal-cutta nei suoi diari: “Da cinquant’anni cerco Dio e ancora non l’ho tro-vato”. Mi parli di amore e sottomissione alla volontà di Dio, di divieti ecomandamenti che non avverti come imposizione ma se la parola di Dioè “non commettere atti impuri”, “ricordati di onorare le feste”, “non de-siderare la roba d’altri”, mi sentirei un po’ scema e mi verrebbe voglia didirgli: ma buon Dio con tante disgrazie sulla Terra, con tutti i problemi chehai, ti vai a preoccupare della mia sessualità… ma pensa alla fame nelmondo, condannaci per le guerre, le ingiustizie, per tutto quello che vuoi,ma per gli atti impuri no, che c’è di male a far l’amore? Mandami pureall’inferno se uccido ma no se dimentico che è domenica, o se mi piacela casa di un’amica, gliela invidio mica gliela rubo… su una cosa hai ra-gione, non ti capirò mai -e non perché atea-, ho avuto forse da piccola glistessi tuoi insegnamenti, ho sorelle e familiari cattolici, ma ho riflettuto suogni singolo concetto e ho scelto di non credere. Ad Andrea rinnovo lamia stima e questo mio pensiero: se veramente esiste un’energia divina,se il respiro di Dio è nell’universo, entrerà nell’uomo solo quando si saràliberato dalle “sofisticazioni” della Bibbia, del Corano e della Torah evivrà questa vita amando più la terra che calpesta del cielo che non tocca!

di Anna Maria ScardecchiaRicordo piacevolmente il collo-quio avuto con la sig. Daniela;ascoltare i diversi punti di vista èsempre motivo di riflessione.La Sig. Daniela, nel precedente ar-ticolo, ha espresso alcune conside-razioni sulla mia fede: ritiene cheio sia gravata da un “fardello” cul-turale, sia quasi sottomessa, spre-cata; dice che cerco in libri rispostesempre uguali, che mi pongo le suestesse domande e che mentre poilei le mette da parte e vive piena-mente, senza ossessionarsi, io in-vece... Si chiede come è possibileche non mi vengano mai dubbi! Emi suggerisce che il dubbio chiederisposte, mentre l’obbedienza pas-siva genera il sonno della ragione.Le rispondo: “Che giova poter du-bitare, a colui che non riesce a de-cidersi” (B. Brecht).Dopo essermi posta le stesse do-mande esistenziali di ogni uomoanche io ho trovato la risposta. Delresto se l’ateo fa la sua scelta,credo possa farla anche il cristiano!Ho risolto il dubbio di fondo e hoscelto: credo in Gesù e nel Suomessaggio e riconosco e credo cheè Dio, quindi non oso mettere indubbio la Parola di Dio, anzi cercocontinuamente di approfondirla.La mia è una fede viva, che si ali-menta e cresce, che non ha sonno eche non smette mai di ragionare!E’ vero, pertanto, che non hodubbi, ma solo ed esclusivamentesu quanto Dio ha detto e rivelato,sulla Sua Parola; per il resto, cometutti, mi pongo domande e cerco leriposte. E’ vero, sono sottomessa,ma solo ed esclusivamente a Dio, equesto, sembrerà assurdo, mi dà li-bertà e gioia. Amare Dio e sotto-mettersi a Lui non sottrae nulla,anzi arricchisce. Perché il Suo èamore che dona... tutto. Sottomet-tersi all'Amore non limita, ma im-preziosisce la vita. E quindi anchese impensabile per un ateo, vivouna vita piena e libera. Quandoami non c’è costrizione, l’amorenon obbliga mai. E le “regole”, i“divieti”, i 10 Comandamenti, sevissuti nell’amore verso Cristo,verso Dio e verso il prossimofanno parte di te, non li avverticome imposizioni o restrizionidella libertà, ma come un donoprezioso, il suggerimento di unPadre! Diventano libertà e gioia!L’amore riesce a dare significatinuovi e gioiosi a cose vecchie emai comprese, o rifiutate. Anche nel rapporto genitori-figli seil figlio riesce a vedere nelle regole

imposte dai genitori un atto diamore, allora le fa proprie ed ade-risce ad esse, consapevole che netrarrà solo ed esclusivamente van-taggi per la sua vita futura. Del resto quando Gesù ci ha pre-sentato Dio come un Padre Buonoha voluto in qualche modo svelarciil Suo volto. E a me piace parago-nare il rapporto uomo-Dio conquello figlio-genitore. Ecco alcunecorrispondenze. Presupposto èsempre l’amore.1) All'inizio Dio parla all’uomo at-traverso le meraviglie del creato edelle creature! In esse è possibilescorgere una bellezza e un’armo-nia che supera le capacità umane.La creazione è atto di amore. Ilrapporto dell’uomo con Dio inizianella contemplazione del creato.Anche il rapporto genitori-figli ini-zialmente è basato sull’amore deiprimi che soddisfa ogni bisognodei secondi. E di fronte a tanta me-raviglia al figlio non resta che ac-cogliere e gioire.2) Poi Dio inizia a parlare all’uomoper rispondere agli interrogativiche esso si pone sul senso dellavita (la religiosità è propria di ogniuomo e le religioni ne sono la testi-monianza). Dapprima utilizza re-gole e divieti (se ne trovano in ognireligione) cercando di dare spiega-zioni sempre più convincenti. Edanche di fronte alla ribellionedell’uomo (la Bibbia raccontamolti episodi di questo tipo) Diocontinua a parlargli e a stargli vi-cino. Lo stesso accade tra genitorie figli. Man mano che i figli cre-scono e iniziano a fare le loro espe-rienze i genitori intervengono conregole e divieti, necessari alla cre-scita, dando spiegazioni via via piùadeguate all’età. E anche quando ifigli si ribellano i genitori conti-nuano a educarli.3) Infine, Dio, visto che l’uomo,nonostante tutte le indicazioni,spesso non intende ascoltare la SuaParola, nel profondo rispetto dellalibertà umana, non obbliga, madona comunque Se Stesso nel SuoFiglio Gesù. Vale anche tra genitorie figli. Quando i figli ormai maturifanno le loro scelte, i genitori pos-sono solo consigliare, sia perché ri-spettano la loro libertà, sia perchéloro non ammettono intromissioni.A questo punto se un genitore vedeun figlio con problemi seri cosa fa?Non è disposto addirittura a sacri-ficarsi per salvare il figlio?A questo punto una osservazionesulla libertà. Perché Dio prima cicrea liberi e poi ci vincola? Se-

condo me il Creatore è l’unico aconoscere realmente l’uomo e ilmotivo per cui lo ha creato. E soloLui può dare le indicazioni cor-rette. Immagino a volte le istru-zioni d’uso di una lavatrice. Le puòscrivere dettagliatamente solo chil’ha costruita! E immagino una la-vatrice che voglia fare la lavastovi-glie! Risultato: piatti rotti! Sonoconsapevole che le istruzioni ri-guardanti me non posso scriverleio, mi piacerebbe, vorrei, anzi qual-che volte ci provo... ma poi se qual-cosa non funziona non possoprendermela con il costruttore! La sig. Daniela ha anche detto chelei aiuta il prossimo senza il biso-gno di una religione; ha ragione,l’amore è insito nell’uomo e amareil prossimo non è esclusiva dei cri-stiani. Ma continua anche a dire cheS. Francesco, Teresa di Calcutta,Don Gallo restano nella Chiesasolo in quanto costretti! Perché nonconsidera che i diretti interessatihanno chiaramente espresso il loroamore a Cristo e alla Chiesa (vediarticolo di luglio) e che anche loro,

come lei, avrebbero potuto amare ilprossimo senza alcun bisogno dellareligione? Perché non accettaquello che loro stessi dicono e cioèche rimangono nella Chiesa perchéin essa c’è Gesù, il Figlio di Dio?E’ questo che chi si dichiara ateonon intende capire, non riesce a ca-pire o magari non gliene importanulla di capire. Purtroppo guar-dando la Chiesa dall’esterno si ve-dono dapprima solo i divieti e leimposizioni, e non si riesce a vedereche dietro c’è Cristo, l’Amore. Per questo, a volte, i cattolici ven-gono visti come idioti che credonoancora nelle favole e che si sotto-mettono a una serie di restrizioni eleggi. Non è così. Il cristiano ha co-nosciuto Cristo, il Figlio di Dio,crede in Lui, a Lui si affida e di Luisi fida. Del resto continuamentel’uomo si affida e si fida: il neonatoai genitori, un coniuge all’altro, ilpaziente al medico; è un meccani-smo che utilizziamo spesso, e nonper questo ci sentiamo stupidi.Semplicemente ci fa accorgere chenon siamo onnipotenti!

ATTUALITA’8 il Segno - Settembre 2012

CHIESA E POVERTA’, UNA DISCUSSIONE ATTUALE/4

La Ragione e la Fede sul cammino dell’uomodi Federico De AngelisSono stato molto interessato alla discussioneche si è aperta sulla vostra rivista, intorno atemi importanti quali la Fede, la Chiesa, la suarealtà storica, il senso del credere e del noncredere. Anche se non concordo in tutto conle affermazioni degli autori di parte cattolica,trovo che queste siano espostecon proprietà di linguaggio, com-petenza, precisione, mostrando,specialmente la prima articolista,una fede ammirevole e sincera.Anche da parte laica la giornalistasi è rivelata all’altezza, giocandosoprattutto sull’ironia e attenzioneai fatti concreti.

LA FEDESi parlava di fede. Questa, al diredi Tommaso D’Aquino, deve es-sere un “rationale obsequium”(oggi diremmo fondata su cognizioni storichee filologiche), in sostanza cercando di cono-scere, nei limiti delle ricerche umane, cosa èveramente accaduto e cosa è stato veramentedetto. Vengo ora ai punti che più hanno solle-citato i miei rilievi critici. L’autrice, con ar-gomentazioni intelligenti e articolate,richiamandosi alla cristallina compattezzadella sua fede, sottolinea che “La Chiesa èCristo; Lui ne è il fondamento. Lui l’ha vo-luta, amata, per Lei è morto. Pietro l’apostoloal quale aveva affidato il compito di gui-darla”. Più oltre: “Nella Chiesa c’è Cristo; Tusei Pietro e su questa pietra edificherai la miaChiesa”. Tutte le suddette affermazioni, di cuialcune continuano a costituire il “corpus” delmagistero ecclesiale, sono state sottoposte asevera critica da studiosi seri, teologi, storicianche cattolici, liberi nel pensiero e nella ri-cerca, non sottoposti a controlli di curia. Co-minciamo dalla prima tesi: “La Chiesa èCristo”. L’accostamento dei due termini nonsembra del tutto corretto. La Chiesa origina-riamente è una comunità giudaico-cristianache si è gradualmente consolidata sulla basedi alcuni detti di Gesù. Per quel che riguardail nome di Cristo, è bene ricordare che si trattagrammaticalmente di un’apposizione, un’ag-giunta cioè al nome di Gesù: si dovrebbe piut-tosto dire “Gesù il Cristo”, “Gesù detto ilCristo”. Tenendo presente che questo termineè tratto dall’ebraico “Meschidi”, che significail Messia, l’Unto: Christòs è la traduzionegreca della parola ebraica.

GESU’ DI NAZARETHBen diversa è la realtà di Gesù da Nazareth,figlio di Giuseppe e Maria: solo questa è fi-gura certamente storica. Con la designazionedi “Cristo” che rischiava di consegnare Gesùalla tradizione ebraica, comincia la costru-zione del mito, con tutta l’enorme sovrappo-sizione teologica e cultuale elaborata in senoalla Chiesa. Il nome di Cristo va comunqueaccolto come quello di “Colui” che prepara iltempo per un uomo nuovo, “nuovi credo enuove terre”. Soltanto va tenuto in debitoconto che la fede in Gesù Cristo non semprecoincide con quella nella Chiesa, spesso anzi

se ne discosta nettamente, anche per moltispiriti cristiani.Venendo all’altra affermazione “Lui l’ha vo-luta”, è bene fare molta attenzione al linguag-gio usato da Gesù e all’ambiente storico in cuioperò. Dire che Gesù ha voluto la Chiesa,come noi oggi la conosciamo, comporta gravi

problemi esegetici. Non esiste neiVangeli né in altri testi del NuovoTestamento, un’espressione in cuiGesù che, è bene rammentarlo,era rigorosamente ebreo, dichiaridi voler fondare una nuova chiesa,in sostituzione di quella ches’identificava nel “Tempio” diGerusalemme. Si citano spesso iversetti 16-18 di Matteo: “Tu seiPietro e su questa pietra…”, a cer-tificare la presunta volontà diGesù di edificare una Chiesa ge-rarchica. Ma c’è da chiedersi “in

primis”: sono vere parole di Gesù queste onon piuttosto interpolizioni di tardi redattoridel Vangelo attribuito a Matteo,appartenenti forse a una comunitàa lui fedele, funzionali alla forma-zione di una Chiesa ierocraticache già all’inizio rivela la sua vo-cazione autoritaria? I più dotti, pa-zienti, accurati ricercatoripropendono in massima parte perquest’ultima ipotesi. Prima ditutto fanno rilevare che i famosiversetti sono presenti solo in Mat-teo, mentre sono del tutto assentinegli altri sinottici e in Giovanni,quando un’affermazione così so-lenne e decisiva avrebbe dovuto trovare spa-zio adeguato presso gli altri evangelisti. Varicordato “en passant” che gli scritti evange-lici come quelli compresi nel Nuovo Testa-mento, sono giunti a noi attraverso un numeroinverosimile di copie. Si pensi che la copiapiù antica ri-sale solo al700 d.C. equella conte-nuta nel“Codex/Vati-canus” custo-dita nellabiblioteca vati-cana è del 400d.C. ed è con-sultabile solocon speciali permessi.

IL PROTOVANGELO DI MATTEODi contro sappiamo che gli scritti raggruppatisotto il nome di Vangeli canonici, per distin-guerli dai molti Vangeli apocrifi, risalgono aun protovangelo attribuito a Marco, il qualesi rifà a una fonte comune, la famosa (per glistudiosi) fonte “Q”, cui attinsero Marco eLuca: “Q” dal tedesco “Quelle” che vuol direappunto “fonte”. Non esistono originali deitesti attribuiti agli evangelisti. Del resto vaconsiderato che gli scritti evangelici furonocompilati in un periodo compreso tra 90 e 100anni dalla morte di Gesù e non certamente dai

quattro evangelisti che conosciamo: gli apo-stoli e i discepoli non si dettero cura di met-tere per iscritto le parole e le azioni delmaestro, in quanto si sentivano parte di quella“Comunità” escatologica che attendeva l’im-minente ritorno nella gloria del Signore, perquella che era allora chiamata la “Parusia”, laseconda discesa.Bisogna piuttosto dire che i veri redattori deiVangeli furono degli amanuensi anonimi chescrivevano per una Chiesa che s’andava costi-tuendo e aveva bisogno di autorevoli testi-moni. Compilatori che scrivevano in greco,lingua colta, estremamente precisa, affinatadalla grande filosofia che in essa si eraespressa. La parola “Chiesa”, pochissimevolte usata nei Vangeli, quella che sarebbestata voluta da Gesù, è traduzione dal latino“ecclesia” che a sua volta deriva dal greco“ekklesìa”, col significato di assemblea reli-giosa o politica, con un senso molto lontanoda quello che la parola avrebbe assunto in se-guito. Con questo risulta abbastanza evidente

che Gesù intendeva convocareun’assemblea di discepoli che li-beramente credessero in Lui e neisuoi insegnamenti incentratisull’Amore, e non certo fondareuna Chiesa istituzionale, gerarchi-camente organizzata.

IL RUOLO DI PIETRORitornando a Pietro e al suo co-siddetto primato, sarà bene far ri-levare che poco prima dei famosiversetti, Gesù si adira con Pietro elo designa come “Satana”; altro

fatto da considerare è che la prima comunità,quella di Gerusalemme, era retta collegial-mente dai membri più eminenti di essa, tra cuicertamente Pietro, che conserva il nome di“roccia” della fede e che per questo godevadi un indubbio “carisma”. Alla partenza di

Pietro per Antiochia e forse perRoma, dove non sembra aver eser-citato alcuna autorità, capo dellaChiesa divenne Giacomo, fratello ocugino di Gesù (altra “vexata quae-stio”). Non aveva però Gesù con-dannato duramente chiunque avesseosato prevalere sugli altri ed ergersia capo della comunità credente?Certamente allora Gesù non volevauna comunità ierocratica e gerar-chica, quanto piuttosto una comu-

nione di spiriti che continuassero la sua operaattraverso i suoi precetti etici, custodissero lesue promesse: non a caso le vere autorità nellechiese delle origini erano i Profeti, venivanopoi gli anziani o presbiteri, i diaconi (tra cui,non dimentichiamolo, erano presenti anchedonne citate nelle epistole paoline); infine ve-nivano gli “Episcopoi” (Vescovi) che ave-vano l’incarico di “vegliare sopra” le attivitàeconomiche della comunità. Col tempo i Vescovi assunsero la direzionesempre più autoritaria in tutti i campi del-l’azione comunitaria, fino a divenire capi mo-nocratici delle diocesi, in cui si eranoraggruppate le chiese singole.

TommasoD’Aquino

L’evangelista Matteo

Raffigurazionedi Gesù

ATTUALITA’il Segno - Settembre 2012 9

LE UNIVERSITA’Per quanto riguarda l’altro arti-colo in difesa del cattolicesimo,è il caso di fare qualche anno-tazione sulle affrettate affer-mazioni circal’“invenzione” delle Uni-versità da parte dellaChiesa. Ben altre coseaveva inventato la Chiesa,fa notare con pungenteironia l’articolista di partelaica. Sarà bene prima ditutto ricordare che l’Univer-sità medievale ha originedalle “scholae”, istituite pressole principali cattedrali d’Europa:con il compito di conferire una vesterazionale ai contenuti della Fede; si trattavanon di cercare la Verità, già data dalla Rivela-zione, quanto piuttosto d’intenderla e comu-nicarla conciliando il più possibile Fede eRagione. Per questo la filosofia del tempo fudefinita “escolastica”, ed ebbe lunga vita finoalle soglie dell’Umanesimo. Merito delle“scholae” fu quello di aver istituito lo studiodelle arti liberali, quelle del “Trivio” (Gram-matica, Dialettica, Retorica) e del “Quadri-vio” (Geometria, Aritmetica, Astronomia,Musica): l’insieme era una specie di prope-deutica per lo studio al vertice di tutti i saperi,la Teologia, il cui più alto docente era dettoMagister.Come si può constatare siamo ben distantidall’idea di Università come insieme di studirelativi alle scienze laidamente intese; neglistudi del tempo la filosofia scolastica, che co-stituiva la massima sapienza ottenibile con laragione, era più che mai subordinata alla teo-logia, “philosophìe annulla theologìae”.Emergono tuttavia forti tempre di pensatoricome Alberto Magno soprattutto TommasoD’Aquino che superano alquanto questa su-bordinazione e mettono in opera una filosofiache dà il gusto però alla ragione e all’espe-rienza, sempre comunque nella consapevo-lezza che alla fine è la Teologia a doverprevalere. Le Università in senso modernosorsero più tardi, nel XIII sec. e consistetteroinizialmente in corporazioni di studenti e do-centi, molto gelose delleloro autonomie, che miseroin pratica una divisione or-ganica degli studi e dellematerie (facoltà) con auto-rizzazione vescovile, comu-nale o imperiale. Quello chepiù amaramente sorprendee rattrista è il dover consta-tare che un cattolico delXXI sec. ancora s’attardi asostenere concezioni retrivee autentiche falsità storiche come: “La Cul-tura giudaico-cristiana è stata l’origine del piùstraordinario progresso umano che si sia maivisto sia in campo tecnico-scientifico sia incampo umanistico-spirituale”. Qui forse al-l’autore fa difetto una buona memoria storicadell’Europa cristiana, dall’alto Medioevo finoai nostri giorni.

LE FALSIFICAZIONICominciamo con le falsificazioni: non si puòcerto ignorare il fatto della falsa donazione di

Costantino della Città di Roma alpapa, scoperta dal genio filologico

dell’umanista Lorenzo Valla; leDecretali pseudo-Isidoriane,create nell’850 allo scopo diconsolidare il potere dei ve-scovi nei conflitti con le au-torità imperiali: importantiin quanto germe della fu-tura “potestas ai tempora-libus” in vista di unasocietà civile totalmentesoggetta al Romano Ponte-

fice.Passando ad altro campo: l’at-

tività della Santa Inquisizione,prima soltanto ecclesiale, poi

estesa ad ogni nazione europea colconcorso dell’ordine Domenicano nel-

l’istruire i processi. Processi che prevedevanoogni tipo di tortura come prassi consolidata eche si concludevano o con il rogo o col se-questro dei beni e l’esilio dell’inquisito, cheaveva scarsissime garanzie a sua difesa. Con-seguenza di questo sistema era la dif-fusa pratica della caccia allestreghe, anche qui con frequentiroghi; e come non menzionarele Crociate, lo sterminio fero-cissimo degli Albigesi, l’alle-anza ai fini di potere del tronocon l’Altare, l’oppressionedella donna, giù giù fino alrogo di un grande filosofoquale Giordano Bruno, la co-strizione dell’abiura di Galilei,l’esecuzione capitale del valorosomedico Leonida Montanari, che operòanche beneficamente a Rocca di Papa? Pervenire a tempi a noi più vicini, il rifiuto del-l’Umanesimo, lo sciagurato “Sillabo” di PioIX con la conferma in esso della condannadella democrazia e di ogni progresso scienti-fico, tecnico e civile; in altri documenti pon-tifici a noi quasi contemporanei, il rifiuto diogni concessione in materia di procreazioneassistita, la chiusura ad un libero dialogo conla scienza moderna, se non con quella piùconciliante con i dettami pontifici; il sospettoverso il darwinismo, la sordità e la cecità di

fronte al disagio umano intema di etica sessuale e re-golazione delle nascite; la ri-badita proibizione deicontraccettivi, con la conse-guenza del diffondersi dimalattie e contagi esizialiper l’umanità, specialmenteper quella più misera e indi-fesa. Il tutto naturalmente“ad maiorem dei gloriam”.

CONCLUSIONI: FEDE E RAGIONENon vorrei essere frainteso: queste conside-razioni, necessariamente riassuntive, nonsono state fatte con intento astioso o acredineverso la comunità dei cristiani credenti. L’in-tenzione di chi scrive, che anche se proble-maticamente continua a sentirsi parte diquella comunità, è quella di suscitare nei cre-denti un accorto e costante spirito critico, chenon vuole in alcun modo essere distruttivo;che sappia piuttosto indagare con coraggiosulle origini e lo sviluppo storico della comu-

nità di cui fa parte, che non si assoggetti supi-namente ai proclami della gerarchia eccle-siale; cominciando col convincersi chel’obbedienza, intesa come acritica adesione auna presunta verità, è una forma di “sonnodogmatico”, per dirla con Kant, piuttosto cheuna virtù.Soprattutto è ora di persuadersi che il males-sere di cui soffre la Chiesa si annida all’in-terno di Essa, si manifesta nella suacostituzione ierocratica e verticistica, ordinataal potere e alla conservazione, che la rendechiusa e arroccata in difesa; sempre più di-mentica della cura pastorale: struttura chepone tale Chiesa necessariamente al di fuoridella comprensione delle problematiche delmondo e delle singole persone che considerail precetto, la regola, il dogma prima di ognirealtà umana; che esclude il fedele laico daogni contributo e intervento, che non sia sol-tanto formale o di facciata.Ciò tuttavia non toglier che vi siano anchenella Chiesa attuale sacerdoti e credenti since-ramente dediti al bene comune e alla diffu-

sione della vera parola di Gesù.Smascherare le storture interne ed

esterne di cui s’è detto è un atto dicoscienza che il cristiano è chia-mato a compiere, o se vuol con-tribuire a sanare le piaghe dellaChiesa e impedire che questa fi-nisca per cedere alla sclerosi chela minaccia.E allora una volta faticosamente

decostruita l’impalcatura mitica emistificante in cui la Chiesa è av-

volta, attingere il senso autentico dellescritture, lette con occhio finalmente libero

e non con criteri puramente fideistici. Sco-prire come Gesù non sia già il fondatore diuna Chiesa falsamente gerarchica, ma l’ispi-ratore di un’etica nuova, allora come oggi,che conduca l’umanità verso una convivenzafondata sull’amore e quindi sul riconosci-mento e il rispetto delle persone, sull’ugua-glianza, anche all’interno della Chiesa, didiritto e doveri, senza distinzione di sesso,razza, religione, appartenenza sociale, comedel resto è scritto nella nostra Costituzioneche fu redatta anche da eminenti studiosi epolitici cattolici. Naturalmente la realtà di Gesù non si esauri-sce in questo: la parte del testo evangelico cheracconta morte e resurrezione è materia strettadi fede ed ogni fedele ha il diritto di viverlanel mistero del suo rapporto col divino. Per-tanto imparare a considerare Kantianamentela religione “nei limiti della sola ragione”, la-sciando quello che trascende le possibilità ra-zionali al sentire della Fede, che deve esserelibera e rispettata: Fede che non vuol dire af-fidarsi all’evidenza di una verità calata dal-l’alto, ma ricerca assidua, preghiera, dialogo,comunione con il dubbio, tentate risposte alledomande che seguitano a insorgere dal pro-fondo, senza proposito alcuno di imporre ilproprio credo all’altro con la violenza sottiledel fanatismo occulto o peggio con mezzid’intimidazione morale. Ciò vale ovviamenteanche per chi si pone il compito di svolgereuna critica anche serrata, le cui conclusionipossono comunque essere invalidate o rove-sciate qualora altre ragioni si rivelino migliori.

Federico De Angelis

CHIESA E POVERTA’, UNA DISCUSSIONE ATTUALE/4

Lorenzo Valla

GiordanoBruno

Kant

DIRETTA da TOKYO10 il Segno - Settembre 2012

CCoonnttrroo iill nnuucclleeaarree, dentro il nucleare

Si stringe il cerchiodegli anti-nuclearisti

da TokyoToshi KamedaFa più caldo del solito e que-sto clima durerà ancora fino atutto settembre. Si tratta dellaseconda estate dopo l’inci-

dente della Fukushima e la notizia inte-ressante è che siamo sopravvissuti anchesenza l’energia nucleare. Agli inizi del-l’estate la compagnia elettrica di Kansaiha allarmato i cittadini con un annunciatoblack-aut dell’elettricità nelle zone diOsaka, città commerciale, e Kyoto, l’an-tica capitale, se non fosse ripartita la cen-trale nucleare di Ohi. La pressione delmondo industriale è stata forte e il go-verno ha dato il via libera alla riattiva-zione di due reattori che, da luglio, sonotornati in attività. Ma, come dicevo, perotto settimane senza quella energia e gra-zie ai piccoli e grandi consumatori chehanno ridotto i consumi elettrici, la vitadelle città è andata avanti. Non dimenti-chiamo che anche nelle zone di compe-tenza della società Tepco (la compagniaelettrica di Tokyo) siamo tutt’ora senzaenergia nucleare ma adesso le compa-gnie, insieme al governo, minacciano diaumentare le tariffe elettriche, cosa chela Tepco avrebbe già fatto.Il tentativo di riattivare la centrale hariacceso l’indignazione dei cittadini eormai la protesta di ogni venerdì davantial Palazzo del Consiglio dei Ministri, conuna lunghissima fila, è diventata un ap-puntamento abituale. Una protesta nata inmodo spontaneo grazie a un twitter lan-ciato da un ragazzo. All’inizio (a marzo)erano soltanto in 300 ma già a giugno lapartecipazione aveva raggiunto la cifra di200mila adesioni. Un mese dopo, il 29 lu-glio, questi 200mila con delle candele ac-cese, hanno circondato il Parlamento.Invece il 16 luglio si è tenuta a Tokyol’iniziativa “Le azioni di dieci milioni.Sayonara alle centrali nucleari” con170mila partecipanti (se ne prevedevano100mila). Una mobilitazione spontanea emassiccia mai vista in precedenza. Insomma, il cerchio anti-nucleare si stastringendo mentre è stata avviata un’ini-ziativa referendaria sull’esempio diquanto fatto in Italia. Il referendum inGiappone non puòessere vincolantema solo consultivoperché secondoun’interpretazionecomune la Costitu-zione non ammettealtra via legislativafuori dal Parlamento tranne per le riformecostituzionali. Il movimento referendario “Decidiamoinsieme: Referendum nazionale sul-l’energia nucleare”, sta raccogliendo(anche tramite web) le firme con l’obiet-tivo di un milione e centodieci, l’un per-cento sul totale della popolazione, dapresentare ai presidenti delle due Ca-mere, al presidente del Consiglio e ai pre-sidenti di tutti i partiti politici. Perrendere “vincolanti” i risultati, prima delvoto, bisognerà ottenere una dichiara-

zione o del Consiglio dei Ministri o delParlamento tesa a rispettare i risultati delreferendum. A livello locale ci hanno giàprovato nel comune di Osaka e nella pro-vincia di Tokyo raccogliendo rispettiva-mente oltre 55mila e 323mila ma iConsigli di entrambi hanno respinto la ri-chiesta. Ora ci stanno provando nella pro-vincia di Shizuoka con 165mila firmepresentate, e in quella di Nigata la raccoltaè ancora in corso. L’intento è: se i nostrirappresentanti non ascoltano la voce delpopolo, questa voce portiamola diretta-mente ai nostri rappresentanti. Il 28 luglio, per la prima volta in Giap-pone, è stato fondato “Il partito verde.Greens Japan” su iniziativa di ambientali-sti e di una settantina di Consiglieri Co-munali i cui obiettivi sono: uscire dal mitodella crescita economica, convivere conla natura, valorizzare la democrazia par-

tecipativa. Fino adora si erano formatidiversi movimentiambientalisti sia na-zionali che locali manon era emerso unsoggetto politico na-zionale. Il nuovo

partito fa parte del “Global Greens”(come i Verdi italiani), l’organizzazioneinternazionale dei Verdi. Al congressodella fondazione erano presenti anche iVerdi tedeschi, austriaci e indiani. Attual-mente gli iscritti sono 641 con circa millesostenitori e il loro scopo è quello di averedieci candidati alle elezioni dell’annoprossimo per la Camera alta e alle proba-bili elezioni per la Camera bassa. Il governo sta attualmente elaborando unnuovo programma energetico nazionale,ma resta da definire quale peso avrà

La protestadavanti alParlamentodel 29 luglio

l’energia nucleare nel 2030. Tre sono lealternative: lo zero %, il 15% o tra il 20 eil 25% (meno di un anno fa, prima dell’in-cidente, il programma voleva portarel’energia nucleare dal 30 al 50%, co-struendo altri nuovi 14 reattori). Per que-sto, tra luglio e agosto, sono statepromosse diverse forme di consultazionedei cittadini su tutto il territorio. I risultatisono sorprendenti per i nuclearisti. Coloroche chiedono lo zero % sono la maggio-ranza (il 90%), il 68% coloro che chie-dono di partecipare agli incontri pubblici.Dopo queste consultazioni il governo staper prendere una decisione e speriamoche tenga conto dell’opinione pubblica. Il58% di intervistati dal quotidiano Asahichiedono la denulearizzazione addiritturaentro dieci anni. Oggi il governo Noda è debole dopo lascissione di un pezzo consistente del par-tito a causa dell’aumento delle tasse suiconsumi decise insieme ai maggiori par-titi d’opposizione. A breve si andrà alleurne e il tema dell’energia nucleare saràal centro della campagna elettorale. Se-

Sopra: il logo di “Decidiamo insieme”.A sinistra: il logo del

partito dei Verdi

condo ilsondag-g i od e l -l’Asahidi ago-sto glielettori,tra ip r o -b l e m iprimari,vedonol’econo-mia e l’occupazione al primo posto, laprevidenza sociale al secondo, l’energianucleare al terzo, l’aumento delle tasse suiconsumi al quarto. Ma senza aspettare inuovi eletti, un gruppo di avvocati in-sieme a rappresentanti del mondo dellacultura come Kenzaburō Ōe (premioNobel per la letteratura nel 1994) e il mu-sicista Ryuichi Sakamoto, e il Sindaco diTokai, sta preparando una proposta dilegge popolare che prevede lo smantella-mento delle centrali entro il 2020 o il2025. Ecco come si sta stringendo il cerchioanti-nucleare da diverse direzioni, dallasfera sociale a quella politica fino alla le-gislativa. Queste esperienze andrannooltre il problema del nucleare e porte-ranno il popolo, rimasto a lungo addor-mentato, a una presa di coscienza civile.Io lo spero tanto.

il Segno - Settembre 2012

RROOCCCCAA DDII PPAAPPAAnotizie, informazione, attualità

Al 31 luglio 2012 i residenti censiti nel Comune di Rocca diPapa erano 16.661 (maschi 8.273; femmine 8.388). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.400.*

*dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

NUMERI UTILIFarmacia Comunale: 06-9499986Clinica San Raffaele: 06-9428601

Comando Carabinieri: 06-94749007Polizia Municipale: 06-94286134Centralino Municipio: 06-942861

TAXI Mario: 339-1669282

INDOVINA QUANTI SIAMO?

18mila euro pagati coi soldi pubblici mentre chi doveva “controllare” non lo ha fatto

Tra le “spesucce pazze” regionali anche le cene Pd alla “Foresta”

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di Andrea SebastianelliSi allarga l’inchiestasugli sperperi di de-naro pubblico del

Consiglio Regionale del Lazio.Dopo le rivelazioni del Consi-gliere Pdl, Fiorito, le indaginistanno portando alla luce l’al-legra gestione dei soldi pub-blici. Cene, festini, acquisti dicravatte, chili di ostriche,viaggi, alberghi a non soquante stelle, ecc. ecc. Se il centrodestra ha dato sfogoa tutta la sua boria di lussi sfre-nati, anche il centrosinistrasembra essersi avviato versoquella strada che vede un usopiuttosto disinvolto del denaropubblico. C’è da dire che le“spese pazze” del centrosini-stra se paragonate a quelle fattedal Pdl fanno fare ai dirigentiPd la figura degli spilorci. Co-munque negli elenchi di queste“spesucce” è finito anche il piùprestigioso ristorante di Roccadi Papa, “La Foresta”, che nel2011 ospitò alcuni “convegni”del Pd locale e regionale. Ilprimo “Convegno Gruppo Pd”(questa la dicitura riportatasulla nota spese) si tenne il 18marzo 2011; il secondo “Con-vegno Gruppo Pd Rocca diPapa” avvenne invece duemesi dopo, l’11 maggio. 8.470euro per il primo incontro,9.800 per il secondo: totale18.270 euro. Ma che cosa sonoin realtà questi che vengonopagati con i soldi pubblici sottola voce di “convegni”? Nientealtro che cene elettorali. Fuoriluogo sono risultate infatti leparole del capogruppo Pd allaRegione Lazio, Esterino Mon-tino, in merito a uno degli “in-contri” alla Foresta: “Ricordoquesta occasione -spiega alFatto Quotidiano- abbiamo af-fittato le sale per un numeroelevato di persone e poi biso-gna considerare anche il rinfre-sco, una decina di euro a

accapigliano per sentire il tonodella loro voce. Poveri cittadiniche credevano di aver scroc-cato una cena e invece la sta-vano pagando coi soldi delleloro tasse! Davvero imbarazzante.Comunque, la questioneemersa con lo scandalo Fiorito,ha portato alla luce un pro-blema concreto, quello dei con-trolli. Come è possibileacquistare ostriche e fiumi dichampagne senza che nessunoabbia da obiettare visto chesono soldi pubblici? In realtàun organismo di verifica esiste,

si tratta del Comitato Regio-nale Controllo Contabile, cioèla più importante commissioneregionale che, proprio per que-sto, spetta alla minoranza. Pre-sidente di questo Comitato èl’ex Sindaco di Rocca di Papa,Carlo Ponzo che, sarà l’inespe-rienza oppure perchè tra poli-tici è buona norma non“controllarsi”, è stato fatto og-getto di ironia anche dal gior-nalista di Repubblica,Francesco Merlo, che in un suoarticolo a proposito del Comi-tato Controllo Contabile hascritto: “presidente del Comi-

Sopra: il famoso ristorante “La Foresta” di Via dei Laghi.A lato: il Sindaco Boccia e il

Consigliere regionale Pd, Ponzo

partecipante”. Caro Montinoperchè ha paura di chiamare lecose con il proprio nome? Per-chè teme di dire quella parolinache la preoccupa tanto? Cioè:“cene e pranzi elettorali”? ARocca di Papa le elezioni co-munali si sono tenute il 16maggio 2011. Quel secondo“convegno” di cui si parla hatutta l’aria di essere semplice-mente una cena elettorale orga-nizzata dal Gruppo Pd delConsiglio regionale per soste-nere la ricandidatura di Boccia.Cinque giorni dopo, infatti, sisarebbero aperte le urne e sap-piamo come è andata a finire.Che un partito organizzi cene èun fatto legittimo ma che que-ste vengano poi pagate con isoldi pubblici è moralmenteinaccettabile. Ed è anche inac-cettabile che tali incontri “go-derecci” vengano chiamati“convegni” nelle note spesedel Pd. Migliaia di persone chesi spostano con la propria au-tomobile per partecipate a con-vegni. Ma vi sembra credibile?Ogni volta che il Pd locale or-ganizza dibattiti in paese i par-tecipanti si contano sulla puntadi una mano, invece per andarea sentire i discorsi di Montino,o Ponzo o Astorre, o Boccia,folle oceaniche si radunano e si

tato è un Consigliere del Pdche -ops!- non si è mai accortodi nulla”. Eppure il 21 dicem-bre 2011 Ponzo portò in re-gione a lavorare al ComitatoControllo Contabile anche l’exComandante della Polizia Lo-cale di Rocca di Papa, DarioNanni, ma evidentemente purampliando il suo gruppo di la-voro non si è riusciti a passareal vaglio le “spese extra-large”del Consigliere extra-large Fio-rito. Ora attendiamo di conoscere iresoconti dell’anno in corso esperiamo che, almeno per que-sti, il controllo venga fatto conpiù attenzione.

ROCCA DI PAPA il Segno - Settembre 201212

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di Paola GattaLa notizia è di quelle che, secorrispondesse a verità, sa-rebbe davvero la cilieginasulla torta per un’amministra-zione ormai alla deriva. Al-cuni cittadini ben informati cihanno fatto sapere che il Co-mune starebbe pagando (o siappresterebbe a farlo) l’affittoper la sede municipale diCorso Costituente. Visto chela notizia è arrivata al mo-mento della chiusura di questonumero del giornale, non ab-biamo potuto verificarla, peròinvitiamo il Sindaco Boccia asmentire (e così saremo tuttimolto più contenti) o a confer-mare (e allora ci incavoleremo“de brutto” perchè non solo lanuova sede comunale è ancoralontana dall’essere consegnatama saremo stati privati anchedi quella di proprietà!). Considerato che l’attuale Mu-nicipio rientra nel più generaleappalto inerente la nuovasede, la notizia non è poi tantoperegrina o lontana dalla pos-sibile verità. Cifre non ven-gono dette per quantificarequesto possibile affitto ma sa-rebbe davvero il caso di dire:oltre al danno anche la beffa!Noi ovviamnete speriamo chesia tutto inventato (e ve ne da-remo notizia sul prossimo nu-mero) però visto che alle mailinviate alla società incaricatadell’appalto (per avere notiziedirette) non ci risponde nes-suno, il dubbio è sacrosanto.

“Il Comune paga l’affitto per la sede che occupa”.Sarà vero?

La nuova sede comunale la aspettiamo ormai da... 1.662

giorni

Questo è un altro aspetto del-l’ingarbugliata vicenda dell’exalbergo Europa: nessuno ti fasapere nulla, bisogna proce-dere per sentito dire e sperare

di azzeccarci. Ancora piùgrave il fatto che assessori econsiglieri comunali non av-vertano il dovere di mettere inatto una sorta di “operazione

verità” da cui finalmnete sipossa capire perchè un’operapubblica è ferma da più di 4anni (inizio lavori: 25 febbraio2008). Noi un’idea l’abbiamo.

ROCCA DI PAPAil Segno - Settembre 2012

Dopo dieci anni l’Ass.re Sciamplicotti non sa ancora che pesci pigliare

“Il Centro storico ha dei problemidobbiamo capire come risolverli”

di Sergio RasettiSul mensile “Il Tuscolo” diluglio leggiamo le parole del-l’Assessore all’UrbanisticaSilvia Sciamplicotti alla riu-

nione del 24 luglio sulla crisi del com-mercio: “Dobbiamo ripartire dallavocazione propria del nostro borgo e ca-pire come renderlo vivibile e attrattivoall’esterno. E’ opportuno capire quanto ecosa offrire per riportare anche i cittadinidi Rocca di Papa a investire e spenderenella nostra città”.E noi che credevamo fossero già statifatti passi avanti nella elaborazione delprogetto! Da anni l’Assessore Sciampli-cotti presta attenzione al Centro Sto-rico e ancora parla di come renderloattrattivo? E il “Laboratorio Centro Sto-rico” creato da lei stessa prima dellescorse elezioni, cioè un anno fa? Signi-fica che i suoi colleghi non le hanno con-cesso la dovuta attenzione e nonsappiamo ancora come ripartire? Vedutecontrastanti? Disinteresse? Meglio occu-parsi della periferia?Le prime cose da fare sono sicuramente“elettoralmente impopolari”: rispettodelle norme per l’igiene urbana (far pa-gare a tutti la Tarsu; far rispettare a tuttile procedure di raccolta; adeguare il nu-mero dei passaggi di raccolta e i relativiorari); rispetto dei regolamenti per l’usodegli immobili e il decoro delle facciate;controllo della sicurezza e delle quietepubblica.Sono queste le questioni che “consenti-rebbero” ai proprietari di rispettare le re-gole senza lasciare tutta la responsabilitàalle centinaia degli attuali abitanti che, inlarga parte, non sono in possesso degli

Fotonotizia del mese“Via Palazzolo,da stradaa discarica”

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strumenti per comportarsi da cittadinicorretti.Questo bisogna fare per riportare i citta-dini di Rocca di Papa ad investire nelCentro Storico. E allora serve un’Ammi-nistrazione che metta in campo anchepiccole risorse e sia attenta ai particolari;condizioni indispensabili a convincere ivolenterosi, anche in tempi di crisi comel’attuale, che vale la pena di provarci.

Un’Amministrazione alla quale se chie-dono di pensarci meglio prima di fare onon fare un marciapiede, sappia rispon-dere quale è il progetto complessivo alquale sta lavorando dimostrando chequesto coincide con: “rendere vivibile eattrattivo all’esterno il nostro anticoborgo; che cosa e quanto offre per ripor-tare i cittadini a investire e a spenderenella nostra città”.

L’immagine parla da sola. Da qualche tempo una parte di via Palazzolo - neltratto che attraversa il bosco - è stata chiusa al traffico (chissà perché!). Qualcheincivile l’ha considerato un invito ad usarla come discarica, e ora i classici wc,lavabi, detriti e spazzatura di ogni tipo campeggia lungo la strada, proprio alridosso del bosco. Non si tratta di cumoli enormi, ma il degrado è evidente.Come si sa “monnezza chiama monnezza” e, per evitare che la spazzatura di-venti una montagna, basterebbe intervenire subito. Il lavoro di qualche oradella squadra operai del Comune sarebbe sufficiente per una bonifica radicale.

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ROCCA DI PAPA il Segno - Settembre 201214

Dodici mesi di... opere incompiute

Una tabella interessante eistruttiva (vedi sopra) de-scrive il lavoro compiutodall’amministrazione comu-nale negli ultimi anni. La si-tuazione è chiara: molti gliannunci, dal risanamento delCentro storico, all’attivazionedella funicolare; alcuni la-vori avviati, ma che proce-dono a rilento o che sonoaddirittura fermi, come lanuova sede comunale inpiazza della Repubblica o ilparcheggio a piazza ValerianoGatta; di altri si sono persele tracce, come il piano Re-golatore, per esempio. È stato

un cavallo di battaglia di que-sta maggioranza, poi è sva-nito, svaporato, dimenticato.A guardare indietro potrebbesembrare uno strumento perfare campagna elettorale, conprevisioni di edificazione chea forza di osservazioni edemendamenti erano dilagateun po’ dappertutto. E adesso siricomincerà daccapo? Se nefarà un altro? E i soldi spesi fi-nora? Nessun problema, limettono i cittadini.Forse potrebbe essere utileaprire un confronto con la cit-tadinanza, parlare alle per-sone, rendere chiaro qual è la

rotta, da che parte si vuole an-dare, quali sono i problemi,trovare soluzioni condivise,proporre e discutere possibilialternative. Pare di capire cheinvece si preferisca l’arrocca-mento, il decisionismo dipochi, il piglio del comando. Quando si mettono in venditai beni del Comune, ossia col-lettivi, è chiaro che la pro-grammazione economica nonè stata lungimirante e i soldinon bastano per fare quantonecessario. Ma se per tirare afine mese chiunque di noi co-mincia a vendere i mobili dicasa sua, ben presto rimarrà

tempimoderni

di Roberto Sinibaldi

Fatto, già fattoancora da fare

OPERE ANNUNCIATE A CHE PUNTO SIAMONuovo Depuratore Posto sotto sequestro dalla Magistratura DA FARE

Nuova Isola Ecologica Posta sotto sequestro dalla Magistratura DA FARE

Riattivazione Funicolare Procede molto a rilento... praticamente ferma DA FARE

Parcheggio Carpino Lavori praticamente fermi DA FARE

Nuova sede comunale Lavori praticamente fermi DA FARE

Farmacia Comunale Centro In fase di vendita FATTO

Centrale a bio masse Realizzazione annunciata DA FARE

Nuovo Piano Regolatore Decaduto. Resta in vigore quello del 1976 DA FARE

Risanamento Centro Storico Caduto nel dimenticatoio DA FARE

Delocalizzazione antenne In attesa di realizzazione DA FARE

Raccolta differenziata Campi Caduta nel dimenticatoio DA FARE

Parcheggio interrato C. Villa Chiuso in orario notturno e nei giorni festivi FATTO

Cerimoniere del Sindaco Progetto realizzato FATTO

Vendita Patrimonio Pubblico Approvata in Consiglio Comunale FATTO

Parcheggio Vivaro Progetto realizzato FATTO

Mini Parcheggi In fase di ultimazione FATTO

Il Sindaco Boccia

senza niente. Il rischio è checon una logica che traguardaesclusivamente alle prossimeelezioni potremmo trovarcisenza più alcune proprietàcollettive e con ancoraqualche debituccio, e nonbasteranno certo le pur remu-nerative multe degli autove-lox ad assestare i bilancicomunali.

ROCCA DI PAPAil Segno - Settembre 2012 15

di Sergio RasettiOgni giorno ar-riva la notiziadella chiusura diun’altra attivitàcommerciale nelcentro storico:

un’alimentari, un bar, un nego-zio di frutta e verdura. Moltihanno chiuso, gli altri ci stannopensando. Alcuni tentano unpassaggio di licenza ma gio-vani intenzionati a provarcinon ce ne sono. I proprietaridei locali sono allarmati.L’IMU, il pesante balzellosugli immobili, non guarda infaccia nessuno: deve essere pa-gato. I roccheggiani hanno abbando-nato il tradizionale affetto peril centro storico. Indaffarati adirigersi presso i centri com-merciali dove è facile soddi-sfare le esigenze della vista,spesso a scapito di qualità eportafoglio. Ci vorrebbe un lu-minare di economia e commer-cio per comprendere che cosabisogna fare. Ma, mentre gliAmministratori non hanno maivarato alcun provvedimentoconcreto per sostenere questosettore, che nella vita di unacittà è il più importante, nessunluminare è stato interpellato eil paese muore. Presto chi ri-siede nel centro storico dovràprendere la macchina per an-dare a comprare il latte o lapasta; proprio come già fanno iroccheggiani, vecchi e nuovi,disseminati su tutto il territoriocomunale, lontani da strade de-centi e dai servizi pubblici ecommerciali indispensabili.E’ il risultato di un dissennatouso del territorio che ha messoin croce tutti. Schiavi dell’au-tomobile per uscire da casa el’economia di ogni famigliache ritorna agli anni cinquanta.Ma ora ogni roccheggiano ve-

Sono soprattutto i negozi del centro a soffrire di più

Rilancio del commercio, non si può più aspettare

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race dovrebbe ribellarsi allaprospettiva di quel desertocommerciale perché significhe-rebbe la morte di strade e vicolidelle loro radici; mentre i roc-cheggiani “nuovi “ che sicura-mente vorrebbero un “borgoattraente” da frequentare conamici e parenti, dovrebbero

farlo per dimostrare che inten-dono contribuire all’indispen-sabile rinascita. Non è questo un concreto “in-teresse economico” di ogni cit-tadino? Intanto invitiamoAmministratori e i proprietaridi locali commerciali a farequanto è necessario per supe-

rare questi anni difficili. Aiprimi chiediamo di abbassaredrasticamente tasse e tariffe; aisecondi di concedere i locali aprezzi da rimborso spese. La si-tuazione è tale che se ci attar-diamo a tenere la testa sotto lasabbia, corriamo il rischio dinon poterla più tirare fuori.

Cari concittadini, con questo articolo lo staff de“La filosofia della frutta” (Via Duomo) Vi porgeil suo saluto a conclusione della sua avventura; eb-bene sì, il nostro tempo qui è stato proprio diun’avventura. Siamo fieri di aver portato un po’di buonumore con la nostra pazzia e la nostra leg-gerezza. Abbiamo investito tempo ed energie percreare, prima ancora che un’attività commerciale,un luogo familiare ed accogliente, ispirato ai prin-cipi della massima professionalità. Non so se cisiamo riusciti; noi crediamo di sì e non per man-canza di umiltà, semplicemente perché abbiamoricevuto in questi due anni molteplici attestati distima provenienti dai clienti di ogni età e prove-nienza sociale. Questa cosa rappresenta un guada-gno indiretto e forse più importante di quelloeconomico perché abbiamo creato relazioniumane che siamo convinti sopravviveranno oltrequesta nostra attività. Ci piace ricordare, in parti-colare, lo splendido rapporto che abbiamo instau-rato con Cristina e Franco (Regali Fondi); unlegame che crediamo si sia spinto oltre la semplicevicinanza “topografica” e valoriale, date le diffi-coltà economiche del momento. Siamo stati for-tunati a trovare un’accoglienza ed un vicinato diquesta caratura professionale ed umana. Un saluto affettuoso va anche alla clientela nostra

affezionata, numerosa e variegata.Non è stato facile confrontarsi col lavoro manualee della terra, specie quando si è provenuti, comeme, da anni ed anni di studi intensi e produttivi,eppure siamo riusciti ad onorare questa grande tra-dizione, se non altro rimanendole fedeli, senza ar-tifici e bugie e senza copiare nessuno. Abbiamovoluto e creato il nostro stile e speriamo di esserericordati per questo. Ci dispiace lasciarVi e non crediate che lo si facciaper un capriccio o per la congiuntura economicasfavorevole, che grava su tutti ed è persino dan-noso negarlo. Ciò che ci spinge a lasciarVi è l’op-portunità, oramai insperata, di un nuovo lavoro. Di questi anni di frequenza qui conserverò un ot-timo ricordo fatto di civiltà del lavoro e del valoredelle cose umili, lezione che avevo già ricevutodai miei genitori e che in questi due anni ho sem-plicemente ripassato ed approfondito.A noi tutti ci piace lasciarVi con un pensiero po-sitivo: questo è un paese che merita, conservia-molo per chi verrà dopo di noi e torniamo a queivalori che vi ho appena iniziato a descrivere, e chesi trovano nelle persone, anche se queste non nesono consapevoli. Il merito, quello vero, delle ca-pacità professionali ed umane e non quello dei ti-toli, alla fine verrà premiato. Ciao Rocca!

L’arrivederci della “Filosofia della frutta”LA LETTERA di un esercente che lascia l’attività

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ROCCA DI PAPAil Segno - Settembre 201216

Lettera Aperta di Italia Nostra ai Sindaci del Parco dei Castelli Romani

“Sviluppo non è «villettopoli»,la tutela ambientale è un obbligo”

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Lo scorso 29 agosto il Prof. Tiziano Onesti(foto a lato), Ordinario di Economia Aziendalepresso l’Università “Roma Tre” (e roccheg-giano doc del quale ogni tanto ospitiamo sulnostro mensile qualche spunto analitico sem-pre molto interessante) è stato eletto presidentedella società “Acqua Pia Antica Marcia”, l’excolosso immobiliare della capitale con interessi nel campo al-berghiero, immobiliare, aeroportuale e dei porti turistici. Il suocompito non sarà facile visto che il Gruppo “Acqua Marcia”,che fa capo alla famiglia dell’imprenditore Francesco Bellavi-sta Caltagirone (alle prese con la giustizia per la vicenda delporto turistico di Imperia), presenta un passivo che supererebbei 500 milioni di euro. Tiziano Onesti è stato nominato dall’Assemblea dei Soci e, in-sieme agli altri membri indipendenti del nuovo Consiglio diAmministrazione, avrà il difficile compito di condurre il pianodi riassetto del gruppo attraverso l’adozione delle soluzioni piùidonee per raggiungere tale risultato, compresa la possibilità diaccedere alla Procedura di amministrazione straordinaria comefece alcuni anni fa la Parmalat. A Tiziano va il nostro più sincero in bocca al lupo per quest’al-tra difficile avventura nel settore del rilancio delle grandi im-prese in crisi e, insieme, esprimiamo il nostro rammaricopoichè un tecnico serio e preparato come lui (che ama moltoRocca di Papa) viene continuamente ignorato dalla nostra am-ministrazione locale, basti pensare alla gestione dei boschi pub-blici che, è bene ricordarlo, gran parte furono acquisiti dalComune in seguito alle sue relazioni e valutazioni tecniche, ac-compagnate da un piano di sviluppo rimasto rigorosamenteinapplicato fino a oggi. Quegli stessi boschi di cui ora l’ammi-nistrazione vorrebbe disfarsi.

(A.S.)

Il Prof. Tiziano Onestieletto Presidentedel Gruppo “Acqua Marcia”

Nel ricorso presentato dai co-muni di Grottaferrata e Ma-rino, cui la sentenza dàdefinitivamente torto, questoprincipio veniva messo in dub-bio e dove il Piano d’Assettodel Parco è più restrittivo ri-spetto ai PRG o ai PTPR si ècercato di aprire un varco peraggirare la tutela ambientale. Italia Nostra sostiene da sem-pre quanto affermato dal Con-siglio di Stato ed in tutti questilunghi anni di accese battagliecontro le filosofie distorte dialcuni amministratori si è bat-tuta con largo impegno per laprotezione degli ambienti sto-rici, culturali ed ambientali deiCastelli Romani.Ricordiamo le varie azionicontro i PRG a forte tendenzaespansionistica (chiamano svi-luppo il dissennato consumo disuolo e le “villettopoli” sparseovunque) dei comuni chehanno il loro territorio all’in-terno del perimetro del Parco.Oltre ai citati comuni di Grot-taferrata e Marino, anche Vel-letri, Albano, Rocca di Papa,Genzano e Nemi. Con quest’ultimo, in partico-lare, lo scontro è stato acceso.Dopo l’illuminata politica diprotezione dei suoli e del pae-saggio operata negli anni ’80 e’90 dalle amministrazioni co-munali di allora (sindaco ildott. Vairo Canterani) che havisto contrapporsi un nutrito

schieramento di oppositori le-gati alla facile politica del-l’espansione edilizia eabitativa, senza confrontarsicon le risorse disponibili, latendenza dei nuovi sindaci èstata all’insegna dell’accele-rato consumo di territorio;cancellati ettari di agricoltura,boschi, aree verdi. Si è costruito troppo e male avantaggio di pochi e control’interesse delle comunità.Il Parco dei Castelli è stato vo-lutamente ignorato e contra-stato dalla maggior parte deipolitici. Ora è necessario che icomuni rivedano i loro PRG eli adeguino in base alla sen-tenza del Consiglio di Statoalle zonizzazioni ed alle pre-scrizioni di salvaguardia delPiano d’Assetto. Questa sentenza, che farà giu-risprudenza, è un importantepasso in avanti verso una mag-giore consapevolezza. Ungiorno, forse, verrà anche rico-nosciuto, e speriamo risarcito,il grave danno fatto alla qualitàdi vita della comunità colpitadalla distruzione metodica del-l’ambiente naturale e della cul-tura storica.

*Prof. Enrico Del VescovoPresidente di Italia Nostra

Castelli Romani

*Prof. Franco MediciVicepresidente

di Italia Nostra Lazio

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

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Unione Europea 1.160 546 614

Altri Paesi Europei 400 181 219

Africa 146 83 63

Americhe 109 29 80

Asia 57 27 30

Oceania 1 0 1

Totale 1.873 866 1.007

I cittadini dell’Europa e degli altriContinenti al 31 dicembre 2011

Continente totale maschi femm.

Romania 900 445 455

Moldova 149 62 87

Egitto 82 53 29

Perù 22 8 14

Filippine 26 14 12

Australia 1 0 1

Provengono da una settantina di Paesi, eccone alcuni

Paese totale maschi femm.

31 dicembre 2008 15.307 7.589 7.718

31 dicembre 2009 15.771 7.829 7.942

31 dicembre 2010 16.148 8.034 8.114

31 dicembre 2011 16.420 8.169 8.251

incremento a oggi 16.661 8.273 8.388

RESIDENTI A ROCCA DI PAPAUna crescita continua che staper raggiungere quota 17.000

Residenti al totale maschi femm.

Aumentano anche gli ospiti stranieri, 1873, di cui 900 di nazionalità rumena

Crescita demografica senza freni, in due anni mille abitanti in più

Così dal 1861 al 2001

di MarcelloMorroneRocca di Papa staper tagliare il tra-guardo dei 17mila

abitanti. Al 31 luglio scorso icittadini residenti erano16.661, cioè 1.354 in più ri-spetto alla fine del 2008,quando erano poco più di15.300. Si tratta di uno degliincrementi più elevati tra i Co-muni dei Castelli Romani,segno che la tanto annunciataed elogiata “opzione zero” daparte dell’amministrazioneguidata dal Sindaco Boccia,non era null’altro che unosloogan elettorale teso a tran-quillizzare tutti coloro che daanni vedono diminuire il terri-torio verde a vantaggio dinuove abitazioni. E questi datilo stanno a dimostrare. Undicianni fa i roccheggiani eranocirca 13mila. Per vedere neldettaglio l’andamento di que-sta costante e inesorabile cre-scita dall’Unità d’Italia (1861)a oggi, basta leggere le due ta-belle poste più a destra. Per quanto riguarda invecel’arrivo di nuovi residenti, inumeri parlano di un aumentodi 1.873 unità, di cui 1.160provenienti da Paesi facentiparte dell’Unione Europea.Tra questi la maggiore comu-nità stanziatasi a Rocca diPapa risulta essere quella ro-mena (900 cittadini, oltre lametà donne) che da anni ap-

pare, nella maggior parte deicasi, ben integrata con i resi-denti ritenuti storici. Rispettoa tre anni fa sono aumentati di217 unità (al 31 dicembre del2009, infatti, erano 683). Tra i Continenti, oltre all’Eu-ropa (sia comunitaria che non:1.560), vi è l’Africa con 146

ospiti, di cui la maggior parte(82) provenienti dall’Egitto;poco sotto ci sono le Americhecon 109 cittadini extracomuni-tari (termine che va letto perquello che è: cioè persone al difuori dell’Unione ComunitariaEuropea), di cui 22 nati inPerù, seguite dal vicino Conti-

nente asiatico (57 presenze).Anche l’Australia ha messouna bandierina tra coloro chehanno scelto di risiedere aRocca di Papa.

(Dati gentilmente fornitidall’Ufficio d’Anagrafe del

Comune di Rocca di Papa edelaborati da Sergio Rasetti)

ROCCA DI PAPAil Segno - Settembre 201218

Nè pedana nè pulmino... benvenutinel paese delle promesse mancate

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di Daniela Di RosaC’era una volta ilpaese delle pro-messe… quellesbandierate e mai

mantenute... tanto al Sindacobastava ripeterle ad ogni tor-nata elettorale e veniva pun-tualmente rieletto, contavasulla credulità della gente e aquanto pare aveva ragione, oh!ci cascavano sempre! In quellostesso paese c’era un gruppo dipersone che da anni senza stan-carsi lo sbugiardava spesso,non avevano niente da guada-gnare, anzi ci rimettevanosempre ma per amore della ve-rità continuavano indefessi.Anche qui a Rocca di Papa,ogni promessa del Sindaco nonmantenuta viene regolarmentepubblicata! Voglio parlarvi diuna piccola ma grande pro-messa fatta a Roberta, giovanedonna con disabilità motorie(ne ho già parlato sul numerodi ottobre 2011). Lei vive alpiano interrato di una palaz-zina e le è quasi impossibileuscire di casa: poco più di unanno fa, a pochi mesi dalle ele-zioni a Sindaco, Boccia si pre-sentò da lei e promise...promise una semplice pedana,affinchè Roberta potesse usciretranquillamente da casa senzadover per forza contare sui ge-nitori; presero anche le misure,forse lei votò per lui e magarianche tutta la sua famiglia eprobabilmente parenti e

mino! Caro Boccia, ti ricordoche siamo la città della fratel-lanza, passi che hai promessoe non hai mantenuto, ci siamoabituati (e se ti ricandidi per laterza volta e racconti bene letue storie sarai rieletto…), manon ti rimorde un pochino la

coscienza? Non si potrebbefare una festa in meno e unapedana in più? Signor Sindacodi Rocca di Papa perchè al-meno non va da Roberta aspiegare perchè non ha nè pe-dana nè pulmino? Ce lo “pro-mette”?

amici… Boccia fu rieletto e sidimenticò di Roberta e dellapedana, proprio come nelpaese delle promesse vane. Isuoi genitori continuarono econtinuano con fatica a farlauscire di casa, per fortunac’era un pulmino per disabiliche poteva accompagnarla,magari a Grottaferrata nellaComunità Capodarco di donFranco dove, due pomeriggi asettimana, Roberta andava vo-lentieri per svolgere alcune at-tività. Ma ecco che conl’arrivo dell’estate il Comunesopprime il servizio del tra-sporto, e perché? E perchèproprio d’estate quando tuttiabbiamo più voglia di uscire,figuriamoci lei che si muovein carrozzina? Così a Robertanon solo è mancata la pedanama le hanno tolto anche il pul-

Sopra: RobertaA lato: il pulmino soppresso

Giuntarelli coinvolto nell’inchiesta sui punti verdidi Roma

Indagato il direttore del ParcoIl Parco dei Castelli Romani, sotto l’insegnadella destra regionale, non trova pace. Dopo lasuccessione di vari direttori, pochi mesi fa eraarrivato Paolo Giuntarelli, già presidente delBioparco di Roma e altri incarichi più o menoprestigiosi. Dopo una serie di tentativi Orciuoli,attuale commissario del Parco, pensava di averrisolto finalmente il problema della direzione.Adesso però Giuntarelli è finito sul registrodegli indagati della Procura di Roma nell’am-bito dell’inchiesta sui “punti verdi” che nel

2010 (quando Giuntarelli ricopriva il ruolo didirettore del Dipartimento Ambiente della Ca-pitale) vennero assegnati a privati senza alcunagara. L’accusa per Giuntarelli è di abuso d’uf-ficio. Chissà che cosa penserà ora il Sindaco diRocca di Papa che aveva salutato con grandeentusiasmo l’arrivo di Giuntarelli a Rocca diPapa, addirittura inviando un comunicatostampa sulla grande accoglienza riservata daBoccia a Giuntarelli.

ROCCA DI PAPAil Segno - Settembre 2012 19

Alla prima porta a sinistra del Centro Anziani sta scritto “E’ se-veramente vietato l’accesso ai non addetti ai lavori”, vai fotogra-fala e mettila, è una cosa vergognosa per chi ha scritto e per chisopporta senza fiatare. Vogliono rimanere segreti ma chi lovuole è perché le cose sono [poco chiare] e a Rocca per chi co-manda è un delitto se uno critica. Ti mando questo (Statuto delCentro Anziani, n.d.d.) che non dovrebbe circolare perché parladei loro doveri e dei diritti degli iscritti. Se lo metti interessitanti e aiuti a fare chiarezza. Le assemblee non le fanno, nessunodice entrate e spese, i verbali se li fanno soli, nessuno può met-tere bocca, se provi sei infame. Solo due volte possono essereeletti, partono, mangiano, ballano e…Solo tu puoi fare qualcosa per cambiare chi da compagno si bat-teva per le cose giuste e adesso fa come Putin.

Lettera firmata

Riceviamo e volentieri pubblichiamo“Al Centro Anziani c’è poca trasparenza e nessuno può mettere bocca”

Riceviamo e volentieri pubblichiamo“Il Comitato di Gestionedica come stanno le cose” Cosa è successo e cosa succedeal Centro Anziani? I Soci delCentro esprimono il loro disap-punto nei riguardi del “nuovo”Comitato di Gestione in caricada circa un anno. Speriamo chesi possa dare qualche risposta acoloro che si domandano dovesono finite le promesse fatte daparte dei rappresentanti del-l’unica lista presentatasi alle ele-zioni del 18 novembre scorsoper il rinnovo delle cariche (casoanomalo visto che solo nelle dit-tature succede questo).A circa 11 mesi dall’insedia-mento, i Soci si domandano diquale trasparenza si parla se aoggi non si sono visti né bilancitrimestrali, né tanto meno quellodell’anno 2011, inoltre fra letante cose che non vanno c’èanche la copertura del gazebodel Centro: è mai possibile che iSoci dopo che sono stati costrettia stare sotto il sole per mesi sisono visti “coprire” (si fa perdire) il gazebo con delle can-nucce? Non si poteva fare di me-glio? Si dice che non ci sonosoldi ma si sentono voci che par-lano di spese telefoniche esorbi-tanti. Ma la cosa più grave che iSoci contestano è che si è taciutosoprattutto su quello che è suc-cesso il giorno 8 dicembre 2011,festa dell’Immacolata, dove èstata organizzata una “polentata”al Centro nella quale metà circadegli intervenuti si è sentitamale. Signori del Comitato se cisiete battete un colpo!I Soci aspettano ancora una ri-sposta da voi: perché si è taciutosu questo? Di chi è la colpa?Perché non si sono fatti analiz-zare gli alimenti per conoscere la

causa che ha scatenato questomalessere? Eppure il Centropaga la Haccp (circa 300 euro al-l’anno), dove sono finiti gli or-gani preposti al controllo(Servizi Sociali, Sindaco, Asses-sore)? Perché tutti tacciono?Non sarà per le troppe parenteleche legano alcuni membri delComitato all’amministrazionecomunale? Perché allora parlatesempre di trasparenza? I Soci da voi si aspettavano uncambiamento in meglio non inpeggio, visto che avete fatto ditutto per andare a governare ilCentro Anziani. A proposito ditrasparenza ci fate sapere o no seci sono state le dimissioni delPresidente? Perché vista questaspecie di “faida” che si sta con-sumando dentro il Comitato perla spartizione delle cariche sipresuppone che, se le dimissionici sono state, in tempi brevi siriandrà di sicuro a nuove ele-zioni. Se non si ha considera-zione per tutti, al di là diqualsiasi differenza economica,sociale e culturale, non si è degnidi far parte di un’associazionepubblica. A questo punto vistoche parlate tanto di rispetto, iSoci che non avete rispettato econtinuate a non rispettare, oggivi chiedono la verità sulla “cac-ciata” di chi gestiva la cucina,sulla vicenda della “polentata”,sulle vociferate dimissioni delPresidente, sui bilanci e sulle tri-mestrali mancate. Un Comitatodi Gestione dovrebbe avere ungrande entusiasmo ma vistocome vanno le cose al Centro, ilvostro entusiasmo di certo loporterà alla chiusura.

Lettera firmata

Centro Anziani, si riapre il dibattitoIn questa pagina ospitiamo due delle lettere arrivate in re-dazione inerenti il funzionamento e la gestione del CentroAnziani di Rocca di Papa. Lettere che evidentemente testi-moniano malumori più o meno diffusi tra gli iscritti e chemettono in evidenza alcuni problemi di trasparenza, par-tecipazione e organizzazione su cui sia il Comitato di Ge-stione del Centro sia l’amministrazione comunaledovrebbero aprire un dibattito pubblico. Il Centro An-ziani, che raccoglie al suo interno centinaia di persone,deve essere un luogo dove tutto avviene alla luce del sole,senza segreti nè rivalse, dove ognuno deve essere libero diesprimere il suo giudizio sia positivo che negativo sullecose che si fanno; ma se ciò non è possibile significa chequalcosa non va come dovrebbe. Allo stesso tempo, ai tanti che ci hanno scritto sulle que-stioni poste da queste due lettere (o che ci fermano perstrada per sollecitare la stesura di articoli) voglio dire conchiarezza che il ruolo di un giornale non è quello di con-durre battaglie per conto di qualcuno ma, semplicemente,renderle pubbliche attraverso un’informazione attenta escrupolosa. Cioè quello che cerchiamo di fare ogni mese.

Andrea Sebastianelli

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ROCCA DI PAPA il Segno - Settembre 201220

A Paolo Valbonesi e Piero Botti il nostro plauso

Il bilancio degli eventitra luci e (molte) ombredi Luigi SerafiniL’estate è ormai alle nostrespalle ed è tempo di bilanci perla stagione tipica delle feste edelle iniziative culturali e ricrea-tive. Una stagione conclusasicon le dimissioni del delegatoagli eventi culturali, SimonePizziconi, che forse non ritenevadi poter svolgere appieno le fun-zioni della sua delega. Non che il calendario messo inpiedi a Rocca di Papa sia statomolto ricco, anzi. Se non fossestato per l’impegno personale eprofessionale di artisti locali, lastagione appena passata sarebberimasta del tutto insignificante.L’amministrazione comunale,da parte sua, ha realizzato alcunieventi dei quali dobbiamo se-gnalare il successo del concertodei “Ladri di carrozzelle”, laband composta da diversamenteabili che il 18 agosto ha riempitopiazza della Repubblica. Questoevento, proposto dal musicistaPaolo Valbonesi, è stato patroci-nato dal Comune di Rocca diPapa. Restando a Valbonesi,dobbiamo dire che ormai è unodegli artisti più impegnati nellarealizzazione di eventi musicali.Ha ideato, presentato e struttu-rato la serata dedicata al com-pianto Graziano (al Parco deiCampi), ha tenuto l’annuale edi-zione delle canzoni dedicate aFabrizio De Andrè (al Bar eno-teca di piazza della Repubblica),senza dimenticare le sue serate atema, tra cui quella sulla musicaromana e altre iniziative che lo

hanno sempre visto in primafila. Paolo Valbonesi è uno diquegli artisti che si sentono ap-pagati già dal fatto di fare mu-sica e di esibirsi. Per questo restadavvero inspiegabile che un’as-sociazione come la Proloco loabbia lasciato andare senza direuna parola. Ma si sà lui viene dafuori, non è nè nato nè cresciutoa Rocca di Papa e quindi devepagare questa sorta di “peccatooriginale”. Roccheggiano ve-race invece è Piero Botti, notoper le sue performance e per lasua poliedricità. Regista, autoredi testi teatrali e musicali, musi-cista, pittore e inventore d’arte edi cultura. Il suo spettacolo, cheforse è stato quello di maggioresuccesso in termini di attenzionee partecipazione, lo ha visto ci-mentarsi sui più importantieventi storici che hanno caratte-rizzato la storia di Rocca diPapa, dalle origini a oggi.L’aspetto che più incuriosiscedei suoi spettacoli è la capacitàdi Piero di coinvolgere intornoall’idea iniziale tante personeche, ognuno con competenzespecifiche, riescono a dare vitaa un affiatamento che è forse (aldi là del successo delle esibi-zioni) la cosa più bella da evi-denziare. Per esempio, nellospettacolo su Rocca di Papa(alla Casina dei Pini) hanno col-laborato Ermanno Gatta, GianniFondi, Alessandro Guerrieri,Paolo Vitale, Mariangela Ci-mini, oltre a Silvio e LorenzoQuerini e all’ex delegato Si-

mone Pizziconi.Invece l’estate ètrascorsa con unadomanda: ma laProloco dove sta?Forse ha preso leferie visto che lu-glio e agosto sonotrascorse senzauna sua presenza significativa.Ora a settembre si è rimessa inmovimento ma più che altropartecipando a eventi già pro-grammati da altri. Da quest’as-sociaizone ci aspettiamo di piùvisto che recentemente il Co-mune (che sta togliendo soldi atutti) le ha stanziato 15mila euro.Ma la Proloco non doveva es-sere in grado di camminare dasola trovando sponsor e contri-buti? Alcuni concerti poi sonostati davvero un flop. Ho vistouna piazza Garibaldi completa-mente deserta per l’esibizione diun gruppo musicale di cui nonricordo nemmeno il nome. Unapiazzetta che faceva trasparire ladisorganizzazione e l’improvvi-sazione di chi pensa che fareeventi sia solo chiamare qual-cuno a suonare. Poca pubblicità,poco coinvolgimento, poco ditutto... e la piazza era vuota conla desolazione di chi si dovevaesibire. Si dirà: in tempo di crisi c’èpoco da festeggiare però qual-cosa di meglio si poteva fare. Invece la lettera di una nostralettrice, Giovanna, sulla man-cata “Notte Verde” ci lascia piùche perplessi visto che ad aprile

la Proloco, in un comunicatostampa, tra gli eventi più impor-tanti in grado di unire cultura enatura, citava proprio la “NotteVerde”, pensata qualche anno fadalla scrittrice Maria Pia Santan-geli. Fanno tutto da soli: annun-ciano iniziative che poi nonfanno! Ma a ben vedere la“Notte Verde” è un evento dav-vero particolare, capace di coin-volgere, in una sola notte, decinedi artisti, musicisti, pittori, poeti,scrittori e (pensate un po’) anchei commercianti. L’unico eventolocale in grado di attrarre visita-tori anche dalle città vicine.Quindi, per Rocca di Papa, chenon vuole aprirsi all’esterno (aquesto punto viene da pensareche questa “emarginazione cul-turale” sia una scelta dell’ammi-nistrazione comunale), è vistacome una manifestazione ina-datta. Murales? Solo artisti lo-cali (ci ha provato un pittoredella città di Diamante e lohanno rispedito a casa con lacoda tra le gambe). Se non dise-gni case e madonne non ti vo-gliono. Ma quando si capirà chequesto paese ha bisogno di “vo-lare” e non di rintanarsi nel suoprovincialismo più becero?

I “Ladri di carrozzelle”durante il concerto di

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Sepoltura con lapide per Checco, il cane del cimitero

L’amore non ha confini,lo dimostrano gli animali

di Daniela Di RosaL’amore non ha con-fini, quello per glianimali e tra gli ani-mali è molto spesso

straordinario! Mi capita di leg-gere o ascoltare storie senti-mentali tra animali ma mai miera capitato personalmente, aparte una piccola scimmia scap-pata da una gabbietta in viadelle Barozze tanti anni fa… la-voravo in una clinica per an-ziani (villa Serenitas), erainverno e da una finestra vidiuna scimmietta su un albero,avvisai le colleghe, tra cui Da-nira (la proprietaria del negoziodi fate e gnomi), mi dissero cheavevo le allucinazioni, ma do-vettero ricredersi, c’era vera-mente! Chiamammo i vigili cherintracciarono i proprietari (lasera prima, passando sotto ilponticello, la gabbia si eraaperta e da lì la fuga della scim-mia), in attesa del loro arrivo re-

stai in mezzo alla strada a par-lare con l’animale. Arrivarono,montarono una grossa gabbianella villa di fronte e tornai a la-vorare. Dopo un bel po’ vennedentro qualcuno a chiamarmi,la scimmietta non voleva scen-dere dall’albero anzi, si allonta-nava e un’altra notte al freddol’avrebbe sicuramente uccisa.Uscii e le “riparlai”, entrai nellagabbia e, incredibile a dirsi,scese dall’albero ed entrò anchelei! Chissà perché si fidava dime! Ora voglio raccontarvi lastoria di Lisetta, una piccola ca-gnetta meticcia, incrocio tra unbassotto e chissà chi. Torniamoindietro di due anni, c’era Bian-chino, un bell’incrocio di ma-remmano, viveva solo in unterreno, accudino dal suo pa-drone e da una mia amica, laportammo da lui che avevapochi mesi e tra loro fu subitoamore. Lisetta e Bianchino perdue anni sono stati inseparabili,

sempre insieme,anche quando il ter-reno fu venduto efinirono per duemesi in pensione,poi si trovò un altropiccolo terreno evissero felici per unaltro anno. Venne ilgiorno in cui il pro-prietario si ripreseBianchino e Lisettavenne via con me,non scorderò mai ildolore negli occhidella cagnetta, lapaura, l’incredu-lità… la mattinadopo Lisetta era tri-ste, non volevamangiare, il pome-riggio non volevamuoversi, alle seicorro dalla veteri-naria… ma Lisetta muore inmacchina! Disperata decido perl’autopsia, non aveva ancora treanni. Si scopre che il suo cuore,già malato per un’infezione,non ha sopportato il doloredella separazione! Questa storia la dedico a tuttiquelli che dopo un anno, due eanche di più abbandonano ilproprio cane o gatto, pensandoche è solo un animale…l’amore non è prerogativaumana! L’ultima storia (perquesto mese) riguarda l’ormaifamoso Checco, il cane del ci-mitero morto qualche mese fa,non ha una statua all’entrata delpaese come il cane di Monte

Porzio, ma Luca e Vanessahanno fatto per lui una piccolasepoltura con tanto di lapide,donata con affetto e sensibilitàda Orofino Prospero, il marmi-sta di via San Sebastiano. Qual-cuno storcerà il naso e a lorovoglio ricordare che in GranBretagna esiste un cimitero“misto” e che in Italia il Co-mune di Fauglia (piccolo centrosulle colline pisane) sta per rea-lizzarne uno, il primo in Italiadove si potrà riposare in eternoaccanto agli amici a quattrozampe… non stupitevi, giànella preistoria spesso l’uomo sifaceva seppellire insieme aisuoi amati animali.

Luca e la lapide dedicata

a Checcodonata dal marmista

OrofinoProspero

La “bassottina” Lisetta e il marem-

mano Bianchino, una storia d’amore

finita in tragedia

Checco

APPROFONDIMENTO

ilSe

gno

-Set

tem

bre

2012

Solo partecipandosi può cambiarel’assurda decisionedel Comune

di SergioRasettiIl bilan-cio comu-nale 2012p r e v e d ela vendita

di ettari di boschi e hasuscitato una rea-zione univoca nellapopolazione di Roccadi Papa: tutti contrari.Sarà interessante ve-dere come questacontrarietà si manife-sterà con la partecipa-zione alle iniziativeche qualcuno certa-mente metterà incampo nelle prossimesettimane.Abbiamo imparatoche, anche su que-stioni fondamentalidella vita pubblica lo-cale, la rinuncia a col-locarsi in modochiaro è diventatauno sport di massa;mentre il potere mo-stra un volto pocotranquillizzante per ilcittadino che chiedediritti certi dopo averrispettato i propri do-veri. Ma l’argomento al-l’ordine del giornonon ammette alcun ri-tardo per una presa diposizione chiara. Sene dovranno far ca-rico, avanti agli altri,coloro che al paesehanno dato e dannomolto di più diquanto ricevono: in-tellettuali, scrittori,artisti, giornalisti, in-segnanti, professioni-sti, comitati diquartiere e associa-

zioni, volontari, sportivi, cit-tadini che ci mettono la fac-cia. Centinaia di persone chepossono cambiare il corsodella storia di questi ultimianni. Centinaia di personeche rifiutando di coltivaresoltanto il proprio orticello;concesso loro per ottenereconsenso personale dagli oc-cupanti del palazzo; scen-dono in campo, comecittadini consapevoli che

questa casta non deve più de-cidere da sola. Ai critici che dichiarano inu-tili le nostre denunce, le no-stre proposte, le informazioniche svelano che cosa bollenella pentola comunale(visto che dal palazzo conti-nuano a fare orecchie damercante), ricordiamo che ungiornale può informare e sol-lecitare l’attenzione su pro-blemi e accadimenti, ma non

è un soggetto deputato a ri-solverli. Noi però la nostraparte la faremo lanciandouna raccolta di firme. Percambiare il corso degli eventibisogna partecipare e non oc-corre che chiami il partito, ilprete o il politico di governoo di opposizione. Bastauscire da casa e mettersi allaricerca di quanti voglionocollaborare per fare le cosepiù giuste per questo paese.

RRRREEEEFFFFEEEERRRREEEENNNNDDDDUUUUMMMM!!!!ppppeeeerrrr ttttuuuutttteeeellllaaaarrrreeeeiiii nnnnoooossssttttrrrriiii bbbboooosssscccchhhhiiii

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Uno dei sentieri boschivi di Rocca di PapaLa vallata del Vivaro circondata da boschi

APPROFONDIMENTO

ilSegno-Settem

bre2012

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Tratt. dati Nome e Cognome Indirizzo Firma

Rocca di Papa, data: .........................................................

FERMIAMO LA VENDITADEI BOSCHI PUBBLICI

di Rocca di PapaCon la mia firma dico:

“NO” ALLA DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N. 17 DEL 30 MAGGIO 2012con cui il Comune di Rocca di Papa intende vendere i boschi pubblici (tra cui il bosco della biodiversità) e contemporaneamente realizzare

una “Centrale a biomasse” nel cuore del Parco dei Castelli Romani;

E CHIEDO

CHE VENGA PROMOSSO UN REFERENDUM COMUNALEIN BASE ALL’ART. 47 DELLO STATUTO COMUNALE VIGENTE attraverso il quale i cittadini possano decidere in merito alle scelte

che condizioneranno il futuro della città di Rocca di Papa

Ritaglia e raccogli le firme

info: [email protected]

ROCCA DI PAPA24 il Segno - Settembre 2012

Da Alvaro Fondi riceviamo e volentieri pubblichiamo

“Il degrado del paese dovutoacattiva gestione”

Giorni fa, su un giornale nazionale, ho lettoun articolo del primo cittadino che notavaun abuso edilizio nella sede del Parco Re-gionale. Mi domando: si è rotto il giocat-tolo? Certo, nel Parco Regionale deiCastelli Romani ci sono “alcune” personetalmente competenti che si fanno vederesempre con qualche pezzo di legno inmano (dovranno costruire una nuovaarca?), altri li vedi lì fuori a fumare per lapausa... Intanto il bosco, che si trova nellaparte sottostante la Sede (via Marino), con-tinua ad essere invaso dai rifiuti (da frigo-riferi a mobili per la cucina, da divani avasi, da copertoni a carcasse di auto, da gi-relli per bambini a buste sorpresa, cioè sac-chi neri ben sigillati). Dimenticavo, sipossono trovare anche siringhe sia imbal-late che usate.E’ dura vedere che ci sono persone inciviliche non sanno ciò che fanno e se ne fre-gano delle conseguenze dei loro gesti. Maè ancora più duro sapere che dovrebberoesserci dei controlli che non ci sono maistati. Per non dimenti-care tutte le promessefatte dalle Amministra-zioni, sotto periodo elet-torale da quindici anniad oggi, riguardo alla ri-qualificazione dei nostriboschi. Per loro la pa-rola “riqualificare” si-gnifica svendere? Si continua a cadere neitranelli come sempre, abboccare a pro-messe di lavoro, oppure attaccati anche adun certificato. Poi vi lamentate nei vostrituguri o assembramenti se non vi hannodato ciò che vi avevano promesso. Rocca di Papa è un Paese che vivrebbesolo con i boschi, invece si pensa ad orga-nizzare gemellaggi e feste in piazza per co-prire quello che di fatto è un mal governo.Qualcuno sulla scatola blu dell’autoveloxha scritto: “Il paese muore boccia magna!”.Naturalmente è stata subito cancellata.Quello che mi domando, però, è che finehanno fatto i lavori dell’Isola Ecologica?Sono mesi che il travaso dei rifiuti sisvolge su via Roma e si può immaginaredove finisce il liquame del travaso deimezzi. Dove sono i “Grandi Ambientalisti”di Rocca? Quante multe sono state elevate

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con il progetto “armati nel Bosco”? Certo, la parola d’ordine è la “spending re-view”, parola anglo-sassone che nella no-stra lingua-indigena si può tradurre in“svendita e massacro sociale”. Non sono ivostri rappresentanti di governo che aiutanoi “professori-banchieri-tecnici”: una sceltac’era e c’è ancora. Ci dispiace vedere il no-stro paese ridotto in questa situazione daterzo mondo. Un paese dei soliti, un paeseridotto in rosso per la cattiva gestione, unpaese dove la trasparenza è zero, dove si as-sumono “persone” scavalcando la legge, unpaese dove chi fa la differenziata non viene

premiato e, anzi, paga il venti per cento inpiù. Un paese che non merita tutti questi“signori” che con il loro “saper fare”, uni-tamente alla minoranza, dovrebbero soloalzare i tacchi e andarsene. Voi siete “anti-cittadini”, siete demagoghi e siete populisti,cioè parlate al solo scopo di accrescere ilvostro consenso anche se poi, come accadeanche in Consiglio Comunale, votate inmodo opposto a quanto avete dichiarato. Sideve essere consapevoli, in conclusione,che “non siamo tutti uguali”!

Il Direttivo de “La Destra” con il Segretario Cittadino Alvaro Fondi

Alvaro Fondi

La politica torna a infiammarsi per il dopo BocciaE’ già caccia al nuovo Sindacodi Luigi SerafiniE’ trascorso poco più di unanno dall’inizio del secondomandato di Pasquale Boc-cia e già cominciano a gi-rare le prime indiscrezioniper la succesione alla pol-trona di primo cittadino.Questo “fermento” in partedipende dalla crisi econo-mico-finanziaria che sta vi-vendo l’amministrazioneroccheggiana che in cassanon ha più un centesimo dieuro e quindi anche il climapolitico è diventato nebu-loso con alcuni ConsiglieriComunali di maggioranza,scontenti di come vanno lecose, che cinguettanospesso con quelli di mino-

ranza. Argomento predi-letto, a quanto pare, il futurodello stesso Boccia e lacorsa alla candidatura diSindaco. In prima linea perla successione c’è ovvia-mente l’Ass.re all’Urbani-stica Silvia Sciamplicottiche aspira dunque a diven-tare la prima cittadina ingonnella di Rocca di Papa e,per quel che siamo riusciti asapere, alla fine la dovrebbespuntare rispetto agli altricandidati Pd, Mauro Fei eMaurizio Querini.Anche nel centrodestra sinota un po’ di fermento mail problema di questa partepolitica è la presenza in-gombrante di Enrico Fondi

che, alla fine, potrebbe ten-tare la strada di una lista ci-vica in grado di riunirecomponenti di centrodestrae di centrosinistra.Sullo sfondo vi è la nuovalegge elettorale con cuiRocca di Papa (avendo su-perato i 15mila abitanti)andrà al voto. Una leggeche prevede il ballottagionel caso che nessun candi-dato superi il 50% di prefe-renze al primo turno.Sarebbero già pronte le co-siddette “liste civetta”,quelle liste cioè che si pre-sentano alle elezioni soloper poter poi andare a trat-tare con i candidati che sisfideranno al secondo turno.

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ROCCA DI PAPAil Segno - Settembreo 2012 25

Ecco come si ridisegna il servizio idrico nel Lazio. Si firma entro il 30 settembre

Nuova petizione contro la Regionechenontiene contodelreferendum

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di Simona Savini*Bloccare le privatizzazioni, ri-corda il movimento per l’ac-qua pubblica, è solo l’inizio diun cammino che punti alla ge-stione pubblica e davvero par-tecipata del servizio idrico.Un’altra firma dopo il refer-ndum sull’acqua, che la Re-gione Lazio non riconosce.«Perché un’altra firma dopoaver vinto i referendum sul-l’acqua?». Già, perché? Per ra-gionare sulla nuova propostadi legge di iniziativa popolaresulla gestione del servizioidrico si può partire proprio daquella domanda, che spessoviene rivolta ai banchetti diraccolta firme da alcune setti-mane sparsi per la città.Ci sono diverse buone ragionidietro quella nuova proposta,prima fra tutti la natura abro-gativa del referendum: con lastraordinaria vittoria del 12-13giugno 2011 è stato infattimesso uno stop alle privatizza-zioni nel nostro paese, unfreno che continua a reggerenonostante i molteplici tenta-tivi di aggiramento del prece-dente e dell’attuale governo.Ma fermare le privatizzazioni,ricorda il movimento per l’ac-qua pubblica, è solo l’inizio diun cammino che punti alla ge-stione pubblica e partecipatadel servizio idrico. E se questabattaglia ha ovviamente unadimensione nazionale, anchele decisioni che vengono presedai governi regionali sono cru-

ciali in tal senso: entro il 31 di-cembre 2012 le Regioni do-vranno infatti individuare isoggetti che assumeranno lecompetenze degli attuali Am-biti Territoriali Ottimali (Ato,le unità territoriale di gestionedel servizio idrico). La bozza di legge finora circo-lata nella Regione Lazio, afirma dell’assessore all’am-biente Marco Mattei, marcia indirezione contraria a quella in-dicata dagli oltre due milionidi cittadini del Lazio che pocopiù di un anno fa hanno votatoper l’acqua pubblica: dalla de-finizione del servizio idricocome «servizio di rilevanzaeconomica», con il suo conse-guente assoggettamento almercato, alla costituzione diun Ato unico regionale, cheporterebbe a un allontana-mento del servizio dal citta-

dino e a uno svuotamento ul-teriore del ruolo delle comu-nità locali. La scadenza didicembre è però anche un’oc-casione che le organizzazionisociali della Regione per la di-fesa dell’acqua e dei beni co-muni non possono perdere: siridisegna il servizio idrico, edè quindi il momento giusto permettere sul piatto le propostedal basso.L’obiettivo quindi è una pro-posta di legge che sottraggadavvero il servizio idrico alleregole del mercato, che spingaverso la trasformazione delleattuali società per azioni inaziende di diritto pubblico, chegetti le basi per una gestionedell’acqua attenta all’ambientee ai cittadini. Una propostache, se non sarà discussa entroun anno dalla sua presenta-zione, sarà sottoposta a refe-

rendum popolare, così comeprevisto dal regolamento re-gionale.Si tratta di un percorso cheparte dai cittadini, ma chepassa anche per le amministra-zioni comunali, le più pros-sime ai cittadini, anch’essesempre più estromesse dalledecisioni in tema di servizipubblici. La proposta di leggesarà infatti presentata in Con-siglio regionale anche da tuttiquei Comuni che in questigiorni stanno deliberando intal senso: almeno dieci, se-condo il regolamento della Re-gione, molto probabilmente dipiù, secondo l’interesse mani-festato da molte amministra-zioni.Entro il 30 settembre, ricor-dano i promotori dei banchetti,si chiuderà la fase di raccoltafirme: 50mila l’obiettivo daraggiungere, firmando negliUrp dei Municipi di Roma epresso i banchetti consultabilisu referendumacqua.it. Siaprirà poi la fase di interlocu-zione con la Regione Lazio,insieme alla mobilitazione ne-cessaria per contrastare la pro-posta della giunta regionale efar sentire la voce dei cittadiniche all’acqua pubblica hannodetto e ribadito un chiaro sì. A quanto pare, il cammino èancora lungo, ma la strada ètracciata.

* Tratto da: www.comune-info.net del 13 settembre 2012

ROCCA DI PAPAil Segno - Settembre 201226

Il Consigliere Danilo Romei dopo un anno di attività

“Il mio impegno contro il disinteresse di Boccia”

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di Cristiana ZarneriPrimo anno ammi-nistrativo del Con-sigliere di

minoranza Danilo Romei.Con impegno ed atteggia-mento propositivo, ha fattocirca 40 interrogazioni te-nendo sempre presente il benedell’intera cittadina di Roccadi Papa: ha richiesto un inter-vento urgente per “l’annosoproblema delle perdite d’ac-qua che dissestano il territorioroccheggiano e causanoenormi sprechi”, soprattutto suvia Frascati all’altezza del fon-tanile o in un terreno dove laperdita è così grande che si staformando una sorta di palude;ha richiesto di adeguare la di-

visa del Comando della Poli-zia Locale alla scelta già effet-tuata da quasi tutti i Comunidei Castelli Romani; sullabase di un Decreto ministe-riale, che prevede un bagnoseparato fra uomini e donne,ha richiesto la realizzazione diun secondo bagno all’internodel Comando.Ha effettuato una raccoltafirme “per il potenziamentodell’energia elettrica in via deiPapaveri”, ed i lavori in corsoda qualche tempo lo hanno ri-pagato dell’impegno profuso.Ha iniziato una dura lotta“contro il caro bollette diAcque Potabili e in moltihanno aderito al ricorso at-tuato, considerando che lacittà di Rocca di Papa -ci dice

Romei-, per un accordoche ha firmato il SindacoBoccia, paga ben quattrovolte di più rispetto al Co-mune di Roma”.Con l’appoggio dell’On.Mazzocchi ha presentatoun’interrogazione parla-mentale sull’annoso pro-blema della presenza deiripetitori radio-tv, in se-guito a un attento studiosull’effettiva pericolosità dellestesse sulla salute dei cittadini.Il Consigliere Romei si sta im-pegnando molto per evitare lasvendita dei beni di proprietàcomunale. “L’Amministra-zione ha trovato come unicasoluzione al dissesto finanzia-rio quella di svendere immo-bili e parti del bosco, senzaminimamente considerare chei beni sono di proprietà dell’in-tera cittadinanza e senza fareuna preventiva perizia tecnicaprima della vendita”.Il Consigliere sottolinea tuttociò alla luce di un articolouscito su “Il piccolo Segno”,nel mese di giugno scorso, incui qualcuno lo accusava di es-sersi astenuto alla votazionesulla vendita degli immobili.“Nulla di più falso e i verbaliparlano chiaro, ho votato con-tro!”.

“E’ stato un anno colmo di im-pegno -ci dice ancora-, di la-voro e di controllo sull’operatodell’Amministrazione Boccia,che continua ad aumentare letasse e non riesce ad offrirealla cittadinanza degni servizie ad evitare sprechi come l’ac-quisto dell’ex Albergo Europa,una moderna fabbrica di SanPietro, la cui ristrutturazione èancora in alto mare da anni; larealizzazione di 20 stalli disosta (parcheggio) costati500/600mila euro, vale a dire25mila euro a macchina; i15mila euro donati a titolo gra-tuito alla Proloco, per un mo-tivo che davvero appareoscuro”. L’impegno costantedel Consigliere Romei è “con-tro lo spreco, l’incapacità digestione, il disinteresse del-l’Amministrazione nei con-fronti di Rocca di Papa e deisuoi abitanti”.

valentina sellati

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Danilo Romei

ROCCA DI PAPAil Segno - Settembre 2012 27

A proposito dell’ultima estemporanea di pittura e dei murales

Tante incomprensioni e undubbio: il bosco fa paura?

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Maurizio Gatta dice: “Tra poco c’è!”

di DanielaDi RosaS u c c e d espesso chepur parlando

la stessa lingua non ci sicomprenda. Mi chiedose sono io a fraintendereo sono gli altri a nonspiegarsi! Prendo adesempio l’ultima estem-poranea di pittura conrelativi murales. Loscorso anno ne parlaisul Segno e azzeccai ilvincitore, fu una bellainiziativa e mi congra-tulai con Zamira Croce,nota artista di Rocca diPapa e, credo, una delleorganizzatrici della ma-nifestazione. Qualche mese fa par-lando con lei e scher-

nione con gli artisti per deci-dere i posti da assegnare, le ri-sposi che non potevamopartecipare e che avrebberopotuto decidere loro perchéqualunque angolo di Rocca ciandava bene… mi disse che ciavrebbe fatto sapere. E’ pas-sato altro tempo e nessuno ciha informato, finchè una do-menica mattina vediamo gliartisti all’opera… purtroppoper il nostro murales non c’era

zando dissi che la prossimavolta avrei partecipato an-ch’io… mi prese sul serio e melo propose. Purtroppo (o perfortuna) non so dipingere, leiinsistette e convinsi un pittore,Clastro, che aveva realizzatoun murales nel 1994 in viadelle Scalette (foto sopra), adimpegnarsi per farne un altro.

Come soggetto scegliemmo unangolo di paradiso, il bosco,per ricordare a tutti che la bel-lezza di questo paese è il verdeche lo circonda, mettendo inevidenza la dicitura della ri-volta del 1855: “I boschi sononostri e nostri i terreni”. Dopoqualche tempo la incontrai dinuovo e mi parlò di una riu-

più posto, non ci avevano sen-titi (!?). Ma non era lei cheavrebbe dovuto contattarci?Che cosa era successo nel frat-tempo, si era aggiunto un altroartista? Oppure dovevamoproporre solo case, madonninecon bambinelli o fontane? Chiha paura del bosco da difen-dere? Chi dei tre (la sotto-scritta, Zamira o Clastro) hacapito male, si è spiegato maleo ha fatto finta di dimenticare?La cosa più fastidiosa è statala mattina della manifesta-zione, una Zamira festante esorridente ci viene incontro edice: “Che bello, ma perchénon avete più partecipato?”.La nostra risposta, senza frain-tendimenti è stata: “Ma che ciprendi per il culo?”. Questa volta spero di esserecapita.

Il murales che Clastro realizzò nel 1994 in via delle Scalette

Andrea De Angelis & Frederikke Norgaard Marco De Angelis & Alice Fabrizi

L’iniziativa si è svolta il 5 settembre nella vicina città di Castel Gandolfo

Il “Gran galà della solidarietà”per le popolazioni terremotate

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BOTTI

di Cristiana ZarneriMercoledì 5 settem-bre si è tenuto, in unprestigioso hotel av-

volto nella spettacolare cornicedi Castel Gandolfo, l’evento“Gran Galà della solidarietà”dedicato alla raccolta di fondiper le popolazioni colpite dalsisma del Comune di San Pos-sidonio (Modena), organizzatodall’Unione Regionale Cuochicon il patrocinio della RegioneLazio. Hanno preso parte, oltrealla rappresentanza del Co-mune di San Possidonio gui-data dal Sindaco Rudi Accorsi,il Capo Dipartimento della Re-gione Lazio, Luca Fegatelli, ilDirettore regionale Ing. France-sco Mele e il dirigente dellaProtezione Civile regionaleGianni Ferrara Mirenzi. Per laProtezione Civile di Rocca diPapa è intervenuto il Vice Co-mandante Ing. Paolo Gatta.Il Sindaco Accorsi ha pronun-ciato commoventi parole di rin-graziamento per il lavorosvolto dalla Regione Lazio edai suoi volontari e per l’operache da mesi espletano in aiutodi quelle terre martoriate, por-tando un simbolico e sentitoabbraccio dell’intera comunitàdi San Possidonio. “Continue-remo ad assistere queste popo-lazioni sino a quando non cisarà più necessità -ha dichiaratoil capo dipartimento Fegatelli-,il campo di accoglienza dellaRegione Lazio, che ha ricevutoapprezzamenti unanimi, è rite-nuto il migliore tra quelli pre-

senti inEmi l i a .E’ statopossibiler e a l i z -z a r l osolo gra-zie allostraordi-nario la-voro deivolontariche sis o n oadoperatie conti-nuano a farlo in un modo eccel-lente e a loro va il mio piùsentito ringraziamento”.A queste parole di ringrazia-mento si sono associate quelledel Direttore Mele e del diri-gente Ferrara che hannoespresso vicinanza alle popola-zioni (“che con forza si stannoriprendendo”) e ai volontariche “continuano nel delicato la-voro di assistenza”.L’Ing. Gatta, Vice ComandanteProtezione Civile Rocca diPapa, ha infine dichiarato che“l'evento di questa sera serveancor più a cementare il legameche già ci unisce con le popola-zioni colpite. Il nostro lavorosta continuando e siamo con-vinti di esprimere ancora me-glio le nostre potenzialitàgrazie al percorso che si statracciando con il Comune diRocca di Papa ed in particolarecon il Sindaco Boccia per unprogramma di miglioramento eimplementazione delle risorsestrumentali. Quando si parla di

giovani senza valori sicura-mente non si fa riferimento ainostri ragazzi, che giornal-mente si adoperano al serviziodella comunità concretizzandorealmente gli ideali di fraternitàe solidarietà, capisaldi dellavita civile e bandiera della no-stra città. I nostri volontari sonopassati dai 44 gradi dell’Emilia,ai ripetuti incendi dei nostrimonti e si trovano ora a fron-teggiare i gravi disagi, in se-guito alle piogge torrenziali, dichi ancora vive in tenda”. L’emergenza purtroppo conti-nua, ci saranno ancora altrimesi di duro lavoro per la no-stra Protezione Civile primadella chiusura dei campi, il pe-riodo forse più duro che si af-faccia è l’inverno. Sono incorso dei rilievi in questi giorniai quali sta prendendo parte ilPresidente Maresciallo Cutoloper l’approntamento di misureparticolari per la difesa dallepiogge. Auguriamo a tutti loroun proficuo lavoro e li ringra-ziamo ancora una volta.

Città di Rocca di PapaSITO INTERNETUFFICIALE

DEL COMUNELavori Pubblici - Ambiente

PAGINA IN ALLESTIMENTO

Sito Internet RdPMa quantodura quest’allestimento?La scritta che leggete quisotto:

è quella che appare sul sitointernet del Comuneaprendo la pagina di questosettore specifico (ma in re-altà tale dicitura è presente -da sempre!- nella maggiorparte dei settori), quasi a si-gnificare i tempi biblicidella realizzazione delle no-stre opere pubbliche. Ma non è un bel modo di re-lazionarsi con i propri citta-dini. L’informazione i nostriAmministratori evidente-mente la ritengono un optio-nal, mentre invece è unobbligo di legge che noi in-vitiamo a rispettare.il-sognatore.blogspot.com

Da sin.: L’Ing. Francesco Mele, il dott. Gianni Ferrara Mirenzi e l’Ing. Paolo Gatta

...IN CORPORE SANO il Segno - Settembre 201230

I Canarini Rocca di Papa tentano il rilancio con nuovi vertici

La prima novità è nella “scuola calcio” di Franco BottiIl 28 agosto sono iniziate leiscrizioni alla scuola calcio dellaNuova Canarini Rocca di Papa,la storica “Gialla” che dopo unastagione difficile e sfortunatacerca di ripartire con un nuovovertice societario e una diversaorganizzazione. La prima im-portante novità –fa sapere la so-cietà- è proprio il settorededicato ai più piccoli che portail nome del campione delmondo Marco Amelia.“Si punterà sul settore giovanile–ci dicono- e la scuola calcio che aderisce alProgetto Accademia del Calcio gode della col-laborazione dell'Università di Tor Vergata Fa-coltà «Scienze delle Attività Motorie eSportive». Tutte le Attività della “Scuola Cal-cio Marco Amelia” saranno coordinate dal Di-rettore Tecnico Carlo Pascucci (ex Calciatoredi Fiorentina ed Ascoli), ora Allenatore Profes-sionista, e dal Direttore Tecnico dei PortieriDavide Cavaliere (ex Portiere della Roma).

Le iscrizioni alla nuova scuolacalcio (che secondo indiscrezionistarebbero andando molto bene),sono rivolte a bambini e bambineche abbiano compiuto il 5° annodi età. “Per le altre categorie –cispiegano- la società sta sondandola possibilità di iniziare da subitoanche quest’altra avventura conla possibilità di creare da subito igruppi che rappresenteranno laNuova Canarini Rocca di Papa1926 nei Campionati agonistici”.A.S.D. Nuova Canarini Rocca diPapa 1926, aderirà alla Polispor-

tiva Città di Rocca di Papa, fresca vincitrice edaggiudicataria del Centro Sportivo ComunaleGavini Lionello, e insieme all’Amministra-zione Comunale (con in prima linea il Dele-gato allo Sport Antonio Gentili) si cercherà dirilanciare lo sport nella città castellana, dasempre vera fucina di promesse e campionisportivi.Per ulteriori informazioni si può visitare il sitointernet: www.roccadipapacalcio.it

di Matteo CianoLa Frusley Soccer Promotionentra prepotentemente nellosport a Rocca di Papa e lo facon il suo personaggio dispicco, Gennaro Draicchio(foto sotto), persona molto at-tiva nell’organizzazione dieventi, soprattutto sportivi,come “Strett Soccer 3vs3”,“Castagnolandia”, “Rocca8vs8”, “Frusley Village”, “2calci in Piazza”, ed ora conl’organizzazione per la struttu-razione della Nuova CanariniRocca di Papa. In qualità di Direttore Orga-nizzativo ha istituito il sito in-ternet, ha trovato sponsorimportanti, messo insieme icomponenti della nuova so-cietà ma so-prattutto hacontattatoM a r c oAmelia peravere ilnome dellasua ScuolaCalcio, unbel colpo,così da convincere le personea portare i propri bambininella nuova società, personecome lo stesso Draicchio chefino all’anno passato peregri-nava in altri lidi per far giocareil figlio.Ma che cosa ha fatto venire aDraicchio questa illumina-zione? Si dice sia una personamolto ambiziosa, uno chesulle poltrone ci sta abba-stanza comodo, ci ha provatocon la Pro Loco, l’annoscorso, nominato Segretarioha abbandonato poco dopo perdissidi con il Presidente, esembra che siano volate parolegrosse nel Quartier Generaledell’associazione, e allora nonsembra avere timore a scate-nare piccoli terremoti diplo-matici, e visto che da qualchetempo lo sport a Rocca diPapa è targato prevalente-mente Frusley, non ci meravi-glieremmo se la poltrona chevorrebbe Draicchio fossequella del suo “braccio”destro Antonio Gentili, attualeDelegato allo Sport del Co-mune, che fino a qualche

tempo fa non sentiva minima-mente traballare la sua pan-china (per rimanere in terminidi calcio) ma ad odor di logicala Frusley Soccer Promotion

porta dei risultati, e visto chela storica Gialla sembra spa-rita nel dimenticatoio (e que-sto i cittadini lo vedono) evisto che il Delegato non ha

dato giustificazioni in merito,non ci meraviglieremmo se ilprossimo Delegato allo Sportdel Comune fosse il rampollodi casa Frusley.

La nuovasocietàtargataDraicchio

Il nostro concittadino Marco Pierluigi si èqualificato alle finali del campionato italianodi tiro a segno nelle specialità olimpiche dipistola ad aria compressa a 10 metri e pistolalibera a 50 metri in calibro “22 LR” che si ter-ranno il 22 e 23 settembre prossimi a Milano.“Faccio parte del gruppo sportivo del poli-gono di Velletri -ci racconta Marco- sono exmaresciallo dell’Esercito Italiano e ho giàavuto altri risultati a livello nazionale nel tiroa segno, avendo vinto anche una gara nazio-nale quando facevo parte del gruppo sportivoEsercito di Bologna”. Marco Pierluigi più volte ha partecipato allefinali nazionali di tiro a segno e il suo impe-gno, che prosegue con passione e determina-zione, mira a far sì che anche i più giovani siavvicinino a queste discipline. A lui rivol-giamo i nostri complimenti per il bel risultatoottenuto sperando che i tanti campioni spor-tivi di Rocca di Papa stimolino anche la na-scita di sodalizi sportivi che vadano oltre ilgioco del calcio.

(F.B.)

Marco Pierluigi qualificato alle finali del campionato italiano di tiro a segno

Draicchio

Marco Pierluigi

il Segno - Settembre 2012

Cultura e ... dintorni

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MMoonnuummeennttii ddeerriivvaa

di Andrea SebastianelliNegli ultimi tempi stiamo assi-stendo alla fine dei più importantimonumenti che Rocca di Papapuò contare sul suo vasto territo-

rio. Vicende come quella della Via Sacra,in cui un taglio boschivo ha deturpato l’an-tica strada romana di duemila anni fa; op-pure lo stato di abbandono in cui si trova ilmonumento rupestre dell’Abbazia di Pa-lazzola, ridotto a poco più di una pareteadibita a cava; o anche le condizioni degliArcioni, resti di acquedotto romano, cir-condati da discariche abusive mentre tut-t’intorno il cemento avanza; o ancora ilcrollo di parte dell’edificio monumentaledi Monte Cavo; o le cosiddette Grotticelle,tombe probabilmente di epoca eneoliticache subiscono scavi abusivi ripetuti neglianni; per non parlare della Fortezza in cuii recenti scavi archeologici (sono finiti ono?) hanno portato alla luce i resti del ca-stello medievale di Rocca di Papa, ora ri-masti a cielo aperto senza alcunaprotezione, sottoposti alle intemperie,pioggia, neve e gelo che rischiano di com-prometterli per sempre.Come mai è così difficile per il nostro Co-mune conservare i beni archeologici e ar-chitettonici? La risposta dell’amministrazione è semprela stessa: carenza di risorse finanziarie. Ep-pure questo Comune quando si tratta di re-cuperare palazzi moderni, edificidecadenti, si dimostra ben intenzionato aspendere i propri (i nostri) soldi, magari ac-cendendo un bel mutuo ventennale o tren-

tennale. Soldi che per tutelare inostri monumenti invece non sitrovano mai!Alla base di questa insensibilitàc’è l’assenza di politiche turisti-che che vedano nei beni archeo-naturalistici una concretapossibilità di rilancio del territo-rio. I sentieri boschivi, i monu-menti, le aree di pregio, sonoconsiderati luoghi che esistono

che andava protetta. Ancora una volta la di-scriminante è stata dettata dall’aspetto eco-nomico. Il Comune ha pensato soltantoall’incasso rappresentato dagli alberi ab-battuti; neppure minimamente si è posto ilproblema del monumento viario. Anzi, haaspramente criticato il Parco Ragionale deiCastelli Romani per aver deliberato la co-siddetta “fascia di rispetto” quando unbosco da tagliare ricade in aree di pregio.In altri paesi gli amministratori avrebbero

visto questo come un vantaggio per l’interacollettività, invece si è voluto innescareuna diatriba che ha raggiunto livelli di ridi-colo. Due Enti pubblici che battagliano tradi loro se tutelare o meno un bene pub-blico. Una comica o una tragedia? Fate voi. Eppure nei programmi politici che si pre-sentano di volta in volta nelle campagneelettorali, la distinzione tra “bene pub-blico” e “bene individuale (o privato)” èsempre chiara. Non c’è programma in cuinon si parli di “salvaguardare, tutelare e ri-lanciare i monumenti di cui siamo ricchi”.Poi, superata la soglia del Palazzo, la salva-guardia, la tutela e il rilancio vengono ab-bandonati a favore di progetti che hannocome unico valore il cemento e il mattone,perchè -ci dicono- questo paese ha bisognodi svilupparsi e di ammodernarsi. E intanto i monumenti degradano.

sono cresciuti a “pane e mattoni”, avendoavuto un’educazione basata essenzial-mente sul fatto che il mattone porta ric-chezza. Ma si tratta di una ricchezzaindividuale, del costruttore, dell’architetto,del geometra, ecc. Non è mai una ricchezzacollettiva. L’equivoco di fondo stà tuttoqui. Se a confondere questi due aspetti è ungeometra, pazienza. Ma quando a confon-dere “ricchezza individuale” con “ric-chezza collettiva” è un amministratorepubblico bisogna preoccuparsi. Possono esserci opposti metri di giudizioanche tra le stesse “ricchezze collettive”.In questo senso la vicenda di qualche annofa della Via Sacra è un chiaro esempio. Vierano due ricchezze pubbliche, da unaparte il bosco di proprietà comunale cheandava sottoposto a taglio regolare; dall’al-tra la Via Sacra, strada antica comunale,

ma che non fanno parte del no-stro contesto territoriale, perchèla parola sviluppo è abbinataesclusivamente al cemento, allanascita di agglomerati urbanicon palazzi e villette. Nella testadi questi amministratori svi-luppo vuoldire crescita demo-grafica e cementizia. Nei paesidel Nord Europa, ma anche inmolte regioni italiane, lo svi-luppo si misura con la qualitàdella vita, con l’equilibrio esi-stente tra natura e cultura, con illivello di istruzione e anche conla tutela dei monumenti. Granparte dei nostri amministratori

Perchè è così difficile conservare al meglio monumenti come la Via Sacra, Palazzola, Arcioni, Grotticelle ed edifici come l’ex convento di Monte Cavo?

SSppeessssoo ssii ccoonnffoonnddee llaa ““rriicccchheezzzzaa iinnddiivviidduuaallee””

ccoonn llaa ““rriicccchheezzzzaa ccoolllleettttiivvaa””

Il monumento rupestre di

Palazzola

La Via Sacra a Monte Cavo aallllaa

STORIE il Segno - Settembre 201232

II ccaallzzoollaaii ddii uunnaa vvoollttaaViaggio alla scoperta dei ciabattini di Rocca di Papa/1

di Rita GattaNel nostro borgodi Rocca di Papa,uno dei tanti me-stieri in passato

molto praticati era quello delcalzolaio o ciabattino, distin-zione che vuole il primo sapercreare scarpe, il secondo ripa-rarle, come recentemente hapuntualizzato Carlo Verdini,da tutti conosciuto come Car-letto u carzolaru nella bellachiacchierata sulla sua storia esul suo mestiere. E ancora lui, Carlo Verdini el’artista Franco Carfagna, conil contributo di Mariano Botti,Guglielmo Gatta e Remo LaBanca, hanno collaborato inmaniera essenziale alla rac-colta dei nomi e dei brevi flashche riporteranno in vita queipersonaggi sui quali altrimenticalerebbe la polverosa incle-menza del tempo che fa di-menticare quotidianità eprotagonisti del passato.Perché i calzolai? Perché è unmestiere artigianale che vascomparendo, sostituito so-prattutto dalle macchine. Evisto che a Rocca di Papa solouno ne è rimasto che possa of-frire la propria testimonianza,mi è sembrato doveroso racco-glierla perché non vada per-duta questa memoria.Potrebbe darsi che qualchepiccola imprecisione filtri inquello che leggerete, date,nomi, parentele, ma va ricor-dato che le testimonianze oralisono a volte soggette a va-ghezza, indeterminazione, ap-prossimazione e queste sonocausa di qualche lieve inesat-tezza. E’ nell’insieme che andrebbericercato il valore di questosforzo che non ha alcuna pre-tesa storica, ma che avvalorala memoria e con essa l’affettoe il legame con quanti cihanno preceduti, offrendoinoltre una fotografica realtàdi una Rocca scomparsa,quella delle piccole bottegheartigianali presenti un po’ovunque, in passato, nel no-stro borgo cittadino. Piccoli artigiani si diceva, ac-comunati da un aspetto fisicoche li portava ad essere non

molto alti di statura e a voltecon qualche piccolo difetto:queste caratteristiche giustifi-cavano la scelta del mestiereintrapreso, non potendo questepersone essere in grado disvolgere mestieri come quellodei boscaioli o carbonai, fre-quenti nella zona di Rocca diPapa e per i quali era richiestauna maggiore prestanza fisicae una notevole resistenza aglisforzi. Tuttavia a volte tale arte ma-nuale si ereditava dal padre odallo zio, oppure questa atti-vità veniva scelta perché ilmastro calzolaio con l’abilitànel fare, aveva saputo trasmet-tere anche la passione per que-sto lavoro. Capitava ancheche alcuni abbandonassero ilcampo delle calzature per de-dicarsi all’edilizia dove si po-teva contare su un’entratamensile o settimanale più re-munerativa; numerosi infatti iclienti di questi artigiani chepagavano in natura con fruttidella campagna o del bosco,provocando disappunto inqualcuno di loro.Numerosi i calzolai allegri,ilari, spiritosi che amavanoraccontare storie e fare battute;non erano tanti coloro che silasciavano assoggettare dal-l’ira o dalla malinconia, machi lo faceva aveva i suoibuoni motivi, per esempio unadisabilità grave come la sor-dità. Alcuni calzolai però di-mostravano di esserel’eccezione che conferma laregola: erano alti, forti e pos-senti. Qualcuno era più abile erifinito, altri meno, ma tuttiavevano un deschetto e unloro laboratorio, si circonda-vano di amici per chiacchie-rare o di apprendisti ai qualiinsegnare il mestiere; si atten-devano i forastieri che davanolavoro con riparazioni o, perchi era molto bravo, con larealizzazione di scarpe su mi-sura. Oltre che nel campodell’edilizia qualcuno di loronegli anni ‘60 trovò lavoroalla S.T.e F.E.R. (Società tran-vie e ferrovie elettriche ro-mane), la Cotral di allora, maall’occorrenza riparava scarpea familiari e amici. Molti cal-

Giuseppe Gatta (Pecio’) mentre ripara delle scarpe. In piedi c’èAlessandro Serafini (di professione falegname e poi mobiliere); il ragazzo in primo piano è Albino Lupardini (figlio di Richettu urotinu) che oggi dovrebbe avere circa 70 anni. Il signore a sinistra con gli occhiali, intento a guardare Peciò, era un “forestiero” e la foto venne scattata dalla moglie di quest’ultimo.

zolai dopo il lavoro amavanoandare all’osteria e giocavanoa carte o a morra… talvolta itrincetti affilati hanno regolatotragicamente conti di giocomal governati, quando si è inpreda dei fumi dell’alcool.Ma lasciamo che il loro ri-cordo si faccia meno lontano eincominciamo a conoscernequalcuno da vicino, comin-ciando da…

Pecio’ soprannome di Giu-seppe Gatta, lavorava doveoggi si trova la frutteria di An-gelino in Via Gramsci (foto).

Era nato negli ultimi anni del1890 ed esercitò il suo me-stiere fino a circa settant’anni.Abitava in viale Madonna delTufo. Perdeva facilmente lapazienza, soprattutto quando isuoi clienti volevano pagarlocon i prodotti naturali, nonavendo soldi disponibili.Spesso li apostrofava con un -E come campo?!- Doveva ilsuo soprannome al fatto chepur essendo un calzolaiomolto bravo, talvolta non rifi-niva con estrema cura i suoilavori.

1/Continua

La bottega di Peciò si trovata in Via Gramsci, a fianco dell’attualefrutteria di Angelino. Oggi viene infatti utilizzata come depositodelle cassette vuote di frutta.

CULTURAil Segno - Settembre 2012

Il 9 settembre si è svolta la III Rassegna della poesia dialettale locale

I poeti dei Castelli si incontranoe i dialetti non hanno più segreti

33

di Lina FurfaroPer la salvaguardia e la promo-zione degli idiomi locali, perprendere coscienza dell’iden-tità culturale di ciascuno, perun’immagine pittoresca di sto-rie, emozioni personali che di-ventano presto universali, perevocare in vernacolo luoghiche caratterizzano la storia deinostri avi e quindi la nostra,l’appuntamento a Rocca diPapa è stato puntuale, dome-nica 9 settembre. Maria RitaCanterani ha interpretato indialetto genzanese, FaustoGiuliani colonnese, GianniDiana monticiano, LucioGrasso napoletano, AnnaMaria Bozzi tiburtino, RinaPalazzi nemese, Mario Leoniariccino, Paolo Valbonesi ro-manesco di Trilussa e di GiulioJacoangeli, Antonio Mancinitiburtino, Mauro Trombettiabruzzese di Vanda Santo-grossi, Giulio Montagna veli-terno, in rocchegiano si sonoesibiti Maria Fondi, MarioGiovanetti, Salvatore Giova-netti e Mariangela Cimini.Non è mancato neanchequest’anno il gergo calabreseche “mi tocca”.Grande partecipazione e coin-volgimento, tanti poeti, simpa-tia e affiatamento espressi inrime dialettali ora più imme-

diate ora piùviscerali masempre ricchedi significati es f u m a t u r ed’altri tempi.Il tutto è statonello spaziopredisposto inpiazza Clau-dio Villa, du-rante la “IIIRassegna diPoesia dialet-tale” cheormai caratte-rizza la festaorganizzata da“La Conteadella Birra” diRocca diPapa, alla sua VII edizione nel2012. Come gli anni prece-denti anche quest’anno la Ras-segna è stata allestitagraziosamente in ogni partico-lare dalla poetessa locale RitaGatta, la scrittrice che con lasua opera pubblicata (un’altraè in via di pubblicazione) si èimposta all’attenzione di pub-blico e critica, occupandoormai un posto di primo pianonel panorama della letteraturalocale. Rita, presentatrice dellaserata, non ha mancato di sor-prendere con l’originalità deisuoi sonetti, per l’occasione

letti dal figlio Alfredo e daPaolo Valbonesi. L’associazione “La nuovaContea”, presieduta da AlbertoCasciotti, riserva da tre anniuno spazio prezioso ai poetiche da diversi paesi giungonoa Rocca a recitare e condivi-dere versi in dialetto di diverserealtà da Sud a Nord d’Italia.Tra una birra e l’altra. Ci si po-trebbe chiedere come si fa acapirsi se ognuno parla un dia-letto diverso, eppure anchequesto è possibile! Non possofare a meno di rievocare scrittibiblici che a grandi linee reci-tano così “…e cominciarono a

parlare vari linguaggi… cia-scuno nella sua propria lingua.E ne stupivan tutti e ne face-van le meraviglie… ognunoparla la sua lingua e l’altro in-tende nel proprio idioma ma-terno…”. Uno scenarioesclusivo insomma! Ancorauna volta il paese di Rocca ciha ricordato che non appena viè l’occasione, riemerge la pia-cevole antica ospitalità castel-lana, tanto che prima o poi cisi adatta e ci si comprendeanche con linguaggi diversi, oalmeno: tie’ da crede, ‘ncoramo’ se ce repenso e steu tantube’… Grazzie rocchiciani!

I poeti dei Castelli Romanisi sono ritrovati alla festadella birra di Rocca di Papa

La poesia del mese

di Anna Giovanetti

Se ne sta andando ormai la calda estatee i primi freschi venti di libeccio spazzanovia l’afa del solleonecariche nubi appaiono in lontananza e leultime rondini che partonoannunciano l’arrivo di una nuova stagione.

Le piogge che tra poco arriveranno daransollievo alla terra arroventatatroveranno ristoro campi e boschi assetatisarà più fresca l’aria, più chiara la vallata.

Sull’aia le grosse botti son pronte già sciac-quatee si prepara a vendemmiare il contadinopensa al canto allegro delle donne tra i filarie già pregusta il sapore del novello vino.

Di giallo e arancio si tingono le foglie e ilvento ad una ad unale volteggio, le sparpaglia e le rinserrastaccandole dagli alberi in un turbinio dan-zantee come in un magico tappeto le adagio sullaterra.

Torneranno rassegnati i bimbi a scuolaripensando ai lunghi giorni di vacanza, aigiochi pazzi,più corte si fanno le giornate e avverti insenso di malinconia,l’autunno si avvicina a grandi passi.

Autunno

Lo scorso 12 luglio Martina Meconi

ha conseguito presso l'Università di Roma Tor

Vergata, “Facoltà di Letteree Filosofia DAMS - con in-dirizzo Teatro”, il diploma

di Laurea con una votazione di 110 e lode.

A Martina e ai suoi genitori, Antonio e Lorella,

vanno i complimenti del Segno per

il bel traguardo raggiunto.

INIZIATIVEil Segno - Settembre 201234

Giornata del Patrimonio, visite all’Abbazia di G. Ferrata

In mostra anche la pianta di Roma anticadi Paola GattaIl 29 settembre, in occasionedelle Giornate europee del pa-trimonio, la Biblioteca Stataledel Monumento Nazionale diGrottaferrata e l’Archivio delMonastero Esarchico di SantaMaria di Grottaferrata, si apri-ranno alla “fame” di culturadei cittadini dei Castelli e nonsolo. Infatti, per l’occasione, cisarà un’apertura straordinariadel complesso monumentalecon l’esposizione di alcuni vo-lumi tratti dalle collezioni didisegni e stampe dell’Abbazia.Documento prezioso da ammi-rare sarà soprattutto la grandepianta di Roma antica, “UrbisRomae Sciographia ex Anti-quis Monumentis accuratiss.Delineata”, dell’autore EtienneDu Pérac e datata 1° aprile1574, oggi collocata nella Salastudio della biblioteca. Inoltre, i visitatori potrannoanche visitare l’incantevoleLoggia Farnesiana, “ambientedi particolare valore artisticograzie anche ai pregevoli affre-schi dipinti nel 1569 dal fa-

moso pittore fiammingo Cor-nelis Loots”.L’appuntamento è alle ore17,30 con la conferenza “Im-magini di carta, vedute del-l’Abbazia e del suo territorio”,tenuta dalla dott.ssa ElisabettaCampolongo e introdotta dalladott.ssa Barbara Fabjan. “Nel corso della conferenzasarà dedicata particolare atten-zione a quelle opere che raffi-gurano il monumento ed il suoterritorio, luoghi così forte-

mente connotati da una pro-fonda spiritualità e dove il pae-saggio e l’architettura hannosaputo coniugarsi a formareuno di quei piccoli/grandi gio-ielli che ancora fanno dell’ Ita-lia il tesoro d’Europa”. Da segnalare anche due visiteguidate che il Gruppo Archeo-logico Latino “Bruno Martel-lotta” terrà per far conosceremeglio il Monumento Nazio-nale dell’Abbazia di San Nilo,unico nel suo genere.

Ecco i componenti di ungruppo rock di Rocca di Papadella fine degli anni Sessanta.Si tratta degli “SwimmingPool” che eseguiva i brani piùfamosi dei Rolling Stones. La formazione, nata nel 1966,era composta da (partendo dasinistra): Gianfranco De Luca(cantante solista), GabrieleGalipo (alla chitarra), FeliceBrunetti (al basso), AdrianoRomei (alla chitarra) e PieroFondi (batteria). Questa foto venne scattata dauno dei balconi del CastelloDe Faro a Viale Enrico Ferri.

Swimming Pool,band del 1966

CCCCoooommmmeeeeeeee rrrraaaavvvvaaaammmmoooo

Continua la rassegna “Nuoviautori nel Cuore di Roma”. Ve-nerdì 28 settembre 2012 alleore 15.30 presso la Sala Cavourdel Ministero delle politicheagricole e forestali di Roma (1°Piano, Via XX Settembre n.20), l’autrice e poetessa Stefa-nia Colasanti presenta le rac-colte poetiche “Guarda con imiei occhi” di Giovanni Gen-tile e “Meditazioni al femmi-nile” di Michela Zanarella.L’evento per la sezione lettera-tura denominato “Con gli occhidentro” vedrà la presenza degliautori e la partecipazione degliattori Giuseppe Lorin, MarioLucarelli e Daniele Spizzico.Anna Maria Funari su RomaCapitale Magazine scrive: “De-dicata ad autori esordienti edemergenti, N.A.C.R. nascesotto l’egida del Ministero dellepolitiche agricole e forestaliche, nell’ambito delle attivitàculturali legate ai libri, ha rite-nuto di farsi portavoce di chi,invece, non ha abbastanza fiatoper gridare al mondo la propriaesistenza come autore”.

Ven.dì28settembreNuovi autorinel cuore di Roma

CULTURAil Segno - Settembre 2012 35

di Loredana MassaroNerio Alessandri, fondatore dellaWellness Foundation, laurea hono-ris causa in Ingegneria biomedica,e Maurizio Viroli, professore diTeoria politica all’Università diPrinceton (USA), scrivono nel2008 “Wellness, storia e cultura delvivere bene”. Si tratta di un viaggionel tempo alla ricerca di un nuovoumanesimo, che collochi l’indivi-duo al centro del mondo per una ri-nascita che liberi tutte le energie, inogni ambito dell’esistenza. La di-mensione individuale del wellness,acquista una dimensione sociale ecollettiva quando una società riescea isolare, ridurre e neutralizzare i

benefici dell’esercizio fisico comeprevenzione e cura di molte pato-logie.Dal libro un piccolo vademecum:“Maggiore solidarietà e qualità dellerelazioni sociali; maggiore respon-sabilità nei confronti di se stessi edegli altri; maggiore disponibilità afare da soli; maggiore compatibilitàtra impegni professionali e vita fa-migliare; maggiore attenzione agliaspetti espressivi e creativi del la-voro, più che a quelli strettamenteeconomici; maggiore attenzionealla qualità dei consumi; maggioreattenzione al proprio corpo, all'am-biente, all'alimentazione”. Si parla anche di America dove difronte al degrado fisico, morale e ci-vile della società si sta diffondendola consapevolezza della centralitàdell’essere umano bisognoso di rea-lizzarsi sotto l’aspetto fisico, moralee intellettuale. Noi non abbiamo uncorpo, dice il libro, ma siamo il no-stro corpo: la cura di esso non è piùuna faccenda del singolo ma as-sume un senso civico. Le città stessepossono riassumere una funzionecentrale nella ricomposizione tracorpo e mente, individuo e società,lavoro e tempo libero, spazio vir-tuale e spazio reale. Vivere bene èsoprattutto un problema di cultura.Per stare veramente bene, insomma,non è sufficiente il semplice accessoal mercato, ma sono necessari ele-menti quali la cultura, un ambientesociale e naturale soddisfacente,virtù come l’onestà e il rispetto al-trui, l’autodeterminazione e la giu-stizia.

LL’’aannggoolloo ddeellllaa ssttoorriiaa

di Vincenzo RufiniLa lunga paren-tesi del Me-dioevo, protrattasiper mille anni, ha

il suo termine quando i primivagìti dell’Umanesimo, giàpreavvertiti nel tardo quattor-dicesimo secolo, cominciano arischiarare le albe del Quattro-cento calante. Il nuovo per-corso culturale che l’umanitàsi appresta a intraprendere as-sume subito il carattere di ce-sura definitiva con laconcezione del mondo fino al-lora presente e che aveva as-sunto nell’età di mezzo (ilMedioevo), il carattere della ti-pica Societas Christiana. L’og-getto dell’essere era diventatoin quel tempo la forte pre-gnanza religiosa presente inogni branca della vita, sia essasociale, filosofica, letteraria,politica. Il faro della concezione reli-giosa, che poneva la dedizioneassoluta verso la trascendenzain un’altra vita, ritenuta piùgiusta e migliore, e versol’amore sconfinato nei con-fronti di un Essere superiore,di cui il Cristianesimo costi-tuiva il supporto teologico e ilcui insegnamento era fonte diogni gioia, presente e determi-nante in ogni angolo della vitaterrestre e illuminava le vite ele conoscenze, considerate li-mitate, degli esseri umani. Una società indubbiamentechiusa, con i suoi dogmi, le sueinesistenti aperture, la sua pre-tesa di determinare il divenireumano. I pochi che osavanosolo porre in dubbio la conce-zione assoluta dominante veni-vano fatti uscire dall’esistenza,al fine di non turbare le co-scienze e di non ingenerare ildubbio nelle masse cerebrali.Tutto ciò accompagnato dauna visione superiore e dispre-giativa del passato classico.Tra la fine del Quattrocento el’inizio del Cinquecento si ve-rifica un cambiamento cheapre all’uomo orizzonti nuovi,meno assoluti e più relativi,ma più propensi a disvelare lesue attitudini umane. Questo

Croce, si caratterizza subitoper la riscoperta della classi-cità e per lo studio delle Hu-manae Litterae (UmaneLettere), la cui conoscenzaera considerata indispensabileper un approccio con la con-temporaneità. In questo tempo si assiste adun rifiorire dell’attivitàumana, soprattutto in campoartistico, in cui la capacitàumana raggiunge livelli di as-soluta perfezione. L’Umane-simo è stato la levatricedell’era moderna, è stato il ri-schiarare, con i suoi raggi in-tensi e vibranti, levicissitudini della vita umanaed ha contribuito ad una ele-vazione di cui gli siamo pe-renni debitori. Una differenza definitiva edassoluta con l’epoca medie-vale appare evidente in pri-mis; se nel Medioevo il centrodell’esistenza era la conce-zione religiosa e spiritualedell’essere, nell’umanesimola concezione prioritaria di-viene l’uomo stesso. Si passa,cioè, da una concezione me-dievale teocratica, con Diocome faro, ad una concezione

antropocentrica, con l’uomocome protagonista. Una rivo-luzione determinante per ilpensiero del tempo e di quelloavvenire; ciò comporterà unainfinità di studi e polemiche,di cui è bene ricordare la ri-sposta data dal teologo catto-lico Jacques Maritain cheaccuserà l’Umanesimo discarsa consistenza filosoficaper aver privilegiato l’antro-pocentrismo (l’uomo al cen-tro di ogni cosa), rispetto alteocentrismo (Dio soprat-tutto). Questa concezione loporterà ad elaborare una vi-sione particolareggiata del-l’Umanesimo, definendone icaratteri e propagandarlocome Umanesimo integrale,con il teocentrismo comefaro. Soave ed elevata filoso-fia, accompagnata da una sot-tile disquisizione teologica,ma che allontana il discorsodal nerbo dell’Umanesimo, ecioè una completa percezionedelle qualità e delle potenzia-lità umane troppo a lungo te-nute compresse, le quali perpotersi esprimere al meglio ri-chiedono come postulato lacentralità dell’uomo stesso.

L’Umanesimoe Maritain

Invito alla letturaWellnessviverebene

fattori che congiu-rano contro la diffu-sione del benessere:l’inquinamento, iltraffico, il degradourbano e la scarsainformazione sui

periodo che vasotto il nome diUmanesimo e chefa da battistradaal successivo Ri-nascimento, o Ri-nascenza comevenne chiamatoda subito e che lofu fino agli scrittidi Benedetto

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36 il Segno - Settembre 2012STORIE

I L R A C C O N T O D E L M E S E avrebbe voluto vivere circondata daglialti alberi e dove, come le aveva raccon-tato tantissime volte la nutrice, vivevanoi nani e i folletti.

e a qualcunodei miei even-tuali lettori

infinite discussioni e furibondi battibec-chi, (come soltanto i nani ed i follettisanno fare) si convinsero che il Principestava recandosi al Castello della Princi-pessa Clotilde per chiederla in sposa econdurla a Palazzo. Questo sarebbe stato,per gli abitanti della foresta, un evento fu-nesto. Infatti, dai tempi dei tempi, il Prin-cipe era obbligato dalla consuetudine asposare la loro Regina. La bellissima Re-gina dei nani e dei folletti: Serafina Ric-cioli d’Oro.

SS

bassa catena di colline, forse se ne penti-rebbe non trovandovi nulla di interessantetranne un gran mucchio di pietre squa-drate, adagiate, sembrerebbe per caso,sulla piatta cima della collina più elevatadi tutte le altre lì attorno.La parte interna del bosco, poi, è attraver-sata da una ragnatela di stretti viottoli, oradiritti, ora attorcigliantisi su loro stessicome tornanti alpini formatisi, probabil-mente, per il gran camminare di chissàquante persone e chissà per quanto tempo!La zona (lo avrete capito), è di nessun in-teresse. Ma in una località chiamata SantaClotilde, in una capanna di frasche, viveun uomo il quale, a detta di alcuni abitantidei luoghi, ne conosce di fatti che accad-dero, proprio in quella zona, tantissimianni prima! Eventi che soltanto lui cono-sce e che, per la buona sorte del destino,ebbi la fortuna di apprendere dalla suaviva voce. Vi avverto che è inutile cercare queglieventi sui libri di storia. In quei tempi lon-tanissimi soltanto pochissime persone sa-pevano scrivere e a quelle pochissimepersone non passava certo per la testa dimettere per iscritto i propri fatti e quellidei loro compaesani!

lotilde, la Principessa dei Monti edei Laghi, viveva in un Castello dipietra che svettava con le sue torri

al limite della foresta.Il Castello della Principessa Clotilde eraantichissimo. Si narrava che lo avesserocostruito quando la Luna ancora non esi-steva e il Sole era molto più grande e lu-minoso. Le pietre erano state trasportatedalle aspre montagne che si ergevano aiconfini della regione ed erano state ta-gliate, a misura, sul posto. Ogni pietra sidiceva che contenesse un segreto: ognivolta che una di esse cadeva, si udiva infondo alla Valle un urlo di dolore. Allorai castellani accorrevano sugli spalti con lasperanza ogni volta di capire cosa signifi-casse quel grido: nessuno era mai riuscitonell’intento.La Principessa Clotilde era bella, bionda ecavalcava magnificamente la sua cavallabianca, che aveva chiamata Porfiria. Por-tava con sé anche un grande arco e nellafaretra aveva sempre 12 frecce. Quando andava a caccia al limite della fo-resta o sui prati che lambivano le monta-gne, tutti gli abitanti del Castello erano inansia, perché la Principessa, ogni tanto,smarriva la strada e come in balìa a un in-cantesimo si recava sulla riva di uno deiSette Laghi che si adagiavano fra i montie lì si metteva ad ascoltare i suoni e i ru-mori della foresta dove lei, fin da piccola,

Il Principe, Clotilde e Serafina

di Noga

venisse il desideriodi conoscere quellamisera zona bo-scosa percorsa daltorrente Serafino econfinante con una

““AA llora iniziamo”. Disse il vecchiodella capanna di frasche...

I rumori e i suoni della foresta improvvi-samente si tacquero. I giovani alberi ten-tarono di inchinarsi, mentre i fiori, sui lorosteli, tentarono di allungarsi verso l’altoallargando anche le corolle multicolori in-fastidendo così le api, che si soffermaronoun attimo a mezz’aria, poi ronzando vola-rono via velocemente. Al riparo dei funghipiù vecchi, dai grandi cappelli sbeccati, ifolletti e i nani tralasciarono all’istante leloro occupazioni e spalancarono gli occhiper la meraviglia: lungo l’ampio sentiero,che da Oriente a Occidente attraversavatutta la foresta, era comparso un corteo dicavalieri risplendenti nelle loro armaturecon grandi bandiere rosse verdi e giallespiegate al vento. A metà del corteo, mon-tato su un grande cavallo nero, cavalcavail Principe, vestito d’oro e d’argento, fieroe bellissimo.Erano anni che il Principe non usciva daPalazzo e certamente, si dissero i nani, selo aveva fatto doveva essere per un mo-tivo importantissimo. Allora, insieme aifolletti, corsero velocemente a riunirsi vi-cino alla grande quercia panciuta. E dopo

CC

ella parte più segreta della grandeforesta dove soltanto i gufi si av-venturavano durante la notte, ac-

canto al tasso millenario, si apriva unagrotta il cui accesso era nascosto dagrandi felci : era quello l’ingresso a unmondo sotterraneo dove vivevano i naniinsieme alla loro Regina : Serafina Ric-cioli d’Oro.La Regina Serafina usciva raramente.Quando accadeva tutti i nani, insieme aifolletti più anziani, la seguivano titubantie preoccupati: essi erano gelosissimi dellaloro bellissima Regina.Durante le fredde serate invernali Serafinasi accomodava sulla sua poltrona foderatadi raso e leggeva ai nani, seduti in cerchiodi fronte a lei, le storie e le fiabe che eranoscritte sulle pagine dei libroni dellagrande biblioteca che i nani, da infinitegenerazioni, avevano curato e mantenutoin perfetto stato.

NNPROLOGO

erafina aveva dei meravigliosi ca-pelli riccioluti e di un colore che as-sumeva a volte delle sfumature

diverse, ma che rimaneva sempre di uncolore dorato , ora più scuro, ora piùchiaro.Serafina era stata vittima di un incante-simo che l’aveva rimpicciolita mentre inrealtà lei era una fanciulla alta almenoquanto il Principe. Secondo la tradizionel’incantesimo si sarebbe spezzato soltantoquando il Principe l’avrebbe chiesta insposa ai nani. La formula dell’incante-simo era scritta anche in uno dei libridella biblioteca, ma nessuno sapeva qualefosse. E siccome Serafina, come abbiamodetto, leggeva ogni tanto ai nani le storiee le fiabe, i nani stessi speravano che unavolta o l’altra la Regina avrebbe sceltoproprio il libro dove era scritta la formulaper sciogliere l’incantesimo. Ma i librierano tantissimi e alcuni con un gran nu-mero di pagine e altri con grandi disegnie figure misteriose.

SS

erafina Riccioli d’Oro voleva ungran bene ai nani e ai folletti, maqualche volta si rattristava ripen-

sando ai tempi passati quando , insiemealle sue cugine, correva felice nel boscoper raccogliere funghi e bacche vermiglie.A volte correndo incappavano in alcuninani intenti al loro lavoro al riparo delcappello profumato di qualche fungo. Alche i poveri nani scappavano via a gambelevate spesso lasciando, per la fretta, i loroattrezzi sul posto.Il più vecchio dei minuscoli abitanti dellaforesta decise che era giunto il tempo diriunire tutti i nani, compresi i folletti, perdecidere cosa fosse utile fare per indurreil Principe a chiedere in sposa la loro Re-gina.

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1/Continua

37il Segno - Settembre 2012 L’ARGOMENTO

di Noemi BevilacquaTra giugno e agostol ’ a s s o c i a z i o n e“Handala Palestina

Castelli Romani” ha organiz-zato una serie di iniziative perpresentare il libro “Il paese delmare” dello scrittore palesti-nese Ahmad Rafiq Awad. Illibro rappresenta la primaopera tradotta in italiano diquesto scrittore, famoso intutto il mondo arabo ma prati-camente sconosciuto in Eu-ropa. L’autore ha scritto diversi ro-manzi ed opere teatrali tuttevolte a descrivere la situazionepolitica palestinese e la storiadi quella regione. “Il paese delmare” narra la vita quotidiana,le battaglie, le lotte e i pro-blemi dei palestinesi in conti-nua lotta contro l’invasore. Viè una visione onirica che in-crocia il vecchio invasore, rap-presentato dai crociati, alnuovo invasore rappresentatodai soldati israeliani. La letturadel romanzo presenta diversipunti interessanti, il primo deiquali è certamente la visione“rovesciata” della storia: i cro-ciati sono gli invasori e Sala-dino e i suoi uomini sono glieroi che difendono il proprioterritorio e la propria gente. Viene raccontato anche l’at-taccamento alla patria, de-scritto come vero e proprioamore per la propria terra, leproprie piante e i propri odori.

Vengono descritti l’amore e ilrispetto con cui ogni persona,e non solo il contadino, si ri-volge alla natura e ai suoi fruttivisti non come un diritto macome un dono da rispettare epreservare. I vari animali pre-sentati vengono descritti neim i n i m iparticolaricome qual-cosa dispeciale daincontraree con cuic o n f r o n -tarsi e nonsemplice-m e n t ecome unapreda dacatturare emangiare. Vi è de-scritto unaltro rap-porto conla naturache noi“europei”,purtroppo, abbiamo persoormai da anni.Il libro narra quasi mille annidi storia portando il lettore inuna dimensione senza tempodove si fa quasi fatica a capirese si stia parlando del presenteo del passato, forse perché cosìl’autore vuole descrivere lacontinua lotta contro l’inva-sore combattuta dal suo po-polo. La volutasovrapposizione del tempo

porta il lettore in una visioneonirica senza tempo chespiazza e al tempo stessorende ogni avvenimento nar-rato senza tempo e per questo,in qualche modo, eterno. Parti-colarmente emozionante la de-scrizione di quattro anziani

che si sie-dono in-torno a unthe e spie-gano lac a r t i n adella Pale-stina nar-rando div i l l a g g i ,luoghi epaesaggi inr e a l t ào r m a iscomparsie occupatida costru-zioni mo-derne enemiche ,ma chenella loro

memoria restano tali con tuttigli odori e i colori tipici dellazona. Alle prime due presenta-zioni era presente anche l’au-tore che è stato molto felice diessere ospite dell’associazioneHandala e della comunità pa-lestinese sia a Roma che adAriccia. Inoltre l’ associazionelo scorso 31 agosto è stata in-vitata a Carpineto Romano eha presentato il libro insiemeal Sindaco e all’amministra-

zione comunale. Il fulcro dellapresentazione del 31 è statol’importanza dell’autodetermi-nazione dei popoli ricono-sciuta ed enfatizzata non solodall’associazione ma dal Sin-daco stesso. L’associazione “Handala Pale-stina Castelli Romani”, ancheattraverso la presentazione diquesto libro, vuole parlaredella cultura, del popolo edelle tradizioni palestinesi.Troppo spesso quando si parladi Palestina si parla solo di oc-cupazione, morte e distru-zione. Tutto ciò purtroppo è vero, maparte della resistenza di questopopolo è rappresentata propriodalla battaglia culturale com-battuta ogni giorno daglialunni delle scuole, dai ragazzidell’università, dagli anzianiche raccontano le proprie sto-rie e le proprie leggende pernon permettere a nessuno dicancellare anche il ricordo diciò che fisicamente è stato giàdistrutto.

L’attualità della storia Palestinese portata nei luoghi dei Castelli Romani

Il paese del mareraccontato all’Italia

La vita in (20) lettere

CEDERE ad ogni tentazione non ti portaa soddisfare i tuoi vizi ma ti rende schiavo di essi.

CERTO, i soldi bisogna prenderli dovesono, cioè tra i poveri, ne hanno pochiperò loro sono talmente tanti...

Le CATTIVE compagnie non frequen-

Cdi Enea Trinca

tano mai cattive compagnie, ma solo ingenui giovani di buone famiglie.

Piangere per Amore non è segno di viltàma Coraggio di COMBATTEREper avere a sè ciò che si ama.

Non CREDO che nessuno si sia spezzato per non piegarsi.

CONOSCO personaggi talmente boriosie “pieni” di sè... che puzzano.

Diffidiamo delle persone che CAMBIANO continuamente idea, e di quelle che non la cambiano mai.

La vecchiaia COMINCIA quando qualcuno ci dice che non dimostriamo l’età che abbiamo.

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PICCOLO

Anno X, n. 10 - Ottobre 2011

il SegnoIl 28 settembre scorsogli uomini delCorpoForestale dello Stato,sumandato della Pro-cura dellaRepubblicadiVelletri, hanno postosotto sequestro l’eco-centro in localitàValleVergine. L’ennesimavicenda che testimoniail fallimento ambientaledellaGiunta guidatadal SindacoBoccia

Dopo il depuratore è la volta dell’isola ecologica

Sigilli

che Rocca di Papa si attribuiscevarie qualifiche, ne cito alcunein ordine sparso: Città del ca-stagno e Città dell’ambiente…ancora per poco, visto quel cherimane dei boschi, l’ultimoabuso, in via dei Corsi, zonaBarbarossa, quindici giorni fa èstato avvistato un camion consopra un prefabbricato in ce-mento, ci attiviamo con altri cit-tadini per cercare un vigile. Permandarne uno sul posto c’è vo-luta un’ora, nel frattempo il pre-fabbricato era stato montato.

Ambientee solidarietà..manonaparole

SEGUEAPAGINA 9

di DanielaDi RosaOgni tanto leggosu Comune In-forma (organo dipropaganda delnostro Sindaco)

NuovoMunicipioSaràun’operaincompiuta?

Rasetti a pagina 8

Sebastianelli a pagina 7

Corso Costituente, 1-7 - 00040 Rocca di Papa (Roma)Tel. 06-94.99.990 - Fax 06-94.96.653

OFFERTE DEL MESEIdropittura traspirante a tempera lt. 14 € 12,90

Lavabile traspirante a partire da € 28,00ACRYL-SILOSSANICO lt. 15 € 75,00

GianfrancoBotti“Ecco lamiaproposta”

A pagina 10Mensa scolasticaE’scontrosull’appalto

Serafini a pagina 17

Laparola all’ACS“Unattaccovergognoso”

Gentilini a pagina 18

CentroAnziani, si vota il 18 novembrema il dibattito continua

EneaTrincaIntervista alPresidente

A pagina 11

CiclofficinaCosì ilCentrorinasceA pagina 14

ScrutatoriApertol’alboperiscriversi

A pagina 9

il SegnoPICCOLO

aderisce a

www.serviziopubblico.it

Organo dell’Ass.neTerre Sommerse Castelli

Si svende!Boschi, edifici comunali, ex scuole pubbliche,aree protette, magazzini, ufficio dei Vigili,farmacia del centro storico, azioniACEA.Il Comune, indebitato e a un passo dal dissestofinanziario, ha deciso di vendere tutto e subito

Apagina 11Segue a pagina 16

La lettera

Segue a pagina 4

Pronto il progetto per le biomasse

L’impianto sorgeràsuViadeiLaghioppurealVivaro

Apagina 9

Strisce bluAlComunelebriciole

Anno XI, n. 6 - Giugno 2012

PIC

CO

LOil Segno”

Se vogliamoessere

cittadini siamocostretti ad essere mi-litanti perchè la demo-crazia si regge solosulla lotta perla democraziaPaolo F. D’Arcais

Saldidi iniziostagione

di AndreaSebastianelli12 persone, che unanno fa erano statevotate in base a un

programma politico che pro-metteva esattamente il contra-rio, il 30 maggio scorso hannodeciso di vendere le proprietàpubbliche, cioè di tutti i citta-dini, per fare un po’ di soldiavendo sperperato denaro pub-blico per consulenti, pessimiinvestimenti e incarichi inutili.

......qquueelllloo cchhee ggllii aallttrrii nnoonn ssccrriivvoonnoo......

di Viviana BisiGentile Direttore,so che il suo è un mensile chesi occupa di questioni inerentia Rocca di Papa. Mi permettaperò di concedere al mio intel-letto idealista di dare sfogo adulteriori rabbie...

Bomboniere - Articoli da regaloSiamo lieti di presentarviin esclusiva la nuovalinea di bomboniere WALDe vi invitiamo alla “Festadella Ciambella degli Sposi”nei giorni 23 e 24 giugno

ARTICOLI E COMMENTI ALLE PAGINE 8, 16 e 17

Lamia rabbia

Pro Loco RdP, Ass.ne Commercianti,Lab. Centro Storico, Club Auto Storiche RdP

presentano

““LLaa FFeessttaa ddeellllaa CCiiaammbbeellllaa ddeeggllii SSppoossii””110000 ssppoossee ppeerr 110000 vviiccoollii23 e 24 giugno 2012

MUSICA il Segno - Settembre 201238

Retrospettive musicalidi Massimo Onesti

care i suoi cd checon qualche dif-ficoltà riuscii atrovare insieme adelle notizieanche sulla suabiografia. Dopo un inizioin cui forma in-sieme agli altridue fratelli,nelle vesti di

IL CANTAUTORESFUGGITO

PIERO CIAMPI

Conobbi per la prima volta ilnome di Piero Ciampi quandolessi su qualche rivista musi-cale che il cantante Zuccheroaveva letteralmente rubato, disana pianta, senza citarlo mini-mamente nei credits del cd, deiversi, particolarmente originali,di questo semisconosciuto can-tautore livornese, per costruireuna sua canzone, che fra l’altroebbe anche particolare suc-cesso... questi testi recitavano:“Il mare impetuoso al tramontosalì sulla luna e dietro una ten-dina di stelle...”.Per questa cosa da quel mo-mento smisi di farmi piacereZucchero che cominciai anchea disprezzare per avere usurpatodelle parole di un autore che nonpoteva nemmeno più difendere isuoi diritti dato che, come sco-prii in seguito, era già morto daqualche anno. La controversia,per volere dei parenti di Ciampi,andò anche a finire nei tribunalidove Zucchero fu costretto a ri-conoscere la paternità dei versial cantautore scomparso.In quegli anni di fine ‘80 dove lenotizie circolavano ancora solosu carta o sul sentito dire, nonera facile sapere molto su questopersonaggio che per quest’auradi mistero poteva avere anchepiù fascino ed il mio interessecrebbe ulteriormente allorchém’imbattei in una raccolta dicanzoni italiane dove, fra le altre,c’era appunto un pezzo di PieroCiampi che mi colpì subito peril modo profondo e scanzonatodi dire le cose, con una prosaasciutta e moderna, che cattu-rava l’attenzione senza tantifronzoli e sdolcinamenti.“Vado in giro nella notte/fa-cendo soliloqui/talvolta sotto unponte/scrivo una poesia/Maria,Maria, Maria, Maria Maria/Sono vestito non so come/i pan-taloni alla rovescia/la gambadestra non funziona/chi mi in-contra scappa via/Maria, Maria,Maria, Maria” (da “Io e te,Maria”). Queste erano le primeparole che ascoltavo dalla vocedi Piero Ciampi e mi preserosubito! Cominciai così a ricer-

cantante, un’orchestrina fami-liare dove si esibisce nei localidella riviera, e dopo aver pre-stato il servizio militare, emi-gra in Francia dove viene acontatto con pittori, scrittori eartisti come Celine, Brassense dove può così sviluppare lasua indole da chansonnier, cheverrà fuori nel primo albumPiero Litaliano (scritto pro-prio senza apostrofo).Dopo questo disco stroncatodalla critica e che passò quasiinosservato si mise in evidenzaperò come autore e spesso lesue canzoni venivano più chealtro eseguite da altri cantantiche all’epoca andavano per lamaggiore fra cui Gigliola Cin-quetti, Wilma Goich, Tonydel Monaco. Cominciò quindiad avere apprezzamenti da col-leghi più famosi quali GinoPaoli, Dalida, Nada e glistessi Venditti, De Gregori,con i quali s’incontrava tutti igiorni negli studi della Rca e acui spesso chiedeva anche deisoldi (come racconta Vendittinel libro sulla vita di Ciampi“Maledetti Amici” di GiuseppeDe Grassi); lo stesso RenatoZero che, fra l’altro, a un de-cennio dalla sua morte fu traquelli che promosse il ricordodell’artista in un concerto alTeatro Argentina di Roma tra-smesso dalla Rai e che divennepoi anche un cd, dove vari can-tanti interpretavano ognunouna canzone di Ciampi.Dopodiché riuscì ad incidere 5dischi nella sua breve carriera,più che altro passati inosservatie che ci hanno consegnato al-cune splendide canzoni come“Tu no... Tu no” (cantata anche

da Gino Paoli), “Ha tutte lecarte in regola”, “Te lo facciovedere chi sono io”, “Finoall’ultimo minuto”, “Il vino”,divenuta poi una canzone cult eche ogni tanto qualche gruppoesegue come cover e infatti bi-sogna dire che molti sono gli ar-tisti, ricordiamo soprattuttoNada che nutre come una sortadi affiliazione verso Ciampitanto da realizzare spesso deirecital sui suoi pezzi, i La Crus,Vinicio Capossela, che di tantoin tanto vanno a rivisitare branidi Ciampi come a renderesempre più una certa ricono-scenza postuma a questo artista,a questo cantautore come sfug-gito, sfuggito anzitempo dallavita, sfuggito dallo stesso scena-rio musicale che mai lo accolsecome avrebbe dovuto, inaffer-rabile dagli stessi amici, daiquali si dileguava così come sidileguava dalle sue donne...“Ha amato tanto duedonne/erano belle, bionde, alte,snelle/ma per lui non esistonopiù/E perché è solo unartista/che l’hanno preso per unegoista/la vita è una cosa cheprende,/porta e spedisce” (da“Ha tutte le carte in regola”).Il cantautore sfuggito dall’atten-zione dei mass-media, come laRai dell’epoca che, pur facen-dogli fare una trasmissione a luiintitolata, alla fine non la mandòmai in onda e che adesso se nepossono trovare degli stralci sulweb. Il cantautore sfuggito dalcodazzo dei cantautori cosid-detti impegnati o che dovevanorisvegliare le coscienze, troppospirito libero per rappresentareun’idea politica o farsi porta-voce di problematiche sociali

cangianti con il passare dellemode e delle stagioni, mentre isuoi erano temi più stabili versoil tormento psichico e interiore,o verso i conflitti e i disagi dicoppia. Il cantautore sfuggito aldenaro che considerava comeun giornale di ieri, sfuggito daun certo mercato discograficoche non credette mai in lui.Il cantautore sfuggito dallostesso Piero Ciampi comeuomo, quandoché il suo carat-tere burbero e da simpatico cial-trone, insieme al vizio del bere edel tirare tardi la notte, fra bri-ghe e canzoni scritte sulle tova-glie delle osterie, non glipermise di effettuare mai quelsalto di qualità per imporsicome artista, facendolo rima-nere sempre confinato in unastretta cerchia di estimatori fraamici e colleghi, come ad esem-pio quel Luigi Tenco che, oltrea essere innamorati anche dellastessa ragazza, condivideva conlui tratti artistici molto similiseppure espressi con modalitàdifferenti, come il fatto di stac-carsi completamente dallaforma-canzone banale e spen-sierata, peculiare di quegli annida “disco per l’estate” o da“cantagiro”, andando invece atrattare temi più complessicome la solitudine, come l’odis-sea di amori non corrisposti odisperati, come la fragilità e leipocrisie di un mondo piccoloborghese in pieno boom econo-mico, dove lo sviluppo indu-striale, sociale e di massapoteva lasciare scoperte proble-matiche nuove per quegli indi-vidui più sensibili al distaccodelle consuetudini tradizionali edove, mentre in Tenco vengonoespresse con delle melodie inci-sive, molto profonde e spietata-mente serie in Ciampi siesprimono invece in modo piùcinico e sprezzante, ironica-mente amare ma si può direcome, tutti e due questi grandiinterpreti della musica italianad’autore, si possano annoverarealla maniera che più si addiceper i poeti malinconici e roman-tici, stretti in un mondo che nonpuò contenere quella fuggevo-lezza bohemien di una ricercaartistica inquieta e tipica di que-gli spiriti indomiti e irrequieti eche in modo umile e con corag-gio hanno navigato sul fragilevascello del proprio destino...“Ho trovato una nave che sal-pava/ed ho chiesto, dove an-dava,/nel porto delleillusioni/mi disse quel capi-tano.../terra terra, forse cercouna chimera/questa sera,eterna sera” (da “Livorno” diPiero Ciampi).

TEMI D’OGGI 39il Segno - Settembre 2012

Animali inParadiso

di Annarita RossiSe il Paradiso davveroesistesse, sono sicurache sarebbe affollato daanimali. A popolarlo ci

sarebbero tutti quelli ai quali la vitaha serbato soltanto sofferenze. Visi troverebbero animali maltrattati,seviziati e abbandonati; quelli de-stinati a fare da cavie nei laboratoridi vivisezione per inutili scopiscientifici e per testare cosmetici,gli animali allevati per le pellicce,quei tori sfruttati per la corrida, gliorsi torturati in Asia per estrarne labile e i rinoceronti uccisi per il lorocorno, al solo fine di produrre far-maci inefficaci. Ad altra vita pas-serebbero gli animali trafficati dallezoo-mafie, tra i quali, i cani dacombattimento e i cavalli per corseillegali ma anche quei cani tenutiad una catena troppo corta, quellitrascurati nei canili lager, quelli la-sciati soli a casa per molte ore algiorno ad abbaiare disperatamentee quelli ai quali vengono recise lecorde vocali per non abbaiare.Inoltre vi si troverebbero tutti que-gli animali tenuti in cattività per ilsoddisfacimento di spettatori neicirchi e negli zoo e quegli animaliesotici giunti a destinazione per vie

l’imbuto, giù per l’esofago per pro-durre un patè di fegato grasso, tantocaro a quei palati “raffinati”; per re-stare poi in ambito culinario, vi sa-rebbero anche balene e pescecani,ai quali ancora vivi vengono tagliatele pinne da servire come pietanze inEstremo Oriente; ed infine gliagnellini non potrebbero non arri-vare lassù, strappati alle loro madriper una tradizione più gastronomicache religiosa. La Bibbia narra che milioni di annifa un uomo di nome Noè, l’unico asfuggire al Diluvio Universale, im-barcò sulla sua arca la famiglia e glianimali da salvare. Da allora sol-tanto delle associazioni animalistee senza scopo di lucro si battonogiornalmente per tentare di salvareda sofferenze e morte tanti animali.L’uomo talvolta crea per poi di-struggere, come nel caso delleselezioni, delle manipolazionigenetiche e degli incroci realiz-zati per trarne profitto, poi qual-che cosa non va nel verso giusto,qualche razza, nel caso dei cani,risulta troppo aggressiva, con laconseguenza che lo scotto piùalto sono sempre loro a pagarlo,venendo eliminati. Quante ingiustizie per tutte questecreature che non conoscono cattive-ria ed ogni loro azione avviene peristinto di sopravvivenza. Forse ungiorno, anche gli animali che in vitasono stati amati e rispettati dai loropadroni, proprio come degli angeli,incontreranno nuovamente coloroche li hanno accuditi amorevol-mente, per stare ancora una volta in-sieme sotto un altro cielo.

ilTocco

Le vacanze sono ormai concluse,anche l’estate sta terminando e per inostri figli è giunta l’ora di tornaresui banchi di scuola. A volte le va-canze stesse possono rappresentareuna fonte di stress se non si è avutala fortuna di potersi riposare e diver-tire. In genere però, bambini e ra-gazzi le preferiscono alla scuola. La ripresa delle attività scolastiche elavorative può costituire quindi un“trauma” soprattutto quando c’è ilpassaggio in un ordine superiore discuola. Ma anche per i docenti stessil’inizio dell’anno scolastico risultastressante, ogni volta infatti, coloroche non hanno la cattedra si ritro-vano a dover scegliere le scuole,sperando di essere fortunati. In Ita-lia, c’è sicuramente un esubero diinsegnanti, ma non vi è però l’atten-zione e la “cura” giusta verso i do-centi, che ricoprono un ruoloimportantissimo riguardo alla for-mazione di coloro che saranno gliuomini e le donne di domani. Io ritengo che la professione di inse-gnante nonché quella dell’educatoresiano fra le più importanti in asso-luto, perché queste due figure co-struiscono le conoscenze dei loroalunni, ma soprattutto influenzanole loro menti. Ecco perché lo Statodovrebbe avere gran cura di tutti iprofessionisti coinvolti nei processidi apprendimento degli scolari, pre-occupandosi di fornire loro anchedelle competenze in campo psico-logico, cosa che non è attualmenteprevista nella loro formazione, per-ché insegnare è trasmettere conte-nuti significativi, ponendosi in unarelazione comunicativa con lo stu-dente, tale che egli sia stimolato adapprendere tutto con reale interessee sia spronato a ricercare, anche an-ticipando o approfondendo ulterioriargomenti di studio. Bisogna quindisaper entrare in comunicazione conl’alunno e conoscere le problemati-che tipiche dell’età dello sviluppo.Sarebbe importante anche valoriz-zare il lavoro degli insegnanti di so-stegno e degli assistenti educativiche si occupano dei soggetti “piùfragili”, perché a loro spetta un com-pito molto delicato e complesso altempo stesso, mentre solitamentevengono considerati agli ultimi gra-dini della scala gerarchica.

Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli

LL’’aannggoolloo ddeellllaa ppssiiccoollooggiiaa

diErmannoGatta

Lo scandalo delle frodi scoperte ad alcuni distributori di carburante (su2400 controlli effettuati 23 gestori denunciati e 356 irregolarità) dimo-stra che l’Italia è gravemente malata e occorre una cura da cavalloelevata alla decima potenza per tentare il suo salvataggio. La spesa peri carburanti utilizzati in modo diretto (rifornimento alla pompa) o in-diretto (incidenza sul prezzo di servizi e merci) ha messo alle cordemilioni di italiani. Mentre il governo è “costretto” al pesante prelievofiscale sui carburanti, visto il disastroso stato della finanza pubblica,alcuni “compatrioti” del settore dimostrano una spregiudicatezza oltreogni limite: “frodano l’automobilista alla pompa che eroga meno car-burante di quello pagato o lo fornisce addirittura annacquato”.Il morale degli italiani costretti a ferie estive “a chilometri zero” nonera mai sceso così in basso.Che cosa fare per rivitalizzarli unpoco prima dell’autunno che siprospetta sempre più nero? Faregiustizia facendo chiudere, per al-meno tre mesi, i distributori autoridelle truffe e mettendo in evidenzache si tratta di un provvedimentodisposto dalla Guardia di Finanza.Un risarcimento morale per i truf-fati e una lezione ai truffatori. Il si-stema, applicato nei casi più gravi,anche alle altre attività, sarebbemolto utile e aiuterebbe a ritornarenell’alveo della legalità. L’Italianon è soltanto il Paese con la classepolitica più costosa al mondo.L’Italia è soprattutto un paese dovetutti vorrebbero pagare meno tassesenza attivarsi concretamente perrenderlo possibile. Non sarà perchétroppi utilizzano “scappatoie” al li-mite della legalità?

il-sognatore.blogspot.com

Il ritornoa scuola

Frode della benzina,ora una cura drastica

clandestine in condizioni precarie.Non mancherebbero di certo quellicacciati in terra, in mare e per aria.Gli animali da allevamenti inten-sivi troverebbero un posto ancheloro, dato che per la tale sovrappro-duzione, anziché sfamare il pia-neta, la fame e la mortalità esistonoancora. Si dice che il raglio del-l’asino non arriva mai in cielo malui in Paradiso ci andrebbe di certose non altro per alleggerire quellapovera groppa sovraccaricata pertroppi anni da ogni genere di cosee dal peso dei turisti sotto il sole co-cente di alcune isole del Mediter-raneo; sarebbe garantito un postoanche a quei cavalli costretti a trai-nare le carrozze colme di turistisotto il solleone romano. Le arago-ste, anche a loro verrebbe assicu-rato un posto in quanto vengonolessate vive per appagare palati“ricchi” e vi si troverebbero purequelle oche, ingozzate di cibo con

il Segno - Settembre 2012 Ultima pagina

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CHE FINE HA FATTOLA NOTTE VERDE? Gentile direttore del PiccoloSegno, ormai l’estate sta vol-gendo al termine. Nell’ambitodelle manifestazioni culturalidei Castelli Romani ho notatocon mio grande rammarico cheun evento come la “NotteVerde”, che aveva riscosso ungrande successo nelle scorseedizioni, e unica nel suo ge-nere, non è stata realizzata, no-nostante fosse stata annunciatasul vostro giornale. I tagli alla cultura avranno in-fluito, penso. Ma allora si sa-rebbe potuta realizzare informa più contenuta, pur dimantenere il rilievo turistico-culturale di Rocca di Papanell’ambito castellano. Cor-

diali saluti. Giovanna Mancori

SULLE IRREGOLARITA’EDILIZIE DEL PARCODomenica 19 agosto il com-pare Jo ha scritto a 8 colonnesul Messaggero che il Sindacocombatte irregolarità ediliziedel Parco. Bene, ma il giornali-sta quante volte ha denunciatoscrivendo la vergognosa lottiz-zazione della Via Sacra? E ilSindaco quali provvedimentiha preso contro quel mostroche ogni anno cresce indistur-bato da quando lui era Vice-Sindaco e Sindaco e squalificaRocca, paese campione di abu-sivismo, forte coi deboli, [de-bole] coi prepotenti?

Filiberto Fei

BRUNO ROMANOLASCIA FLIIl sottoscritto Romano Brunoin data odierna 2 agosto 2012ha presentato presso le sediRegionali e Provinciali delFLI, le proprie dimissioni dapresidente di circolo del FLI diRocca di Papa per motivi pret-tamente famigliari. Con l’oc-casione ringrazio tutti coloroche in questa breve esperienzapolitica, mi sono stati vicini, etutti coloro che nella passatatornata elettorale amministra-tiva hanno avuto fiducia nellamia persona. Spero di aver ri-cambiato con il mio impegnola vostra fiducia, certo dellavostra cordiale comprensione,porgo a tutti voi cordiali saluti.

Bruno Romano

I DIVIETI SULL’ACQUAE LE AIUOLEIl Comune ha emesso un’ordi-nanza in base alla quale non sipuò utilizzare l’acqua per in-naffiare perchè non può esseresprecata. Allora mi domando:perchè l’aiuola della mega ro-tonda di via dei Laghi, ogninotte tra l’una e le due, vieneinnaffiata col sistema d’irriga-zione? La cosa più assurda cheho notato è che anche quandoha piovuto di recente, allastessa ora il sistema d’irriga-zione ha funzionato perfetta-mente. Ma chi deve controllarequeste cose? E adesso che cosadovremmo fare, multare noicittadini il Sindaco visto chenon rispetta le sue ordinanze?

Lettera firmata

Il povero asinode’ “rotte cava”

il Segnodei tempinei disegni del Maestro Franco Carfagna

In questo disegno ilmaestro Carfagna hapreso spunto dei tantiracconti sulla II guerramondiale fatti da sto-rici e scrittori di Roccadi Papa. Tra questi av-venimenti quello che

più ha toccato il sentimento dei roc-cheggiani è sicuramente il bombar-damento messo in atto dallecosiddette “fortezze volanti” deglianglo-americani. Queste incursioniaeree erano annunciate dalle sirene eal suono incessante di esse si correvanelle grotte scavate “au rapellu” dellecantine per mettersi in salvo. Grotteche molto spesso erano collegate leune alle altre per avere il maggior nu-mero di vie di fuga. Altri roccheg-giani preferivano andare negli orti aiCampi, magari sotto “’n arboru decastagna” per mimetizzarsi. Ma la maggior parte della popola-zione si rifugiava “ae ‘rotte cava”(zona Campi d’Annibale, a ridossodella fonte del Pantanello) dove esi-stevano appunto delle grotte scavate in pas-sato dai “crapari” come rimessa del gregge.Scavandone poi delle altre si era formatauna vera e propria comunità con tanto dibotteghe improvvisate, forni, drogherie,mercerie e macellerie, che all’epoca era l’at-tività ritenuta più importante. Infatti la carne (cioè le vacche) veniva fattaviaggiare di notte, di nascosto, perché di so-lito era il risultato di una sottrazione illegalea danno di qualche allevatore. Il percorsoche si faceva passava per la Molara, salendoa sinistra degli Arcioni, scalando Monte Ara

fino alle “rotte cava”. Qui le prendeva inconsegna il macellaio distribuendole in partiuguali ai cosiddetti “grottari” (gli sfollati).Tra i numerosi avvenimenti accaduti in que-st’area ce n’è uno ormai dimenticato. A ricordarcelo è stato Cippitelli “il sassofo-nista” che ne fu testimone diretto. Eccone lastoria: dopo un bombardamento aereo che inostri alleati fecero sulla città di Frascati, unvelivolo non era riuscito a sganciare unabomba e quindi non potendo tornare allabase con il pericoloso ordigno, ebbe l’ideadi sganciarla sopra “au pratu du Pantanellu”

vicino alle “rotte cava”. La bomba colpì inpieno un somarello che pascolava. In un at-timo, con la carne del povero animale an-cora calda, i rifugiati si armarono subito dicoltelli, ronche e “sorecchi” (falcetti) diven-tando di colpo tutti macellai nel tentativo diaccaparrarsi un bel pezzo di ciccia. Chissà la disperazione (oltre che dell’asi-nello) del padrone della bestia vedendo ilsuo amico somaro finire in quel tragicomodo ma la fame allora era tanta e la spe-ranza che abbiamo è che quella tragicaepoca non torni mai più.